Vulture Magazine - 20 Maggio 2011

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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 19 Maggio 2010 “Angelo Bozza nella storia di Barile ……………..……………………………………….. PAG.2 Un Grande Lucano, Nicola Alianelli…………………..……………………………………PAG 3 “mimesi” di prismatica identita’ art show………………………………………………….PAG. 5 Torneo Sata Cup …………………………………...….…….……...……………..…..…..PAG. 8 Marco Gai Di Venosa Stabilisce Il Nuovo Primato Regionale……………………………………PAG. 9

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notizie dal cuore della Basilicata

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 19 Maggio 2010

“Angelo Bozza nella storia di Barile ……………..……………………………………….. PAG.2 Un Grande Lucano, Nicola Alianelli…………………..……………………………………PAG 3 “mimesi” di prismatica identita’ art show………………………………………………….PAG. 5 Torneo Sata Cup …………………………………...….…….……...……………..…..…..PAG. 8 Marco Gai Di Venosa Stabilisce Il Nuovo Primato Regionale……………………………………PAG. 9

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A BARILE SI CELEBRA L’UNITA’ D’ITALIA

Il 28 maggio convegno a più voci con documenti e testimonianze

Comune di Barile e Deputazione Lucana di Storia Patria insieme per un convegno a più voci su quel che la cittadina del Vulture ha dato, in termini di uomini, documenti, eventi e momenti, all’Unità di quella nostra Italia che ci rende liberi e forti, sotto il tricolore. Nell’ambito delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità Nazionale, anche Barile vuole rendere omaggio a chi, allora ma in ossequio ai propri valori e ad un contributo forte all’Unità, ha fatto tanto per dire il suo si a qualcosa che avrebbe cambiato in maniera netta il futuro della nostra penisola. In particolare, attraverso delle recenti scoperte di documenti conservati dalla famiglia Bozza, con tanto di dati, nomi, ricordo degli eventi di quel periodo, proprio il Comune di Barile, ed il suo Sindaco, Giuseppe Mecca il cui saluto aprirà i lavori del convegno in programma il prossimo 28 maggio, con inizio che è stato fissato alle 17,30, presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo della cittadina di origine albanese, vogliono offrire il proprio

contributo ad una discussione che va oltre il semplice ricordo di quei periodi. “Non è solo un ricordo ma una forte riscoperta di quello che Barile, e la sua gente di allora, hanno dato – ci ha anticipato uno dei discendenti della famiglia Bozza che vive a Melfi da tantissimi anni – e lo si farà proprio riscoprendo documenti, atti ed altro materiale ritrovato di recente presso la famiglia di Angelo Bozza”. Per questo, l’incontro specifico avrà per titolo proprio “L’Unità d’Italia da Barile. Le memorie di Angelo Bozza” e sarà proprio uno dei discendenti di tale notabile cittadini del tempo a intervenire per primo nell’incontro. Si tratta di Angelo Bozza, Presidente della Sezione Civile del Tribunale di Pescara, a tracciare la figura del suo omonimo avo, vissuto tra il 1821 ed il 1903, con il suo intervento volto proprio a scoprire il ruolo di “Angelo Bozza nella storia di Barile”. Una storia di nobili e di casati antichi ma che si intreccia con i fatti del tempo, con il brigantaggio postunitario, con quello che nel Meridione, e nel Vulture in particolare, accadde allora, legato alla terra e a diritti di tanti che volevano cambiare le sorti loro e dei loro discendenti. All’incontro poi, testimonianze di certo importanti arriveranno da Annunziata Bozza, archivista libero professionista, che parlerà della “importanza degli archivi privati e delle carte raccolte e custodite dalla famiglia Bozza” ma anche da Antonio D’Andria, dell’Università degli Studi della Basilicata e della Deputazione delle regione di Storia Patria, che illustrerà il momento storico, tra insurrezione, Unità d’Italia, cultura e pratica politica in quel tempo. Ancora l’intervento illustre di Gaetano Morese, anch’egli dell’Università di Basilicata e della Deputazione Lucana di Storia Patria, prima delle conclusioni affidate ad Antonio Lerra, sulla Costruzione dello Stato Unitario, Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria. Antonio Baldinetti

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UN GRANDE LUCANO, NICOLA ALIANELLI

E’ stato senatore puredel Regno nella XII legislatura dal 1876

di Michele Strazza Nicola Alianelli nacque a Missanello il 10 luglio 1809 da Francesco ed Ippolita De Leo. Appartenente ad antica famiglia gentilizia, si dedicò agli studi giuridici che, iniziati sotto la guida paterna, completò a Napoli. Nel 1837 entrò in Magistratura e fu destinato ad Eboli e, poi, a Vallo della Lucania. Fu anche Procuratore Regio presso la Corte Criminale di Potenza. Affiliato alla Carboneria, nel 1848 aderì al Circolo Costituzionale Lucano. Il 28 giugno 1848 il Circolo assunse la denominazione di Lucano e, rimettendosi nelle mani di un “Commissione di Centralizzazione e Corrispondenza”, cessò di esistere. L’8 luglio, infatti, si tenne l’ultima riunione. Essendo assente Vincenzo D’Errico, recatosi a Napoli per l’apertura del Parlamento, venne eletto presidente proprio Nicola Alianelli. Giungeva, intanto, a Potenza il giudice della Gran Corte Criminale Domenico Iuliani con il compito di istruire un processo sui fatti accaduti l’anno prima. Il generale Statella preparava una lista di “attendibili” da sottoporre a sorveglianza, inviandola il 14 aprile 1849 al Procuratore Generale del Re. Tra gli “attendibili di prim’ordine” figurava il “Signor Nicola Alianelli ex Procuratore Regio”il quale venne arrestato nonostante l’atteggiamento moderato e contrario alla corrente radicale che aveva tenuto durante i moti del ‘48.

Tale importante processo nel quale furono coinvolti tutti coloro che avevano in qualche modo partecipato ai moti venne denominato “Causa Potentina”, sebbene fossero interessate oltre alla Basilicata, anche le Puglie e il Molise. Durato dal 1849 al luglio 1852, figuravano ben 1.116 imputati e furono esaminati 1.500 testimoni, mentre gli atti vennero raccolti in 40 volumi. L’Alianelli fu accusato di “Misfatto di lesa Maestà per avere in maggio, giugno, luglio 1848 attentato e cospirato per distruggere, cambiare il governo ed eccitare i sudditi del Regno ad armarsi contro l’Autorità Reale”, nonché di “Associazione illecita senza vincolo di segreto per occuparsi di oggetti politici senza permissione dell’Autorità pubblica e di usurpazione dei titoli e funzioni civili esercitando atti a tenore degli art. 164 e 165 delle leggi suddette”. Dopo aver rinunciato all’avvocato nominato d’ufficio e preferito difendersi da solo, Nicola Alianelli venne condannato il 17 luglio 1852 a sette anni di ferri, pena che poi gli venne commutata in ammonizione nel 1853 e, tre anni dopo, eliminata con la grazia. Successivamente si tenne sempre lontano da ogni attività cospirativa, dedicando tutto il proprio tempo alla professione forense. Nel 1860, pur avendo mantenuto un atteggiamento negativo verso i propositi liberali, fece parte del Governo Prodittatoriale Lucano con l’incarico di dirigente del V Ufficio della Giunta Centrale di Amministrazione, cui competevano gli affari relativi alla Pubblica Istruzione, all’Agricoltura, Industria e Commercio, al Servizio Forestale e alla Salute Pubblica. In tale veste si fece promotore di interessanti progetti come quello di una ferrovia lucana. La costruzione di una linea ferroviaria che da Salerno, attraverso la Basilicata, si spingesse sino a Taranto fu oggetto di un appassionato dibattito dopo la caduta del Borbone. Il vecchio progetto borbonico venne ripreso, con adeguate varianti, da

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Nicola Alianelli che sollecitò nel 1860 il Governo Prodittatoriale Lucano ad intervenire per la costruzione del tronco ferroviario. Il 1° settembre il governo lucano, con proprio decreto, stabilì all’art. 1: “Sarà costruita a cura dello Stato, sia a spese del pubblico tesoro, sia con concessioni a compagnie d’intraprenditori, una ferrovia che innestandosi a quella della provincia di Principato citeriore, abbia termine in Taranto, attraversando i distretti di Potenza e Matera in Basilicata per la parte più centrale possibile”. Nonostante Garibaldi l’avesse accettata il 25 settembre, la proposta rimase inattuata. Su di essa, tuttavia, non cessarono le prese di posizione. A cominciare da quella di Domenico Viggiani nel 1861 a quelle dei principali esponenti politici del tempo. Sulla stessa linea il Consiglio Provinciale, presieduto da Emanuele Viggiani, il quale incaricava l’ing. Brancucci, componente della Società Economica, di stendere una controrelazione sulla presunta impossibilità tecnica di un collegamento attraverso Potenza della Salerno-Taranto, proponendo, altresì, di consorziare le due province interessate. Incluso nel piano generale delle ferrovie italiane del 1866, il progetto trovò finalmente attuazione dopo il 1868. Ma l’azione di Nicola Alianelli, dirigente del V ufficio, non si limitò al problema delle strade ferrate, interessando tutte le tematiche dello sviluppo della Provincia di Basilicata dopo l’Unità d’Italia. In una circolare del 29 agosto 1860, inviata a tutti i Sindaci della provincia, richiamò l’attenzione sulla necessità di attuare un’ampia opera di bonifica e di irrigazione arginando i corsi d’acqua. Il giorno successivo, in un’analoga direttiva, si soffermava sull’esigenza di istituire scuole agrarie in ogni Comune e di costruire nuove strade per incrementare il commercio e vincere l’isolamento. Nel 1861 Nicola Alianelli venne riassunto in Magistratura e inviato alla Corte di Appello di Trani. Nel 1864 fu assegnato

alla Corte di Cassazione di Napoli dove raggiunse il grado di Presidente di Sezione e nella cui locale Università insegnò Diritto Commerciale, pubblicando il I volume delle sue Istituzioni di Diritto Commerciale che, però, rimasero, incompiute. Nel 1876 divenne senatore. Morì a Napoli il 22 settembre 1886 lasciando una vasta gamma di opere giuridiche nei settori del Diritto Civile, Diritto Commerciale, Storia del Diritto Italiano. In quest’ultimo campo raccolse e pubblicò numerosi statuti, consuetudini e leggi marittime dei Comuni meridionali (Delle antiche consuetudini e leggi marittime nelle Provincie Napoletane, Napoli 1871). Tra le sue opere giuridiche vanno ricordate anche il Trattato del contratto di enfiteusi, pubblicato nel 1834 e dedicato al suo maestro Niccolini, la Esposizione dell’art. 118 delle Leggi di Procedura nei Giudizi Civili (Potenza 1842), Delle spese nelle Procedure Civili, ossia Esposizione della Tariffa Giudiziaria Civile, del Decreto dei Diritti di Cancelleria e delle Leggi del Registro e del Bollo per quanto riguardano gli atti di Procedura (Potenza 1844), il Confronto della costituzione napoletana del 1848 con la francese del 1830, colla belgica del 1831 e colla spagnola del 1812 adottata in Napoli nel 1820 (Potenza 1848), Sulla riabilitazione dei condannati (Napoli 1863), Economie possibili nell’Amministrazione della Giustizia Penale (Napoli 1865), Prolusione al Corso di Diritto Commerciale (Napoli 1865), Codice di commercio del Regno d’Italia (Napoli 1867), Il matrimonio civile e gli impedimenti canonici (Napoli 1871), Dei principii sulla base dei quali furono fondati i giudizii ed i ragionamenti della Commissione per le liti feudali (Napoli 1879). Bibliografia. Domenico Montesano, Nicola Alianelli patriota e giureconsulto, Tip. Santanello, Potenza 1886. Gennaro Mondaini, I moti politici del ’48 e la Setta dell’Unità Italiana in Basilicata, Dante Alighieri Editrice, Roma 1902. Giuseppe

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Gattini, Saggio di Biblioteca Basilicatese, La Scintilla Ed., Matera 1908, ristampa di Arnaldo Forni Editore del 1978. Tommaso Pedìo, Dizionario dei Patrioti Lucani, Società di Storia Patria per la Puglia, Trani 1969. Rosanna Motta, Nicola Alianelli nei processi della gran corte speciale, “Regione Basilicata Notizie”, n. 1/1996. Michele Strazza, Lucani in Parlamento. Repertorio di deputati e senatori lucani (1861-1961), EdiMaior, Venosa 2010. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: “MIMESI” DI PRISMATICA IDENTITA’

ART SHOW

Feudi di San Marzano

San Marzano (Ta)

29 Maggio - dalle 10,00 alle 24,00 Carmen De Stasio

L’arte é una maniera identica per guardare ad un universo comprensivo del reale, che trascende la semplice misura della realtà medesima. L’arte considera non già le cose per come sono visibili ad uno sguardo talora frettoloso, ma stabilisce nessi immaginativi tra le cose stesse, analizza il come del processo, le relazioni, le consonanze, le risultanze e le dissonanze in un’argomentazione che è insieme elaborativa ed evolutiva. Produttiva, complessa e complessiva. Apre spiragli a nuove fluttuazioni della mente che si realizzano nella simultaneità, pur mantenendo una mutevolezza che si diffonde in una configurazione di sur-mimesi nel superamento vorticoso delle uguaglianze. Si potrebbe configurare in tal senso un’attività di jouer sia nell’accezione del gioco delle macchinazioni immaginative che

scaturiscono dal reale - pur se da questo si distaccano - sia come recitazione od orchestrazione di suoni e di gesti che si condensano nella pluralità di traiettorie innovative. Esattamente la molteplicità dei livelli segnici sarà di scena il 29 maggio presso l’Azienda Feudi di San Marzano (San Marzano - Ta) in un’orchestrazione di giochi d’arte con la regia di Gaetano Russo, artista che da sempre attualizza il suo desiderio di confrontarsi con la materia, permettendo l’interferenza delle cose naturali e l’intromissione dello spazio esterno come passaggio di una storia senza tempo. Mimesi - questo il macro titolo che accompagnerà l’evento, al quale lo scultore – qui nella veste di Direttore Artistico - ha invitato artisti di fama internazionale provenienti dalla fascia mediterranea per convogliare nel nucleo spaziale un alito di territorialità che sconfigge i limiti, affermando la geocentricità dell’arte. In tal senso il luogo diverrà ambiente di cultura e, dunque, di una comunicazione che investirà la concretezza, il movimento fino a giungere agli intrecci, ai pensieri, alle discordanze e alle comunanze senza filtri, anti speculari e anti speculativi, nel segno di una incidenza che è integrativa nell’essere uomo totale in una prospettiva auto identificativa che rinnova il contesto. Il luogo per un giorno vivrà dunque la deviazione dalla funzione consueta di lavoro e si trasformerà in attualizzazione di un progetto di arte-lavoro alla maniera whitmaniana, per consolidare consonanze che scaturiscono dalla quotidianità non già nella dimensione di aberrante ridondanza del gesto, ma come incipit per una brezza di pensamento che scorre dalla terra, ad essa si collega per spiccare il salto in un’obliquità che incontra il territorio, l’aria, diviene atmosfera, cromia real-surreale, dinamismo. Ciò che emerge è una triangolarità che assume i contorni di una minima verità che si traduce in configurazione di

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complementarietà con l’ambiente, di con-senso quale sostegno dialettico in diffusione basato sulla ricerca mediante un dialogo di contrasto-crescita. Si tratta di una relazione ontologica tra i soggetti e con gli oggetti che a loro volta si animano per divenire parte integrante e funzionale alla performance complessiva. L’arte acquisisce dunque un valore di fisicità, di concretezza e non di altro da sé, non incasellata ed incatenata su un piedistallo distante e alieno dalla ordinarietà, ma presente, tangibile in una sospensione che prende vita nelle sue essenzialità, conversa con altre espressioni con le quali si integra a partire da un momento capitale di Mimesi, sincrono di velocità-tempo che vaga indomito; invade nel vorticoso viaggio anfratti, angoli, zone di luce e di ombra in una polisemantica e polimaterica macchina a più voci indipendenti. La materia concepisce una trasformazione plateale e rompe schemi ed articolazioni trasferendo nel luogo sensazioni; rompe l’algidità dell’atmosfera e trasla la materia in vibrazione, in una combinazione che apre a nuovi scenari relazionali. L’iniziativa è stata promossa da Feudi di San Marzano - prestigiosa azienda vinicola che deve il successo internazionale alla competenza con cui da sempre coniuga pratiche agronomiche valide nel tempo con tecnologia d’avanguardia ed uno sguardo aperto al territorio - nella comprensibile ambizione di tradurre in voci quelle che sono da sempre le costruzioni individuate dall’uomo per assolvere al suo desiderio di proiezione con e nell’ambiente, la cui storia segna la pulsazione di vita in uno scambio di percezioni e di impressioni, in un tracciato libero che sollecita il pensiero affinché si animi, stupendosi senza linee di demarcazione. Quale il luogo migliore se non quello in cui la natura incontra l’uomo nello sguardo, nella comunanza di un panorama che diviene espressione d’arte alternativo e fuori dall’essere meramente contemplativo.

Partecipazione, integrazione, dunque, nel segno di una vastità mediterranea che è anche sinonimo di una policromaticità che assume in sé non solo la varietà degli ambienti, ma con questi le singole storie in un’unica macchina che si consolida nel gesto, nel movimento, che diviene territorio dell’uomo in quanto trasformazione. Potrei chiamarla suggestione, ma scadrei in una melodia lineare e scolastica. Piuttosto oserei parlare di poliformi linguaggi applicati ed avvertiti nelle sembianze di un’operazione che supera-condensa la materia e la diffonde nell’idea di azione. In fondo questa è l’evoluzione di mimesi: un’articolazione di percorsi che si completano senza disperdersi, nel segno di prismatica identità. L’artista esilia per un giorno dal suo luogo per trascinare nell’avventura le sensibilità dei visitatori, coinvolti da protagonisti su un palcoscenico fatto di odoranze, angoli, eremi e silenzi squarciati dallo sguardo che penetra un ambiente che si anima della prossemica di un teatro di essenze tattili. Ciascun elemento riconduce alla presenza dell’uomo, ai suoi respiri; i suoi voli immaginativi dissolvono l’artificiosità per confluire in geometrie organizzate secondo percezioni soggettive dai cui squarci asimmetrici si diffonde la rivelazione di un oltre come mai concepito prima e nel quale le composizioni artistiche si consolidano nella loquacità di un continuo inside out: il luogo perde staticità, i giganti del progresso industriale divengono strutture morbide, mobili, fluttuanti, si affermano in quanto formulazione funzionale alla nuova prospettiva enucleativa di una spazialità nomade, creata dalle fluidità della mente in una nuova palindromica prospettiva che prende colori e forme di una combinazione imprevedibile dall’apparente casualità. Con quest’operazione il Maestro Gaetano Russo mira a costruire i segni di un incontro con le cose come sintomatico rifiuto al dilagante fenomeno del solipsismo, sovente presente anche

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nell’arte. Al contrario, egli afferma la necessità di aprire ad un confronto perché dalla complessità si possa assumere un aspetto di comprensività e molteplicità di linguaggi d’azione in una collocazione che è insieme spazio-temporale dimensionata, ma anche ricomposizione di spazi e tempi minimi ed interiori, nei quali si ravvisa sia la memoria di un passato reso concreto ed attuale nella terra, nella roccia, nell’odore del tempo, che nella glaciale luminosità delle strutture della nuova era che si intreccia con i segnali di una natura che penetra nel gioco performativo come condizione addensante. In tal senso Mimesi acquista il valore di un viaggio di risonante stupore, costante divenire tra cose e persone, luoghi, tempi e stili per affermare la pluralità di percezione, di impressione orizzontale, verticale, in un’oscillazione che è mantenimento e prefigurazione di aperture e slanci in una straordinaria immediatezza soggettiva, mutevole pur nell’oggettività dello spazio ambiente, che acquisisce valore proprio per un’assenza di un palcoscenico definito come vocazione dell’uomo alla creazione libera. L’evento si svolgerà il 29 Maggio dalle 10,00 alle 24,00 Per INFO e comunicazioni: 3284540482/ 3283538281 - 099 9576100 oppure www.gaetanorusso.it – www.feudisanmarzano.it [email protected] MIMESI ART SHOW Feudi di San Marzano SAN MARZANO – TA 29 MAGGIO 2011 INSTALLAZIONI : Grazia Amendola - Federico Calò - Daniela Chionna - Claudia Marini – Ghislain Mayaud - Ezia Mitolo – Giuseppe Zambon

PERFORMANCES : Pietro Babina - Sara Bevilacqua e i Meridiani Perduti – Chiara Lostaglio – Ezia Mitolo – Manuela Rorro – Antonio Petrozza MUSICA : Marco Coppi - Alberto Dati (D.J. – Regia Musicale) Umberto Viggiano Sestet (I Colori della musica Manouche balcanica) COSTUME – MODA : Vincenzo Gallotta (Supervisore) Olga Teksheva - Giulia Mitarotonda - Sara Schiavo PITTURA – SCULTURA – CERAMICA – GIOIELLI : Grazia Amendola – Hadeel Azeez – Angela Barbera – David Delibasic - Tristan de Robilant - Lucia Lamberti – Morix Lessan - Paolo Mazzeschi VIDEO ARTE : Davide Micocci – Diego Silvestri FOTOGRAFIA : Federico Calò - Nora Lux - Claudia Marini - Davide Micocci CURATORI : Carmen De Stasio - Laura Villani - Maurizio Coccia – Maria Chiara Di Palma

Lucio Dione UFFICIO STAMPA : Annalisa Colavito – Antonella Millarte STAFF: Cantine San Marzano

Studenti dell’Istituto I.S.I.S.S. di Crispiano (Ta) COLLABORATORI : Vincenzo Petrocelli - Giuseppe Di Santo – Vincenzo Gallotta - Galleria Bonomo Bari di Marilena Bonomo – Accademia di Costume e di Moda, Roma - Maurizio Coccia Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi DIRETTORE ARTISTICO: Gaetano Russo

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MANCA SOLO UNA SEMIFINALISTA Proma e Pcma si sono unite alla già

qualificata Lear C

Si avvia alla conclusione la fase eliminatoria al 2° Torneo Sata Cup di calcio a 5 in svolgimento sui campi del Centro di Attività Sociali del Cedas di San Nicola di Melfi. Impegno, gare interessanti, il buon numero di appassionati, famiglie ed amici a fare da cornice alle partite di questa fase, spirito di aggregazione e voglia di divertirsi tutti, questi gli aspetti rimarchevoli di un torneo che ormai si è definitivamente imposto quale momento di forte aggregazione oltre il lavoro nell’area dove forte è pulsante l’industria automobilistica nazionale ed il suo indotto. “Divertirsi oltre il lavoro, stare bene insieme, dirigenti, capi, operai ed impiegati senza distinzioni di ruolo ma con la volontà di fare poi la propria parte, al meglio, con indosso maglietta e calzoncini, per un gol che da gioia ed unisce e ti spinge a vincere in allegria” è questo il valore forte di questo torneo, come ricordato da un po’ tutti i partecipanti allo stesso, in questi giorni “ed il nostro grazie – hanno aggiunto alcuni – va alla Sata, a Direzione di Stabilimento e del Personale che lo portano avanti con forza, insieme al Cedas, e a chi coordina il tutto al meglio, per permettere a tutti noi di divertirci con il calcio a 5, fuori da azienda e turni”. Dopo che la Lear C era stata la prima a qualificarsi per le semifinali, altre due formazioni si sono espresse alle grande e hanno meritato il raggiungimento del primo traguardo, ovvero essere nel quartetto che si giocherà il diritto a

giungere alla finalissima per il trofeo messo in palio dalla Direzione della Sata. Sono Pcma e Proma, la prima formazione forte e con alcuni elementi di spicco a dare ulteriore valore al gruppo, la seconda invece capace di confermare tutto il suo valore dopo il successo ottenuto lo scorso anno. Dodici punti della Lear C, altrettanto per le altre due semifinaliste, sempre con 4 successi messi in fila per arrivare alla fase ad eliminazione diretta. In questa settimana la Pcma ha chiuso i conti con il successo 16 a 2 su una volenterosa Htl, grazie anche ai 7 gol di Vito Tartaglia ed alle triplette di Rizzo e Pascale, con Latorre e la sua doppietta a permettere un sorriso all’Htl del sempre agitato ma simpaticissimo Vincenzo Amoroso, sempre pronto a spronare i suoi, anche se meno forti del complesso che appartiene alla Magneti Marelli. Per la Proma, cammino un po’ più irto di difficoltà, avendo dovuto prima regolare con merito la Plasticform per 8 – 2, dopo che in tanti si erano detti pronti a scommettere sulla vivacità del trio Volgare – Cassano – Fuschetto, che forma la base della formazione del direttore Vincenzo Di Miscio, e poi giocarsi il tutto per tutto nello scontro verità con la Lear A. Proprio quest’ultima è stata la partita più bella e combattuta finora, con un 3 a 2 finale per la Proma che ha promosso questi alla seconda fase e confermato anche tutto le buone cose dei biancorossi di Emidio Quaglia, con Oscar Castelli, autore di 2 reti, l’ottimo Feninno in difesa e capitan Marco Alborea, che non sono bastati per arrivare in fondo. Da segnalare anche le vittorie di Porca Vacca per 3 a 1 sulla Longobarda, rifattasi 7 a 6 sulla Benteler e di Lear a 12 a 3 su Fenice. Questa poi ha vinto a tavolino per assenza della Red Bull mentre l’Avis è pronta ad essere la quarta semifinalista se, dopo aver battuta 5 a 3 il Punto Nigro Cafè vincerà la sua ultima gara con la Longobarda. Antonio Baldinetti

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VENOSA. 1 MAGGIO 2011. MARCO GAI DI VENOSA STABILISCE IL

NUOVO PRIMATO REGIONALE SUI 200 METRI PIANI COL TEMPO

21”63.

Venosa. Marco Gai di Venosa, classe 1987, da poco avvicinatosi all’atletica leggera, sta facendo passi da giganti. Ha iniziato a praticare sport nel mondo del pallone, ma evidentemente ha visto che questo sport offre solo tanta illusione, ha preferito dedicarsi alla regina degli sport, l’atletica leggera. Nel giro di pochissimi anni ha vinto tante gare. E’ iscritto con la società Scotellaro Matera e si allena alla pista di atletica di contrada Vignali di Venosa. L’ultimo risultato prestigioso conseguito è il record regionale stabilito lo scorso 1 maggio a Foggia, vince nella gara dei 200 m. piani al Gran Prix Nazionale Assoluto di Atletica Leggera e stabilisce con il tempo di 21"63, (il suo miglior tempo era 21”78) il nuovo primato regionale di Basilicata (il precedente apparteneva a Nicola Mastroianni che lo aveva realizzato a Senigallia nel lontano 1985). La gara del record di Marco Gai, alla partenza erano in 42, si è svolta in questo modo: il più veloce a partire dai blocchi è Fiorenzo Moscatelli dell'Areonautica Militare,che si presenta primo sul rettilineo finale tallonato da Arcangelo Morizio (Firenze Marathon), a questo punto, Gai esprime tutta la sua potenza e con potenti falcate raggiunge gli avversari, li distacca e taglia per primo il traguardo. Per lui nuovo primato regionale in 21"63. Secondo Moscatelli in 21"77, terzo Morizio 21"98. Prossimo

obbiettivo di Marco sono i campionati Nazionali Universitari che si disputeranno a Torino nei giorni 21 e 22 maggio. Avvicinato il campioncino di Venosa ha riferito: “sono felice di questa prestazione che mi permetterà di arrivare alle prossime gare di Torino abbastanza motivato”. Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono Marco Gai alla partenza ed in gara nel primato regionale stabilito a Foggia. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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