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M. DE UNAMUNO: « LA ESFINGE » Oggetto di questa mia comunicazione è dar notizia del ritrovamento di un manoscritto 1 contenente una stesura de La Esfinge che è certamente succes- siva a quella utilizzata da García Blanco per la pubblicazione 2 di questa pri- ma 3 opera teatrale di Unamuno. Tale stesura - che posso indicare con certezza quasi assoluta come la definitiva è contenuta in un quadernetto con coper- tina nera di cartoncino leggero, di formato 15,5 X11. Sulle facce esterne delle copertine si legge: « Notes » (scritto di traverso dal basso verso l'alto) nella prima; e: « Viuda de Colón e hijo, plaza Mayor 33, Salamanca » nell'ultima. Si compone di 200 fogli dei quali sono numerati a mano da Unamuno a par- tire dal terzo e con numerazione progressiva da 1 a 139 - quelli in cui è scritto il dramma 4 , anch'esso evidentemente - scritto a mano dallo stesso Unamuno). I primi due fogli (non numerati) contengono l'incipit il primo e la lista dei titoli (con l'annotazione « a elegir ») il secondo. In calce al secondo segue ancora l'incipit. Dopo la fine del dramma (f. 136 di MsD e dopo il f. 137 (non numerato) segue ai fogli 138 e 139 (numerati) una nota 1 (che viene dal f. 134 del manoscritto) e, prima della nota, in cima al foglio l'annotazione « una escena preparatoria en que Eufemia explica su ambición ». Probabil- mente il nome « Eufemia » è stato scritto per errore al posto di « Angel », che in realtà è l'unico a spiegare qualcosa. A questo foglio - che è il 139 e che si può considerare l'ultimo del dramma — seguono altri cinque fogli in cui Unamuno appunta alcune delle travagliate vicende riguardanti i tentativi di 1 Di questo manoscritto conservo le fotocopie; l'originale si trova in una collezione privata, a Madrid. Da qui innanzi verrà citato con la sigla MsD. 2 M. DE UNAMUNO, Obras Completas, Teatro Completo, Aguilar, Madrid, 1959. La stessa stesura viene utilizzata per la successiva edizione delle opere di Unamuno: M, DE UNAMUNO, Obras Completas, Teatro Completo y MonodiMogos, Escelicier, Madrid, 1968. Nel corso della comunicazione mi riferirò a quest'ultima edizione con la signa O.C. 5/68 (Obras Completas, Voi. V, 1968). 3 Non considero la pièce « El custión de galabasa » - opera buffa (almeno nelle intenzioni) che il giovanissimo Unamuno scrisse intorno al 1880 - data la sua assoluta irrilevanza nella produzione unamuniana. 4 Nella numerazione è stato però inavvertitamente saltato il foglio 88, per cui si va dal foglio 87 al foglio 89.

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M. DE UNAMUNO: « LA ESFINGE »

Oggetto di questa mia comunicazione è dar notizia del ritrovamento di unmanoscritto1 contenente una stesura de La Esfinge che è certamente succes-siva a quella utilizzata da García Blanco per la pubblicazione2 di questa pri-ma 3 opera teatrale di Unamuno. Tale stesura - che posso indicare con certezzaquasi assoluta come la definitiva — è contenuta in un quadernetto con coper-tina nera di cartoncino leggero, di formato 15,5 X11. Sulle facce esterne dellecopertine si legge: « Notes » (scritto di traverso dal basso verso l'alto) nellaprima; e: « Viuda de Colón e hijo, plaza Mayor 33, Salamanca » nell'ultima.Si compone di 200 fogli dei quali sono numerati a mano da Unamuno — a par-tire dal terzo e con numerazione progressiva da 1 a 139 - quelli in cui èscritto il dramma4, anch'esso — evidentemente - scritto a mano dallo stessoUnamuno).

I primi due fogli (non numerati) contengono l'incipit il primo e la listadei titoli (con l'annotazione « a elegir ») il secondo. In calce al secondo segueancora l'incipit. Dopo la fine del dramma (f. 136 di MsD e dopo il f. 137(non numerato) segue — ai fogli 138 e 139 (numerati) — una nota 1 (che vienedal f. 134 del manoscritto) e, prima della nota, in cima al foglio l'annotazione« una escena preparatoria en que Eufemia explica su ambición ». Probabil-mente il nome « Eufemia » è stato scritto per errore al posto di « Angel »,che in realtà è l'unico a spiegare qualcosa. A questo foglio - che è il 139 e chesi può considerare l'ultimo del dramma — seguono altri cinque fogli in cuiUnamuno appunta alcune delle travagliate vicende riguardanti i tentativi di

1 Di questo manoscritto conservo le fotocopie; l'originale si trova in una collezione privata,a Madrid. Da qui innanzi verrà citato con la sigla MsD.

2 M. DE UNAMUNO, Obras Completas, Teatro Completo, Aguilar, Madrid, 1959. Lastessa stesura viene utilizzata per la successiva edizione delle opere di Unamuno: M, DEUNAMUNO, Obras Completas, Teatro Completo y MonodiMogos, Escelicier, Madrid, 1968. Nelcorso della comunicazione mi riferirò a quest'ultima edizione con la signa O.C. 5/68 (ObrasCompletas, Voi. V, 1968).

3 Non considero la pièce « El custión de galabasa » - opera buffa (almeno nelle intenzioni)che il giovanissimo Unamuno scrisse intorno al 1880 - data la sua assoluta irrilevanza nellaproduzione unamuniana.

4 Nella numerazione è stato però inavvertitamente saltato il foglio 88, per cui si va dalfoglio 87 al foglio 89.

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far rappresentare questa sua prima opera teatrale. Si tratta di quattro anno-tazioni, scritte in forma di diario, delle quali la prima è databile 23 otto-bre 1899 e l'ultima è datata 23 settembre 1905. Queste "note" oltre ad esseremolto utili per la datazione del manoscritto, ci fanno partecipi di alcune delledifficoltà che l'autore incontrò per portare in scena quest'opera, mostrandociun Unamuno reale - nei suoi travagli, nelle sue illusioni, nelle sue delusiosi - ,trepidante nel seguire questa sua creatura, astioso e insofferente per ogni con-trarietà e per ogni ritardo nel metterla in scena. La nota datata 1905, a dif-ferenza delle precedenti (che mi sembra verosimile collocare in uno spazio ditempo abbastanza vicino alla prima, e cioè intorno al 1900-1901), sembramostrare quasi una rassegnazione e, direi anche, un certo distacco. Di queste"note" riporto ciò che più strettamente si riferisce a La Esfinge, sottolineandoi brani che ritengo più significativi:

Bernardo Rodríguez se lo lleva a Thuillier á Barcelona, primavera de 1899. Cartade Thuillier. Le contesto y escribo á Berriatía. En set. vengo á Madrid y me presentoá Thuillier. Me cita para el sábado 21 (oct) después de la función. [...] Vamos Gamero yyo [...] a su cuarto, [...]. Allí nos dice unas cuantas tonterías que el público tal y cual,que no lo estenderá, como él no acaba de entenderlo, que cuando lo leyó (en un entreacto)le produjo mareo, que no puede juzgar más que por analogía y este drama no se pareceá los que ha hecho, que recuerda la dramaturgia del norte, y me citó á Ibsen, que laescena final del Ier acto acaso produzca efecto cómico al ver que uno habla consigo mismo.Se veía que él trataba de escudarse en Berriatría y B. en él. Yo no he de cejar hasta queme digan claramente que no quieren hacerla.

Para la noche de hoy, lunes 23, estamos citados de 12 a 12^i en la cervecería suiza.Veremos lo que resulta.

Esta noche estando yo con Gamero [...] vino Thuillier [...] y me repitió casi lomismo, pero con que tratándose de mí, que tengo un nombre en la literatura, pondríasi Berriatría accede. Quedó en comunicarme el resultado adentro de dos días y yo en verhoy, á la 1, en el Frontón Central, á Berriatría. [...] Me dijo también que ve á miÁngel con barba larga y algo canoso y hasta con gafas, si eso no quitase expresión, y queel papel de Eufemia es mejor para la Rodríguez que para la Pino.

En mi último viaje á Madrid me llevó Galdós á casa de Balart y me presentó á éste.Balart había leído ya este cuadernillo que se lo entregó Galdós. Fuese éste y quedamossolos Don Federico y yo. Hablamos de muchas cosas y vi que él entiende mi drama muyde otro modo que yo. Lo toma por una tesis psicológica, un caso de abulia, cuando paramí es la cristalización de un momento. Ni hay tesis, ni es de ideas, ni simbólico ni nadaque lo valga.' Quedé en arreglarlo y enviárselo. Hace unos días se lo he enviado y aún ni sé si lorecibió. Con motivo de lo de Electra he escrito á Galdós, indicándole que nada sé de siD. Federico recibió o no mi drama y hasta ahora.

Día 23 setiembre 1905.Estando en esta ciudad de Salamanca la compañía Palencia-Zubán, le han hablado

á Ceferino de este mi drama y me ha pedido que se lo lea. Pasado mañana, 24, domingo,voy á ir á leérselo.

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Ma c'è da dire ancora una cosa, che è forse la più suggestiva, e cioè cheMsD presenta una serie di correzioni, anche abbastanza estese, alcune effet-tuate chiaramente in itinere, ma nella maggior parte risultato di interventisuccessivi, che fanno pensare ad un utilizzo del quadernetto come « borrador »per una ennesima stesura, che poi — come dicevo all'inizio, e specificheròmeglio in seguito — altro non è che la stesura definitiva.

Passiamo ora a cercare di stabilire se - e fino a che punto - MsD con-tiene la stesura definitiva de La Esfinge e se la versione riportata in O.C. 5/68è ad esso precedente. Per farlo sarà opportuno — e sufficiente — seguire glistessi passi e lo stesso materiale usato da García Blanco per stabilire tra duealtri manoscritti de Là Esfinge quale sia il "definitivo".

Nel gennaio 1899, Unamuno dopo aver inviato la prima stesura del dram-ma a Jiménez Ilundain e aver chiesto a Ilundain che la facesse leggere a JuanBarco, riceve due critiche: di Ilundain e di Juan Barco, appunto; assoluta-mente demolitrice la prima, più "rispettosa" e - almeno apparentemente -più argomentata la seconda.

Di queste due critiche, che García Blanco riporta per esteso, trascrivosolo i passaggi che interessano immediatamente il problema della datazionedi MsD e cioè quelli che citano passi e brani del dramma in maniera precisa.

Quella di Ilundain, pur essendo molto estesa - e forse molto più acutae interessante di quella di Barco - offre pochi passi utili al fine proposto.Eccoli:

« Y busque un motivo más recomendable para su [di Eufemia] escapatoria de casade su marido ».

e molto più avanti (dopo una lunga e serrata critica in cui demolisce un po'tutta l'opera):

« Algunas escenas entre Ángel y su mujer no me gustan, y temo no gusten al público.Ese médico que en la última escena llega con ella, ¿son ya dos amantes? ¿qué falta haceallí? Ciertas brutalidades de Ángel con su mujer dan la razón a ésta, y el público encontrarájustificado que se haya ido con otro » s.

(si tenga presente che a questo punto García Blanco fa notare che: « En laversión definitiva mantuvo Unamuno su criterio », mentre - come si vedrà -in MsD questa critica viene accettata).

Ben più importante al fine di datare MsD come successivo a quello usato

s Lettera di Ilundain del gennaio 1899; cit. in O.C. 5/68, pp. 17-19.

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per O.C. 5/68 è la critica che fa Juan Barco a Unamuno in una lettera datata28 gennaio 1899. Infatti, mentre quella di Ilundain è più generale (e moltospesso più che al dramma riferita allo stesso Unamuno), la critica di Juan Barcoè più puntuale, forse perché più "rispettosa" data la diversa amicizia tra JuanBarco e Unamuno; ma proprio per questo motivo più legata al testo.

Ed ecco qui di seguito tutte le modifiche proposte da Juan Barco nellasua lunga lettera:

« Yo, de ese primer acto tan sólo aligeraría algunas escenas (la de Ángel y Felipey la de Ángel y Joaquín, de hacia el final) [...] la escena de Eusebio y Eufemia [...]ganaría en intensidad rehaciéndola más breve. [...] Cambiaría lo del ojo espiritual [...]por otra frase equivalente, como precaución contra la malicia grosera del público. [...]. Enel segundo acto [...] la segunda escena (Ángel y Eufemia) creo que debería ser másbreve, más concentrada. Me parece de mal gusto que el propio Ángel, descarnadamente,hable del noviazgo de Eusebio y Eufemia, no por el hecho en sí, sino porque en la escenasiguiente los deja solos. [...] Eufemia, que aunque mujer, no es una inteligencia vulgar,me parece que se sale de su carácter interpretando torcidamente la caricia de su maridoa la criada. Si son actos de mujer [...] si son celos, digo, da con mucho un gran bajónen nivel intelectual. Si no son celos y sí pretexto para su determinación posterior, da conello un gran bajón su entidad moral. [...] peine usted mucho, como se dice en lenguajede bastidores, todo ese acto segundo. Quite usted frases sin duelo, sobre todo de losmonólogos de Ángel y del diálogo con los amigos. Hay en todo el acto algo de monotoníafatigante. Y ahí tiene usted, la última escena está admirablemente hecha (la de Pericoy Ángel). Es rápida e intensa. La última frase de Ángel no estorbaría que fuese másdesgarradora aún, sin hacerla más larga. Y es un gran final de acto si encuentra usted unactor que lo delire, lo gima y lo solloce. [...]. Y ahora sí que viene la dificultad. ¿Qué lediré a usted del tercer acto? Su acción, que aunque parece mucha es escasa, recuerda algoel final de Un enemigo del pueblo. Teatralmente considerado, solo veo dos escenas, que son:la de los niños con Felipe (primorosa) y la entrada de Eufemia. Pero en esta escena veopeligro en que entre Eufemia con Eusebio. Es algo repugnante este Eusebio, y presentarsecon Eufemia parece que es, en momentos tan solemnes, algo sarcàstico y malo. [...]. Quita-ría yo las escenas en que dice Ángel que ha fingido locura, porque esto hace que a losespectadores se les caigan los palos del sombrajo. Por loco se puede pasar, y hasta admirartodo lo que ha hecho y dicho; pero declarando él que era fingido... « ¡Ah, pillín! », dirána una voz las gentes. Cae mucho con eso la figura moral. En resumen yo este acto loreharía todo, conservando la escena de los niños » 6.

Prima di fare il bilancio delle osservazioni accettate e di quelle respintesulla scorta di MsD, mi sembra opportuno riportare quelle che fa Gacia Biancocomparando il manoscritto inviato a Juan Barco con quello da lui ritenutodefinitivo e quindi pubblicato:

« Cotejando el texto enviado por Unamuno a Barco, con la redacción definitiva desu drama, el balance de sugerencias aceptadas o desoídas es el siguiente: las dos escenas

« O.C. 5/68, pp. 25-28.

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a que su critico se refiere, la de Angel y Felipe y la de Angel y Joaquín, que son,respectivamente, la VI y la XII del acto primero, efectivamente las abrevió algo donMiguel, y al comienzo de la primera de ellas aún puso en lápiz rojo la mención:"Abreviarla" [...] También sometió don Miguel a un proceso de abreviación la escenaaludida por su amigo más adelante, la que representa Eusebio y Eufemia, que es la IIdel acto en cuestión. [...]. En cambio, no aceptó Unamuno la modificación del pasajede la página 32 del manuscrito (escena VII), en que uno de los personajes habla de"ojo espiritual". Y es que entonces, y creo que siempre, fue inasequible a esas interpre-taciones de doble sentido. [...]. De las objeciones que Barco hizo al segundo acto deldrama, su autor tuvo en cuenta las que se refieren a la abreviación del contenido dealgunas escenas, suprimiendo pasajes de los monólogos de su protagonista y del diálogocon los amigos. En cambio, fue irreductible en el resto; por eso siguió refiriéndose descar-nadamente a las relaciones anteriores a su matrimonio de Eufemia con Eusebio, respetandotodo como en la versión primitiva. [...] No accedió don Miguel a rehacer este últimoacto de su drama, aunque cotejando la versión definitiva con la precedente se descubranalgunas alteraciones, incluso trayendo a alguna de sus escenas parlamentos de otra delacto segundo » 7.

Confrontando il bilancio che fa García Blanco delle correzioni apportateal Io atto con MsD si può notare che la scena seconda, come pure la dodice-sima, pur presentando delle varianti, non rivelano ulteriori riduzioni apprez-zabili; cosi come il suggerimento di togliere l'espressione « ojo espiritual »resta ugualmente disatteso.

Apprezzabili differenze, invece presenta la scena sesta, che è stata ulte-riormente abbreviata, e questo potrebbe già essere un importante elementoper datare questo manoscritto come successivo a quello usato da García Blanco,giacché su quest'ultimo (come informa lo stesso García Blanco nelle noteriportate) appariva la scritta « Abreviarla ».

Quanto al IIo atto è logico che García Blanco, in base alle stesure da luiconosciute, affermi che — a parte la riduzione dei monologhi e del dialogofinale con gli amici, ed una generale opera di limatura — non sia stato accet-tato nessun altro consiglio di modifica. Se invece confrontiamo il testo cheGarcía Blanco considera definitivo con MsD, notiamo che il secondo atto èstato modificato completamente, giacché dei consigli di Juan Barco nessunoè rimasto disatteso:

Angel non lascia Eufemia sola con Eusebio dopo aver parlato del loroprecedente fidanzamento, ma entra in scena solo alla fine della scena quarta,che è appunto quella in cui restano soli Eusebio e Eufemia; segue in MsD,quindi, come scena quinta quella che in O.C^/68 è la scena terza;

è modificata (e molto abbreviata) la scena in cui Angel parla con Martina,

7 O.C. 5/68, pp. 25-28.

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ed è soppressa la carezza: in tal modo non avviene che Eufemia « Se sale de sucarácter interpretando torcidamente la caricia de su marido a la criada »,seguendo anche qui il consiglio di Juan Barco, che — peraltro — coincidevacon quello - già citato - di Ilundain (« ¡Y busque un motivo más recoman-dable para su escapatoria de casa de su marido! »). Infatti nella stesura utiliz-zata da García Blanco l'episodio in questione si svolge cosi8:

Escena VII

ANGEL — ¿Qué hay más allá, pobre madre? Esa mirada me persigue; es la mirada delmisterio... Mejor será quitar de ahí cuanto antes esa imagen, ya que me basta conla que llevo en el corazón. (Llama.) ¡Quién pudiese vivir vida de idiota, reír al sol,y morirse sin saberlo! ¡Oh sencillez, cuanto más me esfuerzo por conseguirte, menossencillo soy!

MARTINA (entrando) — ¿Llamaba?ÁNGEL — Sí; llamaba a la sencillez... y a ti. Quería que quitaseis de ahí ese cuadro...MARTINA — ¿El de su madre?ÁNGEL — Sí, ése.MARTINA — Si tuviese yo un retrato de la mía...ÁNGEL (acercándose) — ¿La viste morir?MARTINA — Sí, señorito.ÁNGEL — ¿Se te ha aparecido alguna vez en sueños?MARTINA — No diga usted esas cosas...ÁNGEL (Acariciándole la barbilla) — Vamos, no seas boba..., y no me hagas caso. (En

este momento aparece Eufemia con unas cartas en la mano, y se detiene). ¿Larecuerdas mucho?

MARTINA — ¡Ah! ¡La señorita!

La scena VII si conclude cosi e segue la scena Vi l i in cui, appunto,Eufemia interpreta « torcidamente la caricia de su marido a la criada ».

In MsD invece l'incontro Angel-Martina avviene sul finire della scena VI,alla presenza di Eufemia9:

MARTINA (entrando) — Ahí esperan...ÁNGEL — Ven acá! (Se le acerca Martina) Esta no sueña con la gloria...! Viste morir

á tu madre?MARTINA (temblando) — Si señorito.ÁNGEL — Se te ha aparecido alguna vez en sueños?MARTINA (llorando) — Por Dios, Don Angel...ÁNGEL — Diles que pasen.

(Se va Martina).

8 O.C. 5/68, pp. 184-185.9 MsD, f. 77.

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Cambia anche la battuta finale del secondo atto, seguendo anche qui ilconsiglio di Juan Barco. Infatti in O.C. 5/68 il secondo atto si concludecosiI0:

ANGEL — Solo..., si, solo... Tú estás separado de mí paira siempre después de la confesiónque acabo de hacerte... ¿Lo ves? ¡Te callas! (Pepe sale) Solo no; ¡contigo, Diosmío! Y Dios, ¿dónde está? Solo, ¡por mi culpa! ¡Soberbio corazón! Querías la cimasolitaria... ¡Ven, ven, llena la soledad de mi alma! (Cae de rodillas y baja el telón).

In MsD quest'ultima scena è più aderente a quanto consiglia Juan Barco ":

« La ùltima frase de Angel no estorbaría que fuese más desgarradora aún, sin hacerlamás larga. Y es un gran final de acto si encuentra usted un actor que lo delire, lo gimay lo solloce ».

E infatti a:

ÁNGEL — ¿Lo ves? ¿No te decía que estoy solo? Solo... sí...; solo (Pepe calla) ¿Callas?Solo con mi culpa. Soberbio corazón, querías la cima solitaria... ¡ya la tienes! Hayalgo más terrible que no ser amado, y es no poder amar... Amor, amor, ¿dóndeestás? ¿Dónde estás, Dios mío? (Cae de rodillas llorando y baja el telón).

II IIIo atto in MsD presenta molte varianti significative rispetto a O.C.5/68. La più rimarchevole al fine della datazione è che in MsD, diversamenteda quanto avviene in O.C. 5/68, Eufemia ed Eusebio non entrano insieme,accettando quindi — anche in questo caso - i consigli di Ilundain e di JuanBarco.

Se adesso vogliamo fare il bilancio dei consigli accettati basandoci su MsD,due soli risultano disattesi: quello di togliere l'espressione « ojo espiritual »e « le scene in cui Angel dice di aver finto la pazzia ».

Unamuno accetta dunque quasi tutte le critiche di Juan Barco tralascian-done soltanto due (giacché gli dovette apparire futile la prima, e snaturantel'accettare la seconda), giustificandosi cosi in pieno quanto dice ad Ilundainnella lettera del 24 maggio 1899 ":

« El drama [...] está muy reformado, y en la reforma aproveché todas las indicacionesdel amigo Barco ».

10 OC. 5/68, p. 199.» Cfr. p. 198.« MsD, f. 93.« O.C. 5/68, p. 30.

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Per l'interesse che ha questa lettera, e per l'interesse che hanno la nota-zioni che ad essa fa García Blanco nell'introduzione ad O.C. 5/68, tra-scrivo qui di seguito lettera e annotazioni esattamente come appaiono allepp. 29-30 di O.C. 5/68, lasciando in corsivo il commento di García Blanco:

« Acabo de recibir su carta, a la que contestare con calma. Mil gracias por su juicioleal y sincero, corno de verdadero amigo. ¡Así me gusta! Aprovecharé no pocas de susobservaciones. Pero conste que no aspiro a un éxito teatral, si para conseguirlo he desacrificar, a mi juicio, lo insacrificable. Me importa poco que no lo entiendan. No meatrae tanto el provecho. Con una docena de lectores atentos me basta. Más que hacerdramas para el público, quiero hacer público para los dramas. La representación serviráde anuncio al libro, o sea al drama impreso. Si volviese a escribir una novela, la haríacomo Paz en la guerra, a pesar de no haber logrado popularidad. Me pasa lo que Ángelde mi drama: la popularidad no me atrae. Creo que exageran ustedes al suponer quea nadie o a casi nadie preocupe el problema religioso ».

Mientras tanto don Miguel redacta de nuevo su drama; es decir, que tras las observa-ciones de sus dos amigos - y él mismo nos lo dice - acomodó el texto primitivo a ellas.Pero al mismo tiempo debió de hacer una copia, más definitiva acaso, ya que aquella laconsidera como borrador. Este irá a parar de nuevo a Parts y aquélla la entregará alteatro para ser representada. Lo que corresponde a la explicación de cuanto sigue escri-biendo en su carta:

« El drama está en Barcelona, donde mis amigos intentarán que lo represente Thuil-lier. Está muy reformado, y en la reforma aproveché todas las indicaciones del amigoBarco ».

Se refiere, es obvio, a las de carpintería teatral, ya que, como oportunamente indi-camos, no accedió a retocar lo que consideraba en la línea esencial de su obra.

« Barco ha recibido el borrador de mi drama con encargo de que se lo deje o selo lea. No dejen de darme parecer y consejos. Estoy dispuesto a transigir con las exigenciasde candilejas en lo que no altere el fondo. Quiero el mejor éxito posible ». (Carta aJiménez Ilundain, de 24 de mayo de 1899)14.

Dalla prima delle annotazioni di García Blanco traspare il sospetto cheUnamuno - dopo aver adattato il testo primitivo alle osservazioni dei dueamici - abbia redatto una nuova stesura (ma García Blanco parla piuttostoambiguamente di « copia ») « más definitiva acaso, ya que aquélla la con-sidera como borrador », giacché più avanti nella lettera si legge appunto che« el borrador » è nuovamente in mano di Barco e che, quindi, a Barcellona(« donde mis amigos tentarán que lo represente Thuillier ») Unamuno deveaver inviato un'altra copia di quest'ultima stesura. Stupisce però che dopo/aver riferito il passaggio in cui lo stesso Unamuno dichiara di aver molto

M O.C. 5/68, pp. 29-30.

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riformato il dramma approfittando di tutte le indicazioni di Juan Barco,García Blanco commenti che « se refiere, es obvio, a las de carpintería teatral »,citando solo se stesso (« comò oportunamente indicamos ») per dar maggiorpeso all'afíermazione. L'unica cosa che appare ovvia è che, appunto, ne èstata redatta un'altra stesura, certamente (e non « acaso ») « più definitiva »,giacché non vedo come si possa dubitare del fatto che ogni nuova stesura è« più definitiva » della precedente. E che si tratti di una nuova stesura lodice lo stesso Unamuno. Dalle ultime frasi della lettera citata si può ricavareun'altra convinzione: che Unamuno non considera definitiva neanche quest'ulti-ma redazione, tant'è vero che seguita a chiedere « parecer y consejos ».

Mi pare dunque evidente che a quella data esisteva un'altra stesura poste-riore a quella rispedita a Juan Barco: quella data a Thuillier; e che, comun-que, Unamuno non considerava "definitiva" neanche questa almeno alla datain cui scriveva la lettera, dato che è aperto ancora ad ulteriori critiche e con-sigli. Questa stesura « più definitiva », che Unamuno spedisce a Thuillier nonpuò essere che quella di MsD. Infatti, come s'è già visto, nella prima paginadelle annotazioni di MsD si legge:

« Bernardo Rodríguez se lo lleva á Thuillier á Barcelona ».

Scrive infatti Thuillier ad Unamuno una lettera (datata 10 giugno 1899 15),che inizia con queste parole:

« El señor Rodríguez me entregó su drama sin título »

e a riscontro di questa lettera si legge, in quella ad Ilundain del 16 giu-gno 1899:

« Mi drama, bastante modificado de cuando usted lo leyó, está en poder de Thuillier,quien me escribió a cuenta de él una larga y discretísima carta, [...] 16.

Sappiamo con certezza, inoltre, che MsD è stato anche nelle mani di Galdóse Balart; si legge infatti nella penultima nota:

« Balart había leído ya este cuadernillo que se lo entregó Galdós (...). Quedé enarreglarlo y enviárselo. Hace unos días se lo he enviado y aún ni sé si lo recibió ».

13 E non 18 giugno 1899 come erroneamente appare a p. 30 di O.C. 5/68, probabilmenteper errore tipografico. L'originale si trova presso l'Archivio Unamuno a Salamanca.

16 Citata in O.C. 5/68, p. 33.

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Questa annotazione di diario deve essere datata tra 1*11 ed il 16 gen-naio 1901. Fanno riscontro a queste annotazioni, infatti, due lettere, a PereCoroninas ed a Bernardo de Candamo, in cui si può leggere rispettivamente:

« Estoy dando la ultima mano al drama para enviárselo - según convinimos - aBalart, a que se ponga en el Español »17.

e al secondo:

« Hace un par de días remití a Balart, en limpio ya, mi drama. Veremos si lo ponenesta primavera y si coincide con mi estancia ahí »18.

Dalla lettura del manoscritto Balart aveva inteso il dramma in manieraben diversa da come lo intendeva Unamuno. Ma ecco come Unamuno rife-risce nel quadernetto il suo incontro con Balart:

« Hablamos de muchas cosas y vi que él entiende mi drama muy de otro modoque yo. Lo toma por una tesis psicológica, un caso de abulia, cuando para mí es lacristalización de un momento. Ni hay tesis, ni es de ideas, ni simbólico, ni nada quevalga. Quedé en arreglarlo y enviárselo » 19.

Da queste righe non sembra che Balart abbia dato consigli specifici, talida indurre Unamuno a modificare ulteriormente il dramma in maniera radi-cale. Si tratta solo di diversa interpretazione, che tutt'al più può avere spintoUnamuno a rendere più comprensibili alcuni passaggi.

Questo argomento e i brani citati delle due lettere mi fanno pensare chequella successivamente inviata a Balart sia appunto un'altra stesura (questasi con modifiche « de carpintería teatral »), che dovrebbe corrispondere allecorrezioni presenti in MsD. Mi sembra infatti che si possa azzardare l'ipotesiche per l'invio a Balart della copia « arreglada » si sia servito dello stesso« cuadernillo » per apportare le modifiche che poi ricopia « en limpio » edinvia a Balart. Certo, nulla ci può garantire che ricopiando, non abbia appor-tato ulteriori modifiche formali, come spesso succede nella fase di ricopiatura.

Il punto fermo finora raggiunto è quindi che MsD offre una stesura suc-cessiva, e quindi « più definitiva » di quella del precedente manoscritto usatoper O.C. 5/68. Nulla però, da quanto abbiamo argomentato finora, ci prova

17 Lettera di Unamuno a Corominas dell'll gennaio 1901, in JOAN COROMINAS, Cor-respondence entre Miguel de Unamuno et Pere Corominas, in « Bulletin Hispanique », 1960,LXII, p. 4.

18 Lettera di Unamuno a Bernardo de Candamo del 16 gennaio 1901, in O.C. i/68, p. 34.19 Cfr. p. 196.

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che questa sia la definitiva, e che cioè non ne esistano di ancora successive.C'è però ancora un argomesto che può indurre ad essere pressoché certi

del fatto che MsD, con le sue correzioni, contenga l'ultima stesura del dramma,ed è questo: la redazione offertaci da MsD sembra essere proprio quella utiliz-zata da Beccari per la traduzione italiana del 192220. E se nel 1922 Unamunolascia che quella stesura venga utilizzata per la traduzione italiana, mi sembraovvio pensare che fino a quella data non abbia apportato modifiche sostan-ziali al suo dramma. Che possa averlo fatto successivamente a quella dataè cosa che si può escludere con assoluta certezza se si considera che un annoprima aveva scritto Soledad che è appunto un rifacimento de La Esfinge.

Ci sarebbe però ancora da sgombrare il terreno da un altro dubbio chepuò sorgere leggendo le ultime righe della lettera che Unamuno invia a Bec-cari il 7 dicembre 1908:

« La compañía Cobena tiene en efecto, un drama mío, esento hace unos nueveaños, cuyo título definitivo es La Esfinge. La acción no tiene tiempo ni lugar determinado.Trátase de un hombre entregado a una acción política revolucionaria, casado y sin hijos,y que vive preso de la obsesión del más allá, del misterio de ultratumba. Esto le llevaa pensar que todo esfuerzo humano es inútil, si al fin todos non reducimos a polvo ynombre, y abandona su puesto político, se hace anacoreta laico. Su mujer, que soñabacon la gloria mundana del marido y que sufría con las brusquedades y rarezas de él, leabandona, le abandonan los amigos y queda solo. Y el día en que estalla la revolución,tómanle por un traidor vulgar, y le matan. Esto no es más que el esqueleto. Ya le mandaréuna de las primeras redacciones del drama que la conservo en un cuadernillo » 21.

Unamuno quindi promette l'invio di una copia del dramma, ma dice cheinvierà « una de las primeras redacciones ». García Blanco non ha dubbi suquale sia la copia che Unamuno invia a Beccari: « Se refiere, sin duda, a lamisma que envió en 1899 a Juan Barco a París ». È possibile che GarcíaBlanco abbia ragione: Unamuno, quando scrive questa lettera, pensa certa-mente di inviare a Beccari una delle prime redazioni de La Esfinge, e nonsi può escludere che sia proprio quella che aveva inviato a Juan Barco. Nullaperò ce ne può dare cosi assoluta certezza. Può esserne sicuro solo chi è con-vinto che la stesura pubblicata in O.C. 5/68 sia l'ultima, ed allora di prece-denti ne restano veramente poche. Ma, volendo anche ammettere che la copiache invia a Beccari sia la stessa che aveva inviato a Juan Barco nel '99, restail fatto che non è certamente su quella copia che Beccari si basa per la tradu-zione. Dicevo che sembra piuttosto che si sia basato su MsD; ma, comunque,

20 M. D E UNAMUNO, La Sfinge, Carabba, Lanciano, 1922.21 O.C. 5/68, p. 35.

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volendo momentaneamente dimenticare MsD, la traduzione di Beccari accogliele critiche di Barco e Uundain, e quindi si basa su un manoscritto non solocertamente successivo a quello inviato da Unamuno a Juan Barco, ma anchesuccessivo a quello usato da García Blanco, in cui, come si è visto, tali critichesono accolte solo parzialmente.

Quanto poi a MsD, ho la certezza assoluta che sia stato nelle mani diBeccari: infatti nella pagina in cui Unamuno elenca i titoli « a elegir », appare- come ultimo titolo — La Esfinge, con grafia diversa da quella di Unamuno.E questa grafia risulta essere - inequivocabilmente - quella di Gilberto Beccari.

Mi sembra evidente a questo punto che due sono le possibilità:

1) Unamuno - forse perché non ha disponibile una copia della stesuradefinitiva - invia a Beccari una delle prime stesure de La Esfinge (e non siesclude che possa essere proprio quella inviata a Juan Barco), perché Beccarine cominci ad avere un'idea più precisa; ma successivamente gli invia MsD;

2) Unamuno poco dopo aver inviato la lettera rientra in possesso di MsDed allora manda quello e non una delle prime stesure come pensava di fare.

S'è detto che l'edizione italiana de La Esfinge permette di stabilire chela stesura pubblicata da García Blanco non è la definitiva. Se García Blanconon si fosse lasciato fuorviare da quel « le mandaré una de las primeras redac-ciones del drama » forse avrebbe letto attentamente la traduzione italiana esi sarebbe accorto che le varianti rispetto alla stesura in suo possesso nonpotevano certo essere imputate a libertà del traduttore, ma dovevano basarsisu una redazione che teneva conto delle critiche di Barco e Uundain, giacchétutte le varianti tra O.C. 5/68 e la traduzione italiana corrispondono esatta-mente a quelle esistenti tra O.C. 5/68 e MsD.

C'è però da notare che si possono riscontrare tra MsD e la traduzioneitaliana alcune minime varianti che penso si possano attribuire sia a libertàdel traduttore, sia al normale margine di errore che si riscontra nelle tradu-zioni. Riporto le uniche che potrebbero - forse — essere dovute a motividiversi:

MsD Traduzione

f. 24 p. 52EUFEMIA — Al contrario; muchas así es EUFEMIA — Anzi...

lo que necesita.

f. 30 p. 53EUFEMIA — Exacto, lo vulgar. om.ANGEL — No, lo tradicional. om.

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f. 48JOAQUÍN — Siempre el niño consentidoÁNGEL — No quiero, no quiero y no quiero!

f. 54ÁNGEL — ¡Quién pudiera sorberse así al

Espíritu universal! ¡Dios mío! ¡Anéga-me, ahógame en tí; que sienta derretirsemi vida en tu seno!

f. 55EUFEMIA — ¡Eso no puede quedar así!

f. 57JOAQUÍN — Por lo mismo. Se lo echaré

como revulsivo y verá usted con quesuavidad felina le araña y muerde elgatito estético.

f. 73ÁNGEL — Sí, me siento como despellejada

el alma la tuviese en carne viva.

f. 77ÁNGEL — ¡Ven acá! (se le acerca Martina).

¡Esta no sueña con la gloria...! ¿Vistemorir á tu madre?

MARTINA (temblando) — Sí señorito.ÁNGEL — ¿Se te ha aparecido alguna noche

en sueños?MARTINA (llorando) — Por Dios, Don An-

gel...ÁNGEL — Diles que pasen.(Se va Martina).EUFEMIA — ¡Conmigo has acabado! ¿lo

oyes? ¡Has acabado!

f. 107ÁNGEL — ¡Cuántas veces puesto de rodillas,

me gozaba con el dolor de éstas acaban-do por verter la energía de mi corazónen lágrimas silenciosas y lentas! Soñabacon ser santo, con místicos deliquiosque apenas vislumbraba, acabando nopocas veces por soñarme emperadoralzado en un campo de batalla.

p. 75om.om.

p. 79ANGELO — Oh, poter sorbire cosí lo spirito

universale!

p. 81EUFEMIA — Cosí non può andare! Angelo

è divenuto impossibile.

p. 85GIOACHINO — Appunto per questo... Gielo

darò come revulsivo, e vedrà...

p. 100ANGELO — Si... ho l'anima straziata...

p. 104ANGELO — Vieni qua! (Si avvicina a Mar-

tina). Questa non sogna la gloria!...

om.om.

om.

ANGELO — Puoi far passare.(Martina se ne va).EUFEMIA — Hai altro da dirmi? Hai finito?

p. 133ANGELO — Quante volte, in ginocchio mi

beavo del dolore che suscitavano inme quelle idee... e finivo per versarel'energia del mio cuore in lacrime silen-ziose e lente!... Sognavo di essere santo,nei mistici deliqui, e non poche voltefinivo col sognarmi imperatore elettosul campo di battaglia.

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Come si vede dunque le varianti non sono di particolare rilevanza: sitratta più che altro di alcune aggiunte od omissioni che si potrebbero spiegare- con un po' di larghezza — come sviste del traduttore, o come aggiunte espli-cative. Anche perché nessuna di queste varianti - ribadisco — ha particolaresignificato. Comunque ci sono, ed è questo il motivo per cui non affermocategoricamente che quella di MsD è la stesura definitiva. Ma anche se dav-vero non dovesse essere l'ultima stesura; se ci fosse, cioè, un altro manoscritto« più definitivo » - di cui certamente sino ad oggi non si ha traccia — questomanoscritto non potrebbe presentare certamente altre varianti oltre a quelle(abbastanza irrilevanti) che ho riportato.

Ed allora, riassumendo quanto detto si può concludere dicendo che:

a) MsD contiene una stesura successiva a quella riportata in O.C. 5/68,visto che in esso si tiene conto delle critiche di Juan Barco e Ilundain, moltopiù che nel manoscritto utilizzato da García Blanco;

b) MsD è stato nelle mani di Beccari, come dimostra il fatto che il titolo« La Esfinge » è scritto di pugno di Beccari;

e) La traduzione italiana del 1922 si basa su MsD, salvo che per le pochevarianti che si sono viste e che, per i motivi esposti, appaiono comunqueirrilevanti;

d) In MsD è riportata - dunque - la stesura definitiva de La Es finge72.

E. FERRONI

22 A meno che le irrilevanti discrepanze riscontrate nell'edizione italiana non siano stateapportate da Unamuno stesso.