TORINO MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013 la RR e p u …...co («Il bar come il teatro e la libreria...

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L’intervista “Sono dimissioni irrevocabili” L’assessore: non c’è la tranquillità per fare il mio lavoro L’ex sindaco: molto amareggiato per le gravi dichiarazioni del procuratore SARA STRIPPOLI I L 26 maggio 2010 Massimo Giordano, avvocato, leghista legato da sempre a Roberto Maroni, diventa assessore regio- nale allo Sviluppo economico e la- scia il ruolo di sindaco di Novara, dove era stato eletto nel 2001 con il 50,7 per cento dei voti e riconfer- mato nel 2006 con il 61 per cento dei suffragi. Prima, dal 1996 al 1997, era stato assessore alla Casa e al Patrimonio in Comune. Assessore Giordano, Roberto Cota ha respinto le sue dimissio- ni. Che farà? «Sono irrevocabili. Gli parlerò ma al momento la mia decisione è questa. Sono sereno e ritengo di non aver commesso alcun reato. Ma in questa situazione non c’è più la tranquillità necessaria per fare il mio lavoro». Da assessore regionale potreb- be aver concesso contributi ad imprenditori, alcuni dei quali poi diventati soci della Società editri- ce del quotidiano Nord Ovest? «Non è così. Io non distribuisco contributi a nessuno. Ci sono dei bandi per ottenere finanziamenti. Regolari bandi. Non ritengo di aver violato la legge e sono con- vinto di poter dimostrare che so- no fuori da certe ipotesi». Il procuratore parla di un siste- ma di corruzione che va avanti da anni fra Novara e Torino. Questo cosa le dice? «Sono molto perplesso che si lasci andare a dichiarazioni come queste». Ritiene di poter negare che il Nord Ovest sia nato per sostener- la politicamente? «Non è così. Il Nord Ovest per quanto ne so io è nato come ope- razione giornalistica». In una situazione economica come quella attuale? È sicuro? «Credo che ci possano essere persone che vogliono investire nell’informazione». Lei conosce tutti i soci della so- cietà editrice? «Alcuni sono amici. Non mi di- ca che è vietato avere amici». Anche Giuseppe Cortese è un suo amico da tempo. Lei ha capi- to che ruolo ha in questa storia? «Proprio no». Cota, Cortese e Giordano. Tre grandi amici in passato. Ora l’al- leanza con Cota si è rotta. Un cli- ma difficile, conferma? «Questo adesso non c’entra nulla. Non ne voglio parlare». Un bar, un albergo a Orta, il Nord Ovest, il polo d’innovazione a Novara, i contributi. Qual è il nesso? «Non lo so. Massimo Giordano suppongo». Il procuratore ha ritenuto di dover smentire che si possano fa- re dietrologie sui tempi dell’ope- razione di ieri. Lei ha pensato ad un attacco politico a tre giorni dalle elezioni? Contro la Lega o dentro la Lega? «Voglio riflettere a mente fred- da. Verificherò». Come? «Con il tempo la verifica arriva. Le speculazioni si sprecheranno ma non mi lascio andare a dichia- razioni superficiali». Lei era ad un passo dalle dimis- sioni già pochi mesi fa, quando si parlava di rimpasto in Regione e delle divergenze fra lei, Cota e l’assessore Monferino sul Csi. E’ rimasto e adesso siamo a questo punto. Pentito? «Amareggiato solo per la gra- vità delle dichiarazioni del procu- ratore. Io non mi sono dimesso al- lora perché ho pensato di dover portare a termine il mio lavoro. Avevo altri obiettivi che non erano la politica. Almeno per un po’». Quali? «Ho sempre avuto grande inte- resse per le organizzazioni non governative. Volevo lavorare così, in giro per il mondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA ‘‘ ,, Non ritengo di aver violato la legge e sono convinto di poter dimostrare la mia estraneità ‘‘ ,, Il Nord Ovest non è nato per sostenermi politicamente: è soltanto un’operazione giornalistica NEL MIRINO Massimo Giordano assessore alla Sviluppo economico della giunta Cota dal maggio 2010 dopo essere stato sindaco di Novara E’ indagato per corruzione concussione e abuso Un esposto del figlio dell’ex parlamentare Pagani alla base dell’indagine

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TORINO ■ IIIMERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

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L’intervista

“Sono dimissioni irrevocabili”L’assessore: non c’è la tranquillità per fare il mio lavoro

L’ex sindaco: molto amareggiato per le gravi dichiarazioni del procuratore

SARA STRIPPOLI

IL 26 maggio 2010 MassimoGiordano, avvocato, leghistalegato da sempre a Roberto

Maroni, diventa assessore regio-nale allo Sviluppo economico e la-scia il ruolo di sindaco di Novara,dove era stato eletto nel 2001 conil 50,7 per cento dei voti e riconfer-mato nel 2006 con il 61 per centodei suffragi. Prima, dal 1996 al1997, era stato assessore alla Casae al Patrimonio in Comune.

Assessore Giordano, RobertoCota ha respinto le sue dimissio-ni. Che farà?

«Sono irrevocabili. Gli parleròma al momento la mia decisione èquesta. Sono sereno e ritengo dinon aver commesso alcun reato.Ma in questa situazione non c’èpiù la tranquillità necessaria perfare il mio lavoro».

Da assessore regionale potreb-be aver concesso contributi adimprenditori, alcuni dei quali poidiventati soci della Società editri-ce del quotidiano Nord Ovest?

«Non è così. Io non distribuiscocontributi a nessuno. Ci sono deibandi per ottenere finanziamenti.Regolari bandi. Non ritengo diaver violato la legge e sono con-vinto di poter dimostrare che so-no fuori da certe ipotesi».

Il procuratore parla di un siste-ma di corruzione che va avanti daanni fra Novara e Torino. Questocosa le dice?

«Sono molto perplesso che silasci andare a dichiarazioni comequeste».

Ritiene di poter negare che ilNord Ovest sia nato per sostener-la politicamente?

«Non è così. Il Nord Ovest perquanto ne so io è nato come ope-

razione giornalistica». In una situazione economica

come quella attuale? È sicuro? «Credo che ci possano essere

persone che vogliono investirenell’informazione».

Lei conosce tutti i soci della so-cietà editrice?

«Alcuni sono amici. Non mi di-ca che è vietato avere amici».

Anche Giuseppe Cortese è unsuo amico da tempo. Lei ha capi-

to che ruolo ha in questa storia?«Proprio no». Cota, Cortese e Giordano. Tre

grandi amici in passato. Ora l’al-leanza con Cota si è rotta. Un cli-ma difficile, conferma?

«Questo adesso non c’entranulla. Non ne voglio parlare».

Un bar, un albergo a Orta, ilNord Ovest, il polo d’innovazionea Novara, i contributi. Qual è ilnesso?

«Non lo so. Massimo Giordanosuppongo».

Il procuratore ha ritenuto didover smentire che si possano fa-re dietrologie sui tempi dell’ope-razione di ieri. Lei ha pensato adun attacco politico a tre giornidalle elezioni? Contro la Lega odentro la Lega?

«Voglio riflettere a mente fred-da. Verificherò».

Come? «Con il tempo la verifica arriva.

Le speculazioni si sprecherannoma non mi lascio andare a dichia-razioni superficiali».

Lei era ad un passo dalle dimis-sioni già pochi mesi fa, quando siparlava di rimpasto in Regione edelle divergenze fra lei, Cota el’assessore Monferino sul Csi. E’rimasto e adesso siamo a questopunto. Pentito?

«Amareggiato solo per la gra-vità delle dichiarazioni del procu-ratore. Io non mi sono dimesso al-lora perché ho pensato di doverportare a termine il mio lavoro.Avevo altri obiettivi che non eranola politica. Almeno per un po’».

Quali? «Ho sempre avuto grande inte-

resse per le organizzazioni nongovernative. Volevo lavorare così,in giro per il mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non ritengo di averviolato la legge e

sono convintodi poter dimostrare

la mia estraneità

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Il Nord Ovest non è natoper sostenermipoliticamente:

è soltanto un’operazionegiornalistica

NEL MIRINOMassimoGiordanoassessorealla Sviluppoeconomicodella giuntaCota dalmaggio 2010dopo esserestato sindacodi NovaraE’ indagatopercorruzioneconcussionee abuso

Una denuncia per schiamazzifa scoprire il “sistema Novara”All’origine l’assegnazione del bar Coccia, nel cuore della città

Il reportage Un esposto del figlio dell’ex parlamentare Pagani alla base dell’indagine

(segue dalla prima di cronaca)

DAL NOSTRO INVIATOMEO PONTE

NOVARA — E’ emerito docente didiritto amministrativo all’Univer-sità novarese nonché figlio dell’exministro psdi Maurizio Pagani. Ildocente ha avuto la sventura diabitare di fronte al bar Coccia, trepiani che comprendono “restau-rant e lounge bar”, nel cuore dellacittà, un luogo diventato negli ulti-mi anni il simbolo della Novara dabere tanto cara a Massimo Giorda-no quando era sindaco. «Ho fattoricorso al Tar contro la proroga del-l’orario sino alle 3 di notte, un altroal tribunale civile di Novara – con-tinua il professor Pagani – ho vintoentrambi ma quelli continuavanoa far cagnara, suonando e cantan-do sino all’alba». Il professore si èmesso quindi a studiare le carte na-turalmente, scoprendo che perl’assegnazione di un bene pubbli-co («Il bar come il teatro e la libreriaCoccia sono di proprietà del comu-ne» sottolinea) non era stata fattanessun’asta. E che il locale era sta-to affidato alla T.P.P, società di Ma-rio Berti, già titolare dell’hotel Ita-lia (altro locale storico di Novara)nonché dell’albergo Cavour, da-vanti alla stazione. «Un’assegna-zione senza contratto che preve-deva lavori di miglioria che peral-tro non sono mai stati fatti» ricordail professor Pagani che ha notatoanche quelli che definisce «stranipassaggi». «Dopo aver segnalatoche non veniva pagato l’affitto dellocale c’è stato un immediato ver-samento della somma con assegnocircolare. Non solo, continuavo achiamare i vigili, quelli venivano efacevano i verbali e non accadevanulla. Ho pensato che se il comunenon faceva niente è perché qualco-sa o qualcuno glielo impediva».

Alla fine il professor Pagani,stanco di notti bianche, ha diligen-temente redatto un rapporto delleanomalie notate e lo ha consegna-

to alla procura della Repubblicasotto forma di esposto. Il procura-tore capo Francesco Saluzzo è unmastino che la puzza di marcio lafiuta lontana un miglio. Anni fa fului a riportare la legge ad Asti, doveun comitato di affari che riunivamagistrati, affaristi e politici avevadi fatto creato uno stato autono-mo. Dopo aver letto l’esposto delprofessor Pagani Saluzzo ha aper-to un fascicolo dal titolo “atti rela-tivi”. E ben presto ha portato allaluce quello che a Novara chiamanoil “sistema Giordano”. «Una prassipiuttosto semplice – spiegano gliinvestigatori – io, profittando del

potere che deriva dalla mia posi-zione politica ti faccio un piacere,tu ricambi con altri piaceri» .Si sco-pre così che il bar Coccia è diventa-to il ritrovo dei leghisti che fanno ri-ferimento a Giordano, sindaco dal2001 al 2010 che nel locale festeggiaanche il compleanno. Probabil-mente gratis. Lì si ritrova tutta laNovara che conta e che grazie allaLega comincia a sedere su poltroneche contano. Come Giuseppe Cor-tese che, parte da direttore della“Tribuna novarese”, un bisettima-nale che porta acqua al mulino diGiordano: Cortese sbarca in Re-

gione al seguito di Cota e poi in Ale-nia e ora all’Expo. Nel novembrescorso però arrivano i primi guai.La T.p.p. finisce nel mirino dellaCorte dei Conti che ipotizza undanno erariale di 73mila euro, peril riconoscimento, da parte dellagiunta presieduta da Giordano manon dovuto per i lavori di miglioriadel locale. Finanza e Polizia strada-le, su incarico del procuratore Sa-luzzo, intanto ascoltano i telefoni.L’asse padano Giordano-Cota èormai in frantumi, nelle ultimeamministrative il candidato “co-tiano”Mauro Franzinelli perde lacorsa contro Ballarè del Pd perché,si dice, Giordano fa mancare i suoivoti. Dopo le dimissione da asses-sore regionale di Caterina Ferrerolo scontro tra i due si inasprisce.Anche Cortese lascia Cota, sua mo-glie Isabella Arnoldi lavorerà astretto contatto con Giordano. Oc-corre uno strumento per la lottasenza esclusioni di colpi. Impren-ditori che sono “correntisti” dellabanca dei piaceri sono chiamati aversare il loro obolo per la nuovaimpresa editoriale. Tra loro c’è an-che Andrea Giacomini che è un de-voto di Metjugorie ma che nel frat-tempo ha dato il via all’inchiestadella procura di Verbania sulle eva-sioni fiscali di padre e fratelli. DallaRegione ha avuto un milione di eu-ro per finanziare il suo futuristicohotel sul lago d’Orta, l’H2O, dovetutto funziona con l’idrogeno.

Cortese, la moglie, Giacomini fi-niscono indagati con Giordano,Riccardo Lanzo, consigliere leghi-sta in comune che pur non avendomai superato l’esame da avvocatosiede in diversi consigli di ammini-strati e con Giuseppe Benedetto,dirigente regionale. E naturalmen-te con Mario Berti, titolare del barCoccia, che ora probabilmentechiuderebbe il locale un po’ rima.Così la Novara da bere affoga in unmare di accuse che vanno dallacorruzione, alla concussione e al-l’abuso di ufficio aggravato.

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Stampa Subalpina

«Non chiudete un altro giornale”

SULL’INCHIESTA della Procura di Novara che hatoccato la società editrice del giornale “Nord Ovest”interviene l'Associazione Stampa Subalpina che

«intende esprimere la propria piena solidarietà ai colle-ghi che in questi mesi hanno operato con professionalità.Un impegno che non è venuto meno neppure di frontealla precaria condizione di lavoro: i contratti a termine diparte della redazione scadranno tra una settimana. Ciauguriamo che questa vicenda non si concluda con unaulteriore perdita di posti di lavoro in un momento già for-temente critico per l’intero settore editoriale»

Per gli inquirentil’uomo politico eracapo di un gruppodi potere che siscambiava favori

GIUDICI AL BARA sinistra il bar dell’inchiesta.Sopra, il pm Saluzzo

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Concussione, corruzione,abuso d’ufficio. Accusegraviperunexsindacoe

attuale assessore regiona-le allo Sviluppo economi-co.

«Concordo. Per questo con-fermo le mie dimissioni cheho dato appena ho saputodelle indagini e sono irrevo-cabili. In questo momentonon ho la serenità per por-tare avanti il mio lavoro aTorino».

Le contestano reati del-l’epoca incuierasindacodiNovara e altri, più recenti,da assessore. Di che cosa sitratta?

«Finora ho capito poco. Ca-pirò di più quando potrò ve-dere le carte».

Uno dei filoni di indaginenasce da una serie diesposti contro il bar delteatro Coccia, di proprie-tà del Comune di Novara,per schiamazzi notturni.Lei avrebbe cercato diproteggere il locale, di-ventato punto di riferi-mento del mondo politi-co leghista novarese. Per-ché lo ha fatto?

«E’ molto semplice: dal miopunto di vista non c’eranogli estremi per chiudere illocale».

La Procura ipotizza che leiabbiafattopressionesuunfunzionario del Comune (ilcomandante dei vigili ur-bani Paolo Cortese, tuttorain servizio) per impedire la

chiusuradelbar.Èvero?«Preferisco non commentare.Posso solo dire che credo dinon aver fatto nulla di contra-rio al mio ufficio».

L’inchiesta avrebbe portatoalla luce - secondo la Procu-ra - una sorta di gruppo di

potere che in più occasioniavrebbe avvantaggiato al-cune aziende in cambio difavori. Tra questi la parteci-pazione di alcuni imprendi-tori all’iniziativa editoriale«Nord Ovest» come «ringra-ziamento» per una serie divantaggi ottenuti. È in que-sta veste che sarebbe inda-gato Andrea Giacomini, im-prenditore alberghiero di

Orta. Che cosa può dire alproposito?

«Andrea Giacomini è mioamico ma con il suo hotel nonho nulla a che fare».

Lehamaipropostoscambiofinanziato la sua campagnaelettorale?

«No, nella maniera più asso-luta».

Lei non è candidato, ma l’in-dagine arriva a cinque giornidal voto. Nella Lega c’è chiparla di giustizia a orologe-ria...

«Iosonomoltoprudente inque-sti casi, nonsonounodiqueipo-litici che si abbarbica.Non stril-lo né grido al complotto. C’èun’ombra, ho dato subito le di-missioni.Punto.Anzi,hofiducianei magistrati: riuscirò a con-vincerli dellamia innocenza».

E la Lega, la campagna elet-torale,Cota?

«Che c’entra Cota?. Questa vi-cenda riguarda me».

“VogliodimettermiNonhopiùserenità

per lavorare”L’assessore: non capisco le accuse contro dime

Massimo GiordanoEx sindaco di Novara, assessore alle Attività Produttive

della Regione Piemonte

«Giustiziaaorologeria?Nonsonouno

checredeai complotti»

LE ELEZIONI

Intervista

MASSIMO MATHISNOVARA

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RetroscenaEadessosiattendelabuferadell’inchiestasuirimborsispese

«Prima che il Piemonte superila Lombardia per numero diindagati - ricordiamo anche leindagini sulle autocertificazio-ni dei consiglieri regionali, sul-

l’utilizzo dei fondi dei gruppiconsiliari, sull’uso dei rimborsielettorali dei partiti - chiediamocheCota ci ripensi e tolga imme-diatamente le deleghe a Giorda-no». Le parole di Davide Bono,capogruppo del Movimento 5Stelle a Palazzo Lascaris, depu-rate dalla propaganda politicafotografano la situazione di unConsiglio regionale che dal suoinsediamento viaggia sotto il pe-so della spada di Damocle dellagiustizia. In principio c’è stata lavicenda delle firme irregolari,poi le accuse contro l’assessore

alla Sanità, Caterina Ferrero,costretta alle dimissioni e ades-so c’è la procura di Novara.Tutto da provare, natural-

mente. E dal punto di vista poli-tico lamaggioranza di centrode-stra ha dimostrato di superaredivisioni e fibrillazioni internedi fronte agli attacchi delle op-posizioni che in più occasioni -anche ieri - hanno invocato agran voce le dimissioni di Cota.Nessuno, però, può sapere fino ache punto si spingerà l’inchiestadella procura di Torino. Le pa-role di Bono danno corpo ai boa-

Esiti dell’indaginedopo il votoE il CasoGiovineè in Cassazione

MAURIZIO TROPEANO

per i rimborsi spesa possa avermodificato la situazione. Gli uo-mini della Guardia di Finanzastarebbero per concludere il lo-ro lavoro. L’indagine avrebbeimboccato una strada più selet-tiva e la sensazione che si respi-ra nel Palazzo è che alla fine dalcilindro dell’inchiesta non do-

vrebbe materializzarsi un Fio-rito in salsa piemontese. Inogni caso, comunque, arrive-rebbero altri avvisi di garanziache si aggiungono ai quattrogià emessi dalla Procura e no-nostante l’impegno di rifonde-re eventuali errori «sarebbedifficile per tutti reggere unanuova ondata di indignazionepopolare», spiega un assessoredella Giunta regionale chechiede di restare anonimo.E questa situazione di preca-

rietà è aggravata anche dallaprossima udienza della Cassa-zione che il 7 luglio si pronunce-rà sul ricorso dell’ex consigliereregionale dei Pensionati, Miche-le Giovine condannato per firmeirregolari. Se i giudici di terzogrado confermeranno la con-danna il Tar potrà pronunciarsisulla richiesta di annullamentodel voto presentata dall’ex pre-sidente Mercedes Bresso.

tos di alcune settimane fa chedavano per imminenti 54 avvisidi garanzia per consiglieri e as-sessori regionali per la vicendarimborsopoli.Boatos che si sono interrotti

per la scelta dei pubblici mini-steri di capire se e come l’intro-duzione del nuovo regolamento

L’aula del Consiglio

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TORINO ■ VMERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

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Giunta Cota, ultimo capitolodopo la lunga guerra tra leghistiUnica speranza per resistere, la conquista della Lombardia

Il retroscena

(segue dalla prima di cronaca)

MARIACHIARA GIACOSAMARCO TRABUCCO

IL PRIMO ha già una data se-gnata: martedì prossimoquando, dopo le elezioni poli-

tiche, in Tribunale a Torino siaprirà il processo all’ex assessorealla Sanità regionale CaterinaFerrero e al suo ex braccio destroPiero Gambarino. Nelle carte diquel procedimento si annida ilpericolo per Cota: con la primaudienza infatti verranno deposi-tate tutte le intercettazioni del-l’inchiesta. Nastri in cui il Gover-natore pronuncerebbe frasi “im-proprie” nei confronti della Fer-rero, mentre tra Cortese e Gior-dano ci sarebbe uno scambio dibattute con parole pesanti rivol-

te a Cota. La seconda bordata della ma-

gistratura torinese arriverà subi-to dopo, quando verranno resenote le spese di tutti i gruppi delconsiglio regionale. Finora l’in-dagine si era limitata ai partiti mi-nori, ma nel frattempo la Guardiadi Finanza ha setacciato i bilancianche di Pdl, Lega, Pd e così via. Ela prime indiscrezioni racconta-no di spese folli soprattutto daparte dei due partiti di maggio-ranza, anche e forse soprattuttodel Carroccio. Che, d’altronde, selo aspetta. Questa seconda fasedell’inchiesta porterà però an-che una raffica di nuovi avvisi digaranzia.

Sarà il probabile epilogo di unastoria prima felice e poi triste.Quella di un gruppo di ragazziRoberto Cota, Massimo Giorda-no, Beppe Cortese e sua moglieIsabella Arnoldi che da Novaraha scalato il Piemonte. Che haportato la Lega, cui tutti avevanoaderito fin dai primi anni Novan-ta, a un successo che “era folliasperar”. E che arrivato al potere siè diviso prima, e poi combattuto,

come avviene solo nei romanzid’appendice.

Certo c’è ancora una variabileche potrebbe fermare il disfaci-mento della maggioranza di cen-trodestra in Regione. Le elezioni:non però il risultato delle Politi-che in Piemonte bensì quello del-le Regionali lombarde. Se infatti

Roberto Maroni le vincerà alloraè probabile che, al di là delle frat-ture interne alla Lega piemonte-se, Cota verrà blindato almenoper qualche mese per costruirequella macroregione del Nordche è stato il leit motiv della cam-pagna elettorale leghista in que-ste settimane. Se però Maroni

dovesse mancare il Pirellone èquasi certo che alla prima con-trarietà Cota (nel frattempo elet-to alla Camera) dirà “arrivedercie grazie”. E partirà per l’odiataRoma.

Questo anche perché, comeconfermavano i comunicati diieri del Pdl piemontese, gli allea-

ti del Governatore non sembra-no più così caldi nella sua difesa.Con un leader come Silvio Berlu-sconi che ogni giorno, anzi ogniora, parla di “giustizia a orologe-ria” ieri il gruppo regionale delPopolo delle Libertà, nonostantequesta indagine sia sembrata amolti troppo vicina alle elezioni,

si è limitato “a confermare la pro-pria fiducia nell’operato dellamagistratura”. Non in quello diGiordano cui non ha dedicatonemmeno una parola. E l’appog-gio degli azzurri potrebbe diven-tare ancora più tiepido se unasconfitta del centrodestra sia allepolitiche che in Lombardia do-vesse aprire la strada al consueto“liberi tutti” dei perdenti.

Solo tre anni fa, o poco più, Co-ta e Giordano erano davvero “fra-telli”. Il primo con una carrieragiocata tutta tra la Regione e Ro-ma, il secondo, per quasi diecianni, sindaco, molto amato, bi-sogna dire, di Novara, una delleroccaforti del voto leghista in Pie-monte. Proprio lui era conside-rato l’uomo forte della nuovagiunta a guida Carroccio. A luiCota ha assegnato le deleghe

strategiche. Poi si è messa dimezzo Caterina Ferrero: nessunequivoco, ma proprio sull’asses-sore alla Sanità i due (e Corteseche ne era sempre stato qualcosaa metà tra il fedele servitore e ilfreddo regista politico) hannoiniziato a litigare con Cota che,forse influenzato dal “tecnico”Paolo Monferino, l’ha progressi-vamente scaricata. Mentre gli al-tri due la difendevano. La frattu-ra definitiva si è poi giocata sullacandidatura a sindaco di Novara,ruolo cui Cortese (appoggiato daGiordano) ambiva. E che Cota gliha negato. Alla fine Novara è ino-pinatamente passata al centrosi-nistra. Forse quello è stato l’iniziodella fine. Cota ha mandato viaCortese dalla sua segreteria poli-tica, Giordano è stato via via mar-ginalizzato. Addirittura il gover-natore a dicembre ha cercato difarne merce di scambio con il Pdlin un rimpasto di giunta. Quelloche non è riuscito a Cota ha fattoieri la magistratura. Ma comespesso avviene, quando cade laprima carta, crolla il castello.

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Il presidente el’assessore sonostati amici fraternifino a 3 anni fa, poila lite sulla Sanità

Cortese, ora tra gliindagati, era statoallontanato dallasegreteriadella presidenza

La magistratura scrive il secondo paragrafo, dopo quello che ha travolto la Ferrero presto in tribunale, subito dopo il voto

Bragantini incontra i sindaciGhiglia al campo nomadi

BRAGANTINIAlle 17 all’hotel Royal in corsoRegina Margherita 249, PaolaBragantini candidata allaCamera per il PartitoDemocratico incontra isindaci della provincia diTorino. Con lei saranno glialtri candidati Vannino Chiti,Mauro Marino, il presidentedella Provincia Antonio Saittae il segretario regionale delPd Gianfranco Morgando.

GHIGLIAAgostino Ghiglia, candidatodi Fratelli d’Italia aMontecitorio alle 11 partecipaal sopralluogo “legalità esicurezza” al campo nomadidi lungo Stura Lazio.

OLMEOGavino Olmeo, candidato alSenato per la lista Monti alle17 alla Casa del Barolo di viaPerugia 26 offrirà un aperitivoelettorale insieme a MarcoCalgaro e Gianluigi Magri

sottosegretario alla Difesa.

COSTANTINOAlle 20,30 nella salaconferenze del museoregionale di Scienze Naturaliin via Giolitti 36 la candidatadi Sel Celeste Costantinopartecipa al confronto sultema “Se crescono le donnecresce il Paese”, organizzatodal comitato Se Non oraquando”.

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TACCUINOELETTORALE

EX AMICIRoberto Cotapresidentedella Regionee l’assessoreall’Industriadella suagiuntaMassimoGiordanoSonocresciutipoliticamenteinsieme nellefila dellaLega.Poi la rottura

Boriani guida il Nord Ovet da una ventina di giorni. Aveva firmato “La Padania”

Il direttore: “E’ un’operazionetra lo spettacolare e il pretestuoso”

SARA STRIPPOLI

LEONARDO Boriani è da 22giorni il nuovo direttoredel quotidiano Nordovest.

Un passato alla Gazzetta del Pie-monte, all’Indipendente e poiper cinque anni direttore de LaPadania. Ieri mattina era in re-dazione quando c’è stato il blitzdella Finanza.

Boriani, a che ora sono arri-vati gli agenti?

«Mancava un quarto alle die-ci. Io non ero nel mio ufficio mastavo leggendo i giornali e lavo-rando sul mio iPad in un’altrastanza. Sono andati dritti nelmio ufficio dove c’è il computersul quale si fa il giornale. Sono ri-masti due ore circa e se ne sonoandati. Posso esprimere un giu-dizio?».

Prego«La definirei un’operazione

fra lo spettacolare e il pretestuo-so».

Parole dure. Ci spiega per-ché?

«Erano in tanti, quattro agen-ti di pattuglia e altri quattro-cin-que in borghese. Hanno guar-dato solo quel computer enient’altro e parlato con il redat-tore che più sa della parte infor-matica. Senza dire o chiederenulla. Nessuno mi ha chiesto chi

fossi o chi fosse il direttore». Lei non si è presentato?«No, sono rimasto tranquillo

e ho continuato con quello chestavo facendo. Sono venuti inredazione, se volevano parlarmipotevano farlo».

Giuseppe Cortese passaspesso nella sede del giornale?

«Direi almeno una volta alla

settimana. Parliamo, ci con-frontiamo».

Lei è direttore del giornale dapochi giorni, ma il mondo dellaLega lo conosce molto bene.Che giudizio esprime su questastoria?

«Ribadisco: un’operazionespettacolare e pretestuosa. Per ilmomento di tutta questa vicen-da non ho capito molto e nonposso dare giudizi approfonditi:sono qui da appena 22 giorni. Mihanno fatto una proposta pro-fessionale e ho accettato, comesuccede in questi casi».

Mai avuto pressioni politi-che o di altro tipo?

«Mai, è la verità. Noi scrivia-mo a 360 gradi, dalla Regione alComune».

Lei è andato via dalla Pada-nia perché in rottura con la Le-ga di Bossi?

«Come spesso succede a vol-te ci sono delle divergenze».

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Gli agenti erano in tantisono stati due ore acontrollare il pc colquale si fa il giornaleNon mi hanno cercato

IL DIRETTORELeonardo Boriani, da 22giorni direttore del NordOvest, prima alla Padania

Il caso

Il caso

Maroni: Giordanoha la mia stima

«CONOSCO e sti-mo» l’assesso-re leghista allo

Sviluppo economico dellaRegione Piemonte, Massi-mo Giordano, che si è di-messo dopo essere statoindagato per corruzione,concussione e abuso d’uf-ficio. Lo ha detto il segreta-rio della Lega, RobertoMaroni. Maroni ha sottoli-neato che i fatti contestati«si riferiscono al 2006 e ca-sualmente, sette anni do-po, a 5 giorni dalle elezioni,viene fuori questa cosa».

Sabrina
Rettangolo
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CRONACATORINO ■ IIMERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

llaa RReeppuubbbblliiccaaBUFERA SULLE ELEZIONI

L’inchiesta

Indagato anche GiordanoLa giunta regionale in bilicoLe accuse: concussione, corruzione e abusoSARA STRIPPOLI

MASSIMO Giordano, asses-sore regionale allo Svilup-po economico, leghista da

sempre legato a Roberto Maroni,annuncia le dimissioni già in matti-nata. È indagato dalla procura diNovara. Le accuse sono corruzio-ne, concussione, abuso d’ufficio. Ilgovernatore del Piemonte RobertoCota, all’ora di pranzo le respinge:«Confermo la fiducia nell’assesso-re. L’ho sentito, è molto scosso e miha confermato la sua estraneità aifatti».

Il blitz che alla vigilia delle elezio-ni torna ad agitare il Carroccio e lagiunta regionale guidata da Cota èscattata ieri mattina alle sette. Sonostate perquisite le abitazioni del-l’assessore, dell’ex-capo della se-greteria di Cota Giuseppe Cortese eora componente della Cabina di re-gia dell’Expo 2015 e della moglieIsabella Arnoldi, candidata dellaLega (sesto posto lista del Senato),consigliera comunale a Novara eportavoce di Giordano. Le accusesono corruzione, concussione,abuso d’ufficio. Più tardi è stata per-quisita la redazione del giornale“Nord Ovest” una testata giornali-stica nata solo a maggio dello scor-so anno e uno dei filoni importantidell’inchiesta. I controlli si sonoestesi anche a Torino, nel palazzodella Regione in piazza Castello,dove si trova la sede dell’assessora-to di Giordano e nell’ufficio di Giu-seppe Benedetto, direttore regio-nale ormai prossimo alla pensione,anche lui nell’elenco degli indagati.Sette per il momento: oltre alle per-sone già citate anche un consiglieredi Novara della Lega Riccardo Lan-zo, Andrea Giacomini, un alberga-tore di Orta coinvolto in un’opera-zione fallimentare e in una faida fa-miliare e socio del “Nord Ovest”.Poi Mario Berti, gestore del bar Coc-cia di Novara, che Giordano avreb-be favorito e tutelato dalle denuncedi schiamazzi o disturbi notturni:era il 2006, Giordano era sindaco.

Il procuratore di Novara France-sco Saluzzo spiega: «Se abbiamopreso questi provvedimenti oggi(ieri, n.d.r.) è perché non potevamoanticiparli né rimandarli. È la rispo-sta a chiunque faccia speculazionisulla tempistica delle indagini». Poiesclude seccamente che l’inchiestain corso possa riguardare in qual-che modo la vicenda Finmeccani-ca. Un dubbio nato sin dalle primenotizie del mattino, consideratoche sia Giordano sia Cortese, in pe-riodi successivi, sono stati nel con-siglio di amministrazione di Alenia(gruppo Finmeccanica). Si trattainvece di vari filoni e numerosi so-no gli episodi analizzati dalla Pro-cura. «Vicende che si sarebberostrutturate nel tempo», chiarisce ilprocuratore. Da quanto emerge,oltre a vecchie storie che riguarda-no l’attività di sindaco di Giordano,come quella del bar, si ipotizza uncollegamento fra alcuni imprendi-tori che potrebbero aver avuto deicontributi economici dall’assesso-rato di Giordano e l’operazione edi-toriale nata con la società che editail “Nord Ovest”. Un giornale, sem-bra ritenere la Procura, che sarebbeapparso sulla piazza piemonteseproprio per sostenere l’attività po-litica dell’assessore regionale. Giu-seppe Cortese aveva un contrattocome consulente editoriale della

testata e in quella veste, spiega, fre-quentava con regolarità la redazio-ne. «Sono tranquillo, anzi di più - di-chiara - a meno che contribuire allanascita di una società editoriale siaconsiderato un reato io non ho

nient’altro di cui rimproverarmi».«Queste elezioni sono turbate daquesta vicenda» dice invece Isabel-la Arnoldi «Il mio obiettivo sin daoggi è cercare un lavoro perché delmio lavoro vivo. Non ritengo di do-

ver rinunciare alla politica perchésono cristallina nei miei comporta-mento e sono certa che questa vi-cenda per quel che riguarda, e an-che per gli altri, finirà nel nulla».

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Il governatoreconferma la fiducianell’ex amico, oggiin giunta ladecisione definitiva

Il procuratoreSaluzzo: “No aspeculazioni,non potevamorimandare”

GIUNTALa prima seduta della giuntaCota nella primavera 2010

Costa (Pdl): “La magistratura dopo le elezioni accerterà la correttezza del nostro collega”

Il Pd: “Cota come Formigoni”Bresso: “Dovrebbero andarsene”

OTTAVIA GIUSTETTI

IL BALLETTO delle dichiarazio-ni politiche al diffondersi dellanotizia degli avvisi di garanzia

all’assessore Massimo Giordano eall’ex capo della segretaria politicadi Roberto Cota, Giuseppe Corte-se, è lo specchio di un centrodestrasull’orlo della crisi di nervi a quat-tro giorni dalle elezioni, e di uncentrosinistra tutto sommato sol-levato che il temuto terremoto giu-diziario sui rimborsi ai gruppi re-gionali sia sostituito da una scossaforte tutta giocata all’interno dellaLega. I colleghi piemontesi del par-tito del Carroccio, ormai inguari-bilmente spaccato, si fanno vividopo qualche ora. E anche quelliche potrebbero cavalcare la noti-zia aspettano oltre cinque ore pri-ma di diffondere il primo comuni-cato: «Ho la sensazione che Cotasia avviato sulla strada di Formigo-ni - dice il segretario del Pd Gian-franco Morgando - cioè sulla stra-da di un presidente costretto a ras-segnare le dimissioni in una Regio-ne decimata dalle inchieste, dallacrisi politica e dalla crisi giudizia-ria. Prima Cota lascia e prima evi-terà al Piemonte l’agonia dellaLombardia». Poco dopo, il capo-

gruppo del Carroccio Mario Ca-rossa aggiunge: «Siamo convintiche Massimo Giordano potrà chia-rire in modo preciso e puntualeogni addebito dell'inchiesta, aMassimo, sulla cui onestà non c'è

da dubitare, va tutta la nostra stimasia come uomo sia come ammini-stratore». Apparentemente il Car-roccio fa quadrato intorno al suoassessore ma quelli che in Regionehanno partecipato alla mattinata

di perquisizioni sanno che più d’u-no festeggiava la stilettata all’exsindaco di Novara che, ben consa-pevole dei veleni politici intorno alui, prestissimo ha approfittato perrimettere le deleghe. Lo sconcerto

per questo blitz a ridosso della sca-denza elettorale resta in aria pertutta la giornata. Vi allude il coordi-natore del Pdl, Enrico Costa: «Sia-mo certi che la magistratura, dopole elezioni, accerterà l'estraneitàdell'assessore Massimo Giordanoe la correttezza del suo operato.Bene ha fatto il presidente Cota arespingerne le dimissioni. Sarebbesalutare per tutti, soprattutto per iconsiglieri regionali della sinistrache oggi speculano sulla vicendaun bel bagno di garantismo». Ma ilPd insiste e allude alla possibilitàche, proprio lo stesso Roberto Co-ta sia tutto proiettato in realtà, piùche verso la vittoria piemontese,verso la sconfitta lombarda, ansio-so di salpare al più presto verso al-tri lidi. «Credo che il presidente Co-ta stia tifando ardentemente per-ché Maroni non vinca in Lombar-dia, in modo da consentirgli di usa-re il salvacondotto politico del ri-torno nel parlamento nazionalelasciando l’esperienza di presi-dente della Regione e» dice AldoReschigna capogruppo regionaledel Pd. Ma allora che l’agonia diquesto governo di centrodestrapiemontese si concluda quantoprima: «La vicenda che coinvolgel’assessore Giordano con le sue di-missioni getta ulteriori ombre econferma che la giunta Cota è arri-vata al capolinea» dice Reschigna.Un sassolino nella scarpa che Mer-cedes Bresso non tarda a levarsi:«Stanno governando malissimo edovrebbero andarsene». Richiestadi dimissioni arrivano da Sel conMonica Cerutrti (la prima a inter-venire sullo scandalo), Idv , 5 Stellee Radicali. Il ledare di Rifondazio-ne, Paolo Ferrero, nelle liste di Ri-voluzione civile è sulla stessa lineae aggiunge: «Contro i ladroni si de-ve introdurre il sequestro dei benidei corrotti. La Lega ha subito unaprofonda trasformazione geneticache l'ha portata dalla denuncia diRoma ladrona alla pratica dei la-droni a casa nostra».

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Le reazioni

L’AULAL’aula delConsiglioregionale apalazzoLascaris,l’opposizionechiede ledimissioni delgovernatoreCota e nuoveelezioni

Sabrina
Rettangolo
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E manca ancora l’inchiesta sui rimborsi: gli esiti dopo il voto

L’INCHIESTA SU GIORDANO L’ASSESSORE: «GIUSTIZIA A OROLOGERIA? NON CREDO AI COMPLOTTI»

Regione, altra buferaIl Pd: Cota se ne vada

L’inchiesta. Martedì ne-ro in Regione. MassimoGiordano, assessore alleAttività produttive, è sta-to indagato dalla Procuradi Novara per corruzio-ne, concussione e abusod’ufficio insieme a unadecina di persone. Gior-dano ha rassegnato le di-missioni, poi respinte daRoberto Cota.

La paura. «Prima che ilPiemonte superi la Lom-bardia pernumerodi inda-gati chiediamo che Cota ciripensi e tolga le deleghe aGiordano», dice DavideBono, capogruppo del Mo-vimento Cinquestelle. Equello di ieri potrebbe nonessere l’unicoguaio:dopo ilvotosonoattesigliesitidel-l’inchiesta della finanza suirimborsi ai gruppi.

La difesa. «Capirò di piùquando potrò vedere lecarte». Massimo Giorda-no non perde il piglio disempre: «Preferisco noncommentare. Posso solodire che credo di non averfatto nulla di contrario almio ufficio. Ho fiducia neimagistrati».

Mathis, Mondo e TropeanoALLEPAGINE44-45

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TORINO ■ VMERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

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Giunta Cota, ultimo capitolodopo la lunga guerra tra leghistiUnica speranza per resistere, la conquista della Lombardia

Il retroscena

(segue dalla prima di cronaca)

MARIACHIARA GIACOSAMARCO TRABUCCO

IL PRIMO ha già una data se-gnata: martedì prossimoquando, dopo le elezioni poli-

tiche, in Tribunale a Torino siaprirà il processo all’ex assessorealla Sanità regionale CaterinaFerrero e al suo ex braccio destroPiero Gambarino. Nelle carte diquel procedimento si annida ilpericolo per Cota: con la primaudienza infatti verranno deposi-tate tutte le intercettazioni del-l’inchiesta. Nastri in cui il Gover-natore pronuncerebbe frasi “im-proprie” nei confronti della Fer-rero, mentre tra Cortese e Gior-dano ci sarebbe uno scambio dibattute con parole pesanti rivol-

te a Cota. La seconda bordata della ma-

gistratura torinese arriverà subi-to dopo, quando verranno resenote le spese di tutti i gruppi delconsiglio regionale. Finora l’in-dagine si era limitata ai partiti mi-nori, ma nel frattempo la Guardiadi Finanza ha setacciato i bilancianche di Pdl, Lega, Pd e così via. Ela prime indiscrezioni racconta-no di spese folli soprattutto daparte dei due partiti di maggio-ranza, anche e forse soprattuttodel Carroccio. Che, d’altronde, selo aspetta. Questa seconda fasedell’inchiesta porterà però an-che una raffica di nuovi avvisi digaranzia.

Sarà il probabile epilogo di unastoria prima felice e poi triste.Quella di un gruppo di ragazziRoberto Cota, Massimo Giorda-no, Beppe Cortese e sua moglieIsabella Arnoldi che da Novaraha scalato il Piemonte. Che haportato la Lega, cui tutti avevanoaderito fin dai primi anni Novan-ta, a un successo che “era folliasperar”. E che arrivato al potere siè diviso prima, e poi combattuto,

come avviene solo nei romanzid’appendice.

Certo c’è ancora una variabileche potrebbe fermare il disfaci-mento della maggioranza di cen-trodestra in Regione. Le elezioni:non però il risultato delle Politi-che in Piemonte bensì quello del-le Regionali lombarde. Se infatti

Roberto Maroni le vincerà alloraè probabile che, al di là delle frat-ture interne alla Lega piemonte-se, Cota verrà blindato almenoper qualche mese per costruirequella macroregione del Nordche è stato il leit motiv della cam-pagna elettorale leghista in que-ste settimane. Se però Maroni

dovesse mancare il Pirellone èquasi certo che alla prima con-trarietà Cota (nel frattempo elet-to alla Camera) dirà “arrivedercie grazie”. E partirà per l’odiataRoma.

Questo anche perché, comeconfermavano i comunicati diieri del Pdl piemontese, gli allea-

ti del Governatore non sembra-no più così caldi nella sua difesa.Con un leader come Silvio Berlu-sconi che ogni giorno, anzi ogniora, parla di “giustizia a orologe-ria” ieri il gruppo regionale delPopolo delle Libertà, nonostantequesta indagine sia sembrata amolti troppo vicina alle elezioni,

si è limitato “a confermare la pro-pria fiducia nell’operato dellamagistratura”. Non in quello diGiordano cui non ha dedicatonemmeno una parola. E l’appog-gio degli azzurri potrebbe diven-tare ancora più tiepido se unasconfitta del centrodestra sia allepolitiche che in Lombardia do-vesse aprire la strada al consueto“liberi tutti” dei perdenti.

Solo tre anni fa, o poco più, Co-ta e Giordano erano davvero “fra-telli”. Il primo con una carrieragiocata tutta tra la Regione e Ro-ma, il secondo, per quasi diecianni, sindaco, molto amato, bi-sogna dire, di Novara, una delleroccaforti del voto leghista in Pie-monte. Proprio lui era conside-rato l’uomo forte della nuovagiunta a guida Carroccio. A luiCota ha assegnato le deleghe

strategiche. Poi si è messa dimezzo Caterina Ferrero: nessunequivoco, ma proprio sull’asses-sore alla Sanità i due (e Corteseche ne era sempre stato qualcosaa metà tra il fedele servitore e ilfreddo regista politico) hannoiniziato a litigare con Cota che,forse influenzato dal “tecnico”Paolo Monferino, l’ha progressi-vamente scaricata. Mentre gli al-tri due la difendevano. La frattu-ra definitiva si è poi giocata sullacandidatura a sindaco di Novara,ruolo cui Cortese (appoggiato daGiordano) ambiva. E che Cota gliha negato. Alla fine Novara è ino-pinatamente passata al centrosi-nistra. Forse quello è stato l’iniziodella fine. Cota ha mandato viaCortese dalla sua segreteria poli-tica, Giordano è stato via via mar-ginalizzato. Addirittura il gover-natore a dicembre ha cercato difarne merce di scambio con il Pdlin un rimpasto di giunta. Quelloche non è riuscito a Cota ha fattoieri la magistratura. Ma comespesso avviene, quando cade laprima carta, crolla il castello.

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Il presidente el’assessore sonostati amici fraternifino a 3 anni fa, poila lite sulla Sanità

Cortese, ora tra gliindagati, era statoallontanato dallasegreteriadella presidenza

La magistratura scrive il secondo paragrafo, dopo quello che ha travolto la Ferrero presto in tribunale, subito dopo il voto

Bragantini incontra i sindaciGhiglia al campo nomadi

BRAGANTINIAlle 17 all’hotel Royal in corsoRegina Margherita 249, PaolaBragantini candidata allaCamera per il PartitoDemocratico incontra isindaci della provincia diTorino. Con lei saranno glialtri candidati Vannino Chiti,Mauro Marino, il presidentedella Provincia Antonio Saittae il segretario regionale delPd Gianfranco Morgando.

GHIGLIAAgostino Ghiglia, candidatodi Fratelli d’Italia aMontecitorio alle 11 partecipaal sopralluogo “legalità esicurezza” al campo nomadidi lungo Stura Lazio.

OLMEOGavino Olmeo, candidato alSenato per la lista Monti alle17 alla Casa del Barolo di viaPerugia 26 offrirà un aperitivoelettorale insieme a MarcoCalgaro e Gianluigi Magri

sottosegretario alla Difesa.

COSTANTINOAlle 20,30 nella salaconferenze del museoregionale di Scienze Naturaliin via Giolitti 36 la candidatadi Sel Celeste Costantinopartecipa al confronto sultema “Se crescono le donnecresce il Paese”, organizzatodal comitato Se Non oraquando”.

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TACCUINOELETTORALE

EX AMICIRoberto Cotapresidentedella Regionee l’assessoreall’Industriadella suagiuntaMassimoGiordanoSonocresciutipoliticamenteinsieme nellefila dellaLega.Poi la rottura

Boriani guida il Nord Ovet da una ventina di giorni. Aveva firmato “La Padania”

Il direttore: “E’ un’operazionetra lo spettacolare e il pretestuoso”

SARA STRIPPOLI

LEONARDO Boriani è da 22giorni il nuovo direttoredel quotidiano Nordovest.

Un passato alla Gazzetta del Pie-monte, all’Indipendente e poiper cinque anni direttore de LaPadania. Ieri mattina era in re-dazione quando c’è stato il blitzdella Finanza.

Boriani, a che ora sono arri-vati gli agenti?

«Mancava un quarto alle die-ci. Io non ero nel mio ufficio mastavo leggendo i giornali e lavo-rando sul mio iPad in un’altrastanza. Sono andati dritti nelmio ufficio dove c’è il computersul quale si fa il giornale. Sono ri-masti due ore circa e se ne sonoandati. Posso esprimere un giu-dizio?».

Prego«La definirei un’operazione

fra lo spettacolare e il pretestuo-so».

Parole dure. Ci spiega per-ché?

«Erano in tanti, quattro agen-ti di pattuglia e altri quattro-cin-que in borghese. Hanno guar-dato solo quel computer enient’altro e parlato con il redat-tore che più sa della parte infor-matica. Senza dire o chiederenulla. Nessuno mi ha chiesto chi

fossi o chi fosse il direttore». Lei non si è presentato?«No, sono rimasto tranquillo

e ho continuato con quello chestavo facendo. Sono venuti inredazione, se volevano parlarmipotevano farlo».

Giuseppe Cortese passaspesso nella sede del giornale?

«Direi almeno una volta alla

settimana. Parliamo, ci con-frontiamo».

Lei è direttore del giornale dapochi giorni, ma il mondo dellaLega lo conosce molto bene.Che giudizio esprime su questastoria?

«Ribadisco: un’operazionespettacolare e pretestuosa. Per ilmomento di tutta questa vicen-da non ho capito molto e nonposso dare giudizi approfonditi:sono qui da appena 22 giorni. Mihanno fatto una proposta pro-fessionale e ho accettato, comesuccede in questi casi».

Mai avuto pressioni politi-che o di altro tipo?

«Mai, è la verità. Noi scrivia-mo a 360 gradi, dalla Regione alComune».

Lei è andato via dalla Pada-nia perché in rottura con la Le-ga di Bossi?

«Come spesso succede a vol-te ci sono delle divergenze».

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Gli agenti erano in tantisono stati due ore acontrollare il pc colquale si fa il giornaleNon mi hanno cercato

IL DIRETTORELeonardo Boriani, da 22giorni direttore del NordOvest, prima alla Padania

Il caso

Il caso

Maroni: Giordanoha la mia stima

«CONOSCO e sti-mo» l’assesso-re leghista allo

Sviluppo economico dellaRegione Piemonte, Massi-mo Giordano, che si è di-messo dopo essere statoindagato per corruzione,concussione e abuso d’uf-ficio. Lo ha detto il segreta-rio della Lega, RobertoMaroni. Maroni ha sottoli-neato che i fatti contestati«si riferiscono al 2006 e ca-sualmente, sette anni do-po, a 5 giorni dalle elezioni,viene fuori questa cosa».

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TORINO ■ IVMERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

llaa RReeppuubbbblliiccaaBUFERA SULLE ELEZIONI

L’inchiesta L’indagine ruota intorno al Nord Ovest, ma le societàcoinvolte tra Novarese e Verbano sono molte altre

Un giornale politico al centro del casoL’ad Calloni: “Iniziativa imprenditoriale, senza gestione dei contenuti”

NON c’è solo il Nord Ovest,il quotidiano nato ai pri-mi di novembre e che

non ha mai nascosto le sue “sim-patie” per Giordano, o meglio lasua “antipatia” per Cota e Mon-ferino, nell’indagine che la Pro-cura di Novara sta conducendosu Giordano e soci. Certo peròquel giornale è uno dei fulcri sucui ruota il lavoro dei magistrati.

Diretto prima da Gianni Pin-tus e poi da Leonardo Boriani (exvicedirettore della Padania), ilquotidiano è di proprietà di ungruppo di imprenditori a caval-lo tra Torino e Novara. La visuracamerale elenca cinque società,dalle attività più disparate, checorrispondono ad altrettanti so-ci di capitale: sono la CapitoliumNova con sede a Vespolate (No)che si occupa di “conservazionee restauro di opere d’arte”. LaFroggy srl, torinese con sede invia Ippolito Nievo, nota perchéfornisce software e applicazionia committenti come il Corrieredella Sera e Panorama. Poi c’èAurora società semplice anchequesta con sede a Torino, la no-varese Domus Spa una holdingimpegnata in attività gestionalie infine la Co. Re. Fi, compagniafiduciaria e di revisione con sede

a Torino in via Perrone 14. Amministratore delegato

della Nord Ovest Editrice Srl èGiovanni Calloni, commerciali-sta novarese che lavora nellostudio Sala Noro e associati.«Questo giornale è un’iniziativaimprenditoriale. Nient’altro —spiega al telefono Calloni — iod’altronde non ho altro ruoloche quello di occuparmi degli

aspetti amministrativi e fiscali.Fino a prova contraria si tratta diuna iniziativa come tante altrecon persone che hanno decisodi investire come soci di capita-le senza poi entrare in alcun mo-do nelle gestione del giornale edei contenuti che esprime. Sen-za nemmeno avere un ruolooperativo». E qual è invece ilruolo di Giuseppe Cortese? «È

un giornalista della testata», ta-glia corto l’amministratore de-legato, prima di chiudere la co-municazione.

Qualche legame tra questesocietà e la Regione ci deve esse-re. Ieri gli uomini della Guardiadi finanza infatti hanno chiestoagli uffici della Regione docu-menti su eventuali finanzia-menti che queste società avreb-bero ricevuto dall’assessoratodi Giordano o da altri enti chefanno capo a piazza Castello. I fi-nanzieri in realtà hanno conse-gnato una lunga lista di aziendeconcentrate soprattutto tra No-varese e Verbano. Tra queste tre,Capitolium Nova, Froggy e Do-mus, fanno parte della compa-gine societaria del Nord Ovest:nessuno di loro però risulta, almomento, aver ottenuto finan-ziamenti regionali. L’unica po-sizione aperta è per Froggy chenel 2011 è stata ammessa a un fi-nanziamento con fondi europeisui poli di innovazione, ma chealla fine ha poi rinunciato a ri-scuoterlo.

Resta da capire se e quale ruo-lo Andrea Giacomini (che è tragli indagati) possa avere nellacompagine societaria del quoti-diano Nord Ovest. Lo stesso Gia-

comini in passato aveva ricevu-to un ingente finanziamento(oltre 3 milioni di euro) dall’as-sessorato al Turismo guidatodal pidiellino Ettore Racchelliper un hotel sul lago d’Orta.Operazione sventurata per cui èin corso un procedimento giu-diziario.

(mc. g. e m. t.)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il quotidiano eranato a novembree non ha mainascosto antipatieper il governatore

SUL SITOA sinistra,IsabellaArnoldi eBeppeCortese, duedegli indagatiA destra, lapolizia ieri inRegione.Altre fotosu torino.repubblica.it

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TORINO ■ IIIMERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

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L’intervista

“Sono dimissioni irrevocabili”L’assessore: non c’è la tranquillità per fare il mio lavoro

L’ex sindaco: molto amareggiato per le gravi dichiarazioni del procuratore

SARA STRIPPOLI

IL 26 maggio 2010 MassimoGiordano, avvocato, leghistalegato da sempre a Roberto

Maroni, diventa assessore regio-nale allo Sviluppo economico e la-scia il ruolo di sindaco di Novara,dove era stato eletto nel 2001 conil 50,7 per cento dei voti e riconfer-mato nel 2006 con il 61 per centodei suffragi. Prima, dal 1996 al1997, era stato assessore alla Casae al Patrimonio in Comune.

Assessore Giordano, RobertoCota ha respinto le sue dimissio-ni. Che farà?

«Sono irrevocabili. Gli parleròma al momento la mia decisione èquesta. Sono sereno e ritengo dinon aver commesso alcun reato.Ma in questa situazione non c’èpiù la tranquillità necessaria perfare il mio lavoro».

Da assessore regionale potreb-be aver concesso contributi adimprenditori, alcuni dei quali poidiventati soci della Società editri-ce del quotidiano Nord Ovest?

«Non è così. Io non distribuiscocontributi a nessuno. Ci sono deibandi per ottenere finanziamenti.Regolari bandi. Non ritengo diaver violato la legge e sono con-vinto di poter dimostrare che so-no fuori da certe ipotesi».

Il procuratore parla di un siste-ma di corruzione che va avanti daanni fra Novara e Torino. Questocosa le dice?

«Sono molto perplesso che silasci andare a dichiarazioni comequeste».

Ritiene di poter negare che ilNord Ovest sia nato per sostener-la politicamente?

«Non è così. Il Nord Ovest perquanto ne so io è nato come ope-

razione giornalistica». In una situazione economica

come quella attuale? È sicuro? «Credo che ci possano essere

persone che vogliono investirenell’informazione».

Lei conosce tutti i soci della so-cietà editrice?

«Alcuni sono amici. Non mi di-ca che è vietato avere amici».

Anche Giuseppe Cortese è unsuo amico da tempo. Lei ha capi-

to che ruolo ha in questa storia?«Proprio no». Cota, Cortese e Giordano. Tre

grandi amici in passato. Ora l’al-leanza con Cota si è rotta. Un cli-ma difficile, conferma?

«Questo adesso non c’entranulla. Non ne voglio parlare».

Un bar, un albergo a Orta, ilNord Ovest, il polo d’innovazionea Novara, i contributi. Qual è ilnesso?

«Non lo so. Massimo Giordanosuppongo».

Il procuratore ha ritenuto didover smentire che si possano fa-re dietrologie sui tempi dell’ope-razione di ieri. Lei ha pensato adun attacco politico a tre giornidalle elezioni? Contro la Lega odentro la Lega?

«Voglio riflettere a mente fred-da. Verificherò».

Come? «Con il tempo la verifica arriva.

Le speculazioni si sprecherannoma non mi lascio andare a dichia-razioni superficiali».

Lei era ad un passo dalle dimis-sioni già pochi mesi fa, quando siparlava di rimpasto in Regione edelle divergenze fra lei, Cota el’assessore Monferino sul Csi. E’rimasto e adesso siamo a questopunto. Pentito?

«Amareggiato solo per la gra-vità delle dichiarazioni del procu-ratore. Io non mi sono dimesso al-lora perché ho pensato di doverportare a termine il mio lavoro.Avevo altri obiettivi che non eranola politica. Almeno per un po’».

Quali? «Ho sempre avuto grande inte-

resse per le organizzazioni nongovernative. Volevo lavorare così,in giro per il mondo».

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Non ritengo di averviolato la legge e

sono convintodi poter dimostrare

la mia estraneità

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Il Nord Ovest non è natoper sostenermipoliticamente:

è soltanto un’operazionegiornalistica

NEL MIRINOMassimoGiordanoassessorealla Sviluppoeconomicodella giuntaCota dalmaggio 2010dopo esserestato sindacodi NovaraE’ indagatopercorruzioneconcussionee abuso

Una denuncia per schiamazzifa scoprire il “sistema Novara”All’origine l’assegnazione del bar Coccia, nel cuore della città

Il reportage Un esposto del figlio dell’ex parlamentare Pagani alla base dell’indagine

(segue dalla prima di cronaca)

DAL NOSTRO INVIATOMEO PONTE

NOVARA — E’ emerito docente didiritto amministrativo all’Univer-sità novarese nonché figlio dell’exministro psdi Maurizio Pagani. Ildocente ha avuto la sventura diabitare di fronte al bar Coccia, trepiani che comprendono “restau-rant e lounge bar”, nel cuore dellacittà, un luogo diventato negli ulti-mi anni il simbolo della Novara dabere tanto cara a Massimo Giorda-no quando era sindaco. «Ho fattoricorso al Tar contro la proroga del-l’orario sino alle 3 di notte, un altroal tribunale civile di Novara – con-tinua il professor Pagani – ho vintoentrambi ma quelli continuavanoa far cagnara, suonando e cantan-do sino all’alba». Il professore si èmesso quindi a studiare le carte na-turalmente, scoprendo che perl’assegnazione di un bene pubbli-co («Il bar come il teatro e la libreriaCoccia sono di proprietà del comu-ne» sottolinea) non era stata fattanessun’asta. E che il locale era sta-to affidato alla T.P.P, società di Ma-rio Berti, già titolare dell’hotel Ita-lia (altro locale storico di Novara)nonché dell’albergo Cavour, da-vanti alla stazione. «Un’assegna-zione senza contratto che preve-deva lavori di miglioria che peral-tro non sono mai stati fatti» ricordail professor Pagani che ha notatoanche quelli che definisce «stranipassaggi». «Dopo aver segnalatoche non veniva pagato l’affitto dellocale c’è stato un immediato ver-samento della somma con assegnocircolare. Non solo, continuavo achiamare i vigili, quelli venivano efacevano i verbali e non accadevanulla. Ho pensato che se il comunenon faceva niente è perché qualco-sa o qualcuno glielo impediva».

Alla fine il professor Pagani,stanco di notti bianche, ha diligen-temente redatto un rapporto delleanomalie notate e lo ha consegna-

to alla procura della Repubblicasotto forma di esposto. Il procura-tore capo Francesco Saluzzo è unmastino che la puzza di marcio lafiuta lontana un miglio. Anni fa fului a riportare la legge ad Asti, doveun comitato di affari che riunivamagistrati, affaristi e politici avevadi fatto creato uno stato autono-mo. Dopo aver letto l’esposto delprofessor Pagani Saluzzo ha aper-to un fascicolo dal titolo “atti rela-tivi”. E ben presto ha portato allaluce quello che a Novara chiamanoil “sistema Giordano”. «Una prassipiuttosto semplice – spiegano gliinvestigatori – io, profittando del

potere che deriva dalla mia posi-zione politica ti faccio un piacere,tu ricambi con altri piaceri» .Si sco-pre così che il bar Coccia è diventa-to il ritrovo dei leghisti che fanno ri-ferimento a Giordano, sindaco dal2001 al 2010 che nel locale festeggiaanche il compleanno. Probabil-mente gratis. Lì si ritrova tutta laNovara che conta e che grazie allaLega comincia a sedere su poltroneche contano. Come Giuseppe Cor-tese che, parte da direttore della“Tribuna novarese”, un bisettima-nale che porta acqua al mulino diGiordano: Cortese sbarca in Re-

gione al seguito di Cota e poi in Ale-nia e ora all’Expo. Nel novembrescorso però arrivano i primi guai.La T.p.p. finisce nel mirino dellaCorte dei Conti che ipotizza undanno erariale di 73mila euro, peril riconoscimento, da parte dellagiunta presieduta da Giordano manon dovuto per i lavori di miglioriadel locale. Finanza e Polizia strada-le, su incarico del procuratore Sa-luzzo, intanto ascoltano i telefoni.L’asse padano Giordano-Cota èormai in frantumi, nelle ultimeamministrative il candidato “co-tiano”Mauro Franzinelli perde lacorsa contro Ballarè del Pd perché,si dice, Giordano fa mancare i suoivoti. Dopo le dimissione da asses-sore regionale di Caterina Ferrerolo scontro tra i due si inasprisce.Anche Cortese lascia Cota, sua mo-glie Isabella Arnoldi lavorerà astretto contatto con Giordano. Oc-corre uno strumento per la lottasenza esclusioni di colpi. Impren-ditori che sono “correntisti” dellabanca dei piaceri sono chiamati aversare il loro obolo per la nuovaimpresa editoriale. Tra loro c’è an-che Andrea Giacomini che è un de-voto di Metjugorie ma che nel frat-tempo ha dato il via all’inchiestadella procura di Verbania sulle eva-sioni fiscali di padre e fratelli. DallaRegione ha avuto un milione di eu-ro per finanziare il suo futuristicohotel sul lago d’Orta, l’H2O, dovetutto funziona con l’idrogeno.

Cortese, la moglie, Giacomini fi-niscono indagati con Giordano,Riccardo Lanzo, consigliere leghi-sta in comune che pur non avendomai superato l’esame da avvocatosiede in diversi consigli di ammini-strati e con Giuseppe Benedetto,dirigente regionale. E naturalmen-te con Mario Berti, titolare del barCoccia, che ora probabilmentechiuderebbe il locale un po’ rima.Così la Novara da bere affoga in unmare di accuse che vanno dallacorruzione, alla concussione e al-l’abuso di ufficio aggravato.

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Stampa Subalpina

«Non chiudete un altro giornale”

SULL’INCHIESTA della Procura di Novara che hatoccato la società editrice del giornale “Nord Ovest”interviene l'Associazione Stampa Subalpina che

«intende esprimere la propria piena solidarietà ai colle-ghi che in questi mesi hanno operato con professionalità.Un impegno che non è venuto meno neppure di frontealla precaria condizione di lavoro: i contratti a termine diparte della redazione scadranno tra una settimana. Ciauguriamo che questa vicenda non si concluda con unaulteriore perdita di posti di lavoro in un momento già for-temente critico per l’intero settore editoriale»

Per gli inquirentil’uomo politico eracapo di un gruppodi potere che siscambiava favori

GIUDICI AL BARA sinistra il bar dell’inchiesta.Sopra, il pm Saluzzo

Sabrina
Rettangolo
Sabrina
Rettangolo
Page 13: TORINO MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013 la RR e p u …...co («Il bar come il teatro e la libreria Coccia sono di proprietà del comu-ne» sottolinea) non era stata fatta nessun asta.

MARCO ACCOSSATO

Non si placa la po-lemica sul desti-no delle emodi-namiche in Pie-monte. Neppure

le parole dell’assessore regio-nale alla Sanità per chiarire lesue dichiarazioni sull’attivitàdel Santa Croce di Moncalierisembrano chiarire il perchédella chiusura di alcune attivi-tà piuttosto che altre. La ta-bella sul rapporto fra corona-rografie e angioplastiche nei23 centri piemontesi (13 a To-rino e provincia) fornita dallostesso assessore Monferinoriaccende la polemica: «Nu-meri e percentuali, in sé, nondicono niente: sono i singolicasi, le storie dei pazienti aparlare, e nessuno, in assesso-rato, ci hamai chiesto di cono-scere perché abbiamoportatoun paziente all’angioplasticapiuttosto che limitarci alla co-

ronarografia», sostiene il dot-tor Giovanni Carini, respon-sabile dell’Emodinamica delSan Luigi condannata allachiusura.

Numeri e percentualiSono quasi 26 mila e 500 le se-dute di emodinamica in Pie-monte, secondo i dati del 2011forniti dall’assessorato alla Sa-nità della Regione. Si legge cheil rapporto medio fra angiopla-stiche e coronarografie è del 53per cento. Cifra che in alcunestrutture sale però al 74 percento (San Luigi), al 70 (Ciriè)al 68 (Mauriziano), fino all’89per cento del Santa Croce diMoncalieri, comehavoluto sot-tolineare -nellasua letterapub-blicata ieri sulla «Stampa» -l’assessoreMonferino.

Che rapporto c’è fra an-gioplastiche e coronarogra-fie? È questo un parametroche può giustificare la chiu-sura o meno di una struttu-ra? L’assessore parla di «unapprofondimento dal puntodi vista dell’appropriatez-za», come per dire che si do-vrà capire. «Vorremmo capi-re noi - commentano i medicicoinvolti nel piano di ristrut-turazione delle Emodinami-che - se l’assessore conside-ra fare più angioplastiche ri-spetto alle coronarografieun errore, e come mette in

relazione le due procedure».Attraverso la coronarografia

il cardiologo interventista vi-sualizza dall’interno, grazie aun catetere, la condizione dellecoronarie. Una procedura dia-gnostica, quindi. Attraversol’angioplastica si dilata inveceun restringimento di un vasooccluso o semichiuso.

Le reazioni dei cardiologi«L’assessore è preoccupato per-ché in qualche ospedale si fannopercentualmente più angiopla-stiche che coronarografie? I cen-tri migliori - dice la dottoressaPatrizia Presbitero, cardiologaallaCellini, che fapartedelGrup-po Humanitas - sono quelli in cuisi fanno poche coronarografie“normali” e si utilizzano altri

strumentidiagnosticimeno inva-sivi,mentre le coronarografie so-no più spesso un esame pre-an-gioplastica». Anche secondo ildottor Carini, del SanLuigi «me-nocoronarografie significa che sisono evitati a volte esami inutili

optando per altre diagnosi menoinvasive, rischiose e costose».

Che l’argomento crei qual-che imbarazzo fra cardiologi èevidente nel rifiuto di alcunimedici a commentare le paroledell’assessore. Da un lato si ri-schia di andare contro la Regio-

ne, dall’altro - in questa batta-glia per la salvezza di alcuniservizi - di accendere un con-fronto con i colleghi vicini diospedale.

Scuola di pensiero, gravità diun paziente, presenza o menodella Cardiochirurgia: sono tut-ti elementi che possono spinge-re verso un numero maggiore ominore di coronarografie piut-tosto che di angioplastiche. «Laverità - conclude la dottoressaPresbitero - è che i progressidella medicina oggi ci fannoguardare con grande speranzaa farmaci che regalanodue o tremesi di vita in più a unmalato. Enoi, che regaliamo anni anzichémesi dopo un angioplastica,dobbiamo chiudere pur facen-do oltre 500 interventi l’anno».

Battaglia dei numerisulle emodinamiche

L’assessore cita le statistiche, i medici non ci stanno

DIAGNOSI E INTERVENTI«Le coronarografie

possono esseresostituite da altri esami»

dati

nte: Assessorato della Sanità Regione Piemonte *Cardiologia 2 Centimetri - LA STAMPA

56

981

1.058

877

1.611

964

1.54

1.591

2.320

1.525

1.592

1.460

Seduteeffettuate

Ospedale Civico

Ospedale Civile di Ciriè

Ospedale S. Croce

Az. Osp. S. Luigi Gonzaga

Ospedale degli Infermi

Clinica Cellini

Molinette - Univ. Torino

Ospedale Mauriziano Umberto I

Ospedale S. Giovanni Bosco

Ospedale Maria Vittoria

Ospedale S. G. Battista - Molinette*

Villa Maria Pia

Centro

hivasso

riè

oncalieri

bassano

voli

rino

rino

rino

rino

rino

rino

rino

ttà

56

919

867

722

1.540

873

1.213

1.356

1.345

1.511

1.222

1.287

Coronarografie

27

646

772

532

910

545

511

923

859

785

682

555

Angioplastiche Angioplastiche/Coronarografie

48%70%

89%

43%

74%

59%62%

42%

68%64%

52%56%

54 .Cronaca di Torino .LA STAMPAMARTEDÌ 19 FEBBRAIO 2013

T1 CV PR T2

il casoMARCO BOBBIO

Le società sportive lohanno scoperto leg-gendo due righe sul-l’homepage del sitointernet: «Si avvisa

la spettabile clientela che le at-tività sul ghiaccio si sono con-cluse anticipatamente e ri-prenderanno il prossimo au-tunno. Vi aspettiamo per lastagione estiva!».

Così, il Palavela ha comuni-cato la decisione di non ripri-stinare il ghiaccio dopo ilweekend di Coppa Davis, chesi è svolto dall’1° al 3 febbraio. Ilmotivo, come spiega più am-piamente un comunicato sullapagina web, sta nella «necessi-tà di effettuare alcune verifi-che di sicurezza e stabilità, im-prescindibili dopo gli invasiviallestimenti e disallestimentirealizzati per l’evento CoppaDavis Italia-Croazia».

Intanto però, le società dipattinaggio, gli utenti del Pala-

vela, e la Federazione sportghiaccio, che porta migliaia diragazzini delle scuole nell’im-pianto olimpico, sono sul piededi guerra.

Gli infuriati«La pista doveva essere ria-perta il 10 febbraio, fino al 31marzo – spiega Valeria Ver-cellino, della società Pattina-tori Artistici Torino –. Ades-so, con la chiusura, abbiamogià dovuto annullare dei corsie restituire alcune quote diiscrizione». Il problema delghiaccio si era già posto quan-do, per allestire il terreno perla Coppa Davis, il Palavela erarimasto chiuso per tre setti-mane: «Ma ci avevano garan-tito che avrebbe riaperto –continua la Vercellino –. Ora,senza dirci niente, veniamo ascoprire che il ghiaccio nonverrà più rifatto. Abbiamocirca 700 iscritti, rischiamo di

perderne 150. Per questo insie-me alle altre società coinvoltestiamo pensando di fare causaal Palavela: vogliamo indietro lacaparra, e poi chi ci ripaga ildanno di immagine?».

Federazione indispettitaAnche Marco Bellion, presiden-te Fisg regionale attacca: «Sicrea un danno enorme sia allesocietà sia alle migliaia di ragaz-zi che usavano il ghiaccio con lescuole. È un atteggiamentosconcertante». Intanto, la possi-bilità di spostare gli utenti delPalavela al PalaTazzoli pare im-proponibile: «L’impianto è giàsaturo tra società di pattinaggio,hockey, curling, sledge hockey –aggiunge Bellion –. La pista è li-bera solo dopo le 11 di sera, unorario non adatto ai bambini».

Cittadini delusiTanti anche i semplici cittadini

ati per la chiusura im-isa. «A inizio stagionesottoscritto un abbona-

o che ora è carta straccia –a Alberto Voarino – perovrò chiedere il rimbor-

Aggiunge «gli avvisi affissicheca e su internet sonoati con ritardo e si sonoolte contraddetti: ci sen-presi in giro». Un lettoreStampa, che ha trovato illi sbarrati, ha scritto alale «Avevo comprato l’ab-

“Danni da Coppa Davis”Il Palave a non riapre

La rabbia degli sport del ghiaccio rsi e allenamenti da annullare

Impianto multifunzionaleIl Palavela è l’impianto in città che soddisfa, insiem oli, le richieste delle società sportive del ghiaccio. La pista

è aperta anche la sera per co privato e ospita eventi artistici come i Galà del ghiaccio

Scintille e soluzioniLapolemicacoinvolgeanche ilCo-mune: «È mancato il ruolo di me-diazione della politica – precisaBellion–.Dall’assessorealloSportmi sarei aspettato un gesto di pro-testa o la convocazione di un in-contro».MaStefanoGallo, l’asses-sore in questione, respinge le ac-cuse: «Avevo affidato alla Federa-zione sport ghiaccio la gestionedelle ore del PalaTazzoli, in mododa comporre le esigenze delle di-verse società Mi sarei aspettato

10.000presenze

garantitedalProgettoscuoladellaFisgperavviare

aglisportdelghiaccioglistudentidelterritorio

4 domandea

Giulio MuttoniParcolimpico srl

«Costi enormiper ripristinare

il ghiaccioper un mese»

Sulla chiusura anticipata delPalavela interviene GiulioMuttoni, consigliere delegatodella Parcolimpico srl, societàche gestisce il Palavela.

Perchè avete deciso di non ri-pristinare il ghiaccio dopo laCoppaDavis?

«Perché dopo l’evento ci sonoarrivate richieste dalla com-missione di vigilanza per effet-tuare alcune verifiche tecni-che, dalle balaustre alle luci, equesto ci è sembrato il periodomigliore. Inoltre ripristinare ilghiaccio, per un solo mese,comporta costi spaventosi».

Perché non avete informatole società, che hanno scoper-to la chiusura dell’impiantoattraverso il sito?

«Questo nonè vero, l’in-formazione èstata com-pleta e detta-gliata. Quan-do abbiamodeciso dichiudere, ab-biamo chia-mato il segretario della Fede-razione spiegando i motivi».

Non era possibile trovare so-luzioni alle esigenze degliutenti edei clubsportivi?

«Forse si sarebbero potutetrovare se, anziché scriverelettere e costruire polemichesui giornali, le società ci aves-sero chiesto un incontro».

Non si poteva caricarel’onere per il rifacimentodel ghiaccio sugli organiz-zatori della Davis?

«Se si fossero aggiunti anchequei costi, non saremmo statipiù competitivi sul mercato.Per portare eventi come que-

«Rischiamo di perderetesserati: siamo

pronti a fare causa»

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NELNELLLE EDICOLE DI PIEMONTE

Sulla«Stampa»

«Monferino non ci hamai chiesto un

confronto sui numeri»

LA PROTESTA

Una sala di emodinamica dove vengono eseguiti gli interventi di angioplastica e le coronarografie