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-e Direzionenell'OratorioSalesiano. - ViaCottolengo,N .32,TORINOC9 - SOMMARIO - LeMiseriedell'invernoelaCaritàcat- tolica- Unagrandepotenzaeobbligodibeneim- piegarla-11BollettinoSalesianonellaterrasantaed unafuturaMissionenellaterradelfuoco - LaPata- goniaeleterredelContinenteAmericano .Proemio -QuintaspedizionediMissionariiSalesianinell'A- merica - InossequioaLeoneXIIInelterzoanniver- sariodisuaelezione - GraziadiMariaAusiliatrice - UngiustoinbenedizioneossiaMicheleScanagatti -- GratitudinediuriPadreeilCollegiodiRandazzo - LecommissionideiCooperatori - Storiadell'Ora- toriodiS .FrancescodiSales - Notizieedificanti - IndulgenzespecialipeiCooperatoriSalesiani . LEMISERIEDELL'INVERNO ELACARITÀCATTOLICA . Muoveapietàilleggereeilvederele miserie , incuisigiaccionotantepovere famiglieacagionediquestoinvernocosì perseveranteecrudo .Quantisenzabeni difortunaesenzalavorononhannopiù damangiare,intirizzisconodalfreddo ,e muoionodistento ! Nonèrarol'udireche orquaorlàsisonotrovatepersone,morte difameospentedalgelo ! Equestosuc- cedenelcuordell'Italia ! Veroècheinquasituttiinostripaesi sitrovanodeicaritatevoli,iqualicercanodi alleviarequestesciagure .Nellecittàpiùpo- polateiParroci,iVescovi,iComitaticat- tolicifannoquellocheunavoltafacevano iConventiedi'Monasteri ,raccolgonoli- mosine,stabilisconocucineeconomiche,di- stribuisconopane, minestra , abiti , eco- perte .Mabisognapurdirlo :imezzivanno mancando,elemiserieeglistentiperdu- ranotenacemente . Noimedesiminesiamoognigiornoalla prova .Afflittipadri,desolatemadrisipre- sentanoquasiognioraainostriOspizidi carità,perorandoconunaeloquenzachenon hapari , affinchéricoveriamoilorofigli cheperiscono .Inunodiquestigiorniuna poveradonnacisigettavainginocchio,e tralela,-rimeedisinghiozzicidiceva :- «Deh! mitolgadallostraziantespettacolo divedereamorireimieifigli ; »etra altreinnumerevolidovemmoesaudirla . Perquestacagione,tuttelenostreCase d'ItaliaediFranciasonooggidìrigurgitanti eli giovaniricoverati .Ecomelimanter- remonoi ! i 0Caritàcristiana,moltiplicaletueindu- strie,confortaaisacrifizi,spronaifacoltosi amettereinpraticailprecettodiquell'A- postolo,chedatesiappella : «Figli- uolimiei,nonamiamoinparoleecolla lingua,macolleopereeconverità(1) .»-- Caritàcristiana,persuadiaquellichepos- sedonobenidiquestomondo,emostraloro cheildareall'indigenteècomeimprestare alSignore , ilqualerenderàiltrenta,il sessanta,anziilcentoperunosuquesta (1)I .Joan . III, 18 .

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-e Direzione nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N . 32, TORINO C9 -

SOMMARIO - Le Miserie dell'inverno e la Carità cat-tolica - Una grande potenza e obbligo di bene im-piegarla -11 Bollettino Salesiano nella terra santa eduna futura Missione nella terra del fuoco - La Pata-gonia e le terre del Continente Americano . Proemio- Quinta spedizione di Missionarii Salesiani nell' A-merica - In ossequio a Leone XIII nel terzo anniver-sario di sua elezione - Grazia di Maria Ausiliatrice- Un giusto in benedizione ossia Michele Scanagatti-- Gratitudine di uri Padre e il Collegio di Randazzo- Le commissioni dei Cooperatori - Storia dell'Ora-torio di S . Francesco di Sales - Notizie edificanti -Indulgenze speciali pei Cooperatori Salesiani .

LE MISERIE DELL'INVERNO

E LA CARITÀ CATTOLICA .

Muove a pietà il leggere e il vedere lemiserie , in cui si giacciono tante poverefamiglie a cagione di questo inverno cosìperseverante e crudo . Quanti senza benidi fortuna e senza lavoro non hanno piùda mangiare, intirizziscono dal freddo , emuoiono di stento ! Non è raro l'udire cheor qua or là si sono trovate persone, mortedi fame o spente dal gelo ! E questo suc-cede nel cuor dell'Italia !

Vero è che in quasi tutti i nostri paesisi trovano dei caritatevoli, i quali cercano dialleviare queste sciagure . Nelle città più po-polate i Parroci, i Vescovi, i Comitati cat-tolici fanno quello che una volta facevano

i Conventi ed i 'Monasteri , raccolgono li-mosine, stabiliscono cucine economiche, di-stribuiscono pane , minestra , abiti , e co-perte . Ma bisogna pur dirlo : i mezzi vannomancando, e le miserie e gli stenti perdu-rano tenacemente .Noi medesimi ne siamo ogni giorno alla

prova . Afflitti padri, desolate madri si pre-sentano quasi ogni ora ai nostri Ospizi dicarità, perorando con una eloquenza che nonha pari , affinché ricoveriamo i loro figliche periscono . In uno di questi giorni unapovera donna ci si gettava in ginocchio, etra le la,-rime ed i singhiozzi ci diceva : -« Deh! mi tolga dallo straziante spettacolodi vedere a morire i miei figli ; » e traaltre innumerevoli dovemmo esaudirla .

Per questa cagione, tutte le nostre Cased'Italia e di Francia sono oggidì rigurgitantieli giovani ricoverati . E come li manter-remo noi !

i

0 Carità cristiana, moltiplica le tue indu-strie, conforta ai sacrifizi, sprona i facoltosia mettere in pratica il precetto di quell' A-postolo, che da te si appella : « Figli-uoli miei, non amiamo in parole e collalingua, ma colle opere e con verità (1) . » --Carità cristiana, persuadi a quelli che pos-sedono beni di questo mondo, e mostra loroche il dare all'indigente è come imprestareal Signore , il quale renderà il trenta, ilsessanta, anzi il cento per uno su questa

(1) I . Joan . III, 18 .

terra, e un immenso capitale di gloria nelconsorzio dei Santi . - Carità cristiana, rin-nova i prodigi che già operasti in tanti tuoidevoti, i quali ad esempio di Colui, che tiportò dal Cielo, si fecero padri del povero,madri dell'orfano, guida del cieco, sostegnodel vecchio, e dei miserabili tutti sollievo,refrigerio e conforto .

(I) Ecce . X, 19 .(2) Lib . 4, cap . 54 in Lue. 1_9 .

I passi citati sono dell'Antico Testamen-to (1) ; ma non meno stringenti sono quellidella nuova Legge d'amore . - Date in li-mosina, dice Gesù Cristo, date in limosinaquello che vi sopravanza : Quod superestdate eleemosynam . - Colle vostre ricchezze,soggiunse altra volta, fatevi degli amici, iquali nel giorno della vostra morte vi ri-cevano negli eterni tabernacoli . - Stolto, Ei

(1) I.ccli . IV, 1 . - XIV, 11 . - Prov . III, 9 . - Is . LVIII, 7 .

che non la godono , nè lasciano goderla .Altri la impiegano in mondane feste , inviaggi inutili, in comparse di lusso, in lautipranzi , e in bagordi , come fànno i gau-denti e gli scialacquatori. Taluni la usanoa fini più sinistri ancora, e così prati-cano soprattutto gli affigliati alle malefichesette. Tutti costoro adoprano male la grandepotenza della moneta, e del cattivo impiegorenderanno un giorno stretto conto al Si-gnore , che ha fatto il ricco perché collesue dovizie gli tributasse gloria ed onore .Ma di cotesta gente non occorre occuparsiper ora . Noi vogliamo in quella vece no-tare che se i figli del secolo, perché senzafede e senza aspirazioni ad una vita feliceal di là della tomba , perché senza caritàpel loro simile, impiegano a mal talento illoro danaro, noi figli della luce, che atten-diamo in Cielo ricchezze imperiture, e chealberghiamo in petto un cuore palpitanted'amor di Dio e del prossimo , dobbiamoall' opposto adoperarlo a buon fine, e se-condo i dettami di Dio medesimo, che ne èil supremo Padrone .

Ciò posto, che cosa ci dice in propositoquesto Sovrano Datore e infallibile Maestro?-- Apriamo le Sacre Carte, e tra gli altri tro-veremo questi documenti solenni : - Figli-uolo, di quello che hai fanne del bene, e offria Dio degne oblazioni . - Onora il Signorecolle tue sostanze, e dà a Lui le primiziedi tutti i tuoi frutti . - Non defraudare ilpovero della limosina : Eleemosynam pau-peris ne defraudes . Questa espressione : nondefraudare , spiega assai bene una veritànon guari intesa dal comune degli uomini,vale a dire, che la limosina è un debito . -Frange esurienti panem tuum : Rompi alfamelico il tuo pane . Osservate, riflette quiSant'Agostino, come Iddio non dice : porgiil tuo pane all' affamato, ma dice : Rom-pilo ; e ciò per farci intendere che quan-tunque non abbiamo che un pane solo, tut-tavia non dobbiamo esimerci dal fare lacarità ai poverelli , ma romperlo a mezzoper dividerlo con loro .

UNA GRANDE POTENZA

e obbligo di bene impiegarla.

Se dimandassimo quale sia la più grandepotenza del mondo, forse non tutti col ri-spondere darebbero nel segno . Rispondiamonoi e diciamo che la più grande potenzadella terra è il danaro . Testimonio ne ab-biamo non solamente la quotidiana espe-rienza, non solamente il consenso di tuttigli uomini, ma Iddio stesso, che ha fattoscrivere : Pecuniae obediunt omnia : Tuttele cose obbediscono al danaro, come al so-vrano più potente (1) .

Nè solo è la più grande, ma è ancoranell'umano consorzio la potenza più neces-saria ; così che tra gli uomini col danarosi fà tutto, senza danaro nulla si fa . Essoè necessario a coloro medesimi, che ne vi-vono più distaccati . Potrebbero eglino man-giare, vestire, convivere insomma senza da-naro o da loro posseduto , o dai propriibenefattori e patroni? E le opere umani-tarie, gli ospizi, gli ospedali e via dicendopotrebbero fórse sussistere senza di esso, evenire in sollievo di tante miserie , chequale funereo ammanto ricoprono la terra?- A questa necessità volle assoggettarsi lostesso divin Salvatore . Difatto il Vangeloci dice che a nome suo i discepoli tene-vano danaro, e ciò per provvedere ai co-muni bisogni e per fare limosina ai pove-relli : Et suorum necessitatibus , aliisqucindigentibus tribuens , come spiega il ve-nerabile Beda (2) . É dunque evidente chela moneta è la più grande e la più neces-saria potenza del mondo .

Ala questa potenza come viene, e comeriebbe essere impiegata da chi disporre nepuò? - Oggidì, come sempre, v'ha di quelliche la conservano oziosa negli scrigni qualeun idolo , quale una divinità intangibile ,consacrandole i pensieri della mente e ghaffetti del cuore ; e questi sono gli avaroni

grida ad un possidente, che, invoce di distri-buire i suoi beni ai poveri, li teneva ammon-ticchiati , stolto : questa notte tu sarai chia-mato all'eternità, e le cose che tieni in serbodi chi saranno ? (1) .Taluno forse dirà : Il dare il fatto no-

stro ai poveri non è un precetto, ma soloun consiglio , che non obbliga sotto penadi peccato . - Bisogna distinguere : E disolo consiglio lo spogliarsi di tutto e darloai poveri per amor di Dio, come fanno ireligiosi ; ma è di precetto il fare limo-sina secondo la propria condizione , allorasopratutto che vi infierisce qualche grandecalamità, e che il prossimo si trova ingrave od estremo bisogno o di anima o dicorpo. Che cosa non dice infatti al caso no-stro l' Apostolo dell'amore, il Discepolo pre-diletto? « Chi non ha carità pei suoi fratelli,Egli scrive , non ha Dio , non ha la vitacon sè ; or colui , che possiede dei benidi questo mondo, e vede i suoi fratelliin necessità e non li soccorre , avrà eglicarità costui? Di certo che no . » - San Gia-como aggiunge alla sua volta : « Che giovaall'uomo avere la fede senza le opere? Potràforse salvarlo la fede sola? No, perchè saràfatto un giudizio senza misericordia a colui,il quale non avrà usato misericordia » - Eche così abbia da essere ce lo dice a chiarenote il Figlio di Dio parlando del giudiziofinale. « Partitevi .da me, dirà Egli ai re-probi , partitevi da me , o maledetti , nelfuoco eterno, perchè nella persona dei po-verelli io aveva fame e voi non mi desteda mangiare ; aveva freddo e non mi co-priste ; era senza tetto e non mi alberga-ste » (2) .

A quale ragione ancora crediamo noi chesi appoggiasse il Divin Salvatore quandodisse : E più facile per un cammello ilpassare per una cruna di un ago, che peiricchi l'entrare nel regno del cielo, se nonanche a questa, che costoro fanno sprecodel loro danaro? - Per qual motivo in oltrefu egli sepolto nell'inferno il ricco Epulone?La Scrittura niun altro ne adduce fuorchéil suo lauto banchettare , e il rifiutarsi disovvenire alle necessità del povero Laz-zaro (3) .

Da questi fatti e dai riferiti oracoli risultamanifesto che l'impiegare almeno qualcheporzione dei nostri beni temporali alla mag-gior gloria di Dio, e a sollievo dei poveri, non

(1) Luc . XI, 41 . - XVI, 9 . - XII, 20 .(2) Joan . V . 17 . - Jacob . II . - Matth . XXV .(3) Matth . XIX, 24- - Luc. XVI .

è già un consiglio, ma un precetto , dallacui osservanza dipende la eterna salute .

Beati adunque coloro, che avranno adem-piuto qucsto dovere ! Beati i misericordiosi !Imperocchè essi, al dire del Divin Salvatore,otterranno misericordia, e nel dì del giu-dizio si udiranno queste soavi parole : Ve-nite , o benedetti del Padre mio, venite apossedere il regno per voi preparato : Ve-nite , benedirti Patris mei, possedete pa-ratum vobis regnum a constitutione mundi .

IL BOLLETTINO SALESIANO NELLA TERRA SANTA

ed una futura Missione nella Terra del Fuoco.

Un fervido operaio evangelico di Gerusalemme,del quale nell'ultimo numero del Bollettino del1878 già pubblicammo una bellissima lettera, uni-tamente ad una relazione sopra un viaggio ma-rittimo del capitano Marceau da lui inviataci, in-siste calorosamente che noi volgiamo eziandio allaTerra del Fuoco, al Sud della Patagonia, la no-stra sollecitudine, con lo spedirvi dei Missionari .Noi lodiamo il suo zelo, e facciamo tesoro deiSaggi suoi consigli . Ma siccome oggidì ci pesasulle braccia la Missione aperta testé sui confini set-tentrionali della Patagonia, sul Rio Negro , cosìci riesce impossibile pcl momento intraprendcrequella nella Terra del Fuoco . Ciò non di meno,rassodata alquanto la prima, abbiamo la più grandefiducia che Iddio ci concederà di dare principioalla seconda, o di assecondare in tal modo le mireed appagare i voti dello zelante Missionario, chesono pure le mire e i voti nostri .

Intanto diamo qui tradotta dal francese una se-conda sua lettera, che é del tenore seguente :

Gerusalemme, 20 novembre 1879 .

REVERENDISSIMO SIGNORE,

7++. poco più di un anno, che io ebbi l'onore discrivere alla S . V. in favore dei poveri selvaggidell'Isola o della Terra del Fuoco, perché aveva lettonelle M issions Catholiques di Lione, che i suoiMissionari sarebbero andati ad evangelizzare gliabitanti della Patagonia, separata dalla Terra delFuoco dallo stretto di Magellano . Poco dopo iomi ebbi una soavissima sorpresa : La S. V. mifaceva inviare il Bollettino Salesiano, che rendeconto delle Opere della sua Congregazione ; e iovi trovai tradotta in italiano la mia lettera del18 settembre 1878 . Grazie mille di questa cor-tese attenzione, Rev .mo Padre. Io lessi e leggeròsempre con vivissimo piacere i racconti intornoal progresso dell'Opera sua : L'educazione deigiovanetti poveri, e le lontane Missioni intrapresedal suo zelo apostolico .

Uno dei nostri Missionari italiani, D . Ales-sandro Macagno, che è stato allievo della PiccolaCasa della Provvidenza in Torino, incaricato di una

recente Missione al di là dei Mar Morto, a Karac, inmezzo a Cristiani appartenenti al greco scisma,tra Beduini e Mussulmani fanatici , mi ringra-ziava poc'anzi di avergli spediti i Bollettini Sa-lesiani . Questi ringraziamenti sono dovuti piut-tosto a Lei, e mi fo premura di comunicarglieli» La ringrazio molto di cuore della grazia che la» S. V. Rev." mi mando per i miei Karakesi ;» ma molto più la ringrazio dei fogli del Bollet-» tino Salesiano, i quali io lessi con somma avi-» dità, e li trovai veramente edificanti . Questi» fogli furono per me come altrettante prediche» ed esortazioni ferventi . Sia benedetto Iddio, il» quale inspirò alla S . V . Rev." il pensiero di» darmeli a leggere . All'esempio dei zelanti Mis-» sionari, le lettere dei quali si trovano in questi» fogli, mi vergogno di me stesso di aver finora» fatto così poco perla gloria di Dio e la salvezza» delle anime . Eppure mi trovo io per divina» misericordia in una Missione quasi somigliante» a quella dei Salesiani di America . Sono tut-

tavia sicuro che il loro esempio mi gioverà» molto per l'avvenire » (1) .

Questo medesimo Missionario farà passare questiBollettini nelle mani di un suo confratello ita-liano, che ha cura dei Cristiani dei medesimi luo-ghi, ma che vivono sotto le tende come i Be-duini nomadi, e cangiano il loro domicilio secondola stagione ed il bisogno , senza per altro allon-tanarsi di troppo da Karac . Egli si chiama Don`Paolo Bandoli, e, se non erro, fu educato nell'O-ratorio di S . Francesco di Sales . Senza dubbio laS . V.. ne avrà conservata memoria nel paternosuo cuore . Ella dunque avrebbe così nella TerraSanta un apostolo formato dalle sue mani, e me-rita perciò le benedizioni promesse dal reale Pro-feta a quelli che amano Gerusalemme : « E sia ab-bondanza di ogni bene a chi ti ama : Et abun-dantia diligentibus te . »

Un altro motivo di grande gioia per me si é, chel'Opera sua fu stabilita in Francia, mia patria,dove nei due passati anni fece dei rapidi pro-gressi. Nizza possiede una Casa, il Patronato diS. Pietro ; due altre ne furono fondate, una aMarsiglia, l'altra alla Navarra presso la Craud'Hyéres (2) .

L'Echo de Fourviére di Lione annunzia che laS. V., mossa dalla carità e dalla benevolenza deicattolici Francesi, avrebbe acconsentito alla ri-chiesta di aprire altre Case nelle principali cittàdella Francia . Ella avrebbe ricevuto, dice il ci-tato giornale, più di cinquanta domande in pro-posito . Qui v'ha il dito di Dio, o Rev .'°° Padre ;anzi qui vi ha la mano, vi ha il braccio dell'On-nipotente . Il Signore benigno le concede la graziadi formare sì gran numero di operai, perché limandi don e la messe é più abbondante, ed il bi-sogno si fa maggiormente sentire .

(1) Tanta umiltà . arguisce uno zelo ben edificante, cheaccende vie maggiormente il nostro e quello dei cari fra-telli di America .(2) Tra le Case stabilite in Francia in questi due anni

sono pure da annoverarsi la colonia di S . Isidoro in SaintCyr presso Tolone, e l'Oratorio colle Scuole di Caritàin Challonges, diocesi di Annecy .

Questo é per me un motivo di più per suppli-care la S. V. che voglia al più presto inviaredei Missionari ai poveri selvaggi della Terra delFuoco .

Io credo che i suoi Missionari della Patagoniariusciranno meglio, cominciando dall'evangelizzarei Patagoni dalla parte del Sud, presso allo strettodi Magellano . L'autore delle lettere pubblicatenel Bollettino Salesiano lascia intendere senzadir tutto, come la politica del Governo Argen-tino sia stata seria contro i poveri Patagoni piùvicini .

Quelli della parte meridionale, per la loro lon-tananza, sono ancora indipendenti dalla Repub-blica Argentina. Di grazia adunque, mandi lorodegli Apostoli nel medesimo tempo, che ne inviaai selvaggi della Terra del Fuoco . Questi Apo-stoli, così ravvicinati, si aiuteranno e s'incorag-gieranno a vicenda .La Missione della Terra del Fuoco raccoman-

data dal Cardinale Prefetto della Propaganda alConsiglio Centrale della Propagazione della Fede,a Lione, sarà ben tosto inscritta nel numero delleMissioni sostenute dalle limosine dell'Opera . Lanovella Missione delle isole Falkland o Maluine,vicinissime allo stretto di Magellano, no é adot-tata .

Io non cesserò di fare appello al cuore aposto-lico della S . V. in favore di quei selvaggi, finchénon avrò letto nel Bollettino Salesiano : « Il Rev .D. Bosco manda dei suoi Sacerdoti ad aprire unaMissione nella Terra dcl Fuoco . »

Gradisca i miei rispetti, i miei ringraziamenti,e le calde mie suppliche pei miei selvaggi .

L . V . PROYETProtonotario Apostolico .

LA PATAGONIA

e le Terre Australi del Continente Americano

PROEMIO .

La Patagonia, di cui molte volte si parlò nel Bol-lettino, ed a cui tendono le aspirazioni dei Sa-lesiani e dei loro Cooperatori, è una delle terrepiù infelici ed abbandonate del mondo . Gli innu-merevoli selvaggi, che la popolano, oltre che sonoin un clima rigido e poco sano, e vivono su terreaspre ed incolte, non ebbero ancora chi loro, inse-gnasse le arti e l'agricoltura, nè chi facesse loroparola della vera religione e de'conforti, che dov'épraticata, reca agli uomini : non mai si udì an-cora in quelle regioni la voce della Buona No-vella : non ancora vi rifulse il vessillo della SantaCroce, e quei popoli così lontani dal consorzio de-gli altri uomini ed abbandonati a loro stessi vi-vono tutt'ora una vita la più meschina e stentata .Ma in mezzo ai grandi mali, che in questi giorniallagano la terra, in mezzo alle tribolazioni chedesolano la Chiesa Santa del Dio vivente, pare che

nasca un raggio di luce, una speranza di saluteper i Patagoni . Pare che Iddio abbia riservato aquesti giorni la grazia della conversione a que-gl'infedeli. Già varii tentativi vi si fecero e riu-scirono prosperamente. Ora la via è aperta: altropiù non manca che mandare missionarii in copia,e quei selvaggi "sono disposti a riceverli ed ascol-tarne la voce .

Il Sommo Pontefice Pio IX di felice memoriafu certamente inspirato dal Signore a benedirequeste missioni, ed il gloriosamente regnante Le-one XIII, non meno del suo predecessore zelanteper la gloria di Dio e la saluto delle anime, è perstabilire in quelle terre un Vicariato Apostolico,ed affidarlo ai Salesiani, affinché considerando queiluoghi come porzione loro eletta possano in brevecivilizzarne i popoli e convertirli al Cristiane-simo . Noi per la parte nostra non mancheremodi fare quanto potremo, e mentre si stanno pre-parando nuove schiere di missionarii crediamoconveniente che nei numeri del nostro Bollettinosi vengano man mano pubblicando notizie intorno aquelle regioni, certi che i nostri Cooperatori ac-coglieranno con piacere questo pensiero, e cheavendo sott'occhio la descrizione delle tante mise-rie spirituali e temporali in cui si trovano queipopoli, colle loro preghiere e coi loro soccorsi neabbrevieranno i giorni della infelicità . A questofine si fecero viaggi e studii speciali su quelleterre sia per conoscerne la fisica posizione , imonti, i fiumi, le piante, gli animali ed il clima ;sia per conoscere la natura degli abitanti, le loroinclinazioni, i loro costumi, la loro religione. Siscelsero soltanto le cose che con morale certezzapossono darsi come vere, e si esposero colle espres-sioni più precise che per noi siasi potuto . Le notizieraccolte verranno di tratto in tratto pubblicate coltitolo : La Patagonia e le Terre Australi del Con-tinente Americano . Esse saranno divise in quattroparti : la prima comprenderà le nozioni geografichenaturali fisiche : la seconda la storia della scopertae dei tentativi fatti per conoscerle e civilizzarlela terza tratterà degli abitanti, della loro indole ecostumanze domestiche e civili : la quarta dirà leloro idee religiose, il loro stato presente e gli sforzidei missionarii per convertirli . Dati al tutto pre-cisi ancora non si possono avere, perché nessunuomo incivilito poté con suo comodo inoltrarsi inquelle terre inospitali ; ma non si lasciò fatica perraccogliere dai libri e dalla relazioni dei viaggiatoriquanto potesse interessare il nostro soggetto . 01-tre alle relazioni che già ci facemmo perveniredai nostri missionarii di colà, ci siamo serviti nelpresente lavoro in modo speciale delle opere se-guenti

1° VINCENTE QUESaDA - « La Patagoniay las tierras australes del Continente Ameri-cano » stampato nel 1875 in Buenos-Ayres, rac-colto da pubblici documenti .

2° ALCIDe D'ORBIGNI' - da sue opere « Viag-gio nell' America Meridionale » e « L' UomoAmericano » Questo abile naturalista percorse perotto anni consecutivi l'Emisfero Australe del NuovoMondo, e soggiornò otto mesi nella Patagonia . Eautore coscienzioso e non esagerato .

3° LA CROIx - in una sua opera particolareintitolata : « La Patagonia, le Terre del Fuocoe le tesole Maloine . » L'autore é considerato comeuno dei più istruiti geografi della prima metà delnostro secolo .

4° GUINNARD - nell'opera intitolata « Treanni di schiavitù in Patagonía » L'autore stessofu schiavo per tre anni continui nel centro dellaPatagonia, e fu venduto schiavo a varii padronidi tribù differenti, di modo che ha potuto osser-vare i costumi di una ragguardevole parte diquelle terre .

5° GIULIO FERRARIO - « I costumi antico-moderni. » America vol . III. là dove parla 'dellaPatagonia .

6° DALY - tradotto, corretto ed annotato dalconte Cibrario « Usi e costumi sociali, civili epolitici di tutti i popoli del mondo .

7° UN ANONIMO - « Galleria universaledi tutti i popoli del mondo . »

8° IL GIRO DEL Mondo - Periodico odiernodi geografia e di viaggi in varii luoghi, e spe-cialmente dai due quinterni « Viaggio di Pio IXal Chili » e

«Osservazioni particolareggiate

nelle terre circostanti allo stretto di Magellano . »0° Oltre a questi, per cose spettanti la geo-

grafia di quei paesi, si consultarono anche moltoaccuratamcnte il Marmocchi, il Balbi ed il Malte-Brun .

10° Varie relazioni di missionarii registrate .specialmente nelle « Lettere edificanti » e nel« Museo delle flussioni Cattoliche » di Torino .

QUINTA SPEDIZIONE DI MISSIONARII SALESIANI

NELL' AMERICA .

Nel precedente numero del Bollettino abbiamoaccennato al bisogno di una nuova spedizione dioperai evangelici nell'America del Sud . La Pa-tagonia ci é aperta ; la prima Casa vi fu poc'anziimpiantata ; e il gran Padre di famiglia ci va a piùripreso gridando : Ite in vineam meam : andatenella mia vigna e lavorate . É adunque necessarioche noi vi ci accingiamo se non vogliamo lasciarea mezzo un'opera di sì liete speranze per la Re-ligione e per la Società ; se non vogliamo fare isordi alla voce di Dio , che ce ne potrebbe pu-nire col sottrarci le sue grazie, e lasciarci posciatota die otiosi .

Per la qual cosa fidenti nella divina Provvidenzae nella carità dei nostri Cooperatori e Coopera-trici, noi stiamo preparando la quinta spedizionedi Missionaria. Possibilmente saranno una decinatra Salesiani e Suore di Maria Ausiliatrice, e fa-ranno vela pel Nuovo Mondo nel mese di Marzo .

Negli anni passati i Cooperatori e le Coopera-trici concorsero efficacemente a quest' opera cosìnobile e caritatevole , e il cuor ci dice che essivi concorreranno eziandio nell'anno corrente .

A noi basta l' esporre loro la cosa ; e se do-mandiamo il loro appoggio , il domandiamo nonper noi, ma per Dio , per la Chiesa, per le a-

rime ; il domandiamo ancora , perché ci é notoche molti dei nostri benefattori godono che diquando in quando loro si presenti una propizia oc-casione di consacrare ad un'opera buona quello, diche possono disporre, e soddisfare per siffatta guisaal debito della limosina. Chi può, ci aiuti dunquematerialmente ; chi nol può, ne parli con altri ,e preghi .

Al quale proposito ripetiamo la raccomandazionefatta nel mese scorso, di recitare cioé ogni giornoun Pater ed Ave a Gesù Sacramentato per labuona riuscita della Missione Patagonica .

IN OSSEQUIO A LEONE XIII

nel 2 ° anniversario di sua elezione.

L'amore al Papa deve regnare nel cuore, e mo-strarsi nelle opere dei Salesiani e di tutti i loroCooperatori . Noi dobbiamo mostrare questo af-fetto col rispettare ed eseguire non solo le de-cisioni e gli ordini del Vicario di Cristo, ma lesue raccomandazioni ed i suoi consigli . Dobbiamomanifestarlo col parlarne sempre in bene, e coldifenderlo dalle male lingue, come sogliono farei buoni figliuoli col padre loro . Dobbiamo ester-narlo col prendere parte alle sue gioie e ai suoidolori, e col portargli soccorso con quei mezzi,che Dio ha posto nelle nostre mani, se non altrocol pregare per lui .Ma se questo amore noi dobbiamo esternare

in ogni tempo e luogo, in allora soprattutto cié d' uopo segnalarlo e darne splendida prova,quando del Papa si ricordano i fatti più rile-vanti. Ora primo tra questi si é la mirabile eprovvidenziale sua esaltazione al trono di Pietro,della quale il 20 del corrente febbraio si compieil secondo Anniversario . Oh ! avventurati coloro,che in quel giorno memorando potranno avvici-narsi a Leone XIII e gridargli : Rex, in aeter-num vive . Non tutti noi potremo in quel dì re-carci corporalmente appiè del suo trono ; manon ci ristaremo dal presentarvici in ispirito .

Pertanto invitiamo i nostri Confratelli e Con-sorelle a celebrare il fausto avvenimento con qual-che pratica speciale di pietà, per es . col fare lasanta Comunione, o coll'ascoltare la Messa, o colrecitare una preghiera pel Santo Padre . Ai Di-rettori delle nostre Case raccomandiamo che lasera del 20 febbraio radunino la comunità innanzi a-gli altari, cantino il Te Deum, e diano la bene-dizione col SS . Sacramento, per ringraziare Iddiodi aver dato alla sua Chiesa un Papa così dottoe pio, e per implorargli lumi speciali per tempitanto procellosi ed aspri .Crediamo che prima di quel giorno i Capi e

Decurioni avranno già tenuta la Conferenza dis . Francesco di Sales prescritta dal regolamento .Se questa non avesse ancora avuto luogo, sa-rebbe opportunissimo il tenerla in quel giornoin ossequio al Papa .

Due anni or sono si é pubblicato nelle Let-ture Cattoliche un fascicolo intitolato : Il più

bel Fiore, contenente, tra le altre cose, la bio-grafia di Leone XIII, e il racconto della sua e-lezione al Soglio Pontificio . Sarebbe bellissimomodo di festeggiare questo avvenimento il diffon-dere tra il popolo questo libretto, molto adatto afar conoscere, amare e venerare il Sommo Pon-tefice .

Si vende alla libreria Salesiana di Torino aL . 32 per ogni cento copie .

GRAZIA DI MARIA AUSILIATRICE.

Riportiamo dal nostro Bollettino francese la lettera se-guente, relativa ad una grazia ottenuta per interces-sione di Maria SS ., invocata sotto il titolo di Aiutodei Cristiani, e venerata nel Santuario di Valdocco inTorino .

Bergerac (Dordogne), il 1 dicembre 1879 .

MIO REVERENDO PADRE,

Nel passato mese di Settembre la sventura pa-reva mi avesse preso a perseguitare . La SocietàFerroviaria , a cui era da molti anni addetto inqualità di contabile, m'informava che a motivo dicessazione di lavoro il mio impiego veniva sop-presso. In oltre io era minacciato di un lungo pro-cesso, che poteva avere delle funeste conseguenzeper me e pei figli miei . Io mi trovava in uno deimomenti più difficili della mia vita. Era una ter-ribile prova che mi mandava il Signore .

Per liberarmi da un sì mal passo, io mi sonorivolto alla Madre degli afflitti, la quale mai nonabbandona coloro, che la invocano con fiducia edamore ; e promisi una piccola offerta pel decorodi cotesta sua Chiesa, se Ella degnavasi di por-tarmi aiuto, e di ottenermi dalla divina Clemenzale grazie, di cui abbisognava per uscire dalle miepene. Il Cielo si degnò di esaudire le mie suppli-che . Il processo, di cui era minacciato, fu evitatoin un modo, che, a dir vero, ha del prodigioso ; edin oltre appena la detta Società mi ebbe licenziato,ecco a presentarmisi un altro impiego più lucrosodel primo, e ciò senza perdita di tempo e di da-naro .P er meglio onorare la B . Vergine, e ringra-

ziarla dei benefizi di cui mi ha ricolmo, io avreidovuto recarmi in persona a depositare la presenteofferta nelle mani della S . V., e domandarle lapermissione di accostarmi alla santa Mensa in co-testo celebre Santuario . Il nuovo mio impiego nonmi permette di allontanarmi di qui pel momento ;ma se il buon Dio mi terrà in vita, io mi vi porterò in capo a pochi mesi . In quanto all'umile of-ferta che ho promessa, io la posso fare fin d'ora ;e perciò prego la S . V. a voler gradire, pei bisogni di cotesta Chiesa, il qui unito vaglia postaledi L. 100, che le sarà pagato in oro .

Io riferii questo fatto per meglio celebrare lagloria e la onnipotenza del buon Dio, e l'efficaceprotezione di Maria . Sarebbe mio desiderio vivissimo che il mondo intiero si persuadesse che ab-biamo in Cielo una tenera Madre piena di solle-citudine pei figli suoi, che sono ancora in questa

valle di pianto, e che a Lei si rivolgono per a-verne soccorso .

Grazie infinite rendo alla S . V . delle preghierefatte per me,. e la prego, mio Reverendo Padre,a volerle continuare. Come la S . V., così io puredesidero di salvare l' anima mia ad ogni costo ;ma riconosco di avere grande bisogno che altrimi aiuti col pregare con me . Dal canto mio pro-metto che non mi dimenticherò di lei nelle po-vere mie preghiere, nel mentre con profondo ri-spetto mi professo

Di V. S. M . Rev .da

Devot.mo e riconosc .- ServoGIUSEPPE GAYDA .

UN GIUSTO IN BENEDIZIONEossia

MICHELE SCANAGATTI

Molti buoni Cooperatori e Cooperatrici ci hadonato il Signore nell'anno scorso ; ma non po-chi eziandio ci furono rapiti dalla inesorabilefalce della morte .

Lo spazio e lo scopo del Bollettino non ci per-mettono di dare cenni biografici di ciascuno di loro ;ciò nulla di meno uno ve ne ha, degno per ogniriguardo di uno speciale ricordo .

E questi il sig. Michele Scanagatti, nato inTorino il 10 settembre del 1803 da Giovanni Bat-tista e Maddalena Barberis, e mortovi il 17 di-cembre 1879 . Fu egli figlio rispettoso, giovaneintemerato, marito fedele , padre esemplare, ve-dovo morigerato, cattolico fervente e senza ri-spetto umano, e di una carità che lo privava delsuo a sollievo dei poveri .

Dio premiò la sua virtuosa giovinezza col darglia compagna, in Luigia Molineri , una donna digrande pietà, donna che egli andò a cercare nongià sui balli, nelle conversazioni e nei diverti-menti del mondo, ma ai piedi degli altari, dovenascono e si alimentano i fiori di ogni più bellavirtù. Reso padre di due figliuoli, e di una figlia,sua premura fu di educarli per Dio . A questo fineandava leggendo nella Sacra Scrittura quali fos-sero i doveri di un buon padre ; si fece quindicome un tesoro delle sentenze dettato dallo Spi-rito Santo sull' educazione dei figli ; e quando isuoi furono in età competente , instillò nei lorocuori quei principii di fede e di morale, chesoli valgono a formare persone virtuose e probe .La figliuola prese il velo fra le monache dellaVisitazione in Torino .

Ma di Michele Scanagatti si potrebbe ripeterequello che l'Arcangelo S . Raffaele disse al buonTobia : « Perché tu eri caro al Signore, fu ne-cessario che la tentazione ti venisse a provare . »Dopo alcun tempo di una vita lieta e concorde,Iddio gli tolse la virtuosa moglie, che moriva inconcetto di un'anima eletta . Già si era rimargi-nata la ferita di una tanta perdita, quand'ecco

morirgli la figlia sul fior degli anni, e poi l'unodopo l' altro i due figliuoli . Sì terribili colpi disventura non iscossero però la sua fede ; il tenerosposo e padre pianse, ma rassegnato appieno allavolontà di Dio disse col pazientissimo Giobbe : Diome li ha dati, e Dio me li ha tolti ; sia benedettoil suo santo nome .

Da quel giorno egli prese ad aspirare più avi-damente alla paria beata, dove l'avevano prece-duto i cari suoi ; e per rendersene ognor più de-gno, risolse di farsi degli amici de mammonainiquitatis, come insegna il divin Maestro, trat-tando come figli i poverelli e bisognosi, spiegandoper essi una carità più unica che rara . A questofine egli, senza usare spilorcerie coi servi, sapevalimitare siffattamente le spese pel suo tratta-mento, da poter ogni anno dare in limosina piùdella metà della sua entrata , che era di circadieci mila lire . Per questo era d'uopo privarsidei viaggi di piacere? ed egli se ne privava .Era necessario contentarsi di un vitto moderatoe parco? ed egli se ne contentava . Era mestieridi sfuggire compagnie , feste, inviti, pranzi dilusso ? ed egli li evitava accuratamente . Per sif-fatte sue privazioni e pietose industrie avvenne,che molte opere pie e povere famiglie di Torinoe di altrove ebbero la bella ventura di provare ilbenefizio della sua,carità veramente ammirabile (1) .

Questa virtù, che gli era stata fida compagna nellesue opere quotidiane, gli fu pure consigliera nellesue ultime disposizioni testamentarie. Ella glisuggerì di chiamare a suoi eredi i poveri, edegli secondandone il pietoso impulso legò ai me-desimi la maggior parte di quei beni, che ancorgli rimanevano, contenti nel Signore i suoi degnifratelli, il Canonico Luigi, Rettore della Chiesadi S. Lorenzo ; e il signor Giovanni Maria, nonche la nipote Adelina che ne ricorda il secondo-genito .

Nell'approssimarsi la novena del santo Natale,Michele Scanagatti, ormai maturo pel cielo, si sentìalquanto incomodato ; ma robusto qual era, sebbenedi 70 anni compiuti, non credeva punto di soc-combere. D. Bosco, che lo conosceva da moltotempo e lo annoverava tra i benefattori dei suoigiovanetti, avvisato della sua malattia, si portòa fargli visita, e con suo rammarico lo trovò moltoaggravato, e da parecchie ore come assopito inun mortale letargo . Quantunque la sua vita di fedee di pietà lo facesse reputare sempre preparatoalla morte, tuttavia rincresceva a tutti che egli nonpotesse ricevere in quegli estremi momenti il SS .Viatico . Per la qual cosa, fatto umile ricorso allaVergine Ausiliatrice, D . Bosco gliene parlò ; eil malato alla sua voce si riscosse, ed espresse il piùvivo desiderio di ricevere il suo Sacramentato Gesù .Vi si preparò adunque e lo accolse con una divo-

(1) Da fonte sicura apprendiamo che nella stessa setti-mana che veniva chiamato agli eterni riposi, il caritate-vole signore aveva fatto distribuire in Valfenera pressoVillanova d'Asti cento emine di meliga . Quindi con ra-gione quel paese alla sua morte fece un gran lutto comealla perdita di un padre dei poveri ; e alla Messa funebrecelebrata in suffragio dell'anima sua prese parte tuttala popolazione come nei giorni di maggiore solennità .

zione angelica . Poco dopo egli ricadde nel suoassopimento, e in quella notte stessa spirò l'a-nima sua nel bacio del Signore .

Fu uomo devotissimo al Papa, e ne diede provadurante la vita e ancora nella sua malattia . A-vendogli D. Bosco domandato se desiderasse diguarire, egli rispose : « Desidero di fare la vo-lontà di Dio . In quanto a questa malattia , iola offro volontieri al Signore per diminuire alSanto Padre le tribolazioni e le pene, e per ac-celerare almeno di qualche momento il trionfodella Santa Chiesa . » '

La notizia della sua morte fu ricevuta collelagrime da quanti lo conoscevano , ed ognunoebbe ad esclamare : I poveri hanno perdutoun benefattore ed un padre . Ma la sua me-moria sarà eterna, come quella del giusto :In memoria aeterna erit iustus . Le sue bene-ficenze saranno ricordate in sulla terra di secoloin secolo, mentre Iddio le ricompensa in cielocon imnzeilso peso di gloria, poiché a MicheleScanagatti possiamo meritamente applicare le pa-role del reale Salmista : Dispersit, dedit pau-peribus ; iustitia eius manet in saeculum sae-culi ; cornu eius exaltabitur in gloria .

gratitudine DI UN PADRE

e il Collegio di Randazzo.

Nel N° 1° della Campana, ottimo periodico diCatania, leggiamo una graziosa lettera di iii pa-dre di famiglia sul Collegio di Randazzo . Per leespressioni troppo benevoli usate verso di noi, fum-mo alquanto dubbiosi se dovessimo riportarla nelBollettino ; ma vi ci siamo indotti col fine che servadi ringraziamento ai buoni Randazzesi d' inco-raggiamento ai nostri fratelli addetti a quella primaCasa Siciliana, e di emulazione a tutti gli altrinella pratica di quella carità, che nella educazionedella gioventù deve signoreggiare come regina .

EGREGIO SIG. DIRETTORe,

Debìto di gratitudine non pure, ma o il desi-derio di giovare altrui, massime a'giorni nostri,quando molti padrifamiglia sono assai trepidantiper , tal collocamento de'proprii figli, che soddisfiad ogni legittima esigenza paterna, mi spingonoimplorare la S . V. Ill. ma si piaccia concedere unposto alla presento nelle colonne del suo accre-ditato giornale .

Sono ormai la Dio mercé riconosciuti i perfe-zionamenti che i figli dell'impareggiabile D . Bo-sco hanno portato nei metodi educativi ; l' artemirabilissima di vincere e signoreggiare i cuoridei giovanetti che li amano più che parenti , eloro ubbidiscono non per timore ma per vivo af-fetto e per sentimento del dovere . Sono eziandionotissimi in Italia i risultamenti ottenuti negliesami di licenza ginnasiale e liceale in Torino eGenova dagli alunni dell'Oratorio di S . France-sco di Sales , e dei Collegi di Valsalice, di Va-

razze e di Alassio : il che persuade di leggieriche nulla trasandi D . Bosco di quanto possa gio-vare allo sviluppo morale ed intellettuale dellagioventù. Mi avviso però che sia poco conosciutala diligenza e l'attenzione da' Salesiani adoperatanel fare osservare i più sani precetti d' igienenello stato di sanità, nell' eseguire le prescri-zioni mediche e nell' apprestare assistenza nonmai interrotta nel caso di malattia .

Ecco quanto io posso e devo testimoniare persentimento di riconoscenza .

Lunedì 16 corrente un figliuoletto mio, da unmese affidato alle cure dell'ottimo sig . D. PietroGuidazio Direttore del Collegio municipale diSan Basilio in Randazzo, veniva assalito da febbregagliardissima . Da quel punto tanto il Direttoresullodato, che il prefetto del Collegio sig . D . Gio-vanni Rinaldi, gli insegnanti, e tutto il personaledella Casa non si davano più pace . Il mio Pie-rino era continuamente assistito da più persone,che gli somministravano i farmachi indicati e lecure più affettuose. Martedì lo stato dell'infermorendevasi più grave e la costernazione spargevasinei cuori dei Superiori . Al manifestarsi di qual-che sintomo allarmante e dietro accordi presi conil chiarissimo Arciprete D. Francesco Fisauli ,mio amico, Mercoledì, essendo rotta la linea te-legrafica con Randazzo, si spediva un espresso aCastiglione per avvisarmi dello stato di mio figlio .Alla nuova inaspettata io, mia moglie ed un miocognato volavamo a quella volta . Ed intanto trealtri dispacci pervenivano a questa nello spaziodi ventiquattro ore, dando i ragguagli del corsodella malattia .

Al nostro arrivo scorgevamo con meraviglia chetutto il Comune s'era interessato del caso del fan-ciulletto e del nostro penoso viaggio ; e in quantici imbattevamo, tutti facevano a gara a darci lenotizie del miglioramento ed a presentarci il mirallegro , con quell' espressione che significa undolore già sofferto . All' ingresso del Collegio ci'si presentarono tutti quanti erano in Casa, ed ac-coglienza più amorevole ed ufficii più affettuosiio non avrei potuto aspettarmi .Di tutto eravamo in un momento provveduti .

L'annunzio fu portato al nostro Pierino con la piùsquisita delicatezza, e malgrado che l' ammalatofosse di già assai migliorato , i tre medici cu-ranti D.r Priolo, D .r Guzzardi e D .r Berillo sidegnarono recarsi tosto in Collegio per rapportaresulla malattia .Oh ! quali erano i sensi di giubilo del figliuo-

letto nel riabbracciare i genitori e lo zio ! Eglinarravici che i Superiori non si erano discostatidal suo letto ; che il sig. Carlo e Fortunato in-fermieri gli avevano prodigato tutte le amorevo-lezze possibili ; che i medici , quando più graveera il pericolo, lo avevano vegliato per una notteintera ; che dai Randazzesi gli erano stati man-dati regali d'ogni sorta, frutti, conserve, dolci, ederano accorsi frequentissimi a visitarlo .

I nuovi venuti furono tutti ospitati in Collegio,e ricolmi d'ogni fatta cortesia . Progredendo sem-pre il miglioramento del giovanetto , volevamoandare in albergo, e non ci fu affatto permesso .

Agira, 29 Dicembre 1879.

Suo devotissimoGIACOMO Dottor SINOPOLI .

LE COMMISSIONI DEI COOPERATORI .Nella nostra Casa principale di Torino noi ri-

ceviamo dalla posta presso a cento lettere al giorno,la maggior parte delle quali sono di Cooperatorie Cooperatrici, che ci lasciano commissioni. Questepoi sono di varie specie : per accettazione di gio-vanetti od altre persone nell' Istituto ; per cele-brazione di Messe , preghiere , benedizioni inonore di Maria Ausiliatrice ; per tipografia ; perlibri , associazioni , immagini e medaglie ; perdiplomi di aggregazione alla Pia Unione dei Coo-peratori e relativo Bollettino ; per associazioneall'Arciconfraternita dei divoti di Maria Ausilia-trice ; per pagamento di pensione e via dicendo .

Di vivo cuore e colla più alta riconoscenza noiringraziamo i Cooperatori della fiducia che innoi ripongono, e dell'aiuto eziandio che in siffattaguisa ci somministrano nèl promuovere e soste-nere le varie nostre opere, le quali, come é lornoto, mirano tutte alla maggior gloria di Dio edell'augusta sua Madre, alla cristiana educazionedei giovanetti poveri ed abbandonati, e alla dif-fusione della buona stampa tra il popolo .

Talvolta per altro con nostro rincrescimento ac-cade che non si possano tosto eseguire le commis-sioni che ciascuno cì lascia, allora sopratutto quandoqueste sono molte e varie . La ragione si é, chedovendo la lettera passare pei differenti Uffizi,separati gli uni dagli altri secondo la diversitàdelle attribuzioni, l'impiegato, per la moltiplicitàdelle quotidiane domande, non può subito copiarnela parte che gli spetta, per trasmettere poscia lalettera all'altro Uffizio per lo stesso lavoro . Suc-cede pur di spesso che certe lettere racchiudanocose di confidenza, e non potendo lasciarle nellealtrui mani, dobbiamo rilevarne noi medesimi lecommissioni che contengono, la qual cosa ci portavia del tempo assai . Sembra 'necessario ovviarea questo inconveniente a comune soddisfazione .

Per la qual cosa, quando occorresse ai Cooperatoridi mandare al Superiore della Casa una letteracon più commissioni , noi li pregheremmo che

Mia moglie, ad ogni fase che presentava la vitadell'Istituto, era con la massima gentilezza invi-tata ad osservarla . Riavutosi Pierino, era infinepregata di visitare tutta la Casa, e restava sor-presa della nettezza delle biancherie , dell' ordi-namento dei mobili e della qualità de' cibi ; piùdi tutto poi della preveggenza che si adopera aibisogni degli alunni .

Le donne sogliono essere più espansive, e miamoglie ripeteva schiettamente a que' buoni Sale-siani : < Io mi studio di essere buona madre, manullameno nella mia famiglia, e credo eziandio nellealtre, nello stato di sanità i bambini non sono ve-gliati per la notte intera, non c'é tanta cura a cam-biare le biancherie, a rifare i letti per impedire ilbenché menomo raffreddore, a preparare i cibi emassime il pane per renderlo più facilmente digeri-bile » - Il vedere bambini tosì lieti, così amorevoli.ed ubbidienti mi :fa trasecolare . Bisogna avereproprio qualche segreto, perché in mezzo a tantebrio si conservi un ordine sì perfetto . Come maifanciulletti, tanto vispi e dissipati, in soli pochigiorni sono divenuti amantissimi dello studio? Iosono fortunato di lasciare qui i miei due figli ,ritornando in patria con la ferma convinzione chegli alunni de' Salesiani hanno tanti parenti amo-revolissimi ed intelligenti, quanti sono i Supe-riori, e che nei loro collegi sott' ogni rapportoeziandio igienico si sta meglio che in famiglia .

Sig. Direttore, ecco le opere di D . Bosco . Questopovero prete che non la pretende a martire, chenon cerca croci, non é egli con le sue cento Casesparse in Italia, in Francia ed in America l'uomodella vera civiltà ? Che tutti i civilizzatori sispecchino in lui, e non disdegnino i Governi e iMunicipii d' affidare l' istruzione a preti siffatti,che sanno darla senza creare , anzi scongiurandoi gravi pericoli che minacciano l'attuale società .

Si abbiano quindi i più sentiti encomii le Au-torità Comunali ed Ecclesiastiche di Randazzo, checoadiuvate da S. E. R." Monsignor Vescovo diAci-Reale, e dall'illustre Sig . Prefetto della Pro-vincia, in un piccolo Comune, alle falde settentri-onali dell'Etna, fondavano un'Opera, che è di giàinvidiata dalle più colte e fiorenti città dell'isolanostra .

Oh! come il buon senso dipana le matasse, chei pregiudizi e le male arti hanno reso arruffa-tissime !

Con pochissima spesa il Consiglio Comunale diRandazzo, grazie allo zelo disinteressato di D . Bo-sco , ha provveduto di ottimi insegnanti tutte lescuole elementari, e messo su un ginnasio che rac-coglie alunni da ogni parte della Sicilia , infon-dendo nuova vitalità intellettiva, morale ed eco-nomica a quella popolazione, che eziandio rapportoalle arti, all'industria ed al traffico comincia a ri-sentirne i benefici effetti . Invece dei suoi predi-cozzi sull' educazione , che deplorando eloquente-mente i mali , nulla poi propongono di pratico edi concreto a ripararli , non farebbe meglio ilF anfulla a dire chiaro e tondo : « Volgiamoci aD . Bosco ed al clero , perché ci diano una gio-ventù pia, costumata e davvero amante della pa-tria, della scienza e dell'umanità ? »

Conchiudo, Sig . Direttore, con rassegnare i pilivivi ringraziamenti alla benemerita Direzione delCollegio Municipale di San Basilio in Randazzo,all' Egregio Rev .mo Sig. Arciprete D . FrancescoFisauli, ai valentissimi medici summentovati, eda tutti i Randazzesi, che per gentilezza d'animoed ospitalità degne di ammirazione tanto s' inte-ressarono della malattia del mio Pierino .

Si degni il Signore benedire alle opere delprovvidenziale fondatore della Congregazione Sa-lesiana, e come all'apostolato di lui ha dischiusol'America, così ne moltiplichi e benedica le operenella Sicilia nostra .

Ella intanto gradisca i sensi del più alto ri-spetto con i quali mi onoro dichiararmi

volessero limitarsi ad esprimere nel corpo dellamedesima le cose confidenziali, e quelle che riguar-dano, a mo'd'esempio, l'accettazione di personenell'Istituto, preghiere da farsi, relazioni di gra-zie ricevute, limosine, offerte , quello insommache spetta più da vicino alla sua persona ; e poiscrivere le altre commissioni in altrettanti bi-glietti distinti, secondo la diversità dcgli oggetti,colla data del tempo e del luogo, col proprio nomee cognome, ed unirveli, avvertendo però di notaresopra il biglietto : Tipografia se la commissione éper stampa ; Libreria se per libri, letture catto-liche, biblioteca della gioventù italiana , imaginie medaglie ; Direzione del Bollettino se per di-plomi da Cooperatore e per Bollettini ; Prefettodi Sacrestia se per tridui, novene nel Santuario diM aria Ausiliatrice, o per farsi ascrivere nell' Ar-ciconfraternita dei suoi divoti ; Prefetto dellaCasa se per pagamento di pensione, e così delresto , secondo il bisogno . Avuti questi bigliettinella sua lettera , il Superiore li distribuirà neltempo stesso ai diversi Uffizi cui appartengono ,i quali poi ciascuno alla sua volta potranno ese-guirne la commissione molto più speditamente .

STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES

CAPO XIV.

Regolamento per l'Oratorio -- Gli uffiziali --- LaCompagnia di S . Luigi - Sue regole -- Le seidomeniche - Prima visita di Monsignor Fran-zoni - I preparamenti .

Fissate le sue tende in Valdocco, D . Boscovolse l' animo a promuovere vie maggiormentenell'Oratorio l'unità di spirito, di disciplina e didirezione. Pertanto sul .principio del 1847, dopodi aver organizzate le scuole serali , come di-cemmo, egli si diede a compilare un Regolamento,e in capo a poche settimane lo ebbe finito . Inesso espose quello, che tradizionalmente già sipraticava nell' Oratorio ; designò varii uffizi dacompiersi in Chiesa, in ricreazione e nelle scuole ;e stabilì norme opportune per ciascuno dei me-desimi . Questo Regolamento stato poscia, secondoi bisogni, riveduto e perfezionato, venne dato allestampe. Esso è diviso in tre parti . La primatratta dello scopo degli Oratorii festivi, dei variiimpieghi e rispettive regole ; la seconda contienele opere di pietà da praticarsi dai giovanetti , eil modo onde questi devono portarsi in Chiesa efuori ; la terza si occupa delle scuole diurne e sc-ralì , e porge generali avvertenze utilissime al-l'uopo. Fin da principio parecchi Vescovi e Par-roci, essendone venuti a cognizione, ne fecero di-manda per introdurre gli Oratorii nelle propriediocesi e parrocchie, e ordinarli collo stesso me-todo che il nostro, per quanto era loro possibile .

Definiti i principali uffizi colle speciali loro at-tribuzioni, D . Bosco li affidò a quelli di noi, cheper buona condotta ed assennatezza gli parvero

più abili a disimpegnarli, creandoli, per così dire,suoi uffiziali od aiutanti di campo . Siccome eglisoleva lasciarli risponsabili dell'impiego loro af-fidato , limitando l' opera sua ad invigilare checiascuno facesse il proprio dovere, così ognuno sidava grande sollecitudine per conoscere ed ese-guire la parte sua nel miglior modo che dato glifosse. Per questa guisa le cose dell'Oratorio pre-sero ad ordinarsi con molto profitto dei giova-netti , ed anche con grande sollievo dello stessonostro Direttore, il quale poi soleva ogni setti-mana raccogliere a sé dintorno i suoi uffiziali ,e da esperto generale li animava con fervoroseparole a rimanere fedeli e saldi al loro posto, sug-gerendo le cose da farsi o da fuggirsi per lavo-rare con buona riuscita . Talora dava loro qualchepremiuzzo, una divota immagine, un libretto e si-mili , terminando sempre coll' additare loro labella corona che li attendeva in Cielo . Queste pa-role , e questi atti di confidenza erano di effica-cissimo stimolo , e di rado avveniva che , o pernegligenza o per mala condotta , si dovesse dis-pensare qualcuno dal proprio ufficio, e privarlodel suo grado .

Dopo aver gettate le basi organiche per pro-muovere e conservare l'unità di amministrazione,era mestieri di dare eccitamento alla pietà conqualche pratica stabile ed uniforme ; e D. Boscopenso di instituire la Compagnia di S . LuigiGonzaga, allo scopo d' impegnare i giovani a pra-ticare le virtù che furono in questo santo più lu-minose, e così avviarli ad una vita morigerata epia. Per la qual cosa egli studiò e compose al-cune poche , ma sugose regole , che gli sembra-rono più adattate per noi . Presentatele poscia al-l' Arcivescovo , questi le esaminò , le fece ancheesaminare da altri , e in fine le approvò in datadell'undici di Aprile di quell'anno medesimo . Leregole sono le seguenti

1 ° Siccome S . Luigi fu modello di buon esem-pio, così tutti quelli, che desiderano di farsi ascri-vere nella sua Compagnia , devono adoperarsi adevitare quanto può cagionare scandalo, anzi pro-curare di dare buon esempio in ogni cosa, ma spe-cialmente nell'esatta osservanza dei doveri di unbuon Cristiano . S. Luigi fin da fanciullo fu cosìesatto nell'adempimento di ogni suo dovere, cosìamante degli esercizi di pietà, e così divoto, chequando andava in chiesa, la gente correva per os-servarne la modestia ed il raccoglimento .

2° Ogni quindici giorni ciascun Confratelloprocurerà di accostarsi alla S . Confessione e Comu-nione , ed anche con più . frequenza , special-mente nelle maggiori solennità . Queste sono learmi con cui si porta compiuta vittoria contro ildemonio. S . Luigi ancor giovinetto si accostavaa questi Sacramenti ogni otto giorni, e divenutoalquanto grandicello, con maggior frequenza . Chiper qualche motivo non potesse adempire questacondizione, col consiglio del Direttore della Com-pagnia potrà mutarla in altra pratica di pietà . Siesortano inoltre gli ascritti a frequentare i Sa-cramenti , e assistere alle sacre funzioni nellapropria loro Cappella per edificazione dei com-pagni .

3° Fuggire come la peste i compagni cattivi, eguardarsi bene dal fare discorsi osceni. S. Lu-igi non solo ovitava tali discorsi , ma era cosìmodesto , che niuno ardiva proferire parola perpoco sconcia alla sua presenza .

4° Usare somma carità verso i compagni, per-donando volentieri qualunque offesa . Bastava fareun'ingiuria a S. Luigi per averselo tosto amico .

5° Grande impegno pel buon ordine della Casadi Dio, animando gli altri alla virtù ed a farsiascrivere nella Compagnia . S. Luigi pel bene delprossimo andò a servire gli appestati , il che fucagione della sua morte .

6° Mettere grande diligenza nel lavoro e nell'a-dempimento dei proprii doveri, prestando esattaubbidienza ai proprii genitori ed agli altri supe-riori .

7° Quando un Confratello cadrà infermo, cia-scuno si darà premura di pregare per lui, edanche aiutarlo nelle cose temporali, nel modo com-patibile colle proprie forze .

Grande entusiasmo eccitò tra noi l'annunzio diquesta Compagnia , e in tutti si accese vivo de-siderio di farvisi ascrivere . Ma affinché non ac-cadesse di dover ripetere il detto del profeta :M ultiplicasti gentem et non magnificasti lae-titiam, ed anche per lasciare ad ognuno un piùforte stimolo a riformare la propria condotta, D . Bo-sco per l' accettazione appose due condizioni . Laprima si era che l'aspirante facesse qualche tempodi prova, dando buon esempio in Chiesa e fuori ;la seconda che fuggisse i cattivi discorsi e fre-quentasse i santi Sacramenti. Questa disposizioneprodusse ben tosto nei giovanetti un notabilissimomiglioramento e nei costumi e nella pietà. Laprima accettazione venne fatta in una Domenicadel mese di Maggio, che fu la prima delle sei pre-cedenti alla festa di San Luigi .

A fine poi di ben prepararci a questa solennità,noi abbiamo celebrate con particolare impegno lesei Domeniche, in ciascuna delle quali molti gio-vani si accostavano ai Sacramenti per lucrare laindulgenza plenaria concessa dal Pontefice Cle-mente XII. Ci rammenta che in quell' occasioneD. Bosco, per facilitare a tutti la frequenza aiSacramenti, ci diede la facoltà di andarlo a tro-vare in qualunque ora del giorno e della sera . AlSabato poi egli aveva da confessare sino a notteavanzata, e talora sin dopo le undici ; e al mat-tino della Domenica dalle quattro sino al tempodella Messa, e spesso sino alle nove e dieci . E-rano due cose degne di ammirazione : La pietà epazienza dei giovani , e lo zelo instancabile diD. Bosco , il quale pel bene delle nostre animestava come inchiodato nel tribunale di penitenzada dieci a dodici ore di seguito , se ne togli unbrevissimo riposo nel cuore della notte . Anzi glié avvenuto parecchie volte di proseguire le con-fessioni tutta la notte, cosiché i primi penitenti delmattino trovavano ancora intorno a lui gli ultimidella sera . Per tal guisa succedendosi gli uni aglialtri obbligavanlo a rimanere in confessionale sinoa 16, 17 e 18 ore consecutive . Questa dura faticanon poteva non colpire la nostra fervida imma-ginazione ; sicché molti dei più trascurati, ve-

dendo il povero prete a sacrificare in questo modo lapropria vita senza verun temporale interesse, apri-vano gli occhi, pensavano all'anima e si conver-tivano al bene più facilmente, che fatto non avreb-bero , se avessero udito la migliore predica delmondo .

Né qui fu il tutto . Molti giovani che frequen-tavano l'Oratorio, specialmente i forestieri, ave-vano ancora da ricevere il Sacramento della Con-fermazione. Perciò D. Bosco venne in pensiero difarlo amministrar loro dall' Arcivescovo nell' oc-casione della festa di S . Luigi e nello stesso Ora-torio . Recatosi pertanto da Mons . Franzoni glienefece rispettoso invito, che il benevolo Prelato ac-colso di buon grado, ed assicurò che sarebbe ve-nuto non solo a cresimare , ma eziandio a cele-brare Messa e a distribuire la santa Comunione .E indicibile la gioia che recò a noi tutti questa gratanotizia, cd incredibile il lavoro che cadde in al-lora sulle spalle del nostro Direttore . Il Cate-chismo della Domenica essendo insufficiente, lo sifece anche alla sera di ogni giorno . Il concorsofu immenso. Tuttavia coll'aiuto di zelanti Sacer-doti e signori laici della città si prepararono e-gregiamente i cresimandi , e pel giorno prefissotutto fu all'ordine . Fra coloro, che in modo spe-ciale prestarono a D . Bosco valida la mano inquei giorni di tanto lavoro, sono da annoverarsi ilteologo Borelli , il teologo Felice Chiaves, il te-ologo Giacinto Carpano , i Sacerdoti D . Musso eD . Trivero, e i due teologi Vola, Ignazio e Gio-vanni .

Era la prima volta che Mons . Franzoni venivaa visitare il nostro Oratorio, e che facevansi talifunzioni nella nostra Cappella ; epperciò sebbenpoverelli nulla abbiamo risparmiato per renderela festa più splendida che si potesse . I musici prepa-raronsi a rallegrarla coi loro melodiosi concenti ;i sacrestani ornarono con buon gusto la Chiesa ,e mancando di tappeti supplirono ingegnosamentecon lenzuola e coperte da letto . Venne eziandioper opera loro preparato un modesto padiglione,ed un bell'arco coperto di frondi e di fiori, por-tante questa iscrizione in mezzo : In questa tuaprima visita, o inclito Antistite, allievi e supe-riori di quest' Oratorio festanti ti accolgono, eti offrono un serto coi figliali affetti del lorocuore.

Neppure i campanari mancarono alla parte loro .Non avendo ancora i sacri bronzi da suonare afesta , essi diedero di piglio ad un grosso cam-panello, e fin dalla vigilia girando pei dintornilo agitarono opportune et importune, da far sa-pere a chi premeva e a chi no, come al domaninell'Oratorio si faceva la festa di S . Luigi, ono-rata dalla presenza di Mons . Arcivescovo . Altried ecclesiastici e laici prepararono i biglietti perla Cresima ; taluni i giovanetti per la Confes-sione e Comunione ; parecchi per la declamazione,pei dialoghi e pel teatrino . Il sullodato teol. Car-pano scrisse e fece imparare da alcuni giovaniuna commediola intitolata : Un caporale di Na-poleone, da rappresentarsi nel giorno della festa .D. Bosco poi pensava a tutte queste e sì svariatecose, attendeva personalmente alle più importanti,

dava ordini e sorvegliava che si eseguissero . In-somma in quei giorni tutto era in moto tra noi ;e i pensieri, e le parole e le azioni di ognunomiravano ad un fine solo : La festa di S. Luigi,

eil modo di ben celebrarla.Ed ecco questa giungere finalmente. Affinché

tutti vi potessero prendere parte venne fissata al29 Giugno, solennità dei Ss . Pietro e Paolo, per-ché essendo festa sovra settimana i giovani nonaveano da recarsi a ricevere dai padroni la paga,né venivano costretti al lavoro , e perciò trova-vansi liberi fin dal mattino . Di buonissima oraun buon numero di essi già assiepava D . Boscoe più altri sacerdoti per confessarsi , e verso lesette la folla erane sì grande, che mai per lo in-nanzi . Pareva che tutta la gioventù di Torino sifosse versata nel nostro Oratorio ; così che alcunidi quelli, i quali non avevano da ricevere la Cre-sima, dovettero rimanersi fuori di Chiesa, e re-carsi ad udire la Messa al Santuario della Con-solata . Il resto ad un altro capo .

NOTIZIE EDIFICANTI

Dio punisce il lavoro della Domenica .

Il mese d'agosto dell'anno passato nei dintorni diSalins i Fedeli di un villaggio, obbedendo al pioinvito delle campano che li aveva chiamati allaMessa della Domenica, si recavano alla parrocchia,quando furono sopraggiunti da due loro compaesani,i quali, senza che il tempo avesse alcunché di mi-naccioso, andavano col loro carro a trasportare i co-voni in un campo vicino alla chiesa . Quei disgraziatiburlavano i passanti che si recavano in Chiesa .- Andate, andate, dicevano, voi che non avete

nulla di meglio a fare . . . . Il curato vi pagherà levostre imposte, i vostri affitti e vi nutrirà !La messa incomincia ; é il momento della pre-

dica . Tutt' ad un tratto, senza che niente lo avessefatto prevedere, si fa sentire vicino alla Chiesaun colpo spaventevole di tuono .- Figliuoli miei, disse il caritatevole sacer-

dote, é probabile che il fulmine sia caduto moltoda presso ; alcuno di voi esca per vedere se nonè successa una disgrazia .

Tosto due o tre uomini escono , e vedono nelcampo vicino un vortice di fiamme ; corrono colà,e trovano due buoi uccisi ed un uomo colle gamberotte ; poi dietro a lui un mucchio nero, ed erail cadavere carbonizzato di uno dei profanatori .

Quando si trasportò colui, che aveva le gambesfracellate dal fulmine, esclamò

- Che punizione di Dio !Egli pregò quelli che lo portavano di farlo

entrare in Chiesa, affine di poter domandare per-dono a Dio ed a' suoi compaesani, che aveva in-sultati e scandalizzati .

Non profanate i giorni festivi .

In un piccolo porto dei dintorni di Boulogne ,Pas de Calais, il giorno dell'Assunzione di Mariaalcuni operai erano intenti a calafatare un battellocostruito di nuovo, che doveva quanto prima es-ser varato. Parecchi curiosi li guardavano, gli unicon istupore, gli altri con indignazione, poiché nonmai in quel paese erasi visto lavorare nei dì festivi .Un vecchio marinaro erasi fermato anch'egli da-vanti ai profanatori, e con tuono di autorità e diprofonda convinzione disse ad alta voce : Io nonvorrei salire su quella nave , poiché al certoavrà qualche sventura . E cosa buona l'ascoltarei consigli dei maggiori... si dice . La profeziainfatti del vecchio marinaro non tardò a realiz-zarsi ; alcuni mesi dopo, una Domenica, il nuovobattello peri col suo equipaggio , in mezzo aiflutti in un terribile naufragio .

INDULGENZE SPECIALI

pei Cooperatori Salesiani .

Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-naria una volta al giorno, da applicarsi alle animedel- Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-tandola innanzi al Crocefisso .

Indulgenza plenaria ogni volta che si accostaalla santa Comunione .

Può altresì lucrare moltissime indulgenze ple-narie nel corso del giorno mediante 17 recita disei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente delSommo Pontefice . E queste indulgenze applicabilialle anime purganti, le può acquistare toties quo-ties, ossia tutte le volte che recita i suddettiPater, Ave e Gloria in qualunque luogo senzabisogno di Confessione e Comunione, purchò siain grazia di Dio .

Oltre a queste un'altra plenaria ne può gua-dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sottonotati, purchè confessato negli otto giorni, e co-municato visiti una qualche chiesa, pregandovisecondo l'intenzione del Sommo Pontefice .

Mese di Febbraio.

Purificazione di Maria Vergine .S. Giuseppe da Leonessa .Beata Angela da Foligno .

22. Cattedra di S. Pietro in Antiochia .23. Santa Margherita da Cortona .25. San Mattia Apostolo .

Con permesso dell'Aut . Esci . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .

iTip . di San Vincenzo de'Paoli . Sampierdarena 1880 .