Strade Aperte Maggio 2013

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PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO SPEDIZIONE IN A.P. 45% ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA EURO 2,00 LA COPIA EDITORE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITA’: Strade Aperte Soc. coop. a.R.L., Via Picardi, 6 - 00197 Roma, www.masci.it SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA Il cammino è iniziato GIOVANNI MORELLO N UMERO 5 M AGGIO 2013 - A NNO 55 Il cammino verso l’Assemblea nazionale di Domodossola è ini- ziato. In questo numero pubblichia- mo la scheda di partecipazione, la cui compilazione costituisce, in certo senso, il giro di chiave che avvia il motore dell’auto. L’assemblea, come è noto, si terrà dal 18 al 20 ottobre p.v., nella ridente località turistica di Bardonecchia, in Piemonte. Sarà un’assemblea molto importante per- ché sarà chiama a rinnovare i vertici asso- ciativi (Presidente nazionale, Segretario nazionale e 10 Consiglieri nazionali che, insieme ai Segretari regionali, forme- ranno il nuovo Consiglio nazionale) e, soprattutto, ad approvare le Linee pro- grammatiche per il triennio 2013-2015. Tutte le regioni sono impegnate a pre- sentare proposte e iniziative programma- tiche per determinare le “linee” che gui- deranno il movimento nei prossimi anni e lo porteranno “Oltre il ponte”, secondo lo slogan scelto per l’occasione. Nello stesso tempo vanno maturando le candidature. Non vorremmo che questo importante esercizio democratico possa venire mac- chiato da manovre e giochetti di potere, alla stregua di quanto avviene talvolta nei consessi politici, o presunti tali. La lealtà e la fratellanza, cardini della Leg- ge scout, e regole di vita per ogni adul- to scout, ci devono guidare, come stella cometa, in questi mesi di avvicinamento all’assise assembleare e determinare le nostre scelte. Ho avuto il piacere di par- tecipare (sia pure per poche ore) al Con- siglio Generale dell’AGESCI, insieme al Presidente, il cui saluto – non formale - è riportato in queste pagine. Vi ho incontrato la Comunità MASCI di Foligno che, insieme ad altri adulti scout dell’Umbria, era stata chiamata a svolgere un servizio impegnativo ed apprezzato. L’AGESCI è lanciata verso la realizzazio- ne della Route nazionale Rovers e Scolte nel 2014. Già le preiscrizioni hanno rivelato l’inte- resse fortissimo dei ragazzi e delle ragaz- ze che fanno prevedere una partecipazio- ne plebiscitaria. Si parla di oltre 30.000 partecipanti previsti. Il MASCI sarà chiamato certamente a collaborare attivamente alla buona riusci- ta di questo importante evento. La collaborazione tra il MASCI e l’AGE- SCI è ormai una realtà consolidata in di- verse regioni, e certamente avrà modo di esplicarsi maggiormente, sia a livello loca- le che a livello nazionale, sempre nell’ot- tica del servizio e del bene comune. Come ormai è consuetudine diamo il benvenuto nella famiglia del MASCI ad una nuova Comunità: quella di Guastalla. Dai primi dati dei censimenti si nota un aumento delle Comunità e del numero dei censiti che, alla chiusura delle opera- zioni, risulterà senza dubbio maggiore a quello dello scorso anno. E ciò in un periodo di crisi economica, come quello che stiamo attraversando, è senza dubbio una notizia molto positiva.

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La rivista di Maggio 2013 del Masci

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PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO

SPEDIZIONE IN A.P. 45%ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA

EURO 2,00 LA COPIA

EDITORE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITA’:Strade AperteSoc. coop. a.R.L.,Via Picardi, 6 - 00197 Roma,www.masci.it

SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA

Il cammino è iniziatoGIOVANNI MORELLO

N U M E R O 5 M A G G I O 2 0 1 3 - A N N O 5 5

Il cammino verso l’Assemblea nazionale di Domodossola è ini-ziato. In questo numero pubblichia-mo la scheda di partecipazione, la cui compilazione costituisce, in certo senso, il giro di chiave che avvia il motore dell’auto.

L’assemblea, come è noto, si terrà dal 18 al 20 ottobre p.v., nella ridente località turistica di Bardonecchia, in Piemonte. Sarà un’assemblea molto importante per-ché sarà chiama a rinnovare i vertici asso-ciativi (Presidente nazionale, Segretario nazionale e 10 Consiglieri nazionali che, insieme ai Segretari regionali, forme-ranno il nuovo Consiglio nazionale) e, soprattutto, ad approvare le Linee pro-grammatiche per il triennio 2013-2015. Tutte le regioni sono impegnate a pre-sentare proposte e iniziative programma-tiche per determinare le “linee” che gui-deranno il movimento nei prossimi anni e lo porteranno “Oltre il ponte”, secondo lo slogan scelto per l’occasione. Nello stesso tempo vanno maturando le candidature. Non vorremmo che questo importante esercizio democratico possa venire mac-chiato da manovre e giochetti di potere, alla stregua di quanto avviene talvolta nei consessi politici, o presunti tali. La lealtà e la fratellanza, cardini della Leg-ge scout, e regole di vita per ogni adul-to scout, ci devono guidare, come stella cometa, in questi mesi di avvicinamento all’assise assembleare e determinare le nostre scelte. Ho avuto il piacere di par-

tecipare (sia pure per poche ore) al Con-siglio Generale dell’AGESCI, insieme al Presidente, il cui saluto – non formale - è riportato in queste pagine.

Vi ho incontrato la Comunità MASCI di Foligno che, insieme ad altri adulti scout dell’Umbria, era stata chiamata a svolgere un servizio impegnativo ed apprezzato. L’AGESCI è lanciata verso la realizzazio-ne della Route nazionale Rovers e Scolte nel 2014. Già le preiscrizioni hanno rivelato l’inte-resse fortissimo dei ragazzi e delle ragaz-ze che fanno prevedere una partecipazio-ne plebiscitaria. Si parla di oltre 30.000 partecipanti previsti. Il MASCI sarà chiamato certamente a collaborare attivamente alla buona riusci-ta di questo importante evento. La collaborazione tra il MASCI e l’AGE-SCI è ormai una realtà consolidata in di-verse regioni, e certamente avrà modo di esplicarsi maggiormente, sia a livello loca-le che a livello nazionale, sempre nell’ot-tica del servizio e del bene comune. Come ormai è consuetudine diamo il benvenuto nella famiglia del MASCI ad una nuova Comunità: quella di Guastalla. Dai primi dati dei censimenti si nota un aumento delle Comunità e del numero dei censiti che, alla chiusura delle opera-zioni, risulterà senza dubbio maggiore a quello dello scorso anno.

E ciò in un periodo di crisi economica, come quello che stiamo attraversando, è senza dubbio una notizia molto positiva.

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Benvenuto alla Comunità di GuastallaSIMONA RICORDINI

Nuove Comunità

Anche a Guastalla è presente ora il

MASCI, con la nascita di una nuova

comunità.

In città esistono ormai da 50 anni gli

scout dell’ AGESCI ,ma non è mai sta-

ta aperta nessuna Comunita’ Masci .

Quest’anno dieci intrepidi ,ex scout ed

ex capi scout come me, hanno deciso,

dopo lungo meditare, di aprire questa

nuova comunità.

Molti di noi hanno iniziato, trent’anni

fa, l’esperienza scout con i lupetti per

poi proseguire con il reparto e il clan

ed, infine la Comunità capi e il Brevet-

to. Si sono fermati per una decina di

anni perché sono nati i nostri figli, ed

ora che hanno l’età per intraprendere

il loro cammino scout, anche a noi è

tornata la voglia, che forse non è mai

andata via, di continuare a fare scauti-

smo in una Comunità MASCI.

Siamo partiti a dicembre con una ri-

unione con tanti ex scout e genitori

dove Vanda Sansovini, la Segretaria re-

gionale MASCI, ci ha illustrato un le

varie attività ed iniziative del MASCI.

A gennaio, in dieci, ci siamo iscritti:

forse pochi ma con tanto entusiasmo.

Siamo felici di fare parte di nuovo della

grande famiglia scout:

Ci siamo riuniti già diverse volte e ab-

biamo capito che i dieci anni vissuti

lontani dal mondo scout non ci hanno

fatto dimenticare i valori della Legge

e della Promessa, che in tanti anni di

scautismo abbiamo fatto nostri . Stia-

mo partendo a piccoli passi su un sen-

tiero che avevamo percorso anni fa e

che ora abbiamo ritrovato.

Abbiamo fatto una bellissima veglia di

preghiera per il rinnovo delle nostre

promesse venerdì 22 marzo, a cui ha

partecipato anche la Comunita’ Capi

del Gruppo AGESCI: la commozione

è

stata grande, anche perché visto che

alcuni di noi avevano già fatto servi-

zio da capi, ora ritrovavano alcuni che

erano stati nostri ragazzi nelle Unità

diventati Capi. Un momento che non

dimenticheremo facilmente .

Le emozioni non erano però finite per-

ché, il giorno dopo, abbiamo rinnova-

to la nostra Promessa alla presenza di

tutto il gruppo scout, davanti ai nostri

figli e alla Comunita MASCI di Carpi

(che tanto ringraziamo per il soste-

gno) con una cerimonia semplice ma

ricca di quei gesti scout che tanto ci

accomunano; tutto questo ci ha dato

una carica interiore che nessuno di noi

si aspettava per intraprendere con en-

tusiasmo questo nuovo cammino.

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STRADE APERTE 3

Grazie per avermi invitato ad es-sere ancora qui, quello di oggi non è solo un saluto ufficia-le, desidero infatti porgervi in particolare anche il mio saluto personale, è infatti l’ultima vol-ta dopo sei anni che salgo qui come Presidente del MASCI non a compiere un rito ma dare un segno di fraternità vera.Sono stati sei anni importanti per le relazioni tra le nostre due realtà associative.Molto è cambiato tra noi in questi anni: da una fase di cor-tese buon vicinato, si è passati a momenti di vera collaborazione in progetti ed esperienze comu-ni, oggi si è aperta una nuova e forse più difficile fase.Recentemente un vostro auto-revole capo ha detto in un Con-vegno: “oggi il MASCI non è più solo un movimento di adulti ma è diven-tato una realtà adulta”.Credo che sia vero, ma questa adultità talvolta pone problemi, genera accanto ad una stima sin-cera anche sentimenti di preoc-cupazione e perplessità, soprat-tutto nelle relazioni all’interno delle realtà territoriali; questo è positivo e fa parte della nor-malità di tutte le fasi di crescita; perché adultità significa identi-tà, autonomia, indipendenza,

dignità e richiesta di rispetto pur riconoscendosi nella stessa sto-ria e nella stessa famiglia: è un dialogo più difficile perché più esigente.Il MASCI non sarà mai più quello della “cambusa”, anche se sarà sempre disponibile anche ai servizi più umili.Il MASCI non sarà mai più quello della “nostalgia”, anche se continuerà a coltivare la me-moria per interpretare il presen-te e progettare il futuro.Abbiamo oggi con fatica rag-giunto la consapevolezza che la nostra identità e la nostra mis-sione si fonda sul servizio per l’educazione degli adulti.La società vive oggi un tempo di adolescenza inquieta ed in-concludente, spesso priva dello sguardo di chi guarda lontano nel tempo.Noi che abbiamo scelto la sfida dell’educazione, pur immersi e partecipi di questa difficile real-tà, non possiamo fare a meno di guardare ai tempi lunghi di un futuro diverso e migliore.Oggi, ne siamo tutti consapevo-li, nel mondo occidentale pre-valgono sentimenti profondi di fragilità, di paura soprattutto di solitudine, prevale la dimensio-ne difensiva del branco piutto-sto che quella propositiva della

comunità e del popolo; per que-sto occorre mettere in campo processi, offrire luoghi ed espe-rienze dove uomini e donne di ogni età possano ritrovare auto-nomia, consapevolezza, respon-sabilità e pensiero critico; innan-zitutto per se stessi ma anche per tornare ad essere testimoni e maestri autentici e credibili per le giovani generazioni.Siamo consapevoli che parlare di educazione degli adulti non è una dichiarazione ma significa fatica quotidiana, scelta di am-bienti e di esperienze, in altre parole di un metodo. Per questo abbiamo inserito la nostra missione in un una visio-ne di “scautismo per tutta la vita”.Siamo consapevoli che questa prospettiva non appartiene an-cora alle vostre priorità; eppure è su questo, non su altro, che potremo ritrovarci su un vero cammino comune.Noi siamo certi che su questa strada, con un pizzico di follia e di profezia, troveremo percor-si comuni, perché è la storia e la nostra responsabilità che ce lo impone; non sappiamo dove troveremo questi percorsi, dove ci condurranno, dove ci incon-treremo, quale senso ed impat-to avranno sulle nostre realtà

Primo piano

Il saluto del MASCI al Consiglio Generale AGESCIRICCARDO DELLA ROCCAPresidente Nazionale

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Primo piano

associative, ma questo è il senso dell’avventura; per parte nostra nessun cambiamento ci preoc-cupa, il MASCI non esiste “per se” ma esiste solo per servire gli uomini e le donne del nostro tempo.Per questo il tema che abbiamo dato alla nostra prossima As-semblea Nazionale è “Oltre il ponte”; siamo consapevoli che un lungo cammino è definitiva-mente alle nostre spalle, aldilà del ponte ci attendono spazi sco-nosciuti da esplorare; affrontia-mo con entusiasmo questa sfida pur consapevoli che per questo avremo bisogno di nuove risor-

se, di nuove attrezzature, forse di nuove regole, sicuramente di donne e uomini diversi che si assumano la responsabilità di guidare questa nuova avventu-ra; e siamo certi che, in questa nuova terra “permessa”, prima o poi incontreremo voi e tutte le altre realtà dello scautismo e del guidismo italiano. Conserviamo infatti intatta la convinzione che lo scautismo italiano può e deve ancora dare un contributo importante alla società e alla chiesa italiana e può e deve continuare ad essere “luogo di speranza” per i giova-ni e gli adulti, per le donne e gli

uomini del nostro tempo.Mi rendo conto di non aver det-to parole di circostanza, qual-cuna sarà anche suonata poco diplomatica, ma sono convinto che le saprete accettare con be-nevolenza: in primo luogo per-ché questa è l’ultima volta che con un pizzico di commozione vi parlo da qui, ma soprattutto perché, lo sapete bene, la vostra storia è la mia storia, perché sot-to i tendoni di questo prato io ho vissuto per lunghissimi anni, e fino ad oggi, esperienze indi-menticabili e straordinarie della mia vitaGrazie e sono sicuro..arrivederci

8° CAMPO DI FERRAGOSTOMonte Argentario (Grosseto) - Presso l’antico noviziato dei PP. Passionisti - dal 13 al 18 agosto

Cinque giornate intense di attività scout a taglio adulto. Quest’anno: Crociera in mare all’isola di Giannutri, bagno per chi vuole e pranzo a bordo. Spettacolo dei Butteri di Maremma con marchiatura del bestiame, man-drie al pascolo, gioco della rosa e, alla fine, cena tipica maremmana. Visita alla città di Capalbio e alle città

etrusche. Miniconvegno con esperti sul tema dell’Anno della Fede: “Essere cattolici e scout”A Ferragosto la sagra maremmana al campo con ospiti e spettacolo popolare. Alla fine del campo, la tradizionale

Fiesta, quest’anno allietata dalla “Fisorchestra” del maestro Monari di Grosseto.Camere singole e doppie, prenotazioni entro il 30 giugno.

QUOTA CAMPO TUTTO COMPRESO Euro 290 - Informazioni e prenotazioni: LINO 339 7923487 [email protected] - MIRIA 348 0801193 - SILVIA [email protected]

Richiedete la locandina all’indirizzo mail: [email protected]

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STRADE APERTE 5

Vita Associativa

Riuniti intorno all’imperativo “Comunicare il MASCI”, gli incaricati a livello regionale del-la comunicazione provenienti da tutta Italia hanno vissuto a Roma, il 20 e 21 aprile, un inte-ressante incontro nazionale. Ospitati nella tranquilla atmo-sfera di Villa Maria Rosa Molas e coordinati dalla responsabile Internet e NT del CE, Lore-na Accollettati, i partecipanti, dopo le presentazioni e le con-siderazioni introduttive offerte dal presidente Riccardo Della Rocca e dal direttore di “Stra-de Aperte”, Giovanni Morello, hanno raccolto la testimonianza diretta di alcuni professionisti della comunicazione: i giorna-listi Toni Mira di “Avvenire” e Pio Cerocchi, direttore respon-sabile di “Strade Aperte” e cura-tore del blog di confronto poli-tico e culturale “l’Avviso”. In collegamento via Skype da Stazzano, il “prete 2.0” don Paolo Padrini, parroco del-la parrocchia di San Giorgio, fondatore di Mediacath per il supporto alla evangelizzazione attraverso i nuovi media e ide-atore di “iBreviary”, una App rivoluzionaria per leggere i te-sti della Liturgia delle Ore, del

Messale quotidiano e delle pre-ghiere cattoliche su pc, telefoni-ni di ultima generazione e tablet computer. Della serie: non solo i seguaci di Steve Jobs e i “grillini” utiliz-zano i new media per cambiare il mondo e per trasmettere un messaggio, ma chiunque, con professionalità ed evitando l’ap-prossimazione, può affidare in maniera efficace i propri conte-nuti alle nuove forme di tecno-logia messe a disposizione dal mercato, facendoli coesistere democraticamente nella Grande Rete. Stimolante e arricchente, come ci si aspetterebbe da un incon-tro sulla comunicazione, il di-battito causato dall’intervento dei tre ospiti: l’integrazione tra la notizia “cartacea” e quella “digitale” circolante nel web è auspicabile - ha ricordato il giornalista-scout Toni Mira ai referenti alla comunicazione del movimento - ma occorre sele-zionare le “voci” provenienti dai social network per evitare il rischio di un’informazione di piazza, di una partecipazione eccessiva da parte di chi non è un professionista della comuni-cazione e non ha gli strumenti

per verificare la notizia (non ba-sta saper scrivere un “tweet” per fare informazione!). La stessa regola vale anche per chi si occupa di comunicazione all’interno del MASCI e l’auto-revolezza del comunicatore de-riva dalla passione e dalla serietà con cui fa comunicazione.Dal dibattito è ri-emerso che lo scautismo italiano soffre di una particolare “malattia”: l’incapa-cità di comunicare se stesso agli altri, sia internamente che ester-namente. Una sorta di ritrosia mai del tut-to spiegata che causa l’isolamen-to del mondo scout dal resto della società e paradossalmente anche tra le varie realtà scout. Per superare queste “barriere” intervengono in nostro aiuto - ha sottolineato don Paolo Pa-drini, esempio vitale di come il mondo cattolico possa fare rete usando il web - quelle nuove tecnologie spesso demonizzate o non utilizzate in maniera po-sitiva e sana. Anche il MASCI può sfruttare gli stessi meccanismi del social networking e della pubblicità per diffondere il proprio mes-saggio: il giglio, simbolo del movimento - anche se questo

Comunicare tra noi e con gli altri.Una breve cronaca dell’Incontro nazionale comunicatori del MASCI.

MICHELE NIGRO

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Vita Associativa

accostamento a qualcuno può non piacere - è in fin dei conti un brand che non si autopro-muove miracolosamente ma ha bisogno di essere proposto nei vari ambienti sfruttando precise strategie comunicative. Pio Cerocchi, volutamente pro-vocatorio e andando in contro-tendenza ai bisogni comunica-tivi del movimento, ha invece ribadito che non serve forzare la diffusione di notizie sullo scau-tismo ed è sufficiente comunica-re la propria esistenza attraverso il semplice “fare”: sono i fatti, le azioni, l’essere scout, i contenu-ti insomma, a trasmettere con la loro forza naturale tutto quello che c’è da comunicare. I tanto esaltati nuovi media non riusciranno a imporre il mes-saggio proveniente dal MASCI o dallo scautismo in generale perché il mondo è distratto (at-tratto) dai gossip politici e mon-

dani. Lo scout deceduto a cau-sa di un incidente durante un campo, purtroppo, farà sempre più notizia di un progetto o di un’iniziativa sociale promossa dal MASCI o da un’associazio-ne scout. Il movimento degli adulti scout deve comunicare l’essenziale senza la pretesa di dover interes-sare all’intero pianeta: occorre fare comunicazione, ma bisogna anche lasciarsi scoprire da chi è realmente interessato allo scau-tismo e intende fare determinate scelte di vita. Su un punto c’è stata una con-vergenza di assenso: la comuni-cazione “interna” (quella tra le comunità del movimento e tra il MASCI e le altre realtà scout italiane) e la comunicazione “esterna” (tra il mondo scout e la società che conosce poco o non conosce per niente lo scau-tismo) non si escludono a vicen-

da, non si intralciano, e la cre-scita dell’una viaggia in parallelo con la crescita dell’altra. Come per dire: impariamo pri-ma di tutto a comunicare tra di noi (a livello di comunità, di zona, di regione; tra scout adul-ti e giovani, tra scout cattolici e aconfessionali) e automatica-mente questa armonia verrà tra-smessa anche all’esterno, verso punti insospettabili della società.A concludere l’incontro il segre-tario nazionale Alberto Albertini che ha sottolineato la differenza tra sapere e sapienza: l’informa-tica, i new media, le notizie vei-colate dai nuovi strumenti tec-nologici rappresentano il sapere, il dato che informa; la sapienza è ben altra cosa, è ciò che “lavora” in noi e ci trasforma dopo che abbiamo saputo. Forse il segreto della vera co-municazione consiste proprio in questa differenza.

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Vita Associativa

Le notizie di Come molti dei nostri lettori ben conoscono “Eccomi”, l’as-sociazione di volontariato onlus promossa dal Masci, è impegna-ta in diverse opere di assistenza e promozione in diverse Paesi e realtà locali. Dalla news-letter periodica dell’Associazione (sca-ricabile direttamente su inter-net: [email protected]), abbiamo tratte le seguenti notizie.

TOGOIn molte culture vige la tradizio-ne di piantare un albero quan-do nasce un bambino. Forse è per questo motivo che abbia-mo pensato ad un albero come sfondo e simbolo della serata, dedicata a Francesco e al rac-conto dei nostri 5 anni in Togo. Si tratta di un albero, il baobab, che rimanda immediatamente il pensiero alla savana africana. Dal baobab siamo partiti per raccon-tare la nascita dell’ambulatorio di Tohouédéhoué , destinato alla cura dei bambini che vivono nell’orfanotrofio e di quelli che vengono a scuola nella struttura costruita da Padre Filippo nella foresta del Togo. L’allestimento e il funzionamento dell’ambula-torio è stato ed è possibile grazie al sostegno economico dei nu-merosi amici che ci sono stati vi-cini fin dall’inizio e di quelli che abbiamo incontrato strada fa-cendo. Tutto questo ha formato le radici dell’albero e ha permes-so anche a noi di “radicarci” un po’ in quella terra lontana, co-noscendola meglio e scoprendo nuovi bisogni. Ne è nata una vera e propria rete di relazioni, che ha coinvolto altri amici, e

che sta aggiungendo molti rami al nostro albero.E’ stata una serata molto bella: gli interventi degli amici, che collaborano al “progetto Togo”,sono stati intervallati da 3 fia-be africane, animate dai lupetti, e accompagnati da una musica africana dolce e suggestiva, la “ninna nanna del baobab”. Il primo intervento è stato quel-lo di Luigi, dell’associazione DONA CON AMORE (quella che ci ha fatto conoscere padre Filippo e la sua opera), che ha parlato delle adozioni a distanza dei bambini dell’orfanotrofio.Poi Francesco Bosticardo, del MASCI, ha parlato di ECCO-MI, la nostra onlus di riferimen-to, Cristiano ha presentato la possibilità di un progetto di in-formatizzazione di una scuola di Asrama (il cantone dove si trova il centro in cui operiamo). Mario ha parlato della sua esperienza di sostegno alla specializzazione in pediatria del giovane medico di Tohouédéhoué . Hanno parlato ancora il farmacista che, ormai da 3 anni, provvede alla fornitu-ra dei farmaci del nostro centro medico e un giovane togolese, che vive in Italia e collabora con un’associazione che si occupa di campi di lavoro per giovani a Lomé. Ha concluso la serata Don Pierluigi, il nostro ex-par-roco, che è venuto in Togo con noi a novembre, ed ha condiviso con tutti la ricchezza di emozio-ni che ha portato con sé tornan-do in Italia.

(Anna e Ciro Cirillo)

BURUNDIL’Atelier l’Espoir continua ad avere commesse per cui il lavoro alle ragazze non mancaGli scout dell’ASB (Associazio-ne scout Burundese) hanno in-viato il rapporto finanziario dei primi tre mesi di quest’anno delle Garderies . Stanno effet-tuando il giro di approvvigiona-mento del mese di aprile.Continua la raccolta fondi e di materiale didattico per il pro-getto Rumuri, l’istituto di cie-chi ed ipovedenti. Il Movimen-to Apostolico Ciechi ha donato per questa impresa due macchi-ne dattilo-braille e due palloni sonori.Continua la raccolta fondi per il progetto Sostegno scolastico ai ragazzi batwa ed orfaniAssociazione “Eccomi” ha promosso anche la realizza-zione di due prefabbricati nelle zone terremotate dell’E-milia-Romagna. Su cui vedi l’articolo alle pag. 19-20.Ricordatevi di devolvere il vo-stro 5 x 1000 a “Eccomi”. Un invito pressante, nuovamen-te, a destinare il 5x1000 dell’im-posta del vostro reddito alla no-stra associazione di volontariato per la cooperazione: un aiuto concreto ai bambini, ai giovani, alle donne, agli scout del sud del mondoa

Codice Fiscale 97418410581www.eccomi.org

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La nostra legge

Amicizia e fratellanza. Il quarto articolo della LeggePIO CEROCCHI

Indubbiamente il quarto articolo offre molti spunti di riflessione. “Lo scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout”, che dire? Tutto e di più. So-prattutto la prima affermazione è quel-la, a mio parere, più importante, specie se rivista con gli occhi degli adulti. Essere amici di tutti, vuol dire aprirsi con fiducia agli altri. Direi meglio: credere negli altri. In un tempo di timori reciproci e di diffiden-za, offrire amicizia è davvero un gran bel gesto e, se le parole non fossero ormai tutte un po’ logore, potremmo dire anche “profetico”.Sentirsi amici non vuol dire per forza: pensare allo stesso, modo; fare le stesse cose; condividere gli stessi ideali. Sa-rebbe troppo facile e l’articolo di una legge “impegnativa” come è quella scout, non può scivolare sulla banaliz-zazione. L’amicizia verso tutti, infatti, implica l’atteggiamento di chi vuole cercare la verità dell’altro. Si, perché

tutti, proprio tutti, ne portiamo cia-scuno un frammento nel cuore, anche quando si potrebbe pensare che certi atteggiamenti e certi modi di rappor-tarsi agli altri siano ben lontani dai ri-flessi dell’autenticità umana. Ma è proprio questo il momento in cui l’amicizia diventa la marcia in più della vita. Quel di più che lo scautismo ci ha dato e ci da ancora negli anni.Anche questo quarto articolo della legge, infatti, si propone come una di-mensione permanente. Parafrasando una frase fatta, potrem-mo dire “scout per sempre”; oppure quel che si dice degli abati: “semel scout, semper scout”. Cioè: una volta scout, sempre scout. e arriviamo così alla seconda affermazio-ne dell’articolo: la fratellanza verso gli altri scout. Un sentimento che nasce nell’avventura e sulla strada; dalla con-divisione di momenti intensi dell’esi-

stenza che poi si sedimentano e segna-no la vita. E a questo proposito mi piace pensare due cose: un rischio e una poesia. Il rischio della fratellanza scout può esse-re una sorta di sua chiusura esclusiva, quasi la mutazione di un sentimento unitivo in un legame sempre meno spontaneo ed escludente chi non ha partecipato all’esperienza comune pre-cedente. Per questo le comunità del Masci alle quali partecipano pure coloro che non hanno fatto l’esperienza scout in età giovanile, danno un senso di autenti-cità a questa affermazione della legge. La poesia è nella raccolta “Il porto se-polto” di Ungaretti. Sono le sensazio-ni della guerra sedimentate sul cuore del poeta, nella sua “parola tremante/nella notte”: “Di che reggimento sie-te/fratelli?”. Laddove non si poteva scegliere parola più alta.

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STRADE APERTE 9

Vita Associativa

Riportiamo ampi stralci dell’apprezzato

intervento del Presidente Nazionale del

MASCI al Convegno “La Cooperazione di

qualità nel pianeta casa comune”, tenutosi

a Monte Morcino (Pg) il 6-7 aprile scorso.

Innanzitutto grazie!

Grazie per avermi invitato a riflettere con

voi sul tema della “cooperazione”, un

tema che, come molti di voi sanno, mi ha

coinvolto profondamente ed al quale ho

dedicato molti dei miei interessi.

Grazie perché questa riflessione si svolge a

Perugia: una “città della pace”, è da Pe-

rugia che dal 1961 si avvia la marcia della

Pace Perugia-Assisi; io sono convinto che

l’esito della “cooperazione” non può che

essere la pace e la solidarietà tra tutti i po-

poli.

….

Oggi viviamo un tempo diverso ma non

con rischi minori per la pace, viviamo negli

anni della globalizzazione: la globalizza-

zione della finanza, delle merci, della co-

municazione e delle informazioni ma senza

la globalizzazione del lavoro e dei diritti

umani e sociali, nulla è oggi più dimenti-

cato della Carta dei diritti fondamentali

dell’uomo (ONU 1948).

Questo squilibrio, questa asimmetria è

causa ed effetto dell’egemonia di quello

che è chiamato il pensiero neo-liberista con

la conseguente riduzione di ogni idea di

solidarietà e di fraternità; per questo il fu-

turo e l’esistenza stessa del pianeta Terra e

della comunità umana è nuovamente mes-

sa a rischio ma oggi i nuovi pericoli globali

sono due: la crescita delle disuguaglianze

tra i popoli e all’interno delle nazioni, la

depredazione del creato, l’uso dissennato

delle risorse naturali.

Pericoli molto più diffusi, più pervasivi ed

ambigui.

Le inaccettabili disuguaglianze, che ge-

nerano la miseria, la fame, le malattie, la

corruzione non generano quella collera

dei poveri che avevamo immaginato, ma

generano il terrorismo mascherato da fon-

damentalismo religioso, generano il più

grande fenomeno migratorio della storia

dell’umanità e la tratta degli esseri uma-

ni, generano la diffusione della criminalità

organizzata presente in forme diverse in

tante parti del mondo; eppure le disugua-

glianze non sono una condanna irreversi-

bile, non fanno parte dell’ordine naturale

della storia, anzi l’uguaglianza e la solida-

rietà possono essere la condizione stessa

dello sviluppo

Allo stesso tempo assistiamo alla depre-

dazione dell’ambiente, dei beni comu-

ni: aria, acqua, terra, delle risorse e delle

energie non rinnovabili: non c’è solo il ri-

schio dell’inquinamento con conseguente

rischio globale per la salute, ma una folle

corsa all’accaparramento e allo sfruttamen-

to senza responsabilità dell’ambiente (vedi

la recente ipotesi dell’estrazione del petro-

lio dalle rocce).

Ci siamo dimenticati che l’uomo è al cen-

tro della creazione, non sopra.

Ci siamo dimenticati che, per la sua stessa

sopravvivenza, l’uomo deve stabilire con

tutto il creato una relazione “non violen-

ta”, una relazione che implica il rifiuto del

dominio.

…..

Il tema delle disuguaglianze e la questione

ambientale non sono quindi due cose sepa-

rate ed indipendenti.

Esiste un legame indissolubile tra disugua-

glianze e rischio ambientale: non è vero

che le risorse sono insufficienti per tutti

soprattutto se il suo utilizzo è accompa-

gnato da un uso intelligente del progres-

so scientifico: la ricchezza complessiva del

mondo continua a crescere, nonostante le

varie crisi economiche e finanziarie, e con-

temporaneamente crescono in modo inac-

cettabile le disuguaglianze tra i popoli ed

all’interno delle nazioni; il problema vero

è quindi quello della centralità dell’uomo,

di ogni uomo e quindi la sfida è quella di

una distribuzione più giusta della ricchez-

za ed un uso più equilibrato e saggio delle

risorse.

Il rapporto con l’ambiente sembra oggi

governato dagli interessi immediati del-

le grandi multinazionali dell’economia e

della finanza, delle nuove oligarchie emer-

genti in tanti paesi a partire dalla Russia e

dalla Cina, dei governi solo apparentemen-

te democratici in realtà violenti e corrotti

dei paesi in via di sviluppo in particolare

Disuguaglianze e questione ambientale: due termini dello stesso problemaRICCARDO DELLA ROCCA

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MAGGIO 2013

STRADE APERTE10

dell’Africa; e tutto questo genera l’aumen-

to incontrollato di inaccettabili disugua-

glianze e della crescita della miseria e della

povertà assoluta.

Occorre tornare quindi alla “Pacem in Ter-

ris” alle condizioni per costruire una pace

vera, per dare un futuro al pianeta e all’u-

manità.

….

Con la sfida della lotta alle disuguaglianze

e della salvaguardia dell’ambiente siamo

di fronte a problemi epocali che richiedo-

no sforzi immani perché richiedono una

nuova stagione, un cambiamento radica-

le dell’agenda politica del mondo e delle

nazioni, un’agenda politica basata sulla

fraternità e sulla solidarietà come orienta-

menti fondamentali non solo per la soprav-

vivenza del pianeta terra ma anche per lo

sviluppo dell’economia non più guidata da

un capitalismo senza regole.

Ma questo cambiamento politico deve es-

sere accompagnato da un radicale cambia-

mento culturale che ci riguarda tutti; per

questo un ruolo fondamentale deve essere

assegnato all’educazione e alla necessità di

riscoprire il ruolo centrale dell’educazione

degli adulti.

Soprattutto oggi quando nel mondo occi-

dentale prevalgono i sentimenti profondi

di fragilità e di paura, altri ma non meno

preoccupanti sono i sentimenti dominanti

in altre parti del mondo; quando preval-

gono i sentimenti profondi di fragilità e di

paura occorre mettere in campo processi,

offrire luoghi ed esperienze dove uomini

e donne di ogni età possano ritrovare au-

tonomia, consapevolezza, responsabilità e

pensiero critico, innanzitutto per se stessi

ma anche per tornare ad essere testimoni e

maestri per le giovani generazioni.

Questo è il motivo per quale il movimento

al quale mi onoro di appartenere, il MA-

SCI ha assunto come propria missione

“l’educazione degli adulti” ed ha deciso di

dedicare a questo tutte le proprie energie;

per questo ha scelto di promuovere strut-

ture indipendenti ed autonome per quanto

riguarda esperienze condivise come ha fat-

to con la onlus ECCOMI nel campo della

cooperazione e solidarietà internazionale.

Questo è il quadro politico e culturale

estremamente ampio ed impegnativo in cui

va collocato il ruolo della “cooperazione”,

ed è ancora più impegnativo parlare, come

voi suggerite, di Qualità nell’ambito della

Cooperazione.

La “cooperazione” e le iniziative di soli-

darietà internazionale mobilitano oggi la

generosità di milioni di uomini e donne,

muovono quantità ingenti di risorse finan-

ziarie e materiali; senza la cooperazione e

la solidarietà internazionale, le condizioni

di tanti luoghi della terra e di milioni di

persone sarebbero ancora più disperate.

Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che

si tratta di un piccolo contributo di fronte

all’immensità del problema.

Piccolo ma fondamentale se si assume la

coscienza di svolgere un ruolo di consape-

volezza, di testimonianza, e di provoca-

zione.

Questi, consapevolezza, testimonianza,

provocazione, sono i tre assi lungo i quali

si può pensare ad un sistema di qualità per

la cooperazione.

Di consapevolezza perché solo vivendo e

condividendo le condizioni reali degli ul-

timi si può comprendere quella realtà di

violenza e di povertà che nemmeno il gior-

nalista più bravo e il sociologo più prepa-

rato riesce ad esprimere, perché tornando a

casa non si riportano solo dati, descrizioni,

fatti, progetti realizzati ma si arricchiscono

di emozioni, relazioni, affetti. Solo così il

problema degli ultimi può tornare al cen-

tro della nostra riflessione.

Di testimonianza perché è oggi opinione

condivisa tra la maggioranza di coloro che

operano nella cooperazione e nella soli-

darietà internazionale che l’impegno non

può limitarsi ad organizzare opere per i po-

veri, ma occorre condividere con i poveri

come i poveri.

Il problema dei poveri non si risolve senza

la partecipazione dei poveri, non si risolve

con la filantropia ma con la giustizia socia-

le: questa solo può ridurre le diseguaglian-

ze che affliggono l’Africa e, in generale, il

mondo intero.

L’azione della cooperazione non sarà per-

ciò solo di assistenza e neanche solo di ser-

vizio, parola nobile che amiamo tanto, ma

di condivisione e di partenariato, un rap-

porto tra pari che sarà anche, se necessario,

esigente e severo.

Di provocazione perché il volontariato, la

cooperazione e la solidarietà internazionale

dicono, attraverso l’azione quotidiana, che

un mondo diverso e migliore è possibile.

Che il futuro dell’umanità deve ripartire

dalle periferie.

Oggi le periferie non sono più quelle di un

tempo, si sono enormemente ampliate.

Il mondo è cambiato per davvero, e quanti

vivono nelle periferie constatano ogni gior-

no che la loro esistenza non conta, che da

loro si può prescindere.

E invece è proprio dagli ‘ultimi’che si do-

vrà ri-partire; è da loro che anche la chiesa

non potrà prescindere se vorrà conservare

viva la sua profezia.

Credo sia questo il punto decisivo, a parti-

re dal quale l’umanità gioca la sua sfida in

questi tempi difficili.

Quando nella nostra lunga storia, l’umani-

tà è partita dai ‘primi’, dai vincenti, dai po-

tenti; quando ci siamo chinati sulle sabbie

luccicanti del potere, abbiamo perso l’ani-

ma e ci siamo portati a casa qualche piatto

di misere lenticchie.

….

Vita Associativa

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STRADE APERTE 11

Contributi

Aiutare la famiglia = aiutare la societàPINO ROMEO

“La famiglia, speranza e futu-ro per la società italiana” è il tema della 47.a Settimana So-ciale dei Cattolici Italiani che si terrà a Torino dal 12 al 15 set-tembre di quest’anno.Nel presentare l’evento, il Co-mitato Scientifico e Organizza-tore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, ha ulterior-mente sottolineato che il tema della famiglia, intesa come da sempre insegnano l’esperienza umana e giuridica e anche la Chiesa, è stato scelto nella fer-ma convinzione che si tratti di un tema centrale per il bene co-mune del Paese. Nel cammino di preparazione della 47.a Settimana Sociale, il 16 marzo si è tenuto a Bene-vento un seminario nazionale sul tema: “Più giovani fami-glie. Più futuro per il Paese” organizzato dall’Arcidiocesi di Benevento e dal Comitato Scientifico e Organizzatore del-le settimane Sociali.Mons. Arrigo Miglio, Arcive-scovo di Cagliari e Presiden-te del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, nel suo intervento in-troduttivo, ricordava il percorso dal centenario delle Settimane Sociali tenutosi a Pistoia - Pisa nel 2007 il “Bene comune” … non consiste nella semplice som-ma dei beni particolari di cia-

scun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivi-sibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescer-lo e custodirlo, anche in vista del futuro (punto 164 del Compen-dio della Dottrina Sociale della Chiesa); nel 2010 a Reggio Ca-labria “Un’agenda di Speranza per il futuro del Paese”, nelle conclusioni venivano proposte tre parole capaci di conservare la memoria della 46.a Settima-na Sociale: unità, speranza, re-sponsabilità. “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana” rappre-senta una sfida laica e laicale il riuscire a dire e far comprende-re che il sostegno della famiglia è un bene comune e non una bandiera confessionale; una sfi-da civile il sostegno e il prima-to della famiglia garantisce una società civile, fondata sul ma-trimonio come intendiamo noi e la Costituzione repubblicana garantisce una società più arti-colata che agevola i diritti civili e garantisce i diritti di tutti; una sfida economica molte famiglie non arrivano oggi a fine mese … molti padri vanno alla Caritas a causa delle divisioni. C’è necessità di armonizzare il lavoro, soprattutto quello fem-minile, con la vita della famiglia; una sfida antropologica l’attac-

co alla famiglia è un attacco al tipo di uomo occidentale che si vuol costruire.La dr.ssa Carla Collicelli vice di-rettore del Censis, “Il desiderio di famiglia nella società liqui-da della crisi” evidenziava che l’attuale situazione di crisi non è solo di tipo economico anzi è soprattutto si “senso”. C’è una sempre più marcata perdita di fiducia nella politica e nelle istituzioni; un sovracca-rico di ansie e paure, il 71,1% ha paura di non riuscire a mante-nere nel futuro lo stesso tenore di vita; c’è un incremento nelle vendite di antidepressivi; il de-siderio di famiglia si attesta al 65,4% media nazionale (sud e isole 75,2%). Nel passato nella famiglia c’era una separazione dei ruoli (maschile/femminile), oggi invece c’è un intreccio e una sovrapposizione. Il prof. Luigi Campiglio or-dinario di Politica Economica Università Cattolica del Sacro Cuore, “Il lavoro per fare fa-miglia” ha evidenziato che nel-la società moderna un solo sti-pendio non basta perché i costi fissi di una famiglia sono elevati e crescenti (mutuo abitazione, alimentari ecc.). Negli ultimi venti anni è dimi-nuito il reddito disponibile per la famiglia a causa delle tasse e in specifico di quelle indirette e,

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STRADE APERTE12

Contributi

per mantenere costante il tenore di vita, le famiglie italiane han-no ridotto l’acquisto di beni di consumo con conseguente di-minuzione del “prodotto inter-no lordo”. è diminuito il rispar-mio delle famiglie dal 24% al 9%. Con la crisi del 2012, crisi strut-turale, profonda e grave, non avendo dove attingere. Il prof. Alessandro Rosina do-cente di Demografia Università Cattolica del Sacro Cuore, “E’ un paese per giovani fami-glie?” … fra tutti i cambiamen-ti che sono in atto nel mondo, nessuno è più importante di quelli che riguardano le nostre vite personali: sessualità, rela-zioni, matrimonio e famiglia. Le mancate politiche economi-che a favore della famiglia crea grosse difficoltà alla sua costitu-zione. Il welfare sociale non è un co-sto ma un investimento perché diversamente i giovani restano nelle famiglie di origine con ri-percussione su scelte di respon-sabilità adulta (come formare una famiglia).

I giovani si adattano ma non si rassegnano, vogliono ma non possono: non sono né bambi-noni né altro. Oltre l’85% afferma che la fa-miglia rappresenta un solido sostegno nel perseguire i propri obiettivi, resta ed è il più impor-tante punto di riferimento.Tutti i relatori, nel trattare i temi specifici, rilevano come l’Italia è sempre tra i primi posti nelle ne-gatività e agli ultimi posti nelle positività. La Francia e la Germania, pur avendo un debito pubblico più elevato rispetto a quello italia-no, la prima attua una politica costante a favore della famiglia e la seconda interviene sul wel-fare con politiche favorevoli ad equilibrare la diminuzione del reddito familiare. L’Italia invece non interviene adeguatamente lasciando che la redditività delle famiglie dimi-nuisca inesorabilmente.Tenendo presente gli aspetti ri-cordati, nella 47^ Settimana So-ciale, come riportato nell’invito al cammino di discernimento, si

vuol parlare di famiglia in modo speciale: ascoltando la speran-za che viene dal vissuto di tan-tissime famiglie; riconoscere la famiglia come luogo naturale e insostituibile di generazione e di rigenerazione della persona, della società e del suo sviluppo anche materiale; essere concre-tamente vicini ed essere perce-piti come vicini dalle famiglie; valorizzare la prospettiva pre-sente nella nostra Costituzione in favore della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna; riconoscere e tute-lare sempre e in primo luogo i diritti dei figli; considerare i ri-tardi e inadempienze politiche, legislative e organizzative cui non sono estranei purtroppo in alcuni casi gli stessi cattolici e le istituzioni; mettere in evidenza il legame che unisce il “favor fa-miliae” con il bene comune e lo sviluppo del Paese, al di là di pregiudizi e ideologie, per co-gliere le tante ragioni condivisi-bili da molti, ben oltre gli schie-ramenti, le posizioni culturali e religiose.

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Bardonecchia 2013

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Bardonecchia 2013

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STRADE APERTE 15

Iniziamo la pubblicazione di una serie di leggende, racconti e fatti miracolosi, in preparazio-ne dell’Assemblea MASCI di Bardonecchia, per meglio com-prendere il territorio, e la gente che lo abita, che ci ospiterà dal 18 al 20 ottobre prossimo.Questi testi ci sono offerti dal Comitato preparatorio dell’As-semblea. I luoghi che attraversiamo con il nostro percorso sono ricchi di credenze e leggende, sono bagaglio della storia di queste popolazioni, si è anche scoper-to dopo approfonditi studi che molte di queste leggende hanno un fondamento di verità. Il capi-tano francese disertore di Exil-les, il popolo Rama, discendente dei figli di Atlantide, l’immagine di Maometto tra Borgone e San Didero, streghe, figlie di satana,

ufo navicelle spaziali e fulmini strani sul magico monte Musinè, il masso trottola di Alpignano e persino l’Orlando Furioso pare abbia attraversato la valle Susa lasciando dietro di sé un masso tagliato di netto con la sua spa-da in località Giaconera vicino a Borgone, e poi non può manca-re la perfida figura di Erode che ritroviamo a Sant’Antonino e sul Monte Musinè a vagare pie-na di rimorsi per la famosa stra-ge degli innocenti, qui sotto te ne presentiamo alcune.

La morte di San Giusto a Oulx

Giusto e Flaviano fuggirono a Arbour presso Beaulard dall’ab-bazia di Novalesa messa a ferro e fuoco dalle scorribande dei saraceni e vissero in una grotta cibandosi di radici e frutti selva-tici in attesa che il mortale peri-

colo passasse e la pace ritornasse sovrana. Un giorno, il monaco Giusto salì su di un larice a sette punte per osservare la valle e le eventuali operazioni militari del-le bande mussulmane. Ai suoi occhi, la visione che si presentò non fu confortante e riempì il suo cuore di tanta angoscia.Chiamato il compagno Flavia-no, videro insieme la Badia di Ulzio in fiamme e contempora-neamente il collettivo martirio dei monaci e dei cristiani che lì si trovavano. Ad un tratto in pre-da a fortissime emozioni, perce-pirono nel cielo una foltissima e lucente schiera di Angeli che raccoglievano e confortavano le spaurute anime dei martirizza-ti e le guidavano pietosamente verso i celesti sentieri. Lo sgo-mento e la vergogna s’impadro-nirono di loro; dopo un breve consulto decisero di scendere

Verso Bardonecchia: leggende e credenze popolari

Bardonecchia 2013

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dai monti e dopo aver raggiunto il luogo del massacro, si unirono a quella santa schiera di martiri, affrontando a viso aperto il te-muto giudizio….Comunque il loro sangue, ver-sato in nome di Cristo, sancì forse un riscatto dell’ultima ora, una scelta definitiva per la loro salvezza spirituale.Il monaco Giusto, alcuni anni dopo questi eventi fu procla-mato Santo e il larice su cui era salito venne considerato sacro. Si tramanda che il popolo accor-resse spesso sotto le sue ombro-se fronde, per venerarlo e sup-plicare a Dio sperati miracoli.Non poche persone ottennero le grazie richieste e da quel giorno il terreno su cui si estendevano le sue robuste radici fu conside-rato luogo di grande rispetto, permeato da una sacralità im-mensa, finchè un certo Medail di Puys Beaulard, riconosciuto miscredente, lo abbattè a colpi di scure. L’aperta sfida al Divi-no portò l’incauto personaggio a pagare il suo sconsiderato ge-sto: infatti i suoi quattro figli pe-rirono in modi diversi nel giro di pochi giorni, confermando la spietata giustizia di un Dio di bibblica estrazione, poco incline al perdono e alla misericordia. Tra mito e leggenda la fonda-zione dell’abbazia di Novalesa

Si racconta che la fondazione del primo nucleo della futura abba-zia di Novalesa risalga all’inizio dell’era cristiana, quando Pri-scilla, nipote di Nerone, Burro, mileto ed Elia giunsero in Val Cenischia dopo aver fondato la chiesa di San Pietro in Aviglia-na e quella di Santa Maria Mag-giore nell’antica Segusio (Susa). Valenti predicatori diffusero ve-

locemente il Verbo di Cristo fra quelle popolazioni fortemente radicate da millenni al paganesi-mo e parte integrante della loro vita. I consensi e le conversioni procedevano a ritmo incalzan-te. Lo stesso san Pietro venuto a conoscenza di queste grandi vittorie della cristianità volle sin-cerarsene di persona. Giunto in val di Susa e raggiunto il punto dove oggi si trova l’abbazia, vi piantò una croce, accanto alla quale prese forma la futura ab-bazia. Una tradizione leggen-daria, da cui si fa derivare il ter-mine Novalesa da Nova Lux o Nova Lex del cristianesimo.

Carlo Magno all’abbazia di Novalesa

Si narra che il re dei Franchi, scendendo impetuoso dai passi alpini per portar guerra a De-siderio ed ai suoi Longobardi, si fermò alla celebre abbazia, pur sapendo che difficilmente avrebbe trovato viveri per ri-storarsi, in quanto le traversie e continue battaglie nella valle avevano ridotto i poveri mona-ci in assoluta miseria. Ma prima di muoversi con le sue truppe verso Le Chiuse, con sua gran-de sorpresa, fu invitato a pranzo dall’abate Frodoino. Lo stupore era evidente e lo si leggeva chia-ramente in faccia al magnifico imperatore che varcata la soglia del modesto refettorio vide i ta-voli ricolmi di vettovaglie e dei cibi più squisiti. Cosa mai era successo? Si racconta che l’abate Frodoi-no, uomo pio e dalla fede incrol-labile, aveva pregato così tanto e con vivo fervore che Iddio, impietosito dalla sua non comu-ne devozione, volle ascoltare le sue orazioni, premiandolo con

la trasformazione dei miseri cibi della sua dispensa nel lauto ban-chetto che si presentava ora da-vanti agli occhi increduli e sbi-gottiti del famoso personaggio.Non solo la mensa ma anche le cantine ed i granai traboccava-no di viveri, dimostrando anco-ra una volta che la fede vera ed autentica supera gli ostacoli più ardui. Quindi il miracolo antico del-la moltiplicazione dei pani si era ripetuto. Si tramanda che qualche tempo dopo la guer-ra con Desiderio, l’imperato-re dei Franchi volle ritirarsi in preghiera nella celebre abbazia, forse per ringraziare il Padre o forse per bisogno di meditazio-ne spirituale. Sua moglie Berta volle seguirlo nel monastero nonostante il divieto a tutte le donne di superare la Croce di San Pietro e d’entrare nel recin-to dell’abbazia. Bisogna notare che il nome Berta non risulta nella realtà storica; infatti nessu-na delle consorti dell’imperato-re portò mai questo nome che corrisponde invece alla madre imperatrice, la Berta del lungo piè, nominata in tanti racconti fiabeschi. Comunque, questa mitica “real consorte “ travestita da mona-co, penetrò nel luogo sacro in compagnia di una fedele ancella, contravvenendo alle austere re-gole di questo mistico romitag-gio. Ma ancora una volta Iddio intervenne, la poveretta fatti po-chi passi verso la chiesa, cadde a terra come fulminata e morì, in pochi secondi.Cosi narrano le leggende che vanno ad aggiungersi a quella fitta raccolta di storie ed aned-doti quasi fiabeschi che circon-dano da secoli questo antichissi-mo baluardo della cristianità.

Bardonecchia 2013

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STRADE APERTE 17

Verso Bardonecchia. Alziamo l’asticella al MASCI? COMUNITA’ MASCI ROMA 15

Due autorevolissimi osservatori sociali, ISTAT e CNEL, hanno pubblicato in marzo un rappor-to dal titolo “BES 2013” (con-sultabile da http://www.misu-redelbenessere.it/). La sigla sta per “Benessere Equo e Sostenibile” e il documento garantisce una sintetica ma elo-quente rappresentazione della qualità della vita in Italia “al di là del PIL”, cioè non limitata-mente alla sola dimensione eco-nomica. Scorrendo l’indice e dando uno sguardo anche som-mario all’interno, ci si accorge che molti di quegli argomen-ti intrecciano tematiche care al nostro Patto Comunitario: sal-vaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale; formazio-ne personale; promozione delle attività di volontariato; legalità e tutela delle istituzioni; politi-che che mirano all’eliminazione delle disuguaglianze e della po-vertà; politiche di sostegno alla famiglia e ai giovani; qualità dei servizi essenziali; raccolta diffe-renziata e consumi sostenibili; benessere che deriva dalla vita sana e da stili di vita essenziali. Uno scout non può non trovare motivi di interesse nell’esamina-re le dimensioni di un benessere diffuso che sia responsabilmente in armonia con l’ambiente e con ogni componente della società, mentre per le comunità Masci, o per l’intero movimento, pos-sono aprirsi molte opportunità di servizio.Possono, o devono?

Da tanti anni, alcuni tra noi so-stengono che il Masci dovrebbe trovare una dimensione asso-ciativa “pubblica”, largamente unitaria, per mobilitarsi come movimento e lanciare messaggi di sensibilizzazione e proposta su temi irrinunciabili per chi si definisce adulto e scout, impe-gnato qui ed ora. Ramazza Arcobaleno del 23 marzo a Roma, per esempio, puntava ad uno di questi temi (un più semplice accesso ai di-ritti di cittadinanza per gli stra-nieri) e non s’è vergognata di definirsi “iniziativa politica”, portando in piazza centinaia di AS di tutto il Lazio e compagni d’avventura per una giornata di festa e di servizio che ha guada-gnato molti spazi sulla stampa. L’impegno del Masci Calabria per la legalità, colpito dalla cri-minalità organizzata, ha scate-nato un’ondata di solidarietà che ha lasciato un segno inequi-vocabile e ben visibile. Ma che efficacia avrebbero pro-getti come Ramazza Arcobale-no se diventassero un’iniziativa di tutto il Masci? Quale eco, e quale forza, avreb-be un particolare specifico gesto di contrasto alle mafie, comune a tutte le regioni? Perché ne-garsi la possibilità di dare voce più potente ai messaggi di cam-biamento e responsabilità che le comunità già esprimono sui propri territori?Il Masci ha di fatto sul proprio orizzonte il modello di socie-

tà a cui guarda il BES 2013 ed ha grandi potenzialità di mobi-litazione su molti dei “sogni” evocati da quel rapporto, pur senza trascurare le tante attività cui le comunità già si dedicano, per lo più autonomamente. Lo scautismo gode del vantaggio di offrire chiavi fantasiose e meto-di giocosi di riflessione su temi anche terribilmente seri, e terri-bilmente cruciali, tuttavia il Ma-sci è sembrato spesso, per non dire sempre, esitante e timoro-so nel cercare una voce corale alla sua dimensione associativa. L’Assemblea di Bardonecchia è dietro l’angolo e qualunque candidato alla Presidenza o al Consiglio, qualunque mozio-ne, qualunque programma do-vrebbe confrontarsi anche con le potenzialità del Masci a li-vello nazionale, naturalmente adottando le necessarie garan-zie perché queste potenzialità si manifestino a partire da un lar-ghissimo sentire comune. In un momento nodale per la società, come questo che stia-mo vivendo, è ora di provare ad alzare l’asticella al Masci per un nuovo salto in alto. Per cominciare gli allenamen-ti, potremmo lanciare una di-scussione a livello regionale che punti a una sintesi nella prossi-ma Assemblea Nazionale: po-tremmo scoprire che il Masci è maturo per assumere finalmente una sua “voce” su qualcuna del-le tematiche che affollano i so-gni degli AS.

Bardonecchia 2013

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STRADE APERTE18

Il nuovo Segretario Regionale delle MarcheROBERTO CESTARELLI

Vita Associativa

Camillo Ludovico è stato eletto nuovo Segretario regionale degli Adulti Scout marchigiani. L’incari-co è stato ufficializzato al termine dei lavori della XXXI Assemblea Regionale MASCI Marche, tenu-tasi a Jesi. I lavori sono stati aperti dal responsabile regionale Gaetano Buttafarro, il quale, dopo la nomi-na a presidente dell’assemblea di Peppe Bachetti e del segretario ver-balizzante, ha esposto sull’attività svolta nel triennio appena trascor-so. Dopo l’intervento dell’assessore Barbara Traversi, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Jesi, Bruno Magatti, Vice Presi-dente nazionale MASCI e assessore alle politiche sociali del comune di Como, ha svolto una interessante e partecipata relazione sul tema: “Cittadinanza consapevole e at-tiva”. In un momento storico in cui tutti sembrano interessarsi alla vita politica e all’interesse della col-

lettività, si fa ancora più attuale la filosofia dello scautismo che è nato con una precisa preoccupazione: quella di migliorare la “qualità dei cittadini”. “Una delle sfide più difficili che il MASCI deve affrontare - ha esor-dito Magatti - è quella di afferma-re, nei fatti, concretamente, che lo scautismo non è un’esperienza solo giovanile, ma è una esperienza che dura tutta la vita”. E ancora: “ Lo scout è prima di tutto una perso-na di relazione, capace di stare con gli altri che, nell’essere in relazio-ne, riconosce l’esigenza e assume responsabilmente una morale; col-tiva una “spiritualità” e si prende cura della formazione del proprio carattere; agisce per responsabilità e non per senso del dovere; abita una comunità della quale si sente parte”. Il “buon cittadino”, in al-tre parole, è il “cittadino attivo” che partecipa alla vita quotidiana e

sociale e dà un contributo alla sua comunità. In merito all’elezione, questo il commento a caldo di Ca-millo Ludovico, nuovo Segretario Regionale Masci: “Sono felice per questo nuovo ruolo che m’inorgo-glisce e nel frattempo, oltre a darmi responsabilità, mi spronerà a fare sempre di più. Ringrazio gli Adulti Scout ascolani per aver sostenuto la mia candidatura e quanti hanno ri-posto in me la loro fiducia. Garan-tirò il massimo impegno affinché il MASCI regionale possa crescere e migliorare”. Il Movimento degli Adulti scout marchiani, così come nel resto d’Italia, è formato da comunità di uomini e donne, che vivono e ope-rano nella loro realtà ambientale, ecclesiale e sociale, in un cammino che realizzi insieme una crescita personale e un servizio, secondo il metodo e la tradizione dello scauti-smo italiano.

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STRADE APERTE 19

Vita Associativa

Il 20 maggio di un anno fa era il giorno dell’Ascensione del Si-gnore: tre delle quattro chiese sono state lesionate dal terre-moto di primo mattino per cui abbiamo celebrato la Messa nel capannone della Cooperativa Sammartini. La scossa del 29, più distruttiva, colpisce anche la quarta chiesa; ci pareva di essere entrati in un sogno terrificante: case e chiese messe fuori uso….come anche scuole, Polo sanitario, teatro….

Per chi abita in campagna le case sono anche luogo di lavoro; in esse si sono succedute molte generazioni e relazioni storiche si erano intrecciate con i vicini. Più pesanti sono state le fatiche di chi ha dovuto lasciare le case in tempo di mietitura, precoce l’anno scorso: i mulini danneg-giati non potevano raccogliere il grano. Non sempre è comprensibile il disagio per chi lascia la terra, l’orto e gli animali per abitare in paese, in spazi più contenuti… difficile prendere decisioni in tutta fretta. La campagna aveva abituato a ritmi più lenti…

Le nostre case sono sempre sta-te luogo di incontri, scambi, at-tenzioni per gli anziani: il terre-moto non poteva interrompere queste abitudini. I diaconi, con le loro famiglie, abitavano le canoniche ed erano sempre stati punto di riferimen-to per tanti: via anche loro! Una

parte della famiglie del MASCI ha perso casa in modo defini-tivo. Molte famiglie straniere, prevalentemente del Magreb, con le quali avevamo relazioni di amicizia, vicinato e di lavoro, sono rientrate in patria. Chi poi è tornato, si è trovato spaesato perché non è facile l’a-dattamento all’albergo o nelle nuove abitazioni, essendosi per-duti legami quotidiani e rassicu-ranti. Chi non aveva più casa era ospi-tato a pranzo e cena da chi pote-va cucinare. Alcuni di noi hanno mangiato spesso presso i centri di accoglienza del Comune. I campi di sfollati e le altre ag-gregazioni per il mangiare e ri-unirsi hanno fatto cadere la ca-tegoria di “straniero”: eravamo tutti uguali davanti alla difficoltà che ci sormontava. Molte fa-miglie avevano trovato casa nei paesi vicini, qualcuno perfino a Bologna: la comunità era in ap-parente diaspora. La preghiera del mattino, il Ve-spro della sera erano sempre occasioni belle per cercarsi, rive-dersi e incoraggiarsi, così come la Messa domenicale, sempre celebrati (e ancora oggi) nel ca-pannone della Cooperativa

Intanto si organizzava l’emer-genza: nascevano qua e là picco-li accampamenti di tende, nessu-no cercava soluzioni individuali. Quante telefonate sono corse in quei giorni; la visita di Fratelli e Sorelle della Famiglia dell’An-

nunziata di Monte Sole, le fe-ste per la prima Comunione, la Cresima, un matrimonio e l’isti-tuzione a Lettore di Tiziano con il Vescovo Zarri. E ancora, l’olimpionica Jessica Rossi con la sua medaglia d’o-ro dedicata a noi terremotati dell’Emilia… tutto faceva ruo-tare sempre più gente nella nuo-va “Chiesa/Cooperativa”: tante occasioni per condividere paure, apprensioni, speranze. Sono state graditissime, in quei giorni, le visite della Segretaria Regionale MASCI Vanda San-sovini e del Segretario Nazio-nale Alberto Albertini.; a loro si deve l’idea di tenere la Rotta di Spiritualità sulla speranza a Ga-leazza, a due passi dalle nostre case (ottobre 2012).

E’ stato confortante sentire molti che chiedevano notizie; abbiamo ricevuto aiuti da tan-ti che ci hanno cercato: amici, insegnanti, scout, gente che da tempo non si sentiva; c’è stato più tempo per ascoltare gli altri; nei racconti, nelle necessità, ne-gli sfoghi. Ci siamo sentiti molto amati e sostenuti nelle visite e negli aiu-ti concreti che abbiamo ricevu-to: tende, lenzuola, cibo, soldi, camper, perfino ricariche tele-foniche fatte ai nostri figli dagli amici, aiuti per strappare roba dalle case lasciate pericolanti.

Il terremoto è stato per noi una occasione per un ripensamen-

SAMMARTINI…a un anno dal terremotoCOMUNITA’ MASCI SAMMARTINI 1

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to: l’inagibilità delle chiese ci ha fatto toccare con mano, in modo piuttosto violento, quan-to sono importanti le “pietre vive”: Abbiamo ringraziato il Padre e gli Angeli Custodi per tutti i miracoli accaduti, nascosti ai più, ma reali. La chiusura forzata di una casa di ospitalità per poveri e mala-ti ci ha costretti in fretta e furia a fare quello che sentivamo da tempo di dover fare, ma di cui non avevamo coraggio: prende-re queste persone nelle nostre case.L’inagibilità del magazzino per la raccolta e distribuzione de-gli alimenti ai poveri ci porta a cercare altri modi, più vicini alla gente, per dare i nostri aiuti, an-che visitando le case delle fami-glie in difficoltà. E’ di questi ultimi mesi l’allesti-

mento di una casetta di legno, adibita per la distribuzione di alimenti alle famiglie bisogno-se della parrocchia e dintorni, dono di “Eccomi-MASCI Na-zionale”.

Riguardo alle case dobbiamo prendere atto che i tempi del-la ricostruzione sono lunghi, molto più dei nostri desideri, cerchiamo di aiutarci nella fatica della provvisorietà, ricordando che in ogni caso siamo di pas-saggio su questa terra! La vita si è fatta necessariamen-te più sobria ed essenziale, sia-mo diventati più consapevoli di quanto ci si leghi alle cose e alle case, alle abitudini e alla nostra storia che, in questa campagna, si è giorno per giorno costruita e che, insieme ai volti di tante persone, è stata la nostra vicen-

da comune di affetti.Il terremoto ha cambiato tutto: la chiesa non c’è più, è diventata casa tra le case.Anche per noi del MASCI è così! I nostri incontri sono itineranti e si svolgono nelle abitazioni di-sponibili, in famiglia.La gente vede tutto ciò con altri occhi: fraternità cristiana e soli-darietà si intrecciano in una di-mensione comunitaria e convi-viale della vita ecclesiale e civile.

La speranza, ravvivata dall’e-lezione del nuovo vescovo di Roma e dai primi passi del suo servizio, è quella di un ritorno al modello della Chiesa primiti-va, descritta alla fine del cap. 2 degli Atti degli Apostoli, in cui non c’erano più bisognosi, per-ché tutto era in comune.

Vita Associativa

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Commento alle Scritture

Quaresima e tempo pasquale ci hanno fatto omettere le dome-niche ordinarie dalla VI alla IX. Nelle prime tre si leggeva il “di-scorso della pianura” di Luca, parallelo al “discorso del mon-te” di Matteo: le beatitudini, l’a-more per i nemici, la pagliuzza e la trave.Poi ancora la guarigione del ser-vo di un centurione. L’episodio è particolarmente significativo, per-ché la fede del centurione, pagano, è entrata a far parte del-la liturgia: «Signore, non distur-barti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per que-sto io stesso non mi sono rite-nuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito». Oggi si dice: “Signo-re, non son degno di partecipare alla tua mensa …”, ma fino ad alcuni decenni fa si diceva pro-prio: “Signore, non son degno che tu entri sotto il mio tetto …”Dal 9 giugno alla fine dell’anno liturgico tutte le domeniche sa-ranno quelle del tempo or-dina-rio a partire dalla X.

Nei giorni feriali si inseriscono due feste, il 7 giugno il sacra-tissimo Cuore di Gesù e il 24 la Natività di san Giovanni Batti-sta.

La seconda lettura sarà tratta dalla lettera ai Galati, ma non mi resterà spazio per presen-tarvela.

Proseguendo in quella sezione del vangelo che molti commen-tatori chiamano il “ministero di Gesù in Galilea”, ci si presenta

la risurrezione del figlio di una vedova di Nain (Lc 7). «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da ti-more e glorificavano Dio, dicen-do: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».La prima lettura racconta un mi-racolo di risurrezione compiuto da Elia (1 Re 17). Sembra quasi che, facendo questo parallelo, si voglia evidenziare la superiorità di Gesù.

Nella domenica XI Luca, sempre nel capitolo 7, ci racconta come Gesù viene invitato a pranzo a casa del fariseo Simone e du-rante questo pranzo interviene una prostituta della città, da non confondere con Maria di Mag-dala né, tanto meno, con Maria sorella di Marta. Voi conoscete la storia. Con ogni probabilità accade un sabato dopo che Gesù aveva parla-to nella sinagoga e magari la peccatrice, confusa in fondo fra le donne, lo aveva ascoltato. Andiamo alla conclu-sione.Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli ri-spose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simo-ne ri-spose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse

a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di ba-ciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di pro-fumo. Per questo io ti dico: sono perdo-nati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece co-lui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i pec-cati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».Ad una lettura attenta il brano sembra contraddittorio. Uno dei punti fondamentali della messaggio cristiano è che Dio ci ha amati per primo. Lo ricon-ferma anche la piccola para-bola dei due debitori. L’amore verso Dio è gratitudine per il perdo-no ricevuto. E allora la frase sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato ?Zerwick spiega così: “… oti nya-pesen polu”. Hoti, perché, causale, è ambiguo. Può indicare la cau-sa antecedente dalla quale deri-va il perdono oppure la ragione dalla quale si capisce che il per-dono è avvenuto. Il significato corretto allora sarebbe questo: sono perdonati i suoi molti pecca-ti, come puoi capire dalle grandi manifestazioni di amore nei miei confronti.Comunque sia, si riafferma la

Chi è Gesù per me ?DON LUCIO GRIDELLI

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Commento alle Scritture

misericordia di Gesù in confron-to all’atteggiamento del fari-seo.

Nella domenica XII risuona il primo dei tre annunci della pas-sione da parte di Gesù (Lc 9,18-24). Ma prima Gesù pone una domanda che dobbiamo sentir rivolta a ciascuno di noi in prima persona: Chi è Gesù per me?Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I disce-poli erano con lui ed egli pose lo-ro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dico-no Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora do-mandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato da-gli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risor-gere il terzo giorno».La prima lettura è un breve bra-no del profeta Zaccaria (12,10-11) che Giovanni cita (19,37) nel rac-conto della morte di Gesù.Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la pro-pria vi-ta per causa mia, la sal-verà».Rinnegare, perdere …con un lin-guaggio forse più comprensibile potremmo dire mettere in gioco la propria vita, porre Gesù al pri-mo posto …Ecco il “seguire Gesù”, che verrà ripreso in ciò che segue. È esclu-sivo di Luca quel “ogni giorno”.

A questo punto una “formula”

introduce a una nuovo sezione del vangelo, il “viaggio ver-so Gerusalemme”.Mentre stavano compiendosi i giorni … (9,51).Luca la usa tre volte per sottoli-neare momenti decisivi.La prima per la nascita di Gesù (2,6): Mentre si trovavano in quel luo-go, si compirono per lei i giorni del parto. La terza negli Atti (2,1) per la venuta dello Spirito:Mentre stava compiendosi il gior-no della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.E la seconda qui: Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sareb-be stato elevato in alto, egli pre-se la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme …La precedente traduzione diceva i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo.In greco e in latino i giorni della sua “assunzione”.Questa vocabolo comprende tutto: il suo esser innalzato sulla croce, la risurrezione, l’ascensio-ne.E la fermezza della decisione è espressa in greco e in latino pres-sappoco così: indurì la sua fac-cia per andare verso Gerusalem-me. A muso duro …, se non fosse irriverente!Questo ultimo viaggio di Gesù occupa ben dieci capitoli ed arri-va a 19,27 o 28. È un viaggio reale, ma Luca, analogamente a quanto fa Mar-co nei capitoli 9 e 10, lo usa an-che per presentarlo come una scuola di discepolato. Il discepolo, il cristiano è uno che si mette in cammino con Gesù verso Gerusalemme.Il primo atto di questo cammino è la reazione negativa di Giaco-mo e Giovanni ad un rifiuto dei

samaritani. Gesù si voltò e li rim-proverò. Vengono poi tre brevi detti di Gesù collegati dal verbo seguire (57-62).Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti se-guirò dovunque tu vada». E Gesù gli ri-spose: «Le volpi han-no le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». Gesù aveva tanti amici che lo avrebbero ospitato volentieri, ma ormai era quasi un “ricerca-to”. I vertici di Gerusalemme lo vo-levano eliminare.A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permet-timi di andare prima a seppellire mio padre». Forse nel senso di assistere il pa-dre nella vecchiaia … Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e an-nuncia il regno di Dio». Proba-bilmente è un proverbio. Lascia che morti spiritualmente sep-pelliscano i morti fisicamente. Il mio è un annuncio di vita, che va oltre la morte. Tu va’ e an-nuncia la vita!Un altro disse: «Ti seguirò, Si-gnore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si vol-ge indietro è adatto per il regno di Dio».La prima lettura è la vocazione di Eliseo. Elia nei confronti di Eliseo è meno esigente di quan-to lo sia Gesù con noi.Gesù ci invita con insistenza a seguirlo, ma vuol mettere in chiaro: è una scelta impegnati-va e rischiosa.Chiediamo a lui, che ci ha chia-mati, la grazia della perseveran-za.

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Io ho letto

Cari lettori di Strade Aperte, que-sta volta vi presentiamo ben due libri ( per farci perdonare di ave-re “saltato “ il mese di Aprile !). Vi ricordo che aspettiamo da voi la segnalazione del libro che vi è particolarmente piaciuto. Inviatela a [email protected] cercando, se possibile, di attenervi all’impo-stazione della rubrica.Buona lettura!

Paola Busato

“LE LETTERE di BERLICCHE” di Clive Staples Lewis

E’ un libro incentrato sulla bizzarra corrispondenza tra un funzionario di Satana e suo nipote, apprendista diavolo custode. Si tratta di una geniale riflessione sulla natura uma-na mirata a recuperare il senso del concetto di peccato ed a strapparlo alla banalizzazione cui l’ha ridotto la cultura contemporanea. L’opera costituisce una precisa descrizio-ne dei conflitti interni dell’animo umano, non trascurando,in questo intento,l’ingrediente divertente dell’ironia, elemento essenziale di tutta la narrazione. Nei romanzi di Lewis è sempre presente una visione filosofica ab-bastanza complessa. Comprender-ne i fondamenti è importante per cogliere a fondo anche altri aspetti delle sue opere .Poiché una parte importante della vita dell’autore è stata occupata dal percorso perso-nale che lo ha portato dall’ateismo alla convinzione che esiste un Dio e che questo Dio è quello rivelato dal cristianesimo,l’analisi delle mo-tivazioni razionali che stanno alla base della fede di Lewis è importan-te per comprenderne il pensiero. LEGGETELO! E’ veramente una esperienza diver-tente oltre ad essere,a mio parere, un buon manuale per un accurato esame di coscienza sulle tentazioni quotidiane(Angela Ritorto Cusimano)

Clive Staples Lewis, Feltrinelli, Euro 6,37Clive Staples Lewis: filologo, esperto del Medioevo, noto al grande pubblico soprattutto per la sua opera” Le cronache di Nar-nia”, nasce a Belfast,in Irlanda, nel 1898 e muore ad Oxford nel 1963. I suoi libri sono allo stesso livel-lo di quelli del suo grande amico Tolkien: catturano i grandi misteri della spiritualità, con una chiarezza straordinaria. Come tutti i classici letterari hanno il loro posto nella storia e continueranno a deliziare adulti e bambini nel tempo.Tra le sue opere: “Le Lettere di Berlicche”; “Le due vie del pelle-grino”; “Sorpreso dalla Gioia” ; “ La pura Cristianità”; “ Diario di un dolore” .

L’ACUSTICA PERFETTA di Daria Bignardi

Arno sposa Sara. Ad Arno la sua vita piace così: suona il violoncello alla Scala, ha tre figli dalla donna del-la sua vita, non si fa domande. 13

anni di matrimonio, tre figli. Arno ama Sara. Ama Sara? Poco prima di Natale Sara sparisce lasciando Arno ed i figli. Arno è molto arrab-biato e per molto tempo non ci sta ritenendo ingiusto ed inspiegabile il comportamento di Sara. Poi, con l’aiuto di parenti ed amici, cerca di capire se stesso e lei, la persona con cui ha vissuto 13 anni, la donna che ama da sempre. E’ un libro che consiglio alle ami-che ed agli amici: alle amiche per mettersi dal punto di vista degli uomini, agli amici per stimolarli a cercare di comprendere le donne e a non fermarsi alla superficie.(Cristina Maccone)

Daria Bignardi è nata a Ferrara nel 1961. Giornalista, ha collabo-rato con molte testate e dal 1991 lavora per la tv e la radio. E’ au-trice e conduttrice del programma ‘Le invasioni barbariche’ per La7 e scrive su Vanity Fair. Ha scritto i romanzi: Non vi lascerò orfani (2009), Un karma pesante(2010), L’acustica perfetta (2012)

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Il cammino è iniziato Giovanni Morello Benvenuto alla Comunità di Guastalla Simona Ricordini Il saluto del MASCI al Consiglio Generale AGESCIRiccardo Della RoccaComunicare con noi e con gli altri Michele NigroLe notizie di “Eccomi” Amicizia e fratellanza. Il quarto articolo della leggePio CerocchiDisuguaglianze e questione ambientale Riccardo Della Rocca Aiutare la famiglia=aiutare la società Pino Romeo Bardonecchia 2013. Scheda di partecipazioneVerso Bardonecchia: leggende e credenze popolariVerso Bardonecchia. Alziamo l’asticella al MASCI?Comunità Roma 15Il nuovo Segretario Regionale delle Marche Roberto Cestarelli Sammartini...a un anno dal terremoto Comunità Sammartini 1Chi è Gesù per me? d. Lucio GridelliLibriControcorrente

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N° 5. Anno 55 Maggio 2013

SCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMAAl n°. 6920/59 del 30/05/1959

PERIODICO MENSILE DEL MASCI(MOVIMENTO ADULTI SCOUTCATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONEPERMANENTE, PROPOSTA ECONFRONTO

PRESIDENTE NAZIONALE:Riccardo della RoccaSEGRETARIO NAZIONALE:Alberto AlbertiniDIRETTORE RESPONSABILE:Pio CerocchiDIRETTORE:Giovanni MorelloPiazza Adriana, 2000165 RomaTel. 06. 68193064Fax 06. 68131673Cell. 320. 5723138 - 339. 6541518e-mail: [email protected]

COLLABORANO IN REDAZIONEGiorgio ArestiCarlo BertucciPaola Busato BertagnolioMatteo CaporaleGaetano CecereCarla CollicelliPaola Dal TosoMaurizio de StefanoRomano ForleoDora GiampaoloMario MaffucciFranco NerbiMario SicaSergio ValzaniaAnna Volpe

REDAZIONEVia Picardi, 6 - 00197 Roma

STAMPATipografia ADLE Edizioni SAS PadovaE-mail: [email protected]

EDITORE, AMMINISTRATORE E PUBBLICITÀ:Strade Aperte Soc. coop. a.r.l.Via Picardi, 6 - 00197 RomaTel. 06. 8077377 - Fax 06.8077047

Iscritta al registro degli operatoridi comunicazione al n. 4363

ABBONAMENTO ORDINARIOA 11 NUMERI:Euro 20,00 da versare sulccp. n. 75364000INTESTATO:Strade Aperte Soc. coop. a.r.l.Via Picardi, 6 - 00197 Roma

ASSOCIATO ALL’USPI

TIRATURA: 5.000 copie

Chiuso in redazione il 2 maggio 2013

QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’ UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALE IN DATA

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Controcorrente

Sommario

UNA ESPERIENZA INDIMENTICABILE “Le rotte dell’Arcipelago”

Campo di Servizio a Lourdes dal 01.08.13 – al 08.08.2013

DATA DEL CAMPO: Dal 01.08.13 – al 08.08.2013S’inizierà l’attività già sul treno, che partirà da Reggio Calabria il 01 Agosto 2013 con le seguenti fermate: NAPOLI – ROMA – PISA – GENOVA e altre fermate minori. Fermate ed orari precisi, saranno divulgati a tutti gli iscritti dopo la comunicazione delle Ferrovie (di solito 5/6 giorni prima della partenza).MODALITA’ D’ISCRIZIONE e QUOTELe modalità iscrizione:Compila la scheda d’iscrizione (che trovi sul sito del MASCI) ed inviala entro il 30 MAGGIO 2013 “via e-mail” a [email protected] (o per posta a : MONDIN SONIA – Via San Pio x° 233 – 31034 CAVASO DEL TOMBA (TV) Acconto per l’iscrizione entro il 31 MAGGIO 2013 con versamento di Euro 100,00. IMPORTANTE: Copia del versamento dell’acconto (entro 31/05/2013) e del saldo (entro 30/06/2013) (da operare con le modalità sotto indicate) deve essere inviato, al referente dell’OPFB regionale, che Vi sarà comunicato dalla capo campo non appena la stessa riceverà la Vs. scheda d’iscrizione. Solo così si riterrà formalizzata corretta-mente l’iscrizione.I versamenti vanno effettuati:

o TRAMITE BANCA: su c/c bancario intestato a Opera Pellegrinaggi Foulardas Bianchi Onlus Via Crisafi 5 - 89100 Reggio Calabria. Banca: Unicredit Spa – Filiale di Reggio Calabria Calveri. Codice IBAN: IT 07 S 02008 16307 000400684220o TRAMITE POSTA: c/c Postale nr. 1006333809 Intestato a Opera Pellegrinaggi Foulards Bianchi presso Laganà Mario - Via Arangea 128 – 89067 Reggio Calabria

Per informazioni chiama:• [email protected]• ilDirettoredell’[email protected]