Stars 'N' Stripes N°26

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il periodico online per gli amanti della palla a spicchi d’oltre oceano

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per gli amanti della palla a spicchi d'oltre oceano

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il periodico online per gli amanti della palla a spicchi d’oltre oceano

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Eccezion fatta per i propri fedelissimi, Duke aveva contro tutti.Un po’ perché come tutte le squadre spesso vincenti non è maistata troppo simpatica (per usare un eufemismo), un po’ perchéla storia di Butler ha rapito migliaia di appassionati di collegebasketball in tutto il mondo, un po’ perché nei pronostici i BlueDevils, tra le quattro teste di serie del tabellone, erano i menoindicati per la vittoria finale. Ma, mentre Kansas, Kentucky eSyracuse sono inaspettatamente cadute, Duke, complice forseuna parte di tabellone non impossibile (ma poi è tutto relativo),si è dimostrata più solida e concreta, non sbagliando un solo

colpo e tornando così sul trono a distanza di nove anni dall’ulti-ma volta, da quel titolo 2001 griffato dalle gesta dei vari JayWilliams, Chris Duhon, Shane Battier, Mike Dunleavy e CarlosBoozer.Ed è giusto celebrare la squadra di Mike Krzyzewski, al suoquarto titolo NCAA, tanto quanto Butler, allenata dal 33enneBrad Stevens, il più giovane della storia a raggiungere una FinalFour, anche perché non si ricorda una finale più equilibrata dallontano 1989 (Michigan State-Seton Hall 80-79), con i Bulldogsche sono andati ad un buzzer-beater della stella Gordon

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Hayward (uscito dopo aver rimbalzato prima sul tabellone e poisul ferro) dalla storia. Che li avrebbe celebrati ne più ne menocome la nuova Milan, intesa non come A.C. ma come Milan HS,il liceo dell’Indiana che nel 1954 vinse incredibilmente il titolostatale e che giocava nella Hinkle Fieldhouse. La stessa doveStevens ha costruito con tanto lavoro e applicazione un risultatoche, come ha specificato lui stesso “verrà ricordato molto più alungo che una singola notte, aldilà dell’esito di questa gara”. Mase è giusto che l’ateneo di Indianapolis da 4200 iscritti vengaidentificato come sorpresa, definirla favola pare un po’ ingenero-

so, visto che comunque è frutto della continuità del lavoro earmata dal talento di una scelta da primo giro come Hayward.Continuità che è alla base del lavoro fatto dalla stessa Duke:scorrendo il roster dei campioni ci sono quattro senior (Scheyer,Thomas, Zoubek e Davidson) e quattro junior (Smith, Singler,Johnson e Peters), con i freshman Kelly e Mason Plumlee, duetra i primi 50 liceali l’anno prima, ancora ai margini della rota-zione. Una rarità per un college di alto livello, un’eccezione cheperò rimarca come sia inevitabile che l’esperienza e l’amalgamadi queste squadre valga più del talento di tutte le altre, anche di

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chi punta su ‘one-and-done’ eccellenti, vedi la Kentucky di Wall eCousins. Krzyzewski è uscito dal Lucas Oil Stadium come secon-do allenatore più vincente della storia del college basketball,pareggiando i quattro successi di Adolph Rupp ma ovviamenteguardando ancora da debita distanza l’inarrivabile JohnWooden. Poco prima aveva rifiutato la proposta del magnaterusso Mikhail Prokhorov, neo proprietario dei Nets, che per por-tarlo sul pino di New Jersey ne avrebbe fatto il coach più pagatodegli Stati Uniti ad una cifra oscillante tra i 12 e il 15 milioni didollari. Coach K non ne fa una questione di soldi, ama la suaDuke e da lì non si sposterà; del resto, se dopo il terzo titolo nel2001 aveva rifiutato i Lakers di Kobe… La finale è stata tiratissima quanto avvincente, con un massimovantaggio in tutti i 40’ di soli sei punti, un Gordon Haywardsfiancato dalla staffetta difensiva dei Blue Devils che ha finitoper ciccare i due tiri decisivi, il primo dalla linea di fondo ed ilsecondo da metà campo, sulla sirena. Stevens, il giorno prima,aveva messo le mani avanti, dicendo che se la sua squadra aves-

se ripetuto la prestazione balistica fornita con Michigan State(15 su 49 dal campo), vincere sarebbe stato pressoché impossibi-le. I Bulldogs hanno tirato 20 su 58, ma sono arrivati a giocarse-la nonostante un Hayward da 2-11 e una decina di minuti senzacanestri dal campo nel secondo tempo, segno che il cuore e l’or-goglio non sono mancati a questi ragazzotti dell’Indiana. Duke siè aggrappata, come sempre, alle sue certezze, alias i ‘Big Three’del college basketball, al secolo Jon Scheyer, Nolan Smith e KyleSingler, quest’ultimo arrivato all’appuntamento tramite uno 0 su10 con Baylor e uscitone come Most Oustanding Player dopouna Final Four da 40 punti e 18 rimbalzi. Se i Blue Devils, riconosciuti come una squadra ben organizzatae con una precisa disciplina tattica, hanno vinto, è anche esoprattutto perché loro tre, autori di 47 dei 61 punti della‘Championship game’, hanno saputo darle, nei momenti neces-sari, quella spruzzata di talento in più necessaria pur senza esse-re destinati a fare sfracelli in NBA nei prossimi anni. In fondo, il college basketball è proprio questo.

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Tom Izzo fa rima con Final Four: quella di quest’anno per il coach diMichigan State era la sesta negli ultimi tredici anni. Mica una cosa dapoco, specie se consideriamo che a questo giro gli Spartans avrebberopotuto restarne fuori senza grossi clamori, ridimensionati nell’aspetto enel roster dall’importante perdita, rispetto alla stagione precedente, diGoran Suton. E ancora: l’infortunio al tendine d’Achille di Kalin Lucas,point guard e leader della squadra, sembrava il preludio ad una rapidauscita dal torneo. Del resto anche altre squadre più quotate hanno pagatoi problemi fisici dei propri uomini di punta, vedi Purdue con RobbieHummel o Notre Dame con Harangody. Non gli Spartans. Perché labuona stagione, numericamente parlando, non era tanto indicatore di unaBig Ten ai massimi livelli, quanto piuttosto riflesso dell’ottimo lavoro delcoach di origini italiane. Che ha saputo caricare a molla i suoi in vista del

tabellone, nel quale MSU si è confermata squadra difensiva, sporca e catti-va, pronta ad esaltare le doti di Durrell Summers, diventato improvvisa-mente (metaforicamente parlando, ovviamente) da giocatore fisico e dienergia un ‘go-to-guy’ da oltre sedici punti di media. Nella semifinale gli Spartans sono stati l’ennesima vittima illustre dellaormai passata alla storia Butler, più brava ad innescare la transizioneoffensiva, costruendo un vantaggio da 18 punti dalle 16 palle perse forzatedalla propria difesa. Ovviamente si è decisa solo negli ultimi possessi, per-ché Michigan State è squadra solida e poco propensa a dare i buoi per giàscappati. Altrettanto ovviamente, nel post partita Izzo ha dato ai propri avversari ilcredito che meritavano. “Non fossi stato coinvolto come allenatore diMSU, avrei tifato Butler” ha detto il coach degli Spartans. Che intanto è ilpunto di partenza per le stagioni a venire dell’alma mater di MagicJohnson.

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Tenendo fede al proprio nick i Mountaineers (gli “scalatori”) hanno alzatol’asticella della propria stagione fino al giorno della semifinale. Scalandole gerarchie, passando da piccola sorpresa a squadra di buon livello a pos-sibile sognatrice in grande alla Final Four. Spazzati via da Duke dopo averperso il proprio playmaker Darryl Bryant, contro i Blue Devils Da’SeanButler ha chiuso la propria stagione con nove minuti di anticipo per larottura del legamento crociato; un finale amaro e beffardo, ma che nondeve offuscare quanto di buono fatto da Bob Huggins. L’ex coach diCincinnati, solo cinque anni fa finito nel polverone per guida in stato diebbrezza, è tornato in auge in barba al detto “nemo profeta in patria”, vin-cendo il titolo della Big East. Ci si aspettava l’esplosione della combo-forward Devin Ebanks, atletismo e agilità di spicco ma non ancora del

tutto formato, ed invece a salire di colpi è stato l’altro sophmore, KevinJones; Butler, alla sua ultima stagione in maglia Mountaineers, è migliora-to nel gioco perimetrale e nell’affidabilità dalla lunetta, fatto non di secon-daria importanza per un giocatore abile a trovare il contatto altrui quandosi butta dentro. Resta un ibrido, forse l’NBA lo snobberà, ma intanto puòdire di aver contribuito in modo significativo al traguardo della Big East:suoi sono stati infatti i tiri decisivi contro Cincinnati e Georgetown. Adecidere la qualificazione, nell’incredibile vittoria su Kentucky, è stato poiJoe Mazzulla, reinventatosi protagonista dopo il ko di Bryant a corona-mento di anni difficili, tra arresti e un infortunio alla spalla. Contro Duke,però, non è bastato tutto questo e nemmeno la 1-3-1 di Huggins, quellache aveva arginato lo strapotere fisico dei Wildcats di Calipari. Troppoforte e troppo più concreta, Duke, dall’alto delle sue percentuali oltre il50% e di sole 5 perse.

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“In questo momento sentiamo che possiamo giocar-cela con tutti. Che possiamo andare a Cleveland estare in partita fino alla fine. Sappiamo che se gio-chiamo come sappiamo niente ci è precluso. Ed è quelloche vogliamo fare per raggiungere i playoff.” Alzi la manochi avrebbe pensato di sentire queste parole uscire dallabocca di un membro dei Milwaukee Bucks, quando ormaimancano una manciata di partite alla fine della regularseason, a inizio stagione. Forse anche all’interno dellostesso spogliatoio dei Bucks in pochi ci avrebbero credu-to. E invece oggi siamo a inizio aprile, e facciamo i conticon dei Milwaukee Bucks lanciatissimi addirittura verso ilquinto posto nella Eastern Conference, così che JohnSalmons può lasciarsi andare alle esternazioni di cui

sopra. Considerare la squadra di Scott Skiles come unadella più grandi sorprese della stagione non è certo unazzardo. Si parla, d’altronde, di una squadra che nelleultime tre stagioni aveva collezionato in media la miseriadi 29 vittorie a stagione, giocando in un palazzo semideserto e in uno dei mercati più snobbati dell’intero pano-rama NBA. E quest’estate non aveva certo fatto registraregrandi movimenti per invertire la tendenza, e stiamousando un eufemismo. Via in rapida successione RichardJefferson, Charlie Villanueva e Ramon Sessions. DentroJennings, dal draft, Delfino e Ilyasova di ritorno dalle

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esperienze europee e Hakim Warrick da Memphis.Insomma, si capisce come all’orizzonte sembrasse sta-gliarsi l’ombra di un'altra stagione da incubo, dubbio for-tificato dall’infortunio, dopo sole due partite, a MichaelRedd che rimaneva a quel punto l’unico giocatore su cuifar ricadere le principali responsabilità offensive. Prontivia e…. 8 vittorie in 11 partite, che rivelano al mondocome molto probabilmente a Roma non avessero bencompreso il talento di Brandon Jennings e come in moltisi fossero gettati in giudizi affrettati su Milwaukee. Chepoi, in realtà, perde 8 delle successive 9 partite, ma poi si

riassesta e comincia a trovare i suoi nuovi equilibri.“Vedere cosa la gente pronosticava a inizio anno e doveinvece siamo adesso è una bella soddisfazione”, diceBrandon Jennings, senza dubbio uno dei motivi principalidi questa sorprendente cavalcata. Scelto alla posizionenumero 10 dell’ultimo draft, lo scugnizzo si portava dietrotutte le perplessità che aveva destato nella Capitale. Per dipiù, la dirigenza, per investirlo ulteriormente di responsa-bilità, aveva sacrificato Ramon Sessions, reduce da un’ot-tima stagione in cabina di regia. Dopo le 11 partite di cuisopra, e 25.2 punti di media a referto nessuno aveva un

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LE STATISTICHE DI BRANDON JENNINGS

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singolo dubbio che la mossa fosse stata giusta. Ma sareb-be assai sbagliato fermarsi a un solo giocatore per spiega-re questa improvvisa metamorfosi. E allora è giusto parti-re dall’allenatore, quello Scott Skiles che ha saputo dareun’identità a una squadra che a inizio anno sembravadestinata al caos più totale e che, presa pezzo per pezzo,non è poi così tanto meglio dei derelitti New Jersey Nets.L’ex coach dei Bulls è nettamente in corsa per il titolo dimiglior allenatore dell’anno avendo creato una chimicaperfetta in una squadra non dotata di talento superiore eche proprio per questo si guadagna le proprie vittorielavorando in difesa, dove concede la miseria di 95,9 punti,ottavo miglior riscontro statistico di tutta la Lega.Risultato ottenuto con la grande pressione che vienemessa sugli esterni, sapendo che, anche nel caso si vengabattuti dal palleggio, sotto il ferro si può contare sull’inti-midazione di Andrew Bogut. O meglio, si poteva conta-re… A conferma dalla sfortuna che, come leggenda tramanda,aleggia sulla franchigia, a una manciata di partite dall’ini-zio della post season il centro australiano ha subito ungrave, e tremendo a vedersi, infortunio in una partita con-tro Phoenix. Sbilanciato al momento di una schiacciata,Bogut ha perso l’equilibrio, ricadendo pesantemente sulbraccio destro, procurandosi la frattura del polso e la lus-sazione di gomito e spalla. Un colpo durissimo per la squadra, che stava benefician-do della miglior stagione in carriera del centrone, autorefino a quel momento di 16 punti e 10 rimbalzi di media,conditi da 2 stoppate e mezzo. “Andrew portava un sacco

di giocate di energia per noi – dice Skiles – Rimbalzi,sfondamenti presi e cose così. Ma non sono cose impossi-bili per gli altri. Tutti in squadra sanno che Andrew eraimportante per noi, ma allo stesso tempo sanno che oradovranno elevare il proprio rendimento.” Dichiarazioneche esemplifica il concetto che sta portando avanti lasquadra finora. Tutti sono importanti, nessuno è fonda-mentale. Con il lavoro di squadra, si può sopperire allamancanza di un elemento come Bogut. Anche se andandoa guardare bene il roster, l’impresa potrebbe essere piùcomplicata di quanto non lo sia a parole. Nel reparto lun-ghi, prima dell’infortunio, Bogut era l’unico giocatoreinterno dotato di un chili e centimetri. Kurt Thomas,infatti, è un’ala grande adattata, mentre Mbah a Moute eil positivo Ilyasova, forse sono addirittura ali piccole adat-tate al gioco nel pitturato. Ci sarebbero Gadzuric ePrimoz Brezec, che però, fino ad oggi, erano ai marginidella rotazione, ma ora potrebbero trovare qualche minu-to per necessità. I Bucks, infatti, sono una squadra decisa-mente a trazione posteriore, e che basano molto il lorogioco sulle capacità di colpire e creare gioco degli esterni,le volte in cui non possono appoggiarsi a Bogut. DaJennings alle triple di Bell, passando alle penetrazioni diDelfino, fermo al momento per un infortunio patito con-tro Miami ma pronto al ritorno in tempi brevi, fino aquello che, arrivando dai Chicago Bulls, ha portato JohnSalmons, altro capitolo fondamentale nel libro della sta-gione 2009/2010. Senza stare a raccontarsi chissacchèbasterebbe sottolineare come Milwaukee dal suo arrivoabbia vinto 19 partite sulle 25 giocate, ma per completez-

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za ci mettiamo anche i suoi 20,2 puntia partita col 46% dal campo e il 39%da 3 punti. Segno evidente cheSalmons ha portato in dote qualcosache fino a quel momento mancava nelWisconsin, ossia un giocatore comple-to, che può colpire col tiro da fuori,ma anche penetrare ed essere perico-loso dal palleggio, oltre ad essere unaltro buon atleta da spendere nellafase difensiva. Il volto attuale dei Bucks è quello diuna squadra che, stante l’assenza diBogut, ha in Jennings e Salmons leprincipali bocche da fuoco, mentreDelfino e Ilyasova, uscendo dalla pan-china, devono portare sostanza pernon abbassare il rendimento dellasecond unit che è guidata da un LukeRidnour che come back up di Jennigssta giocando un ottimo campionato,spalmando il suo talento su 21 minutidi impiego in cui produce 10 punti e 4assists. Come dicevamo in preceden-za, bisognerà invece trovare nuoviequilibri sotto canestro. Con l’infortu-nio di Bogut, verrà lanciato in quin-tetto l’esperto Kurt Thomas, che innon troppi minuti dalla panchina por-tava ancora un sostanzioso contribu-to, ma ora andrà rivalutato come star-ter. Anche perché il suo compagno direparto è Luc Richard Mbah a Moute,giocatore di energia cui però mancala stazza per giocare nei pressi delferro e dunque si completava benecon l’australiano che poteva andare insuo aiuto. Riuscire a ottenere qualco-sa da Gadzuric o Brezec sarà moltoimportante, perché già Milwaukee haun impatto fisico ridotto, solo 20 tiriliberi guadagnati a partita contro i 26concessi sono un chiaro sintomo dicome fisicamente gli avversari tenda-no ad imporsi, e un ulteriore abbassa-mento in congiunzione con l’aumentodella durezza delle partite nel periododei playoff potrebbe essere insosteni-bile. Uno dei capolavori di Skiles inquesta stagione è stato quello diresponsabilizzare ogni giocatore met-tendolo al posto giusto e facendoglicapire esattamente quello che voleva.Facendo leva su questo il coach dovràtrovare il modo di far funzionare lasquadra nonostante gli infortuni. “Ci sono squadre contro cui possiamopensare di schierare Ilyasova come

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centro, altre contro cui assolutamente non possiamo –dice ancora Skiles - E’ già successo altre volte, quindi ènel bagaglio tecnico delle cose che sappiamo fare. Ersandovrà avere ancora più impatto a rimbalzo e nel frattem-po aumenteranno i minuti di Kurt Thomas, senza dimen-ticarci di Primoz e Dan Gadzuric.” Intanto è tempo diguardare al calendario per cercare di guadagnare lamigliore posizione possibile in ottica playoffs, ottenutimatematicamente con la vittoria del 6 aprile sui ChicagoBulls. Attualmente i Bucks sono in lotta con Miami e Charlotte,contro cui è recentemente arrivata una bruciante sconfittadi un punto, per il quinto posto. Milwaukee terminerà lastagione con 3 gare casalinghe contro Nets, Celtics eHawks e due esterne a Philadelphia e Boston. Calendarionon impossibile, ma nemmeno troppo benevolo, conside-rando i due match contro Boston e la gara con Atlanta. Ilrecord attuale è pari a quello di Miami che però, dal cantosuo, ha il miglior calendario della tre pretendenti.Dovendo affrontare ancora 76ers, Pistons e Nets in casa,Knicks e ancora 76ers in trasferta, tutte squadre già fuorida ogni gioco, contro le quali è quindi ipotizzabile un enplein di Wade e soci. I Bobcats, comunque, staccati di duepartite, hanno due brutte trasferte a New Orleans eHouston, seguite da gare casalinghe contro Detroit eChicago intervallate dalla trasferta all’Izod Center controNew Jersey. A giocare in favore dei Bucks, se non altro, cisono i tie breaker, favorevoli sia con Miami, contro cuisono arrivate 3 vittorie in 4 partite, che con Charlotte, 2-2il bilancio stagionale ma miglior record contro la EasternConference. L’obiettivo, dunque, è quello di ottenere ilquinto posto, anche se pure il sesto non sarebbe disprez-zabile. Le avversarie probabili saranno Boston o Atlanta,clienti scomodi, specie per l’impatto sotto canestro, machissà che con l’incoscienza di Jennings, rookie del mese aEst 4 volte su 5, l’impatto di Salmons, l’esperienza di KurtThomas e la saggia guida di Scott Skiles da bordo campo,i ragazzi della città di Happy Days non possano diventarela Storia dei prossimi playoff. D’altronde, sognare noncosta niente, e tifosi dei Bucks, dopo gli incubi degli ulti-mi anni, stanno cominciando ad abituarsi bene.

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11 11 J.Alexander J.Alexander SF SF 22 22 6-8 6-8 230 230 West Virginia West Virginia $2,583,360$2,583,36042 42 C.Bell C.Bell SG SG 30 30 6-3 6-3 200 200 Michigan S. Michigan S. $3,602,960$3,602,9606 6 A.Bogut A.Bogut C C 24 24 7-0 7-0 260 260 Utah Utah $10,000,000$10,000,00010 10 C.Delfino C.Delfino SG SG 27 27 6-6 6-6 230 230 $3,500,000$3,500,0009 9 F.Elson F.Elson C C 33 33 7-0 7-0 240 240 California California $1,700,000$1,700,00050 50 D.Gadzuric D.Gadzuric C C 31 31 6-11 6-11 245 245 UCLA UCLA $6,749,260$6,749,2607 7 E.Ilyasova E.Ilyasova SF SF 22 22 6-10 6-10 235 235 $2,100,000$2,100,0003 3 B.Jennings B.Jennings PG PG 20 20 6-1 6-1 169 169 $2,168,520$2,168,52012 12 L.R.M.Moute L.R.M.Moute SF SF 23 23 6-8 6-8 230 230 UCLA UCLA $736,420$736,42023 23 J.Meeks J.Meeks G G 22 22 6-4 6-4 208 208 Kentucky Kentucky $650,000$650,00022 22 Michael Redd Michael Redd SG SG 30 30 6-6 6-6 215 215 Ohio State Ohio State $17,040,000$17,040,00013 13 Luke Ridnour Luke Ridnour PG PG 28 28 6-2 6-2 175 175 Oregon Oregon $6,500,000$6,500,0000 0 W.Sharpe W.Sharpe PF PF 23 23 6-9 6-9 245 245 UAB UAB $736,420$736,42040 40 K.Thomas K.Thomas C C 37 37 6-9 6-9 230 230 TCU TCU $3,800,000$3,800,00020 20 Roko Ukic Roko Ukic PG PG 24 24 6-5 6-5 190 190 $1,350,000$1,350,00021 21 H.Warrick H.Warrick PF PF 27 27 6-9 6-9 219 219 Syracuse Syracuse $3,000,000$3,000,000

LA SITUAZIONE SALRIALE DEL TEAM DEL WISCONSIN

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HOT SPOT

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Fonte foto: http://upload.wikimedia.org

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Eppure se ne continua a parlare troppo poco. Il giusto ovvero nella fattispecie scampolidi giornali (non certo quello dell’Oklahoma dove ormai è diventato già una sorta di eroenazionale ndr), scampoli di video o quant’altro come per dire, già e poi ci sarebbe anchelui, ormai non bastano più. Ma è solo questione di tempo. E’ solo questione di far tra-scorrere il tempo fino al momento in cui le partite iniziano a contare per davvero, finoal momento in cui di sicuro qualche sua impresa resterà impressa nella mente di chiun-que e poi la strada sarà completamente libera con una corsia preferenziale solo per luicosi come per esempio avviene per il 23 in maglia Cavs ed il 24 in maglia Lakers. Almomento quello che sembra interessare è l’idea di come lo stesso Durant possa conten-dere a James e Bryant il titolo di migliore realizzatore della Lega prima che il suo nomefinisca in un amen in una sorta di dimenticatoio temporaneo per parlare della sfida infinale che tutti si attendono nel prossimo giugno con probabili voli charter pronti a scal-dare i motori per fare avanti ed indietro tra la città degli Angeli e la terra natia di TheChosen One. Un continuo parlare di un giugno che potrebbe trattarsi di ‘Cronaca di unafinale annunciata’ (sempre che non vi sia qualcuno, vedi i Magic lo scorso anno, nond’accordo con il resto del mondo Nba a tal proposito ndr) che già da solo potrebbebastare per far mettere quel piccolo velo, per far passare sul gradino più basso del podioil nuovo idolo dell’Oklahoma, se non fosse che poi a tutto questo si aggiunge anche ildopo giugno e la fatidica estate che tutti da un paio d’anni attendevano e che aspettava-no quasi come quel 2012 tanto chiacchierato ed indicato sui calendari Maya. Ma nel-l’ombra Kevin Durant è passato dall’essere il mingherlino di Texas e Seattle Sonics con

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DIDI

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un talento spropositato, ma pur sempre la seconda scelta delDraft del 2008, ad una vera e propria super star. Uno status chedopo questa di stagione potrà roster celato o quanto meno nonspiattellato ai quattro venti, ancora per poco. Certo la consacra-zione e l’iscrizione del suo nome e cognome all’interno della par-ticolare lista di contendente dello scettro di ‘padrone della Lega’,di cui al momento il nome dei già citati Bryant e James, sono ina-movibili, la potrà avere a partire dal momento in cui dimostriquello che ancora non ha potuto dimostrare per normale decor-rere degli eventi: guidare i Thunder nei playoff. Ancora una voltasarà questione di tempo, ancora una volta sarà questione diaspettare ancora qualche giorno e poi anche questo tasselloandrà al proprio posto, anche questa pedina verrà sistemata sulpersonale scacchiere dove l’unica strategia possibile è quella diarrivare al ‘check mate’ allo scacco matto al ‘Re’ della compagnia,quello stesso James che in più di un’occasione ha evitato la que-stione, ance se limitata alla classifica marcatori, affermando:«Essere il miglior realizzatore della Lega non mi interessa, quelloche mi interessa è il titolo». Un modo come un altro per tergiver-sare per non affrettare i tempi su una rivalità che senza dubbioalcuno entusiasmerà l’Nba del prossimo decennio? Probabile enon impossibile, ma al momento LBJ ha altro a che pensare, cosicome l’ex Texas che tra qualche settimana avrà la possibilità didimostrare, come al solito, con i fatti e con le parole quello di cuiè capace. Ventinove e sette punti di media, 7,6 carambole adallacciata di scarpe e tanto per non farci mancare niente anchequasi tre cioccolatini ad uscita che non ne faranno una versionemoderna di Willy Wonka, ma che in un giocatore al di sopra deidue metri non sono mai cosa disprezzabile. Questo c’è scritto suibigliettini da visita che KD dispensa sera dopo sera nelle variearene a stelle e strisce. Bigliettini da visita che ormai non sonopiù una novità, ma un consuetudine per gli scouting report e per

il coaching staff che al momento di affrontare i Thunder hannosegnato a caratteri cubitali nome, cognome, e mappatura di tiro,per capire come, quando e se è possibile arginarlo. Già arginarlo.Un qualcosa che avrebbe fatto cambiare idea anche al miglioreEthan Hunt sulla considerazione che non esistono missioniimpossibili, ma solo missioni difficili. Ma come il tallone del‘Pelide Achille’, quello di Durant al momento sembra essere limi-tato a due soli settori del campo in cui il talento spaventoso (lostesso che sembra essere stato la causa dell’ira del presidente deiBlazers che alla possibilità di aver messo in scena un remake diquanto successo nel lontano Draft del 1984, per il quale non cisono nemmeno bisogno di parole, ha sbottato alla grande prean-nunciando una rivoluzione societaria a partire dalla prossimastagione ndr) di cui dispone a tratti lo tradisce. Piedi dietro lalinea da tre punti e angolo sinistro del campo dove proprio nonriesce a metterla con continuità, anche perché con continuità l’exTexas prova ad evitare di essere mandato laddove la difesa vuoleche vada per sfruttare il suo 1/7 stagionale. Da quell’angolo, poi,le disposizioni sono chiarissime: mandarlo verso destra e lasciar-gli come unica soluzione il jump shoot (utilizzato tra l’altro nel91% delle sue conclusioni per un 41% di realizzazione totale ndr)dai 5 metri visto che il 18/62 per un 29% lo consiglia vivamente.Dopo di che ti puoi solo affidare al fatto che possa sbagliare dasolo, perché ultimamente è cosa abbastanza difficile specie seoccupa la posizione di small forward. Qualche speranza la si puòavere quando viene impiegato nello spot di shooting guard, o danumero ‘4’ atipico, ma nel suo ruolo naturale è davvero impossi-bile. Lo puoi mandare a destra, lo puoi mandare a sinistra (laparte preferita quando si gioca in casa con un 21/47 e 44,7% dallalunga distanza e mattonella praticamente preferita dal quale farpartire missili terra aria ndr), oppure puoi tentare di non farlopartire facendolo magari ricevere fronte a canestro (dove ama

LE STATISTICHE DI KEVIN DURANT

...COSI NELLE ULTIME CINQUE PARTITE...

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2222 1111SSSSTTTTAAAARRRRSSSS ‘‘‘‘NNNN’’’’ SSSSTTTTRRRRIIIIPPPPEEEESSSS

tirare principalmente ‘on theroad’ con il 42% e 16/38) non fanessuna differenza, lui prendeparte si arresta e tira e cosa piùimportante fa canestro e quandopoi non si ferma arriva fino alferro con una proprietà di pal-leggio davvero disarmante. Neipressi dell’anello arancione, poi,il repertorio è un pochino piùampio del jump shoot che inve-ce è divenuto illegale in quasitutti i 51 stati americani: layupad una mano, layup rovesciati,schiacciate in contropiede, alley oops, voli sulle teste degli avver-sari grazie anche alle sue lunghe leve. Evitare di fargli finire la palla in mano entro i primi 15 secondidell’azione è l’unico tentativo giusto (29% di realizzazioni quandoriceve e fa fuoco entro i primi dieci rintocchi di lancette; 30%

quando si va dagli 11 ai 15 e d altrettanto quando sullo shootclock si arriva al ventesimo secondo), visto che il solo 11% neisecondi finali dell’azione sono più che una speranza per evitare disentire il soave rumore del nylon che vuol dire due punti in più aiThunder e rimessa dal fondo e via.

LA ‘SHOOTING SELECTION’ DELL’EX TEXAS

Fonte foto: http://blog.oregonlive.comFonte foto: http://cdn0.sbnation.comFonte foto: http://blogs.bet.com

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«Uno dei ritorni più annunciati dopo quello di MichaelJordan». E’ stato questo il laconico, ma allo stesso tempoimportantissimo commento di colui che di questi Cavaliersè il capofamiglia senza discussione alcuna. Questo il com-mento di chi ritiene Zydrunas Illgauskas una personaimportante dentro e fuori dal campo e colui che sicuramen-

te muovendo i fili o meglio dando le coordinate al front offi-ce per muovere i fili ed arrivare nella fattispecie a AntawnJamison, aveva posto come possibilità che trascorsi queitrenta giorni che ormai tutti conoscono e che pochi apprez-zano, The Big ‘Z’ potesse tornare a casa. Ed a Cleveland lo sisa si tende, si tenderebbe ad accontentare The Chones One

DIDI

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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L’ANALISI -2

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Lebron James quando apre bocca per evitare che quelnumero 6, il nuovo numero che accompagnerà la prossimastagione LBJ non vada ad esaltare il pubblico di altra fran-chigia Nba. Ma il figlio di Akron non è stato certo l’unico a gioire o acontare con impazienza lo scorrere delle ore e dei giorniche separavano uno dei simboli dalla squadra dal rivestirequella maglia e continuare nella propria scalata verso unrecord, forse insuperabile, di presenze in maglia Cavs.Magliette con la scritta Cavs modificata con una evidente ‘Z’al post della ‘S’ finale, cartelloni con l’ultima lettera dell’al-fabeto che alla Quiken Loans Arena diventa quella più get-tonata. Emozione tangibile e struttura pronta ad esplodere,quasi come un anno fa quando lo stesso James alzò davantiai suoi discepoli il titolo di Mvp della stagione, al momentodella presentazione dove il grido ‘Zeee Zeee, Zee…’ è statoudito forte e chiaro da chiunque dentro o fuori con un tele-comando in una mano e una bibita nell’altra. Lo stesso tipodi ovazione e lo stesso tipo di grido che si alzato ogni voltache il lituano ha toccato palla segnando i suoi primi puntidi quella che potremo definire come la sua seconda giovi-nezza cestistica.Al termine del match del suo ufficiale ritorno a casa, nonquello con la maglia dei Cavs, visto che il numero 11, quellodi Illgauskas, era già stato avvistato qualche giorno prima,inevitabile che la maggior parte dei microfoni sono stati perlui: «E’ stato un qualche cosa di davvero emozionante –risponde con voce tremula il lituano che è stato un Wizardssolo per qualche ora prima di avviarsi verso quel camminodi 30 giorni per ritornare a casa –. Un qualcosa che ricor-derò per tutta la vita. E’ bello vedere che la gente apprezzaquello che tu hai fatto per questi colori in tutti questi anniche sono stato a Cleveland, cosi come io apprezzo quelloche questa comunità ha dato a me e alla mia famiglia, allafine poi abbiamo anche vinto, quindi la felicità è doppia…».

Insomma ‘Welcome Back Z’ gli avranno detto tutti, compre-so colui per il quale il lituano ha dovuto sopportare unmese di stop forzato, Antawn Jamison, ma soprattutto glie-lo avrà detto coach Mike Brown, che riabbraccia un fidoscudiero, un giocatore che conosce a memoria tutto il credocestistico del miglior allenatore della passata stagione e chein questo momento, con Shaq fuori dai giochi, rappresentala prima vera alternativa all’interno dell’area per il teamdell’Ohio. Con lui in squadra il roster si allunga sempre dipiù, Cleveland recupera centimetri e rimbalzi, oltre che unamano docilissima dalla media distanza, in attesa che TheBig Aristotele (le ultime sull’ex Lakers lo danno in grandeforma anche se poi tutte le notizie riguardante O’Neal sonoda prendere con le molle ndr) torni per rendere definitiva-mente i Cavaliers la formazione più attrezzata, più lunga epiù completa per quanto riguarda gli elementi per arrivareall’unica cosa che potrebbe tenere ancorato James alla suaterra natia: ‘The Ring’. Finali, anello e titolo sono anche lespiegazioni date da Illgauskas nell’intervista che il lituanoha rilasciato alla sezione web di un noto giornale diCleveland: «La mia decisione di tornare e non provarealtro? Beh perché penso che Cleveland sia la città e la squa-dra giusta ed attrezzata a darmi la possibilità di vincere untitolo, ma soprattutto per tutte quelle ragione per cui sonorimasto qui per tredici anni. Ormai la mia famiglia si èambientata benissimo – continua ‘Z’ – certo è stata durapensare di non essere più in squadra dopo tredici anni diallenamenti e di presenze in palestre, ma alla fine è statocome essere infortunati, fa parte della vita, fa parte di que-sto sport, sei a casa, guardi i risultati e ti informi su quelloche hanno fatto i tuoi compagni, visto che per me sonosempre rimasti i miei compagni».Welcome Back ‘Z’ e ora manca solo l’ultimo passo per chiu-dere una carriera che lo renderebbe una leggenda vivente: iltitolo.

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BBBB rrrr oooo oooo kkkk llll iiii nnnn

Il fato agisce per vie misteriose. Se NewYork è la culla del basket, Brooklyn ne èl’epicentro, per aver dato i natali a uncerto Michael Jeffrey Jordan, per acclama-zione il più grande giocatore della storia.E non si discute. Che poi sua Maestà dopopochi anni insieme alla famiglia si sia tra-sferito in North Carolina è un dettagliosecondario. L’imprinting è Brooklyniano equesto ci basta. Da piccolo la prima cosache mi veniva in mente pensando aBrooklyn era quel ponte disegnato sullaconfezione delle gomme da masticare.Un’istantanea che mi accompagnato permolti anni. Solo dopo ho scoperto chesotto e attorno a quel ponte c’era molto dipiù. C’era la spina dorsale della comunitànera newyorkese: basket e hip hop indisso-lubilmente legati ancora una volta. Nel piùpopoloso dei borough di Ny è nato il piùgrande di tutti con la palla arancione astrisce nere tra le mani, nel più popolosoborough di New York ha costruito la sualeggenda uno dei più grandi MC con ilmicrofono tra le mani: Jay-Z. “Like amomma u birth me Brooklyn, u nursedme schooled me wit Hard knocks betterthen, worked me they say u murked me bythe time, i was 21 that shit disturbed mebut u neva hurt me Hello Brooklyn, if wehad a daughter guess wat? I'm a call herBrooklyn Carter”, l’atto d’amore di ShawnCarter dipinto in “Hello Brooklyn” dall’al-bum American Gangster. “ Se avessi unafiglia come la chiamerei, indovinate,Brooklyn Carter (we had a daughter guesswat ? I'm a call her Brooklyn Carter).Tutto si origina ancora sulla strada. Ilbasket è poesia in movimento, il rap non èmusica è poesia. Attorno ai playground ledue discipline si formano e si fondono. Lasfida è dentro il campetto: uno contro uno,crossover, jump shot, slam dunk. La sfidaè fuori il campetto, uno contro uno, beat-boxer, contest, jam session. Fine anni ’70,il 66 Park a Brooklyn era un playgroundquotato come e forse più del Rucker.Attorno al 66 gravitava l ’uomo diBrownsville, il nome Lloyd Bernard forsevi dice poco. Allora proviamo con Worl B.Free. Nato il 9 dicembre 1953, sopranno-minato “The Prince of Midair”, grazie alsuo talento e alla sue magie è stato uno deipiù grandi streetballer della storia Hasegnato qualcosa come 18.000 punti inuna straordinaria varietà di modi conSixers, Clippers, Warriors, Cavs e Rocketse, pur essendo uno dei migliori marcatoridella storia NBA era alto poco o più di

DIDI

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NNNNuuuuoooovvvvoooo eeeeppppiiiissssooooddddiiiioooo eeee ccccaaaappppiiiittttoooolllloooo ddddeeeellll vvvviiiiaaaaggggggggiiiioooo ttttrrrraaaa iiii qqqquuuuaaaarrrrttttiiiieeeerrrriiii cccchhhheeee vvvviiiivvvvoooonnnnoooo

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LA CULLA DEL BASKET

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1.85. E’ passato alla leggenda per le sue spettacolari schiaccia-te, la mentalità vincente e le sue movenze che lo hanno semprecollocato in un mondo a parte. Il suo modo di giocare avevauno stile funk intriso di elementi hip hop. Perché in queglianni, intorno ai playground iniziò tutto. Immaginatevi lasituazione. Gang rivali, pronte ad uccidere per il loro territo-rio, violenza che si respirava nell'aria a polmoni pieni e dietroogni angolo degli edifici.. E in mezzo a questo clima caotico edi certo non pacifista si cominciò a vedere gente ballare perstrada. Sull’asfalto del blacktop, invece, c’era già gente chedanzava a nell’aria, come Worl B. Free, come il Doc passato dalì in quegli anni, come Nate “Tiny” Archibald”, oppure come illeggendario Connie Hawkins che al 66 Park ha fatto la storia.Disse una volta Larry Brown. “Hawk è stato Elgin prima diElgin, Julius prima di Julius, Michael prima di Michael. Èstato semplicemente a livello individuale, il più grande gioca-tore che io abbia mai visto”. Intorno ai playground alcunimembri delle gang di Brooklyn iniziarono a ballare il Rocking, uno stile di danza che a detta dei Rubberband Man, degliApache e dei Devil Rebels (tutte gang di Brooklyn), mescolavai passi di Fred Astarie, Gean Kelly, di Salsa e Hustle, ripropo-nendoli in uno stile che era come una simulazione di combat-timento. La prima pietra era stata posata. L’onda lunga grazieanche all’arte del writing, del breaking e del djing si propaganegli altri quartieri newyorkesy sino a trasformarsi nell’hiphop, nel momento in cui quest’onda attraversa il Queens (l’uni-co quartiere che confina con Brooklyn) e raggiunge il Bronx,dove Dj Kool Herc e Afrika Bambata getteranno i primi semidella disciplina nei Block Party. In queste grandi feste all’aper-to è nato il vero Hip Hop. Quello dei padri fondatori, che nonsi può identificare nelle cicatrici di 50 Cent o nei video pieni didonnine discinte che sculettanoE’ stato dunque attorno al 66 Park, all’Ozon Park e al Soul inthe Hole di Bedstuy che il connubio è iniziato. Già, “Soul inthe Hole”, ovvero “anima nel buco” il più famoso playgrounddella Grande Mela si chiama così perché è collocato legger-mente sotto il livello della strada, in una zona nella quale èmeglio non avventurarsi senza la compagnia di un autoctono. “Soul in the Hole” è anche un documentario di DaniellGardner che narra la storia di Ed “Booger” Smith”, stella deiKings, la squadra estiva di basket più acclamata di Brooklynagli ordini di coach Kenny Jones. Uno splendido affresco dibasket e vita da strada rigorosamente in the getto. La pellicolaè resa sublime dalla colonna sonora firmata dai Wu TangClan, OC e Dead Preaz. Basket e Hip Hop sono una cosa sola erappresentano una buona fetta della moderna cultura afrome-ricana. Così come Jay Z, Az, Notorius BIG, Krs One, BustaRhymes, Talib Kwely, Masta Killa, Gza, Gangstarr, Jeru TheDamaja e il compianto Old Diry Bastard, devono tutto a quasia quei breakers, quegli MC, quei Breaker e quei DJ, che allafine degli anni ‘70 diedero vita al movimento Hip Hop, ancheMichael Jordan, Carmelo Anthony, World B. Free, LoydDaniels, Waletr Berry, Quincy Douby, Vinnie Johnson, SamPerkins, Jhon Salley, Mark Jackson, Jamal Tinsley, StephonMarbury (nativo di Coney Island, la parte meridionale diBrooklyn), Sebastian Telfair, Jamel Thomas, devono in eternoqualcosa all’immortale Connie “ Hawk” Hawkins. Tutti unitida un unico comun denominatore: le strade e i playground diBrooklyn.

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LA CULLA DEL BASKET

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2222 6666 SSSSTTTTAAAARRRRSSSS ‘‘‘‘NNNN’’’’ SSSSTTTTRRRRIIIIPPPPEEEESSSS

Sembrava esclusivamente una trovata pubblicitaria del sempre-verde e unico Jerry Buss, e invece ci sbagliavamo.Forse a torto, dal momento in cui Marc Gasol, fratello del cele-bre e celeberrimo ( attenendoci anche all’attualità..)Pau Gasol,già dai primi anni trascorsi nel professionismo cestistico catala-no, facendo la spola tra Barcellona e Girona, aveva mostrato disaperci fare con l’arancia e di non essere il solito raccomandatoforte dell’appoggio del più grande giocatore catalano della storiaprobabilmente, all’epoca in cui dispensava talento e prospettivenella terra di Elvis, in quei Memphis Grizzlies che, guardacasoora sono la dimora del barbuto Marc. Parlavamo prima di trovate pubblicitarie e di marketing, e nelsettore non esiste nessun altro uomo più adatto nell’idearle chel’attuale proprietario dei Los Angeles Lakers, quel Jerry Buss,che in onore al tanto agognato e vile peculio non ha mai esitatoa completare il proprio roster con figurine di varie nazionalità

diciamo “interessanti” per il bilancio (Sun Yue..di certonon è americano né europeo), o dal nome, anzi cogno-me, avvertito in prima istanza come deja vù ( vediamoun po’: Coby KARL, Luke WALTON e Gasol, appunto)o ancora dal fascino retrodatato di campioni e soloquello ( Richmond, Payton, Malone).Con Marc Gasol, ergo, si era portati a pensare lo stesso,se non di più, vista l’effervescenza che ha dato allavicenda il vecchio laureato in chimica di L.A.: è veroche Hollywood è Hollywood e il colpo di scena è sem-pre dietro l’angolo, ma progettare uno scambio in cuida una parte approda uno dei top 20 player dell’NBA,di giovane età, dall’altra un Carneade del parquet (Javaris Crittenton), un giocatore già ritirato (AaronMcKie) e uno scelto l’anno prima, Marc Gasol, ma

dirottato per una stagione in patria prima di intravedere la terradelle speranze, è roba da Lucifero\Belzebù: in effetti, con ilsenno di poi, per quanto il giovane Marc (attualmente nel venti-cinquesimo anno di vita) potesse essere ben visto e apprezzato,di certo non valeva nemmeno in prospettiva la metà del fratello-ne e lo scambio orchestrato da Mitch Kupchak fece gridare giu-stamente allo scandalo (a quanto pare la lezione non è servita;Jamison gratis è roba da Freud), visto il marcatissimo , anziradicale, e immediato miglioramento delle prospettive giallovio-la (da 2 primi turni di playoff a 2 finali, di cui una vinta, in atte-sa della terza).Eppure la sorte è strana, laddove gli uomini compiono blasfe-mie, calano nella realtà eventi inverosimili quasi come fosserodettati dal Fato. Il brutto anatroccolo della famiglia Gasol si ètrasformato in un incantevole cigno e letta oggi quella trade si

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evita dal ridere (o piangere a seconda dei punti di vista) spa-smodicamente a beneficio di un’osservazione volta a elogiare lascelta del management Grizzlies per lungimiranza anche salaria-le, fortuna e ci mancherebbe, e coraggio.Sono trascorse due stagioni dall’approdo nella terra diCristoforo Colombo di Gasol, e di strada ne ha percorsa vera-mente parecchia lo spilungone iberico ( 2,15 per 120 Kg); ilbilancio statistico rileva una prima stagione da 12 punti, circa 7rimbalzi a gara, con quasi 2 assist e 1 stoppata di contorno: cifreleggiadre per un rookie, soprattutto se scelto nel tardo secondogiro del 2007; la stagione in corso registra cifre progredite (14.6punti a gara, 9.3 rimbalzi, 1,3 stoppate e 2 assist a incontro),sotto tutti i parametri statistici compresa la percentuale dalcampo, vale a dire un invidiabilissimo e statuario 58%. Unicotallone d’Achille sembra essere la lunetta, dove non riesce adesprimersi con oltre un più che mediocre 55%.Tralasciando l’impatto delle statistiche, che lasciano sempre iltempo che trovano, è bene avere presente che etichette da racco-mandato e giocatore sopravvalutato sono assolutamente antiteti-che rispetto all’andazzo reale dello spagnolo: giocatore assoluta-mente superbo e funzionale se inserito in un contesto più tecni-co (..maggiormente europeo, diciamolo) come lo sono stati questanno i sorprendenti Memphis Grizzlies, Marc è un uomo di spo-gliatoio, duro e consistente in campo contro qualunque tipo diavversario, possiede un gran senso della posizione in difesa chegli consente di sfruttare le sue elevate doti di IQ cestistico perricevere falli in attacco e fronteggiare i macisti di colore dellalega, che, seppur non in difetto di cm e chilogrammi nei suoiconfronti, dispongono di un atletismo assolutamente illegale perle leggi della fisica della razza Caucasica. La visione di gioco e il tocco morbido , tendenti a quelli del fra-tello ( tendenti eh!) sono inoltre qualità assolutamente non scon-tate in una realtà dove un Hasheem Thabeet qualunque rischiadi diventare prima scelta assoluta: il talento offensivo è notevole,non devastante come quello di Pau, ma assolutamente rispettosoverso la dottrina del “ tira quando hai spazio” e le modalità diesecuzione, pur non essendo figlie dello Sky Hook Jabbariano,di certo non lasciano a desiderare. I margini di miglioramentonon sono elevatissimi, ma mai sottovalutare un ragazzo di 25anni con buoni fondamentali e buona tempra caratteriale:magari non avremo l’utopico e inespresso Sabonis, né tantome-no il nuovo Shaquille O’neal, ma sicuramente avremo un signorgiocatore di pallacanestro adatto per le zone equatoriali dellaLega, se avrà l’opportunità di esprimersi in contesti più ambizio-si; intanto la prova del nove è stata ampiamente e brillantementesuperata: i Grizzlies sono una delle realtà più futuribili dellaLega, e se è vero che la stella predestinata sembra essere il con-troverso O.J. Mayo, il logo l’affascinante postura di Rudy Gay,non si può certo negare che il cuore della squadra risieda in postbasso dove oltre al già citato Marc Gasol, sculetta anche il sor-prendente Zach Randolph. Senza una coppia cosi ben assortitanell’area amica, a meno che non hai Dirk Nowitzki o Steve Nasha guidarti, ad Ovest non rischi di giocarti i playoff.

LE STATISTICHE DI MARC GASOL

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IL PERSONAGGIO Fonte foto: http://ladiesdotdotdot.files.wordpress.com

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Se solo ne avesse la vaga idea, se solo sapesse come metteretutto in una bottiglina di vetro ed attaccargli sopra una bellaetichetta con su la sua faccia e la scritta: «Do like me!» allo-ra si che il suo conto in banca sarebbe nettamente al disopra di qualsiasi topo di cifra attualmente indichino gliestremi bancari relativi a tale Hill Grant. Certo poi sarebbeanche oggetto di ricerca spietata da parte della moderna ver-sione di mercenari, pirati o bracconieri stile Jack Sparrow,ma sicuramente potrebbe cavarsela vendendo la formula almigliore offerente. Quale formula? Beh quella dell’eternagiovinezza, o se vogliamo essere molto meno esagerati quel-la della seconda giovinezza, la stessa che l’ex Blue Devils (infesta per la vittoria dell’ennesimo titolo del suo indimentica-bile ateneo che ha superato in extremis Butler e sul qualetroverete un approfondimento focus in paertura di magazinendr) sta vivendo da quando ha deciso di svestire la magliadei Magic ed indossare quella dei Phoenix Suns qualche sta-gione or sono. Una formula che tutti stanno cercando di

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DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

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captare e di scalfire dalle parole che di volta in volta il primodi coloro che sono stati considerati, nel corso degli anni,come possibili eredi di Michael Jordan, pronuncia a doman-da specifica. Al momento però le risposte dell’ex Pistons nonhanno certo convinto gli addetti ai lavori cosi come lo stesso‘Sir Hairness’ aveva convinto, con l’aiuto speciale di BugsBunny, i Looney Tunes in uno dei suoi lavori cinematografi-ci, dal momento che parole del tipo: «E’ stato un percorsoduro da superare, sia a livello fisico che a livello mentale persuperare i dubbi, ma soprattutto la paura…» non sono certo

state esaustive o ricche di colpi di scena tali da riempirequalche colonna in più dei principali ‘Newspaper’dell’Arizona ed in generale dell’America cestistica. Per fortu-na sua questo tipo di domande non capitano certo tutti igiorni, ma in occasioni, come per esempio quella che gli ècapitata il venerdi prima di Pasqua, sono il palcoscenico giu-sto per approfondire la materia, per scavare all’interno delsegreto che ha riportato Hill ad essere un giocatore di palla-canestro quanto meno costante e di un certo livello, e maga-ri sedersi sul sedile in pelle dalla ‘Delorian’ [per i pochi al

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mondo che non sappiano cosa sia si tratta della famosissimamacchina del tempo inventata dal dottor Ernest Brown inRitorno al Futuro con Michael J. Fox ndr] e fare un piccoloviaggio nel passato. Detroit, Pistons e Palace Auborn Hill.Tre indizi che fanno una prova ed allora al termine dellasfida, tra l’altro vinta dai Suns con 17 punti, sette rimbalzied otto assist del diretto interessato, il suo è stato il nomepiù richiesto sul taccuino e nelle orecchie del ‘malcapitato’addetto alle ‘public relation’ dei Suns. «E’ stato divertente e bello tornare a girare per le strade dellacittà; è stato come fare un tuffo nel passato, un passato cheovviamente non dimenticherò mai, nel bene e nel male». Enel bene o nel male entrano anche a far parte personaggi delcalibro di Joe Dumars, Lindsey Hunter e Alla Houston: «Aprescindere di dove ti trovi adesso e per quale squadra gio-chi, è impossibile dimenticare determinate persone con cuihai condiviso il campo e lo spogliatoio. E’ sempre un piacererivedere e riabbracciare degli amici».Insomma una sorta di ritorno del figliuol prodigo che non sisottrae a nessun tipo di domande, nemmeno quelle di ‘cultu-ra generale’ o per meglio dire di ‘finanza’ sul momento diffi-cile a livello economico che sta attraversando la ‘Motor City’:«Quando sono arrivato in questa città il cuore economicoera l’industria automobilistica che era sulla cresta dell’onda.La stessa è rimasta leader in tal senso, ma spero che questoperiodo difficile passi presto per tutti coloro che vi lavora-no».Col solito sorriso, con la solita classe e charme, l’ex di turnosi è congedato dai microfoni, telecamere e mini registratoricon le ultime due domande sull’attualità cestistica della fran-

chigia del Michigan: «Non so i dettagli di quello che c’è alivello di dirigenza e quindi non sta a me parlarne, quelloche mi dispiace è che si sia perso un pochino di entusiasmoattorno alla squadra e spero che possa tornare presto».Lo stesso entusiasmo che Grant Hill ha ritrovato da quandoquella maledetta caviglia gli ha permesso di essere in piedi ecorrere sui ventotto metri di campo come era abituato primache l’operazione, la placca e quant’altro non lo condizionas-se a livello di rendimento. Negli ultimi tre anni, però, gli ‘Deidel basket’ sembrano aver posto la propria mano sul campodell’ex Blue Devils quasi a proteggerlo ed i numeri ne sono lapiù nitida dimostrazione. Punti a parte (13 nel primo annoin Arizona, 12 nel secondo ed 11 abbondanti nella stagioneche si appresta a muovere i primi passi nella post seasonndr) sono i minuti ed il numero di partite che fanno delnumero 33 una sorta di ‘rinato’. Sono state 70, infatti, le par-tite giocate nel 2007 con più di 30’ di impiego; praticamentetutta la stagione ed 82 partite senza mai un problema perpiù di 29 giri di lancette, fino ad arrivare alle 76 di questastagione che potrebbe risultare la seconda al di sopra delle80 presenze in campo. Il tutto potrebbe anche bastare, ma sepoi all’interno dei minuti e delle presenze di questa stagioneci si mettono volate in contropiede, si quello condotto dalcapellone canadese amante del ‘soccer’ europeo, i voli al disopra del ferro e giocate che tre anni fa forse in pochi sisarebbero immaginati di poter rivedere, allora la ricetta ècompleta, ricetta nella quale il sorriso non deve mancaremai, guai a dirgli il contrario: «Per essere una squadra divertice e ad alto livello prima di tutto bisogna divertirsi, tiaiuta a superare meglio le avversità».

LE STATISTICHE DI GRANT HILL

...COSI’ NELLE ULTIME 5 PARTITE...

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OCCHI PUNTATI SU...

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PPPPoooorrrr tttt llllaaaannnndddd TTTTrrrraaaa iiii llllbbbbllllaaaazzzzeeeerrrrssssNba ‘Team by Team’

TUTTI I NUMERI DELLA SQUADRA

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RRAFFAELEAFFAELE VVALENTINOALENTINO

Stagione costellata dagli infortuni peri Blazers. Infatti, oltre a dover rinun-ciare ai due centri Przybilla e Oden,entrambi operati al ginocchio,Portland ha anche fatto a meno, pergran parte della regular season, diOutlaw e Batum, per non parlare deivari acciacchi che hanno impedito aBrandon Roy di scendere in camporegolarmente per tutte le partite. Avercentrato i playoff in anticipo, nono-stante tutte queste assenze, dimostrache i restanti giocatori dei Blazers inquanto a orgoglio e attributi nonvanno sotto contro nessuna delle altre30 squadre della lega. Merito anche di coach McMillan, da 5anni al timone della squadradell’Oregon, che è riuscito brillante-mente a superare tutti questi incidentidi percorso affidando nei momentipiù difficili la gestione in campo dellasquadra ad Andre Miller. Il play exSixers, in contumacia Roy, ha elevatoil suo livello di gioco fino a diventareil giocatore cardine, quello da cui pas-sano i palloni più importanti dell’in-contro. Ne è un esempio la partita intrasferta a Oklahoma City, in cui ilprodotto di University of Utah, hasegnato 26 punti, migliore realizzato-re per i suoi, condendoli con 4 assist e3 recuperi, trascinando la squadra allavittoria per 92-87. Mentre nella vitto-ria con Dallas, sono stati i due lunghia fare la differenza: LaMarcusAldridge e Marcus Camby. PerAldridge ci sono stati 20 punti, 10rimbalzi e 5 assist, mentre l’ex Denver,arrivato a febbraio per sopperireall’assenza di centimetri a centro area,ha chiuso l’incontro con 17 punti, 11rimbalzi e 2 stoppate. Ultimamente ètornato a brillare pure Brandon Roy,che contro i Kings ha segnato 24punti, con un ottimo 8/14 dal campo.In questo momento ai playoffs cisarebbe un interessante accoppiamen-to contro i Lakers. Per il team dicoach Jackson non sarà certo una pas-seggiata, visto quanto hanno dimo-strato questi Blazers. L’11 aprile c’è comunque la sfidadiretta allo Staples Center, una speciedi antipasto per i playoffs, sicuramen-te tutto da gustare. Da segnalareanche la sfida contro Dallas del 9 apri-le (Portland è 3-0 negli scontri stagio-nali contro i Mavs), e infine Roy ecompagni termineranno la stagioneregolare in casa contro i Warriors.

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DDDDaaaallll llllaaaassss MMMMaaaavvvveeeerrrr iiii cccckkkkssssNba ‘Team by Team’

La squadra del pazzo proprietarioMark Cuban si sta confermando unadelle papabili per giocarsi le Finals2010. Dalla trade fatta a metà gennaio,che ha portato Caron Butler in quel diDallas da Washington, i Mavs hannoun record di 19-7 e stanno giocando unbasket davvero notevole. Intensità,ritmi più elevati, gioco in transizione ediscrete soluzioni nell’attacco a metàcampo, oltre ad una panchina lunga,giovane e temibile, fanno di questasquadra una delle più pericolose pertogliere ai Lakers quel titolo diCampione di Conference, che si trovanella città degli Angeli da oramai duestagioni. La classifica parla di unsecondo posto importante, in totalebilico, però;le ultime partite saranno

fondamentali per stabilire le prime 4posizioni ad Ovest e per decretare chitra Denver, Utah e appunto Mavs riu-scirà a terminare seconda. Ilmese di aprile non è iniziato benissimoper Nowitzky e compagnia; due scon-fitte piuttosto cocenti, una contro unarivale della Eastern, una contro unadelle sorprese della Western. La primadi queste due L, arrivata per manodegli Orlando Magic, concentrati inquesta parte di stagione ad agguantareil secondo posto complessivo dellaLega, è giunta in maniera piuttostonetta (97-82 il finale), in una partita

che non ha dato adito a molti dubbi.La seconda, invece, contro gliOklahoma City Thunder, in un matchmolto combattuto ma perso in volata.Per quanto concerne il roster, gli occhisono puntati ovviamente su CaronButler; il record della squadra dal suoarrivo è tutto lì da vedere e quel che ècerto è che si tratta di un giocatore chedà versatilità, atletismo e una vastagamma di scelte offensive in più.Insomma, quel go to guy che JoshHoward non poteva più essere e chenessuno, per caratteristiche lo era nelroster dei Mavs.

TUTTI I NUMERI DELLA SQUADRA

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DDAVIDEAVIDE MMAMONEAMONE

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HHHHoooouuuussssttttoooonnnn RRRRoooocccckkkkeeeettttssssNba ‘Team by Team’

Gli uomini di coach Adelman, prividell’infortunato Yao Ming, privi diMcGrady (poi andato verso la BigApple) hanno fatto il possibile, que-sta stagione, per disputare unabuona RS. Nonostante la prematura,matematica mancata qualificazioneai Playoffs, l’ambiente dei Rocketspuò dirsi comunque soddisfatto per

il lavoro svolto, vista la mancanza di“materiale umano” a disposizione.Non dimentichiamoci che fino ad unpaio di mesi fa erano in totale lottaper un posto in griglia e solo duestrisce di sconfitte importanti (una afebbraio, sei L in sette partite, una afine marzo, 4 L in 5 partite) hannotagliato le gambe e il morale allasquadra e all’ambiente. Il rammarico c’è, se si pensa chequesta squadra, nonostante sianostati tolti pezzi pregiati come Artestnell’estate 2009, nonostante gli infor-tuni e nonostante l’assenza di Yao

Ming, ad Est disputerebbe i Playoffsad occhi chiusi. Sulle sconfitte difebbraio e marzo ha forse pagatoanche la trade fatta con iSacramento Kings, che ha portatoMartin nel Texas e Landry inCalifornia; a causa di questo scam-bio, nonostante il back-court deirazzi abbia avuto un netto migliora-mento dal punto di vista qualitativo,si sono un po’ rotti gli equilibri cheavevano portato gli uomini diAdelman a sopperire alle chiare edevidenti lacune tecniche rispetto allealtre concorrenti ad Ovest.

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Disastro totale ed disastro irreparabile.Due termini che vanno a braccetto perdescrivere gli Hornets versione 2009-10, che hanno miseramente fallito lapropria stagione e stanno viaggiandoverso un record sempre più negativo. Ilpunto più basso è stato toccato con laschiacciante sconfitta subita dai NewJersey Nets, peggiore squadra dell’NBAper record (e non solo), durante unmatch a senso unico, conclusosi 115-89e giocato il 4 aprile. Vero, va detto, gliinnumerevoli infortuni di Paul hannoinciso, ma non si tratta solo di questo;

NNNNeeeewwww OOOOrrrr lllleeeeaaaannnnssss HHHHoooorrrrnnnneeeettttssssNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

con o senza CP3 la squadra si è sempremostrata disunita, staccata, quasidisorganizzata e l’esonero di coachByron Scott, a stagione inoltrata, nonha dato quella scossa sperata. Le ulti-me 4 L sono simbolo di una stagionefallimentare che, nonostante la presen-za a roster di giocatori quali West, Paulstesso e Okafor, ha mostrato una squa-

dra spenta e, quasi, prima di obiettivi.Unica nota positiva è la stagione piùche positiva di Thorton; il piccolo play-maker ha preso spesso il posto di Pau,adattandosi sia nel ruolo di PG, che diquella di Combo-guard. In entrambi icasi, tanto agonismo, tanto impegno eintensità e risultati davvero sorpren-denti.

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MMMMeeeemmmmpppphhhhiiii ssss GGGGrrrr iiii zzzz zzzz llll iiii eeeessssNba ‘Team by Team’

Discorso simile a quello dei Rockets,vale per i Memphis Grizzlies, chehanno disputato una stagione regolaredavvero eccellente, viste le prospettiveiniziali, le difficoltà avute con Iverson ela difficile convivenza tra tutte le boc-che di fuoco offensive presenti a roster.In una qualche maniera, però, OjMayo, Gay, Randolph e compagnia èriuscita a trovare la famosa quadratura

del cerchio e ciò che colpisce è stata lacapacità, quasi naturale, di questasquadra di far divertire e di giocare unbasket davvero efficace ed esteticamen-te di ottima fattura. L’attuale record(39-39), permetterebbe a questa squa-dra di giocare i Playoffs ad Est e questosa tanto di beffa, se si considera ancheche i Grizzlies hanno dovuto mollareper mancanza di forze psico-fisiche e

nervose proprio nelle ultime settimane,quando la squadra del Tennessee haraccolto 6 sconfitte su 7 partite. Ora, i Grizzlies pensano semplicemen-te al loro futuro e stanno giocando que-sti ultimi match per concludere inmaniera degna un’annata più chedignitosa, provando a ripartire la pros-sima stagione con una nuova consape-volezza.

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

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Momento ricco di alti e bassi per i Nuggets,che passano da belle vittorie a sconfitte chefanno riflettere. Tra le vittorie da segnalare c’èsicuramente quella contro i Toronto Raptorsdel nostro Andrea Bargnani, risolta grazie a uncanestro allo scadere di Carmelo Anthony,sempre più decisivo nei finali di partita (secon-do solo a Kobe Bryant per quanto riguardaquesto particolare). Poi, in sequenza, la nettaaffermazione contro Portland per 109-92 e l’ul-tima vittoria contro i Clippers, che ha portato ilteam di coach Karl a superare per la terzavolta consecutiva il muro delle 50 W. Oltre aquesti successi, però, vi sono da segnalaresoprattutto le sconfitte contro le dirette (oquasi) rivali per l'argenteria che conta. I kocontro Celtics (113-99, dove Billups è statosovrastato da Rajon Rondo) e Magic (103-97,career high concesso a JJ Redick, 23 punti per

DDDDeeeennnnvvvveeeerrrr NNNNuuuuggggggggeeeettttssssNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

lui) erano dei campanelli d'allarme importanti,successivamente trasformatisi in allarme rossodopo la batosta rimediata contro una possibileavversaria nei Playoffs della WesternConference, i Mavericks. Punteggio finale cheparla chiaro, 109-93 in favore di Nowitzki ecompagni, con la difesa di Denver che non èriuscita a fermare il fenomeno tedesco, autoredella seconda tripla-doppia in carriera (34punti, 10 rimbalzi, 10 assist), al quale ha rispo-sto il solo J.R. Smith (27 punti per lui), con ilduo Anthony-Billups, mai entrato in partita(chiudono infatti con un complessivo 6/30 dal

campo per 21 punti totali). Davvero troppopoco per tentare l’impresa in casa dei Mavs.Questa sconfitta ha fatto riflettere molti riguar-do le possibilità di Denver di raggiungere,come l’anno scorso, la finale di Conference.Infatti in questo momento, oltre ai solitiLakers, Dallas sembra avere una marcia in più.Le prossime cinque partite, davvero impegnati-ve, vedranno Denver scontrarsi con i Thunder,i Lakers, gli Spurs, i Grizzlies e infine termina-re la stagione regolare contro i Suns. Questepartite, veri scontri diretti in vista dei PO, cipotranno dire di più sulle sorti dei Nuggets.

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RRAFFAELEAFFAELE VVALENTINOALENTINO

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PPPPhhhhooooeeeennnniiii xxxx SSSSuuuunnnnssssNba ‘Team by Team’

Per i soli dell’Arizona, si tratta fin quidi una stagione decisamente positiva;con Alvin Gentry, la squadra è tornataa correre, per la felicità di Steve Nash(36 primavere e non sentirle). Per nullapenalizzati dal dilemma Stoudemire

(sul mercato fino a Febbraio) e dagliinfortuni di Barbosa, Phoenix ha sfrut-tato la maturazione di Dragic e Lopezed il jolly di mercato Frye (11.2, 44%3), per tornare a scollinare oltre le 50vittorie.

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

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AALAINLAIN PPARENTEARENTE

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La vera sorpresa della stagione sono gliOklahoma City Thunder. Partiti per quellache doveva essere una stagione di transizio-ne per far crescere e maturare i molti giova-ni presenti nel roster, si ritrovano adesso alottare per il miglior piazzamento possibilenella Western Conference. Merito ovviamen-te di quel fenomeno con la maglietta numero35, al secolo Kevin Durant, di cui leggeretepiù approfonditamente all’interno di questonumero. 29,7 punti di media, conditi da 7,6rimbalzi e una leadership in campo che losta portando verso l’olimpo odierno dei piùgrandi giocatori NBA. Ma tralasciando volu-tamente il buon KD, il vero miracolo lo stacompiendo il suo allenatore. Scott Brooks,scuola Spurs, alla 2a stagione sulla panchinadei Thunder, è il principale favorito nellacorsa a Coach of the Year. La squadra è pas-sata dalle 23 vittorie della stagione scorsaalle 48 odierne, senza stravolgere più ditanto il roster. Mio personale Coy. Per quan-to riguarda le ultime partite, i Thunder ven-

OOOOkkkk llllaaaahhhhoooommmmaaaa CCCCiiii tttt yyyy TTTThhhhuuuunnnnddddeeeerrrrNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

gono da 4 vittorie consecutive, ottenute aPhiladelphia, a Boston, a Dallas e controMinnesota in casa. A fare la differenza, oltrea KD, ci hanno pensato Russel Westbrook(21 punti e 10 assist contro i Celtics, ben 16assist contro Minnie, suo career high neipassaggi decisivi), e Jeff Green che porta allacausa 15 punti e 6 rimbalzi di media. Il resto del quintetto titolare è formato dadue europei: Thabo Sefolosha e NenadKrstic, che magari non segnano tanti punti(6 di media per l’ex Biella, 8.5 per il serbo)

ma ci mettono grinta e voglia in difesa. Ne saqualcosa Kobe Bryant, annullato daSefolosha nell’ultima gara tra le due squadre,vinta 91-75 dai Thunder. Thabo ha infatticoncesso solo 11 punti all’MVP delle scorsefinali, forzandolo a tirare un pessimo 4/11. Nelle prossime partite i Thunder si ritrove-ranno a giocare contro tre squadre della stes-sa division (Denver, Utah e Portland) e in piùdovranno opporsi a Phoenix e Golden State,per poi chiudere la regular season in casacontro i Grizzlies.

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RRAFFAELEAFFAELE VVALENTINOALENTINO

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Sette vittorie nelle ultime dieci partite per gliUtah Jazz di coach Sloan, alla 22a stagione aSalt Lake City, che trascinati da un meraviglio-so Deron Williams sono a un passo dal rag-giungere la vetta della Northwest Division.Infatti portano in dote lo stesso record deiNuggets, ma hanno dalla loro parte un calen-dario più favorevole per le prossime 5 partite. IJazz dovranno affrontare fuori casa tre squa-dre ormai senza ambizioni di sorta (Rockets,Warriors e Hornets), mentre contro i Thundere i Suns giocheranno in casa, alla EnergySolutions Arena. Per quanto riguarda le prece-denti partite, i Jazz hanno battuto agevolmenteToronto, Washington, New York e GoldenState, perdendo la partita più importante,quella coi Lakers, dove un Boozer da 20 punti

UUUUttttaaaahhhh JJJJaaaazzzz zzzzNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

e 18 rimbalzi non è bastato per fermare LamarOdom, che ha deciso l’incontro con i suoi 26punti. Boozer, appunto, è l’ago della bilanciache può far fare a questa squadra un salto diqualità importante e le premesse ci sono tutteper far si che ciò accada. Infatti dopo le moltecritiche ricevute l’anno scorso per il mancatoimpegno e la scarsa voglia, Carlos sta zittendotutti quanti producendo 19.6 punti e 11.3 rim-balzi ad allacciata di scarpe. Per non parlaredel solito Deron Williams, oggi sicuramente trai primi 3 playmaker della lega. Le cifre parlano

chiaro, 18.4 punti e 10.6 assist per il prodottodi Illinois in 71 gare giocate. Tutto ciò, unito aivari Okur (13.3 punti e 7 rimbalzi di media),Millsapp (11.6 punti e 6.5 rimbalzi partendodalla panchina) e Kirilenko (11.9 punti e il soli-to lavoro sporco che alla fine può fare la diffe-renza) , fa dei Jazz la mina vagante di questiPlayoffs. Un avversario ostico per tutti, scomo-do da affrontare in una serie di 7 partite.Magari non vinceranno il titolo, ma potrannocertamente dire la loro in questa prossimapostseason.

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RRAFFAELEAFFAELE VVALENTINOALENTINO

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MMMMiiiinnnnnnnneeeessssoooottttaaaa TTTT ’’’’WWWWoooollll vvvveeeessssNba ‘Team by Team’

I numeri parlano chiaro: 15 vittorie totali, 2°peggior record della lega dietro ai Nets. Unavittoria nelle ultime 19 partite, arrivata controSacramento, in cui Al Jefferson ha chiuso con19 punti e 12 rimbalzi. E’ proprio lui una dellepoche note liete del team allenato dal debut-tante Kurt Rambis (ex giocatore e assistenteallenatore dei Lakers). Jefferson sta producen-do 17.4 punti e 9.4 rimbalzi a partita, ma dopol’infortunio al legamento crociato anteriore delginocchio dell’anno scorso, sembra aver persoqualche passo sia in attacco che, soprattutto,in difesa. Però partendo da una base formatadallo stesso Jefferson, da Kevin Love (migliora-to in ogni sezione statistica rispetto allo scorsoanno), dal rookie Jonny Flynn (13.5 punti e 4.4assist di media per l’ex Syracuse) e dalla giova-ne ala Corey Brewer (che ha sostanzialmenteraddoppiato i punti dall’anno scorso, passandoda 6.2 a 13 di media) si ha, almeno sulla carta,una squadra interessante e futuribile. Con unpo’ di fortuna possono pure ambire a una delleprime 2 scelte, che porterà in dote uno traJohn Wall e Evan Turner. Sempre sperandoche Ricky Rubio from Barcelona voglia lascia-re la città catalana per approdare nella terra

dei grandi laghi, anche se sembra molto diffici-le viste le ultime dichiarazioni del fenomenospagnolo. Certo se dovesse arrivare veramenteWall, si potrebbe pensare a scambiare Rubio(che vorrebbe giocare in una città con un mer-cato più grande di Minneapolis) e completarela squadra con una guardia tiratrice veramente

forte. Le ultime partite di questa disastrosa sta-gione per i T’Wolves saranno contro Warriors,Lakers, Hornets, Spurs e Pistons. Dopo di cheRambis e il G.M Khan dovranno rimboccarsile maniche per continuare la ricostruzione, ini-ziata con la cessione di KG ai Celtics nel 2007,e riportare i T’Wolves nell’elite NBA.

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

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DDOMENICOOMENICO LLANDOLFOANDOLFO

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Senza aver mai visto veramente in bili-co il 1° posto a ovest, i giallo viola siapprestano a chiudere una regular sea-son comunque in chiaro oscuro.Bryant e soci, hanno infatti da Natalein poi, un bilancio di 32-18. La spessoelogiata lunghissima panchina deiLakers, non sta incidendo come ci siaspettava e se a ciò aggiungiamol’infortunio al tendine d’Achille diBynum, non si può certo dire, che Phil

LLLLoooossss AAAAnnnnggggeeeelllleeeessss LLLLaaaakkkkeeeerrrrssssNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

Jackson dorma sogni tranquilli in vistadei Play Off. La nota lieta che potrebbecaricare ambiente e squadra è sicura-mente quella del rinnovo triennale diBryant, che in estate sarebbe diventatofree agent.SUNS (50-27) – Per i soli dell’Arizona,si tratta fin qui di una stagione decisa-mente positiva; con Alvin Gentry, la

squadra è tornata a correre, per la feli-cità di Steve Nash (36 primavere e nonsentirle). Per nulla penalizzati daldilemma Stoudemire (sul mercato finoa Febbraio) e dagli infortuni diBarbosa, Phoenix ha sfruttato la matu-razione di Dragic e Lopez ed il jolly dimercato Frye (11.2, 44% 3), per torna-re a scollinare oltre le 50 vittorie.

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AALAINLAIN PPARENTEARENTE

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Per i soli dell’Arizona, si tratta fin quidi una stagione decisamente positiva;con Alvin Gentry, la squadra è torna-ta a correre, per la felicità di SteveNash (36 primavere e non sentirle).

LLLLoooossss AAAAnnnnggggeeeelllleeeessss CCCCllll iiiippppppppeeeerrrrssssNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

Per nulla penalizzati dal dilemmaStoudemire (sul mercato f ino aFebbraio) e dagli infortuni diBarbosa, Phoenix ha sfruttato la

maturazione di Dragic e Lopez ed iljolly di mercato Frye (11.2, 44% 3),per tornare a scollinare oltre le 50vittorie.

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AALAINLAIN PPARENTEARENTE

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4444 5555SSSSTTTTAAAARRRRSSSS ‘‘‘‘NNNN’’’’ SSSSTTTTRRRRIIIIPPPPEEEESSSS

Stagione tutto sommato in linea con leaspettative per Sacramento, che puntaa costruire per gli anni avvenire. Se il presente è opaco, il futuro appareinfatti più roseo per i Kings, grazie agliottimi investimenti di mercato. DalDraft sono arrivati la combo guard,

SSSSaaaaccccrrrraaaammmmeeeennnnttttoooo KKKKiiiinnnnggggssssNba ‘Team by Team’

TUTTE LE STATISTICHE DELLA SQUADRA

Tyreke Evans (20 + 5.2 + 5.8) e ilrookie israeliano Omri Casspi, mentresul mercato, si è deciso di sacrificare il

talentuoso ma fragile Martin, per CarlLandry e soprattutto per far crescere lostesso Evans.

DIDI

NNICOLÒICOLÒ FFIUMIIUMI

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4444 6666 SSSSTTTTAAAARRRRSSSS ‘‘‘‘NNNN’’’’ SSSSTTTTRRRRIIIIPPPPEEEESSSS

GGGGoooollllddddeeeennnn SSSSttttaaaatttteeee WWWWaaaarrrr rrrr iiiioooorrrrssssNba ‘Team by Team’

La querelle di inizio stagionecon Steph Jackson e l’infor-tunio di Biedrins, hannolasciato presto presagire,come sarebbe stata la stagio-ne. Sono lontani i tempi del-l ’upset ai danni deiMavericks. Anche se nelleul-time settimane i Warriorshanno almeno deciso diregalare un piccolo sorrisoal proprio coach regalando-gli la storia ovvero la vittroiache lo rende uno dei coachpiù vincenti della Lega pro-fessionistica Americana.Non sarà una serie di playoffvinta, ma almeno unmomento di gioia e serenitàl’ex Mavs l’ha avuto.

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4444 7777SSSSTTTTAAAARRRRSSSS ‘‘‘‘NNNN’’’’ SSSSTTTTRRRRIIIIPPPPEEEESSSS

La squadra di Gregg Popovich sta termi-nando questa difficile e tortuosa RegularSeason in crescendo e la vittoria netta,schiacciante e fondamentale sui LosAngeles Lakers allo Staples Center, diqualche giorno fa, ha portato a Duncan ecompagnia una nuova spinta emotiva.Spinta ampliata dal rientro di TonyParker, a lungo fermo ai box per vari pro-blemi alle articolazioni ma ora pronto aprendere il suo posto da titolare nellospot di PG e pronto per quest’ennesimapost-season da disputare da protagonista.Popovich, parso a lungo quasi stanco diallenare in una stagione che non stavaavendo i risvolti prefissati, sta tornando avedere un piccolo raggio di sole e il fattoche esso arrivi ad aprile, dà sicuramentesperanza a tutto l’ambiente nero-argento.Se l’altra squadra Texana, Dallas, si trova-va in mezzo ad una lotta selvaggia conNuggets e Jazz, gli Spurs invece fannoparte del terzetto che si gioca il sesto, set-timo e ottavo piazzamento in questa paz-zesca lotta in vista dei Playoffs. Con lasconfitta subita dai Phoenix Suns il 7aprile (119-102, unico neo di un periodoquasi perfetto), a così poche partite dallafine, pare oramai difficile che la squadradi Popovich possa ottenere uno dei primiquattro posti (con il conseguente fattorecampo); interessante, invece, notare comei nero-argento abbiamo il medesimorecord di Thunder e Blazers (48-30) anco-ra adesso quando mancano spiccioli diRegular Season. Il giocatore su cui lafranchigia degli anni dispari può fare affi-damento è sicuramente Tim Duncan; fre-

SSSSaaaannnn AAAAnnnnttttoooonnnniiiioooo SSSSppppuuuurrrrssssNba ‘Team by Team’

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sco, riposato, arrivato al termine di que-sta RS totalmente in forma e completa-mente riposato, il Caraibico è pronto atornare a fare la differenza come ai vecchi

tempi e, con Ginobili, potrà segnare larinascita di una squadra che fino ad unpaio di mesi fa temeva addirittura di nonqualificarsi per i Playoffs.

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DDAVIDEAVIDE MMAMONEAMONE

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CCCClllleeeevvvveeeellllaaaannnndddd CCCCaaaavvvvaaaa llll iiiieeeerrrrssssNba ‘Team by Team’

I Cavs hanno ufficialmente conquistato ilvantaggio del fattore campo per tutta ladurata dei playoffs ipotecando il migliorrecord della Lega, stante anche il momen-to tutt’altro che brillante dei Los AngelesLakers. LeBron e compagni stanno ammi-nistrando tranquillamente queste ultimepartite di regular season, continuando avincere con regolarità, ma concedendosianche un po’ di riposo in vista delle benpiù provanti sfide che tra poco comince-

ranno. Dopo un marzo da 13 vittorie esole 2 sconfitte, in aprile sono arrivate 2vittorie (Atlanta e Toronto) e una sconfit-ta (a Boston). Partite in cui si è tornato avedere Zydrunas Ilgauskas che, liberatoda Wizards dopo la trade Jamison, appe-na ne ha avuto l’opportunità si è riaccasa-to nella sua Cleveland, dove è tornato avestire la maglia dei Cavalieri da 7 partitein cui è stato in campo 21 minuti, con 5punti e altrettanti rimbalzi, ma soprattut-to allungando la rotazione dei lunghi, cheancora per un po’ soffrirà l’assenza diShaq. Ha perso così il posto nella rotazio-ne Leon Powe, la cui stagione d’esordiocon i Wine-Gold, anche se non soprattut-to per motivi extra cestistici, non è statacerta indimenticabile. Ora è il momentodi sfruttare le ultime partite dell’anno

come ultima occasione per riposarsi unpo’ in vista dei fuochi artificio della postseason, ormai a sole 4 partite di distanza.L’avversario al primo turno sarà una traToronto e Chicago, che al momento stan-no facendo a gara a chi ai playoff… nonci vuole andare. Toronto, tra l’altro, è l’ul-tima vittima della band di coach MikeBrown, che ha battuto 113-101 i canadesialla Quicken Loans Arena il 6 aprile. Conl’attuale classifica i Cavs al secondo turnoincontrerebbero la vincente tra Boston eMilwaukee e in un eventuale finale diConference, a meno di sorprese, potrebbeesserci la tanto agognata rivincita contro iMagic che l’anno scorso uccisero le spe-ranze di titolo di LeBron, che, statenecerti, quella serie di playoff se l’è legata auna dito.

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4444 9999SSSSTTTTAAAARRRRSSSS ‘‘‘‘NNNN’’’’ SSSSTTTTRRRRIIIIPPPPEEEESSSS

La domanda è abbastanza legittima aquesto punto: ma i Bulls ai playoffvogliono andarci oppure no? Dopo le 10sconfitte filate che hanno introdotto lasquadra al mese di marzo ma checomunque non sono bastate a escludereChicago dalla lotta per la post season,nella Windy City si ritrovano un gruppoche una sera ha un volto e quella dopouno completamente opposto. Tra finemarzo c’è stato il -29 a Miami, subitodopo una bella vittoria contro Houston ecomunque seguito da 4 successi consecu-tivi, a loro volta seguiti dalla sconfittacasalinga contro i Milwaukee Bucks prividi Andrew Bogut. Il talento come è notonon manca e nemmeno i numeri per certiversi (i Bulls sono primi nella graduato-ria NBA per rimbalzi catturati a partita).Quello che manca, probabilmente sono lafame e la convinzione nei propri mezzi,

CCCChhhhiiiiccccaaaaggggoooo BBBBuuuullll llll ssssNba ‘Team by Team’

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che, quando ti trovi a dover rincorrere,sono una dote essenziale. Quello che iTori potranno dare lo si vedrà bene nelleultime cinque gare dell’anno, dove ver-ranno ospitati i Cavs già sicuri del primoposto assoluto e dunque decisamente piùabbordabili del solito, proseguendo intrasferta nel New Jersey e poi con ilmatch cruciale a Toronto contro iRaptors, nella sfida che probabilmentesancirà quale delle due squadre passerà

come ottava e che potrebbe, di conse-guenza, rendere inutili le ultime due par-tite contro Boston e Charlotte, lei purepartecipante interessata alla corsa postseason. Per cercare di sorpassareBargnani e compagni i Bulls possonofare affidamento sulla coppia di interni,Taj Gibson (doppia doppia in 8 delle ulti-me 10 partite) e Joakhim Noah, pezzoimportante della squadra, che dal suoritorno ha un record di 6-3.

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I New York Knicks (28-49) di Miked'Antoni si avviano a concludere l'ennesi-ma stagione travagliata, ma anche l'ulti-ma di un lungo progetto di transizione invista dell'estate prossima e dell'assalto aLebron James e Dwyane Wade. Comeultimo piccolo guaio di stagione l'infortu-nio alla spalla per Al Harrington, chedovrà operarsi e rientrerà solo nella pros-sima stagione, quando con ogni probabi-lità non sarà più un giocatore dei Knicks.A cinque gare dalla conclusione della pro-pria stagione intanto New York si è presauna bella soddisfazione, sconfiggendo104-101 al Madison Square Garden iCeltics, con una gran prova non solo diGallinari (14.6 punti e 5 rebs di media per

NNNNeeeewwww YYYYoooorrrrkkkk KKKKnnnniiiicccckkkkssssNba ‘Team by Team’

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lui) ma anche di Earl Barron. Il migliorgiocatore di New York della stagioneresta David Lee con 20.3 punti e 11.9 rim-balzi. Prossime gare sostanzialmenteininfluenti e di contorno ai temi che cir-colano già da mesi nella Grande Mela:Mike d'Antoni è l'uomo adatto per far tor-nare vincenti i Knicks? Il contratto diDavid Lee va esteso o no? Tracy McGradydeve restare? Ma possiamo scommetteregià da ora che per il team di Donnie

Walsh comincerà molto presto un'inter-minabile stillicidio di notizie e voci sul-l'ingaggio del secolo di Lebron o sul falli-mento dei piani per strapparlo dalla suanatìa Akron. Ad ogni modo la stagione2009-10 dei Knicks non è del tutto da but-tare: buoni segnali di progresso sonogiunti da Gallinari e Chandler, pezzi sucui dovrebbe reggersi il nuovo progetto, icui contorni probabilmente si decidonodalle parti di Cleveland.

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La stagione che inaugurava il dopo VinceCarter è stata terrificante per i NewJersey Nets ed è ora un sollievo per teame tifosi vedere che questa volge finalmen-te alla conclusione. Nonostante le tre vit-torie nelle ultime sei partite giocate, ilrecord di 11-66 è eloquente e non ammet-te repliche, uno dei peggiori dell'interastoria dell'Nba, in cui non c'è spazio persalvare neppure le statistiche personalipiù cheincoraggianti del centro BrookLopez che viaggia con 19 punti e 8.7 rebsa partita. Si guarda con pazienza alla pro-grammazione della prossima stagione,quella della ricostruzione e della nuovaproprietà russa sotto l'egida di MikhailProkhorov che dovrebbe essere ufficializ-zata dal board della lega non oltre la finedi aprile. Ancora un paio di anni di

NNNNeeeewwww JJJJeeeerrrrsssseeeeyyyy NNNNeeeettttssssNba ‘Team by Team’

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pazienza prima del trasferimento aBrooklyn nella nuova arena che renderà iNets di fatto la seconda franchigia di NewYork. Nel frattempo si cerca un GM, per ilquale si fa il nome dell'ex dirigente (non-chè delfino di Prokhorov) del Cska MoscaAndrey Vatunin, mentre per la panchina icandidati sono due al momento: MikeKrzyzewski che ha appena vinto il titoloNcaa con Duke ma che non pare entusia-sta della chanche di allenare i Nets, e JeffVan Gundy che non avrebbe chiuso del

tutto all'ipotesi di un ritorno in panchina.L'incertezza riguarda anche il roster dellafutura stagione, infatti si è tornati moltospesso a parlare di una trade che coinvol-ga Devin Harris a fine stagione, soprattut-to se i Nets dovessero vincere la lotteriadel Draft e selezionare -con ogni probabi-lità- la point guard John Wall dall'univer-sità del Kentucky. Insomma, dopo la peg-giore delle stagioni possibili New Jerseydovrà ricostruire e i punti interrogativisono ancora tantissimi.

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I Philadelphia 76ers (26-51) si apprestano achiudere una stagione costantemente condottasottotono, in cui la franchigia ha trovato spaziosotto i riflettori solo per il clamore suscitatodal ritorno a casa di Allen Iverson e per i suoisuccessivi, soliti ahilui, problemi fuori dalcampo.

PPPPhhhhiiii llllaaaaddddeeeellllpppphhhhiiiiaaaa 77776666 ’’’’ eeeerrrrssssNba ‘Team by Team’

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Mai davvero in grado di esprimere una pallaca-nestro convincente o comunque di competereper i playoff i nuovi Sixers senza più AndreMiller in roster ma con Elton Brand ed il suocontratto multimilionario, non hanno fattoaltro che navigare a vista, non somigliando maineppure lontanamente al team grintoso chel'anno scorso ai playoff rischiò seriamente dieliminare gli Orlando Magic al primo turno.Dalla panca Eddie Jordan ha faticato a trovarela chiave per allestire un quintetto competitivo,con grossi sbalzi di prestazione e concentrazio-

ne soprattutto dei lunghi Samuel Dalembert(comunque per lui 9.4 rebs e 8 punti di media)e Brand, mentre il giocatore più affidabile si èmostrato ancora una volta Andre Iguodala -nonostante si sia espresso ad un livello dimolto inferiore a quello della passata stagione-con 17.2 punti di media a partita e 5.8 assist.Sixers che entrano nelle ultime 5 gare dell'annoreduci da ben quattro stop consecutivi e cerca-no di iniziare a riprogettare la prossima stagio-ne con due interrogativi su tutti: ci sarannoancora coach Jordan ed Allen Iverson?

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TTTToooorrrroooonnnnttttoooo RRRRaaaappppttttoooorrrrssssNba ‘Team by Team’

Toronto si avvicina allo sprint per l'ul-timo posto playoff ad Est in evidenteaffanno. Dopo aver cambiato marcia efatto sognare ai suoi fans nel mese difebbraio addirittura il sorpasso suiBoston Celtics è arrivato un bruscorisveglio: la difesa catastrofica, un JosèCalderon molto al di sotto degli stan-dard delle stagioni precedenti e sosti-tuito in quintetto da Jarret Jack, unHedo Turkoglu deludentissimo e moltosvogliato nella sua prima annata inCanada hanno condotto i Raps alrecord negativo di 38-39 (pessimo il 14-25 ottenuto in esterna) che lascia anco-ra l'ultimo posto disponibile ad Est alla portata dei Chicago Bulls che sono ora

a sole due vittorie ora dai ragazzi diTriano (la cui posizione è fortementein dubbio per la stagione 2010-11) eavranno la possibilità di giocarsi tuttoin un win-or-go-home anticipato nelmatch all'Air Canada Center dell'11aprile. Due stop pesantissimi in filacontro Golden State e poi conCleveland sono costati ai canadesi latranquillità per le ultime 5 partite inprogramma, in cui affronteranno oltreai Bulls, anche Celtics, Hawks, Pistonse Knicks. Nel quadro di incertezza siaggiunge l'infortunio occorso a ChrisBosh (leader anche nelle statistiche di

squadra con 24 punti e 10.8 rimbalzi dimedia a incontro), che ha riportatouna frattura facciale nel match contro iCavaliers dopo uno scontro conAntawn Jamison nel corso del primoparziale di gioco e dovrà con ogni pro-babilità essere operato, questo rende itempi di recupero ancora piuttostoincerti. Servono in ogni caso almenotre vittorie nelle prossime partite percentrare l'obiettivo minimo stagionaledei playoff, nei quali in ogni caso, alprimo turno ci sarebbe ancora unavolta il durissimo ostacolo deiCleveland Cavaliers di Lebron James.

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Per la serie,”siamo a pasqua, resurrezio-ne”, anche i maghetti della capitale ritro-vano lo smalto dei bei tempi di una voltae si confermaano squadra da ultime

WWWWaaaasssshhhhiiiinnnnggggttttoooonnnn WWWWiiii zzzzaaaarrrrddddssssNba ‘Team by Team’

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giornate, quando grazie agli high in car-riera di Nick Young e Mc Gee, a quota 29e 25, agli oltre 20 di Livingston (rigene-rato) e Blatche, riescono a battere i dere-litti Warriors portando il record a 24-53,quindi enneesimo buco nell’acqua. Per la squadra che vede spesso in tribu-na il presidente Obama un ennesimobuco nell’acqua con la grana Arenas dapagare ancora, con tanti giovani ine-sperti e che senza stelle non possono

andare lontano. C’è ancora tempestanella capitale, e ci sarà bisogno di unachiamata altissima nel draft per averequalcosa per rimpiazzare Agent Zero eCaron Butler e Antawn Jamison che inun soffio di polvere magica sono sparitie senza rimpiazzi che valga la pena cita-re. Che il Mago sia stato raggirato daCavalieri e Texani più potenti? Ai posteridell’anno prossimo l’ardua sentenza, peradesso lottery.

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DDDDeeeetttt rrrrooooiiii tttt PPPP iiii ssss ttttoooonnnnssssNba ‘Team by Team’

La stagione terrificante dei Pistons si èarricchita di un nuovo, ulteriore e pocoinvidiabile capitolo. Dopo la serie di 13sconfitte cominciata il 15 dicembre2009 e terminata l’11 gennaio 2010, igiocatori di Kuester questa volta sonoarrivati a quota 11, aprendo e chiuden-do il ciclo con due sconfitte ad Atlanta

datate la prima 10 marzo e l’ultima 3aprile 2010. Nel mezzo l’onta dellasconfitta contro i Nets, due controCleveland e Indiana, una a testa conChicago, Miami, Boston e Phoenix.Quella che andrà in archivio sarà,senza dubbio alcuno, una delle piùbrutte stagioni della storia della fran-chigia, se non la più brutta in assoluto.Cercare buone notizie è pressochéimpossibile, a allora tanto vale ricorda-re i 20 assists di Will Bynum controWashington, o il titolo di migliorrookie del mese Jonas Jerebko in feb-braio, che diventa erede di giocatoridel calibro di Isiah Thomas, KellyTripucka e Grant Hill, gli ultimiPistons a fregiarsi del titolo, assieme

all’ex trevigiano Zelijko Rebraca nel2002. Lo svedese è una realtà e iPistons stanno valutando attentamentesu come comportarsi con lui nel prose-guo della sua esperienza in Mihcigan,visto che l’ex Biella, ogni giorno chepassa, dà nuove motivazioni per pro-spettargli maggiori minutaggi eresponsabilità in futuro. Passa così in secondo piano il buonmomento di Austin Daye, che ha unposto fisso nelle rotazioni della squa-dra e riesce sempre a portare il suocontributo, non solo in termini dipunti, alla squadra. Chiaro che, per ilfuturo, lui e Jerebko potrebbero finireper pestarsi un po’ i piedi e rubarsiminuti a vicenda.

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AAAAtttt llllaaaannnnttttaaaa HHHHaaaawwwwkkkkssssNba ‘Team by Team’

I falchi della Georgia sono alla loromiglior prestazione degli ultimi 10anni. Finalmente una squadra solida,che gioca con il suo collettivo e si per-mette il lusso di battere anche i Magiccon una super schiacciata finale diSmith. Loro rapprendano la classicascena americana delle “big Hopes”, lasquadra che sta simpatica a tutti e percui i non tifosi possono affezionarsi.

Una squadra low budget rispetto allealtre corazzate, che al momento con ilsuo record di 49-28 (ancora 4 da gio-care) è sola al terzo posto, con unagara piena di vantaggio sui Celtics(48-29) che però devono arrivare necessa-riamente davanti ai rossi, in quantosono sfavoriti nel confronto diretto.Sarebbe una bella soddisfazione arriva-re davanti ai Boston, ma soprattuttoevitare un quarto di finale ostico con-tro una squadra strana come Milwakeee prendere invece una squadra forsepiù tecnica come Miami (con Wade eBeaseley) ma che va molto a giornate.

Come gioco e percentuali. La crescitadal punto di vista globale di JoeJohnson e la sua redenzione a lederedell’attacco, distribuiscono una squa-dra che ha tante bocche da fuoco inattacco, Bibby, Crawford, Evans, mache costruisce le sue fortune con latanta difesa e il tanto lavoro di Smith eHorford. Speriamo che per gli Hawksnon sia finita troppo presto la benzina,dato che la svogliata sconfitta controCharlotte ha rimesso ancora in corsa iCeltics, e costringera i rossi a qualcosadi più di un semplice allenamento nelleprossime 4 gare.

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BBBBoooossssttttoooonnnn CCCCeeeellll tttt iiii ccccssssNba ‘Team by Team’

I Boston Celtics si avvicinano ai playoffcon un record tutt'altro che entusia-smante di 48-29 sporcato ulteriormen-te da quattro sconfitte nelle ultime seipartite disputate, l'ultima delle quali

contro i New York Knicks di Gallinari,mentre l'ultima vittoria resta per oraquella ottenuta con una prestazioneconvincente contro i ClevelandCavaliers per 117-113. La quarta posi-zione nella Eastern Conference è alriparo dalle inseguitrici Milwaukee eMiami, ma il terzo posto degli AtlantaHawks, molto importante per il fattorecampo ed obiettivo minimo ad iniziostagione, resta a due vittorie di distan-za e le partite da giocare fino alla finedella regular season sono appena cin-que e tutte contro squadre ancoraprese dalla lotta per un posto nella gri-glia verso le Finals. Doc Rivers haparecchio da ripensare sui suoi Celtics,autori di prestazioni molto spessospiazzanti, e che nell'ultimo periodonon hanno certo brillato. Fattori diincertezza per la post-season arrivanodai troppi infortuni e dagli scricchioliinel fisico mostrati dai giocatori più

esperti (Garnett, Allen, Wallace) negliultimi mesi che ne hanno reso il rendi-mento sul parquet altalenante; allostesso modo i motivi per sperare nell'u-nico obiettivo possibile - le Finals Nba-per una franchigia come i Celtics, stan-no proprio nella risalita delle statisti-che dopo l'All Star Game di KevinGarnett e di Ray Allen. Al rush finale iCeltics arrivano con un record migliorein trasferta (24-14) rispetto a quellointerno (24-15) e con il solito PaulPierce come migliore realizzatore con18.1 punti a partita, Rajon Rondo viag-gia a 9.8 assist di media a partita,miglior rimbalzista del team biancover-de è Kendrick Perkins con 7.6 boards aincontro. Ultime cinque partite inesterna contro Raptors, Bucks e Bulls,in casa contro Washington e poi anco-ra contro Milwaukee, che alla luce delranking di Conference è la più probabi-le avversaria al primo turno dei playoff.

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Tardivo e sorprendente risveglio deiPacers che da metà marzo ad oggi hannoinanellato 7 vittorie e sole 2 sconfitte, conanche una striscia di 5 successi filati, bat-tendo addirittura squadre del calibro diOklahoma City e Utah. Difficile spiegarsiun impennata di rendimento del genereper una squadra che da mesi si trascinasenza grandi motivazioni. Danny Grangerè la solita macchina da punti (27 abbon-danti nelle ultime cinque giocate), mauna grossa mano, ultimamente, l’ha datail reparto lunghi, che beneficia di unaserie di super prestazioni di TroyMurphy, giunto a 37 doppie doppie in sta-gione e che ha appena interrotto una stri-scia di 16 partite consecutive in cui haviaggiato in doppia cifra e nella quale lesue medie sono state 17,8 punti e 12,6rimbalzi col 51% dal campo. Ma anche igiovani Roy Hibbert e Josh McRobertshanno portato un contributo non disprez-zabile. L’ex di Georgetown ha sfiorato la

IIIInnnnddddiiiiaaaannnnaaaa PPPPaaaacccceeeerrrrssssNba ‘Team by Team’

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tripla doppia contro Houston e si confer-ma come miglior rimbalzista d’attaccodella squadra, mostrando anche migliora-menti notevoli nell’affidabilità dalla lunet-ta, dove, dopo un inizio di stagione dapoco più del 60%, ha viaggiato col 79,5%nelle seguenti 57 partite. L’ex atleta dicoach Krzyewski, sempre controHouston, ha messo a referto la suamiglior partita in carriera, uscendo dallapanchina e segnando 18 punti conditi da

12 carambole. In generale ha mostratomaggiore confidenza in campo, e neimaggiori minuti di spazio ottenuti hadimostrato di poter meritare un po’ difiducia da parte dello staff. La stagione siavvia alla conclusione con 5 partite, dove,tolte le due gare impraticabili conOrlando e Cleveland, si potrà cercare latrentesima vittoria stagionale, magra con-solazione per una franchigia da tempo nelbaratro.

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MMMMiiiiaaaammmmiiii HHHHeeeeaaaattttNba ‘Team by Team’

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I falchi della Georgia sono alla loro migliorprestazione degli ultimi 10 anni. Finalmenteuna squadra solida, che gioca con il suo col-lettivo e si permette il lusso di battere anchei Magic con una super schiacciata finale diSmith. Loro rapprendano la classica scenaamericana delle “big Hopes”, la squadra chesta simpatica a tutti e per cui i non tifosipossono affezionarsi. Una squadra low bud-get rispetto alle altre corazzate, che almomento con il suo record di 49-28 (ancora4 da giocare) è sola al terzo posto, con unagara piena di vantaggio sui Celtics(48-29)che però devono arrivare necessariamentedavanti ai rossi, in quanto sono sfavoriti nelconfronto diretto. Sarebbe una bella soddi-sfazione arrivare davanti ai Boston, masoprattutto evitare un quarto di finale osticocontro una squadra strana come Milwakee eprendere invece una squadra forse più tecni-ca come Miami (con Wade e Beaseley) mache va molto a giornate. Come gioco e per-centuali. La crescita dal punto di vista globa-le di Joe Johnson e la sua redenzione a lede-re dell’attacco, distribuiscono una squadrache ha tante bocche da fuoco in attacco,Bibby, Crawford, Evans, ma che costruiscele sue fortune con la tanta difesa e il tantolavoro di Smith e Horford. Speriamo che per gli Hawks non sia finitatroppo presto la benzina, dato che la svoglia-ta sconfitta contro Charlotte ha rimessoancora in corsa i Celtics, e costringera i rossia qualcosa di più di un semplice allenamen-to nelle prossime 4 gare.

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CCCChhhhaaaarrrr llllooootttt tttteeee BBBBoooobbbbccccaaaattttssssNba ‘Team by Team’

Larry Brown e soci hannofatto le valigie e sono salitidi un livello e hanno conqui-stato la sett ima piazza asuon di belle prestazioni,tirandosi fuori dalla bagarredell’ottava piazza contesaadesso da Toronto in van-taggio su Chicago. Il lororecord è 41-36, grande soli-dità in casa, davanti alpatron Jordan grande lavorodi collettivo con un reopartolungjhi pesante e chee ccon-ta tra i vari su Chandler,Diaw e Mohamed oltre alneo arrivo Thomas. La cre-scita di Ray Felton, la gran-de voglia di vincere di unWallace supersonico, hannocondotto gli arancioni dav-vero in alto come testimo-niato dall’ultimo roboantesuccesso contro Atlanta noncerto l’ultima arrivata e disicuro una squadra non giàin vacanza. La squadra diBrown è contratta e impre-vedibile e potrebbe trovaregrandi spazi se riuscisse acentrare un colpo in trasfer-ta. Resterà da vedere seAugustine sarà un degnocambio poer Felton, che nonpuò fare pentole e coperchi,e se la forza sotto canestrosarà sufficiente a fermare lecorazzate delle teste di serie.Curioso, ma forse interes-santissimo, sarebbe il con-fronto con Orlando, dovee iMagic, non potendo contaresull’apporto sostanziale diun Howard che si ritrove-rebbe marcato da pari ruolocompetenti, dovrebbero fareaffidamento solo sulla trup-pa di esterni e quindi, nono-stante anche gli uomini diVan Gundy siano una squa-dra da run and gun, sareb-bero costretti a lanciare laamoneta e a giocare di indivi-dualismi contro una squa-dra che ha una difesa solidae un allenatore esperto incabina di regia.

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OOOOrrrr llll aaaannnnddddoooo MMMMaaaaggggiiiiccccNba ‘Team by Team’

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DDOMENICOOMENICO LLANDOLFOANDOLFO

I falchi della Georgia sono alla loro migliorprestazione degli ultimi 10 anni. Finalmenteuna squadra solida, che gioca con il suo col-lettivo e si permette il lusso di battere anchei Magic con una super schiacciata finale diSmith. Loro rapprendano la classica scenaamericana delle “big Hopes”, la squadra chesta simpatica a tutti e per cui i non tifosipossono affezionarsi. Una squadra low bud-get rispetto alle altre corazzate, che almomento con il suo record di 49-28 (ancora4 da giocare) è sola al terzo posto, con unagara piena di vantaggio sui Celtics(48-29)che però devono arrivare necessariamentedavanti ai rossi, in quanto sono sfavoriti nelconfronto diretto. Sarebbe una bella soddi-sfazione arrivare davanti ai Boston, masoprattutto evitare un quarto di finale osticocontro una squadra strana come Milwakee eprendere invece una squadra forse più tecni-ca come Miami (con Wade e Beaseley) mache va molto a giornate. Come gioco e per-centuali. La crescita dal punto di vista globa-le di Joe Johnson e la sua redenzione a lede-re dell’attacco, distribuiscono una squadrache ha tante bocche da fuoco in attacco,Bibby, Crawford, Evans, ma che costruiscele sue fortune con la tanta difesa e il tantolavoro di Smith e Horford. Speriamo che pergli Hawks non sia finita troppo presto labenzina, dato che la svogliata sconfitta con-tro Charlotte ha rimesso ancora in corsa iCeltics, e costringera i rossi a qualcosa di piùdi un semplice allenamento nelle prossime 4gare.

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NORTHWEST DIVISIONCENTRAL DIVISION

PACIFIC DIVISIONSOUTHEAST DIVISION

SOUTHWEST DIVISION

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SCORESPLAYER PG

REBOUNDS ASSISTSPLAYER ASSIST

EASTERN CONFERENCE WESTERN CONFERENCE

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NNBBAA SSTTAATTSSPLAYER REBOUNDS

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Un aspetto spesso trascurato, almeno secondo il nostro modo diosservare l’NBA, è il seguito che una squadra riscuote tra il pro-prio pubblico. Nelle ultime due stagioni, forse a causa dellacrisi economica che ha colpito in particolar modo gli StatiUniti, il livello medio di spettatori nelle arene NBA è pericolosa-mente precipitato. E questo è un dato che, oltre a riempirci dimalinconia quando osseviamo nidiate di seggiolini vuoti, hauna discreta rilevanza per questioni puramente economiche.

Infatti il famoso salary cap, il tetto ingaggi oltre cui le squadrenon possono (teoricamente) eccedere, è calcolato in base agliintroiti derivanti dalle arene grazie ad un calcolo piuttosto com-plicato. Il risultato, in parole povere, è semplice: meno gente vaa vedere le partite, meno le squadre potranno spendere sul mer-cato dei free agent. Volendo, questa catena potrebbe dilungarsia dismisura fino a creare un circolo vizioso, perché se ci sonomeno soldi per firmare free agent, alcuni di questi potrebbero

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SSTEFANOTEFANO PPANZAANZALO STUDIO

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essere attratti dalle sempre più ricche ed ambiziose sirene euro-pee, e di conseguenza il livello qualitativo della NBA tenderebbea scemare, suscitando quindi meno interesse da parte del pub-blico che andrebbe sempre meno volentieri a seguire la propriasquadra, e così via. Ma questo è un altro discorso. Se è vero,dunque, che gli spettatori americani trascurano sempre più learene, è anche vero che continuano a persistere delle vere e pro-prie oasi felici che, anche con una squadra non (più) valorosis-sima, continuano ad accumulare raffiche di “Tutto esaurito”: èil caso dei Chicago Bulls, che dopo l’epoca di Micheal Jordanhanno vissuto un vero e proprio deperimento, quindi la lentarisalita degli ultimi anni ha risvegliato nei tifosi dell’Illinois lapassione di un tempo. Sono 20.702 gli spettatori che i Bulls tra-scinano allo United Center ad ogni partita casalinga, vale a direil 99% della capienza totale. È il dato più alto tra tutte le fran-chigie dell’NBA. Anche Portland, pur non navigando nel maredolce dei primissimi posti della classifica, attrae tantissimopubblico, 20.488 spettatori di media, addirittura il 102.5% dellacapienza complessiva (ufficiale) dell’arena. I Blazers occupanola terza piazza in questa speciale classifica, alle spalle deiCleveland Cavs, che vantano 20.562 presenze a partita. In que-sto caso i tifosi dei Cavs non sono attratti soltanto dagli splendi-di risultati che sta collezionando la squadra di coach MikeBrown, ma soprattutto dalla presenza di un uomo simbolo, unoshow-man come forse mai si è visto in campo sportivo. Stiamoparlando ovviamente di LeBron James. L’eventuale – ma secon-do molti, sempre meno probabile – cessione del Prescelto, infat-ti, sarebbe una tragedia per i Cavs anche dal punto di vista eco-

nomico (La gente paga per venire a vedere LeBron.. e compratante, tantissime magliette con numero 23), oltre che da quellodei risultati. Seguono in classifica Dallas al quarto posto (104%rispetto alla capienza massima…), New York, Utah, Lakers,Detroit, Boston, San Antonio. I Knicks, ovviamente, hanno unappeal che neanche una lunghissima serie di stagioni perdentipotrà mai cancellare, senza contare i numerosissimi turisti dellaGrande Mela, che almeno una volta nella vita vorrebbero poterdire di essere stati al Madison Squadre Garden, senza dubbio ilpalazzo più affascinante del mondo. I Pistons, dopo anni in cuiera assolutamente impossibile rimediare un solo biglietto perentrare al Palace di Auburn Hills, occupano una malinconicaottava piazza in questa speciale classifica con 18668 spettatoridi media, che riempiono solo l’84% dell’arena. L’anno preceden-te, ad esempio, con 21.887 paganti a partita, il Palace era occu-pato mediamente per il 99.1%, ed era il palazzo più affollatodella lega. La classifica, come prevedibile, vede i derelitti NewJersey Nets sul fondo della classifica grazie ad un poco edifican-te 68% di campienza media, pari a 13mila spettatori ad ognisingola gara. Un dato che dovrebbe far riflettere, in quanto dasempre l’NBA ha contato sul fatto di vendere un prodotto unico,ambito e ricercato. Da notare come, 28esimi, siano piazzati i Memphis Grizzliesnonostante l’ottima stagione disputata da Randolph e compa-gni. Da queste parti il lavoro per convincere un pubblico stori-camente più legato al College Basketball è decisamente duro.Ma le premesse instaurate quest’anno lasciano ben sperare,almeno dal punto di vista del gioco e dei risultati.

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QQUUAALLCCUUNNOO VVOOLLÒÒ SSUULL NNIIDDOO DDII GGIILLBBEERRTT

Ok non si tratta di un ospedale psichiatrico ma ‘solo’ diuna casa di accoglienza e, difficilmente, vedremo ilnostro Agent Zero condurre una rivolta tra i pazienti asuon di partite a pallacanestro come nel film cult recita-to da Jack Nicholson.Fatto sta che Gilbert Arenas si appresta a ‘pagare’ (nonla scommessa di gioco si chiaro) il suo debito con la giu-stizia per i noti fatti del Verizon Center.Il Giudice della Corte superiore del Distretto dellaColombia, Robert E. Morin ha condannato il giocatore

dei Wizards a 400 ore di servizio alla comunità ed unamulta di cinquemila dollari. Arenas passerà, dunque, un mesetto circa in una casa diaccoglienza e, particolare curioso della sentenza, il gio-catore non potrà toccare la tanto amata palla a spicchi(pensavate la pistola eh?).Il giudice ha così sentenziato: “La faccenda si potevarisolvere in pochi minuti, invece non si sono comportatida uomini maturi tirando in gioco la faccenda delrispetto per poche centinaia di dollari”.Evidentemente il magistrato non ha mai visto i westerndel nostro amato Sergio Leone.

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AALESSANDROLESSANDRO DELLIDELLI PPAOLIAOLILA RUBRICA

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Stars ‘N’ Stripesideato da: Domenico Pezzella

scritto da:

Alessandro delli Paoli

Leandra Ricciardi

Nicola Argenziano

Nicolò Fiumi

Domenico Landolfo

Stefano Panza

Vincenzo Di Guida

Guglielmo Bifulco

Stefano Calovecchia

Davide Mamone

Stefano Livi

Raffaele Valentino

info, contatti e collaborazioni:

[email protected]

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SSEE MMII LLAASSCCII NNOONN VVAALLEE

Sembra che il ‘Signore degli Anelli’ della NBA abbiapreso alla lettera le parole della vecchia canzone di JulioIglesias e, infatti, nelle scorse settimane, ha allontanato ipropositi di pensionamento.Phil Jackson, insomma, vede ancora lontano il giorno incui si ritirerà dalle scene del basket a stelle e strisce e sidedicherà alla sua amata fattoria nel Montana.Jacks ha rivelato al sito Nba.com che il suo stato di salu-te è migliorato e gli consentirà di proseguire la sua

avventura sulla panca dei ‘Lacustri’: “Fisicamente stosempre meglio e me la sento di continuare questo pro-getto. Penso a George Karl che sta attraversando unbrutto periodo e penso che sia un gran peccato perchèDenver ha un progetto che lo vede coinvolto direttamen-te. L’accordo finanziario? Non sarà un problema”.Scacciate via, dunque, anche le incertezze relative al pro-lungamento del contratto con i gialloviola. Insomma,almeno per ora, l’unica fattoria a cui coach Zen dedi-cherà attenzioni sarà quella di Farmville.

LA RUBRICA

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DDRRAAFFTT 22001100 PPRREEVVIIEEWWCi siamo lasciati alle spalle una stagione emozionantee manca ancora qualche mese all’inizio di una nuovastagione NFL ma siamo già ad un punto cruciale pertutte le franchigie, il Draft 2010, evento che si svolgeràtra il 22 e il 24 aprile, e sui cui i team cercheranno dicostruire il proprio futuro.In queste righe cercheremo di scoprire i migliori pro-spetti ruolo per ruolo e proveremo a capire i bisognidelle varie franchigie in modo da prevedere le loromosse e su quali giovani andranno a puntare.QQUUAARRTTEERRBBAACCKKSS##11 SSAAMM BBRRAADDFFOORRDD ((OOkkllaahhoommaa))Nonostante sarebbe stato una delle prime scelte deldraft 2009 ha optato per rimanere un ultimo anno in

Oklahoma. Senza dubbio è il miglior QB del draft diquest’ anno, preciso, veloce e furbo. C’è da dire che ilfisico non lo aiuta molto, e ciò potrebbe costargli qual-che problema trovandosi di fronte a difensori comeRay Lewis o chi per lui. Il team che sembra averneurgente bisogno è St.Louis, dove Bulger non sembraaverne più, insieme ad Avery e Jackson, potrebbe averel’occasione di crescere nella maniera più adatta e ripor-tare il grande football nel Missouri anche se sembranoremote le possibilità di riportare “The Greatest Showon Turf”.##22 JJIIMMMMYY CCLLAAUUSSEENN ((NNoottrree DDaammee))Altro giovane fenomenale, molto versatile e veloce, contutte le carte in regola per diventare un grande quarter-back nell’NFL ma che alterna giocate straordinarie a

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RRooaadd ttooDDrraafftt 22001100

partite sotto la sufficienza. Il team più interessato allesue prestazioni sembrava Washington, ma dopo iltrade che ha portato McNabb nella capitale, Clausendovrebbe essere diretto verso Cleveland, Jacksonville oBuffalo.##33 CCOOLLTT MMccCCOOYY ((UUnniivv.. OOff TTeexxaass))Dalla sua ha l’esperienza essendo starter nel college dal2005 con 53 gare giocate, oltre 13,000 yds lanciate e112 TD. E’ tra i migliori nei lanci di media gittata, sicu-ro nella tasca ma abile anche quando c’è da correre.Lascia qualche perplessità la potenza del braccio e lasua fragilità, questo potrebbe costringerlo ad affronta-re un anno da backup in NFL magari in Tennessee conVince Young a fare da chioccia.RRUUNNNNIINNGG BBAACCKKSS##11 CCJJ SSPPIILLLLEERR ((CClleemmssoonn))Corre (1,212 yds nel 2009), lancia (1 TD pass in carrie-ra), ritorna i punts (secondo a nessuno nel college) ericeve (503 yds e 4 TD nell’ultima stagione). La sua ver-satilità consentirà all’attacco che si assicurerà le sueprestazioni di avere un’arma in grado di trafiggere ledifese avversarie. Di contro la limitata altezza non gliconsente di poter bloccare per il proprio qb nel miglio-re dei modi costringendolo a non essere in campo inmolte azioni di passaggio. Comunque previsto tra leprime 20 scelte.##22 JJOONNAATTHHAANN DDWWYYEERR ((GGeeoorrggiiaa TTeecchh))Il running back che farebbe sicuramente comodo amolte squadre. Veloce e potente, oltre 10 TD nell’ulti-ma stagione. Dovesse accasarsi in un team che fa dellecorse il proprio punto di forza potrebbe creare qualchegrattacapo agli avversari. L’head coach dei Bills ed exallenatore di Dwyer, Chan Gailey, ha rivelato che il gio-catore ha qualche problema a tenere il proprio pesosotto controllo; tuttavia nella combine ha registrato unmagro 4.59 sulle 40yds nonostante fosse dimagrito di 5kg circa.##33 RRYYAANN MMAATTHHEEWWSS ((FFrreessnnoo SSttaattee))Il running back che più ha impressionato nella combi-ne dove ha percorso le 40 yds in 4.41 e sembra avereanche delle buone mani. Gli esperti pronosticano lasua scelta tra la fine del primo round e l’inizio delsecondo ma non sembra ancora pronto per affrontareuna stagione da starter.WWIIDDEE RREECCEEIIVVEERRSS##11 DDEEZZ BBRRYYAANNTT ((OOkkllaahhoommaa SSttaattee))Il numero uno nel suo ruolo nel draft 2010.L’importanza con i Cowboys in NCAA si è fatta sentireuna volta che è stato sospeso, altrimenti Oklahoma St.avrebbe potuto dire la sua per il BCS Bowl. Ottimofisico e dotato di grande atleticità pecca un po’ in velo-cità, percorre le 40yds in 4.5 ma resta comunque ungiocatore che tornerebbe utile ad ogni team NFL.##22 GGOOLLDDEENN TTAATTEE ((NNoottrree DDaammee))Ha tutte le potenzialità per diventare una star NFL. Gliscouts lo paragonano a Steve Smith dei Panthers, vistala sua velocità, 4.36 nella combine, e la sua abilità diguadagnare yards dopo la ricezione. Qualche proble-ma mostrato nell’ultima stagione nel prendere le pallelanciate da Clausen non dovrebbe permettergli dioccupare il ruolo di primo WR ma la capacità di ritor-nare i punt gioca a suo favore.## 33 DDAAMMIIAANN WWIILLLLIIAAMMSS ((UUSSCC))Grandi corse dopo la ricezione e la calamita sulle manisono le caratteristiche di questo ventiduenne ricevitoreche deve ancora migliorare sulla velocità e sull'elusi-vità. Qualsiasi squadra prenderà Williams avrà quindia disposizione un ricevitore abile nel possesso.TTIIGGHHTT EENNDDSS## 11 JJEERRMMAANN GGRREESSHHAAMM ((OOUU))Grandissimo tight end prima di saltare l'ultima stagio-ne NCAA a causa di un infortunio al ginocciho che l'hatenuto lontano dai campi per molti mesi. Nel 2008 erauno dei target preferiti da Bradford, quando ha con-cluso la stagione ad oltre 1000yds e 14 TD. In pocheparole si tratta di un wide receiver nel corpo di un tight

AROUND THE USA DIDI

SSTEFANOTEFANO LLIVIIVI

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end. Da migliorare ancora per quanto riguarda i blocchi e sono da vedere le suecondizioni fisiche.##22 RROOBB GGRROONNKKOOVVSSKKYY ((AArriizzoonnaa))Nonostante anche lui sia stato fermo nel 2009 da un infortunio alla schiena, sembraavere le caratteristiche necessarie per diventare un grande TE. Le sue misure (198cm x 118 kg) ne fanno un buon bloccatore che sa essere anche abile nelle ricezionima, come nel caso di Gresham, il punto interrogativo è la condizione fisica del gio-catore.##33 AAAARROONN HHEERRNNAANNDDEEZZ ((FFlloorriiddaa))Uno dei target preferiti da Tebow nell'ultima stagione, ha chiuso il campionato con850 yds e 5 TD. Molto veloce (sotto i 4.6 sulle 40yds) buone mani, ma di certo bloc-care non è la sua specialità visto il fisico minuto e queste caratteristiche lo fannosembrare più un WR che un vero e proprio TE. OOFFFFEENNSSIIVVEE LLIINNEE## 11 RRUUSSSSEELL OOKKUUNNGG ((OOkkllaahhoommaa SStt..)) OOTTUno dei migliori prospetti dell'intero draft di quest'anno. Okung ha impressionatonel college giocando grandi partite contro le migliori difese che la Big 12 aveva daoffrire. Avrebbe bisogno di qualche chilo in più per affrontare al meglio i DEdell'NFL. Sembra che in Kansas ci abbiano fatto un pensierino vista la non imba-razzante linea offensiva dei Chiefs.##22 MMIIKKEE IIUUPPAATTII ((IIddaahhoo)) OOGGNella prossima stagione, il samoano porterà sui campi NFL i suoi 150 Kg. Guardiaversatile in grado di giocare anche come tackle di destra. Nell'ultima stagione nonha permesso a nessun avversario di effettuare un sack ai danni del proprio QB.Dovrebbe essere scelto tra i primi 10-15 del draft ed Oakland sembrerebbe la fran-chigia che più di tutte ne ha bisogno.#3 BRYAN BULAGA (Iowa) OTProviene dal college noto per essere fucina di altri ottimi OL come Steinbach,Gallery e Yanda. Ottimo nelle situazioni di corsa per aprire i varchi nella difeseavversarie, pecca un po' di versatilità e questo non gli consente di giocare anche asinistra. DDEEFFEENNSSIIVVEE LLIINNEE##11 NNDDAAMMUUKKOONNGG SSUUHH ((NNeebbrraasskkaa)) DDTTE’ considerato uno dei migliori prospetti per il draft 2010. Ne parlano come ilmiglior DT da 30 anni a questa parte. Può coprire perfettamente il ruolo di DT inuna difesa 4-3 o di DE in una difesa 3-4 grazie alla sua agilità nonostante pesi quasi140 kg. Forte, atletico, versatile, intelligente, con un grande carattere. Gli scouthanno cercato i punti deboli del forte difensore, non ce ne sono molti. Forse l’unicoproblema per Suh potrebbe essere quello degli infortuni subiti nel primo anno delcollege ma si parla comunque di cinque anni fa. I Rams, ai quali spetta la primascelta nel draft, non dovranno farsi sfuggire l’occasione di prendere nel proprioroster una delle future stelle NFL.##22 GGEERRAALLDD MMccCCOOYY ((OOkkllaahhoommaa)) DDTTEcco un altro defensive tackle con i focchi. Inserito nella top 5 del draft dagli scout,è descritto come “un’ancora” per la sua stazza, McCoy potrà comunque far affida-mento sulla sua velocità, 4.96 sulle 40 yds, tempo molto basso per uno del suo peso.Leader difensivo nel college nonostante la sua giovane età, appena ventiduenne, hadimostrato di avere anche la testa oltre che il fisico. In confronto a Suh, è forsemeno forte, come ha mostrato nella combine dove si è fermato a 23 alzate su pancamentre il collega è arrivato fino a 32.##33 DDEERRRRIICCKK MMOORRGGAANN ((GGeeoorrggiiaa TTeecchh)) DDEE

Miglior prospetto per quanto riguarda i DE, Morgan è una buona combinazione diforza e velocità. Anche lui molto giovane, 21 anni, e questo potrebbe costargli qual-cosa in esperienza tuttavia è considerato il numero uno del ranking nel suo ruolo, eciò può solo voler dire che è già pronto per il grande salto.LLIINNEEBBAACCKKEERRSS##11 RROOLLAANNDDOO MMccCCLLAAIINN ((AAllaabbaammaa)) MMLLBBQuello che Ray Lewis è per i Ravens, così McClain lo è stato per ‘Bama nella difesa3-4 di Nick Saban; ed è proprio avendo fatto esperienza in questo tipo di difesa chepuò essere starter alla sua prima stagione in NFL. Molto forte contro le corse e unabuona capacità a coprire i tight end non essendo molto veloce da giocare comeesterno per marcare a uomo i ricevitori più veloci.##22 BBRRAANNDDOONN GGRRAAHHAAMM ((MMiicchhiiggaann)) OOLLBBDifensore abbastanza completo che può contare su una buona velocità e una sor-prendente forza. Molto versatile, può giocare sia come OLB in una difesa 3-4 oanche come DE in una 4-3 anche se la sua limitata altezza e le braccia troppo cortehanno indotto alcuni a credere che sia più adatto al ruolo di linebacker.##33 SSEERRGGIIOO KKIINNDDLLEE ((TTeexxaass)) OOLLBBSenza ombra di dubbio, il migliore LB della scorsa stagione nella Big 12. Anche luiadatto sia come uomo di linea nella 4-3 o come esterno nella 3-4. Abile a crearequalche problema al quarterback o a seminare il panico nel backfield. Cosa nongioca a suo favore? Kindle è stato vittima di numerosi infortuni e di qualche inci-dente che poco hanno a che fare con i campi da gioco come quello dell’estate scorsaquando finì con la sua auto in un appartamento!CCOORRNNEERR BBAACCKKSS##11 KKYYLLEE WWIILLSSOONN ((BBooiissee SSttaattee))Nelle combine ha dimostrato di essere il CB più appetibile. Atleticità e una buonadose di forza sono i suoi punti di forza. Non molto alto, potrà avere qualche proble-ma contro i ricevitori più lunghi, nonostante ciò, le sue spiccate abilità sia in coper-tura che in marcatura gli consentiranno di essere scelto al primo round.##22 JJOOEE HHAADDEENN ((FFlloorriiddaa))Ottimo in copertura, ha contribuito a far diventare la difesa dei Gators una dellemigliori nella SEC. Tuttavia non ha impressionato molto nella combine con unmediocre 4.6 sulle 40 yds, forse troppo lento per un CB, segno che deve migliorarela fase di marcatura a uomo nonostante nel college sia riuscito a mascherare questodifetto; ma si sa, i ricevitori in NFL sono di un altro pianeta.##33 DDEEVVIINN MMccCCOOUURRTTYY ((RRuuttggeerrss))McCourty è forse il cornerback più intelligente tra quelli disponibili. Riesce a legge-re le giocate prima che accadano. A questo abbina delle buone doti atletiche anchese non eccelle né nella capacita di intercettare i lanci né nella velocità facendolodiventare una ottima scelta nel secondo round. SSEECCOONNDDAARRYY##11 EERRIICC BBEERRRRYY ((TTeennnneesssseeee)) SSSSDopo Ndamikong Suh, ecco un altro giocatore che può essere legittimato ad unapossibile scelta numero uno del draft. Negli anni del college ha impressionato per isuoi interventi sui passaggi e per la capacità di causare molti turnovers tra intercettie fumbles. ##22 EEAARRLL TTHHOOMMAASS ((TTeexxaass))E’ un safety che gioca come un cornerback, forte sia in copertura che in marcaturaa uomo. Molto veloce e, come il suo collega di reparto Berry, non ha una stazza dasafety, ma, a differenza dell’ex Tennessee, questa caratteristica gli ha causato moltiproblemi sui tackle.

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DDoonn NNeellssoonn eennttrraa nneellllaa ssttoorriiaaCome auspicato qualche numero orsono in Stars’n Stripes, finalmenteDon Nelson è riuscito a coronare ilproprio obiettivo stagionale; di certonon si parla di playoff, vista l’inade-guatezza del roster della franchigia diOakland dinanzi alle ben più attrezza-te corazzate della WesternConference, bensì dell’agognatissimoprimato di vittorie in carriera da HeadCoach nella storia del gioco: prima dilui giaceva al comando il mite LennyWilkens, ma con la vittoria ottenutadai Warriors sui TWolves pochi giornifa, Don è ufficialmente diventato ilcoach più vincente della storia NBA (1.333 W in regular season). Un prima-to che aveva intenzione di raggiungerein questa stagione, la sua ultimaannunciata: non che avrebbe chiestoqualche riconferma se non avessedovuto farcela entro quest anno, masicuramente fermarsi a pochi cm daltraguardo sul più bello sarebbe statoinopportuno per la sua comunque glo-riosa carriera.Da verificare per quanto tempo resi-sterà tale record, vista la vicinanza diJerry Sloan e di Phil Jackson, che dicontro comunque iniziano a patire ilpeso dell’anagrafe e a mostrare inten-zioni di ritiro entro i prossimi anni,soprattutto il secondo.

NBA NEWS

Fonte foto: http://www.nakednews.it

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TT--MMaacc ggiiàà ssttuuffoo ddeeii KKnniicckkss??Non potevamo certo pretendere che Tracy McGrady por-tasse i New York Knicks ai playoffs: magari qualcuno losperava, ma probabilmente nemmeno un Michael Jordanreduce da prolungati infortuni e inattività ci sarebbe riu-scito. L’esperimento di Walsh è ancora lungi dall’essereritenuto un fiasco e probabilmente il prossimo lugliopotremo tirare meglio le somme, e giudicare saggiamentel’esperienza di TMac nella Big Apple: intanto oltre ai pro-positi di accogliere 2 superstar nella capitale del mondo,sembra protrarsi un futuro inaspettato e assolutamenteaffascinante per the Big Sleep: un doppio ritorno al pas-sato, ossia un accordo con la sua ex-squadra, gli OrlandoMagic, assieme al suo ex compagno di squadra e cugi-no(?) alla lontana Vince Carter ai tempi dei TorontoRaptors.È presto per valutare la verosimilità dell’eventuale ingag-gio, ma quest’ ultima ipotesi tecnicamente calzerebbe apennello per Tmac, ben più del progetto ancora fittizio ea rischio di implosione dei Knicks.Il tempo ci dirà tutto….

DIDI

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Per la serie “a volte ritornano”: Devin Harris, attuale leader dei New JerseyNets, in attesa del previsto terremoto di Luglio , non ha esitato ad avallare lereferenze di coach Avery Johnson, come futuro capoallenatore della franchigiadi Prokhorov: “ Adoro Avery…tantissimo. Riuscirebbe ad allenare bene in qua-lunque tipo di contesto e franchigia, e se sono il giocatore NBA che oggi vede-te, il merito è in gran parte suo.”Notevole attestato di stima quello della giovane point guard nei confronti delsuo ex coach ai Dallas Mavericks, con i quali raggiunse nel 2006 una storica etragica finale NBA, da protagonista assoluto.Peccato che in cima alla lista delle preferenze del magnate russo ci sia il frescovincitore dell’ultimo torneo NCAA con Duke, nonché allenatore dell’ultimaOlimpica fregiata d’oro Statunitense, Mike Krykzewski e che l’unica cosa chesembra veramente sicura di non cambiare nella squadra la prossima estate siail nome Nets.

DDeevviinn HHaarrrriiss cchhiiaammaa......AAvveerryy JJoohhnnssoonn rriissppoonnddee??

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