Storia Medievale II - ottava lezione

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Dar al-Islam - II giovedì 15 marzo 12

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Dar-al-Islam II. La frammentazione del mondo islamico e i mercanti radaniti

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732: Carlo Martello ferma gli arabi presso Poitiers747-750 : rivolta dei mawālī, i “clienti” (popolazioni islamizzate) e inizio della dinastia degli Abbasidi. Si risvegliano i particolarismi regionali756: l'omayyade ʿAbd al-Raḥmān diventa emiro di al-Andalus778-909: imanato rustemide di Tāhert (Algeria)789-985: emirato idriside nel Maghreb occidentale800: il califfo Hārūn al-Rashīd assegna a Ibrāhīm b. al-Aghlab il governatorato ereditario dell'Ifrīqiya (Aghlabidi)831: le forze aglhabidi espungano Palermo - 878: la Sicilia diventa aghlabide909: affermazione dei Fatimidi nel Maghreb969: i Fatimidi si espandono in Egitto e avviano la costruzione del Cairo973-1167: gli Ziriti governano l'Ifrīqiya per conto dei Fatimidi1009: il fatimide al-Hā kim distrugge la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme

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732: Carlo Martello ferma gli arabi presso Poitiers747-750 : rivolta dei mawālī, i “clienti” (popolazioni islamizzate) e inizio della dinastia degli Abbasidi. Si risvegliano i particolarismi regionali756: l'omayyade ʿAbd al-Raḥmān diventa emiro di al-Andalus778-909: imanato rustemide di Tāhert (Algeria)789-985: emirato idriside nel Maghreb occidentale800: il califfo Hārūn al-Rashīd assegna a Ibrāhīm b. al-Aghlab il governatorato ereditario dell'Ifrīqiya (Aghlabidi)831: le forze aglhabidi espungano Palermo - 878: la Sicilia diventa aghlabide909: affermazione dei Fatimidi nel Maghreb969: i Fatimidi si espandono in Egitto e avviano la costruzione del Cairo973-1167: gli Ziriti governano l'Ifrīqiya per conto dei Fatimidi1009: il fatimide al-Hā kim distrugge la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme

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al-AndalusNel 756 al-Andalus emiro l'omayyade ʿAbd al-Raḥmān.Rafforzamento dell'emirato con la soppressione violenta delle rivolte causate dalle frizioni tra le etnie, dall'eccessivo peso fiscale e anche dalle rivendicazioni di alcune comunità cristiane. La durezza della repressione smorzò la ribellione dei «protetti» e fece crescere il numero dei muwalladūn (coloro che erano «allevati» come arabi pur non essendolo originariamente): stimolo ponente per la crescita culturale di al-Andalus. Ci si rivolse poi alle competenze di Ebrei e Cristiani per l'amministrazione dell'emirato La commistione delle culture, unita alle ricchezze del nuovo dominio produssero una grande fioritura architettonica, letteraria e artistica, finanziata direttamente dagli emiri, che rese Cordova un centro culturale di primaria importanza.

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Arte mozaraba

776, Regno delle Asturie, il monaco Beato di Liebanascrive un commento all'Apocalisse di San Giovanni che ebbe enorme successo anche in al-Andalus, dove fu copiato in numerosi manoscritti illustrati. Codici miniati che sono una delle espressioni miglioridell'arte mozaraba: presenza di stili e influenze diverse. Il Libro dell'Apocalisse era reinterpretato dai Cristiani sottomessi al dominio islamico come l'annuncio di una futura ripresa cristiana. I suoi simboli presero un quindi senso nuovo: la Bestia che si contrapponeva a Cristo diventò l'emirato o lo stesso Profeta Muhammad, Babilonia diventò Cordova.

Nella miniatura qui a lato tratta dal Beatus d'Urgell del X secolo, si vede re Nabucodonosor che assedia Gerusalemme.

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Aghlabidi

Dinastia autonoma sotto il califfato abbaside

Incentivati i commerci; investimenti sulla creazione di un sistema viario teso a favorire i trasporti sia via terra (rotte carovaniere sahariane) sia via mare (canalizzazioni e flotta).

In campo agricolo si stimolò la produzione di cereali, olive, canna da zucchero cotone e zafferano (in parte prodotti di massa)

827 conquista della Sicilia; 868 conquista di Malta

Emirati indipendenti in Puglia, a Bari e a Taranto.

Nuova espansione dettata dall'esigenza per gli Aghlabidi di attenuare le tensioni interne alle forze armate tramite un jihād marittimo che portasse nuovo bottino, e dallo spostamento deciso verso oriente degli interessi abbasidi, che apriva il Mediterraneo a nuovi appetiti.

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Fatimidi

Inizi del X secolo

Appartenenza alla corrente sciita degli ismailiti, convinti cioè che il legittimo imām si fosse occultato al mondo e che sarebbe tornato a manifestarsi come il Mahdī «ben guidato da Dio» in concomitanza con il giorno del Giudizio.

Il fatimide Abū �Abd Allāh fomentò di nascosto numerose ribellioni tra le tribù berbere fino a che riuscì a creare un imanato nella zona di Kairouan.

Edificata nel 912 la nuova capitale al-Madiyya, i Fatimidi si impegnarono ad estendere la loro autorità nel Maghreb e in Egitto, dove trionfarono nel 969 e posero la capitale al Cairo (al-madīnat al-Qāhira, «la Città trionfante»). Da qui si mossero in Siria, lungo le coste africane del Mar Rosso, occuparono la fascia della penisola arabica con la Mecca e Medina, affidando l'Ifrīqiya e la Sicilia a governatori quasi autonomi.

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Africa del Nord

Tramite essenziale tra la penisola iberica e l’Oriente

Fino alll’inizio del X secolo il grande commercio sembra essere limitato a Tâhert e Kairouan; in particolare Tâhert aveva il monopolio delle relazioni con il Sud

Dopo la conquista fatimide Kairouan dirige le principali correnti commerciali

Con lo spostamento degli interessi Fatimidi in Egitto i centri più importanti diventano al-Madiyya e Babilonia (Cairo), ma Kairouan resta un importante centro carovaniero

Tutte le grandi città fondate o occupate dai musulmani sono all’interno perché non vi è esperienza marittima. Una prima svolta si ha con le conquiste aghlabidi (Sicilia e Malta) nel IX secolo.

Il pieno sviluppo del traffico tra Oriente e Occidente si ha nel X e inizio XI secolo

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L’Europa Altomedievale

VIII: produzione alimentare dedicata in gran parte al consumo locale

Scarsissima/nulla produzione di merci per il commercio a lunga distanza

Sud della Francia: piccoli gruppi di mercanti ebrei e siriani che gestiscono il traffico di alcuni prodotti di lusso (Marsiglia)

ibn Khurdabdih descrive gli ebrei radhaniti, commercio itinerante che tocca Spagna, Gallia, Europa Orienale e Vicino Oriente-> pietre preziose, armi, spezie, profumi e soprattutto SCHIAVI (dall’Europa dell’Est alle corti andaluse)

Contatti diplomatici e doni tra i domini europei e i califfati/emirati

Rapporti commerciali di Amalfi con l’Egitto

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Etnie e religioni nel MidiMarsiglia porto continuamente attivo: secc. V (Sidonio Apollinare) VI (Gregorio di Tours) attività commerciale; attestati convogli diplomatici da Roma e dall’Oriente (582, 601, 756, 773)

589 Concilio di Narbonne: IV. Ut omnis homo, tam ingenus, quam servus, Gothus, Romanus, Syrus, Graecus vel Judeus, die dominico nullam operam faciant, nec boves iugnatur, excepto si in murando necessitas incubuerit.

fine VI-i VII lettere di Gregorio Magno: attestata a Marsiglia e nel Midi forti comunità ebraiche: Plurimi siquidem Iudaicae religionis viri in hac Provincia commanentes ac subinde in Massiliae partibus pro diversis negotiis ambulantes

i VII sec.: iconoclastia del vescovo Sereno

metà VII: il teloneo di Marsiglia garantisce l’illuminazione della chiesa di St. Denis (diplomi merovingi); 752 il teloneo di Villa Leonio a S. Vittore (diplomi carolingi)

732-739 diverse azioni militari di Carlo Martello in Provenza con l’aiuto dei Longobardi

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Mercanti ebrei

I Radhaniti erano mercanti ebrei del periodo altomedievale. Sono testimoniati da un limitato numero di fonti che si riferiscono probabilmente a una sorta di gilda, oppure si tratta di un termine generico per indicare i mercanti ebrei nel traffico trans-Eurasia tra VI-X secolo

Etimologia incerta: “terra di Radhan” in Mesopotamia; città di Rhages nel nord della Persia; il Rodano (Rhône, Rhodanus) punto di inizio delle loro percorsi commerciali; dal persiano rah "via" e dān "chi sa”: “colui che conosce la strada”.

Le attività dei Radhaniti sono documentate da Abu'l Qasim Ubaid'Allah ibn Khordadbeh capo delle comunicazioni e dell’interno nella provincia di Jibal sotto il califfo abbaside al Mu’tamid (869–885); scrisse il Kitab al-Masalik wal-Mamalik ossia il Libro delle strade e dei regni (870 ca.)

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ibn Khordadbeh

Questi mercanti parlano arabo, persiano, romano [greco], franco [??], spagnolo e slavo. Viaggiano da Occidente a Oriente, da Oriente a Occidente, in parte su terra, in parte sul mare. Trasportano da Ovest eunuchi, schiave, ragazzi, broccato, castori, martore e altre pellicce e spade. Si imbarcano dalla Firanja [area dei Franchi] sul mare occidentale e vanno verso Farama [Pelusium, Egitto]. Qui caricano le merci su cammelli e vanno via terra fino ad al-Kolzum [Suez], per una distanza di 25 farsakhs [parasanghe]. Si imbarcano nel mare orientale e navigano da al-Kolzum ad al-Jar [porto di Medina] e ad al-Jeddah [ sulla costa vicino alla Mecca], quindi si recano a Sind [Pakistan], in India e in Cina. Nel ritorno dalla Cina portano mosco, aloe, canfora e cinnamomo e altri prodotti dell’Oriente fino ad al-Kolzum e poi a Farama, dove si imbarcano sul mare orientale. Qualcuno fa vela per Costantinopoli per vendere ai Romani; altri vanno al palazzo del re dei Franchi. [..] Questi viaggi possono essere fatti anche via terra. I mercanti che partono dalla Francia vanno a Sus al-Aksa [in Marocco] e poi a Tangeri, poi camminano fino a Kairouan e alla capitale dell’Egitto. Quindi vanno ad ar-Ramla [Palestina], visitano Damasco, al-Kufa [Iraq], Baghdad e al-Basra [sud Iraq], attraversano Ahwaz, Fars, Kirman [Iran], Sind, India e arrivano in Cina. Talvolta iniziano il viaggio dopo Roma e, passando attraverso il paese degli Slavi, arrivano a Khamlidj, la capitale dei Kazari [..].

1 parasanga = 5,5 / 6,5 km

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Versus Contra Iudices

798 Teodulfo o Theodulfus (Spagna circa 750 – Angers, France, 18 dicembre 821), poeta ispano-visigoto attivo alla corte di Carlo Magno, dopo il 784 d.C. abate di Fleury, vescovo di Orléans prima del 798, l'anno in cui fu mandato da Carlo Magno in Provenza come missus dominicus insieme al vescovo di Lione Laidrado.

Fu uno dei promotori della cosiddetta "rinascita carolingia" presso l'Accademia Palatina, tanto che fu soprannominato Pindarus per la sua attività di poeta. Autore di sermoni (Sermones), poesie religiose, morali, didascaliche e encomiastiche (Carmina), ma anche di trattati su controversie teologiche come la natura della Trinità (De ordine baptismi, Interpretatio missae, De processione spiritu sancti). Nel suo poema Versus contra judices lamenta la severità delle leggi franche e da' conto delle esperienze fatte nella sua missione. FONTE IN LETTURA

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