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Christian Milone | Alessandro Invernizzi | Tabui, cane buongustaio | Sacra di San Michele | Libereso Guglielmi passeggiata in nizza oltremare birre artigianali in fermento il cinema di gisella marengo TRADUCTION FRANÇAISE e 5,00 Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB/CN - anno VII - numero 35 - Settembre - Ottobre 2015 nella terra identità da patrimonio

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Il magazine dalle Alpi al mare settembre/ottobre 2015

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Christian Milone | Alessandro Invernizzi | Tabui, cane buongustaio | Sacra di San Michele | Libereso Guglielmi

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EDITORIALE Roberto Audisiodirettore artistico

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Finalmente Cuneo sta scoprendo il suo lato attraente. Non ci ha mai creduto, come forse non ci hanno mai creduto i Cuneesi. Ma i grandi

eventi di quest’estate, inaspettatamente, hanno come sollevato un velo, svelando una città bella, anzi bellissima e pronta per un nuovo corso. Il pubblico travolgente di Illuminata, la nuova Via Roma pedonale, le tan-te iniziative estive, ultima delle quali il Festival del Sorriso, dimostrano qualcosa che va oltre i numeri e portano a fare considerazioni, non tanto sul “quanto”, ma piuttosto sul “perché”. Le persone che abbiamo visto, cittadini e turisti da ogni dove, rappresentano una vera svolta. La dimo-strazione che quando si offre qualità la risposta è positiva. Non solo per manifestazioni puramente gastronomiche.Cuneo ha, e avrà sempre, molte anime, ma creatività e cultura, capacità di accoglienza e sapori, eleganza e servizi non sono più solo sogni in un cas-setto ma un business vero e accertato. Siamo solo all’inizio, consapevoli che non potrà che crescere e migliorare, imponendosi con quella sobrietà tipica e vincente che le appartiene. I visitatori della città non ci vengono più solo “di passaggio”. Sono portati da curiosità e voglia di conoscere meglio un luogo che si sta risvegliando. Dall’Italia come dall’estero. A tutti UNICO offre le sue pagine, ricche di quel territorio che guarda oltre, a partire da Gisella Marengo, cuneese doc, attrice e produttrice a Hollywood. Anche Alessandro Invernizzi, imprenditore delle acque mi-nerali e termali, sta guardando ben oltre i confini provinciali, esportando i suoi prodotti in tutto il mondo. Ci affacciamo sulla vicina Costa Azzurra per scoprire la sua capitale, Nizza, e il suo poliedrico panorama culturale, ma torniamo subito dopo nella Granda, a passeggio nelle Langhe in com-pagnia del tabui, il cane da tartufi, protagonista tanto fedele e prezioso quanto i gioielli della terra che sa scovare. Sempre più ricercate sono, poi, le birre artigianali, un mondo “in fermento” e in costante evoluzione, che nella nostra provincia ritrova produttori riconosciuti ormai a livello nazio-nale per la loro eccellenza. Questi sono solo alcuni degli argomenti stuzzicanti che vi offriamo.Gli altri scopriteli voi...

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CONTRIBUTORS

Rivista bimestrale dalle Alpi al MareAnno VII • Numero 35 • SETTEMBRE - OTTOBRE 2015

Direttore responsabile:Alessio Botto • [email protected]

Direttore artistico:Roberto Audisio • [email protected]

Redazione centrale:Giovanna Foco • [email protected]

Editing:Vanina Carta • [email protected]

Concessionaria unica di pubblicità:BB Europa Edizioni • via degli artigiani, 17 - Cuneo [email protected]. +39 0171.603633

[UNICO] è una pubblicazione di BB Europa EdizioniVia degli Artigiani, 17 • 12100 Cuneo tel. +39.0171.60.36.33Reg. Trib. di Cuneo n. 617 del 1 Agosto 2009

Stampa:TIPOLITOEUROPA • [email protected] • www.tipolitoeuropa.com

Tutti i diritti riservati, è vietata la pubblicazione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore© BB Europa Edizioni. Nell’eventualità che testi e illustra-zioni di terze persone siano riprodotti in questa pubbli-cazione, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non citati. L’editore porrà inoltre rimedio, a seguito di segna-lazione, ad eventuali non volute omissioni e/o errori nei relativi riferimenti.

Garanzia di riservatezza per gli abbonati.L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamen-te la rettifica o la cancellazione scrivendo a: “BB Europa Edizioni” - Responsabile dati UNICO - Via degli Artigiani, 17 - 12100 Cuneo. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico della “BB Europa Edizioni” saranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata e gli allegati, anche pubblicitari, di interesse pubblico (legge 675/96).

Puoi trovare [UNICO] nelle migliori edicole della provin-cia di Cuneo e Liguria di Ponente, a Torino nella Libreria Internazionale Luxembourg, nei migliori locali della Ligu-ria, del Principato di Monaco e della Côte d’Azur.

Questo numero è stato chiuso in redazioneil 11/09/2015

In copertina foto: Daniele Molineris

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SEGUICI SU:

@robyaudi unico peopleestyle

Alessio Botto DIRETTORERESPONSABILE

[email protected]

Roberto Audisio DIRETTOREARTISTICO

[email protected]

con il patrocinio di: in collaborazione con:

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero

Hanno fotografato

AF Cravero / Confartigianato Cuneo

Archivio Cheese – Slow Food

Oscar Bernelli

Marco Bertorello / Fondazione Amleto Bertoni

Francesca Brambilla – Serena Serrani

Davide Dutto

Tino Gerbaldo

Marco Jorio

Teresa Maineri / Fiera Nazionale del Marrone

Tonino Manzi

Filippo Milani / Teatro Stabile Torino

Daniele Molineris

Monaco Yacht Show

OTC Nice – Office du Tourisme et des Congrès de Nice

Press office Ass. Marcovaldo

Press office Cenacolo Studi “Michele Ginotta”

Press office Ente Fiera di Genova

Press office Fondazione Torino Musei

Press office GFE

Press office Monaco Yacht Show

Press office Museo Civico di Bra

Press office Scrittori in Città

Luca Prestia

Stefania Spadoni / Ente Fiera Internazionale

del Tartufo Bianco d’Alba

Hanno scritto

Roberto Audisio

Amy Bellotti

Phil Boschero

Vilma Brignone

Vanina Carta

Riccardo Celi

Monica Coviello

Giovanna Foco

Fabrizio Gardinali

Marco Jorio

Marc Lanteri

Fabio Moretti

Luca Morosi

Camilla Nata

Luca Prestia

Monia Re

Traduzioni: Lidia Dutto

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RUBRICHE

3 | EDITORIALE

6 | SOMMARIO

8 | PRIMO PIANO

12 | PASSEPARTOUT

33 | L’INTERVISTA IMPOSSIBILE

62 | LIFE-STYLE

66 | BONTÀ A TAVOLA

68 | PERSONAL SHOPPER

71 | DA ROMA

72 | BON TON

75 | MONEY MONEY MONEY

76 | ARTE

78 | MOTORI

80 | UNA MELA AL GIORNO

82 | ESSERCI

86 | TRADUCTION FRANCAISE

RITRATTO14 | carnalità da cineteca

UNDER 4018 | premiata ditta zappatori

CAPITANI D’AZIENDA22 | acqua di rango

SOCIETÀ E COSTUME26 | nizza “oltremare”

STORIA E STORIE30 | tabui, il cane buongustaio

ITINERARI34 | ineffabile, “sacra” ascendente

GUSTO38 | nuove generazioni in fermento

TERRITORIO42 | libereso, botanico umanista

FASHION46 | icone. oltre il tempo. oltre le mode.

AZIENDE50 | energetica per ogni esigenza

MADE IN CUNEO52 | “i mestieri del gusto” in fiera

EVENTI54 | fab, autunno carico di novità56 | mondovì, il gusto è “peccaminoso”58 | una notte lunga dieci anni

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NUOVI FONDI ALCOTRA 2014-2020Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Provenza Costa Azzurra e Rhône-Alpes. Sono i territori italiani e francesi che, nei prossimi anni, avranno a disposizio-ne ben 234 milioni di euro, grazie al nuovo programma Alcotra 2014-2020 di fondi europei e di finanziamenti pubblici erogati dai due Paesi. “I percorsi Alcotra – sotto-linea l’assessore regionale alla Montagna, Alberto Valmaggia – sono fondamentali, perché hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle popolazioni e lo sviluppo sostenibile dei sistemi economici e territoriali italiani e francesi, attraverso la cooperazione sociale, produttiva, ambientale e culturale”.

AL VIA L’ACCORDOQUADRO CUNEO-HYÈRESÈ stato firmato dai due sindaci, Federico Borgna e Jean-Pierre Giran, l’accordo-quadro di collaborazione tra i Comuni di Cuneo e Hyères per lo sviluppo di relazioni bilaterali. Il sindaco della città di Hyères, accompagnato dall’assessore all’Ambiente e alla Cultura François Carrassan, è stato ricevuto dagli assessori comunali, assieme al direttore di Confcommercio Cuneo, Marco Manfrinato, dal direttore di Cônitours, Armando Erbì e dal presidente della Compagnia del Buon Cammino, Ermanno Bressy. L’accordo di collaborazione, che avrà durata pluriennale e che sarà soggetto a verifica e rinnovo ogni due anni, si propone prioritariamente di perseguire la crescita sociale e culturale, attraverso una maggiore conoscenza delle due comunità e l’avvio di azioni congiunte nell’ambito dei settori economico, turistico, commerciale, culturale, educativo e sportivo, oltre che nella condivisione di strumenti di comunicazione e di informazione. I due comuni si impegnano, inoltre, a definire e a promuovere in modo congiunto dei progetti da presentare all’Unione Europea, per i quali ottenere le opportune sovvenzioni. Nel novero di questo accordo, saranno organizzati due incontri annuali (uno a Hyères e uno a Cuneo), denominati “Gli incontri Cuneo-Hyeres”, destinati a diventare periodici. Nell’immagine, Place Massillon a Hyères.

SALUTE, IN PIEMONTE OBIETTIVI PIÙ CHIARISono il miglioramento dei tempi di attesa, la riduzio-ne dei primariati, l’uma-nizzazione degli ospedali, la prevenzione oncologica, l’aumento dei trapian-ti di organi e l’equilibrio economico-finanziario gli obiettivi per il 2015 attri-buiti ai direttori generali delle aziende sanitarie dalla Giunta Regionale. “Da anni ormai la Regione assegnava ai direttori obietti-vi troppo generici o unicamente collegati al risultato economico – osserva l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta. – Noi abbiamo lavorato per modificare tale approccio e poter misurare i nuovi vertici sui territori con obiettivi puntuali e specifici. Chi non sarà in grado di raggiungere una valutazione sufficiente non solo non riceverà l’incentivo economico, ma vedrà messa in discussione anche la permanenza nell’incarico”.

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UNA CARTAPER IL GRAN PARADISOImprese, amministrazioni pubbliche e turisti insieme per uno “sviluppo economico sostenibile” e per la “conservazione della natura e del paesaggio”: è stata firmata a Cogne la Carta delle Valli del Gran Paradiso. Condivisa da membri del Parlamento Europeo, Commissione Europea, Governo, enti e fondazioni, è “un esempio di politica ambientale partecipata. Se avrà molte adesioni sarà rilanciata a livello europeo e alle Nazioni Unite”, ha spiegato agli organi di informazione, Luisa Vuillermoz, direttore della Fondation Grand Paradis.

IN REGIONERESTYLING ON-LINE On line la rinnovata ver-sione del sito istituzionale della Regione Piemonte (www.regione.piemonte.it), con una nuova grafica in home page, nuove pagine indice e un nuovo layout per le sezioni tematiche. Migliora anche la fruizione dai dispositivi mobili: utiliz-zando smartphone e tablet, la visualizzazione del sito si adatta in modo automatico a diversi livelli di risoluzioni. Il passaggio di tutte le pagine del sito alla nuova veste grafica avviene in modo progressivo e terminerà a fine 2015. Colori e titoli guidano l’utente in modo veloce e diretto ai contenuti, anche in base al profilo di appartenenza. Tre le categorie individuate: cittadini, pubblica amministrazione, impre-se. Il nuovo sito è stato realizzato dal Settore Stampa e Nuovi Media della Regione Piemonte e dal CSI-Piemonte.

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Unico ottobre-novembre 2015_Unico rivista 04/09/2015 17:21 Pagina 1

CHEESEIL DIETRO LE QUINTEAlla proposta lanciata dagli organizzatori di Cheese, hanno risposto in tanti aprendo le porte delle proprie case ai delegati presenti all’evento dal 18 al 21 settembre. Pastori, casari, giovani cuochi e accademici: sono oltre 50 le donne e gli uomini invitati da Slow Food, provenienti principalmente da Europa, Africa e America Latina. In molti hanno già “trovato casa” a Bra, ma anche a Cherasco e Fossano, entrambe “città di Terra Madre”. “È an-che questo un contributo che i cittadini braidesi non mancano di dare alla

piena riuscita della X edizione di Cheese,” afferma il sindaco di Bra, Bruna Sibille. “L’esperienza che viene proposta consente a entrambi gli attori di ottenere un vantaggio. Per l’ospite è la possi-bilità [...] di conoscere il nostro modo di vivere. Per l’ospitante, di avere un momento di incontro e confronto con altre culture”.www.cheese.slowfood.com

IL “SALAME PIEMONTE”SALE DI GRADOLo scorso agosto, si è concluso l’iter per la registrazione della IGP “Salame Piemonte”. La Commissione Europea ha infatti pubblicato il Regolamento di esecuzione (UE) 2015/1161 recante l’iscrizione della denominazione “Salame Piemonte” IGP nel registro delle Indicazioni Geografiche Protet-

te e delle Denominazioni di Origine Protette (DOP), che conta già oltre 1200 prodotti. Si presume che il Salame Pie-monte IGP sarà disponibile sul mercato entro la fine del 2015. Tra le peculiarità del prodotto, la presenza tra gli ingredien-ti di vino rosso piemontese DOC, vinificato esclusiva-mente con i vitigni Nebbiolo, Barbera e Dolcetto (nella foto: Beppe Dho e la stagionatura, ph. Davide Dutto).

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“I LOVE GAI”, SPAZIO AI GIOVANI AUTORI ITALIANIIl concorso I love GAI — Giovani Autori Italiani nasce da un’iniziativa SIAE in collaborazione con Lightbox. Il concor-so è dedicato ai giovani autori e registi italiani sotto i 40 anni ed è aper-to a opere di qualunque formato e genere con una durata massima di 30’. L’evento di lancio si è svolto l’11 settembre con una rassegna di sette cortometraggi alla Sala Pasinetti, Palazzo del Cinema – Lido di Venezia, in concomitanza con il noto Festival del Cinema. Dopo le proiezioni e le presentazioni, si è tenuto uno special party all’Aeroporto Nicelli. Il concorso, con cadenza pluriennale, ha come primo obiettivo quello di promuovere e dare visibilità ai giovani talenti, favorendone il contatto con i produttori e il pubblico, creando un circolo virtuoso tra creatività, produ-zione e industria cinematografica. www.ilovegai.com

MARCIA, DAMILANOALLA GUIDA DEL COMITATO IAAFIl presidente Fidal Piemonte, il saluzzese Maurizio Damilano (nella foto, sullo sfondo), è stato confermato alla guida del Comitato della Marcia della IAAF, durante il Congresso della Federazione Internazionale di Atle-tica. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980, Damilano è al quarto mandato. Il Congresso IAAF, inoltre, ha eletto il nuovo presidente che succede al senegalese Lamin Diack: si tratta dell’inglese Sebastian Coe che ha avuto la meglio su Sergey Bubka (115 voti con-tro 92), quest’ultimo eletto come vicepresidente. Oltre a Maurizio Damilano, c’è un altro po’ di Italia nella IAAF di Coe: disco verde per Anna Riccardi nella quota donne del Council.

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a cura di Monica Coviello - giornalista lifestyle

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CALDE SFUMATURE D’AUTUNNO PER SCACCIARE LA TRISTEZZA DEL RIENTRO

“tuttifrutti” di stagione

FAI MARATHONCostigliole Saluzzo, 18 ottobre

L’Italia è un paese meraviglioso e il suo patri-monio d’arte e di natura appartiene a ciascuno di noi. Ce lo ricorda il FAI che organizza anche quest’anno la FAIMARATHON, una passeggia-ta culturale alla scoperta delle proprie città. In provincia di Cuneo il FAI vi aspetta a Costigliole Saluzzo. www.faimarathon.it

TUTTI I TONI DEL “MARRONE”Cuneo, 16-18 ottobre

La Fiera Nazionale del Marrone, quest’anno alla sua XVII edizione, estendendosi da Piazza Galimberti a Via Roma, da Largo Audiffredi a Piazza Virginio e Piazza Torino, è una delle più importanti rassegne di enogastronomia e di arti-gianato d’eccellenza del Piemonte meridionale, con mostre, spettacoli e tanti eventi collaterali.www.marrone.net

MI.TO, MARATONA IN MUSICATorino, 5-24 settembre

Musica classica, antica, contemporanea, jazz, di tradizione e sperimentazione in 180 concerti (di cui alcuni gratuiti), con più di 2.600 musicisti da 33 Paesi: Mi.To Settembre Musica propone un ampio percorso musicale tra Milano e Torino. Nell’anno di Expo, il tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.www.mitosettembremusica.it

FIERA DI FINE ALPEGGIO Vinadio, 24-25 ottobre

Al Forte Albertino, con la Fiera dei Santi e la Mostra della Pecora Sambucana rivive un’anti-ca tradizione, quella della fiera di fine alpeggio. In programma, concerti, mostre e spettacoli di musiche e danze occitane, per il pubblico ita-liano e per quello d’Oltralpe. Un evento unico e un’occasione per assaggiare la carne pregiata dell’Agnello Sambucano. www.comune.vinadio.cn.it

GALILEO, SCIENZA E POTERETorino, 6 ottobre

In prima nazionale, al Teatro Carignano, va in scena lo spettacolo Vita di Galileo, di Bertolt Brecht, per la regia di Gabriele Lavia e musiche originali di Hanns Eisler. Galileo, il fondatore della nuova fisica, è un eroe che abilmente sce-glie di capitolare di fronte al potere per prose-guire la ricerca scientifica. www.teatrostabiletorino.it

TORINO, ANIMA SPIRITUALETorino, 23-27 settembre

Cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni, spet-tacoli, meditazioni, esperienze che hanno come tema comune l’“Impasto umano”. L’evento pre-vede, presentazioni in forma inedita di grandi opere, reading, installazioni d’arte in luoghi inat-tesi, laboratori che abbattono il muro tra perfor-mance e pubblico. www.torinospiritualita.org

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WINE IN SANREMOSanremo, dal 10 al 12 ottobre

Il cuore dell’evento è al Palafiori, che ospita più di 100 produttori provenienti da diverse re-gioni d’Italia e oltre 600 vini in degustazione. Previsto anche un calendario di degustazioni condotte da sommelier AIS e FISAR. Tra i prota-gonisti: il Rossese di Dolceacqua e il Moscatello di Taggia, ma anche un tasting dedicato all’ab-binamento grappe-formaggi a cura dell’ONAF, e una verticale per i 30 anni della celebre Barbera Bricco dell’Uccellone di Braida.www.wineinsanremo.it

SPORT, AMORE SENZA ETÀNizza, 1-11 ottobre

Dieci giorni dedicati allo sport per 27 discipline sportive. Gli European Master Games riunisco-no, ogni anno, migliaia di sportivi “veterani” in arrivo da tutto il mondo. Non vi è, infatti, limi-te di età per partecipare (dai 25 ai 100 anni!) e nell’ultima edizione il 60% dei concorrenti era tra i 40 e i 60 anni. L’evento si svolge in tutta la città, in 40 siti dedicati. www.emg-nice2015.fr

LA 8 KM DEL FORTEBard, 27 settembre

Parte e arriva al Forte di Bard la FortEight, gara di running promossa dall’Associazione “Forte di Bard” e l’Atletica Monte Rosa. La gara è inserita nell’ambito del Campionato podistico Avmap 2015 – specialità misto, per il titolo valdostano assoluto di categoria 2015 e per il Trofeo “Giusep-pe e Mauro Fogu” Fidal Vda. Dopo lo sport, un al-legro pastaparty per tutti. www.fortedibard.it

SCRITTORINCITTÀ E IL “DISPARI”Cuneo, 11-15 novembre

Il tema dell’edizione 2015 è “Dispari”, inteso come disparità sociale, economica, culturale, ma anche asimmetria che apre alla genialità. Si va da etica e legalità, con Ezio Mauro, Michele Ser-ra, Gherardo Colombo, Vito Mancuso, Corrado Stajano, Piero Stefani, alla questione delle car-ceri raccontata da Luigi Manconi e Gustavo Za-grebelsky; dalle morti bianche trattate da Giulio Milani, a Piazza della Loggia, con la testimonianza di Manlio Milani; dalle disparità di accesso alla cura e all’istruzione con Roberto Satolli e Aidan Chambers, alle nuove povertà descritte da Chiara Saraceno e Giuseppe Marotta. Ma Scrittorincittà è anche molto altro. www.scrittorincitta.it

SALONE NAUTICOGenova, dal 30 settembre al 6 ottobre

È l’occasione per conoscere le ultime novità nel campo della nautica: dalle barche allo yacht, dal-le vele agli accessori e ai gadgets nautici. Il più grande salone del Mediterraneo quest’anno potenzia le tradizionali aree espositive e aggiun-ge nuovi spazi dedicati agli amanti degli sport acquatici. www.salonenautico.com

IL LUSSO IN MOSTRAMonaco, 23-26 settembre

Il Monaco Yacht Show è il più grande evento de-dicato allo yachting di lusso: 500 aziende nauti-che e 120 megayacht e superyacht (da 25 a 100 m), tra cui una quarantina di nuovi lanci in prima mondiale. Nell’anno del suo XXV anniversario, il salone si presenta rinnovato, con nuove dar-sene supplementari e una riconfigurazione della zona di esposizione. A Port Hercules, il percorso è esteso dalla Jetée Lucciana fino al Quai Rainier III. www.monacoyachtshow.com

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È tra le ambasciatrici di Artists for Peace and Justice, l’associazione no profit fondata nel

2009 da Paul Haggis – regista, sceneggiatore e produttore canadese che nel 2006 ha vinto il Premio Oscar per la miglior sceneggiatura – la cui missione è quella di dare supporto alle co-munità dell’isola di Haiti con programmi legati alla scolarizzazione, alla salute e alla dignità del-la persona. La sensibilità verso il prossimo le è stata trasmessa dalla mamma, Daniela. È bella. Evidentemente bella. Ma non solo. È nata a Cuneo nel 1975 e vive a Los Angeles. Pro-fessione: attrice e produttrice cinematografica. Ha lavorato in progetti con Al Pacino, Pupi Ava-ti, Giuseppe Tornatore, Dario Argento, Paul Haggis.Fisico mediterraneo. Seduttiva. Testa sulle spal-le. Permeabile all’intorno, usa tutti i suoi sen-si. Si chiama Gisella Marengo. Ha frequentato l’Istituto Magistrale “Edmonodo De Amicis” di Cuneo e, dopo la maturità, si è trasferita in In-ghilterra per imparare l’inglese. Quello fluente, insomma: non solo yes o not.

La sua Londra, quando ha 18 anniTerminate le superiori, decisi di andare in un

college londinese. Vi rimasi alcuni mesi, ma mi resi subito conto che non era quella la via più efficace per imparare la lingua. C’erano troppi studenti. Io avevo bisogno di “idioma parlato”: cercai, allora, una famiglia e andai a lavorare “alla pari”. Terminata l’esperienza estera, decisi di tornare in Italia per frequentare una scuola di teatro. Il seme per la passione verso questa arte stava cominciando a germogliare, dopo quel giorno in cui assistetti a uno spettacolo teatrale al “Toselli” di Cuneo, con protagonista Alessan-dro Gassman. Quella sera, percepii uno slancio interiore che sono stata in grado di coltivare.

A Roma, frequenta il “Duse Studio”, centro internazionale permanente di formazione e produzione cinematografico e teatrale, diret-to da Francesca De Sapio, docente dell’Actor’s Studio di New York.All’inizio ho frequentato solo la scuola, poi mi sono impegnata anche per le attività interne: curavo gli scambi artistici e culturali legati al mondo del cinema.

Il “mondo del cinema”: ovvero?Innanzitutto, si tratta di persone che hanno

GISELLA MARENGO, CUNEESE, È STATA TRA I PRODUTTORIDEL FILM “THE HUMBLING”, DIRETTO DA BARRY LEVINSONCON PROTAGONISTA AL PACINO

carnalitàda cineteca

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idee, passioni, attitudini. Gli scambi intellettuali sono finalizzati all’arricchimento culturale. Si tratta di storie di vita, di viaggi – metaforici e non – che delineano i percorsi personali. L’effi-mero non ha spazio.

Produttrice cinematograficaNel mio caso, con il progetto The Humbling – diretto da Barry Levinson con protagonista Al Pacino – sono stata tra i cinque produttori che hanno ottenuto finanziamenti per il lavoro e realizzato il cast.

Essere produttrice significa alto reddito?Dipende dai progetti. La mia scelta non è quella di guadagnare molto, ma di seguire un progetto in cui credo, lavorare con un regista che stimo e avere un onorario giusto senza strafare.

Quali sono i suoi talenti che mette al servizio come produttrice?Sicuramente la predisposizione alla lettura e l’intuito nel capire se una storia può funziona-re. Mi è riconosciuta la giusta sensibilità, anche nel comunicare a un regista che quella storia è interessante. Nel lavoro di gruppo, poi, ho atti-tudine a creare armonia. Perché per me è una necessità.

Attrice e produttrice: la differenza più grande?Da attrice devo pensare a me stessa. Da produt-trice sono gli altri ad essere importanti.

Come si fa a non innamorarsi di un regista?Ma perché fare di tutto per non innamorarsi? Non si può premeditare la vita. È piacevole emo-zionarsi per uomini che fanno vibrare le giuste corde emotive. So di non avere la sudditanza psicologica e questo mi consente di mantenere equilibrio. E poi, c’è un fatto: innamorarsi non è come schioccare le dita. Accade. Quando deve accadere. A prescindere.

Cosa è per lei il “cinema”?Senza di “lui” sono morta. Per me è arte, musica, vibrazioni, cultura, amori, sentimento, traspor-to. A me non interessa essere la protagonista. Ritengo importante, invece, poter contribuire a un progetto. Mi interessa dare voce alla sensi-bilità di altri.

Cuneo – Los AngelesLe radici sono nel mio Paese natale. In America ho basi solide.

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Ha predisposizione alla lettura e intuito nel capire se una storia può funzionare. Le è riconosciuta la giusta sensibilità, anche nel comunicare a un regista che quella storia è interessante. Nel lavorodi gruppo ha attitudine a creare armonia.

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Il suo corpo: eloquenteCredo di emanare positività e saggezza. Non ho mai fatto foto di nudo, né ho lavorato con il nudo, anche se a un regista d’autore non direi di no.

Il suo carattere. Di lei, dicono: sincera, buona ascoltatrice, altruista, passionale, appassiona-ta e avventuriera.Penso sia vero. E aggiungo: curiosa. Occorre mai basarsi su quello che si è o si sa, ma è fon-damentale scoprire sempre qualcosa di nuovo. Sperimentare in prima persona, insomma. Met-tersi a confronto. Un esempio di vita? Quando vado ad Haiti, per i progetti dell’associazione

Peace and Justice, so di rischiare la vita. Lì i di-sordini e le sommosse sono fatti di cronaca.

Questa è lei. Gisella. Con quel cognome, Maren-go, che riconduce alla moneta. D’oro. Metallo prezioso da investire bene. Come un talento. Che lei ha scoperto. Un metro e 70 centimetri di altezza, distribuiti con armonia su ogni millimetro di corpo. La mente la allena e addestra. Lo spirito è un fat-to intimo che coltiva. Il tempo lo spende per il suo benessere: yoga, spinning, niente alcool, niente fumo, sonno ristoratore. Ma, soprattutto, seleziona incontri che la appaghino: ricerca di bellezze interiori e intelligenze senza artifici.

È piacevole emozionarsi per uominiche fanno vibrare le giuste corde.

Non cedo alla sudditanzapsicologica e ciò mi consente

di mantenere equilibrio.È nata a Cuneo e vive a Los Angeles. Nel suo Paese afferma di avere radici, mentre in America basi solide.

Corpo, Mente e Spirito: non solo tatuaggiosul suo corpo sensuale, ma investimento di vita.

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premiata dittazappatoriIL GIOVANE CHEF CHRISTIAN MILONE SCALA LE VETTE DELLO STAR SYSTEM, TRA STUDIO, GENIO E GESTIONE D’IMPRESA. UN FRONTMAN DELL’ALTA CUCINA, MA LA SUA PINEROLO RESTA AL CENTRO DEL MONDO

Il piglio è deciso. Lo sguardo fiero. Il linguag-gio sintetico e i giudizi senza sconti. La sua

storia rivela un talento autentico cresciuto sulla roccia della determinazione ma senza timore di fronte alla burrasca dei cambiamenti. Christian Milone, membro della prestigiosa associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe è giovane, ma sa guardare lontano, far lavorare la creatività, ma con le radici sempre ben salde nella sua ter-ra, quella di Pinerolo. E a Pinerolo lo troviamo nella sua Trattoria Zappatori, trampolino di lancio per una carriera in ascesa nello star sy-stem dell’alta cucina, tanto da rientrare, oggi, nel gotha dei migliori chef italiani.

Christian Milone “nasce ciclista”Mi sono avvicinato al ciclismo dopo i pomeriggi

passati a guadare il Giro d’Italia in televisione con mio papà e galeotta fu la tappa Pinerolo-Se-strière del Giro del ’92. Ero poco più che un adolescente in carne, tendente al pingue, anzi... Ma mi sono messo in testa che dovevo tentare quella strada: in quattro mesi ho perso 25 kg e ho iniziato la carriera professionistica ponendo-mi un termine: allenarmi e gareggiare fino ai 25 anni di età, come limite per verificare quali pote-vano essere le mie reali prospettive agonistiche. E così ho fatto. Devo dire che i miei genitori mi hanno assecondato e mi hanno lasciato libero in questa scelta, sempre supportandomi.

Com’è arrivata la passione per la cucina?Nel 2006, lo sport ancora una volta mi offre una svolta, ma il ciclismo non c’entra più. Le

DI VANINA CARTAPHOTO: TONINO MANZI

Christian Milone diventa chef dopo una promettente carriera ciclistica interrotta all’età di 25 anni. Tornato a Pinerolo, segue le orme del padre alla Trattoria Zappatori e parte dalle basi della cucina tradizionale, per poi evolvere versola ricerca, lo studio, la sperimentazione.

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Christian Milone in fase di studio nella sua “oasi creativa” a Pinerolo, la Trattoria Zappatori, storico locale di famiglia che gestisce dal 2006.In basso, la saletta che accoglie gli ospiti all’ingresso del locale.

Olimpiadi Invernali di Torino 2006 ci danno l’opportunità di restaurare il locale gestito sto-ricamente da mio padre, una locanda che esi-ste a Pinerolo dal 1890 e che lega il suo nome alla vocazione militare della città (gli “Zappa-tori” erano il genio specializzato nello scavo delle trincee). La sala viene riadattata a – fine novembre 2005 e io nel frattempo decido di la-sciare il ciclismo per seguire le orme paterne. Ma ovviamente riparto da zero. Dentro di me avevo il DNA della cucina, ma avevo bisogno di tirarlo fuori e di alimentarlo. Per questo, per i primi tempi, ho frequentato le cucine di alcuni ristoranti, tra cui anche Piazza Duomo ad Alba, con Crippa, per degli stage che mi hanno dato molto. Dopodiché sono cresciuto qui dentro. E ora, dopo anni e una costante e graduale evolu-zione, gli Zappatori è cambiato.

Essere chef secondo Milone Lo chef è una figura, oggi, sfaccettata e versatile. Oltre a elaborare una propria personale visione sulla cucina, fatta di genio, creatività, ma anche di grande e costante applicazione, lo chef deve essere un bravo imprenditore e un frontman. Deve essere capace di comunicare e utilizzare la propria immagine.

E lo chef “puro”?Questa trasversalità non toglie nulla alla “purez-za della creazione”, anzi è proprio ciò che per-mette allo chef di creare indipendentemente da ogni condizionamento economico. Mi piace essere chiaro: per poter godere di quella libertà

assoluta che gli consente di realizzare e studia-re, lo chef deve ritagliarsi uno spazio in “sospen-sione di mercato”, che non sia cioè vincolato a un discorso di resa economica. Gli Zappatori per me è questo, ma per fare in modo che lo sia è indispensabile diversificare.

Da qui la scelta di investire nella gestione di più locali?Sì. Si tratta di realtà molto diverse tra loro per target e posizionamento: la gestione di tutto il comparto food&beverage del Boscolo Hotel di Milano, un hotel “cinque stelle lusso” in pieno centro a due passi dal Teatro La Scala e da Via Montenapoleone, e una boulangerie con bistro annesso in apertura in Via Roma a Torino, a ot-

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Per godere di quella libertà chegli consente di creare, lo chef, oggi,

deve ritagliarsi uno spazio in “sospensione di mercato”.

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tobre. Inoltre, sto lavorando a diversi progetti e collaborazioni con dei ristoranti all’estero. Tutto ciò mi dà la possibilità di tornare a Pine-rolo – quando sto lontano per qualche giorno, sento per istinto la necessità di tornare qui – per ritrovare casa e concentrarmi sulla mia cuci-na in totale autonomia, senza doverla “piegare” alle necessità economiche. Ecco il motivo della versatilità di cui parlavo. Abbiamo visto di recente una tua caricatura sostituire la celebre immagine del “Baffo” sulle etichette della Birra Moretti, insieme a quella di altri grandi chef tra cui Cannavac-ciuolo, Oldani, Sadler e Varese. Una scelta che rientra in questa visione?Certo. Il saggio utilizzo della propria immagine, attraverso eventi, show cooking e una certa pre-senza mediatica contribuisce a fare in modo che io possa avere la mia libertà creativa.

La sua terra trova spesso spazio in questa tua presenza mediatica. In una delle puntate che hai registrato per The cooking show (su Rai 3) hai preparato i plin.

Assolutamente sì! Pinerolo io me la porto den-tro; è casa mia e ogni occasione è buona, nelle mie apparizioni, per dare spazio alla cultura ga-stronomica pinerolese (ricca di tradizioni valli-giane, montane – come quella Valdese – ma an-che prodotti agroalimentari di pianura – ndr). Per me questa è una missione a tutti gli effetti. La mia figura mediatica va a sopperire a una gra-ve lacuna che questo territorio si porta dietro: la totale assenza delle istituzioni in fatto di valoriz-zazione del patrimonio agroalimentare e gastro-nomico di questa zona. Una ricchezza lasciata a se stessa a causa di una miopia e un’incapacità di vedere le reali risorse su cui investire, che ha davvero dell’incredibile. In questa mia veste di uomo di immagine, non ci sono quindi solo io, ma rappresento le mie origini e un territorio purtroppo lasciato da solo.

Perché “odi cucinare”?Odio cucinare è stato il titolo volutamente pro-vocatorio che ho dato al mio libro uscito con Mondadori nel 2013. Odio cucinare perché, quando ero uno sportivo e dovevo nutrirmi, odiavo – fa un po’ sorridere – mettermi ai for-nelli e dovermi preparare il pranzo o la cena. E allora ho scritto un libro pensando a tutti quelli che, come prima era per me, si avvicinano di malavoglia a padelle ed elettrodomestici. E pro-prio mostrando come può essere innovativo l’u-so degli elettrodomestici e degli strumenti che abbiamo a casa, ho voluto dare un’impostazione editoriale nuova. In pratica, il libro ti insegna a usare in modo davvero intelligente e sorpren-dente ciò che hai senza uscire dalla cucina.

La rivoluzione “miloniana” è cominciata. L’af-follato mondo dei gourmet, dei foodies, degli operatori e degli adepti dell’alta cucina segue con attenzione il percorso verso le nuove fron-tiere della creazione gastronomica di questo giovane e grintoso chef, però, ha la testa sulle spalle e si emoziona quando parla della sua terra.

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Riso rosa.Ph. Brambilla Serrani.

Oltre alle apparizioni televisive (“The cooking show”, Rai 3) e alla partecipazione a numerosi

eventi, Milone è comparso di recente, in versione caricaturale, anche sulle etichette della Birra

Moretti Ricetta Originale, al posto del noto “Baffo”, in occasione del Premio Moretti Grand Cru.

Del 2013, invece, è la pubblicazionedi “Odio cucinare” (Mondadori).

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Salus per aquam, che sia in bottiglia o che sia alle terme, la salute innanzi tutto. Lui ne par-

la. Per mestiere, ma non solo. È a.d. di Lurisia Acque Minerali e di Terme di Lurisia. Il fatturato delle due realtà, che lui am-ministra, supera i 23 milioni di euro. Si chiama Alessandro Invernizzi. È nato a Milano nel 1971 e all’Università Cattolica del Sacro Cuore del ca-poluogo lombardo si è laureato in Economia e Commercio. Detiene, insieme alla sua famiglia di origine, il 50% di Lurisia Acque Minerali e il 50% delle Terme. Entrambe sono società a respon-sabilità limitata. Il restante 50% fa capo a Oscar Farinetti con Eataly.

Invernizzi-Farinetti: il successo dell’intesaÈ un matrimonio perfetto. Nessuno dei due ha la maggioranza. Quindi si perseguono accordo e armonia. La condivisione per l’accordo si fonda su un presupposto: è più importante il metodo, rispetto all’obiettivo. L’unico controllo è nel “qui e ora”. Il metodo è, dunque, il percorso per arrivare a un obiettivo. Io posso agire esclusiva-mente sul percorso, cercando valore: qualità del prodotto e importanza delle persone. Significa attingere da natura di qualità e riconoscere va-

lore a chi lavora per queste due realtà. Mi piace ricordare che il simbolo storico delle acque di Lurisia è il “minatore”. L’essere umano, prima di tutto.

Lurisia Acque Minerali: i datiIl fatturato consolidato 2014 è di 22 milioni di euro. L’azienda è multi-prodotto. Core business è l’imbottigliamento dell’acqua (60% – ndr) a cui seguono le bibite, le birre e il succo.

Un premio da collezione: la “miglior bottiglia al mondo”Il nostro fornitore di bottiglie in vetro è Veral-lia-Saint Gobain, con cui abbiamo sviluppato una bottiglia disegnata da Sottsass Associati che nel 2009 è risultata essere la migliore al mondo e che, dopo due anni, ha ottenuto la menzione al “Compasso d’oro”, il più antico e autorevole pre-mio mondiale di design. Lo sviluppo del tappo è di Guzzini. Dunque, al premio si è arrivati con la partnership di tre aziende: Verallia, Sottsass As-sociati e Guzzini. Questa bottiglia ha la particola-rità del “vetro a perdere”. Ha una buona quota di mercato in America. Sulla sua declinazione ci sono, poi, le bottiglie “vetro alluminio”, con la

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ALESSANDRO INVERNIZZI DETIENE, INSIEME ALLA SUA FAMIGLIADI ORIGINE, IL 50% DI LURISIA ACQUE MINERALI E IL 50% DELLE TERME

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stessa forma della bottiglia, ma con il tappo in alluminio e l’etichetta. Queste sono “bottiglie a rendere”.

La presenza sul mercato di Lurisia Acque Mi-neraliQuarantadue Paesi a cui va aggiunta l’Italia. Sia-mo in America dal 1992. Il 20% del fatturato de-riva dall’export.

L’acqua utilizzata per l’imbottigliamentoPer quelle a perdere, è la Fonte dei Pini. In tut-te le altre, la Santa Barbara, che è classificata “acqua minimamente mineralizzata”. Entrambe sono nel Comune di Roccaforte di Mondovì.

Il territorioPer me è fondamentale: non va sfruttato, ma alimentato. Faccio un esempio: abbiamo una concessione ventennale per quei 997 ettari che ci servono per attingere l’acqua dalle fonti. Paghiamo circa 130.000 euro l’anno per la con-cessione, ma siamo riusciti ad ottenere una

legge regionale che vede un parziale ritorno di questi oneri pagati: 1/3 viene dato direttamente al Comune di Roccaforte, 1/3 a quella che era la Comunità Montana, 1/3 alla Regione Piemonte.

Capacità delle sorgenti da cui attingete100 milioni di litri l’anno. Ne sono, però, imbot-tigliati solo 60 milioni per 80 milioni di bottiglie.

Le Terme di LurisiaIl fatturato 2014 è stato di 1 milione e 200.000 euro. Ci sono, in media, 5.000 visitatori l’anno, con una media di 120.000 prestazioni. Il 70% sono prescritte dal Servizio Sanitario Nazionale. Le restanti sono erogate a privati. La direzio-ne sanitaria è affidata al dottor Bruno Vigna, mentre quella scientifica al professor Giancar-lo Pecorari. Oltre alle attività consuete, stiamo impegnando risorse per un piano di ricerca fi-nalizzato alla valorizzazione dell’aspetto medico nelle terme.

La saluteLavoro per la salute da quando ho affiancato mio padre in questa impresa, nel 1996. A me, nel 2009, è stata diagnosticata la leucemia acuta. Ho passato quattro mesi in camera sterile. Ho sostenuto quattro cicli di chemioterapia, una to-tal body irradiation e due trapianti. Oggi, il mio sistema immunitario è tedesco: un “ragazzo di Norimberga”. Racconto la mia storia perché ho impiegato anni a capire perché mi dovevo am-malare: dovevo comprendere che la vita si vive con la consapevolezza della morte. Quando si considera l’attimo fatale, sono due i fattori da te-nere presente: il quando e il come. Sul quando, non possiamo decidere, ma possiamo prendere posizione sul come. Io ho deciso di voler morire felice e da vivo. Con il “fare”, intendo. A un certo punto, parliamo più di intenzioni che di azioni. L’intenzione è non fare e corrisponde a morire.

“Lurisia si può fare”Direi che è la sintesi del mio pensiero che, pro-

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Il fatturato consolidato 2014 di Lurisia AcqueMinerali è di 22 milioni di euro. Il 50% dell’azienda, che è multi-prodotto, insieme al 50% delle Terme, fa

capo a Oscar Farinetti con Eataly.

L’acqua utilizzata per le bottiglie a perdere, è la Fonte dei Pini. In tutte le altre, è imbottigliata

la Santa Barbara, che è classificata “acqua minimamente mineralizzata”.

Entrambe sono nel Comunedi Roccaforte di Mondovì.

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posto ad altri, è stato condiviso. È nato un grup-po di lavoro con l’intento di valorizzare ciò che c’è. Questo luogo è strategico. Siamo a un’ora da Piazza San Carlo di Torino, a un’ora dalle Langhe e a un’ora dal mare. Significa? Promuovere un turismo itinerante. Due sono le regole sopra tut-te che vengono condivise dal gruppo: è vietato usare il “non” e dare la colpa agli altri.Questo è lui. Un quarantenne lombardo che ha

scelto il Cuneese per investire il suo tempo. È passata l’epoca in cui faceva, a 16 anni, il “fac-chino” per consegnare le bibite della azienda di beverage che aveva il papà a Milano. Ora lui è qui. Con la moglie Yara, donna italo-brasiliana che ha vissuto a Houston, e i due figli: Alexan-der Fabrizio e la secondogenita Rebecca Rose. Alexander ha sette anni, ma già afferma: “farò l’imbottigliatore”.

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Il fatturato 2014 delle Terme di Lurisia è statodi 1 milione e 200.000 euro. Ci sono, in media, 5.000 visitatori l’anno, con una mediadi 120.000 prestazioni.

Design d’eccezione per la bottiglia Lurisiache nel 2009 è risultata essere la migliore al mondo e che, dopo due anni, ha ottenuto la menzioneal “Compasso d’oro”, il più antico e autorevolepremio mondiale di design.

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nizza“oltremare”CITTÀ POLIEDRICA, NIZZA È LA META PREFERITA DA CHI AMA IL MARE E IL CLIMA VACANZIERO DELLA COSTA AZZURRA. MA LA STRATIFICAZIONE DI SECOLI OFFRE UN PANORAMA CULTURALE PIÙ COMPLESSO E AMPIO

C’è tanta Francia, ma anche un po’ di Italia, di Corsica, delle Alpi, della Provenza. La

storia di Nizza è lunga 400.000 anni: millenni in cui la natura, l’arte, le popolazioni che l’hanno abitata hanno modellato la città. Gli intrecci culturali hanno lasciato la loro im-pronta soprattutto nella zona di “Nizza vec-chia”, un quartiere di vicoli e facciate colorate che riflettono il gusto dell’architettura sarda. Per conoscerla occorre andare alla scoperta degli edifici “civili”, come Palazzo Lascaris, il Palazzo di Giustizia, quello della Prefettura, l’ex Palazzo dei Re di Sardegna, l’antico Palazzo Comunale Massena o l’antico Senato, ma anche dell’architettura religiosa: la Cattedrale di Santa Reparata e la Cappella della Misericordia. Ma Nizza lascia il segno anche per la varietà

degli stili architettonici, che ne raccontano il percorso storico, dall’antichità, con gli insedia-menti greci e romani, al periodo dell’arte ba-rocca, a quello dell’arte classica, fino alla Belle Epoque, l’epoca più creativa. E ai piedi del Parco Imperiale, non manca di stupire la cattedrale ortodossa russa di Saint-Nicolas, oggi uno dei più notevoli licei francesi: Saint-Nicolas è considerato come uno dei migliori esempi di architettura religiosa rus-sa nell’Europa occidentale.Tra i mercatini di Cours Saleya, fiori, frutta, sa-poni e profumi di lavanda, oltre a oggetti tipici e specialità, come la socca o la pissaladière, da accompagnare al vino di Bellet, a denomi-nazione di origine controllata, coltivato sulle colline attorno a Nizza.

DI MONICA COVIELLO

Prima dell’annessione alla Francia nel 1860, la città era chiamata “Nizza Marittima”,per evitare la confusione con Nizza Monferrato. Piazza Massena (nell’immagine) è uno dei luoghi simbolici di Nizza. Dalla pavimentazione si innalzano le opere dell’artista Jaume Plensa: su piedistalli metallici sono posizionatesette figure umane di grandi dimensioni che la sera si illuminano di colori vivaci.Ph. Wulf Willis / Foter / CC BY-NC-ND

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La cattedrale russa di St. Nicolas fu costruita nel 1912 per volontà dello Zar Nicola II, per via della grande affluenza di nobili russi in Costa A zzurra. In basso: il mercato di Cours Saleya.Ph.: Jvhemert / Foter / CC BY-NC-SA; Randy Durrum / Foter / CC BY-NC-SA; A.Issock, OTC Nice

Nella pagina seguente: l’Isola di Saint Honorat(Isole Lérins), il Museo Henri Matissee lo spettacolare carnevale di Nizza. Ph. Mark Fischer / Foter / CC BY-SA; Mistinguette18 / Foter / CC BY-NC-ND; Ph.Ville de Nice

La città, sviluppata nel cuore della Costa Azzur-ra, è anche un lungo litorale di spiagge, dove il mare si può vivere davvero, fra jet-ski, caccia al tesoro in kayak alle Isole di Lérins, immersioni sottomarine nella rada di Villefranche, uscite in battello per incontrare i delfini, pesca in alto mare, escursioni in offshore e paracadute ascensionale.Nizza è circondata da una successione di col-line boscose: il preludio alle cime alpine, che arrivano anche a più di 3.000 m di altitudine. In quest’area montana, si può andare alla sco-perta delle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, praticare sci, surf sulla neve, para-pendio, salto con l’elastico, scalate, ma anche fare escursioni con i cani da slitta, rafting, os-servare lupi o camosci.Da sempre Nizza affascina gli artisti poiché luogo magico capace di stimolare la creatività. Così Henri Matisse spiega il suo innamora-mento per la città: “Quando compresi che ogni mattina avrei rivisto questa luce, non riuscii a credere alla mia fortuna... decisi allora che non avrei lasciato Nizza, e da allora vi ho dimorato praticamente per tutta la mia esistenza”. E anche oggi, in città, l’arte ha un ruolo spe-ciale: sono almeno 20 i musei e le gallerie municipali, oltre a quelle private di arte con-temporanea e agli atélier di artisti. Una è la Ga-lerie de la Marine, dedicata all’arte giovanile contemporanea: ogni anno espone i lavori dei diplomati di Villa Arson, la scuola nazionale su-periore d’arte e attribuisce il Prix de la Jeune création contemporaine. L’Espace Ferrero, poi, custodisce le opere di alcuni degli artisti più famosi della Scuola di Nizza e del Nouveau Réalisme, tra cui Arman, Ben Vautier o Cés-ar. Nel cuore della città, si trova una delle più prestigiose testimonianze cittadine della Belle Epoque, il Teatro della Fotografia e dell’Im-magine. Nelle sue sale sono esposti ritratti, paesaggi, reportage, opere di fotogiornalismo e foto plastiche, straight photography e im-magini digitali. Nel prolungamento del Museo

d’Arte Moderna e Contemporanea ha sede, invece, la Biblioteca Louis Nucera, con oltre 200.000 documenti a disposizione dei visitato-ri, tra libri, periodici, cd, cd-rom, dvd, spartiti. Il Museo Francescano, infine, racconta della vita francescana dal XIII secolo ai nostri giorni, tra pitture, sculture, incisioni, manoscritti miniati, affreschi, cappella e antiche celle ricostruite.

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Quest’anno, fino al 4 ottobre rimangono alle-stite ben 14 mostre nelle 13 realtà espositive di Nizza. Una programmazione fitta, che rien-tra nelle iniziative per la candidatura di “Nizza, Capitale d’inverno, e la sua Promenade des Anglais” all’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. E a riprova dell’effi-cienza della macchina del Turismo, a disposi-zione del visitatore c’è il French Riviera Pass, che dà l’opportunità non solo di accedere a

diversi musei gratuitamente, ma anche di sco-prire la “Baia degli angeli”, con l’autobus pano-ramico Open Tour Nice. Previste tappe lungo il percorso per visitare i grandi siti e i musei di Nizza, partecipare alle visite guidate e assaggia-re le specialità regionali.Appena fuori Nizza, tra mare e montagna, da non perdere Astrorama, il luogo ideale da cui scoprire il cielo con binocoli e telescopi, e dove si organizzano incontri e conferenze a cui par-

tecipano molti bambini. L’Osservatorio di Niz-za è un altro fondamentale pezzo del patrimo-nio storico-scientifico nizzardo: costruito da Charles Garnier, ospita la più grande cupola mobile d’Europa, progettata da Gustave Eiffel.Uno dei gioielli naturalistici dell’area attorno alla città è la Grotta del Lazaret, ai piedi del Mont-Boron, le cui origini risalgono al paleo-litico inferiore: lunga 35 m e larga da 4 a 14 m, dal 1963 è classificata come “monumento storico”. Nizza è anche capitale di eventi spettacolari: il suo carnevale, per esempio, è uno dei più ce-lebri al mondo. Per due settimane si susseguo-no sfilate di carri allegorici, battaglie di fiori, performance di danzatori e artisti di strada da tutto il mondo. E non mancano nemmeno gli appuntamenti musicali di spicco, come il Nice Jazz Festival, primo festival di jazz francese, ideato nel 1948, e il nuovo United Kingz Fe-stival, in cui si alternano artisti famosi e talenti emergenti, per musica di tutti i generi.

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NIZZA GAY-FRIENDLYNizza è la prima città della Francia ad aver ottenuto la certificazione interna-zionale Gay comfort, creata dal Tra-vel Out Now e assegnata dall’associa-zione IGLTA (International Gay and Lesbian Travel Association). E per migliorare l’offerta turistica, l’Uf-ficio del Turismo e dei Congressi di Nizza, insieme alla Città di Nizza e alle associazioni del mondo gay e lesbiche, ha creato un sistema di norme e indi-cazioni che definisce le regole della qualità dell’accoglienza e che permet-te alle strutture aderenti di ottenere la certificazione “Nizza, iridescente naturalmente”, come i colori dell’ar-cobaleno, simbolo mondiale della co-munità gay.

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tabui, il canebuongustaioFEDELE E PREZIOSO COME I “FRUTTI” DELLA TERRA CHE SA SCOVARE, È IL CANE DA TARTUFO. NON UNA RAZZA, MA IL RISULTATO DI UNA VERAE PROPRIA FORMAZIONE CHE, DAL 1880, IN LANGA, “FA SCUOLA”.

Ombre furtive nella notte su per i boschi che coprono le colline di Langa fin verso il Mon-

ferrato. Lanterne cieche a illuminare senza essere visti; passi leggeri e veloci di quadrupedi attenti e stranamente silenziosi, addestrati a essere tali e a usare il loro eccellente fiuto per cercare e scova-re “l’oro di Alba”, il tartufo bianco, fungo ipogeo diventato uno dei cibi più costosi al mondo, anzi forse il più costoso.

L’UOMO, IL CANE, L’ALCHIMIAMondo strano quello della “cerca”. Coi suoi riti, i suoi segreti e i suoi silenzi. Il prezioso prodotto della terra nasce sotto querce, noccioli, pioppi che formano le zone boschive, a volte ancora sel-vatiche, di questo angolo di “vecchio Piemonte”; hanno il “vizio” di crescere sempre negli stessi

posti, la cui conoscenza, come quella di un luo-go sacrale e mistico, viene trasmessa di padre in figlio e strettamente celata ad altri.Ma ciò non basta; per fare un buon trifolau serve un buon cane. Eh sì, perché, in fondo, è il cane a trovare il tubero e, se ben allenato, è imbattibile nello scovarlo.A dire il vero, il tartufo, quello nero però, venne “disseppellito” per la prima volta in Francia, nel Perigord, sotto le querce, dai maiali. Ma il maiale ha un difetto grave: a lui il tartufo piace e non c’è verso di educarlo alla morigeratezza. Se lo man-gia e basta. Al cane no; dell’ambito prodotto de-stinato alle tavole ricche non gli importa proprio nulla. Lo sente, scava e lo lascia volentieri al suo padrone, in cambio di qualche altro cibo per lui più gratificante.

DI FABRIZIO GARDINALI PHOTO: STEFANIA SPADONI

ENTE FIERA DEL TARTUFOBIANCO D’ALBA

Secondo quanto riportato dal Centro Nazionale Studi Tartufo, le specie di funghi attualmente classificate come “Tuber” sono circa 63. In Italia ne sono presenti 25, ma solo 9 sono considerate commestibili e 6 quelle più commercializzate: “Tuber magnatum Pico”(Bianco d’Alba) è senza dubbio la più pregiata.

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CANE E CERCATORE: SIMBIOSI PERFETTAPur bravo, conoscitore del territorio, portatore di una tradizione e di un’esperienza antica, l’uomo sarebbe cieco senza il suo quadrupede e difficil-mente troverebbe “l’oro bianco” che si cela alle radici degli alberi del bosco. Certo, anche l’anima-le non è predisposto naturalmente a questa atti-vità: va preparato. Le razze più indicate, secondo molti, sono: Setter, Fox Terrier, Lagotto, Spino-ne, Bracco tedesco, razze “pure” insomma.Ma qui, in queste terre ora ricche, ma aspre e con un passato, anche recente, di miseria e sacrifici, magistralmente raccontato da scrittori come Pa-vese, Fenoglio, Calvino, si riteneva, e si ritiene tuttora, che il cane migliore sia il tabui, quello frutto di mille incroci nella sua irricostruibile ge-nealogia: il “bastardino”, insomma, e di piccola taglia, fedele compagno dell’uomo nelle lunghe notti di ricerca e di speranza.

UN’ANTICA SCUOLA PER CANI Qui in Langa, a Roddi, paesino sormontato da un castello del XIV secolo, ha sede l’unica scuola al mondo – anzi ha assunto il rango un po’ pompo-so di università – di addestramento per cani da tartufo al mondo. E non è cosa recente. Fu fonda-ta nel 1880 da Antonio Monchiero con l’intento di formare i suoi cani e quelli degli amici, al fine di ottenere risultati più proficui. Di lui è rimasta la fama di grande cercatore ed esperto istruttore, dai modi decisamente severi, tanto da meritarsi il soprannome di Barot, che è il bastone del tri-folau e anche strumento di insegnamento, per i cani un po’ recalcitranti. Nella realtà, tuttavia, Monchiero – come tutte le generazioni della famiglia che hanno retto la scuola da allora a oggi – era convinto che l’ani-male si istruisce, non si picchia.Fu Battista Monchiero, figlio di Antonio, a co-noscere un’altra figura leggendaria di questo mondo affascinante e insolito, Giacomo Morra, titolare del mitico “Albergo Ristorante Savona” di Alba e fondatore della Fiera del Tartufo. Morra venne convinto da Monchiero ad attestare la va-

lidità della “scuola canina” di Roddi, che fu così ufficializzata nel 1935, durante la V edizione della manifestazione, dal conte Gastone di Mirafiori, figlio della Bela Rosin e, molto più che probabil-mente, di Vittorio Emanuele II, che fu presidente della stessa fino al 1940.La scuola chiuse nel 1970 ma, anche dietro le nu-merose insistenze da parte del sindaco di Roddi e non solo, fu riaperta nel 1989 da Giovanni Mon-chiero, nipote di Battista, che ne assunse anche la carica di “magnifico rettore”.

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La “simbiosi” tra uomo e animale è fondamentale, come pure l’addestramento del cane alla ricerca. Setter, Fox Terrier, Lagotto, Spinone, Bracco tedesco sono ritenute le razze più adatte, ma oggi come un tempo, per molti cercatori, il cane miglioreè il “tabui”, quello frutto di mille incroci: il “bastardino”, insomma.Ph. (in basso): Davide Dutto - Ente TurismoAlba Bra Langhe e Roero

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LA FIERA, OGGIE così, quest’anno, l’85° Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba celebra il tabui – il cagnetto indispensabile per poter disporre di questa prelibatezza – con la tavola rotonda Un’al-leanza perfetta: il trifolau e il cane da tartufo, alle 17,00 di domenica 11 ottobre, presso la Sala Fenoglio nel Cortile della Maddalena di Alba, per analizzare aspetti scientifici, comportamentali e legati al benessere animale.Ricchissima l’offerta della kermesse che dal 10 ottobre al 15 novembre fa della capitale delle Langhe un luogo di incontro globale per l’eno-gastronomia di eccellenza. Quest’ultima è ovvia-mente centrale con l’Alba Truffle Show, una se-rie di appuntamenti che ogni sabato e domenica vedono protagonisti chef di livello cimentarsi con la “linea guida”: l’abbinamento tradizionale uo-vo-tartufo. Ospite d’onore, Gualtiero Marchesi, considerato il precursore della nuova cucina ita-liana, che viene premiato per la sua lunga attività di promotore dell’eccellenza culinaria nazionale.I momenti legati al folklore e alla tradizione – l’in-vestitura del Podestà, il Palio degli Asini, il Bacca-nale del tartufo – scandiscono le giornate della manifestazione.Altrettanto ampia e variegata è l’offerta cultu-rale. Promossa dalla famiglia Ceretto, in col-laborazione con la Città di Alba e l’Ente Fiera,

è l’installazione dell’artista statunitense Kiki Smith, che colloca all’interno del Coro della Chiesa della Maddalena tre sculture di grandi dimensioni. Nel contempo, sotto i portici di Piazza Risorgimento, di fronte al ristorante La Piola, risplende La speranza, opera in foglia d’oro, a completamento di My happy dream, all’interno del locale e della medesima autrice.Di particolare interesse, per tematica e origi-nalità, la mostra evento Anima, il lusso della natura, preso la Chiesa di San Domenico, in partnership con la Bertone Design. Il percorso espositivo, fortemente multimediale, propone il legame strettissimo tra la natura – fonte ine-sauribile di materiali, ma anche di ispirazione creativa – e i beni che spesso consideriamo “di lusso”, tartufo compreso. Coinvolti alcuni dei marchi più significativi di alta gamma, designer notissimi, come il giapponese Toshiuki Kita e il più noto scultore russo contemporaneo, Alexander Rukavishnikov. Non da meno, visto il tema in oggetto, Via Montenapoleone a Mi-lano, la via del lusso per antonomasia, diventa location elettiva, nell’ambito di Anima, per creare iniziative comuni.Questi alcuni dei tanti appuntamenti dell’au-tunno albese, circondati dall’aroma e dall’uni-cità del tartufo, che è e resta il protagonista di questo vivace periodo.

Lo chef Guido Alciati si esibisce all’Alba Truffle Show, una serie di appuntamenti e “cooking show”

nell’ambito della Fiera Internazionaledel Tartufo Bianco d’Alba.

Ph. Ente Fiera Internazionaledel Tartufo Bianco d’Alba

Uno straordinario esemplare di tartufo in mostra al Mercato della Fiera.

Scultura dedicata al cane da tartufo, che diventa arte, al Palazzo Mostre e Congressi di Alba, dove

ogni anno si tiene l’analisi sensoriale del pregiato fungo ipogeo in occasione della Fiera.

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L’estate cede pian piano il posto all’autunno; le giornate si accor-

ciano e le notti fredde lasciano all’alba svaporare le prime nebbie fra le colli-ne. È la stagione della raccolta delle uve. Un periodo che una volta era sì di lavoro duro, ma anche occasione di allegria: “.. per vendemmia festanti”, scriveva più di due secoli fa un poeta che, suo malgrado, ha “afflitto” intere generazioni di studenti. Ma era un’altra civiltà, quella contadina, con altri ritmi e altri principi, dove la fatica poteva, anche se raramente, trasformarsi in momento di festa. Ora è cosa diversa. Tecnologia, economia, calcoli di pro-duttività, tempi da rispettare: tutto è più impersonale, disumanizzato, sotto-posto alle regole meccanicistiche della produzione. Il lavoro, quando c’è, è solo lavoro, al limite fonte di stress.Comunque questa è la mia stagione, il mio momento da protagonista. Perché dopo la vendemmia si fa il vino. E qui entro di scena io: il torchio da vino. Già, poiché dopo la spremitura delle uve rosse, le vinacce vengono messe al mio interno per spremere fino all’ultimo goccio di “succo d’uva” (per questo, il termine “torchiare” ha assunto pure un significato poco lusinghiero). In qualche caso, una volta, si faceva ancora un passaggio, aggiungendo un po’ d’acqua per ammollare il mosto pressato e producendo il “vinello” o vin cit, di bassa gradazione e qualità, utilizzatissimo come “dissetante” nel mondo rurale. Nel caso di uve bianche, servo diretta-mente ad ammostare.Sono circolare, con un basamento solido di materiale variabile, dal legno, al granito, alla ghisa, che ha una scannellatura circolare e un foro perimetrale per far defluire il torchiato. Una vite centrale per permettere la pressatura e tutto attorno una serie di doghe, sovente in legno di rovere, opportunamente distanziate le une dalle altre.Sono efficiente: al termine dell’operazione, il materiale residuo è in genere 1/3 di quello immesso. Il mio ciclo di lavoro dura poco. Spremuto il mosto, vengo ripulito e messo a riposo per lunghi mesi.La mia storia? Si lega indissolubilmente a quella del vino, indubbiamente, e alla sua diffusione dal Medio Oriente in Europa, fin dalla “notte dei tempi”. Pare che io sia stato inventato in Grecia, un secolo prima della nascita di Cristo e subito importato nel Sud dell’Italia, la Magna Grecia, che allora era una delle più belle, civili, evolute zone del continente (i tempi corrono e cambiano le cose. Alla

raffinata civiltà mediterranea, che aveva al centro l’uomo, le sue passioni e le sue esigenze, si è sostituita la tecnocrazia protestante, economicista, liberista dei popoli del Nord). Da lì mi diffusi ovunque, insieme alla coltura della vite, portata in ogni angolo del mondo dalle legioni romane. Il vino divenne un prodotto importante e restò tale anche dopo la caduta dell’Impero; tanto che nel IX secolo, Carlo Magno, nel Capitulare de villis, detta precise regole per la produzione e la torchia-tura, stabilendo pure che quest’ultima doveva sostituire la pigiatura coi piedi, come si era sempre fatto fino ad allora.Uno di me, imponente e secolare, lo potete trovare a Sessa che – curioso – si trova in Svizzera. Ve li immaginate gli elvetici a fare vino, invece di cioccolato e orologi? Risale al 1407 e, voluto dai signori del

luogo, fu attivo fino al XIX secolo. È ottenuto da un enorme tronco di noce lungo oltre 10 m, pesante 30 q, ed era in grado di pressare 60 brende d’uva (3.600 l).Vi è un ultimo aspetto del mio essere che forse vi sorprenderà, perché sono un oggetto umile, del mondo semplice della campagna e per gran parte dell’anno trascurato e abbandonato. Invece, non mi hanno affatto dimenticato pittori e scultori, specie del XV e XVI secolo, che in me, il torchio, hanno visto un’imma-gine mistica, quasi una metafora sacrale del Cristo e della salvezza.Tutto parte dalle Sacre Scritture, dalla Genesi soprattutto, dove è descritta la “solenne” ubriacatura di Noè, evento che Nicola Pisano pensò bene di inserire in una formella del Campanile di Giotto a Firenze. Secondo tale scritto, dopo il diluvio, il patriarca piantò la prima vigna a Sednaya, a una trentina di chilometri da Damasco in Siria e, dopo averne torchiato i frutti ottenendo il primo vino della storia, ne bevve fino a ubriacarsi e addormentarsi completamente nudo. Questo fatto, agli occhi di molti “perbene” deprecabile, per i Padri della Chie-sa è positivo: Noè è il Cristo ubriacato dall’amore per l’umanità. Ciò ispirerà, come detto, molta arte rinascimentale, con l’immagine del “torchio mistico”, lo strumento mediante il quale il grappolo produce il proprio meglio, il vino, che inebria Noè-Cristo di santa ebrezza.Con buona pace di coloro i quali credono che la moderazione e l’aurea me-diocritas siano una virtù, quando non sono altro che l’incapacità di concepire e vedere “l’oltre”.

DI FABRIZIO GARDINALI

l’intervista impossibile

sottotorchio

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ineffabile, “sacra”ascendente ALL’IMBOCCO DELLA VALLE DI SUSA, LA SACRA DI SAN MICHELE DOMINA, AUSTERA E MONUMENTALE, DALL’ALTO DI UNO SPERONE ROCCIOSO. UN MONITO, TRA STORIA E LEGGENDA, A GUARDARE PIÙ IN ALTO

Storia, leggende, spiritualità, arte, cultura, poe-sia, eventi si intrecciano vertiginosamente in

alto, nella Sacra di San Michele, sullo sperone roccioso del Monte Pirchiriano (appartenente al gruppo del Rocciavré) all’imbocco della Valle di Susa, a circa 1000 m di altitudine. Monumento simbolo della Regione Piemonte dal 1994, è uno dei più grandi complessi archi-tettonici religiosi di epoca romanica ed uno dei più antichi luoghi di culto dedicati a San Miche-le, il principe degli angeli fedeli a Dio. La Sacra divenne, anzi, il modello dei santuari angelici successivi. Una leggenda narra che l’eremita San Giovanni Vincenzo, a cui l’arcangelo chiese di edificare in suo onore una cappella sulla vetta dell’impervio monte, sia stato aiutato a traspor-tare il materiale, proprio da angeli e colombe.

UNA STORIA CARICA DI SPIRITUALITàLa storia dice che venne fondata intorno al Mille, nel luogo in cui sorgevano tre cappelle dedicate al culto micaelico, dal conte Ugo di Montboisser, detto “lo Scucito” il quale, per redimersi da un discutibile passato, completò l’opera di San Giovanni Vincenzo, trasformando il santuario in abbazia. L’abbazia, affidata ai Be-nedettini, si ingrandì dal XII secolo fino al XIV secolo, grazie al lavoro gigantesco degli abati e grazie, anche, alla sua posizione strategica lungo la via Francigena dei pellegrinaggi diretti a Roma e in Terra Santa. A partire dal 1381, in poco più di due secoli di decadenza, l’abbazia arriverà alla chiusura nel 1622 e da questa data in poi, sul complesso, infieriranno guerre, distruzioni, tem-po, incuria, terremoti.

DI VILMA BRIGNONE

La straordinaria posizione strategica della Sacra di San Michele rimanda immediatamente ai due insediamenti dedicati a San Michele del Gargano e della Normandia. Fondata tra il 983 e il 987, si trova al centro di una via di pellegrinaggiodi oltre 2.000 km che unisce Mont-Saint-Michela Monte Sant’Angelo. Ph. Paola Marchio / Foter / CC BY-NC-SA

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Dopo 600 anni di vita benedettina, nel 1836 Re Carlo Alberto di Savoia affidò la Sacra e le resi-due rendite dell’antico monastero alla Congre-gazione Rosminiana, istituto di carità fondato da Antonio Rosmini, e consegnò loro in custodia le salme di 24 principi di casa Savoia, traslate dal Duomo di Torino e ora tumulate nel santuario all’interno di sarcofagi in pietra. I padri Rosminiani restarono alla Sacra anche dopo l’incameramento statale dei beni ecclesia-stici (1867) e vi restano tuttora, con compiti di custodia, conservazione, promozione culturale e fruizione del complesso architettonico. Un patri-monio storico in grado di suscitare, negli ultimi anni, l’interesse di soprintendenze, enti, privati e soprattutto della Regione Piemonte, che ha stanziato fondi per il suo recupero. Insieme ai Rosminiani, operano l’Associazione dei Volontari della Sacra e gli Ascritti Rosminiani:

cristiani, sacerdoti, chierici e laici, in fratellanza e comunione spirituale con l’Istituto della Carità.

UN INDICE ALZATO VERSO L’ASSOLUTONel suo secolare cammino di vita monastica, un manto di sacralità e poesia avvolge tutto il com-

plesso, connotandolo fortemente agli occhi dei visitatori che oggi vi si avvicinano, in un viaggio che diventa non solo verso un luogo, ma che è anche teologico e spirituale. Una meta, che come un indice, indirizza ulteriormente “verso l’alto e verso l’oltre”.

Fin dalla sua costruzione, il monastero lottò per mantenere gelosamente la propria autonomia, in particolare, nel secolo XI, per sottrarsi alla giurisdizione dei vescovi di Torino. Ottenuta l’autonomia, la Sacra, fin verso la metà del XIV secolo, visse la sua stagione più favorevole sotto la guida degli abati benedettini. Ph. (dall’alto a sinistra): Adrryan K / Foter / CC BY-NC-SA; Alschim / Foter / CC BY-NC-ND; Topotto / Foter / CC BY-NC-ND

“La sua religiosità emerge prepotente... Così ben saldata alla roccia e slanciata

verso l’infinito cielo”. Clemente Rebora

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La Sacra è esempio sublime di architettura verticale. Superato il Portale dello Zodiaco, ci si trova sotto quattro vertiginosi archi rampanti progettati da Alfredo D’Andrade e ultimati nel 1937, per impedire il dissesto statico della parete Sud. Ph. Mastino70 / Foter / CC BY-NC-ND; Alschim / Foter / CC BY-NC-ND

L’Abbazia di San Michele della Chiusa è “Sacra” “perché viene definito come luogo privilegiato al dialogo con l’Assoluto, là dove la tensione reli-giosa può raggiungere alti livelli. La sua religiosi-tà emerge prepotente dalle gigantesche arditissi-me costruzioni architettoniche. Così ben saldata alla roccia e slanciata verso l’infinito cielo... Un culmine vertiginosamente santo,” scrive Cle-mente Rebora, poeta Rosminiano del XX secolo. Giovanni Paolo II in visita alla Sacra il 14 luglio 1991 disse nell’omelia: “Il nostro mondo inquie- to (…) ha bisogno di luoghi privilegiati come questo, capaci di far riscoprire il senso profondo della vita. (…) Il silenzio, la solitudine, l’ascolto e la preghiera, qui favorita da un’incomparabile cornice naturale, artistica e storica, non possono non suscitare pensieri elevati ed alimentare il cuore dell’uomo, sempre assetato di verità, che è Dio stesso”.Come nel XIX secolo – sulla scia di Goethe e del Romanticismo europeo – fu una tappa imman-cabile di quel “viaggio in Italia” che i giovani della nobiltà e dell’alta borghesia intraprendevano, lo è oggi: imperdibile esperienza di visita.

ARCHITETTURA VERTICALE“Potentemente suggestivo appare al visitatore l’ingresso dell’abbazia come parte più superba dell’edificio,” recita la presentazione: il massiccio basamento, alto 26 m alla linea di gronda, sostie-ne le tre absidi della chiesa, delle quali la centrale è sormontata da un’aerea loggia detta “dei Viret-ti”. Emozionante è lo Scalone dei Morti, dove la forma verticale della scala si innesta con la roccia. Lo scalone termina con la Porta dello Zodiaco, opera dello scultore e architetto Nicolao, popola-ta di un fiorito e fantastico mondo medievale de-corato con elementi naturali stilizzati. Varcata la porta, ecco l’ultima rampa alla chiesa, fra i quattro contrafforti e archi rampanti aggiunti negli anni ’30 dopo il terremoto del 1886. Da qui si accede all’edificio sacro attraverso un portale con ampia apertura romanica: sui battenti dell’inizio del XIX secolo, in rilievo ligneo, le armi con cui San Mi-chele tiene incatenato il male, sotto forma di ser-pente dal volto umano. La chiesa, caratterizzata da una diffusa differenza di stili, per interventi in epoche storiche diverse, è arricchita da affreschi e quadri. www.sacradisanmichele.com

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EVENTI CHE SCALDANO L’ANIMA L’autunno è un momento di grandi eventi alla Sacra di San Michele. Si va dalle visite speciali a tema, con “momento olfattivo”, (la prenotazione è obbligatoria) al concerto di musica celtica Future Celtic Tradition, con il gruppo Euron Ensemble Project, a cui segue una speciale visita notturna al santuario (19 settembre). Il 20 settembre, 94° convegno diocesano delle cantorie valsusine. Il 26, il triduo di prepara-zione alla festa patronale di San Michele Arcangelo, di martedì 29.Da non perdere, poi, l’inaugurazione delle Soirées musicali della Nuova Arca – Le pre-ghiere dei grandi compositori europei con il Coro Accademia della Voce del Piemonte (3 ottobre). Infine, il Natale. Giovedì 24 dicembre, Natale alla Sacra: fiaccolata, processione, veglia di preghiera e la Missa in Nativitate Domini, con la Schola Gregoriana di Saluzzo. All’organo Elia Carletto, dirige il maestro Ivano Scavino.

L’interno della chiesa (in alto a destra) si raggiunge scendendo un ripido scalone del XII secolo (a sinistra), dove, in una nicchia centrale, fino al 1936, erano custoditi alcuni scheletri, da cui il nome “Scalone dei Morti”. Qui trovarono sepoltura uomini illustri, abati e monaci. Ph. Stefano Pertusati / Foter / CC BY-NC-SA; Alschim / Foter / CC BY-NC-ND

Particolari dei capitelli che ornano il Portale dello Zodiaco (1128-30), opera romanica scolpita dal Maestro Nicolao, architetto-scultore che lavorò anche alla Basilica di San Zeno Maggiore a Verona. Ph. Roger joseph / Foter / CC BY-NC-SA

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nuove generazioniin fermentoNON SI FERMA IL MONDO DELLA BIRRA ARTIGIANALE, DA PIÙ DI UN DECENNIO PARTE DELL’IMMAGINARIO GIOVANILE E NON. UN’EPOPEA NATA DA UN’INTUIZIONE DI TEO MUSSO E IN COSTANTE EVOLUZIONE.

Se volessimo immortalare il movimento bras-sicolo italiano in uno scatto, rischieremmo di

ritrovarci con una foto mossa, tanta è la velocità con cui questo si muove.Il momento storico attraversato dalla bevanda alcolica più antica del mondo è davvero in con-tinuo “fermento”: in Italia si sta assistendo a un fenomeno in crescita esponenziale che, sulle ali di una forte passione, sta facendo nascere pic-cole imprese, posti di lavoro e scrivendo nuove storie da raccontare.

COS’È LA BIRRA ARTIGIANALE?L’espressione “birra artigianale”, la cui definizio-ne stessa sfugge ancora ai parametri di legge, viene sostanzialmente utilizzato per indicare una birra con ingredienti di qualità, non pastorizza-

ta, non filtrata e prodotta (di norma) in piccole quantità, e comunque alternativa alla birra indu-striale, che utilizza invece additivi e conservanti per garantire la massima longevità al prodotto.La birra artigianale è un prodotto vivo, delicato, che si può declinare in infinite tipologie, a parti-re dalla modalità di produzione (alta o bassa fer-mentazione), fino all’aggiunta degli ingredienti più originali e apparentemente improbabili.

TEO, “DEUS EX MACHINA”Partire dal Piemonte per raccontare almeno una parte di questa epopea è quasi cosa dovuta, se fissiamo nella metà degli anni ’90 la nascita, in terra cisalpina, dei primi birrifici artigianali, tra cui i pionieri Beba (Villar Perosa) e Baladin (Piozzo). Un nome, quest’ultimo, associato al

DI MARCO JORIO

Circa 70 produttori in Piemonte e oltre 300 in tutta Italia. Il settore della birra artigianale rappresenta il nuovo obiettivo lavorativo di molti giovani che, spinti dalla passione, cercano nella trasformazione brassicola la propria realizzazione professionale.E, sempre meno, i laboratori sono frutto dell’improvvisazione. Molti hanno lavorato presso birrifici all’estero o frequentato master o corsi di formazione. Ph. Allagash Brewing / Foter / CC BY

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produttore probabilmente più celebrato in Ita-lia: quel Teo Musso che cominciò a realizzare la propria birra in una terra di vini, folgorato da “una belga” in gioventù, e che oggi vede i suoi prodotti esportati in tutto il mondo, soprattutto attraverso la partnership con Eataly.“La birra è un modo di dire delle cose, di comu-nicare” afferma lo spesso Teo, istrionico comuni-catore e protagonista di un libro-biografia, in cui si attribuisce la “responsabilità” di aver dato il via al movimento birrario artigianale nazionale. Nel libro La birra artigianale è tutta colpa di Teo (Feltrinelli), non mancano i pilastri fondamentali della sua filosofia e della stessa creazione brassi-cola: la birra nasce dalle emozioni di chi la pro-duce e dall’ispirazione del momento del mastro birraio, che mescola le sue conoscenze alle sue sensazioni. Ecco perché ogni produttore è da scoprire e ogni birra da assaggiare.

UN PANORAMA “IN FERMENTO”Ci vorrà qualche anno perché l’esempio di Teo venga colto, ed è tra la metà e la fine del decen-nio scorso (2005-2010), che la scena birraria ar-tigianale comincia a vivere la sua stagione d’oro: in poco tempo, cresce vertiginosamente il nu-mero di chi produce birra per venderla, passan-do dal ruolo di appassionato bevitore a quello di homebrewer e infine di produttore, con un proprio impianto (birrificio) o con produzione esterna (beerfirm).Ad oggi, in Piemonte, sono più di 70 i produt-tori e la scena italiana è in crescita esponenziale: spuntano manifestazioni, premi, riviste e siti, in

cui si parla di birre e di mastri birrai. Un movi-mento mappato da Slow Food Editore, con la Guida alla birre d’Italia, di Eugenio Signoroni e Luca Giaccone, che nel 2015 conta 331 azien-de, 1.662 birre e un migliaio di segnalazioni, per comprare o consumare. E mentre note aziende produttrici di birre indu-striali cercano di confondere i consumatori con prodotti che strizzano l’occhio al mondo artigia-nale, cresce la cultura nel pubblico, che abban-

Matterino Musso, noto a tutti come “Teo”, resta un punto di riferimento per il mondo della birra artigianale. Classe 1964, Teo, a 20 anni, assaggiaper la prima volta una Chimay: è il colpodi fulmine che dà il via a una lunga carriera di successi dedicata all’alta fermentazione, partita dal Baladin di Piozzo (CN) e arrivata oggi ai vertici del mercato mondiale. Ph. Tino Gerbaldo

In basso: Open Baladin a Roma, dove è presente una vasta birroteca di marchi artigianali italiani. Ph. Roberto Ventre / Foter / CC BY-SA

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La birra nasce dalle emozioni di chila produce e dall’ispirazione del

momento del mastro birraio.

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dona poco per volta le definizioni approssimati-ve di bionda o rossa, per passare alle più corrette ipa, apa, blanche, stile belga o tedesco, saison o stout, trappista o d’abbazia.

MASTRI BIRRAI: LE NUOVE GENERAZIONI“Io e mio fratello siamo partiti nel 2009, per la mia passione da homebrewer – racconta Pao-lo Lerda, mastro birraio di Trunasse, Centallo (CN). La prima “cotta” l’ho fatta in Germania, poi abbiamo rilevato il primo impianto al Troll, storico birrificio di Vernante, ed è partita l’avven-tura”. In due anni e mezzo, la produzione entra a regime con 220 ettolitri annui e, nel 2015, grazie all’acquisto di nuovi fermentatori, salirà fino a 450 ettolitri. “L’ultima nata è Hoppi Couple, in collaborazione con lo scozzese David Pollock, mentre l’anno scorso è nata la ‘21’ in collabora-zione con Antagonisti Gipsy Brewer, per celebra-re il mio matrimonio e l’apertura del loro locale”.È proprio il 21 giugno 2014 che, a Melle, in Valle

Varaita (CN), apre il locale Officina Antagonisti, dalla passione di due ragazzi valligiani, Enrico “Chicco” Ponza e Fabio Ferrua (28 e 27 anni), che rappresenta uno dei beerfirm emergenti della provincia. “Quando siamo partiti ce n’era-no tre in Italia, ora siamo 300 – racconta Chicco, folgorato dall’assaggio di una Gueuze alle supe-riori”. Dopo aver ultimato gli studi in tecnologia alimentare con una tesi sulla birra, ha comincia-to a lavorare come birraio per Boero (Frassino, sempre in Valle Varaita) e Soralamà (Vaie – TO), fino a scegliere la strada del gipsy, per produrre, cioè, le proprie ricette appoggiandosi a diversi impianti. Oggi, gli Antagonisti hanno 4-5 collabo-ratori nei locali che propongono le loro etichette e stanno sperimentando nuove produzioni.“Questa è la nostra terza estate” racconta Luigi Cagioni, 36 anni, birraio di Kauss, che con i soci Diego Botta e Ivan Lodini ha creato il marchio, lasciando il suo vecchio lavoro per seguire que-sta passione. “Facevo il tecnico in Provincia e ho

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Cereali maltati, soprattutto orzo (in basso a sinistra), lievito e qualità diverse di luppolo

(in basso a destra), per aromatizzare, sono gli ingredienti base della birra. Tra tutti, fondamentale è il lievito: a seconda del tipo utilizzato (in genere

“Saccharomyces cerevisiae” e “Saccharomyces uvarum”) si ottengono rispettivamente birre

ad alta o bassa fermentazione.Ph. Marco Bertorello - FAB; AleGranholm / Foter / CC

BY; Kompania Piwowarska / Foter / CC BY-NC-ND.

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cominciato a fare la birra a casa; poi mi sono lan-ciato e siamo partiti. Oggi siamo in due a tempo pieno e uno part-time”. La stalla in disuso del pa-dre di Luigi diventa il laboratorio dove la caldaia funziona a legna e produce il vapore necessario per la cotta: “La gamma fissa è su quattro birre e una natalizia e, se nel 2014 abbiamo realizzato 400 ettolitri, nel 2015 potremmo sfiorare quasi il doppio della produzione, con circa 75 cotte previste”.Il Piemonte è particolarmente attivo, ma ormai realtà artigianali si trovano ovunque: in Valle D’Aosta, B63 nasce dalla passione di Paolo Lou-vin e prosegue idealmente la tradizione della Birreria Zimmerman, la seconda d’Italia, con ricette di birra cruda in perfetto stile germanico. In Liguria, invece, sono i marchi ormai storici – in un certo senso “la prima generazione” dei birrifici artigianali – come Scarampola (2004) e Maltus Faber (2007) a portare alta la bandiera della qualità brassicola in riva al mare.Anche tra i produttori liguri la fantasia non man-ca: troviamo una birra aromatizzata con petali di rosa, prodotta dalla Fabbrica Birra Busalla, di Savignone (GE), che ha rinnovato i fasti di un’azienda attiva già all’inizio del secolo scorso, o la Season del Piccolo Birrificio di Apricale (IM), ad alta fermentazione, affinata in botti e realizzata con l’utilizzo di scorze di chinotto e spezie.

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Se è vero che il nostro Paese non ha una propria tradizione brassicola, come Belgio, Gran Bretagna,

Germania, in pochi anni estro e tenacia hanno favorito la diffusione di un vero e proprio “Italian

Style” nella birrificazione. L’assenza, infatti, di una cultura specifica ha reso più liberi i piccoli

birrai che interpretano e sperimentano, pur nell’ispirazione agli stili belgi,

anglosassoni e tedeschi.

Alcuni giovani mastri birrai: Enrico Ponza e Fabio Ferrua (Antagonisti), Paolo Lerda (Trunasse)

e Luigi Cagioni (Kauss). Ph. Marco Jorio. L’interno della Westmalle, in Belgio,

storico “brand” di birra “trappista”, Ph. Visitflanders / Foter / CC BY-NC-SA

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libereso, botanico umanista LIBERESO GUGLIELMI, SCIENZIATO, ILLUSTRATORE, DIVULGATORE, HA DATO LA VITA PER LA BOTANICA. “IL GIARDINIERE DI CALVINO”, NATIVO DI BORDIGHERA, RACCONTA LA SUA DEVOZIONE AL MONDO VEGETALE

Il 20 aprile scorso ha compiuto 90 anni e ai più è noto come “il giardiniere di Calvino”,

ma passando qualche ora a chiacchierare insie-me a lui, ci si accorge che questa definizione giornalistica rischia di apparire davvero troppo limitante. Libereso Guglielmi, infatti, ha attra-versato quasi per intero il Novecento, vivendo una vita piena di incontri e di esperienze all’in-segna di scelte dettate da una curiosità incre-dibilmente vivace, a tratti fanciullesca, rimasta intatta nonostante l’avanzare dell’età e che lo ha portato in giro per il mondo. Abbiamo fissato il nostro incontro a Sanre-mo – dove da qualche anno vive stabilmente nella casa di famiglia – in una afosa mattina di agosto. Ad accogliermi è la moglie, un’elegante signora londinese conosciuta durante gli anni

che Libereso ha passato in Inghilterra come capo giardiniere dell’orto botanico di Myd-dleton House.Ci sediamo sotto un pergolato che affianca il piccolo ma ricco giardino che negli anni Libe-reso ha riempito all’inverosimile di specie ve-getali: un’oasi di silenzio che domina dall’alto l’affollata riviera sanremese, stracolma di turisti vocianti immersi in un traffico infernale. Sono tante le cose che vorrei chiedergli in que-ste poche ore a mia disposizione, perché molti sono gli aspetti affascinanti della sua esistenza. Botanico, disegnatore, saggista, conferenzie-re: non è facile individuare un argomento da cui far partire la nostra intervista. Scelgo allo-ra di prendere le mosse dal nome, “Libereso”, scelto dal papà anarchico e studioso di espe-

TESTO E PHOTO: LUCA PRESTIA

Libereso Guglielmi, 90 anni compiuti da poco, ha alle spalle una vita ricca di incontri ed esperienze straordinarie, a partire dalla collaborazione, in età giovanile, con Mario Calvino, botanico e agronomo, nonché padre dello scrittore Italo, alla stazione sperimentale di floricoltura di Sanremo.

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ranto. Un nome idealista il suo, carico di Ro-manticismo tardo ottocentesco, che significa “libertà assoluta, libertà di pensiero e di azio-ne”; e se è vero che il nome che ci viene dato alla nascita rispecchia spesso il nostro destino, nel suo caso questa regola sembra trovare pie-na conferma.“Da mio padre ho imparato cosa significhi vi-vere liberi e senza condizionamenti”, mi dice Libereso, che dal genitore ha mutuato anche l’amore nei confronti del mondo vegetale, mai più tramontato e che si sarebbe trasformato, negli anni a venire, in una professione capace di farne uno dei botanici più autorevoli non solo a livello nazionale. “Fin da bimbo ho avuto modo di gironzolare in lungo e in largo in tutti i meandri della mia terra, la Liguria, che posso ben dire di conoscere come le mie tasche”. Una terra stretta tra le montagne e il mare, ricca di angoli nascosti e spesso del tutto sconosciuti a quanti si limitano a frequentarne la costa, in cerca di refrigerio durante le vacanze. Continuiamo a parlare e mi racconta che all’età di 15 anni gli si presenta un’occasione più unica che rara: gli viene assegnata una borsa di studio bandita da Mario Calvino, botanico e agrono-mo di fama, nonché padre dello scrittore Italo (che Libereso frequenterà negli anni dell’ado-lescenza), che in quell’epoca dirige la stazione sperimentale di floricoltura di Sanremo.La frequentazione con Mario e sua moglie Eva Mameli, “naturalista, studiosa coltissima e rigorosa, forse ancor più del marito”, come sottolinea il mio interlocutore, dura circa un decennio: sono gli anni della formazione, grazie ai quali il giovane Libereso ha modo di apprendere un’infinità di nozioni sul mondo vegetale. “Ho imparato molte delle cose che so grazie a una vicinanza strettissima, quotidiana, con il dottor Calvino, che aveva l’incredibile capacità di trasmetterti una passione profonda verso tutte le specie botaniche, sia autoctone sia importate da diverse parti del mondo, spe-cialmente dal Sud America, dove il professore

aveva vissuto qualche anno. Il suo era tuttavia un approccio più pragmatico che teorico: qua-lunque cosa gli domandassi, lui te la spiegava con l’esempio concreto, mostrandoti i segreti di un lavoro bellissimo ma anche fisicamente impegnativo, che non conosceva soste”. Intorno al 1950 Libereso è così pronto a co-

L’oasi sanremese di Libereso raccogliespecie rare, e piante e fiori provenientida diverse aree del pianeta. Come afferma lo stesso Guglielmi: “La Liguria, se solo si volesse, potrebbe davvero diventare un grande giardino botanico a cielo aperto, dal momento che è caratterizzata da un microclima eccezionale, unico in Italia e forse in Europa, adatto anche a molte specie subtropicali”.

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Oltre a essere botanico e scienziato, a Libereso non manca una spiccata vena artistica: da qualche

anno, infatti, si dedica a tratteggiare sulla carta non solo fiori e piante, riprodotti poi su pubblicazioni

specializzate, ma anche personaggi di fantasia.

In basso: i giardini di Myddleton House,a Londra, dove Guglielmi condusse l’orto botanico

negli anni ’60. In Inghilterra, fu ingaggiatoanche dallo zio della Duchessa di Cornovaglia,

Camilla Parker Bowles. Ph. Gabludlow / Foter / CC BY-NC-ND.

minciare la sua personale avventura di botanico con un vasto bagaglio di esperienza. Da quel momento comincia infatti a lavorare in veste di consulente in luoghi diversi: il Sud Italia (dove diventa direttore di un’azienda floricola), l’In-ghilterra (“anni meravigliosi trascorsi in un Pa-ese che premia il merito e la creatività, dove gli individui che hanno buone idee hanno anche la possibilità di realizzarle”), la Lombardia (a Lesmo, su incarico del Credito Italiano, ridà lu-stro ai grandi spazi presenti all’interno del Par-co di Villa Gernetto). Ma quelli sono anche gli anni dei tanti viaggi fuori dai confini europei, durante i quali Libereso ha l’occasione di ap-profondire la conoscenza di specie botaniche rare e di studiarne i cicli vitali.La “sua” Liguria torna tuttavia a far sentire il suo richiamo. Il tempo passa ed è quindi natu-rale fare ritorno verso i luoghi d’origine, dove tutto è cominciato molti anni prima. I due fi-gli sono ormai grandi e non hanno seguito le orme paterne, ma anche i nipoti crescono in fretta: Libereso può quindi dedicarsi con più tranquillità a ciò che ha sempre amato. Benché l’età avanzata e gli acciacchi fisici limitino l’agi-lità di un tempo, c’è sempre modo per curare il piccolo giardino di casa, stracolmo di veri e propri “gioielli” botanici di cui questo signore dalla capigliatura e dalla barba bianchissime va giustamente orgoglioso. Gli chiedo se se la sente di fare due passi insieme all’interno del suo personale paradiso terrestre, dove, con uno sguardo vivace e ancora pieno di voglia di imparare, Libereso mi indica le specie più rare. Al centro campeggia un gigantesco avo-cado, circondato da piante e fiori provenienti da diverse aree del pianeta. Nel corso di una delle numerose pause dettate dal caldo, il mio inter-locutore mi confessa “che la Liguria, se solo si volesse, potrebbe davvero diventare un grande giardino botanico a cielo aperto, dal momento che per un capriccio del caso e della geografia è caratterizzata da un microclima eccezionale, unico in Italia e forse in Europa, molto stabile e

incredibilmente adatto a far crescere una grande varietà di specie botaniche subtropicali”. L’intervista sta terminando. Prima di congedar-mi da Libereso ho ancora l’occasione di visitare il suo studiolo personale. E scopro che oltre a essere un grande botanico, “il giardiniere di Calvino” è anche un buon disegnatore. Da qualche anno, infatti, Libereso si dedica a tratteggiare sulla carta non solo fiori e piante – riprodotti in numerose pubblicazioni specializ-zate – ma anche personaggi di fantasia carichi di ironia e intelligenza. Lo saluto sulla porta di casa e penso di esse-re stato fortunato a incontrare un uomo come lui, che ha fatto della passione per il suo lavoro e della coerenza con gli ideali di una vita un tratto portante dell’esistenza. Non resisto e gli domando al volo un’ultima cosa prima di an-darmene: ho letto che da tempo si dedica a fare interventi nelle scuole per insegnare ai giovani il valore della vita vegetale e i segreti, troppo spesso ignorati, delle piante e dei fiori. Così come so anche che lui, da sempre vegetariano, di piante e fiori si nutre pure. “L’uomo può nu-trirsi di piante, basta imparare a conoscerle e a distinguerle. Viviamo ormai con poca consa-pevolezza e tendiamo a perpetuare una sorta di ‘ignoranza’ che ci spinge a diffidare delle infinite potenzialità che la natura ci offre, che sono molte di più rispetto a ciò che crediamo di conoscere. Ai giovani mi piace insegnare a scoprire davvero ciò che li circonda, stuzzican-do la curiosità di cui ognuno di loro è dotato, e credo che, se si vuole fare davvero breccia, sia importante non limitarsi a indicare una tal pianta piuttosto che un’altra, rischiando di an-noiarli e basta. È necessario trasmettere loro la passione che ci anima. Quella è la strada”.È davvero ora di salutarci. Ci stringiamo la mano e Libereso, sorridendo, mi regala uno dei suoi disegni che riproduce una serie di perso-naggi di fantasia. È un bel disegno che racchiu-de molto bene il senso profondo della nostra piacevole chiacchierata agostana.

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di innata regalità,algida bellezza. Ha fatto

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La rivediamo nelle cerimonie ufficiali in abiti preziosi ed

essenziali, linee pure, sinuose ed avvolgenti dal bianco plissé

intrecciato a sottolineare l'esilità della figura ai morbidi inserimenti

di prezioso voile ricamato per creare discrete trasparenze.

Abiti con organza,intarsi ed ampiezza a contrasto con i corpini aderenti che le hanno donato l'allure inimitabile della principessa, l'“americana” che ha dominato il mondo con garbo e personalità.

Grace Kelly è stata, e sempre rimarrà la personificazione di un Sogno, intensamente vissuto, invidiato, irripetibile, precocemente svanito.Icona di straordinaria bellezza divenuta Mito.

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i loro tratti fortemente distintividi personalità, stile, ésprit

che le hanno rese immortali.

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PROGETTO E REALIZZAZIONE Dessange CuneoMODEL Elisa Muriale – HAIR & MAKE UP Dessange Cuneo

SI RINGRAZIAABITI Nicole Spose

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pianti di riscaldamento, sanitari, elettrici, di climatizzazione, trattamento dell’aria ed even-tuale riqualifica dell’impianto termico;

• l’esecuzione delle pratiche burocratiche legate a detrazioni, certificazioni e impiantistica;

• diagnosi energetica dell’immobile e audit ener-getico, al fine di individuare soluzioni concrete per calmierare le bollette gravate da costi che spesso derivano dalle dispersioni di calore;

• riqualificazione dell’impianto fotovoltaico, aumentando l’autoconsumo e rendendo di-sponibile l’energia del sole durante la notte, anche proponendo tecnologie di accumulo elettrico opportunamente dimensionato.

“È evidente – continua Enrico Fanesi – che i nostri impianti consentono l’autosufficienza; garantiscono il comfort necessario sia d’estate sia d’inverno; non dipendono dalle fonti fossili – come gpl, metano e gasolio – né producono impatto sull’ambiente, inquinandolo”.

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Esempio evidente in un contesto naturale e incontaminato è una realizzazione recente “fir-mata Energetica”: Lo Puy, La Chabrochanto, azienda agrituristica in Valle Maira (CN), che ha fatto rinnovare la struttura esistente in pietra, ricavando stanze che hanno ottenuto la classi-ficazione energetica in “classe A”. “Per questa ristrutturazione caratterizzata dalla scelta bio – continua Fanesi – abbiamo trovato un isolante in lana di pecora che abbiamo fatto arrivare dalla Sardegna. Il prezzo è stato molto contenuto e il risultato ottimo, perché la baita al suo esterno è rimasta intatta con il tipico fascino della pie-tra. L’impatto ambientale è stato, dunque, nul-lo: la baita è rimasta un tutt’uno con l’intorno. Tecnologicamente, poi, abbiamo realizzato un impianto di riscaldamento basato su un sistema ad aria, per una rapida messa a regime della tem-peratura, in modo da massimizzare il comfort e contenere i costi di gestione: le accensioni e gli spegnimenti sono personalizzati in base all’effet-tivo orario di arrivo e di partenza degli ospiti”.Le esigenze, a volte, paiono un lusso, invece ri-specchiano una scelta di vita. E per ognuno vi sono soluzioni possibili ed economiche. “Un altro esempio di nuova costruzione di alto livello – puntualizza Enrico Fanesi – è stato un immobile in ambiente pedemontano: a San Roc-co di Bernezzo (CN). I proprietari, una giovane coppia, non volevano allacciarsi a fonti fossili. Ci siamo, dunque, occupati dello studio dell’iso-lamento e di tutta l’impiantistica. Abbiamo rea-lizzato un sistema di riscaldamento a pavimento radiante, gestito da una pompa di calore ad alta

efficienza che è collegata a un sistema di produ-zione fotovoltaica. Abbiamo anche fornito un si-stema di trattamento aria a recupero, per evitare la formazione di muffe, rendendo l’ambiente più salubre e vivibile. Crediamo nel lavoro di gruppo e, anche in questa occasione, abbiamo interagito con professionisti di fiducia della coppia”.“Abbiamo capito nel tempo che – conclude Ti-ziana Giraudi – il cliente va accompagnato con snellezza nella soluzione dei suoi problemi, per-ché ogni casa ha i propri punti di forza e di de-bolezza. Quelli di forza vanno sfruttati e quelli di debolezza arginati. Energetica è un modo nuovo per avere cura di sé e dell’ambiente”.

Sono tante le competenze e i punti di forza che Energetica offre ai propri clienti: dagli impianti di riscaldamento, sanitari, elettrici,di climatizzazione, di trattamento dell’ariae riqualifica dell’impianto termico, all’espletazione delle pratiche burocratiche legate a detrazioni, certificazioni e impiantistica. Dalla diagnosi energetica dell’immobile, alla riqualificazione dell’impianto fotovoltaico. Nelle immagini, due delle ultime realizzazioni di Energetica: lo studio dell’isolamento e dell’impiantistica di una nuova costruzione a San Rocco di Bernezzo e di un’aziendaagrituristica in fase di ristrutturazione (Lo Puy, La Chabrochanto in Valle Maira).

Energetica è un modo nuovo per avere cura di sé

e dell’ambiente.

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“i mestieri del gusto”in fieraNELL’ANNO DELL’EXPO, CONFARTIGIANATO PUNTA ALLA VALORIZZAZIONE DELLE PROPRIE AZIENDE DEL SETTORE ALIMENTARE CON UN NUOVO MARCHIO E INIZIATIVE CHE AIUTINO I PRODUTTORI A RACCONTARSI

È quel sapore in più che fa la differenza. Non si tratta di strani intrugli o di particolari aro-

mi o spezie, ma di un ingrediente essenziale per definire “unico” un alimento: l’artigianalità. Composto da un mix di tradizione ed esperienza e condito da una dose generosa di passione, sa rendere indelebile l’emozione del gusto. E sul gusto, Confartigianato Imprese Cuneo ha scelto di puntare per identificare l’eccellenza dei suoi associati, avviando un progetto specifico in collaborazione con la Fly Food, società che si oc-cupa di catering, per promuovere il “manufatto” alimentare di qualità. È nato il nuovo marchio “I mestieri del gusto”, che raggruppa quegli artigiani del cibo legati ai saperi della terra cuneese e capaci di interpretar-li in un mix di passato e modernità.

Un ulteriore simbolo a garanzia del consuma-tore, che promuove genuinità e salubrità dei prodotti e veicola l’abilità artigiana come aspetto peculiare dell’economia locale.“Abbiamo voluto rafforzare il messaggio della qualità artigianale – spiega Domenico Massimi-no, presidente provinciale di Confartigianato Im-prese Cuneo – perché crediamo sia importante sostenere, proprio nell’anno dell’Expo dedicato al cibo, la capacità dei nostri artigiani di rendere unico un prodotto. In provincia di Cuneo, abbia-mo ottime eccellenze nel settore, veri maestri del cibo che impastano e trasformano le materie prime non soltanto con le mani, ma anche con il cuore. Ne derivano standard qualitativi elevati e soprattutto caratteristiche difficilmente repe-ribili altrove. Questo prestigioso paniere merita

CONFARTIGIANATO CUNEOVia I Maggio, 8 - 12100 CUNEOTel.+39.0171.451111Fax: +39.0171.697453e-mail: [email protected]

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tutto il nostro sostegno, attraverso iniziative a ca-rattere fieristico e divulgativo, durante le quali gli stessi artigiani possano ‘raccontare’ le loro abilità con dimostrazioni dal vivo e degustazioni”.Il calendario di manifestazioni a cui aderisce Confartigianato Imprese Cuneo è assai ricco ed articolato. Primo appuntamento è stata la 40a

edizione della Grande Fiera d’Estate, che ha visto il debutto del progetto “Agriarti”, ovvero la collaborazione tra Confartigianato e Coldiretti nel proporre ai visitatori, in un’ampia area attrez-zata, un piacevole percorso gastronomico dalla materia prima fino al trasformato. Iniziativa che ha riscosso un notevole successo e che viene replicata alla Fiera del Marrone di Cuneo, con l’allestimento di uno spazio degusta-zione in Piazza Galimberti.“I mestieri del gusto”, dall’anima itinerante, dopo la “trasferta” a Bra in occasione di Cheese, non mancano nemmeno ad Alba, alla Fiera In-ternazionale del Tartufo e, a seguire, alla Fiera Fredda, appuntamento espositivo tra i più anti-chi della provincia di Cuneo.Dal pasticcere al casaro, dal salumiere al fornaio, dal produttore di pasta fresca al vignaiolo, l’ar-tigianato del cibo offre un panorama alquanto ricco e variegato sui mestieri artigiani nei quali l’abilità manuale, la creatività e l’amore per il proprio lavoro diventano fattori strategici per elevare la qualità del prodotto.“Il nostro Paese ha bisogno di una sferzata di energia – sottolinea il presidente Masssimino – e la food economy è la strada da percorrere. Le imprese artigiane del settore, mescolando antiche tradizioni e nuove formule, manualità e tecnologia, possono competere in modo signifi-cativo sui mercati, andando di conseguenza ad incrementare le opportunità professionali per i giovani. Come associazione ci stiamo impegnan-do a dare impulso a questo percorso, sia nel sostegno alla nuova imprenditoria che nel sup-porto all’azienda già consolidata, anche attraver-so una promozione incisiva ed organizzata. Gli ultimi dati sulle ‘professioni’ artigianali mancanti

danno forza a questo progetto: sul nostro ter-ritorio scarseggiano panettieri, birrai, affinatori di formaggi e di miele, mestieri che richiedono una maggiore rivalutazione sociale della manua-lità e una migliore offerta formativa. Puntare sul cibo significa, quindi, dare impulso alla nostra economia e implementare l’offerta formativa e lavorativa. L’importante è che il tutto avvenga nel segno della qualità, il vero e proprio simbolo che contraddistingue l’artigianato italiano”.

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In apertura: laboratorio del gusto alla 40aedizione della Grande Fiera d’Estate, cheha visto la partecipazione di Confartigianato, insieme a Coldiretti, con il progetto “Agriarti”.

Un territorio dalle grandi risorse, abilità artigiana nella trasformazione e tradizione unita alla capacità di innovare sono gli ingredienti del successo delle produzioni agroalimentari del Cuneese. Da oggi Confartigianato premia le aziende d’eccellenza associate con il marchio “I mestieri del gusto”. Ph (in alto, da sinistra): niky81 / Foter / CC BY-SA; Alexander Elzinga / Foter / CC BY-SA).

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fab, autunno carico di novitàDUE MESI RICCHI DI EVENTI ANIMANO SALUZZOE LE VALLI DEL MONVISO: DA OCCIT’AMOAL MERCANTICO, FINO ALLA STORICA MOSTRADELL’ARTIGIANATO, QUEST’ANNO DAL CONCEPT RINNOVATO

La Città di Saluzzo si è ritrovata nel cuore della festa patronale di inizio settembre

con la 68a Mostra della Meccanica Agricola – VII nazionale, coordinata dalla Fondazione Amleto Bertoni, a dare il via a una serie di manifestazioni e kermesse che coinvolgono la città e il suo territorio per tutto il periodo autunnale.Tra gli eventi annunciati, il grande appunta-mento con Occit’Amo, Festival delle terre del Monviso e delle Valli Occitane, che fino a novembre anima con musica e cultura un intero territorio, toccando feste popolari e tradizionali, come la Festa dell’Uva di Costi-gliole Saluzzo (27 settembre) e quella della castagna di Venasca (17 e 18 ottobre). Dal 27 ottobre prende invece il via la settimana di

Uvernada, con tre giorni di concerti dal 30 ottobre al 1° novembre presso il Pala CRS di Saluzzo, sotto la guida artistica di Sergio Be-rardo e dei Lou Dalfin. Ma nell’antica capitale marchionale le belle novità non sono finite: a ottobre nel week end del 17 e 18 ottobre si alternano Mattoncino Mania, dedicato al mondo Lego, nelle antiche scuderie della Fondazione Amleto Bertoni, e il Mercantico, nelle vie e piazze cittadine, domenica 18 ottobre. Un appuntamento che si ripete, poi, il 15 novembre, questa volta in concomitanza con la Mostra dell’Artigianato di Saluzzo – Edizione 2015: La Casa.All’alba della sua 77a edizione, la storica Mo-stra Nazionale dell’Artigianato di Saluzzo cam-bia volto e si rinnova: “Dalla collaborazione

Da sinistra: il consigliere regionale Paolo Allemano, il presidente della Fondazione Amleto Bertoni, Enrico Falda, l’assessore alle Attività produttive e allo sviluppo economico di Saluzzo, Francesca Neberti, e il sindaco, Mauro Calderoni, all’inaugurazione dell’edizione 2014 della Mostra Nazionale dell’Artigianato.

PHOTO: MARCO BERTORELLO PER FAB

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tra il nostro ente e l’Associazione “Ar.Tur”, è nata la volontà di restituire valore a un mestie-re e a un settore così prezioso per il territorio saluzzese come quello dell’artigianato – spie-gano dalla FAB. – Il percorso espositivo si svi-luppa attorno alle parole chiave: narrazione, casa e design”.L’esposizione, che prende vita presso l’ex caserma Musso a metà novembre (nei giorni dal 12 al 15 e dal 19 al 22), “si snoda in una narrazione cronologica che partendo dalla ‘memoria’ passa attraverso le competenze e le peculiarità del ‘presente’, per arrivare a una nuova ‘prospettiva’ futura,” spiegano dall’as-sociazione cuneese che ha curato il concept del nuovo progetto. “Lungo il percorso, sia metaforico che fisico, si possono vedere e ascoltare video-racconti delle vite degli artigiani celebri saluzzesi, pas-sando poi all’interno della ricostruzione di antiche botteghe per il capitolo dedicato alla memoria”.Per la sezione “Presente”, la mostra ospita i progetti vincitori del Concorso Nazionale per il Mobile di Saluzzo Le due facce della porta, edizione 2015, in collaborazione con Bertolotto Porte, sviluppato in un vero e pro-prio “salone per l’abitare”. Nei 1500 mq delle scuderie dell’ex caserma, artigiani e grandi aziende di qualità propon-gono nei loro stand le migliori competenze e i prodotti di eccellenza, offrendo una vetrina completa delle novità nel settore casa, dal restauro all’arredamento, dagli impianti alle finiture.Il capitolo “Prospettiva” conclude il percorso con una zona vivace, coinvolgente, con occa-sioni formative e laboratoriali per le nuove generazioni.Il tutto arricchito da un programma di eventi dedicati ai professionisti del settore, pensati per far incontrare design, artigianato, univer-sità, innovative start up, e restituire prospetti-va e strategia al futuro del settore.

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In occasione della sua 77a edizione, la storica Mostra Nazionale dell’Artigianato di Saluzzosi rinnova. Dalla collaborazione con l’Associazione “Ar.Tur” nasce un nuovo concept,che vede l’esposizione strutturata come un percorso all’interno di tre sezioni, tre tappe ideali:Memoria, Presente e Prospettiva.

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mondovì, il gustoè “peccaminoso”IL MEGLIO DELL’AGROALIMENTARE CUNEESE, OSTERIE GOLOSE, ESPERIENZE SENSORIALI E TANTO ALTRO: A FINE OTTOBRE, MONDOVÌ SI TRASFORMA IN UN VERO TEATRODEL GUSTO CON “PECCATI DI GOLA”.

La provincia Granda si prepara a ospitare uno dei suoi appuntamenti più importanti, dove

protagonisti sono i sapori e la cultura enoga-stronomica del Piemonte. Dal 30 ottobre al 1° novembre è in programma a Mondovì la nuova edizione di Peccati di Gola, un’esperienza multi-sensoriale alla scoperta delle eccellenze culinarie e della cultura locale. La meravigliosa cittadina del basso Piemonte, per tre giorni, diventa un vero e proprio tempio del buon mangiare: i buongustai possono entra-re in contatto diretto con circa 90 produttori, attentamente selezionati secondo criteri che promuovono la filiera corta e la tracciabilità dei cibi, con le loro tipicità locali: le pregiate carni bovine piemontesi, le farine macinate a pietra naturale, i prodotti caseari a base di latte di bu-

fala, i formaggi Dop, come il Raschera, la frutta, i salumi gustosi ottenuti dalle carni migliori da allevamenti di montagna, le conserve salate e le confetture, i dolci a base di castagne e nocciole – di cui il Monregalese è ricco – vini profumati, birre artigianali, liquori ricavati da erbe di monta-gna e, ovviamente, “sua maestà” il tartufo. Numerose le novità di quest’anno: Piazza della Repubblica accoglie tutta la parte espositiva, vale a dire sia l’area riservata al “salato” – con formaggi, salumi, carni locali, pasta artigianale, vini e birre – sia l’area dedicata a dolci, ciocco-lato, caffè e liquori, fino all’anno scorso ospitata in Piazza Maggiore, che per questa edizione è, invece, teatro di mostre, attività culturali e inizia-tive speciali. In Piazza del Rione Breo vengono allestite le Osterie dei golosi, una grande area

PECCATI DI GOLAMondovì (CN)Dal 3o ottobre al 1° novembrewww.peccatidigolamondovi.it

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che rievoca l’atmosfera della sagra di paese, con i classici tavoli in legno dove fermarsi per una pausa ristoratrice e riscoprire tutta la convivialità che accompagna la sfera del cibo. Anche quest’anno, l’offerta soddisfa tutti i palati con una selezione di piatti della cucina tradizio-nale piemontese, tra cui spicca una specialità davvero curiosa: la friciula, il fritto misto pie-montese da passeggio. Un’iniziativa che fa parte del progetto “I mestieri del gusto”, nato dalla collaborazione tra Confartigianato Cuneo e Fly Catering, che ha lo scopo di promuovere l’alto valore dell’eccellenza artigiana con cui operano le aziende del settore alimentare della provincia di Cuneo associate a Confartigianato.Tra le altre golosità nelle Osterie, non mancano polenta, ravioli artigianali, risotti, bollito, carne e verdure alla griglia, trippa, frittate, piadine pie-montesi, accompagnati da un buon bicchiere di vino o di birra.Il percorso di Peccati di Gola prosegue in Piaz-za Cesare Battisti, dove l’assoluto protagonista è il tartufo. Qui infatti, si svolge la XVIII Fiera Regionale del Tartufo, dove i visitatori hanno la possibilità di ammirare a acquistare i migliori esemplari raccolti dai membri dell’Associazione “Trifolao Cebano Monregalese”.

Inoltre, gli esperti dell’associazione e del Centro Nazionale Studi Tartufo sono a disposizione del pubblico per domande e curiosità su questo “frutto della terra” dal profumo inconfondibile. Dopo un anno di assenza torna anche il Gusti-bus, l’autobus del gusto, un vero gioiello per laboratori e cene tematiche.Una location unica: il piano inferiore è una cu-cina-laboratorio attrezzata per ospitare grandi chef al lavoro, mentre al piano superiore è stata allestita una sala ristorante con 40 posti a sedere dall’atmosfera raffinata.Ma Peccati di Gola non è solo stand e osterie: nei tre giorni di manifestazione sono in programma numerosi eventi collaterali e attività culturali. Fiore all’occhiello della rassegna, le Esperienze Sensoriali: momenti di assaggio dei cibi, du-rante i quali si impara a conoscere da vicino la qualità dei prodotti artigianali del territorio, dai vini ai formaggi, grazie alla collaborazione con Maria Cristina Crucitti, formatrice e blogger (The Cheese Storyteller) e l’Università dei Mestieri di Agenform. Non mancano, infine, mostre, vi-site guidate, cene “peccaminose” e incontri con chef rinomati. Ingresso: intero 8 euro; ridotto 6 euro, con cou-pon sconto scaricabile dal sito.

Da Piazza della Repubblica a Piazza del RioneBreo, tutta Mondovì si trasforma per tre giorninella splendida cornice di una delle kermesse dedicate al gusto e ai prodotti “made in Cuneo”più accattivanti. Oltre agli stand e alle Osteriedei golosi, il Gustibus, le Esperienze Sensorialie tanti eventi collaterali.

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una notte lungadieci anni25 SETTEMBRE 2015 - NOTTE EUROPEA DEI RICERCATORIUN EVENTO PER FAR CONOSCERE IL MONDODELLA RICERCA AL GRANDE PUBBLICO.

Il mondo della ricerca scientifica è in costan-te evoluzione e anche La Notte Europea dei

Ricercatori 2015, che riguarda in Italia quattro progetti finanziati dalla Commissione Europea, presenta diverse novità per festeggiare alla grande il X anniversario di programmazione e coinvolge-re un pubblico sempre più numeroso e variegato.Università, centri di ricerca pubblici e privati, enti locali e aziende si mettono in gioco in 22 città ita-liane organizzando centinaia di eventi innovativi nei rispettivi territori, per far conoscere l’attività dei propri ricercatori non solo in campo scientifi-co, ma anche nella vita quotidiana.La ricerca italiana è una delle eccellenze del Paese e la Notte dei Ricercatori è l’appuntamento ideale per essere aggiornati e informati, direttamente dagli esperti nei singoli ambiti, sulle più recenti

scoperte. Esperti che sono protagonisti e anima-tori di incontri, spettacoli, concerti, visite guidate, giochi e varie proposte creative di divulgazione. A enfatizzare l’importanza di questa eccellenza è la concomitanza con l’esposizione universale di Milano, EXPO 2015. L’evento mondiale presenta tematiche scientifiche, tecnologiche e culturali con una grande valenza sociale e di enorme in-teresse per lo sviluppo sostenibile del prossimo futuro, che si potrà realizzare soltanto grazie a un determinante apporto di nuove idee, innovazioni tecnologiche e a una presa di coscienza collettiva.I vari momenti della manifestazione ruotano at-torno alla figura chiave del ricercatore che, con le sue competenze in termini di innovazione e creatività, lavora per migliorare la vita di tutti noi. La figura del ricercatore corrisponde spesso,

Durante la giornata del 25 settembre grande attenzione viene riservata agli spettatori più piccoli e alle scuole, con centinaia di laboratori diffusi in tutta Italia, interamente dedicati a loro.Questa attenzione al mondo dei giovani è uno dei punti di forza degli eventi che hanno animato, in particolare, la città di Cuneo.

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nell’immaginario comune, a quella di uno scien-ziato che opera in un contesto isolato e poco ac-cessibile; grazie alla “Notte”, ricercatori e cittadini si confrontano all’interno di iniziative di divulga-zione e conoscenza, utilizzando una comunicazio-ne informale e creativa, in grado di coinvolgere e interessare tutti. Ciò permette di integrare la percezione comune del ricercatore con tutti que-gli aspetti interdisciplinari e di collegamento al territorio, al mondo delle imprese e di “presenza sociale”, che spesso non emergono o sono di-menticati e sottovalutati. Durante la giornata del 25 settembre grande at-tenzione viene riservata agli spettatori più piccoli e alle scuole, con centinaia di laboratori diffusi in tutta Italia, interamente dedicati a loro.Questa attenzione al mondo dei giovani è uno dei punti di forza degli eventi che hanno animato, in particolare, la città di Cuneo. Da sempre ospitata presso la sede distaccata dell’Università di Torino (Piazza Torino 3), la “Notte” 2015 interessa anche altre zone urbane e vede protagonisti gli studenti del Liceo Scientifico e Classico Statale “G. Peano – S. Pellico”, che accolgono presso il loro istituto molti coetanei e gli alunni delle scuole del terri-torio, con possibilità di visita del Museo Civico del Complesso Monumentale di San Francesco. Il programma cuneese è ricco anche di altre iniziative, dedicate ancora ai giovani e al grande pubblico, che si svolgono presso la sede di Piazza Torino e le altre sedi distaccate (www.piemonte.nottedeiricercatori.it).Andrea De Bortoli, direttore del Centro Inte-runiversitario Agorà Scienza e coordinatore del progetto “Tracks – La Notte dei Ricercatori in Piemonte”, presenta con soddisfazione il dato di partecipazione che emerge dai primi nove anni di storia: “L’entusiasmo degli organizzatori piemon-tesi è cresciuto di edizione in edizione: nel 2006 erano coinvolti circa 100 ricercatori, per l’edizione del 2015 è prevista la partecipazione attiva e di-retta di circa 700. Credo che il modo migliore di festeggiare questo decimo anniversario sia ringra-ziare i ricercatori italiani, che, con la loro passione,

riescono a portare avanti progetti di altissimo livel-lo e ad attirare sempre di più il pubblico”.Questa crescita di attività e di partecipazione ha caratterizzato sensibilmente anche Cuneo. Per il 2015, il panel di enti coinvolti è molto ampio e, oltre all’Università di Torino e ai suoi diparti-menti che insistono sul territorio, comprende: il Comune di Cuneo, la Camera di Commercio di Cuneo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, l’Associazione Tecno.Food, il Parco Flu-viale Gesso e Stura, che coordina le attività per la “Notte” di tutti i parchi territoriali, la Fondazio-ne ARCO dell’Oncologia dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Croce e Carle Cuneo, il Liceo Statale “G.Peano - S. Pellico”, il Fondo Ambiente Italiano e, naturalmente, UNICO People & Style. Divulgare efficacemente la scienza presso il gran-de pubblico significa, infatti, creare una rete di enti e di persone che contribuiscano a darne una visione più completa, complessa e integrata. E la crescita delle partnership è, in questo senso, fon-damentale.Venerdì 25 settembre, in tante piazze italiane, si cresce e si impara insieme!

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L’Orto delle Arti ritorna, il 3 e 4 ottobre 2015 al Filatoio di Caraglio, con una nuova tematica: “Radici”. Due giornate di laboratori e dimostrazioni creative, presentazione di libri, musica, attività per bambini, proiezione di film, chiacchierate con esperti, incontri su temi appassionanti e tanto altro! Un evento, con ingresso gratuito, dedicato alla creatività, alla manualità, al benessere e al relax.

PASSIONI, PAROLE E MANI IN MOVIMENTO

Cosa succede all’Orto delle Arti?

26. “LOU DALFIN: VITA E MIRACO-LI DEI CONTRABBANDIERI DI MUSICA OCCITANA” 11,00-12,30Parole e musica con Sergio Berardo, sulle tracce del libro “Lou Dalfin - Vita e miracoli dei contrabbandieri di mu-sica occitana”. Tutta la loro storia rac-contata in un libro per la prima volta. Seguirà un momento musicale.

28. MODELLISMO12:00-14:00 € 23,00 Laboratorio per chi si vuole affacciare al mondo del modellismo e testare la propria manualità! Con la supervisio-ne di Matteo Ponzio sarà realizzata una casetta in mattoncini di cerami-ca, da portarsi a casa per le ultime rifiniture.

29. AROMATERAPIA12:00-14:00 € 20:00 Gli oli essenziali parlano di felicità e di salute. Nel laboratorio con Irene Campisi saranno illustrati i benefici degli oli essenziali, come questi agi-scono sul nostro corpo, sulla mente e a livello energetico. Un appuntamen-to per ritrovare equilibrio e benessere.

30. DANIELA CAGGIANO:“LA MUSICA A COLORI” 12,15-13,15La musica a colori presenta un per-corso semplice e creativo per fare musica, accompagnando i bambini in un mondo magico, con un metodo divertente che dà spazio al gioco e al potere del colore.

31. ALLA CORTE DI RECASTELMAGNO [Bimbi 6-11 anni]12:30-14:30 € 3,00 Un viaggio per i bimbi nel mondo del latte e del “Re dei formaggi”, alla ri-cerca dei trucchi e dei segreti per la preparazione di un tomino. A cura dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno.

32. LA CUCINA DEL BENESSERE12:30-14:30 € 20,00 Come trasformare gli avanzi in pasti squisiti e salutari! I consigli dello chef Erny Lombardo, divertente scugnizzo solare che, mentre scherza e attrae magneticamente i partecipanti al cor-so, illustra in modo chiaro i principi di una cucina sana, facile, veloce e tutta naturale.

33. FRANCO BORRELLI:“TORINOSACRA” 13:00-14:00“Torino ha un anima e quest’uomo l’ha fotografata”. Con queste paro-

le Gramellini presenta l’affascinante viaggio fotografico che dai luoghi sacri di Torino ascende fino alla millenaria abbazia della Sacra di San Michele. In-contro con Franco Borrelli e le sue fo-tografie.

34. ALDO BONGIOVANNI:“BASTA GRANO!” 13,45:14,45Un libro su come realizzare prodotti da forno eccezionali con farine alter-native a quelle derivanti dal frumen-to e senza glutine. Consigli di Aldo Bongiovanni.

35.BEPPE GHISOLFI:“MANUALE DI EDUCAZIONE FINAN-ZIARIA” 14:15-15:45“Il risparmio è un valore etico, una virtù civile che può essere innata o che può essere appresa. Ma il risparmio non è solo un principio alto di com-portamento, è anche una consape-volezza che deve essere sviluppata.”

36. LAVORARE IL CIOCCOLATO 14:30-16:30 € 20,00 Laboratorio operativo sulle tecni-che di lavorazione del cioccolato, dai procedimenti per temperarlo alla re-alizzazione di praline. I lavori si por-teranno a casa, assieme all’attestato di “Cioccolatiere principiante”. A cura degli “Amici del Cioccolato”.

37. COMUNICAZIONE 2.0E STRATEGIENEL MERCATO DIGITALE14:30-16:30 € 20,00 Come posizionare la propria attività nei motori di ricerca? Come coniugare creatività e algoritmi di Google? Se-minario con Simona Spinola, editor e dirigente di Zankyou Italia.

38. LA MUSICA A COLORI15:00-16:00 - € 3,00 [Bimbi 6-10 anni]I bimbi in età scolare sono curiosi e alla ricerca di continui stimoli. La musica e il canto permettono loro di acquisire sicurezza e personalità. Con le note a colori di Daniela Caggiano.

39. EVENTO BOSIO:GLI ESTRATTORI DI SUCCO15:00-16:00 GRATUITOPer chi desidera capire cosa significa bere un succo di frutta o di verdura ottenuto da un estrattore, questo è il posto giusto! Solo un avvertimento: una volta provato, non si riesce più a farne a meno! A cura di Bosio.

40. FRANCO BORRELLI:“RITRATTO DI ITALIA” 15:15-16:15Forse è una fiaba per grandi. Oppure è una metafora scritta per lettori fini. Un libro di Franco Borrelli, Barbara Debernardi, Riccardo Humbert e Max Zallio. Con le firme prestigiose di Car-lin Petrini e Valter Giuliano.

41. ERNY LOMBARDO“UNO SCUGNIZZO AI FORNELLI.CUOCERE NELLE PENTOLE IN GHISA” 16:00-17:00 La ghisa in cucina è un materiale du-revole e salutare. Anche se spesso è associata a cotture molto lunghe, in realtà è versatile e permette di cuci-nare anche ricette facili in tempi bre-vi, per piatti ricchi di gusto e fantasia.

42. MARIO CALABRESI: “NON TEMETE PER NOI, LA NOSTRA VITA SARÀ MERAVIGLIOSA” 16:15-17:15Conversazione tra il direttore de LA STAMPA Mario Calabresi e Aldo Bon-giovanni, sulle “storie di ragazzi ita-liani che non hanno avuto paura di diventare grandi”.

43. GIOCHIAMO CONI COLORI DELLA NATURA

[Bimbi 3-10 anni]

16:30-18:30 € 3,00 Sperimentare il divenire del colore, dalla preparazione alla stesura, ri-cavando delle bellissime tonalità di tinte dalla verdura, dai fiori e dalle bacche! Con Giulia Brunetti, Silvia Audisio e Elisabetta Cometto dello spazio bimbi “Il baco da seta”.

45. ERBE OFFICINALI17:00-19:00 € 20,00 Roberta Capanna, con la sua ven-tennale passione legata alle erbe aromatiche/officinali provenienti da agricoltura biologica, illustra le loro proprietà, i principi attivi e gli utilizzi sia per la cosmesi che per i cibi.

46. NATURALMENTE VOCE L’ARTE DI COMUNICARE17:00-19:00 € 20,00Imparare a comunicare con espressi-vità diventando ottimi oratori cambia la vita! Si possono vincere paura e insicurezze; occorre apprendere come respirare correttamente e articolare le parole. Con Daniela Caggiano, cantan-te, e Roberta Masotino, naturopata.

47. UN VEGANO A CENA17:30-19:30 € 20,00 Laboratorio di cucina per crudisti, ve-gani e celiaci e per chi ha il piacere di invitarli a casa propria! Con i suggeri-menti e le ricette di Romina Baratta, alla scoperta di alcuni piatti saporiti e facili da preparare per soddisfare il palato di tutti gli amici.

48. NEL SALOTTO DI“UNICO WEDDING” 17:45-18:45

Viaggio nel nuovo numero di “UNICO Wedding & events”, in compagnia dei protagonisti che lavorano per i so-gni degli sposi. Copia della rivista in omaggio ai presenti.

49. GIAN MARIAALIBERTI GERBOTTO:“L’ORDINE DEL VERO”

18:15-19:15“L’Ordine del vero è un romanzo che merita di diventare un film e che di-mostra le doti anche narrative del giornalista Gian Maria Aliberti Ger-botto.”

53. LA DECRESCITA FELICEDomenica 4 alle 20:30 - GRATUITO

Proiezione del film “Presi per il PIL” e dialogo con il regista Stefano Caval-lotto e il Presidente nazionale MDF Je-an-Louis Aillon. Riflessioni su storie di vita sorprendenti, di chi si è chiesto se per vivere felici occorre davvero pun-tare tutto sui soldi e sulla carriera.

“GLI ORTI DEL PARADISO”“Gli Orti del Paradiso - Capolavori d’arte dal 1500 al 1900”. Mostra di preziose opere promossa dal “Marco-valdo” all’interno del Filatoio, a cura dell’Arch Paolo Pejrone e di Martina Corgnati.

MOSTRA FOTOGRAFICAMostra fotografica degli allievi di “Fo-toscuola” di Jesus Castellano e Paolo Allasia. Fotoscuola ha organizzato ne-gli anni corsi e workshop, per forni-re a principianti e non gli strumenti per imparare o migliorare la propria tecnica fotografica. All’Orto delle Arti sarà presentata una mostra con le foto degli allievi, visitabile gratuita-mente nei due giorni dell’evento. Per info: www.fotoscuola.com

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SABATO 3 OTTOBRE

1. CALLIGRAFIA13:30-15:30 € 23,00 In un mondo in cui la tastiera dilaga, Simona Picciotto, calligrafa, ci ripor-ta al fascino di scrivere a mano e con armonia indirizzi, partecipazioni, let-tere, biglietti, inviti, ecc.

2. STAR BENE IN GIARDINO14:00-16:00 € 20,00 I sensi dell’uomo sono le “prese” per ricevere dalla natura l’energia ne-cessaria. Tramite un’attenta proget-tazione, il giardino diventa un luogo privilegiato, favorevole al benesse-re. Con Maurizio Zarpellon, a cura di Roagna Vivai.

3. MILO, FLÒ E IL MERAVIGLIO-SO MONDO DELLA NATURA

[Bimbi 5-10 anni]

14:00-15:00 € 3,00 Laboratorio creativo per scoprire il meraviglioso mondo della natura, in compagnia dei topolini Milo e Flò. Ai partecipanti sarà consegnato in omaggio il libro “Biodiversità vege-tale, la conservazione”. Con Daniela Dutto.

4. BECCO DI RAME, LETTURA ANIMATA DI UNA FIABA

[Bimbi 5-10 anni]

15:00-16:00 € 3,00 La favola “Becco di rame” prende for-ma grazie alla lettura animata di Da-niela Dutto, per un incontro di sano divertimento dedicato ai bambini dai 5 ai 10 anni.

6. AMICOSPORT:“E20 APPASSIONANTI”

14,30-15,30Incontro con gli atleti di Special Olympics dell’Associazione Amico Sport di Cuneo, per la presentazione del libro “e20 appassionanti” e per rivivere le emozioni dei recenti cam-pionati mondiali di Los Angeles.

7. L’ANIMA DEL TÈ:DEGUSTAZIONE, SAPORI,PROFUMI14:30-16:30 € 20,00L’anima del tè. Una tazza, del vapo-re, un momento unico. Un appagante viaggio dei sensi alla scoperta del tè, accompagnati da deliziose degusta-zioni proposte da Barbara Grigolon.

9. PAOLO BONGIOANNI:“IL BIANCO E IL NERO”

16,00-17,00“Il bianco e il nero”, un romanzo di sport e di coraggio, un racconto di grandi sfide, scritto per chi ama lo sport e per chiunque sia innamorato della vita. Colloquio con l’autore Pao-lo Bongioanni.

10. RICICLO CREATIVO:STAMPA MANUALESU TESSUTO16:30-18:30 € 20,00Siamo sicuri che un abito una volta acquistato debba restare immuta-bile? Invece di acquistarne un altro, perchè non dare una ricolorata e nuo-va vita a ciò che giace nell’armadio? E se si potesse fare questa trasforma-zione con le proprie mani? Segreti e suggerimenti di Simona Iorio.

11. APERITIVI VELOCICON IDEE FACILI17:00-19:00 € 20,00Stupire gli amici con veloci piatti sfi-ziosi, facilmente replicabili a casa, grazie alla fantasia della sorprenden-te Romina Baratta.

14. ALESSANDRA RINAUDO:“L’ABITO DEI SOGNI”

17,30-18,30Alessandra Rinaudo, stilista e diret-trice creativa di Nicole Spose e prota-gonista in TV su Real Time, presenta il suo libro “L’abito dei sogni”, chiac-chierando con la wedding planner Monia Re.

15. FARE LA BIRRA IN CASA17:30-19:30 € 20,00 Illustrazione delle metodologie e delle procedure per la birrificazione casalinga: ricette, ingredienti, attrez-zature. A seguire, una sana degusta-zione di ottime birre!Con Alberto Bosco, docente ONAB.

DOMENICA 4 OTTOBRE

21. FOTOGRAFIA9:30-11:30 € 20,00 Osservare, vedere e fotografare. Come descrivere il proprio mondo attraverso la fotografia e tramite l’occhio esperto di un professionista. Il laboratorio è un’occasione adatta a tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi al mondo della fotografia, da chi muove i primi passi al semi-professionista. Con Paolo Al-lasia, professionalità al servizio dell’e-mozione, tutto in uno scatto.

22. SEMINARIOPER LA RINASCITA9:30-11:30 € 20,00 Dobbiamo nascere nella carne e poi nell’anima. La prima proietta il corpo nel mondo, la seconda lancia l’anima al cielo. Aromaterapia per guarire se-condo natura. Campane Tibetane per il risveglio. Yoga, rilassamento e me-ditazione per migliorare il corpo, la mente e lo spirito. Con Nadia Dotta, Irene Campisi, Simone Castagnolo.

23. CONVERSAREIN INGLESE TRA AMICI10:00-12:00 € 20,00 Tappa zero di un percorso per appro-fondire la conoscenza della lingua inglese, basato sulla semplice con-versazione tra amici in piacevoli si-tuazioni di “vita reale”.

24./27. YOGA BIMBI€ 3,00 [6-8 anni e 8-11 anni]

10:00-10,50 - 11:05-12:00 Lo yoga aiuta i bambini a ritrovare la meraviglia che è in loro. Con Carla Lazzarino, Daniela Pellegrino e Linda Dutto dell’associazione NoiVoiTutti. Da 6 a 8 anni, orario 10:00-10,50:00.Da 8 a 11 anni, orario 11:05-12:00.

25. FEDERICA GIULIANI E DANILO PAPARELLI: “TU DI CHE TAGLIO SEI?”

11,00-12,00Un libro per scegliere e cucinare il taglio “giusto” della carne, 31 ricette creative con originali abbinamenti accostati a piatti tradizionali.

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L’Orto delle Arti ritorna, il 3 e 4 ottobre 2015 al Filatoio di Caraglio, con una nuova tematica: “Radici”. Due giornate di laboratori e dimostrazioni creative, presentazione di libri, musica, attività per bambini, proiezione di film, chiacchierate con esperti, incontri su temi appassionanti e tanto altro! Un evento, con ingresso gratuito, dedicato alla creatività, alla manualità, al benessere e al relax.

PASSIONI, PAROLE E MANI IN MOVIMENTO

Cosa succede all’Orto delle Arti?

26. “LOU DALFIN: VITA E MIRACO-LI DEI CONTRABBANDIERI DI MUSICA OCCITANA” 11,00-12,30Parole e musica con Sergio Berardo, sulle tracce del libro “Lou Dalfin - Vita e miracoli dei contrabbandieri di mu-sica occitana”. Tutta la loro storia rac-contata in un libro per la prima volta. Seguirà un momento musicale.

28. MODELLISMO12:00-14:00 € 23,00 Laboratorio per chi si vuole affacciare al mondo del modellismo e testare la propria manualità! Con la supervisio-ne di Matteo Ponzio sarà realizzata una casetta in mattoncini di cerami-ca, da portarsi a casa per le ultime rifiniture.

29. AROMATERAPIA12:00-14:00 € 20:00 Gli oli essenziali parlano di felicità e di salute. Nel laboratorio con Irene Campisi saranno illustrati i benefici degli oli essenziali, come questi agi-scono sul nostro corpo, sulla mente e a livello energetico. Un appuntamen-to per ritrovare equilibrio e benessere.

30. DANIELA CAGGIANO:“LA MUSICA A COLORI” 12,15-13,15La musica a colori presenta un per-corso semplice e creativo per fare musica, accompagnando i bambini in un mondo magico, con un metodo divertente che dà spazio al gioco e al potere del colore.

31. ALLA CORTE DI RECASTELMAGNO [Bimbi 6-11 anni]12:30-14:30 € 3,00 Un viaggio per i bimbi nel mondo del latte e del “Re dei formaggi”, alla ri-cerca dei trucchi e dei segreti per la preparazione di un tomino. A cura dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno.

32. LA CUCINA DEL BENESSERE12:30-14:30 € 20,00 Come trasformare gli avanzi in pasti squisiti e salutari! I consigli dello chef Erny Lombardo, divertente scugnizzo solare che, mentre scherza e attrae magneticamente i partecipanti al cor-so, illustra in modo chiaro i principi di una cucina sana, facile, veloce e tutta naturale.

33. FRANCO BORRELLI:“TORINOSACRA” 13:00-14:00“Torino ha un anima e quest’uomo l’ha fotografata”. Con queste paro-

le Gramellini presenta l’affascinante viaggio fotografico che dai luoghi sacri di Torino ascende fino alla millenaria abbazia della Sacra di San Michele. In-contro con Franco Borrelli e le sue fo-tografie.

34. ALDO BONGIOVANNI:“BASTA GRANO!” 13,45:14,45Un libro su come realizzare prodotti da forno eccezionali con farine alter-native a quelle derivanti dal frumen-to e senza glutine. Consigli di Aldo Bongiovanni.

35.BEPPE GHISOLFI:“MANUALE DI EDUCAZIONE FINAN-ZIARIA” 14:15-15:45“Il risparmio è un valore etico, una virtù civile che può essere innata o che può essere appresa. Ma il risparmio non è solo un principio alto di com-portamento, è anche una consape-volezza che deve essere sviluppata.”

36. LAVORARE IL CIOCCOLATO 14:30-16:30 € 20,00 Laboratorio operativo sulle tecni-che di lavorazione del cioccolato, dai procedimenti per temperarlo alla re-alizzazione di praline. I lavori si por-teranno a casa, assieme all’attestato di “Cioccolatiere principiante”. A cura degli “Amici del Cioccolato”.

37. COMUNICAZIONE 2.0E STRATEGIENEL MERCATO DIGITALE14:30-16:30 € 20,00 Come posizionare la propria attività nei motori di ricerca? Come coniugare creatività e algoritmi di Google? Se-minario con Simona Spinola, editor e dirigente di Zankyou Italia.

38. LA MUSICA A COLORI15:00-16:00 - € 3,00 [Bimbi 6-10 anni]I bimbi in età scolare sono curiosi e alla ricerca di continui stimoli. La musica e il canto permettono loro di acquisire sicurezza e personalità. Con le note a colori di Daniela Caggiano.

39. EVENTO BOSIO:GLI ESTRATTORI DI SUCCO15:00-16:00 GRATUITOPer chi desidera capire cosa significa bere un succo di frutta o di verdura ottenuto da un estrattore, questo è il posto giusto! Solo un avvertimento: una volta provato, non si riesce più a farne a meno! A cura di Bosio.

40. FRANCO BORRELLI:“RITRATTO DI ITALIA” 15:15-16:15Forse è una fiaba per grandi. Oppure è una metafora scritta per lettori fini. Un libro di Franco Borrelli, Barbara Debernardi, Riccardo Humbert e Max Zallio. Con le firme prestigiose di Car-lin Petrini e Valter Giuliano.

41. ERNY LOMBARDO“UNO SCUGNIZZO AI FORNELLI.CUOCERE NELLE PENTOLE IN GHISA” 16:00-17:00 La ghisa in cucina è un materiale du-revole e salutare. Anche se spesso è associata a cotture molto lunghe, in realtà è versatile e permette di cuci-nare anche ricette facili in tempi bre-vi, per piatti ricchi di gusto e fantasia.

42. MARIO CALABRESI: “NON TEMETE PER NOI, LA NOSTRA VITA SARÀ MERAVIGLIOSA” 16:15-17:15Conversazione tra il direttore de LA STAMPA Mario Calabresi e Aldo Bon-giovanni, sulle “storie di ragazzi ita-liani che non hanno avuto paura di diventare grandi”.

43. GIOCHIAMO CONI COLORI DELLA NATURA

[Bimbi 3-10 anni]

16:30-18:30 € 3,00 Sperimentare il divenire del colore, dalla preparazione alla stesura, ri-cavando delle bellissime tonalità di tinte dalla verdura, dai fiori e dalle bacche! Con Giulia Brunetti, Silvia Audisio e Elisabetta Cometto dello spazio bimbi “Il baco da seta”.

45. ERBE OFFICINALI17:00-19:00 € 20,00 Roberta Capanna, con la sua ven-tennale passione legata alle erbe aromatiche/officinali provenienti da agricoltura biologica, illustra le loro proprietà, i principi attivi e gli utilizzi sia per la cosmesi che per i cibi.

46. NATURALMENTE VOCE L’ARTE DI COMUNICARE17:00-19:00 € 20,00Imparare a comunicare con espressi-vità diventando ottimi oratori cambia la vita! Si possono vincere paura e insicurezze; occorre apprendere come respirare correttamente e articolare le parole. Con Daniela Caggiano, cantan-te, e Roberta Masotino, naturopata.

47. UN VEGANO A CENA17:30-19:30 € 20,00 Laboratorio di cucina per crudisti, ve-gani e celiaci e per chi ha il piacere di invitarli a casa propria! Con i suggeri-menti e le ricette di Romina Baratta, alla scoperta di alcuni piatti saporiti e facili da preparare per soddisfare il palato di tutti gli amici.

48. NEL SALOTTO DI“UNICO WEDDING” 17:45-18:45

Viaggio nel nuovo numero di “UNICO Wedding & events”, in compagnia dei protagonisti che lavorano per i so-gni degli sposi. Copia della rivista in omaggio ai presenti.

49. GIAN MARIAALIBERTI GERBOTTO:“L’ORDINE DEL VERO”

18:15-19:15“L’Ordine del vero è un romanzo che merita di diventare un film e che di-mostra le doti anche narrative del giornalista Gian Maria Aliberti Ger-botto.”

53. LA DECRESCITA FELICEDomenica 4 alle 20:30 - GRATUITO

Proiezione del film “Presi per il PIL” e dialogo con il regista Stefano Caval-lotto e il Presidente nazionale MDF Je-an-Louis Aillon. Riflessioni su storie di vita sorprendenti, di chi si è chiesto se per vivere felici occorre davvero pun-tare tutto sui soldi e sulla carriera.

“GLI ORTI DEL PARADISO”“Gli Orti del Paradiso - Capolavori d’arte dal 1500 al 1900”. Mostra di preziose opere promossa dal “Marco-valdo” all’interno del Filatoio, a cura dell’Arch Paolo Pejrone e di Martina Corgnati.

MOSTRA FOTOGRAFICAMostra fotografica degli allievi di “Fo-toscuola” di Jesus Castellano e Paolo Allasia. Fotoscuola ha organizzato ne-gli anni corsi e workshop, per forni-re a principianti e non gli strumenti per imparare o migliorare la propria tecnica fotografica. All’Orto delle Arti sarà presentata una mostra con le foto degli allievi, visitabile gratuita-mente nei due giorni dell’evento. Per info: www.fotoscuola.com

POLENTAPE E ARROSTAPE Per gustare, senza fretta, le eccellenze del sapore tradizionale e della qualità italiana.

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O R G A N I Z Z A Z I O N E C O N I L P A T R O C I N I O D I P E R I N F O R M A Z I O N I M E D I A P A R T N E R

SABATO 3 OTTOBRE

1. CALLIGRAFIA13:30-15:30 € 23,00 In un mondo in cui la tastiera dilaga, Simona Picciotto, calligrafa, ci ripor-ta al fascino di scrivere a mano e con armonia indirizzi, partecipazioni, let-tere, biglietti, inviti, ecc.

2. STAR BENE IN GIARDINO14:00-16:00 € 20,00 I sensi dell’uomo sono le “prese” per ricevere dalla natura l’energia ne-cessaria. Tramite un’attenta proget-tazione, il giardino diventa un luogo privilegiato, favorevole al benesse-re. Con Maurizio Zarpellon, a cura di Roagna Vivai.

3. MILO, FLÒ E IL MERAVIGLIO-SO MONDO DELLA NATURA

[Bimbi 5-10 anni]

14:00-15:00 € 3,00 Laboratorio creativo per scoprire il meraviglioso mondo della natura, in compagnia dei topolini Milo e Flò. Ai partecipanti sarà consegnato in omaggio il libro “Biodiversità vege-tale, la conservazione”. Con Daniela Dutto.

4. BECCO DI RAME, LETTURA ANIMATA DI UNA FIABA

[Bimbi 5-10 anni]

15:00-16:00 € 3,00 La favola “Becco di rame” prende for-ma grazie alla lettura animata di Da-niela Dutto, per un incontro di sano divertimento dedicato ai bambini dai 5 ai 10 anni.

6. AMICOSPORT:“E20 APPASSIONANTI”

14,30-15,30Incontro con gli atleti di Special Olympics dell’Associazione Amico Sport di Cuneo, per la presentazione del libro “e20 appassionanti” e per rivivere le emozioni dei recenti cam-pionati mondiali di Los Angeles.

7. L’ANIMA DEL TÈ:DEGUSTAZIONE, SAPORI,PROFUMI14:30-16:30 € 20,00L’anima del tè. Una tazza, del vapo-re, un momento unico. Un appagante viaggio dei sensi alla scoperta del tè, accompagnati da deliziose degusta-zioni proposte da Barbara Grigolon.

9. PAOLO BONGIOANNI:“IL BIANCO E IL NERO”

16,00-17,00“Il bianco e il nero”, un romanzo di sport e di coraggio, un racconto di grandi sfide, scritto per chi ama lo sport e per chiunque sia innamorato della vita. Colloquio con l’autore Pao-lo Bongioanni.

10. RICICLO CREATIVO:STAMPA MANUALESU TESSUTO16:30-18:30 € 20,00Siamo sicuri che un abito una volta acquistato debba restare immuta-bile? Invece di acquistarne un altro, perchè non dare una ricolorata e nuo-va vita a ciò che giace nell’armadio? E se si potesse fare questa trasforma-zione con le proprie mani? Segreti e suggerimenti di Simona Iorio.

11. APERITIVI VELOCICON IDEE FACILI17:00-19:00 € 20,00Stupire gli amici con veloci piatti sfi-ziosi, facilmente replicabili a casa, grazie alla fantasia della sorprenden-te Romina Baratta.

14. ALESSANDRA RINAUDO:“L’ABITO DEI SOGNI”

17,30-18,30Alessandra Rinaudo, stilista e diret-trice creativa di Nicole Spose e prota-gonista in TV su Real Time, presenta il suo libro “L’abito dei sogni”, chiac-chierando con la wedding planner Monia Re.

15. FARE LA BIRRA IN CASA17:30-19:30 € 20,00 Illustrazione delle metodologie e delle procedure per la birrificazione casalinga: ricette, ingredienti, attrez-zature. A seguire, una sana degusta-zione di ottime birre!Con Alberto Bosco, docente ONAB.

DOMENICA 4 OTTOBRE

21. FOTOGRAFIA9:30-11:30 € 20,00 Osservare, vedere e fotografare. Come descrivere il proprio mondo attraverso la fotografia e tramite l’occhio esperto di un professionista. Il laboratorio è un’occasione adatta a tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi al mondo della fotografia, da chi muove i primi passi al semi-professionista. Con Paolo Al-lasia, professionalità al servizio dell’e-mozione, tutto in uno scatto.

22. SEMINARIOPER LA RINASCITA9:30-11:30 € 20,00 Dobbiamo nascere nella carne e poi nell’anima. La prima proietta il corpo nel mondo, la seconda lancia l’anima al cielo. Aromaterapia per guarire se-condo natura. Campane Tibetane per il risveglio. Yoga, rilassamento e me-ditazione per migliorare il corpo, la mente e lo spirito. Con Nadia Dotta, Irene Campisi, Simone Castagnolo.

23. CONVERSAREIN INGLESE TRA AMICI10:00-12:00 € 20,00 Tappa zero di un percorso per appro-fondire la conoscenza della lingua inglese, basato sulla semplice con-versazione tra amici in piacevoli si-tuazioni di “vita reale”.

24./27. YOGA BIMBI€ 3,00 [6-8 anni e 8-11 anni]

10:00-10,50 - 11:05-12:00 Lo yoga aiuta i bambini a ritrovare la meraviglia che è in loro. Con Carla Lazzarino, Daniela Pellegrino e Linda Dutto dell’associazione NoiVoiTutti. Da 6 a 8 anni, orario 10:00-10,50:00.Da 8 a 11 anni, orario 11:05-12:00.

25. FEDERICA GIULIANI E DANILO PAPARELLI: “TU DI CHE TAGLIO SEI?”

11,00-12,00Un libro per scegliere e cucinare il taglio “giusto” della carne, 31 ricette creative con originali abbinamenti accostati a piatti tradizionali.

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LETTERATURA“IN FORMA CHIUSA”Il 12 settembre scorso, a Barge (CN), si è svolta la premiazione della XII edi-zione del Premio Lettera-rio “In forma chiusa”, de-dicato a Michele Ginotta. Tema di quest’anno (ispi-rato a Pavese): “Elaborare stanca (ma rende felici)”. Durante l’evento, Giorgio Bárberi Squarotti (prof. emerito dell’Univer-sità di Torino e presidente della giuria) e Mauro Comba (Cenacolo Studi “Michele Ginotta”) hanno spiegato al pubblico le ragioni della tematica scelta e i perché della cosiddetta “forma chiusa”, presentando una pla-quette che contiene i testi dei vincitori delle edizioni 2014 e 2015 (un li-bretto in carta di pregio, realizzato a mano secondo antiche tecniche di rilegatura giapponesi). Marino Boaglio (Università di Torino), membro della giuria, ha presentato poi i quattro vincitori 2015: Myriam Mantegaz-za, Giannino Balbis, Vittoria Grimaldi e Giangiacomo Amoretti.

WALK-TO VIVERE TORINO CAMMINANDOWalkTo è la nuova mappa realizzata dalla Città di Torino per chi ama non solo camminare, ma anche vedere e rivedere i luoghi da una prospettiva in movimento. Una mappa nuova e particolare per aiutare turisti e torinesi a cogliere più dettagli e a osservare con maggiore cura la città a partire dai 21 milioni di metri quadrati di parchi e giardini: una scelta che sta all’interno del percorso avviato con il progetto “Torino città camminabile”, fortemente voluto dall’Amministrazione e sviluppatosi a partire dall’adesione alla Giornata Nazionale del Camminare del 2012. La mappa è stata realizzata grazie a Seat PG con il marchio Tuttocittà® e GTT, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia. La cartina è uno dei pochi esempi di mappa con percorsi e itinerari pedonali organizzati per destinazione, con cerchi concentrici che indicano dove si può arrivare e cosa si può visitare, a seconda della durata del cammino (dai 10 ai 60 minuti), distanze, risparmio di CO2 e consumo di calorie, con l’indicazione precisa persino del consumo di gianduiotti sui percorsi che si scelgono: un aspetto che non poteva mancare nella città del cioccolato. E si apprende, per esempio, che nel tragitto da Piazza Castello alla stazione della tranvia Sassi Superga si consumano dai 3 ai 4 gianduiotti.

UN TEATRO PER L’ANIMAIn Località Grinza-no, Via Salita Mina, a Cervere (CN), in un fazzoletto di terra circondato dalla co-rona alpina cuneese, ha preso forma l’An-fiteatro dell’Anima, un luogo che lascia spazio a ciò che di più profondo ci ispira, rappresentato da una maschera realizzata dall’artista saluzzese Germana Eucalipto. Domina, in silenzio, dall’alto dei suoi 7 m, la platea realizzata sul declivio erboso, con piccoli terrazzamenti digradanti fino allo specchio d’acqua che separa il pubblico dalla scena. Si tratta di un angolo introspettivo, fuori dal tempo dove ascol-tare note e accordi, voci e suoni capaci di far vibrare l’anima. L’Opening Ceremony dello spazio, ideato da Ivan Chiarlo, si è tenuta il 3 settembre scorso. Il taglio del nastro inaugurale è stato affidato al Maestro Uto Ughi, a cui è seguita l’esibizione della cantante israeliana Noa.

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SILVIO ROSSO – SEGNI E COAGULI

Dal 17 settembre al 7 ottobre 2015

A cura di Maria Teresa Barolo

INAUGURAZIONE:

Giovedì 17 settembre ore 21.00 con concerto del

pianista Diego Bassignana con improvvisazioni

dedicate alle opere d’arte esposte.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

Via Vernazza 6, Alba

Sabato 19 settembre

ore 18,00 conferenza a cura

del critico Maria Teresa Barolo.

Orari: tutti i giorni dalle 14,30 alle 18,30.

Festivi dalle 10,00 alle 18,30.

ART GALLERY LA LUNA

Via Roma 92, Borgo San Dalmazzo (Cn)

tel. 347.4051563 – [email protected]

CENTRO CULTURALE SAN GIUSEPPE

tel. 0173.293163

[email protected]

Chiesa di San Giuseppe via Vernazza, 6 – Alba

Rosso, o della Bellezza

Nell’immagine:“About red and gold” 2009, 256x173 cm.Smalti e oro industriali su tavola

Nella copertina:“Dittico della bellezza” 2015, 252x174 cm.Smalti e oro industriali su tavola

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Il Centro Culturale San Giuseppe e l’Art

Gallery La Luna Carena&Capato, pre-

sentano la mostra personale dell’artista

Silvio Rosso dal titolo: “Segni e coaguli”.

L’esposizione curata dal critico Maria

Teresa Barolo, verrà inaugurata giove-

dì 17 settembre presso la Chiesa di San

Giuseppe, sita in Via Vernazza 6, Alba e

rappresenterà un percorso all’interno

dell’arte di Rosso, già presente all’in-

terno della Chiesa con un’opera di sua

produzione. “Una scel-

ta preziosa di opere

grandi di Silvio Rosso

(nel senso della qua-

lità e del formato),

dedicate alla rappre-

sentazione aniconica

della Bellezza… Il colo-

re rosso, quasi nume

tutelare dell’autore, ne

diviene veicolo e tra-

mite, in un’esperienza

totalizzante, sacrale,

che evoca concreti

fantasmi, sanguigni e

fumiganti, atti di violenza e d’amore. Fa

da catalizzatore allo scelto manipolo

d’opere, che datano dal 2009 al 2015, la

grande Croce realizzata nel 2009 nel “ri-

tiro” artistico di Embrun, che per scelte

cromatiche ed essenzialità di forma può

evocare illustri precedenti da un capo

all’altro della storia dell’arte italiana: l’e-

sperienza della croce dipinta medievale

così come, per colore e senso materico,

ad esempio, il Burri degli anni ’60. Tra

questi poli si pro¤ la nitidissimo l’impegno

creativo dell’autore, formatosi nell’alveo

della cultura pittorica informale italiana, a

partire dagli storici insegnamenti torinesi

degli anni ’60 e ’70, apprendistato di cui

si vedono in mostra, esposti a contrasto,

freschissimi esempi. Quella di Rosso è

una ricerca tenace, un indagare inesau-

sto attraverso territori che, pur nella di-

versità, trapassano l’uno nell’altro, anno

dopo anno, una ricerca che elegge tem-

pi lenti di gestazione e un lavorio lungo,

fatto di metodo e precisione. Ma ciò che

poi appare è una mate-

ria pittorica imprendibile,

sfuggente, un magma

colorato in perenne mo-

vimento, una manifesta-

zione intensa, istintuale,

di vita. Tutto ciò, come

si potrà leggere più am-

piamente nel catalogo

della mostra albese, si

colloca in un’avventura

culturale tra le più feli-

ci e feconde del secolo

appena trascorso, quella

che coniugava, amalga-

mando, letture critiche e ¤ loso¤ che ete-

rogenee, spesso con esiti sorprendenti

per coincidenze e analogie, riscoperte

del passato e avanzate del nuovo: da

un lato l’esegesi del Barocco, categoria

storica del Moderno, dall’altro la nascita,

adeguatamente assistita, dell’Informale.”

Maria Teresa Barolo.

Nel corso della serata si potrà assistere

alla performance musicale del pianista

Diego Bassignana, che comporrà mu-

siche improvvisate dedicate alle opere

d’arte esposte.

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CARLO FORNASERI, UN ORO CHE SPOSA SPORT E SALUTEMedaglia d’oro nel fioretto individuale, argento nella spada e bronzo nella classifica di combinata. È questo il bottino di medaglie che riporta Carlo Fornaseri da Limerick in Irlanda, dove ha partecipato ai Giochi Mondiali della Medicina e della Salute. Chirurgo maxillo-facciale presso l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, ha rappresentato il tricolore nella scherma alla 36a edizione dei World Medical and Health Games, che si sono svolti nel campus della rinomata University of Limerick, premiata quest’anno, da The Sunday Times, come “Università dell’anno 2015”. Cile, Brasile, Argentina, Canada, Iran, Algeria, Marocco, Giappone, Islanda, e tutti i Paesi europei: migliaia di professionisti della salute (medici, farmacisti, veterinari, infermieri, fisioterapisti, nutrizionisti), provenienti da ogni angolo del pianeta, si sono cimentati in 40 discipline sportive olimpiche: dall’atletica, al calcio, dal golf al judo, dal ciclismo al volley, dal basket al rugby, dal tennis al nuoto, dal badminton alla scherma, etc. E proprio sulle pedane della scherma, Carlo Fornaseri ha infilato la stoccata vincente che gli ha consentito di salire sul gradino più alto del podio. L’impegno per difendere il titolo il prossimo anno, a Maribor, in Slovenia dal 28 maggio al 4 giugno, è quello di allenarsi nella prossima stagione anche nella disciplina della sciabola con il maestro Juan Paz y Mino al Circolo Schermistico Cuneo per poter migliorare anche questo risultato.

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a cura di Marc Lanteri - Chef Stellato photo: Daniele Molineris

TORNA IL TARTUFO A INEBRIARE L’ARIA FRIZZANTE DELL’AUTUNNO. DA SPOSARE ALLA DELICATEZZA

profumi che avvolgono il palatoFAGOTTINI RIPIENIDI ROBIOLADI ROCCAVERANO DOPAL BURRO DI MONTAGNAE TARTUFO

INGREDIENTI • Per 4 persone• 40 g di Tartufo Bianco d’Alba • 250 g di farina• 3 tuorli d’uovo• 3 uova intere• 300 g di patate bollite• 150 g di Robiola di Roccaverano Dop• 110 g di burro d’alpeggio

a temperatura ambiente• sale, pepe

Per prima cosa, preparate il burro a pomata la-vorando 50 g di burro fino a ottenere una cre-ma. In seguito, procedete con la pasta fresca.

Disponete la farina a fontana, all’interno del-la quale andrete a rompere le uova intere e versare i tuorli già separati. Procedete incor-porando poco alla volta la farina alle uova. La-vorate impastando con vigore fino a ottenere una palla compatta, che avvolgerete nella pel-licola trasparente.

Nel frattempo, passate le patate al passaverdu-ra insieme alla robiola (1). Amalgamate il com-posto con una frusta e incorporate il burro a pomata (2), aggiustando di sale e pepe.

A questo punto, tirate la pasta fresca in sfoglie sottili (3) da cui ricaverete dei riquadri di 6 x 6 cm (4). Con un cucchiaino da caffè o un sac

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a cura di Amy Bellotti - Sommelier

IL VINO IDEALE di Amy Bellotti

Vitigno autoctono dall’origine miste-riosa e dalla fama recente, il Ruché, a bacca rossa lievemente aromatica, produce un vino (il Ruché di Casta-gnole Monferrato Docg) dall’acidità relativamente bassa, di buona alcolici-tà e di corpo equilibrato.Il sapore è asciutto, armonico, gra-devolmente morbido, dal profumo intenso e originale, con note floreali, speziate, sentori di frutti di bosco e ciliegia marasca. Un indizio per rico-noscerlo è il suo tipico profumo di geranio. L’attuale successo del Ruché, come vitigno e come vino, è frutto dell’opera di Don Giacomo Cauda, parroco di Castagnole Monferrato, che negli anni ’60 riqualificò le vigne dei pochi ettari appartenenti alla par-rocchia e che, insieme al sindaco Lidia Bianco, fu fautore dal riconoscimento della Docg nel 2010.Nel piatto proposto, il sapore della Ro-biola di Roccaverano si sposa appieno con la struttura e i profumi eleganti del vino che, allo stesso tempo, esal-tano quelli inconfondibili del Tartufo Bianco d’Alba.

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à poche, posate una piccola noce di ripieno al centro dei quadretti (5) e sigillate i quattro an-goli come nell’immagine (6).

Cuocete i fagottini in abbondante acqua salata (7). Scolateli e trasferiteli con cautela in padel-la con 60 g di burro fuso (8).

Impiattateli delicatamente per non romperli (9), condite e decorate con abbondanti petali di Tartufo Bianco d’Alba (10), quindi servite. [8]

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CAPPOTTI “OVER”, PELLE, PELLICCE E TANTO ROSSO. ECCO I TREND PER LA STAGIONE 2015-16

aspettando il freddo

Se appena qualche giorno fa sembrava ancora piena estate, è giunta ormai l’ora di pensare

al cambio di stagione. E tra le fashion purposes per il freddo non potevano mancare le preziose, calde pellicce. Fendi la propone striped, rosso fuoco; con collo stondato per Emporio Armani; divertente e di un giallo acceso per Moschino.Il secondo must si chiama “cappotto”, che deve essere over; Carolina Herrera lo presenta con un pattern grafico particolare, mentre il coat di Delpozo sembra quasi una cappa-mantella; per Edun, infine, un maxi rever effetto patchwork.Dai soprabiti ai long dress, che continuano

a stupire per la loro eleganza. Emergono le creazioni di Oscar de la Renta: versione strapless avvolto in ruches; Versace opta per il mini dress aderente e ricoperto di lustrini, come quello di Saint Laurent, con ampia gonna di tulle. • Pelle: è il materiale fondamentale di pantaloni e gonne per i look autunnali 2015-2016. I leather pants si portano aderenti e abbinati a una camicia, per esser più casual, o a una giacca, per chi preferisce l’eleganza alla sportività.• Gonne: che siano ampie e plissé come quella di Gucci, o aderenti, come quella di Moschino,

sono perfette con un top.• Tema cromatico: è senza dubbio il rosso. Marni lo propone su un completo minimal composto da tunica e gonna con cintura nera a contrasto; Emilio Pucci, invece, lo declina sull’abito lungo.• Altri materiali: pizzi e ricami che arricchiscono top e vestiti femminili come fossero lingerie.I maglioni over indossati con jeans e tailleur pantalone sono un altro must della stagione.• Accessori: handbag e borse con catena, mentre ai piedi, boots o cuissard lunghissimi e aderenti.

a cura di Phil Boschero - personal shopper

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Mondovì (CN) 30 e 31 ottobre l 1 novembre 2015

&XVIII Fiera Regionale del Tartufo

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GLI EVENTIEsperienze sensorialiCene peccaminoseAssapora la cultura

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a cura di Camilla Nata - giornalista Rai

DAL NUOVO EATALY, TEMPIO DELLA RISTORAZIONE-EDUCAZIONE, ALLA CUCINA “DEL CUORE”

il cibo che sta a cuoreEATALY INCONTRA ETHOSEataly raddoppia nella capitale, con il suo secon-do store in Piazza della Repubblica, angolo Via Terme di Diocleziano. Chiamata “Piazza Esedra” fino alle Olimpiadi di Roma del 1960, è una delle più celebri piazze della capitale, a pochi passi da Stazione Termini. Il nuovo Eataly nasce dalla collaborazione tra Ea-taly e il Gruppo Ethos, azienda già affermata nel settore enogastronomico lombardo. Ethos, nato nel 1988 con la Trattoria Sanmauro, nel cuore della Brianza, diventa poi un gruppo di sei risto-ranti nelle province lombarde di Lecco, Monza e nella città di Milano. Oggi, la partnership con Ea-taly vede la recente apertura (lo scorso luglio) di “Eataly incontra Gruppo Ethos”, in una location unica al mondo, all’interno di uno dei palazzi dell’architetto Gaetano Koch.Gli “alti cibi” di Eataly sono quindi affiancati dall’approccio sostenibile alla ristorazione del gruppo Ethos, con l’intento di far camminare in-sieme l’educazione al palato, il racconto del cibo e le buone abitudini alimentari.Negli stessi spazi dove fino a due anni fa c’era Mc’Donald’s, la location è articolata su tre piani per 1.500 mq. Il nuovo Eataly offre carne cotta alla griglia su carboni vegetali, pizza con quattro impasti e farine diverse, fritti, ma anche piatti per celiaci e intolleranti, accanto agli scaffali per la spesa, sia pure in forma ridotta rispetto alla sede di Roma Ostiense.

VINCERE “CON IL CUORE”“Con il cuore si vince sempre” è la massima con cui Gilberto Casciani, presidente dell’Associa-zione “Un Mondo per Amico”, ha voluto con-cludere la bella serata che si è tenuta il 30 luglio scorso nella colorata cornice di Mondofitness di

Roma. Un evento all’insegna della condivisione, dell’accoglienza e della bontà: bontà degli chef dell’evento “Con il cuore nel piatto”, bontà del presidente di “Un mondo per amico”, che ha ospitato e promosso l’iniziativa, bontà degli ospi-ti illustri che hanno partecipato con il cuore, e, non da ultimo, bontà degli straordinari prodotti gastronomici. Lo scopo era quello di consegnare al reparto di chirurgia pediatrica del Bambin Gesù un assegno di 9.663,79 euro, frutto della generosità degli ospiti che hanno aderito all’ini-ziativa, lanciata da Laura Marciani, chef del Risto-rante degli Angeli di Magliano Sabina e Michele Papagno. Organizzazione a cura di DocItaly e presentazione di Camilla Nata Il bordo piscina di Mondofitness si è trasforma-to così in un teatro sotto le stelle, che ha visto alternarsi e regalare pensieri e parole “di cuore” prima Lorenzo Flaherty, Gilberto Casciani, Nadia Bengala, Enio Drovandi, il Dj Andrea Bruzzese, l’elegante modella Giada Pulcinelli, la principessa Conny Caracciolo e molte altre personalità.

Lorenzo Flaherty era gli ospiti illustripresenti all’evento “Con il cuore nel piatto”che si è svolto, a luglio, presso Mondofitnessa Roma. Raccolti quasi 10.000 euro devolutial Bambin Gesù. Scorcio notturno su Piazza della Repubblica a Roma, dove Eataly ha raddoppiato con un nuovo nuovo locale in partnershipcon il Gruppo Ethos.Ph. (in basso) miroslav0108 / Foter / CC BY-NC-SA.

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a cura di Monia Re - wedding & event designer

CURRICULUM CARTACEO O DIGITALE?

un buon biglietto da visita

KAIROSOrganizzazione Eventi e MatrimoniSedi: Cuneo – Milano – Novi – Verdunowww.kairoseventi.itTel. [email protected]

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I contenuti, lo stile ed eventuali omis-sioni comunicano la personalità e le qualità professionali di chi scrive. È pre-feribile quindi un curriculum persona-lizzato ma sul modello del europeo, scaricabile da internet. Scritto su carta bianca o color avorio, in formato A4.

Almeno tre. Un “cv” europeo che ver-rà utilizzato per bandi pubblici e con-corsi. Un “cv! Personalizzato, per ogni domanda di lavoro presso aziende e professionisti. Un curriculum in ingle-se, per le aziende multinazionali o dove è richiesta una buona padronanza della lingua, sia nel formato europeo, sia in quello personalizzato, avendo l’accor-tezza di non tradurre quello italiano, ma di utilizzare i modelli.

Oggi esistono altre possibilità. Il video curriculum, per esempio; da un lato rappresenta un grande passo avanti nella presentazione di se stessi, perché permette di trasmettere ciò che su car-ta non si può esprimere, ma dall’altro può trasformarsi in uno strumento rischioso, quindi va usato con molta cautela. Oppure, il recente curriculum social, particolarmente in voga in Ame-rica e arrivato di recente anche in Italia, come Twesume tramite Twitter, un “cv” di soli 140 caratteri, con l’utilizzo degli (#). Deve essere brillante e chiaramen-te immediato. Chissà se tra tanti “cin-guettii” in rete può esserci l’occasione favorevole per trovare lavoro! Ma sicu-ramente il più apprezzato dalle aziende e dai professionisti è il profilo Linkedin che, se ben compilato, crea automatica-mente un da salvare.

Una foto professionale, recente, che personalizzi il “cv”, svela il volto del candidato e lo presenta positivamen-te. È essenziale scrivere i dati perso-nali, in particolare la data di nascita poiché può determinare la forma contrattuale del dipendente; occor-re, inoltre, indicare la posizione pro-fessionale desiderata. Nell’era “2.0” è accettabile anche l’indicazione dei profili social. Istruzione, formazione ed esperienze professionali devono essere elencate partendo dalla più re-cente; non vanno ovviamente dimen-ticate le competenze, che interessano molto alle aziende e ai professionisti, in quanto descrivono in modo con-creto quale apporto può offrire il candidato in un determinato contesto lavorativo. È opportuno elencare sia quelle professionali e tecniche, sia quelle informatiche e linguistiche.

CARTACEO

QUANTI CURRICULUM?

DIGITALE QUALI CONTENUTI?

La forma e i mezzi di comunicazione con cui presentare un curriculum, oggi, nell’epoca

di facebook e di internet, hanno subito un’evo-luzione straordinaria, ma il “cv” resta uno stru-mento fondamentale per tracciare il proprio profilo professionale.

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RENT FOR EVENTSla linea riconoscibile

che ottiene semprepiù consenso

Quando si organizza un evento l’elemento che per primo balza agli occhi è l’allestimento. Dalla semplice disposizione dei complementi d’arredo e degli oggetti di design fi no alla realizzazione delle scenografi e più complesse, la cura del dettaglio è un momento assolutamente indispensabile. Per dare a tutti la possibilità di stupire gli ospiti con allestimenti sempre più fantasiosi e ricercati, da ormai sei anni Rent for events è il punto di riferimento in provincia di Cuneo nel supporto all’organizzazione di eventi: illuminotecnica professionale, grazie a lampade multicolori dalle mille forme, e complementi d’arredo che mettono il design fantasioso al primo posto.

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a cura di Giovanna Foco - Giornalista ex redattore infografico “Class CNBC”

L’ITALIA “BOCCIATA” NELL’ISTRUZIONE MA

il piemonte si distingueL’Università di Torino è in controtendenza

rispetto alla media nazionale: cresce del 2,71% rispetto al 2014 il numero degli aspiranti studenti ai corsi di laurea a numero program-mato. Piacciono di più i settori innovativi: Bio-tecnologie (+15,88%), Scienze biologiche (+13,17%), Viticoltura (+5,7%), Medicina Veterinaria (+11,4%) e Scienze strategiche (+25,42%).Pare una boccata di ossigeno per gli intellet-tuali che credono ancora nel potere della “ma-teria grigia”. Se da un lato, il Piemonte mostra dati positivi, dall’altra l’Ocse solleva qualche obiezione. Il report dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – sul-le performance dei governi dei Paesi membri – “boccia”, infatti, l’Italia sull’Istruzione: solo l’8% della spesa pubblica.La cultura costa. Apprendere pure. Ma cos’è la cultura? L’etimo è chiaro. Deriva dal verbo la-tino còlere. Significa “coltivare”, “avere cura”. Niente è lasciato al caso, dunque.“Nella crisi – hanno puntualizzato Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere ed Er-mete Realacci, presidente della Fondazione “Symbola”, promotori di “Io sono cultura 2015” – abbiamo imparato che non ha chance un approccio alla De Filippo: Ha da passa’ `a nuttata. Solo se punta sui talenti che il mondo le riconosce; se rinnova le sue tradizioni con il linguaggio dell’innovazione e della green economy; se guarda all’estero tenendo ben saldi i piedi sui territori, nelle comunità e nei distretti; solo scegliendo la bellezza e la cultu-ra – magari attraverso gli occhi dell’economia della condivisione – l’Italia avrà un futuro alla sua all’altezza. È l’Italia che fa l’Italia quella che ha successo nel mondo, che guadagna appeal

nei cinque continenti e batte la concorrenza”.“Le idee racchiuse in se stesse s’inaridiscono e si spengono. Solo se circolano e si mescolano, vivono, fanno vivere, si alimentano le une con le altre e contribuiscono alla vita comune, cioè alla cultura.” Lo ha affermato Gustavo Zagre-belsky, giurista, giudice costituzionale e presi-dente della Corte Costituzionale nel 2004.Studiare significa assimilare, creare un magaz-zino dal quale attingere. Ma quel magazzino non basta, per quanto sia ben fornito di no-tizie. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Studiare, per molti, può essere un atto di fede: investimento per qualcosa di certo come no. Certamente non tangibile. Sicura-mente futuribile. Ma c’è un fatto: la conoscenza rende l’uomo libero.

Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere ed Ermete Realacci, presidente della Fondazione “Symbola” sono i promotori di “Io sono cultura 2015”. Affermano: “È l’Italia che fa l’Italia quella che ha successo nel mondo, che guadagna appeal nei cinque continenti e che batte la concorrenza”.

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a cura di Luca Morosi - blogger esperto di arte

IL MUSEO CIVICO OSPITA LA COLLEZIONE ARCHEOLOGICA DI “POLLENTIA” E DEL BRAIDESE

bra, non solo enogastronomiaLa città di Bra si dimostra, ormai da tempo,

molto attiva in tema di valorizzazione della cultura locale: non soltanto di quella enogastro-nomica – in cui, senza dubbio, primeggia insie-me ad Alba all’interno del panorama cuneese e nazionale – ma anche di quella storico-artistica e archeologica, ben rappresentata nelle sale del Museo Civico, che dal 1991 ha sede a Palazzo Traversa, stupenda dimora del XV secolo.

I PADRI DELL’ARCHEOLOGIA BRAIDESEL’istituzione attuale è erede del Museo popo-lare di storia e d’arte braidese, inaugurato nel 1919 e fondato da Euclide Milano, etnografo e storico, che si dedicò con passione e perse-veranza a radunare in una raccolta omogenea i reperti d’epoca romana rinvenuti nel sito di Pol-lentia, con lo scopo filantropico di educare i cit-tadini al gusto e alla conoscenza. Nel corso degli anni ’50 e ’60, la collezione sarebbe stata ulte-

riormente incrementata attraverso le campagne di scavo dirette da Edoardo Mosca, anch’egli alla guida del museo per un trentennio. Negli anni successivi, infine, la sezione archeologica sarebbe stata accorpata a un meno cospicuo ma importante nucleo storico-artistico, composto di dipinti e sculture risalenti a varie epoche.

IL PERCORSOIl percorso espositivo che oggigiorno – non senza qualche tortuosità – si articola su tre li-velli, è frutto delle scelte di ordinamento e di allestimento che si sono succedute negli anni e che hanno lasciato traccia, ciascuna a modo proprio, all’interno delle sale. Per quanto riguar-da le opere, il “pezzo forte” del pianterreno è la famosa Stele del Merkator vinarius che te-stimonia l’esistenza sul territorio, già in epoche remote, di fiorenti attività economiche legate all’agricoltura e alla viticoltura. In prossimità

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La sala delle necropoli nella sezione archeologica,

al secondo piano del Museo Civico; il corredo funerario della dama germanica detta

“Dama di Pollenzo” (metà V secolo d.c.); Palazzo Traversa, facciata e fronte Sud.

Ph. Museo Civico di Bra.

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DA NON PERDERE

agendadelle aule per la didattica, poi, alcuni frammenti architettonici della trabeazione classica fanno bella mostra di sé, superstiti vestigia dell’appa-rato decorativo che rivestiva i monumenti pub-blici più importanti.

UN BALZO IN AVANTIPer esigenze di spazio, il primo piano stabilisce una discontinuità rispetto all’itinerario archeolo-gico che prosegue, invece, al livello superiore: esso ospita infatti i dipinti del XVII e del XVIII secolo, fra cui spiccano una pala con la Vergine assunta tra i santi (1630) di Giovanni Antonio Molineri e un bel quadro (fine XVII secolo) di grandi dimensioni di Pietro Maurizio Bolckman, raffigurante la fiera dinanzi al santuario della Madonna dei Fiori. Nelle piccole sale adiacenti sono inoltre custoditi prevalentemente ritratti in pittura e scultura del XIX e del XX secolo, facenti parte del corpus primigenio della raccolta.

“RITORNO” ALLE NECROPOLICome accennato, al secondo piano si compie un nuovo tuffo nel passato: il salone centrale è infatti interamente dedicato alle ricche necro-poli che si estendevano sul territorio braidese nella prima e media età imperiale. Gli oggetti sono esposti per contesti e per sepoltura, oltre che per tipologie, allo scopo di esemplificare i molteplici aspetti della vita quotidiana: oltre ad alcune pregevoli sculture a tutto tondo, com-paiono numerosi esempi di vasellame, utensili, armi, nonché – diremmo noi oggi – di accessori “da toeletta” per la cura del corpo. Nelle stanze laterali spicca infine, per importanza e curiosità, il prezioso corredo funerario di gioielli in oro e argento (metà del V secolo d.c.) di una donna d’alto rango proveniente dalla Germania orien-tale, testimonianza degli insediamenti del pe-riodo tardoantico nel Piemonte meridionale.

Museo Civico Palazzo TraversaVia Parpera 4, Bra (CN) – Tel. 0172/423880www.palazzotraversa.it / www.museidibra.it

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AFRICAN STYLECherasco, 17 ottobre-17 gennaio 2016

African Style. Dall’arte africana tradizionale all’arte contemporanea è un ponte immagina-rio tra la scultura dell’Africa nera delle origini e l’arte contemporanea sia africana, sia occidentale d’ispirazione “afro”. A Palazzo Salmatoris

CLAUDE MONET, CAPOLAVORITorino, 2 ottobre-31 gennaio 2016

Dal Musèe d’Orsay di Parigi, alla GAM i simboli dell’arte di Monet. Oltre 40 capolavori tra cui Es-sai de figure en plein air, oppure le due versioni della Cattedrale di Rouen o Londres, le Parle-ment. www.gamtorino.it

ORTI E GIARDINI, ARTE E GUSTOCaraglio - Dronero - Mondovì, dal 5 settembre

Parte il secondo gruppo di mostre nell’ambito del ciclo Gusto e bellezza dal giardino alla tavola, avviato il 25 luglio. I quattro itinerari dedicati a orto e giardino, e ispirati al tema dell’Expo “Nu-trire il pianeta”, hanno la loro punta di diamante nella grande mostra sulle più affascinanti vedute paesaggistiche italiane degli ultimi cinque secoli allestita al Filatoio di Caraglio (Orti del Paradiso, a cura di Martina Corgnati e Paolo Pejrone). Le re-stanti sono ospitate a Costigliole Saluzzo, Palazzo Sarriod de La Tour (Convivium), a Dronero, Mu-seo Civico “Luigi Mallé” (La valigia delle Indie) e a Mondovì, Museo della Cercamica (Sembra vero). www.gustoebellezza.it

ANTONIO CANOVAL’ORIGINE DEL MITOAosta, fino all’11 ottobre

Al Centro Saint-Bénin, l’allestimento è dedicato a uno dei più celebrati scultori e pittori italiani, considerato il massimo esponente del Neoclas-sicismo, che nelle sue opere ha fatto rivivere la bellezza dell’antica scultura greca. La selezione comprende oltre 60 opere.

DAGLI IMPRESSIONISTIA PICASSOGenova, 25 settembre-10 aprile 2016

In esposizione a Palazzo Ducale le collezioni del Detroit Institute of Arts: grandi opere di Degas, Pissarro, Van Gogh, fino a Kokoschka, Rouault e Picasso. www.palazzoducale.genova.it

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a cura di Riccardo Celi - giornalista automobilistico

LE TRUFFE SULL’AUTO USATA

il vizietto del contachilometri...

Non c’è niente da fare: i “furbetti” che ma-nomettono i contachilometri delle vettu-

re per ringiovanirle imperversano, nonostante le punizioni, per chi viene “beccato” con le mani nel sacco, siano severe. L’ultima batosta, inflitta dall’autorità garante della concorrenza e del mercato a un rivenditore di auto usate, è del 15 luglio scorso. Durante gli accertamenti della Polizia di Sta-to, originati dalle denunce di alcuni clienti truffati, è stato appurato che, dall’ottobre 2011 al giugno 2014, il rivenditore aveva alte-rato pesantemente la percorrenza di almeno 56 vetture: da ognuna sparivano decine di migliaia di chilometri e, in alcuni casi, anche ben oltre 100.000. Un fuoristrada Nissan Ter-

rano, per esempio, era stato “alleggerito” di oltre 117.000 km: dai 212.000 reali agli appena 94.514 riscontrati dagli agenti. Per una Suzuki Vitara, invece, la percorrenza vera, di 199.915 km, era stata abbassata a 90.728. In altri casi, le alterazioni erano minori: da un’altra Suzuki, una Jimny, erano stati fatti spa-rire “solo” 44.000 km, portandoli dai 98.153 effettivi a circa 54.000, evidentemente allo sco-po di allontanarli dalla soglia psicologica dei 100.000 che fa ancora storcere il naso a molti potenziali acquirenti. Insomma, le alterazioni, lungi dall’essere episodiche, erano anzi siste-matiche, configurando un’abituale condotta il-lecitamente del rivenditore, che manipolava le vetture per aumentarne il valore commerciale.

Il contachilometri della Fiat Panda. Forse non tutti sanno che il venditore che altera il contachilometri di un auto compie una truffa e il responsabile di tale reato, in base all’Art. 640 del Codice Penale, rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 51 a 1.032 euro, (oppure da uno a cinque anni con multa da 309 a 1.549 euro, se ricorrono le aggravanti previste al punto 5 dell’Art. 61).

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A questi risultati gli investigatori sono giunti interrogando le centraline delle auto, che ormai rivelano facilmente tali imbrogli, an-che se in alcuni casi non è possibile accerta-re quanti chilometri siano scomparsi. In certi modelli Suzuki, per esempio, i cui strumenti sono abbastanza semplici da manomettere, l’alterazione cancella però i dati registrati dalla centralina, e ciò prova che comunque una ma-nomissione c’è stata. Questo non è l’unico sistema che i costruttori adottano per rivelare il raggiro. Su alcune ver-sioni della Chevrolet Corvette, per esempio, se si manomette il contachilometri, appare sul cruscotto la scritta Odo err, mentre su altre il colore dell’illuminazione del cruscotto cam-bia da arancione ad azzurro. È interessante notare che il rivenditore, invi-tato dall’autorità garante a presentare le sue giustificazioni (lo prevede la legge), ha di-mostrato che circa una trentina di acquirenti, dopo averlo denunciato, avevano poi ritirato la querela a fronte della restituzione di una som-ma più o meno corrispondente al minor valore commerciale della vettura manomessa rispetto a una “pulita”. Insomma, uno stratagemma utilizzato anche in altri casi simili, dove il venditore risarcisce in qualche modo solo chi si accorge dell’im-broglio e lo denuncia, con buona pace di altri clienti ignari di aver acquistato un’auto non “sincera”. Tuttavia, il venditore ha respinto ogni addebito, sostenendo che non c’erano prove della sua responsabilità diretta o indi-retta. Una tesi, però, facilmente smontata dagli in-quirenti, i quali hanno acquisito le fatture di vendita dei veicoli da parte delle concessio-narie presso le quali il venditore si riforniva, che riportavano tutte la percorrenza registrata sui contachilometri al momento della cessio-ne. Insomma, il goffo tentativo di difesa non ha ingannato il Garante, che ha sanzionato l’azienda.

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Da una Suzuki Jimny simile a quella dell’immagine in alto, un commerciante di auto usate ha fatto “sparire” circa 44.000 km. Alterare la percorrenza reale di alcuni modelli Suzuki, come la Grand Vitara (in basso a sinistra), è piuttosto semplice, ma l’operazione cancella tutti i dati contenuti nella centralina e ciò conferma l’avvenuta manomissione. In alcune versioni della Chevrolet Corvette (in basso a destra), la colorazione del quadro strumenti, con l’illecito “alleggerimento” del contachilometri, passa irreversibilmente da arancione ad azzurro.

I RISCHI DEGLI “SCHILOMETRATORI”A quali leggi contravviene chi vende un’auto con il contachilometri alterato? Se il venditore non è al corrente della percorrenza reale della vettura, viola il “Codice del Consumo” (DL 206 del 6 settembre 2005), Articoli 20 Comma 2 (perché la sua condotta è contraria alla di-ligenza professionale) e 21 Comma 1 Lettera b (perché la qualità del bene non è quella che il consumatore si aspetta). In questi casi, l’Art. 1495 del Codice Civile prevede la risoluzione del contratto con restituzione della somma incassata. Se, invece, il venditore era informato della vera percorrenza dell’auto (o, peggio, se l’aveva alterata lui stesso) il reato è di truffa e il responsabile, in base all’Art. 640 del Codice Penale, rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 51 a 1.032 euro, oppure da uno a cinque anni con multa da 309 a 1.549 euro, se ricorrono le aggravanti previste al punto 5 dell’Art. 61.

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a cura del dott. Fabio Moretti - presidente EBIOS FUTURA

GRAVIDANZA, IL RAPPORTO ESCLUSIVO TRA GENITORI E FETO

nel grembo maternoAnche se in passato abbiamo già affrontato

il mondo prenatale, vorremmo rispondere ad alcune semplici domande su un tema deli-cato, intimo, con l’intento di rendere la scienza meno “fredda” e più vicina a quella che è la sfera emotiva dei futuri genitori. Ogni mamma sa che il proprio bambino inizia a comunicare con la madre già quando è anco-ra immerso nel profondo del ventre. Per anni, i medici hanno ignorato questo aspetto “sen-timentale”, sostenendo che il sistema nervoso del feto non poteva essere maturo. Ora sappia-mo che le madri avevano ragione: il feto ha mol-te abilità. Naturalmente parliamo di percezione, non di consapevolezza, che presuppone un gra-do di sviluppo maggiore. Cos’è un feto?L’embrione viene rinominato “feto” dall’otta-va settimana di gravidanza fino al parto. Il suo

cuore inizia a battere a tre settimane e, a otto, gli organi (eccetto il cervello) sono già forma-ti. Si è creduto a lungo che il feto non potesse percepire nulla, vedere nulla, sentire nulla, ben protetto nel grembo materno, ma ciò non cor-risponde a verità.

Che sensi possiede il feto?Con l’ecografia e lo studio della frequenza car-diaca, abbiamo potuto osservare i suoi movi-menti e identificare le loro reazioni ai vari stimo-li esterni. I suoi sensi a poco a poco appaiono:Tatto: è primo dei cinque sensi che compare verso la settima settimana. A cinque mesi, il feto afferra tutto ciò che attraversa il suo percorso, come il cordone ombelicale; si tocca la testa e incrocia le braccia.Olfatto e gusto: il sapore è quasi “operativo” a tre mesi, l’olfatto a sette. È noto che il liquido amniotico prende il sapore di ciò che mangia la

madre, abituando così il bambino a sensazioni gustative diverse. Sembra che, spontaneamen-te, il feto preferisca il dolce al salato.Udito: il feto sente a circa sei mesi. Riconosce e apprezza la voce della madre e sa riconoscere la differenza con una voce estranea. Il feto si abi-tua anche a sentire le filastrocche ritmate e le sa persino riconoscere.Vista: sarà l’ultimo dei sensi a svilupparsi, poi-ché, in primo luogo, il feto è costantemente immerso nel buio. Saranno necessari ancora diversi mesi dopo la nascita affinché la vista rag-giunga la piena maturità.

Che rapporto si instaura tra madre e feto?In stretto legame tra loro, inevitabilmente ma-dre e bambino non ancora nato condividono molte cose. Se il feto percepisce le emozioni e lo stato d’animo della mamma, probabilmente gli arriveranno anche le sue sensazioni di disa-gio e di possibile depressione. L’importante è restare naturali, rilassate, sostenendo e alimen-tando questo legame profondo che si instaura durante la gravidanza. Quando viene al mondo, il neonato riconosce l’odore della madre, il gu-sto del suo latte, il suono della sua voce e l’amo-re che li lega.

Il papà può utilizzare questo tipo di “comu-nicazione”?Assolutamente sì, una pubblicazione scienti-fica ha dimostrato che è fondamentale che il papà parli al feto molto frequentemente. Alla nascita, il bambino saprà individuare la voce del padre anche in presenza di altri suoni o al-tre voci. Inoltre, sarà già presente un rapporto empatico, propedeutico alla creazione di quel-lo affettivo.

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NOTTE DI MODA E DI ELEGANZA ALL’IPPODROMO DI VINOVO di Elia Tarantino

la notte dei bikiniL’ippodromo, in questo caso quello di Vinovo

in provincia di Torino, di sera ha una atmo-sfera veramente particolare. Merito di quella luce gialla che arrivando dall’alto illumina l’inte-ra pista dove corrono i campioni cavalli. Anche questo anno ho accettato l’invito ad organizzare e presentare La Notte dei Bikini, piacevolissima serata gradita non soltanto al pubblico femmini-le che approfitta dell’occasione per meditare su cosa indossare in spiaggia o ancora meglio su una nave da crociera, ma anche alle indossatrici che si impossessano con orgoglio della passerella. Mentre loro sfilano io le osservo divertita perchè

intuisco cosa provano: spesso una giovane donna ama esibirsi ma senza la competizione presente e frequente nei concorsi di bellezza. Infatti tutte le aspiranti modelle iniziano la loro gavetta come miss, ma dopo avere partecipato e vinto numero-se selezioni vogliono fare le indossatrici e basta. La Notte dei Bikini è una di quelle occasioni che consacra ed in queste quattro edizioni si sono alternate le più belle ragazze del Piemonte, ad esempio GIULIA AMBROGIO di Fossano laureata in ingegneria edile nella foto con costume intero anni 50, GIORGIA MARITANO vincitrice nazionale della manifestazione Modella per l’Arte con due

pezzi by Mirella Marenco artigiana di Dogliani, ARIANNA SOPEGNO con costume e pareo rea-lizzati all’uncinetto, FEDERICA TOS con italianis-sima gonna di Positano (realizzata soltanto sulla costiera amalfitana e venduta in tutto il mondo), Martina Gigliotti con costume si ma da danza del ventre. Insomma un vero raduno di bellezze svestite da artigiane e stiliste piemontesi, impre-ziosite da bijoux ad esempio in ceramica di Ca-stellamonte, da borse in raffia o cappelli in paglia. Ma rimane sempre il dilemma : meglio il costume intero o il due pezzi? Colore preferito?Sicuramente nero.

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TERMINATA LA 40ª EDIZIONE DELLA GRANDE FIERA D’ESTATE, SI TIRANO LE SOMME photo: P.O. GFE

40 anni di successiUn appuntamento fisso per migliaia di fa-

miglie, ben radicato nel territorio e con lo sguardo sempre rivolto al futuro. La Grande Fiera d’Estate di Cuneo si è confermata, per la qua-rantesima volta, un evento atteso e partecipato dal pubblico proveniente da tutto il Piemonte, dalla Liguria e anche dalla Francia. Gli sforzi e le intuizioni degli organizzatori di Alfiere Eventi di Marene, capitanati da Massimo Barolo, sono stati

premiati dalla risposta di pubblico. Per la 40^ edizione i promotori della Fiera di Cuneo hanno voluto svelare la storia della manifestazione con un libro (dedicato ai veri protagonisti della GFE, cioè gli espositori) e una mostra che ha accolto i visitatori all’ingresso dei 1.000 stand e che ha catturato l’attenzione di tanti cuneesi, e non solo, che hanno rievocato ricordi legati alla Fiera e alla città di Cuneo.

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nice, un regard insolitede Monica Coviello – pg 26La France, l’ Italie, la Corse, les Alpes et un peu de Provence. L’histoire de Nice est longue plus de 400.000 ans, des milliers d’années où la nature, l’art, les gens qui ont vécu ici ont façonné la ville. Les entrelace-ments culturels ont laissé leur marque en particulier dans le «Vieux Nice», un quartier aux rues étroites et aux façades colorées qui reflètent le goût de l’architecture sarde. Pour mieux la connaître, il faut aller à la découverte de bâtiments tels que le Palais Lascaris, le Palais de Justice, celui de la Préfecture, l’ancien palais des rois de Sardaigne, l’ancien hôtel de ville “Masséna” ou l’ancien Sénat, mais aussi de l’architec-ture religieuse: la Cathédrale Sainte Réparate et la Chapelle de la Miséricorde. Mais Nice laisse son empreinte aussi bien pour la variété des styles architecturaux de ses bâtiments, qui décrivent à merveille le chemin de l’histoire, de l’Antiquité, avec les établissements des Grecs et des Ro-mains, à la période du baroque, à celle de l’art classique, ou de la Belle Epoque, le moment le plus créatif.Et, au pied du Parc Impérial, la cathédrale orthodoxe russe Saint-Nicolas, qui est ensuite devenue l’un des licées français parmi les plus remarquables: elle est considérée comme la plus belle église russe en Europe occidentale.Parmi les petits marchés du Cours Saleya, des fleurs, des fruits, des savons et le parfum de lavande, ainsi que des objets et des spécialités typiques, comme la socca ou la pissaladière, pour accompagner le vin de Bellet, une appellation d’origine contrôlée, cultivé sur les collines de Nice. La ville se développe dans le coeur de la Côte d’Azur. C’est aussi un long littoral de plages, où la mer offre ses atouts: des excursions en jet-ski, la chasse au trésor en kayak aux Iles de Lérins, la plongée sous-marine dans la baie de Villefranche, les prome-nades en mer pour rencontrer les dauphins, la pêche, les tours en parachute ascensionnel.Nice est entourée par une succession de collines boisées. Plus loin, les sommets des Alpes qui atteignent plus de 3000 mètres. On peut aller à la découverte des gravures rupestres de la Vallée des Merveilles, faire du ski, du surf sur la neige, essayer la parapente, le saut à l’élastique, des escalades, des randonnées avec les chiens de traineaux, du rafting, ou “simplement” aller voir les loups et les chamois. Les artistes ont toujours été séduits par Nice, car elle sait stimuler la créativité. Henri Matisse explique ainsi son amour pour cette ville «Quand je me rendis compte que chaque matin j’aurais vu cette lumière, je ne pouvais pas croire à cette chance….. je décida alors que je n’aurais plus laissé Nice». Et aujourd’hui encore, l’art joue un rôle spécial dans la ville: il y a au moins vingt musées et galeries municipales et de nombreuses galeries privées d’ art contemporain, comme plusieurs ateliers d’artistes. Parmi ces galeries, la Galerie de la Marine, dédiée aux jeunes artistes émergents de l’art contemporain. Tout en proposant un programme d’expositions axés sur l’art contemporain, chaque année elle présente le travail de deux jeunes artistes parmi les diplômés de la Villa Arson et attribue le «Prix de la Jeune création contemporaine».L’Espace Ferrero aussi est réservé à l’art, et abrite les oeuvres de certains artistes parmi les plus célèbres de l’Ecole de Nice, notamment Arman, Ben ou César. Dans le coeur de la ville, il y a le Théâtre de la Pho-tographie et de l’Image: un témoignage de la Belle Epoque. Dans ses salles sont exposés des portraits, des paysages, des reportages, des oeuvres de photo-journalisme, la «straight photography» et des images digitales. Dans l’extension du musée d’art moderne et contemporain on trouve la bibliothèque Louis Nucera, avec plus de 200.000 documents disponibles aux visiteurs, y compris les livres, les périodiques, les CD, CD-ROM, DVD, les partitions musicales. Le Musée Franciscain, cependant, reste un témoignage de la vie des moines franciscains à Nice, à partir du XIIIème siècle à nos jours, dont des peintures, des sculptures, des gravures, des manuscrits, des fresques, l’ancienne chapelle et les anciennes cellules. Cette année, jusqu’au 4 octobre, 14 expositions seront mises en place dans 13 musées et galeries de Nice. Une riche programmation justifiée par la perspective de la candidature de «Nice, Capitale d’hiver et sa Promenade des Anglais» à une inscription sur la liste du patrimoine mondial de l’UNESCO.Une carte, le «French Riviera Pass», donne la possibilité d’accéder à plusieurs musées gratuitement, mais aussi de découvrir la Baie des Anges par moyen du bus panoramique «Open Tour Nice», participer à des visites guidées sur son chemin et déguster les spécialités régionales.Juste quelques km. après le coeur de la ville, entre mer et montagne, l’Astrorama, un lieu où chacun peut découvrir le monde merveilleux de la science astronomique à l’aide de télescopes et lunettes et d’un planétarium. L’Observatoire de Nice est un autre partie fondamentale du patrimoine scientifique, historique et naturel de la ville: on en doit la réalisation aux talents de Charles Grenier pour l’architecture et de Gustave Eiffel pour la Coupole, la plus grande coupole mobile d’Europe.Parmi les sites naturels dans les alentours, voilà la grotte du Lazaret, au pied du Mont-Boron. La grotte, qui fait 35 mètres de long sur 4 à 14 mètres de large, a été classée «Monument Historique» en 1963. Elle appartient au Paléolithique inférieur quand elle était une halte de chasse: ici des ossements et une sorte d’industrie lithique ont été découverts.

Nice est aussi une capitale au niveau des évènements culturels de la tradition niçoise: le Carnaval de Nice est le plus grand de France et l’un des plus célèbres du monde. Chaque hiver, pendant deux semaines, il propose des défilés de chars, des batailles de fleurs, des spectacles d’artistes qui arrivent du monde entier. Et il y a aussi des évènements de musique tels que le «Nice Jazz Festival», le premier festival de jazz créé en France en 1948 et le nouveau «United Kingz Festival», un festival de musiques actuelles qui agitent notre temps. Et, d’ici à quelques mois, voilà Noël, avec ses marchés et ses manifestations, dans un décor hivernal aux illuminations soignées.

NICE GAY FRIENDLY Nice est la première ville française à avoir obtenu la certification internationale «Gay comfort», créée par le Travel Out Now et délivrée à l’ association IGLTA (International Gay and Lesbian Travel Association). L’Office de Tourisme a préparé une brochure, destinée à la clientèle gay, soit en Français soit en Anglais.

les chiens truffiers, “fins gourmets”de Fabrizio Gardinali – pg 30Des hombres dans la nuit, dans les bois qui recouvrent les collines des terroirs de la Langa jusque plus haut, vers le Monferrato. De toutes petites lanternes pour illuminer le chemin sans être vus; les pas légers mais vites des chiens attentifs et silencieux, dressés à utiliser leur flair très développé pour chercher et trouver “l’or de Alba”, la truffe blanche, ce champignon qui est devenu un parmi les produits alimentaires les plus chers, sinon le plus cher.Un monde étrange celui de la “recherche”. Avec ses rites, ses secrets et ses silences. La truffe se trouve sous les chênes, les noisetiers, les peupliers de ce coin du “Vieux Piémont”; normalement, on en trouve toujours aux mêmes endroits dont la connaissance, en tant que lieux sacrés et mystiques, passe de père en fils en grand secret. Mais pour devenir un bon “trifolau”, “celui qui cherche les truffes”, il nous faut un bon chien truffier. C’est le chien en effet qu’il est éduqué pour trouver la truffe dans le sol et, quand il est bien entrainé, il devient invincible.A’ vrai dire, la truffe, la noire, fut retrouvée pour la première fois en France, dans le Périgord, sous les chênes par des cochons. Malheureusement, le cochon aime la truffe et il la mange dès qu’il en trouve. Par contre, le chien “sent” la truffe, creuse un trou pour la faire sortir et enfin la laisse volontiers à son patron, pour avoir en échange quelque chose qu’il aime mieux. Le chien et son maitre sont en symbiose. Mais le chien doit être spécifiquement éduqué, c’est pourquoi la qualité de leur travail depend d’un entraînement régulier. On dit que les races les plus indiquées dans cette activité sont le Setter, le Fox Terrier, le Lagotto, le Griffon, le Berger allemand.Mais ici, dans ces terres riches à présent, mais dont le passé a vu une histoire de misère et de sacrifices magistralement racontée par les écrivains Pavese, Fenoglio, Calvino, juste pour en citer quelqu’uns par-mi les plus connus, on dit que le meilleur chien est le “tabui”, le “bâtard” enfin, celui de petite taille, compagnon fidèle dans les longues nuits de recherche et d’espoir. Ici, dans les territoires de la Langa, à Roddi, un petit pays avec son Château du XIVème siècle, on trouve la seule école dans le monde entier, appelée pompeusement “Université”, d’entraînement des chiens truffiers. Elle fut fondée en 1880 par Antonio Monchiero dont le but était celui d’entrainer ses chiens et ceux de ses amis. On dit qu’il était sévère, et on le surnomma “Barot”, le nom piémontais du bâton du “trifolau”. Mais ce n’est pas vrai, en vérité il pensait, ainsi comme toutes les générations des Monchiero qui ont dirigé l’école, que l’animal on l’éduque, sans le frapper. L’école arrêta son activité en 1970 mais fut ensuite reprise en 1989 par Giovanni Monchiero, petit fils de Battista.La 85ème Foire Internationale de la Truffe Blanche de Alba va célébrer le “tabui” cette année, le petit chien truffier, par une sorte de “table ronde”: “Une alliance parfaite: le trifolau et son chien”, à 17 heures de dimanche 11 octobre chez la Salle Fenoglio dans le Cortile della Maddalena de Alba, pour analyser les aspects scientifiques et comportementaux liés au bien-être des animaux. Très riche l’offre de la kermesse qui à partir du 10 octobre jusqu’au 15 novembre va faire de la ville “capitale“ des Langhe un endroit de rencontre globale au point de vue oenologique et gastronomique d’excellence, par exemple l’Alba Truffle Show, des rendez-vous où tous les samedi et dimanche les grands chefs seront les protagonistes; hôte d’honneur Gualtiero Marchesi, “père fondateur” de la nouvelle cui-sine italienne, qui recevra un prix pour sa longue activité de promotion de l’excellence de l’art culinaire

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italienne. De plus, dans cette période, il y aura des moments dédiés au folklore et aux traditions locales, comme “l’investiture du Podestat”, le “Palio des Anes”, les “Bacchanales de la truffe” et, encore, une offre culturelle ample et diversifiée: la “performance” de Kiki Smith, peintre et sculp-teur des Etats-Unis, proposée par Ceretto en collaboration avec la Ville de Alba et l’Organisation de la Foire, avec ses trois sculptures aux grandes dimensions. En même temps, chez le restaurant “La Piola”, du même auteur on aura “My happy dream”.Originale et intéressante, l’exposition dont le titre est “L’âme, le luxe de la nature”, chez l’église de San Domenico, qui est le résultat d’une partnership avec Bertone Design. Des noms “hauts de gamme”, des designers très connus, seront ici: comme le japonais Toshiuki Kita et le sculpteur russe contemporain Alexander Rukavishnikov. Voilà quelques rendez-vous de l’automne à Alba, entourés par l’arôme de la truffe qui reste la protagoniste de cette période éclatante.

l’abbaye de saint michelde Vilma Brignone – pg 34

L’histoire, les légendes, l’ art, la culture, la poésie et les évenements s’entremêlent chez la “Sacra de Saint Michel”, sur l’éperon rocheux du mont Pirchiriano, dans la vallée de Susa, à environ 1000 mètres au dessus du niveau de la mer. Monument symbole du Piémont depuis 1994, l’Abbaye est un ensemble architectural religieux parmi les plus grands de l’art roman et l’un des lieux de culte parmi les plus anciens dédiés à Saint-Michel, le prince des anges qui ont été fidèles à Dieu. Selon la légende, l’ermite Saint Jean Vincent, auquel l’archange demanda de bâtir en son honneur une chapelle sur le sommet de la montagne, fut aidé à transporter le matériel par des anges et des colombes. L’histoire raconte que l’Abbaye fut fondée vers la fin du Xème siècle, dans un endroit où il y avait trois chapelles dédiées au culte de Saint-Michel, par le comte Hugues de Montboisser, surnommé “le Décousu” qui, pour se racheter d’un passé très douteux, termina l’oeuvre de Saint Jean Vincent, et transforma le sanctuaire. Confiée aux Bénédictins, l’abbaye fut énormément agrandie à partir du XIIème jusqu’au XIVème siècle, grâce au travail gigantesque des abbés mais grâce aussi à sa position stratégique le long de la Voie Francigène des pèlerinages vers Rome et vers la Terre Sainte. A’ partir de l’an 1381, commence sa décadence avec la clotûre définitive en 1622. Après cette date, les guerres, le temps, la négligence et les tremblements de terre détruiront l’abbaye de façon importante.Après six cent ans de vie bénédictine, en 1836 le Roi Charles Albert de Savoie, confia l’Abbaye et son ancien monastère à la Congrégation de Rosmini, l’Institut de Charité fondé par Antonio Rosmini et lui livra en garde les depouilles mortelles de vingt-quatre princes de la Maison de Savoie qui fûrent transférées de la Cathédrale de Turin, désormais enterrées dans le sanctuaire, dans des sarcophages de pierre. Les pères Rosminiens restèrent dans l’Abbaye même après la loi de confiscation des biens ecclésiastiques en 1867 et là, ils y sont encore aujourd’hui : leur tâche est liée à la conservation, à la promotion culturelle et à la jouissance de l’ensemble architectural qui, depuis quelques années, a reçu des fonds par la région Piémont, par des Organisations et des privés en vue de sa restauration. Avec les Rosminiens, travaille l’association des Volontaires de la Sacra et les fidèles rosminiens: des chrétiens, des prêtres et des laïques opérant dans la fraternité et la communion spirituelle avec l’Institut de Charité. Dans son chemin séculaire de vie monastique, un voile de sacralité et de poésie a entouré tout ce complexe, ce qui fait que, aujourd’hui encore, le voyage des visiteurs vers cet endroit mystique devient théologique et spirituel. L’Abbaye de Saint-Michel de la Cluse est un lieu “Sacré” “car il est défini comme un endroit privilégié de dialogue avec l’Absolu, là où la tension religieuse peut atteindre ses niveaux élevés. Sa religiosité émerge d’un élan irresistibile des gigantesques constructions architecturales vers l’infini du Ciel”. Jean Paul II, qui visita la Sacra le 14 juillet 1991, dit dans son homélie: ”Notre monde troublé (…) a besoin d’endroits spéciaux comme celui-ci, capables de faire retrouver le sens profond de la vie. (…) Le silence, la solitude, l’écoute et la prière, ici favorisés par un cadre naturel, artistique et historique incomparable, ne peuvent que susciter des pensées élevées et nourrir le coeur humain, qui a soif de vérité, qui est Dieu lui-même”. Puissante et évocatrice apparait au visiteur

l’entrée de l’abbaye, comme la partie la plus grandiose du bâtiment: la base de 26 mètres de hauteur soutient les trois absides de l’église. Emotionnant est ensuite l’Escalier des Morts, dont la forme verticale s’enfonce dans la roche. L’escalier termine avec la Porte du Zodiaque, une oeuvre du sculpteur et architecte Nicolao, peuplée par un monde médiéval fantastique et ornée d’éléments naturels stylisés.Une fois passé la porte, voilà la dernière volée jusqu’à l’église, parmi les quatre contreforts et arcs-boutants ajoutés dans les années Trente après le tremblement de terre de 1886. D’ici on ar-rive à l’édifice sacré à travers un grand portail: sur les portes, début 1800, le relief en bois montre les armes avec lesquelles Saint-Michel aurait enchaîné le mal, sous la forme d’un serpent dont le visage est humain.L’église, caractérisée par des styles différents, à la suite de toutes les interventions accomplies dans des âges différentes, est enrichie par des fresques et des peintures.

Pour tous renseignements: www.sacradisanmichele.comSacra di San Michele: Via alla Sacra, 14, S. Ambrogio Torino, tél. 011 - 939130Horaires jusqu’au 15 octobre: du mardi au samedi: 9.30-12.30; 14.30-18 - dimanche et jours de fête: 9.30-12 14.30-18.30. Du 16 octobre au 15 mars, du mardi au samedi: 9.30-12.30; 14.30-17.00; dimanche et jours de fête: 9.30-12.00; 14.30-17.30.En septembre la Sacra sera ouverte aussi le lundi, horaires: 9.30 – 12.30 et 14.30 – 18.00.

EvènementsSeptembre, un mois aux grands évènements chez la Sacra di San Michele (Abbaye de Saint- Michel): visites spéciales (réservation obligatoire au numéro 0039 011/939130), au XXIVème Congrès “Appelés à la sainteté” L’école rosminienne de la sainteté aujourd’hui, ” jeudi 10 et vendredi 11 septembre, à suivre le concert de chants grégoriens (le jeudi soir) du Théâtre Mi-lanollo de Savigliano.Samedi 19 septembre le concert de musique celtique “Future Celtic Tradition” avec le Groupe Euron Ensemble Project. A’ suivre, une spéciale visite nocturne du Sanctuaire. Dimanche 20 septembre 94ème Congrès des “cantoria” de la vallée de Susa. Samedi 26: préparation à la fête de Saint-Michel Archange, qui aura lieu mardi 29.Parmi les évènements à signaler, l’inauguration le 3 octobre des “Soirées musicales de la Nuova Arca “Les prières des grands compositeurs européens” par le “Coro Accademia della Voce del Piemonte”.Jeudi 24 décembre: “Noel à la Sacra”: flambeaux, procession, veille de prière et la “Missa in Nativitate Domini” par la Schola Grégorienne de Saluces.

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