Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

53
IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO d d e e l l l l M M v v p p c c o o l l p p i i s s c c e e a a n n c c o o r r a a L L a a m m a a l l e e d d i i z z i i o o n n e e

description

Il periodico on line per gli amanti della palla a spicchi d'oltre oceano

Transcript of Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Page 1: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANOIL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO

ddeellll’’MMvvpp ccoollppiissccee aannccoorraa LLaa mmaalleeddiizziioonnee

Page 2: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Altro che kriptonite

SSuuppeerrmmaann vvoollaa ii nn ffiinnaallee ddaa KKoobbee

Page 3: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

SSuuppeerrmmaann vvoollaa ii nn ffiinnaallee ddaa KKoobbee

Page 4: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

44 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Non tutti i mali vengono per nuo-cere, anche quando per mali siintende dei veri e propri guai fisiciche ti possono segnare l’esistenzase non sei una persona con uncarattere forte ed amante della vita.Questo è quello che sicuramente sipuò dire di Kevin Laue liceale cheil prossimo anno scenderà incampo in Division I della Ncaanonostante un handicap che all’in-terno di un gioco come quello dellapallacanestro dovrebbe escluderequalsiasi tipo di presenza in unasquadra o team, figurarsi nelladivisione migliore del CollegeBasket a stelle e strisce. Lui però cel’ha fatta, non si fatto sopraffaredalla sfortuna e dal destino crudeleche lo ha visto nascere e crescerecon una sola mano, la destra, e ha

conquistato il suo sogno prima alivello liceale e ora a livello colle-giale. Addirittura è stato oggetto diun articolo da parte di SportIllustreted che lo aveva definito ungiocatore, lui alto 210 cm, entusia-smante (altri addetti ai lavoriavrebbero pronosticato un futurodominante senza il problema fisicondr). Lo stesso che magari avrannopensato quelli dello staff diManhattan College, dal momentodal prossimo anno Kevin sarà unJaspers a tutti gli effetti. Una sceltache potrebbe aprire nuove frontie-re e nuove situazioni specialmenteper chi nonostante le disgraziedella vita è comunque dotato di untalento enorme lo stesso che haportato Laue in Division I anchesenza una mano.

Quando il talento va oltre tutte le frontiere,Kevin Laue giocherà in Division I

nonostante la menomazione al braccio

Dopo aver perso circa dieci milioni di dollari, il primo presidente‘nero’ di una franchigia Nba è pronto a vendere. MJ in poe position

Guai economici per i BobcatsNon c’è pace alcuna. Dopo esse-re ritornata nel giro delle fran-chigie Nba dopo la dipartita diqualche anno fa e lo spostamen-to del titolo degli CharlotteHornets nel New Orleans, e larinascita con il coinvolgimentodi un grande di questo gioco edel passato, Michael Jordan, lacittà di Charlotte si rivede inbilico e con la possibilità che laNba possa di nuovo essere unqualcosa di passaggio o comun-que non nel Dna della città. E’ ormai luogo comune che lacrisi economica in cui tutto ilmondo è caduta negli ultimitempi ha reso le cose dure pertutti, ma qui si esagera. Diecimilioni di dollari. Sarebbe que-sto l’ammontare delle perditeche Bob Johnson, il primoowner di colore della Nba, si èritrovato in meno all’interno delproprio conto corrente. Un ammontare troppo pesanteper pensare di sopravvivere nelmondo degli affari, figurarsiall’interno del mondo del baskete precisamente all’interno dellaNba dove mantenere una fran-chigia non costa certo quantoandare allo stadio la domenica.Ed allora? Beh la soluzione

ancora una volta resta la stessa:picchettare al di fuori della sedesociale dei Bobcats il cartellonecon ‘For Sale’ scritto sopra inattesa di risposte. A dire il veroqualche piccola risposta sembragià essere arrivata o quantomeno auspicata da parte dellostesso Bob Johnson che avrebbeaddirittura individuato il sogget-to a cui vendere tutta la baracca:Michael Jordan. Mj che detiene la quota di mino-ranza della franchigia potrebbeessere la soluzione migliore equella più veloce per evitare laseconda dipartita e la secondafuga da Charlotte. «Attualmente il mio interesse atutta la faccenda è quello di unnormale investitore, anche senon nego che è abbastanza forte- ha commentato Air Jordan -.Acquistare tutta la squadra inquesto momento non mi sembral’opzione ideale, ma se con lealtre parti si riesce a trovare undeterminato accordo non midispiacerebbe accrescere il mioinvestimento».Tanto per la cronaca il valoreattuale degli Charlotte Bobcatssi aggira attorno ai 284 milionidi dollari.

Stars ‘N’ StripesStars ‘N’ Stripes

ideato da: ideato da: Domenico PezzellaDomenico Pezzellascritto da:scritto da: Alessandro delli PaoliAlessandro delli Paoli

Leandra RicciardiLeandra RicciardiTommaso StaroTommaso Staro

Nicolò FiumiNicolò Fiumiinfo, contatti e collaborazioni: info, contatti e collaborazioni:

[email protected]@hotmail.it

didi

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

Page 5: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

55SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Eppure sembrava strano che la nuovaaccoppiata tra la Numero1 al DraftNba e i Los Angeles Clippers nondoveva riservare delle sorprese. Settuto fosse andato liscio e normalequalcuno si sarebbe anche preoccu-pato e a l dire il vero dopo le dichiara-zioni d’amore avvenuto dopo la palli-na col nome dei cuginetti dei Lakers,nei confronti di Balke Griffin avevanofatto già venire più di una grattacapoall’interno di tanti addetti ai lavori, edinvece…Invece i Clippers restanosempre i Clippers e quindi quando cisono loro niente è scontato, niente ècome sembra o almeno fino a quandotutto non rientra nei canoni, scioc-cando l’intero mondo Nba, e magarisi può pensare che almeno ci si è fattauna bella risata. Perché forse nessuno

ci crede poco e tanti invece credonoche quest’ultima risata possa stentaread arrivare? Beh perché a quantopare dopo le dichiarazioni d’amore dicui sopra, dopo le notizie che avevanodato il team losangelino ben interes-sato a Blake Griffin (in maniera taleda scatenare anche altre franchigie abussare alla porta di Sterling pereventuali cessioni di giocatori di frontline ritenuti in esubero quali peresempio Kaman e Camby), ora sem-bra che i Clippers vogliano tenersiaperta qualsiasi tipo di opportunità edi possibilità. Come andrà a finire? Ai posteri l’ar-dua sentenza. Intanto di sotto il possi-bile e probabile Mock con Los Ange-les in pole in attesa che tutto vengachiarito.

E se i Clippers avessero in mente dicedere o di considerare l’idea di cedere

la numero uno? Mai dire mai...

Solo 37 anni e tre stagioni dal suo ritiro Grant ha il morbo di Parkinson.«Ho paura, quello che mi spaventa è perdere il controllo di me»

La battaglia...di Brian GrantScelto dai Sacramento Kings, dodicistagioni Nba da tre anni ormai ungiocatore effettivamente ritirato. Unacarriera trascorsa tra sei squadre eduna reputazione di giocatore duro edifficile da affrontare sotto le plance.Sacramento Kings (1994–1997),Portland Trail Blazers (1997–2000),Miami Heat (2000–2004), LosAngeles Lakers (2004–2005), PhoenixSuns (2005–2006), Boston Celtics(2006) le squadre con cui ha giocatoe diviso il parquet prima di ritirarsial termine della stagione del 2006quando appunto vestiva la canottaed i pantaloncini dei Boston Celtics.Insomma da un giocatore come luitutto ci si aspetta tranne che poientre tre anni il suo nome sarebbefinito e tornato alla ribalta della cro-naca non per un ritorno in campocome spesso accade per giocatoriormai ritirati, ma per un qualcosa dimolto più serio e molto più impor-tante. Si tratta di problemi di salute,problemi chelasciano sempreun momento perriflettere specieda parte di chi haspeso tutta la suavita a combatterele battaglie sporti-ve ed ora si ritro-va a combatterneuna molto piùdifficile con lavita. Morbo diParkinson. Questo il maleche affligge ildreadlocked il cui

nome e la cui nomea di duro rimarràsempre legata all’episodio e alla bat-taglia ormai epica con Karl Malonenei playoff del 1999.«Mentirei se dicessi che non hopaura o che non sono impaurito daquesta cosa. Quello che devo fare oraè riuscire ad affrontare questa cosanella mia testa. Ci sono momenti incui ho solo paura di perdere il con-trollo di quello che sono. Non essen-do in grado di controllare me stesso,e di dover avere qualcuno prendecura di me».A dire il vero Grant ha già avutodelle piccole vittorie. La combinazio-ne con dieta ed esercizio fisico conterapie olistiche, le scosse sono dive-nute sempre meno pronunciate.Quattro volte alla settimana, Grant sitrova in una camera iperbarica, cheegli dice in sostanza, simula la pres-sione in un sottomarino nella spe-ranza di rallentare un processo chepurtroppo è inevitabile.

Page 6: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

66 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Molto probabile che gran parte del gruppo che ha vinto la medagliad’oro alle ultime Olimpiadi sia in campo nel prossimo mondiale

Il Team Usa di Pechino replica?di Domenico Pezzella

Distinta possibilità. Cosi è statadefinita l’ipotesi paventata e pre-sentata da parte di Jerry Coloan-gelo e riguardante una sorta diriedizione del Team Usa ammi-rato e vittorioso a Pechino nell’e-state scorsa. Una distante possi-bilità, visto che il progetto pre-sentato dall’organizzazione erabasato su piano biennale e cheavrebbe portato dunque la squa-dra alal vittoria di Pechino. Oraperò all’orizzonte c’è un altro tra-guardo, quello dei Mondiali inTurchia del 2010, quelli che perintenderci permetterebbero distaccare il biglietto di sola anda-ta verso i giochi Olimpici del2012 in quel di Londra. Unamanifestazione alla quale il teama stelle e strisce ha ancora qual-cosa da vendicare visto il recentepassato. Insomma l’ide aè quelladi ripresentare ancora una voltauna squadra con Lebron e Kobepiù tutte le altre stelle assolute

cosi come era capitato per l’av-ventura cinese e pare che la stra-da intrapresa sia quella giusta.Non solo per l’intervento e la riu-nione messa in scena durante ilweekend dell’ultimo All StarGame da parte dello stessoColangelo, ma anche da partedelle dichiarazioni che le stessestelle hanno espresso sulla possi-bilità di rivestire con onore quel-la maglia. A decidere se tornare o meno suquella panchina, però, non sonosolo le stelle, ma anche chi nel-l’altro emisfero li ha guidati allavittoria: coach K. Colangelo gliha dato del tempo per decidere esembra che il nome di MikeD’Antoni, assistente negli ultimitre anni, sia il nome più papabilea sostituirlo."Non voglio forzarlo a prenderenessun tipo di decisione con unasorta di presione nell’uno o nel-l’altro senso - ha commentatoColangelo -. Quello che è impor-tante è che alla fine faccia la

scelta giusta inbase a quelli chesono i suoi inte-ressi, in base aquello che è ilsuo stato di salu-te e in base allasua famiglia.Cosi è stato quat-tro anni fa e sevuole tornarecosi sarà anchequesta volta».

didi

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

«Al termine di una lunga strada direcupero, ha iniziato a giocare. Vaperò ricordato che è fuori da feb-braio e la situazione non è certocambiata adesso che siamo in fina-le. Attualmente sta facendo un otti-mo lavoro di aerobica e di atleticacon il nostro preparatore e lavoroindividuale, ma per il suo futuro. Ilrendimento degli allenamenti sonomolto buoni, lui si sente moltobene, ma fino a questo momentonon ha fatto altro che giocare conl’aria». Queste le dichiarazioni diOthis Smith in relazione alle vocitrapelate sul possibile impiego

dell’All Star Jameer Nelson. Vocidovute principalmente al fatto chela point guard infortunatasi a feb-braio sta facendo degli enormi passiin avanti sorprendendo persino lostaff medico dei Magic«Sono una persona molto competi-tiva e al termine di ogni giorno diallenamento mi sento pronto percompetere. Questo non significa chetornerò o sto dicendo che tornerò,ma mi limiterò a fare quello che ilboss (Smith), mi dirà di fare».Qualcuno ci crede davvero? Di sicu-ro qualche parolina in più per gio-care lo stesso Nelson la dirà.

Con i Magic in Finale potrebbe tornare d’attualità anche il rientrante

dall’infortunio: Jameer Nelson

Page 7: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

77SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Presentata ed accettata l’offerta da parte dei Cavs di una cordata di imprenditoricinesi per il 15% della società. Intanto pronto già l’erede di Yao, ma dal Giappone

L’Nba sempre più ‘mandarina’L’OFFERTA CINESE AICAVS. Arrivata con iCavaliers di Lebron Jamesancora in corsa per lafinale Nba, è stata accetta-ta poco dopo l’offerta checonsegnerà o per megliodire che ha consegnato aduna cordata di investitoricinesi guidati da KennyHuang. Cordata che avreb-be presentato lo stessotipo di offerta anche neiconfronti dei New YorkYenkees e HoustonRockets, ma l’attrattivaprincipale che ha portatoa spingere la cordata versol ’Ohio porta il nome diLebron James e tutto quel-lo che ne potrebbe deriva-re a livello di Marketing ericavo monetario.Insomma il mercato cine-se ha definitivamente fattola sua mossa e ora bisognasolo aspettare di sapere sequella nei confronti deiCavs è una azione isolata osi potrebbe parlare addi-rittura di una sorta di pre-cendente importante.SUN MING MING. Due

metri e 35 cm circa. Questi lemisure in altezza di colui cheall’interno del campionato pro-fessionista giapponese, è statoindicato come l’erede naturaledi Yao Ming. A dire il vero l’a-stro nascente e miglior giocato-re degli Hamamatsu Phoenix èanche più alto dell’attuale stelladegli Houston Rockets al qualerenderebbe addirittura la bellez-za di una decina di centimetri.Altezza che fa di Sun Mingmingil più alto giocatore attualmentein circolazione mettendosi die-tro lo stesso Ming e addiritturacolui che fino a questo momen-to deteneva il record in terminidi altezza nella Nba: GheorgeMurasan. A dire il vero il suonome era già girato all’internodegli ambienti professionistici astelle e strisce e particolarmenteall’interno di quelli losangelinitargati Lakers. E la sua storiasarebbe proprio adatta ad unasceneggiatura hollywoodianavisto che dopo aver fatto delleprove con i Lakers nel 2005 enon essere stato scelto, il suonome è totalmente scomparsodal radar della Nba per un graveproblema di salute. Un tumoreal cervello che gli comprimevala ghiandola pituitaria. Il tumo-re gli impediva la corretta pro-duzione del testosterone, dimi-nuendo la sua resistenza. Inquesti casi si suol dire che siaspetta un miracolo e perMingming il miracolo è arrivatodalla chirurgia che ha eliminatodel tutto il tumore permettendo-gli di riprendere normalmentetutte le sue funzioni e di tornarea correre su di un parquet. «Voglio solo giocare a basket.Sia che si tratti qui in Giapponeo negli Stati Uniti, quello che miauguro è di restare in campoalmeno per un altro dieci anni».«E’ un buon passatore e unbuon tiratore - ha detto l 'exCleveland Cavaliers scoutRobert Pierce. «E’ così grandeche potrebbe avere una possibi-lità in Nba, ma credo che la suadimensione sarebbe diminuita acausa della capacità atletiche ela velocità di giocatori america-ni».

Page 8: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

88 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Hasheem Thabeet dovrebbe essere il secondo a stringere la mano del Commissioner. Intanto salgono le quotazioni di Curry e Rubio

Dopo Griffin ci sono poche certezzeSi è svolta il 20 maggio a Secaucus, New Jersey, l’annuale Lotteryche assegna le posizioni di scelta al Draft dalla 1 alla 14. Come sem-pre, c’è stato chi ha sorriso, favorito da una fortunata combinazionedelle palline da pign pong, e chi, invece, si è dovuto leccare le ferite.A Los Angeles, sponda Clippers, una volta tanto possono festeggiareun aiuto da parte della Dea Bendata che regala ai Velieri la primascelta assoluta benchè Sacramento e Washington avessero un nume-ro di probabilità più elevato di ottenerla. Va detto che, come si ripe-te da mesi, il draft a cui assisteremo non mette in mostra talenti chepossono spostare gli equilibri nella Nba come stanno facendo, peresempio, LeBron James, Dwyane Wade o Chris Paul, ma ha in ognicaso alcuni giocatori che possono diventari validi elementi in qual-siasi squadra. I Clippers hanno già fatto sapere che la loro sceltaricadrà sull’ala da Oklahoma, Blake Griffin. Giocatore che al collegeha messo assieme cifre spaventose per punti e rimbalzi è un alagrande sottodimensionata che ha fatto le proprie fortune nei pressidel canestro e questo è il più grande punto di domanda che accom-pagna il suo ingresso nella Lega. Tutti gli addetti ai lavori sono una-nimi nell’affermare che Griffin non può pensare di replicare il pro-prio gioco anche contro i supratleti che intasano le aree Nba e perovviare al problema dovrà costruirsi un credibile gioco lontano dacanestro. Il talento, tuttavia, è innegabile e la seconda franchigia diL.A può essere un buon posto dove crescere, vista l’assenza di pres-

sioni, anche se il sistema che lo circonderà è tutto tranne che vin-cente. Chi invece ha pianto, una volta terminata la lotteria, sonostati i Sacramento Kings, che avevano il maggior numero di chanceper ottenere la prima chiamata assoluta e, a loro volta, contavanomolto su di essa per scegliere proprio Griffin. A livello di quarta scel-ta il dubbio più forte è quello di tenersi il pick o scambiarlo per otte-nere qualche giocatore di sicuro impatto. Nel momento in cui iKings, eventualemnte, dovessero scegliere dovrebbero essere dispo-nibili giocatori come Ricky Rubio o Brandon Jennings, per tapparela falla nello spot di playmaker, oppure guardando sotto canestro illungo atletico da Arizona Jordan Hill, che però non sembra infiam-mare più di tanto gli animi nella dirigenza Californiana. AncheWashington ha visto le proprie attese disilluse, cadendo fino allaquinta posizione. Anche nella Capitale il posto di playmaker è vacan-te e quindi i nomi di Ricky Rubio (che però alla 5 non dovrebbe piùessere disponibile) e Brandon Jennings tornano buoni. Per infoltireun pò il reparto esterni sono disponibili giocatori come James Har-den da Arizona State, Jrue Holliday da UCLA e il tiratore micidialeStephen Curry da Davidson. Il nuovo coach Flip Saunders avrà dafare le sue valutazioni, sempre senza abbandonare l’ipotesi di scam-biare la scelta. Bene, invece, Memphis, che dalla settima posizionein sede di pre lottery, si trova catapultata alla seconda scelta assolu-ta. Le voci, ultimamente, sono quasi unanimi nell’attribuire ai Grizz-

didi

NNICOLÒICOLÒ FFIUMIIUMI

Page 9: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

99SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

lies la scelta di Hasheem Thabeet, tanzaniano altissimo e dall’aper-tura di braccia infinita da Uconn. Stoppatore già di altissimo livello,per il resto è molto grezzo e necessità di lavoro in quasi tutti gliaspetti del suo gioco (tiri liberi a parte, dove è molto affidabile), matutti gli addetti ai lavori confidano che abbia grandi margini dimiglioramento. Un’altra squadra che prenderebbe subito Thabeet èOklahoma City, che ha la terza scelta. Per i Thunder sarebbe mannadel cielo dopo il mancato ingaggio di Tyson Chandler a febbraio.Considerato, però, quanto detto finora, la dirigenza andrà a cacciadi un esterno, forse un playmaker. Westbrook nella posizione è statoidentificato come il futuro della squadra, ma, a ben vedere, è piùuna combo guard che un play puro. Da qui le attenzioni sul ragazzoprodigio spagnolo, Rubio. Da non scartare l’ipotesi James Harden,giocatore molto completo. Scendendo nell’ordine di scelta troviamoMinnesota al numero 6. I T’Wolves hanno bisogno di rinforzare ilreparto esterni, avendo sotto canestro la coppia del futuro in Jeffer-son e Kevin Love, così gli occhi sono puntati su Tyreke Evans,play/guardia freshman da Memphis. Giocatore dotato di discretataglia fisica ha grande talento e sembra pronto per poter contribuireda subito anche al piano di sopra. Dopo i Timberwolves abbiamo insequenza Golden State, New York e Toronto. Ovviamente, più siscende nel draft, più è difficle fare pronostici, ma vista l’assenza dilunghi di una certa rilevanza, tolti Thabeet e Hill, è ipotizzabile chele scelte di tutte e tre le squadre ricadano su giocatori esterni. I War-riors sperano di trovare ancora libero Brandon Jennings, ma se cosìnon fosse occhio a Johnny Flynn, ottimo playmaker da Syracuse.Piccolo e rapido potrebbe essere una sorpresa del draft, anche se

deve limare aspetti importanti del suo gioco, come il controllo deiritmi e limitare il numero di palle perse. Per Knicks e Raptors cisono diversi nomi spendibili. Da DeMar DeRozan da USC allo stessoFlynn, sempre controllando eventuali cadute di popolarità per i variHoliday, Harden e Evans. Dalla posizione 10 alla 14 l’ordine di sceltasarà poi il seguente: Milwaukee, New Jersey, Charlotte, Indiana,Phoenix. In questa zona del Draft bisogna stare attenti a Autsin Dayeda Gonzaga. Ala piccola dal fisico lungo e smilzo che tanto ricordanelle sembianze Tayshaun Prince. Nei provini pre draft sta impres-sionando molti scout, tanto che potrebbe entrare anche nelle prime10 posizioni. E’ un giocatore tatticamente molto utile e che se riu-scisse ad adattarsi bene al gioco Nba potrebbe creare non pochi pro-blemi alle difese avversarie. Data la carenza di lunghi di cui si parla-va, potrebbe guadadnare ammiratori il centro freshman da OhioState, BJ Mullens, che per la verità nel suo unico anno di college haun pò deluso. Anche qui i provini hanno messo in mostra le sue otti-me doti tecniche, ma i dubbi rimangono sulla cattiveria che puòmettere in campo, fattore necessario per non finire fagocitato dalDwight Howard di turno. In questa zona sono tanti i giocatori cheposso salire o scendere da un giorno all’altro. Come per esempioTyler Hansbrough che a Chapel Hill ha riscritto tutti i libri deirecord, ma è ritenuto troppo piccolo per giocare in Nba o, semprerestando sulla Tobacco Road, Gerald Henderson di Duke, esplosivaguardia che potrebbe inserirsi bene in diversi sistemi di gioco. Soloil giorno delle scelte sapremo, per ora teniamoci tutti i dubbi e con-tinuamo a divertirci con la scienza più imprecisa del mondo, quelladel draft.

Page 10: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 00 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Tredici febbraio 2009: i Toronto Raptorstrasferiscono a Miami il centro JermaineO'Neal e l'ala Jamario Moon in cambio diShawn Marion, ala, e il play Marcus Banks.Questa la data a partire dalla quale tutti itifosi o se vogliamo gli estimatori di AndreaBargnani non potranno mai dimenticare o

almeno non indicare come quella dellarinascita del Mago. La rinascita di un gio-catore che fino a quel momento aveva fattoparlare di se più per l’incostanza e le troppevolte in cui non riusciva a dare costanzaalle sue prestazione che per altro.Incostanza. Questa la pecca principale del-l’ex talento della Benetton Treviso, cresciu-to cestisticamente, però, a Roma. Una man-canza di continuità e di rendimento che a

DIDI

DDOMENICOOMENICO PPEZZELLAEZZELLA

La svolta è arrivata al momento della decisione da parte dei Raptors di tagliare e spedire ai Miami Heat Jermaine O’Neal, da quel momento in poi si è visto il vero Andrea

Ora Bargnani deve diventare una ‘star’

Page 11: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 11SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

quanto pare aveva un male ben individuatoo comunque un male che finalmente èvenuto a galla o al pettine come i nodi deicapelli. A conti e prestazioni fatte possiamodefinire il tutto come una questione di con-siderazione, come una questione di essereinserito in un contesto non perché sei statola prima scelta assoluta del Draft o perchései un giocatore abbondantemente al disopra dei 2 metri che sa però tirare da tre emettere palla a terra come un’ala piccola.Ma essere in campo perché chi ti ci mandaha fiducia in te e crede che tu possa fare ladifferenza. Questo è quello che è successocon il tecnico canadese sul pino deiRaptors dopo il licenziamento di SamMitchell ed ancor di più dopo la decisioneda parte della dirigenza di fare a meno diun giocatore per il quale in estate dellostesso anno avevano sacrificato (alcunidicono anche in maniera al quanto volen-tieri ndr) un giocatore ed un playmakercome Tj Ford. Se poi ci mettiamo che insie-me, dal punto di vista temporale, alla par-

tenza dell’ex uomof r a n c h i g i adell ’Indiana c’èstato anche il pro-blema dell’infortu-nio di Crhis Boshallora la ricetta delpiù classico dei ‘re-born’ è bella cheservita. Una rinasci-ta che trova le suafondamenta all’in-terno di un concet-to di giocatore,dunque, che coachTriano a profonda-mente modificato.Da giocatore dimargine a stelladella squadra o sevogliamo ad unadelle prime opzionioffensive del meto-do e del playbook

del timoniere della nazionale canadese. Molti più palloni giocati,molto più spazio giocato anche in post basso e soprattutto moltipiù minuti in campo senza la paura di dover far meglio di chi èstato preso in estate per farti il posto o magari per sostituirti quan-do le cose non vanno. Senza O’Neal e nel periodo di contumaciaBosh, il Mago ha elevato ogni tipo di sua statistica, ha dimostratouna volta per tutte che quella chiamata in cima alla lista del Draftda parte di David Stern per conto della franchigia canadese non era

Page 12: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 22 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

poi solo frutto di numeri gonfiati in patria o una visione, stile per-sonaggi mistici di Lourdes pronti a svelarti i misteri mistici dellaChiesa, di Jerry Colangelo, ma solo talento assoluto di un giocato-re che si è meritato di essere in cima a quella lista ed in campodurante questi tre anni in cui si è guadagnato lo status di giocato-re Nba a tutti gli effetti. Ma queste erano cose e considerazioniche sapevano bene lo stesso Andrea, lo stesso Colangelo (uno deipochi a credere fino in fondo nel talento di Bargnani tanto da por-tarlo a difenderlo a spada tratta sia nei confronti di Sam Mitchellche nei confronti della società mettendo a punto quello scambioche coinvolgeva il neo acquisto O’Neal dopo aver capito che eradeleterio specialmente per un giocatore importante come il nazio-nale azzurro ndr) ed Maurizio Gherardini. E a quanto pare pro-prio a partire dalle dichiarazioni di quest’ultimo («Non è colpa diTriano se gioca male, spesso gli è stato vicino in passato quandoera assistente di Mitchell. Andrea in questo periodo è esitante enon cambia espressione. Il problema è che media e pubblico ini-ziano a dubitare. Eppure in estate ha lavorato bene, s'è preparatofisicamente, ha messo 6-7 chili di muscoli. Ha poi giocato partiteimportanti, come quella dei 29 punti. A volte noto che non hapazienza, vuole aggredire la partita e con il tiro. Se sbaglia i primidue tutto diventa più difficile. Forse soffre pure il cambio di ruoli.Ma essere versatile dovrebbe rappresentare un vantaggio») chel’ex Treviso ha preso definitivamente coscienza del fatto che eragiunto il momento di mostrare in piena tranquillità ed in pienaserenità tutto il suo talento quand’ancora tra le fila dei canadesiera presente il nome di tale Jermaine O’Neal. Poco meno di 20 asera con 6,2 spaulding catturati sotto i cristalli nel mese di gen-naio (48,7% totale dal campo e 48 pieno da dietro l’arco dei tre

punti) dopo che coach Triano ha preso la decisione di invertire iruoli all’interno del suo starting five: dentro Bargnani fuori O’Nealpronto ad entrare dal pino e fungere da sesto uomo di lusso. Le cose continuano a migliorare dal punto di vista dell’approcciomentale del Mago alle aprtite, continuano a migliorare per quelloche è il lavoro che Andrea fa sotto i tabelloni dell’Air CanadaCenter e non solo (aumentati a 7,1 i rimbalzi da quando è divenu-to uno starter ndr) anche se poi le sconfitte generali della squadraed il momento non certo idilliaco della franchigia incidono anchesu quelli che sono i suoi numeri a livello personale: 17,9 di mediacon il 41,2 % totale ed il 31,1% dalla lunga distanza. Cifre chefanno riferimento al mese di febbraio quello a partire dal quale èstata messa in atto la trade che ha definitivamente cambiato lavita cestistica di Andrea Bargnani: 11 contro Celveland, 18 alMedison Square Garden contro i Knicks di Danilo Gallinari eall’interno di quello che venne indicato e pubblicizzato con il ter-mine di ‘Italian Heritage Night’, 28 nel back to back all’Air CanadaCenter, 26 contro Minnesota e 21 nella sconfitta contro di Sunsper chiudere un mese che lo ha visto grande protagonista non solodel pianeta dei Raptors ma anche di quello intero a stelle e strisce.Quello di marzo è il messe decisivo dal punto di vista della confer-ma e della definitiva consacrazione non solo di Bargnani dalpunto di vista di giocatore più che importante e fondamentale peruna squadra a stelle e strisce, ma soprattutto il mese della confer-ma che la scelta fatta e concretatasi in quel pomeriggio del 13 difebbraio è stata quella giusta non solo per il futuro di un giocatoreche stava rischiando di finire nell’oblio dell’incertezza e di queigiocatori mediocri nonostante le tante attese, ma importante efondamentale anche per il futuro della franchigia stessa. Nel mese

Page 13: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 33SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

che per definizione viene definito ‘pazzo’ non solo dal punto divista meteorologico, ma anche dal punto di vista di quella che è laMarch Madness dei Collega statunitensi, Bargnani scrive 20,3 dimedia, 5,9 rimbalzi ma soprattutto 51,8 dal campo con altrettanto51,9 da tre punti e 87% dalla linea della carità. Tre su dodici lepartite in cui il lungo romano è sceso al di sotto dei venti punticompresa la serata nerissima al tiro contro Detroit chiusa con 4soli punti a referto. Le ultime uscite del mese di aprile dopo aver abbandonato defini-

tivamente qualsiasi tipo di velleità per un prolungamento dellastagione oltre il 14 dello stesso mese, è servito la mondo cestisticod’oltre oceano, alla dirigenza canadese e allo stesso giocatore soloper un ulteriore iniezione di fiducia. Quella che si spera che iltalento romano possa mettere anche all’interno della nazionaleazzurra quest’estate e che lo porti alla ribalta per una stagioneintera al di la dell’oceano, per quella che dovrà per forza di cosaessere la prima in assoluta con lo status di ‘stella’ in palio e prontoad essere appiccicato alla sua maglia numero 7.

A novembre coi Nets dei 29 punti, ma è un risultato amaro. «Sono così arrabbiato per la sconfitta che non so cosa dire. L' avevamogià vinta, abbiamo commesso solo un paio di stupidi errori».E’ comunque un segnale importante. Oltre a superare il proprio recorddi punti (28 contro i Lakers il 1° febbraio 2008), per la prima volta nellaNba realizza oltre 20 per due partite di fila (25 contro Miami il merco-ledì prima), in controtendenza rispetto alle “montagne russe” che sem-brano caratterizzarne la stagione.La svolta (o metamorfosi?) del Mago è avvenuta probabilmente nellapartita con i Sacramento Kings del 27 Dicembre (14 punti in 22 minuti).C'è chi pensa che sia miracolosamente avvenuta quando ha deciso dismettere di radersi e si è lasciato crescere una barba da trasandato inamore. Il giorno dopo (28 Dicembre) nella partita con i Blazers realizza 13punti in 21', 5/12 dal campo con il 75% da tre punti nonostante la scon-fitta (102-89) rimediata dai Raptors, ma si prende diverse iniziativefacendosi notare per l'aggressività e la mentalità che mette in campo. E'decisamente più grintoso e viene più cercato dai compagni. Il 15 gennaio una grandissima prova di Andrea Bargnani culmina con ilsuo nuovo career high di 31 punti, ma non basta a Toronto per superarei Bulls, che vincono all’Air Canada Centre grazie a un Derrick Rose inar-restabile protagonista nell’ultimo quarto. Il Mago continua a produrre cifre impressionanti da quando ha sostitui-to O’Neal nel quintetto di Jay Triano. La sconfitta non toglie nulla allagrande partita di Bargnani, davvero impressionante in attacco con 10/14in azione e 9/10 ai liberi, ma bisogna anche sottolineare i 10 rimbalzi(tre offensivi) e nemmeno un fallo commesso. Coach Triano fatica addi-rittura a concedergli qualche minuto di riposo, tanto è importante perToronto la presenza in campo di Bargnani, il migliore in assoluto tratutti i Raptors in entrambi i lati del campo.

Il 5 Febbraio si registra un altro brutto colpo per i Toronto Raptors cheperdono Chris Bosh per infortunio. Per fortuna si è trattato di unadistorsione al ginocchio che ha richiesto poco più di due settimane distop. Anche questo episodio ha ulteriormente responsabilizzatoBargnani.Successo casalingo sui San Antonio Spurs (12 Febbraio) al termine diun match tirato in cui l’ex Benetton risulta il miglior realizzatore dellafranchigia canadese con 23 punti (e 8 rimbalzi). Il cestista romano èstato decisivo nell’ultimo periodo, quando ha infilato 9 punti di fila. Il13 febbraio 2009 i Toronto Raptors trasferiscono a Miami il centroJermaine O'Neal e l'ala Jamario Moon in cambio di Shawn Marion, ala,e il play Marcus Banks. Una trade che sulla carta è ideale per entrambele squadre e libera ulteriore spazio per Andrea.Marion esordisce in sordina con la maglia dei Raptors in una partitadifficile contro i Cavs, ma la sua presenza si avverte da subito in campo. Il 22 febbraio, a meno di 48 ore dalla prima sfida stagionale traBargnani e Gallinari, i due azzurri si ritrovano a campo invertito per laseconda di quattro gare tra Raptors e Knicks.La cura Shawn Marion sta facendo bene a Toronto e al nostro alfiere. IlMago gioca un’ottima partita con 28 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate,contribuendo in maniera determinante al successo dei Raptors.L’importanza di Marion si nota nel suo eccellente lavoro a rimbalzo,nelle stoppate sempre opportune e nell’energia positiva che riesce a tra-smettere. Anche Bargnani sembra rivitalizzato dalla nuova disposizionein campo e finalmente sta giocando da prima scelta assoluta. Corre, faassist, dimostra un grande cuore e un'applicazione difensiva notevole,riuscendo quasi sempre a porsi tra il suo uomo e il canestro e forzandol’avversario di turno a passare la palla.Il 25 febbraio ancora una grande prestazione per Andrea Bargnani (26punti con 10/15) e Toronto supera Minnesota 118-110.

Il 13 febbraio scorso e la cessione di Jermaine O’Neal la data e la mossa fondamentale della definitiva esplosione del talento ex Benetton Treviso

LA CRONOSTORIA DI UNA RINASCITA

Page 14: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

CLUB - Campionato Italiano: 2005-2006

INDIVIDUALE- Miglior giovane della Serie A: 2005-2006- Rising Star Trophy (Miglior giocatore Under-22 dell'Eurolega): 2005-2006- NBA All-Rookie Team: 2006-2007

RECORD CAMPIONATO ITALIANO- Maggior numero di punti in una partita: 25 (Benetton Treviso-Lottomatica Roma, 23 ottobre 2005)- Maggior numero di rimbalzi in una partita: 11 (2 volte)- Maggior numero di assist in una partita: 3 (3 volte)- Maggior numero di stoppate in una partita: 6 (Benetton Treviso-Climamio Bologna, 16 giugno 2006)- Maggior numero di palle recuperate in una partita: 6 (BenettonTreviso-Montepaschi Siena, 14 maggio 2006)- Maggior numero di minuti giocati in una partita: 37 (2 volte)

EUROLEGA- Maggior numero di punti in una partita: 20 (Benetton Treviso-

Panathinaikos, 1 marzo 2006)- Maggior numero di rimbalzi in una partita: 9 (Panathinaikos-Benetton Treviso, 29 marzo 2006)- Maggior numero di assist in una partita: 2 (Benetton Treviso-Fortitudo Bologna, 17 novembre 2005)- Maggior numero di stoppate in una partita: 3 (Strasbourg-BenettonTreviso, 10 novembre 2005)- Maggior numero di palle recuperate in una partita: 4 (BenettonTreviso-Cibona Zagabria, 22 marzo 2006)- Maggior numero di minuti giocati in una partita: 35 (Efes PilesIstanbul-Benetton Treviso, 22 febbraio 2006)

NBA - Maggior numero di punti in una partita: 31 (Toronto Raptors-Chicago Bulls, 14 gennaio 2009)- Maggior numero di rimbalzi in una partita: 11 (3 volte)- Maggior numero di assist in una partita: 7 (Boston Celtics-TorontoRaptors, 23 gennaio 2008)- Maggior numero di stoppate in una partita: 6 (2 volte)- Maggior numero di palle recuperate in una partita: 4 (2 volte)- Maggior numero di minuti giocati in una partita: 49 (TorontoRaptors-New Jersey Nets, 21 novembre 2008)

Tutti i numeri del ‘Mago’

11 44 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Page 15: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 55SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Se non ci fosse stata la gara da 40 punti e dastar assoluta da parte di Dwight5 Howardmolto probabile che l’esito di quanto seguesarebbe stato un qualcosa di molto simile aduno scritto eretico quando tra un paio d’anni,quelli in cui il centro degli Orlando Magicdominerà le aree pitturate di mezza Americastile Shaquille O’Neal nel fior fiore degli anni,magari guardando indietro si sarebbe pensa-to alla serie e alla post season in generale deiMagic come un qualcosa in cui il nome diHoward non è stato il fattore determinante.Eppure è cosi. E’ cosi anche perché dopo unagara in cui il tuo centro tocca appena diecipalloni giocabili e giocati e le chiamate fini-scono puntualmente nelle mani di altri qual-cuno, Howard compreso (e lo sfogo che si èavuto da parte di Superman dopo la gara5contro i Celtics ne è la più nitida dimostrazio-ne con accuse chiare e precise nei confronti

del suo allenatore reo di averlo relegato alruolo di comprimario mentre gli altri cerca-vano sul perimetro si risolvere la questionendr), ha capito quello che è il reale valore e lareale forza dei Magic: la squadra ed il siste-ma. Un sistema che presente primo fra tuttiun pregio importantissimo nel basket e nellaNba di oggi: la concentrazione ed il giocarefino a quando non è suonata l’ultima sirenasempre allo stesso modo, sempre come sefosse il 24 secondo della prima azione delprimo periodo e senza, di conseguenza, sna-turare il proprio ritmo e stile di gioco. Unsistema fatto di schemi e giochi ben precisi,automatismo ben oliati stile quelli dei Lakersche ormai hanno un modo di giocare chepotremmo definire a memoria. Un sistemache come un automa memorizza tutto quelloche fa gli avversari nel primo per poi annien-tarlo nella ripresa. Aggiustamenti che sono

stati importanti nella serie contro i Celtics,fondamentali in quella contro i Cavs. Unsistema che ha messo in tilt quella chepotremmo definire come la macchina miglio-re dei primi due turni di playoff, LebronJames compreso («Hanno al capacità diimpedirci di fare quello che vogliamo e chene primo tempo riusciamo a fare» le paroledell’Mvp della Lega ndr) che pone le basi sualcuni pilastri imprescindibili. Primo su tuttiquello legato al nome di colui che in panchi-na non ha mai un’espressione diversa daquella con la quale si presenta prima dellapalla a due e durante il riscaldamento dellasua squadra sulla panchina. UN’espressioneimpenetrabile dalla quale Stan Van Gundy(che si è preso al sua personale rivincita neiconfronti di Brown che gli è arrivato davantiall’interno della classifica per voti per ilmiglior coach della stagione ndr) non si stac-

Turkoglu-Lewis-Pietrus i tre punti cardini di un attacco e di una squadrache prepara il terreno da super star a Dwight ‘Superman’ Howard

La ‘tris’ vincente della Florida

Page 16: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 66 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

cherebbe nemmeno se potendo salire sullaDelorian di Ritorno al Futuro costruita dalDottor Emmet Brown fosse a conoscenza delrisultato finale con un giorno di anticipo.Molto probabile che con il senno di poi lamaggior parte dei giornalisti che hannoespresso la loro preferenza nei confronti diMike Brown si saranno resi conto che forse èfin troppo facile avere il miglior record dellaLega quando in squadra hai il miglior gioca-tore della stagione, un po’ meno quando devimettere assieme una macchina, come sono iMagic, e farla diventare compatibile concolui che un giorno, nemmeno troppo lonta-no, si dividerà proprio con King James glioneri e gli onori della ribalta: DwightHoward. Il fratello di Jeff, ha letteralmentevinto la sfida a scacchi con il collega sedutadall’altra parte della barricata. Sempre avantinelle scelte, sempre e sempre con l’aggiusta-mento giusto al momento giusto quandoCleveland sembrava poter aver trovato il ban-dolo della matassa. Dopo la vittoria in gara1e dopo aver perso gara2 per colpa solo delmiracolo di James sulla sirena le sue parolesono state: «Ho sbagliato, non vi dico dovema ho sbagliato». In tanti si sarebbero aspettati altro tipo diparole o magari che quelle pronunciate fosse-ro un qualcosa molto simile a dichiarazionidi circostanza da parte di un uomo che non sisbilancia mai. Ma ancora una volta con ilsenno di poi e passando al vaglio tutta laserie quelle parole hanno un senso e come edil senso di quelle parole poi lo si è visto nelresto della serie ed in una mossa che poi si èrappresentata essere l’altro pilastro impre-

scindibile di questa squadra: Mickael Pietrus;quali gli altri? Molto semplice Hedo Turkoglue Rashard Lewis. MICKAEL PIETRUS. E’ stato definito dagliaddetti ai lavori come il fattore X dell’interaserie e con ogni probabilità potrebbe risulta-re essere il fattore X dell’intera post seasonse, come presumibile che sia, che l’impiegodel francese diventasse lo stesso anche nellaserie finale contro i Lakers. Un fattore nonsolo in attacco, dove ha messo si a segno deipunti importanti specialmente dalla lungadistanza arma ormai imprescindibile per iMagic, ma specialmente per la missione checoach Van Gundy gli ha assegnato all’internodella stessa Finale di Conference, perché dimissione vera e propria si è trattata: difende-re uno contro uno su Lebron James. Ora met-tere assieme nella stessa frase i 40 a seradella stella dell’Ohio e la dicitura di migliordifensore in assoluto di Orlando su di luipotrebbe stonare come uno sbaglio di uncongiuntivo o di verbo ausiliare, ma la realtàdei fatti è questa. Fermare e impedire ad unamacchina come Lebron è praticamente mis-sione impossibile per tutti tranne che per luistesso. Fermarlo no, ma limitarlo si, limitarloin quelle che sono le cose che magari gli rie-scono meglio e gli sono riuscite meglio quan-do di fronte non aveva una sorta di segugioche non gli lasciava un centimetro di spazioper poter prendere velocità e far esplodere,cosi, tutta la sua immensa potenza. Tante leoccasioni in cui Pietrus lo ha costretto a ten-tare quel tiro da fuori che continua ad esserealtalenante e croce e delizia di tutti i Cavs.Tante le occasioni in cui magari, punto nel-

l’orgoglio, o da qualche errore dei compagniil numero 23 è stato portato a giocare unocontro uno e quindi a sbagliare. Braccia lun-ghe, fisico abbastanza possente da tenereanche qualche passo in penetrazione e tantadedizione le armi del francese che si è guada-gnato sul campo l’appellativo di LebronStopper se poi cosi possiamo chiamarlo pren-dendo in considerazione i 40 ad allacciata discarpa di cui sopra. «E’ stato il fattore fonda-mentale in queste prime tre partite» òadichiarazione di Mo Williams che al riguardoha definito lo stesso Pietrus con l’X- Factorper indicare molto probabilmente la sorpresameno attesa dei Magic visto i non tanti minu-ti giocati dall’ex Golden State dopo il suoinfortunio e dopo che era uscito nell’ultimaparte di stagione abbastanza fuori da quelleche erano le normali e abbondanti rotazioni(non in termini di presenze, ma di minutigiocati e di fiducia ndr) di coach Van Gundy.Poi la svolta cosi come dimostrano anche lestesse parole di Van Gundy: «Ad un certopunto sembrava frustato, ma credo che quan-do sei arrivato a questo tipo di situazione ungiocatore con personalità come Mickael puòsolo fare meglio e cosi è stato. Ora si sentemolto più a suo agio quand’è in campo ecredo che anche gli altri ragazzi si sentano aloro agio quando lui è in campo».«La cosa più bella di quest’ultimo periodo? E’poter tornare a sedermi a guardare il videodella partita e chiedere scherzando con i mieifigli su quello che fa il papà in tv, questa lacosa più bella». Sorriso ed accento franceseall’interno di un inglese che lo rende ricono-scibilissimo, cosi come ora il suo numero se

Page 17: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 77SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LE STATISTICHE DI HEDO TURKOGLU

lo stamperanno in mente anche a LosAngeles e con maggiore attenzione e riferi-mento al numero 24 di Bryant che potrebberitrovarselo sulla sua strada a partire dallapalla a due di questa finale. Non un bel clien-te non solo nella sua di metà campo, vistoche il francese ha viaggiato fino a questomomento con: 10,5 punti abbondanti a sera.HEDO TURKOGLU. Uno dei primi di questaLega quando si tratta di entrare negli ultimiminuti della partita con il punteggio in paritàe la si deve portare a casa contro tutto e tutti.Tra i migliori anche se poi dai uno sguardo aifogli delle statistiche che ti sono arrivate sultavolo o magari il play by play sul desktop delvostro pc e vedi che fino a quale momentol’unico aggettivo che puoi usare per il suotipo di partita è ‘anonimo’. UN giocatore conuna capacità innata di restare li a guardare

ed osservare prima di attaccarti e portare acasa la preda. Un lavoro che generalmentefanno i migliori predatori specialmente quellid’acqua o meglio un particolare tipo di ser-pente che addirittura fa finta di essere mortoper permettere alla sua preda di avvicinarsiper poi coglierla di sorpresa. Trenta trenta-cinque minuto di anonimato equivalgono peril turco alla tattica di sembrare morto o sevogliamo totalmente fuori dalla partita o nonin gradi di prenderla in mano perché la dife-sa avversaria ha per tutto il tempo sopra indi-cato, ti ha tolto quella che è l’arma principaledella tua pallacanestro, il pick and roll cen-trale dal quale partono gran parte degli attac-chi dell’ex Sacramento Kings. Poi però lapreda si avvicina troppo e ‘Brother Hedo’ ini-zia a giocare e ti colpisce prima in manieragrave per poi finirti quando ancora prova a

Page 18: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 88 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

resistere come è successo sia contro i Celticsche contro i Cavs. Un predatore a sanguefreddo, dunque, al quale sicuramente affidarel’ultimo tiro della partita senza per questodubitare che uno degli europei migliori dellaNba possa prenderselo come se fosse ilsecondo della sua partita e al riguardo chie-dere ai Celtics. Un giocatore in gradi di aprirela scatola della difesa avversaria e fanne pez-zettini per coriandoli con tiri allo scadere oncon soluzioni che prima del momento in cuiil turco cambiasse il mode da spettatore aprotagonista, sembravano essere ormai nelcontrollo della squadra avversaria. Si passa sempre dal pick and roll centrale mapoi nella parte preferita di Hedo le soluzionivariano: cerchi di mandarlo a sinistra e lui vaa sinistra accettando la sfida e battendoti dalpalleggio, cerchi di tenerlo uno contro unofino in fondo sulla penetrazione e ti trovasoluzioni al ferro (quelle preferite e che nonsbaglia praticamente mai visto il % con il

quale tira in queste situazioni) al limite dell’i-narrestabile, provi a togliergli la penetrazionecon lo show del lungo, aiuto e recupero e tipiazza il tiro dalla distanza che manda defini-tivamente a carte e quarantotto il tuo pianodifensivo. Se poi a tutto questo ci mettiamo il fatto diavere tempi drammaturgici sugli ultimi tiri, ilquadro è completo, cosi come completo èquello relativo ad una stagione ricca di soddi-sfazioni nei playoff anche dal punti di vistadei numeri con: 16,3 punti di media in stagio-ne e 15,2 5,3 rimbalzi e 4,9 assist con le duepartite simbolo e da ciliegina sulla torta chiu-se con 25 e 29 punti rispettivamente in gara7con i Cletics e gara5 contro Cleveland.RASHARD LEWIS. Un’arma tattica senzaeguali. Un’arma tattica che a conti fatti hafatto tutta la differenza di questo mondo sianella serie contro i Celtics che nella serie con-tro i Cavs. Un lungo con quelle mani al fiancodi un gigante dell’area come Howard è una

bomba ad orologeria che una volta esplosa èdifficile da poter fermare. Una bomba che in

LE STATISTICHE DI RASHARD LEWIS

Page 19: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

11 99SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

entrambe le serie è esplosa un po’ in ritardo,ma poi quando lo ha fatto i danni sono statisi rilevanza indicibile per gli avversari. Un rompicapo di difficile risoluzioni per icoach avversari che devono optare tra tresoluzioni differenti provando in corso d’operaquella che potrebbe essere la meno deleteria:utilizzare un numero 4 puro rischiando diprendersi tiri dalla lunga distanza in faccia inmodo tale da spaccare le partite, affidarlo adun lungo mobile che possa seguirlo sul peri-metro per poi però essere battuta dal palleg-gio e da tutte le giocate intermedia che l’exSonics è capace di fare, come per esempiol’arresto e tiro dalla linea della lunetta e dul-cis in fundo affidarlo, sempre che il teamavversario ne sia provvisto, di un esterno piùo meno alto uguale e con un fisico tale dapoter tenere in vari bump in avvicinamento,la partenza in palleggio e non restare troppoindietro nelle sue sfuriate dietro la linea datre punti.

Cleveland e coach Brown le hanno provatetutte e tre e nessuna ha avuto un successototale. Varejao e Smith non ci sono riusciti,Szczerbiack c’ha provato, ma come i primi hafallito ed allora c’è stato poco da fare, ancheperché l’intelligenza cestistica di cui è dotato,portava nelle situazioni di pericolo a scarica-re la palla o ancora sul perimetro o dentronelle mani sapienti di Howard che facevapiazza pulita. Eppure parlarne in questomodo significherebbe dire che quella messain piedi dall’High Schooler sia stata una seriesenza sbavature, ma cosi non è specie inalcune situazioni di percentuali dal camponon proprio idilliache. Ma questo è Rashard Lewis, un giocatore cheè capace di continuare a tirare fino a che nonriesce a trovare la quadratura del cerchio evisti i risultai poco importa se a volte arriva-no partite da 5/13 o 7/18 dal campo, quelloche conta sono i 19,7 di media frutto dei 19,2contro i Sixers, 20,4 contro i Celtics e 18,2

contro i Cavs e alzi la mano chi non pensache sia un bel peccare.

LE STATISTICHE DI MICKAEL PIETRUS

Page 20: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 00 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Page 21: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 11SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Page 22: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 22 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

‘Upset’ degli Orlando Magic, finiscel’avventura di Lebron e Cleveland

GG AA MM EE 22GG AA MM EE 11

GAME 1. Cleveland si risveglia brusca-mente dal sogno dorato, dopo 8 vittorieconsecutive e due turni di playoff superati

senza patemi. Lo fa in 48 minuti contraddittori dove accade tutto e ilcontrario di tutto. Presagio sinistro a quello che sarebbe successo intutto il resto della serie. Un primo tempo dominato, chiuso avanti di 15punti dopo la tripla da 20 metri di Mo Williams sulla sirena. Poi ilcambio totale. Orlando rientra in partita giocando il suo basket. Trovail tiro da 3 punti, mette assieme percentuali da fantascienza (59% altiro nel secondo tempo) e sorpassa in apertura di ultima frazione. Poi ilfinale. Cleveland avanti con un gioco da 3 punti di James, Orlandorisponde con una gran tripla di Rashard Lewis a 14’’ dalla fine. LeBroncon una penetrazione genera un tiro da 3 aperto per West che sbaglia,ma sul rimbalzo è ancora l’MVP a forzare una palla a due con poco piùdi un secondo a cronometro. Nella sua serata strepitosa il numero 23riesce a toccare il pallone favorendo la conclusione di Mo Williams cheperò non va a bersaglio. E la Quicken Loans Arena si zittisce improvvi-samente, quasi incredula. Come se improvvisamente avesse fiutato ilrischio di vedere crollare quanto costruito in duri mesi di lavoro.LeBron James che esce dal campo con una caviglia dolorante e dopoun quarto periodo vissuto a tu per tu con i crampi è il simbolo:Orlando non scherza. Howard domina la partita per 3 quarti, poi nelmomento decisivo sale in cattedra Hedo Turkoglu che chiude con 15punti e 14 assists e soprattutto una gestione chirurgica dei possessichiave. Per i Cavs c’è solo James. 49 punti, 6 rimbalzi, 8 assists, gioca-te di onnipotenza pura. Ma quando si arriva a questi livelli uno solo,per quanto forte, non basta. West e Williams (veri termometri dellasquadra) insieme fanno 10/32 dal campo, mentre i Magic ottengonotanto anche da Rashard Lewis e Michael PietrusGAME 2. Gara 2 parte della fine. Anzi, da un secondo dalla fine, dalmomento in cui LeBron James si separa da Hidayet Turkoglu, riceve la

rimessa di Mo Williams e lascia partire il tiro che, indipendentementedai futuri destini della serie, rimarrà nelle pagine di storia e negli high-lights per i prossimi anni a venire. “Non si è sentito nient’altro che unboato – così James in conferenza stampa - I nostri tifosi lo meritano.E’stato il tiro più importante della mia carriera. Per me un secondo èmolto lungo, per altri invece è molto corto. Sono situazioni che provisin da quando sei ragazzino.” Un canestro che avrebbe potuto cambia-re l’inerzia di una serie che altrimenti non sarebbe andata oltre a gara4. Un’altra gara in fotocopia, un’altra sconfitta bruciante evitata questavolta per quello che si può definire un miracolo sportivo. I Cavaliersgiocano nuovamente un primo tempo dove surclassano i Magic,soprattutto grazie alla voglia di rifarsi immediatamente della sconfittain gara 1. A un certo punto fra loro e la squadra di Van Gundy ci sonoben 23 punti. Anche Pavlovic, richiesto espressamente da James dopogara 1, fa un figurone una volta in campo. Ma per la seconda volta indue partite succede che Orlando rientra. E Cleveland quasi non capiscecome. Non arrivano break terrificanti, ne giocate ad alto tasso spetta-colare. Solo basket di sistema eseguito alla perfezione. Palla a Howardche può attaccare a piacimento Ilgauskas o, in caso di raddoppio,ributtare il pallone sul perimetro dove i vari Turkoglu, Lee,Pietrus eAlston colpiscono con precisione. Si torna così ad un quarto periodo inequilibrio e quando Turkoglu segna in arresto e tiro il vantaggio Magica 1 secondo dalla fine dentro la Q cade un silenzio ancora più rumoro-so di quello che aveva seguito l’errore di Williams nella prima partita.Poi il boato. GAME 3. Quando il giocatore che segna il 42% totale dei punti dellatua squadra incappa in una serata da 11/28 al tiro, con 1/8 al da 3, haipossibilita di vincere in trasferta a Orlando? Risposta semplice, no. Edè quello che si verifica nella terza sfida della serie. “Ci creano moltiproblemi di accoppiamento difensivo. Lo sappiamo noi, lo sanno loro.Tutti lo sanno.” Mo Williams esplica bene il problema maggiore che

didi

NNICOLÒICOLÒ FFIUMIIUMI

Page 23: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 33SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

22 44Mike Brown dalla panchina sta tentando di risolvere. Howard inmezzo all’area fa letteralmente quello che vuole, specie dopo non avergiocato un granchè bene nella precedente partita, ma i veri scompiglisono creati Lewis e Turkoglu (tripla doppia sfiorata nonostante abbiatirato 1/11). E in questa circostanza da un Rafer Alston che comincia lapartita con 11 punti e 5/5 dal campo, per indirizzare subito la contesa.I Cavaliers riescono a stare in scia solo quando rallentano i ritmi, pren-dendo anche qualche punto di vantaggio. Ma quando si torna a correree James e soci perdono il controllo delle marcature in difesa, ricomin-cia a piovere. Cleveland perde troppi palloni (15) e nonostante questoriesce a non precipitare mai definitivamente. I Magic non hanno gran-di percentuali ma quello che condanna la squadra di Mike Brown, inuna partita dove gli arbitri la fanno da padroni fishiando tutto ilfischiabile, sono gli errori del proprio leader. James si affida troppo altiro da fuori che sistematicamente si ferma contro i ferri della AmwayArena (alla fine comunque 41 punti, “viziati” dal 18/24 ai tiri liberi),decretando il nuovo vantaggio Magic nella serie. Mo Williams che escesanguinante dopo un contatto al limite con Anthony Johnson è la foto-grafia dei Cavs: feriti e sorpresi di esserlo, come se non si aspettasseroche le cose potessero prendere questa piegaGAME 4. Di solito si usa dire che i cosidetti “pivotal game” siano legare dispari delle serie, che i destini delle squadre si decidano in gara1,3,5 (oltre ovviamente a gara 7). Ma ci sono le eccezioni, perchè maicome in questo caso la partita che avrebbe fatto tutta la differenza delmondo per i Cavs sarebbe stata gara 4. Per la prima volta in tutta laserie anche Orlando sente un pò di pressione, sapendo di avere lachance di mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno, mentre perCleveland Mo Williams si impagna a garantire ai tifosi la vittoria deisuoi. Tutto questo si riflette sulla partita. I Cavs riescono a tenere inmano le operazioni per tutto il primo tempo, con Williams e West cheancora tirano con percentuali non ottimali, ma riescono a essere spalle

GG AA MM EE 33 GG AA MM EE 55

GG AA MM EE 44

Page 24: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 44 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

GG AA MM EE 66

efficaci per il proprio numero 23 (che chiuderà a quota 44, 12 rimbalzie 7 assists). Rafer Alston per i Magic mette in campo tutta l’aggressi-vità imparata sui playground della Grande Mela e aiuta i suoi a ricuci-re lo strappo nel secondo tempo, con l’aiuto fondamentale di MickaelPietrus, arma fondamentale in attacco e in difesa (su LBJ) per tutte e 6le partite. C’è anche spazio per il giallo nel finale dei regolamentari.Lewis infila una gran tripla a 4’’ dalla fine per dare il +2 a Cleveland,mentre dell’altra parte James va in penetrazione e subisce un fallomolto dubbio dello stesso ex Sonics che lo manda in lunetta con i libe-ri che vogliono dire overtime. Sotto gli occhi dell’ospite d’onore,Shaquille O’Neal, il palcoscenico se lo prende Superman DwightHoward che trasforma in due punti tutti i palloni che gli passano per lemani. 10 dei 16 punti dei Magic nel supplementare sono suoi, mentre iCavs tornano nuovamente a mettersi esclusivamente nelle mani diLeBron, fallendo ancora.GAME 5. 190 squadre nella storia dei playoffs sono state avanti 3-1 inuna serie. Solo 8 non sono riuscite a passare il turno. I Cavs fannosubito capire che vogliono a tutti i costi far diventare Orlando la nona.Ancora una partenza fulminea. 32-10 dopo 9’ minuti per Cleveland conMo Williams che vuole mantenere la promessa, James ai suoi solitistandard e tutta la squadra a girare alla perfezione. Ma come già dettoin precedenza, il grande pregio dei Magic è quello di continuare a gio-care sempre e comunque, dando la sinistra impressione di non farsicondizionare da quello che è il punteggio sul tabellone. Turkoglu è ilvero playmaker della squadra e da lui parte l’ennesima rimonta.Howard e Lewis sono le spalle offensive, mentre è Pietrus a stare

appiccicato a James in difesa. La panchina di Orlando è ancora unavolta superiore a quella dei Cavs e così il pareggio arriva in chiusura diterzo quarto, nell’incredulità generale dei tifosi wine and gold. A quelpunto la classe e l’orgoglio di LeBron James decidono che non è anco-ra ora di andare a casa. 17 punti nell’ultimo quarto, tutte le giocategiuste nei momenti decisivi e un sufficiente coinvolgimento dei compa-gni che porta all’obiettivo di non arrivare a giocarsi il finale di partitapunto a punto. Orlando questa volta non trova risposte, pagando lapessima serata di Rafer Alston. GAME 6. Quattordici anni dopo è di nuovo finale. Ancora con un BigMan a centro area. Allora era Shaq, oggi è Dwight Howard. Non c’è piùPenny Hardaway, e il posto dei vari Nick Anderson, Dennis Scott eHorace Grant è stato preso da un turco, un francese, un playmaker dalRucker Park e un’ala atipica arrivata direttamente da una high schoolin Texas. Non è esattamente la storia che ci si sarebbe aspettati di rac-contare all’inizio di questa serie. I più pensavano che a questo puntotutti i titoli di giornale sarebbero stati per LeBron James, pronto a sfi-dare nella Finale Nba più attesa Kobe Bryant. E invece, a volte, nontutto và come programmato. Del resto è lo slogan voluto dalla Lega:Where Amazing Happens. E incredibile è stata la cavalcata dei Magicche prima hanno fatto fuori i Campioni in carica e poi la miglior squa-dra della regular season, la squadra del Miglior Allenatore e dell’MVP.Già, l’MVP. Il trofeo che apparentemente porta con sè una specie dimaledizione per cui chi lo vince non riesce poi a portare a casa il tito-lo. Negli ultimi 10 anni solo Shaquille O’Neal e Tim Duncan sono riu-sciti a sfuggire a questo destino. LeBron James è l’ennesima vittimaillustre. Nemmeno la sua immensa classe ha potuto niente contro laserata perfetta dei Magic, consci di avere un appuntamento col desti-no. Mike Brown deve subito fare i conti con il secondo fallo di Varejaoe così prova a mettere James nello spot di ala grande e in difesa ini-zialmente lascia a Dwight Howard la possibilità di giocare in uno con-tro uno, pur di evitare scarichi sul perimtetro e conseguenti tiri da tre.La tattica però non funziona. Howard fa il diavolo a quattro, ma con-temporaneamente Rashard Lewis e la batteria di tiratori di Van Gundcolpiscono con costanza dalla lunga. LeBron nel secondo quarto nonsegna un punto e per i Cavs è notte fonda, -18 all’intervallo. L’ultimoscatto di orgoglio di Cleveland è all’inizio del secondo tempo con un 8-0 che li riavvicina nel punteggio, ma dopo un time out tempestivo iMagic riprendono a rispondere colpo su colpo. L’area viene presidiatabene e per il numero 23 non ci sono spazi in penetrazione. Il fuoco deiCavs progressivamente si spegne e dopo pochi minuti di ultimo quartosi può già cominciare a fare festa. Howard chiude con statistiche paz-zesche: 40 punti, 14 rimbalzi, 14/21 al tiro e una folla in delirio che loinvoca come MVP. LeBron James nemmeno si presenta in conferenzastampa ed è un gesto che vale più di mille parole. Ma alla fine, secondologica, ha vinto la squadra che ha dimostrato di essere, appunto, piùsquadra nel senso più pieno del termine. Cleveland, in sostanza, è statasolo James, con il resto della squadra che ha faticato al tiro e una dife-sa messa in scacco dall’atipicità dei Magic, che dal canto loro hannosempre avuto diversi protagonisti ad ogni partita, partendo dal puntofermo in mezzo all’area che è Dwight Howard, continuando con l’intel-ligenza di Hedo Turkoglu (probabilmente il vero MVP della serie), l’ati-picità di Rashard Lewis, la capacità di Pietrus di essere decisivo suidue lati del campo e l’incredibile impatto di Courtney Lee, rookie sor-presa da Western Kentucky. Ora sotto con i Lakers e Kobe Bryant.L’ultimo capitolo per completare una storia... Amazing.

Page 25: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 55SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

DIETRO LE QUINTE: TUTTI I POST PARTITALebron diserta la conferenza stampa, Superman no:«Ora sappiamo che possiamo battere chiunque»GAME 1. In conferenza stampa Mike Browncerca di prenderla con filosofia: «E’ stato megliocosì. Non potevamo certo pensare di finire iplayoff imbattuti», mentre LeBron James non fasconti a nessuno: «E’ inaccettabile. Avremmodovuto vincere». Dall’altro spogliatoio parlaRashrd Lewis: «Bisogna giocare 48 minuti. Noiinvece l’abbiamo fatto solo per un tempo, ilsecondo per fortuna».GAME 2. «E’ una sconfitta che fa male, ovvia-mente – dice Stan Van Gundy – Avrei potutodifendere la rimessa in maniera differente. Fàmale perdere così, ma lo fà ancora di più quandosai che come coach avresti potuto fare dimeglio».GARA 3. «Dobbiamo tutti quanti aumentare ilnostro livello di gioco. Orlando è un’ottima squa-dra, davvero un ottima squadra». La sentenza di

LBJ. GAME 4. «Siamo avanti 3 a 1 – il commento diRashard Lewis – ma non possiamo rilassarci.Può succedere di tutto. Dobbiamo andare aCleveland e cercare di chiudere subito la serie».Pronta la risposta di chi sa che ora deve tentarel’impresa, LeBron James: «Sono pronto allasfida. Le mie giocate in campo credo lo dimostri-no. Ripeto, io sono pronto e anche i miei compa-gni di squadra lo sono».GAME 5. «Hanno meritato la vittoria – dice StanVan Gundy – Noi pur avendo giocato moltomale, siamo arrivati nel quarto periodo con dellechances di vittoria. Ora bisogna tornare a casa estare concentrati per chiudere la serie e non tor-nare qui.” GAME 6. Superman si lascia andare a unadichiarazione di intenti in vista della Finale:

«Sappiamo che possiamo battere chiunque». Peri Cavs lo schiaffo morale è di quelli da cui sirischia di non riprendersi: «E’ stata durissima –dice Daniel Gibson – vedere svanire il sogno pro-gressivamente ad ogni tripla che loro segnava-no».

CC LL EE VV EE LL AA NN DD -- BB OO SS TT OO NN II NN PP II CC TT UU RR EE SS

Page 26: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 66 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

I Denver Nuggets non riescono nel tentativodi impedire la sesta finale di Bryant

GG AA MM EE 22

GG AA MM EE 11

E’ una sfida inaspettata quellache propone la WesternConference. Non certo per i

Lakers, che partivano con i favori del pronostico, quanto piuttostoper i sorprendenti Nuggets, vera mina vagante a Ovest. Dopo essersisbarazzati dei texani di Dallas, La banda di coach Karl prova a ribal-tare l’ordine costituito della Western. Con il passato decisamentecontro (11 sconfitte consecutive contro i gialloviola, comprese le 4gare degli scorsi play-off), ma con qualche giorno di riposo in piùnelle gambe ( i Lakers hano impiegato tutte e 7 le gare per avereragione dei Rockets).GAME 1Nella prima sfida della serie Denver parte forte e tiene in mano leredini del match per almeno tre quarti di gara poi, esiste il quartoperiodo di gioco. Se Hollywood è il luogo ideale per attori e gentedello spettacolo, il quarto quarto di una partita di basket è l’habitatnaturale di un ragazzo nato a philadelphia, cresciuto in Italia ediventato un mito negli States. Mr. Kobe sale in cattedra e, complicel’apporto decisamente scarso dei suoi compagni di squadra, trascinala ‘SUA’ squadra alla prima vittoria delle finali di conference. Come?Con Billups (18 punti per lui) ad interrogarsi da dove fosse sbucatoTrevor Ariza, che gli ha rubato una palla nelle fasi decisive, e ‘MeloAnthony a sostenere gran parte del peso dell’attaco Nuggets (39punti), Bryant, negli ultimi 7 minuti realizza 15 punti di cui 7 conse-cutivi e mette i titoli di coda al match; chiude con 40 punti (13/28dal campo e 12/13 ai tiri liberi) e gli elogi di Lamar Odom: "Ti abituialla grandezza ed al talento, Lui (Bryant) è stato incredibile. Volevail pallone a tutti i costi, è molto più facile che Kobe ti aiuti o ti trag-ga d'impaccio più di quanto possa danneggiarti”. Finisce 105 a 103. GAME 2A volte è possibile sovvertire il pronostico e la storia. Ci sono riuscitii Nuggets in gara 2. Il pronostico diceva gialloviola ma Antonhy nonla pensava allo stesso modo. Denver sconfigge i Lakers 106-103 edimostra che la storia tra le due franchigie NBA è destinata a cam-biare. Si interrompe la striscia di vittorie del team della Californiache durava dal 1985 (11-0), e i tifosi delle ‘Pepite’ possono esserecontenti: ‘we’ve got a series’. Abbiamo una serie perché quest’annoc’è un team convinto e forte che può giocarsela, fino in fondo. E finoin fondo, in gara 2, Denver ha lottato e portato a casa l’incontro.‘Melo ha ripetuto la splendida prestazione di gara 1 con 34 punti eben 14 rimbalzi catturati, ma è Chauchey Billups (27 punti totali) afirmare la vittoria nei secondi finali con il 3 su 4 dalla linea dei liberiche chiude la sfida perché la preghiera finale di Fisher non vieneaccolta dagli dei del basket. Coach Karl è riuscito ad arginare il ‘24’nel quarto periodo impedendo che il suo tiro su accendesse: "Nonabbiamo cambiato la nostra mentalità da quarto periodo per la solapresenza di Kobe," ha detto Karl. "Non volevamo assolutamentetri/quadriplicarlo, volevamo solo costringerlo a non tirare facilmentedai 3 punti.". Kobe chiude gara 2 con 32 punti. Coach Jackoson haperò trovato una risorsa importante in Trevor Ariza, già decisivo ingara 1 con la rubata su Billups e ora anche realizzatore con il suocareer high play-off di 20 punti. Inoltre, coach Zen ha utilizzato ladifesa ‘boxes and elbows’ limitando, per quanto possibile, le penetra-zioni della premiata ditta Billups-Anthony; difesa che potrà tornargliutile nel corso della serie che si annuncia lunga e, per ora, si spostain Colorado. GAME 3Di esperienze in Colorado il buon Kobe ne ha avute tante, quella digara 3 passerà alla storia come ordinaria amministrazione; sarà l’en-nesima partita in cui Bryant supera quota 40, l’ennesimo quartoperiodo in cui emergerà e condurrà i Lakers alla vittoria. Denver

didi

AALESSANDROLESSANDRO DELLIDELLI PPAOLIAOLI

Page 27: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 77SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

44 22prova ad allungare del terzo periodo di gioco e ci riesce 79-71 graziea due triple di J.R. Smith. Poi il supporting cast di Bryant riporta igialloviola in partita: 8 punti dello spagnolo Gasol nell’ultima frazio-ne e l’arrembante Trevor Ariza con le due triple del sorpasso.Bullpus (18 punti 7 assists) fa mettere di nuovo il muso avanti alle‘Pepite’ con un gioco da 4 punti, ma 8 punti in un minuto, compresala tripla tremenda i faccia a Smith, affermano la superiorità delfiglio di Jelly Bean. C’è il tempo, nel finale, di rivedere Ariza, comein gara uno, rubare palla sulla rimessa scriteriata di Martin, e invo-larsi in contropiede, fermato, però, dal sesto fallo di un ‘MeloAntonhy decisamente in ombra (21 punti, ma solo 3 nel secondotempo). “Trevor è un giocatore furbo, è lungo, veloce, rapido e vuolesempre avere il controllo del pallone”, ha detto Bryant. “Legge benis-simo questo tipo di situazione. E’ stata una gran giocata difensiva.”.La ‘steal’ di Ariza, una delle sorprese più positive della post season diLos Angeles, è risultata decisiva al pari dei liberi segnati da Kobe,4/4 negli ultimi 22 secondi. Alla sirena il punteggio è di 103-97 enella sconfitta Nuggets pesa il 5 su 23 dalla lunga distanza e lo 0 sunove di inizio quarto di gioco (segnerà solo dopo 5:26 con Martin).Si interrompe, così, la striscia di 16 vittorie casalinghe di Denver. GAME 4Seconda partita al Pepsi Center e seconda vittoria nella serie per iNuggets. La squadra di George Karl non concede ai Lakers di bissa-re il successo di gara 3 tra le mura amiche. Denver ha CarmeloAnthony a mezzo servizio causa virus intestinale e distorsione allacaviglia: “Anche prima di farmi male alla caviglia, con lo stomacoche avevo non mi sentivo le gambe a inizio gara”, ha confessato il‘15’, “Non avevo energie, ma per mercoledì dovrei farcela.”. ‘Melochiude con 15 punti con un non certo brillate 3 su 16 al tiro. Comesolo le grandi squadre sanno fare, in assenza del giocatore più rap-presentativo, si da fondo a tutte le energie e risorse a disposizione.

GG AA MM EE 44

GG AA MM EE 33

GG AA MM EE 55

Page 28: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 88 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL OO SS AA NN GG EE LL EE SS -- DD EE NN VV EE RR II NN PP II CC TT UU RR EE SS

Page 29: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

22 99

GG AA MM EE 66

DIETRO LE QUINTE: TUTTI I POSTPARTITAJackson: «La sesta la nostra migliore partita»GAME 1: «Non ci sono vittoriemorali nel basket dei playoff» hadetto George Karl, coach deiNuggets. «Le prossime 48 ore nonsaranno affatto facili».«Abbiamo vinto con energia, fegatoe tenacia» ha detto Jackson. «Lorohanno imposto la loro fisicità e cihanno messo molta pressione suipassatori. Avevamo parlato delfatto che una delle possibilità eranon farli scappare per poi vincerenel finale. In difesa li abbiamo fer-mati per un paio di possessi chesono poi risultati decisivi».GAME 2. «Vincere in trasferta èsempre difficilissimo, noi siamovenuti qui per giocarcela e l'abbia-mo portata a casa» ha dettoAnthony. «Siamo forti anche sottoil profilo mentale e l 'abbiamodimostrato questa sera nonostantela partita buttata via Martedì scor-

so»GAME 3. «E’ stato divertente» hadetto Trevor Ariza.«Non mi sono arrabbiato tanto peril sesto fallo quanto per la rimessasbagliata - afferma Anthony».GAME 4. «Il Basket è uno sportdove la squadra più aggressiva haun vantaggio. Ma sta sera non sicapiva cosa fosse fallo e cosa no»,ha detto Jacksonveniva fischiato.«So che il mondo intero vuole vede-re Lakers-Cavaliers in finale”, hadetto Billups. «Beh, io non vogliovederli».GAME 5. «Quel posto sarà caldissi-mo» ha detto Bryant, riferendosi alPepsi Center «Dovremo essere con-centrati e decisi per batterli».Game 6. «Ci siamo tenuti la migliorprestazione per la fine, e forse loronon hanno giocato al meglio» hadetto coach Phil Jackson».

Denver lo ha fatto e il risultato è la vittoria più larga della serie, finoa questo momento, 120-101. Dominio assoluto per i Nuggets guidatida Billups e Smith, migliori marcatori dell’incontro con 24 a testa.Denver vince nettamente il confronto nell’area pitturata: 18 punti inpiù dei Lakers e 58-40 il confronto a rimbalzo; spiccano, infatti, leprestazioni di Martin (13 punti e 15 rimbalzi) Nene (14 punti e 13rimbalzi) e tutta l’energia di Chris ‘Birdman’ Andersen (6 punti ma14 rimbalzi). Los Angeles è travolta anche nel confronto delle pan-chine: 24-42. “Ci sono stati superiori, punto”, ha detto Kobe Bryant,autore di 34 punti. “Ci sono stati superiori a rimbalzo. Ci sono statisuperiori nelle palle vaganti.”. GAME 5L’altruismo. E’ questa la parola d’ordine della quinta gara dellaserie. Quante volte in passato Bryant è stato accusato di egoismo edegocentrismo? Che Kobe sia cresciuto sotto questo punto di vista èormai acclarato, è dal secondo regno di Jackson ai Lakers che l’evo-luzione verso il gioco di squadra del figlio di Jelly Bean ha comincia-to a prendere pian piano forma. Sotto gli occhi di Jack Nicholson,Bryant ha segnato ‘solo’ 22 punti prendendosi 13 tiri e delegandomolto ai compagni quando è stato raddoppiato, 8 assist smazzati:"Era un bell'azzardo per me, ma volevo cambiare il mio approccioalla partita per essere un'esca, un richiamo per uccelli. Durante gliscorsi 2 incontri, la loro difesa mi è sembrata adeguarsi molto allamia posizione ammassandosi sul mio lato, così ho pensato che sareipotuto essere un'esca perfetta ed avrei potuto regalare un sacco dipossibilità ai miei compagni di squadra.". Il palcoscenico losangeli-no ha visto protagonisti il redivivo ‘Lamarvelous’ Odom che, nono-stante la schiena a pezzi, ha sfornato una prestazione da 19 punti e14 rimbalzi e la solita doppia doppia di Pau Gasol (14 punti 10 rim-balzi). La sfida, in equilibrio fino all’inizio del quarto periodo, pren-de la via di Hollywood grazie al parziale di 11-0 in cui i Lakers pren-dono il domino dell’area dei tre secondi che, a detta di Anthony (31punti per lui, miglior marcatore Nuggets), sembra essere la chiavedella serie. Denver tenta di rientrare in gara con il positivissimoKeliza (7 dei suoi 10 punti arrivano nel tentativo di rimonta) e lostesso Anthony ma non c’è nulla da fare, sul più bello le mani degliuomini di Karl diventano gelide; i Lakers, invece, continuano asegnare. Finisce 103-94. GAME 6Era dal 1969 che i Lakers, dopo aver vinto gara 5 sul 2-2, non perde-vano la successiva gara 6. La striscia si allunga. I miglior Lakersdella serie chiudono il discorso Denver (119-92) e volano in Finale.Partita mai in dubbio, dominata sin dall’inizio (53-40 all’intervallolungo). C’è spazio per tutti nell’attacco gialloviola in scena al PepsiCenter. A guidare le danze il solito Bryant che si mette in propriocon 35 punti e offre anche possibilità ai compagni, 10 assist. Le per-centuali di Los Angeles la dicono lunga sull’andamento del match esull’impotenza dei Nuggets: 57% dal campo, 9/16 da tre, 24/24 dallalunetta, Gasol 20 (con 8/12 dal campo), Odom 20 (7/12), Ariza 17(5/7). ‘Melo Anthony con 25 punti è l’ultimo ad arrendersi e Billupsspiega così la debacle delle ‘Pepite’: “Questo gruppo non aveva maidovuto affrontare un ostacolo di questo tipo. Quando affronti unagara di eliminazione non ti puoi permettere di essere dominato arimbalzo e per livello d’intensità”. Kobe è consapevole che la trente-sima finale per i Lakers è stata più sudata rispetto agli altri anni:Quest’anno, il cammino verso la finale è stato più fisico e difficilementalmente. Abbiamo avuto alti e bassi, ma ci rende molto fiducio-si l’aver imparato a leggere la difesa, e a prenderci quello che civiene concesso. Abbiamo compagni molto intelligenti. Dobbiamocontinuare a comunicare e tradurre in campo quello che stabiliamoquando studiamo le partite”. Coach Jackson e il suo staff hanno atteso la vincente tra Cleveland eOrlando e, la sfida dell’est, ha detto sorprendentemente Magic.Finale inedita, dunque.I Lakers per il 15° titolo, coach Zen per il decimo anello (che signifi-cherebbe superare Red Auerbach, quindi record assoluto per unallenatore) e Kobe per il quarto, si, ma il primo da protagonistaassoluto. E’ un uomo in missione e non ci sarà Superman che tenga.Questa volta il finale lo vuole scrivere lui.

SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Page 30: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

33 00 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

I cinque momenti più esaltanti delle due finali di Conference

Trevor Ariza. Solo le due pallerubate valgono la posizione,ma riuscire a vincere un titolo

NBA contro chi non ti ha volutio perchè non sapevi tirare dafuori...come direbbe quel famoso spot, non ha prezzo. Pricelessanche il suo 50% da tre nei playoff.

55didi

AALESSANDROLESSANDRO MMAMOLIAMOLI

Cleveland - Orlando Game 1. I 49 di LeBron e il tiro di Lewis...e nonavevamo ancora visto niente.

44

Page 31: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

33 11SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

I 40 di Howard con 7 errori dal campo in gara 6. Polemico vs tutti,soprattutto la Nike. Quella serie di spot con i puppazzetti di Lebrone Kobe a poche settimane dalla finale NBA non gli sono andati giù.Così lui ha fatto sembrare pupazzetti tutti quelli che han provato amarcarlo....

33Cleveland - Orlando GM 4 : i 44 di LeBron, le 17 triple deiMagic...Dopo questa stagione, Orlando, un modello da seguire.Raramente visto giocare così bene un attacco NBA....e potrebbe nonessere finita qui...

22The Shot, LeBron allo scadere in gara 2. Lo vedi e lo rivedi, comeuna droga, non puoi farne a meno....una fiore nel deserto Cavs...

11

Page 32: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

33 22 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Niente Kobe-Lebron, ora c’èddii

DDOOMMEENNIICCOO PPEEZZZZEELLLLAA

Page 33: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

33 33SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Orlando sul cammino di LA

Page 34: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

33 44 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Due specialisti.Due giocatori chiamati asvolgere lo stesso ruolo all’interno di unsistema che non li vede certo delle stelleassolute o dei primi violini. Un misto tramestieranti ed esperti di questo gioco conun unico scopo sulle spalle: quello ditogliere le castagne dal fuoco a chi didovere, rendere la vita meno difficile alleloro stel le e prendersi magari quelmomento di gloria che la partita e la seriegli concede. Ad Alston è successo in gara4con i Cavs con 6/9 dalla distanza, il palma-res di Fisher in questa speciale categoriacomprende più di una voce.

POINT POINT GUARDGUARD

AA LL SS TT OO NNLL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

FF II SS HH EE RR

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 12,712,7RPGRPG 2,50 2,50 APGAPG 4,44,4EFEF + 11,50 + 11,50

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 7,17,1RPGRPG 1,80 1,80 APGAPG 2,42,4EFEF + 6,18 + 6,18

Page 35: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

33 55SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Quello che è successo nella finale diConference ad Est di sicuro stimolerà ancoradi più il figlio di Jelly Bean a ‘combattere’face to face con colui che è stato definito l’an-ti Lebron dei Magic. Una sfida che di sicuroBryant ingaggerà più volte per dimostrareche lui è riuscito in quello in cui Jing Jamesha fallito e dimostrare che è ancora lui il piùforte nonostante quanto detto anche dallostesso Jerry West. Un duello che per contropotrebbe stuzzicare anche lo stesso Pietrusche con una serie molto simile a quella con iCavs davvero si conquisterebbe davvero unafama di super difensore.

SHOOTINGSHOOTINGGUARDGUARD

PP II EE TT RR UU SS BB RR YYAA NN TTLL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 10,510,5RPGRPG 2,70 2,70 APGAPG 0,60,6EFEF + 9,84 + 9,84

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 29,629,6RPGRPG 5,30 5,30 APGAPG 4,94,9EFEF + 27,33 + 27,33

Page 36: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Questo si che potrebbe essere un duello inte-ressante e sul quale puntare più di un euroin vista della chiave alternativa alle stelleassolute per risolvere il tutto ed infilare quelbenedetto anello al dito. Jackson di sicuroordinerà per tutta la serie questo tipo dimarcatura, ma se il turco dovesse prenderein mano le redini della situazioni, i cambiche si sono visti contro i Nuggets con Kobesu Melo potrebbero riverificarsi qui conBrother Hedo. Una soluzione difficile dadigerire, visto che l’ex di turno ha velocità dipiedi, forza fisica e attitudine difensiva arestare con il turco sui pick and roll.

SMALLSMALLFORWARDFORWARD

TT UU RR KK OO GG LL UU AA RR II ZZ AA

33 66 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 15,215,2RPGRPG 4,50 4,50 APGAPG 5,15,1EFEF + 15,00+ 15,00

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 11,411,4RPGRPG 3,70 3,70 APGAPG 2,62,6EFEF + 13,39 + 13,39

Page 37: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Da questa posizione in poi i Lakers potreb-bero cambiare faccia ed adottare quella chelo stesso Jackson ama di più adottare, ma incorso d’opera. Lamarvelous dalla panchinafino a questo momento ha dato un contribu-to più che sufficiente dando a Bynum quelloscorcio di partita in più ed il quintetto baseche sta evitando per il momento la più clas-sica della guerra fredda. Con un giocatorecome Lewis, però, la presenza di Odom incampo come ago della bilancia difensiva èstrettamente necessaria dal momento cheper caratteristiche l’ex Miami è l’unico ingrado di tenerlo.

POWER POWER FORWARDFORWARD

LL EE WW II SS OO DD OO MM

33 77SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 19,419,4RPGRPG 6,10 6,10 APGAPG 2,62,6EFEF + 18,74 + 18,74

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 12,012,0RPGRPG 9,50 9,50 APGAPG 2,12,1EFEF + 18,33 + 18,33

Page 38: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

La sfida più difficile, il posto del campo incui Jackson dovrà cercare di limitare i danniil più possibile. La presenza di Bynum tra lefila dei gialloviola dovrebbe far pensare adun logico accoppiamento, ma l’attitudinedifensiva del numero 17 di questi playoff èstato sempre il pomo della discordia con ilcoach Zen ed il che costringe lo stesso Phil apromuovere Odom nello starting five e affi-dare al catalano l'ingrato compito di tenere1vs1 Superman. Scelta obbligato, visto cheil doppio lungo porterebbe l’ex Barça a cor-rere per il campo a seguire le piste di ungiocatore perimetrale come Lewis.

CENTERCENTER

HH OO WWAA RR DD GG AA SS OO LL

33 88 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 21,721,7RPGRPG 15,40 15,40 APGAPG 1,81,8EFEF + 31,06 + 31,06

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 18,218,2RPGRPG 11,30 11,30 APGAPG 2,62,6EFEF + 25,72 + 25,72

Page 39: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Anthony Johnson, Courtney Lee e Gortat dauna parte le pedine alle quali Stan Van Gundyrivolgerà il suo sguardo nel momento e nellesituazioni di riposo dei suoi guerrieri.Situazioni in cui durante la serie e contro unadifesa tecnica e non propriamente aggressivasugli esterni potrebbe trovare spazio anche JJRedick un po’ perso nelle rotazioni negli ulti-mi mesi per l'esplosione di Pietrus ed il ritor-no di Courtney Lee. Sul fronte Lakers un solonome al comando un solo nome che se gio-casse minimamente come tutti si aspettanopotrebbe cambiare le sorti di una serie ilnome di Andrew Bynum.

THETHEBENCHBENCH

JJ OO HH NN SS OO NN BB YY NN UU MM

33 99SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

LL EE SS TTAATT II SS TT II CC HH EE AA CC OO NN FF RR OO NN TT OO

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 4,34,3RPGRPG 1,40 1,40 APGAPG 2,12,1EFEF + 4,42 + 4,42

2009 Playoffs Statistics2009 Playoffs StatisticsPPGPPG 6,36,3RPGRPG 3,60 3,60 APGAPG 0,40,4EFEF + 7,44 + 7,44

Page 40: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Triangle Offense da una parte, gioco di squa-dra e tiro dalla distanza dall’altra. Due sistemiche fino a questo momento non hanno sba-gliato un colpo, non hanno fallito in quelloche è il loro compito principale e cioè portarela squadra alla vittoria. Due sistemi di squadradove però a prevalere saranno i singoli e quin-di due sistemi in cui i due timonieri dovrannotrovare delle alternative, degli aggiustamentiin corsa per evitare che gli avversari prendanoil sopravvento. La prima mossa spetta a coachJackson che si ritroverà a modificare il pro-prio line up, e quindi non possiamo far altroche aspettare quella di Van Gundy.

THETHECOACHCOACH

VVAA NN GG UU NN DD YY JJ AA CC KK SS OO NN

44 00 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Page 41: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

44 11SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Page 42: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Tutti gli appuntamenti dell’atto finale della stagione

44 22 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Gio 4 Giugno Gio 4 Giugno GARA1GARA1 STAPLES CENTERSTAPLES CENTER

Mar 9 Giugno Mar 9 Giugno GARA3GARA3 AMWAY ARENAAMWAY ARENA Gio11 Giugno Gio11 Giugno GARA4GARA4 AMWAY ARENAAMWAY ARENA

Dom 7 Giugno Dom 7 Giugno GARA2GARA2 STAPLES CENTERSTAPLES CENTER

Page 43: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

44 33SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESS

Gio 18 Giugno Gio 18 Giugno GARA7GARA7 STAPLES CENTERSTAPLES CENTER

Mar 16 Giugno Mar 16 Giugno GARA6GARA6 STAPLES CENTERSTAPLES CENTERDom 14 Giugno Dom 14 Giugno GARA5GARA5 AMWAY ARENAAMWAY ARENA

Page 44: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

ingrandimentoingrandimentossuullllaa LLeeggaaAA

LLeennttee ddii

Page 45: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

MONTEPASCHI SIENA – SCAVOLINI PESARO 3-0GARA 1 MPS-SCAVOLINI 94-51GARA 2 SCAVOLINI-MPS 68-77GARA 3 MPS-SCAVOLINI 93-69

Davide contro Golia. E’ forse retorico, invero, ricorrere a quella che, nell’im-maginario collettivo, rimane la sintesi migliore, la più emblematica perdescrivere un duello impari e dall’esito pressoché scontato. Troppo forte laMontepaschi o troppo debole la Scavolini? Beh, poco importa perché,comunque la si metta, il 3-0 che ha suggellato la serie è il risultato più giustotenuto conto dei valori espressi sul parquet. Se i “contradaioli” sono arrivatiall’appuntamento con la post-season con un record abbagliante di 29 vittorieed una sola sconfitta un motivo valido ed inequivocabile ci sarà pure; lo stes-so, al contrario, viene da dire con riferimento alla truppa di Sacripanti(attualmente con la valigia in mano), approdata ai barrage-scudetto al termi-ne di una stagione regolare con più lacrime che sorrisi e, comunque, indub-biamente non in linea con quelle che erano le aspettative della piazza e dellaproprietà.Insomma, un gap a dir poco incolmabile di cui si ha l’ennesima confermagià in gara 1.Nel palazzo di via Sclavo, i biancoverdi non fanno sconti, così com’eraampiamente preventivabile alla vigilia. Eze alza subito il volume del matchcon 7 punti di fila che, uniti alla tripla di McIntyre, griffano il 10-0 iniziale. Imarchigiani provano a tenere testa con Hurd e Curry ma la sensazione nettaè che la strenua resistenza sia destinata a durare poco. Una sensazione chesi tramuta in realtà quando Lavrinovic e Kaukenas cominciano a fare sulserio lasciando, in men che non si dica, la polvere a Myers e soci. Lo scartodi 10 punti con cui si chiude la prima metà del match è solo l’antipasto di unautentico monologo di una squadra semplicemente troppo organizzata peravvertire il solletico che la Vuelle prova a suscitarle. Gli ultimi 20 minuti non

hanno storia con la Scavolini che mette a segno la miseria di 25 punti e legit-tima, in questo modo, il -43 impresso sul tabellone al suono della sirenafinale (94-51).In gara 2, i biancorossi sanno inevitabilmente di disputare la loro ultimapartita casalinga dell’anno; nonostante tutto, il BPA Palace offre, come alsolito, desolanti spazi vuoti sugli spalti.Grazie ad un ottimo Hurd e ad un efficace Curry, si viaggia sul filo di unsostanziale equilibrio fino al 12.mo minuto. Poi, neanche a dirlo, arriva l’al-lungo dei senesi propiziato da Finley e dal chirurgico Lavrinovic. Partita inghiaccio per i campioni d’Italia anche se sul finale i padroni di casa hannoun sussulto d’orgoglio che consente loro di arrivare fino al -6 (60-66). Le bat-tute conclusive, in ogni caso, sono impresse a fuoco dall’esperienza e dallafreddezza della MPS (68-77).Gara 3, com’era nei pronostici, chiude ogni discorso. Basti dire che Sienachiude con il 50% da 3 ed il 64% da 2; ed i migliori interpreti di questaautentica grandinata di punti sono Sato (19), Finley (15) e Kaukenas (14).Per la Vuelle tutto il resto è noia. Termina 93-69.M.V.P. DELLA SERIE: Romain SatoIL PEGGIORE DELLA SERIE: Max Stanic

BENETTON TREVISO – LA FORTEZZA BOLOGNA 3-2Gara 1 Benetton-La Fortezza 85-77Gara 2 La Fortezza-Benetton 94-81Gara 3 Benetton-La Fortezza 91-73Gara 4 La Fortezza-Benetton 99-78Gara 5 Benetton-La Fortezza 78-72

Sulla carta, il quarto di finale più equilibrato. Da una parte, la squadra di Oktay Mahmuti (che a fine stagione saluterà la

MMAADDEE IINN IITTAALLYY

Colpi di scena a non finire nel primo turno della post-season: Roma e Bologna scrivono il loro fallimento; Teramo cede il passo a Milano. Siena, invece, non tradisce

Sorprese, conferme ed insignibocciature: ecco a voi i play-off

DIDI

TTOMMASOOMMASO SSTAROTARO

44 55

Page 46: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

Ghirada), galvanizzata dalle ultime tre vittorie consecutive in regular-season,l’ultima delle quali colta “on the road” proprio al cospetto della V nere, abi-lissime, dal canto loro, a fare harakiri nei secondi finali dei tempi regola-mentari e capaci di buttare alle ortiche la possibilità di giocare il primoturno di play-off col fattore campo a favore; dall’altro, la squadra diBoniciolli, in evidente fase calante dopo la vittoria in EuroChallenge in virtùdi un filotto di cinque sconfitte nel finale della stagione regolare.L’equilibrio di cui si diceva, però, si palesa solo nel risultato finale delleserie; sì, perché a ben vedere, ogni partita ha avuto una storia a sé, condizio-nata evidentemente da un fattore campo che, alla resa dei conti, ha avutouna rilevanza decisiva. Si parte in gara 1, al PalaVerde, con la Virtus decisa afar saltare subito il banco. Neal ed un ottimo Nicevic provano ad imprimereuna prima accelerata al match; dall’altra parte, invero, Langford è inconteni-bile per la difesa veneta e Therry sfrutta, come meglio non potrebbe, gliampi spaziati lasciati dagli uomini bianco verdi lungo il perimetro (39-35 al20’). Nel terzo quarto, inizia a venir fuori la vena di “Bullo” Bulleri; unautentico metronomo che alterna sapientemente il gioco fuori e dentro l’a-rea colorata. Si viaggia sul filo dell’equilibrio fino agli ultimi cinque minutiquando i bolognesi -nonostante un gladiatoreo Langford- perdono letteral-mente la trebisonda e lasciano campo libero ai “casual” (finale 85-77).Alla FuturStation la storia è completamente ribaltata. Boykins, Ford eVukcevic non le mandano a dire confezionando addirittura il +16 (26-10). Lapartita sembra avere un unico padrone anche se Rancik e Kalampokis, sullasponda Benetton, provano a limitare i colpi. Il massimo sforzo prodotto daiveneti consente loro di arrivare fino al -5 (50-45 al 22’). E’ quello, in verità,l’ultimo momento di simil gloria per i biancoverdi; il proscenio, infatti, ètutto per la Virtus, trascinata dalla precisione della coppia Vukcevic-Blizzarde da un Ford davvero incontenibile nel pitturato (94-81).Altro giro, altra corsa, altra partita a senso unico. In gara 3, la truppa diSabatini pensa bene di concedersi un turno di play-off sabbatico. Il matchdella Virtus dura lo spazio di cinque minuti. Poi, sul parquet incrociato delPalaVerde si vede una sola squadra: la Benetton (5 uomini in doppia cifra).Per i bolognesi è un colpo durissimo; ancor di più, per Sabatini che bocciapubblicamente Boykins (91-73).A Casalecchio va in scena il primo match-point della serie; sul capo dei bian-coneri pende, minacciosa, la più classica delle spade di Damocle che vorreb-be significare la fine della stagione.Pungolati nell’orgoglio dalle parole al vetriolo del loro presidente, i virtussinidanno un segnale forte della loro voglia di proseguire il cammino nella post-season. Benchè le primissime battute siano chiaramente di marca Benetton

(6-14 al 4’), la reazione dei bolognesi arriva puntuale in tutta la sua veemen-za. I veneti soffrono tantissimo nel verniciato, pagando dazio in fase di rim-balzo. Ma i guai peggiori arrivano dal perimetro dove Vukcevic e Blizzardfanno letteralmente ciò che vogliono (in due 9/15 da 3). I ragazzi diMahmuti non riescono a vedere la luce in fondo al tunnel; e l’inerzia, ineffetti, non accenna mai a cambiare per un risultato finale già scritto (99-78). La partita decisiva, insomma, si gioca sotto i riflettori dell’impianto diVillorba. La posta in palio è -neanche a dirlo- altissima, il nervosismo pure,tant’è che nei primi tre minuti i canestri rimangono immacolati. E’ un conti-nuo botta e risposta da parte di ambo le squadre. Neal e Nicevic suonano lacarica; Chaicig e Giovannoni non stanno a guardare. Dopo l’intervallo lungo,si continua a viaggiare sul filo del rasoio con Bulleri e Langford sugli scudi.La svolta arriva nell’ultimo e decisivo quarto: Bologna è letteralmente smar-rita se è vero che il primo canestro dal campo della frazione arriva addirittu-ra dopo sette giri di lancette. I “casual”, invece, cavalcano l’onda dell’entusia-smo annichilendo una Virtus in balia di se stessa e costretta mestamente asalutare in anticipo una stagione da cui ci si attendeva ben altro. Una delu-sione cocente che nel post-partita induce il patron Sabatini a svuotare ilsacco, a mettere in vendita la sua creatura e a dare il benservito al g.m.Luchi, a coach Boniciolli e a capitan Giovannoni; trovate ad effetto sconfes-sate, poi, dalla trattativa avviatissima finalizzata a tesserare Andre Collins -ex Carife Ferrara- in vista del prossimo campionato. Così è se vi pare.M.V.P. DELLA SERIE: Massimo BulleriIL PEGGIORE DELLA SERIE: Earl Boykins

LOTTOMATICA ROMA – ANGELICO BIELLA 3-2Gara 1 Lottomatica-Angelico 80-67Gara 2 Angelico-Lottomatica 82-77Gara 3 Lottomatica-Angelico 99-84Gara 4 Angelico-Lottomatica 85-67Gara 5 Lottomatica-Angelico 79-83

Confronto assai stuzzicante tra la candidata a vestire i panni dell’anti-Sienaed una delle più piacevoli sorprese del campionato. La forza, l’esperienza, iltalento della truppa del presidente Toti contro l’entusiasmo, la sfrontatezza ela voglia di divertirsi dei ragazzi del patron Atripaldi. Ma anche il duello trala metropoli e la provincia; o, se preferite, tra due degli allenatori più futuri-bili del basket made in Italy (Gentile e Bechi). Una serie dal pronostico scon-tato; salvo, poi, far ricredere tutti in ragione di un’imprevedibilità, caratteri-

stica tipica ed imprescindibile della post-season.E’ convincente l’esordio della Virtus in questi play-off. Nonostante i

MMAADDEE IINN IITTAALLYY44 66

Page 47: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

consueti squarci vuoti offerti dal Palalottomatica, i giallorossi approccianobenissimo la contesa. La premiata coppia Jaaber-Hutson si mette subito inproprio creando non pochi grattacapi ad un Angelico nelle cui file i soliSmith e Gist sembrano in grado di offrire risposte convincenti. In effetti,Biella pare risentire di un certo timore riverenziale nei confronti della piùquotata Roma: il rivedibile apporto degli esterni e le conseguenti scarse per-centuali dal perimetro (20% da 3) danno il lasciapassare ai giallorossi cheimpiegano poco tempo per scappare via (39-21 al 14’).La seconda metà di gara non ha praticamente storia; un prolungato garba-ge-time in cui i piemontesi non trovano la lucidità mentale e fisica per piaz-zare una decisa reazione. Termina 80-67.Risultato scontato anche in gara 2? Niente affatto. In terra biellese, infatti,arriva il riscatto della Bechi’s band. Un riscatto non facile considerato l’otti-ma prova di una Lottomatica disposta a vendere assai cara la pelle.L’equilibrio è di casa nel nuovo palazzo di via Antoniotti. Gist e Garri prova-no a fare la voce grossa al centro dell’area; Gigli e Jaaber, però, rendono panper focaccia (36-36 al 20’). Dopo un importante allungo dell’Angelico (57-47al 29’) presto vanificato dai capitolini, si arriva a pochi giri di lancette con ledue squadre sostanzialmente a braccetto. Ed è in questo momento che vienefuori la maggiore presenza mentale di Biella, brava ad operare una buonaselezione di tiri ed a trovare in Aradori l’inaspettato ago della bilancia (82-77).Gara 3 ha lo stesso copione di gara 1. In campo c’è una sola squadra ed è laLottomatica. I ragazzi di Bechi fanno vedere qualcosa di convincente solonel primo quarto. Tutto il resto è di marca giallorossa che chiude con 4uomini in doppia cifra e con il 50% da 3 (99-84).La sensazione è che si è vicini, oramai, all’epilogo della serie considerata lavoglia e la necessità di Roma di chiudere la pratica in anticipo per rispar-miare energie in vista del prosieguo del suo cammino. Ma anche questavolta il campo smentisce tutto e tutti. Parte bene, in ogni caso, laLottomatica in gara 4 con Jaaber e Becirovic a menare le danze ed a propi-ziare un allungo sostanzioso verso la fine della prima frazione (14-23 al 9’).Biella, comunque, in virtù del buon apporto fornito anche dalle secondelinee (Brunner, Jurak e Spinelli), ha il merito di non disunirsi, di ricucire lostrappo e di tenere a bada l’avversario fino al terzo quarto. All’inizio dell’ulti-ma frazione, poi, avviene lo strappo. Spinelli è il mattatore assoluto, Aradoriun’ottima spalla; l’Angelico scappa via ed ai giallorossi rimane solo la polve-re (85-67).Si decide tutto, dunque, alla “bella” all’ombra del cupolone. La partita dellavita o della morte è segnata, nella sua prima metà, dal buon avvio di Roma.Jaaber ed Hutson sono i principali terminali offensivi a cui si affida coachGentile; l’Angelico tiene abbastanza bene anche grazie alla verve di Gist.Sono i piemontesi a piazzare la stoccata che, all’intervallo, consente loro diamministrare 10 lunghezze di vantaggio. Roma, dal canto suo, non ci sta. E’,neanche a dirlo, sempre Hutson il fulcro dell’attacco della Virtus; poi si sve-gliano anche Jaaber -con 2 bombe consecutive- e Becirovic per un continuo

tira e molla che si protrae fino agli ultimissimi scampoli del match.Sul 71-63, il finale pare essere già scritto. Invece no, perché l’imponderabiledeve ancora materializzarsi. Roma, improvvisamente, smarrisce la via delcanestro; Biella, invece, la trova con continuità nelle fattezze di Smith, Gist eSpinelli. Ma il vero match-winner è Greg Bunner: sono suoi i due canestriconsecutivi che spezzano letteralmente le gambe alla Lottomatica, incapacedi rialzarsi e di rimettere in sesto una situazione drammatica. I riflettori del-l’impianto dell’EUR sono tutti per i piemontesi: Bechi alza i pugni al cielo,Spinelli è in lacrime. A Roma ed al presidente Toti resta solo l’amaro saporedi un’eliminazione che brucia in maniera indicibile.M.V.P. DELLA SERIE = Joe SmithIL PEGGIORE DELLA SERIE = Primoz Brezec

BANCATERCAS TERAMO – ARMANI JEANS MILANO 1-3Gara 1 Bancatercas-Armani 75-85Gara 2 Armani-Bancatercas 83-82Gara 3 Bancatercas-Armani 85-77Gara 4 Armani-Bancatercas 70-69

Ha il profumo della storia la post-season della Bancatercas; mai così in altoal termine della stagione regolare, il team di Andrea Capobianco -votatorecentemente coach dell’anno- affronta col fattore campo a proprio favore ilclub più titolato d’Italia. Dall’altra parte della barricata, l’Armani JeansMilano, squadra dalle forti ambizioni ma costretta a pagare dazio in terminidi classifica alla luce di un avvio di campionato tutt’altro che convincente.In un gremito PalaScapriano, ha inizio la serie. In gara 1, le prime battutedella contesa sono caratterizzate da un estremo equilibrio: Jaycee Carroll haun ottimo impatto, Peppe Poeta non gli è da meno dettando i ritmi e puntel-lando sovente il canestro meneghino; l’Olimpia, comunque, non sta a guar-dare: un efficace Price, un ritrovato Marconato ed il solito Hawkins rispon-dono colpo su colpo. E’ la compagine di Bucchi a provare a scappare viavolando sul +11 (25-36 al 15’), spinta anche dai panchinari Mordente,Sangarè e Katelynas. Gli abruzzesi, però, hanno il merito di non disunirsi -complice il risveglio di Moss ed il solito Poeta- e di riprendere il bandolodella matassa quando si va all’intervallo lungo (43-44). Al ritorno dagli spo-gliatoi, cambia improvvisamente l’inerzia del match: Mike Hall comincia afare davvero sul serio costringendo Amoroso a leggergli ripetutamente latarga, Hawkins è più continuo e Jobey Thomas trova la mano dalla distanza.Il risultato è che la forbice si allarga fino alle 10 lunghezze di scarto.Teramo, allora, si appella al suo ultimo colpo di reni che le permette diimpattare a due giri di lancette dal suono della sirena finale (75-75). Ma pro-prio nel momento decisivo, le triple di Hall e Vitali, unite ai quattro punticonsecutivi di Hawkins, chiudono definitivamente ogni discorso e fanno sal-tare il banco (75-85).Dopo due giorni si replica al PalaLido. La Bancatercas fa capire immediata-mente le sue intenzioni griffando, in un amen, un break di 0-11. L’Armani

MMAADDEE IINN IITTAALLYY 44 77

Page 48: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

MMAADDEE IINN IITTAALLYY44 88

prova a ribattere affidandosi soprattutto alla vena di Hall; gli uomini del pre-sidente Antonetti, in verità, non mollano la presa: Amoroso diventa, tutto adun tratto, un fattore e all’intervallo il gap tra le contendenti è ancora fissatosui 10 punti (37-47). Il match si incanala sui binari di un sostanziale equili-brio; ed il canovaccio rimane il medesimo fino a pochi secondi dalla finequando Hall infila il canestro del +3. Amoroso capitalizza il viaggio in lunet-ta per il -1 ma la successiva palla recuperata dei “viaggianti” viene vanificatadall’errore da 3 di Brown che fa esplodere il palazzo milanese (83-82).Sul 2-0 a proprio favore, i milanesi scendono al PalaScapriano con la mentepiuttosto sgombra; e, in effetti, la ritrovata serenità permette all’Armani digiocare in scioltezza. Ancora equilibrio nell’impianto abruzzese: Poeta,Brown e Amoroso da una parte, Hall, Vitali e Thomas dall’altra, danno vitaall’ennesimo incontro che scorre via sul filo del rasoio. Dopo un estenuantetira e molla, si arriva al fatidico red rationem: Cerella è semplicemente eroi-co, Brown e Moss incontenibili, Poeta ai limiti della realtà. Partita chiusa(85-77).In gara 4, l’Armani ha il match-point sul proprio servizio. E la voglia dichiudere i conti è tutta racchiusa in un avvio di gara assai convincente:Hawkins e Taylor fanno vedere ottime cose; Teramo, nonostante la consue-ta dedizione di Poeta e Moss, dà la sensazione di non riuscire a tenere testaall’avversario (42-28 al 20’). Nella seconda metà del match, però, si rivede laBancatercas battagliera, tipica caratteristica delle squadre di Capobianco;

come una formichina operaia, gli abruzzesi ricuciono lo strappo -grazie adun 6/9 da 3 nel solo terzo quarto- arrivando a giocarsi tutto nelle battuteconclusive. A due minuti dal suono della sirena finale, comincia il duello adistanza tra Poeta e Hawkins. Proprio il play della Nazionale con una zinga-rata incredibile infila il + 2; Milano non riesce ad impattare e Teramo siritrova con la palla in mano e con la vittoria in pugno. Ma non è finita. Mossindugia troppo con la rimessa da centrocampo facendosi sanzionare la piùsanguinosa delle infrazioni di 5 secondi; e l’Olimpia, con 14 secondi sultabellone, si ritrova con il destino nelle proprie mani. Price va in penetrazio-ne e scarica a Katelynas che, dall’angolo, spara la bomba che brucia il nylon(70-69). A Milano si fa festa. Poeta, invece, è in lacrime: per lui eliminazionee probabile ultima apparizione con la canotta teramana.M.V.P. DELLA SERIE: David HawkinsIL PEGGIORE DELLA SERIE: Ryan Hoover

Page 49: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

MMAADDEE IINN IITTAALLYY 44 99

Page 50: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

55 00 SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESSOONN TTHHEE RROOAADD

Welcome to Miami….Benvenido aMiami…..Ahhhhh chi non vorrebbe ‘spapa-ranzarsi ‘ sulle sue meravigliose spiagge…concedendosi una vacanza da sogno con sole

mare e divertimento? Sarà il clima tropicale, i colori pastello degli edificidell’Art Deco District, i ritmi sudamericani e latini che si ascoltano nei locali eper la strada a rendere Miami una città dal fascino particolare. Pur mante-nendo le caratteristiche e la modernità di tutte le metropoli americane, l’at-mosfera che si respira a Miami ispira relax ed allegria come in un’isola deiCaraibi. Potrete dividere le giornate tra lo shopping nell’area pedonale diLincoln Road ed il piacere di oziare sulle bianche spiagge. La sera, OceanDrive, con gli hotel ed i ristoranti di fronte all’oceano, si anima di tantissimituristi ed abitanti che, complici le notti dal clima mite in qualsiasi mese del-l’anno, cenano, danzano e si divertono fino a tarda ora negli innumerevolilocali all’aperto.. ma approfondiamo di più la nostra conoscenza.. lo sapevateche L'origine della parola Miami è incerta? Una delle possibili radici potrebbeessere un'espressione dei nativi americani per indicare l’acqua dolce. La zonaè, infatti, ricca d'acqua. Un'altra teoria è che il nome provenga dal lagoMayaimi (ora denominato lago Okeechobee, che significa l'acqua grande),chiamato così per la tribù Mayaimi, che un tempo abitava sulle sue rive .ècapoluogo della Contea di Miami-Dade, situata sulla costa sud-orientale dellostato della Florida , La sua area urbana si trova tra il fiume Miami, la baia diBiscayne, le Everglades e l' oceano Atlantico. Considerando unicamente ilnumero di abitanti che si trovano all'interno dei suoi confini amministrativi,è la seconda città della Florida, ma l'area urbana nel suo complesso è di granlunga la più popolata dello stato. L'esplosione demografica di Miami negliultimi anni è stata determinata dall'immigrazione, sia dall'estero che da altrecittà degli Stati Uniti. A Miami sono presenti molte etnie ed è forte l'influenzadelle grandi comunità latino-americane e caraibiche di lingua spagnola ecreola. L'importanza della regione come centro finanziario e culturale inter-

nazionale ha elevato Miami alla condizione di World City. Essendo unosnodo dei legami culturali e linguistici tra Nord America,Sud America eCaraibi , viene anche chiamata "la capitale delle Americhe".Per chi ha almeno trent’anni parlare di Miami significa inevitabilmente fartornare rapidamente alla mente le immagini di uno dei più seguiti telefilmpolizieschi – a livello mondiale - degli anni Ottanta: “Miami Vice”. In pienaepoca di sfrenato “Edonismo Reaganiano”, i due poliziotti griffati, in partico-lare un giovane e irresistibile Dan Johnson, protagonisti del serial, si cimenta-vano in inseguimenti a bordo di lussuosissime e velocissime fuoriserie tutterigorosamente italiane (Ferrari, Maserati, Lamborghini) per le strade dell’as-solata città. Negli anni '80, Miami si è trasformata nel più grande punto ditransito della cocaina proveniente dalla Colombia, dalla Bolivia e dal Perù.L'industria della droga introdusse miliardi di dollari a Miami, ma anche unarapida escalation del numero di crimini violenti, fino a far si che Miami fosseuna delle città americane più violente e con un numero di crimini sopra lamedia. Quel periodo è ricordato con il nome "Cocaine Cowboy Era". In que-sto scenario fu ambientato il remake del film, girato a Chicago nel 1932 daHoward Hawks Scarface diretto nel 1983 da Brian De Palma. Ed è Lo stessoscenario che servì da ispirazione alla fortunata serie televisiva Miami Vice, Ilsuccesso della serie ha cominciato a ridisegnare l'industria dell'intrattenimen-to a Miami e la città rimane un esempio nella moda, nel cinema e nella musi-ca. In questi scenari di criminalità e di corruzione sono anche ambientati ifamosi videogiochi Grand Theft Auto: Vice City e il seguito Grand Theft Auto:Vice City Stories, in cui la città anziché chiamarsi Miami si chiama Vice City,che letteralmente significa "città del vizio".Ma oggi non è più così. Inoltre,Miami è diventata un vero crogiuolo di razze e di culture, tanto che si puòconsiderare quasi più una città latina, piuttosto che americana. Qui le diverseabitudini e le razze si incastrano e il razzismo, un tempo così radicato nelSud degli Stati Uniti e in Florida, sembra soltanto un ricordo. Per restare inambito televisivo, basta vedere le puntate di un altro serial di successo, “C.S.I.

Miami”, per rendersi conto delcambiamento: splendidi buil-ding che spuntano dal nulla,interi quartieri in continua tra-sformazione, locali che apronosenza sosta per accogliere lepersone che provengono datutto il mondo alla ricerca dinovità e divertimento.COME ARRIVARE E COMEMUOVERSIMiami International Airport(MIA) è uno degli aeroporti piùaffollati del mondo e si trova a14 chilometri a nord di Miami.I taxi sono disponibili subitofuori il deposito bagagli ecostano circa $22 per un viag-gio al centro o $24 per MiamiBeach. Un servizio pulmino‘Super Shuttle’ è disponibileinoltre fuori del deposito baga-gli e il tragitto per il centrocosta $10-12 a persona e $14-16 per Miami Beach. I servizibus collegano l’aeroporto atutte le aree del Miami-DadeCounty. Il treno ‘Tri-Rail’ si puòraggiungere nella Airport

Location del famoso telefilm e film Miami Vice, oggetto di una canzona da parte delgrande Will Smith e tanto altro sulla città degli Heat di Dwayne Wade e del ‘vizio’

Welcome to the Vice CityDIDI

LLEANDRAEANDRA RRICCIARDIICCIARDI

Page 51: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

55 11SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESSOONN TTHHEE RROOAADD

Station subito a est dell’aeroporto. Vale la pena dichiedere prima al proprio hotel se è offerto il servi-zio navetta da e in aeroporto. Un centro-informa-zioni si può trovare al livello 2 nell’atrio E dell’ae-roporto, con una banca, un ufficio postale, unafarmacia, un deposito bagagli, ATM per il ritiro dicontanti e diverse società di noleggio automobili. www.miami-airport.com www.supershuttle.com/htm/cities/mia.htm www.tri-rail.com Fort Lauderdale Airport (FFL) è posto a 40 chilo-metri dal centro di Miami. Autobus di raccordoportano dai terminali dell’aeroporto al treno pen-dolare Tri-Rail per Miami. I taxi Yellow Cab sonosempre disponibili su richiesta all’aeroporto. Sulpodio dei trasporti, posto fuori dell’area bagagli sullivello inferiore del marciapiede di ogni terminale,è possibile trovare tabelle con il confronto delletariffe, affisse sul muro. È possibile chiamare iYellow Cab al numero +1 (954) 777 7777. Esistonoinoltre un centro di noleggio auto con molte nellepiù note compagnie del settore. Anche i quattroterminali nel Fort Lauderdale Airport offrono glistessi servizi del Miami International Airport. www.broward.org/airport/Se avete più di 25 anni e disponete di una carta dicredito tra quelle appartenenti ai circuiti più noti,il modo più semplice per raggiungere MiamiBeach, Coral Gables o Miami è quello di noleggia-re una macchina. Per maggiori informazioni pote-te consultare il sito www.easycar.it e www.enoleg-gioauto.it DOVE DORMIREMiami Beach ha la più grande concentrazione dihotel, in grado di soddisfare tutti i gusti e i portafo-gli, proprio dove hanno luogo i maggiori eventi.Controllare i siti web degli hotel per offerte e pre-notare per un prezzo più conveniente.Per i più spendaccioni :Delano 1685 Collins Avenue, Miami Beach, FL33139. State dove stanno le star. Il Delano è mera-viglioso, esclusivo ed è famoso per il suo personalecordiale. Situato direttamente sulla spiaggia, que-sto hotel comunica stile chic, glamour e lusso. 1685 Collins Avenue, Miami Beach, FL 33139 Camera doppia: a partire da 550 dollari, tasseincluse www.delano-hotel.comTides 1220 Ocean Drive, Miami Beach, FL 33139 L’hotel Tides in stile art-decor si trova proprio sul-l’oceano e possiede camere lussuose e confortevolinelle sfumature del bianco e del crema. Offre tuttii comfort da hotel che si possono immaginare eanche oltre. Camera doppia: a partire da 505 dolla-ri, tasse incluse www.tidessouthbeach.comCi sono anche Hotel con un buon rapporto qua-lità-prezzo Doubletree Grand Hotel Biscayne Bay 1717 NorthBayshore Drive, Miami, FL 33132Questa elegante opzione sul lungomare è vicina amolte delle attrazioni di Miami. Le camere sonospaziose e hanno la vista su Biscayne Bay e MiamiPort. Camera doppia: a partire da 259 dollari, tasseincluse www.doubletree.comTownhouse Hotel 150 20th Street, Miami Beach,FL 33139. Il Townhouse è un hotel alla moda e didesign a prezzi convenienti, in una posizione

eccezionale. La terrazza sul tetto decorata con ele-ganza, con materassi ad acqua e una torre d’acqua,attira gli amanti della tintarella. Al piano di sottoc’è un delizioso ristorante di sushi. Camera doppia: a partire da 150 dollari, tasseincluse www.townhousehotel.comCardozo Hotel 1300 Ocean Drive, Miami Beach,FL 33139. Situato a pochi passi dall’oceano dellaSouth Beach, questo hotel è un edificio art décordel 1939 restaurato, proprietà della “regina del poplatino” Gloria Estefan e di suo marito Emilio.Camera doppia: a partire da 180 dollari, tasseincluse www.cardozohotel.comPer gli squattrinati come me..invece ci sono Hotelpiù economici come: Brigham Gardens Guesthouse 141 Collins Avenue,Miami Beach, FL 33139A un solo isolato dalla spiaggia, questa affascinan-te e piccola guesthouse ha un giardino tropicalecon uccelli cinguettanti e piante lussureggianti. Lecamere, accoglienti, sono dotate di una piccolacucina e ci sono sconti per soggiorni dai sette gior-ni in su. Anche gli animali domestici sono i benve-nuti. Camera doppia: from $162 incl. taxes www.all-florida.com/travel/brighamg.htmlHotel Atlantica 321 Collins Avenue, Miami Beach,Fl 33139A una distanza di soli pochi minuti a piedi dallaspiaggia e dagli eventi di Collins Avenue e OceanDrive, questo piccolo hotel in stile cottage svizzerooffre un ottimo rapporto tra qualità e costi conte-nuti. Camera doppia: from $67 incl. taxes www.hotelatlantica.comIL TEMPOGrazie alla sua posizione geografica, la città godedi un clima tropicale con inverni estremamentemiti, estati calde e umide e la stagione delle piog-ge. I mesi invernali sono da temperature mediemassime intorno a 24 °C e minime di 16 °C.Durante questa stagione si verificano più o meno

frequentemente e con intensità diversa, più ondatedi aria fredda che non trova ostacoli orograficinella sua discesa verso sud con minime che posso-no scendere anche ben sotto i 10 °C e massime sui15 °C anche a queste latitudini (tali eventi durano1-2 giorni nella stragrande maggioranza deicasi).Attenzione spesso si hanno uragani violenti. .Per visitare una città ed un paese è comunqueindispensabile conoscere le previsioni del tempoche potete trovare sui siti: www.ilmeteo.itwww.paesionline.it e www.3bmeteo.comCOSA VEDEREIl tempo ottimo rende possibile godere delle attra-zioni locali per tutto l’anno. Inoltre, Greater Miamiha una quantità di panorami diversi che vi affasci-neranno, dalla natura, all’architettura e alla gente.Quindi, se desiderate prendervi una pausa dellaspiaggia soleggiata, eccovi alcune delle molte coseche potete fare e vedere. Il quartiere storico art décor Il quartiere art décor è stato costruito intorno aglianni 30 a Miami Beach, sull’onda della modaarchitettonica, con l’aggiunta di motivi geometriesotici. Salvati per un pelo dalla demolizione neglianni 70, gli 800 edifici sono stati restaurati, ren-dendoli il più grande raggruppamento di architet-tura art décor del mondo. Iniziate la visita dall’ArtDeco Welcome Center, aperto ogni giorno dalle10:00 alle 19:30. www.mdpl.org Il Florida Everglades National Park L’Everglades, sito patrimonio mondialedell’UNESCO, è la sola palude subtropicale delNord America. Ricco scenario di vita ornitologica,è il solo luogo al mondo in cui coccodrilli e alliga-tori vivono fianco a fianco. Attraverso alcuni sen-tieri i visitatori possono gioire del contatto con lavita selvatica. Poiché non esistono trasporti pubbli-ci per il parco, la cosa migliore da fare è affittareun’automobile o andare con uno dei molti tourorganizzati per barca o autobus. Biglietto d’ingresso: in auto $25 e con un tour tra i$12 e i $20

Page 52: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESSOONN TTHHEE RROOAADD55 22

Page 53: Stars 'N' Stripes PO Edition N°4

55 33SSTTAARRSS ‘‘NN’’ SSTTRRIIPPEESSOONN TTHHEE RROOAADD

www.nps.gov/ever o www.everglades.national-park.com Little HavanaIl cuore cubano di Miami. Camminando per CalleOcho sentirete lo spirito ispanico. Little Havana,ad esempio, (N. 1443) vende manufatti, abiti, librie musica cubani. Lì vicino, dando uno sguardo agiocatori di domino esperti, alcuni dei quali fuma-no sigari della El Credito Cigar Factory (alla 1thStreet), potrete vedere come vengono arrotolati isigari, proprio come a Cuba. L’ultimo venerdì diogni mese, l’area si trasforma in una festa di stradachiamata ‘Viernes Cultural’ con musica ballerini,cibo e teatro: vale sicuramente la pena di una visi-ta. Biglietto d’ingresso: gratis. www.littlehavanato-go.com Miami Metro Zoo È uno zoo senza gabbie, di un chilometro quadra-to, con circa 2000 animali, come rare tigri bianchedel Bengala, uccelli esotici, scimmie, koala, elefan-ti, canguri e molti altri. Lo zoo è aperto ogni gior-no per tutto l’anno, dalle 9.30 alle 17.30. Biglietto d’ingresso: $11.50 www.miamimetrozoo.com Miami Museum of Science & Space TransitPlanetarium Il museo vi trasporta in un fantastico viaggio nelmondo della natura e ne spiega il funzionamento.Ci sono mostre interattive, dimostrazioni continue,centro di vita selvaggia all’aperto con serpenti,uccelli e insetti. Il museo è aperto ogni giorno dalle10.00 alle 18:00. Biglietto d’ingresso: $10 www.miamisci.orgMiami Seaquarium Parco tematico sulla fauna marina, con entusia-smanti spettacoli di balene, leoni marini e delfini.Portare con sé un cambio di vestiti, non si sa mai.Aperto ogni giorno dalle 9.30 alle 18.00. Bigliettod’ingresso: $23.95 più tasse.www.miamiseaquarium.com Parrot Jungle Island È come trovarsi su un’isola tropicale, con piante ealberi lussureggianti, pappagalli colorati, cascate emoltissimi animali esotici. Aperto ogni giornodalle 10.00 alle 18.00. Controllare il programmaon-line per accertarsi di vedere le proposte piùinteressanti. Inoltre, per risparmiare, portare consé bevande, snack e/o il pranzo. Biglietto d’ingres-so: $24,56 più tasse.www.parrotjungle.comSouth Beach Nota localmente come SoBe, South Beach ha laspiaggia migliore dell’area di Miami, con qualchehotel, ristorante e bar dall’altra parte della stradarispetto all’oceano. SoBe è universalmente notacome il ritrovo notturno più alla moda – Ibiza vattia nascondere! South Beach si trova sulla punta diuna sottile isola oltre la costa di Miami, ornata daun’ampia fascia di sabbia bianca. www.miamibeachfl.gov Vizcaya Museum & Gardens Questa villa in stile rinascimentale italiano,costruita su giardini formali a Biscayne Bay nel1916, in origine fu la residenza invernale dell’indu-striale James Deering. Ci sono 34 sale decoratenegli stili rinascimentale, barocco, rococò e neo-classico. La villa è aperta ogni giorno tra le 9.30 ele 17.00. Biglietto d’ingresso: $10 compreso untour di un’ora. www.vizcayamuseum.orgHolocaust Memorial dedicato agli ebrei uccisidurante l’Olocausto, è stato scolpito da KennethTreister che aggiunse elementi decorativi partico-lari e dal gusto raffinato.La zona del Porto sempre molto animata è la zonadel porto che ha come principale riferimento ilBiscayne Boulevard, lungo il quale si trovano inte-ressanti parchi come il Bicentennial Park, in cui sitrova il memoriale a JFK, o il Bayfront Park, nelquale si trova il grande centro commerciale diBayside Market Place. Nella parte meridionale

della zona si trova il Financial Center, da cui iniziala Brickell Avenue, il cuore finanziario di Miamiche ospita edifici molto particolari come l’Atlantis,Villa Regina e la Cen Trust Tower . Florida Keys e Key West Il gruppo di isole a suddella Florida sono Unite a Miami da una stradastatale, lunga 216 km, che le collega l'una all'altra,le isole terminano a Key West, la leggendaria terradi Hemingway. La fama di paradiso tropicale di cui gode KeyWest, con straordinari tramonti e una esuberantevita notturna, è ben meritata. Da vedere l'ErnestHemingway Home & Museum, è una delle princi-pali attrattive di Key West.E da non perdereAssolutamente se volete farvi 2 risate é ... uditeudite il cimitero. Il Key West Cemetery è ugual-mente uno dei cimiteri più bizzarri del paese: tra lescritte sulle pietre tombali troverete: 'Te l'avevodetto che ero malato' e 'Almeno so dove dorme sta-notte'. Key West ha una forma quasi ovale, e sitrova acirca 5 ore di distanza ( in auto ) e 250 kmda Miami, la zona di maggiore animazione è quel-la situata all'estremità occidentale dell'isola.Mallory Square, sulla punta nord-occidentale, è illuogo dove tutte le sere si tengono le feste del tra-monto. Le immersioni migliori, invece, si fanno allargo della costa meridionale.SPORTMiami è rappresentata in tutte le principali legheprofessionistiche statunitensi:• I Miami Dolphins (NFL - football americano)giocano al Dolphins Stadium di Miami • I Miami Heat (NBA - basket) giocanoall'American Airlines Arena • I Florida Panthers (NHL - hockey su ghiaccio)giocano al BankAtlantic Center • I Florida Marlins (MLB - baseball) giocano alDolphins Stadium Miami ospita ogni anno al Dolphins Stadiuml'Orange Bowl, una delle quattro finali nazionali

riservate ai campionati studenteschi di footballamericano; inoltre ad Homestead, piccolo centrodella periferia, ha sede l' Homestead MiamiSpeedway, circuito dove si disputano le gare dellepiù importanti serie automobilistiche statunitensicome NASCAR, IRL, GRAND-AM. Nel 2008Jimmie Johnson si è aggiudicato la Ford400, ulti-mo appuntamento stagionale della NASCAR (cate-goria più seguita del motorsport stelle e strisce),guadagnando un montepremi di $7.354.860.CURIOSITA’ • National Trust for Historic Preservation ha com-pilato per il 2009 la lista dei siti storici americanipiù in pericolo perchè a rischio di distruzione ocomunque danneggiamento. Tra questi il MiamiMarine Stadium, una costruzione del 1963 su pro-getto dell’architetto Hilario Candela, interamenterealizzata in cemento. L’arena, coperta da unamaestosa pensilina a sbalzo, prospetta su un baci-no d’acqua di 1800x430 metri ed ha la forma di uncirco romano con viste di Miami città e dellaBiscayne Bay. Per anni vi si sono svolte gare dimotoscafi e nuoto come pure concerti o anchemesse servendosi di una chiatta galleggiante comepalcoscenico.Chiuso nel 1992 in seguito ai dannidell’uragano Andrew, lo stadio, mai più riparatononostante la cifra necessaria per farlo non superii 2 millioni di dollari, oggi si trova in uno stato digrave deterioramento e la sua posizione è vista damolti come ideale per possibili nuovi sviluppiurbanistici. L’associazione Friends of MiamiMarine Stadium lotta invece per mantenerlo emassimizzarne il suo uso pubblico. Allora ricapito-liamo.. Appena scesi dall’aereo canticchiate..Welcome to MiamI benVENido a MIamI.. dopomettetevi subito il costume e correte a MiamiBeach a rifarvi gli occhi sulle meravigliose spiag-ge.. non perdetevi l‘Everglades National Park manon soffermatevi troppo vicino ai coccodrilli!!! Chealtro dirvi????...BUON DIVERTIMENTO!!!!!!