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IN QUESTO NUMERO :

Fronte unico contro la pornografia (mons . Ferdinando Prosperini)-,9 la Madonna che si è edificata la sua casa -Il Rettor Maggiore negli Stati Uniti"Qui verranno molti a invocare la potenza della Madonna"La casa delle mammeMaria Ausiliatrice tra i BororoDon Ra valico nei ricordi di un suo compagno di missione

iAll'aeroporto Kennedy diNew York. Tra raffiche divento e turbinio di nevi, ilRettor Maggiore don LuigiRicceri scende in terra ame-ricana, accolto calorosa-mente da confratelli e amici

(servizio a pagina 8)

IN COPERTINA :Una giovane famiglia entrain Maria Ausiliatrice . Ge-nitori e figli si sentono piùintimamente uniti quandosalgono al tempio per pre-gare insieme

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uiienaiamo i nostri ragazzi

Fronte unicocontrola pornografiaooo°°oo°oo°o°o°ooan°oo°°°o°°°°°°o°o°o°°°°ooo°°°°°°o°o°°°°°oooo°o°oa°ao°oo°oooo°oo°°ooooo°oooo°oo

Sul tema tristamente attuale della pornografia,a cui sono angosciosamente interessati genitori ed educatori,Mons. Ferdinando ProsperiniConsulente Ecclesiastico del Segretariato Generale per la Moralitàe affezionato Cooperatore Salesiano, ha scritto questo articolo .Presentandolo ai nostri lettori caldeggiamo vivamentel'attuazione delle iniziative che egli propone . Solo una prontae generale mobilitazione degli onesti può salvare i nostri giovani

N on può essere sfuggito ad alcuno che inquesti ultimi tempi è incominciata una no-tevole reazione allo scandalo gravissimodelle pubblicazioni pornografiche . Avevano

invaso il mercato fino al punto di non riuscire quasi atrovare un'edicola che non squadernasse sotto gli occhidi tutti - e quindi anche dei fanciulli e degli adole-scenti - riviste di diverso taglio e di diverso prezzo,periodici di lusso o dozzinali e copertine di libri e dilibercoli da far vergogna al mondo civile .

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Qualcuno ha detto « basta ! »

Ma l'allarme è stato lanciato . Gli stessi grandi or-gani di informazione, che magari son soliti infiorare leloro cronache scandalistiche dei particolari più pic-canti, si sono chiesti a un certo momento dove si vuolgiungere con la stampa pornografica. Le denunce diquesta all'Autorità Giudiziaria si sono notevolmenteinfittite. I Procuratori della Repubblica negli ultimidue mesi del 1967 hanno ordinato ben novanta sequestrivalidi per tutto il territorio dello Stato e, di questi,non meno di trentatrè hanno colpito le pubblicazioni

incriminate come offensive del pudore o, quanto menodella decenza, nel giorno stesso della denuncia o addi-rittura della distribuzione alle edicole ; in qualche casol'hanno perfino prevenuta con danno sensibilissimodegli editori e dei rivenditori .

E hanno anche incominciato a fioccare severe condanne .Il 12 dicembre il Tribunale di Roma ha condannatotutta la gang di Gong : non solo il direttore, il redattoree il regista dei fotoromanzi, ma anche l'editore e pro-prietario della rivista, l'operatore fotografico, il diret-tore della tipografia e il distributore del periodico .Pochi giorni dopo il Tribunale di Monza ha condan-nato il direttore di Kent, che dovrà ritornare prossima-mente innanzi ai giudici per rispondere di reati analoghi .

Il 22 gennaio la sesta Sezione del Tribunale diMilano ha condannato il direttore, l'amministratoreed il redattore capo di "King", il cui primo numerodel 1968 era stato sequestrato contemporaneamente daben cinque Procure della Repubblica : Roma, Milano,Firenze, Verona e Brescia.Lo stesso giorno il Tribunale di Monza concludeva

il processo contro la rivista "Tab" con la condannadel direttore . E ci sono altri processi in vista, cheprobabilmente saranno già stati celebrati quando que-sto numero del "Bollettino" giungerà ai lettori .

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Allarme fra gli editori

L'incriminazione dell'editore di Gong ha diffuso unsalutare allarme fra gli editori di questa robaccia ; essi,infatti, hanno motivo di temere che non basti più co-prirsi con un "direttore responsabile" e che sia inevi-tabile assumere le "proprie" responsabilità anche difronte al codice penale, pagando "di persona" . E giu-stamente, perchè se i cosiddetti "giornalisti", che ven-dono la propria firma per un piatto di lenticchie, sonodegli ignobili mestieranti, chi li paga è più ignobiledi loro. E qualcuno, già danneggiato da numerosi se-questri, ha annunciato che «nel quadro di una nuovaprogrammazione» qualche rivista, fra le più scollac-ciate, cessa le pubblicazioni .

Vibrate interpellanze sono state presentate in Parla-mento, una delle quali, firmata da ben 184 Deputatidella D.C ., deplorato il "sudiciume" delle edicole, hachiesto «quali urgentissimi provvedimenti il Governo in-tenda prendere, usando tutti gli strumenti e i poteri con-sentiti. . . per la sorveglianza e la denuncia di ufficio controil dilagare, ormai ossessivo, in tutte le edicole e quindiin tutte le strade d'Italia, di certa stampa che . . . apparespecializzata in una vera e propria opera di sollecitazionesessuale, fino al sadismo e di ostentazione e diffusionedi volgarissima e nauseante pornografia . . . ».

La parola ai Magistrati

Fortissime deplorazioni sono state fatte, nelle sedipiù qualificate e nelle circostanze più solenni, dai piùautorevoli Magistrati . In occasione dell'apertura del-l'anno giudiziario il Procuratore Generale della Cortedi Cassazione ha messo esplicitamente in relazione ladelinquenza minorile con la «proterva e impunita azionecorruttrice» dovuta « a certi spettacoli e alle tante pub-blicazioni, che bassamente sfruttano i richiami della vio-lenza e del sesso » .

Gli ha fatto eco il Procuratore Generale della Cortedi Appello di Roma, augurandosi che « i provvedimentigiudiziari fin qui adottati e che continueranno ad essereadottati con costante, immutevole rigore - tanto è preoc-cupante questa forma di attività delittuosa - producanoun effetto positivo » .

Non diversamente si sono pronunciati altri illustrie' autorevoli Magistrati .È il caso di aggiungere che lo stesso «Ordine dei

Giornalisti* ha ravvisato il dovere di aprire numerosiprovvedimenti disciplinari, che potranno giungere finoalla radiazione dall'« Albo », contro coloro che hannoscambiato la «libertà di stampa» con la «libertà didelinquere ».

Insomma una reazione da non sottovalutare e di cuisi è rallegrato anche il S . Padre, dicendo il 7 gennaio :« Abbiamo saputo delle oneste e vigorose reazioni, che

in questi giorni sono insorte contro questo dilagante e diso-norante malanno ; e vogliamo anche Noi incoraggiarequanti hanno a cuore la bellezza morale della nostragioventù, a difenderla saggiamente e fortemente » .

Battaglia ingaggiata, non vinta

Allora . . . battaglia vinta contro la pornografia? e icattolici "di retrovia" possono dormire i loro sonnitranquilli ?

Affatto! La battaglia non è vinta ; è, se mai, appenaincominciata . E i cattolici " di retrovia " debbonofinirla di combattere l'immoralità come hanno fattofinora: accontentandosi - vogliamo essere espliciti -di applaudire qualche vibrante ordine del giorno , o discrivere qualche sdegnata lettera di protesta. . . al « Se-gretariato Centrale per la Moralità » . Dobbiamo assu-mere personalmente l'iniziativa e affrontarne le respon-sabilità, non scaricarle. . . su chi è già in prima linea .

L'offensiva contro la stampa oscena incide suglisporchi interessi dei "mercanti di nudo", quindi nonè da pensare che questi si arrendano tanto facilmente .

Convinciamoci che ricorrono a tutte le arti per nonabbandonare il campo. Se reiterati interventi dellaMagistratura rendono loro inospitale una sede, cambianoaria e trasportano la loro attività in altri luoghi, dovepensano di poter contare sopra una meno efficiente emeno pronta repressione .

Dove sanno che questa è vivace e immediata, fannoarrivare le loro pubblicazioni magari con un giorno diritardo, sì che l'eventuale sequestro non può bloccareche una modesta parte della produzione. Si dà ancheil caso che rinuncino a una testata ormai troppo sospetta,ma con altro titolo gettano sul mercato la stessa merceavariata . Oppure . . . si danno l'aria di condurre una bat-taglia politica o di fare un'inchiesta . . . di costume (comenel cinema!), per contrabbandare sotto queste vestifasulle « i richiami della violenza e del sesso» . Sonogiunti in un processo del marzo scorso a sollevare ec-cezioni di anticostituzionalità delle norme repressivedella stampa immorale, appellandosi al solito art . 21della Costituzione, come se questo non parlasse anchedi "reprimere" e perfino di "prevenire" .

La battaglia - insistiamo - non è ancora vinta ;bisogna che tutti gli onesti si impegnino a condurlaa fondo.

Collaborare con la Magistratura

Come ? Anzitutto offrendo alla Magistratura la provache la pornografia offende la stragrande maggioranzadella popolazione . Intendiamoci : la Magistratura puòintervenire - e spesso interviene - senza che i cit-tadini ne sollecitino l'intervento ; però la prova, chiarae inequivocabile, che è stato offeso il "comune senti-mento" e quindi che si può e si deve procedere a norma

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L'azione corruttrice di certepubblicazioni che sfruttanobassamente i richiami dellaviolenza e dei sesso arrivaspesso fino alla delinquenzaminorile. Lo comprenderannoi genitori e gli educatori?

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di legge contro i responsabili dell'offesa, è costituitadalle denunce. Due o tre denunce contro una pubbli-cazione immorale hanno indubbiamente un valore ; mase sul tavolo del Procuratore della Repubblica ne giun-gessero invece venti o trenta o più e da diversi luoghi,il magistrato non avrebbe neppur bisogno di proporsiil quesito se il comune sentimento sia stato offeso ; ilquesito sarebbe stato risolto .

Non vorremmo concludere con questo che . . . tutti icinquecento mila lettori del Bollettino acquistino altret-tante copie di periodici pornografici per denunciarli!Che bazza sarebbe per i mercanti di pornografia! Bi-sogna invece evitare in maniera assoluta che le denunceincrementino la vendita .

Collaborare intelligentemente

Ma sappiamo di poter contare sopra l'organizza-zione periferica dei nostri Cooperatori ed Exallievi,perchè le cose siano fatte intelligentemente . Resta in-teso che non sono, se mai, le « Unioni » che denunciano,ma i soci. Ce ne sarebbe d'avanzo di uno per Ispettoria :"uno", non un elenco ; uno - meglio se qualificato :padre di famiglia, educatore, professionista, funzio-

Dieci milioni circa di quaderni pornografici vengono venduti ogni mesein Germania e sono letti in modo particolare dai giovani . Per far frontea questa mareggiata del vizio, sono sorti in varie città dei centri dove sipossono cambiare quei libelli in opuscoli di sana lettura . La stampadeleteria viene poi data alle fiamme . .

nario, ufficiale ecc . - che, chiamato eventualmente atestimoniare nell'azione penale promossa dall'AutoritàGiudiziaria, possa parlare « di ciò che ha visto », nondi ciò che . . . «ha sentito dire » .

Se la denuncia viene presentata al Procuratore dellaRepubblica nella cui giurisdizione la pubblicazioneviene stampata, accompagnarla con il "corpo del reato"è del tutto superfluo e inutile, perchè il Procuratoregià ne è in possesso .

Muoversi con la massima sollecitudine

Denunce da presentare e provvedimenti da chiedererispettosamente con la massima sollecitudine, special-mente nei luoghi dove i periodici incriminabili ven-gono stampati, per l'evidente ragione che soltanto isequestri immediati incidono sulle finanze degli edi-tori. Un provvedimento che giunge anche solo ungiorno (peggio se più!) dopo la distribuzione alle edi-cole, non trova più nulla o quasi nulla da sequestrare .Il caso classico di chi . ., chiude la stalla quando ibuoi sono fuggiti!

I sequestri restano "gride" di manzoniana me-moria e si risolvono in gratuita e, purtroppo, efficacepubblicità, se non vengono immediatamente e comple-tamente eseguiti . Compito che spetta agli Agenti diPubblica Sicurezza, dove c'è una Questura o un Com-missariato ; ai Carabinieri nelle altre località. Ma èrisaputo quanti altri e altrettanto gravi compiti sianoriservati a questi benemeriti - e spesso eroici - tu-tori dell'ordine pubblico .

Allora, è necessario che gli onesti collaborino conle forze dell'ordine, perchè questo delicato servizionon venga trascurato per nessuna ragione . Non si trattadi sostituirsi a coloro che devono eseguire i sequestri(non sarebbe neppure lecito), ma di affiancarli perchèsi sentano confortati nell'ingrato compito dalla solida-rietà e dalla simpatia dei cittadini ; si tratta di segna-lare a loro gli ordini di sequestro (puntualmente pub-plicati da « L'Osservatore Romano ») di cui eventual-mente per qualche disguido non fossero venuti a co-noscenza ; si tratta di controllare le edicole e le librerieper segnalare prontissimamente l'esposizione o la ven-dita di pubblicazioni colpite, ma sfuggite o sottrattedolosamente al sequestro .

Già qualche Centro Cooperatori - quello di Roma,per esempio - disimpegna lodevolmente questo ser-vizio di segnalazione e di controllo, incaricandone ungruppo di soci, che si sono diviso il campo di lavoro,diciamo meglio : di apostolato .Potremo forse ingannarci, ma siamo convinti che,

se in ogni parrocchia di città e di campagna ci fosseuna persona - anche una sola - di buona volontàche assumesse questo compito, la stampa pornogra-fica in breve tempo finirebbe di deturpare il volto dellanostra Patria e di insidiare le anime dei ragazzi e degliadolescenti.

Che sono le anime alla cui salvezza s'è votata l'operadi Don Bosco.

MONS. FERDINANDO PROSPERINI

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V erso la fine del 1863 ilsogno di Don Bosco co-minciava ad avverarsi .Sogno nel senso ideale

di cosa desiderata, e sogno nelsenso vero e reale della parola,perchè in un sogno-apparizione laMadonna, indicandogli il campo de-serto accanto all'Oratorio, gli avevadetto : « Qui sarà la mia casa! » .Come avviene per tutte le opere

di Dio le difficoltà non erano man-cate : alcune, anzi, sembravano in-sormontabili. Opposizioni fiere fu-

Medaglione di Maria Ausiliatrice fatto coniare da Don Bosco centoanni fa per commemorare la consacrazione della Basilica di Valdocco

Quando la chiesa di Maria Ausiliatrice in Valdocco fufinita, il giornalista teologo Margotti, direttore di « L'Ar-monia », affermò : « Dicono che Don Bosco fa dei mi-racoli, e io non discuto . Ma c'è un miracolo che io sfidochiunque a negare, ed è questa chiesa di Maria Ausilia-trice, venuta su in tre anni e senza mezzi : una chiesa checosta un milione » . Don Bosco a simili elogi soleva ri-spondere : « È la Madonna che si è edificata la sua casa » .

rono fatte al nome stesso della chiesa :a tutti i costi non la si voleva dedi-cata a Maria Ausiliatrice .

Questo titolo suonava ostico aglispiriti forti del tempo, i quali capi-vano benissimo contro chi e a fa-vore di chi la Vergine doveva esserel'aiuto. Ma c'era anche il fatto cheproprio nel marzo 1862, la Madonnaera apparsa accanto a una cappel-letta nei pressi di Spoleto, e l'arci-vescovo (finito in carcere l'annodopo in odio alla religione, vedicoincidenza!) aveva dato alla Ver-

gine ivi dipinta il titolo di «Aiutodei cristiani ». I miracoli si molti-plicavano, la gente accorreva infolla a venerare la Madonna Ausilia-trice, non risparmiando apprezza-menti poco favorevoli sul nuovoregime . Ce n'era abbastanza perchéuna Madonna venerata con talnome e così prodigiosa in terreex-pontificie, non incontrasse il fa-vore della burocrazia di Torino .

Don Bosco, come vide che il ti-tolo era di ostacolo all'approva-zione del progetto, da persona av-

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Venezia • Basilica di San Giorgio Maggiore, operadel Palladio . In essa si venera la più antica statuadi Maria Ausiliatrice, fatta scolpire 25 anni dopola vittoria di Lepanto, dalla famiglia di SebastianoVenier, il vittorioso sui Turchi a Lepanto, grazieall'ausilio della Vergine .

veduta e solita a girare gli ostacoli,fece finta di nulla e chiese il bene-stare per la «erigenda chiesa inValdocco ». Il titolo ve l'apposepoi, perché questo e non un altrovoleva la Madonna. E ottenuto ilpermesso . il Santo si mise all'opera .

« Vedrete, vedrete! )i

Come la notizia si diffuse per To-rino, fu dappertutto un gran par-lare, perchè Don Bosco era cono-sciutissimo nella non vasta capitalepiemontese . Tutti sapevano che ti-rava avanti fra debiti e cambiali equindi, guardando all'ampiezza delprogetto, tentavano il preventivodella spesa . Chi parlava di duecento,chi di quattrocento, chi si spingevafino al mezzo milione di lire di allora(ognuna valeva quasi mille delleattuali) .

Gli avversari erano chiari nel ripe-tere l'accusa di un tempo, e cioèche a Don Bosco aveva dato divolta il cervello . Gli indifferentidicevano che Pio IX gli avrebbefornito i denari, per evitargli unabancarotta. Gli amici si facevanopensierosi, perchè l'impresa var-cava i limiti della prudenza e avrebbefinito per s ;hiacciarlo . Qualcuno,come il sue intimo amico marcheseFassati, gli disse apertamente : « Leiha davvero più coraggio di me nelfabbricare ». Tutta gente che, siapure a fine buono, misurava colmetro un'opera fondata su di unafede chilometrica .

Don Bosco lasciava dire .« Laetari et benefacere : stare al-

legri e fare il bene » era il suo motto,completato con l'aggiunta scherzosa :« e lasciar cantar le passere », anchese talora si trattava di gufi autentici .

Nel maggio 1864, finito lo sterro,si diede principio alle fondamenta .Don Bosco pagò la prima rata deilavori con i famosi "otto soldi"- centesimi quaranta di lira -

che parvero una burla all'impresario .Ma non così al Santo, il quale aipresenti, delusi per tanta miseria,disse : «Vedrete, vedrete!» . Difatti,gradualmente i versamenti si feceropiù sostanziosi . Dopo i soldini ven-nero le lire, quelle d'argento, etratto tratto, a dar respiro, com-parvero anche i marenghi d'oro(le venti lire di allora) . Coll'alzarsidella fabbrica cresceva anche ilmorale all'impresario e a quantitemevano una brutta figura perDon Bosco .

Una oronaaandista invisibile

Un anno dopo, il 27 aprile 1865,venne solennemente collocata la pie-tra angolare, dopo la benedizioneimpartita dal vescovo di Susa . Fuuna cerimonia solennissima per lapresenza del figlio di Vittorio Ema-nuele II, il principe Amedeo, delprefetto e sindaco di Torino, di largarappresentanza della nobiltà citta-dina e di una fiumana di popolo edei giovani degli oratòri di Don Bo-

sco. Il Santo volle dare alla manife-stazione una pubblicità larghissima,perchè sapeva che le opere di Diosono meglio aiutate, quanto piùvengono conosciute .

Ma dal 1865 al 1868 il camminofu una vera Via Crucis piena diansietà e crucci finanziari per ilpovero Don Bosco. Pioggia e nevescesero in abbondanza su quei muricosì lenti a crescere, mentre li col-laudavano geli e caldi brucianti.

I critici più acerbi ormai parla-vano in sordina, nascondendo quellacerta stizza che covava loro incorpo. Gli amici del Santo allarga-vano il cuore alla speranza che tuttoprocedesse per il meglio, mentreDon Bosco, tanto più realista diloro, si dava d'attorno per averaiuti da mezza Italia .

Si sarebbe detto che la Madonnastessa vigilasse sull'andamento deilavori. Nei quattro anni che dura-rono, nessuno dei molti operai andòincontro ad alcuna disgrazia . Efu chiamato miracolo grosso . Ma ilmiracolo più grande fu la questuacontinua fatta dalla Madonna per

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Torino • La chiesa di Maria Ausiliatrice com'eranel 1868. L'architetto Spezia la disegnò ispirandosialla Basilica di San Giorgio Maggiore . Coincidenzao provvidenza? L'architetto della Basilica di MariaAusiliatrice trasse ispirazione dalla Basilica di Veneziadove fu eletto Pio VII, il Papa che istitui la festadi Maria Ausiliatrice.

sopperire alla spesa ingente . Ognimattone del santuario fu detto unagrazia di Maria . Grazie grandi,come quella toccata al banchierecomm. Cotta, di anni 83, guaritoimprovvisamente da malattia mor-tale, e che in riconoscenza diedeper sei mesi duemila lire al mese .E senza numero grazie minute, co-sicchè il rivolo delle offerte non siessiccò mai . Del milione speso, soloun sesto fu pagato con offerte vi-stose; il resto fu fatto di soldini elirette di infiniti devoti, ricono-scenti alla Madonna .

Lo strano si è che mentre cre-scevano i muri della fabbrica, c'erapure chi si impegnava per gli altari,per i banchi, i tappeti, i paramenti,il pulpito, le campane . . . Pareva cheun'invisibile propagandista girasseper città e paesi a far presenti aquesto o quello le necessità delsantuario, spingendoli a provvederviin anticipo. E quando Don Bosco,ormai esausto nelle finanze, non sela sentì di completare la costruzionecon la grande cupola e già pensava auna magra soluzione di ripiego, la Ma-donna intervenne miracolosamente ela cupola si librò maestosa nel cielo .

Torino rimase stupita nel vedereultimato quel grandioso edificio .Specialmente coloro che ironica-mente avevano ricantato l'ammoni-mento evangelico che chi si mette afabbricare senza far bene i conti,finirà col restare a mezzo col dannoe con le beffe, se ne stettero ammuto-liti . Un sacerdote che, mentre sigettavano le fondamenta, avevapromesso a Don Bosco di mangiareun cane se si fosse giunti al tetto,si affrettò a recarsi dal Santo achiedergli, sorridendo, la commuta-zione della promessa in un'offerta,sembrandogli troppo coriacea la car-ne canina .

Parlare, dunque, di miracolo, nonera fuori di luogo . Il battagliero gior-nalista teologo Margotti, in uno diquei giorni, sedendo a mensa conDon Bosco e altre personalità, albrindisi si levò a parlare e con l'en-fasi del tempo affermò : « Dicono cheDon Bosco ha scienza e io non cibado, anzi gliela getto in faccia .Dicono che Don Bosco fa dei miracoli,e io non discuto. Ma c'è un miracoloche io sfido chiunque a negare, edè questa chiesa di Maria Ausiliatrice,venuta su in tre anni e senza mezzi :una chiesa che costa un milione! » .

Elogi consimili furono ripetuti aDon Bosco nel giorno della consa-crazione del tempio . Ma egli con lasolita umiltà e semplicità rispondeva :« Io non sono l'autore di questegrandi cose che voi dite . È il Signore,è Maria SS.ma che si degnarono diservirsi di un povero prete percompiere tali opere . Di mio io nonci ho messo nulla : aedificavit sibidomum Maria, la Madonna si ècostruita lei la sua casa . Ognipietra, ogni ornamento segnala unasua grazia » .

Di qui la mia gloria »

I riti solennissimi della consacra-zione del tempio, meritano, in questoanno centenario, larga commemora-zione, perché furono un avveni-mento al tutto straordinario . Ri-cordarli è pure un dovere per latriplice famiglia di Don Bosco : essisegnano l'inizio della rapida e trion-fale espansione nel mondo delladevozione alla Vergine Ausiliatrice .E sono anche la conferma dellapredizione fatta dalla Madonna aDon Bosco, quando gli apparve inquello stesso luogo dove ora si levail tempio maestoso . Allora Ellapronunciò parole profetiche, a cuidavvero rispose obbediente l'avve-nire : « Questa è la mia casa, di quila mia gloria ».

E fu ed è gloria immensa, procla-mata in .tutti i continenti dalla voceunanime dei popoli della terra, av-vezzati dai figli e dalle figlie diDon Bosco a invocare la Vergine,nelle necessità pubbliche e private,col titolo di « Ausiliatrice dei Cri-stiani ».

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NEGLI STATI UNITI

I l 1 nostro Rettor Maggiore hacompiuto un altro viaggio dilavoro, densissimo di chilo-metri, di incontri con autorità,

Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice,benefattori, amici dell'Opera sale-siana, allievi, exallievi .

Partito da Milano il 30 novembre,dopo aver fatto scalo a Lisbona,don Ricceri arrivava all'aeroporto in-tercontinentale Kennedy di New Yorktra un turbinio di neve e raffiche divento. Le condizioni atmosferichequasi proibitive non avevano impe-dito a un foltissimo gruppo di con-fratelli guidati dai due Ispettori diessere presenti, allorchè il sesto Suc-cessore di Don Bosco scendeva suterra americana .

'È stata - dopo quella affettuosae filiale dei Salesiani - un'acco-glienza. . . all'americana, come si suoldire. Anche il Rettor Maggiore nonè sfuggito alla prassi riservata allegrandi personalità e ha dovuto sotto-porsi al fuoco di fila delle domandedegli uomini della stampa. I corri-spondenti dei quotidiani, delle agen-zie AP (Associated Press) e UPI(United Press International) - men-

tre gli inviati di "LIFE" lo fotogra-favano - volevano sapere il perchèdi questa visita del Rettor Maggioredei Salesiani negli Stati Uniti . DonRicceri rispose che intendeva ren-dersi conto del lavoro dei suoi con-fratelli, dare nuovo impulso alle operegià fiorenti, con particolare riguardoa quelle che interessano i giovanidelle classi meno abbienti, '° quelli- per usare le sue parole - dellaperiferia delle zone ad alto livelloindustriale e commerciale " .

I Salesiani sono arrivati negli StatiUniti nel i8go e oggi vi lavorano in43 case, disseminate in tutto l'im-menso territorio, dall'Atlantico al Pa-cifico . Le Figlie di Maria Ausiliatrice,che vi sono giunte più tardi (rgo9)svolgono la loro missione in 26 case .

Numerose, fruttuose, allietate e lie-vitate da tanta presenza, le visitealle fondazioni salesiane durante labreve permanenza di don Ricceri

nel Paese : a New Rochelle, la sedeispettoriale nell'area metropolitanadella grande New York, un ambientesaturo di gioia per la presenza delSuccessore di Don Bosco ; a Ramsey,sede di una High School con 77o al-lievi ; a Newton, col "Don BoscoCollege", una scuola superiore ditipo universitario, nella quale prossi-mamente si laureeranno ben 21 inse-gnanti di italiano, per l'incrementodell'idioma di Dante nelle scuolesalesiane e contemporaneamente pervenire incontro alla crescente do-manda di docenti di italiano negliStati Uniti ; a Columbus, nel "Ponti-ficium Josephinum Institute", unseminario dipendente dalla SantaSede, dove compiono i loro studi diteologia chierici diocesani e religiosidi varie Congregazioni . In esso ogniCongregazione ha il suo padiglione .Gli studenti hanno superiori propri,ma le lezioni in comune . Vi sono27 studenti salesiani con un diret-tore, che è anche padre spiritualedi tutto l'Istituto, e due insegnantisalesiani di Sacra Scrittura e di Di-ritto. I nostri chierici vi formano unnucleo molto stimato per il buono

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spirito, il dinamismo e l'equilibriotra l'antico e il nuovo ; a San Fran-cisco, dove il Rettor Maggiore ebbela gioia di presiedere a una grandiosaconcelebrazione nella bella chiesa na-zionale di S . Pietro e Paolo per inumerosi italiani ; a Bellflower, conl'Istituto di mille allievi e l'annessaparrocchia . Qui don Ricceri inauguròil nuovo "Seminary" per gli aspi-ranti salesiani ; ad Haverstraw, nellazona di New York, al centro dellastorica Rockland Country, dove fun-ziona una scuola ad altissimo livellotecnico, riconosciuta dal governo fe-derale, i cui allievi, al termine delcurriculum di studi, vengono subitoassorbiti nei vari settori tecnici spe-cializzati della nazione ; a Los Angeles,dove l'arcivescovo cardinale Mclntyre,col contributo di un gruppo di indu-striali, ha costruito e offerto ai sale-siani una grande e modernissimascuola tecnica, che accoglie oltre70o allievi, a cui dà la qualifica e ildiploma per l'ingresso all'università .La scuola possiede reparti attrez-zatissimi di elettronica, siderurgia,meccanica, automeccanica, arti gra-fiche ecc .

Il Rettor Maggioremembro della Sacra Congregazionedegli Istituti Religiosi e SecolariIl Santo Padre Paolo VI con la costituzione « Regimini EcclesiaeUniversae » e col motu proprio « Pro comperto sane » ha prov-veduto, com'è noto, alla riforma generale della Curia Romana .In tale riforma la Sacra Congregazione dei Religiosi ha cam-biato nome e si chiama « Sacra Congregazione degli IstitutiReligiosi e Secolari ». Il 3 gennaio scorso il Santo Padre, dandoinizio alla riforma, nominava dieci nuovi membri di detta Con-gregazione. Tra di essi, il rev.mo nostro Rettor Maggioredon Luigi Ricceri .II Prefetto della Sacra Congregazione degli Istituti Religiosi eSecolari, cardinale I . Antoniutti, comunicando al Rettor Mag-giore la nomina trasmessa con biglietto del cardinale Cicognani,Segretario di Stato, gli scriveva : « Nel porgerLe vive felicita-zioni per l'importante incarico conferitoLe dalla Santità Sua,esprimo alla Signoria Vostra lieti auguri per la preziosa colla-borazione che certamente darà in tale ufficio a questo SacroDicastero » .La triplice Famiglia Salesiana si allieta per l'alta prova di fiduciadata dal Santo Padre al Successore di Don Bosco e assicura alnuovo Eletto, con gli auguri filiali, il sostegno della sua preghiera .

New York • I giornalisti dellarivista americana 'LIFE' inter-vistano il Rettor Maggioredon Luigi Ricceri al suo arrivoall'aeroporto Kennedy.

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Solenni concelebrazioni, conferenzea diversi livelli, soprattutto ai respon-sabili della formazione dei giovaniconfratelli e allievi, omaggi accade-mici, colloqui con le autorità, incontripaterni con salesiani, Figlie di MariaAusiliatrice e giovani, hanno contras-segnato questo viaggio intercontinen-tale di colui che ha il governo diuna Congregazione che è presentenegli Stati Uniti d'America con lesue attività sempre più attuali .

Ovunque il Successore di Don Bo-sco ha portato con la sua presenzagioia ed entusiamo . «Ti scrivo - silegge nella lettera di un salesianodegli Stati Uniti a un amico d'Italia- mentre il Rettor Maggiore è quitra noi. Tu non puoi immaginare lagioia e la felicità che egli porta neinostri cuori. È come una nuova linfache ci dona forza, coraggio e buonavolontà » .

Parlando di questa visita il quoti-diano di New York " Progresso Italo-Americano " in un ampio e documen-tato servizio sulla vita, le attività elo spirito del sesto Successore diDon Bosco e sull'Opera . salesiananegli USA, affermava che, come ilFondatore della Congregazione, an-che don Ricceri era latore di unmessaggio per la gioventù, che siimpernia sulla fede, baluardo nelleavversità, e sulla fiducia in se stessi,per perfezionarsi e costruire un mondomigliore . Per andare incontro conmaggior sensibilità ai problemi dellagioventù moderna, nella sua aspira-zione a una preparazione tecnica,sociale, umana - ha detto don Ric-ceri à New York - il mio invito cherivolgo a religiosi e laici è questo :« Amate, comprendete, aiutate i gio-vani : a suo tempo riceverete da loroaiuto, comprensione, amore » .

San Francisco, California • Gli allievidei salesiani, le alunne delle Figlie di MariaAusiliatrice e numerosi fedeli rendono omag-gio al Rettor Maggiore mentre esce dallaChiesa di S . Pietro e Paolo la parrocchia degliItaliani, dopo una solenne concelebrazione .

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Educatelistandocon loro

Don Bosco aveva 53 anni (siera nel 1868) e le gambe glisi erano gonfiate . Eppure glipiaceva talmente stare e giocarecon i ragazzi che un giorno lisfidò tutti a una gara di corsa .Fu l'ultima sfida ; a 53 anni,nonostante le sue gambe gon-fie, fu visto scattare e correrecon tanta velocità da batteree distanziare cinquecento gio-vani, tra cui alcuni di unasveltezza eccezionale. Per affe-zionarseli e per educarli, DonBosco stava per quanto gli erapossibile in mezzo a loro, parte-cipando ai giochi nel cortileo seduto anche per terra sull'er-ba, con sette o otto giri di gio-vani che gli facevano corona,attenti a quello che diceva,come fiori rivolti al sole . « Melo ricordo ancora in refettorio- racconta uno dei suoi primiexallievi, il canonico Ballesio . -Ecco, il refettorio è pieno diragazzi, si gioca, si canta, sigrida. Chi è ritto in piedi,chi sulle panche, chi sulletavole. Intorno a Don Boscoè un monte di teste. DonBosco non dimentica nessuno,a questo dà una parola, aquello una carezza, a quel-l'altro uno sguardo, un sorriso :e tutti lieti, e lui lietissimo .Anche mangiando, Don Boscocompie la sua missione educa-trice. Stare coi giovani era perlui un'irresistibile passione » .

Per educare i ragazzi, occorrestare con loro . « Educare iragazzi - scriveva una mam-ma - è facilissimo se si hala pazienza di un certosino, inervi di un astronauta e pocobisogno di sonno » . Le feceroquesta domanda : « Qual è lavostra opinione sull'adolescen-za? ». Rispose : « L'adolescen-za è uno stadio normalissimodello sviluppo, che tutti attra-versano, eccettuati i genitoridell'adolescente » . Ora, per ca-pire e per educare i ragazzibisogna, come Don Bosco,essere con loro, essere pre-senti e in mezzo a loro, essere lì .

Mistero della presenza i Per da-re gioia a qualcuno, per con-fortarlo, non è sempre neces-sario fare qualcosa o dirgliqualcosa. D'altronde non sa-rebbe nemmeno possibile. Èsufficiente essere lì . . . esserecioè presenti con tutte le pro-prie forze di simpatia e diaffetto . Un bimbo piange . Hapaura, Arriva la mamma . Su-bito il sorriso succede allelagrime . Una presenza cara è lìpotente e protettrice, rassicu-rante e confortante . Molti pur-troppo non hanno nessunonella loro vita ; somigliano alparalitico della piscina pro-batica che diceva a Gesù :« lo non ho nessuno . . . nes-suno che mi aiuti a scenderenell'acqua al momento giusto ».

Occorre educare i ragazzi a es-sere a loro volta presenti almeno

in alcune particolari occasioni,per rallegrare o confortare glialtri . In quali occasioni?

Nei momenti di una grandegioia, quando per esempio ri-torna da una lunga assenzauna persona cara. La propriapresenza non fa che accrescerela gioia .

Nei momenti delle grandipene . Il ragazzo di per sè nonci pensa nemmeno a farsi pre-sente oppure la timidità lotrattiene . Occorre educarlo atrovarsi lì .

Nelle visite ai malati, chevivono di solito in una grandesolitudine . Abituate i ragazzia visitare soprattutto i lorocoetanei sofferenti o ammalati .Gesù ha divinamente sottoli-neato l'importanza della pre-senza accanto a quelli che sof-frono, lui che ha promesso ilsuo regno non soltanto perun bicchier d'acqua dato acoloro che hanno sete, ma an-che per la visita fatta a chi èsolo : « Ero prigioniero, ero am-malato e voi mi avete fattovisita » .

La maniera più semplice percapire gli altri e per farsi amareè di essere lì, accanto a loro .Equivale a lasciar balenare unangolo di cielo della nostraanima .

Don Bosco lo sapeva e perquesto non si stancava maidi stare con i suoi ragazzi .

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PELLEGRINAGGIA MARIA.AUSILIATRICE

,amiverrannomoltia invocarela potenzadellaMadonna'Don Bosco disse queste parole laprima volta che parlò della chiesadi Maria Ausiliatrice . Da cento annistanno realizzandosi. In quest'annocentenario si preannunciano nume-rosissimi quelli che da ogni parte"verranno a invocare la potenzadella Madonna" nel suo Santua-rio di Valdocco .

L a ricorrenza centenaria dellaconsacrazione del tempio diMaria Ausiliatrice richiamagià al nostro Santuario pel-

legrini dalle regioni più vicine, mentreil calendario va prenotando di giornoin giorno quelli d'Europa e di oltreoceano .Appositi comitati, in collabora-

zione col Rettore della Basilica, siapprestano ad accoglierli . Nelle casesalesiane e negli istituti delle Figlie diMaria Ausiliatrice, come nei centri deiCooperatori Salesiani, ferve la prepa-razione, che mira a renderli veri pelle-

12 grinaggi, non semplici viaggi turistici .

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9 GIUGNO 1988

CENTENARIO BASILICA

Il Santuario di Valdocco, centroe cuore della famiglia salesiana,basta da sè a ravvivare la fede neicuori. Perchè ogni pietra - comedisse Don Bosco stesso - ricordauna grazia, un miracolo di MariaAusiliatrice . Del resto, tutto il com-plesso che lo circonda - la dire-zione generale delle Opere di Don Bo-sco, la casa madre, la parrocchia el'oratorio festivo, la casa genera-lizia delle Figlie di Maria Ausilia-trice, la Società Editrice Interna-zionale - tutte opere sorte dalnulla per le ardimentose iniziativedella fede di Don Bosco, rende te-

stimonianza di questa virtù, cherealmente trasporta le montagne,quando è fede, « ma di quella! »come diceva San Giuseppe Cotto-lengo, nostro vicino di casa .

Se poi il pensiero spazia nel mondoa considerare lo sviluppo prodigiosodelle opere e delle missioni di Don Bo-sco, allora la fede ingigantisce, per-chè questa rete di opere che si esten-de su tutta la Terra è frutto dellafede del santo fondatore e di quantil'hanno seguito e lo seguono fedel-mente nella loro vocazione, come diquanti concorrono come strumenti del-la Provvidenza a sostenerne le opere.

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Il primo beneficio che il Santuariooffre ai pellegrini è proprio questoirresistibile invito alla fede .

Don Bosco, com'è noto, non lolasciò com'è ora . La decorazione èopera del suo successore, il vene-rabile don Michele Rua . L'amplia-mento e l'abbellimento attuale, inau-gurato nel 1938, fu voluto dal terzosuccessore di Don Bosco, il servodi Dio don Filippo Rinaldi, e at-tuato dal quarto successore, don Pie-tro Ricaldone, su progetto dell'ar-chitetto salesiano Giulio Valotti .

Al Santuario Don Bosco affidò unamissione di fede con larga diffusionedella Parola di Dio, una missione dipietà liturgica e sacramentale conle magnifiche funzioni, che sono unagloriosa tradizione del Santuario,una terza missione, quella di centromariano dal quale si sarebbe diffusonel mondo il culto a Maria Ausilia-trice, e una quarta missione apo-stolica e missionaria facendone uncentro di vocazioni . Nel quadro checommise al pittore Lorenzoni volleriprodotta la Madonna fra gli Apo-stoli per suscitare le vocazioni all'a-postolato, soprattutto nei giovani .

Quante vocazioni sbocciarono e siinfervorarono ai piedi di Maria Ausi-liatrice! Quanti missionari ricevet-tero il Crocifisso e partirono di qui,per le missioni salesiane! E quantemissionarie, Figlie di Maria Ausi-liatrice! . . .

Non presero impulso dal Santuariodi Valdocco per le loro impreseanche il beato don Luigi Guanella• il servo di Dio don Luigi Orione?

Qui maturò la vocazione del conteCays e quella del principe AugustoCzartoryski, che vi ricevette l'abitoreligioso dalle mani di Don Bosconel 1887 . Qui offerse il suo olocaustoil ven. don Andrea Beltrami, ilquale venne a festeggiarvi l'ultimoanniversario della sua misteriosamalattia, che lo elevò, giovane sacer-dote, all'eroismo della sofferenza .

Di qui partì don Giovanni Ca-gliero con i primi missionari direttialla Patagonia, e vi ritornò cardi-nale per celebrarvi il giubileo d'orodelle Missioni Salesiane . Di qui partìdon Luigi Versiglia con i primimissionari salesiani diretti alla Cina,•

vi ritornò vescovo per ripartire•

morire martire .Sotto la Basilica c'è la « Cappella

delle Reliquie ». Tra le migliaia di

reliquie di santi e di martiri chefanno corona alla reliquia preziosadella Santa Croce, riposano i corpidel venerabile don Michele Rua e delservo di Dio don Filippo Rinaldi,a pochi passi dal luogo ove la Ver-gine SS . negli anni 1844-45, in appa-rizioni successive, chiese a Don Boscola erezione del tempio.

Nella cripta della Basilica i pelle-grini visiteranno una moderna mo-stra, che è come una sintesi dellavicenda salesiana nel mondo, do-minata dalla costante presenza del-l'Ausiliatrice .

Ma anche fuori del Santuario ipellegrini -troveranno motivi di in-teresse e di fede, soprattutto neiprimi edifici costruiti dal Santo, chesi estendono dalla chiesa di San Fran-cesco di Sales alle camerette diDon Bosco. Dirigendosi verso l'an-tica pompa e entrando sotto il por-tico, potranno osservare l'affrescoche riproduce la primitiva CasaPinardi, ove Don Bosco riuscì afissare il suo Oratorio nel 1846 .Al posto della tettoia trasformatain cappella nella Pasqua del 1846,vedranno la nuova cappella e ri-corderanno che là il Signore si com-piacque di operare un miracolo euca-ristico nel 1849, con la moltiplica-zione delle Ostie consacrate .

Passando poi, alla chiesa di SanFrancesco di Sales, noteranno, allaporta laterale, la lapide che ricordail miracolo della moltiplicazione dellepagnotte (1860), che diede originealla vocazione di don Dalmazzo,futuro Procuratore generale dei Sa-lesiani. Nella chiesa di San Fran-cesco di Sales Don Bosco formò isuoi ragazzi, i migliori, alla santità .Dietro l'altar maggiore c'è ancorail ricordo delle estasi eucaristichedi Domenico Savio; all'altare dellaMadonna egli rinnovò il suo celebreproposito « La morte ma non pec-cati! » e fondò la Compagnia del-l'Immacolata .

In questa chiesa Don Bosco ra-dunava periodicamente i suoi primisalesiani per le grandi conferenzeannuali; qui tenne pure la primaConferenza ai Cooperatori di Torino .

Ma le emozioni maggiori i pelle-grini le proveranno nelle camerettedi Don Bosco . In esse Don Bosco

formò la Congregazione, ricevettei primi voti religiosi, ottenne vereconversioni e operò tanti prodigi ;qui Don Bosco vegliò notti intere ascrivere le sue Letture Cattoliche ;qui la cameretta ove morì e la cap-pella dove celebrò le sue ultime Messe,il corridoio dove confessava ; infineil salone dei ricordi .

Da Torino i pellegrini potrannoproseguire per Chieri, così ricca diricordi della giovinezza di Don Bo-sco. Da Chieri, passando per Rivadi Chieri dove nacque DomenicoSavio, potranno raggiungere Castel-nuovo e il Colle Don Bosco, doveammireranno l'umile casetta natiadel Santo, il prato dei sogni, i campie le vigne irrorate dai suoi sudori,l'Istituto Bernardi-Semeria e il gran-dioso tempio di Don Bosco . PoiMondonio, dove morì San DomenicoSavio e vi rimase sepolto fino al 1914 .

Il libro del Pellegrino a Maria A usi-liatrice e altre pubblicazioni, solennicelebrazioni liturgiche, manifesta-zioni varie e trattenimenti familiariallieteranno e arricchiranno il pel-legrinaggio di quanti visiterannoquesta terra santa salesiana .

Per essi pellegrinare a Valdoccosignificherà visitare un luogo dovela Madonna è stata presente conDon Bosco; significherà ammirareil miracolo compiuto dalla Ma-donna suscitando Don Bosco ela Congregazione; significherà an-cora raccogliere la lezione di fedenell'opera della Provvidenza e nel-l'assistenza materna di Maria Ausi-liatrice che ci viene dalla vita diDon Bosco e della sua triplice fa-miglia. Chi verrà a Valdocco attin-gerà alle sorgenti tutta la ricchezzae la genuinità dello spirito di DonBosco, sentirà tutta l'urgenza ela grandezza della missione tra igiovani, perché proprio per questola Madonna suscitò Don Bosco ene sostenne con i miracoli - divinosigillo - la missione ; in una parolai pellegrini partiranno da Valdoccoportando nell'anima quella caricadi fede in Dio e di fiducia nella Ma-donna con cui Don Bosco compì lasua missione, riprendendo più fidu-ciosi la loro opera di cristiani e diapostoli .

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on può venire a trovarmida più di dieci anni, mase giungesse, lo stringereiforte forte a me e ricono-

scerei subito che è mio figlio . . . » .Queste parole sono state colte sullelabbra della mamma di un sacerdotesalesiano, ispettore nell'America La-tina, da molto tempo cieca, ospitenella Casa "Chantal" a Bra . Conlei, sono molte altre le mamme disalesiani che trascorrono serenamentegli ultimi anni della loro vita terrenain un ambiente preparato per, loro,dove con i comforts che l'età richiede,ricevono quell'assistenza religiosa cheloro permette di vivere intensamentele gioie dello spirito e di partecipare,in intima e confortante unione, allavoro apostolico dei figli, che ope-rano nel mondo per la diffusionedel regno di Dio .

L'opera per le mamme dei sale-siani è unica nel suo genere e finoad alcuni anni fa si trovava a Mathitorinese . Ora è stata approntata un'ac-cogliente sede a Bra, una cittadina

piemontese nella provincia di Cuneo,in un'amena cerchia di colli .

L'edificio sorge in zona elevataai margini dell'agglomerato umano eguarda verso le alture, in questastagione imbiancate dalla neve, mache saranno ben presto verdeggiantial sopraggiungere della primavera .Un parco con alti alberi "introduce"alla "Casa Chantal" .È un bell'edificio, rimodernato

nella parte centrale, a cui è stataaggiunta un'ala nuova, in un tuttoarmonico e accogliente . Gli ambientisono ampi, irrorati di luce : corridoi,parlatori, sala da pranzo e sala dellatelevisione, cucina, chiesa, studio me-dico. Ognuna delle ospiti ha unacamera propria, nella quale vengonoservite le refezioni a quelle che nonpossono recarsi nel refettorio comune .

La giornata della mamma dei sale-siani a Bra - sono per ora unatrentina - ha un orario che vieneritmato al mattino dalla Messa edalla meditazione ; dal rosario e dallabenedizione nel pomeriggio ; dalle pre-ghiere della sera .

« Ci hai messo in collegio da gio-vani, ora ci sei tu in collegio! » disseun giorno scherzosamente un sale-

siano alla mamma ospite a Bra. Lasignora che racconta la' battuta, nonsi sente per nulla in collegio ; come,del resto, tutte le altre . Ognuna haampia libertà di attendere alle pro-prie faccende, in camera ; di pas-seggiare all'aperto quando il tempolo permette ; di recarsi al centrodella città per piccole spese .

Perchè sono riunite a Bra questemamme di salesiani ? « A casa erosola, soletta», dice una, « e se mifosse capitato qualche cosa di not-te ?. . . » . Un'altra dichiara: « Ringra-zio di continuo il Signore per avermiconcesso la grazia di essere qui, afinire i miei giorni . Qui posso impararetante cose che non sapevo ancora ;posso santificarmi nella sofferenza evivere contenta e serena . . . ».

Ecco, in riassunto, i motivi chehanno portato a Bra queste buone si-gnore. Le necessità materiali, certo,ma anche e soprattutto il desideriodi trascorrere le giornate in un am-biente religioso che richiami la vo-cazione e il lavoro dei figli .

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LA GASADELLEMAMME

Queste mamme sono amorevol-mente assistite da un gruppo di Fi-glie di Maria Ausiliatrice . Affermala direttrice, a nome delle conso-relle: « Le curiamo come si curanoin famiglia le persone care e anziane » .Abbiamo visto le buone suore mentrele servivano a mensa, mentre le aiu-tavano a scendere in giardino o ad"attaccare" una rampa di scala, contutta naturalezza e cortesia.

Oltre all'esempio e al confortodelle suore, le mamme godono del-l'assistenza di un sacerdote della lo-cale casa salesiana . Naturalmente,di tanto in tanto, ricevono pure lavisita di altri confratelli e dei proprifigli, se non sono troppo lontani .

Il cappellano assicura che la ca-ratteristica di queste "sante donne"- l'espressione è sua - è lo spiritodi pietà e di carità, che le uniscetra loro e con le suore. Quanti ro-sari sgranano, anche per prevenire- dicono - la tentazione di qualchemormorazioncella . Spirito di carità epreoccupazione di pregare per i sale-siani tutti . IL ancora l'assistente spi-

mamme dei salesiani cure più che filiali .

rituale che dichiara: « Hanno sempreun fine nella loro sofferenza» . Comeper esempio quella mamma cieca che

Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno per le

in alto : Bra • Casa delle mamme dei salesiani .L'ora familiare del tè e della serena ricreazione .

talvolta soffre moltissimo, ma non silamenta mai e offre i suoi patimentiper il lavoro apostolico del figlio,per il ministero dei sacerdoti, per laconversione dei peccatori .

Si respira l'ansia della Chiesa uni-versale, in questa casa di Bra. Nonsoltanto perchè le interessate pro-vengono da diverse regioni della pe-nisola, ma soprattutto perchè hannoi loro figli sventagliati sotto tutti iparalleli e le preoccupazioni aposto-liche di questi religiosi sono diven-tate le loro . La Congregazione sale-siana, in certo qual modo, si rias-sume, nelle sue istanze più nobili,in queste mura: vocazioni, santifica-zione dei sacerdoti, diffusione delregno di Dio nel mondo, carità trai propri membri .

Ognuna di queste mamme ha unavita ricca di meriti e di esperienze .C'è per esempio la mamma che si èdistinta nel lavoro svolto per le voca-zioni e ora conta sacerdoti, coadiutori,Figlie di Maria Ausiliatrice che ope-rano in diverse istituzioni salesiane .

Quando esse sono tutte raccoltein chiesa o nella sala della televi-sione, formano un gruppo singolare .Capelli bianchi o brizzolati che scap-pano da sotto ampi fazzoletti da te-sta ; visi solcati da rughe ; espressionidel volto, degli occhi, che denotanoserenità, tranquillità dello spirito .

Don Bosco ha voluto accanto asè la mamma Margherita, quandosi recò a Torino per dare inizio allasua opera ; e la presenza di quellasanta donna ha addolcito i disagidegli albori della Congregazione sa-lesiana. Queste "mamme", con laloro presenza presso il centro dellaCongregazione, idealmente e spiri-tualmente accanto alle attività deifigli di Don Bosco, rappresentanoun fatto significativo nella storia dellafamiglia salesiana .

Qualche iniziatore di ordine ocongregazione di vita attiva ha vo-luto fondare anche qualche comunitàdi religiose dedite soltanto alla pre-ghiera. Non sembri esagerato l'ac-costamento: queste mamme, cometutte le mamme dei Salesiani e delleFiglie di Maria Ausiliatrice, sonocome l'ala orante della grande fa-miglia di Don Bosco.

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I GIOVANIPRENDONOL'INIZIATIVAUna forza nuova sta rivelandosi tra i Cooperatori Salesiani :sono i Cooperatori giovani, che vogliono offrirsi a un aposto-lato giovanile, ma a largo respiro ecclesiale, nello spiritosempre attuale di Don Bosco .Il ramo giovanile dei Cooperatori sta avviandosi a divenireuna realtà . Si hanno in Italia circa 50 centri e gruppi chevanno acquistando fisionomia e vita propria. In non pochicasi si tratta di gruppi che animano parrocchie, oratori, operedi apostolato di vasta portata .

« Cooperatore dice dinamismo, e il dinamismo è propriodei giovani » . Questa affermazione del nostro Rettor Mag-giore ha avuto la sua conferma nei recenti convegni di Coo-peratori giovani .

Nel numero precedente abbiamo parlato dell'incontro diGrottaferrata (Roma) . Esso ha rivelato che in seno all'UnioneCooperatori stanno sorgendo quelle forze vive che Don Bo-sco ha voluto animassero la sua Terza Famiglia . Quei giovaniCooperatori hanno studiato con vivo interesse la figuradel Cooperatore, e nella mozione finale, densa di contenutoe aliena da ogni accademismo, hanno stilato la seguentedefinizione del Cooperatore Salesiano, considerevole per iltentativo di condensare in poche parole il pensiero di Don Bo-sco : « ll Cooperatore salesiano può definirsi un cristianoimpegnato a servizio della Chiesa, che si propone le stessefinalità della Congregazione Salesiana secondo il propriostato : perciò tende alla perfezione cristiana dedicandosiall'apostolato prevalentemente giovanile, nello spirito delFondatore Don Bosco, sotto l'alta direzione dei Salesiani ».

Con un programma ispirato a quello di Grottaferrata, loscorso gennaio si sono realizzati altri tre incontri regionalidi giovani Cooperatori : a Soverato per i Cooperatori dellaCalabria, a Monteortone per i Cooperatori delle Tre Venezie,a Roma per i Cooperatori del Lazio .Protagonisti dell'incontro furono i giovani stessi, guidatida esperti sacerdoti . Le esperienze scambiate, i gruppi distudio e la preghiera in comune hanno creato un ambientesereno e costruttivo . La loro partecipazione ai dibattiti inassemblea generale e soprattutto nei gruppi di studio fuintensa e vivace . E sorprendente vedere come questi giovani,animati dallo spirito di Don Bosco, prendano essi stessil'iniziativa, sicchè a chi presiede l'incontro non resta cheguidare e convogliare le idee a soluzioni concrete .

I vantaggi di questi gruppi giovanili sono evidenti . Questigiovani Cooperatori entrano in un movimento che assicura

NEL MONDOcontinuità e vitalità al loro apostolato e li accompagneràper tutta la vita . Nei centri o gruppi giovanili si ha mododi prepararli a un apostolato più qualificato (la «Scuoladi formazione a/l'apostolato », organizzata quest'anno dalCentro Nazionale dei Cooperatori mira soprattutto alla for-mazione dei giovani). Con questi centri giovanili si realizzail necessario ringiovanimento dei Centri con l'inserimentodi elementi vivi e qualificati, che diventeranno a loro voltaqualificanti .

Una domanda potrebbe venire spontanea : questo movimentogiovanile dei Cooperatori Salesiani è una novità?

Rispondiamo con due citazioni . Il IV Capitolo Generale,presieduto da Don Bosco stesso nel 1886, parlando deigiovani che finivano il loro corso, stabiliva : « Se la loro con-dotta fu abbastanza buona, è conveniente ascriverli tra iCooperatori Salesiani ». Non era che la conferma all'invitoche Don Bosco soleva ripetere ai suoi exallievi migliori,perchè passassero in massa nelle file dei Cooperatori .

La seconda citazione la togliamo dal Bollettino Salesianodel gennaio 1920 : vi si legge : « Qual è la sorte che toccaa una gran parte dei giovani, i quali, terminato il ginnasio,il tecnico o il liceo, abbandonano i convitti cattolici? Unasorte ben misera. Quanto lavoro di sacerdoti se ne va aingrossare le file dei nemici della Chiesa! Quante belle spe-ranze, angeliche purezze, vengono sciupate al primo colpod'aria libera che si abbatte su di loro, all'uscita dal convitto!Soltanto coloro che non tengono dietro ai propri exallievipossono farsi delle pie illusioni .' ma coloro che vogliono epossono seguirli, vanno costatando tali e tante rovine, chefanno vacillare alle volte la fiducia nel proprio lavoro educativo .Noi riflettendo sulla semplicissima condizione posta daDon Bosco per l'ascrizione alla Pia Unione dei CooperatoriSalesiani - —età non minore di 16 anni"- crediamo di doveraggiungere: se Don Bosco giudicava atto a svolgere ilprogramma del Cooperatore Salesiano un giovane di 16 anni,perchè non prepariamo i nostri allievi a divenire zelantiCooperatori?. . . Il programma a parer nostro, dovrebbe ispi-rarsi a questo scopo: avviare progressivamente i giovaniall'azione religioso-sociale, secondo il programma della coope-razione salesiana » .

Soverato (Catanzaro) • Giovani Cooperatori della Calabria riuniti a convegno (è il primo incontro di Cooperatori giovani della regione calabra)

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SALESIANONel terremoto della Sicilia il nostroprimo pensiero è stato per i ragazziLa famiglia salesiana ha preso vivissima parte alle sciaguree devastazioni del recente terremoto che ha colpito alcuneregioni della Sicilia . Il Rettor Maggiore don Luigi Ricceriappena venne a conoscenza dei gravissimi danni provocati,così telegrafava all'ispettore della Sicilia : « In quest'ora diprova e dolore per la nostra cara isola, desidero mi sentiatefraternamente vicino . Pregoti disporre perché le nostre casefacciano quanto è possibile per dare aiuto e conforto alle popo-lazioni così duramente provate » .Concretamente, il sesto Successore di Don Bosco, a nomedella famiglia salesiana, disponeva che fossero messi adisposizione delle autorità trecento posti negli istituti salesianidella Sicilia, per il ricovero gratuito di giovani bisognosi .Egli inviava poi immediatamente sul posto don Giovannini,del Consiglio Superiore della Congregazione, per recare unaprima cospicua offerta in denaro e con l'incarico di coordinaregli aiuti che stavano per affluire da tutte le Ispettorie d'Italia .Don Giovannini si è reso conto di persona del disastro e havisitato le tendopoli dove sono stati alloggiati provvisoria-mente i terremotati . Purtroppo non si potè ospitare subito gio-vani bisognosi nei nostri collegi, in quanto, pur soffrendoimmensamente, le famiglie non erano disposte a vederpartire i loro figli . Si pensò allora di dislocare dieci studentidi teologia nella case salesiane di Agrigento, Trapani e Mar-sala : di là essi si recavano nelle zone delle tendopoli e vitrascorrevano la giornata occupandosi soprattutto dei ragazzi .Questi salesiani hanno avuto modo di conoscere le famiglie edi persuaderle, per il bene dei figliuoli, a lasciarli partireper le ospitali dimore dei figli di Don Bosco .Anche le case salesiane di Torino hanno offerto 75 postiper giovani provenienti dalle zone della Sicilia devastatedal terremoto . Nell'opera di assistenza, i salesiani hannopure messo a disposizione delle autorità la colonia estiva dellaPlaia, a Catania, quale centro di smistamento, dove i profughihanno potuto ricevere cibo e alloggio .Tra le numerose iniziative segnaliamo ancora l'offerta degliExallievi d'Italia e la santa Messa celebrata dal Rettor Maggiorenella Basilica di Maria Ausiliatrice a suffragio delle vittime ea conforto dei superstiti . Degna di ammirazione l'opera diassistenza svolta dai liceisti di Catania-Cifali e dai Cooperatorisalesiani dei vari Centri, soprattutto di quello ispettoriale diPalermo, diretto da don Mario Cogliandro, che ha mobilitatoi Cooperatori e li ha guidati a compiere eroismi di carità .Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice si sono affrettate asoccorrere le popolazioni colpite dal terremoto . Appenagiunte le notizie della sciagura, la Superiora Generale facevatelefonare alle due Ispettrici di Messina e di Catania perchèdisponessero prontamente ad accogliere nelle Case dell'Ispet-toria il maggior numero di bambine e fanciulle delle zonecolpite, bisognose di ricovero.Contemporaneamente diramava una Circolare alle altre sediciIspettrici d'Italia affinchè nelle varie Case venissero messia disposizione posti per orfane e profughe in conseguenzadel terremoto .Dalle risposte finora pervenute dai soli Centri Ispettoriali diTorino - Vercelli - Nizza Monferrato - Milano - Novara - Padova- Livorno si ha già un complessivo di circa 300 posti, senzacontare quelli della Sicilia .Nella stessa Circolare la Superiora Generale sollecitava leIspettrici ad adoperarsi perchè in ogni Casa, specialmenteattraverso le alunne, si organizzassero iniziative per raccoltein denaro, indumenti e altro, a favore dei colpiti dal terremoto .

Federazione peruvianadi centri giovaniliLima, Perù • I Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice delPerù hanno riunito tutti i loro oratori - permettendo cosìmaggior possibilità di organizzazione sotto la denomina-zione di « Federación Peruana de Centros Juveniles »(FEPCEJ) . Un decreto del Governo dello scorso agostola riconosce ufficialmente come ente che collabora con ilGoverno nelle sue funzioni di assistenza ai minori e che potràquindi ottenere maggiori aiuti per le sue finalità . L'Ispettoredei Salesiani e l'Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatricesono membri effettivi del consiglio direttivo della federa-zione, che ha lo scopo di programmare attività ricreative eculturali, per il buon uso del tempo libero e per il sano orien-tamento morale e professionale della gioventù . Nella foto:Il Ministro di Giustizia inaugura la Federazione Peruvianadei Centri giovanili e ne affida la presidenza al salesianodon Francesco Vaccarello .

Corea • In una passeggiata al mare i novizi salesiani accom-pagnano con la loro orchestrina i canti degli oratoriani .In Corea abbiamo oratori molto fiorenti . I coreani hannouna bella voce e doti spiccatissime per la musica, che pre-diligono .

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i uarigenti aei cooperatori baiesiani a - .raia a convegnoPer un aggiornamento e orientamento alle linee direttivedel Concilio si è tenuta una "tre giorni"' per sacerdoti delegatialla cura dei Centri Cooperatori d'Italia . Como e Ariccia(Roma) sono state le sedi del convegno, che si è svoltoin due tempi (per il Nord e per il Centro-Sud) e ha vistola presenza di oltre 170 sacerdoti . Presiedeva don LuigiFiora, direttore generale dei Cooperatori, a nome del Ret-

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Stati Uniti 'la carità di Cristo non quarda al colore della pelleI Salesiani negli Stati Uniti - come del resto in Haiti, nel Congo, nel Sud Africa eovunque ci sono negri - s'interessano dei neri come dei bianchi perchè vedono in tuttisoltanto anime da salvare . E come Don Bosco accoglieva alcuni ragazzi negri nel suoOratorio di Valdocco, così essi accolgono i giovani negri nei loro istituti e oratori senzadiscriminazioni di razza . Nella foto presentiamo alcuni negri cattolici con don Trifari,parroco salesiano a Birmingham, Alabama . Egli era rimasto colpito dal fatto che nella suaparrocchia non c'era neppure un cattolico tra i negri . Cominciò quindi a visitarli passandodi casa in casa ; poi costruì per loro una chiesetta, dove li radunava per la catechesi,e oggi i battezzati sono già 163, uomini donne e bambini . Una negra, oggi presidentedella « Legio Mariae », che per molti anni aveva aderito alla chiesa metodista, quandovenne istruita nella fede cattolica, disse : « Ho imparato della Bibbia di più in due dellelezioni datemi che non nei trent'anni che sono stata parte della Chiesa protestante » .

tor Maggiore. Il convegno si è sviluppato su tre linee conver-genti : esposizione della dottrina conciliare sull'apostolatodei Laici ; chiarificazione del contenuto ascetico e aposto-lico che Don Bosco ha inteso dare alla sua Terza Famiglia ;attualità di questa associazione inserita nella pluralità delleassociazioni cattoliche . Nella foto: 1 Delegati locali dei Coo-peratori convenuti a Como.

Perù • Peri ragazzi poveridel CuzcoII "Centro de defensa social delmenor"" della città del Cuzco,ha chiuso il suo primo annodi attività. Questo centro è unOratorio salesiano organizzatomodernamente : il nome èquello creato dal Governoper queste opere in favore deiminorenni .Il Governo ha dato i mezzi perattrezzarlo convenientementecon giochi, sale di lettura,circoli ecc.Il Centro estende il suo raggiodi azione a tutta la città, edè diventato la parrocchia deiragazzi poveri .Direttore del Centro è il no-stro don Carlo Pighi, chelo ha organizzato in mododa farlo modello per tutti glialtri che si stanno creandonella Repubblica . II regola-mento, fatto sul regolamentosalesiano, è piaciuto alle auto-rità, che lo hanno esteso atutti i centri .Don Pighi è anche incaricatodell'assistenza nel carcere deiminorenni . Questi ragazzihanno bisogno di cure paterne

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Venezia • 50 i Salesiani al Patronato Leoni.Nella ricorrenza giubilare dei Salesiani a Castello il PatriarcaCardinale Giovanni Urbani ha indirizzato loro una letterache è il miglior elogio al lavoro svolto . Vi si legge : « Gododi celebrare con Voi il 500 Anniversario della vostra attivitàapostolica a Castello . Ricordo con riconoscenza al Signorela vigilia dell'Immacolata del 1917 - l'anno di Caporetto -quando siete venuti a Venezia per assumere la direzione delPatronato . Era quello un momento assai difficile per la nostracittà, che aveva quasi alle sue porte l'esercito invasore .Specialmente a Castello si sentiva il tuono dei cannoni

e rispondono meravigliosamente alla bontà salesiana . Perdue anni consecutivi don Pighi portò a passeggio il centinaiodi ragazzi senza intervento della polizia, col solo aiuto dialcuni exallievi . La stampa magnificò il gesto del salesiano cheimitò Don Bosco nella passeggiata con i corrigendi di Torino .L'opera di don Pighi è molto apprezzata dalla popolazionee dallo Stato, che lo ha nominato Supervisore nazionaledegli stabilimenti di minori nella Repubblica .Don Bosco è sempre attuale per ogni tipo e categoria di ragazzi .

Università fondaida un ArcivescovAd Ayacucho (Perù) è stata riattivata una Università statale chedal 1960 funziona accanto alla chiesa cattedrale. Porta il nomedi « San Cristoforo », ma ha indirizzo laicista e comunista .L'influenza di questa università ha creato un grave problemapastorale nell'archidiocesi . Molto si è fatto per controbat-tere questo influsso nocivo, ma con poco frutto . La guer-riglia del 1965 ebbe un focolare in questa università .La Chiesa, con il nuovo arcivescovo salesiano mons . OtonielAlcedo, decise di fondare una Università come unica armaefficace per contrarrestare l'influsso nefasto della Universitàstatale . La nuova Università Cattolica, con sede nel seminariodiocesano, cominciò l'anno accademico con 300 allievi edebbe larga collaborazione dalle autorità e dal popolo.Secondo la legislazione peruviana soltanto il ParlamentoNazionale può autorizzare il funzionamento ufficiale - di nuoveUniversità e facoltà . C'era bisogno perciò di una legge .Questa è stata approvata alla fine di novembre dal Parla-mento Nazionale, che ha riconosciuto le necessità pastoralipresentate dall'arcivescovo e ha promesso l'aiuto dello Statoper la nuova Università .

piazzati sulla foce del Piave. Occorreva fede e coraggioper assumere la nuova impresa . Voi l'avete avuto; lode aVoi! Il Signore ha benedetto le vostre fatiche e i vostri sacri-fici . Ne fa testimonianza non solo il numero degli uomini,che da Voi quando erano giovanetti hanno ricevuto unasolida formazione cristiana, ma anche la cura pastoraleda Voi oggi esercitata in tutto Castello nelle care parrocchiedi S. Giuseppe e di S . Francesco di Paola » . Nella foto :gli Exallievi attorno ai loro superiori all'uscita dalla celebrazionenella concattedrale di S . Pietro di Castello .

Affrettate le iscrizioni alPELLEGRINAGGIO NAZIONALEdei Cooperatori SalesianiA MARIA AUSILIATRICEIl 25 aprile prossimo si effettuerà il Pellegri-naggio Nazionale dei Cooperatori a Maria Ausi-liatrice in Torino, in occasione del centenariodella Basilica .Tutti i Cooperatori e le Cooperatrici sono invi-tati a partecipare a questa solenne manifestazionedi amore alla Vergine SS . da parte della TerzaFamiglia Salesiana .Gli Uffici Ispettoriali - ai quali è stata affidatala organizzazione per ogni singola regione -sono in pieno ritmo di lavoro .Anche i Cooperatori residenti in località dovenon esiste un Centro Cooperatori, sono invitatia iscriversi al Pellegrinaggio . Vogliano per questorivolgersi alla più vicina Casa Salesiana o delleFiglie di Maria Ausiliatrice .Un particolare invito è rivolto ai Genitori deiSalesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, peri quali sono previsti alcuni « momenti » partico-lari della grandiosa manifestazione mariana .

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MariaAusiliatricefra i Bororodi Don CESARE ALBISETTI

I primi evangelizzatori,""predestinati" per una grande opera .Gli inizi avventurosi della missione .Il primo contatto con i Bororonel racconto degli indi protagonisti .La costante e sensibile presenza della Madonna .

Era il 17 maggio 11903 . Lacerimonia della incorona-zione di Maria Ausiliatricenel suo santuario di Torino

era giunta al momento culminante .Sull'alto del palco, eretto davantial grande quadro, era salito il car-dinale Agostino Richelmy, che anome del Papa stava per porre sulcapo del Bambino Gesù e dellaMadonna le corone d'oro . Lassùerano puntati gli sguardi di tutti .

Sull'orchestra, tra i cento piccolicantori, due ragazzi tenevano losguardo fisso sull'immagine dellaVergine, con un affetto particolar-mente intenso . A un tratto uno deidue, scuotendo il braccio dell'amico,esclama: « Hai visto come brilla lastella, che sormonta la corona della

Madonna? » . « Sì, commenta il com-pagno, " guarda la stella, invocaMaria" » . L'applauso generale, che sileva ed echeggia nella basilica inter-rompe il dialogo dei due ragazzi, chesi preparano al canto della grandiosaantifona : « Corona aurea super caputeius. . . ».

Dopo quarant'anni, quei due can-tori, ancora insieme, seduti sulleloro amache sotto il cielo stellato,aspettano il sonno ristoratore, dopouna lunga giornata a cavallo attra-verso la sabbiosa savana del MatoGrosso (Brasile) ed evocano i beitempi passati all'Oratorio di Valdocco.Lo scintillio della «Croce del sud »risveglia il ricordo dei raggi luminosidi un'altra stella e mette sulla boccadi uno di essi questa domanda :

« Monsignore, ricorda i riflessi dellastella dell'incoronazione ? ». « E come!- risponde l'interpellato - ricordoanche il tuo "guarda la stella, in-voca Maria"» .

Rimasero per qualche tempo insilenzio ; poi Monsignore riprese :« Che entusiasmo missionario in queitempi all'Oratorio! Don Balzola, iviaggi avventurosi, l'incontro con iBororo, il loro complotto, gli stre-goni, occupavano le nostre conver-sazioni. E chi avrebbe immaginatoallora che noi avremmo seguito donBalzola tra i Bororo del Mato Grosso?» .

Quel vescovo era lo zelante pre-lato di Registro do Araguaia, mons .Giuseppe Selva, che il Signore chiamòal premio nel 11956 ; il compagno eralo scrivente.

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Cuiabà (Mato Grosso • Brasile) . Il primo gruppo di Bororo civilizzatiche hanno compiuto il duro lavoro di sterro per la costruzione

del primo Santuario di Maria Ausiliatrice nel Mato Grosso .Al centro don Balzola,

che spesso lavorava con loro e calmava gli ardori del clima con qualche rinfresco.

AL

Una fiammella sul capodi un giovanotto

Don Bosco, ispirato dalla Verginein un sogno rivelatore, aveva fondatol'Opera per le vocazioni adulte, chia-mandola « Opera di Maria Ausilia-trice». Quest'opera fornì missionaridi virtù e zelo eccezionali . Eranogiovanotti maturi, che durante unperiodo intenso di studio si eserci-tavano anche in svariati lavori, nellapietà e nel sacrificio. Fra di essi laMadonna scelse le pietre fondamen-tali per l'ardua missione fra gli indiBororo del Mato Grosso .

Giovanni Balzola di Villamiroglio(Alessandria), terminato il serviziomilitare, entrò a far parte di questasingolare famiglia . Nel 1888, a pochi

mesi dalla morte di Don Bosco, siconsacrò al Signore nella Congrega-zione salesiana, e l'anno seguenteoffrì tutto se stesso alla causa dellemissioni. Era pieno di ardore e nu-triva per la Madonna un amore difiglio . In ogni evento lieto o tristela invocava «Ausiliatrice». Questainvocazione gli infondeva un'energiae un entusiasmo che sapeva mira-bilmente trasfondere nei suoi com-pagni di lavoro e negli indi .

Una seconda pietra fondamentaledella missione tra i Bororo, Maria Au-siliatrice la colse in Francia, dove lafamiglia Malan era emigrata dal Pie-monte in cerca di lavoro. Un suomembro nel 1882 rimpatriò per pre-sentarsi al servizio militare ; maprima volle far visita a Don Bosco

per consultarlo sul suo avvenire . Lamattina del 22 ottobre era entratonella basilica di Maria Ausiliatricee si era accostato alla balaustra,quando Don Bosco, di ritorno dalcelebrare la santa Messa, si dirigevaverso la sagrestia. Il Santo vide al-lora una fiammella staccarsi dalquadro di Maria Ausiliatrice, scen-dere e fermarsi sospesa sopra il capodi quel giovanotto . Quando Don Bo-sco uscì di sagrestia, fu circondatoda una folla di giovani, fra i qualiil Malan si sforzò di aprirsi un varcoper baciargli la mano. Don Boscolo fissò un istante, come se lo co-noscesse da lunga data, gli parlòin francese e lo invitò a seguirloin camera. Il problema della voca-zione fu deciso in un istante : sarebbestato sacerdote, salesiano e missio-nario .

Primo incontrocon i terribili Bororo

Nel Mato Grosso l'opera di donBalzola e di don Malan incominciòa Cuiabà, ove arrivarono il 18 giu-gno del 1894. Le loro fatiche nellacapitale dello Stato furono benedettedal Signore ; ma quello doveva es-sere solo un punto base per la mis-sione fra gli Indi. Le cose andaronocosì bene che il Governo offrì lorola direzione della Colonia militare« Teresa Cristina,>, ove aveva riu-nito quella parte della tribù Bororo,che si era sottomessa, apparente-mente pacificata. Si erano accortiche catechizzare selvaggi non eramissione militare, perciò la offri-rono ai salesiani. Ufficialmente funominato direttore della colonia donBalzola, che ne prese possesso nel1895, mettendosi generosamente al-l'opera . Fu un noviziato assai utileper la vera missione, che il Signoregli avrebbe affidato a breve scadenza .Don Balzola, in mezzo a difficoltàinaudite, esclamava : « Sento la pro-tezione dell'Ausiliatrice ; a lei edifiche-remo un bel tempio» .

Una buona parte della tribù Bo-roro occupava l'altipiano a orientedi Cuiabà: per nulla sottomessi al-l'autorità militare, s'erano fatti pa-droni assoluti di una vastissimazona, facendola intransitabile e ina-bitabile . La lotta contro il civilizzatoera al suo punto culminante . Seni- 21

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brava una grave imprudenza met-tersi fra quei selvaggi inferociti einiziare fra di essi una catechesi ;ma non la pensavano così don Malan• don Balzola che, dopo vari viaggidi esplorazione, stabilirono il luogoove mettere le loro tende . I quattroanni passati fra i Bororo della Co-lonia Teresa Cristina erano stati un'ot-tima preparazione e avevano apertoil cammino all'audace impresa. Essaaveva inizio in Cuiabà il 17 dicembredel igor : una solenne funzione re-ligiosa segnava la partenza di ungruppo di salesiani e di Figlie diMaria Ausiliatrice guidati da donBalzola .

Dopo un mese di viaggio a cavallo,si accamparono presso il torrenteprescelto, a metà cammino fra Cu-iabà e il fiume Araguaia, e perciòal centro della zona di razzia deiterribili Bororo . La improvvisatatendopoli dava ospitalità ai salesiani• alle suore. La cappella era in co-mune. Era un posto strategico perl'incontro con i Bororo ; ma questidov'erano? Da mesi i missionari sitrovavano accampati, avevano co-struito vaste capanne, coperte confoglie di palma e vi si erano inse-diati ; ma gli Indi non si erano en-cora lasciati vedere . Eppure essierano là ben vigilanti a osservareogni movimento dei nuovi arrivati .La lunga attesa si trasformava inuna vera agonia : come sarebbe statoil primo incontro? Solo la preghiera• la fiducia in Maria Ausiliatricecalmava la loro ansia angosciosa.

« In quei mesi d'aspettativa - narradon Balzola - mentre ci stupivamodella completa assenza degl'Indi, essici spiavano sempre e meditavanoterribili piani . Non sapevano spie-garsi come mai noi avessimo avutoil coraggio di fissare la dimora nelleloro terre, in un luogo tanto peri-coloso per noi e dopo un periodo dilotte tanto sanguinarie tra Bororo ebianchi » .

'<c Quando voi veniste in questaterra - ci rivelò poi il cacico -per molto tempo voi non ci vedeste• credevate che noi fossimo lon-tani. Non era così: noi v'osserva-vamo, perché conoscevamo la vo-stra venuta. Non era ancora passatala prima luna e noi sapevamo giàtutto, ma non ci lasciavamo vedere .Di giorno e di notte osservavamo

22 tutto. Una sera, radunati come al

solito in mezzo alla foresta, si venne atrattare se dovevamo lasciarvi in paceo se era meglio farla finita con voi emettere tutto a fuoco . I pareri eranodiversi : chi diceva di sì e chi, di no .I più dicevano : aspettiamo ancora,vediamo se sono buoni o cattivi .Qualcuno non voleva sentir ragionie proponeva di darvi l'assalto e diuccidervi . Alla fine si prese la riso-luzione di fare una ricognizione piùesatta il giorno dopo .

L'indomani ci avvicinammo an-cora di più alle vostre capanne. Ilpadre Balzola stava seduto e scri-veva. Uno di noi, Clemente (eraquesti uno dei più sanguinari), ve-dendovi così divisi, disse : "Com-pagni, non abbiate paura ; facciamoin fretta, vedete come sono dispersi .Tu - disse a un compagno -freccia quello che sta là e io trapas-serò il cuore a quello che sta dentro .Gli altri pensino ad ammazzare glialtri" . Intanto puntò la freccia controdon Balzola . Ma io mi opposi e dissi :"Il capitano non sei tu . Per dareordini ci sono io . E poi, sai tu sequesti siano buoni o cattivi?" Cle-mente rispose : "Chiunque siano,questo è certo : sono baràe, perciònostri nemici e non dobbiamo averecompassione di loro". Allora feci uncenno ai vicini : "Andiamo via, dissiloro, può essere che ci scoprano : èmeglio che prima c'intendiamo" . Estrisciando tra un cespuglio e l'altro,raggiungemmo l'interno della selva .Quel giorno Dio vi protesse .Alla sera ci radunammo secondo

il solito per narrarci le avventure delgiorno. S'alzò un mio compagno,egli pure cacico, Hioacchino, che voiconoscete e che poi fu sempre fe-dele ai missionari, anche nei mo-menti più difficili . Egli disse : "Com-pagni, dopo tutto ciò che abbiamofatto contro i bianchi, essi sono ve-nuti ugualmente qui senza paura esi sono messi a fare le loro case,come per stare qui per sempre . Noinon sappiamo chi siano, perciò nonfacciamoci scoprire che stiamo qui .È certo che questa terra è nostra,che sono nostri questi fiumi, e chenon permetteremo mai che i bianchirestino in questo nostro territoriosenza il nostro consenso; ma per oranon sappiamo se siano buoni o cat-tivi, perciò dobbiamo fare una prova .Domani con quattro compagni ioandrò da loro direttamente . Voi vi

dividerete in tre gruppi : il primo adestra, il secondo a sinistra, il terzodietro le capanne, non troppo vicinoperò. Voi state attenti, ma tranquilli .Se occorrerà, a un mio segno, avan-zerete e ucciderete tutti quei bianchi .Ma se vedrete alzarsi una colonnadi fumo da quella parte, sarà segnoche, avvenuto l'incontro, io sono sod-disfatto, che i nuovi venuti sonobuoni, che ci vogliono bene e chenon ci faranno del male.

Tutti approvarono, ma io soggiunsi :"Sì, siamo d'accordo . Ma prima ilbari (lo stregone) evocherà lo spiritoper conoscere le intenzioni dei nuovivenuti e perchè ci aiuti se dovremolottare contro di essi" . Lo stregoneevocò il bope (spirito del male) egli domandò chi eravate voi. "Nonvorrei dirlo, rispose il bope, ma visono costretto : questa gente è buona•

vi vuole bene, ma guai a chi se-guirà la loro fede" .

Poi incominciammo i nostri cantitradizionali, che durarono fino al-l'alba, quando ognuno prese l'arco• le frecce e si recò al posto asse-gnato, pronto a qualunque evento .Il mio amico, con pochi altri, rimaseun poco a osservare, poi discese allecapanne dei missionari e parlò conloro. Poi ci riunimmo al luogo in-dicato e il mio amico disse : "Com-pagni, allegria. Non pensiamo male,questi baràe non sono come gli altri .Sono buoni e ci vogliono bene . Ionon so dire che cosa ho sentito eveduto ; certo che mai ho provatouna cosa simile. Uno che chiamano"padre" si mostrò molto buono e miparlò dello Spirito buono e me lomostrò ; lo aveva in un grande fo-glio. Ho visto anche un altro spirito,che chiamano Maria, così bello, cheio non potei resistere . Lo guardavo• lui pure mi guardava e pareva chevolesse parlarmi e sorridermi . E udiila sua voce - che mi diceva : Non farloro del male, sono miei . Va', parlaai tuoi compagni e dì loro che sonovenuti qui solo per fare del bene aiBororo. Io domandai al padre chifosse e mi disse che si chiamavaMaria, la madre dello Spirito buono,che chiamano Gesù" . Io allora dissi :"Voglio andare a chiamare i nostricompagni perchè vengano a stabi-lirsi tutti qui" . E ai miei compagnicosì parlai: "Siate contenti di sta-bilirvi qui : vedete che noi siamo

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pochi, che i nostri piedi sono stanchidi correre come la tigre da noi per-seguitata". Durante quella notte fuun lungo commentare fra gli Indi :chi non voleva credere, chi dicevache col tempo ci avreste ingannati,trattati male e uccisi. Altri dicevanoil contrario. Infine tutti approvaronola decisione di lasciarvi in pace e difidarci di voi».

Questo il racconto del cacico mag-giore, di quello cioè da cui era dipesala vita e la morte di tutti noi e cheda lupo feroce s'era mutato in man-suetissimo agnello . Alzammo subitoun inno di ringraziamento a MariaAusiliatrice, che aveva difeso inmodo così prodigioso la missione.

«Ho affidato tuttoa Maria Ausiliatrice»

Il igo8 doveva segnare un trionfoper la missione con l'andata dellabanda di musica Bororo alla capi-tale del Brasile, nell'occasione dell'esposizione nazionale . Fu un avve-nimento che sorprese il pubblicoe richiamò sui missionari anche l'at-tenzione delle alte sfere governative .Ma il trionfo terminò in pianto. Lamorte aveva mietuto tre vittime frai ventun Bororo della banda etutti e tre della famiglia del grancapo ; anzi due erano suoi figli .Come avrebbe ricevuto il triste an-nunzio ? Come l'avrebbe ricevuto latribù, specialmente coloro che maltolleravano la presenza del missio-nario ? Poi v'era di mezzo lo stre-gone, il quale aveva predetto cheproprio tre di quei giovanotti nonsarebbero ritornati .

Don Balzola si trovava di pas-saggio alla missione di Sangradouro,in viaggio di ritorno da una esplo-razione e diretto alla Colonia delS. Cuore. Un telegramma urgentedel direttore della casa salesiana diCuiabà lo pregava di rimandare lapartenza e di attendere il suo ar-rivo, perchè aveva cose importan-tissime da comunicargli. Don Bal-zola ebbe presentimenti così tristiche volle andargli incontro viag-giando due giorni a cavallo . La tristenotizia lo abbattè : l'accaduto gli parveun disastro irreparabile . 11 buondirettore di Cuiabà si offerse ad ac-compagnarlo fino alla Colonia SacroCuore. Quei giorni di viaggio fu-

Don Malan,più tardi vescovo,

il giovanottosul capo del quale

andò a posarsila fiammella

staccatasi dal quadrodi Maria Ausiliatrice .

Con luiil salesiano coadiutore

Milanesie due angeliciragazzi Bororo :

'Magone Michele'(a sinistra)

e 'Giovanni Bosco',morti

in giovane età .

rono un martirio : solo all'ultimogiorno, dopo la celebrazione dellasanta Messa, don Balzola si sentìsollevato perchè, diceva, «ho affi-dato tutto a Maria Ausiliatrice » .

La Madonna non abbandonò i suoifigli . Il gran capo ricevette l'annunziotanto lugubre con una rassegnazionetale, quale non era neppure immagi-nabile. Il suo esempio influì su tuttii Bororo del villaggio . La protezionedi Maria Ausiliatrice fu evidente .

Nuove insidie

Quasi non bastassero le difficoltàinerenti all'opera missionaria, bisognòlottare anche contro le male artidei settari, che da lontano tramavanocontro chi sacrificava tutto per l'ele-vazione di una razza tanto infelice .Esisteva presso il Ministero dell'In-terno una « Direzione Generale delservizio di protezione degli Indi»,organismo massonico . Nel luglio delagri, il direttore generale, colon-nello dell'esercito, fece visita uffi-ciale alle colonie salesiane . L'ispet-tore don Malan lo accompagnò . Il

visitatore colmò di elogi i missio-nari e in ogni colonia scrisse le sueimpressioni, che non potevano es-sere migliori. Ma poco dopo inviavaa Cuiabà telegrammi che erano ilrovescio della medaglia. Il telegra-fista ne fu stomacato e, incurante delsegreto professionale, ne trasse copiache rimise a don Malan . La stampaanticlericale, impadronitasi delle falsenotizie, vi ricamò sopra commentiostili sostenendo la necessità di farlafinita con la "catechesi salesiana" edi sostituirvi la "catechesi laica" .

La cosa non finì qui : la masso-neria intentò un processo contro imissionari per presunte sevizie con-tro gli Indi . Un signore, ben notoai salesiani, fece subornare alcunifalsi testimoni, ai quali suggerì inBororo quello che avrebbero dovutodeporre in tribunale. Ma alla pentolamancò il coperchio. Don GiuseppePessina, buon conoscitore dell'idioma,ottenuto di essere citato in giudizio,spiegò il vero significato delle parolesuggerite, dimostrando che il sugge-ritore aveva scarsa conoscenza delbororo e che i testi addotti eranocaduti in un ammasso di contrad-dizioni . La verità prevalse .

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i

In pi ena rivoltadwPer le piantagioni dei cereali di

maggior consumo si aveva una re-sidenza stagionale, distante una doz-zina di chilometri dalla colonia delSacro Cuore: là si portavano, quandoi lavori lo richiedevano, la maggiorparte dei Bororo con il personalesalesiano necessario . Don AntonioColbacchini, direttore, un giornochiamò a sè due robusti giovanottie chiese loro se volevano accompa-gnarlo a visitare una residenza dapoco abbandonata presso il Rio dasMortes. Era un tentativo per avvici-nare la tribù dei Xavantes, leggendarinemici dei Bororo, che li chiamanokaiamo, ossia nemici . I due accetta-rono volentieri . Riforniti di cibarie,si avviarono con le armi sotto ilbraccio. Don Colbacchini, con altrimissionari, li avrebbero seguiti acavallo .

Ma i nemici stavano in vedetta espiavano ogni loro movimento, fin-chè si posero in agguato e i due gio-vani bororo caddero vittime delleloro clave. La notizia giunse prestoal villaggio e vi suscitò un subbuglioindescrivibile . Alte grida, pianti, im-precazioni, un correre affannato diuomini armati. Un simile massacro,così imprevisto, e a non molta di-stanza dal villaggio, era troppo umi-liante per i Bororo. Immaginare ildolore, le preoccupazioni dei mis-sionari, specialmente del direttore .Il peggio si è che gli Indi, ingrati,proprio sopra di essi gettavano lacolpa dell'accaduto e arrivarono per-fino a minacciarli . Don Colbacchiniseppe reagire nobilmente e imporsiai più scalmanati .

Il giorno dopo l'accaduto, mi recaia fare visita a quei confratelli . Litrovai abbattuti . Don Colbacchini,alle mie parole di conforto, rispose :«La situazione è ancora incerta ; iBororo si sono stranamente cam-biati . Una buona parte degli uominihanno inseguito gli assalitori e an-cora non sono tornati. Ci troviamoin una ben triste situazione . Solola Madonna ci può salvare».

A poco a poco si diradarono lenubi e, se non tornò il sereno, al-meno si ebbe una schiarita . E i Bo-roro ? Fecero i loro fagotti e fraurli e pianti abbandonarono le pian-tagioni e la colonia Sacro Cuore ; ein lunga fila indiana si trasportarono

sulle sponde del Rio das Garcas. Aimissionari non dissero neppure unaparola: volsero loro le spalle condisprezzo. Ma gli uomini di Diosostennero eroicamente l'affronto edopo pochi giorni si recarono a farloro visita. La maggior parte li ac-colse bene . Quell'esodo diede ori-gine a una colonia provvisoria, chepresto si estinse, perchè tutti feceroritorno alla colonia Sacro Cuore .

Ak «Pagge» MariaI•L_a straordinaria protezione di Ma-

ria Ausiliatrice esigeva qualche so-lenne segno di riconoscenza . I sale-siani le eressero un bel santuarionella città di Corumbà e un altronon meno sontuoso a Cuiabà. Perla costruzione di questo coopera-rono i Bororo . Una squadra di uo-mini prepararono la superficie perla costruzione, spianando un'alturacon duro lavoro di sterro, fatto sottogli sguardi di don Balzola, che spessosi univa a loro, animandoli col suobuon umore e calmando gli ardoridel clima con qualche rinfresco .

Anche i Bororo fecero un bellis-simo omaggio a Maria chiamandolapagge, ossia «madre nostra,>. Anchenoi chiamiamo così la Vergine santa,ma il bororo, dando a Maria questonome, quasi la incorporava alla tribù,della quale la "madre" è il centrofamiliare e sociale, perchè tutto facapo a essa, e a lei in esclusiva appar-tengono i figli. Questo titolo di paggeè loro familiare, e lo attribuiscono aMaria senza rispetti umani .

Qualche episodio .In occasione di esplorazioni, una

notte mi trovavo accampato vicinoad alcune capanne bororo. Un im-provviso temporale con lampi, tuonie un forte acquazzone mi obbligò aprendere sotto il braccio la miaamaca e a rifugiarmi nella primacapanna che incontrai. Mi ero ap-pena accomodato sopra una stuoiapresso un mio vecchio amico, quando,ci avvolse una vivissima luce, se-guita dal fragore di un tuono spa-ventoso. Nel silenzio che seguì silevò la voce cavernosa dell'amicoche diceva : « Prega tu per noi, paggeMaria ». «Bravo - dissi - preghiamoinsieme la Madonna » . E recitammodevotamente l'Ave Maria .

Un z4 del mese, giorno nel qualesi usa fare la commemorazione di

Maria Ausiliatrice, verso sera, vidivenire verso la chiesetta della mis-sione il vecchio Manuele . Gli do-mandai dove andasse così ben vestitocon gli abiti festivi . Rispose: « Non saiche oggi è il giorno di pagge Maria? » .

Per la processione di Maria Ausi-liatrice alcune donne bororo stavanoornando il tronetto su cui si sarebbeportata la statua. Dalla mia stanzaudivo i commenti che facevano sullaMadonna e sul Bambino Gesù . Unaragazzetta chiese alla mamma : «PaggeMaria che cosa tiene nella mano de-stra ? ». « Tiene un bastoncino perpicchiare i nostri nemici ». « Oh, al-lora picchierà anche i kaiamo, latribù nostra nemica ». « Questo nonlo so », rispose la mamma . Ma un'al-tra donna subito intervenne dicendo :«Il nostro vero nemico è bope (lospirito cattivo e battendolo lo allon-tana da noi» .

M Quando più vivabrilla la stella

Il nome pagge attribuito a Mariafu assai bene assimilato dai Bororo ;ma la perseveranza nel bene è unavirtù ardua per un povero indio,eterno fanciullone incostante . Perciòla costante preghiera del missio-nario è che la Madonna conserviquesti cari Bororo suoi figli e li as-sista nell'ora suprema .

I fatti dicono che questa preghieranon è vana . Non solo per i prodighiche ancora risiedono nella missione,nessuno dei quali, per quanto fuor-viato, ricusò l'assistenza del sacer-dote nell'ora suprema ; ma ancheper quelli che se ne allontanano .È da poco tempo che un membrodella tribù, lontano dalla missione,sentendosi in fin di vita, dichiaravadi voler morire da cristiano . Distesosulla sua stuoia, paziente e rasse-gnato, baciava e ribaciava il piccolocrocifisso, che teneva al collo in-sieme con la medaglia di MariaAusiliatrice . Intanto dal fondo delcuore gli sgorgavano le più belleespressioni di amore per Gesù edi fiducia nella Vergine .

L'Ausiliatrice si mostra madrefino alla fine ; e per il missionario èuna gioia veder maturare frutti cosìpreziosi nell'ora decisiva, quandopiù viva brilla la "Stella", e piùurgente è l'invocazione a Maria.

Guarda la stella, invoca Maria " .

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DON RAVALICOnei ricordidi un suocom agnodi ( DON "F

?_FSSi J

missione

L'autore di questo rapido ma colo-rito profilo di don Luigi Ravalicoè don Antonio Alessi, che scrive:« Con don Ravalico siamo statipiù che fratelli. Abbiamo fatto iltirocinio, la teologia, gli anni diTezpur insieme. Poi gli fui Ispettoreper 13 anni. Ci siamo sempre volutibene. Per me è stata una graveperdita, una perdita personale » .

I l 1 17 dicembre scorso cadevasulla breccia ucciso dal lavoro,come degno figlio di Don Bosco,don Ravalico, un bravo ed

eroico missionario della prima ora,che col suo entusiasmo e col suoesempio trasse dietro a sè moltigiovani missionari ; che con la suapenna e con la sua parola fece co-noscere e amare le nostre missionidell'India. Pose così suggello a 43anni di vita dura, spesa tutta nelletrincee di Cristo in India .

Don Ravalico arrivò nell'Assamnel 1924, due anni dopo l'inizio dellamissione, a 18 anni, con la poesiadelle missioni nella mente, con unardente amore alle anime . Era gio-vane, era poeta, e sognava tanteanime da salvare e grandi impreseda compiere .

Formò la sua forte tempra dimissionario negli otto anni che passòa Shillong, sotto la guida di un leadere padre quale fu mons. Mathias, nelcentro di una delle più belle missioni

salesiane, l'Assam, che don Ziggiottiha definito: « Il miracolo di MaiiaAusiliatrice », con i viventi esempidi un don Vendrame, di don Pia-secki, di don Farina, per citare soloi gloriosi caduti .

La sua vita ebbe molti capitoli,tutti magnifici, ma i quattro piùluminosi furono : la fondazione dellamissione di Tezpur, l'apertura del-l'Opera salesiana a Goa, il principiodella Missione di Manipur, l'operadelle vocazioni a Shillong.

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rtunwere a e eipui

Due giovani missionari di 26 anni,[l'altro era don Alessi, lo scrivente]senza mezzi, in una povera casad'affitto in una vastissima zonatra il pre-Himalaia e il grandeBramaputra, con un solo sogno« Cristo e anime » si buttarono nellavoro e nel sacrificio . Don Rava-lico era stato ordinato prete menodi due mesi prima . Dopo dieci giornidal primo arrivo a Tezpur, era giàfuori per un primo lungo giro aiconfini del Buthan. Fece della fame,si trovò in difficoltà, tornò stanco,esaurito ma con un numero conso-lante di battesimi .

I due missionari passavano fuorinella foresta e nelle piantagioni ditè venticinque giorni al mese, du-rante la stagione delle piogge . Quan-do visitavano una piantagione di tèdovevano sbrigare il loro lavoroin una mattinata : confessioni, bat-tesimi, matrimoni, messa, predica,visita ai malati ecc . Questo volevadire lavorare dall'alba fin dopomezzogiorno a digiuno (non c'eranodispense nè ammorbidimenti dellalegge, allora). Finito questo lavoroe preso in fretta un po' di ristoro,bisognava ripartire a piedi o in bi-cicletta, su strade infami, per lapiantagione più vicina, dove s'in-cominciava da capo . A tutto questodon Ravalico aggiungeva un altrolavoro non meno pesante : scriverearticoli e lettere ai suoi benefattori,vegliando fino alle ore piccole .

Dopo quattro mesi di questa vita,uno cadde ammalato ed era già aGahuati quando amici di Tezpurtelegrafarono a Gahuati che anchel'altro missionario era ammalato .Mons. Marengo corse su a curare epoi portare a Gahuati anche don Ra-valico, colpito da un forte attaccodi malaria. « Abbiamo chiuso la mis-sione di Tezpur », fu detto allora ; maappena i due missionari poteronostare in piedi, ripartirono per Tezpur.

Più di una volta erano a casa tuttie due a letto con attacchi di ma-laria. Una volta don Ravalico tornòa casa tremante di freddo al prin-

Dall'alto. •Don Ravalico con la sua jeep : non è che riposi

(non ne era capace) ; posa per il fotografo .•

Don Ravaltco tra le impalcature dell'erigendoorfanotrofio.

È lui! Con la sua bella barba, con i suoi occhiluminosi e buoni .

cipio di un attacco di malaria, trovòil compagno già a letto con febbrealta, fece portare il suo letto vicinoa quello del compagno e per quattrogiorni rimasero soli con la febbrealta cercando di aiutarsi a vicenda .

Appena guarito, don Ravalico sibuttò nuovamente al lavoro conl'entusiasmo che gli era proprio .E nel lavoro era impaziente di ognilentezza (e le popolazioni in mezzoalle quali lavorava sono proverbial-mente lente in tutto) . Talvolta perquesta sua impazienza gliene capi-tarono di curiose .

I matrimoni di tutta la missionesi celebravano di solito tutti insiemealla stazione missionaria, dopo al-cune settimane di preparazione, du-rante le quali i fidanzati (gli uominialloggiati presso i missionari e ledonne presso le suore) ricevevanoistruzioni sulla fede, sui doveri co-niugali, sui lavori domestici ecc .Alla fine di questo periodo si cele-bravano tutti i matrimoni insieme,con grande solennità . Ordinaria-mente il numero delle copie era rile-vante: cinquanta e anche più .

Un anno, o perchè gli sposi eranopiù lenti del solito o perchè don Ra-valico era più impaziente del solito .rimaste inutili le esortazioni di met-tersi in ordine, si mise lui con deci-sione a far venire avanti gli sposi adue a due per la celebrazione .I « sì » delle prime coppie erano unpo' stentati, ma don Ravalico nonci badava ; allora il catechista gli siavvicinò un poco timoroso per dirglicosa stava succedendo: gli sposi eranostati spostati e appaiati male!

Furono senza numero i sacrificie gli eroismi che don Ravalico compìa Tezpur, ma quando dopo cinqueanni lasciò la missione, vi erano piùdi 10 .000 cattolici, fiorenti cristianità,una bella residenza missionaria e lapresente cattedrale quasi ultimata .

' uoa e nei maninul

La seconda guerra mondiale loconfinò nel campo di concentra-mento per cinque lunghi anni . Allafine fu espulso dall'India . Fu laProvvidenza, che voleva i salesiania Goa. Con l'intrepido don Scuderi,invece di ritornare in patria, an-darono a fondare una serie di ma-gnifiche opere salesiane nella mis-sione del Saverio. A Goa don Scu-

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deri, don Ravalico e compagni scris-sero pagine meravigliose .

Se a Goa don Ravalico lavorò insecond'ordine, nel Manipur fu luil'iniziatore di quella fiorente mis-sione. Era segretario di mons . Ma-rengo a Dibrugarh, quando fu invi-tato a benedire il matrimonio diun nostro exallievo a Hundung nelManipur. Nessun missionario avevapotuto entrare in quella zona, mai nostri exallievi avevano lavorato .Don Ravalico vi trovò una bellachiesa piena di gente che conoscevala religione, sapeva le preghierenostre e i nostri canti e chiedeva ilbattesimo . Aveva l'ordine di nonbattezzare perché nessun missio-nario avrebbe potuto continuarvi illavoro tra i neofiti . Ma don Ravalicovide anime e battezzò 43 bambini .Di tali anime si assunse lui la re-sponsabilità. Lasciò la vita menodura della casa vescovile e condon Pietro Bianchi andò a impian-tare la missione del Manipur.

La figura che meglio scolpiscedon Ravalico per me è quella dell'ar-dito della prima guerra mondiale,che noncurante del pericolo, con-quista le posizioni . Don Ravalicofu l'ardito di Cristo. Quello che fecedon Ravalico nessun altro missionarioavrebbe potuto farlo . Non lo fermavanessuna difficoltà ; anzi le difficoltà lorendevano più ardito. C'erano le dif-ficoltà delle lingue, molte linguenuove e diverse . .. don Ravalicole superò parlando la lingua dellacarità di Cristo . C'era la difficoltàdell'enorme lavoro : don Ravalicola superò accoppandosi nel lavoro .

Ebbe in compenso l'amore deisuoi nuovi cristiani e persino l'am-mirazione dei suoi nemici . Dopo seianni di strenuo lavoro le posizionipiù difficili erano conquistate : quat-tro stazioni missionarie continua-rono il suo lavoro e nel 1962, quandosi allontanò dal Manipur, stanco edesaurito, lasciava una cristianitànumerosa e ben attrezzata .

:Inenaicanze poDon Ravalico amò sempre le vo-

cazioni. Le cercò, le curò ancora daitempi di Tezpur. Aumentò le suecure a Goa e specialmente a Imphalnel Manipur. Abbiamo un bel grup-petto di vocazioni trovate e curate

Don Ravalico tra i suoi aspirantini missionari del « Savio Juniorate». Era il loro 'nonnino', vivevacon loro e per loro.

da lui nei primi anni e tra le primecristianità del Manipur . Ma dal 1962si dedicò completamente a loro .Lavorò, si sacrificò per far sorgereil suo « Savio Juniorate » di Shillong .Passò gli ultimi due anni girando trai suoi amici d'Europa per cercareaiuti per loro e per altre opere dellasua Assam. Ritornò due mesi fa permorire tra i suoi aspiranti .

Complicazioni succedute a unaoperazione lo portarono alla tomba .Croci e spine, specialmente negliultimi giorni, lo prepararono per ilParadiso . Il corpo era ancora caldoquando lo portarono nella cappelladel suo « Savio Juniorate », cir-condato dai suoi aspiranti per laMessa funebre. Le prime parole(era domenica « Gaudete » e lamessa da morto non era permessa)furono : « Siate lieti sempre nel Si-gnore ; ve lo ripeto : siate lieti » . Eradon Ravalico che parlava dal Pa-radiso ai suoi aspiranti e a tutte le

anime che nei suoi 43 anni di lavoromissionario aveva portato a Cristo .

Il giorno dopo una fiumana dipopolo, tutti i suoi aspiranti, i suoiconfratelli e due vescovi salesianilo accompagnarono al cimitero .

Don Ravalico fu un grande la-voratore, un apostolo, un eroe ; fuil missionario salesiano come l'havisto e voluto Don Bosco .Aveva un grande, grandissimo

cuore. Non serbò rancore per nes-suno, dimenticò sempre e subito leoffese, amò tutti, anche i suoi nemici .Fu generoso fino all'esagerazione .Pensò a tutti, non mai a sè stesso .

« È morto il re, viva il re » : èmorto un missionario, viva il mis-sionario. Dio voglia che i suoi aspi-ranti e molti altri giovani generosinon lascino cadere la torcia ardentee bruciante, ma la moltiplichino ela po-tino fino agli ultimi angolidella terra .

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Un anarchico si converte

Nei primi anni della mia vitaero entrato in una casa salesiana conl'ideale di diventare un figlio diDon Bosco . Non continuai nellavocazione e feci ritorno nel mondo .Presto abbandonai la pratica religiosae divenni un acerrimo difensore del-l'anarchismo. Intanto i miei genitorichiedevano con fede a Maria Ausi-liatrice la mia conversione . Nonsaprei dire il perché, ma non avevomai osato togliermi dal collo la me-daglia di Maria Ausiliatrice ; anzi,nonostante i miei traviamenti, lapregavo tutti i giorni, anche se mac-chinalmente. Di tanto in tanto sen-tivo gravi rimorsi per il male chefacevo, ma la durai un anno e mezzo,finché la Madonna ascoltò le miesuppliche e le lacrime dei miei ge-nitori e mi ottenne la conversioneproprio nel giorno della sua festa .Ripensando al male fatto, riconoscoche è stata una grazia così grandeche non mi basterà la vita per di-mostrare a Maria Ausiliatrice la miariconoscenza.Barcellona (Spagna)

B. F.

Era caduto sul trattore,privo di sensi

Mio figlio Sebastiano si trovava incortile intento a manovrare il trat-tore quando, d'improvviso, io udiiil motore fermarsi con un rumoreinsolito. Mi precipitai fuori e vidiil figlio privo di sensi, riverso su unasbarra che, unita a una puleggia deltrattore, girava ad altissima velocità .Subito mio marito e io invocammocon fede Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco. Portammo poi il ferito all'ospe-dàle Molinette. I professori non ciassicurarono di poterlo salvare ; avevainfatti ferite varie al capo e allebraccia, oltre nove costole rotte. Noicontinuammo a pregare con fedeMaria Ausiliatrice, Don Bosco ePapa Giovanni, e il malato cominciòa migliorare sensibilmente . E oggiil figlio si è completamente ristabilito .San Paolo Solbrito (Asti)

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LUCIA E AUGUSTO SONAGLIA

Di clinica non si parlò più

Soffrivo all'occhio destro . Moltidottori mi avevano visitata, ma nonne avevo avuto sollievo. Un giornouno specialista mi disse che avreidovuto recarmi in clinica a Messina,altrimenti avrei perso l'occhio . Tornaia casa triste, ma poi con tanta fedemi rivolsi a Maria Ausiliatrice, aSan Giovanni Bosco e a Don Rua,e cominciai una novena. Dopo pochigiorni ero guarita, e di andare inclinica non si parlò più. Avevo pro-messo di rendere pubblica la grazia :lo faccio ora col cuore traboccantedi riconoscenza e di gioia .Vibo Valentia (Catanzaro) TERESA ARENA

—Le grazie le fa la Madonna"

Don Bosco, cento anni or sono, nel libretto Meraviglie di Maria Ausiliatriceparlando della costruzione del Santuario di Valdocco, scriveva: «Si potrebbeasserire che ogni angolo, ogni mattone di questo sacro edifizio ricorda un beneficio,una grazia ottenuta da questa augusta Regina del Cielo » . Nel nostro archiviosi conservano mo/te relazioni di queste grazie con ritocchi fatti di propria manoda Don Bosco . In tali ritocchi edifica il fatto che quasi tutti mirano a eliminareciò che torna a lode della sua persona, perchè risulti solo la bontà e la potenzadi Maria Ausiliatrice. « Le grazie - soleva ripetere - le fa la Madonna »

CI HANNO PURE SEGNALATO

Abbate Michela - Accastello Caterina - AgazziTommasini fam . - Alaimo Carmela - AllemandGiovanna - Aloisio Michelina - Amato Rosa -Antolini Cav . Riccardo - Antonelli Maria -Antoniolli Onorina - Arena Teresa - Arrighini Gina- Artini Maria - Asteggiano Teresa - Astengosorelle - Austani Anna - Azzali Maria - AzzelliniAntoinette - Badalamenti Biagia - Bado Francesca- Bagnolini Domenica - Bai Aldo - Balbo Berna-sconi fam . - Balocco Giacinto - Balsamo Maria -Banchieri Amelia - Barbagallo Leonarda - BarbieriMercedes - Barbieri Piero - Barcellona Giovannina- Barisone Elisa - Barlotta prof. Antonio - BasettaAngela - Bassi Carlo - Bazzucchi Marino - BellaSanta - Bellipanni Adelina - Beltramo Maria -Benzi Giuseppina - Bergamaschi Caterina - Ber-nardi Flavio - Bernardi Mario - Bernasconi Giu-seppina - Bertocchi Rosa - Bertoli Alessandrina- Bertoldo Pasqua - Bettega Lina - Bettini Maria -Bianchi Amalia - Biasi Bruna - Bicego Maria - BionazLuigia - Biscaldi Luigina - Biscu Francesca - BocchioEmma - Boi Cotte Giuseppa - Bonaccini Eufemia -Bonaccorso Angela - Bonati Rita - Bonelli Dorotea- Bontà Aldo - Bongiorno Ermelinda - BonizzoniGiacinto - Bonsignore Agatino - Bontà Wanda- Bordoni Maria - Borello Palmina - Borsani Erme-

Testo originale

Un figlio di Chieri era già da qualchetempo che era travagliato dal male inun braccio, soffriva dolori acutissimi,non poteva nemmeno riposarsi, ed eradai medici dato per incurabile . Non sa-peva più il padre a chi raccomandarsiquando gli venne un pensiero di condurloa Torino da Don Bosco. Ciascuno puòimmaginare con quali parole il poveropadre l'abbia raccomandato al sacer-dote. Mentre così esponeva la cosa e sipoteva raccomandarsi alla Madonna,Don Bosco gli fece passare la propriamano lungo il braccio infermo. Cosastrepitosa! Egli si sentì pienamente risa-nato. Questo fatto è il padre del figlioche lo racconta .

Testo rifatto da Don Bosco

Un giovanetto di Chieri era travagliato

da una piaga in un braccio, che gli

faceva soffrire dolori acutissimi. Il pa-

dre non sapeva più che fare, quando

gli venne il pensiero di raccomandarlo

a Maria Ausiliatrice : condusse il figlio

a questa chiesa, invocando la preghiera

di Colei che è proclamata Aiuto dei

Cristiani, e il braccio infermo restò pie-

namente risanato .

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GRAZIE:

negildo - Bortolussi Ofelia - Bottino Augusta -Bottino Luigi - Bozzo Gualtieri Bianca - BrugnettiAdele - Brundu M. Paola - Brunello Cristina -Bruno Francesca - Brusasco Novelli Ida - BrustioFrancesca - Bucci Francesco - Burgery Teresa -Bussetti Carmelina - Cacciolatti Emilia - CaglioGiuseppina - Caida Lola - Cailotto Rosina -Calabrese Ilda - Calcergnan Carla - Calì Nunziata- Callegari Ginevra - Calvi Teresa - CalterchioBenedetto - Camboni dott . Gavino - CamisassiMaddalena - Campanella Bentivegna Maria -Campanini Maria - Cananzi Maria - Candie Anna- Cannata Angelina - Canzoneri Carmelina -Capellino Vincenzo - Capuzzo Mario - CarboniCarmela - Cardone Teresa - Cargasacchi Angela -Caria Medda fam . - Caroleo Palma - Caron Emilia- Carosi Ivana - Casarotto Maria - Casazza RosaCastelli Zenaide - Castro Ferro Maria Ved . Guino

- Cattaneo Anita - Cau Pisu Vera - CavalleroAdelaide - Cavana Lorenzina - Cerciello Giusep-pina - Cerrato Rita - Cerri Albina - ChiarattiErminia - Chioda Faustina - Chirotti Rita - CicognaRina - Cittadino Caputo Fortunata - Clarici GottiTina - Cocco Veneranda - Codeddu Luigina -Colomba Enrica - Colombini Giuseppina - Co-lombo Adele - Colombo Carolina - CompagnoneOlga - Coniu Pletti Cecilia - Conti Francesca -Cordera Carlo - Coriazzi Natalina - CoronaAmelia - Corrado Isabella - Cosimi Pietro - Co-stabloz Maria - Costanza Vincenzo - Cotta Antonio- Cravero Teresa - Cravotto Amalia - CremoniniAnastasia Cresta Lupi Rosa - Cretieri Odilla -Cristiani fam . - Croce Provvidenza - CusinatoLuigia - Cutonilli Antonio - Dalmasso MussoLea - Dambra Teresa - Damilani Eledis - DamossoEugenia e Gildo - D'Anna Carmela - Danussosorelle - Daziano Martini Margherita - Del Giu-dice Lucrezia - Dellagiacoma Luigi - Dell'IsolaAntonio - De Marco Volantin Maria - De Maraconiugi - Demartini Rosetta - De Silvestro Nataliae Cecilia - Di Martino Giorgio - Direttrice F.M.A.-Palagonia - Dominici Angela - Don Emma -D'Onofrio Clotilde - Dori Lazzarini Ofelia -Dottatelli Natalina - Dragoni Umberto e Angelina- Durandi Carla - Eccher Daria - Erbea Cesare -Fagone Rosalia - Falcionelli Maria - FantasiaCarmine - Farina Pierina Ved . RigamontiFavre Ester - Favre Palmira - Fazio Lucia -Ferrara Gina - Ferrario Francesco - FerraroElisa - Ferrero Lucia - Ferrero Margherita -Ferroglio Cristina - Ficarelli Delfina - FiginiOrsenigo Maria - Finocchiaro Maria - FirpoMaria - Focchin Giovanna - Foglia Cecilia -Fondelli Lucia - Forcola Francesco - Fornero Et-tore - Franceschi Egle - Francesconi Fedora -Franco Stefano e Gemma - Freilone Adele Ved .Scuero - Frongia Antonia - Fusco Almerinda -Gabri Nerina - Gagna Irma - Gaia Irene - GaidoPietro - Gallelli Santilli Vittoria - Galletti Giulia -Galliano Dina - Galliati Pierina - Gallo Ida -Gambaro Rosa - Gandini Maria Francesca -Gatti Rosa - Gaveglio Margherita - Gazzola EgidioGhi Giuliana - Ghidoni Guido - Ghiggia Luciano -Ghione Luigia - Giacoma Remo e Angela - GiambiRocchi Rita - Giambonini Ercolina - GiantelliVirginia Adele - Giardini Teresa - Gigante Agata- Gili Tersia Silvia - Giofré Purita Caterina - Gio-vannini Elda - Giuliani Tersa - Gobbo VenutiElisabetta - Granducci Angela - Grassa Catte-rina - Grassi Cesira - Grassi Claudia - Greco Ce-saria - Greppi Secondo - Grioni Mariuccia -Grisenti Benvenuto - Griseri Maria - GuglielmiRomilda - Guidetti Francesco - Gussoni Giusep-pina Ved . Pesenti - Ianese Luigia - Janin Spe-ranza - Ivaldi Beatrice Ved. Guglielmini - LaMac-chia Maria - Landoni Rosa - Lanteri Mariettae Rosina - Lanzetti Iolanda - La Rocca Paolo -Lavy Desiderato - Lazzaretti Corrada - LeonciniRaimondo - Levetti Maria - Lignola Bernardina- Lo Cicero Cristina - Loero Borga Domenica eTommaso - Loi Onorato - Lombardi RuffiniMaria - Lombardo Serafino Carmela - LonayesLetizia - Lonigo Maria - Lupo Pasini Gian Franco

- Macanda Giuseppe - Maccarini Rosanna - MacchiAmbrogio - Maggi Rosa - Maggiore Giuseppe -Magnani Giovanni - Magnoni Carlo - Malacalzadon Vittorio - Malatesta fam . - Malossetti Dusolina- Mamino Rina - Manavella Lucia - ManciniNarciso - Manfrini Rosa - Mangia Arachi Rita -Mangini Gianfranco e Luisa - Mantiene Gioa-chino - Manzini L . - Marino Francesca - MarsanMaria - Mascarello Esterina - Mascherin Rosina- Masino Giuseppa - Masoni De Salvi Rosa -Mastroeni Tringalli Domenica - Mazzucato Er-minia - Mattioni Carla - Mattioli Domenica -Marchese suor Maria - Messina Rosa - MettiCarolina - Micali Lucia - Mich Pìerina - MichelinAntonio - Migliani Olga - Miglino Maria - Mi-nerdo Esmeralda - Mirata Battista - Mirola An-selmina - Monariti Mariangela - MontevecchiLigurgo e Santa - Morchia Gerlando - MorelliGiuseppina - Morello Remigio - Moretti Marghe-rita - Moretto Domenico - Musso Isabella -Nadin Marfio Assunta - Navarra Amico - NebioloMario - Negrello Santina - Nesticò MonterossoFranca - Novello Giuseppe - Nucifora TrovatoAlfia - Nutini Rina - Offerta Enza - OliveroAngela - Olivieri Orsolina - Oliviero Cesare- Oro Marcolina - Padova Giuseppina - PalazziGiovanni - Pandolfino Margherita - PandolfoTresoldi Elisabetta - Paolo Eufemia - PapettiAnna - Parini Eugenia Ved. Ansatti - Parisi Ci-polla Savina - Parodi Angelita - Parodi Pina -Parodi Teresa Ved . Bottero - Parravicini Anna -Pasculli Maria - Pasquini Francesco - PassanellaRosa - Passi Morea Paola - Pavia Serafina - Pec-chioli Nella - Pellissier Perrier Salvina - PennisiGiuseppe - Perotti Letizia - Perrissinotto Mario -Pesotti Olga - Pettulini Teresa - Pezzato Rita -Piampiano Rosario - Piazzi Natalina - Picco Tere-sina e Stefano - Piccobroaz Luigi - Pichino Ade-laide - Pollini Giustina - Polliotti Giulia - PontiIda - Porazza Serafina - Pozzi Carlo - Pozzi Irma- Pozzo Rina - Presti Mendolia Giuseppa - Qua-drini Carmela - Raineri Paolina - Ramuschio Leone- Rangognini sorelle - Reato Maddalena - RibizziCaterina - Riccosano Franca - Rinaldi Angela -Rinaldi Rita - Ritrovato Savino Nunziatina -Riva Ambrosina - Rizzo Benedetta ved. CanepaRizzo ins . Francesca - Roberto Caterina - RocchelliLuisita - Rollandin Emanuele - Ronchetti Maria -Rondomo Isolengo Aurora - Rosa e Angiolina - RossiAntonio - Rossi Gabriella - Rossi Giuseppina -Rosso Giuseppe - Rosso Orsolina - Rosso Prima -Rota Piera Mirella - Rubino Vincenza - RuggeriMaria - Russo Rosaria - Ruttilio Pia - Sabre Laz-zaro - Sacchi Rosa - Sala Vincenzina - SalernoGiuseppe - Salodini Lucia - Salvato Luigi - San-guinetti Olga - Santuz fratelli - Sapienza Rosa -Sardi Adele - Saronni Teresa - Saulle Bruno -Savio Ida - Scaccialupi Carolina - Schiavi Albina -Schiavi Domenica - Schisa Maria ved . Greco -Sciacca Ida - Scozzari Giuseppa - Serafini Addo-lorata - Sertorio Anna Maria ved. Silvestri -Siccardi mons . Giacomo - Signorelli Luigia -Signoroldi Francesco - Sismondini Ebrico - SinaLuigina - Sinelli Onesta - Siragusa Domenica -Sobrero Maria - Sottile Santina - Sovico Flora -Sozzi Giulia - Spiga Rita - Spotorno Margherita -Succi Aldo - Sudano Angelica - Suppo Emilio -Sutto Emma - Tacelli Rosa - Taraschi Rosanna- Tavella Elisa - Tercanova Maria Isabella -Termignoni Maddalena - Ternullo Baglio Lina -Tescari Enza e Olimpia - Tessaro Olga - TestaRosalia - Tofanelli Virginia - Tognazzi Rosina -Tomasetti fam . - Trotta Maria - Vacca Antonio -Vacca Guidina ved . Loi - Vai Luigi - Valenti 5Barbara - Valentini Giuseppe - Vallarino Tina - 'Valli Rossi Renata - Vaschetti fam. - Velardi Bice- Vento Provvidenza - Verardo Ester - Verde Ro-salia - Veronese Ausonia - Vetrano Fiorenzo -Viola Concettina - Vola Piero - Vuillermin Caro-lina - Zambotti Carmela - Zanchetta Amos -Zanni Anna - Zanni Matilde - Zola Ester - ZorteaGuido - Zuddas Assunta - Zunino Alberto - Zu-nino Piergiorgio

La Madonna nell'anno della FedePer provvida coincidenza l'anno cen-tenario della Basilica di Maria Ausilia-trice caide nell'anno della Fede . Le duericorrenze si completano e invitano ainserire la devozione mariana nella praticadi una fede viva e operosa .

La fede è un atteggiamento dello spiritoche investe tutta la nostra persona ela mette in rapporto con Dio, un rap-porto di intimità, di fiducia, di abban-dono. Un incontro personale con Dio,un faccia a faccia con Dio nell'amore .In questo senso la Madonna è maestrae ausiliatrice della nostra fede, perchènessuno meglio di Lei ha realizzato ilsuo incontro con Dio .

Maria SS., infatti, è la prima credente,che ha meritato di essere proclamatabeata da santa Elisabetta, ispirata dalloSpirito Santo, proprio per la sua fedenella Parola di Dio : « Te beata che haicreduto : perchè si compiranno le cosedette a te dal Signore » .

Anche il capo ottavo della CostituzioneConciliare Lumen Gentium sottolineala fede di Maria, e la presenta comemodello a ogni credente .

Maria, inoltre, è oggetto della nostrafede, poichè la sua missione e i suoiprivilegi sono rivelati da Dio stesso esono verità di fede. Tali sono la suamaternità divina, la sua perpetua vergi-nità, la sua immacolata concezione ela sua assunzione al Cielo .

Infine la Vergine è vitalmente inseritain tutto il mondo della nostra fede .«Riunisce per così dire e riverbera imassimi dati della fede », come affermail Vaticano li . Ella infatti è legata damirabili relazioni con le Persone divine,quale Figlia prediletta del Padre, Madredel Verbo Incarnato, Tempio vivo delloSpirito Santo.

Ella è vitalmente inserita nella storiadella nostra salvezza, perchè ci ha datoil Salvatore, mediante la sua maternitàdivina e verginale, che l'associò a tuttal'opera salvifica del Figlio .

Molto opportunamente quindi Don Bo-sco, cento anni or sono, nel confidarea don Cagliero, il futuro cardinale, cheavrebbe costruito una chiesa e l'avrebbededicata a Maria Ausiliatrice, diceva :« La Madonna vuole che la onoriamosotto il titolo di Maria Ausiliatrice . /tempi corrono così difficili e brutti, cheabbiamo proprio bisogno che la Vergineci aiuti a conservare e a difendere lafede cristiana ».

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Un secondo embolo aveva tolto Liberato in tre giorniogni speranza

da tre anni di sofferenze

Mia mamma, tempo fa, subì unaoperazione. Tutto andava bene quan-do, all'ottavo giorno, un embolo lecausò la paralisi della parte destrarendendola immobile e togliendoleanche la parola. Seguirono una bron-copolmonite doppia, una emorragiae altri disturbi . Le si amministraronoi Sacramenti . Era la fine . Noi peròcontinuavamo a pregare con fede ilservo di Dio don Filippo Rinaldi .La mamma si riprese, ma soprav-venne un secondo embolo polmo-nare, che tolse ogni speranza umana .E già ci si preparava a trasportarlaa chiudere gli occhi a casa, quando siriebbe e a poco a poco tornò incondizione di poter rientrare infamiglia. Ora ha riacquistato l'usocompleto della parola, bisogna aiu-tarla a camminare, ma sta bene .Tutti dicono che è stata una grandegrazia .haldidentro (Sondrio)

ROSA MORCELLI

Avevano diagnosticatoun tumore all'esofago

Mesi fa fui colpita da un male allostomaco che non lasciava passarenessun alimento. I medici, in baseagli esami e alle radiografie, diagno-sticarono un tumore all'esofago . Tutteunanimi ricorremmo alla potente in-tercessione di don Rinaldi, che erastato mio confessore e direttore neglianni felici della mia vita oratoriana aTorino. Era una gara di preghiere,mentre i medici studiavano il caso .Dopo quattro giorni di clinica, mifecero un'esplorazione all'esofago e,grazie a Dio, non trovarono tumorealcuno. Dopo soli dodici giorni diclinica tornai a casa e potei nutrirmiregolarmente . Oggi, passati alcunimesi, mi sento rinvigorita e ne ringrazioDio e il suo servo don Filippo Rinaldi .Playas (Ecuador)

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SR. DOMENICA BOCCA F.M.A .

Da circa tre anni soffrivo di graviincomodi con attacchi cardiaci che mihanno fatto vedere tante volte pros-sima la mia fine. Medici e medicinenon mi avevano liberato dai miei tor-menti . Perciò durante gli EserciziSpirituali mi rivolsi con fiducia adon Filippo Rinaldi, promettendo dipubblicare la grazia della guarigione .Al terzo giorno degli Esercizi laottenni. Ringrazio commosso il mioprotettore e adempio il mio voto chie-dendo la pubblicazione della graziasul Bollettino Salesiano .Baturité, Ceard (Brasil) RAMOS ROBERTO

salesiano coadiutore

Mirella e Luigi Morato (Este - PD) quandoi medici scoprirono un grave retinoblastomaall'occhio destro della loro figliuola Paola,

GRAZIA ATTRIBUITA ADON PIETRO BERRUTI

«La grazia ha del miracoloso »

Mio fratello da circa quattro anniera affetto da un grave esaurimento,fortemente depressivo . Le cure assi-due di valenti medici e di valentispecialisti servivano a lenire a pe-riodi brevissimi il suo stato doloroso,ma non mai a guarirlo ; anzi tostoripiombava nella desolante, terribilemalattia, che ne minava l'organismo .Senonché un giorno ricevo

dovettero dolorosamente farla sottoporre al-l'estrazione dell'occhio . Ma vi era il pericoloimminente che il male potesse rifiorire inaltri organi e nell'occhio sinistro . Con que-st'angoscia in cuore i genitori si rivolserocon fede al Servo di Dio D . F . R. e il malenon riapparve . Con riconoscenza iniziano unaborsa missionaria intitolata a D . F. Rinaldi .Rina Gaveglio (Cherasco - CN) soffriva peril figlio che lavorava presso una ditta in viafallimentare . Fatta una novena a D . F. R .,trovò un altro impiego .Eva Borgogno (Torino) con preghiere aD. F . R . ottenne la scomparsa di una fistolaribelle alle cure mediche .A . G . (Torino) attribuisce a D . F . R . la buonasistemazione del figlio in una svolta della vita .Nina Prina (Torino) esprime riconoscenza aD. F. R . per grazie ricevute .Maria Adelaide Leo (Roma) manifesta pienafiducia e riconoscenza a D . F . R . per esserestata esaudita .Carmela Termini (Canicattì - AG) comunicache D. F. R . ha assistito suo figlio in unagrave malattia per blocco renale e alto tassoazotemico .Fortunato Dalan (Trebaseleghe - PD) rin-grazia D. F. R . per diverse grazie, fra cui ilsuo ritorno in patria .

Opere Salesiane una immagine didon Pietro Berruti . Mi sentii subitospinta a ricorrere alla sua interces-sione, certa che era il santo che miavrebbe ottenuta la grazia . Fui esau-dita: la grazia ha del miracoloso,perchè ci ha ridonato la tranquillaserenità che da anni non avevamo piùavuto. L'offerta che ho inviato èper la causa di beatificazione didon Berruti e in ringraziamento e agloria di Dio .

dalle Roccaforte (Cuneo) MARGHERITA MARTINI

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Mamme premiateI

per la loro fede

La signora Palmira Durandain Borello (Falicetto di Verzuolo -Cuneo) comunica : « Quando aspet-tavo il primo figlio ebbi una crisiche mise in pericolo le nostre duegiovani vite. I dottori sentenziaronoche per il bambino non c'era piùnulla da fare e speravano solo più disalvare me. Nel frattempo arrivòla mamma, devota di San DomenicoSavio, mi mise al collo l'abitino einiziò con fede una novena, promet-tendo di pubblicare. l a grazia e diaggiungere il nome Domenico alnascituro. Subito io comincio a mi-gliorare e a suo tempo nasce vivo esano Massimo Domenico. I dottoriche mi curavano gridarono al mi-racolo, perchè solo con l'interventoceleste del caro Santino si potèverificare tutto questo . Oggi, a di-stanza di dieci mesi, stiamo ancorabene tutti e due ».

La signora Maria Maggisano(Vibo Valentia - Catanzaro) scrive :« A 24 anni ho avuto il quarto figlioe sono andata in fin di vita. Per ilquinto i medici mi avevano dettoche era pericoloso . Io mi affidai alSignore e attesi con tanta fede. Ottogiorni prima dell'evento mi si pre-sentò in ospedale una signora maivista, la quale mi consegnò un abi-tino di San Domenico Savio e midisse di portarlo al collo e di averemolta fede in detto Santo, che èmiracoloso. Ho eseguito i consiglie tutto è andato bene, tanto che gli hoimposto il nome di Domenico » .

La signora Adele Testa (Caserta)attesta: « Sposi da due anni, atten-devamo con ansia un bimbo, ma in-vano. Una cara persona di famiglia

ci consigliò l'abitino e la fede nell'in-tercessione di San Domenico Savio .Il bimbo si annunciò prestissimo,ma l'opera del Santino non dovevafermarsi lì . Al momento della nascitail professore dichiarò necessario l'in-tervento. Di fronte a tale prospet-tiva mi abbandonai nelle mani delladivina Provvidenza, ma supplicaiSan Domenico Savio di evitarmil'operazione . Il bimbo nacque sanoe perfetto senza alcun intervento,con meraviglia dello stesso profes-sore, il quale pochi minuti primaaveva asserito che il bimbo non sa-rebbe potuto nascere senza l'inter-vento chirurgico*.

La signora Angela Tessitore (Mi-lano) era preoccupata perchè affettada toxoplasmosi e lo specialista leaveva detto che molto difficilmenteavrebbe potuto avere bambini. Sirivolse a San Domenico Savio perchèle ottenesse la tanto sospirata graziae fu esaudita in forma che fu rite-nuta miracolosa .

La signora Zita Micco (Tarcento -Udine) attesta che per ben tre voltele era stata negata la gioia di diven-tare mamma. Un giorno il maritole portò l'abitino di San DomenicoSavio. Lo indossò e pregò con fede .A tempo opportuno toccò con manol'assistenza del Santo, per le difficilicircostanze che accompagnarono lanascita del suo bambino.

Commovente la fede di queste mammeche Dio, servendosi della intercessionedell'angelico Domenico Savio, premiacon interventi che hanno tutti i carat-teri del soprannaturale. Leggendo leloro relazioni viene spontaneo pensarealla parola di Gesù : « Tutto è possibilea chi crede » (Mc. 9, 22) .

Non c'era più speranzadi salvarla

La mia piccola Antonella, a 24 oredalla nascita, fu colta da itterizia egravissima anemia che il medico di-chiarò causata da incompatibilità conil sangue materno. Furono fattetempestivamente due trasfusioni disangue, ma con esito del tutto nega-tivo: la bambina si aggravava di orain ora, tanto che il medico ci avvertìche non c'era più speranza di sal-varla. Incoraggiati da mia cognataFiglia di Maria Ausiliatrice, ci ri-volgemmo con viva fede a San Do-menico Savio. Poi tentammo unaterza trasfusione, benchè il medicola dichiarasse inutile. Invece, connostra immensa gioia e viva sorpresadel medico, la nostra piccola, cheormai non dava più segni di vita, siriprese, la trasfusione ebbe reazionepositiva e dopo otto giorni fu di-chiarata fuori di pericolo . Ora, adistanza di un anno, gode perfettasalute .Nervesa della Battaglia (Treviso)

ELENA MARIAN IN NARDI

Era stato colpitoda meningite mortale

Il nostro Luigino di anni quattroera stato colpito da meningite mor-tale. I medici non davano speranza disalvarlo . Una zia di Torino ricevettela notizia il 9 marzo, il giorno dellamorte di San Domenico Savio, esubito lo raccomandò al Santo pro-mettendo la pubblicazione della gra-zia sul Bollettino. Luigino guarìperfettamente e ringrazia con noi ilsuo Protettore. La grazia ha recatogioia a tutti i familiari e parenti .Sant'Anna Morosina (Padova)

ANGELO BORTIGNON

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un legato : « . . .lascio all'istituto Sa/esiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire . .. (oppure) l'im-mobile sito in . . . » .Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa :« . ..Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale 1'lstituto Salesiano per le Missioni con sede in Torinolasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .(luogo e data)

(firma per esteso) 31

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SALESIANI DEFUNTIDon Antonio Bernardi t ad Albarè di Costermano (Verona) a 70 anni .Fu l'uomo della carità e della bontà . Da chierico come da direttore digrandi case salesiane, ;quali la Casamadre di Valdocco e gl'Istituti diNovara e di Verona, visse tutto per gli altri, dimentico di sè e solo preoc-cupato del gene dei suoi confratelli e giovani . La sua bontà arrivavaa delicatezze materne, ma senza debolezze ; e in questa come nel suosfibrante lavoro mirò sempre alle anime . Sono perciò senza numeroi confratelli e gli exallievi che ne benedicono la memoria .Don Giuseppe Cíantar t a Engadine (Australia) a 74 anni .Maltese di nascita, trascorse i suoi primi 25 anni di vita salesiana inInghilterra come promotore dell'ideale salesiano, suscitando un grannumero di vocazioni . Ma il nome di don Ciantar resterà negli annalisalesiani come pioniere dell'Opera salesiana nell'Australia . Vi fu inviatonel 1938 per dare impulso a un'opera iniziata due anni prima . E nonsolo riuscì a farla fiorire, ma fondò altre cinque case . Sua ultima impresa,terminata poche settimane prima della morte, fu l'erezione del tempionazionale a San Giovanni Bosco in Engadine (Sydney) . È il canto finaledella sua anima straordinariamente innamorata di Don Bosco, dellacui personalità come educatore e come santo, seppe valutare tutta lagrandezza e attualità.Don Giuseppe Símeoní t a San Francisco (USA) a 86 anni .Nel 19o2 un biglietto del venerabile Don Rua con due sole parolea Veni celeriter : vieni presto! n lo destinava a San Francisco, dovelavorò fino alla morte tra gli immigrati italiani, il più delle volte isolati• come sperduti nel nuovo mondo . In 6o anni di lavoro viaggiò inlungo e in largo per gli Stati Uniti, meritandosi le approvazioni e lelodi dei Nunzi Apostolici e di numerosi arcivescovi e vescovi .Don Giuseppe Aídala t a Catania a 74 anni .Dotato di una grande carica di energia e vitalità, sostenne per moltianni responsabilità direttive . Lascia vivo rimpianto in una numerosaschiera di exallievi, già guidati dalla sua mano forte e paterna, ed èricordato da un fitto stuolo di padri e madri di famiglia di cui condi-vise l'ansia educativa, consigliandoli con la sapienza pedagogica diDon Bosco .Coad. Valentini Francesco t a Venezia a 6z anni .Coad. Cesare ~in t a Tolmezzo a 59 anni .Don Angelo Divina t a Piacenza a 58 anni .Don Romeo Pedruzzi t a San Paolo (Brasile) a 55 anni .

COOPERATORI DEFUNTI

Cardinale Alfredo Pacini t a Roma a 79 anni.Visse i primi anni del suo sacerdozio come direttore spirituale delSeminario di Lucca e come parroco . Chiamato alla vita diplomatica,non dimenticò mai questa doppia caratteristica: grande amore allavita spirituale e squisito senso pastorale. E se la sua privilegiata per-sonalità serviva la Chiesa nelle delicate funzioni di rappresentantedel Papa, il suo cuore sacerdotale seminava Dio nelle anime con unadolcezza che attraeva .Il suo stemma episcopale definisce la sua grande anima : a Humilitaset Pax» . Era profondamente umile, dolce, possedeva l'infinita pazienzadei santi e l'arte di ascoltare . Nascondeva in un silenzio impenetrabilei suoi dolori per mostrare in ogni circostanza la sua anima piena dipace : pace che si alimentava a una vita interiore metodica, ricca, intensa .Fedele servitore della Chiesa per 4o anni nelle difficili vie della diplo-mazia, volle in morte portare con sè l'anello e la croce della consa-crazione episcopale : segno forte del suo attaccamento alla Chiesa etestimonianza del suo ministero sacerdotale .Della sua grandissima benevolenza verso la nostra Famiglia abbiamoparlato nel numero dello scorso ottobre in occasione della sua elevazionealla dignità cardinalizia.Dott. Cesare Sanguínetti t a Ravenna a 71 anni di età.Fu una delle figure di maggior rilievo nel campo cattolico . Aveva fattodella carità la ragione della sua vita . Entrato in stretti rapporti conRaoul Follerau, fondò il a Gruppo Amici dei Lebbrosi » interessandoal problema un largo numero di persone . Fu l'anima dell'Azione Cat-tolica e guidò per molti anni i Laureati Cattolici ; potenziò le ACLIe fondò l'apostolato del mare per l'assistenza religiosa ai marinai dellenavi in sosta nel porto . Ebbe per la famiglia salesiana la più affettuosastima . Immancabile agli appuntamenti del Centro Cooperatori, ne eravalido realizzatore .Luigi Faggion t a Rosà (Vicenza) a 99 anni .Uomo di fede, di lavoro, di preghiera ; padre di un sacerdote salesiano• di una Figlia di Maria Ausiliatrice . Al figlio sacerdote, in occasionedell'ordinazione sacerdotale, scriveva : a Sii pio con Dio, ubbidienteai tuoi superiori e umile con i tuoi giovani : allora essi ti vorrannobene* . Un vero programma per quanti si consacrano alla formazionecristiana dei giovani .Lodovico Chistè t a Madruzzo (Trento) a 8o anni .Cristiano fervente ed esemplare padre di famiglia, brillò per la pietàsoda e convinta, per l'equilibrio pratico e per uno spirito di sacrificioche alimentò in lui una dedizione gioiosa e totale alla famiglia e unagenerosità piena nel donare a Don Bosco il nostro don Sergio .Vincenzo Varagona t ad Ancona a 79 anni .Ricco solo di semplicità, umiltà e mansuetudine, di schietta onestàe vita cristiana, ha dato alla Congregazione salesiana due figli : don Franco•

don Silvestro.Antonio Leardini t a S . Leo (Pesaro) a 87 anni .Fu compagno nel collegio di Faenza dell'apostolo del Giappone mon-

32signor Cimatti, col quale si mantenne in relazione epistolare fino allamorte, ispirandosi ai suoi esempi.

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

Dott . Enrico Sasso t a Torino a 68 anni .Exallievo di Valdocco e di Lanzo, si conservò sempre affezionato,informando la sua vita agli insegnamenti ricevuti e sostenendo leOpere e Missioni di Don Bosco .Colonnello Francesco Di Maío t a Roma .Ferito gravemente nella conquista di Gorizia (1916) sopportò con animosereno per oltre 5o anni la paralisi delle sue esuberanti energie, esempioa tutti di virtù cristiane . Fu anche Cooperatore convinto .Mario Lonati t a Chiari (Brescia) a 58 anni .Fu Cooperatore esemplare per l'assidua pietà, il lavoro e l'amore allafamiglia . In lui era una realtà questa sua ripetuta affermazione : a Vogliobene a tutti ; non ho mai fatto del male a nessuno* .Ida Cagnon ved. Rossín t a Santo di Thiene (Vicenza) a 69 anni .Vero specchio di bontà cordiale e generosa, di trasparente semplicità,di sacrificio e dedizione per la famiglia, si è spenta tra le preghiere el'angoscia dei tre figli, dei quali due Sacerdoti : don Giovanni, parroconella diocesi di Padova, e don Angelo, salesiano .Marta Calli ved . Domestici t a Darfo (Brescia) a 77 anni .Rimasta vedova a 32 anni con cinque figli, seppe affrontare virilmentele sue responsabilità, vivendo di fede e di lavoro, inculcando nei figliil santo timor di Dio e trovando anche il tempo per un proficuo apo-stolato in parrocchia . Suo più grande conforto : il figlio Piero, salesiano .Lodovíca Carlevaris ved. Gíacotto t a Torino a 83 anni .Mamma del compianto salesiano don Giuseppe Giacotto, l'organiz-zatore infaticabile degli Exallievi del Brasile, considerava la Congre-gazione come la sua seconda famiglia . Ricca di fede e di bontà, esteseil suo apostolato di fervente Cooperatrice dalla parrocchia all'Unionedei Cooperatori . Beneficò generosamente le Missioni anche in morte.Giovanna Cugnano ved . Borgno t a S. Stefano Belbo (Cuneo) a 83 anni .Tempra robusta di madre cristiana, mentre attendeva con sapienzaall'educazione dei suoi cinque figli, esercitava un apostolato beneficooffrendo alle sue conterranee un lavoro proficuo e santificato dallapreghiera nella lavorazione dei bozzoli ; allora grande e quasi unicarisorsa di quelle terre . Tra i figli l'illustre prof. Mario Borgno, primarioalle Molinette e nostro affezionato exallievo e insigne benefattore .Maria Bígolín ved. Baldasso t ad Arcade ('Treviso) a 96 anni .Terziaria Francescana, Cooperatrice Salesiana, madre di un cadutoin guerra e del nostro don Cesare, visse cristianamente nella pietà,nel lavoro, nel culto della famiglia .Piera Bonomelli ved. Gíovanellí t a Iseo a 84 anni .La preghiera continua e l'amorosa attività per la famiglia furono lecaratteristiche della sua vita . Donò con gioia al Signore il suo figliodon Giacomo .Anna Boggíani t a Chiari (Brescia) .Coronò con due anni di sofferenza santificata una breve vita di lavoroe di bontà.

'Olga Buzzí ved. Pelli t a Varese a 8z anni .Animata da una fede viva e da zelo apostolico, fu maestra di catechismoin parrocchia . Devota dalla Madonna e di Don Bosco, curò la recitadel Rosario durante tutta la vita, fino all'ultimo giorno tra gli ammalatidella clinica . Il Signore la premiò concedendole un figlio sacerdotesalesiano .Lorenzina Garelli ved. Bertolino t a Torino .Anima ardente di fede e di zelo, diede alla Famiglia salesiana due deisuoi figli : Anna, Figlia di Maria Ausiliatrice, e Matteo, salesiano coa-diutore, che la precedette nella Patria per un incidente automobilistico .La disgrazia le era stata pietosamente celata ; pensiamo che il loroincontro in Dio sia stato particolarmente gaudioso .Agostína Strízolí t a Campomorone (Genova) a 84 anni .Madre del nostro don Strizoli, di un Missionario del P .I.M .E . e diuna Suora Carmelitana, educò con tanto sacrificio undici figli neltimor di Dio .Maria Montagníni ved. Pollone t a Trino (Vercelli) a 74 anni .Trascorse la vita nel lavoro umile e tra sacrifici serenamente accettatiper l'educazione dei numerosi figli, sostenuta sempre da viva fede .Offrì con gioia a Don Bosco l'unico figlio maschio, don Giuseppe .Aurora Barbieri ved. De Barberís t a Soverato a 70 anni .Cooperatrice generosa, fu presente in ogni necessità della parrocchia .Una lunga malattia accettata e vissuta cristianamente, arricchì la suagrande anima .Elisa Anastasio nata Lucíbello t a S. Eufemia (Reggio C .) a 61 anni .Un incidente automobilistico stroncò la sua nobile esistenza, lasciando neldolore, con i suoi cari, quanti avevano trovato in lei fattivo conforto .Come Cooperatrice, testimoniò con la sua vita la carità e la bontà di Cristo .Giulia Cout ved. Obert t a Issogne (Aosta) a 81 anni .L'esempio della sua vita silenziosa, attiva e fervida nella preghiera,è una luce che continua a risplendere su quanti la conobbero . Devotadi Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, largheggiava con l'Opera salesiana .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTIAlbonetti cav . Giovanni - Becchi Colombo - Bermettler Lida - BonanAntonio - Bottinelli Antonietta - Cardinale Emma - Chiesa Carlo- Coprado Tranquilla - D'Angelo Ginevra Perpetua - Di Camillodon Ferdinando - Di Clemente dott. Giuseppe - Duranti Camillo -Favini Pietro - Gandolfi Attilio - Ghiddi sac . d. Alberto - Fignagnaniavv . dott . Nestore - Giovannelli Maria - Girotto Stefano - LibiriArmando - Macro d. Remigio - Melli Aldina - Miani don Luigi -Nicolini Gioacchino - Pacitti Recchia Gina - Pansonetti don GiuseppePoggioli Gaetano - Quaranta Marianna - Reggio Sammartino Maria

- Riganti Rosina - Roberto don Antonio - Salvati Gaetana - ScatozzaLucia - Sciatti Dorina - Zurlo Filomena .

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a cura di Pina Gandolfo (Alassio) . L . 25 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, pro-teggete tutta la famiglia, a cura di MinelliGabriella (San Remo) . L. 24.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, implo-rando una grazia, a cura di Colla Gina (Va-rallo Sesia - Vercelli) . L . 25 .000.Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, pro-teggete i miei figli, a cura di Onia Carducci(Gualdo Cattaneo - Perugia) . L . 28 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, aiu-tate mia nipote negli studi e nella vita, a cura

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