[UNICO] people&style 27/14

74
Sol Ruiz | “Del Cambio” rinnovato | Il “Giro” nel cuneese | Vie della fede | Museo della ceramica a Mondovì profumi essenza delle langhe street food: tradizione italiana shel shapiro: una vita di musica TRADUCTION FRANÇAISE e 5,00 Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB/CN - anno VI - numero 27 - Maggio - Giugno 2014 cogliere l’infinito riflesso nel presente

description

Il magazine dalle Alpi al mare maggio/giugno 2014

Transcript of [UNICO] people&style 27/14

Page 1: [UNICO] people&style 27/14

Sol Ruiz | “Del Cambio” rinnovato | Il “Giro” nel cuneese | Vie della fede | Museo della ceramica a Mondovì

profumiessenzadelle langhe

street food:tradizioneitaliana

shel shapiro:una vitadi musica

TRA

DU

CTI

ON

FR

AN

ÇA

ISE

e 5,00

Post

e Ita

liane

spa

- Spe

dizio

ne in

Abb

. Pos

t. - D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt.1,

com

ma

1, D

CB/C

N -

ann

o VI

- nu

mer

o 27

- M

aggi

o - G

iugn

o 20

14

cogliere l’infinito riflesso nel presente

Page 2: [UNICO] people&style 27/14

CONCESSIONARIA UFFICIALE MERCEDES-BENZCUNEO via Torino 234 | t. 0171 410777 ASTI via G. Caboto 2/4 | t. 0141 492777 SAVONA via Nizza 59/R | t. 019 862220MONTICELLO D’ALBA S.S. 231 Alba/Bra 15 | t. 0173 311411 ARMA DI TAGGIA via San Francesco, 350 | t. 0184 42257 www.ginospa.com

N U O VA D A I M M AT R I C O L A R E

PREZZO GINO 34.900€PREZZO DI LISTINO 41.200€

OFFERTA DEDICATA A SOCIETÀ O AMMINISTRATORI DI AZIENDA, AGENTI RAPPRESENTANTI, PROMOTORI FINANZIARIE INTERMEDIARI ASSICURATIVI. VALIDA CON RITIRO PERMUTA PER VETTURE PRESENTI IN STOCK

Mercedes CLA 200 CDIPREMIUM

Page 3: [UNICO] people&style 27/14

EDITORIALE Roberto Audisiodirettore artistico

[email protected]

Amo sentire l’aria tra i capelli, sulla pelle, come una carezza. In questa stagione, fra primavera ed estate, capita di avere giornate

di sole pieno, caldo, con un’aria così tersa da far risaltare ogni singolo det-taglio sulla corona di montagne che circonda la nostra provincia: Cuneo. Sembra di poterle toccare, semplicemente allungando una mano.Mi piace ritagliarmi momenti nella routine quotidiana, anche brevi attimi, per camminare all’aperto e, mentre la mente si rilassa, fermarmi per sen-tirla, l’aria fresca. Così, sotto al sole, pare una generosa mano amica che ti sfiora, dandoti un buon giorno che si rinnova sempre diverso.Un rinnovamento che in molti stiamo seguendo in un periodo come que-sto, per trovare nuovi spunti e nuove mete. Come Shel Shapiro, cantante diventato famoso negli anni ‘70 che si è co-stantemente rinnovato, sperimentando anche altre forme di espressione, prima con il teatro ed ora con il musical con cui ha debuttato a Roma pro-ponendo una nuova versione dell’intramontabile “Jesus Christ Superstar”. O come Alberto Avetta che, abbandonato il lavoro in un importante stabili-mento di moda ha dato corpo ai profumi della sua terra, le Langhe, realiz-zando così un sogno coltivato fin da bambino. Anche il celebre ristorante “Del Cambio” di Torino si è rinnovato, unendo la sua celebre storia all’in-novazione, sia nelle atmosfere degli interni che nell’offerta gastronomica. La via francigena era, un tempo come oggi, frequentata da viandanti proprio in cerca di un rinnovamento interiore, e noi andiamo a scoprire quelle inferiori che attraversano le nostre terre, fra religiosità e ricerca spirituale. E poi proviamo a immergerci in una cucina in bilico fra tradi-zione e rinnovamento, quella che spesso viene bistrattata e sottovalutata, la cucina di strada che in ogni zona d’Italia assume sfumature diverse e caratteristiche, ma con valori e sapori sempre unici. Ciò che non si rinnova diventa abitudine e rischia di trasformarsi in schia-vitù. Non temiamo le novità.

Page 4: [UNICO] people&style 27/14

CONTRIBUTORS

Rivista bimestrale dalle Alpi al MareAnno VI • Numero 27 • Maggio - Giugno 2014

Direttore responsabile:Alessio Botto • [email protected]

Direttore artistico:Roberto Audisio • [email protected]

Redazione centrale:Giovanna Foco • [email protected]

Redazione Monaco:Maria Bologna • [email protected]

Editing:Vanina Carta • [email protected]

Concessionaria unica di pubblicità:BB Europa Edizioni • via degli artigiani, 17 - Cuneo Fabrizio Romitelli – [email protected]. +39 327.6318204

[UNICO] è una pubblicazione di BB Europa EdizioniVia degli Artigiani, 17 • 12100 Cuneo tel. +39.0171.60.36.33Reg. Trib. di Cuneo n. 617 del 1 Agosto 2009

Stampa:TIPOLITOEUROPA • [email protected] • www.tipolitoeuropa.com

Tutti i diritti riservati, è vietata la pubblicazione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore© BB Europa Edizioni. Nell’eventualità che testi e illustra-zioni di terze persone siano riprodotti in questa pubbli-cazione, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non citati. L’editore porrà inoltre rimedio, a seguito di segna-lazione, ad eventuali non volute omissioni e/o errori nei relativi riferimenti.

Garanzia di riservatezza per gli abbonati.L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamen-te la rettifica o la cancellazione scrivendo a: “BB Europa Edizioni” - Responsabile dati UNICO - Via degli Artigiani, 17 - 12100 Cuneo. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico della “BB Europa Edizioni” saranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata e gli allegati, anche pubblicitari, di interesse pubblico (legge 675/96).

Puoi trovare [UNICO] nelle migliori edicole della provin-cia di Cuneo e Liguria di Ponente, a Torino nella Libreria Internazionale Luxembourg, nei migliori locali della Ligu-ria, del Principato di Monaco e della Côte d’Azur.

Questo numero è stato chiuso in redazioneil 5 maggio 2014.

In copertina: “Meja Mirror”Notturno sull’altipiano della Gartetta – Daniele Molineris

unico people-style

SEGUICI SU:

@robyaudi unico peopleestyle

Alessio Botto DIRETTORERESPONSABILE

[email protected]

Roberto Audisio DIRETTOREARTISTICO

[email protected]

con il patrocinio di: in collaborazione con:

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero

aderente a:

hanno scritto:

Roberto Audisio

Emmanuele Bo

Maria Bologna

Vilma Brignone

Vanina Carta

Riccardo Celi

Monica Coviello

Claudia Ferraresi

Nicola Ferrero

Giovanna Foco

Fabrizio Gardinali

Marco Jorio

Bruno Lubatti

Fabio Moretti

Luca Morosi

Camilla Nata

Alessandro Parola

Giorgio Trichilo

Traduzioni: Lidia Dutto

credits fotografici:

Ai@ce

Marina Alessi

Archivio Bedino – Proprietà

Fondazione CRC

Moyan Brenn

Centre de presse de Monaco

Gianmario Chieregato

Dirtywhorelebrity.com

Effe8

Flowizm

Vater Fotografo

Googlisti

ho visto nina volare

Iatfornovo.it

Kamel3D.uk

Lackystrike

Infiniti Podium Lounge

Mariosp

Megan Mallen

Marco Neppi Modona

Nephelim

Glebb Metzger

Daniele Molineris

Sonia Ponzo

Press Office Cassina

Press Office Museo della Ceramica di

Mondovì

Press Office Sol Ruiz

Phil Roeder

Stefo

Xlifestyle.eu

Page 5: [UNICO] people&style 27/14
Page 6: [UNICO] people&style 27/14

RUBRICHE

1 | EDITORIALE

4 | SOMMARIO

6 | PRIMO PIANO

8 | PASSAPAROLA

10 | PASSEPARTOUT

28 | L’INTERVISTA IMPOSSIBILE

58 | LIFESTYLE

60 | BONTÀ A TAVOLA

61 | LEGGE

62 | ARTE

64 | DESIGN

66 | MOTORI

68 | UNA MELA AL GIORNO...

69 | DA ROMA

70 | TRADUCTION FRANÇAISE

RITRATTO12 | una vita di musica

UNDER 4016 | polistrumentista giramondo

STORIA E STORIE20 | langhe, dimora di profumi

SOCIETÀ E COSTUME24 | una storia che si rinnova

LIFESTYLE30 | tutta la vitalità della costa azzurra

EVENTI34 | la provincia granda si tinge di rosa

TERRITORIO38 | le vie della fede

42 | un cantiere di idee

GUSTO44 | le diverse forme del gusto

DESIGN52 | sensuale oggetto dei desideri

ARTE54 | storia di ceramiche monregalesi

peop

lest

yle

16

30

24

42

54

38

SOMMARIO

Page 7: [UNICO] people&style 27/14

Siamo parte di questa storia.

Reg. San Quirico, 673 | 12044 Centallo (CN) | Tel. 0171 211752 | www.barraebarra.com

Piccoli gesti quotidiani costruiscono la tua storia. E le case Barra&Barra sono il luogo ideale per viverla. Perché mettono in primo piano il comfort, l’eleganza, la sicurezza del sentirsi protetti in modo naturale. Scegli di vivere la tua storia sentendoti a casa.

Page 8: [UNICO] people&style 27/14

PrimoPianoSLA, TEAM ITALO-AMERICANOINDIVIDUA UN NUOVO GENE

Un’altra tappa nella battaglia contro la terribile sclerosi laterale amiotrofica (SLA): un gruppo di ricercatori guidati dal professore torinese Adriano Chiò ha individuato un gene che potrebbe essere la principale causa del morbo di Lou Gehrig, che ha colpito molti calciatori. La nuova scoperta ha portato i ricercatori italiani, guidati dal professor Chiò della Città della Salute di Torino, sulla copertina di Nature Neuroscience. La ricerca, con un finanziamento di 1 milione e 600.000 euro (Fondazione AriSla, Fon-dazione Vialli e Mauro per la Ricerca, FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio, ministero della Salute e Comunità Europea) ha permesso l’identi-ficazione del gene che si chiama Matrin3: è localizzato nel cromosoma 5 ed è stato trovato in diverse famiglie con più componenti affetti da SLA. Gli autori dello studio fanno parte del consorzio Italsgen, che riunisce 18 centri italiani, universitari e ospedalieri. Con Adriano Chiò, anche Gabriel-la Restagno, del laboratorio di genetica molecolare della Città della Salute di Torino, e Mario Sabatelli, dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cat-tolica-Policlinico Gemelli di Roma. Per la parte americana, Bryan Traynor del Mih Bethesda di Washington.

FIAT, ULTIMA ASSEMBLEA IN ITALIAPRIMA DI ANDARE IN OLANDAPare impossibile, eppure è vero: si è tenuta l’ultima assemblea ordinaria degli azionisti Fiat al Lingotto di Tori-no. La prossima, infatti, sarà in Olanda, dove il nuovo gruppo Fiat Chrysler Automobiles avrà la sede legale. Intanto, è stato approvato il bilancio 2013 del gruppo, che si è chiuso con un utile netto di circa 1,9 miliardi. Nessun cambiamento nella compagine azionaria, come ha ricordato il presidente John Elkann aprendo i lavori: Exor detiene il 30,06%, Baillie Gifford il 2,64% e Vanguard International Growth Fund il 2,26%. L’AD Sergio Marchionne ha confermato così, all’assemblea degli azionisti riunita a Torino, gli obiettivi della Fiat per il 2014. A guidare l’incremento saranno soprattutto i maggiori volumi in America settentrionale e in Asia. “Per il futuro aspettatevi ancora tante buone notizie – ha puntualizzato il presidente Fiat, John Elkann. – Con Fca giochiamo una partita vera”. Si terrà invece ancora in Italia, probabilmente prima dell’estate, l’assemblea straordinaria che dovrà deliberare sulla fusione. Il 6 maggio è stato presentato a Detroit il nuovo piano industriale.

DIECI COMUNI CUNEESI UNITIE UN GRANDE PARCO FLUVIALEAnno da ricordare il 2014: alla Casa del Fiume, il neonato centro di educazione transfron-taliera del Parco fluviale Gesso e Stura di Cuneo, è stata firmata ufficialmente la convenzione di gestione dai dieci sindaci dei comuni che formano il Parco. Un atto formale ma anche sim-bolico, che segna la strada per una gestione condivisa e una politica collaborativa. Con la fir-ma ufficiale della convenzione di gestione, si chiude un percorso che ha visto il territorio del Par-co fluviale Gesso e Stura esten-dersi dai 1.500 ettari di quando venne istituito dalla Regione Piemonte nel 2007, ai 4.050 attuali, con l’ampliamento sul territorio di altri nove comuni oltre a quello di Cuneo. Un cammino che si è aperto con l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale del Piemonte, della Legge n. 16 del 3 agosto 2011, che ha san-cito, dal 1° gennaio 2012, l’estensione dell’area protetta regionale fino a includere dieci comuni (oltre a Cuneo: Borgo San Dalmazzo, Castelletto Stura, Centallo, Cervasca, Montanera, Roccasparvera, Roccavione, Sant’Al-bano Stura e Vignolo), una superficie di 4.050 ettari e 60 km di fiume, con una popolazione di oltre 90.000 abitanti.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| PR

IMo

PIA

No

6

Page 9: [UNICO] people&style 27/14

PrimoPianoCABINA DI REGIA PIEMONTESEPER EXPO 2015È stato firmato, nel-la prestigiosa Sala Giunta della Regione Piemonte, l’accordo di programma “Pie-monte Expo 2015”. A sottoscrivere il docu-mento, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, il sindaco di Torino, Piero Fassino, il presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello e il segreta-rio generale della Camera di commercio di Torino, Guido Bolatto. Presenti anche l’assessore regionale al Turismo, con delega ad Expo2015, Alberto Cirio, l’assessore comunale di Torino Maurizio Braccialarghe e il segretario generale di Unioncamere, Piemonte Paolo Bertolino. L’obiettivo dell’accor-do riguarda la nascita di una “cabina di regia” in grado di sviluppare sul terri-torio piemontese azioni coordinate e integrate che consentano di generare opportunità su numerosi asset strategici, quali agricoltura, industria, cultura e turismo, sfruttando “l’effetto vetrina” di Expo2015.

IL CANGRANDE DEL VINITALYA GIOVANNI BATTISTA MARCHISIOÈ a Giovanni Battista Marchisio, storico presidente della Can-tina del Nebbiolo di Vezza d’Alba, che è stata assegnata, a Verona, durante il Vi-nitaly, la medaglia di Cangrande per la Regione Piemonte. Marchisio ha dedicato tutta la sua vita professionale al vino, all’agricoltura, al Roero e alla Langa. Nato a Vezza d’Alba nel 1926, ha frequentando la Scuola Enologica di Alba. La Cantina del Nebbiolo di Vezza d’Alba, fondata da un manipolo di viticoltori corag-giosi nel 1959, è stata presieduta da Giovanni Battista Marchisio per ben 27 anni, dal 1986 al 2013. Durante questo periodo, la realtà è cresciuta, ha potenziato le proprie strutture, ha ampliato i propri mercati. Oggi, i soci sono 175, coltivano circa 285 ettari di vigneto distribuiti in 13 paesi del Roero e in altre zone limitrofe del Barbaresco, del Barolo, del Dolcetto e del Moscato.

ARTE E DESIGNURBANO A CUNEOZooart, contenitore di eventi dedicati alla diffu-sione dell’arte e del design nello spazio pubblico, inau-gura giovedì 3 luglio, alle ore 21.30, presso i Giardini Fresia a Cuneo, la sua tredi-cesima edizione. La rassegna torna a investire, durante le settimane estive, il centro storico cuneese. Come sempre decine di installazioni, create per l’occasione da artisti pro-venienti da ogni parte del mondo, costituiranno un percorso dalle varie declinazioni artistiche. LocalArt, progetto a sostegno dei giovani creativi del territorio, vede invece esposte nuove proposte premiate dalla Fon-dazione CRC. Zooincittà allestisce nel centro storico i lavori artistici, sul tema “in cantiere”, creati duranti i laboratori con architetti e designer e i vari progetti di nuove e future visioni di via Roma, selezionati durante il workshop “Idee in cantiere”, organizzato con l’Ordine degli Architetti di Cuneo. Organizzazione: Art.ur – ingresso libero – www.zooart.it

NOCCIOLA DI LANGAPASSIONE MA NON SOLOLa nocciola di Langa è una delizia apprezzata in tutto il mondo, ma in terra di Langa e Roero cosa se ne fa dei residui delle inevitabili potature? La questione è discussa. Si stanno cercando soluzioni. Un centinaio di imprenditori corilicoli ha partecipa-to alla prova dimostrativa organiz-zata da Confagricoltura Cuneo e Ascopiemonte per presentare diverse possibili gestioni, in campo, dei residui derivanti dalla potatura del noccio-lo. In particolare sono state messe a confronto alcune tipologie di trince e trituratori, con o senza raccoglitori. I responsabili tecnici di Ascopiemonte hanno precisato l’importanza di una corretta gestione dei residui di pota-tura: “Sul nocciolo la quantità di legno prodotto è cospicua e può rappre-sentare un problema di non facile soluzione. Ecco perché occorre provare e confrontare macchinari innovativi e metodologie nuove, che rispettino l’ambiente e considerino anche il valore energetico per biomasse che da una coltura come il nocciolo può scaturire”.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| PR

IMo

PIA

No

7

Page 10: [UNICO] people&style 27/14

[UNICo] per le aziende

LE SFILATEDI PAoLA ATELIERSi è svolta presso il Ristorante La Gargotta del Pellico a Sa-luzzo, la sfilata sulle nuove tendenze moda di pelli e pel-licce firmate Paola Atelier. Una straordinaria passerella di capi dai colori accesi e dalle linee voluttuose. A presentare l’evento con garbo e simpatia, è stata Camilla Nata, nota giornalista Rai, che ha sapientemente commentato le linee eleganti rappresentate nei diversi tipi di pelle o pellicce, da donna ma anche da uomo.A completare la sfilata erano presenti le straordinarie cre-azioni sartoriali sposa di Bruna Couture di Verzuolo, le creazioni di abiti femminili di Olivià di Debora Olivero di Fossano ed i gioielli in pietre dure e argento della designer Renata Bollati.

PAoLA ATELIERVia Silvio Pellico, 5 – Saluzzo (Cn) – Tel 0175 [email protected]

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| PA

SSAP

ARo

LA

8

Dall’Aeroporto di Genova è possibile raggiungere con un solo scalo oltre 500 destinazioni nel mondo attraverso i numerosi hub interconti-nentali collegati tra cui Bruxelles, Bucharest, Istanbul, Roma, Parigi, Londra e Monaco. Il Cristoforo Colombo inoltre off re collegamenti verso numerose destinazioni nazionali e internazionali tra cui Palermo, Catania, Trapani, Bari, Napoli, ma anche Ibiza, Mosca, Reggio Ca-labria, Barcellona, Olbia, Cagliari e Tirana.

Non solo: partire da Genova è comodo e il parcheggio costa meno della metà! Approfi tta della tariff a Weekend: per le soste di almeno due notti, comprese tra le 6 del venerdì mattina e le 24 del lunedì pagherai solo 20 euro per l’intera permanenza (promozione valida fi no al 30 giugno).

Per usufruire delle off erte sul parcheggio è necessario rivolgersi alla cassa con operatore al piano arrivi.Info sul sito www.aeroportodigenova.it

Nell’Aeroporto di Genova troverai tanti altri servizi come il wifi gra-tuito nell’intera aerostazione, la protezione del bagaglio, l’uffi cio di biglietteria, negozi, un duty free al piano partenze, bar e ristoranti.

PARTIRE DA GENOVA CONVIENE

Il parcheggio è scontatissimo!

Seguici sul magazine mensile “Aeroporto di Genova News”(DISTRIBUITO GRATUITAMENTE IN AEROSTAZIONE)

W W W . A E R O P O R T O D I G E N O V A . I Twww.facebook.com/aeroportodigenova @Genovaeroporto

Page 11: [UNICO] people&style 27/14

PER NoN DIMENTICARELA VITA DI MoNTAGNANelle valli alpine esistono me-stieri e tradizioni legati al territo-rio che stanno scomparendo. A Bellino, nella cuneese val Varaita, l’intero paese per un giorno si trasforma in un set a cielo aperto con oltre 120 figuranti a rievoca-re la vita che un tempo animava strade e luoghi di montagna. Travai e üzonses d’en bot è la manifestazione storico-cultura-le che ripropone la lavorazione della canapa o del legno di larice o ancora delle antiche tecniche di pa-nificazione, riaccendendo il forno della borgata spento ormai da decenni. Anche la lingua parlata è rigorosamente tradizionale: l’occitano.

BELLINoBorgata Chiesa – domenica 27 luglio.

DEGUSTIBUSNoN DISPUTANDUM EST...Una delle più caratteristiche rassegne enogastronomiche piemontesi, torna ad animare il centro di Cuneo, piazza Ga-limberti e corso Nizza, in un tour con ingresso libero che avvicina i partecipanti ai gusti della buona tavola con degu-stazioni dai prodotti d’eccel-lenza italiani riscoprendo la cultura e le tradizioni legate al territorio. Ospite di questa edizione è la Sardegna con i suoi inconfondibili profumi e sapori. Inoltre grande spazio è dedicato allo street food che porta in strada la gastronomia di qualità per tutti i palati, oltre agli spazi dedicati ai presidi Slowfood e al ristorantino di Eataly che propone ogni giorno specialità diverse.

DEGUSTIBUSCuneo – 23-25 maggio – www.degustibus.cuneo.it

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| PA

SSAP

ARo

LA

9

Page 12: [UNICO] people&style 27/14

a cura di Monica Coviello - giornalista lifestyle

APPUNTAMENTI DI INIZIO ESTATE

tra arte, sagre ed eventiL’ARTE DI FARE LA DIFFERENZATorino, 15 maggio-8 giugno

Hanno creato un progetto artistico che nasce dall’idea di catalogare e schedare i reperti. Sono partiti dalle immagini, dai manufatti, dai docu-menti e dagli oggetti conservati nel Museo di Antropologia e Etnografia dell’Università di To-rino e li hanno utilizzati per ricreare un’opera condivisa, per raccontare L’arte di fare la diffe-renza. Sono tre coppie di artisti, Laura Biella e Lia Cecchin, Gaetano Carusotto e Corina Elena Cohal, Ernesto Leveque e Maya Quattropani, gli autori dell’allestimento singolare di Palazzo Barolo. Si parte dall’atrio che introduce lo sca-lone d’onore a forbice e si arriva alle stanze del primo piano nell’ala destra: un percorso d’arte arricchito dal video di Claudio Malpede, che do-cumenta la realizzazione del progetto. Un evento collaterale accompagna la mostra: il 26 maggio, un convegno internazionale inten-de coinvolgere il pubblico per discutere delle buone pratiche italiane ed europee nell’arte.

FIERA DEGLI ACCIUGAIDronero, 31 maggio e 1 giugno

Acciughe, merluzzo, sardine, tonno sott’olio, olive, prodotti del terri-torio. La Fiera degli acciugai è una kermesse dedicata al gusto. Ma an-che alla storia, perché, un tempo, gli abitanti delle valli alpine, soprat-tutto della Valle Maira, quando finiva la stagione del lavoro nei campi, scendevano in Liguria per comprare acciughe e pesce conservato, e rivenderlo in pianura, arrivando fino al Veneto e all’Emilia Romagna. Una tradizione che ha dato origine a un mestiere, quello dell’anciuè, l’acciugaio. Anche quest’anno, in fiera, viene proposto un itinerario del gusto con tanti punti degustazione, che tocca ristoranti, pasticcerie e punti di eccellenza gastronomica.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| PA

SSEP

ARTo

UT

10

Page 13: [UNICO] people&style 27/14

FESTA DELLA MUSICASaluzzo, 21 giugno

Una jazz band all’angolo di porta Vacca, un chitarrista che si esibisce nell’area pedonale di corso Italia, la solista soul all’imbocco dei Porti Scur. La Festa della musica non fa distinzio-ne tra gli artisti abituati ai grandi palcoscenici e quelli che stanno cercando di emergere: è un’occasione per tutti i musicisti, e prima anco-ra per il pubblico, che ha la possibilità di spazia-re fra i generi, le epoche, gli stili, semplicemen-te passeggiando per il centro della città.Sono 12 anni che, alla fine di giugno, per una sera, musicisti, cantanti e gruppi, dal tramonto fino a notte inoltrata, si esibiscono in vicoli, vie e piazze di Saluzzo.Una tradizione che arriva dalla Francia dei primi anni ’80 e che ha conquistato, anno dopo anno, molte città, fino a diventare un appuntamento fisso che dà il benvenuto alla bella stagione e alle sue serate all’aperto.

LA 24 ORE DI FINALEFinale Ligure, 30 e 31 maggio

Non è solo una gara di mountain bike: è anche un happe-ning, che richiama riders e turisti da tutto il mondo. Chi prova a misurarsi sul tracciato può attraversare panorami mozzafiato, tra la macchia mediterranea e i sentieri finalesi. E, siccome l’evento si svolge su 24 ore, la corsa si protrae per un giorno e una notte: chi l’ha già sperimentato assicura che il night riding, nell’atmosfera fiabesca dei boschi, è un’e-sperienza unica. Tutti gli altri, quelli che lasciano la bicicletta in garage, possono godersi il “festival”, fatto di concerti dal vivo, musica selezionata da deejay di mezza Europa, spetta-coli, cibo, pasta party, birra, intrattenimenti per i bambini (da provare il tradizionale kid race), tour, stand espositivi e iniziative speciali.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| PA

SSEP

ARTo

UT

11

www.sportograf.com

Page 14: [UNICO] people&style 27/14

una vitadi musicaDOPO IL SUCCESSO DEGLI ANNI ‘70 E LE RECENTI PROVE D’ATTORE A TEATRO, SHEL SHAPIRO DEBUTTA IN UNA DELLE PIÙ GRANDI PRODUZIONI MUSICAL DI SEMPRE: JESUS CHRIST SUPERSTAR.

Perché Norman David Shapiro sia diventato per tutti “Shel” è una della curiosità che si

possono rintracciare nella ricca biografica arti-stica del cantante, autore, attore e produttore, che nonostante il suo marcato accento inglese mai domato, vive in Liguria, ha la doppia cittadi-nanza anglo-italiana e ama la nostra Costituzio-ne a tal punto da dedicarle un disco.E oggi la faccia “da duro” di questo ex cantante beat – arrivato quasi per caso in Italia nel 1963 e diventato in poco tempo il leader dei The Rokes – gli regala una nuova sfida professionale, che lo sta affascinando e gli permette di dimostrare tutta la sua duttilità artistica. Il 18 aprile scorso, al Teatro Sistina di Roma, Shel ha debuttato in una delle più grandi pro-duzioni di musical di sempre: Jesus Christ Su-

perstar di Massimo Romeo Piparo, storico au-tore della versione italiana, in lingua originale, che ha riportato in scena un grande cast, in una produzione di livello, con Ted Neely (l’originale Gesù del film), affiancato dalla musica live dei Negrita, dal loro cantante Pau (Ponzio Pilato), da Simona Molinari (Maddalena) e dal “cattivo” Shapiro, nel ruolo di Caifa.

Com’è nata la partecipazione al musical?Il ruolo è quello di un personaggio malvagio, per cui si è pensato subito a me... La parteci-pazione è nata con una telefonata di Massimo Piparo, che mi ha cercato lo scorso novembre; è la mia prima esperienza in un musical. Questa storia la trovo molto intrigante, il ruolo difficile e in qualche modo pericoloso. E poi c’è una re-

DI MARCO JORIO

Shel Shapiro faccia “da duro”, ex cantante beat degli anni ‘70. Una carriera piena di sfide professionali che ne sottolineano la duttibilità artistica.Photo: Marina Alessi.

Nella pagina a fianco:Nel musical “Jesus Christ Superstar”Shel interpreta Caifa, un personaggio negativo, gestore del potere, senza compassione e senza interesse verso l’umanità. Photo: Gianmario Chieregato.

Arrivato quasi per caso in Italia nel 1963è diventato in poco tempo il leader dei The Rokes;qui con la band nella copertina dell’omonimo CD.

Page 15: [UNICO] people&style 27/14

sponsabilità nel fare questo tipo di esperienza: bisogna portare la propria personalità per carat-terizzare il personaggio.Ha mai pensato di affrontare il musical anche come autore?Per fare un musical devi avere un budget, e for-se una volta si usava, ma adesso in questo Paese non è più possibile fare un budget. Ma anche come attore non è semplice: Caifa è un perso-naggio negativo, è un gestore del potere, senza compassione e senza interesse verso l’umanità. Poi è un giudice, un politicante. Un personaggio attuale in un certo modo.Nella ripresa del celebre film del 1973 di An-drew Lloyd Webber e Tim Rice, passato alla sto-

ria come uno dei musical più famosi e amati di tutti i tempi, il personaggio interpretato da Shapiro è riuscito e spietato, e si accompagna in scena a dei veri pitoni: “Ma sono buonissi-mi,” tranquillizza Shapiro via twitter, dove dopo l’ottimo esordio del 18 aprile si dichiarava emo-zionato e contento. “Certe emozioni forti non si possono dimenticare. Fino a metà giugno il cast sarà impegnato al Sistina a Roma, poi la produzione farà tappa il 31 luglio e il 1° agosto al Teatro Greco Tindari di Agrigento, e il 12 otto-bre all’Arena di Verona per il Celebration Day, in occasione dei 40 anni del film e dei 20 anni dalla rielaborazione italiana di Massimo Ro-meo Piparo,” racconta Shel a UNICO.

“In Jesus Christ Superstarinterpreto Caifa,

un personaggio malvagio,per cui hanno pensato

subito a me...”

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| RI

TRAT

To

12 13

Foto di gruppo al Canta Europa 1966.In prima fila da sin.: Little Tony, Mike Shepstone,

batterista del gruppo musicale The Rokes, Johnny Charlton, chitarrista solista dei Rokes, Mario

Zelinotti, Bobby Solo, Domenico Modugno, Robert “Bobby” Posner, bassista dei Rokes, Shel Shapiro,

chitarra e voce dei Rokes; nella fila centrale da sin.: Rita Monico ed Edda Ollari; nella fila in alto da sin.:

Dino, Michele e Gigliola Cinquetti.

Nella pagina seguente:Il cantante, con la doppia cittadinanza anglo-

italiana, ama la nostra costituzione al punto da dedicarle un disco e un video diretto da Marco Risi.

Ancora nel ruolo di Caifa sul palco di Jesus Christ Superstar, insieme agli altri protagonisti.

Photo: Gianmario Chieregato.

Page 16: [UNICO] people&style 27/14

Tornando un po’ indietro nel tempo quali sono i ricordi più belli in campo musicale?Ce ne sono tantissimi, davvero non saprei. Ho lavorato con tantissimi in Italia e all’estero. Vuoi dei nomi? Quincy Jones, Paco de Lucia, ma è molto difficile scegliere uno. Non ci sono dei “di più”, ce ne sono per fortuna tantissimi, tutti emozionanti. Uno dei momenti più belli per un artista forse è quanto vedi una delle tue canzo-ni o una tua produzione che entra in classifica, ogni volta è una gioia immensa.

Come mai un cantante nato a Londra, che qualche anno fa cantava “Che colpa abbiamo noi” ha deciso di scrivere un omaggio alla Co-stituzione italiana (Undici, canzone del 2012 legata a un video che online ha avuto migliaia di visualizzazioni)?Io ho la doppia cittadinanza, dunque sono ita-liano: il progetto era nato qualche tempo fa, doveva aprire un concerto del 1° maggio, poi non se n’è fatto nulla. Il famoso regista Marco Risi si è offerto di dirigere il video sulla canzone: è importante che i ragazzi siano a conoscenza di cosa dice la Carta costituzionale e capire che il futuro di questo Paese dipende da loro, non certo da me.Sono 20 anni che non si parlava più della Co-stituzione, ora la si vuole cambiare. Fa molto comodo cercare di modificarla per farla assomi-gliare a noi, ma saremmo noi a doverci sforzare di assomigliare a lei.

UN CULT PLANETARIOLa storia di Jesus Christ Superstar è quella di un musical diventato un cult planetario: scritto da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, ha avuto grande successo sia nella versione cinematografica diretta da Norma Jewison, che nelle trasposizioni teatrali in tutto il mondo. Oggi torna a essere l’evento teatrale dell’anno in Italia, grazie alla produzione in scena al Teatro Sistina di Roma, diretta da Mas-simo Romeo Piparo, lo stesso regista che lo portò nel Belpaese in lingua originale. Il musical compie dunque 20 anni e van-ta numerosi record: tre diverse edizioni prima di questa, 11 anni consecutivi in cartellone nei teatri italiani dal 1995 al 2006, ol-tre un milione di spettatori, più di 100 artisti che si sono alternati nel cast, più di 1.000 rappresentazioni in 84 città italiane. Il cast che ha esordito in Italia il 18 aprile, giorno del Venerdì Santo, ha potuto contare su grandi nomi, tra cui il Gesù originale del film, Ted Nee-ley, che in seguito continuerà le proiezioni speciali della nuova versione rimasterizzata in occasione dell’anniversario della pellicola. In teatro, la musica dal vivo suonata da un’orchestra di 12 elementi diretta dal Maestro Emanuele Friello, i chitarristi dei Negrita, Drigo e Cesare, il cantante Pau nel ruolo di Pilato, Simona Molinari che è la Maddalena e Shal Shapiro a interpretare Caifa, e vari nomi affermanti nel mondo del musical in altri ruoli.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| RI

TRAT

To

14 15

Page 17: [UNICO] people&style 27/14
Page 18: [UNICO] people&style 27/14

polistrumentistagiramondoSOL RUIZ ORIGINARIA DI CUBA, HA FATTO DI TORINO LA SUA CASA.CI VIVE DA QUATTRO ANNI. ANCHE SE DOMANI POTREBBE ESSEREIN GIAPPONE O DI NUOVO IN AMERICA.

Per capire chi sia Sol Ruiz, bisogna incontrarla anche giù dal palcoscenico. Perché lei, can-

tante e polistrumentista di origine cubana, nata e cresciuta a Miami, è un’artista in ogni momento e non solo quando è la protagonista dello show. Poco più che trentenne (impossibile farsi rivelare l’età, come altri dettagli della sua vita, su cui man-tiene un vezzoso riserbo), un po’ come la pittrice messicana Frida Kahlo, incuriosisce non solo per le sue opere, per i singolari brani che sa compor-re, suonare e cantare, ma anche per la sua storia fuori dall’ordinario, per gli abiti che indossa, per la sua capacità di viaggiare attraverso le culture. Abituata a esibirsi nei locali delle grandi città degli Stati Uniti, dove aveva un buon seguito, quando viveva a New Orleans venne invitata dal suo agen-te per una tournée in Italia. Era l’estate del 2010.

Sol avrebbe dovuto fermarsi per due settimane, ma vi rimase per quattro mesi. La sua “base” era Bussana Vecchia, in Liguria. “Lì ho conosciuto tanti musicisti – spiega – e insieme a loro ho cominciato a sviluppare un nuovo progetto. Era tutto nuovo per me e imparavo a suonare la musica dell’Italia meridionale, i ritmi balcanici e klezmer. Ero entrata a fare parte di un gruppo che aveva la base a Torino: andavo e tornavo da Bussana insieme a loro. E con loro sono rientrata negli Stati Uniti per un piccolo tour, ma a dire il vero non vedevo l’ora di tornare in Europa. L’Ita-lia mi chiamava, per un motivo o per l’altro”. Così Sol, che per natura è una giramondo, ha fatto di Torino la sua casa. Ci vive da quattro anni ormai. Anche se, naturalmente, “domani potrei essere in Giappone o di nuovo negli Stati Uniti. Chi può

DI MONICA COVIELLOPHOTO: P.O. SOL RUIZ

Sol Ruiz, incuriosisce non solo per la sua musica, per i singolari brani che sa comporre, suonare e cantare, ma anche per la sua storia fuori dall’ordinario, per gli abiti che indossa, per la sua capacità di viaggiare attraverso le culture.

Page 19: [UNICO] people&style 27/14

dirlo”. La sua famiglia è proprio come la si potreb-be immaginare, fatta di musicisti viaggiatori e hip-py: “Mio fratello – afferma la cantante – suonava il piano e mi accompagnava quando cantavo. E quando avevo otto anni, un’amica di famiglia, per Natale, mi regalò una chitarra”. Con quella, Sol cominciò a scrivere canzoni, surrealiste, inven-tate, frutto di una fantasia nutrita dalle poesie di

Shel Silverstein e dalla musica del cantautore e fisarmonicista Wierd Al Yankovich. Cantava con la sorella, recitava. E in casa nascevano idee per nuove melodie, per film e pièce teatrali. “La mu-sica, per i cubani, è come il cibo per gli italiani – dice Sol. – Avevo insegnanti e adulti che crede-vano in me e mi supportavano. Non avevo amici della mia età e questo ai miei genitori sembrava

“Vengo da una famiglia di musicisti: mio fratello suonava il piano e mi

accompagnava quando cantavo. E quando avevo otto anni, un’amica di famiglia, per

Natale, mi regalò una chitarra”.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| UN

DER

40

16 17

Page 20: [UNICO] people&style 27/14

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| UN

DER

40

18 19

un po’ strano, ma dai grandi imparavo tante cose che nessuno a scuola poteva insegnarmi”. A 18 anni, la musica divenne la sua vita, una forma di terapia. “In quel periodo studiavo etnomusico-logia all’università, vicino a New Orleans, ed ero concentrata sulla musica dei nativi americani. Per me era come uno specchio: se lo guardavo riusci-vo ad analizzarmi”. Dalla musica come terapia alla consapevolezza di voler creare arte, il passo è stato breve. Per creare i suoi brani, Sol vede la vita attraverso il microsco-pio e la amplifica con la musica. Ci mette tanto di se stessa, della mezcla di cui è fatta. “La mia cul-

tura è molto cubana. A chi non c’è mai sta-to, provo a spiegare che Miami è al 90%

latina e dista solo 150 km da Cuba. Quasi come dire Torino e Genova.

Non è come le altre città degli Stati Uniti: è molto speciale e ha il suo

dialetto, lo spanglish”. Dopo il divorzio dei genitori, Sol è andata a vivere con la non-na. Nella sua casa di Miami andavano a trovarli tutti i

parenti di Cuba e a volte stavano in otto in due

camere. Ma

il contatto con la sua gente le ha insegnato tan-to: “Nella cultura cubana sono molto importanti le barzellette e la capacità di raccontarle. Questa abilità mi è servita tanto scrivendo le mie canzo-ni. Il cubano è un inventore per natura: per noi è importante sapercela cavare con il poco che abbiamo”. Della sua storia, delle persone che incontra, di quelle del suo passato e dei luoghi in cui ha vissuto è fatto l’ultimo album, Reasonable Diva, appena uscito e prodotto negli Studio 71 a Mia-mi da Bobby MacIntyre. È un disco fatto di con-taminazioni, che segna il naturale incontro tra la tradizione della musica cubana e il sud degli Stati Uniti, tra funk, New Orleans e mariachi, ed è impreziosito dalla voce di Sol, che sa rivi-sitare blues, cuban son e soul. “Questo album ha un po’ di New Orleans, un po’ di Messico, un po’ della musica balcanica. E tanto di Miami, di Cuba e dell’Italia. In ogni brano ci sono diversi personaggi, che cambiano e si ‘rinfrescano’ ogni volta che interpreto le canzoni: è un po’ come al teatro, a cui mi ispiro. Mi piace essere un ‘polipo’ musicale, che prende qualcosa da tutte le arti”. A fine giugno, dopo una tournée negli States, Sol tornerà in Italia.Per essere aggiornati sui suoi prossimi concerti: www.solishere.com

A 18 anni, la musica divenne la sua vita, una forma di terapia. Da li, poi, la consapevolezza di voler

creare arte, il passo è stato breve. Per creare i suoi brani, Sol vede la vita attraverso il microscopio e la amplifica con la musica. Ci mette tanto di se stessa,

della mezcla di cui è fatta.

La copertina dell’album “Reasonable Diva”.Tra le sue melodie possiamo ascoltare la sua storia,

quella delle persone che incontra, del suo passato e dei luoghi in cui ha vissuto.

Page 21: [UNICO] people&style 27/14

Acquista velocità, con il parcheggio e il FastTrack Goditi il relax nella Piemonte Lounge e negli shop

SCOPRI TUTTI I VANTAGGI: ingresso illimitato alla Piemonte Lounge, accogliente ambiente di design dove avrai a disposizione il servizio bar, quotidiani e riviste internazionali, tv e wi-fi gratuito; passaggi illimitati al Fast Track, per superare i filtri di sicurezza senza fare la coda; 20% di sconto al parcheggio multipiano con possibilità di accesso all’area riservata del 4° piano, 15% di sconto al Wine&Food Corner, al Beauty&Fashion Corner, al Fashion Corner e molti altri sconti negli shop e agli autonoleggi dell’aeroporto.

ACQUISTA ORA online www.aeroportoditorino.it/volatorinopass e presso la ACQUISTA ORA online www.aeroportoditorino.it/volatorinopass e presso la biglietteria dell’aeroporto.

Un salotto in aeroporto. Il tuo.

Page 22: [UNICO] people&style 27/14
Page 23: [UNICO] people&style 27/14

Colline sinuose paiono femminee curve. O, forse, onde. Di mare. Sono morbide e vitali.

Costanti e perfette. Filari si stagliano in quel tes-suto, figlio di Pangea. Secolari marne sono dimo-ra di colori, sapori, odori. Appezzamenti si alter-nano. Cru emergono. Siamo in Langa, epicentro di contadini, viticoltori, maître stellati, sognatori e creativi, dove gli idiomi si alternano: la terra fer-vida attrae a sé il mondo. “Un giorno, mentre passeggiavo tra i filari delle vigne, nei luoghi della mia infanzia, assorto nei pensieri e negli odori che respiravo, ho avvertito forte il desiderio di dar forma al sogno, tenuto troppo a lungo in un cassetto: creare un profu-mo”. Siamo a La Morra. Così nasce Acqua delle Langhe. Il “naso” è Alberto Avetta. “I profumi sono po-tenti segnali olfattivi che risvegliano memorie ed emozioni. In me vi è sempre stata una predispo-sizione a riconoscerli, a fare attenzione ad essi, affinando e allenando il mio naso. Curiosità, sen-sibilità, istinto e immaginazione delineano i tratti del mio carattere. I profumi sono la passione”. Conserva ancora gelosamente il suo primo bot-ticino acquistato con i risparmi. Aveva sì e no 10 anni. Ora ne ha qualche manciata in più. Arriva

a realizzare il suo sogno dopo una gavetta non indifferente: laurea in Sociologia con indirizzo in Comunicazione; master in Life coaching; dirigen-te per molti anni in una nota azienda di moda di Alba. Quando la pulsione dirompe, riordina idee e finalità. Stila il progetto. Registra il marchio. Sceglie le materie prime. L’idea iniziale vuole ri-chiamare le note di terra. Le Langhe sono la sua dimora. Coinvolge, così, l’amico maestro profumiere, che si dimostra determinante nella fase esecutiva. “Utilizzo materie prime pregiate, lavorate con metodi artigianali che richiedono tempi lenti, cure pazienti e un’attenzione assoluta e continua. I profumi e l’immagine prodotto sono studiati a La Morra, mentre tutte le fasi di lavorazione han-no luogo nel laboratorio alle porte di Milano”. Le sue creazioni richiamano i cru. “L’idea di dare alle fragranze i nomi dei cru del Barolo è nata per il piacere di giocare con la loro sono-rità, a me familiare, essendo la zona di questo pregiato vino il luogo in cui il progetto ha avuto inizio e dove ogni creazione è pensata, voluta e sperimentata”. I cru sono microzone individuate all’interno di una già ristretta ed esclusiva area di produzione. Sono particolarmente adatte per

I PROFUMI SONO LA SUA PASSIONE DA SEMPRE.IL “NASO” È ALBERTO AVETTA. CURIOSITÀ, SENSIBILITÀ,ISTINTO E IMMAGINAZIONE DELINEANO I TRATTI DEL SUO CARATTERE.

langhe, dimoradi profumi

DI GIOVANNA FOCO - PHOTO: DANIELE MOLINERIS

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| ST

oRI

A E

STo

RIE

20 21

Page 24: [UNICO] people&style 27/14

conformazione del terreno, esposizione al sole e condizioni climatiche, ad esaltare le caratteristi-che dell’uva nebbiolo.“La vite ama i colli soleggiati. Gli anziani del luogo usano ancor oggi dire che per conoscere i cru bisogna osservare le colline quando le prime nevi se ne vanno: gli appezzamenti dove si sciolgono per prime, quelli baciati dal sole, sono i cru più pregiati. Con la stessa dedizione e passione che mi sono state trasmesse, nella terra in cui sono cresciuto, ho cercato di creare le mie fragranze. Una l’ho anche dedicata ad Alba, la capitale di questa terra”.Ogni fragranza nasce da un’attitudine. Da una intuizione. Prima di avviare la produzione nel laboratorio artigianale, Alberto Avetta propo-

ne le essenze ai suoi figli, Francesca, Federica, Alessandro, Edoardo. “Il loro ‘sì, mi piace’ o ‘no, non mi piace’ sono determinanti nella scelta se procedere in quello che deve diventare prodotto da mettere in commercio. La loro spontaneità è fondamentale. Come è importante la presenza di mia moglie, Elena”.Acqua delle Langhe che sono eau de parfum – 80% alcool e 20% essenze – sono distribuite esclusivamente nelle profumerie di nicchia e in negozi di abbigliamento. “Per ora sto distribuen-do in Italia, ma mi sto muovendo anche per l’e-stero. L’obiettivo di produzione annua vorrei arri-vasse, nel tempo, a 10.000 flaconi. Sto valutando di allargare la gamma anche a bagnoschiuma, saponi, creme e accessori. Non escludo di realiz-

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| ST

oRI

A E

STo

RIE

22

Alberto Avetta conserva ancora gelosamente il suo primo botticino acquistato con i risparmi. Aveva

sì e no 10 anni. Ora ne ha qualche manciata in più e vive a La Morra, borgo nelle Langhe (nella foto).

Arriva a realizzare il suo sogno dopo una gavetta non indifferente: laurea in Sociologia con indirizzo

in Comunicazione; master in Life coaching; dirigente per molti anni in una nota azienda di

moda di Alba.

Acqua delle Langhe è una linea di eau de parfum – 80% alcool e 20% essenze – distribuita esclusivamente nelle profumerie di nicchia e in

negozi di abbigliamento.

Page 25: [UNICO] people&style 27/14

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| ST

oRI

A E

STo

RIE

23

Per ora il marchio è distribuito in Italia, ma presto la diffusione sarà anche all’estero. Vorrebbe portare l’obiettivo di produzione annua a 10.000 flaconi valutando di allargare la gamma anche a bagnoschiuma, saponi, creme e accessori.

zare anche una cantina che produca essenze al posto del vino”. Perché indossa un profumo? “È lo stesso motivo per cui indosso un abito: si tratta di un completamento della propria immagine e di come ci si pone nei confronti degli altri. Ogni profumo è personalità e carattere”.Il corpo ha un odore unico. “Sia la pelle sia il profumo sono chimica. Ogni pelle può avere un odore che esalta o non esalta l’olfatto di un’altra persona. Star bene con qualcuno è questione di pelle. I profumi che creo sono realizzati per esal-tare ancora di più la tipicità e la nota olfattiva di ognuno”. È così che c’è chi indossa la propria pelle, nuda, e ama lasciar emergere il natale portamento. C’è chi, invece, adora tessere una impercettibile tra-ma usando invisibili essenze che danno profumo al proprio portamento.

La creazione di ogni profumo è un atto di trasformazione delle emozioni in

note odorose. Ogni fragranza nasce da un’attitudine, da un’intuizione.

OTTO CRU PER OTTO FRAGRANZEOgnuna delle otto fragranze della linea “Acqua delle Langhe” pren-de il nome da un grande cru del barolo, riprendendo nella propria piramide olfattiva le essenze che richiamano l’atmosfera propria dei luoghi. Così, ad esempio, CANNUBI ( VII), è composto da note di arancio, limone, pompelmo, cardamomo, petit grain per la testa, mughetto, rosa, rosmarino e gelsomino per il corpo, note di terra, legno di rosa, muschio d’albero vetyver e benzoino in coda, mentre in CEREQUIo si distinguono pepe, cardamomo, cumino, incenso e mandorla per le note di testa, labdano e agarwood per le note di corpo e ambra, vaniglia, castoreum civette, legno di cedro e sandalo per le note di coda. Le altre essenze richiamano altri cru: SARMAS-SA, ARBoRINA, VILLERo, ALBA, NEIRANE E LIRANo.

Page 26: [UNICO] people&style 27/14

una storiache si rinnovaNUOVA APERTURA PER IL RISTORANTE “DEL CAMBIO”, SIMBOLO DELLA TRADIZIONE CULINARIA DI TORINO. UN GIOIELLO DI ARCHITETTURA CHE RINASCE NELLA SPLENDIDA PIAZZA CARIGNANO.

Wolfgang Amedeus Mozart, Carlo Goldo-ni, Friedrich Nietzsche. Ma non basta: la

Contessa di Castiglione, Camillo Benso Conte di Cavour, Paolina Borghese, Audrey Hepburn e Maria Callas. E tra tutti, Giacomo Casanova. Il se-duttore per eccellenza non poteva non rimanere sedotto dal ristorante Del Cambio. Già, perché a Torino Del Cambio vuol dire qual-cosa di più che ottima cucina. Significa presti-gio, stile, savoir faire. In altre parole, eleganza subalpina, dove l’aggettivo rappresenta un fiore all’occhiello autorevole quanto impegnativo. Se Torino è riconosciuta come la “piccola Parigi”, il merito va anche a questo ristorante, fondato nel 1757 in Piazza Carignano, a pochi passi dall’o-monimo teatro e di fronte a quello che sarebbe diventato il primo parlamento dell’Italia unita.

Sul nome del locale, la storia (e la leggenda) tra-mandano diverse spiegazioni. Il “cambio” poteva essere quello dei cavalli di posta dei viaggiatori in transito da e verso Parigi, che usavano sostare in quella zona. Oppure il cambio della moneta, visto che la piazza era ritrovo della “gente d’affari e di commercio” e dato che, secondo alcuni sto-rici, il caffè ospitava la borsa dei negozianti. Dina Rebaudengo, memorialista della vecchia Torino, sostiene invece che il nome sia ispirato al “Con-solato de’ Cambi, Negozi ed Arti in Torino”, al quale faceva capo l’Università dei Confettieri e Distillatori d’Acquavite. Quel che è certo è che Del Cambio non è solo un ristorante: è un luogo dell’anima per chi lo frequenta, un ambiente che esprime un segno di appartenenza, che oggi torna a lasciare la pro-

DI GIORGIO TRICHILOPHOTO: P.O. GLEBB

METZGER PER DEL CAMBIO

In una delle sale del ristorante troviamo un quadro raffigurante Camillo Benso Conte di Cavour il cliente più affezionato della storia del locale.

Nella pagina seguente:L’ingresso del ristorante che dal 1757 si affaccia su Piazza Carignano, a pochi passi dal teatro omonimo.Nel suo nome “Cambio” vengono tramandate diverse spiegazioni: dal “cambio” dei cavalli di posta dei viaggiatori al “cambio” della moneta, visto che la piazza era ritrovo della “gente d’affari e di commercio”.

PAGG. 70-71

Page 27: [UNICO] people&style 27/14

pria impronta nel centro di Torino. A un anno esatto dalla chiusura, che aveva sottratto alla città una delle perle del suo patrimonio stori-co-artistico, il locale ha riaperto i battenti. Con-tro i detrattori che ne avevano già cantato il de profundis, la scommessa è stata vinta dallo chef Matteo Baronetto e dall’imprenditore Michele Denegri, i quali ci hanno messo i classici “anima e cuore” per riportarlo in vita. Dal 14 aprile, il ristorante è pronto ad accogliere i palati più esigenti in un’atmosfera nobile e raf-finata. Il restyling è durato un anno e ha interes-sato la struttura per intero, sotto la supervisione delle Soprintendenze ai Beni Architettonici e ai Beni Artistici e Culturali. Parola d’ordine: fedeltà. Gli ambienti storica-mente autentici, a partire dalla sala Risorgimen-to – prediletta da Cavour – con gli affreschi del 1875, sono stati mantenuti nelle caratteristiche e negli arredi, valorizzati attraverso un rigoroso re-stauro. Particolarmente attenta la ricerca dei ma-teriali: come il prezioso marmo bianco di Prali, utilizzato per ricostruire i tavolini dell’ingresso e pavimentare la scalinata di nuova realizzazione. Tradizionali anche le tecniche adottate, dalla do-ratura con foglia d’oro delle boiserie alla lucida-tura di specchi e lampadari. Tutto nel massimo rispetto dell’integrità del luogo. Sul retro, sotto le volte originali del XVIII secolo, le precedenti salette sono state unite in un ambiente di mag-gior respiro. Questi spazi, decaduti negli anni, sono stati riqualificati grazie all’inserimento di linguaggi visivi contemporanei. Com’è noto, To-rino è laboratorio di creatività e lo storico locale non poteva rimanere immune dal desiderio di esplorazione e contaminazione, che risiede nel DNA artistico del capoluogo piemontese. Detto, fatto. Sono stati interpellati maestri di fama internazionale i quali hanno risposto di sì. Izhar Patkin, Martino Gamper, Michelangelo Pistoletto, Pablo Bronstein e Arturo Herrera hanno accettato di mettersi al servizio del pro-getto, realizzando interventi specifici che dia-logano con i linguaggi del passato: dalle lastre

LA PAROLA ALL’ARCHITETTOPaolo Cattaneo ha fatto parte del pool di architetti che hanno curato il restauro del risto-rante in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici. “Il rigore filologico – sotto-linea Cattaneo – è stata la bussola che ha orientato ogni intervento”. Rispetto per la storia, ma slancio verso la modernità, da qui la scelta degli artisti contemporanei: “Michelangelo Pistoletto e gli altri suoi colleghi hanno interpretato magistralmente le nostre richieste, cre-ando una simbiosi perfetta tra passato e presente”.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| So

CIET

à E

CoST

UME

24 25

Page 28: [UNICO] people&style 27/14

specchianti alle decorazioni in foglia d’oro, alle stampe architettoniche barocche, alle porcel-lane settecentesche. Un cocktail di emozioni, dunque, per la vista e per il palato. A propositi di cocktail: al primo piano vi attende il nuovo Bar Cavour, dedicato al cliente più affezionato della storia del ristorante. Anche nel bar, il binomio discrezione torinese e respiro internazionale fa centro: uno spazio intimo, chic, trendy, il luogo ideale dove trascorrere l’ora dell’aperitivo. Il viaggio tra sapore, storia ed eccellenza non fi-nisce qui. Il ristorante Del Cambio conta su una cantina di 15.000 bottiglie e oltre 2.000 etichet-te selezionate con rigore tutto piemontese dallo chef sommelier Fabio Gallo. Dagli Champagne agli esclusivi vini di Borgogna, dai rossi toscani agli storici Marsala: tutte le grandi “famiglie” di vino sono rappresentate. Il Piemonte però ha, ovviamente, un ruolo da protagonista. Fra i ros-si, spiccano le selezioni di Barolo e Barbaresco, con rare etichette di Giuseppe Mascarello, Con-terno, Bruno Giacosa. Seguono assortimenti de-gli altri grandi italiani, come i migliori Brunello di Montalcino, i più rappresentativi Supertuscan, i generosi Amarone, i sapidi e longevi bianchi della Cantina di Terlano. Per finire, un omaggio al passato di questo locale con i grandi liquorosi che hanno fatto la storia a partire dal XVIII seco-lo: Porto, Madera, Sherry.Con quali piatti abbinare questi vini? Sin dal XVIII secolo la cucina del ristorante si ispira alla Francia: ricette che uniscono semplicità e raffi-

Nella cantina possiamo trovare un assortimento di Champagne, esclusivi vini di Borgogna, rossi toscani, storici Marsala. Tutte le grandi “famiglie” di vino sono rappresentate, con un occhio di riguardo ai grandi vini piemontesi.

Al primo piano nel nuovo Bar Cavour, il binomio discrezione torinese e respiro internazionale fa centro: uno spazio intimo, chic, trendy, il luogo ideale dove trascorrere l’ora dell’aperitivo. Photo: xlifestyle.eu

Lo Chef Matteo Baronetto, allievo di Carlo Cracco.La sua cucina unisce tradizione piemontese e improvvisazione irriverente.

Un viaggio tra sapori, storia ed eccellenza che, oltre alle storiche sale del ristorante, conta su una cantina di 15.000 bottiglie e

oltre 2.000 etichette selezionate.

LA PAROLA ALLO CHEFMatteo Baronetto, classe 1977, è originario di Giaveno (TO). Allievo di Carlo Cracco, segue quest’ultimo al ristorante Le Clivie di Piobesi d’Alba, poi a Milano, al Cracco-Peck, oggi Ri-storante Cracco. Qui, ha firmato il menù che vanta le due stelle Michelin. Come capo chef del ristorante Del Cambio afferma: “La cucina di questo ristorante mette soggezione, ma nello stesso tempo ti spinge a dare il meglio di te stesso”. Onore, quindi, alla tradizione piemontese, ma spazio “all’improvvisazione”, seppur ragionata: “Non vogliamo mancare di rispetto alla storia culinaria del ristorante: saremo irriverenti quanto basta per scrivere un altro favoloso capitolo di un racconto affascinante”.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| So

CIET

à E

CoST

UME

26

Page 29: [UNICO] people&style 27/14

natezza per diventare grandi classici del gusto piemontese. Oggi questa tradizione è mantenu-ta più viva che mai e viene riattualizzata senza perdere la sua anima. E poi, a pensarci bene, non servono molte parole quando è seduti al ta-volo del ristorante Del Cambio. Ne bastano due, le più naturali: “Buon appetito”.

RISToRANTE DEL CAMBIoPiazza Carignano, 2 - 10123 TorinoTel +39 011 546690www.delcambio.it - [email protected]

Una delle sale storiche del locale, accuratamente restaurato in collaborazione con la Soprintendenza

per i beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte per rispettarne la storia e le atmosfere.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| So

CIET

à E

CoST

UME

27

Page 30: [UNICO] people&style 27/14

Sono una palla di gomma di 10,5 cm di diametro e 190 g di peso.

In origine ero di cuoio, fatta arti-gianalmente, e pesavo 300 g, poi, con la vulcanizzazione, si passò a questo materiale più elastico e leggero. Vengo contesa da due squadre di quattro giocatori, dette “quadret-te”: battitore, spalla, due terzini, su un campo di terra battuta lungo 90 m e largo dai 16 ai 18, a volte fian-cheggiato, su un lato, da un muro sormontato da una rete. Lo scopo è quello di farmi raggiungere, con un pugno potentemente assestato, il più possibile la linea di fondo. O, meglio ancora, di oltrepassarla, realizzando un “fuori campo”, il colpo più spettacolare di questo gioco. Vale a dire il “pallone elasti-co” – più precisamente “pallapu-gno”, come ufficialmente definito dal 2011, e ancor più conosciuto in Piemonte e nella Riviera ligure di Ponente, con il termine dialettale balùn – da sempre uno sport popolare di queste zone. Legato alla tradizione contadina, specie nel Cuneese, nell’Astigiano, nel Savonese e nell’Imperiese, costituiva il passatempo preferito nei rari momenti di sosta della dura vita rurale, spesso giocato in modo amatoriale, “fra amici”. Sovente, in que-sto caso, veniva e viene praticata una sua variante: la pantalera. Basta una piazza, un cortile, spazi anche ristretti e improvvisati. La differenza principale è che il battitore non colpisce con il pugno, fasciato da complessi bendaggi, ma scara-venta la palla su una piccola tettoia obliqua (una volta si usavano semplicemente i tetti) a un paio di metri d’altezza, la pantalera appunto, in modo che rimbalzi con traiettorie irregolari, magari anche urtando muri, balconi, altre tettoie. Per i contendenti sono più importanti l’esperienza e l’intuizione che la forza fisica.E, ancora oggi, si affollano gli sferisteri per assistere al campionato che si disputa dal 1912 e ha i suoi luoghi-simbolo, come il Mermèt di Alba, il “Santiago Berna-beu” del balùn, che ha visto e vede, oltre che il passare di mano di molti soldi degli accaniti scommettitori, le imprese sportive dei “grandi” di questo sport. In particolare di Augusto Manzo (S. Stefano Belbo 1911 – Alba 1982), campione as-soluto negli anni ’30 del secolo scorso e nell’immediato secondo dopoguerra, vincitore di otto titoli nazionali e vero e proprio “emblema” del pallone elastico. Franco Piccinelli di lui scrisse: “Altri più scattanti, ma solo scattanti, altri più ve-loci, ma solo più veloci, altri più malfidi per studiata malizia. Lui no. Era tutto.

Come un castello o un paese. Lui era il taglio giusto dei vini migliori. Lui la potenza guidata dalla men-te”. E Giovanni Arpino: “Nelle sue rughe così bene intagliate, nel suo sguardo cilestrino, nel passo di-sinvolto dell’antico atleta vi è una bellezza omerica. Per gli anziani su ogni costola di Langa, costituisce una leggenda viva. Per i giovani è la palpabile memoria dei tempi che furono austeri, ilari, avventu-rosi, sgangherati ma fenomenici e irripetibili”. Uno dei più “potenti” narratori del patrimonio culturale e dei sentimenti della vita di Langa, Beppe Fenoglio, in uno dei quattro abbozzati capitoli rimasti del ciclo de Il paese, narra di una partita a pallone elastico, montata su in quattro e quattr’otto, a causa della presenza proprio di Augusto Man-zo, venuto alla ricerca di un terzino

per la sua squadra. Già perché io, la palla, cioè il balùn, ad onta di una fama un po’ rustica, ho avuto illustri incontri “letterari”, oltre quelli citati. Da Edmondo De Amicis, che ne era un grande appassionato, a Giacomo Leopardi, che dedicò la canzone A un vincitore nel pallone a Didimi, campione di Treia. Manzoni mi mise nei Promessi sposi e Carducci mi definì “il più classico dei giochi” (eh, te pareva!).Ho anche origini antiche e decisamente importanti, che affondano nel mito. Nell’Odissea. Pare proprio che giocasse con le sue amiche una specie di palla-pugno Nausicaa, figlia di Alcinoo, re dei Feaci, quando, andando a recuperare la palla di un “fuori campo”, trovò Ulisse, dormiente e semisvenuto sulla spiaggia, prestandogli soccorso.Al di là degli aspetti leggendari, pare che la nascita di questo sport risalga al 1555, quando un intellettuale bresciano, tal Antonio Scanio, diede le prime regole. Di-vagazioni “colte” a parte, la pallapugno è una passione e un modo di essere, ed è capace di suscitare emozioni che emergono in quelle occasioni anche dalla dura scorza di riservatezza tipica delle genti di queste colline, fra pianura e mare, bel-lissime e aspre. Tornando a Fenoglio, da Il paese: “Farei volentieri una partita. Ma una partita for-te. (…) Io batterei soltanto, ho detto, poi mi ritirerei ben bene nel vuoto della porta del fornaio. Tirano certi palloni al volo così forti che se ti beccano nel ventre ti fanno secco. Ma mi piace troppo. Mi piace e mi spaventa insieme”. (B. Fenoglio, Il paese, in Tutti i racconti, a cura di L. Bufano, Torino, Einaudi, 2007, p. 341).

il balùn: passione di langa

DI FABRIZIO GARDINALI

l’intervista impossibile

Page 31: [UNICO] people&style 27/14

FERRUCCIO MICCA ISTITUTO DI BELLEZZACorneliano d’Alba (CN) | Piazza Cottolengo, 3

Parrucchieri tel. 0173 619110 | Centro estetico tel. 0173 619051www.ferrucciomicca.it

SEGUIC I SU

NON ABBIAMO AVUTO NESSUNA ESITAZIONE NELLE NOSTRE SCELTE PER GARANTIRE ALLA NOSTRA CLIENTELA IL PRODOTTO E I SERVIZI TECNICI MIGLIORI PRESENTI SUL MERCATO.

HI-CARE È IL PRIMO NETWORK SPECIALIZZATO NELLA SINERGIA DI TRATTAMENTI TECNOLOGICIE BIOTECNOLOGIE COSMETICHE.

cellulitecontate

hai le ore

RIGENERA LA TUA BELLEZZA

CellintenseSilhouette

rimodellata

in sole

6 ore

Page 32: [UNICO] people&style 27/14

tutta la vitalità dellacosta azzurraIL CLIMA, MITIGATO DALLE CORRENTI MARINE, È GRADEVOLE TUTTO L’ANNO E MOLTO RICERCATO DA CHI, SOPRATTUTTO DURANTE IL WEEKEND, AMA CROGIOLARSI AL SOLE IN ATTESA DELL’ESTATE.

È proprio vero: nel Principato di Monaco non ci si annoia mai...

Come recita un noto slogan che a volte si legge sugli spazi e gli oggetti pubblicitari nel Principato di Monaco: Sun always shines over Monaco. E non è solo un pay off, perché vi assicuro, dati statistici alla mano, che in Costa Azzurra non sono più di una cinquantina i giorni di pioggia all’anno.Il clima, mitigato dalle correnti marine, è grade-vole tutto l’anno e molto ricercato da chi, soprat-tutto durante il weekend, ama crogiolarsi al sole per beneficiare di un tiepido tepore, soprattutto durante i mesi invernali. Con la bella stagione, poi, è tutta un’esplosione di colori, fiori e odori. Ma è la notte a far sbocciare tutta la vitalità della Costa Azzurra che, a partire dal Rolex Masters

(12-20 aprile), propone praticamente ogni sera eventi e party inseguiti da chi va a caccia di cele-brità e VIP che qui non mancano mai.Ad esempio, con il 72° Gran Premio di Formula 1, in programma dal 22 al 25 maggio, dopo il divertente esordio del Mouse Trap – singola-re gara di automobiline organizzata da Marco Casiraghi prevista il 23 maggio nel tunnel Riva, sul porto monegasco – sono aperte le danze per partecipare alle tante feste che animano la movida monegasca. E se di giorno i piloti si contendono la pole position più glamour del Mediterraneo, di notte inizia per tutti una vera e propria “corsa” per acquistare o ricevere inviti agli appuntamenti più esclusivi.Come quelli organizzati al Meridien Beach Pla-za: il primo, il consueto Amber lounge party,

DI MARIA BOLOGNA

A Monte-Carlo dal 22 al 25 maggio è in programma il 72° Gran Premio di Formula 1. Con il seguito di feste e mondanità che animano la vita monegasca.Photo: Infiniti Podium Lounge.

PAGG. 70-71

Page 33: [UNICO] people&style 27/14

Sono innumerevoli i locali del Principato che propongono eventi per ogni gusto: in spiaggia,in piscina come nei locali più esclusivi.Photo: Moyan Brenn/foter.com

Dal 26 al 28 giugno l’area di Porte Hercule si trasforma in un campo di gara per il concorso internazionale di Jumping, competizione ad ostacoli che dal 2006 continua a raccogliere consensi internazionali.Photo: Vater Fotografo/foter.com

quest’anno si presenta con un nuovo format e con il brand U-NITE, proponendo sfilate, cene ed eventi di beneficenza, per vivere come star, a bordo piscina, serate immancabili. L’altro, più in-timo, promette balli e momenti indimenticabili sulla spiaggia, per divertirsi senza sosta durante il Sunset beach party.Per chi è alla ricerca di novità, quest’anno c’è

di che sbizzarrirsi. Proseguendo poco più avan-ti, sempre bord de mer, si giunge allo Zelo’s, dove è organizzato per la prima volta l’Infinity podium lounge. Side-event dei week-end di Formula 1 già sperimentato con successo a Sin-gapore, Abu Dhabi and Melbourne, si preannun-cia scintillante, con la partecipazione di Victoria Aitken, cantante monegasca da parte di madre,

Con la bella stagione, Monaco, è tutta un’esplosione di colori, fiori e profumi.

Ma è la notte a far sbocciare tuttala vitalità della Costa Azzurra.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| LI

FEST

yLE

30 31

Page 34: [UNICO] people&style 27/14

che ha l’onore di aprire anche qui il dancefloor del club, pronto a ricevere numerosi piloti che come sciami, ogni anno, si muovono da un party all’altro per accontentare fans e organizzatori.Poco più in là, dopo l’una di notte, porte aperte al nuovo locale di Flavio Briatore che, dopo il Billionaire e il ristorante Cipriani, si è buttato in questa nuova avventura prendendo in gestione gli spazi dell’ex Life-Club, ora trasformati in nuo-vo locale allestito in riva al mare, il Twiga, che con gli amici di sempre riserva sorprese e feste senza rimpianti per il portafoglio, che sarà messo a dura prova...A una settimana dal GP, tanto per non farci man-care nulla, altro bagno di folla, ma questa volta “pop”, con l’attesa tappa monegasca del tour eu-ropeo Swings Both Ways Live del cantante ingle-se Robbie Williams, il 31 maggio allo Sporting

MoNTE-CARLo. Dopo tanto glamour, è tempo di relax con gli sport equestri.Il primo, in ordine di tempo, è il concorso inter-nazionale di Jumping, competizione ad ostacoli che dal 2006 continua a raccogliere consensi in-ternazionali. Dal 26 al 28 giugno, l’area di Porte Hercule si trasforma in un campo di gara, con tribune e maneggi: stand e cocktail non man-cano di certo, per apprezzare da vicino questo sport che affascina sempre un gran numero di spettatori. Di lì a qualche settimana, il cavallo è ancora pro-tagonista a Monaco, ma questa volta con il polo. Dal 3 al 6 luglio, organizzata dal Monte-Carlo Polo club, presieduto da Francesco Mitrano, si svolge, infatti, la seconda edizione del Mon-te-Carlo Polo Cup, trofeo internazionale ricono-sciuto dalla Federazione Internazionale di Polo. Dopo una parata su Piazza del Casino, le sei squadre previste in gara si danno battaglia per aggiudicarsi l’ambito torneo sui campi dell’a-rea sportiva di Devens, a Beausoleil. Tre giorni di gare ma anche di festa, con un concorso di cappelli ispirati al tema floreale d’estate, grazie al quale sia l’evento, sia la stessa serata di gala – i cui profitti vengono destinati all’associazione monegasca “Ecoute Cancer Réconfort Monaco”, diretta da Adeline Garino – si tingono di gla-mour.

FESTIVAL DI CANNES E NoN SoLo…C’è chi si sistema, accampandosi in maniera rocambolesca, con scale e sedie, diversi giorni prima, ai bordi delle scale del Palais de Festival di Cannes. Chi, invece, percorre centinaia di chilo-metri per poi scoprire di essere troppo indietro nelle file dei fan, che si accalcano per ore solo per intercettare uno sguardo del proprio paladi-no del grande schermo. Per vivere fuggevoli atti-mi di notorietà, non c’è solo Monaco ma anche il Festival di Cannes. Questa 67a edizione, destina-ta a essere ricordata per più di una ragione, con il film fuori concorso Grace de Monaco – per nulla gradito alla famiglia regnante del Principato

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| LI

FEST

yLE

32

Page 35: [UNICO] people&style 27/14

di Monaco – è anche la prima volta del neo-e-letto presidente del Festival, Pierre Lescure, che con l’affiche di quest’anno ha omaggiato il cine-ma italiano ritraendo l’indimenticabile Marcello Mastroianni (ripreso dal film 8 e 1/2 di Federico Fellini). Un tocco di “italianità” che rende questo evento ancora più amato da noi italiani. Con ben 18 film in concorso, per 12 giorni, dal 14 al 25 maggio, la città si trasforma come per incanto in un set a cielo aperto, un immenso tapis rouge dove esserci è un must per gli appassionati di cinema e di mondanità. Ci sono feste e party in ogni hotel, come quello organizzato il 22 maggio poco lontano dai riflettori, a Cap d’Antibes, dal-la organizzazione no-profit AMRAF, fondata per raccogliere finanziamenti per la ricerca sull’AIDS. Ma non si contano le decine di cocktail party of-ferti dagli sponsor della manifestazione. Parte-ciparvi è molto difficile se non invitati, vista la waiting-list che si conviene ad eventi del genere. Ma per chi vuole vivere una sera da star c’è una speranza: è il XIX Bal de l’Eté ideato dalla Prin-cipessa Colonna di Stigliano, che per la prima volta lascia il Principato di Monaco per proporre tre giornate di festeggiamenti, dal 30 maggio al 1 giugno, con serate indimenticabili all’insegna dell’esclusività… Insomma, con un po’ di for-tuna, potrebbe essere questa la volta buona per realizzare i propri sogni segreti da protagonisti del jet set internazionale?

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| LI

FEST

yLE

33

Nella pagina precedente:Il tour europeo “Swings Both Ways Live”

del cantante inglese Robbie Williams, farà tappail 31 maggio allo Sporting Monte-Carlo.

Photo: dirtywhorelebrity.com/foter.

In questa pagina:Al festival di Cannes Cameron Diaz, una delle tante

celebrità presenti durante le giornate.Photo: Kamel3D.UK/foter.com

Anche quest’anno sarà il red carpet del Palais du Cinema a calamitare l’attenzione del mondo intero,

calpestato da attori, vip e personaggi del jet-set internazionale.

Il cartellone ufficiale del 67° Festival del Cinema di Cannes, in calendario dal 14 al 25 maggio.

Page 36: [UNICO] people&style 27/14

la provincia grandasi tinge di rosaDAL 2009 IL GIRO D’ITALIA HA SEMPRE “TRANSITATO” NELLA GRANDA. QUEST’ANNO, È IN PROGRAMMA UNA DELLE TAPPE PIÙ EVOCATIVE:UNA CRONOMETRO INDIVIDUALE TRA BARBARESCO E BAROLO.

Al Giro d’Italia la provincia di Cuneo deve piacere davvero molto. Sì, perché dal 2009

la corsa rosa ha sempre “fatto tappa” (è il caso di dire) dalle nostre parti: la Cuneo-Pinerolo, poi la cronometro a squadre Savigliano-Cuneo del 2010, la Alba-Parma nel 2011, la Savona-Cervere del 2012 e, l’anno scorso, la Cervere-Bardonec-chia. Quest’anno, invece, è in programma una delle più evocative: una cronometro individua-le tra Barbaresco e Barolo.Il 22 maggio, i corridori sfrecciano attraverso le Langhe su un percorso lungo 41,6 km con par-tenza da Barbaresco, toccando Treiso, Manera, Ricca d’Alba, Alba, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, per arrivare a Barolo, in Piazza Colbert.Per parlare di Giro, in generale, e di questa tap-pa in particolare, abbiamo intervistato Sergio

Trossarello, imprenditore edile di successo con una grande passione per il ciclismo, che fa parte del comitato organizzatore di tappa. “Sono un imprenditore prestato allo sport, in effetti, e collaboro con RCS [il gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, di cui fa parte anche la Gazzetta della Sport, che organizza il Giro d’Italia – ndr] dal 2009. Ho iniziato grazie alla profonda e venten-nale amicizia che mi lega ad Angelo Zomegnan, fino a un paio di anni fa patron del Giro. Da que-ste parti è facile far nascere le amicizie e colti-varle, tra un bel piatto di tajarin e un bicchiere di vino”.Trossarello ci racconta anche com’è nata l’idea di una tappa che attraversasse le Langhe: “Ero a cena con l’assessore Alberto Cirio, il patron del Giro Mauro Vegni e altre persone. L’assesso-

DI NICOLA FERRERO

Il 22 maggio i corridori sfrecciano attraverso le Langhe su un percorso lungo 41,6 km con partenza da Barbaresco, toccando Treiso, Manera, Ricca d’Alba, Alba, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, per arrivare a Barolo, in Piazza Colbert.Photo: Flowizm/foter.com

Page 37: [UNICO] people&style 27/14

Barolo sarà il traguardo della tappa che ha generato la maggior richiesta di accrediti: una corsa tra colline splendide, dove si producono due tra i vini rossi più importanti e apprezzati del mondo.Photo: Megan Mallen /foter.com

re mi ha chiesto quale sarebbe stata una buona idea, secondo me, per far parlare del Piemonte in generale e della provincia di Cuneo in partico-lare e io, senza pensarci troppo, gli ho risposto che avremmo dovuto puntare su un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo: il vino. Inoltre, le nostre Langhe sono luoghi stupendi e partico-larmente vocati al ciclismo, con i loro saliscendi

e i panorami mozzafiato. Cirio si è entusiasmato subito e gran parte del merito, se siamo riusciti a concretizzare la nostra idea, spetta a lui”.Com’è facile immaginare, organizzare una tappa di una delle più importanti corse ciclistiche del mondo non è impresa facile: dalle esigenze lo-gistiche, ai problemi con i comuni, alla viabilità. Però, dopo il successo degli ultimi anni, anche

“Le nostre Langhe sono luoghi stupendi e particolarmente vocati al ciclismo, con i loro saliscendi e i panorami mozzafiato”.

Sergio Trosarello

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| EV

ENTI

34 35

FOSSANOE LE DUE RUOTE“La partenza della XIII tappa del Giro d’Italia che Fossano ospita venerdì 23 maggio conferma l’importante ruolo che la Città degli Acaia riveste nel mon-do del ciclismo. Un ruolo a tutto tondo, che interpreta lo sport in ogni sua de-clinazione: per la terza volta siamo sede di tappa del Giro, abbiamo ospitato le classiche Gran Piemonte e Giro delle Alpi cuneesi e i giovani talenti europei del Tour de l’Avenir, sulle nostre strade si corre il campionato europeo di han-dbike e la Fossano in bici, tradizionale pedalata non competitiva cittadina, è giunta alla XXXI edizione. Da alcuni anni rincorriamo l’obiettivo di essere Città di tappa e finalmente ce l’abbiamo fatta, grazie anche alla presenza della Balocco (per il secondo anno consecutivo main sponsor della Maglia Rosa). Vogliamo congratularci con i membri del Comitato di tappa che hanno promosso l’evento con particolare efficacia e cura, attraverso la realizzazione di una serie impressio-nante di manifestazioni per preparare la città all’arrivo della carovana, la pre-senza dell’evento sui social network e la gestione di un sito internet dedicato (www.girofossano.it).

Page 38: [UNICO] people&style 27/14

UN’IMPORTANTE OPPORTUNITÀ ECONOMICA PER IL TERRITORIOAbbiamo chiesto anche a Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Cuneo, di dirci la sua in merito. Presidente Dardanello, come valuta la presenza del Giro d’Italia in provincia e cosa significa in termini di ricaduta economica e mediatica? “Più volte la Granda è stata al centro dell’attenzione mediatica, come sede di tappa del maggiore ap-puntamento ciclistico nazionale. Il coinvolgimento delle Langhe nel percorso ufficiale del 2014 rafforza il rapporto tra questo sport e i cuneesi, da sempre appassionati sostenitori della corsa a tappe attraverso l’Italia. Torna dunque, ancora una volta, la carovana con i suoi protagonisti, l’attenzione dei media e il variopinto seguito della pubblicità. Torna in un contesto ambientale straordinario, capace di offrire l’emozionante spettacolo e il fascino discreto delle colline e dei borghi antichi. Alta sarà l’affluenza in occasione della tappa e la Granda saprà dare ancora una volta prova di un’ottima capacità di accoglienza e ospitalità. Un’importante opportunità econo-mica per il nostro territorio, ma anche e soprattutto una grande occasione per far conoscere una zona di eccellenza, le Langhe, terra che regala vini straordinari: Barolo, Barbaresco, Nebbiolo, Dolcetto e altri ancora, capaci di portare lontano i nomi dei loro territori, motivando le tante persone presenti al Giro d’Italia a tornare, con più calma, per poter ammirare un paesaggio unico candidato a ottenere il riconoscimento di patrimonio UNESCO dell’umanità”.

gli amministratori locali più restii sembrano aver capito che il Giro è un’occasione praticamente unica per fare investimenti che abbiano una rica-duta efficace sul territorio e per avere un ritorno mediatico senza pari.“Vi dò alcuni numeri – continua Trossarello – per far capire meglio cosa significhi ospitare una tappa: ci sono circa 3.000 persone solo dell’orga-nizzazione (RCS, giudici, addetti, operatori RAI), a cui vanno aggiunte altre 500 persone circa, che sono poi i partecipanti alla corsa e tutto lo staff delle squadre iscritte (tecnici, meccanici, corri-dori, massaggiatori). Senza contare gli appassio-nati: nel 2012, con l’arrivo a Cervere, è stato sti-mato un afflusso di circa 20.000 persone. Capite bene l’impatto economico che questa mole di gente ha sul tessuto locale. In RCS, facendo cal-coli molto prudenti, si stima che ogni euro inve-stito ne frutti circa sette. Senza contare l’enorme copertura mediatica: la RAI prevede una diretta di circa 8 ore. Ci sono 170 televisioni collegate e circa 1.000 giornalisti al seguito. E ci hanno detto che la Barolo-Barbaresco è stata la tappa che ha generato la maggior richiesta di accrediti. In ef-

fetti, cosa c’è di più bello di una corsa tra colline splendide, dove si producono due tra i rossi più importanti e apprezzati del mondo?”.Afferma Alberto Cirio, assessore regionale allo sport e turismo: “La cronometro Barbaresco-Ba-rolo è l’evento sportivo più grande che Langhe e Roero abbiano mai ospitato: non solo una straordinaria occasione di promozione territo-riale, ma anche una grande giornata di festa che coinvolge tutti, comprese le scuole e i bambini, senza contare i tanti turisti che arrivano proprio per assistere all’evento. Voglio ringraziare tutti i membri del comitato, che operano gratuitamen-te e che (...) sanno gestire con successo questo straordinario momento sportivo”. Sono inoltre previste iniziative di contorno alla tappa, per rendere ancora più piacevole il soggiorno di ap-passionati e turisti.Ma questa non è l’unica tappa con partenza dalla provincia Granda, poiché il 23 maggio i ciclisti inforcano le bici partendo da Fossano alla volta di Rivarolo Canavese. Una partenza proprio da quella città dove la maglia rosa conta uno dei suoi sponsor più importanti: la Balocco.

Da sinistra Stefano Pirazzi (maglia azzurra 2013), Sergio Trossarello, Mauro Vegni (Direttore Generale

Giro), Mario Cipollini.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| EV

ENTI

36 37

Page 39: [UNICO] people&style 27/14

“Da più di trent’anni ho improntato tutta la mia competenza

all’odontoiatria restaurativa con

l’obiettivo di conservare quanto

più possibile i denti naturali, il bene più

prezioso.”

CUNEO via Emanuele Filiberto, 6 :: FOSSANO corso Emanuele Filiberto, 34 :: BORGO SAN DALMAZZO via Bergia, 42CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONE tel. +39 0171.698521 :: e-mail: [email protected]

medico chirurgo specialista in odontostomatologia

il tuo sorrisoè unico: difendilo!

:: Cura della parodontite e della carie per conservare la dentatura naturale e, quando ciò non è più possibile, implantologia dentale con 25 anni di esperienza.

:: Implantologia a carico immediato (all-on-four, all-on-six) per ritrovare, dal mattino alla sera, una bella dentatura fi ssa.

:: Sbiancamento e faccette in ceramica per risolvere gli inestetismi ridando ai denti lucentezza e vitalità.

:: Invisalign per allineare perfettamente i denti in modo invisibile.

:: Chirurgia plastica gengivale per correggere i difetti gengivali.

Page 40: [UNICO] people&style 27/14

le viedella fedeSONO INNUMEREVOLI I SANTUARI DELLA CRISTIANITÀ, META DI MIGLIAIA DI PELLEGRINI IN OGNI EPOCA. UN AFFLUSSO COSTANTE, AL PUNTO DA COSTITUIRE IN MOLTI CASI UN VERO TURISMO RELIGIOSO.

Fin dai tempi più remoti l’uomo si sposta da un luogo all’altro, migrando alla ricerca di

condizioni migliori per vivere, per procurarsi il cibo, per proteggersi da insidie naturali e non di ogni genere, per riprodursi e prosperare. Il peregrinare (dal latino per ager) da sempre fa parte della condizione umana ed è così ancora oggi. In effetti, anche dopo un’evoluzione verso una società stanziale, con l’acquisizione della ca-pacità di coltivare, allevare e costruire insedia-menti protetti, mai cessarono gli spostamenti anche solo per semplice tradizione, desiderio di cambiamento, esplorazione o esaurimento delle risorse di un territorio. I pellegrinaggi che qui vogliamo esaminare rien-trano in questo tipo di evoluzione, ma rivestono un carattere specifico che riguarda la sfera della

fede, della religiosità. I fedeli di tutte le osser-vanze conoscono bene la ricerca di una meta precisa che fa parte del bagaglio intimo di cia-scuno, sia essa la Mecca per gli islamici o il Tem-pio d’Oro per i sikhs, Gerusalemme o la Palesti-na per cristiani e gli ebrei. Innumerevoli sono i santuari della cristianità che i pellegrini sono soliti raggiungere: più vicini, come Sant’Anna di Vinadio per i cuneesi, o lontani come Fatima, Lourdes, Medjugorje, dove si venera in partico-lare il culto mariano. E l’afflusso in tali luoghi è talmente copioso e costante, che si può parlare, in molti casi, di turismo religioso.

TERRA SANTAGià a partire dai tempi della prima diffusione del cristianesimo, la storia ci racconta di pelle-

DI BRUNO LUBATTI

I santuari della cristianità che i pellegrinisono soliti raggiungere sono distribuiti in tutta Europa: Fatima, Lourdes (nelle foto sopra e a fianco), Medjugorje, dove si venera in particolare il culto mariano sono alcuni dei più famosi.Photo: Phil Roeder / Foter – lackystrike / Foter.

Page 41: [UNICO] people&style 27/14

Sono dette tradizionalmente “Francigene” o “Romee” le vie che collegano il nordeuropa alla

nostra capitale, attraverso la Francia. Come l’itineriario di Sigerico, da Canterbury a Roma

attraverso monti, colline e pianure.Photo: iatfornovo.it

grinaggi ai luoghi della nascita di Gesù. Le vie utilizzate ripercorrevano gli itinerari consolari romani, come la via Domizia dalla Francia me-ridionale, per i colli alpini; la via Postumia dal Piemonte verso Est, passando per Aquileia, la penisola Balcanica e Costantinopoli, fino in Terra Santa. In alternativa, c’erano la via Emilia da Nord, la via Flaminia, l’Appia antica oppu-

re i percorsi via mare dal Gargano e dai porti pugliesi. I viaggi, dopo le prime crociate, rag-giungevano Giaffa, San Giovanni d’Acri, dove i celebrati Cavalieri del Tempio – come poi fece-ro in Europa con le magioni dei Templari – of-frivano appoggio e protezione. Anche in epoca di dominio non occidentale, come al tempo di Solimano, si strinsero accordi, spesso finanziari,

I fedeli di tutte le osservanzeconoscono bene la ricerca

di una meta precisa che fa partedel bagaglio intimo di ciascuno.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| TE

RRIT

oRI

o

38 39

Page 42: [UNICO] people&style 27/14

che assicuravano ai cristiani la possibilità di rag-giungere i luoghi sacri.

VIE GIACoBEEIn Europa, gli itinerari “di fede” più importanti furono, a partire dall’epoca longobarda, quelli verso Roma – città santa dei papi, delle reliquie, dei primi martiri, centro insomma di grande e definitiva diffusione e radicamento della cristia-nità – e, a partire della fine del primo millennio, verso Santiago di Compostela, in Galizia. Santia-go è il nome spagnolo dell’apostolo Giacomo, il cui corpo, per tradizione riconosciuta, venne tumulato in quel lembo di Spagna nordocci-dentale, un “campo di stelle” e il cammino per quei luoghi era, appunto, un “cammino verso le stelle”. Innumerevoli sono queste vie Giacobee, strade percorse ininterrottamente, anzi con rin-novato vigore al tempo attuale, da ben oltre un millennio, e non solo per devozione, ma spesso anche per espiazione. Lungo le vie sorsero e si ammirano tuttora molte città, castelli e posti di guardia e protezione, locande per riposo e ri-storo, abbazie, priorati, chiese e cappelle. Dalla

Francia meridionale numerosi sono gli itinerari di valico dei Pirenei e interessanti i collegamenti con le strade dirette invece in Italia, in direzione di Roma.

FRANCIGENE o RoMEESono dette tradizionalmente “Francigene” o “Romee” le vie che collegano il Nordeuropa alla nostra capitale, attraverso la Francia. In partico-lare il cosiddetto “itinerario di Sigerico” risulta la più importante testimonianza relativa a tale viaggio. Si tratta della descrizione dello sposta-mento per tornare da Roma a Canterbury, in Inghilterra, città in cui Sigerico era arcivescovo. Le informazioni contenute in tale cronaca (990 d.C.) sono utili per stabilire il tracciato della via Francigena. In realtà, si parla di un fascio di strade, con varianti a scelta del pellegrino, e se i valichi del Moncenisio e del Gran San Ber-nardo vedevano il maggior numero di passaggi, nondimeno vanno annoverati il San Gottardo, il Sempione, il Brennero. Le tappe erano quindi Torino e Asti, oppure Milano, Pavia, Vercelli; si raggiungeva Piacenza o Verona per poi piegare a Sud, o viceversa per il ritorno.

INFERIoRIVorremmo però rilevare come anche le terre del basso Piemonte non potevano non essere interessate da queste ondate di spostamenti, dal momento che qui passavano coloro che dal-la bassa Francia erano diretti a Roma. Chi poi dall’Italia avesse inteso recarsi a Santiago, o da lì tornare, scegliendo percorsi più brevi e con minori rigori invernali attraverso la tiepida Pro-venza o via Mar Ligure, avrebbe utilizzato le vie Francigene inferiori, cioè quelle cuneesi.Il percorso più noto dalla Liguria ad Asti, lun-go la romana via magistra Langarum fu scelto per esempio nel 1254 dall’arcivescovo Rigaud al ritorno da Roma, il quale indica le tappe a partire da Janue (Genova): Saonum, Corteinile, Haster... Oltre a quello di Cadibona, anche il colle di

Il miracolo dell’impiccato vivente di San Domingo “della calzada”, sul cammino di Santiago, è dipinto

a Castelmagno, ma anche nella chiesetta di San Bernardo nel cuore di Piozzo (in foto).

Santiago di Compostela, in Galizia. Santiago è il nome spagnolo dell’apostolo Giacomo, il cui corpo, per tradizione riconosciuta, venne tumulato in quel

lembo di Spagna nordoccidentalePhoto: mariosp / Foter

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| TE

RRIT

oRI

o

40

Page 43: [UNICO] people&style 27/14

Tenda era teatro di andirivieni. Un’importante testimonianza ce la trasmette un anonimo vian-dante francese che, nel 1480, tornava dalla Pale-stina via Roma e che, dal 20 dicembre, si spostò da Asti a Nizza in 14 giorni, nominando le città di sosta: Sainct Damien, Canaye, Habru (Bra), Arsam (Fossano), Cosne ville en hault (Cuneo, “città posta in alto”), Lymont, Sours (Saorge), Lespel, Nyce. Dalmazzo Grasso da Borgo San Dalmazzo ci racconta, invece, del “giubileo del Podio”: sem-plicemente Le Puy, famoso monastero francese da cui partiva la via Podense per Compostela.Numerosissime erano le istituzioni religiose o civili che soccorrevano i pellegrini: la stessa Cuneo arrivò a contare sette strutture di ospi-talità (ricovero e cura), tenute da ordini come gli Antoniani Ospitalieri. I santuari più o meno montani, da Castelmagno a Rittana, erano spes-so porticati, poiché sotto le arcate o nelle cripte, come a San Costanzo al Monte, si rifugiavano i viandanti più poveri. Meraviglioso esempio di tutto ciò è l’Ospizio della Trinità, a Valgrana.Un’altra testimonianza inoppugnabile sono le pitture e gli affreschi lasciati su chiese e cap-pelle. Quasi ovunque si trova San Bernardo da Mentone con il diavolo in catene: fu lui a libera-re le Alpi dal maligno per proteggere i pellegri-ni. San Cristoforo, a volte gigantesco, protegge i viaggiatori. Il miracolo dell’impiccato vivente di San Domingo “della calzada”, sul cammino

di Santiago, è dipinto a Castelmagno, ma an-che nella chiesetta di San Bernardo nel cuore di Piozzo... Infine, tutta la Valle Stura, proietta-ta verso la Provenza attraverso il Maddalena, è disseminata di posti di ricovero e di chiese di-pendenti dall’Abbazia di Saint Chaffre en Velay (i nostri Chiaffredo-Teofedo), titolare di rete mo-nastica Benedettina che si allungava in pianura, per esempio a Cervere, lungo un’identificabile “via Francigena inferiore”.

IL MUSEO DIOCESANO DI CUNEOUna splendida possibilità di approfondire dal vivo il tema del pellegrinaggio e orientarsi con importanti presidi visivi, la offre senz’altro una visita al Museo Diocesano di Cuneo.All’interno della straordinaria sequenza espositiva – la cui completezza narrativa risulta esaustiva di ogni ordine di richiesta religiosa, culturale, storica e di costume riguardante il nostro territorio e la sua proiezione esterna – è da non perdere il livello cosiddetto “giallo”.L’altissimo respiro dei temi proposti dal direttore, Don Luca Favretto, dalla curatrice Laura Marino e le ricerche storiche effettuate da anni da Don Michele Gazzola, mettono il visita-tore nelle migliori condizioni per vivere, capire e approfondire le tematiche relative alle “vie delle fede” in ogni loro sfaccettatura. www.museodiocesanocuneo.it

I santuari più o meno montani, da Castelmagno (nella foto) a Rittana, erano spesso porticati, poiché sotto le arcate o nelle cripte, come a San Costanzo al Monte, si rifugiavano i viandanti più poveri. Meraviglioso esempio di tutto ciò è l’Ospizio della Trinità, a Valgrana.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| TE

RRIT

oRI

o

41

Page 44: [UNICO] people&style 27/14

un cantieredi ideeDAL 28 AL 31 MAGGIO, 60 CREATIVI SI RIUNISCONOA CUNEOPER UN LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE CULTURALE IN CUI IMMAGINARE IL NUOVO CENTRO STORICO CHE SI TRASFORMA.

Come sarà la città del futuro? Riusciremo a ri-appropriarci degli spazi urbani per renderli a

misura d’uomo o il traffico si impadronirà sem-pre più di strade, piazze e vicoli? Ogni città evolve, in modo più o meno organiz-zato e pianificato dagli strumenti urbanistici che le amministrazioni hanno a disposizione. Spesso in funzione di finanziamenti che, quasi improvvi-samente e ormai inaspettati rispetto ai tempi di richiesta, consentono di attuare progetti pensati e dimenticati, anni prima, in qualche cassetto di un ufficio tecnico. Non sempre in base a ciò che gli stessi abitanti della città vorrebbero e si aspet-terebbero.Ma come può una comunità contribuire allo svi-luppo e alla trasformazione degli spazi in cui vive? A Cuneo si sono posti questa domanda l’ordine

degli Architetti PPC della Provincia di Cuneo (www.architetticuneo.it) e l’associazione Art.ur (www.zooart.it), ideando e organizzando “Idee in cantiere – Workshop di progettazione per la città che si trasforma” con il supporto del Comu-ne di Cuneo. Si tratta di un vero e proprio labora-torio di sperimentazione culturale e progettuale, che vede la presenza, in contemporanea, di 60 fra architetti, designer e studenti, chiamati a imma-ginare il futuro del centro storico della città, pro-ponendo il loro prezioso contributo in termini di visione progettuale e prospettiva di innovazione.Una grande occasione per condividere, senza gli obblighi e i vincoli di un concorso o di un incari-co pubblico, gli scenari di trasformazione possibi-li e desiderabili per la parte forse più significativa di Cuneo, che già da qualche anno è interessata

DI ROBERTO AUDISIO

Già da qualche anno il centro storico di Cuneo è interessato da un’importante opera di riqualificazione. In questo fermento si inserisce il progetto “Idee in cantiere – Workshop per la città che si trasforma” che vede 60 architetti, designer e creativi chiamati a immaginarne il futuro. Nella foto: Piazza Galimberti, il salotto di Cuneo.Photo: Daniele Molineris.

Page 45: [UNICO] people&style 27/14

da un’importante opera di riqualificazione deno-minata P.I.S.U (Programma Integrato di Riqualifi-cazione Urbana).Una prima fase preparatoria ha coinvolto diver-si soggetti che quotidianamente vivono quella parte di città: i Comitati dei Commercianti, il Comitato di quartiere, le guide turistiche GIA, la delegazione FAI cittadina e il Comitato della Pro-cessione della Madonna del Carmine di Contrada Mondovì. Riuniti tutti insieme a un tavolo di la-voro, hanno raccolto le osservazioni e i rispettivi punti di vista come base di partenza per i creativi.L’ambito del workshop è il centro storico, la parte della città di impianto medievale, con particolare attenzione all’asse di Via Roma e al sistema degli spazi pubblici connessi. I progetti già completati e quelli in fase di realizzazione da parte dell’am-ministrazione comunale sono il punto di parten-za per lo sviluppo di tre temi diversi: il design degli elementi che normalmente caratterizzano il paesaggio urbano del centro storico; la definizio-ne degli ambiti e dei percorsi che l’asse centrale instaura con il centro storico nell’insieme; la vi-sione strategica di Via Roma in prospettiva di una progressiva pedonalizzazione.I partecipanti, tutti selezionati sulla base del pro-prio curriculum professionale, possono lavorare all’elaborazione delle proposte con il supporto scientifico di architetti del panorama nazionale e internazionale: Stefano Pujatti dello studio Elastico SpA, Subhash Mukerjee dello studio Marc, Marco Rainò e Barbara Brondi dello stu-dio BRH+. Insieme al laboratorio, una serie di conferenze e dibattiti serali, moderati da Luca Gibello – caporedattore de Il Giornale dell’Ar-chitettura, ospitate presso lo Spazio Incontri CRC 1885, in Via Roma 15, mercoledì 28 e giove-dì 29 maggio, intendono coinvolgere il pubblico sul tema delle trasformazioni urbane tra passato e futuro.Idee, progetti e provocazioni che ne scaturisco-no, esaminati dal comitato scientifico, saranno esposti nel centro storico, contestualmente agli allestimenti di ZOOincittà nei mesi di luglio e

agosto diventando così patrimonio collettivo su cui pensare e riflettere per il futuro della città. Un nuovo approccio allo sviluppo urbano che mette a confronto professionisti e cittadini, va-lorizzando l’importanza dell’apporto culturale dell’architetto nelle dinamiche di trasformazione della città. Un obbiettivo ambizioso che l’Ordine degli Architetti provinciale e l’associazione Art.Ur si pongono per dare un contributo concreto allo sviluppo cittadino sostenendo la creatività giova-nile e la diffusione dell’arte contemporanea nello spazio pubblico.

Un’immagine di via Roma chiusa al traffico, in una foto d’epoca del 1972, potrebbe essere uno spunto di riflessione per immaginare nuove funzioni e nuovi utilizzi dell’asse centrale della città.ph. Archivio Bedino – proprietà Fondazione CRC

Un render del progetto di pavimentazione di via Roma, nel tratto prospiciente il Duomo.

La locandina del workshop organizzato dall’Ordine degli Architetti PP e C. insieme all’Associazione Art.Ur. di Cuneo.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| TE

RRIT

oRI

o

42 43

Page 46: [UNICO] people&style 27/14

le diverse formedel gustoIL CIBO DA STRADA RAPPRESENTA TRADIZIONI E CULTURE DIVERSE PER OGNI ZONA D’ITALIA. SCOPRIAMO SPECIALITÀ E CURIOSITÀ IN UN ITINERARIO DEL GUSTO DA SUD A NORD DELLO STIVALE.

Che cosa hanno in comune la pizza napoleta-na, il panino con il lampredotto, la piadina

romagnola e il kebab? Tutte e quattro queste specialità sono cibo da strada: street food – se vogliamo dirla da foodies – ormai entrato ampia-mente nel nostro immaginario collettivo e nelle nostre abitudini. Il pasto veloce di chi non si può fermare nemmeno un secondo e allora divora una porzione comoda camminando, lo spuntino a metà mattino o metà pomeriggio, lo sfizio tra-sgressivo che, consumato al di fuori dei canonici orari, rende la coscienza più leggera e il peccato meno evidente.Esistono, però, ovvie differenze di origine, sto-riche e geografiche, oltre che di composizione, macroscopiche tra i pochi nomi appena citati e le altre tante varianti che si possono trovare

comodamente in tanti angoli del Belpaese. Un trait d’union che li lega tutti – oltre al consumo veloce, lungo la via – è la povertà della materia prima: se si tratta di carni, sono quelle di quar-ti poco nobili o addirittura del “quinto quarto” bovino; se si tratta di cereali sono generalmen-te usati tal quali (come accade per l’arancino di riso siciliano), mentre se sono ridotti in farina, di rado sono lievitati con i tempi (e i costi) di lievitazione e cottura del pane: la pasta poco o nulla lievitata, in piccoli pezzi, è fritta, come nel caso delle friciole (o fricieuj) del Piemonte meridionale o dello gnocco fritto emiliano, o è cotta su un testo in ferro come nel caso della piada romagnola, o fra dischi metallici o refrat-tari arroventati, come accade per le crescentine, ancora in Emilia.

DI VANINA CARTA

Pensando allo “street food” forse ci verrà in mente un mercato come quello di Jemaa el Fna a Marrakech, con le bancarelle, lo sfrigolare di centinaia di griglie e l’aroma di ogni spezia... eppure il cibo da strada non è solo più uno strano concetto esotico da provare in vacanza. Oggi, sta diventando un’abitudine diffusa anche in Italia che, a bene vedere, ha origini antiche. Nella foto, la crema fritta ascolana che, insieme alle famose olive e altri fritti tipici meno conosciuti, rimpolpa la fitta schiera dello “street food” nostrano. Photo: googlisti/Foter.com

PAGG. 70-71

Page 47: [UNICO] people&style 27/14

L’Antica Focacceria San Francesco di Palermo, famosa in tutta Italia per le sue specialità da strada. Prima tra tutte, simbolo dello “street food” siciliano, forse ancora poco noto al grande pubblico: “u pani câ meusa”, panino con la milza bovina fritta nello strutto, una soluzione geniale allo spreco alimentare. I palermitani, ma non solo, lo adorano. Photo: Ai@ce/Foter.com

Partiremo dall’Italia meridionale, poiché nelle regioni con un clima migliore, il cibo di strada ha certamente una quantità di varianti molto mag-giore di quella che si riscontra nel più freddo settentrione. La vita sociale avviene all’esterno ed è più naturale consumare un pasto fuori casa, all’aperto. La prima regione che occorre menzionare è la

Sicilia. Qui la tradizione legata allo street food è certamente plurisecolare e si va dal salato al dolce, con l’utilizzo di materie prime che al-trove, addirittura, non vengono più consuma-te. ‘U pani câ meusa, un panino con la milza bovina fritta a pezzi nello strutto, per esempio, è reperibile quasi a ogni angolo di strada in Palermo, oltre che nel suo tempio, l’Anti-

Il cibo da strada, che oggi sta diventando un fenomeno di moda, al passo con i ritmi

della vita frenetica moderna, in realtà vanta spesso origini antiche.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| G

USTo

44 45

Page 48: [UNICO] people&style 27/14

ca Focacceria San Francesco, e rappresenta il contraltare al vegetariano pane e panelle (pane imbottito di una gustosa frittata di ceci). E se l’arancino di riso, attraverso varianti indu-striali solitamente per nulla radicate nella vera tradizione isolana (in Sicilia non si mangiano arancini ripieni di pomodoro e mozzarella, a tacer d’altro), è diventato consueto in giro per l’Italia, non solo nello stretto giro degli emigran-ti nostalgici dei sapori d’origine, di diffusione assai più recente è il consumo di granite fatte alla siciliana, a partire però da una preparazione dolciaria gelata nel corso della mantecatura, e non da ghiaccio tritato e poi aromatizzato, come sarebbe da tradizione siciliana. Ma la Sicilia prov-vede in perfetto street style anche a dissetarci, con i ciospi (chioschi) catanesi: ubiqui e angusti quanto sapienti nel miscelare acque ed essenze, per regalare un rinfrescante momento a chi per-corre l’antica città dell’elefante nei giorni in cui il sole e l’Etna seccano maggiormente la gola.

La vera pizza napoletana cuoce nel forno a legna e “tiene o cornicione”, il bordo esterno ben lievitato e rialzato. Photo in alto: Effe8/Foter.com

Una distesa di invitanti arancini di riso, altra specialità che, insieme alla pizza, ha varcato i confini nazionali, assumendo spesso caratteristiche molto lontane

da quelle che vorrebbe la tradizione siciliana. Photo: Nephelim (www.nerobizzarro.com)/Foter.com

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| G

USTo

46

Page 49: [UNICO] people&style 27/14

E se la Calabria condivide una parte importante della tradizione del cibo di strada con la Sicilia, sono la Puglia, l’Abruzzo e la Campania le regioni del meridione che ulteriormente arricchiscono il nostro quadro. Nel tacco dello stivale, le for-me della pasta di farina fritta in forma di friselle, taralli o pettole seguono il ritmo delle stagioni combinando, come accade spesso in altre regio-ni, due cotture del medesimo impasto: come nel caso dei tradizionali bracciatelli pasquali tipici della Romagna, anche i taralli sono prima lessati e poi cotti in forno.E in Val d’Itria, a poca distanza dal capoluogo Bari, alligna la tradizione di un consumo di carne economica (il capocollo fresco del maiale) che dalle macellerie locali sta trovando crescenti consensi in ogni dove, grazie alla locale condot-ta Slow Food, impegnatissima nel portare a co-noscenza di nuove platee le famose bombette. Una fettina sottile di carne, avvolta su un velo di canestrato pugliese e poche erbette, infilata

IL PARTNER IDEALE

Una lunga esperienza personale e un'attenta conoscenza del mercato in evoluzione per un servizio professionale affi dabile ed insostituibile, contraddistinto da fi ducia, stima e fedeltà dei nostri clienti.

per cedere la tua farmacia

SEDE DI CUNEO Piazza Europa, 8t. 0171 65056 - cell. 335 [email protected] - www.cuneoaziende.it

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| G

USTo

47

Page 50: [UNICO] people&style 27/14

su uno spiedo e cotta su brace: una prelibatezza che grazie al sapiente uso del fuoco conquista, anche in accompagnamento agli spiedi di fegato.E la brace lega come un fil rouge le due sponde dell’Adriatico, poiché davvero tra bombette, su-vlaki greci e arrosticini pugliesi, la distanza cul-turale è assai meno grande di quanto si pensi, e il modo in cui i pastori conterranei di D’Annunzio, da tempo immemorabile, consumano la carne dei propri animali a piccoli pezzi, conquista oggi sempre nuovi adepti.

Arrosticini, bombette e spiedi vari sono in ori-gine piatti à emporter: più cibo da gastronomia che di strada. Tuttavia, l’evoluzione del gusto degli ultimi anni e le nuove forme di consumo li hanno accomunati ad altre specialità idonee a essere vendute in un cartoccio, per essere consumata in piedi o con una sosta limitatissi-ma, come le olive ascolane o le varie forme del crocché.E proprio il crocché, ci porta a Napoli, terra della regina dello street food, madre di un modo di mangiare italiano che, a differenza delle gustose specialità già ricordate, ha varcato i confini na-zionali, imponendosi nel mondo come emblema stesso della cultura gastronomica del Belpaese.Stiamo ovviamente parlando delle Pizza, che con al “P” maiuscola è solo quella napoletana, oggi protetta e codificata anche da un riconoscimen-to di Specialità Tradizionale Garantita assegna-tole dall’Unione Europea.Sottilissima al centro, con un “cornicione” ben

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| G

USTo

48

Nella pagina precedente: la panella, altra specialità siciliana, una gustosa frittata di ceci.

Photo: Stefo/Flickr

In questa pagina: il nostro viaggio nello street food nazionale, fra tradizione e costume, inizia nel sud,

alla scoperta delle specialità regionali.

Nella pagina successiva: sfogliatelle e altre prelibatezze napoletane gustate per strada.

Photo: MarioMancuso/Foter.com

Page 51: [UNICO] people&style 27/14

lievitato, condita con pochissimi semplici ingre-dienti (addirittura la mozzarella, rigorosamente fiordilatte, fino a pochi decenni fa era l’eccezio-ne), poveri quanto le materie prime dell’impa-sto, la pizza era consumate piegata a libretto, come ancora si può trovare lungo la strada in Napoli: se in Via Nazionale passate dinanzi alla storica pizzeria Pellone avrete anche plasti-camente dinanzi l’evoluzione di questo piatto straordinario. Una vetrinetta sul marciapiede vi proporrà lette-ralmente una montagna di pizze già piegate, “a fazzoletto”, pronte per essere prese, sbocconcel-late camminando, mangiandole dal centro verso il bordo, lasciando un sontuoso boccone di cor-nicione in fondo, per pulire la bocca e le labbra.Entrando, invece, potrete accomodarvi ad uno dei tavoli in ferro e marmo e magari gustare, con altri tempi e altra comodità, la sontuosa piz-za fritta: un calzone ripieno di ogni ben di Dio stagionale e tipico, fatto con un singolo panetto

notizie,

e canzoni...sorrisi

TUTTO IN UNA RADIO!

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| G

USTo

49

Page 52: [UNICO] people&style 27/14

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| G

USTo

50 51

di pasta oversize (circa 300 g) richiuso e cotto nello strutto, come accadeva certamente più di frequente, in origine, rispetto all’uso del forno. Una scelta che in tempi di minori disponibilità alimentari non era valutata in termini nutrizio-nali, come accadrebbe oggi, ma semplicemente guardando a quanto combustibile serve per ar-roventare i mattoni refrattari o, invece, una ca-pace padella.Il cibo di strada ci parla di come eravamo e di come siamo diventati: impossibile descriverlo con un’istantanea, esso ci regala piuttosto, con il suo continuo divenire, un gustoso film di cui vera protagonista è la società italiana. Appunta-mento al prossimo numero, per completare il quadro analizzando i diversi modi in cui il cibo di strada è cresciuto ed evoluto anche nell’Italia centrale e settentrionale.

Altro esempio di fritto ascolano.Photo: googlisti/Foter.com

Le zeppole, molto popolari nella zonavesuviana un tempo erano preparatedirettamente nelle strade dai frittellari.Photo: ho visto nina volare / Foter.

Page 53: [UNICO] people&style 27/14

di Fabrizio Gardinali

Atmosfere torinesi è il titolo della mostra che viene ospitata negli spazi dell’Art Gallery La luna di Borgo San Dalmazzo, dal 7 giugno al 13 luglio.Una ventina le opere esposte di Antonio Carena, Gino Gorza, Umberto Mastroianni, Enrico Paolucci, Carol Rama, Piero Rambaudi, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Piero Simondo e Mario Surbone.Artisti importanti nell’ambito della vicenda � gurativa della seconda metà del XX secolo, in particolare. Si va dalla composita produzione di Carol Rama, protagonista del MAC (Movimento Arte Concreta), che mescola materiali diversi e tecniche dall’astratto al � gurativo, con una nota dominante di attenzione agli aspetti “anatomici”, alle ricerche sulla luce e sui materiali industriali, trattati con intenso lirismo da Antonio Carena. Per passare a Gino Gorza, allievo di Casorati, che attua una radicale astrazione compositiva � no ad approdare alla “pittura scritta”, giungendo alle sculture innovative di Umberto Mastroianni – autore, fra l’altro, del Monumento alla Resistenza di Cuneo – e alla � gura “storica” di Enrico Paolucci, uno dei fondatori dei “Sei di Torino”. Collaboratore stretto di Casorati, coi suoi lavori Paolucci contribuì alla

di� usione dell’astrattismo in Italia e, in particolare, nell’area subalpina. Senza dimenticare Piero Simondo del quale si ricorda, fra l’altro, la collaborazione con Jorn del gruppo “Cobra”, e Mario Surbone, maggiormente spazialista nella sua ricerca. Un bel panorama dello spirito artistico che dominava a Torino nel trentennio dagli anni ’60 ai ’90, periodo nel quale l’arte informale ebbe una notevole vivacità di sviluppo, percorrendo strade molto variate e dagli esiti polimor� ci e intriganti.L’esposizione della galleria La luna entra pienamente nella mission che si è data � n dalla sua fondazione: quella, cioè, di far conoscere a Cuneo artisti operanti nel capoluogo regionale, ma non sempre molto conosciuti, se non nella ristretta cerchia dei collezionisti, degli “addetti ai lavori” e degli appassionati, con una evidente predilezione per le diverse espressioni dell’informale del secondo Novecento.Un’operazione che, almeno � no a questo appuntamento, è stata solo parzialmente realizzata, avendo La luna ospitato in gran parte delle sue iniziative, artisti locali, comunque di buon livello e legati alla sfera della ricerca astratta, alla quale hanno attivamente contribuito, sovente senza ottenerne i meritati riconoscimenti.

ART GALLERY LA LUNAVia Roma, 92 – 12011 Borgo S. Dalmazzo (CN)

tel. +39 339 7108501 - +39 347 4051563

ORARI MOSTRASabato, ore 10,30-13,00 / 16,00-19,00

Domenica, ore 10,30-12,30

[email protected] – www.artgallerylaluna.com

torino“informale”

Gino Gorza, Ala, 1964

Piero Simondo, S� nteri, 1981, 50x70 cm

Page 54: [UNICO] people&style 27/14

sensuale oggettodei desideriCASSINA PRESENTA UN’EDIZIONE LIMITATA DELLA CHAISE-LONGUE LC4 IN COLLABORAZIONE CON LA MAISON LOUIS VUITTON. UN SOGNO LIMITATO A 1000 PEZZI, CHE SI PUÒ ACCAREZZARE ANCHE A MONDOVÌ.

Impossibile non averla mai vista e ammirata im-maginandoci comodamente distesi sopra..

Secondo una recente indagine sui desideri degli italiani, LC4 di Le Corbusier è l’oggetto must have della casa dei sogni. I fan più accaniti sono gli over 65 (uno su due sogna di averla), e più in generale il 42% degli italiani vorrebbe sfoggiarla nel proprio salotto. Icona assoluta del design, archetipo della chaise longue ideale, questa se-duta senza tempo prodotta da Cassina (fa parte della collezione I Maestri) è per tutti la chaise longue di Le Corbusier, anche se, in realtà, è stata disegnata nel 1928 in team con Pierre Jeanneret e la compagna Charlotte Perriand. Da allora ha segnato la storia del design, conquistando davve-ro tutti. Non solo ha suggerito una nuova forma del riposo, ma con il suo sistema basculante ha

permesso di assumere diverse posizioni e di con-cedersi un relax davvero su misura. D’altra parte la volontà dei tre progettisti era proprio quella di mettere l’uomo al centro dell’attenzione, grazie alla corrispondenza fra forma e funzione del ripo-so, in equilibrio perfetto fra purezza geometrica e corporeità. Ancora oggi è fonte d’ispirazione per tutti gli architetti e i designer che vogliono creare nuove e dinamiche forme di relax, con un’elegan-za senza tempo! Oggi Cassina ne riedita un modello très chic con la collaborazione della grande Maison di moda Louis Vuitton, che ne riveste l’anima in acciaio con i suoi preziosi cuoi naturali. Ogni base color basalto porta la dedica “Hommage de Cassina à Charlotte Perriand à l’occasion de la Collection Icônes 2014 de Louis Vuitton” ed è autenticata

DI ROBERTO AUDISIOPH: PRESS OFFICE CASSINA

Nella pagina seguente dall’alto:La foto d’epoca che ritrae la designerCharlotte Perriand su uno dei primi modellidella chaise-longue.

Un altro dettaglio caratteristico e particolarmente riconoscibile: i cinturini eleganti del poggiatesta che ricordano la lavorazione delle borse firmate Louis Vuitton.

Particolare della lavorazione del punto sellacon filo giallo. Il cuoio naturale rosa chiaro in contrasto con il cuoio marrone scuro provengono dalle tannerie della Maison.

La chaise-longue LC4, icona del design mondiale, nella nuova ed esclusiva edizione creata in collaborazione con Louis Vuitton, si può ammirare anche a Mondovì, nello showroom Tomatis Casa.

Page 55: [UNICO] people&style 27/14

con il numero progressivo dell’edizione limitata di soli 1000 pezzi. L’ispirazione di questo tributo risale alla foto – all’epoca controversa ora rinomi-nata – della designer che riposa su uno dei primi modelli della chaise-longue, con il materassino autoportante fissato direttamente alla struttura.Tutto il progetto, denominato LC4 CP, è svilup-pato con il savoir faire di Louis Vuitton nella lavo-razione del punto sella e presenta il materasso autoportante in cuoio naturale color rosa chia-ro, mentre il poggiapiedi e il poggiatesta sono in cuoio marrone scuro a contrasto, materiali provenienti dalle tannerie della Maison. Dettagli caratteristici sono particolarmente riconoscibili nella cucitura gialla del cuoio naturale e nei cin-turini eleganti della poggiatesta che ricordano la lavorazione delle borse firmate Louis Vuitton. L’occasione diventa subito il pretesto per cre-are l’evento. Anzi più eventi in ogni angolo del mondo: a Miami, durante Design Miami/Art Ba-sel Miami Beach 2013, così come a Milano, in occasione dell’ulti-mo Salone del mobile, dove nella sede di Cassina in via Durini è stata creata l’installazione “Char-lotte Perriand un’icona della modernità”, in cui mobili dialogano con la moda di Louis Vuitton per rendere omaggio alla designer. A partire da gennaio e fino a marzo 2014, le vetrine dedicate a Charlotte Perriand sono state protagoniste nei più importanti sto-re Louis Vuitton del mondo, tra cui Roma

Etoile e Milano Montenapoleone in Italia. E na-turalmente si è già scatenata la corsa fra i colle-zionisti per aggiudicarsi uno dei 1000 esemplari unici prodotti. Un sogno che si può accarezzare e ammirare anche in provincia di Cuneo, nello showroom Tomatis Casa Mondovì. “È una gran-de soddisfazione per noi poter avere, nel nostro showroom, uno dei pezzi più ambiti del momen-to nel panorama del design mondiale, il deside-rio che tutti possono toccare con mano.” afferma l’architetto Alfio Tomatis, titolare dello spazio espositivo che accoglie tantissime icone dei più rinominati architetti e designer italiani e inter-nazionali. “Arredamento e design, per me, sono anche cultura del vivere. In un periodo di crisi dei valori come quello che stiamo attraversando, credo sia molto importante tenere in considera-zione che la qualità della vita passa anche attra-verso gli oggetti che scegliamo per arredare gli spazi in cui viviamo. Circondarsi di cose belle e di

qualità non può che darci appagamento. Una soddisfazione che si mantiene nel tempo.

Un valore che cresce con noi.” ToMATIS CASA – via Langhe, 4512084 Mondovì – www.tomatiscasa.it

Essere moderni non è una moda, è uno stato. Bisogna comprendere la storia: chi la comprende sa trovare la continuità tra

ciò che era, che è e che sarà.Le Corbusier

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| D

ESIG

N

52 53

Page 56: [UNICO] people&style 27/14

storia di ceramichemonregalesiIL MUSEO DELLA CERAMICA DI MONDOVÌ OFFRE UNA PANORAMICA COMPLETA SULLA IMPORTANTE PRODUZIONE ARTISTICA DELLA CITTÀ, E PERMETTE DI SOFFERMARSI SU ALCUNI PEZZI UNICI.

Inaugurato nel dicembre del 2010, il Museo della Ceramica di Mondovì si è già afferma-

to come la realtà museale per eccellenza del Monregalese. Ospita circa 2.400 pezzi della collezione Levi-Baggioli, a cui si sono aggiunti altri manufatti ceramici. L’esposizione per-manente è dedicata ai due secoli di vita della produzione ceramica monregalese. “Un’avven-tura artistico-industriale che, a partire dall’età napoleonica, interessò Mondovì e i limitrofi centri di Chiusa di Pesio, Vicoforte, Villanova, Mombasiglio – spiega il direttore del Museo Christiana Fissore. - Nel corso del XIX secolo, si creò un vero e proprio distretto industriale della ceramica per la produzione della terra-glia tenera destinata perlopiù al mercato po-polare e borghese”.

Alla fine del XIX secolo, Mondovì veniva defi-nita come “uno dei principali centri ceramici d’Italia” e la Società Ceramica Richard-Ginori, ormai divenuta il colosso ceramico italiano dell’epoca, acquistò negli stessi anni il fabbri-cato di Felice Musso nel rione monregalese di Carassone.La produzione ceramica proseguì a Mondovì per tutto il XX secolo, fino ad esaurirsi tra gli anni ’60 e ’70 con la chiusura delle maggiori fabbriche del distretto. L’attento percorso filologico delle sale del museo non offre solo una panoramica com-pleta sulla produzione artistica della città, ma permette di soffermarsi su alcuni pezzi davvero unici. “La Fondazione del museo ha di recente acquistato un esemplare raro e raf-

DI EMMANUELE BOPHOTO: P.O MUSEO

CERAMICA DI MONDOVÌ

Elementi che caratterizzano e impreziosiscono il museo sono il suo “contenitore” e la sua “genesi”. La collezione è infatti ospitata in uno degli edifici più prestigiosi del centro storico di Mondovì, Palazzo Fauzone di Germagnano, affacciato sulla magnifica Piazza Maggiore, di proprietà della provincia di Cuneo. Photo: Marco Neppi Modona.

Page 57: [UNICO] people&style 27/14

Una delle principali novità è rappresentata dall’installazione di una vera e propria unità produttiva di fabbrica all’interno del museo,denominata “UP”.

finatissimo, datato 1887 – continua la Fissore. – È un tondo da parata di grandi dimensioni raffigurante la martire cristiana Santa Cecilia. Il tondo si rifà, nella tecnica di realizzazione, al filone della cosiddetta ‘pittura su ceramica’, ricollegabile alla brillante esperienza che nel secondo Ottocento riguardò la città di Faen-

za. Il biscotto in ceramica, dipinto dal pittore torinese Andrea Marchisio, oltre al marchio della fabbrica monregalese di Giuseppe Besio che lo ha prodotto, reca l’emblema della Regia Accademia Albertina di Torino”. Quindi, un’im-portante commissione dei maestri dell’Ac-cademia. Per ricostituire questo legame, nel

“La Fondazione del museo ha di recente acquistato un esemplare raro e

raffinatissimo, datato 1887. È un tondo da parata di grandi dimensioni raffigurante la

martire cristiana Santa Cecilia”.Christiana Fissore

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| AR

TE

54 55

Page 58: [UNICO] people&style 27/14

2013 la Fondazione ha firmato un accordo con l’Accademia Albertina per l’attivazione di un corso teorico-pratico di arte ceramica presso il museo – partito nei primi mesi del 2014 – che usufruisce delle attrezzature e delle strutture realizzate grazie al finanziamento del bando indetto nel 2012 dalla Compagnia di San Paolo “Le risorse culturali e paesaggistiche del terri-torio: una valorizzazione a rete”. Ma la principale novità è rappresentata dall’in-stallazione di una vera e propria unità produt-tiva di fabbrica all’interno del museo, denomi-nata “UP”che verrà inaugurata il 27 giugno.“Il progetto prevede sia il rilancio della produ-zione tradizionale – conclude Christiana Fisso-re – oggi portata avanti con marchio storico dalla sola fabbrica “Besio 1842” della famiglia Rovea, sia la collaborazione con artisti e de-signer contemporanei che rinnoveranno la storica produzione”. Altri due elementi che ca-ratterizzano e impreziosiscono il museo sono

Contenitore con coperchio a forma di anatra dipinta in policromia a pennello e impressa a spugna.

Fabbrica monregalese, seconda metà del XIX secolo.

Decorazione del soffittodi una delle sale del museo.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| AR

TE

56

Page 59: [UNICO] people&style 27/14

il suo “contenitore” e la sua “genesi”. La colle-zione è infatti ospitata in uno degli edifici più prestigiosi del centro storico di Mondovì, Pa-lazzo Fauzone di Germagnano, affacciato sulla magnifica Piazza Maggiore e di proprietà della provincia di Cuneo. All’inizio del secolo XVIII, la potente famiglia monregalese Fauzone ac-quistò diverse sezioni del palazzo unificandolo e realizzando una sobria ed elegante facciata di gusto barocco, ma mantenendo il portico trecentesco. L’architetto monregalese Marco Manfredi, già assessore alla cultura di Mon-dovì: “Da evidenziare il recupero degli interni come il magnifico scalone d’onore, gli stucchi e le decorazioni, caratterizzate dai colori rossi e verdi, che si ritrovano anche nello stemma dei Fauzone.Il restauro ha saputo evidenziare la storia del palazzo grazie all’ottimo lavoro dell’architetto Vidili”. Il cantiere è stato finanziato dalla Fon-dazione Cassa di Risparmio di Cuneo e seguito

dal comune di Mondovì insieme al ministero dei Beni Culturali, con il sostegno dalla Fonda-zione CRT di Torino e della Regione Piemonte.Il terzo significativo aspetto è rappresenta-to dalla lunga storia della sua nascita. Dietro alla creazione del museo c’è un grande per-sonaggio del XX secolo monregalese: Carlo Levi (1910-2001), imprenditore, collezionista e mecenate.Ultimo esponente della plurisecolare comuni-tà ebraica di Mondovì, Levi era il proprietario dello storico marchio monregalese “Cerami-che Besio”, fabbrica che chiuse i battenti nel 1979. Nel 1999, creò la Fondazione “Museo della Ceramica Vecchia Mondovì-Onlus” con lo scopo di realizzare, a Mondovì, un’esposizio-ne permanente e dove ospitare la sua grande collezione “Levi-Baggioli”. A prendere le redini della Fondazione, dopo la morte di Levi, è sta-to il nipote, il professore torinese Guido Neppi Modona, attuale presidente della onlus.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| AR

TE

57

Decorazione a pennello con il motivo del galletto monregalese. Besio 1842 – Mondovì.

Page 60: [UNICO] people&style 27/14

LifeStyLe

ALLE RADICI DELLE TRADIZIONI POPOLARIEsiste un’associazione culturale e teatrale, a Peveragno, piccolo centro alle pendici della Bisalta, nelle Alpi cuneesi, che con la propria attività intende ricercare, recuperare, incrementare e promuovere il patrimonio della lingua, della cultura, del territorio e delle tradizioni locali principalmente attraverso il teatro, inteso come forma primaria di comunicazione e di animazione collettiva. È la Compagnia del Birùn, dal nome di un personaggio storico realmente esistito, amico del re di Francia Enrico IV che, condannato forse ingiustamente per tradimento, rifiuta con orgoglio e dignità la grazia del sovrano piuttosto di dichiararsi colpevole.Fra le iniziative della stagione si segnalano:30 maggio - ore 21.45 - Cortile Ambrosino, PeveragnoI Piccoli Principi - spettacolo teatrale da “Il piccolo Principe” di Antoine de Saint Exupéry20 giugno - ore 21.45 - Cortile Ambrosino, PeveragnoVa’ dove ti porta il piede - spettacolo teatrale di Laura Kibe21 giugno - ore 21.45 - Cortile Ambrosino, PeveragnoSalute donne! - spettacolo teatrale19 luglio - ore 20.00 - Cascina La Commenda, Santa Margherita di PeveragnoSina di Bateur - cena dei trebbiatori, rievocando la tradizione contadina info: www.compagniadelbirun.it

ANSELMO: A TORINO SI RINNOVA LA TRADIZIONE DEL VERMOUTHLa tradizione subalpina del vermouth si rinnova nel cuore della movida, a San Salvario, dove ha sede la nuova vermuteria Anselmo. La ricetta del vermouth è quella classica di Carlo Anselmo, il maestro artigiano che aprì il suo laboratorio nel 1854. “Il vermouth è un pezzo della storia torinese e noi cerchiamo di riproporlo in chiave contemporanea,” spiegano i titolari di questo locale dal raffinato look&feel anni ’30. Si tratta di un’idea moltiplicata per due: ritrovo per l’aperitivo, la cena e il dopo cena, ma anche laboratorio artigianale. Tra le nuove specialità, un vermouth rosso da cocktail, da declinare in diverse miscelazioni, e un vermouth da meditazione, prodotto con erbe raccolte a mano nelle valle cuneesi. Buon assaggio. VERMoUTH ANSELMo Via Belfiore 14 – Torino, dal lunedì al sabato, dall’ora dell’aperitivo.www.vermouthanselmo.com

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| LI

FE S

TyLE

58

VENARIA REALEALTA MODA, GRANDE TEATRO

Trent’anni di storie, incontri e col-laborazioni tra i protagonisti della moda italiana e i grandi interpreti del teatro. La Reggia di Venaria rinnova il suo rapporto con la moda e, dopo la mostra dello scorso anno dedicata agli abiti di Roberto Capucci, inau-gura la mostra Alta Moda, Grande Teatro. Fino al 14 settembre, nella reggia sabauda alle porte di Torino sono esposti abiti di scena o da con-

certo, bozzetti e video realizzati dalle grandi firme dell’alta moda. Fa un certo effetto immergersi in questo trentennio di incontri e collaborazioni tra i protagonisti della moda italiana e gli interpreti della scena teatrale internazionale, con oltre 200 tra abiti di scena, da concerto, bozzetti e video, firmati Armani, Balestra, Biagiotti, Fendi, Missoni, e opere di colle-zioni private di Roger Salas, Raina Kabaivanska, Valentino Garavani, della Fondazione Roberto Capucci, dell’Archivio Maurizio Galante e del Missoni Archive, concepiti per artisti come Mirella Freni, Raina Kabaivanska, Joa-quin Cortes, Kiri Te Kanawa, June Anderson.

Page 61: [UNICO] people&style 27/14

LifeStyLeSFIGATI DEL SABATO SERA:DA TWITTER ALLA CAPANNINATutto inizia un sabato sera di gennaio 2013: Fabrizio Quiriti, noto gallerista ed esperto d’arte cuneese, dal divano di casa, con molta autoironia, pubblica un messaggio su twitter in cui dichiara sfigato chi il sabato sera usa twitter perchè non ha nulla di meglio da fare. Oggi sono oltre 2300 i follower dell’hashtag #sfigatidss, tra cui numerosi volti noti del jet set nazionale, cantanti e attori che si ritrovano sulla piazza virtuale di twitter ogni sabato dalle 22.00 facendo diventare la comunità un fenomeno trendy molto seguito. E così, passando dal virtuale al reale, il 1 giugno i possessori dell’ambita tessera si ritroveranno alla Capannina di Forte dei Marmi per il primo raduno nazionale, insieme a Jerry Calà, ospite d’onore della serata. E quella non sarà certamente una serata da sfigati... Raduno #sfigatidss – Capannina di Forte dei Marmi – 1 giugno 2014.

ARTLOVERSA MONACOÈ in programma al Grimaldi Forum di Monaco, dal 12 luglio al 7 settembre, la mostra ArtLovers, una selezione di circa 40 opere provenienti dalla collezione di François Pinault, imprenditore francese noto non solo per essere proprietario del gruppo PPR, ma anche per la sua passione legata al mondo dell’arte e per aver acquistato e destinato uno spazio alle esposizioni, a Punta della Dogana - Palazzo Grassi ( Venezia). A Monaco, grazie all’allestimento realizzato con il contributo di Martin Bethenod – curatore e direttore degli stessi Palazzo Grassi-Punta della Dogana – oltre a diverse opere già note al grande pubblico, si potrà apprezzare e scoprire anche una quindicina di rari ed inediti pezzi mai esposti fino a ora. Dalla scultura, alla pittura, passando per istallazioni e disegni di artisti degli anni ‘60, fino ai nostri giorni, la mostra svela il mondo visto con gli occhi di Adel Abdessemed, Maurizio Cattelan, Jake & Dinos Chapman, Damien Hirst, Jeff Koons, Bertrand Lavier, Louise Lawler, Sherrie Levine, Paul McCarthy, Jonathan Monk, yan Pei-Ming e molti altri ancora. Inoltre, presso Palazzo del Principe (sulla rocca), nelle sale aperte alle visite, a cornice dell’evento, esposte anche tre note opere di Thomas Schütte, Subodh Gupta et Urs Fischer. Arte e nobiltà, è il caso di dire, nel Principato di Monaco diventano una cosa sola!

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| LI

FE S

TyLE

59

LA FONDAZIONE MAEGHTFESTEGGIA I SUOI PRIMI 50 ANNIMezzo secolo di storia dell’arte è passata da qui, in questo angolo di Costa Azzurra. Dal 1964, artisti selezionati, insieme alle loro opere, si sono avvicendati per arricchire le sale della fondazione che, per commemorare in grande stile la ricorrenza, ha scelto il catalano Josep Lluís Sert (1902-1983), famoso architetto noto per aver realizzato l’atelier di Miro a Palma di Maiorca, quello di Braque a St. Paul de Vence e di Chagall a Vence. Molti altri lavori portano la firma di Sert e tra questi, realizzati verso la fine degli ’60, ricordiamo la casa-studio di Zao Wou-Ki, a Ibiza, e la stessa Fondation Miro inaugurata a Barcellona nel 1975. L’esposizione, L’art et l’architecture si conclude il 9 giugno, mentre dal 28 dello stesso mese fino all’11 novembre, è prevista una nuova mostra dal titolo Face à l’oeuvre, selezione di un centinaio di opere definite surprenantes, provenienti dalla collezione di Aimé Maeght.

A GIUGNO, IN EUROPA,È TEMPO DI MUSICAIn tutta Europa, il 21 giugno, è il giorno dedicato alla musica. Ispirati al tema legato alle sonorità urbane, migliaia di musicisti francesi sono chiamati all’appello e, per questa 33a edizione, promettono sorprese invadendo pacificamente le strade e i vicoli caratteristici della Costa Azzurra. Per tutti, esibizioni gratuite rigorosamente dal vivo. A Nizza, per esempio, a partire dalle 18.00 non potrete proprio fare a meno di canticchiare o fischiettare il motivo che avrete appena ascoltato dal vivo, soprattutto se sarete nella parte vecchia della città, così ricca di fascino da attirare ogni anno migliaia di turisti.Ogni genere è proposto. Insomma, non c’è rischio di annoiarsi e vietate le scuse: dovete esserci! Insomma, sarebbe davvero un peccato non venire a fare un salto, è proprio il caso di dirlo, a Montecarlo i prossimi mesi, non vi pare?

Page 62: [UNICO] people&style 27/14

a cura di - Claudia Ferraresi - scrittrice ed esperta di enograstronomia

FRAGOLE, PESCHE, ALBICOCCHE LE FRAGRANZE PIÙ DOLCI

siamo alla frutta“Siamo alla frutta” non è solo un modo di

dire, purtroppo piuttosto attuale di que-ste tempi, ma un curioso e prezioso libro di Elena Accati e Mina Novello (Blu Edizioni), che è stato selezionato tra “I 20 titoli da Gustare” 2014, nella sezione “Cultura del cibo”, presen-tati al Salone del Libro di Torino l’11 maggio e a La Morra dal 5 al 9 giugno.“Siamo alla frutta” appunto, perché stiamo af-frontando la stagione estiva, la più affascinante per le colorate produzioni dei nostri frutteti, che meritano di essere portate in tavola. Frago-le, pesche, albicocche le fragranze più dolci, da assaporare appena colte o impiegate in ricette dolci, ma anche salate.Il libro ne propone ben 400, dimostrando la to-tale versatilità della frutta anche in cucina. Vor-remmo prendere in considerazione le pesche,

importante coltivazione non solo in Piemonte (nel Saluzzese, e in fase di forte rivalutazione nel Roero e nel Tortonese), ma anche in Roma-gna, Campania, Veneto e Lazio.La pianta, della famiglia delle rosacee, è origina-ria della Cina e il frutto, a pasta gialla o bianca, è polposo, zuccherino e profumato. Di buon utilizzo, si può sbucciare facilmente dopo averla “tuffata” in acqua bollente e passata, poi, sotto quella fredda.Tra le proposte suggerite nel libro, segnaliamo le pesche grigliate, pesche e uva gratinata, pe-sche all’amaretto, sorbetto di pesche e la pesca melba, ricetta creata nel 1892 dal celebre cuo-co Escoffier, in onore della cantante lirica Nelly Melba. Ne citiamo ancora una, in particolare, il flan di pesche, ottimo dessert al cucchiaio da servire anche tiepido.

Tra le proposte suggerite nel libro, segnaliamo le pesche grigliate, pesche e uva gratinata, pesche all’amaretto, sorbetto di pesche e la pesca melba, ricetta creata nel 1892 dal celebre cuoco Escoffier, in onore della cantante lirica Nelly Melba.

FLAN DI PESCHEIngredienti500 g di pesche ben mature a polpa bianca50 g di zucchero di canna3 uova1 bicchiere di vino bianco1 cucchiaio di cannella in polvereburro per ungere la teglia

PER DECoRARE10 foglie di menta o di altre erbe aromatiche (melissa, limoncina, basilico etc.)1 pesca a polpa giallaSbucciate le pesche a polpa bianca, lavatele, asciugatele e privatele del nocciolo. Mettetele in una pentola, cospargete di zucchero e bagnate con il vino. Sempre mescolando, fate cuocere per 15 minuti a fiamma bassa. Frullate e ripor-tate sul fuoco facendo evaporare il liquido ri-masto. Fate raffreddare, aggiungete le uova e la cannella amalgamando bene il tutto.Imburrate uno stampo da ciambella, versatevi il composto, coprite con un foglio di alluminio e cuocete in forno, a bagnomaria, a 180 °C per 40-45 minuti. Sfornate, staccate delicatamente il dolce dal fondo, capovolgetelo e decorate con foglioline di menta o altre erbe, alternandole a fettine di pesca a polpa gialla.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| Bo

NTà

A T

AVo

LA

60

Page 63: [UNICO] people&style 27/14

a cura di Alessandro Parola - avvocato

GUIDA IN STATO DI EBBREZZA

norme e sanzioniLa guida in stato di ebbrezza è un reato nei

confronti del quale, correttamente, il legisla-tore italiano si pone con un atteggiamento di rigidità sotto il profilo sanzionatorio. In Italia, è sanzionata dagli articoli 186 e 186 bis del Codice della Strada ed è una condotta che presenta pro-fili sia dal punto di vista penale che amministrati-vo. Le pene previste per tale reato variano, come è noto, a seconda del tasso alcolemico rilevato nel sangue al momento del controllo e sono con-template nella misura evidenziata nella tabella.Esistono, tuttavia, delle ipotesi che prevedono, a parità di tasso alcolemico rilevato, un conside-revole inasprimento delle sanzioni. Tali ipotesi sono legate alle caratteristiche del conducente oppure alle circostanze nel corso delle quali si è verificata l’infrazione. Nella prima categoria, quella legata alle caratteri-stiche di chi commette l’infrazione, il legislatore include i guidatori professionali – per esempio i tassisti, i conducenti di bus o di mezzi pesanti – i guidatori con età inferiore a 21 anni e coloro che hanno conseguito la patente di guida da meno di tre anni. Per tali guidatori, le pene esposte in tabella sono aumentate e non è contemplato lo scaglione cosiddetto “di tolleranza” da 0 a 0,5 gr/l di alcool nel sangue, consentito per i guidatori normali. Nel secondo caso, cioè nelle ipotesi le-gate alle circostanze in cui si è verificata l’infra-zione, gli aumenti sono di 1/3 rispetto alla pena base, per le violazioni commesse tra le ore 22.00 e le 7.00, e da 1/3 alla metà se commesse in tale lasso di tempo dai guidatori professionali o da coloro che hanno conseguito la patente di guida da meno di tre anni.Il conducente che guida in stato di ebbrezza non può essere costretto a effettuare le verifiche del tasso alcolemico. Tuttavia, proprio al fine di sco-

raggiare il rifiuto di sottoporsi al test, tale condot-ta comporta, per legge, l’applicazione del massi-mo della pena, a prescindere dal tasso alcolemico presente nel sangue.In caso di constatazione di tasso alcolemico sopra la norma, il veicolo non potrà essere condotto presso il proprio domicilio dalla persona in stato di ebbrezza. Pertanto, se non è possibile affidarlo ad altra persona, lo stesso potrà essere fatto tra-sportare presso il luogo indicato dal trasgressore o presso un’autofficina e lasciato in consegna al proprietario o al gestore di questa, con spese a totale carico del trasgressore.Con un tasso alcolemico superiore a 1,5 gr/l, il le-gislatore predispone la sanzione accessoria della confisca del veicolo. Tale disposizione si applica, come sopra rilevato, anche a chi si rifiuta di sot-toporsi all’esame dell’etilometro e, in entrambi i casi, soltanto a condizione che il veicolo sia di proprietà del trasgressore.Infine, ma non meno importante, nei casi di gui-da in stato di ebbrezza, interviene l’ulteriore san-zione della decurtazione dei punti sulla patente. Tale decurtazione è di 10 punti per le sanzioni ordinarie, con un aumento fino a 20 punti se il trasgressore ha conseguito la patente da meno di 3 anni.

STUDIO LEGALE PAROLA - MARABOTTO - QUARANTA Corso Nizza 18, 12100 CuneoTel. e fax +39 0171 692855Mobile +39 338 7339360E-mail [email protected]

VALOREALCOLEMIA GR/L

SANZIONE MINIMAIN EURO

SOSPENSIONEPATENTEPER MESI

PUNTIDECURTATI

ARRESTOPER MESI

Da 0,5 a 0,8 Amministrativa 527,00 Da 3 a 6 10 …

Da 0,8 a 1,5 Penale 800,00 Da 6 a 12 10 Fino a 6

Oltre 1,5 … Penale 1.500 Da 12 a 24 10 Da 6 a 12

ART. 186 MODIFICATO DALLA LEGGE 120/10

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| LE

GG

E

61

Page 64: [UNICO] people&style 27/14

a cura di Luca Morosi - blogger esperto di arte

IL PASSATO DI BENE VAGIENNA, DALL’IMPERO ROMANO AI GIORNI NOSTRI, METTE IN LUCE

piccoli tesori d’arte

Dopo aver visitato Bene Vagienna, mi sono convinto di una cosa: la cittadina piemon-

tese, situata sul crinale che conduce alle Langhe, brilla di luce propria e non ha bisogno dei riflet-tori mediatici per trasmettere tutta l’importanza del suo passato millenario. Certo, se solo si riu-scisse a veicolare maggiormente l’informazione, si potrebbe fare del piccolo centro un vero e proprio polo culturale e turistico nel Piemonte meridionale, ma queste scelte appartengono alla politica prima di tutto: concentriamoci quindi sulla sfera prettamente artistica inoltrandoci nei meandri tortuosi del centro storico medievale. Prima sosta a Casa Ravera, un complesso musea-le fresco di restauro (2006-2011), oggi proprietà del ministero dei Beni Culturali e del Turismo: qui come altrove, l’associazione “Amici di Bene” ha dato un contributo di fondamentale impor-tanza mettendo a disposizione della collettività, con grande passione e spirito altruistico, una notevole mole di conoscenze e competenze. L’edificio risale all’inizio del XV secolo, nel pe-riodo di egemonia della casata Savoia-Acaja, e in

epoca barocca venne innalzato di un piano con annesso loggiato affacciato sul cortile interno, nel quale oggi trova posto un’elegante caffette-ria. A metà del XIX secolo, la casa fu acquistata dall’importante famiglia benese dei Ravera e alla fine del secolo l’architetto Alfredo D’Andrade, insieme con Giovanni Vacchetta – uno dei pio-nieri scopritori di Augusta Bagiennorum – fece-ro stonacare l’edificio, ripristinandone l’aspetto originario.Mi accompagnano nel percorso espositivo Mi-chelangelo Fessia, grande conoscitore e pre-sidente dell’associazione, e Massimo Ravera, autore dei restauri lignei dei locali del museo e di gran parte degli interventi effettuati nel-le chiese e nei palazzi della città. La prima sala presenta, attraverso interessanti espedienti illu-minotecnici, alcuni suggestivi disegni relativi alle prime esplorazioni archeologiche condotte sulle vestigia dell’antica città romana. Si passa poi, in ordine di tempo, alla sala che ospita i reperti medievali, tra cui alcune belle chiavi di volta e una pregevole scultura lignea del Cristo Deposto

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| AR

TE

62

Page 65: [UNICO] people&style 27/14

DA NON PERDERE

agenda– fortunatamente molto ben recuperato – per finire con una bella tela di ambito vercellese in rappresentanza del periodo rinascimentale. Nelle successive stanze che tracciano la storia dell’età barocca, sono esposti oggetti liturgici in argento, alcune sculture lignee provenienti dalle Chiese dei Disciplinati Bianchi e Neri, oltre a una serie di bei dipinti di scuola genovese. Ma i pezzi forti devono ancora venire: segue, in-fatti, un’infilata di oggetti da capogiro, capitanata da due tabernacoli di Pietro Piffetti (1701-1777) provenienti dai Cappuccini di Bene e di Carrù, vero e proprio capolavoro di intarsio effettuato con i materiali più rari e preziosi. Dulcis in fun-do, custodito in una teca “su misura”, ecco com-parire l’Ostensorio Magistrati (1695-1698), dono dell’Imperatore d’Austria Leopoldo I d’Asburgo, nonché esempio qualitativamente straordinario della migliore oreficeria tedesca. Dopo aver lanciato uno sguardo d’insieme ai lo-cali del piano superiore, adibiti a sede per espo-sizioni temporanee, con vetrine all’avanguardia e spazi che stuzzicano la fantasia degli amanti delle mostre più sofisticate, lasciamo definitiva-mente Casa Ravera, per dirigerci rapidamente verso la Confraternita dei Disciplinati Bianchi, riccamente arredata e decorata, dove ammiria-mo innanzitutto due maestosi dossali lignei con annesse ancone. Gli stucchi vorticosi e agget-tanti che investono le pareti della chiesa sono invece di mano dei luganesi Beltramelli, mentre il portale ligneo magistralmente intagliato è ope-ra del milanese Gerolamo Canetta. Ma il tempo stringe e c’è ancora molto da vedere: attraversia-mo un paio di isolati camminando sotto i porti-ci finché giungiamo a cospetto della Chiesa di San Francesco, con la sua voluminosa facciata: cattura immediatamente la nostra attenzione l’altare marmoreo in fondo alla navata sinistra (1775), attribuito a Filippo Juvarra, contenente una pala dedicata alla Beata Paola. Ma il clou è rappresentato dal coro ligneo cinquecentesco, proveniente dall’abbattuto Convento della Roc-chetta, composto da ben 24 stalli sfarzosamen-

te ornati con immagini antropomorfe, il cui linguaggio tradisce l’influenza delle Americhe scoperte pochi decenni prima. La ricchezza e la rarità dei materiali presenti in questa chiesa, così come nei palazzi nobili della città, non deve stupire, se si pensa che nel 1763 Carlo Emanuele III aveva innalzato Bene a principato per il figlio Benedetto Maria Maurizio di Savoia, Duca del Chiablese, privilegio che aveva determinato la presenza in loco degli artisti e degli architetti operanti a corte.Tornando sui nostri passi, prima di congedarci, passiamo di fronte a Palazzo Lucerna di Rorà (oggi sede del Museo Civico-Archeologico) e ci imbattiamo poi in Palazzo oreglia, con l’anti-stante parco-orto botanico, un’oasi di pace che in precedenza era stata parte integrante dell’an-tico convento dei cappuccini.Ultima nota di colore: la città mantiene ancora traccia della segnaletica di epoca napoleonica, con le targhe apposte agli angoli delle strade in cui campeggiano i nomi delle vie in francese. Chapeau.

UFFICIo TURISTICo DI BENE VAGIENNAc/o Casa Ravera, Via Vittorio Emanuele 43, Bene Vagienna (CN)Tel. +39 0172 [email protected] www.amicidibene.it

L’ENIGMA ESCHER. PARADoSSIGRAFICI TRA ARTE E GEoMETRIAFino al 29 giugno 2014 La mostra presenta la produzione del celebre incisore e grafico olandese, dai suoi esordi alla maturità, raccogliendo oltre 130 opere che rap-presentano costruzioni di mondi impossibili e geometrie paradossali. Il Filatoio, via Matteotti 44, Caraglio (CN)www.marcovaldo.it

EGo BIANCHI 1914 - 1957.L’ARCADIA FIGURATA.DISEGNI DI UN EGIZIANo MoDERNo Fino al 14 giugno 2014 Esposizione completa delle sorprendenti opere grafiche dell’artista di Castel Boglione d’Asti, che sono servite da cartoni preparatori per i dipinti murali realizzati nel 1956 nell’ex Sala Contratta-zioni della Camera di Commercio in Via Roma a Cuneo. Galleria Skema 5 - via XX Settembre 10Cuneo - www.skema5.com Fondazione Casa Delfino OnlusCorso Nizza 2 – Cuneowww.fondazionedelfino.it

PRERAFFAELLITI:L’UToPIA DELLA BELLEZZAfino al 13 Luglio 2014Oltre 70 capolavori della Confraternita dei Pre-raffaelliti arrivano, dopo un tour mondiale, a To-rino dalla Tate Britain di Londra, in una mostra unica e imperdibile che raccoglie i capolavori di Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, Ford Madox Brown, William Hunt e John Williams Waterhou. Palazzo Chiablese – Torinowww.mostrapreraffaelliti.it

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| AR

TE

63

Page 66: [UNICO] people&style 27/14

l’animadel design vola liberaIL SALONE DEL MOBILE DI MILANO È UN GRANDE TOURBILLON DI PRESENTAZIONI ED EVENTI, PROGETTI E OGGETTI DI CUI INNAMORARSI E CON CUI SOGNARE, IL TUTTO ALL’INSEGNA DEL DESIGN E DELLO STILE ITALIANO, FAMOSO NEL MONDO. VE LO RACCONTIAMO ATTRAVERSO GLI OGGETTI PIÙ PARTICOLARI VISTI IN FIERA E IN CITTÀ, NEGLI OLTRE 750 EVENTI DEL FUORISALONE.

MARIE CoQUINEimpertinente e innovativa

reinterpretazione del classico lampadario a 12 luci in cristallo a bracci.

Design Philippe Starck per Baccarat.www.baccarat.it

SWINGRESTè una seduta sospesa unica, da esterno

come da interno, dotata di tenda e tavolino di appoggio.

Design Jean Marie Massaud per Dedon.www.dedon.de/it/

GLISS-UP,primo sistema notte completamente sospeso.

Design Patricia Urquiola per Molteni.www.molteni.it

BoINGsedia impilabile dall’anima pop, ambientatile in qualsiasi paesaggio domestico.Design Karim Rashid per Gufram.www.gufram.it

FAMILyil ricordo di una vecchia cassettiera diventa la custodia per quattro cassetti morbidi che si trasformano in letti di fortuna o sedute informali. Design Lorenzo Damiani per Campeggi.www.campeggisrl.it

TRACKStavolo allungabile che prende il nome dai binari

ferroviari, con piano in cristallo trasparente o nero fumé.Design Alain Gilles per Bonaldo.

www.bonaldo.it

A CURA DI ROBERTO AUDISIO – DESIGNER

Page 67: [UNICO] people&style 27/14

TIPOLITOEUROPAvia degli artigiani, 17 • 12100 cuneotel. 0171.60.36.33 • fax 0171.68.14.15

[email protected] • www.tipolitoeuropa.com

Un’azienda moderna, dinamica e fl essibile, leader nel settore delle arti grafi che dal 1967. Una struttura a ciclo completo dalla prestampa alla fi nitura, con macchine e tecnologie di ultima generazione. Un partner qualifi cato e affi dabile nella creazione e produzione di stampati garantito dall’esperienza del nostro team tecnico consolidata da decenni di successi professionali.

TipolitoEuropa è certifi cata FSC® e PEFC™ (ogni lavorazione avviene nel rispetto e con un impegno concreto a tutela e salvaguardia dell’ambiente) e certifi cata ISO 9001:2008 a garanzia di professionalità, di sicurezza e qualità dei processi produttivi.

Insignita dell’ ECCELLENZA ARTIGIANA MADE IN ITALY realizza stampati a norma ISO-12647-2 (norma internazionale che garantisce qualità e ripetibilità dei prodotti).

IL TUO UNICO REFERENTE DALLA CREAZIONE AL RECAPITO

REALIZZIAMO:• Progetti di comunicazione coordinata e realizzazione grafica• Stampati commerciali e pubblicitari (depliant, cataloghi, brochure, riviste, manifesti...)• Libri e stampati editoriali di alta qualità• Moduli tecnici e fi scali• Packaging (astucci, confezioni, scatole, contenitori ...)

• Nobilitazioni prodotti con utilizzo di vernici all’acqua ecosostenibili (plastifi cazioni, rilievi, lamine, serigrafi e, dorature …)

• Marketing e distribuzione (gestione indirizzi, postalizzazione con l’ausilio di macchinari automatizzati per l’incellofanatura a singola copia, imbustamento, etichettatura, confezione per l’invio postale e spedizione con e senza indirizzo).

g ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n gg ra f i c a • s ta m p a • e d i to r i a • p a c ka g i n g

Page 68: [UNICO] people&style 27/14

a cura di Riccardo Celi - giornalista automobilistico

CON L’ARRIVO DELLA BELLA STAGIONE SI SCOPRE IL PIACERE DI

guidare sotto il cielo

A ben guardare, non esistono auto più super-flue delle convertibili, spesso scomode, con

un bagagliaio piccolo e che si guidano scoperte solo per pochi mesi l’anno. Eppure, oggi che il superfluo sembra politically incorrect, le vendi-te di cabrio e spider aumentano. Certo, nel 2013 sono state poco più di 10.000 (lo 0,77% del tota-le), ma nel primo trimestre del 2014 si parla di 2.349 contro le 2.149 dell’anno scorso. Insomma, in un mercato al disastro, le open danno segni di vitalità e l’offerta è abbondante. Dalla nostra pa-noramica elimineremo però quelle che costano più di 50.000 euro. Insomma, niente supercar: si può guidare “sotto il cielo” anche senza spendere una fortuna.

Fiat offre la 500 Cabrio in 20 versioni con propul-sori che vanno dal bicilindrico Twinair di 0,9 litri (85 o 105 CV) al 1.2 da 69 CV e al diesel 1.3 da 95, con prezzi da 17.110 a 21.810 euro. Chi ama “spingere” sceglierà le versioni Abarth, con il 1.4 T-Jet da 135 CV (20.100 euro) o due “595” da 160 CV (24.100 e 25.600 euro) che filano a 211 km/h, scattando da 0 a 100 in 7’ e 4”.In attesa dell’A1 Cabrio, la gamma Audi si articola sulle A3 e su una parte delle TT e A5. La prima (da 31.850 a 41.450 euro) ha motori dal 1.4 da 120 CV al 1.8 da 180 e, diesel, da 110 e 150 CV, anche a trazione integrale. La TT Spider parte dal 1.8 da 160 CV e sale al 2.0 da 211, mentre il diesel è un 2 litri da 170 CV. Da 36.250 a 49.240 euro,

Tre delle cinque versioni della BMW Z4 disponibili in Italia, quelle dotate di motori 2 litri, hanno un prezzo inferiore a 50mila euro.

Abarth produce alcune versioni della Fiat 500 C Cabrio con connotazione marcatamente sportiva. Nell’immagine, una 1.4 Turbo T-Jet da 135 CV.

La Mini Roadster, qui nella potente versone John Cooper Works da 211 CV, è una due posti secchi.

La potente Chevrolet Camaro Cabrio, qui al Salone dell’Auto di Francoforte del 2013, è l’unica vettura scoperta a 8 cilindri con prezzo inferiore ai 50mila euro disponibile sul mercato italiano.

Nella pagina seguente:La SLK, qui nella versione 250 CD a gasolio, è un classico tra le convertibili Mercedes.

In produzione ormai da 25 anni, la Mazda MX-5 vanta il primato di spider più venduta al mondo.

La Peugeot 308 CC è tra le ultime proposte nel settore delle vetture scoperte.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| M

oTo

RI

66

Page 69: [UNICO] people&style 27/14

mentre le versioni RS come pure la 2.0 TFSI da 272 CV superano i 50.000. Le A5 entro questo li-mite sono solo sette. BMW risponde con la serie 1 (33.827-49.707 euro), con motori 2.0 da 143 o 170 CV, 3.0 da 218 o 306 CV e 2.0 diesel da 143, 177 o 204 CV. Ci sono, poi, la serie 3 (una a ben-zina e due diesel, da 44.717 a 49.365 euro) e la Z4 (da 37.255 a 46.632 euro). Infine, la nuova 420d, a 49.550 euro. In casa Mercedes c’è la Slk, con tre versioni a ben-zina (1.8) e due diesel (2.2), da 40.730 a 48.540 euro, e un paio di classe E a 47.730 e 49.340 euro.Tra le cabrio più “giovanili”, ecco la Mini, a quat-tro posti, ma anche Roadster, a due posti secchi. Prezzi da 22.200 a 35.100 euro e i motori, tutti 1.6 compresi i diesel, spaziano dai 98 CV ai 211 delle muscolose versioni John Cooper Works. Volkswagen compete con Golf e Maggiolino, con motori quasi identici: tre a benzina e tre a gaso-lio, da 105 a 210 CV. I prezzi della prima vanno da 25.350 a 30.900 euro, quelli della seconda da 24.250 a 31.500. La microcar Smart Cabrio fa categoria a sé: con diesel e benzina di varie potenze (compreso un Brabus da 102 CV), costa da 13.495 a 24.504 euro.La Peugeot 308 CC (cioè “Coupé Cabrio”) è pro-

posta con il tetto metallico, due propulsori a ben-zina 1.6 da 120 e 156 CV e due a gasolio 1.6 e 2.0 (115 e 163 CV): da 28.950 a 32.650 euro.La cugina Citroën DS3 Cabrio, invece, con tetto in tela, dispone quasi degli stessi motori (manca il diesel più potente), con listini da 19.300 a 28.950 euro. Con la Cascada, opel reagisce al tiepido successo dell’Astra CC. Ha il solo tetto in tela, due motori a benzina (120 e 170 CV) e due diesel (165 e 194 CV) e prezzi da 29.920 a 34.920 euro. La Mazda MX5, un’icona tra le scoperte, è oggi in versione Roadster con tetto in tela (da 25.950 a 28.150 euro) o Roadster Coupé (metallico, 2.000 euro in più), con un 1.8 da 126 CV e un 2.0 da 160. E per finire, ecco due “bombe”. Una è la Nissan 370Z Roadster, con un 6V da 3,7 litri e 328 CV, che la spinge a 250 km/h (autolimitati) e a 0-100 in soli 5,5”. Due gli allestimenti, a 44.810 e 48.060 euro. Per chi si sente yankee, ecco l’altra, la Che-vrolet Camaro Cabrio, l’unica a 8 cilindri sotto i 50.000 euro. Il suo 6,2 litri da 405 CV (con cambio automatico) o 432 (manuale), già montato sulla mitica Corvette C6, garantisce coppia motrice a volontà. E a 48.380 o 46.333 euro, il rapporto prezzo/divertimento non ha rivali.

C’È TETTO E TETTOTempi eroici, quelli in cui chi veniva sorpreso da un temporale alla guida di un’auto scoperta doveva fermarsi, scendere e chiudere il tetto armeggian-do freneticamente tra perni, boccole e levette. Oggi si preme un pulsante (an-che in marcia) e, magicamente, grazie ai miracoli delle centraline elettroidrau-liche, in una manciata di secondi la ca-brio si copre. Inoltre, se è dotata di tet-to metallico, si trasforma in una coupé a prova di spifferi e infiltrazioni di acqua. Tutto risolto, dunque? Sì, ma a patto che sulla nostra testa ci sia... un signor tetto. Cioè, progettato e realizzato con cura. E poi, attenti a non strapazzarlo troppo: bracci, leveraggi e servomotori sono pur sempre “cineserie” piuttosto delicate e maltrattarle può rivelarsi una faccenda costosa.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| M

oTo

RI

67

Page 70: [UNICO] people&style 27/14

a cura del dott. Fabio Moretti - presidente EBIoS FUTURA

A CUNEO LE NUOVE FRONTIERE DELLA

chirurgia fetaleNasce a Cuneo l’associazione “Medicina Fe-

tale ONLUS”. Tra i soci fondatori, il dott. Nicola Persico, il ginecologo ostetrico che salva i bambini nella pancia della mammaCuneo, 14 Aprile 2014: nello studio del notaio Massimo Martinelli, a Cuneo, prende vita l’as-sociazione “Medicina Fetale onlus”, progetto ambizioso di un gruppo di specialisti nel settore della medicina e della diagnostica materno fetale. L’associazione intende dare un contributo impor-tante allo sviluppo e alla razionalizzazione della ricerca in tale ambito, mettendo in primo piano la mamma e il bambino, nel rispetto dei quali anda-re a individuare e promuovere percorsi diagnosti-ci e di intervento sicuri e controllati. Tra i soci fondatori dell’associazione, emerge il nome del dott. Nicola Persico, ginecologo, che dopo alcune autorevoli esperienze all’estero, tra cui a Londra, con il “guru” mondiale della diagno-si prenatale, il prof. Kypros Nicolaides, rientra in Italia, all’Ospedale Maggiore di Milano presso la Clinica Universitaria “Mangiagalli”. Qui, oltre al già importante lavoro di reparto, esegue inter-venti di chirurgia intra-fetale ed è uno dei pochi specialisti al mondo a operare i feti durante la gravidanza.

Dott. Persico, potrebbe descriverci cos’è e per-ché è importante la chirurgia fetale?La stragrande maggioranza delle gravidanze ha decorso regolare e termina con la nascita di un bambino sano. Tuttavia, esistono delle condizioni patologiche che, in alcuni casi, possono mettere a rischio la sopravvivenza del feto durante la vita intrauterina o subito dopo la nascita. Grazie ai mi-glioramenti nel campo della diagnosi di patologie fetali mediante l’utilizzo dell’ecografia ostetrica e alla messa a punto di strumenti chirurgici minia-

turizzati, oggi è possibile intervenire già durante la gravidanza. La chirurgia fetale comprende l’in-sieme delle tecniche interventistiche volte alla risoluzione in utero di diverse patologie feto-pla-centari o a un miglioramento delle condizioni fetali tale da aumentare le pro-babilità di successo della terapia medica e chirurgica post-natali e, di conseguenza, di sopravvi-venza dei neonati affetti.Per esempio, in circa il 15% delle gravidanze gemellari mo-nocoriali bi-amniotiche, cioè quelle gravidanze in cui i gemelli condividono la stessa placenta, ma sono in due sacchi separati, può verificarsi un’alterazione grave nella distribuzione della quantità di sangue tra i due feti, al punto tale che un gemello, chiamato donatore, riceve quantità molto ridotte di sangue, con conseguente grave riduzione nella quantità di liquido amniotico nel suo sacco fino alla sua assenza. L’altro gemello, al contrario, ne riceve una quantità eccessiva, pre-sentando un aumento importante di liquido am-niotico e un affaticamento a livello cardiaco. Nei casi gravi di questa patologia, chiamata “sindro-me da trasfusione feto-fetale”, in assenza di trat-tamento, quasi sempre si va incontro alla perdita di entrambi i gemelli. Oggi è possibile intervenire mediante l’introduzione di un sottile strumento ottico (fetoscopio) all’interno della cavità am-niotica, attraverso l’addome materno e la parete dell’utero e dopo anestesia locale, che permette di visualizzare e ispezionare la superficie della placenta. In tal modo è possibile coagulare i vasi sanguigni placentari responsabili dello squilibrio nella distribuzione di sangue ai due gemelli. Gra-zie a questa tecnica, si evita la perdita di uno o di

entrambi i gemelli nel 75-80% dei casi. Un altro e più recente trattamento di chirurgia fetale è rap-presentato dalla occlusione della trachea del feto mediante un palloncino, nei casi di ernia diafram-matica grave, una malformazione che si verifica

in circa 1 su 3.000 gravidanze. La malformazione è caratterizzata dal mancato completamento nella formazione del diaframma che comporta la risalita, all’inter-no del torace, di organi addo-minali quali stomaco, intestino e fegato. Questo determina la compressione dei polmoni del feto limitandone l’espansione

necessaria durante la gravidanza.L’accesso al feto mediante la fetoscopia permet-te di entrare all’interno del cavo orale e di farsi strada all’interno della trachea. Qui viene posi-zionato e gonfiato un palloncino, che impedisce al liquido prodotto dai polmoni fetali di uscire attraverso la bocca, favorendo l’espansione e la crescita dei polmoni stessi, contrastando parzial-mente la pressione esercitata dagli organi erniati nel torace e, di conseguenza, aumentando in ma-niera significativa le possibilità di sopravvivenza del neonato.

EBIOS FUTURA SRLVia Langhe, 54 – 12084 Mondovì (CN)Tel./fax: +39 0174 [email protected]

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| UN

A M

ELA

AL G

IoRN

o

68

Page 71: [UNICO] people&style 27/14

a cura di Camilla Nata - giornalista Rai

IDEE ED EMOZIONI NELLA CAPITALE

armonia, libertà e graziaEVENTo MEMoRABILE PER IL “CANTIERE”Evento d’eccezione per il “Cantiere”, che si è tenuto presso l’hotel Villa Maria Regina, in Via della Camilluccia a Roma, con grande succes-so di pubblico. Il Cantiere è un laboratorio di idee ed emozioni, dove ci si riunisce per dare spazio e sfogo all’immaginazione, ai sogni, alla creatività, affinché tutto ciò non rimanga chiuso dentro di noi e possa, esprimendolo e confron-tandosi, aprire le porte a un futuro migliore. Tema dell’incontro: arte e bellezza. Quest’ul-tima, intesa come armonia, libertà, grazia: il bello che sta nel buono e, quindi, anche nelle delizie della nostra terra. Ad aprire l’incontro è stata la madrina della serata, Rosanna Vaudetti, la storica presentatrice RAI, che è riuscita con il suo rassicurante sorriso e la sua bellezza a en-trare per anni nelle case degli italiani, mentre l’ospite d’onore è stato il pluripremiato oscar Dante Ferretti. Scenografo d’eccezione, con la sua professionalità e versatilità, ha fatto la storia del cinema italiano e internazionale, collabo-rando con alcuni tra i più celebri registri, tra cui Fellini e Scorsese. Nel corso dell’evento, gli attori Roberta Culiersi e Mario Lucarelli hanno interpretato la pièce teatrale scritta e diretta da Pier Paolo Segneri, dal titolo Dov’è il Bello? Una riflessione su cosa possono essere il potere e la politica, e cosa si può fare per migliorarli. Spet-tacolari le opere della pittrice romana Camilla Ancilotto, uniche nel loro genere: un misto tra scultura (prismi in legno) e pittura (dipinti a olio con tecniche storiche), tanto da essere state esposte anche alla Biennale di Venezia. Altro artista di eccellenza, Francesco Bronzi con le sue Veneri. Dulcis in fundo, la combina-zione tra bello e buono rappresentata con una degustazione curata da Pietro Parisi, il famoso

chef contadino, titolare del ristorante Era Ora a Palma Campania, che porta avanti un progetto per la salvaguardia dei prodotti tipici campani. Gran finale con le dolcezze napoletane di Saba-tino Sirica di San Giorgio a Cremano, pasticciere dell’associazione sportiva “Calcio Napoli”. Dalla provincia di Cuneo, la cioccolata di Borgo San Dalmazzo, che accompagnato le delizie pasqua-li. Un pomeriggio che ha voluto valorizzare le donne in un ambiente caldo e accogliente, anche grazie alle attenzioni del visagista Diego Giardino.

MAI PIÙ VINo “AL GUSTo DI TAPPo”A fine febbraio, all’Hotel Cavalieri di Roma, si è tenuto un importante incontro per i sommelier, professionisti che quotidianamente operano nel settore del vino. Durante l’evento, il noto sommelier Paolo Lauciani ha condotto una degustazione di vini provenienti da diverse re-gioni vitivinicole italiane, tutti “tappati DIAM”,

quindi in grado di offrire un’incomparabile pu-rezza sensoriale grazie alla tecnologia DIAM. Caratteristiche esaltate anche da noti produtto-ri presenti all’incontro, che hanno espresso la loro soddisfazione per l’utilizzo in cantina dei tappi DIAM e per il conseguente vantaggio sia in termini economici, che di immagine. Il timo-re per molti, infatti, è che dopo il lungo lavoro condotto per produrre vini eccellenti, la qualità possa essere alterata dal sapore di tappo. “Rite-niamo fondamentale creare occasioni di incon-tro come questa, con la figura del sommelier – ha spiegato Paolo Araldo, titolare del gruppo Paolo Araldo Srl - Belbo Sugheri – perché rap-presenta l’anello di contatto finale tra vino-tap-po-consumatore. Le cifre di crescita positiva che abbiamo diffuso dimostrano che, nonostante il messaggio abbia impiegato un po’ di tempo a essere pienamente percepito, oggi le cantine dopo averlo verificato nel tempo, hanno scelto di avvicinarsi al prodotto”.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| DA

Ro

MA

69

Page 72: [UNICO] people&style 27/14

Le restaurant Del Cambio : l’histoire se renouvelle De Giorgio Trichilo – pg 24Wolfgang Amadeus Mozart, Carlo Goldoni, Friedrich Nietzsche. Et encore : la comtesse de Castiglione, Camillo Benso comte de Cavour, Paolina Borghese, Audrey Hepburn et Maria Callas. Et surtout, Giacomo Casanova. Le séducteur par excel-lence ne pouvait pas rester insensible au charme du restaurant « Del Cambio ». À Turin, « Del Cambio » est synonyme de cuisine de grande qualité, de prestige, de style, de savoir-faire. En d’autres termes, d’élégance subalpine. Si Turin est reconnue comme la « petite Paris », le mérite en revient également à ce restaurant, fondé en 1757 sur la place Carignano, à quelques pas du théâtre homonyme et face à ce qui deviendra le premier parlement de l’Italie unifiée. L’histoire (et la légende) donne lieu à diverses interprétations sur le nom du local. Le « cam-bio » (changement) pouvait être celui des chevaux de poste des voyageurs en transit de et vers Paris, qui séjournaient dans les environs. Ou bien le « cambio » (change) de devise, car la place était le lieu de rendez-vous des « gens d’affaires et de commerce » et que, selon certains historiens, le café abritait la bourse des négociants. Dina Rebaudengo, mémorialiste de la vieille Turin, soutient, par contre, que le nom a été inspiré par le « Consulat des Changes, des Négoces et des Arts de Turin », qui dépendait de l’Université des Confiseurs et des Distillateurs d’eau-de-vie. Ce qui est sûr, c’est que « Del Cambio » n’est pas uniquement un restaurant : c’est un endroit de l’âme pour qui le fréquente, une atmosphère exprimant un signe d’appar-tenance, qui, aujourd’hui, laisse à nouveau son empreinte dans le centre de Turin. Un an jour pour jour après sa fermeture, qui avait soustrait, à la cité, l’une des perles de son patrimoine historique et artistique, le local rouvre ses portes. Le chef Matteo Baronetto et l’entrepreneur Michele Denegri ont mis tout leur cœur et toute leur âme pour lui redonner vie. Depuis le 14 avril, le restaurant a pu accueillir les palais les plus exigeants dans une atmos-phère noble et raffinée. La refonte stylistique a duré un an et a concerné l’ensemble de la structure, sous la supervision de la Surintendance pour les Biens Architecturaux, Artistiques et Culturels. Le mot d’ordre : fidélité. Les décorations historiquement authentiques, dont la salle Risorgi-mento, la préférée de Cavour, avec ses fresques de 1875, ont été maintenues et valorisées à travers une restauration rigoureuse. Une attention toute particulière a été portée sur la re-cherche des matières, comme le précieux marbre blanc de Prali, utilisé dans la reconstruction des guéridons de l’entrée et dans le dallage du nouvel escalier. Les techniques adoptées sont également traditionnelles : de la dorure à la feuille d’or des boiseries au polissage des miroirs et des lustres. Le tout dans le plus grand respect du lieu. À l’arrière, sous les voûtes du XVIIIe siècle, les salons antérieurs ont été unis pour donner de l’ampleur. Comme on le sait, Turin est un véritable laboratoire de créativité et ce local historique ne pouvait échapper à la règle, à ce désir d’exploration qui réside dans les gènes artistiques de la capitale piémontaise. Aussitôt dit, aussitôt fait. Des maîtres de renommée internationale ont répondu à l’appel : Izhar Patkin, Martino Gamper, Michelangelo Pistoletto, Pablo Bronstein et Arturo Herrera ont accepté de se mettre au service du projet et ont réalisé des interventions spécifiques qui dialoguent avec le passé : des dalles miroitantes aux décorations à la feuille d’or, aux gravures architecturales baroques et aux porcelaines du XVIIIe siècle.Un cocktail d’émotions, donc, pour la vue et le palais. À propos de cocktail : au premier étage, vous attend le nouveau bar Cavour, dédié au client le plus fidèle de l’histoire du restaurant. Dans ce bar également, la discrétion turinoise et le souffle international s’allient pour former un espace intime, chic et à la mode : le lieu idéal pour l’apéritif. Le voyage dans la saveur, l’histoire et l’excellence ne s’achève pas là. Le restaurant « Del Cam-bio » propose une cave de 15.000 bouteilles et plus de 2.000 étiquettes sélectionnées avec une rigueur toute piémontaise par le chef sommelier Fabio Gallo. Des champagnes aux vins de Bourgogne, des rouges toscans aux historiques marsalas : toutes les grandes « familles » de vin y sont représentées. Le Piémont occupe évidemment une place de choix : parmi les rouges, se démarquent les sélections de Barolo et de Barbaresco, avec des étiquettes rares de Giuseppe Mascarello, Conterno et Bruno Giacosa. Suivent des assortiments d’autres grands noms italiens, comme les meilleurs Brunello di Montalcino, les Supertuscan représentatifs, les Amarone généreux, les blancs savoureux et vivaces de la Cave de Terlano. Et pour finir, un hommage au passé de ce local avec les grands vins liquoreux qui ont fait sa légende à partir du XVIIIe siècle : les Portos, Les Madères, les Xérès. Mais, à bien y penser, les mots s’avèrent inutiles lorsque l’on est assis à la table du restaurant « Del Cambio ». Deux des plus naturels suffisent : « Bon appétit ».Restaurant Del Cambio Piazza Carignano, 2 - 10123 TorinoTél : +39 011 54 66 90www.delcambio.it - [email protected]

C’est incontestable : on ne s’ennuiejamais dans la Principauté de Monaco...De Maria Bologna – pg 30Comme l’indique le fameux slogan que l’on retrouve sur les espaces et les objets publicitaires de la Principauté de Monaco: Sun always shines over Monaco. Et il en est ainsi. Statistiques à la clé, il ne pleut qu’une cinquantaine de jours par an sur la Côte-d’Azur.Le climat, adouci par les courants marins, est agréable toute l’année et très apprécié par ceux qui, surtout en fin de semaine, recherchent le soleil et la tiédeur des mois d’hiver. La belle sai-son est, ensuite, une explosion de couleurs, de fleurs et de senteurs. Mais, c’est la nuit qu’ex-plose toute la vitalité de la Côte-d’Azur qui, à partir du Rolex Masters (12-20 avril), propose pratiquement tous les soirs des évènements et des réceptions, très suivis par les chasseurs de célébrité qui, ici, ne manquent jamais.Par exemple, avec le 72e Grand Prix de Formule 1 en programme du 22 au 25 mai, après le divertissant préambule du Mouse Trap - une course singulière de petits véhicules organisée par Marco Casiraghi et prévue le 23 mai dans le tunnel Riva, sur le port de Monaco - de nom-breuses fêtes animent la movida monégasque. Et si, de jour, les pilotes se disputent la pole po-sition la plus glamour de la Méditerranée, de nuit, démarre pour tous une véritable « course » pour acquérir ou recevoir des invitations aux rendez-vous les plus exclusifs. Comme ceux or-ganisés au Meridien Beach Plaza : le premier, l’habituel Amber lounge party, se présente, cette année, sous un nouveau format et la marque U-NITE, et propose des défilés, des dîners et des œuvres de bienfaisance, pour vivre, comme les stars, des soirées à ne pas manquer au bord de la piscine. L’autre, plus intime, promet des bals et des moments inoubliables sur la plage, pour se divertir sans répit lors de la Sunset beach party. Pour ceux qui sont à la recherche de nou-veauté, tout est prévu cette année. En suivant le bord de mer, on atteint rapidement le Zelo’s, où est organisé, pour la première fois, l’Infinity podium lounge. Un évènement en marge des week-ends de Formule 1, déjà expérimenté avec succès à Singapour, Abu-Dhabi et Melbourne, qui s’annonce étincelant, avec la participation de Victoria Aitken, chanteuse, monégasque par sa mère, qui aura également l’honneur d’ouvrir la piste de danse du club, prête à recevoir de nombreux pilotes qui, tous les ans, se déplacent d’une réception à l’autre au grand plaisir des passionnés et des organisateurs.Un peu plus loin, après une heure du matin, portes ouvertes au nouveau local de Flavio Bria-tore qui, après le Billionaire et le restaurant Cipriani, s’est lancé dans cette nouvelle aventure en prenant en gestion les espaces en bord de mer de l’ex Life-Club, rebaptisé le Twiga, qui, avec les amis de toujours, nous réserve tant de surprises et de fêtes.À une semaine du GP, un autre bain de foule, mais « pop » cette fois-ci, avec l’étape moné-gasque du tour européen Swings Both Ways Live du chanteur anglais Robbie Williams, le 31 mai au Sporting Monte-Carlo.

Après tant de glamour, il est temps de se relaxer avec les sports équestres.Le premier, dans l’ordre chronologique, est le concours international de Jumping, une com-pétition à obstacles qui, depuis 2006, fait l’unanimité au niveau international. Du 26 au 28 juin, la zone du port Hercule se transformera en un champ de course, avec tribunes et manèges : les stands et les cocktails ne manqueront pas pour apprécier de près ce sport qui fascine un public toujours plus nombreux. Quelques semaines plus tard, le cheval sera encore à l’honneur à Monaco, mais cette fois-ci à travers le polo. Du 3 au 6 juillet, organisée par le Monte-Carlo Polo club, présidé par Francesco Mitrano, se déroulera, en effet, la deuxième édition du Monte-Carlo Polo Cup, trophée recon-nu par la Fédération Internationale de Polo. Après une parade sur la place du Casino, les six équipes se livreront bataille pour s’adjuger le trophée tant convoité sur les terrains de la zone sportive de Devens, à Beausoleil. Trois jours de compétition mais également de fête, avec un concours de chapeaux sur le thème des fleurs d’été, grâce auquel l’évènement et la soirée de

Page 73: [UNICO] people&style 27/14

gala - dont les profits sont destinés à l’association monégasque « Écoute Cancer Récon-fort Monaco », dirigée par Adeline Garino - se teinteront de glamour. En définitive, il serait vraiment dommage de ne pas fait un saut, et c’est le cas de le dire, ces prochains mois à Monte-Carlo.

La Fondation Maeght fête son cinquantenaireUn demi-siècle d’histoire de l’art y a défilé. La Fondation Maeght de Saint-Paul-de-Vence fut inaugurée le 28 juillet 1964, par la volonté de deux philanthropes extraor-dinaires, Aimé et Marguerite Maeght, dans le but de promouvoir ce que l’art moderne et contemporain pouvait offrir de mieux. Depuis lors, des artistes sélectionnés et leurs œuvres se sont succédé pour enrichir les salles de la Fondation qui, pour entamer avec style cette commémoration, a choisi le Catalan Josep Lluís Sert (1902-1983), fameux architecte connu pour avoir réalisé l’atelier de Miro à Palma de Majorque, et projeté ceux de Braque à Saint-Paul-de-Vence et de Chagall à Vence. De nombreux ouvrages portent la signature de Sert : vers la fin des années 60, rappe-lons la maison-atelier de Zao Wou-Ki à Ibiza et la Fondation Miro inaugurée à Barcelone en 1975. L’exposition « L’art et l’architecture » de Josep Lluís Sert se conclura le 9 juin. De plus, du 28 juin au 11 novembre, est prévue une nouvelle exposition intitulée « Face à l’œuvre », une sélection d’une centaine d’œuvres définies comme « surprenantes », provenant de la collection d’Aimé Maeght.

Juin, le temps de la musiqueEn France, le 21 juin est dédié à la musique. Inspirés du thème des « Musiques ur-baines », des milliers de musiciens, au rendez-vous de cette 33e édition, promettent de nombreuses surprises en envahissant pacifiquement les rues et les ruelles si ca-ractéristiques de la Côte-d’Azur, avec leurs instruments et leurs chansons. Pour tous, exhibitions gratuites rigoureusement live. À Nice, par exemple, à partir de 18h00, on ne pourra pas ne pas chantonner, surtout dans la vieille ville si attirante qui accueille des milliers de touristes chaque année. En somme, impossible de s’ennuyer, et aucune excuse valable pour ne pas s’y rendre !

“Street food ”, variétéde paysages et de goûtsDe Vanina Carta – pg 44Qu’est-ce qu’ils ont en commun la pizza de Naples, le petit pain lampredotto, la piadina romagnola et le kebab? Toutes ces spécialités font partie du “street food”, à présent rentré dans nos habitudes alimentaires et dans notre imaginaire collectif. Un repas vite pour ceux qui n’ont pas le temps de s’arrêter, à manger en marchant, un casse-croûte mi-matinée ou pour l’après midi, en dehors des horaires, peut-être pour se sentir plus légers qu’après un véritable repas.En Italie il y a plusieurs différences au niveau du street food, non seulement historiques et géographiques mais aussi de composition, mais il y a aussi un trait d’union commun : il s’agit d’une sorte de repas fait en toute vitesse dont les matières premières sont normalement pauvres. S’il s’agit de viandes, celles-ci sont les moins “nobles”, s’il s’agit de céréales, celles-ci sont utilisées telles quelles, s’il s’agit de farines, rarement les pro-duits sont levés, plutôt on les fait frire, comme les friciole (ou fricieuj) du Piémont du sud ou le gnocco émilien ou, encore, on les fait cuire sur un fer comme pour la piada romagnole ou les crescentine émiliennes.Dans l’Italie du Sud le street food a pris les formes les plus variées par rapport à l’Italie

du Nord, cela grâce au meilleur climat où la vie sociale a lieu à l’extérieur et où il est bien plus naturel de manger dehors. En Sicilie la tradition liée à ce qu’on appelle street food est certainement pluricente-naire, en utilisant parfois des matières premières qui ne sont généralement plus utili-sées ailleurs. ‘U pani câ meusa, un petit pain avec de la rate de boeuf que l’on fait frire dans le saindoux, par exemple, et que l’on trouve dans tous les coins de Palermo et chez l’Antica Focacceria San Francesco ou, encore, le pain et panelle, entièrement végétal (du pain fourré avec une omelette de pois chice).Et après les croquettes de riz et les granites à la sicilienne. Et la Sicilie a son street style parfait même au niveau des boissons, avec ses ciospi, les kiosques catanais.Cette région, la Sicilie, partage une grande tradition du street food avec la Calabria, mais aussi les recettes abruzzaines, celles des Pouilles ou les campaniennes l’enri-chissent ultérieurement. Les formes des friselle, des taralli ou des pettole suivent les saisons, deux cuissons avec la même pâte, comme celles des bracciatelli de Pâques dont la recette est typiquement Romagnole.Et, encore, les bombette, les suvlaki grecs, les arrosticini des Pouilles, les brochettes sont à l’origine des plats à emporter. L’évolution du goût des dernières années et les nouvelles habitudes alimentaires les rapprochent maintenant à des autres spécialités vendues, parfois en papillote, sur la route, que l’on mange debout: c’est le cas des olives à l’ ascolane ou de toutes les variantes des croquettes.A’ Naples, la reine du street food, “mère” du manger à l’italienne, on trouve naturel-lement la Pizza, celle avec la «P» majuscule, la vrai napolitaine, qui aujourd’hui a été reconnue par l’Union Européenne en tant que Specialité Traditionnelle Garantie.Dans le temps la pizza était mangée pliée “comme un livre”, comme l’on trouve d’abord encore à Naples. Si vous passez devant la très ancienne pizzeria Pellone, sur la Via Nazionale, vous pouvez voir l’évolution de ce plat extraordinaire. Ici, une montagne de pizzas déjà pliées “en guise de mouchoir”, prêtes à manger, debout ou en marchant, du centre vers le bord, en laissant un grand morceau au fond (le pain) pour se nettoyer la bouche et les lèvres. Si vous rentrez, par contre, vous pourrez goûter assis une grande pizza fritta: le “calzone” plein de toute sorte de bonnes choses, fait avec un pain de pâte très très large ( 300 g environ), plié et cuit dans le saindoux, comme dans le temps, au lieu d’utiliser le four comme l’on fait aujourd’hui.Le street food nous rappelle comment on était et comment nous sommes devenus. Un film riche en saveurs dont le véritable protagoniste est la société italienne. Rendez-vous à la prochaine édition donc, où nous chercherons à analyser les différentes formes et l’évolution de cette façon de manger dans l’Italie du Centre et du Nord.

UNIC

O 2

7 |

MAG

GIO

– G

IUG

NO 2

014

| TR

ADUC

TIo

N F

RAN

çAIS

E

70 71di stri buzi one Ve.s.P.A. sAnremo tel. 331.3919781-2 - [email protected] - Produzione Le d oLcezze di b iLLy di Gianluigi Roverio - Sanremo (IM)

RealIzzIaMo Su RIchIeSta Scatole e confezIonI peRSonalIzzate

Gelatine morbide e geleé spalmabili... Prodotti naturali a base di fiori di Sanremo

Page 74: [UNICO] people&style 27/14

www.unicops.net | [email protected]

ritaglia e invia in busta chiusa con allegata la ricevuta di pagamento a: BB EUROPA EDIZIONI - Via degli Artigiani, 17 - 12100 Cuneo - Tel 0171.603633oppure via fax allo 0171.68.14.15 o via e-mail: [email protected] - l’abbonamento avrà inizio dal primo numero dopo il ricevimento della richiesta

Nome e Cognome

Via c.a.p. Città Prov

Data Tel. e-mail

allego assegno non trasferibile intestato a BB Europa Edizioni sas

allego ricevuta del versamento sul c/c postale n. 1717789 intestato a BB Europa Edizioni sas

eseguo bonifi co bancario UBI Bre BancaIBAN IT60 D06906 10200000000021468 intestato a BB Europa Edizioni sas

Abbonamento Italia 1 anno / 6 numeri e 25,00

Abbonamento Estero 1 anno / 6 numeri e 50,00

Arretrati (prezzo copia) e 8,00

Per non perdere nemmeno un numeroABBONATI al prezzo speciale di 25 euro

La sottoscrizione della presente proposta di abbonamento costituisce altresì autorizzazione al trattamento dei miei dati personali ai sensi del d. leg. 196/2003. Tale autorizzazione potrà essere revocata in ogni momento mediante l’invio di racc. A/R da inviare a “BB Europa Edizioni, Via degli Artigiani, 17 - 12100 Cuneo”.

la comunicazionedi chi è un passo avanti

Per la tua pubblicità su [UNICO]CoNCESSIoNARIA UNICA DI PUBBLICITà

BB Europa Edizioni – via degli artigiani, 17 – Cuneo

FABRIZIo [email protected]. +39 327.6318204

Ogni due mesi, il piacere di sfogliare pagine patinate che durano nel tempoNELLE MIGLIORI EDICOLE A 5 EURO

l’idea per un regalodavvero [UNICO]

unico people-style @robyaudi unico peopleestyle