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Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB/CN - anno II - numero 04 - Giugno - Luglio - Agosto 2010 e 5,00 L’ESTATE FRANCESE DI CUNEO un’antica liaison che unisce il territorio PIERGIORGIO ODIFREDDI ritratto di un matematico impertinente DOVE NASCE IL PENDOLINO Savigliano è la culla dei treni del futuro Victor Salvi e le arpe | estate: chi parte e chi resta | Castello della Manta | Luciano Ligabue | ZOOart | golf | mirabilia

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il magazine della provincia di Cuneo giugno/luglio/agosto 2010

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e 5,00L’ESTATE FRANCESE DI CUNEOun’antica liaison che unisce il territorio

PIERGIORGIO ODIFREDDIritratto di un matematico impertinente

DOVE NASCE IL PENDOLINOSavigliano è la culla dei treni del futuro

Victor Salvi e le arpe | estate: chi parte e chi resta | Castello della Manta | Luciano Ligabue | ZOOart | golf | mirabilia

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“Mediocre”. Ricordo che quando a scuola veniva giudicato così un compito significava galleggiare fra il sufficiente e lo scarso, ben lontano dal più ambito “buono” o dall’irraggiungibile “ottimo”. Ricordo anche che qualche anno dopo, quando i giudizi furono sostituiti dai voti, il mio insegnante di disegno ci ripeteva: “Ragazzi, se volete meritarvi un sette studiate e impegnatevi da dieci. Se studierete da sette porterete a casa sempre e solo un cinque”. Morale: ho imparato che l’impegno in ciò che mi prefiggo deve essere sempre massimo per raggiungere un risultato che possa essere soddisfacente, e ancora maggiore se voglio davvero eccellere. Più tardi la vita vera mi ha però portato a riconsiderare il valore di quei giudizi e di quegli insegnamenti. Più osservo le persone attorno e più mi rendo conto che, purtroppo, oggi la mediocrità ha sostituito i veri valori. Mi rendo conto che i mediocri sono ora i primi della classe, quelli che, grazie alle conoscenze e al “sistema”, spesso e volentieri occupano posizioni di controllo e di comando. Questa è l’Italia di giovani senza talento che sognano di diventare “tronista”, mentre i talenti veri sono costretti a fuggire per trovare lavoro. L’Italia è piena di mediocri. Organizzati per cordate, sostenuti dalle raccomandazioni e dalle corporazioni, dal club dell’accesso esclusivo, o garantiti dal nome di famiglia. Meglio le conoscenze dei concorsi; meglio difendere gli interessi di una lobby che affrontare il rischio della concorrenza; meglio i segretari servili dei collaboratori svegli ed efficienti. Valori capovolti che tolgono sempre più spazio a chi talento e merito ne avrebbe, ma non ha le occasioni per dimostrarlo. Sicuramente credono in altri valori i protagonisti dei nostri servizi: personaggi che hanno lavorato molto per conquistarsi ciò che hanno, per raggiungere quell’eccellenza che oggi consente loro di essere veri riferimenti della categoria che rappresentano. Come Victor Salvi, liutaio di Piasco, che fabbrica arpe per i più grandi musicisti del mondo. Lo abbiamo incontrato e ne è emerso un ritratto inedito. O le testimonianze dei protagonisti del servizio sulla “green economy”, persone che non si accontentano di una vita mediocre e, a modo loro, mirano a raggiungere l’eccellenza nella propria attività, a costo di grandi sacrifici. Queste sono le storie che amiamo raccontare, quelle che, in silenzio, fanno crescere la nostra provincia, e ci rendono orgogliosi di essere cuneesi.

Roberto Audisiodirettore artistico

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EDITORIALE

Con grande soddisfazione, a partire da questo numero, UNICO sarà il magazine ufficiale dell’Aeroporto di Caselle, distribuito nelle sale VIP e nelle sale di imbarco dei passeggeri. Una nuova voce per la promozione della nostra Provincia. Insieme, per “volare” sempre più lontano...

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Rivista bimestrale della Provincia di CuneoAnno II • Numero 04 • Giugno - Luglio - Agosto 2010

Direttore responsabile:Alessio Botto • [email protected]

Direttore artistico:Roberto Audisio • [email protected]

Responsabile di redazione:Daniela Milardi• [email protected]

Concessionaria unica di pubblicità:BB Europa Edizioni • via degli artigiani, 17 - Cuneo

Responsabile marketing & pubblicità:Jolanda Bivona • [email protected]. +39.388.61.86.091

Stampa:TIPOLITOEUROPA • [email protected] • www.tipolitoeuropa.com

[UNICO] è una pubblicazione di BB Europa EdizioniVia degli Artigiani, 17 • 12100 Cuneo Reg. Trib. di Cuneo n. 617 del 1 Agosto 2009

Tutti i diritti riservati, è vietata la pubblicazione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore© BB Europa Edizioni.Nell’eventualità che testi e illustrazioni di terze persone siano riprodotti in questa pubblicazione, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non citati. L’editore porrà inoltre rimedio, a seguito di segnalazione, ad eventuali non volute omissioni e/o errori nei relativi riferimenti.

Garanzia di riservatezza per gli abbonati.L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: “BB Europa Edizioni” - Responsabile dati UNICO - Via degli Artigiani, 17 - 12100 Cuneo.Le informazioni custodite nell’archivio elettronico della “BB Europa Edizioni” saranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata e gli allegati, anche pubblicitari, di interesse pubblico (legge 675/96).

Puoi trovare [UNICO] nelle migliori Edicole della Provincia di Cuneo.

questo numero è stato chiuso in redazione il 1 giugno 2010

in copertina: foto di Daniele Molineris

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CONTRIBUTORS

con il patriocinio di:

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero

hanno scritto:

Roberto AudisioOsvaldo BellinoRiccardo CeliFederico ChiavazzaFiorenzo CravettoElena FerraroAntonio Valerio FerreroFlavio GhigoWalter LambertiGuido MartiniDaniela MilardiStefania MilardiPaolo MonnettiLuca MorosiAlessandro ParolaGian Luca PasqualeMichelangelo PellegrinoMichela SacchettoGianni ScarpaceGuido Testa

hanno fotografato:

Riccardo CeliGian Mario CeratoJarno IottiGiorgio MajnoGuido MartiniBeppe MigliettiDaniele MolinerisAlessio PizzicannellaGian Andrea PorroMarco SasiaFranco Truscellopress office Bradipo travel designpress office ATL Cuneopress office Coldirettipress office Salvi Harpspress office Terre dei Savoiapress office GFEpress office Golf Cherascopress office Torre dei Ronchi Golf Clubpress office Mirabiliapress office Alstompress office Turin Airport

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Carissimi lettori,

finalmente vi scrivo in una giornata calda, di sole dopo le infinite eduggiose dei mesi scorsi di cui, francamente, non ne potevamo più.All’improvviso è scoppiata l’estate.E allora? Allora tutto è diverso. Allora tutto è più bello.Ci sentiamo allegri, gioiosi, dinamici e vivaci, con tanti desideri dentro, piccoli e grandi, da esaudire sotto il solleone. Poco importa quali siano le nostre aspettative rispetto alla bella stagione, l’importante è stare bene, ritrovare qualche momento per noi, dedicarci delle giornate all’aria aper-ta, coltivare gli hobby preferiti, programmare i nostri viaggi e fuggire dalla città per qualche fine settimana.L’estate è anche sinonimo di leggerezza. Dentro e fuori.Lasciamoci quindi cullare dalle ore di riposo, dalla calura estiva, dalle pas-seggiate serali, dalla musica nelle piazze e dalla natura ritrovata.Anche “UNICO” va in vacanza ma, prima di congedarsi, esce con una veste estiva, per tenervi compagnia in questi mesi e ritrovarvi riposati e sereni nei primi giorni di settembre. Così, in questo numero, abbiamo cercato di dare ampio spazio a pezzi di colore e di costume, ad interviste inedite, a percorsi da copiare, a reportages di luoghi da scoprire e a bellezze artisti-che da ritrovare. Spero, che la nostra rivista vi aiuti a trascorrere qualche ora piacevole di lettura, quando rimarrete in città e le strade si svuote-ranno, insieme ai palazzi silenziosi e alle serrande dei negozi abbassate.Rimanere in città, comunque, può essere altrettanto bello e vacanziero, grazie alle molteplici iniziative che ci arrivano da Comuni, Provincia, ATL e Pro loco, con serate danzanti, momenti enogastronomici, visite guidate, musei da visitare e castelli da scoprire.Ognuno ha diritto alla propria vacanza.E voi, tenete ben stretta la vostra.

Alla prossima.

Daniela Milardiresponsabile di redazione

[email protected]

REDAZIONE

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TERRITORIO10 | l’estate francese di cuneo

RITRATTO15 | sulle corde dell’arpa30 | a suon di rock38 | il matematico impertinente 67 | guardando le stelle

SOCIETÀ E COSTUME20 | magnifica estate24 | chi parte e chi resta

LUOGHI26 | si respira la vita cortese58 | la culla del pendolino

EVENTI35 | ZOOart54 | sorprendente mirabilia64 | tra swing e cultura

ECONOMIA44 | una scelta coraggiosa70 | dove nasce il futuro

SPORT48 | quest’estate gioco a golf52 | il cielo è sempre più blu

AZIENDE42 | una pausa di puro relax

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SOMMARIO

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09 | PRIMO PIANO72 | ARTE74 | BONTÀ A TAVOLA76 | MONDO WEB 78 | DESIGN & LIVING80 | SHOPPING MON AMOUR84 | SETTE NOTE

86 | PILLOLE DI FISCALITÀ87 | ASSICURAZIONI88 | LEGGE89 | FINANZA 90 | AGENDA92 | ESSERCI

RUBRICHE

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PRIMO PIANOTORNANO A IMPERIA LE VELE D’EPOCAIl Raduno delle Vele d’Epoca, giunto alla 16ª edizione, si svolgerà dal 8 al 12 settembre, a Porto Maurizio. Organizzato dall’Assonautica provinciale di Imperia con il contributo della Camera di Commercio, di cui l’Assonautica è emanazione per il diportismo nautico, si avvale del sostegno e patrocinio di Comune di Imperia, Provincia di Imperia, Regione Liguria e Prefettura e del contributo della Fondazione Banca Carige. Partecipano a questo evento i più prestigiosi yacht d’epoca che solcano il Mediterraneo, Le Vele d’Epoca di Imperia fanno parte del circuito «Panerai Classic Yachts Challenge» e, naturalmente «Officine Panerai» sarà title sponsor del raduno, affiancato dai partner principali Olio Carli e Pasta Agnesi (Gruppo Colussi) partner storici che hanno affiancato l’Assonau-tica di Imperia fin dagli esordi della manifestazione.

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BANCA DI CHERASCO: UNA CRESCITA LEGATA AL TERRITORIOBanca di Cherasco chiude il 2009 con un bilan-cio positivo, una crescita dei volumi pari al 12% per una cifra che si attesta a 2.160 milioni di euro, ed una raccolta diretta che segna +8% per oltre 1.000 milioni di euro. “La BCC Cherasco ha raggiunto questi risultati - ha spiegato il direttore generale Bottero duran-te l’assemblea annuale - operando come sem-pre, senza arrestare la sua crescita, rispettando l’attaccamento alle piccole e medie imprese del territorio. La crisi finanziaria non ha coinvolto il nostro istituto perché “fare banca” significa operare secondo canoni tradizionali, restando sempre al servizio della nostra compagine sociale. In questo la giovane età dei collaboratori contri-buisce a rendere dinamica la realtà del nostro istituto. I soci possono contare su molte agevolazio-ni, non solo bancarie, per vederci sempre più come la “loro banca”. Sosteniamo molte associazioni sia con sponso-rizzazioni che con contributi di carattere bene-fico, riversando sul territorio parte degli utili realizzati. In questo modo siamo banca locale, mostrandoci vicini alle realtà dei paesi in cui siamo presenti”. IL PROSCIUTTO CRUDO DI CUNEO

Dopo il recente riconoscimento ufficiale con il marchio DOP dell’Unione Europea, è stato presentato al CIBUS di Parma - la più importan-te manifestazione nel settore food d’Italia - il Prosciutto Crudo di Cuneo. “Con APS Piemonte stiamo lavorando per re-cuperare una produzione con una tradizione ventennale, adeguandola alle esigenze del consumatore odierno, per svilupparla e po-tenziarla - afferma Chiara Astesana, Presidente del Consorzio di Tutela del prosciutto Crudo di Cuneo - La richiesta del Prosciutto Crudo di Cuneo è in crescita e ci auguriamo che sempre più imprenditori possano trasformare e stagio-

nare cosce di suini allevati in provincia anziché trasportarli fuori regione, in aree più blasona-te, valorizzando un prodotto del territorio che può creare nuovi posti di lavoro.”

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La piccola grande estate di Cuneo comincia quando l’inverno è appena finito. La prima-

vera sull’altipiano è un lampo di petali e uno sciame di pollini che durano lo spazio di qual-che settimana di sternuti, per i malcapitati che soffrono d’allergia. A Cuneo, diciamo la verità, si capisce che è arrivata l’estate allorché la neve finalmente sparisce dalle coste della Bisalta e intanto piombano in città i pullman dei francesi che vengono al mercato, alle sagre, e più avanti in massa alla Fiera della Provincia Granda che ad agosto chiude il cerchio dell’estate targata Cuneo.Arrivano, i françeson del Var, di Nizza, della favolosa Digne, con borsoni che riempiono di scarpe, capi d’abbigliamento, bottiglie di Pastis. I cuneesi non ci fanno più caso, abituati come sono alla puntuale invasione dei cugini d’Ol-

l’estate francesedi cuneoUN’ANTICA LIAISON FRA TERRE DI CONFINE:CUNEESE, COSTA AZZURRA E LIGURIA

DI FIORENZO CRAVETTO

tralpe che portano in città quel vago sentore di mare e di eau de cologne, di bouganville e di spezie. Prima della guerra, erano una rarità, e un giovane Giorgio Bocca immaginava le signo-re col cappello chic che scendevano dal treno di Nizza, il nostro Orient Express, come miste-riose lady reduci da notti vaporose e infuocate sotto le cupole del Negresco. Altri tempi, altra storia. Quella era l’epoca degli ultimi cartuné, epigoni delle carovane di car-rettieri e pellegrini che nei secoli hanno per-corso la valle Roya, l’antica via del sale che tanta parte ha avuto negli scambi commerciali e cul-turali tra il Piemonte e il Midi. A fine ‘700 par-tivano annualmente da Nizza dirette a Cuneo, e poi Torino, 48 mila spedizioni con bestie da soma che portavano in groppa 8500 tonnellate di merci e sale. Una statistica del 1780 racconta

Il mercato del martedì in Piazza Galimberti a Cuneo diventa, d’estate, la meta preferita di turisti francesi che arrivano organizzati, anche in pullman, dalla vicina Costa A zzurra e dal Var.

Nella pagina a fianco:l’hotel Negresco di Nizza, simbolo della città e di uno stile di vita che evoca fantasia e sogno.

La Promenade des Anglais, a Nizza, maggior centro della Costa A zzurra, con cui da sempre la provincia di Cuneo ha continui scambi commerciali attraverso i valichi alpini del Colle di Tenda e Colle della Maddalena.

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di un esercito di mille muli dislocati sulla tratta, di cui 250 in valle Roya, 600 a Limone, il resto tra Borgo San Dalmazzo, Boves e Entracque. Un traffico equivalente a 400 Tir di oggi, che fece di Nizza l’emporio privilegiato del Piemonte sabaudo. A dorso di mulo il viaggio da Nizza a Cuneo durava tre giorni, con sosta obbligata a Borgo San Dalmazzo, dove mangiare le luma-che col chiodo era il premio di ogni carrettiere. Oggi il traffico Italia-Francia è di 50 mila veicoli al giorno, di cui diecimila Tir. La metà transita alla frontiera di Ventimiglia, gli altri si disperdo-no tra la Maddalena, il Fréjus e il Monte Bianco. Il traforo di Tenda, rimasto più o meno tal qua-le come cento anni fa, non vede più l’incedere dei muli ma lo sfrecciare dei Suv cuneesi che scendono alle seconde case tra Menton e Port Grimaud. Fratelli separati: così si dice, e non a torto, dei popoli transfrontalieri mescolati da traffici, mi-grazioni, affari di cuore e di portafoglio. Dopo

lo strappo brutale della guerra, qualcuno ci aveva anche provato a ricucire un’identità con-divisa tra le genti di qua e di là delle montagne, inventandosi il sogno di Alpazur. “Noi tutti, abitanti delle Alpi Marittime, francesi, italiani, monegaschi, dobbiamo unirci, più di quanto non lo abbiamo fatto finora, con un vincolo di fratellanza spirituale, culturale ed economico”. Chi ancora ha ricordo di questo solenne appel-lo? Era contenuto nel “Manifesto di Limonetto” redatto nell’estate del ’67 da un gruppo di fe-deralisti ante litteram guidato da Enrico Berio e distribuito da ragazze in costume alla dogana del Colle di Tenda. Oggi che si riaccende il di-battito sulla voglia di autonomia della Provincia Granda, il pensiero corre a quella stagione di 40 anni fa in cui, ancora più in grande, si pensò e lavorò intensamente per creare una regione comune fra Cuneo, Riviera e Costa Azzurra. L’immaginifico Berio, nativo di Imperia, liceale a Cuneo e dopo la laurea a Torino rientrato nel

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Ponente come funzionario pubblico, aveva de-lineato il progetto con tutti i crismi. C’era il sim-bolo, il toro preistorico scolpito nelle rocce di Monte Bego, l’inno musicato da Reddy Bobbio e affidato alle ugole della corale “La Baita di Cuneo” e c’era soprattutto il nome, Alpazur, diventato termine di uso corrente. Dietro, si muovevano personaggi politici di spessore, tra i quali il senatore Raoul Zaccari a lungo sin-daco di Bordighera, il parlamentare cuneese Giovanni Giraudo, l’ancièn ministro francese François Bernard, la dinastia dei Médecin di Nizza. Il momento era favorevole per un incrocio di interessi. I nizzardi volevano migliori rapporti con l’Italia per sfuggire all’ingombrante vicina-to di Marsiglia, gli imperiesi avevano bisogno di fare sistema con la Granda per reggere la concorrenza della Côte d’Azur, i cuneesi pun-tavano alla rinascita della ferrovia per Nizza promuovendo studi e progetti anche in cam-po stradale, nel segno del mitico traforo del Ciriegia. Furono anni di vertici e convegni, fa-moso quello di Cascina Magnina a Cuneo dove il professor Sergio Arneodo introdusse il tema

delle lingue minoritarie. La macroregione delle Alpi Marittime, alla fine, è rimasta una splendi-da chimera, nonostante fosse arrivata a essere considerata dal Parlamento europeo. Troppo forti gli interessi nazionali, la storia aveva preso un altro corso. Resta la fregola, in casa nostra, di sentirci più vicini a Nizza che a Torino, an-corchè i collegamenti siano sempre più precari, con il raddoppio del Tenda che appena ora va all’appalto e il Ciriegia si è trasformato nell’uto-pia del Mercantour, il futuribile tunnel che pur dovrà un domani aprire un nuovo varco verso il Nizzardo e la Provenza. Intanto nasconden-dosi dietro ineludibili “problemi tecnici”, ac-campando pretese “esigenze di sicurezza”, le Ferrovie francesi e italiane hanno sferrato un duro colpo alla Cuneo-Nizza. Dal 13 dicembre scorso i viaggiatori devono cambiare a Breil. Altroché elettrificazione della linea. Qui siamo all’addio sogni di gloria per il riconosciuto sim-bolo dell’amicizia italo-francese. Nato nel 1928 dopo infinite peripezie, massacrato dalla fero-cia stupida della guerra e rinato fra mille patemi trent’anni fa nello sventolio di bandiere, il tre-no delle meraviglie sembra scontare il destino di un’impossibile normalità.I nizzardi sono più arrabbiati dei cuneesi. Quando hanno letto sul giornale di casa il titolo “Nice-Cuneo direct, c’est fini”, hanno fatto la voce grossa. Nice-Matin ha lanciato un sondag-gio che ha avuto un esito sorprendente: per il 97% dei votanti la ferrovia che porta a Cuneo va assolutamente preservata. Tra i lontani discendenti dei cuneesi che si im-piantarono sulla Costa Azzurra c’è lo storico Max Gallo, origini cebane. In apertura del libro “Storia di una ferrovia” edito dalla Crc dopo l’ultima inaugurazione, scrisse: “È bene che il treno ristabilisca tra il Piemonte e Nizza un legame che ricordi il secolo delle grandi migra-zioni di lavoratori. Risalendo quelle valli strette e rocciose i viaggiatori di oggi penseranno for-se ai loro bisnonni, poiché tra le due province lo scambio è stato intenso…” Ai tavoli del Café

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Il piccolo paese di Pontebernardo in Valle Stura.

Una sala dell’Ecomuseo di Pontebernardo, molto frequentato da visitatori francesi.

Qui sono ricostruiti i rapporti storici tra valli occitane e Provenza, in cui ritrovare

le proprie radici.

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de Turin, nei dehors di Cours Saleya il partito della “Nice-Coni” battezza ogni giorno nuovi adepti. Ci pensano gli associati del “Comité” a tenere viva la battaglia. Hanno eletto a porta-voce Veronica Vecchioni, avvocato e consigliere comunale delegata ai rapporti con l’Italia, che sta premendo sul sindaco di Nizza Estrosi per evitare una disfatta. Il bello è che molti dei niz-

In occasione della 8a Giornata dell’Economia di inizio maggio, la Camera di Commercio

di Cuneo ha presentato il “Rapporto Cuneo 2010”, predisposto in collaborazione con la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Torino – sede di Cuneo – e del CRESAM. Dal documento, che analizza ed esamina gli elementi economici risultanti dai dati dell’an-no precedente segnato dal duro periodo di crisi generale, emerge un messaggio di spe-ranza confermato dalla reattività del Cuneese, e dai timidi segni di ripresa dell’ultimo perio-do. Grazie alla diversificazione, alla presenza di molte realtà consolidate, alla qualità delle produzioni, all’abilità e all’impegno di tutti gli operatori, i fenomeni negativi marcati a li-vello nazionale, qui paiono meno minacciosi. Nessuno nasconde che il panorama sia ancora complesso, tantomeno che la crisi sia sconfitta, ma un velato ottimismo incoraggia l’economia.“La vocazione della Camera di Commercio è favorire, incoraggiare e realizzare politiche di sostegno allo sviluppo economico, diffon-dendo la cultura dell’internazionalizzazione e offrendo servizi utili per ampliare la competi-tività delle filiere produttive locali, in un’ottica di attrazione di nuovi investimenti e di tutela delle eccellenze cuneesi nel mondo” - dichia-ra Ferruccio Dardanello, Presidente della Camera di commercio di Cuneo - “C’è stato un calo nel flusso verso gli altri Paesi europei ed extra europei, ma si è riusciti, a contenerlo in un 14,6%, vale a dire a livelli ben più bassi di

quelli regionali, approdati al 21,8%, e nazionali, calcolati nel 21,4%. La Francia continua ad es-sere il primo mercato di sbocco per la nostra provincia, assorbendo merce per un valore che supera gli 11 miliardi di euro, pari al 21,5 per cento dell’export complessivo.”“Lo studio, impostato sui dati del 2009, disegna un quadro meno pessimistico del previsto, con alternanza di indicazioni positive e negative, di preoccupanti conferme e di prospettive anco-ra ricche di speranza”. Anche nelle parole di Fernanda Fulcheri, Presidente provinciale CNA Cuneo si legge una cauta fiducia. “L’artigianato, pur in lieve calo, si conferma una voce signi-ficativa dell’economia cuneese: sono 20.193 imprese che rappresentano il 27% del tessuto imprenditoriale. Ed è interessante rilevare l’im-portante presenza delle donne – continua la Presidente della CNA Cuneo – con 17.172 im-prese femminili registrate in forma di società di persone e ditte individuali.”“In questi ultimi anni gli orizzonti della CNA Cuneo si sono allargati sempre più” - afferma il Direttore CNA Cuneo, Patrizia Dalmasso - “Il ruolo rivestito dalle imprese artigiane del nostro territorio si sta ampliando sistematica-mente sui mercati esteri con tempi e metodi inaspettati. Dopo le esperienze positive ormai consolidate in Francia, specie in Costa Azzurra, i nostri artigiani si stanno affermando in merca-ti molto più lontani come gli Emirati Arabi, la Russia, ed i Paesi dell’Est, dove l’Italia suscita interesse, ed il Piemonte è riconosciuto come

zardi impegnati a sostenere le buone ragioni della linea per Cuneo, su quel treno non sono mai saliti. Ma a loro basta sapere che c’è, e deve continuare ad esserci. Loro, i nizzardi, gli agricoltori del Var, i montagnard di Digne con-tinuano a venire a Cuneo in pullman, il martedì, compiendo un rito estivo che ha il sapore di un pellegrinaggio famigliare. “C’è una rete di

rapporti tra valli occitane e Provenza che non si è mai spezzata - spiega Stefano Martini, ad-detto culturale della Comunità montana Valle Stura - e lo dimostrano i tanti visitatori francesi dell’Ecomuseo di Pontebernardo. Molti hanno cognomi nostrani, sono agricoltori e commercianti affermati: vengono per ritrova-re le radici”.

SVILUPPO INTERNAZIONALE PER IL TERRITORIO DI ROBERTO AUDISIO

capitale del gusto e dell’arte. Anche questo dimostra la vocazione delle imprese cuneesi a resistere ai momenti difficili con impegno e forza.”“Sin qui i dati” - prosegue Ferruccio Dardanello - “Alle spalle dell’elaborazione statistica, ci sono anni di lavoro, di attenzione per chi sta al di là delle Alpi, sul mare o nell’arrière pays, di lega-mi mantenuti, riscoperti, implementati e creati ex novo in nome di problematiche comuni, di una storia condivisa, di tante occasioni di con-tatto e di una complementarietà che, da decen-ni, alimentano il sogno della grande terra delle Alpi del Mare. Si delinea così, una regione straordinaria, nel cuore dell’Europa meridionale, tra monti e spiagge, tra brezze mediterranee e cime inne-vate. L’area, da sempre in lotta contro l’emar-

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Dai monti al mare, il locale si propone come versione estiva del Delle Antiche Contrade di Cuneo, ed è affacciato sulla più esclusiva ed elegante spiaggia della costa ligure, quella di Portofino.Il ristorante si trova all’interno della villa ottocentesca che ospita l’Eight Hotel Paraggi, splendidamente recuperata da Solido Holding, ed in particolare dall’Interior Designer Brunella Pignatiello, che ha curato anche l’immagine del ristorante. Spiaggia privata a disposizione dei clienti.

Un ambiente raffinatoIl ristorante è caratterizzato da un’elevata unicità ed esclusività date dai materiali utilizzati, quali la pietra basaltica e il legno naturale, tutto declinato in nuances delicate e di grande raffinatezza, che riprendono le sfumature della sabbia e del mare.

Una veranda sulla baia di Paraggi40 coperti di cui 12 con possibilità di mangiare pied dans l’eau.Una splendida terrazza affacciata sul mar ligure, per un ristorante gourmet che si rivolgerà alla prestigiosa clientela della Riviera Ligure di Levante.

Una cucina autenticaL’Eight Restaurant rimarrà aperto stagionalmente nel periodo da Aprile ad Ottobre e sarà possibile pranzare e cenare 7 giorni su 7.Proporrà piatti della cucina del territorio lasciando spazio all’estro di Luigi Taglienti, Chef Stellato Michelin, che interpreterà le ricette tradizionali.

Da Cuneoa Portofino...

lo Chef si sdoppia!

RESTAURANTe COCKTAIL BAR

SPIAGGIA PRIVATA E HOTELLungomare di Paraggi • Portofino

Telefono 0185.267071 • 335.5321186 APERTO TUTTI I GIORNI

ginazione, si sente ora proiettata nel cuore dell’Europa e mette avanti i suoi assi nella manica, con 17 milioni di abitanti, un milione e mezzo di imprese ed un prodotto interno lor-do che supera i 500 miliardi di euro. Il progetto che dal 1994 sta promuovendo Eurocin GEIE, il primo gruppo europeo di interesse economico tra Camere di commer-cio transfrontaliere, si sta concretizzando: dopo la firma della dichiarazione di intenti dell’ottobre 2007 per rafforzare la collabora-zione reciproca, 34 Camere di Commercio di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Rhône Alpes e Paca hanno inaugurato nel 2009, a Bruxelles, la loro sede comune, preludio della costituzione dell’Euroregione Alpi Mediterraneo e della na-scita dell’omonimo GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale). L’ultimo esempio di questa collaborazione tra

territori confinanti è il progetto “Ti porto al porto delle Alpi del Mare” che ha invitato 100 ragazzi savonesi e 200 coetanei della Granda a incontrarsi per scoprire le funzioni dell’area portuale, assegnando ai primi il ruolo di “gui-de” ed ai secondi quello di ospiti, in un con-testo affascinante, uno sbocco verso il mare su navi mercantili o da crociera con le attività turistiche collaterali.”A livello locale l’attenzione per i grandi eventi della Camera di Commercio continua a puntare sulla Grande Fiera d’Estate, vetrina commercia-le che guarda al sud Piemonte e alla Francia con la puntuale presenza istituzionale degli enti cu-neesi, impegnati ad assicurare supporto a una espressione di imprenditorialità che, nonostan-te la crisi, porta avanti il suo cammino alla ri-cerca di visibilità ed apprezzamento ben oltre i confini provinciali. Quella di quest’anno sarà la

35a edizione e per la sua valenza sovra-regiona-le, ha ottenuto il riconoscimento “nazionale”. “La vicinanza con la Francia – sottolinea Giuseppe Barolo della Al.Fiere Eventi, organiz-zatore e patron dell’evento – rappresenta per il Cuneese un’ulteriore opportunità, ben chiara fin dalle sue primissime edizioni. Negli ultimi anni, in particolare, si è cercato di stabilire un raccordo sempre più intenso con il tessuto aziendale e commerciale di questo specifico territorio. Per questa ragione, nello stesso mo-mento in cui la Grande Fiera d’Estate è ufficial-mente divenuta “Fiera Nazionale”, riteniamo che una delle prossime sfide per questa mani-festazione fieristica sarà rappresentata proprio dal dare organicità al rapporto con l’Oltralpe, facendo della dimensione internazionale uno degli obiettivi chiave dell’ulteriore sviluppo della Fiera stessa».

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Quel giorno che scattarono la mitica foto di Marilyn Monroe con la gonna solleva-

ta da un improvviso soffio d’aria sotterraneo, lui era lì sul set. Aveva accompagnato un’amica che per tutto il giorno provò e riprovò la scena con il fotografo. Poi quando tutto fu a posto ar-rivò Marilyn. Pochi minuti di posa e l’icona di “Quando la moglie è in vacanza” fu consegnata alla storia.Seduto nel salotto del Castello Rosso di Costigliole Saluzzo, dove pochi giorni prima è stato festeggiato il suo novantesimo comple-anno, Victor Salvi racconta l’episodio a mezze parole, quasi a voler minimizzare un ricordo, uno dei tanti, della sua vita, questa si, da film.Lui che è stato l’arpista della Philharmonic Orchestra di New York e della Nbc Orchestra diretta da Arturo Toscanini non ha bisogno di

sulle corde dell’arpaVICTOR SALVI, UNA VITA DA FILM PER IL COSTRUTTORE DI ARPEPIÙ CONOSCIUTO AL MONDO

DI OSVALDO BELLINOPHOTO: PRESS OFFICE SALVI HARPS

luce riflessa. È il più prestigioso costruttore di arpe di tutto il mondo. La sua azienda di Piasco, un centinaio di dipendenti di alta professio-nalità artigiana, ha filiali commerciali in tutti e cinque i continenti. E le sue arpe, pezzi unici d’ingegneria al servizio della musica, sono il vanto dei più grandi teatri del pianeta.Basterebbe fermarsi qui, se la sua vita non fosse un avvincente intreccio di passione e impren-ditorialità, capace di dare un volto allo slogan più vero (e abusato) del momento: yes, we can.Victor è il più americano dei Salvi. È nato a Chicago il 5 marzo 1920, ha fatto parte per quattro anni dell’Orchestra della marina milita-re statunitense. E a New York è legato il ricor-do della svolta della sua vita, la costruzione di Diana, l’arpa che nel 1954 gli aprì le porte del successo.

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Victor Salvi, 90 anni appena compiuti, fra le sue arpe. Lui, senza sentireil peso del tempo, si sente un ragazzo e ci confida: “Credo di avere non più di 38 anni”.

Dai monti al mare, il locale si propone come versione estiva del Delle Antiche Contrade di Cuneo, ed è affacciato sulla più esclusiva ed elegante spiaggia della costa ligure, quella di Portofino.Il ristorante si trova all’interno della villa ottocentesca che ospita l’Eight Hotel Paraggi, splendidamente recuperata da Solido Holding, ed in particolare dall’Interior Designer Brunella Pignatiello, che ha curato anche l’immagine del ristorante. Spiaggia privata a disposizione dei clienti.

Un ambiente raffinatoIl ristorante è caratterizzato da un’elevata unicità ed esclusività date dai materiali utilizzati, quali la pietra basaltica e il legno naturale, tutto declinato in nuances delicate e di grande raffinatezza, che riprendono le sfumature della sabbia e del mare.

Una veranda sulla baia di Paraggi40 coperti di cui 12 con possibilità di mangiare pied dans l’eau.Una splendida terrazza affacciata sul mar ligure, per un ristorante gourmet che si rivolgerà alla prestigiosa clientela della Riviera Ligure di Levante.

Una cucina autenticaL’Eight Restaurant rimarrà aperto stagionalmente nel periodo da Aprile ad Ottobre e sarà possibile pranzare e cenare 7 giorni su 7.Proporrà piatti della cucina del territorio lasciando spazio all’estro di Luigi Taglienti, Chef Stellato Michelin, che interpreterà le ricette tradizionali.

Da Cuneoa Portofino...

lo Chef si sdoppia!

RESTAURANTe COCKTAIL BAR

SPIAGGIA PRIVATA E HOTELLungomare di Paraggi • Portofino

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Ma la sua storia ha radici italiane. Una que-stione di cromosomi. Fu suo padre, un liutaio veneziano, esperto riparatore di pianoforti e strumenti musicali, il primo difensore e col-tivatore del talento di famiglia. Si trasferì a Viggiano, povero paese della Lucania, crocevia di musicisti e costruttori di arpe, per unire il lavoro alla necessità della prima moglie, da cui aveva avuto il figlio Alberto, gravemente malata e bisognosa di cambiare aria. Un trasloco che non valse, purtroppo, a salvarle la vita. Così che papà Salvi qualche anno più tardi si risposò con una donna del posto dalla quale ebbe altri tre figli: Giovanni, Livia e Aida. Poi la decisione del grande balzo negli Stati Uniti, per sottrar-re Alberto, che diventerà quello che Nicanor Zabaleta definì “il più grande arpista di tutti i tempi”, al fronte della prima guerra mondiale. Partirono in un primo tempo solo loro due, pa-dre e figlio, destinazione Chicago. E un paio di anni più tardi furono raggiunti dal resto della famiglia, scampata in circostanze fortuite all’af-fondamento della nave che avrebbe dovuto condurli nel Nuovo Continente, ma sulla qua-le, all’ultimo momento, mamma Salvi e bimbi non salirono per un improvviso malessere del piccolo Giovanni causato da una brutta indige-stione.Con il successivo ricongiungimento della fami-glia a Chicago, venne alla luce Victor. Anche per lui si profilò ben presto la carriera di musicista, sulle orme non solo di Alberto, ma anche della sorella Aida, che diventò compositrice e arpista dell’Opera di Chicago.Nel secondo dopoguerra, Toscanini lo volle nel-la sua orchestra, dopo averlo sentito in tournée a New York. Un approdo alla grande musica che Victor rischiò di mancare perché la mattina del-la prima prova rimase addormentato. Si presen-tò in sala trafelato, ma il maestro, che era quasi cieco, fortunatamente non si accorse di nulla e fu contento della sua esecuzione.“In quegli anni – racconta Salvi – conobbi tanti grandi artisti e personaggi famosi, ma nessuno

È stato arpista della Philarmonic Orchestra di New York, della

NBC Orchestra diretta da Toscanini, ed è tutt’ora il costruttore delle arpe

più prestigiose del mondo.

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mi insegnò a costruire le arpe”.La differenza poteva farla solo il patrimonio di conoscenze ereditato dal padre, unito a quello della sua esperienza di musicista, un mix di sa-peri che si rivelò vincente.Fu così che due anni dopo la creazione di Diana, nel 1956 decise di trasferirsi in Italia, a Genova. Lo convinse un amico musicista, al termine di un lungo tour nei principali Paesi europei. L’Italia era il Paese che preferiva e, a Genova, aprì bottega con una decina di operai nella splendida cornice della cinquecentesca Villa Maria. Nacquero allora le prime arpe e i primi due figli, Marco e Nicoletta, ai quali si aggiungerà Victor, avuto dalla seconda moglie.Dai genovesi, però, Salvi faticò a ottenere credi-to e maestranze adeguate alla crescita dell’im-presa, così si trasferì prima nell’Alessandrino e poi a Saluzzo, dove l’antica tradizione dei “mi-nusieri”, soprattutto scultori, intagliatori e as-semblatori del legno, si sposò armoniosamente con le esigenze dell’azienda.Conobbe Amleto Bertoni, il padre nobile dell’artigianato del legno saluzzese, che lo gui-dò nelle scelte degli operatori. Al fianco di Salvi c’era già l’uomo che con lui fece grande l’im-presa, Carlo Parodi. Il personaggio che incarnò e seppe trasferire ai dipendenti il vero spirito dell’azienda, fino al giorno della sua morte, mentre scaricava un camion di strumenti a Roma, nel 1989.Dal finire degli anni Settanta, la sede dello stabilimento produttivo della Salvi Harps è a Piasco, nell’area della ex tessitura Wild, dove si risponde alle esigenze di ogni arpista, dal prin-cipiante al professionista più affermato.Nello stesso luogo si trova anche il “Museo dell’arpa Victor Salvi”, unico al mondo nel suo genere, con spazio espositivo riservato alle mi-gliori collezioni strumentistiche, auditorium e archivio storico.Ancora oggi Victor Salvi si occupa dei disegni dei nuovi modelli. Gira gli auditorium del glo-bo per captare le osservazioni dei musicisti

Nella pagina precedente:la vita di Victor Salvi, intreccio di passione e imprenditorialità, sempre in viaggio per il mondo.

Nel 1956 si trasferisce in Italia, a Genova, dove apre la prima bottega nella splendida cornice della cinquecentesca Villa Maria.

Sopra:Victor Salvi riceve una delle tante onoreficienze direttamente dalle mani del Principe Carlo d’Inghilterra.

Negli anni ‘40 si afferma negli USA come eccellente musicista, tanto che il grande Arturo Toscanini lo volle nella sua orchestra, dopo averlo sentito suonare a New York.

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NELLO SCRIGNO DELLA FABBRICA IL MUSEO DELL’ARPA NEL MONDO

Nella “casa madre” della Salvi Harps di Piasco si trova anche il primo e unico museo al mondo interamente dedicato all’arpa, con spazio espositivo, auditorium e archivio storico. Uno scrigno di moderna architettura collocato al di sopra della manifattura delle arpe, con una grande vetrata che

permette ai visitatori di osservare in presa diretta come nascono gli strumenti di oggi, confrontandoli con i pezzi storici del museo.Inaugurato per ferma volontà di Victor Salvi il 3 dicembre 2005, il museo è aperto al pubblico da febbraio a dicembre, tutti i giorni, tranne il sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17. Da giugno a fine agosto, alla domenica è visitabile solo su prenotazione (telefono 0175.270510) per gruppi non inferiori alle 20 persone. L’ingresso costa 5 euro, ridotti 2,5 euro, gratuiti bambini sotto i 5 anni e arpisti.Fino a tutto il 2010 il museo ospita la mostra “L’arpa dal Congo a Chicago”, con 50 esemplari provenienti da Asia, Africa, America ed Europa, a cura di Anna Pasetti, con la progettazione espositiva dell’architetto francese Didier Blin. Nella prima sezione sono esposte 10 arpe africane. Tra queste, 5 sono effettivamente strumenti musicali e 5 sono invece delle vere e proprie scul-ture, nelle quali l’oggetto musicale diventa il supporto di un prodotto artistico. La sezione dedicata alle arpe asiatiche ospita 2 arpe birmane, una piccola arpa della regione del Triangolo d’oro e una rarissima arpa delle Filippine. Segue una selezione di 13 arpe popolari europee e nordamericane, alcune provenienti dalla tradizione folk, le altre appartenenti a un ambito di musica “colta” che intende imi-tare quella popolare, come spesso accadeva in epoca romantica. La seconda parte dell’esposizione è dedicata all’arpa nella tradizione musicale “colta”: 10 arpe a pe-dali a movimento semplice, risalenti alla seconda metà del Settecento e ai primi anni dell’Ottocento, seguite da 8 arpe a pedali a doppio movimento che coprono tutto il XIX secolo fino agli inizi del Novecento. Come curiosità, una “chicca” arti-gianale: un paravento a forma di arpa costruito dagli artigiani della Lyon & Healy di Chicago in occasione dell’esposizione mondiale del 1893. Realizzato in legno scolpito a bassorilievo con scene della scoperta dell’America, è sovrastato da due busti di Cristoforo Colombo e della regina Isabella. L’interno è in seta dipinta con motivi orientaleggianti.

Ma il pessimismo non è argomento per Salvi: “Oggi i tempi sono maturi per cambiare stra-da. La musica, come tutta l’arte, è evoluzione, non ci sarebbe stato Beethoven, senza Mozart. Bisogna guardare avanti con fiducia”.Impossibile dire chi salverà la musica. Se fosse ancora vivo, potrebbe provarci il grande diret-tore d’orchestra Dimitri Metropolis: “Era un genio, il migliore che ho conosciuto. Davvero un peccato che non abbia avuto il tempo di creare più musica”. Per Victor Salvi è l’ora di cena. Domani lo aspetta la Francia e poi l’Oriente. La musica continua e l’arpa è uno strumento giovane, come lui.

professionisti dell’arpa. Organizza concerti. Promuove concorsi di composizione. Ed è riu-scito nell’operazione più ambiziosa: fondere il suo nome con lo strumento.Si sente un ragazzo: “Credo di avere non più di 38 anni”, dice cercando l’ultimo pistacchio nel contenitore di vetro dell’aperitivo.E parla di musica, anche qui calibrando le paro-le: “Negli ultimi cinquant’anni c’è stata una ri-voluzione, che però non ha portato da nessuna parte. Abbiamo attraversato il deserto non tro-vando nulla. Nuovi talenti non sono più emersi e il successo di un compositore dura il tempo di un’opera”.

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Abbasso i maglioni di lana, i cappotti, le pellicce e i giacconi che ci hanno ripara-

to per troppi mesi, infagottandoci come pac-chi e sacrificandoci come spiedini alla brace. Benvenute le magliette, le camicette, i jeans, i pinocchietti i sandali e i sabot che liberano i nostri corpi da strati di imbottiture e ci permet-tono di sentirci liberi come l’aria e volteggiare come farfalle nelle sere d’agosto.E poi c’è il sole. Quel magnifico alleato che ci trasmette calore, buon umore e allegria e ci fa affrontare le giornate cariche di energia, sorridenti e disponibili, a dispetto delle scor-se uggiose, dove non sopportavamo niente e nessuno ed eravamo sempre di cattivo umore e tappati in casa.Adesso si esce di giorno, di sera, si programma-no le vacanze al mare o in montagna, i week-

magnificaestateCOME AFFRONTARE IL PERIODO PIÙ ATTESO DELL’ANNO SENZA FARCI COGLIERE IMPREPARATI, RITEMPRANDO CORPO, MENTE E FISICO

DI DANIELA MILARDI

end diventano il nostro toccasana e anche solo una passeggiata nel verde, ci ritempra lo spirito.Comincia così la caccia al bikini di moda, al ca-ban di lino, alle espadrillas colorate, alle creme che sciolgono, agli oli che snelliscono e ai tagli di capelli che tengono. Tutto bene ciò che fi-nisce bene. A parte qualche controindicazione.Esempio? Lo stress del costume, i cuscinetti sui fianchi, la pancetta rilassata, le cosce troppo tornite e il sedere a cassapanca.Conseguenza di un inverno troppo pigro, tra-scorso sul divano di casa a rimpinzarci di dolci, dolcetti e dolcettini accumulando, inevitabil-mente, chili su chili. E adesso, guardandoci allo specchio cosa pretendiamo? Di svenire di fronte a tanta bellezza? Al massimo possiamo svenire per un calo di zuccheri causato dalla dieta “fai da te” che esclude tutto, fuorché la

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lattuga; oppure da ore massacranti di palestra o da creme e cremine con effetti miracolosi e con un viso paonazzo e pieno di macchie per un overdose di sole.E allora? E allora corriamo ai ripari per la nostra “remise en forme” ma affidandoci stavolta ad esperti del settore, come il Dott. Fausto Perletto, spe-cializzato in Medicina Estetica presso la Scuola Internazionale dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma, fondata dal famoso Prof. Bartoletti, che, a proposito ci spiega: “Partendo dall’idea che del sole come dell’acqua non possiamo farne a meno, consiglio sempre di esporsi nel-le ore meno calde della giornata, di usare un protettivo alto, a fattore 50 sia per il viso che per il corpo, di adottare una dieta ricca di frut-ta, verdura e tanta acqua, assumendo poi del selenio e del betacarotene che servono come ricostituenti per la nostra pelle. Certo, sarebbe meglio affacciarsi al sole con una pelle già idra-tata in profondità”. Siamo d’accordo, ma cosa dobbiamo fare? “Un rimedio efficace – preci-sa – è la Biorivitalizzazione dell’epidermide. Consiste in punturine sottocutanee a base di acido jaluronico, amminoacidi e vitamine che servono a ristrutturare, idratare e tonificare la pelle. Per ringiovanire invece la nostra pelle, consiglio il Termage, un trattamento semplice che agisce sul collagene del viso e del nostro corpo. Con una sola seduta, nel giro di sei mesi, si ottengono ottimi risultati con un viso ridise-gnato ed un corpo modellato”. A proposito di corpo modellato, come facciamo a combattere

quegli odiosi cuscinetti di grasso accumulato? “Sicuramente con la Mesoterapia, tramite delle micropunture di farmaci che vanno a rompere la cellula grassa che viene poi, naturalmente, espulsa nelle urine. Esistono anche altri metodi efficaci: l’LPG e la Cavitazione, cioè onde d’urto che agiscono in profondità”. Un altro proble-ma: come fare ad eliminare quelle fastidiose rughe d’espressione dal nostro viso? “Come molti miei colleghi – ci spiega gentilmente – consiglio il botulino che considero un ottimo riempitivo delle zone svuotate ma, ci tengo a precisare, che deve essere fatto in modo scru-poloso ed attento. Io, ad esempio, prima di ogni trattamento studio bene l’anamnesi del paziente che ho di fronte prima di effettuare qualsiasi intervento. Vorrei, in conclusione, ag-giungere un altro suggerimento per la nostra pelle: il trattamento con l’ossigeno iperbarico dove sono sufficienti cinque sedute per otte-nere una pelle idratata e distesa grazie ad un apparecchio che spara dell’ossigeno sul viso della paziente. È indolore e non ci sono con-troindicazioni”.Quasi quasi ci faccio un pensierino – fantasti-co – mentre il mio sguardo si posa su barat-toli e barattolini, scatole e scatolette, flaconi di creme rimodellanti, anticellulite e dimagranti, insieme ad oli solari, creme abbronzanti, dopo sole e pillole miracolose per dimagrire che mi attirano dalle vetrine delle farmacie. C’è dav-vero da farsi venire il mal di testa in mezzo a scaffali traboccanti e ad offerte esclusivamente estive. Meno male che la Dott.ssa Maria Luisa

Sole e acqua: due elementi di cuinon possiamo fare a meno.

Per abbronzarsi bene attenzione ai tempi di esposizione ed al fattore

di protezione dei solari.

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Della Valle, farmacista, ci propone un’alterna-tiva intelligente a tanta scelta: “Si chiama Slim Test – ci spiega – ed è un test da fare sul ca-pello e da analizzare poi in laboratorio per sco-prire quali sono gli alimenti che il nostro fisico è incapace di gestire, al fine di ottenere una corretta funzionalità metabolica. Non bisogna confonderlo con l’esame dell’intolleranza che è assolutamente un’altra cosa. Lo Slim test, serve proprio per trovare la nostra dieta personaliz-zata, al fine di accellerare il nostro processo metabolico ed ottenere, di conseguenza, un dimagrimento efficace e graduale”. Ma allora, creme e cremine non servono a niente?“Servono nella giusta misura – conferma – aiu-tano a snellire, rassodare e rimodellare se ac-compagnate da uno stile di vita corretto e da un po’ di movimento”.A proposito di movimento, mai come in questo

Famose per la particolarità delle sorgenti appartenenti al gruppo delle sulfuree solfato-cloruro sodiche ipertermali sono caratterizzate da un pH net-tamente alcalino (9,4) e sgorgano al centro del Parco Naturale Alpi Marittime. Il patrimonio idrominerale, viene impiegato per grotte naturali, cure inalatorie, bagni terapeutici e insufflazioni endotimpaniche. Le acque termali delle Terme di Valdieri consentono il proliferare di alghe solforate, dalle caratteristiche uniche, vere rarità e pregio assoluto dello stabilimento termale. Le alghe termali sono impiegate sotto forma di impacchi per trattamenti dermatologici, estetici e di alcune patologie artroreumatiche. Con gli estratti delle alghe solforate e le acque termali di Valdieri nasce la linea completa di prodotti dermocosmetici “Algaval: gocce di natura per la pelle”, dei Laboratori Termes® - Terme di Valdieri.Per l’estate, vi suggeriamo:Linea solare. Disponibile nelle versioni Media, Alta e Ultra Protezione è formu-lata per prevenire il fotoinvecchiamento cutaneo e proteggere dalle radiazioni eritematogene dei raggi UV-B e UV-A. L’azione è completata da estratti vegetali di Calendula e Mirto. La pelle acquisisce un’abbronzatura uniforme e duratura, mantenendosi morbida, elastica ed idratata.Spray solare senza filtro U.V. Lozione analcolica adatta a pelli scure o già ab-bronzate. Contiene acido ialuronico, dall’attività intensamente idratante, dona una sensazione di benessere grazie all’attività lenitiva del derivato di Liquirizia ed il distillato di Mirto e intensifica l’abbronzatura con il complesso vegetale Unipertan Veg®.Per informazioni e acquisti on line: www.termedivaldieri.it - [email protected] Le Terme Reali di Valdieri, da giugno a settembre sono a vostra disposizione per un soggiorno all’insegna del benessere.

dalle alghe solforate di Valdieri i prodotti per l’estate

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periodo, le palestre traboccano di instancabili sportivi che, in ritardo nella remise en forme, ricorrono a ore e ore di esercizi estenuanti, mettendo anche il fisico a dura prova. “È vero – conferma il Dott. Marco Bertaina, chinesiologo e preparatore atletico – esiste una frangia di autodidatti che decide di affrontare il dimagrimento per conto proprio, impegnan-dosi in attività sportive non strutturate e spro-porzionate per la loro attuale condizione fisica; altri adottano regimi alimentari serrati e lontani da ogni logica dietologica convinti che, ad una grande sofferenza, corrispondano grandi be-nefici. Il risultato in genere è un crollo fisico e talvolta anche psichico, senza considerare i rischi che simili stress comportano. La filosofia dell’allenamento si basa su principi opposti”.Quali ad esempio? “Bisogna impostare un programma di allena-

mento rispettando le caratteristiche fisiche di ogni individuo, con allenamenti differenti e specifici per ognuno. La cosa più saggia è sicu-ramente quella di affidarsi ad un professionista del settore il quale, dopo aver valutato la no-stra composizione corporea e il nostro grado di efficienza muscolare e cardiaca, elaborerà un programma di ricondizionamento efficace e sicuro”. Ma per quanto riguarda la nostra dieta? A proposito non ha esitazioni: “Bisogna adot-tare una sana alimentazione tutto l’anno. Solo con un rinnovato stile di vita potremo preve-nire molti disagi, combattere certe patologie e migliorare il nostro aspetto estetico”. E allora, cosa aspettiamo? Mettiamo in pratica i consigli preziosi che abbiamo ricevuto dai nostri esper-ti ed affrontiamo questa magnifica estate belli, in forma ed allegri, come la stagione ci vuole. Buone Vacanze a Tutti!

C’è un appuntamento cui non si dovrebbe assolutamente rinunciare per regalarsi un viaggio di rinascita. Quello che in culture antiche era ritenuto un rito sacro, la cura per il benessere del corpo. A Le Village Spa di Limone Piemonte potrete godere di un total relax indimenticabile.Che sia per una giornata intera o solo per qualche ora. Che siate donne o uomini. Per scrollarsi il grigiore della stagione appena passata, per preparare il proprio fisico ad un soggiorno al mare o semplicemente per coccolarsi e dedicarsi del puro benessere. Il solo entrare in “Le Village SPA” è già preludio di momenti intensi ed emozionanti. Atmosfera rilassata, ambienti raffinati ed accoglienti, dolci note di sottofondo, piacevoli profumi, ed il garbo e la professionalità delle operatrici che vi accompagneranno con discrezione e competenza. Una serie di rituali che porteranno la vostra mente ed il vostro corpo a predisporsi al massimo del benessere. A partire dalla reception, dove saranno consegnati accappatoio e ciabattine, sarete accompagnati agli ambienti successivi, dove vi sarà servita una tisana rilassante, per poi procedere verso il percorso, “Le vie del benessere” con accesso alla sauna, bagno turco, docce emozionali, area relax, cascata di ghiaccio per poi accomodarsi alla piscina coperta con nuoto controcorrente, geyser, lama cervicale e vasca idromassaggio multiplo. Negli ambienti il personale è sempre a disposizione, e troverete sempre disposti vassoi di frutta, dolcini e piccole delizie.

Dedicatevi almeno due ore del vostro tempo per tutto questo piacevole re-lax. Il vostro corpo sarà così già rinnovato e pronto per recepire al meglio i benefici del trattamento che vorrete dedicarvi, sfruttando ogni goccia dei purissimi oli essenziali e la preziosità dei minerali. Da un trattamento scrub, delicato come un Savonage oppure più deciso, della durata di 25 minuti, potrete passare poi ad un massaggio Shiatsu fatto da un nostro operatore specializzato, o un Rituale Gerard’s, ad uno Skinceuticals, rivoluzionari trat-tamenti per il viso, oppure un Ritual Candel Massage. Ogni trattamento dura circa 50 minuti. Sempre altissima la qualità ed eccellenti i prodotti.Non vi rimane che provare tutto questo, e poi… non potrete fare a meno di ritornare. Per ogni altra informazione consultate il sito: www.levillagespa.com

dalle alghe solforate di Valdieri i prodotti per l’estate preparare mente e fisico per un’estate perfetta

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Volete sapere dove vanno quest’estate i cu-neesi in vacanza? Chiedetelo alle loro don-

ne. Sono proprio le compagne, mogli, amiche, a decidere programmi, costi e destinazioni.E allora, cos’hanno scelto quest’anno? A sentire le agenzie di viaggi, è il Mediterraneo a mate-rializzarsi nei sogni di relax dei cuneesi. In par-ticolare, vanno alla grande le prenotazioni per la Grecia, le isole Baleari (Ibiza, Formentera, Palma de Mallorca), la Sardegna e la Tunisia. Ma c’è anche chi il mare nostrum lo vuole girare tutto: le preferenze dei turisti per le crociere sono in crescita. Per chi sceglie altre latitudini, invece, una tra le mete più richieste continua ad essere il mar Rosso, in particolare Sharm El Sheik, diventata “la quarta sponda” degli italiani un secolo dopo le smanie colonialiste.Mentre i giovani puntano di più sul “fai da te”,

chi partee chi restaDOVE VANNO I CUNEESI IN VACANZA, E QUALI PROPOSTE OFFRELA PROVINCIA DI CUNEO

DI GUIDO MARTINI

prenotando i viaggi tramite internet e sceglien-do di visitare luoghi esotici o città europee, coppie e famiglie si orientano maggiormente verso il turismo organizzato, “all inclusive”, dei villaggi turistici. Una scelta che può acconten-tare sia chi vuole spaparanzarsi al sole almeno per una settimana, sia chi invece non rinuncia alle attività e vuole assolutamente sudare nei corsi di fitness sulla spiaggia o farsi bendare per l’immancabile rottura delle pignatte sotto il sole cocente.Coloro che, d’altra parte, al turismo di massa non vogliono proprio cedere si affidano ad esperti “travel designer” in grado di “cucirgli la vacanza su misura”.L’aereo resta uno dei mezzi di trasporto più usati per raggiungere le mete maggiormente gettonate. D’altronde, da qualche tempo, noi

Fra le mete preferite dai cuneesiil Mar Mediterraneo resta quello più richiesto:Grecia, Isole Baleari, Sardegna e Tunisia.

Nella pagina a fianco:escursioni in MTB sulle montange della Provincia di Cuneo.

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cuneesi abbiamo una chance in più: l’aeropor-to di Levaldigi, infatti, ci consente di collegarci con Palma de Mallorca e Cagliari, dove si trova-no meravigliose spiagge. E non è da escludere, per chi ama invece il turismo culturale, una vacanza in Transilvania, mitica terra del Conte Dracula, raggiungibile grazie al nuovo volo per Cluj Napoca. Chi sceglie luoghi più vicini, come Liguria, Costa Azzurra o Toscana, si sposta invece in auto, tenendo d’occhio gli avvisi del traffico e scegliendo le ormai famose “partenze intel-ligenti”, che invitano a non mettersi in marcia nei week-end segnati con “bollino nero” (salvo poi trovarsi in piena notte, magari di martedì, incolonnati su qualche autostrada con milioni di intelligenti…). Il treno sembra invece esse-re appannaggio quasi esclusivo dei giovani, che scelgono di andare alla scoperta dell’Europa con gli intramontabili biglietti “InterRail”. Ma ci sono anche gli amanti dell’avventura che si spo-stano in camper, in moto, in Vespa, in bici… addirittura a piedi, tant’è che si stanno risco-prendo i cammini degli antichi pellegrinaggi cristiani: il più celebre, quello verso Santiago de Compostela, oppure la via Francigena, che da Canterbury, in Inghilterra, portava a Roma attraverso la Francia e le Alpi. C’è chi sceglie questa vacanza per motivi religiosi, ma anche chi ne approfitta per mettersi alla prova.E sotto esame di questi tempi ci sono anche le nostre tasche, sempre più languenti a causa della crisi. L’effetto più visibile è che le vacan-ze si stanno accorciando: chi sta via una setti-mana, chi due, chi invece si accontenta di una serie di week-end mordi e fuggi, con zaino a tracolla pieno di bibite e panini. Si sta rivalu-tando, d’altro canto, l’uso delle seconde case, che sembrava destinato all’oblio, ma che oggi permette, con poca spesa, di prolungare i pe-riodi di permanenza nei luoghi di villeggiatura. Il mercato degli affitti è vivo e chi ha una pro-prietà torna a sfruttarla.Ma, in mezzo a tanti vacanzieri, esiste un nume-

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ro considerevole di persone che sono costrette a rimanere in città. Per fortuna la nostra pro-vincia è in grado di offrire, a chi rimane a casa, molte opportunità di svago e di divertimento e permetter loro di trascorrere ugualmente una bella estate in città. D’altronde se ogni anno arri-vano dalle nostre parti più di un milione e mezzo di turisti l’anno, ci sarà pure un motivo valido.Per sapere come organizzarsi, basta dare una sbirciatina ai siti internet o fare una telefonata alle aziende turistiche locali, quella del Cuneese (www.cuneoholiday.com) o quella di Langhe e Roero (www.langheroero.it). Se poi, volete passare una vacanza nelle nostre valli, potete dedicarvi alle escursioni in montagna e, alla sera, partecipare ad uno dei tanti eventi di mu-sica, folklore, cultura e spettacolo organizzati dall’ATL di Cuneo insieme a comuni, provincia e varie pro-loco con il “Festival estivo” della Granda (www.festivalestivo.com). Se amate invece la zona di Langa e Roero, po-tete tuffarvi in un dedalo di profumi e sapori e lasciarvi andare a proposte enogastronomiche

allettanti e naturalmente, visitare tutti i castel-li della zona e dedicarvi alle innumerevoli e fantastiche escursioni, a piedi, in bici in moto. Non vi sentirete certo soli o isolati dal mondo perché incontrerete turisti che arrivano da ogni parte d’Europa, soprattutto dalla Svizzera e dal-la Germania e anche da oltreoceano. Invece, nelle valli e nelle città del Cuneese incontrere-te un maggior numero di francesi, tedeschi e anche russi insieme ad altri turisti italiani pro-venienti da ogni regione. Tante persone con le quali stringere amicizia e – chi lo sa – magari far nascere qualche nuovo amore (giocando in casa, sappiamo che c’è quel ristorantino pano-ramico che farebbe proprio al caso nostro…).Insomma, ovunque siate o dovunque andre-te, passerete sicuramente una buona vacanza. Tanto, una volta tornati a casa, avrete comun-que sempre la medesima certezza: appena pas-sate la soglia di casa e posate a terra le vostre valigie, sentirete una voce femminile sussurrar-vi: “Bello, eh? Che ne dici se il prossimo anno andiamo a…”.

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si respira lavita cortese

Il saluzzese custodisce una perla dell’arte bassopiemontese che il FAI (Fondo per l’Am-

biente Italiano) ha assunto in gestione sin dal 1984: è il celebre Castello della Manta, dimora aristocratica raffinatissima al cui interno trova spazio un importante ciclo pittorico che si in-serisce nell’ambiente culturale del cosiddetto “gotico internazionale”. Questa tendenza, appartenente all’ultima stagione “medievale” della pittura occidentale e contenente in nuce alcune prerogative successivamente espresse dal linguaggio rinascimentale, penetra gradual-mente nella penisola italiana sfaccettandosi in molteplici declinazioni e attecchendo soprat-tutto nelle aree “periferiche”. Non è un caso infatti che, oltre all’episodio del-la Manta, un’altra celebre sequenza di affreschi di ambito cortese riconducibile stilisticamente a questa fase “preziosa” del gotico europeo sia da individuarsi nel Castello del Buoncosiglio di Trento (cfr. il Ciclo dei Mesi di Torre Aquila, opera del Maestro Wenceslao di Boemia, 1400 c.a): nuovamente, quindi, nella zona a ridosso dell’arco alpino, la più esposta alle contamina-zioni provenienti dall’esterno. La peculiarità che rende unica nel suo genere – almeno a

AL CASTELLO DELLA MANTA

livello locale – la teoria di affreschi di Manta è l’intonazione complessivamente profana e dis-sacrante dell’episodio principale: nella famosa Fontana della giovinezza, infatti, si consuma una sorta di “orgia collettiva” di personaggi maschili e femminili intenti a gozzovigliare in un’atmosfera edonistica e spensierata. E que-sto, in qualche modo, la dice lunga sulle fan-tasie proibite e sui “miti pagani” che spesso convivevano nei contesti signorili insieme con le aspirazioni escatologiche cristiane e coi sog-getti tradizionali di devozione.L’altra parte del ciclo pittorico, meno compro-mettente ma altrettanto interessante, gioca anch’essa con l’intuito e con la fervida imma-ginazione: sulle pareti sono infatti sciorinati gli esponenti illustri del casato dei Saluzzo della Manta, abbigliati secondo la moda coeva e camuffati con le sembianze di eroi ed eroine desunti della tradizione classica, ebraica e cri-stiana. I personaggi rappresentati sono ispirati al poema Le chevalier errant scritto a partire dal 1394 da Tommaso III di Saluzzo e compren-dono, tra i vari esempi di virtù ed eroismo, Alessandro Magno, Giulio Cesare, David, Re Artù, Carlo Magno e Pentesilea.

DI LUCA MOROSI

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Entrambi i temi pittorici, opera di una perso-nalità ancora ignota (il cosiddetto “Maestro della Manta”) e riconducibili cronologicamente intorno al 1420 c.a, sono racchiusi nella grande Sala baronale, vero e proprio “scrigno di gem-me” che dimostra, a quelle date, la persistenza di una cultura ancora scarsamente connotata da quegli ideali umanistici che in altre regioni cominciavano a germogliare. Proseguendo lungo il percorso, però, si può ammirare un’importante testimonianza dell’arte manierista del Cinquecento, la Sala delle grottesche, situata nell’appartamento di rappresentanza voluto intorno al 1560 da Michelantonio della Manta: essa presenta un

Nella pagina precedente:Maestro della Manta, Fontana della giovinezza,

1420 c.a, affresco, Sala baronale, Castello della Manta.

Dall’alto:Corridoio che conduce

alle camere private di Michelantonio.

Sala baronale, Castello della Manta.

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soffitto finemente decorato con stucchi, figure esili e bizzarre architetture, frutto degli influssi archeologicizzanti propagatisi dall’Italia centra-le. Infine, la chiesa del castello contiene due ambienti di particolare pregio, in sintonia con le due campagne pittoriche condotte all’inter-no della dimora: nell’abside si articola un im-portante ciclo di affreschi raffiguranti episodi della vita di Cristo, realizzato in prossimità temporale con le pitture del salone barona-le; nella cappella funeraria di Michelantonio, invece, si ritrova la medesima opulenta orna-mentazione a stucco e affresco delle volte del palazzo, attribuibile con tutta probabilità alle stesse maestranze.

Da Sinistra:Maestro Wenceslao, Gennaio, dal Ciclo dei mesi, 1400 c.a, affresco, Trento, Torre Aquila, Castello del Buonconsiglio.

Maestro Wenceslao, Giugno, dal Ciclo dei mesi, 1400 c.a, affresco, Trento, Torre Aquila, Castello del Buonconsiglio.

Maestro Wenceslao, Ottobre, dal Ciclo dei mesi, 1400 c.a, affresco, Trento, Torre Aquila, Castello del Buonconsiglio.

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a suon dirock

Un anno importante e gravido di ricorrenze speciali il 2010 di Luciano Ligabue. Il ro-

cker di Correggio festeggia i suoi cinquant’an-ni con un nuovo disco di inediti, “Arrivederci, Mostro!”. Vent’anni dei quali passati calcando i palchi più importanti della scena musicale italiana, che tornerà a breve a percorrere lungo tutto lo stivale confermando il suo impegno a favore del Pianeta con “Impatto Zero” di LifeGate, pro-getto che garantisce che le emissioni di CO2 generate saranno compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita in Madagascar.Ligabue rinnova il suo impegno anche con la musica, confezionando quello che si dimostra essere un progetto musicale ben strutturato, con un succedersi di canzoni legate da un uni-co filo conduttore: il mostro. Piccolo, grosso, ridicolo o pauroso che sia poco importa; i mostri che portiamo dentro assumo-no sembianze e dimensioni che non conosco-no la ragione. E Ligabue si prende la briga di liberarli, di ti-rarli fuori e farli emergere. Per cercare anche di individuare un percorso comune. Cercando

IN UN’INTERVISTA A UNICO LUCIANO LIGABUE SI RACCONTA E ATTRAVERSO LE SUE PAROLE PRENDONO FORMA ANCHE LE SUE CANZONI, NUOVI FOTOGRAMMI DI EMOZIONI

poi di affrontarli, perché non appesantiscano la valigia o il fardello che ognuno di noi si porta dietro nella vita e perché, come spiega diretta-mente lui: “a cinquant’anni non hai più l’alibi dell’inesperienza”. Amarezza, rabbia, tic e ste-reotipie, malvagità, ma anche ricerca di verità e amore. Questi gli elementi che entrano e si insinuano nei pezzi dando loro vita. La cornice dell’in-contro con Luciano Ligabue è proprio la sua Correggio, cittadina che respira la sua musica e gli offre aria pulita.

“Arrivederci, Mostro!” già nella sua copertina evidenzia un mondo sommerso di paure. L’immagine sulla copertina del disco ritrae un pesce, più esattamente un sarago; è un’imma-gine che ha trovato il mio manager Maioli ed è un’immagine che si presta all’interpretazione personale ed è questo che mi è piaciuto fin da subito. Poi l’immagine è stata completamente ricostruita al computer, liberamente ispirata a Fishy Island di Erik Johansson. Tutta la copertina è ricchissima di dettagli e ogni dettaglio è un richiamo ad un elemento della canzone.

DI ELENA FERRARO

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L’immagine del sarago sdrammatizza molto la figura del mostro.Ed è, ovviamente, voluta. La voglia era quella di prendere un’immagine che potesse ricordare lo stile della famiglia Addams. Paurosi ma anche grotteschi e poco credibili.

In un brano molto forte scrivi una lettera all’amico Francesco Guccini dove sfoghi un’arrabbiatura verso i media e contro lo stereotipo dell’essere artista. “Caro il mio Francesco” vuole essere uno sfogo e qui intenzionalmente ho deciso di non fare nomi, non a caso dico “il mio disprezzo me lo tengo dentro, il letamaio è colmo già pubbli-camente”. Quelli che mi danno più fastidio, i cosiddetti “topi” come li chiamo nella canzone, sono quelli che partono col dichiararsi puri, cantano quasi esclusivamente di quanto sono puri e poi fanno i salti mortali pur di avere titoli più larghi sui giornali. Tutto quello che ho sem-pre dichiarato io è la mia volontà di fare mu-sica popolare cercando di arrivare alla gente, perché è questo che credo renda speciale una canzone. Secondo me una canzone funziona se la fischietta un muratore come un avvocato, poi non conosco tutti i muratori e tutti gli avvocati, però mi piace pensare che sia così.

Cosa ti dà fastidio di questi “topi”?Il loro modo di porsi. L’idea di snobismo che c’è dietro questo tipo di atteggiamento. Io ce l’ho principalmente con i tempi veloci con cui uno è costretto ad emettere un giudizio. Mi pia-ce che la musica faccia il suo lavoro con i tempi che le servono.

Un concetto difficilmente applicabile in questo momento sociale. Certo. È un discorso più ampio che ha a che fare anche con il concetto di come si ascolta la musica al giorno d’oggi. Questi tempi costrin-gono chi ascolta a farsi un’idea della canzone ancor prima che si arrivi al ritornello.

Luciano Ligabue, 50 anni compiuti il 13 marzo.

A maggio, 20 anni dopo il suo primo album “Ligabue”, è uscito con il

nuovo disco “Arrivederci, mostro!”Il Tour negli stadi parte

il 9 luglio dall’Olimpico di Roma con il progetto “impatto zero”

che garantisce di compensare le emissioni di CO2 generate con la creazione

e la tutela di foreste in Madagascar.

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Come è cambiato il tuo approccio con i media?Ho capito che più ti esponi e più sei vulnerabi-le. Nel tempo ho fatto pace con me stesso e mi sento più libero di espormi, di raccontare.

Questo che tu definisci sfogo, a chi deve arrivare?Spero che arrivi a più gente possibile. Questa canzone non è dettata dalla volontà di attacca-re, ma è uno sfogo che ho scritto in un momen-to particolare e delicato della mia vita, momen-to come tante altre persone avranno vissuto in cui si è portati ad essere più sensibili a fare

maggiore attenzione a certi aspetti del mondo che ci circonda.

La canzone “La verità è una scelta” ha un tono molto sociale.È una canzone che forse non aveva bisogno ne-anche di un testo, avrei potuto ripetere solo il titolo perché in esso c’è tutto quello che voglio dire: la tua idea di verità te la devi andare a cer-care. La verità a volte fa male. Anche decidere di non affrontare la verità non è una scelta facile.

Hai delle canzoni tue preferite?Assolutamente no, non riuscirei a farlo.

Diciamo che sono fan delle mie canzoni “utili”, quelle che fanno ballare, che fanno fare una ri-flessione o che sanno emozionare. Mi piace quando le canzoni creano questo tipo di emozioni, quando riescono ad indurre spe-ranza, commozione.

Un’ultima considerazione sull’importante compleanno che sei andato a festeggiare.Il mio 50° compleanno quest’anno è stato me-raviglioso, il più bel compleanno che mi abbia-no mai organizzato. E i fan mi hanno fatto alcune sorprese che mi hanno addirittura commosso.

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Nove anni fa, nel luglio del 2002, Michela Giuggia e Paolo Sasia, in collaborazio-

ne con la Consulta giovanile del Comune di Cuneo, hanno dato vita alla rassegna d’arte contemporanea ZOOart. Gli ingredienti della rassegna? La scelta di una sede ricca di memoria per la città, l’ex giardi-no zoologico, oggi Giardini Fresia; un pizzico di tentativo di abbattere il pregiudizio secon-do cui l’arte contemporanea sarebbe dominio privato di pochi eletti; tanta voglia di invitare gli artisti a intervenire all’interno dello spazio pubblico della città di Cuneo, per creare una zona di incontro tra pubblico e opere d’arte; ancora tanta voglia di arricchire gli spazi della vita urbana di nuovi significati e nuove situazio-ni di scambio.Durante questi anni, ZOOart è diventato sem-

ZOOartARTISTI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO SI RITROVANO A CUNEOPER LA PRESTIGIOSA RASSEGNA DI ARTE CONTEMPORANEA

DI MICHELA SACCHETTOPHOTO: MARCO SASIA

pre più un contenitore, riconosciuto a livello internazionale, di idee e manifestazioni artisti-che diverse, che hanno incontrato il favore del pubblico, degli operatori del settore e di centi-naia di artisti coinvolti. Ogni anno, nel mese di luglio, si è replicato l’appuntamento con installazioni, performan-ce, opere di pittura, sculture, fotografie e video arte, prodotti da artisti locali, nazionali e inter-nazionali, che hanno lavorato appositamente per Cuneo. Nel 2007 è nato ManifestaZOOne, concorso per manifesti artistici urbani, che ha permesso di in-trodurre in città cartelloni pubblicitari che vei-colassero messaggi insoliti, ludici e socialmente rilevanti. Lo scorso anno, con ZOOincittà, l’ar-te contemporanea è fuoriuscita dai Giardini Fresia, per invadere le strade di Cuneo con

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ZOOart, edizione 2009,lavori fotografici di Veronica Bellei.

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giocose e relazionali installazioni site specific, promosse dal comitato “Commercianti di Via Roma”. Queste attività testimoniano la volontà di crescita continua, in accordo con le attuali tendenze dell’arte contemporanea. L’associazione Art.ur, nata per gestire l’organiz-zazione delle varie manifestazioni, è consapevo-le del bisogno di portare la provincia di Cuneo al passo con le altre città europee, stimolando la produzione creativa locale e la curiosità delle persone verso l’esperienza estetica. Lo stimolo si tradurrà ancora quest’anno in una serie di manifestazioni e nella configurazione di nuove sinergie. Oltre alla confermata collabora-zione tra l’associazione Art.ur e la rassegna let-teraria “Scrittorincittà” per il tema del concorso

ZOOart, edizione 2009,“No Beans Today”

di Eloide Paladino.

Nella pagina a fianco:ZOOincittà, edizione 2009,

“Travolti” di Nefertari Di Cianni.

ZOOart, edizione 2009,vista d’insieme

dei Giardini Fresia, Cuneo.

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ManifestaZOOne, la partnership con l’Accade-mia Albertina di Torino porterà alcuni studenti a produrre installazioni site specific che arric-chiranno il percorso di ZOOincittà. I lavori saranno visibili nel centro storico dall’1 al 30 luglio, così come i progetti della catanese Roberta Baldaro e di Stefano Romano, artista riconosciuto a livello internazionale. La novità sarà ZOOlive, manifestazione di arti performa-tive e musica elettronica, organizzata grazie al contributo della Provincia di Cuneo e in colla-borazione con l’associazione culturale Origami di Borgo San Dalmazzo. Nove performer e una decina di gruppi di musica elettronica presen-teranno i propri progetti durante l’intera dura-ta di ZOOart, dall’1 al 18 luglio, presso la sede storica della manifestazione, i Giardini Fresia, e presso il centro storico di Borgo San Dalmazzo.Nel frattempo, i più piccoli e le loro famiglie potranno nuovamente fruire, nei primi 3 we-ekend di luglio, dei laboratori artistico-didattici ZOObimbi, organizzati, sempre nei Giardini Fresia, in collaborazione col Settore Socio Educativo del Comune e con l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Cuneo. Tante energie confluiranno per proporre nuove e ludiche occasioni di incontro con le arti con-temporanee. Sarà importante approfittarne.

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Negli anni Zooart è diventato un contenitore di idee

e manifestazioni artistiche riconosciuto a livello

internazionale

ZOOart - dal 1 al 18 luglio 2010dalle 21 alle 24 Giardini Fresia, CuneoZOOincittà - dal 1 al 31 luglio 2010Via Roma, Cuneo

associazione art.urinfo: +39.0171689960www.zooart.it

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Piove a dirotto. Cerco riparo nell’atrio del palazzo dove il matematico Piergiorgio

Odifreddi abita quando viene a Cuneo ma, a quanto pare, non è in casa. Che sollievo - penso - mentre attendo ancora qualche minuto.E poi, che ci fa una cattolica come me con un ateo così convinto? Troppo tardi, perché il Professore ci riceve, gen-tile e sorridente, nel suo loft in legno di noce, con una grande scrivania ed una libreria piut-tosto ingombrante e carica di volumi piuttosto impegnativi. Tutto perfettamente in ordine. Abbandonati i convenevoli e i cioccolatini sul tavolo...

Sa Professore che prima ancora di cominciare quest’intervista, già mi sento un’emerita cre-tina?

il matematicoimpertinenteTUTTO CIÒ CHE AVRESTE VOLUTO CHIEDERGLI MA NON AVETE MAI OSATO FARE.INTERVISTA ESCLUSIVA A PIERGIORGIO ODIFREDDI

DI DANIELA MIALRDI

Sorride, “Non è colpa mia se l’etimologia spiega che la parola crètien dal francese significa cri-stiano. Mica l’ho inventata io! E poi, non mi dica che anche lei è caduta nel tranello, si è fermata alle prime pagine del mio libro e non è andata oltre. Sa, Umberto Eco, mi ha insegnato che bi-sogna creare delle difficoltà al lettore nelle pri-me cento pagine e se, le supera, vuol dire che è pronto per leggere il romanzo. Così ho fatto io”.

E allora, mi spieghi chi è Il Matematico Impertinente.Impertinente - sottolinea - in senso letterale è chi non appartiene ad esempio ad una politica, ad una religione, o a una filosofia. E, non appar-tenendo, suscita i risentimenti e le stizze di colo-ro che, appartenendo, lo tacciono di arroganza o insolenza. Il matematico impertinente è una

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Piergiorgio Odifreddi, cuneese di nascita, è considerato il matematico più famoso d’Italia.I suoi libri si occupano di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi e filologia.

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specie del genere, caratterizzato da motivi mu-tuati dalla più pura razionalità esistente: quella matematica”.

Sarà però i conti non mi tornano e mi chiedo come può uno che ha studiato in Seminario, diventare ateo.Non c’entra niente. Io avevo già deciso di intraprendere gli studi matematici e quindi, come ben Lei sa, la mate-matica è logica e razionalità: afferma ciò che è, e non ciò che potrebbe essere.

È vero che quando era in Seminario ha calco-lato le possibilità che un uomo ha di diventare Papa?Divertito, scrolla la testa: “Sinceramente non me ne ricordo anche se, qualche tempo fa, il mio amico Corrado Augias, mi ha fatto la stessa do-manda. Probabilmente lo avevo detto”.

Torniamo ad oggi. Oltre ad essere un matema-tico di fama internazionale è diventato anche un personaggio pubblico. I conduttori fanno a gara per averla nei loro talk-show.Non creda che mi invitino così spesso come sembra. Ad esempio i giornali hanno scritto che sono sempre da Fazio mentre, anche se mi piacerebbe, non sono mai stato invitato. Vado da Augias perché mi trovo in sintonia con lui, da Serena Dandini, a Matrix (un paio di volte) mentre, Bruno Vespa, mi chiama soprattutto quando ha bisogno del “bastian cuntrari” nella sua trasmissione.

Credo che nessun telespettatore abbia dimen-ticato la sua litigata con il Ministro La Russa in una puntata di Porta a Porta di qualche mese fa.No scusi, io in quella circostanza non litigai proprio con nessuno. Successe che, in collega-mento da Venezia, nel bel mezzo di una puntata dedicata alla D’Addario, il Dott. Vespa chiese il mio intervento e io, naturalmente dissi ciò che pensavo. Il Ministro non gradì affatto il mio in-

tervento, andò su tutte le furie e sporse querela nei miei confronti.

Forse lei aveva esagerato?No assolutamente. Come sempre avevo espres-so il mio punto di vista e avevo tirato in ballo an-che i Ministri Gelmini e Carfagna così, La Russa, non gradì affatto ciò che avevo detto e creò un pandemonio mediatico. D’altronde, se mi invi-tano in trasmissione e non posso esprimere il mio pensiero, me ne sto a casa.

Scusi Odifreddi ma quante querele ha ricevu-to a causa delle sue intemperanze?Soltanto due da Zichichi. È un personaggio fuo-ri di testa ma anche dal mondo, pensi che mi ha citato in giudizio perché, quando gli avevano dato la laurea ad honorem a Torino, io avevo protestato ed avevo inviato una e-mail ai miei colleghi di facoltà di scienze ricordando loro che: “Dio vi vede mentre i compari di Zichichi no”. Per questo mi citò in giudizio dicendo che gli avevo dato del mafioso. Comunque la causa non arrivò neanche in fase dibattimentale per-ché priva di fondatezza.

Pensandoci bene, non crede che forse dovreb-be chiedere scusa a qualcuno?Questa è una domanda molto cattolica, ma ho capito ugualmente. Così, su due piedi, non credo di aver mai fatto cose così gravi da dover chiedere scusa, come dovrebbero invece fare certe istituzioni. Sa, a volte, uno dice delle cose senza l’intenzione di fare del male e quindi uffi-cialmente non è peccato però, può capitare, che inavvertitamente dai fastidio a qualcuno.

E a Lei, cosa dà fastidio?I rumori in genere, quelli per la strada, nei pa-lazzi, nei ristoranti e nei bar dove suonano una musicaccia. Proprio ieri, a Fiumicino, in taxi ho chiesto la cortesia di spegnere la radio e il tassi-sta mi ha chiesto se stavo male. Stavo benissimo ma non sopportavo quel rumore assordante.

Una “posa” giovanile del matematico, con papà Santo e il nipote Matteo.

Momenti di relax con la mamma nel giardino di casa Odifreddi.

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E non sopporto neanche l’abbaiare del cane che, non reputo essere un animale così furbo, dal momento che è considerato il miglior amico dell’uomo.

Odifreddi, per favore! Piuttosto mi spieghi cosa ci faceva un ateo come Lei sul Cammino di Santiago de Campostela.Facevo il mio percorso sportivo da ateo. Intanto io sono un ex atleta e ho già partecipato a pa-recchie maratone e poi, sono stato accompa-gnato nel viaggio da un giornalista Rai credente, (ndr. Sergio Valzania coautore della Via Lattea), che ha affrontato il cammino per espiare i suoi peccati. Lo ripeteremo anche quest’anno, ma ci sposteremo più a nord, in Norvegia: da Oslo an-dremo verso la tomba di re Olaf (diventato poi Santo) ma io farò solo metà percorso perché poi andrò sul lago di Costanza ad un meeting con 60 premi nobel.

E magari rischia di vincere un Nobel.No, è impossibile perché non esiste il nobel per la matematica. Magari lo potrei vincere per la letteratura visto che l’hanno preso quasi tutti. Ma, come dice il mio amico Umberto Eco: “I grandi non lo prenderanno mai”. Difatti lui, non l’ha mai preso.

Tanto poi, i premi li restituisce...Sorride, ironico: “Sì, ho restituito il Premio Peano quando ho saputo che lo avevano dato anche allo storico matematico Giorgio Israel. Non che abbia da ridire sulle capacità scientifi-che del collega ma, come ho scritto e detto più volte, ritengo che (parole sue) “Le posizioni espresse da Israel in ambito politico, culturale, religioso e accademico, culminate con la colla-borazione con il ministro Gelmini come consu-lente per la riforma della scuola, trascendono i limiti della normale dialettica e si configurano come un pensiero fondamentalista, con il quale non intendo essere associato intellettualmen-te”. L’ho detto chiaro e tondo anche nella punta-

Sul divano di casa sua, a Cuneo, l’intervista è diventata una simpatica chiacchierata

da cui è emerso un ritratto inedito del “matematico impertinente”.

Il reportage fotografico del servizio è stato arricchito anche da mini video-clip.

Nella pagina seguente:Un ritratto del professore

nella sua semplicità, ironia e saggezza.

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ta di Porta a Porta di cui parlavamo prima, dove il Ministro La Russa andò su tutte le furie. Ma perché non sta un po’ calmo e buono?Ma guardi che io sono una persona tranquilla. Lo chieda alla mia compagna, alla mia famiglia, ai miei amici. Ho addirittura buoni rapporti con il Presidente della Repubblica Napolitano che, gentilmente, mi ha ricevuto un paio di volte al Quirinale.

Ha parlato di famiglia. Perché non ci racconta qualcosa del suo privato?A parte i numerosi viaggi e i vari spostamenti per lavoro, conduco una vita abbastanza normale. Il mio tempo libero lo trascorro con la mia com-pagna, dividendoci fra Cuneo e Torino mentre, quando non sono impegnato, mi piace leggere, scrivere ed ascoltare musica classica. Essendo un ex atleta, amo lo sport e, appena posso, vado a camminare in montagna con mia sorella Paola oppure, mi preparo per qualche maratona in pianura. Quando poi, rientro a Cuneo, trascorro parecchio tempo con la mia famiglia, a cui sono molto legato.

Siamo due fratelli e tre sorelle e, quando ci ritro-viamo tutti da mia madre, le assicuro che non c’è tempo per annoiarsi. Stasera, per esempio, vado a cena da lei e, anche se mi dice che mi prepara poco, (come tutte le mamme italiane), mi fa trovare ugualmente un chilo di patatine fritte che, naturalmente finisco. Perché sa, a me piace mangiare, ma mangiare in grande quan-tità.

Tanto domani andrà a correre ed allenarsi per il prossimo Cammino.No, devo lavorare. Sto preparando un nuovo libro in cinque volumi per la Mondadori sulla “Matematica globale”. Si tratta di un’opera mol-to lunga che cerco di dividere in capitoli per facilitare il lettore. Adesso ho terminato la parte che riguarda la geometria, mettendoci dentro l’arte, l’architet-tura, la storia, i grandi teoremi e concedendomi qualche divagazione.

Quando uscirà?Da brava cattolica lei direbbe a Natale. Io prefe-risco dire alla fine dell’anno.

Nato a Cuneo, il 13.5.1950, frequenta le scuole elementari dalle Suore Giuseppine, le medie presso il Seminario Vescovile della città e si diploma geometra presso l’Istituto Bonelli di Cuneo. Frequenta l’Università di Torino, Facoltà di Matematica e logica, e si laurea con 110 e lode nel ’73.È considerato fra i matematici più importanti a livello internazionale.Dall’83 al 2008 ha insegnato Matematica e Lo-gica presso l’Università di Torino e La Cornell University dove ha collaborato con i grandi: Anil Nerode, Richard Platek e Richard Shore.È stato professore all’Università di Melbourne, all’Accademia di Pechino, a Buenos Aires e alla

Columbia University.È un matematico logico e la sua principale ri-cerca è “La Teoria della Calcolabilità”. Numerosi i premi e le onorificenze ricevute: Premio Ga-lileo, Premio Capo d’Orlando, Premio Giavanni Maria Pace della Sissa a Trieste, Premio Peano (restituito), Commendatore dell’Ordine al Me-rito della Repubblica Italiana, conferitogli dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.È considerato dai critici della religione il più rappresentativo anticlericale italiano e dal 2003 è Presidente onorario dell’“Unione atei ed agnostici razionalisti”.Numerose le sue collaborazioni con giornali nazionali fra cui: Repubblica, Sapere, La Stam-pa, L’Espresso, Le Scienze. In Rai ha partecipato

a molte trasmissioni radiofoniche e presenzia nei talk show nazionali.Molti i libri scritti da Odifreddi, fra tutti:

Il Vangelo secondo la Scienza, Il Computer di Dio,La repubblica dei numeri,Il matematico impertinente,Perché non possiamo essere cristiani,La via Lattea,Ha vinto Galileo.

I suoi scritti oltre che di matematica si occu-pano di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, filologia, saggistica.

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Sono finalmente arrivata nella suggestiva Dogliani, piccola cittadina alle porte delle

Langhe, conosciuta per il suo vino: il dolcetto. Io in realtà sono qui per un appuntamento di bellezza da “Barberis Parrucchieri”. Sono in an-ticipo, quindi mi faccio un giro per il paese e resto subito incantata da quella che è definita come una perla architettonica unica nel suo genere. Nelle stradine che percorro si respira un’atmosfera permeata di pace e tranquillità e sono incuriosita dallo stile degli edifici che spaziano dal medioevo al barocco al neoclas-sico. Ammiro l’ottocentesca Parrocchiale de-dicata a San Quirico e Paolo con la caratteri-stica ed inconfondibile cupola in rame verde, opera dell’Architetto doglianese Schellino e proseguendo poi verso l’Ospedale, di fronte all’imponente mole rossa della costruzione,

una pausa di puro relaxA DOGLIANI UNA CLIENTELA COSMOPOLITA PER UN GRANDE STUDIO DI PARRUCCHIERI

raggiungo il salone. Entrando mi lascio alle spalle il calore del passato e mi ritrovo in una dimensione altrettanto piacevole e rilassata, ac-colta dal sorriso di Adriana e Gino Barberis che mi ricevono insieme a Maria Laura D’Agostino. Resto subito piacevolmente colpita dall’atmo-sfera: un sapiente gioco di luci e arredo dalle linee moderne, di ottimo gusto. Sono sicura che nelle prossime due ore dimenticherò tut-to lasciandomi coccolare dalle loro abili mani. Ogni spazio, dall’area lavaggio, allo spazio destinato ai trattamenti e agli impacchi, è un angolo riservato, con luci soffuse per rallentare ogni tensione, sorseggiando un tè e scambian-do due chiacchiere. Ma c’è spazio anche per il silenzio. La delica-ta musica di sottofondo mi infonde serenità e un’esposizione di bigiotteria di squisita fattura

Barberis Parrucchieri

Via Ospedale, 1012063 DoglianiTel. +39.0173.72.11.20

PHOTO: GIAN ANDREA PORRO

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artigianale mi attrae: non posso resistere a quel paio di orecchini...Adriana mi racconta di aver aperto il salone 25 anni fa, da sola. Poi sono arrivati il fratello Gino e Maria Laura. Uno staff simpatico, gio-vane, appassionato del proprio lavoro che segue costantemente corsi di aggiornamento in tutta Europa, America, Giappone, Russia. L’anticipazione delle nuove tendenze, la sele-zione dei migliori prodotti per la cura e il be-nessere del capello sono la loro priorità. Una professionalità crescente che ha già con-quistato una clientela internazionale e cosmo-polita. Ritrovarsi da Barberis, sentirsi accogliere con il proprio nome, trascorrere momenti in piacevole armonia… un appuntamento im-mancabile!

Nella pagina precedente: Adriana e Gino Barberis con Maria Laura D’Agostino

ci accolgono nel loro studio di parrucchieri di Dogliani. Le loro armi del mestiere: forbici, phon e un grande sorriso.

Sopra:le abili mani di Maria Laura ci regalano attimi di benessere,

coccole per la testa e per lo spirito.

Un ambiente confortevole e un’atmosfera rilassata, dove ognuno può ritrovare il proprio angolo di relax.

L’ingresso del Salone: linee pulite e stile contemporaneo nel centro storico di Dogliani.

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una scelta coraggiosa

Che l’agricoltura sia un settore economico ove la presenza dei giovani è andata negli

anni regredendo, rappresenta un fatto innega-bile. La situazione è però stazionaria ed in al-cuni casi in netta controtendenza. Non è tanto importante il numero dei giovani imprenditori agricoli quanto la qualità della loro preparazio-ne. Molti di loro oggi hanno un diploma od una laurea.È il caso di Samanta Rovera, 22 anni di Roccabruna. Il papà antennista e la mamma casalinga sono orgogliosi della scelta compiu-ta dalla giovane imprenditrice che, dopo aver conseguito il diploma presso la Scuola Agraria di Verzuolo, frequenta un corso sull’agricoltura biodinamica in Toscana. Un’agricoltura davvero alternativa che va oltre l’agricoltura biologica dove le malattie delle piante sono curate con altre piante. Una sorta di omeopatia… per le piante. La sua piccola azienda agricola è localiz-zata in due comuni. A Dronero ha una serra di 240 mq. coltivati ad ortaggi biodinamici; in par-ticolare pomodori, insalate, melanzane, zucchi-ne. Qui sono seminate e vendute agli hobbisti del giardino anche le piantine in vaso prima del loro trapianto. La seconda parte dell’azienda

GIOVANI IMPRENDITORI LAUREATI E PROFESSIONISTI, AL POSTO FISSO PREFERISCONO LA LIBERTÀ DEI CAMPI. QUESTA È LA GREEN ECONOMY

è in frazione Pagliero di San Damiano Macra, ad una altezza di mt. 1100: quasi 7000 mq. di terra sulla quale sono coltivati piccoli frutti, mirtilli, lamponi, more e patate di montagna. Anche in questo caso la coltivazione è rigoro-samente biodinamica. Alla nostra domanda “Come vende i suoi prodotti?” Samanta ri-sponde: “Servo un agriturismo locale, ho un punto vendita aziendale a Roccabruna presso la mia abitazione, sono presente tutti i sabati mattina al mercato contadino di Caraglio. Non perdo occasione per partecipare a fiere e a manifestazioni ove i miei prodotti sono molto apprezzati.” Anche per Samanta, nonostante l’entusiasmo, le difficoltà però non mancano: “È difficile ottenere attenzione dalla Pubblica Amministrazione. La burocrazia è davvero tanta e sono molte le difficoltà del lavoro in monta-gna su terreni impervi.” Nonostante tutto esi-stono progetti di crescita: una serra riscaldata per produrre anche in inverno, altri tunnel per implementare la produzione aziendale ed un capannone. In futuro è prevista l’espansione dell’attività di riproduzione delle piante e la vendita delle stesse direttamente a coloro che a casa propria intendono coltivarsi un orto.

DI MICHELANGELO PELLEGRINO

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Mattia Dutto, 28 anni, ha vissuto fino a 20 anni a Cuneo dove ha conseguito il diploma di geo-metra. Tornato dal servizio militare volontario in Bosnia si dedica al settore delle infrastrut-ture edili, che però non lo soddisfa: il mondo gli appare piccolo e non intravede prospettive professionali per lui e per la sua famiglia. Di qui il grande passo. Papà Mario, pensionato delle poste, ha una bell’azienda agricola in quel di Boves. Mattia si butta a capofitto nella coltivazione degli ortag-gi, delle fragole e dei piccoli frutti dando vita ad una società agricola con un altro giovane, Bruno Giordanengo, con qualche anno in più di esperienza di coltivazione alle spalle. Nel 2006 apre il primo punto vendita aziendale a Boves in località S. Anna. A maggio 2010 apre un nuovo punto vendita a Cuneo denomi-nato “Verdurivendolo” in Via Quintino Sella 20. “Braccia e testa strappate all’edilizia”. Con Mattia e Bruno lavorano i loro familiari: Alida Giordanengo a Boves e Sara Dutto a Cuneo; inoltre nel punto vendita di Boves è stata as-sunta anche una dipendente. Stagionalmente vengono assunte altre due persone per coadiu-vare la coltivazione degli ortaggi. L’azienda, di circa otto ettari, è coperta di tun-

nel e di coltivazioni esterne per circa tre ettari, sugli altri cinque sono ancora coltivati i tradizio-nali mais e grano. Presto queste colture tipiche, divenute poco redditizie, saranno assorbite dal-la coltivazione degli ortaggi. Qui non si usano insetticidi, ma solo prodotti a basso impatto ambientale. La produzione è seguita da tecnici esperti dell’Agenzia 4A e i prodotti sono tutti marchiati all’origine e quindi rintracciabili da parte del consumatore. “Il lavoro è duro e gli investimenti sono pesan-ti. Sono però soddisfatto della scelta compiuta anche perché la nostra piccola società agricola oggi crea occupazione e reddito per almeno cinque persone a tempo pieno e qualche la-voratore stagionale. Di questi tempi credo sia importante anche la micro impresa”.

Delia Revelli, 35 anni, laurea in amministrazio-ne aziendale con specializzazione in marketing. Oggi è titolare dell’azienda agricola di famiglia che da sempre alleva trote. “Non è solamente la volontà di portare avanti una tradizione di fa-miglia, ma nutro per questo tipo di attività una grande passione”. Da quando Delia Revelli è ti-tolare dell’impresa agricola ha anche apportato rilevanti novità nell’allevamento, coadiuvata da un dipendente dell’impresa. Oltre ad allevare trote destinate al ripopolamento, da un anno ha messo in funzione un nuovo incubatoio per cui l’allevamento diventa a ciclo chiuso: dall’uovo alla trotella, dalla trota per la semina nei fiumi e nei torrenti a quella per l’alimen-tazione. Un allevamento certificato dall’Unione Europea in quanto utilizza esclusivamente ac-qua di sorgente e non di fiume. Acqua pulita, a temperatura costante che garantisce benessere alle trote e carni più sode. Le innovazioni intro-dotte in collaborazione con il papà Baldassarre e la mamma Celestina, che oggi, pur essen-do pensionati, continuano a tenere d’occhio l’azienda, sono quelle di avviare la vendita di-retta delle trote, ma anche degli storioni, delle carpe e delle anguille presso il punto vendita

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aziendale in Frazione San Biagio Via Margarita 9 di Mondovì e la partecipazione ad eventi indetti dal circuito di Campagna Amica come il merca-to degli agricoltori del sabato mattino in Corso Francia a Cuneo.Trota affumicata al naturale, al moscato, griglia-ta, salame di trota, sono solo alcuni dei pro-dotti che Delia propone ai consumatori. Infine un’ultima novità: dal 2006 l’azienda è entrata a far parte del circuito delle Fattorie Didattiche ricevendo annualmente oltre mille studenti che per l’intera giornata si confrontano con la giovane imprenditrice cercando di carpire i segreti di un’attività così originale. Inoltre, no-nostante il lavoro sia tanto, Delia Revelli trova ancora il tempo di ricoprire al meglio la carica di Responsabile Provincialee Donne Impresa Coldiretti. Dario Perucca di Trinità oggi ha 29 anni ed alleva 250 bovini di razza piemontese. Dopo il diploma di perito meccanico disegnatore auto-cad viene assunto presso un’importante azien-da metalmeccanica di Carrù. A 23 anni entra in crisi con l’occupazione presso l’industria. Anni prima i suoi genitori avevano realizzato una bella impresa agricolo-zootecnica a Trinità che oggi sarebbe probabilmente chiusa se lui non vi si fosse dedicato anima e corpo nonostante la sua formazione scolastica conseguita in set-tori diversi da quello agricolo. Oggi, grazie a lui, l’azienda zootecnica di famiglia vanta un nume-ro di oltre 250 bovini allevati e punta moltis-simo sull’eccellenza agroalimentare della razza bovina piemontese operando secondo discipli-nari di produzione che tutelano il consumatore finale. Infatti Dario si iscrive subito al Coalvi e immediatamente alla Cooperativa La Granda di Fossano. I suoi animali sono venduti tramite la cooperativa a circuiti di alta qualità come quello di Eataly oppure presso le migliori macellerie con il marchio del Coalvi. “Rifarebbe la scelta?”. Risponde con determinazione: “Certo le diffi-coltà non mancano, il rischio d’impresa è ele-

vato, il lavoro pesante, ma sono convinto della scelta operata sei anni fa. Credo sia importante tutelare i consumatori con una produzione tut-ta italiana al fine di garantire carni genuine e sicure per i nostri consumatori. Senza contare poi che svolgere attività agricola oggi significa presidiare il territorio e salvaguardare l’ambien-te. Due beni non riproducibili che la nostra società ha il dovere di preservare per il futu-ro nostro e dei nostri figli.” Attualmente Dario Perucca è impegnato, in qualità di Delegato provinciale di Giovani Impresa Coldiretti, nella tutela e nella crescita professionale dei giovani imprenditori agricoli.

Samanta Rovera, Mattia DuttoDelia Revelli e Dario Peruccaritratti nel loro lavoro quotidiano.

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Se fino a una decina di anni fa, il golf era considerato uno sport d’élite, riservato a

pochi eletti, oggi il golf si è imposto fra le realtà sportive più praticate, seguite ed amate anche nel nostro paese. Giocare a golf è davvero bello.Intanto iniziamo a sfatare che si tratta di un “passatempo”, che non c’è niente di sporti-vo nel centrare una buca, che è di una facilità estrema, che non ha proprio nulla di agonistico e che è adatto soltanto a gente “over sessanta”. Provare per credere.Ma, prima di accostarvi ad un green, ricordate che il golf richiede calma, concentrazione, co-ordinamento, intelligenza e preparazione atle-tica. Così, per chi vuole iniziare, è consigliabile affidarsi all’esperienza di un maestro federale, che vi accompagnerà per alcune lezioni sul

quest’estategioco a golfLE PROPOSTE DELLA PROVINCIA PER UNO SPORT IN CRESCITA

DI DANIELA MILARDI

campo pratica, per poi condurvi, non subito, sui campi da gioco a 9, 12 o 18 buche dove, im-mersi in paesaggi da sogno, potrete finalmente giocare la vostra partita.

Nelle langhe:IL GOLF CLUB CHERASCOVia Fraschetta, 8 - 12062 Cherasco (Cn)[email protected] sud del Piemonte, in provincia di Cuneo, ai piedi dell’antica città di Cherasco, dove il fiu-me Tanaro incontra la Stura, sorge il Golf Club Cherasco. Il più importante e storico golf club della provincia, nato nel 1982 con all’attivo più di 400 soci. Il percorso, di 18 buche, disegnato da Marco Croze, si snoda su diversi piani alti-metrici che gli conferiscono il duplice aspetto di collina e pianura, circondato, dalle dolci col-

Sono dodici le realtà pronte a soddisfare le esi-

genze degli amanti di questo sport. Nella pia-

nura cuneese spiccano: il Golf Club Cuneo (18

buche), il Golf Castellar di Saluzzo (9 buche),

il Golf Club Torre dei Ronchi (9 buche), il Golf

Club I Pioppi (9 buche) e il nuovissimo Golf

Club Savigliano (campo pratica).

Nella zona delle Langhe, altre magnifiche re-

altà: il Golf Club Cherasco (18 buche), Vigne

del Barolo Gof & Resort (9 buche), Golf Club

Gagliassi di Monforte (9 buche) e Golf Club

Alba (campo pratica, Vigne del Barolo).

Nella zona montana anche le stazioni sciisti-

che di limone Piemonte e Prato Nevoso com-

prendono due golf da 9 e 5 buche.

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line delle langhe, famose per i grandi vini e per il tartufo e inserito in un contesto dove è faci-le scorgere in lontananza la catena alpina con l’imponente e suntuoso Monviso. Numerosi laghetti e corsi d’acqua intervengono a rende-re più scenografiche ed impegnative le buche. Agli alberi originali sono stati aggiunti più di 4000 esemplari tra pini, aceri, carpini e querce che formano un percorso ricco e impegnativo con alcune buche par 3 e par 4 decisamente lunghe e ben difese.Suggestivo, ma non impossibile, questo percor-so è adatto ad ogni tipo di giocatore.È facile inoltre lasciarsi attrarre dall’accogliente e armoniosa club-house che si inserisce per-fettamente nell’ambiente circostante ed ospita magnifici saloni per tutte le attività di vita del circolo. Il circolo è dotato di un ampio Driving Range con 6 postazioni coperte e 12 postazioni scoperte dotate di tappetini. Si può giocare an-che dall’erba per un totale di trenta postazioni. Di fianco alla club-house è disponibile un Putting green molto impegnativo, con buche in diverse pendenza, ed un Pitching green. Un elegante salone, un pratico bar ed un ottimo ristorante dove gustare tutte le specialità del-la cucina tipica piemontese, permettono agli ospiti di trascorrere giornate piacevoli abbinan-do natura, sport e alta gastronomia.

Nel cuneese:IL GOLF CLUB CUNEOVia degli Angeli, 3 - 12012 Frazione MellanaBoves (Cn) - [email protected] Golf Club Cuneo si estende lungo l’alveo del torrente Gesso che percorre tutto il lato orien-tale della città di Cuneo. Nasce da un progetto dell’architetto canadese Graham Cooke che ha disegnato un campo di 18 buche mt. 6018 per un PAR di 72 colpi, secondo lo stile ben ricono-scibile di un grande architetto progettista, nel rispetto della natura e di tutte le carattestiche naturali della zona, che si distingue per le lievi ondulazioni del terreno e per il tipico sottobo-

sco fluviale. Ruscelli, laghetti, bunkers si inse-riscono armoniosamente nello scenario delle Alpi Marittime che fanno da cornice al campo, dal Monviso, fino alla cima Marguareis ed il monte “Bisalta” che caratterizza il campo con la sua imponente vicinanza. Notevole impor-tanza è stata data alla realizzazione della parte immobiliare del Golf Club. La ristrutturazione della splendida cascina “Albertasse Vecchia” ha mantenuto inalterate le linee architettoniche esistenti, ospitando i luoghi di vita del Circolo: l’elegante Club House comprende il ristorante, il bar, la sala congressi e il centro benessere. Inoltre dispone di tutti i servizi necessari per la pratica del golf: reception, segreteria, spoglia-toi e pro-shop. La struttura è dotata, infine, di una piscina scoperta e durante il periodo inver-nale il percorso si trasforma in un centro per lo sci da fondo.

GOLF CLUB TORRE DEI RONCHIVia Pollino,42 - 12100 Fraz. Ronchi (CN)Cuneo - [email protected]È il golf di costruzione più recente di tutta la provincia. È stato inaugurato il 16 maggio del 2008. Il percorso è composto da 9 buche (cir-ca 2900 mt par 36) e con doppie partenze che porta il campo ad una lunghezza totale nelle 18 buche (circa 5800 mt par 72). Tale percorso è stato progettato seguendo il principio del man-tenimento delle caratteristiche ereditate dal terreno sul quale il campo viene realizzato (ti-pica filosofia dei link scozzesi), con larghi e lun-ghi fairway pianeggianti, ad importanti movi-

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Comunicare, non omologare.serenagambadesignstudio studio del marchio, immagini coordinate, depliant, cataloghi, brochure, siti internet, packaging, stand, design di prodotto, arredamento negozi, abitazioni, spazi espositivi.ogni cliente ha una propria storia a cui dedicarsi.ogni progetto è il risultato di ricerca continua, fuori da schemi e da omologazioni.

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menti terra sulle zone di completamento buca (green). Per la costruzione sono stati utilizzati i migliori materiali tecnici a disposizione sul mercato. Mentre per il manto erboso sono stati selezionati cultivar americani di poa pratensis, festuca arundinacea e agrostide stolonifera dell’azienda Jacklin Seeds, leader al mondo con oltre 1000 campi da golf realizzati. L’impianto di irrigazione è stato progettato in maniera tale da coprire il 100% della superficie di gioco e ben l’80% della superficie totale; l’impianto fo-tovoltaico realizzato sul tetto della club-house, rende il Golf Club Torre Dei Ronchi completa-mente autosufficiente per esigenze energeti-che di irrigazione e di gestione del ristorante e all’interno della struttura. Ben 800 nuovi alberi definiscono le piste di gioco, e i bunker di sab-bia completano gli ostacoli al raggiungimento dei green. Un lago artificiale di 3000 mq oltre a garantire il polmone d’acqua necessario all’ir-rigazione, funge da ostacolo d’acqua al bellissi-mo par 5 della buca 3. A caratterizzare il campo, vi è inoltre un magnifico par 3 da 172 mt. con caratteristico green a forma di cuore, con bun-ker a forma di quadri, picche e fiori, ed inoltre un lungo par 5 metterà a dura prova anche i giocatori professionisti! Il Golf Club Torre Dei Ronchi è anche una vetrina delle produzioni tipiche del territorio. Il ristorante della Club House propone solo ed esclusivamente piatti e prodotti tipici piemontesi, con un occhio di riguardo per le produzioni locali.

A.S.D. GOLF I PIOPPIloc. La Magnina - (12020) Madonna dell’Olmo - CUNEO - Tel. [email protected] golf “I Pioppi” si trova a due passi da Cuneo ed è facilmente raggiungibile sia dalla città che dalla provincia. Questa facilità di accesso non è data soltanto dalla sua ubicazione, ma anche dall’atmosfera informale e familiare che si vive nel circolo, se-condo la filosofia che il golf non deve essere uno sport “elitario”, ma per tutti coloro che desiderano praticarlo.Il club è dotato di bar, ristorante, spogliatoi e deposito attrezzatura mentre un’attenzione particolare è rivolta alla perfetta manutenzione del campo che presenta scorci paesaggistici davvero notevoli, con un bellissimo panorama sulle montagne. Dal punto di vista tecnico il percorso è in grado di soddisfare i giocatori più esperti che dovran-no misurarsi con gli insidiosi ostacoli d’acqua e dar prova di grande precisione di tiro. Ma anche chi è alle prime armi può cimentarsi sul green con grande soddisfazione. Dalla primavera alla fine dell’autunno il circolo organizza un nutrito calendario gare che si ef-fettuano normalmente la domenica. Una particolarità è costituita dalla gara “Blue Moon”, che si svolge nel mese di luglio in not-turna, utilizzando speciali palline luminose vi-sibili al buio.

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Se il volley è sport che nasce e vive in pro-vincia, Cuneo ne è il suo emblema. Perché

la storia dello scudetto di A1 della Bre Banca Lannutti nella stagione 2009/2010 è nato sotto un tendone da circo come palasport negli Anni Ottanta. Da allora attendeva lo scudetto, vicino alla conquista per due volte, nel 1996 e 1998: Treviso gli sbarrò sempre la strada. I “Blu Brothers” (il tifo organizzato della curva), subito dopo la conquista del tricolore, hanno chiesto al presidente di Piemonte Volley Valter Lannutti di tornare dal “V-day” con il trofeo sul loro pullman e l’imprenditore della logistica e dei trasporti (alla guida della società dal 2003) non se l’è sentita di dire no ai 2500 tifosi che cantavano “il cielo è sempre più blu” e desi-deravano questo scudetto sudato, “stramerita-to”, atteso. Cuneo aveva vinto tutto nel volley,

il cielo è semprepiù bluLA BRE BANCA LANNUTTI CONQUISTA IL TANTO ATTESO E MERITATO SCUDETTODIVENTANDO CAMPIONE D’ITALIA

DI GIANNI SCARPACEPHOTO: GIAN MARIO CERATO

mai il tricolore. Una festa, pochi giorni dopo, che la città e la sua provincia faranno davvero fatica a dimenticare: sotto la tettoia di piazza Virginio, in piazza Galimberti, per le strade della città, in Comune festeggiati dal sindaco Alberto Valmaggia. Lo scudetto, per la Cuneo del volley, è arrivato con la squadra più forte che abbia avuto, capace di mettere sotto i “mar-ziani” dell’Itas Trentino alla ricerca del Grande Slam. I “cannibali” di Kazijski e Juantorena vo-levano il poker dopo Mondiale per Club, Coppa Italia e Champions. Hanno trovato Parodi, 23 anni (miglior giocatore della finale e vero fu-turo del volley azzurro) e compagni che non glielo hanno permesso. “È la vittoria di un ter-ritorio, vinta con il cuore”. A dirlo è il tecnico della Bre Lannutti Alberto Giuliani, cuneese da una sola stagione, alla prima esperienza con

una squadra dei quartieri alti, capace di gestire uno spogliatoio con nomi come Grbic, regista sopraffino che due anni fa portò il tricolore proprio a Trento insieme all’opposto Nikolov, Henno (confermatosi uno dei migliori liberi del mondo), Mastrangelo, centrale tornato in Nazionale grazie anche alla sua stagione per-fetta. Fortunato, in Nazionale non c’è, ma la sua esperienza è stata fondamentale. E poi una panchina sempre pronta, come il lettone Peda che entra batte e risolve. Merita un cenno a parte Wout Wijsmans. Figlio del numero 2 dell’Ikea Mondo è arrivato a Cuneo con l’intenzione di viverci a lungo: ha acquistato casa, ha messo su famiglia e il 1° maggio ha giurato fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica Italiana. “Questo scudetto cuneese – ha detto alla festa

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biancoblu di piazza Virginio – l’ho vinto da ita-liano: una doppia soddisfazione. Tifosi e terri-torio lo meritano davvero”. “È la vittoria di un gruppo eccezionale”, ha sottolineato l’allenato-re marchigiano Alberto Giuliani, raggiante della scelta cuneese.La parola d’ordine è sempre stata “basso pro-filo, alla cuneese”. Tranne in un caso: quando la squadra del volley vince lo scudetto, atteso dal 1989.Dopo l’ultimo pallone del bulgaro di Cuneo Nikolov al “V-Day”, a Cuneo tutto (o quasi) è concesso e molto del “basso profilo” va a farsi benedire. Perché questo scudetto riflette molto il carattere della città e del territorio. È un obiettivo atteso a lungo, al quale allenato-ri, dirigenti e presidenti della società che oggi si chiama Piemonte Volley hanno lavorato in modo coriaceo, per anni. Con pazienza e perseveranza, in una terra in cui i grandi risultati scarseggiano: nella sua storia sportiva la “Granda” non aveva mai vinto uno scudetto. Tranne nel pallone elastico, che oggi si chiama obbligatoriamente “palla a pugno”, ma qui lo chiamano tutti “balon”. Con il limite che si tratta di uno sport regionale, giocato e vissuto tra Piemonte e Liguria. Così portare due bottini del volley a Cuneo (Coppa Cev e campionato italiano) ha una vera valen-za sociale e il riconoscimento del territorio a Valter Lannutti, imprenditore europeo dove le autostrade faticano ad essere costruite, vale già mezzo scudetto. “Sono nato qui – conferma Lannutti – e credo nella bontà dei valori che questa terra esprime”.Onore al coraggio. Fatto sta che quando i gio-catori arrivano a Cuneo faticano ad andarsene lodando serietà professionale e “città a misura di famiglia”. Cuneo è orgogliosa di questo scudetto che sarà festeggiato ogni volta che i 2500 cuneesi giunti a Casalecchio di Reno (sede del V-day) ripense-ranno alla magia del 9 maggio 2010, giorno di una gioia incontenibile.

Nella pagina a fianco: nel palazzetto di Casalecchio di Reno la gioia per lo scudetto è incontenibile sotto una pioggia di coriandoli tricolori.

Dall’alto:nella lunga notte dello scudetto, la festa tricolore ha coinvolto tutta Cuneo. Fra migliaia di tifosi, Mastrangelo “consegna” idealmente la coppa a Carmelo Noto, capo dei “Blu Brothers”.

La squadra al completo ricevuta nel Salone d’Onoredel Municipio, dal Sindaco di Cuneo.

Dopo la partita l’esultanza del capitano Wijsmann e di Mastrangelo trascina anche il composto mister Giuliani.

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Immaginate di chiudere gli occhi e poi di ri-aprirli in una città dei sogni, fatta di suoni,

colori e fantastici personaggi dalle strane fog-ge. Immaginate di camminare per le antiche strade di quella città come se vi trovaste sulla lunga strada di mattoni gialli del mondo di Oz, al di là dell’arcobaleno, oppure negli scenari improbabili e mirabolanti della Wonderland di Alice. Ora lasciatevi coinvolgere, e se non è il “Bianconiglio” a prendervi per mano, fate che ad accompagnarvi sia la fantasia, la voglia di emozionarsi e di tornare bambini con quegli occhi che sanno stupirsi di fronte alla magia. A tutto il resto ci penseranno gli artisti di strada.Questo è il viaggio proposto da Mirabilia, il fe-stival di teatro urbano, che si tiene a nel centro storico di Fossano dal 10 al 13 giugno e che, giunto alla quarta edizione, è già uno dei più

sorprendentemirabiliaARTISTI DI STRADA DA TUTTA ITALIA PER LA QUARTA EDIZIONE DELLA KERMESSE TEATRALE

DI WALTER LAMBERTIPHOTO: PRESS OFFICE MIRABILIA

importanti rendez-vous di arte di strada d’Italia. E d’Europa.Un successo senza precedenti, in un panorama che non è certo privo di proposte del genere. La ragione? L’essere riusciti a coinvolgere tutta la città che per quattro giorni si trasforma in un grande contenitore d’arte varia. I palazzi come quinte di un teatro. Le piazze come palco naturale per danzatori, fantasisti, maghi e acrobati. Le strade come un percorso magico in cui fare strani incontri, e lasciarsi attirare da magici musicisti. Oltre a questo anche il fatto che Fossano Mirabilia sia diventato (fin dalla seconda edizio-ne) non soltanto una vetrina per tutto ciò che è spettacolo di strada, dal circo contemporaneo al teatro di strada vero e proprio e allo spetta-colo dal vivo in generale, ma anche un luogo di

Mike Rollins: ironico e poetico artista di strada sarà presente all’edizione 2010.

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produzione artistica. Non soltanto un momen-to per presentare i frutti del lavoro, ma anche un’officina dove ideare, costruire, perfezionare nuovi spettacoli, nuove performances, nuovi modi di stupire.Nei due “centri” di residenza (uno si trova proprio a Fossano) legati a Mirabilia durante l’anno, diverse compagnie si alternano per le prove delle loro nuove produzioni, che grazie ad un apposito bando e a contributi da parte dell’organizzazione diventano co-produzioni Mirabilia. Un modo anche per portare il nome di questo festival e il nome di Fossano in giro per il mondo su ogni piazza dove i gruppi si esibiranno.Mirabilia, anche per questa sua carta in più, ha ottenuto quest’anno l’alto patrocinio del Ministero della Gioventù, un riconoscimento non soltanto per l’importanza della manifesta-zione, ma anche per l’attività svolta a favore dei giovani artisti attraverso il bando nazionale per la produzione di nuovi spettacoli (quest’anno sei degli spettacoli nell’ambito della kermesse saranno in prima assoluta e sono quelli finan-ziati da Mirabilia). E tutto ciò, va detto, è il risultato di un grande lavoro di squadra che parte dai due “cuori” di Mirabilia, il direttore artistico Fabrizio Gavosto e il direttore orga-nizzativo Cecilia Di Marco, con i collaboratori dell’associazione IdeAgorà e gli sponsor che fin dall’esordio del festival hanno investito e creduto: il Comune di Fossano, la Fondazione Cassa di risparmio di Fossano e con loro la Regione Piemonte (la manifestazione è inseri-ta nel calendario di “Piemonte dal Vivo” e ne costituisce uno delle punte di diamante), la Fondazione Crt e la Provincia di Cuneo.“Una delle carte vincenti di Mirabilia è il fatto che, come nessun’altra manifestazione, riesce a valorizzare gli spazi pubblici della città – com-menta l’assessore alla Cultura Paolo Cortese – una città che, specialmente nel suo centro sto-rico, per quattro giorni è totalmente dedicata al festival. Per i cittadini e i visitatori diventa occa-

sione per scoprire o riscoprire la bellezza degli scorci cittadini, dei palazzi, delle architetture che delle tante attrattive che un piccolo centro come il nostro può offrire”. Scenari ideali per l’arte di strada, come sottolineano gli stessi ar-tisti. “Molti degli artisti che in questi anni sono arrivati a Fossano da tutta Europa – conferma Cortese – hanno apprezzato e sottolineato la bellezza della città.Le metropoli dispongono di grandi piazze e spazi vasti che per questo tipo di spettaco-lo finiscono per essere dispersivi. Da noi c’è la possibilità di avere più angoli scenografici a disposizione delle compagnie e questo dà alla manifestazione un sapore più raccolto ed esclusivo”.Ma la vera forza di Mirabilia resta l’altissima qualità delle proposte che, in questa edizione,hanno raggiunto davvero livelli sorprendenti, simili a quelli blasonati di Rimini.

Cominciando proprio dalle produzioni targate “Mirabilia”: nove sono state le compagnie, se-lezionate attraverso uno specifico bando, che grazie al festival hanno potuto sviluppare i loro progetti interessanti avvalendosi, oltre che di un sostegno economico, anche della possibilità di avere la residenza e uno spazio per le prove. Nove nuovi spettacoli, dunque, porteranno in giro per il mondo, sul materiale pubblicitario, i loghi del festival e del Comune di Fossano. Sette saranno presenti a Mirabilia, quasi tutti in prima assoluta:“Una piccola tribù corsara” della Compagnia Cirko Vertigo uno spettacolo di circo contem-poraneo volto a celebrare i 150 anni dell’Uni-tà d’Italia, che ha debuttato a Buenos Aires (Argentina) e poi a San Paolo (Brasile) per ar-rivare a Mirabilia in prima italiana; “ArmonAria” della bravissima Martina Nova, già vincitrice del Premio Mirabilia lo scorso anno con “Fantasie in volo” del Duoacrobat; “Arena E124, ovvero le ignobili avventure dell’imbonitore e dell’omo forzuto” della compagnia Pres du Plop che, gra-

Durante la rassegna 2009 il centro storico di Fossanoè stato invaso dagli artisti di strada.

Escarlata Circus, saranno presenti all’edizione 2010 di Mirabilia.

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zie al sostegno di Mirabilia, ha potuto chiedere una regia al maestro Tayeb Hassini (che sarà premiato per la regia dello spettacolo “Entre deux siestes” dei Bibendun Tremens - edizio-ne 2009 - nello chapiteau a fianco del castello); “Mr Bang” di Benjamin Delmas, uno “scoppiet-tante” clown metropolitano; “Bus stop” dei Five Quartet Trio di Roma; “Senza denti” della compagnia Le due e un quarto di Torino; e an-cora “Ambreto malefica” della Casata Maluf, già presentato nella scorsa edizione del festival, ma che in questi mesi è stato ulteriormente perfe-zionato.

La vetrina CatalanaAltra interessante novità: in questa quarta edi-zione il Festival internazionale di Teatro urbano Mirabilia ospita al suo interno una vetrina di spettacoli catalani.La regione autonoma della Catalogna in questi anni ha saputo supportare il teatro di strada e del circo contemporaneo attraverso significati-vi investimenti di risorse umane ed economi-che, arrivando ad essere una delle principali esportatrici di tali spettacoli nel mondo. In Catalogna si tengono alcuni fra i più validi festi-

val del panorama internazionale, primo fra tutti la “Fira de Tarrega” che, dal 1981, ha luogo ogni anno in settembre nella cittadina di Tarrega, non lontano da Barcellona. L’arte catalana ha trovato uno spazio a Mirabilia grazie ai rapporti e alla collaborazione fra il direttore artistico del festival di Fossano, Fabrizio Gavosto, e l’Istituto delle Attività Culturali Catalane (ICIC), uno dei dipartimenti del governo regionale. Si è otte-nuto anche un contributo per il viaggio delle compagnie da parte dell’Institut Ramon Llull che, sensibile al settore emergente del “teatro de calle”, ha creduto nell’opportunità di una vetrina in Italia.Quattro saranno le compagnie catalane pre-senti a Mirabilia con quattro spettacoli di ge-nere completamente diverso: da quello inti-mo e toccante - adatto ad un pubblico adulto - in un piccolo chapiteau da 50 posti (ingresso a pagamento e con prenotazione consigliata tramite e-mail a [email protected]) all’irruenza degli scatenati Cavalls de Menorca, alla magistrale abilità di un artista danese adottato dalla Spagna, al carisma di una coppia di acrobati che, insieme a due fan-tasiosi musicisti, fanno della simpatia la loro arma vincente.

La selezione europea e la vetrina italianaAccanto alla vetrina catalana una selezione tra le più grandi compagnie a livello europeo. Partendo dalla Francia: Les Baigneurs, vincitore del premio Mirabilia 2009 con “Le Bain”, uno spettacolo di danza contemporanea in una piccola vasca da bagno; Le Boustrophédon, in prima nazionale, con “Camélia et son pianiste”, una marionetta metà donna e metà pupazzo, avvizzita dagli anni ma grintosa e piena di vita, che danza e balla a ritmo di swing gustando gli ultimi momenti di celebrità; l’irresistibile Petit Monsieur, per la prima volta in Italia, impaccia-to nel suo elegante e striminzito abito da busi-nessman, alle prese con un’indomabile moder-na tenda da campeggio.

Esibizioni sotto le stelle, davanti al Castello degli Acajanell’edizione Mirabilia 2009.

Anticipazioni Mirabilia 2010:Circ Panic: acrobati senza rete.

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E poi una compagnia franco-spagnola D’akipaya con una performance di danza contemporanea su una panchina “La Banca” (anche questa in prima nazionale), in cui tre ballerine esprimo-no la loro quotidianità.Non mancherà ovviamente l’Italia con due compagni, una bergamasca di recente forma-zione e l’altra storica cuneese, nota per la sua attività nell’ambito del teatro per ragazzi. La prima, Vertiges, ci proporrà un originale spet-tacolo di danza contemporanea verticale negli spazi più diversi: facciate di edifici, cortile del Castello, terrazzi, porticati, giardini pubblici, sperimentando nuove relazioni fra i pieni e i vuoti lontano dal palcoscenico tradizionale, vere e proprie “incursioni” di danza dentro la città. La seconda, Il Melarancio, ci presenterà la “Battaglia dei cuscini”, in cui gli spettatori stessi saranno protagonisti: presi da una sorta di follia collettiva inizieranno a combattere gli uni contro gli altri, eccitati dalla musica, in una lotta pazza e frenetica a colpi di cuscino sino allo sfinimento… Nel grande contenitore di Mirabilia non può mancare una “vetrina italiana”, costituita in parte da spettacoli già “consolidati” che da anni calcano le piazze: il duo Teatro Schabernack, una coppia di anomali e surreali musicisti; l’incontenibile Gianca clown, funambolico personaggio “a rotelle”; l’ironico e poetico Mike Rollins; gli insostituibili truccabimbi Ops! Mimimanonsolo; il Duoacrobat. In parte si tratta di nuove proposte come “Abito al rovescio” della giovane Claudia Ossola, l’in-stallazione musicale interattiva di Faber Teatro e il delicato spettacolo del Circo 238.Ci saranno anche tre compagnie “off ” cui il fe-stival è lieto di offrire uno spazio: il duo ispani-co-israeliano Fire Float, il gruppo musicale Gli adoratori della palla di Sio con il loro repertorio folk e la compagnia italiana Officine Duende, che si è aggiudicata nel 2009 il premio “Cantieri di Strada” della FNAS (Federazione nazionale dell’Arte di strada).

Eventi collaterali e curiositàNei giorni del festival non saranno solo gli spettacoli ad attrarre gli spettatori. Numerosi sono anche gli eventi collaterali. Primo fra tutti il “Premio Mirabilia” che verrà consegnato alle compagnie che si sono meglio distinte nella scorsa edizione. E poi momenti di approfondi-mento, convegni e tavole rotonde per gli ope-ratori di settore sulle problematiche del circo contemporaneo e del teatro di strada, cui inter-verranno relatori e rappresentanti di istituzioni di vari paesi. Nel Centro Congressi Sant’Agostino di Palazzo Righini (ex chiesa dei Battuti Neri) sarà allesti-ta una mostra fotografica - aperta soltanto nei giorni del festival - coordinata dal fotografo fossanese Davide Dutto, che raccoglie una sele-zione dei migliori scatti relativi alla precedente edizione. Una curiosa e interessante finestra sulla breve ma già ricca storia della manifesta-zione: racconta emozioni e colori del festival, aspetti della vita dell’artista di strada, retrosce-na degli spettacoli.Sabato e domenica mattina saranno organizzate visite ai monumenti e musei cittadini con itine-rari guidati e gratuiti a cura delle guide dell’As-sociazione “Cicerone”, che faranno riscoprire il volto della città attraverso appositi e mirati per-corsi. Un’area speciale adiacente al Castello sarà riservata al “cibo di strada”: è StrEAT Mirabilia. Qui venerdì e sabato sera sarà possibile assag-giare prodotti tipici di strada dell’antica tradi-zione culinaria piemontese, ligure e non solo. Al centro uno stand illustrerà i presidi di Slow food, che affermano valori come la tutela dei sapori tradizionali, della terra, della biodiversità e l’impegno a sviluppare una pratica produttiva sostenibile, pulita e giusta. Anche quest’anno sono stati coinvolti per l’oc-casione i ristoratori cittadini che parteciperan-no con speciali iniziative. Saranno riproposti il “menù Mirabilia” a prezzi convenzionati e gli aperitivi Miralight e Miramix, creati apposita-mente per il festival.

Anticipazioni Mirabilia 2010:

Vertiges: danza contemporanea verticale sulle facciate degli edifici.

Mr. Bang: uno scoppiettanteclown metropolitano.

MirabiliaFossano (Cn)dal 10 al 13 giugno 2010www.fossanomirabilia.com

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La letteratura italiana non ha mai amato mol-to il treno. Ma quando l’amore è sbocciato,

è stato un amore potente, che ha prodotto pa-gine e rime straordinarie. Con Pirandello dove, in Il treno ha fischiato, proprio l’arrivo della vaporiera rivela il senso della vita all’oscuro impiegato Belluca. E con il Carducci che, nella sua Alla stazione in una mattina d’inverno, ci ha regalato una delle descrizioni più pittore-sche del mezzo ferroviario: ...il mostro, conscio di sua metallica anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei occhi sbarra... E per finire, con Filippo Tommaso Marinetti, il padre del futu-rismo, che dipinse un’immagine virile e tecno-logica delle locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi. Insomma, il treno visto con l’occhio del poeta e dell’artista, intrisi

la culla del pendolinoDALLE LOCOMOTIVE TRIFASE DEL 1922 ALL’AVVENIRISTICO ITALO, ALL’ALSTOM TRANSPORT DI SAVIGLIANO L’AMORE PER I TRENI È DI CASA, MA ANCHE L’ORGOGLIO DI FAR PARTE, DA 150 ANNI, DELLA STORIA DELLE FERROVIE. E NON SOLO.

DI RICCARDO CELIPHOTO: PRESS OFFICE ALSTOM

di stupore e di timore reverenziale. Ma anche con quello disincantato dell’uomo politico, se è vero che il presidente americano Abramo Lincoln fu tra i primi a utilizzare il treno nella campagna elettorale del 1864. E dopo il suo assassinio, fu proprio un treno a riportarne me-stamente la salma in Illinois.E oggi, che cos’è mai il treno? Per molti, solo un mezzo di trasporto. Per altri, un veicolo che racchiude ancora in sé il significato del viaggio come avventura, scoperta e mistero.Per la provincia cuneese, però, il treno signifi-ca molto di più: lavoro, prosperità, sicurezza, sfida, progresso. Gran parte della storia indu-striale della Granda, infatti, è indissolubilmente legata a quella delle ferrovie.Una storia appassionante che nasce nel lontano 1853. Il 13 marzo, un’ansimante locomotiva a

Il locomotore E636 014 costruito nell’ottobre 1940, e il Pendolino ETR 600 Frecciargento sono alcuni tra i più noti materiali rotabili realizzati dallo stabilimento di Savigliano, oggi di proprietà del gruppo Alstom.

Nella pagina a fianco:durante i quasi 150 anni della sua storia, però, dagli storici capannoni non sono usciti solo treni, come testimoniano le immagini: la stella a 12 punte in ferro che dal 1961 svetta in cima alla Mole Antonelliana di Torino.

Il ponte San Michele di Paderno d’Adda del 1889 che, con i suoi 266 metri, fu all’epoca il ponte ad arco più lungo del mondo.

I motori elettrici di propulsione da 1.100 CV dei quattro sommergibili della classe Balilla per la Regia Marina, citati sul Bollettino Tecnico dell’azienda datato maggio-luglio 1928.

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vapore si ferma per la prima volta a Savigliano con il suo seguito di vagoni: è il viaggio inau-gurale della neonata tratta Torino-Cuneo. In pochi anni, Savigliano diviene sede di un vero polo ferroviario ante-litteram. E da allora, lo storico stabilimento saviglianese, un tempo di proprietà della Societa Nazionale delle Officine di Savigliano (SNOS), poi della Fiat e oggi della francese Alstom, è diventato la fucina dei tre-ni. Nei suoi capannoni hanno visto la luce, nel lontano 1883, nientemeno che alcune carrozze del celeberrimo Orient Express, il più poetico dei treni. Parafrasando, potremmo dire però che non si vive di soli treni. E infatti, sui tavoli da disegno degli ingegneri della SNOS hanno preso vita alcuni tra i più grandi e significativi manufatti metallici della storia industrale ita-liana, e molto altro ancora. Pochi lo ricordano, ma a Savigliano sono nati, per esempio, due capolavori della carpenteria in ferro dell’epo-ca: il famoso ponte ferroviario San Michele di Paderno d’Adda (1889) e la grandiosa copertu-ra metallica della Stazione Centrale di Milano, inaugurata nel 1931. Quest’ultima fu costruita in parte nello stabilimento torinese di Corso Mortara, già della Società Anonima Italiana Ausiliare, acquisito nel 1889 dopo la fusione con questa società. Dalla SNOS vennero anche grandi centrali idroelettriche ed enormi gru portuali per i maggiori scali italiani, installazio-ni per le quali l’azienda era leader in Europa. Tra le forniture belliche, citiamo i 153 biplani da bombardamento pesante Caproni CA 36 (1917), mentre il marchio aziendale fu impres-so sui grandi motori elettrici di propulsione di alcuni sommergibili della Regia Marina, come i quattro della classe Balilla del 1928. Per quan-to riguarda i tempi a noi più vicini, vengono da Savigliano anche il famoso trattore agricolo Ciclope del 1953, la stella a 12 punte posta in cima alla Mole Antonelliana di Torino nel 1961 e parte delle 450 moderne autoblindo Centauro in servizio dagli anni ‘90 nell’Esercito Italiano, il cui procedimento di saldatura degli scafi in

acciaio balistico costituisce ancora oggi motivo d’orgoglio per molti dei dipendenti che all’epo-ca furono impegnati nel progetto.Da sempre, però, Savigliano significa soprat-tutto treni. Dalla storica fabbrica al n° 23 di via Ottavio Moreno (l’ingegnere che nel 19° secolo diede grande slancio allo stabilimento e il cui busto bronzeo si trova oggi all’ingresso) sono uscite, nuove, modificate o ricostruite, migliaia di locomotive e di carrozze che hanno contri-buito ad accorciare l’Italia e, oggi ancora di più, il mondo. Savigliano e i treni hanno sempre avuto una sola anima. Ed è così anche oggi che lo sferragliare del “mostro” carducciano ha ce-duto il passo al sibilo del Pendolino, il treno veloce ad assetto variabile che qui è nato e per il quale lo stabilimento è conosciuto ovunque nel mondo.Ma proprio in un’epoca in cui, dissoltesi le nu-vole di vapore, i treni sono un concentrato di tecnologia che vola a 250 o più km l’ora, non si rischia di apparire un po’ demodé evocando la poesia del treno? E ha ancora senso parlare di passione per il treno? Per accertarlo, abbiamo trascorso un paio di giorni nei capannoni dello storico stabilimento saviglianese, addentrando-ci nei segreti della sua creatura d’eccellenza, il Pendolino. E così abbiamo avuto le nostre risposte: sì, per i 1287 dipendenti che oggi la-vorano alla Alstom Transport, i treni sono non solo fonte di sostentamento, ma anche poesia e passione. E, come per l’intera provincia cunee-se, sono motivo di giustificato orgoglio.Ma che cos’è, come nasce e come si costruisce oggi un treno? Innanzitutto, quando il commit-tente e il fabbricante prendono contatto per una possibile fornitura, quest’ultimo sa già in linea di massima ciò di cui il cliente ha biso-gno. Gli aspetti principali che influenzeranno le caratteristiche del treno sono infatti legati alle infrastrutture ferroviarie proprie di cia-scun Paese, già note e non modificabili se non rifacendole di sana pianta. Tra queste, citiamo lo “scartamento”, ossia la distanza tra i binari,

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e la tensione di alimentazione che può essere di quattro tipi: a 1,5 o 3 kV in corrente conti-nua e a 15 o 25 kV in corrente alternata. Tra le caratteristiche dei veicoli, invece, vanno an-noverate il numero di carrozze, la loro sagoma, la disposizione dei carrelli e dell’arredamento interno, legato al numero dei posti previsto. Le caratteristiche secondarie possono inve-ce riguardare l’adeguamento alle condizioni climatiche o morfologiche delle zone in cui il treno dovrà operare. Per esempio, il Pendolino finlandese Sm3 e la sua versione Allegro (che esordirà quest’anno sulla linea Helsinki-San Pietroburgo) possono viaggiare anche a 40° sotto zero. Ma prima ancora che un insieme di metalli, di tessuti e di complessi dispositivi elettronici, un treno è... un ammasso di carta. Per illustrare le caratteristiche del veicolo che desidera, infatti, il committente di carta ne produce moltissima: il capitolato può occu-pare oltre un migliaio di pagine e alla Alstom impiegano anche tre mesi per assimilarlo. Dall’ingegnerizzazione alla prova su binario del prototipo di un nuovo treno passano circa 30 mesi, mentre ce ne vogliono 9-10 per la co-struzione di un esemplare, che è suddivisa in quattro fasi distinte. Prendiamo, ad esempio, il Pendolino ETR 600, battezzato Frecciargento e ordinato in 12 esemplari da Trenitalia. Si comin-cia, e ci vogliono tre mesi, a costruire la “cassa”. Il termine è tecnico e definisce la struttura del singolo “vagone”, (ma evitate di chiamarlo così in presenza di un dipendente Alstom). Le casse sono realizzate in profilati d’alluminio estrusi, leggeri e robusti, elettrosaldati tra loro. I vani dei finestrini verranno “ritagliati” quando ogni parete laterale sarà terminata. Uniti anche il tet-to e il pavimento, si procede alla verniciatura della cassa completa, che richiede due settima-ne. La fase di allestimento e montaggio dura altri tre o quattro mesi, mentre per la quarta fase, quella assai delicata del collaudo finale del treno completo, serve un mese intero.Vi piacciono i numeri? Ciascun veicolo dell’ETR

L’elettromotrice sperimentale ad assetto variabile Y0160 7199 rappresenta l’antenata del Pendolino. Commissionata dalle Ferrovie dello Stato alla Fiat Ferroviaria S.p.A. di Savigliano nel maggio 1970, effettuò la prima corsa di prova l’11 ottobre 1971 sulla linea Torino-Asti.

Un esemplare del Pendolino russo-finlandese Sm3 sottoposto al controllo finale presso la Alstom Transport di Savigliano.

Una suggestiva immagine del Pendolino britannico denominato Virgin Train in servizio sulla linea Londra-Glasgow.

Nella pagina a fianco:due diverse fasi della lavorazione di una “cassa” di un Pendolino. Le casse sono realizzate in profilato d’alluminio estruso che garantiscono leggerezza e robustezza alla struttura.

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600 completo di attrezzature e carrelli pesa dal-le 50 alle 60 tonnellate (dipende dal fatto che sia o meno anche motrice). Solo i chilometri di cavi elettrici che contiene ne pesano tre, mentre ciascuno degli otto motori da circa 700 kW del convoglio è uno scherzo da 1.500 kg. Un ETR 600 completo, sette carrozze, è lungo 187,4 metri e puo portare 432 passeggeri. Il prezzo? Una bazzecola: circa 20 milioni di euro.Il segreto del successo del Pendolino, oltre a quello di Savigliano (tutti i Pendolini vengono infatti da via Ottavio Moreno), porta il marchio Fiat. Quindi, è un patrimonio tutto italiano, anche se per definirne la tecnologia si utilizza spesso un termine anglosassone: tilting, ossia inclinante, o meglio, inclinabile. In pratica, grazie a un sistema elettroidraulico basato su giroscopi e accelerometri governati da un com-puter, ogni carrozza può pendolare, cioè as-sumere un assetto variabile, inclinandosi nelle curve fino a 8° e riducendo quindi drasticamen-te gli effetti negativi dell’accelerazione laterale sui passeggeri. Risultato: la velocità mentenibi-le in curva può superare del 30-35% quella di un treno normale, con incrementi più o meno dello stesso valore anche per quella commer-ciale. Il tutto senza bisogno di rifare completa-mente le linee posando nuovi binari e un nuova catenaria (cioè la linea elettrica aerea) come invece avviene per i treni Frecciarossa e i fran-cesi TGV, più veloci, ma che impongono i costi colossali dovuti al radicale adeguamento delle infrastrutture. Insomma, il Pendolino offre un sostanzioso aumento della velocità d’esercizio (quella massima è attualmente di 250 km/h) an-che a chi il treno iperveloce da 300 km/h non può permetterselo. Ecco spiegato il motivo del suo indiscusso successo: ne sono stati venduti oltre 400 esemplari in 10 Paesi.L’attività odierna dell’Alstom di Savigliano, oggi parte della divisione Transport del gruppo Alstom, non è però legata al solo Pendolino. Nello stabilimento si lavora già al futuro, che ha la forma del modernissimo AGV (Automotrice

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à Grande Vitesse), l’erede del TGV francese. L’italiana NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori), guidata dall’ex-presidente di Fiat S.p.A. Luca Cordero di Montezemolo, è la prima società privata che opererà nell’alta velocità ferrovia-ria. Ha piazzato un ordine per 25 AGV (battez-zati Italo), otto dei quali sono stati assegnati a Savigliano, con la costruzione che, dopo qualche problema tecnico, dovrebbe partire il prossimo ottobre. A dire il vero il quantitativo iniziale era di 11 treni, ma recentemente la ca-pogruppo ha deciso di sottrarne tre all’Italia per assegnarli allo stabilimento di La Rochelle, nella regione della Charente Maritime. E non è l’unico problema: il completamento delle commesse in corso e la mancanza di nuovi ordini porteranno, probabilmente il prossi-mo autunno, all’esubero di 120-160 persone, mentre altri 94 lavoratori interinali potrebbe-ro essere lasciati a casa già quest’estate. Negli storici capannoni serpeggia per questo un po’ di malumore, ma al di là della comprensibile delusione per la perdita di preziose commesse e per le difficoltà che ne derivano, c’è anche qualche buona notizia: per potenziare le capa-cità di collaudo finale dello stabilimento, che attualmente non sono adegiate a quelle pro-duttive, la linea collaudi sarà potenziata con un investimento di 4,5 milioni di euro. Ciò eviterà che il collo di bottiglia costituito proprio dalle attività di controllo finale dei treni ne ritardi la consegna ai clienti. Insomma, un buon segno per le maestranze di Savigliano, dove intanto, oltre alla all’imminente avvio della produzione dei primi Italo, procede anche quella dei treni suburbani X’trapolis per l’Australia. Con immu-tato amore, s’intende, per tutto ciò che corre veloce sui binari.

Il banco prova dei carrelli installato presso lo stabilimento Alstom Transport di Savigliano.

Un esemplare di ETR 610 Cisalpino prossimo alla consegna viene sottoposto al controllo finale.

Nella pagina a fianco:quattro testimonianze che rappresentano altrettante pietre miliari nella storia industriale dello stabilimento saviglianese. Un locomotore della serie E551 a corrente trifase che le Ferrovie dello Stato ordinarono in 183 esemplari a partire dal 1921.

Uno dei 153 bombardieri Caproni CA 36 prodotti dalla SNOS durante la Grande Guerra.

La navata centrale della copertura metallica della Stazione Centrale di Milano (1931).

La speciale poltrona ad assetto variabile che è alla base dell’idea dei treni Pendolino, installata nel marzo 1969 su un’automotrice Aln 668 e utilizzata per sperimentare gli effetti dell’accelerazione laterale sui passeggeri.

ALSTOM GROUP:www.alstom.comALSTOM TRANSPORT:www.transport.alstom.com

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1853 Il 13 marzo arriva a Savigliano una loco-motiva che porta lo stesso nome della città. Traina il convoglio inaugurale della tratta Tori-no-Savigliano, linea Torino – Cuneo.

1859 Savigliano, capolinea temporaneo del tronco ferroviario, diviene sede delle attività di manutenzione del materiale rotabile. Le mae-stranze raggiungono presto le 450 unità.

1869 La Società Alta Italia procede nella ristrut-turazione delle ferrovie piemontesi e le Offici-ne di Savigliano vengono chiuse.

1880 In Italia cresce la domanda di materiale rotabile. Per opera di Casimiro Sperino, colla-boratore di Cavour, il 17 luglio nasce la Società Nazionale Officine di Savigliano (SNOS).

1885 La SNOS inizia una proficua collaborazio-ne con la Società Anonima Italiana delle strade ferrate, tramvie e lavori pubblici (SAI) che ha sede in Corso Mortara a Torino.

1889 La SNOS acquisisce gli immobili della SAI e inizia a realizzare grandi opere di carpente-ria metallica (il ponte di Paderno d’Adda e la copertura in ferro della Stazione Centrale di Milano), centrali idroelettriche e gru portuali.

1922 Viene costruito il primo locomotore elet-trico trifase per le Ferrovie dello Stato, l’E551.

1940-1945 Arrivano grandi commesse di ma-teriale bellico. Nel dopoguerra si rinnova e si ripara quello rotabile danneggiato dalla guerra.

1966 Dallo stabilimento di Savigliano esce la più potente e veloce locomotiva d’Europa dell’epoca, la E444, battezzata Tartaruga.

1970 In dicembre Fiat S.p.A. acquisisce il sito industriale di Savigliano, che viene scorporato dalla SNOS e diviene società autonoma con il nome di Ferroviaria Savigliano S.p.A.

1971 L’11 ottobre, sulla linea Torino-Asti, effet-tua la corsa di prova l’Y0160, primo treno speri-mentale ad assetto variabile. È nato il Pendolino.

1975 Il 1° dicembre la Ferroviaria Savigliano S.p.A. diviene Fiat Ferroviaria S.p.A. Le attività ferroviarie vengono concentrate a Savigliano.

1976 Esordisce sulla linea Roma-Ancona l’ETR 401, primo treno rapido ad assetto variabi-le al mondo. La durata del tragitto scende di mezz’ora rispetto a quella dei normali convogli.

1988 Entra in servizio sulla Milano-Roma l’ETR 450, il Pendolino di seconda generazione. Col-lega le due città in meno di quattro ore.

1994 Arriva l’ETR 460, il Pendolino di terza generazione disegnato da Giorgetto Giugiaro. Le FS ne ordinano sette esemplari, più altri tre gestiti insieme alle ferrovie francesi.

2000 Il 18 ottobre Fiat cede il 51% della sua società ferroviara alla francese Alstom, leader nel trasporto ferroviario e nei sistemi di produ-zione dell’energia. Il restante 49% delle azioni viene ceduto nell’aprile 2002.

2010 Savigliano è oggi uno dei siti più impor-tanti di Alstom Transport. Qui vengono realiz-zati otto dei 25 treni ad altissima velocità AGV per l’italiana NTV, i Pendolini inglesi e russo-finlandesi, i treni suburbani X’trapolis per l’Au-stralia e i regionali Coradia Meridian per GTT e per le Ferrovie Nord Milano.

Si ringraziano per la collaborazione e la fornitura di alcune foto la signora Elena Cottini, l’ing. Franco Fantini e il dott. Gianfranco Saccione di Alstom Transport Italia.

UN SECOLO E MEZZO DI STORIA FATTA DI TRENI, DI AEREI E DI MOLTO ALTRO ANCORA...

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Anche quest’anno l’Associazione Culturale Alba & Jazz è riuscita nel suo intento: di-

vulgare cultura attraverso musica di alta quali-tà organizzando uno degli eventi musicali più attesi della stagione. L’Alba Jazz Festival nasce dalla volontà, passione e tenacia di amici che, amanti del buon jazz ed innamorati della pro-pria città, decidono di creare un evento cultu-rale locale nuovo ma al tempo stesso con radici ben salde, tanto che sin dalla prima edizione il tam-tam supera i confini regionali e le più am-pie aspettative, divenendo un appuntamento capace di attirare ogni anno migliaia di amanti della musica jazz di qualità nella bellissima città di Alba, capitale indiscussa della buona cucina e del buon vino.A cominciare da giovedì 17 giugno Alba sarà avvolta in una magica atmosfera fatta di ritmo,

tra swinge culturaALBA JAZZ FESTIVAL, DAL 17 AL 22 GIUGNO

DI ROBERTO AUDISIOPHOTO: FRANCO TRUSCELLO

musica, swing e allegria con il gruppo di Mattia Cigalini - giovane musicista di razza, solida real-tà dell’attuale panorama jazzistico - con il suo progetto “Arriving Soon” (accompagnato in via del tutto eccezionale da Tullio De Piscopo e Fabrizio Bosso, oltre che da Andrea Pozza e Riccardo Fioravanti). CD importantissimo che, oltre a tourneé in Korea e Giappone, gli regala la menzione del noto blog giapponese “Tokyo Jazz Notes” che pone la title-track “Arriving Soon” al Primo posto come “Brano jazz dell’an-no” (2009, classifica globale) e il 12° posto nella classifica mondiale dei “Dischi Jazz dell’anno” (2009, è primo fra gli artisti italiani, collocando-si fra Pat Metheny e Chick Corea) dalla famosa rivista “Swing Journal”. Venerdì 18 sarà la volta di Abraham Burton & Eric McPherson Quartet Featuring Franco

Alcuni momenti dell’edizione Alba Jazz 2009.

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Ambrosetti, quartetto dinamico e coinvolgente dove il connubio tra la tradizione jazzistica più nera e i suoni globali della New York del terzo millennio si fondono nella più viva espressione della musica afroamericana contemporanea.Ciliegina sulla torta sarà l’ottone dello svizzero Ambrosetti, apprezzato trombettista con una carriera ricca di collaborazioni e successi.Sabato 19 Eumir Deodato Europe Xpress si esibirà con Piero Odorici, Andrea Giuffredi, Daniele Santimone, Paolo Ghetti, Stefano Paolini e José Antonio Molina. Il celebre mul-tistrumentista brasiliano di origine italo-porto-ghese da anni vive a NY ed è considerato una vera icona del jazz e non solo, vincitore di 13 dischi di platino.Artista a tutto tondo, Deodato, con i suoi com-pagni di viaggio, attraversa la musica contem-poranea attingendo dal jazz al pop con estrema

maestria i suoi personalissimi arrangiamenti.Domenica 20 giugno (dopo la partita dell’Italia mondiale) chiusura del Festival all’happy hour con gli ormai consueti aperitivi in jazz tra locali, piazze e vie della città a partire dalle 18.30.

Alba Jazz Festival

Alba 17 - 20 giugnowww.albajazz.com

2010 quarta edizione

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Progettare il “bello”, una sfida continua con la realtà, fino a farlo diventare quo-tidianità, è l’obiettivo con cui vengono condotti corsi di arti visive e multimedia-li, di design e di moda. Proprio attraverso questi ambiti il concetto di “bellezza” può essere trasmesso e diffuso fino a divenire un tramite di cultura, di educazione nel saper vedere e saper scegliere.L’Accademia di Cuneo vuole infonde-re nei propri studenti essenzialmente questa curiosità e questo desiderio nel ricercare tutto ciò che kantianamente possiamo definire “sensus communis aestheticus”, cioè un senso di empatia estetica, non solo riservato a scelte indi-viduali e a canoni precostituiti, relegato alla sensibilità di pochi, ma ben più ampiamente condiviso.Questo obiettivo ben risponde alle istanze di tanta imprenditorialità italiana e cuneese che vanta una consolidata e indiscutibile tradizione di qualità e buon gusto nei suoi prodotti, che hanno fatto apprezzare ovunque il made in italy.La presenza, nei percorsi formativi, di un know-how metodologico e progettuale ampiamente multidisciplinare, permette un adeguamento costante al dinamismo del mercato del lavoro, anche attraverso le esperienze di collaborazione con il mondo economico ed imprenditoriale, che costantemente vengono effettuate aldilà dei momenti didattici.

La crescente sensibilità verso il recupero e la tutela dei beni artistici nel nostro territorio trova nell’Accademia, dove non solo si progetta il “bello” ma lo si vuole anche “conservare”, un riferimento specifico.Le opere d’arte, antiche e moderne, au-liche o popolari, fanno parte del nostro patrimonio storico, culturale e delle no-stre tradizioni che profondamente hanno condizionato le nostre scelte, i nostri atteggiamenti estetici, formali e comportamentali.Il recupero di questi preziosi manufatti richiede un approccio consapevole e competente che non può non essere supportato da una profonda conoscenza storica, tecnico-scientifica e da capacità esegetica, indipendentemente dalla loro provenienza, fattura o dimensio-ne. L’esperienza effettiva di tanti allievi dell’Accademia di Cuneo si forma sui suggestivi dipinti delle nostre chiese e delle nostre antiche dimore, nonché sui grandiosi cicli della Reggia di Venaria Reale, presso Torino.Questa istituzione universitaria, tutta cuneese ma decisamente multiculturale, si configura come un fulcro sinergico tra le varie forme di ricerca estetica, di inda-gine culturale e di potenzialità creativa che confluiscono, però, in un unico ideale progetto globale: ridisegnare con armonia l’ambiente che ci circonda convogliando il “bello” verso una dimen-sione mondana e consueta, anche attra-verso il recupero della nostra memoria artistico-visiva. Annamaria Lucchini

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Autunno 1839. A tardissima ora, in una not-te serena, il piccolo Giovanni e il suo papà

avanzano nel buio completo della campagna saviglianese. Il bimbo ha solo quattro anni. Cammina sonnolento, incespicando ad ogni passo. Il babbo allora lo prende in braccio e, per tenerlo desto, comincia a mostrargli le costella-zioni. D’un tratto una stella cadente ferisce il buio della notte. Poi un’altra. Ed un’altra anco-ra. “Che cosa sono, papà?” chiede Giovanni. “Queste cose le sa solo Domeneddio” risponde lui. Il bimbo tace, ma “un confuso sentimen-to di cose immense e di cose adorabili” s’im-padronisce di lui. Quel bambino curioso era Giovanni Virginio Schiaparelli. Un bimbo nato a Savigliano il 14 marzo 1835 e destinato a diven-tare uno dei maggiori astronomi ottocenteschi. Fu proprio il padre, un fornaciaio che produ-

guardando lestelleRICORRE A LUGLIO IL CENTENARIO DELLA MORTE DI GIOVANNI SCHIAPARELLI, IL FAMOSO ASTRONOMO NATO A SAVIGLIANO

TESTO E PHOTO:GUIDO MARTINI

ceva tegole e mattoni, ad instillargli la grande passione per i misteri del firmamento.Invece di seguire le orme del genitore, dal 1841 il ragazzo intraprese gli studi elementari e poi liceali a Savigliano.L’8 luglio 1842, svegliato di soprassalto dalla madre, poté osservare un’eclissi totale di sole. “Si accrebbe la mia meraviglia – scrisse l’astro-nomo anni dopo, in una lettera ad Onorato Roux, riportata nel libro “Giovanni Virginio Schiaparelli – L’uomo, lo scienziato” di Luigi Botta – quando mi dissero che esistevano uo-mini capaci di predire tali fenomeni in giorno, ora e minuto. Ebbi, allora, il desiderio di esser uno di quelli”.Nel 1850 s’iscrisse all’Università di Torino, dalla quale uscì nel 1854 con la laurea d’ingegnere idraulico ed architetto civile.

Giovanni Schiaparellirappresentato sulla copertina de “La Domenica del Corriere” del 28 ottobre 1900.

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Negli anni della gioventù, oltre agli studi, nel suo cammino di crescita intellettuale furono fondamentali due figure. La prima fu un certo Miglietti, operaio presso la fornace, originario (come la famiglia Schiaparelli) di Occhieppo Inferiore, nel Biellese. Fu da quest’uomo, anch’egli appassionato di astronomia, che Giovanni imparò a costruire orologi solari. Uno di questi lo realizzò a vent’anni sulla chiesa di Santa Maria della Pieve. Dopo un accurato re-stauro, è tuttora visibile. A quella parrocchia è legata la seconda figura che aiutò il giovane studente ad intraprendere la carriera scienti-fica. Si tratta di don Paolo Dovo, il parroco di cui l’aspirante scienziato divenne amico negli anni Cinquanta. L’astronomo lo descrive come

“un vero Socrate cristiano”, che “soleva racco-gliere intorno a sé alcuni dei giovani studenti della città, coi quali filosofava a perdita di vista”. Fu il sacerdote a donargli un suo cannocchiale. “Io credetti con esso di toccare il cielo” ricorda Schiaparelli, che usò lo strumento per nume-rosi studi. Dal campanile della Pieve scrutava la volta celeste. Ormai Giovanni, diventato uomo, capì che era giunta l’ora di mantenersi da sé. Dopo vari tentativi d’intraprendere la carriera scientifica inviò un lavoro sulle comete ai suoi professori universitari che, apprezzatolo, lo mandarono a specializzarsi in Germania.Fu così che, nel 1857, Schiaparelli lasciò la sua Savigliano. La sua carriera fu più brillante delle stesse stelle che studiava. A Berlino si dedicò principalmente all’astronomia, ma non trascu-rò discipline affini (magnetismo, meteorologia, ottica) ed altre meno (indologia e storia delle religioni). Tornato in Italia, dal 1862 fu direttore dell’osservatorio di Brera, a Milano, che guidò sino alla soglia del XX secolo.Schiaparelli è conosciuto in particolare per la scoperta dei “canali di Marte”. Nel 1877, infatti, lo scienziato osservò la superficie del pianeta rosso con il telescopio e vi notò “depressioni del suolo non molto profonde, estese in di-rezione rettilinea per migliaia di chilometri”. Questa scoperta scatenò una ridda di ipotesi: c’era chi sosteneva che non fossero conforma-zioni naturali, ma canali artificiali realizzati da una qualche forma di vita. D’altra parte, la tra-duzione in inglese degli studi dell’astronomo saviglianese alimentò l’equivoco: la parola “ca-nali” venne tradotta “canals” (artificiali) e non

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“channels” (naturali). Solo con le spedizioni spaziali Mariner 4 e 9, dal 1965 al 1971, la dispu-ta ebbe fine e quella di Marte si rivelò una su-perficie arida e desertica, solcata da crateri da impatto, profonde incisioni e formazioni di ori-gine vulcanica. Schiaparelli non dedicò la sua vita interamente agli studi, ma fu anche sena-tore del Regno d’Italia. Morì a Milano il 4 luglio 1910 e venne sepolto presso il cimitero monu-mentale. Savigliano non si è dimenticata di uno dei suoi figli più illustri. A lui sono dedicate una scuola media, una delle piazze più importanti della città ed un maestoso monumento (ope-ra dello scultore Annibale Galateri), nel quale l’astronomo, occhi al cielo, poggia una mano su Marte. Quest’estate, al grande scienziato saranno dedicate le celebrazioni per il cente-nario della morte. Venerdì 2 luglio sarà emesso un francobollo in suo onore, accompagnato da uno speciale annullo postale. Inoltre, ci sarà una conferenza tenuta da storici locali e da studio-si dell’Università di Torino e dell’Osservatorio Astronomico di Brera. E ancora, fino a domeni-ca 4 luglio sarà visitabile una mostra documenta-ria e filatelica sulla sua vita. Schiaparelli fu dun-que un grande uomo, che seppe trasformare la sua curiosità di bambino in ragione di vita. Non scordò mai le stelle cadenti viste in quella notte del 1839 e, grazie ai suoi studi, scoprì che sono sciami di meteore originate dalle comete. Se il padre del piccolo Giovanni avesse potuto sapere quale luminosa carriera avrebbe intrapreso suo figlio, alla domanda “Che cosa sono, papà?”, avrebbe risposto: “Un giorno sarai tu a spiegar-melo, figliolo”.

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Nella pagina a fianco:nel 1877 lo scienziato osservò con il suo telescopio il pianeta Marte, scoprendo i suoi canali, estesi per migliaia di chilometri.

Il monumento che Savigliano ha dedicato a Giovanni Schiaparelli.

Sotto:Santa Maria della Pieve a Savigliano,ed il campanile da cui il giovane astronomoiniziò lo studio delle stelle, incoraggiato dal parroco.All’esterno dell’abside è ancora visibile l’orologio solare che realizzò quando aveva appena vent’anni.

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La Falegnameria GIRAUDO GIOVANNI & C. snc vanta oltre ad una superficie di 800 mq in cui si possono osservare i molteplici modelli di serramenti tradizionali, Clima 78 a risparmio energetico e porte interne, anche un laboratorio artigiano di 2.800 mq, dotato dei più moderni ed efficienti macchinari. Tutto questo per seguire passo dopo passo il cliente, andando incontro ai suoi gusti, alle soluzioni dei progettisti o arredatori e chiaramente alle esigenze strutturali.I titolari sapranno consigliare la soluzione ottimale, dal rustico, al classico, o al moderno

(magari con inserti in vetro o alluminio) a seconda si tratti di un’abitazione, uno studio o un ufficio, creando sempre un ambiente accogliente che ben si accosti all’arredamento.Occupandosi direttamente della produzione, oltre che della vendita, sarà in grado di apportare modifiche alle dimensioni, realizzare modelli personalizzati ed eventualmente piccoli complementi d’arredo (mensole, armadi a muro, scale e boiserie).Il Cliente sarà seguito in ogni fase, dalla scelta alla posa in opera, cui seguirà assistenza e manutenzione post vendita.

50 ANNI DI ESPERIENZACHE GUARDANO AL FUTURO

L’innovazione è una mentalità, un modo di guardare alle cose. L’innovazione non nasce, si costruisce, e bisogna creare le condizioni mi-gliori perché possa svilupparsi non solo nelle imprese ma in tutto il tessuto economico e so-ciale. Nell’era della globalizzazione, è il sistema territoriale della conoscenza che diventa il vero fattore di competitività. È con l’innovazione che dobbiamo garantire la serenità del nostro futuro e quello dei nostri figli, con temi che

dove nasce il futuroDRONERO OSPITA IL PRIMO LUOGO DELL’INNOVAZIONE DELLA PROVINCIA DI CUNEO, UN PARCO TECNOLOGICO A SERVIZIO DELLE AZIENDE.

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devono diventare la nostra normalità, come il contenimento del costo ambientale. Molte aziende stanno comprendendo l’importanza di questi temi e anche nella Provincia di Cuneo si stanno evidenziando successi strategici di im-prese che mirano all’eccellenza per distinguersi in un mercato di concorrenza globale. Dal 2006 è attiva Tecnogranda, società per azioni a capi-tale misto pubblico e privato, un centro per l’in-novazione tecnologica e di servizi alle imprese

che supporta lo start-up di nuove aziende, fornendo servizi per la incubazione d’impresa e sviluppo competitivo di quelle già esisten-ti anche attraverso progetti di innovazione. Opera all’interno della rete dei parchi scientifi-ci e tecnologici piemontesi (Enzima P), e lavora in collaborazione con Università, Politecnico e altri centri di ricerca sul territorio. I principali settori di attività comprendono la ricerca e svi-luppo, il trasferimento tecnologico, i servizi alle

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La Falegnameria GIRAUDO GIOVANNI & C. snc vanta oltre ad una superficie di 800 mq in cui si possono osservare i molteplici modelli di serramenti tradizionali, Clima 78 a risparmio energetico e porte interne, anche un laboratorio artigiano di 2.800 mq, dotato dei più moderni ed efficienti macchinari. Tutto questo per seguire passo dopo passo il cliente, andando incontro ai suoi gusti, alle soluzioni dei progettisti o arredatori e chiaramente alle esigenze strutturali.I titolari sapranno consigliare la soluzione ottimale, dal rustico, al classico, o al moderno

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50 ANNI DI ESPERIENZACHE GUARDANO AL FUTURO

imprese e i test di laboratorio. “Investire in in-novazione vuol dire produrre di più consuman-do meno risorse – conferma l’ing. Alessandro Mario Ferrario, Amministratore Delegato di Tecnogranda, il primo parco tecnologico cune-ese – è uno dei principali strumenti a disposi-zione delle imprese per reagire alla crisi e miglio-rare la propria competitività, con la prospettiva di guadagnare posizioni e quote di mercato al ve-rificarsi del mutamento degli scenari competitivi in seguito alla crisi. Allo stesso modo, per iniziare il cammino verso un futuro sostenibile, le azien-de hanno bisogno di fare perno sull’innovazio-ne, quale elemento cruciale di cui disporre nel presente per costruire il futuro.”

Come si possono elaborare strategie azienda-li più compatibili e soddisfacenti? Bisogna ripensare al valore delle risorse consu-mate per la produzione agricola o industriale nell’ottica di filiera completa, dal campo fino al consumatore. L’eco-strategia più soddisfacente deve essere improntata al risparmio e al riutiliz-zo, a partire dall’energia utilizzata per la produ-zione dei beni, poiché è proprio per produrre questa che l’uomo danneggia maggiormente l’ambiente. Esistono metodologie sostenibili per la produzione energetica, applicabili effi-cacemente anche alle aziende del comparto agroindustriale. La cogenerazione e la trigene-razione, ad esempio, sono l’ideale per imprese con cicli produttivi che comportano elevati consumi elettrici, di calore e frigoria, perchè le si possono ottenere, in contemporanea, con un solo generatore. Non trascuriamo poi il packa-

ging, elemento responsabile di un’eccessiva pro-duzione di rifiuti. Ridurlo o utilizzare metodo-logie innovative come materiali biodegradabili consente di abbattere sensibilmente la produzio-ne di rifiuti, salvaguardando così l’ambiente. Nel settore agroalimentare bisogna indirizzarsi verso la filiera corta riuscendo a portare sulle tavole dei consumatori prodotti che abbiano percorso un numero molto limitato di chilometri durante il processo produttivo, con una maggiore sicurez-za alimentare derivante dalla semplice tracciabi-lità dei prodotti, un risparmio economico e un ridotto impatto ambientale.

Nel concreto qual è il servizio che fornite alle imprese? Tecnogranda ha prestato assistenza ad alto va-lore aggiunto a costi minimi a circa 310 imprese per sviluppare i propri progetti d’innovazione e per reperire finanziamenti, che hanno raggiun-to un ammontare complessivo di 27 milioni di Euro in contributi a fondo perduto. Con la propria multidisciplinarietà, ovvero la capacità di creare reti sia in Italia che all’estero, si uni-scono competenze e professionalità diverse e complementari attorno all’impresa innovativa, così da generare vantaggi per tutto il territorio. L’organizzazione può contare su un personale qualificato composto da ingegneri meccanici e informatici, da dottori in tecnologie alimentari e dottori in chimica, da ingegneri fisici e dottori in biotecnologie, fino a dottori in agronomia e scienze dei materiali. Inoltre la prossimità e la vicinanza territoriale assicura un servizio rapi-do e veloce, quello che nella Silicon Valley vie-

ne definito “One-Hour-Drive” (i clienti devono essere raggiungibili al massimo in un’ora d’auto dalla sede – n.d.r.). In un circuito “globale” non si corre il rischio di ruotare intorno ad uno stesso business che si esaurirà in se stesso? È necessario evitare l’omologazione e puntare sulle differenze, sulle peculiarità che rendono un valore aggiunto e sull’innovazione nelle pro-duzioni. In provincia di Cuneo abbiamo realtà che esportano fino al 95% del fatturato, per cui l’innovazione continua è l’unica risposta alla competitività globale. Per mantenere questi risultati non bisogna però trascurare i controlli quotidiani, la difesa della qualità, la tutela dalle contraffazioni e la salvaguardia della proprietà intellettuale di marchi, brevetti, ecc. Come si può sostenere la bio-diversità, e salva-guardare prodotti e metodi di lavoro originali? Spiegando il valore della bio-diversità, un pre-gio che va oltre le mere questioni agroalimen-tari o biologiche, ed il rispetto delle differenze. Nello stesso tempo occorre ricostituire una cul-tura dei prodotti, minata dall’omologazione de-gli ultimi anni: in questo senso molto ha fatto e sta facendo Slow Food, che ha istituito anche una Fondazione per la Biodiversità. Il prodotto alimentare della provincia di Cuneo si presta molto bene a questo tipo di comunicazione, perchè porta con sè la storia di un “savoir-faire” artigiano, di un ambiente integro e ricco di pa-esaggio. Il consumo diventa così esperienza, emozione e cultura.

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MOSTRELA FORZA DELLE IMMAGINI SACRE TRA LE COLLINE DEL ROERO

Proseguono le iniziative della diocesi albese dopo l’esposizione della Pietà di Martino Spanzotti a Sommariva Perno

Piccola ma graziosa la mostra “Imago pietatis. La Pietà di Martino Spanzotti e la devozione a Sommariva Perno” che si è svolta nel comune roerino dal 5 aprile al 24 maggio 2010. L’iniziativa, organizzata dal Museo Diocesano di Alba, si ascrive alla serie di eventi collaterali che, anche in provincia, hanno accompagnato nei mesi primaverili la solenne ostensione della Sindone: l’avvenimento ha infatti di-rottato sul Piemonte l’attenzione di fedeli, pellegrini e semplici interessati, stimolan-do così gli enti religiosi e le istituzioni cul-turali a predisporre un’adeguata risposta attraverso esposizioni, itinerari, visite e aperture straordinarie.Non capita tutti i giorni, infatti, di vedere coi propri occhi uno dei “piccoli-grandi” capolavori del Rinascimento piemontese esposto al pubblico e, per di più, inseri-to in una cornice allestitiva interessante e esaustiva, fatta di pannelli didascalici che analizzano i diversi aspetti dell’opera ed alcune tematiche ad essa collegate: una scheda tecnica, la cronologia sommaria della vita e della produzione dell’artista, le ipotesi di committenza della tavola, il con-fronto con le analoghe opere dello stesso autore recanti il medesimo soggetto (con-servate a Roma e Budapest) e lo sviluppo dell’iconografia della Pietà nell’Albese tra i secoli XIV e XVI. Realizzata da Martino Spanzotti, artista ca-salese influenzato dai modi del milanese

a cura di Luca Morosi

Vincenzo Foppa ma legato indissolubilmente all’insegnamento ricevuto da Francesco del Cossa a Bologna, la Pietà è stata probabilmen-te commissionata da una famiglia aristocratica locale ed è poi passata a far parte dell’arredo del Santuario della Madonna del Tavoleto, mentre oggi si trova regolarmente collocata nella chiesa della frazione Valle Rossi: curioso destino per uno dei pezzi più pregiati della pro-duzione tardo-quattrocentesca piemontese, a dimostrazione del fatto che non solo i musei (civici, diocesani e quant’altro) custodiscono le vestigia artistiche più prelibate e che alcuni di-pinti riescono – in qualche modo – a rimanere saldamente ancorati alla coscienza di un terri-torio, tanto da vincere il trend culturale che li sospinge con forza centripeta dentro le stanza riscaldate di una pinacoteca. La pala è composta da un pannello centrale raf-figurante una Vergine dallo sguardo commosso e stremato, in atto di sorreggere – in realtà con

debole appiglio – il Cristo ormai esanime che si comprime la ferita sul costato durante l’ulti-mo afflato di vita. Nella parte alta, una cimasa reca invece la figura di Dio Padre circondato da uno stuolo di cherubini impostati su una gamma monocromatica rossa da cui emergono i passaggi chiaroscurali che tratteggiano i line-amenti dei volti.La mostra, organizzata nella chiesa di San Ber-nardino (adiacente alla parrocchiale seicente-sca) era chiaramente imperniata per la maggior parte sulla presentazione scenografica della Pietà: essa era disposta nel fulcro della pianta centrale dell’edificio ed era circondata su tutti i lati da pareti effimere che formavano un peri-metro ottagonale, citazione dell’impianto della primitiva basilica del Santo Sepolcro di Gerusa-lemme. Il percorso proseguiva poi nella vicina canonica, in cui fra le opere più interessanti di scuola locale era inserita la “voce fuori dal coro” di un tondo quattrocentesco di tradizione to-

Immagini dell’allestimento a perimetro ottagonale che ricorda l’impianto della primitiva basilica

del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

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IN BREVEUN’ESTATE RICCA DI APPUNTAMENTI

• Prosegue fino al 27 giugno (sabato e domenica dalle 10 alle 19) la mostra “Memorie del Sacro nelle Collezioni del Castello di Racconigi”, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e a cura di Rossana Vitiello. L’esposizione nasce da un’idea dell’ex direttrice Mirella Macera, recentemente scomparsa: raccoglie intorno al tema del sacro un nucleo di opere provenienti dai depositi del Castello e dagli ambienti attualmente non aperti al pubblico. Tra i dipinti di soggetto sindonico sono presenti la celebre Veduta della Piazza Castello in occasione della ostensione della SS. Sindone di Pieter Bolckmann del 1686 e la tela attribuita a Giacomo e Giovanni Casella con la Sindone sorretta dalla Madonna con San Giovanni Battista e San Francesco, databile intorno alla metà del XVII secolo. Una sala particolare è riservata alla vera e propria “gemma” della mostra: il restaurato dipinto raffigurante Gesù tra i Dottori del Tempio riconosciuto come opera di Giovan Battista Beinaschi, pittore piemontese attivo a Roma e Napoli nel secondo Seicento.

• Il Parco Reale del Castello ospita dal 6 giugno e fino al 10 ottobre la Biennale “Scultura interna-zionale a Racconigi. Presente ed esperienza del passato”, curata da Luciano Caramel e organizzata dall’Associazione Piemontese Arte (presieduta dallo scultore Riccardo Cordero). La rassegna è pro-mossa dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il patrocinio della Provincia di Cuneo. In esposizione le opere di una quarantina di scultori provenienti dall’Italia, dalla Gran Bretagna e da Taiwan, tra i quali si annoverano artisti del calibro di Jessica Carroll, Luigi Mainolfi, Mimmo Paladino e Arnaldo Pomodoro.

• Una novità infine nel percorso di visita del Parco del Castello, nel quale è possibile usufruire di un servizio di audioguide. Si tratta di un progetto della Regione Piemonte in collaborazione con Tele-com Italia, Il Village e Amuser: in un percorso di nove tappe il pubblico può ascoltare gratuitamente sul proprio telefonino la storia del Parco e degli edifici situati al suo interno.

info:[email protected]. 0172.84005 - fax 0172.811531

• Al Filatoio di Caraglio, dal 19 giugno al 6 settembreMODA NEGLI ANNI VENTI. IL GUARDAROBA DI UNA SIGNORA TORINESEMostra di abiti e accessori che testimoniano il gusto e l’immagine femminile di un’epoca, facendo rivivere il momento d’oro di Torino, capitale della moda italiana tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento.

info:Associazione Culturale Marcovaldotel. 0171.618260 - www.marcovaldo.it

scana, assimilabile stilisticamente alla cerchia di Sebastiano Mainardi: raffigurante la scena della Natività, il dipinto appartiene tipologicamente alla categoria dei “deschi da parto”, che duran-te il Rinascimento venivano offerti come dono cerimoniale di buon auspicio alle donne parto-rienti delle famiglie più abbienti.Se l’esposizione roerina ha chiuso i battenti a maggio, prosegue invece la seconda proposta messa in campo dalla diocesi: la mostra che-raschese “I Battuti e la Passione a Cherasco”, articolata fra la chiesa di Sant’Iffredo ed altri importanti edifici della cittadina – ed estesa in un percorso guidato tra le vie del centro sto-rico – rimarrà infatti aperta fino al 27 giugno, offrendo uno spaccato di devozione popolare attraverso la rievocazione delle occasioni pro-cessionali che coinvolgevano l’immagine del Santo Sudario.

info:Museo Diocesano di Albatel. 0173.440350 - 334.8967889fax [email protected]

Martino Spanzotti, Pietà, 1490 c.a, tempera su tavola, Sommariva Perno,

chiesa della frazione Valle Rossi.

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a cura di Flavio Ghigo - Chef

ANTICHE VOLTEVia Negri, 20Fossano (Cn)info e prenotazioni:+39.0172.666666www.palazzorighini.it

primizie del mare cotte e crude

VERDURINE E AGRUMI ALL’EXTRAVERGINE DI PIANOGRILLO

La voce dell’estate parla il linguaggio del mare, senza nulla togliere ai nostri tradizionali piatti, quelli più leggeri, piemontesi. Il pesce è senza dubbio l’elemento che caratterizza questo pe-riodo, e voglio dunque proporre un piatto con i profumi ed i colori del mediterraneo, volando con il pensiero oltre le colline della Langa, verso la vicina Liguria, rispondendo ad un richiamo a cui e difficile resistere...

Ingredienti per 4 persone300 g di triglia, 300 g di merluzzo fresco, 12 code di gambero rosso di Sicilia, 4 scampi freschi, 4 cappesante,80 g di tonnetto fresco, 150 g di totani freschi di piccola taglia, 60 g di punte di asparagi, 60 g di ciuffetti di broccolo,

8 pomodorini datterino,8 spicchi d’arancia e il succo di un’arancia, 100 g basilico fresco, 30 gr pinoli, Olio extravergine di oliva di Pianogrillosale integrale di Pirano.

PREPARAZIONE DEL PESCESfilettare le triglie e rimuovere tutte le lische. Cuocerle a vapore.Sfilettare il merluzzo e ricavarne dei cubetti di 3 cm di lato. Cuocere a vapore.Pulire, sgusciare e rimuovere il piccolo intestino delle code di gambero. Per ogni persona servire 3 gamberi tagliati a metà lungo il lato lungo, cru-di o leggermente marinati in sale e olio extra-vergine. Pulire gli scampi e rimuovere il piccolo intestino; tenere da parte le teste. Marinarli in sale e olio extra vergine. Cuocere le teste al va-pore per 5 minuti.

Pulire e lavare accuratamente la capasanta per eliminare i granelli di sabbia residui. Scottarla in padella velocemente.Privare il tonnetto dei filamenti bianchi e tritarlo finemente con un coltello affilato. Condire la tartare ottenuta con sale, pepe, olio extravergi-ne e un cucchiaio di succo d’arancia.Pulire i totanetti, lavarli, asciugarli; infarinarli e friggerli in abbondante olio bollente.

PREPARAZIONE DEGLI ORTAGGICuocere separatamente, per 5 minuti in acqua bollente e salata, i ciuffetti di broccoli e le punte di asparago.Tagliare a metà i pomodori datterino e se possi-bile privarli della buccia. Preparare un pesto leggero frullando 100 g di basilico pulito, 30 g di pinoli, 80 g olio extraver-gine, sale, pepe.Disporre su un piatto grande e quadrato i pesci preparati secondo le indicazioni precedenti, al-ternandoli agli ortaggi. Innaffiare il tutto con il pesto leggero.

IL SOMMELIER CONSIGLIABellavista - Cuveè Brut.

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a cura di Enrica Mondino

Bradipo Travel DesignerVia Roma, 2712100 [email protected] +39 0171 1890430 www.bradipotravel.com

l’estate con lentezza

ADOTTA IL BRADIPO CHE C’È IN TE

È conosciuto come simbolo della lentezza, quel-la lentezza esistenziale che ha la particolarità di riuscire a fare tutto ciò che occorre, semplice-mente con calma.È anche naturalmente simpatico per l’espressio-ne sorridente del musetto e gli occhi a goccia cadente.Ha saputo più di altri adattarsi all’evoluzione del mondo, riuscendo a mantenere inalterate alcune caratteristiche preistoriche. Al tempo stesso ha la sorprendente capacità di riuscire a modificare “rapidamente” le sue abitudini per allinearsi con quanto richiesto dall’ambiente in cui si trova, infatti quando è nel suo habitat naturale è un animale notturno, ma se portato in cattività si adatta a stare sveglio di giorno e a dormire di notte. Vive abbracciato ad un albero guardando la luna e gustando il mondo da una prospettiva deci-samente ampia. Come tutti gli animali notturni ci vede poco ma ha un buon fiuto e con la dol-cezza del suo carattere riconosce i cibi ed il suo proprietario, non beve acqua, che invece assu-me da frutta e verdura e dalle alghe ramate che ricoprono la sua pelliccia.Lento nell’aria, veloce e agile nuotatore in acqua. Elegante cocktail di caratteristiche e espressioni.Si, è proprio lui, il bradipo, quel simpatico Sid dell’Era Glaciale che in modo goffo e apparen-temente maldestro riesce a smorzare i toni e risolvere ogni cosa con dolce ingenuità.Ho la sensazione che viva un piccolo bradipo in ognuno di noi, sapientemente addormentato nello svolgersi delle nostre attività quotidiane,

ma pronto a ricevere le coccole che osiamo ri-servargli.Ci vuole coraggio a riconoscere e considerare il nostro lato bradipo, quello che con calma e dol-cezza ci chiede il tempo per volergli bene, per rallentare la corsa delle ore in cambio di un lun-go caldo abbraccio e di un sorriso disarmante. Ci vuole coraggio per volersi bene quando tutto corre all’impazzata.Ci vuole coraggio a fermarsi per riuscire a co-gliere aspetti fondamentali e dettagli squisita-mente determinanti.Per questo, incamminati verso una nuova estate auguro ad ognuno di saper ascoltare la vocina del bradipo che chiede di fermarsi un momen-

to, di riposarsi guardando con incanto la luna, consapevoli che tutto, al tempo giusto verrà realizzato.Adotta il bradipo che è in te e dedicagli il tempo che merita. Buona estate, buon coraggio e buone lente va-canze.

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Ferrero Antonio ValerioETINET - We Work WebVia Saluzzo, 7812038 SAVIGLIANO (CN)www.etinet.ite-mail: [email protected]:www.facebook.com/valerio.ferrero

a cura di Ferrero Antonio Valerio – Consulente Web

clicca la notiziaL’INARRESTABILE ASCESA DELL’INFORMAZIONE ON-LINE, ANCHE IN PROVINCIA

Il viaggio nella dimensione digitale della nostra provincia parte da un argomento più che mai

attuale, che stimolerà sempre più l’interesse degli utenti di domani: l’editoria on-line lega-ta al mondo dell’informazione. Analizziamo le quattro maggiori testate iniziando da www.cu-neocronaca.it, un progetto che nasce tre anni fa per mano dell’editore Claudio Dutto, già editore di “Radio Stereo 5”. Sicuramente il suo punto di forza è stato, fin dall’inizio, la scelta del Direttore Responsabile Beppe Grosso, firma storica ed autorevole del giornalismo Cuneese, per anni al quotidiano Torinese “La Stampa”. Un professio-nista che ha saputo adeguarsi immediatamente al nuovo mezzo che ha tempi, modalità ed un approccio alla notizia ben diversi dalla carta stampata, infondendo spessore a livello gior-nalistico e freschezza di contenuti. Gli articoli pubblicati sono fondamentalmente suddivisi in chiave territoriale (le diverse aree provinciali) o per categoria. Vanta anche una serie di rubriche come quella della domenica, in cui vengono selezionate e pubblicate le migliori foto inviate dagli elettori o lo spazio dedicato al mondo del volontariato. L’altra grande scommessa del pro-getto è “cuneocronaca.tv” la web-tv dedicata alla gestione di contenuti video che trasmette, tra le altre cose, la diretta delle sedute del Consiglio Comunale di Cuneo. Passiamo a www.cuneooggi.it, testata cuneese della “SGA Editoriale srl” di Vercelli, società fon-data da Guido Gabotto, già editore del giornale cartaceo “Notizia Oggi Vercelli”, ceduto per tuf-farsi nell’editoria on-line, con un progetto vasto e ambizioso: la creazione di una rete di giornali locali in tutte le principali città del Piemonte. In

esso è confluito il primo giornale on-line della Granda degno di tale nome: www.pmnet.it. Anche qui gli articoli sono suddivisi per compe-tenza territoriale, sconfinando su aree esterne alla provincia, ma ad essa storicamente legate come il Pinerolese, la Riviera Ligure e la Costa Azzurra, o indicizzati per categorie.www.grandain.com è una testata giornalistica nata nel 2006, diretta da Livio Oggero, edita da “Zetabi Divisione Editore” di Alba, che si presen-ta come edizione provinciale di www.albain.com, progetto a carattere locale nato nel 2001. Propone una home page ricchissima di contenu-ti di varia natura, con un raggruppamento per ca-tegorie ed una serie di rubriche tematiche. Una notevole quantità di materiale da consultare, sviluppato da una redazione che copre tutta la provincia. Grandain.com offre anche agli utenti la possibilità di interagire direttamente commen-tando le notizie pubblicate, creando veri e propri dibattiti on-line tra i lettori.Completa il gruppo www.targatocn.it, il primo portale on-line apparso in provincia. Fondato dall’editore Enrico Anghilante che già anni pri-ma, con lungimiranza, sviluppò ad Imperia il primo quotidiano on-line italiano non apparte-nente a gruppi nazionali: www.sanremonews.it. Propone una home page molto più sobria, con un’unica notizia di prima pagina, frequentemen-te aggiornata durante la giornata. Non manca poi la solita classificazione per categoria o per territorio, dando rilievo anche a Monaco e Costa Azzurra. Punti di forza sono le rubriche “Il vener-dì di Ferrigno” (direttore editoriale), ed “Il punto di Beppe Ghisolfi”, firma storica del giornalismo Cuneese. Completano l’offerta editoriale del

gruppo anche www.campioni.cn, quotidiano sportivo della provincia di Cuneo, www.savona-news.it e, da novembre 2009, www.montecar-lonews.it, l’unico quotidiano on-line in lingua italiana, editato in Italia per un territorio non italiano, un progetto che nell’arco dei primi mesi di vita ha già raccolto un numero considerevole di lettori giornalieri, tanto da fare pensare ad un suo sviluppo anche in lingua francese. Il gruppo ha redazioni proprie a Cuneo, Savona, Imperia e Montecarlo, dove l’età media dei collaboratori è inferiore ai 30 anni.Confrontandoci con i protagonisti delle testate web, abbiamo percepito, onestamente senza troppa sorpresa, un rispetto profondo, nei con-fronti della vecchia carta stampata e una coscien-te consapevolezza che i due strumenti possano convivere e completarsi ancora per parecchi anni. D’altra parte proviamo a pensare che pic-colo grande piacere della vita sia fare colazione, la domenica mattina al bar, sfogliando il quo-tidiano preferito appena acquistato in edicola: sarebbe la stessa cosa con un Tablet PC o un Ipad?

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Un soggiorno fra gusto e naturaAlle porte di Busca, in frazione San Quintino, circondato da un meraviglioso parco, sorge il San Quintino Resort. La struttura è articolata in diversi edifi ci, nei quali trovano posto da un lato il ristorante e le camere, e dall’altro la scuderia. Il legno e la pietra costituiscono i materiali prescelti per l’intero complesso, dando vita ad ambienti raffi nati ed acco-glienti, dove godere di un’ospitalità attenta e curata. Per una sola giornata o per un lungo week-end, il San Quintino Re-sort rappresenta il luogo ideale per un soggiorno all’insegna della pace e della serenitàLe camere. La struttura può contare su 4 camere, dotate di bagno, TV, connessione internet. Le tre camere superiori sono in realtà mini-alloggi, tutti comprensivi di una piccola dèpendance in cui possono trovare posto uno o due ragazzi. In ognuno di essi le fi nestre ad abbaino si affacciano sulla campagna circostante offrendo un’incantevole visuale della scuderia e delle colline su cui si stagliano la cinta muraria e le torri merlate del Castello del Roccolo. La quarta camera è invece un bilocale che consente l’accesso anche ai disabili. Il parcheggio interno è a pochi metri di distanza dall’edifi cio.Il Ristorante. Sandra cura personalmente i piatti cucinati dallo chef, utilizzando unicamente le migliori materie prime locali, provenienti da coltivazioni ed allevamenti della zona. I piatti rispecchiano la tradizione regionale: tajarin, agno-lotti e gnocchi per i primi; carni e verdure di stagione per i secondi. Il tutto presentato con delicatezza e sentimento. In abbinamento non mancheranno vini piemontesi corposi e gradevoli, accostati ad una signifi cativa selezione di etichet-te italiane. Nelle sere d’estate è possibile cenare all’aperto, godendo del fresco del giardino. Per offrirvi la migliore ac-coglienza è gradita la prenotazione.La Scuderia. Nella splendida struttura interamente in le-gno, trovano posto 25 esemplari; la scuola di equitazione è in grado di mettere in sella chiunque, dai bambini agli anziani, garantendo lezioni dedicate ed accurate per tutti i livelli di abilità. I più esperti hanno la possibilità di uscire in passeg-giata per qualche ora o per una intera giornata, seguendo per-corsi che si addentrano nella Valle Maira e che portano fi no al Colle del Birrone ed Elva. Il trekking equestre può essere effettuato con cavalli propri o con quelli della scuderia. Inol-tre, nella bella stagione, sono organizzate settimane vacanza per ragazzi di ogni età, durante le quali verranno svolte at-tività che spaziano dal volteggio alla teoria in inglese, dalle passeggiate all’avviamento al reining.

San Quintino ResortC O U N T R Y I N N S & S U I T E S

Fraz. San Quintino - Busca - Tel +39 0171 933743 - cell +39 348 3058350

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Quasi mezzo secolo ma non lo dimostra, e continua a fare tendenza. Anzi, il Salone

del Mobile di Milano, con le innumerevoli ini-ziative collaterali che coinvolgono l’intera città, spalanca le porte all’arredamento e al design, e si conferma l’evento principale a livello plane-tario, punto di riferimento per tutti gli operato-ri del settore. I numeri dicono che è stato il Salone dei record: oltre 2500 espositori, 209 mila metri quadrati di padiglioni in fiera, 500 eventi in città, 400 mila visitatori, il 15% in più rispetto al 2009. Ma an-che il Salone degli oggetti “per sottrazione”, che restituiscono purezza ai progetti e riporta-no mobili, lampade e cucine a misura d’uomo e d’ambiente. Perchè, dicono i produttori, “bi-sogna pensare in grande e tornare al piccolo”.In una miriade di oggetti, forme e colori vari,

design now

a cura di Roberto Audisio

la creatività sfida la crisi: le novità del Salone del Mobile 2010 di Milano.

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sperimentazioni e conferme di linee ormai sto-riche, la sensazione che provo è che il design migliore e più longevo è sicuramente quello non condizionato dal fattore tempo, un tra-guardo difficile da raggiungere nell’era del consumismo. Concorda con me Alfio Tomatis, architetto che da anni si occupa di arredo e de-sign nel suo show room di Mondovì, che mi fa notare quante aziende puntino sui pezzi storici. Al debutto nel mondo del design Sicis, storica maison italiana del mosaico di lusso, propone creazioni di grande impatto emotivo, rigoro-samente in edizione limitata, firmate da Carla Tolomeo. Sedute e divani che evocano scenari fiabeschi, in cui i velluti di pregiata seta, eredità di antiche tecniche artigiane, vengono accostati alle tessere sfaccettate del mosaico. Oggetti che trascendono il classico design, surreali e meta-fisici, per caratterizzare ambientazioni con un tocco di originalità e umorismo.Da Fendi la casa è rigorosamente bianca e nera, di un’eleganza classica ma armonicamente con-temporanea: laccature lucide avorio e ghiaccio, moka e tortora. Gli imbottiti hanno forme rigo-rose, con lavorazioni capitonnè, in pelle avorio e bottoni coordinati.Foscarini utilizza il linguaggio espressivo dell’architettura moderna e presenta Aplomb, un modello di lampada rivoluzionario, in ce-mento a vista, con uno spirito ed una tecno-logia del tutto innovativi. Un eccezionale salto di scala, dalle grandi architetture a una picco-la sospensione da interni, per tradurre in un prodotto di estrema eleganza e semplicità for-male un materiale da sempre legato al mondo dell’edilizia a cui si ispira anche per il nome, come il filo da sempre usato dai muratori, ma anche dal francese “disinvolto, sicuro di sè” come questa lampada che si distacca dall’asetti-co minimalismo con tutta la ricchezza materica del cemento.Cassina, azienda storica del design, continua il percorso di ricerca su Franco Albini, una del-le figure più poliedriche e rappresentative del

‘900, il primo architetto italiano ad essere in-trodotto da Cassina nella collezione “Cassina - I Maestri” nel 2008. Lo chiamavano l’architetto degli equilibri instabili. La sua poetica rivive in tutta la sua autenticità grazie all’edizione inedi-ta di uno dei suoi progetti più significativi: la poltrona a dondolo Canapo. Il progetto origi-nale risale al 1945 e oggi, realizzata in esclusi-va mondiale attraverso un attento lavoro di ricostruzione filologica, mantiene intatta tutta la sua attualità e forza espressiva attraverso la fedele lettura che ne rispetta la filosofia e lo scritto del progetto.Fra gli altri pezzi storici della collezione ho sem-pre ammirato la poltrona LC2 disegnata da Le Courbusier, tutt’ora in produzione. Quest’anno, viene rivisitata e proposta con nuovi materia-li e colori scelti in accordo con la Fondazione Le Corbusier attraverso l’analisi di documenti e disegni originali degli autori. Oggetti perfet-tamente contemporanei, adatti a chi ama la perfezione dei classici, animati dal tocco di una imprevista e femminile trasgressione.L’arte di ricevere, il gusto della conversazione, la cultura del bello: questo l’ambiente in cui si in-serisce la seduta Willy presentata al Fuorisalone da Poltrona Frau. Una raffinata citazione che ricorda i salotti eleganti della Milano anni ‘30, riedizione della poltroncina a pozzetto dise-gnata nel 1937 da Gluglielmo Ulrich. Il sapiente controllo di forme e geometrie riassume il suo stile inconfondibile. Il vero lusso, nella sua con-cezione, scaturisce dalla semplicità del disegno, dall’eccellenza dei materiali e delle lavorazioni, evitando l’eccesso del decorativismo.

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AS+studioArchitettura & designv. martiri, 71 - 12081 Beinette - Cntel. 0171.385185e-mail: [email protected]

Dall’alto:Divano Sicis di Carla TolomeoPoltrona LC2 di Le Courbusier - CassinaLampada Aplomb - FoscariniDondolo Canapo di Franco Albini - Cassina.

Si ringrazia:Tomatis Architettura e Arredamento - Mondovì.

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a cura di Stefania Milardi

...stessa spiaggia stesso mare...

1. Telo Mare Emilio Pucci - Isoardi2. Borsa Mare in Gomma Secret Pon-Pon - Chiara B

3. Racchette Beach Tennis Dunlop - Parola Sport4. Beauty Emilio Pucci - Isoardi

5. Cappello in Paglia - Nodà6. Poncho in Lino Stefanel - Stefanel

7. Costume con pietre dure Brasiel - Nodà8. Bikini Emilio Pucci - Isoardi

9. Infradito Local - Sivì10. Occhiali Carrera - Ottica Grasso

11. Fusciacche in tessuto e colori vari - Suaren12. Orecchini in tessuto e gomma - Suaren

13. Collana in tessuto e pietre dure - Suaren

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PHOTO: DANIELE MOLINERIS - COMPOSIT: SERENA GAMBA © donna

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1. Camicia in Lino - Stefanel2. Bermuda Cotone - Stefanel3. Occhiali Carrera - Ottica Grasso4. Cintura in tessuto Polo Ralph Lauren - Botta & B.5. Costumi Hawaiani HNC 1911 - Botta & B.6. Felpa Cotone Etiqueta Negra - Botta & B.7. Mocassini da mare in Gomma Swim - Botta & B.8. Corda - Casa del Bottone

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1. Abito Balze No-Li-Ta - Baby Bum2. Costumi Fisichino - Baby Bum

3. Shorts Spugna Joucy Couture - Baby Bum4. Solari Johnson’s Baby - Ellebi5. Cerchietti per capelli - Ellebi

6. Biglie di Plastica - Bondi7. Sandali in Gomma Crocs - Bamby

8. Scarpe Disney Superga - Bamby9. Barchette di Zucchero - Spumiglia

10. Polo Sun 68 - Baby Bum11. Costumi Roy Roger’s e D&G - Baby Bum12. Canottiere e Costume D&G - Baby Bum

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JAEGER-LE-COULTRE E BOÎTE D’OR

Chi è Jaeger-Le CoultreSono due i valori supremi che regnano sull’orologeria dal Medioevo: la Precisione e le Complicazioni. Hanno ispirato le principali invenzioni e continuano a guidare oggi le realizzazioni più affascinanti.

Pioniere della precisione, Jaeger-Le Coultre ha avuto un ruolo preponderante nella storia delle complicazioni orologiere. Fondata nel 1833, la Manifattura ha sviluppato dal 1860 rivoluzionari strumenti per la fabbricazione di movimenti complicati, dalla precisione allora impensabile. In poco più di 175 anni, Jaeger-Le Coultre ha creato oltre 500 calibri dotati di complicazioni, un vero record nell’universo dell’Alta Orologeria. Funzioni classiche, tra le quali 200 ripetizioni e 190 cronografi; funzioni uniche, grandi complicazioni sono solo alcune delle piccole meraviglie montate sui più prestigiosi segnatempo del mondo.

Oggi negli atelier JLC lavorano più di 1000 maestri orologiai che padroneggiano oltre 40 professioni e 20 tecnologie di punta. Artigiani, tecnici, ingegneri e artisti abbinano maestria e passione per immaginare e dare vita a creazioni esclusive che divengono opere d’ arte intramontabili. Ogni giorno rinnovano il più nobile dei mestieri nel cuore della Vallée de Joux, una regione che da oltre due secoli è culla e paradiso delle grandi complicazioni.

Uno dei modelli inconfondibili di JLC è il Reverso, creato nel 1931 per i giocatori di Polo, che avevano bisogno di proteggere l’orologio dagli urti durante le partite. Così è nato l’orologio con la cassa interamente ribaltabile su sé stessa di 180 gradi, icona dell’Art Decò è ancora oggi orologio al passo con i tempi. Pur rimanendo fedele alla sua personalità originale, l’orologio ha saputo evolvere e realizzare i desideri più diversi. Non è solo per l’uomo, ma anche per la donna, con modelli più sportivi o più eleganti, semplici o impreziositi dai diamanti.

Altro modello storico è il Memovox, ispirato ad un movimento leggendario creato nel 1956. L’orologio prende il nome dallo svegliarino meccanico contenuto segretamente al suo interno, estremamente importante in un’epoca in cui né cellulari né sveglie digitali esistevano ancora. Oggi la funzione rimane pur sempre molto utile ed è stata coniugata con un orologio dal sapore classico, ma al passo con i tempi. Infatti, nell’ultima evoluzione del calibro 956, il movimento sintetizza in sé i risultati degli sviluppi tecnici raggiunti da Jaeger - Le Coultre. Il modello rappresentato in fotografia fa parte di questa linea, ma non ha solo la funzione della sveglia, bensì è il modello Master Memovox International, con indicazione dei 24 Paesi.

Boite d’Or da circa 15 anni ha deciso di rappresentare come concessionario ufficiale ed esclusivo la manifattura JLC nei propri negozi di Cuneo e Limone Piemonte. Abbiamo fatto questa scelta in modo non casuale, bensì consapevole, perché riteniamo che JLC rappresenti ancora una delle poche “manifatture”orologiere che possa essere definita veramente come tale. Vi aspettiamo per scoprirne i segreti più celati all’occhio o, meglio, al cuore di ogni appassionato.

Quello che non vedi

e che vorremmo spiegarti...

è la differenza.

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le quattro stagioniANTONIO VIVALDI

Era il 1957 quando ascoltai “Le Quattro Stagioni” in un concerto al quale partecipai

con la scuola. Da allora ho iniziato a seguire ed amare la musica classica ed i miei incontri con i compositori di ogni epoca e di ogni paese sono stati tantissimi. Ma Vivaldi è rimasto sempre pre-sente, sempre attuale, i dischi delle sue opere sono aumentati di anno in anno nella mia disco-teca ed è per me un vero piacere iniziare questa rubrica parlando di lui. Soprattutto proporre oggi alla vostra attenzione ed al vostro ascolto I Concerti delle Quattro Stagioni.Qualche breve accenno sull’autore. Vivaldi nac-que a Venezia nel 1678, figlio di un violinista della Cappella di San Marco. Ben presto fu or-dinato prete e da questo il suo soprannome di Prete Rosso, per via del colore rossiccio dei suoi capelli. Però non esercitò mai il sacerdozio, anzi, condusse una vita libera e gaudente, accompa-gnandosi spesso alle girovaghe compagnie di cantanti. Dal 1703 insegnò al Conservatorio del-la Pietà e debuttò come operista nel 1713. La sua fama di violinista e compositore si diffuse presto e nel 1717 il musicista tedesco Pisendel si stabilì a Venezia per studiare con lui. Dal 1718 al 1723 visse probabilmente a Mantova, tornando poi a Venezia dove rimase la maggior parte del-la sua vita. Tuttavia non smise mai di viaggiare in Italia e all’estero, soprattutto per mettere in scena le sue opere teatrali. I suoi rapporti con le cantanti, specialmente con Anna Giraud, furono più di una volta motivo di scandalo. Nel 1741 morì a Vienna, per cause mai ben chiarite.Oggi Vivaldi è famoso soprattutto per la sua produzione strumentale mentre, ai suoi tempi, era popolare soprattutto per quella operistica.

Si pensi che scrisse per il teatro almeno una quarantina di lavori, ma di questi oggi ne sono rimasti solo una metà. Abbondante anche la sua musica sacra e vocale in genere, ma nel com-plesso, le opere strumentali costituiscono la parte predominante di tutta la sua produzione artistica. Vivaldi è stato uno dei maggiori violi-nisti non solo del Settecento ma di tutti i tempi. Ad una tecnica da lui stesso arricchita in misura notevolissima, egli aggiunse una capacità inven-tiva straordinaria, una multiformità di idee tale da rendere le sue migliori composizioni così mosse e colorite, così varie nell’ascolto.L’artista ebbe un influsso grandissimo su tutta la musica del secolo 18°: Haendel, Bach, i francesi e gli inglesi studiarono ed ammirarono la sua opera. Bach trascrisse per clavicembalo e per organo numerosi concerti del Prete Rosso.E sono proprio Le Quattro Stagioni che costitu-iscono senza dubbio il ciclo più noto delle sue composizioni. Sono quattro concerti ispirati ciascuno ad una stagione dell’anno, un esempio di musica descrittiva di altissimo livello. Fanno parte dell’Opera 8 “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione” e rappresentano un punto cul-minante nella produzione di Vivaldi. La maestria del trattamento degli archi, in particolare del violino solista, è veramente eccezionale.Non riuscirò mai con le sole parole a potervi descrivere la grandezza di quest’opera, ma vo-glio suggerirvi un ascolto ed una visione che vi regaleranno grandi emozioni. Si tratta del DVD “The Four Season – filmed at magnificent venetian villas” de “I Solisti Veneti” diretti dal Maestro Claudio Scimone. L’opera è arricchita dalle immagini di alcune delle più belle ville ve-

nete, opere di illustri architetti, primo fra tutti il Palladio e affrescate dal Tiepolo, dal Veronese e da altri grandi pittori. Vivaldi stesso eseguiva a volte la sua musica in queste splendide creazio-ni dell’ingegno umano.

Paolo Monnetti è un vero cultore, un amante appassionato della musica sinfonica. Tramite l’ascolto e l’approfondimento di migliaia di brani di musica classica negli anni, oggi può definirsi un esperto conoscitore dei migliori au-tori di questa splendida musica, quella classica, patrimonio di bellezza. Grazie a questa passione e alla sua capacità di trasmetterla, ha avviato un programma didattico in una scuola elementare, dove “racconta” ai bimbi le note e il loro calore, la bellezza di ogni singolo suono e l’armonia che ne scaturisce dagli insiemi. Attualmente, da ol-tre 7 anni, cura una rubrica dedicata all’ascolto della musica classica su Radio Stereo 5 di Cuneo.É stato relatore all’Università della Terza Età di Cuneo con cui collabora attualmente. Perché la musica classica non ha tempo né età.

a cura di Paolo Monnetti

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a cura di Gianluca Pasquale - Dottore Commercialista e Revisore Contabile

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accertamento sinteticoA PROPOSITO DI

Quali saranno gli strumenti maggiormente utilizzati dall’Amministrazione finanzia-

ria nel contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale delle persone fisiche? Ho sentito par-lare di accertamento sintetico tramite lo stru-mento del redditometro: in che cosa consiste? L’accertamento sintetico è uno degli strumenti su cui l’Amministrazione Finanziaria punta di più per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale. Lo strumento è meglio conosciuto come “accertamento sulla spesa” in quanto si basa sul presupposto logico secondo cui il sosteni-mento di una spesa è indice dell’esistenza di un reddito idoneo a sostenere la stessa, prescin-dendo dall’individuazione delle effettive fonti di produzione. Pertanto, sotto osservazione vi sarà la discrepanza tra il reddito dichiarato dalla persona fisica e quello desumibile da elementi indicativi di ricchezza, dai quali possa ragio-nevolmente presumersi una maggiore capacità contributiva dei soggetti controllati.L’Ufficio perviene alla quantificazione del red-dito tramite l’utilizzo di tre criteri:1) gli indicatori di spesa (c.d. redditometro): per ogni categoria di bene o servizio nella dispo-nibilità del contribuente, viene presunta un’inci-denza percentuale sul reddito complessivo del soggetto sulla base di coefficienti stabiliti con appositi decreti ministeriali. Lo scostamento, per oltre un quarto, tra il reddi-to così sinteticamente accertato e quello dichia-rato dal contribuente, per almeno due periodi d’imposta (anche non consecutivi), potrà con-sentire all’Amministrazione finanziaria il recupe-ro a tassazione dell’eventuale maggior reddito non dichiarato.

Esempio di redditometro:

I beni e servizi rilevanti, indici di capacità con-tributiva, sono rappresentati, ad esempio, da aeromobili, navi e imbarcazioni da diporto, auto-veicoli e altri mezzi di trasporto a motore (cam-per, autocaravan, motocicli superiori a 250 c.c.), minicar, roulotte, residenze principali e seconda-rie, collaboratori familiari, cavalli da corsa o da equitazione, assicurazioni di ogni tipo (escluse quelle relative all’utilizzo di veicoli a motore e quelle contro infortuni e malattie).2) le spese per incrementi patrimoniali: l’ac-quisto di beni che producono un incremento del patrimonio del contribuente (immobili, stru-menti finanziari, auto di lusso, navi, etc) si pre-sume finanziato con redditi conseguiti nell’atto in cui è avvenuta tale acquisizione e nei quattro precedenti.Esempio: Un contribuente acquista un immobile del valore di 300.000 euro pagando Euro 200.000 tramite a/b ed Euro 100.000 con l’assunzione di un mutuo. La somma che all’Ufficio interessa è quella versata di Euro 200.000, per cui l’im-porto “accertabile” è di Euro 40.000 per l’anno dell’esborso e di Euro 40.000 per ciascuno dei 4 anni precedenti. A tal fine l’Ufficio deve valutare se il reddito dichiarato in tale periodo consente un “accantonamento annuo” di Euro 40.000.3) gli altri indicatori di capacità contributiva: riguardano spese per l’acquisto di beni e servizi non contemplati nei decreti ministeriali. Si tratta

di elementi connessi all’utilizzo di beni e servizi di particolare rilevanza economica, acquisiti a seguito di attività di controllo sul territorio fra i quali: l’utilizzo di beni di lusso in leasing, spese per la frequenza di istituti di istruzione di par-ticolare prestigio, noleggio a lungo termine di autovetture di grossa cilindrata, spese per viaggi, acquisti presso gallerie d’arte e case d’asta, iscri-zione a circoli esclusivi, installazione di piscine.La disciplina sopra riassunta sarà oggetto di modifiche nella manovra correttiva che sarà approvata nei prossimi giorni dal Consiglio dei Ministri. Tra le novità più rilevanti in tema di red-ditometro si segnala la probabile riduzione dello scostamento rilevante dal 25% al 20% e dell’arco temporale che scenderebbe da due periodi d’im-posta ad uno solo. Nelle spese per incrementi patrimoniali verrebbe invece espunta la presun-zione di formazione del reddito per quote co-stanti nell’anno in cui la spesa è stata sostenuta e nei quattro precedenti. Saranno inoltre introdot-te rilevanti novità in tema di contradditorio con il contribuente e di oneri deducibili dal reddito ricostruito sinteticamente dall’Ufficio.

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a cura di Federico Chiavazza - Agente Generale Fondiaria Sai

tariffa caso morteIL PRODOTTO TCM

Il prodotto TCM permette di tutelare il tuo benessere economico e quello dei tuoi cari,

qualunque cosa accada.La finalità della TCM è quella di far fronte agli inevitabili problemi economici che spesso in-sorgono, in particolare in un nucleo familiare, in seguito alla prematura scomparsa di chi produ-ce il reddito principale.

A chi si rivolge la TCMA chi intende tutelare i propri cari contro i disa-gi economici derivanti da una eventuale morte prematura del percettore del reddito principale;A chi desideri in caso morte destinare un capi-tale per proteggere una persona non presente nell’asse ereditario;

Dott. Federico ChiavazzaAgente Generale Cuneo Este-mail: [email protected] Statuto, 812100 CuneoTel. 0171.693104/05Fax 0171.67735

A chi desideri salvaguardare l’integrità della pro-pria attività professionale.

Come funzionaLa TCM è una polizza temporanea caso morte a premio annuo e capitale costante. Tale tipologia di prodotti, di esclusiva pertinenza delle compa-gnie di assicurazione, prevede, a fronte del pa-gamento di un premio, l’erogazione di un capi-tale a favore dei beneficiari indicati sul contratto qualora si verifichi il decesso dell’assicurato nel corso della durata contrattuale.L’importo del premio varia in funzione dell’en-tità del capitale assicurato, della durata della co-pertura, dell’età e del sesso dell’assicurato.Sono previste differenziazioni di tariffa e sconti

per i non fumatori. È invece possibile ottenere una personalizzazione del costo per gli assicura-ti disposti a sottoporsi a visita medica, in funzio-ne del loro buono stato di salute.È prevista l’applicazione di sovrappremi nel caso in cui le attività professionali e sportive svolte dall’assicurato e/o le condizioni di salute dello stesso siano tali da comportare un aggra-vamento del rischio.

Principali punti di forza- vantaggio fiscale: detraibilità del 19% del pre-mio con il limite massimo di euro 1291,00;- per le aziende è possibile assicurare con una TCM i “key man” (uomini chiave) stipulan-do una polizza in cui l’azienda figuri sia come contraente che come beneficiario. Il costo del contratto è scaricabile fra i costi di esercizio e al momento dell’eventuale sinistro, essendo l’azienda beneficiaria, non verrà applicata alcu-na tassazione.

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il recupero dei crediti in sofferenza

INSOLVENZA NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

Per coloro che esercitano attività commer-ciali e/o professionali, è frequente trovarsi

di fronte ad insolvenze legate alle forniture o ai servizi forniti. In queste situazioni, occorre sapere come operare, quando farlo e con quali metodi, in modo da essere sufficientemente ra-pidi e non perdere la garanzia di soddisfazione del proprio credito. La prima azione da porre in essere è quella di “costituire in mora” il debito-re, ovvero di intimargli formalmente, (preferi-bilmente a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento), l’adempimento di quanto dovuto. Qualora tale sollecito non abbia esito positivo e la morosità persista, al fine di valutare l’even-tuale esito positivo di un’azione legale volta al recupero coattivo delle somme, il creditore può effettuare una ricerca della situazione patrimo-niale del debitore, che permetta di conoscere tutte le proprietà di beni mobili ed immobili soggetti a registrazione (automobili, immobili, terreni, quote societarie ecc.) che risultino a lui intestati. Se tali ricerche dovessero dare esito positivo, per il tramite del proprio legale, il creditore potrà iniziare la procedura di recupero del pro-prio credito mediante il deposito di un decreto ingiuntivo, ovvero un ricorso depositato al giu-dice competente: il Giudice di Pace, per crediti sino a 5.000 euro e il Tribunale per importi su-periori, teso ad ottenere un ordine del Giudice, di pagare la somma oggetto dell’insolvenza. Per poter richiedere un decreto ingiuntivo al Giudice è necessario che il credito vantato ri-sulti da prova scritta ovvero, a titolo meramente esemplificativo, risulti da promesse unilaterali fatte per scrittura privata o da polizze per crediti

a cura di Alessandro Parola - Avvocato

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vantati da privati o da fatture regolarmente regi-strate in contabilità (se si tratta di crediti vantati da imprese) e che gli stessi crediti presentino il requisito della liquidità, ovvero che siano deter-minati nel loro ammontare. Il debitore qualora ritenga di avere una ragione che giustifichi il mancato pagamento potrà, entro 40 giorni dalla notifica del decreto, ossia da quando lo stesso gli viene recapitato per il tramite degli ufficiali giudiziari, impugnare il provvedimento davan-ti allo stesso Giudice che lo ha emesso. Con l’eventuale opposizione del debitore si verifica l’instaurazione di un giudizio ordinario, nel cor-so del quale possono essere fatti valere tutti i motivi per i quali il pagamento non è stato effet-tuato, documentando eventuali vizi sui servizi o materiali ricevuti, o la difformità della fornitura ricevuta rispetto a quella ordinata. Qualora, non intervenga un opposizione nel suddetto termine o, pur se proposta, non venga ritenuta dal Giudice fondata su validi motivi, il decreto ingiuntivo ottenuto diventa “esecutivo”, ovvero titolo valido per l’esecuzione forzata mediante il pignoramento mobiliare o immobiliare. Il credi-tore potrà quindi pignorare i beni mobili o im-mobili di proprietà del debitore per poi, qualora la morosità persista, venderli all’asta e soddisfa-re il proprio credito sul ricavato della vendita. Al di là del fatto che i costi per l’ottenimento del decreto ingiuntivo sono minimi, bisogna anche rilevare che la suesposta procedura, produce in ogni caso, sia a fronte di un recupero positivo che di uno negativo, un vantaggio per il credito-re. Nel caso di recupero positivo, lo stesso viene infatti soddisfatto per intero della propria prete-sa creditoria, riuscendo a recuperare il capitale

oltre il saldo degli interessi e delle spese soste-nute – anche di quelle legali – per la procedura. Ma, anche quando il pignoramento dovesse es-sere negativo, ossia non vengano rinvenuti beni di proprietà del debitore oppure i beni pignora-ti non abbiano trovato acquirenti nella vendita all’asta, tale procedura produce dei vantaggi. L’art. 101 del T.U.I.R. 2008 consente infatti di “portare a perdita”, ossia di recuperare integral-mente l’Iva versata sulla fatture rimaste insolute e di dedurre dalla propria base imponibile l’im-porto corrispondente al credito non riscosso, qualora ricorrano elementi “certi e precisi”. Tali elementi, che costituiscono quindi la condizio-ne per ottenere quantomeno i suddetti vantaggi di natura fiscale, sono considerati dalla dottri-na e dalla Giurisprudenza, tutte quelle vicende che hanno portato ad una procedura esecutiva infruttuosa. Da un pignoramento negativo o da una vendita all’asta infruttuosa, potrà quindi sempre e comunque, derivare quantomeno un beneficio fiscale che, in assenza di alcun tipo di azione tesa ad ottenere il soddisfacimento del proprio credito, il creditore non avrebbe potuto conseguire.

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a cura di Guido Testa - Promotore Finanziario

il designLE FORME DEL SUCCESSO

La nostra economia si basa sul consumo. Ogni oggetto, ogni nuovo articolo, deve creare in

ciascuno di noi, un desiderio così forte da supe-rare l’utilità intrinseca dell’oggetto stesso, affasci-nandoci con le sue forme sinuose ed accattivanti, studiate per stupire e far innamorare il possibile acquirente.Non ci chiediamo quindi se quell’oggetto ci serve veramente ma ci convinciamo che è impossibile non averlo. L’uomo, per anni, ha prodotto cose che potessero agevolare la propria vita quotidiana e, in ogni campo, studiava e creava oggetti che ser-vissero ad un determinato scopo, racchiudendoli all’interno di contenitori più o meno semplici e funzionali. Oggi, “quell’involucro” ha acquistato un valore enorme, perché non è più sufficiente che sia soltanto utile, ma deve essere anche bello, intrigante, affascinante. Ogni cosa, ogni semplice oggetto, deve avere non solo un’utilità ma anche un design, una forma distintiva, arrivando in molti casi ad essere scelto più per l’impatto visivo che non per la sua funzionalità, quasi quanto un’ opera d’arte nata dall’ispirazione dell’artista per trasmet-terci emozioni.Ecco perché, chi produce, si affida non solo ad ingegneri che risolvono la parte funzionale, ma anche a designer, che possono dare al prodotto una forma unica e distinta.Quest’economia consumistica, ha bisogno di innovare continuamente prodotti già in essere, riducendo sempre di più la vita media di ogni og-getto, non perché non funzioni più, ma perché il processo economico non può fermarsi e, anche all’interno di un mercato saturo, si deve portare il cliente ad essere nuovamente acquirente; indurlo a desiderare il “nuovo modello” per non ridurre o

Guido Testapromotore finanziarioe-mail: [email protected]

fermare la produzione di un determinato oggetto.Questo processo, è diventato per le aziende un enorme business e riguarda ogni settore: dalle auto ai computer, dai telefoni agli elettrodome-stici, dalle lavatrici ai frullatori, da esporre come pezzi di design, indipendentemente dalla loro funzionalità. Una lavatrice, ad esempio, dovreb-be semplicemente lavare capi d’abbigliamento e non essere ammirata per le sue linee, eppure ogni “cosa” deve distinguersi per le sue forme esclusi-ve ed invogliare il cliente a sostituire ciò che già possiede. Oggi, i designer rivestono un ruolo fondamentale nel successo o nel fallimento di un progetto industriale: sempre più gente, acquista un oggetto non perché serve o funziona alla per-fezione ma, semplicemente, perché è bello.Tra i designer di maggior successo e che tutto il mondo ci invidia, spicca sicuramente la figura del grande Giorgetto Giugiaro, che ha reso, con le sue opere, ancora più grande la nostra provincia. Dalle auto alle macchine fotografiche, dalla pasta ai barattoli d’olio, Giorgetto Giugiaro ha disegnato praticamente di tutto.Nato a Garessio nel 1938, Giorgetto era probabil-mente destinato ad un futuro artistico. Il nonno Luigi affrescava chiese, il padre alternava le decorazioni sacre alla pittura a olio, mentre per Giorgetto, l’approdo al design come professione, non arriva per scelta, ma per mera casualità.Studente di liceo artistico di giorno, passava le serate frequentando un corso di disegno tecnico grazie al quale, nel 1955, partecipa ad una mostra scolastica, presentando delle avveniristiche carica-ture di automobili e facendosi notare dall’allora direttore tecnico della Fiat, Dante Giacosa, che scoprì, dietro a quei bizzarri disegni, dell’innato

talento. Giugiaro, entra in Fiat nel ‘55 e compie il grande salto nel ‘59: capo del Centro Stile Bertone dove cresce e matura come designer sotto la gui-da di Nuccio Bertone, si afferma nel panorama del design torinese con modelli che sono passati alla storia come la Maserati o la Giulietta GT. Nel 1967 fonda la sua prima società, collaborando ancora con Fiat e Ghia, ma volgendo lo sguardo verso una sfida totale: una società di servizi per l’industria dell’automobile e non solo. Nasce cosìl’Italdesign.Oggi L’Italdesign crea e veste ogni tipologia di oggetto, interpretando auto da sogno o sempli-cemente dando forma ad oggetti di uso comune, che noi scegliamo in mezzo a mille, spinti dal fa-scino di forme uniche e seducenti che vanno ben oltre alla semplice e pura utilità.

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AGENDAGIUGNOCostigliole Saluzzo e altre località dal 5 al 27 giugno FESTIVAL delle COLLINE SALUZZESI Appuntamenti musicali cameristici e sinfonici, artistici ed enogastronomici per la promozione dei prodotti tipici del saluzzese.info: tel. 0175 230121www.festivalcollinesaluzzesi.it

Fossano dal 10 al 13 giugnoFOSSANO MIRABILIA La città si trasforma in un grande teatro a cielo aperto per uno dei più grandi festival d’Italia: performance uniche, artisti eccezionali e spet-tacoli mozzafiato. Teatro classico, di strada, nou-veau cirque e teatro di figura, danza contem-poranea e musica. In collaborazione con Slow Food degustazione di prodotti tipici “di strada” con presidi piemontesi e liguri.Info: tel. +39.0172.699611www.fossanomirabilia.com

Fossano dal 18 al 20 giugnoPALIO DEI BORGHI - GIOSTRA DE L’OCA Suggestiva rievocazione storica nell’affascinante cornice del castello trecentesco, con oltre 500 figuranti in sontuosi abiti riccamente decorati. Nel gioco i fantini si contendono il prestigioso palio e gli arcieri, con arco nudo, si sfidano nel trafiggere sagome di oche in movimento.Info: tel. +39.0172.699611www.bibliotecafossano.it

Barge 25 e 26 giugnoFESTIVAL MULTIMEDIALE Evento particolarissimo che presenta lavoro e ricerca di fotografi internazionali, proiettando sulle facciate dei palazzi del centro storico la loro arte, condita da musica ed intrattenimento. Info: AICA Barge - [email protected]

LUGLIORacconigi dal 03 al 24 luglioIL REGIO A RACCONIGI Nella splendida cornice delle Serre Reali del Castello di Racconigi, ritorna lo rassegna di mu-sica e danza “Il Regio a Racconigi”. Info: www.teatroregio.torino.itwww.comune.racconigi.cn.it

Montezemolo - prima settimana di luglioFIERA REGIONALE DEL MIELE E DELLE ATTREZZATURE APISTICHE. Mostra mercato delle attrezzature apistiche e dei prodotti della terra, tavole rotonde, degu-stazioni guidate di miele, formaggi e prodotti tipici, intrattenimenti musicali e convegni.Info: tel.0174 781330www.montezemolomiele.it

Bene Vagienna dal 10 luglio al 01 agostoLE FERIE DI AUGUSTOFestival di cultura classica nella suggestiva cor-nice dei resti del Teatro romano di Augusta Bagiennorum, rimasti sepolti per più di un mil-lennio.Info: Ufficio Cultura tel. +39.0172.654152 [email protected]

Alba dal 16 luglio al 1 AgostoITALY&USA – ALBA MUSIC FESTIVAL18 concerti itineranti, serali a cadenza giornalie-ra sul territorio di Langhe e Roero. Realizzato con Ente Turismo, Consorzio Turistico.Info: tel. 0173.362408www.albamusicfestival.com

AGOSTOCuneo per tutto il mese di luglio e agostoCULTURE DEL MONDOSpettacoli di musica etnica e danza con gruppi e compagnie di tutto il mondo.info: tel. 0171.698388

Rossana - 11 agostoSUONI DAL MONVISOConcerto del quintetto d’archi “Berliner Philarmoniker”.info: tel. 0175.970640www.suonidalmonviso.it

Frabosa Soprana 16 agostoCONCERTO NELLA GROTTATradizionale concerto di ferragosto nella Grotta di Bossea.info: tel. 0174.349240

Saluzzo dal 22 al 29 agostoCHITARRISSIMA - ARTE E MUSICA A SALUZZORassegna di concerti di musica classica nel cen-tro storico e nelle chiese artistiche.Info: tel. 0175.46710 - www.chitarrissima.eu

Cuneo, area fieristica Miac dal 26 agosto al 5 settembreGRANDE FIERA D’ESTATE35a edizione della grande Fiera che da quest’an-no diventa nazionale. Vetrina delle produzioni tipiche e delle attività della Provincia di Cuneo, convegni e spettacoli.Info: tel. 0172.742079www.grandefieradestate.com

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val 2010 all’Ambasciata italiana e la cena per il debutto all’Opera delle “Nozze di Figaro”, or-ganizzata nella villa privata dell’Ambasciatore Italiano, a cura dallo chef Franco Piumatti. Pro-tagonisti dell’alta finanza americana, la famiglia Rockfeller, ed esponenti della stampa – tra cui USA Today e Washington Post – hanno così po-tuto conoscere la nostra provincia.A Montecarlo, nella raffinata cornice del Country Club, ospiti selezionati hanno assa-porato la cucina ed i grandi vini del Piemonte in occasione di ‘Langhe e Roero – Colline da Cinema’, scoprendo che la promozione del

langhe e roero si presentanoI SAPORI DEL TERRITORIO PROTAGONISTI NEL MONDO

Ancora grandi eventi nelle maggiori capitali del mondo per promuovere i sapori delle Langhe e del Roero. A Copenhagen Barolo Event ha conquistato il pubblico danese che ha apprezzato le eccellen-ze enogastronomiche presentate dalla Provin-cia di Cuneo con la presenza dei produttori e delle Enoteche Regionali di Barbaresco, Barolo e Roero.A Washington due occasioni importanti rinno-vano il forte legame tra la capitale USA con Alba e il territorio di Langhe e Roero: la conferenza stampa di presentazione dell’Alba Music Festi-

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Montecarlo: Alessio Botto e Roberto Audisio

Washinghton: George Soros e Fausto Perletto

Copenhagen: Fausto Perletto

Montecarlo: Country ClubMontecarlo: Fausto Perletto e Enrico Anghilante

Washinghton: Franco Piumatti, Consorte Ambasciatore, Fausto Perletto, Giulio Terzi di S. Agata - Ambasciatore

territorio coinvolge anche aspetti meno noti come la cultura cinematografica ed i festival che vi svolgono durante la primavera: “l’Alba International Film Festival” e il “corto in Bra”. Fra gli ospiti anche Alessio Botto e Roberto Au-disio, direttore responsabile e direttore artisti-co di “UNICO people & style”.

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i gemelli dei re di Svezia, i biscotti delle Infante di Spagna o il profumo di Lord Brummel e di James Bond. Ma anche i migliori prodotti dell’enogastrono-mia de “Le Terre dei Savoia” come mieli, confet-ture, frutta, ortaggi e verdure in “burnia”. Per il brindisi finale, a suggellare questa grande festa del design, del gusto e dei sapori, i grandi vini di Langa e Roero, accompagnati dagli stuz-zichini preparati in collaborazione con Cam-pagna Amica Coldiretti, utilizzando proprio i prodotti locali a chilometri zero.

una vera bottega realeÈ stato un evento reale quello che ha inaugura-to il nuovo museum supershop nell’ex gendar-meria del Castello di Racconigi, denominato “Bottega Reale”.L’iniziativa è stata promossa e gestita dall’Asso-ciazione “Le Terre dei Savoia” per promuovere le risorse del territorio. Vi si possono trovare i prodotti di “manifatture aristocratiche” insigniti del titolo di Fornitori o Provveditori della Real Casa, eccellenze produt-tive di tutta Europa come l’intimo della Regina d’Inghilterra, le camicie del Principe di Galles,

IN VETRINA I PRODOTTI DE “LE TERRE DEI SAVOIA”

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L’AEROPORTO“TURIN AIRPORT” è lo scalo ufficiale di Torino. Un complesso aeroportuale all’avanguardia in grado di fornire i migliori servizi ai propri utenti, gestito da SAGAT spa.Il collegamento con i maggiori hub europei lo rende facilmente raggiungibile da ogni parte del mondo tramite uno scalo intermedio. L’ae-rostazione, rinnovata in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006, può servire un traffico di oltre cinque milioni di passeggeri annui garan-tendo comfort e sicurezza di altissimo livello, e grazie agli efficienti collegamenti assicura una facile accessibilità senza congestioni. Nel 2007 e nel 2008 l’aeroporto di Torino si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento internazionale ACI “Europe Best Airport Awards”, come migliore scalo europeo per la qualità dei servizi offerti nella categoria 1-5 milioni di passeggeri. Da dicembre 2009 SAGAT è una società certificata ISO 9001. Ogni settimana sono oltre 450 i voli in partenza effettuati da 20 compagnie aeree di linea che collegano Torino con le più importanti desti-nazioni italiane ed europee con comode coincidenze con il resto del mondo. Lo scalo è connesso con oltre 45 aeroporti, quasi la metà serviti da vettori low cost, tra cui 23 scali internazionali.Completano il network le principali compagnie aeree charter e tour operator che offrono servizi per raggiungere le più prestigiose località di vacanza in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente. Da Caselle, in poco più di un’ora d’auto, si possono raggiungere le montagne e le sta-zioni sciistiche del Piemonte, o approfittare delle opportunità turistiche ed eno-gastronomiche di tutta la regione. Una moderna struttura che rappresenta una grande risorsa economica ed una porta di accesso a nuovi mercati per tutta l’area circostante. Per ulteriori informa-zioni www.aeroportoditorino.it

NUMERI UTILIInformazioni Voli (orario 06.00-23.00) tel. 011.5676361/2Biglietteria Aerea (orario 05.30-20.30) tel. 011.5676373Bagagli Smarriti SAGAT Handling (orario 08.00-24.00) tel.  011.5676200 Consegna 09.00-12.00 / 14.00-21.00Bagagli Smarriti Aviapartner* (orario 08.00-24.00) tel. 011.5676785 Consegna 09.00-13.00 / 15.00-22.00* solo per: Air France, Brussels Airlines, Lufthansa, RAM

Sala Riservata 06.00-20.00 tel. 011.5676535Sala Riservata Air One 05.00-21.00 tel. 011.5676618Sala Riservata Alitalia 05.30-21.00 tel. 011.5676538

Ufficio Merci   tel. 011.5676310/1Parcheggio Multipiano   tel. 011.5676361/2 Infermeria H24   tel. 011.5676205

Segreteria Generale SAGAT   tel. 011.5676378 Ufficio stampa SAGAT tel.011 5676356Oggetti Smarriti tel. 011.5676473Business Centre tel. 011.5678345Informazioni Turistiche (08.00-23.00) tel. 011.535181

COLLEGAMENTI da e per L’AEROPORTOLo scalo dista 16 chilometri dal centro di Torino a cui è collegato da un’efficiente rete di servizi e da una superstrada collegata alla tangenziale ed alla rete autostradale.Informazioni:Autolinee SADEM Torino-Aeroporto tel. 011.3000611Autolinee SAVDA Aosta-Aeroporto tel. 0165.262027Collegamento ferroviario GTT Torino - Aeroporto tel. 011.2165352CTA - Noleggio con conducente tel. 011.9963090Taxi (all’uscita del livello ARRIVI) tel. 011.5730-5737-3399Terravision - Shuttle Service tel. +44.1279.662931

AUTONOLEGGI:Auto Europa, AVIS, Budget, Europcar, Grimaldi Autonoleggio, Hertz, Maggiore/Rent, Sixt-Win Rent, Targarent

AVIAZIONE GENERALEAviapartner, Esair, Turin Flying Handler

COMPAGNIE AEREEAir Dolomiti, Air France, Air Italy, Air Malta, Albanian Airlines, Alitalia, Belle Air, Blu-Express.com, British Airways, Brussels Airlines, Carpatair, Darwin Airline, EasyJet, Iberia, LOT - Polish Airlines, Lufthansa, Luxair, Meridiana, Royal Air Maroc, Ryanair, Wind Jet

HANDLERAviapartner, SAGAT Handling Spa, Air Cargo Torino

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Estate in Granda,dall’alba al tramonto e anche di notte: sono mille le occasioni

per ammirare le bellezze, incontrare la cultura e la storia, vivere da protago-

nisti, dei momenti ricchi di emozioni e di scoperte.Dalla montagna alla collina,

alla pianura, ogni sentiero, ogni scorcio ci riserva immagini straordinarie e

nuove sorprese. E in tutti i comuni, in tutte le località, perfino quelle più pic-

cole, vi aspettano appuntamenti che sanno trasformare anche una breve va-

canza in un’esperienza da ricordare.“Orgogliosi della nostraTerra”, non è solo

un modo di dire, è un invito rivolto da chi abita questi luoghi indimenticabili

per farli apprezzare a chi li visita e poter dire“Anch’io ho la Granda nel cuore!”

Anche d’estate, la Provincia Grandavi invita a scoprire perché festeggiarla.

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