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Ta g Magazine Ta g PRIMARIE: netta vittoria di Bersani Mimmo CANGIALOSI - Pag.4 SPECIALE NATALE 2012 Un regalo di Natale “formato” famiglia «It’s the most wonderful time of the year...» #4 | Dicembre 2012 - Gennaio 2013 Periodico a cura dell’Associazione OPERA. Idee in Circolo - Adelfia L’essenza dell’informazione Un premio letterario in cerca… d’autore! Trifone GARGANO - Pag.8 MEDIMEX, teatro della musica Rosemary Nicassio - Pag.10 1€

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periodico dicembre 2012

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PRIMARIE:netta vittoriadi BersaniMimmo CANGIALOSI - Pag.4

SPECIALE NATALE 2012

Un regalo di Natale “formato” famiglia

«It’s the most wonderful time of the year...»

#4 | Dicembre 2012 - Gennaio 2013Periodico a cura dell’Associazione OPERA. Idee in Circolo - AdelfiaL’essenza dell’informazione

Un premioletterarioin cerca…d’autore!Trifone GARGANO - Pag.8

MEDIMEX, teatro della musicaRosemary Nicassio - Pag.10

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2 TagMagazine #4

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Direttore responsabileTrifone Gargano

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TagMagazine #4 3

EDITORIALE

Adelfia.Terra dell’uva regina, dell’as-sociazionismo e del volontariato. Molte sono, infat-ti, le realtà asso-ciative presenti sul nostro territo-rio. Il loro nume-ro aumenta anno dopo anno, tanto da “costringere”, nel mese di mag-gio, il Comune di Adelfia a istituire l’albo delle asso-

ciazioni (non ancora ufficializzato, però). Cultu-ra, sport, legalità, musica, danza, accoglienza e tutela dei diritti sono le parole chiave di questo fantastico mondo, formato soprattutto da volon-tari, che dedicano il proprio tempo e le proprie capacità e professionalità al servizio della comu-nità.La modifica del titolo V della Costituzione ha cambiato letteralmente il modo di concepire e di vivere l’associazionismo; si è di fatto aggiunto, con non poca fatica, il principio di sussidiarietà orizzontale, ovvero del “fare assieme” e del “fare dal basso”.La costituzione di una identità, di una cultura, che deve porre al centro il singolo e la sua fami-glia, l’etica del lavoro, del fare, del costruire per soddisfare bisogni e interessi che da una sfera pri-vata, personale, si allargano alla dimensione più ampia del gruppo, della collettività, della società in senso più ampio. Una cultura in cui l’idea dello “statalismo”, dell’aspettare che dall’alto arrivino risposte non trova spazio.Sussidiarietà e associazionismo sono sicuramente due valori da salvaguardare nel nostro territorio. Sottendono una visione generale della “cosa pub-blica”, della politica, che vede al centro la “per-sona”, il cittadino e la sua capacità di rispondere

da sé e con gli altri ai propri bisogni. Sono termi-ni (associazionismo e sussidiarietà) che si legano alla nostra identità; che indicano una certa visio-ne della comunità e dello Stato e del proprio ruo-lo di cittadino in relazione ad essi. Ovviamente, in ogni processo innovativo le contraddizioni e i limiti non sono mancati; i pericoli sono sempre dietro l’angolo.Quale idea di comunità locale vogliamo sviluppa-re? Non di certo quella basata sull’autoreferen-zialità e sull’egoismo. Sicuramente non un’idea fondata su un gruppo circoscritto di simili, che si isolano e che si difendono chiudendosi a riccio. Che coltivano la propria identità più per paura che per convinzione, perché non la sanno più svi-luppare, che confondono folclore con cultura. Che basano i propri comportamenti più come reazione al diverso che avanza, piuttosto che evoluzione e confronto verso il nuovo che si propone.Comunità e, quindi, associazionismo come oppor-tunità di crescita o come luogo di chiusura e di contrapposizione? Modalità per mettere a sistema e per valorizzare le risorse presenti sul territorio per metterle a disposizione della collettività? Ov-vero, difesa degli interessi particolari, di gruppo, contrapposto a altri, di parte, di lobby, di consor-teria?L’amministrazione comunale e le istituzioni com-petenti devono affidare ruoli crescenti al terzo settore, e non perché si “spende meno”! Questa dev’essere una scelta strategica e non tattica. Nello stesso tempo, il cittadino dev’essere cor-responsabile delle scelte che vengono effettuate, avendo una visione positiva delle istituzioni, nel loro indispensabile ruolo di programmazione, di controllo e di verifica.Coltiviamo la ricchezza che il nostro territorio of-fre. Mettiamo da parte gli egoismi e valorizziamo le qualità del buon associazionismo, favorendo la trasparenza, la rendicontazione, la democratici-tà, la responsabilità e l’inclusione.

Vito MARIELLAPresidente Ass. Opera. Idee in circolo

IL RUOLO DELL’ASSOCIAZIONISMO IN UNA SOCIETÀ IN CRISI

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POLITICA e ATTUALITÁ

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PRIMARIE: NETTA VITTORIA DI BERSANI

Le primarie del centro-sinistra si sono concluse e il ballottaggio ha indicato Ber-sani indiscutibile vincitore. E’ stata una manifestazione di grande ri-lievo politico per le seguenti ragioni: un confronto vero tra i candidati, che han-no offerto agli elettori differenti opzioni politiche; una partecipazione molto si-gnificativa, non solo in termini numerici, di cittadini, che hanno ritrovato il piace-re di coinvolgersi in una nuova stagione politica che restituisce loro un ruolo di protagonisti.Il dibattito che si è sviluppato in queste settimane ha evidenziato il bisogno forte di politica nella società, e che, quando i cittadini sono interessati in maniera seria e costruttiva, il loro apporto è fortemen-te positivo.Il meccanismo delle primarie è risultato un mezzo determinante per rimettere in circolo linfa vitale nei circuiti della vita sociale.

È stata una grande lezione di democrazia che relegherà ai margini i partiti-padro-ne, con i nomi dei leader sulle insegne.Significa anche che bisogna regolamen-tare in maniera più efficace questo stru-mento, definendo modalità certe e per-manenti, che valgano per qualsiasi livello di consultazione. Avremmo evitato, così, inutili e fastidiose, alcune volte, a dir il vero pretestuose, polemiche.Bisogna dare atto a Renzi di aver stimola-to il dibattito sulla necessità di un deciso rinnovamento della classe politica, per determinare quei profondi cambiamenti che l’attuale situazione richiede, senza, però, assumere, come strada maestra, processi e rottamazioni varie; non è con il nuovismo o con il giovanilismo che si seleziona una futura classe dirigente. Le qualità devono essere altre: competenza e innovazione, capacità di interlocuzione e umiltà di ascolto con le diverse compo-nenti della società.

La crisi che stiamo attraversando indica che, non solo a livello nazionale, bisogna ripensare nuovi modelli di sviluppo, di crescita sociale, di riequilibrio delle di-suguaglianze.Ci conforta che già nelle prime parole di Bersani, dopo l’esito del ballottaggio, questi concetti sono stati esplicitamente segnalati.C’è da augurarsi che anche il centro-de-stra trovi un percorso altrettanto limpido per individuare le forme più democrati-che per selezionare la propria classe diri-gente e una proposta politica alternativa al centro-sinistra, buttandosi alle spalle questo ventennio berlusconiano che ha determinato, in larga parte, una seconda repubblica così nefasta e, per fortuna, breve. Ma ciò che sta accadendo nel centro de-stra però ci dice il contrario!

Mimmo CANGIALOSI

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L’epoca in cui le amministrazioni comu-nali sono le uniche responsabili della vita di una comunità sono definitiva-mente tramontate. Il cittadino, ormai, è chiamato a contribuire attivamente alla cura della propria città, al suo svi-luppo. Si è chiamati, infatti, a attivare azioni partecipate in funzione di uno sviluppo sostenibile; in altre parole, si-gnifica essere cittadini attivi. Il termine “cittadinanza attiva” è ormai enorme-mente (forse anche troppo) utilizzato nella vita quotidiana. Sentiamo pro-nunciare ogni giorno parole come par-tecipazione, responsabilità, diritti, ma nella maggior parte dei casi facciamo

fatica a vederne il risvolto pratico; que-ste belle parole non sempre si tramuta-no in azioni concrete e tangibili. Non è il caso, invece, dell’esperienza vissuta dal signor Trifone Gatti, elettrauto di professione e giardiniere per servizio. Sì, proprio giardiniere e aggiungerei anche “padre adottivo” di una piccola area a verde comunale presente su via Gioacchino Pecci. Il sig. Gatti non ci ha pensato due vol-te: non appena i lavori di creazione dell’area sono terminati, si è fatto ca-rico della sua manutenzione. Sono anni, infatti, che provvede in maniera total-mente gratuita e silenziosa alla piantu-

mazione di piante ornamentali (aiutato anche da altri residenti della zona), all’aratura e al mantenimento dell’in-tera area.Molte volte ricerchiamo le positività adelfiesi solo tra nomi illustri e altiso-nanti, dimenticandoci dei tanti vicini di casa, che con grande umiltà donano il proprio contributo, mettendosi al ser-vizio della nostra comunità. Per questo credo che l’esperienza del sig. Gatti sia un esempio di testimonianza concreta di cittadinanza attiva sul nostro terri-torio. Grazie sig. Gatti.

Vito MARIELLA

TRIFONE GATTI, UN ESEMPIO DI “CITTADINO ATTIVO”

CITTADINANZA ATTIVA

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Una piccola stanzetta poco illuminata, un braciere acceso e una bimba seduta lì accanto, con le sue scarpette nuove; un paio di stivaletti ricevuti come dono per essere stata brava. È questo il più bel ricordo di Natale di Maria ancora bam-bina, perché dopo di quello è cresciuta in fretta, è diventata la piccola donna di casa e il 25 dicembre è diventata una data come le altre; anzi, uno dei giorni più tristi dell’anno; ricordo doloroso del-la perdita della mamma. Fortunatamente però il Natale rinnova la sua magia e oggi dona gioia, amore e tanti splendidi sorrisi a una famiglia numerosa e felicemente chiassosa. Maria e Vito Attila, sposati dal 1967, oggi sono circondati da nonno, figli e nipoti, una allegra compagnia di ben sedici persone, che riempiono la casa du-

rante i giorni di festa, che condividono i preparativi e che poi si divertono tra battutine, giochi e qualche piccola bat-taglia di cibo, dando colore e calore a una festosa tavolata natalizia. Durante la Vigilia la casa è in fermento, tutti armati di grembiulino rosso e arnesi da cucina, prendono posto ai fornelli, al camino per preparare l’arrosto, fuori, in giardino, al fornelletto, per friggere e non far cattivi odori; c’è chi legge le ricette, chi pre-para gli ingredienti, chi arriccia il pe-sce crudo, chi taglia le verdure, chi dà il “taglio” alle castagne… mentre Maria, “regina” indiscussa della casa, non può far altro che godersi lo spettacolo, con il divieto assoluto di metter mani in cu-cina. Anche i più piccoli non sono esclusi dai preparativi e con uno degli “uomini

di casa” partono per una missione impor-tante: passeggiata per le strade di Bari alla ricerca dei dolci per la cena. Il Na-tale oggi per Maria è tutto questo, una nuova tradizione fatta di preghiera con la novena di Natale; di profumi e sapori del-la nostra terra, con l’aspro del vin cotto e il dolce del cioccolato; di risate e buon umore; di doni, quelli nascosti sotto il piatto dei più piccoli il giorno di Natale; di poesia, quelle recitate e declamate in italiano, in francese e persino in dialetto di Bitetto dai tanti nipoti. Oggi il Nata-le è, ogni anno, uno splendido ricordo, un bellissimo regalo: una famiglia unita e forte.

Daniela F. RUSCONI

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UN REGALO DI NATALE “FORMATO” FAMIGLIAIl brioso Natale di Maria e Vito Attila tra figli e nipoti

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Migliaia di luci colorate illuminano le strade movimentate dal viavai dei “yellow cab”; aghi di pino, pungitopo e bacche rosse incornicia-no le vetrine di molti negozi; aroma di caffè, cannella e noccioline tostate profumano l’aria nelle vie dello shopping; adulti, bambini e nonni, tutti sorridenti e pieni di pacchetti regalo, affollano le strade della città che non dorme mai. In questa magica atmosfera, nella sfavillante città di New York, addobbata per l’imminente fe-sta del Santo Natale, una famiglia di nostri concittadini, immigrati quarantasette anni or sono in cerca di fortuna, ci accolgono rega-landoci la più tradizionale ospitalità “paesana”, la stessa che ci ha resi famosi in tutto il mondo. Nessun convenevole, solo la classica domanda di rito: “a c’ appartin?”, e le porte di casa si spalancano sul più genuino e familiare degli incontri. Una lunga tavola imban-dita, ricca di leccornie: rape stufate, agnello arrostito, peperoni sottolio, provolone e salumi a volontà, il tutto innaffiato da un ot-timo vino pugliese. Una serata animata da racconti e aneddoti. Un unico filo conduttore: l’Italia. Le domande spaziano dalla politica, alla crisi, al Natale; ma ciò che davvero interessa sapere è come vada la vita a Adelfia, se ci sono “novità”, come stanno parenti e amici, chi non c’è più, e soprattutto, “com’è andata la festa di San Trifone?”. Sembra di essere in paese, di aver fatto una semplice visita al vicino di casa incontrato la mattina stessa. Il dialetto è la lingua ufficiale, ciò che li tiene ancora saldamente legati alla loro terra d’origine. I loro ricordi sono per noi il presente, perché per quanto siano passati molti anni, Adelfia, purtroppo o per fortuna, è sempre la stessa, con le sue vie antiche, i suoi vignali, le sue parrocchie, i suoi per-sonaggi storici.

Il Natale che vivono e che ci raccontano è lo stesso che viviamo nelle nostre case, fatto di riunioni di famiglia, tavole imbandite, alberi e il classico presepe, che crea quella tradizionale atmosfera natalizia nelle loro tipiche case americane, all’apparenza, ma solo all’apparenza statunitensi, in realtà ricche di calore e di folklore italiani. Quest’anno, tra i ricordi di un Natale ancora da trascor-rere, ci sarà questa bellissima serata, terminata con un affettuo-so abbraccio, tipicamente italiano, e con un vivace “Merry Chri-stmas!” …made in USA.

Rosanna RUSCONIDaniela F. RUSCONI

«IT’S THE MOST WONDERFUL TIME OF THE YEAR...»Un Natale oltre oceano

SPECIALE NATALE

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CULTURA e SPETTACOLO

UN PREMIO LETTERARIOIN CERCA…D’AUTORE!

Con l’edizione 2012 (la XXVIII) del premio letterario nazionale «Città di Adelfia» si è chiusa un’epoca, per tante ragioni: innanzi-tutto, perché è scomparso il suo ideatore, Francesco Nicassio, che, all’interno delle attività culturali, religiose e popolari di san Trifone, pensò di legare ai colori e ai rumori dei fuochi pirotecnici, i colori e i suoni della poesia; poi, perché i libri giunti per l’edizio-ne di quest’anno sono stati davvero pochi (di qualità, ma pochi), e per un premio ‘na-zionale’ questo dato indica che la formula, l’organizzazione e la proposta culturale evi-dentemente sono tutte da ripensare.Dunque, con questo spirito di rilancio e di ri-cerca di un senso (e in qualità di componen-te della giuria tecnica), mi permetto allora di suggerire alcune correzioni (sulle quali, ovviamente, aprire il confronto):- il primo problema del premio è quello di

essere totalmente scollegato dalla vita cul-turale di Adelfia (resta il flebile aggancio con la festa di san Trifone solo perché la premia-zione si tiene durante i giorni della festa); proporrei l’istituzione di una sezione di po-esia inedita, rivolta agli alunni delle classi quinte delle locali scuola elementari, e alle classi terze delle locali scuole medie;- la sezione saggistica, attualmente presen-te, così com’è, non va bene, perché eccessi-vamente extra-vagante; essa cioè è aperta, non finalizzata; il che significa che giungono libri che spaziano dalla storia del risotto, alla critica letteraria, alla denuncia sociale, ecc; proporrei la finalizzazione della saggistica: per esempio, fissare un ‘tema’ ogni due o tre anni e far concorrere al premio solo i saggi riguardanti tale determinato ‘tema’ (storia locale; storia della pietà popolare; tradizioni folk-loriche locali; modelli e strutture urba-

ne del nostro territorio; economia e prodotti del nostro territorio; ecc.);- la sezione poesia edita può restare così com’è (essa, infatti, è la sezione del premio che esiste sin dalla sua fondazione e che ben coniuga le tradizioni popolari con l’espressi-vità poetica popolare);- curare diversamente e meglio l’organizza-zione del premio (sfruttando positivamente la nuova tecnologia della comunicazione: Facebook, Internet, ecc.);- rinnovare la giuria tecnica (dandole un ‘re-spiro’ più ampio, adeguato cioè a un premio che ha l’ambizione di definirsi ‘nazionale’);- istituire una giuria ‘popolare’ (per la se-zione della poesia inedita, con giurati che appartengano alla stessa fascia d’età dei concorrenti).

a cura di Trifone GARGANO

Pillole di salute

Il periodo scolastico, per molte famiglie, è anche l’occasione in cui si ripresenta il problema della infestazione da pidocchi. Cerchiamo di capire come districarci. Con l’ispezione quotidiana del capo del bambino, cerchiamo di intervenire alle prime rilevazioni delle uova dell’insetto. Il metodo più antico, ma anche più laborioso, è quello meccanico, cioè l’allontanamento dei pidocchi con il pettinino a denti stretti. Tale pettinino va passato (e ripassato) su piccole ciocche di capelli, a partire dalla radice dei capelli, impregnandolo di aceto caldo, che con il ph acido scioglie la sostanza adesiva delle uova dei pidocchi, aiutando così l’asportazione delle stesse. L’efficacia di questo metodo, però, è legata alla scrupolosa esecuzione dell’operazione: ogni 4 giorni, per 2 settimane con-secutive. Il trattamento con insetticidi, gel, emulsioni o lozioni varie è più efficace del solo shampoo. Questi prodotti vanno applicati per mezz’ora sui capelli asciutti; dopodiché, procedendo con uno shampoo neutro, si rivelano efficaci con un unico trattamento. Tuttavia, siccome potrebbero sopravvivere alcune uova, sarebbe opportuno fare una seconda applicazione, a distanza di 7 giorni.Nei bambini piccoli e in chi ha pelli sensibili, l’alternativa valida è la lozione all’olio di neem. Estratto da una pianta tropicale, è utilizzato dagli indigeni per creare un ambiente sfavorevole agli insetti. È innocuo, ma molto efficace: viene applicato sui capelli lavati, distribuito uniformemente con un pettinino e lasciato agire.

D.ssa Piccaluga Cinzia

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La platea barese, ricca e policroma, ac-coglie Stefano Benni, scrittore raggiante di tenacia e genialità, nella giornata del 23 novembre: la Feltrinelli di Bari ospi-ta l’autore. A seguito della scrittura del romanzo intitolato Di tutte le ricchezze, Stefano Benni ha morso con coraggio, un tour di presentazioni scandite in diverse città italiane: la sua lucidità, non scalfita dagli anni, ha partorito ancora una volta,

un testo ricco di immagini, di lessico cu-rioso, e di parole ritmate. La storia rac-conta di Martin, un vecchio poeta e pro-fessore, che, al tramonto dei suoi anni, si rintana in una dimora nel bosco. Ad ac-compagnarlo, il suo cane Ombra, e altre parlanti creature selvagge. Avvolto dalla solitudine dei suoi anni, Martin si dedica alla scrittura di versi rimati e alla lettura del Catena, un poeta ormai defunto; poi,

il suo misterioso isolamento è distrat-to dall’arrivo di una giovane coppia: un commerciante d’arte e la sua amata, la quale ricorderà al professore, un amore remoto. Tra fiammanti desideri, si scan-disce un valzer di mordace sentimentali-smo e accesa speranza, nell’aura di chi, a sogni spenti, si ritrova a rinascere fenice.

Rosemary NICASSIO

Venuto al mondo è il quarto film diretto da Sergio Castellitto; tratto dall’omoni-mo romanzo di Margaret Mazzantini (sua moglie). La storia inizia con il ritorno della protagonista, Gemma, in una “nuo-va” Sarajevo, che ha vissuto gli orrori e il dolore di una guerra senza vincitori né vinti. Su invito di Gojko, una sua vec-chia conoscenza, la donna porta con sé il figlio Pietro a visitare una mostra foto-grafica proprio sulla guerra. In un lungo flashback, si apprende che Gemma non è nuova di Sarajevo: vent’anni prima in-fatti lì aveva incontrato Diego, divenuto

poi suo marito. Il desiderio di avere un figlio e la sterilità di lei avevano minano il loro matrimonio, sino a quando, tornati in Bosnia, Gojko li presenta a Aska, pron-ta a far loro da madre in cambio di soldi. La guerra, lo shock per il violento stu-pro di Aska e il rapporto altalenante con Gemma, causano il crollo psicologico di Diego, il quale sceglie di vivere la belli-cosa Sarajevo e non l’acquisita maternità della moglie. Al termine del flashback, la donna ritrova Aska, la quale le racconta della guerra, dell’importanza di Diego nella sua rinascita, conducendo così la

storia di Gemma a un approdo agrodolce. Il film offre molti spunti di riflessione e affronta diversi aspetti del “conflitto”: da quello di Gemma contro la Natura, a quello interiore di Diego (che dopo un’in-fanzia di abusi trova il suo scopo aiutan-do Gemma e Aska), all’amarezza che la guerra dipinge sul volto di Gojko, il qua-le, spiegando all’amica italiana quanto sia difficile vivere il buio e poi la rinasci-ta, dice: «E’ stato più facile prima corre-re sotto le granate che dopo passeggiare sulle macerie…».

Francesca GARGANO

Stefano Benni, DI TUTTE

LE RICCHEZZE

Sergio Castellitto,VENUTO

AL MONDO

CULTURA e SPETTACOLO

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MEDIMEX, TEATRO DELLA MUSICA

MEDIMEX è la sola fiera musicale in Ita-lia riservata al mercato discografico, al confronto musicale e artistico, e promo-trice di spazi d’incontro tra artisti italia-ni ed internazionali: dal 29 novembre al 2 dicembre, la città di Bari ha ospitato la seconda edizione della rassegna, or-ganizzata da Puglia Sounds, programma pugliese a sostegno del settore musicale.A seguito del successo della prima edizio-ne, il Medimex ha conservato, e arric-chito, lo stesso impianto dispositivo. Il 29 novembre, il Teatro Petruzzelli di Bari ha ospitato svariati artisti che hanno omag-giato Domenico Modugno: la ruggente voce di Noemi, il falsetto di Giuliano San-giorgi, il radioso Mannarino, la giovane Erica Mou, e Pacifico, Brunori SAS & Den-te, Ginevra Di Marco, Raiz & Radicanto, hanno colorato uno spazio scenografico di ricordi e di note nuove e antiche, com-

muovendo la curiosa e attenta platea. Tanti professionisti, artisti provenienti da ogni angolo di mondo, giornalisti, cultori, amanti e promotori della musica, hanno abitato gli 8000 mq di area espositiva della Fiera del Levante (la più importan-te Fiera Campionaria del Sud). I convegni hanno affrontato la trattazione di svaria-te tematiche: l’autoproduzione e il self publishing – e la difficoltà, per un artista, di reagire coraggiosamente alla catena di produzione musicale -, la distribuzione e la propagazione digitali della musica, l’esito e il successo degli spettacoli live in Europa, per finire con la celebrazione dei cinquant’anni di musica indipenden-te, e con la comunicazione dei risultati del referendum indetto dal MEI (Meeting degli Indipendenti, il quale, attraverso la votazione, ha eletto gli artisti espressio-ne della scena indie in Italia).

La musica è stata raccontata e vissuta con gli Incontri d’Autore, effigi di storie e di vite variopinte; con i workshop, spazi d’espressione sonora, nei quali le compo-sizioni son state sviscerate e analizzate; con i Face to Face(s), brevi meeting tra il pubblico e i rappresentanti di istituzioni culturali e musicali. Per concludere, sono stati consegnati numerosi premi, in ono-re del lavoro svolto dalle singole band: al miglior videoclip indie è stato assegnato il premio PIVI; il premio alla Carriera, il Premio Speciale – MTV New Generation, il Premio Speciale Avvistamenti, il Premio Speciale per la Tecnica, il premio Terri-tori in Musica, il Premio Speciale Radio-starTV, il premio Miglior Clip Umoristico, il Premio del Pubblico, e il PIMI (Premio Italiano Musica Indipendente), sono stati assegnati alle band vincitrici.

Rosemary NICASSIO

Alessandro Mannarino, stornellatore moderno e can-tautore metropolitano, nasce a Roma il 23 Agosto 1979; inizia la propria carriera artistica nel 2001; nel 2006 fonda il suo primo gruppo musicale (Kampina), formato da 6 elementi (trombone, basso, fisarmoni-ca, batteria, violino, chitarra); nel 2009, con il il suo primo disco, Bar della Rabbia, intraprende la carriera solista. Finalista al premio Gaber e Tenco, ottiene un buon successo di pubblico. Nei suoi testi si vivono sto-rie tragicomiche di pagliacci, di ubriachi e di zingari innamorati; Mannarino partendo dalla musica popo-

lare italiana, condisce il proprio mondo con elementi di musica balcanica e gitana, con citazioni fellinia-ne e con evoluzioni circensi. Interpreta il suo primo video clip, Tevere Grand Hotel, girato al “Casalino 900”, il campo rom più grande d’Europa, chiuso a febbraio 2010. Sempre nel 2010, interpreta nel film “Tutto l’amore del mondo” il ruolo di un cantante italiano emigrato ad Amsterdam. A Settembre 2011 firma la sigla della trasmissione “Ballarò”, condotta da Giovanni Floris, per RAI3.

Giovanni PETRERA

MUSICA

ALESSANDRO MANNARINO, cantautore sul Tevere

ALLE ANTICHE ARCATEAdelfia Via V. Veneto 32tel.0802473186 - cell.347.5719144

Ristorantepremiato 2011/12“miglior cucina tipica rivisitata”

Il ventre barese accoglie la seconda edizione del Mediterranean Music Expo

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Luisa è una bimba che cammina sulle punte. La mamma e il papà decidono di iscriverla ad un corso di danza, così lei inizia a giocare con la danza. Le piace ballare e ancora di più adora intravedere dal palcoscenico i suoi ge-nitori che si nascondono tra il pubblico, che la seguono e l’accompagnano ovunque. Con la danza a farle da migliore amica, Luisa cresce e affronta la vita: è proprio la danza a sostenerla nei momenti più difficili. La danza la aiuta a sentirsi viva quando ancora bam-bina perde il papà, l’aiuta a liberarsi dalle tensioni, a esprimere le sue emozioni.La danza è la sua terapia.

Oggi, attraverso passi e musica, Luisa vuol contribuire alla ricerca scientifica. Coin-volgendo il suo coreografo Mirko Guglielmi e con il sostegno del corpo di ballo della Scuola Palcoscenico, lo scorso 15 dicembre ha danzato per raccogliere fondi a favore dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ri-cerca sul Cancro), ricordando il suo papà. Sono passati anni dal primo paio di scarpette calzate, Luisa continua a danzare, e lì tra il pubblico forse non vede più il suo papà, ma lui è lì che la guarda. Luisa lo sa e continua a sorridere e a danzare per lui.

Rosanna RUSCONI

EVENTI

Luisa Losito “sulle punte” per l’AIRCUna serata di beneficenza per ricordare il suo papà.

21 dicembre 2012

Ore 17:00 apertura evento con presentazione abiti storici locali

Ore 17:30 canti e balli popolari a cura dell’Istituto comprensivo “G. Falcone - Giovanni XXIII 2^ G.”

Ore 19:00 “Natàle de la tèrre noste” a cura dell’attore Gigi De Santis (dondialetto)

Ore 20:00 “Tradizione, folklore, mestieri di un tempo” a cura del Prof. Piero Sisto

Musica itinerante a cura della Christmas Band

Visite guidate alle chiesea cura della Proloco Adelfia

22 dicembre 2012

Ore 17:30 “Pulcinella dalla brace alla padella” a cura dei Burattini al chiaro di luna

Ore 19:00 “Natàle de la tèrre noste” a cura dell’attore Gigi De Santis (dondialetto)

Ore 19:30 musica e danza popolare itinerante a cura dei Musicanti della città azzurra

Ore 20:00 “Addì timbe antiche... La poesia dialettale in terra di Bari” a cura del prof. Trifone Gargano

Musica itinerante a cura della Christmas Band

Visite guidate alle chiesea cura della Proloco Adelfia

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