Viaggio Alla Scoperta Del Cinema Arabo 1

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    CAPITOLO I

    Viaggio alla scoperta del cinema nel mondo arabo

    solo dopo aver raggiunto lindipendenza che la maggior parte dei Paesi

    arabi ha iniziato a produrre film per il cinema. Come riporta il critico Viola

    Shafiq nel libro Arab Cinema: History and Cultural Identity1, il Libano, tra il

    1950 e il 1960, ha prodotto 180 film; lAlgeria e lIraq, alla fine del 1970,

    hanno prodotto circa 100 film ciascuno; la Tunisia 130, la Siria 150.

    LEgitto, dal canto suo, stato lunico a eccedere, con una produzione di

    circa 2500 film.

    Questa divergenza riconduce al fatto che, nella Terra Araba, il cinema non

    ha trovato terreno fertile ovunque. In Arabia Saudita, ad esempio, esso

    stato accettato solo negli anni Sessanta - settanta del Novecento, cos come,

    nello Yemen, a causa dei sospetti religiosi, stato proibito sino al 1962,

    anno in cui nasce la Repubblica Araba dello Yemen2. Bisogna sottolineare

    che lEgitto stato lunico Paese arabo capace di sviluppare unindustria

    filmica nazionale durante il periodo di colonizzazione, perch esso stato

    caratterizzato da uno stile di vita multiculturale, ove gli egiziani hanno

    sempre giocato un ruolo principale, senza essere relativamente disturbati

    dalle autorit colonizzatrici3.

    Per comprendere le ragioni per cui il cinema si affermato in maniera cos

    disomogenea nella al-ummah al-arabiyyah, necessario ripercorrere i

    diversi avvenimenti storici e politici, soffermarsi sulle passioni e sulle

    1 Viola Shafiq, Arab Cinema History and Cultural Identity, The American University in

    Cairo Press, Cairo 1998, p. 9. 2 Il 26 settembre 1962, dopo la cacciata dellImm Mu|ammad al-Badr, i militari prendono

    il potere e fondano la Repubblica Araba dello Yemen con Abdallh al-Salll come

    Presidente. Si veda Farian Sabahi, Storia dello Yemen, Bruno Mondadori, Milano-Torino

    2010, pp. 83 e ss. 3 Viola Shafiq, Arab Cinema History and Cultural Identity, cit., pp. 12 e ss.

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    ideologie che hanno caratterizzato i suoi diversi popoli, che in questambito,

    si mostrata molto variegata. A tal proposito, sarebbe opportuno

    intraprendere un viaggio allinterno di ogni singolo Paese, cos da offrire un

    vasto scenario cinematografico, cominciando dalla Siria sino al Maghreb,

    tralasciando momentaneamente lEgitto, a cui sar dedicato il capitolo

    successivo.

    1.1 Il cinema in Siria: gli esordi.

    A causa dellindifferenza della classe conservatrice al potere nei confronti

    del tentativo di un rinnovo culturale e artistico, il cinema siriano nasce solo

    verso la fine degli anni Sessanta. Nel 1963, LOGCS (LOrganizzazione

    generale del cinema siriano) deve assecondare gli interessi di propaganda

    del partito del Ba4 costretto dalla censura a proiettare scene del periodo

    delle lotte contro gli occupanti francesi e i latifondisti. La sconfitta del 19675

    ha conseguenze disastrose per il mondo arabo e cos inizia a farsi strada

    lappoggio internazionale alla causa palestinese, accompagnato da un fiume

    di condanne per le politiche espansionistiche e aggressive di Israele. In

    risposta a questa situazione, i media al servizio del sionismo proiettano film

    che deformano limmagine della resistenza palestinese, cosa possibile grazie

    al controllo dIsraele sullindustria cinematografica internazionale e su

    grosse societ di distribuzione come la Twentieth Century Fox. proprio in

    4 Il Bath (Resurrezione) era nato come Partito della Resurrezione araba a Damasco nel

    1947; i delegati erano soprattutto sunniti e cristiani greco-ortodossi appartenenti alla

    piccola borghesia urbana soprattutto di Damasco e notabili delle campagne, principalmente

    drusi e alawiti della pianura di Latakia. Dal 1953 aveva assunto il nome di Partito socialista

    della Resurrezione araba (Hizb al-bath al-arab al-ishtirk.). Cfr. Mirella Galletti, Storia della Siria Contemporanea. Popoli, istituzioni, cultura, Bompiani, Milano 2006, p. 62. 5 Il 5 giugno del 1967 Israele distrusse in primo luogo laviazione egiziana, la pi potente

    del mondo arabo, e scaten una successiva devastante offensiva terrestre in tre direzioni:

    contro lEgitto, contro la Siria e contro la Giordania. Alla fine della cosiddetta Guerra dei

    Sei Giorni, Israele aveva occupato il Sinai, la Striscia di Gaza, la Cisgiordania,

    Gerusalemme Est e le alture del Golan. Cfr. Massimo Campanini, Storia del Medio

    Oriente (1798 2006), il Mulino, Bologna 2007, pp.145 e ss.

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    questo contesto che il cinema siriano acquista dei meriti nel trattare la causa

    palestinese, che non aveva ricevuto il giusto merito, poich vittima

    dellipocrisia politica. Una delle opere basilari del cinema arabo sulla causa

    palestinese, cos come scrive Aldo Nicosia nel libro Il cinema arabo6 al-

    Madna (Gli ingannati, 1972) del regista egiziano Tawfq li| (Tawfiq

    Saleh)7, la cui trama si rif al romanzo Ril f al-ams (Uomini sotto il sole)

    di assn Kanafn8, in cui tre palestinesi che si trovano a Bassora, in Iraq,

    nel tentativo di raggiungere il Kuwait, considerato negli anni Sessanta dai

    diseredati come lAmerica per gli italiani, nascosti nella cisterna di un

    camion, affrontano una tragica fine. I tre protagonisti, che muoiono

    arroventati dal sole nelle lamiere della cisterna, rappresentano tre

    generazioni diverse: Ab Qays, il pi anziano, vuole fuggire dalla miseria

    per permettere ai figli, rimasti con la moglie in Palestina, di ricevere una

    buona istruzione; il secondo, Asad, un giovane colto e militante politico

    che, per racimolare soldi per il viaggio, ha ceduto ai ricatti del suocero e

    pensa solo a diventare ricco. Il terzo, infine, Marwn, che costretto a

    rinunciare ai propri studi per mantenere la madre e i fratelli dopo il

    tradimento del padre che ha sposato una donna zoppa ma ricca. Lautista del

    camion il cinico Ab ayzurn, un ex combattente che, a causa di una

    ferita in guerra, dovuta allo scoppio di una mina, ha perso la virilit.

    Tuttavia, pur se i temi del romanzo, ossia la perdita della propria Terra (la

    6 Aldo Nicosia, Il cinema arabo, Carocci, Roma 2007, p. 55. 7 Tawfiq li| un illustre cineasta egiziano, nato ad Alessandria nel 1926. Ha studiato in

    Francia, dove ha diretto una serie di cortometraggi, prima di poter realizzare il suo primo

    lungometraggio, Darb al-muhbl (La strada dei sempliciotti) nel 1955. Ha diretto per lo pi adattamenti di opere letterarie, e la maggior parte dei suoi film sono stati prodotti in

    Siria, Iraq e in Egitto dal Settore Pubblico. Si consulti il sito http://www.cinemasy.com. 8 assn Kanafn nasce nel 1936 ad Akk e muore a Beirut in un attentato nel 1972.

    considerato il pi insigne rappresentante tra gli autori palestinesi della diaspora che,

    dallesilio, continuano a battersi per il proprio paese, anche a costo della propria vita. Cfr.

    Isabella Camera dAfflitto, Letteratura araba contemporanea. Dalla na|dah a oggi, Carocci,

    Roma 2007, pp. 243 e ss., Ead., Cento anni di cultura palestinese, Carocci, Roma 2007, pp.

    85 e ss.

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    Palestina) e, di conseguenza, della propria identit, si ritrovano anche nel

    film, nel finale c qualcosa di diverso. Nelloriginale letterario, allultimo

    posto di frontiera, ormai quasi a due passi dalla salvezza, i protagonisti

    muoiono tra le lamiere arroventate dal sole e, il camionista rivolge loro

    questa domanda: Perch non avete bussato alle pareti della cisterna?

    Perch? Perch?; nel film, invece, i palestinesi bussano forte alla cisterna,

    ma nessuno li sente. Il finale del film rappresenta unimmagine toccante per

    chi non vuole sentire, sottolineando la scarsa considerazione e lindifferenza

    nei confronti della questione palestinese da parte dei regimi politici e degli

    arabi, cos come anche la rassegnazione dello stesso popolo palestinese a

    soccombere al proprio destino, nella consapevolezza che nessuno lo salver

    da una tragica sorte.

    1.1.1 Le moderne tecniche degli anni Ottanta.

    Gli anni Ottanta aprono un nuovo scenario per la cinematografia. Siniziano

    a sperimentare formule narrative diverse da quelle tradizionali, come il

    flusso di coscienza e il flashback, che si accompagnano a una prospettiva

    soggettiva e non onnisciente, cos come si preferiscono le parlate locali

    allarabo classico. Queste innovazioni tecniche sono dovute al fatto che i

    cineasti di questi anni, che sono nati al tempo della nakbah9 e hanno

    maturato una coscienza politica con la naksah10, sono consapevoli che le

    ripetute sconfitte subite dagli arabi non vanno attribuite solo al sistema

    politico internazionale, ma anche alla classe sociale dominante. Tra i diversi

    film prodotti secondo questa nuova visione del mondo, troviamo A|lm al-

    9 Il termine nakbah, che alla lettera significa catastrofe, disgrazia, sventura, indica per gli

    arabi la perdita della Palestina nel 1948 ed usato oggi, in questo senso, anche nella

    pubblicistica e nella letteratura scientifica occidentale. Cfr. Isabella Camera dAfflitto,

    Cento anni di cultura palestinese, cit., p. 67. 10 In arabo significa ricaduta, nel senso di essere colpiti di nuovo dalla stessa malattia,

    ricadendo cos nella catastrofe del 1948: si riferisce a quellevento che, in Occidente

    conosciuto come la guerra dei sei giorni. Ivi, p. 95.

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    madnah (I sogni della citt, 1983) di Mu|ammad Mala (Mohamed

    Malas)11. La trama ruota intorno allinfanzia di un bambino di nome ib in

    Siria, dal 1953 al 1958, anno dellunione effimera con lEgitto12. Dopo la

    morte del padre, ib, la madre e il fratellino Umar si trasferiscono da

    Quneitra a Damasco per stabilirsi dal nonno, persona egoista e violenta. ib

    costretto a lasciare la scuola, a rinunciare a tutti i suoi sogni per andare a

    lavorare, assumendosi, cos, il peso della responsabilit della famiglia; la

    madre, dal canto suo, in preda alla disperazione, cerca protezione sposando

    un uomo che la disprezzer e la umilier. Il film sinserisce a pieno titolo

    nella corrente del neorealismo siriano degli anni Ottanta, grazie ad alcune

    scelte espressive del regista, come ad esempio, la sua macchina da presa che

    scende in strada per filmare i quartieri pi poveri e degradati della citt di

    Damasco, mettendo, dunque, in evidenza, la vita di coloro che, come il

    protagonista, vivono relegati ai margini della societ. Inoltre, gli eventi pi

    cruenti e drammatici del film sono narrati solo attraverso voci e suoni. Altri

    film che meritano di essere ricordati sono Num al-nahr (Stelle di giorno,

    1988) di Usmah Mu|ammad (Oussama Mohamed)13 e d al-nif mitr

    11 Mu|ammad Mala un famoso romanziere e cineasta siriano, nato a Damasco nel 1945.

    Si diplomato nel 1974 presso lIstituto per il Cinema di Mosca. Durante gli studi, nel

    1972, ha diretto A|lm al-madnah (I sogni della citt), un cortometraggio che costituisce il nucleo dei suoi film successivi, le cui tematiche ruotano intorno alla memoria, al sogno e

    alla citt. Ha scritto anche un romanzo dal titolo Ilnt an al-madnah knat ta qabl al-|arb (Annunci di una citt che ha vissuto prima della guerra,1990) e il diario del film: al-

    Manm (Il Sogno, 1986). Il suo film A|lm al-madnah del 1983 ha ottenuto numerosi riconoscimenti dai Festival sia arabi sia internazionali. Si consulti il seguente sito:

    http://www.cinemasy.com. 12 L1 febbraio 1958 fu annunciata ufficialmente lunione tra Siria e Egitto che prese il

    nome di Repubblica araba unita (RAU) presieduta da Nasser . I due parlamenti

    approvarono la nuova Costituzione (5 febbraio 1958), la Siria divenne come lEgitto una

    regione amministrativa del nuovo stato. Cfr. Mirella Galletti, Storia della Siria

    contemporanea, cit., p. 61. 13 Usmah Mu|ammad uno sceneggiatore e regista siriano, nato a Latakia nel 1954. Ha

    studiato presso lIstituto per il Cinema di Mosca, laureandosi nel 1979. Prima di girare il

    suo film Num al-nahr , che ha vinto il primo premio ai Festival di Rabat e Valencia, ha collaborato con Mu|ammad Mala per il film A|lm al-madnah. Per ulteriori informazioni, si consulti il seguente sito: www.cinemasy.com.

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    (Lincidente di mezzo metro, 1980) di Samr ikr (Samir Dikry)14. Il primo

    narra la storia di all, un giovane ragazzo, figlio di contadini, che per

    ricomporre il patrimonio di famiglia, vorrebbe dare in sposa sua sorella

    anaa a suo cugino Marf, che tornato da poco dalla Germania, e suo

    fratello sordo alla sorella dello stesso Marf. Tuttavia, il fratello scappa a

    Damasco per evitare il matrimonio, mentre anaa, il giorno delle nozze,

    fugge via dal villaggio in cui vive per andare in citt, spinta dalla voglia di

    cercare la libert. Laltro film parla di un umile impiegato di nome ub|i

    che lavora in un ufficio dellamministrazione pubblica vivendo in una

    condizione di arretratezza e chiusura mentale, fino a quando incontra Nd.

    Grazie a lei e al suo gruppo di amici, comincia ad interessarsi alle questioni

    nazionali e alla politica, sebbene la loro storia damore non abbia vita lunga;

    infatti, quando scopre chela giovane rimasta incinta, ub|, da persona

    inetta, non capace di affrontare la famiglia e la societ in cui vive, rompe

    la relazione e ricade nella sua condizione iniziale. Lintreccio delle

    rispettive storie si rispecchia proprio nella naksah, ossia nel retroscena

    sociopolitico della guerra arabo-israeliana del 1967; la storia personale dei

    protagonisti si interseca con quella nazionale che, seppur attraverso

    espedienti simbolici, quali metafore e allegorie, viene criticata per la classe

    militare presente in quel tempo, che ha portato il Paese sullorlo del

    fallimento e della decadenza.

    14 Samr ikr cineasta, sceneggiatore e regista. nato a Beirut nel 1945, ma cresciuto

    ad Aleppo. Ha completato gli studi cinematografici presso LIstituto Superiore per il

    Cinema di Mosca. Nello stesso periodo, ha realizzato diversi cortometraggi. Durante la

    Guerra del 1973 contro Israele, adempiendo al servizio militare, ha realizzato diversi

    documentari sul conflitto. Nel 1981, ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio di al-nif mitr (Lincidente di mezzo metro), tratto dal romanzo dellegiziano abr Ms, che

    ha preso parte ai Festival di Venezia, Berlino, Londra, Montpellier, Cartagine e Valencia, dove ha vinto il Premio di bronzo. Successivamente, ha scritto e diretto altri film, tra cui,

    ricordiamo Alqt mmah (Pubbliche relazioni) del 2003, che, nel 2004, ha vinto il Premio di Bronzo al Festival di Damasco. Ibidem.

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    1.1.2 Levoluzione cinematografica dagli anni Novanta ad oggi.

    Gli anni Novanta vengono considerati gli anni della disillusione e del

    tramonto delle ideologie, allorch si acquista consapevolezza della realt

    effettiva e si accetta il proprio stato. Tra i vari film prodotti in Siria in

    questepoca, ricordiamo uno dei pi celebri: al-Laylah (La Notte, 1992),

    sempre di Mala. La storia ambientata a Quneitra, luogo perduto della

    memoria personale del regista. Il protagonista nel 1948 passa per questa

    citt diretto in Palestina, ma, affascinato dal luogo, decide di mettervi radici.

    In seguito, va a combattere e, vinto, torna a Quneitra ove, per mano dei suoi

    connazionali, finisce in carcere e muore per la liberazione della terra.

    Attraverso le vicissitudini del protagonista, si muove una critica al governo

    degli arrivisti che si sono impossessati della Siria per scopi personali,

    punendo tutti quelli che si opponevano alle loro politiche, con la scusa di

    dover creare un popolo compatto contro il nemico sionista. I film di questo

    scorcio di millennio sono caratterizzati da un profondo simbolismo, dovuto

    alle restrizioni imposte dalla censura di Stato, conosciute come la classica

    triade: politica, religione e sesso. Simbolismo che, spesso, si pone come un

    insormontabile ostacolo per la comprensione da parte del gi scarso

    pubblico. La novit di questi anni lingresso della prima regista donna

    Wa|ah al-Rahb (Waha al-Raheb)15, autrice di Ru ulmiyyah (Visioni

    15 W|ah al-Rhib regista, attrice, sceneggiatrice e pittrice. Si laureata allAccademia

    delle Belle Arti. Successivamente, dal 1988 al 1989, ha preso un Diploma post-laurea in

    ambito cinematografico a Parigi, discutendo la tesi dal titolo rah al-marah f al-snim al-sriyyah-mun n al-qi al-mm min 1963 il 1984 (Limmagine della donna nel cinema siriano dopo listituzione del settore pubblico: 1963-1984). Ha ottenuto, cos, la

    licenza per il suo primo film urfah adamah (Una camera per la servit, 1984), che ha

    scritto e diretto. stata la vincitrice del Premio dargento per il suo breve lungometraggio

    Manf tiyr (Un esilio scelto), presentato al Film Festival di Tunisia nel 1987.

    Successivamente, ha vinto il premio di Bronzo e il Premio per la Donna grazie al suo

    documentario addtn (Le nostre nonne), presentato al Festival di Damasco nel 1991. Il suo primo lungometraggio Ru ulmiyyah (Visioni onoriche) stato prodotto dallOGCS nel 2002. Ibidem.

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    onoriche, 2003), la cui protagonista amlah, una ragazza tormentata dalla

    presenza del padre e che riesce a sopravvivere solo grazie ai propri sogni.

    1.2 Riflettori puntati sul Medio Oriente: Palestina, Libano, Iraq e Paesi del

    Golfo.

    1.2.1 Palestina.

    Per quanto riguarda il cinema in Palestina, occorre, anzitutto, fare una

    premessa sulla differenza tra cinema palestinese e cinema sulla Palestina. Il

    primo, poich proietta questioni di politica interna, pi ostacolato; infatti,

    il cineasta palestinese, esiliato nei Paesi arabi limitrofi, non viene supportato

    finanziariamente e, di conseguenza, si limita a filmare solo le tragiche

    condizioni di vita nei campi profughi, cosa dovuta anche al divieto di girare

    liberamente in Israele e nei Territori Occupati. Al contrario, il cinema

    straniero sulla Palestina, invece, gode di notevoli agevolazioni e sostegni,

    risultando artisticamente pi raffinato ed elegante, poich i cineasti europei

    possono girare e filmare pi liberamente queste zone16. Riprendendo ci che

    scrive Isabella Camera dAfflitto nel libro Cento anni di cultura

    palestinese17, il cinema sviluppatosi negli anni Settanta un cinema

    militante, tanto da sembrare che i cineasti imbraccino le telecamere come se

    fossero fucili. I film prodotti in questi anni sono perlopi corto- e medio-

    metraggi, accomunati da un unico filone: rappresentare al mondo intero la

    violenza e la crudelt degli israeliani, e la sofferenza del popolo palestinese

    umiliato e sradicato dalla proprie origini. Negli anni Ottanta, si assiste ad

    un cambiamento con il lungometraggio di Michel Khleifi18 (Khulayf) al-

    16 Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., pp. 67-68. 17 Isabella Camera dAfflitto, Cento anni di cultura palestinese, cit., p. 190. 18 Michel Khleifi nato a Nazareth nel 1950. Si diplomato nel 1977 presso lINSAS di

    Bruxelles per seguire la sezione di regia teatrale e radiotelevisiva. Successivamente, ha

    lavorato per la televisione belga, la RTFB, per cui ha realizzato numerosi reportage.

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    kirah al-abah (La memoria fertile, 1980) in cui si denuncia la

    condizione della donna. I protagonisti sono due donne appartenenti a classi

    sociali diverse: una la famosa scrittrice Sa|ar alfah19 di Nablus, laltra

    Fara| atm, una vedova di un villaggio della Galilea. La prima incarna

    lideale di donna emancipata, divorziata e realizzata professionalmente.

    Lavora come insegnante e vive da sola con la figlia. La seconda, invece, il

    prototipo di donna tradizionalista che, dopo la morte del marito, costretta a

    lavorare per allevare i suoi figli. Il film proietta lamara realt palestinese in

    cui le donne non solo devono subire quotidianamente i soprusi

    delloccupazione sionista, ma sono vittime della societ patriarcale. Un altro

    film dello stesso regista Urs al-all (Nozze in Galilea, 1987) in cui si

    celebra un matrimonio in un villaggio durante il coprifuoco. Il padre dello

    sposo, che il sindaco del villaggio, per celebrare le nozze del figlio

    costretto dal governatore israeliano ad invitare soldati israeliani alla

    cerimonia come ospiti donore. La prima notte di nozze viene scoperta

    limpotenza di Ail, ma la famiglia riesce ad evitare lo scandalo.

    Lintreccio della storia presenta unacre critica al concetto di virilit

    maschile, legato a quello della verginit femminile, temi che fanno da

    parallelo alla situazione politica, ricollegandosi sempre al tema

    dellarretratezza dei costumi patriarcali e tradizionali. Con lo scoppio

    dellintifah nel 198720, si assiste al risveglio di una realt araba per troppo

    Esordisce in un suo lungometraggio al-kirah al-abah (La memoria fertile, 1980), ma lopera che si impone allattenzione della critica e che colpisce il pubblico internazionale

    Urs al-all (Nozze in Galilea, 1987), che vince il Premio FIPRESCI al Festival di Cannes nel 1988. Grazie a questo film Khleifi diventato uno dei registi arabi pi

    conosciuto in Occidente. Da: www.morasha.it/cinema/interventi/registipalestinesi.html. 19 Sa|ar alfah una delle maggiori rappresentanti della Cisgiordania, nata a Nablus nel

    1941 ed inoltre la scrittrice palestinese pi nota in Europa dove molti suoi libri sono stati

    tradotti e apprezzati dalla critica. conosciuta anche in Italia e nel 1996 ha ricevuto a

    Roma il premio Alberto Moravia. Cfr. Isabella Camera dAfflitto, Cento anni di cultura

    palestinese, cit., p. 190 e ss. 20 Con il termine al-intifah, che alla lettera significa scuotersi, viene indicata linsurrezione popolare dei palestinesi, esplosa il 9dicembre 1987 a Gaza, nota anche come

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    tempo immobilizzata, soppiantando molti pregiudizi occidentali sul mondo

    arabo e facendo emergere il volto umano e civile della causa, fino ad allora

    sconosciuto. Lo stesso Khleifi nel 1990 dedica allintifah un

    semidocumentario Nad al-|aar (Il cantico delle pietre), in cui racconta

    dellincontro tra un uomo e una donna che, dopo un lungo periodo di

    distacco, rivivono le proprie esperienze affettive. Ella si sente oppressa dalla

    societ palestinese, mentre egli reduce da una serie di sconfitte, ha visto i

    propri sogni infrangersi. La lotta dei giovani duplice, da un lato, si trovano

    a fare i conti con la rivolta popolare, mentre, dallaltro, lottano contro la

    mentalit arretrata e chiusa di alcuni arabi. Come si pu notare dalle trame

    dei film finora analizzati, emerge il filone che li accomuna, ossia la ricerca

    dellidentit palestinese, attraverso la tecnica del regista di spostare la

    narrazione dalla questione politica e sociale a quello della vita quotidiana e

    dei rapporti umani. Tra i cineasti palestinesi, un grande merito spetta anche

    a Elia (liy) Sulaymn21 che, dopo gli accordi di Oslo22, nel suo

    lungometraggio Yawimiyyt itif (Cronache di una sparizione, 1996), di

    cui sia protagonista e sia regista, Sulaymn parte da Nazareth, sua citt

    natale, diretto a Gerusalemme, alla ricerca di una vita migliore. La Citt

    Santa , tuttavia, sotto il controllo dellesercito israeliano. In seguito, si

    la rivolta delle pietre o allintifah al-kubr (la grande intifada), che per la prima volta

    port alla ribalta europea il dramma delloccupazione israeliana a Gaza e nella

    Cisgiordania. Ivi, p. 147. 21 liy Sulaymn un cineasta palestinese nato a Nazareth nel 1960. Vive a New York da

    diversi anni. Nel 1991 ha partecipato allopera collettiva arb al-al wa bad (La Guerra del Golfo e... dopo) con un episodio dal titolo Takrm bi l-qtil (Omaggio ad un assassino),

    una sorta di riflessione sulla vita del regista. Da: www.morasha.it/cinema/interventi/registi

    palestinesi. 22al-Intifah al-kubr (La Grande Intifada) porta alla stipulazione degli accordi di Oslo tra palestinesi e israeliani nel 1993. Dopo una serie di colloqui, Israele riconosce che la

    questione palestinese non pu essere risolta senza concessioni territoriali e per questo viene

    riconosciuto una sorta di governo autonomo, rappresentato dallAutorit nazionale

    palestinese (ANP), istituita nel 1994, pur se ci non sia servito a placare gli animi di chi

    non ha mai accettato una patria frammentata e tanto poco indipendente. Isabella Camera

    dAfflitto, Cento anni di cultura palestinese, cit., p. 147; Cfr. Massimo Campanini, Storia

    del Medio Oriente (1798-2006), cit., pp. 181-183.

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    dirige verso Gerico che, dopo gli accordi di Oslo, stata dichiarata

    autonoma, ma, in preda al senso di vuoto che circonda la sua esistenza in

    questa terra, fa ritorno a Nazareth, sua unica patria, dove trova rifugio

    presso la propria famiglia. Inseguito allo scoppio della seconda Intifada nel

    2001, continua la ricerca dellidentit nazionale dei cineasti palestinesi e, a

    tal proposito, ricordiamo un altro lungometraggio di Sulaymn, Yd

    ilahyyah (Intervento divino, 2002), che stato altamente apprezzato e ha

    ricevuto il Premio della giuria a Cannes nello stesso anno.23 Due innamorati

    palestinesi trovano un po di intimit solo in un parcheggio antistante il

    checkpoint. Per sfuggire alloppressione delloccupazione israeliana, i due

    saranno protagonisti di atti erotici sovrannaturali, il cui obiettivo ribadire

    che le forze della resistenza trionferanno. Tuttavia, il film che ha fatto pi

    discutere e che riuscito a superare le barriere mediorientali, giungendo

    anche negli Stati Uniti e in Europa, stato: al-annah al-n (Paradise Now,

    2005), del regista palestinese Hn Ab Asad (Hany Abu-Assad)24. Lopera

    affronta il drammatico tema dei giovani diseredati, quali i due amici

    protagonisti che, essendo facili bersagli di crudeli organizzazioni pseudo-

    religiose, sono pronti a commettere atti terroristici suicidi. Nel finale uno dei

    due si rende conto che la strada del suicidio non porta a niente e cerca di

    persuadere lamico, ma troppo tardi: questultimo gi salito su un

    autobus, pronto a farsi saltare in aria. Pur se il film stato accusato di voler

    umanizzare le azioni come quelle dei Kamikaze, lobiettivo del regista

    stato quello di raccontare il dramma di due esseri umani, senza parteggiare

    per loro o giustificare la violenza, sia politicamente sia moralmente.

    23 Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., p. 71. 24 Hn Ab Asad un regista palestinoolandese. nato a Nazareth nel 1961 ed

    emigrato in Olanda nel 1980. Dopo aver studiato ad Harlem aerodinamica, ha lavorato nei

    Paesi Bassi per diversi anni come ingegnere (di aeroplani). entrato a far parte del mondo

    cinematografico come produttore solo nel 1990. Il suo film Paradise Now del 2005 ha vinto

    lOscar come miglior film in lingua straniera nel 2006. Da: http://www.cinemasy.com

  • 16

    1.2.2 Libano: dal cinema del disimpegno al dopoguerra.

    Sono tre le fasi che hanno caratterizzato levoluzione della cinematografia

    in Libano. Allinizio degli anni 50, quando in Egitto sale al potere aml

    Abd al-Nir25e il settore cinematografico viene statalizzato, diversi

    produttori sono costretti a trasferirsi in Libano sino al 1970, quando, alla

    morte del Presidente, tutti i cineasti egiziani esiliati fanno ritorno in patria e

    il cinema libanese subisce un profondo arresto. La produzione

    cinematografica di quegli anni caratterizzata da musical, melodramma e

    genere davventura araba beduina con dialoghi in dialetto egiziano. Questi

    lavori hanno quale protagonista la star della canzone araba Fayrz. Con lo

    scoppio della Guerra Civile nel 197526, il cinema del cosiddetto

    disimpegno viene sostituito dal cinema esteticamente davanguardia che

    affronta i classici tab della politica e della religione. Tra i film prodotti in

    questi anni sanguinosi, si ricordi Bayrt, y Bayrt (Beirut, o Beirut , 1975)

    di Mrn Badd (Marun Baghdadi)27. I protagonisti sono due ragazzi in

    opposizione: Emil, un giovane cristiano di famiglia borghese che vive

    isolato dalla realt, immerso nel suoi libri, e Kaml, musulmano, di modeste

    origini. Il secondo incarna lideale dellintellettuale che si ribella al sistema

    25 aml Abd al-Nir fu un valoroso militare e unabile guida degli Ufficiali Liberi.

    Venne eletto Presidente nel 1956, inaugurando una vera dittatura sino al 1970. Diede avvio

    al processo di modernizzazione e dindustrializzazione dellEgitto; condusse una linea

    politica , seguendo due ideologie: il (pan) arabismo, assumendo la responsabilit politica di

    tutto il mondo arabo in via di trasformazione e il socialismo che si caratterizz come un

    sistema politico molto nazionalizzato, monopartitico e militarizzato. Cfr. Massimo

    Campanini, Storia del Medio Oriente (1798-2006), pp.125-129. 26 Nel 1975, in Libano, a causa delle profonde rivalit interne tra la comunit sciita e quella

    cristiana maronita, scoppia una guerra civile che si conclude solo nel 1989. Gli sciiti, pi

    poveri, ma in continua crescita, rivendicano pi diritti e maggiori opportunit e appoggiano,

    come gli altri musulmani, i guerrieri palestinesi per attaccare Israele. I cristiani maroniti,

    invece, dal canto loro, sono ostili ai guerrieri palestinesi e propensi ad unintesa con Israele.

    Ivi, pp.190 e ss. 27 Mrn Badd nato a Beirut nel 1950 ed morto nel 1993. il regista libanese pi

    conosciuto della sua generazione. Ha lavorato con diversi registi americani, tra cui Francis

    Ford Coppola e ha prodotto numerosi film in francese che hanno riscosso molto successo in

    Francia. La peculiarit dei suoi film la vivida rappresentazione della guerra civile in

    Libano. Si consulti il sito: www.cinemasy.com.

  • 17

    feudale esistente e si batte per un modello di giustizia, democrazia e libert.

    In Bayrt al-liq (Incontro a Beirut,1982), di Bur|n Alawiyyah (Alaouie

    Borhane)28, che ambientato negli anni della guerra, nasce una storia

    damore impossibile tra aydar, un adolescente sciita del Sud del Libano, e

    Zinah, una giovane cristiana di Beirut. Tra i due, il desiderio di raccontarsi e

    conoscersi forte, ma non sufficiente per abolire le barriere e i tab. Un

    particolare importante la registrazione in una cassetta di un messaggio

    daddio del giovane per la fidanzata, che verr poi, nel finale, buttato via,

    invece di essere consegnato. Il fatto che lincontro diretto tra due individui

    sia sostituito da telefonate o da un racconto inciso su nastro, una costante

    di tanti film di questo regista. Egli usufruisce di queste tecniche per

    trasformare la narrazione in una sorta di monologo interiore. Su questa linea

    si mantiene anche la regista Jocelyne aab (Saab Jocelyne)29 che, nel suo

    film azl al-bant (Una vita sospesa, 1986) racconta unaltra storia

    damore tra una ragazza del Sud del Libano e un pittore, allo scopo di

    promuovere lideale di tolleranza e rispetto dellaltro. Agli inizi degli anni

    90, dopo gli accordi di Tif 30, i cineasti raccontano, attraverso i film,

    lorrore vissuto e i rischi di unapparente pacificazione. Un esempio di

    28 Burhn Alawiyyah nato nel 1941 nel Sud del Libano, ha studiato a Bruxelles e si

    laureato nel 1973. Il suo primo film stato Kafr Qsim (1974), dal nome del protagonista,che, adesso, considerato uno dei migliori film arabi. Ha prodotto

    recentemente lunghi documentari. Ibidem. 29 Jocelyne Saab una regista franco-libanese. Ha iniziato la sua carriera conducendo un

    programma di musica pop sulla radio nazionale libanese e in seguito diventata una

    speaker di telegiornale. Dopo la guerra civile in Libano, nel 1975, ha realizzato un film

    documentario Lubnn f al-dawalah (Il Libano nel tormento). I suoi film indipendenti hanno ricevuto numerosi premi. Si veda il sito: http://www.cairomedliteraryfestival.org. 30 In Arabia Saudita, a Tif, si tenne un vertice tra le varie componenti politiche libanesi, che mise la parola fine al conflitto e fece raggiungere un accordo di compromesso. Pur se la

    percentuale musulmana superava quella cristiana, persisteva lassetto costituzionale,

    secondo il quale, solo un cristiano poteva essere nominato Presidente della Repubblica.

    Tuttavia, i suoi poteri vennero notevolmente diminuiti e si cerc di stabile un equilibrio tra

    la fazione sciita e quella sunnita dei musulmani, Cfr. Massimo Campanini, Storia del Medio

    Oriente, cit., pp. 191 e ss.

  • 18

    massima rappresentazione il film di Samr ab (Samir Habshi)31 al-Ir

    (Il turbine, 1997) che narra di un giovane che, al suo rientro in Libano, dopo

    aver visto in televisione lo scoppio di unautobomba, in preda allodio,

    abbatte il miliziano assassino del suo migliore amico. Il film stato

    amputato di due sequenze significative: una riguarda lapparizione di un

    Cristo nella chiesa di un villaggio pieno di cadaveri; laltra la scena finale,

    in cui si vede il protagonista che spara tutti i colpi in canna verso il cielo.

    Unaltra opera meritoria che illustra le difficolt, soprattutto sotto la sfera

    psicologica, di vivere in mezzo alla guerra o nel dopoguerra Y, awld

    (West Beyrut, 1998) di Ziyd Dawr (Ziyad Daouiri)32. Si tratta di una

    pellicola autobiografica in cui il regista, attraverso il suo alter ego, racconta

    la propria esperienza in guerra senza accusare nessuno. La storia gira

    intorno ai protagonisti arq e Umar che non possono pi andare a scuola,

    giacch la capitale stata divisa in due, e il loro liceo si trova nella parte

    opposta, quella Est, occupata dalle milizie cristiane. I due giovani

    approfittano della situazione per vagabondare per la citt, in compagnia

    della loro amica cristiana Mary. La guerra rappresenter per loro un motivo

    di crescita e di scoperta della realt della loro martoriata citt. Inoltre,

    messaggio implicito del film trasmettere come, di fronte al degrado delle

    relazioni umane e alla distruzione di un Paese, lunico legame che resiste

    quello dellamicizia.

    31 Samr ab un regista libanese. Si trasferisce a Mosca per studiare cinema al VGIK.

    Realizza un cortometraggio in Libano nel 1988, al-Asar (Lossessione). Esordisce nel lungometraggio nel 1992 con al-Ir (Il turbine), presentato al Festival dei Tre Continenti di Nantes nella Sezione Informativa. Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna di Martino,

    Adriano Apr, Il cinema dei Paesi arabi, Saggi Marsilio Editore, Venezia 1993, p. 274. 32 Ziyd Dawr una cineasta, direttore di fotografia e scrittrice nata a Beirut nel 1963.

    conosciuta per il suo pluripremiato film West Beyrut, 1998 e per la collaborazione con

    Quentin Tarantino, come assistente delloperatore della telecamera per alcuni film. Da:

    www.cinemasy.com

  • 19

    1.2.3 Il cinema iracheno e nei Pesi del Golfo.

    I primi film prodotti in Iraq sono di stampo patriottico e nazionalistico,

    molto semplici nella forma e nel contenuto, e celebrano le varie rivoluzioni

    che portano sino allascesa di addm usayn33. Il primo successo Sad

    Affand (Signor Said, 1958) di Kamrn usn (Kamiran Hosny)34, la cui

    proiezione coincide con la nascita della Repubblica irachena35. La trama

    racconta delle relazioni sociali tra un insegnante e gli abitanti di un quartiere

    popolare di Baghdad, allegoria del rapporto tra il dittatore e il popolo. Dopo

    lascesa di addm, vengono prodotti film che mirano alla glorificazione del

    suo regime come, ad esempio, al-Ayym al-tawlah (I giorni lunghi, 1980),

    dellegiziano awfq Sli| che racconta la storia del rais dettata da lui

    stesso. I cineasti di questo periodo sono costretti ad aderire alle costrizioni

    del regime riguardo alla produzione cinematografica, altrimenti

    intraprendono la strada dellesilio e, cominciano a produrre allestero, un

    cinema della diaspora, documentario e di fiction. Narrano agli spettatori del

    totalitarismo del regime di addm, delle sue prigioni e delle torture a cui

    veniva sottoposto il popolo.

    33 Saddm usayn, politico iracheno, leader assoluto dellIraq, stato al potere dal 1979 al

    2006, anno della sua impiccagione. Dopo che si impadron delle leve del comando,

    inaugur una politica intransigente verso gli oppositori interni, verso i curdi e verso gli

    sciiti, dando vita ad un governo autocratico e personalistico. Il suo fu un regime

    militarizzato e improntato sul culto della personalit. Cfr. Massimo Campanini, Storia del

    Medio Oriente, cit., pp. 136-137. 34 Kamrn usn si diplomato negli Stati Uniti. Ha fondato, insieme allavvocato Abdu

    al-Karm Had, una piccola casa di produzione cinematografica la Itti|d al- Fannn, che

    produce film da lui diretti. Dopo il suo primo film Sad Affand (Il signor Said), che convince per il suo stile neorealista, realizza due film che non ottengono un successo di

    pubblico e che inducono il regista ad abbandonare la carriera di metteur en scne Cfr.

    Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna di Martino, Adriano Apr, Il cinema dei Paesi arabi,

    cit., p. 269. 35 Il 14 luglio 1958 venne rovesciata la monarchia hashimita dopo un colpo di Stato

    guidato dal generale Abd al-Karm Qsim che istitu la Repubblica. Si veda Massimo

    Campanini, Storia del Medio Oriente, cit., pp. 132 e ss.

  • 20

    Diamo unocchiata ora al cinema nel Golfo Persico e notiamo come, in

    queste zone, il cinema presente in maniera limitata, se non del tutto

    assente, come in Arabia Saudita, in cui vengono importati film dallEgitto in

    VHS o DVD, destinati alla fruizione domestica privata. Le uniche pellicole

    di successo panarabo sono quelle prodotte dal kuwaitiano lid al-iddiq

    (Khalid al-Siddiq)36, come Bas y ba|r (Mare crudele, 1972), ambientato

    negli anni 30, in cui si narra la storia damore impossibile tra un giovane

    pescatore di perle del Golfo e la figlia di un ricco mercante. Elemento

    dominante di tutto il film sono le frustrazioni sociali e le varie insidie che il

    ragazzo deve affrontare.

    1.3 Uno sguardo alla cinematografia nel Maghreb.

    Il Maghreb stato per diversi anni dominato dalloccupazione francese,

    vivendo in una condizione subalterna e di sottomissione che ha negato al

    popolo autoctono di affermare unautentica identit, cos come di

    promuovere i propri usi e costumi. A tal proposito, il forte desiderio di un

    cambiamento che portasse larabo in primo piano stato di supporto alla

    nascita del cinema, considerato come lunico mezzo che potesse realizzare

    questo desiderio di affermazione.

    Per promuovere questo nuovo mezzo, viene fondato il Festival di Cartagine,

    poi, il Festival panafricano di Ouagadougou e la Federazione panafricana

    dei cineasti (FEPACI); vengono inoltre promosse carovane

    36 Khalid al-Siddiq nasce nel 1945 a Kuwait City. Ben presto abbandona gli studi

    commerciali imposti dal padre per seguire i corsi allistituto del cinema di Poona in India.

    Comincia a lavorare per la televisione dellemirato, girando numerosi cortometraggi. Fonda

    poi una casa di produzione per realizzare il suo primo lungometraggio Bas y bahr (Mare

    crudele, 1972). Nel 1976 conquista il Gran Premio del Festival del Cinema Arabo di Parigi

    con Urs al-Zayn (Le Nozze di Zayn), un film ispirato allomonimo romanzo del sudanese

    Tayib ala|. Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna di Martino, Adriano Apr, Il

    cinema dei Paesi arabi, cit., p. 272.

  • 21

    cinematografiche itineranti, centri culturali, cineteche, club, riviste

    specializzate37.

    1.3.1 LAlgeria: la produzione cinematografica dal post-indipendenza agli

    anni Settanta.

    Nel 1962, lAlgeria, dopo aver raggiunto lindipendenza, inizia a svolgere

    un ruolo di primo piano nellorganizzazione della produzione,

    dellorganizzazione e distribuzione dei film, in virt del fatto che il cinema

    potesse influenzare notevolmente leducazione, la cultura e la politica e

    viene lasciato al capitale privato locale o straniero pochissimo, se non,

    addirittura, nessuno spazio. Ovviamente, il tema pi gettonato dal cinema

    algerino del dopo-indipendenza la storia dei centotrenta anni del periodo

    coloniale. Il film che ritrae brillantemente una societ appena uscita dal

    colonialismo, Riy| al-Awras (Il vento degli Aurs, 1966), di Mu|ammad

    Ladar Hamnah (Lakhdar Hamina Mohamed)38. Il personaggio principale

    una madre alla disperata ricerca del figlio, che stato arrestato dallesercito

    francese. Nei film del genere, leroe o leroina si presentano sempre

    coraggiosi, incorruttibili e onesti, privi di contraddizioni interiori,

    combattenti per la lotta di liberazione nazionale, mentre lantagonista

    incarna limmagine stereotipata di un soldato francese che uccide e tortura

    senza piet. Negli anni Settanta, lattenzione si sposta dalla guerra di

    37 Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., p. 83. 38 Mu|ammad Ladar Hamnah nasce nel 1934 a Msila. Nel 1959 si iscrive al FAMU di

    Praga. Abbandona i corsi per lavorare agli studi Barrandov, dove si specializza come

    operatore. Successivamente, lavora con Shanderli in Tunisia. In seguito agli accordi

    dEvian, nel 1962, gira al fronte numerosi documentari sulla lotta di liberazione. Fonda

    LOffice des Actualits Algriennes (OAA), che dirige dal 1963 al 1974, anno in cui

    listituzione viene chiusa. Nel 1965, inizia le riprese del suo lungometraggio R| al-Urs (Il vento degli Aurs). Nel 1975 conquista la fama internazionale, aggiudicandosi la Palma

    doro a Cannes con Waqat sanawt al-amr (Cronaca degli anni di brace). Dal 1981 al 1984 direttore generale dellONCIC (Organismo Nazionale per il Commercio e

    lindustria cinematografica, Algeri). Cfr. A. Morini, E. Rashid, A. di Martino, A. Apr, Il

    cinema dei Paesi arabi, cit., p. 220.

  • 22

    liberazione e sinteressa maggiormente ai mutamenti sociali, dovuti

    allincremento delle industrie, al dibattito politico, alla politica culturale di

    arabizzazione e alla riforma agraria. I cineasti non si limitano pi solo a

    celebrare i benefici e le virt della riforma, ma si soffermano su tutti gli

    aspetti che hanno caratterizzato questo mutamento che avrebbe dovuto

    contribuire a plasmare un nuovo cittadino in una societ socialista. Siccome

    anche il cinema aveva bisogno di un rinnovamento, la prima cosa da fare era

    quella di stabilire un contatto diretto con un pubblico fatto essenzialmente di

    agricoltori, operai urbanizzati ed analfabeti e, di conseguenza, alcuni registi

    decisero di recarsi nei quartieri popolari o nelle campagne per proiettare i

    loro film, girati in quelle zone. Si pu, dunque, affermare che il cinema

    algerino lo specchio della condizione dincertezza di questo paese che,

    dopo essere stato dominato a immagine e somiglianza del proprio

    colonizzatore, si ritrova a un bivio fra tradizione e modernit, tra apertura e

    conservatorismo, sempre alla ricerca della propria identit. Nei film di

    questo periodo, vengono spesso rappresentate delle realt antitetiche; infatti,

    si vede il modello economico socialista che viene opposto alla cultura

    tradizionale e alla religione, che vista come un ostacolo allo sviluppo. Un

    esempio di questantitesi il film Afiyn wal-a (Loppio e il bastone,

    1969) di A|mad Rad (Ahmed Rachedi)39, in cui le contraddizioni di un

    piccolo borghese di fronte alla questione nazionale vengono risolte con

    laggiunta di un nuovo personaggio: il traditore della causa. Nonostante i

    39A|mad Rad nasce nel 1938 a Tbessa, dove fonda nel 1957 il Gruppo Fard, prima unit

    cinematografica del Fronte di Liberazione Nazionale. Si forma professionalmente a Tunisi.

    Ritorna in patria e dal 1964 al 1966 dirige il Centro audiovisivo di Algeri. divenuto poi il

    direttore generale del neonato ONCIC, fino al 1974. Dopo diversi cortometraggi, nel 1965

    realizza il suo primo lungometraggio Far al-maalna (Lalba dei dannati), un film di grande effetto dedicato alle lotte di liberazione che viene premiato in numerosi festival

    internazionali. Conquista nel 1981 il Tanit dargento al Festival di Cartagine conAl f

    balad al-sarb (Al nel Paese del miraggio). Nel 1982 gira Thnat al-sayyid Fabre (Il mulino del signor Fabre), ambientato nel suo villaggio natio, Tbessa, subito dopo

    lindipendenza dellAlgeria. Il film partecipa al Festival del cinema arabo di Parigi nel

    1986., Ivi, pp. 225-226.

  • 23

    cineasti cercassero di produrre film dal contenuto impegnativo,

    rappresentando i diversi problemi sociali, il risultato non stato molto

    soddisfacente. Riprendendo ci che scrive Nicosia, possiamo confermare

    che si rivelato un cinema didascalico, conformista sia nel contenuto e sia

    nella forma, che ha proposto fiction improbabili e poco convincenti.40

    1.3.2 La novit degli anni Ottanta: lantieroe del cinema algerino.

    Verso la met degli anni Settanta, il cinema algerino presenta un notevole

    cambiamento nelle tematiche da trattare. Si preferisce spostare lattenzione

    dalla lotta per la liberazione nazionale agli aspetti della vita quotidiana del

    popolo indigeno, cos come cambiano anche i protagonisti: al coraggioso ed

    invincibile eroe della guerra contro la Francia, si sostituisce il problematico

    antieroe, ambiguo e pieno di contraddizioni. Il film, che rappresenta meglio

    questa nuova visione del mondo Umar Gatlatu (Omar Gatlato, 1977) di

    Alua Mirzq (Merzak Allouache)41. Umar un giovane impiegato in un

    ufficio pubblico che vive in maniera semplice e consuetudinaria in un

    quartiere popolare di Algeri con la sua famiglia, quando sinnamora della

    voce di una donna registrata su un nastro. Tuttavia, non ha il coraggio di

    rivelarle i suoi sentimenti; il regista vuole, quindi, soffermarsi sulla crisi

    della nuova generazione nel mondo arabo, ponendo laccento

    sullincomunicabilit tra i due sessi. Inoltre, la narrazione soggettiva, ci

    40 Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., p. 87. 41 Mirzq Alwa nasce ad Algeri nel 1944. Siscrive allIstituto nazionale algerino del

    cinema. Frequenta anche lIDHEC (Institut des Hautes tudes Cinmatographique di

    Parigi). Di ritorno in Algeria, viene assunto dal Ministero dellInformazione e della Cultura

    per curare, con mezzi cinematografici, le manifestazioni dinformazione relative alla

    rivoluzione agraria. Nel 1974, lavora come assistente alla regia del film Rh al-anb (Vento del Sud) di Slim Riad. Nel 1976 firma la regia del suo primo lungometraggio

    Umar Gatlatu che viene selezionato per la Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes. Dopo aver diretto due film Mumart baal (Le avventure di un eroe)

    e Raul wa nawfiah (Luomo che guardava le finestre), due coproduzioni franco-algerine, si trasferisce in Francia, dove tuttora vive e lavora Cfr. Andrea Morini, Erfan

    Rashid, Anna di Martino, Adriano Apr, Il cinema dei Paesi arabi, cit., p. 207.

  • 24

    sono diversi monologhi, si abbandona il discorso onnisciente e sembra che il

    protagonista si rivolga direttamente allo spettatore in uno stile popolare e

    colloquiale. Tra le altre produzioni del suddetto regista, non si pu non

    menzionare Mumart baal (Le avventure di un eroe, 1978), il cui

    protagonista riflette un aspetto problematico della mentalit araba, ossia la

    necessit di crearsi un eroe immaginario. Nel film, Ma|d, un giovane

    agricoltore che vive in un villaggio immaginario, si propone di riportare la

    giustizia e di risolvere i problemi tra la sua gente. Ovviamente, il finale

    drammatico, giacch il giovane, in qualit di paladino della giustizia,

    confonde i suoi desideri con la realt, condannando il suo viaggio ad una

    fine indecorosa.

    1.3.3 Il ruolo della donna nel cinema algerino.

    Pur se la donna algerina comincia a far sentire la propria voce dai licei e

    dalle universit, rivendicando il proprio diritto di partecipare alla lotta di

    classe anticapitalista, sino al 1978 il suo ruolo nel cinema marginale,

    finch emerge come una figura combattiva in Layl wa aawtu-h (Layl e

    le sue sorelle, 1978) di id Al Mazif. (Sid Al Mazif)42 Le protagoniste

    femminili sono personaggi ribelli che rifiutano di soccombere al proprio

    destino e di sottomettersi alla volont del patriarcato. Layl, la protagonista,

    sposata, ma lavora in fabbrica prendendo parte alle lotte per il rispetto e la

    42id Al Mazif nasce ad Algeri nel 1943. Nel 1963 assistente alla regia di Marc Sator per

    il film Vingt ans Alger. Dal 1964 al 1966 segue i corsi allIstituto del Cinema di Bin

    Aknun e realizza tre saggi: La vie deux, Les deux soldats e Tuhami. Inizia a lavorare per

    il Centro nazionale del cinema, diventato poi ONCIC. Gira diversi documentari. Partecipa

    nel 1968 ad un film collettivo, Lenfer dix ans. Nel 1972, dirige il lungometraggio al-Araq al-aswad (Sudore nero), sui minatori algerini e le loro rivendicazioni sindacali represse dal governo. In seguito, realizza un film conosciuto e apprezzato sia dal pubblico

    sia dalla critica, Layl wa aawtuh (Layl e le altre), che vede come protagonista una

    ragazza che si ribella alle tradizioni e alle ingiustizie in cui la donna costretta a vivere

    nella societ algerina degli anni Settanta. direttore di produzione del CAIC (Centre

    Algrien pour lArt et lIndustrie Cinmatographiques, Algeri). Ivi, pp. 223 -224.

  • 25

    dignit del lavoro femminile. La stessa ribellione si ritrova in Mirym, la

    sorella, che rifiuta il matrimonio combinato a cui stata costretta dalla sua

    famiglia per proseguire i suoi studi e realizzarsi. Successivamente, a causa

    dellintegralismo islamico, affermatosi negli anni Novanta, il cinema si

    concentra maggiormente sullimpatto che questa corrente fondamentalista

    ha sulla vita quotidiana e troviamo film come Rachida (2000) di Yamnah

    Bar uy43 la cui protagonista una giovane ventenne insegnante che ogni

    mattina si reca nella sua scuola, senza indossare il velo. Viene travolta da

    una banda di terroristi, tra cui c anche il suo ex alunno Sofiane, che le

    ordinano di posizionare una bomba nella scuola. Rachida rifiuta di cedere al

    ricatto e la sparano. La ragazza sopravvive e si rifugia dalla madre, convinta

    di essere scampata ai terroristi. Questo film sinserisce nel desolato

    panorama del cinema algerino del post-indipendenza che ha visto la nascita

    della Cinmatheque e dellInstitut National du cinma (che poi sar chiuso),

    ma che ha formato parecchi cineasti della seconda generazione.

    1.3.4 La Tunisia e il cinema intimista

    Bisogna sottolineare che la Tunisia, gi prima dellindipendenza dalla

    Francia, ottenuta nel 1956, possedeva una buona cultura cinematografica,

    anche se le infrastrutture erano insufficienti. Successivamente, nel 1954,

    viene inaugurata la Cinmatheque Tunisienne, mentre, negli anni Sessanta,

    in merito allistituzione del Festival di Cartagine, i cineasti, gli intellettuali e

    gli insegnati iniziano a prendere coscienza e a mobilitarsi per raggiungere

    unindipendenza culturale dalla Francia nella scelta dei film e dei temi da

    trattare. Il cinema tunisino viene definito intimista, giacch parla della

    famiglia e non della nazione, al contrario di quanto stato detto per

    43 Yamna Bar uy nata ad Algeri nel 1954. Nel 1973 ha iniziato la sua carriera

    cinematografica presso il Centro Nazionale del Cinema Algerino, lavorando come

    assistente di montaggio su diversi film e documentari. Ha collaborato con diversi registi, tra

    cui A|mad Rad e suo marito Mu|ammad uy. Da: www.africultures.com.

  • 26

    lAlgeria. Uno degli scarsissimi film che riflette il tema della liberazione,

    ma senza esaltare leroismo, : Sinn (1974) di Abd al-Latf Bin Ammr

    (Abdel-Latif Ben Ammar)44 in cui Kaml, uno studente, prende parte alla

    Resistenza contro i francesi, dopo lassassinio del padre e sinnamora di una

    ragazza che gi promessa sposa di un uomo pi anziano di lei. La scena

    pi toccante e significativa del film la deflorazione della sposa che

    inframmezzata da immagini della morte dei ribelli. Queste immagini sono

    allegorie del colonizzato che diventa colonizzatore delle donne.45

    La Tunisia, dopo lIndipendenza, deve fare i conti con le incertezze che il

    colonizzatore le ha lasciato in rapporto al suo futuro economico, sociale e

    politico, ma, soprattutto, continua lincessante ricerca di una propria identit

    e dellappartenenza al mondo culturale arabo. Un film rappresentativo di

    questa estenuante ricerca Ubr (Traversate, 1982) di Ma|md Bin

    Ma|md (Mahmoud Ben Mahmoud)46, il cui protagonista un intellettuale

    arabo che viene ostacolato nel suo paese e poco considerato in Occidente.

    Pur possedendo un visto valido, gli viene vietato dentrare in Gran Bretagna,

    44 Abdel-Latif Ben Ammar nasce a Tunisi nel 1943. Studia a Parigi allIDHEC, poi

    diventa assistente alla regia di diversi registi francesi. assistente anche di Cukor per

    Justine (1968) e di Buchanan per Rebel Jesus (1970), due film girati in Tunisia. Lavora

    come reporter e cameraman per i cinegiornali tunisini e per numerosi film di registi

    nazionali come Bin Aisha e Hasan Daldul. Realizza il suo primo cortometraggio Une si

    simple histoire, nel 1970. Dopo quattro anni, gira Risla min Sajnan, un film sulla

    liberazione nazionale. Nel 1975 aiuto di Rossellini per il film Il Messia. In coproduzione

    con la televisione algerina, realizza nel 1980 Aziza, un ritratto della societ contemporanea

    tunisina. Tuttora si occupa di produzione televisiva. Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid,

    Anna di Martino, Adriano Apr, Il cinema dei Paesi arabi, cit., p. 303. 45 Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., p. 92. 46 Mahmud Bin Mahmud nasce nel 1947. Studente dellINSAS (Institut National

    Suprieur des Arts du Spectacle, Bruxelles), oltre ai corsi di cinema segue anche

    allUniversit di Bruxelles le lezioni di archeologia e giornalismo. Collabora alla stesura

    della sceneggiatura Kafr Qsim di Burhn Alawiya e di Le fils di Amr est mort del belga J.J Andrien. Debutta nel lungometraggio nel 1982 con Ubur , film che ottiene numerosi riconoscimenti internazionali. presente al Festival di Cartagine nel 1992 con Shishkhan

    (polvere di diamante), realizzato in collaborazione con Fadil Jaibi. Successivamente, nello

    stesso anno, ha girato un documentario dinchiesta sulla comunit italiana che vive in

    Tunisia. Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna di Martino, Adriano Apr, Il cinema dei

    Paesi arabi, cit., p. 304.

  • 27

    perch sospettato di terrorismo e quindi viene rimandato indietro,

    continuando la sua vita di esule. A tal proposito, non si pu non menzionare

    awq al-|ammah al-mafqd (Il collare perduto della colomba, 1990), di

    amr Nir (Khamir Nasir)47, che ambientato nella Cordoba dellXI

    secolo. Il protagonista asn, un giovane apprendista calligrafo, che, dopo

    aver riportato alla luce un manoscritto mezzo bruciato e averne letto una

    pagina contenente i segreti dellamore, decide di andare alla ricerca

    dellintera opera. Ma lemirato andaluso ormai al tramonto, perch i suoi

    regnanti sono corrotti. Il film , in senso metaforico, lo specchio della

    situazione tunisina dellepoca, riproponendo gli albori dellantica civilt

    islamica e let delloro andalusa ormai sepolta.

    1.3.5 La denuncia del patriarcato, lomosessualit e lebraismo tunisino.

    Nonostante in Tunisia, gi dal 1957, ci siano delle riforme innovative nel

    Codice di famiglia nei riguardi della donna, come, ad esempio, il

    riconoscimento del divorzio, la tutela dei figli, labolizione della poligamia

    ed altri, nella vita quotidiana, resta comunque un grande divario relazionale

    tra i diversi sessi. Il tema della perseverante discriminazione delle donne lo

    ritroviamo nel film al-Samma (La traccia, 1986) di Nayah Bin Mabrk

    (Najia Ben Mabrouk)48, in cui si trova il confronto tra culture e generazioni

    47 Khamir Nasir nasce a Korba, in Tunisia, nel 1948. Si trasferisce a Parigi per studiare e

    occuparsi di cinema. Inizialmente, si appassiona al cinema danimazione, poi passa alle

    riprese dal vero. Sinteressa anche al teatro e alla narrativa. Ottiene il successo

    internazionale con il film al-himn fi al-sahr, presentato alla Mostra di Venezia,

    allinterno della Settimana della Critica e al Festival dei Tre Continenti. Partecipa al

    Festival di Berlino nel 1991 con Tawq al-hamama al-mafqud . Ivi, p. 308. 48 Naiyah Bin Mabrk nasce nel 1949 a Al Oudiane, in Tunisia. Studia Lingua e

    Letteratura francese allUniversit di Tunisi, si trasferisce a Bruxelles per iscriversi

    allINSAS. Lavora come assistente alla televisione belga. Nel 1976 realizza il

    documentario di diploma, Pour vous servir, che ottiene un riconoscimento dallUNESCO.

    Con al-ar (La traccia, 1986), film che, per problemi produttivi, rimane bloccato alcuni anni, conquista numerosi premi internazionali. presente nel 1991 alla Mostra

    Internazionale di Venezia con un episodio del fim arb al-al wa bad (La Guerra del Golfo e dopo...) Ivi, p. 303.

  • 28

    di donne nella dura realt della tradizione islamica. La madre e la figlia

    cercano si sopravvivere al proprio destino, finch la figlia decide di

    continuare gli studi universitari, cos brucia i libri per non lasciare tracce e

    fugge via da una societ patriarcale, inseguendo il suo sogno.

    Dal 1990, i riflettori del cinema tunisino si concentrano su problematiche

    nuove come la disoccupazione, lesodo rurale, lomosessualit e la violenza

    sui minori. Queste ultime due si ritrovano nel film di Nr Bzd (Nouri

    Bouzid)49, R| al-sadd (Luomo delle ceneri, 1986). I protagonisti aim e

    Farft lavorano presso il carpentiere che li ha violati da piccoli. Il primo

    scappa via da casa, rifiutando il matrimonio che la famiglia gli aveva

    preparato, mentre il secondo, essendo considerato omosessuale dai vicini,

    viene cacciato di casa dal padre. Nel finale, questultimo trova la forza di

    uccidere con un pugnale il suo violentatore. La novit del film sta anche

    nella scelta dei personaggi, giacch il regista introduce luoghi e personaggi

    proibiti come una prostituta o un anziano ebreo Levy, una maestro di liuto

    che vive isolato da tutti ed incarna lunica figura paterna positiva. Lebreo

    incarna lintera societ ebraica che vive in Tunisia e che sar costretta ad

    abbandonare dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967. Il tema della societ

    multietnica si trova altres in ayf |alq al-wd (Unestate a La Goulette,

    1996) di Fard Badr (Farid Boughedir)50, ambientato nellestate del 1967.

    49 Nr Bzd nato a Sfax, in Tunisia, nel 1945. Dopo aver studiato cinema allINSAS di

    Bruxelles dal 1968 al 1972, si diploma presentando un cortometraggio dal titolo Duel

    (Duello). Quando ritorna in Tunisia negli anni 1972-73, frequenta la Televisione tunisina

    (RTT). Nel 1973 viene arrestato insieme ai membri del gruppo Prospettive tunisine per

    delitto dopinione. Dopo sei anni di prigionia, riprende ad occuparsi di cinema come

    assistente, poi gira nel 1986 il suo primo lungometraggio, R| al-sadd (Luomo di cenere), che presenter al Festival di Cannes. Nel 1992 ritorna a Cannes nella Quinzaines des

    ralisateurs, con il film Bizns (Biznas). Oltre a lavorare come regista, Bzd ha anche adattato per il cinema diverse opere letterarie. Da: www.africultures.com. 50 Fard Badr un critico, scrittore e regista. considerato uno dei pi importanti

    studiosi e conoscitori del cinema arabo e africano. Nasce a ammm-al-Anf (Hammam

    Lif) nel 1944. Dopo aver frequentato la scuola francese di Tunisi, siscrive alluniversit a

    Parigi. Successivamente, prepara la tesi di dottorato facendo degli studi approfonditi sul

    cinema africano e arabo. Durante il periodo universitario inizia a collaborare con diverse

  • 29

    I tre protagonisti, che hanno tutti lo stesso nome (Ysuf il musulmano, Jojo

    lebreo e Giuseppe, il cristiano), sono molto uniti, cos come le loro figlie

    adolescenti. I problemi sorgono quando le ragazze sinnamorano di ragazzi

    di confessione diversa, lasciando riemergere le chiusure mentali e le

    intolleranze. Tutto, per, si risolve nel migliore dei modi.

    Agli inizi del XXI secolo il cinema tunisino uno strumento di denuncia

    della societ maschilista. In al-atan al-a|mar (Satin rouge, 2000) della

    regista Raa Ammr (Raja Ammari)51, tornano alla ribalta i personaggi

    femminili. Lilia, vedova e madre scrupolosa, si ritrova, casualmente, in un

    club notturno, scoprendo un mondo di cui era ignara. Pian piano, attraverso

    la danza del ventre, inizia ad accorgersi della sua sensualit e del suo corpo.

    Linsistenza dei cineasti tunisini su questi temi dipende dal voler schivare

    questioni di attualit politica come il confronto tra le classi sociali, la

    conquista di spazi democratici e la corruzione galoppante.52

    1.3.6 La produzione cinematografica in Marocco: la svolta degli anni

    Settanta.

    Nonostante lindipendenza, in Marocco si continua ad assistere al

    predominio delle multinazionali straniere che fanno di questo Paese un

    riviste culturali. Scrive saggi ed autore di numerosi racconti. assistente di Robbe-Grillet

    per il film LEden et aprs e di Arrabal per Viva la muerte, lungometraggi realizzati in coproduzione con la Tunisia. Nel 1972, ottiene il Gran Premio del Festival di Dinard per il

    medio metraggio al-Nuzhah (Il picnic). presente a Cannes nell83 e nell87 con Camras

    dAfriques (Cineprese africane) e Cameras Arabes (Cineprese arabe). Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna di Martino, Adriano Apr, Il cinema dei Paesi arabi, cit., p. 305. 51 Raa Ammr nata nel 1971 a Tunisi e nel 1998 si diplomata al FEMIS (Scuola

    Nazionale Superiore dei Mestieri, dellimmagine e del suono) di Parigi. Nello stesso anno,

    ha firmato il cortometraggio Avril, che ha ottenuto riconoscimenti al Festival di Milano, di

    Tunisi e di Larissa (Grecia). Due anni dopo, nel 2000, ha realizzato un secondo

    cortometraggio, Un soire de juillet (Una sera di luglio). Il suo primo lungometraggio, Satin

    rouge, la fa conoscere al grande pubblico. Nel 2008 gira un secondo lungometraggio,

    intitolato al-Daw|ah (Anonymes). Da: www.tunisiensdumonde.com 52

    Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., p. 99.

  • 30

    grande consumatore di film occidentali. Tuttavia, negli anni Settanta,

    emerge una corrente intellettualista, a cui prendono parte giovani cineasti

    che cercano nuove forme di espressione artistica e vogliono rappresentare i

    problemi della societ marocchina: il sottosviluppo, lingiustizia, le

    contraddizioni della vita urbana, il conflitto generazionale ed altri. Uno dei

    promotori di questo movimento amd Binnn (Hamid Benani)53 con

    Wamah (Traccia, 1970), in cui il regista si allontana definitivamente dallo

    stampo del cinema occidentale, introducendo una forma di espressione

    originale. Narra la storia di un orfano che viene spinto alla morte e alla

    delinquenza a causa dellaustera educazione ricevuta dal padre adottivo,

    inserendo miti della tradizione popolare marocchina. Il titolo unallegoria

    del marchio che il padre adottivo gli causa dopo che gli brucia il polso per

    punirlo di aver lasciato la casa. Attraverso la condizione di orfano del

    protagonista, il regista cerca di analizzare in maniera meticolosa i problemi

    della societ marocchina cos come lidea stessa di padre. Un altro esempio

    di questa innovazione cinematografica al-arq aw al-amt al-anf (Il

    silenzio violento, 1975) di Mmin al-Smh (Moumen Smihi)54. La

    protagonista una donna di nome Aiah che vive velata e relegata nelle

    53 amd Binnn nasce a Mekns, in Marocco, nel 1940. Dopo essersi laureata in filosofia,

    si trasferisce allIDHEC di Parigi per studiare cinema. Nel 1967, gira in Francia un

    cortometraggio dal titolo Coeur coeur (Vicini). Alla fine degli anni Sessanta, realizza

    alcuni cortometraggi per la televisione marocchina ed esordisce nel lungometraggio con

    Wamah (Traccia, 1969), un film molto importante nella storia del cinema marocchino ricco di simboli e metafore. Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna di Martino, Adriano

    Apr, Il cinema dei Paesi arabi, cit., p. 280. 54 Mmin al-Smh (Moumen Smihi) nasce a Tangeri nel 1945. Studia filosofia

    allUniversit di Rabat, poi arriva a Parigi per frequentare i corsi dellIDHEC. In

    collaborazione con Le Groupe de recherches e dessai cinmatographiques, realizza nel

    1971 la sua prima opera, Si Moh pas de chance (Moh lo sfortunato), un cortometraggio che

    viene selezionato da diversi festival e ottiene numerosi riconoscimenti. Dopo aver lavorato

    anche per la televisione francese come tecnico e collaboratore, nel 1974 inizia le riprese

    cinematografiche del suo primo lungometraggio che vince il primo premio speciale della

    giuria al Festival di Cartagine nel 1976. Partecipa alla Mostra di Venezia nel 1985 con il

    film 44 aw Usrt al-Laylh (44 ou les rcits de la nuit). Continua ancora oggi la sua carriera di regista. Ivi, pp. 286-287.

  • 31

    pareti domestiche e viene a conoscenza del fatto che il marito vuole

    prendere una seconda moglie. Per distoglierlo dallintento, si affida ad un

    marbt (asceta), ma trover la sua fine tragicamente. Il regista rappresenta

    un mondo vittima della colonizzazione, i cui abitanti vengono privati del

    loro linguaggio e del loro destino, dipingendo, nel frattempo, una societ

    islamica radicata nei suoi riti estranianti.

    1.3.7. La denuncia sociale e le donne.

    Sia la denuncia che la condanna dellimperialismo occidentale, come anche

    gli scontri tra borghesia nazionale e multinazionale, sono tematiche molto

    presenti nei film prodotti in Marocco tra gli anni Settanta e Ottanta. Il

    regista u|ail Bin Barka (Suheil Ben Barka)55 nel film Alf yad wa yad

    (Mille e una mano, 1972) descrive la vita di un povero tintore di Marrakech

    che confeziona tappeti rivenduti ai ricchi acquirenti occidentali dalla

    borghesia del posto. Il film mira a denunciare come in un sistema tante

    persone lavorano a beneficio di una persona sola, stessa denuncia che si

    ritrova in arb al-bitrl lan taqaa (La Guerra del petrolio non ci sar, 1975)

    in cui emergono le collisioni tra i governi e la borghesia locale e le

    multinazionali. Bisogna sottolineare che i film marocchini sono pervasi da

    una visione profondamente pessimista, infatti, i personaggi sono tutti dei

    perdenti, delle vittime che muoiono, si suicidano o vengono imprigionati.

    Questo pessimismo si nota soprattutto nei film che parlano

    55 u|ail Bin Barka nasce nel 1942 a Tombouctou a Sud del Marocco. Studia in Marocco e

    successivamente, approfondisce gli studi sul cinema in Italia presso il Centro Sperimentale

    di cinematografia di Roma. Dopo aver lavorato con Pasolini al Vangelo secondo Matteo

    (1964) e dopo aver realizzato anche tre cortometraggi per la RAI, esordisce con il suo

    primo lungometraggio Alf yad wa yad (Mille e una mano, 1972) e nel 1975 con arb al-

    bitrl lan taqaa (La Guerra del petrolio non ci sar). Conquista fama internazionale con il

    film Urs al-dam (Nozze di sangue, 1977). stato direttore del Centro cinematografico

    marocchino dal 1986 al 2003 e, attualmente, sta preparando un film sul grande geografo del

    XVI secolo, Lon lAfricain che avr come titolo Le Chrtien de la Mecque (Il Cristiano

    della Mecca) Da: www.africultures.com.

  • 32

    dellemancipazione femminile. Nei lavori come Aris min qaab (Le

    bambole di zucchero, 1981) di all Far|a (Jilali Ferhati)56, in cui la

    protagonista, la giovane Aiah, dopo essere rimasta vedova, inizia a lottare

    per la propria sopravvivenza, ma soprattutto per mantenere la custodia dei

    figli. La stessa forza si ritrova in un altro film del regista, al-afl al-

    mafqdna (La spiaggia dei bambini perduti,1991). Mna, il personaggio

    principale, resta incinta, ma il suo amante la respinge. Litigano e lei lo

    uccide, nascondendo il cadavere. La donna resta chiusa in una stanza per

    evitare il pettegolezzo, finch, dopo il parto, riesce a fuggire con suo figlio.

    Si noti come questi film siano caratterizzati dal dissidio modernit-

    tradizione che condiziona la vita degli individui indipendentemente dal

    sesso. Un film che illustra ironicamente questo dissidio al-Ba an zaw

    imrat (Alla ricerca del marito di mia moglie, 1993) di Mu|ammad Abd al-

    Ra|mn (Mohamed Abderrahmane Tazi)57 ai Bin Msa un

    56 all Far|a nato nel 1948 ad al-amsst (Khmisset), in Marocco. Ha risieduto per

    dieci anni a Parigi dove ha studiato Lettere e Sociologia. Durante il periodo universitario,

    ha frequentato le attivit del Thatre International della capitale francese e ha partecipato

    come attore ad alcuni allestimenti. Ha realizzato due cortometraggi, Carum (Carum) nel

    1973 e ar|ah f al-|i (Una breccia nel muro, 1977) che stato selezionato per la Semaine de la Critique al Festival di Cannes nel 1978. Ha fatto ritorno a Cannes con

    Aris min qaab (Le bambole di zucchero, 1981), che ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio per la miglior regia e la miglior interpretazione femminile al Festival di

    Rabat. presente nel 1991 alla Mostra di Venezia con il film i al-afl al-mafqdna /La

    plage des enfants perdus (La spiaggia dei bambini perduti). Nel 2004, con Mmoire en

    dtention ha ricevuto il premio della dodicesima edizione del Festival internazionale del

    cinema mediterraneo di Ttouan. Ibidem. 57 Mu|ammad Abd al-Ra|mn Tazi nasce a Fez nel 1942 e si diploma allIDHEC di Parigi

    nel 1963. Dal 1964 al 1968 lavora come cameraman per il CCM (Centro cinematografico

    marocchino). Nel 1969 viene nominato direttore delle notizie marocchine e responsabile

    tecnico e amministrativo nellambito del CCM, posto che occuper fino al 1980. Lavora

    come direttore della fotografia in numerosi lungometraggi, tra i quali Wamah di Binnn. Come tecnico e direttore di produzione, partecipa alla realizzazione di molti film stranieri

    girati in Marocco da registi quali Robert Wise, John Huston e Francis Ford Coppola. Nel

    1981 gira il suo primo lungometraggio, Abr sabl /Le grand voyage (Il grande viaggio)

    Successivamente, realizza Bads nel 1988 e nel 1993 al-Ba| an zaw imraat (Alla ricerca del marito di mia moglie.) Dal 2001 al 2003 occupa il posto da direttore della

    produzione al canale marocchino 2M e, dal 2005 al 2007, ne diventa Consigliere generale e

    Responsabile della produzione. Si veda il sito: www.festivalmarrakech.info

  • 33

    commerciante di gioielli avanti negli anni con tre mogli. La pi giovane e

    bella, avendo fatto ingelosire il marito, stata gi ripudiata due volte. Dopo

    averla ripudiata una terza volta, luomo si pente. Purtroppo il diritto

    islamico gli consente di riaverla solo dopo che la donna si sposi con un altro

    da cui venga ripudiata. Iniziano cos diverse peripezie alla ricerca di un

    marito che risolva la situazione. Alla fine degli anni Novanta, Al Zawa

    (2000) di Nabl Ay (Nabil Ayouche) 58 e Alf Ahar (Mille mesi, 2003) di

    Fz Bin al-saaid (Faouzi Bensaidi)59 sono le perle pi pregiate del

    Marocco, come li definisce Aldo Nicosia60, e ottengono grandi

    riconoscimenti anche in Europa. Nel primo film, il protagonista vive con tre

    suoi amici nelle periferia pi degradata di Casablanca. Nel corso di uno

    scontro con una banda rivale, muore, ucciso da un sasso e viene seppellito

    dai suoi amici nellisola dei suoi sogni. Nel secondo, che ambientato agli

    inizi degli anni Ottanta, quando il Marocco era vittima di persecuzioni

    politiche e detenzioni arbitrarie, il protagonista un bambino di nome

    Ma|d che vive con la madre e il nonno, dopo che il regime gli ha

    incarcerato il padre, accusato di svolgere attivit sovversive. A scuola gli

    viene affidato il compito di custodire la sedia del suo maestro e da questo

    oggetto nasceranno diverse storie che parlano di grandi violenze, di amanti,

    58 Nabl Ay nasce a Parigi nel 1969. Dopo tre anni di corso di teatro, si dedica alla

    produzione cinematografica. Debutta con la pubblicit nel 1992 e, nello stesso anno, firma

    il suo primo cortometraggio Les pierres bleues du desert con Jamel Debbouze. Seguono

    altri due cortometraggi nel 1994 e nel 1996, premiati nei Festival Internazionali. Nel 1997

    realizza il suo primo lungometraggio Maktb che ottiene un grande successo in Marocco e che sar il primo film a rappresentare il Marocco allAccademia degli Oscar. Al Zawa il

    suo secondo film. Da: www.allocine.fr. 59 Faouzi Bensaidi nasce nel 1967 a Mekns, Marocco. Studia allistituto di Arte

    Drammatica di Rabat e inizia a mettere in scena numerosi spettacoli teatrali. Nel 1995 si

    trasferisce a Parigi per studiare al Conservatorio Superiore di Arte Drammatica. Bensaidi

    ha collezionato 12 premi in numerosi Festival Internazionali, tra cui il Prix de la Jeunesse e

    il Prix le premier rgarde al Festival di Cannes per il suo lungometraggio desordio, Mille

    mois, e la menzione speciale per il miglior cortometraggio (Trajets) al Festival di Venezia.

    www.africultures.com. 60

    Aldo Nicosia, Il cinema arabo, cit., p. 103.

  • 34

    di matrimoni in fumo e altro. Non dimentichiamo che uno dei pi grandi

    successi internazionali del cinema marocchino la coproduzione italo-

    marocchina al-Malikah l tu|alliq fawqa al-Dr al-Bayda (Gli angeli non

    volano sopra Casablanca, 2004) di Mu|ammad Al61, in cui si raccontano

    delle storie di povert, di immigrazione interna alla ricerca del benessere.

    Terminiamo il nostro iter cinematografico allinterno del Mondo Arabo,

    dando unocchiata a cosa succede anche ai confini del Maghreb,

    precisamente in Libia, che stata vittima del colonialismo italiano, e in

    Mauritania.

    1.3.8 La Libia: al-Rislah e Umar al-Mutar.

    La Libia, a causa delle problematiche del colonialismo italiano, non ha

    sviluppato unimportante industria cinematografica, anzi, sono stati

    ostacolati anche i tentativi dei giovani cineasti. Lunica figura di spicco

    quella del regista siro americano Muaf al-Aqqd (Mustaf al-Aqqad)62,

    61 Mu|ammadd Al nasce nel 1954 a Casablanca. A diciotto anni lascia il Marocco per recarsi in Italia, dove studier allIstituto del Cinema di Milano. Segue questo corso per tre

    anni, in cui impara il montaggio e la messa in scena, lavorando come capo operatore in una

    opera. Conclude i suoi studi, realizzando il primo cortometraggio Un cri de la ralit. Nel

    1980, durante frequenti viaggi dal Marocco allItalia, incontra Mario Cotone, produttore di

    Marco Polo di Giuliano Montaldo. lui che inserisce il giovane come cameraman alla

    produzione. Attualmente, il Capo della Dagham Film, una societ di produzione e di una

    scuola del cinema che ha fondato a Warzazt (Ouarzazate)con laiuto dellItalia. Vive tra Casablanca e Ouarzazate. Da: www.africultures.com. 62 Muaf al-Aqqd nasce ad Aleppo nel 1933. Si trasferisce a Los Angeles per studiare

    cinema alla UCLA (University of California, Los Angeles). Incoraggiato dal regista Sam

    Peckinpah, per il quale ha lavorato come assistente alla produzione per Ride the High

    Country, ha fondato la Aqqad International Productions per produrre e dirigere

    documentari, film e serial. Fra i maggiori successi, da ricordare Caesars War. Ha poi realizzato al-Rislah/The Message (La lettera,1972/75), una megaproduzione sullislam

    girata in arabo e in inglese. Nel 1978 produce il film Carpenter Halloween, che raggiunge

    un record dincassi. Dopo anni di progettazione, realizza nel 1980 Umar al-Mutar /Lion of the Desert. con Anthony Quinn e Irene Papas. Cfr. Andrea Morini, Erfan Rashid, Anna

    di Martino, Adriano Apr, Il cinema dei Paesi arabi, cit., p. 293. 63 Med Hondo un regista e attore. Nasce nel 1936 nella regione di Atar oggi Repubblica islamica della Mauritania. Dopo alcuni anni di studio in patria, si trasferisce a Rabat, in

    Marocco, per frequentare la scuola alberghiera. Qualche anno pi tardi simbarca per

  • 35

    che nel 1977 gira al-Rislah (Il messaggio profetico) epopea dellIslm in

    cui, alla figura del Profeta Mu|ammad, viene sostituita una Luce. Nel 1982

    gira Umar al-Mutar (Il leone del deserto) che narra la fase brutale della

    repressione italiana contro la resistenza libica, ma, per la sua forte denuncia

    al colonialismo, non ha mai avuto alcuna distribuzione ufficiale in Italia.

    1.3.9 La Mauritania: Mu|ammad Abid ondo e Ab al-Ra|mn Sissako.

    In Mauritania, due sono i registi che ormai sono noti anche in Italia:

    Mu|ammad Abid Mid ondo (Med Hondo)63 e Ab al-Ra|mn Sissako

    (Abdul al-Rahman Sissako)64. Il primo ha realizzato O Soleil ( O Sole 1969)

    con cui ha denunciato neocolonialismo, mescolando fiction, documenti,

    teatri, attualit che gli conferiscono unoriginalit straordinaria allinterno

    del cinema africano. Il secondo, invece, realizza nel 2002 Heremakono

    (Aspettando la Felicit) che parla di unimmigrazione da un piccolo

    villaggio della Mauritania verso lidi sconosciuti.

    Marsiglia dove si guadagna da vivere, lavorando come scaricatore al porto. In cerca di una

    migliore sistemazione, giunge a Parigi, e mentre lavora come cuoco dal 1959 al 1963,

    segue i corsi serali darte drammatica. Ottiene lanno successivo il suo primo ruolo in una

    produzione televisiva Le avventure di Bob Marane. Interpreta poi Leccezione e la regola di Brecht, La tragedia del re Cristophe di Aim Csaire, LOtello di Shakespeare, ecc. Nel 1966 Hondo crea la compagnia teatrale Shango. Inizia nel 1967, dopo aver realizzato due

    cortometraggi, a elaborare la sceneggiatura di Soleil O che uscir nel 1970. A questi

    seguiranno altri film incentrati su temi di denuncia sociale e politica. Ivi, p. 288. 64

    Ab al-Ra|mn Sissako nasce a Kiffa nel 1961 e trascorre la giovinezza nel Mali. Torna nel 1980 in Mauritania, dove resta per circa un anno sopportando gravi difficolt

    economiche . Dopo studi letterari decide di accostarsi al cinema. Ottiene una borsa di studio

    a Mosca, dove vive attualmente. Realizza nel 1990 la sua opera prima, il cortometraggio Le

    Jeu (Il gioco), saggio di Laurea allIstituto Universitario del cinema di Mosca. presente

    al Festival di Cannes nel 1993, nella sezione Un certain regard con il cortometraggio

    Octobre (Ottobre). Ibidem.

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