L'Ortese - Maggio - 2011

32

description

L'Ortese - Maggio - Anno IX - Maggio - n° 5

Transcript of L'Ortese - Maggio - 2011

Page 1: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 2: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 3: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 4: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 5: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 6: L'Ortese - Maggio - 2011

Karol Wojtyla è beato. Ad appenasei anni dalla morte è già sugli altari, pervolontà del successore, che lo ha cono-sciuto da vicino, ha collaborato con luie ha voluto prendere sul serio quel mo-vimento popolare così evidente al momen-to delle morte, quella fama di santità dif-fusa che da sempre la Chiesa cattolicaconsidera elemento fondamentale perl'avvio di una causa di beatificazione.

Quello di Giovanni Paolo II è statoun pontificato straordinario, sotto tuttii punti di vista, a partire dalla durata.Nei ventisette anni di regno di Wojtylail primo Papa slavo, il Papa che veniva“da un Paese lontano” al di là della Cor-tina di ferro, il mondo è cambiato: ilcomunismo sovietico è imploso, il Murodi Berlino è caduto. Ma l'umanità hacontinuato a conoscere guerre, violazionidei diritti umani, terrorismo. GiovanniPaolo II ha difeso la libertà religiosa,la dignità dell'uomo, la pace. Ha tuonatocontro i regimi totalitari dell'Est, manon ha fatto sconti al capitalismo sel-vaggio nell'era della globalizzazione.

Si è speso fino in fondo per far capireche non si può strumentalizzare il nomedi Dio per giustificare l'odio. Negli annidi pontificato wojtyliano è cambiata an-che la Chiesa, che ha ricevuto dal Papacresciuto nel granitico cattolicesimo po-

lacco un'iniezione di speranza e la con-sapevolezza che i cristiani devono risco-prire il loro compito nella società seco-larizzata. Ma a essere beatificato ogginon è il pontificato di Giovanni PaoloII, non è il suo magistero, non sono lesue scelte di governo né le sue strategiegeopolitiche. A essere beatificato oggiè il cristiano Karol Wojtyla, un uomoche viveva immerso in Dio e per questosapeva essere pienamente immerso nelmondo.

Page 7: L'Ortese - Maggio - 2011

Si è spento nei giorni scorsi RoccoLaricchiuta, assessore comunale allaCultura e Decentramento di Foggia,stroncato da un male incurabile duranteil ricovero presso il policlinico “AgostinoGemelli” di Roma.

Eletto consigliere comunale nellalista Mongelli per Foggia è stato delegatodal sindaco a svolgere le funzioni diassessore alla Cultura, Beni culturali,Grandi eventi, Gemellaggi, Promozioneturistica, Decentramento e Borgate.

Nato a Sassari il 12 gennaio 1943,era laureato in Medicina e Chirurgiacon specializzazione in Chirurgia gene-rale e Oncologia. Ha rivestito la funzionedi responsabile del reparto di Oncologiae S e n o l o g i a d e l l a A S L F G edell’ospedale “Lastaria” di Lucera. InConsiglio comunale era già stato elettoalla fine degli anni '80 nelle fila delPartito Socialista Italiano, rivestendoanche la carica di assessore allo Sport,ed è rientrato nell'Assise cittadina conle elezioni del 2004 con la lista civica“Pellegrino per Foggia”. La sua umanitàe professionalità sono universalmentericonosciute e apprezzate, al pari delsuo impegno civico e politico improntatoall'onestà ed alla difesa dei più deboli.Mi piace ricordarlo come l’ho conosciutoin tutti questi anni: una Persona Perbene.

PER ROCCO LARICCHIUTADi fronte alla morte di una persona

conosciuta le voci di cordoglio sonomolteplici.

Di fronte alla morte di Rocco Laric-chiuta la voce di cordoglio del mondomedico non può mancare. Mi piace co-minciare dicendo che Rocco ha onoratola professione. Rocco ha reso concretoil giuramento d'Ippocrate, colandone leparole nella quotidianità dove c'è la carnee l'anima di chi soffre. Quanti dolori equanta sofferenza ha lenito Rocco, quan-

te lacrime è riuscito ad asciugare, quantesperanze ha acceso con la parola e conla competenza di professionista serio epreparato. Rocco ha portato la sua com-petenza ed umanità in un campo comel'oncologia, dove il medico ha l'obbligodi essere scienziato e uomo. Rocco èstato scienziato ed uomo. Come scien-ziato era forte della sua conoscenza, comeuomo era forte della sua capacità di ri-conoscere l'altro come persona ed instau-rare con lui quel rapporto strano e com-plesso che si ha nella relazione medicopaziente, fatta di empatia e di alleanza.

Rocco ha interpretato al meglio lasua missione di dottore che diventa me-dico quando presta i l giuramentod'Ippocrate, impegnandosi a riconosceree riconoscersi nella sofferenza dell'altro.

Rocco è stato grande, perché grandeè stata la sua umanità. Tutta la profes-sione oggi inchina il capo di fronte aRocco Laricchiuta e l'Ordine dei Medicisi impegna a portarlo ad esempio per legiovani generazioni perché capiscanoquanto sia importante essere uomini pri-ma ancora che scienziati, capaci quindidi ascoltare la sofferenza e senza pauradi confrontarsi con la puzza della soffe-renza che resta diversa dall'odore cheviene trasportato dai libri.

Ciao, Rocco, ovunque tu sia ti giungal'abbraccio a nome di tutta la categoriache rappresento.

Salvatore Onoratia nome di tutti

i medici di Capitanata

Page 8: L'Ortese - Maggio - 2011

Ultime battute per la campagna elettoraledelle amministrative ortesi. Ai candidati sindaciabbiamo sottoposte alcune domande:

1. Quali sono le sue direttive per il bilan-cio economico di Orta Nova, in particolarmodo per il “bistrattato” settore agricolo?

2. In che modo intende promuovere efavorire la partecipazione di cittadini, impresee associazioni alla vita politica, dato che siassiste a una sempre maggior disaffezioneverso le istituzioni?

3. Quali progetti propone per non costrin-gere i giovani ortesi a emigrare in altre città?

4. Perché un elettore dovrebbe votareper la sua candidatura?

dott. Giuseppe Moscarella1. Dando per scontato che il Comune non

ha competenze specifiche nel settore agricolo,potendo solo proporre e chiedere, a Regionee Stato, interventi specifici, mirati a sollevareil settore dalla crisi (come del resto è stato fattonelle ultime riunioni del Consiglio dell'Unionee di quello provinciale), la nostra Amministra-zione ha organizzato corsi per i patentini fito-sanitari e chiesto tempestivamente alla Regionee al Ministero dell'Agricoltura il riconoscimentodello stato di calamità per ingenti danni ai campidovuti a piogge e alluvioni.

Oggi ci siamo adoperati per il problemadel gasolio agricolo e con l'Unione abbiamoavviato la sponsorizzazione dei prodotti locali;esiste, inoltre, il Consorzio di Tutela per il Vinotra le Cantine dei Cinque Reali Siti. Orta Novaè tra i membri dell'Associazione Nazionale Cittàdel Vino e parte integrante dell’AssociazioneNero di Troia, nonché delle Strade dell'Olio edel Vino.

Per il rilancio dell'economia, abbiamo rea-lizzato la nuova zona Pip che garantirà nuoveopportunità occupazionali. Un aspetto fondamen-tate da sottolineare è che le Amministrazioni,secondo quanto disposto dalla legge Bassanini,dettano gli obiettivi, ma chi deve raggiungerli,con l'emanazione di provvedimenti e atti, sonole strutture tecniche amministrative.

2. È necessaria innanzitutto una predispo-sizione alla politica: oggi un politico, per i tempiche corrono, deve tentare di aggregare e farcomprendere quale sia l'importanza del cresceree del formarsi con la politica con “la pmaiuscola”, intesa purtroppo qui come clientele,piaceri e promesse, ma con le nuove leggi nonc'è, tuttavia, nulla da promettere. Perciò occorreconoscere la legge, le promesse vanno banditein campagna elettorale, è il momento menoopportuno per ascoltare fantasie e illusioni.

3. Sono finalizzate a far crescere la comunitàgiovanile e garantire un impiego momentaneo,è inutile illudere su un'occupazione sicura e atempo indeterminato.

L'Amministrazione può creare le condizioniper lo sviluppo di assunzioni, ad esempio conle zone Pip e F2, accelerando l'iter, ma nonarriva certo a portare i soldi a casa dei cittadini:servono pertanto voglia e capacità di investirein progetti rischiosi, secondo un rinnovato spiritoimprenditoriale.

4. Perché abbiamo garantito la governabilitàper l'intera legislatura e quindi abbiamo assicu-rato la realizzazione di progetti, intesi in sensolato, messi in cantiere.

I cittadini dovrebbero votarci perché la no-stra coalizione dà certezza di onestà, affidabilitàe coerenza; nel corso degli anni abbiamo assi-curato alle enunciazioni di principio i fatti inun momento di crisi economica mondiale e divincoli per le Pubbliche Amministrazioni.

dott.ssa Iaia Calvio1. Premettendo che fin quando non si tocca

con mano la situazione debitoria non è possibilecapire quali rimedi potervi attuare, per rilanciarel'agricoltura occorre prestare attenzione allerisorse locali, valorizzandole e creando una retetra produttori finalizzata alla realizzazione diun consorzio del marchio Qualità-Lavoro, at-traverso l'istituzione di un Ufficio del MarketingTerritoriale.

Occorre potenziare la rete idrica di approv-vigionamento, riqualificando il depuratore inmodo da recuperare le acque reflue; vogliamocostituire un “tavolo verde”, ossia una consultatra produttori per determinare quale prodottodeve essere immesso nel mercati nazionali einternazionali.

L'agricoltura non sia un'occupazione di ri-piego ma diventi un mestiere scelto consape-volmente, secondo parametri di innovazione erispondente alle sfide di globalizzazione.

Istituendo un albo delle eccellenze sarannopremiati i produttori che maggiormente si sa-ranno distinti, promuovendo i prodotti localie dando sfogo alla vocazione turistica agroali-mentare del nostro territorio.

Per risanare l'economia, il Comune sia re-sponsabile di create reti per individuare le po-litiche migliori: nella zona Pip, costata finorasolo debiti, vogliamo abbattere i costi per favorireinvestimenti mirati e rilanciare la produttivitàartigianale e commerciale.

2. Innanzitutto mettendo sul sito internetdel Comune le sedute del Consiglio Comunalee della Giunta, garantendo trasparenza dellavita amministrativa, in modo da dare conto allacittadinanza di quanto viene deciso.

Apriremo tavoli di concertazione con citta-dini, associazioni e imprese, ascoltando le loroistanze e cercando di risolvere i problemi cheli attanagliano.

Vogliamo creare una Consulta delle pariopportunità (per dare potere decisionale alledonne), e una sulla legalità e sicurezza (attraversoun'azione non solo repressiva, ma anche edu-cativa), generando i presupposti per un sanosenso di virtuosità civica.

3. La Consulta dei giovani è finalizzata acostruire una città a loro misura, attraverso unosportello in grado di ascoltarli e informarli suopportunità di lavoro, formazione e orientamento.

Nel nostro paese esiste poi un'ambizionefrustrata di momenti di formazione e divertimen-to, in cui rispolverare il senso di appartenenzaalla comunità.

4. Perché ci sono giovani che si affaccianoal mondo politico per la prima volta dopo si-gnificative esperienze formative, come la par-tecipazione alla Festa Democratica sui delicatitemi della legalità e del rispetto delle regole.

La nostra è una coalizione di partiti, asso-ciazioni in cui sono esaltate analisi di confrontocostruttivo, secondo il principio democraticoin cui prevale la maggioranza, ma la minoranza

lotta per sovvertire l'ordine delle cose. Abbiamodeciso di abbandonare la poltrona di commen-tatore scettico e di metterci la faccia, in quantoil disagio è evidente e ci richiama all'impegnocivile. Vogliamo che la gente torni ad aver fi-ducia nei partiti e apprezzi la nostra audacia,credo che siamo l'unica seria alternativa congaranzia di tenuta, un pedigree di libertà, secondoun percorso iniziato quattro anni fa.

dott. Michele Antonio Porcelli1. Lo sviluppo economico va di pari passo

con lo sviluppo del settore agricolo: in un paesea economia prevalentemente agricola come ilnostro, infatti, non può esservi affatto sviluppofino a quando non avremo imparato a trarre ilmassimo ricavo da questo settore.

A tal fine, l'azione amministrativa che ciprefiggiamo di compiere verterà su due principaliassi d'intervento: l'accorciamento della filierae lo sviluppo nel settore agroalimentare.

Per il primo punto, abbiamo intenzione divalorizzare i prodotti locali attraverso l'adozionedi piattaforme di contrattazione comuni, conla finalità di attuare una filiera corta di massa,in modo da aumentare significativamente il va-lore aggiunto trattenuto sul territorio sia daiproduttori che dai consumatori con vantaggisignificativi per l'intera collettività.

Per lo sviluppo dell'agroalimentare, ritenia-mo fondamentale la creazione di sinergie, stra-tegiche e operative, con i numerosi organi-smi/Enti già operativi sul territorio Regionalee di Capitanata che si occupano di innovazionee attuazione del PSR (Piano di Sviluppo Rurale),ovvero dell'erogazione operativa, sottoterritoriodel Tavoliere, dei contributi già stanziati dallaUE (in ballo ci sono decine di milioni di euro)nell'ambito della programmazione per i fondistrutturali regionali 2007-2013.

Il primo e forse più importante di questiorganismi intermedi per l'attuazione concretaè l'erogazione dei contributi del Piano di Svi-luppo Rurale, diretti a valorizzare e commer-cializzare i prodotti agricoli; favoriremo lo svi-luppo dell'economia rurale nel suo complessocon il G.A.L. (Gruppo di Azione Locale), “Pianadel Tavoliere”.

2. L'istituzione di una “Consulta permanentedel territorio”, composta da uno o più membridel Consiglio comunale ed esperti in genere,consentirà di ascoltare, mediante prefissati in-contri settimanali, le istanze provenienti daivari gruppi sociali, come associazioni, giovani,donne, anziani, società sportive etc

Un giorno la settimana il primo cittadinosi metterà a disposizione per sentire le segna-lazioni dei cittadini su qualsiasi tema; i diversisportelli informativi metteranno al corrente suopportunità e attività anche ricreative.

3 . Pe r i nve r t i r e l a g rave t endenzadell'emigrazione giovanile, puntiamo a creareuno “Sportello Informa Giovani” presso gli Uf-fici comunali, attivabile “a costo zero”, con lastipula di convenzioni di stage con gli Istitutidella scuola secondaria superiore presenti sulTerritorio e la condivisione della Banca Datidel Centro per l'impiego: in questo modo i gio-vani saranno informati su tutte le opportunitàofferte dai vari Bandi Statali e Comunitari Re-gionali, così da elevare al massimo la parteci-pazione d'imprese e giovani al circuito dei fi-nanziamenti comunitari ed invertire il processodi emarginazione sociale che oggi vede troppigiovani, relegati ai margini della società e co-stretti per lo più a emigrare al Nord.

Page 9: L'Ortese - Maggio - 2011

Fra i numerosi candidati consiglieri, nellediverse liste dei vari schieramenti di questatornata elettorale partecipano anche due col-laboratori della nostra rivista. Uno di questiè Giovanni Scommegna, che scrive sulle pa-gine dell’Ortese da ormai sei anni. La suaè la prima esperienza di politica attiva, anchese possiede una lunga militanza di associa-zionismo, in primis Ortese ed Unitre. Il suoingresso nella competizione elettorale è statofavorito dalla sua adesione al movimentopolitico “Libera Idea”, avvenuto circa unanno fa, della quale porta con se i positiviinsegnamenti del confronto costruttivo e delrispetto dell’avversario politico. L’entrata incampagna elettorale di Giovanni Scommegnacoincide con l’avvicinamento del candidatosindaco di riferimento, Michele Antonio Por-celli, che ha avuto nell’entusiasmo e nellanovità la spinta necessaria a compiere questascelta. Senz’altro l’ingresso di Porcelli hadato un impulso alla campagna elettorale incorso, ma anche una forte speranza di rinno-vamento e di avvicendamento della classepolitica. Senza ombra di dubbio Porcelli,con i suoi ottanta candidati divisi in cinqueliste, costituisce quella novità e quella oppor-tunità di una politica moderna, pronta e attentaa cogliere tutte le opportunità che i nuoviordinamenti mettono a disposizione, ma an-

che un enorme serbatoio di idee innovative,affinchè Orta Nova possa diventare un im-portante polo di sviluppo economico e cul-turale, una seria e concreta opportunità peri suoi cittadini.

4. Per un senso vero e concreto di ribellioneper il modo di amministrare questo Paese, chel'ha portato alla deriva sociale ed economicasotto qualsiasi punto di vista.

Il cambiamento che proponiamo non è ilbanale cambiamento nel nome del Sindaco, deiconsiglieri e degli amministratori, ma è profondonelle logiche con cui è amministrata la nostracittà, in ossequio a meriti e democrazia, conocchio attento alle esigenze di tutti, imprese,giovani, bambini e alle fasce più deboli.

Il paese non ha bisogno di opere faraonichema di soluzioni immediatamente operative edi gente preparata in grado di attuarle: da questopunto di vista penso che la mia esperienza pro-fessionale di dottore commercialista revisoredei conti, la conoscenza diretta del mondo im-prenditoriale, del mondo del lavoro e delle sueesigenze, unitamente alla conoscenza degli ac-cidentati percorsi della burocrazia, siano il“valore aggiunto” della mia candidatura al ser-vizio del mio paese.

dott. Gianni Lannes1. Per il rilancio del settore agricolo, occorre

effettuare una riconversione a 360 gradidell'intero comparto, puntando sulla qualità bio-logica e non sulla quantità dei frutti della terra.

Il nostro programma, nato dall'ascolto dalbasso di agricoltori, braccianti e imprenditori,punta a realizzare un consorzio che metteràinsieme produttori piccoli, medi e grandi, con-trollando l'intera filiera corta, compresa la di-stribuzione ed il trasporto delle merci agricole.In altri termini, saranno i lavoratori della terrache stabiliranno il prezzo della loro fatica.

Ci siamo prodigati per la creazione di unabanca locale, cioè una cassa rurale e artigianache investa in loco i propri capitali, fornendovalore aggiunto agli imprenditori, nonché a rispar-miatori e famiglie. Non promettiamo posti di la-voro, bensì offriamo lavoro alla luce del sole,equamente retribuito a tutti i disoccupati del paese.

Se la cittadinanza ortese ci darà il consensoelettorale, in questo territorio lavoreranno, perciò che compete l'attività amministrativa delComune, solo ed esclusivamente soggetti (in-dividui, ditte aziende) residenti in loco (o nei5 Reali Siti). In virtù dell'articolo 1 della Co-stituzione “L'Italia è una Repubblica democra-tica, fondata sul lavoro”, saranno il diritto, imeriti e il bisogno a fare la differenza, non leraccomandazioni.

2. Con la reale trasparenza degli atti edell'attività amministrativa, con l'ascolto e ilcoinvolgimento diretto di cittadini, imprese eassociazioni; innanzitutto sarà sottoposto a re-visione generale l'attuale Statuto Comunale,uno strumento ignoto alla collettività e privodi possibilità di influenzare dal basso le sceltepolitiche.

3. Il danno più grave è la perdita delle in-telligenze: una prima soluzione all'esodo di mas-sa potrà essere la creazione di una “banca deltempo”, attraverso l'utilizzazione di giovanisaperi e conoscenze. Inoltre sarà mia premurautilizzare finanziamenti pubblici a livello euro-peo, nazionale, regionale e provinciale per con-cretizzare e offrire opportunità lavorativenell'ambito dei settori agricolo, turistico, eno-gastronomico, archeologico e storico. Ovviamen-te non ho una ricetta facile e neppure la bacchettamagica, pur tuttavia il mio impegno sarà quellodi determinare in loco possibilità per la giovanegenerazione di poter travasare le proprie capacitàlavorative a beneficio dell'intera collettività.

4. La lista civica, Orta Nova per il BeneComune, non ha padrini, padroni o sponsorpartitici; siamo cittadini liberi, con competenzee capacità di risanare e far progredire Orta Nova,i Cinque Reali Siti e l'intera Capitanata. Su latesta!

dott. Gianluca Arturo Di Giovine1. Una prima soluzione è intercettare, at-

traverso un'equipe di lavoro, i fondi di politicaagricola della Comunità Europea disponibilifino al 2013, delineando progetti formativi ingrado di definire la nostra zona come area rurale.

Vogliamo creare una partnership conl’Università, per costituire una sorta di Authorityin miniatura che dia quel surplus di valore aiprodotti per renderli competitivi sul mercato,per realizzare una vera e propria rete culturaledi identificazione del territorio coi prodotti dellaterra. Getteremo le basi affinché ci sia volontàdi costituire un Consorzio Agrario: occorreperciò improntare un discorso di marchio, diqualità dei beni, unendo ciascun produttore leproprie forze e capacità.

Prima di provvedere al rilancio dell’econo-mia ortese, occorrerà innanzitutto mettere aposto i conti pubblici, instaurando meccanismivirtuosi e partecipativi verso i cittadini, ad esem-pio favorendo la raccolta differenziata in modocosì da pagare una Tarsu più bassa, riducendogli sprechi e facendo investimenti mirati e lun-gimiranti.

2. Attraverso il bilancio partecipato, che ègià una realtà a Stornara, ogni cittadino sarà

chiamato a redigere il bilancio di revisione;inoltre abbiamo intenzione di creare commissioniextraconsiliari e sportelli di segretariato sociale,con particolare attenzione ai ceti più deboli,abolendo le barriere architettoniche e favorendoin generale lo sviluppo della qualità della vita,affinché i deboli non siano ulteriormente emar-ginati.

3. I progetti più rilevanti riguardanti le po-litiche giovanili sono ha costituzione di unaconsulta giovanile, la realizzazione di uno spor-tello informagiovani sulle opportunità di lavoroe formazione, la creazione di una “banca deltempo” per trasferire le proprie conoscenze ei propri saperi, nonché garantire il collegamentowi-fi gratuito a tutti, in quanto internet è accessoalla conoscenza cui le giovani generazioni sonoproiettate.

È importante la progettazione, garantita dagiovani competenti, attraverso la capacità direcepire e intercettare i bandi e i finanziamentipubblici; ad esempio i laboratori urbani, fina-lizzati a strutture immobili dismessi, potrannoessere utilizzati per finalità culturali e socialidi primo piano.

4. Perché ha nostra lista è l'unica autenti-camente alternativa, priva di interessi privatie conflitti d'interesse interni, in modo da garantirela governabilità della cosa pubblica; è una can-didatura giovane e competente, e quindi giàrivolta a uno sguardo futuro, l'unica che dà veravoce alle nuove generazioni, non servendosidi loro, e tesa al bene della collettività.

Page 10: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 11: L'Ortese - Maggio - 2011

in questo documentario, una specie di re-soconto del mio umile impegno ammini-strativo.

Oggi, Vi chiedo di votarmi ancora, noncome candidato Sindaco, ma come sempliceconsigliere, in quanto ho ritirato la miacandidatura per consentire due cose, amio avviso importanti: primo, ridurre laframmentazione politica, in un paese de-vastato dall’individualismo sfrenato; secon-do, aggregare attorno ad un unico candidatouna moltitudine di persone, che abbia ancheuna funzione sociale, che possa far avve-rare quel sogno di cambiamento che c’ènell’aria e nelle persone, che in questi annisono rimaste silenziose.

Ebbene, con I Riformisti, abbiamo scel-to di appoggiare un giovane professionistadi Orta Nova, il dott. Michele AntonioPorcelli, il quale anche lui ha una grande“Passione per la Politica”, intesa come vor-remmo che fosse sempre: la salvaguardiadell’interesse comune, un mestiere che hacome scopo il bene delle comunità cui siappartiene.

A b b i a m o d e c i s o d ispenderci ancora, per crearequalcosa di nuovo, qualcosache non c’è, quello di co-struire insieme il nostrofuturo, e non il propriofuturo!!!!!! Il sogno che ciunisce con Michele AntonioPorcelli e la sua coalizioneformata da cinque liste, tuttigiovani Ortesi, è quello di

Carissime elettrici, cari elettori,mi chiamo Lorenzo ANNESE, ho 55 anni,tutti trascorsi a Orta Nova, città in cui sononato e da cui non voglio andarmene. Sonosposato e ho quattro figlie. Sono un piccoloimprenditore nel campo della lavorazionee del commercio degli indumenti usati edella prima lavorazione dei prodotti agricoli.

Cinque anni fa ero candidato come Sin-daco e chiesi il vostro voto per cambiarequesto paese, e, per una mangiata di votinon potei coronare quel sogno, cioè quellodi contribuire nel dare a questo paese unfuturo roseo, ricco di opportunità e di si-curezze, mentre oggi ci troviamo in unasituazione grigia, stagnante e senza prospet-tive.

Dal 2006 ad oggi son trascorsi cinqueanni, il vostro voto comunque non è statodato invano, in quanto ho svolto il mioruolo di minoranza ed opposizioneall’attuale maggioranza capeggiata dal sin-daco Moscarella, il quale si ricandida perla quarta volta, con abnegazione, passionepolitica e puntualità su tutti gli argomentie provvedimenti che questa amministrazio-ne ha posto in essere in questi cinque anni.

In questi anni ho fatto sentire non solola mia voce con comizi ed incontri pubblici,ma ho cercato anche di produrre documenti,atti, proposte, informandoVi puntualmentecon manifesti, articoli di stampa e volantiniaffinchè Vo cittadini venivate messi nellacondizione di sapere fatti e misfatti di que-sta Amministrazione.

Questi documenti sono stati raccolti

ridare energia a tutti i settori produttividella città di Orta Nova, una opportunitàai giovani, una mano amica alle personedella terza età ed agli anziani, fiducia allacittà e alle famiglie che vi abitano.

Ebbene, care elettrici e cari elettori,se il 15 e 16 maggio 2011, se avrò il pia-cere di ricevere ancora il vostro sostegno,il vostro voto, la vostra fiducia, dovetesapere che : il vostro voto produrrà centoimpegni da parte mia.

ArrivederciLorenzo Annese

Page 12: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 13: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 14: L'Ortese - Maggio - 2011

sapu to in fondere l asperanza che una viaalternativa di sviluppoe di relazione tra gliuomin i è pos s ib i l e ,contraddicendo chi negache esista negli uominiun 'unica poss ib i l i t àc o m p o r t a m e n t a l e“indotta” dalla modernitàe fatta solo di prevari-cazione e agguerritacompetizione. II con-vegno è stato apertodall’intervento del pre-sidente dell'Associazione“Le Nove Muse”, An-drea Zicolillo. L'eventorientra in una serie diinteressanti appunta-menti che l'Associazioneha in programma finoalla fine di giugno, diconcerto con l'altra se-zione della stessa As-soc iaz ione , o s s i a i lCircolo Culturale Neo-b o r b o n i c o “ O r t a d iCapitanata”.

Il giorno 7 aprile scorso, pressol'Auditorium della Masseria ex Gesu-i t ica di Orta Nova, s i è svol tol'interessante convegno dal tema“Verso una società migliore”, a curadell'Associazione Culturale ortese“Le Nove Muse”. Questa è stata unainteressantissima occasione di incon-tro del pubblico con la comunità bud-dhista di Capitanata, che era rappre-sentata , ol t re che da una fol tadelegazione proveniente da diversicentri della provincia e dal capoluogo,dal suo rappresentante, professor Do-nato Di Bari di Manfredonia. Il temaera tra i più attuali, ossia come siconiugano quelli che sono i principicardine della dottrina buddhista conla vita e la società moderna occiden-tale. Il relatore ha dapprima illustratola genesi della filosofia indiana e poine ha delineato le possibilità di“appl icaz ione” a que l la che èl'esistenza moderna degli uomini, coni suoi ritmi, le sue esigenze e il suosvolgersi. La folta platea ha postouna silenziosa attenzione ai discorsie alle parole del professor Di Bari,il quale, con estrema naturalezza, ha

C’è un luogo dove la sacralità, do-vrebbe essere assoluta. Un luogo, carat-terizzato dal profondo rispetto non soloper la quiete, ma anche per gli arredi,per le luminarie, perfino per gli addobbifloreali: il Cimitero!

Ebbene, ad Orta Nova da un po’ ditempo pare che la sacralità del luogo,venga violata dai ripetuti furti di fiorie lumi che i parenti dei defunti, depon-gono per devozione sulle sepolture deipropri cari.

L’autore, o gli autori di simili attiscellerati nonché il loro fine, restanotutt’ oggi ignoti.

Pare - in ogni modo - che quanto

sottratto, non venga “ riciclato “ all’interno dello stesso Cimitero, ( altrimenti da tempo, si sarebbe provveduto a strin-gere il cerchio attorno ai profanatori ), ma portato all’ esterno.

Provo a verificare la fondatezza ditali fatti sul campo, ottengo diverse am-missioni ma nessuno, si dice dispostoa confermare con il proprio nome, lanotizia.

Tra i tanti, un arzillo vecchietto di85 anni: “ Giovanotto che volete chevi dica? I tempi sono cambiati! Questo,è il tempo in cui nemmeno i morti pos-sono riposare più in pace, senza correreil rischio di essere disturbati o addirittura

derubati, nella loro stessa dimora eter-na!”.

Page 15: L'Ortese - Maggio - 2011

Un gremito Palazzo dei Congressi dellaFiera di Foggia ha accolto il Ministro perle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali,On. Francesco Saverio Romano, che ha ta-gliato il nastro della 62ª Fiera Internazionaledell'Agricoltura e della Zootecnia. La ceri-monia inaugurale è stata aperta dall'indirizzodi saluto del Sindaco di Foggia, Gianni Mon-gelli, il quale ha chiesto al Ministro di farsipromotore dell’attivazione di una rapida ecostruttiva concertazione istituzionale permigliorare la rete delle infrastrutture a soste-gno dell’agricoltura e dell'agroalimentare diCapitanata, mentre il Presidente della Provin-cia di Foggia, Antonio Pepe, ha evidenziatola necessità di stipulare un patto perl'agricoltura del Mezzogiorno.Dario Stefàno, Assessore alleRisorse Agroalimentari dellaRegione Puglia, ha quindiricordato che la ribaditaimportanza della dieta me-diterranea pone il sistemaagroalimentare della Pugliain una posizione di avan-guardia e nel contempo dicentralità, supportata dallacomprovata qualità dei suoiprodotti, che necessitanotuttavia di politiche nazionaliconseguenti. Il Presidentedella Fiera di Foggia, FedeleCannerozzi, ha ricordato ledue grandi priorità che at-t e n g o n o a l l o s v i l u p p odell'agricoltura, della zoo-tecnia e dell'agroalimentared i C a p i t a n a t a , q u a l el'istituzione dell'AgenziaNazionale per la SicurezzaAlimentare e la realizzazione della Diga diPiano dei Limiti, illustrando altresì le variequestioni legate alle tre parole d'ordine de-cisive per accrescere la competitività del si-stema agricolo: innovazione, qualità, diver-sificazione. Il Presidente della Fiera ha quindiespresso l'auspicio che la nuova stagione diinterlocuzione istituzionale tra Governo na-zionale e Regione Puglia, rappresentata allacerimonia inaugurale anche dall'Assessoreregionale al Welfare Elena Gentile, possaessere foriera di positività per le attese rispostedel mondo agricolo e zootecnico. Il discorsodel Ministro delle politiche agricole alimentarie forestali Saverio Romano è partito dallaconstatazione della effettiva e grave difficoltàdel mondo agricolo e zootecnico italiano.“S to ce r cando d i da r e una r i spos t aimmediata”, ha aggiunto Romano, “alla dif-ficoltà di liquidità delle aziende, verificandose ci sono le condizioni per applicare unamoratoria di 36 mesi per i pagamenti delcrediti contratti dalle aziende. È necessario,in generale, avviare un processo di rilancio

dell'intero comparto agricolo nazionale alfine di accrescerne la competitività sia sulmercato comunitario che su quello dei Paesiterzi. A tal proposito ho già proposto di con-vocare entro sei mesi gli Stati Generalidell'Agricoltura allo scopo di ridisegnare unapolitica agricola comune italiana, con il con-tributo di tutti, associazioni, produttori, con-sumatori e Regioni, che ci consentirà di af-frontare, uniti e più forti, le future sfidecomunitarie in materia di riforma della politicaagricola comune ed affermare, allo stessotempo, il nostro modello agricolo caratteriz-zato da prodotti di eccellenza frutto di tradi-zione, cultura e legame con il territorio”.

Dopo la cerimonia inaugurale il Ministro

Romano, accompagnato dal Presidente dellaFiera di Foggia Fedele Cannerozzi, dal Se-gretario Generale Raimondo Ursitti e da altreAutorità presenti, ha effettuato una visita aiprincipali padiglioni agricoli e zootecnicidella rassegna.

L'Agricoltura e l'Agroalimentaredi Capitanata protagonisti

alla 6ª FieraInternazionale dell'Agricoltura

e della Zootecnia di Foggia

La provincia di Foggia ospita la secondapianura d'Italia che la rende protagonista in-discussa nell'economia agricola nazionale,come attestano i consolidati primati produttivinel settore cerealicolo ed ortofrutticolo. Leaziende agricole iscritte al registro delle im-prese camerale ammontano a 27.555, cinque-centomila gli ettari coltivabili e 23.583 glioccupati agricoli, con un'incidenza sul totaleregionale pari rispettivamente al 30,8 al 40ed al 21,7%. Il valore aggiunto agricolo sfiora

i settecento milioni di euro, con un'incidenzasul prodotto interno lordo provinciale del7,2%, ossia circa il doppio di quella regionale.Le imprese agroalimentari superano il migliaiodi unità e rappresentano circa il 27,2% deltotale delle industrie manifatturiere, controil 17,3% della Puglia nel suo complesso. Se-condo i dati resi dalla Camera di Commerciodi Foggia, la Capitanata è la prima provinciain Italia per la produzione di frumento duro,pomodoro da industria, asparagi, carciofo,cavolo broccolo, finocchio, e concorre inmodo significativo alla leadership regionalein altri comparti agricoli come quelli dell'uvada tavola e dell'olivicoltura. In provincia diFoggia operano affermate aziende nei settori

molitorio, pastario e deiprodotti da forno, conserviero,vinicolo ed oleario, orto-frutticolo e lattiero caseario,quest'ultimo legato alla anticatradizione zootecnica: impreseimpegnate con successo inprogrammi e di internazio-nalizzazione che portanoquotidianamente le produzioniagroalimentari di questoterritorio sui principali mercatieuropei e d'oltreoceano. Sette,inoltre, i prodotti a marchiocomunitario della provinciadi Foggia, di cui cinque Dop(“Caciocaval lo s i lano”,“Canes t r a to pug l i e se” ,“ M o z z a r e l l a d i b u f a l acampana”, “Olio extra vergineDauno”, “Oliva La Bella dellaDaunia” DOP), cui si ag-giungono le due indicazionigeografiche protette (DOP)

del “Limone femminello del Gargano” edell'“Arancia del Gargano”, oltre a quattrovini Doc ed due Igt. Anche nel settore delb io logico la Capi tanata rappresentaun'importante realtà nello scenario regionalenazionale del settore, sia in termini di numerodi operatori che di superficie coltivata, graziead una sempre più diffusa “cultura delbiologico”: secondo gli ultimi dati consolidatidisponibili, gli ettari coltivati a biologico edin via di conversione sono 29.807, ossia unquarto del totale regionale, con una nettaprevalenza delle colture cerealicole (10.123ettari) e dell'olivo (6.542 ettari), con posizionidi punta in ambito regionale per le coltivazionibiologiche di legumi secchi ed ortaggi, comepure per il numero di capi allevati, special-mente bovini ed ovicaprini, che risulta con-sistente e percentualmente superiore a quellodelle altre province pugliesi. Gli operatoriin totale sono 1.466, in gran pane produttori(82%), cui fanno seguito i trasformatori (9%)ed altre figure miste.

Page 16: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 17: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 18: L'Ortese - Maggio - 2011

La Passione, la Morte e la Risurrezione diCristo in un’interpretazione sciolta dei raccontievangelici, del tutto svincolata da preconcettie dogmi di alcun genere: è questo il significatodi “Libere Antifone”, una raccolta musicale di13 brani inediti, ideata e realizzata dall’ortesePiernicola Dalla Zeta, coadiuvato da GiovanniRusso e Guido Paolo Longo per le musiche egli arrangiamenti, e da Mauro Decio Cornettiper i dipinti su tela presenti all’interno del cd.

Il concept album è arrivato a compimentograzie alla produzione esecutiva del ServizioDiocesano per la Pastorale Giovanile di Ceri-gnola-Ascoli Satriano, con il deciso interventodi Don Claudio Barboni del Laboratorio ArtisticoGiovanni Paolo II, sito presso la Parrocchia S.Trifone Martire in Cerignola.

Una presentazione “ufficiosa” è avvenutaalla Giornata della Gioventù, tenutasi sabato16 aprile presso la Chiesa Madre di Cerignola,alla presenza di S.E. Monsignor Felice di Mol-

fetta, che ha avuto parole di elogio e apprezza-mento per il lavoro compiuto. A seguire, lapresentazione ufficiale la sera di Pasqua pressola chiesa di S. Trifone.

“Dall’antifona libera, una preghiera messain musica e senza versetti associati, del CantoGregoriano, nasce l’idea di Libere Antifone:un’analisi soggettiva ed introspettiva dei perso-naggi che hanno vissuto la Passione, la Mortee la Risurrezione di Cristo”.

“Ho immaginato lo sfogo di Tommaso, apo-stolo incredulo alla notizia della Risurrezione;o il pianto di Giovanni sotto la croce; o ancora,il rimorso di Giuda dopo il tradimento”, ci con-fida Piernicola. Il cd è frutto del faticoso lavorodurato quattro anni, maturato anche in virtù diun’esperienza come seminarista presso i Mis-sionari Comboniani di Troia durante gli annidi scuola media. Per i brani cantati hanno pre-stato la loro voce alcuni amici dell’autore, qualiGiovanna Marseglia (Maria), Flora Cristiani

(Maddalena), Massimo Dedda (Barabba) e FabioConsale (Giovanni); in “Pietà e deposizione”la voce di un altro ortese, Celestino De Montis.

L’album è uscito il 22 aprile con un’etichettaindipendente e verrà distribuito in tutte le diocesii t a l i a n e ; è p o s s i b i l e v i s i t a r e i l s i t owww.libereantifone.altervista.org o ascoltarealcuni dei brani presenti nel cd digitando il linkwww.myspace.com/libereantifone . A breve par-tirà un tour che toccherà le più importanti cittàitaliane, e nei progetti futuri vi sarà la collabo-razione col regista teatrale Giuliano Vasilicò,entusiasta all’idea di scrivere un’intera sceneg-giatura per realizzare un musical avente cometema la Passione di Cristo.

Piernicola non è comunque nuovo a lavoridi questo genere: ha partecipato con la CoraleEmmanuel di Carapelle (Fg) a due edizioni delFestival della Canzone Religiosa di Cerignola- nel 2007 col brano Meraviglioso Dio (Premiodella Critica) e nel 2009 con La scelta più sem-plice (Brano vincitore). Di entrambi, è co-autoredei testi assieme a Lucia Maratea.

Il nostro auspicio è che il concept albumnon manchi nelle case dei cattolici, affinchèognuno di loro possa riflettere e meditare sulleemozioni e gli stati d’animo vissuti durante laPassione di Cristo.

...le lacrime che ho nel cuorele lascio caderelungo la stradaper vedere se le raccolgonole generazioni che verrannoper farne un “seme di pace”.

Nelle parole di questi semplici versi si cogliela profondità delle riflessioni che hanno datovita ad una poesia così dolce e allo stesso tempoincisiva. Chi l'ha scritta? Non un famoso poeta,ma un gruppo di bambini di quarta del 1° CircoloDidattico di Orta Nova per non dimenticare chenella storia dell'umanità ci sono avvenimentiche non possono e non devono essere dimenticati.Uno di questi è l'immane tragedia che si è con-sumata all'epoca del Nazismo con lo sterminiodi milioni di Ebrei e non solo Ebrei.

Dobbiamo tenere viva la memoria di ciòche è stato. Oggi, contro il ricordo di questi av-venimenti, ci sono due nemici. Da una parte,c'è chi nega che questa tragedia ci sia stata eafferma che la Shoah è solo un’invenzione,dall'altra, c'è un nemico, ancora più subdolo:l'indifferenza che nasce dall'assuefazione, figliadi una società che non riesce più a distinguerele immagini vere e orrende di quello che è stato,da immagini che si vedono in televisione o alcinema. Se ci facciamo prendere dall'indifferenzae pensiamo che sono cose che non ci interessano,corriamo il temibile rischio che quelle atrocitàpossano ripresentarsi e accadere di nuovo. Perchéquesto non accada mai più, il 27 gennaio, giornodella memoria, come ogni anno, ha visto prota-gonisti tutti gli alunni delle classi V, che, allapresenza delle autorità civili e militari e della

dirigente dott.ssa Margherita Palma, hanno com-memorato l’evento. Sono state proiettate delleimmagini e testimonianze dell'olocausto, declamatibrani e poesie, ed è stato intonato l'inno nazionale.L'inno di Mameli ha suscitato in tutti una profondaemozione e stimolato un forte sentimento:l'orgoglio di appartenenza alla propria nazione,l'orgoglio di essere Italiano. Attraverso tali percorsi,le docenti si propongono di educare alla pace,al rispetto di tutti i popoli, garantendo a tutti paridignità, valori condivisi. Il ricordo delle brutalitàdel passato non deve essere dimenticato, affinchéil sacrificio di tanti, non sia stato vano, mad'insegnamento per tutte le generazioni future.Quest'anno per la prima volta il 10 febbraio, glialunni delle classi IV si sono riunite nella salateatro per ricordare un'altra terribile pagina storica:le foibe. A commentare gli avvenimenti storicii versi di un'altra poesia, scritta sempre daglialunni della classe IV A:Nel silenzioLo stormire delle foglieNel silenzioun sogno di bimbonel silenziosale la preghieranel silenziosi infrangono le ondenel silenziosi inseguono i pensierisale l'urlo del dolore.

Alunni IV A ins. Tania Solimene

Page 19: L'Ortese - Maggio - 2011

L’8 e il 9 Aprile, a Larino, si è svoltala IV Edizione delle “Olimpiadi della LinguaItaliana”, manifestazione che intende rilanciarel'importanza della riflessione sulla lingua intutti gli ordini di scuola con una modalitàattraente per bambini e ragazzi: il gioco, lasfida, la competizione. La nostra scuola consei alunni delle 5ª classi è riuscita a far partedelle uniche 20 scuole primarie d'Italia par-tecipanti all’evento. Dopo una brillante faseeliminatoria, il nostro giovane team, formatoda Marta Clinca, Tatiana Di Palma, MichelaGiovanniello, Lorenzo Granato, Silvia Grillo

e Ernesto Sgaramella, ha meritato l’accessoalle fasi finali delle Olimpiadi classificandosial 4° posto. Sintassi, morfologia lessicale esemantica lessicale sono state l’oggetto dei78 quesiti presentati ai nostri atleti sul maxischermo del cinema in cui si sono svolti igiochi. L'emozione, la paura di vincere el'inesperienza hanno giocato un ruolo deter-minante sulla performance dei nostri ragazziche avrebbero certamente meritato un postosul gradino più alto del podio. La nostra Pre-side Dott.ssa Imma Conte, incontrando glialunni dopo la gara, ha avuto per loro parole

di elogio e di incoraggiamento. I veri prota-gonisti di questa straordinaria iniziativa hannovissuto l'esperienza con curiosità, entusiasmoe passione, gioiosi di confrontarsi con i co-etanei provenienti da molte regioni d'Italia.“È stato emozionante vedere mia figlia rispon-dere velocemente e correttamente ai test dellefinali...” ha detto orgoglioso uno dei genitoriche ha visto la figlia battersi a colpi di con-giuntivi e condizionali.

Un sentito ringraziamento va alla nostraPreside che ci ha fortemente motivato a par-tecipare alla manifestazione e ai bravissimialunni che non si sono sottratti a questo ul-teriore impegno. Non da ultimo, gli organiz-zatori delle Olimpiadi per la serietà e corret-tezza con cui hanno gestito l’iniziativa.L’entusiasmo e l’impegno di tutti coloro chehanno partecipato fa già pensare alla prossimaedizione e alla preparazione necessaria perentrare nell’albo dei vincitori. Tutte le infor-mazioni relative alle Olimpiadi sono consul-tabili sul sito:

www.leolimpiadidellalinguaitaliana.it

Page 20: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 21: L'Ortese - Maggio - 2011

Se si osservano particolari comportamen-ti del mondo animale, riscontriamo spessodelle analogie di condotta messe in atto dalgenere umano, soprattutto nel variegato mon-do della politica. Credo che nessuno si stu-pisce se si afferma che esistono uomini dellanostra società che per portare a compimentofurbesche strategie, non di rado adottanocomportamenti che dovrebbero essere diesclusivo atteggiamento del mondo animale.Mi sono incuriosito nell’apprendere di unarecente e straordinaria scoperta che descrive,per esempio, come certi uccelli interpretati in un linguaggio squisitamente scientificopresentano atteggiamenti di tipo mafioso.Confrontando specifici comportamenti diquesti uccelli, con alcuni attuali personaggidel mondo politico tutti protesi a conservarecon ogni mezzo, posizioni di potere e tuteladei propri interessi, non si evince nessunadifferenza con l’aggiunta di una ipocritaparvenza di assoluta normalità. In sintesila strategia usata da questi signori è perfet-tamente paragonabile allo stratagemma conil quale, il cuculo riesce a riprodursi e quindia conservare la propria specie. E’davverosingolare il comportamento di questo uccellomigratore che sverna nell’Africa tropicaleper poi diffondersi nelle altre stagioni intutta Europa. In parole povere il cuculo ènoto per avere la singolare abitudine o vi-zietto, di covare le proprie uova utilizzandoil nido di altri uccelli.

La femmina del cuculo infatti, riesce acollocare tra maggio e luglio, imitandoneil guscio ed il colore, un uovo per voltanel nido di uccelli di specie diverse. Dopouna incubazione di circa dodici giorni, l’uovosi schiude ed il piccolo cuculo, ancor primadi aprire gli occhi, istintivamente spingefuori dal nido qualsiasi cosa vi si trovi, sba-razzandosi senza mezzi termini, dei piccolie delle uova dei genitori adottivi. Il pulcinoviene quindi allevato e custodito dai genitorinon naturali, fino a che non raggiunge unamaturità sufficiente per abbandonare il nido,dopo aver stremato dalla fatica la famigliad’adozione. Per questo motivo alcune speciedi uccelli, in particolare la gazza, nutronoper i cuculi un odio viscerale ed istintivo,al punto che, per quanto più piccoli, li ag-grediscono con efferata ferocia. Perciò gliuomini che adottano questa strategia, è giustodefinirli con il termine appropriato di emeritiparassiti o di cuculi appartenenti a quellaparticolare specie definita: cuculo dal ciuffo.

Normalmente i l na tu ra le i s t in to o“intelligenza” dovrebbe appartenere esclu-sivamente al regno animale, purtroppo ognu-no di noi è costretto a ricredersi, nel mo-mento in cui l’ipocrisia di certi personaggipretende di avere il sopravvento sulla nor-malità. Quando la vecchia nomenclaturadella cosiddetta prima repubblica, venivacolpita a morte dal devastante uragano messoin atto dal tribunale di Milano, capì imme-diatamente che stava rischiando l’estinzione.Inoltre si rese conto, anche di non poteressere in grado di produrre una nuova ge-nerazione politica adeguata ed al passo coni tempi, e perciò si servì senza mezzi terminidella “pratica del cuculo”. Sfregiata e piegatadall’offensiva giudiziaria vide il suo popolodisperdersi in mille rivoli, però ognuno sipreoccupò di deporre un uovo, come lo scal-tro pennuto, nelle formazioni politiche su-perstiti. Ci fu chi volle approdare in unasinistra, che cominciava un nuovo percorsoe perciò obbligata a cambiare sistematica-mente il proprio logo ad ogni appuntamentoelettorale. Altri, forse i più furbi, ritenneroopportuno rifugiarsi in una grande ed acco-gliente area di nuova formazione, sicuramen-te tanto ampia quanto appetibile, dove fa-cilmente potevano lavare i vecchi “cenci”e far sbiadire i colori che avevano difesonelle precedenti appartenenze politiche. Que-sto “nido” si presentava tanto accoglienteda far passare inosservata la loro presenzadandogli inoltre, nel frattempo, la possibilitàin poco tempo di ingrandire il proprio spaziovitale. Infine ci fu chi provvisto di uno sto-maco molto resistente, preferì avventurarsinelle due aree estreme della destra e dellasinistra, risparmiate miracolosamente dalla

tempesta giudiziaria. A questo punto la de-funta democrazia cristiana, come pure i so-cialisti, repubblicani e liberali, seppero in-dossare le vesti di araba fenice, mettendoin campo il teorema del cuculo. Sfruttandol’esperienza maturata in mezzo secolo diincontrastato dominio politico, riuscì a de-porre altrettante uova, nei nidi altrui. Leuova, appositamente clonate nella forma enel colore, man mano che si schiusero, riu-scirono a fare piazza pulita della prole le-gittima, non solo, ma si preoccuparono anchedi estrometterla dal loro nido. Il tutto fufatto con la massima discrezione per assi-curarsi le scrupolosi attenzioni dei genitoriadottivi, sempre più sbalorditi dall’appetitomostruoso di questi strani figli, dalla lorostazza enorme e dall’aspetto tanto diverso.Eppure non si resero conto in tempo e con-tinuarono a correre sempre più disperatiper nutrirli, e sempre più in fretta, fino adessere distrutti dalla loro voracità. Adessoi “cuculi” sono finalmente satolli e maturie sicuramente non tarderanno ad allontanarsidal nido che li ha ospitati. Comincerannoa lanciare il loro verso lugubre ed inconfon-dibile: cucù, cucù, cucù. Servirà per incon-trarsi, riconoscersi, accoppiarsi e deporrealtre uova in altri nidi. Insomma una speciedi rinascita continua con il sistema della“fecondazione assistita” oltre ad un alleva-mento a carico di terzi, ignari dei loro pro-getti. Infine quando il richiamo dei cuculisarà forte, onnipresente, assordante ed ilricordo dello sfregio e della sconfitta subitasarà sopita o addirittura mitizzata allora lavoglia di riscatto diventerà irresistibile. Siprodigheranno con molta attenzione e conindistinto rumoreggiare, a chiamare a rac-colta il popolo dei cuculi e far diventareperfettamente legittimo l’utilizzo dei nidialtrui per la loro proliferazione.

Page 22: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 23: L'Ortese - Maggio - 2011

Il giorno 2 aprile, presso la Sala Consiliaredel Comune di Carapelle (FG), si è svolto l’incontroculturale sul tema: “L’effetto musica nell’universouomo”. Un’iniziativa di grande rilievo, che testimoniala volontà dell’Unitre e dell’Amministrazione co-munale per rispondere alle esigenze del territorioe al concetto di apprendimento proiettato in unvasto panorama di carattere eminentemente socialee politico, nel quale trovano posto le dimensionidell’integrazione scolastica, dell’animazione culturalee del tempo libero. Ha fatto gli onori di casa il Sindaco Prof. AlfonsoPalomba che si è compiaciuto per l’impulso chel’Unitre sta dando nel settore della cultura nell’ambitodei 5 Reali Siti e soprattutto perché il maestro Car-men Battiante, relatrice dell’incontro, è stata unasua ex allieva. L’Assessore alla cultura, Prof.ssa Nunzia Ta-rantino, nel porgere i saluti di rito, ha ripropostola vicinanza delle istituzioni alle iniziativedell’Associazione. La Presidente dell’Unitre, Prof.ssa Rina DiGiorgio Cavaliere, ha presentato l’Università comeuna realtà socioculturale di volontariato, costituenteun centro di raggruppamento e di formazione per-manente per persone di ogni età, senza distinzionedi condizione sociale, di cultura, di nazionalità, diconvinzioni politiche o religiose. La nostra, ha detto,è un’Università senza libri di testo, esami, provedifficili da superare. L’intento è diffondere la culturaed il sapere attraverso un’efficace formula di edu-cazione permanente, che rappresenta uno dei terminidi maggiore differenziazione fra i punti di vistapedagogici più attuali e quelli tradizionali. Tra lenovità emerse in questo primo anno di vita, quelladi agevolare la frequenza ai corsi nei cinque comunidell’Unione, tramite un servizio di navetta, chetrasporta gli associati studenti da un comune all’altro.Infatti, con la sola quota associativa ogni iscrittoè libero di frequentare i corsi che desidera nei comunidell’Unione. E’ seguita l’interessante relazione del M.roCarmen Battiante con la relativa proiezione di alcuneslides sul tema del convegno. La conferenza ha

intenso approfondire quegli studi scientifici, chealla musica riconoscono un ruolo fondamentale perla formazione dell’individuo nella sua tridimensio-nalità - corpo, spirito e mente – e dell’intera società.Gli effetti dell’ascolto e delle lezioni di musica sulfunzionamento delle aree cerebrali, il miglioramentodelle prestazioni motorie e intellettive del bambinoanche in ambiti non musicali, quali il linguaggioverbale, le abilità matematiche, la memoria, ecc.sono stati solo alcuni degli elementi tematici indiscussione. L’obiettivo da raggiungere potrebbeessere la possibilità di creare un centro di formazionepermanente per i genitori, offrendo loro gli strumentinecessari sia per la loro crescita sia per lo sviluppoarmonico dei figli. Infine la Prof.ssa Angela Mastropietro ha chiusol’appuntamento con le notizie sui corsi (Tecnichepittoriche, Chitarra, Informatica, Ballo di gruppo,Etica comportamentale, Laboratorio di chiacchierino)in questo periodo realizzati presso la Sezione Unitredi Carapelle. La serata è terminata con una targa ricordo,consegnata dall’Assessore alla cultura e dal Sindaco,al M.ro Carmen Battiante.

Convegno regionaleVenerdì 8 aprile 2011, presso la sala “Della

Rimembranza” del Palazzo ex Gesuitico in OrtaNova (FG) si è svolto il convegno regionale Unitre,preparatorio all’istituzione del Coordinamento Re-gionale in Puglia. La Presidente nazionale D.ssaIrma Maria Re, per sopraggiunti problemi di salute,ha dovuto rinunciare con grande rammarico al pro-grammato viaggio in Puglia, ma ha delegato il Dott.Silvio Aprea, facendo pervenire un accorato mes-saggio di ringraziamento per quanti si sono prodigatinella buona riuscita del convegno. La Presidente dell’Unitre ospitante, Prof.ssaRina Di Giorgio Cavaliere, ha iniziato i lavori, por-gendo il saluto di benvenuto a tutte le autorità eai presenti. Ha evidenziato l’importanza dell’incontroche apre la campagna per il rinnovamento del Co-ordinamento Regionale in Puglia e ha, quindi, datola parola al Presidente dell’Unione dei Comuni dei5 Reali Siti, Dott. Matteo Silba. Questi ha manifestato

l’apprezzamento nei confronti delle numerose ini-ziative che l’Unitre ha messo in atto già da questoprimo anno di vita, assicurando l’impegno personale,affinché l’Università possa svolgere il suo ruoloculturale nel territorio e raggiungere gli obiettiviprefissati. Il Dott. Silvio Aprea, Vice Presidente nazionale,ha ricordato le tappe importanti (costituzione dellaSezione prima e della Sede dopo), che ha vissutodirettamente. Ha fatto riferimento, poi, al ruolocarismatico della Presidente nazionale, facendo ri-levare che da qualche anno è stata nominata “Donnadell’anno” insieme con la Montalcini. In manieratecnica ha parlato del Coordinamento in Puglia,necessario sia per uniformare le Regioni allo Statutonazionale sia per assicurare l’applicazione dellenorme comuni che tutte le Sedi locali sono tenutead osservare, pur nella loro autonomia di gestione.Il Coordinatore, eletto nell’ambito del CoordinamentoRegionale, subito dopo il rinnovo delle cariche socialinazionali, avrà i seguenti compiti:1. far conoscere i principi e lo spirito Unitre alloscopo di promuovere la costituzione di nuove Sedilocali o Sezioni;2. collegare fra loro le Sedi locali operanti nellaRegione, informandone la Presidenza e l’EsecutivoNazionale, favorendo lo scambio di informazionied esperienze fra le stesse;3. esprimere il proprio parere sulla costituzione eadesione di nuove Sedi o Sezioni; verificare chel’operato delle Sedi sia conforme allo Statuto e alRegolamento Nazionale, informandone la Presidenza;4. svolgere funzioni di collegamento con Enti Pub-blici regionali o infraregionali, in conformità e inattuazione delle direttive del Consiglio Nazionaleo del Comitato Esecutivo. Sono, quindi, intervenuti i presidenti in sala,tra cui la consigliera nazionale Pasqua Di Pierro,che ha evidenziato la necessità di programmare gliincontri più importanti e le rassegne delle attività(coro, mostre, teatro, ecc.) già prima della chiusuradell’anno accademico. Si è celebrata, dunque, una giornata che segnada un lato l’avvio di un percorso per il Coordina-mento Regionale in Puglia, dall’altro l’impegno arincontrarsi per la tappa definitiva, se giustamentela Puglia vorrà adeguarsi alle direttive statutarienazionali.

Page 24: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 25: L'Ortese - Maggio - 2011

Nazario era partito prima dell'alba e ametà mattina era arrivato alle porte di Foggia.

Da lontano la città gli parve subito ster-minata, anche se aveva meno di quarantamilaabitanti (si era alla vigilia della 1ª GuerraMondiale) e Nazario, superato il Cimitero,aveva dovuto fermarsi in coda ad una lungacolonna di carretti, calessi e carrozze, fermiperché le sbarre del passaggio a livello eranoabbassate. Il fatto di trovarsi lontano dai binarifu la sua fortuna perché già da quella posizionesi spaventò a morte e anche l'asino cominciòa ragliare e a scalciare quando udì lo sferra-gliare crescente dei vagoni e l'ansimare pro-fondo della locomotiva a vapore, che avanzavaavvolta da una nube di vapore grigio sottoun enorme pennacchio di fumo nero. Stavaa bocca aperta a guardare i vagoni che tran-sitavano sempre più velocemente, poiché iltreno era appena uscito dalla stazione e stavaaccelerando, e non distingueva i lineamentidei volti dei passeggeri affacciati ai finestrini.

“Questo dev'essere il treno di cui parlail papà di Filomena!” disse Nazario ad altavoce e fu contento di aver fatto la scopertasenza chiedere conferma a nessuno. Quandola colonna di carretti, calessi e carrozze sirimise in moto, mentre attraversava i binari,Nazario poté scoprire anche com'era fattauna strada ferrata e trovò la spiegazione alladomanda che si era posto poco prima sul“perché quei vagoni che procedevano a follevelocità non uscissero di strada per andarea sbattere contro le case e le persone”. Poiaveva attraversato i tre archi che immettonoin Via Arpi ed era sceso dalla sella. Tenendol'asino per le redini, aveva cominciato a girareper le strade del centro storico, aveva vistola Cattedrale, il Teatro, il Piano delle Fosse,i maestosi edifici della Prefettura e della Pro-vincia, poi Piazza Lanza, la fontana monumen-tale e il palazzo dell'Acquedotto (l'acqua po-tabile era arrivata solo da qualche anno aFoggia, mentre a San Marco sarebbe giuntasolo trent'anni più tardi). Nazario aveva bevuto,raccolta nel cavo delle mani accostate, l'acquacristallina e sapida proveniente dalle sorgentidel Sele e l'aveva trovata infinitamente mi-gliore di quella piovana, raccolta nella cisterna,scavata a ridosso della casa, che aveva bevutofino ad allora. Aveva svuotato il fiasco chesi era portato da casa e l'aveva riempito conl'acqua della fontana. “Voglio farla assaggiarea Filomena e a tutta la famiglia” aveva pensatoed era contento per averlo pensato. Avevapoi visitato la Stazione Ferroviaria e la grandeVilla Comunale, sempre con gli occhi sgranatiper la meraviglia e con una gioia crescentenel cuore per le scoperte che faceva ad ogniangolo di strada, davanti alla facciata di unpalazzo antico, soprattutto davanti alle vetrinescintillanti dei negozi, che non avevano nullaa che vedere con i negozietti piccoli e disadornidella sua San Marco. Intanto si era fatto tardi,era l'una passata e Nazario si era accorto di

aver fame. Era tornato in centro, al MercatoGinnetto, nelle adiacenze del quale, nel labi-rinto delle viuzze e dei vicoli, c'erano bettoledi infimo ordine, frequentate per lo più dacarrettieri, e bordelli ugualmente di infimoordine. Era entrato in una di quelle bettole,dopo aver legato l'asino ad un anello di ferro,uno dei tanti, infissi nei muri proprio a talescopo.

Aveva consumato un pasto frugale, unpiatto di pasta e fagioli e un pezzo di salsicciasalata e seccata, annaffiato il tutto con unboccale di vino rosso, poi si era intrattenutoa parlare con due carrettieri provenienti daOrta Nova e diretti a Troia coi loro carretticarichi di vino. Quando era uscito in strada,però, dell'asino non c'era più traccia. Lo avevacercato per tutte le stradine del centro storico,gridando ad ogni angolo: “Mattiù! Mattiù!”(a molti cavalli ed asini si dava il nome delloro Santo protettore), ma nessun raglio rispon-deva ai suoi accorati appelli.

Aveva poi praticamente girato per tuttele strade dei vicoli di Foggia ma l'asino parevaessere scomparso nel nulla (in realtà era statorinchiuso in una stalla del vicino Borgo Croci).

Quando i lampioni a petrolio erano statiaccesi, Nazario aveva interrotto la ricerca e,mestamente, aveva ripreso la via del ritorno.

Era triste per la perdita dell'asino, eratimoroso dei rimbrotti che suo padre non gliavrebbe certamente lesinato, ma era soprattuttosfinito e scoraggiato per quanto aveva cam-minato dentro Foggia e per quanto ancoradoveva camminare per arrivare a casa e pro-cedeva lentamente sulla strada tenendo strettoil fiasco pieno dell'acqua del Sele, unica cosascampata al furto. Aveva percorso circa cinquechilometri e la luna, che di tanto in tanto facevacapolino fra le nuvole che veleggiavano lentenel cielo, gli permetteva di distinguere, siapure con fatica, la massicciata stradale, chiararispetto al terreno scuro dei campi che fian-cheggiavano la strada. Poi udì il rumore diun caro in movimento e si fermò, sul cigliodella strada. Dopo qualche minuto, infatti,fu raggiunto da un cavallo che procedeva adandatura sostenuta trainando un calesse sottoil cui pianale era appesa una lanterna a petrolioche proiettava un cerchio di luce giallastrasulla massicciata. Il conducente, per sua for-tuna, era diretto proprio a San Marco e glidiede volentieri un passaggio. Quando avevasaputo del furto dell'asino, da uomo vecchioe carico di esperienza qual era, gli aveva detto:“I casi possibili sono due: o le redini si sonosciolte a causa degli strattoni dell'asino, cheora gira per i giardinetti pubblici in cerca dierba da masticare, oppure sono stati gli zingaria rubartelo, perché gli zingari vivono di furti.

Benedetto ragazzo, non si va a pranzo inuna trattoria vicino al Mercato portandosi dietroun asino, se non si è almeno in due e uno man-gia mentre l’altro fa la guardia, anzi non siva per niente in posti come quelli!”.

Nazario era arrivato a San Marco alle quat-tro del mattino successivo e solo due ore dopoaveva bussato alla porta del “Jacce” di suopadre, che era rimasto sveglio tutta la nottead attendere il suo ritorno. Quando gli avevaaperto la porta e aveva visto la sua facciastravolta, il padre non aveva detto nulla diciò che, durante la veglia, aveva pensato dirimproverargli, ma solamente: “Raccontamiche cosa ti è successo”.

Nazario aveva raccontato l'accaduto e ilpadre aveva commentato: “Ha ragione il fat-tore che ti ha dato il passaggio. Tu sei ancoratroppo giovane e inesperto e non avrei dovutofarti andare a Foggia da solo. Che almenociò che ti è accaduto ti serva di lezione peril futuro!”.

Nazario era andato a dormire, contentoper essersela cavata così a buon mercato, eaveva dormito fino alle tre del pomeriggio,quando la sorella era andata a svegliarlo perdirgli che fuori, sotto il pergolato, l'attendevaFilomena. Egli si era alzato subito e, dopouna sommaria rinfrescata con l’acqua presacol mestolo dalla giara di creta e versata nelbarie di ferro smaltato, era uscito. L'avevasalutata e le ho raccontato tutto e la ragazza,per dargli modo di distrarsi, gli aveva proposto:“Parlami di Foggia! Com'è? È proprio cosìgrande e così bella come mi ha detto zia Im-macolata, la quale ci ha abitato per tre anni,prima di tornare a San Marco?”.

“Di più, è una cosa mondiale!” aveva ri-sposto Nazario, contento di allontanare dallamente l'assillo del furto dell'asino ma, soprat-tutto, di poter comunicare a qualcuno le me-ravigliose sensazioni che aveva provato ilgiorno prima e la moltitudine di conoscenzenuove acquisite. E aveva cominciato a descri-vere tutto ciò che aveva visto, a cominciaredal treno (i sammarchesi lo avrebbero vistoarrivare alla stazione, distante dieci chilometridal paese, solo nel 1931), per finire con laFontana monumentale e l'acqua delle fonta-nelle pubbliche.

Era entrato in casa e ne era uscito subitodopo con il fiasco ancora pieno, lo avevastrappato e offerto a Filomena, la quale avevabevuto attaccandosi al fiasco e aveva poi di-chiarato che era veramente un'acqua speciale.

Dopo di lei aveva bevuto Nazario, perinumidirsi la gola secca per il gran parlare,ma poi aveva ripreso il suo racconto. Filomenalo ascoltava con grande attenzione, semprepiù ammirata per l'accuratezza e la precisionedelle descrizioni dei luoghi e delle personeche egli faceva. Le pareva addirittura di“vedere” i luoghi, gli edifici, gli uomini benvestiti e le signore eleganti, le vetrine deinegozi, persino il treno che sbuffava fumoe trainava centinaia di persone.

A un certo punto, traboccante di amoree di ammirazione, lo aveva interrotto per dire:“Nazza', mentre parli e ti guardo negli occhi,io vedo tutta Foggia, strada per strada e casaper casa!”.

“Davvero” aveva risposto Nazario trepi-dante, perché nel suo cuore si era riaccesa,improvvisamente, la fiammella della speranza:“E dimmi: vedi pure u ciucce mije?”.

(Continua 2)

Page 26: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 27: L'Ortese - Maggio - 2011

Mimmo Di Corato è considerato,dagli addetti ai lavori, uno dei più ap-prezzati allenatori di calcio ortesi.

La sua lunga esperienza nel mondodel pallone inizia come calciatore: lapassione matura nella gloriosa U.S. OrtaNova, poi, negli anni Settanta e Ottanta,giocando nel ruolo di difensore centrale,colleziona oltre 300 presenze in serieC militando in diverse squadre del Me-ridione.

Appese, come si suol dire, le scar-pette al chiodo, Di Corato non interrom-pe il feeling con il calcio, intraprenden-do la carriera di allenatore: anchesvolgendo tale incarico si mette in mo-stra nei campionati dilettantistici, rag-giungendo importanti risultati a Bisce-glie e soprattutto a Cerignola.

Ed infatti, proprio nella città delDuomo, il mister conquista due secondiposti, uno nel campionato regionale diPromozione e un altro, nel periodo2004/2005 in quello di Eccellenza, per-dendo l’accesso al campionato di serieD soltanto ai playoff nella sfortunatasfida contro la compagine siciliana delCarini.

A n c h e q u e s t ’ a n n o p u r t r o p p ol’epilogo si è ripetuto: il ritorno di DiCorato a Cerignola ha segnato una sta-gione dal sapore dolceamaro in Eccel-lenza, culminata con una dolorisissimasconfitta ai tempi supplementari nellospareggio contro il blasonato Martinaper la promozione in serie D, che haobbligato Di Corato a rassegnare le pro-prie dimissioni.

“Ho comunicato la decisione allasocietà subito dopo la sconfitta non sen-za dispiacere: il rammarico è stato enor-me e ho preso questa scelta per ridareserenità a un ambiente destabilizzato,in modo da poter affrontare i playoffcon concentrazione”, ci fa sapere il mi-ster, che sottolinea come, nonostantel’epilogo, la stagione sia stata “esaltanteper certi versi, e solo chi ha vissuto le

dinamiche della squadra da vicino, puòconsiderarla di valore immenso, consi-derando che abbiamo tenuto la testadel campionato per lungo tempo, prima

di subire un fisiologico calo fisico cheha pregiudicato il nostro cammino”.

Ad ogni modo, gli auspici proclama-ti a settembre dalla società gialloblu,presieduta da Giuseppe Dinisi, non era-no di una promozione diretta, e nessunodell’ambiente si sarebbe mai aspettatoche La Salandra e compagni si sareb-bero giocati l’accesso tra i dilettantiin uno spareggio: l’obiettivo dichiaratodurante il ritiro precampionato era diraggiungere i playoff, valorizzando itanti giovani presenti in rosa, come ilportiere Leuci, il difensore Compierchioe i centrocampisti Pugliese, Grieco eZonno.

Mentre la stagione del Cerignolacontinua con i playoff promozione, perDi Corato è ora il momento di staccarela spina, cercando “di smaltire questoresiduo di delusione, per poter poi cer-care una squadra, dal progetto solido,con cui ripartire a settembre”.

Gli anni passano, ma per Luigi Co-senza, atleta della socetà sportiva Assoridi Foggia, la passione per il nuoto resta,anzi continua a macinare vittorie. Nellegare regionali di nuoto svoltesi a Foggiail mese scorso, ha migliorato ancorail tempo personale, nella vasca dellaPiscina Assori nei 50 Dorso ha fermatoil cronometro a 42”05, un ottimo risul-tato rispetto al 47” di un mese primaa Chieti. Anche nei 200 Rana si è mi-gliorato con un 4’13, rispetto al 4’17ottenuto nella città abruzzese.

Un ennesimo risultato del nuotatorefoggiano della Società Sportiva Assori.

Cosenza pratica altri sport oltre alnuoto, ma tra una vasca e l’altra per-feziona il suo record personale.

Page 28: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 29: L'Ortese - Maggio - 2011

La travolgente passione per le due ruotecontinua a conquistare decine di ortesi checosì scoprono il fascino e il piacere di pe-dalare in sella a una bicicletta.

Su questo impulso è nata a gennaiol’associazione “A.S.D. Nuova PantaniCrs”,presieduta da Maurizio Tarateta, coadiuvatoda Vito Larocchia e Rocco Maggi: a com-pletare l’organigramma vi sono il segretarioSergio Recchia, il tesoriere Giuseppe DiPietro e i consiglieri Carlo Dell’Ernia, Pie-tro D’Elia, Piernicola Colangelo, AntonioMontanaro e Franco Di Conza.

Il sodalizio sportivo, che a breve inau-gurerà la propria sezione in Corso Lenoci,sta preparando la terza edizione della “Granfondo 4 Colli Dauni”, affiliata alla LibertasFoggia, con un impegnativo circuito di120 chilometri che si snoderà il prossimo18 settembre lungo i paesi limitrofi OrtaNova (come Ascoli, Bovino, Deliceto eCastelluccio): la novità è che quest’annol’evento fa parte dell’ultima tappa dellanona edizione del Giro Arcobaleno, entu-siasmante manifestazione di ciclismo or-ganizzata dall’Uisp (Unione Italiana Sportper tutti), cui partecipano sei atleti dellaPantanicrs: Francesco e Antonio Ozimo,Gerardo Schiavone, Giovanni Vivere, An-tonio Viola e Andrea Buccirosso.

Abbinata a questa probante gara saràorganizzato il secondo Memorial AlfonsoDi Tonno, dedicato a cicloamatori con unpercorso più accessibile ai simpatizzantidomenicali delle due ruote.

“Attraverso questa importantissima ma-nifestazione, faremo conoscere il nostroterritorio a centinaia di ciclisti provenienti

da tutto il Sud Italia, dando esempio dicome anche ad Orta Nova si possono farecose positive, non solo per lo sport, maanche per arricchire la cultura”, tengonoa sottolineare Tarateta e Larocchi.

Infatti l’associazione è orientata a darealla kermesse un significato sociale, tant’èche parte del ricavato della 4 Colli, saràdevoluto ad un ente di volontariato onlus,l’Ail, per la lotta alla leucemia.A dare lustro al nostro paese vi è poi lapartecipazione di molti ciclisti a gare di-sputate in diverse località italiane, comeSorrento, Termoli, Lecce, Ostuni, Canosa,Monopoli e Tollo, dove gli atleti hannoconseguito piazzamenti di prestigio.

Particolare attenzione la merita il gio-vanissimo Michele D’Elia, di appena 16anni, che si sta distinguendo per gli ottimirisultati raggiunti.

Il ragazzo fu notato due anni fa da VitoLarocchia e Giuseppe Di Pietro, che loinvitarono ad iscriversi all’associazione;così in D’Elia inizia a maturare una sopitapassione per la bicicletta, e coltivata giornodopo giorno con impegno e perseveranza.

I suoi ottimi rendimenti in terra orteselo portano all’affiliazione con la Federa-zione Ciclistica Grottaglie, sodalizio cicli-stico tra i più rinomati d’Italia presiedutodall’ex corridore professionista LadomadaMichele: il giovane ortese partecipa a torneinazionali e regionali di categoria Allievi,conseguendo discreti risultati. Nello spe-cifico, si è distinto nei circuiti di Termoli(arrivato terzo di categoria), Ostuni (quartodi categoria) e Tollo (secondo tra gli Al-lievi), mentre nel recente Memorial Giuliani

disputatosi a Latina è giunto tra i primidi dieci, frenato da una buca a pochi metridalla linea del traguardo.

Inoltre un altro giovane atleta, il dicias-settenne Ozimo Francesco di Stornara, sista mettendo in mostra, con una media diterzo di Categoria assoluta al Giro Arco-baleno: la sua passione è stata sempre sti-molata dal padre, corridore che ha conse-guito ot t imi r isul tat i conquistandopiazzamenti prestigiosi sia nei campionatiregionali che in quelli nazionali.

Per chi vuole unirsi a questa lodevolerealtà sportiva o avere informazioni su at-tività e messaggio culturale che la Panta-niCRS vuole trasmettere, è possibile visitareil sito internet: http://www.pantanicrs.it

Auguriamo quindi all’associazione diproseguire su questa strada improntata sullosport e sulla cultura, affinchè, come disseil compianto giornalista della Gazzetta delloSport Candido Cannavò, anche noi possia-mo vedere un nuovo atleta, simile a Pantani,“come uno splendido monumento pienodi vita che si affaccia su un lungo futuro”.

Page 30: L'Ortese - Maggio - 2011

Tramandati oralmente di generazione ingenerazione, i proverbi rappresentano l’anticasapienza popolare, il profondo e rodato buo-nsenso dei nostri avi, l’esperienza fattasi re-gola di vita vissuta e, se altrove vanno len-tamente scomparendo dall’uso, qui da noisopravvivono con immutabile forza ed effi-cacia.

Basta fare attenzione ai vivaci dialoghi,accompagnati dal significativo gesticolare,che si svolgono in ogni dove, per rendersiconto che spesso, per dare maggiore rilievoe vigore a ciò che stiamo asserendo, si ricorrea colorite e tipiche espressioni, autentiche eprovvidenziali riserve del nostro parlare quo-tidiano, collaudate attraverso millenarie espe-rienze.

Quando ci si accorge che il discorso nonconvince troppo o vogliamo avvalorare lanostra tesi ecco che spunta, dal profondo delnostro inconscio, il proverbio che fa al casonostro, credenziale delle nostre ragioni edammonimento agli inesperti ed incauti inter-locutori.

Costruiti con espressioni caratteristichee con forme in prevalenza rimate, essi restanofacilmente impressi nella mente, ed essendosulla bocca di tutti, aumentano efficacementela loro forza di suggestione.

Erano già noti presso i Greci, non soloin uso tra il popolo, ma anche tra scrittorie poeti come Omero, Aristotele ed altri e ,quasi sicuramente, noi, abitanti pugliesi, liabbiamo ereditati direttamente da loro, inse-diatisi nell’antichità nei nostri territori.

Le più remote e documentate fonti si tro-vano nella cosiddetta “Dottrina” di Schiavoda Bari, un componimento sapienziale delgiudice e poeta duecentesco barese, del qualesi sono occupati Buoncompagno da Signa(1163-1240) ed altri in tempi successivi.

Condensato sapiente di vita vissuta, essitoccano tutti gli argomenti e raccomandanoi valori della fede, dell’amore, dell’affetto,dell’amicizia, del rispetto, della prudenzae del buon senso in ogni circostanza….

Assolvendo ad una missione educatricee costruttiva, i proverbi non limitano la loroesistenza al solo significato apparente, maesso si estende e si sviluppa anche in sensofigurato; è indubbio che non rappresentanola totale verità delle cose, ma gran parte diessa vi è sicuramente insita.

Eccone alcuni tipici del territorio dei Cin-que Reali Siti ed altri strettamente Foggiani,valente contributo della signora Maria Anto-nietta Pagliara.

Eccone alcuni

Sènza sande nen ze va ‘mbaravise.Senza santi non si va in paradiso

(Senza “protettori” il cammino della vita èdifficile).

Cunde spisse e amecìzzia longhe.Conti frequenti …amicizia lunga.

U mìideche stùdie e u malàte more.Il medico studia (esperimenta) e l’ammalatomuore.

Chi fatighe mange; chi nen fatighe mangee bbève.Chi lavora mangia; chi non lavora mangiae beve.

U busciàrde add’a tenè bbona memòrie.Il bugiardo ha bisogno di avere buona me-moria.

U sàzzie nen crède a u dessciùne.Il sazio non crede a chi digiuna.

Andò stà guste nen ce stà perdènze.Dove c’è piacere non c’è perdita alcuna.

Oggne e ccose jè bbone a sapè.E’ bene tenersi informati di tutto.

I cose a ffòrze, nen vàlene nà scorze.Le cose forzate non valgono nulla.(Ciò che si fa senza entusiasmo non riescebene).

La troppa ckunnfedenze fàcce la màla criànze.L’esagerata confidenza fa la cattiva creanza..

Chi tène nase tène criànze.Chi ha naso ha buona creanza.(Da ricordare che nel Medio Evo si punivanoi ruffiani con l’amputazione del naso).

Vìste Ceppone ka pare baròne.Vesti Ceppone (anche nel senso di “tronco”)e sembrerà un barone.(L’abito fa il monaco).

Quidde ka nen ze facce nen ze sape.Quello che non si fa non si sa.(Tutto torna).

Nu pìkke a pèdune nen facce male a nessciù-ne.Un poco per ciascuno non fa male a nessuno.

Cùrte e male cavate!Basso di statura e furbo, scaltro!

La vecchìje gaije na brutta caròggne.La vecchiaia è una carogna.

Chi kiù tène, kiù vòle.Chi più ha, più vuole averne.

Chi kiù ssape, kiù vvale.Chi più sa, più vale

Nu colpe a u ccirchije e n’ate a u tumbbagne.Un colpo al cerchio ed un altro alla botte.

Ummene de v’ne nen vàlene nu carrìne.Uomini dediti all’alcol non valgono un car-lino, niente.

Proverbi foggiani(Maria Antonietta Pagliara)

Cicce Mariane a notte rubbaveu ìurne tenéve paureCiccio Mariano di notte rubavadi giorno aveva paura.

Quante manche a gatteu sorge abballe.Quando manca il gattoil topo balla.

I ciucce fanne a lìtee i varrìle vanne pe sotte.Gli asini litiganoed i barili si rompono.

Pare che paredecéve Giasacche.Pari con i pari.

A galette tante vace sope e sottefind’anne che se spezze.Il secchio del pozzo tante volte va su e giùfin quando si spezza.

Megghie n’uve oggeche na galline domani.Meglio un uovo oggiche una gallina domani.

Chi se colche ch’i criatures’avaze cu cule bagnate.Chi va a letto con i neonatisi alza bagnato.

Chi vace cu zuppedope n’anne è zuppe e cecate.Chi va con lo zoppodopo un anno è zoppo e cieco.

Ijnere e neputequille che faie è tutte perdute.Ai generi ed ai nipotiqualunque cosa fai è tutto perduto

Nen s’ammésckenecénere e panne lurde.Non si mescolanocenere e panni sporchi.

Andò live e nen ce mitterumine c’u funne nitte.Laddove togli e non mettirimani con il fondo vuoto.

Nen mé chiamanne c’a manuzzélleché nen venghe c’u peduzzille.Non mi chiamare con la maninache non verrò col piedino.

Page 31: L'Ortese - Maggio - 2011
Page 32: L'Ortese - Maggio - 2011