Unamuno Su Don Chisciotte, Il Nostro Viaggio Verso La Saggezza Della Follia - La Repubblica...

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  • 7/29/2019 Unamuno Su Don Chisciotte, Il Nostro Viaggio Verso La Saggezza Della Follia - La Repubblica 23.01.2013

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    Quando, il 12 ottobre 1936, alla cerimonia di apertura del-lanno accademico dellUniversit di Salamanca, ungenerale franchista pronuncia in maniera sprezzante ilmotto della Legione Spagnola Viva la morte, Miguelde Unamuno, rettore di quellUniversit, gli risponde a

    muso duro Viva la vita. Cos, dopo essersi opposto alla monar-chia, e poi alla dittatura di Primo de Rivera, pagando queste scel-te con lesilio, egli rompe anche con il regime cui in un primo mo-mento si era avvicinato. Ma tale riferimento alla vita, al di l delsignificato politico che assumeva in quel contesto, pu essere

    assunto come lepicentro semantico dellintera attivit di unodei pi significativi intellettuali europei del primo Novecen-to.

    Narratore, drammaturgo, poeta, autore di testi filosoficicomeDel sentimento tragico della vita eAgonia del cristiane-simo, egli noto soprattutto per lappassionato commento alDon Chisciotte, considerato il suo capolavoro. Mancava,per, ancora un volume che raccogliesse i suoi interventi,scritti lungo quasi un quarantennio, sul grande libro di Cer-vantes che egli stesso considerava come la Bibbia nazionale de-gli spagnoli.

    Questo vuoto ora riempito dalla pubblicazione, egregia-mente curata da Enrico Lodi per leditore Medusa, di una ampiascelta di suoi saggi e articoli con il titolo In viaggio con Don Chi-sciotte. Essa comprende un testo, come quasi tutti gli altri, mai tra-dotto finora, Il cavaliere dalla triste figura. Saggio iconologico in cui lautore confronta le descrizioni di Don Chi-sciotte presenti nel romanzocon i ritratti che i pittori gli han-no poi dedicato. Gi in esso siprofilano i tratti di uninterpre-tazione magistrale, che oltre-passa i confini tradizionali del-lermeneutica, per configurarsicome un vero corpo a corpo conil proprio oggetto danalisi. Eglistesso sempre in lotta con se

    stesso, diviso tra ricerca dellaconcretezza ed aspirazione al-luniversale, Unamuno proiet-ta questa contraddizione sulCavaliere Solitario, facendoneun simbolo vivente non solodellanima spagnola, ma anchedelluomo contemporaneo, so-speso tra angoscia e fede. Con-tro laccademismo erudito diquelli che chiama masoreti come i rabbini interpreti delleSacre Scritture persi dietro mi-nuziose ed inutili ricerche filo-

    logiche Unamuno cerca laperenne attualit del Chisciottenel contrasto che lo oppone a sestesso, sdoppiando la sua esi-stenza tra la saggezza inerte diAlonso Quijano e la follia utopi-ca del suo stralunato alter ego.

    Contrariamente ai buonipropositi del primo, proprio losguardo stravolto e allucinatodel secondo a gettare un ineditofascio di luce sulle cose, riscat-tandole dalla loro insignifican-za. Solo dimenticando la pro-

    pria identit, sacrificata alla pisublime delle follie, egli ritrovail significato profondo della vitaaldil della linea del nulla che,prima o poi, destinata ad av-

    Il filosofo spagnolo studiper anni leroe di Cervantes

    Ora un libro raccogliei suoi saggi mai tradotti

    ROBERTO ESPOSITO

    che rinnovata. In questo sensoUnamuno pu richiamare per-fino lidea, diversamente decli-nata da Spinoza e Nietzsche,che la vita ha una inestinguibiletendenza a perseverare nel pro-prio stato ed anzi a potenziarsi.

    Nonostante le sconfitte chesperimenta, Chisciotte incarnaquesta potenza storica, capacedi restituire alla Spagna un pri-mato spirituale che da secoli haperduto. Per cogliere il senso ditale affermazione, che Unamu-no contrappone al parere di chine sottolinea la decadenza cul-turale e civile, bisogna attivareuna doppia prospettiva, di tipoteoretico ed esegetico. Intantointendere per storia non la sem-plice successione dei fatti, si-

    tuati in maniera indifferenziatanello spazio e nel tempo, maquegli eventi, anche di ordineintellettuale, capaci di modifi-care le coscienze lungo il filo

    volgerci tutti. perci che la suafigura allampanata, i suoi baffispioventi, il suo naso aquilino,tuttaltro che emblemi luttuosi,traducono una estrema energiavitale. Lo stesso culto della mor-te, che si voluto vedere nella-

    nima spagnola, piuttosto cheattestare un distacco nei con-fronti della vita, ne determina la

    continua ricarica. Come appare

    dal sorriso tragico dellhidalgo,quella malinconia non che lafaccia in ombra di una ricerca diimmortalit destinata ad essersempre delusa, ma perci an-

    La figuraallampanata, i baffispioventi, il nasoaquilino non sonoemblemi luttuosi

    DONSIAMO TUTTI

    CHISCIOTTE

    Il libro

    In viaggiocon Don Chisciottedi Miguel de Unamunoa cura di Enrico Lodi pubblicato da Medusa

    (pagg. 144, euro 16,50)Dello stesso autoreMedusa ha fatto uscireanche Cultura e nazione

    UNAMUNO E LHIDALGOIL NOSTRO VIAGGIO

    VERSO LA SAGGEZZADELLA FOLLIA

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    Durante la stagione in cuiCervantes stette sotto le alispirituali della sua patria, e

    fu da essa incubato, nella suaanima si form Don Chisciotte,ovvero il suo popolo cre in luiDon Chisciotte, e cos questi venneal mondo, abbandon Cervantesal suo popolo, e Cervantes torn aessere il povero scrittore girovago,preda di tutte le preoccupazioniletterarie del suo tempo. E cos sispiegano molte cose e, tra le altre,la debolezza del senso critico di

    Cervantes e la povert dei suoigiudizi letterari (...).Tutto ci che nel Chisciotte critica letteraria quanto di pipovero e grossolano possa darsi etradisce una vera e propriasaturazione di senso comune.Incredibile come un uomo cosassennato e pieno di luoghicomuni, e della pi grandegrossolanit immaginabile,comera Cervantes, abbia potutogenerare un cavaliere cos folle ecos colmo di senso proprio.Cervantes non ebbe altra sceltache consegnarci un folle per poterincarnare in lui leternit e lagrandezza del suo popolo. E il fatto che molte volte, quando lintimodellintimo delle nostre viscere,quando lumanit eterna chedorme nel profondo del nostroseno spirituale ci affiora

    nellanima gridando i proprianeliti, allora o sembriamo pazzi ofingiamo di esserlo affinch civenga perdonato il nostroeroismo. Migliaia di volte loscrittore ricorre allespediente didire in tono scherzoso ci chesente molto seriamente, o mette inscena un pazzo per fargli dire ofare quello che lui direbbe ofarebbe molto volentieri econvinto, se solo la miserevolecondizione di gregge degli uomininon li portasse a voler annullarechi esce dal recinto da cuivorrebbero uscire tutti, se soloavessero il valore o il coraggio perfarlo (...).

    Vedete quindi cosa c di geniale inCervantes, e qual la relazioneintima che intercorre tra lui e il suoDon Chisciotte. E tutto questodovrebbe spingerci ad

    abbandonare il cervantismo infavore del chisciottismo, e acurarci pi di Don Chisciotte chenon di Cervantes. Dio non ci hadato Cervantes se non perchscrivesse il Chisciotte, e mi sembrache sarebbe stato un vantaggionon conoscere nemmeno il nomedellautore, essendo il nostro librounopera anonima come lo sono ilRomanceroe, lo pensiamo in

    molti, lIliade. E dir di pi:scriver un saggio in cui sostengoche non sia esistito Cervantes e s,invece, Don Chisciotte. E visto cheCervantes non esiste pi e che, alcontrario, continua a vivere DonChisciotte, dovremmo tuttilasciare il morto per seguire il vivo,abbandonare Cervantes eaccompagnare Don Chisciotte.

    (Traduzione di Enrico Lodi) 2013 by Edizioni Medusa

    la sua propriet sia sfilata di ma-no allautore, per appartenere

    al suo popolo e allumanit in-tera. Come la Bibbia, o lIliade, ilChisciotte ha una vita autono-ma che sta appunto nella dura-ta dei suoi effetti storici. Da que-sto lato Unamuno tocca un ver-tice della riflessione contempo-ranea. La vera opera darte, co-me quella del pensiero, sem-pre impersonale, di nessunoperch di tutti. La genialit di

    Cervantes sta nel dileguarsi die-tro la propria opera, mandandoil suo protagonista avanti, neltempo e nello spazio, fino a nau-fragare nelloceano dellimpos-sibile. Ma non avevano fattonaufragio, in questo senso, an-che i grandi condottieri spagno-li, da Cortes a Pizarro, quando,perdendo il contatto con la pro-pria terra, avevano scopertonuovi mondi?

    delle generazioni. Qui Unamu-no si rif alla distinzione di

    Kierkegaard tra semplice me-moria e ricordo di qualcosa cheresta nel tempo. Si pu averememoria di un episodio senzaricordarne il significato pre-gnante.

    Laltro presupposto, attualeal punto di richiamare una me-todologia strutturalista, sta nelprivilegio assoluto del romanzorispetto al suo autore. La tesi diUnamuno che Don Chisciottesia molto pi avanti di Cervan-

    tes. Che, una volta pubblicato,

    Il cavaliere triste come noi: divisotra concretezzae aspirazionealluniversale

    Linedito

    SE AVESSIMO

    IL CORAGGIO

    DI USCIRE

    DAL GREGGE

    MIGUEL DE UNAMUNO

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