ultrazzurro marzo 2013

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mensile tifosi napoletani

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TIFOSI NAPOLETANIè la rivista letta da più di 50.000 persone

Direttore

Gennaro Montuori

Vice Direttore

Nastasia Spina

Hanno collaborato:

M. Carratelli

Idris

C. Montuori

I. Perrone

M. Pesce

E. Tuccillo

In redazione:

Cinzia Montuori

I servizi fotografici sono di:

Raffaele Esposito

Progettazione grafica,copertina, postere impaginazione di:

Gennaro [email protected]

328.3359262

5248226

4 EDITORIALE

6 LA PARTITADELLA SVOLTA

8 PRESIDE’ CA’NISCIUN ‘E FESSO

12 I MAGNIFICINUMERI DIECI

16 INTERVISTA A FERLAINO

20 ALL’ATTACCO

22 NAPOLETANI,STO ARRIVANDO

26 NAPOLI-JUVE: TRAPRONOSTICI E RICORDI

28 IL CALCIATORE DEL MESEMAREK HAMSIK

30 LA FOTO DEL MESE

32 NAPOLI - VIKTORIA PLZEN

40 VIKTORIA PLZEN - NAPOLI

36 NAPOLI - SAMPDORIA

44 UDINESE - NAPOLI

48 IL RITORNODELL’ARCIERE

52 CIAO MITICOHANS JEPPSON

54 INTERVISTA AGIANNI RIVERA

56 LO SPAZIODEI TIFOSI

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Tifosi NapoletaniMUGNANO (NA)Via Cesare Pavese, III trav. 2/Atel/fax 081 745 14 33

Gli articolisti forniscono la propriaprestazione a titolo spontaneo,gratuito e assumendosila responsabilità.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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Carissimi lettori, c’eravamo lasciati con il Napoli a meno cinque dallavetta. Il ritardo dalla capolista avrebbe potuto essere meno corposo sesolo gli azzurri non avessero pareggiato con la Sampdoria al San Paolo

e al Friuli contro l’Udinese. È un periodo negativo per il Napoli, che dopo esserestato eliminato dalla coppa Italia è uscito anche dalla competizione europea. Iltracollo degli azzurri contro la squadra ceca è stata l’ennesima umiliazione su-bita in Europa. Se proprio devo essere sincero la cosa non mi stupisce. Comeavevo difatti asserito in tempi non sospetti la rosa del Napoli, dato il cattivooperato di De Laurentiis e Bigon, non avrebbe potuto reggere in tutte le com-petizioni, anche se avrei preferito essere smentito. Ho sempre sostenuto cheuna rosa per essere competitiva su più fronti deve essere composta da 20 cal-ciatori. Questo non lo scopro di certo io, ma è la legge del calcio ad insegnarlo.Il Napoli nei 13/14 calciatori al massimo della forma può giocarsela tranquil-lamente con la Juventus, che purtroppo ci sovrasta per numero e qualità dellapanchina. Noi abbiamo dei top player in rosa come Cavani, che è molto amatodalla tifoseria, anche se gira voce che il presidente lo abbia già ceduto al Man-chester City o al Real Madrid. Abbiamo Hamsik ed il giovane Insigne che po-trebbe essere un futuro campione. Queste notizie di mercato hannodestabilizzato l’ambiente come le stesse voci che girano sul conto di Mazzarri.Il presidente, che è un uomo di comunicazione, non avrebbe dovuto permetteredi far circolare queste voci che hanno minato la tranquillità del nostro ambiente.A questo punto non ci resta che sostenere la squadra e farle sentire la nostrapassione che encomiabile. Tra poche ore ci sarà il Big Match al San Paolo controla Juventus e noi tifosi abbiamo il dovere di fischiare fino al novantesimo minutoi bianconeri quando attaccano e spingere il Napoli a vincere la gara per portarsia tre punti e sperare ancora. Nello scorso numero avevo dedicato un articolo aCarmelo Imbriani. Purtroppo non ha fatto goal al destino Carmelo, ma adessoè tra le braccia degli angeli che lo accompagneranno lì dove non esiste sofferenza.Il mondo del calcio piange anche la scomparsa di Hans Jeppson, l’asso svedese,nonché mio grande amico, spesso ospite al mio programma, che negli anni ’50con la maglia del Napoli ha regalato grandi gioie ai nostri tifosi, ed a cui ho de-dicato un articolo. Dell’arrivo di Maradona a Napoli ho preferito non raccontare

nulla, ma pubblicare la sua lettera scritta diretta-mente da Dubai. Diego rimane sempre il mio idoloanche se sono rimasto molto deluso, perché mi sareiaspettato la sua presenza al San Paolo contro la Ju-ventus, a dimostrazione del reale affetto per la nostratifoseria. Tornando a noi è con grande piacere che vi annuncio la promozione diNastasia Spina come nuovo vicedirettore di questo mensile. In questo numerotroverete la mia intervista al presidente Corrado Ferlaino ed anche le mie va-lutazioni in termini numerici a tutti coloro che operano in qualche ambito dellaSocietà Sportiva Calcio Napoli; Nel mio editoriale ho ospitato anche l’articolodell’avv. Enrico Tuccillo sulla caduta di stile del popolo bianconero. Il grandeMimmo Carratelli ci parlerà dei numeri dieci della storia del Napoli ed anchedelle sfide decisive tra Napoli e Juventus. In questo numero troverete anchel’articolo di Isabella Perrone sul ritorno dell’Arciere, mentre Nastasia Spina ar-gomenterà per voi le brillanti prestazioni del calciatore del mese Marek Hamsik.Idris ci parlerà della madre di tutte le partite, Napoli-Juventus. Nel numerotroverete anche l’intervista realizzata da Nastasia Spina a tutti gli ex azzurridel nostro parterre e quella di Mario Pesce a Gianni Rivera. Vi rinnovo il con-sueto appuntamento televisivo con “Tifosi Napoletani’’ tutti i giovedì, a partiredalle 20.45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, canale 14 del digitale terre-stre e canale 888 di Sky. La trasmissione più seguita dal tifo partenopeo, conun parterre ricco di illustri ospiti e con la partecipazione canora del “Giardinodei Semplici’’, sarà visibile su tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport,LunaMovie, LunaSat etc…). La trasmissione sarà visibile anche in streaminglive sul sito www.lunaset.it. Durante la diretta potrete anche interagire connoi scrivendoci all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Inoltrenon dimenticate di visitare il nostro sito www.tifosinapoletani.it per poter go-dere di una sezione riservata alla News sempre aggiornata e per di più impre-ziosita da una nuova veste grafica. Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dalprofondo del cuore, forza Napoli!

Che brutta immagine quella di Conte che brancola nel campo, iroso, urlante. Dov’è finito il fair play vanto della cultura iuventina? E che dire diMarotta? La classe, lo stile, tutto finito nel nulla per un pareggio? E gli altri? Non ancora contento, il malvagio riferimento di Marotta al luogo nataledell’arbitro rivela l’origine razzista di quelle condotte insieme all’ignoranza del suo autore, che evidentemente non sa di citare uno dei più importantiluoghi della civiltà. Insomma un disastro! Una caduta di stile. Un triste esempio d’inciviltà causato dalla frustrazione per non aver ottenuto quelloche i juventini hanno quasi sempre ottenuto dagli arbitri: il favor iuventinae, che ha generato nel tempo una sorta di abitudine pretenziosa al favo-ritismo arbitrale! Mi auguro che l’evidenza mediatica di quanto accaduto faccia comprendere ai torinesi i tristi contorni di una cultura che già’ nella

storia ha avvelenato la loro etnia Indirizzandola contro altri fratelli italiani. Non è più lecitooggi rimanere interiormente separati per soddisfare interessi sicuramente non italiani.Troppo dolore è stato inferto, troppo sangue è stato versato. Oggi il calcio è come una cartinadi tornasole che rivela i guasti, le inutili separazioni, ciò che distrugge anche il nostro poten-ziale economico. E noi italiani, cui certamente non manca l’intelligenza, dobbiamo capirecosa ci aspetta nel futuro e quali comportamenti dobbiamo assumere per favorire la crescitacivile, per dare la giusta testimonianza alle generazioni future e costruire la pace, sicuro nu-trimento di tutti i valori umani! Perciò cominciamo sul campo verde.

Ricordiamoci che lo sport ha come primo esempio organizzato le antiche Olimpiadi incui si cimentavano forza fisica, volontà, destrezza. Ma la più bella memoria che esse ci hannotramandato è rappresentata dalla generosità, dall’amore, dalla lealtà, dalla bonomia, dal sa-pere riconoscere il valore degli altri atleti per tripudiare insieme e gioire della vittoria altrui.

ENRICO TUCCILLO

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LA PARTITA DEIn questi sette anni dell’era De Lauren-tiis, il Napoli ha ribaltato a suo favore iconfronti casalinghi con la Juve (22 vit-torie, 21 sconfitte, 27 pareggi) battendoquattro volte i bianconeri al San Paolo epareggiando due volte.

Le sfide con la Juventus, dopo gli annibui del Napoli, sono riprese nel 2006-07con le due partite in serie B (1-1 al SanPaolo, 0-2 a Torino). Nei 13 confronti dal2006, vantaggio azzurro con 5 vittorie, 3pareggi, 5 sconfitte. Hamsik cinque voltea segno, Cavani tre. Del Piero tre gol,Chiellini e Matri due reti a testa.

Una partita che vale un campionato.Questa era l’etichetta che toccava, fra altripochi match, al confronto con la Juven-tus, specie nelle stagioni in cui il Napolinon brillava e affidava alla sfida con laJuve l’esibizione-clou che doveva riscat-tare tutto un campionato.

La rivalità con la Juventus è nata al-l’alba della serie A. Il calendario del primogirone unico riservò al Napoli il debuttoproprio sul campo della Juventus (6 ot-tobre 1929) contro la squadra di Combi,Rosetta, Caligaris (difesa leggendaria),più Mumo Orsi all’ala sinistra, oriundoargentino dal dribbling ubriacante, so-prannominato “Gazzella”, vita notturna,sempre pronto allo scherzo, e a mezz’alasinistra il più matto dei Cevenini, Luigi,terzo di cinque fratelli calciatori, figli diun lattaio milanese. Lo chiamavano Zizìperché per i difensori era fastidioso comeuna zanzara, gli ronzava attorno velocis-simo e pungeva in gol.

Quella prima partita nella serie A a gi-rone unico anticipò il calore, il colore,l’animosità e la tensione delle sfide fra ledue squadre. Finì 3-2 per la Juventus e fuuna battaglia. Match drammatico e provameravigliosa degli azzurri, così scrisseroi giornali napoletani. Il Napoli finì la par-tita in otto uomini. Orsi, controllato dallostabiese Roberto De Martino con una os-sessiva marcatura a uomo, entrò dura-mente sull’azzurro alla fine del primotempo. De Martino, azzoppato, si defilòall’ala destra. Poi, fu colpito duramenteRoggia, un altro zoppo in campo. Più du-ramente ancora Zoccola che abbandonòil campo. La furia fisica della Juventus

non risparmiò Vin-cenzi e Mihalich. Nellabattaglia a tuttocampo, la Juve ac-ciuffò la vittoria a cin-que minuti dalla finecon Munerati.

Fu una partitaesemplare dello stra-potere fisico, caratte-riale e padronale dellaJuventus. Nacque cosìun forte spirito di ri-valsa, acceso ancora dipiù dal predominio deibianconeri che, neglianni Trenta, vinserocinque scudetti di fila.La Juve divenne lasquadra da battere.

Il Napoli degli anniTrenta, in nove con-fronti, mise a segno 4vittorie casalinghecontro la Juventuscon lo squillante 4-1del campionato 1938-39. Era il Napoli di Sentimenti II, Roma-gnoli, Castello, Pretto, Piccini, Prato,Mian, Biagi, Gerbi, Rocco, Venditto.Lauro aveva preso Nereo Rocco dallaTriestina per 160mila lire.

Nel dopoguerra, il Napoli affrontò laJuventus 15 volte al Vomero all’insegnadel segno “x” (3 successi azzurri, 9 pa-reggi, 3 vittorie bianconere). Quel Napolibissò il 4-1 di prima della guerra. Anda-rono a segno Barrera, Venditto e duevolte Busani. Umberto Busani, pisano, èstato una delle ali più veloci del Napoli,un piccoletto dal cross irresistibile e buongoleador. L’argentino Barrera era giuntodalla Lazio, centravanti statico ma daltiro molto potente. Giovanni Vendittoera di Marigliano, definito “l’Espresso diMarigliano”, ala sinistra che in 175 par-tite in maglia azzurra mise a segno 27gol. Due vittorie sono rimaste leggenda-rie al Vomero. Il 3-2 del campionato1952-53 col gol decisivo di Amadei al 90’e il 4-3 del torneo 1957-58 con la retedella vittoria di Bertucco allo scadere delmatch.

Nel Napoli del 3-2, allenato da Mon-zeglio, giocarono Casari, Comaschi, Vi-nyei, Castelli, Gramaglia, Granata, Vitali,Formentin, Jeppson, Amadei, Pesaola.Indimenticabile l’immagine di Carlo Pa-rola, acrobatico centromediano bianco-nero, famoso per le rovesciate volanti,che al gol di Amadei abbracciò un palodella sua porta quasi in lacrime. La Juveera in vantaggio di 2-0 con le reti di JohnHansen e Praest, favorite dalle papere diCasari. Poi il portierone bergamasco im-pedì a Praest di segnare ancora. Evitò ilterzo gol juventino sedendosi letteral-mente sul pallone. Quindi, la rimonta az-zurra con le reti in sequenza di Pesaola,Jeppson e Amadei. Quel Napoli si piazzòquarto.

Nella domenica vomerese del 4-3, lostadio della collina era pieno come unuovo. La folla straripò a bordo-campo. Ilsiracusano Concetto Lo Bello, uno dei mi-gliori arbitri italiani, dopo avere avuto losportivissimo assenso di Boniperti, capi-tano della Juventus, autorizzò la disputadella partita minacciando di interrom-

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perla al primo segno di intemperanza deitifosi seduti attorno al rettangolo digioco.

Fu un match epico. Gol di Vinicio,autorete di Greco che deviò in porta uncolpo di testa di Charles, nuovo vantag-gio azzurro con Brugola. Nella ripresapareggiò ancora Stacchini, ma segnònuovamente Vinicio. Quella partitanon finiva mai. La Juve pareggiò an-cora con Montico. Il pallone picchiò suun ginocchio di Pesaola e finì in rete.Ma fu poi il petisso a pennellare dallabandierina il cross vincente cercando latesta di Vinicio. Un difensore bianco-nero respinse corto e Bertucco, appo-stato in area, scaraventò il pallone allespalle di Mattrel prima che Lo Bello fi-schiasse la fine.

Di quella partita Lauro conservò alungo nel suo studio alla Flotta una gi-gantografia e dette a ciascun azzurro unpremio straordinario di centomila lire. IlNapoli giocò con Bugatti, Greco, Posio,Morin, Franchini, Beltrandi, Di Giacomo,Bertucco, Vinicio, Pesaola, Brugola. L’al-lenava Amadei. Gli azzurri centrarono unaltro quarto posto.

Con la Juventus era stato inauguratoufficialmente lo stadio “Ascarelli” il 23febbraio 1930 (2-2, “doppietta” di Busca-

glia). Con la Juventus, il6 dicembre 1959, sigiocò la prima partita al“San Paolo”, vittoria az-zurra per 2-1 (gol di Vi-tali e Vinicio, per laJuve Cervato su rigore).

Dagli anni Sessantafino agli anni che pre-cedettero l’arrivo diMaradona, in 22 par-tite al San Paolo la Ju-ventus fu battuta solocinque volte (7 i suc-cessi bianconeri, 10 ipareggi). Le vittoriesui bianconeri furonoquelle del 1965-66 (1-0 gol di Altafini), del1968-69 (2-1 dop-pietta di Montefusco),del 1969-70 (1-0 an-

cora Altafini), del 1970-71 (1-0, Po-gliana), del 1973-74 (2-0 a segno Canèe Clerici). Passarono undici anni primache il Napoli superasse la Juventus alSan Paolo. Il tabù fu rotto dalla indi-menticabile punizione con cui Mara-dona fece rimanere di sasso Tacconi(1-0 nel 1985-86). Nei sette anni delpibe, 4 vittorie del Napoli, 2 della Juvee un pareggio.

Il dopo-Maradona portò la Juve aspadroneggiare al “San Paolo”. Otto annidi imbattibilità (6 vittorie, 2 pareggi). Ilbilancio delle partite casalinghe del Na-poli contro la squadra bianconera co-minciò a pendere tutto a favore dellaJuventus. Ma ci ha pensato il nuovo Na-poli a ribaltare lo score casalingo degliazzurri.

Dopo l’1-1 in serie B, il 3-1 del primoanno del ritorno del Napoli in serie Afece imbestialire gli juventini per i duerigori messi a segno da Domizzi dopo larete di Gargano che pareggiava il gol diDel Piero. L’anno dopo, un altro sor-passo azzurro: Hamsik e Lavezzi “cancel-larono” il vantaggio bianconero diAmauri. L’anno successivo ancora discorosso alla Juve: 3-1 replicando lo spetta-colare 3-2 dell’andata a Torino. Semprein vantaggio la Juve e sempre rimon-tata. A Torino i due gol di Hamsik e larete di Datolo a capovolgere il 2-0 per laJuve. A Napoli, illusorio vantaggio diChiellini e rimonta con Hamsik, Qua-gliarella e Lavezzi.

Tre gol di Cavani fulminarono la Ju-ventus al San Paolo (3-0) nel campionato2010-11. L’anno scorso, polemiche e 3-3finale con questa sequenza di gol: Ham-sik, Pandev, Matri, ancora Pandev, Esti-garribia e Pepe.

LLA SVOLTA Mimmo Carratelli

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PRESIDE’ CA’ NISC IIUNO ‘E FESSO

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10 E LODE AL PUBBLICO PARTENOPEO che è sempre pronto ad arricchire le casse delpresidente Aurelio De Laurentiis in tutti i modi, attraverso abbonamenti, biglietti, pay tv , marketing etc. La nostra tifoseria con il suo so-stegno e l’affluenza dovrà tentare di colmare la lacuna della rosa incompleta, creata da De Laurentiis e Bigon.

10 AI TITOLARISSIMI Non possiamo che dirgli grazie. Hanno messo sempre gambe e cuore in ogni partita, anchese qualche volta purtroppo è capitato che negli undici titolari sia stata inserita qualche riserva che ha dimostrato di non essere all’altezza.

Squadra e pubblico 10 e lode e rosa incompleta

Questa volta anziché dettare i dieci comandamenti calcistici, ho deciso di attribuireuna valutazione numerica su una scala da zero a dieci e lode a tutti coloro che operanonell’ambito calcistico partenopeo. Agli estremi ho frapposto la nostra tifoseria azzurra,a cui ho dato un dieci e lode per la passione che è encomiabile e lo zero ai tifosi dell’-Hellas Verona che sono la vergogna del mondo del calcio. Dopo aver offeso la memoriadi Morosini hanno fatto altrettanto con Carmelo Imbriani, un grandissimo esempio diumanità e professionalità, come la curva B e la A inneggiavano.

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PRESIDE’ CA’ NISC IUNO ‘E FESSO

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9 ALLA TRASMISSIONE TIFOSI NAPOLETANI che nel corso degli ultimi anni ha fornito,con le sue argomentazioni, dei grossi contributi calcistici. Purtroppo Aurelio De Laurentiis li ha ignorati. Un parterre di questo calibro nonpuò non essere considerato.

8 A MAZZARRI,FRUSTALUPI ED AL RESTO DELLO STAFF che sono sempreriusciti ad ottenere il massimo dai non titolari facendoli ben figurare, anche se qualche volta il mister ha commesso qualche errore. Ma nelcalcio chi è che non ha mai sbagliato? E’ capitato anche ai più grandi allenatori della storia del calcio di toppare e per questo ritengo che Maz-zarri sia un bravissimo allenatore. Si potrebbe bocciare solo qualora avesse a diposizione 18/20 titolarissimi e non riuscisse ad otteneregrandi risultati.

7 A QUEI GIORNALISTI che hanno sempre avuto il coraggio di dire la verità, di mettere in evidenza le cose ne-gative senza mai agire per interesse.

6 AGLI AZZURRINI DEL TORNEO DI VIAREGGIO Meriterebbero qualcosa in più, maquando si esce da una competizione è sempre un dato negativo.

5 A RICCARDO BIGON Nulla da dire sul piano umano, ma come dirigente ha dimostrato di non essere all’altezza.Due sono le lune: o ha seguito le direttive di De Laurentiis ed ha per questo acquisto calciatori mediocri oppure lo ha fatto da solo. In entrambii casi ha comunque sbagliato. Ovviamente la critica è mossa nel rispetto di un uomo che è comunque il figlio di colui che ci ha regalato la gioiadel secondo scudetto, Albertino Bigon.

4 AL PRESIDENTE AURELIO DE LAURENTIIS per la mediocre campagna acquisti. Si po-teva fare di meglio. E’ da qualche anno che non ci permette di fare il salto di qualità. Come imprenditore è il numero uno, ma come presidentesta dimostrando di non amare la nostra squadra del cuore. Al cospetto dell’anno scorso ha raddoppiato il prezzo dei biglietti di Napoli-Ju-ventus: tribuna Onore 250 euro, la Posillipo 170 euro, la Nisida 110 euro, i distinti 90 euro e le curve 30 euro. Inoltre potrebbe evitare di faruscire notizie che vorrebbero Cavani al centro dei desideri di mercato di club come il Real Madrid e la Juventus. E’ destabilizzante per il cal-ciatore. Anche se fosse vero potrebbe tenerselo per sé. Oltretutto è inutile, perché come diceva Totò ‘’Ca nisciuno è fesso’’.

3 A QUEI PERSONAGGI che conducono o che fanno gli opinionisti nelle emittenti radiofoniche e televisive regio-nali, che tifano per altre squadre e vengono ad incassare denaro nella nostra città. Che vergogna! Per le persone intelligenti non ha alcunvalore il loro giudizio sulla nostra squadra e sul nostro popolo. Non conoscono ne i calciatore e ne la nostra città, con tutto il rispetto per leloro squadre: Juventus, Torino, Roma, Lazio e Milan. Come sono caduti in basso gli editori napoletani.

2 AI GIORNALISTI PARTENOPEI E AI FALSI NAPOLETANI che io definisco‘’napolesi’’, che hanno coperto la campagna acquisti di De Laurentiis e Bigon, facendo del male alla squadra del nostro cuore. Cosi facendo,hanno contribuito a fare uscire il Napoli dalla coppa Italia e dall’Europa League. Nonostante tutto il Napoli con questa squadra può ancoravincere lo scudetto. Ovviamente con una campagna acquisti migliore avremmo avuto una percentuale di vittoria molto più alta vista la me-diocrità del campionato italiano di quest’anno.

1 A CHI HA RAPINATO HAMSIK Dovremmo mettergli zero, ma c’è chi ha fatto di peggio come i tifosidell’ Hellas Verona. Mi riferisco a quelli che hanno rubato l’orologio ad Hamsik, e che cosi facendo ci hanno riportati su tutte le prime paginedei giornali nazionali. E’ esattamente quello che tante persone si aspettavano per destabilizzare l’ambiente.

0 A TIFOSI DEL HELLAS VERONA che si sono permessi di fischiare Carmelo Imbriani, esempio nellosport e grande professionista. Meritate la sere C. Mi auguro che la Federazione Italina tenga presente del comportamento incivile di questatifoseria, che non merita di partecipare a competizioni importanti e che con il suo comportamento vergognoso sporca l’immagine della nostranazione.

Gennaro Montuori

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P rima della rivoluzione numerica sullemaglie dei giocatori, sanzionata nel

1995, c’erano, nel calcio che prevedeva lemaglie dall’1 all’11, numeri molto specialiche contraddistinguevano i ruoli più affasci-nanti. Il numero 1 del portiere e il numero9 del centravanti, cioè l’ultimo uomo che do-veva evitare il gol e l’uomo che doveva farlipiù di ogni altro, erano molto speciali cheprotagonisti assoluti esaltavano con le lorogesta. Per circa quarant’anni s’era giocatosenza numeri sulle maglie. I numeri appar-vero nel 1939.

Il numero 10 nel calcio, che divenne ilnumero dei fantasisti e dei fuoriclasse, spe-cie se mancini, l’ha reso famoso per la primavolta Pelè. In Italia, un fantastico numero

10 era stato Valentino Mazzola, la classe, ilcuore, il capitano del Grande Torino. DopoPelè, il numero 10 ha avuto interpreti su-blimi che lo hanno imposto all’attenzione eagli applausi dei tifosi. Con Maradona è di-ventato un numero magico.

Il 10 è stato il numero di maglia dellemezzali sinistre, un ruolo che acquistò neltempo una incisiva importanza tattica per-ché era il numero del giocatore che ispiravail gioco della squadra, un condottiero che,man mano, contese la scena al centravanti.Rivera ha avuto il numero 10.

Le mezzali sinistre di valore nella storiadel Napoli sono state numerose, a comin-

ciare da Marcello Mihalic, il fiu-

mano che completava il formidabile triod’attacco azzurro degli anni Trenta conVojak mezzala destra e Sallustro centra-vanti. Nei tre campionati di Mihalic nel Na-poli di Garbutt, il fiumano mise a segno unbuon bottino di gol (36). Fu sostituito, nel1933, da Gino Rosetti (che per un erroreanagrafico divenne Rossetti, con due“esse”), il quale segnò 27 reti col Napoli. Erastato un autentico fromboliere nel micidialetridente del Torino a fianco di Baloncieri eLibonatti.

A cavallo dell’ultima guerra mondiale esubito dopo, il 10 azzurro fu di Verrina, pro-veniente dal Genoa, un interno sinistro dipochi gol (18 in cinque campionati), ma ine-sauribile giocatore di spola come si richie-deva al ruolo. Un estroso numero 10 fuAntonio Bacchetti, friulano misterioso, conuna storia di sangue alle spalle e una fine al-

trettanto drammatica. Giocò nel Napoli trestagioni, segnò 13 gol, ma spesso scompa-riva dalla circolazione. Nelle giornate propi-zie era capace di numeri d’alta scuola, unamezzala non nel senso tradizionale, piutto-sto un individualista, un giocoliere matto.

Bruno Pesaola, nato ala sinistra, si tra-sformò in mezzala e indossò il numero 10quando, per le caratteristiche degli altri at-taccanti azzurri (Vinicio, Giancarlo Vitali,Brugola, Novelli) si rese necessario il suo“sacrificio” a uomo di raccordo. Tutti anda-vano avanti e il “petisso” dovette badare asostenere il centrocampo e a lanciare con-temporaneamente gli attaccanti che nontornavano mai indietro a difendere. Già daala sinistra, Pesaola s’era assunto questocompito correndo avanti e indietro, gene-roso com’era e provvisto di un gran fiato perl’eccezionale capacità polmonare.

I MAGNIFICI NU

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Un fuoriclasse col numero 10 era Ma-nuel Del Vecchio, brasiliano che arrivò nel1957 in Italia al Verona, prima d’essere ce-duto al Napoli. Giocava nel Santos e la suariserva era il giovanissimo Pelè che sarebbeesploso ai Mondiali del 1958 in Svezia. Dicarattere introverso, irascibile, Del Vecchionon dimostrò appieno tutte le sue qualità.Rivalità e incompatibilità con Vinicio, astiodichiarato per Amadei, allenatore, con cuivenne anche alle mani. Pure, in tre campio-nati, segnò 27 gol. Era un centravanti egradì poco la maglia numero 10 (Vinicio nonvolle rinunciare al numero 9). Il numero dimaglia aumentò lo scontento di Del Vecchioche poche volte giocò con la maglia del cen-travanti (Vinicio indossò il numero 10) equalche volta dovette portare la maglia nu-mero 11. Achille Fraschini, milanese di Ca-salpusterlengo, ambidestro, fu unnumero 10 laborioso, di media al-tezza, motorino instancabile all’ini-zio degli anni Sessanta in un buonattacco azzurro che comprendevaMariani, Ronzon, Fanello e Tacchi,poi anche Rosa e Canè.

Nel Napoli del “boom” della pre-sidenza di Roberto Fiore, Omar Si-vori fu lo straordinario numero 10 ametà degli anni Sessanta. In magliaazzurra segnò pochi gol (17), ma en-tusiasmò per le sue celebri giocate, il“tunnel” prima di tutto, che era unasua specialità spesso irridente, noncomune a quell’epoca. Accolto da die-cimila persone alla stazione di Mer-

gellina, dopo avere lasciato la Juve perl’ostracismo di Heriberto Herrera che nonamava gli “artisti” e pretendeva dai suoi gio-catori la corsa e l’agonismo più totali (il fa-moso “movimiento”), Sivori divenne l’idolodel “San Paolo”. Aveva ormai trent’anni e glisi era accentuata la poca voglia di allenarsi.Geloso della popolarità di Altafini, l’altroasso della squadra di Fiore allenata da Pe-saola, gli passava raramente la palla. Volevatutta la scena per sé. E, nelle giornate di gra-zia, sapeva prendersela da irresistibile fuo-riclasse qual era. Prodigiosa fu la sua primaannata nel Napoli. L’infortunio a un meni-sco durante una tournée in Sudamerica e ilfaticoso recupero ne spensero l’estro fin

quando la scazzottata con gli juventini nellapartita dell’1 dicembre 1968 (sei giornate disqualifica) ne segnò l’addio al calcio.

Vincenzo Montefusco ne prese la maglianumero 10 proprio nella partita della rissacon la Juventus quando Pesaola, per stuzzi-care Omar, aveva dato a Sivori la maglia nu-mero 11. Quando Sivori faceva i capricci, ilpetisso lo minacciava proprio così: “Guardache do la maglia numero 10 a Montefusco”.Era un Napoli allegro che conquistò unterzo, un quarto e un secondo posto. Damezzala, Montefusco segnò quattro dei suoiotto gol. E proprio nella partita degli inci-denti con la Juve mise a segno una dop-pietta, un gol di testa e uno di piede,

assicurando la vittoria al Napoli (2-1). La particolarità fu che Montefu-sco battè due portieri juventini: nelprimo tempo Anzolin e poi GiulianoSarti subentrato ad Anzolin infortu-natosi. Un erede di Omar fu San-drino Abbondanza soprannominatoil piccolo Sivorino.

Un numero 10 elegante è statoGianni Improta con un bottino di 21gol. Il “baronetto” di Posillipo co-minciò a giocare con la maglia nu-mero 11 per diventare poi mezzalasinistra in un attacco con Altafini,Juliano, Sormani e Ghio. La suafreddezza nel battere i calci di rigoreera straordinaria.

Mimmo Carratelli

MERI DIECI

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GGeennnnaarroo MMoonnttuuoorrii

lealtà • passione• competenza • esperienzarispetto • trasparenza• amicizia

AAnnnnaa DDii CChhiiaarraa

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GGeennnnaarroo MMoonnttuuoorrii presenta

in diretta Giovedì alle ore 20,45su

DIGITALE 14SKY 888

repliche Venerdì alle ore 23,00 e Sabato alle ore 11,00

Foto in studio: Raffaele Esposito • Assistente di studio: Antonio Cicia

lealtà • passione• competenza • esperienzarispetto • trasparenza• amicizia

Aspettando Tifosi NapoletaniLunedì alle ore 22,30

su

Martedì alle ore 17 e 0,30

su

Mercoledì alle ore 12,30

su

AAnnnnaa DDii CChhiiaarraa presenta

Parrucchiere:

Pasquale Apreda

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INTERVISTA A Fanca ormai poco allo scontro diretto tra Napoli e

Juventus che si disputerà al San Paolo venerdì 1 marzo.In attesa del Big Match vi proponiamo l’intervista algrande presidente Corrado Ferlaino che ha vinto con il Na-poli due scudetti, due coppe Italia, una supercoppa italianaed una coppa Uefa.

Il primo marzo ci sarà lo scontro diretto tra Napolie Juventus. In vista di questa sfida quali emozioni staprovando e soprattutto quali ricordi le riaffiorano allamente?

“Tutte le partite sono entusiasmanti. Il Napoli con legrandi squadre ha sempre espresso un buon calcio. A di-stanza di anni questa sfida torna a rivestire un ruolochiave nella lotta al tricolore. Successe altrettanto in oc-casione del primo scudetto, quando battemmo per 3-1 ibianconeri a Torino. Anche se ormai non sono più il pre-sidente del Napoli, resto comunque un grandissimo tifosodegli azzurri. Non sa quanto vorrei festeggiare il terzo scu-detto della storia del Napoli da tifoso. Sarebbe una grandesoddisfazione per me se gli azzurri riuscissero a battere laJuventus”.

In veste di ex presidente del Napoli può esprimereuna sua considerazione sull’operato di De Laurentiis?

“Quando ero a capo della dirigenza della Società parte-nopea ero infastidito dalle critiche che il mio predecessoreRoberto Fiore spesso mi rivolgeva. Auguro invece al pre-sidente Aurelio De Laurentiis tanti trionfi. Bisogna la-sciarlo lavorare in pace, senza esercitare troppe pressionie restare vicini alla squadra, perché uno dei fattori deter-minanti per vincere lo scudetto è la tranquillità dell’am-biente”.

Fu difficile  trattenere Maradona a Napoli?“Diego l’ultimo anno della sua permanenza a Napoli

l’ho trattenuto quasi con la forza. Era intenzionato a la-sciare la piazza azzurra. Non avrebbe pero’ cambiato Na-poli con nessun’ altra piazza italiana. In quel periodosubiva troppo la pressione della gente, tant’e’ che non po-teva nemmeno uscire di casa. Era questa la sola ed unicamotivazione per la quale avrebbe lasciato la città. Sapevabene, però, che la gente di Napoli lo amava, come del restolo ama tutt’oggi. E feci bene ad impormi. Se fosseandato via il Napoli non avrebbe vinto il secondo scudettoe la super coppa italiana”.

Lei che ha un trascorso di più di trent’anni nel Na-poli, qual è  secondo lei la differenza principale tra ilcalcio moderno e quello passato?

“Il calcio è cambiato, si è evoluto incommensurabil-mente. Basta pensare che prima le rose erano formate dacirca quindici calciatori e gli infortuni capitavano di rado.Adesso una rosa è composta da più di 25 giocatori. Oltre-tutto è un calcio più atletico, più forte. Poi ci sono delleconsistenti differenze economiche. All’epoca, infatti, nonc’erano le televisioni, non c’era il marketing. Il Napoli in-cassava in media 20/25 miliardi, ma ne spendeva 35 solo

per gli ingaggi. Pensate che lo scudetto del Napoli ècostato ben 8 miliardi, quasi l’incasso totale di

quell’anno. Vincere è bello, ma costa. Oggi è

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M

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FERLAINOGennaro Montuori

più semplice far fronte alle spese perché oltre alla pay tved al marketing, ci sono anche gli sponsor sulle maglie deicalciatori che costituiscono una fonte di guadagno impor-tante. Noi, invece, dovevamo per forza inventarci qualcosaper arrotondare. Ricorderete senz’altro l’A.T.C.N., per ci-tarne qualcuna”.

Purtroppo le polemiche sugli arbitraggi finisconoper diventare le vere protagoniste dei grandi incontri,cosa si sente di dire a riguardo?

“Reclamare non serve. Gli arbitri sono una castachiusa. Se ne attacchi uno, la partita dopo te li ritrovi tutticontro. Io diventai Consigliere Federale, in modo da poterinteragire direttamente con i designatori arbitrali”.

A distanza di anni, come risponde all’accusa chetempo addietro le si rivolgeva, ossia quella di essersivenduto uno scudetto?

“Non ho mai lontanamente pensato di vendermi uno

scudetto, anzi. Le dico che semmai lo avrei comprato!Ricordo che l’anno seguente il Napoli era a meno sei dalMilan. Facemmo una grande campagna mediatica sup-portati dalla Rai e dal suo direttore Biagio Agnes. IlMilan, invece, era sostenuto da Mediaset. I servizi lan-ciati indispettirono talmente i calciatori del Milan, chela loro rabbia finì per comportare la sconfitta contro ilVerona, gara contestatissima per la direzione arbitraledi Lo Bello. Non avrei mai negato la gioia di uno scu-detto al popolo partenopeo. Se lo avessi fatto avrei feritoanche me stesso, perché io di Napoli sono innamorato.Guardi io ho due grandi amori nella mia vita, che sonoil Napoli e la sua gente. Volevo altresì aggiungere unpensiero che parte dal profondo del mio cuore e che e’rivolto a due persone a me molto care che purtropposono scomparse. Mi riferisco a Carlo Juliano, grandeamico fraterno e storico addetto stampa del Napoli e aCarmelo Imbriani, ragazzo perbene e professionistaserio”.

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Tra tante stelle brilla il Pocho

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n attesa della madre di tutte le partite che si giocherà il 1°marzo allo stadio San Paolo, il Napoli e la Juventus affronte-ranno rispettivamente l'Udinese fuori casa, e il Siena in casa.La situazione attuale a livello numerico dice che la Juventusdopo 25 partite ha 55 punti. Ne ha vinte 17, pareggiate 4, perse4, con 17 goal subiti e una media inglese di 50. Mentre il Napolicon i suoi 51 punti, ne ha vinte 15, pareggiate 6, perse 4, 21reti subite, con 46 all'attivo. Come avete notato una classificaalquanto interessante e avvincente. È importante sottolineareche nel Napoli c'è solo un uomo al comando, segna sempre lui,è fenomenale, il classico bravo ragazzo "casa-chiesa-campo"non per niente, è un'atleta di Dio, si chiama Edinson Cavani.Da solo ha segnato 18 reti di cui 4 su rigore, il capocannoniereindiscusso del campionato. La Juventus ha impiegato la suacooperativa del goal per contrastare Cavani, hanno segnatoquasi tutti tranne Buffon. Con un gioco corale fatto di passaggi"tic e tac" con improvvise verticalizzazioni, tutti i giocatorisono soggetti al goal. 

Gli annali del football raccontano che queste due squadrestoriche e atavicamente rivali hanno sempre dato una impor-tanza particolare all'attacco dalla cintola in su basta leggere inomi che vi cito: Baggio, Del Piero, Platini, Liam Brady, Zidane,Capello, John Hansen, Giovanni Ferrari, Haller, Boniperti,

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IA L L’ A T T

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John Charles con il suo altro ego Omar Sivori che tra l'altro èun doppio ex. Nella Napoli di Maradona ci furono Bruno Gior-dano, Careca. Non dimentichiamo Beppe Savoldi e altri nomiche non ricordo perché in quel periodo io mungevo le zebre. Èevidente che il calcio è cambiato ma la propensione delle duesquadre di giocare all'attacco non è cambiata. Ma veniamo aigiorni nostri. Che partita prevediamo al San Paolo? Per me sigiocherà prevalentemente a centrocampo (un mucchio). Le duesquadre adottano lo stesso modulo con una tattica diversa. LaJuventus ha un centrocampo più creativo, il Napoli ha uominipiù da interdizione. Trovo che il Napoli è più incisivo in fased'attacco della Juventus la quale cercherà come al solito il mag-gior possesso palla. Bisognerà vedere in quali condizioni atle-tiche e psicologiche scenderanno in campo il 1° marzo. È chiaroche l'approccio alla partita sarà anche un fattore determinante,nonché il fattore campo. Quanti punti le separeranno da qui alfatidico venerdì bestiale? Il popolo napoletano aspetta e spera,quello juventino comincia a sentire le farfalle volare nel lorostomaco.

Comunque sia, ci sarà una bolgia sugli spalti e speriamo aduna festa del calcio, senza incidenti ne cori beceri.

Attenti al Milan e viva il calcio.Così parlò Zarathustra Idris.

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A C C OIdris

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NAPOLETANI, STO “AL FISCO NON DEVO NIENTE”

“AMO LA TIFOSERIA PARTENOPEA ”“STIMO GIORDANO E BRUSCOLOTTI”

igg.ri Autorità e Cari amici Napoletani, volevo tornare nella mia Napoli in questi giorni per continuare assieme al mio avvo-cato e amico Angelo Pisani, che è solo il mio avvocato e che dice l’unica verità quella che altri hanno coperto e che ha fatto bene a

denunciare chi per colpirci pubblicizzava che fosse una strumentalizzazione ,visto che la causa dura ancora da 25 anni pure se non esisteil reato , la mia battaglia contro un fisco italiano disumano e senza rispetto per la verità, un Fisco che mi ha perseguitato ingiustamenteda anni solo perché mi chiamo Maradona anche se la supposta violazione risulta nulla perché inesistente . Avevo programmato di venirein settimana a Napoli ma proprio il mio avvocato Angelo Pisani, per evitare strumentalizzazioni dei soliti nemici e confusione incampagna elettorale , però mi ha detto che era meglio se resto ancora a Dubai per venire a Napoli solo subito dopo le elezioni e non farmiusare da nessuno, perché tutti parlano di Maradona senza sapere nulla e quello che ho passato . Spero di ritornare al più presto aNapoli, arriverò a Milano da Dubai, magari forse in occasione di Napoli Juventus per poter rivedere la mia amata Napoli ed i mieiindimenticabili tifosi napoletani. Ho accettato questo consiglio di Angelo Pisani, nel periodo elettorale anche per evitare che la mia visitapossa essere strumentalizzata o criticata da qualcuno che tifa contro Angelo o contro il Napoli che invece penso quest’anno potrebbevincere lo scudetto grazie ai suoi tifosi. Io ho letto bene le sentenze che si estendono anche alla mia sventura e sono oramai libero dall’incubo di Equitalia e combatto con Angelo perché tutti i cittadini onesti siano, Liberi Da equitalia, perché in Italia la gente non puòessere perseguitata dal Fisco e non può essere costretta a pagare tante tasse e spesso anche tasse ingiuste o tasse che non esistono… Io hopiena fiducia sul lavoro che sta facendo il mio avvocato Angelo Pisani. In tutti questi anni nessuno ha mai provveduto ad interessarsi diMaradona e del suo caso ma solo lui mettendosi contro tutti e gratuitamente, invece purtroppo persone che portano il nome di SalvatoreBagni ed il suo avvocato Gasperoni ed anche avvocati come Vincenzo Siniscalchi non si sono mai battuti e interessati della mia persecuzioneed ingiustizia. Oggi è facile, per tanti commercialisti o avvocati anche del nord, salire tutti quanti sul carro dei vincitori e prendersi gliapplausi oppure dire come si può risolvere questo scandalo internazionale che solo Pisani ha avuto il coraggio di riaprire e mettere in di-

scussione. Ma io so molto bene che Pisani ci ha sempre creduto sco-prendo verità e sentenze nascoste e ci ha lavorato da solo inquest’ultimi 2 anni portando al termine un lavoro positivo per il miogiudizio finale e prima lasciato nel dimenticatoio da parte di tutti che

invece sapevano che l’accertamento fiscale era nullo e che c’era anche ilcondono della societa del Napoli ma non parlavano e nessuno voleva chiarire e ri-

solvere la situazione. È stato il mio avvocato Angelo Pisani e non i vari signori Bagnie company a creare questa mia salvezza , anzi se ben ricordo l’avvocato indicatomi daBagni nemmeno un anno fa decise di lasciare l’incarico proprio ad Angelo dicendo chenon aveva intenzione di proseguire perché, non solo a Diego non interessava la causama questi non aveva intenzione di tirar fuori un solo euro neanche per le eventualimarche ed altro che serviva per il ricorso in sua difesa, ne voleva rischiare problemi o

condanne . Rivolgo poi ringraziamenti in particolare a Beppe Bruscolotti e Bruno Gior-dano persone umili ed amiche che come tanti tifosi mi sono sempre stati amici e sinceri”.

Diego Armando Maradona

Questo detto da Diego Armando Maradona direttamenteda Dubai, sua nuova residenza dove in questi giorni è

in compagnia del suo amico storico e fidato StefanoCeci che ha precisato di avere in comune con Pisani

amicizia e la voglia di difesa della verità e dellagiustizia sostanziale , anche se a sottolineato

Diego che a parer suo alla fine il vincitore perqueste votazioni in Italia sarà il Cavaliere

Silvio Berlusconi .

“BAGNI MI HA DELUSO”

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S

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ARRIVANDOGennaro Montuori

ancio un appello alle autorità ita-liane affinché Diego possa tornare aNapoli da uomo libero. Anche Ca-reca ed Alemao furono accusati di

frode, poi successivamente venneroassolti. Non spetta a lui pagarequella somma ingente di denaro.Sono i soldi dei diritti d’immagineche solitamente versavano le So-cietà. Oltretutto a Diego (non tro-vandosi a Napoli) non è stata

recapita alcuna lettera. Invito il po-polo partenopeo a mobilitarsi, man-dando un email all’ Equitaliachiedendole di smetterla con questoaccanimento. Abbiate rispetto dellanostra città e soprattutto di quelcampione che per sette anni ci hafatto vincere e ci ha amati. Mara-dona merita di tornare a cammi-nare per le strade della nostra cittàda uomo libero. Non è giusta questapersecuzione nei suoi confronti,poiché Diego oltre ad aver resogrande la storia del Napoli ha datospettacolo nel mondo. Con l’Argen-tina ha vinto da solo un mondiale.Ha dato incantato anche in campoeuropeo quando con il Napoli vinsela coppa Uefa. Non si capisce perchéil popolo di Napoli, uno dei popolipiù sofferenti della nostra nazione,debba sempre essere maltrattato.Diego è una persona che merita ri-spetto. Sono passati oltre venticin-que anni e assistiamo ancora unavolta ad un accanimento controquest’ uomo, che giocava tra le filedel Napoli con la maglia azzurra. Vo-glio ricordare anche che in suoonore, sotto mia proposta e quella

dei presidenti Corrado Ferlaino,Giorgio Corbelli e del giornalista de“Il Mattino” Toni Iavarone, fu riti-rata la mitica maglia numero dieci.Infine, pubblico la lettera di Ma-radona all’ Avvocato Angelo Pi-sani, che Diego ha mandato a tuttii giornalisti.

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NAPOLI-JUVE: TRA PROanca davvero poco a quella che è stata definita la Madre di tutte le partite, quella che ha per protagoniste

due storiche rivali, Napoli e Juventus. L’atavica rivalità tra le due tifoserie affonda le radici nella storia e la su-pera. Tra Napoli e Juventus è una sfida infinita, un incontro senza tempo. Potremmo ricordare i cambiamentidi fronte di Omar Sivori e José Altafini, che restarono indigesti ad entrambe le tifoserie, fino ad arrivare al piùrecente trasferimento di Quagliarella in bianconero per rendere l’idea. Insomma, quella tra le due pretendential titolo di quest’anno, è una rivalità che travalica i tempi, tant’è che quando c’è stata la possibilità di gioire peruna vittoria contro i bianconeri, Napoli lo ha sempre fatto con fervore e ne ha conservato caro il ricordo. SeNapoli non ha mai dimenticato, come potrebbero farlo gli ex azzurri. Faremo un tuffo nel passato attraverso iricordi di Massimo Filardi, Sandro Abbondanza, Hugo Maradona, ricorderemo “la quaterna” di Beppe Savoldidel ’78, la gloriose vittorie di Giovanni Francini, e le prodezze di Antonio Capone e Guido Postiglione.

Il countdown di Napoli-Juventus è ufficialmente iniziato. Rilegando la mente al tuo passato,in particolare agli anni in cui indossavi la maglia azzurra, puoi dirci qual è il ricordo più belloche conservi su questo incontro e che tipo di gara ti aspetti dal quella in programma per ilprimo marzo?

MASSIMO FILARDI: “Più che un ricordo mi porto una soddisfazione, quella di averricevuto i complimenti a fine gara negli spogliatoi da Platini. Fui difatti designato alla suamarcatura. Ritengo che Napoli-Juventus sia la partita più importante della stagione e gliazzurri devono cercare di vincerla a tutti i costi. Solo in questo modo possiamo avere qual-che speranza di vincere lo scudetto. La squadra in questo momento ha bisogno del sostegnodella tifoseria”.

SANDRO ABBONDANZA: “Ricordo un mezzo tempo giocatocontro i bianconeri, ma nulla di eclatante ed il piedino di mia moglie allavigilia dell’ incontro. Per quanto riguarda il Big Match di venerdì alla lucedegli ultimi risultati e delle ultime prestazioni del Napoli, credo che pos-siamo vincere, ma sudando le fatidiche sette camice”.

BEPPE SAVOLDI: “Di reti alla Juventus ne ho se-gnate poche. Il 14 maggio del 78’ rifilai ben quattro goalai bianconeri in una sola serata. Battemmo infatti la Ju-ventus al San Paolo con un roboante 5-0 e quattro diquei gol portano la mia firma. Un altro lo realizzai sucalcio di rigore a Torino. Per quanto riguarda la sfida delprimo marzo ritengo che sia aperta a qualsiasi risultato.Il Napoli ci ha abituati a grandi cose. Non di rado è ca-pitato che abbia messo sotto le grandi, per questo ri-tengo che si possa vincere”.

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NOSTICI E RICORDINastasia Spina

GIOVANNI FRANCINI: “È indelebile il ricordo di quel 5-1 nella finale di Su-percoppa italiana, ma anche il 3-1 al San Paolo in campionato ed il 3-0 in Coppa Uefanella sfida di ritorno a Napoli, dopo la sconfitta dell’andata a Torino. In coppa Uefasegnò Renica al 119’ minuto e l’esplosione di gioia del San Paolo fu tale che la terrasotto i nostri piedi tremò. A Fuorigrotta la gente spaventata chiamò addirittura i vigiliconvinta che si fosse verificato un terremoto. Per me è un Derby, essendo cresciuto nelTorino ed avendo indossato la maglia del Napoli per sette anni. Per voi napoletani èpeggio di un Derby. Ritengo che il Napoli possa battere la Juventus quest’anno soprat-tutto grazie al sostegno del pubblico. Amo questa maglia e questa città”.

ANTONIO CAPONE: “Sono due i miei ri-cordi più belli in maglia azzurra contro la Juven-tus e sono il 5-0 di Coppa Italia nel ’78, in cui hofornito quattro assist a Beppe ed una gara a To-rino in cui misi in crisi da solo l’intera retroguar-dia bianconera. Montezemolo espresse delleparole molto carine sul mio conto. Il giorno doposu tutti i giornali comparve la notizia che la Ju-ventus voleva acquistarmi. Fui anche convocatoper la prima lista dei mondiali nei 40. Spero cheil Napoli contro la Juventus scenda in campo ca-rico e determinato. Vincendo questa gara cresce-rebbe la possibilità di conquistare il tricolore”.

GUIDO POSTIGLIONE: “Il mio ricordo più bello è una partita a Torino finita2-2. Era la Juventus dei grandi Sivori, Charles e Boniperti. Segnai un gol e servii unassist. Mi beccai un bacio dal massaggiatore Beato. Tornando ai giorni nostri la partitacontro i bianconeri in programma per il 1° marzo è una partita da vincere, anche se ri-tengo che non si tratti di una sfida decisiva. Il campionato è ancora lungo”.

HUGO MARADONA: “L’emozione dellavittoria nell’anno dello scudetto l’ho vissuta alSan Paolo in mezzo al campo. A casa con mio fra-tello si parlava spesso della Juventus. I napole-tani hanno sempre guardato con occhio

particolare le gare contro i bianconeri. Bisogna scendere in campo con la giustadeterminazione aggredendo l’avversario a tutto campo, senza mai mollare un se-condo. Il 1° marzo sarò sugli spalti a tifare per il Napoli. Questa squadra mi hasempre fatto vivere forti emozioni.”.

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IL CALCIATOREE DEL MESE

on il numero 17 sulle spalle, a dimostrazione cheanche la cabala può sbagliare, Marek Hamsik è il cal-ciatore del mese. Simbolo di una Napoli vogliosa diriscatto che lo ha accolto a braccia aperte sin dal suoprimo giorno in maglia azzurra, con la consapevo-lezza che quel ragazzo era il punto esclamativo allaparola rinascita. È stato battezzato “Marekiaro”come l’azzurro mare di Posillipo, culla dei sogni par-tenopei, amata cartolina della città che tutto ilmondo ci invidia. Hamsik patrimonio di Napoli, og-getto del desidero di molti club. Dal punto di vistapuramente calcistico Marek è uno di quelli che seschierato dietro le linee diventa devastante negli in-serimenti.Sa districarsi sia in fase di non possesso chein fase di sviluppo della manovra. Sa prendere le redinidella squadra in mano traghettandola verso la vittoria.Quello che stiamo ammirando quest’anno è un Marekpiù maturo, un leader, l’interprete principe deglischemi tecnico tattici di Mazzarri. Quando tocca pallasi capisce subito il perché lo si ritiene alla stregua deigrandi centrocampisti del panorama mondiale. Vo-

lendo sciorinare i numeri di questo mese partiamo dalgol contro il Catania, che ha regalato una notte daprima in classifica al Napoli. Hamsik firma la primarete dell’incontro e qualche istante dopo pennella uncross per la testa di Cannavaro che mette i sigilli al ri-sultato. È stato l’uomo match dell’incontro, il prota-gonista della gloriosa serata azzurra. Nella tristedisfatta europea contro il Viktoria Plzen, invece, laprestazione dello slovacco è immune da colpe. Inseritodifatti nel secondo tempo, il nostro colosso cambia let-teralmente volto alla partita, creando almeno quattropalle gol pulite, nonostante le ben note sorti di quelpesante tonfo europeo. Attacca, difende, aggrediscegli avversari e serve i compagni con giocate di classe.Ma Hamsik è anche una delle colonne portanti dellanazionale slovacca, dove primeggia per fantasia e ci-nismo. Lo possiamo considerare l’eroe dei due mondi,a cui regala reti di rara bellezza e giocate di sublime le-vatura. Lirica del centrocampo partenopeo, dai suoipiedi passano la maggior parte delle azioni d’attaccodegli azzurri. Nella stagione corrente, ha già siglato 9

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IL CALCIATORE DEL MESENastasia Spina

reti a cui si aggiungono una sfilza di assist elargiti a tutto campo ai com-pagni. Celebrarlo diventa doveroso da parte nostra, se non addiritturad’obbligo, data la palese rilevanza che riveste all’interno della squadra.E’ sotto gli occhi di tutti anche la maturità che sta dimostrando que-st’anno, il suo essere incisivo nelle gare importanti, dove gli azzurri sigiocano il loro destino. Il talento di Banska Bystrica non delude mai leaspettative. Adesso firma anche i gol decisivi e non appare più in ombranelle gare fondamentali. Si batte con tenacia e carisma ed in ogni azioneda rete si intravede la sua ineffabile cresta. Marek è sinonimo di ordineed equilibrio in mezzo al campo e quando parte dalle retrovie innescaoccasioni da rete aprendo corridoi sulle corsie esterne. Nel recente tristepomeriggio contro la Sampdoria l’intervento di Romero e poi il palo glimozzano la gioia del gol. Peccato! Rispetto alle annate precedenti ha piùpersonalità e risulta molto più incisivo.

Che possa centrare qualcosa con questo cambio di marcia lapartenza del Pocho è pressoché impossibile da valutare come tesi,ma fatto sta che Marekiaro oggi è un calciatore diverso. È l’iconadella napoletanità, lui che nonostante sia nato a migliaia di chilo-metri di distanza dal golfo si ritiene partenopeo, tant’è che nonperde occasione per ribadirlo nelle dichiarazioni che rilascia ed ilsuo amore è completamente ricambiato.

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LA FOTO DEL MESE

foto

di R

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Van Boekel (Olanda)

KozacikReznik

CisovskyProchazkaLimbersky

DaridaHorvathRajtoral

(dall’86’ Fillo)Kolar

(dal 46’ Hejda)Kovarik

Bakos(dal 60’ Tecl)

A disp.: Pavlik, Zeman,Stipek, Adamov.

All.: Vrba

NOTE: 13.606 spettatori.Angoli: 6 a 5 per il Viktoria Plzen .

Recuperi: 0’ pt, 4’ st.

De SanctisGamberini(dal 46’ Hamsik)RolandoBritosMaggioDzemailiDonadel(dal 62’ Inler)El Kaddouri(dal 59’ Calaiò)ZunigaPandevCavaniA disp.: Rosati, Cannavaro,Campagnaro, Mesto.All.: Mazzarri

0 3

Andata 16i di finale - 14 Febbraio 2013

28’

79’

90’

di Carmine Montuori

33

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Doveri (Roma)

RomeroRossini

GastaldelloCosta

De Silvestri(dal 90’ Mustafi)

ObiangKrsticic

PoliEstigarribia

Sansone(dal 66’ Eder)

Icardi(dall’85’ Maxi Lopez)

A disp.: Da Costa, Berni, Berardi,Castellini, Poulsen, Mustafi, Maresca,

Munari, Soriano, Eder.All.: Limone.

NOTE: 50.000 spettatori circa.Angoli: 6 a 2 per il Napoli.

Recuperi: 1’ pt, 5’ st.

De SanctisCampagnaroCannavaroBritos(dal 60’ Pandev)Mesto,BehramiInler(dal 76’ Dzemaili)Armero(dal 60’ Zuniga)HamsikInsigneCavaniA disp.: Rosati, Rolando, Gamberini,Maggio, Donadel, Zuniga, Dzemaili,El Kaddouri, Pandev, Calaiò.All.: Mazzarri

0 0

25a Giornata - 17 Febbraio 2013

di C.M.

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VIA LEPANTO 205 - POMPEI (NA)- TEL. 081.0482550FACEBOOK: NonSoloPompea Alfredo No Stress

prossima apertura nei pressi del Santuarioom

aggio

omag

gio

NON SOLO POMPEAcampionid’italia

dell’intimo

L’ARTE, IL CULTO E IL POPOLO

DELLA CARTIERA

SONO UN VANTAGGIO

PER NON SOLO POMPEA

TEMPIO DELL’INTIMO

E DELLE FIRME IN GRADO

DI SODDISFARE ANCHE GLI SFIZI

E I VIZI DEI DIVI E DEI VIP

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Kassai (Ungheria)

De SanctisMaggio

Gamberini(dal 65’ Cannavaro)

RolandoZuniga

DzemailiDonadel

(dal 46’ Inler)Berhami

(dal 46’ Cavani)PandevCalaiò

InsigneA disp.: Rosati, Campa-

gnaro, El Kaddouri, Mesto.All.: Mazzarri

NOTE: 12.000 spettatori circa.Angoli: 5 a 3 per il Viktoria Plzen .

Recuperi: 0’ pt, 2’ st.

KozacikReznikCisovskyProchazkaLimberskyHorvathDaridaRajtoral(dall’82’ Fillo)Kolar(dall’89’ Stipek)KovarikBakos(dal 57’ Tecl)A disp.: Pavlik, Hejda,Zeman, Duris.All.: Vrba

2 0

Ritorno 16i di finale - 21 Febbraio 2013

72’

49’

di C.M.

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di Accetto Vincenzo & Francesco

Progettazione Installazione Realizzazione

Via Nazionale delle Puglie, 70S. Vitaliano (Na)

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Damato (Barletta)

De SanctisCampagnaro

(dall’85’ Dzemaili)Cannavaro

BritosMesto

(dall’89’ Zuniga)Inler

(dal 62’ Pandev)BehramiArmeroHamsikInsigneCavani

A disp.: Rosati, Crispino, Grava,Rolando, Maggio, Donadel,

El Kaddouri, Calaiò.All.: Mazzarri

NOTE: 23.000 spettatori circa.Angoli: 4 a 4 per l’Udinese .

Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

PadelliBenatia(dal 28’ Heurtaux)DaniloDomizziBastaPereyraAllanBaduPasqualeMurielDi Natale(dal 78’ Maicosuel)A disp.: Campos Toro, Scuffet,Faraoni, Gabriel Silva, Rodriguez,Merkel, ZielinskiRanegie, Pawlowski.All.: Guidolin

0 0

26a Giornata - 25 Febbraio 2013

di C.M.

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Torna con la formula del prestito con diritto di ri-scatto a vestire la maglia del Napoli dopo un’assenza dioltre quattro anni dalla piazza partenopea, l’arciere az-zurro Emanuele Calaiò. Ha vestito la maglia azzurra inserie C e serie B,maglia che gli ha consentito di parte-cipare alla vittoria di entrambi i campionati. Il ritornodi Emanuele, nonostante non abbia soddisfatto leaspettative di molti tifosi che si aspettavano l’arrivo diun top player, è stato comunque benevolmente accoltodalla piazza partenopea. Un ritorno di fiamma questo,che nonostante spesso non accordi molta fiducia, èquello di un ragazzo che ha regalato tante soddisfazioniai tifosi,e allora lasciamo che questa fiamma arda an-cora. Parliamo ovviamente di quell’Arciere che dopo lesue reti, 40 in complessivo quelle con la maglia azzurra,inclinava l’arco e scoccava frecce d’amore alla folla. Le

i n d i -scusse doti tec-

niche del calciatore hanno abituato noi tifosi ad ammi-rare giocate spettacolari e tocchi di palla da vero cam-pione. Sin dal suo primo approdo all’ambizioso Napolidi DE Laurentis, avvenuto il 10 gennaio 2005 con di-spiacere del Pescara che non riuscì a trattenerlo,mo-mento importante per la carriera del bomberpalermitano che prende la piega giusta , Emanuele abi-tua da subito la piazza a giocate di tutto rispetto, mo-strando il suo impeccabile fiuto per il gol. In serie C1,nella stagione 2005-2006 chiude l’annata con 18 reti,e l’anno seguente per poco non lo eguaglia in serie B,realizzando 14 reti. Ma riesce comunque ad aggiudi-carsi un primato, quello di capocannoniere di entrambele stagioni dei partenopei.Le serie inferiori alla A nonsono di certo la massima aspirazione per un calciatorema se serve a prendere le redini di una squadra ed atrascinarla in alto,allora ben venga,ed Emanuele fece

proprio questo, di certo non possiamo dimenticarlo.Itifosi saranno per sempre riconoscenti a Calaiò

per tutto questo e si spera che stavolta siguadagni la gloria anche nella massimaserie, perché se lo merita e perché conti-nui a sorprenderci con le straordinariecose a cui ci aveva abituati. Gli ultimi duegol in azzurro di Calaiò risalgono alladoppietta di testa messa a segno a Li-vorno nel febbraio del 2008, quella chepoi permise al Napoli di vincere la garae di salvare Reja, e nonostante tutto ilmister lo scaricò. Il 1 luglio del 2008,Emanuele saluta Napoli per trasferirsial Siena, squadra in cui resterà fino alritorno in azzurro. Ma adesso l’Arciere

IL RITORNO DE

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Isabella Perrone

ritorna nel suo Napoli, che intanto è cresciuto e lottaper la vetta, ma anche lui al contempo è cambiato, è piùmaturo e soprattutto desideroso di mettersi in mostrain una squadra che lotta per le posizioni prestigiosedella classifica di serie A, lui che finora ha dovuto ac-contentarsi di palcoscenici meno ambiziosi. Oltretuttoil nostro Arciere è sposato con una ragazza napoletana,colei che probabilmente giocò un ruolo decisivo nel far

propendere, tempo addietro, la decisione di scenderedi categoria per vestire la maglia del Napoli. Il grandeBruno Giordano tempo fa disse che Emanuele potevaessere il suo erede, mentre Beppe Savoldi elogiò la suaabilità nei colpi di testa dove ravvisava una certa somi-glianza con se stesso. Il mio augurio è che Emanuelepossa farsi valere anche in questo Napoli e siamo con-vinti che alla fine ci riuscirà.

LL’ARCIERE

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i è spento a Roma all’età di 87 anni a causa di una seriedi complicazioni cardiache, lo storico bomber svedese

del Napoli Hans Jeppson. L’asso del reparto offensivo delNapoli degli anni 50’ che con le sue prodezze ha saputo in-cantare e divertire, resterà nei nostri ricordi per sempre.

Hans Jeppson nacque a Kungsbacka (Svezia) il10/05/1925. Era un centravanti dal fisico possente, fortis-simo nel gioco di testa e nei dribbling. Era soprannominatoBanco ‘e Napule.

Fu acquistato dalla società azzurra nel 1952-53. Il co-mandante Achille Lauro, presidente del Napoli, lo soffiòalla grande Internazionale per la cifra di 105 milioni, di cui75 all’Atalanta e 30 al calciatore. La cifra dei 100 milioni fusuperata per la prima volta nel calcio italiano. I grandi clubgridarono allo scandalo, come se i soldi li avessero spesiloro, dimostrarono l’invidia per l’armatore napoletano,Don Achille, che insieme a Jeppson acquistò anchel’oriundo argentino Bruno Pesaola e la forte ala destraGiancarlo Vitali.

Debuttò al Vomero contro la sua ex squadra, il14/09/1952 in occasione di Napoli-Atalanta(2-0).

Il primo anno lo svedese realizzò 14 gol, gli azzurri fi-nirono il campionato nei primi posti. Si poteva anche vin-cere lo scudetto se i partenopei non avessero buttato puntiall’ inizio e alla fine del campionato.

Alla quarta, quinta e settima del girone di andata in tra-sferta contro Internazionale, Lazio e Fiorentina, Hans rea-lizzò i suoi primi tre gol, che non servirono granché poichéil Napoli ne uscì sempre sconfitto. Ma alla nona giornatadel 16 novembre, Hans Jeppson fece andare in delirio i ti-fosi partenopei, il Napoli vinse contro il Milan 4-2 con la

sua prima doppietta e soprattutto una splendida presta-zione. Vinse lo scontro contro i suoi connazionali Nordahle Liedholm.

L’anno successivo le grandi tremarono ancora. Quintoposto degli azzurri e 20 gol per Jeppson (suo record perso-nale), tutti su azione. Alla terza giornata contro l’Atalanta,

dove gli azzurri si impongonoper 6 reti a 3, Hans realizza 4gol, sfiorando il primato di At-tila Sallustro di 5 gol.

Aveva una delle medie piùalte dei marcatori azzurri: ben0,46 gol a partita.

Alla sesta giornata un’altragrande impresa, gli azzurrivincono per 4-0 contro laRoma.

Un’altra grande gara fu Na-poli –Novara alla terzultima dicampionato dove realizzòun’altra grande doppietta.Siconclude il campionato conuna sconfitta contro la Juve 3-2, non bastano ne i due gol ene la grandissima prestazione.

SCIAO MITICO HA

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Gennaro Montuori

Sono la Juventus e la Lazio a subire più gol da Jeppson.Era il 1° gennaio del 1955, il Napoli batte la Lazio 2-0 conancora una sua doppietta. Questa volta 10 gol ma in 24gare, Napoli sesto.

L’ultimo anno è un po’ tribolato per lo svedese, il cam-pionato inizia alla grande per gli azzurri addirittura allaquinta giornata 8-1 contro la Propatria, 2 gol di Jeppson e3 di Vinicio.

Per vedere gli azzurri sconfitti bisognò aspettare novegiornate, infatti accadde a Genova contro la Sampdoria.L’attacco degli azzurri era formato da tutti attaccanti. Vi-tali, Vinicio, Jeppson Amadei e Pesaola (tre centravanti edue ali). Il girone di ritorno fu un mezzo disastro. Ma ilbomber azzurro qualche soddisfazione se la tolse ancora,il 15 aprile del 1956 dando ancora una volta un dispiacerealla vecchia signora realizzando il gol della vittoria a Torino.

Alla trentunesima di campionato, penultima giornatain casa, in un Napoli- Triestina 3-2 gli azzurri giocano incampo neutro, per squalifica di campo per intemperanzadi un suo dirigente, Hans realizza ancora una doppietta,assicurando la salvezza agli azzurri che finiscono il cam-pionato quintultimi. Lo svedese biondo,nonostante sposodi una bellissima napoletana, decide di lasciare il Napoli ela città, rimanendo un grande ricordo nei tifosi. 52 gol in112 gare, uno solo su rigore. Grazie Hans per tutte le tuereti, hanno fatto sognare la nostra città. Napoli non ti di-menticherà mai, ed io nemmeno.

ANS JEPPSON

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INTERVISTA A GI

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ianni Rivera, capitano del Milan di tanti successi na-zionali e internazionali, il ricordo più bello di noi italiani

che abbiamo di Gianni Rivera in nazionale è quando a Cittàdel Messico, mondiali del 1970, in quella notte magica allostadio Azteca, con la rete del 4 a 3 di Gianni Rivera supe-rammo in semifinale  la Germania. La Serie A non puntasui propri vivai, abbiamo intervistato Gianni Rivera, unodei più grandi nella storia del pallone italiano, Presidentedel Settore Giovanile e Scolastico della Federazione Ita-liana Giuoco Calcio. Il Golden Boy ha ancora oggi un pri-mato di gioventù: è il marcatore più giovane nella storia delMilan in Coppa dei Campioni. È inoltre il secondo più gio-vane marcatore della storia della Serie A (dopo AmedeoAmadei). Chi meglio dell’ex Pallone d’Oro e bandiera rosso-nera può aiutarci a capire questo momento difficile deivivai?

Era il 4 agosto del 2010 quando è diventato Pre-sidente. Sono passati circa due anni e mezzo, cosapensa del momento attuale dei nostri settori giova-nili?

«Il problema esiste ed è molto serio. La verità è che le nostresocietà preferiscono girare il mondo e cercare altrove un cal-ciatore già pronto piuttosto che investire in casa propria».

Come Settore Giovanile cosa potete fare per aiu-tare queste società?

«Noi, come Federazione, spingiamo perché le cose cambino,ma di fatto possiamo fare bene poco, il vero potere è in manoalle squadre».

Pensi che il calo sia generale o c’è chi punta di piùsui giovani? Pensiamo a squadre come l’Atalanta.

«Ecco, mi dispiace ma purtroppo anche chi un tempo sfor-nava tanti talenti, proprio come l’Atalanta, ora ne ha pochi incampo. Magari hanno fatto carriera ma ora hanno una tren-tina d’anni e giocano altrove».

Tra queste squadre si può citare anche il “tuo”Milan?

«Sì, il Milan ha sempre avuto una storia di alto livello nelsettore giovanile. Già ai miei tempi e poi ancora negli anni ’80,poi evidentemente è stata fatta una scelta diversa, andandoin giro per il mondo invece di pensare a costruire calciatori incasa, e purtroppo i risultati si vedono…».

Che ne pensi degli esempi esteri, come la Germa-nia piena di giovani?

«Noi italiani dovremmo prendere esempio proprio da loro.Guardando la Germania, non si pensi che il recente boom delloro calcio sia improvvisato. Da anni investono pesantementesui settori giovanili, non come noi. E il successo è evidente».

Ma come italiano non credi che non ci rimettanosolo le società, ma anche la Nazionale?

«Certo che ci ha rimesso la Nazionale, anche ora con Pran-delli è dura. Se gli azzurri hanno qualche difficoltà è anche acausa della crisi dei vivai. Speriamo che le cose migliorino, per-ché il momento è oggettivamente negativo».

Come Presidente del Settore Giovanile e Scola-stico della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Qualè la sfida che oggi il mondo dello sport deve racco-gliere nella formazione dei giovani?

«Quella di puntare sul rispetto delle regole, di se stessi, deirapporti con i propri compagni e soprattutto degli avversari.È un momento in cui bisogna tornare anche alla qualità piùche alla quantità. Lo sport è bello se fatto bene, se c’è entusia-smo in modo che poi si possa trasmettere la stessa cosa a chipartecipa da spettatore; bisogna ripuntare alla qualità».

Sei stato un grandissimo campione del nostro cal-cio. Sembra che oggi alcuni dei valori educativi dellosport stiano venendo meno, dal rispetto per l’avver-sario alla cultura della sconfitta. E i grandi atletinon sempre danno esempi positivi. Come stimolarei giovani all’emulazione di comportamenti virtuosi?

Il calcio italiano deve investirenei settori giovanili

G

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ANNI RIVERAMario Pesce

«Credo non sia complicato; i bambini quando nascono na-scono sani, non hanno sovrastrutture che li cambiano, che limodificano, sono naturali per cui basta saper trovare dirigentie tecnici in grado di percorre una strada di corretto comporta-mento, far capire ai giovani che i valori sportivi, il rispetto delleregole sono fondamentali anche per quello che saranno poi nellavita. Le regole non sono utili soltanto per chi pratica sport, maanche per quelli che fanno qualsiasi altra attività».

Un domanda è di obbligo per un grandecampione come Te “un parere” sul campio-nato in corsa di serie A.

«Questo campionato 2012-2013 in generale èmolto equilibrato, con la primavera alle porte, èstato sempre così, il campionato si delinea definiti-vamente sia in vetta che in coda della classifica, conmolta probabilità vincerà lo scudetto la squadra checombattendo su i due fronti campionato ed in coppaeuropea avrà più freschezza atletica e nervi saldi,in questo momento la classifica è ben delineata,credo che non ci saranno grandi mutamenti sia alvertice che in coda, sarà un campionato interes-sante che si deciderà fino all’ultima giornata».

Un saluto e un augurio alla squadra del Napoli

per questo finale di campionato avvincente e a tutti i suoi tifosia cui sono legato per affetto ed amicizie. Napoli è una città me-ravigliosa dove io vengo sempre con grande piacere che ho nelcuore, per l’accoglienza e il calore ricevuto da calciatore e an-cora oggi di più dalle Società campane del Settore Giovanile eScolastico della Figc che mi onoro di Presiedere.

Ad maiora !!!!

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LO SPAZIO DEI

Gli amici di Francesca Ariello festeggiano il trionfo del Napoli

e hanno intenzione di rifarlo anche quest'anno.

Il gruppo “Respiro Azzurro” di Diamante (Cs)

Il super tifoso azzurro

Gennaro Costagliola

Cirella è azzurra, un solo grido si alza da qui:

FORZA NAPOLI!!!! un forte abbraccio al nostro amico

Palummella da Luca, Carmelo e  la piccola Roberta

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TIFOSI

Carmine Cavaliere con la bellissima Marika Fruscio

a “Tifosi Napoletani”

Guarracino

Raffaele

negli spogliatoi

del Napoli

Il piccolo Durante Gennaro

Antonio Capasso e il figlioletto Francesco

tifosissimi del nostro  Napoli ma soprattutto

tifosi del matador Cavani Christian Catapane tifosissimo come

il padre Marco e la mamma Anna

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