Strade Aperte marzo 2012

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Per Salerno si parte! GIOVANNI MORELLO La grande avventura è iniziata. Ci at- tendono a Salerno, dal 19 al 21 ottobre prossimo, “Piazze, Trivi e Quadrivi” per discutere, programmare e fare festa in- torno ad un tema impegnativo: “Abitare la Città dell’Uomo”. Tutte le Comunità del Masci sono invitate a partecipare a questo evento che sarà come una sorte di fotografia del Movimento, che si offre agli sguar- di e all’interesse della Chiesa e della Società. Tro- vate all’interno della rivista la scheda di iscrizione, con relative modalità, che potete fotocopiare, se volete conservare integro il numero del giorna- le, oppure scaricare dal sito. Il nostro Presidente ci offre le prime sue considerazioni riguardo alle quattro Piazze, intitolate ad altrettanti personag- gi significativi: precisamente Giuliana di Carpe- gna, una delle fondatrici del Guidismo in Italia; Aldo Capitini, teorico italiano della non-violenza ed ideatore della Marcia Perugia-Assisi; don Pep- pe Diana, scout ed assistente scout, ucciso dalla criminalità organizzata nelle terre martoriate del- la camorra; Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, comune del Cilento in provincia di Salerno, ucci- so in un attentato da parte di ignoti il 5 settembre 2010, per il suo impegno ambientalista e per una politica “pulita”. Nella rivista trovate una breve presentazione su queste quattro personalità, scelti in qualche modo ad incarnare i quattro temi che verranno trattati nelle Piazze, rispettivamente: lo Scautismo per gli adulti, la Mondialità, la Spiri- tualità e catechesi per gli adulti, l’impegno nel so- ciale, sintetizzato dall’impegnativo slogan “Entra nella Storia”. Anche la preparazione delle Regio- ni all’’incontro di Salerno si articolerà su queste quattro direzioni, in cui sono stati convogliati i “Poli di eccellenza”. Ogni Regione, e quindi ogni Comunità delle singole Regioni, è invia- ta ad elaborare e maturare la propria esperienza ed il proprio impegno riguardo ad una di que- ste tematiche per presentarli poi alla riflessione e al confronto pubblico dell’intero Movimento. Nella rivista, come al solito, trovate molte altre cose. La Redazione considera suo impegno parti- colare quello di offrire mensilmente a tutti i soci del MASCI, una rivista il più possibile varia ed interessante. Vorrei segnalarvi innanzitutto l’ar- ticolo di p. Justin Schembri, che sostituisce de- gnamente il nostro don Lucio Gridelli, al quale auguriamo un pronto ritorno su queste pagine, con un interessante articolo riguardo ai testi del Vangelo di Marco relativi alla Risurrezione del Si- gnore. Nando Paracchini interviene invece nella discussione innescata da Romano Forleo, con il suo Controcorrente “Pochi ma buoni”: un tema che ha sollevato diverse risposte ed interventi (al- cuni pubblicati anche e solo in “Strade Aperte on-line”), segno che la provocazione ha colto nel segno. In questo numero trovate la foto di una nuova Comunità, sorta a Cesena tra genitori di scouts e guide. Si tratta di una iniziativa partico- lare assai significativa, meritevole di attenzione. Vorremmo pubblicare in ogni numero della rivista le foto delle nuove Comunità che nascono: è un modo simpatico per augurare loro Buona Strada! A proposito di strada, trovate anche diversi inviti di attività ed incontri, come la Route in Piemonte e, soprattutto, il Campo lungo la “Via Francige- na” che conclude, dopo 1200 kilometri a piedi, il cammino lungo la via degli antichi pellegrini per raggiungere la Tomba di Pietro. Certamente ne riparleremo. Buona lettura. N UMERO 3 MARZO 2012 - ANNO 54 PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO SPEDIZIONE IN A.P. 45% ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA EURO 2,00 LA COPIA EDITORE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITA’: Strade Aperte Soc. coop. a.R.L., Via Picardi, 6 - 00197 Roma, www.masci.it SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA

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La rivista del Masci di marzo 2012

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Per Salerno si parte!GIOVANNI MORELLO

La grande avventura è iniziata. Ci at-

tendono a Salerno, dal 19 al 21 ottobre

prossimo, “Piazze, Trivi e Quadrivi” per

discutere, programmare e fare festa in-

torno ad un tema impegnativo: “Abitare

la Città dell’Uomo”. Tutte le Comunità

del Masci sono invitate a partecipare a

questo evento che sarà come una sorte di

fotografia del Movimento, che si offre agli sguar-

di e all’interesse della Chiesa e della Società. Tro-

vate all’interno della rivista la scheda di iscrizione,

con relative modalità, che potete fotocopiare, se

volete conservare integro il numero del giorna-

le, oppure scaricare dal sito. Il nostro Presidente

ci offre le prime sue considerazioni riguardo alle

quattro Piazze, intitolate ad altrettanti personag-

gi significativi: precisamente Giuliana di Carpe-

gna, una delle fondatrici del Guidismo in Italia;

Aldo Capitini, teorico italiano della non-violenza

ed ideatore della Marcia Perugia-Assisi; don Pep-

pe Diana, scout ed assistente scout, ucciso dalla

criminalità organizzata nelle terre martoriate del-

la camorra; Angelo Vassallo, sindaco di Pollica,

comune del Cilento in provincia di Salerno, ucci-

so in un attentato da parte di ignoti il 5 settembre

2010, per il suo impegno ambientalista e per una

politica “pulita”. Nella rivista trovate una breve

presentazione su queste quattro personalità, scelti

in qualche modo ad incarnare i quattro temi che

verranno trattati nelle Piazze, rispettivamente: lo

Scautismo per gli adulti, la Mondialità, la Spiri-

tualità e catechesi per gli adulti, l’impegno nel so-

ciale, sintetizzato dall’impegnativo slogan “Entra

nella Storia”. Anche la preparazione delle Regio-

ni all’’incontro di Salerno si articolerà su queste

quattro direzioni, in cui sono stati convogliati i

“Poli di eccellenza”. Ogni Regione, e quindi

ogni Comunità delle singole Regioni, è invia-

ta ad elaborare e maturare la propria esperienza

ed il proprio impegno riguardo ad una di que-

ste tematiche per presentarli poi alla riflessione

e al confronto pubblico dell’intero Movimento.

Nella rivista, come al solito, trovate molte altre

cose. La Redazione considera suo impegno parti-

colare quello di offrire mensilmente a tutti i soci

del MASCI, una rivista il più possibile varia ed

interessante. Vorrei segnalarvi innanzitutto l’ar-

ticolo di p. Justin Schembri, che sostituisce de-

gnamente il nostro don Lucio Gridelli, al quale

auguriamo un pronto ritorno su queste pagine,

con un interessante articolo riguardo ai testi del

Vangelo di Marco relativi alla Risurrezione del Si-

gnore. Nando Paracchini interviene invece nella

discussione innescata da Romano Forleo, con il

suo Controcorrente “Pochi ma buoni”: un tema

che ha sollevato diverse risposte ed interventi (al-

cuni pubblicati anche e solo in “Strade Aperte

on-line”), segno che la provocazione ha colto nel

segno. In questo numero trovate la foto di una

nuova Comunità, sorta a Cesena tra genitori di

scouts e guide. Si tratta di una iniziativa partico-

lare assai significativa, meritevole di attenzione.

Vorremmo pubblicare in ogni numero della rivista

le foto delle nuove Comunità che nascono: è un

modo simpatico per augurare loro Buona Strada!

A proposito di strada, trovate anche diversi inviti

di attività ed incontri, come la Route in Piemonte

e, soprattutto, il Campo lungo la “Via Francige-

na” che conclude, dopo 1200 kilometri a piedi, il

cammino lungo la via degli antichi pellegrini per

raggiungere la Tomba di Pietro. Certamente ne

riparleremo. Buona lettura.

N U M E R O 3 M A R Z O 2 0 1 2 - A N N O 5 4

PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO

SPEDIZIONE IN A.P. 45%ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA

EURO 2,00 LA COPIA

EDITORE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITA’:Strade AperteSoc. coop. a.R.L.,Via Picardi, 6 - 00197 Roma,www.masci.it

SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA

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Nuove Comunità MARZO 2012

La foto, qui a fianco. Scattata apposi-

tamente per “Strade Aperte”, davanti

alla chiesa di S. Paolo a Cesena, ritrae

la nuova Comunità Masci Cesena 6. Si

tratta di un gruppo di genitori, tra i 35

e i 55 anni, fotografati insieme ai propri

figli Scout, che hanno voluto dare vita

alla nuova Comunità MASCI.

Di seguito l’intervista ne spiega le mo-

tivazioni.

intervista a cura di don Romano Nicolini.

A Cesena, nella parrocchia di San Paolo, nasce la comunità MASCI “Cesena 6”. Quanti siete? 25 iscritti.Che età avete? Siamo tutti fra i 37 e i 55 anni.Complimenti! Mi sembra che la media dell’età sia molto bassa! Chi di voi proviene alle fila della AGE-SCI ?Siamo in 16 . Tutti però abbiamo ora uno o più figli iscritti alla Age-sci. Anzi ti facciamo vedere una foto con la quale, sulla scalinata della chiesa, ci siamo fatti foto-grafare ciascuno vicino al proprio figlio.Una scelta molto intelligente! Come siete arrivati a questo traguardo?Fin dal 2004 ci trovavamo come Comunità Adulti Scout, anche per opera di Don Vito Gentili (ora deceduto) e di p. Giorgio Busni; col tempo siamo giunti alla deci-sione di iscriverci ufficialmente al MASCI.

Benvenuto alla nuova Comunità Cesena 6

In cosa consiste la differenza fra il gruppo di allora ed il presente?Ora la nostra scelta è più ricono-scibile, c’è un magister ufficiale (ma l’animazione è curata da una staff), un assistente ecclesiastico (D.Tarcisio Spinelli , nostro par-roco) e c’è un cammino forma-tivo sistematico che si ricollega alle tre caratteristiche del metodo Masci : “Fare strada nel Cuore (catechesi), nel Creato (contatto con la natura), nella Città (esse-re presenti alla collettività ovun-que c’è bisogno ma in particolar modo al mondo scout quando ce lo richiede)”.Avete già un programma?Sì: all’incirca una volta al mese ci riuniamo, ma ad ogni piè sospin-to ci troviamo insieme: in par-rocchia, nel quartiere, nella visita a comunità significative, eccetera. Curiamo molto il gusto della vita all’aria aperta e della festa, perché ci ricordiamo che BP ha definito

“gioco” lo scautismo.Avete molti contatti con la Age-sci?Certamente! Oltre a dare una mano quando essi lo richiedono (fino al punto di tesserarci con essi se c’è bisogno), ci occupia-mo della pulizia generale della casa scout di Donicilio prima dei campi estivi e siamo disponibili a coordinare con essi tutte le atti-vità che intendono portare avanti nella parrocchia.Avete trovato un bel numero di aderenti : ci sono anche altri che sono in procinto di entrare?Non lo sappiamo ma siamo al cor-rente che diversi capi AGESCI, dopo essersi staccati per motivi assolutamente cogenti, vedono che le situazioni sono cambiate per cui – ci sembra – guardano con molta stima al ritorno nello scautismo attivo passando attra-verso la opzione del MASCI.

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Dossier:Piazze,Trivi e Quadrivi MARZO 2012

RICCARDO DELLA ROCCAPresidente Nazionale

Il cammino verso Salerno è co-minciato; il programma è defini-to, tutte le regioni stanno lavo-rando ai propri Poli di Eccellenza per farli diventare patrimonio di tutto il movimento nei Trivi di Salerno; tutte le comunità si pre-parano a vivere questo importante momento della nostra esperienza comune.Vorrei cominciare con questo ar-ticolo a riflettere con tutti voi sui vari momenti che vivremo a Sa-lerno, e vorrei cominciare proprio dalle Piazze.L’idea della piazza ricorda l’”ago-rà” degli antichi: il luogo del mer-cato, del confronto, del dibattito, della partecipazione, il luogo dove si annunciavano i grandi momen-ti della guerra e della pace, dove si rifletteva insieme sull’identità e sulla missione, dove ci si ricono-sceva come popolo.Nelle nostre Piazze ci confronte-remo sul cammino fatto in questi anni, esaminando, commentan-do e cercando di far diventare alimento per la vita delle nostre comunità quelle Tracce alle qua-li ci hanno impegnato le Linee Programmatiche che ci sono state consegnate dall’Assemblea Na-zionale di Principina:“Se non ora quando!La società, il mondo ed anche laChiesa vivono momenti di gran

de difficoltà e sofferenza.Le nostre Linee Programmatiche vogliono assumere in pieno la re-sponsabilità della nostra missione educativa confrontandosi sempre, nella loro realizzazione, con una realtà in continua evoluzione sia al nostro interno sia nel contesto che ci circonda.Occorre, perciò, il coinvolgimen-to di tutto il Movimento.L’impegno di questo nuovo trien-nio sarà quindi quello di fornire a tutte le Comunità e a tutti gli A.S., nonchè a tutti gli adulti che guardano alla nostra esperienza ed alla Chiesa italiana delle Trac-ce sulle quali camminare e sulle quali confrontarsi, aprendoci alle risorse esterne per diventare noi stessi “risorsa”disponibile.”La prima Piazza, che chiameremo Piazza Giuliana di Carpegna, sarà

dedicata alla Traccia dello “Scau-tismo per Adulti”: esamineremo il libro dove abbiamo cercato di raccogliere le riflessioni che ab-biamo svolto insieme sul metodo e sui contenuti particolari dello Scautismo per adulti.Abbiamo voluto intitolarla a Giu-liana di Carpegna una delle don-ne che nel 1943 con l’AGI die-dero vita con grande coraggio al guidismo in Italia; vogliamo così non solamente celebrare i 100 anni del guidismo ma soprattutto ritrovare quello spirito profetico con il quale quel piccolo gruppo di giovani donne riunite nelle ca-tacombe di Priscilla vollero offrire una proposta coraggiosa ed origi-nale alle giovani del nostro paese.Nella piazza che sarà dedicata a don Peppino Diana, riflettere-mo sulla Traccia “Spiritualità e

Abitare la città dell’uomo:le Piazze

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Dossier:Piazze,Trivi e Quadrivi MARZO 2012

Catechesi degli Adulti” . Don Peppino Diana, assistente scout, animatore della Comunità Foulard Blanc, sacerdote di Ca-sal di Principe, è stato assassinato nella sacrestia della chiesa mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. Prendiamo spunto dal suo scritto PER AMORE DEL MIO PO-POLO NON TACERÒ:“Siamo preoccupatiAssistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizio-ne”. Coscienti che come chiesa “dob-biamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ri-cerca del superfluo, da ogni am-biguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza ge-nerosamente vissuta di solidarie-tà”.Abbiamo scelto don Peppino perché siamo convinti che la spi-ritualità e la catechesi degli adulti si realizza nella vita quotidiana, uscendo dalle sagrestie per porci alla sequela di Gesù di Nazareth nel sagrato, nelle piazze, sulla strada dell’uomo.La terza piazza, nella quale riflet-teremo sulla Traccia “Entra nella Storia”, sarà dedicata a Angelo Vassallo. Sindaco del comune di

Pollica (SA), è stato ucciso in un attentato di matrice camorristica. Era soprannominato il “sindaco pescatore” per la vicinanza agli uomini della sua terra. Era un uomo che si è battuto contro l’illegalità, sempre in pri-ma linea. “Non hanno ucciso solo un uomo, - ha affermato il sostituto procuratore di Vallo della Luca-nia- hanno ucciso una speranza per il Cilento. Era un simbolo di legalità. Hanno voluto colpire chi si opponeva all’illegalità”.Abbiamo scelto Angelo Vassallo perché ci sembra che rappresenti bene quell’impegno ad “abitare la frontiera” che abbiamo indi-cato nella nostra Traccia “Entra nella Storia”Infine abbiamo intitolato la Piaz-za dove rifletteremo sulla Mon-dialità ad Aldo Capitini, un uomo che ha dedicato la propria vita alla pace e alla non violen-za. Aldo Capitini nel 1961 ebbe l’intuizione di proporre la Marcia Perugia-Assisi, Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli.Questa esperienza continua anco-ra oggi e ci vede partecipi con mi-gliaia di uomini donne e di giovani per affermare che un mondo mi-gliore e diverso è possibile. Aldo Capitini con Ghandi, Martin Lu-ther King, Baden Powell rappre-senta uno dei grandi testimoni di un mondo senza barriereAbbiamo scelto Aldo Capitini perché ci sembra che testimoni, pur non essendo stato scout, il senso vero del 4° articolo della Legge degli Scout e delle Guide che è alla base della nostra Traccia sulla Mondialità.

Su queste Tracce ci confrontere-mo nelle Piazze di Salerno che sa-ranno parte importante di questa esperienza che abbiamo chiamato “abitare la città dell’uomo”. Vo-gliamo confermare in esse il no-stro modo specifico ed originale, secondo il metodo scout, di rea-lizzare la nostra missione di “edu-cazione degli adulti”.Non ci confronteremo solo tra di noi, ma la nostra riflessione sarà aperta ai cittadini di Salerno, agli amici che porteremo con noi, ai testimoni che vorremo invitare, perché l’educazione degli adulti riguarda tutti gli uomini e le don-ne del nostro tempo.L’educazione nello scautismo non si realizza infatti nel chiuso di un’aula scolastica, ma vivendo e coinvolgendoci con la storia dell’uomo, con il suo ambiente, con il nostro tempo; l’educazione si realizza sperimentando la fatica e la gioia del vivere, verificando e riflettendo comunitariamente sul “senso” di questa esperienza.Questo nostro percorso educativo non è un quaresimale di prediche sapienti ed esortazioni morali, nè la riflessione e la meditazione ap-profondita all’interno di un cena-colo, ma è un cammino attento sul sentiero della storia, è abitare la città dell’uomo in modo con-sapevole e responsabile, è porsi al servizio del prossimo come strada verso la felicità. Lungo questo percorso di tanto in tanto ci si ferma per riflettere e verificare il senso e la direzio-ne del cammino fatto e di quello da fare, un cammino alimentato sempre dall’unica Parola che con-ta.

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Dossier:Piazze,Trivi e Quadrivi MARZO 2012

Giuliana di Carpegna, nipote di Mario di Carpegna, primo Capo Scout dell’ASCI e fondatore del movimento internazionale del-lo scautismo cattolico, nacque a Roma nel 1915. Il fratello Nolfo, che sarà attivo alla ripresa dello scautismo nella stessa ASCI, aveva partecipato, insieme ad altri suoi due amici, con un avventuroso viaggio, al Jamboree di Vogelen-zang (Olanda) nel 1937, durante lo scioglimento dell’associazione, voluto dal regime fascista. La sua vita era dunque imbevuta di ide-ali e racconti scout e non c’è da meravigliarsi se toccò a lei l’onore di pronunciare la Promessa scout, prima donna della futura AGI.Era il 28 dicembre 1943, nella cap-pella eucaristica delle Catacombe di Priscilla, mentre Roma giaceva sotto l’oppressione dell’occupa-zione nazista, Giuliana di Carpe-gna pronunciava la sua Promes-sa nelle mani di Padre Agostino Ruggi d’Aragona, che aveva vis-suto l’avventura dello scautismo prima dello scioglimento e prima di entrare nell’ordine domenica-no. Subito dopo Giuliana riceve-va la promessa di altre sette giova-ni e volenterose donne, note poi come i “Trifogli di legno”, che costituirono la prima squadriglia da cui prese vita l’Associazione Guide Italiane, il ramo femminile dello scautismo cattolico che, nel 1974 diede vita insieme ai fratellidell’ASCI, all’Associazione Gui-

de e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI). Ecco come, vent’anni dopo le prime guide, ricordavano quei momenti nel loro giornale “La Guida”: “Insieme a Giuliana di Carpegna (che dallo zio Ma-rio aveva attinto il sacro fuoco), si passava ore ad ascoltare Padre Ruggi, il vecchio lupo, scout e domenicano, che ci parlava di questo metodo meraviglioso di educazione della gioventù. Po-meriggi palpitanti, che avremmo voluto durassero ore e ore, e in-vece passavano in un lampo, con il monito dell’orologio che esor-tava a correre a casa prima del terribile coprifuoco … cercavamo perfino di non arrivare o ripartire tutte insieme, perché i raggrup-pamenti erano sempre sospetti, e si rischiava di finire in Questura o al Comando Militare. Ma che grande serenità ci davano questi incontri, man mano che appariva più chiaro che potevamo vera-mente lavorare, anche nel nostro piccolo, per ricostruire il nostro povero Paese, aiutando la gioven-tù cresciuta tra lo sbandamento di una guerra civile tanto triste !Abbiamo così avuto il privilegio di diventare Guide per meditata e decisa scelta. Chi di noi otto può dimenticare anche un solo istante della cerimonia del 28 dicembre 1943 nelle Catacombe di Priscil-la, quando Giuliana pronunciò la sua Promessa nelle mai di Padre Ruggi, e noi nelle sue ? …

Quell’incerta luce sotterranea, che richiamava all’animo il lonta-no eroico sacrificio dei martiri e le incombenti angosciose vicende della guerra, dava al rito della Pro-messa un’atmosfera indimentica-bile, solenne, leggendaria …”.Nella primavera gli eventi politi-ci ci permisero di risalire, come talpe alla luce del sole: ma se gli Scouts potevano riprendere vita soffiando sulla brace di un fuoco che non si era mai spento, per le Guide, che in Italia non erano mai esistite, tutto era da cominciare. Ahimè, presentarsi agli Italiani, così critici, sensibili al ridicolo e al rispetto umano, e per di più stu-fi di uniformi e di organizzazio-ni per troppe recenti esperienze, con tutte le nostre usanze, origi-nalità e stramberie … Non era fa-cile trovare il “tipo italiano” del Guidismo. Giuliana di Carpegna fu attiva, anche a livello naziona-le, nell’AGI negli anni seguenti. Morì a Roma il 1985.

Testimoni in piazzaLa prima guida

La foto ritrae Giuliana di Carpegna insieme agli altri sette “Scoiattoli” attorno a Padre Ruggi.

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Dossier:Piazze,Trivi e Quadrivi MARZO 2012

Testimoni in piazzaUn prete di frontieraDon Giuseppe Diana, era nato a Casal di Principe, una delle loca-lità del casertano maggiormente infestate dalla camorra, il 4 luglio 1958. A dieci anni entra in semi-nario ad Aversa dove consegue la maturità classica e, successiva-mente segue gli studi teologici presso la Pontificia facoltà teolo-gca dell’Italia meridionale a Posil-lipo. Consegue quindi la laurea in filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Entrato a far parte del movimen-to scout svolge il servizio di Capo Reparto nell’AGESCI e, succes-sivamente di Assistente Ecclesia-stico del Gruppo scout di Aversa, dopo la sua ordinazione sacerdo-tale, avvenuta nel 1982. È attivo, come Assistente Ecclesiastico, an-che nel settore dei Foulards Bian-chi. Il 19 settembre 1989 è nomi-nato parroco nella parrocchia di San Nicola di Bari nel suo paese natale di Casal di Principe, a quel tempo dominato dagli uomini del clan di Francesco Schiavone, noto come Sandokan, che aveva assunto, con metodi spietati, il controllo non solo delle attività criminali della zona, ma che ave-va anche pesantemente infiltrato sia le istituzioni locali che il tes-suto economico e imprenditoria-le. Don Peppe Diana si impegnò fortemente, sia sul piano ecclesia-le che civile, contro la Camorra, da lui indicata come “una forma di terrorismo”. Nel Natale del

1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona venne letto una lettera indirizzata a tutti i fe-deli, dal titolo emblematico “Per amore del mio popolo non tace-rò”, - di cui sono riportati alcuni passi significativi nell’articolo a fianco di Riccardo Della Rocca-, scritta insieme a tutti i parroci della Forania ecclesiastica di Casal di Principe, che costituì un vero e proprio manifesto dell’impegno a cui veniva chiamata la società civile e la comunità ecclesiale a lottare contro il sistema criminale della camorra. Si impegna anche contro lo sfruttamento degli ex-tracomunitari, particolarmente fiorente nella zona di Aversa.Il giorno del suo onomastico, il 19 marzo 1994, la camorra deci-de di spegnere la voce profetica di don Peppe. Mentre si apprestava a celebrare, come il solito, la San-ta Messa mattutina, due killer lo colpiscono con cinque proiettili nella sagrestia della sua parroc-chia, lasciandolo morto all’istante. L’omicidio desta grande scalpore e immediata condanna in tutta la nazione. Lo stesso Pontefice Gio-vanni Paolo II vuole ricordare, durante la preghiera dell’ Ange-lus il sacrificio di don Giuseppe Diana. Il Presidente della Repub-blica Italiana, pochi mesi dopo, ha concesso la medaglia d’oro al valor civile a don Giuseppe Diana con la seguente motivazione: “Parroco di un paese campano,

in prima linea contro il racket e lo sfruttamento degli extracomu-nitari, pur consapevole di espor-si a rischi mortali, non esitava a schierarsi nella lotta alla camorra, cadendo vittima di un proditorio agguato mentre si accingeva ad officiare la messa. Nobile esem-pio dei più alti ideali di giustizia e di solidarietà umana. Casal di Principe, 19 ottobre 1994”. Re-centemente è stata introdotta, in ambito diocesano, la sua causa di beatificazione. Ricordiamo le sue parole: “Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti. Il Profe-ta fa sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio. Coscienti che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” ri-affermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte del-la nostra Speranza.

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Dossier:Piazze,Trivi e Quadrivi MARZO 2012

Testimoni in piazzaIl Gandhi italianoAldo Capitini nacque in una mo-desta famiglia di Perugia il 23 dicembre 1899; il padre era un semplice impiegato comunale, mentre la madre esercitava il me-stiere di sarta. Avviato inizialmente, per motivi economici, agli studi tecnici, si ri-volge come autodidatta agli studi letterari, ricevendo una borsa di studio nel 1924 presso la Scuola Normale di Pisa. Fu tra i primi in Italia a cono-scere ed approfondire il pensiero non violento di Gandhi, tanto da essere indicato come il “Gandhi italiano”.

Nel 1930 è nominato Segretario della Normale di Pisa dove avvia i suoi contatti e incontri con gio-vani e docenti diffondendo gli scritti sulla non violenza. Richie-sto di iscriversi al partito fascista Capitini rifiuta e perde l’incarico, tornando a Perugia dove vive di lezioni private.Qui intensifica la sua opposizio-ne al regime. Nel 1936 conosce a Firenze Benedetto Croce che lo appoggia presso l’editore Laterza per la pubblicazione del suo vo-lume Elementi di un’esperienza religiosa, che ottiene una larga diffusione.

Nel febbraio del 1942 è imprigio-nato nelle carceri fiorentine delle Murate e l’anno dopo a Perugia e liberato dopo il 25 luglio.

scritti, con il titolo Le ragioni della nonviolenza. In occasione del quarto anniver-sario dell’uccisione del Mathama Gandhi, nel 1952, Capitini orga-nizza a Perugia un convegno internazionale in coincidenza con la creazione del “Centro per la nonviolenza”I suoi ideali di pace e di non violenza si af-fiancano alla pratica del vege-tarianismo, di cui è convinto propugnatore, rifiutando l’ucci-sione di qualsiasi essere vivente.

Ricordiamo le sue parole: “Io non dico: fra poco o molto tem-po avremo una società che sarà perfettamente nonviolenta … a me importa fondamentalmente l’impiego di questa mia modestis-sima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bi-lancia intima della storia il peso della mia persuasione”.

Nell’agosto del 1943 prende vita il Partito d’Azione, il cui gruppo dirigente proviene in gran parte dal Movimento Liberalsocialista che Capitini, insieme a Gui-do Calogero, aveva fondato nel 1937, a cui però non aderisce, rifiutando le logiche partitiche.

Nel 1944 Capitini fonda a Perugia il Centro di Orientamento Socia-le con cui tenta un primo esperi-mento di democrazia diretta e di decentralizzazione del potere. Rettore dell’Università per Stra-nieri di Perugia nel primo dopo-guerra, incarico che sarà costret-to ad abbandonare anche per la pressione di ambienti curiali.

Nel 1948 il giovane Pietro Pinna, dopo aver ascoltato Capitini in un convegno, matura la scelta non violenta rifiutando di prestare il servizio militare obbligatorio: è il primo obiettore di coscienza in Italia. Incarcerato e condanna-to, diventerà il suo collaboratore principale.

Il 24 settembre 1961 Capitini or-ganizza la Marcia della Pace e la fratellanza dei popoli, da Perugia ad Assisi, che nel 2011 ha cele-brato il suo cinquantesimo anni-versario.Aldo Capitini si definiva un “re-ligioso laico”. Ha pubblicato numerosi libri. Nel 2004 è stata pubblicata un’antologia dei suoi

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Dossier:Piazze,Trivi e Quadrivi MARZO 2012

Testimoni in piazzaIl Sindaco pescatoreAngelo Vassallo, sindaco del co-mune di Pollica, per molti anni, era nato nella ridente cittadi-na del Cilento il 22 settembre 1953. Dopo essere stato alla gui-da dell’amministrazione cittadina quasi ininterrottamente dal 1995 al 2010, venne rieletto il 30 mar-zo del 2010 con il 100 % dei voti, essendo l’unico candidato. Il 5 settembre di quell’anno è rimasto vittima di un attentato, raggiunto da sette proiettili men-tre rincasava alla guida della sua auto. Sebbene l’attentatore, o gli attentatori, siano al momento an-cora ignoti, la matrice camorristi-ca della sua uccisione è oggetto delle indagini della magistratura.La sua morte ha prodotto una notevole emozione e indigna-zione nell’opinione pubblica, te-stimoniata dalla grande folla che ha partecipato ai suoi funerali, ed è ancora presente nella memoria collettiva, come testimonia la de-dica del fortunato film “Benvenu-ti al sud” e l’inserimento del suo nome nel lungo elenco dei morti ad opera delle mafie che “Libera” ricorda ogni anno nel “Giorno della Memoria e dell’Impegno”.Il suo impegno ambientalista ha ricevuto un importante rico-noscimento postumo da parte dell’UNESCO che a Nairobi, il 16 novembre 2010, ha inserito tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità la dieta mediterra-nea, accogliendo la proposta che

di elementi della camorra per il controllo del porto, situato nella frazione di Acciaroli. La sua atti-vità politica si è svolta prima nel-la “Margherita”, nelle cui liste fu eletto consigliere nel Consiglio provinciale di Salerno, e poi nel Partito Democratico.

era stata avanzata proprio dal Sin-daco di Pollica. Conosciuto come il “sindaco pescatore”, sia per la sua attività lavorativa ma anche per il suo attivo impegno ambien-talista, Angelo Vassallo probabil-mente è stato ucciso perché si era opposto a tentativi di infiltrazioni

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Commento alle scritture MARZO 2012

Il Signore è risorto!Gioite e rallegratevi! Alleluja!Un commento ai testi del Vangelo di Marco sul tema della RisurrezioneP. JUSTIN SCHEMBRI, O.P.

Alleluia! Cristo è risorto! Alleluia! Questo mese di aprile si celebra la festa che dà senso alla nostra vita: la Pasqua! La Resurrezione di Gesù segnala la realizzazione della speranza del popolo di Israele: il Dio della vita non ha voluto farci morire nel no-stro peccato ma invece, attraverso suo Figlio, ci chiama alla vita, alla vita piena! Non meravigliamoci se cantiamo e gridiamo Alleluia la domenica di Pasqua; la desola-zione della notte ci ha lasciato e ora viviamo completamente alla luce di Dio – Alleluia! Visto che siamo nell’anno B del calendario liturgico, la Chiesa propone che si rifletta sulla scena della Resur-rezione come narrata nel Vangelo di Marco (Mc 16,1-8). Gli evan-gelisti non sono stati soltanto rac-coglitori della tradizione evange-lica, ma sapevano anche ‘copiare e incollare’ insieme le tradizioni tramandate loro. Infatti, l’unici-tà del messaggio evangelico è che le tradizioni della buona novella di Gesù sono state messe insie-me in un modo unico rivelando uno specifico progetto; l’evan-gelista ha modellato la tradizione secondo uno specifico scopo te-ologico. Cosa ha fatto Marco? Il disegno di Marco è stato duplice: approfondire la nostra compren-

sione di Cristo e la nostra sequela cristiana. Infatti, questi due inte-ressi sono presentati dallo stesso Marco all’inizio del suo vangelo: “Inizio della Buona Novella di Gesù Cristo, Figlio di Dio”. (Mc 1,1). L’inizio si riferisce alle di-chiarazioni fondamentali e alleesperienze formative che vengo-

no proposte con l’obiettivo di rendere un livello più profondo di comprensione e di impegno possibile per i discepoli di Cristo, e che troviamo adesso all’interno della Chiesa. Il centro del messag-gio evangelico in sé è il racconto della Passione (Mc 14,1-16,8) dove si scopre chi è Cristo vera-

Raffaello Sanzio, Risurrezione

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Commento alle scritture MARZO 2012

mente e qual è il ruolo del seguace di Cristo. Marco ci aiuta ad arri-vare al suo culmine gradualmente costruendo la sua narrazione at-traverso l’uso del termine “con-segnare a”. Gesù comincia a pre-dicare il vangelo di Dio in 1,14 e si conclude con lui che è “conse-gnato nella mani degli uomini” in 9,31; 10,33; 14,43-52 (l’arresto). Anche la chiesa partecipa a questo movimento: predica il Vangelo di Gesù Cristo, il figlio di Dio (1,1) e finisce, attraverso i suoi fedeli, a essere“consegnata ai sinedri” in 13,9-12, a cui fa seguito la venu-ta finale di Gesù, atteso come il fi-glio di Dio (13,26-27). Dopo aver costruito la narrazione, Marco af-fronta il cuore del suo messaggio, cioè la conseguenza dell’ essere consegnato: la Passione e morte. La passione e la morte sono l’in-carnazione della buona novella; la croce di Cristo è il luogo centrale della rivelazione. Tuttavia, questa rivelazione sarebbe priva di signi-ficato e di speranza se la storia fi-nisse lì, se egli non fosse risorto, sarebbe morto invano. E’ solo la risurrezione di Cristo che dona il significato alla sua Passione e alla sua Morte; un significato di spe-ranza, gioia e salvezza trasmessa in nome dello stesso Cristo Gesù: Salvatore e Messia. È questo il significato pasquale che ci dà un posto nella Chiesa. Cristo muore per i nostri peccati ed è resusci-tato per darci la vita: anche noi siamo destinati a morire nel pec-cato per vivere con Dio. Marco è stato l’erede della proclamazione stupefacente che Dio ha resusci-tato Gesù dalla morte. Questa buona novella, come previsto da

ma il giovane comunica loro la sua Resurrezione, sia con le pa-role che con la sua persona. (3) Cristo risorto riunisce gli aposto-li e dà loro la speranza e la gioia di predicare il Vangelo. In 14,28 Egli promette ai suoi discepoli che li avrebbe incontrati in Gali-lea dopo che fosse risorto – e ab-bandonato da tutti; la promessa si rinnova in 16,7 ed effettivamente la Galilea è il luogo dove gli apo-stoli riceveranno il ministero per predicare il Vangelo. Infine, c’è lo sconcertante terrore, lo stupore e la fuga finale delle donne fedeli. Incastonato nel Vangelo di Mar-co è il segreto messianico: Gesù non è stato riconosciuto come il Messia dai discepoli prima della Resurrezione; solo dopo la Re-surrezione egli è riconosciuto come tale. Lo stupore delle don-ne è quindi una risposta adeguata a un Dio che distrugge il confine tra la morte dell’uomo e la vita; un limite che si pensava fosse im-possibile da rompere. La comu-nità post-pasquale, fu testimone dell’ “impossibile”: il Dio della vita è risorto, colui che era morto ora non lo è più, ma ha la vita in pienezza. La Buona Novella è proclamata e adesso può essere predicata a tutte le nazioni – que-sto è il progetto della Chiesa; un progetto che è possibile solo per-ché Cristo è morto e ora vive, un progetto che vuole trasmetterci la stessa pienezza di vita, un proget-to che è intriso di gioia e felicità, perché “Egli è risorto, egli non è qui”… e così cantiamo: Gioite e rallegratevi! Il Signore è risorto! Alleluia!

Marco, è vista attraverso la tomba vuota. In essa, troviamo le verità fondamentali della fede cristiana: (1) Dio ha risuscitato Gesù dal-la morte – una confessione senza la quale la fede cristiana sarebbe vuota. (2) Cristo risorto non è al-tro che Gesù crocefisso. Marco dimostra questo in molti modi: in primo luogo le donne che si re-cano alla tomba vuota (Mc 16,1) – Maria di Magdala, Maria di Gia-como e Salome – sono le stesse tre donne che, in Mc 15,40, os-servano la crocefissione di Cristo da lontano. In questo modo, que-ste stesse donne che vedono Cri-sto morto sulla croce diventano i primi testimoni della sua Resur-rezione. In secondo luogo, esse si recano molto presto la mattina nel primo giorno della settimana in cui il sole era sorto. La desola-zione e la disperazione della not-te è passata; Cristo – la luce del mondo – ha vinto le tenebre e la morte! Inoltre, quando le donne entrano nella tomba vedono un giovane, seduto sulla destra, che indossa una veste bianca. Questo giovane è simbolicamente simile a Gesù risorto: la sua veste bianca ci ricorda la trasfigurazione che an-ticipa lo stato glorificato di Gesù dopo la sua morte, mentre il gio-vane seduto sulla destra indica che adesso Gesù siede alla destra di Dio. Infine, le sue parole (“sie-te alla ricerca di Gesù di Nazareth che è stato crocifisso. Egli è ri-sorto, egli non è qui”) non solo rivela che egli sa perché le donne si recano alla tomba, ma afferma anche che sono alla destra del-la tomba – la tomba vuota! Le donne non vedono Gesù risorto,

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Vita associativa MARZO 2012

LUCIANO PISONI

E’ proprio così: quest’anno, dopo 1200 km. percorsi a piedi, in 57 pellegrini, Adulti Scout ed altri amici che si sono affiancati lungo il cammino, concluderemo que-sta esperienza.Ci incontreremo a Sant’Antimo, straordinario Centro di Spiritua-lità in provincia di Siena il giorno 11 agosto e chiuderemo la Route a Roma il 24. I partecipanti pro-vengono da varie parti d’Italia e dalla Slovenia: Lubiana (SLO), Massafra e Mottola (TA), Viter-bo, San Giovanni Valdarno (AR), Sestri Levante (GE), Genova, Mugnai (BL), Belluno, Schio e Malo (VI), Treviso, Verona, Aba-no Terme (PD), Parma, Merano

(BZ), Piacenza, Lodi, Como, Collegno Grugliasco e Rivo-li (TO), Torino, Alzano Lomb., Clusone, Solza, Dalmine e Rani-ca (BG), Bergamo. Tutti hanno dato un contributo importante per le varie necessità organizzati-ve e logistiche. Abbiamo iniziato nel 2008 e, con tappe annuali di circa 200 km., avremo percorso tutta la Via Francigena del Nord che conduce alla tomba di Pietro, centro della cristianità.Le tappe sono state: Gran San Bernardo-Vercelli nel 2008, Monginevro-Vercelli e Vercelli-Fidenza nel 2009, Fidenza-Lucca nel 2010, Lucca-Sant’Antimo (SI) nel 2011 e quest’anno sarà

Sant’Antimo-Roma.Certamente non è la stessa cosa fare tutto il percorso ininterrotta-mente come facevano gli antichi pellegrini e molti ancor oggi lo fanno, ma questa formula l’avevo proposta per tenere in conside-razione esigenze quali la dispo-nibilità di tempo e l’età, ovvero l’impegno fisico di molti, non più giovanissimi.Il modello organizzativo si è man mano evoluto poiché il numero dei partecipanti è continuamente cresciuto fino a dover comporre 2 gruppi di camminatori che, di-stanziati di 1 giorno, seguono lo stesso percorso, utilizzano le stes-se strutture di ospitalità e svolgo-

Con il MASCI sulla Via Francigena Si conclude l’Impresa Nazionale dopo 1200 Kilometri a piedi.

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Vita associativa MARZO 2012

no le medesime attività. Ciò ha comportato la formazione di uno staff allargato e in grado di affrontare sia le necessità comuni che all’interno del singolo grup-po.L’aspetto spirituale di questa esperienza è nel bagaglio perso-nale di ciascuno ma è certo che tutti ce lo portiamo dentro di noi in modo indelebile. Alcuni hanno anche esternato riflessioni ed emozioni che sono state raccolte in fascicoli annuali e che andranno a comporre un “li-bro di bordo” finale.I temi che ci hanno accompagna-to e sollecitato sono stati, rispet-tivamente: “Gesù, un uomo che cammina”, “San Paolo”, “Il Volto di Cristo”, “Vogliamo essere sale della Terra? Come? Se non ora, quando?” e quest’anno sarà “Tu sei Pietro. Pietro, uomo come me; io, uomo come Pietro”Abbiamo vissuto, al meglio che potevamo, la “Spiritualità della strada”, in maniera idonea a per-sone adulte, dedicando i tempi alla preghiera, al dialogo, al silen-zio, al canto, all’incontro degli al-tri, all’Eucarestia oltre ai momen-ti di festa e conviviali.Anche sotto l’aspetto umano ab-biamo vissuto situazioni molto si-gnificative per alcuni disagi di ac-cantonamento, incomprensioni, fatica fisica, caldo, a volte carenza d’acqua, assenza di segnaletica, pioggia, ma anche esempi mirabili di ospitalità, di servizio impegna-to di alcune Comunità MASCI o assenza di altre, accoglienza sin-cera e anche generosa di ammini-

strazioni locali e sacerdoti. In alcuni tratti il CAI ci ha con-dotto per sentieri poco noti, dan-do esempio di disponibilità e ci accompagnerà anche quest’anno nel tratto Campagnano Romano-La Storta-Roma.Nei vari incontri e posti-tappa ab-biamo lasciato una pergamena-ri-cordo del MASCI con tutte le nostre firme. Per ogni tappa annuale abbiamo messo in un punto significativo e di passaggio dei pellegrini, la Cro-ce della Route MASCI, a perenne memoria ed a sostegno nella fati-ca del viandante.L’attraversamento del Lazio e l’arrivo a Roma ha dato occasio-ne al MASCI di questa regione di mettersi a disposizione per acco-glierci ed aiutarci a risolvere alcu-ne necessità logistiche:

grazie! I luoghi che attraversere-mo sono carichi di storia, arte e spiritualità: Acquapendente, Bol-sena, Sutri, La Storta, per citarne solo alcuni. Il pellegrino quando torna a casa scopre che la mèta, alla fine, non è stata la tomba di Pietro o Roma. La vera mèta è stata un insieme di riscoperte: il cammino, il con-tatto con la natura, l’essenzialità, l’ospitalità, la strada, il supera-mento dei disagi, i momenti di si-lenzio e di ascolto del Verbo che, come ci ha promesso, camminava vicino a ciascuno di noi. Ma siamo tutte persone assetate, alla continua ricerca della Verità che sta in noi e intorno a noi e allora ci chiediamo tutti ed an-che altri chiedono: quali strade percorreremo l’anno prossimo, e dopo ancora?

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Vita associativa MARZO 2012

Mentre si stanno concludendo i fe-steggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, riteniamo do-veroso fare alcune considerazioni. L’Italia simbolicamente è stata unita dalla nascita del Regno d’Italia nel 1861, ma in realtà i vari passaggi del-la unificazione sono venuti in tem-pi successivi. La Grande Guerra del ‘15-’18 è stato certamente un punto fondamentale di unificazione con la sconfitta della dominazione asburgi-ca, ma la vera unità si è avuta solo meno di 70 anni fa con la Resistenza e la Lotta di Liberazione e la nascita della Costituzione della Repubblica Italiana che è uno dei migliori testi esistenti tra tutti quelli europei. Il Masci ha avuto occasione di ricor-dare la Grande Guerra con le Route fatte sul Pasubio e sull’Ortigara ed i 150 anni dell’Unità d’Italia con la Route della primavera del 2011. Per proseguire questo percorso abbia-mo pensato di proporre una Route “sui sentieri della Resistenza” in Pie-monte e a Torino dove nacque que-sto fenomeno di coesione nazionale che ha portato l’Italia a ridefinire una sua identità. Tre giorni saranno pochi ma possono essere sufficienti a far proprie le parole di Piero Ca-lamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigio-nati, nei campi dove furono impic-

montagna dove l’aria è più fine e favorisce la riflessione e il pensiero. Ripercorrendo quei sentieri, rivisi-tando quei luoghi, ci accorgeremo che la memoria non è un ricordo no-stalgico, ma diventa un evento attra-verso il quale portare riconoscenza alle donne e gli uomini che hanno fatto parte di quella storia e contem-poraneamente dare vita alle azioni di oggi che devono essere capaci di rinnovare quella storia e di indicare un futuro con forza viva e vivida. In un presente dove le rotte sono con-fuse e le strade sembrano annebbiate sentiamo il bisogno di ritrovare e ri-affermare il valore inclusivo della cit-tadinanza come appartenenza e par-tecipazione di tutti e di ciascuno alla vita della società. Perché “vivere la memoria” significa andare alla ricer-ca della verità in ogni gesto quotidia-no, in ogni situazione, attraverso la quale si cerca di costruire insieme il domani, consapevoli, però, che l’im-pegno dei singoli non è sufficiente e che il luogo della realizzazione di questi intenti è la politica, quella vera, quella che Paolo VI definì “la forma più alta di carità”.

cati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero per-ché lì è nata la nostra costituzione”. Coloro che caddero lottando per costruire un’altra storia vanno ricor-dati perché il silenzio non chiuda la bocca ai morti e dove non è arrivata la giustizia arrivi la memoria perché un popolo senza memoria non ha futuro!“La memoria conta veramente - per gli individui, le collettività, le civil-tà - solo se tiene insieme l’impronta del passato e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare ciò che si voleva fare”. E’ questo – come indicato nella cita-zione di Italo Calvino – il senso della route che proponiamo agli A.S. Ri-cordare, restituire valore alla memo-ria, è attività centrale per la costru-zione di processi di cittadinanza che riconoscano e tutelino i diritti, per costruire percorsi di cambiamento, per sostenere responsabilità ed im-pegno. Ancora una volta scegliamo di metterci sulla strada, questa volta percorrendo sentieri alpini oggi un po’ in disuso. Vogliamo ritornare in

Sentieri di Resistenza. Tra storia e attualità Una proposta di route del Masci Piemonte

La data: 14 – 17 giugno 2012 - Termine per le iscrizioni: 15 maggio 2012 Numero massimo partecipanti 30 - Quota euro 120 Il percorso si svolge su sentieri di montagna adatti a camminatori medi e raggiunge la quota 2000 m. Per informazioni e iscrizioni: Giuseppe Viotto Cell. 3358458299 E-mail [email protected] Gianluigi Forgia Cell. 3357799195 E-mail [email protected] Modalità di iscrizione, dettagli e notizie logistiche su equipaggiamento e percorso verranno fornite in seguito direttamente ai partecipanti

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Canada* - Francophone and Trefoil guildSlovenia** - Operates without belonging to a sub-region

Vita associativa MARZO 2012

AFRICA8 AssociazioniNazionali

BeninBurkina FasoCongo (DROC)GambiaGhanaIvory CoastNigeriaSenegalUgandaZambia

ARABA10 Associazioni Nazionali

BaharainJordanKuwaitSaudi Arabia

ASIA PACIFICO

8 Associazioni Nazionali

AustraliaBangladeshIndiaIndonesiaMalaysiaNew ZealandPakistanSri Lanka

EUROPA29 Associazioni Nazionali

AreaMediterranea

Nordico BalticaDenmarkFinlandIcelandLithuaniaNorwaySwedenEuropa Occi-dentaleBelgiumIralandLuxembourgNetherlandsUnited Kingdom

Europa Meridio-naleCyprusFranceGreeceItalyPortugalSpain

AlgeriaEgyptLebanonLibyaMoroccoTunesia

Europa Cen-traleAustriaCzech RepublicEstoniaGermanyHungaryLatviaLiechtensteinPolandRomaniaSlovakiaSwitzerland

4 Sub-Regions

Slovenia**

EMISFERO OCCIDEN-

TALE5 Associazioni Nazionali

CanadaCuracaoHaitiMexicoPanama

Central BranchArgentinaArubaBrazilCanada*ChileCosta RicaCubaEcuadorNicaraguaPeruSurinamTrinidad & Tob.UruguayUSAVenezuela

Central BranchBurundiCameroonCape VerdeCongoKenyaLiberiaMalawiRwandaSouth AfricaTanzaniaTogo

Central BranchCambodiaIranJapanMaldivesNepalPhilippinesTaiwan

Central BranchAzerbaijanIsraelTurkey

Central BranchIranSudan

© International Scout and Guide Felloship

Gli Scout Adulti nel mondo62 Associazioni Nazionali Scout and Guide 32 Paesi nella Central Branch 5 Regioni, 4 Sub-Regioni

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Il giornale dei lettori MARZO 2012

Pochi ma buoni: il mio contributoNANDO PARACCHINI

Lo scambio di pareri in corso, nato

dall’articolo di Romano Forleo su Strade

Aperte e dalla risposta di Paolo Linati,

ha evidenziato l’argomento dell’atteg-

giamento dello Scautismo degli adulti

di fronte ai problemi della società in cui

vivono. La differenza tra i pareri dei due

autori sta nel “modo” e nel chi lo fa:

Romano considera che questo compito

tocchi al MASCI come tale (come as-

sociazione, come Movimento), mentre

Paolo ritiene che siano i singoli A.S. che

abbiano questo compito.

Una novità che non è nuova

Tale argomento non è altro che la spe-

cificazione di un orientamento abba-

stanza diffuso nel Movimento: che lo

Scautismo degli adulti prenda posizioni,

atteggiamenti, debba esprimere parere a

fronte di problemi della società e si com-

porti di conseguenza. Come dire che sia

presente in essa, anche attivamente. Una

tale tendenza – che è sempre stato pre-

sente in diversi Associati, almeno come

desiderio o speranza -- si sta eviden-

ziando, con sempre maggiore precisio-

ne, anche negli ultimi eventi associativi

nazionali, negli ultimi numeri di Strade

Aperte e in qualcuno dei relativi “qua-

derni”, oltre che nei documenti diramati

via mail e tramite la rete dei Magister,

un po’ alla spicciolata, da parte dei no-

stri Responsabili nazionali. Si riscontra

in tutti questi fatti -- che sono il riflesso

di una maturazione in corso nel Movi-

mento -- come anche nei due articoli

su Pochi Ma Buoni, la tendenza sempre

più accentuata, che lo Scautismo degli

adulti sia attivamente presente nella so-

cietà. Si tratta, a questo punto, di asse-

condare questa tendenza, di seguirla, di

evidenziarla opportunamente e di farla

diventare una impostazione associativa.

E specificherei, meglio se ciò avviene

senza slogan, senza proclami, quasi in

un operoso e riservato procedere. Tra

le due impostazioni di modi – che sono

ambedue sullo stesso argomento – una

certa preferenza esprimerei a quella che

assegna ai singoli A.S. questo compito di

presenza e di comportamento. Per i due

seguenti motivi:

1. Che il Movimento, il MASCI come

tale, non ha una funzione politica e deve

restare quello che è e per cui è nato: di

raccogliere gli adulti che intendono fare

Scautismo attivo e di aiutarli nel curare

la loro formazione permanente.

2. Che in pratica è già così: gli Scout

adulti sono nel quotidiano della vita,

con tutte le con-seguenze. E’ un aspet-

to sul quale si può aggiungere qualche

commento.

Ciò che già avviene

Per altro è già come viene detto in quei

due articoli pubblicati su S.A. E’ già così

e, in fondo, non è una novità. Voglio dire

che è quello che molti di noi tentano di

fare nella loro vita, anche come conse-

guenza e continuazione per la vita, del

Roverismo praticato da giovane. E ciò

in via spontanea, senza che sia necessaria

una “campagna” del Movimento. Infatti

lo Scout nella vita (proveniente o meno

dal Roverismo) ha un atteggiamento

dettato dall’etica dello Scautismo, Pro-

messa e Legge. E di conseguenza gli vie-

ne, si potrebbe dire automatico, di avere

pareri personali circa i fatti del vissuto, di

esprimerli e, se il caso, di comportarsi di

conseguenza. Per buona parte degli A.S.

è già così. E’ la conseguenza diretta del-

lo Scautismo nel quotidiano. Perché essi

sono – attivamente -- nella realtà dei vari

aspetti della loro vita: sono nel lavoro,

sono nella famiglia (che vuol dire anche

paternità e maternità), sono nella chie-

sa, sono nella vita sociale e per qualcu-

no nella politica attiva, sono nel servizio

individuale, continuato o saltuario che

sia, e anche attraverso la professione che

può essere un occasione e una fonte di

Servizio. E’ in questi ambienti che può

esercitarsi la “missione” dell’A.S. Chi

più convinto chi meno, chi tanto impe-

gnato chi poco, a seconda delle situazio-

ni e delle indole: non siamo tutti uguali,

cia-scuno di noi è un “caso”.

Quello che può apparire una novità è

soltanto riconoscimento/accentuazione

di un fatto che, da tempo, nasce sponta-

neamente, come conseguenza del vivere

il proprio Scautismo nella vita di tutti i

giorni. Si tratterebbe soltanto di chiarire

alcuni aspetti:

I) di precisare che, oltre ad essere uno

stile di vita, lo Scautismo nel quotidiano

dell’adulto può anche essere la base sulla

quale appoggiarsi di fronte alle situazio-

ni del sociale;

II) di evidenziare (o di ricordare) le ori-

gini di questi comportamenti;

III) di darvi il dovuto peso e ufficialità,

confermando che è questa la “missione”

dello Scautismo degli adulti;

IV) di esercitarlo anche usufruendo

dell’appoggio di un gruppo di riferi-

mento, come possono essere le Comu-

nità del MASCI;

V) di collegarsi su tali temi con altri uo-

mini e altre donne, di buona volontà, già

orientati o disposti a orientarsi in que-

sto senso. Ben venga perciò la presenza

STRADE APERTE18

Il giornale dei lettori MARZO 2012

individuale nelle varie competenze della

vita sociale. Abbiamo tanti esempi con-

creti da citare. Ricorderei solo il titolo

di un vecchio articolo apparso anni fa su

RS-Servire (N° 1 – 1997): ”Questi adul-

ti che vivono lo Scautismo nel quotidia-

no”. Vi apparivano, già allora, alcuni de-

gli aspetti di cui stiamo parlando.

Le conseguenze per le Comunità

Ciò può avvenire anche con la parteci-

pazione a Comunità di fratelli, pronte

all’aiuto reciproco, che siano soprattut-

to degli ambienti tonificanti, che diano

il sostegno al comportamento indivi-

duale, che permettano il ricarico e chia-

riscano le motivazioni. Oltre ad essere

ambienti gioiosi, allegri e piacevoli da

frequentare. (Alle quali – lo sappiamo

-- diversi, per loro ragioni, non hanno

voluto appartenere, alcuni ne sono sta-

ti delusi, altri sono rimasti lo stesso pur

riconoscendone le carenze, altri ancora

aderiscono con convinzione e soddisfa-

zione. Molto dipende dalla Comunità di

appartenenza.) Le Comunità per essere

tali hanno bisogno di essere aiutate, af-

finché possano e sappiano diventare dei

veri Cenacoli di formazione e di appog-

gio. Servirebbe per questo inserire in

Strade Aperte, in più di quelle propo-

ste da Paolo Linati – oltre, perciò, alle

tante pagine destinate all’apertura sul

mondo circostante e a quelle limitate di

“vita del movimento” -- una pagina di

“come si fa che cosa”. Si tratterebbe di

una pagina “tecnica”, nell’antica usanza

delle riviste scout, di conduzione delle

attività, rivolta a far diventare le Comu-

nità quello che devono essere in questa

prospettiva. Non più di una pagina (o

mezza) ma che ci sia sempre, in ogni nu-

mero della Rivista, al fine di costituire

un bagaglio sempre disponibile, come

fossero degli elementi di un metodo di

conduzione. Senza slogan o proclami.

Ma con una forma di attivismo fattivo

alcune nostre impostazioni: vita sobria,

essenzialità, creatività e inventiva, un

certo stile, perfino anti consumismo, ri-

sparmio energetico. E forse anche -- o

ne fanno parte -- educazione degli adul-

ti, vita all’aperto, servizio, spiritualità,

cristianesimo vissuto, ecc. Vengono tutti

da quella fonte come causa, o ne sono

gli effetti. Pur folkloristico che sia, è un

bagaglio che è bene conservare. Direi a

due condizioni:

• una, che non sia esclusivamente l’imi-

tazione di quanto avviene nello Scau-

tismo giovanile. Occorre individuare/

adottare un modo adulto di fare queste

cose;

• due, che non ci sia solo quello o che

non sia preponderante.

Voglio dire: ben venga un modo nostro,

nella tradizione dello Scautismo, di esse-

re allegri e di passare le serate (anche per

non cadere nell’eccessiva “seriosità”),

anzi che sia come un contorno che serva

a sentirci a casa nostra e che faccia da

sfondo ai contenuti maggiori.

2) Qualcuno, nelle sue proposte sull’ar-

gomento in discussione, ha accennato

ad un modo più sobrio di portare l’uni-

forme, senza tanti distintivi. Potrebbe

bastare il giglio-trifoglio, segno del-

la Promessa. Anche in questo non è il

caso di imitare lo Scautismo giovanile.

C’è una maggiore semplicità che si ad-

dice agli adulti. Aggiungerei un detta-

glio, collegato a quanto sopra, anch’esso

di modesta importanza ma che occorre

dire: il fazzolettone blu chiede di essere

portato con riguardo e distinzione: sen-

za quegli aggeggi di fantasia che tanti

vi attaccano. Una certa sobrietà nelle

piccole cose risulta, di gran lunga, più

“stiloso” e più da adulto. Per chiudere

tengo a ringraziare il cortese lettore/la

gentile lettrice che ha avuto la costanza

di leggere fin in fondo questo testo. Con

i miei complimenti.

che sappia essere anche discreto. Non

degli obblighi per le Comunità ma dei

suggerimenti. Puntando, anche tramite

questi suggerimenti, a che le Comunità

siano, in contemporanea, di Scautismo

adulto, di attenzione alle persone, di vita

all’aperto, di preghiera, di spiritualità, di

ricerca e studio (pure di piacere di stare

insieme, di gioco e di letizia), e anche di

predisposizione e preparazione alla pre-

senza individuale nella società, nelle loro

singole posizioni di vita: qui e adesso. E

che divengano di richiamo alle persone,

donne e uomini non associati, che perse-

guono gli stessi indirizzi o che l’esempio

convince. Per concludere

Tutto questo è una visione eccessiva-

mente ottimistica? O che sia fuori dalla

realtà? Può darsi. Sono però del parere

che non bisogna forzare. Solo indirizza-

re, spiegare, giustificare, far venir voglia,

finché la gente capisca la “missione” e

sia invogliata a fare. A mettere in atto

questo doppio, e in parte nuovo, aspetto

del nostro Movimento. Il quale potreb-

be avere trovato la sua strada odierna.

Aggiungo poi, nel Post Scriptum, due

argomenti di dettaglio che esulano un

po’ dal tema di cui stiamo parlando

ma sui quali, giacché accennati da altri

all’occasione di questo scambio, tengo

ad esprimere un parere.

P.S. - Due argomenti di dettaglio

1) Romano, pur sommessamente, cri-

tica il folklore scautistico (la nostalgia

dei bivacchi). E con ragione: abbiamo

spesso detto – o cercato di dire – che lo

Scautismo degli adulti non doveva ne-

cessariamente essere una copia di quello

giovanile. Ma non è che si possa vietar-

lo. Se ci sono degli A.S. che ci tengo-

no, lasciamoli fare, almeno loro saranno

contenti del MASCI. Aggiungerei però

che è il nostro stile, una caratteristica di

tutto lo Scautismo, ed è dall’ambiente

così creato che partecipano/derivano

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Il giornale dei lettori MARZO 2012

PINO BENAGIANO

Ci giunge questa proposta di Pino Benagiano, scout e personalità di primo piano nel mondo medico e scientifico, che potrebbe apparire un po’ al di sopra delle nostre forze, ma che accogliamo con convinzio-ne, anche perché si pone nello stesso cammino che il MASCI ha intra-preso, attraverso ECCOMI, per le iniziative di cooperazione inter-nazionale. Invitiamo tutti coloro che conosco-no, o sono attivi, in iniziative di questo tipo a comunicarle alla Re-dazione di Strade Aperte.Il mondo scout nelle sue varie manifestazioni, quali le Associa-zioni giovanili, quelle degli adulti, la galassia degli ex con bei ricordi o i semplici amici, conta forse un milione di persone in Italia.Si tratta di persone che, in un modo o nell’altro, si rifanno ad alcuni principi di base dello scau-tismo: sono cioè persone sensibili all’aiuto verso i più deboli e meno fortunati. Persone che per educazione sono “pratiche” e “con i piedi per ter-ra”. Persone che amano essere attivi nella società e soprattutto vorreb-bero essere utili, ma sanno anche essere disinteressati.La prova migliore di questa real-tà sono le miriadi di iniziative a favore dei più deboli sia in Italia

Il mondo Scout aperto al Mondo

che nel mondo. Nel mondo scout sono nate ini-ziative ed organizzazioni senza scopo di lucro degne di ogni elo-gio e sostegno.Ciò che ancora manca è riunire tutte queste iniziative sotto un “ombrello comune”, capace di presentarle al mondo scout per ottenerne l’appoggio. Detto in parole povere manca un “Telethon Scout” capace di mo-bilitare tutte le persone del mon-do scout e non a sostegno delle iniziative esistenti e di nuove da creare. Il potenziale, anche solo dal pun-to di vista finanziario, è grande ma del tutto inesplorato.È quindi necessario che tutti co-loro che nel mondo scout hanno già in essere iniziative o vorrebbe-ro crearne di nuove, si riuniscano per valutare la possibilità di creare una struttura comune di sostegno

in grado di far conoscere quanto viene fatto o si vorrebbe fare. Una struttura di questo genere non dovrebbe entrare nella ge-stione delle iniziative. Dovrebbe propagandarle in modo unitario, con grandi iniziative na-zionali per la raccolta di fondi e idee. È chiaro che se l’iniziativa doves-se partire ed avere successo, un punto fondamentale dovrebbe essere la trasparenza finanziaria. Telethon, dimostra che - se gli Italiani si convincono che i loro soldi sono investiti bene- sanno aprire i cordoni della borsa anche in tempo di crisi.Come punto di partenza dovreb-be essere organizzata una riunio-ne di coloro che sono già attivi in iniziative di solidarietà in Italia o nel mondo, in modo che tutti siano partner paritari della nuova iniziativa.

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Il giornale dei lettori MARZO 2012

Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le ge-nerazioniLUIGI CONFALONI

Sempre più apprezzato il contri-buto offerto dalle persone della età matura e il 2012 è stato pro-clamato Anno europeo dell’in-vecchiamento attivo e della soli-darietà tra le generazioni, il cui principale obiettivo è agevolare la creazione di una cultura dell’in-vecchiamento attivo in Europa, basata su una società per tutte le età con la crescita della aspettati-va di vita, “un’occasione per tutti noi per riflettere su come oggi gli europei vivono e restano in salute più a lungo, nonché per cogliere le opportunità che ne derivano” (si legge sul sito europeo dedica-to).

Secondo recenti dati dell’Istat, in Italia a fine 2010 un cittadino ogni cinque ha più di 65 anni mentre gli ultraottantenni rappresentano ormai il 6% della popolazione. In una recente indagine di Euro-barometro emerge che il 71% dei cittadini europei è consapevole che la popolazione europea sta invecchiando (entro il 2060, le persone ultra sessantacinquenni, in Europa, saranno il doppio di quelle in età lavorativa), ma sol-tanto il 42% è preoccupato per tale sviluppo (il 52% degli italia-ni).

del numero di persone anziane nella nostra società. Ciò richiede, tra l’altro, l’adegua-mento delle condizioni di lavoro, la lotta contro gli stereotipi nega-tivi e la discriminazione in base all’età, il miglioramento della sa-lute e della sicurezza sul luogo di lavoro, l’adattamento dei sistemi di apprendimento alle esigenze di una manodopera anziana e la ga-ranzia che i sistemi di protezione sociale siano adeguati e offrano gli opportuni incentivi. In Italia, il coordinamento nazio-nale dell’Anno europeo è affida-to al Dipartimento per le Politi-che della Famiglia che assicura un raccordo tra le amministrazioni interessate e tutti gli altri attori coinvolti per la programmazione delle attività nazionali.

L’Osservatorio nazionale sulla famiglia, organismo di supporto tecnico-scientifico per l’elabora-zione del Dipartimento, è parte attiva nel promuovere le iniziative previste per il 2012. In Europa l’ “AGE Platform Europe” è il network formato da circa 165 organizzazioni che si occupano degli over 50 e che rappresentano direttamente oltre 30 milioni di persone.

Inoltre, la definizione di “vec-chio” e “giovane” varia molto da paese a paese, ma “in media i cittadini europei ritengono che si inizi a essere considerati anzia-ni poco prima dei 64 anni e che non si sia più considerati giovani a partire dai 42 anni”.Oggi nella nostra società troppo spesso l’invecchiamento è perce-pito come una minaccia, un one-re a carico dei più giovani e dei lavoratori.

Per questo motivo, l’Unione eu-ropea ha proclamato il 2012 Anno europeo dell’invecchiamento atti-vo e delle solidarietà tra le genera-zioni, nell’intento di sostenere gli sforzi profusi dagli Stati, dalle au-torità regionali e locali, dalle par-ti sociali e dalla società civile per promuovere l’invecchiamento at-tivo e la solidarietà tra le genera-zioni e sfruttare maggiormente il potenziale delle generazioni nate durante gli anni dell’esplosione demografica. Oltre alla promozione di una cul-tura dell’invecchiamento attivo che valorizzi l’utile contributo degli anziani alla società e all’eco-nomia, l’iniziativa mira a mante-nere la solidarietà tra le genera-zioni di fronte al rapido aumento

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Adulti Scouts calabresi impegnati nel territorio

MARIA LAURA TORTORELLA

Il 15 gennaio scorso si è riunita a Locri l’Assemblea regionale del Masci Calabria. E’ stato un incontro particolar-mente significativo arricchito dal-la presenza del nostro Segretario Nazionale.I lavori sono stati introdotti dal Vescovo di Locri, Mons. Morosi-ni, che ci ha spronato a divenire i cristiani del cambiamento: “dob-biamo interrogarci – ha detto – sul perché, nella nostra regione, la fede abbia consentito illegalità, violenza e faide” ed ha aggiun-to “puntiamo ora ad un impegno più forte che dia buoni frutti”!Quindi Alberto, indossando l’or-mai noto grembiule, a ricordare lo spirito di servizio a cui dobbiamo sempre ispirare il nostro agire, ha abbracciato l’appello all’assunzio-ne di responsabilità formulato dal Vescovo ed ha lanciato il prossimo importante appuntamento nazio-nale “Piazze, trivi e quadrivi”. Un evento che, già dal nome, richiama il proposito del Movi-mento di aprirsi sempre più al ter-ritorio per esserne parte… E la bella Comunità di Locri ha dimostrato di esserci nel territo-rio, con i messaggi affettuosi delle istituzioni e la testimonianza, of-ferta ai partecipanti, sull’utilizzo

di un bene confiscato quale sede Masci. Don Ernesto, nuovo AER alla sua prima Assemblea, scout da sempre, ha accompagnato i lavori concludendoli con la celebrazio-ne dell’Eucarestia nella quale ha ricordato la fiducia con cui i di-scepoli hanno seguito Gesù, dan-do forza alla speranza! L’Assemblea ha consentito, dopo un confronto all’interno dei grup-pi di lavori costituiti per ambiti (cuore, creato e città), l’appro-vazione delle linee programmati-che per il prossimo triennio (per la lettura integrale vedi il sito del Masci Calabria). Con riferimento all’ambito città, tre gli obiettivi principali:• l’attenzione alle realtà di di-sagio ed il sostegno ai soggetti deboli ed emarginati Le comunità calabresi, mosse dal-la necessità di impegnarsi nei con-fronti delle varie realtà di disagio e povertà presenti nel territorio regionale, hanno scelto di inserire la problematica dell’immigrazio-ne (centrale nelle linee program-matiche del precedente triennio) in un contesto più ampio, con-sentendo a ciascuna comunità di trovare la propria occasione di risposta alla chiamata del Signore negli ultimi, nel contesto di rife-

rimento.• la promozione della cultura della legalità e della giustizia socialeGli AS calabresi hanno voluto attribuire un’attenzione specia-le alla promozione della cultura della legalità in senso ampio, una legalità che letta e vissuta unita-mente alla giustizia sociale acqui-sisce uno speciale significato, più ricco e più vero. Tale esigenza ha trovato fonda-mento e forza anche nei conte-nuti delle linee programmatiche nazionali, varate all’Assemblea di Principina (in particolare nel-la specifica mozione approvata ad ampia maggioranza, con la quale il Movimento tutto ha ribadito, quasi ve ne fosse bisogno, l’impe-gno specifico del Masci a favore della legalità). Avere recepito a livello locale tale indicazione, potrà aiutare gli AS calabresi a calarsi nel territorio, per sperimentare quella speran-za cristiana che si concretizza nell’impegno personale per la costruzione di una “città dell’uo-mo” scevra da mali, fra i quali la ‘ndrangheta, che ne minano lo sviluppo e la libera attività. Ogni Comunità potrà scegliere le modalità migliori per vivere

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Il giornale dei lettori MARZO 2012

nuovi percorsi di liberazione del territorio, senza dimenticare l’im-portanza di divenire testimoni credibili a servizio della verità: ci riconosceranno da come vivremo e testimonieremo il nostro essere adulti scout! • la promozione dell’impegno di cittadinanza attiva e di par-tecipazione democraticaSia le linee guida nazionali che i più recenti documenti propo-sti dalla nostra Chiesa italiana, ci hanno più volte, come cristiani, spronati all’impegno politico a fa-vore del bene comune. Quel bene comune che possiamo tutelare e promuovere solo impe-gnandoci ad essere dei bravi citta-dini, informandoci, documentan-doci e partecipando alle decisioni che si ripercuotono sulla nostra vita, in un’ottica non egoistica, ma di rete con gli altri, singoli, associazioni ed istituzioni. Per entrare nella storia, percependo l’essere parte del nostro contesto temporale e territoriale. Fra le possibili modalità di rea-lizzazione del secondo obiettivo, promozione della legalità e della giustizia sociale, vi è la diffusione della conoscenza e la realizzazio-ne di incontri con testimoni del nostro tempo e buoni esempi da imitare. A tal fine, in attesa di po-ter condivivere esperienze comu-ni, stiamo provando a scambiarci le “storie” dei testimoni del no-stro tempo nel nostro territorio con l’obiettivo di stilare una sorta di elenco virtuoso di uomini spe-ciali che hanno donato o ci stanno donando dei segni di speranza… perché il seme sparso possa ger-minare nei cuori disponibili!

“Del sud mi piace chi se ne sta a mani nude, disarmate;chi non si lascia tentare a opporsi ai violenti con i loro stessi metodi.

Mi piace ascoltare la gente parlare le sue parole.Del sud mi piace chi fa il padrino senza fare il padrone,chi fa doni per amicizia e non per legarti al suo clan.

Mi piacciono le madri che non dimenticano i figli,qualunque cosa abbiano combinato;

madri che supplicano i boss di ‘ndranghetadi svelare il luogo dove hanno buttato o seppellito i loro figli,

spariti di lupara bianca, per portarci un fiore.Del sud mi piacciono le donne, attente e appassionate, con cuori grandi.Mi piace vedere i giovani con l’utopia di rinnovare i partiti e la politica.

Mi piacciono quelli che in tribunale si ricordano le facce e le paroledi chi ha chiesto loro il pizzo, indicandoli davanti a tutti.”

“In questa terra dove mi è piaciuta l’idea di emigrare a rovescio,dove ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso.”

(Don Giacomo Panizza a Vieni via con me, novembre 2010)

Don Giacomo Panizza, bresciano, nel 1976 ha fondato a Lamezia Terme “Progetto Sud”, una comunità autogestita insieme a persone con disabi-lità e collabora con la Caritas nella gestione di diverse iniziative.E’ nel mirino delle cosche dal 2002, quando spezzò il cerchio della paura prendendo in gestione il palazzo confiscato alla cosca dei Torcasio, la fa-miglia malavitosa più temuta della zona. Non solo, lo stabile assegnatogli dista pochi metri dalle abitazioni dei mafiosi a cui è stato sequestrato ed ogni volta che deve accedere alla struttura deve bussare proprio a loro. Ha ricevuto molte minacce (l’ultima risale a pochi giorni fa), la sede è stata più volte danneggiata, qualcuno è arrivato a sabotare i freni dell’au-to di un disabile ed è stato sottoposto ad un programma di protezione. Ma don Giacomo non ha mai smesso di metterci coraggio e di lottare.“Bisogna che tanti facciano poco, più che pochi facciano molto. Contro le mafie serve che tutti ci impegniamo per la libertà di tutti e la legalità è cosa nostra, un tassello di questo impegno”... solo così il sud potrà sprigionare pienamente la propria bellezza.

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Vita dell’Associazione MARZO 2012

CALENDARIO ATTIVITA’ 2012EVENTO LOCALITA’

Incontro per aree Nazionale SVILUPPO AREA Sud-Centro e Nord Est

Incontro 17 - per aree Nazionale SVILUPPO AREA Nord Ovest

Isole della Competenza – “Scout Adulti nella FEDE” Assisi

INCONTRO NAZIONALE COMUNICAZIONE Roma

1° TAPPA PIAZZE (in concomitanza agli incontri AREA

di primavera)

Rotta di competenza - Campo Bibbia “L’Apocalisse” Cesclans

Consiglio Nazionale Roma

Isole della Competenza - Ambiente e sostenibilità Sala

Isole della Competenza- Educazione Cittadinanza Calabria

Responsabile e alla legalità

Comitato Esecutivo Salerno

Isole della Scoperta

Isola della Responsabilità Marche

Isole della Competenza - Espressione

Rotta di competenza - PC per comunicare il Masci

Campo di servizio Lourdes treno

Via Francigena S.Antimo-Roma

Via Francigena - Masci Goum S.Antimo-Roma

Route Burkina Faso

Isole della Scoperta su richiesta

Isola della Responsabilità su richiesta

Minicampo CN-CE Sala

Comitato Esecutivo Roma

PIAZZE, TRIVI E QUADRIVI Salerno

Incontro del Mediterraneo Cadice

Isola della Responsabilità su richiesta

Isole della Scoperta su richiesta

Rotta di competenza “Adulti scout – donne e

uomini di speranza”

ARRIVO LUCE DI BETLEMME treno

Fraternità Alpe Adria SCAMBIO ITALIA

DATA

17-18 marzo

23- 25 marzo

27-29 aprile

marzo-giugno

11-13 maggio

18-20 maggio

25-27 maggio

25-27 maggio

01-03 giugno

22-24 giugno

22-24 giugno

22-24 giugno

22-24 giugno

28 luglio-4 agosto

4-17 agosto

7-15 luglio

agosto

24-26 agosto

24-26 agosto

21-23 settembre

30 sett.-02 ott.

19-21 ottobre

31 ott.-05 nov.

21 ott.-04 nov.

02-04 novembre

02-04 novembre

15 dicembre

15 dicembre

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ControcorrenteDI ROMANO FORLEO

MARZO 2012

“Aldilà degli effetti, assai pesanti, della crisi

finanziaria in corso (ormai globale ed este-

sa all’economia reale) è da molti anni che il

reddito degli italiani non cresce più. Tra le

ragioni, ve ne sono di antiche (lacci e laccioli

della amministrazione e dei servizi pubbli-

ci, l’insufficienza dei servizi privati, in parte,

non trascurabile, un ambiente socioeconomi-

co ostile ed un basso “capitale sociale”), e di

relativamente nuove (l’alto debito pubblico,

il deterioramento delle infrastrutture , la sta-

si della produttività) “…Queste parole non

sono mie, ma di Ignazio Visco, Governatore

della Banca d’Italia, ed aprono le pagine di

uno stupendo ed agile libro, che nel titolo

stesso manifesta la sua formula per guarire i

guasti economici del nostro Paese: “Investire

in conoscenza” (Il Mulino Ed.). Conosce-

re vuol dire essere disponibile a cambiare la

nostra impostazione ideologica, a rivedere le

nostra analisi del reale, a mantenere la cu-

riosità verso il nuovo, a dedicare alla ricerca

ed alla osservazione uno spazio più largo del

nostro tempo. Da quel bravo Capo Clan che

è stato, Ignazio nelle sue riflessioni fa sentire

il gusto dell’avventura (ad ventura), il piacere

di giocarsi nel gioco della vita, la volontà di

porsi sulla “strada”. Ebbi la fortuna di aver-

lo insieme a Giulia, nelle prime redazioni di

quel rivoluzionario giornale dei rovers e delle

scolte che fu “Camminiamo Insieme”. Quel-

la umiltà dello studioso, quel rispetto assolu-

to di idee e progetti degli altri, unito ad un

gusto per l’ esplorazione del mondo e nello

stesso tempo unito alla conservazione della

forza dei sogni, equilibrata da una rilevante

concretezza operativa, è per noi esempio,

ma anche punto di riferimento. per capire

l’economia prima di giudicarla, per impedi-

re che il sistema del quale assistiamo (senza

rammarico) la scomparsa, ( soffocato da una

assurda “deregulation” ), ci impedisca di co-

struire una società più equa, più attenta alla

voce dei poveri, più sobria e solidale. Rima-

niamo quindi in cammino lungo una strada

che ci vuole, nel nostro piccolo, costruttori

di una mondo nuovo, in cui si ribalti il do-

minio del mercato sulla politica, e di questa

sulla educazione.Il primato della educazione,

come aumento delle conoscenze e nello stes-

so tempo formazione permanente, su una

politica capace di rispondere ai bisogni fon-

damentali dell’uomo e non tanto dei deside-

ri individualistici, che non consumi la natura

e le relazioni fra gli uomini, ci deve spingere

a regolare l’economia, con precisi interventi

politici dettate dalla equità e dalla valorizza-

ione di “tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.

STRADE APERTE

N° 3 . Anno 54 Marzo 2012

SCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMAAl n°. 6920/59 del 30/05/1959

PERIODICO MENSILE DEL MASCI(MOVIMENTO ADULTI SCOUTCATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONEPERMANENTE, PROPOSTA ECONFRONTO

PRESIDENTE NAZIONALE:Riccardo della RoccaSEGRETARIO NAZIONALE:Alberto AlbertiniDIRETTORE RESPONSABILE:Pio CerocchiDIRETTORE:Giovanni MorelloVia Ludovico Micara, 3400165 RomaTel. 06. 68193064Fax 06. 68131673Cell. 320. 5723138 - 339. 6541518e-mail: [email protected]

COLLABORANO IN REDAZIONEGiorgio ArestiCarlo BertucciPaola Busato BertagnolioMatteo CaporaleGaetano CecereCarla CollicelliPaola Dal TosoMaurizio de StefanoVincenzo FlaviRomano ForleoDora GiampaoloMario MaffucciFranco NerbiMaurizio NoceraMario SicaSergio Valzania

REDAZIONEVia Picardi, 6 - 00197 Roma

STAMPAT. Zaramella Real. Graf. s.n.c.Caselle di Selvazzano (PD)E-mail: [email protected]

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ASSOCIATO ALL’USPI

TIRATURA: 5.000 copie

Chiuso in redazione il 29 febbraio 2012

QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’ UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALE IN DATA

Per Salerno si parte Giovanni Morello 1Benvenuta la nuova Comunità Cesena 6 d. Romano Nicolini 2Dossier: Piazze, Trivi e QuadriviAbitare la città dell’uomo: le Piazze Riccardo Della Rocca 3 La prima Guida 5Don Peppe Diana 6Aldo Capitini 7Aldo Vassallo 8Scheda di iscrizione 9Il Signore è risorto … p. Justin Schembri o.p. 11Con il MASCI sulla Via Francigena Luciano Pisoni 13 Sentieri di resistenza … 15Gli Scouts Adulti nel Mondo 16 Pochi ma buoni: il mio contributo Nando Paracchini 17Il mondo scout aperto al Mondo Pino Benagiano 19Quando, da Adulto e Scout Francesco Marchetti 19Anno Europeo dell’invecchiamento attivo … Luigi Confaloni 20Adulti scouts calabresi impegnati … Maria Laura Tortorella 21Un anno di attività 23Controcorrente Romano Forleo 24

Sommario