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Scogli Rossi. È già polemica Pubblico delle grandi occasioni martedì pomerig- gio al Consiglio Comunale, tenutosi per la prima volta ad Arbatax, in una location d’eccezione: la stazione marittima. Un’occasione d’incontro tra l’amministrazione e i cittadini in cui è stato pre- sentato il progetto vincitore del Concorso Idee Piazzale Scogli Rossi. (pagina 5) Crisi a Tortolì. Quanti nuovi poveri? Tutt’altro che psicologica l’aria di crisi che si re- spira a Tortolì a farne le spese non solo i singoli cittadini e i lavoratori, ma anche gli enti che do- vrebbero offrire un aiuto. (pagina 5) Simonetta Delussu si racconta Simonetta Delussu, scrittrice ed insegnante tertenese, con il suo saggio “La stregoneria in Sardegna trae le mosse da alcune storie del focolare, relative a leggende e tradizioni sarde per un viaggio alla ricerca della propria identità. (pagina 7) T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoh T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoh T ortoh T ortoheliePress eliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoh T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoh T ortoheliePress eliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoh T ortoheliePress eliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoh T ortoheliePress eliePress T ortohelieP T ortoheliePress T ortoheliePress T ortoheliePre eliePress T ortoheliePress T eliePress T o T ortoh T o rtohelie P ress Sport Cultura Politica Cronaca Editoriale Ma c’è davvero bisogno di una media di un radar ogni 75 chilometri per poter visionare i traffici costieri in maniera soddisfacente? Non basterebbero i satelliti? Arbatax, nella fattispecie capo Bellavista, rischia di diventare uno dei numerosi teatri di una faccenda poco chiara e non sufficientemente conosciuta. (pagina 3) il settimanale gratuito di Tortolì Anno I • Numero 24 •Venerdì 25 Novembre 2011 Arbatax: classifica preoccupante Dopo dieci giornate dall’inizio del Campionato di Seconda Categoria e l’Arbatax si trova al penulti- mo posto in classifica con soli sei punti, frutto di una vittoria e tre pareggi. (pagina 6) I radar e il diritto alla trasparenza Il vero coraggio è metterci la faccia Dopo mesi di silenzio, tornano alla ribalta i tradizionali volantini “anonimi” tortoliesi, questa volta in un’inedita veste enigmistica. Gli sconosciuti mittenti hanno ideato un di- scutibile cruciverba con lo scopo di prendere di mira alcuni dei nomi più noti della città, dai politici agli imprenditori. Non è certo la prima volta che dei volantini diffamatori vengono diffusi per Tortolì, ma di solito ciò avviene in concomitanza di appuntamenti elettorali o periodi caldi della vita cittadina. Allora ecco puntuali fare la loro comparsa i foglietti colmi di pettegolezzi, giudizi e de- risioni, nonché i nomi e i cognomi di chi si vuole colpire. Solo i loro, ovviamente, perché chi compone questi capolavori di viltà non si sogna nemmeno di mettere il proprio. Questi comunicati, a volte beffardi a volte diffama- tori, hanno un velato carattere moralistico. Spesso giudicano e spiattellano i fatti per- sonali delle persone. Se non sono pervenuti scheletri nell’armadio, ecco pronta l’insi- nuazione o la presa in giro. E’ come se a Tortolì si giocasse perennemente al tiro alla fune. Ma mentre normalmente, all’interno di una comunità, tutti dovrebbero tirare dallo stesso lato e perseguire gli stessi obiettivi, a Tortolì, spesso, è più facile cercare di farsi strada mettendo in cattiva luce gli altri e ti- rando dal lato opposto. (pagina 3) OFFERTA BIVANO WWW.IMMOBILIALBATROS.COM € 110.000 Tortolì centro, vendita grazioso bivano di mq 50, con: soggiorno con angolo cottura, una camera matrimoniale e il bagno. Cantina e posto auto.

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Scogli Rossi. È già polemicaPubblico delle grandi occasioni martedì pomerig-gio al Consiglio Comunale, tenutosi per la prima volta ad Arbatax, in una location d’eccezione: la stazione marittima. Un’occasione d’incontro tra l’amministrazione e i cittadini in cui è stato pre-sentato il progetto vincitore del Concorso Idee Piazzale Scogli Rossi. (pagina 5)

Crisi a Tortolì. Quanti nuovi poveri?Tutt’altro che psicologica l’aria di crisi che si re-spira a Tortolì a farne le spese non solo i singoli cittadini e i lavoratori, ma anche gli enti che do-vrebbero offrire un aiuto. (pagina 5)

Simonetta Delussusi raccontaSimonetta Delussu, scrittrice ed insegnante tertenese, con il suo saggio “La stregoneria in Sardegna trae le mosse da alcune storie del focolare, relative a leggende e tradizioni sarde per un viaggio alla ricerca della propria identità. (pagina 7)

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Politica CronacaEditoriale

Ma c’è davvero bisogno di una media di un radar ogni 75 chilometri per poter visionare i traffici costieri in maniera soddisfacente? Non basterebbero i satelliti? Arbatax, nella fattispecie capo Bellavista, rischia di diventare uno dei numerosi teatri di una faccenda poco chiara e non sufficientemente conosciuta. (pagina 3)

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Arbatax: classificapreoccupanteDopo dieci giornate dall’inizio del Campionato di Seconda Categoria e l’Arbatax si trova al penulti-mo posto in classifica con soli sei punti, frutto di una vittoria e tre pareggi. (pagina 6)

I radar e il dirittoalla trasparenza

Il vero coraggio è metterci la facciaDopo mesi di silenzio, tornano alla ribalta i tradizionali volantini “anonimi” tortoliesi, questa volta in un’inedita veste enigmistica. Gli sconosciuti mittenti hanno ideato un di-scutibile cruciverba con lo scopo di prendere di mira alcuni dei nomi più noti della città, dai politici agli imprenditori. Non è certo la prima volta che dei volantini diffamatori vengono diffusi per Tortolì, ma di solito ciò avviene in concomitanza di appuntamenti elettorali o periodi caldi della vita cittadina. Allora ecco puntuali fare la loro comparsa i foglietti colmi di pettegolezzi, giudizi e de-risioni, nonché i nomi e i cognomi di chi si vuole colpire. Solo i loro, ovviamente, perché chi compone questi capolavori di viltà non si sogna nemmeno di mettere il proprio. Questi comunicati, a volte beffardi a volte diffama-tori, hanno un velato carattere moralistico. Spesso giudicano e spiattellano i fatti per-sonali delle persone. Se non sono pervenuti scheletri nell’armadio, ecco pronta l’insi-nuazione o la presa in giro. E’ come se a Tortolì si giocasse perennemente al tiro alla fune. Ma mentre normalmente, all’interno di una comunità, tutti dovrebbero tirare dallo stesso lato e perseguire gli stessi obiettivi, a Tortolì, spesso, è più facile cercare di farsi strada mettendo in cattiva luce gli altri e ti-rando dal lato opposto. (pagina 3)

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3CRONACA

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essVenerdì 25 Novembre 2011 • [email protected]

Editorialedalla prima

Manca un lavoro di squadra, man-cano obiettivi comuni. Le critiche o le accuse devono avere un fondamento e soprattutto un mittente per essere prese sul serio. Ma dove sono finiti i cittadini co-raggiosi che hanno voglia di far sentire la propria voce e lo fanno mettendoci il volto e il nome? C’è chi le critiche costruttive le espone ogni giorno e lo fa mettendoci la faccia. Questo è senso di responsabilità: persone che scrivono per la comunità e lo fanno senza nascondere il proprio nome, consapevoli del fatto che le notizie non sempre verranno accolte con gioia da tutti i lettori, ma che nella maggior parte dei casi qualcuno si potrebbe sentire colpito, offeso o magari smascherato. Sarebbe bello conoscere l’altezza morale di chi, nascosto dietro l’anonimato, si ar-roga il diritto di sentenziare sulla condotta altrui. Così come sarebbe bello, in questa cittadina, poter godere di un dibattito pubblico trasparente privo di veleni e risentimenti personali; un dialogo incen-trato sui problemi di Tortolì e dei suoi abi-tanti, e non su malignità e calunnie prive di qualsiasi utilità comune.

La Redazione

Arbatax, nella fattispecie capo Bellavista, ri-schia di diventare uno dei numerosi teatri di una faccenda poco chiara e non sufficiente-mente conosciuta. Si tratta dell’installazione di un’imponente numero di radar disseminati lungo le coste italiane facenti parte di un unico progetto, il VTMS. Il VTMS (Vessel Traffic Ma-nagement System) è destinato a diventare la rete di sorveglianza più estesa del mondo: si parla di circa un centinaio di radar sparsi per 7500 chilometri di coste. E qual è la regione che riceverà il più alto numero di radar? Non sorprende che sia la Sardegna, da decenni umiliata dalle servitù militari. Nonostante le basi militari siano ufficialmente osteggiate dalla politica (di entrambe le parti) e dagli abitanti delle zone in cui il problema è più presente, e nonostante gli inquietanti fatti di Quirra, nessuno ha preso sul serio le proteste. Anzi, in barba ai numerosi presidi dei gruppi No-radar, la Difesa procederà con l’installazione delle nuove apparecchiature, che si teme nocive per la salute. Fra i siti sardi in cui verranno collocati i radar (quattro della guardia di finanza e undici della guardia co-stiera) compare il nostrano Capo Bellavista. Fra l’altro a Bellavista è presente uno dei radar sequestrati, e poi dissequestrati, dal procu-ratore della repubblica Fiordalisi nell’ambito dell’indagine sul poligono di Quirra, per pre-sunti effetti nocivi sulla salute degli abitanti. Ciò che sconcerta è che il fine pare piuttosto debole per giustificare i mezzi: i radar dovreb-bero servire per i controllo serrato delle coste, per contrastare fenomeni di sbarchi clande-stini (in Sardegna non c’è nessuna emergen-za emigrazione), traffici di droga, incidenti in mare, infrazioni di ogni tipo. Ma c’è davvero bisogno di una media di un

radar ogni 75 chilometri per poter visionare i traffici costieri in maniera soddisfacente? Non basterebbero i satelliti? Dietro il progetto VTMS c’è la Selex Sistemi Integrati, azienda appartenente alla Finmeccanica, recente-mente balzata alle cronache per affari non proprio trasparenti. Sono in molti a sospet-tare che dietro la sterminata rete di radar ci siano esigenze di business e di potere, anche perché si tratta di un affare da 400 milioni di euro, soldi stanziati dall’Unione europea e dallo stato italiano. Si sono occupate di que-sta storia numerose testate nazionali, ma la nebbia è densa ed è difficile vederci chiaro. La deputata del PD Caterina Pes ha presenta-to varie interrogazioni parlamentari su questa vicenda, contestando in particolare il modo in cui le popolazioni sono tenute all’oscuro di tutto. Spesso le stesse amministrazioni co-munali non sono adeguatamente informate, e il risultato è che i radar rischiano di venire installati a scapito del volere dei cittadini. Non ci sono certezze sugli effetti che queste apparecchiature potrebbero avere sulla sa-lute delle persone. Le radiazioni dovrebbero puntare verso il mare e quindi non colpire gli esseri umani. Ma non esiste un rapporto o un qualsiasi documento scritto in cui si affermi senza ombra di dubbio che questi strumen-ti non siano pericolosi. Inoltre, è in ballo la questione delle servitù militari, tutt’altro che trascurabile. Perché i cittadini devono essere tenuti all’oscuro su ciò che accade nel loro territorio? Perché devono essere obbligati ad avanzare congetture, invece che discutere di certezze? I siti in cui verranno installati i radar sono quasi tutti densamente popolati, e gli abitanti hanno diritto alla trasparenza. Diritto quotidianamente calpestato. (Ilaria Orrù)

foto: Federica Melis

I radar e il dirittoalla trasparenza

Un centro storico che cade letteralmen-te a pezzi. Passeggiando per le vie del centro, infatti, non è raro imbattersi in antichi edifici ormai in rovina. La natura si è impossessata delle costruzioni ab-bandonate creando scorci molto pittore-schi e singolari. Ma al di là del fascino di questi luoghi, sono numerosi gli abitanti della zona che vivono con il terrore che le antiche costruzioni non reggano alla furia di pioggia e intemperie. Ne sanno qualcosa le famiglie di Vico Milazzo che da anni vivono nella paura che il piccolo edificio abbandonato si-tuato proprio all’angolo con Via Gialetto, possa crollare travolgendo autovetture e passanti. I residenti hanno richiesto più volte l’intervento degli operai del Comune, sperando che la situazione ve-nisse risolta in maniera definitiva con la demolizione dell’edificio ma purtroppo non è stato così. I calcinacci, le tegole e i mattoni continuano a riversarsi sulla carreggiata in grandi quantità e le fami-glie temono per l’incolumità dei propri bambini. <<Gli operai hanno coperto al-cune parti con delle reti protettive ma la situazione non è affatto migliorata. Una delle prime cose che faccio ogni mattina è raccogliere i detriti caduti giù- denun-cia la signora Maria Grazia- Abbiamo paura che i nostri figli vengano investiti dal crollo dell’edificio>>. All’interno del-la struttura, tra cespugli e piccoli arbusti, si intravedono vecchi elettrodomestici e rifiuti. Ogni tanto tra i rami fa capolino qualche topo. Con l’arrivo dell’autunno inoltre, le forti piogge e l’umidità hanno peggiorato la situazione. <<Ogni volta che piove temo che l’edificio non reg-ga- aggiunge la donna- Le pareti sono impregnate d’acqua>>. La situazione è diventata insostenibile e molte case, anche abitate, versano nelle stesse pre-carie condizioni. Risale a pochi mesi fa il crollo di una palazzina proprio davanti al Municipio, avvenimento che non fa che sottolineare l’urgenza di una maggiore attenzione da parte dell’amministrazio-ne comunale nei confronti delle aree del centro storico tortoliese. (C. P.)

Centro storico,edifici a rischio crollo

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4CRONACA

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Crisi a Tortolì. Quanti nuovi poveri?

foto: Ilaria Orrù

Chiare freschedolci acque

Fino allo scorso anno, l’ex presidente del con-siglio Silvio Berlusconi e l’ex ministro Tremonti affermavano che la crisi non c’era, che il feno-meno era esasperato dai media, che era soprat-tutto psicologica. Purtroppo il loro ottimismo è stato smentito dai fatti. La situazione italiana è pesante, e sono molte le famiglie che non arri-vano a fine mese.Che effetto ha avuto la crisi sulla nostra cittadi-na? A Tortolì sono aumentate le persone biso-gnose? In realtà, non solo sono aumentate ma sono anche cambiate. Il primo dato da tenere in considerazione è che la crisi non ha colpito solo i singoli cittadini e i lavoratori, ma anche gli enti che dovrebbero offrire un aiuto. L’anno scorso il comune di Tortolì aveva in bilancio circa 75.000 euro per aiutare gli indigenti, ed era riuscito a offrire supporto a un centinaio di persone. Quest anno il bilancio è crollato a 15.000 euro, una cifra davvero irrisoria. Il risultato è che il co-mune è riuscito ad aiutare circa una ventina di persone, con grande frustrazione del personale che ogni giorno lavora duramente per cercare di offrire un aiuto concreto. Ci sono anche dei fi-nanziamenti regionali per le lotte alle povertà, e le domande per ottenerli sono di meno rispetto allo scorso anno. Questo non perché sono dimi-nuiti coloro che ne hanno bisogno, ma perché sono stati messi dei paletti più rigidi per potervi

accedere. I dati fotografano la situazione in maniera parziale. C’è sempre un sommer-so di persone che non accedono ai servizi per vari motivi: chi per scarsa conoscenza, chi per paura (l’assistenza sociale è ancora esposta a forti pregiudizi), chi per imbarazzo. Le “nuove povertà” includono anche persone che mai avrebbero pensato di aver bisogno di aiuti esterni: per esempio coloro che hanno sempre lavorato e che hanno perso il posto, oppure persone che lavorano duramente ma che non vengono pagate da mesi; ci sono an-che i separati e i lavoratori stagionali: mentre prima molti riuscivano a lavorare sei mesi e a ottenere la disoccupazione per gli altri sei, ora lavorano meno e non riescono a garan-tirsi la disoccupazione. Oltre all’assistenza sociale, esistono anche altre iniziative atte ad aiutare chi si trova in difficoltà. Una di queste è la mensa solidale che, grazie al lavoro dei volontari, riesce ad offrire un pasto caldo a chi si trova in ristrettezze. La mensa è aper-ta da quasi un anno, e le persone che la fre-quentano sono aumentate. Vengono cucinati circa fra i 1200 e 1400 pasti al mese, alcuni dei quali vengono recapitati a domicilio. La mensa sta diventando un punto d’appoggio per chi ha bisogno di un pasto e di un po’ di compagnia. Anche le parrocchie offrono aiu-to che possono. Il parroco di Stella Maris don Giorgio Cabras afferma che i bisognosi sono aumentati e che le esigenze sono cambiate. Oltre a i generi di prima necessità, c’è chi ha bisogno di qualche soldo per pagare le bollet-te o qualche rata. Grazie ai soldi raccolti con le offerte, la chiesa cerca di fare qualcosa. La parrocchia di Sant’ Andrea organizza i rac-coglitori di viveri presenti nei supermercati, che vengono riempiti da chi decide di donare qualcosa. Insomma, la crisi c’è. E non è solo psicologica. (I.O.)

Sono molti i cittadini di Tortolì che lamentano problemi nell’acqua che sgorga dai loro rubi-netti. Spesso essa ha dei colori poco piacevoli. Ma se c’è chi con l’acqua non riesce a lavarsi i denti, ci son molte persone che la bevono in to-tale tranquillità. E in effetti, a quanto fa sapere l’ufficio d’Igiene Pubblica della Asl, l’acqua di Tortolì risulta assolutamente potabile. Gli ultimi campionamenti sono stati effettua-ti martedì scorso, in seguito le forti piogge di queste settimane, che potrebbero avere al-terato la qualità dell’acqua. La Asl esegue in media un campionamento al mese, e per ogni campionamento effettua circa sette esami. Se si pensa che ognuno di questi si compo-ne a sua volta di un’altra trentina di prove di laboratorio, viene fuori un numero conside-revole di verifiche che viene fatto in un anno. “Allo stato attuale – afferma il dottor Andrea Loddo dell’Ufficio di Igiene - stando all’ultimo prelievo risalente a qualche tempo fa, l’acqua non ha caratteristiche particolari per cui non debba essere dichiarata potabile. I prelievi vengono fatti in diversi quartieri che sono significativi per la qualità dell’acqua, quindi non in un solo punto ma in sette. In ciascuno di questi sette punti, che però cambiano di mese in mese, a meno che non ci siano delle non idoneità, effettuiamo esami sia chimici che batteriologici. Noi siamo obbligati per legge a fare circa sei esami all’anno, in base al numero degli abitanti o al consumo dell’acqua. Ne faccia-mo dodici, il doppio di quello che ci dice la norma”. Oltre all’Azienda Sanitaria, anche Abbanoa deve fare periodicamente i controlli interni. Qualunque anomalia deve essere co-municata alla Asl, affinché possa valutare e prendere i provvedimenti di sua competenza. Circa quattro anni fa Tortolì ha avuto quasi per un anno l’acqua non potabile, ma da un anno a questa parte sembra ci sia stato un netto miglioramento della sua qualità. La non pota-bilità era stata causata da bypass e da valvole di ritegno non funzionanti o da collegamenti dimenticati aperti, per cui si è provveduto, tra-mite Abbanoa, a sigillare questi contatti ano-mali. “L’acqua – fa sapere il dottor Loddo - è notevolmente migliorata anche perché la rete idrica è stata in parte sostituita. Inoltre abbia-mo ripetutamente sollecitato il gestore a fare periodicamente lo spurgo dell’acqua in quei tratti di rete terminale, con poche utenze, dove magari si vanno a formare dei depositi. Nonostante la riduzione dei tratti terminali sostituiti con giunzioni ad anello può anche succedere che l’acqua diventi torbida laddove c’è un consumo scarso o irregolare. I cittadini comunque, nel caso riscontrassero problemi, dovrebbero rivolgersi direttamente ad Abba-noa, l’unica che può porre in atto dei correttivi tali da rendere l’acqua più pulita. Le anomalie possono derivare anche da problemi relativi alle tubature interne del singolo immobile, o dalle valvole di ritegno di una casa che non funzionano. Molte abitazioni posseggono inoltre dei serbatoi di accumulo, e pochissimi sono coloro che li puliscono regolarmente. Operazione che andrebbe fatta almeno una volta ogni sei mesi! (Laura Meloni)

Venerdì 25 Novembre 2011 • [email protected]

FUORI DAI DENTI

VolantiniNoi ci mettiamo la faccia...voi?

Non è mai troppo tardi per investire nella propria for-mazione. Lo sanno bene gli studenti del Centro Terri-toriale di Educazione Permanente di Tortolì (associato all’Istituto Comprensivo I) che hanno deciso di tornare sui banchi di scuola per raggiungere un risultato tanto desiderato e atteso: il conseguimento della Licenza Me-dia. Gli alunni, di età compresa tra i 16 e i 65 anni, sono consapevoli di aver fatto una scelta molto importante. Alcuni di loro hanno già un’occupazione, altri necessi-tano del titolo per poter accrescere le proprie possibilità nel mercato del lavoro. Tra i 20 studenti ci sono anche un cuoco, una pasticciera e alcuni pensionati. Nono-stante non sia una scuola frequentata da ragazzi, le emozioni sono esattamente le stesse. Qualcuno ripas-sa la lezione di grammatica, qualcuno sfoglia l’antolo-gia. In un’altra aula circa dieci studenti provenienti dalla Libia e due provenienti dalla Romania seguono i corsi di Lingua italiana finalizzati al conseguimento della certificazione europea. Un attestato molto importante e particolarmente spendibile a livello lavorativo. In un

contesto così piacevole sembra quasi impossibile che ci possano essere dei problemi. Eppure ci sono molte cose che non vanno e riguardano le condizioni della struttura di Via Fleming. Gli studenti, il perso-nale e i docenti sanno di non essere del tutto al sicu-ro. Mancano gli estintori e in caso di incendio, l’edifi-cio non permetterebbe una fuga agevole. La grande parete in cartongesso, costruita recentemente per separare il C.T.E.P dall’Istituto comprensivo II, ol-tre a riempire le aule di polvere facendo disperare il collaboratore scolastico, relega gli studenti e il personale in un angolo piuttosto angusto e buio. L’illuminazione è scarsa. Non ci sono passerelle né servizi igienici per disabili, i laboratori sono tutti al piano superiore e una persona con difficoltà di de-ambulazione non potrebbe accedervi vista l’assenza di un servoscala.”Le condizioni dell’istituto si riper-cuotono sulle iscrizioni-dichiarano le professoresse-Speriamo di poter avere presto un edificio sicuro per noi e per i nostri studenti”.(C.P.)

Centro di Educazione permanente, molte possibilità, poca sicurezza

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5POLITICA

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Scogli Rossi. È già polemica Parlanogli arbataxini

Venerdì 25 Novembre 2011 • [email protected]

Il consiglio comunale è stato anche un’occa-sione per gli arbataxini per poter finalmente far sentire la propria voce su temi fondamen-tali che angustiano il borgo marinaro. Arbatax dalle mille incompiute, iniziando dal-la stazione marittima, al centro pesca, allo stato di abbandono del molo di levante, ar-rivando alla difficile convivenza con l’ex Inter-mare Sarda. La frazione rivierasca è sempre stata sacrificata a favore delle varie attività industriali. Le parole di alcuni esponenti del comitato di Arbatax manifestano lo stato di sconforto provato dai cittadini. Non vogliono ancora cemento, puntano il dito contro la creazione di un nuovo porticciolo nella spiag-gia della capannina. Vogliono che il molo di levante torni ad essere un luogo fruibile per i cittadini, un luogo di incontro e di passeggia-te per le famiglie e i bambini. Chiedono che le grate metalliche che asserragliano il porto e lo fanno tristemente assomigliare ad una prigione, vengano abbattute. E soprattutto pretendono una soluzione riguardo la convi-venza forzata con l’ex Intermare Sarda. Per gli arbataxini non è più possibile convivere con i disagi che procura: sono costretti a re-spirare le polveri di ferro delle lavorazione e subire i rumori giorno e notte. E’ necessario agire subito, l’intermare deve arretrare e libe-rare la frazione rivierasca. Il Sindaco Lerede prontamente ha rassicurato la popolazione: “a breve verranno ceduti in locazione i 5 etta-ri, stiamo ragionando di concerto con i vertici della Saipem per uno spostamento verso le aree dell’ex cartiera. Non è facile spostare un’azienda di quelle dimensioni ma esistono dei finanziamenti destinati all’infrastruttura-zione di quelle aree.”Un primo passo è stato fatto, non resta che augurarsi che la voce dei cittadini venga ascoltata e che il progetto Piazzale Scogli Rossi non diventi l’ennesima incompiuta ar-bataxina. (F.M.)

Pubblico delle grandi occasioni martedì po-meriggio al Consiglio Comunale, tenutosi per la prima volta ad Arbatax, in una location d’ec-cezione: la stazione marittima. Un’occasione d’incontro tra l’amministrazione e i cittadini in cui è stato presentato il progetto vincitore del Concorso Idee Piazzale Scogli Rossi. Il primo classificato con capogruppo l’Ingegner Luca Peralta - insieme con l’architetto Franco Niffoi, e l’architetto Giovanni Dessì - si è aggiudicato il premio di 12.000 euro. La loro idea di riqualificazione parte da un pre-supposto: il piazzale Scogli Rossi di Arbatax è un monumento naturale, scolpito in parte dal-la natura ed in parte dall’uomo che cavando la roccia per costruire i moli del porto, ha incon-sciamente contribuito alla configurazione di uno spazio unico e spettacolare. Protagoniste in assoluto sono quindi le rocce in porfido ros-so, che diventano segni identitari dell’intero territorio. La proposta progettuale, pertanto, si fonda sulla volontà di recuperare e valorizzare i ca-

ratteri naturali e paesaggistici dell’area. Partendo dall’eliminazione delle strutture esistenti - come il locale estivo, i muretti (che non fanno vedere il mare), le scalinate, - e inserendo pochi e mirati elementi architet-tonici, l’obiettivo finale è quello di rendere il sito fruibile sia nella quotidianità sia in occa-sione di eventi pubblici. Si identificano quattro diverse aree funzio-nali: il boschetto d’ingresso che è l’accesso principale pedonale, nel quale trovano spa-zio tutti i servizi all’area; la fascia dei posteg-gi mimetizzata dalla macchia mediterranea (con un separato accesso carrabile); il piaz-zale degli eventi; un pontile di accesso diret-to al mare e percorsi panoramici e punti di sosta e di osservazione.Il piazzale degli scogli rossi è stato pensato per ospitare sia occasionali manifestazioni artistiche (grandi concerti ed eventi minori), sia comuni attività ricreative (passeggiate panoramiche, discese a mare, sosta e ristoro in attesa dell’imbarco). Si prevede anche un arrivo al Piazzale dal centro di Tortolì o dai centri limitrofi serviti dal “trenino verde”.Il progetto vincitore ha suscitato grande in-teresse negli arbataxini, i quali però hanno mostrato alcune perplessità riguardo la si-curezza del progetto. Trai tanti è intervenuto anche il Dott. Giorgio Mazzella, colui che in parte ha finanziato il progetto (come contro-partita del Progetto Janas). L’imprenditore sostiene che il piazzale deve avere una strut-tura stabile che possa ospitare spettacoli tutto l’anno. E’ necessario creare qualcosa di attrattivo per il turista. Ma come ha sottolineato il promotore dell’e-vento l’Assessore ai Lavori Pubblici Paolo Stochino “il progetto vincitore è un’idea su come potrebbe diventare il Piazzale Rocce Rosse, un’ipotesi di sviluppo del sito che po-trà essere integrata adattandola alle esigen-ze della comunità.” (Federica Melis)

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SPORT

Arbatax: classificapreoccupante

Tortohelie Press è un settimanale gratuito.Registrazione Aut. Tribunale di Cagliari n°13/ 11 del 19/05/2011.Direttore Raimondo Schiavone Responsabile pubbliche relazionie pubblicita Patrizia SalisIn Redazione Federica MelisGrafico Francesca ZiccaCollaboratori Ilaria Orrù, Federica PiliaRiccardo Melis, Patrizia Salis, Michela GirardiClaudio Mascia, Thomas Melis, Claudia Pilia,Laura Meloni, Andrea De MurtasSede Legale Viale Bonaria 98 09125 Cagliari Sede Amministrativa Via Barracelli snc 08048 Tortolì Editore Primaidea Srl

Anche domenica scorsa i ragazzi di Mister Cantelmi si son fatti male con le proprie mani. Tante belle azioni son state create ed allo stesso tempo fatte svanire per via dell’assenza di concretezza dei giocatori arbataxini. Di conseguenza, anche la mala sorte sembra essersi battuta contro l’Arba-tax che, alla prima incertezza in fase difen-siva, è stata punita.Le giornate di campionato passano in fret-ta ed occorre una rivoluzione in termini di risultato per non finire nel baratro. Domeni-ca 27 novembre, l’Arbatax avrà l’ennesimo banco di prova per le sorti di questo cupo campionato. Avversario di turno sarà l’Esca-laplano, allenato da Marcello Guerriero, ex di Castor e Baunese, reduce dalla sconfitta di domenica scorsa subita proprio per mano della Baunese al 95esimo minuto. In passa-to mai le due squadre si sono affrontate in Campionato e il Mister Arbataxino Cantelmi si augura di fare lo sgambetto a quello che fino a pochi anni fa è stato il suo allenatore. (Claudio Mascia)

Son passate dieci giornate dall’inizio del Campionato di Seconda Categoria e l’Arba-tax si trova al penultimo posto in classifica con soli sei punti, frutto di una vittoria e tre pareggi. Una situazione di classifica preoc-cupante che, fortunatamente per i ragazzi bianco – azzurri, non si fa drammatica per via della piccola distanza in termini di punti dalle altre pretendenti alla salvezza. Infatti, la zona di classifica “tranquilla” si trova a soli due punti.

Airone, prima vittoria contro le sassaresi

Pareggio per il Girasole

La Castor e il mal di casaproprio nel comunale di zinnias.E’ capitato più volte, come domenica scor-sa, di vedere scorci di bel gioco, intervallati purtroppo, da momenti di rilassamento col-lettivi, che come nel calcio spesso accade, sono puniti anche al di sopra dei propri de-meriti.Così è successo, infatti, contro il Su planu, dove in vantaggio per due a zero al primo tempo, la Castor si è rilassata troppo, su-bendo due goal in poco tempo, così come accadde, sempre in casa, contro il Villa-grande.Le spiegazioni possono essere molteplici: forse la Castor sente un po’ troppo la ten-sione e l’emozione davanti al proprio pub-blico; può essere che forse si senta favorita dal giocare tra le mura amiche, avendo così un rilassamento eccessivo; potrebbe essere più semplicemente frutto di una coinciden-za. Qualunque sia il motivo, ci sembra facil-mente risolvibile, anche perché la squadra è sostenuta da un pubblico sempre più pre-sente, e soprattutto sempre più caloroso, che incita la squadra per tutta la partita, come fosse il dodicesimo uomo in campo. Siamo sicuri, che questo lieve trend negati-vo casalingo, sarà presto capovolto, anche perché, con un pubblico del genere, è tutto molto più facile. (Riccardo Melis)

Continua la marcia della Castor, che mantie-ne il secondo posto in classifica nel girone A di prima categoria. Giornata dopo giornata, i granata stanno dimostrando di essere una vera e propria realtà di questo campionato, dopo un terzo del torneo alle spalle, si tro-vano in una posizione in classifica di tutto rispetto, e con l’invidiabile primato di essere l’unica squadra in tutto il girone, ancora im-battuta. A voler trovare qualche difetto nella squadra tortoliese, lo potremmo trovare, ironia della sorte, proprio nelle mura ami-che, dove solitamente, si ottiene la maggior parte dei punti. Fa specie, infatti, che la Castor trovi difficoltà a esprimere il proprio gioco per tutto l’arco dei novanta minuti,

Venerdì 25 Novembre 2011 • [email protected]

Non si può certamente dire che la gara di sa-bato scorso sia partita bene, un set perso nel peggiore dei modi che non lasciava presagire a nulla di buono. Per fortuna già dal secondo set con i dovuti cambiamenti apportati dal tecnico, Mirella Sesti, e al cambiamento di at-teggiamento del resto della squadra, i parziali sono subito cambiati con i due set vinti a 14 e 16 e solo nel quarto, dove si è sofferto un po’ a causa di un buon numero di punti di vantag-gio delle avversarie. Le percentuali realizzative delle ragazze sono ancora basse e i margini di miglioramento possibile devono essere au-mentati, in alcuni frangenti manca la dovuta concentrazione e serenità nei vari fondamenta-li. Basti pensare al fondamentale della battuta che se eseguita bene fa già mezzo punto e per buona parte della partita ha consentito alle tor-toliesi di prendere dei buoni vantaggi, e in altri invece non è stata efficace tenendo a galla le avversarie.Mirela Sesti ha realizzato 16 punti, Ciuffreda 13, Stagno 9, Mele 7. Gli aces realizzati sono stati 7 con quindi 7 punti diretti e un altro buon numero di battute insidiose che hanno consen-tito all’Airone, su rigiocata facile, di realizzare altri punti.Le ragazze dell’Airone ora dovranno affrontare la gara forse più dura con la Erre ceramiche di Sassari, capolista del torneo, dove si potranno vedere tutte le potenzialità della squadra. Al di la del risultato finale, sarà una gara da affron-tare con il massimo impegno, concentrazione e determinazione, senza timori ma con lo stimolo giusto per cercare di ottenere il massimo risul-tato possibile.

Domenica scorsa si è disputata la partita De-cimo 07-Girasole. I gialloverdi hanno dato il loro meglio nello scontro diretto ma non sono riusciti a portare a casa i 3 punti che avreb-bero accorciato le distanze dalla zona play-off. La partita si è svolta su un campo non in perfette condizioni causa il maltempo del giorno prima. Mister Murino schiera in campo una formazione con il modulo 4-3-3, il primo tempo si conclude sullo 0 a 0 senza troppe occasioni da gol. Il secondo tempo invece inizia subito con un rigore assegnato in favore del Decimo 07 e poi realizzato dal capitano. Passano appena dieci minuti e il girasole tro-va il pareggio grazie a un gol di Stefano Ma-meli, che capitalizza al meglio un traversone di Rubiu. “Nonostante il pareggio sono molto soddisfatto per la prestazione della squadra” sostiene Mameli “abbiamo incontrato un av-versario valido che ci ha dato filo da torcere fino al 90’ e il risultato rispecchia l’andamen-to della gara. Ora dobbiamo pensare alla sfida che ci aspetta domenica prossima, incontre-remo il Quartu sant’Elena squadra che occu-pa la terzultima posizione, non per questo da sottovalutare, sarà una partita difficile come tutte le altre. Speriamo di portare a casa una vittoria.” (F. P.)

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CULTURA

Simonetta Delussusi racconta

Venerdì 25 Novembre 2011 • [email protected]

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stessa, delle mie radici e della mia iden-tità. Identità che poi è quella di tutto un popolo: quello sardo. Quali le suggestioni e le esigenze alla base di questo libro?Il libro nasce dall’esigenza di capire il senso della vita e della morte e di indaga-re il perché noi continuiamo a perpetuare certi usi e costumi nel tempo. Volevo capire da dove nascevano certe convinzioni e certi gesti ormai abituali per noi. Il libro nella sua fase iniziale analizza-va le panas, la foilonzana, la giobbiana e le janas. Poi nel tempo l’area di indagine si é allargata a usanze più varie e incredi-bilmente affascinanti come quelle relati-ve ai riti mortuari. Cosa pensa della situazione culturale ogliastrina?Penso che l’Ogliastra abbia molte poten-zialità e tante belle personalità, anche e soprattutto tra i giovani. Ma è necessaria la ricostruzione del tessuto sociale e di certi valori che purtroppo mancano total-mente. L’ Ogliastra ha necessità di capire che non ha bisogno di cercare fuori di sè la forza per farcela. Le risposte alle do-mande più difficili si trovano infatti sem-pre dentro di noi, non all’esterno. Ora ci si deve solo mettere al lavoro e dare più risalto alla cultura e alla riscoperta dei va-lori che hanno fatto grande il nostro popo-lo. Dobbiamo riappropriarci della nostra identità e andarne orgogliosi, lavorando per questi.Quali sono i suoi progetti per il futuro?Presto uscirà il mio secondo libro. Si trat-terà della biografia di una donna vissuta nel 1900 che, disonorata, dovette uccide-re il padre di suo figlio. La storia prende in analisi il delitto d’o-nore in Sardegna in un periodo che passa tra le due guerre. Sto inoltre lavorando anche al seguito de “La stregoneria in Sardegna” con un ampliamento dei temi: si parlerà ad esempio anche dei giganti di monte Prama, di usanze particolari e di sciamani. Attualmente é poi in prepa-razione un lavoro teatrale ispirato al mio libro e curato da Antonio Ghironi. Que-sto spettacolo vedrà la luce con il nuovo anno. I progetti sono tanti ma….un passo alla volta. Cercando di gustare non tanto l’arrivo quanto il viaggio nel mondo magico della scrittura. (Michela Girardi)

Simonetta Delussu, scrittrice ed insegnan-te tertenese, ha soddisfatto con il suo libro “La stregoneria in Sardegna” la curiosità di moltissime persone. Chi da bambino, in-fatti, non ha sentito parlare i propri nonni – magari davanti al fuoco - di streghe, spiriti e strani rituali ambientati in Sardegna? E quanti di noi, divenuti adulti, spinti da una sorta di nostalgia hanno desiderato ricorda-re e focalizzare con più precisione tutti quei racconti? Simonetta Delussu ci ha regalato proprio questo: le storie della nostra tra-dizione. E l’ha fatto attraverso una ricerca critica, approfondita e documentata. Non a caso la Delussu, nel suo brillante curriculum vitae, può vantare anche un dottorato sulla cultura popolare sarda conseguito all’Uni-versità di Mainz. Oggi accetta di raccontarci qualcosa in più sulla sua vita e sul suo la-voro. Ci parli del suo libro “La stregoneria in Sar-degna”Il libro é un saggio che trae le mosse da alcune storie che raccontava mia nonna, relative a leggende e tradizioni sarde. Certi momenti e certi racconti erano troppo spe-ciali e ho sentito la necessità di recuperarli e fissarli attraverso la scrittura. In lotta con il mostro chiamato Tempo. Questo saggio è quindi anche un omaggio alle persone che ho molto amato e che non ci sono più e un viaggio alla ricerca di me

Letto per voi: Diversamente come te

Andrea Cossu è malato dalla nascita. La sua croce ha un nome: tetraparesi spasti-ca. Si muove e parla con fatica, la sua vita è una continua altalena tra dolore e diffi-coltà. I genitori lo mettono sotto una cam-pana di vetro. Arriva l’età scolare e quindi il momento di fare davvero i conti con la disabilità. Ma questa presa di coscienza tira fuori il leone che alberga nel cuore di Andrea. Inizia a capire che è ora di crescere, di trovare il proprio posto nel mondo, di pre-tendere la propria fetta di felicità. A par-tire dalla realizzazione del suo più grande desiderio: scrivere un libro sulla sua vita. Bussa così alla porta di Bruno Furcas, che decide di aiutarlo. E noi grazie a questo testo scritto a quat-tro mani e pubblicato da Arkadia pos-siamo aprire una finestra sul mondo di questo ragazzo coraggioso, autoironico, che propone con forza la propria identità e spera in un mondo dove “ l’integrazione è possibile quando non si ha la pretesa di uniformare, bensì di potenziare tutte quelle abilità residue che rendono la per-sona disabile unica ed insostituibile”. Una storia fatta di piccoli e meraviglio-si dettagli. Andrea ci racconta di come a scuola desiderasse essere messo in gioco come gli altri. Di come lo infastidisse la commiserazione altrui. Di quanto fosse difficile fare amicizia. Dei suoi genitori, così teneri e protettivi. Della sua amica Rita. Del rapporto con Iosella. Dell’esi-genza di crearsi uno stile personale. Della fame di autonomia e delle conquiste ot-tenute con la propria determinazione. Di quella volta che ha fatto il bagno al mare. Di quanto detesti le zone riservate ai di-sabili. Di quando ha partecipato ad un convegno e ha portato a termine il proprio intervento. Di quanto sia deciso a non farsi sciupare le sue piccole gioie dagli sguardi di pietà di persone superficiali che forse non si renderanno mai conto quanto lui di come la vita sia straordinaria. Un libro che mi ha lasciato la sensazione di aver ricevuto un schiaffo e una carezza insieme. Che mi ha emozionata e scossa. Parole semplici e dirette che dovrebbero a mio parere essere sistematicamente lette nel-le scuole. Capire meglio il mondo della di-sabilità e sviluppare la giusta sensibilità per relazionarcisi credo sia molto più im-portante della tabellina del cinque o delle declinazioni latine.Grazie ad Andrea per questa piccola gran-de lezione di vita. (M.G.)

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