GalileiPONline maggio 2011

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Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” Manfredonia Progetto PON C 1 “A chiare lettere” Dirigente Scolastico Prof. Roberto Menga Esperto Prof. Luigi Amoroso - Tutor Prof.ssa Barbara Salice galilei on line NUMERO UNICO MAGGIO 2011 Apologo MANFREDONIA, IL PAESE DEI BALOCCHI? Ylenia Basta e Rossana Coccia III F C’era una volta una piccola città sul mare, graziosa e accogliente: Manfredonia! Città di nobili origini, brillante come un diamante. Al- cuni uomini hanno deci- so, naturalmente, di abitarci subito. Povera città!!! La gente stupi- damente ed incoerente- mente l’ha deteriorata volontariamente o, co- me comunemente si suole dire, involontaria- mente! Ma, come si sa, questa gente mente sempre e non capisce proprio niente. 2011, camminiamo, osservia- mo e pensiamo : ma quanti vandali ci sono in giro?! Muro raro… bianco! Colo- ri a volontà in questa città! Peccato che di più buono non ce n’è se non parlando di thè, che sicuramente puoi impara- re a non comportarti male perché l’intelligenza è quella che non ti fa sporcare la città che dovresti elo- giare. Il soldo sai cos’è??? Un sacrificio duro che servirà a te! Quin- di conviene colla- borare, di meglio fare per evitare di sprecare. Il detto: “Il negozio fa l’affare se la moda è sul giornale” a Manfredonia non vale, ma è una cosa essenziale avere la marca con un carattere cubitale per non insinuare che con la moda non puoi campa- re. Alcune, per rispar- miare, le loro grazie preferiscono mostra- re… Le banche voglion svuotare e magari…non pagare. Sarà meglio risparmiare??? Torniamo a noi… Ave- te presente un fiore colorato appena nato? Ecco, purtroppo, la nostra città non può esserlo perché, a volte, il concime manca e molto spesso anche l’acqua. Come si può pretendere che questa città fiorisca e gioisca senza la collaborazione e senza il “ tutti in azio- ALL’INTERNO SMARTPHONE, CHE PASSIONE! PAG 2 SPECIALE DONNA PAG 4 QUALE FUTURO PER IL CINEMA A MANFREDONIA? PAG 6 PON D’ITALIANO: NON UNA PERDITA DI TEMPO... PAG 8 ne” con in mente una missione? Il cielo è blu ma, forse, non lo sarà più se l’inquinamento salirà su. Rispettiamo l’ambiente e con un po’ più di ordine sicura- mente la nostra città si salverà e sopravvivrà. La natura ne giove- rà e sorriderà. Ti chiedi se riu- scirai a farlo? Certo… Si con Bob!

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Giornalino GalileiPONline maggio 2011

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Page 1: GalileiPONline maggio 2011

Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” Manfredonia

Progetto PON C 1 “A chiare lettere”

Dirigente Scolastico Prof. Roberto Menga

Esperto Prof. Luigi Amoroso - Tutor Prof.ssa Barbara Salice

galilei on line

NUMERO UNICO MAGGIO 2011

Apologo

MANFREDONIA, IL PAESE DEI BALOCCHI?

Ylenia Basta e Rossana Coccia III F

C’era una volta una piccola città sul mare, graziosa e accogliente: Manfredonia! Città di nobili origini, brillante come un diamante. Al-cuni uomini hanno deci-so, naturalmente, di abitarci subito. Povera città!!! La gente stupi-damente ed incoerente-mente l’ha deteriorata volontariamente o, co-me comunemente si suole dire, involontaria-mente! Ma, come si sa, questa gente mente sempre e non capisce proprio niente. 2011, camminiamo, osservia-mo e pensiamo : ma

quanti vandali ci sono in giro?! Muro raro…bianco! Colo-ri a volontà in questa città! Peccato che di più buono non ce n’è se non parlando di thè, che sicuramente puoi impara-re a non comportarti male perché l’intelligenza è quella che non ti fa sporcare la città che dovresti elo-giare.

Il soldo sai cos’è??? Un sacrificio duro che servirà a te! Quin-di conviene colla-borare, di meglio fare per evitare di sprecare. Il detto: “Il negozio fa l’affare se la moda è sul giornale” a Manfredonia non vale, ma è una cosa essenziale avere la marca con un carattere cubitale per non

insinuare che con la moda non puoi campa-re. Alcune, per rispar-miare, le loro grazie preferiscono mostra-re… Le banche voglion svuotare e magari…non pagare. Sarà meglio risparmiare???

Torniamo a noi… Ave-te presente un fiore colorato appena nato? Ecco, purtroppo, la nostra città non può esserlo perché, a volte, il concime manca e molto spesso anche l’acqua. Come si può pretendere che questa città fiorisca e gioisca senza la collaborazione e senza il “ tutti in azio-

ALL’INTERNO

SMARTPHONE,

CHE PASSIONE!

PAG 2

SPECIALE DONNA

PAG 4

QUALE FUTURO PER IL

CINEMA A

MANFREDONIA?

PAG 6

PON D’ITALIANO: NON

UNA PERDITA DI TEMPO...

PAG 8

ne” con in mente una missione?

Il cielo è blu ma, forse, non lo sarà più se l’inquinamento salirà su. Rispettiamo l’ambiente e con un po’ più di ordine sicura-mente la nostra città si salverà e sopravvivrà. La natura ne giove-rà e sorriderà. Ti chiedi se riu-scirai a farlo? Certo… Si con Bob!

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Moltissime le nuove possibilità operative

SMARTPHONE, CHE PASSIONE!

Pagina 2 Galilei Pon on line

Fra un po’ gli smar-t p h o n e f a r a n n o anche il c a f f è … Dal lonta-no 1985, quando è

stato inventato, il cellulare ne ha fatta di strada! Pensando che i primi modelli pesavano oltre un chilo, do-vevano essere trasportati in una vali-getta e che una carica consentiva solo 55 “minuti di vita” al nostro disposi-tivo, non si può far altro che ride-re… Sono passati 26 anni e il telefo-nino è diventato sempre più piccolo e potente, parallelamente allo svilup-po della tecnologia informatica: oggi, infatti, si hanno cellulari che nel pas-sato potevano sembrare fantascienza. Si possono inviare e ricevere e-mail, navigare in Internet per mezzo dell’evoluta rete HSDPA, ormai

prossima al passaggio alla rete LTE (Long Term Evolution, ovvero la rete 4G) o, attraverso il Wi-Fi, con-dividere file con la tecnologia Blue-tooth, installare applicazioni, lavora-re in multitasking e tant’altro, il tut-to sfoggiando una potenza elaborati-va pari a computer portatili di fascia medio-bassa. Fino a qualche anno fa i telefoni più gettonati erano i Nokia, cellulari di facile utilizzo basati sull’ormai quasi defunto e noioso sistema operativo Symbian, comple-to e facile da usare, ma anche terri-bilmente lento. Nell’autunno scorso, inoltre, è stato presentato il nuovo Windows Phone 7. Nel 2007 la Ap-ple, casa produttrice dei famosi Mac, ha presentato iPhone, un cellulare innovativo che secondo molti era dest inato a fal l ire a causa dell’inesperienza della società nel settore mobile: oggi, però, l’IPhone, vanta una bella fetta di mercato e affascina addirittura i più giovani.

Quello che attrae è forse il look ac-cattivante unito al sistema operativo Apple iOS, giunto alla versione 4 e che è installato anche in altri prodotti “della mela”, come iPad e iPod Touch. Il motivo della sua fortuna? E’ di una semplicità disarmante, il multitouch abbinato al sistema di scrittura è fantastico e il programma iPod per ascoltare le proprie canzoni è davvero senza paragoni. Una do-manda sorge spontanea : abbiamo veramente bisogno di questi disposi-tivi ultratecnologici ma anche ultra-costosi? Siamo veramente in grado di gestire un cellulare così complicato? Non bisogna comprare un telefono solo perché risulta costoso: posso assicurarvi che alcune persone che possiedono un iPhone lo usano a ma-lapena per chiamare! Quindi, se vo-lete fare davvero un buon acquisto, comprate un cellulare che sapete veramente usare e non solo perché va di moda…

Giovanni Paganini II E

Qualche settimana fa’, presso il teatro “Perotto”, si è svolto l’incontro con Lorella Zanardo, autrice del saggio “Il corpo delle donne”. Il percorso della scrittrice ha avuto inizio nel maggio 2009, quando ha messo in rete un vi-deo-documentario, realizzato con Ce-sare Cantù e Marco Malfi Chindemi, con il quale si proponeva l’obiettivo di innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine-prototipo delle donne nella tv italiana odierna. L’autrice , attualmente consulente organizzativa, in questo libro racconta prima di tutto come le è nata l’idea di mettere in rete questo video, che sotto certi aspetti si potrebbe definire anche una provoca-zione alla società materialista e consu-mista di oggi, poi si sofferma su nuovi strumenti di lettura dell’immagine

televisiva e dei messaggi, quasi mai chiari ed espliciti, ma la maggior parte delle volte subdoli, che questa veicola,

e infine passa, dalla denuncia, alla pro-posta di mezzi che consentano di guar-dare la tv con maggiore consapevolezza e responsabilità. Dopo aver letto que-sto libro guardando un qualsiasi pro-gramma tv, che magari guardi abitual-mente, ti accorgi di messaggi, allusioni a cui prima non facevi minimamente caso. Secondo me questo libro dovreb-be essere letto da tutti, perché ormai premere il pulsante di accensione della televisione è diventato un gesto tal-mente spontaneo, quasi naturale, che, a volte, non ci rendiamo nemmeno conto di cosa ci trasmette ciò che stia-mo guardando: al di là del prototipo della donna oggetto, qualsiasi cosa ci viene mostrata traslata e noi non ce ne accorgiamo nemmeno...

“IL CORPO DELLE DONNE ”

di LORELLA ZANARDO Aurora Di Nunno III B

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Il fascino di cani e gatti...

I NOSTRI VERI AMICI

Galilei Pon on line Pagina 3

Antonella Gentile II F

Nelle case italiane è sempre più in au-mento la presenza di animali domesti-ci; fra di essi, il cane è l’animale più adottato. Ci sono persone che decido-no di adottarli per avere una compa-gnia; inoltre, ogni cane è sempre fede-le al suo padrone, si affeziona facilmen-te ad esso, lo segue ovunque va e cerca di difenderlo quando si trova in pericolo. Per questo si pensa che i cani sosti-tuiscano l’uomo che, a volte, non sa donare affet-to, è freddo con il prossimo, ecc. Alcune persone scelgono i cani in base al loro com-portamento e stile di vita che, spesso, è simile a quello del padrone. La mag-gioranza delle ragazzine, ad esempio, preferisce un cane di razza chihuahua, il tipico “cane da borsetta” da rendere più grazioso - o in alcuni casi più ridi-colo – con degli accessori, comuni in alcune città, come delle scarpette o occhiali da sole e anche le codine. Tut-to sommato si può dire che il cane sia il miglior amico dell’uomo; ma l’uomo è il miglior amico del cane? Cosa fa l’uomo per ricambiare il bene che gli viene offerto? Queste sono alcune delle domande più frequenti che ci poniamo. In effetti ci sono persone che ricambia-no l'amore con altro amore e fanno di tutto per far vivere al meglio i loro cuccioli prendendosi cura di loro, fa-cendoli visitare da un veterinario fre-quentemente, facendoli stare in uno spazio grande, portandoli a spasso e non facendo mancare loro niente. Biso-gna stare attenti, però, ai bambini che possono pensare che questi siano degli orsetti con cui giocare e non immagi-nano che possono reagire. Ci sono altre persone, però, che i nostri amici a quattro zampe li usano solo per fare soldi: l'esempio più conosciuto è quello della lotta tra cani. La razza tipica per i

combattimenti è il pitbull. E' sempre visto come un cane violento ma, per la verità, il cattivo in questo caso è l'uo-mo che lo tratta male fino a farlo di-ventare aggressivo. La gente, però, fa male ad un cane anche quando non si informa sulla sua razza e sulle sue esi-genze. Ci sono razze, ad esempio, che

soffrono tanto il caldo come il bulldog, il boxer, che hanno diffi-coltà respira-torie a causa del loro muso schiacciato. Perciò, se non si sta attenti a dove vivono i cani,

si può fare loro molto male e, purtrop-po, rischiare anche di farli morire. I cani sono gli animali domestici più a-dottati ma non gli unici: il gatto è un altro grande ospite nelle famiglie italia-ne. Sono molto diffidenti, al contrario dei cani; si avvicinano di più quando cercano delle prelibatezze da gustare. Ma, a volte, hanno la capacità di essere davvero tanto graziosi, soprattutto quando fanno le loro amabili fusa. Questa è solo una delle caratteristiche più ammirate dei gatti. Lo sapevate che le fusa allentano il nostro stress? Un veterinario francese, di nome Jean-Yves Gau-chet, ha registrato una ventina di volte i suoni bassi e profondi delle fusa del suo gattino Rouky, vendendoli tramite Internet, convinto del fatto che, nell’uomo, l’ascolto delle coccolate dei mici rilas-sino, perché mettono in azione dei

neuroni che producono un ormone capace di fornire buon umore, chiama-to serotonina. Essa porta al relax e ha un’influenza positiva sul sonno. Un'al-tra differenza tra cani e gatti è che que-sti ultimi si arrampicano e possono raggiungere luoghi irraggiungibili dai cani. I gatti, però, hanno tanti difetti che fanno scaturire alcuni dubbi sulla loro adozione: quasi sempre rovinano le piante sgretolandole, i loro peli si trovano dappertutto, la notte non dor-mono tanto e di conseguenza svegliano spesso il padrone per noia. Un’altra caratteristica dei gatti è che amano tan-to affacciarsi alle finestre e ai balconi: ciò implica un’attenzione particolare per non farli cadere giù. Il cibo che tenta di più i gatti sono degli animali da poco entrati a far parte della categoria dei domestici: i roditori. Io ho da poco adottato un criceto; crescerlo non è tanto complicato. Una gabbia fornita di una casetta, una ruota, un beverino e una ciotola per il mangime sono tutto ciò che serve per crescere un cucciolo di criceto. Spesso i criceti vengono confusi con i topi! In verità sono tante le caratteristiche che distinguono i due animaletti: i topi hanno dimensioni molto più larghe rispetto ai criceti, hanno una coda molto lunga e, soprat-tutto, portano malattie; i criceti, inve-ce, hanno una coda lunga meno di un cm e non sono portatori di malattie in

quanto si puliscono autonomamente. I cri-ceti hanno una memo-ria molto lenta perciò è meglio, una volta ac-quistato un criceto, lasciarlo nella gabbia senza prenderlo in ma-no per almeno 3 giorni per farlo adattare al nuovo ambiente e al nuovo padrone. Sono davvero tanto carini; in

particolare, quando, dopo aver preso confidenza, mangiano sulla mano fa-cendo anche una specie di massaggio molto rilassante!

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SPECIALE DONNA La Beatrice di Dante quanto è lontana

UN ALTRO MODO DI ESSERE DONNA…

Pagina 4 Galilei Pon on line

“Trova il tempo per leggere: è il fonda-

mento della saggezza; trova il tempo per

giocare: è la strada per l’eterna giovinez-

za; ma soprattutto, trova il tempo per

sorridere: è la nascita

dell’ anima”. Questi

sono i versi di un’antica

poesia irlandese con la

quale vi voglio raccon-

tare la commedia tea-

trale rappresentata

presso l’Auditorium del

nostro Liceo Scientifico “Galilei” il 19

maggio scorso : “Donne riflettenti…

Donne riflesse” a cura delle docenti Mari-

sa Colavelli ed Elisabetta Starace. Esi-

stono da sempre testimonianze autore-

volissime sulla benefica essenza del riso

e del sorriso e

sulle loro funzio-

ni, connessioni

sulla natura e

con lo spirito

dell’uomo, da

parte dei filosofi,

letterati, socio-

logi. Di quanti

cioè, dall’alba

del tempo, han-

no sentito il bisogno di esprimersi at-

traverso l’ironia, l’arguzia, lo sberlef-

fo, lo scherzo, lo scherno: autori di

satire e di commedie, favolisti, canta-

storie, clowns, animatori, ecc. Anche

noi oggi sentiamo il bisogno di espri-

merci sorridendo alla vita, attraverso

l’interpretazione dei personaggi, che

non escono da un copione fantastico,

ma dal racconto di una vita vissuta che,

attraverso l’arte ironica, scherzano per

prendersi in giro. Il fatto è che viviamo

in un momento di confusione, forse di

passaggio (ma quanto durerà?), in cui

ci si deve rendere conto che la situazio-

ne della donna non può prescindere

da un diverso atteggiamento di mag-

giore disponibilità da parte degli uo-

mini. Quello della donna è, secondo

me, un ruolo da rivedere,

non nel senso di una ma-

lintesa parità con l’uomo,

ma nel senso di una com-

plementarietà che dia di-

ritto al riconoscimento di

una pari dignità. Vi siete

accorti che sono entrata

nella centralità del tema? Infatti il per-

sonaggio che farò rivivere è Beatrice,

cercando di far trasparire il significato

del ruolo della donna attraverso il con-

fronto umoristico di una Beatrice pas-

sata. Si, niente paura, non sono la Bea-

trice di Dante che si chiude in un mi-

stero di non

facile penetra-

zione. Essa non

è una donna

viva e reale;

creatura del

cuore di Dan-

te, ella diventa

come un fanta-

sma inafferrabi-

le. Beatrice è l’incarnazione della bel-

lezza e della bontà a cui tendeva la vita

di Dante e, soprattutto, la sua poesia.

In lei Dante poté cantare e quindi rag-

giungere, a suo modo, quello che

l’animo suo poteva concepire di bello e

puro perché egli si risolveva in poesia:

dolore e amore, pentimento e sacrifi-

cio, ascesa e gaudio. Oggi la nuova

Beatrice si è liberata dal ruolo tradizio-

nale e prova a fare la sua strada. Oggi

la donna indipendente ed emancipata

non sta a casa tutto il giorno ad occu-

parsi della famiglia. La donna lavora

fuori casa e può considerarsi indipen-

dente, ma le donne veramente emanci-

pate sono in minoranza poiché la mag-

gior parte di esse è costretta a barca-

menarsi fra doppi oneri, quelli della

casa e quelli del lavoro, dato che sono

pochi gli uomini disposti a darle una

mano nella custodia familiare. Noi ab-

biamo voluto sorridere con voi e pren-

derci in giro in questo breve tempo,

anche se i problemi sono di tutt’altra

fattezza e questa è l’unica strada per

renderli presenti alla nostra società.

Alcuni avranno inteso, altri penseran-

no, altri si interrogheranno,

l’importante per gli artisti di teatro è

far sorridere. Donne del passato che,

nello spettacolo citato, si è cercato di

far rivivere in una maniera piuttosto

insolita, divertente, ma nello stesso

tempo intrigante per far riflettere su

quanto le cose siano cambiate, ma so-

prattutto su come sia cambiato il modo

di vivere sentimenti ed emozioni di

ogni genere. Tutto è stato abbastanza

complicato, però alla fine, con l’aiuto

delle registe e dei produttori, abbiamo

realizzato la nostra rappresentazione

teatrale. Da

applaudire

o da giudi-

care restan-

do in silen-

zio...

Lucia Tomaiuolo III B

Page 5: GalileiPONline maggio 2011

SPECIALE DONNA Il mistero resta immutato

MATA HARI, UN PERSONAGGIO DA SCOPRIRE

Galilei Pon on line Pagina 5

Bellezza, fascino, amore, passione e un mistero che persiste

tutt'oggi. Per dirlo semplicemente: Mata Hari. Ho cattura-

to la vostra attenzione? Beh, ciò non stupisce. A chi non

interesserebbe conoscere il vero volto e la vera storia di

una donna come lei? Una donna a cui non piaceva passare

inosservata e che è stata in grado di far parlare di sé anche e

soprattutto dopo la sua morte. Appassionata di danze esoti-

che, che aveva imparato risiedendo a Giava con suo marito,

il vero nome di questa donna di origini olandesi era Marga-

retha Geertruida Zelle. Dopo essersi separata dal marito e

avendo perso due figli, inizia a esibirsi come ballerina. Dap-

prima in locali poco raccomandabili, ma con il passare del

tempo riscuote un discreto successo. Venne così invitata a

danzare in ricchi salotti e teatri. Decise poi di trovare un

nome d'arte con cui ancora oggi è ricordata: Mata Hari, il

cui significato è "Occhio dell'alba". Non era solo il sopran-

nome a far presupporre le origini orientali, ma anche la sua

carnagione scura e i suoi accattivanti occhi neri. Grazie alla

sua indiscutibile bellezza e all' indescrivibile grazia nella

danza, riusciva a sedurre e ad ammaliare tutti gli uomini.

Ebbe innumerevoli amanti e molti di loro erano personaggi

di spicco di quel periodo. Come tutte le donne, cercò di

trovare il suo posto nella società, nonostante durante la sua

vita ebbe i suoi problemi per superare

i non pochi ostacoli che le si pararono

davanti. Evidentemente era alla ricer-

ca, nelle cose materiali, di quel qual-

cosa che non aveva avuto dalle perso-

ne che amò. Mata Hari non può certo

essere considerata una buona madre

di famiglia o una donna con sani valo-

ri, ma spesso sono proprio i difetti a

rendere particolare coloro che, a pri-

ma vista, possono sembrare fin troppo semplici e ordinari.

Tutti quelli che tentano di scoprire la vera personalità di

questa donna così misteriosa, non possono che restare affa-

scinati da quella che è stata la sua persona e il suo modo di

essere. Spesso tra i personaggi che caratterizzano la storia, i

più interessanti sono proprio coloro che facciamo fatica a

capire e ad ammirare. A volte ci immedesimiamo in loro

tentando di comprendere i motivi delle scelte e dei percorsi

da loro compiuti. Consideriamo tutti quelli che hanno

scritto la storia persone speciali e, di conseguenza, cerchia-

mo di rifarci a loro, non capendo che solo essendo noi stessi

possiamo essere davvero speciali. Ricordiamoci che anche

noi un giorno scriveremo la storia.

Elisabetta Bisceglia III B

Qualche giorno fa ricorreva il complean-no di una fantastica attrice e donna di estrema eleganza: Audrey Hepburn, nata il 4 maggio del 1929 a Bruxelles da una famiglia benestante. Bravissima balleri-na, tanto che chiunque la notasse, capiva subito che l’amore per la danza era per lei un “dono” che possedeva sin dalla nascita. Anche se costretta a trasferirsi dal suo paese d’origine a causa della

guerra, Audrey continua i suoi studi di danza. Il suo primo film da protagonista fu “Vacanze Romane”, che vide la He-pburn nei panni di una principessa stufa delle regole del palazzo. Gli altri film che la rendono più nota a tutto il pubblico internazionale, che l’ha sempre apprezzata per la sua bellezza e la sua bravura, sono: “Sabrina”, “Guerra e Pace”, “Cenerentola a Parigi”, “Colazione da Tiffany”, “My

Fair Lady” e tanti altri. Audrey Hepburn è ricordata da tutti noi oggi per il suo ideale di eleganza, che fa di lei l’icona per eccellenza di stile. L’eleganza per lei significava “semplicità”: non per forza una persona elegante deve esse-re eccessiva nel vestire o nei modi di fare. Infatti si ricorda che lei possedeva sole due gonne e due camicie, ma aveva una infinita varietà di foulard che la rendevano originale ed elegante in ogni occasione. Il film che rappresenta in pieno la sua eleganza è “Colazione da Tiffany”. Tutti ce l’abbiamo ancora negli occhi per quel suo tubino nero, la sua collana di perle, quel cappello e gli occhiali che le hanno fatto vin-cere numerosi premi, tra cui il “David di Donatello” in Ita-lia come migliore attrice straniera. Per coronare la sua car-riera, negli ultimi anni della sua vita, si dedica all’Unicef. Lei diceva spesso “L’umanità è l’obbligo di aiutare i bambi-ni che soffrono, in qualunque parte del mondo. Tutto il resto non conta nulla… “ .

Ineguagliata icona del nostro tempo

AUDREY , UN MITO DI ELEGANZA Chiara Scarano II C

Page 6: GalileiPONline maggio 2011

Intervista al gestore del “San Michele”

QUALE FUTURO PER IL CINEMA A MANFREDONIA?

Pagina 6 Galilei Pon on line

Unico cinema di Manfredonia è il “Cineteatro S. Michele”. Siamo andati a trovare il proprie-tario, Nicola Capurso, e gli abbiamo posto qualche domanda su come il cinema sta cam-biando e continuerà a cambiare!

D. Vorrei cominciare con gli incassi. Quali sono le giornate nella quali si registra il maggior numero di spetatto-ri?

R. Le giornate migliori in passato erano il sabato e il lunedì, adesso il venerdì è diventato un giorno morto, il sabato c’è un po’ di movi-mento, ma da quando a Foggia ha aperto la multisala, c’è un calo economico sentito per-ché le persone preferiscono andare fuori, i giovani specialmente!

D. Che tipologia di pubblico è presen-te?R. E’ una questione di affluenza secondo il film. C’è il film per giovani e il film culturale che porterà verso di me un pubblico più adul-to. Dipende anche dal genere; abbiamo un genere per ragazze e per ragazzi. Nel caso di un film per ragazze c’è un affluenza superiore perché la ragazza trascina dietro anche il ragaz-zo; al contrario, se è un film per ragazzi, le ragazze non vengono.

D. In questi ultimi anni c’è stato un calo? R. Si, decisamente. Le zone più vicine a Fog-gia che hanno subito questa crisi sono Cerigno-la e Manfredonia ma, in particolar modo, Foggia stessa: le “sale classiche” hanno avuto una grande perdita! Quest’anno la crisi si è sentita, a parte alcuni esploit; importante, rispetto ad altre zone, è stata l’installazione di un eccellente impianto 3D. D. E nelle ultime stagioni che genere di

film è andato meglio? R. Per quanto riguarda una fetta di pubblico fino ai 12-13 anni, senz’altro il fantasy. Poi un altro genere che va è la commedia. Negli ulti-mi 3 anni, inoltre, il pubblico va dove c’è il protagonista che ha avuto un precedente suc-cesso in TV-

D. Essere l’ unico cinema di Manfredo-nia è stato un vantaggio o una svantag-gio? R. A Manfredonia c’erano 4 cinema : il “Fulgor”, il “Vittoria”, il “Pesante” e c’eravamo noi, se si parla di cinema al chiuso. In più c’erano le arene all’aperto: l’arena “Giardino Pesante”, che era la più grande d’Europa, l’arena “Impero” e l’arena “San Lorenzo”. Hanno chiuso tutti e hanno pensato di vendere o fittare le strutture. Comunque non è vero che essere l’unico cinema di una città, come spesso si crede, sia un vantaggio. Oggi accade che io, quando faccio un film, devo tenerlo una settimana, e Foggia in quei giorni mi fa 7 film: quindi io mi trovo indietro di ben 6 pellicole! Se ci fosse un altro cinema sarebbe diverso: mi troverei in ritardo di 3 film; que-

sto porta ad allungare i tempi, il pubblico si stanca e quindi va fuori! D. Come vede il mondo del cinema in questi tempi? R. Purtroppo penso che, nonostante le inven-zioni, andrà scomparendo! Ma io come faccio, ad esempio, ad usare il “live”?Tenendo conto che il prezzo del biglietto in questo caso è elevato! Qualcuno mi ha chiesto di mandare dei concerti ma, purtroppo, sono prezzi esor-bitanti! Non penso, comunque, che la cinema-tografia, andrà lontano. Con Internet e la pirateria il cinema sta svanendo. L’unica forza del cinema oggi è l’emozione! D. Durante il periodo estivo cosa acca-de al cinema? R. Sono un po’ di anni che teniamo chiusa la sala durante il periodo estivo, perché il Comu-ne mi fa proiettare all’aperto. Sarebbe sciocco proiettare sia lì che al cinema al chiuso! Proiet-to un 20-30 film tra luglio e agosto e comun-que c’è una discreta affluenza! D. Questo cinema è “CineTeatro”, quin-di questo vuol dire che si occupa anche di teatro. Che manifestazioni teatrali ci sono in quest’ultimo periodo? E, anche qui, quanto ha influito la costruzione del “Teatro Perotto”? R. Anche se c’erano, in passato, altri teatri, il Comune preferiva fare le rappresentazione teatrali qui, anche con la metà dei posti dispo-nibili! Poi è nato il “Perotto”, che è un teatro dato in gestione ad un privato cittadino, sotto forma di associazione! Lì sono molti bravi attori, perché è il loro mestiere. Non ho co-munque smesso di fare teatro: tra aprile-maggio ho 3 spettacoli teatrali con varie com-pagnie locali, altri nel periodo di Natale!

Arturo Annucci III F

L’apertura degli archivi FBI

IL “BATTERIO” ALIENO SULLA TERRA!

Oggi sbarcano gli alieni….ma chi sono in realtà gli alieni o, meglio definiti, extraterrestri? Ci sono diversi scienzia-ti che sostengono che ci siano pochissi-me possibilità che una forma di vita aliena possa somigliare a noi. Ci vengo-no presentati come esseri a volte verdi, a volte bianchi, hanno la testa più gran-de del normale, allungata verticalmen-te e quasi totalmente occupata dagli occhi. Le orecchie non sono molto visibili. Hanno il corpo abbastanza esi-le, non molto alti. Hanno quattro dita per ogni mano e per ogni piede. Inol-tre si dice che questi esseri siano dotati

di grande intelligenza! L’esistenza di forme di vita extraterrestre è al mo-mento solo ipotetica. In realtà l’FBI ha

confermato di aver trovato corpi alieni all’interno di dischi volanti precipitati. Ha, infatti, recentemente reso pubblici

documenti riservati relativi agli avvista-menti. I ritrovamenti sono avvenuti in un paese vicino Roswell, località già famosa per un altro ritrovamento avve-nuto nel 1950, nel quale sarebbero stati ritrovati dischi volanti. Un’altra notizia sconvolgente è che la Bibbia ha fornito ai seguaci dell’ipotesi dell’esistenza degli alieni una vastissima serie di “prove”: c’è chi ha attribuito all’intervento alieno l’episodio in cui Giosuè ha fermato il sole e chi crede che gli angeli siano piloti di astrona-vi… Dunque il “batterio alieno” esiste davvero? A voi la risposta!

Rossana Falcone III F

Page 7: GalileiPONline maggio 2011

Occorre ritornare ad un gioco leale

ARBITRI, DUE IN PIU’ PER NON SBAGLIARE…

Galilei Pon on line Pagina 7

Nelle partite di calcio non sono poche le scene riproposte alla moviola per chiarire dei dubbi nati dalle decisioni arbitrali : non sarebbe opportuno usa-re la tecnologia in campo?

La domanda nasce spontanea, dato che negli ultimi anni gli eventi con errori arbitrali sono stati sempre più fre-quenti. In molte partite vengono, in-fatti, prese decisioni che lasciano sem-pre dubbi e sollevano polemiche. Da sempre è cosi, perché lo sanno tutti che l’occhio umano può sbagliare. Dalla stagione 2010/2011 la UEFA ha aumentato da 4 a 6 il numero degli arbitri in campo, proprio per evitare, o per lo meno diminuire, gli errori arbitrali. Sono stati infatti aggiunti altri 2 arbitri in corrispondenza della linea di porta per verificare la validità dei gol e la gravità dei contatti in area

di rigore. La decisione è stata presa

dal comitato esecutivo dell’Uefa riuni-to a Nyon (Svizzera) lo scorso 27 mag-gio 2010 ed il 27 agosto 2010 è inizia-to l’esperimento. Il presidente Uefa, Michel Platini, si è ritenuto “soddisfatto al 500% dei risultati dell’esperimento”, che, di conseguen-za, ha portato alla decisione di utilizza-re i 6 arbitri anche agli Europei.

Sarebbe comunque opportuno utiliz-zare questa riforma anche ai Campio-nati del mondo, se non vogliamo che si ripetano alcuni eventi molto spiace-voli che hanno visto segnata la storia del calcio. Ad esempio, ecco due tra i più grandi errori di sempre ai Mondia-li : il gol di mano realizzato da Mara-dona durante i quarti di finale Argenti-na-Inghilterra dei campionati del mon-

do in Messi-co nel 1986; vent’anni prima, nel 1966, in Inghilterra-Germania, fu convali-dato un gol fantasma che cambiò le sorti della par-tita in favore della squadra di casa, regalandole il titolo…

L’introduzione dei due arbitri supple-mentari può dunque essere l’inizio di una riforma che porterà il calcio ad essere quello che è sempre stato, cioè un gioco leale che ha come unico sco-po il divertimento di chi lo pratica e di chi lo segue.

Francesco Pio Tattilo II E

L’inizio del mese di maggio quest’anno è stato uno dei più importanti di tutta la storia moderna mondiale. E’ raro che così tanti eventi eccezionali capitino nel giro di soli tre giorni: tutti i telegiornali parlavano della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, delle nozze reali inglesi di William e Kate, dell’uccisione di Osama Bin Laden. Questi tre eventi hanno portato in secondo piano altri, anche molto seguiti, come per esempio il Concerto del Primo Maggio che ogni han-no fa arrivare a Roma un sacco di persone amanti della musica. È stato davvero un pec-cato non averlo seguirlo poiché, soprattutto quest’ultima edizione, è stata molto bella. Sono ormai ben ventidue anni che il concer-to si tiene e, anche quest’anno, il grande evento musicale organizzato dai sindacati italiani è stato svolto in Piazza San Gio-vanni. “La Storia sia-mo noi” è stato il tema arti-stico scelto dai sindaca-ti per il

2011 e il concer-to ha parlato anche dei Cento-cinquanta anni dell’Unità di Italia. Il concerto è stato presentato da Neri Marcorè, che dall’inizio del pomeriggio fino alla sera tardi lo ha condotto con grande personali-tà,anche grazie a un gruppo di cantanti davvero formidabili: il pomeriggio si è aperto con una serie di gran-di cantanti, soprattutto della “vecchia guar-dia”: ha iniziato Ennio Morricone unendo con

la sua orchestra l’Inno di Mameli e il Va’ pensiero; Luca Barbarossa ha duettato con Neri Marcorè, Nina Zilli e E-duardo Bennato hanno dato il meglio di loro. La sera lo spettacolo è stato però asso-

lutamente migliore: hanno aperto il concerto serale i Sub-sonica e Daniele Silvestri, ma la serata è stata guidata da Caparezza ( con il suo nuovo brano Goodbye

Malinconia) e dai veteranissimi Lucio Dalla e Francesco De Gregori, ormai in coppia fissa da anni, che hanno cantato i loro “evergreen”. Tra gli ultimi artisti c’è stato anche spazio per Gino Paoli, che per la prima volta ha partecipato al concerto. Esso è stato seguito da moltissime persone, le quali han-no festeggiato cantando e ballando fino alla fine dello spettacolo, incitando i cantanti e creando un’atmosfera straordinaria. È stato un peccato che il concerto sia stato seguito da meno persone rispetto al solito, ma chi lo ha seguito ha provato emozioni uniche, come cantare l’inno nazionale, prima canticchiato solo prima delle partite.

L’appuntamento giovanile passato in secondo piano

CHE FINE HA FATTO IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO ? Francesco Lauriola II E

Page 8: GalileiPONline maggio 2011

.Quando il professore ha chiesto a noi “Chi vuole fare l’articolo sul corso?” nessu-no aveva alzato la mano. Di certo, non perché a nessuno è piaciuto il corso, ma perché si trattava di un articolo impegnativo per stendere il quale è richiesta la massima concentrazione per racchiudere in 2000 caratteri un corso di circa 5 mesi pieni di impegno. Beh…sta di fatto che mi sia offerto io per raccontare a voi lettori la mia en-nesima esperienza, tra l’altro sempre bellissima, con l’esperto Luigi A-moroso e la tutor Barbara Salice, al Pon d’Italiano “A chiare lettere”. Enne-sima perché è già il terzo anno conse-cutivo che partecipo e un motivo ci

sarà… Non è solo un corso per ottene-re punti di credito per la fine dell’anno, ma una vera e propria fonte da cui attingere non solo nozioni di tipo scolastico ma anche conoscenze di carattere generale. Infatti, non è solo utilissimo per prepararsi ai futuri com-piti d’italiano e all’Esame di Stato in quinto, ma serve anche per innalzare la nostra cultura, come direbbe Petrarca riguardo ai testi classici. Per scrivere i nostri articoli, la maggior parte dei quali su argomenti d’attualità, ci siamo documentati su Internet e ne abbiamo discusso insieme mettendo a confronto le nostre idee, i nostri pensieri e le nostre considerazioni. Insomma, abbia-mo fatto dei veri e propri dibattiti. Inoltre, e secondo me è l’aspetto più importante di tutti, è stato anche un modo per fare nuove amicizie o per conoscersi meglio tra persone che, magari, già si conoscevano ma si dice-vano solo buongiorno e buonasera. Tra l’altro, non solo ci siamo impegnati per sfornare 3 numeri del “nostro” giorna-lino, uno più bello dell’altro, ma ab-biamo anche mangiato ottime torte

preparate dalla tutor Barbara Salice che di dolci, e non solo, se ne intende. Un grazie particolare anche all’assistente tecnico Michele Damiano : se non ci fosse lui, nel Laboratorio di informa-tica non sapremmo proprio come lavo-rare! Il tempo stringe (anzi il conteggio delle parole) quindi andrò al sodo: il Pon d’Italiano non è stata affatto una perdita di tempo ma è servito a miglio-rare le nostre capacità espressive e quelle di gestione di notizie ed infor-mazioni. Aspettiamo quello del prossi-mo anno…

Alessio Mondelli III F

Il sogno è un fenomeno legato al sonno e, in particolare, alla fase REM, carat-terizzata dalla percezione di immagini e suoni apparentemente reali.

Il sogno sarebbe la realizzazio-ne allucinatoria, durante il sonno, di un desiderio inappagato della vita diur-na. L’arte divinatoria che pretende di interpretare i sogni si chiama oniroma-zia. L’interpretazione dei sogni è sicu-ramente da ritenere uno dei fondamen-ti della scienza psicoanalitica. Fu Freud che definì l’analisi del sogno come la via regia verso l’inconscio. Freud, fin da giovane, aveva l’abitudine di anno-tare i suoi sogni ed approfondirli attra-verso attente osservazioni. Ci sono molte ipotesi relative alle funzioni dei sogni. Durante la notte ci possono es-

sere molti stimoli esterni, ma la mente rielabora gli stimoli e ne fa parte inte-grante dei sogni, nell’ordine in cui il sonno procede. In ogni caso la mente sveglia un individuo se egli dovesse trovarsi in pericolo. I sogni possono permettere anche alle parti represse della mente di essere soddisfatte attra-verso la fantasia mentre tiene la mente lontana da pensieri che causerebbero un risveglio improvviso. Freud suggerì che gli incubi lasciano che il cervello controlli emozioni che sono il risultato di esperienze dolorose. I sogni posso-no, inoltre, offrire una vista sulle emo-zioni legate ad eventi futuri. Ogni ele-mento sognato può avere una propria interpretazione. Ad esempio, il gatto sta ad indicare, generalmente, i tradi-

tori. Possono esserci alcune varia-zioni se si sogna un gatto nero piutto-sto che uno bianco. Il ragno sta ad indi-care che si sta vivendo una situazione di disagio interiore. Nel mio caso i sogni fungono da premonitori; infatti quasi tutto quello che sogno si avvera. E so-no talmente reali che quando si avvera-no mi sembra di aver già vissuto prece-dentemente quella particolare situazio-ne.

Un mondo ancora da capire del tutto

IL SOGNO…DESIDERI O PAURE? Rita Matera III F

Conclusa la terza esperienza consecutiva

PON D’ITALIANO : NON UNA PERDITA DI TEMPO…

Galilei Pon on line Pagina 8

I ragazzi iscritti al corso

Arturo Annucci, Ylenia Basta

Elisabetta Bisceglia, Rossana Coccia,

Aurora Di Nunno Rossana Falcone ,

Antonella Gentile, Francesco Lauriola,

Rita Matera, Alessio Mondelli,

Maria Francesca Ognissanti,

Giovanni Paganini, Chiara Scarano,

Francesco Pio Tattilo, Lucia Tomaiuolo.