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rò nel 2000 il premier israeliano Sharon si recò in visita alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, ufficialmente controllata da- gli israeliani ma di fatto lasciata ai palesti- nesi, la tensione tornò alta e sfociò nella seconda Intifada, caratterizzata da sangui- nosi attentati suicidi e puntuali rappresa- glie israeliane, e sostenuta da Hamas (acro- nimo di “Movimento di resistenza islamica” che forma la parola “zelo” o “entusiasmo”), un movimento che non riconosce a Israele il diritto di esistere. Per fronteggiare la si- tuazione, che tuttora permane critica, gli israeliani hanno avviato la costruzione di un altissimo muro, destinato a separare fisica- mente ebrei e palestinesi. Nel contempo hanno realizzato, nell’estate del 2005, il completo ritiro dei coloni dalla striscia di Gaza, tornata sotto il controllo palestinese e dunque “embrione” di un futuro Stato pa- lestinese. Niente è stato invece deciso a proposito della Cisgiordania, in cui sono particolarmente numerose le colonie ebrai- che, ma che ospita anche le maggiori città palestinesi e in cui risiede gran parte della popolazione di lingua araba. Le origini del conflitto La causa del conflitto che in Medio Oriente vede opposti israeliani, di religione ebraica, e palestinesi, di fede musulmana, è la volon- tà di entrambi i popoli di avere un proprio stato all’interno del medesimo territorio. Gli israeliani lo rivendicano in quanto 3.000 anni fa vi erano insediate tribù ebraiche di cui sono i discendenti. Già durante la cattività ba- bilonese (VI-V secolo a.C.) gli ebrei si disper- sero, lasciando liberi questi territori sui quali si insediarono gli antenati dei palestinesi. La diaspora ebraica si intensificò quando la re- gione fu conquistata dai romani, e proseguì al tempo dell’espansione araba (VII sec. d.C.). Con l’arrivo dei turchi, la Palestina entrò a far parte dell’impero ottomano, che si dissolse soltanto dopo la prima guerra mondiale. Quando, a fine Ottocento, in Europa scoppiò una nuova ondata di antisemitismo (“semi- ti” sono detti gli ebrei, in quanto discendenti di Sem, figlio di Noè, ma anche gli arabi so- no semiti sotto il profilo linguistico ed etnico), Teodor Herzl, un ebreo ungherese, fondò il movimento sionista (Sion è un colle di Ge- rusalemme), che sosteneva la necessità per gli ebrei di ritornare nella Terra Promessa ove fondare un loro stato. Tuttavia, fino alla promulgazione delle leggi razziali in Germa- nia e Italia, pochi ebrei erano partiti e in Pa- lestina, amministrata dagli inglesi dopo la prima guerra mondiale, essi convivevano pa- cificamente con i palestinesi. Dopo la secon- da guerra mondiale, l’Occidente, che provava un senso di colpa nei confronti dello stermi- nio nazista degli ebrei (la Shoah), decise che era giunto il momento di costituire uno stato israeliano, proprio quando gli inglesi stavano per ritirasi dal Medio Oriente. Alla fine del 1947 l’Onu deliberò che il 15 maggio 1948 sarebbe nato lo Stato di Israele. Scheda Le guerre e le “Intifada” I palestinesi e i paesi arabi non riconobbero il nuovo stato e fra il 1948 e il 1973 si combat- terono tre guerre. Fra queste la “guerra dei sei giorni”, del 1967, che si concluse con la conquista israeliana delle alture del Golan, strappate alla Siria, e della Cisgiordania con Gerusalemme est, sottratte alla Giordania. Israele conquistò in quell’occasione anche Gaza e il Sinai, quest’ultimo restituito all’Egit- to con la pace di Camp David del 1978. Malgrado il riconoscimento di Israele da parte di alcuni paesi arabi, le tensioni fra i due popoli continuarono. Nel 1987 esse sfociarono nella prima Intifada (che in ara- bo significa «risveglio»), attuata dai giovani palestinesi a forza di lanci di pietre contro i carri armati israeliani. Nel 1993 si giunse a uno storico accordo fra il leader palestinese Arafat, guida dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), e i ministri israeliani Rabin e Perez: Israele fu final- mente riconosciuto anche dai palestinesi, che ottennero in cambio di amministrare alcuni territori come premessa alla forma- zione di uno Stato palestinese. Quando pe- Il conflitto arabo-israeliano TEMA 3 TRA ISLAM E OCCIDENTE • LEZIONE 2 I PROBLEMI E LE PROSPETTIVE E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola Un tratto del muro che circonda i territori palestinesi in Cisgiordania. Il tracciato del muro, la cui costruzione è iniziata nel giugno 2002, ha suscitato molte polemiche anche a livello internazionale per i disagi arrecati alla popolazione civile palestinese.

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rò nel 2000 il premier israeliano Sharon si recò in visita alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, ufficialmente controllata da-gli israeliani ma di fatto lasciata ai palesti-nesi, la tensione tornò alta e sfociò nella seconda Intifada, caratterizzata da sangui-nosi attentati suicidi e puntuali rappresa-glie israeliane, e sostenuta da Hamas (acro-nimo di “Movimento di resistenza islamica” che forma la parola “zelo” o “entusiasmo”), un movimento che non riconosce a Israele il diritto di esistere. Per fronteggiare la si-tuazione, che tuttora permane critica, gli israeliani hanno avviato la costruzione di un altissimo muro, destinato a separare fisica-mente ebrei e palestinesi. Nel contempo hanno realizzato, nell’estate del 2005, il completo ritiro dei coloni dalla striscia di Gaza, tornata sotto il controllo palestinese e dunque “embrione” di un futuro Stato pa-lestinese. Niente è stato invece deciso a proposito della Cisgiordania, in cui sono particolarmente numerose le colonie ebrai-che, ma che ospita anche le maggiori città palestinesi e in cui risiede gran parte della popolazione di lingua araba.

Le origini del conflittoLa causa del conflitto che in Medio Oriente vede opposti israeliani, di religione ebraica, e palestinesi, di fede musulmana, è la volon-tà di entrambi i popoli di avere un proprio stato all’interno del medesimo territorio. Gli israeliani lo rivendicano in quanto 3.000 anni fa vi erano insediate tribù ebraiche di cui sono i discendenti. Già durante la cattività ba-bilonese (VI-V secolo a.C.) gli ebrei si disper-sero, lasciando liberi questi territori sui quali si insediarono gli antenati dei palestinesi. La diaspora ebraica si intensificò quando la re-gione fu conquistata dai romani, e proseguì al tempo dell’espansione araba (VII sec. d.C.). Con l’arrivo dei turchi, la Palestina entrò a far parte dell’impero ottomano, che si dissolse soltanto dopo la prima guerra mondiale.Quando, a fine Ottocento, in Europa scoppiò una nuova ondata di antisemitismo (“semi-ti” sono detti gli ebrei, in quanto discendenti di Sem, figlio di Noè, ma anche gli arabi so-no semiti sotto il profilo linguistico ed etnico), Teodor Herzl, un ebreo ungherese, fondò il movimento sionista (Sion è un colle di Ge-rusalemme), che sosteneva la necessità per gli ebrei di ritornare nella Terra Promessa ove fondare un loro stato. Tuttavia, fino alla promulgazione delle leggi razziali in Germa-nia e Italia, pochi ebrei erano partiti e in Pa-lestina, amministrata dagli inglesi dopo la prima guerra mondiale, essi convivevano pa-cificamente con i palestinesi. Dopo la secon-da guerra mondiale, l’Occidente, che provava un senso di colpa nei confronti dello stermi-nio nazista degli ebrei (la Shoah), decise che era giunto il momento di costituire uno stato israeliano, proprio quando gli inglesi stavano per ritirasi dal Medio Oriente. Alla fine del 1947 l’Onu deliberò che il 15 maggio 1948 sarebbe nato lo Stato di Israele.

S c h e d a

Le guerre e le “Intifada”I palestinesi e i paesi arabi non riconobbero il nuovo stato e fra il 1948 e il 1973 si combat-terono tre guerre. Fra queste la “guerra dei sei giorni”, del 1967, che si concluse con la conquista israeliana delle alture del Golan, strappate alla Siria, e della Cisgiordania con Gerusalemme est, sottratte alla Giordania. Israele conquistò in quell’occasione anche Gaza e il Sinai, quest’ultimo restituito all’Egit-to con la pace di Camp David del 1978. Malgrado il riconoscimento di Israele da parte di alcuni paesi arabi, le tensioni fra i due popoli continuarono. Nel 1987 esse sfociarono nella prima Intifada (che in ara-bo significa «risveglio»), attuata dai giovani palestinesi a forza di lanci di pietre contro i carri armati israeliani. Nel 1993 si giunse a uno storico accordo fra il leader palestinese Arafat, guida dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), e i ministri israeliani Rabin e Perez: Israele fu final-mente riconosciuto anche dai palestinesi, che ottennero in cambio di amministrare alcuni territori come premessa alla forma-zione di uno Stato palestinese. Quando pe-

Il conflittoarabo-israeliano

TEMA 3 TRA ISLAM E OCCIDENTE • LEZIONE 2 I PROBLEMI E LE PROSPETTIVEE. Fedrizzi-A

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inerva scuola

Un tratto del muro checirconda i territori palestinesi

in Cisgiordania. Il tracciato del muro, la cui costruzione è

iniziata nel giugno 2002,ha suscitato molte polemiche anche a livello internazionale

per i disagi arrecati alla popolazione civile

palestinese.