UltrAzzurro Maggio 2011

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Mensile tifosi napoletani

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Per ricevere a casa UltrAzzurro basta pagare le spese di spedizioneinviando un vaglia postale di € 40,00 intestato a: GENNARO MONTUORIVia Cesare Pavese, III Trav. n° 2/A - 80018 Mugnano (NA).Riceverai il mensile periodicamente a casa tua per un anno(con probabile esclusione di Luglio ed Agosto).

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Gli articolisti forniscono la propria prestazione a titolo spontaneo,gratuito e assumendosi la responsabilità.

EDITORIALE

IL MATCH8 PRESENTAZIONE

DI NAPOLI - INTER

5 DI GENNAROMONTUORI

50342614

la spedizione in 24/48hlavorative è a cura

del corriere espresso:

12 IL MATCHVISTO DAI DOPPI EX

30 LECCENAPOLI

34 IL CONFRONTO

38 IL FIORE ALL’OCCHIELLODI ROBERTO FIORE

50 SETTORE GIOVANILE

54 CAMPIONATI GIOVANILI

56 PHOTOGALLERY

42 RINGRAZIAMOLI

46 TESTIMONIANZE

14 PRIMO PIANO

18 LA FOTODEL MESE

20 NAPOLIUDINESE

24 PALERMONAPOLI

26 NAPOLIGENOA

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Carissimi lettori, ben ritrovati al nostro consueto ap-puntamento mensile. La gioia per l’aver centrato lastorica qualificazione in Champions con la possibilitàdi potere ascoltare le note della sigla della massima

competizione continentale, è stata un po’ offuscata dal finaledi stagione negativo, che ha visto gli azzurri uscire sconfitti intre delle ultime quattro gare disputate, e dal tormentone Maz-zarri. Se da un lato possiamo dire di aver raggiunto un grandeobiettivo dopo tanti anni trascorsi tra inferno e purgatorio,dall’altro siamo costretti a stringere i denti ed a tenere il fiatosospeso in attesa di poter conquistare quel punto che signifi-cherebbe accesso diretto alla fase a gironi di Champions Leaguesenza dovere passare per la lotteria dei preliminari che, tra l’al-tro, costringerebbe gli azzurri ad anticipare la preparazione.

Comunque vada a questa squadra devono andare i nostricomplimenti per la grinta e la passione profusa in tutte le gare,anche quelle negative.

Certo è che per affrontare la Champions bisogna rafforzarequesta squadra con grandi campioni e giocatori di spessore in-ternazionale. La matematica certezza del terzo posto potrebbegiungere proprio oggi nel match più atteso dell’anno con i cam-pioni d’Italia e del mondo in carica dell’Inter di cui vi parleràSalvatore Caiazza e, ancor meglio, vi racconteranno i nostridoppi ex. In questo numero anche un bellissimo confronto traMazzarri e Pesaola scritto dal grande Mimmo Carratelli.

Non poteva mancare, ovviamente, l’emozione vissuta nellegare passate e le rubriche sul sociale e sul settore giovanile.

Vi ricordo sempre l’appuntamento settimanale con “TifosiNapoletani” in onda tutti i giovedì alle ora 20.45 sulle fre-quenze di tele A e Sky 868, con replica il venerdì alle 22.30 sutele A+ e Sky 929, ed il sabato ore 10.00 su sky 868 e Tv Ca-pital.

Inoltre siamo in onda anche il sabato alle 19.45 e il lunedìalle 20.30 rispettivamente per l’analisi pre-partita e per i com-menti post-gara, sempre su Tele A.

Per qualsiasi curiosità o notizia potete sempre visionare ilnostro sito “www.tifosinapoletani.it”.

Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dal profondo delcuore, FORZA NAPOLI.

Grazie a tutti per l’affetto che sempre dimostrate!

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TIFOSI NAPOLETANI

Speciale TIFOSI NAPOLETANI

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Venerdì ore 2.30REPLICA

Venerdì ore 22.30REPLICA

Sabato ore 10.00

IN DIRETTA

Giovedì ore 20.45

pre-Gara IN DIRETTA Sabato ore 19.45REPLICHE Sabato ore 22.40 Domenica ore 2.30

post-Gara IN DIRETTA Lunedì ore 20.35REPLICHE Lunedì ore 22.00 Martedì ore 2.30

RECORD DI ASCOLTOLa trasmissione sportiva più seguita che ha raggiunto il suo ventiquattresimo anno di vita

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di SALVATORE CAIAZZA

Un punto, solo un punto e la festa può comin-ciare. Inutile adesso guardarsi indietro, inu-tile pensare alle tre sconfitte nelle ultime

quattro gare, ora più che mai serve restare uniti perincassare il pari che serve per timbrare il passaportoche porta dritto dritto in Champions League. Sicu-ramente con Cavani la sfida contro l'Inter sarebbestata più avvincente. Col Matador in campo la difesanerazzurra avrebbe avuto un pensiero in più ma pur-troppo l'uruguagio dovrà fare solo da spettatore,causa la squalifica per l'espulsione subita in casa del

Lecce. Un'ottima alternativa sarebbe potuto essereMascara ma anche lui dovrà scaldare il posto alfianco del capocannoniere partenopeo. Un vero pec-cato ma non ci si può mica fasciare la testa. Non sisa quali sono le intenzioni dei campioni del mondoche ormai hanno blindato il secondo posto, fatto stache Lavezzi e soci dovranno dare il massimo per evi-tare di giocarsi tutto poi in casa della Juventus nel-l'ultima giornata di campionato. Proprio il Pochodovrà caricarsi sulle spalle un gruppo che sembraaver smarrito la bussola da un po' di tempo a questa

IL MATCH

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v

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parte. Sarà la stanchezza, viste le 48 partite dispu-tate, sarà la consapevolezza di aver raggiunto ungran traguardo, sta di fatto che le gambe sembranonon volere andare più avanti. Sicuramente i dubbi diMazzarri sul suo futuro non hanno aiutato, ma tuttova dimenticato per novanta minuti e più. I conti sifaranno alla fine, una volta chiusa in cassaforte l'Eu-ropa che conta, allora si potranno fare i processi. Poichi vorrà andare le porte sono aperte, verrà salutatocon affetto perché, comunque, ha dato tanto allacausa partenopea. Mazzarri ha qualche dubbio sulla

formazione da mandare in campo. In attacco, peresempio, viste le defezioni, potrebbe scegliere Zunigao affidarsi al suo pupillo Lucarelli. Con il colombianoin campo, però, ci sarebbe più copertura. Difficilel'impiego di Sosa. A centrocampo solito dilemma: Pa-zienza o Yebda? Il pugliese, che ormai ha salutato,potrebbe avere qualche chance in più. In difesa Aro-nica potrebbe sfruttare la sua esperienza per esserefavorito su Ruiz. Gli altri due saranno Cannavaro eCampagnaro. Sulle sponde fiducia a Maggio e Dos-sena. Un punto, dunque, e la festa può cominciare

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vs

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Rino Marchesi, Gigi Simoni e Francesco Colonnese hanno una cosa in comune. Il fil rouge che li unisce è il fattoche dopo aver vissuto un'esperienza col Napoli sono poi diventati nerazzurri. Proprio così, le belle prove offertecon la squadra partenopea sono servite a farli ingaggiare subito dopo dall'Inter. Partiamo da Marchesi. Il tecnico

di San Giuliano Milanese, sulla panchina azzurra, ha fatto davvero cose eccezionali. Nel 1981 sfiorò la conquista delloscudetto arrivando terzo in classifica. Dopo la partentesi meneghina, ritornò ed ebbe il pregio di allenatore Diego Ar-mando Maradona per la prima volta. Una esperienza unica che non ha più dimenticato. «Come si può scordare il cal-

ciatore più forte del mondo – ha ammesso Marchesi -. Quando venneacquistato dall'allora presidente Ferlaino in città non si capì

nulla. Ci fu quella presentazione allo stadio che è rimastastorica. Si allenava duramente con me ma purtroppo

quel Napoli non aveva i campioni che arrivaronodopo. Da solo non potè fare granché. Sincera-

mente è presto per fare dei paragoni con Messiperché l'attaccante del Barcellona non è an-cora riuscito a far vincere da solo un mon-diale all'Argentina. Che dire della sfida delSan Paolo attuale. La squadra di Mazzarriha disputato un ottimo campionato e lemanca davvero poco per mettere la cilie-gina sulla torta. L'Inter, perso lo scudettoe a +4 dagli azzurri, non credo che verràcol coltello tra i denti. Mi auguro che sifesteggi tutti insieme alla fine».Gigi Simoni, così come Marchesi, haavuto due esperienze diverse sulla pan-china partenopea. Una in serie A dove a

dicembre era secondo in classifica e unain B nell'anno che portò poi al fallimento.

Fece molto bene la prima volta solo che sipromise proprio all'Inter e Ferlaino, per di-spetto, lo esonerò. «Davvero una brutta

pagina quella – ha spiegato Simoni –visto che avrei potuto finire tranquil-

lamente la stagione e andare via.Fui sincero e dissi che l'Inter

mi aveva ingaggiatoma fu inter-

IL MATCH VISTO DAI

DOPPI

EX

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petrata male questa cosa. È una si-tuazione che somiglia un po' aquella attuale di Mazzarri. Non co-nosco le intenzioni del tecnico az-zurro ma mi auguro che possaessere sincero con il pubblico na-poletano. Magari sciogliendo le ri-serve dopo la partita con l'Inter.Non mi preoccuperei molto diquesta partita, anche perché i gio-chi sono già fatti. I nerazzurri noncredo che faranno follie per vin-cere la gara. Certo è che si devefare attenzione perché nessuno tiregala nulla. Ma si sa come vannocerte cose nel calcio. Comunque, ilNapoli merita di andare in Cham-pions e di rimanerci. De Laurentiisfarà bene ad investire i soldi cheguadagnerà in campioni perchésono loro che fanno la differenza».Francesco Colonnese è rimastomolto legato ai colori azzurri. Pro-prio grazie al Napoli ha potuto co-noscere il grande calcio. Prelevatodalla Roma, dove aveva collezio-

nato solo cinque presenze, il poten-tino si impose bene in maglia az-zurra al punto di finire, come detto,nel mirino dell'Inter. Da quando haappeso le scarpe al chiodo è diven-tato commentatore Mediaset ma èrimasto legato ai colori partenopei.Al punto che è ospite fisso delleradio napoletane. «Mi fa piacere –ha chiosato – poter avere un con-tatto diretto con il Napoli e i napo-letani. Impossibile dimenticare lamia esperienza in azzurro. Sonocresciuto molto e ho capito checosa significa giocare al calcio. Pro-prio per questo sono molto entu-siasta che quest'anno si possafesteggiare la qualificazione inChampions League. Se la meritatutta il Napoli, al di là di questo fi-nale di torneo dove la stanchezza sista facendo sentire. Contro l'Interè una partita aperta a tutti i risul-tati. Naturalmente mi auguro che ilSan Paolo possa festeggiare al tri-plice fischio finale».

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PRIMO PIANOdi ANTONIO CORRADO

Ormai il divorzio tra il Napoli e Mazzarri è qualcosadi più di una semplice ipotesi. Ad ammettere che ilsuo futuro sulla panchina azzurra è incerto, è stato

lo stesso tecnico livornese nell’immediata vigilia della tra-sferta di Lecce salvo, poi, aprire uno spiraglio nel dopo par-tita proprio dopo poche ore dalle dichiarazioni di del Neriche si diceva convinto di restare alla Juventus al cento percento.

A questo punto, se davvero Mazzarri dovrebbe lasciareil Napoli, bisognerebbe capire quali sono i motivi che lostanno allontanando da una piazza che ha grande stima econsiderazione del proprio tecnico ma soprattutto lontanoda una squadra che con lui ha fatto i miracoli e che nellaprossima stagione sarà impegnata in Champions. Interro-gativi che, a questo punto, cominciano ad affollare la menteed a preoccupare i tifosi partenopei: perché Mazzarri do-vrebbe lasciare una piazza dove ha fatto veri e propri mira-coli? Perché un tecnico dovrebbe rinunciare a disputare lasua prima Champions League? Perché un allenatore do-vrebbe rinunciare ad un contratto che gli fa guadagnare glistessi soldi che, ad occhio e croce, dovrebbe andare a pren-dere altrove? Ipotesi, illazioni e congetture si sprecano.Forse un deterioramento del suo rapporto con De Lauren-tiis? Mancanza di unità di veduta sui programmi societari?Una sorta di gioco delle parti con i due contendenti intentia lanciarsi messaggi trasversali? Possibile. Difficile, però,potere limitare le cause del divorzio alle paure di Mazzarrilegate alla mancata riconferma dei risultati ottenuti que-st’anno. Difficile pensare che un allenatore capace ed am-bizioso possa rinunciare a cimentarsi con il Napoli inChampions ed a sfidare Milan ed Inter per il titolo. Più pro-babile, invece, che i programmi di De Laurentiis non coin-cidano con quelli del tecnico. Potrebbe essere questo il veroproblema per Mazzarri: una campagna di rafforzamentonon proprio al top che non consentirebbe al Napoli di po-tersi confermare tra le grandi del campionato e di potereben figurare in Champions. Mazzarri è consapevole che,con questa rosa, ha compiuto un vero e proprio miracolo eda uomo di calcio sa che i miracoli difficilmente si ripetono.Il tecnico livornese sa bene che questa rosa ha bisogno dirinforzi di qualità e di spessore per potere essere veramentecompetitiva e quando parliamo di elementi di spessore nonpossiamo certo pensare ai Matavz o ai Fernandez.

Almeno sei gli acquisti di livello internazionale che do-vrebbero andare a puntellare una rosa numericamente equalitativamente limitata anche in considerazione dei tantiimpegni che attendono gli azzurri nella prossima stagionee della forza del lotto delle concorrenti sia in Europa che in

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Ricomincio da tre

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Italia. Il timore di Mazzarri potrebbe essere, quindi, uninadeguato rafforzamento della rosa che non lo metterebbenelle condizioni di potere, quanto meno, confermare l’at-tuale stagione. Un’ipotesi certamente non peregrina anchein considerazione dei trascorsi del tecnico toscano: dopoavere riportato il Livorno in serie A, dopo ben 51 anni, de-cise di rinunciare alla massima serie e lasciare la squadraamaranto; stessa storia anche a Reggio Calabria dove riuscìnell’impresa di salvare dalla retrocessione la Reggina par-tita con ben 15 punti di penalizzazione, impresa che glivalse anche il conferimento della cittadinanza onoraria edopo la quale Mazzarri preferì abbandonare la compaginecalabrese consapevole dell’impossibilità a potere migliorareun risultato di per se storico che, senza penalizzazione,avrebbe visto la Reggina accedere all’Interoto. Film già vistoanche in occasione dell’epilogo della sua esperienza allaSampdoria con la disputa della finale di coppa Italia persasolo ai rigori e dopo avere portato la squadra alle sogliedell’Europa. La convinzione di un ridimensionamento tec-nico e societario portò Mazzarri ad abbandonare i blucer-chiati al termine della stagione. Non vorremmo chel’incertezza del tecnico livornese legata alla sua perma-nenza in azzurro sia dovuta proprio ai dubbi sulle reali in-tenzioni della società: un Napoli dai progetti modestiporterebbe di sicuro Mazzarri verso altri lidi, viceversa l’al-lestimento di un organico competitivo sia in Europa che inItalia potrebbe convincere l’allenatore di San Vincenzo a re-stare ben saldo alla guida degli azzurri. Sbilanciarsi adessosui motivi che hanno portato Mazzarri e De Laurentiis aquesto punto potrebbe essere ingeneroso nei confrontidell’una o dell’altra parte. Di certo ingenerosi sono statimolti dei media e degli addetti ai lavori locali che hannopraticamente massacrato Mazzarri sottoponendolo ad unvero e proprio linciaggio mediatico che ha incrinato ancheil rapporto tra i tifosi ed il tecnico. Un atteggiamento inge-neroso, irriconoscente e, a dire il vero, anche abbastanzaincomprensibile quello riservato da buona parte dei media.Per quanto mi riguarda prima di emettere sentenza aspettodi conoscere la verità e per conoscerla basterà attendere laprossima sessione di calcio mercato. A prescindere dallapermanenza o meno di Mazzarri sulla panchina del Napoli,sarà il mercato di De Laurentiis a dire la verità sulla vicendae chi ha sbagliato.

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LA FOTO DEL MESE

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IIl Napoli dice addio ai sogni scudetto e rimane in corsa Championssuo malgrado, perdendo l’imbattibilità al San Paolo in campionatoche durava dalla gara con il Milan. Partono subito forte i friulani

che, seppur orfani di Sanchez e Di Natale, si fanno subito avanti conl’ex Denis, ma al 4’ si distende De Sanctis. Cavani ha due occasioni ni-tide al 8’ ed al 11’ ma manda a lato in entrambe le occasioni. Hamsikviene fermato dall’assistente per un fallo dubbio al 25’, poi la primafrazione di gioco si chiude con un miracolo di Handanovic che deviain angolo una girata di Lavezzi nata da un cross di Cavani. Nella ripresail Napoli prova a rompere l’equilibrio con Hamsik e Cannavaro in aper-tura, ma la sfera termina a lato in ambedue le occasioni. A sbloccare ilmatch ci pensa però Inler dal fronte opposto con una grande conclu-sione dai 25 metri che complice anche una deviazione di Cannavaro siinsacca alle spalle di un incolpevole De Sanctis. Napoli tramortito, epoco dopo Denis piazza l’uno-due fatale, evitando il controllo di Ruize capitalizzando al massimo l’assist offerto da Armero. Gargano e Ma-scara provano a dare la scossa, ma la traversa di Maggio alla mezz’orachiarisce anche la fortuna che verso ha preso. Lucarelli con mestieresi procura un rigore e l’espulsione dell’ex Domizzi, ma Cavani si fa re-spingere la conclusione da Handanovic. Al 95’ la rete di Mascara servesolo per le statistiche: finisce 1-2 con l’Udinese che rientra in corsaChampions ed il Napoli che esce tra gli applausi dei 70 mila tifosi pre-senti, ma anche senza Cannavaro e Lavezzi, squalificati in vista dellaprossima partita con il Palermo.

Tagliavento di Terni

HandanovicBenatiaZapata

DomizziIsla

(dal 35’ pt Cuadrado)InlerPinzi

Armero(dal 46’ st Angella)

Pasquale (dal 32’ st Coda)

AsamoahDenis

A disp.: Belardi, Battocchio,Vydra, Corradi.

All.: Guidolin

NOTE: Spettatori 55 mila circa. Angoli: 5-2.

Recuperi: 2’; 6’.

De SanctisCampagnaroCannavaroRuizMaggioPazienza(dal 18’ st Gargano)Yebda(dal 22’ st Mascara)Dossena(dal 30’ st Lucarelli)HamsikLavezziCavaniA disp.: Iezzo, Aronica,Santacroce, Zuniga.All.: Mazzarri

1 2

11’

17’

90’

33a Giornata 17/04/2011

di ROSSELLA SAMBUCA

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Damato di Barletta

De SanctisCampagnaro

CribariRuiz

Maggio(1’ st Zuniga)

GarganoPazienza

(12’ st Yebda)DossenaHamsik

(19’ st Lucarelli)Mascara

CavaniA disp.: Iezzo, Santacroce,

Aronica, Sosa.All.: Mazzarri

NOTE: Spettatori 27 mila.Angoli 5-3 per il Palermo.

Recupero: 2’; 4’.

SiriguCassaniMunozBovoBalzarettiMigliaccioBacinovic(33’ st Acquah)NocerinoPastoreIlicic(26’ st Kasami)HernandezA disp.: Benussi,Carrozzieri, Darmian,Kurtic, Garcia.All.: Rossi

2 1

34a Giornata 23/04/2011

2’ rig

46’ rig

38’

25

Il Palermo torna, per un tempo, spumeggiante come nel girone d’andata e fa fuori il Napoli, privo di La-vezzi e ufficialmente in crisi. Per gli azzurri è la seconda sconfitta consecutiva.Ora Mazzarri deve guar-darsi le spalle, ritrovandosi invischiato nella lotta per la zona Champions con Inter (oggi seconda),

Lazio e Udinese, senza dare più nulla per scontato. Vittoria per 2-1 che, dal punto di vista palermitano,riconcilia la squadra rosanero coi tifosi, che hanno vissuto un girone di ritorno da incubo. E il Napoli? Nonpervenuto. Colpa di quel gol segnato a freddo, che ha finito per mettere più rabbia in corpo agli avversari,già caricati a mille dalla buona prova in Coppa Italia contro il Milan. Che la partita degli azzurri non sifosse messa in discesa, nonostante il fulmineo vantaggio lo si era capito subito. Troppo chiari i segnali diinaffidabilità lanciati dal terzetto difensivo, sballottato qua e là, peggio di una nave in tempesta senza ilpilastro Cannavaro. Anche il centrocampo, che riproponeva Gargano titolare, è riuscito a far molto, messoalle corde dalla dinamicità del duo Nocerino-Migliaccio e dalla verve di Ilicic e Pastore. Benissimo ancheBalzaretti (migliore in campo), meno Cassani, autore del fallo di mano che ha regalato il rigore dello 0-1 aCavani. Il gol dell’ex accende gli animi anche sugli spalti. Oltre al Napoli, graziato già da Bovo al 13’, ne ri-sente l’arbitro Damato a cui non serve dispensare cartellini per calmare i ventidue in campo. E nemmenocacciare il tecnico rosanero Rossi, imbufalito (a ragione) per la mancata espulsione di Pazienza. Meno maleper lui che al 38’ ci pensa Balzaretti a riportare la calma tra i siciliani, sia in campo che sugli spalti, con unbel diagonale a conclusione di una manovra avvolgente. Colpevole la difesa azzurra nell’occasione. Damatone combina un’altra al 45’, quando Migliaccio, innescato da un geniale tacco di Ilicic, piomba in area azzurrae viene steso poco prima che Nocerino metta in rete. Per l’arbitro non c’è vantaggio, ma solo calcio di rigore.Bovo dagli undici metri fa secco De Sanctis. Nella ripresa Mazzarri prova a cambiare le carte in tavola.Fuori un irriconoscibile Maggio, dentro Zuniga. Poi Yebda per il nervoso Pazienza. Niente da fare. In con-tropiede il Palermo vola, al 53’ Hernandez inaugura la serie di occasioni fallite colpendo un palo a tu pertu con De Sanctis. Il Napoli non approfitta nemmeno del fisiologico calo di ritmo dei padroni di casa.Insiste troppo sulla destra dove Balzaretti dopo Maggio disinnesca anche Zuniga, quando dall’altra parteDossena sembra essere più in palla rispetto all’avversario diretto Cassani. L’ingresso di Lucarelli per Ham-sik spezza il collegamento tra centrocampo e attacco. Così Gargano e Yebda, per colmare la distanza, fini-scono per aprire praterie a Pastore, Ilicic ed Hernandez, su cui Cribari è sempre in affanno. Il Napoli mettepalloni in mezzo in cerca della mischia risolutiva, ma è sempre il Palermo a sprecare, prima con Ilicic poicon Hernandez che spara altissimo all’85’ con De Sanctis praticamente battuto. Inutile anche il forcing fi-nale. Il Napoli perde 2-1 per la quarta volta consecutiva a Palermo e inanella per la prima volta in campio-nato due sconfitte di fila. Sconfitta comunque indolore, in chiave Champions diretta, visti gli stop diUdinese e Lazio. A quattro gare dalla fine, il vantaggio da gestire è di cinque punti.

di SISSY CANTALUPO

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Un altro passo per la scalata verso la Champions. La vit-toria di misura sul Genoa è un toccasana per le sorti delNapoli, che tra gli stop con Udinese e Palermo e le voci

di mercato, vere o presunte, sembrava veramente vicino a unacrisi. Ma gli azzurri hanno mostrato di aver ritrovato la grintadi sempre. Non il bel gioco, complice anche l’acquitrino del SanPaolo. È tornato Lavezzi e si vede. L’argentino, seppur ingab-biato dalla sua stessa voglia di spezzare il digiuno di gol al SanPaolo, è l’uomo in più dell’attacco partenopeo. Suo il primosquillo, con un destro da fuori che sfiora il palo alla sinstra diEduardo. Napoli però ingabbiato dal 4-4-2 messo in campo daBallardini: squadra compatta, raddoppio sistematico sugliesterni, ripartenze veloci e azzurri inevitabilmente in difficoltà.Pazienza al 20’ sfiora il palo di testa, risponde Floro Flores,anche se a creare l’occasione più nitida per il Genoa è Kucka conun tiro dalla distanza fuori di pochissimo. Il Napoli gira moltomeglio nella ripresa. Fioccano così palloni pericolosissimi in areagenoana. Lavezzi, però, è impreciso al 58’ quando spara alto unpallone regalatogli da Eduardo. D’istinto la respinta del portiereportoghese pochi minuti dopo su inzuccata di Yebda, subentratoa uno spento Pazienza. Il Napoli, spinto dal pubblico, adesso do-mina sugli esterni, ma Cavani e Lavezzi graziano Eduardo e com-pagni. Tocca così ad Hamsik risolvere la situazione all’83’, conun diagonale che spegne le resistenze del Genoa e avvicina il tra-guardo Champions. (S.C.)

Gava di Conegliano Veneto

EduardoMesto

(dal 28' s.t. Polenta)MorettiKaladzeCriscitoKonko

(dal 21' s.t. Destro)Rafinha

KuckaAntonelli

Floro FloresPaloschi

(dal 33' s.t. Jelenic)A disp.: Scarpi, Carlini,

Doninelli, Boselli.All.: Ballardini

NOTE: Spettatori 55.000 circa.Angoli: 13-6 per il Napoli

Recupero: p.t. 1'; s.t. 5'

De SanctisCampagnaro(dal 49' s.t. Santacroce)CannavaroAronicaMaggioGarganoPazienza(dal 15' s.t. Yebda)DossenaHamsik(dal 42' s.t. Mascara)LavezziCavaniA disp.: Iezzo, Ruiz, Zuniga,Lucarelli.All.: Mazzarri

1 0

35a Giornata 30/04/2011

27

83’

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Valeri

De SanctisCampagnaro

CannavaroAronicaMaggio

GarganoYebda

(15’ s.t. Mascara)Dossena

(15’ s.t. Zuniga)Hamsik

(40’ s.t. Pazienza)LavezziCavani

A disp.: Iezzo, Santacroce,Ruiz, Sosa.

All.: Mazzarri

NOTE: Terreno in buone condizioni.Recupero: 0’ p.t.; 5’ s.t.

RosatiTomovicGustavoFabianoMesbahOliveraVives(25’ s.t. Giuliatto)GiacomazziMunari(35’ s.t. Chevanton)CorviaDi Michele(47’ s.t. Coppola)A disp. Benassi, Donati,Brivio, Jeda.All.: De Canio

2 1

49’ rig.

88’

77’

36a Giornata 08/05/2011

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La festa finisce ancor prima di cominciare. A Lecce, il Na-poli regala i tre punti alla squadra di De Canio, che fe-steggia grazie al jolly pescato da Chevanton. Partita a

due facce quella di domenica al Via del Mare. Primo tempo so-porifero, nettamente vinto dal caldo e dalla voglia di entrambele squadre di aspettare che sia l’avversario a far la prima mossa.Unica emozione degna di nota, un tiro di Vives a lato allamezz’ora. La gara si accende di colpo nella ripresa. Dopo unaconclusione di Lavezzi ben controllata da Rosati, Campagnarostende in area Olivera. Corvia su rigore porta avanti il Lecce.Il Napoli si scuote, soprattutto grazie all’ingresso di Mascara.Al 4’Corvia stende Lavezzi sulla fascia sinistra guadagnandosiil secondo giallo. Con il Lecce in dieci, il Napoli prende corag-gio. Serve però un quarto d’ora agli uomini di Mazzarri per farbreccia nella retroguardia salentina. Ci riesce Mascara al 22’,bravo a girare in rete un cross di Zuniga. Cavani sciupa il goldella sicurezza mettendo alto, sempre di testa, a pochi passi daRosati. Poi, fa di peggio beccandosi il secondo giallo per un inu-tile fallo poco fuori l’area del Lecce. A questo punto, gli azzurripuntano tutto sul controllo. Lo fanno però in maniera tropposufficiente ed ecco che all’43’ Chevanton firma il gol che mandain estasi il Via del Mare. Nel finale Mascara, ancora di testa,sfiora il palo su cross di Maggio. Poi è solo festa leccese, la sal-vezza è possibile. (S.C.)

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Nella storia del Napoli, a parte Ottavio Bianchi e AlbertoBigon che vinsero gli scudetto dell’87 e del ’90, e Bianchiarrivò due volte secondo e una volta terzo, gli allenatori

che hanno ottenuto i migliori piazzamenti sono stati Bruno Pe-saola e Luis Vinicio (un secondo e un terzo posto a testa), poi Gar-butt, Chiappella e Marchesi (terzo posto). Ora Walter Mazzarri siinserisce tra i tecnici che hanno portato più su il Napoli sfiorandolo scudetto (contro il Milan) come accadde a Vinicio (contro la Ju-ventus).

I tempi sono cambiati, ed è cambiato molto il mondo del cal-cio, però molti si chiedono a quale allenatore azzurro del passatopossa assomigliare Mazzarri. Qualcuno azzarda: a Pesaola. Per lagrinta sicuramente (sono memorabili le foto che ritraggono ilpetisso con le smorfie della sua aggressività). Per la ge-stualità: Mazzarri sempre in fibrillazione ai bordidel campo con lo “spogliarello” puntuale dellagiacca gettata via, Pesaola con quel gestofurbo e ben visibile delle mani di andareall’attacco subito “cancellato” dal gestosuccessivo “nascosto” di stare ben die-tro in difesa. Per la scaramanzia, certo:il cappotto di cammello portafortunadi Pesaola fa parte della storia delNapoli, Mazzarri va in campo te-nendo in tasca un amuleto degliebrei e dei musulmani, l’hamsa, cheporta scritta la preghiera del viag-giatore. E per le sigarette: Pesaola aMazzarri sono due accaniti fuma-tori. Il petisso non più da quando ipolmoni si sono rifiutati di imma-gazzinare altro catrame. Mazzarri èstato il primo allenatore multato,quand’era alla Reggina, dopo esserestato sorpreso dal grazioso Tombolinicon la sigaretta in bocca (era scattato ildivieto di fumo in panchina).

Una differenza fondamentale però c’è trai due. Non solo, in quanto alle sigarette, Pe-saola ha fumato l’intero monopolio tabacchi eMazzarri solo una tabaccheria, ma a Walter mancal’ironia di Pesaola. Il Napoli più divertente della storia è statoquello di Bruno Pesaola. Gestire due “bambinielli” come Sivori eAltafini, geloso l’uno dell’altro fino al punto che Omar difficil-mente passava la palla a Josè, è stato il capolavoro del petisso.Mettiamoci anche il secondo posto (1967-68) conquistato controtutto e contro tutti con Sivori che, a un certo puto, si defilò e lasocietà in subbuglio che non pagava né i premi né gli stipendi.Quel piazzamento storico (per la prima volta il Napoli si piazzavasecondo) segnò la conduzione astuta ed eroica di Pesaola.

Più amato che contestato, e oggi amatissimo, Bruno ha gui-dato il Napoli in momenti felici (anche una promozione dalla Balla A, campionato 1964-65) e in tempi difficili (la salvezza neltorneo 1982-83 dopo il disastroso inizio di Giacomini). Ha vinto

una Coppa Italia (1962) e una Coppa delle Alpi (1966), primo tro-feo internazionale nella bacheca del Napoli. Mazzarri non haavuto momenti difficili da gestire col vantaggio di una societàsenza risse, il presidente De Laurentiis unico condottiero e re-sponsabile, il bilancio in attivo.

Per la passione tutta napoletana del petisso (“Sono un napole-tano casualmente nato a Buenos Aires”) e per la passione tutta per-sonale di Mazzarri (allenatore egocentrico), entrambi possonoessere considerati tecnici capaci di dare una scossa alla squadra edi tenerla in pugno facendo “blocco” nello spogliatoio con grandeforza di persuasione verso i giocatori. C’era più allegria nello spo-gliatoio del Napoli di Pesaola, c’è più “dittatura” in quello di Maz-

zarri che pretende fedeltà assoluta. Il petisso si è legatoindissolubilmente al Napoli e a Napoli, Walter sembra

di passaggio dopo la bella impresa di quest’annopuntando a guidare un club maggiore.

Pesaola ha vinto uno scudetto (Fiorentina1968-69), Mazzarri ha compiuto a Reggio

Calabria la sua vera impresa salvando peruna sola lunghezza dalla retrocessione

in serie B la squadra calabrese appesan-tita da 11 punti di penalizzazione. Pe-saola ha vissuto 37 anni di calcioattivo (14 da calciatore, otto nel Na-poli; 23 anni da allenatore), Maz-zarri 14 anni da calciatore e 10 daallenatore. Il tecnico toscano, 49anni, ha tutta una carriera in pan-china davanti.

Pesaola è stato la “storia” del cal-cio italiano, dal suo arrivo alla Romanel 1947. Nel Napoli ha giocato 240

partite, da allenatore l’ha guidato in297 gare fra campionato e coppe (130

vittorie). Mazzarri è alla guida del Na-poli da un campionato e mezzo battendo

quest’anno numerosi record: Napoli colmaggior numero di punti da quando è en-

trata in vigore la regola dei tre punti per vitto-ria, 9 vittorie esterne, 21 successi (a tre giornate

dalla fine del torneo) uguagliando le 21 vittorie del Na-poli del secondo scudetto.

Pesaola resta legato a una vita di sigarette e poker, alle nottidelle vigilie delle partite in cui ci raccontava il calcio. Mazzarri vadritto per la sua strada. Vive fuori Napoli (a Pozzuoli), divide i suoigiorni fra casa e pallone, riduce il rapporto con i giornalisti agliincontri “istituzionali”, le conferenze-stampa e stop. Pesaola èstato il tango e la favola del calcio. Mazzarri un irriducibile stu-dioso di tattiche (“Lavoro anche quando dormo”). Se l’indimenti-cabile e caro ai nostri cuori Gennaro Rambone affiancò Pesaolanella preparazione fisica del Napoli della salvezza del 1983, il pro-fessor Pondrelli, preparatore atletico che ha consentito uno stra-ordinario rendimento dei giocatori, è l‘asso nella manica diMazzarri.

Mazzarri e Pesaola

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IL CONFRONTOdi MIMMO CARRATELLI

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Cuore napoletano, Pesaola cominciò riportando il Napoli inserie A con una furiosa rimonta e i gol di Ronzon, Fraschini e Co-relli. Promozione e Coppa Italia furono il suo inizio fantastico. Me-morabili quei tre campionati in serie A con Sivori e Altafini, Julianoe Montefusco, Panzanato e Bianchi, Bandoni e poi Zoff in porta:terzo, quarto e secondo posto. Il petisso arrivò quasi alla finaledella Coppa delle coppe (1977), eliminato al penultimo turno dauno scandaloso arbitraggio a Bruxelles contro l’Anderlecht. Dallapanchina sapeva “leggere” come pochi la partita. Astute erano lesue “mosse” tattiche. Aveva di fronte autentici colossi. Otto scontricon Herrera: tre vittorie, tre pareggi, due sconfitte. Con Rocco,nove sfide: una vittoria, cinque pareggi e tre sconfitte.

Mazzarri, toscano di San Vincenzo (Livorno), ha sempre lavo-rato in città di mare: ad Acireale per cominciare, a Livorno, ReggioCalabria, Genova versante doriano, oggi Napoli, con l’intermezzodi un solo anno nell’entroterra toscano, a Pistoia. L’adrenalina di

Walter Mazzarri nasce proprio dall’eccesso di iodio del Tirrenoche ha immagazzinato da ragazzo e gli esalta la tiroide. Perciò èun uomo elettrico, una dinamo umana, un perpetuo arco voltaico.

Lupo solitario (non vuole sentirselo dire, ma poi confessa cheè così), si tiene distante da combriccole, clan e giri di quelli chepossono, nessuna comunella con i giornalisti, tanto meno conprocuratori e piazzisti di allenatori. Perciò Mazzarri passa per es-sere arrogante, spigoloso, superbo e vangelo calcistico in terra.Pertanto riesce poco simpatico al “sistema” che gli nega premicome meriterebbe (ma un Premio Prisco sì, un Premio Eccellenzedi Napoli sì).

De Laurentiis l’ha assunto a metà ottobre 2009. Glielo consi-gliò Gian Paolo Montali, ex tecnico di successo nella pallavolo (dueori europei con la nazionale italiana) passato a fare il manager nelcalcio. Montali doveva venire a Napoli dalla Juventus e segnalòMazzarri. Poi Montali “slittò” alla Roma, però arrivò il tecnico to-scano a sostituire Donadoni.

Il livornese di scoglio, definizione attribuita a chi, come Maz-zarri, sa camminare sulle asperità, distinguendolo dai livornesi disabbia, che hanno un cammino più morbido, ripaga a tambur bat-tente la fiducia presidenziale acciuffando una serie di risultati al-

l’ultimo respiro. E’ vero che Arrigo Sacchi, antico profeta, avevaenunciato i quattro principi fondamentali delle vittorie che sono“occhio, pazienza, memoria e bus de cul”, ma, così, a prima bottade cul, le vittorie immediate di Mazzarri all’ultimo istante solle-varono una perplessa ammirazione. Quale diavolo ci eravamomessi in casa? Ma poi la cosiddetta “zona Mazzarri” non era unanovità assoluta dell’allenatore di folto capello, né un subitanea in-tesa di Walter con san Gennaro. Era, invece, una “zona” già col-laudata a Reggio Calabria e a Genova dove aveva risolto a questomodo 19 partite.

Questo, per così dire, è il suo trend delle giornate adrenalini-che, vittorie memorabili al cardiopalma che gli hanno procuratola cittadinanza onoraria di Reggio Calabria, la maledizione per-petua dei tecnici gabbati sul filo di lana e il visibilio del “San Paolo”dove nessuno ricordava più, dai tempi del Napoli vibrante di LuisVinicio, una squadra azzurra tanto irriducibile.

E’ tornato a Napoli dov’era stato, tredici anni fa, col suo mae-stro Ulivieri: allenatore in seconda al seguito del leninista di SanMiniato (Pistoia), altra lenza toscana, e preparatore specifico diPinuccio Taglialatela, quattro volte in panchina a guidare il Napoliperché Renzaccio si faceva squalificare spesso e volentieri.

Mamma Edda ha sospirato tanto perché si prendesse “unostraccio di carta” e lui l’ha accontentata diplomandosi in ragione-ria e facendo dodici esami alla facoltà di economia e commercioquando era già ritenuto, nella giovanili della Fiorentina, l’emulodi Antognoni. “Avevo talento e portavo il 10” ricorda.

Si è diplomato a Coverciano con una tesi sull’allenatore inseconda. E’ stato campione del mondo (Vialli e Ferrara con lui)con la nazionale militare. Da giocatore ha girato undici squadre.Da allenatore ne ha guidate sei. E’ un re martello, come ricono-sce lui stesso, “autorevole ma non autoritario”, pignolo e insi-stente nei dettagli, “perché il calcio non è una scienza esatta,ma è abbastanza preciso”. Ma così “preciso” a Napoli nessunose lo aspettava, cioè non ci aspettavamo che, abbandonati dal-l’Ingegnere e risorti dalle ceneri di Corbelli e Naldi, potessimorivedere una squadra con un senso di gioco raccogliendo risul-tati immediati.

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La buona reputazione

vale più della ricchezza.

Il buon nome

più dell ’argento e dell ’oro...

( RE SALOMONE)

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Durante la mia vita ho avutola fortuna di fare la cono-scenza di molti uomini im-

portanti che per decenni hannodominato la scena del campo indu-striale, dello sport e dell’arte. Dimolti ho un ottimo ricordo però,

oggi voglio ricordare un personag-gio, Angelo Moratti, presidentedell’Inter, che per decenni è statogiustamente considerato il migliorpresidente del calcio italiano. Iostesso lo definii il sovrano del calcioitaliano e tutti noi giovani presi-

denti ci consideravamo solo suoisudditi. Per anni ho goduto della suaamicizia e per anni l’ho ammiratoanche se, infondo, eravamo rivali incampo sportivo. Ho avuto perfino lasoddisfazione di essere premiato in-sieme a lui nella sede del Milan. Fui

IL FIORE ALL’OCCHIELLOdi ROBERTO FIORE

ANGELO MORATTI,IL VERO SOVRANODEL CALCIO ITALIANO

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considerato il presi-dente della nuovagenerazione e lui“Presidentissimo”del calcio italiano.Mi riprometto diraccontare moltiepisodi sul nostrorapporto. Il lettorepotrà rendersi contoche Moratti avevamolta simpatia pernoi napoletani. L’In-ter era nel suocuore. L’Inter do-veva vincere e domi-nare però, siaugurava che il Na-poli potesse conti-nuare sulla stradaintrapresa. Per ilc a m p i o n a t o1965/66 allestii unasquadra che si rivelòforte, molto forte.Ogni domenica vin-cevamo tenendoci alpasso con la GrandeInter. Per molti mesilottammo alla parial punto che fummo invitati ad untorneo che si disputava a Toronto eNew York

e ricevemmo un’accoglienzatrionfale anche perchè eravamo intesta alla classifica con l’Inter. Senon si fosse verificato l’infortunioautomobilistico al figlio di Sivori, acausa del quale a Brescia riuscimmo

solo a pareggiare, avremmo potutovincere perfino lo scudetto avendoil vantaggio di giocare l’ultima par-tita a Napoli contro l’Inter. In vistadi quell’incontro, Moratti arrivò inbarca il sabato 22 maggio insiemealla sua consorte e si premurò di in-vitarmi a cena. Durante il corso dellaserata arrivò la notizia che il “Mago”Helenio Herrera aveva deciso di

schierare il giornosuccessivo moltirincalzi, allo scopodi sminuire il valoredi una nostra paven-tata e possibile vit-toria. Manifestaisubito il mio disap-punto: “Con il suopermesso invierò atutto lo staff dellasua squadra delle me-daglie commemora-tive ad eccezione diHerrera perchè non loritengo meritevole emotiverò pubblica-mente il gesto”. Mo-ratti mi fissòdicendomi: “Caroamico, le assicuro chefino a quando sarò ioil presidente, l’Inter sicomporterà semprenel rispetto delle re-gole”. Si assentò, poiper telefonare al suoallenatore. Ricom-parve dopo pochiminuti per rassicu-

rarmi: “Domani l’Inter scenderà incampo con tutti i suoi titolari”. Lo rin-graziai promettendogli che il giornosuccessivo avremmo assistito ad unbellissimo incontro. La vittoria ar-rivò puntualmente. Vincemmo per3-1. Vinse il Napoli ma, a mio av-viso, vinse anche l’uomo e lo stile“morattiano”.

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di STEFANO NAPOLITANO

Sono bastati un paio di risultati negativi del Napoli, chein molti subito si sono lasciati ad andare a critiche.Con una disinvoltura, quasi disarmante, in molti, si

lasciano trascinare in giudizi di rendimento, figli solo edunicamente dell’ultimo risultato conseguito dal Napoli. Benvenga l’analisi critica di ogni singola gara, ma mettere in di-scussione l’intera stagione del Napoli, o la validità o menodi alcuni suoi elementi e dell’allenatore, sembra davverofuori luogo, alla luce del gran bel campionato disputato dagliazzurri.

A poche giornate dal termine del torneo, davvero inpochi avrebbero pronosticato l’attuale piazzamento in clas-sifica del Napoli.

Ai nastri di partenza, gli azzurri venivano indicati unpò da tutti, come una compagine certamente ben attrez-zata, ma ancora molto lontana, non solo dagli squadroni diMilano, ma anche dalla Roma, dall Juventus e, secondo al-cuni, anche dalla Lazio, dal Palermo e dal Genoa. La squadra

ha invece mantenuto un rendimento costante dall’inizio allafine. Ha messo insieme nove vittorie in trasferta che, è benericordarlo, denotano personalità e non vengono mai percaso. Solo di recente ha perso due gare consecutive - e ciònon accadeva da più di un anno - e, cosa molto importante,ha scalzato da subito in classifica, formazioni quali la Ju-ventus e la Roma, certamente più accreditate all’inizio. Eche, per raggiungere certi traguardi, in estate avevano prov-veduto ad effettuare dispendiose operazioni di mercato.

La filosofia del gruppo proposta dal Presidente De Lau-rentis e sposata appieno da Mazzarri, è indubbio che abbiadato i suoi frutti. Certamente, qualche polemica, all’internodello spogliatoio non sarà mancata, ma nulla al confrontodi ciò che è accaduto in seno ad altre compagini.

Il Napoli ha da subito dimostrato di essere una forma-zione unita e compatta.

Dove tutti hanno denotato un enorme spirito di sacrifi-cio e reso molto di più rispetto ad ogni più rosea previsione.

Ma... si poteva fare di più

RINGRAZIAMOL

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Da Pazienza a Grava, passando per Yebda fino a Dos-sena e Zuniga. E’ cresciuto esponzialmente il rendimentodi Cannavaro e gli stessi Lavezzi e Hamsik hanno confer-mato le loro ottime scorse stagioni. Certamente, la puntadi diamante e la gran sorpresa, è stato il rendimento diCavani. Giunto a Napoli per sostituire il partente Quaglia-rella; e nessuno, ma neanche i tifosi più sfegatati, avreb-bero pronosticato che l’attaccante uruguaiano, alla suaprima stagione con la maglia azzurra, avrebbe realizzatopiù di trenta reti.

Però, è risaputo, pare che certa stampa nostrana, non siamai contenta e, invece di mettere in evidenza che squadroniquali quelli di Milano, di Roma e Torino, siano costati al-meno dieci volte in più di quella azzurra - evidenziandoquindi un’elevata competenza delle oculate scelte di mercatodello staff del Napoli - spesso e volentieri è andata a rimar-care il fatto che il Napoli abbia perso entrambe le gare conil Milan e con l’ Udinese. Senza ricordare che entrambe lesconfitte con il Milan sono maturate in maniera per cosìdire “particolare” e che, contro i bianconeri friulani, ab-biamo sbagliato due rigori in due partite.

E poi, i campionati, si vincono battendo le piccole incasa e fuori. Perchè, certe sconfitte, su campi quali Pa-lermo e Verona ci possono anche stare. Il ritardo del Na-

poli dalla vetta della classifica è più che altro dovuto aipunti lasciati in casa a squadre come il Bari, il Chievo e ilBrescia.

Completamente inutile, come ha fatto la Juve, vincerea Milano con il Milan e all’Olimpico con la Roma, batterein casa Inter e Lazio, se poi perdi a Bari, a Lecce, e in casacon il Bologna e il Parma che te ne rifila quattro.

Ora siamo all’ultimo sprint. Il Napoli ha tutte le carte inregola per centrare un traguardo prestigioso che, ad iniziostagione, era pura utopia.

Mancano poche partite al termine della stagione e tuttinoi vogliamo ascoltare quella musichetta...

Ed è per questo motivo che la squadra ha bisogno oracome non mai, del sostegno del pubblico. Quel sostegno cheha sempre avuto un notevole peso specifico sul rendimentodella squadra del Napoli.

Che ogni polemica sia messa da parte e il S. Paolo torniad essere quella bolgia che tutto il mondo ci invidia.

Qualificarsi in Champions senza passare per i prelimi-nari, permetterebbe alla Società di programmare ancorameglio la prossima stagione. E quest’anno il Napoli farà ungran mercato. Perchè l’ottimo Bigon, nella scorso mercatoha quasi smaltito del tutto gli errori/orrori di Marino cheavevano zavorrato la Società di tanti ingaggi inutili.

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TESTIMONIANZ

Nella corsa verso lo stadio San Paolo, angoli bui e so-cialmente rilegati da ingombranti e imbarazzanticumuli di rifiuti fanno oramai da cornice, conse-

gnando a tutto il mondo una sempre più scioccante e pes-simistica cartolina di Napoli, simbolo di stortureamministrative e di una profonda disaffezione scaturita daanni di malapolitica. Affari pruriginosi, legati a logiche eco-nomiche e clientelari, lontani da ogni alleanza ideologica,consacrano questa città come il tempio delle malefatte edel pregiudizio.

All’imbrunire, nel silenzio di uno stadio semivuoto,mentre un leggero venticello spettina i capelli e fa quasirabbrividire, le tifoserie si apprestano a decorare gli spalticon stendardi e striscioni e ad organizzare dettagliata-mente la coreografia in sostegno e incitamento della pro-pria squadra.

La luna piena offre uno scenario luminosissimo, un

momento magico di passaggio da lasciare presagire la mas-sima espressione artistica al culmine della creatività, men-tre tutto l’universo sembra percepire questa forza.

L’ imperativo categorico è vincere; ma, è in questa do-menica del 17 aprile che il sogno azzurro viene infranto, alcospetto di un rotondo e luminoso satellite naturale, chesecondo un’antica leggenda quando si avvicina troppo allaterra fa impazzire tutti.

Un’amara sconfitta, dal malcontento generale per untricolore sempre più lontano, per quella che poteva e do-veva essere oltre che una vittoria sul campo, una vittoriasugli spalti.

All’indignazione diffusa tra i tifosi per la prestazionecalcistica che non ha reso giustizia al talento e alle capacitàdei calciatori del Napoli, segue quella verso le tifoserie delledue curve, caratterizzate da un forte senso di appartenenzaal proprio gruppo, da sempre impegnate a sostenere la pro-

La portata ideologica del tifo lievit

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pria squadra, trovando lamassima espressione du-rante le competizionisportive.

L’ ideologia centrale difedeltà, passione e adora-zione alla squadra delcuore in questa domenicaaberrante, al limite di ognifollia e violenza verbale, èstata negata per il predo-minio di striscioni lontanida ogni riferimento calci-stico e vicini ad un’esibi-zione farlocca estrumentale, frutto di ri-valità, gelosia e invidia.Parole menzognere chetrovano approvazionesono in una moltitudine di beoti, che languono d’inediaperché non hanno niente, che vivono di gioie violente enon sanno che le stesse muoiono nel loro trionfo, chehanno come destinatario Gennaro Montuori, ex leaderdella CURVA B, una figura esemplare del tifo azzurro per

la sua lealtà, trasparenza,purezza e passione.

In questa domenica daitoni bassi, per le lanci-nanti e provocatorie pa-role scritte, per quei cori diincitamento che non sonopartiti dai relativi settoridello stadio, si è distintoper perseveranza, osser-vanza e riverenza verso lapropria squadra il settoredei DISTINTI, capitanatoda Michele Cantalupo, checon il suo gruppo “SAN-GUE AZZURRO”, ormaidal 2002 coltiva questapassione con onesta de-terminazione, incitando i

tifosi a suon di cori, sventolando bandiere, introducendostriscioni di qualsiasi dimensione, lanciando coriandoli,accendendo fumogeni, coinvolgendo anche donne, bam-bini e anziani, in contrapposizione ad ogni forma di vio-lenza.

ZE di SISSY CANTALUPO

ta senza interessi e giochi di potere

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Il gruppo “SANGUEAZZURRO” foggiato dauna profondissima pas-sione di dodoci persone,tra cui il PresidentissimoMichele Cantalupo, at-tore napoletano moltoapprezzato nel suo am-biente (numerose sono lesue apparizioni sul pic-colo e grande schermo), ilDirettivo Vincenzo Scar-pato (detto O‘CUOZZO)e i rispettivi Giuseppe Vi-sone (detto Peppe O’TUBB’), Fabio Ricciardi(detto FABIOLINO), Pa-squale Andreoni (dettoPADRE PIO), Giuliano,Bezzy e Flavia Pennac-chio, Roberto Scarpato,Massimo Medoro, Valen-tina Siragusa, Ivana Ga-gliotti e infine l’ Avv.Mocerino Arianna, oggiconta 2000 passionali e pacifisti tifosi, uniti da un’unicaideologia calcistica, all’insegna del divertimento e dellasportività, e hanno come comune denominatore il tifareper la gioia di essere prima sportivo e poi tifoso.

Indimenticabili sono senz’altro le imponenti coreogra-fie nel pre-partita di Napoli- Milan e di Napoli- Juventusdisputate nel 2009, per evidenziare l’importanza del tifoorganizzato a garanzia del successo delle stesse. Dalla mac-china decisionale del direttivo agli attivisti e ai ragazzi piùgiovani, tutti si muovono e impegnano per la realizza-zione delle coreografie, facendo leva sull’autofinanzia-mento e sulle collette fra tifosi per reperire i fondinecessari all’allestimento.

Il gruppo “SANGUE AZZURRO” è sicuramente uninequivocabile modello di ispirazione per il tifo non solocalcistico, ma anche e soprattutto sportivo. Questo tifoche aggrega e unisce i cuori dei tifosi prescinde da situa-zioni non prettamente calcistiche, rivolgendosi solo edesclusivamente alle imprese della propria squadra. La por-tata ideologica del tifo, lontana da ogni interesse e giocodi potere, allarga i suoi orizzonti unendo le energie e

l’amore di tutti i tifosi, consolidandosi nell’idea di un’alle-anza tra i tre gruppi leader dell’UNIVERSITA’ DEL TIFO,“SANGUE AZZURRO” , “RESPIRO AZZURRO” E BAT-TITO AZZURRO”.

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TESTIMONIANZA DI UN TIFOSO DELLA CURVA B

Mi chiamo Marco ma il mittente sono quei ragazzi che attualmente stanno soffrendo in Curva

B, ho già tentato di contattare Gennaro su facebook ma probabilmente non è riuscito ancora a

connettersi. Spero leggerai questo messaggio Gennaro, ti chiedo a nome di tutti i ragazzi del

Commando Ultrà (che non morirà mai) che continuano a esserci ogni domenica al centro della

Curva di ritornare almeno per un paio di partite, abbiamo bisogno di una guida e questa gen-

taglia se ne deve andare, a fine Napoli Udinese c’è stata una mega rissa sul retro della Curva,

come nel prepartita e durante alcuni cori accennati contro di te, la gente urlava “Verognatevi”

ma è possibile che dobbiamo pure prendere botte per difendere la storia della curva b? Capisco

che ormai te ne può fregare poco ma ci sono cose per cui si spende tutta la vita e che non sa-

ranno mai cancellate e dimenticate. Spero questo messaggio sia privato e non letto da qualcun

altro, c’è il club su facebook Ultras Napoli 72 dove puoi chiaramente leggere la rabbia di tifosi

come me. Ti chiedo e ti prego con tutto il cuore solo di non abbandonarci a noi stessi e di non

abbandore la Curva B la tua e la nostra casa di sempre. Lasciare le cose come stanno non è

possibile, il cuore del tifo ama e non dimentica, si rischia di iniziare una vera e propria guerra

interna e vedere il tempio del Calcio, quale la Curva B, in questo stato scandaloso, fa troppo

male.Noi abbiamo un unico leader che si riassume nella tua persona e ti ringraziamo per averci

trasmesso passione, tifo e intraprendenza. Non vogliamo stare al servizio di pensieri forzati,

sbagliati e che non ci appartengono. Noi andiamo allo stadio per tifare Napoli, la nostra unica

priorità. Ho il terrore di portare la mia ragazza in Curva ora, data la situazione. Comprendo

l’attuale momento e ti dico con sincerità che non ho idea di cosa possa succedere se te tornassi

in Curva. Ho 23 anni, sono giovane e non ho potuto vivere il periodo del tricolore con te e i ra-

gazzi, ma i sussurri in curva sono forti. Vogliamo gridare per i nostri colori, vogliamo giungere

ai 90 minuti senza voci e vogliamo far tremare le mura della curva b a cui sei legato e lo sarai

per sempre senza come si faceva un tempo. Il gelo e il silenzio che spesso si manifesta anche

all`entrata dei giocatori è una pugnalata al cuore ogni maledetta domenica. E non ti parlano

persone adulte ma ragazzi come me che hanno conosciuto fortunatamente il vero tifo con te.

Per il Napoli, per Giorgio Ciccarelli e per tutte quelle persone che hanno dato la voce, la pelle

e la vita per la Curva e per costruire un vero tifo, ti chiediamo di non abbandonarci.COMMANDO ULTRÀ CURVA B!

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SETTORE GIOVA

Il Trofeo Sardegna città di Olbia è un torneo inter-nazionale di calcio Under 19 (nati dal 1992 in poi)che si è svolto in Sardegna dal 19 al 23 aprile. Ap-

prodato alla sua terza edizione, tra le squadre iscrittehanno partecipato cinque italiane: Cagliari, Napoli,Milan, Atalanta e Palermo. Novità di questa manifesta-zione è stata l’adesione di squadre asiatiche e russe e lapartecipazione del Barcellona e del Milan. Le gare sonostate disputate presso gli impianti sportivi comunali diOlbia (allo stadio “NESPOLI”), Arzachena (stadio “BIA-GIO PIRINA”, e “stadio ABBIADORI”) e San Teodoro(stadio “COMUNALE”). Gli azzurrini, accompagnati daitecnici Miggiano e Cusano hanno affrontato squadredi calibro come Azerbaijan, Barcellona, Olbia, Cagliari,arrivando in finale contro lo Shakhtar, in cui il Napolilotta con il cuore fino alla fine nonostante l’inferioritànumerica (gli azzurrini restano in nove uomini dopol’espulsione di Sestile e Izzo, ndr), ma è costretto ad ar-rendersi alla miglior formazione del torneo. “Un’espe-rienza molto importante per i ragazzi della Primaveraazzurra” dichiara Roberto Miggiano, allenatore delgruppo, che analizza il percorso di questo anno allaguida degli azzurrini. “Tirando le somme alla fine delcampionato- prosegue Miggiano – il bilancio non è ne-gativo. Siamo arrivati ad un punto dai play off, sonosoddisfatto della crescita dei ragazzi sia sotto il profilo

umano che tecnico. Per quanto riguarda il Torneo diViareggio, invece, è stata una prova positiva, anche sesiamo usciti immeritatamente. L’ultima gara giocatacontro lo Spezia ci ha penalizzato in quanto abbiamoincontrato delle difficoltà in un ambiente ostico. Per ilfuturo è ancora tutto da vedere, aspetteremo le deci-sioni della società”.Entusiasta per i risultati raggiunti, Pompilio Cusano,tecnico della Primavera del Napoli che ha sostituito losqualificato Miggiano, oltre ad essere l’unico allenatoreche ha guidato tutte le categorie del settore giovanile az-zurro, dagli esordienti alla Primavera. “Questo Torneo,volto alla terza edizione, è stata un’occasione di confrontocon altre realtà di grosso calibro come, ad esempio, la‘cantera’ del Barcellona. Abbiamo disputato diverse garearrivando in finale ed uscendo a testa alta. Dalla primavittoria con l’Azerbaijan, alla sconfitta con i blaugrana,espressione di un vero e proprio calcio spettacolo, alla vit-toria a tavolino contro l’Olbia (per la posizione irregolaredi un calciatore, ndr), alla semifinale con il Cagliari diGianluca Festa ed infine la finale contro lo Shakhtar,persa di misura ma, nel contempo, molto combattuta. Iragazzi hanno disputato ottime gare durante l’intero tor-neo, sia dal punto di vista tecnico che disciplinare, racco-gliendo elogi e consensi da tutti gli addetti ai lavori. E’stata un’ottima vetrina”.

Terzo trofeo di Sardegna.La parola ai tecnici

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ANILE di ROSSELLA SAMBUCA

2 TURNONAPOLI AZERBAIJAN 3-1

Napoli (3-4-3): Varisco (23’st Sestile); Petta, Izzo,Donnarumma; Dezi (14’st Esperimento), Gatto(28’pt Iuliano), Fornito (10’ st Eligibile), Guerra; Ra-dinovic (8’ st Riccio), De Vena (8’ st Montuori),Arena (1’ st Signorelli). All.: MiggianoAzerbaijan (4-4-2): Roshad; Ruslan C., Haci, Kerim,Xaular; Gross, Fuad (15’st Elshen), Nurlan, RuslanA.; Rakman, Rizvan (31’ st Samir). A disp. Orxan,Kerim, Akif, Eldar, Mirsawib, Magsad. All.: Veli Ko-sumovReti: 7’ pt Radinovic; 6’st Radinovic, 12’ st Riccio,24’ st Nurlan (rig.)Note: Giornata calda e soleggiata, terreno in per-fette condizioni di gioco.Spettatori 100 circa. Ammoniti Fuad (A), Izzo (N),Radinovic (N)

_________

3 TURNONAPOLI-BARCELLONA 0-2

NAPOLI (4-3-3): Varisco; Petta, Izzo, Donnarumma;Dezi, Gatto (14’ st Iuliano), Fornito (7’ st Eligibile),Guerra; Radinovic (16’ st Signorelli), De Vena (18’st Montuori), Arena (1’ st Riccio). A disp: Sestile,Esperimento. All. MiggianoBARCELLONA (4-3-3): Unzue; Balliu, Rosell, Ayala(10’ st Dalmau), Garcia; Ribas (10’ st Perez), Palau,Calvet (16’ st Espinosa); Herrera (1’ st Sanchez),Moreno, Etock (16’ st Dongou). All.: Garcia JunyentReti: 31’pt Etock; 5’ st SanchezSpettatori 480 circa. Ammonito Izzo (N)

_________

QUARTI DI FINALENAPOLI-OLBIA 3-5 (d.c.r.)

NAPOLI (3-4-3): Varisco; Petta, Izzo, Donna-rumma; Dezi, Fornito (35’ st Iuliano), Gatto,Guerra; Radinovic, Montuori (6’ st Riccio), DeVena. All. MiggianoOLBIA (4-4-2): Melis; Casu, Farris, Pinna, Piga (6’st Scanu); Oggiano, Meloni, Malesa, Scioni; Ghera(32’ st Farina), Datome (23’ st Kozeli). All. SerreriSequenza rigori: Casu (gol), Iuliano (gol), Pinna(gol), Gatto (gol), Oggiano (gol), De Vena (palo),Scioni (gol), Donnarumma (gol), Meloni (gol).Note: Giornata nuvolosa, spettatori 150 circa. Am-moniti Gatto (N), Fornito (N).

NOTA. Ma, nonostante la sconfitta sul campo, l’av-ventura degli azzurrini al Trofeo Sardegna non èterminata. La società partenopea ha presentato ri-corso al comitato organizzativo, perché nelle filadella Selezione Olbia/Tempio comparivano due gio-catori non inseriti in distinta, motivo per cui la garaè stata vinta dagli azzurri a tavolino per 3-0.

SEMIFINALENAPOLI-CAGLIARI 2-1

NAPOLI (3-5-2): Varisco; Petta, Izzo, Donnarumma;Dezi, Eliggibile, Iuliano, Arena (22’ st Signorelli, 33’st Gatto), Guerra; Radinovic (14’ st De Vena), Riccio(24’ st Montuori). All.: Roberto MiggianoCAGLIARI (4-4-2): Anedda; Capelli (5’ st Lasi), Cro,Usai, Murru; Pisanu, Giorico, Melis, Sanna (6’ st Gal-lon); Chelo (19’ st Mannoni), Porceddu. All. GianlucaFestaReti: 32’ pt Arena; 8’ st Radinovic, 24’ st PisanuNote: giornata piovosa, terreno scivoloso. 300 spet-tatori circa. Ammoniti Donnarumma (N), Gallon (C),Signorelli (N).

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FINALENAPOLI-SHAKHTAR 0-1

NAPOLI (3-5-2): Sestile; Petta (30’st Montuori),Izzo, Donnarumma; Dezi (19’ st Riccio), Gatto, Iu-liano, Fornito, Guerra; Radinovic (26’ st Signorelli),De Vena (12’ st Varisco). All.: MiggianoSHAKHTAR (4-2-3-1): Galchuk; Diakiv, Glushtskiy,Rusanov, Sartina; Vakulenko, Steblovskiy; Totovit-skiy (34’ st Oleynnik), Karp (16’ st Bolbat), Keav-chenko (19’ st Bagdasarov); Zagorulko. All.:Oleksandr FunderatReti: 9’ st KarpNote: Giornata piovosa, terreno scivoloso. Spettatori 600 circa. Ammoniti Petta (N), Izzo (N),Diakiv (S), Karp (S). Espulso Sestile (12’ st) pergioco non regolamentare.

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CAMPIONATI GICon  Peppe Volpecina direttore tecnico e Salva-

tore Aveta presidente della Boys Caserta Calcioproviamo a fare un primo bilancio dell’annata

agonistica 2010 /2011. Con Volpecina , come detto cisoffermiamo sull’attività dei ragazzi e degli istruttoridella scuola calcio, un anno sicuramente positivo vistii risultati ottenuti, Allievi regionali qualificati qiquarti di finale play-off, Allievi regionali fascia B qua-lificati ai play-off, Juniores regionale per un sol puntoal 3° posto nel girone e il tutto avvalorato dalla par-tecipazione di ben tre calciatori nelle vari rappresen-tative regionali per le categorie Juniores/Allievi/Giovanissimi. Volpecina si ritene soddisfattodopo appena sette mesi di conduzione tecnica dellaBoys Caserta, anche dal fatto che il numero degliiscritti è aumentato e ancora oggi, mese di maggio, sicontinuano a fare iscrizioni nelle categorie baby, vera

ricchezza tecnica di una scuola calcio. Insommadopo  ben cinque anni di direzione tecnica, della Ma-riano Keller di Napoli, Volpecina prova a bissare i suc-cessi ottenuti, onore e merito al presidente  SalvatoreAveta di aver caparbiamente voluto Peppe alla guidadella Boys. Certo i risultati fin qui ottenuti non pos-sono essere che l’inizio di un futuro proficuo per i gio-vani calciatori in erba della Boys, la qualità già vienemessa in evidenza dalle numerevoli richieste di squa-dre professioniste, che hanno visionato un numeroconsiderevole di calciatori, se son fiori fioriranno. In-somma sembrerebbe che sia possibile la quadraturadel cerchio, pecurialità della  direzione tecnica  mas-sima disponibilità della presidenza sono un ottimo bi-nomio per raggiungere traguardi importanti,nell’ottica di un futuro sportivo per i ragazzi dellaBoys, sempre nel rispetto di quei valori che hanno

fatto grande un calciatore come Volpe-cina esempio di professionalità dedi-

zione e amore per lo sport.Salvatore Aveta in questi giorni èimpegnato nel progetto di realiz-zazione del campo di calcio in erbasintetica, questo ulteriore investi-mento, come detto è suffragatodai risultati sin qui raggiunti,anche in funzione del fatto che laBoys Caserta ha l’opportunità,gra-zie al presidente Aveta, di svolgerela propria attività agonistica su diuna struttura privata,  Campo Be-nedetta Ferone di Casolla, ad usoesclusivo.

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IOVANILI

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PRIMAL INTIMO

I TIFOSIDI

DOMANI

VINCOLI DI SANGUE

L’Azienda leader dell’intimo attraverso queste foto di tifosi napoletani si complimenta con la squadra partenopea per aver raggiunto

la qualificazione in Champions League

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NELLE LIBRERIEE NELLE EDICOLELa casa editrice "Tifosi Napoletani" ha presentato con una conferenza stampa il libro "I due scugnizziPALUMMELLA & MARADONA", scritto da Eugenio Chartier e con la prefazionedell’Avv. Enrico Tuccillo, lanciato da pochi giorni sul mercato.Dei due protagonisti, Palumella e Maradona, potreteleggere cose, che nei fiumi diinchiostro versati nonsono state maiscritte. DiPalumella, la cuipassione per gliazzurri del Napolil’ha portato adividere con essafinanche gli affettifamiliari (chesono stati e sonoil vero scopo dellasua vita),trovereteaneddoti edavventure unici.Di Maradona, si èdetto tutto, miauguro trannequel poco da mescritto.Il libro (illustratoda meravigliosefoto) oltre cheaffascinarvi saràaccompagnato daun Cd contentetre brani scritti emusicati daEugenio Chartiere VivianaCozzolino, unbrano delMaestro Enzo DiDomenico ed unodi PieroPalumbo.tre,potete ascoltaredi GennaroMontuori ladeclamazionedella poesia, di cuiè autore, “’ACURVA B”.

eccezionalmenteeuro8,90

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