SPORT INDUSTRY MAGAZINE 08 aprile - giugno 2012

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COMPLEMENTI WELLNESS PISCINE SPORT & FITNESS www.sportindustry.com l’informazione sull’industria dello sport, del fitness, della piscina e del benessere ISSN 2038-5781 trimestrale - anno 3 - n. 8 - aprile-giugno 2012 pag 14 Modelli eccellenti Tre importanti realtà gestionali messe a confronto: criticità, tendenze ed evoluzio- ne nella gestione degli impianti sportivi comunali in Italia. Primo Piano pag 10 Progetti Opportunità di risparmio I vantaggi delle energie rinnovabili? Costi di gestione inferiori e più fondi per le ristrutturazioni. Tre iniziative tutte italiane. pag 32 Rassegna È ora di attrezzarsi! Un approfondimento dedicato alle tendenze, al mercato e alle ultime novità in materia di attrezzature, sia fitness sia sportive. News Le rinnovabili devono essere consi- derate un driver di crescita e un fatto- re di modernizzazione e trasparenza nel sistema industriale italiano. Evi- tiamo l’errore di chi voleva difendere le carrozze contro i «cavalli di ferro»”. Spero che l’On. Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente, ci scuserà se ci permet- tiamo di citare questa sua frase, estrat- ta dall’articolo apparso di recente sul Corriere della Sera. Lo facciamo perché essa rappresenta molto bene la svolta epocale che il nostro Paese sta vivendo, e il fermento che sta passando attraver- so tutti i settori, scaturito dall’incredibi- le sviluppo di cui sono protagoniste le tecnologie volte allo sfruttamento delle energie rinnovabili. Anche l’impiantistica sportiva comincia a comprendere che se- guire questa linea evolutiva rappresenta un passaggio obbligato. I costi energetici dovuti a strutture inadeguate e al limite della senescenza impongono infatti inter- venti immediati, anche solo per rispetto verso tutti coloro che nelle strutture dedi- cate allo sport vedono un luogo di eticità, dove permettere alle generazioni future di imparare la lealtà, la sportività e la sana competizione. Le energie rinnovabili offrono agli im- pianti sportivi l’opportunità per rinno- varsi, per mettersi al passo con i tempi e uscire dalla situazione di stallo in cui giacciono. Queste tecnologie garanti- scono risparmi tangibili sui costi del- le bollette, permettendo di reinvestire in opere di riqualificazione e ristrutturazione (come si può approfondire a pagina 10), sempre più fondamentali per evitare di in- correre in sanzioni o nella chiusura degli impianti (come si può leggere a pagina 18) e alleggerendo il peso che grava sulle società sportive che si ritrovano a gestirli (e a questo proposito: alcuni modelli di gestione eccellente, a cui fare riferimento, sono consultabili a pagina 14). Gli esempi che presentiamo in questo numero dimo- strano che il mondo sportivo si sta muo- vendo in questa direzione, anche conti- nuando un’opera di censimento delle strutture a livello comunale e regionale, che apre la strada verso una conoscenza puntuale dello stato degli impianti in terri- torio nazionale (si veda l’articolo a pagina 24). Il consiglio è sempre lo stesso, quasi un “refrain”, tenersi aggiornati, cogliendo ogni possibile opportunità di approfon- dimento sulle tecnologie, le soluzioni e i prodotti pensati per venire incontro alle esigenze del settore. dello sport A sostegno pag 2 Nuovi regolamenti I cambiamenti introdotti dal nuovo rego- lamento per la prevenzione degli incendi e le implicazioni per gli impianti sportivi.

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Sport Industry Magazine, trimestrale dedicato al mercato dell’impiantistica sportiva.In questo numero: i vantaggi offerti agli impianti sportivi dallo sfruttamento delle energie rinnovabili; realtà gestionali messe a confronto: criticità, tendenze ed evoluzione nella gestione degli impianti sportivi comunali in Italia; la ristrutturazione delle piscine in Italia. Discutiamo il tema con Paolo Smania, tecnico ASL con ruolo di vigilanza e ispezione negli impianti natatori, e all’architetto Paolo Pettene, che ha alle spalle una lunga esperienza in questo difficile campo di intervento; il Palasport di Alzano Lombardo, il primo complesso sportivo polifunzionale nato dall'integrazione di differenti materiali e di diversi sistemi prefabbricati; certificati medici: normative esistenti in materia volte a tutelare praticanti e dipendenti di centri sportivi e palestre; approfonfimenti: il mercato delle attrezzature per fitness e sport; focus pressostrutture: “Energy" di Europlast.

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COMPLEMENTIWELLNESSPISCINESPORT & FITNESS

www.sportindustry.com

l’informazionesull’industriadello sport,del fitness,della piscina edel benessere

ISSN

203

8-57

81

trimestrale - anno 3 - n. 8 - aprile-giugno 2012

pag 14

Modelli eccellentiTre importanti realtà gestionali messe a confronto: criticità, tendenze ed evoluzio-ne nella gestione degli impianti sportivi comunali in Italia.

Primo Piano

pag 10

Progetti

Opportunità di risparmioI vantaggi delle energie rinnovabili? Costi di gestione inferiori e più fondi per le ristrutturazioni. Tre iniziative tutte italiane.

pag 32

Rassegna

È ora di attrezzarsi!Un approfondimento dedicato alle tendenze, al mercato e alle ultime novità in materia di attrezzature, sia fitness sia sportive.

News

“Le rinnovabili devono essere consi-derate un driver di crescita e un fatto-re di modernizzazione e trasparenza nel sistema industriale italiano. Evi-tiamo l’errore di chi voleva difendere le carrozze contro i «cavalli di ferro»”. Spero che l’On. Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente, ci scuserà se ci permet-tiamo di citare questa sua frase, estrat-ta dall’articolo apparso di recente sul Corriere della Sera. Lo facciamo perché essa rappresenta molto bene la svolta epocale che il nostro Paese sta vivendo, e il fermento che sta passando attraver-so tutti i settori, scaturito dall’incredibi-le sviluppo di cui sono protagoniste le tecnologie volte allo sfruttamento delle energie rinnovabili. Anche l’impiantistica sportiva comincia a comprendere che se-guire questa linea evolutiva rappresenta un passaggio obbligato. I costi energetici dovuti a strutture inadeguate e al limite della senescenza impongono infatti inter-venti immediati, anche solo per rispetto verso tutti coloro che nelle strutture dedi-cate allo sport vedono un luogo di eticità, dove permettere alle generazioni future di imparare la lealtà, la sportività e la sana competizione. Le energie rinnovabili offrono agli im-

pianti sportivi l’opportunità per rinno-varsi, per mettersi al passo con i tempi e uscire dalla situazione di stallo in cui giacciono. Queste tecnologie garanti-scono risparmi tangibili sui costi del-le bollette, permettendo di reinvestire in opere di riqualificazione e ristrutturazione (come si può approfondire a pagina 10), sempre più fondamentali per evitare di in-correre in sanzioni o nella chiusura degli impianti (come si può leggere a pagina 18) e alleggerendo il peso che grava sulle società sportive che si ritrovano a gestirli (e a questo proposito: alcuni modelli di gestione eccellente, a cui fare riferimento, sono consultabili a pagina 14). Gli esempi che presentiamo in questo numero dimo-strano che il mondo sportivo si sta muo-vendo in questa direzione, anche conti-nuando un’opera di censimento delle strutture a livello comunale e regionale, che apre la strada verso una conoscenza puntuale dello stato degli impianti in terri-torio nazionale (si veda l’articolo a pagina 24). Il consiglio è sempre lo stesso, quasi un “refrain”, tenersi aggiornati, cogliendo ogni possibile opportunità di approfon-dimento sulle tecnologie, le soluzioni e i prodotti pensati per venire incontro alle esigenze del settore.

dello sportA sostegno

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Nuovi regolamentiI cambiamenti introdotti dal nuovo rego-lamento per la prevenzione degli incendi e le implicazioni per gli impianti sportivi.

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newsdall’Italia

Un ringraziamento a quanti – visitatori, azien-de, appassionati, semplici curiosi – siano passati allo stand dedicato a www.sportin-dustry.com, la Directory delle aziende e dei prodotti dello sport, del fitness, della piscina e del benessere, in occasione del duplice evento ForumPiscine/ForumClub, svoltosi in Fiera Bologna dal 23 al 25 febbraio 2012. Le tre giornate dell’evento bolognese, l’unico in Ita-lia congressuale ed espositivo a raggruppare

Sport e turismo: quali opportunità?

Un grazie da Sport Industry

Svoltasi a Milano il 7 marzo la Tavola rotonda “Sport & Turismo: qua-li opportunità?”, organizzata da Sportur, l’organizzazione italiana che opera nel campo del turismo sportivo. Ha aperto i lavori Claudio Fantini, Amministratore unico di Sportur, evidenziando l’importanza di attivare sinergie per unire il mondo dello sport e quello del turismo. Inte-ressanti i dati illustrati da Andrea Babbi, a.d. dell’Apt Servizi Emilia Ro-magna, il quale ha dimostrato come le olimpiadi della spiaggia della Riviera romagnola, introdotte nel 2007, abbiano fatto registrare anche 500.000 presenze. Riaffermato inoltre l’impatto di un grande evento sportivo come il Giro d’Italia, in grado di generare un giro d’affari di 110 milioni di euro in una città-tappa – come ha tenuto a evidenziare l’a.d. di Rcs Sport Giacomo Catano. L’impatto economico dei grandi eventi sportivi internazionali, come il Giro d’Italia, è stato inoltre analizzato in una tavola rotonda organizzata da RCS Sport in occasione del BIT - Bor-sa Internazionale del Turismo di Milano. Durante l’incontro, Dino Ruta della SDA Bocconi School of Management, ha presentato i risultato di una ricerca Nielsen che ha evidenziato un indotto della manifestazio-ne sul territorio di circa (come già detto) 110 milioni di euro, di cui 34 nel breve periodo e 76 nel medio-lungo, sottolineando come, quando si parla di grandi eventi sportivi come il Giro d’Italia, sia necessario con-siderare non solo il ritorno economico generato, ma anche i vari aspetti di impatto turistico, ambientale, politico, culturale e sociale. Lo sport in generale e i grandi eventi sportivi in particolare rappresentano infatti un business globale, che bisogna saper sfruttare su vari fronti.

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Nuovo regolamento per la prevenzione degli incendi

Entrato in vigore il 7 ottobre 2011, il nuovo regolamento che disci-plina i procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi amplia l’elenco delle attività soggette ai controlli e alle verifiche delle con-dizioni di sicurezza (dpr 151/2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 settembre 2011). Con il contributo dell’ing. Antonio Bruno, Responsabile del Servizio di Pre-venzione e Protezione per tutte le sedi nazionali di C.O.N.I. e Coni Servizi spa, valutiamo quali siano gli effetti delle nuove disposizioni per gli impianti sportivi, le piscine e le palestre, pubbliche e private. Con uno sguardo rivolto anche alle attività già avviate che, in prece-denza, non erano assoggettate ai controlli di prevenzione incendi e ai relativi adempimenti, e che ora sono invece tenute all’applicazione dei procedimenti previsti dal nuovo decreto. L’intervista completa è pubblica-ta su www.sportindustry.com.

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il mercato della piscina, del fitness e del benessere, hanno dato l’opportunità al Por-tale di farsi conoscere, e riconoscere, dall’am-pio pubblico del duplice evento: progettisti, architetti, manager, gestori, operatori dei tre settori rappresentati.Un grazie inoltre è dovuto a chi già conosce-va Sport Industry Directory, e l’ha seguito sin dalle sue origini (l’annuario cartaceo che raccoglieva i contatti delle aziende del settore sport, fitness, piscina e benessere) e continua a seguirlo anche ora, nella sua nuova veste di tabloid trimestrale (il Magazine dedicato all’impiantistica sportiva), di Portale di infor-mazione per il mondo degli impianti sportivi e di Directory online, con oltre 3200 azien-de e più di 400 prodotti appartenenti al mon-do dello sport, del fitness, della piscina e del benessere.E grazie infine a coloro che sono entrati in contatto per la prima volta con il multiforme mondo di Sport Industry proprio durante l’e-vento ForumPiscine/ForumClub, dimostrando grande interesse e permettendo l’avvio di nuove importanti collaborazioni, che da-ranno sicuramente ottimi frutti nel futuro.Nell’immagine: i primi passi di una nuo-va collaborazione tra la redazione di Sport Industry e Hans Muench, Direttore di IHRSA Europe - The International Health, Rac-quet & Sportsclub Association.

Presentato ufficialmente il progetto per la re-alizzazione di un Palazzo dello Sport a Ge-nova. Un progetto che nasce dalla volontà di realizzare il nuovo impianto sportivo sfruttan-do le risorse esistenti sul territorio comunale ed evitando di costruire ex novo. Tre le ipotesi prospettate, la prima - presentata da Stefano Anzalone, Assessore allo sport del Comune di Genova - prevede l’inserimento del Palazzo dello Sport in un’area sportiva esistente che comprende lo “stadio del remo” (per cui è già pronto un finanziamento di 450.000 € per la copertura), un campo da calcio e una piscina. La seconda ipotesi, proposta dalla ditta Pro-moint, prevede la riqualificazione di un’area ex industriale, realizzando un impianto poli-funzionale sportivo, commerciale e ricettivo.La terza area individuata è la Fiera di Geno-va, disponibile a ripristinare il “padiglione S”, più conosciuto come Palasport, uno dei primi esempi europei di tensostruttura di grande dimensioni, progettato da un pool di architetti e ingegneri di prestigio e comple-tato nel 1962. Un Palasport che attualmen-te si sviluppa su tre piani e ha caratteristiche polifunzionali che rendono la struttura idonea sia come padiglione fieristico tradizionale sia a ospitare manifestazioni sportive, concerti e convention. Seguiremo da vicino il procedere dei “lavori”, per cui invitiamo i nostri lettori a seguirci su www.sportindustry.com.

Il nuovo Palazzo delloSport a Genova

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Approvato dalla Regione Toscana il “Piano regionale per la promozione della cultura e della pratica delle attività motorie, ricre-ative e sportive 2012”. Un Piano rivolto an-che all’incentivazione dell’impiantistica sporti-va, con interventi mirati alla realizzazione e ri-qualificazione di impianti sportivi sul territorio

A colloquio con FIPE Federazione Italia-na Pesistica, sinte-ticamente FIPE, è la nuova denominazio-ne della Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica, uffi-cialmente presentata (come già annunciato

nel numero 7 di Sport Industry Magazine) lo scorso 12 ottobre, presso la sede del CONI a Roma. A qualche mese di distanza da que-sto importante cambiamento, la nostra reda-zione ha incontrato il Presidente della “rina-ta” Federazione (nella foto) per fargli alcune domande su questo nuovo corso. Antonio Urso ha infatti condiviso con noi le iniziative che FIPE intraprenderà per aumen-tare la propria visibilità nel settore fitness e sport, entrando nel dettaglio anche dei trend più significativi in atto in questi due settori e del futuro che attende le discipline che la FIPE rappresenta e regolamenta. Per approfondire, si consiglia la lettura dell’intervista pubblicata sul Portale www.sportindustry.com.

Regione Toscana: incentivare lo sport

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regionale. Il piano sancisce lo stanziamento di risorse attivabili per l’attuazione delle politiche per la promozione della cultura e della pratica delle attività motorie, ricreative e sportive nel quadriennio 2012 – 2015 per un ammontare complessivo di 6.800.000 €, con un duplice obbiettivo. Da una parte: incentivare l’asso-ciazionismo sportivo, diffondendo una cul-tura della pratica sportiva come strumento di prevenzione della salute e di contrasto delle condizioni di disagio. Dall’altro lato, il Piano viene a sostegno dell’impiantistica sporti-va descrivendo nel dettaglio gli interventi che possono beneficiare dei finanziamenti, eroga-

ti mediante contributi in conto capitale. In particolare: In particolare: realizzazione di nuovi impianti sportivi, messa a norma e/o abbatti-mento barriere architettoniche in impianti sportivi esistenti, completa-mento, recupero e ristrutturazione di strutture esistenti, ampliamento di complessi sportivi, acquisto di immobili (terreni e/o fabbricati) da destinare ad attività sportive, acquisto di attrezzature sportive. Per ap-profondire l’argomento, si consiglia la lettura dell’articolo presente a pagina 10 di questo numero di Sport Industry Magazine, mentre i link diretti alla modulistica da presentare e il testo completo del Pia-no sono consultabili direttamente dalla notizia pubblicata nel Portale www.sportindustry.com.

Per approfondire:

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Tenutosi il 28 marzo 2012, il corso di forma-zione, organizzato dalla Scuola dello Sport di Coni Servizi, “Gestione degli impianti spor-tivi degli Enti Locali: aspetti giuridici, ammini-strativi e fiscali”, finalizzato ad aiutare gli Enti Locali a risolvere problemi di amministrazione degli impianti sportivi e ad affrontare le cri-ticità connesse alla gestione. Gestire un im-pianto sportivo è infatti un’attività comples-sa, che richiede conoscenze e professionalità specifiche. Per questo, si rivela indispensabile sviluppare competenze gestionali per chi opera nel Settore Sport degli Enti Locali e del-le Regioni, con riguardo agli aspetti giuridici, amministrativi e fiscali. Il corso ha visto “salire in cattedra” l’Avvocato Guido Martinelli, socio fondatore dello Studio Martinelli Rogo-lino e specializzato in diritto sportivo.

La gestione degli impianti sportivi

Per approfondire:

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news dall’italia

to del 3,7% rispetto alla stagione 2009/10. Segue l’Inter con 211,4 milioni di Euro ed un calo del 6,2%. Ma la squadra che ha registra-to il maggior calo dei ricavi è la Juventus con un -24,9% rispetto alla stagione precedente. Roma e Napoli, al contrario, hanno visto cre-scere i propri ricavi rispettivamente del 17% e del 25% rispetto al 2009/10. In particolare, il club campano, grazie alla qualificazione alla

fase finale ad elimina-zione dell’Europa Lea-gue, ha incassato 2,3 milioni di Euro come premi UEFA. Maggiori informazioni sui Club di football in tutta Europa, con i relativi dati di fatturato, sono consultabili da www.sportindustry.com.

Il riconoscimento del ruo-lo incisivo dello sport nella formazione degli in-dividui. Questo il presup-posto del nuovo accordo firmato da ISSA Italia, realtà di riferimento nella certificazione degli inse-gnanti di fitness, e OPES, ente di promozione spor-tiva riconosciuto dal CONI

lo scorso settembre. Il nuovo progetto si pone l’obiettivo di formare educatori in grado di proporsi non solo come maestri di un gesto tec-nico, ma come educatori di uno stile di vita improntato su una sana e leale competizione. “Il concetto – spiega Massimo Contaldo, respon-sabile del progetto – è di fare rete nei confronti dei club che hanno interesse ad approfondire questo aspetto culturale, formativo e sociale, che ogni club oggi dovrebbe sviluppare. L’interesse di Opes è quello di portare avanti un discorso di carattere culturale, quindi promuovere attraverso la sua rete, la pratica sportiva ai fini educativi e salutistici.”

Protocollo d’intesa tra FIG e ambientalisti

Firmato a Roma un proto-collo d’intesa per favorire lo sviluppo ecosostenibile del Golf. Il protocollo, a cui hanno aderito la Federazio-ne Italiana Golf e le princi-pali Associazioni ecologiste italiane, apre le porte a un dialogo più intenso a favore di un “eco-golf”. In linea con il programma internazionale GEO (Golf Environment Or-

Piscine: esempi di eccellenza

Piscine, residenziali e ad uso pubblico, che si distinguono per eccellenza progettuale e re-alizzativa. Sono le piscine vincitrici dell’edi-zione 2012 di Italian Pool Award, il Premio (fondato dalla rivista Piscine Oggi) che vuole mettere in evidenza il saper fare italiano in materia di piscine. In dettaglio, hanno vinto: arch. Massimiliano Gamba per la catego-ria residenziale outdoor, forma geometrica, Politec per la categoria piscina residenziale outdoor, forma libera, FM Studio per la ca-tegoria piscina residenziale indoor, Big Blu per la categoria piscina commerciale outdoor e Starpool per la categoria piscina commer-ciale indoor. Una giuria di esperti (progettisti, architetti, tecnici e membri della stampa in-ternazionale), con un’esperienza pluriennale nel settore della piscina, ha preso in esame l’inserimento nel contesto architettonico e paesaggistico, la dotazione tecnologica e

Affermare i valori dello sport

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I fatturati dei club di calcio: il report 2012

A quanto ammonta il fatturato dei maggio-ri club europei di calcio? Secondo quanto riportato dallo studio “Football Money Le-ague”, condotto da Deloitte con riferimento alla stagione 2010-2011, il fatturato com-plessivo delle Top20 si quantifica in 4,4 mi-liardi di euro, cresciuto rispetto all’anno scor-so del 3%. Non solo: nove club su venti hanno fatto registrare un tasso di crescita a doppia ci-fra rispetto all’anno precedente. In classifica al primo e al secondo posto troviamo, da ormai tre anni consecutivi, Real Madrid e Barcellona. Le società calcistiche italiane presenti tra le prime 20 aumentano: dopo Milan e Inter (set-timo e ottavo posto), la Juventus e la Roma, entra al ventesimo posto per la prima volta il Napoli. Per quel che riguarda le cifre di fattu-rato, vediamo che il Milan si conferma primo club italiano in termini di ricavi con 235,1 milioni di Euro, pur registrando un decremen-

l’accessoristica, i materiali utilizzati per il ri-vestimento, le soluzioni rivolte al risparmio energetico. Ogni singola categoria ha visto la vittoria di un impianto, che si pone come “prodotto” di qualità all’interno del pano-rama italiano nella costruzione di piscine. Su www.sportindustry.com ogni piscina vinci-trice è descritta tramite un breve testo, che ne illustra le caratteristiche principali che hanno premesso loro di primeggiare sui 44 impianti candidati, e un video di presentazione, che ne mette in mostra la singolare bellezza.

1.403 milioni di euro. Ecco quanto ha registrato, nel suo comples-so (sport, cultura e spettacolo, sociale), il mercato delle sponsoriz-zazioni in Italia nel 2011, subendo una flessione del 3,5% rispetto al 2010. Questi alcuni dei principali dati che emergono dall’Indagine Predittiva 2012 “Il Futuro della Sponsorizzazione” svolta da StageUp - Sport & Leisure Business e Ipsos. Il report ha evidenziato come la maggior fetta di investimenti (61% del mercato, pari a 856 milioni di euro) continui ad essere destinato allo sport, nonostante un calo, nell’ultimo anno, del 3,2% e nell’ultimo triennio (2009-2011) del 25,4%, che corrisponde a una perdita di 291 milioni. Gli investimenti in cultura non vivono sorte migliore. Con una quota di 166 milioni (12% del mercato), hanno perso l’8,3% nel 2011 e il 38,3% nell’ulti-mo triennio. Quelli nel sociale, invece, assestati a 381 milioni, hanno limitato le perdite al 2,1% nell’ultimo anno e al 7,2% dal 2009 al 2011. E per il futuro? Le previsioni per il 2012 si tingono ancora di rosso. La raccolta complessiva, in sport, cultura e sociale, per l’anno appena iniziato è stimata in calo del 5,1%, ovvero 1.332 milioni di euro, con ulteriori 71 milioni di mancati investimenti. Maggiori infor-mazioni sono contenute nel video di presentazione consultabile su www.sportindustry.com.

Sport: il mercato delle sponsorizzazioni

Per approfondire:

canale Sport & Fitness

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canale Sport & Fitness

Per approfondire:

canale Complementi

ganization), a cui partecipano già diverse as-sociazioni ecologiste di altri Paesi, il Protocollo individua e condivide “l’obiettivo primario di difendere il territorio, la natura e il paesag-gio, come patrimonio dell’intera collettività e risorsa fondamentale anche per l’industria del turismo”. Il golf è infatti considerato uno sport a forte impronta ecologica e am-bientale, essendo la disciplina che ha il con-tatto forse più diretto e stretto con la natura e l’ambiente. Con questo protocollo, la FIG si impegna a promuovere una serie di iniziative

concrete presso i suoi Circoli affiliati, oltre a istituire un “tavolo tecnico di lavoro” per individuare i principi e le metodologie più idonei per la realizzazione di questo program-ma. Le Associazioni ambientaliste, infine, si confronteranno con le Regioni per verificare che gli impianti golfistici che sono in fase di realizzazione oppure stanno avviando gli iter autorizzativi, siano conformi alle linee-guida del Protocollo, in modo che ogni nuovo pro-getto venga “preventivamente sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica”.

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50 anni di esperienza e di ricerca ci hanno consentito di sviluppare tecnologie uniche al mondo, in grado di coniugare la liber tà progettuale del calcestruzzo e le caratteristiche di rapidità e precisione dell’acciaio. Un’esperienza maturata nella costruzione di grandi impianti natatori, che ha fatto di Piscine Castiglione il par tner scelto da FINA per le più impor tanti competizioni di nuoto a livello mondiale.

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news dall’italia

L’Associazione Italiana Costruttori Piscine (Assopiscine), durante l’annuale assemblea nazionale svoltasi il 24 febbraio 2012 in oc-

Piscina Sterlino: una storia a lieto fine

Una storia che mette in mostra, da un lato, la volontà e l’impegno di salvare una pisci-na storica, e dall’altro, gli effetti che la crisi economica può avere sulla gestione delle strutture natatorie. Si è infatti conclusa po-sitivamente la vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso dipendenti, allenatori, sportivi, frequentatori della storica piscina bolognese dello Sterlino. La vicenda è iniziata durante la scorsa estate, quando la piscina si è ritrovata senza un proprietario. Il Coni aveva infatti dato la disdetta alla concessione con il Comu-ne e le prime proposte di acquisto, tra banche e associazioni di categoria, erano naufragate sul nascere. La vicenda è degenerata a fine anno quando, ancora senza un proprietario, si è arrivato a un passo dalla chiusura dell’e-dificio; mossa che avrebbe lasciato senza una piscina non solo tutti i frequentatori, ma so-

Nuovo Presidente Assopiscine

Per approfondire:

canale Piscine

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Gli oscar del fitness

Un Premio nato per mettere in evidenza i migliori Fitness Club ita-liani, e di riflesso i manager, imprenditori e gestori che, dedicandosi con passione e professionalità alla gestione di una realtà aziendale complessa come un centro fitness/benessere, riescono a conseguire risultati significativi, contribuendo alla crescita del settore, fornen-do ad altri imprenditori, manager e professionisti spunti interessanti e idee replicabili. Questa, a grandi linee, la “mission” del prestigioso riconoscimento ClubAward, giunto quest’anno alla sua sesta edizio-ne. Un’edizione che ha visto la vittoria del Centro Benessere Eden di Reggio Emilia per la categoria “Club dell’anno”, Club Medical Sport di Tortoreto Lido per la categoria “Premio speciale” e il Motoria Club di Potenza per il “Premio innovazione”. La cerimonia di premiazione si è svolta, come da tradizione, durante la tredicesima edizione del ForumClub, svoltosi alla Fiera di Bologna dal 23 al 25 febbraio scorso. Per maggiori informazioni, si consiglia la lettura delle interviste ai vincitori pubblicate su www.fitnesstrend.it.

prattutto gli sportivi che in questa piscina vi hanno sempre trovato un luogo di allenamen-to. Alla fine, tra minacce di chiusura, picchetti di protesta davanti ai cancelli della piscina, si arriva a fine gennaio, quando finalmen-te interviene a risolvere la questione l’Alma Mater Studiorum di Bologna, concedendo una fidejussione, pari a 330.000 euro, per il sostegno della piscina. Gli effetti della vicen-da? Un calo del 30% degli iscritti ai corsi di nuoto del secondo trimestre dell’anno e del 15% agli abbonamenti per il nuoto libero. In totale, la Rari Nantes (la società di pallanuoto) e l’Aics, l’Associazione Italiana Cultura Sport che da 20 anni gestisce la piscina, hanno sti-mato una rimessa di 31.000 euro (dati da Il Resto del Carlino Bologna). Per ripercorre-re la vicenda nei dettagli, leggi la notizia su www.sportindustry.com.

Come riuscire a progettare una SPA in modo che risulti produttiva dal punto di vista economico? Lo racconta l’architetto Alberto Apostoli in una video-intervista esclusiva, visibile su www.sportindustry.com e redatta durante l’evento ForumPiscine. L’intervista prende spunto dall’ultimo volume dell’architetto, “Architettura delle SPA”, che vuo-le essere sopra ogni cosa una guida al “progettare il benessere”, con un corredo di immagini, schizzi progettuali e soprattutto interventi di

professionisti del settore di comprovata esperien-za. L’autore condivide, nel volume come nell’inter-vista, l’importanza di un iter di progettazione che parta dagli ambiti creativi, passando da quelli legati alle tecnologie e agli im-pianti, fino ad esaminare alcuni concetti di marke-ting e di comunicazione; il tutto alla luce di conside-razioni gestionali, econo-miche e finanziarie. Così da poter progettare (e di conseguenza realizzare) centri benessere in grado di trasmettere emozioni e allo stesso tempo garan-tire profitti.

Progettare una SPA e renderlaproduttiva

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casione di ForumPiscine, ha visto lo svolgi-mento delle elezioni del nuovo Presidente, nella persona di Ivano Pelosin, proprietario dell’azienda Italpool, e dei nuovi Organi sta-tutari. Il nuovo Presidente e le altre cariche sociali si sono insediati ufficialmente nel corso della riunione del 24 marzo 2012 a Brescia, dando inizio allo sviluppo dei progetti che prevedono una sempre più intensa attività associativa. Nella foto: il nuovo Presidente Assopiscine, Ivano Pelosin, durante l’Assem-blea ordinaria annuale. Per chi volesse appro-fondire l’argomento, i nomi dei nuovi Con-siglieri e Sindaci Revisori sono consultabili su www.sportindustry.com.

Una sentenza importante per i centri abbron-zatura, che dimostra quanto sia fondamen-tale tenere sotto controllo le irradiazioni delle docce solari, assicurandosi di non su-perare i limiti delle norme tecniche. La pena? Il divieto di avvalersi delle docce stesse.

Docce solari: una sentenza importante

Per approfondire:

canale Wellness

Il Tar Piemonte ha infatti concluso il recente contenzioso, nato tra un centro abbronzatura e il Comune di Arona, con la sentenza n. 14 del 10 gennaio 2012, affermando che se le irradiazioni della doccia solare superano i limi-ti delle buone norme tecniche non può essere utilizzata nel centro abbronzatura. L’ARPA, Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente, sotto sollecito della ASL territorialmente com-petente, aveva infatti concluso che, dai dati riportati, risultava evidente che le emissioni misurate per le 2 docce solari in questione non rientravano né nella tipologia dichiarata né in nessuna delle altre 4 tipologie previste dalla norma di riferimento. Per ripercorrere la vicenda nei detta-gli, leggi la notizia pubblicata sul Portale www.sportindustry.com.

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newsdal mondo

La situazione impiantistica degli stadi in Italia

Pubblicato (in inglese) sul sito di TheSta-diumBusiness Summit, l’evento interna-zionale dedicato al mondo del business dello stadio (Torino, 14-16 maggio), un’interessan-tissima disamina della situazione degli sta-di in Italia. L’articolo parte dall’esempio dello Juventus Stadium, che si pone come model-lo d’eccellenza anche a livello internaziona-le, per poi arrivare ad analizzare il ruolo che l’attesa legge sugli stadi potrebbe avere, se approvata, nel panorama impiantistico italia-no, soprattutto in vista di tutti i nuovi progetti

presentati in materia di stadi e arene spor-tive. Questo articolo permette dunque di aprire una finestra sul modo in cui, all’e-stero, viene percepita la situazione econo-mica, in generale, e impiantistica, in par-ticolare, in cui si trova al momento attuale il nostro paese, per-mettendo di guardar-ci con occhi esterni, dunque più obiettivi. Questo articolo apre anche una riflessione sul peso che le nostre promesse, di ristrut-

turazioni, nuove realizzazioni, nuove leggi in materia di impiantistica sportiva, assumono agli occhi del mondo, ricordandoci che sia-mo “sotto osservazione” e che mantenere le promesse fatte potrebbe essere un primo im-portante step per riguadagnare la fiducia dei mercati esteri. L’articolo compare, integralmente tradotto in italiano, su www.sportindustry.com e, in lingua inglese, sul sito dell’evento inter-nazionale TheStadiumBusiness Summit: www.stadiumbusinesssummit.com.

Il mercato delle energie rinnovabili

Secondo quanto emerso da una ricerca pre-sentata da Ernst&Young, i mercati emer-genti rappresentano il futuro per il set-tore delle energie rinnovabili. La ricerca ha confrontato i dati di mercato dei paesi in

cui il settore delle rinnovabili è già consolida-to con quelli dove è in via di sviluppo, come Cina e Sud Africa, analizzando il settore nel-la sua interezza: solare termico, fotovoltaico, eolico e geotermia. Le previsioni contenute nel “Renewable Energy Country Attractive-ness Indices” rivelano infatti un futuro incerto per i mercati più consolidati. Esemplificativo del cambiamento in atto, e della lotta tra i mercati europei, il caso Spagna, che cinque anni fa era il paese più attraente per gli in-vestimenti nelle energie rinnovabili e che or-mai ha abbandonato la top 10 a seguito della decisione del governo di bloccare le forme di incentivazione per le fonti rinnovabili. Dove si posiziona l’Italia in questo quadro? In una classifica governata da Cina, Stati Uniti, Germania e India, l’Italia è attualmente al 6° posto, superata dal Regno Unito, e risente della crisi del debito sovrano, che continua a soffocare la zona euro, e di una politica di in-centivazione incerta, che non invoglia di certo gli istituiti di credito a finanziare interventi in questo settore.

Per approfondire:

canale Sport & Fitness

Per approfondire:

canale Complementi

Una piscina di design a Bilbao

Alhondiga: uno degli edifici icona dell’Art Noveau nella città di Bil-bao, sorto nel 1909 per mano dell’architetto Ricardo Bastida e adibito, all’epoca, a magazzino di stoccaggio per vini e liquori. Edificato con mattoni, ferro e cemento, fu parzialmente distrutto da un incendio e rimase in disuso per molti decenni. Nel 1999 fu dichiarato bene cul-turale dal governo basco e fu avviato un percorso di riqualificazione dell’edificio, commissionato al celebre designer internazionale Philip-pe Starck, diventando uno spazio urbano unico e originale. La nuova connotazione dell’edificio, che punta a creare spazi per attività lei-sure e culturali, ha visto anche l’inserimento, all’ultimo piano, di una grande area d’acqua, composta da due piscine realizzate con tecno-logia Myrtha di Piscine Castiglione - una vasca di 25 x 21,20 m e una di 27x21,20 m, con profondità variabile 0,70/1,35 m - sormontate da una copertura vetrata e in parte dotate di un fondo trasparente dal grande effetto scenografico. Riscaldata da 200 mq di pannelli solari, la piscina è dotata di una terrazza panoramica che si affaccia sulla città e un solarium incorniciato da lunghe pareti ad archi. Accanto alla piscina, è stata ricavata anche un’area fitness, con una palestra di circa 2.700 mq.

Per approfondire:

canale Piscine

Le nuove Terme di Vienna

Il benessere in tutte le sue for-me? Si trova nello stabilimento termale più grande d’Austria, le nuove Terme di Vienna, con le sue 26 piscine, 24 cabine per sauna e bagno turco, 2.500 lettini e un’area benessere di 6.000 mq. Il complesso, che ha di recente vissuto una profonda ristrutturazione, si pone oggi come un luogo in cui si incon-trano aree a differente vocazio-ne: benessere, estetica, fitness e divertimento. Infatti, oltre a una piscina lunga 25 metri, ide-ale per lo sport, una d’acqua sorgiva, una salina e diverse al-tre aree acquatiche esterne, le Terme di Vienna offrono anche un campo da beach volley, una pista da bocce, un bar estivo e

molte postazioni relax per “bagni” di sole. L’area dedicata all’intrat-tenimento, infine, include numerose attrazioni come scivoli, giochi d’acqua e percorsi avventura, destinati al divertimento di tutti.

Per approfondire:

canale Wellness

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news dal mondo

Il mercato del fitness in Germania

Quanto vale il mercato del fitness in Germania? Secondo quanto riportato dall’Associazione tedesca degli operatori di fitness-wellness club (DSSV), i dati relativi al 2011 fotografano una crescita numerica delle strutture adibite al fitness, rispetto all’anno precedente, pari a 190 unità, per un totale di 7.304 club. Un risultato decisamente po-sitivo al quale si associa la crescita pari al 3,5 % degli iscritti. Questo trend positivo evidenzia una sempre maggiore domanda di benessere e salute: il giro d’affari di questo mercato è infatti cresciuto dal 2010

L’economia legata allo sport aumenta il suo giro d’affari superando i 2 miliardi di franchi. Questo quanto emerso da uno studio com-missionato dall’Ufficio federale dello sport UFSPO a Rütter+Partner, che ha analizzato la portata economica dello sport in Svizzera. In dettaglio, i dati mostrano una produzione lorda in aumento, da 14,8 a 17,0 miliardi di franchi (+15%), mentre il valore aggiunto lordo è passato da 8,1 a 9,1 miliardi (+12%). Contemporaneamente è aumentato anche il numero di persone che lavorano nel mondo dello sport passando da 82.320 a 88.650 (+8%). Complessivamente lo sport ha contribuito nella misura dell’1,7% (nel 2005 era pari all’1,8%) al prodotto interno lordo e del 2,5% al grado di occupazione complessi-vo in Svizzera. L’economia dello sport è quindi paragonabile ad esempio con l’industria ali-mentare o metallurgica.

L’economia dello sport in Svizzera

Per approfondire:

www.fitnesstrend.com

al 2011, passando da 3,81 a 3,99 miliardi di euro. Infine, un numero via via crescente di tedeschi svolgono regolarmente esercizio fi-sico per migliorare il proprio aspetto, tutelare la propria salute e, più un generale, sentirsi bene. L’età media dei consumatori di fitness è di 42 anni, mentre il costo medio dell’iscrizio-ne mensile è pari a 46,20 euro.

Per approfondire:

canale Sport & Fitness

In crescita il mercato degli articoli sportivi acquistati online. Questo, in sintesi, quanto emerso da una ricerca svolta da Empirica Research per l’Australian Sporting Goods Association. La ricerca ha

Australia: il mercato degli articoli sportivi

Per approfondire:

canale Sport & Fitness

visto il coinvolgimento di 1.000 intervistati - per lo più clienti e appassionati di sport - ri-velando che gli acquisti online di articoli spor-tivi, in particolare calzature e abbigliamento, è addirittura superiore rispetto agli acquisti in tutte le altre categorie merceologiche. I risul-tati della ricerca hanno infatti rivelato che l’11,5% ha acquistato on-line calzature, di questi il 6,8% ha fatto i propri acquisti presso rivenditori online off-shore, mentre il 7,6% ha acquistato abbigliamento. La ricerca ha anche mostrato come i clienti si abituino sempre più agli acquisti tramite rivenditori online. In par-ticolare, il 14% ha dichiarato di comprare del-le scarpe da rivenditori online, mentre fino al 15% ha acquistato articoli di abbigliamento. La ricerca completa, in inglese, è consultabile da www.sportindustry.com.

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progetti energie rinnovabili

Opportunità di risparmioTre progetti accomunati da un unico obiettivo: abbattere i costi per poter ristrutturare gli impianti sportivi esistenti. Come fare? Investendo sulle energie rinnovabili e sulle nuove tecnologie, così da ottenere un risparmio sensibile sulle bollette, una delle voci di spesa più rilevante nel bilancio di qualsiasi struttura ad uso sportivo. di Alice Spiga

“Un campo da calcio

dotato (come richiesto

dalla Lega) di impianto

di illuminazione da 200

LUX, ha un consumo da

70/80 KW, con un costo

intorno ai 40 mila euro

all’anno. E questo solo

per illuminarlo” Mauro

Martini, Vimar

Chi gestisce impianti sportivi in territorio italiano sa che arrivare a fine anno con i conti, neanche in positivo, ma quanto-meno in pari, è una sfida che si rinnova di giorno in giorno. La maggior parte si ritrova infatti a confrontarsi con strutture non più adeguate all’utenza, che avreb-bero bisogno almeno di lavori di amplia-mento, con bollette stratosferiche a causa di coperture non coibentate, caldaie a gasolio, infissi che andrebbero sostituiti, finestrature a vetro singolo. E i costi lie-vitano. “Uno dei maggiori problemi con cui si sta confrontando, al momento at-tuale, l’impiantistica sportiva nel nostro paese – ci racconta Mauro Martini, ti-tolare dell’azienda Vimar - è la vetustà degli impianti. Solo per fare un esempio: la maggior parte ha vecchie coperture pressostatiche e tensostatiche, da cui si disperde una quantità di calore esorbi-tante; nel nord Italia un classico ‘pallone pressostatico’ costa mediamente 20.000 € a stagione di bollette elettriche e di riscaldamento. Non stupisce dunque che siano molti, tra i 148.000 impianti sportivi del territorio, quelli in grande difficoltà: non ci sono soldi per le manutenzioni, le strutture invecchiano e ‘bruciano’ de-naro pubblico. Fino a pochi anni fa, si costruivano nuovi impianti con grande leggerezza; ricordo piste di atletica rea-lizzate in località dove si faceva fatica a trovare qualcuno che avesse meno di 60

anni. Oggi le cose sono molto cambiate, gli investimenti sul nuovo sono quasi az-zerati e anche trovare i fondi per semplici ristrutturazioni non è semplice.” Dunque? Come porre rimedio a strutture sportive troppo costose e non più sosteni-bili dal punto di vista economico, gestio-nale e ambientale? Le iniziative all’attivo nel nostro paese sono molteplici, anche se ancora non abbastanza, e hanno tut-te una matrice comune: lo sfruttamen-to di risorse energetiche rinnovabili. Perché? Per un fatto molto semplice: che convengono. Permettono di risparmiare sulle bollette, sono incentivate (a vario titolo) dal Governo e veicolano un’etica di sostenibilità, di rispetto verso le risorse del Pianeta, di recupero e di riqualifica-zione che ben si sposano con i valori di cui lo sport si fa promotore. Tra queste iniziative, ne abbiamo selezio-nate tre. Una aziendale, con il progetto messo in campo dalla già citata Vimar, azienda specializzata nella progettazio-ne e realizzazione di impianti sportivi, impegnata nella promozione di progetti che prevedono l’installazione di pannel-li fotovoltaici in strutture ad uso sporti-vo. La seconda è di carattere regionale e coinvolge il “Piano Regionale per la promozione della cultura e della pra-tica delle attività motorie, ricreative e sportive 2012 – 2015” redatto dalla Toscana, che ha incluso una “clausola”

volta a privilegiare i progetti di riqualifi-cazione e costruzione ex novo di struttu-re sportive che prevedano l’inserimento di tecnologie tali da assicurare un effetti-vo risparmio, tra cui quello energetico. La terza è di matrice locale e chiama in cau-sa un comune del forlivese, Savignano sul Rubicone, impegnato in un grande progetto: “Diamo energia allo sport”. Lasciamo dunque la parola ai promotori di queste tre iniziative grazie alle intervi-ste che essi ci hanno rilasciato, che met-tono in evidenza quanto impegno ven-ga profuso per garantire risparmio, eco-nomico e gestionale, sia alle Pubbliche Amministrazioni sia alle società sportive, e quanto lavoro ci sia ancora da fare.

Obiettivo: risparmiareIntervista a Mauro Martini, titolare dell’azienda Vimar

Da quali esigenze e premesse nasce il vo-stro progetto? E a chi si rivolge?“Il nostro progetto nasce dalla necessità di creare risorse alternative alla ormai cronica mancanza di denaro pubblico, in modo da consentire la ristrutturazione degli impianti sportivi ancora oggi a cari-co delle PPAA, sempre meno in grado di mantenere queste strutture in linea con l’evoluzione tecnologica del settore. Mi riferisco a interventi come il rifacimento

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progetti energie rinnovabili

Opportunità di risparmio del campo in erba sintetica, la realizza-zione/riqualificazione di una copertura, la sostituzione di pavimentazioni sportive deteriorate, la costruzione di nuovi campi da gioco. Si pensi a un impianto sporti-vo coperto, in media ha a disposizione circa 1000 metri di tetto: con uno spazio simile si può realizzare senza problemi un impianto fotovoltaico da 120 KW, che permetterebbe di abbattere i costi dell’e-nergia elettrica e del riscaldamento quasi del tutto. Per fare un esempio pratico: un campo da calcio dotato (come richiesto dalla Lega) di impianto di illuminazione da 200 LUX, ha un consumo da 70/80 KW, con un costo intorno ai 40 mila euro all’anno. E questo solo per illumi-narlo. Se, per coprire quei 70 KW, predi-sponiamo un impianto sui 100 KW, oggi siamo intorno ai 200 mila euro di investi-mento, tecnicamente pari a 5 anni solo con le bollette poi, da quel momento in avanti, si risparmia. Su un mutuo di 10 anni, si possono effettuare tutti gli inter-venti che si ritengono necessari; spalmato su 20 anni diventa ancora più convenien-te perché un impianto da 100 KW, fatto oggi, nei vent’anni rende più o meno 800 mila euro solo di risparmio delle bollette, 200 li spendo per l’impianto e, con i 600 che avanzano, sa quanti inter-venti si possono fare, anche senza il con-tributo erogato dal GSE (Gestore Servizi Energetici)? Un altro vantaggio degli im-pianti sportivi, che molti sottovalutano, è che nel periodo di massima produzione, ovvero l’estate che è anche il momento di massima domanda da parte della rete dell’energia elettrica, il campionato è fer-mo, per cui tutta la produzione può es-sere ceduta alla rete, con ulteriori rientri. A chi interessa tutto questo? Sicuramente alle società sportive che hanno nor-malmente in gestione l’impianto e hanno dunque necessità di risparmia-re sulle bollette. Gli impianti sportivi di proprietà, in Italia, sono infatti veramente pochissimi (ci sono degli esempi soprat-tutto nel tennis), la fetta maggiore è data in gestione.”

Se offre tanti vantaggi, tutti gli impianti sportivi in Italia dovrebbero già essere do-tati di pannelli fotovoltaici, e invece non è così. Perché? “Il problema principale sono le conven-zioni che i comuni stilano con le società sportive. Si pensi che ogni singolo co-mune ha un suo modo di concepire le convenzioni ed è libero di stilare un proprio regolamento per la gestione degli impianti sportivi. Alcuni si danno regole, a mio avviso, assurde, come de-cretare che non si possono dare in con-venzione gli impianti sportivi per più di 3 anni di seguito. Con così poco tempo a disposizione, più che sfruttare l’impian-to non si può fare; di sicuro non si può programmare nessun tipo di investimen-to o di intervento sugli impianti. Questa tendenza è ovviamente legata a doppio filo a concetti politici, ai passaggi da una giunta comunale ad un’altra e al timore che, la giunta successiva, si prenda i me-riti del lavoro svolto da quella preceden-te. Insomma, non c’è purtroppo la con-vinzione di concepire l’impianto spor-

tivo come una risorsa e un bene della comunità, su cui investire a lungo nel tempo. Se noi invece iniziassimo a con-cepire un impianto sportivo come un’atti-vità imprenditoriale qualsiasi, e in alcuni casi anche molto redditizia, sarebbe più semplice investire e trasformarla a tutti gli effetti in una attività produttiva. E a quel punto la gestione si potrebbe dare, anzi-ché per 3/5 anni, anche per 20/30 anni, programmando anche lavori importanti. Oltre a consentire alle ASD di divenire soggetti “affidabili” per le banche.”

A proposito di banche. In merito al foto-voltaico, come viene vissuta dagli istituti

se anche lo dovessero togliere, non sa-rebbe retroattivo e che i progetti che stia-mo sviluppando si ‘reggono’ benissimo anche solo con il risparmio delle bollet-te. Per fortuna, qualcosa sta cambiando. I due massimi istituti bancari, almeno in Italia, Intesa San Paolo e Unicredit, han-no iniziato a venire incontro alle esigen-ze delle società sportive. La banca Intesa ha di recente creato una banca dedicata solo alle Onlus e alle associazioni senza scopo di lucro (la banca Prossima), adat-ta quindi anche alle società sportive. La medesima banca, insieme alle maggiori società sportive e al CONI, ha inoltre fon-dato il Consorzio SPIN (Sport Insieme),

bancari la richiesta di finanziamento da parte delle società sportive? “Basandomi sulla mia esperienza, sono soprattutto le società piccole, le polispor-tive, le piccole società di calcio, i semplici gestori affiliati a varie associazioni come ARCI, UISP, ICS a scontrarsi con le mag-giori difficoltà nella ricerca di un istituto che conceda loro un mutuo. Le grandi società, invece, hanno spesso bilanci no-tevoli e normalmente hanno già rapporti con le banche, con dei fidi notevoli. Il problema è, in generale, essenzial-mente burocratico. Non ci sono proce-dure standard da seguire, ogni banca ha una sua procedura e manca l’autonomia dei responsabili di banca di decidere. Non è l’istituto bancario ad essere in fal-lo, è la prassi per la richiesta di mutui che non è adeguata. Ad esempio, a garanzia di un mutuo, normalmente le banche chiedono un’ipoteca, ma non ha senso chiederla, visto che la società sportiva non è proprietaria dell’impianto. A vol-te, nemmeno il Comune è proprietario, può persino capitare che abbia i terreni in usufrutto da un terzo. Nell’approccio al fotovoltaico, infine, ogni banca ha la sua regola. Ho parlato con 6/7 istituti di credito diversi dal 2010 ad oggi e mi sono sentito dire di tutto, anche che ‘il fotovoltaico non è un investimento sicu-ro perché prima o poi il contributo verrà tolto’. Ho avuto un bel da spiegare che,

dedicato a finanziare solo le società spor-tive nei lavori sugli impianti sportivi. Anche se le procedure sono ancora tra il ‘lunghissimo’ e l’’eterno’.”

Al momento attuale, avete già all’attivo la costruzione di impianti secondo questo progetto? Quali?“Il progetto sta partendo adesso, abbia-mo già due cantieri all’attivo che saranno completati entro giugno, così da rientrate nel 4° Conto energia. Dal 30 giugno al 31 dicembre, infatti, l’incentivo calerà, ma per quello che riguarda gli impianti spor-tivi, come accennavo prima, la riconver-sione delle strutture renderà comunque redditizio l’investimento, anche senza in-centivi. Ad ogni modo, i due centri sporti-vi che stiamo riconvertendo sono rientra-ti di un soffio nella legislazione attuale e hanno notevoli margini di guadagno. In un caso, grazie a un impianto da 185 KW, circa 400 mila euro di investimento, rifaranno (con gli utili che ripagheranno il mutuo di 20 anni) un campo da cal-cio omologato in sintetico e 4 campi da tennis nuovi. L’altro è un grosso centro sportivo che ha delle bollette davvero in-genti. Con un investimento di 300 KW, rientreranno dell’investimento in soli 4 anni con il solo abbattimento dei co-sti delle bollette (che ammontano a circa 200 mila euro l’anno). Soldi che verranno reinvestiti nell’impianto sportivo stesso.

“Chi investe nelle energie

rinnovabili può infatti

chiedere addirittura un

doppio finanziamento,

quello sull’energia

rinnovabile erogato

dal Governo e quello

stanziato dalla Regione”

Sandro Tacconi, Regione

Toscana (foto Vimar)

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progetti energie rinnovabili

A parte questi, abbiamo in “cantiere” un progetto standardizzato: “PALASOLEIL”, indirizzato alle società sportive che han-no in gestione un palazzetto. Grazie alla collaborazione con due aziende del set-tore, la SAINT-GOBAIN Solar, che in-stalla pannelli solari fotovoltaici europei (realizzati in Germania da una ditta bel-ga) e la Junkers, che produce pavimen-tazioni per impianti sportivi, proponiamo un pacchetto che include l’installazione di un impianto da 50 KW sul tetto, per il quale spendono circa 100 mila euro, e la sostituzione dell’impianto di riscal-damento. Con il risparmio che ottengo-no, possono rientrare dell’investimento in circa 10 anni e programmare, nella stessa operazione, il finanziamento per la co-struzione di un pavimento nuovo in par-quet omologato, che è una delle esigenze più impellenti nelle palestre in Italia. Il vantaggio? Noi seguiamo la società spor-tiva dal business plan al rapporto con gli istituti di credito e li affianchiamo nella stipulazione di nuove convenzioni con le PPAA, fino alla progettazione del ri-facimento/riqualificazione dell’impianto sportivo e relativa realizzazione dei lavori in collaborazioni con le migliori aziende del settore. In pratica, un solo mutuo e un unico referente. Mi consenta uno slo-gan: ‘togliamo i soldi alle bollette per re-stituirli alla comunità’.”

Verso un’eticità dello sportIntervista a Sandro Tacconi, titolare delle posizioni organizzative della Regione Toscana, ideatore, promoto-re e responsabile del piano regionale per lo sport

Da quali premesse/necessità prende il via la scelta di privilegiare, all’interno del vostro “Piano Regionale per lo Sport”, i progetti che prevedano l’utilizzo di tecno-logie per il risparmio energetico?“La premessa parte già nel ‘Piano’ prece-dente, approvato 4 anni fa. La Regione Toscana aveva infatti dato il via a inter-venti di promozione mirata su tutto il territorio in materia di sfruttamento delle energie alternative e sarebbe stato abba-

stanza strano non coinvolgere anche l’im-piantistica sportiva. Senza contare che la Regione ha approvato, lo scorso anno, un atto, che è ovviamente un atto politico, di importanza fondamentale, la Carta Etica dello Sport, che fissa quali siano i valori ai quali uno sportivo dovrebbe attener-si, validi sia per chi pratica sport sia per chi lo insegna. Siamo convinti che ci sia una grande necessità di etica nel mondo sportivo, noi abbiamo cercato di fare il nostro piccolo pezzetto sia prendendo in esame tutti gli aspetti di questo concet-to sia intervenendo per promuovere una riqualificazione degli impianti sportivi, che rappresentano il veicolo privilegia-to dell’eticità dello sport. Oltre a questo, la promozione delle energie rinnovabili passa anche attraverso motivazioni di carattere pratico, perché le risorse stan-no fortemente diminuendo a tutti i livelli, negli enti locali come nell’associazioni-smo sportivo, perché ci si ritrova a gestire impianti realizzati in epoche abbastanza lontane, costosi dal punto di vista ener-getico e manutentivo. Per questo la scelta è stata di investire qualche risorsa, magari più modesta, nelle tecnologie rinnovabili, in modo da mantenere attivi e funzionan-ti impianti che, altrimenti, si sarebbero trovati, di qui a qualche anno, di fronte a una scelta ineludibile: o la chiusura o la totale ristrutturazione, in molti casi eco-nomicamente difficile da sostenere.”

All’interno del “Piano” non si parla infat-ti solo di risparmio energetico, ma pun-tate ad agevolare gli impianti sportivi che dimostrano un impegno concreto nel ri-durre tutti i costi della struttura. Può fare alcuni esempi?“Un esempio classico è la sostituzione, nei campi da gioco, della normale super-ficie in terra con una superficie in sin-tetico, che consente enormi risparmi in termini di costi vivi, dal gesso per tracciare le righe del campo alla manu-tenzione del verde all’irrigazione. Senza contare che su un campo in sintetico ci si può giocare 24 ore al giorno, non crea problemi di accessibilità e nemmeno di usura. Azzerati sono anche i costi indot-ti, da non trascurare, come ad esempio

le spese per la pulizia degli spogliatoi e delle divise dei calciatori dalle macchie di terra e di fango. Un campo in terra sporca infatti molto di più sia le persone che vi giocano sia gli abiti indossati, fat-tori che, in un’economia di uso di risorse, a loro modo incidono. Sono quegli ac-corgimenti che raramente si prendono in considerazione, ma che vanno poi a in-fluire sull’economia di gestione dell’inte-ro centro sportivo. Il problema principa-le, in Italia, è che la maggior parte delle strutture è stata costruita circa 30/40 anni fa e da allora molte cose sono cambiate. Si considerino, ad esempio, i palazzetti dello sport con superfici vetrate immense costruite a vetro singolo, senza nessuna tutela per l’impianto di riscaldamento o di condizionamento che deve funzionare praticamente non stop. Come non c’era alcuna percezione dei costi del riscalda-mento dell’acqua nelle piscine, che ve-nivano costruite a gasolio e che ancora purtroppo esistono, con dei costi che, specialmente per i piccoli comuni, sono diventati assolutamente non più sosteni-bili. Ed è la motivazione principale per cui ci siamo impegnati negli ultimi anni nella promozione delle energie rinno-vabili, altrimenti rischiamo di perdere strutture che sono costate, attualizzati, milioni di euro perché non si è più in grado di sostenere spese di gestione di decine di migliaia di euro”.

Nel corso di questi anni, avete già ricevu-to richieste di ristrutturazione di impian-ti sportivi che coinvolgono l’installazione di tecnologie da energie rinnovabili?“Sì, in realtà abbiamo già un discreto nu-mero di impianti realizzati, inferiore alle aspettative, ma comunque significativo. In tutto sono già 13 gli impianti finan-ziati e realizzati che si sono riconvertiti all’uso delle energie rinnovabili. Oltre a questi, 3 impianti hanno sostituito il man-to erboso con il sintetico, caso classico dei campi da calcio.”

Nel caso di installazione di pannelli foto-voltaici, che hanno costi piuttosto ingenti e tempi di rientro mediamente più lunghi delle convenzioni stesse, come vi muove-te, in maniera operativa, per sostenere le società sportive? “Diciamo che, nel novero delle leggi che si rifanno allo sport, qualche anno fa, è stata approvata una legge che stabilisce le modalità con cui si debba sviluppa-re il rapporto di concessione in gestio-ne dell’impianto sportivo da parte della Pubblica Amministrazione che lo mette ‘sul mercato’. Questa legge prevede che, laddove la società sportiva realizzi spese importanti di investimento, la conven-zione possa essere ipotizzata per il tempo necessario previsto per l’am-mortamento dello sforzo economi-co che l’associazione ha sostenuto. Orientativamente, la legge parla di un pe-riodo di 15 anni oppure tale da garanti-re comunque il rientro dell’investimento. Altrimenti, la convenzione è una conven-zione standard, della durata di 5 anni.” Basandosi sulla sua esperienza, quanto pensa sia diffusa la cultura del risparmio

Un’immagine del 7

Sporting Club, un centro

polivalente composto

da piscina e campi da

tennis a Savignano sul

Rubicone, che rientra nel

progetto “Diamo Energia

allo Sport”, di cui il

Comune è promotore

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energetico nel mondo degli impianti spor-tivi?“Quanto sia diffusa questa cultura all’in-terno dell’associazionismo sportivo e an-che, e soprattutto, all’interno dei Comuni non ho dati per poter rispondere. Per quanto ci riguarda, questo è il 5° anno che continuiamo a ‘martellare’ in ogni possibile occasione, e non sono poche perché ci siamo impegnati moltissimo per la divulgazione del Piano attuale, nelle Province e nei Comuni di grandi dimensioni e via a scalare, coinvolgendo anche tutto l’associazionismo sportivo, veicolando tali messaggi. Soprattutto per-ché inizia a diventare un’opportunità economica: chi investe nelle energie rin-novabili può infatti chiedere addirittura un doppio finanziamento, quello sull’e-nergia rinnovabile erogato dal Governo e quello stanziato dalla Regione, per cui chi ha compreso bene il meccanismo e si è attivato, ha potuto e potrà fare delle buone realizzazioni con costi veramente bassi, risparmiando poi sui costi di ge-stione. Le risposte dunque iniziano, anzi ricominciano ad esserci, ma da qui a renderlo patrimonio comune di tutta la Regione c’è ancora tanta strada da fare.”

Dare energia allo sportIntervista a Piero Garattoni, Assessore allo sport di Savignano sul Rubicone (FC)

Da dove nasce il progetto “Diamo energia allo Sport”? Può entrare nel dettaglio sul suo funzionamento? “Il progetto nasce dalla spinta propulsiva dataci dall’essere insigniti, da parte dell’A-CES, del titolo di Comune Europeo del-lo Sport 2012. L’intenzione è di riuscire a coinvolgere tutte le strutture sportive comunali, dalle palestre agli stadi co-munali, passando per i campi da gioco e le strutture sportive polivalenti. Il pri-mo progetto che abbiamo attivato, già da qualche tempo, è l’installazione di un im-pianto fotovoltaico sul 7 Sporting Club, un centro polivalente di cui andiamo molto orgogliosi, composto da piscina, campi da tennis, che proprio quest’anno ha compiuto 40 anni di attività. Abbiamo già attivato un primo bando, con cui ab-biamo selezionato 8 società sportive in-teressate, che gareggeranno tra loro fino all’identificazione di una sola società. Si saprà circa a partire da metà aprile chi vincerà l’appalto e in quanto consisterà la proposta. In linea di massima, l’obiettivo è di installare complessivamente circa 500 KW di potenza sulle sei strutture sporti-ve che, almeno per il momento, hanno aderito all’iniziativa, pari a circa 600 mila

KW/h all’anno, che corrispondono a cir-ca 300 tonnellate di CO2 in meno disper-se nell’atmosfera. Un risultato che consi-deriamo potenzialmente raggiungibile, e allo stesso tempo di grande importanza per l’economia del nostro Comune.”

Il progetto comprende l’installazione sia di impianti fotovoltaici sia di solare ter-mico sulle strutture sportive comunali; quale delle due tecnologie ha avuto mag-giore riscontro, almeno per il momento? “Per il momento, siamo partiti con il so-lare fotovoltaico, per sfruttare l’attuale sistema di incentivazione, che si rivela molto conveniente. Ma non ci limitiamo a questo. Approfittando degli incentivi e delle detrazioni, abbiamo deciso anche di sostituire tutte le coperture dei nostri centri sportivi, stiamo parlando, per capirci, di oltre 3000 mq di tetti re-alizzati in fibrocemento che, nonostante le opere di manutenzione fatte in questi anni, non reggeranno altri 40 anni”.

Nel progetto è specificato che esso coinvol-ge le società sportive del territorio “trami-te convenzione”, che cosa si intende nello specifico?“La maggior parte delle convenzioni stipulate fino a questo momento con le società sportive del nostro Comune ammontano a circa 5 anni, un lasso di tempo troppo breve per questo tipo di investimenti. Per questo, abbiamo deci-so di allungare le convenzioni a cir-ca 15 anni, con una formula 5+10, con le società sportive che si impegneranno in questa tipologia di interventi, così da fidelizzare le società e al contempo dar loro un arco di tempo sufficiente a inve-stire non solo sul fotovoltaico, ma anche nella ristrutturazione e riqualificazione dell’impianto: dalle tribune al campo da gioco, fino agli spogliatoi ecc. La società sportiva che si farà carico dell’intervento avrà inoltre un diritto di superficie del tet-to, con un vincolo stipulato direttamente con il Comune, e potrà quindi contare sui vantaggi dati dall’installazione dell’im-pianto. Abbiamo calcolato che, con un impianto fotovoltaico da circa 30 KW, la società sportiva avrà un risparmio (tra incentivi erogati dal GSE e recu-pero sulla bolletta) di circa 12.800 € annui.”

Nel rapporto con gli istituiti di credito e la parte “burocratica” del progetto, come vi muovete? Avete dei partner che sostengo-no questa iniziativa?“No, non abbiamo partner specifici. È il Comune stesso a seguire passo dopo passo le società sportive in tutto l’iter. E vi posso assicurare che non si tratta di un percorso semplice; mi occupo da moltissimi anni del rapporto con i sog-getti privati, ma nel pubblico il discorso è molto più complesso. Lavoriamo in squa-dra, con l’obbiettivo di portare il concetto di risparmio energetico e di rispetto per l’ambiente all’interno dei centri sportivi, luoghi di aggregazione fondamentali, vi-cini ai giovani, già veicolo per eccellenza del concetto di salute attraverso un sano esercizio fisico. Penso dunque non ci sia luogo più adatto”.

PER APPROFONDIRE:

Maggiori informazioni sui progetti e le interviste

complete sono consultabili su: www.sportindustry.com

canale: complementisezione: news

titolo: impianti sportivi ed energie rinnovabili:

opportunità di risparmio

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Impianti sportivi comunali: modelli di gestioneTre importanti realtà gestionali, tre differenti contesti geografici, altrettanti modi di sviluppare la complementarietà pubblico-privato nell’amministrare gli impianti sportivi comunali: con il contributo dei manager intervistati, mettiamo in luce tendenze, criticità ed evoluzione dell’affidamento in uso e gestione delle strutture sportive degli enti locali

Cambiano i modelli di affidamento, cam-biano le normative, ma la tendenza per gli enti pubblici proprietari della grande maggioranza degli impianti sportivi in Italia, da diversi anni, è quella di dele-gare. Società di gestione, soggetti privati, società e associazioni sportive o consorzi polisportivi, che riuniscono parte o tutte le realtà operanti su un territorio, ven-gono quindi coinvolti nella gestione di un servizio che per i Comuni è diven-tato troppo costoso da amministrare di-rettamente. L’obiettivo è quello di garan-tirne la fruizione ai cittadini, così come prevede l’art. 90, comma 24 della Legge Finanziaria 2003, che ha introdotto il principio di libero accesso e utilizzo degli impianti a tutti i cittadini, singoli o in for-ma associata. Le modalità attraverso cui si attua questa delega variano significa-tivanente da un’amministrazione all’altra e da una Regione all’altra. Alcune hanno regolamentato con apposite normative le pratiche attraverso le quali gli impianti sportivi, di rilevanza economica o meno, debbano essere affidati in concessione e

i requisiti dei soggetti che possono aspi-rare a ottenerli. Tra le otto Regioni che si sono espresse a riguardo, troviamo Emilia Romagna, Lombardia e Liguria, dove ope-rano rispettivamente So.ge.se, In Sport e la complessa realtà formata da Centro Sportivo Paladonbosco, Crocera Stadium e Seisport: situazioni molto di-verse tra loro, come del resto sono diffe-renti i contesti territoriali, sociali e sportivi di riferimento, nonché il rapporto instau-rato con gli enti pubblici proprietari degli impianti. Le loro esperienze non mettono in luce soltanto le peculiarità, ma anche le comuni criticità, le tendenze e le pos-sibili e – in alcuni casi – temute linee di evoluzione del sistema fondato sull’affi-damento. Per quanto solide siano queste realtà e per quanto consolidate le best practice che hanno maturato nel tempo, quello stabilito con le amministrazioni co-munali è comunque un equilibrio delica-to che, nell’attuale situazione di difficoltà economica per il pubblico così come per il privato, è più esposto a rischi e deve trovare nuovi punti di appoggio.

Le virtù del modello felsineoNel capoluogo emiliano e nei comuni limitrofi, si è manifestata precocemente l’idea che la conduzione diretta degli im-pianti sportivi, e in particolare delle pisci-ne, rappresentasse una voce troppo one-rosa per il bilancio comunale. Risalgono infatti agli anni Settanta le prime espe-rienze di affidamento in gestione alla so-cietà cooperativa So.ge.se, costituita nel ’74 per gestire quattro centri di altret-tanti comuni della provincia di Bologna. A questo primo nucleo, è seguita, negli anni Novanta, l’acquisizione in gestione di tre delle cinque piscine comunali del capoluogo. Attualmente, la So.ge.se, con 65 soci dipendenti a cui si aggiunge un numero uguale di assunzioni trimestra-li per la stagione estiva, ha in carico 17 strutture tra Bologna e provincia: 11 impianti sportivi comunali ad andamento annuale, 4 centri comunali aperti solo in estate e altre 2 piscine estive appartenenti a società private. Oltre alla precocità, un’altra caratteristica del sistema messo a punto dalle ammini-

di Lucia Dallavalle

La piscina comunale

Cavina di Bologna,

gestita da

So.ge. se: 25 metri

per 10 corsie con

una nuova struttura

geodetica.

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Impianti sportivi comunali: modelli di gestione

strazioni di Bologna e provincia, in parti-colare per le piscine, è il coinvolgimento di tre soggetti con differenti funzio-ni: la società che si occupa della gestio-ne tecnica delle strutture (il contenitore), mettendole in condizione di ospitare pubblico e frequentatori; le società e le associazioni che organizzano, sviluppano e promuovono le attività sportive, spesso più di una per ogni centro; infine, come proprietario degli impianti, il Comune che dovrebbe occuparsi degli interven-ti straordinari sulle strutture e prendere ogni decisione “politica” sull’offerta di servizi sportivi da rendere ai cittadini. È il Comune infatti, attraverso bandi distinti, ad affidare i centri in gestione, ad asse-gnare gli spazi alle società, a definire le tariffe, le attività e a individuare le fasce sociali (disabili, anziani, scuole, ecc.) alle quali garantire determinati servizi e relati-vi orari. Il modello dei “tre soggetti”, mol-to diffuso in Emilia Romagna, “è il pro-dotto della storicità del sistema sportivo nel nostro territorio – spiega il direttore amministrativo e consigliere di So.ge.se, Armando Ballotta – un territorio ric-co di associazionismo sportivo, ma non altrettanto di strutture impiantistiche. Quindi affidare un impianto a un unico soggetto avrebbe significato, a suo tem-po, creare situazioni di esclusione. Nelle aree dove non si riscontra un’analoga vi-talità di associazioni sportive, è evidente che questo modello è da scartare, perché oneroso.”Alle ragioni storiche si somma la consi-derazione dell’offerta sportiva come ele-mento chiave nella politica sociale di un ente locale. “Trattandosi di strutture pub-bliche – prosegue Ballotta – credo che questo sia anche il modello più corretto: è impensabile che il Comune deleghi to-talmente, solo in cambio di un abbatti-mento dei costi di gestione, ad un sog-getto terzo privato che di quella struttura può fare quello che vuole.” Un esempio concreto degli effetti di una eccessiva au-tonomia lo suggerisce il presidente di So.ge.se, Gino Santi: “Le esigenze del bilancio porterebbero inevitabilmente il gestore a collocare le categorie econo-micamente deboli negli spazi residuali e quelle forti, dal punto di vista economi-co, negli spazi più interessanti.” Insieme alle proposte per i diversamente abili o gli anziani, anche l’attività agonistica, tra quelle meno redditizie nel bilancio di una società, rischierebbe di essere penalizzata da una gestione troppo concentrata sul risultato economico. In un sistema così concepito, l’attività del-la società specializzata nella gestione de-gli impianti finisce per essere fortemente “ingessata” dalle scelte dell’amministra-zione comunale, non potendo sviluppa-re strategie di marketing nel modo in cui ritiene opportuno, né attuare politiche tariffarie e di clientela. “Il Comune di-venta il nostro primo cliente – afferma Ballotta – perché, a fronte del fatto che si riserva il diritto di decidere tutto, prov-vede, con un contributo, al ripiano di gestione nel rapporto costi-ricavi.” Il sistema fin qui descritto, però, messo alla prova dalla crisi economica, sta lenta-mente cambiando. La debolezza finanzia-

ria del protagonista politico, il Comune, sempre più a corto di risorse, determina una progressiva riduzione del contributo pubblico, lasciando in compenso margini di manovra più ampi proprio su quelle tre voci (chi frequenta, per quali attività, a quali tariffe) un tempo intoccabili, per-ché altrimenti – afferma il presidente – “la gestione è tecnicamente ed economica-mente impossibile”. L’altro fronte di risparmio per le ammi-nistrazioni, ma di spesa per i partner, è la richiesta, sempre più frequente, di un maggiore e significativo coinvolgimento a livello di investimenti. “Normalmente queste convenzioni prevedono che la manutenzione ordinara sia a carico del gestore, la messa a norma e la manuten-zione straordinaria a carico della proprie-tà, cioè dell’amministazione comunale – spiega Santi – Adesso, però, ci troviamo sempre più spesso di fronte a questa si-tuazione: dobbiamo essere noi a suben-trare al Comune, realizzando quegli in-terventi senza i quali saremmo obbligati a chiudere. È un gioco ormai perverso”.

stica. Noi siamo in ATI nella maggioranza dei nostri impianti. Le esperienze nate nel nostro territorio possono fare scuola.” L’amministratore di So.ge.se illustra poi le strategie adottate dalla società per contra-stare il duplice attacco che deriva dall’au-mento delle spese e dall’assottigliamento del contributo pubblico: “Siamo interve-nuti con un ferocissimo controllo dei costi di gestone, soprattutto sulle uten-ze, sfruttando le nuove tecnologie (foto-voltaico, solare termico, cogenerazione… le stiamo sperimentando tutte), e con strategie per incrementare l’affluen-za.” Con questo obiettivo, negli ultimi due anni sono stati aumentati i giorni di apertura degli impianti, è stata introdotta, in alcuni di essi, la fascia oraria mattutina (tra le sei e le otto), sono state implemen-tate nuove attività anche in piccoli spa-zi, sale e palestre, un tempo considerati accessori, sono state attivate convenzioni con alcune associazioni che operano per la salute dei malati e si è continuato a in-vestire sulla formazione dei collaboratori. I risultati sono stati eclatanti: un milio-

L’utilizzo della forma dell’Associazione Temporanea di Imprese, ATI, è stata, anni fa, ancora prima della crisi, la rispo-sta ai primi segnali di perdita di centralità economica e politica del Comune. “L’ATI – osserva Ballotta – diventa il modello per continuare a tutelare il sistema: di fron-te al fatto che l’ente locale non può più permettersi di prendere certe decisioni, perché non può più sostenere finanzia-riamente il peso delle sue scelte, il tes-suto sportivo è talmente interessato, per il momento, a mantenere questo tipo di sistema che trova il modo di autoregolar-si. Così, ci si associa. Quello di Bologna è l’esempio classico. Quando, quasi die-ci anni fa, il Comune ha deciso di dare in appalto degli impianti condizionando la gestione, per 14 anni, a un investi-mento di un mlione e 860 mila euro e passa, i gestori si sono consorziati e all’in-terno di questa ATI sono entrati i quattro enti di promozione sportiva e le tre socie-tà sportive più importanti del territorio. Poi, il modello delle ATI è andato sempre più perfezionandosi, ha già una sua casi-

ne di presenze registrate nel 2011, per i soli spazi acquatici, core business della società. Di queste, 600.000 sono le pre-senze gestite direttamente da So.ge.se e formate da utenti individuali e praticanti di attività di acquafitness; le altre 400.000 quelle degli iscritti alle associazioni spor-tive. “Rispetto a dieci anni fa – osserva Santi – c’è stato un incremento quasi del 60 per cento, grazie al quale il costo/contatto tende a diminuire sensibilmente, nonostante il costo di gestione comples-sivo (consumi, materia prima, personale, tasse) tenda ad aumentare.” Anche sul fronte degli investimenti su-gli impianti e le attrezzature, la socie-tà emiliana non sembra tirarsi indietro: “Piccole cose si continuano a fare – com-menta Ballotta – Nonostante tutto, l’anno scorso abbiamo investito 600.000 euro per interventi di manutenzione straordi-naria e risparmio energetico: il 10 per cento del bilancio, la quota che investia-mo normalmente.” E per il 2012? “Il piano del 2012 sarà uguale – risponde il mana-ger – Però sono tutti investimenti tesi a

La piscina di Linate,

gestita da In Sport.

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mantenere e consolidare le strutture che abbiamo. Nelle ultime gare fatte, abbiamo mantenuto gli impianti e sappiamo che dovremo investire sul piano strutturale; adesso ne abbiamo ancora una, da qui a breve, poi, per i prossimi 6-7 anni, di gare di gestione non se ne parla. Quindi il no-stro percorso è già abbastanza delineato, così come le strategie.”

Un marchio di qualità tra Lombardia e VenetoAl pari della società emiliana, In Sport, srl sportiva dilettantistica costituita nel 1990, ha mosso i primi passi nel setto-re della conduzione degli impianti con un’attività legata prevalentemente alle pi-scine, poi ampliatasi fino a comprendere molti altri servizi sportivi e ricreativi: le attività in acqua sono oggi integrate con il fitness in sala, la scuola calcio, la scuola tennis, i camp estivi e invernali per i ra-gazzi, l’attività libera nel campi di calcetto e tennis, l’organizzazione di feste, tornei e campionati aziendali. L’attenzione al cliente, alla pulizia e alla formazione del personale sono dei capisaldi nella filoso-fia di gestione della società, il cui marchio ha ormai acquisito notorietà nelle aree di diffusione, tra Lombardia e Veneto. Dal 1992, data della ristrutturazione, amplia-mento e acquisizione in gestione glo-bale di un centro sportivo scolastico a Concorrezzo, in Brianza, la società si è sviluppata fino a guidare oggi, con un fatturato di quasi 7 milioni, 7 impianti in altrettanti comuni della Lombardia, ai quali si è aggiunta nel 2009 una struttu-ra a Verona, il centro sportivo comunale

“Golosine”, dove In Sport si è occupata anche della realizzazione di un lido esti-vo con piscina. Sono circa 900.000 le frequenze registrate nelle 8 strutture, gestite con un team di oltre 300 risorse umane. Il rapporto con gli enti locali proprieta-ri degli impianti è stato contrassegnato, sin dalle prime esperienze, dallo stretto legame tra la fase costruttiva e quella ge-stionale. “Lo strumento della concessio-ne di costruzione e gestione anche ai fini della ristrutturazione e ampliamento di centri sportivi – spiega l’amministra-tore della società, Claudio Magni – lo abbiamo applicato fin dall’inizio della nostra attività, ancor prima che si parlas-se di project financing.”Il bilancio dell’andamento di questi ulti-mi anni è più che positivo: “In Sport ha consolidato il suo posizionamento sul mercato con il mantenimento e il miglio-ramento degli impianti già gestiti da anni – commenta Magni – e con l’acquisizione di nuovi impianti ritenuti strategici per posizione, rispetto a quelli già gestiti, o ritenuti interessanti per caratteristiche e potenzialità. Contemporaneamente, è cresciuta la dimensione aziendale, ma si è puntato a mantenere sempre alto il livello qualitativo del servizio, delle proposte e del personale con un forte riconoscimen-to nello slogan aziendale ‘allenati a star bene’ e un orientamento del servizio non solo sportivo, ma anche sociale e edu-cativo. Credo comunque che i margini di miglioramento siano ancora notevoli, ma posso concludere di essere soddisfat-to del posizionamento e dell’evoluzione

raggiunti.” Le convenzioni che rego-lano il rapporto di In Sport con le am-ministrazioni proprietarie degli impianti comumali sono diverse da comune a comune e ognuna presenta caratteristi-che e condizioni proprie, ma volendo co-munque schematizzare – afferma Magni – posso riassumere che molte prevedono il controllo delle tariffe, in particolare per certe fasce sociali; l’entità del cano-ne oppure del contributo comunale è normalmente in funzione della presenza di lavori da effettuare o meno, nel senso che più si investe in lavori, più basso è il canone richiesto, o addirittura è previsto un contributo comunale; viceversa se i la-vori sono di modesta entità, più elevato è il canone richiesto. Le spese per le utenze sono in genere a carico del concessiona-rio come del resto la manutenzione or-dinaria: la straordinaria può rimanere a carico del concedente nel caso di nuove costruzioni. Le convenzioni prevedono normalmente impegni obbligatori verso alcune categorie di utenti a tariffa agevo-lata (scuole, disabili, servizi sociali ecc).” Forme sempre più flessibili, dunque, in relazione alle necessità impiantistiche (della struttura), sociali (dell’utenza) ed economiche (del Comune), che spesso però non tengono in conto quelle del ge-store. “La convenzione di per sé è un utile strumento per l’amministrazione pubbli-ca di ottimizzare il servizio e mantenere e/o migliorare il patrimonio – commenta Magni – spesso tuttavia è concepito come strumento troppo sbilanciato per con-dizioni e vincoli, soprattutto tariffari, a favore dell’amministrazione, con evidenti problemi poi di corretta gestione a di-scapito del servizio. Ritengo che quan-do l’Amministrazione ottenga, oltre al mantenimento del patrimonio, una tariffa agevolata solo per le fasce sociali protette lasciando libera iniziativa al gestore (e al mercato) si ottiene un giusto equilibrio. Ovviamente parliamo di impianti che hanno ragione di esistere nel contesto in cui si trovano, in base al bacino di utenza e concorrenza esistente.” Per consolidare e, se possibile, migliorare il posizio-namento, una delle strategie di In Sport è quella di dotare gli impianti di servizi multipli “ovviamente in funzione degli spazi a disposizione e delle condizioni contrattuali – precisa l’amministratore – nel senso che un’offerta poli-sportiva e di servizi accessori non prettamente sportivi ma anche ricreativi, sociali ed educativi, nel medesimo centro sportivo porta ad una fidelizzazione importante ed evita la ricerca da parte dell’utente di opportuni-tà all’esterno.” L’area fitness e wellness, i servizi rivolti alla prima infanzia e le atti-vità ricreative sono gli ambiti nei quali si è programmato di investire nei prossimi mesi, periodo per il quale l’obiettivo di bilancio è “consolidare” i ricavi, con una grande attenzione a tutte le opportunità che il mercato può offrire. Sono previ-sti investimenti anche sulla componente strutturale e impiantistica? “Sì, in base alle convenzioni in essere e per le iniziative di risparmio energetico, per un impor-to di circa 3 milioni di euro”, conferma Magni.

La piscina del Crocera

Stadium di Genova.

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Genova: sodalizio per lo sportNel capoluogo ligure, dove l’impiantisti-ca sportiva pubblica è stata segnata ne-gli ultimi anni dalla gestione fallimentare di una società partecipata dal Comune, oggi in liquidazione, si possono annove-rare diverse punte di eccellenza. Come i centri che fanno capo al sodalizio tra Centro Sportivo Paladonbosco, ASD Crocera Stadium e Seisport. Pur nel-la loro specificità ed autonomia operati-va e decisionale, queste realtà, attivando un dialogo costruttivo, hanno saputo svi-luppare, sul territorio genovese e ligure, modelli gestionali virtuosi al servizio di strutture private, religiose e pubbliche: si occupano di fitness, attività in acqua e sport educativo-giovanile, mirano alla sostenibililità economica delle strutture e delle attività che si svolgono al loro in-terno, condividono valori e obiettivi che – spiega Luca Verardo, amministrato-re del C.S. Paladonbosco – “trovano compimento nell’agevolare l’accesso alla pratica sportiva, grazie anche a strutture accoglienti e funzionali.” La prima realtà storica, per anzianità, è proprio quella del C.S. Paladonbosco, emanazione del mondo salesiano genovese, nata nel 1997 con un modello basato sul mix tra attività educativo-sportive giovanili, tipiche del mandato salesiano, e quelle per tutte le età, ed oggi aperto anche al mondo della disabilità. Questo modello viene oggi se-guito in 6 impianti dotati di centri fitness, campi sportivi, piscine estive, palestre e palazzetti. Al 2003 risale la ASD Crocera Stadium, sorta dall’incontro di realtà ete-rogenee del territorio, che con la ristrut-turazione e la riapertura di uno storico complesso comunale con palazzetto e piscina, hanno contribuito al rilancio di aree cittadine per lungo tempo abbando-nate a loro stesse. L’impianto, notevole anche dal punto di vista progettuale (si estende su 4 piani), oggi accoglie oltre 1.200 persone al giorno. Il successo dell’iniziativa, passata nel tempo attraver-so la costruzione di una nuova vasca per bimbi e una estiva, oltre che di un centro fitness, ha portato all’affidamento di altre 5 strutture da parte di comuni del terri-torio. In particolare piscine estive, centri polisportivi e un palazzetto. Tre anni fa è arrivata Seisport. Alla gestione di un primo centro sportivo, frequentato da ol-tre 400 bambini e 4.500 giovani e adulti, si è aggiunta successivamente la condu-zione di un secondo centro fitness e una piscina estiva. I numeri sono importanti per descrivere la portata di questo sodali-zio che, complessivamente, grazie a circa 200 collaboratori tra dipendenti, istruttori e volontari, accoglie oltre 3.500 giova-ni per attività educativo-sportiva, diretta-mente gestita, e più di 20.000 adulti per le attività sportive, motorie, di fitness e aquagym. Numeri ai quali vanno aggiunte le attività affidate alle decine di società e associazioni sportive che utilizzano circa 15 impianti polisportivi, anche al di là dei confini provinciali. Oltre alla passione, necessaria per rag-giungere obiettivi difficili come far funzio-nare in maniera economicamente sosteni-bile un impianto sportivo, gli “asset prin-cipali – afferma Andrea Biondi, presi-

dente di ASD Crocera Stadium – sono, da un lato, un corretto mix tra le attività “a reddito” e quelle “non”, e dall’altro la preparazione dei collaboratori. Un terzo tratto distintivo è la nostra capacità di en-trare in relazione con il territorio e con le famiglie, attraverso un primo avviamento di attività sportive giovanili direttamente gestite e successivamente un’apertura alle società sportive del territorio alle quali af-fidiamo gli spazi disponibili.” Il rapporto con le amministrazioni dei co-muni dove sono ubicati gli impianti ge-stiti è regolato con modalità diverse, in relazione alla specificità del territorio, al bacino d’utenza, allo stato della struttu-ra sportiva, alle esigenze e alle possibilità dell’amministrazione, nonché alla capa-cità di spesa delle famiglie. “Certamente, come per qualsiasi altra attività – aggiun-ge Biondi – la definizione di un affida-mento lungo e un diretto coinvolgimento delle realtà locali sono elementi che fa-voriscono la sostenibilità di progetti che devono essere concreti. Anche per questo abbiamo accettato, per primi, bandi nei quali si richiede al gestore di rinuncia-re al contributo e anzi pagare in per-cetuale sul fatturato. È una prassi oggi molto diffusa.” Al ridimensionamento o addirittura all’eliminazione del contribu-to pubblico, un tempo sempre previsto nel caso di impianto con piscina, si ag-giunge un altro elemento di criticità del sistema: in carico al gestore, secondo una tendenza che sembra attraversare l’Italia, viene posta la manutenzione sia ordinaria sia straordinaria dell’impianto. “Oramai gli impianti pubblici vengono assegnati sulla base del valore del canone che il gestore è disposto a versare alla pubblica amministrazione e al valore dell’investimento che è disposto ad effettuare – è il commento di Verardo – Questo sistema nel tempo comporterà una gestione che, per ottenere il pareggio di bilancio, dovrà necessariamente taglia-

re costi e servizi verso le fasce più deboli, quindi servizi rivolti sempre e comunque verso coloro che avranno la possibilità di pagare prezzi di mercato.” A queste con-dizioni, dunque, il meccanismo che vede nei privati efficienti gestori di un servizio pubblico rischia di incepparsi. E anche la politica, dichiara il manager, talvolta dà il suo (peggiore) contributo, quando inter-ferisce nell’assegnazione delle strutture pubbliche.Il problema centrale resta tuttavia quello dell’aumento dei costi di gestione di cui anche le amministrazioni comunali devono prendere coscienza. “La questio-ne – suggerisce Biondi – dovrebbe essere regolamentata nei bandi. Ci sono poi al-cuni interventi che potrebbero agevolare l’equilibrio nella gestione di un impianto pubblico. Se da una parte il ruolo socia-le che ci viene chiesto comporta, infatti, l’accesso gratuito all’impianto per le fa-sce deboli, listini calmierati e tutta una serie di vincoli sugli orari, dall’altra sa-rebbe utile avere agevolazioni come una riduzione dei costi energetici e dell’acqua (per esempio, per l’acqua detassamento/eliminazione tassa di depurazione/fogna-tura).” Consolidare e migliorare il control-lo di gestione è uno degli obiettivi a breve termine per il magico trio PaladonBosco, Crocera e Seisport. Per il prossimo futuro, non si escludono nuove aperture, sebbe-ne, al momento, l’attenzione sia tutta ri-volta all’esito di alcune assegnazioni che potrebbero modificare i progetti attuali. Alla domanda se sono previsti investi-menti, “Sì. Sempre! – risponde l’ammini-stratore del C.S. Paladonbosco – Vogliamo continuamente investire sulla formazione del personale e anche nel risparmio ener-getico, che – come detto – è uno dei tasti dolenti. Sarà poi importante intervenire sulle componenti strutturali degli impian-ti, spesso orientate a sport ormai poco praticati, al fine di adattare gli spazi ad attività più attrattive”.

PER APPROFONDIRE:Le interviste complete sono consultabili su: www.sportindustry.com canale: sport & fitnesssezione: news titolo: “Impianti sportivi comunali: come cambia la

gestione in tempo di crisi”

Il Palagym Assarotti,

nel cuore di Genova

Il palazzetto del

Crocera Stadium di

Genova.

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Impianti natatori: ristrutturare convieneUn impianto natatorio datato, con attrezzature tecnologiche non più adeguate, quando non più a norma, rappresenta un costo e un rischio notevole per chi si trova a gestirlo. Con la collaborazione di Paolo Smania, funzionario ASL, e dell’architetto Paolo Pettene, affrontiamo il tema della ristrutturazione delle piscine in Italia. a cura di Alice Spiga

Inutile nasconderlo. La situazione de-gli impianti sportivi, nel nostro Paese, è quanto mai critica. La maggior parte delle strutture sono infatti sorte in un periodo di espansione economica, tra gli anni ‘60 e ‘70, in cui non si prestava particolare at-tenzione a fattori come il risparmio ener-getico, la gestione ordinaria dell’impian-to, la sicurezza, l’accessibilità ai disabili, il bacino di utenza che la struttura stessa doveva andare a coprire. Il risultato è che,

a distanza di 30/40 anni, la maggior par-te di queste strutture avrebbe bisogno di interventi di ristrutturazione e riqua-lificazione mirati. Due termini – ristruttu-razione e riqualificazione – sui quali vale la pena di soffermarsi qualche secondo, per capire la portata che essi possono as-sumere in questo contesto. Ristrutturare significa, dizionario alla mano, “dare una nuova struttura, eseguire opere di re-stauro e ripristino di edifici intervenen-

do sulle strutture e gli impianti esistenti”. Riqualificare significa, invece, “qualificare di nuovo”, ovvero dare un nuovo e mi-gliore valore a un oggetto, a un concet-to, a un simbolo… a un edificio. Questi due termini, messi insieme e applicati al mondo degli impianti sportivi, hanno un significato importantissimo: dare valore alle strutture sportive eseguendo opere di ripristino degli edifici. In pratica: operare sull’esistente ridando agli impianti sporti-

Le foto che “arredano”

questo articolo

ritraggono la piscina

comunale di Follonica,

restaurata di recente su

progetto dell’architetto

Paolo Pettene

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vi il valore che essi meritano. L’impianto sportivo non rappresenta infatti solo un luogo dove svolgere un’attività atletica, sia essa a livello amatoriale o agonistica, ma è il luogo per eccellenza della socialità, dell’incontro tra culture, della sana com-petizione che permette all’essere umano di superare i propri limiti; è un luogo di crescita fisica, morale ed etica. Perché le generazioni future possano continuare a crescere all’ombra di questi valori, l’eti-cità dello sport non può rimanere un concetto astratto, ma deve passare da una concreta e tempestiva ristrutturazione e riqualificazione delle strutture esistenti, così che esse possano continuare a veico-lare questi valori.

Ristrutturazione: pillole gestionaliMa se la ristrutturazione è così importan-te, perché non viene fatta capillarmente su tutto il territorio nazionale? La risposta unanime è che non ci sono soldi. Già, la crisi economica, i tagli ai finanziamenti, l’austerity imposta dal governo Monti, il Patto di Stabilità, ho dimenticato qualco-sa? Il dato di fatto però, che si inizia a comprendere proprio in questo particola-re periodo, è che una struttura vetusta, a limite del logorio, ha comunque un costo, soprattutto quando si parla di piscine, che sono universalmente le strutture sportive più “energivore” e più complesse da ge-stire. Si può dunque quantificare quan-to viene sprecato a causa di impianti che necessitano di riqualificazione/ristrut-turazione? Lo abbiamo chiesto, limitata-mente alle strutture sportive con piscina, a Paolo Smania, tecnico ASL con ruolo di vigilanza e ispezione negli impian-ti natatori. “La sua domanda è molto in-teressante – ci risponde Smania – poiché

Paolo PetteneNegli ultimi anni lo Studio di Architettura SdiA dell’architetto Pettene è stato impegnato nella progettazione e direzione lavori di molteplici interventi di ristrutturazione e riqualificazione di impianti natatori preesistenti: tra gli altri nell’ultimo quinquennio l’impianto natatorio Trecate a Torino (pubblicato sulla rivista tecnica Piscine Oggi), gli impianti natatori pubblici di Aosta, Città di Castello, Follonica, Lanzo Torinese, Ciriè e Borgaro Torinese, Collegno, Trezzo sull’Adda. Attualmente in corso, impianti nelle città di Grugliasco, Norcia e Udine, e la piscina comprensoriale di Moie, di Maiolati Spontini, Ancona.

VISTO DA VICINOpone in evidenza un elemento di forte cri-ticità dell’attuale patrimonio edilizio, che concerne non solo il mondo delle piscine. Moltissimi impianti sono stati realizzati in un periodo di floridità e di espansione economica, nel quale non vi era alcuna fi-losofia connessa al risparmio energetico e all’ottimizzazione delle risorse impiegate. Oggi queste strutture vivono ‘momenti di passione’ in virtù del maggior costo del-le risorse energetiche, che comporta dif-ficoltà nel raggiungimento dell’equilibrio di bilancio. Premesso questo, e seppur complicato formulare una stima precisa degli sprechi, poiché questi devono esse-re riferiti a moltissimi elementi (quali ad esempio il riscaldamento dell’ambiente e dell’acqua in vasca, ai sistemi per la disin-fezione, agli impianti di condizionamen-to dell’aria e così via), ritengo che una piscina con impianti vetusti, priva di una adeguata manutenzione, possa sprecare circa il 30 % delle risorse rispetto a un impianto mantenuto a regola dell’arte.”

Come si presenta dunque il panorama de-gli impianti natatori in Italia? “Svolgendo il ruolo di vigilanza e ispezio-ne sugli impianti natatori, e confrontan-domi con i colleghi di altre Regioni, ci ri-troviamo di fronte a situazioni fortemente critiche. Ad esempio, locali del tutto privi di areazione naturale, con un sistema di condizionamento d’aria e di areazione meccanica privo di manutenzione. Vedere degli impianti di areazione anneriti signi-fica una cosa sola: che non sono mai stati puliti, ed è un indicatore forte della scarsa attenzione da parte di chi gestisce l’im-pianto a questo profilo di tutela. In altri casi, ci siamo trovati di fronte a piscine prive di vasca di compenso, che è quella parte dell’impianto che permette il recu-

pero dell’acqua e non lo smaltimento di-retto in fognatura. Oppure, tubazioni ob-solete, che hanno delle perdite e quindi finiscono per contribuire in maniera de-terminante a un maggior dispendio idrico ed energetico. O ancora situazioni in cui le strutture hanno persino parti murarie con l’intonaco che si sgretola, e nessuno fa niente. Senza contare le piscine che, non avendo un ricircolo dell’aria corret-to, hanno problemi di umidità e muffa, incidendo in modo determinante sul mi-croclima interno. Il problema principale è che, in un gioco di equilibrio di bilancio dove si tende a effettuare qualsiasi forma di risparmio, si tende a tagliare sui co-sti della manutenzione. È interessante vedere quanti gestori affidino ad agenzie serie questo tipo di incarico, quanti inve-ce lo facciano in proprio o addirittura non lo eseguano per niente.”

Esistono rischi concreti per i gestori/pro-prietari di incorrere in sanzioni, multe o peggio ancora nella chiusura dell’impian-to a causa di strutture che necessitano di interventi di ristrutturazione? “Una struttura priva di adeguata manuten-zione, oppure peggio, non conforme alle vigenti norme in materia di sicurezza e di igiene, potrebbe certamente essere og-getto di un provvedimento di chiusura temporanea, nonché di ordinanza per il relativo ripristino, con evidenti danni eco-nomici e di immagine per il gestore.”

Quanto tempo ha il gestore, normalmen-te, per mettersi in regola? “Prima di tutto ci tengo a precisare che la normativa non prevede deroghe. Per quanto concerne il discorso attività ispettiva, l’ASL è tenuta a fare dei controlli qualità e darne comunicazione al sindaco,

La ristrutturazione

di questa piscina

ha visto il recupero

di tutte le strutture

originarie, nel

pieno rispetto

della composizione

architettonica,

con copertura a

padiglione.

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perché il sindaco è l’autorità sanitaria lo-cale e quindi dispone lui gli interventi da fare. A seconda dei casi, potrebbe essere il soggetto sindaco a emanare un’ordinan-za nei confronti del titolare dell’impianto, prevedendo una tempistica entro la quale il gestore o il titolare debba mettere a nor-ma l’impianto.”

Per evitare di arrivare a questo punto, come conviene muoversi? “In sintesi, bisogna agire sulla cultura della prevenzione per tutti, per i con-trollori e per i controllati, quindi l’intero sistema deve essere conscio dei rischi associati, in questo caso, all’impianto natatorio. Quali sono i tipi di rischi? Da

tatori in Italia. “Nel momento in cui si de-cide di mettere mano a impianti natatori esistenti, spesso obsoleti e non più in gra-do di garantire le condizioni igienico-sa-nitarie richieste dalla normativa (ad esem-pio perché la sanificazione dell’acqua è affidata a tecnologie ormai superate), op-pure con un’offerta di spazi d’acqua ina-deguata al bacino d’utenza – ci racconta l’architetto – risulta necessario individuare gli interventi da effettuare, fermi restando quelli indispensabili per il rispetto dei pa-rametri igienico-sanitari di legge, volti a garantire la sicurezza degli utenti. In pri-mis, la messa a norma degli impianti tecnologici (trattamento acqua, termo-ventilazione, elettrico, termofluidici, con

polifunzionali multi-servizio, considerati ormai indispensabili, in risposta alle dif-ferenti esigenze di un’utenza eterogenea che li frequenta. Gli sport acquatici con-tano circa 3.200.000 presenze annuali (fonte ISTAT), a cui si devono aggiunge-re circa 1.000.000 di praticanti per le attività di fitness e benessere in piscina (fonte FIN). Sport acquatici e fitness in ac-qua rappresentano quindi la terza attività sportiva più praticata e infatti, nonostante la crisi, le famiglie non hanno rinunciato a tale servizio. Gli impianti natatori (e chi li gestisce) devono però rilanciare offrendo un servizio adeguato a tutte le fasce d’età e nel rispetto dei parametri igienici e di si-curezza. Il rilancio del settore piscina po-trà quindi essere veicolato da un’azione di programmazione e di riqualificazione del servizio natatorio, che passi attraverso la ristrutturazione del patrimonio esisten-te, parallelamente (si auspica) alla rea-lizzazione di nuovi impianti di moderna concezione”.

Ristrutturazione: valutare i rischiDai pareri fin qui espressi, si evince dun-que una necessità sempre più impellen-te di aggiornamento complessivo delle strutture natatorie italiane, volto a limitare i consumi energetici e a garantire la si-curezza dei bagnanti come di chi vi la-vora. “Alcune piscine, di dimensioni non più adeguate – conclude Paolo Smania – non riescono a svolgere tutte le attività che vorrebbero a bordo vasca. Il risulta-to è che finiscono, a volte, per togliere gli strumenti atti al salvamento, come i salvagente che invece sono previsti da normativa, per posizionare ad esempio le cyclette a bordo vasca. Stesso discor-so vale per il locale infermeria, anch’esso obbligatorio. Per legge dovrebbe essere capiente e accessibile, dotato di tutti gli strumenti del primo soccorso, ma non sempre c’è lo spazio sufficiente, e quindi si tende a glissare. E tutto questo va a discapito non solo degli utenti, ma anche dei lavoratori. Si prenda il caso recente del calciatore che è morto sul campo, sono casi che capitano talmente di rado che quindi si finisce per trascurare le basi stesse della prevenzione e della tutela.” Per garantire tutto questo, il primo pas-so, come conclude Paolo Pettene “è con-durre un’analisi di soglia per stabilire la convenienza economica e funzionale, laddove possibile, per la ristrutturazione e messa a norma degli impianti esistenti, realizzando un progetto preliminare che deve contenere una analitica e prelimi-nare valutazione di tutti i rischi connessi. Sarebbe inoltre da valutare una maggiore flessibilità normativa, pensando a even-tuali deroghe per gli impianti preesistenti, che spesso presentano situazioni struttu-rali critiche per la messa a norma”.

Ristrutturazione: un case historyLa ristrutturazione di un impianto natatorio richiede dunque competenze specifiche e variegate, che coinvolgono gli adempi-menti normativi a cui attenersi, valutazio-ni di carattere economico e finanziario, problemi gestionali da tenere in conside-

un lato, quelli legati alla salute, di contrar-re malattie infettive, che coinvolgono la qualità dell’acqua condotta in vasca e la qualità degli impianti di areazione e idrici, dai quali si può contrarre un’altra malat-tia, che è la Legionella, anche se l’inciden-za dei casi in piscina è relativamente bas-sa. Dal punto di vista dell’infortunistica, va valutato tutto l’insieme dell’impianto natatorio, quindi dall’ingresso, spogliatoi, vasca e gli elementi costruttivi. Ad esem-pio, abbiamo trovato delle piscine che avevano un corridoio di accesso dallo spogliatoio alla vasca con una penden-za superiore alla norma e con materiali che, peraltro, favorivano lo scivolamento. In una situazione simile, con ciabatte ba-gnate su pavimento umido, è un attimo scivolare. E queste sono tutte creature di culture datate, di fine anni 70, dove c’era un altro tipo di attenzione, dove si badava meno a questo tipo di precauzioni”.

Ristrutturazione: pillole architettonicheAltro aspetto fondamentale, quando si parla della ristrutturazione di impianti sportivi, si rivela dunque la valutazio-ne tecnico – architettonica dell’intera struttura, impianti tecnici compresi. Per approfondire questo specifico aspetto, abbiamo coinvolto l’architetto Paolo Pettene, titolare dello SdiA - Studio di Architettura, che ha all’attivo molteplici esempi di ristrutturazione di impianti na-

attenzione al rischio latente di legionella); il contenimento dei consumi energeti-ci (serramenti a taglio termico, cappotto di coibentazione, caldaie e scambiatori di nuova generazione, solare termico per l’acqua sanitaria, sistemi di recupero di tutti i cosiddetti “cascami energetici”, con scambi termici e pompe di calore ecc); l’aumento degli spazi acqua, con va-sche che diano risposta ai bisogni latenti dell’utenza, quali per esempio quelle per lo svolgimento del fitness in acqua, quelle a bassa profondità per i bambini, quel-le per il relax-benessere. Parallelamente all’elenco di interventi auspicabili per la riqualificazione dell’impianto, andrà inol-tre condotta un’analisi costi-benefici, meglio se in collaborazione con il gesto-re, che dispone dei dati concreti di utiliz-zazione dei diversi spazi e della relativa resa gestionale. In tal modo, in un mo-mento di forte contrazione delle risorse disponibili, si potrà utilizzare al meglio i fondi pubblici, senza incappare in errori di sovradimensionamento o sottodimen-sionamento rispetto al reale utilizzo, in-dividuando il cronoprogramma attuativo ottimale.”

Ristrutturare un impianto natatorio si-gnifica, in definitiva, metterlo al passo con i tempi? “Certo. Occorre evidenziare che gli im-pianti natatori pubblici si sono conqui-stati, negli ultimi anni, lo status di centri

Paolo SmaniaDottore in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, è funzionario dell’ASL TO3 di Collegno, Torino - Servizio Igiene e Sanità Pubblica, dove svolge, tra le altre, attività di vigilanza e ispezione sugli impianti natatori. È segretario nazionale dell’associazione UNPISI (Unione Nazionale Personale Ispettivo Sanitario d’Italia) e tutor professionale presso il corso di laurea in tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro presso l’Università degli studi di Torino.

VISTO DA VICINO

Gli impianti natatori (e

chi li gestisce) devono

rilanciare offrendo un

servizio adeguato a

tutte le fasce d’età e nel

rispetto dei parametri

igienici e di sicurezza.

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razione e molto altro. Di seguito riportia-mo un esempio di ristrutturazione eccel-lente, selezionato tra i molteplici progetti curati dall’architetto Paolo Pettene negli ultimi cinque anni. Si tratta di un inter-vento globale di riqualificazione, ristrut-turazione e ampliamento di un comples-so natatorio di proprietà comunale a Follonica, in Provincia di Grosseto (visi-bile nelle immagini che arredano questo articolo). L’impianto risultava in stato di completo abbandono e inagibile ormai da molti anni; una situazione che aveva determinato un’accelerazione del pro-cesso di “invecchiamento” dell’impianto, con conseguente degrado sia dal punto di vista tecnologico sia funzionale anche se, dal punto di vista statico, la struttura non presentava particolari problematiche. I lavori di ristrutturazione sono durati cir-ca due anni, portando alla risoluzione di tutte le problematiche preesistenti corre-late alle condizioni di forte obsolescenza fisico – funzionale, pur recuperando tutte le strutture originarie, nel pieno rispetto della composizione architettonica e mor-fologica originaria, contraddistinta da una copertura a padiglione. La struttura prin-cipale dell’impianto era infatti costituita da una volta in laterizio armato, impostata su due arcate poggianti su quattro grossi pilastri angolari. Visto il pregio e le pecu-liarità del manufatto, è stato programmato un intervento di recupero, senza dunque provvedere alla demolizione. Per quanto riguarda la piscina, è stata riqualificata la vasca in cemento armato (25 m con 6 cor-sie), con rettifica delle altezze del fondo e rifacimento totale del sistema di manda-te idrauliche e degli immissori di fondo vasca, e inserimento di un nuovo siste-ma di tracimazione perimetrale a sfioro longitudinale. Il rivestimento è stato com-pletamente sostituito con piastrellatura in ceramica, antisdrucciolo nelle zone di camminamento e nell’entrata a spiaggia. Sono stati infine ristrutturati gli accessi alla piscina, con passaggio in vaschetta disinfettante e nuova unità “docce sapo-nate”. Oltre a questi interventi, necessari a garantire l’utilizzo e il funzionamento in sicurezza dell’impianto, sono state pre-viste anche operazioni di completamen-to della struttura, per adeguarla al baci-no attuale di utenza. Premettendo che le condizioni di benessere di una piscina di-pendono principalmente dall’impiantisti-ca, che deve garantire dei requisiti come la temperatura, l’umidità relativa, i tempi di ricircolo dell’acqua, la velocità dell’aria nell’ambiente, l’illuminazione naturale ed artificiale, l’acustica, si è proceduto a una valutazione globale sull’utilizzo potenzia-le della piscina, e quindi sulla necessità o meno di inserire ulteriori spazi accessori. Da queste valutazioni, è emerso il biso-gno di ampliare lo spogliatoio, tramite una rimodulazione degli spazi e l’inseri-

PER APPROFONDIRE:Le interviste complete sono consultabili su: www.sportindustry.com canale: sport & fitnesssezione: news titolo: Piscine: ristrutturazione tra architettura e

gestione

mento di cabine a rotazione con tramez-zature modulari in laminato su gambette in acciaio inox, che ne facilitano la pu-lizia, e pavimentazione in gres porcella-nato antisdrucciolo. Interventi mirati di potenziamento hanno inoltre riguardato il rifacimento dell’impianto di termo-ventilazione con nuove canalizzazioni in PVC, nuova unità esterna per l’ambiente vasca e nuovo sistema di estrazione per gli spogliatoi-servizi; il tutto volto a ga-rantire l’adeguato comfort micro-ambien-tale per gli utenti. Altro aspetto: la sicu-rezza dei frequentatori. In questo caso, è stato inserito un nuovo locale inferme-ria, comunicante con l’ambiente vasca e l’esterno, come prescritto dalla normativa. Per il trattamento d’acqua è stato realizza-to un nuovo locale tecnico interrato con muri in cemento armato, nuove vasche di compenso con capienza 1/10 del vo-lume d’acqua, relativi impianti di disinfe-zione e nuova centrale termica. Il gestore dell’impianto (Società Amatori Nuoto Follonica), individuato a seguito di ban-do di gara ad evidenza pubblica, ha infine richiesto (come oneri concessori contrat-tuali) la realizzazione ex novo di un cor-ner bar-caffetteria nella hall di ingresso, una nuova vasca stagionale di 25 m, con copertura telescopica e spiaggia-solarium, l’allestimento nei locali sottotribuna di un centro benessere con vasca idromassag-gio-sauna, una vasca bimbi a bassa pro-fondità e una piccola sala fitness.

“Bisogna agire

sulla cultura della

prevenzione per

tutti, per i controllori

e per i controllati:

l’intero sistema deve

essere conscio dei

rischi associati agli

impianti natatori”

Paolo Smania

QUARTINO DI PO

La ristrutturazione

di un impianto

natatorio richiede

competenze

specifiche: dagli

adempimenti

normativi a

valutazioni di

carattere economico,

finanziario e

gestionale

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E se il Palasport fosse prefabbricato?

Si chiama prefabbricazione evoluta in calcestruzzo ed è uno dei sistemi utilizzati nella realizzazione del nuovo Palasport di Alzano Lombardo, un complesso polifunzionale a vocazione sportiva e commerciale. Ne parliamo con l’Ing. Alessandro Spadavecchia, che ha curato il progetto strutturale delle parti prefabbricate.

a cura di Alice Spiga

È il primo palazzetto dello sport in Italia realizzato secondo i principi di massi-ma integrazione di diversi materiali e di diversi sistemi strutturali, tra i quali la prefabbricazione evoluta in calce-struzzo. Si tratta del nuovo Palasport di Alzano Lombardo in Provincia di Bergamo, un complesso polifunzionale che ospita al suo interno aree dedicate allo sport e all’attività fisica, così come spazi commerciali come un ipermercato e alcuni negozi. Il progetto (curato nel-la sua interezza dall’Arch. Cantergiani) ha tenuto conto delle funzioni e delle esigenze richieste dal committente (la Tironi S.p.A.), rispettando la vocazione di ogni singolo spazio. Il risultato è un edificio costruito su più piani, ognuno dei quali ospita specifiche aree distinte le une dalle altre e, allo stesso tempo, in-tegrate tra loro sotto il “medesimo tetto”. Un tetto di dimensioni notevoli che, tra coperture e solai, copre una superficie di oltre 15mila mq. Per approfondire le caratteristiche di questo edificio, sia dal punto di vista della multifunziona-lità sia delle tecnologie impiegate nella costruzione, abbiamo intervistato l’Ing. Alessandro Spadavecchia, progettista strutturale delle parti prefabbricate.Un edificio polifunzionale composto da spazi per lo sport, per il fitness, aree com-merciali, con negozi e ipermercato; come avete integrato questi spazi a differente vocazione in un’unica struttura?

“L’edificio si compone sostanzialmente di due corpi: uno pubblico e uno privato. L’area pubblica ospita, a livello interrato, un parcheggio e, a piano terra, un gran-de ipermercato e una galleria con alcuni negozi. L’impianto sportivo, polivalente, è dislocato al primo piano ed è dotato di una superficie di gioco di quasi 1.200 mq tutta in parquet, separabile in due aree: da una parte, la palestra di riscal-damento di oltre 300 mq e dall’altra la palestra di roccia, composta da 10 vie e di altezza totale di 9,8 m. L’impianto è omologato per basket, volley e calcetto e ha tribune, interamente prefabbricate, per un totale di 600 posti a sedere. Il cor-po privato, invece, è adibito ad albergo e a palestra privata, con scenografico giar-dino pensile nella parte centrale”.

Un intervento complesso, dunque, dove sono stati impiegati diversi sistemi co-struttivi, può entrare nel dettaglio delle differenti tecnologie utilizzate? “La necessità di utilizzare tipologie diver-se di costruzione deriva principalmente dal fatto che ogni singola area ha una vo-cazione diversa e quindi esigenze struttu-rali e architettoniche differenti. Entrando nel dettaglio, la struttura principale è sta-ta realizzata utilizzando il sistema mo-dulare precompresso (SMP) di CSP Prefabbricati. Il solaio del primo pia-no, per rispondere a una precisa esigen-za degli spazi commerciali di avere un

intradosso piano, è stato realizzato con tegoli a intradosso piano TP mentre, per il solaio del secondo piano dello spazio privato adibito a hotel e palestra privata, sono stati utilizzati tegoli TT. Importanti pilastri pluripiano alti più di 20 metri, con dimensioni 80 x 60 cm, scandiscono il perimetro dell’area del campo da gioco vero e proprio, con travi a sbalzo che co-stituiscono la parte strutturale del portico posto sulla facciata principale. Nella zona dell’hotel e della palestra pri-vata, il progetto prevedeva al piano terra un portico largo 3,30 m su due lati. Si è rivelato dunque necessario l’impiego di elementi strutturali che avessero in-tradosso piano e dimensioni contenute. La scelta è caduta sull’inserimento di pi-lastri quadrati con camicia portante in acciaio 30 x 30 cm e solai a lastre tralic-ciate autoportanti appartenenti al sistema misto di qualità (SMQ), sempre di CSP Prefabbricati, fondati su travi prefabbri-cate precompresse.Per quanto riguarda la palestra pubblica, è stata creata una copertura con una struttura in acciaio con maglia strut-turale 9,60 x 38 m, travi reticolari a dop-pia falda in carpenteria metallica di 38 m di luce, arcarecci in profilo metallico e pannelli coibentati. La soluzione ha ri-sposto in modo eccellente alle esigenze estetiche e di leggerezza. Allo stesso fine, è stata realizzata una facciata sospesa di 16 m, in gas beton con lamiera stria-

Visuale interna del

Palasport di Alzano

Lombardo, realizzato

grazie a differenti sistemi

strutturali prefabbricati

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ta, per il fronte dell’edificio prospiciente la palestra pubblica, che andava neces-sariamente chiuso con una parete mol-to leggera poiché insistente sullo sbalzo sottostante. Tutte le strutture di distribu-zione verticale, quindi le scale poste nel diaframma centrale tra i due corpi e tutte le vie di fuga, sono in carpenteria metal-lica. Tutte le tribune sono prefabbricate, interamente realizzate utilizzando un ap-posito elemento chiamato gradone”.

Utilizzare questi sistemi prefabbricati quali vantaggi, dal punto di vista co-struttivo, ha permesso di ottenere? “Il vantaggio principale è sicuramente la velocità di realizzazione. L’intera ope-ra è stata infatti montata in meno di 4 mesi. Per intenderci: se fosse stata realiz-zata in opera, avrebbe richiesto almeno 15/16 mesi. Si può dunque contare su tempi sotto controllo; ogni singola se-zione ha tempi specifici di costruzione e costi, di conseguenza, definiti. Oltre alle tempistiche, i sistemi di prefabbricazione permettono di creare strutture in grado di portare grandi carichi e al contem-po assicurare un ampio apporto di luce. Un esempio? La copertura del palazzetto, realizzato in carpenteria metallica, sareb-be stato impossibile da creare in opera. Infine, un vantaggio da non sottovalutare è il fatto che i manufatti strutturali prefab-bricati in c.a. siano marcati CE. Questo implica che abbiano caratteristiche defi-nite e garantite in fase di progettazione, produzione, trasporto e montaggio”.

Quale tipo di investimento è stato neces-sario per la realizzazione del Palasport?Come accennato, la prefabbricazione ha permesso di ridurre al minimo i co-sti dovuti al cantiere. Sembra scontato dirlo, ma quando un cantiere rimane aperto per un lasso temporale molto breve assicura grandi vantaggi econo-mici. La realizzazione in opera avrebbe comportato sicuramente dei costi mag-giori: basta pensare al costo giornaliero di un cantiere aperto e moltiplicarlo per i giorni rispondenti e si ottiene già un fortissimo risparmio, cui vanno aggiunti i risparmi in termini di attrezzature spe-cifiche del cantiere tradizionale a fronte di un cantiere organizzato per il puro assemblaggio di manufatti prodotti in stabilimento”.

Posa in opera dei

pilastri di sostegno

di altezza 22 m,

innestati e puntellati

Capriate in ferro da

30 m, con solaio TP,

al primo piano del

Palasport

Particolare dei setti

in c.a. costruiti sopra

le travi TS, realizzate

a sostegno delle

tribune prefabbricate

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Impianti sportivi: diamo i numeri!

Continuiamo il nostro “viaggio in Italia”, alla scoperta dei censimenti redatti, a livello Regionale, al fine di evidenziare il numero, la dislocazione e lo stato degli impianti sportivi. In questa “puntata”: Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

a cura di Alice Spiga

Il mondo degli impianti sportivi sta at-tualmente vivendo un periodo di grande fermento, almeno per quanto concerne il censimento delle strutture ad uso sportivo in Italia. Non solo campi da gio-co, quindi, ma anche palestre, centri fit-ness, piscine, in sintesi tutti quegli spazi, al coperto come all’esterno, destinati a una qualsiasi attività sportiva, che sia a livello amatoriale o agonistico. Come abbiamo già sottolineato nel nu-mero 7 di Sport Industry Magazine, un censimento aggiornato e complessivo, che comprenda tutti gli impianti sportivi a livello nazionale non esiste, o almeno non esiste al momento attuale. Esistono, e aumentano di giorno in giorno, i cen-simenti a livello Regionale e Comunale; ogni singola realtà si è infatti autonoma-mente dedicata all’analisi puntuale del tessuto sportivo locale, non solo quindi la presentazione del numero degli impianti, ma anche la destinazione d’uso, la localiz-zazione sul territorio, se posizionato all’in-

terno o all’esterno, quali strutture vengo-no ospitate al loro interno e quali attività sportive si possono svolgere. In alcuni casi, è presentato anche lo stato dell’im-pianto, informazione molto utile in vista di una (sempre più impellente) necessità di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture sportive in Italia. Certo, non tutti i censimenti sono ugua-li, non tutti contengono lo stesso numero di informazioni, però permettono di apri-re una finestra sempre più grande sulle strutture sportive in Italia, non solo sui numeri, ma anche sulla localizzazione e sullo stato delle stesse, spianando la strada verso potenziali interventi mirati su tutto il territorio. Continuiamo dunque il nostro viaggio, iniziato con l’analisi del censimen-to degli impianti sportivi nelle Marche, pubblicato su Sport Industry Magazine n°7, prendendo in esame i censimenti ef-fettuati in Emilia Romagna e in Friuli Venezia Giulia. Nella prossima puntata? In programma: Sardegna e Lombardia.

Il censimento in Emilia RomagnaUno dei censimenti più accurati, alme-no dal punto di vista dell’analisi di ogni singolo impianto sportivo, è quello rea-lizzato dalla Regione Emilia Romagna. Sul numero 6 di Sport Industry Magazine, avevamo già esposto la situazione attua-le dell’attività motoria in Emilia Romagna, una delle regioni a maggior tasso di prati-canti attivi in Italia. Una Regione che si è mossa su più fronti, presentando (per pri-ma in Italia) il Libro Bianco per lo Sport (Bologna, 17 luglio 2011), realizzato sulla falsa riga del più celebre White Paper eu-ropeo. Ma l’Emilia Romagna non si è fer-mata qui. La Regione si è infatti dotata di un vero e proprio “Osservatorio del si-stema sportivo regionale”, che contie-ne statistiche puntuali sulla dotazione, sul numero e sulla condizione degli impianti sportivi collocati sul territorio. Da un’analisi dei dati pubblicati (accessibili

Un dettaglio della

“Palestra dei Poeti”,

collocata nel centro

di Bologna.

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primo piano mercato

a tutti dal sito della Regione), la situazione impiantistica appare davvero incoraggian-te, con un totale di circa 23000 comples-si, impianti e spazi sportivi presenti nelle province dell’Emilia-Romagna, dei quali 5.431 complessi sportivi, 6.278 im-pianti e 11.293 spazi. Sul podio, la città di Bologna, con una dotazione complessiva di 4088 tra complessi, impianti e spazi, su una popolazione residente di 991.998 uni-tà. Per quanto riguarda i complessi sporti-vi, la maggioranza sono a sé stanti (3.557), mentre la restante parte è divisa tra conte-sti scolastici (879), alberghieri (60) e 657 in altri non meglio specificati. Al primo posto in classifica è ancora la città di Bologna, con 925 complessi.

Alcuni dati sulla proprietà degli impiantiAnalizzando invece gli impianti sportivi, in Emilia Romagna ne sono stati attual-mente rilevati 6.278, con di nuovo in testa Bologna: 1170. Gli impianti sportivi più numerosi, a livello Regionale, sono quelli dedicati al calcio (1.431) e all’attività fisica, ovvero le palestre (1.882). Ottimo il nume-ro anche degli spazi esterni attrezzati, che ammonta complessivamente a 1.020 spazi, dei quali 812 impianti all’aperto o coperti. Per quanto riguarda le piscine, sul territo-rio regionale se ne contano 254. Molto in-teressante, sempre per quanto riguarda gli impianti sportivi, è la distinzione operata per tipologia di proprietà (si veda la ta-bella relativa), che vede 4.093 impianti di proprietà pubblica, 2.021 privata e 154 mi-sta. In percentuale? Il 65,2 % degli impianti è di proprietà pubblica. Altrettanto interes-santi (oltre che incoraggianti) si rivelano i dati relativi allo stato degli impianti sportivi. Se pensi che risulta regolarmen-te attivo ben il 95,5 % degli impianti, ovve-ro un 5.996 contro soli 74 dismessi.

Alcuni dati sulla ristrutturazioneVeniamo infine alla disamina degli spazi sportivi in Emilia Romagna, che rap-presenta anche l’analisi più dettagliata, comprendente una distinzione per tipolo-gia di spazio, per anno di costruzione, per anno di ultima ristrutturazione, per tipo di gestione, per presenza di aree per il pub-blico, per accessibilità atleti/pubblico disa-bile, per tipologia di attività praticabile e per omologazione di una disciplina fede-rale, tutto in valori assoluti e in percentua-le. Non potremmo ovviamente analizzare ogni singolo elemento, però è interessante vedere come la maggior parte degli spazi sportivi debba la sua costruzione in un periodo compreso tra il 1980 e il 1989 (un 21,7 %), mentre il 18,9 % risulta co-struito tra il 1970 e il 1979, anche se la percentuale più alta (il 23,9 %) rientra in un imprecisato “non indicato”. Di numero inferiore risultano gli spazi realizzati prima del 1960 (5,7 %), tra il 1960 e 1969 (7,9 %) e dopo gli anni 2000 (8,1). Bassissimi (e dato forse anche più interessante dei precedenti) i dati relativi all’anno dell’ul-tima ristrutturazione: dal 1990 ad oggi solo il 18,2 % degli spazi risulta ristruttu-rato, il restante 81,8 % risulta nuovamen-te “non indicato”, dato che può voler dire molte cose, ad esempio una mancanza di informazioni o di collaborazione in que-

PER APPROFONDIRE:http://sasweb.regione.emilia-romagna.it/OsservatorioSporthttp://www.fvgsport.it/web/guest/impianti-sportivi

Impianti sportivi suddivisi per tipo di proprietà nelle province dell’Emilia Romagna

Province Pubblica Privata Mista Non disponibile Totale

Piacenza 261 118 3 - 382

Parma 404 289 8 1 702

Reggio Emilia 504 332 19 3 858

Modena 648 260 85 6 999

Bologna 925 225 20 - 1170

Ferrara 361 161 13 - 535

Ravenna 396 250 1 - 647

Forlì - Cesena 369 255 2 - 626

Rimini 225 131 3 - 359

Emilia-Romagna 4093 2021 154 10 6278

sto senso. Vero è che, in Italia, informa-zioni in materia risultano spesso assenti o parziali, per cui diventa complesso trarre conclusioni, soprattutto alla luce del fatto che il 97,4 % degli spazi sportivi, in Emilia Romagna, risulta regolarmente in attività.

Il censimento in Friuli Venezia GiuliaIl censimento degli impianti sportivi esistenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia nasce dalla volontà dell’Ammini-strazione regionale di incentivare la pra-tica sportiva attraverso specifici interven-ti mirati. L’obbiettivo era infatti quello di evidenziare le carenze dal punto di vista del numero, della localizzazione e della ti-pologia di impianti, così da poter contare su spazi dedicati ad ogni singola discipli-na su tutto il territorio. Inoltre, cercare di sostenere a vari livelli le società sporti-ve, anche potenziando l’organizzazione di manifestazioni a carattere sportivo. La messa in evidenza degli impianti porterà inoltre evidenti effetti benefici al turismo, non solo di tipo sportivo, grazie all’indi-viduazione dei differenti complessi sci-istici presenti sull’arco alpino e ai centri balneari a Lignano Sabbiadoro e Grado. Per raggiungere questi obiettivi, la Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore allo Sport, ha scelto di partire proprio da un censimento degli impianti presenti sul territorio, avvalendosi della collaborazio-ne del CONI regionale e dei tecnici degli Enti locali. A differenza del censimento emiliano-romagnalo, il censimento online non di-stingue tra impianti, spazi e complessi, ma presenta solo gli impianti singoli. A livello regionale sono stati dunque censi-ti 2.449 strutture singole, che possono essere cercati per tipologia di impianti, per

Dettaglio del numero degli impianti presenti in Friuli Venezia Giulia, divisi per specialità (abbiamo scelto un campione puramente informativo ) e per provincia. Friuli Venezia Giulia Prov. di Gorizia Prov. di Pordenone Prov. di Trieste Prov. di Udine

Campo di calcio 568 67 165 45 291

Campo di tennis 280 30 80 28 142

Palestra 290 56 62 61 111

Palestra scolastica 314 22 90 62 140

Polisportivo comunale 309 42 91 28 148

Polisportivo parrocchiale 39 8 25 4 2

Polisportivo privato 37 5 9 13 10

Polisportivo scolastico 86 12 32 12 30

attività svolta, per singolo Comune, per gestori e per accessibilità o meno a perso-ne affette da disabilità fisica. La Regione appare molto attenta a questo tema, tanto da offrire un’analisi dettagliata che com-prende la possibilità di accedere alle strut-ture e di poter contare o meno su servizi per disabili, sia per quanto riguarda gli at-leti che il pubblico.

Dislocazione e numero di impiantiVenendo al dettaglio degli impianti. I più numerosi appaiono quelli destinati al cal-cio, con 568 campi da calcio comples-sivi, di cui 291 in Provincia di Udine. Al secondo posto, si assestano gli impian-ti sportivi polivalenti: 471 sono quelli presenti in tutta la Regione, su un numero di abitanti pari a 1.187.870 unità. Ancora una volta, è Udine la più “popolata” dal punto di vista polisportivo (190). Un dato interessante soprattutto se messo in rela-zione alla popolazione. La Provincia di Udine, infatti, risulta avere il rapporto abitanti/impianti più adeguato rispetto alle altre province, che si assesta su 2739 abitanti per impianto. In Provincia di Trieste, invece, il numero di abitanti per impianto è quasi il doppio: 4323. Altro dato interessante riguarda invece i centri Polisportivi, soprattutto alla luce della tipologia di proprietà. La maggior parte sono comunali: 309 in tutta la Regione, di cui 148 nella Provincia di Udine. Il resto delle Polisportive sono distinte in scolasti-che (86), parrocchiali (39) e private (37).

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primo piano nuove tecnologie

Il futuro è adessoScarpe da corsa intelligenti, negozi e match interattivi… Tecnologie oggi in ascesa come la Realtà Aumentata e l’Internet of Things promettono di rivoluzionare il mondo dello sport. A patto di offrire a tutti gli appassionati un concreto valore aggiunto.

di Andrea Muzzarelli

Il futuro è adesso. Concetti come “Realtà Aumentata” e “Internet of Things” po-tranno anche non esservi familiari, ma è solo questione di tempo. La rivoluzione tecnologica procede a grandi passi, coin-volgendo tutti i settori e offrendo nuove, straordinarie opportunità anche al mon-do sportivo. Se per produttori, architetti e progettisti tutto questo si tradurrà in una ridefinizione del loro business e dei loro spazi di intervento, per tutti gli appassio-nati si apre uno scenario nel quale l’espe-rienza sportiva – vissuta da spettatore o da praticante – potrà essere potenziata e arricchita più di quanto si possa oggi immaginare.

Potenziare l’esperienza sensorialeLa Realtà Aumentata (anche nota come AR, Augmented Reality) consente di arric-chire la percezione sensoriale umana gra-zie a dati multimediali che non sarebbero altrimenti percepibili con i cinque sensi. Queste informazioni possono essere forni-te in vari modi: attraverso un apparecchio mobile come uno smartphone, mediante un PC dotato di webcam o altri sensori, con appositi dispositivi di visione come gli occhiali a proiezione sulla retina, e così via. Un aspetto interessante è che l’u-tente può solitamente interagire e mani-polare questi dati aggiuntivi sulla realtà a proprio piacimento. La Realtà Aumentata ha raggiunto il grande pubblico nel 2009, quando alcune grandi aziende come Toyota e Lego hanno lanciato campagne di comunicazione basate su questa tecno-logia (augmented advertising) e quando

hanno cominciato a diffondersi numerose applicazioni per telefonini, in particolare Android e iPhone. Oggi è così possibile reperire informazioni sul luogo in cui ci si trova (per individuare ad esempio alber-ghi, bar, ristoranti, stazioni della metro), visualizzare foto dai social network, con-sultare voci Wikipedia sovrapposte alla realtà o, più semplicemente, ritrovare la macchina parcheggiata.

Sport “aumentato”Le applicazioni della Realtà Aumentata allo sport – dalla preparazione alla ge-stione dell’allenamento, dalla fruizione dell’evento sportivo all’analisi e comuni-cazione dell’evento stesso, dagli arbitrag-gi alla gestione dei punti vendita – sono potenzialmente infinite.Oggi i loghi degli sponsor possono appa-rire sui campi da gioco attraverso la Realtà Aumentata, così come loghi giganti pos-sono essere inseriti sopra l’immagine dei campi nelle trasmissioni televisive. Nei negozi di abbigliamento sportivo si pos-sono impiegare proiettori e schermi per inserire oggetti che si relazionano all’am-biente circostante e sono spesso interatti-vi. Un altro esempio è rappresentato dalla linea gialla “first down” delle trasmissioni televisive delle partite di football ameri-cano, o dai sentieri colorati che mostrano la localizzazione e la direzione del disco nelle trasmissioni TV delle partite di ho-ckey. Una neonata azienda come Eyeply propone soluzioni basate sulla Realtà Aumentata che rivoluzionano le modali-tà di fruizione degli eventi sportivi. Nel caso di una partita di golf, ad esempio,

è possibile disporre di un apparecchio (smartphone, occhiali o altro) che, punta-to nella direzione della buca alla quale si è interessati, fornisce tutte le informazioni desiderate sui giocatori e su ciò che sta accadendo in prossimità di quella parte del campo. Soluzioni simili saranno di-sponibili anche per il baseball, il football e, potenzialmente, per qualsiasi altra di-sciplina sportiva. Per un appassionato, poter “cliccare” su un giocatore e acquisi-re istantaneamente tutte i dati utili relativi nel corso di un match (passaggi compiuti, punteggi, record eccetera) sarebbe ov-viamente straordinario. Anche nel campo delle applicazioni l’offerta si sta enorme-mente ampliando. Per gli appassionati di trekking e di montagna, ad esempio, è in offerta sul mercato di Android una app – battezzata Mountain Live Explorer – che permette, puntando la videocamera del telefonino su un monte, di ottenere in tempo reale informazioni sulla montagna (nome, altitudine, distanza dall’osservato-re). È inoltre possibile variare la distanza del campo visuale fino a 50 km, visualiz-zare su una mappa la propria posizione e, nei casi di emergenza, inviare un mes-saggio di SOS luminoso in codice Morse.

Il valore aggiunto dell’ARLe potenzialità della Realtà Aumentata sono state esaminate nel corso di un con-vegno organizzato lo scorso dicembre a Coverciano (FI) dal Communication Strategies Lab (CSL) dell’Università degli studi di Firenze e dal Comitato Regionale Toscano FIR. L’evento, intitolato “Comunicazione, augmented reality e

Le applicazioni della

Realtà Aumentata allo

sport – dalla preparazione

alla gestione

dell’allenamento, dalla

fruizione dell’evento

sportivo all’analisi

e comunicazione

dell’evento stesso, dagli

arbitraggi alla gestione

dei punti vendita – sono

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primo piano nuove tecnologie

il futuro dello sport”, ha rappresentato la prima iniziativa a livello nazionale de-dicata al tema e ha visto la partecipazione di numerosi esperti di comunicazione e nuove tecnologie. “È un valore aggiun-to la Realtà Aumentata?”, si è domanda-to Gianluca Torrini, docente del CSL. “Fino a quando questa tecnologia si tra-duce soltanto nel poter indossare in modo virtuale un capo d’abbigliamento sportivo davanti al computer, fino a quando, in al-tri termini, si resta solo sul piano dei sem-

dere a informazioni aggregate da parte di altri. Il web 3.0 rende quindi gli oggetti “intelligenti” e più funzionali all’utiliz-zo da parte dell’uomo. Le applicazioni sono pressoché infinite: le sveglie suo-nano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo rea-le con persone dall’altra parte del globo, i medicinali avvisano il paziente che si è dimenticato di prendere il farmaco… Grazie all’IoT, anche la domotica e l’ar-

PER APPROFONDIRE:http://augmentedworld.itwww.theinternetofthings.eu

Nuove opportunità

per lo sport

provengono anche

dal web 3.0, ovvero

dall’Internet of

Things, dalle scarpe

da corsa intelligenti

alle molteplici

soluzioni che

verranno impiegate

per le Olimpiadi

di Londra, già

definite come le più

“connesse” della

storia

plici effetti speciali, la risposta è no”. Un importante contributo che la AR può piut-tosto offrire (all’industria sportiva come a tanti altri settori) è quello di ridefinire il concetto di spazio vendita attraverso un crescente coinvolgimento dei clienti. “Un caso interessante – ha sottolineato Torrini – è rappresentato da una speri-mentazione che IBM sta conducendo in vari punti vendita. Qui la realtà aumentata non è qualcosa di mobile, che il cliente può portare con sé, ma è rappresentata da due grandi schermi che forniscono in-formazioni aggiuntive sulla dislocazione e le caratteristiche (quali prezzo e disponi-bilità) dei prodotti presenti nel negozio”. Ciò che si perde in mobilità, quindi, lo si guadagna in utilità per il consumato-re. “Per il futuro, ciò che mi aspetto dalle nuove strategie di Realtà Aumentata har-dware e software – ha concluso Torrini – è che esse riescano ad offrire un con-creto valore aggiunto agli acquirenti attra-verso la moltiplicazione esponenziale delle possibilità comunicative e, quindi, delle possibilità di scambiare opinioni e informazioni con altri consumatori e con le aziende”.

La rivoluzione del web 3.0Oltre che dalla Realtà Aumentata, nuove opportunità per lo sport provengono an-che dal web 3.0, ovvero dall’Internet of Things (IoT). Dopo il grande salto rappre-sentato dai social network, l’internet delle cose – che in molti considerano la nuova, grande rivoluzione della rete – consente di collegare fra loro gli oggetti, che pos-sono comunicare dati su se stessi e acce-

chitettura potranno fare passi da gigan-te, perché l’intelligenza degli oggetti può contribuire a monitorare e ridurre i consumi, segnalare anomalie, migliorare gli standard di sicurezza. La progettazio-ne di oggetti collegati a internet sta ormai interessando tutti i settori e, secondo le più recenti stime, entro i prossimi dieci anni saranno oltre 100 miliardi i disposi-tivi connessi alla rete. Quanto all’Italia, i dati raccolti dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano mo-strano che nel 2011 i soli oggetti intercon-nessi tramite la rete cellulare hanno rag-giunto i 3,9 milioni, con un incremento del 13% rispetto al 2010. Come ha dichia-rato il direttore tecnico di Cisco UK, Ian Foddering, il web 3.0 rappresenta “un concept che vedremo esplodere nei prossimi anni”.

Scarpe da corsa intelligentiIl termine Internet of Things fu conia-to per la prima volta nel 1999 da Kevin Ashton, un pioniere nel campo del-le nuove tecnologie. Già allora, Ashton prevedeva un futuro nel quale internet e mondo fisico sarebbero diventati indis-solubilmente legati l’uno all’altro. La sua profezia ha cominciato a diventare realtà fra il 2008 e il 2009, quando il numero di dispositivi connessi alla rete ha supe-rato quello delle persone che la utiliz-zano. Oggi sono in molti a ritenere che l’IoT finirà per cambiare ogni cosa. E ciò vale, naturalmente, anche per il mondo dello sport. Come ha dichiarato Zhong Lin Wang, scienziato e ricercatore presso il Georgia Institute of Technology (USA),

“siamo già a uno stadio in cui le scarpe da corsa degli atleti olimpionici possono essere dotate di sensori che ne rilevano le prestazioni, inviando le relative infor-mazioni ai centri di addestramento in tempo reale. Grazie alle nanotecnologie, poi, quei sensori potranno presto esse-re alimentati attraverso l’energia genera-ta dai movimenti degli stessi atleti”. Per comprendere in quale misura l’Internet of Things e, più in generale, le nuove tecno-logie permeano ormai il mondo sportivo è sufficiente considerare un evento come le prossime Olimpiadi di Londra che, come qualche commentatore ha già sot-tolineato, saranno le più “connesse” della storia. Ciò non solo in termini di coper-tura mediatica digitale, ma anche per l’in-credibile numero di apparecchi e dispo-sitivi “dietro le quinte” che saranno col-legati alla rete, dai termostati online alle videocamere per la sorveglianza, fino agli strumenti logistici impiegati per spostare gli atleti da un luogo all’altro della città.

Sfide e opportunitàCon l’introduzione dei sistemi di Realtà Aumentata sul mercato di massa e lo svi-luppo di applicazioni media avanzate, per l’industria sportiva si aprono senza dubbio enormi opportunità. Starà alle imprese del settore avere la capacità di coglierle e valorizzarle, evitando di per-dersi negli “effetti speciali” fini a se stessi e ricordando che è sempre necessario of-frire al cliente un reale valore aggiunto. Un discorso che vale certamente anche per l’Internet of Things, rispetto al quale il quadro è forse un po’ più complesso perché le sfide e i fattori in gioco sono tanti. Innanzitutto, la necessità di alimen-tare un così grande numero di dispositivi online renderà necessarie profonde in-novazioni nel campo delle fonti energe-tiche alternative. E secondo una ricerca condotta dal Global Information Industry Center (GIIC) di San Diego (Università della California), sembra che l’ampiezza di banda necessaria a supportare l’IoT non sia ancora disponibile: il che ren-derebbe consigliabile incrementare gli investimenti nelle reti in fibra ottica. Il Politecnico di Milano ha infine richiamato l’attenzione sul fatto che, in assenza di una pianificazione comune, c’è il rischio di assistere allo sviluppo di progetti sin-goli e scollegati fra loro. Un importante passo nella giusta direzione è stato co-munque fatto lo scorso gennaio, quan-do è stato siglato un accordo tra diver-se realtà internazionali, tra cui il Cattid dell’Università di Roma “La Sapienza” e l’Ubiquitous Networking Laboratory dell’Università di Tokyo. Grazie a que-sta intesa – il primo passo concreto del-la European Internet of Things Alliance (EioTA) – sarà presto disponibile in Europa una nuova generazione di tec-nologie destinate ad abilitare l’IoT. Il futuro dello sport è oggi più che mai aperto a nuove, straordinarie possibilità.

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primo piano normative

I certificati medici tra sport e sicurezza

L’avvocato Guido Martinelli analizza per noi l’argomento certificati medici, puntando l’attenzione sulle normative esistenti in materia, volte a tutelare non solo i praticanti, ma anche chi lavora in centri sportivi e palestre. di Guido Martinelli

Fino ad oggi, in palestra, la materia dei certificati medici era argomento di gran-de discussione tra i gestori. Ovviamente sul presupposto della obbligatorietà o meno del loro deposito preventivo da parte degli utenti. La problematica è ben nota. Trattasi della disciplina sulla tu-tela sanitaria delle attività sportiva, risalente agli anni ‘80, che distingue tra attività agonistica, per la quale richiede visite e accertamenti diagnostici specia-listici suddivisi per specialità sportiva praticata, e attività “non agonistica” per praticare la quale era ed è sufficiente l’i-doneità generica rilasciata dal medico di base. Sono le Federazioni sportive i sog-getti competenti a valutare, nell’ambito della attività indetta e organizzata, cosa rientri nell’una o nell’altra fattispecie.L’insufficienza della normativa appare ovvia in tutti quei casi di attività ludico - motoria che, come tale, non rientra in nessuna delle categorie di “attività spor-tiva agonistica o non agonistica” stabilite dalle autorità sportive a livello nazionale. In questi casi, alcune Regioni hanno de-liberato sulla “non necessità” della certifi-cazione, neanche di quella non agonisti-ca, altre hanno taciuto.Spesso mi viene chiesto cosa ne penso. La mia sintesi è piuttosto banale. In ol-tre trent’anni di professione, non ho mai visto sanzionare un centro sportivo per avere omesso di richiedere la certifica-zione in assenza di evento lesivo o trau-

matico occorso a un soggetto, anche se ne sussistesse l’obbligo. In tutti quei casi, invece, in cui era presente un evento lesivo o traumatico, la circostanza che si fosse richiesto il certificato, anche se, forse, a rigore non sarebbe stato indi-spensabile richiederlo preventivamente, ha sicuramente e di molto facilitato la di-fesa da responsabilità dei gestori. Quindi, meglio chiederlo, anche nei casi in cui non fosse strettamente obbligatorio.

Certificati per la sicurezza sul lavoroIn questi ultimi mesi, altri e ulteriori cer-tificati medici “dovrebbero” invece im-pensierire i gestori dei centri sportivi. Ci riferiamo a quelli previsti dal decre-to legislativo 81/2008 e succ. mod. in materia di sicurezza sul lavoro. Chiariamo che tale disciplina si applica “a tutti i settori di attività, privati e pub-blici, e a tutte le tipologie di rischio”; che, a tali fini, sono lavoratori tutti coloro i quali svolgano “indipendentemente dalla tipologia contrattuale... un’attività lavora-tiva nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione ...”; che datore di lavoro è “ il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il la-voratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stes-

sa...”; che l’azienda è il complesso “della struttura organizzata dal datore di lavoro, pubblico o privato”. Chiaramente si tratta di una norma scrit-ta senza pensare allo sport, ma che si applica anche allo sport. L’articolato è complesso e di non facile interpretazio-ne, soprattutto per le sue conseguenze nel mondo dello sport. Voglio, allora, fare solo un esempio, uno tra i molti che si potrebbero fare. L’art. 167 e succes-sivi si applica alle “attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di pa-tologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso - lombari”. Tali rischi, ai sensi di quanto prevede l’allegato 23 del-la norma in esame, si hanno ogni qual-volta il carico sia eccessivo e possa esse-re effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco, in specie se questi sono frequenti o prolungati.Non vi sembra di leggere quello che ac-cade tutti i giorni in qualsiasi sala di mu-scolazione di palestra italiana in cui operi un istruttore di pesi?Ma, in tal caso, a rischio di sanzioni pe-nali, il titolare di palestra dovrebbe:- adottare le misure organizzative ne-cessarie e ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimen-tazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori;- organizzare i posti di lavoro in modo che detta movimentazione assicuri con-dizioni di sicurezza e salute;- sottoporre i lavoratori alla sorveglian-za sanitaria;- evitare o ridurre i rischi, in partico-lare di patologie dorso - lombari, adot-tando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori individuali di ri-schio, delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta.Bene, ricordiamo che gli istruttori, anche se volontari o con contratto di lavoro autonomo “hanno facoltà di beneficia-re della sorveglianza sanitaria prevista dall’art. 41 del provvedimento”. Norma che prevede visita medica preventiva e periodica , previa nomina, da parte del medico competente (almeno una vol-ta all’anno). In quante palestre viene fatto?

Guido Martinelli, avvocato e docente a contratto presso l’Università di Bologna e Ferrara. Consulente di diverse Federazioni affiliate al Coni, autore di numerose pubblicazioni. Socio fondatore dello Studio Martinelli e Rogolino.

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focus attrezzature

Fitness e sport è ora di attrezzarsi!Dedichiamo un approfondimento al mercato e alle tendenze in corso nei settori delle attrezzature per il fitness e per lo sport.

a cura della redazione

Quando si parla di attrezzature per il fit-ness e di attrezzature per lo sport si inten-dono, ovviamente, due prodotti diversi. Al primo insieme appartengono gli attrez-zi progettati per l’esercizio fisico finaliz-zato, in generale, a stimolare la forza e la resistenza, quindi: attrezzature cardio e isotoniche, tapis roulant, cyclette, mac-chine per il sollevamento pesi ecc. Nel novero delle attrezzature sportive rien-trano invece tutti quei prodotti e quelle soluzioni atti a consentire lo svolgimento di una pratica sportiva (pallavolo, pal-lacanestro, calcio, tennis ecc); e quindi: canestri, porte, barre, protezioni, reti e re-cinzioni, macchine lanciapalle, panchine a bordo campo ecc. Questo ovviamente non implica che un centro dedicato, ad esempio, alla pallavolo non possa avere anche un’area fitness, anzi. Secondo le ul-time tendenze, sono sempre più numero-si i centri sportivi polifunzionali, che ospitano al loro interno aree a diversa vo-cazione, come una palestra per il fitness, una zona benessere e magari una piscina. Una polivalenza nata come risultato di una precisa volontà: richiamare un’etenza sempre più vasta ed eterogenea all’inter-no dei propri centri. Senza contare che è del tutto normale che uno sportivo, sia esso un calciatore o un tennista, alleni la resistenza e la forza fisica facendo pesi o correndo su un tapis roulant. Due set-tori dunque diversi sono all’apparenza, in realtà intimamente collegati, sia per

“vocazione” (la salute attraverso una vita attiva), sia per l’impegno a continuare a investire in tecnologia e innovazione, per offrire prodotti sempre nuovi e all’a-vanguardia, in grado di venire incontro a ogni specifica esigenza. I trend del fitnessNegli ultimi anni il settore del fitness in Italia ha conosciuto un’interessante evo-luzione, in risposta a una crescente ri-chiesta di diversificazione e ampliamen-to dell’offerta delle cosiddette “palestre”, in modo da poter abbracciare un bacino di utenza sempre più ampio e variegato. Oggi, la maggior parte dei club italiani propone attività in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi tipologia di frequen-tatori, a prescindere da età e condizioni fisiche. Tra le nuove proposte, nell’ulti-mo torno d’anni si è fatto strada il me-dical fitness, ovvero l’esercizio fisico finalizzato alla prevenzione e alla cura, proposto in modo sinergico con l’attività medico-sanitaria. Sono sempre più nu-merosi i medical fitness club, le medical spa & hotel, i medical fitness studio e più in generale le strutture che propongono trattamenti e attività finalizzate alla salute, dove il fitness gioca un ruolo sempre più importante. Negli Stati Uniti si contavano circa 200 medical fitness center agli inizi del 2000, mentre oggi sono circa 1.300; le medical SPA invece rappresentano già l’11 % del mercato statunitense delle SPA

& Wellness Hotel.Accanto a questo, va imponendosi il fun-ctional training, che sta vivendo un vero e proprio periodo di espansione. Si tratta di un allenamento che prevede la combinazione di diversi esercizi svolti sia a corpo libero sia con l’ausilio di diver-si attrezzi come, ad esempio, quelli che consentono di lavorare in sospensione, le fitball e le stazioni isotoniche a cavi. Può essere svolto a circuito in gruppo, così come individualmente, possibilmen-te con l’assistenza di un personal trainer. E a questo proposito, lo stesso personal training si sta evolvendo. Da un po’ di tempo a questa parte si sta affermando anche come attività rivolta a piccoli grup-pi che soddisfa due esigenze fondamen-tali: l’assistenza ravvicinata, indispensa-bile per svolgere un lavoro mirato e più efficace, e il prezzo accessibile se non a tutti, ai più. L’allenamento di gruppo, svolto a circuito in sala cardio/isotonica, guidato da un trainer, è senza dubbio un fenomeno sempre più diffuso anche nei club italiani. Nell’ambito de fenomeno “functional training” si è ritagliato un ruo-lo importante anche il pavimento che da superficie “passiva” si va trasformando in un vero e proprio “attrezzo” aggiuntivo, impiegabile per svolgere diversi esercizi funzionali, anche in questo caso ideali per il personal training individuale e col-lettivo. Si tratta di pavimentazioni carat-terizzate da disegni, schemi e colori,

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elementi grafici che possono essere per-sonalizzati per soddisfare specifiche esi-genze e rendono l’ambiente della palestra più interattivo e polivalente. E, infine, il TRX suspensions training, un attrezzo per allenamento di gruppo che permet-te di passare da un esercizio all’altro in meno di cinque secondi semplicemente sfruttando il proprio peso. L’allenamento viene svolto utilizzando una semplice cinghia assicurata con un gancio al sof-fitto e dotata di due maniglie. Questo semplice attrezzo consente di svolgere esercizi adatti a ogni target, risultando ideale anche per l’allenamento a circuito, per la riabilitazione e il personal training. Accanto alle attrezzature, nei club italiani si sono guadagnati un posto di tutto ri-spetto le attività di gruppo pre-coreo-grafate, che non richiedono alcun ausilio di macchinari e attrezzi. Alcuni esempi? Zumba Fitness e Les Mills, sempre più in auge che consentono agli operatori di attrarre molte persone che non avevano mai messo piede in una palestra. Si tratta infatti di attività che possono essere svol-te con profitto e divertimento anche da chi non è già in forma e a un buon livello tecnico. In questo quadro si inserisce infi-ne il Boot Camp, l’allenamento di grup-po derivante dall’addestramento militare nato diversi anni fa negli Stati Uniti, ora in auge anche in Italia. Viene svolto pre-valentemente all’aria aperta, nei parchi, ma nulla vieta di proporlo all’interno del club. Prevede l’impiego di alcuni attrezzi “non convenzionali” come pneumatici di auto, ostacoli di varie altezze, coni segna-letici, corde, tronchi, amache e scale, ma l’utilizzo del proprio peso corporeo resta l’elemento fondamentale.

Uno sguardo al mercatoMa quanto vale il mercato del fitness in Italia? Stando ai dati recentemente diffusi da Il Sole 24 ore, la situazione è decisa-mente più incoraggiante di quanto si pos-sa pensare. Lo scorso anno il giro d’affa-ri prodotto dai centri fitness del nostro paese avrebbe infatti tagliato il traguardo dei 3 miliardi di euro, con una crescita

di 800 milioni rispetto al 2010. Una cifra di tutto rispetto alla quale va aggiunto il fatturato di un indotto che comprende abbigliamento, accessori e integratori ali-mentari il cui valore è stato stimato intor-no ai 2,5 miliardi di euro. In quanto a ricavi, il mercato del fitness italiano è il quarto in Europa, alle spalle di Regno Unito, Spagna e Germania, e il primo per numero di centri fitness (circa 8.000, con 5,5 milioni di iscritti. Entrando più nello specifico del settore fitness, Virgin Active Italia ha reso noto di aver chiuso lo scorso anno con un fatturato di 90 mi-lioni di euro, registrando una crescita del 14 per cento rispetto al 2010, con l’obiet-tivo di superare i 100 milioni e raggiunge-re i 140mila iscritti entro la fine del 2012. La multinazionale britannica guidata da Richard Branson ha grandi ambizioni per l’Italia: entro il 2016 vorrebbe raggiunge-re i 200 milioni di fatturato e investirne 100, con un portafoglio di 50 club, 26 dei quali nuovi di zecca, effettuare 910 as-sunzioni dirette a tempo indeterminato e circa 1.600 indirette create dall’indotto. Intende inoltre consolidare la presenza del proprio marchio a Roma e conquista-re il Sud aprendo club a Napoli, Catania, Palermo e Bari.

Dedicate allo sportUn discorso a parte merita il “mondo” delle attrezzature per lo sport che, in questo particolare momento storico, ri-sente del periodo di difficoltà che gli im-pianti sportivi stessi stanno attraversando. Un periodo di tagli ai finanziamenti, dove restano (purtroppo) pochi fondi da in-vestire in nuove attrezzature; basta dare uno sguardo alle palestre comunali e allo stato “rattoppato” delle reti da gioco e dei canestri da basket per averne la riprova. Allo stesso tempo, le aziende non smetto-no di investire in innovazione, proponen-do prodotti sempre nuovi, sperimentando ad esempio sui materiali, sostituendo il classico PVC con leghe più nuove, come il Policarbonato. Oppure, cercando nuo-ve soluzioni di design, come macchine lanciapalle dalle forme e dalle colorazioni

più originali, materiali nuovi per le pan-chine a bordo campo, con sedute como-de e accoglienti per le riserve e gli allena-tori. O ancora, protezioni da posizionare a bordo campo dai colori sgargianti, in modo da garantire un gioco più sicuro in uno spazio “personalizzato”. Soluzioni sempre nuove, dunque, che permettono di mantenere vivo e attivo il mercato delle attrezzature. Per avere un’idea più precisa delle solu-zioni proposte dal mercato, dedichiamo le pagine successive a due rassegne te-matiche: una dedicata alle attrezzature fitness e una a quelle sportive.

IL MERCATO DELLE ATTREZZATURE FITNESS, L’OPINIONE DELLE AZIENDE

In quale direzione si sta muovendo il mercato delle attrezzature fitness? Quali sono le ultime tendenze in materia? L’Italia è allineata con gli altri paesi esteri? A queste e a molte altre domande hanno risposto alcune delle maggiori aziende del settore, espositrici al duplice evento congressuale ed espositivo ForumPiscine/ForumClub, svoltosi dal 23 al 25 febbraio scorsi in fiera a Bologna. L’evento ha dato l’opportunità alla nostra redazione di video-intervistare i referenti di queste aziende, così da sondare il mercato delle attrezzature per il fitness osservandolo con gli occhi di chi, in questo settore, si “sporca le mani” giorno dopo giorno. Condividiamo dunque con voi i loro pareri, riassunti ai “minimi termini”, segnalando che tutte le video-interviste sono disponibili nel canale Sport Industry di Youtube: www.youtube.com/user/SPORTINDUSTRY.

“Le ultime tendenze in materia di fitness? Per quanto ci riguarda: la realtà virtuale, che permette di portare l’allenamento della bike fuori all’aperto, senza dover uscire dalla palestra”, Automa

“La direzione del mercato del fitness in Italia? Noi abbiamo scelto la qualità e la cura della salute dei nostri clienti, ovvero dei frequentatori delle palestre, tramite attrezzature pensate per la cura del corpo, del muscolo, dell’articolazione”, Diesse“Il nostro consiglio? Rendere le macchine sempre più polifunzionali, con accessori integrati in un’unica macchina, con istruttori di qualità che sappiano introdurre come svolgere gli esercizi in maniera professionale”, Global Lux“Se è di moda il fitness acquatico? Si, nelle piscine il trend è positivo, sia per l’acquagym, sia per le attrezzature, come l’hydrobike o il tapis roulant; e gli impianti che hanno maggiormente investito in attrezzature, vanno ancora meglio”, Idroterapia“La nuova tendenza, che vediamo quando andiamo nei nostri uffici a Santa Monica e che si sta affermando anche qui in Italia, è la creazione di piccoli studi in grado di accogliere bike da spinning e dall’altra attività funzionale e Pilates”, Madd Dogg Athletics“Il segreto per rimanere attivi e competitivi sul mercato del fitness? Lavorare molto per garantire

ai club e alle palestre un rapporto vantaggioso tra l’investimento che viene fatto e la resa, oltre a continuare a investire in innovazione, proponendo soluzioni all’avanguardia”, Matrix“Negli ultimi due anni, abbiamo assistito a un’apertura costante di microstudio, piccole strutture dove le persone utilizzano personal trainer, con macchinari che riescono ad essere inseriti in spazi molto limitati”, Miha“Offrire prodotti sempre nuovi, che sappiano venire incontro a un mercato sempre più internazionale, puntando su formazione e tecnologia”, Sellfit“L’incontro tra fitness e salute? Per noi è stato fondamentale, ci ha permesso di realizzare un sistema che, durante un’attività cardio, consente di moltiplicare di otto volte l’effetto dimagrimento nella zona dell’addome”, Slimbelly“Un suggerimento per gli imprenditori? Massimizzare gli sforzi, anche dal punto di vista economico, riportando il cliente finale, quello che entra in un fitness/wellness Club, al centro dell’attenzione, indagando le sue aspirazioni”, Technogym

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La rivista di management per centri sportivi e fitness club

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Per un allenamento funzionaleKeiser presenta Functional Trainer , l’attrezzo caratterizzato da un sistema di resistenza ad aria e dalla particolare struttura a bracci regolabili, che riducono gli ingombri. Dal peso contenuto, grazie alla mancanza del pacco pesi, Functional Trainer può essere impiegato per svolgere allenamenti finalizzati all’ipertrofia e alla defini-zione muscolare, alla tonificazione e al controllo del peso, al miglioramento della prestazione sportiva di qualsiasi disciplina, alla riabilitazione motoria di qualsiasi tipologia di utente. La resistenza ad aria risulta infatti facilmente regolabile, ideale per compiere il movimento a qualsiasi velocità e meno suscettibile alle inerzie e alle accelerazioni, a tutto vantaggio della sicurezza del movimento sovraccaricato.

L’evoluzione del PilatesNuovo design, nuova footbar scorrevole, nuovo carrello regolabile. Allegro 2 , l’ultima versione del Reformer Balanced Body, è molto più di un restyling: è una nuova evoluzione della disciplina. Distribuito in esclusiva per l’Italia da Genesi, il neonato attrezzo è il frutto di un’evoluzione attuata ascoltando i praticanti e gli insegnanti, prestando grande attenzione ai loro desideri e suggerimenti. A tutto ciò bisogna aggiungere migliaia di ore di progettazione e sperimentazione condotta sul campo, nonché vari brevetti. Allegro 2, concepito e costruito per soddisfare le più rigorose ambizioni del Pilates professionale, è intuitivo, regolabile, performante e facile da usare, ideale per svolgere un’infinità di esercizi da parte di allievi e insegnanti, sia principianti sia avanzati.

Quando il circuito incontra il “cross training”

L’attrezzo a movimento ellittico Octane , proposto da Global Lux, consente di svolgere diversi allenamenti cardiovascolari compiendo un movimento naturale ed efficace, biomeccanicamente corretto, simile alla cammina-ta e alla corsa, neutralizzando però gli effetti negativi dell’impatto a carico delle articolazioni delle gambe e della colonna vertebrale. Questo versatile attrezzo risulta ideale per il cross training e l’allenamento a circuito, ovvero per svolgere quello che è stato definito “Cross Circuit Pro”, protocollo che prevede la combinazione dell’esercizio cardiorespiratorio con una serie di esercizi isotonici. I PowerBlock e i Side Step di cui è dotato consentono infatti di svolgere esercizi di tonificazione e potenziamento muscolare della parte alta del corpo, svolgendo un allenamento completo.

Un allenamento dinamico per tutto il corpoLife Fitness presenta il nuovo sistema Synrgy360 , impiegabile per compiere un’ampia gamma di esercizi dinamici dedicati a tutto il corpo, ideale per il personal training e rivolto sia ai singoli individui sia ai gruppi, combi-nando efficacia e divertimento. Questo innovativo prodotto consente a chiunque di raggiungere un’ampia gamma di obiettivi: perdita di peso, miglioramento dell’equilibrio, coordinazione motoria, velocità, agilità, flessibilità, po-tenza e forza. Tutto in un unico sistema, che combina, infatti, diverse applicazioni di training come l’allenamento funzionale, la boxe, il suspension training, il core training e l’allenamento della capacità di reazione. Ampiamente personalizzabili le aree di servizio; a seconda della configurazione scelta, il sistema occupa un’area tra i 219 e i 244,5 mq, consentendo a 16 persone di allenarsi simultaneamente.

ATTREZZATI PER IL FITNESS!Proporre soluzioni tecnologiche all’avanguardia, in grado di accontentare le esigenze di centri sportivi e palestre: questo l’obiettivo delle aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di attrezzature professio-nali per l’allenamento fitness, capaci di proporre soluzioni sempre nuove. In questa rassegna, proponiamo le ultime novità in materia di attrezzi professionali, cardio e isotonici, stazioni multifunzione, circuiti di allenamento, attrezzi per il Pilates e molto altro. La medesima rassegna è inoltre pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com, con molteplici approfondimenti. Per informazioni tecniche più specifiche potete inoltre utilizzare la barra di ricerca di www.sportindustry.com, inserendo il nome dell’azienda o del prodotto identificato dalla nostra ormai insostituibile lente.

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rassegnaattrezzature fitness

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rassegna attrezzature fitness

Il Pilates alla portata di tuttiMad Dogg Athletics presenta MVe Chair , la soluzione Peak Pilates per lo svolgimento di molteplici eser-cizi Pilates. Portatile, impilabile, dal design brevettato, questa innovativa chair si rivela ideale sia per l’allenamento individuale sia per piccoli gruppi. Questo piccolo, versatile e ultraleggero attrezzo è infatti dotato di un originale si-stema a molla che permette di modificare i livelli di resistenza con estrema facilità. La seduta larga e l’ampio pedale rendono la Mve Chair adatta anche a persone dalla corporatura imponente, consentendo a chiunque di svolgere un allenamento polivalente in piedi, seduti e sdraiati, anche con l’ausilio di piccoli attrezzi. Questa caratteristiche ne fanno lo strumento ideale per avviare alla pratica del Pilates nuove fasce di utenti, proponendo allenamenti sia di gruppo sia individuali, impiegando anche sottofondi musicali.

Il simulatore di scale diventa innovazioneClimbmill , proposto da Matrix , è un simulatore di scale che si distingue per una dozzina di caratteristiche innovative, tra le quali citiamo il design, l’impiego di materiali antiruggine e gli ampi gradini. I gradini, infatti, hanno una profondità superiore a 25 cm, così da risultare comodi e sicuri per qualsiasi utente, e sono dotati di particolari indicazioni cromatiche che facilitano il corretto posizionamento del piede. Grazie al software che ne gestisce il posizionamento, il Control Zone, Climbmill è in grado di fermarsi autonomamente nel punto più basso possibile, così da agevolare l’accesso all’attrezzo. Le impugnature Ergo Form, dotate dei controlli integrati di pausa, stop e resistenza, facilitano l’interazione con l’attrezzo e la gestione dell’allenamento. Il sistema è infine dotato di sistema di trazione modulare ECB.

Per allenamenti con carichi elevatiSerie di attrezzi Hard Line , firmata da Metal Sport per soddisfare anche le esigenze degli atleti più esigenti. La leg press basculante è infatti potenziata, nella struttura e negli snodi, per consentire allenamenti con carichi elevati, garantendo sicurezza e stabilità, nonché un esercizio biomeccanicamente corretto e, come tale, sicuro ed efficace. Il movimento, a pantografo, è privo di attriti e si distingue per la silenziosità e la scorrevolezza. Una gran-de molla centrale – caratteristica esclusiva Metal Sport – ha la funzione di ammortizzare il carico nella fase finale dell’esercizio. L’inclinazione dello schienale è regolabile, così come la lunghezza del poggia spalle, consentendo a qualsiasi utilizzatore di assumere la posizione giusta e allenare al meglio le gambe. La leg press basculante Hard Line è lunga 220 cm, larga 115 e alta 141.

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Sedici esercizi e un unico attrezzoOlympian’s presenta l’attrezzo polifunzionale Powertec Workbench Levergym , impiegabile per svolgere ben sedici esercizi per la forza, la cui sicurezza ed efficacia è assicurata da movimenti molto precisi. Questa stazione polivalente, dalle dimensioni contenute, può essere impiegata, solo per fare qualche esempio, per eseguire il rema-tore piegati in avanti, le distensioni per i tricipiti e per le spalle, lo squat, il crunch addominale, il rematore al pulley e l’apertura per i pettorali a un braccio e molto altro ancora. Il sito dedicato www.powertecfitness.it offre video e articoli che illustrano i molteplici esercizi eseguibili con Powertec Workbench Levergym (disponibile nei colori giallo e nero) che, grazie all’aggancio con spina a molla di cui è dotato, consente l’utilizzo di diversi accessori che allar-gano ulteriormente la gamma di esercizi eseguibili.

Una linea di attrezzi dal look inconfondibilePanatta Sport presenta la nuova linea Inside , totalmente progettata e prodotta in Italia, caratterizzata da for-me morbide e arrotondate che avvolgono chi compie l’esercizio e si coniugano armoniosamente alla solidità strut-turale. Questo look inconfondibile è reso possibile anche dalla particolare lavorazione della piegatura dell’acciaio, una tecnica usata per la prima volta nel settore del fitness. Inside è una stazione polifunzionale dotata di 8 accessori a muro e 3 esterni che, pur occupando uno spazio molto contenuto, consente di svolgere numerosi esercizi ad alta prestazione. Risulta ideale anche per la preparazione sportiva e la riabilitazione posturale e può essere utilizzata da utenti di qualsiasi tipo, a prescindere da età, condizioni fisiche e obiettivi, singolarmente, in coppia e in piccoli gruppi, fino a un massimo di 12 persone simultaneamente.

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Allenamento... in discesaPrecor presenta TRM 885 , uno dei pochi tapis roulant sul mercato che consente di correre e camminare anche in discesa, dotato di sistema di ammortizzazione realizzato inserendo un elastomero sotto il deck. Questo versa-tile attrezzo, caratterizzato da robustezza strutturale e affidabilità funzionale, si avvale della tecnologia IFT e del sistema di controllo degli impatti Ground Effects (GFX), che assicurano all’utilizzatore una sensazione di fluidità e naturalezza durante lo svolgimento dell’esercizio. Il nastro scorrevole può raggiungere una velocità massima pari a circa 26 Km/h, mentre la console P80, di nuova concezione, offre numerosi programmi d’allenamento e permette di visualizzare numerosi parametri quali, ad esempio, distanza rimanente, totale calorie bruciate, frequenza cardia-ca media, velocità media e sintesi dell’allenamento.

Per una varietà illimitata di movimenti

Teca presenta PhysioCable , la nuova linea di attrezzi a cavi liberi per l’allenamento funzionale. Progettato per migliorare la stabilità neuro muscolare, la forza della fascia addominale e la propriocettività, il sistema è composto da otto multi-stazioni dall’ingombro ridotto, che consentono di svolgere un training doppio e simultaneo compien-do una varietà illimitata di movimenti – sia isolaterali sia bilaterali, in posizione eretta e seduta, migliorando la forza funzionale, la coordinazione motoria e la resistenza muscolare. Questi movimenti multiplanari possono essere facil-mente integrati con altri esercizi, interessando tutto il corpo. In virtù della sua versatilità, PhysioCable rappresenta per i personal trainer un interessante valore aggiunto in termini di soddisfazione della clientela e di redditività.

Il tappeto professionale e personalizzabileRunner presenta il nuovo tappeto professionale Run-2011/J , completamente made in Italy. Il nastro scor-revole, dotato di sistema di auto-centraggio e auto-lubrificazione, può raggiungere una velocità massima pari a 20 km/h e assumere un’inclinazione massima pari al 22 %. Il rilevamento della frequenza cardiaca può avvenire sia tramite il sistema telemetrico funzionante con fascia toracica – in dotazione – sia tramite il contatto delle mani con i sensori palmari, mentre la console assicura un’interazione facile e intuitiva con l’attrezzo offrendo 6 profili d’allenamento base, modificabili variando indipendentemente velocità, inclinazione e tempo, fino a 50 profili con-figurabili. L’ampia gamma di protocolli d’allenamento comprende cardio, consumo grassi, tre test e count down. Run-2011/J è lungo 188 cm, largo 70, alto 142 e pesa 145 kg.

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Non chiamatela semplicemente “Bag”Sellfit presenta NRG Bag , creato appositamente per l’impiego nell’ambito sia del personal training sia del group fitness. Grazie alla sua struttura morbida, le apposite maniglie e una vasta libreria di esercizi inclusi, NRG Bag risulta l’attrezzo ideale per configurare allenamenti funzionali a circuito, che possono essere svolti sulla pavimen-tazione funzionale X Ground, realizzata per lo svolgimento di allenamenti in piccoli gruppi. Utilizzando le apposite grafiche stampate direttamente sulla pavimentazione, è possibile eseguire specifici esercizi finalizzati al migliora-mento di flessibilità, forza, agilità e velocità. X Ground è infatti composto dai quattro moduli: Flex, Power, Agility e Fast, ed è corredato di una serie di video che propongono un’ampia gamma di esercizi e protocolli d’allenamento.

Stazioni di allenamentoLa linea Kinesis, sviluppata da Technogym per lo svolgimento di un allenamento finalizzato allo sviluppo della forza, dell’equilibrio e della flessibilità, si amplia con l’introduzione delle nuove Kinesis Stations , i nuovi attrez-zi che consentono di compiere movimenti naturali, senza limiti nelle tre dimensioni, attraverso un sistema di cavi liberi. Queste nuove stazioni rappresentando la soluzione ideale per gli utenti che desiderano avvicinarsi all’alle-namento con i cavi, ma che necessitano di maggiore stabilità e supporto: possono ora svolgerlo nel club in modo facile, comodo e intuitivo. La posizione dei cavi, differente per ciascuna stazione, permette infatti di coinvolgere ogni parte del corpo, in maniera progressiva e a circuito, dando così vita a un total body workout.

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Per un lancio professionaleMacchina lanciapalle Lobster, modello Elite 5 Grand Slam, proposta Ago Sport. La macchina è progettata e re-alizzata per essere facilmente trasportata e utilizzata in qualsiasi condizione ambientale. L’alimentazione a batteria offre un’autonomia di gioco da 4 a 8 ore, con serbatoio in grado di contenere 150 palle. Completa di telecomando a 15 funzioni, la macchina permette un’oscillazione orizzontale e verticale programmabile in automatico, per lanci larghi, medi e stretti, con lancio casuale a tutto campo. Tre sono invece i programmi di allenamento preimpostati, con la possibilità di programmare fino a 6 lanci in posizioni differenti. L’inclinazione verticale è regolabile in maniera elettronica da 0 a 50°, con frequenza di lancio ogni 2/10 secondi e velocità tra i 50 e i 130 Km/h.

Recinzioni a tutto campoFAR, specializzata nella produzione di reti da recinzione di diverso tipo, propone reti da recinzione in polipropile-ne realizzate su misura, secondo le specifiche esigenze di ogni cliente. Versatili e polifunzionali, sono pensate per delimitare campi da calcio, tennis, squash e calcetto. Perfette anche per la recinzione di campi sportivi in interno. Facilmente posizionabili con l’ausilio di speciali cavi d’acciaio e ganci falsa maglia, non necessitano di manutenzione. Realizzate in colore verde, sono lavorate senza nodo, termo fissate, ad alta tenacità, con una maglia 48 x 48 mm. La resistenza delle reti da recinzione FAR è testata e certificata dai costanti controlli effettuati durante il ciclo produttivo interno all’azienda. FAR è infatti attrezzata da un significativo parco macchine, tecnologicamente avanzato che con-sente di ottenere prodotti dal valore elevato, 100% Made In Italy.

Tutti in panchina!

Panchine calcio per allenatori e riserve, recentemente installate per l’A.S. ROMA a Trigoria e al centro di allena-mento FIGC di Coverciano. Le panchine hanno una struttura in acciaio zincata 40x40x1,5 mm e traversini di rinfor-zo da 30x30x1,5 mm, copertura in policarbonato antiurto compatto UV di spessore 3 mm. Nella parte superiore e sui fianchi, viene applicato uno speciale profilo a U di 50x50 mm, per dare una continuità estetica alla parte frontale. Altezza 200 cm, profondità 178 cm, sedute in polipropilene modello Mondoseat 6. Prodotte nella sede di Saragozza sin dal 1988, le attrezzature a marchio Mondo sono realizzate con processi di produzione monitorati, per offrire un’ampia gamma di attrezzature e accessori adatte a tutti gli sport.

Come ti sposto la tribunaDal 1979 Sport System progetta, produce e distribuisce una gamma completa di attrezzature sportive per la ginnastica, l’atletica, gli sport individuali e di squadra. Forte dell’esperienza maturata nel settore, Sport System ha di recente sviluppato una nuova linea di tribune di dimensioni contenute, ribaltabili e mobili su ruote, per un veloce ed agevole stoccaggio. In questa linea di prodotti si colloca anche la nuova tribuna componibile, avente una lunghezza totale di 10 m e capienza di circa 60 spettatori, distribuiti su 3 gradoni. Lo sviluppo totale di 10 m è ottenuto mediante l’affiancamento dei 4 moduli di seduta e del modulo scala. Profondità totale della tribuna: 190 cm. Altezza massima 130 cm. E per uso outdoor, è già pronta la soluzione con struttura in acciaio zincato e piani di seduta e camminata in legno trattato per uso esterno.

A TUTTO SPORT!Attrezzare un impianto sportivo chiama in causa un’analisi preventiva delle esigenze della struttura stessa: a quale pubblico è destinata? Quali attività vi si svolgeranno? Verranno posizionate all’interno o all’esterno? In questa rassegna, proponiamo alcune idee per attrezzare un impianto sportivo, tra le qua-li: macchine lanciapalle per campi da tennis, recinzioni per delimitare ogni tipo di campo da gioco, panchine a bordo campo per allenatori e riserve, paletti e ostacoli per un allenamento professionale, protezioni antitrauma, porte da calcio, soluzioni per la danza, attrezzi pensati per l’allenamento outdoor. Come di consueto, la medesima rassegna è pubblicata anche su www.sportindustry.com, nel canale identificato dalla nostra lente, con ulteriori foto e dettagli tecnici.

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rassegna attrezzature sportive

Giocare in sicurezzaL’azienda Sportissimo presenta le protezione in LPE: la nuova soluzione per proteggere i muri e gli spigoli a bordo campo, all’interno di centri sportivi e spazi gioco. Prodotta con una tecnologia rotazionale, è formata da un guscio morbido in polietilene (lunghezza modulo standard di m 1,50) con un cuore in resina espansa. Essendo già preformata ad angolo e predisposta con i fori per il fissaggio, la protezione in LPE è facilissima da istallare; è ideale per l’esterno, impermeabile e resistente a raggi UV, con un robusto rivestimento che la preserva da abrasioni, tagli e urti. La protezione in LPE nasce da una lunga ricerca che ha portato ad equilibrare nella giusta miscelazione i com-ponenti plastici, ottenendo un prodotto finito di altissima qualità, resistente e allo stesso tempo morbido e sicuro.

Allenarsi a tutte le temperatureDue oggetti di uso comune, almeno per quanto riguarda l’allenamento di base di qualsiasi squadra di calcio: un paletto e un ostacolo, da sempre realizzati in PVC, materiale che ha creato problemi in passato dal punto di vista strutturale, soprattutto quando sottoposto a forti sbalzi di temperatura. Starlet Italia risolve del tutto questo pro-blema, proponendo questi articoli in Policarbonato, un materiale che non solo è a prova di sbalzi termici, ma anche resistentissimo agli urti. Nello specifico, si tratta di un paletto in PLC di altezza 160 cm, con puntale in acciaio e un ostacolo in PLC in sei misure, completamente regolabile da 30 a 60 cm. Due articoli prodotti integralmente in Italia, nella sede aziendale di Piombino, con materiali italiani, grazie alla collaborazione con una ditta con sede a Milano, che produce il materiale in proprio.

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Diritti in porta!Vivi Sport presenta la nuova coppia di porte da calcio regolamentare 7,32x2,44 metri, realizzate con profilo in alluminio a sezione ovale (100x120 mm) con nervature interne, ideale per sopportare qualsiasi condizione atmosferica. Per rendere la porta ancora più stabile e robusta, i gomiti sono saldati e le giunzioni sono realizzare con profilo di alto spessore, sempre in alluminio, con lega speciale 6005. Una volta montata la porta, la traversa rimane parallela al campo grazie alla tecnologia “no gravity”. La porta è fornita completa di bussole in alluminio, reggirete a pali distanziati in acciaio zincato a caldo e ganci in materiale plastico per il fissaggio della rete.

Attrezzare l’esternoAttrezzi per l’allenamento fisico concepiti per l’utilizzo all’aperto, specificamente ideati da PGOPlay al fine di com-binare l’allenamento con il recupero funzionale, l’intrattenimento, la salute e la cura del corpo; il tutto a contatto con la natura. Realizzati secondo il principio scientifico della meccanica nana e cinetica, consentono infatti di lavo-rare con il peso e la forza del proprio corpo e sono realizzati secondo procedure rigorose, che coinvolgono la scelta dei materiali, la lavorazione, lo stampaggio, la verniciatura e l’imballaggio. Queste caratteristiche li rendono ideali per attrezzare parchi pubblici e stabilimenti balneari, ma anche aree esterne di centri sportivi, fitness e benessere, alberghi e villaggi turistici. Nell’immagine: un attrezzo della linea Power Pusch.

Tutto il mondo della danza

La ditta Maurizio Scarrozza nasce con lo scopo di fornire attrezzature per le scuole danza e, nello specifico: sbarre mobili o fisse, nelle versioni a muro o a terra, nonché tappeti per la danza. Nel tempo sono stati realizzati modelli diversi, ma la forza dell’azienda risiede nella capacità di modificare all’occorrenza i modelli esistenti, as-secondando le necessità e le singole esigenze della scuola, oltre a produrre articoli ex novo su indicazioni della clientela.

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scelti per voinovità dal mercato

Installata a tempo di record dall’a-zienda Ceta (sono stati necessari solo pochi giorni) la tribunetta salva playoff del Palazzetto dello Sport di Bergamo, che permetterà alla Norda Foppapedretti di disputa-re la seconda fase del Campionato. La piattaforma, estraibile, è com-posta da una tribuna telescopica posizionata sotto la curva nord, che verrà utilizzata in tutte le competi-zioni nazionali e internazionali. Le dimensioni della tribuna? 13,5 metri la lunghezza, in grado di assicurare una capienza di 196 posti. La tri-bunetta, la cui struttura è in legno ignifugo, ospita sedili rossi e blu (i colori della squadra) realizzati in po-lipropilene.

LA TRIBUNA SALVA PLAYOFF

Per approfondire:

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PRODOTTI SEMPRE PIÙ INNOVATIVI Le aziende che operano nel mercato dello sport, del fitness, della piscina e del benessere sono in grado di offrire soluzioni, prodotti, tecnologie sempre nuovi e innovativi, pensati e realizzati per accontentare ogni specifica esigenza espressa dagli operatori di questi tre settori, ogni giorno più interconnessi tra loro. In queste pagine, segnaliamo i prodotti più innovativi e più nuovi tra quelli proposti di recente dalle aziende, specificando che, come di consueto, ogni singolo prodotto può es-sere approfondito su www.sportindustry.com, cercando negli “Scelti per Voi” e nelle “Novità prodotti” del canale di riferi-mento, segnalato dalla nostra lente, oppure inserendo il nome dell’azienda e/o del prodotto nella barra di ricerca del nostro sito, sempre identificato dalla nostra insostituibile lente.

Grigliati Baldassar presenta la recinzio-ne modulare per im-pianti sportivi Olim-pia Safe, una rete di sicurezza in gri-gliato elettrosaldato, composta da barre portanti orizzontali a sezione rettangolare

e barre trasversali di collegamento a sezione tonda. La bordatura late-rale, unita mediante saldatura a filo, garantisce un’elevata resistenza e una qualità duratura nel tempo. La superficie esterna è inoltre rivestita con una zincatura a caldo, eseguita dopo la lavorazione. Direttamen-te sulla zincatura viene infine applicata la verniciatura a polvere, con resine poliestere specifiche per esterno. Le piantane per la recinzione sono realizzate in profilo IPE100 e sono fornite complete di “offendi-colo” inclinato a 45°, sia nelle varianti da annegare sia da tassellare. Olimpia Safe è progettata in conformità con molteplici leggi vigenti in materia di impianti sportivi, sicurezza e strutture in acciaio.

NELLA GABBIA DELLO SPORT

Avete a disposizione un piccolo spazio e volete realizzare un vero campo da gioco polivalente con un investimento contenuto? La soluzione è GeoArena, la prima gabbia sportiva prestazio-nale, polivalente e itinerante, proposta da Arca-dia. Con Geoarena bastano poche persone per dar vita ad appassionanti e spettacolari sfide 2vs2 o 3vs3, nelle più svariate discipline spor-tive: street soccer, street basket, street tennis e street volley. Il campo è infatti racchiuso da un reticolo geodetico composto da un intreccio di aste in acciaio. L’intera arena viene poi coperta

con una rete contenitiva in nylon, in modo da evitare qualsiasi fuoriuscita del pallone, evitando inutili perdite di tempo e garantendo l’incolumità del pubblico. Completa la struttura una pa-vimentazione sportiva performante adatta allo svolgimento di diversi sport. Le dimensioni della struttura sono 20x10 m, con un’altezza massima di 6 m, e può essere montata su qualsiasi tipo di superficie piana e rigida come l’asfalto, il cemento o pavimentazioni omogenee in modo da garantire la stabilità e la sicurezza dell’intera struttura. Come accennato, Geoarena richiede infine un investimento economico notevolmente ridotto rispetto alla realizzazione di un campo polivalente, oltre a poter essere anche solo noleggiata.

OBIETTIVO SICUREZZA

Si chiama Waterpolo Vi-sual System ed è un siste-ma di segnalazione visiva che sfrutta sorgenti LED disposte in zone precise all’interno e all’esterno del campo da gioco, ideate per segnalare e aggiornare in tempo reale gli atleti, gli ar-

bitri, la giuria, il pubblico presente e gli spettatori televisivi sull’anda-mento delle azioni. Il sistema, ad alta spettacolarizzazione, permette dunque una migliore comprensione del gioco della pallanuoto da par-te del pubblico e garantisce una maggiore trasparenza nelle decisioni degli arbitri durante le partite. Le sorgenti luminose LED di Waterpolo Visual System, ideato da Piscine Castiglione/Myrtha Pools e svilup-pato con Aqvatech Engineering, marcano infatti le aree specifiche del campo (linea dei 5 metri e linea dei 2 metri dalla porta, porte, pozzetti di espulsione), assicurando maggiore chiarezza. Una tecnologia che promette dunque di rivoluzionare il gioco della Pallanuoto.

LA PALLANUOTO DIVENTA VIRTUALE

Per approfondire:

canale Sport & Fitness

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canale Sport & Fitness

Per approfondire:

canale Complementi

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scelti per voi novità dal mercato

IL SEGRETO È IL LEGNO

Una copertura dall’originale forma a boo-merang, che garantisce massima luminosità e attenzione al risparmio energetico. Questa la recente soluzione proposta da Holzbau per coprire l’impianto sportivo polivalente Olgia-ta Sporting Club di Roma. Una copertura in legno lamellare in grado di conferire, in virtù della sua particolare forma, slancio e sinuosi-tà alla struttura. Il legno lamellare costituisce anche la trama su cui sono state inserite le ampie vetrate, conferendo agli edifici la giu-sta luminosità. E non solo: il legno lamellare è un perfetto isolante termico, acustico, elettri-co, totalmente riciclabile e plasmabile in ogni forma; risulta quindi perfettamente idoneo per la realizzazione di una struttura così ori-ginale e al tempo stesso funzionale. Il risul-tato finale, su progetto di LAD (Laboratorio di architettura e design), è un centro sporti-vo multifunzionale destinato a servire le aree circostanti, strutturato per operare in stretta relazione con diversi edifici scolastici presenti nella zona. Numerose le attività sportive in-door previste: nuoto, calcio a cinque, calcio a otto, beach volley, fitness, a cui si aggiunge la possibilità di praticare attività terapeutico - riabilitative.

Si chiama Gymmit Calendar ed è un sistema tutto italiano che per-mette a palestre, piscine e personal trainer la pubblicazione di calendari corsi, consultabili direttamente dal browser web e dai più diffusi dispo-sitivi mobili: iPhone, iPad, iPad2, Android, BlackBerry, Windows Phone. Facilissimo da usare, l’upload del calendario si fa direttamente trami-te Excel, è possibile gestire tutte le prenotazioni degli utenti in modo semplice e intuitivo. Non sarà necessario dotarsi di server o sviluppare programmi complessi per memorizzare e pubblicare i dati nei calen-dari; basterà iscriversi a gymmit, registrare il proprio centro sportivo e cominciare ad avvalersi dei molteplici servizi messi a disposizione, così da raggiungere in “mobilità” chiunque sia interessato a frequentare o prenotare anche singoli corsi. Gymmit permette infine di invitare gli amici a iscriversi alle stesse attività, per semplificare ancora di più la ge-stione delle prenotazioni e rendere più user-friendly l’attività sportiva.

Per approfondire:

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Per approfondire:

canale Complementi

IL “CALENDARIO” DELLO SPORT

Youmble lancia sul mercato italiano il nuovo cardiofrequenzimetro per iPho-ne e iPod touch, certificato Apple, compatibile con le fasce cardio più popolari. Grazie ad un’app dedicata gratuita (iHearthrate) sarà finalmente possibile per corridori, podisti e joggers, creare allenamenti personalizzati particolarmente efficaci, basati sulle prestazioni personali, tenendo inoltre traccia dei propri progressi e percorsi. Il sistema si fonda, oltre che sul ricevitore Wayrun, anche sull’App iHearthrate, grazie alla quale è possibile registrare sessioni di allena-mento integrate dal GPS per il tracciamento del percorso effettuato, tenendo

traccia di tutti i valori rilevati in ogni punto del percorso. Possibile inoltre creare tabelle di marcia, che l’App controlla durante l’allenamento, gestendo dei messaggi in cuffia qualora tali limiti (velocità e frequenza cardiaca) siano superati. La voce informa anche periodicamente sui valori medi registrati durante l’attività sportiva, con cadenza configurabile in termini di tempo o di spazio. Naturalmente, il display presenta tutti i valori di allenamento; una volta che questo sia terminato, i dati possono essere condivisi ed esportati attraverso in formato standard GPX, interpretato da moltissimi software e servizi online.

Per approfondire:

canale Sport & Fitness

UNA “APP” DEDICATA ALL’ALLENAMENTO

RELAX DOPO PARTITA

Fornitore ufficiale del A.C. Cesena dalla stagione 2010/2011, Fabarpool ha for-nito una minipiscina

idroterapica modello Paradise, posizionata negli spogliatoi riservati alla squadra locale nello stadio Manuzzi di Cesena. In dettaglio, il modello Paradise offre comfort e dimensioni contenute (195 x 195 cm e altezza 80 cm), con 5/6 sedute e 19 getti multi-massage. Le sedute sono tutte ergonomiche; una addirit-tura conformata per potersi sdraiare in acqua. Pratica da installare e anche da spostare.

Per approfondire:

canale Wellness

GRAMAGLIA srlVia Ancona, 67 - Osimo (An)Tel. 071.7108700 • [email protected] • www.gramaglia.it

blue pool piscineby GRAMAGLIA

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focus dall’industria

La copertura delle meraviglie

Una pressostruttura che permetta di sfruttare l’impianto sportivo durante tutta la stagione invernale risparmiando fino al 50% delle spese di riscaldamento? La risposta è “Energy”, la copertura con doppia membrana tessile progettata da Europlast.

a cura di Alice Spiga

Una copertura progettata e realizzata per garantire risparmi energetici senza precedenti, con vantaggi notevoli, e di-mostrabili, soprattutto per quanto riguar-da l’utilizzo degli impianti sportivi nella stagione invernale. Si chiama “Energy” ed è l’innovativa pressostruttura a doppia membrana tessile ideata da Europlast, dal 1972 specializzata nella re-alizzazione di soluzioni tecniche per la copertura di tutte le tipologie di impianti. Coperture coibentate, in legno lamellare e in acciaio zincato, geostrutture, tenso-strutture, pressostrutture, realizzazioni a progetto; tutto creato su misura a secon-da delle esigenze del cliente. Il tratto che accomuna le coperture prodotte dall’a-zienda è la lavorazione della membra-na tessile, che non solo costituisce un involucro di protezione contro le condi-zioni ambientali, persino le più rigide e avverse, ma permette anche di trasmet-tere i carichi esterni, come vento e neve, agli elementi strutturali di supporto, ga-rantendo una resistenza ottimale. Energy rappresenta quindi un punto di arrivo di decenni di sperimentazioni nel campo delle coperture, ma si pone anche come punto di partenza per l’elaborazione di nuovi progetti. L’obiettivo? Garantire ef-fettivi risparmi in campo energetico. Per approfondire le caratteristiche di que-sta innovativa membrana, le sue appli-cazioni in ambito sportivo e i vantaggi da essa garantiti, abbiamo intervistato

Alessandro Boari, responsabile dell’a-zienda Europlast.

Quali sono le principali caratteristiche tecniche di Energy?“La caratteristica principale, che la distin-gue dalle soluzioni sul mercato, è la pre-senza di una doppia membrana coibente, senza ponti termici. Le due membrane, invece di essere staccate l’una dall’altra e congiunte solo in alcuni punti, viaggiano parallele, allontanate da un’intercapedi-ne calibrata con stacco di 30/45/50 cm (dipende dalla tipologia di costruzione) su tutta la superficie. Il collegamento tra le due membrane avviene, sempre su tutta la superficie, tramite appositi colle-gamenti interni tessili, che mantengono la distanza costante tra le due membra-ne e impediscono la creazione di ponti termici. All’interno di queste due mem-brane viene soffiata aria proveniente da un generatore di aria calda di ultima generazione, a condensazione, dotato di un bruciatore modulare con termorego-lazione elettronica. Il contatto tra le due membrane avviene solo a terra, ridu-cendo dunque al minimo la dispersione termica ed eliminando tutti i ponti ter-mici normalmente presenti nelle doppie membrane tradizionali”.

I vantaggi forniti dall’applicazione di questa tipologia di doppia membrana alle coperture per impianti sportivi?

“I vantaggi riguardano soprattutto il ri-sparmio energetico. Con questo tipo di membrana è infatti possibile abbattere i costi dell’impianto di riscaldamento del 45/50%, che in strutture “energivo-re” come gli impianti sportivi non è poco, soprattutto quando si parla di piscine. A questo proposito, abbiamo installato questo tipo di copertura anche in alcu-ni impianti natatori, con risultati davvero eccezionali, arrivando ad ottimizzare la presenza di umidità all’interno e creando un ambiente estremamente confortevole e salubre. Il sistema permette infatti di mantenere, senza costi eccessivi, la tem-peratura dell’acqua uguale a quella dell’aria (con un salto termico di ±1°C), in modo da limitare al minimo l’evapora-zione dell’acqua, contenendo fenomeni di condensa e di evaporazione. Questo si traduce nella creazione di un microcli-ma estremamente confortevole all’inter-no dell’ambiente, essenziale soprattutto quando si parla, appunto, di piscine. Senza contare che, abbattendo i costi del riscaldamento, si ottengono numeri inte-ressanti, con risparmi garantiti di notevo-le entità”.

Qualche altro esempio di applicazione negli impianti sportivi?“La prima applicazione del sistema risale al 2009 e, già in condizioni meteoriche normali, ci eravamo accorti che il sistema stava dando eccellenti risultati. Ma è sta-

“La caratteristica

principale che distingue

Energy dalle altre

soluzioni sul mercato è la

presenza di una doppia

membrana coibente, in

assenza di ponti termici”

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focus dall’industria

to con l’irrigidirsi delle temperature che il sistema è riuscito a superare anche le più ottimistiche aspettative. Si pensi che siamo riusciti a ottenere, con un genera-tore a condensazione di potenza dimez-zata rispetto al solito, un salto termico di 34/35°C, da -13 esterni ai +19 interni. Di contro, abbiamo ottenuto un risulta-to inaspettato nell’estate del 2011, con le coperture che avevamo installato per coprire due campi da tennis della Virtus Bologna. La copertura installata era stata inizialmente pensata per essere utilizzata solo durante l’inverno, e smontata a mar-zo, al sopraggiungere della stagione esti-va. In questo caso, il cliente ha preferito non rimuoverla e tenere coperti i campi da tennis. Il risultato? Energy è riuscita a mantenere la temperatura esterna uguale a quella interna, vale a dire +35 a +35°C, con il vantaggio di poter giocare all’ombra della copertura, quin-di in assenza di irraggiamento solare, e di poter contare su un’umidità inferiore a quella esterna Alla fine, nelle ore più calde della giornata, le persone preferi-vano giocare all’interno piuttosto che nei campi scoperti. A sostegno di questi risultati, abbiamo svolto anche specifiche indagini ter-mografiche, per testare le caratteristi-che di dispersione delle membrane. In pratica, abbiamo posizionato delle son-de all’interno e all’esterno, che ci han-no permesso di misurare il coefficiente di dispersione termica, visualizzandolo graficamente. I risultati hanno eviden-ziato un abbattimento della dispersione termica proprio quando le temperature esterne diventano particolarmente rigide. Questo perché, essendo un pacchetto

che sfrutta le due membrane più la ven-tilazione, quando il clima si fa più rigido e l’umidità viene a mancare, la condizio-ne diventa ottimale, perché l’assenza di umidità permette una minore trasmissio-ne del calore. Questo dimostra perché, con - 13°C e zero umidità, siamo riusciti a ottenere i risultati migliori. Abbiamo svolto anche verifiche comparative, mettendo a confronto le misurazioni ef-fettuate su una pressostruttura con una membrana standard rispetto a una con la doppia membrana classica e una con la doppia membrana Energy e abbiamo potuto verificare, dati alla mano, che la nostra soluzione, sotto questi aspetti, è un gradino più avanti. Un gradino bello alto, tra le altre cose”.

Voi lavorate da tanti anni nel mercato delle coperture, operando principalmen-te in Italia; può offrirci un commento in merito a questo specifico settore? “Basandomi sulla mia esperienza, perso-nale e professionale, penso che il mer-cato italiano delle coperture sia so-stanzialmente un mercato povero, dove si investe sempre meno. Noto anche una crescente approssimazione della proget-tazione e nell’utilizzo di materiali; non sono rari i casi in cui vengono utilizzati materiali scadenti o tecnologie inadegua-te per la creazione di coperture e tutto perché si predilige il risparmio invece della qualità. Il risultato è una concor-renza agguerrita e non sempre leale, soprattutto sui prezzi, tanto da arrivare a perdere il giusto rapporto qualità/prez-zo. Senza contare che è un mercato che ruota in prevalenza attorno all’ente pub-blico, e i problemi degli ente pubblici,

tra Patto di Stabilità, tagli e pagamenti ritardati, li conosciamo tutti fin troppo bene. Il mercato, in questo periodo, è portato avanti grazie alle convenzioni stipulate tra gestore dell’impianto spor-tivo e comune, per cui è l’impianto spor-tivo stesso che genera la spinta a fare interventi specifici, tra cui ad esempio coprire il proprio campo da gioco. Al momento, stiamo raccogliendo i frutti di una semina fatta in passato; certo si con-tinua a seminare, ma non è che ci sia un mercato particolarmente florido”. Quindi, arrivati a questo punto, quali sono i progetti per il futuro? Dove state rivolgendo la vostra attenzione? “Per il futuro, dal punto di vista commer-ciale, stiamo lavorando per aumentare la nostra presenza sul territorio naziona-le. Lavoriamo molto soprattutto nel Sud Italia, ma vorremmo espanderci anche in altre aree. Per questo, stiamo investen-do nel potenziamento della nostra rete di vendita. Dal punto di vista dei prodotti, invece, stiamo lavorando in si-nergia con Canobbio per introdurre sul mercato italiano una membrana tessi-le prodotta all’estero in grado di far passare il 25% in più della luce solare riducendo al contempo l’irraggiamento. Utilizzata in abbinamento alla membra-na Energy potrebbe migliorarne notevol-mente le qualità”.

PER APPROFONDIRE:www.sportindustry.com canale: complementisezione: sceli per voi titolo: Europlast: copertura a risparmio energetico

Due volumi dedicati al design e alla tecnologia della piscina italiana

La piscina è espressione di architettura e design, risultato di un complesso in-treccio di tecnologie e competenze. Nei volumi Italian Pool Design e Italian Pool Design2 sono raccolte le più belle realizzazioni che identificano l’eccellenza pro-gettuale e costruttiva italiana, raccontate attraverso splendide immagini, schizzi progettuali e descrizioni tecniche. Un omaggio alla bellezza di una struttura, la piscina, che può caratterizzare qualsiasi spazio architettonico, naturale, paesag-gistico o abitativo.

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focus eventi

ForumClub/ForumPiscinePerché esserci?

Entrare in contatto con un mondo di professionisti qualificati, che sappiano risolvere la maggior parte delle problematiche legate alla gestione di centri sportivo/ricreativi e al contempo poter trovare tutti i prodotti, le soluzioni e le tecnologie dedicate al fitness, alla piscina e al benessere. Tante (ottime) motivazioni per non perdersi ForumClub/ForumPiscine

Alcuni di voi forse si saranno chiesti, sfo-gliando le pagine del nostro Magazine e curiosando tra le notizie e i prodot-ti pubblicati su www.sportindustry.com, per quale motivo la nostra redazio-ne parli così spesso di ForumClub e di ForumPiscine. La motivazione principa-le è che ForumClub/ForumPiscine rap-presenta un unicum in Italia: due even-ti in uno che dichiarano la loro unicità sin dal nome, “forum”, che sin dall’antica Roma identificava un importante luogo di incontro e di interscambio di saperi e di cultura. Perché ForumClub/ForumPiscine non è una fiera come tante altre, esso na-sce con il preciso intento di fare “cultura di settore”, e fornire a chi opera a vari livelli nel mercato della piscina e del fit-ness, ma anche in quelli trasversali del wellness, dello sport come dell’intratte-nimento, servizi, tecnologie e prodotti spendibili in ogni ambito lavorativo; dal marketing alle risorse umane, dalla fide-lizzazione del cliente fino alle nuove tec-nologie, dalla progettazione alla realizza-zione fino alla gestione. Un evento BtoB

che non ha eguali. Non ne siete convinti?

Cosa trovo?Forse non tutti sanno che l’area espositiva di ForumClub/ForumPiscine, dislocata su una superficie di 16000 mq, comprende una varietà di merceologie che posso-no essere di grande interesse per tutto il mondo dell’impiantistica sportiva, dai centri sportivi tout court ai parchi ac-quatici alle moderne strutture polivalenti fino alle strutture ricettive e di diverti-mento. Solo per porre alcuni esempi. In questo tipo di centri ci sono gli spoglia-toi, ebbene, l’unica fiera in Italia dove è possibile trovare tutti, ma proprio tutti i complementi per spogliatoi, dagli armadietti alle panche agli appendiabiti fino alle cassette di sicurezza, alle docce e persino le serrature e i lucchetti, è pro-prio ForumClub/ForumPiscine. Alle proposte merceologiche di sicuro interesse, si possono inoltre aggiungere anche tutte le soluzioni per la pavimen-tazione di aree umide: materiali antisci-volo in ceramica, cotto, pietra, resina o

nuovi materiali plastici dalle colorazioni sgargianti. Certo, potreste ribattere, di fie-re sui materiali edilizi e sui rivestimenti ne esistono tante in Italia, e di sicuro non possiamo smentirvi. Però ForumClub/ForumPiscine vi garantisce di trovare solo materiali progettati e realizzati per venire incontro, da una parte, alle esigenze delle aree umide, presenti a bordo piscina, nel-le docce, negli spogliatoi, nelle aree be-nessere, nei parchi acquatici, e dall’altra pensate per lo svolgimento di qualsiasi attività fisica, come pavimentazioni che, grazie a speciali segni, guidano l’utente nello svolgimento degli esercizi. Senza contare che è raro trovare un centro sportivo o ricreativo che non comprenda anche una piscina o un’area fitness, o un centro benessere. Questa polifunzionalità richiede competenze, prodotti e tecnolo-gie specifici, che non si possono dare per scontati, soprattutto perché in gioco c’è la sicurezza e la salute dei frequentatori del vostro centro. Ad esempio: lo sapeva-te che esistono modelli di pulitori per piscine pubbliche in grado di pulire

a cura della redazione

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focus eventi

tutto il fondo, le pareti e la linea batten-te dell’acqua in poche ore risparmiando energia? Modelli che funzionano senza cavo o con un cavo che non si attorciglia mai su se stesso; modelli che possono essere direzionati con un telecomando e che evitano gli ostacoli; modelli che si auto programmano in maniera autonoma sulla base all’esperienza. Pulire la piscina sarà più semplice che cambiare canale! Un altro esempio? Lo sapevate che l’uti-lizzo costante di una copertura per-mette un risparmio ingente sulle spese di manutenzione della piscina? Essa blocca l’evaporazione dell’acqua e dei compo-nenti chimici presenti, limitando disper-sioni termiche e la formazione di umi-dità, condense e muffe; oltre ad essere un validissimo aiuto per la sicurezza de-gli utenti. Ancora una volta ForumClub/ForumPiscine rappresenta l’unico luogo in Italia dove venire in contatto con tutti i prodotti, le tecnologie e le soluzioni per la manutenzione delle piscine e delle spa, ai quali si devono aggiungere tutti quelli per il trattamento, la filtrazione, il controllo e la regolazione di un fluido, l’acqua, fautore certo di benessere ma, se non trattato a dovere, potenziale por-tatore di malattie e infezioni. Non è an-cora sufficiente? Allora, considerate che questa fiera, che ricordiamo non è solo una fiera, ma è anche un Congresso, è anche il luogo in cui potete entrare in contatto con le ultime tendenze in ma-teria di attrezzature e attività fitness. L’edizione 2012, conclusa a febbraio, ha visto la partecipazione di Les Mills e di Zumba Fitness, due opportunità uniche per portare nei vostri centri un’utenza che altrimenti non vi avrebbe mai messo pie-de. Entrambi propongono programmi di allenamento con coreografie molto coin-volgenti ed “energetiche”. Senza contare che proprio quest’anno Zumba Fitness ha lanciato Aqua Zumba, un nuovo pro-gramma di danza-fitness da svolgere in acqua, per coinvolgere e attirare nuove tipologie di frequentatori. E se tutto que-sto non bastasse…

Cosa imparo?Pensate a tutte le nuove tecnologie per il risparmio energetico, ai pannelli fo-tovoltaici e solari termici, alle pompe di calore, alle unità per il trattamento e il recupero dell’aria. Pensate a tutti i cam-biamenti in corso dal punto di vista nor-mativo e a tutte le opportunità che si

aprono a chi gestisce strutture nate negli anni 60/70, con impianti che consuma-no quantità incredibili di energia e “bru-ciano” risorse. ForumClub/ForumPiscine rappresenta l’unica occasione per entrare in contatto non solo con questo settore merceologico, ma anche e soprattutto con gestori di centri fitness e piscine che si sono convertiti alle rinnova-bili, pronti a condividere la loro espe-rienza portando sul piatto i dati, numeri alla mano, del risparmio che hanno otte-nuto. Senza contare che le normative, non solo nel campo delle “energie rinno-vabili”, possono essere una giungla per chi opera in qualsiasi settore; tra tutti i cambiamenti in atto, gli adeguamenti normativi, le leggi in fase di revisione, chi non si mantiene aggiornato rischia multe notevoli, quando non la chiusura temporanea dell’impianto. Il senso è uno solo: l’aggiornamento per chi opera in questi settori non è importante, è fondamentale. Per questo motivo, ogni anno ForumClub/ForumPiscine riesce a richiamare un numero sempre crescente di aziende e di operatori (l’anno scorso sono stati 160 gli espositori presenti, con un numero di presenze dall’estero in crescita esponenziale, e oltre 6000 i vi-sitatori), proponendo, a latere dell’area espositiva, un Congresso che comprende workshop tecnici, sulle novità di prodot-to e le ultime tendenze del mercato, e sessioni di approfondimento incentrate soprattutto sulla gestione di centri fitness e impianti natatori. Perché partecipare al Congresso? Perché le problematiche che i centri fitness e natatori si trovano ad af-frontare sono molto simili a quelle che un centro sportivo, ricreativo o benessere vive ogni giorno: far fronte al calo delle iscrizioni, fidelizzare il cliente, sfruttare al meglio i social media per trovare validi collaboratori o per sponsorizzare le pro-prie attività, aprirsi nuove strade di mer-cato, “abbracciare” le ultime tendenze in

ForumClub/ForumPiscine21-23 febbraio 2013Fiera Bolognawww.forumclub.itwww.forumpiscine.it

VISTO DA VICINO

RIMANERE INFORMATI,TUTTO L’ANNO

Entrare e rimanere in contatto con il mondo di ForumClub/ForumPiscine tutto l’anno? Tantissimi sono i modi. Potete iscrivervi alla newsletter dell’evento, direttamente da www.forumclub.it e www.forumpiscine.it. Oppure, potete accedere al sito www.ilcampo.it e scaricare, a un prezzo modico, gli audio di alcune sessioni tenute dai relatori intervenuti al Congresso Internazionale, approfondendo in modo pratico e diretto tutti i temi più importanti: dalle ultime novità normative ai vantaggi assicurati dalla conversione alle energie rinnovabili, ai segreti per fidelizzare i vostri clienti e per trovarne di nuovi. E molto molto altro ancora, tutto da ascoltare.

materia di centri acquatici, comprendere il funzionamento delle convenzioni per la gestione degli impianti sportivi; temi affi-dati ai migliori esperti a livello inter-nazionale. Non crediamo possibile che siano temi che possano lasciare indiffe-rente chi opera nel settore dell’impian-tistica sportiva. Quando poter entrare in contatto con tutto questo? Dal 21 al 23 febbraio 2013, in Fiera a Bologna.

Guida alla realizzazione dell’area benessere

PROGETTOWELLNESSL’area wellness dalla A alla Z: Il progetto, i materiali, le attrezzature, gli accessori, la manutenzione per spazi ad uso pubblico e privato

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focus illuminazione

Impianti sportivi in luceIl benessere visivo assume, negli impianti sportivi, un ruolo fondamentale. Per una corretta illuminazione, un bravo progettista deve saper considerare moltissimi elementi, dalle attività che verranno svolte alle necessità di risparmio della struttura. In questo articolo, l’architetto Enrico Carbone introduce l’argomento, aprendo importanti riflessioni. di Enrico Carbone, foto da Spaziosport

La diffusione dello

spettacolo sportivo in

televisione ha contribuito

a far evolvere la qualità

dell’illuminamento negli

impianti sin dai primi

passi pionieristici di Roma

1960.

Tra i criteri che si pongono alla base della progettazione degli impianti sportivi, il benessere visivo riveste particolare im-portanza, in considerazione della natura e delle caratteristiche proprie insite nelle attività praticate e, quindi, nelle diverse discipline sportive.Torna utile premettere che una delle ca-ratteristiche dell’occhio umano è la ca-pacità di leggere la realtà sulla base dei soli contrasti di luminosità, per cui sia il coefficiente di contrasto, sia l’acuità visi-va e la velocità di percezione si pongono in relazione, appunto, con la luminosità della realtà che si osserva. Se questo vale in generale per ogni attività dell’uomo,

non è difficile intuire quanto determinan-te possa diventare per lo sport, in consi-derazione del fatto che si pone, alla sua base, il movimento come elemento co-stituente fondamentale.Lo sport, nella realtà, si articola in nume-rose discipline e specialità, con richieste di prestazione estremamente diverse tra loro proprio dal punto di vista del benes-sere visivo. Numerosi sono gli sport in cui entra in “gioco” un elemento come la palla o altro simile: badminton, baseball, bocce, calcio, golf, handball, hockey, via via fino allo squash e al tennistavolo. Altri si basano sulla capacità di cogliere un bersaglio: tiro a volo, tiro con l’arco, tiro

a segno. Altri ancora sul confronto diretto tra atleti: pugilistica, scherma. Altri anco-ra presuppongono la capacità di svolgere il gesto sportivo nell’ambiente naturale: canoa, canottaggio, sci, fino alla vela e al surfing; altri infine sulla tendenza alla perfezione del gesto: ginnastica artistica, tuffi, salto. Non ho certo la pretesa di esaurire la complessità dell’argomento con questa nota introduttiva: mi preme solo eviden-ziare quanto diverse siano tra loro le di-verse discipline sportive e quanto de-terminante possa essere, per tutte pur se in modo diverso, il criterio del benessere visivo.

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focus illuminazione

Alcune “considerazioni sportive”Fondamentale è partire dalla conside-razione che tutte le discipline sportive possono svolgersi a livelli diversi di pre-stazione: amatoriale, formativo, agoni-stico, spettacolare, professionistico, fino ai grandi eventi di rilevanza mondiale; questi livelli diversi di pratica presentano richieste di prestazione specifiche, pro-prio in relazione con il benessere visivo necessario. I fattori che entrano in gioco sono certamente la qualità della presta-zione sportiva, ma anche la sicurezza per sé e per gli altri e il mantenimento delle condizioni di salute. Una condizio-ne che ha ulteriormente contribuito a far evolvere la qualità dell’illuminamento in un impianto sportivo è stata certamente l’importanza crescente assunta dalla te-levisione per la diffusione dello spet-tacolo sportivo; se i Giochi Olimpici di Roma 1960 hanno segnato in qualche modo i primi passi pionieristici in questa direzione, da allora molto è cambiato e tuttora continua a evolversi con grande velocità. Si deve poi valutare che, in un impianto sportivo, convivono sogget-ti diversi: accanto agli atleti, si devono considerare i giudici di gara, i tecnici, gli spettatori, i giornalisti della carta stampa-ta e della televisione, gli addetti al fun-zionamento e alla gestione, tra cui quelli preposti al pronto soccorso, al pronto in-tervento e alla sicurezza; tutti questi sog-getti presentano esigenze specifiche e differenziate per quanto riguarda il be-nessere visivo. Idonee condizioni in que-sto senso devono poi essere assicurate in relazione alle diverse categorie di im-pianti, che possono essere all’aperto o al

chiuso o inseriti in un ambiente naturale. Tali condizioni devono essere realizzate facendo ricorso sia alla luce artificiale sia a quella naturale, in fase diurna come

Enrico CarboneArchitetto, è membro della “Commissione Impianti Sportivi” del CONI e Coordinatore della rivista tecnica Spaziosport di CONI Servizi.

VISTO DA VICINOnotturna, evitando fenomeni negativi quali l’abbagliamento o i riflessi indesi-derati. Ulteriore elemento da considerare è quello relativo ai livelli di sostenibili-tà, con particolare attenzione al possibile inquinamento illuminotecnico derivante in particolare dai grandi impianti all’a-perto, quali gli stadi, specie se collocati all’interno del tessuto urbanistico del ter-ritorio. Ultimo punto, infine, da prendere in esame con sempre maggiore attenzio-ne riguarda i costi, di costruzione come di gestione, così come la necessità di prevedere un piano di manutenzione programmata che consenta di ottimiz-zare la resa, ma anche la durabilità, degli impianti tecnici realizzati.

PER APPROFONDIRE

Questa breve riflessione fa parte del numero 21 della rivista Spaziosport, il trimestrale di CONI Servizi dedicato all’Architettura per lo Sport. Ogni numero della rivista analizza nel dettaglio un singolo tema, in questo caso è “Luce per lo sport”, guidando i diversi operatori dell’intervento edilizio a un buon operare. Per ricevere in abbonamento la rivista e per maggiori informazioni: www.impiantisportivi.coni.it”.

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appuntamenti

DUE MESI DI PISCINE

Sei aree espositive e sei congressi integralmente dedicati al mondo dello sport, tutto in un’unica location e nelle medesime date. È Amsterdam 2012 event, che si svolgerà dal 12 al 13 dicembre 2012 presso l’Amsterdam RAI. Le sei macroaree - stadi, impianti sportivi, calcio, erba sintetica, aree da gioco e tecnologie dello sport – sono accolte all’interno di un’unica ampis-sima area espositiva, volta a migliorare le sinergie e le opportunità di busi-ness tra le differenti aree di interesse. Amsterdam 2012 sarà l’occasione per professionisti, architetti, progettisti ed esperti in costruzione di impianti sportivi, organi di governo, amministratori, esponenti di federazioni spor-tive internazionali, gestori e proprietari di strutture sportive, di entrare in contatto, dal punto di vista espositivo, con le ultime soluzioni in ambito impiantistico (superfici, coperture, sedute, attrezzature per ogni tipologia di sport) e, dal punto di vista congressuale, con le normative più attuali, le tecnologie e le soluzioni per una gestione intelligente in materia di impianti sportivi.Un luogo di formazione e di aggiornamento tutto da scoprire.

LO SPORT? È AD AMSTERDAM

Per approfondire:

sezione Appuntamenti

Per approfondire:

sezione Appuntamenti

Due eventi di carattere internazio-nale in grado di condurre, nelle ris-pettive fiere di riferimento, numeri importanti sia dal punto di vista degli espositori, sia da quello dei visitatori. Due eventi che rinnovano la loro presenza anche per il 2012, potendo contare sulla fiducia del settore al quale si rivolgono: quello della piscina e del benessere. Ci rif-eriamo a interbad 2012, la 23a fi-era congresso internazionale per le piscine, le saune e le spa che si terrà dal 9 al 12 ottobre 2012 alla fiera di Stoccarda, e Piscine 2012, il Salone internazionale per le piscine e le spa in fiera Lione, dal 13 al 16 novembre 2012. Due eventi che puntano su

internazionalità e formazione, proponendo, a latere dell’area espositiva, programmi collaterali dedicati alla formazione specialistica. Due eventi in grado, come si diceva, di fare “grandi numeri”. Erano già 270, a metà marzo, in sede di conferenza stampa, le aziende che avevano confermato la loro presenta a interbad 2012. “La fedeltà degli espositori e il numero crescente di coloro che partecipano per la prima volta evidenzia - ha affermato Ulrich Kromer, direttore generale di Messe Stuttgart, organ-izzatrice dell’evento insieme alla Società tedesca per le acque balneabili - la capacità di interbad di offrire un’occasione di dialogo unica per gli operatori del settore”. Numeri importanti anche quelli dichiarati da Piscine 2012, che si descrive come un evento internazionale con 40 paesi rappresentanti, oltre 1.000 marchi e una previsione di un centinaio di nuovi prodotti pre-sentati in anteprima. Dal punto di vista del Congresso, la fiera di Lione vedrà la presenza di circa 40 esperti, che si confronteranno sui temi di maggiore attualità, offrendo anche preziosi servizi di consulenza. Stoccarda sarà invece luogo ideale di formazione per coloro che operano nei settori della fisioterapia, per i ge-stori di fitness/wellness center e per progettisti, architetti e consulenti, che troveranno conferenze e workshop dedicati a piscine, saune e fisioterapia. In definitiva, due eventi completi, dove incrementare il proprio business, entrare in contatto con le ultime tendenze e promuovere innovazioni e soluzioni.

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maggio18-20

Fit Expo - Fitness & Sport Park

La manifestazione dedicata allo sport, al fitness, alla salute e al [email protected]/enPoznan International Fair (PL)

20-25SportAccordConvegno internazionale su sport e fitnesssportaccord@sportaccord.comwww.sportaccordconvention.comQuebec City, Convention Center (CA)

giugno19-20

Spa&Resort Expo & ConferenceConferenza ed esposizione su piscine e [email protected] Javits Convention Center, New York (US)

luglio25-26

Splash!Esposizione per piscine e spa in [email protected] Jupiters, Gold Cost (AU)

agosto31-01

IHRSA Latin AmericanConferenza ed esposizione sul fitness in [email protected]/fitness-brasilTransamerica Expo Center, San Paolo (BR)

settembre04-07

Aqua-Therm AlmatyEsibizione internazionale per riscaldamento, con-dizionamento e piscine in Kazakhstan [email protected] Exhibition Centre, Almaty (KZ)

06-08Waves International Expo Fiera internazionale per i professionisti del mercato del wellness

[email protected] Expo Centre of Greater Noida, Delhi (IN)

16-19Golf EuropeSalone internazionale del [email protected] Trade Show Center (DE)

18-20 LIW - Leisure Industry WeekFiera internazionale dedicata al settore del tempo [email protected] www.liw.co.uk NEC – Birmingham (UK)

19-21Pool and Spa Exhibition AsiaFiera dedicata all’industria delle Spa nel Sud Est [email protected] Convention Center, Bankok (TH)

20-22Klimaenergyfiera specializzzata delle energie [email protected]/klimaenergy/Fiera di Bolzano (IT)

23-25Middle East Pool & Spa ExhibitionSalone delle piscine, spa e [email protected] International Convention and Exhibition Centre (AE)

26-28QPS 2012Esposizione Internazionale per le piscine e le [email protected] Exhibition Centre, Quatar

ottobre 09-12

InterbadFiera Internazionale su piscine, sauna, fisiontera-pia e [email protected] New Stuttgart Trade Fair Centre (DE)

10-12World Aquatic Health ConferenceConferenza mondiale sui benefici effetti prodotti dall’[email protected]/en/conference Norfolk, Virginia (US)

Direttore responsabile:Federico Maestrami

Coordinamento:Alice Spiga

Redazione:Chiara La Piana, Davide Venturi, Sara Lisa di Mario ([email protected])

Hanno collaborato:Guido Martinelli, Lucia Dallavalle, Andrea Muzzarelli, Enrico Carbone Progetto grafico:Alice Rameschi, Claudia Gamberini, Sergio Melani Videoimpaginazione:Alice Rameschi

Prestampa:Massimo Piani

Tipografia:GRAFICA VENETA di Trebaseleghe, PadovaSpedizione in posta target

PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA© CopyrightEditrice Il Campo srlVia Amendola 11, 40121 Bologna Tel. 051.25.55.44, Fax 051.25.53.60fondata da Franco Maestrami

Direzione editoriale:Federico Maestrami, Roberto Maestrami

Domini internet:www.sportindustry.com www.sportindustry.net www.sportindustry.org www.sportindustry.infowww.sportindustry.tvwww.sportindustry.itwww.sportindustry.eu

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È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione e l’adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i cd rom, le fotocopie e i siti Internet), non autorizzati.

Periodico iscritto al ROC, con numero 6228 ISSN 2038-5781, e all’ANES. Associata al sistema Confindustria

trimestrale, anno 3, n. 8aprile-giugno 2012

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