Strade Aperte Agosto Settembre 2012
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Transcript of Strade Aperte Agosto Settembre 2012
PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO
SPEDIZIONE IN A.P. 45%ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA
EURO 2,00 LA COPIA
EDITORE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITA’:Strade AperteSoc. coop. a.R.L.,Via Picardi, 6 - 00197 Roma,www.masci.it
SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA
Due avvenimenti, una sola meta.
GIOVANNI MORELLO
N U M E R O 8 - 9 A G O S T O - S E T T E M B R E 2 0 1 2 - A N N O 5 4
Riprendiamo, dopo la pausa estiva, che per molti dei nostri lettori sarà stata anche un’occasione di im-
pegno di servizio e di vita all’aperto, il nostro appuntamento mensile. In questo numero la maggior parte degli articoli segue un doppio percorso. Il primo è dedicato al prossimo appuntamen-to di “Piazze, Trivi e Quadrivi” a Salerno per “Abitare la città dell’uomo”. Mentre scrivia-mo queste righe il tabellone elettronico, che è stato inserito nel sito del MASCI (www.masci.it), indica che mancano 49 giorni, 23 ore e 8 minuti all’inizio di questo importante appuntamento. Saremo in molti. Alla chiusu-ra ufficiale delle iscrizioni, il 30 giugno, gli iscritti erano oltre 630. Ma già pochi giorni dopo si erano superati i 700 iscritti. Molti altri sono in lista di attesa. Ancora altri si aggiungeranno, soprattutto dalle regioni limitrofe, con la modalità di “visitatori”. Dal-le iscrizioni giunte abbiamo potuto constare che tutte le Regioni saranno rappresentate, cosi come saranno presenti quasi tutte le oltre 350 Comunità MASCI. Un risultato signifi-cativo: “gli Adulti Scout del MASCI hanno dimostrato una grande condivisione del pro-getto che il CN ha proposto”, ha commenta-to Riccardo Della Rocca. Sarà un incontro di riflessione, di proposta, di impegno, ma anche di gioia e di condivisione. Tutti attendiamo di conoscerci, o di ritrovarci, e scambiare nei Trivi gli impegni e le proposte dei “Poli di eccellenza”. Nelle pagine della rivista trovate ampie informazioni su come si svolgeranno i lavori delle “piazze”. Ogni piazza sarà attra-versata da una “traccia” significativa, cioè un libro o un quaderno che costituisce la summa e il riassunto del pensiero del MASCI. Così nel celebre “Salone dei marmi” del palazzo comunale, dove si svolsero le prime riunio-
ni del governo italiano dopo l’8 settembre 1943, si affronterà il tema della “cittadinanza attiva e responsabile”: la traccia sarà il qua-derno “Entra nella Storia”, a suo tempo in-viato a tutti che sarà opportuno rispolverare. Nel medievale complesso di Santa Sofia si affronteranno i temi della mondialità e della cooperazione: traccia è il quaderno allegato a questo numero che vi invitiamo a leggere con attenzione. Nel “Salone degli Stemmi” del palazzo arcivescovile il tema sarà quello della spiritualità e catechesi per gli adulti. La traccia sarà il volume, “Con noi sulla strada. Tracce di spiritualità e catechesi per gli adulti”, che sarà consegnato a Salerno (una copia per ogni Comunità presente). Del volume pubblichia-mo la presentazione del cardinale di Palermo, Paolo Romeo. Così come sarà consegnato ai presenti l’altro volume, “Un’avventura che continua. Lo scautismo degli adulti”, che sarà la traccia per la piazza che sarà ospitata nel Teatro Augusteo, dedicata appunto allo scau-tismo degli adulti. Anche di questo volume pubblichiamo la presentazione scritta da pa-dre Federico Lombardi. Il secondo percorso di questo numero è dedicato all’Anno delle Fede, promosso dal Santo Padre, per ricorda-re e celebrare i 50 anni dell’inizio del Conci-lio Vaticano II. Un tema ed un anniversario su cui ritorneremo più volte sulla nostra ri-vista. Due avvenimenti per noi strettamente legati. Il Concilio Vaticano II ha animato e pervaso la vita dello scautismo cattolico in questi cinquant’anni. E per ricordare degna-mente questo anniversario abbiamo pensato di pubblicare ampi stralci del discorso tenuto dal Paolo VI, un papa da sempre assai vicino allo scautismo italiano, ai capi dell’ASCI e del MASCI il 5 novembre 1966. Un discorso che andrebbe riletto integralmente, ricco di spun-ti di riflessione e di impegni ancora oggi per tutte le Comunità del MASCI.
I.R.
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Agosto-Settembre 2012Piazze, Trivi e Quadrivi
I luoghi dell’incontro
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Agosto-Settembre 2012Piazze, Trivi e Quadrivi
Ci apprestiamo a vivere a Salerno una nuova avventurosa esperienza. Saremo in molti. Più di 700 Adulti Scout del MASCI hanno risposto alla chiamata. Ma saremo certa-mente molti di più. L’esperienza che vivremo quando ci ritroveremo a Salerno non sarà né un Incontro,né un Convegno, né un’Assemblea ma ci incontreremo nelle Piazze, nei Trivi e nei Quadrivi, sarà l’espe-rienza della città, della “polis”. La città, le piazze, i trivi ed i qua-drivi saranno realtà e metafora.E’ con questa idea della “città da abitare” che ci ritroveremo a Saler-no, per questo il tema è: “abitare la città dell’uomo”, per confer-mare il nostro modo specifico ed originale, secondo il metodo scout, di realizzare la nostra missione di “educazione degli adulti”.L’educazione, nello scautismo, non si realizza dentro una campana di vetro, non si realizza nel chiuso di un’aula scolastica, ma si realizza vi-vendo e coinvolgendosi con la sto-ria dell’uomo, con il suo ambiente, con il proprio tempo; l’educazione si realizza sperimentando la fatica e la gioia del vivere, verificando e riflettendo comunitariamente sul “senso” di questa esperienza.L’ “educazione degli adulti” è la missione propria del MASCI. Questo ci impegna a precisare sem-
pre meglio il nostro metodo e ad individuare con grande chiarezza gli ambiti in cui questo processo educativo si realizza. Tutte le riflessioni sviluppate nel tempo ci hanno condotto ad in-dividuare quattro piste sulle quali camminare e che insieme danno la nostra specifica responsabilità nell’ “abitare la città dell’uomo” come originale cammino educativo; que-ste quattro piste saranno quindi i Rioni, e le rispettive piazze, della città che abiteremo a Salerno.
1. Scautismo per AdultiLa prima ed essenziale pista riguar-da il nostro metodo , il modo in cui realizziamo e viviamo lo “Scau-tismo degli Adulti, di cui alle pa-gine seguenti (5-6) trovate ampia informazione.
2. Spiritualità e Catechesi per AdultiLa seconda pista riguarda la no-stra spiritualità, una spiritualità per adulti. Nella piazza che sarà dedicata a don Peppino Diana, rifletteremo sulla Traccia “Spiritualità e Cate-chesi degli Adulti”. Abbiamo scel-to don Peppino perché siamo con-vinti che la spiritualità e la catechesi degli adulti si realizza nella vita quotidiana, uscendo dalle sagrestie per porci alla sequela di Gesù di
Nazareth nel sagrato, nelle piazze, sulla strada dell’uomo. Anche della “traccia” di questa piazza trovate ampie indicazioni, più avanti, nelle pagine 7 e 8.
3. Entra nella Storiala terza pista riguarda il nostro modo di essere cittadini attivi en-trando responsabilmente nella sto-ria. La terza piazza, nella quale riflet-teremo sulla Traccia “Entra nella Storia”, sarà dedicata ad Angelo Vassallo. Sindaco del comune di Pollica (SA), è stato ucciso in un attentato di matrice camorristica. Era soprannominato il “sindaco pescatore” per la vicinanza agli uo-mini della sua terra.Era un uomo che si è battuto con-tro l’illegalità, sempre in prima li-nea. “Non hanno ucciso solo un uomo, - ha affermato il sostituto procuratore di Vallo della Lucania – hanno ucciso una speranza perIl Cilento. Era un simbolo di le-galità. Hanno voluto colpire chi si opponeva all’illegalità”.Abbiamo scelto Angelo Vassallo perché ci sembra che rappresenti bene quell’impegno ad “abitarela frontiera” che abbiamo indicato nella nostra Traccia “Entra nella Storia”.Cercheremo di entrare nella storia con l’azione silenziosa del nostro
A Salerno ci attendono quattro piazzeRICCARDO DELLA ROCCAPresidente Nazionale
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Agosto-Settembre 2012Piazze, Trivi e Quadrivi
servizio quotidiano, mettendoci al servizio di chi soffre, del povero, dell’emarginato, dei piccoli senza voce e senza potere. L’esperien-za dello scautismo e del guidismo in questo campo è lunga e ricca ed oggi si arricchisce del servizio ai più poveri del mondo attraver-so l’esperienza della cooperazione internazionale, cercando di dare ri-sposte piccole ma significative alle inaccettabili disuguaglianze, alle vergognose forme di ingiustizia e di violenza presenti nel mondo.Vogliamo anche contribuire a ri-creare quel circuito virtuoso che fa della buona politica “la più alta ed esigente forma della carità”, come diceva il grande Pontefice Paolo VI. Qualcuno di noi sceglierà il me-stiere difficile ed affascinante di chi esercita la politica e noi vorremo essere accanto a loro per sostenerli, per incoraggiarli, se necessario per correggerli e per richiamarli al ri-spetto dei valori e di una moralità alta.Come movimento tuttavia, come dicevamo al Sinodo, vorremmo darci un altro compito. Vorremmo essere tra coloro che “coltivano la politica”. Dobbiamo accettare la sfida di riat-tivare questo circuito virtuoso, ma lo faremo dandoci una prospettiva: ripartire dagli ultimi.Su questo tema disponiamo già del Quaderno “Entra nella Sto-ria”, frutto del lavoro collettivo del Consiglio Nazionale, coordinato dalla Commissione Mira, che pone al centro l’indicazione di “abitare la frontiera”.L’incontro sulla “piazza” sarà pre-sieduto da Bruno Magatti, Presi-dente della Commissione Mira, e
avrà come moderatore Toni Mira, giornalista di “Avvenire”, scout e figlio dello stesso intestatario della Commissione, quel Giuseppe Mira che fu presidente dell’ASCI e del M ASCI. Porteranno la loro testi-monianza nella piazza il Ministro della Salute, Francesco Profumo, il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca e Grazia Villa, Presidente dell’Associazione “Rosa Bianca”.
4. Mondialitàil nostro impegno di “mondiali-tà” solennemente affermato nel Patto Comunitario e nello Statuto ci chiama ad essere “cittadini del mondo” che condividono le ansie e le aspirazioni di tutte le donne e gli uomini che vivono su questa terra. Abbiamo intitolato la Piazza dove rifletteremo sulla Mondialità ad Aldo Capitini, un uomo che ha dedicato la propria vita alla pace e alla non violenza. Aldo Capitini nel 1961 ebbe l’in-tuizione di proporre la Marcia Pe-rugia-Assisi, Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli.L’articolo 8 del Patto Comunitario sottolinea con vigore che gli A.S. credono fermamente nella ” frater-nità di tutti gli uomini in quanto figli di un unico Padre “. Dio Padre che è bontà amore mi-sericordia per tutti gli uomini sen-za frontiere di colore, perché a sua immagine e somiglianza siamo stati creati ( Genesi 2,26 ). Tutti siamo uguali davanti a Lui, tutti hanno bisogno gli uni degli altri per condividere gioie e pene; per coloro che lo temono e lo ama-no non ci può essere differenza di colore. Dio non si dimentica di nessun uomo.
Il 4° articolo della nostra Legge Scout ci chiama ad un impegno di fraternità ed amicizia con tutti sen-za differenza di razza, cultura, fede religiosa, colore della pelle. Tutto questo ci chiede di impe-gnarci seriamente per dimostrare che siamo portatori di una speranza grande e vitale. Solo così possiamo affermare la nostra identità e la no-stra appartenenza: il cristiano non è un fallito se incarna e persegue l’esempio di Cristo.Da tempo il MASCI ha individuato quattro filoni lungo i quali declina-re la mondialità: Educazione alla Pace ed alla Solidarietà tra i popo-li; Fraternità internazionale dello scautismo e del guidismo; Coope-razione e solidarietà internaziona-le; • Accoglienza dello straniero. Su questo tema trovate, allegato a questo numero della rivista, il Qua-derno elaborato dalla Commissio-ne Denti. L’incontro sulla “piazza” sarà pre-sieduto da Lilli Mustaro, Presiden-te della Commissione Capitini, e avrà come moderatore Piero Bada-loni, noto giornalista RAI e scout. Porteranno la loro testimonianza nella cardinale Renato Martino, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Flavio Lotti, Coordinato-re della Tavola della Pace, Cecilia Dall’Oglio, Coordinatrice FOC-SIV).Queste quattro piste rappresentano il quadro di riferimento che abbia-mo voluto dare a “Piazze, Trivi e Quadrivi”. Come lo realizzeremo in concre-to?. La risposta è affidata a tutti i par-tecipanti.
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Agosto-Settembre 2012Piazze, Trivi e Quadrivi
Come contributo alla prepara-zione dell’incontro di Salerno pubblichiamo la presentazio-ne al volume “Un’avventura che continua. Lo scautismo degli adulti”, scritta da pa-dre Federico Lombardi, Di-rettore di Radio Vaticana e della Sala Stampa Vaticana, già Assistente ecclesiastico na-zionale del MASCI. Questo volume, edito dalle Edizioni scout Fiordaliso, con cui ini-zia la nuova collana “Foulard azzurro”, voluta dal MASCI, insieme all’altro volume “Con noi sulla strada. Tracce di spi-ritualità e catechesi per adul-ti” (vedi le pagine seguenti) , nasce dall’impegno e dalla riflessione di singoli Adulti Scout e di intere Comunità MASCI sul tema della spiri-tualità per Adulti e Scout. Il volume sarà distribuito ai par-tecipanti (una copia per ogni Comunità presente) a “Piaz-ze, Trivi, Quadrivi. Abitare la città dell’uomo”, e costitu-irà la traccia di lavoro per la “Piazza” dedicata a Giuliana di Carpegna, che fu tra le ini-ziatrici del movimento femmi-nile dello scautismo in Italia. L’incontro sarà presieduto da Roberto Ursino, Presidente della Commissione Antonacci del Consiglio Nazionale del MASCI, e vedrà come mode-ratore Francesco Marabotto,
Un’avventura che continuaLo scautismo degli adulti
scout, giornalista dell’Agen-zia Ansa. Porteranno la loro testimonianza alla “piazza” i presidenti dell’AGESCI, Ma-rilina La Forgia e Matteo Spa-nò, Carla Collicelli, Vice Di-rettore del CENSIS, Michele Pandolfelli, Responsabile Uf-ficio Legislativo del Ministe-ro della Salute. L’incontro si
terrà nel Teatro Augusteo di Salerno. Sarà l’occasione per tutti coloro che parteciperan-no per lavorare alla stesura di una “traccia” che contenga il patrimonio di idee e di espe-rienze maturate nel MASCI sul trema della educazione degli adulti. Molti tra coloro che si dedicano all’educazione
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pensano erroneamente chel’educazione termini con l’ini-zio dell’età adulta. Il MASCI nei suoi oltre cinquant’anni di vita ha maturato la con-vinzione che il metodo scout rappresenti una eccezionale proposta anche per l’educa-zione degli adulti. Siamo con-vinti che lo scautismo dura per tutta la vita, ma si mo-difica ed assume forme nuo-ve nelle diverse sue stagioni. L’educazione ha sempre bi-sogno di un metodo: cioè di un sistema di esperienze e di valori, di visione del mondo e dell’uomo, perché abbia-mo bisogno di lenti adegua-te per leggere la realtà, altri-menti tutto diventa sfocato e impreciso. Senza un metodo anche l’educazione rischia di diventare un’illusione, una strada che conduce ad un re-lativismo senza futuro e senza speranza. Abbiamo voluto in-titolare la “piazza”, dove trat-teremo del nostro metodo, la prima ed essenziale “pista” per il nostro strare insieme, il modo cioè in cui realizziamo e viviamo lo “Scautismo degli Adulti”, a Giuliana di Carpe-gna: una delle donne che nel 1943 con l’AGI diedero vita con grande coraggio al gui-dismo cattolico in Italia. Sarà così non solamente l’occa-sione di celebrare i 100 anni di vita del movimento delle Guide nel mondo, ma soprat-tutto di ritrovare quello spiri-to profetico con il quale quel piccolo gruppo di giovani donne riunite nelle catacom-be di Priscilla vollero offrire
una proposta coraggiosa ed originale alle giovani del no-stro paese.Mi pare che questo volume ab-bia trovato una buona formu-la, quella delle chiacchierate, in cui gli autori si esprimono spontaneamente, ma traccian-do alla fine un disegno com-plessivo ricco e completo. Certo sarà uno strumento prezioso per il MASCI, ma penso che sia utile anche per chi non fa parte del movimento, per chi vuol capire che cosa significa lo scautismo non solo nella prima giovinezza, ma nella prospetti-va della vita intera, del nostro essere in cammino pellegrini in questo mondo. E lo legge con gusto, con emozione e con gratitudine, anche chi – come me non ha più un ruolo attivo nello scautismo né giovanile né adulto, ma sa che lo scautismo rimane per sempre una del-le dimensioni caratteristiche della sua vita. E siamo molti, moltissimi, e ci sentiamo facil-mente in sintonia anche se im-pegnati su fronti assai diversi. Tutti noi scout da giovani sia-mo stati tante volte interrogati con ironia su che cosa sarebbe rimasto dei nostri ideali alla prova della vita. Tutti noi, col passare degli anni, ci siamo interrogati su che cosa aveva-mo portato con noi dell’avven-tura vissuta con entusiasmo e della strada compiuta nello scautismo. Certo, nella nostra vita non c’è stato solo lo scauti-smo, ma se ci è stato, è davvero facile riconoscere che ci ha dato tantissimo, nella formazione della nostra personalità, nello
stile di vita. Ed è proprio per questo che ha senso parlare an-che di uno scautismo adulto, ed è bene che degli adulti scout aiutino gli altri – scout e non - a vedere e capire che cosa han-no trovato di tanto importante per vivere bene, con gusto e im-pegno, la loro vita, come donne e uomini, come cittadini, come credenti. Nel nostro tempo.Faccio solo due considerazioni che mi sono venute spontanee scorrendo i testi delle chiacchie-rate e pensando ad argomenti che mi occupano spesso. La cri-si. Sappiamo quanto sia grave e drammatica. Ma è una crisi che sconvolge il mondo soprat-tutto a partire dal nostro ave-re, e tutte le soluzioni saranno irrisorie se non partiranno dal nostro modo di essere. Le comu-nicazioni sociali rivoluziona-te dalle nuove tecnologie. Ma quali relazioni stabiliamo fra noi per queste nuove vie? Re-lazioni vere, leali, autentiche, fra persone, fratelli e sorelle? Perché queste sono le relazio-ni che contano. Per gli scout punti di orientamento come questi – e molti altri non meno importanti - sono acquisiti in profondità, sono quasi sconta-ti; e non sono “confessionali”, perché sono ecumenici, interre-ligiosi, universali. Su questi possiamo camminare e costruire insieme su una base solida e larga.Grazie per queste chiacchiera-te, che ci fanno respirare aria buona ed esperienza positiva.Buona strada!
p. Federico Lombardi, s.j.
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Agosto-Settembre 2012Piazze, Trivi e Quadrivi
Con noi sulla stradaTracce di spiritualità e catechesi per adulti
Come contributo alla prepara-zione dell’incontro di Salerno pubblichiamo la presentazio-ne al volume “Con noi sulla strada. Tracce di spiritualità e catechesi per adulti”, scritta da Sua Eminenza il cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e per lungo temo As-sistente scout.Questo volume, edito dal-le Edizioni scout Fiordaliso, con cui inizia la nuova collana “Foulard azzurro”, voluta dal MASCI, insieme all’altro vo-lume “Un’avventura che con-tinua. lo scautismo degli adul-ti”, nasce dall’impegno e dalla riflessione di singoli Adulti Scout e di intere Comunità MASCI sul tema della spiri-tualità per Adulti e Scout. Il volume sarà distribuito ai partecipanti (una copia per ogni Comunità presente) a “Piazze, Trivi, Quadrivi. Abi-tare la città dell’uomo”, e co-stituirà la traccia di lavoro per la “Piazza” dedicata a Don Peppino Diana, assassinato dalla camorra nella sagrestia della sua parrocchia per il suo coraggioso impegno di sacer-dote e di assistente scout. L’incontro sarà presieduto da Francesco Marchetti, Presi-dente della Commissione Ce-schi del Consiglio Nazionale del MASCI, e vedrà come moderatore Pio Cerocchi,
giornalista, scout, Direttore responsabile di Strade Aper-te. Porteranno la loro testimo-nianza Sua Ecc.za mons. Lu-igi Moretti, Arcivescovo di Salerno e già Assistente scout, Suor Rita Giaretta, missiona-ria, e Marisa Diana, sorella di
Don Peppe. L’incontro si terrà nel Salone degli Stemmi del palazzo ar-civescovile di Salerno.Sarà l’occasione per tutti co-loro che parteciperanno per lavorare a “tracce” origina-li e coraggiose, radicate su una lettura della condizione
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umana e fondate sull’annun-cio fondamentale del Vangelo nello spirito del Concilio Va-ticano II.Dovremo ripartire, nel co-struire queste “tracce” dal riconsiderare il ruolo del lai-co adulto nella società e nella Chiesa. Assumendo una spirituali-tà propria: la spiritualità del quotidiano, seguendo percor-si di catechesi che conducano alla “sequela” di Gesù di Na-zareth. Ci piacerebbe riuscire ad ela-borare questa spiritualità de-gli adulti, valida per tutti, a partire dai temi portanti del-lo scautismo: la strada come parabola della vita, il servizio, l’esperienza comunitaria.
Sono ben lieto di introdurre il presente volume che affronta un tema decisivo per la Chiesa italiana oggi, ossia la condizio-ne degli adulti in una società che subisce una evoluzione ra-pida e spesso disordinata.Rispetto a qualche decennio fa lo stesso modo di vivere la fede è soggetto a continue mutazioni, e deve necessariamente adat-tarsi alla novità dei contesti e all’urgenza delle sfide che si presentano di volta in volta.Tutto ciò carica di ulteriori responsabilità l’annuncio e la trasmissione del Vangelo e dei valori che da esso discendono.Gli scritti raccolti in questo prezioso volume intendono per-ciò essere un contributo, offerto con umiltà ma anche con serie-tà, al cammino che la Chiesa italiana ha inteso intrapren-
dere per il prossimo decennio, con il Documento “Educare alla vita buona del Vangelo”.Nella tradizione pedagogi-ca degli ultimi cento anni, lo scautismo, con la sua sensibili-tà educativa, ha offerto occa-sioni di crescita ai giovani di numerose generazioni. Riprendendo i suoi inse-gnamenti fondamentali, gli Adulti Scout intendono da un lato “restare giovani”, nel senso che non smettono di voler essere entusiasti ed impegnati, e dall’altro “vivere da adulti”, senza deroghe alle responsabi-lità nei confronti di se stessi e degli altri attorno ad essi.Attraverso il MASCI, lo scau-tismo adulto continua a porsi al servizio dell’accompagna-mento degli adulti, proponen-do percorsi di catechesi e cam-mini di spiritualità. A tal fine, il testo presenta le icone della spiritualità degli adulti, ossia i santi che hanno fatto l’esperienza del peccato, del dubbio, del disorientamen-to; la spiritualità e la catechesi degli adulti come “cammino nella storia dell’uomo”; la for-mula della “catechesi occasio-nata” cioè legata alle esperien-ze della vita, della famiglia, del lavoro, dell’impegno sociale e politico; l’essenzialità dello zaino per il cammino carico della preghiera, della Parola di Dio, della vita sacramenta-le;la sempre più necessaria risco-perta dell’attualità dello spiri-to e del messaggio del Concilio Vaticano II.Il presente volume può così di-
ventare un sussidio affidabile per le comunità adulte dello scautismo, ma può anche rap-presentare un valido contri-buto per la vita degli adulti nelle parrocchie e per quanti, con diverse forme e modalità, ricercano autenticamente la sequela di Gesù di Nazareth.I vari estensori dei contributi si sono sforzati di esprimere la loro esperienza di cristiani nel-la storia italiana di oggi, così diversa da regione a regione, ma caratterizzata da tratti unitari in tutto il Paese.Certi che il laicato cristiano nel nostro Paese è interpellato nel sapere rilanciare con fan-tasia e soprattutto impegno personale una presenza cultu-rale e politica fondata sui valo-ri inalienabili del Vangelo, gli scout che hanno scritto questi testi si sono ispirati alle Beati-tudini e al Padre Nostro, nel-la speranza di essere testimoni credibili non tanto attraverso belle ed appropriate parole, quanto piuttosto attraverso la loro esperienza di credenti e di cittadini impegnati.Lo scautismo, più che teoria, è esperienza pedagogica ed au-toeducativa e questo itinerario cartaceo vuole essere una possi-bile mappa di confronto per co-loro che condividono almeno in parte i nostri valori e cercano di realizzarli nei loro ambien-ti di vita.
Paolo Romeo, Cardinale Arcivescovo di Palermo
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Col testo del Motu Proprio “Porta Fidei”, Papa Benedetto XVI indice l’ anno della fede a partire dal 50° anniversario dell’ apertura del Concilio Vatica-no II, il prossimo 11 ottobre 2012. L’ anno terminerà nella solen-nità di Cristo Re dell’ Universo, il 24 novembre 2013.Già Paolo VI desiderando che la Chiesa intera potesse riprendere “esatta coscienza della sua fede, per ravvivarla, purificarla, con-fermarla e confessarla”, fece sì che l’impegno del cristiano fosse “individuale e collettivo, libero e cosciente, interiore ed esteriore, umile e franco.”Nel testo evangelico: Gv. 20,19-31, dove Gesù appare ai discepo-li e a Tommaso, comprendiamo che la fede nasce dall’ incontro con Cristo risorto.E’ un brano questo, tra i più si-gnificativi per farci capire il dif-ficile cammino della fede perso-nale e comunitaria.Tommaso è l’ esempio di una fede che ha bisogno di verifica, di conoscenze più certe, di at-tendibilità. In realtà la fede vera non è vedere o toccare qualcosa o qualcuno, ma è incontrare, è mettersi in ascolto e accettare Qualcuno. La fede è credere senza dimo-strazioni, è affidarsi completa-
mente a Dio, è abbandonarsi a Lui, alla sua parola, è credere alla parola della Chiesa, “beati coloro che pur non avendo visto crederanno.”Per incarnare il Vangelo, le let-ture del giorno possono essere, per una persona, una reale bene-dizione in tante situazioni con-crete nelle quali essa si trova.Nella lettura quotidiana si cerca una indicazione da parte di Dio, come Bonhoeffer scrive: “Non tutte le vie degli uomini risalgo-no alla guida di Dio...Le nostre vie, girando in tondo, ci condu-cono sempre a noi stessi. Le vie di Dio ci conducono a Dio.Dio ci guida attraverso la buona sorte e la sventura -sempre solo a
Dio. Da questo riconosciamo le vie di Dio.”Una parola al giorno, una parola per ogni giorno, nella concreta situazione di vita in cui ciascuno si trova. Non dobbiamo temere di per-sonalizzare la parola biblica, che proprio perchè è rivolta a tutti, è rivolta anche individualmente a ciascuno. Tua res agitur = “si tratta di te”.Una simile fede ci impegna per-sonalmente, ci chiede di diven-tare testimoni. Ognuno di noi, in quanto cri-stiani, ha il compito di diffon-dere la fede che ha ricevuto at-traverso l’esperienza di incontro con il Risorto. “Come il Padre
In Primo Piano
L’Anno della FedeUn primo contributo di riflessione. La Fede impegna alla testimonianza.
RICCARDA MASCI Busto Arsizio 2
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ha mandato me, anche io mando voi”, ci ricorda il Vangelo. Siamo tutti Apostoli della mise-ricordia e del perdono.Gli Atti degli Apostoli ci dico-no come le prime comunità cri-stiane vivessero con coerenza la preghiera, la carità, il servizio, la solidarietà, la condivisione; e questo deve essere anche il no-stro impegno missionario.In Gv. 6,28-29 leggiamo: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio? Gesù risponde: Questa è l’ opera di Dio, che cre-diate in Colui che Egli ha man-dato”Credere in Gesù Cristo dun-que, è la via per poter giungere in modo definitivo alla salvezza, come il buon ladrone sulla croce viene salvato per fede perchè ha confessato Cristo come Salvato-re e davanti a lui si sono aperte le porte del cielo.Secondo Giovanni , il vero cri-stiano è colui che crede che Gesù è Figlio di Dio. Chi crede in Dio, crede anche in Cristo e nel mistero della sua morte e resurrezione che ha re-dento il mondo. In questa carità universale che tutti ci lega, la fede è soprattutto amore. Nel 1563 d.C. Il Conci-lio di Trento affermava ufficial-mente che la salvezza dell’ ani-ma si ottiene non per sola fede in Cristo, ma anche per mezzo delle opere buone.Amore è sinonimo di rispetto ed impegno nell’ osservare i co-mandamenti di Dio, e chi ama si affida totalmente alla volontà dell’Amato.
In Primo Piano
Che significa “corresponsabilità ecclesiale
e sociale”? É la domanda che si pongo-
no i partecipanti al Forum Internazionale
di Azione Cattolica che si svolge in Ro-
mania a Iasi. A loro il Papa ha inviato la
sua riflessione in un messaggio per mons.
Domenico Sigalini Assistente Generale
del Forum.
Primo passo, dice Benedetto XVI, ne-
cessario “un cambiamento di mentalità
riguardante, in particolare, il ruolo dei
laici nella Chiesa, che vanno considerati
non come «collaboratori» del clero, ma
come persone realmente «corresponsabi-
li» dell’essere e dell’agire della Chiesa.”
Un principio che il Concilio Vaticano II
ha messo al centro della vita della Chie-
sa nella Costituzione dogmatica Lumen
Gentium che “ qualifica lo stile dei rap-
porti tra laici e Pastori con l’aggettivo
«familiare».”
Da qui l’invito del Papa ai membro dell’
Azione Cattolica e ai laici di tutto il mon-
do: “Sentite come vostro l’impegno ad
operare per la missione della Chiesa: con
la preghiera, con lo studio, con la parte-
cipazione attiva alla vita ecclesiale, con
uno sguardo attento e positivo verso il
mondo, nella continua ricerca dei segni
dei tempi.
Non stancatevi di affinare sempre più, con
un serio e quotidiano impegno formativo,
gli aspetti della vostra peculiare vocazione
di fedeli laici, chiamati ad essere testimo-
ni coraggiosi e credibili in tutti gli ambiti
della società, affinché il Vangelo sia luce
che porta speranza nelle situazioni pro-
blematiche, di difficoltà, di buio, che gli
uomini d’oggi trovano spesso nel cammi
no della vita.”
Bendetto XVI riprende un tema già caro
a Giovanni Paolo II e parla di “globa-
lizzazione della carità” con lo scopo di
“crescere, con tutta la Chiesa, nella corre-
sponsabilità di offrire un futuro di speran-
za all’umanità, avendo il coraggio anche
di formulare proposte esigenti.”
Un punto di arrivo questo che si ottie-
ne con un cammino che rinnovi “l’impe-
gno di camminare sulla via della santità,
mantenendo un’intensa vita di preghiera,
favorendo e rispettando percorsi persona-
li di fede e valorizzando le ricchezze di
ciascuno, con l’accompagnamento dei sa-
cerdoti assistenti e di responsabili capaci
di educare alla corresponsabilità ecclesiale
e sociale.
La vostra vita sia «trasparente», guida-
ta dal vangelo e illuminata dall’incontro
con Cristo, amato e seguito senza timore.
Assumete e condividete le scelte pastorali
delle diocesi e delle parrocchie, favorendo
occasioni di incontro e di sincera colla-
borazione con le altre componenti della
comunità ecclesiale, creando rapporti di
stima e di comunione con i sacerdoti, per
una comunità viva, ministeriale e missio-
naria.
Coltivate relazioni personali autentiche
con tutti, a iniziare dalla famiglia, e offrite
la vostra disponibilità alla partecipazione,
a tutti i livelli della vita sociale, culturale
e politica avendo sempre di mira il bene
comune.”
(Da Vatican News)
Il ruolo dei laici nella Chiesa
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L’11 ottobre 1962 si apriva ufficialmen-
te nella Basilica di San Pietro il Conci-
lio Vaticano II.
Giovanni XXIII ne aveva dato l’an-
nuncio nella Basilica di San Paolo il 25
gennaio 1959, a soli tre mesi dall’inizio
del suo pontificato.
Occorsero più di tre anni di preparati-
vi, di commissioni e di documenti pre-
paratori prima che la grande assise, in
cui i vescovi da tutto il mondo poterono
riflettere, meditare e proporre provve-
dimenti efficaci per un rinnovamento
della Chiesa.
Per molti di noi quella sera dell’11 ot-
tobre 1962 è rimasta impressa nel cuo-
re delle emozioni, quando gli scout e le
guide romane convennero in piazza
San Pietro, formando con le loro fiaccole
accese una grande e luminescente croce
intorno all’obelisco vaticano.
Per celebrare il 50° anniversario
dell’inizio del Vaticano II il Santo Pa-
dre Benedetto XVI ha indetto l’Anno
della Fede, che si aprirà ufficialmente
l’11 ottobre 2012 e terminerà il 24 no-
vembre 2013.
Durante quest’anno tutti i cristiani
saranno interpellati sulla solidità della
propria fede e di quella delle proprie co-
munità ecclesiali, di servizio, di forma-
zione e di impegno.
All’Anno della Fede abbiamo voluto de-
dicare il Calendario MASCI 2013.
Per celebrare i cinquanta anni
dell’apertura del Concilio Vaticano
abbiamo pensato di riproporre alcuni
brani del discorso che il Sommo Pontefice
Paolo VI rivolse ai capi dell’ASCI e del
MASCI ricevuti nella Sala Clementina
in Vaticano il 5 novembre 1966.
E’ un discorso tutto centrato sullo scau-
tismo al luce del Concilio Vaticano II:
un discorso che invitiamo tutti i nostri
lettori ad andare a rileggere.
Lo trovate pubblicato integralmente
(con le aggiunte a braccio del pontefice
al testo scritto) nel volume “Documenti
Cinquant’anni dall’inizio del Concilio VaticanoLo ricordiamo con le parole di un grande Papa da sempre vicino allo scautismo: Paolo VI
In Primo Piano
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pontifici sullo Scautismo”, a cura di G.
Morello e F. Pieri, Milano, Editrice An-
cora, 1991.
Ritorneremo nei prossimi numeri a par-
lare più ampiamente del Concilio Vati-
cano II, invitando sin da ora i nostri
lettori ad inviarci le loro considerazioni
e le loro testimonianze.
L’occasione di questo lietissimo in-
contro è data dal cinquantesimo anni-
versario di fondazione dello scautismo
cattolico in Italia.
Una data importante, significativa,
gioiosa: una data che voi, nello stile
schietto e spontaneo dell’Associazio-
ne, volete celebrare non col senso di
una rievocazione archeologica, ma con
l’impegno fresco e giovanile, richiesto
dall’ora particolare che la Chiesa sta vi-
vendo nel mondo.
Per questo vi siete ispirati asl Concilio,
per trarne l’insegnamento e la luce che
illumini e sostenga il vostro cammino
verso nuovi traguardi.
E dobbiamo dire che siamo molto sensibi-
li ad apprezziamo questo vostro interesse
all’avvenimento più grande della storia
contemporanea che la Chiesa abbia vis-
suto: questa presenza, questa attenzione,
questo desiderio di adesione e di ricava-
re dall’avvenimento della Chiesa non
soltanto una visione, come si può dire,
storica ed esteriore, ma ricavarne dei
principi, delle forze e degli impulsi, dei
suggerimenti …
Per questo, dicevamo, vi siete ispirati al
Concilio: per trarne l’insegnamento e
la luce che illumini e sostenga il vostro
cammino verso nuovi traguardi.
….
Con tale scelta, vi siete messi in sinto-
nia con uno dei temi centrali del Con-
cilio ecumenico Vaticano II: poiché, se
è vero che il problema dell’educazione
ha dato origine solo ad una breve, sep-
pur basilare dichiarazione, tuttavia la
formazione integrale e totale dell’uo-
mo è stato il pensiero costante dei
padri, anzi il loro assillo, la loro ansia
pastorale, il loro programma, la loro
speranza.
….
Infatti le parole della dichiarazione
sono la continuazione ideale di quel-
le che già abbiamo lette; eccole: “La
vera educazione deve promuovere la
formazione della persona umana sia
in vista del suo fine ultimo, sia per il
bene delle varie società, di cui l’uomo
è membro ed in cui, divenuto adulto,
avrà funzioni da svolgere.
Pertanto i fanciulli e i giovani deb-
bono essere aiutati a sviluppare ar-
monicamente le loro capacità fisiche,
morali e intellettuali, ad acquistare
gradualmente un più maturo senso di
responsabilità (diciamo in parentesi:
non vi sembra che qui i padri conciliari
abbiano copiato qualche cosa dei vostri
statuti ?) nell’elevazione ordinata ed
incessantemente attiva della propria
vita e nella ricerca della vera libertà,
superando con coraggio (scoutistico) e
perseveranza tutti gli ostacoli”.
….
E appunto nel decreto sull’apostolato
dei laici si trovano quelle parole, che
vorremmo che ognuno dei nostri figli
ritenesse scolpite nell’animo:
“Tutti i laici facciano pure gran con-
to della competenza professionale, del
senso della famiglia e del senso civico,
e di quelle virtù che riguardano i rap-
porti sociali, cioè la probità, lo spirito
di giustizia, la sincerità, la cortesia, la
fortezza d’animo: virtù senza le qua-
li non ci può essere neanche vera vita
cristiana”.
Come echeggiano bene anche in qui tut-
te le vostre parole di direttrici in queste
del Concilio, e come il Concilio facendo-
le sue, dando – diremmo – il megafono
dell’autorità e della risonanza, avalla,
fortifica la linea che voi avete preso, il
programma che avete vissuto e quello
che avete davanti e, diciamo la parola
classica, “canonizza” in un certo senso
il vostro movimento !.
Diletti figli.
Non sono queste le virtù, sulle quali
punta con tanta insistenza e con inne-
gabili risultati, lo scautismo ?.
La personalità formata, il senso di re-
sponsabilità e dell’impegno personale,
la formazione sociale e comunitaria,
non sono forse le sue mete supreme ?.
E lo scautismo cattolico non aggancia
qui, logicamente, la sua azione per una
educazione soprannaturale ed ecclesia-
le, per formare l’uomo …
Vedete dunque quanto è importante
la vostra opera, e quanto necessaria e
promettente la vostra odierna preoc-
cupazione, di considerare le finalità e
gli scopi dell’Associazione alla luce de-
gli insegnamenti conciliari.
E quello che diciamo a voi dell’Associa-
zione scout, dovremmo dirlo, con un me-
tro accresciuto, al MASCI, il quale non
è che una dilatazione ed una statura
più adulta dello stesso scautismo.
E crediamo fermamente che in questa
perenne ed instancabile opera di forma-
zione dell’uomo (avessimo cento anni
siano ancora dei fanciulli davanti al
Regno di Dio ed al bisogno di perfezione
al quale siamo chiamati) anche il Mo-
vimento Adulti continui, su questi mo-
delli, su queste linee e su questi precetti
e su queste speranze; e siamo sicuri che
lo fa e che quindi merita anch’esso tutto
il nostro appoggio e la nostra lode ed il
nostro incoraggiamento.
….
In Primo Piano
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Un tentativo di definizione
La tematica dell’educazione perma-
nente ha preso corpo forse negli anni
Sessanta, sotto la spinta dell’accelera-
zione dei processi scientifici, tecnici,
industriali, per cercare di attrezzare le
comunità e le singole persone di un
bagaglio di mentalità e di conoscenze
adeguato.
Tale esigenza, tuttavia, si è scontrata, e
ancora si scontra in Italia e soprattutto
nei paesi a sud del mondo, con ma-
croscopici squilibri nei livelli di istru-
zione e di cultura.
Perciò il processo di educazione per-
manente si confonde un poco con
quello di educazione degli adulti, sen-
za che se ne possa intendere bene la
differenza.
Tra le tante descrizioni che vogliono
cogliere la specificità del tema ne ricor-
do una.
Per educazione permanente intendia-
mo un ordine di idee, di esperienze,
di realizzazioni ben precise, vale a dire
l’educazione nella pienezza del suo
concetto, nella totalità dei suoi aspetti
e delle sue dimensioni, nella continuità
ininterrotta del suo sviluppo, dai primi
momenti dell’esperienza sino agli ulti-
mi e nell’articolazione profonda ed or-
ganica dei suoi diversi momenti e delle
sue successive
fasi. Naturalmente non è facile riem-
pire di contenuti questa descrizione
che, dal punto di vista formale, appare
completa.
Personalmente ho tentato di esprime-
re la mia riflessione in proposito nel-
la lettera pastorale “Dio educa il suo
popolo”, mettendo al centro l’azione
di Dio e il grande fine del cammino
umano considerato come il punto di
arrivo di un continuo processo di ma-
turazione umana, psicologica, cultura-
le, religiosa, morale.
Nel desiderio di definire l’educazione
permanente, c’è chi rileva tre profili di
una nozione così comprensiva e pre-
gnante di educazione : uno riguarda il
tempo abbraccia tutto l’arco della vita di
un uomo; uno riguarda il soggetto edu-
cando di cui si intende stimolare l’in-
tero potenziale umano; il terzo profilo
riguarda i soggetti titolari e responsabili
dell’educazione, che coincidono con la
totalità delle istituzioni, delle agenzie,
dei gruppi, di cui si compone la società
che, nel suo complesso, assurge il tito-
lo di comunità educante.
(…)
Negli ultimi anni noi abbiamo verifi-
cato che questa utopia può essere con-
finata o può sconfinare nella retorica
di chi dà per scontato ciò che non lo
è. Infatti, un lucido e diffuso senso
delle responsabilità educative, il con-
senso necessario attorno a una tavola
di valori, l’integrazione del raccordo
tra le molteplici istituzioni educative,
l’apporto umanizzante della comuni-
cazione pubblica dei mass media : tut-
to questo è un desiderato ben lontano
dall’essere raggiunto.
Una conflittualità educativa cre-
scente
In realtà, l’ideale dell’educazione per-
manente è conflittuale, in lotta conti-
nua contro tutte le forze divise di edu-
cazione permanente.
Ed è molto importante renderci con-
to che ci troviamo in una conflittualità
educativa crescente.
Quando incontro famiglie, o più in ge-
nerale, realtà educative che si lamenta-
no, dico loro di buttarsi nella mischia
In Primo Piano
Educazione permanente: un compito per il MasciPer ricordare la recente scomparsa del cardinal Martini, pubblichiamo alcuni passi del suo intervento al convegno sulla “educazione perma-nente”, organizzato dal MASCI Lombardia all’Università Cattolica, alcuni anni fa. Ci sembrano parole ancora di viva attualità non solo per il Mo-vimento degli Adulti Scout
Carlo Maria card. Martini
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perché l’educazione non è affatto un
processo pacifico di apprendimen-
to progressivo, bensì una lotta per la
chiarezza di sé, del contesto sociale,
per la luminosità del vero, rispetto al
prepotere delle tenebre. Si tratta di un
processo educativo forte, in cui ciascu-
no è sempre in pericolo di soggiacere
ai fenomeni degradanti, moltiplicati
talora dalle comunicazioni di massa e
dalle opinioni sociali; allora l’educa-
zione permanente diventa veramente
un cammino anche di ascesi e di San-
tità.
Se non la intendiamo in questo modo
facilmente degrada, viene iscritta in
ambiziosi disegni politico-ideologici,
degenerata in forme spurie e banaliz-
zanti (gli hobbies più stravaganti come
gli happenings più fastosi sono chiama-
ti “educazione” !).
Oggi assistiamo a una inflazione della
parola “cultura” : tutto ciò che è di-
vertimento, svago, spettacolo, prende
il nome di cultura e non ci si preoc-
cupa di domandarsi se ha dietro di sé
delle implicazioni ideologiche, politi-
che, di potere.
E’ proprio qui che dobbiamo fare
chiarezza e aiutare l’adulto a liberarsi
di queste soggezioni del vocabolario.
Diceva Giovanni Paolo II, nel suo di-
scorso
all’UNESCO, che è la cultura a fare
l’uomo più autenticamente uomo, a
incrementarne l’essere più autentico
e profondo, ben oltre l’arricchimento
dell’informazione e della conoscenza o
dell’evento-spettacolo.
Anche l’informazione, la conoscenza
e l’evento-spettacolo possono essere
cultura, a patto però che siano finaliz-
zati in maniera da sottrarli alle dinami-
che di potere per renderli vero servizio
di tutti.
(…)
Un compito per il MASCI
Credo che il progetto del MASCI vo-
glia coinvolgere nell’azione tutte le re-
altà culturali.
Perché non può essere un progetto
singolo, quasi un piccolo rigagno-
lo, ma intende aiutare tutte le acque
sane della società ed andare verso il
mare dell’educazione piena e comple-
ta dell’umanità in vista dei suoi destini
più alti.
La domanda di educazione permanen-
te è attualmente molto forte.
L’ho ribadito nelle mie due lettere
pastorali sul tema educativo e mi sono
accorto con gioia che se ne parla anche
nella
Christifideles Laici dove è detto, tra
l’altro : “più veniamo formati e più
sentiamo l’esigenza di proseguire e
approfondire tale formazione”, e an-
cora “l’immagine evangelica della vite
e dei tralci ci rivela la chiamata a cre-
scere, a maturare in continuità, a por-
tare sempre più frutto” e per questo
è necessaria “una formazione integrale
e permanente dei fedeli laici” (cfr. nn.
63. 60).
(…)
Il MASCI renderà un prezioso servi-
zio alla nostra catechesi se ci aiuterà a
trovare il modo di scuotere le coscien-
ze pigre e poco curiose, se contribuirà
alla soluzione di questo drammatico
problema. In “Itinerari educativi” ho
affermato che è forse tempo di ricon-
siderare quanto dello sforzo educati-
vo deve essere ricentrato sugli adulti,
poiché probabilmente è questa la vera
sfida della secolarizzazione che intacca
l’atavismo della fede o, in senso positi-
vo, quella ricchezza di buone abitudi-
ni che costituiva il supporto normale
della fede di molti.
C’è un salto di qualità tra una generi-
ca e soggettiva fede supposta o asserita
ed una fede professata e integralmente
praticata su tutto l’arco dell’esperienza
umana, morale e sociale.
L’esigenza dell’educazione permanen-
te, notavo ancora in “Itinerari educa-
tivi”, si fa più pressante alla luce della
condizione divisa, frantumata, di cui
soffre l’uomo contemporaneo e cre-
dente, spesso affetto da soggettivazio-
ne della fede, da appartenenza parziale
e con riserva alla comunità cristiana.
“Questa tendenziale schizofrenia insi-
dia un po’ tutti.
Nei giovani forse si manifesta in forme
più eclatanti, ma negli adulti spesso as-
surge a patologia cronica, e quindi più
inquietante.
Anche perché i giovani, più o meno
consapevolmente, vanno alla ricerca di
figure o modelli che la comunità adul-
ta fatica a produrre, proprio in quan-
to soffre della medesima debolezza.
Sotto questo profilo, perciò, giovani e
adulti, a dispetto dei rapidi mutamenti
generazionali, si assomigliano sempre
di più” (Itinerari educativi, 36).
“Eppure, nel documento base intitola-
to Rinnovamento della Catechesi, che
è stato riconsegnato alle comunità cri-
stiane d’Italia, si osserva giustamente
che gli adulti sono in senso più pieno
i destinatari del messaggio cristiano e
che oggi la Chiesa può dare ragione
della speranza proprio in proporzio-
ne della maturità di fede degli adulti “
(Rinnovamento della Catechesi, 124).
A me piace interpretare in questa luce,
cioè nella tensione a promuovere una
maturità cristiana degli adulti attraver-
so appositi itinerari ideati e praticati
dentro l’orizzonte dell’educazione
permanente, il senso di questa ricerca.
E auguro che possano scaturire dalle
riflessioni di questa pubblicazione sti-
moli utili a dare nuovo slancio di ac-
cresciuto vigore al MASCI.
In Primo Piano
STRADE APERTE 15
Agosto-Settembre 2012
Nel 2011 il Consiglio Naziona-le ha deciso di varare la “Opera-zione Calendario” per sostenere l’autofinanziamento del Centro Scout Nazionale del MASCI di Sala (Rieti) e per il completa-mento dei lavori per le strutture fisse e la rete dei servizi. Inoltre il Consiglio Nazionale ha stabilito che ogni Comunità può autonomamente scegliere il tipo di attività da svolgere per la raccolta di fondi da destinare al completamento del Centro Nazionale Scout di Sala, fermo restando l’ impegno a ricava-re da tale attività almeno 25 Euro.La Cooperativa Strade Aperte seguiterà comunque ad inviare gratuitamente a tutte le Comu-nità, all’ indirizzo del Magister, cinque copie del calendario MA-SCI 2013 per consentire alle Comunità che lo desiderano di procedere all’ attività di raccolta fondi con le stesse modalità dello scorso anno.Il versamento del ricavato dell’ autofinanziamento sarà effet-tuato, per correntezza opera-tiva, unitamente a quello del Censimento 2013.Le Comunità che intendono acquistare ulteriori copie del Calendario MASCI 2013 per svolgere autonome attività di autofinanziamento o per altri motivi sono invitate a prenotar-
le inviando una e-mail o telefo-nando alla Cooperativa Strade Aperte entro il 15 ottobre 2012 ( [email protected] – Tel/Fax 0736 361369). Il prezzo del calendario MASCI 2013 per le Comunità che lo richiedono è di Euro 0,65 a co-
pia + spese di trasporto.Lo scorso anno 2012 la richiesta supplettiva dei calendari, desti-nati all’autofinanziamento delle Comunità, ha raggiunto la cifra di oltre mille. Per il 2013 certamente faremo ancora meglio
Operazione Calendario
Calendario Masci 2013Autofinanziamento per il Centro Scout di Sala
STRADE APERTE16
Agosto-Settembre 2012Operazione Calendario
Il Calendario MASCI 2013 verrà allegato al numero di Ottobre
STRADE APERTE 17
Agosto-Settembre 2012
Ore 17,00 del 2 agosto 2012, atter-
riamo all’aeroporto di Ouagadougou,
capitale del Burkina Faso. Sono passati
tre anni dal nostro precedente viaggio
in Africa. Siamo subito colti dallo stu-
pore di essere arrivati in un’altra terra,
non sembra la stessa che ci siamo la-
sciati alle spalle nel 2009.
La pista d’atterraggio è asfaltata, non
più in terra battuta. L’aeroporto è
splendente, nuovo. Tutto sembra fun-
zionare, ci sono addirittura i nastri
scorrevoli per i bagagli.
Ad attenderci troviamo la delegazio-
ne delle guide scout con cui in que-
sti anni siamo diventati amici e che ci
accompagnano nella struttura dove ci
fermeremo a dormire. Il nostro è un
piccolo gruppo, siamo appena 5 per-
sone provenienti da tre associazioni
scout diverse. Vogliano mettere in pie-
di, in questo viaggio, progetti di colla-
borazione con scout locali e gruppi di
volontariato che operano stabilmente
in Burkina Faso e che in questi luoghi
hanno realizzato dispensari, maternità
e CREN (Centri di rieducazione ali-
mentare).
Negli ultimi mesi tante idee e contat-
ti sono stati presi dall’Italia, ma è poi
necessario andare sul luogo e vedere
con i propri occhi, le condizioni e le
reali necessità. La mattina, appena sve-
gli, prendiamo appuntamento con il
presidente degli scout burkinabè, con
cui abbiamo intenzione di realizzare la
formazione dei capi.
In Burkina Faso, si è avuto uno stop
dello scautismo maschile per quasi
vent’anni e ora che si pensa alla ripar-
tenza, mancano persone formate, capi
brevettati che possano formare dei
gruppi e prendere in mano quelli già
esistenti.
Il nostro interlocutore di fiducia è Siè
Offi SOME, il presidente del RENA-
SAB, movimento degli adulti scout
del Burkina, che è stato ufficialmente
riconosciuto l’anno scorso a Como
durante la Conferenza mondiale ISGF
e che la nostra perseveranza ha con-
Vita Associativa
In Burkina Faso per un impegno rinnovatoReportage di un viaggio di conoscenza e di amicizia
LORENA ACCOLLETTATI
STRADE APERTE18
Agosto-Settembre 2012
tribuito a far nascere. Il 4 Agosto ab-
biamo partecipato alla prima NOTTE
DELLO SCAUTISMO come ospiti
d’onore, una serata in stile scout con
tutte le componenti GUIDE, SCOUT
E ADULTI SCOUT, con la presen-
za del Primo Ministro Luc-Adolphe
Tiao ex ambasciatore in Francia ed
ex scout e il ministro della gioventù
Achille Marie Joseph Tapsoba. Una
serata importante perchè ha visto la
consegna della medaglia “Chevalier
de l’Ordre National” al movimen-
to scout. In quell’occasione abbiamo
consegnato la bandiera dell’ISGF a
Siè Offi SOME, presidente degli adul-
ti SCOUT. Il nostro viaggio è poi
proseguito verso Koupela, nel SUD
EST del BF, per conoscere il centro
sociosanitario di Tampellin, un centro
diretto da Don Giuseppe (dell’ordine
di Don Orione) inserito nella Brousse
(savana) e composto da un dispensario
e dal nuovissimo centro di maternità
attivo solo da giugno e realizzato an-
che con i fondi inviati da AGESCI e
MASCI attraverso l’Onlus ECCOMI
e che l’instancabile lavoro di Salvato-
re della comunità Masci di Angri, ci
ha permesso di venirne a conoscenza.
Abbiamo potuto constatare non solo
l’utilità ma l’efficacia e l’estrema puli-
zia di tutto il complesso. La maternità
ha già accolto una trentina di nascite
e abbiamo conosciuto l’ostetrica Cle-
mentine. E’ veramente emozionante
vedere di persona l’immenso lavoro di
don Giuseppe che ha voluto portare
in quel luogo sperduto, un grande ed
utile servizio e una speranza.
Molto importante è stata la visita alla
zona di Bobo Dioulasso a sud ovest del
Burkina, non molto lontano dal confi-
ne con il Mali dove siamo andati per
conoscere nuove realtà verso le quali
orientare il nostro servizio. Abbiamo
conosciuto alcuni profughi del MALI,
rifugiati in BF che ci hanno racconta-
to del disordine in cui versano queste
popolazioni non protette da alcuno. A
Bobo abbiamo fatto visita ad un orfa-
natrofio condotto da suore laiche con
gli aiuti che provengono dalla Onlus
“tante mani per”, una situazione in-
descrivibile che pensiamo debba essere
aiutata. Durante questi 1500 chilome-
tri percorsi in dieci giorni, su strade
non certamente come le nostre ma
molto più simili a mulattiere, abbiamo
voluto visitare anche i centri storici dei
nostri contatti in Burkina.
La prima missione costruita dalle Suo-
re Apostole del Sacro Cuore a Nanoro
con il centro materno infantile, l’Ospe-
dale realizzato dai missionari dell’ordi-
ne di Don Camillo e gestito da ormai
dieci anni dal medico ligure Gino.
La missione di Boussé sempre creata
dalle Suore Apostole del Sacro Cuore
e dove suor Esther, da 25 anni in quel-
le terre, infonde tanta energia e riesce
con l’aiuto della Divina Provvidenza a
realizzare tante piccole opere.
Presso la missione, le suore danno la-
voro a circa 30 donne aiutandole nella
realizzazione con la tecnica del Tis-
su Teinté di tovaglie, parei, foulard in
sgargianti colori e originali disegni.
Oltre alle scuole, è stato realizzato
un dispensario per bambini denutriti,
due ambulatori per le visite, una sala
per corsi di educazione alimentare ed
igienica per le mamme dei bambini in
cura, una nuovissima maternità ed è in
costruzione un laboratorio d’analisi.
In questi pochi giorni abbiamo toccato
con mano una situazione sociale enor-
memente cambiata rispetto a 3 anni
orsono. La forbice tra ricchi e poveri
si sta allargando in modo sfacciato. Il
commercio di auto di lusso è florido
ed in un paese come il Burkina finisce
per essere stridente con la situazione
della vita comune…. E’ triste dire che
le uniche realtà di aiuto, modeste, ca-
ritatevoli, ma incisive nel territorio,
sono quelle proposte dalle varie chiese
e da alcune associazioni di volontariato
vicine ad esse, ma purtroppo è così.
Nei prossimi mesi daremo concretez-
za ai progetti che abbiamo verificato
durante il viaggio e metteremo a co-
noscenza dei progressi gli adulti scout
e tutti coloro che sono interessati, tra-
mite Strade Aperte e il portale www.
masci.it.
Vita Associativa
STRADE APERTE
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In Piemonte, nello scorso mese di giugno, si sono svolte due interessan-ti e ben riuscite iniziative. Dal 14 al 17 giugno si è svolta una Route nazionale, a cui hanno par-tecipato Adulti Scout provenienti da diverse regioni italiane, “Sui Sentie-ri della Resistenza”, e dal 29 al 1 luglio, si è tenuto, in Val di Susa, il XIX Campo estivo delle Comunità MASCI del Piemonte, a cui hanno partecipato oltre 100 AS. Sulle due attività abbiamo ricevu-to diversi interventi (alcuni firmati con il solo nome proprio, altri senza nemmeno quello), e alcune foto. Ricordiamo ai nostri lettori di ac-compagnare gli scritti che ci inviano con il proprio nome e cognome e, pos-sibilmente, con quello della Comu-nità di appartenenza. Le foto, a buona risoluzione, è indi-spensabile che vengano inviate sepa-ratamente dai testi scritti. Pubblichiamo in questo numero un racconto redazionale tratto dagli scritti inviati e dai ritagli che la stampa locale ha riservato alle due iniziative.
Route Nazionale “Sui Sentieri della Resistenza”
Sono stati ben 35 gli AS che hanno partecipato alla route Sui sentieri della Resistenza. Tra storia e at-
tualità . Un percorso iniziato a Torino alla Stazione di Porta Nuova, dal triste-mente noto binario della deporta-zione, da dove partivano i vagoni dei deportati verso i lager nazisti, per continuare sul Colle del Lys, tra le valli di Lanzo e di Susa, per raggiungere quindi il Sacrario del-la Vaccherezza e da lì il ritorno a Torino, con le visite significative al Sacrario del Martinetto, dove non era difficile immaginare i plotoni di esecuzione con i fucili che crepita-vano contro i partigiani, seduti con le mani legate dietro la schiena, e infine al carcere delle “Nuove”, e alle celle di detenzione e di tortura di partigiani ed antifascisti. Buona parte della route si è svolta su quegli stessi sentieri di monta-gna, a suo tempo percorsi dai parti-giani, giovani ed anziani, dove è an-cora vivo il ricordo di avvenimenti drammatici, di coraggio, di dolore, di eroismo ma anche di grande so-lidarietà, di speranze e grandi ide-ali che stanno alla base della nostra Costituzione.
Ricordo reso presente dall’incon-tro con alcuni dei protagonisti di quelle vicende, come il Vice Presi-dente dell’Anpi provinciale di Tori-no, e di due ex partigiani che han-no fatto rivivere gesta ed episodi,
coraggio e sacrifici, di quei giorni terribili. Incontri significativi che hanno im-preziosito il cammino. Significativo anche l’incontro con i rovers e le scolte del Torino 27 che hanno raccontato l’esperienza, da loro portata avanti durante l’anno, per conoscere la resistenza scout attraverso la storia e l’incontro con i superstiti delle Aquile Randagie.L’esperienza vissuta ha riportato alla mente dei partecipanti – e non poteva essere altrimenti - il celebre appello di Piero Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinag-gio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle monta-gne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, perché lì è nata la nostra Costituzione”
Campo Regionale Masci
Gli oltre cento Adulti scout pie-montesi, che hanno partecipato al loro XIX campo estivo regionale, si sono confrontati sul tema: “Celebrare per non dimenticare – Entrare nella storia”. E’ stato questo il momento per ti-rare le fila di quanto è emerso nelle
In Piemonte sui sentieri dei partigianiSuccesso della Route Nazionale e del Campo Regionale. Cronaca e commenti
Vita Associativa
STRADE APERTE20
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singole Comunità in proposito.La domenica mattina si è dato spa-zio alle relazioni delle varie Comu-nità che hanno sviluppato il tema dell’anno e si è visto come la creati-vità e la voglia di mettersi in gioco, abbiano prodotto infiniti e ricchis-simi lavori fra i più svariati che ca-ratterizzano la ricchezza e la vitalità della nostra Regione.“Entrare nella storia” non vuole dire avere smania di protagonismo o desiderio di primeggiare, ma è emerso da parte di tutte le Comu-nità, la voglia di fare qualcosa per vivere la situazione presente con spirito scout anche per affrontare il difficile momento che attraversa il nostro Paese nelle crisi economica, sociale ma anche morale alla ricerca dei valori che contano.L’organizzazione del Campo, che
solitamente compete all’ultima Co-munità nata durante l’anno, è stata affidata alla Comunità di Settimo Torinese coadiuvata da tutte le altre che avevano un compito da svolge-re per la miglior riuscita di ogni at-tività. La scelta del posto offriva la pos-sibilità di alloggiare in accantona-mento oppure accamparsi in tenda o in camper nella splendida valle adiacente la casa. Le giornate si sono susseguite se-condo lo stile di un vero campo scout: dall’alzabandiera ai momenti di riflessione, di attività e di gioco. Nella serata di venerdì si è tenuta una intensa veglia nel ricordo dei giudici Falcone e Borsellino e degli agenti delle loro scorte, in cui sono stati trattati, attraverso letture, can-ti e riflessioni, i temi della fiducia,
dell’onore, del servizio, della lega-lità e della giustizia, del dovere e della speranza. Nella mattinata di sabato, dopo la preghiera delle lodi, si sono svolte coinvolgenti attività che spaziavano da un percorso- gioco alla scoperta di Susa antica, alla Protezione civi-le, di conoscenza della natura e di arte e manualità.Nel pomeriggio, in una bellissima radura fra i boschi, i partecipanti hanno gareggiato in una sorte diGiochi Senza Frontiere. L’importante è vincere?.... L’im-portante è partecipare? ….Noooo! L’importante è divertirsi! – dice uno dei presenti. – Ed è quello che abbiamo fatto noi giocando, cor-rendo, sudando, tifando e facendo del nostro meglio …per non trala-sciare nulla!
Vita Associativa
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Educare l’uomo alla salvaguardia del creatoUna iniziativa della Chiesa Italiana che dovrebbe entrare nel programma delle Comunità Masci
PAOLA LINATI
Il primo settembre 2012 si è tenuta la 7a “Giornata per la salvaguar-dia del creato”. In tale occasione la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, organi-smo CEI, ha diffuso un messaggio intitolato: Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della ter-ra (pubblicato in “Avvenire” del 28.6.2012, p. 16). Conoscere e diffondere questo documento do-vrebbe essere un impegno per lo
scautismo degli adulti. Il documento si compone di quat-tro paragrafi, che qui elenchiamo, citando per ciascuno di essi alcuni brani significativi.
1. Una storia di guarigione e re-sponsabilità. Significato della Giornata è anzitut-to quello di «rendere grazie al Cre-atore, che dona ai suoi figli di vivere su una terra feconda e meraviglio-
sa». E più avanti: «Riconciliazione con il creato, perché il mondo in cui viviamo porta segni strazianti di peccato e di male causati anche dalle nostre mani, chiamate ora a ricostruire un’alleanza troppe volte infranta».
2. Una storia di guarigione e di responsabilità. Riferendosi alla storia biblica di Giuseppe (Gen 37-49), il docu-
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mento prosegue: «Nella precarietà della crisi che si abbatte sul paese, resa visibile dalle vacche magre e dalle spighe vuote, immagini di forte suggestione anche per il mo-mento attuale, la relazione del po-polo con la terra sarà sanata grazie alla lungimiranza e alla responsabi-lità per il bene comune dimostrato da Giuseppe».
3. Educare all’alleanza fra la ter-ra e l’uomo. «Solo se diventerà primaria la co-scienza di una universale fraternità, potremo edificare un mondo in cui condividere le risorse della terra e tutelarne le ricchezze; (…) è nella Bibbia che incontriamo la grande prospettiva dell’alleanza tra Dio e la sua creazione». Il riferimento biblico è comple-tato con un brano di Benedetto XVI: «L’uomo interpreta e modella l’ambiente naturale mediante la cultura, la quale a sua volta viene orientata mediante la responsabilità responsabile, attenta ai dettami del-la legge morale (Caritas in veritate, n. 48). (…). Si tratta di un compi-to che appartiene alla sollecitudine educativa delle comunità cristiane e offre occasioni per catechesi bi-bliche, momenti di preghiera, atti-vità di pastorale giovanile, incontri culturali. È una responsabilità che appartiene anche ai docenti; essa potrà essere richiamata nel mese di settembre dedicato al creato, e tempo di ripresa delle scuole».
4. Per una Chiesa custode della terra«Prendersi cura del territorio si-gnifica anche permettere che esso continui a produrre il pane e il vino
per nutrire ogni uomo». Nello stes-so paragrafo si ricordano le tante «sofferenze sperimentate, in que-sto anno, da numerose comunità, segnate da eventi luttuosi». Vivere il territorio come un bene comune richiama le comunità ecclesiali ad una presenza vigilante: «Il territo-rio è sempre una realtà naturale, con una dimensione biologica ed ecologica, ma è anche cultura, bel-lezza, radicamento comunitario, incontro di volti». * * *Nel mondo scout abbiamo spesso parlato di salvaguardia del creato: “A scout is friend to animals” (Lo scout è amico degli animali). Una lettura adulta di questo 6° ar-ticolo della Legge non si limita ad evitare sofferenze agli animali, ma riguarda l’intero creato, gli alberi, il terreno, le acque … . Molti dei servizi realizzati da comunità di A.S., o da singoli adulti scout, sono ispirati e mirano ad una tutela del creato.Nel marzo 2010 abbiamo tenuto a Pianezza, in provincia di Tori-no, un “Campo di competenza” sul tema “salvaguardia del creato”. In quella occasione, avevamo det-to che forse, invece che di creato, sarebbe più opportuno parlare di creazione. E questo per due ragioni: perché la creazione dell’Universo non è fini-ta 14 miliardi di anni fa, ma con-tinua ogni giorno: ogni atto della nostra vita è un momento della creazione. E poi che, di questa creazione, vo-luta da Dio, l’uomo è strumento, e artefice. Non si tratta solo di difendere ani-mali e piante.
Ogni uomo ed ogni donna contri-buisce alla creazione, giorno per giorno, nel lavoro manuale o in-tellettuale, nella tutela delle risor-se, nei rapporti con gli altri uomini e donne, del proprio territorio e dell’intero mondo. Essere membri e strumento della creazione è forse una scelta di base del nostro servizio, una scelta di tutta la vita. Ricordo un esempio, citato a Pianezza, da don Luigi: la mamma che sceglie di dare la vita a un figlio, e i genitori che lo aiu-tano a divenire uomo, sono attori primari di una creazione continua, quella che Dio richiede a ciascuno di noi. L’atto della donna che sceglie di diventare mamma è forse il “ser-vizio” che avvicina maggiormente l’umanità al suo Creatore.Qualche spunto per il lavoro di comunità* Il servizio, il lavoro, la vita uma-na, la crescita e la “decrescita sere-na”: come momenti della creazione e come salvaguardia del creato.* Nel mondo scout, parlando di creato, pensiamo a piante ed ani-mali, o al territorio in cui viviamo. C’è un altro aspetto che dovrebbe trovare posto nella educazione per-manente adulta: la storia dell’Uni-verso, la sua creazione e la sua fine. È un temo che interessa a molti, e che richiede conoscenze scientifi-che, filosofiche e storiche. Proprio per questo è un tema da non igno-rare.*L’uomo nell’Universo: creazione ed evoluzione, il DNA, la nascita, la morte. Dedicare attenzione anche a questi temi è un modo adulto di vivere il 6° articolo della Legge scout.
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Un terremoto, violento e catti-vo, il 20 e 29 maggio, in una manciata di secondi, ha distrut-to il millenario centro storico di Mirandola, le sue case, i palazzi e le chiese, ha atterrato le sue industrie biomedicali, mecca-niche, alimentari, e tutte quelle attività artigianali, commerciali e professionali che ne facevano un centro vivace e di eccellenza. Così per tanti paesi e cittadine della Bassa modenese. In pochi istanti la rottura della faglia , ormai battezzata di Mi-randola, ha fatto crollare tutto il nostro mondo, materiale, mo-rale, psicologico, e spirituale, e causato la morte di alcuni con-terranei.Cosa ci resta? Lutti, macerie materiali, immensi danni patri-moniali, ferite psicologiche e dubbi spirituali. Il terremoto infatti ci ha deva-stati fuori e dentro.Ora, i danni materiali potranno essere sanati dalle Istituzioni, con tante risorse, tempo e buo-na volontà. Le crisi psicologiche trarranno beneficio dai farmaci ansiolitici, dai colloqui con psicologi e dal tempo. Quanto ai dubbi spirituali, come rispondere al grido: -- Dio, per-ché i terremoti, le inondazioni, i cataclismi, le distruzioni e tutto
l’immane dolore che ne deriva? --. La risposta si trova nella Bib-bia. Sta scritto infatti che quan-do Dio ebbe terminata la crea-zione del mondo, la trovò opera molto buona. Purtroppo fu l’uomo, con il pec-cato originale, a rovinare tutto: cacciato da quell’Eden, si ritro-vò a vivere in una terra divenuta, per sua colpa, dura, crudele ed inospitale. Ciononostante, da al-lora, l’uomo non ha mai smesso di vilipendere Dio, i propri simi-li, se stesso e la natura, perpe-tuando così il proprio danno. L’Eden lo ritroveremo, se meri-tato, solo dopo la morte, e non tanto per i nostri meriti, ma per quelli di Gesù Cristo.Il terremoto ha distrutto, con millimetrica precisione, 47 delle 50 chiese della Diocesi di Car-pi, e solo un miracolo ha evitato una strage di fedeli, perché il 20 maggio era domenica e il sisma è avvenuto alle quattro di matti-na. Poche ore dopo le chiese sa-rebbero state piene per la Messa festiva e c’è da rabbrividire alle conseguenze dei loro crolli.Ai cristiani che ora si struggono perché non vi sono più chiese dove andare a pregare, Gesù ri-sponde, a loro consolazione, che ( Gv 4,20-23 ): né sul monte né a Gerusalemme va adorato il Pa-dre, bensì in spirito e verità, cioè
nel cuore dell’uomo e dunque non necessariamente e solo negli edifici sacri.Il Vescovo di Carpi, Mons. Fran-cesco Cavina, incontrando i ter-remotati, ha esortato a recitare il Rosario, la preghiera che fa violenza alla Madonna e la co-stringe ad esaudirci.Ma a chi non ha la fede, baste-ranno la solidarietà umana, le rassicurazioni delle Istituzioni, la consapevolezza che tutti i giorni sono innumerevoli i terremoti che sconquassano la terra e che non siamo gli unici ad essere vittime di cataclismi naturali? In ogni caso, si dovrà prendere atto che solo ora ci rendiamo conto di quanto eravamo felici prima del sisma, e magari non lo ap-prezzavamo. Certo è che noi non siamo più quelli di prima, né tutto, qui, lo sarà. Il nostro mondo, Mirandola, ed i tanti paesi della Bassa mode-nese, saranno altro e per molto tempo. E allora, quale salvagente invo-care per noi sopravvissuti a tan-to naufragio materiale, morale e spirituale? Ci resta solo, credenti e non, la Divina Misericordia di Dio, uni-co vero epicentro di speranza e di salvezza per tutti. Perché altro non c’è.
Il terremoto in Emilia: la faglia di MirandolaComunità MASCI Mirandola
Due avvenimenti, una sola meta Giovanni Morello Piazze Trivi e Quadrivi I luoghi dell’incontro A Salerno ci attendono quattro piazze Riccardo Della RoccaUn’avventura che continua Con noi sulla strada L’Anno della Fede Comunità Busto Arsizio 2 Cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II Educazione permanente: Impegno per il MASCI Carlo Maria card. MartiniOperazione Calendario In Burkina Faso per un impegno rinnovato Lorena AccollettatiIn Piemonte sui sentieri dei partigiani Educare l’uomo alla salvaguardia del creato Paolo Linati La faglia di Mirandola Comunità MASCI MirandolaControcorrente
Sommario
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Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta. Anche l’uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva. Dobbiamo ritrovare il gu-sto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane del-la vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli. L’insegnamento di Gesù, in-fatti, risuona ancora ai nostri giorni con la stessa forza: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la via eterna”. L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lo
stesso anche per noi oggi:“Che cosa dobbiamo compie-re per fare le opere di Dio?”. Conosciamo la risposta di Gesù: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”. Credere in Gesù Cristo, dun-que, è la via per poter giun-gere in modo definitivo alla salvezza.
(Dalla Lettera Apostolica Porta Fidei con cui Benedetto XVI ha indetto l’Anno della Fede)
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N° 8-9. Anno 54 Agosto - Settembre 2012
SCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMAAl n°. 6920/59 del 30/05/1959
PERIODICO MENSILE DEL MASCI(MOVIMENTO ADULTI SCOUTCATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONEPERMANENTE, PROPOSTA ECONFRONTO
PRESIDENTE NAZIONALE:Riccardo della RoccaSEGRETARIO NAZIONALE:Alberto AlbertiniDIRETTORE RESPONSABILE:Pio CerocchiDIRETTORE:Giovanni MorelloVia Ludovico Micara, 3400165 RomaTel. 06. 68193064Fax 06. 68131673Cell. 320. 5723138 - 339. 6541518e-mail: [email protected]
COLLABORANO IN REDAZIONEGiorgio ArestiCarlo BertucciPaola Busato BertagnolioMatteo CaporaleGaetano CecereCarla CollicelliPaola Dal TosoMaurizio de StefanoRomano ForleoDora GiampaoloMario MaffucciFranco NerbiMario SicaSergio ValzaniaAnna Volpe
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ASSOCIATO ALL’USPI
TIRATURA: 5.000 copie
Chiuso in redazione il 3 settembre 2012
QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’ UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALE IN DATA
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