VI - SESTA FASE DI STUDIO · 2013. 3. 23. · VI - SESTA FASE DI STUDIO LaRivelazione cristianain...

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VI - SESTA FASE DI STUDIO La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

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  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

    4. Il modello inclusivista-cristocentrico

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

    4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

    4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    6. L’universalità, istanza della religione e della filosofia

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

    4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    6. L’universalità, istanza della religione e della filosofia

    7. La religione è al cuore delle culture

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

    4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    6. L’universalità, istanza della religione e della filosofia

    7. La religione è al cuore delle culture

    8. Il Cristianesimo non è una cultura

  • VI - SESTA FASE DI STUDIO

    La Rivelazione cristiana in rapporto con le religioni (TF, cap. 5)

    Sommario

    1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    3. Il modello pluralista-teocentrico

    4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    6. L’universalità, istanza della religione e della filosofia

    7. La religione è al cuore delle culture

    8. Il Cristianesimo non è una cultura

    9. Analisi dei vari aspetti dei rapporti tra fede e cultura; analisi dei vari aspettidei rapporti tra fede e scienze

  • Premessa

  • Premessa

    «Questo tema investe molteplici ambiti e riguarda, ad esempio:

  • Premessa

    «Questo tema investe molteplici ambiti e riguarda, ad esempio:

    • aspetti teologici: il rapporto fra cristianesimo e religioni non cristiane

  • Premessa

    «Questo tema investe molteplici ambiti e riguarda, ad esempio:

    • aspetti teologici: il rapporto fra cristianesimo e religioni non cristiane

    • aspetti antropologici e storico-culturali: cosa è una religione?

  • Premessa

    «Questo tema investe molteplici ambiti e riguarda, ad esempio:

    • aspetti teologici: il rapporto fra cristianesimo e religioni non cristiane

    • aspetti antropologici e storico-culturali: cosa è una religione?

    • aspetti filosofici: cosa sia la verità e se sia possibile raggiungere una veritàin materia di religione

  • Premessa

    «Questo tema investe molteplici ambiti e riguarda, ad esempio:

    • aspetti teologici: il rapporto fra cristianesimo e religioni non cristiane

    • aspetti antropologici e storico-culturali: cosa è una religione?

    • aspetti filosofici: cosa sia la verità e se sia possibile raggiungere una veritàin materia di religione

    • aspetti sociologici: stato della presenza di una o più religioni in una società,in crescita o in diminuzione, con il loro specifico bagaglio spirituale eculturale

  • Premessa

    «Questo tema investe molteplici ambiti e riguarda, ad esempio:

    • aspetti teologici: il rapporto fra cristianesimo e religioni non cristiane

    • aspetti antropologici e storico-culturali: cosa è una religione?

    • aspetti filosofici: cosa sia la verità e se sia possibile raggiungere una veritàin materia di religione

    • aspetti sociologici: stato della presenza di una o più religioni in una società,in crescita o in diminuzione, con il loro specifico bagaglio spirituale eculturale

    • aspetti politici: rapporto fra gli stati nazionali e le diverse etnie e religioni,anche in base alle differenti concezioni esistenti dei rapporti fra religione eStato».

    (TF, p. 365)

  • In ambito propriamente teologico

    il rapporto del cristianesimo con le altre religioni è attualmente oggetto dellaTeologia delle religioni.

  • In ambito propriamente teologico

    il rapporto del cristianesimo con le altre religioni è attualmente oggetto dellaTeologia delle religioni.

    Sebbene nasca all’interno dell’ambito teologico-fondamentale,

    essa tende oggi a costituirsi come disciplina propria.

  • In ambito propriamente teologico

    il rapporto del cristianesimo con le altre religioni è attualmente oggetto dellaTeologia delle religioni.

    Sebbene nasca all’interno dell’ambito teologico-fondamentale,

    essa tende oggi a costituirsi come disciplina propria.

    • È compito della Teologia fondamentale dar ragione della

    singolarità di Cristo come

    〈 mediatoree

    pienezza

    〉della Rivelazione

  • In ambito propriamente teologico

    il rapporto del cristianesimo con le altre religioni è attualmente oggetto dellaTeologia delle religioni.

    Sebbene nasca all’interno dell’ambito teologico-fondamentale,

    essa tende oggi a costituirsi come disciplina propria.

    • È compito della Teologia fondamentale dar ragione della

    singolarità di Cristo come

    〈 mediatoree

    pienezza

    〉della Rivelazione

    nel panorama interreligioso

    (TF, p. 365)

  • In ambito propriamente teologico

    il rapporto del cristianesimo con le altre religioni è attualmente oggetto dellaTeologia delle religioni.

    Sebbene nasca all’interno dell’ambito teologico-fondamentale,

    essa tende oggi a costituirsi come disciplina propria.

    • È compito della Teologia fondamentale dar ragione della

    singolarità di Cristo come

    〈 mediatoree

    pienezza

    〉della Rivelazione

    nel panorama interreligioso

    • mentre laTeologia delle religioni dovrebbe dirigere la sua attenzione alsignificato e al valore delle religioni non cristiane in rapporto ai piani di Dioe, quindi, anche all’interno della storia della salvezza».

    (TF, p. 365)

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

    – sia in ambito cosmologico [ mondo, creato ]

    – che antropologico [ uomo, persona ]

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

    – sia in ambito cosmologico [ mondo, creato ]

    – che antropologico [ uomo, persona ]

    • fra religione e legge naturale

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

    – sia in ambito cosmologico [ mondo, creato ]

    – che antropologico [ uomo, persona ]

    • fra religione e legge naturale

    • fra religione e dignità umana.

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

    – sia in ambito cosmologico [ mondo, creato ]

    – che antropologico [ uomo, persona ]

    • fra religione e legge naturale

    • fra religione e dignità umana.

    La Teologia delle religioni coinvolge in sostanza due dimensioni, sebbene fraloro comunicanti:

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

    – sia in ambito cosmologico [ mondo, creato ]

    – che antropologico [ uomo, persona ]

    • fra religione e legge naturale

    • fra religione e dignità umana.

    La Teologia delle religioni coinvolge in sostanza due dimensioni, sebbene fraloro comunicanti:

    – una appartenente alla Teologia della Rivelazione

  • Non è tuttavia possibile «prescindere da una riflessione filosofica previa

    che chiarisca i rapporti

    • fra religione e filosofia

    – sia in ambito cosmologico [ mondo, creato ]

    – che antropologico [ uomo, persona ]

    • fra religione e legge naturale

    • fra religione e dignità umana.

    La Teologia delle religioni coinvolge in sostanza due dimensioni, sebbene fraloro comunicanti:

    – una appartenente alla Teologia della Rivelazione

    – e una alla soteriologia». [ dogmatica, tema della Salvezza ]

    (TF, p. 365)

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

    Affronteremo brevemente i seguenti temi:

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

    Affronteremo brevemente i seguenti temi:

    a) una concisa visione di insieme sull’ originalità della Rivelazione cristiana

    nel panorama delle fenomenologie di rivelazione associate alle tradizionifilosofico-religiose extra-bibliche,

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

    Affronteremo brevemente i seguenti temi:

    a) una concisa visione di insieme sull’ originalità della Rivelazione cristiana

    nel panorama delle fenomenologie di rivelazione associate alle tradizionifilosofico-religiose extra-bibliche, con particolare riferimento all’ unicità eoriginalità della mediazione di Cristo se paragonata ad altre mediazioniconosciute nelle religioni dell’umanità;

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

    Affronteremo brevemente i seguenti temi:

    a) una concisa visione di insieme sull’ originalità della Rivelazione cristiana

    nel panorama delle fenomenologie di rivelazione associate alle tradizionifilosofico-religiose extra-bibliche, con particolare riferimento all’ unicità eoriginalità della mediazione di Cristo se paragonata ad altre mediazioniconosciute nelle religioni dell’umanità;

    b) i principali contenuti del documento della CTI, Il cristianesimo e le religioni(1996) ed alcuni loro possibili sviluppi metodologici;

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

    Affronteremo brevemente i seguenti temi:

    a) una concisa visione di insieme sull’ originalità della Rivelazione cristiana

    nel panorama delle fenomenologie di rivelazione associate alle tradizionifilosofico-religiose extra-bibliche, con particolare riferimento all’ unicità eoriginalità della mediazione di Cristo se paragonata ad altre mediazioniconosciute nelle religioni dell’umanità;

    b) i principali contenuti del documento della CTI, Il cristianesimo e le religioni(1996) ed alcuni loro possibili sviluppi metodologici;

    c) i punti dottrinali riepilogati nella dichiarazione della CDF, Dominus Iesus(2000) quali elementi irrinunciabili della fede cristiana;

  • «Svilupperemo le nostre considerazioni – che resteranno necessariamentelimitate e di carattere introduttorio – principalmente attorno alla

    =⇒ prima delle due precedenti dimensioni [ Teologia della Rivelazione ].

    Affronteremo brevemente i seguenti temi:

    a) una concisa visione di insieme sull’ originalità della Rivelazione cristiana

    nel panorama delle fenomenologie di rivelazione associate alle tradizionifilosofico-religiose extra-bibliche, con particolare riferimento all’ unicità eoriginalità della mediazione di Cristo se paragonata ad altre mediazioniconosciute nelle religioni dell’umanità;

    b) i principali contenuti del documento della CTI, Il cristianesimo e le religioni(1996) ed alcuni loro possibili sviluppi metodologici;

    c) i punti dottrinali riepilogati nella dichiarazione della CDF, Dominus Iesus(2000) quali elementi irrinunciabili della fede cristiana;

    d) il rapporto fra cristianesimo e religione, specie in merito al temadell’ inculturazione della fede».

    (TF, p. 366)

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    «Sebbene la categoria di rivelazione non sia esclusiva, come già visto[ cfr cap. I ], della religione cristiana, ma abbia collegamenti con la fenomenologiareligiosa in genere

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    «Sebbene la categoria di rivelazione non sia esclusiva, come già visto[ cfr cap. I ], della religione cristiana, ma abbia collegamenti con la fenomenologiareligiosa in genere, va osservato che, nel panorama delle religioni,

    la rivelazione cristiana si propone con caratteri assolutamente specifici edoriginali».

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    «Sebbene la categoria di rivelazione non sia esclusiva, come già visto[ cfr cap. I ], della religione cristiana, ma abbia collegamenti con la fenomenologiareligiosa in genere, va osservato che, nel panorama delle religioni,

    la rivelazione cristiana si propone con caratteri assolutamente specifici edoriginali».

    «Una serie di caratteri che identificano tale unicità fanno sì che

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    «Sebbene la categoria di rivelazione non sia esclusiva, come già visto[ cfr cap. I ], della religione cristiana, ma abbia collegamenti con la fenomenologiareligiosa in genere, va osservato che, nel panorama delle religioni,

    la rivelazione cristiana si propone con caratteri assolutamente specifici edoriginali».

    «Una serie di caratteri che identificano tale unicità fanno sì che

    • anche quelle componenti

    – linguistiche

    – cosmologiche

    – o antropologiche

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    «Sebbene la categoria di rivelazione non sia esclusiva, come già visto[ cfr cap. I ], della religione cristiana, ma abbia collegamenti con la fenomenologiareligiosa in genere, va osservato che, nel panorama delle religioni,

    la rivelazione cristiana si propone con caratteri assolutamente specifici edoriginali».

    «Una serie di caratteri che identificano tale unicità fanno sì che

    • anche quelle componenti

    – linguistiche

    – cosmologiche

    – o antropologiche

    che il cristianesimo condivide con altre rivelazioni o tradizionispirituali-religiose

  • VI - 1. Gli elementi specifici della Rivelazione ebraico-cristiana

    «Sebbene la categoria di rivelazione non sia esclusiva, come già visto[ cfr cap. I ], della religione cristiana, ma abbia collegamenti con la fenomenologiareligiosa in genere, va osservato che, nel panorama delle religioni,

    la rivelazione cristiana si propone con caratteri assolutamente specifici edoriginali».

    «Una serie di caratteri che identificano tale unicità fanno sì che

    • anche quelle componenti

    – linguistiche

    – cosmologiche

    – o antropologiche

    che il cristianesimo condivide con altre rivelazioni o tradizionispirituali-religiose

    • vengano riproposte e reinterpretate sotto una luce del tutto originale».

    (TF, pp. 366-367)

  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

    La Rivelazione

    è

    〈 parolaeventostoria

    〉essa si compie nella storia e attraverso la storia

    perché storica ha un carattere dinamico: va

    〈dalla promessaal compimento

    è tale che Dio

    〈nel rivelare/donare Sé stessorivela anche il senso dell’uomo e del mondo

    raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo (Incarnazione)

    è

    〈 inauditae

    sovrabbondante

    〉 pertanto, è essa stessa a dover offrireil principio ermeneuticodella propria interpretazione

    ∣∣∣∣∣∣

  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

    La Rivelazione

    è

    〈 parolaeventostoria

    〉essa si compie nella storia e attraverso la storia

    perché storica ha un carattere dinamico: va

    〈dalla promessaal compimento

    è tale che Dio

    〈nel rivelare/donare Sé stessorivela anche il senso dell’uomo e del mondo

    raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo (Incarnazione)

    è

    〈 inauditae

    sovrabbondante

    〉 pertanto, è essa stessa a dover offrireil principio ermeneuticodella propria interpretazione

    ∣∣∣∣∣∣

  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

    La Rivelazione

    è

    〈 parolaeventostoria

    〉essa si compie nella storia e attraverso la storia

    perché storica ha un carattere dinamico: va

    〈dalla promessaal compimento

    è tale che Dio

    〈nel rivelare/donare Sé stessorivela anche il senso dell’uomo e del mondo

    raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo (Incarnazione)

    è

    〈 inauditae

    sovrabbondante

    〉 pertanto, è essa stessa a dover offrireil principio ermeneuticodella propria interpretazione

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  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

    La Rivelazione

    è

    〈 parolaeventostoria

    〉essa si compie nella storia e attraverso la storia

    perché storica ha un carattere dinamico: va

    〈dalla promessaal compimento

    è tale che Dio

    〈nel rivelare/donare Sé stessorivela anche il senso dell’uomo e del mondo

    raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo (Incarnazione)

    è

    〈 inauditae

    sovrabbondante

    〉 pertanto, è essa stessa a dover offrireil principio ermeneuticodella propria interpretazione

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  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

    La Rivelazione

    è

    〈 parolaeventostoria

    〉essa si compie nella storia e attraverso la storia

    perché storica ha un carattere dinamico: va

    〈dalla promessaal compimento

    è tale che Dio

    〈nel rivelare/donare Sé stessorivela anche il senso dell’uomo e del mondo

    raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo (Incarnazione)

    è

    〈 inauditae

    sovrabbondante

    〉 pertanto, è essa stessa a dover offrireil principio ermeneuticodella propria interpretazione

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  • «Vediamo alcuni di tali caratteri, in parte già incontrati nelle precedenti sezioni».

    La Rivelazione

    è

    〈 parolaeventostoria

    〉essa si compie nella storia e attraverso la storia

    perché storica ha un carattere dinamico: va

    〈dalla promessaal compimento

    è tale che Dio

    〈nel rivelare/donare Sé stessorivela anche il senso dell’uomo e del mondo

    raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo (Incarnazione)

    è

    〈 inauditae

    sovrabbondante

    〉 pertanto, è essa stessa a dover offrireil principio ermeneuticodella propria interpretazione

    ∣∣∣∣∣∣

  • Nell’affrontare il problema del rapporto con le

    religioni non cristiane

    occorrerà, poi, soffermarsi con particolare attenzione sul

  • Nell’affrontare il problema del rapporto con le

    religioni non cristiane

    occorrerà, poi, soffermarsi con particolare attenzione sul

  • Nell’affrontare il problema del rapporto con le

    religioni non cristiane

    occorrerà, poi, soffermarsi con particolare attenzione sul

    carattere di

    〈 unicitàed

    originalità

    〉della mediazione di Cristo

  • Nell’affrontare il problema del rapporto con le

    religioni non cristiane

    occorrerà, poi, soffermarsi con particolare attenzione sul

    carattere di

    〈 unicitàed

    originalità

    〉della mediazione di Cristo

    in ordine alla Salvezza di tutti gli uomini.

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

    «A differenza di quanto avviene in numerose altre tradizioni religiose, nel corsodella esperienza religiosa di Israele i fenomeni rivelatori del divino e della suavolontà

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

    «A differenza di quanto avviene in numerose altre tradizioni religiose, nel corsodella esperienza religiosa di Israele i fenomeni rivelatori del divino e della suavolontà

    • sono sempre meno collegati alla sacralità del cosmo e della natura

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

    «A differenza di quanto avviene in numerose altre tradizioni religiose, nel corsodella esperienza religiosa di Israele i fenomeni rivelatori del divino e della suavolontà

    • sono sempre meno collegati alla sacralità del cosmo e della natura

    • per divenire soprattutto parola e storia.

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

    «A differenza di quanto avviene in numerose altre tradizioni religiose, nel corsodella esperienza religiosa di Israele i fenomeni rivelatori del divino e della suavolontà

    • sono sempre meno collegati alla sacralità del cosmo e della natura

    • per divenire soprattutto parola e storia.

    Parole e storia sono fra loro connesse

    una parola che si fa storia

    ed una storia che rivelaperché unita alla parola

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

    «A differenza di quanto avviene in numerose altre tradizioni religiose, nel corsodella esperienza religiosa di Israele i fenomeni rivelatori del divino e della suavolontà

    • sono sempre meno collegati alla sacralità del cosmo e della natura

    • per divenire soprattutto parola e storia.

    Parole e storia sono fra loro connesse

    una parola che si fa storia

    ed una storia che rivelaperché unita alla parola

    Il legame con l’ oggettività della storia non impedisce alla parola divina dirivelarsi anche nell’ interiorità del soggetto che la accoglie.

  • a) Rivelazione è parola, evento, storia:

    essa si compie nella storia e attraverso la storia

    «A differenza di quanto avviene in numerose altre tradizioni religiose, nel corsodella esperienza religiosa di Israele i fenomeni rivelatori del divino e della suavolontà

    • sono sempre meno collegati alla sacralità del cosmo e della natura

    • per divenire soprattutto parola e storia.

    Parole e storia sono fra loro connesse

    una parola che si fa storia

    ed una storia che rivelaperché unita alla parola

    Il legame con l’ oggettività della storia non impedisce alla parola divina dirivelarsi anche nell’ interiorità del soggetto che la accoglie.

    Rivelazione esteriore e rivelazione interiore sono due dimensionidi un’ unica rivelazione e di un’ unica parola». (TF, p. 367)

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

    La storia

    ha un inizio

    e si dirige verso un termine

    la storia è portatrice di significato

    il Dio di Israele è Signore della storia

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

    La storia

    ha un inizio

    e si dirige verso un termine

    la storia è portatrice di significato

    il Dio di Israele è Signore della storia

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

    La storia

    ha un inizio

    e si dirige verso un termine

    la storia è portatrice di significato

    il Dio di Israele è Signore della storia

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

    La storia

    ha un inizio

    e si dirige verso un termine

    la storia è portatrice di significato

    il Dio di Israele è Signore della storia

    «Esiste di conseguenza anche un rapporto originale fra rivelazione e cosmo:

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

    La storia

    ha un inizio

    e si dirige verso un termine

    la storia è portatrice di significato

    il Dio di Israele è Signore della storia

    «Esiste di conseguenza anche un rapporto originale fra rivelazione e cosmo:

    • la maggioranza delle rivelazioni religiose extra-bibliche si davano [. . . in] unanozione di storia immersa nei cicli naturali e priva di significato innovativo».

  • «Saranno soprattutto gli eventi storici, guidati dall’ onnipotenza divina, amanifestare l’azione e la volontà del Dio di Israele».

    È pertanto originale anche la concezione della storia che permette una simileRivelazione».

    La storia

    ha un inizio

    e si dirige verso un termine

    la storia è portatrice di significato

    il Dio di Israele è Signore della storia

    «Esiste di conseguenza anche un rapporto originale fra rivelazione e cosmo:

    • la maggioranza delle rivelazioni religiose extra-bibliche si davano [. . . in] unanozione di storia immersa nei cicli naturali e priva di significato innovativo».

    • Nella Rivelazione ebraico-cristiana l’ azione divina irrompe,

    spezza il ciclo chiuso della religiosità naturale con eventi unici

    e irripetibili come l’ Alleanza, le promesse di una Terra e del Messia.

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta con un

    dinamismo che va

    〈 dalla promessaal compimento

    〉〈 dall’attesaall’incontro

    〉〈 dall’annuncio profeticoall’evento

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta con un

    dinamismo che va

    〈 dalla promessaal compimento

    〉〈 dall’attesaall’incontro

    〉〈 dall’annuncio profeticoall’evento

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta con un

    dinamismo che va

    〈 dalla promessaal compimento

    〉〈 dall’attesaall’incontro

    〉〈 dall’annuncio profeticoall’evento

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta con un

    dinamismo che va

    〈 dalla promessaal compimento

    〉〈 dall’attesaall’incontro

    〉〈 dall’annuncio profeticoall’evento

    La dinamica dialogica fra Primo e Nuovo Testamento ne rappresenta la suainnervatura storica più intima».

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta con un

    dinamismo che va

    〈 dalla promessaal compimento

    〉〈 dall’attesaall’incontro

    〉〈 dall’annuncio profeticoall’evento

    La dinamica dialogica fra Primo e Nuovo Testamento ne rappresenta la suainnervatura storica più intima».

    «Camminando insieme ai discepoli di Emmaus, Cristo ha inaugurato un’eranuova dell’esegesi: egli è in persona l’esegeta dell’AT di cui è l’esito e ilcompimento» (Latourelle). (TF, p. 368)

  • b) La Rivelazione, perché storica, ha un carattere dinamico

    che va dalla promessa al compimento

    «In relazione con il suo legame con la storia, la Rivelazione ebraico-cristiana sipresenta con un

    dinamismo che va

    〈 dalla promessaal compimento

    〉〈 dall’attesaall’incontro

    〉〈 dall’annuncio profeticoall’evento

    La dinamica dialogica fra Primo e Nuovo Testamento ne rappresenta la suainnervatura storica più intima».

    «Camminando insieme ai discepoli di Emmaus, Cristo ha inaugurato un’eranuova dell’esegesi: egli è in persona l’esegeta dell’AT di cui è l’esito e ilcompimento» (Latourelle). (TF, p. 368)

    La prima e della nuova alleanza costituiscono un unico disegno divino ecaratterizzano pertanto una economia di rivelazione.

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

    • non un principio di comprensione del cosmo

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

    • non un principio di comprensione del cosmo

    • né un’ autocomprensione dell’ uomo».

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

    • non un principio di comprensione del cosmo

    • né un’ autocomprensione dell’ uomo».

    • «Il mistero cessa di essere qualcosa di sottratto all’uomo, come frequentenella dinamica divino-umana dei fenomeni rivelatori associati alla maggiorparte delle religioni, per divenire qualcosa che gli viene offerto».

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

    • non un principio di comprensione del cosmo

    • né un’ autocomprensione dell’ uomo».

    • «Il mistero cessa di essere qualcosa di sottratto all’uomo, come frequentenella dinamica divino-umana dei fenomeni rivelatori associati alla maggiorparte delle religioni, per divenire qualcosa che gli viene offerto».

    • Il Dio di Israele rivela al suo popolo la Sua vita intima fino a dischiudere,nella rivelazione neotestamentaria, il contenuto del mistero trinitario.

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

    • non un principio di comprensione del cosmo

    • né un’ autocomprensione dell’ uomo».

    • «Il mistero cessa di essere qualcosa di sottratto all’uomo, come frequentenella dinamica divino-umana dei fenomeni rivelatori associati alla maggiorparte delle religioni, per divenire qualcosa che gli viene offerto».

    • Il Dio di Israele rivela al suo popolo la Sua vita intima fino a dischiudere,nella rivelazione neotestamentaria, il contenuto del mistero trinitario.

    • La sua finalità non è spiegare il mondo o l’uomo, (TF, p. 369)

  • c) Nella Rivelazione del mistero, Dio rivela Sé stesso e si autocomunicaall’uomo.

    È nel rivelare/donare Sé stesso che Dio rivela anche il senso dell’uomoe del mondo

    • «La Rivelazione è prima di tutto l’offerta e l’ auto-comunicazione diDio stesso

    • non un principio di comprensione del cosmo

    • né un’ autocomprensione dell’ uomo».

    • «Il mistero cessa di essere qualcosa di sottratto all’uomo, come frequentenella dinamica divino-umana dei fenomeni rivelatori associati alla maggiorparte delle religioni, per divenire qualcosa che gli viene offerto».

    • Il Dio di Israele rivela al suo popolo la Sua vita intima fino a dischiudere,nella rivelazione neotestamentaria, il contenuto del mistero trinitario.

    • La sua finalità non è spiegare il mondo o l’uomo, (TF, p. 369)

    • ma spiegare all’uomo chi è Dio, e come conseguenza rileggere ericomprendere la verità del mondo e del’uomo alla luce della Parola di Dio».

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

    • La Parola di Dio è offerta con parole umane.

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

    • La Parola di Dio è offerta con parole umane.

    • Cristo è l’ universale concretum. [“Il Tutto nel frammento” (Balthasar)]

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

    • La Parola di Dio è offerta con parole umane.

    • Cristo è l’ universale concretum. [“Il Tutto nel frammento” (Balthasar)]

    • La persona del Cristo si propone come contenuto e forma della Rivelazione.

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

    • La Parola di Dio è offerta con parole umane.

    • Cristo è l’ universale concretum. [“Il Tutto nel frammento” (Balthasar)]

    • La persona del Cristo si propone come contenuto e forma della Rivelazione.

    • Cristo è a un tempo il mistero rivelatore e il mistero rivelato

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

    • La Parola di Dio è offerta con parole umane.

    • Cristo è l’ universale concretum. [“Il Tutto nel frammento” (Balthasar)]

    • La persona del Cristo si propone come contenuto e forma della Rivelazione.

    • Cristo è a un tempo il mistero rivelatore e il mistero rivelato

    • il mediatore e la pienezza della Rivelazione.

  • d) È Rivelazione nell’economia della Parola Incarnata:

    essa raggiunge la sua pienezza nel Dio fatto uomo

    • «Tutto ciò che Dio rivela ed offre all’uomo si esprime in modo compiutonella persona del Verbo fatto carne.

    • Nel Dio fatto uomo viene colmata in modo radicale e definitivo la distanzafra il tentativo umano di conoscere ciò che appartiene alla sfera del divino[ religione, filosofia ] e l’ eminenza del contenuto del mistero. [ trascendenza]

    • La Parola di Dio è offerta con parole umane.

    • Cristo è l’ universale concretum. [“Il Tutto nel frammento” (Balthasar)]

    • La persona del Cristo si propone come contenuto e forma della Rivelazione.

    • Cristo è a un tempo il mistero rivelatore e il mistero rivelato

    • il mediatore e la pienezza della Rivelazione.

    • Egli non solo porta e rivela la salvezza di Dio, ma è nella sua persona lanorma e il contenuto di questa salvezza».

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

    – È la rivelazione della gelosia di Dio per le sue creature

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

    – È la rivelazione della gelosia di Dio per le sue creature

    – l’ offerta di una alleanza che pone Dio e l’uomo sullo stesso piano

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

    – È la rivelazione della gelosia di Dio per le sue creature

    – l’ offerta di una alleanza che pone Dio e l’uomo sullo stesso piano

    – l’impegno divino di voler riparare in prima persona il peccato dell’uomo

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

    – È la rivelazione della gelosia di Dio per le sue creature

    – l’ offerta di una alleanza che pone Dio e l’uomo sullo stesso piano

    – l’impegno divino di voler riparare in prima persona il peccato dell’uomo

    – lo scandalo della croce

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

    – È la rivelazione della gelosia di Dio per le sue creature

    – l’ offerta di una alleanza che pone Dio e l’uomo sullo stesso piano

    – l’impegno divino di voler riparare in prima persona il peccato dell’uomo

    – lo scandalo della croce

    – il paradosso di perdere la vita per ritrovarla

  • e) La Rivelazione è inaudita e sovrabbondante:

    pertanto, è essa stessa a dover offrire il principio ermeneutico

    della propria interpretazione.

    • «La Rivelazione offre molto di più di quanto l’uomo cerchi e, soprattutto, concategorie che spesso superano la logica umana.

    – È la rivelazione della gelosia di Dio per le sue creature

    – l’ offerta di una alleanza che pone Dio e l’uomo sullo stesso piano

    – l’impegno divino di voler riparare in prima persona il peccato dell’uomo

    – lo scandalo della croce

    – il paradosso di perdere la vita per ritrovarla

    – la logica di un regno ultramondano dove regnare è servire».

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

    • L’ azione rivelatrice di Dio, pertanto

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

    • L’ azione rivelatrice di Dio, pertanto

    – non può essere predetta [ dedotta da soli principi filosofici ]

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

    • L’ azione rivelatrice di Dio, pertanto

    – non può essere predetta [ dedotta da soli principi filosofici ]

    – né commisurata con categorie umane [ ridotta a filosofia ]

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

    • L’ azione rivelatrice di Dio, pertanto

    – non può essere predetta [ dedotta da soli principi filosofici ]

    – né commisurata con categorie umane [ ridotta a filosofia ]

    perché ciò che Dio rivela eccede ciò che il pensiero naturale cerca.

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

    • L’ azione rivelatrice di Dio, pertanto

    – non può essere predetta [ dedotta da soli principi filosofici ]

    – né commisurata con categorie umane [ ridotta a filosofia ]

    perché ciò che Dio rivela eccede ciò che il pensiero naturale cerca.

    • Al tempo stesso la ragione, pur sorpassata non viene per questo umiliata.

  • «Per poter comunicare un contenuto così eminente, la Rivelazione deve fornireanche il criterio ermeneutico fondamentale per essere interpretata.

    Questo criterio è l’ agire storico-salvifico di Dio, mosso dalla solalibertà dell’amore ed a cui l’uomo può corrispondere solo nella libertà e nel donodi sé.

    • L’ azione rivelatrice di Dio, pertanto

    – non può essere predetta [ dedotta da soli principi filosofici ]

    – né commisurata con categorie umane [ ridotta a filosofia ]

    perché ciò che Dio rivela eccede ciò che il pensiero naturale cerca.

    • Al tempo stesso la ragione, pur sorpassata non viene per questo umiliata.

    Anzi, compito proprio della ragione è assicurare quelle conoscenze/aspettativedi ordine metafisico, cosmologico, antropologico, che consentono di riconoscerel’eccedenza».

    (TF, pp. 370-371)

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

    «Un secondo aspetto che merita di essere considerato quale premessa alrapporto fra cristianesimo e religioni riguarda

    la singolarità della mediazione di Gesù-Cristo

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

    «Un secondo aspetto che merita di essere considerato quale premessa alrapporto fra cristianesimo e religioni riguarda

    la singolarità della mediazione di Gesù-Cristo

    Le modalità con cui tale mediazione si manifesta pongono infatti il cristianesimoin una condizione di assoluta originalità rispetto alle altre religioni.

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

    «Un secondo aspetto che merita di essere considerato quale premessa alrapporto fra cristianesimo e religioni riguarda

    la singolarità della mediazione di Gesù-Cristo

    Le modalità con cui tale mediazione si manifesta pongono infatti il cristianesimoin una condizione di assoluta originalità rispetto alle altre religioni.

    • Nella fenomenologia religiosa in genere la mediazione fra l’umano ed ildivino è destinata a dissolversi una volta che il mediatore ha compiuto lasua missione». [ transitorietà della presenza del mediatore ]

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

    «Un secondo aspetto che merita di essere considerato quale premessa alrapporto fra cristianesimo e religioni riguarda

    la singolarità della mediazione di Gesù-Cristo

    Le modalità con cui tale mediazione si manifesta pongono infatti il cristianesimoin una condizione di assoluta originalità rispetto alle altre religioni.

    • Nella fenomenologia religiosa in genere la mediazione fra l’umano ed ildivino è destinata a dissolversi una volta che il mediatore ha compiuto lasua missione». [ transitorietà della presenza del mediatore ]

    • «Il destinatario del messaggio divino [. . . ] (TF, p. 371)

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

    «Un secondo aspetto che merita di essere considerato quale premessa alrapporto fra cristianesimo e religioni riguarda

    la singolarità della mediazione di Gesù-Cristo

    Le modalità con cui tale mediazione si manifesta pongono infatti il cristianesimoin una condizione di assoluta originalità rispetto alle altre religioni.

    • Nella fenomenologia religiosa in genere la mediazione fra l’umano ed ildivino è destinata a dissolversi una volta che il mediatore ha compiuto lasua missione». [ transitorietà della presenza del mediatore ]

    • «Il destinatario del messaggio divino [. . . ] (TF, p. 371)

    – non è chiamato a conformarsi al mediatore, ma solo, eventualmente, adimitarlo.

  • 1.2 Unicità ed originalità della mediazione del Cristo in un contesto interreligioso

    «Un secondo aspetto che merita di essere considerato quale premessa alrapporto fra cristianesimo e religioni riguarda

    la singolarità della mediazione di Gesù-Cristo

    Le modalità con cui tale mediazione si manifesta pongono infatti il cristianesimoin una condizione di assoluta originalità rispetto alle altre religioni.

    • Nella fenomenologia religiosa in genere la mediazione fra l’umano ed ildivino è destinata a dissolversi una volta che il mediatore ha compiuto lasua missione». [ transitorietà della presenza del mediatore ]

    • «Il destinatario del messaggio divino [. . . ] (TF, p. 371)

    – non è chiamato a conformarsi al mediatore, ma solo, eventualmente, adimitarlo.

    – Egli apprende dal mediatore una serie di regole da assolvere, nonesclusa quella dell’annullamento della propria personalità in una leggecosmica anonima, per poter raggiungere grazie ad esse la propriafelicità». [cfr., ad esempio il Buddismo e altre tradizioni orientali]

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

    Tutte queste mediazioni sono però finalizzate all’unica mediazione che resta,quella del Cristo, e tutte sono finalizzate a perpetuarne l’attualità»

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

    Tutte queste mediazioni sono però finalizzate all’unica mediazione che resta,quella del Cristo, e tutte sono finalizzate a perpetuarne l’attualità» attraverso

    • la successione apostolica

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

    Tutte queste mediazioni sono però finalizzate all’unica mediazione che resta,quella del Cristo, e tutte sono finalizzate a perpetuarne l’attualità» attraverso

    • la successione apostolica

    • il carattere sacramentale della Chiesa

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

    Tutte queste mediazioni sono però finalizzate all’unica mediazione che resta,quella del Cristo, e tutte sono finalizzate a perpetuarne l’attualità» attraverso

    • la successione apostolica

    • il carattere sacramentale della Chiesa

    • la presenza reale di Cristo nell’ Eucaristia

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

    Tutte queste mediazioni sono però finalizzate all’unica mediazione che resta,quella del Cristo, e tutte sono finalizzate a perpetuarne l’attualità» attraverso

    • la successione apostolica

    • il carattere sacramentale della Chiesa

    • la presenza reale di Cristo nell’ Eucaristia

    • la realtà efficace dei Sacramenti che sono segni che operano ciò chesignificano.

  • Nel cristianesimo esistono certamente mediazioni destinate a scomparire coltempo, come avviene

    • per la missione profetica

    • o per l’avvicendarsi del ministero degli Apostoli.

    Tutte queste mediazioni sono però finalizzate all’unica mediazione che resta,quella del Cristo, e tutte sono finalizzate a perpetuarne l’attualità» attraverso

    • la successione apostolica

    • il carattere sacramentale della Chiesa

    • la presenza reale di Cristo nell’ Eucaristia

    • la realtà efficace dei Sacramenti che sono segni che operano ciò chesignificano.

    «Soltanto Cristo è Via, Verità e Vita (cfr. Gv 14,6): Egli

    — non mostra [ appena ] la via, non conduce alla verità, non dà la vita

    — ma è in Sé stesso tutto ciò, come fonte e causa di salvezza».

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

    Esso «pone subito in luce la questione centrale» che possiamo focalizzare inqueste domande:

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

    Esso «pone subito in luce la questione centrale» che possiamo focalizzare inqueste domande:

    • Come si può avviare un dialogo interreligioso, rispettando tutte le religioni esenza considerarle in partenza come imperfette e inferiori, se riconosciamoin Gesù Cristo, e soltanto in lui, il Salvatore unico e universale dell’umanità?

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

    Esso «pone subito in luce la questione centrale» che possiamo focalizzare inqueste domande:

    • Come si può avviare un dialogo interreligioso, rispettando tutte le religioni esenza considerarle in partenza come imperfette e inferiori, se riconosciamoin Gesù Cristo, e soltanto in lui, il Salvatore unico e universale dell’umanità?

    • Non si potrebbe concepire la persona e l’azione salvifica di Dio a partire daaltri mediatori, oltre a Gesù Cristo?

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

    Esso «pone subito in luce la questione centrale» che possiamo focalizzare inqueste domande:

    • Come si può avviare un dialogo interreligioso, rispettando tutte le religioni esenza considerarle in partenza come imperfette e inferiori, se riconosciamoin Gesù Cristo, e soltanto in lui, il Salvatore unico e universale dell’umanità?

    • Non si potrebbe concepire la persona e l’azione salvifica di Dio a partire daaltri mediatori, oltre a Gesù Cristo?

    • La rinuncia a tale pretesa è considerata [ da alcuni ] essenziale perché ildialogo possa essere fruttuoso: questo è senza dubbio il punto piùimportante con cui dobbiamo confrontarci (nn. 18 e 93)». (TF, p. 374)

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

    Esso «pone subito in luce la questione centrale» che possiamo focalizzare inqueste domande:

    • Come si può avviare un dialogo interreligioso, rispettando tutte le religioni esenza considerarle in partenza come imperfette e inferiori, se riconosciamoin Gesù Cristo, e soltanto in lui, il Salvatore unico e universale dell’umanità?

    • Non si potrebbe concepire la persona e l’azione salvifica di Dio a partire daaltri mediatori, oltre a Gesù Cristo?

    • La rinuncia a tale pretesa è considerata [ da alcuni ] essenziale perché ildialogo possa essere fruttuoso: questo è senza dubbio il punto piùimportante con cui dobbiamo confrontarci (nn. 18 e 93)». (TF, p. 374)

    Occorre elaborare un modello teologico adeguato.

  • IL DOCUMENTO DELLA CTI IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI (1996)

    È «il documento più organico in materia» di rapporto tra cristianesimo e religioninon cristiane.

    Esso «pone subito in luce la questione centrale» che possiamo focalizzare inqueste domande:

    • Come si può avviare un dialogo interreligioso, rispettando tutte le religioni esenza considerarle in partenza come imperfette e inferiori, se riconosciamoin Gesù Cristo, e soltanto in lui, il Salvatore unico e universale dell’umanità?

    • Non si potrebbe concepire la persona e l’azione salvifica di Dio a partire daaltri mediatori, oltre a Gesù Cristo?

    • La rinuncia a tale pretesa è considerata [ da alcuni ] essenziale perché ildialogo possa essere fruttuoso: questo è senza dubbio il punto piùimportante con cui dobbiamo confrontarci (nn. 18 e 93)». (TF, p. 374)

    Occorre elaborare un modello teologico adeguato.

    Il documento esamina e valuta i diversi modelli che sono stati proposti.

  • Il paradigma dei modelli esclusivista, inclusivista e pluralista: limiti e possibilità

  • Il paradigma dei modelli esclusivista, inclusivista e pluralista: limiti e possibilità

    «Allo scopo di impostare il problema nei suoi aspetti più generali, buona partedella riflessione teologica, e con essa il citato documento», fa riferimento a trepossibili modelli teologici del rapporto tra il cristianesimo e le religioni:

  • Il paradigma dei modelli esclusivista, inclusivista e pluralista: limiti e possibilità

    «Allo scopo di impostare il problema nei suoi aspetti più generali, buona partedella riflessione teologica, e con essa il citato documento», fa riferimento a trepossibili modelli teologici del rapporto tra il cristianesimo e le religioni:

    • il modello esclusivista

    • il modello pluralista

    • il modello inclusivista

  • Il paradigma dei modelli esclusivista, inclusivista e pluralista: limiti e possibilità

    «Allo scopo di impostare il problema nei suoi aspetti più generali, buona partedella riflessione teologica, e con essa il citato documento», fa riferimento a trepossibili modelli teologici del rapporto tra il cristianesimo e le religioni:

    • il modello esclusivista

    • il modello pluralista

    • il modello inclusivista

    A questi tre modelli corrisponderebbero tre prospettive dalle quali collocarsi daun punto di vista cristiano nei confronti delle religioni stesse. Esse sonocaratterizzate come:

  • Il paradigma dei modelli esclusivista, inclusivista e pluralista: limiti e possibilità

    «Allo scopo di impostare il problema nei suoi aspetti più generali, buona partedella riflessione teologica, e con essa il citato documento», fa riferimento a trepossibili modelli teologici del rapporto tra il cristianesimo e le religioni:

    • il modello esclusivista

    • il modello pluralista

    • il modello inclusivista

    A questi tre modelli corrisponderebbero tre prospettive dalle quali collocarsi daun punto di vista cristiano nei confronti delle religioni stesse. Esse sonocaratterizzate come:

    • prospettiva ecclesiocentrica

    • prospettiva teocentrica

    • prospettiva cristocentrica

  • Il paradigma dei modelli esclusivista, inclusivista e pluralista: limiti e possibilità

    «Allo scopo di impostare il problema nei suoi aspetti più generali, buona partedella riflessione teologica, e con essa il citato documento», fa riferimento a trepossibili modelli teologici del rapporto tra il cristianesimo e le religioni:

    • il modello esclusivista

    • il modello pluralista

    • il modello inclusivista

    A questi tre modelli corrisponderebbero tre prospettive dalle quali collocarsi daun punto di vista cristiano nei confronti delle religioni stesse. Esse sonocaratterizzate come:

    • prospettiva ecclesiocentrica

    • prospettiva teocentrica

    • prospettiva cristocentrica

    Sono tre prospettive che spesso vengono contrappostel’una all’altra come mutuamente escludentesi. (cfr TF, p. 378)

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    «Un modello ecclesiocentrico-esclusivistaimposterebbe il rapporto con le altre religioninegando possibilità di salvezza e di verità fuori della Chiesa,

    interpretando in modo letterale e riduttivo la formulaextra Ecclesiam nulla salus».

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    «Un modello ecclesiocentrico-esclusivistaimposterebbe il rapporto con le altre religioninegando possibilità di salvezza e di verità fuori della Chiesa,

    interpretando in modo letterale e riduttivo la formulaextra Ecclesiam nulla salus».

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    «Un modello ecclesiocentrico-esclusivistaimposterebbe il rapporto con le altre religioninegando possibilità di salvezza e di verità fuori della Chiesa,

    interpretando in modo letterale e riduttivo la formulaextra Ecclesiam nulla salus».

    «Tale espressione merita alcune precisazioni.

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    «Un modello ecclesiocentrico-esclusivistaimposterebbe il rapporto con le altre religioninegando possibilità di salvezza e di verità fuori della Chiesa,

    interpretando in modo letterale e riduttivo la formulaextra Ecclesiam nulla salus».

    «Tale espressione merita alcune precisazioni.

    La sua origine risale ai primi secoli ed in ambito patristico indicava un monitorivolto a quei fedeli che, un certo tempo dopo aver ricevuto il battesimo, siallontanavano dalla dottrina e dalla pratica cristiana».

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    «Un modello ecclesiocentrico-esclusivistaimposterebbe il rapporto con le altre religioninegando possibilità di salvezza e di verità fuori della Chiesa,

    interpretando in modo letterale e riduttivo la formulaextra Ecclesiam nulla salus».

    «Tale espressione merita alcune precisazioni.

    La sua origine risale ai primi secoli ed in ambito patristico indicava un monitorivolto a quei fedeli che, un certo tempo dopo aver ricevuto il battesimo, siallontanavano dalla dottrina e dalla pratica cristiana».

    «Una interpretazione riduttiva ed assoluta di tale affermazione noncorrisponderebbe allo sviluppo dogmatico del rapporto Chiesa-salvezza, né aduna corretta autocomprensione del mistero della Chiesa, popolo di Dio, corpo diCristo, tempio dello Spirito, che si estende certamente al di là dei suoi confinivisibili». [ cfr Lumen gentium, n. 16 ]

  • VI - 2. Il modello esclusivista-ecclesiocentrico

    «Un modello ecclesiocentrico-esclusivistaimposterebbe il rapporto con le altre religioninegando possibilità di salvezza e di verità fuori della Chiesa,

    interpretando in modo letterale e riduttivo la formulaextra Ecclesiam nulla salus».

    «Tale espressione merita alcune precisazioni.

    La sua origine risale ai primi secoli ed in ambito patristico indicava un monitorivolto a quei fedeli che, un certo tempo dopo aver ricevuto il battesimo, siallontanavano dalla dottrina e dalla pratica cristiana».

    «Una interpretazione riduttiva ed assoluta di tale affermazione noncorrisponderebbe allo sviluppo dogmatico del rapporto Chiesa-salvezza, né aduna corretta autocomprensione del mistero della Chiesa, popolo di Dio, corpo diCristo, tempio dello Spirito, che si estende certamente al di là dei suoi confinivisibili». [ cfr Lumen gentium, n. 16 ]

    Il primo modello viene dunque escluso, per l’effetto insito nelle sua stessapremessa: una visione riduttiva della realtà della Chiesa. (cfr TF, p. 375)

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentrico

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

    • «la centralità di Cristo andrebbe abbandonata

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

    • «la centralità di Cristo andrebbe abbandonata

    • ed il dialogo fra le varie religioni del mondo potrebbe procedere inprospettiva teocentrica [ non cristocentrica, né ecclesiocentrica ]

    su sentieri in parte inediti».

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

    • «la centralità di Cristo andrebbe abbandonata

    • ed il dialogo fra le varie religioni del mondo potrebbe procedere inprospettiva teocentrica [ non cristocentrica, né ecclesiocentrica ]

    su sentieri in parte inediti».

    • Gesù non sarebbe più l’ unico mediatore della Salvezza, ma al più il piùeccellente

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

    • «la centralità di Cristo andrebbe abbandonata

    • ed il dialogo fra le varie religioni del mondo potrebbe procedere inprospettiva teocentrica [ non cristocentrica, né ecclesiocentrica ]

    su sentieri in parte inediti».

    • Gesù non sarebbe più l’ unico mediatore della Salvezza, ma al più il piùeccellente

    • O addirittura, il Cristo della fede potrebbe realizzarsi in più di un fondatore direligioni

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

    • «la centralità di Cristo andrebbe abbandonata

    • ed il dialogo fra le varie religioni del mondo potrebbe procedere inprospettiva teocentrica [ non cristocentrica, né ecclesiocentrica ]

    su sentieri in parte inediti».

    • Gesù non sarebbe più l’ unico mediatore della Salvezza, ma al più il piùeccellente

    • O addirittura, il Cristo della fede potrebbe realizzarsi in più di un fondatore direligioni

    • «l’evento di Gesù potrebbe essere considerato anche non normativo, edunque la teologia fondamentale e delle religioni dovrebbe aprirsi allapossibilità di rivelazioni o mediazioni superiori o radicalmente diverse».

  • VI - 3. Il modello pluralista-teocentricoIl modello pluralista si basa su queste premesse (inconciliabili con la Tradizionee il Magistero cattolico):

    • «la centralità di Cristo andrebbe abbandonata

    • ed il dialogo fra le varie religioni del mondo potrebbe procedere inprospettiva teocentrica [ non cristocentrica, né ecclesiocentrica ]

    su sentieri in parte inediti».

    • Gesù non sarebbe più l’ unico mediatore della Salvezza, ma al più il piùeccellente

    • O addirittura, il Cristo della fede potrebbe realizzarsi in più di un fondatore direligioni

    • «l’evento di Gesù potrebbe essere considerato anche non normativo, edunque la teologia fondamentale e delle religioni dovrebbe aprirsi allapossibilità di rivelazioni o mediazioni superiori o radicalmente diverse».

    «Si tratta di prospettive che trovano rispondenza in una parte della teologiaevangelica». [ relativismo religioso e conoscitivo ] (TF, pp. 375-376)

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

    • la verità si trova in tutta la sua pienezza nel Cristianesimo

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

    • la verità si trova in tutta la sua pienezza nel Cristianesimo

    • ma possono essere presenti delle verità parziali – i semina Verbi –

    anche nelle religioni non cristiane, che partecipano, in qualche misura.

    all’ unica verità che è Cristo.

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

    • la verità si trova in tutta la sua pienezza nel Cristianesimo

    • ma possono essere presenti delle verità parziali – i semina Verbi –

    anche nelle religioni non cristiane, che partecipano, in qualche misura.

    all’ unica verità che è Cristo.

    Si tratta di

    • un’ epistemologia analogica

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

    • la verità si trova in tutta la sua pienezza nel Cristianesimo

    • ma possono essere presenti delle verità parziali – i semina Verbi –

    anche nelle religioni non cristiane, che partecipano, in qualche misura.

    all’ unica verità che è Cristo.

    Si tratta di

    • un’ epistemologia analogica che comporta

    • una visione inclusivista in senso partecipativo:

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

    • la verità si trova in tutta la sua pienezza nel Cristianesimo

    • ma possono essere presenti delle verità parziali – i semina Verbi –

    anche nelle religioni non cristiane, che partecipano, in qualche misura.

    all’ unica verità che è Cristo.

    Si tratta di

    • un’ epistemologia analogica che comporta

    • una visione inclusivista in senso partecipativo:

    include le religioni con un criterio

    di ordinamento verso la pienezza della verità

  • VI - 4. Il modello inclusivista-cristocentrico

    Infine, il modello inclusivista-cristocentrico

    si fonda su una nozione analoga di verità:

    • la verità si trova in tutta la sua pienezza nel Cristianesimo

    • ma possono essere presenti delle verità parziali – i semina Verbi –

    anche nelle religioni non cristiane, che partecipano, in qualche misura.

    all’ unica verità che è Cristo.

    Si tratta di

    • un’ epistemologia analogica che comporta

    • una visione inclusivista in senso partecipativo:

    include le religioni con un criterio

    di ordinamento verso la pienezza della verità

    che è solo nella fede della Chiesa.

  • Modello | Prospettiva | Epistemologia

    〈 esclusivistapluralista

    inclusivista

    〉←→

    〈 ecclesiocentricateocentrica

    cristocentrica

    〉←→

    〈 univocista-monisticaequivocista-relativista

    analogico-partecipativa

  • Modello | Prospettiva | Epistemologia

    〈 esclusivistapluralista

    inclusivista

    〉←→

    〈 ecclesiocentricateocentrica

    cristocentrica

    〉←→

    〈 univocista-monisticaequivocista-relativista

    analogico-partecipativa

  • Modello | Prospettiva | Epistemologia

    〈 esclusivistapluralista

    inclusivista

    〉←→

    〈 ecclesiocentricateocentrica

    cristocentrica

    〉←→

    〈 univocista-monisticaequivocista-relativista

    analogico-partecipativa

  • Modello | Prospettiva | Epistemologia

    〈 esclusivistapluralista

    inclusivista

    〉←→

    〈 ecclesiocentricateocentrica

    cristocentrica

    〉←→

    〈 univocista-monisticaequivocista-relativista

    analogico-partecipativa

  • Modello | Prospettiva | Epistemologia

    〈 esclusivistapluralista

    inclusivista

    〉←→

    〈 ecclesiocentricateocentrica

    cristocentrica

    〉←→

    〈 univocista-monisticaequivocista-relativista

    analogico-partecipativa

    Modelli

    esclusivista pluralista inclusivista

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

    Il modello cristocentrico-inclusivo

    • è l’ unico ragionevolmente percorribile da una teologia rispettosa

    del dato rivelato

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

    Il modello cristocentrico-inclusivo

    • è l’ unico ragionevolmente percorribile da una teologia rispettosa

    del dato rivelato

    • esso contiene al suo interno un implicito programma metodologico:

    la teologia cristiana dovrebbe sforzarsi di leggere le altre tradizioni religiose

    all’interno della propria storia della salvezza.

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

    Il modello cristocentrico-inclusivo

    • è l’ unico ragionevolmente percorribile da una teologia rispettosa

    del dato rivelato

    • esso contiene al suo interno un implicito programma metodologico:

    la teologia cristiana dovrebbe sforzarsi di leggere le altre tradizioni religiose

    all’interno della propria storia della salvezza.

    • Il verbo includere non vuol dire solo riportare all’interno del proprio confine.

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

    Il modello cristocentrico-inclusivo

    • è l’ unico ragionevolmente percorribile da una teologia rispettosa

    del dato rivelato

    • esso contiene al suo interno un implicito programma metodologico:

    la teologia cristiana dovrebbe sforzarsi di leggere le altre tradizioni religiose

    all’interno della propria storia della salvezza.

    • Il verbo includere non vuol dire solo riportare all’interno del proprio confine.

    • Il suo significato più profondo non può prescindere dall’idea di comprenderenel senso di leggere meglio le altre tradizioni religiose

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

    Il modello cristocentrico-inclusivo

    • è l’ unico ragionevolmente percorribile da una teologia rispettosa

    del dato rivelato

    • esso contiene al suo interno un implicito programma metodologico:

    la teologia cristiana dovrebbe sforzarsi di leggere le altre tradizioni religiose

    all’interno della propria storia della salvezza.

    • Il verbo includere non vuol dire solo riportare all’interno del proprio confine.

    • Il suo significato più profondo non può prescindere dall’idea di comprenderenel senso di leggere meglio le altre tradizioni religiose

    • È la stessa storia della salvezza a fornirci un esempio emblematico di comeagirebbe un simile criterio di inclusività

  • Inclusivismo: alcune osservazioni

    Il modello cristocentrico-inclusivo

    • è l’ unico ragionevolmente percorribile da una teologia rispettosa

    del dato rivelato

    • esso contiene al suo interno un implicito programma metodologico:

    la teologia cristiana dovrebbe sforzarsi di leggere le altre tradizioni religiose

    all’interno della propria storia della salvezza.

    • Il verbo includere non vuol dire solo riportare all’interno del proprio confine.

    • Il suo significato più profondo non può prescindere dall’idea di comprenderenel senso di leggere meglio le altre tradizioni religiose

    • È la stessa storia della salvezza a fornirci un esempio emblematico di comeagirebbe un simile criterio di inclusività, quando essa ci presenta

    – la lettura del Primo Testamento

    – alla luce del Nuovo

    permettendoci così di comprenderlo senza penalizzarlo. (cfr TF, p. 384)

  • • La dinamica promessa-compimento

    – non toglie nulla alla prima alleanza,

  • • La dinamica promessa-compimento

    – non toglie nulla alla prima alleanza,

    – perché se questa perdesse la sua identità si perderebbe inevitabilmenteanche la specificità della nuova. (cfr TF, p. 384)

  • • La dinamica promessa-compimento

    – non toglie nulla alla prima alleanza,

    – perché se questa perdesse la sua identità si perderebbe inevitabilmenteanche la specificità della nuova. (cfr TF, p. 384)

    «La teologia avrebbe qui un compito proprio

    probabilmente diverso da quello del dialogo politico o socio-culturale

  • • La dinamica promessa-compimento

    – non toglie nulla alla prima alleanza,

    – perché se questa perdesse la sua identità si perderebbe inevitabilmenteanche la specificità della nuova. (cfr TF, p. 384)

    «La teologia avrebbe qui un compito proprio

    probabilmente diverso da quello del dialogo politico o socio-culturale,perché chiamata a

    • far chiarezza sulla coerenza interna delle reciproche affermazioni

  • • La dinamica promessa-compimento

    – non toglie nulla alla prima alleanza,

    – perché se questa perdesse la sua identità si perderebbe inevitabilmenteanche la specificità della nuova. (cfr TF, p. 384)

    «La teologia avrebbe qui un compito proprio

    probabilmente diverso da quello del dialogo politico o socio-culturale,perché chiamata a

    • far chiarezza sulla coerenza interna delle reciproche affermazioni

    • non mancando di discernere le eventuali convergenze

  • • La dinamica promessa-compimento

    – non toglie nulla alla prima alleanza,

    – perché se questa perdesse la sua identità si perderebbe inevitabilmenteanche la specificità della nuova. (cfr TF, p. 384)

    «La teologia avrebbe qui un compito proprio

    probabilmente diverso da quello del dialogo politico o socio-culturale,perché chiamata a

    • far chiarezza sulla coerenza interna delle reciproche affermazioni

    • non mancando di discernere le eventuali convergenze

    • separandole da quelle certamente estranee

    alla Rivelazione del Dio uno e trino

    come manifestatasi in pienezza in Gesù Cristo». (TF, p. 385)

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

    • non intende sviluppare una specifica Teologia delle religioni,

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

    • non intende sviluppare una specifica Teologia delle religioni,

    • bensì sottolineare alcune affermazioni di carattere dogmatico

    poggiandosi sulla corrispondente autorità dei diversi

    documenti del Magistero cattolico

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

    • non intende sviluppare una specifica Teologia delle religioni,

    • bensì sottolineare alcune affermazioni di carattere dogmatico

    poggiandosi sulla corrispondente autorità dei diversi

    documenti del Magistero cattolico

    • che essa cita e richiama inserendoli nel contesto contemporaneo.

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

    • non intende sviluppare una specifica Teologia delle religioni,

    • bensì sottolineare alcune affermazioni di carattere dogmatico

    poggiandosi sulla corrispondente autorità dei diversi

    documenti del Magistero cattolico

    • che essa cita e richiama inserendoli nel contesto contemporaneo.

    Essi sono:

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

    • non intende sviluppare una specifica Teologia delle religioni,

    • bensì sottolineare alcune affermazioni di carattere dogmatico

    poggiandosi sulla corrispondente autorità dei diversi

    documenti del Magistero cattolico

    • che essa cita e richiama inserendoli nel contesto contemporaneo.

    Essi sono:

    • in primo luogo

  • VI - 5. Principali verità ricordate dal documento Dominus Iesus

    «La Dichiarazione della CDF Dominus Iesus (6.8.2000)

    • non intende sviluppare una specifica Teologia delle religioni,

    • bensì sottolineare alcune affermazioni di carattere dogmatico

    poggiandosi sulla corrispondente auto