Stars 'N' Stripes PO Edition N°5

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IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO . . . . . . m m i i s s s s i i o o n n e e c c o o m m p p i i u u t t a a P P u u r r p p l l e e R R e e i i g g n n

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Il periodico on line per gli amanti della palla a spicchi d'oltre oceano

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IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANOIL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO

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La faccia

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Tutto il cammino verso

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il Larry O’Brien Trophy

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Dura solo un tempo il primo atto della Finale. Bryant domina in lungo ed in largo lascena senza troppo faticare, dall’altra parte orrbile esordio per il Superman di Orlando

E’ Kobe-show, Magic Ko Non un buon segno per coach Van Gundy,per Howard, Turkoglu e gli Orlando Magicinteri. Non un buon segnale sia per quelloche si è visto in campo dal punto di vista delgioco, sia dal punto di vista della cabala, dalmomento che dall’altra parte c’è un signore,tale Phil Jackson, che ha una striscia al quan-to aperta all’interno di serie di playoff quan-do è riuscito a vincere il primo atto.Insomma sconfitta pesante e cabala controper iniziare una serie finale dove tutto ci sisarebbe aspettato tranne di vedere un matchchiuso al suono della sirena del terzo perio-do, anche se il merito di questo ha un nome,un cognome ed un numero ovvero: KobeBryant col 24. Il Black Mamba vince pratica-mente da solo la gara1 tra secondo e terzoperiodo permettendosi anche qualche minu-to di troppo di riposo nell’ultimo con la squa-dra in assoluto comando delle operazioni.Resettare. Questo l’imperativo per la franchi-

gia della Florida, questo l’imperativo perHoward e compagni per evitare di arrivare adOrlando sotto 2-0 con il quale i Lakers viag-gerebbero in discesa e senza freni verso laconquista dell’anello. FOCUS ON THE COURT. Dwight Howard:Raddoppiato sistematicamente in post bassoe nelle ricezioni passive. Raddippiato condiverse soluzioni con diverse modalità, maquella preferito ed anche quello più efficaceresta quello ‘big on big’ quello con l’altrolungo meglio se pi questo lungo porta ilnome di Lamar Odom provenendo dal latodebole che oscura la vallata nel vero sensodella parola.Kobe Bryant: ‘Drag’ o al secolo pick and rollin transizione. L’arma che il numero 24 hausato per spazzare via ORlando da gara1. Unpick and roll al quale i Magic non sono riu-

sciti a trovare una soluzione specie nelle fasiintermedie dove Bryant ha fatto praticamen-te quello che voleva. Superflue la sfilza dimarcature ordinata e pensate da coach VanGundy dal momento che ne Lee ne Pietrus(ma nemmeno Turkoglu) hanno dato rispostepositive. Orlando Magic: Sarà la maledizione dellefinali (5 partite giocate nell’ultimo atto fino aquesto momento e tutte perse ndr), sarà l’e-mozione di essere arrivati sorprendentemen-te fino alla fine, fatto sta che quella ammirataallo Staples Center di Los Angeles non sono iMagic che abbiamo visto e applaudito duran-te la serie con i Cavaliers. Passi pure la seratastorta al tiro, quello che non può passareinsosservato è prima di tutto l’atteggiamentotroppo remissivo in campo una volta sottonel punteggio, cosa realmente strana per

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TT EE AA MM SS TT AA TT CC OO MM PP AA RR II SS OO NNOO RR LL AA NN DD OO LL OO SS AA NN GG EE LL EE SS

PP OO II NN TT SS 77 55 11 00 00FF GG 22 33 -- 77 77 (( .. 22 99 99 )) 44 11 -- 88 99 (( .. 44 66 11 ))33 PP 88 -- 22 33 (( .. 33 44 88 )) 33 -- 99 (( .. 33 33 33 ))FF TT 22 11 -- 22 99 (( .. 77 22 44 )) 11 55 -- 11 88 (( .. 88 33 33 ))RR EE BB (( OO -- TT )) 11 00 -- 44 11 11 55 -- 55 55AA SS SS II SS TT SS 11 00 11 88TT UU RR NN OO VV EE RR SS 88 99SS TT EE AA LL SS 88 44BB LL OO CC KK SS 88 77FF AA SS TT BB RR EE AA KK PP .. 00 44FF OO UU LL SS 22 11 22 33 LL AA RR GG EE SS TT LL EE AA DD 55 22 88

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DIDI

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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Orlando che non si è mai data per vinta, sia per il modo di giocare.Mai mossa la difesa avversaria, mai arrivato un gioco che portava ladifesa dal lato forte al lato debole con una serie di cambi che genera-no tiri facili, ma solo attacchi statici in post da Howard e poi unaserie di tiri che se entrano ti possono cambiare una partita, ma che sesbagliati ti spingono giù nel baratro.LA CRONACA. Pronti via, alzata la palla a due e sembra quasi che nonsucceda niente di particolare, ma alla fine è solo un sentore. Qualcheminuto per carburare e per capire definitivamente dove ci si trovi evia allo spettacolo. Quello di Turkoglu in avvio di primo periodo,nelle cui mani passano i primo possessi dei Magici che subito prova-no a testare la reattività di Ariza. Risultato: il numero 3 dei Lakers indifficoltà sui pick and roll del turco e 3/4 dal campo per l’exSacramento Kings. Statistica che potrebbe far pensare ad un allungodella squadra ospite, ma niente da fare: Bryant risponde presente,cosi come gli altri gialloviola in campo ed è parità sui ventotto metrridi campo a quota 14. Il tentativo di allungo dei padroni di casa arrivapoco dopo e con Pau Gasol che prima inizia a farsi sentire in faseoffensiva e poi fa la voce grossa anche in difesa mettendo in difficoltàHoward che viene, invece subito colpito dai falli e nel caso specificonello sfondo proprio sul catalano (20:16). Il recupero e sorpasso deicampioni della Eastern Conference giunge dalle mani e dai liberi diLewis e dal canestro stile Rucker Park con tanto di arcobaleno alzatoin mezzo all’aria di Rafer Alston che chiudono i primo 12’ di gioco(22:24). Al ritorno in campo per il secondo periodo, nasce e prendevita la vera sfida: Jackson schiera Odom per Bynum piazzandoloimmediatamente sulle piste di Lewis, Van Gundy permette a Nelson

di tornare a calcare un parquet dopo 4 mesi di inattività e via alledanze. Quattro punti consecutivi di Lamarvelous, tripla di Lewis eprimo canestro dal campo di Jameer Nelson (un paio di minuti dibuona sostanza per l’ex St. Johns ndr), impatto venendo dalla panchi-na di Gortat e Magic avanti di 5 (28:33). La serie però è allo StaplesCenter a casa di Kobe Bryant che scalda i motori e decide che è arri-vato il momento di mettere le cose in chiaro per se, per i Lakers, masoprattutto per gli Orlando Magic. Walton gli concede, però, qualcheminuto prima dello show personale poi però nel 10-0 di parziale deigialloviola ci sono tante situazioni stile enciclopedia del basket daparte del Mamba col numero 24 che chiude il break di cui sopra con4 punti in fila e un momento di dominio assoluto 38:33. Orlandosbanda paurosamente nonostante il siluro di Pietrus e canestro diNelson, specie perché il figlio di Jelly Bean non avrebbe ancora finitodi sciorinare la sua pallacanestro: altri 4 punti in fila e 16 con 6 assistal suono della sirena dell’intervallo lungo e Magic sotto di 10 all’en-trata negli spogliatoi (53:43). Entrare mentalmente nella partita lapredica principale di coach Van Gundy nello spogliatoio dei Magiccercando di spronare i suoi a tornare in partita prima con la testa checon il gioco. Come al solito quando si è in California è più facile adirsi che a farsi, anche perché al ritorno in campo per il secondotempo c’è sempre la questione Bryant da dirimere: ancora più aggres-sivo, ancora più cattivo, ancora più showman ed in un battibalenoLos Angeles schiaccia il piede sull’acceleratore e vola sul +14 confallo e canestro dal pick and roll di Kobe, fallo in attacco di Howardsu Gasol e tabellone fermo sul 64:50. Orlando oltre a barcollare comeun pugile suonato si chiude anche in un angolo pagando forse lo

scotto del noviziato a questo tipo di partite, dall’al-tra parte tanti giocatori che ci sono già stati, tra cuiOdom e Gasol, prima che il tutto venisse chiusoalmeno virtualmente sempre dall’uomo in missioneil cui nome diventa anche superfluo recitare (altri 5punti in fila ed altro massimo vantaggio 75:52). Trepunti di Pietrus fanno segnare il 6/18 dalla lungadistanza, viaggianti che non riescono a fare unacosa che una del loro normale gioco ed allora lo‘scud’ di Ariza, il canestro di Gasol e quello allo sca-dere di Bryant sul finire di terzo quarto mettono inghiaccio il match con 12’ minuti di anticipo.L’ultima frazione di gioco, infatti, serve solo per gliamanti delle statistiche e per definire il punteggio ilfinale ed il fatto che ci si ritrova con più di 10 minu-ti abbondanti sul cronometro finale, in pieno garba-ge time è l’inquadratura di Bryant in panchina conmaglia ed asciugamano ad applaudire e sorrideread una giocata di fallo e canestro di Odom. Alla finecoach Jackson lo rimanda in campo lui contribuiscecon qualche altra giocata ed il calvario di gara1 ter-mina con il punteggio di 100:75.

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«Prima di iniziare ho detto solo ho soloricordato l'importanza di questa partitapertornare più tranquilli in campo domenicanotte. Vincere questa gara è stato come scio-gliere un mistero, dal momento che nelleultime due finali non siamo mai riuscuti avincere e poi abbiamo perso. Poi abbiamofatto un'ottima partita sia dal punto di vistadel ritmo di gioco che dal punto di vista delgioco alternando sia quello nell’area coloratache sugli esterni. Nel primo quarto abbiamofaticato a prendere le distanza da Orlando,ma nel secondo quarto siamo riusciti a farequello che volevamo e quello per cui ci era-vamo preparati. Bryant? Lui scende incampo e fa quello che deve fare niente dipiù. Negli spogliatoi durnate la pausa dell'in-tervallo gli ho solo detto che stava facendoun buon lavoro e di conitnuare cosi nonappena tornati in campo, e cosi è stato...»

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PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT

• I Lakers sfatano il tabù ldi gara1 dopo le ultime due finali (con i Celtics nel ‘08 e nel ‘04 con i Pistons).• I Lakers sfatano il tabù ldi gara1 dopo le ultime due finali (con i Celtics nel ‘08 e nel ‘04 con i Pistons).• Il margine di 25 punti di vittoria è il sesto più ampio nella storia di gara1 delle Finali. Il primato è dei Bulls con il +33 • Il margine di 25 punti di vittoria è il sesto più ampio nella storia di gara1 delle Finali. Il primato è dei Bulls con il +33 ai TrailBlazers nel 1992ai TrailBlazers nel 1992• I Lakers hanno vinto 16 serie al meglio delle 7 dopo aver vinto gara1 (seconda striscia più lunga storia in NBA).• I Lakers hanno vinto 16 serie al meglio delle 7 dopo aver vinto gara1 (seconda striscia più lunga storia in NBA).• Decimo quarantello nei playoff per Bryant, ma sprimo in assoluto nelle Finals.• Decimo quarantello nei playoff per Bryant, ma sprimo in assoluto nelle Finals.• Con questa i Magic sono a cinque sconfitte in una serie di finale. Le prime quattro le 1996 con i Rockets.• Con questa i Magic sono a cinque sconfitte in una serie di finale. Le prime quattro le 1996 con i Rockets.• L’1 su 6 dal campo di Dwight ‘Superman’ Howard è la sua peggior statistica all’interno di questi playoff• L’1 su 6 dal campo di Dwight ‘Superman’ Howard è la sua peggior statistica all’interno di questi playoff

«Ho giocato veramente bene, ho giocato conenergia, ma soprattutto abbiamo lavoratoduro anche di squadra contro una formazio-ne come gli Orlando Magic che attaccano egiocano bene negli spazi. Siamo riusciti nel-l’intento di non farli entrare in qualsiasi tipodi gioco restando sempre concentrati in dife-sa, ma soprattutto giocando di e con aggres-sività per tutto il match. La faccia cattiva? èquella che voglio tenere per tutta la serie,l’ho detto anche altre volte voglio questoanello. Nonostante tutto, però, la vittorianon ci deve far abbassare la guardia, i Magicsono una squadra di combattenti e una squa-dra pericolosa, sono passati già attraversodelle altre situazioni difficili pirma di arriva-re a questa finale e a questa partita. Dunquenon è niente di nuovo per loro, dovremmosicuramente attenderci una squadra diversache resetterà il tutto per una gara2 diversa».

TT UU TT TT EE LL EE CC UU RR II OO SS II TT AA ’’ DD EE LL PP RR II MM OO AA TT TT OO

Howard: «C’è poco dire o da spiegare, abbiamo giocato male e difficilmente potremo giocarepeggio in futuro». Bryant: «La faccia cattiva? E’ quella che voglio avere per tutta la serie»

Game One press room

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«C'è poco da dire abbiamo giocato male, nonsiamo riusciti a fare quello che volevamo enon credo che abbiamo giocato una partitapeggiore di questa fuino a questo momentosoprattutto per quanto riguarda le percen-tuali al tiro. L'arma vincente di Kobe siastato il jump shot, non c'è stato modo di fer-marlo in qualunque parte del campo si tro-vasse, faceva canestro abbiamo provatodifensivamente a fermarlo, ma era impossi-bile. Non abbiamo fatto quello che era nelnostro piano partita, ma dopo quanto fattoquesta sera possiamo solo fare meglio, vistoche sarebbe impossibile fare peggio, dobbia-mo solo tornare a giocare come sappiamo.Quello che dobbiamo fare è tornare incampo determianti e duri, abbiamo deltempo per riguardarci tutto quello che è suc-cesso e per adottare delle soluzione per gio-care meglio il prossimo appuntamento».

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

«Chiaramente dopo il primo quarto siamostati talamente dominati sul campo e su ogniparte del campo, credo che quello che dob-biamo fare per restare concentrati trovare itiri giusti, ma soprattutto continuatre a gio-care la nostra pallacanestro. In difesa dob-biamo limitare i punti nella nostra area pittu-rata. Quello che ho detto ai ragazzi dopo lapartita è che di siocuro faremo meglio laprossima volta, faremo meglio domanica,mentre per quanto mi riguarda cercherò ditrovare con il coaching staff la strada per evi-tare quello che è capitato questa sera esegnare punti facili poi nel secondo quartoinvece non siamo semplicemente riusciti agiocare. In difesa abbiamo pagato il pick adnroll specialmente sul pull-up di Bryant (cheè stato termendo) che ci ha continuato adattaccare e a punire con il jumper, bravo luia farlo ma dobbiamo migliorare»

PP AA UU GG AA SS OO LL

Non di moltissime parole, anche perchèprima del catalano gran parte della partitaera stata affrontata con colui che l’ha domi-nata, ma va detto che l’ex Barça ha fatto lasua classica conferenza stampa da non ame-ricano, convincente, di qualità, ma non lun-ghissima.«Il coach ce l’aveva chiesto e noi abbiamofatto un ottimo lavoro nel portare acasa laprima gara di questa serie. Se poi pensiamoche ci siamo riusciti con uno scarto signifi-cativo e di grande impatto, allora la cosa èancora meglio. A dire il vero non ci aspetta-vamo nella maniera più assoluta di chiuderequesta gara1 con uo scarto cosi grande vistoi trascorsi dei Magic in campioanto e quelloche i Magic hanno fatto vedere controCleveland. Abbiamo fatto quello che doveva-mo fare, ma non ci dobbiamo rilassare asso-lutamente la serie è appena iniziata».

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Dopo Bryant c’è OdomUn rebus senza solu-zione: gli lasci unmetro e ti tira in fac-cia, lo marchi stretto eti parte in penetrazio-ne usando il pick androll dal quale è partitoun campioanrio dimovimenti da far invi-dia ad una enciclope-dia di pallacanestro. Inumeri poi dicono ilresto: 40 punti, 8 rim-balzi ed 8 assist,immarcabile.

In questo tipo di parti-te a volte segnare tantipunti, essere sotto iriflettori può ancheessere superfluo, quel-lo che conta è faretante piccole cose chepossano dare alla tuasquadra sicurezza equel tasso di esperien-za di aver vissuto que-sti momenti in altritempi. E’ quello che hafatto The Fish’.

Partenza in sordinaper il numero 3. Moltoprobabile che l’ex diturno non avesse anco-ra cambiato il ‘mode’difensivo da LebronJames a Hed Turkogluspecie per il modo digiocare. Soffre i pickand roll in punta, mapoi si scioglie e iniziala sua solita serata da‘cobra’ in difesa mor-dendo il turco che si èvisto poco.

Un Diesel. Non è ShaqO’Neal, ma il catalanoha compreso il modoper iniziare in ombraper poi prendere il pro-scenio nei momenti percosi dire morti e neiquali il numero 24 nonè stato quello principalesul quale tutti gli occhidei presenti allo Staplese di chi era a casaerano puntati: 16 e 8silenziosi ma pesanti.

In conferenza stampaha confessato che la vit-toria ha sfatato un tabù,ma il grande risultatotattico di questa vitto-riasta nella meticolositàdella preprazione dellapartita e mostrata dalfatto che ad ogni azioneogni losangelino sapevaperfettamente cosa fare.Non tanto in attacco,ma in difesa, vedereLamar Odom.

E’ il tempo anche perLamarvelous di riscat-tare le scorsi finali.Questa è anche la suastagione e nello specifi-co questa è stata anchela sua partita. Incampo al posto diBynum ha fatto tuttoquello che doveva perannullare Howard pro-venendo dal lato debo-le. Non un caso il 10-0di break con lui incampo ed un +/- di +21

Entra in campo e fasubito il suo dovere ecioè quello di condurreper mano l’attacco atriangolo di cui è unvero artista. Anche perlui tornare su questipalcoscenici dopo esser-ci già stato, anche secon risultati rivedibili,ha avuto un’importanzacapitale per i Lakersanche dal punti di vistaoffensivo (9 punti).

Eppure a guardarloper qualche minutol’impressione giusta ecioè quella di un gioca-tore che sta per tornarequello di prima lo si èanche avuta, poi il lanormalità torna padro-na. La normalità in ungioco difensivo pocofruttuoso se non di fallie di un atteggiamentoche non produce altroche cambi chiamati dacoach Zen.TT RR EE VV OO RR AA RR II ZZ AA

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Che delusione HowardAlmeno lui una spiega-zione diversa dall’esse-re assorbito dal mara-sma generale ed essereabbattuto dall’uraganoKobe ce l’ha: il rientrodi Jameer Nelson. Ilritorno di colui che erastato chiamato a sosti-tuire sembra abbiainciso anche sul rendi-mento dell’ex HoustonRockets (sei punti e0/4 dalla lunga distan-za)

L’ex Sonics tra i peg-giore della sera insie-me ad Howard. E’stato a lungo uno deiprotagonisti in positi-vo, questa volta l’HighSchooler l’ha fatta innegativo non entrandomai in partita, nonmettendo quasi mai iltiro da dietro l’arco perspaccare in due la dife-sa ed ha anche perso ilduello con Odom.

A dire il vero merite-rebbe molto ma moltodi più solo per ilcoraggio e la spavalde-ria mostrata in tutta lastagione prima e neiplayoff poi. Ma le fina-li sono le finale edalcuni errori sulla dife-sa di Bryant ed altri inattacco li si pagano ecome all'interno diuna partita e di unaserie dove quello cheserve è la perfezione.

Appena sotto la suffi-cienza solo per la sfu-riata iniziale. Solo perquel 3/4 al tiro ed ilfatto di essere statoper un po’ l’unica solu-zione offensiva deiMagic. Poi il vuoto piùassoluto. Nel finale hatentato guidare lariscossa, ma l’ondacontro cui lottava eratroppo forte anche perlui: 13 ma solo 3/11complessivo.

Un primo periodo nor-male, un primo perio-do fatto della solitapasta e delle solite tatti-che di attesa e volte acapire le intenzionidegli avversari, poiperò è andato tuttostorto, la squadra nonl’ha seguito dal puntodi vista mentale e lascelta di concedere tan-tissimi minuti a Nelsonnon ha giovato ne a‘Skip’ ne a Johnson.

Stecca paurosamentela sua prima appari-zione nell’atto piùimportante della sta-gione dopo aver domi-nato in lungo ed inlargo la Finale diConference con i Cavs.Tutto merito diJackson che lo in gab-bia all’interno dell’areatogliendogli spazio edil centro e dandoglisolo raddoppi e lineadi fondo: rimandato.

Irriconoscibile ed inca-pace di mettere lamuseruola a Bryant ilprimo, una sorpresasolida il secondo but-tato nella mischia daVan Gundy per teneree presidiare l’area neimomenti neri e dimaggiore difficoltà diDwight Howard. Per ilfrancese una notteinsonne e alla ricercadi una soluzione.

Al 14’ i primi duepunti dopo il lungoperiodo di stop perinfortunio. Coach VanGundy lo onora ditanti minuti in campo,forse convinto che ilpoint man che lo avevaguidato in campo fossepronto per tornare inpista. A conti fatti i 12’concessi sono risultatianche troppi, specieper l’intensità delmatch.

RR AA FF EE RR AA LL SS TT OO NN DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

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SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

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RR AA SS HH AA RR DD LL EE WW II SS

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I Magic sprecano un’occasione d’oro per pareggiare la serie in quel di Los Angeles. I gialloviola si salvano grazie ai numeri ed ai canestri di Lamar Odom e Pau Gasol

Lewis c’è, Orlando noOrlando deve dimostrare di aver superatol’imbarazzo dell’esordio al Grande BalloFinale (anche se, in realtà, per la franchigianon è la prima volta) e soprattutto la sberlaricevuta in gara 1 dai gialloviola. Gara 1 hamostrato valori troppi squilibrati tra duesquadre, che in cuor loro, sanno di essereuna molto più vicina all’altra. E puntualmen-te gara 2 ci regala 53 minuti intensi e com-battuti, con i Magic che vedono sfuggire lagrande occasione di mettere Los Angeles conle spalle al muro dopo appena due partite. La gara, per la verità, stenta a decollare nelprimo tempo. Pronti via e subito sia Bynumche Lee commettono due falli, liberandospazio in campo per Odom e Pietrus, cosìche la “vera” partita può considerarsi comin-ciata. Entrambe le squadre, però, hanno lemani gelide e per 12 minuti si assiste ad unvero e proprio martellamento di ferri. Solo

Odom nei Lakers riesce ad avere un impattopositivo sulla gara, mentre Orlando, invecedi approfittarne, accumula solo palle perse,con Howard che in post basso ogni volta chericeve un pallone mette a serio rischio le giàpoco stabili coronarie di Stan Van Gundy (3perse per lui nel primo periodo). Il coach deiMagic, intanto, si trova a che fare con i pro-blemi di falli della sua squadra, con anchePietrus a quota due penalità, e dunque obbli-gato a sperimentare il quintetto con Gortat eHoward contemporaneamente in campo. Ilprimo quarto, chiusosi 15 pari, segna ilrecord negativo nelle Finali per punti com-plessivi segnati in un periodo. Il trend realiz-zativo non muta granchè al rientro incampo. La squadra della Florida continuacon i palloni persi (3 falli in attacco) e allorai gialloviola provano un primo tentativo di

fuga, prima con Farmar e poi con l’unicolampo di Andrew Bynum, che però compro-mette tutto subito con il terzo fallo.Comincia in questo momento lo show diRashard Lewis, che risponde con 7 punti perimpattare la partita a quota 26. Altro breakL.A. con triple in sequenza di Ariza, Fisher eKobe (36-29), ma è nuovamente Lewis con iltiro dalla distanza a ricucire lo strappo, men-tre i suoi compagni sbattono contro la pre-senza di Gasol a centro area e Pietrus controil terzo fallo. Alla quarta tripla dell’ex Sonics(che segna 18 dei 20 punti della sua squadranel secondo quarto) seguono due liberi diKobe che fissano il punteggio all’halftime sul40-35 per Los Angeles. Van Gundy si fa sentire negli spogliatoi e ilmessaggio giunge forte e chiaro ai suoi cherimettono piede in campo animati da nuovo

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TT EE AA MM SS TT AA TT CC OO MM PP AA RR II SS OO NNOO RR LL AA NN DD OO aa tt LL OO SS AA NN GG EE LL EE SS

PP OO II NN TT SS 99 66 11 00 11FF GG 33 33 -- 77 99 (( .. 44 11 88 )) 33 66 -- 77 88 (( .. 44 66 22 ))33 PP 11 00 -- 33 00 (( .. 33 33 33 )) 55 -- 11 55 (( .. 33 33 33 ))FF TT 22 00 -- 22 77 (( .. 77 44 11 )) 22 44 -- 22 88 (( .. 88 55 77 ))RR EE BB 11 00 -- 44 44 44 -- 33 55AA SS SS II SS TT SS 22 22 22 00TT UU RR NN OO VV EE RR SS 22 00 11 22SS TT EE AA LL SS 55 11 22BB LL OO CC KK SS 66 66FF AA SS TT BB RR EE AA KK PP .. 22 66FF OO UU LL SS 22 44 (( 00 // 00 )) 22 55 (( 00 // 00 ))LL AA RR GG EE SS TT LL EE AA DD 33 77

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spirito, ma soprattutto da una maggiore precisione al tiro. L’areache per tutto il primo tempo era stata un tabù per gli esterni deiMagic si apre e i primi 6 punti arrivano su penetrazioni concluse alferro. Due liberi di Lewis, che nel frattempo sta sfruttando maggior-mente il missmatch contro Gasol, portano avanti Orlando (43-42).Sfidato in casa propria Bryant risponde con due canestri impossibilidei suoi, approfittando del vantaggio in termini di centrimetri suCourtney Lee, che lo staff tecnico di Orlando continua a tenere sulMamba. Nelle pieghe dell’incontro arrivano anche il 4° fallo diBynum, che però sembra quasi un toccasana, visto che dà il via libe-ra all’ingresso di Lamar Odom, e la prima schiacciata nella serie diun frustrato Dwight Howard, con 5:24 da giocare nel quarto. IMagic continuano a giocare un’attacco che produce soprattutto palleperse, mentre L.A, a sua volta non al massimo, si tiene avanti (54-51). Fino a che non entra per la prima volta nella serie il veroHidayet Turkoglu. Due triple firmano pareggio e sorpasso, mentreanche nel servire i compagni il turco fà la differenza. Howardcomincia a sfruttare meglio i possessi, attirando raddoppi in postbasso e scaricando sul perimetro per i compagni che possono tirareo attaccare il canestro. Kobe risente degli sforzi di gara 1 e forzaqualche conclusione. Il jumper di Turkoglu a 10’’ dalla fine fissa ilpunteggio sul 65-63 dopo 3 quarti, con Howard, Lewis e lo stessoTurkoglu che insieme combinano per 49 punti quando in tutta laprima partita ne avevano segnati 33.Los Angeles fiuta il pericolo e cerca di cambiare marcia, mentre

Orlando schiera il quintettone con Pietrus, Lewis, Gortat e Howard.Bryant e Odom prendono in mano l’attacco (16 dei primi 19 puntiportano la loro firma), mentre Bynum mette a referto un altro fallo.Van Gundy vede i suoi sbagliare tanti tiri liberi, 1/6 in apertura diquarto, ed è il primo segnale di quanto alla fine i Magic dovrannopentirsi per le piccole grandi opportunità lasciate per strada. Alstone Nelson in due non mettono assieme quello che metterebbe incampo un solo play e allora tutto passa nelle mani di Turkoglu, orapiù che mai guida e point man della squadra. Los Angeles perdequalche pallone di troppo e una tripla di Lewis (77-75) mette pauraallo Staples. Dopo il 32% dei primi 24’, ora Orlando ha il 52% dalcampo. Ancora una volta, però, Turkoglu e compagni non riescono acogliere l’occasione, con una serie di palle perse che consentono aipadroni di casa di non staccarsi. Pietrus con 3:08 alla fine esce perfalli, ma nel frattempo anche Lamar Odom è nei guai, con 5 falli.Kobe mette due liberi per il +3 LA, ma dal cilindro esce una tripla diJJ Redick che pareggia tutto a quota 84, seguito da un grande movi-mento di Rashard Lewis che si libera di un raddoppio sfruttando ilpiede perno e appoggia al tabellone il +2. Bryant non è da meno e inpenetrazione rimette tutto in gioco, prima che Hedo Turkoglupeschi il jolly con un mezzo miracolo da 7 metri. Sotto di due iLakers si affidano a... Derek Fisher. Penetrazione che attira tredifensori avversari e scarico (un pò avventuroso per la verità) aGasol, che pareggia ancora. Lee ha la grande occasione per riportareavanti i Magic ma prima sbaglia il lay up in penetrazione e poi, dopo

che su quella che poteva essere l’azione finale dellapartita Turkoglu stoppa in recupero Kobe, non rie-sce a convertire l’alley oop lanciato dello stessoturco direttamente dalla rimessa. 88 pari e altri 5minuti di emozioni.Che Orlando comincia male, con altri 2 pallonipersi. Ma le cose sembrano svoltare quando, dopodue liberi di Gasol, Howard converte un gioco da 3punti e sull’azione successiva Redick ha nelle manila tripla del possibile +4 con metri di spazio. Il tiroperò si ferma sul ferro assieme alla partita deiMagic. Sventato il pericolo i Lakers decidono che èil momento di chiudere i conti. Prima Kobe segnaun canestro incredibile e fuori equilibrio in pene-trazione, poi un’altra persa di Orlando regala dueliberi a Fisher. Turkoglu vede il ferro sputare la tri-pla che avrebbe riaperto la contesa e sul possessoseguente Bryant sfrutta le attenzioni della difesaper pescare ancora Gasol in mezzo all’area chesegna e subisce il fallo. 97-91 L.A. Game, set andmatch.

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«Abbiamo giocato davvero bene, abbiamofatto una buona partita e prikma dellasirena che mandasse tutti all’over timecredo che abbiamo avuto una grandeoppourtunità nel poter vincere la partitanei tempi regolamentari apocho più dinove secondi dalla fine. Poi c’è stata lastoppata di Turkoglu, il contropiede deiMagic, sbagliato e quindi l’over time. Untiro quello di Kobe o meglio una stoppatasu kobe che ci ha lasciato un po’ perplessie in disappunto, ma alla fine va bene cosi,la vittoria è arrivata lo stesso».

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PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT

• Per i Lakers questa è la quarta vittoria consecutiva dopo le due in gara 5 e 6 contro Denver nelle Finali di Conference;• Per i Lakers questa è la quarta vittoria consecutiva dopo le due in gara 5 e 6 contro Denver nelle Finali di Conference;•Nella storia della Finali Nba, quando una squadra è avanti 2-0 dopo le prime due partite, si porta a casa il titolo nel•Nella storia della Finali Nba, quando una squadra è avanti 2-0 dopo le prime due partite, si porta a casa il titolo nel94,2% delle occasioni. Solo 3 squadre sono riuscite nell’impresa di ribaltare il risultato, ultimi gli Heat nel 2006.94,2% delle occasioni. Solo 3 squadre sono riuscite nell’impresa di ribaltare il risultato, ultimi gli Heat nel 2006.•Career high nei playoffs i 34 punti di Rashard Lewis, stesso discorso per i suoi 7 assists. I 34 punti sono anche il massi•Career high nei playoffs i 34 punti di Rashard Lewis, stesso discorso per i suoi 7 assists. I 34 punti sono anche il massi--mo per un Magic nell’ambito di una Finale Nba.mo per un Magic nell’ambito di una Finale Nba.Dwight Howard è divenuto il secondo giocatore della storia a mettere insieme almeno 15 punti, 15 rimbalzi, 4 assists, 4Dwight Howard è divenuto il secondo giocatore della storia a mettere insieme almeno 15 punti, 15 rimbalzi, 4 assists, 4palle rubate e 3 stoppate in una partita di playoffs. L’altro è Hakeem Olajuwon che ci riuscì nel 1986.palle rubate e 3 stoppate in una partita di playoffs. L’altro è Hakeem Olajuwon che ci riuscì nel 1986.

«Non vedo cosa ci sia da essere felici. Illavoro non è ancora finito, ma siamosolo all’inizio del nostro cammino. Noncredo si possa dire che l ’abbiamoscampata per un pelo o che siamo statisorpresi. Loro hanno giocato esatta-mente come ci attendevamo che avreb-bero fatto dopo gara1, insomma eratutto nel nostro piano partita. Sono entrati in campo concentrati gio-cando estremamente bene rispetto agara1 ma alla fine siamo riusciti aduscirne con la vittoria, nonostante glierrori difensivi. Abbiamo semplice-mente fatto il nostro lavoro, difenden-do il fattore campo. Ora dobbiamoandare a Orlando e vedere se riuscia-mo a vincerne almeno una».

TT UU TT TT EE LL EE CC UU RR II OO SS II TT AA ’’ DD EE LL SS EE CC OO NN DD OO AA TT TT OO

Stan Van Gundy: «Hedo ha fatto un gran passaggio, c’è davvero poco altro da dire». Bryant: «Non vedo cosa c’è da essere cosi felici, abbiamo fatto solo due passi»

Game two press room

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DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

«Abbiamo giocato bene, abbiamo avuto lapossibilità di vincerla questa partita emolto probabilmente la dovevamo vince-re. A dire il vero se non fosse stato perquel pallone uscito fuori sul tap in orastaremo qui a parlare di un finale diversoe di una serie diversa ed invece dobbiamoiniziare da capo. Non un passaggio pazzo,tra di noi ci fidiamo l’uno dell’altro anchein queste situazioni. Ora torniamo a casadove dobbiamo cercare di migliorare intante cose per poter pensare di vincere.Dobbiamo giocare ancora meglio di que-sta sera, non c’è nessun dubbio».

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

«Premetto che la difesa di Los Angeles èstata ancora una volta impeccabile, maabbiamo sbagliato dei tiri che general-mente mettiamo, insomma è solo que-stione di fare canestro. Hedo ha fatto ungran passaggio. Non c’è molto altro daaggiungere. E’ stato un gran passaggio,era perfetto. Semplicemente abbiamosbagliato. (su Rafer Alston) Rafer stavagiocando bene, però veniva lasciato libe-ro di tirare sul perimetro sugli scarichidi Dwight e non riusciva a metterla, cosìho cercato di inserire qualcuno chepotesse segnare quei tiri. In generaleabbiamo fatto una buona partita, sba-gliando però troppo al tiro e nelle esecu-zioni offensive. 20 palle perse non sonoaccettabili»

PP AA UU GG AA SS OO LL

(Sul 2+1 nel finale del supplementare)«Abbiamo giocato un pick and roll altoio e Kobe poi ho cercato di creare lospazio per ricevere il passaggio neipressi del canestro. E una giocata checerchiamo di perfezionare dall’iniziodella stagione. Su Howard, invece, hocercato sempre di mettergli contro ilmio corpo. Lo abbiamo limitato moltobene, anche se in certe situazioneabbiamo sofferto i suoi scarichi sulperimetro. Così facendo abbiamo sof-ferto troppo Lewis e Turkoglu, quindidobbiamo fare in modo che questo nonaccade di nuovo. Ora dobbiamo andarea Orlando senza pensare di essere asole due partite dal titolo, per nonrischiare di avere delle sorprese»

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Ancora assente ArizaAlla fine sono 29 puntie 8 assists, ma anche 7palle perse e 12 tirisbagliati. Risente,come è normale chesia, della mostruosaprestazione di gara 1 enon riesce ad essere ilKobe ammirato intante occasioni.Nonstante questosegna lo stesso unserie di canestri fonda-mentali.

Mette a segno almeno3 giocate che poten-zialmente salvano iLakers da una sconfit-ta che sarebbe potutaessere devastante: l’as-sist per Gasol sul finiredei supplementari,un’altro assist semprea Gasol per i primi duepunti del supplementa-re e la palla rubata sucui guadagna due tiriliberi per portare L.Asul +3. Presente.

Non è ancora dentro laserie. Dopo aver messoa ferro e fuoco la dife-sa dei Nuggets con tiriche nessuno gli ricono-sceva all’interno delsuo repertorio, l’ex diturno trova il suoprimo momento di dif-ficoltà di questiplayoff.Sparacchia dal campo(3/13) e non è un fatto-re. Comunque non fadanni.

Una presenza costan-te offensiva e difensi-vaa lal faccia di chilo aveva criticato.Howard contro di luicontinua a vedere isorci verdi, dimo-strando che tantevolte la tecnica contapiù dei muscoli. Nelfinale segna il 2+1che manda i Lakerssul 2-0.

Anche in una partitain cui Kobe non è almassimo riesce a tro-vare le alchimie giusteper portare a casa lapartita. Subisce oltre-modo Lewis eTurkoglu, ma ancorauna volta è il lavoroche ha impostato suDwight Howard a farela differenza sul risul-tato finale.

Il Lamar Odom chetutti a Los Angelessperavano di vedere,ormai da anni e tantoinvocato anche nellapassata stagione e chei Magic speravano nonsi presentasse. Precisodalla distanza, prontoa punire i missatchdifensivi. Nelquartoperiodo è l’anima deiLakers inseme a KobeBryant.

Non fa cose negative,ma neanche niente dipositivo. In campoancora una volta conmansioni precise e conil compito ulteriore didare la miccia e diavviare l’attacco amatoda Tex Winter.E in una serata dove ititolari faticano un pòsarebbero servite. Unpasso indietro dopo lapositiva gara 1.

Semplicemente nonpronto per questi pal-coscenici a differenzadel suo portafoglio edel suo ingaggio che ilprossimo anno abbon-derà le casse califor-niane con un bel po’ dipresidenti spirati.Costantemente alleprese con i problemi difalli. Peccato, perchèquando ne sta allalarga mette anche inmostra buone cose. TT RR EE VV OO RR AA RR II ZZ AA

DD EE RR EE KK FF II SS HH EE RR

PP AA UU GG AA SS OO LL

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT LL AA MM AA RR OO DD OO MM

AA NN DD RR EE WW BB YY NN UU MM

LL UU KK EE WW AA LL TT OO NN

PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

77 77 ,, 55

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55 ,, 55

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55 ,, 55

77 ,, 55

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Latitano Alston e NelsonUn mezzo disastro.Ventisei minuti dipuro anonimato. Nonincide, sembra nonavere fiducia nel suogioco spumeggiante daplayground. In più nonnetra neanche il tiro(0/4 da 3). Nel momen-to chiave Van Gundygli preferisce Turkoglunel ruolo di playmakere a gestire tutte leoffensive.

Finalmente o megliobentornato Rashardanche se poi si è perso.Career high nei playoffcon 34 punti (maanche 11 rimbalzi e 7assists). Senza di lui lapartita sarebbe mortae sepolta senza ombradi dibbio alla sirenadell’intervallo.Continua a risponderepresente per tutta lapartita. MVP nono-stante il losing effort.

Non fosse un rookieforse sarebbe un 5pieno. La realtà è chedispiace dare l’insuffi-cienza a un ragazzoche ha sorpreso tutti esi trova a dover marca-re ogni partita ilmiglior giocatore delmondo a dispetto deicentimetri di svantag-gio al suo primo annonella Lega e alla suaprima apparizione inFinale.

Dopo 6 quarti di ano-nimato entra di pre-potenza nella serie nelterzo quarto. E’ l’ani-ma della squadraquando il pallonescotta e Van Gundygli dà i compiti diplaymaker per buonaparte del quartoperiodo. Sfortunatonel finale quando ilferro sputa una suatripla.

Gli manca solo la vitto-ria. Ok, non è poco,ma per 48 minuti alle-na in maniera perfettasenza commettere unerrore. I problemi difalli lo costringono asperimentare quintettiparticolari, ma nonperde mai il filo dellapartita. L’ultimarimessa è presa dal-l’antologia del basket

Dà sempre l’impressio-ne di poter fare moltodi più. Quando ricevein post basso è ridottoall’impotenza dalladifesa losangelena (7palle perse).L’impossibilità di sca-ricare la propria ten-sione con le proprieschiacciate gli nuoceparecchio. Alla finecomunque ha 17 puntie 16 rimbalzi e 4 stop-pate.

Dell’uomo che ha rigira-to come un calzino laserie contro i Cavsancora non ci sononotizie. Lotta contro ifalli ed esce sconfitto. 2punti e 3 tiri. Non bastaassolutamente.Il polacco continua afar aumentare le pro-prie quotazione dandobuoni minuti di quan-tità e anche qualità alsuo allenatore.

E’ ancora fermo agliottimi 5 minuti di gara1. Tanta confusione,tanti errori al tiro. VanGundy gli concede (JJ)parecchi minuti per viadei problemi di falli deisuoi giocatori. Lui sta incampo senza sfigurare.I numeri non lo premia-no, ma segna una triplamolto importante nelquarto periodo, salvosbagliare quella decisivaper il finale.CC OO UU RR TT NN EE YY LL EE EE

RR AA SS HH AA RR DD LL EE WW II SS

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RR AA FF EE RR AA LL SS TT OO NN DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

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PP II EE TT RR UU SS GG OO RR TT AA TT

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

44 ,, 55 66 ,, 55

6644 ,, 55

6655

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55 ,, 55

88 ,, 55

77 ,, 55

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Prima vittoria di sempre in una Finale Nba per il team della Florida dopo lo ‘sweep’del 1995. Stupefacente la prova di Rafer ‘Skip to my Lou’ Alston in cabina di regia

Arriva l’urlo di OrlandoLe statistiche ed i numeri sono quasi unareligione negli States; quelle che introduco-no la gara 3 delle finali NBA possono essereprese come motivazione in più per i giocato-ri sia di Orlando che di Los Angeles. Una sto-ria da cambiare e una da confermare. La sto-ria da confermare è quella che dice 38-1 peri Lakers quando guidano una serie sul 2-0 e43-0 per coach Phil Jackson nelle serie in cuiha vinto gara 1. Quella da cambiare? I Lakers non vincono intrasferta, in una serie finale, addirittura dal2002, quando di fronte c’erano i non irresi-stibili New Jersey Nets. Nelle altre due finalidisputate dai gialloviola, il bilancio è 0-3contro i Pistons nel 2004 e 0-3 contro iCeltics lo scorso anno. La storia da cambia-re. Anche per i Magic, però, che inseguono ilprimo successo della loro storia alle Finals. Ci provano tra le mura amiche. FOCUS ON THE COURT. ORLANDO MAGIC.

Quintetto piccolo. Questa la novità rilevantedella formazione della Florida con coachVan Gundy che prova a correre, alzare ilritmo ed il numero dei possessi con Nelson aguidare le danze in cabina di regia. Le coseperò non sono andate sempre come il coachvoleva ed allora ecco presentarsi l’idea delquintetto alto con Lewis da tre e Battie alfianco di Howard con Turkoglu nello spot diguardia. Insomma un trinagolo contro un triangolo,con quello biancoblù aggressivo sin dalprimo possesso e basato più sulle penetrazio-ni centrali a schiacciare aldifesa ed apirespazi sugli esterni. A conti fatti fatti l’alter-nanza e la vena di alcuni giocatori hannofatto il resto.DWIGHT HOWARD. Nel terzo episodio i Magice Van Gundy cambiano musica: niente o

pochissimi palloni statici in post basso percercare di giocare uno contro uno spalle acanestro, e molte più giocate al di sopra delferro, in velocità ed in situazioni dinamicheper evitare il conto ed il numero delle palleperse, ma anche per evitare che il solitopiano dei Lakers di mandarlo sul fondopotesse essere scardinato dal fatto di attacca-re la difesa in transizione senza che avesse lapossibilità di essere schierata. HEDO TURKOGLU. Si vede ad occhio nudo chele due partite di Los Angeles gli sono servitee come per capire quello che la difesa gliproponeva e quello che Phil Jackson ordina-va ai suoi. L’aggiustamento più efficace èquello sul pick and roll dove Brother Hedoha esteso il suo raggio di azione con un pal-leggio in più arrivando più facilmente alcanestro e rendere il tutto molto più efficace.

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TT EE AA MM SS TT AA TT CC OO MM PP AA RR II SS OO NNLL OO SS AA NN GG EE LL EE SS aa tt OO RR LL AA NN DD OO

PP OO II NN TT SS 11 00 44 11 00 88FF GG 44 00 -- 77 88 (( .. 55 11 33 )) 44 00 -- 66 44 (( .. 66 22 55 ))33 PP 88 -- 22 33 (( .. 33 44 88 )) 55 -- 11 44 (( .. 33 55 77 ))FF TT 11 66 -- 22 66 (( .. 66 11 55 )) 22 33 -- 33 00 (( .. 77 66 77 ))RR EE BB 11 11 -- 22 77 55 -- 22 99AA SS SS II SS TT SS 11 66 22 33TT UU RR NN OO VV EE RR SS 11 33 11 33SS TT EE AA LL SS 66 77BB LL OO CC KK SS 33 33FF AA SS TT BB RR EE AA KK PP .. 11 00 11 00FF OO UU LL SS 22 55 (( 00 // 00 )) 22 11 (( 00 // 00 ))LL AA RR GG EE SS TT LL EE AA DD 44 66

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DIDI

AALESSANDROLESSANDRO DELLIDELLI PPAOLIAOLI

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Era impossibile non fare meglio della gara1.RAFER ‘SKIP TO MY LOU’ ALSTON. Inutile il tentativo di mandarlo versoil fondo negandogli la linea di penetrazione più facile verso il cane-stro. Inutile raddoppiarlo nei giochi iniziali da blocco centrale, inuti-le provare a marcarlo in single coverage, quella in questione è unaserata speciale, una serata da Skip to my Lou e da Rucker Park e inquesti casi lui è una leggenda cosi come lo è nella sua amata NewYork. LA CRONACA. Il primo quarto di gara 3 è frenetico. Lakers che segnanoa ripetizione e i Magic che gli vanno dietro. Orlando prova a guidareil match con Rafael Alston che segna 4 punti in fila ma i primi dodi-ci minuti della gara diventano il regno assoluto di Kobe Bryant: 17punti e il vantaggio di fine quarto 27-31. Nel secondo quarto punteg-gio sostanzialmente in equilibrio. Orlando tira con il 78% dal campoe trova canestri importanti con Turkoglu e Pietrus (miniparziale di 6punti in fila che costringe coach Zen al time-out). Los Angeles tienebotta con Gasol servito da Bryant ma, nel finale di quarto, le tripledi Rashard Lewis, consentono ai Magic di allungare 59-54. Se per icaliforniani il giocatore più importante rimane Kobe Bryant (chiude

i primi due tempi con 21 punti, 4 assist) per i Magic è Rafael ‘Skip tomy lou’ Alston l’MVP della prima parte di gara; passaggi illuminantiche danno fluidità e spettacolarità al gioco di Orlando e, in più,13punti, top scorer Magic all’intervallo.Terzo periodo che vede abbassarsi le percentuali di tiro delle squa-dre. C’è la giocata spettacolare dell’atletico Courteny Lee che, prendela linea di fondo e mette una slam dunk da brividi. Poi, inizia il duel-lo Bryant-Lee. Gli arbitri chiamano fallo su Kobe e il ‘mascherato’Lee va su tutte le furie; tre liberi di Kobe che fissano il punteggio sul61 – 65. Il tempo di una tripla di Ariza (sempre più importante perLos Angeles) e un sottomano di Lewis, e la sfida si arricchisce di unnuovo episodio. Questa volta il fallo in attacco è di Bryant e Lee gon-gola, per poco però. Il disturbatore Courtney commette una altrofallo sul ‘24’ che ritorna in lunetta per il 67 – 71 a 3 e 50 dalla finedel terzo quarto. Lewis firma, con una tripla siderale il massimovantaggio Magic 77-69 a 2:25 del terzo quarto, Lakers che fanno ilcontrobreak di sei punti con tripla di Kobe e quattro punti diHoward mandano Orlando sopra di 6 (81-75) alla fine del 3° quarto.L’ultimo quarto si apre con howard in panca e Odom che, servito nel

cuore dell’area, va in lunetta ma fa solo 2/4. AncoraAriza da tre accorcia le distanze per i Lakers 88-93e coach Van Gundy decide che è venuto il momen-to di parlarci su. Con Los Angeles che rientra astretto contatto grazie alla tripla di Fisher e i liberidi Gasol (99-99 a 2:41 dalla fine) si entra nella fasecalda del match. Il canestro dalla lunga distanza(piede leggermente sulla linea dei 6,75 e arbitri chedecidono per i 2 punti) di Lewis porta Orlando sul104-101 all’ultimo giro di lancette. La tensione salee Kobe ne fa le spese, solo uno su due ai liberi eLakers nuovamente a meno 2. Lewis spreca il pos-sesso e lo stesso fanno i gialloviola dall’altra partecon Howard che esce a difendere sul pick and roll esporca il possesso di Bryant, Pietrus recupera pallae lo stesso Kobe non può far altro che commetterefallo e mandarlo in lunetta. Il francese è freddo erealizza entrambi i tiri. 106-102 a 28.7. In uscitadal time out Bryant, decisamente in confusione,fallisce la tripla e Ariza commette infrazione didoppio palleggio, prima concessa e poi ritiratadopo la visione dell’instant replay. A 16 secondidalla fine i Magic vedono la loro prima vittoria inuna serie finale a portata di mano. Bryant, Ariza eFisher ci riporvano da 3 fallendo, Kobe recuperaun rimbalzo e mette il 104-106 a 0.2. C’è ancoraspazio per i liberi di Lewis che suggellano il succes-so di Orlando. E’ la prima volta dei Magic in unaFinale NBA, è una giornata storica per la squadradella Florida. E’ la storia che cambia.

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• I Magic mettono a segno la prima vittoria nella propria storia delle Finalsportando il proprio record a una vittoria e sei• I Magic mettono a segno la prima vittoria nella propria storia delle Finalsportando il proprio record a una vittoria e seisconfitte contando le 5 del 1995sconfitte contando le 5 del 1995• Vittoria e record per una finale Nba per il team della Florida che battono i Lakers portandosi 2-1 nella serie e tirando• Vittoria e record per una finale Nba per il team della Florida che battono i Lakers portandosi 2-1 nella serie e tirandocon il 62,5% dal campocon il 62,5% dal campo• I Lakers hanno pareggiato il precedente record Nba perdendo la settima partita in fila in trasferta. Prima di loro aveva• I Lakers hanno pareggiato il precedente record Nba perdendo la settima partita in fila in trasferta. Prima di loro aveva--no fatto altrettano solo i Fort Wayne Pistons nella stagione 1955/56.no fatto altrettano solo i Fort Wayne Pistons nella stagione 1955/56.

«E’ stata una brutta serata, abbiamo perso lapartita in difesa, abbiamo concesso troppo ei Magic hanno tirato con il 62% dal campo”.Bryant ha poi analizzato la propria presta-zione, soprattutto nel finale di gara quandoha fallito le numerose opportunità di ripor-tare i Lakers in partita: «sono molto dispia-ciuto per come è andata. Queste sono lesituazioni in cui do il meglio di me. La squa-dra ha avuto fiducia in me ma purtroppostasera non sono riuscito ripagare la lorofiducia». Rimane concentrato sulla serie purriconoscendo i meriti alla squadra allenatada coach Van Gundy: «Sono una squadratosta, molto ben allenata e noi dobbiamolavorare duro per batterli»

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«Per la prima volta in questa serie abbiamogiocato come sappiamo, come volevamo edil risultato cvi ha dato perfettamente ragio-ne. Gara1 abbiamo giocato una pessimapartita, ma il tutto gira attorno alla que-stione del tiro che entra e che esce. Se iltiro entra allora è un buon tiro, se esce cosicome è stato per esempio nelle prime duepartite allora sono brutti tiri. Questa seraabbiamo tirato bene, anzi benissimo ed il60% abbondante dal campo ne è la piùnitida dimostrazione. In campo poi abbia-mo giocato e ci siamo mossi veramentebene. Abbiamo fatto girare la palla moltobene e meglio rispetto alle prime due parti-te, abbiamo giocato con una confidenzamaggiore rispetto ai match di Los Angelese tutto questo grazie allaria di casa.Pietrus? Ha giocato ottimamente»

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Kobe Bryant: «Abbiamo giocato male, abbiamo perso il match nella nostra metàcampo». Dwight Howard: «Dobbiamo giocare cosi se vogliamo vincere ancora»

Game three press room

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«Dobbiamo giocare in questo modo» hadetto Howard riguardo la distribuzionebilanciata dei punti tra i giocatori. «Quandoattacchiamo siamo duri da contenere». Haproseguito poi analizzando il gioco deiMagic: «Abbiamo mosso tanto la palla sta-notte» ha detto. «Abbiamo preso dei buonitiri, non abbiamo affrettato niente». Poisulla serie: «abbiamo perso due gare ma nonc’è nulla di cui disperarsi. La serie è fatta disette partite. Una squadra ti dece sconfiggereper ben quattro volte per vincere la serie enoi confidiamo nel fatto di avere tre gare acasa nostra»

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L’AZIENDAL’AZIENDA

La GLsolarEnergy s.r.l. nasce nel 2000 come società specializzata nelLa GLsolarEnergy s.r.l. nasce nel 2000 come società specializzata nelsettore fotovoltaico progettando e producendo un’ampia gamma disettore fotovoltaico progettando e producendo un’ampia gamma dimoduli fotovoltaici sia per applicazioni “stand-alone” che “grid-conmoduli fotovoltaici sia per applicazioni “stand-alone” che “grid-con--nected”, dotati di certificazioni TUV in conformità alle norme IEC ENnected”, dotati di certificazioni TUV in conformità alle norme IEC EN61215 e IEC EN 61730. L’azienda si avvale del proprio ufficio tecnico,61215 e IEC EN 61730. L’azienda si avvale del proprio ufficio tecnico,costituito da un’equipe di qualificati progettisti e tecnici, e di una suacostituito da un’equipe di qualificati progettisti e tecnici, e di una suaunità di produzione, entrambi siti nella zona industriale ASI sud diunità di produzione, entrambi siti nella zona industriale ASI sud diMarcianise (Caserta). Il personale, altamente qualificato, usufruendoMarcianise (Caserta). Il personale, altamente qualificato, usufruendodi attrezzature e di conoscenze tecniche all’avanguardia applica undi attrezzature e di conoscenze tecniche all’avanguardia applica unsistema di gestione per la qualità conforme alla norma ISO 9001:2000.sistema di gestione per la qualità conforme alla norma ISO 9001:2000.Partendo dalla Produzione di moduli fotovoltaici, la GLsolarEnergyPartendo dalla Produzione di moduli fotovoltaici, la GLsolarEnergyprogetta e realizza impianti fotovoltaici per privati, aziende ed entiprogetta e realizza impianti fotovoltaici per privati, aziende ed entipubblici valutando tra la partecipazione a Bandi pubblici oppure l’adepubblici valutando tra la partecipazione a Bandi pubblici oppure l’ade--sione al Conto Energia, garantendo un’accurata e sicura assistenzasione al Conto Energia, garantendo un’accurata e sicura assistenzadurante tutte le fasi che determinano l’iter burocratico del progetto. Indurante tutte le fasi che determinano l’iter burocratico del progetto. Inparticolare, in riferimento agli appalti pubblici, la società si avvale diparticolare, in riferimento agli appalti pubblici, la società si avvale diattestazione di qualificazione rilasciata dalla ITALSOA s.p.a. relativaattestazione di qualificazione rilasciata dalla ITALSOA s.p.a. relativa--mente alle seguenti categorie: OG9 (impianti fotovoltaici); OS30mente alle seguenti categorie: OG9 (impianti fotovoltaici); OS30(impianti elettrici); OS28 (impianti termici e di condizionamento);(impianti elettrici); OS28 (impianti termici e di condizionamento);OS3 (impianti idrici e antincendio). Inoltre la GLsolarEnergy, enteOS3 (impianti idrici e antincendio). Inoltre la GLsolarEnergy, enteaccreditato dalla Regione Campania sia per la formazione finanziataaccreditato dalla Regione Campania sia per la formazione finanziatache per la formazione autofinanziata (codice organismo N°che per la formazione autofinanziata (codice organismo N°1657/05/08), organizza corsi di formazione professionale rivolti a pro1657/05/08), organizza corsi di formazione professionale rivolti a pro--fessionisti, operatori del settore nonché studenti che vogliano semplifessionisti, operatori del settore nonché studenti che vogliano sempli--cemente approfondire in modo concreto alcuni dei temi più discussicemente approfondire in modo concreto alcuni dei temi più discussisulle Energie rinnovabili. Il 70% dell’energia elettrica utilizzata all’insulle Energie rinnovabili. Il 70% dell’energia elettrica utilizzata all’in--terno della struttura aziendale proviene da fonti rinnovabili grazie allaterno della struttura aziendale proviene da fonti rinnovabili grazie allapresenza presso la propria sede, di un impianto fotovoltaico da 50presenza presso la propria sede, di un impianto fotovoltaico da 50kWp. La GLsolarEnergy ha realizzato impianti per una potenza comkWp. La GLsolarEnergy ha realizzato impianti per una potenza com--plessiva di 631 kWp, per una produzione media annua di 883.567plessiva di 631 kWp, per una produzione media annua di 883.567kWh/anno, consentendo un risparmio di combustibili fossili pari akWh/anno, consentendo un risparmio di combustibili fossili pari a220.859 kg/anno e evitando di immettere anidride carbonica pari a220.859 kg/anno e evitando di immettere anidride carbonica pari a469.144 kg/anno (aggiornato a maggio 2009). L’obiettivo è dunque469.144 kg/anno (aggiornato a maggio 2009). L’obiettivo è dunquequello di promuovere lo sviluppo delle energie pulite nel rispetto dellequello di promuovere lo sviluppo delle energie pulite nel rispetto dellecompatibilità ambientali e di affrontare con efficienza e serietà la sfidacompatibilità ambientali e di affrontare con efficienza e serietà la sfidarappresentata dalle evoluzioni tecnologiche.rappresentata dalle evoluzioni tecnologiche.

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Sera black per il MambaPrimo quarto esaltantecon 17 punti e canestrida cineteca. Poi però ilBlack Mamba vaincontro ad una picco-la discesa che lo portaa tanti tiri forzati esbagliati e con unaserie interminabile ditiri liberi che hannosegnato il match per see la squadra.Poi peròvedi i 31 punti e allorala sufficienza se lamerita tutta.

Che soffrisse le pene-trazione delle guardiee playmaker avversarinon era certo unmistero. Ma nellaprima ad Orlandoviene letteralmenteannichilito da Alstonche gli sciorina in fac-cia l’intero repertorioda playground.In più èpoco incisivo dall’arcodove chiude con unoscarso 1/4 da tre ed uncomplessivo 4/9

Qualche punto qua ela e tanta volontà indifesa sul turco deiMagic. La difesa restail suo marchio di fab-brica, quello che lo haportato fino a questopunto e sulla difesacostruisce la sua suffi-cienza. Incredibilecome un giocatorecome lui riesca a pas-sare sui blocchi contanta agilità e forza,poi c’è sempre Hedo.

Le chiamate arbitrali nelimitano l’apporto perbuona parte del match.Dopo qualche minutodi troppo in panchina econ Bryant in difficoltà,il catalano ha dimostra-to di essere un giocato-re diverso da quellodella passata stagione.Fantastiche alcune con-clusioni in post bassodove l’ex Barça ha dav-vero pochi eguali.

Le ha provate veramen-te di tutte, tranne usarele armi di distruzione dimassa per cercare difermare l’accoppiatadella giornata formatada Alston e Turkoglu. Inpiù si ci è messa anchela serata storta diBryant ai tiri liberi ealla fine anche il coachZen ha dovuto alzare,la più classiche dellebandiere bianche.

La scena è sempre lastessa: faccia che siabbassa all’ennesimoerrore in campo e ditodi Jackson che puntaverso il numero 7.Questa volta però sologli arbitri ne impedi-scono un’altra presta-zione da urla, anche sepoi la storia non cam-bia e con lui in campomi Lakers sono sem-pre stati avanti.

Impalpabile la presen-za del figlio del grandeBill in campo per qual-che cambio al trioOdom-Gasol-Bynum.Più presente e sonorala prova di Farmar cheda il cambio a Fisherne provare a tenereAlston e in più si rendeutile in attacco con 11punti e 4/6 dal campoe 1/3 dalla lungadistanza.

Una serie nella seriequella dell’high schoo-ler. Sempre in ritardo,poco reattivo e siste-maticamente preso dimira da Howard che lesue cose migliori le hasempre fatte vederecon il numero 17 suiventotto metri dicampo. Parte in quin-tetto, ma finisce l’enne-sima partita della suastagione in panca,anche per i falli. TT RR EE VV OO RR AA RR II ZZ AA

DD EE RR EE KK FF II SS HH EE RR

PP AA UU GG AA SS OO LL

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT LL AA MM AA RR OO DD OO MM

AA NN DD RR EE WW BB YY NN UU MM

WW AA LL TT OO NN FF AA RR MM AA RR

PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

66 66 ,, 55

44 ,, 55

ss vv 66

66 ,, 55

66

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77 ,, 55

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Da Ruker quella di AlstonLa miglior partita dellaserie e con ogni proba-bilità la migliore ditutti i playoff. Di esse-re se stesso e di diver-tirsi, queste le paroleche Van Gundy gli hadetto prima di scende-re in campo e lui haeseguito alla perfezio-ne. Un ritorno alle ori-gini e un ritorno perun attimo ad essere lalegenda newyorkeseche è sempre stato.

Passa tutto il primoquarto e buona partedel secondo a guardarei compagni battagliarealla grande contro LA.Nel finale di primotempo insacca, però, latripla che lo risvegliadefinitivamente. Allafine chiude con 21punti, 3/6 da tre, 8/15complessivo e 2/2 ailiberi messi entrambinel momento piùimportante della sera.

Inizia sotto il par conqualche tiro sbagliatodi troppo, ma poi siguadagna la pagnottacon qualche difesa piùche buona su Bryanted il semplice fatto checon lui in campo ilvalore dello scoregenerale relativo alplus/minus dice +3Magic. discontinuo altiro, ma mettere puntisul tabellone non è ilcompito affidatogli.

Un paio di minuti percercare di capire defini-tivamente quello che ladifesa dei Lakers gliproponeva ancora unavolta, poi è stato unasorta di show. Il pickand roll la sua armamigliore, allungatarispetto ai primi dueepisodi di un passo perbattere l’uomo e l’aiutoe chiude con 18 punti, 7assist e 6 rimbalzi.

Le due sconfitte in terralosangelina lo hannoconvinto a tenere di piùin campo un giocatorecome Alston che è statauna specie di fortunanelle serie precedenti.Cambia qualcosa nelsuo piano partita cer-cando di alzare i ritmidel match partendo dalpick and roll diTurkoglu e ricezioni piùdinamiche per Howard.

Le due aprtite di LosAngeles gli danno l’im-put necessario per cer-care di cambaire ilmodo di giocare.Capisce che non è piùil caso di partire fermoin post e allora prova abuttarla sul dinamismoe attacchi veloci. trova-to sopra al ferro daTurkoglu, migliorasensibuilmente rispettoai due episodi della suaserie finale.

Le prove positive e piùche confortanti diAlston ed Howard, limi-tano i minuti in campodi coloro che in questagara3 vestono comple-tamente i panni di gre-gari, anche chi comeNelson non vi era certoabituato. Quattro iminuti in campo per illungo polacco, undici igiri di lancette per ilnumero 11 biancoblù.

La partenza non ècerto confortante conBryant che gli segna infaccia uno dei canestripiù belli della serie.POi però il francesetrova forza e coraggioper reagire sia in difesache in attacco dovescalda la mano special-mente da due e concanestri in contropiedeche scadlano il pubbli-co dell’Amway Arena.(18 punti e 3 recuperi).CC OO UU RR TT NN EE YY LL EE EE

RR AA SS HH AA RR DD LL EE WW II SS

HH EE DD OO TT UU RR KK OO GG LL UU

RR AA FF EE RR AA LL SS TT OO NN DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

MM II CC KK AA EE LL PP II EE TT RR UU SS

NN EE LL SS OO NN GG OO RR TT AA TT

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

88 77

77 ,, 55

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66 ,, 55

66

77 ,, 55

77 ,, 55

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Tripla allo scadere per il supplementare e tripla per spezzare le gambe ai Magic nell’overtime ed il tutto partito dalle mani di un giocatore abituato a queste cose: Derek Fisher

La legge del ‘Big Shot’Davanti ad uno schermo ovunque fosserostati tutti i membri dei San Antonio Spursavranno detto: «Eccolo lo sapevo». Magariavrebbero voluto chiamare qualcuno deiMagic per avvertirli di giocare del genere,magari dopo il tutto anche per consolarli, mamolto probabile che quanto accaduto in que-sta gara tolga anche un po’ di pressione dallespalle dei neroargento come una dellepochissime squadre se non l0’unica ad esserebeffata dal tiro da The Fish. In Florida ilplaymaker gialloviola ne ha messe addirittu-ra due e una più importante dell’altra ed unapiù pesante dell’altra. Certo nella prima,quella che poi ha portato il match al pareggioe quindi al supplementare, c’è tanta compli-cità di Nelson (facciamo anche tantissima!!)nel tentativo di difendere l’area e non il tirodalla lunga, quella di un coach Stan VanGundy che si è fidato in qualche modo deisuoi non ordinando un fallo a metà campoprima ancora che LA potesse giungere nell’al-

tra metà campo, ma poi arrivati li quel tiro lodevi mettere o quanto meno devi anche pen-sare di metterlo. Con ogni probabilità nessu-no della panchina dei Lakers ha dubitatominimamente («Dopo un paio di errori hodetto a Powell che non avrei più sbagliato»una delle dichiarazioni di The Fish) che queltiro fosse finito nel ‘cesto’, dall’altra partequalcuno ci aveva sperato, ma alla fine non èbastato sperare, non sono bastate le bracciaprotese, ma in ritardo di Nelson, ed LA metteuna grossa ipoteca sul titolo.FOCUS ON THE COURT. ORLANDO MAGIC. Unasorta di remake dei Phoenix Suns di MikeD’Antoni. Una sorta di ‘run and shoot’ quellache Van Gundy ordina e mette in campo all’i-nizio e per gran parte di questa gara4.Orlando prova, dunque, ad alzare il ritmo, adalzare4 il numero dei possessi con tiri e cane-stri veloci, per evitare anche che i gialloviola

si possano schierare in difesa. Cinici, concen-trati e senza quasi un piega nel primo tempo,nel secondo tanta indecisione sui pick androll dei Lakers, qualche indecisione in più suiraddoppi su Kobe e meno circolazione disquadra. Per la morale della favola guardareil risultato finale.LOS ANGELES LAKERS. Poco da dire su quelloche accade nella metà campo avversaria siaper quello che The Fish ha fatto praticamenteda solo, sia per la questione tattica che non sischioda praticamente mai dalla ‘Triangleoffense’. In difesa, invece, tanta attenzionerichiesta da Phil Jackson nel mezzo alla dife-sa della’rea pitturata e quindi su Howard condifese al quanto staccata e tanti flottaggi sututti i lati del campo con raddoppi pronti adarrivare con la palla tra le mani di‘Superman’. I falli limitano Gasol, Bynum edOdom, ma se questo è il risultato allora ben

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TT EE AA MM SS TT AA TT CC OO MM PP AA RR II SS OO NNLL OO SS AA NN GG EE LL EE SS aa tt OO RR LL AA NN DD OO

PP OO II NN TT SS 99 99 99 11FF GG 33 88 -- 99 11 (( .. 44 11 88 )) 33 11 -- 77 44 (( .. 44 11 99 ))33 PP 88 -- 22 33 (( .. 33 44 88 )) 77 -- 22 11 (( .. 33 33 33 ))FF TT 11 55 -- 22 00 (( .. 77 55 00 )) 22 22 -- 33 77 (( .. 55 99 55 ))RR EE BB 11 00 -- 33 99 77 -- 44 11AA SS SS II SS TT SS 11 55 11 77TT UU RR NN OO VV EE RR SS 88 11 99SS TT EE AA LL SS 88 44BB LL OO CC KK SS 22 11 00FF AA SS TT BB RR EE AA KK PP .. 11 99 11 66FF OO UU LL SS 22 88 (( 33 // 00 )) 22 11 (( 22 // 11 ))LL AA RR GG EE SS TT LL EE AA DD 88 11 22

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DIDI

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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vengano.DWIGHT HOWARD. Cambiato totalmente approccio e tipo di giocomesso in campo. Meno possessi ed isolamenti in post basso, menouno contro uno statici e tentativi di cercarlo in maniera dinamica,con il pick and roll in transizione o generalmente in punta per poiprovare a pescarlo nel suo taglio verso il canestro dove può esseredavvero letale. L’idea della difesa dei Lakers è sempre la stessa, man-darlo sul fondo, ma Howard prova a spezzare il tutto proprio con imovimenti rapidi ed il pick and roll.LA CRONACA. Due tiri consecutivi e nello stesso angolo e ed entrambisbagliati da Courtney Lee. Questo il primo fotogramma di una gara4che poco dopo si ripete ancora: ancora una tripla, ancora difesa gial-loviola mossa e il rookie biancoblù piazza finalmente il siluro. Bryante Howard provano a scaldare i motori, Turkoglu lo aveva già fattonegli spogliatoi poco prima di entrare in campo e si presenta subitoreattivo a compagni ed avversari (5:5). I Magic provano a fare iPhoenix Suns in attacco con tiri veloci, Bynum continua a dare fasti-dio e problemi al centro dell’area ma su tutti e due i lati del campo edi 5 punti quasi in fila del turco ex Sacramento danno ad Orlando ilprimo vantaggio di un certo spessore della serie (18:13 con l’ennesi-mo canestro). Orlano sembra essere molto più reattiva in campo,molto più presente, mentre i Lakers iniziano a litigare non solo con il

canestro, ma anche con gli arbitri. Bryant ancora una vota prova acavare il coniglio dal cilindro dal quale però spunta la mezzalunaturca che sta a significare che si fa sul serio. Firmato Brother Hedo ilcanestro del 22:17, mentre tocca ad Alston il compito di chiudere iprimi 12’ con il muso avanti nella partita (24:18). Al ritorno in campocoach Van Gundy decide che dopo i 12’ minuti abbondanti e quelliriduttivi di gara 2 e 3 non sono stati momenti puntivi o di scelta sba-gliata, schierando Jameer Nelson. L’ex St. Jones spara subito due tiriin fila (1/2) per poi tornare in panca. Con Nelson in panchina, Alstonda il meglio di se dal punto di vista del talento assoluto con unapenetrazione assurda ai danni di Fisher con peso del corpo e direzio-ne della persona che vanno in direzione praticamente opposta. Dopoquello dedicato a Rafer ‘Skip to my Lue’ Alston è tempo anche diHedo Show. La schiacciata di Gortat ed i falli da gestire e da evitareper i gialloviola diventano un serio problema che tutto si risolve conil ‘Brother Hedo’ in azione. Quattro su quattro al tiro con12 punti eprimo massimo vantaggio della serata. I Lakers sembrano un po’storditi dai colpi di Lewis e Bynum, ma tocca ancora al turco il tenta-tivo di risollevare dal punto di vista offensivo la questione (42:31).Tripla di Black Mamba nel finale di primo anche se poi c’è ancora dasegnalare i due ganci di Howard ed il canestro dalla media di Powellche chiude, prima di un parapiglia generale su una palla persa, ilprimo parziale sul risultato 47:37. Il secondo tempo si apre cosicome si era chiuso: con Orlando ad attaccare il canestro con Howard

e Lakers alla ricerca della ricetta giusta per reagire. Il primo ricerca-tore, ovviamente, porta il nome di Kobe Bryant che da il là allarimonta di LA e al 3-10 di parziale dei giallo viola che torna sul 54-49al 28’. Il talento di UCLA si sveglia definitivamente e dopo aver sba-gliato i primi quattro tiri della sua partita ne mette 4 in fila compresoquello che porta al -1 i losangelini (54:53 al 30’). I liberi di Bynumcompletano la missione del team della California che mette la testaavanti prima che il match vada avanti per un bel po’ con continuicambi di leadership (56-57). La resistenza dei Magic però sembraessere finita. Orlando sembra un pugile suonato e continua a subirenella propria difesa dei jeb proveniente dai Lakers sottoforma dicanestri pesanti ed importanti targato Lamar Odom e Kobe Bryantche anche se non segna riesce sempre a fare qualcosa di buono per lasua squadra. Pietrus ci prova a scuotere l’ambiente, ma alla fine è ilcanestro del figlio di ‘Jelly bean’ a chiudere i primi tre quarti ed ilparziale di quarto aperto di 17-34 (63:67) al 36’. I Lakers prendonocoscienza della possibilità di poterla spuntare e allungare definitiva-mente nella serie, Orlando prova a restare aggrappata ai canestriFisher, Walton e Bryant (71:75), prima dello sprinto che rimette ipadroni di casa nuovamente con la testa avanti nella contesa con iliberi di ‘Superman’ e il 2+1 di Mickael Pietrus in contropiede e dopopalla recuperata in difesa (76:75). Kobe prova a spezzare l’inerzia,

Howard a prendere il proscenio ma a mettere tuttid’accordo ci pensano Ariza con un siluro importan-tissimo per se e per i Lakers e Turkloglu che nelfinale diventa a dir poco stupefacente con 5 punti infila e Magic avanti di 5 (87:82) con pochissimo dagiocare. Sembra finita, sarebbe finita, ma mai fidar-si degli Dei del Basket: Howard fa 0/2 dalla lunettadopo ancora un canestro di Ariza, Los Angeles lasua più classica opportunità e si affida allo speciali-sta: in transizione Nelson lascia inspiegabilmenteun metro a The Fish che non ci pensa su due volte esgancia il triplone del pareggio con 4’’ sul cronome-tro. Due time out per fare la rimessa, Lewis sbaglial’ultimo tiro ed è over time il risultato più giusto.Bomba di Rashard Lewis per aprire il tempo sup-plementare, 4 punti in 4 possessi per Bryant cheforza all’inverosimile Howard prova a mettere lafreccia, ma nei momenti decisivi la firma è sempredi chi questi momenti li ha vissuti e come: KB24decide che è tempo di giocare con i compagni, spe-cialmente Ariza, Fisher replica la tripla del pareggioinsaccando quella del +3 con meno di un minuto dagiocare, e poi tutto il resto è storia. Orlando sulleginocchia non riesce a replicare e Pau Gasol con 4punti in fila lancia i titoli di coda sulla partita.

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«Abbiamo fatto un ottimo lavoro nelterzo quarto con un parziale davveroimportante che ci ha permesso di recupe-rare prima e tornare in testa poi.Nell’ultimo quarto, invece, abbiamo per-messo ad Orlando di rientrare e nel finaleFisher ha messo a segno un tiro che ose-rei definire tremendo. Un vero e proprio‘Big Shot’. Il momento più importante diKobe? Quando ha catturato e strappatodalle mani di Howard un rimbalzo impor-tantissimo. Gli ho chiesto di migliorarsi esvilupparsi rispetto alla scorsa finale e luisi è fidato dei suoi compagni. Ho parlatoai ragazzi di un momento che qualcunoha già vissuto e cioè quello delle Finalsdel 2000 con Indiana dove avanti di 3-1abbiamo giocato e siamo scesi in camponon preparati per giocare la partita deci-siva, è quello che non dobbiamo fare».

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PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT

• Con la vittoria del 3-1 contro i Magic all’Amway Arena ha messo fine ad una serie di sette sconfitte nelle Finali lontano• Con la vittoria del 3-1 contro i Magic all’Amway Arena ha messo fine ad una serie di sette sconfitte nelle Finali lontanodallo Staples Center.dallo Staples Center.• Prima delle due triple decisive e fondamentali (quella per il supplementare e quella della vittoria) Fisher era a 0/5 dalla• Prima delle due triple decisive e fondamentali (quella per il supplementare e quella della vittoria) Fisher era a 0/5 dallalunga distanza. lunga distanza. • I Magic sono 0-2 ogni volta che chiudono in vantaggio il primo periodo di gioco. • I Magic sono 0-2 ogni volta che chiudono in vantaggio il primo periodo di gioco. • Con I 32 di serata, il computo dei trentelli di Kobe sale a 63, mentre gli otto assist per la sesta gara consecutive, lo• Con I 32 di serata, il computo dei trentelli di Kobe sale a 63, mentre gli otto assist per la sesta gara consecutive, loproietta in un club del tutto losangelino, in cui è secondo assoluto dietro solo Magic Johnson. proietta in un club del tutto losangelino, in cui è secondo assoluto dietro solo Magic Johnson.

«E’ un qualcosa che ha del fenomenale.Può restare fuori dalla partita per tantis-simo tempo, può non tirare e non segna-re per tantissimo tempo per poi metteretriple come quelle di stasera, quella checi ha mandati all’over time e poi quellache ci ha mandati dritti dritti alla vitto-ria. D’altronde non è la prima volta chemette tiri del genere durante la sua car-riera e la cosa più impressionante è chelui ha una confidenza tale con questi tirida farti sbarrare gli occhi, anche se saiche quel tipo di tiro sarebbe andato den-tro contro tutto e tutti. Durante tutta lamia carriera ne ho visti e vissuti dimomenti importanti e di un certo livello,quello di questa sera sicuramente dialtissimo livello e nelle primissime posi-zioni se possiamo usare questo tipo difrase o dicitura».

TT UU TT TT EE LL EE CC UU RR II OO SS II TT AA ’’ DD EE LL QQ UU AA RR TT OO AA TT TT OO

Fisher: «L’avevo promesso che non avrei più sbagliato un tiro dopo il quinto e cosi èstato». Van Gundy: «Assolutamente non è questione di esperienza è solo pallacanestro»

Game four press room

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DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

«Una partita decisa da due tiri quelli messida Derek Fisher. Una partita che avrebbepotuto finire in maniera diversa con qual-che cosa in più come quei liberi sbagliato.Per quanto mi riguarda, sono cosciente diavere questo tipo di problema e stiamolavorando sodo con tutto lo staff per miglio-rare in maniere sostanziale dalla linea dellacarità. Con questo però non mi butto giùnella maniera più assoluta. Questa seraabbiamo messo in campo delle buone cose,peccato per qualche errore di troppo.Quelle cose buone di cui parlavo ci dannogrande speranza per la prossima partita.Non abbiamo motivo per non continuare alottare e di provarci fino alla fine.D’altronde lo abbiamo dimostrato in tutti iplayoff che davanti alle difficoltà non cisiamo mai tirati indietro, ma abbiamo sem-pre lottato e vinto».

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

«Assolutamente non è questione di espe-rienza. E’ semplicemente una partita dibasket. Quello dell’esperienza o se voglia-mo dall’inesperienza in una Finale Nba èsolo un cliche. Le 19 palle pare e i tiriliberi sbagliati non è questione di espe-rienza, ma solo di pallacanestro, una par-tita e molti di questi ragazzi sono abitua-to a giocare anche se abbiamo giocatonon benissimo. La precisione nelledomande è molto simile a quella fatta aFisher sul Big Shot e nel caso di specie inrelazione alla difesa su Fisher sulle duetriple che hanno segnato poi il finaledella partita. «A mente fredda penso chegli sia stato concesso troppo spazio pertirare dovevamo giocare per un layup omagari un canestro da due, ma bravoDerek Fisher a mettere quel tipo di tiro inentrambe le occasioni».

DD EE RR EE KK FF II SS HH EE RR

«Ho avuto lo spazio per farlo e l’ho fatto. E’stata una decisione di pochi secondi, in cuiho dovuto decidere e leggere quello che miproponeva davanti Nelson: partire in pene-trazione se mi avesse attaccato per togliermila palla, tirare se mi avesse lasciato lo spazioper farlo. Alla fine la situazione che mi si èpresentata di fronte è stata la seconda,Nelson mi ha lasciato dello spazio, ho pensa-to di tirare e l’ho fatto». Poi precisa come unorologio svizzero arriva la domanda sul doveinserire nella’ipotetica lista dei ‘Big Shoot’ idue di questa sera: «Non saprei – esordiscesorridendo Fisher - sono uscito dal campoda una ventina di minuti e sinceramente nonho avuto nemmeno il tempo di pensarci, sosolo che l’avevo promesso a Powell dopoaver sbagliato qualche tiro che non ne avreisbagliato più e poi Kobe mi ha passato lapalla nel finale e tutto è successo».

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Il ritorno di The Big FishDifficile molto difficilescendere al di sotto diquanto si vede nelriquadro a fiaco.Difficile se non altroper i numeri che anco-ra una volta misterKobe ha messo assie-me. Certo la gara iunquestione non è statala sua per definizioneassoluta, ma il suozampino l’ha messo ecome: 32 punti, 8 assi-st e 7 rimbalzi.

Qualcuno pensava chedi situazioni del generenon ce ne sarebberostate più o quantomeno bisogno, vistol’andamento dei Lakersnei playoff. Ed invece,ecco che tutto ritorna,ritorna d’attualità il BigShot, ritorna d’attualitàil sangue freddo da ret-tile, ritorna d’attualità:The Fish. Ora nellalista, oltre San Antonio,c’è anche Orlando.

Un secondo tempo,anzi forse è megliodire un finale di secon-do tempo che lo hadefinitivamente consa-crato tra i protagonistidella serie finale. Dopotutta una serie di erro-ri al tiro e la decisioneaddirittura dello staffdei Magic di battezzar-lo al tiro, l’ex di turnosi prende le sue piccolesoddisfazioni dallalunga distanza.

Partenza lenta suentrambi i lati delcampo. Quasi fuori daigiochi nei primi ventiminuti di gioco chiusocon solo 7 punti con 3/6dal campo e con unsonoro -11 diplus/minus. Poi comed'incanto la rinascita, ilritorno del catalanononostante i problemidi falli che lo hannocostretto a tanto pino.

Vince senza dubbio ilduello con il direttoavversario. Vince dinuovo il duello tatticoanche se poi alla fine iltutto può essere ricon-dotto e facilitato dalletriple di Fisher. Ma allafine la sua difesa disistema e tutte le indica-zioni nella difesa prove-niente dal alto debolehanno ingabbiato deltutto i Magic.

Il copione è stato anco-ra una volta lo stessodall’inizio dei playoff.Partenza dalla panchi-na pochi minuti dallapalla a due e dentro perfare la differenza. Soloche questa volta la dif-ferenza la fanno gliarbitri che gli negano lapossibilità di stare incampo con continuitàcon tre fischi consecuti-vi che lo fanno sedereal fianco di Gasol.

Mandato in campo daPhil Jackson durante ilperiodo di magra dalpunto di vista di uominidi front line e con il trioGasol, Odom e Bynum.Come al solito il figliodel grande Bill fa il suodovere mostrandosisempre più uomo fon-damentale nel giocare omeglio nell’iniziare l’at-taccoa trinagolo.Chiude con:

Un giorno forse domi-nerà la Nba combatten-do spalla contro spallaproprio contro Howard,ma non adesso. Comeun film già visto il carobuon Andrew commet-te ancora una votla glistessi errori e mestro lestesse difficoltà speciesui pick and roll, dovein serata si è ‘inventato’un’uscita al quanto per-sonale e non gardita. Sisommerge di falli.TT RR EE VV OO RR AA RR II ZZ AA

DD EE RR EE KK FF II SS HH EE RR

PP AA UU GG AA SS OO LL

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT LL AA MM AA RR OO DD OO MM

AA NN DD RR EE WW BB YY NN UU MM

PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

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WW AA LL TT OO NN FF AA RR MM AA RRss vv 66

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22 99

Che errore Van GundyD’accordo con chi hapensato che dopo lagara3 fenomenaleavrebbe dovuto esserecavalcato di più o quan-to meno avrebbe meri-tato più fiducia. Edinvece Van Gundy loalterna ancora unavolta a Nelson dimenti-candolo in panca neimomenti finali anchese alla fine il 5/13 dalcampo non gli rendegiustizia.

Nel primo tempomette in scena unasorta di botta e rispo-sta con Kobe. I duesono gli unici a segna-re con continuità echiude con 15 punti.Nella seconda parte asegno con meno conti-nuità e con la pecca diun 0/2 ai liberi nelmomento topico delmatch che avrebbepotuto cambiare l’esitodi partita e serie.

Parte in quintettocome al solito, maviene praticamenteestromesso dal giocomettendo piede incampo per soli 7 minu-ti abbondanti in cuioltre ad essere abusatoda Bryant in attaccotira male anche dalcampo chiudendo iltutto con un comples-sivo 1/4 con tiri tuttitentati dalla lungadistanza (4 punti).

Il flusso della primaparte di gara, lo portafuori dai radar dellacontesa con un silen-zioso 1/3. Le cose perònon cambiano quandonel secondo tempoviene cercato di più.Chiude con 6 punti e2/6 dal campo e comeLee tutti scagliati dallalinea del tiro da trepunti. A poco servono i7 rimbalzi e i 4 assist.

Le parole a volte servo-no a poco. Questa voltail fratello di Jeff ha sba-gliato qualcosa di moltoimportante. Il ritorno diNelson gli ha scombus-solato gli equilibri e luisi è ostinato a tenerlo incampo dopo la gara1 diJameer, ma soprattuttodopo la gara3 di Skip tomy Lue che avevamostrato la strada perbattere i Lakers.

La partenza è di quelledi alto livello pur nonsegnando tanto. In dife-sa fa la differenza conrimbalzi e stoppatechiudendo la porta delferro dei Magic. Potevaessere il match dellarivincita anche persona-le poi i liberi sbagliati a11’ secondi dalla fine edi tre possessi in fila sba-gliati nell’over time nehanno macchiato laserata.

Coraggioso ed efficaceil polacco che con que-sta finale si è guadagna-to addirittura degli esti-matori in giro per l’Nba.Non nella serie Nelson,che a conti fatti puòessere consideratocome la pedina perden-te dei Magic. Ancorauna volta tanti minutiin campo con risultati adir poco scadenti: 2punti e 1/3 al tiro.

Al contrario di Howardla sua è stata una par-tenza pessima. Unasorta di diesel ingolfa-to, poi però si è scioltonel corso del match.Sulle sue spalle semprel’incombenza di tenerefaccia a faccia KobeBryant ed il franceseriesce nel doppio tenta-tivo di essere efficacesui due lati del campochiudendo con 15punti e 4/8 dal campo.CC OO UU RR TT NN EE YY LL EE EE

HH EE DD OO TT UU RR KK OO GG LL UU

RR AA SS HH AA RR DD LL EE WW II SS

RR AA FF EE RR AA LL SS TT OO NN DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

MM II CC KK AA EE LL PP II EE TT RR UU SS

NN EE LL SS OO NN GG OO RR TT AA TT

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

66 ,, 55 55 ,, 55

77

6644 ,, 55

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66

55 ,, 55

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Orlando dura solo un quarto poi è solo uno show dietro l’altro dei gialloviola e unlento scorrere dei minuti verso il quindicesimo titolo della storia del team losangelino

Game, set and match7 anni dopo il mondo Nba si tinge nuova-mente di gialloviola. Kobe Bryant si togliedalla spalla quella che lui stesso ha definitocome un enorme scimmia: il titolo nelle suemani anche senza Shaquille O’Neal impe-gnato a fargli i complimenti, chissà quantosinceri, a mezzo Twitter. Phil Jackson poneil suo nome in cima alla classifica degli alle-natori più vincenti di ogni epoca, cucendosiidealmente sul petto la stella rappresentatadal decimo titolo vinto (in 18 stagioni dahead coach!!!), uno più del mitico RedAuerbach. E’ anche, ovviamente, il titolo diDerek Fisher. Più che mai il suo titolo dopole triple di gara 4, scolpite per sempre nelastoria del gioco. La vittoria di Trevor Ariza,che assume sapori ancora più dolci perchègiunta contro chi 18 mesi fà lo scartò. Larivincita, sui critici ma anche sulle sfide chegli ha posto davanti la vita, di LamarOdom, splendido protagonista per tutte e 5

le partite. Per una volta ai livelli cestisticiche tutti gli hanno sempre richiesto. Aposteriori e riguardando la regular season ei playoffs, una vittoria giusta. La vittoria diuna squadra che ha messo l’ipoteca sullaWestern Conference con mesi di anticipo,vincendo con grande regolarità, mostrandoun arsenale offensivo incredibile e nelmomento critico contraddicendo anche chili riteneva una squadra non in grado dichiudere le serie al momento e non dotatadi una difesa di rango. Come? Qualcunodice che contro LeBron e i Cavs la musicasarebbe stata diversa? Spiacenti, le paroledegli assenti non hanno valore. Ha valore, eccome se lo ha, quello chehanno fatto gli Orlando Magic. Non consi-derati da nessuno a inizio stagione hannosorpreso il mondo Nba, intromettendosi in

quella che era la Finale più attesa (e piùsponsorizzata) forse della storia, quella traCavs e Lakers o meglio LeBron e Kobe. Agara 5 si arriva ormai già con il verdettosegnato, è giusto questione di stabilirequando Kobe avrebbe potuto alzare il LarryO’Brien Trophy al cielo. Per almeno 12’,però, l’impressione è stata che quel momen-to non sarebbe stato in quel luogo, su quelparquet. I Magic, infatti, hanno una parten-za fulminante, forse perchè consci di gioca-re con niente da perdere, sorprendono unaL.A distratta e segnano 15 punti in meno di5 minuti, con Alston e Lewis a impazzare.Bryant allora si mette in proprio, ma anco-ra Orlando arriva al ferro con troppa sem-plicità, mantenendo un vantaggio appenasotto la doppia cifra. Entrano Odom ePietrus, e in quel momento la partita

33 00

TT EE AA MM SS TT AA TT CC OO MM PP AA RR II SS OO NNLL OO SS AA NN GG EE LL EE SS aa tt OO RR LL AA NN DD OO

PP OO II NN TT SS 99 99 88 66FF GG 33 55 -- 88 00 (( .. 44 33 88 )) 33 44 -- 88 22 (( .. 44 11 55 ))33 PP 88 -- 11 66 (( .. 55 00 00 )) 88 -- 22 77 (( .. 22 99 66 ))FF TT 22 11 -- 22 88 (( .. 77 55 00 )) 11 00 -- 11 66 (( .. 66 22 55 ))RR EE BB 11 33 -- 44 77 66 -- 33 66AA SS SS II SS TT SS 11 33 22 00TT UU RR NN OO VV EE RR SS 11 22 11 33SS TT EE AA LL SS 66 66BB LL OO CC KK SS 88 33FF AA SS TT BB RR EE AA KK PP .. 11 11 11 88FF OO UU LL SS 22 00 (( 11 // 00 )) 22 33 (( 11 // 00 ))LL AA RR GG EE SS TT LL EE AA DD 11 88 99

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DIDI

NNICOLÒICOLÒ FFIUMIIUMI

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33 11

comincia a girare, facendo presagire quello che sarebbe poi stato ilresto della serata. Howard viene ancora ingabbiato dalla difesa,mentre il tiro da 3 dei compagni latita. Kobe è a quota 11 alla sire-na, Gasol gli sta a ruota. 28 Orlando, 26 Los Angeles dopo un quar-to. Il secondo comincia nel segno di Superman. Pur tenuto lontanodalle sue possenti schiacciate, Howard segna i primi 6 punti diOrlando che appare poter di nuovo prendere vantaggio, prima chesulla scena irrompa Lamar Odom che con un gioco da 3 punti euna tripla riporta i Lakers a -1. E’ l’inizio di un tramortente 16-0 diparziale Lakers. I Magic perdono lentamente il filo del gioco inattacco, sfilacciandosi anche in difesa, dove sulle rotazioni vengo-no concessi immensi spazi per le triple di Fisher e Ariza (due asegno in un minuto). Van Gundy fiuta il pericolo e chiama tre timeout in 90 secondi, ma il destino si sta compiendo e nulla sembrapoterlo fermare. Tanto più che Turkoglu prosegue nell’ essere la

controfigura di se stesso. Ariza e Odom infieriscono mettendo anudo i problemi difensivi dei Magic che vanno sotto di 10 all’inter-vallo, ma soprattutto appaiono essere sotto terra moralmente.L’ultimo sussulto d’orgoglio è un 5-0 firmato da Lee e Alston inapertura di ripresa che però ottiene in risposta due triple Odom,che riportano il parziale sul 64-53 L.A e in sostanza fanno calare ilsipario sulla partita e sulla stagione. Orlando non ha più forze perreagire mentre i Lakers, con la leggerezza di chi sà che sta per lau-rearsi Campione Nba, segnano con continuità. Bryant, Fisher,Gasol, ancora Bryant. 73-59. Dall’altra parte le percentuali precipi-tano. Farmar chiude con un canestro appoggiato al tabellone unquarto che si chiude 76-61. Gli ultimi 12 minuti in sostanza sonoper gli archivi statistici. Van Gundy deve fare i conti con una squa-dra che non ci crede più, Phil Jackson non vuole correre rischi etiene in campo i suoi cavalli da corsa che impediscono al divario di

scendere sotto i 13/15 punti. I tifosi deiLakers presenti alla Amway Arena sonotanti e si fanno sentire. Kobe sta in campofino alla fine, in tempo per grifare altri 30punti per la quinta partita consecutiva,ovverosia per tutta la durata della serie. Allasirena finale i suoi salti di gioia ricordanomolto quelli di un certo Michael Jordan,che solo il per il fatto di essere il metro diparagone di Bryant ci fa rendere conto dellagrandezza del giocatore. Phil Jackson siaggira per il campo con un cappello su cui èricamata una X, il numero romano cheindica i 10 titoli vinti. Se qualcuno lo vuoleritenere il migliore allenatore di sempre,ora neanche i numeri possono contraddirlo.Anche Pau Gasol è il ritratto della felicità.Le critiche piovutegli addosso dopo leFinals dell’anno passato non erano statefacili da digerire (ammesso che siano statedigerite). Il catalano si è tolto di dosso persempre l’etichetta di giocatore soft domi-nando la serie prima difensivamente, ren-dendo Dwight Howard un giocatore norma-le dopo che contro Cleveland era sembratoun’inarrestabile forza della natura. Sulpalco della celebrazione, alla fine, Bryant fàsuo anche il titolo di MVP delle Finali, che,incredibile ma vero, mancava ancora allasua bacheca, e se lo gode in compagniadella sua famiglia al gran completo che, nelfrattempo, ha fatto fare un passo indietro atutta la squadra e ha occupato prima fila eprimi piani delle telecamere.

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«Ognuno di questi 10 anelli è un gran-de traguardo. Ciascuno di questi èvenuto in modi differenti. Con vittorieimportanti in casa o in trasferta. Unacosa che per me è davvero appagante èvedere giocatori fortissimi che si tra-sformano in giocatori di squadra.Vedere un gruppo di giocatori chedurante l’anno si uniscono e finisconoper supportarsi l’uno con l’altro, questoè davvero importante per me. Ora perfesteggiare penso che mi accenderò unsigaro in onore di Red Auerbach, èstato davvero un grande».

33 22

PP HH II LL JJ AA CC KK SS OO NN

1946/47 Philadelphia Warriors; 1946/47 Philadelphia Warriors; 1947/48 Baltimora Bullets; 1947/48 Baltimora Bullets; 1948/49 Minneapolis Lakers; 1948/49 Minneapolis Lakers; 1949/50 Minneapolis Lakers; 1949/50 Minneapolis Lakers; 1950/51 Rochester Royals;1950/51 Rochester Royals;1951/52 Minneapolis Lakers; 1951/52 Minneapolis Lakers; 1952/53 Minneapolis Lakers; 1952/53 Minneapolis Lakers; 1953/54 Minneapolis Lakers; 1953/54 Minneapolis Lakers; 1954/55 Syracuse Nationals; 1954/55 Syracuse Nationals; 1955/56 Philadelphia Warriors; 1955/56 Philadelphia Warriors; 1956/57 Boston Celtics; 1956/57 Boston Celtics; 1957/58 St. Louis Hawks; 1957/58 St. Louis Hawks; 1958/59 Boston Celtics; 1958/59 Boston Celtics; 1959/60 Boston Celtics; 1959/60 Boston Celtics; 1960/61 Boston Celtics; 1960/61 Boston Celtics; 1961/62 Boston Celtics;1961/62 Boston Celtics;1962/63 Boston Celtics;1962/63 Boston Celtics;1963/64 Boston Celtics; 1963/64 Boston Celtics; 1964/65 Boston Celtics;1964/65 Boston Celtics;1966/67 Philadelphia 76ers; 1966/67 Philadelphia 76ers; 1967/68 Boston Celtics;1967/68 Boston Celtics;1968/69 Boston Celtics; 1968/69 Boston Celtics; 1969/70 New York Knicks;1969/70 New York Knicks;1970/71 Milwaukee Bucks;1970/71 Milwaukee Bucks;1970/71 Milwaukee Bucks;1970/71 Milwaukee Bucks;1971/72 Los Angeles Lakers;1971/72 Los Angeles Lakers;1972/73 New York Knicks;1972/73 New York Knicks;1973/74 Boston Celtics;1973/74 Boston Celtics;1974/75 Golden State Warriors;1974/75 Golden State Warriors;1975/76 Boston Celtics; 1975/76 Boston Celtics; 1976/77 Portland Trail Blazers; 1976/77 Portland Trail Blazers; 1977/78 Washington Bullets; 1977/78 Washington Bullets;

1978/79 Seattle SuperSonics; 1978/79 Seattle SuperSonics; 1979/80 Los Angeles Lakers; 1979/80 Los Angeles Lakers; 1980/81 Boston Celtics; 1980/81 Boston Celtics; 1981/82 Los Angeles Lakers; 1981/82 Los Angeles Lakers; 1982/83 Philadelphia 76ers; 1982/83 Philadelphia 76ers; 1983/84 Boston Celtics; 1983/84 Boston Celtics; 1984/85 Los Angeles Lakers; 1984/85 Los Angeles Lakers; 1985/86 Boston Celtics; 1985/86 Boston Celtics; 1986/87 Los Angeles Lakers; 1986/87 Los Angeles Lakers; 1987/88 Los Angeles Lakers; 1987/88 Los Angeles Lakers; 1988/89 Detroit Pistons; 1988/89 Detroit Pistons; 1989/90 Detroit Pistons; 1989/90 Detroit Pistons; 1990/91 Chicago Bulls; 1990/91 Chicago Bulls; 1991/92 Chicago Bulls; 1991/92 Chicago Bulls; 1992/93 Chicago Bulls; 1992/93 Chicago Bulls; 1993/94 Houston Rockets; 1993/94 Houston Rockets; 1994/95 Houston Rockets; 1994/95 Houston Rockets; 1995/96 Chicago Bulls; 1995/96 Chicago Bulls; 1996/97 Chicago Bulls; 1996/97 Chicago Bulls; 1997/98 Chicago Bulls; 1997/98 Chicago Bulls; 1998/99 San Antonio Spurs; 1998/99 San Antonio Spurs; 1999/2000 Los Angeles Lakers; 1999/2000 Los Angeles Lakers; 2000/01 Los Angeles Lakers; 2000/01 Los Angeles Lakers; 2001/02 Los Angeles Lakers; 2001/02 Los Angeles Lakers; 2002/03 San Antonio Spurs; 2002/03 San Antonio Spurs; 2003/04 Detroit Pistons; 2003/04 Detroit Pistons; 2004/05 San Antonio Spurs; 2004/05 San Antonio Spurs; 2005/06 Miami Heat; 2005/06 Miami Heat; 2006/07 San Antonio Spurs; 2006/07 San Antonio Spurs; 2007/08 Boston Celtics; 2007/08 Boston Celtics; 2008/09 Los Angeles Lakers2008/09 Los Angeles Lakers

LL ’’ AA LL BB OO DD ’’ OO RR OO DD EE LL CC AA MM PP II OO NN AA TT OO NN BB AA

Bryant: «Fino a questo momento sono stato ‘Brontolo’, ma ora sono felice come unbambino in un negozio di caramelle». Jackson: «Red resta comunque un grande»

Game five press room

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DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

«Abbiamo cominciato la partita moltobene, giocando di squadra, poi, al loroparziale, non siamo più riusciti a svilup-pare il nostro basket. Ci resta comunqueuna grande stagione, abbiamo raggiuntoobiettivi che nessuno avrebbe pronostica-to. Rendiamo onore ai Lakers che hannogiocato una grande partita, anche quandoerano in svantaggio. Kobe è stato il leaderdel gruppo, ma credo che Odom e Arizaabbiano fatto la differenza durante tuttala serie. Trevor in particolare, quandogiocava con noi non aveva il tiro, mentreora è uno dei migliori della sua squadra.Penetra, segna, ha difeso alla grande suTurkoglu. Credo che lui e Lamar sianostate le chiavi per la loro vittoria».

SS TT AA NN VV AA NN GG UU NN DD YY

«In queste situazioni non c’è molto dadire. Sto male, come i nostri giocatori. Liringrazio tantissimo per quello che hannofatto, sono un grande gruppo che ha lavo-rato durissimo tutto l’anno e ha meritatodi arrivare fin qua. Abbiamo giocato con-tro la miglior squadra della Lega, che inregular season ha vinto 65 partite e non acaso. Non so dire se abbiamo giocatopeggio noi o meglio loro, però quandoarrivi a questo punto, contro una squadrache vince il titolo, beh allora puoi solofare i tuoi complimenti. E credo si possaanche dire che Phil Jackson è il migliorallenatore di sempre. Insomma, oltre aidieci anelli, lui ha vinto 51 serie diplayoffs. Andate nei libri di statistiche eandate quanti allenatori hanno vinto 50partite, non serie, di playoffs. Non sonomolti».

KK OO BB EE BB RR YY AA NN TT

«Finalmente non devo più sentire tuttele stupide critiche che ho sentito finorae che ci hanno sempre circondati.Siamo un gruppo di ragazzi giovaniche nel corso della stagione ha impara-to e sviluppare anche un identità difen-siva e vedere dove tutto questo lavoroci ha portato è fantastico. Durante que-ste Finale sono stato completamenteassorbito dal clima. Per 5 gare sonostato Brontolo, l’uomo dalla faccia cat-tiva sempre a pensare allo stesso obiet-tivo, ma ora sono entusiasta, come unragazzino in un negozio di caramelle».

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LA non è solo BryantSi può pensare di dareanche solo mezzo votoin meno a questo extraterrestre? Solo il cane-stro in esitation standoin aria un eternità con-tro le braccia protesedi Dwight Howarddovrebbe farviripspondere di no...Poiperò ognuno è liberodi pensarla comevuole, ma fatto sta cheil figlio di Jelly Beanha dominato al serie.

Un giocatore perfettoper il sistema deiLakers. Veniva da deiplayoffs in cui avevaavuto problemi di per-centuali di tiro. Si èrialzato nel momentomigliore quello delledue triple di 48 oreprime e anche in gara5 ha contribuito alparziale che ha defini-tivamente chiuso i gio-chi.

Quasi fosse stato scrit-to da uno sceneggiato-re di Holliwood. Duetriple pesanti comemacigni per affossarechi l’aveva mandatovia perchè non avevatiro dalla lunga distan-za. Per un attimo dalTexas e dal Coloradohanno tirato un sospi-ro di sollievo pensan-do a quello che hafatto l’ex Knick controdi loro in precedenza.

Una presenza costanteper tutti i 42 minuti chepassa sul parquet.Segna, prende rimbalzie rimarrà nei peggioriincubi di DwightHoward per molto,molto tempo. Si prendela sua personale rivinci-ta nei confronti dei suoidetrattori della passatastagione e finalmentedal suo ingresso nellaNba può sorridere.

Come gli anelli che haalle dita. Serve aggiun-gere altro?Beh se proprio voletequalcosa in più allorabasta guardare partitadopo partita, gara dopogara tutta la tattica etutte le giocate studiatea tavolino con i suoiassistenti per annienta-re il ‘sistema’ Magic lostesso che aveva steso iCleveland Cavaliers.

La partita perfetta acorollario di unaFinale vissuta sulla cre-sta dell’onda. Ilmomento della fugaverso il titolo è firmatodai suoi canestri. Sequalcuno all’internodello staff dei Lakerssapesse quale pulsantesi deve schiacciare perfarlo essere semprequello di queste Finali,farebbe bene a provve-dere immediatamente.

(Luke Walton) E’ ungiocatore. E ordinedà. Niente sbavature,nessuna forzatura.Primo anello ancheper lui.(Jordan Farmar) Vedisopra. Non prendedecisioni che possonorishciare di invertirel’andamento di unagara perfettamenteindirizzata.

In una serata di festa èbrutta mollare insuffi-cienze. Alla fine un’al-tra prova incolore que-sta volta non ha avutoeffetti negativi.All’orizzonte c’è uncontrattone, urgonosviluppi in tempi brevio le critiche sarannoterribili. Senza contareche con questo tipo diatteggiamento concoach Zen non si va danessuna parte.TT RR EE VV OO RR AA RR II ZZ AA

DD EE RR EE KK FF II SS HH EE RR

PP AA UU GG AA SS OO LL

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AA NN DD RR EE WW BB YY NN UU MM

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Lee e Lewis i miglioriForse è il voto che luistesso darebbe a que-ste Finali. A partegara 3, non riesce maia nobilitare il proprioruolo nella squadra.Litiga con Van Gundydopo la decisione diimpiegare Nelson eperde per stradaanche il tiro dallalunga distanza.Peccato perchè questavolta aveva comincia-to bene.

Com’è difficile darevoti a una squadrache ha fatto un gran-de campionato nel-l’ultima partita per-dente della stagione.Lewis lascia agliarchivi una doppiadoppia (18+10),anche se il 6/19 nonparla a suo favore. E’l’ultimo a mollare,ma i compagni nonlo seguono.

Il suo approccio allapartita è dei migliori.Gioca un gran primoquarto, poi, cometutti i compagni, sispegne lentamente.Resta una stagioneda rookie che halasciato tutti a boccaaperta. E’ l’uomo delfuturo in Florida e ladimostrazione che alDraft ne escono ditalenti.

Per tutta la seire hafatto fatica ad esprime-re in pieno il suo poten-ziale. Gara 5 ne è statoil ritratto perfetto.O meglio per tutta laserie non è riuscito concontinuità a far vederequello a cui erano statiabituati gli occhi nelleserie contro i Sixers,ma solo nel finale, equella contro Lebroned i Cavaliers.

Merita la sufficienzapiena. Per come li hafatti giocare per tutti iplayoffs e per tutta lastagione (per quello inrealtà meriterebbemolto più della suffi-cienza). Poi se fosseanche uno psicologico eriuscire a non far senti-re ai suoi il peso di esse-re sotto 3-1, allora nonsarebbe un essereumano.

Ancora una voltafagocitato ed ingab-biato dalla perfettadifesa gialloviola. Sedeve mettere pallaper terra e fare unmovimento tecniconon siamo neancheall’ABC. Resta unagrande stagione, maper fare il salto dilivello deve lavorareancora tanto ed iltempo è dalla sua.

(Nelson). Alla finedella serie in molti sichiederanno se il suoinnesto improvviso siastato più un bene opiù un male per questiMagic...(Redick). Ha pochiminuti, dove fà quelloche, al college, sapevafare meglio tirare. 8punti con 3/3 al tiro.Meglio che niente.

Dopo le 6 partita conCleveland e LBJ non èpiù stato lui. Gara 5non ha fatto eccezio-ni. Lui ci ha provato eriprovato a mettersi inritmo a mettersi ingioco con anche cane-stri non regolarissimi,ma niente da fare.E a quanto pare para-dossalmente marcareKobe non è comemarcare LeBron...CC OO UU RR TT NN EE YY LL EE EE

RR AA SS HH AA RR DD LL EE WW II SS

HH EE DD OO TT UU RR KK OO GG LL UU

RR AA FF EE RR AA LL SS TT OO NN DD WW II GG HH TT HH OO WW AA RR DD

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Un match entusiasmante per testa. Quellodi gara3 per Skip to my Lue in cui ha dav-vero messo assieme quella che in gergoviene chiamata l’arte della strada, mesco-landola con un parquet della Nba. VanGundy gli aveva chiesto di divertirsi e diessere quello che è (anche se poi sono arri-vate le indicazioni di solidal and simple) elui ha risposto come sapeva mostrandoperchè è la leggenda del Rucker Park. PerFisher bisognerebbe aprire un intero capi-to. Nemmeno il terzo violino in questaserie, ma ancora una volta i momenti checontano quelli fondamentali sono segnatidal suo nome e dai suoi tiri: fantastico.

POINT POINT GUARDGUARD

AA LL SS TT OO NN FF II SS HH EE RRLL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 10,610,6RPGRPG 2,42,4APGAPG 4,14,1

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 1111RPGRPG 2 2 APGAPG 2,22,2

DIDI

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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Un rookie con tanto coraggio. A vederlo incampo in pochissime volte si è scorto che sitratta di un giocatore al primo anno di espe-rienza in questa Lega. Purtroppo nell’atto fina-le, in quello più importante, la sorte lo mettedavanti al suo destino quello di essere appenaentrato in questo mondo e di vedersela imme-diatamente con lo squalo più feroce delleacque Nba. Troppo piccolo e troppo leggeroper reggere il confronto con Kobe che glimangia in testa in avvicinamento e ne abusain penetrazioneusando il fisico. Pe ril figlio diJeally bean le cifre finali parlano da sole. Erail suo anno era la sua stagione e alla fine è tor-nato a casa con i due trofei che si era prefisso.

SHOOTINGSHOOTINGGUARDGUARD

LL EE EE BB RR YYAA NN TTLL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 5,85,8RPGRPG 1,9 1,9 APGAPG 1,31,3

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 32,432,4RPGRPG 5,6 5,6 APGAPG 7,47,4

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Probabilmente l’ultima stagione del turco con lamaglia dei Magic. In estate eserciterà il suodiritto di diventare free agent per far fruttare almeglio una stagione con i fiocchi. Esclusa ilprimo episodio Brother Hedo ha dimostrato diessere l’ago della bilancia di questa squadra, ilgiocatori a cui affidarsi nei momenti importan-ti. L’ex Kings e Spurs non ha deluso, ma la suafaccia nel finale di gara5 lascia intendere cheormai è finito qualcosa con la maglia diOrlando. Criticato dall’inizio della serie per isuoi tanti errori al tiro. Scelto da Van Gundycome uomo da battezzare sul perimetro dametà gara4 in poi si è meritato l’anello e si èpreso tutte le sue personali rivincite.

SMALLSMALLFORWARDFORWARD

TT UU RR KK OO GG LL UU AA RR II ZZ AA

33 88 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 1818RPGRPG 4,5 4,5 APGAPG 4,84,8

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 1111RPGRPG 6 6 APGAPG 2,32,3

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Doveva essere l’arma tattica del tema dellaFlorida. L’arma da utilizzare nello scontrodiretto tra lunghi atipici della serie. Alla finel’ex Sonics ha fatto vedere solo poco (34 ingara2 e 21 in gara3)di quello che general-mente ha fatto vedere sia in stagione che neiplayoff. Sfoga i suoi istinti solo in gara3 neipick and pop con Alston, poi resta una pedi-na anonima. Una bella soddisfazione, inve-ce, per il catalano che alla fine della scorsafinale venne messo sul banco degli imputatie crocifisso per il poco impatto contro iCeltics. Molto probabile che dopo quantovisto in questa serie e playoff qualcuno glidebba delle scuse.

POWER POWER FORWARDFORWARD

LL EE WW II SS GG AA SS OO LL

33 99SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 17,417,4RPGRPG 6,4 6,4 APGAPG 2,92,9

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 18,618,6RPGRPG 9,2 9,2 APGAPG 2,22,2

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Con ogni probabilità sarà la sfida del futuro,la sfida in post basso da seguire e chepotrebbe catalizzare l’intera Nba, ma nonadesso. Insomma ci saranno giorni miglioriper entrambi, giorni in cui Howard riusciràa dominare il post basso senza doverlo fareper forza di cosa con movimenti dinamici,in corsa o partendo dal pick and roll. Giorniin cui i suoi movimenti saranno più comple-ti e non limitati ed esposti alla mercé di uncoach esperto come Jackson che lo pratica-mente annientato. Cosi come giorni migliorici saranno per Bynum una serie da protago-nista, però la deve ancora mettere in piedi,ma il tempo è tutto dalla loro parte.

CENTERCENTER

HH OO WWAA RR DD BB YY NN UU MM

44 00 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 15,415,4RPGRPG 15,3 15,3 APGAPG 1,91,9

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 66RPGRPG 4,2 4,2 APGAPG 0,60,6

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I due specialisti. I due giocatori chiamati adintervenire quando il match prendeva unapiega sbagliate e c’era bisogno di un interven-to che invertisse la rotta. Il francese in campoper sostituire nella corsa ad ‘anti-kobe’Courtney Lee, Lamervoulus in campo per unBynum a dir poco sotto del par ma non intesoin senso golfistico. Due giocatori che hannoprodotto la loro miglior serie finale (la primaper Pietrus), ma in generale la loro migliorestagione. Come per Gasol, anche per Odomuna stagione di rivincita dopo l’anonimatodella passata contro Boston. Con questoOdom forse i titoli di La a quest’ora sarebbero16 e non 15.

THETHEBENCHBENCH

PP II EE TT RR UU SS OO DD OO MM

44 11SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 10,610,6RPGRPG 2 2 APGAPG 0,40,4

2009 Finals Statistics2009 Finals Statistics

PPGPPG 13,413,4RPGRPG 7,8 7,8 APGAPG 0,80,8

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Lo aveva detto che si era stufato di portare aldito lo stesso anello e ricordare sempre lo stes-so titolo. Lo aveva detto che avrebbe volutocambiare e alla fine cosi è stato. Ora è un mito,una legenda a tutti gli effetti, a dispetto di chidice che a Jackson basta dargli un Kobe, unoShaq od un Michael per allenare e vincere tito-lo. Dieci i titoli vinti e entrambe le mani pieneda onorificenze che lo mettono un gradinosopra a Red Auerbach consacrandolo come ilcoach più vincente di sempre. E ora? Possibilee quasi sicura la ricerca di divenire legendanella legenda...e se invece si accontentasse? EVan Gundy? Che errore puntare su Nelson.

THETHECOACHCOACH

VVAA NN GG UU NN DD YY JJ AA CC KK SS OO NN

44 22 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

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44 33SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

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44 44 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Uno a testa bassa e mani nei fianchi, l’altroquasi piegato in due dalla delusione conbraccia sulle ginocchia. Questa la polaroidpiù significativa della Finale di Conferencedella Eastern Conference. Un’istantanea chein un amen ha fatto il giro del mondo entran-do in milioni di case di appassionati di que-sto sport e di questa Lega e con la quale tuttisi sono fatti lo stesso interrogativo: sarà statatutta colpa loro? Difficile da dire difficile daspiegare, fatto sta che Delonte West a part(ma uno dei due immortalati nella foto di cuisopra ndr) Mo Williams doveva essere l’ag-giunta più importante, quella significativaper Cleveland ma soprattutto per Lebron perarrivare alla seconda Finale Nba della storiadei Cavaliers e della carriera Nba di ‘TheChosen One’. A dire il vero durante tutta lastagione ci avevano creduti in tanti che l’ac-quisizione ed il posizionamento al fianco diJames, ma anche dello stesso West, dell’exMilwaukee sarebbe stata la mossa giusta diDanny Ferry per far contento la sua stellanella creazione di un supportino cast di uncerto livello che gli potesse dare quell’ultima

spinta che gli è mancata lo scorso anno e chenel 2007 gli ha impedito di portare a casa unanello e perdere tutte e quattro le sue primeapparizioni nell’ultimo atto della stagione.Senza contare che poi gli stessi che avevanointravisto nell’arrivo di Williams in Ohiocome la svolta decisiva, avevano anche elo-giato lo stesso Ferry nell’acquisizione di ungiocatore all’inizio dell’anno tagliato ma volu-to specialmente da LBJ, tanto per non farglimancare nulla e per non renderlo scontento omagari avere dei rimpianti o argomenti suiquali King James avrebbe poi basato l’interasua arringa difensiva al momento di presen-tarsi alla porta della dirigenza dei Cavs conuna valigia in mano e dopo la quale girare lespalle e andare via nel nulla. Insomma aquanto pare Joe Smith sembrava essere dav-vero l’ultimo tassello mancante. Ancora unavolta oltre la stagione regolare anche i primidue turni di playoff chiusi con due ‘sweep’ edue successi finali a dir poco disarmanti,sembravano portare verso quella che era lafinale preannunciata e sulla quale persino laNike aveva deciso di investire con uno spot

pubblicitario fatto di marionette che raffigu-ravano proprio James e Kobe Bryant perquella che avrebbe dovuto essere una finalestellare. Poi però le ante dell’armadio deiCavs si sono aperte senza preavviso alcuno eda dietro qualche canotta, pantaloncino, unpaio di scarpe e quant’altro sono riapparsi glistessi fantasmi della passata stagione ed ingenerale quelli della finale persa 4-0 con iSan Antonio Spurs. Uno contro tutti, unosolo al comando ed il solito supporting castsmarrito quasi per magia. Oddio sparito restasempre una parola grossa e pesante da usarequando comunque al fianco dei protagonistiin questioni ci sono comunque numeri di uncerto valore. Ed allora riecco la domanda allaquale cercheremo di fornire indicazioni peruna risposta a cui ognuno di noi può dare inmaniera diversa, quello che può essere incon-futabile e immodificabile sono i numeri, leprestazioni al di sotto del par ed una elimina-zione sulla quale al momento di alzare laprima palla a due avrebbero scommesso soloed esclusivamente gli Orlando Magic.MO WILLIAMS. Del suo ruolo e del suo arrivo

La sconfitta dei Cavaliers contro i Magic è davvero tutta colpa del supportingcast messo assieme da Danny Ferry? Ecco i numeri dei ‘The Others’

Ma è tutta colpa loro?

didi

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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ai Cavs abbiamo accennato in precedenza. Lesue statistiche ai Bucks nella stagione prece-dente, hanno fatto scattare quella mollanecessaria per considerarlo quella pedinaoffensiva, quel giocatore che se innescatoavrebbe tolto qualche punto dalle mani diJames per punire e mettere sotto gli avversaridefinitivamente. Sempre in precedenzaabbiamo detto anche che tutto è filato lisciofino alla finale contro i Magic, di li in poi ècambiato qualcosa. Cosa? Non certo il fattu-rato offensivo o punti anche importanti inalcune partite, ma quello che è mancato èstato quel killer istinct quel senso di sicurez-za e di spavalderia che lo stesso Williams hamesso in piazza a parole dopo gara3(«Abbiamo capito come fare, vinceremo disicuro noi») per poi fare fiasco nei fatti. Quelsenso di responsabilità che durante tutta laregular season ha permesso a coach MikeBrown di schierare anche quintetti con unJames in panchina per tanti minuti sicuroche in campo aveva una seconda stella ingrado di mantenere il campo. Come daretorto al coach dell’anno visto che se dimenti-chiamo tutto quello visto sul campo e cer-chiamo di guardare solo le statistiche, si fadavvero fatica a capire il perché del gran pol-verone che si è alzato immediatamente dopol’eliminazione dei Cavaliers: 18,3 punti dimedia contro i Magic dopo il 14,8 sfoderatoin maniera speculare sia contro i Pistons checontro gli Hawks. Ed allora ancora una voltala domanda nasce spontanea, come avrebbedetto un noto presentatore italiano: dov’è l’in-ghippo? Percentuali dal campo bassissimespecie in quella che è la specialità della casa e

cioè il tiro dalla lunga distanza. Williams hachiuso con un misero 37% da dietro l’arcodei 6 e 75 (15/40) e se la cosa è passata sottogamba e non in mostra dal secco 4-0 rifilatoad una squadra come i Pistons che davveropoco hanno fatto per punire la mancanza diuna continuità dalla lunga distanza dell’exBucks, le cose non sono andate cosi contro iMagic. La gara5, infatti, l’unica giocata al disopra del par inteso logicamente non in sensogolfistico, l’unica nella quale i numeri lamano di Williams sono tornati ad esserequelli di sempre, perché i Cavs sono tornatiquelli sempre: maggiore circolazione di palla,spazi liberi ben occupati ed il padrone della‘baracca’ a dirigere le operazioni. Prima edopo quella partita, però, solo spadellamenti,solo piccioni viaggiatori e cifre che definiremediocri o se vogliano normali rispetto aquelle stellari della regular season è un vero eproprio eufemismo (0/3 in gara4, 1/6 nellavittoria di gara2, 3/10 di gara3 e 2/8 all’esor-dio della serie ndr). Cifre che non lo vedonotra i primi posti delle speciali classifiche chenella Nba vengono fatte girare durante iplayoff tanto per mettere in numeri e cifretutto quello che si fa sul campo: 36esimoall’interno della speciale classifica (il primoin assoluto di questa e di tutte le altre portasempre lo stesso nome e cioè il padrone dellanumero 23 dell’Ohio ndr) del rapporto omeglio dell’apporto complessivo che un gio-catore da attraverso una somma complessivadi punti, rimbalzi ed assist. Sono stati 228 ipunti complessivi di Williams all’interno ditutti i playoff, 45 i rimbalzi e 58 gli assist peruna media di 23,5 che non definiremo pro-

prio esaltanti (prima di lui addirittura un gio-catore che si ha giocato qualche partita inmeno ma sarebbe stato spazzato via propriodai Cavaliers e cioè Josh Smith). Le stesseche sono state messe alla base dei vari puntidomanda dopo la sconfitta. A Cleveland siparla già di chi sarà ancora al fianco diJames nella prossima stagione, si parla già dipromozioni e bocciature insomma quasi adire che finché si vinceva tutti erano bravi ebelli, alla sconfitta cocente sono tutti deibrocchi. Vero, ma altrettanto vero è che lanon esperienza in questo tipo di partite ed ilfatto che gli è sempre stato additato di nonessere una point guard vera e propria, conl’obbligo per coach Brown di affiancarlo aWest per un back court dinamico ma in alcu-ne occasioni troppo piccolo, con l’aggiuntafinale questa stagione ha dimostrato che ladurata della ‘mitragliatrice’ di casa Williamsha una gettata limitata dal momento che inquesta stagione una volta varcata la sogliadelle 70 partite il suo rendimento è sceso finoad arrivare a quello dei playoff che tutticonosciamo, e questo gli ha fatto perderequalche posizione nell’indice di gradimento. DELONTE WEST. Al suono della sirena dellamemorabile gara7 contro i Celtics lui era giàli, ancora con testa bassa e china e con dire-zione verso gli spogliatoi. E’ stato uno dellepietre miliari della costruzione della squadrache ha dominato al regular season e i primidue turni di post season. Il playmaker al fian-co del quale hanno pensato poi di mettere ungiocatore con punti nelle mani che nondebba essenzialmente inventare per la squa-dra e che facesse muovere la retina in manie-

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LE STATISTICHE DI MO WILLIAMS

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ra se non continuativa, ma quasi. Lui che tat-ticamente rappresentava e ha rappresentatoun punto cardine a livello tattico perCleveland. Il suo pick and roll (l’ex Boston èpiccolo di statura ma molto forte e riesce atenere più che bene il contatto con una partesuperiore del corpo non propriamente similea quella di tanti altri pari ruolo nella Nbandr) con James è un’arma più volte cavalcataspecie quando gli avversari cambiavano, perla qualità del blocco, e Lebron poteva sfrutta-re l’1vs1 contro un giocatore più basso emeno forte di lui spezzando quello che gene-ralmente è l’inizio della cosiddetta ‘pistolaction’. Lo stesso che Clevaeland ha provato a gioca-re contro Rafer Alston prima di arrivare nellacasa di Dwight Howard. Di gran lunga il piùpositivo dei ‘gregari’ per atteggiamento, per

aggressività e per difesa cosa nella qualeWest non si è mai risparmiato. Eppure c’è chistorce il naso specialmente per qualche tirouscito o sbagliato, ma che va ricordato, fino aquel momento erano andati dentro ad occhichiusi ed ancora una volta dalla lunga distan-za. Di 5/14 il conto complessivo nelle 8 parti-te contro Detroit e Atlanta, 7/22 nella solaserie contro i Magic con percentuali decentisolo nella decisiva gara6 (per orlando però)con 2/3. Per il resto spiccano lo 0/2 e lo 0/3tra gara4 e gara5 e il 3/8 di gara1. Però poimagari se si va più in la della linea del tiro datre punti si scopre che West ne ha messi 22 ingara6, 17 in gara4 e ha messo le mani stileArsenio Lupin su quasi due palloni a partita,il che non cambia il fatto che ha guardato dalplasma le Finals, ma almeno fanno di West ilmigliore tra coloro che sono finiti sul banco

degli imputati. SMITH&ILLGAUSKAS. Fino aquesto momento si era parlato di esterni, siera parlato di chi dietro la linea dei tre puntidoveva fare quel qualcosa in attacco per spez-zare quel momento raro di difficoltà cheJames avrebbe potuto incontrare nel suocammino, senza contare che si è parlato diuno nuovo, Mo Williams, ed uno vecchio,Delonte West. Ad essere vecchio (forse intutti i sensi ndr) Illgauskas lo è e come, tantonuovo Joe Smith poi non era. Scaricato senza troppi rancori al terminedella passata stagione è tornato a casa con lafaccia di chi prometteva tuoni e fulmini, masoprattutto quell’esperienza necessaria perportare, insieme ad un cast comunque dilivello, quel famoso anello. Alla fine ancheper l’ex Golden State i primi due turni diplayoff sono stati solo ed esclusivamente

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fumo negli occhi considerando la facilità concui si è arrivato al successo. Poi il momentodella verità. Contro i Magic per lui è stato unde profundis continuo fino ad arrivare ai 3soli giri di lancette che coach Brown gli haconcesso in gara6, quella decisiva, dove lasua esperienza, invece, avrebbe dovuto fare ladifferenza. Il suo nome nella già citata classi-fica generale tra punti, rimbalzi ed assist ètalmente indietro da girare pagine per trovar-lo: 102isimo con 72 punti, 48 rimbalzi e 3assist per una media complessiva di 9,5, allafaccia dell’esperienza e della mano per vince-re il titolo. Il lituano meriterebbe un discorsoa parte. Lui si che ha toppato l’intera serie.Un giocatore irriconoscibile e sul quale l’at-tacco dei Cavs ha sempre fatto affidamentoper un paio di motivi: il tiro dalla mediadistanza dopo un pick and roll o su uno scari-co e presenza al centro dell’area in qualunquesenso la si voglia vedere o considerare. Allafine in 6 partite non sono arrivati ne i puntine la presenza al centro dell’area, dove è statoletteralmente spazzato via dalla freschezzaatletica e di età di Dwight Howard. Ad un certo punto nella serie l’intenzione di

coach Brown è stata chiara nel cercare illungo lituano per aprire la scatola della difesadel team della Florida, ma nulla da fare.Latitante il tiro dalla media (13/33 nei primitre incontri prima di avere un leggero innal-zamento prima del precipizio finale di gara6con 1/5), assolutamente assente la presenza ele 4 stoppata in 6 partite ne sono la più nitidadimostrazione, per il resto i numero diconotutto: 147 punti complessivi, 109 rimbalzi e17 assist per un 19,5 di media finale. Cercasisostituto.IL RISULTATO. Morale della favola di tutti que-sti numeri e di tutte queste cifre? Sempliceche nel momento del bisogno, nei momentochiave e pesanti della serie finale dellaEastern Conference, la crisi di identità diWilliams, il 7/22 di West l’impossibilità fisicadi Illgauskas e quella strutturale della frontline del team dell’Ohio (troppo passi e leggerii vari Varejao, Smith e Wallace e inesperti ilresto dei rookie ndr) ha portato Clevelandall’antitesi di com’era due stagioni or sono e acom’era quando fu spazzata via dagli Spurs: iCleveland James. Una squadra che si è affida-ta anima e corpo al proprio leader che da

solo ha dovuto fare quello che generalmenteed in passato i Cavs facevano in 5. Non cheThe Chosen One abbia avuto paura o si siatirato indietro, ma questo rende i Cavs unasquadra prevedibile, attaccata e legata alle‘lune’ della sua stella specie nelle percentualidal campo. Un bersaglio troppo facile, anchese questa può sembrare un parolone, sia perPietrus che lo ha contenuto e non limitato,ma in generale per gli Orlando Magic chesono una squadra di sistema. A conti fatti probabile, a meno di sconvolgi-menti catastrofici, nessuno dei vari Williamse West dovrebbe abbandonare la nave, piut-tosto si dovrebbe cercare qualcun altro perevitare che nelle sere di tempesta LBJ non siritrovi da solo ad ammainare le vele ma tor-nare ad essere una squadra, tornare ad essereil CSKA o il Pana d’oltre oceano (cosi comeerano stati definiti per l’amore e l’orienta-mento di Brown verso l’Europa ed il modo digiocare di queste squadre) e non un avantitutta o scarica barile. Il nostro compito siesaurisce, chi ha torto e chi ha ragione, nonci è dato saperlo o meglio ‘lo scopriremo solovivendo…’

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LE STATISTICHE DI DELONTE WEST

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44 88 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Una un po’ stagionata e unaarrivata proprio durante ilperiodo dell’atto finale di questastagione. Mentre tra Los Angelesed Orlando ci si giocava l’anellopiù importante del mondo cestì-stico a stelle e strisce, da altreparti si è posto la più classicadelle prime pietre in vista delfuturo. Dopo la qualificazione ai playoffarrivata dopo il passaggio del

testimone tra Cheecks e Di Leo,la dirigenza della città dell’amo-re fraterno ha deciso di affidarela guida tecnica altrove e ad unaltro allenatore: Eddi Jordanche torna in pista dopo gli annitrascorsi alla guida deiWashington Wizards.Paul Westphal si siede, invece,su quella dei Sacramento Kingsancora alle prese con la propriarinascita

Eddie Jordan torna in pista sedendosi sulpino dei Philadelphia 76’ers, Paul

Westphal su quella dei Sacramento Kings

Dopo la cocente eliminazione per mano degli Orlando Magic inFinale di Conference, il presidente dei Cavaliers è pronto a ripartire

Gilbert: «Vinceremo il titolo»Determinato. Non c’è altra paro-la per definire il ‘boss’ dei Cavsche immediatamente dopo lasconfitta in Finale di Conferenceche ha spedito i Magic a batta-gliare contro i Lakers, ha avutoil tempo, il coraggio e la forzaper poter prendere in mano ilmicrofono mettersi davanti aigiornalisti e piazzare qualcheparola qua e la. Non un atto scenico, non unatto compiuto solo per mettersiin mostra, ma un atto che dimo-stra ancora una volta e più fortedi prima che a Cleveland voglio-no vincere e lo vogliono fareanche al più presto possibile.Prima di scendere in ‘piazza coni giornalisti’ a quanto pare DanGilbert, ha avuto più di un sum-mit con i due esponenti deiCavaliers in quanto a squadra:Mike Brown (sul qualche ci

sarebbero, però, anche delle vociche vanno verso un qualcosa didiverso di una piena riconfermandr) e Danny Ferry. Summit chehanno avuto uno specificoscopo: quello di ripartire di slan-cio, ripartire in velocità e farlogià a partire dal prossimoimportante appuntamento dellastagione e cioè quello con ilDraft Nba. Poi ci sarà anchetutto il tempo per pensare aifree agent e poi una volta pensa-to a quest’ultimi alla prossimastagione. Prossima stagione che, e ora tor-niamo alle frase rilasciate aigiornalisti in questi giorni, aquanto pare ha un solo ed unicoobiettivo: il titolo.«Vogliamo vincere in tutti imodi e a tutti i costi. E questoprima o poi accadrà ed accadràa Cleveland».

Stars ‘N’ StripesStars ‘N’ Stripes

ideato da: ideato da: Domenico PezzellaDomenico Pezzellascritto da:scritto da: Alessandro delli PaoliAlessandro delli Paoli

Leandra RicciardiLeandra RicciardiTommaso StaroTommaso Staro

Nicolò FiumiNicolò Fiumiinfo, contatti e collaborazioni: info, contatti e collaborazioni:

[email protected]@hotmail.it

didi

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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La stagione non è terminatanemmeno da pochi giorni e giàsi parla di mercato, già si parladi futuro, ma soprattutto già siparla di quello che è l’argomen-to principale di tutta l’estate:lafree agency. Le Finals chehanno incoronato i Lakerscome campioni Nba, consegna-no definitivamente al mercato eal miglior offerente un giocato-re che in questi playoff hadimostrato di valere qualchedollaro o meglio qualche milio-ne di dollari in più rispetto aquello che guadagna. Tre serie

ad alto ed altissimo livello chefanno di Hedo Turkoglu uno deipiù appetibili uomini sul merca-to.Sul mercato di sicuro ci finiràanche Chris Bosh, anche se que-sto non era certo una sorpresa.Il lungo dei Raptors non ha nes-suna intenzione di rifirmarecon la franchigia canadese que-st’anno e conta di uscire dalcontratto il prossimo, sempreche Toronto non decida discambiarlo prima per evitare diperderlo a parametro zero, cosicome si usa dire nel calcio.

Hedo Turkoglu pronto a diventare freeagent immediatamente, Chris Bosh

invece pensa di farlo nel 2010

L’ambizione di tornare ai piani alti della Nba ed il talento che ancoraShaq riesce a dimostrare ne fanno una pedina fondamentale per i Cavs

E se Shaq scegliesse Lebron?Molto probabile che guardare intv Kobe che si prendeva di prepo-tenza il Larry O’Brien Trophy l’hastimolato e come. Stimolato nelsenso di spingerlo a mettersi allaricerca di una squadra che possadargli ancora una volta la possibi-lità di rivivere quella emozione, dirivivere quell’atmosfera, di rivive-re quella sensazione di essere arri-vati ad un passo dal toccare ilcielo, senza contare il fatto chepagherebbe oro tornare su di uncampo, magari quello di LosAngeles in una Finale Nba e con-tro KobeBryant. Ed èper questo cheThe Dieselpare abbiapuntato iC l e v e l a n dCavaliers per lapropria missio-ne. Insommaquello che sipotrebbe profi-lare all’oriz-zonte di questastagione è unoscambio sul-l’asse Cavs-Suns che tantoi m p o s s i b i l enon è e per duediverse e allostesso tempocomode ragio-ni. Da unaparte, quella diLebron James

ed i Cleveland Cavaliers, l’ambi-zione di ritornare a certi palcosce-nici di Shaq potrebbe essere vistacome la pedina ultima e fonda-mentale per cercare di arrivareuna volta e per tutte all’anelloprima che The Chosen One deci-da di fare le valigie. Dall’altra,dove fino a poco fa O’Neal venivaconsiderato come uno dei pezzida cui ripartire, una trade servi-rebbe principalmente per scrollar-si di dosso un contratto pesante(20 milioni) per poter operaremeglio con altri free agent.

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Terzo scudetto consecutivo, il quarto in seianni. Un record complessivo di 39 vittorie ed 1sconfitta. Cammino immacolato in tutta lapost-season. E ancora: McIntyre votato m.v.p.

della stagione regolare (per lui il secondo trofeo di questo tipodopo quello della stagione 2006/2007) e della serie finale;Ferdinando Minucci incoronato -dal presidente di Lega, ValentinoRenzi- miglior dirigente addirittura per il terzo campionato difila.Numeri e riconoscimenti che fotografano uno strapotere su cuiogni commento dà quasi la sensazione di essere ridondante; undominio imbarazzante tanto per la concorrenza, incapace di farsentire la sua flebile voce di fronte ad un monologo intensissimoper toni e contenuti, quanto, paradossalmente, per gli stessi prota-gonisti di una cavalcata portata avanti in una perfetta e, per certiversi, desolante solitudine.E’ questa la Montepaschi Siena. Una squadra costruita per vincereche sta puntualmente mantenendo fede ad una programmazioneche non conosce sosta alcuna. L’ultimo trofeo messo nella bache-ca del PalaSclavo è stato un Tricolore tanto agognato dalla piazza,quanto cercato dai biancoverdi per compensare la delusione perun’eliminazione dalle final-four di Eurolega (per mano dei futuricampioni del Panathinaikos) che forse è ancora impressa nella

mente e nel cuore degli scudettati. L’ennesimo sigillo, dunque, che testimonia la bontà di un progettoa cui sarebbe riduttivo riconoscere un solo segreto; tanti, invero, ifattori che hanno consentito ai “contradaioli” di diventare, in unlasso di tempo relativamente breve, gli interpreti di un film il cuifinale pareva già di conoscerlo.Professionalità, lungimiranza, attaccamento ai colori, ricercamaniacale della perfezione tecnico-tattica, senso di appartenenza,unità di intenti, solidità di uno staff composto da gente di Siena eche in questa città, inevitabilmente, si identifica a pieno. Questi,insomma, gli ingredienti di una tale superiorità da far assurgere laMens Sana, nel contesto del basket-system dello Stivale, a sinoni-mo di imbattibilità, di impareggiabilità, di formula vincente.Quella formula vincente che ha assunto le sembianze di TerrellMcIntyre, autentico fuoriclasse e trascinatore dei biancoverdi; diShaun Stonerrok, sublime unione di intelligenza cestistica e dutti-lità; di Rimantas Kaukenas, semplicemente l’elemento imprescin-dibile ed insostituibile del roster senese; di Benjamin Eze, potenzaed esplosività allo stato puro sotto le plance; di Romain Sato,talento e precisione al servizio della causa; di Ksistof Lavrinovic,un lungo di 210cm con le mani educate di una guardia; di MorrisFinley, autentica microonda capace di accendersi in un battibale-no; di Henry Domercant, prezioso terminale offensivo; di Marco

MMAADDEE IINN IITTAALLYY

Si spengono i riflettori sul campionato che incorona Siena regina d’Italia per la terzavolta consecutiva. Un finale di stagione che sembrava essere già scritto da tempo

Adesso è ufficiale: la Mensana è ancora campione d’Italia

DIDI

TTOMMASOOMMASO SSTAROTARO

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Carraretto, arma silenziosa dell’attacco biancoverde; di TomasRess, sempre presente quando chiamato in causa; e, “the last butnot the least”, di Simone Pianigiani, il guru della corazzata tosca-na a cui manca solo la conquista dell’Eurolega per salire sull’olim-po degli eletti.Come detto, ogni altro commento sui biancoverdi potrebbe appa-rire come uno scontato e stucchevole panegirico; per la truppa diPianigiani parlano i risultati di un campionato che non ha maiavuto la forza di raccontare qualcosa che non appartenesse aicolori della Mens Sana, assoluta padrona della regular-season, deiplay-off e, gioco forza, anche della serie finale contro l’ArmaniJeans Milano.

GARA 1 (10 GIUGNO 2009)MONTEPASCHI – ARMANI JEANS 80-57Inizia con due palle perse di Siena ed altrettanti errori in attaccodi Milano la serie finale per l’assegnazione del Tricolore. Con ibiancoverdi piuttosto inclini ad affidarsi ai giochi nel pitturato, arompere il ghiaccio è un buon canestro da sotto di Stonerook edun’affondata di Eze.Gli ospiti, dopo un approccio soft al match, cominciano a rispon-dere colpo su colpo grazie, soprattutto, alle bombe dei variThomas, Hawkins e Hall (16-15 al 10’).Lo spettacolo a cui si assiste al PalaSclavo non è, onestamente,dei più inebrianti. Si sbaglia molto da una parte e dall’altra. Il tec-nico sanzionato ad Hawkins per proteste fa inviperire Bucchi ma,tutto sommato, non scalfisce il sostanziale equilibrio della conte-sa. Un equilibrio che inizia a vacillare quando la Montepaschi

trova finalmente la misura dalla lunga distanza: Kaukenas infilala prima tripla della serata dopo 15 giri di lancette; Finley eDomercant fanno altrettanto e all’intervallo è già +11 Siena.Nella seconda metà di gara, arriva la micidiale e preventivabileaccelerazione dei ragazzi di Pianigiani. La difesa toscana chiudeogni varco ed erige un muro invalicabile anche per il talento deivari Hawkins e Hall; in attacco, si assiste ad un autentico simpo-sio senese con Sato nelle vesti di relatore principe. Il giocatoredella Repubblica Centro Africana, ben spalleggiato da Kaukenas,fa esattamente ciò che vuole ed il divario tra le contendenti assu-me dimensioni bibliche (58-33 al 29’).Partita virtualmente in ghiaccio; tutto il resto, invero, è solo gar-bage-time vissuto in estremo relax da McIntyre e soci (80-57 ilfinale).

GARA 2 (12 GIUGNO 2009)MONTEPASCHI – ARMANI JEANS 79-66In gara 2, Siena parte subito con le marce alte: McIntyre eStonerook aprono le danze con la contraerea dal perimetro.Milano, però, non ci sta a vestire i panni della vittima sacrificale:Hawkins, nonostante i noti problemi al ginocchio, nelle primissi-me battite si fa sentire con una certa continuità in attacco cosìcome Maurice Taylor, contro cui Eze incontra non pochi problemi(21-15 al 10’).Anche questa volta, comunque, si deve attendere poco per assiste-re alla fuga dei toscani. Kaukenas ne mette 5 in un amen eCarraretto trova il fondo della retina dai 6,25m: il tutto per unparziale di 8-0 che allarga la forbice sulle 14 lunghezze (29-15 al

14’).Il trend della contesa pare ricalcare quello della partita inau-gurale della serie; Siena a fare da lepre, Milano affannosa-mente ad inseguire.L’atipicità di Katelynas è la cosa che si lascia apprezzaremaggiormente nel sistema di gioco lombardo; dall’altra partedella barricata, però, Kaukenas è “on fire” e la sua mano si

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trasforma in un’arma ad altissima precisione (il lituano chiuderàcon l’80% da 3). Il +14 Mens Sana con cui si va negli spogliatoiper l’intervallo lungo (44-30) dà la sensazione di essere un distac-co proibitivo da colmare per un’Olimpia che vive solo di giocateestemporanee e che, per di più, è costretta visibilmente a pagaredazio in ragione dell’anonima serata vissuta da Hawkins. Bucchile prova proprio tutte; si vede sovente anche la zona 2-3.Milano non riesce a scollinare dalla doppia cifra di svantaggio(65-55 al 34’). Siena, neanche a dirlo, controlla agevolmente conSato, Lavrinovic e McIntyre. Senza particolari patemi, dunque, siarriva al suono della sirena finale (79-66).

GARA 3 (14 GIUGNO 2009)ARMANI JEANS – MONTEPASCHI 72-73In gara 3, è subito in salita il cammino di Milano, orfana diMaurice Taylor (alle prese con un infortunio alla caviglia patitodue giorni prima).In ogni caso, in un Forum di Assago affollato da 12.000 spettatori(presente in tribuna v.i.p. anche Danilo Gallinari), l’Armani partemolto bene grazie soprattutto alla straordinaria vena di Hawkins,su cui Sato fatica non poco.Siena, dal canto suo, non fatica a tenere il passo: le cose miglioriper la truppa di Pianigiani si vedono oltre l’arco, teatro di conqui-sta del cecchino Domercant e di Stonerook, più volte battezzatodalla difesa meneghina. La fine della frazione conosce due prota-gonisti su tutti: Joey Beard che esalta i suoi tifosi con giocate dipura sostanza e Morris Finley, autore di sei punti in 24 secondi

che fanno volare sulla Montepaschi sul +6 (20-26). Nel secondoquarto, sale in cattedra Yohann Sangarè: il francesino è su tutti ilati del campo rivelandosi un autentico fattore anche in attacco.La Mens Sana prova a tenere botta con Kaukenas; Mc Intyre eLavrinovic ma prima dell’intervallo lungo ci pensa un tarantolatoHawkins ed un tap-in di Hall a fissare il punteggio sul 45-39.Dopo la pausa del thè, la contesa vive costantemente sul filo dilana. Bucchi opta sovente per la zona; Sato colpisce dai 6,25m.Katelynas capitalizza la sua atipicità; Finley si fa sentire propo-tentemente di nuovo nelle ultimissime battute del periodo (57-58al 30’).In un perfetto equilibrio, si giunge alla resa dei conti. Hawkinssigla il +2 a due minuti dalla fine; Stonerook, dopo aver fattocilecca dalla lunetta (0/2) nell’azione precedente, spara la tripladel sorpasso. Nell’azione decisiva ancora Hawkins si fa a schianta-re sul muro eretto da Lavrinovic; stoppata del lungo lituano e tito-li di coda (72-73 il finale).

GARA 4 (16 GIUGNO 2009)ARMANI JEANS – MONTEPASCHI 47-82Sembra partire col piede giusto Milano in quella che ha il saporedi essere l’ultima partita della stagione davanti al pubblico amico.Hawkins, Thomas e Hall attaccano l’area trovando tiri ad alta per-centuale; i toscani reggono l’onda d’urto dell’orgoglio meneghinonon solo con Sato, ma anche con Mc Intyre e Domercant che infi-lano due triple in un amen (6-13 al 5’). In campo si vede di nuovoBeard, accolto dal fragoroso applauso dei 12.000 del Forum; que-

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sta volta, però, il lungo non ha lo stesso impatto di gara 3. LaMens Sana, in effetti, è troppo vogliosa di chiudere la serie ed ilcampionato. E così si inizia ad assistere ad uno spettacolo in cui iprotagonisti sono esclusivamente e rigorosamente attori con lamaglia biancoverde. Ancora Sato, Domercant e Mc Intyre brucia-no il nylon dai 6,25m; Eze, invece, si diverte di tanto in tanto adappendersi al canestro dell’Olimpia. Un’Olimpia che, dal cantosuo, è letteralmente annichilita. Tra la fine del primo quarto e l’i-nizio del secondo, poi, gli antisportivi sanzionati a Vitali, Beard eHall, uniti al tecnico fischiato a Bucchi completano il parziale di0-19 e un disastro che è impresso sul tabellone luminoso (9-35all’11’). Incredibile ma vero: dopo solo un quarto di match è giàpieno garbage-time. Non c’è più storia. La Montepaschi non è stanca di aprire il gasgiocando, col massimo rispetto dell’avversario, fino alla fine.Hawkins e soci non accennano neanche ad una reazione. No, nonci sono più i margini per invertire il corso del destino. Ad uno aduno vanno ad accomodarsi in panchina gli eroi di una stagione

che è riduttivo definire fantastica. Termina 42-87. L’occhio di bueè tutto per i contradaioli: per Simone Pianigiani al suo terzo titoloitaliano consecutivo in altrettanti campionati nelle vesti di head-coach; per Terrell Mc Intyre, votato “most valuable player” dellaserie finale; per un gruppo, insomma, semplicemente invincibile.Giù il cappello.

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Topolin topolin… viva topolin! Che fa sempre divertire i grandi ed i piccine perciò noi gridiam, viva Topolin!Non Ditemi che appena sentite ORLANDO-

FLORIDA non vi viene in mente Walt Disney World!!!!! Non potrete fare a meno di sentirvi felici nel ‘posto più felice sullaterra'.!!!! Vabbè forse mi sto ‘gasando’ troppo! Torniamo a noi… ma losapevate che se guardate bene la cartina la ’topolin’s house’ è situata inun’altra città del tutto autonoma che si chiama Lake Buena Vista? Molti anni fa..n on c'era granché da vedere a Orlando fino al momento incui, durante gli anni Sessanta, un famoso ometto che viveva in Californiacominciò ad acquistare terreni alla periferia sud-occidentale della città.L'uomo famoso si chiamava Walt Disney e le proprietà da lui messe insie-me divennero Disney World nel 1971. Da allora, cascate d'acqua, ottovo-lanti, palazzi fiabeschi e personaggi in costume hanno fatto di DisneyWorld una delle attrazioni turistiche più visitate nel mondo.Prima di tutto ciò , Orlando era conosciuta come 'la città costruita su unabuccia di arancia'. In altre parole, gli agrumi all'inizio del secolo eranoquello che oggi sono le orecchie di Topolino. Il successo della coltivazioneportò con sé linee ferroviarie e un'impennata nel mercato immobiliare,nulla tuttavia di paragonabile al boom turistico in piena fioritura ai giorninostri. E’ la città più grande della Florida centrale e si sviluppa sulle spon-de del lake Eola, la cui fontana è il simbolo della città. Sembra quasi inu-tile dire che Orlando è il cuore pulsante del turismo della florida, ma oltrealla fama guadagnata per i numerosi parchi a tema, è una piacevole sor-presa per i visitatori scoprire che possiede anche un elegante downtown

ed una vivace vita notturna!COME ARRIVARE E COME MUOVERSIOrlando International Airport situato a 11km dal sud-est della città e a 35km da Walt Disney World (potete consultare il sito www.orlandoair-ports.net ) È servito da quasi tutte le compagnie principali, oltre che dacompagnie che organizzano charter e voli scontati. I pacchetti tutto com-preso per Orlando sono più numerosi di quelli predisposti per qualsiasialtra città della Florida, comprese combinazioni di biglietto aereo sconta-to con biglietto d'entrata a parchi ed alberghi. La città è inoltre servitadagli autobus della Greyhound e dai treni dell'Amtrak ,ma per chi sta piùdi una settimana consiglio sempre di noleggiare un auto; Ci sono alcunecompagnie di noleggio nell’aeroporto stesso oppure potete consultarequalche sito www.alamo.itwww.enoleggioauto.it www.budgetautonoleggio.it o www.easycar.it . ( iprezzi variano da 140 a 180 € per una economy 2 porte come la Chevroletaveo o similari.)Per quanto guidare in città possa essere un'impresa complicata, la mag-gior parte delle strade sono a senso unico e il parcheggio è ovunque apagamento, la zona rende necessaria un'automobile perché può esseredifficile recarsi fuori città facendo affidamento solo sul servizio pubblico.Per raggiungere Disney World in automobile dall'aeroporto bisogna pren-dere la Highway 417 fino alla Highway 536, che conduce direttamente alparco. Dal centro città, prendere la I-4 in direzione sud. Se non avete lapossibilità di affittare un'automobile, un autobus parte ogni due ore dalLynx Bus Center di Orlando.I trasporti cittadini sono molto efficienti epoco costosi; esiste anche un circuito gratuito all'interno del centro. Al

Lynx Bus Center sono dispo-nibili orari e cartine. Non èpossibile fermare un taxi perla strada: occorre telefonareper farne arrivare uno.

DOVE DORMIREQuando si va all'estero unadelle prime preoccupazioni,insieme al viaggio, è dovealloggiare. C'è chi vuole spen-dere poco, chi non bada aspese. Orlando accontentatutti con una quantità davveroelevata di hotel che passanoda 1 stella fino a oltre 5. Lazona migliore dove alloggiareè sicuramente quella diKissimmee, a due passi daOrlando,i prezzi più conve-nienti vengono praticati dall'i-nizio di agosto a metà dicem-bre; i periodi più costosi sonoinvece il Natale e le vacanzedi Pasqua. Per una vacanza

Viaggio all’interno della città ospite delle Finals 2009 e casa della formazione degli OrlandoMagic. Come scoprire che nel capoluogo della contea di Orange non c’è solo Disneyworld

Orlando, ‘The City Beatiful’DIDI

LLEANDRAEANDRA RRICCIARDIICCIARDI

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incentrata sui soli parchi divertimento, io consi-glio quelli economici.Master Inn: Kissimmee, Orlando, 2945 EntryPoint Boulevard: si trova a soli 5 minuti dall’en-trata del Disney’s Magic Kingdom, dagli MGMStudios. Camera doppia a notte: 26.Westgate Inn: Kissimmee, Orlando, 9200WestIrlo Bronson Memorial Hwy: Situato a soli 8 kmda Disney World e 19km dal Sea World e dagliUniversal Studios. Camera doppia a notte: 28.Goldstar Inn & Suites: Kissimmee, Orlando,4600 W Irlo Bronson Memorial HwyL’albergo si trova a 20 minuti dai parchi e leprincipali attrazioni. Camera doppia a notte: 25.Se si ricerca qualche comodità in più e soprat-tutto una maggiore qualità, conviene puntaredirettamente agli hotel dei parchi divertimento.I prezzi salgono di parecchio: da 70€ a personaper notte fino a oltre 200€. Di certo offronomolto e sicuramente sono ben collegati con iparchi di riferimento.Per i più ‘ spendaccioni ‘ invece:Disney’s Grand Floridian: Orlando 4401Floridian Way: Situato sulle sponde della SouthSeas Lagoon nell’area del Magic Kingdom e a 32km dall’aeroporto internazionale di Orlando.Camera doppia per notte: 405. €Omni Championsgate Orlando ,1500 MastersBlvd: Nuovo edificio a 16 piani circondato da1200 acri di palude protetta. Camera doppia pernotte: 630.€Per qualsiasi informazione ricordatevi i siti:www.venere.com, www.tripadvisor.it ewww.octopustravel.com

IL TEMPOOrlando ha un clima subtropicale caldo eumido, è frequentata tutto l'anno. Gennaio è ilmese più freddo, se per freddo considerate tem-perature minime di 10 °C e massime di 22 °Ccirca. Luglio e agosto sono molto caldi e umidi,con temperature massime di circa 33 °C, untasso di umidità del 95% e frequenti acquazzoni.L'inizio dell'autunno, un periodo con climamite, è il migliore per una visita.Ricordatevi che per visitare una città ed unpaese è indispensabile conoscere le previsionidel tempo, potete consultare i siti: www.ilme-teo.it, www.paesionline.it e www.3bmeteo.com

COSA VEDEREA Orlando si possono visitare gli Harry P. LeuGardens, nel cui comprensorio si ammiranooltre 2000 varietà di camelie e un palazzo delXVIII secolo; l'Orlando Science Center, cheospita una vasca con alligatori e il Tunnel ofDiscovery dedicato alla fisica, e l'OrlandoMuseum of Art, in cui, tra gli altri, sono espostialcuni reperti Maya. Considerato che questeattrazioni non sono esattamente da batticuore,

la maggior parte dei visitatori utilizza Orlandosolo come base da cui effettuare escursioni aivicini parchi a tema.DISNEY WORLD: Per dimensioni è il parco didivertimenti più esteso del mondo: la sua super-ficie è il doppio di quella di Manhattan. Ha unsistema di trasporto, servizi di emergenza, unaforza di polizia, un impianto di energia elettricaautonomi e impiega più di 20.000 addetti. MagicKingdom Park, EPCOT Center e il Disney-MGMStudios Theme Park sono i tre parchi principaliall'interno di Disney World. L'attrazione simbo-lo del Magic Kingdom è il Castello diCenerentola, il più riconoscibile tra i marchidella Disney. All'interno del Kingdom si trovanouna serie di "terre", tra cui New tomorrowland,Fantasyland e Adventureland. L'EPCOT Center èdiviso in due sezioni principali: Future World,combinazione di parco divertimenti e centroeducativo, e World Showcase, una ben realizza-ta ricostruzione di 11 paesi del mondo: Canada,Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone,Messico, Marocco, Norvegia, Regno Unito eStati Uniti. Le attrazioni e le giostre dei Disney-MGM Studios sono di prima categoria.E’ meglioacquistare i biglietti di ingresso prima dell'arri-vo o presso un negozio Disney o per posta allaWalt Disney Guest Communications, perché lecode in biglietteria sono molto lunghe.

UNIVERSAL STUDIOS FLORIDA: Come gliUniversal Studios di Hollywood, gli UniversalStudios di Orlando sono in parte teatri di posafunzionanti e in parte un parco a tema. Ciòsignifica essenzialmente che potrete ammirarele star da lontano e anche mettervi nei loropanni.Alcune delle attrazioni migliori in questo sensosono 'Terminator 2': 3D, una spettacolare simu-lazione in 3D dove vi troverete al posto diArnold; 'Back to the Future', con i suoi fenome-nali effetti speciali, e 'Earthquake - The BigOne', che promette scosse di terremoto finoall'8,3° della scala Richter. Gli Universal Studiossi trovano 6 km a sud-ovest del centro diOrlando vicino all'incrocio tra l'I-4 e la FloridaTurnpike. SEAWORLD ORLANDO: Questo è un parcoveramente differente dagli altri. Qui la grandeprotagonista è l'acqua ed i suoi abitanti. Grandiacquari, spettacoli con delfini, orche, foche,spettacoli su sci d'acqua, giochi di luce e laserserali. E non mancano le attrazioni tipiche deiparchi a tema come roller coasters e simulatori.Tra tutti i parchi di Orlando questo è il più rilas-sante, ci si può anche solo limitare a passeggiareper gli immensi giardini con fontane pappagallied uccelli multicolori. E' il parco ideale da fareper ultimo, quando le vacanze stanno finendo e

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si è un po' stanchi. Attenzione questo a dispetto del nome NON E' unparco acquatico, il costume potete lasciarlo al motel.KENNEDY SPACE CENTER N.A.S.A.: Si trova a 2 ore d'auto da Orlando.Non è un parco divertimenti ma è affascinante. Al centro della N.A.S.A.potrete acquistare i biglietti per i due circuiti in BUS che durano circadue ore ciascuno. Poiché all'interno della base NASA possono circolaresolo i mezzi autorizzati questo è l'unico modo per visitarla. Un circuito viporta a visitare dall'esterno le varie fabbriche ove si costruiscono i razzispaziali, i veicoli per il trasporto dei razzi e la rampa di lancio. Lo shuttleva in missione circa 4 volte l'anno quindi se siete fortunati potete assiste-re anche ad una partenza dal vivo. L'altro circuito vi porta a visitare iluoghi di studio ed addestramento dei piloti.LONCH HAVEN PARK: Questa zona, situata ad angolo di Mills Avenue(17-92) e Princeton Street, è sede del Science Center di Orlando, OrlandoMuseum of Art, Teatro Orlando, Orlando e il Centro di ShakespeareMennello Museo d'Arte. DOWNTOWN: la zona centrale è sicuramente quella di maggiore interes-se turistico, sia dal punto di vista culturale, grazie alla presenza di museied edifici storici, che dal punto di vista del divertimento, con i maggiori

negozi, ristoranti e caffè di Orlando. Contrariamente a molte altre cittàamericane, il centro è caratterizzato da una forte presenza di aree verdicome quella che si trova nei pressi del Lake Eola, sempre molto frequen-tato dai turisti e dalla popolazione locale che viene qui a godere di un po’di fresco nelle giornate afose.

SPORT Orlando è la casa degli Orlando Magic , franchigia della NBA che giocaalla Amway Arena.Aperta nel 1989, la Amway Arena è una delle più vec-chie della NBA. Sarà sostituita nel 2010 dalla New Orlando Magic Arena..The Citrus Bowl invece ,ospita regolarmente partite di campionato difootball americano. Inoltre Orlando era una sede della lega minore dihockey su ghiaccio durante gli anni '90 con gli Orlando Solar Bears chemilitavano nella ormai defunta International Hockey League.Allora ricapitoliamo… portatevi il costume e nuotate con i delfini…. Nondimenticate di portarvi un bel po’ di soldini..perchè pur trovando tanteofferte, Orlando è una città abbastanza cara.. e godetevi il sogno di WaltDisney World ..Che altro dirvi?????!!!…..BUON DIVERTIMENTO…