Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo

45
  1 Attenzione: questa è una versione preliminare dell’opera: Laura Guazzone  Introduzione al mondo arabo conte mporaneo, Roma, La sapienza orientale - Nuova C ultura, 2007, ISBN886134125X, 9788861341258, 230 p . Per il testo completo e definitivo fare riferimento esclusivamente al volume a stampa.

Transcript of Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 1/45

 

1

Attenzione: questa è una versione preliminare dell’opera:

Laura Guazzone Introduzione al mondo arabo contemporaneo,Roma, La sapienza orientale - Nuova Cultura,

2007, ISBN886134125X, 9788861341258, 230 p.

Per il testo completo e definitivo fare riferimento esclusivamenteal volume a stampa.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 2/45

 

2

PREMESSA

 L'opera presentata qui è un manuale introduttivo, il cui scopo è innanzitutto quello di fornire

alcune nozioni fondamental, propedeutiche allo studio della storia contemporanea, soprattutto

 politica, dei paesi arabi del Nord Africa e del Vicino e Medio Oriente. Nell' intraprendere, pochi

anni orsono, l' insegnamento universitario, mi è infatti subito sembrato necessario offrire un

manuale aggiornato a chi, studente o semplice lettore, voglia accostarsi oggi allo studio della

storia politica del mondo arabo contemporaneo. In ormai trentanni di frequentazione degli studi

storici e politici sul mondo arabo contemporaneo, infatti, ho spesso constatato quanto la loro

efficacia patisca di alcune difficoltà di definizione, a cominciare dagli aspetti più concreti e

(forse) banali della definizione geografica e terminologica. Un'accurata definizione dell'oggetto di

studio è, per tutte le scienze, incluse quelle sociali, una questione epistemologica e metodologica

 fondamentale e, proprio per questo, non penso certo di poterla affrontare e risolvere nel breve

spazio di questa premessa o del libretto che essa introduce. Tuttavia, partendo dagli aspetti più  fattuali della definizione geografica, terminologica e identitaria del mondo arabo, questo breve

manuale introduttivo vuole dare un abbozzo di risposta ad alcune domande che mi sono sentita

tante volte porre da studiosi e studenti: "Cos'è il mondo arabo? Perché si parla di mondo arabo e

non semplicemente di paesi arabi? Se il mondo arabo esiste, cos'è e come si definisce?".

 Il contenuto di questo manuale raccoglie, integra e sistematizza la prima parte delle lezioni di

"Introduzione alla storia del mondo arabo contemporaneo" che ho tenuto presso la Facoltà di studi

orientali della Sapienza-Università di Roma dal 2004 al 2007. Nonostante l'origine e la finalità

didattica, l'argomento di questo libro potrà forse interessare anche qualche altro tipo di lettore.

 Del mondo arabo si parla infatti molto, specie nell'attualità politica internazionale, come parte

d'un "Medio Oriente" sempre in crisi; ma molti di quelli che parlano di mondo arabo sembrano

talvolta privi anche delle informazioni fattuali più elementari. Certo questo modesto manuale non

aiuterà in alcun modo chi non vuole informarsi, perché ha pre-giudizi già solidi e radicati; tuttavia potrà essere utile a chi vuole essere più informato e avere qualche chiave di lettura documentata

 per comprendere l'attualità politica del mondo arabo. Questi lettori, potranno giovarsi delle

informazioni introduttive offerte in questo manuale per orientare i propri ulteriori approfondimenti

sul mondo arabo ed islamico contemporaneo, anche attraverso le opere disponibili in italiano, che

sono diventate più abbondanti negli ultimi anni, ma spesso riconducibili al genere dell' istant book edella divulgazione non sempre qualificata.

 La prima parte del manuale è dedicata a definire cos'è il mondo arabo e, perciò, i primi due

capitoli riassumono e analizzno le principali caratteristiche geografiche, demografiche,

economiche e socio-culturali del mondo arabo, secondo l'approccio della geografia umana che ,

 proprio su scala regionale, studia i rapporti tra l'uomo e l'ambiente, inteso come una formazione

indissolubile di elementi naturali, umani e storici. Il terzo capitolo della prima part, invece,

approfondisce la definizione mondo arabo dal punto di vista identitario e geopolitico. Nella seconda parte del manuale è raccontata, in breve, la storia della nascita e della prima fase di sviluppo del

"sistema regionale arabo", dai primi fermenti culturali dell'arabismo in seno all'impero ottomano,

negli ultimi decenni dell'Ottocento, sino alla fondazione della Lega degli stati arabi nel 1945, dopo

la seconda guerra mondiale e l'inizio dell'età della decolonizzazione, organizzazione la Lega che

dalla sua fondazione ad oggi costituisce l'istituzione regionale principale, e quasi l'emblema stesso

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 3/45

 

3

del mondo arab. La storia considerata nei tre capitoli della seconda parte del manuale non è dunque

la storia dei singoli paesi arabi, bensì la storia dei principali tratti comuni dello sviluppo della loro

storia politica nel periodo che va dal 1839 (l'inizio dell'era delle riforme nell'impero ottomano) al

1945 (la fondazione al Cairo della Lega desgl istati arabi).

 La terza parte del manuale, quella quantitativamente più ampia, è invece dedicata proprio ai

singoli paesi arabi, di ciascuno è offerto, a ttraverso 22 schede-paese, un profilo introduttivo che

lo descrive innanzitutto attraverso una serie di indicatori essenziali, quantititavi e qualitativi,

scelti proprio per la loro capacità di descrivere in sintesi le principali caratteristiche geografiche,economiche, politiche e sociali del paese; la seconda sezione di ogni scheda-paese introduce

invece, in forma di cronologia, i principali eventi della storia politica nazionale. Nell'insieme, la

terza parte del manuale costituisce un repertorio informativo a sé stante, che raccoglie i dati

statistici e storici aggiornati per ciascuno dei ventidue paesi arabi, in base a fonti uniformi e

spesso non facilmente reperibili. Quest'ultima parte del manuale è corredata anche da una breve

sezione esplicativa delle schede paese che rappresenta un ulteriore sussidio didattico, laddove

spiega il significato degli indicatori utilizzati, sia che si tratti di concetti noti, ma non ovvi per gli

studentii, come il Pil,sia che si tratti di indicatori meno notio più innovativi come l'indice di

sviluppo umano elaborato dall'UNDP. Per l'elaborazione della terza parte del manuale stata

molto validamente coadiuvata da Cristina Paciello, che ringrazio, studiosa di economia dello

sviluppo del mondo arabo,. Un ultimo ringraziamento va ai miei studenti, che con le loro domande

e curiosità hanno stimolato l'elaborazione di questo manuale.

  Laura Guazzone Dicembre 2007 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 4/45

 

4

PARTE PRIMA

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 5/45

 

5

CAPITOLO UNO

LE CARATTERISTICHE DEL MONDO ARABO:

GEOGRAFIA FISICA E DEMOGRAFICA

Il termine "mondo arabo" è usato convenzionalmente per indicare l'insieme dei ventidue paesimembri della Lega degli Stati Arabi, la principale istituzione intergovernativa regionale; per "paesiarabi" si intende invece, più specificamente, i paesi la cui lingua ufficiale maggioritaria è l'arabo.

In questo capitolo e nel seguente sono sinteticamente analizzati i caratteri comuni che fanno delmondo arabo un insieme dotato di un'identità specifica, cioè un "sistema regionale" (su questoconcetto si veda il capitolo 3). Questi primi capitoli sono dunque dedicati a descrivere i tratti salientidella fisionomia del mondo arabo contemporaneo, a fornire una sorta di "foto di gruppo del mondoarabo" oggi, basata su dati statistici aggregati su base regionale e relativi ai diversi aspetti geografici,socio-economici e socio-culturali che più caratterizzano il mondo arabo. Questa descrizione èdelineata facendo riferimento, seppure in modo non sistematico, all'approccio metodologico della"geografia umana"1 che studia, proprio su scala regionale, i rapporti tra l'uomo e l'ambiente, inteso

come una formazione indissolubile di elementi naturali, umani e storici.

1 Per un'introduzione alla geografia umana: Jerome D. Fellmann, Arthur Getis, Judith Getis Geografia umana, Milano,

McGrave-Hill, 2007; per i paesi arabi quest'approccio è utilizzato in: François Durand-Dastès, Georges Mutin (sous ladir.)  Afrique du Nord, Moyen-Orient, Monde Indien, Paris, Belin, 1999; Piero Dagradi, Franco Farinelli, Geografia del

mondo arabo e islamico, Torino, Utet, 1993; Alasdair Drysdale, Gerald. Blake The Middle East and North Africa. A

Political Geoghraphy, New York-Oxford, Oxford University Press, 1985.

Box 1 I paesi membri della Lega degli Stati arabi

 Algeria* (1962); Arabia Saudita* (1945); Bahrein* (1971); isole Comore (1993); Egitto*

(1945; Gibuti (1977); Giordania* (1945); Emirati Arabi Uniti* (1971); Iraq* (1945);

Kuwait* (1961); Libano* (1945); Libia* (1953); Mauritania (1973); Marocco* (1958);

Oman* (1971); Palestina*° (1974); Qatar* (1971); Somalia (1974) Siria* (1945);

Sudan* (1956); Tunisia* (1958); Yemen* (1945).

*= paesi la cui lingua ufficiale e maggioritaria è l'arabo; tra parentesi= data di ingressonella Lega degli stati araba (fondata 1945); °= non è uno stato sovrano. 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 6/45

 

6

Nei paragrafi che seguono, la geografia umana del mondo arabo è analizzata in relazione a quattrostrutture principali:

1. la struttura geografica2. la struttura demografica3. la struttura economica4. la struttura socio-culturale

Per descrivere le caratteristiche comuni della geografia umana del mondo arabo sono utilizzati,laddove possibile, dati statistici aggregati relativi all'insieme dei ventidue paesi membri della Legaaraba; talvolta, però, i dati utilizzati si riferiscono ad un diverso insieme di paesi, la regione del MedioOriente e Nord Africa (v. box 2), che spesso costituisce l'insieme più prossimo al mondo arabo peril quale sono disponibili dati statistici aggiornati.2 

 La struttura geografica del mondo arabo

Una visione d'insieme della geografia fisica del mondo arabo conferma alcune caratteristiche note, mane smentisce altre. Ad esempio, quando si pensa alla collocazione geografica del mondo arabo, sipensa all'Oriente, quello esotico delle Mille e una Notte e quello suggerito dall'uso del termine MedioOriente per descrivere la regione a cui appartengono i paesi arabi. Tuttavia la maggior parte delterritorio dei paesi arabi non è in Asia, bensì in Africa; più precisamente, dei 13 milioni di chilometriquadrati occupati dal territorio dei 22 paesi arabi, ben 10 milioni sono in Africa e "solo" tre milioni

sono in Asia.3

 Lo spazio, concetto chiave di ogni geografia fisica, è definito nel mondo arabo da due elementi incontraddizione: l'ampiezza e la scarsità. L'ampiezza è in primo luogo quella delle dimensioni: lasuperficie totale del mondo arabo è circa un decimo di quella mondiale, ed è maggiore di quella diCina e Stati Uniti (rispettivamente 9,5 e 9,8 milioni di kmq); al mondo solo la Russia (17, 5 milionidi kmq) o il Nord America anglofono (18 milioni di kmq) costituiscono delle unità geoculturali piùgrandi del mondo arabo. Tuttavia all'ampiezza dello spazio totale si contrappone la scarsità dellospazio utile all'insediamento umano: circa la metà della superficie del mondo arabo è costituita dazone aride, che non sono solo i romantici deserti di sabbia del Sahara (9 milioni di kmq), che separail Maghreb dal resto dell'Africa, o del Rub' al-Khali, il "Quartiere vuoto" che copre un terzo dellaPenisola araba, ma anche le grandi estensioni steppose e pietrose del Mashreq e del Maghreb; in

2

Ad eccezione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (acronimo inglese: UNDP), che ha un appositasezione per il mondo arabo, i principali organismi internazionali aggregano le statistiche relative ai paesi arabi su basidiverse (es. Asia, Africa); il riferimento alla regione MENA (v. box 2), che è l'aggregato geograficamente piùprossimo, è utilizzato ad es. dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale. Per i dati relativi ai singolipaesi arabi si può fare riferimento alle schede paese nella terza parte del libro; i motivi della scarsa utilizzazione delconcetto di mondo arabo sono considerati nel capitolo tre.3 La superficie territoriale totale dei 22 paesi arabi è di 13.725.230 kmq (dati Istituto Geografico De Agostini,Calendario Atlante De Agostini 2007 , Novara, 2006). 

Box 2 I paesi del Medio Oriente e Nord Africa

La regione del Medio Oriente e Nord Africa (nota come MENA dall'acronimo del nome inglese: Middle East and North Africa) è convenzionalmente composta da tutti i paesi arabi, esclusi quelli delCorno d'Africa (Somalia, Gibuti e Comore) e con l'aggiunta dei paesi non arabi del Medio Oriente(Turchia, Israele, Iran).

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 7/45

 

7

questi grandi spazi desertici la scarsità delle risorse, soprattutto idriche, limita fortemente lepossibilità di insediamento e di sviluppo umano.

 I confini geografici: dall'Oceano al Golfo

Secondo la storica definizione nazionalista, il mondo arabo si estende "dall'Oceano al Golfo" (inarabo: min al-muḥīṭ ila-l-ḵalīğ)4 e infatti il suo confine occidentale è delimitato dall'OceanoAtlantico, sulle cui coste si affacciano per 2.000 km il Marocco, il Sahara occidentale (conteso tra

il Marocco e la Repubblica Sahrawi che vi è stata proclamata nel 1976) e la Mauritania. Il confinemeridionale del mondo arabo in Africa è invece segnato dalla regione del Sahel (la "costa" inarabo), la riva di quel gran mare di sabbia che è il deserto del Sahara; questo confine meridionale siè spostato nel tempo, lasciando oggi solo minoranze arabofone in Mauritania e nel Corno d'Africa, icui stati (Somalia, Gibuti, Comore) hanno comunque aderito alla Lega araba.Il confine settentrionale del mondo arabo, costituito in gran parte dal Mar Mediterraneo, è unconfine lungo 4.000 km che va dallo stretto di Gibilterra - circa 14 km nel punto più stretto - sinoalle coste meridionali della penisola anatolica, dove il confine settentrionale del mondo arabodiventa terrestre e coincide con il confine politico attuale tra Siria e Turchia. Anche il confinemediterraneo si è spostato nel tempo: in epoca medievale è risalito verso Nord, quando nei secoli IX- XI la Sicilia, Malta e gran parte della Spagna facevano parte del mondo arabo; in epoca moderna econtemporanea questo confine è stato, invece, scavalcato verso Sud, quando i paesi europei hannooccupato e colonizzato le coste del Vicino Oriente e dell'Africa settentrionale, mantenendovi a

tutt'oggi delle enclave nelle città spagnole di Ceuta e Melilla, nell'attuale Marocco. Oggi il confinemediterraneo del mondo arabo è al contempo una linea di demarcazione geopolitica tra l'UnioneEuropea a Nord e i suoi più poveri e turbolenti vicini del Sud, e un grande spazio di scambi umani(le migrazioni, il turismo), economici (la rete dei gasdotti), politici (il Partenariatoeuromediterraneo) e culturali (la musica, i cibi).Verso Est, il Canale di Suez scavato nel 1869 ( lungo 194 km, ma largo solo 300 metri) e il MarRosso (largo in media 150 km, ma solo 3 a Bab al-Mandeb), costituiscono il confine tra l'Africa el'Asia araba, che è stato sempre facilmente superato dalle popolazioni arabe rivierasche. Più a Est, ilvero confine orientale del mondo arabo è definito a Sud dalle strettoie del Golfo (arabo per gliArabi, persico per i Persiani), che lambisce le coste orientali della Penisola araba e, dopo lo strettodi Hormuz largo appena 39 km, si apre a sull'Oceano indiano. A Nord del Golfo arabo-persico, ilconfine orientale del mondo arabo è delimitato prima dallo Shatt al-Arab - il fiume formato dallaconfluenza del Tigri e dell'Eufrate- e poi dai sistemi montuosi dell'Iran. Anche i confini terrestri inAsia si sono spostati nel tempo, lasciando minoranze arabofone in quelli che sono oggi i territori diTurchia ed Iran.Nonostante la relativa mobilità storica dei confini politici e culturali, i confini fisici complessivi delmondo arabo sono delimitati chiaramente dalla geografia: due oceani ad Ovest ed Est (l'Atlantico adOccidente, l'Indiano ad Oriente), un deserto a Sud (il Sahara), un grande mare a Nord (ilMediterraneo, e gli altopiani turco-iranici a Nord-Est.

 L'habitat del mondo arabo

L'ambiente fisico (habitat), naturale o modificato dall'uomo, costituisce il riferimento primario perl'insediamento e lo sviluppo umano. L'habitat in cui si sviluppa la storia contemporanea del mondoarabo è caratterizzato dalla prevalenza dei climi aridi, dei territori desertici, e dalla scarsezza dellerisorse idriche, ma questo dato prevalente nasconde una grande varietà di ambienti, di paesaggi e di

usi del territorio: dagli uliveti mediterranei, alle nevi dell'altipiano marocchino, dalle megalopoliegiziane, alle steppe della pastorizia nomade. La diversità dei paesaggi è frutto di elementi naturaliquali la montuosità e la piovosità, ma anche dell'intervento umano che sin dall'antichità più remotaha modificato l'habitat di questa regione con l'irrigazione e l'urbanizzazione.

4 L'espressione è del siriano Sati' al-Husari (1879-1967), la cui opera ha contribuito in modo decisivo a definire icanoni del nazionalismo arabo.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 8/45

 

8

All'intersezione tra il continente africano e quello asiatico, la geologia del mondo arabo nascedall'incontro tra la placca euroasiatica e la placca continentale africana, che risale verso nord alritmo d'un centimetro l'anno. Segno dello scontro dei continenti è la lunga linea obliqua dellegrandi catene montuose, che da Ovest a Est sovrastano ampi tavolieri stepposi o desertici, come nelSahara e nel deserto sirio-arabico. Allo scontro continentale è dovuta anche la nascita di placchecontinentali minori, come quella che nel Mar Rosso separa l'Asia dall'Africa al ritmo di 19

centimetri l'anno. Ad Occidente, la linea obliqua delle montagne segna chiaramente l'habitat deipaesi arabi del Maghreb, dove le pianure costiere sono strette tra il Mediterraneo e il complessomontuoso dell'Atlante, profondo dai 300 ai 400 km, lungo 2000 km, e composto da tre sistemi dirilievi, che hanno il loro massimo sviluppo in Marocco e si esauriscono in Tunisia. Ad Oriente, laserie dei sistemi montuosi nati dallo scontro tra Asia e Africa termina, fuori dal mondo arabo, con isistemi montuosi dell'Iran e dell'Anatolia, che hanno una propaggine nel sistema montuoso delLibano e dell'Antilibano.

Questo sistema orografico crea nel mondo arabo una tripartizione tra ambienti costieri, montuosi edesertici, a cui corrispondono tre fasce climatiche principali, che vanno dal clima temperatomediterraneo al clima tropicale dei deserti, attraverso una zona di transizione più o meno ampia evariata; questa tripartizione degli ambienti e dei climi è molto netta in Marocco, Algeria e Libia,mentre nei paesi del Mashreq e della Penisola la fascia temperata e la fascia montuosa possono

mancare del tutto e l'ambiente desertico può prevalere ampiamente sugli altri.Le colture e gli allevamenti irrigui si svolgono nelle zone climatiche più favorite: le zonemediterranee, le zone irrigate dai grandi sistemi fluviali del Nilo e della Mesopotamia, e in quelsemicerchio di terre, denominato appunto "Mezzaluna (o Crescente) Fertile" che va dal Libano allavalle dell'Oronte (Libano-Siria), sino alle medie valli del Tigri e dell'Eufrate (Iraq). Nel resto deiterritori del mondo arabo colture e allevamenti, attività tutt'oggi fondamentali per lo sviluppoumano, dipendono invece da piogge scarse e irregolari, che alternano lunghi periodi di siccità apiogge torrenziali che travolgono i villaggi; ovunque, la scarsezza di terre fertili è aggravata daicrescenti fenomeni di desertificazione.

Ma è la scarsezza delle risorse idriche il dato ambientale che più influenza la geografia umana nelmondo arabo: ovunque nel mondo arabo la disponibilità di acqua dolce di tutti i tipi (piovana,fluviale o fossile) è inferiore alle necessità sempre crescenti, per l 'effetto combinato della crescitademografica, dello sviluppo economico e dell'urbanizzazione.Per contrastare la carenza d'acqua, fonte di tensioni e conflitti anche gravi tra gli stati (ad esempiotra Israele e i paesi arabi confinanti) poiché l'85% dei paesi arabi condivide le proprie risorse coipaesi confinanti, molti paesi arabi hanno sviluppato fonti idriche alternative come la dissalazione(diffusa soprattutto nei paesi della Penisola araba), e la canalizzazione delle acque fossili (utilizzatein Libia per creare il "Grande fiume artificiale"); tuttavia la situazione resta quella di una crisiidrica sempre più diffusa, aggravata dai crescenti fenomeni di inquinamento, specie nelle regionimediterranee. Tra i ventidue paesi oggi considerati in crisi idrica -cioè con una disponibilitàprocapite di meno di mille metri cubi di acqua dolce l'anno- dalla Banca mondiale, quindici sonopaesi arabi. La rapida crescita della popolazione, e specialmente gli alti tassi di urbanizzazione (siveda qui di seguito la sezione "geografia demografica"), unita all'utilizzo inefficiente delle scarserisorse, aggrava la crisi idrica del mondo arabo, per il quale si prevede un'ulteriore dimezzamento

delle disponibilità idriche nel corso dei prossimi 30 anni.5

La prevalenza degli ambienti desertici ela scarsità delle risorse idriche nel mondo arabo, spiegano chiaramente i motivi ambientali dell'altaconcentrazione delle popolazioni arabe in un alcune aree ristrette, caratteristica che va considerata

5 UNDP-AFESD Arab Human Development Report 2002, Undp-Rbas, New York, 200, pp. 44-48; Rached Eglal et al.Water Management In Africa And The Middle East . Challenges and Opportunities, Cairo, International DevelopmentResearch Centre (IDRC), 1996.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 9/45

 

9

nel quadro complessivo della geografia demografica del mondo arabo analizzata nella prossimasezione.

 La struttura demografica del mondo arabo6  

Dal punto di vista della geografia demografica, la popolazione del mondo arabo ha trecaratteristiche fondamentali: 1) è numerosa, 2) è giovane e in crescita, 3) la sua distribuzione sulterritorio è fortemente condizionata dall'ambiente.

Vista su scala mondiale, la dimensione demografica del mondo arabo è significativa, ma nonenorme: la somma delle popolazioni dei ventidue paesi della Lega araba a metà del 2007 è di 330milioni di persone, ovvero un ventesimo della popolazione mondiale, ma solo un quarto dellapopolazione dell'India e un quinto di quella della Cina; in totale, inoltre, tutti gli Arabi del mondonon sono molti di più dei cittadini di alcuni altri grandi paesi, ad esempio degli Stati Uniti ( 301milioni). Sempre dal punto di vista quantitativo, una caratteristica demografica significativa delmondo arabo è la varietà del rapporto tra dimensioni totali della popolazione e territorio nei singolipaesi, rapporto importante perché influenza per molti versi il profilo socio-economico dei vari paesiarabi e il loro ruolo nel sistema regionale. In base al rapporto popolazione/territorio, possiamodistinguere i paesi arabi in tre gruppi: a) paesi con ampi territori e popolazione scarsa (paesi dellaPenisola, Libia, Sudan); paesi con territorio scarso rispetto alla popolazione (Territori Palestinesi);paesi con un rapporto equilibrato tra dimensioni del territorio e della popolazione (tutti i rimanenti);gli effetti dell'appartenenza all'uno o all'altro gruppo variano in combinazione con altri fattori socio-

economici, ad esempio la ricchezza del paese (v. tabella 3). Un altro aspetto importante delrapporto popolazione/territorio è il fenomeno dell'urbanizzazione (vedi tabella 1), che influisce sumolti fenomeni sociologici ed ambientali (es. inquinamento). In termini assoluti, nel 2005 il paesearabo più popoloso era l'Egitto (74.032.844 abitanti), seguito dal Sudan (36.232.945) e dall'Algeria(32,853,798), mentre, all'estremo opposto, il paese meno popoloso erano le isole Comore (600.490abitanti), seguite dal Bahrein (710.617).

Tabella 1 Tassi di urbanizzazione (percentuale popolazione urbana sul totale)50% di popolazione urbana 50-80 % Più dell'80%

Comore, Egitto, Marocco, Somali,Sudan, Yemen

Algeria, Gibuti, Giordania,Iraq, Mauritania, Siria,Tunisia

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati ArabiUniti, Kuwait, Libano, Libia, Oman,Qatar,

Fonte: Arab Human Development Report 2002, p. 46.

6 Se non diversamente specificato, la fonte per tutti i dati forniti in questa sezione è l' Arab Human Development Report 

2002, op. cit. (AHDR 2002) i cui dati demografici sono riferiti al 2000.

SCHEDA 1. LE CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE in breve

La geografica fisica del mondo arabo è caratterizzata da:-  l'ampia estensione: 13 milioni di kmq , pari al 10,3% della superficie terrestre;);-  la prevalenza dei climi aridi e dei territori desertici su più del 50% della superficie totale);-  la scarsità delle risorse idriche disponibili per lo sviluppo umano (15 paesi arabi su 22 sono in

crisi idrica) .

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 10/45

 

10

La popolazione del mondo arabo continua a crescere ad un ritmo maggiore del resto del mondo(Africa subsahariana esclusa): infatti il mondo arabo ha un tasso di crescita medio dell' 1,9 all'anno,mentre il tasso medio mondiale è 1,1 (il tasso di crescita annuo della popolazione è il risultato delsaldo tra morti e nascite). La popolazione totale del mondo arabo è in effetti raddoppiata negliultimi cinquanta anni, grazie ad un rapido processo di modernizzazione sociale ed economica cheha caratterizzato la regione dagli anni Cinquanta in poi, ma proprio la modernizzazione ha portatooggi ad un rallentamento del tasso di crescita complessivo (v. tabella 2). Nel 1980 ogni donna araba

aveva in media 6,2 figli, ma oggi (dati AHDR 2005) il tasso medio di fertilità (cioè il numero mediodi figli per donna in età riproduttiva) si è dimezzato e si attesta a 3,2 mentre il tasso di fertilità diuna donna europea occidentale è 1,5 figli e quello di una donna indiana è 3,1. E' proprio a causa diquesto dimezzamento del tasso di fertilità delle donne arabe, che la popolazione nell'insieme delmondo arabo cresce oggi ad un tasso di poco superiore alla media mondiale.

Del profilo demografico del mondo arabo è importante sottolineare anche che si tratta di unapopolazione complessivamente giovane: più del 55% della popolazione del mondo arabo ha tra 0 e24 anni (mentre ne ha più di 28 in Europa Occidentale) e il 36% ha meno di 15 anni (contro il17,9% della media europea e il 28, 9 della media mondiale). Questa prevalenza dei giovani nellapopolazione totale del mondo arabo ha importanti riflessi sociologici ed economici; tra gli aspettisociologici indichiamo fenomeni socio-culturali complessi, quali la prevalenza di una "memoriastorica" collettiva più breve, e una maggiore tendenza sociologica alla violenza (statisticamente più

diffusa tra i giovani maschi); tra le implicazioni economiche della prevalenza delle prime classianagrafiche, segnaliamo i problemi dell'occupazione (su cui si veda anche la sezione "geografiaeconomica"), dovuti al fatto che un alto numero di giovani ogni anno entra in un mercato del lavorocaratterizzato comunque da alti tassi di disoccupazione.

Come al solito però questi dati statistici medi nascondono grandi differenze nella costituzionedemografica dei singoli paesi e delle diverse regioni del mondo arabo; uno dei motivi principali diqueste differenziazioni è l'ambiente, sia quello naturale che quello sociale creato dall'uomo. Perquanto riguarda l'ambiente naturale, la distribuzione della popolazione nel mondo arabo è, come si èdetto, oggi come in passato condizionata dall'ampiezza dei deserti e dalla scarsità delle risorseidriche, che hanno determinato la diffusione del nomadismo, come pure la concentrazione nellezone fertili della popolazione sedentaria. Questa concentrazione si è moltiplicata in epocacontemporanea in conseguenza dei fenomeni di modernizzazione, che hanno complessivamentefavorito l'inurbamento delle popolazioni rurali, così che oggi circa la metà della popolazione arabavive nelle aree urbane. Nonostante i tassi relativamente alti di urbanizzazione (v. tabella 1) i paesiarabi restano caratterizzati dalla diffusione di città di medie dimensioni (100-300.000 abitanti) esolo tre paesi (Egitto, Algeria e Marocco) hanno un alto numero di centri urbani più grandi. Ladensità media della popolazione nel mondo arabo è metà di quella mondiale (43 abitanti per kmq),ma il mondo arabo comprende anche alcune delle zone più popolate al mondo: la striscia di Gaza(16.450 ab/kmq) e il Cairo (10.050 ab/kmq), che è la città più popolosa del mondo arabo edell'Africa (la decima nel mondo). 7 Proprio il caso dell'Egitto dimostra però quanto può esserefuorviante nel mondo arabo fare riferimento ad una valutazione basata sulla semplice densità mediaaritmetica: infatti, se calcolata così (popolazione diviso territorio) la densità media in Egitto è di 77abitanti per kmq: tuttavia il 98% della popolazione egiziana è insediata in realtà sul 3% delterritorio, poiché le uniche terre coltivabili in Egitto sono concentrate nella Valle del Nilo, dove la

densità effettiva è dunque di 3.150 abitanti per kmq di terra coltivabile.

7 Dati Demographia World Urban Areas (World Agglomerations), Demographia, Belleville (Usa), marzo 2007.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 11/45

 

11

Per quanto riguarda l'ambiente creato dall'uomo, le variazioni più direttamente influenti per ilprofilo demografico sono quelle relative allo sviluppo sociale, economico e culturale. Così, adesempio, rispetto al già menzionato complessivo rallentamento della crescita demografica nelmondo arabo, i paesi arabi possono essere divisi in tre gruppi ( Tabella 2), corrispondenti a diversilivelli di modernizzazione socio-culturale, specie in relazione al ruolo della donna. Un altrosignificativo fenomeno di rilevanza demografica è rappresentato dagli importanti flussi migratoriche si muovono all'interno del mondo arabo (ad esempio tra paesi produttori di petrolio e non), ma

anche tra mondo arabo i paesi occidentali, e particolarmente tra paesi del Maghreb e paesi europeioccidentali; tali flussi migratori sono solo in minima parte frutto delle caratteristiche demografichedel mondo arabo e dipendono in misura molto più rilevante dalle sue caratteristiche economiche(alta disoccupazione) e politiche (conflitti).

Tabella 2 Tassi annui di crescita demografica  Meno del 2% 2-3% Più del 3%

Algeria, Egitto Libano,Marocco, Qatar, Tunisia

Bahrein, Comore, Emirati Arabi Uniti, Gibuti,Giordania, Iraq, Kuwait, Libia, Sudan, Siria

Arabia saudita, Mauritania, Palestina,Oman, Somalia, Yemen

Fonte: Arab Human Development Report 2002, p.37.

SCHEDA 2. LE CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE in breve

La geografia demografica del mondo arabo è caratterizzata da:

-  una popolazione numerosa, ma non enorme: nel 2007 gli Arabi sono un ventesimo dellapopolazione mondiale (Mondo = 6.625 milioni di abitanti, Mondo arabo = 330 milioni);

-  una popolazione condizionata dal clima: l'ampiezza dei deserti e la scarsità delle risorseidriche è all'origine della diffusione del nomadismo e della concentrazione degli insediamentiumani nelle zone fertili; la densità media della popolazione nel mondo arabo (24 ab/kmq) èmetà di quella mondiale, ma comprende anche alcune delle zone più popolate al mondo (Valledel Nilo, striscia di Gaza).

-  una popolazione giovane e in crescita rapida: la popolazione è raddoppiata negli ultimi 50anni, ma la crescita si è dimezzata ora che il tasso di fertilità medio (3,2 figli per donna) èsimile alla media mondiale; più del 55% della popolazione araba ha tra 0 e 24 anni e il 36%ha meno di 15 anni.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 12/45

 

12

CAPITOLO DUE

LE CARATTERISTICHE DEL MONDO ARABO:

GEOGRAFIA ECONOMICA E ANTROPOLOGICA 

 La struttura economica del mondo arabo8 

Le economie dei paesi arabi possono tutte definite come economie in "via di sviluppo", in base allacomposizione del prodotto interno lordo (Pil) e al livello del Pil procapite dei singoli paesi. Nelmondo arabo troviamo tuttavia un'ampia gamma di situazioni in relazione al reddito procapite, cioèalla divisione della ricchezza prodotta annualmente in ciascun paese (il Pil) per il numero degliabitanti, così che nel 2003 il reddito procapite variava dai $ 18.000 annui procapite dei cittadini delKuwait ai $ 350 dei cittadini dello Yemen (v. Tab. 1).

Tabella 3. Classificazione dei paesi arabi per pil pro capitePaese Pil pro capite ($) (2000, 2003*, 2006**)Paesi ad alto reddito 

Kuwait 20,578Qatar - (29, 800)**

Emirati Arabi Uniti - (49, 700 )**

Bahrein 10,850*Paesi a medio reddito

(Medio-alto) 

Arabia Saudita 9,240*Libia - (12, 300) **Libano 3,700(Medio-basso) 

Tunisia 2,100Algeria 1,550Giordania 1,500Egitto 1,400

Marocco 1,200

West Bank e Gaza 1,110*Siria 970

 

Paesi a basso redditoYemen 350Fonte: World Bank, World Development Indicators, 2005 e 2000/01; **stima: CIA World Factbook 2006.

La percentuale con cui ciascuno dei tre settori produttivi principali -agricoltura, industria e servizi-partecipa alla produzione della ricchezza nazionale (Pil) è indicativa della struttura di un'economia e,sotto questo aspetto, la struttura economica dei paesi arabi presenta alcune caratteristiche comuni: perquanto riguarda l'agricoltura, dagli anni '70 ad oggi si osserva un progressivo declino del contributo di

8 I principali dati socio-economici considerati in questo capitolo sono dettagliati per i singoli paesi arabi nelle schedepaese della terza parte del libro.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 13/45

 

13

questo del settore primario nella formazione del Pil; per quanto riguarda il settore secondario, cioèl'industria, si osserva un alto contributo dell'industria estrattiva (soprattutto del petrolio e del gas) nellaformazione del Pil, ma un basso contributo dell'industria manifatturiera (cioè dell'industria ditrasformazione); infine, per quanto riguarda il settore terziario, si osserva che i servizi (checomprendono sottosettori come l'istruzione e le forze armate) dagli anni '70 ad oggi hanno avuto unruolo crescente nella formazione della ricchezza nazionale.

Indubbiamente una delle principali caratteristiche che individuano il mondo arabo a livello mondiale èproprio l'abbondanza di materie prime energetiche (gas e petrolio). Tuttavia la distribuzione di questaricchezza tra i vari paesi arabi è diseguale e gli effetti sono molto articolati, al punto che,paradossalmente, questa benedizione naturale si può tradurre talvolta in un ostacolo per il sviluppoumano del mondo arabo, a causa degli effetti negativi che lo sfruttamento delle risorse energetichepuò generare sul piano politico, sociale, e persino economico. Nell'insieme, la geografia dell'energianel mondo arabo presenta tre caratteristiche complessive (v. tabella 4): la forte concentrazione delleriserve mondiali di energia nella regione: nel 2002 il mondo arabo possedeva il 69,5% delle riservepetrolifere e il 55% delle riserve gasiere globali; la netta divisione dei paesi arabi tra grandi produttori(Arabia saudita, Iraq, Kuwait ed Emirati), medio-piccoli produttori e non produttori di materie primeenergetiche; il ruolo preponderante dell'esportazione di idrocarburi nel Pil dei paesi arabi, anche per ipiccoli produttori (come ad esempio lo Yemen o la Tunisia).

Tabella 4 Petrolio e paesi arabi

Paesi Riserve di petrolio neipaesi arabi sul totalemondiale, 2002*

Esportazioni di petrolio(migliaia di barili per giorno,2006)

Esportazioni di petrolio come %delle esportazioni (1997)**

Grandi produttori Arabia Saudita 25% 9.208  90%

Iraq 10.7% 2.020  -Emirati Arabi U. 9.3% 2.568  38%

Kuwait 9.2% 2.665 85%Libia 2.8% 1.751 95%Qatar 1.5% 803 60%

Bahrein - 183  52%

Algeria 0.9% 1.369 96%Medi e piccoli produttori Oman 0.5% 29%

Egitto 0.4% 533 43%Yemen 0.4% 374 95%

Siria 0.2% 377 63%Tunisia - 70 9%Totale 69.5% -

Fonte: Opec Annual Statistical Bullettin 2006 ; **Henry Clement M. and R. Springborg, 2001, Globalisation and the Politics of Development in the Middle East . 

Un'ultima importante caratteristica comune delle economie dei paesi arabi è costituita dagli alti tassi

di disoccupazione, cresciuti dagli anni '90 in poi, periodo in cui a causa degli alti tassi di crescitademografica dei decenni precedenti (v. sopra geografia demografica) il numero di persone in cerca diimpiego (spesso il primo impiego) è cresciuto molto più rapidamente di quanto non sia cresciuta lacapacità delle economie arabe di creare posti di lavoro.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 14/45

 

14

Tabella 3 La disoccupazione nei paesi arabi

Paesi Tasso di disoccupazione anni Novanta

Algeria 26,4Bahrein 3,1

Egitto 8,7Giordania 14,4Kuwait 7,1

Libano 8,5Libia 11,2Marocco 15,1Oman 17,2

Qatar 5,1Arabia Saudita 15,0Siria 8,9Territoripalestinesi

51,0

Tunisia 15,6Emirati Arabi Uniti 2,6

Yemen 8,2Fonte: UNDP (2002), op. cit. 

 

SCHEDA 3. LE CARATTERISTICHE ECONOMICHE in breve

La geografia economica dell'area mondo arabo è caratterizzata da:

-  economie in via di sviluppo;-   forte disparità di ricchezza: tra i paesi produttori e non produttori di petrolio (e all'interno dei

singoli paesi).-  scarsa differenziazione delle economie: (produzioni e problematiche simili);-  squilibrio delle risorse: scarsezza delle risorse idriche, abbondanza le risorse energetiche

(petrolio e gas).-  gravi problemi dell'occupazione. 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 15/45

 

15

 La struttura antropologica del mondo arabo

Anche nel caso delle realtà socio-culturali complesse che si possono ricondurre al concetto digeografia antropologica del mondo arabo, il profilo tracciato nei paragrafi che seguono èsostanzialmente descrittivo e, più specificamente, si limita a descrivere la distribuzione sul territoriodelle comunità etniche, linguistiche e religiose in cui si identifica la popolazione del mondo arabo.Diversamente da quanto comunemente si crede, la geografia antropologica, o più semplicemente

socio-culturale, dei paesi arabi è caratterizzata nel suo complesso da una significativa affinità dellecaratteristiche etniche, linguistiche e religiose. Nonostante le differenziazioni locali siano spessodifficili da valutare a causa della scarsità, nella maggioranza dei paesi arabi di dati statisticiaffidabili, specie per quanto riguarda la consistenza delle minoranze confessionali ed etniche, si puòtuttavia affermare in che nell'insieme del mondo arabo l'affinità etnico-linguistico-religiosa prevalesulla pur ampia varietà di differenziazioni locali. Possiamo anzi affermare che il principalefondamento e sostegno dell'idea stessa di mondo arabo sta proprio in questa affinità del profilosocio-culturale delle società arabe, del patrimonio antropologico comune di usi e costumi in cuiquesta affinità si traduce, unita al forte collante della storia comune descritta nella seconda parte dellibro. 9 

 La geografia etno-linguistica Il concetto di etnia, che considera le comunità sociali umane oggettivamente definibili sulla base di

fattori razziali, culturali, linguistici e geografici, è un concetto discutibile tanto nei suoipresupposti che nella sua utilità pratica; faremo comunque riferimento a questo concetto perdescrivere la distribuzione geografica nel mondo arabo dei principali gruppi umani che siautodefiniscono su base etnica.10 

Nel Maghreb, l'Occidente del mondo arabo, l'unica significativa differenziazione etnica è tra gliArabi, arrivati con la conquista islamica nel VII sec. d.C., ed i Berberi (gli Imazighen "uominiliberi"), il gruppo etnico indigeno della regione (i Numidi dei Latini), dotato di una lingua(Tamazight ) dai molti dialetti, di una cultura consuetudinaria propria, e di molti sottogruppi (ad es.Kabili e Tuareg). Le popolazioni berbere sono presenti in tutto il Maghreb (sino all'Egitto incluso) ein alcuni paesi subsahariani; i Berberi rappresentano circa il 33% della popolazione in Marocco, il21,5% in Algeria, il 3% in Tunisia e il 5,4% in Libia, ma la differenziazione culturale tra Arabi eBerberi è spesso sottile, perché nei secoli i due gruppi etnici si sono fortemente mescolati e l'unicodiscrimine riposa sull'uso della lingua (si stimano tra i 14 e i 25 milioni di berberofoni) e sullerivendicazioni autonomistiche, particolarmente vive nella regione della Kabilia (Algeria nord-occidentale).

Nella Valle del Nilo i principali gruppi etnici non arabi sono costituiti da una varietà di gruppi dineri africani, che in Egitto sono poco rappresentati, ma in Sudan costituiscono il 52% dellapopolazione (la quasi totalità nelle regioni meridionali); sono presenti anche Arabi di originecuscitica (ad es. i Beja, i più probabili discendenti degli antichi Egizi). Nei paesi arabi dell'Africasubsahariana (Mauritania, Somalia, Gibuti, Comore) gli Arabi sono addirittura una minoranzaetnica (ad es. sono circa 30.000 in Somalia), motivo per cui l'effettiva appartenenza di questi paesi,che solo di recente sono divenuti membri della Lega araba (v. box 1), al sistema regionale arabo èdiscutibile dal punto di vista dell'affinità etnica e linguistica; in Mauritania, ad esempio, i principali

gruppi etnici sono africani (Mauri, Wolof, Toucouleur) e l'arabo, pur essendo la lingua ufficiale, èmolto meno parlato delle lingue africani locali (Pulaar, Soninke, Hassaniya, Wolof). Da punto divista della diversità linguistica, va rilevato anche l'uso della lingua copta (derivata dall'antico

9Nella terza parte del libro i principali dati socio-culturali considerati in questa sezione sono dettagliati per ogni singolopaese arabo.10 Ugo Fabietti, Culture in bilico. Antropologia del Medio Oriente, Milano, Bruno Mondadori, 2002, pp. 121-123.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 16/45

 

16

egiziano) come lingua del culto delle comunità copte cristiane, diffuse soprattutto in Egitto e Sudan(v. sotto).Nella Penisola invece, che è il luogo d'origine dell'etnia araba, l'omogeneità etno-linguistica dellapopolazione è quasi assoluta, ed è bilanciata solo da qualche piccola comunità di origine indianasulla costa orientale ed africana sulla costa occidentale. Nei paesi del Mashreq la diversificazioneetnica è indubbiamente maggiore, ma non tanto da giustificare la diffusa immagine d'un MedioOriente arabo etnicamente frammentato. La sola comunità etno-linguistica non araba

numericamente importante è infatti quella dei Curdi, che costituiscono circa il 22% dellapopolazione in Iraq e l'8% in Siria; le altre comunità etno-linguistiche del Mashreq (turchi, circassi,armeni) sono poco diffuse e poco numerose: solo gli Armeni hanno una presenza significativa inSiria e Libano, dove rappresentano rispettivamente il 2,7 e il 6,8% della popolazione.

 La geografia confessionale

Ebraismo, Cristianesimo ed Islam, le tre grandi religioni monoteiste del mondo, sono tutte nate inquello che è oggi il mondo arabo, dove continuano a convivere comunità confessionali appartenentia tutte le correnti (denominazioni, chiese, sette) storicamente sviluppatesi in seno a ciascuna diqueste tre grandi religioni. Tuttavia oggi la stragrande maggioranza (più del 95%) degli Arabi sonomusulmani, per lo meno in senso statistico e culturale; di conseguenza il rapporto tra le diverseconfessioni religiose nel mondo arabo si pone sempre come un rapporto tra maggioranza e

minoranze che, anche qui, è spesso difficile e controverso.11 In quasi tutti i paesi arabi lamaggioranza della popolazione è musulmana sunnita, mentre le minoranze sono principalmentecostituite da altre denominazioni musulmane (principalmente sciite) o da Cristiani; le comunitàebraiche invece sono residuali, poiché dopo il 1948 la maggioranza degli Ebrei dei paesi arabi èemigrata, per scelta o per forza, per insediarsi in Israele, dopo la creazione del nuovo stato inconflitto col mondo arabo. Anche le comunità cristiane arabe, concentrate soprattutto nella Valledel Nilo e nel Mashreq, sono oggi in forte diminuzione per l'emigrazione e la denatalità dovuta aiconflitti (specie in Iraq, Libano e Palestina).12 Delle quattro regioni principali del mondo arabo, il Maghreb e la Penisola, sono le più omogeneedal punto di vista religioso. In Marocco, Algeria, Tunisia e Libia la quasi totalità (99,5%) dellapopolazione è musulmana sunnita e il resto è composto da cattolici (specie in Tunisia), da piccole eantiche comunità ebraiche (Marocco, Tunisia), e da un'ancor più piccola comunità musulmanaibadita (circa 150.000 persone, la cui confessione deriva dallo scisma dei Kharigiti) divisa tra lavalle di Mozab in Algeria, l'isola di Jerba in Tunisia (dove sono anche gli Ebrei tunisini) e il JebelNefusa. Nei paesi arabi della Penisola i musulmani sunniti sono la quasi totalità della popolazione,ma esistono anche delle importanti comunità sciite, che in Bahrein costituiscono la maggioranza(60,9%) e in Arabia saudita una minoranza piccola (3,4%), ma concentrata nella regione orientaledi al-Hasa, la più ricca di giacimenti petroliferi. Piccole comunità cristiane immigrate sono presentiin tutti i paesi della Penisola, mentre nei meridionali e orientali della Penisola sono inoltre presentianche altre comunità, tra quelle musulmane gli sciiti zaiditi e ibaditi, maggioritari rispettivamentenello Yemen e in Oman, tra quelle non musulmane segnaliamo la comunità indiana hindu (7,4%)omanita.

11 Per un primo inquadramento dell'evoluzione storica del rapporto maggioranza-minoranze nel mondo arabo-islamicov. Piergiovanni Donini Le minoranze, Enciclopedia EDM del Mediterraneo, Milano, Jaca Book, 1998, pp. 61-83; alcunidei dati utilizzati in questa sezione sono ripresi da Gema Martin Muňoz et al. El Islam y el Mundo Arabe: Guia

 Didactica, Madrid, Agencia Espaňola de Cooperacion Internationale, 1996, pp. 246-247.12 Sulla situazione dei cristiani nei paesi arabi si veda Andrea Pacini, (a cura di), Comunità cristiane nell'islam arabo.

 La sfida del futuro Torino, Fondazione Agnelli, 1996; sulla consistenza delle comunità ebraiche nei paesi arabi si vedaYoussef Courbages, Philippe Fargues Chretiens et Juifs dans l'Islam arabe et turc, Paris, Fayard, 1992. 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 17/45

 

17

Nei paesi della Valle del Nilo, Egitto e Sudan, le comunità non musulmane hanno un peso maggiorenell'insieme della società. In Egitto i cristiani copti sono circa 7 milioni, cioè l'8-10% dellapopolazione (ma, come in altri casi, i dati statistici sono controversi). 13Questa chiesa monofisitacristiana nata nei primi secoli del Cristianesimo, ha un proprio papa, ha sede ad Alessandria edestende la sua giurisdizione canonica sugli altri paesi in cui sono presenti comunità copte (Etiopia,Eritrea, Sudan e, in misura minima, Libia). Proprio in Sudan la maggioranza musulmana sunnita(70%) concentrata nel Nord del paese convive con le comunità cristiane (copti, ma anche cattolici,

episcopali e presbiteriani) che rappresentano tra il 5 e il 9 % della popolazione e sono diffusesoprattutto a Sud, assieme a quel 25% di abitanti che seguono le religioni tradizionali (animiste)africane.

Ma è nei paesi arabi del Mashreq che coesiste la maggiore pluralità di comunità confessionali. Lamaggioranza delle comunità confessionali del Mashreq appartengono comunque all'Islam che èdistinto al suo interno, ricordiamolo brevemente, tra musulmani sunniti (ahl al-sunna), la comunitàmaggioritaria in tutto il mondo islamico, e una serie di comunità originate dai vari scismi che hannocaratterizzato la storia musulmana, specie nei primi secoli, di cui la comunità degli sciiti (ahl al- šiʻa)è la più importante, sia nel mondo arabo che nel resto del mondo musulmano.14 La correntedottrinaria principale in seno alla comunità sciita è quella imamita (o duodecimana, cioè dei dodiciimam), a cui fa riferimento la popolazione sciita maggioritaria in Iraq (62,5%) e in Libano (34,1%), mentre il circa 12% di sciiti presenti in Siria appartiene ad altre correnti sciite: gli Alawiti

(9%) al Nord e a Sud i Drusi (3%), presenti anche in Libano e in Israele. Altrettanto numerose, mamolto meno importanti numericamente, sono le comunità cristiane del Mashreq dove sono presentiben 12 diverse denominazioni cristiane, tra cui le cosiddette Chiese d'Oriente ( Caldei, Latini,Melchiti, Maroniti, Siriaci ecc.) che si distinguono anche in base al loro rapporto con la Chiesacattolica di Roma. Il peso politico delle divisioni confessionali è oggi particolarmente evidente inLibano, in Iraq e nell'area della Palestina storica, divisa tra lo stato di Israele e i Territori palestinesioccupati.

Sin qui correttore

In conclusione di questa rapida e parziale rassegna della geografia comunitaria del mondo arabo, varibadito che, benché si possa affermare che nel mondo arabo "c'è una minoranza per ogni letteradell'alfabeto" (Armeni, Curdi, Berberi, Drusi e così via), l'enumerazione delle diverse comunità nondeve far perdere di vista quanto sottolineato in apertura di questa sezione, e cioè che data l'assolutaprevalenza della comunità etnico-lingusitica araba e della religione musulmana, il mondo arabo ècomplessivamente omogeneo dal punto di vista comunitario. Tuttavia nei singoli paesi arabi esisteun'ampia varietà di situazioni, poiché in ciascuna macro-regione e in ciascun paese il "mosaicocomunitario" si compone in modo specifico: talvolta, come nel caso dei paesi del Maghreb,all'omogeneità religiosa si contrappone una relativa varietà etnico-linguistica (i Berberi), in altricasi, come in Egitto e Sudan, una comunità etnica e confessionale, gli Arabi sunniti, convivono conuna gamma di minoranze confessionali ed etniche; in alcuni paesi, e specialmente nel Mashreq, lecombinazioni del mosaico comunitario sono molto differenziate (nel box 3 sono visualizzati i casidell'Egitto, del Libano e dell'Iraq).

13 Philippe Fargues "I cristiani arabi dell'Oriente: una prospettiva demografica", in A. Pacini op. cit., p. 65-66. 14 per un'introduzione all'Islam e alle sue confessioni si vedano almeno Alessandro Bausani L'Islam, Milano, Garzanti,1980; Henri Laoust Gli scismi nell'Islam, Genova, Ecig, 2002 [1965]; sullo sciismo e gli sciiti: Leonardo Capezzone,Marco Salati L'Islam sciita. Storia di una minoranza, Roma, Edizioni Lavoro, 2006; Biancamaria Scarcia AmorettiSciiti nel mondo,Roma, Jouvence, 1994.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 18/45

 

18

SCHEDA 4. CARATTERISTICHE SOCIO-CULTURALI 

La geografia socio-culturale del mondo arabo è caratterizzata da:- una complessiva omogeneità che si fonda sull'assoluta prevalenza numerica della comunitàetnica e linguistica araba e della religione musulmana; questa omogeneità complessiva prevalesulla pur ampia differenziazione dei "mosaici comunitari" dei singoli paesi arabi;

- convivenza di Cristianesimo, Ebraismo e Islam, le tre grandi religioni monoteiste, originariedella regione;- religione islamica maggioritaria (più del 90% della popolazione in tutti i paesi, adesclusione del Libano, differenziata tra varie confessioni (sunniti, sciiti) e sette (drusi, alawiti);sciiti maggioritari in Bahrein, Iraq, Libano.- altre religioni minoritarie (Ebraismo e Cristianesimo), differenziate per denominazione(es. cristiani copti, siriaci, maroniti) e concentrazione (es. grandi minoranze cristiane autoctone inEgitto, Libano e Sudan).- predominanza del gruppo etno-linguistico arabo, persiano (il mondo arabo si distingue perl'assoluta prevalenza dell'arabo).- presenza di numerose minoranze etno-linguistiche: Ebraico, Curdo, Berbero più unamiriade di comunità etno-linguistiche minori (es. Armeni in Siria).- " mosaici comunitari": la diversa combinazione delle comunità religiose ed etno-linguistiche nei diversi paesi.

- l'eredità storica (ottomana e coloniale) comune a tutto il MENA pur con ampie variazionesubregionali e nazionali.- L'intensità delle relazioni sociali, culturali e politiche tra i paesi arabi: dopo la divisionepolitica della regione conseguente alla fine dell'impero ottomano, i paesi arabi hanno mantenuto ecreato tra loro relazioni particolarmente intense, mentre le relazioni tra i paesi arabi e non arabi sonodivenute scarse.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 19/45

 

19

Box 3 Esempi di composizione comunitaria: Iraq, Egitto, LibanoIRAQComunità etno-linguistiche Comunità confessionali

EGITTO

LIBANO

Fonte: Global Connections 2002, http://www.pbs.org/wgbh/globalconnections/mideast/maps/demo.html 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 20/45

 

20

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 21/45

 

21

CAPITOLO TRE

LA DEFINIZIONE DEL MONDO ARABO

Dopo aver analizzato le caratteristiche del mondo arabo nelle diverse dimensioni della geografiaumana, in questo capitolo considereremo il concetto mondo arabo sotto un diverso profilo, quellodella problematica relativa alla sua definizione terminologica, identitaria e geopolitica. Peranalizzarlo in questa prospettiva dobbiamo innanzitutto inziare a considerare il mondo arabo comeun sistema regionale, utilizzando cioè il concetto di "sistema regionale", elaborato nello studio dellerelazioni internazionali.15 In quest'ambito un sistema regionale è definito come: "un insieme di statiche non solo hanno caratteristiche comuni, ma anche specifici rapporti e comportamenti".16 

Semplificando, possiamo dire perciò che guardare all'insieme dei paesi arabi come ad un sistemaregionale significa adottare lo stesso approccio che si utilizza quando parliamo di "Europa", inveceche di paesi europei.

Applicando la definizione di sistema regionale al mondo arabo vediamo che l'esistenza del mondoarabo è definita dalle comuni caratteristiche della geografia umana, considerate nei capitoliprecedenti, nonché dalle speciali relazioni sociali, culturali, politiche ed economiche intercorse tra ipaesi arabi in epoca contemporanea, analizzate in prospettiva storica nella seconda parte del libro. Inaltri termini, l'approccio sistemico consente di individuare ed analizzare il mondo arabo non solo sullabase di criteri oggettivi e quantificabili -ad esempio l'intensità quantitativa degli scambi politici oeconomici al suo interno- ma anche in relazione a criteri più soggettivi e relazionali -quali la storia ela cultura comune- che sono alla base della autodefinizione identitaria del mondo arabo, storicamenteespressa nell'arabismo, che contribuisce alla specificità dei paesi arabi contemporanei.

Applicare il concetto di sistema regionale al mondo arabo significa perciò riconoscere che i paesiarabi, pur essendo anche molto diversi tra loro, condividono caratteristiche comuni, come purespecifici rapporti e comportamenti, e perciò costituiscono un sistema, un mondo; il mondo arabo,appunto. Questo approccio sistemico non toglie nulla alla necessità di studiare individualmente i varipaesi arabi, ed anzi aggiunge allo studio dei singoli paesi una prospettiva ulteriore.

  Definizione terminologica

15Altri sistemi regionali sono, ad esempio, il sistema latino-americano e il sistema del sud-est asiatico; per

approfondimenti: Richard Falck et al. (eds.) Regional Politics and World Order New York, W. H. Freeman,1973;Louise Fawcett, Andrew Hurrell, (eds.) Regionalism in World Politics: Regional Organization and International Order  Oxford, Oxford University Press, 1996.

16 Louis J. Cantori, Steven L. Spiegel, The International Politics of Regions: A Comparative Approach, Englewood

Cliffs, Prentice-Hall Inc, 1970, p. 25. Per una dettagliata applicazione di questo concetto al mondo arabo v. Bassam TibiConflict and War in the Middle East, 1967-91, London, Macmillan, 1993, pp. 22-60; Bahgat Korany  "La nation danstous ses etats: dialectique unité/diversité", Les régimes politiques arabes, M. K. FLORY, Bahgat; Mantran, Robert;Camau, Michel; Agate, Pierre, Paris, Presses Universitaires de France, 1990, pp. 143-202. 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 22/45

 

22

E' utile iniziare a definire il mondo arabo partendo dalla questione terminologica, perché, come sivedrà, questa è spesso lo specchio non solo della complessità della storia contemporanea, ma anchedelle diverse definizioni identitarie che vengono date di questa regione. Nelle relazioniinternazionali, così come nell'uso corrente, i paesi arabi sono nella maggior parte dei casiconsiderati parte di una regione denominata "Medio Oriente", termine che è attualmente usato perindicare, in breve, la regione del Medio Oriente e Nord Africa, che include tutti i paesi, arabi e non,dell’area compresa tra lo stretto di Gibilterra ad Ovest e lo stretto di Hormuz ad Est. Per definire la

regione a cui appartengono i paesi arabi dobbiamo dunque parlare di "Medio Oriente" o di "Mondoarabo"? In termini matematici potremmo dire che il “mondo arabo” è un insieme unito ma distintodall'insieme Medio Oriente, un insieme cioè ne condivide molte caratteristiche, ma se ne differenziaper altre, ad esempio non comprende Iran, Israele e Turchia (paesi non arabi) [v. cartina 2]. Vaquindi sottolineato che guardare ai paesi arabi come parte del Medio Oriente piuttosto che delmondo arabo, non solo implica criteri di definizione diversi (come si è visto ad esempio in ambitostatistico) ma può, talvolta, anche sottintendere una specifica tra le diverse visioni geopolitiche edidentitarie, analizzate in breve qui di seguito.In ogni caso, il termine Medio Oriente è quello oggi prevalente nella maggioranza dei paesioccidentali per indicare la regione a cui appartengono i paesi arabi, ed è perciò anche quelloadottato dalle principali organizzazoni internazionali. Nell'uso attuale il termine include una serie disottoregioni: il Nord Africa, il Vicino oriente (o Levante) la Penisola e il Golfo. Tuttavia, seproviamo a identificare sulla cartina quali gruppi di paesi indica ciascun termine, scopriamo che la

loro consistenza geografica varia non solo nelle diverse lingue e nelle diverse epochecontemporanee, ma anche in uno stesso periodo nello stesso paese.Un esempio del primo caso è termine d'origine araba Maghreb (anche Magreb) che è attualementeusato come sinonimo di Nord Africa; tuttavia il termine Nord Africa include tutti i paesi africanirivieraschi del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto), mentre il termineMaghreb esclude l'Egitto (e talvolta anche la Libia). Un esempio di variazione storica viene invecedall'uso diplomatico nelle lingue occidentali, dove sino alla prima guerra mondiale, il termine"Vicino oriente" comprendeva tutti i territori orientali più prossimi all'Europa, sino all'Irancompreso; "Vicino oriente" aveva allora il senso che ha oggi "Medio Oriente" (senza il NordAfrica), termine entrato in uso solo dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto ad opera degliUsa.Gli usi contraddittori nella stessa lingua e nello stesso periodo abbondano: ancora oggi il MedioOriente è spesso inteso in senso ristretto (cioè escludendo il Nord Africa), ma altre volte è"allargato" all'Asia centrale o addirittura sino al Bangladesh, come nell'ambito iniziativadiplomatica per il "Grande Medio Oriente" lanciata dal Vertice degli Otto Grandi (G8) nel 2004;però, nello stesso periodo, il responsabile per quest'area del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti,dirigeva "l'Ufficio degli Affari del Vicino Oriente". Ancora più significativo è l'uso invalso neimezzi di informazione dell'espressione "conflitto in Medio Oriente" per indicare il conflitto arabo-israeliano, e più particolarmente quello israelo-palestinese, che vede direttamente coinvolti unnumero di paesi molto più ristretto di quelli che fanno parte del Medio Oriente.

 Le regioni del mondo arabo

A questo punto, ormai consapevoli che la terminologia geografica è, qui come altrove, fortementeinfluenzata da fattori storici, politici e culturali, possiamo passare ad elencare i termini chedefiniscono oggi in arabo le diverse regioni di cui si compone mondo arabo. Anche in questo caso

esistono più definizioni, ma la terminologia che indichiamo qui di seguito è la più utile ad orientarsinella storia contemporanea del mondo arabo considerata nella seconda parte di questo libro. Ilmondo arabo è diviso in quattro macroregioni principali: il Maghreb; la Valle del Nilo; il Mashreq;la Penisola araba.Maghreb (al-Ma ġrib) in arabo significa “ il luogo dove tramonta il sole”, "Occidente", ed è infattila regione più Ovest del mondo arabo, nota nelle lingue occidentali come Nord Africa o, in temini

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 23/45

 

23

più specificamente geografici, Africa nord-occidentale. Oggi sono cinque i paesi arabi consideratiparte del Maghreb: Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia, e Libia; tuttavia sino agli anni CinquantaLibia e Mauritania non erano considerati parte integrante del Maghreb, a causa della loro diversitàstorico-culturali rispetto a Marocco, Algeria e Tunisia, i tre paesi paesi che costituiscono il nucleocentrale della regione. Va altresì notato che l'Egitto, pur facendo indubbiamente partegeograficamente dell'Africa del Nord, non è compreso tra i paesi consdierati parte dellamacroregione del Maghreb/Nord Africa.

La denominazione di Valle del Nilo ( in arabo: wad ī al-nī l) per definire la macroregione dell’AfricaNord orientale composta da due tra i più grandi paesi arabi: l’Egitto e il Sudan, è utilizzatararamente; nella maggior parte dei casi sia in arabo che nelle lingue occidentali si parlasemplicemenete di Egitto, dato che questo che è lo stato più antico del mondo si distingue confacilità dal resto dei paesi circostanti sotto il profilo sia storico che goegrafico distinguendo.Tuttavia Egitto e Sudan compongono una diade inscindibile, un'entità distinta, se non proprio unamacroregione, le cui vicende storiche, anche in epoca contemporanea, sono state strettamentecollegate dalla comune appartenenza al sistema fluviale nilotico. La regione della Valle del Niloconfina brevemente a Sud con un'altra regione legata al mondo arabo, quella del Corno d'Africa dicui fanno parte tre stati membri della Lega araba: Gibuti, Somalia e isole Comore.

Mashreq, il nome della terza macroregione del mondo arabo, in arabo significa “ il luogo dove

sorge il sole”, cioè Oriente o Levante. Fino all'Ottocento, il termine Mashreq poteva indicare inarabo tutti i paesi arabi che non fanno parte del Maghreb. Nell'uso contemporaneo il termineMashreq ha acquisito via via un significato più specifico e oggi può esser ancora utilizzato perindicare tutti i paesi arabi "ad Est di Suez", ma nella maggior parte dei casi identifica un'area piùristretta, indicata nelle lingue occidentali come Vicino Oriente arabo, che comprende cinque paesiarabi: Siria, Libano, Palestina, Giordania, Iraq. In questa accezione più ristretta il termine Mashreqcomprende tutti i territori della cosiddetta Mezzaluna fertile (v. "l'habitat del mondo arabo") edequivale alla somma dei territori ricompresi sotto le denominazioni di Grande Siria (denofinitianche come "Siria ottomana" o "Bīlad al-Šām"). Questa definizione più ristretta della macroregionedel Mashreq si è diffusa negli ultimi decenni, via via che è invalso l'uso di considerare come unaregione separata quella della Penisola araba.La macroregione della Penisola araba comprende sette paesi arabi: Kuwait, Arabia Saudita,

Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen. La regione comincia ad essere nota anchenelle lingue occidentali come Jazira, ma poiché l'individuazione di questa come una delle grandiregioni del mondo arabo è un fatto relativamente recente e risale al boom petrolifero degli anniSettanta, l'uso terminologico è ancora incerto e in arabo si parla ancora in modo in intercambiabiledi paesi della Penisola araba (Ğazirat al-ʻarab) o di paesi del Golfo (duwwal al-ḵal īğ), gruppo che

in realtà dovrebbe comprendere anche l'Iraq (che è arabo e si affaccia sul Golfo).

In conclusione, anche la rassegna della terminologia utilizzata in arabo per indicare le diverseregioni di cui si compone il mondo arabo c permette di ribadire che la definizione terminologica èsostanzialmente una definizione identitaria, cioè influenzata dall'identità storica e culturale di chi lautilizza. 

 Definizioni geopolitiche ed identitarie Negli ultimi cento anni, nelle relazioni internazionali si sono evidenziate tre tipi di visioni dellaregione di cui fanno parte i paesi arabi: la visione delle principali potenze mondiali con fortiinteressi strategici nella regione (Europa, Russia, Usa, Cina); la visione degli paesi non arabi dellaregione (Iran, Turchia, Israele); la visione degli paesi arabi (i ventidue paesi della Lega araba).Ciascuna di queste visioni è mutata nel tempo, col mutare degli interessi e delle identità culturali,

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 24/45

 

24

nei modi sinteticamente descritti qui sotto. Facendo riferimento a diverse teorie delle relazioniinternazionali, possiamo definire queste differenti visioni della regione come "visioni geopolitiche",determinate cioè dall'influenza dei fattori geografici sugli interessi politici dei paesi interessati aldominio della regione, oppure come "visioni identitarie", legate cioè alla definizione dell'identitàculturale della regione datane dai paesi interessati; quello che è importante sottolineare qui è che,comunque ne vogliamo intepretare l'origine e l'evoluzione, si tratta in ogni caso di visionisoggettive, legate agli interessi e alla cultura dei paesi coinvolti.

 La visione geopolitica delle potenze esterne Questa visione è compendiata nel concetto di Medio oriente che si è storicamente formato nel XIX-XX secolo in relazione agli interessi economici e militari delle principali potenze mondiali: “MedioOriente” e “Vicino Oriente” sono denominazioni eurocentriche che definiscono quest'area in basealla sua posizione geografica mediana tra l’Europa e l’Oriente per eccellenza (India e Cina): insenso oggettivo infatti, ad esempio rispetto all’Africa, al Giappone o all’Australia, i paesi dellaregione non sono affatto “in mezzo”.Nella storia europea, almeno dal XIV sec. in poi, il rapporto coi paesi della regione oggi definitacome Medio oriente ha assunto due valenze strategiche complementari: da un lato una valenzadifensiva del territorio e degli interessi europei, ciclicamente minacciati dall'avanzata degli imperiislamici occidentali (arabi prima, turchi poi), dall'altro una valenza in funzione dell'ambizione diespansione, soprattutto economica, tramite l'apertura delle vie per l'Oriente e le sue ricchezze. Nel

XIX sec. il controllo dei paesi della regione, oggi definita come Medio Oriente, ha assunto ulterioreimportanza strategica per assicurare l'accesso marittimo e terrestre ai grandi imperi colonialieuropei in Africa e in Asia, in particolare per i collegamenti con l'India britannica che passavanoattraverso il canale di Suez (aperto nel 1869) e il Mar Rosso, o attraverso il porto di Basra (Iraq) ele coste orientali della Penisola araba. Dall'inizio del XX sec. l'adozione del petrolio comecombustibile, prima per la marina da guerra inglese e poi via via per tutti i trasporti civili mondiali,ha ulteriormente moltiplicato gli interessi strategici mondiali verso il Medio oriente, dove il petrolioè stato scoperto prima in Iran (1906) e poi in Iraq.

In epoca contemporanea il Medio oriente ha sempre costituito l'oggetto di specifici interessi epolitiche da parte delle potenze esterne, il cui contenuto è riassunto in una serie di definizioniproprie della storia diplomatica, che evindenziano come il Medio oriente, in ogni epoca dell'etàcontemporanea, abbia avuto un ruolo importante, se non centrale, nelle questioni strategiche piùrilevanti per le relazioni internazionali. Il Medio oriente, infatti, è stato dapprima parte della"Questione d'Oriente", ovvero della 'minaccia' rapresentata per gli equilibri europei dal declinodell’impero ottomano, dal Congresso di Vienna del 1815 sino alla prima guerra mondiale; poi della"Questione coloniale", ovvero del problema della spartizione e del mantenimento delle zoned’influenza europee in Africa e Asia, dal Congresso di Berlino 1879 sino alla decolonizzazionedopo la seconda guerra mondiale. Dopo questo conflitto il Medio oriente ha avuto parte importantenella "Questione dell’allineamento" ai due blocchi Usa-Urss (e non allineamento) e, più ingenerale,nelle alterne dinamiche della guerra fredda (1947-1989) dalla conferenza di Yalta in poi. Crollato ilsistema internazionale bipolare il Medio oriente ha avuto un ruolo centrale nella "Questione delnuovo ordine mondiale", soprattutto come primo terreno in cui gli Stati Uniti hanno sperimentato,con la guerra del Golfo e l'avvia del processo di pace arabo-israeliano del 1991, le diversepossibilità di gestione (multilaterali e unilaterali) della loro nuova egemonia mondiale; infine, dopo

il 2001 il Medio Oriente è divenuto il principale campo di battaglia per la "Questione della guerraglobale al terrorismo" e la relativa competizione per il controllo di quello che gli Usa definiscono ilGreater Middle East (dall’Afganistan all’Egitto passando per il Golfo).La visione geopolitica che le potenze esterne hanno del Medio oriente caratterizza la regione in baseai suoi rapporti internazionali: ad esempio distinguendo le politiche da seguire verso i vari paesi inbase alle sfere d'influenza esterna: inglese o francese in epoca coloniale; occidentale o comunista

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 25/45

 

25

durante la guerra fredda; "dell'asse del male" durante l'attuale fase di "guerra globale al terrorismo".Questa caratterizzazione è spesso in contraddizione con la definizione che i paesi della regione, oalcune componenti socio-politiche al loro interno, danno di se stessi e dei propri interessi. Inparticolare, la visione occidentale ha quasi sempre teso a sminuire le specificità del mondo arabo,preferendo considerare i singoli paesi come componenti separate d'un Medio Oriente frammentato,definito nelle diverse epoche in base agli interessi strategici ricordati sopra.

 La visione dei paesi non arabi della regioneIran, Turchia ed Israele hanno in genere sostenuto l’idea occidentale di Medio Oriente, perché è inquesto contesto che possono promuovere legittimamente la loro influenza regionale, mentre sonoesclusi o marginalizzati in un sistema regionale definito come Mondo Arabo. Perciò questi tre paesidefiniscono la regione a cui appartengono come Medio oriente, del quale tuttavia non consideranomembri i paesi arabi Nord Africa. Aldilà di questa comune visione del Medio Oriente, Iran, Turchiae Israele interagiscono col sistema regionale in base ai propri interessi nazionali, che possono esserediversi o contrapposti, sia tra loro che rispetto alle potenze esterne, anche se esiste una tendenzastorica alla cooperazione tra questi tre paesi che nel Medio oriente costituiscono una minoranzarispetto ai paesi arabi.

Nella Turchia contemporanea, dalla fondazione della Repubblica nel 1923 in poi, le elite dirigentihanno sempre rivendicando il primato dell' identità occidentale tra le molteplici identità politico-

culturali del paese (asiatica, occidentale, islamica e medio orientale). Questa vocazione, fortementeconnessa al nazionalismo autoritario e modernizzatore del fondatore della moderna Turchia, Kemal"Ataturk" (padre dei Turchi), dalla seconda metà del Novecento si è tradotta politicamente nellascelta di dare priorità alle allenze occidentali (Nato, Unione Europea), a cui sono state in gran partesubordinate le relazioni con gli altri paesi del Medio oriente. Questa scelta strategica della Turchia,questo voltare le spalle al Medio oriente per guardare all'Europa (che tuttavia continua amarginalizzarla) è sinora rimasta costante, nonostante il mutare delle condizioni politiche interne einternazionali.

Nello stesso periodo storico l’Iran ha invece sperimentato due fasi ben diverse nei suoi rapporti laregione: durante il regime autoritario degli Shah (1925-1979), l'Iran ha avuto ambizioniegemoniche sull'insieme della regione, e particolarmente sull’area del Golfo; ha questo fine hastretto un'alleanza strategica con gli Stati Uniti e cooperato con Israele. La rivoluzione islamica del1979 ha generato un drastico cambio di regime e di orientamento ideologico, ridisegnando gliobiettivi strategici della politica estera iraniana in una chiave di nazionalismo islamico, sciita eradicale, che ha ridotto le possibilità di influenza nell’insieme del Medio Oriente di un Iran inconflitto con Stati Uniti, Israele e monarchie arabe sunnite , ma ne ha aumentato la capacità dipenetrazione nel sistema arabo, aprticolarmente attraverso l'alleanza con Siria e Libano dal 1980.

Sin dalla sua nascita nel 1948, sulla parte del territorio della Palestina assegnata agli Ebrei dalleNazioni Unite nel 1947, Israele è in conflitto militare e ideologico con i suoi vicini arabi. Lamancata costituzione d'uno stato dei Palestinesi ha reso endemici i conflitti israelo-palestinese earabo-israeliano, fortemente collegati, ma distinti. In questo quadro conflittuale Israele può solodefinire la propria regione come Medio Oriente, sottolineandone le differenze etniche e religioseall'interno delle quali può iscriversi la sua differenza religiosa, linguistica ed ideologica.

 La visione identiataria dei paesi arabi  A differenza delle potenze esterne e di Turchia, Iran e Israele, paesi arabi si oppongono all'ideastessa di Medio oriente, concetto considerato di origine coloniale e fondato su un'idea di

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 26/45

 

26

frammentazione e contrapposizione regionale che è strumentale alla dominazione della regione.17 All'idea di Medio Oriente gli Arabi hanno contrapposto dall'inizio del XX sec. in poi l'idea diMondo arabo, che, enfatizzando i tratti culturali comuni ad un gruppo di paesi -i ventidue paesipossiamo dire che nella visione araba il mondo arabo esiste perché sulla base di un'ideologiapolitica, il nazionalismo arabo (al-qawmiyya al-arabiyya) che si è diffusa all'inizio del Novecento,i paesi arabi hanno sostenuto l'esistenza di una identità culturale araba (l'arabismo: uruba ),fondamento della Nazione Araba (al-umma al-arabiyya), e la conseguente necessità di realizzare

una comunità politica unitaria, una patria araba (al-watan al-arabi) per la loro nazione. Il concettodi mondo arabo è dunque in primo luogo una visione identitaria definita da criteri fondanti di ogninazionalismo: una nazione, identificata da una cultura comune, che aspira all'unità politica; cometale questa visione è, contemporaneamente, una costruzione immaginaria, nel senso recentementeapplicato a tutti nazionalismi di costruzione volontaria, non iscritta nella natura, come pure un"fatto" imprescindibile della politica, nel senso inteso dalla teoria costruttivista delle relazioniinternazionali, che sostiene che è l'influenza reciproca delle convenzioni e delle convizioni adeterminare i fatti della politica. 18 In conclusione, il sistema regionale arabo è stato storicamentecreato e definito dall’ideologia del nazionalismo arabo: all’attuale declino di questa ideologiacorrisponde un indebolimento del sistema regionale (e viceversa).19 

 Effetti dell’autoaffermazione identitaria del mondo arabo

Per quanto derivata, come ogni identità, da una costruzione sociale, l'identità araba ha creato deitangibili effetti storici, realizzati attraverso le intense relazioni politiche e socioculturali che hannocaratterizzato e caretterizzano i rapporti tra i paesi arabi dalla fine dell'Ottocento ad oggi.L’intensità delle relazioni interarabe è un fatto tangibile anche nel senso che è misurabile; adesempio l'intensità e talvolta la qualità delle relazioni politiche è testimoniata dalla frequenza eimportanza della concertazione tra i leader politici (ad esempio numero annuale degli incontribilaterali e multilaterali tra capi di stato e ministri), dall’esistenza di istituzioni politiche comuni (adesempio la Lega degli stati arabi e le istituzioni subregionali quali l'Unione del Maghreb Arabo), dipartiti e movimenti transnazionali (ad esempio il partito Ba’th, l'Organizzazione dei FratelliMusulmani), dall’esistenza di rappresentanze arabe comuni all’interno delle principaliorganizzazioni internazionali (ad esempio all'Onu).20 

Anche l’intensità delle relazioni socio-culturali interarabe è testimoniata da fatti tangibili quali moltemanifestazioni dell'intensa circolazione delle persone e delle idee, facilitata dall’esistenza di unalingua comune. Per citare solo alcuni tra gli esempi possibili, ricordiamo: i forti flussi di migrazioneinterregionale, ad esempio di manodopera (specie tra paesi ad alta intensità demografica e paesiproduttori di petrolio); le numerosissime associazioni interarabe che riuniscono su scala regionale tuttigli appartenenti a determinate categorie (professionali, sportive, sindacali); la forte dimensioneregionale dei mezzi di informazione (televisioni, radio, stampa) e della produzione culturale in genere(cinema, musica, letteratura).

17 Ali Dessouki, Philip Matar Il sistema regionale arabo (al-ni ẓām al-iqlī mī al-ʻarabī ) , 1983; Bahgat Korani "La nationdans tous ses etats: dialectique unité/diversité",in Maurice Flory et al.  Les régimes politiques arabes, Paris, PUF,

1990, pp. 143-202.  .18 Benedict Anderson,Comunità immaginate. Origine e diffusione dei nazionalismi, Roma, Manifestolibri, 2000 [1991];Alexander Wendt, Social Theory of International Politics, Cambridge, Cambridge University Press,1999.19 Michael Barnett, Dialogues in Arab Politics: Negotiations in Regional Order, New York, Columbia University Press,1998. 20 Questa dimensione delle relazioni interarabe è analizzata in: A. Deskin e S. Mishal "Spatial Models and Centrality of International Communities: the Middle East", Journal of Conflict Resolution, 1981, n.25; W. R Thompson, "Center-Pheriphery Interactions Patterns: the Case of Arab Visits 1946-1975" International Organizations n. 32, 1981.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 27/45

 

27

Infine, l’intensità degli scambi interarabi è evidente anche in campo economico, e si manifestasoprattutto nei flussi finanziari interregionali (rimesse degli emigranti, aiuti e cooperazione allosviluppo), mentre sono deboli gli scambi commerciali intraregionali, nonostante i numerosi accordicommerciali e l’esistenza di istituzioni economiche comuni.

Un'altra dimensione in cui si manifesta il sistema aregionale arabo è l'esistenza d'uno specifico

sistema di alleanze e relazioni politche tra gli stati arabi. Secondo la teoria politologica la strutturadi ogni sistema regionale è costituita da un nucleo di stati (con funzioni di leadership), una periferiae un sistema intrusivo (formato dagli stati che influenzano in modo determinante il sistema pursenza farne parte). Applicando questo schema, il sistema regionale arabo risulta costituito da:un nucleo arabo, composto da diversi paesi nelle diversi fasi storiche, e talvolta guidato da un paeseegemone, ruolo pienamente svolto solo dall’Egitto nel periodo nasseriano 1956-1970, ma che altripaesi ahnno cercato di occupare senza riuscirci, ad es. l’Iraq nel periodo 1988-1991; una periferiaaraba (anch'essa variabile nel tempo: es. Somalia, Sudan, Yemen, Marocco); un settore intrusivoformato da paesi non arabi, sia appartenenti alla regione (Turchia, Israele, Iran, Etiopia) , sia esterni ,come le potenze mondiali più attive nell'area nei diversi periodi storici.

In conclusione, possiamo rispondere alla domanda posta all'inizio di questo capitolo dicecendo che ilconcetto di mondo arab, usato in senso normativo, si contrappone al concetto di medio oriente e tende

a negare la legitimità della partecipazione ai processi politici regionali dei paesi non arabi e dellepotenze esterne. La fase attuale è tuttavia caratterizzata dal declino della produttività politica delconcetto di mondo arabo e dall'ascesa del concetto di Medio Oriente, nonostante le resistenzeideologiche e politiche di nazionalisti arabi e islamisti.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 28/45

 

28

SCHEDA 5 IL SISTEMA REGIONALE ARABO in breveil sistema regionale arabo:  è costituito da "un insieme di stati che non solo hanno caratteristiche comuni, ma anche specifici rapporti

e comportamenti", questi stati sono i ventidue paesi membri della Lega araba.

  esiste perché sulla base del nazionalismo arabo (al-qawmiyya al-ʻarabiyya), ideologia politica sviluppatasinella prima metà del XX sec., gli Arabi hanno sostenuto l'esistenza di una identità culturale araba,l'arabismo (uruba ), fondamento della Nazione Araba (al-umma al-arabiyya), che deve realizzarsi in unacomunità politica unitaria (la patria araba : al-watan al-arabi).

  si è manifestato storicamente nelle intense interrelazioni politiche e culturali che hanno legato gli stati ele società arabe dalla fine dell'Ottocento ad oggi, portando gli stati all'adozione di politiche e istituzionicomuni e le società a fenomeni di trasnazionalità diffusi in tutti gli ambiti socio-economici e socio-culturali. 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 29/45

 

29

PARTE SECONDA

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 30/45

 

30

CAPITOLO QUATTRO

LA NASCITA DEL MONDO ARABO (1840 - 1920)

La formazione del mondo arabo contemporaneo ha inizio verso la metà del XIX sec., nel quadrodei fenomeni di rinnovamento culturale, politico ed economico che in quest'epoca interessanosoprattutto la Tunisia, l'Egitto e la Siria ottomana (comprendente gli attuali Siria, Libano, Israele,Territori Palestinesi e Giordania). Ad esclusione del Marocco, del Sudan e dell'interno dellaPenisola araba, la maggior parte dei paesi di lingua araba erano allora province dell'imperoottomano [v. cartina 3], anche se quelle più distanti dalla capitale Istambul godevano da tempo diampie autonomie. La modernizzazione dei paesi arabi, già iniziata nella prima metàdell'Ottocento, specie in Egitto e in Tunisia, è stata accelerata nella seconda metà del secolo dallasempre più marcata influenza e penetrazione europea nell'impero ottomano, come pure dallepolitiche di riorganizzazione dell'impero volute dai sultani ottomani (tanzimat 1839 - 1876).Entrambi questi fattori hanno favorito l'emergere di nuove elite arabe, dapprima favorevoli e poi

contrarie al mantenimento dell'impero, e hanno stimolato un periodo di rinascita culturale araba (lanahda o risorgimento arabo), durante il quale si è affermata l'identità araba (l'arabismo), e si sonosviluppati i primi movimenti politici ispirati al nazionalismo arabo.

 L'integrazione del mondo arabo nel sistema mondo

L'integrazione nel sistema mondiale contemporaneo dei territori degli attuali stati arabi è avvenutanel corso del lungo periodo che va dalla conquista Napoleonica dell'Egitto (1798) alla prima guerramondiale, durante il quale le province arabe dell'impero ottomano, e le poche regioni arabeindipendenti, sono state progressivamente integrate, assieme a gran parte dell'Asia e dell'Africa, nelnuovo "sistema mondo"creato dalla progressiva espansione planetaria dell'economia capitalisticaeuropea, attraverso i processi di integrazione economica, culturale e politica della cosiddetta laprima globalizzazione. 21 L'integrazione nel sistema mondiale contemporaneo ha comportato per leprovince arabe la partecipazione a una serie di processi di modernizzazione economica, culturale e

politica che hanno creano le strutture economiche, amministrative e politiche tiptiche dellamodernità contemporanea, ad esempio lo stato nazionale.

Durante questo periodo l'integrazione del mondo arabo nel sistema globale dell'epoca èavvenuta attraverso la dialettica tra fenomeni di modernizzazione autoctoni e fenomeni generatidalla penetrazione europea,22 dapprima in campo economico e poi in campo culturale e politico. Incampo economico l'integrazione è avvenuta dapprima attraverso l'inserimento dei prodotti e deiproduttori arabi (ad es. il settore tessile in Siria-Libano), nei circuiti del commercio e della finanzainternazionale controllati dalle potenze europee. All'integrazione economica si è accompagnataquella culturale, attraverso le missioni di studio in Europa promosse dai sovrani riformatori qualil'egiziano Muhammad Ali (1805-1849), o grazie all'apertura di scuole straniere nei paesi arabi (adesempio la rete di scuole aperte in Egitto e Siria dai missionari protestanti americani). Infine, lapenetrazione politica europea è iniziata con l'ampliamento del sistema le capitolazion, per laprotezione dei cittadini e degli interessi economici stranieri (Francia Libano), e con la "politica delle

21 La teoria del "sistema mondo" è di Wallerstein (Immanuel Wallerstein  Il sistema dell'economia mondiale vol. 2, 

Bologna, Il Mulino, 1982 [1974]). 22 Albert Hourani, A., (), "Introduction", The Modern Middle East, P. S. W. A. Hourani; Khoury, Mary C., London -

New York, I. B. Tauris, 1993, p. 3-4.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 31/45

 

31

cannoniere", ovvero l'uso dell' intervento militare effettivo (es. distruzione delle flotte deibarbareschi nel Maghreb) o minacciato (es. contro l'espansionismo di Muhammad Ali nel 1840) perottenere precise concessioni politiche.23 

 La nascita dell'arabismo e del nazionalismo arabo

Sul piano culturale, la nascita dell’arabismo e del primo nazionalismo arabo è l’opera diletterati patrioti, di singoli pensatori e di ristrette organizzazioni clandestine, il cui punto di partenzaè il modernismo diffuso dalla stampa e le nuove università create dai sovrani riformatori al Cairo ead Istambul. Stampa e università, moderne istituzioni culturali, diffondevano le nuove idee deltempo tra le elite arabe musulmane e cristiane. In particolare, nei dibattiti sviluppati nelle rivistesiro-libanesi ed egiziane, e nei primi grandi quotidiani arabi, quali l'egiziano al-Ahram (LePiramidi) fondato nel 187, le elite arabe si interrogavano sul rapporto tra scienza e religione,promuovevano nuove forme letterarie e rinnovavano l'uso della lingua araba, affermandoprogressivamente l' esistenza di un’identità culturale autonoma e specifica degli Arabi, l'arabismo.24 Dal punto di vista politico, sino al 1908 l’attività politica degli Arabi dell’impero ottomano èrimasta nell'alveo dell'ottomanismo, corrente liberale che propugnava l'unità paritaria di tutte lecomponenti dell'impero, e ne sosteneva le politiche di rinnovamento (le tanzimat ) reclamando peròuna maggiore decentralizzazione e l'introduzione di una costituzione, concessa dal sultano

AbdulHamid II nel 1876 per compiacere le potenze europee [Yapp 1987], ma subito sospesa per darluogo ad un periodo di rinnovato dispotismo centralizzatore.25 In questa fase il nocciolo dell'arabismo è la rivendicazione del ruolo unico degli Arabi nel

mondo musulmano, in primo luogo in virtù della loro lingua che è la lingua del Corano. Daquest’idea i diversi intellettuali arabi facevano discendere implicazioni diverse, a seconda del loroorientamento più o meno “laico” e dei loro rapporti col potere ottomano: così, ad esempio,l'intellettuale siriano 'Abd al-Rahman al-Kawakibi, musulmano, liberale e antiottomano,propugnava un califfato arabo costituzionale, l'intellettuale islamico modernista egizianoMuhammad 'Abduh auspicava rinascita d'un califfato ottomano, capace di valorizzare la specificitàdel ruolo degli Arabi nell'Islam.

Nel breve periodo che va tra l'arrivo al potere a Istambul dei Giovani Turchi (1908) e lo scoppiodella prima guerra mondiale (1914), l'ottomanismo tramonta di fronte all'ascesa del nazionalismo

turco, e l'arabismo diventa politicamente antiottomano (Khalidi 1991; Dawn 1991), sottolineandosempre più le differenze tra Arabi e non Arabi, anche in reazione al successo delle tendenzeautonomistiche di altre etnie dell’impero ottomano (greci, armeni, nazionalismi balcanici e,soprattutto, turchi). All'inizio del Novecento l’arabismo si trasforma così in nazionalismo arabo ei suoi aderenti fondano gruppuscoli clandestini a Istambul (la Fratellanza arabo-ottomana), Cairo (ilpartito della decentralizzazione), a Beirut, Damasco e Bagdad, per rivendicare l'indipendenzadall'impero.

Il nazionalismo arabo che si diffonde progressivamente tra gli Arabi è in piena sintonia con iprocessi globali di modernizzazione in corso all'epoca a livello globale, nasce infatti in piena etàdei nazionalismi ( dai primi dell'Ottocento ai primi del Novecento), quando ovunque nel mondomovimenti politico-ideologici elitari, che rivendicano l'identità etnico-culturale di un popolo e il suo

23 Per una breve sintesi dell'evoluzione dei paesi arabi del Maghreb nell'Ottocento si veda il capitolo successivo.24 Sugli sviluppi ideologico-culturali di questo periodo: Albert Hourani The Arabic Thought in the Liberal Age 1798-

1939, 1962, Cambridge, Cambridge University Press; sugli aspetti letterari: Isabella Camera d'Afflitto, La letteratura

araba contemporanea. Nuova edizione, Roma, Carocci, 2007.25

Malcom E. Yapp The Making of the Modern Near East 1792-1923, Harlow, Longman, 1987, p. 118. 

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 32/45

 

32

diritto a costituire uno stato indipendente, fanno da levatrici al passaggio epocale dagli imperi aglistati nazionali.

Alla vigilia della prima guerra mondiale la situazione politica dei paesi arabi è peròdiseguale in termini sia di sovranità internazionale che di sviluppo politico interno, differenze checontribuiscono in modo decisivo a determinare la storia contemporanea dei singoli paesi arabi e illoro contributo alla storia comune del mondo arabo.

I paesi arabi del Mashreq in cui si sviluppa l'arabismo sono province dell’impero ottomano;

mentre i paesi della Penisola araba lo sono solo in parte, poiché alcune regioni restano indipendenti(Najd), semi-indipendenti (Yemen) o sotto influenza britannica (Aden e emirati costieri); invece ipaesi arabi del Maghreb e l’Egitto, sono già sotto il diretto controllo politico, come protettorati ocolonie di Francia (Marocco, Algeria, Tunisia), Gran Bretagna (Egitto e Sudan) ed Italia (Libia) [v.cartina 2]. Rispetto alla sovranità interna, ovvero al tipo di sviluppo della statualità, intesa comeorganizzazione politica legittima e autonoma di una determinata società su un determinatoterritorio, i regimi politici dei paesi arabi precoloniali possono essere divisi in quattro categorie: 1)regimi retti da un capo-imam (es. imam zaiditi nello Yemen dal IX sec., monarchi alawiti inMarocco dal XVI sec); 2) regimi retti dall' alleanza tra un imam e un capo militare (es. alleanza nelNajd tra il capo tribale Muhammad Ibn Saud e Muhammad Ibn Abd el-Wahab all'originedell'odierna A. Saudita); regime retti da dinastie secolari (dinastie familiari (sceiccati)dell'aristocrazia mercantile-tribale della penisola araba, ad es. in Kuwait e Bahrein); 4) regimi rettida oligarchie militari-burocratiche (es. regimi dei bey e dey in Algeria, Tunisia, Tripolitania, Egitto;

impero ottomano) [Harik 1990].

E' per queste differenze che a questa data le idee dell'arabismo e del nazionalismo arabo sonodiversamente diffuse socialmente e geograficamente nel mondo arabo.26 L'arabismo è radicato trale elite del Mashreq e della Penisola, ma i progetti politici dei suoi aderenti sono diversi: da un latogli emiri della Penisola -Ibn Saud nel Najd, l'imam Yahya nello Yemen, lo sceriffo Hussein dellaMecca- mirano a costituire dinastie indipendenti, spesso in competizione tra di loro; dall'altro leassociazioni dei borghesi nazionalisti vogliono costituire un regno arabo costituzionale liberale inSiria e in Iraq.

In Egitto e nei paesi del Nord Africa le elite hanno rivendicazioni politiche ancora diverse enon si considerano parte della "patria araba", vagheggiata dagli intellettuali nazionalisti. In effetti,a differenza delle province arabe del Mashreq, Egitto, Libia, Algeria, Tunisia e Marocco avevanosviluppato nel corso dell'Ottocento una propria identità nazionale distinta (più debole in Libia e inAlgeria, più forte altrove) [Camau 1990], centrata sulle organizzazioni statali consolidate sotto ledinastie locali semi-autonome dall'impero ottomano. La minaccia prima e la realizzazione poi deldiretto controllo coloniale europeo su questi paesi tra la fine del XIX e l'inizio del XX sec.(Algeria, 1830; Tunisia 1881; Egitto 1882; Libia e Marocco 1912;) ha paradossalmente consolidatol'emergere di identità nazionali distinte, e il richiamo dell'arabismo e del nazionalismo arabo si faràsentire qui solo più tardi, con l'inizio delle lotte anticoloniali.

 La prima guerra mondialePer tutto il mondo arabo la prima guerra mondiale ha segnato una forte rottura storica: la finedell'era degli imperi islamici, simboleggiata dall'abolizione del sultanato (1922) e del califfato(1924) ottomano, e il passaggio all'era del colonialismo europeo e degli stati nazionali,

simboleggiata dall'istituzione dei mandati nel Mashreq, ma anche dal riconoscimento d'una relativaindipendenza ai regni arabi in Egitto e nella Penisola (Hijaz, Najd, Yemen).

26 Sulla nascita e lo sviluppo del nazionalismo arabo sino alla metà degli anni Venti del XX sec.: Rashid Khalidi et al.(eds.)The Origins of Arab Nationalism, New York, Columbia University Press, 1993.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 33/45

 

33

Gli effetti politici della guerra sul mondo arabo furono diversi da regione a regione. L'Egitto, ipaesi del Mashreq e della Penisola sono, benché con modalità diverse, tutti direttamente coinvoltinegli eventi bellici, e la geografia politica dell'area uscì completamente stravolta dalla guerra. Ipaesi del Maghreb, invece, non furono teatro di combattimenti e non subirono sostanzialimutamenti degli assetti politici anteguerra, tuttavia l'arruolamento di soldati magrebini nei ranghidell'esercito francese aprì per gli Arabi del Nord Africa la stagione della rivendicazione dei dirittidalla potenza coloniale.

L'impero ottomano, entrato in guerra nel 1914 quasi per caso (la maggioranza del governoavrebbe preferito la neutralità) a fianco degli imperi centrali (Austria-Ungheria e Germania), fucapace di impegnare militarmente le potenze nemiche (Francia, Inghilterra, Russia, Italia) più diquanto i suoi stessi alleati si aspettassero. Tuttavia la guerra mise sotto eccessiva pressione lestrutture dell'impero, che ne uscì distrutto. Nel Mashreq lo sforzo bellico costrinse gli ottomani adaumentare la stretta economica e politica sulle province arabe, diffondendo così tra la popolazionel'animosità antiturca che era stata sin lì appannaggio delle elite arabiste e scavando un fossato,tuttora percepito, tra Arabi e Turchi. In Siria ad esempio, l'uso del turco ottomano venne per laprima volta imposto nell'amministrazione e, mentre il governatore turco Jemal Pasha reprimeva nelsangue il crescente attivismo politico dei nazionalisti arabi da dittatore, nel 1915 si scatenavanelpaese una terribile carestia causata dalla coscrizione obbligatoria, che sottraeva forze all'agricoltura, e dal ridotto afflusso di beni dalle altre province dell'impero e dall'Europa.

Nella Grande guerra l'esercito ottomano combatté, da solo o assieme a quello tedesco, su tre

fronti principali (Dardanelli, Iraq e Palestina) contro la Gran Bretagna e in Transcaucasia contro laRussia. Inizialmente in Iraq gli Ottomani sconfissero gli Inglesi, sbarcati a Basra dall'India nelnovembre 1914, ma non riuscirono a sconfiggerli in Egitto e da lì le truppe britanniche avanzaronoin Palestina attraverso Gaza, conquistando Gerusalemme nel dicembre 191, mentre dal marzo dellostesso anno anche Bagdad era in mano inglese. Alla fine del 1917 le truppe inglesi occupavanoperciò gran parte del Mashreq e quando nell'ottobre 1918 il moribondo governo ottomano firmò conla resa incondizionata con l'armistizio di Mudros, la Gran Bretagna si trovò in situazione dipreminenza in Medio Oriente.

Oltre che sui fronti militari principali la prima guerra mondiale fu combattuta nel mondoarabo su altri fronti militari secondari e, soprattutto, sui fronti paralleli della diplomazia, spessosegreta, e della propaganda. Sul fronte della propaganda l'impero ottomano usò la carta dellasolidarietà islamica, chiamando nel novembre del 1914 tutti i popoli musulmani, e soprattutto quellisotto dominazione europea, alla guerra santa contro le potenze in guerra con il sultano e califfoottomano. L'appello ottomano al jihad intensificò la resistenza anticoloniale, provocando una rivoltaantiitaliana in Libia e una rivolta antinglese in Sudan (Darfur). Per contrastare queste iniziative, gliInglesi decisero a loro volta di fomentare rivolte e propaganda antiottomana sfruttando, come sivedrà, le ambizioni indipendentiste dei leader arabi della Penisola e i sentimenti anti-turchi deinazionalisti arabi del Mashreq.

 Accordi segreti e promesse tradite Prima e durante la prima guerra mondiale le principali potenze europee ordirono una complessa retedi intese diplomatiche, spesso segrete, per assicurarsi alleanze e garantire i propri interessi nelconflitto. Per quanto riguarda il Medio oriente, l'insieme degli accordi segreti intercorsi a partiredall'accordo di Costantinopoli del 1915, prevedeva la divisione della regione tra le future potenzevincitrici in quattro sfere di influenze: una zona d'influenza russa a Nord ( (Istambul e gli stretti,

Armenia, Iran settentrionale, condominio in Palestina); al centro, una maldefinita zona italianasulla costa mediterranea dell'Anatolia (trattato di Londra, aprile 1915); e, soprattutto, un'ampia zonad'influenza francese (regione siro-libanese, Cilicia sino a Mosul, condominio in Palestina); infine,a Sud un'ampia zona d'influenza britannica (Iraq, condominio in Palestina, e Penisola araba perproteggere le rotte verso l'India britannica). Queste intese delineavano il futuro politico dei territoriottomani, non solo arabi, in funzione degli interessi delle potenze dell'Intesa: il controllo delle rotte

 

Commento [MSOffice1]: check meglio con Lencz pp. 74 ss.

Commento [MSOffice2]: check meglio e ins fonte

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 34/45

 

34

per l'India e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi per la Gran Bretagna; la protezione deicristiani d'Oriente e il controllo dei tradizionali interessi commerciali per la Francia; l'accesso alMediterraneo e la sicurezza di confini meridionali per la Russia; il consolidamento della presenzanel Mediterraneo orientale per l'Italia. Naturalmente, ciascuna potenza cercava di consolidare eampliare le proprie future sfere di influenza, anche con intese separate con attori politici locali. E' inquesto quadro complessivo che si inseriscono gli accordi sul futuro province arabe dell'imperoottomano raggiunti dalla Gran Bretagna: 1) con gli indipendentisti Arabi (1915); 2) la Francia

(1916) e infine 3) con l'Organizzazione sionista mondiale (1917).

Le conseguenze storiche di questi accordi sono state così importanti per il mondo arabocontemporaneo che è necessario analizzarli in maggior dettaglio. Unica tra le potenze europee adesercitare un dominio diretto nell'Oriente arabo prima della Grande guerra, la Gran Bretagna volevaottenere l'appoggio degli indipendentisti Arabi in funzione antiottomana. Sir Henry MacMahon,Alto commissario inglese in Egitto, rispose quindi con interesse alle profferte di collaborazioneportate al Cairo, già prima della guerra, da Abdallah, figlio dello sharif Hussein bin Ali,governatore arabo del Hijaz ottomano, la regione delle citta sante musulmane di Mecca e Medina,in rotta col governo dei Giovani Turchi e animato da ambizioni indipendentiste. Tra Hussein eMacMahon, si svolse tra il luglio 1915 e il marzo 1916 una corrispondenza con la quale il governobritannico prometteva, con qualche riserva, il proprio appoggio alla costituzione sotto la guida diHussein d'un regno arabo indipendente nel Mashreq e nella Penisola in cambio dell'appoggio

militare arabo contro gli Ottomani. Hussein avrebbe anche proclamato "un califfato arabodell'islam", idea che gli Inglesi accettarono benvolentieri, mentre restarono sostanzialmente ambiguisui confini del futuro regno arabo, offrendo di sicuro solo un appoggio militare e finanziarioall'eventuale rivolta araba. Per parte sua Hussein dichiarava di parlare a nome dei nazionalisti arabi,mentre i contatti stabiliti nel 1915 da suo figlio Feisal con i gruppi basati a Damasco non gliattribuivano un reale mandato. Nonostante tutte queste ambiguità la rivolta araba contro gliOttomani ebbe inizio il 5 giugno 1916 con l’attacco alle guarnigioni ottomane di Medina guidatodai due figli maggiori di Hussein, Feisal e Ali. Sempre guidati da Feisal e assistiti dai consiglierimilitari inglesi (tra i quali il celeberrimo colonello T. E. Lawrence "d'Arabia") gli insorti arabiproseguirono la guerriglia verso nordest, dove, col rinforzo delle tribù transgiordane, conquistaronola roccaforte di Aqaba e attaccarano le linee di rifornimento ottomane. La rivolta araba durò sinoall’ottobre 1918, quando gli insorti guidati da Feisal conquistarono Damasco da Sud, precedendovile truppe inglesi e quelle francesi, intanto sbarcate a Beirut. Forti di questo contributo militare edelle promesse inglesi, i nazionalisti arabi e le tribù fedeli agli Hashemiti (il clan di Hussein dellaMecca) si attendevano soddisfazione per le proprie rivendicazioni politiche. In realtà il destino deiterritori rivendicati per il regno arabo indipendente era già segnato dagli altri accordi conclusi nelfrattempo dalla Gran Bretagna: per la Penisola, l'accordo di protezione al regno di Ibn Saudconcluso nel dicembre 1915 in cambio della sua neutralità nella guerra contro gli Ottomani; perl'insieme del Mashreq, l'accordo Sykes-Picot (novembre 1916) raggiunto con la Francia per laspartizione in zone d'influenza dell'intera regione a cui si aggiungeva, per la Palestina, l'appoggioassicurato all'Organizzazione sionista mondiale per la formazione di "un focolare ebraico" in quelpaese assicurato dalla Dichiarazione Balfour (novembre 1917).

L'accordo segreto anglo-francese detto Sykes-Picot (dal nome degli emissari diplomatici) negoziatonel novembre 1915 e concluso nel gennaio 1916, era parte di un più ampio accordo tripartito con la

Russia zarist, firmato nel maggio dello stesso anno. L'accordo Sykes-Picot prevedeva la spartizionedel Mashreq tra Francia e Inghilterra con tre tipi di zone: zone a controllo diretto (Cilicia, costedegli attuali Siria e Libano per la Francia; enclave di Haifa, Iraq fino a Bagdad e Kuwait per la GranBretagna); zone a controllo indiretto, designate come "A" e "B" (entroterra siro-libanese sino aMosul per la Francia; entroterra del Kuwait, Iraq centrale e Giordania per la Gran Bretagna); infine,un condominio in Palestina, dove Francia e Gran Bretagna avrebbero governato assieme, secondo

Commento [MSOffice3]: check studi storici italiani (Rossi p.49-50 dice poco).

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 35/45

 

35

accordi internazionali garantiti dalla Russia (interessata alla tutela degli interessi della chiesaortodossa a Gerusalemme).

La Dichiarazione Balfour, indirizzata il 2 novembre 1917 dal ministro degli esteri inglese a LordRotschild, leader dei sionisti inglesi assicurava invece che:

 Il Governo di Sua Maestà vede con favore lo stabilirsi in Palestina di una sede nazionale

 per il popolo ebraico [a national home for the Jewish people], e userà i suoi migliori sforzi

 per facilitare il raggiungimento di questo fine, essendo chiaramente inteso che nulla sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e relgiosi delle comunità non ebraiche esistenti in

Palestina o i diritti e lo statuto politico goduti dagli Ebrei in ogni altro paese.

La dichiarazione Balfour legittimava a livello internazionale le rivendicazioni del movimentosionista, fondato dall'austriaco Teodor Herzl nel 1897, con l'obiettivo di "creare una casa per ilpopolo ebraico in Palestina garantita dal diritto" ( dal programma del primo congresso di Basilea),per risolvere attraverso una soluzione politica radicale la questione ebraica, esacerbata dallepersecuzioni antisemite in Europa (dai progrom nella russa zarista al caso Dreyfuss in Francia).Si è discusso a lungo sul significato delle intese concluse dalla Gran Bretagna durante la guerra: laGran Bretagna ha ufficialmente sostenuto che i diversi accordi non erano contraddittori e, inparticolare, che non tradivano le intese intercorse con Hussein e i nazionalisti arabi; i nazionalistiarabi invece, a partire dal memorandum inviato da Feisal al governo inglese nell'agosto 1920,

hanno sostenuto il contrario.27 In effetti l'art. 1 dell'accordo Sykes-Picot dichiara: "La Francia e laGran Bretagna sono disposte a riconoscere e a proteggere uno stato arabo indipendente o unaconfederazione di stati nelle zone A e B". Inoltre, secondo l'interpretazione ufficiale britannica dellacorrispondenza Hussein-McMahon l'inclusione della Palestina nel territorio del futuro regno araboindipendente non era stata esplicitamente accettata dagli Inglesi, poiché McMahon aveva esclusodall'accordo "le parti della Siria poste ad ovest dei distretti di Damasco, Homs, Hama e Aleppo[che] non si possono dire puramente arabi", esclusione alla quale Hussein aveva obiettato, sì, masolo in relazione alla costa siro-libanese: "i due vilayet di Aleppo e di Beirut e le loro costemarittime sono vilayet puramente arabi, e non vi è differenza tra un Arabo musulmano e un Arabocristiano".28 La questione tuttavia non è la voluta ambiguità degli accordi stipulati e delle loro successiveinterpretazioni (evidentemente la Palestina non sta ad Ovest di Damasco, bensì a sud), quanto laloro "assurdità" politica, per usare le parole di uno dei primi paladini del nazionalismo arabo,George Antonious, almeno dal punto di vista della realtà prevalente nelle province arabe.29 Infattil'accordo Sykes-Picot riconosceva una qualche forma di futura indipendenza alle parti socialmenteed economicamente più arretrate delle pronvice arabe (l'entroterra del Mashreq), mentre la negavaalle regioni costiere più sviluppate e, contemporaneamente, prevedeva di separare formalmente leune dalle altre (pur tenendole sotto l'influenza della stessa potenza), senza alcuna considerazioneper la continuità del tessuto sociale, culturale ed economico di queste regioni. La stessa inadeguatavisione politica risalta, con ancor maggior evidenza, dal testo della dichiarazione Balfour, nellaquale un governo fa promesse a terzi su un territorio che ancora non possiede, addiritturariducendone la popolazione autoctona al rango di minoranza da proteggere (le comunità nonebraiche, di cui si menzionano i diritti civili e religiosi, ma non quelli politici riconosciuti, invece,agli Ebrei). Inoltre, come notano gli storici inglesi, tutte queste assurdità, foriere di molti dei

27 "Memoriale di Feisal da Villa d'Este al Governo inglese (agosto 1929)", Ettore Rossi Documenti sull'origine e gli

sviluppi della questione araba (1875-1944), Roma, Istituto per l'Oriente, 1944, pp. 100-101. 28 Lettere numero quattro (24 ott. 1915) e cinque (5 nov. 1915) della corrispondenza Hussein-McMahon; tutte lecitazioni in questa sezione seguono il testo di Rossi 1944, p. 27-28 e 50.29 Geroge Antonious The Arab Awakening. The Story of the Arab National Movement, London, HamishHamilton Ltd, 1938, p. 249.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 36/45

 

36

conflitti che hanno travagliato e travagliano il mondo arabo contemporaneo, non erano consideratestrettamente necessarie alla difesa degli interessi britannici neanche dagli stessi funzionari di suaMaestà.

 Il mondo arabo dopo la conferenza di pace Trattato di Losanna

L'inadeguatezza degli assetti politici precostituiti da Francia e Gran Bretagna per l'Oriente arabo fuulteriormente aggravata alla conferenza di pace di Parigi dove, dopo la guerra, le potenze vincitrici

si trovarono a ridisegnare la mappa mondiale in condizioni mutate da eventi epocali, quali larivoluzione bolscevica in Russia e il nuovo ruolo di potenza internazionale acquisito dagli StatiUniti con l'entrata in guerra. Gli accordi prebellici per il Medio oriente vennero quindi rivisti allaluce di una serie di esigenze contraddittorie: la competizione degli interessi anglo-francesi nellaregione, le aspirazioni nazionali degli Arabi e degli Armeni, le rivendicazioni di Grecia e Italia, ilprogramma sionista, e il nuovo approccio Usa alle relazioni internazionali, proclamato nei"Quattordici punti" del Presidente Wilson del gennaio 1918 che sostenevano il dirittoall'utodeterminazione dei popoli. In linea con questa dichiarazione e contro il parere degli alleatieuropei, gli Usa inviarono la commissione d'inchiesta King-Crane per conoscere l'opinione degliArabi sul futuro politico della regione. Nell'agosto del 1919 il rapporto King-Crane si pronunciòper l'indipendenza di Siria ed Iraq e contro il sostegno al programma sionista in Palestina; lo stessoaffermarono i delegati dei nazionalisti arabi che, riuniti in congresso a Damasco nel marzo 1920,proclamarono una monarchia costituzionale indipendente su tutta la Siria ottomana (comprendente

Libano e Palestina), la cui corona era affidata a Feisal figlio di Hussein della Mecca), e lacostituzione di un analogo regno in Iraq sotta la guida di Abdallah, fratello maggiore di Feisal.Tuttavia gli Usa, per motivi di politica interna, smisero di opporsi alle mire anglo-francesi el'assetto sancito dal Protocollo di San Remo (24 aprile 1920) della conferenza di pace non concessealcuna reale indipendenza agli Arabi del Mashreq. Al contrario, impose il controllo colonialediretto di Francia e Inghilterra su Siria, Iraq e Palestina, tramite la formula del mandato di tipo A,previsto dalla neonata Società delle Nazioni per l'avvio all'indipendenza di "popoli non ancoracapaci di dirigersi da sé" sotto la tutela, regolata per trattato, di una potenza "mandataria" (art. 22Patto della Società delle Nazioni, aprile 1919) .

Così come contemporaneamente avveniva in Turchia, dove i nazionalisti sotto la guida di KemalAtaturk si opponevano con le armi allo smembramento previsto dal Trattato di Sevrès, anche nelMashreq e in Egitto i nazionalisti si opposero all'assetto del Vicino e Medio Oriente deciso allaconferenza di Parigi dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale. Ma, come vedremo nelprossimo capitolo, nei paesi arabi le rivolte popolari e le proteste politiche non furono sufficienti adimpedire la spartizione tra Francia e Gran Bretagna delle ex-provice arabe dell'impero ottomano.

I nazionalisti arabi considerarono l'assetto politico del Mashreq deciso dopo la I guerra mondiale"un tradimento" sia delle promesse diplomatiche fatte durante la guerra, sia dei principi delliberalismo politico sostenuti dalle potenze vincitrici e particolarmente dagli Usa. Questa visionestorica e ideologica è stata fortemente interiorizzata dagli Arabi cresciuti nella cultura nazionalista,ed ha contribuito grandemente, assieme all'oppressione subita durante l'epoca coloniale e alprotrarsi del conflitto arabo-israeliano, a nutrire nel mondo arabo una diffuso e persistenterisentimento, prima contro le potenze europee, e poi soprattutto contro gli Stati Uniti.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 37/45

 

37

CAPITOLO CINQUE

IL COLONIALISMO E LA NASCITA DEGLI STATI NAZIONALI

ARABI

La storia politica del mondo arabo nel periodo 1830 -1945 è caratterizzata dalla nascita e dallaprima strutturazione dei moderni stati nazionali arabi, sotto l'influenza della dominazione colonialeeuropea. Dalla prima guerra mondiale in poi questa tappa fondamentale della storia contemporaneasi intreccia nel mondo arabo con il processo formativo del sistema regionale arabo,30 attraversol'emergere della politica interaraba, cioè della concertazione o competizione tra i governi dei nuovistati arabi, e attraverso un rinnovato nazionalismo arabo, veicolato da nuove ideologie, ma anche

dalla solidarietà transnazionale araba alle lotte anticoloniali nei diversi paesi e specie in Palestina.

 La dominazione coloniale europeaLa dominazione coloniale europea sui paesi arabi è durata un secolo: dalla metà dell'Ottocento(1830 presa francese di Algeri; 1839 presa inglese di Aden) alla metà del Novecento (1961indipendenza del Kuwait dalla Gran Bretagna; 1962 indipendenza dell'Algeria dalla Francia).Durante quest'arco di tempo il colonialismo europeo si è sviluppato, anche nel mondo arabo, informe diverse nei diversi paesi, specie per quanto riguarda la legittimazione internazionale e lepolitiche di governo del dominio coloniale, diversità che hanno determinato la diversità degli effettidel colonialismo nei vari paesi, pur nella sostanzialmente omogeneità dei suoi caratteri strutturali.31

 

Per quanto riguarda la forma giuridica, anche nel mondo arabo sono esistite quattro tipologie

principali di dominazione coloniale: la colonia, il protettorato, il trattato di cooperazione, ilmandato. La colonia in senso proprio era un territorio privo di stato (o considerato tale)32,totalmente dipendente dallo stato sovrano che lo aveva occupato militarmente e lo governavadirettamente. Il protettorato presupponeva invece l'esistenza di un'organizzazione statualeautonoma, costretta dalla potenza straniera a sottoscrivere accordi che garantivano alla potenzacoloniale il diritto di controllare direttamente o indirettamente tutti gli aspetti della vita del paese. Itrattati di cooperazione sono forme mascherate di protettorato, in cui il governo locale contraeattraverso un trattato internazionale una serie di obbligazioni nei confronti della potenza straniera,generalmente a garanzia dei diritti di transito e stazionamento commerciale e militare. Il mandato,come si è detto nel capitolo precedente, è anch'essa una forma di colonizzazione mascherata, le cuispecificità sono la temporaneità e il ruolo di garanzia svolto dalla comunità internazionale (Societàdelle Nazioni). Nel mondo arabo sono stati poche le vere e proprie colonie: colonie francesi sono

30 Concetto definito nel capitolo tre.31 Sui caratteri comuni e complessivi delle politiche coloniali nel mondo arabo si veda Roger Owen Stato, Potere e

Politica nella formazione del Medio Oriente moderno, Bologna, Casa Editrice il Ponte, 2005 [2004], pp. 34-36.32 Adottato dalla Conferenza di Berlino (1884-85) per la spartizione dell'Africa in sfere d'influenza europee, il criteriodell'appartenenza o meno ad uno stato riconosciuto dalle potenze europee per distinguere i territori colonizzabili e non,è evidentemente un puro pretesto giuridico (v. Pierre-Marie Dupuy, Droit international public, droit public et sciencespolitiques, Paris, Dalloz, 2006, p 36).

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 38/45

 

38

state l'Algeria e la Mauritania (quest'ultima dal 1920, come provincia dell'Africa occidentalefrancese); il porto di Aden, nell'attuale Yemen è stata l'unica vera colonia britannica nel mondoarabo; infine, la Libia e la Somalia sono state colonie italiane, rispettivamente dal 1911 e dal1905.33 Per quanto riguarda i protettorati, il Marocco e la Tunisia sono stati protettorati francesi,mentre lo Yemen del Sud, l'Egitto, il Sudan sono stati protettorati britannici (negli ultimi due paesisi è avuto anche un tipo particolare di protettorato, denominato "condominio" perché controllato dadue stati diversi). Il controllo coloniale attraverso trattati di cooperazione è stato invece esercitato

con varie modalità dalla Gran Bretagna nei confronti degli stati della costa orientale della Penisolaaraba (Kuwait, Bahrein, Emirati Arabi, Oman); i mandati, invece, come già visto sono stati istituitinel 1920 su Libano e Siria (Francia), Palestina e Iraq (Gran Bretagna).

I diversi tipi di colonizzazione esistiti nel mondo arabo possono essere distinti anche sotto altriprofili; in base agli interessi prevalenti della potenza colonizzatrice (Francia, Inghilterra, Italia) sipuò distinguere la colonizzazione strategica (è il caso della Gran Bretagna nella Penisola), lacolonizzazione economica ela colonizzazione demografica (è il caso dell'Italia in Libia e dellaFrancia in Algeria); in base al tipo di presenza dei cittadini della potenza dominante (i coloni) si puòdistinguere tra colonizzazione di popolamento (Francia e Italia in Nord Africa) e colonizzazionebasata sul controllo indiretto (indirect rule), tipico della Gran Bretagna in tutti i suoi domini, adeccezione della Palestina, dove favorì l'insediamento di coloni attraverso l'immigrazione ebraicasionista. Nonostante tutte queste differenze che, come vedremo brevemente per il Maghreb, hanno

influito molto sulla storia successiva dei paesi arabi, tutti i tipi di dominio coloniale nel mondoarabo hanno avuto in comune un carattere fondamentale: hanno contribuito a formare e a svilupparei moderni stati nazionali arabi, imprimendogli però delle fondamentali caratteristiche di debolezza esubordinazione in ambito politico, economico e sociale. Questo dato fondamentale rimane veroanche volendo considerare positivo, come taluni fanno tutt'oggi, il ruolo modernizzatore svoltodalle potenza europee nelle colonie arabe. Lo stesso può dirsi anche se, ponendoci in unaprospettiva neutrale rispetto alle prospettive identitarie di colonizzati e e colonizzatori,riconosciamo che la relativa "debolezza strutturale" dei paesi arabi in epoca pre-coloniale è unadelle concause della colonizzazione stessa. E' indubbio infatti che, dopo la prima guerra mondiale,mentre in Turchia elite e strutture amministrative consolidate furono capaci di assorbire leinfluenze europee, assumere il controllo della ricostruzione, respingere il controllo coloniale eavviare la strutturazione di un moderno stato nazionale dal 1923 (fondazione repubblica), nei paesiarabi proprio la mancanza di elite unitarie e di tradizioni statuali forti (specie nel Mashreq) resedebole e inefficace la resistenza che pure si sviluppò all'imposizione al dominio coloniale europeo;tuttavia questa diversa traiettoria di sviluppo politico nei paesi arabi è anch'essa da attribuirsi aprecedenti fenomeni di ingerenza esterna, ad esempio nei confronti della monarchiamodernizzatrice di Muhammad Ali in Egitto.34 

Gli stati coloniali magrebini

Durante l'età moderna (XIV-XVII sec) erano emerse nel Magreb delle entità politiche distinte, chedall'inizio dell'età contemporanea si erano progressivamente strutturate in protostati, retti da dinastieautonome dall'impero ottomano da cui teoricamente dipendevano tutte, ad eccezione del Marocco.Quattro paesi del Magreb attuale, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, possono dunque vantare unapersonalità storica che, sepure non risale all'era antica e non è identica, ad esempio dal punto di vista

33 solo la parte centro-meridionale dell'attuale Somalia (indipendente dal 1960) è stata sottoposta al dominio italiano,iniziato nel 1889 come protettorato; la parte settentrionale, il Somaliland, è stata soggetta alla Gran Bretagna dal 1886;ancora più nord, un territorio tradizionalmente controllato dai clan somali è stato assoggetto alla Francia dal 1888 ed èdivenuto indipendente come stato di Gibuti nel 1977.34 Per una più ampia analisi di questa tematica si veda, tra gli altri, Ira Lapidus Storia delle società islamiche. Vol. III I 

 popoli musulmani sec. XIX-XX, Torino, Einaudi, 1995 [1988], pp. 49-96.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 39/45

 

39

territoriale, a quella degli stati contemporanei, è comunque di lunga tradizione. I diversi tipi didominio coloniale attuati nel Magreb possono essere distinti in base al diverso grado dimantenimento o di distruzione delle istituzioni statuali preesistenti: sostanzialmente mantenute inMarocco e, in minor misura, in Tunisia, ma distrutte del tutto in Algeria e, parzialmente, in Libia.Queste differenze di sviluppo in epoca coloniale hanno fortemente contribuito a determinare undiverso patrimonio pregresso di statualità che ha molto influito sul successivo consolidamento deimoderni stati nazionali magrebini dopo l'indipendenza. In tutti e quattro i paesi magrebini il regime

coloniale è stato al contempo un fattore di unificazione (del territorio e dell’amministrazione), e unfattore di divisione dell'economia ( tra esportazione e di sussitenza locale) e della società ( tra coloni ecolonizzati e tra diverse comunità etnico-confessionali).

 Le lotte anticoloniali nel Mashreq

Come già accennato nel capitolo precedente, nei paesi arabi fu subito evidente l'opposizioneall'assetto politico delle ex-province arabe dell'impero ottomano deciso nel 1920 dalla conferenza dipace di Parigi nel Protocollo di San Remo. Nell'area siro-libanese, la Francia procedetteall'occupazione militare dell'entroterra siriano nell'agosto 1920, schiacciando militarmente laresistenza opposta dai nazionalisti a Maysalun,; il generale Goraud potè così entrare a Damascoponendo fine al regno proclamato da Feisal, che fu costretto all'esilio, prima in Palestina e poi inItalia. Nel novembre 1920 l'altro figlio di Hussein, Abdallah mosse dal Hijaz in sostegno deinazionalisti siriani, accampandosi nel deserto giordano alla testa della sua milizia beduina. In Iraq,

progressivamente occupato dagli Inglesi dal 1914, i notabili tribali delle province meridionali ecentrali lungo l'Eufrate scatenarono una violenta rivolta antibritannica durata dal luglio all'ottobredel 1920 a cui, dopo l'istituzione dei mandati e l'occupazione francese della Siria, si unirono anchele grandi famiglie nazionaliste di Bassora, Bagdad e Mosul, che durante la guerra avevanofomentato rivolte antiottomane alleandosi con gli Inglesi. Anche nella Palestina occupatamilitarmente dal dicembre 1918, nonostante l'opposizione al programma sionista sostenuto dalladichiarazione Balfour i nazionalisti arabi inizialmente sostennero gli Inglesi, ma si opposero dasubito alla spartizione della Siria ottomana decisa a San Remo e già nell'aprile 1920 scoppiaronorivolte antimandato e antisioniste a Gerusalemme e a Jaffa. In Egitto, dichiarato protettorato daiBritannici il 18 dicembre 1914, il movimento nazionalista guidato da Sa'ad Zaghlul organizzò unavera e propria rivolta nel 1919, ottenendo dagli Inglesi prima il diritto di inviare una propriadelegazione (in arabo: wafd ) alla conferenza di Parigi e poi il riconoscimento nel 1922dell'indipendenza formale della monarchia egiziana, che tuttavia non equivaleva ancora alriconoscimento dell'indipendenza per l'Egitto.

A differenza di quanto avveniva contemporaneamente in Turchia, dove la resistenza militareguidata da Kemal Ataturk otteneva col Trattato di Losanna del 1923, la revisione dei confini e lacostituzione d'uno stato pienamente indipendente, la resistenza dei nazionalisti arabi non erasufficientemente forte e coesa da indurre Francia e Gran Bretagna da rinunciare all'occupazione. Laresistenza degli Arabi si dimostrava tuttavia sufficiente ad indurre delle parziali revisioni dellastrategia coloniale nel Mahsreq, in Egitto e nella Penisola. I Britannici precisaro i confini el'organizzazione politica, sin lì incerti, degli stati affidati al loro mandato in una conferenza difunzionari tenuta al Cairo nel marzo 1921: per l'Iraq fu deciso l'accorpamento in un'unica entitàstatuale dei territori delle provincie di Bassora, Bagdad e Mosul e la costituzione d'una monarchiacostituzionale, la cui corona fu offerta a Feisal; per la Palestina fu deciso lo scorporo della

Transgiordania, e la costituzione in quest'area d'un emirato autonomo guidato da Abdallah; riguardoalla Penisola, si decise di continuare ad appoggiare il regno di Husain nel Hijaz se questi avesseaccettato i regimi mandatari (specie in Palestina), ma, in caso contrario, di non difenderlo dalrivale regno del Najd già riconosciuto ai sauditi, che in effetti finirono per sconfiggere Husain nel1924. Le decisioni prese al Cairo miravano a facilitare il governo coloniale inglese, contenendol'opposizione popolare e le rivendicazioni delle elite nazionaliste.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 40/45

 

40

Gli stessi motivi guidarono la Francia nella propria area d'influenza: in Libano fu creato un nuovostato su un territorio più ampio di quello del preesistente Sangiaccato autonomo, di cui elitecristiano maronite rivendicavano l'indipendenza, e nel nuovo stato libanese veniva assicurata lapredominanza proprio di queste elite, tramite il principio della ripartizione comunitaria delleistituzioni di governo sancito dalla costituzione del 1926. In Siria invece la Francia non potèrealizzare il previsto piano di divisione del paese in ministati su base etnico-comunitaria - Damasco,Aleppo, stato alawita, regione beduina ad est, jebel druso a Sud- perché si scontrò con una nuova

rivolta nazionalista nel periodo 1925-27; tuttavia i nazionalisti siriani non poterono impedire iltrattamento separato riservato dal 1921 ad una parte settentrionale del territorio siriano (l'ex-sangiaccato di Alessandretta), infine ceduto alla Turchia nel 1939 a compensazione della rinunciaturca alla regione petrolifera di Mosul, destinata dall'accordo Sykes-Picot ad essere accorpata allaSira francese, ma poi inglobata nel nuovo stato iracheno.

 La strutturazione degli stati nazionali arabiDal 1920 in poi i moderni stati nazionali arabi si formarono attraverso tre processi fondamentali einteragenti: 1) la modernizzazione; 2) il governo coloniale; 3) l'emergere di elite propriamentenazionali. Questi processi gettarono le fondamenta delle strutture economiche, politiche e socialidei nuovi stati arabi ed ebbero alcuni tratti comuni in tutto il mondo arabo, pur sviluppandosi neidiversi paesi con modalità e tempi anche molto diversi, determinati dalle specificità storiche e

strutturali della geografia umana (v. parte prima) dei singoli paesi.35 Per quanto riguarda la modernizzazione, si trattò in effetti della prosecuzione, nel quadro dei nuovistati creati sotto l'egida coloniale, dei processi di modernizzazione politica, economica e socialeiniziati in epoca ottomana, e si tradusse soprattutto nel progressivo passaggio del potere dallestrutture tradizionali a quelle nazionali, create ex-novo o rinnovate con l'istituzione dei nuovi stati,ad esempio attraverso il passaggio delle responsabilità della giustizia, dell’istruzione o della difesadalle comunità tribali o religiose locali allo stato nazionale, tramite la creazione di nuove istituzioni(ad es. ministeri, tribunali, scuole) centralizzate e, almeno in teoria, aventi autorità su tutto ilterritorio nazionale.I caratteri generali del dominio coloniale europeo e della prima fase delle lotte anticoloniali nelmondo arabo sono già stati descritti nelle precedenti sezioni di questo capitolo. Qui va aggiunto chelo stato nazionale moderno, cioè la forma di organizzazione statale imperniata sul concetto dinazione e di territorio, è una forma di organizzazione nuova e tipica dell'età contemporanea; questanuova forma di organizzazione dalla società ha caratteri comuni in tutto il mondo e delle specificitàlocali che nei paesi arabi, come in molti paesi del cosiddetto Terzo mondo, sono dovute soprattuttoal fatto che gli stati contemporanei si sono sviluppati sotto l'egida diretta o indiretta delcolonialismo europeo.36 In breve, questo significa che la nascita dello stato sotto l'egida colonialeha "inoculato" una serie di debolezze strutturali nello sviluppo degli stati nazionali arabi, i cuieffetti principali sono riassumibili nella dipendenza politico-economica dalle potenze esterne enell'artificialità (specie nel Mashreq) della definizione etnica e territoriale degli stati arabi; entrambequeste debolezze strutturali hanno contribuito in modo determinante al perdurare nel mondo arabo,e altrove nel Terzo mondo, del sottosviluppo politico-economico e dei conflitti fomentati dallerivendicazioni etniche e territoriali.

35 L'approccio richiamato qui fa riferimento al concetto di " path dependence" ("dipendenza dal percorso", cioè ladipendenza degli eventi da un percorso iniziato in precedenza), e più precisamente alla metodologia della storia diBraduel e Tilly intepretata anche alla luce di Pierson (Fernand Braudel Ecrits su l'histoire, Parigi, Flammarion, 1977;Paul Pierson Politics in Time: History, Institutions and SocialAnalysis, Princeton, Princeton University Press, 2004;Charles Tilly As Sociology Meets History, New York, Academic Press, 1981).36 Per un primo approfondimento della questione si veda Roger Owen 2005, op. cit., pp. 25-30.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 41/45

 

41

La marcata conflittualità interna e internazionale che ha coinvolto e coivolge gli stati nati in Siria,Libano e Israele/Palestina dallo smembramento coloniale della Siria ottomana [v. cartina XY], è ilcaso esemplare, ma non l' unico, di questa irrisolta eredità del colonialismo nel mondo arabo.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 42/45

 

42

CAPITOLO SEI

LA FORMAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE ARABO(1920 - 1945)

Come si è visto nei capitoli precedenti, il processo formativo del sistema regionale arabo inizianella seconda metà dell'Ottocent, attraverso la diffusione dell'arabismo culturale e delle primerivendicazioni politiche autonomistiche all'interno dell'impero ottomano. Nel periodo successivoalla prima guerra mondiale questo processo prosegue attraverso l'emergere della politica interaraba,cioè della concertazione, e della competizione, tra le elite politiche dei diversi paesi arabi, maanche attraverso un rinnovato nazionalismo arabo, veicolato da nuove ideologie e dalla solidarietàtransnazionale delle società arabe alle lotte anticoloniali arabe, specialmente in Palestina. In questoperiodo, e sino alla fine degli anni '70, l'evoluzione politica del sistema regionale e quella interna aisingoli paesi arabi sono strettamente collegate, influenzandosi e condizionandosi vicendevolmente.

 Nazionalismo arabo e lotte d'indipendenza

Un primo aspetto dello stretto collegamento tra le vicende interne ai singoli paesi e quelle cheinteressano l'insieme del mondo arabo riguarda la lotta che si sviluppa tra 'vecchie' e 'nuove' eliteper il controllo del potere politico-economico all'interno dei nuovi stati nazionali arabi, cioè dellacompetizione tra le elite conservatrice tradizionali, al potere già in epoca ottomana e poi alleatesicon le potenza coloniale, e le nuove forze sociali nazionaliste ‘promosse’ dalla modernizzazione.Questa lotta si è svolta con modalità diverse nella maggior parte dei paesi arabi, ad esclusionedell'Arabia saudita e degli emirati del Golfo dove la formazione degli stati nazionali ha seguitopercorsi meno influenzati dal colonialismo. Dalla competizione tra vecchie e nuove elite sonodipesi non solo i tmepi e i modi delle lotte anticoloniali e dell'accesso alla sovranità formale,

conseguita dalla maggioranza dei paesi arabi nel trentennio che va dal 1932 (Egitto e Iraq) al 1962(Algeria e Kuwait), ma in molti casi anche il tipo di sistema, politico e di potere,37 che si èinstaurato negli stati arabi dopo l'indipendenza.

In Iraq, ad esempio, facevano parte dell’elite conservatrice, molto conflittuale al suo interno, sia lamonarchia importata di Feisal e del suo entourage di nazionalisti siriani, che i grandi proprietariterrieri e dalle comunità etniche o tribali minoritarie alleate ai Britannici; le elite nazionali cheinvece reclamarono prima un'autonomia maggiore e poi l'indipendenza erano invece composte dallaborghesia urbana e dai capi delle tribù e delle comunità più penalizzate dal nuovo controllo statale acui si aggiunsero via via una nuova generazione di funzionari, soprattutto militari, di origine socialemodesta, ma istruiti nel quadro delle nuove istituzioni statali nate dalla modernizzazione (vedicapitolo precedente). La dialettica tra vecchie e nuove elite e potere coloniale è ben rappresentatadal caso dell'Egitto dove dal 1922 al 1952 la vita politica in fu caratterizzata dalla triangolazione tra

la monarchia e le forze politico-sociali conservatrici che la sostenevano, i Britannici che,

37 Sistema politico e sistema di potere, spesso usati come sinonimi, sono in realtà concetti distinti, riferiti il primo agliaspetti formali e istituzionali (es. sistema repubblicano o monarchico) e il secondo agli aspetti informali e sostanzialidella politica. (vedi Laura Guazzone e Federica Bicchi "Introduzione alla questione della democrazia nei paesi arabi" ,inF. Bicchi et al.  La questione della democrazia nel mondo arabo. Stati, società e conflitti, Monza, Polimetrica, 2004, pp.19-41).

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 43/45

 

43

nonostante i trattati di indipendenza del 1922 e del 1932, conservavano il diritto di condizionaredirettamente o indirettamente tutte le decisioni strategiche, e, infine, il polo nazionalistaanticoloniale composto dai grandi partiti liberali come il Wafd, ma anche dal movimento islamistadei Fratelli Musulmani nato nel 1928. Anche nel caso egiziano, nonostante il già forteconsolidamento preestitente del territorio e della comunità stato nazionale, l'instabilità politicagenerata dal dominio coloniale porterà al fallimento del parlamentarismo, alla dittatura militare ealla contrapposizione tutt'oggi insanata tra islamisti e liberali.

 La nascita della politica interaraba Quello che collega le lotte politiche nei singoli paesi alla dimensione regionale e all'emergere delsistema regionale arabo è il fatto che la competizione tra le diverse elite nazionali si è svolta sullosfondo della comune lotta contro il dominio coloniale, in un momento storico e culturale in cui ilnazionalismo arabo si era già diffuso come espressione ideologica dell'aspirazione degli Arabiall'indipendenza politica. Durante tutto il periodo 1920-1952 i tre grandi poli della dialettica politicadel mondo arabo - elite tradizionali, nuove elite e potenze coloniali- hanno tutti, in modo diversi,utilizzato le idee del nazionalismo arabo per legittimare il prioprio potere e le proprie pratichepolitiche; benché gli orientamenti ideologici e gli interessi sottostanti fossero diversi e spessocontrapposti, il collegamente di tutta una serie di pratiche e teorie politiche al comune linguaggiodel nazionalismo arabo, ha fortemente contribuito a creare il sistema regionale arabo.

Il politologo americano Michael Barnett descrive così questo fenomeno:La politica interaraba è emersa nei venticinque anni tumultuosi che vanno dall’istituzionedel sistema dei mandati nel 1920 alla fondazione della Lega araba nel 1945. In questoperiodo relativamente breve il nazionalismo arabo si è evoluto dai club panarabi […] sino adiventare una forza politica dominate […]. Molti fattori hanno contribuito a questa rapidaascesa, ma soprattutto l’onda sismica provocata dalla morte dell’impero ottomano e dalla Iguerra mondiale […] lentamente le elite e le masse hanno trovato una convergenza nellinguaggio dell’arabismo per inquadrare gli eventi, organizzare l’azione politica, garantire idiversi interessi e creare un nuovo ordine regionale. All’inizio [1920]…per qualcuno ilnazionalismo arabo significava rinascita culturale, per altri l’autonomia politica dei paesiarabi, per altri ancora uno stato e una nazione unitaria. L’ambiguità inerente nel concetto [dinazionalismo arabo] ha avuto l’indubbia virtù di prestarsi a molti significati, potendo cosìmobilitare anche interessi contrastanti. […] Dalla fine degli anni ’30 tuttavia l’arabismo halentamente acquisito dei significati più specifici connessi alla lotta per l’indipendenza, lacausa palestinese e la ricerca dell’unità [araba]. Che l’arabismo si sia definito in relazione aqueste questioni non è stato dovuto a dibattiti astratti, bensì alle sfide concrete e quotidianeposte dal colonialismo e dal sionismo.38 

Secondo Barnett, dunque, è l'evoluzione d'una cultura politica comune che porta alla nascita delsistema regionale arabo. La componente più strettamente politica del processo descritto da Barnettpuò essere ricondotta a tre elementi principali:

L’elaborazione ideologica del nazionalismo arabo, opera soprattutto dei padri siriani del partitopanarabo Ba'th ( Baʻṯ : rinascita), nato a Damasco nel 1943 e poi diffusosi in molti paesi arabi; 39 

38 Michael N. Barnett 1998, op. cit., pp. 63-65 .39 I fondatori del partito Ba'th, lungamente al potere in Siria e in Iraq, furono il cristiano Michel Aflaq e il musulmanoSalah Bitar; a loro (ma non solo) si deve l'introduzione delle componenti idealiste e (nazional)socialiste delnazionalismo arabo degli anni '30 - '60 (per un primo approfondimento si veda l'aocnra valida analisi di Paolo Minganti

 I movimenti politici arabi, Roma, Astrolabio-Ubaldini, 1971, pp. 86-107).

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 44/45

 

44

Il sostegno transnazionale alle lotte anticoloniali, particolarmente alle rivolte antibritanniche eantisioniste in Palestina dal 1936 al 1947.40 La competizione tra i diversi governi arabi e le principali potenze (Francia, Gran Bretagna eStati Uniti) per l’egemonia sul mondo arabo.

L'ultimo aspetto di questi tre elementi fondanti del sistema regionale arabo, la politica interarba deigoverni, è considerato in maggior dettaglio nel paragrafo seguente.

 I progetti di unione nel Mashreq e la fondazione della Lega Araba

I progetti di unione regionale nel Mashreq promossi da alcuni paesi arabi negli anni Trenta e infinesfociati nella fondazione della Lega degli stati arabi nel 1945, incarnano il tipo di nazionalismoarabo sostenuto delle elite conservatrici alleate alla Gran Bretagna.: questi progetti miravanoinfatti alla costituzione, almeno parziale, dello stato arabo unitario rivendicato dai nazionalistidurante la prima guerra mondiale, ma questo obiettivo veniva perseguito separatamente dai politicisiriani, giordani ed iracheni, e solo nella misura in cui avrebbe giovato ai rispettivi interessi.Il progetto di unione della "Grande Siria" è stato sostenuto da re Abdallah I di Transgiordania(Giordania dall'indipendenza nel 1946), il quale durante tutto il suo regno (1921-1951) sul piùdebole e artificiale degli stati del Mashreq, ha sperato di rafforzare il suo potere riunendo sotto lasua corona Siria, Libano e Palestina e ha perseguito questa ambizione in vari modi, alleandosi con

tutte le forze (ivi compresa Israele) che potevano aiutarlo a realizzare il progetto: negli anni Venti eTrenta Abdallah sostiene in Siria il partito del Blocco Nazionale che lotta contro i Francesi e ladivisione dal Libano, negli anni Quaranta tratta con i sionisti sul futuro della Palestina, dopo lamorte di Faisal (1933) cerca di proporsi come suo successore in Iraq, nel 1946 firma con l'Iraq untrattato di fraternità e, infine, nel 1950 formalizza l'annessione al suo regno della Cisgiordania,territorio assegnato dall'Onu nel 1947 al costituendo stato palestinese, ma occupato dalla Giordaniadurante la prima guerra arabo-israeliana del 1948 (annessione che gli costerà l'assassinio per manodi un palestinese a Gerusalemme nel 1951)Il progetto del Crescente Fertile, cioè la federazione tra l'Iraq e la Grande Siria unitaria era invecepromosso negli stessi anni dall'iracheno Nuri Said, sunnita nazionalista arabo della prima ora,sostenitore di Feisal, più volte primo ministro e, soprattutto, principale leader politico di fiduciadella Gran Bretagna in Iraq. Il progetto del Crescente fertile fu avanzato da Nuri Said nel 1942 nelcosiddetto "Blue Boook" significativamente sottoposto prima all'attenzione dei Britannici e poi aquella dei principali leader arabi. Il progetto era infatti soprattutto l'espressione dell'interesse dellaGran Bretagna, perseguito già con l'accordo Sykes-Picot e l'alleanza con Hussein, e ripreso subitoprima e durante la seconda guerra mondiale, per la creazione di uno stato unitario arabo suo alleatonel Mashreq, che garantisse il retroterra della via dell'Indie, proteggesse gli interessi locali inglesi eostacolasse la penetrazione di altre potenze esterne, e in aprticolare della Russia. Altri fattoricontingenti fornivano ai Britannici ulteriori motivi per riprendere dal 1939 l'appoggio i progetti delnazionalismo arabo unionisti arab: il sostegno dei governi arabi per por fine alla rivolta antinglese eantisionista in Palestina del 1936-39; la prevenzione d'uno schieramento filo-tedesco degli Arabi; lamomentanea eclisse nel Mashreq della Francia occupata dai nazisti (Siria e Libano venivanooccupati dai Britannici nel 1941). 41 Il progetto iracheno di unione del Crescente fertile del 1942 è quindi soprattutto l'espressione dellaconvergenza di interessi tra la strategia inglese e quella delle elite conservatrici arabe al potere in

Giordania e in Iraq. Tuttavia la realizzazione dell'unione tra Iraq e Grande Siria ledeva gli interessi

40 W. C. Matthews Confronting an Empire, Constructing a Nation: Arab Nationalists and Popular Politics in Mandate

Palestine, London, I. B. Tauris, 2006.41 George Lenczowski, The Middle East in World Affairs, Ithaca, Cornell University Press, 1980, p. 735-738.

5/12/2018 Introduzione Al Mondo Arabo Contemporaneo - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/introduzione-al-mondo-arabo-contemporaneo 45/45

 

45

delle elite in Arabia Saudita, Egitto, Siria e Libano, che non avrebbero dovuto rinunciare al loropotere locale o confrontarsi con un nuovo "superstato" arabo ai propri confini.La proposta avanzata dall’Egitto nel 1943 su consiglio inglese per la costituzionedell'organizzazione intergovernativa denominata Lega degli stati arabi, ebbe invece successoperché permetteva di realizzare almeno parzialmente gli interessi inglesi dell'epoca (una contropartearaba unitaria e alleata), senza non favorire troppo nessuno stato, senza richiedere cessioni disovranità, ma permettendo a tutti governi di fruire di un'istanza di coordinamento e di godere, nei

confronti delle opinioni pubbliche arabe, del prestigio d'una realizzazione collocabile nel solco degliobiettivi del nazionalismo arabo senza dover cedere nulla del potere acquisito nei singoli stati arabiche si andavano strutturando.

Nata sull'onda di interessi politici diversi espressi nel linguaggio nazionalista dell'aspirazioneall'unità politica del mondo arabo, la Lega ha costituito dalla sua fondazione ad oggi la massimaincarnazione della politica interaraba e l'unico quadro istituzionale permanente e complessivo delsistema regionale arabo.

Box 4 La Lega degli Stati Arabi

◦ Istituita dal Patto del Cairo del marzo 1945 la Lega araba è un'organizzazione internazionaleintergovernativa, retta da una serie di trattati internazionali, e dotata di organi statutari a cui fa capo di unsistema di 17 enti ed agenzie specializzati (es. .

◦ 7 gli stati fondatori (Egitto, Iraq, Libano, Siria, Arabia Saudita, Transgiordania firmatari del Patto delCairo.

◦ 3 gli obiettivi statutari principali, definiti nel preambolo del Protocollo di Alessandria 1944 e nell' art. 2Patto costitutivo del Cairo 1945:-  rafforzamento delle relazioni tra gli stati membri;-  coordinamento delle politiche per una più stretta cooperazione e la salvaguardia dell'indipendenza e della

sovranità;- difesa degli interessi degli stati arabi a livello internazionale, ivi compresa la mediazione e

risoluzione dei conflitti tra gli stati membri

◦ 3 le principali istituzioni della Lega:- il Consiglio dei capi di stato o di governo, che si riunisce in un vertice annuale;- il Segretariato permanente con sede al Cairo (a Tunisi nel periodo 1979-1989).- i Consigli ministeriali (economia, difesa,informazione, gioventù) affiancati dai Comitati settoriali(incaricati di progetti specifici -ad es. la questione di Gerusalemme- sui cui riferiscono al Consiglio.