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Stefano Intorbida PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE - AUTORIZZAZIONI - INCENTIVI - PARTENARIATI PUBBLICO E PRIVATI 1 a Edizione - Aprile 2015

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Stefano Intorbida

PRODUZIONE DI ENERGIADA FONTI RINNOVABILITIPOLOGIE IMPIANTISTICHE - AUTORIZZAZIONI -

INCENTIVI - PARTENARIATI PUBBLICO E PRIVATI

1a Edizione - Aprile 2015

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INDICE

PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

1. GLI IMPIANTI DI PRODUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA E TERMICA ALIMENTATI DA FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI . . . . 9

1. Tipologia degli impianti alimentati dalle principali fonti energetiche rinnovabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

1.1 Impianti Fotovoltaici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

1.2 Impianti Eolici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

1.3 Impianti a Biomasse e Biogas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

1.4 Impianti Geotermici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

1.5 Impianti Idroelettrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

2. Il nuovo sistema incentivante per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44

2.1 Il sistema d’incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche . . . . . . . . . . . 45

2.2 Gli incentivi del nuovo Conto Termico e le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico . . . . . . . . 53

2.3 Il sistema d’incentivi e di detrazione fiscale per la produzione di energia da fonti rinnovabili elettriche fotovoltaiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57

2.4 I contributi regionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

3. La complessa struttura del sistema autorizzativo . . . . . . . . . . . . 63

3.1 Le normative nazionali e regionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

3.2 Autorizzazione Unica (AU) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69

3.3 Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) . . . . . . . . . . . . . . 87

3.4 Comunicazione al Comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93

3.5 Verifica di assoggettabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94

3.6 Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) . . . . . . . . . . . . . 97

4. La riforma del sistema autorizzativo per un sistema condiviso e partecipato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101

4.1 Criticità del sistema autorizzativo di tipo impositivo . . . . 101

4.2 La nuova Conferenza dei servizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

4.3 Il Modello del Dibattito Pubblico per una autorizzazione condivisa e motivante; . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105

4.4 Procedure e modelli standard per le autorizzazioni . . . . 107

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4.5 Le Amministrazioni locali come cabina di regia operativa nella realizzazione degli impianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110

4.6 Esempi di impianti autorizzati e realizzati con la filosofia della condivisione partecipata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112

2. VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO PUBBLICO MEDIANTE I PARTENARIATI PUBBLICO E PRIVATI (PPP) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121

1. I Partenariati Pubblico e Privati (PPP) come strumento per lavalorizzazione e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare delle PA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121

1.1 I PPP come strumenti di fiducia tra gli attori pubblici e privati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121

1.2 Produzione di energia da fonti rinnovabili mediante i PPP - opportunità di risparmi / valorizzazioni per le PA e di sviluppo economico sostenibile per i territori . . . . . 125

1.3 Best practices facilmente replicabili . . . . . . . . . . . . . . . . . 129

3. PARTENARIATI PUBBLICO E PRIVATI (PPP) E SMART CITIES PER UNO SVILUPPO INNOVATIVO E SOSTENIBILE DEI TERRITORI . . . . . . . . . 143

1. Il Decreto Sviluppo 2012 e ed il Piano destinazione Italiaindicano nella partnerschip pubblico-privato lo strumento principale per arrivare alla realizzazione delle Smart Cities . . . 144

1.1 La stipula dei partenariati pubblico-privato (PPP) di tipopre-commerciale per lo sviluppo di idee innovative sul territorio nazionale e locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144

1.2 Gli strumenti del PPP funzionali alla nuova filosofiadell’azione condivisa e motivata per lo sviluppo sostenibile ed innovativo dei territori . . . . . . . . . . . . . . . . 146

1.3 Best practices facilmente replicabili . . . . . . . . . . . . . . . . . 148

AREA DOWNLOAD

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01 Gli impianti a biomasse in partenariato pubblico privato -Manuale operativo (Asset Camera, Camera di Commercio diRoma)

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02 Libro verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al dirittocomunitario degli appalti pubblici e delle concessioni(Commissione Europea)

03 Linee guida per la predisposizione delle convenzioni diconcessione e gestione (ANCE - Associazione NazionaleCostruttori Edili)

04 Il quadro autorizzativo per impianti di produzione di energiaelettrica da fonti rinnovabili - Ricognizione della normativanazionale e regionale (GSE - Gestore dei Servizi Energetici)

05 Incentivazione della produzione di energia elettrica da impiantia fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici - Procedure applicativedel D.M. 6 luglio 2012 contenenti i regolamenti operativi per leprocedure d’asta e per le procedure di iscrizione ai registri (GSE- Gestore dei Servizi Energetici)

06 Istruzioni operative per la rimodulazione degli incentivi per gliimpianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici ai sensi del DecretoInterministeriale del 6 novembre 2014 (GSE - Gestore dei ServiziEnergetici)

07 Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali (Agenzia delleEntrate, aggiornamento gennaio 2015)

08 Linee guida Milano smart city (Comune di Milano)09 Energie rinnovabili ed efficienza energetica nella TUA regione

(repowermap.org)10 Infrastrutture per la banda larga in partenariato pubblico privato

rapporto di sintesi (Unioncamere)11 Facsimile per domanda di Autorizzazione Unica (AU)12 Facsimile per domanda di Procedura Abilitativa Semplificata

(PAS)13 D. Leg.vo 29/12/2003, n. 387 - Attuazione della direttiva

2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettricaprodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato internodell’elettricità (Testo coordinato, ultima modifica D.L. 24/06/2014,n. 91)

14 D. Leg.vo 03/03/2011, n. 28 - Attuazione della direttiva2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fontirinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delledirettive 2001/77/CE e 2003/30/CE (Testo coordinato, ultimamodifica D.L. 24/06/2014, n. 91)

15 D. Min. Sviluppo Econ. 10/09/2010 - Linee guida perl’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili

16 Regolazione regionale della generazione elettrica da fontirinnovabili (GSE - Gestore dei Servizi Energetici)

17 D. Min. Sviluppo Econ. 06/07/2012 - Attuazione dell’art. 24 deldecreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazionedella produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabilidiversi dai fotovoltaici (Testo coordinato, ultima modifica D.L.24/06/2014, n. 91)

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PREMESSA

Lo sviluppo sostenibile dei territori e della Green Economy stafinalmente approcciando una nuova filosofia. Sulla base delfallimento del sistema autorizzativo, di competenza della PA, ditipo impositivo e gerarchico, che sta provocando il blocco difatto di molti ed importanti impianti per la produzione di energiada Fonti Rinnovabili (FER), con contenziosi a non finire addiritturatra i diversi livelli amministrativi territoriali (comune e/o provinciacontro la regione che ha rilasciato l’autorizzazione), si è giuntialla conclusione che bisogna cambiare rotta, ricercando ilcoinvolgimento, fin dalla fase autorizzativa, dei diversi attori edin particolar modo dei territori nei quali gli impianti dovrannoessere realizzati.

Molte regioni italiane, come la mia Regione Marche, sonoattualmente in grande difficoltà per il raggiungimento dei limitiminimi di produzione di energia da fonti rinnovabili imposti, conspecifici target regionali, dal Burden Sharing dell’Unione Europea.Il non raggiungimento di tale limite comporta per la regioneinadempiente il commissariamento.

Attualmente in molte regioni si è in grosso affanno, o addiritturanell’impossibilità, di raggiungere le soglie minime di produzionedell’energia da parte delle fonti rinnovabili.Per la maggior parte dei casi gli impianti, in particolar modogli impianti alimentati con biomasse, ma sostanzialmente anchetutti gli altri, per un motivo o l’atro, sono soggetti a forticritiche/opposizioni da parte dei cittadini dei territori, in genereorganizzati in comitati.In molti casi abbiamo l’autorizzazione regionale, ma l’opposizione,oltre che dei comitati territoriali, anche dei comuni e/o delleprovincie.

Siamo quindi sostanzialmente ad una fase di stallo preoccupantee di cortocircuito sostanziale. Da una parte si vuole implementare(con decise politiche a livello europeo, nazionale e regionale)la produzione di energia da fonti rinnovabili perché si ritiene

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che tale produzione sia più rispettosa nei confronti dellasostenibilità ambientale dei territori, ma contemporaneamente larealizzazione degli impianti di questo tipo incontra, quasi sempre,la decisa opposizione dei cittadini dei territori.

Nel libro affronteremo questa problematica fondamentale per losviluppo dell’energia prodotta da impianti alimentati da fontirinnovabili.

Occorre una nuova visione della procedura autorizzativa degliimpianti e dell’impostazione procedurale dei progetti, fin dallafase dello studio di fattibilità.L’autorizzazione deve essere necessariamente di tipoconcertativo, basata sulla condivisione degli obiettivi e deibenefici per tutti gli attori interessati.

Il nuovo regime legislativo accoglie in pieno questa necessità.Il Decreto Sviluppo 2012 (D.L. n. 83/2012 convertito dalla L. n. 134/2012) e il Piano «Destinazione Italia», approvato il 19settembre 2013 dal Consiglio dei Ministri, rivoluzionano lametodica del sistema autorizzativo per il rilascio delleautorizzazioni necessarie per realizzare e gestire gli impianti diproduzione dell’energia da FER.Il nuovo regime: della Conferenza dei servizi, della Clausola disviluppo territoriale per un reale beneficio a favore dei territoriospitanti, del Modello del Dibattito Pubblico per unaautorizzazione condivisa e motivante, delle Procedure e Modellistandard per le autorizzazioni, sono tutte le novità chetrasformano radicalmente la fase autorizzativa. Fin dall’inizio, l’impianto deve essere considerato dagli attori deiterritori come una importante opportunità di svilupposostenibile ed economico dei territori stessi e non come unanegativa speculazione imprenditoriale da contrastare ad ognicosto.

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Nel primo capitolo è stato sviluppato, in modo concreto edoperativo, partendo dall’illustrazione delle tipologie degli impiantie dal relativo sistema incentivante, il nuovo ed articolatosistema autorizzativo, in modo tale da fornire gli strumenti giusti,agli amministratori/funzionari pubblici e al mondo professionaleed imprenditoriale privato, per attivare e ponderare bene la faseprogettuale ed autorizzativa.

Questa necessità di condivisione degli obiettivi, tra il mondopubblico e privato, per lo sviluppo di una economia sostenibilee partecipata, si sta allargando in modo trasversale, ed a scalediverse, anche a tutta l’attività della PA, che deve fungere davolano e da attore proattivo per la catalizzazione degliinvestimenti e per lo sviluppo economico in modo manageriale,sia del proprio patrimonio immobiliare che dello sviluppoeconomico delle città e territori governati.

Nel secondo e terzo capitolo, si illustrano quindi, anche quicon un taglio concreto ed operativo, i nuovi strumenti chepossono permettere concretamente la valorizzazione deipatrimoni delle PA e lo sviluppo economico, di tipoinnovativo, integrato, sinergico e sostenibile, delle città e deiterritori.

I Partenariati Pubblico - Privati (PPP) sono gli strumentiprincipali per realizzare sia la valorizzazione ed efficientamentodel Patrimonio immobiliare delle PA che per portare le nostrecittà verso gli obiettivi, di uno sviluppo economico e sociale,integrato e sostenibile, delle Smart Cities.

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In Giappone si sta sviluppando in modo strutturato, molto incentivato dalgoverno, l’agrovoltaico, produzione agricola compatibile con la produzionedi energia elettrica da pannelli fotovoltaici. La vendita di energia sta riat-tivando l’attività agricola in declino. A seguito dell’ideazione da parte dell’ingegnere Akira Nagashima, che,nel 2004, aveva brevettato un impianto fotovoltaico specifico per l’agri-coltura, molto simile a un pergolato, alto circa tre metri da terra, con palimolto sottili in modo tale da consentire l’uso delle macchine agricole perle sottostanti coltivazioni, gli impianti approvati dalla normativa vigentegiapponese si sono appunto rifatti a tale brevetto, indicando una capacitàdi ombreggiamento non superiore al 30%. Tale percentuale di copertura èstata definita come quella ideale, per molte colture, spesso danneggiate daun eccessivo irraggiamento, come: patate dolci, zucche e ortaggi a foglia.

1.2 Impianti Eolici

Un impianto eolico (o parco eolico), è costituito generalmente da uno opiù aerogeneratori, che trasforma l’energia cinetica del vento in energiaelettrica. Le pale trasferiscono l’energia meccanica, attraverso un appositomoltiplicatore di giri, al generatore che erogherà potenza in funzione dellavelocità del vento. Le turbine eoliche sono montate su una torre, suffi-cientemente alta per catturare maggiore energia dal vento evitando la tur-bolenza creata dal terreno o da eventuali ostacoli. La potenza istantaneadi uscita è proporzionale al cubo della velocità del vento; per tale motivo

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ogni turbina è caratterizzata da una propria velocità detta di cut-in, ovverola velocità minima necessaria per poter operare. Tale valore, per un aero-generatore ad asse orizzontale, è di 3-5 m/s. La potenza nominale è erogatasolitamente tra i 12 ed i 14 m/s, mentre oltre i 20-25 m/s la turbina vienefrenata dal sistema di controllo per ragioni di sicurezza.L’energia eolica è un’energia che non produce emissione di gas serra duranteil funzionamento, non ha effetti secondari importanti sulla sostenibilitàambientale dei siti d’installazione, ed il costo economico per unità di energiaprodotta è oramai paragonabile, grazie ai progressi tecnologici degli ultimianni, a quello degli impianti a gas naturale e a carbone. L’energia derivante dagli impianti eolici è ormai diventata quantitativamenterilevante rispetto ad oltre fonti rinnovabili, con incrementi crescenti di annoin anno.

L’impianto eolico, come detto in precedenza, è composto da uno o piùaerogeneratori che trasformano l’energia cinetica del vento in energia elet-trica.

Le principali componenti di un aerogeneratore sono:— il rotore, o turbina eolica, costituito da un mozzo al quale sono

collegate le pale, di materiale leggero, in genere in fibra di vetro; — la struttura di alloggiamento, che contiene i meccanismi di trasfor-

mazione: il sistema meccanico di moltiplicazione dei giri, il gene-ratore elettrico, il trasformatore, che trasforma l’energia generata adun livello di tensione adeguata per essere immessa nella rete elet-trica;

— la torre, adeguatamente alta per captare la maggiore energia del vento,e quindi le relative fondazioni e le strutture di sostegno.

Le dimensioni di un impianto eolico sono molto variabili: da qualche cen-tinaio di watt di potenza e altezza non superiore a 6 m, agli impianti digrande taglia, che possono superare i 120 metri di altezza e avere unapotenza superiore ai 5 MW.

Per gli aerogeneratori in riferimento alla potenza erogata ed in relazionead alcune dimensioni caratteristiche, si hanno tre tipi di impianti eolici:

— Macchine di piccola taglia (1-200 kW): diametro del rotore, 1-20metri; altezza torre, 10-30 metri.

— Macchine di media taglia (200-1.000 kW): diametro rotore, 20-50metri; altezza torre, 30-50 metri.

— Macchine di grande taglia (oltre 1.000 kW): diametro rotore: 55-80 metri; altezza torre: 60-120 metri.

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Quelli di piccola taglia e quelli di più grandi dimensioni determinano iparchi eolici.

Le macchine eoliche di piccola taglia possono essere utilizzate per produrreelettricità per singole utenze o gruppi di utenze, collegate alla rete elettricain bassa tensione o anche isolate dalla rete elettrica. Le macchine di mediae grande taglia sono utilizzate prevalentemente per realizzare parchi eolicio «fattorie del vento», meglio note come «wind farm» collegate alla retedi media oppure alta tensione.

Il meccanismo di funzionamento è semplice. Il vento, incidendo sulle pale(monopala, bipala e tripala) collegate da un asse orizzontale, fa ruotareun rotore che attraverso un generatore elettrico, produce l’energia che vienepoi immessa nella rete elettrica.

Quelli di piccola dimensione, detti minieolico e microeolico, vanno da unapotenza nominale per il minieolico da 20 a 200 kW, mentre per microeolicosi intendono quelli di potenza inferiore ai 20 kW.

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braio 2015 (90 giorni dall’entrata in vigore del decreto). Le modalità perla presentazione della richiesta saranno comunicate dal GSE sul propriosito Internet.L’incentivo rideterminato secondo le norme contenute nell’allegato al decre-to in esame è riconosciuto a decorrere dal 1° marzo 2015 (primo giornodel mese successivo alla scadenza del termine di cui sopra).Il provvedimento, considerando che l’art. 26 del D.L. n. 91/2014 (conv.L. n. 116/2014) ha introdotto specifiche disposizioni per la riduzione deglioneri sulle tariffe elettriche imputabili al fotovoltaico - disposizioni cui èstata data attuazione con i DD.MM. 16 ottobre 2014 e 17 ottobre 2014,ritiene opportuno dare attuazione alle descritte disposizioni per le solefonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.Oltre alle esclusioni sopra indicate, già disposte dall’art. 1, comma 6, delD.L. n. 145/2013, con il provvedimento in esame si stabilisce poi l’esclu-sione dalla rimodulazione degli incentivi per gli impianti per i quali ilperiodo di diritto agli incentivi termina entro il 31 dicembre 2014, ovveroentro il 31 dicembre 2016 se si tratta di impianti a biomasse e biogas dipotenza non superiore a 1 MW (in considerazione della maggiore com-plessità impiantistica e quindi realizzativa di questi ultimi).

Le modalità per il ricalcolo dell’incentivo sono indicate nell’Allegato al prov-vedimento, e si basano sull’applicazione di un parametro (S), a sua volta fun-zione del periodo residuo di diritto agli incentivi e dei costi indotti dalle ope-razioni di rimodulazione, questi ultimi conglobati in un coefficiente pari a:

— 1,02 per gli impianti il cui periodo di diritto all’incentivazione cessaentro il 31 dicembre 2020 (1,022 se gli impianti sono alimentati dafonti diverse dall’eolico, dal geotermico e dall’idroelettrico);

— 1,03 per gli impianti il cui periodo di diritto all’incentivazione cessadopo il 31 dicembre 2020 ed entro il 31 dicembre 2028 (1,032 segli impianti sono alimentati da fonti diverse dall’eolico, dal geoter-mico e dall’idroelettrico).

2.2 Gli incentivi del nuovo Conto Termico e le agevolazionifiscali per il risparmio energetico

Il «Conto termico», Decreto del MISE del 28 dicembre 2012, individuaincentivi anche per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Quantoagli interventi incentivabili, l’articolo 2 del Decreto definisce le seguenticategorie (le lettere che seguono corrispondono, per comodità di consul-tazione, a quelle dell’articolo di legge):

a) interventi di piccole dimensioni di incremento dell’efficienza ener-

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getica di cui all’art. 4, comma 1, che soddisfano i requisiti previstidall’allegato I);

b) interventi di piccole dimensioni di produzione di energia termicada fonti rinnovabili e con sistemi ad alta efficienza: — installazione di impianti termici di cui all’art. 4, comma 2, lettere

a), b), con potenza termica nominale complessiva (con riferimentoal singolo edificio, unità immobiliare, fabbricato rurale o serra)inferiore a 1000 kW;

oppure — installazione di impianti solari termici di cui all’art. 4, comma

2, lettera c) con superficie solare lorda (totale) dei collettori solariinferiore a 1000 metri quadrati;

c) interventi sull’involucro di edifici (o parti di edifici o unità immo-biliari) esistenti, riguardanti strutture opache verticali o orizzontali(coperture, anche inclinate, e pavimenti), finestre comprensive diinfissi, strutture tutte delimitanti il volume riscaldato, installazionedi sistemi di schermatura e/o ombreggiamento fissi e mobili, versol’esterno e con esposizione da Est-Sud-Est (ESE) a Ovest (O)che rispettano i requisiti di cui all’allegato I del Decreto.Il concetto di edifici esistenti e di fabbricati rurali esistenti è pre-cisato dall’articolo 2, lettera g) del Decreto ricomprendendo le per-tinenze: sono definiti tali quelli;— iscritti al catasto edilizio urbano (CEU);— o per i quali sia stata dichiarata la fine lavori e sia stata pre-

sentata la richiesta di iscrizione al CEU antecedentemente alladata di entrata in vigore del Decreto;

— o per i quali sia stata dichiarata la fine lavori antecedentementealla data di emanazione del Decreto medesimo e sia stata avviatala procedura di affidamento dell’incarico ad un professionista(per effettuare) la procedura di accatastamento dell’immobile;

in data antecedente alla data di presentazione dell’istanza di incen-tivazione;

d) interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale,integrale o parziale, con impianti di cui all’art. 4 e contestuale messaa punto ed equilibratura dei sistemi di distribuzione, regolazione econtrollo, ed introduzione, nel caso di impianti centralizzati al serviziodi più unità immobiliari, di un efficace sistema di contabilizzazioneindividuale dell’energia termica utilizzata e conseguente ripartizionedelle spese.

L’articolo 4, comma 1, del Decreto sottolinea la non rilevanza della categoriacatastale («di qualsiasi categoria catastale») e la necessità che l’edificio

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(o sua parte o unità immobiliare) esistente sia dotato di impianto di cli-matizzazione e identifica poi le seguenti tipologie di interventi di incre-mento dell’efficienza energetica incentivabili alle condizioni e secondole modalità di cui all’allegato I al Decreto, incluse le «spese ammissibili»di cui all’articolo 5:

a) isolamento termico di superfici opache delimitanti il volume climatizzato; b) sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti

il volume climatizzato; c) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con

impianti di climatizzazione invernale utilizzanti generatori di calorea condensazione;

d) installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiu-sure trasparenti con esposizione da Est-Sud-Est a Ovest, fissi o mobili,non trasportabili.

L’articolo 4, comma 2, del Decreto identifica, invece, le seguenti tipologiedi interventi di piccole dimensioni di produzione di energia termica dafonti rinnovabili e con sistemi ad alta efficienza alle condizioni e secondole modalità di cui all’allegato II al Decreto, incluse, anche in questo caso,le «spese ammissibili» di cui all’articolo 5:

a) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti conimpianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, elet-triche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica;

b) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscalda-mento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impiantidi climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentatoda biomassa;

c) installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi disolar cooling;

d) sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore.

Il comma 3 dell’articolo 4 fornisce l’importante precisazione che gli interventirealizzati ai fini dell’assolvimento degli obblighi di cui all’articolo 11 delDecreto Legislativo n. 28/2011 accedono agli incentivi limitatamente allaquota eccedente quella necessaria per il rispetto dei medesimi obblighi.

Il D.L. n. 63 del 4 giugno 2013, ha portato la detrazione d’impostaper le spese per gli interventi di riqualificazione energetica, dal 55%al 65%. La detrazione d’imposta è ripartita in dieci rate annuali.Tra le agevolazioni fiscali rientrano anche le spese sostenute per l’instal-lazione di un generatore di calore a biomassa o di uno scambiatore perallacciarsi ad una rete di teleriscaldamento.

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La detrazione è stata estesa, sempre nella misura del 65%, per le spesesostenute, dal 1° gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2015, alle seguentifattispecie:

— spese di acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione inver-nale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combu-stibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro;

all’acquisto e la posa in opera di schermature solari (cfr. norma UNI EN13363 concernente Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetra-te), di cui all’Allegato M al D. Leg.vo n. 192/2005 (introdotto dal D. Leg.von. 311/2006), fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro

Prospetto di sintesi comparativo tra i vari regimi di incentivazione

Limiti oggettivi

Limiti immobili

Limiti interventi

Limiti importi(Euro)

Tempi difruizione(anni)

65 percento (fino al31/12/2015)

Personefisiche,tutte lesocietàed enti,associa-zioni fraprofes-sionisti

Immobili econdomini giàesistenti; perle impresesolo gliimmobilistrumentali auso direttogià esistenti

(1) Riqualificazioneenergetica;(2) involucri (pareti,finestre, infissi) eschermature solari;(3) pannelli solaritermici;(4) sostituzione impianticlimatizzazioneinvernale;(5) sostituzionescaldacqua tradizionalicon altri a pompa dicalore per acqua caldasanitaria e installazionedi impianti a biomassecombustibili

(1)100.000;(2) 60.000;(3) 60.000;(4) 30.000;(5) 30.000

10

IncentiviContoTermico

Tutti isoggetti

Tutti gliimmobili segià esistenti

Sostituzione impianticlimatizzazione invernalema non a biomasse(salvo serre e edificirurali), collettori solaritermici, sostituzionescaldacqua elettrici conaltri a pompa di calore.Solo per Amministrazionipubbliche ancheisolamenti, sostituzionechiusure trasparenti egeneratori calore acondensazione, sistemidi schermatura eombreggiamento.

Dadeterminaresecondo leformule e iparametridel D.M.28.12.2012

2 o 5

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L’Autorizzazione Unica sostituisce a tutti gli effetti ogni autorizzazione,nulla osta o atto di assenso comunque denominato di competenza delleamministrazione coinvolte (nel caso di impianti idroelettrici include laconcessione alla derivazione dell’acqua).L’Autorizzazione Unica, quindi, costituisce titolo a costruire ed esercirel’impianto, le opere connesse e le infrastrutture indispensabili collegate,il tutto in conformità al progetto approvato e nei termini indicati. L’AU,qualora necessario, costituisce anche dichiarazione di pubblica utilità, indif-feribilità ed urgenza delle opere, determinando di per se variante allo stru-mento urbanistico. Nel caso di impianti ubicati in zone agricole, l’AUnon determina variante allo strumento urbanistico. Nell’ubicazione degliimpianti in tali zone si dovrà tenere conto delle disposizioni in materiadi sostegno del settore agricolo, con particolare riferimento alla valoriz-zazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversitàe del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.

Nell’AU sono incluse eventuali prescrizioni alle quali è subordinata la rea-lizzazione e l’esercizio dell’impianto ed inoltre le specifiche modalità perl’ottemperanza all’obbligo della rimessa in pristino dello stato dei luoghia seguito della dismissione dell’impianto.

L’AU prevede, inoltre, un termine per l’avvio e la conclusione dei lavori,decorsi i quali salvo proroga, l’AU decade.

L’amministrazione procedente comunica il provvedimento finale al propo-nente e a tutte le amministrazioni interessate e provvede a richiederne lapubblicazione sul BUR.

3.3 Procedura Abilitativa Semplificata (PAS)

Il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011 «Attuazione della direttiva2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili,recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e2003/30/CE» ha introdotto la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS)in sostituzione della Denuncia di Inizio Attività (DIA), indicata dal D.M.10/09/2010, per fonte e taglia degli impianti non superiori a una certasoglia.

L’art. 4 del Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, indica che leautorizzazioni per la realizzazione e gestione degli impianti di produzioneenergia da fonti rinnovabili devono essere disciplinate da procedure ammi-

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nistrative semplificate, accelerate, proporzionate ed adeguate sulla base dellesingole specifiche caratteristiche di ogni singolo impianto.

Abbiamo quindi una gerarchia autorizzativa in funzione soprattutto dellataglia dell’impianto e correlata alla specificità della fonte energetica. Inconsiderazione di tale gerarchia in ordine decrescente, per potenza e com-plessità, abbiamo:

1. l’Autorizzazione Unica (AU), di cui abbiamo trattato, ampiamente,nel precedente paragrafo;

2. la Procedura Abilitativa semplificata (PAS);3. la Comunicazione al Comune, dove viene realizzato l’impianto,

relativa alle attività in edilizia libera;come già, dettagliatamente, indicato in precedenza, la scelta di una pro-cedura è definita dalle tabelle, riportate nel precedente paragrafo, in basealla fonte e alla taglia.

La PAS deve essere presentata dal proponente al Comune, anche per viatelematica, almeno 30 giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori.La denuncia dell’impianto deve essere accompagnata da una relazione fir-mata da un progettista abilitato e dagli elaborati progettuali che devonoasseverare la conformità del progetto agli strumenti urbanistici ed ai rego-lamenti edilizi vigenti. Nella documentazione di accompagnamento dellaPAS dovrà, inoltre, essere anche presente il preventivo per la connessione,redatto dal gestore della rete e accettato dal proponente. La PAS ha unavalidità di tre anni.Condizione essenziale per richiedere la PAS è quella che il proponenteabbia titolo sulle aree o sui beni interessati dalle opere e dalle infrastruttureconnesse.In analogia a quanto allegato per l’Autorizzazione Unica anche per la PASsi riporta della modulistica tipo. Tale modulistica può essere utilizzatacome base nel caso in cui il Comune nel quale si deve presentare la domandanon abbia predisposto apposita modulistica o portale informatico dedicato.Può, comunque, essere utile anche per capire, in dettaglio, la tipologia equantità di documentazione da presentare.

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DOMANDA DI PROCEDURA ABILITATIVA SEMPLIFICATA

Oggetto: Dichiarazione ai fini della procedura abilitativa semplificata per larealizzazione di impianto alimentato da fonti rinnovabili - Art. 6 del decretolegislativo 3 marzo 2011, n. 28.

Il sottoscritto ...................................................................................................in qualità di titolare/contitolare/legale rappresentante/amministratore dellaSocietà ............................................................................................................con sede legale in Via .................................................................... n. .….…Comune di ........................................................................... C.A.P. …………P. IVA ......................................... Codice fiscale ............................................iscritta al Registro delle imprese della Camera di commercio di ...........................................................................................................................................al numero ................................................................ in data …………………

DICHIARA

L’installazione dell’impianto alimentato ad energia rinnovabile, così comedescritta nell’ambito della dichiarazione di asseveramento ed elaborati pro-gettuali allegati alla presente, avvertendo che i lavori sono:

Descrizione sintetica dell’intervento ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

sull’immobile posto in località .........................................................................Via/P.zza: ................................................................ n. ……… Piano ……….

NCT ? NCEU ? Foglio ………... Part.lle ...................... Sub ................NCT ? NCEU ? Foglio ………... Part.lle ...................... Sub ................NCT ? NCEU ? Foglio ………... Part.lle ...................... Sub ................

DICHIARA

? di essere a conoscenza che le opere devono essere eseguite in pienaconformità alle vigenti disposizioni di Legge, in particolare dell’art. .............della legge regionale …………….. e s.m.i. dei Regolamenti di edilizia,

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in parte il progetto, a seconda se il PPP è un’opera calda, tiepidaoppure fredda; la «bontà» economica dell’operazione dipende, chia-ramente molto dalle zone da servire;

c) Fase attuativa: realizzazione dell’infrastruttura passiva della rete estipula della concessione d’uso a favore del partner privato;

d) Incentivazione per l’allaccio alla rete: i fondi messi a disposizionedalla PA, reperibile anche tramite incentivi europei, dovrebbero essereprincipalmente destinati a favore delle imprese che vogliono allac-ciarsi alla rete.

La realizzazione di infrastrutture a banda larga, generalmente, necessitanodi un importante co-finanziamento pubblico, in modo tale da rendere l’ope-razione attrattiva per gli investitori privati. Tali risorse economiche possonoessere in toto o in parte reperiti anche attraverso l’intercettazione di appositifinanziamenti della CE.

Per una trattazione esaustiva della realizzazione delle infrastrutture a bandalarda in PPP si rimanda al Manuale d’uso «per la realizzazione di interventidi infrastrutturazione a banda larga in Partenariato Pubblico Privato»redatto dall’UnionCamere (Camere di Commercio d’Italia) dicembre 2012(vedi area Download).

1.3.2 Città di MilanoMilano è la metropoli più smart d’Italia, è riuscita infatti a valorizzarele proprie eccellenze a partire dal mondo della ricerca, dell’economia,della creatività e dell’associazionismo.Questa vocazione di trasformazione innovativa e di sviluppo sostenibile èstata riportata nelle Linee Guida Milano Smart City (vedi area Download),redatte da parte del Comune e della Camera di Commercio di Milano,nel maggio 2014, dove vengono individuati sette ambiti e relativi obiettivida perseguire.

La procedura intrapresa per capire e definire quali potevano essere lenecessità prioritarie dei cittadini e del tessuto produttivo è stato partico-larmente interessante e basato sulla condivisione. Attraverso la definizionedi in protocollo d’intesa tra il Comune e la Camera di Commercio diMilano si è portato avanti, a partire da aprile 2013, un modello di par-tenariato pubblico privato, con l’obiettivo di condividere con tutti gli sta-keholder della città la strategia desiderata e concretamente realizzabileper Milano Smart City, che riesca a favorire la creazione di una governance

Partenariati pubblico e privati e Smart Cities

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della smart city realmente condivisa, inclusiva e portatrice del soddisfa-cimento di interessi diffusi.

Le linee guida di Milano Smart City si articolano in sette tematiche,risultate essere prioritarie, alla fine dell’ampio percorso consultivo e dicondivisione effettuato con i cittadini, per migliorare la qualità della vitadei cittadini stessi:

1. Città globale, laboratorio nazionale ed europeoPartecipazione attiva ai maggiori network internazionali, europei e nazionaliche si occupano di Smart Cities, promuovendo un continuo confronto sullesue pratiche smart. Realizzazione di progetti smart in partenariato con città,imprese e università europee per garantire una reale replicabilità e soste-nibilità delle politiche e degli interventi attraverso l’Unione europea.

2. Laboratorio della mobilità urbana sostenibile Diventare la città leader nella sperimentazione della sharing e peer2peermobility, promuovendo la concorrenza e la diffusione di piattaforme abi-litanti. Conciliare la mobilità privata urbana con la mobilità dolce, attraversoiniziative di pedonalizzazione, traffic calming e infomobilità per tutti.

3. Laboratorio delle politiche ambientali ed energeticheMilano si candida a leader europeo nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani,con l’obiettivo di avere il tasso di raccolta differenziata più alto tra lecittà con più di 1 milione di abitanti. Milano promuove progetti di efficienzaenergetica e riduzione delle emissioni di CO2 integrando edifici intelligenti,illuminazione pubblica innovativa e smart metering.

4. Laboratorio di inclusione sociale e diversityAttivazione nei propri quartieri, anche a livello di condominio, di networkrelazionali supportati dalle tecnologie per il coinvolgimento e il monito-raggio delle persone, anche delle categorie più bisognose. Promozione dinuove forme di welfare comunitario e di territorio, attraverso il ricorso anuovi strumenti per il supporto e alla promozione di servizi condivisi emomenti di socialità.

5. Laboratorio del benessere in cittàMilano vuole diventare capofila nella sperimentazione di iniziative che faci-litino la vita nelle proprie abitazioni per rispondere alle esigenze di unapopolazione sempre più anziana e delle fasce più deboli in generale. Milanoriprogetta spazi urbani e parchi per garantire una fruizione ricreativa euna reale multifunzionalità per residenti, city user e turisti.

Partenariati pubblico e privati e Smart Cities

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6. Laboratorio di semplificazione per la PADiffondere la conoscenza dell’amministrazione, della sua organizzazione,del suo funzionamento e della sua azione, mettendo a disposizione delcittadino la più ampia ed estesa gamma di informazioni. Utilizzare la levatecnologica per ampliare l’accesso ai servizi e migliorare la qualità dellavoro, attraverso la realizzazione di un sistema informativo adeguato perlo sviluppo di servizi online rivolti al cittadino.

7. Laboratorio della generazione d’impresaMilano consolida il suo ruolo di capitale italiana delle startup d’impresa,attivando anche iniziative di deburocratizzazione e semplificazione dei pro-cessi autorizzativi e sanzionatori.

La collaborazione del Comune con la Camera di Commercio, università,enti/istituti di ricerca ha permesso di attrarre a Milano investimenti privatiimportanti con riscontri estremamente positivi per tutta l’area metropolitanadi Milano, sviluppando benefici per la pubblica utilità, altrimenti non rea-lizzabili con le risorse della PA.

Partenariati pubblico e privati e Smart Cities

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