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Liceo musicale di Forlì Teoria, analisi e composizione II M, a.s. 2015/16 Prof. Rocco De Cia [4.12.2015] 1 Strumenti per l’analisi musicale (I) Il primo brano che studieremo è l’Invenzione a due voci in Do maggiore (BWV 772) di J.S. Bach. Ecco un riassunto di argomenti utili per affrontare l’analisi. 1. Scala maggiore e scale minori (naturale, melodica, armonica) Le scale maggiori e le scale minori hanno sempre la medesima struttura in tutte le tonalità. Gli intervalli segnati sopra la scala indicano la distanza fra una nota e l’altra; gli intervalli segnati sotto indicano la distanza fra ciascuna nota della scala e la tonica. Scala di Do maggiore Scala di Do minore naturale Scala di Do minore armonica Scala di Do minore melodica (in senso ascendente questa scala presenta 6M e 7M, in senso discendente presenta 7m e 6m) 2.1 Gradi della scala I suoni della scala possono essere identificati da gradi indicati tramite numeri romani. I gradi servono principalmente per indicare gli accordi come vedremo più avanti. Scala di Re maggiore Scala di Re minore melodica (si può indicare l’alterazione ascendente del VI e del VII grado con il simbolo +) 2.2 Tonica, sottodominante, dominante, sensibile I, IV, e V grado assumono un’importanza particolare nell’armonia tonale. Secondo la teoria delle funzioni armoniche I, IV e V sono le funzioni principali di una tonalità. Il I è detto tonica, il IV sottodominante, il V dominante. Sempre secondo la teoria delle funzioni armoniche, nel modo maggiore la tonica è T, la sottodominante è S e la dominante D, poiché le lettere maiuscole rappresentano accordi maggiori; nel modo minore la tonica è t, la sottodominante è s e la dominante è d, poiché le lettere minuscole rappresentano accordi minori. Il VII grado, detto sensibile, è importante soprattutto per le sue funzioni melodiche.

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Liceo musicale di Forlì – Teoria, analisi e composizione

II M, a.s. 2015/16 – Prof. Rocco De Cia [4.12.2015]

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Strumenti per l’analisi musicale (I)

Il primo brano che studieremo è l’Invenzione a due voci in Do maggiore (BWV 772) di J.S. Bach. Ecco un

riassunto di argomenti utili per affrontare l’analisi.

1. Scala maggiore e scale minori (naturale, melodica, armonica)

Le scale maggiori e le scale minori hanno sempre la medesima struttura in tutte le tonalità. Gli intervalli

segnati sopra la scala indicano la distanza fra una nota e l’altra; gli intervalli segnati sotto indicano la

distanza fra ciascuna nota della scala e la tonica.

Scala di Do maggiore

Scala di Do minore naturale

Scala di Do minore armonica

Scala di Do minore melodica (in senso

ascendente questa scala presenta 6M e 7M,

in senso discendente presenta 7m e 6m)

2.1 Gradi della scala

I suoni della scala possono essere identificati da gradi indicati tramite numeri romani. I gradi servono

principalmente per indicare gli accordi – come vedremo più avanti.

Scala di Re maggiore

Scala di Re minore melodica (si può indicare l’alterazione

ascendente del VI e del VII grado con il simbolo +)

2.2 Tonica, sottodominante, dominante, sensibile

I, IV, e V grado assumono un’importanza particolare nell’armonia tonale. Secondo la teoria delle funzioni

armoniche I, IV e V sono le funzioni principali di una tonalità. Il I è detto tonica, il IV sottodominante, il V

dominante. Sempre secondo la teoria delle funzioni armoniche, nel modo maggiore la tonica è T, la

sottodominante è S e la dominante D, poiché le lettere maiuscole rappresentano accordi maggiori; nel modo

minore la tonica è t, la sottodominante è s e la dominante è d, poiché le lettere minuscole rappresentano

accordi minori.

Il VII grado, detto sensibile, è importante soprattutto per le sue funzioni melodiche.

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2.3 La sensibile nel modo minore

La sensibile è sempre ½ tono sotto la tonica.

Nel modo maggiore la sensibile è già presente nella scala: in Do M la sensibile è il Si, in Re M è il Do, in

La M è il Sol, in Fa M è il Mi.

Attenzione: nelle alterazioni in chiave del modo minore (e nella scala naturale del modo minore) la sensibile

non è presente. Bisogna peertanto fare riferimento alla scala minore armonica oppure alla scala minore

melodica ascendente. In altre parole, bisogna alterare in senso ascendente il VII: quindi, in Do m la

sensibile è il Si (e non il Si che si trova in chiave), in Re m è il Do (e non il Do che si trova in chiave), in

Fa m è il Mi (e non il Mi che si trova in chiave).

Osserviamo che la sensibile del modo maggiore e del modo minore delle tonalità omologhe coincidono:1 in

Do M e in Do m la sensibile è Si, in Re M e in Re m è il Do, in Fa M e in Fa m è il Mi.

3.1 Triadi maggiori, minori, diminuite ed eccedenti

Gli accordi in stato fondamentale si costruiscono sovrapponendo due intervalli di terza. Questi accordi sono

detti triadi perché costituiti da tre note (gli accordi di settima, costituiti da quattro note, si diranno

quadriadi).

Sovrapponendo un intervallo di 3M e uno di 3m otteniamo una triade maggiore (M): ad esempio Do-Mi

(3M) e Mi-Sol (3m) danno Do-Mi-Sol, che è la triade di Do M (o accordo di Do M). L’intervallo fra la nota

più bassa e la nota più alta è una 5G (Do-Sol).

Sovrapponendo un intervallo di 3m e uno di 3M otteniamo una triade minore (m): ad esempio Do-Mi (3m)

e Mi-Sol (3M) danno Do-Mi-Sol, che è la triade di Do m (o accordo di Do m). L’intervallo fra la nota più

bassa e la nota più alta è una 5G (Do-Sol).

Sovrapponendo due intervalli di 3m otteniamo una triade diminuita (d): ad esempio con Sol-Si (3m) e Si-

Re (3m) ricaviamo la triade diminuita (o accordo diminuito) Sol-Si-Re. L’intervallo fra la nota più bassa e

la nota più alta è una 5d (Sol-Re).

Sovrapponendo due intervalli di 3M otteniamo una triade eccedente (E): ad esempio con Mi-Sol (3M) e

Sol-Si (3M) ricaviamo la triade eccedente (o accordo eccedente) Mi-Sol-Si. L’intervallo fra la nota più

bassa e la nota più alta è una 5E (Mi-Si).

3.2 Triadi sui gradi della scala

Possiamo costruire una triade su ogni grado di una scala.

Per quanto riguarda le tonalità minori, oltre alle triadi ricavabili dalla scala naturale dobbiamo aggiungere

almeno la triade M sul V e la triade d sul VII+. Entrambe richiedono l’alterazione della sensibile.

Do maggiore Do minore

1 Le tonalità maggiori e minori che condividono la stessa tonica sono dette omologhe (in certi manuali si possono trovare

definizioni differenti per lo stesso concetto): ad esempio Do M e Do m, Mi M e Mi m, Fa M e Fa m.

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Nelle tonalità minori sono inoltre possibili – ma meno frequenti – la triade m sul II, la triade E sul III, la

triade M sul IV, la triade d sul VI+. Ecco uno schema completo degli accordi possibili in Do minore.

3.3 Accordi sul V e sul VII del modo minore

Gli accordi sul V e sul VII del modo minore utilizzano di preferenza la sensibile: in Do m non avremo

quindi Sol-Si-Re (V) e Si-Re-Fa (VII) ma Sol-Si-Re (V) e Si-Re-Fa (VII+). In effetti, la vera e propria

dominante (D) è sempre un accordo maggiore, perché impiega sempre la sensibile.2

Se su V e VII non compare la sensibile, è probabile (ma è solo una possibilità!) che stiamo modulando: ad

esempio, ci stiamo spostando verso la relativa maggiore della tonalità d’impianto – anche di questo, ne

riparleremo.

2 Da notare che le dominanti delle tonalità omologhe coincidono: la dominante di Do M coincide con quella di Do m (Sol-Si-Re),

la dominante di Mi M coincide con quella di Mi m (Si-Re-Fa), la dominante di Fa M coincide con quella di Fa m (Do-Mi-

Sol). La sensibile è sempre la terza dell’accordo di dominante.