Displaced people

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Rete della Città di Treviso per la Storia Anno scolastico 2009 - 2010 COSTRUIRE LA CITTADINANZA STUDIO LAVORO MIGRAZIONI: LIBERTÀ DIPRESENTE E PASSATO ATTRAVERSO LA COSTITUZIONE La ricerca ha coinvolto molte scuole di ogni ordine e grado… Ogni scuola, ogni classe ha contribuito al disegno complessivo del progetto con la proprio lavoro …. …come un mosaico, ogni tessera contribuisce al disegno complessivo … Questa è la tessera dei ragazzi di Quinta A, della scuola San Giovanni Bosco del 3° Circolo Didattico di Treviso. Displaced people Storie di famiglie in movimento tra XX e XXI secolo Perché il titolo in inglese? Perché non c’è alcun termine nella lingua italiana che possa esprimere con la stessa forza il concetto. Non si tratta di un viaggio o di uno spostamento …sono famiglie costrette a lasciare il loro luogo di origine per necessità. A volte è una vera fuga…. Sulla scia delle loro storie, i ragazzi hanno incontrato la Costituzione e i suoi principi fondamentali: scoprendone i valori che garantiscono i diritti dell’uomo. 2

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Progetto didattico in Cittadinanza e Costituzione. Storie di famiglie "in movimento" tra XX e XXI secolo.

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Rete della Città di Treviso per la Storia

Anno scolastico 2009 - 2010

COSTRUIRE LA CITTADINANZA STUDIO LAVORO MIGRAZIONI: LIBERTÀ DI…

PRESENTE E PASSATO ATTRAVERSO LA COSTITUZIONE La ricerca ha coinvolto molte scuole di ogni ordine e grado… Ogni scuola, ogni classe ha contribuito al disegno complessivo del progetto con la proprio lavoro ….

…come un mosaico, ogni tessera contribuisce al disegno complessivo … Questa è la tessera dei ragazzi di Quinta A, della scuola San Giovanni Bosco del 3° Circolo Didattico di Treviso.

Displaced people

Storie di famiglie in movimento tra XX e XXI secolo Perché il titolo in inglese? Perché non c’è alcun termine nella lingua italiana che possa esprimere con la stessa forza il concetto. Non si tratta di un viaggio o di uno spostamento …sono famiglie costrette a lasciare il loro luogo di origine per necessità. A volte è una vera fuga…. Sulla scia delle loro storie, i ragazzi hanno incontrato la Costituzione e i suoi principi fondamentali: scoprendone i valori che garantiscono i diritti dell’uomo.

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DISPLACED PEOPLE (1) Abbiamo letto, al Circolo dei Lettori, le nostre biografie. Dalle nostre storie di vita abbiamo capito che oggi siamo tutti insieme in quinta elementare ma proveniamo da strade diverse. Se le ripercorriamo alcune ci portano molto lontano… Quattro di noi vengono da paesi lontani; siamo molto fortunati ad avere in classe questi compagni perché ci hanno fatto conoscere culture, lingue e modi di pensare diversi. Ci interessa sapere cosa ha portato qui i nostri compagni. Esaminiamo i casi. Luca è in Italia da otto anni, è nato in Nuova Zelanda: sua madre è italiana e suo padre è neozelandese. Sono tornati in Italia per il lavoro del papà di Luca. Karhan è nato a Smirne, in Turchia, è in Italia perché

il marito della mamma è italiano. Klea proviene da Valona, in Albania. Prima che lei nascesse, suo padre venne in Italia per cercare lavoro e condizioni di vita migliori. La storia di Hyrisha è ancora più complessa. Sembra che sua madre sia fuggita da Pristina in Kossovo perché c’era la guerra. Si è rifugiata in un primo tempo in Albania. Alla fine della guerra. Sono tornati in Kossovo e hanno trovato la loro casa bombardata. Alla fine si sono trasferiti in Italia e hanno trovato casa e lavoro. Rita non è più con noi perché il papà ha trovato lavoro in Olanda ed ora frequenta la scuola lì. Molte persone lasciano il loro paese d’origine e si spostano in altri paesi per vari motivi. I motivi possono essere molto gravi, come la ricerca di un lavoro e condizioni di vita migliori; in certi casi, perché nel loro paese c’è la guerra. LE ABBIAMO FATTE "NOSTRE": LE POESIE PIÙ BELLE... (1) "Quando si deve abbandonare la propria terra, la propria casa". Pablo Neruda è un poeta cileno del XX secolo, al quale fu assegnato nel 1971il premio Nobel per la Letteratura. Fin da piccolo mostrò interesse per la scrittura. Abbiamo letto infatti la nota "La mia prima poesia" dal suo diario. Quando scoppiò la guerra civile in Spagna, nel 1936, era console a Madrid, fu cacciato per le sue idee politiche, perse l'amico Federico Garcia Lorca e tornò in Cile, dove diventò senatore. Anche in Cile venne di nuovo perseguitato e dovette fuggire in Argentina. Forse in questa circostanza scrisse "Ode alla casa abbandonata". ...Solo l'ombra conosce i segreti delle case sbarrate, solo il vento respinto

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o sul tetto la luna che fiorisce...

DISPLACED PEOPLE (2) I testimoni della storia: Ilmi Pulka Mi chiamo Ilmi Pulka, sono nato nel 1962 nel villaggio di Studencian, in Kosovo. Studencian è un paese a 300 metri sul livello del mare, in collina. Ho frequentato le elementari (fino all’ VIII) al villaggio e le superiori a Suarek. Dopo la scuola aiutavo mio padre nel lavoro dei campi; si producevano mais, frumento, uva ed ortaggi e si allevavano pecore e mucche. Non si trovava lavoro e quindi sono emigrato nella penisola istrian, in Croazia, dove facevo il muratore. In seguito incontrai un impresario italiano e venni a lavorare ed a vivere a Quinto di Treviso. Tornavo in Kosovo due volte all’anno e fu così che incontrai Merita e la sposai. Quando è scoppiata la guerra in Kosovo nel 1999, io mi trovavo in Italia a lavorare e Merita aspettava la nostra prima figlia Hyrisha. L’esercito serbo invase il Kosovo. I soldati serbi facevano terra bruciata. Gli abitanti del villaggio fuggirono verso l’Albania.

Hyrisha sarebbe dovuta nascere a momenti e, in quelle condizioni Merita con i cognati ed i nipotini raggiunse l’Albania a piedi vagando per tre settimane in mezzo ai boschi, al freddo, mangiando quello che si poteva trovare. Li trovarono proprio i militari italiani dell’O.N.U. e li caricarono su un camion. Dopo un viaggio di dodici ore li portarono in campi profughi dove li sistemarono in una tendopoli. Venni a sapere della sorte dei kossovari mentre ero in Italia. Partii subito. In Kosovo non si poteva più entrare e cercai per 12 giorni per tutta l’Albania. Avevo ormai perso le speranze di trovarli vivi. Finalmente sono arrivato a quel campo; mi hanno detto che c’erano dei kossovari scappati dalla guerra. Non li riconoscevo nemmeno: tre settimane senza una doccia!. Mi ha riconosciuto il nipote più piccolo. Sono stato lì due giorni con loro; il terzo giorno ho portato Merita a Durazzo in un albergo. La mattina dopo è nata Hyrisha. Più tardi l’ho iscritta allo stato civile a Studencian. Due mesi dopo ho ottenuto il visto d’ingresso in Italia e arrivammo qui a Canizzano. Siamo tornati in Kosovo a guerra finita dopo un anno. Al villaggio le case erano state bruciate, gli animali spariti, bisognava ricominciare tutto da capo. C’è sempre il desiderio di tornare per le vacanze e di rimettere a posto la casa. L’anno scorso io e le mie bambine abbiamo ottenuto la cittadinanza italiana. Nel 2008 il Kosovo, dopo 8 anni di controllo da parte dell’O.N.U., è stato proclamato indipendente. Ora è una Repubblica democratica, ha un parlamento formato dai rappresentanti del popolo e la sua Costituzione. Casa arrivederci! Non posso dirti quando torneremo: domani, oppure no tardi o molto più tardi. Un altro viaggio,

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ma questa volta voglio dirti quanto amiamo il tuo cuore di pietra: quanto sei generosa con il tuo fuoco acceso là in cucina e il tuo tetto su cui cade sgranata la pioggia come se scivolasse la musica dal cielo…

LA MIA CITTÀ: LE NOSTRE SCOPERTE SULLA STORIA E SUI I TESORI DELLA NOSTRA CITTÀ (1)

Il sette aprile 1944 la città di Treviso fu bombardata dagli aerei Americani. Gli alleati volevano fermare le vie di comunicazione tra l'Italia e la Germania. Purtroppo le bombe non erano intelligenti e non cadevano nel punto esatto dove si richiedeva.

Le bombe hanno semidistrutto la città. Martedì prima delle vacanze pasquali, in ricordo del bombardamento abbiamo invitato alcuni anziani che erano bambini a quell'epoca e guardato una video proiezione sul sette aprile e sugli effetti del bombardamento. Abbiamo visto e commentato le immagini della nostra città prima e dopo la distruzione. Con le testimonianze degli anziani ci siamo arricchiti di informazioni. Alcune fotografie erano molto tristi e dolorose. Domani sette aprile andremo in città per fare un itinerario della memoria sui luoghi più colpiti e per la cerimonia in Piazza dei Signori.

Abbiamo così scoperto che anche a Treviso visse un periodo bruttissimo durante la seconda guerra mondiale: molte famiglie furono costrette ad abbandonare la città bombardata e semidistrutta. Molti persero per sempre la loro casa.

IL CIRCOLO DEI LETTORI:LE SOTTOLINEATURE DAI NOSTRI LIBRI PREFERITI (1)

...Gli osservatori guardano in basso e riconoscono i luoghi che hanno studiato sulle carte, durante la preparazione al volo. Ora seguono la linea ferroviaria. Avanti si scorge la stazione, grande come un pacchetto di sigarette, con i fasci dei binari e il cavalcavia. Più avanti il ponte di ferro sul fiume. ... Pronti. ...... Gli apparecchi sono sull'obiettivo. E si trascura che dentro le case vive la gente, molta gente. Forse la piccola città ha più di centomila abitanti, ora che tanti profughi vi si sono rifugiati dalle città vicine. Più di centomila persone cadute nel terrore. Hanno visto le luci e sentito i rumori, e hanno capito. Il cielo è rosso, Giuseppe Berto

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Giuseppe Berto è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento. Era veneto, trevigiano. Mentre Treviso fu bombardata, Berto era un giovane soldato, prigioniero negli Stati Uniti. Scrisse il suo romanzo: “Il cielo è rosso” durante la prigionia. Le notizie che aveva dell’Europa, dell’Italia, della sua città, erano pochissime. Sapeva dei bombardamenti, delle azioni militari programmate …. Ed allora immagina Treviso, prima, durante e dopo il bombardamento, vista dagli occhi di tre adolescenti che, rimasti soli, devono ricominciare a vivere…. …… Adesso chiudiamo le tue finestre e un’oppressiva notte prematura lasciamo insediata nelle stanze. Tutta buia tu continui a vivere, mentre il tempo ti percorre l’umido guasta pian piano la tua anima. ……

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Venerdì 16 aprile, abbiamo ricevuto la visita della signora Giuseppina Mirabile che, raccontandoci la storia della sua vita, ha portato una testimonianza per il nostro progetto: "Desplaced people. Famiglie in movimento tra il XX e il XXI secolo”. Giuseppina è nata nel 1937 in Sicilia. Quando era piccolissima, il pastificio dove lavorava il padre prese fuoco, quindi non avendo più lavoro, il padre portò la famiglia a Fiume dove viveva già un fratello, sperando di trovare una nuova occupazione. Fiume è una città nel porto del Quarnaro, in Istria, oggi Croazia. Allora era una città italiana. Nel 1940 l'Italia entra in guerra. Il padre di Giuseppina deve partire per la sua destinazione; la madre, per guadagnare qualcosa, accetta un lavoro come assistente in una colonia per bambini a rischio tubercolosi. Così Giuseppina trascorre alcuni anni in colonia.

Quando cominciarono i bombardamenti su Fiume, che era un porto importante, gli abitanti erano più protetti rispetto a quanto stava succedendo a Treviso, perché la città si sviluppa lungo i fianchi della montagna e i rifugi erano stati costruiti dentro la roccia. Quando la guerra si concluse, Fiume non era più una città italiana ma iugoslava. La Iugoslavia era uno Stato creato dopo la guerra che comprendeva tante nazioni. Furono dettate delle leggi: tutti coloro che desideravano rimanere dovevano avere la cittadinanza croata, parlare quella lingua e dimenticare la cultura italiana. La famiglia decise allora di lasciare Fiume e di tornare in Italia.

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Prima di partire dovevano dichiarare cosa avrebbero portato con sé ,veniva un titino che controllava cosa avrebbero portato. Partirono con il treno ed arrivarono a Trieste dove dovettero scendere e trovarono un passaggio sopra un camion che li portò fino a destinazione. Qui trovarono ospitalità nella casa di un ragazzo che li diede in affitto due camere e la cucina. In quella casa stavano stretti stretti e la sua famiglia voleva una casa solo per loro. Trovarono una casa a San Lazzaro. La bambina a scuola non si sentiva a proprio agio e la prendevano in giro per il suo accento croato. Gli esuli non si sentivano accettati a Treviso: molti pensavano che avrebbero portato via le case ed il lavoro. Alle famiglie profughe, la scuola donava un po’ di denaro come aiuto. DISPLACED PEOPLE (5) "Arrivai a Treviso nell'Ottobre del 1946 dopo un viaggio difficile e avventuroso da Fiume che dopo la guerra non era più italiana." Comincia così la testimonianza di Nonna Pina e la fuga della famiglia Mirabile dall'Istria. Era appena finita la seconda guerra mondiale. L'Istria,una bella penisola a nord del mar Adriatico, viene ceduta alla Iugoslavia attraverso i trattati di pace. Molte famiglie italiane sono costrette a fuggire per non perdere la loro lingua, la loro cultura, la loro identità sociale e politica. Ora cerchiamo le leggi che costrinsero gli Italiani a lasciare l'Istria.

DISPLACED PEOPLE (5) Alla fine della seconda guerra mondiale i trattati di pace ridisegnano confini. L'Italia ha perso la guerra e nei trattati di pace perde alcuni territori:l 'Istria e la Dalmazia che diventano parte della Iugoslavia. I cittadini devono scegliere: rimanere e perdere la loro identità o andarsene e trovare un posto dove vivere. Gli esuli hanno perso la "casa": il posto dove abitano, le loro proprietà, il rapporto con il loro ambiente dove sono nati e cresciuti. L'Italia li accoglie. C'è la Costituzione che garantisce i diritti e ci saranno delle leggi che

permetteranno agli esuli di trovare anche un lavoro. Non ci sarà molta accoglienza da parte della popolazione. La carta geografica mostra la situazione dell'Europa negli anni cinquanta del secolo scorso. A nord, la Germania è divisa in due: la parte occidentale è influenzata dagli Stati Uniti d'America, come tutti i paesi dell'Europa Occidentale. La parte orientale, come la Polonia, la Cecoslovacchia, l'Ungheria, la Bulgheria, la Romania e la Jugoslavia è controllata dall' U.R.S.S., l'Unione delle

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Repubbliche Socialiste Sovietiche. In questi anni si costruisce il Muro che separa la città di Berlino in due parti.

E' il simbolo dell'Europa divisa in due e della "guerra fredda" che iniziò dai trattati di pace, dopo la seconda guerra mondiale.

……

Talvolta un topo rosicchia, s’alza dalle carte un fruscio soffocato, un insetto smarrito sbatte, cieco contro i muri e, quando piove, nella solitudine forse una goccia risuona con voce umana, come se vi fosse qualcuno che piange. ……

DISPLACED PEOPLE (6) La storia da un’altra prospettiva

L'anno scorso abbiamo provato a ricostruire la storia della scuola e delle famiglie nel dopoguerra, con i nostri partner europei della Croazia. Le condizioni di vita a scuola e a casa di quel tempo erano simili. Rivedendo il lavoro dei nostri amici, ci accorgiamo che a Novigrad erano immigrate moltissime famiglie che provenivano dall' Istria e da altre parti del Regno d' Jugoslavia, in particolare dalla Serbia.

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Erano popolazioni che parlavano il serbo o il croato; scrivevano in latino o in cirillico. I testi scolastici erano in Italiano e a quel tempo l'Istria faceva parte del regno d'Italia e per questo anche a scuola si parlava in Italiano. In famiglia parlavano specialmente il dialetto istriano. Dall' Istria se ne andarono molte famiglie italiane e si rifugiarono in Italia; a Novigrad immigrarono molte famiglie dal Montenegro e una parte dalla Jugoslava. ……….. Solo l’ombra conosce i segreti delle case sbarrate, solo il vento respinto o sul tetto la luna che fiorisce. ……

DISPLACED PEOPLE (7) Nell'archivio scolastico abbiamo trovato un documento che ci parla della situazione ai confini orientali (Trieste e i paesi dell'Istria) dopo la seconda guerra Mondiale. E' un manifesto destinato a tutte le scuole d'Italia. E' stato stampato a Trieste nel Novembre del 1953. Ha lo stile di una lettera e si rivolge agli alunni. Informa che quattro anni prima era stato inaugurato sull'altipiano del Carso Triestino il Villaggio del Fanciullo, una specie di orfanotrofio, costruito con l'offerta di tutti gli alunni d'Italia. Il villaggio era il simbolo della fratellanza con i bambini più sfortunati di Trieste martire e dell'Istria addolorata. In quei quattro anni il villaggio si è ingrandito. I bambini ospiti del villaggio erano orfani, senza casa. Il manifesto invita gli alunni che lo leggono, ad aiutare, con generosità, inviando denaro, cercando di aiutare l'Opera Casa del Fanciullo di Trieste. Il manifesto è scritto con caratteri verdi, su carta che "era" bianca, con fascia tricolore a sinistra e giglio di Trieste, sullo sfondo, al centro.

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DISPLACED PEOPLE (10) Anni cruciali 1938 Italia Il Governo fascista approva le leggi in difesa della razza ariana. 1939 Europa La Germania invade la Polonia. Inizia la seconda guerra Mondiale. Nel 1939 la Germania

invade la Polonia per conquistare altre terre e per espandere il proprio territorio. Questa invasione diede origine alla seconda guerra Mondiale. 1940 Italia entra in guerra. 1943 Italia firma l'armistizio con gli Alleati: l'Italia si ritira dalla guerra. 1944 Italia Bombardamento di Treviso. Il 7 Aprile 1944, gli Americani bombardarono Treviso per interrompere le vie di comunicazione che collegavano l'Italia con la Germania. Purtroppo le bombe non essendo precise caddero su tutta la città di Treviso e non solo sulla stazione ferroviaria, distruggendo così: abitazioni,alberghi (Stella d'Oro), rifugi, uccidendo moltissime persone. 1945 Mondo Fine seconda guerra Mondiale. Gli Alleati sono in Europa: ad Occidente, gli Americani; ad oriente i Russi. Si conclude la Seconda Guerra Mondiale. 1946 Mondo I trattati di pace. La pace di Parigi. 1946 Italia Referendum Monarchia-Repubblica. Elezione della Costituente. Le donne votano. Trattato di pace di Parigi. L'Italia era governata da un Re, grazie al Referendum l'Italia dalla Monarchia passò alla Repubblica grazie a voto dato dagli Italiani. Le donne votano per la prima volta nella storia. 1946 - 1947 Italia L' Assemblea Costituente è al lavoro. 1948 Italia Il primo Gennaio 1948, è in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. ……… E ora, arrivederci finestra, porta, fuoco, acqua che bolle, muro! A presto, a presto cucina e l’orologio sopra la porta un’altra volta ricomincerà a pulsare con il suo vecchio cuore e con le sue frecce inutili conficcate nel tempo. (Pablo Neruda)

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DISPLACED PEOPLE (8) Abbiamo capito che molte famiglie nel secolo scorso hanno lasciato il loro luogo d'origine per trovare un lavoro. Abbiamo capito anche che le guerre hanno complicato le situazioni. Avere e conservare la casa. Potere vivere nel luogo dove sei nato, avere il lavoro, vivere in pace senza avere paura sono diritti fondamentali e inviolabili dell' uomo.

DISPLACED PEOPLE (10) Il lavoro è come un MOSAICO. Il mosaico è un'opera d'arte formata da tante tessere di vari materiali, comuni o preziosi, di tanti colori. Ogni tessera è fondamentale per il disegno complessivo.

Il lavoro di ogni persona è una tessera della nostra organizzazionesociale. Importante o più umile, è ugualmente indispensabile. Il disegno rappresenta il mosaico paleocristiano (IV sec. d. C.) delle Canoniche del Duomo di Treviso. Sono raffigurati tralci di viti con uccelli e figure umane.

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DISPLACED PEOPLE (11) L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Comincia così la Costituzione italiana. Con il primo articolo iniziano i principi fondamentali. L'Italia è una Repubblica è la conseguenza del Referendum del 1946, con il quale gli italiani furono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica. La parola Repubblica deriva dal latino Res publica: "cosa di tutti", lo Stato. Tutti i cittadini danno allo Stato un contributo. Democratica, perchè la democrazia è una forma di governo in cui la sovranità appartiene al popolo che la esercita attraverso i suoi le elezioni dei suoi rappresentanti. Fondata sul lavoro. Il lavoro è il fondamento dello Stato italiano.

DISPLACED PEOPLE (12) La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. La Costituzione parla di lavoro anche all'articolo 4.

Ecco, secondo noi quali sono i DIRITTI del lavoratore. -Ogni lavoratore ha il diritto di essere pagato. -Ogni lavoratore ha il diritto di stare a casa quando sta male. -Ogni lavoratore ha il diritto di non essere sfruttato. -Ogni lavoratore ha il diritto alle ferie. -Ogni lavoratore ha il diritto a delle norme di sicurezza. -Ogni lavoratore ha il diritto di essere rispettato da tutti. -Ogni cittadino ha il diritto di svolgere un lavoro dignitoso.

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Il cittadino che lavora ha anche dei DOVERI - Ogni lavoratore ha il dovere di far bene il suo lavoro. - Ogni lavoratore ha il dovere di essere puntuale. - Ogni lavoratore di rispettare i colleghi ed i superiori. - Ogni cittadino ha il dovere di svolgere un lavoro onesto. - Ogni lavoratore ha il dovere di non sprecare i soldi guadagnati con il suo lavoro - Ogni lavoratore ha il dovere di mantenere la sua famiglia. - Ogni lavoratore ha il dovere di essere utile alla società.

DISPLACED PEOPLE (13) Per capire bene questo articolo, ne abbiamo fatto l'analisi sintattica e abbiamo scoperto che: c'è un unico soggetto: la Repubblica con tre predicati verbali . Sono tre principali coordinate. La Repubblica riconosce La Repubblica garantisce La Repubblica richiede. Cosa riconosce e garantisce? I diritti inviolabili dell'uomo. Cosa richiede? L'adempimento dei doveri.

Quali potrebbero essere i doveri del cittadino? Avere cura della propria casa e del territorio. Mantenere il proprio lavoro. Contribuire al mantenimento della famiglia. Studiare. Di partecipare alla vita politica: come minimo votare; se è possibile, dare un proprio contributo di idee, di tempo, di presenza. Rispettare le leggi. Pagare le tasse. DISPLACED PEOPLE (14) Il bambini ed il lavoro In molti paesi del mondo i bambini sono costretti a lavorare. Il lavoro minorile costa poco, quasi niente. I bambini non si possono lamentare. Lavorano molte ore al giorno, in condizioni disagiate. In Uzbekistan, un paese dell'Asia centrale, vengono utilizzati i bambini per la raccolta del cotone. I bambini dovrebbero solo studiare e giocare. Infatti la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia

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dice che: 1. si intende per fanciullo ogni essere umano avente meno di 18 anni… 2. non esistono distinzioni di razza, sesso, colore della pelle, religione, lingua (diritto all'uguaglianza) 3. l'interesse del fanciullo deve essere preminente... 4. ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita... tutti i bambini hanno diritto alla sopravvivenza ed allo sviluppo (sia fisico che intellettuale)... Per una lettura della Convenzione sui diritti dell'infanzia, clicca qui: http://tuttoscuola.altervista.org/diritti/diritti.htm Per sapere qualcosa sull'Organizzazione delle Nazioni Unite, O.N.U.: http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_delle_Nazioni_Unite Ringraziamo Massimo Gajo per l'interessante lezione: Oggi parliamo di diritti del bambino e di emigrazione forzata

DISPLACED PEOPLE (15) L'anno scorso eravamo tristi perché la nostra compagna Rita ci aveva lasciato per andare a vivere in Olanda: i suoi genitori si erano trasferiti per cercare lavoro. Improvvisamente, pochi mesi fa, Rita è tornata! Anche nell'Europa del Nord ci sono problemi di lavoro. Oggi abbiamo invitato la mamma di Rita a parlarci dell'esperienza in Olanda. Mi chiamo Patrizia, ho 36 anni. Ho cominciato a lavorare a 7 anni. Fino ai 13 anni andavo a scuola e al lavoro a Napoli, la mia città. Mi sono trasferita a Treviso per

lavoro con la famiglia. Dopo 13 anni siamo andati a vivere in Olanda, a Kerkrade. Abbiamo deciso di trasferirci perché l'Italia attraversa un brutto periodo di crisi economica. Non c'è lavoro: perciò il papà di Rita è partito due anni fa per l' Olanda, perché lì abbiamo degli amici e perchè lì c'era lavoro. Ma la famiglia deve rimanere unita in tutti i casi e così siamo partitie anche Rita ed io. Ero dispiaciuta perché andavo via dalla mia casa, dagli amici però le scelte, anche se sono difficili bisogna affrontarle. L'Olanda è bellissima, gli Olandesi sono solari e molto festaioli: ogni occasione è buona per festeggiare. Quando sei in un paese straniero, ti senti persa: non è il tuo paese. La cosa brutta è che non puoi parlare la tua lingua. Gli Olandesi parlano il fiammingo, il tedesco e l'inglese. Rita è stata ammessa in quarta classe. Si sentiva un po' isolata, ma ogni giorno comunque venivano a casa i compagni di scuola. Mio marito lavorava per una ditta italo-olandese. In Olanda, i bambini fino ai 18 anni, non pagano l'assicurazione, le spese mediche, il dentista... e a scuola hanno i libri, le penne. Ad un certo punto il lavoro è venuto a mancare e, siamo ritornati in Italia. I bambini in Olanda erano trattati veramente bene, da bambini: le lezioni erano veramente facili, i

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bambini venivano ascoltati, le istituzioni e gli esercizi pubblici avevano sempre un angolo attrezzato per loro. Repubblica o monarchia? In Olanda c’è la regina. Questa è la regina Beatrice al mercato. La regina ama stare in mezzo alla gente ed è sempre disponibile ad incontrare le persone, basta chiedere con una mail. L'Olanda è una monarchia costituzionale. Il ruolo della regina è di rappresentare il popolo olandese, soprattutto nei rapporti con gli altri paesi. Parlando della regina Beatrice abbiamo scoperto che molti Paesi europei non sono repubblicani ed hanno ancora la monarchia, anche se costituzionale.

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