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IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera - Roma Anno 5 – n. 4 – dicembre 2009

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2 IL GRANELLO DI SENAPA

PRO MANUSCRIPTO Ad uso interno dell’associazione

IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera di Roma Anno 5 – n. 4 – dicembre 2009

IN QUESTO NUMERO

- PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE pag. 3

- EDITORIALE “ 4

- VITA ASSOCIATIVA 7,11,16,18

- POESIA “ 10

- PARTE DA STACCARE “ A-B-C-D

- TROVATO SULLA RETE “ 13

- PREGHIERA “ 14

- TESTIMONIANZE “ 15

- RASSEGNA STAMPA “ 20

- CONSIGLI PER LE LETTURE “ 22

- INCONTRI E PROSSIMI APPUNTAMENTI “ 23

Dio”. La loro vita è cambiata. Si comportano in

modo tale che la loro fede si nota a prima vi-

sta.Ascolto questo non temere e so che non posso

rimanere indifferente, devo rispondere. Risponderò

“SI”. Signore, non sono degno che tu venga da

me, ma di soltanto una parola e io non temerò più.

Non posso aspettare, mi alzo, Lo incontro, ci credo:

vivo il Natale del Signore.

(Renato)

Gesù è stato accolto su questa terra solita-

rio, in una stalla nel silenzio della notte lontano

dai grandi e dai potenti. I pastori, dopo una gior-

nata faticosa, li immagino seduti attorno al fuoco

con i pensieri di oggi: alla moglie e ai bambini,

alla propria casa, ai soldi se basteranno per vivere

fino alla fine del mese, al lavoro, all’insicurezza,

alle occasioni perdute, alle cose dette e non dette.

Il giovane penserà come affrontare la vita

con la propria ragazza, il più vecchio forse dirà

che la vita è andata come è andata … i pensieri

sono sempre gli stessi ieri ed oggi. Ma ad un trat-

to si presenta davanti a loro un Angelo e dice:

“ Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia:

oggi è nato il Salvatore”.

Quei pastori forse si sono spaventati, però

si sono alzati e senza indugio sono andati a Bet-

lemme, dove hanno visto il Bambino. So bene che

per incontrare il Signore devo alzarmi anch’io;

devo prendere una decisione. Non posso dare

spazio alle voci che mi dicono di lasciar stare, non

vale la pena affaticarsi, non ce la fai, aspetta un

momento migliore della vita. Gesù è nato oggi,

nasce nel cuore di ognuno di noi bianco o nero,

buono o cattivo. Nasce per “me” conosce le mie

paure, le mie debolezze, le mie miserie e i miei

peccati. I pastori hanno creduto e come dice il

Vangelo, “.. tornarono, glorificando e lodando

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è una Associazione senza fini di lucro costituita a Milano nel 1998. Si è diffusa in se-guito in varie città d’Italia. Fa riferimento alla dottrina della Chiesa sulla famiglia. Collabora con l’Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale della famiglia. Fa parte del “Forum delle Associazioni Familiari”.

Gli obiettivi principali sono:

• Accogliere i separati, ascoltando e condividendo la loro sofferenza, in un clima di ami-cizia e aiuto reciproco e far loro sentire o riscoprire l’appartenenza alla Chiesa;

• Aiutare i separati a rivedere il rapporto personale con Dio, per riscoprire la Sua vici-nanza ad ogni abbandono e ad ogni povertà, mediante la preghiera e l’ascolto della Parola;

• Aiutare i separati nell’approfondimento della vita cristiana e sostenerne l’inserimento o il reinserimento nella comunità cristiana;

• Promuovere la pari dignità educativa di entrambi i genitori mettendo in luce che per l’educazione e la crescita affettiva, psicologica e religiosa dei figli è necessario che essi ricevano cura, affetto e insegnamento da ciascun genitore portando così entram-bi i coniugi, anche dopo la separazione, a “educare insieme”;

• Promuovere politiche familiari che tutelino e sostengano adeguatamente le funzioni della famiglia e i suoi diritti.

La nostra Sezione è nata nel gennaio 2001, attualmente ha vari gruppi distribuiti in diverse zone di Roma . Ai gruppi di preghiera partecipano persone che si trovano nelle più svariate situazioni: separati, divorziati, divorziati risposati, a volte anche qualche coppia in crisi e gene-ralmente persone molto sofferenti, ferite. Lo stile dell’incontro è quello della accoglienza, dell’ascolto, del sostegno. Nessuno deve sentirsi giudicato, ognuno deve sentirsi amato.

Oltre agli incontri di preghiera proponiamo

• incontri guidati da esperti nei settori di propria competenza: teologi, avvocati, psicolo-gi, ecc. sui problemi della separazione;

• ritiri spirituali nei tempi “forti” dell’anno liturgico (Natale e Pasqua) ecc.

• momenti “conviviali” .

PRESENTAZIONE

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Editoriale di don Claudio Occhipinti Un Natale, questa volta “diverso”, sul serio

“La Parola si fece Carne e venne ad abitare in mezzo a noi”

(Dal Prologo di Giovanni)

In questo tempo di Avvento noi cre-denti siamo chiamati a vivere un’attesa particolare, la Chiesa ci svela che ogni cre-dente è chiamato ad attendere il ritorno del Signore. Ma noi possiamo vivere questa attesa anche come momento in cui noi stes-si ci riveliamo a Dio, a noi stessi e al mon-do. In fondo è anche Dio che aspetta noi! Certamente aspetta la no-stra conversio-ne, aspetta la nostra volontà di riconcilia-zione con lui. Certamente lui è venuto nella natura umana ed è per que-sto che noi celebriamo il Natale, certa-mente lui tor-nerà e per questo noi celebriamo L’Avven-to. Certamente anche noi siamo chiamati a manifestarci al mondo e a farci trovare pronti all’appuntamento con Dio. Quale occasione migliore allora di quella di trova-re Luce e Pace, Forza e Coraggio nella Pa-rola di Dio che si è incarnata in Gesù di Nazareth e continua ancora oggi ad incar-narsi in ciascuno di noi proprio quando Gesù può compiere il “suo Natale” dentro il nostro cuore. Con l’apertura della nostra

vita, della nostra storia, alla riconciliazione e all’amore di Dio l’attesa è conclusa, il desiderio è realizzato, la volontà di Dio compiuta in ognuno di noi. Per alcune persone la Bibbia è sem-plicemente troppo difficile da comprendere. È come una sfida impossibile. Non sanno da dove iniziare, né come farlo. Ma come

cristiano non sei lasciato solo a cercare di afferrare le tematiche prin-cipali e i pro-fondi signifi-cati della Bib-bia. Lo Spirito Santo, che vive nel tuo cuore grazie alla salvezza ricevuta nel tuo Battesimo,

è colui che fa luce sulla verità. “Lo Spirito

scruta ogni cosa, anche le profondità di

Dio”(1 Corinzi 2: 10). Grazie a questa luce interiore puoi leggere, assimilare, compren-dere e mettere in pratica la Bibbia nella tua vita. Ma prima devi prendere l’impegno di farlo. “LA TUA PAROLA È UNA LAMPADA AL MIO PIEDE E UNA LUCE SUL MIO SEN-

TIERO” (SALMO 119:105). Se non hai ancora l’abitudine di

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farlo, è il momento per te di iniziare a leg-gere un brano della Bibbia ogni giorno. Idealmente, po-tresti leggerla insieme in fami-glia; al mattino, magari, o prima di andare a letto, oppure in un altro momento utile ed opportu-no della giorna-ta. Imitiamo il salmista, che poteva dire: “ti ho cercato con

tutto il mio cuo-

re; non lasciare

che mi allontani dai tuoi comandamenti.

Ho conservato la tua parola nel mio cuore

per non peccare contro di te” (salmo 11-9:10-11 ). Coloro che leggono regolarmente la Bibbia scoprono presto che le parole in essa contenute: “sono più desiderabili dell’oro,

anzi più di molto oro fino; sono più dolci

del miele, anzi di quello del favo stillan-

te”(salmo 19.10). Disporsi a leggerla. Certo la com-prensione della Bibbia può richiedere un notevole impegno. Per questo è molto im-portante far parte di una chiesa, di una par-rocchia dove la Parola di Dio viene inse-gnata e predicata fedelmente. Sentendola spiegata nelle omelie e nella predicazione si ottiene una visione più ampia ed equili-brata di ciò che Dio dice per mezzo di essa. Inoltre possiamo unirci con altri fratelli che

fanno lo stesso nostro cammino e che come noi vogliono cibarsi delle verità con-tenute nella Bibbia: “persevera nelle

cose che hai imparate e di cui hai

acquistato la certezza, sapendo da

chi le ha i imparate” (2 Timoteo

3.14).

Disporsi a viverla. A diffe-renza della maggior parte degli altri libri, che devono soltanto essere letti e assimilati, la Bibbia è un libro vi-vente. Vive poiché lo Spirito Santo continua a echeggiare nelle sue paro-le. Vive perché, a differenza degli antichi scritti di altre religioni, il suo Autore è vivo. E vive perché diventa parte di chi noi siamo, di quello che pensiamo e di quello che facciamo. “mettete in pratica la mia Parola e

non siate soltanto ascoltatori sme-

morati”(Giacomo1.22). Gesù parlò di persone che costrui-scono la loro vita sulla sabbia; sulla propria logica, sulle proprie certezze, sui propri ragionamenti, sulle proprie intuizioni. Ma quando le tempeste della vita cominciano a soffiare, cosa che accadrà sempre, le fonda-menta nella sabbia hanno come conseguen-za la rovina totale. Quelle case, quelle fa-miglie possono presentarsi bene per un po’ di tempo, ma la tragedia è in agguato, dice Gesù che finiranno per crollare, perché non hanno fondamento sulla roccia ma sulla sabbia. Così il Signore conferma: “perciò

chiunque ascolta queste mie parole e le

mette in pratica sarà paragonato a un uo-

mo avveduto che ha costruito la sua casa

sulla roccia. La pioggia è caduta sono ve-

nuti i torrenti, i venti hanno soffiato e han-

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rà constatare con quale rapidità comincerai a pensare le cose del mondo in modo diffe-rente e con una visione senza confini. Qua-lora tu fossi seriamente intenzionato a stabi-lire nuove strategie di vita basate sul modo in cui Dio ti parla e vuole che tu faccia le cose, egli con la sua Parola ti guiderà a met-tere in collegamento ciò che leggi con la sua applicazione pratica. È un viaggio illumi-nante pieno di continue sorprese. Con il passare del tempo i principi di Dio diventeranno sempre più stabili e persi-stenti in ogni aspetto della tua vita che gli sottometti. Ma ogni parte di te che gli neghi, scegliendo invece di cercare di occupartene da solo, è destinata a indebolirsi e infine fallire quando le tempeste della vita ti colpi-ranno. Potrebbe di fatto trattarsi di un’area che accelera il crollo della tua casa, del tuo matrimonio. Le coppie sagge costruiran-no o ricostruiranno la propria casa sulla roccia della Parola di Dio. Poiché hanno

compreso che cosa può fare la sabbia e sanno come ci si sente quando le fondamenta cedono. Per questo è impor-tante decidere di costruire la vita e il matrimonio sulla roccia solida della Bibbia. Allora si potrà contare su un futuro più stabile, a pre-scindere dalla violenza del-le tempeste.

no investito quella casa; ma essa non è

caduta, perché era fondata sulla roccia e

non sulla sabbia”. Se la tua casa, la tua famiglia è fondata sulla roccia dell’immu-tabile Parola di Dio, è assicurata contro la distruzione. Poiché “cieli è terra passeran-

no ma le mie parole non passeranno” con-tinua a dirci il Signore. Dio ha il piano giusto per ogni cosa e ha rivelato questi piani nella sua Parola. Sono lì per chiunque voglia legger-li e metterli in pratica. Dio ha un piano per il modo in cui gestisci il denaro, per il mo-do in cui educhi i figli, per quello in cui devi trattare il tuo corpo. Dio ha un piano per il modo in cui devi usare il tuo tempo. Ha un piano per il modo in cui devi affron-tare le situazioni difficili e conflittuali. Non credi che il tuo Creatore sappia esatta-mente ciò di cui hai bisogno? Leggere la Bibbia regolarmente potrà essere una novità per te, ti sorprende-

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“…Il ruolo dei genitori è sempre difficile e nella dinamica della separazione può esser-lo ancora di più per la conflittualità della coppia e la non semplice ri-organizzazione economica-abitativa di tutti i soggetti. Que-sto può determinare livelli più o meno ele-vati di stress negli adulti e indebolire la funzione genitoriale con profondo disorien-tamento affettivo ed educativo dei figli. Per questo in tutte le separazioni bisognerebbe essere accanto ai genitori piuttosto che cri-ticarli o erigersi a giudici mantenendo il principio che ci si può separare tra adulti, come marito e moglie, ma non ci si può separare dai figli, per loro non c’è divorzio. … La tutela ed il benessere dei figli non è soltanto una responsabilità privata dei geni-tori ma anche responsabilità sociale e così anche la separazione, con la ritualità che la caratterizza fino al divorzio, non dovrebbe essere concepita e gestita unicamente come evento privato e legale senza un coinvolgi-mento di ordine culturale e sociale. L’aper-tura di spazi di dialogo e confronto, come questa sera, e servizi competenti sul territo-rio servono per contrastare l’isolamento e la solitudine delle coppie nel delicato pro-

cesso trasformativo della loro famiglia. Entrando nel tema specifico del nostro in-contro, “la figura paterna nella realtà della separazione” … nelle separazioni una pri-

ma regola da seguire per il benessere dei figli è mantenere regole condivise e routine giornaliere abbastanza stabili. Ciò vuol dire fare attenzione e mettersi d’accordo sulle piccole questioni quotidiane,ad esempio l’orario per andare a dormire, programmi da vedere o escludere in TV, modalità delle telefonate,puntualità nella frequentazione etc. Anche se il tempo e le esperienze che i figli vivono con l’uno o con l’altro genitore sono differenti, i ritmi e le abitudini do-vrebbero rimanere gli stessi e le modifiche possibilmente concordate in preceden-za..Anche oggi se il figlio rimane collocato

a casa della madre, quest’ultima non deve interpretare il suo ruolo con quello di mag-gior potere e per questo allontanare il padre o considerarlo meno importante, perché la responsabilità del mantenimento e dell’edu-cazione rimane uguale per tutte e due. Dal-la letteratura specialistica sappiamo che generalmente le separazioni si possono classificare in tre modi, in base al tipo di

Il 18 Novembre l’Associazione FSC Sezione Lazio ha organizzato un incon-

tro-dibattito con la Dott.ssa Pinella Mostardi (operatrice sociale di un servizio

pubblico di tutela all’infanzia della ASLRM/A) sul tema “Quando serve il padre.

La figura paterna nella realtà della separazione.” .

L’incontro si è tenuto presso la Parrocchia della SS. Trinità a Villa Chigi,

Il parroco, Padre Lucio Boldrin, ha preparato una sintesi degli gli appunti, rivi-

sti dalla relatrice...

VITA ASSOCIATIVA

Incontro-dibattito con la Dott.ssa Pinella Mostardi

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atteggiamento e al rapporto che si instaura tra i coniugi. La tipologia individuata si riferisce a separazioni di tipo: cooperativo, ostile, evitante. L’atteggiamento cooperativo è quello in cui gli ex coniugi hanno elaborato rabbie, delusioni,sofferenze ed è rimasto il ricono-scimento reciproco di un patrimonio co-mune, costituito dai figli e questo stato emotivo ben gestito consente una comuni-cazione adeguata alle decisioni per i figli. In questa tipologia la funzione paterna è più facilmente mantenuta, perché non c’è la svalutazione reciproca, i genitori non si demonizzano a vicenda ed i figli possono continuare a mantenere con loro buone relazioni. Il genitore che non riesce ad elaborare emotivamente e psicologicamen-te la separazione, più o meno consapevol-mente coinvolge il figlio nel conflitto co-niugale, screditando l’altro genitore e non rendendosi conto dei danni considerevoli che possono provocare alla crescita dei figli… In alcune realtà familiari ci sembra che la cosa principale, quella che sta più a cuore ai coniugi sia salvare il patrimonio, anziché il matrimonio ed i figli. Sono que-sti gli scenari che risultano distruttivi per i bambini a livello affettivo psicologico ed anche fisico: alcuni si rifiutano di mangia-re, hanno disturbi del sonno, si ammalano spesso o presentano difficoltà emotive, comportamentali con minor interesse per la scuola e l’apprendimento. Le ricerche sullo sviluppo ci segnalano che a undici anni i ragazzi hanno già introiettato in mo-do abbastanza stabile i modelli legati ai ruoli adulti di uomo-donna, marito-moglie, madre–padre. Possiamo pensare quali mo-delli vengono introiettati da figli che vivo-

no scenari di separazioni violente e distrut-tive? Che identità possono assumere? E quale identità di genere? Si nasce femmina e maschio ma si diventa donna e uomo con un’identità, riferita al proprio genere, che risente dei contesti culturali e relazionali di appartenenza…..E’ in corso un grande cambiamento sociale nei ruoli perché la cultura ha aperto alla parità dei diritti, alla scelta consapevole dei percorsi di vita e alla realizzazione personale della donna oltre la famiglia. Oggi, ad esempio per la funzione paterna, non possiamo più dire che il padre è più razionale e/o stabilisce le regole, perché tutto ciò è riconosciuto an-che alla madre ed è per questo che bisogna approfondire il confronto su questi temi se vogliamo raggiungere una reale condivi-sione di responsabilità sui figli. L’evolu-zione dei modelli culturali ha comportato trasformazioni importanti sia per l’uomo che per la donna. Il primo ha visto sgreto-lare l’autarchia del ruolo maschile con la riappropriazione di dimensioni emotive nuove, come nella relazione con il figlio oggi più affettiva, meno autoritaria e spe-riamo sempre autorevole. La seconda ha assunto maggiore indipendenza ed autono-mia nelle scelte economiche e sociali sen-za voler rinunciare alle relazioni familiari e al ruolo di madre. Questa realtà di mag-gior libertà non deve essere confusa con assunzione di più potere sull’altro, ma come terreno fertile e paritario di confron-to e condivisione per la vita. Per la funzione genitoriale oltre alla fun-zione affettiva è importante mantenere la funzione normativa (regole chiare e condi-vise) con l’autorevolezza di tutti e due i genitori anche nelle separazioni, perché i

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una nuova relazione d’amore può rappre-sentare l’apertura al cambiamento e la spe-ranza nel futuro. Deve essere però assolutamente chiaro che una persona nuova che si presenta al figlio non può mai essere il sostituto né del pa-dre, né della madre. I bambini non possono sopportare facilmente l’idea che possa es-serci una sostituzione del genitore e sem-plificare quest’aspetto può creare molti di problemi di relazione e accettazione emoti-va. Se non gestita bene questa fase di cambia-mento familiare si mette a rischio anche il nuovo rapporto d’amore e quindi suggeria-mo una grandissima cautela. La parola d’ordine è cautela. Occorre piena consapevolezza del fatto che il figlio ha vissuti di lealtà per entrambi i genitori,e bisogna evitare di farlo entrare in un con-flitto interiore di lealtà (accettando il nuovo compagno della madre, si sentirebbe debi-tore verso il padre, non accettandolo si sentirebbe in debito con la madre). Sono bambini che con la separazione perdono il senso di appartenenza alla propria famiglia e fanno una fatica enorme nel passare ad un’ altra. Certamente anche una separazione “evitante”, quella in cui uno dei due coniu-gi si estranea totalmente dalla vita del pro-prio figlio evitando qualunque contatto è molto dolorosa e traumatica, ma anche in questi casi è indispensabile una grande cautela prima di presentare al figlio un nuovo compagno che sostituisca una simile mancanza.” L’incontro è terminato con la promessa di

un approfondimento dei temi trattati.

giovani sono eccessivamente esposti alla seduzione del mercato tecnologico e media-tico ed i genitori rischiano di essere più deboli e poco efficaci. Senza autorevolezza e condivisione dei genitori, il vero “terzo genitore” rischia di essere, anche in una situazione di separazione, il gruppo di com-pagni, di amici. C’è anche un’ostilità non apertamente e-spressa, quella più sottile, psicologica fatta di giudizi squalificanti nei confronti dell’al-tro genitore, è devastante se una madre parla male del padre e lo descrive come cattivo, incapace o addirittura pericoloso. Come è altrettanto negativo che il padre nomini con disprezzo e volgarità la madre ai propri figli. I magistrati prendono oggi provvedimenti anche molto incisivi di fron-te a casi in cui la continua denigrazione del coniuge assente rischia di produrre effetti gravi ed irreversibili nella psiche dei ragaz-zi, soprattutto quando viene loro negata la frequentazione. Arrivano in questi casi a provvedimenti di limitazione o decadenza della potestà genitoriale. Il nostro ruolo di operatori socioDsanitari è quello di interve-nire in qualunque situazione di disagio sui minori che ci viene segnalata da semplici cittadini, insegnanti o forze dell’ordine che spesso registrano denunce continue di ex-coniugi in separazione. Volendo riprendere il tema della “terza persona”, il nuovo compagno di uno dei due genitori, che affrontammo nel prece-dente incontro., c’è una frase che mi piace ripetere spesso, “le seconde nozze sono il trionfo della speranza sull’esperienza” nel senso che una separazione è spesso un trau-ma in cui si può perdere il filo della propria identità, il senso della vita e a volte iniziare

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È Natale...

È Natale ogni volta che sorridi a un fratello

e gli tendi la mano;

ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro;

ogni volta che volgi la schiena ai principi

che cacciano gli oppressi ai margini del loro isolamento;

ogni volta che speri con i "prigionieri"

*gli oppressi dal peso della povertà fisica, morale e spirituale*;

ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza!

È Natale ogni volta che permetti al Signore

di amare gli altri attraverso di te...

Madre Teresa di Calcutta

POESIA

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Appena concluso l’Anno Paolino, la Chiesa cattolica si è mobilitata per uno speciale Anno Sacerdotale, indet-to da Benedetto XVI sul tema: “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdo-te….. Non è un caso che quest’anno sia stato indetto nella memoria del Curato d’Ars, un prete che nella cura dei fedeli si consumava letteralmente, non fosse altro che per quelle dieci-quindici ore al giorno in confessiona-le, conscio che la gente domandava a lui – povero prete cresciuto in campa-gna, pastore e analfabeta fino ai 17 anni, accettato con mille riserve in seminario perché non imparava il lati-no – il segno di un’altra misericordia. La forte sottolineatura dell’essenza del sacerdozio richiamata dal Papa si ri-percuote in una seconda esortazione: a essere «presenti, identificabili e rico-noscibili». Identificabili e riconoscibi-li: un sacerdozio che non si confonda con i giudizi e i modi del mondo, qua-si a mimetizzarsi, ma che nell’essere, nel dire, nel mostrarsi si dichiari per ciò che è: figura di Cristo. Benedetto XVI riflette la domanda del popolo cristiano ai suoi sacerdoti: portateci Cristo, portatecelo in modo chiaro, riconoscibile, audace. Portatecene il

volto misericordioso, perché la più per-fetta giustizia non guarisce gli uomini: ne occorre una più grande, che li faccia rinascere. Dai giorni degli Apostoli, gli uomini hanno bisogno, per credere, di altri uomini. Di volti che incarnino Cr isto nelle loro giornate di fatica. «Nel fatto che Dio si è fatto uomo – ha detto Benedetto XVI – sta sia il contenuto che il metodo dell’annuncio cristiano». Dunque, Dio ha bisogno di uomini per farsi presente tra loro, e gli uomini han-no bisogno di sacerdoti in cui trovare il volto e la misericordia di Dio. La vicenda del Curato d’Ars – testimo-ne di tempi drammatici per la Chiesa – è emblematica. Nato alla vigilia della Ri-voluzione, egli ricevette clandestina-mente la prima comunione in un gra-naio. Nella Francia delle chiese spoglia-te Giovanni Maria Vianney fu mandato in un villaggio dove, a detta del suo ve-scovo, a Dio si pensava ben poco. Ep-pure, quel paese di 230 anime si trovò come travolto da un turbine di decine di migliaia di pellegrini l’anno. Si mette-vano in coda, aspettando, dall’una di notte. Non era stato un seminarista bril-lante. Ma era un uomo di Dio; e la gente non chiedeva altro. Bastava. Era, davve-ro, la sola ricchezza che cercavano in

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VITA ASSOCIATIVA

ANNO SACERDOTALE: il Santo curato d'Ars è il modello per ogni Sacerdote

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nulla approderanno non meno di tren-tamila pellegrini l’anno. Ormai vec-chio e provato dalla penitenza, soffe-rente per le tante miserie che gli ven-gono confidate nel ministero del con-fessionale, egli trova energia sempre nuova nella santa Messa: alla consa-crazione s’illumina. «Aveva il dono –

dice ancora padre Nault – di vedere Cri-sto vivo, pre-sente nell’O-stia. Diceva r a g g i a n t e : “Lui è qui!”. E c’era gente che solo a g u a r d a r l o celebrare si convertiva». J ean -Mar i e

Vianney entra in agonia alla fine di luglio del 1859 e muore il 4 agosto, prima dell’alba, a 73 anni, venerato da subito come santo. Di una santità che cresce nell’oblio del mondo. Intervi-stato l’indomani dell’indizione dell’-Anno Sacerdotale, il vescovo di Bel-ley-Ars mons. Guy Bagnard ripropo-neva così l’attualità di Jean-Marie Vianney: «La piccolezza segna tutta la vita di san Giovanni. È nella piccolez-za che Dio genera la grandezza». Bruno Simonetto http://www.mediatrice.net

lui. Nella campagna profonda dell’Ain dell’Ottocento, con i suoi abitanti con-tadini che la domenica malvolentieri sospendono la mietitura per andare a messa, il piccolo don Jean-Marie, con la tonaca rammendata e il grande cap-pellaccio nero in testa a ripararsi dalla pioggia o dal sole, è un prete generoso e severo, spaventato dal pericolo di perdita delle anime dei suoi parrocchia-ni. Dopo pochi anni dal suo arrivo ad Ars, la gente, dapprima indifferente al suo rigorismo morale, cominciò ad ac-corgersi di quel sacerdote che faceva sempre digiuni e penitenze, e dava ai poveri anche le sue scarpe. Non solo. Le biografie raccontano che talvolta, a notte fonda, colpi fragorosi come di un visitatore furioso battevano alla porta della canonica. Alcuni parrocchiani, chiamati dal Curato, sentono a loro volta quel baccano, e la sera dopo si rifiutano di tornare. Da quel giorno il Curato d’Ars decide di non preoccupar-si, poiché sembra trovare normale che il “nemico” si accanisca contro la sua porta. Gli basta il rosario per difender-si. … Buio intenso e luce piena si alter-nano dunque nelle notti della canonica d’Ars che sembra, con le sue travi a vista, un granaio riattato. Qui vi eserci-tò il suo ministero di misericordia per ben 41 anni quel santo prete, dotato fra l’altro del carisma di leggere nelle ani-me. Sta il fatto che in questo paese da

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VITA ASSOCIATIVA (sezione da staccare) NEWS

IL GRANELLO DI SENAPA A

Separazione, conflittualità, intervento del consultorio familiare

Corte d’Appello di Catania, Sezione della Persona e della Famiglia, causa civile n. 21/2008 "La mera conflittualità fra i genitori, pur rendendo oggettivamente difficile la praticabilità dell’affido condiviso, non può valere ad escluderlo, nell’interesse della prole, in quanto tale tipo di pronuncia non farebbe che incentivare condotte ostruzionistiche da parte del genitore, con cui già vivano i figli, poste in essere al solo scopo di precostituire le condizioni d’inapplicabilità del regime, che potrem-mo definire “legale”, d’affido condiviso." La Cassazione ha affermato più volte che la domanda di divorzio non comporta la cessazione della materia del contendere nel giudizio di sepa-razione, perché la pronuncia di divorzio, opera "ex nunc", dal momento del pas-saggio in giudicato e non fa venir meno la necessità e, quindi, l'operatività, fino a quel momento, della pronuncia di separazione e dei relativi provvedimenti, sia in termini patrimoniali che d’affidamento della prole. Da ciò consegue anche che la proposizione della domanda di divorzio, in pendenza del giudizio di separazione, non determina la sospensione necessaria di quest'ultimo. La Corte di Cassazione, recependo un orientamento ormai consolidatosi nella giurisprudenza di merito, ha sostenuto che, in tema di separazione personale dei coniugi, alla regola dell'affidamento condiviso dei figli possa derogarsi solo ove la sua applicazione risulti "pregiudizievole per l'interesse del mino-re", con la duplice conseguenza che l'eventuale pronuncia d’affidamento esclusi-vo dovrà essere sorretta da una motivazione non solo più in positivo sull’idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sull’inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell'altro genitore, e che l'affidamento condiviso non può ragio-nevolmente ritenersi precluso dalla mera conflittualità esistente tra i coniugi, poi-ché avrebbe altrimenti un’applicazione solo residuale, finendo di fatto con il coin-cidere con il vecchio affidamento congiunto. Nel quadro della nuova disciplina relativa ai provvedimenti riguardo ai figli dei coniugi separati, di cui agli art. 155 e 155bis c.c., l’affidamento condivi-so si pone non più (come nel precedente sistema) come evenienza residuale, bensì come regola, e non può ragionevolmente ritenersi precluso, di per sé, dalla mera conflittualità esistente tra i coniugi, poiché avrebbe altrimenti un’applicazione solo residuale, finendo di fatto con il coincidere con il vecchio affidamento con

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VITA ASSOCIATIVA

giunto; alla regola dell'affidamento condiviso può, pertanto, derogarsi solo ove la sua applicazione risulti pregiudizievole per l'interesse del minore (Cassazione civile, sez. I, 19 giugno 2008, n. 16593). Dal combinato disposto d’entrambe le norme emergono con chiarezza i principi giurisprudenziali già citati: il giudice può affidare i minori ad uno dei coniugi, in via esclusiva, solo quando il genitore non affidatario abbia posto in essere condotte pregiudizievoli nei confronti della prole. La mera conflittualità fra i genitori, pur rendendo oggettivamente diffi-cile la praticabilità dell’affido condiviso, non può valere ad escluderlo, nell’inte-resse della prole, in quanto tale tipo di pronuncia non farebbe che incentivare con-dotte ostruzionistiche da parte del genitore, con cui già vivano i figli, poste in essere al solo scopo di precostituire le condizioni d’inapplicabilità del regime, che potremmo definire “legale”, d’affido condiviso. Nella fattispecie, il Tribunale ha disposto un accertamento tramite il con-sultorio familiare e, dalla relazione acquisita agli atti, risulta che il R. ha un at-teggiamento corretto e responsabile, attento a non voler turbare i ritmi di vita e d’apprendimento scolastico dei figli, il suo ruolo di padre viene considerato posi-tivo per la crescita dei figli, mentre della T. si dice che ha rifiutato, senza motivo, un accordo col marito e che ha posto in essere condotte volte ad ostacolare il R. “piuttosto che a favorire un rapporto ed un dialogo costruttivo nell’interesse pri-mario dei figli”. Nella descritta condizione, affidare la prole alla madre, in via esclusiva, equivale a consentirle un arbitrio assoluto che potrà avere solo conseguenze nega-tive sullo sviluppo dei minori. Quanto all’esercizio della potestà genitoriale, in accoglimento dell’appello, si dispone che le questioni d’ordinaria amministrazione siano decise in modo di-sgiunto da parte del genitore che, di volta in volta, sia materialmente preposto alla cura dei minori e che le decisioni riguardanti gli impegni e le scelte educative, formative e della tutela straordinaria della salute siano prese, di comune accordo, da entrambi i genitori. Così deciso in Catania, nella camera di consiglio del 4 febbraio 2009. ricerca giuridica 6 ottobre 2009

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(sezione da staccare) NEWS

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Madre separata non favorisce incontri dei figli con il padre?

Scattano le manette Corte di Cassazione, sentenza 34838/2009 Giro di vite nei confronti delle madri separate che non favoriscono gli in-contri con l'altro genitore. Poco importa che il figlio abbia mostrato "ritrosia" ad incontrare il padre. Una mamma si deve comunque prodigare affinché si rispetti-no i provvedimenti del giudice in relazione agli incontri con l'altro genitore. Un atteggiamento del genere, infatti, spiega la Corte, lungi dal "tutelare l'effettivo interesse" del minore, denota "il proposito di vulnerare l'interesse del marito a frequentare il figlio in costanza di separazione coniugale". La Corte ha così convalidato una condanna nei confronti di una madre a sei mesi di reclusione per mancata esecuzione dei provvedimenti del giudice, con tanto di risarcimento danni in favore del padre che nel processo si era costituito parte civile. La donna con il suo comportamento aveva impedito all'ex marito di "svolgere i previsti incontri giornalieri con la bambina affidata a lei e di tenerla con sé due fine settimana al mese". Inutilmente la donna si è difesa in Cassazione, sostenendo che "non si era adoperata per favorire gli incontri con il marito separato, ma non aveva mai inteso ostacolarli". Del resto la bambina, e "la conferma era arrivata anche dai carabinie-ri, in occasione d’alcune consegne al padre piangeva e mostrava ritrosia" nell'an-dare con lui. Tutte queste circostanze, secondo gli 'ermellini', non alleggeriscono la posizione della madre nei confronti della quale sono stati ravvisati "profili di responsabilità" visto che "sono stati adeguatamente e con corretta motivazione illustrati dalle due conformi decisioni di merito, che hanno rimarcato l'assenza di qualsivoglia situazione suscettibile di ricondurre la condotta antigiuridica attuata da A.T. nell'area di un presunto stato di necessità in rapporto all'asserita esigenza di tutelare l'effettivo interesse della bambina, piuttosto che coltivare il proposito di vulnerare l'interesse del marito a frequentarla". Da qui l'inammissibilità del ricorso della madre che, oltre a dover sborsare le spese processuali e mille euro per avere fatto perdere tempo alla giustizia, pa-gherà anche le spese sostenute dall'ex marito per il processo (duemila euro). 20 settembre 2009 Roberto Cataldi www.studiocataldi.it

(sezione da staccare) NEWS

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Perde la potestà genitoriale? Deve continuare a mantenere figli

Corte di Cassazione, sentenza 43288/2009 Chi decade dalla potestà genitoriale resta comunque obbligato a corrispondere l'assegno di mantenimento per i figli. Lo ricorda la Corte di Cassazione che ha confermato una condanna per la violazione degli obbli-ghi d’assistenza inflitta da un uomo che dopo aver perso la patria potestà sui figli aveva deciso di tagliare il mantenimento all’ex moglie e alle due figlie. Secondo la Corte la perdita della potestà non è affatto motivo per esimersi dagli obblighi del mantenimento. "La pronuncia della decadenza dalla potestà genitoriale - scrive la Corte - lascia inalterati idoveri d’assi-stenza del genitore decaduto, penalmente sanzionati, sicché il provvedi-mento non incide sulla responsabilità penale, e, pertanto, non preclude la commissione del reato di cui all'art. 570 c.p. e non ne fa venire meno la permanenza". Il padre, peraltro, era stato dichiarato decaduto dalla potestà proprio perchè anche in precedenza aveva fatto mancare i mezzi di sussistenza a moglie e figlie. Già nell'aprile 2007 la Corte d'appello di Napoli aveva condannato il padre a sei mesi di reclusione e a 400 euro di multa. La Corte di Cassa-zione ha ora confermato il verdetto sottolineando come "la decadenza dal-la potestà dei figli" vuole punire il genitore "inadempiente dei poteri di rappresentanza e d’amministrazione dei beni del figlio nonché dell'usu-frutto legale sui beni stessi, finalizzato alla sua educazione e istruzione". Il fatto che un genitore non faccia più il papa' "lascia inalterati i doveri d’as-sistenza del genitore decaduto" che deve continuare a mantenere i figli. 15 novembre 2009 Roberto Castaldi www.studiocataldi.it

(sezione da staccare) NEWS

D IL GRANELLO DI SENAPA

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E questo è il testo

del foglietto illustrativo:

Farmaco:

Rosario in grani

COMPOSIZIONE: ogni Rosario contiene: 50 Ave Maria, 5 Padre Nostro, 5 Gloria al Padre, 1 Salve Regina. PRINCIPIO ATTIVO: la Grazia di Dio. CATEGORIA FARMA-COTERAPEUTICA: san-tificante effervescente. USO: si consiglia il sovra-dosaggio.

SOVRADOSAGGIO: in caso di assunzione in dosi molto elevate si potrebbero avere manifestazioni di: Scatti di gioia, Lodi improvvise a Dio, Slanci di Carità. INTERAZIONI: è possibile, anzi consigliabile, assumerlo insieme ad altre pre-ghiere e ai Sacramenti, specialmente l'Eucaristia. DOSI CONSIGLIATE: da uno a 4 al giorno. INDICAZIONI TERAPEUTICHE: contro la tiepidezza spirituale, aiuta nel cam-mino verso la Santità, scoraggia dalle tentazioni, toglie acidità e pesantezza di coscienza, libera le anime dal Purgatorio. POSOLOGIA: uso orale. Da assumere con devozione e raccoglimento. Gli effet-ti possono migliorare con l'assunzione in gruppo. EFFETTI INDESIDERATI: se recitato bene e ogni giorno può provocare un cer-chio alla testa. CONTROINDICAZIONI: nessuna. VALIDITÀ: non è soggetta ad alcuna forma di deterioramento. PRODUTTORE Laboratori M. SS. - Maria Santissima.

TROVATO SULLA RETE

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Preghiera di Natale e dell'Avvento

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Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni, Figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: E dunque vieni sempre, Signore. Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti,: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni, tu che ci ami: nessuno è in comunione col fratello se prima non è con te, o Signore. Noi siamo tutti lontani, smarriti, né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo. Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore. (David Maria Turoldo)

VIENI DI NOTTE

PREGHIERA

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luce sfavillante. L’icona clipeata veni-

va scelta dalla famiglia dei defunti

affinché proteggesse il cubico-

lo .Questa la funzione sacra dell’ im-

magine di

S. Paolo, il cui volto dettagliato e se-

vero, di un espressionismo eloquente

turba e intimorisce i visitatori,ma ri-

corda ai presenti la sua speciale mis-

sione.

Consiglio a tutti di andare a visitare questo interessante” ritrovamento ar-cheologico”

Artemisia

Ancora una volta sulle orme di Paolo

Strepitosa scoperta sulla via Ostiense,

nelle Catacombe di Santa Te-

cla:durante i lavori di restauro di un

cubicolo, coordinati dalla Pontificia

Commissione di archeologia sacra e in

corso da più di un anno, è stata di re-

cente rinvenuta la più antica icona di

S. Paolo. Il volto dell’”Apostolo delle

genti” si caratterizza per il forte e inso-

lito espressionismo rispetto ad altre

raffigurazioni del Santo .L’icona è sta-

ta rinvenuta nell’ oscurità della volta

del cubicolo, ove sono allocati, intorno

al clipeo di Cristo, 4 tondi, 2 dei quali

contenenti con certezza S. Paolo e S.

Pietro; i rimanenti 2, invece potrebbero

raffigurare 2 defunti o 2 Santi interces-

sori o altri 2 Apostoli. L’immagine di S.

Paolo, in particolare, è allocata nel

tondo di sinistra e come le altre è cir-

condata da un clipeo di colore giallo

oro e rosso, che le conferisce una

TESTIMONIANZA

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Grazie! E’ quanto di più semplice e sentito posso esprimere per la vicinanza che mi è stata dimostrata da molti di voi in un mo-mento certamente delicato come è stata la morte di mio padre. Senza che abbia detto niente a nessu-no (?) vi ho ritrovati intorno, come una fami-glia, ed è stato un bel segno di quella solida-rietà che in tante occasioni rimane invece solo una parola. Il periodo appena trascorso è stato quello dedicato alla commemorazione dei defunti e trovo spunto, proprio in un’occa-sione come questa, per ricordare uno dei nostri amici che non c’è più. Un amico dell’-associazione che nel breve periodo in cui l’ha frequentata è riuscito a lasciare un segno ed un ricordo profondo; mi riferisco a Paolo Morini. Il nome, ai più, risulterà sconosciuto essendo trascorsi già alcuni anni da quando non è più fisicamente presente e proprio per questo ha ancora più senso ricordarlo. Ciò che riguarda tutti noi e che cito per pri-mo è stato il suo contributo alla nascita del giornalino dell’associazione: “Il Granello di Senapa”. Nato da un’idea di Artemisia, sa-rebbe rimasto solo un’idea senza l’intervento

di Paolo. Si dice che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e Paolo ci ha tra-sportati con la zattera della sua professio-nalità al di là di questo mare ed è solo grazie a lui che il giornalino ha potuto prendere corpo, tant’è che l’impostazione che ancora oggi ha è quella concepita e realizzata da lui. Ma questo non è certo l’aspetto più importante. Il segno più importante della sua presenza Paolo ce l’ha offerto proprio nel modo di affrontare la sua fine terrena. Sempre schivo e forzatamente silenzioso per l’incombere di un male di cui non si era mai lamentato e che nessuno poteva immaginare così grave, ha saputo impor-si per la dignità e la serenità con cui si è addormentato. Addormentato è proprio il termine più adatto, perché ha chiuso gli occhi con semplicità, come se si accin-gesse ad un lungo riposo. Coraggioso per “l’intesa” raggiunta con nostro Signore, che ben sapeva lo avrebbe accolto vicino a sé. Ciao Paolo. Sei fisicamente lonta-no, ma il tuo spirito e il tuo ricordo sarà sempre tra noi. PP

VITA ASSOCIATIVA

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PER PAOLO MORINI

Il 20 novembre Famiglie Separate Cristiane ha voluto commemorare i suoi defunti con una messa celebrata nella Chiesa del Gesu’ a Roma. Con l'oc-casione ricordiamo due nostri amici che ci hanno prematuramente lasciato.

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La notizia della morte di Anna Ma-ria Londei, è arrivata all’improvviso e ancora non mi sembra vero. Ha frequentato il gruppo dei “Castani” per alcuni anni e con lei ho pregato, parlato e condiviso momenti di rielaborazione dei nostri dolori ma anche giornate piacevoli e rilassanti ; era una di quelle persone che trasmettevano dolcezza e garbo con le parole ma soprattutto con il sor-riso Non ci ha mai detto di aver pubblicato un libro di poesie, della sua passione per la recitazione o di quanto era amata come professoressa (al funerale i suoi allievi piangevano lacrime vere, come solo i ragazzi sanno fare senza finzioni o riserve ; erano veramente distrutti perchè sapevano di aver perso non solo un insegnante di valore ma anche una guida comprensiva e umana) In un mondo dove tutti vogliono apparire lei preferiva la semplicità e la discrezione. A noi ha lasciato un eredità nascosta nelle sue poesie ovvero la forza di reagire al di-sagio, alla disillusione e la sua costante voglia di combattere gli aspetti negativi della realtà: non cedimenti ma riflessioni quando il coraggio di ricominciare sembra minacciato .. così è scritto nella prefazione del suo libro di poesie “Nel Silenzio della sera” dedicato all’amatissimo figlio ………pubblicato dalla casa editrice C.E.SI. nel dicembre del 2003. Nelle sue poesie possiamo ritrovarci tutti noi che siamo passati attraverso il dramma della separazione ed è per questo che vo-

glio ricordarla proprio con alcuni suoi versi. Betty Calì

RADICI Nella mia pigra libertà ho gettato il sorriso di una maschera per riprendere il mio viso. Là sulla neve di ieri, nelle orme dei miei passi piccoli, ho riaffondato i miei piedi. Sull’acqua gelida ho preso al volo spruzzi di sole e fra le mie dita ho stretto scintille. Si, la terra rugosa ha graffiato le mie ginocchia, ma io ho afferrato radici per non cadere. 14 dicembre 1999

Nella foto Anna Maria (la prima da destra) durante una gita organizzata da FSC.

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PER ANNA MARIA

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SACERDOTI E SEPARATI

TESTIMONIANZA

essendo tutto del Signore, è tutto degli uomini, per gli uomini.” (Benedetto XVI - Udienza di mercoledì 01 luglio 2009). I nostri gruppi dispongono di bravi sacerdoti ma la crisi delle voca-zioni e gli impegni a 360 gradi dei par-roci e dei loro collaboratori rendono questo problema, alcune volte, com-plesso. Per trovare una soluzione il Santo Padre ricorda nei suoi discorsi, di come la preghiera sia aspetto prioritario non solo nella vita del cristiano ma an-che in relazione alle vocazioni sacerdo-tali. Vocazioni che possono e devono essere sostenute dalla preghiera comu-nitaria, specialmente in questo Anno Sacerdotale. Considerando fra le vari vocazioni anche quella della direzione spirituale di un gruppo di famiglie se-parate si potrebbe incentrare l’impegno alla preghiera dei vari gruppi FSC pro-prio verso i nostri sacerdoti e verso co-loro che oggi o domani potrebbero av-vicinarsi a questo particolare aspetto della pastorale dei consacrati. Infine vorrei sottolineare un punto che non credo trascurabile cioè la prepara-zione specifica, unita ad una adeguata sensibilità, al problema da parte del presbitero. Ho notato infatti in varie occasioni come anche un bravo sacer-dote possa trovarsi come “un pesce

Molte persone, anche non cre-denti, trovano spesso ascolto e consi-glio nei sacerdoti, specialmente nei mo-menti di difficoltà della vita. In partico-lar modo nei nostri gruppi di preghiera molti notano la differenza che c’è fra quando è presente il sacerdote oppure no, la sola sua presenza cambia il “clima” dell’incontro. Venerdì 19 giu-gno 2009, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Benedetto XVI ha inau-gurato l’Anno Sacerdotale, indetto in occasione del centocinquantesimo anni-versario della "nascita al Cielo" del Curato d’Ars, san Giovanni Battista Maria Vianney. Ma chi è il sacerdote o meglio il presbitero? Proprio il Santo Padre ci risponde, e dice: ” Chi è infatti il presbitero, se non un uomo convertito e rinnovato dallo Spirito, che vive del rapporto personale con Cristo, facendo-ne costantemente propri i criteri evan-gelici? Chi è il presbitero se non un uomo di unità e di verità, consapevole dei propri limiti e, nel contempo, della straordinaria grandezza della vocazione ricevuta, quella cioè di concorrere a dilatare il Regno di Dio fino agli estre-mi confini della terra? Sì! Il sacerdote è un uomo tutto del Signore, poiché è Dio stesso a chiamarlo ed a costituirlo nel suo servizio apostolico. E proprio

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fuor d’acqua” davanti alle richieste specifiche del separato e come invece sacerdoti che hanno fatto esperienza insieme ad un gruppo di preghiera di FSC ne sottolineino l’arricchimento spirituale. È’ vero che ogni sacerdote ai gior-ni d’oggi è per forza costretto a confrontarsi con il problema della crisi della famiglia, ma è anche vero che ogni pastorale necessita di un’adeguata prepara-zione ed infatti la for-mazione permanente dei sacerdoti costitui-sce, insieme alla santi-tà, la chiave di volta della nuova evangeliz-zazione (Benedetto XVI - Udienza di mer-coledì 19 agosto 200-9). Queste, preghiera e formazione, sono pro-babilmente le due co-lonne su cui si regge una efficace pastorale per le persone e le fa-miglie in difficoltà ma sono anche i doveri di ogni cristiano che vo-glia veramente vivere la propria fede. Roberto De Angelis

E’ questa l’occasione per dire grazie

dal più profondo del cuore ai sacer-

doti che ormai da diversi anni si oc-

cupano di noi, ci conoscono nel pro-

fondo, condividono con noi i nostri

problemi di tutti i

giorni, ci guidano

spiritualmente, asciu-

gano le nostre lacri-

me e si rallegrano

delle nostre gioie.

Primo fra tutti Padre

Paolo Bachelet che

ha iniziato ad occu-

parsi di noi quando

per tanti altri erava-

mo solo un problema

– ha considerato la

nostra sofferenza una

risorsa per la chiesa

e ha capito che le

nostre lacrime pote-

vano diventare una

preghiera. Per scri-

vere di lui, della sua

levatura spirituale,

della sua preparazio-

ne, della sua cultura

ma soprattutto della

sua tenerezza non

basterebbe un libro

così ci limitiamo ad

un semplice GRA-

ZIE!

ndr

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Dall’ Avvenire del 27 Sett. 2009 A proposito di «famiglia allargata»

La felicità non è un caos «Il giorno più brutto della mia vi-ta? Quando papà e mamma si sono sepa-rati»: la bambina che mi parla così ha 7 anni, dunque siamo arrivati ai tempi in cui una bambina di 7 anni cataloga i giorni brutti della sua vita, e stabilisce qual è il peggiore? E se il giorno in cui papà e mamma si son separati è il più brutto, ci potrà mai essere, in futuro, un giorno an-cora più brutto? Sì: «Quando il papà o la mamma avranno un nuovo fidanzato». La bambina è la prima della classe, scrive perfino delle poesie. Senza rima, ma ormai chi usa più la rima? Leggevo, ieri, che ci sono bambini per i quali avere tre o quattro genitori è una festa: si diver-tono di più. Se poi i nuovi genitori hanno dei bambini, i figli nati dai due-tre matri-moni formano una squadra, giocano sem-pre, è come se fossero continuamente al parco. Questo leggevo. Ma la mia espe-rienza non me lo conferma. Ogni tanto la madre della bambina che ho introdotto all’inizio di questo articolo fa qualche viaggio, per stare in pace col nuovo com-pagno, e per non far sentire l’abbandono

RASSEGNA STAMPA

E' una vera e propria Casa che per la prima volta a Roma accoglierà i papà sepa-rati, temporaneamente in difficoltà econo-mica, residenti sul territorio capitolino. Il progetto, programmato dall'Assessorato alle Politiche sociali, darà la possibilità ai papà separati di poter permanere per un periodo massimo di 12 mesi in una struttu-ra a loro dedicata. La Casa ospiterà un totale di 20 pa-pà che potranno incontrare i loro figli, an-che minori, condividendo con loro momen-ti quotidiani simili a quelli vissuti in ambito domestico. Con un contributo di 200 euro al mese, i papà potranno usufruire di apparta-mentini con angolo cottura, camera da let-to, saloncino con televisore, bagno arredato dotato di lavatrice, oltre a spazi dedicati alle attività ludico ricreative e aree verdi attrezzate. Fonte: sito del Comune di Roma

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alla figlia la chiama col cellulare, e la prima risposta della figlia è: «Dove sei? sei sola? o sei con X?». La piccola ha un’ossessione: che la madre introduca un nuovo marito, e cioè un nuovo padre. Il bambino sente padre-madre come una coppia perfetta, si sente il frutto di una perfezione. Se la coppia si spacca, nel bambino s’infiltra un’autosvalutazione, si sente frutto di un errore. Avevo un amico che era uscito di casa, viveva con un’altra donna, e da que-ste donna ebbe un nuovo figlio. Il figlio avu-to dalla moglie precedente andò a trovarlo, stava al quinto piano, guardò il fratellastro in culla, uscì sul terrazzino e si buttò. Ricordi come questo, di figli finiti male o sbandati perché papà e mamma si son separati, a una certa età si fan numerosi. Leggo che son nati termini nuovi, per indicare i nuovi ruoli introdotti col secondo o terzo matr imonio: "papigno" , "mammastra", "cugipote". Non vedo la scia di affettività che questi termini si trascinano dietro. "Papigno" è il maschile di "matrigna", e la matrigna sta nelle favole come l’incarna-zione del peggior male che l’inconscio delle bambine teme: è l’anti-madre. So che le matrigne eccellenti non sono poche, ma so che le bambine con questo terrore sono mol-te. E "papigno" è un neologismo funebre. In genere la matrigna appare quand’è morta la madre, se c’è il papigno vuol dire che non c’è il papà. Il figlio c’è perché c’è la mamma che lo ha voluto. Se c’è la "mammastra" ci sono altri figli che lei ha voluto, non tu. La famiglia allargata è un caos generazionale, ma anche lessicale. Poiché le famiglie allargate son numerose, in Inghilterra han deciso che a scuola non si dica più ai bambini "tua ma-

RASSEGNA STAMPA

dre" o "tuo padre", perché è possibile che il bambino non viva con loro. Allora si dice: "gli adulti che vivono con te". La parola "madre" è cancellata. La parola è un albero, la lingua una foresta. Se tagli una parola, tagli un albero. Ma dalla parola "mamma" derivano tanti altri alberi, germogliati dalle sue radici: se tagli quella parola, crei una radura vuota nel mezzo della società. Un ministro italiano in carica ha confidato ieri: «Anch’io pensavo che mio figlio, intelligente, non ne risentisse, e mi sono separato. Ma si è destabilizzato. Non è giusto cercare la propria felicità a danno dei figli». È l’intuizione di un concetto profondo che va portato in superficie: se uno vive da solo, insegue una felicità indi-viduale; se si unisce a formare una coppia, entra in un altro concetto di felicità, la feli-cità di coppia, che comporta anche dei do-veri, la felicità dell’altro; se poi forma una famiglia, entra in una felicità di gruppo, e non può rompere impunemente il gruppo, e uccidere la felicità degli altri per chiudersi nella propria. La felicità della famiglia – e il Papa ce lo ha ricordato – non è fatta di tante felicità individuali separate, ma dalla loro fusione e dal loro accordo. Ferdinando Camon

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CONSIGLI PER LE LETTURE

La fabbrica dei divorzi - Il diritto contro la famiglia

Autore Fiorin Massimiliano San Paolo Edizioni Prezzo €18,00

Il divorzio in Italia, nella nebbia dei pregiudizi e dei luoghi comuni. In quasi quarant’anni dall'approvazio-ne della legge Fortuna-Baslini, fino a che punto il divorzio ha trasformato la società italiana? Che cosa è rimasto del matrimonio tradizionale, e quali sono le prospettive futu-re della famiglia? È anche per rispondere a queste domande che il presente libro descri-ve la realtà delle separazioni coniugali e del-l’affidamento dei figli, in Italia. Il libro parte dall'esame di ciò che avviene ogni giorno nei tribunali e negli stu-di degli avvocati, dove la fabbrica dei divor-zi si muove secondo una logica ferrea da catena di montaggio. Dai fatti raccontati risulta con chiarezza quanto sia opportuno che tutti gli operatori di questo settore avvo-cati, magistrati e consulenti rivedano i loro modi di pensare e di agire. Successivamente, il discorso viene esteso all’intera cultura occidentale, alla ri-cerca di come e dove tutto sia iniziato. Su un piano più strettamente giuridico, si tenta poi di rompere il tabù dell’intangibilità della legge sul divorzio, indicando modelli alter-nativi come il cosiddetto covenant marriage, sempre più diffuso negli Stati Uniti, per ri-scoprire in essi il significato più profondo del matrimonio.

Scarpe verdi d'invidia Autore Alberto Pellai Edizioni Erickson Prezzo €18,50 Una storia per dare un calcio al bullismo Libro + CD

Marco è un bambino di sette anni che si è appena trasferito in una città a 900 chilometri dal suo paesino di origine. Le cose però non stanno andando come vor-rebbe lui: inserirsi in una classe di 22 bam-bini che si conoscono già da un anno non è affatto facile, soprattutto per colpa di due bulletti che lo prendono in giro per il suo accento. Persino le favolose scarpe verdi che papà gli regala per il compleanno non fanno che peggiorare la situazione, susci-tando l’invidia degli altri! Per fortuna mamma, papà e una maestra molto intra-prendente avranno una fantastica idea che cambierà tutto…

Al libro è allegato un CD audio con la narrazione della favola e numerosi suggerimenti educativi.

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INCONTRI DEI GRUPPI

IL GRANELLO DI SENAPA 23

ROMA

Gruppo Astalli Via degli Astalli, 16 (Piazza Venezia) Guida spirituale: Padre Paolo Bachelet tel. 06.69700204 Coordinatrice: Paola Menaglia cell. 338.8961409 Gruppo Castani Via dei Castani 291 (Centocelle) Parrocchia di S. Ireneo Guida spirituale: Don Socorro Rosario Antonio Mendes tel. 06.21803514 Coordinatore: Sandro Bora cell. 349.1670143 Gruppo Mostacciano P.zza B. Vergine del Carmelo, 10 (Roma Ovest) Guida spirituale: Padre Giuseppe Midili tel. 06.5294061 Coordinatrice: Rosella Tirelli cell. 347.2645980 Gruppo Prenestina Via Prenestina, 104 (Prenestino) Parrocchia S. Leone Magno Guida spirituale: Don Vito Di Nuzzo tel. 06.21703321 Coordinatore: Marisa Attili cell. 328.5652788 Gruppo Serpentara Parrocchia S. Ugo (Roma Nord) Via Lina Cavalieri, 3 Guida spirituale: Don Roberto Savoja tel. 06.8805146 Coordinatrice: Anna Torretta cell. 320.0551944 Gruppo Somalia Via F. Marchetti, 36 (Quartiere Africano) Chiesa S.S. Trinità a Villa Chigi Guida spirituale: Padre Lucio Boldrin tel. 06.8600733 Coordinatori: Antonio e Isa Bux cell. 328.4181194 Gruppo Ottavia Via Ascrea 24/A (Trionfale) Parrocchia S. Andrea Avellino Guida spirituale: Don Claudio Occhipinti tel. 06.30815220 (gruppo in formazione)

LATINA

Chiesa S. Luca – via Pierluigi da Palestrina Guida spirituale: Mons. Mario Sbarigia tel. 0773.621913 Coordinatore: Anna Marullo cell. 328.7639925

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SABATO 9 GENNAIO 2009 Primo incontro del Corso di cultura religiosa ore 19.30 Parrocchia S.Maria delle Grazie “L’eucarestia” a cura di Mons.Sergio Mangiavacchi Piazza S.Maria delle Grazie, Roma (Metro Cipro) Gli Incontri si svolgono il sabato secondo il seguente calendario: Gennaio 9 - 30 ; Febbraio 13 - 27 ; Marzo 13 - 27 SABATO 16 GENNAIO 2010 S. Messa con la partecipazione della nostra Ass. aperta a tutti i separati Ore 19.00 - Chiesa S.Maria dei Miracoli - Piazza del Popolo L’app. si ripete ogni 3° sabato del mese

2-3-4 FEBBRAIO 2010 Tre incontri per i coniugi separati e divorziati (e “regolari”…!?) sulla posizione della Chiesa. “Il punto della situazione, parlatene con il sacerdote” Ore 21.00 - Chiesa S. Andrea Avellino - tel. 0630815220 - Via Trionfale, altezza civico 11884

PRESIDENZA NAZIONALE 20121 Milano - via Appiani 25

Presidente: Ernesto Emanuele Tel. 02.6554736 - Fax 02.6551717 [email protected] www.famiglieseparatecristiane.it Tel. “SOS Separati” 02.6554736

Consulente ecclesiastico dell’Associazione:

Padre Paolo Bachelet S.I. 00186 Roma - Via degli Astalli 16 Tel. 06.69700204 - Fax 06.69700331 SEZIONE DI ROMA

Guida spirituale: Don Claudio Occhipinti Parrocchia S.Andrea Avellino Via Ascrea 24 A - Tel e Fax 06.30815220 [email protected] Referenti:

Paola Menaglia Sandro Bora 338.8961409 349.1670143 [email protected] [email protected]

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