Sport Industry Magazine 14

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l’informazione sull’industria dello sport, del fitness, della piscina e del benessere www.sportindustry.com SPORT & FITNESS PISCINE WELLNESS COMPLEMENTI trimestrale - anno 4 - n. 14 - ottobre-dicembre 2013 dello sport La forza attrattiva “Sul campo da gioco ho imparato il senso della parola comunità, che vuol dire vita di relazione, vuol dire condivisione, vuol dire avere presente che hai dei compagni sui quali puoi contare, vuol dire sapere che si vince solo se si gioca in squadra e che, se vuoi ottenere dei risultati, hai solo una strada: allenarti”. Nell’ascoltare queste parole, pronunciate di recente dal Ministro Graziano Delrio (si veda a pagina 2), ho ricordato quanto lo sport sia in grado di coinvolgere, attrarre e appassionare le persone. E non solo colo- ro che lo praticano e lo giocano in prima persona, ma anche tutti coloro che siedono sugli spalti, a bordo campo, e alla fine poco importa se ci si trovi nel campetto della chiesa dietro casa o in uno stadio da mi- gliaia di posti. Questo bisogna ricordare, prima di qualsi- asi legge sugli impianti sportivi, prima di qualsiasi riforma. Dobbiamo ricordare la forza attrattiva che lo sport ha sempre esercitato e impegnarci per trovare nuovi modi per coinvolgere i tifosi da una parte e i praticanti dall’altra e riportarli negli stadi, nei palazzetti, negli impianti di ogni forma e dimensione. I nostri impianti sportivi hanno bisogno di una nuova “era gestionale”, dove al cen- tro dell’attenzione ci sia il “cliente”, sporti- vo o tifoso, con le sue esigenze (si veda pagina 10), dove vengano messe in pratica idee e soluzioni improntate sul marketing, sulla sponsorizzazione, sul naming right, sul potere mediatico dei Social Network (si veda pagina 14), sfruttando appieno tutte le opportunità che ognuno di questi strumenti può offrire al nostro settore. L’obiettivo finale? Poter contare su im- pianti sportivi efficienti dal punto di vi- sta gestionale ancor prima che da quello energetico e strutturale (si veda a pagina 8). E tutto questo non può essere fatto sem- plicemente con una legge. Una normativa sugli impianti sportivi potrebbe certo (e fi- nalmente) snellire la burocrazia, ma se la si considera la panacea di tutti i mali e ci si aspetta che, da sola, possa far svoltare il nostro settore, allora siamo ancora fermi ai blocchi di partenza. pag 2 Legge di stabilità Più vicini o più lontani dall’approvazione di una nuova normativa sull’impiantistica sportiva? News pag 16 ForumSport Congress La formazione professionale per chi ope- ra negli impianti sportivi Primo Piano pag 18 Tribune e sedute Le ultime novità per allestire gli spalti di qualsiasi centro sportivo Rassegna pag 6 Associazioni sportive I vantaggi e le opportunità offerte dalle reti di impresa Primo Piano 15 th Expo and International Congress for Fitness, Wellnes & Aquatic Clubs TENIAMO LE FILA DEL SETTORE. DA QUINDICI EDIZIONI. www.forumclub.it è un progetto in collaborazione con top sponsor 20-21-22 febbraio 2014 Fiera di Bologna

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Potenzialità e caratteristiche del contratto di rete d’impresa per la gestione di impianti sportivi. / Soluzioni per rendere efficienti gli impianti sportivi. / Nuove idee e tanti suggerimenti su come gestire una piscina in modo proficuo e redditizio. / Le posizioni dell’avvocato Martinelli su due questioni controverse: l’obbligatorietà del certificato medico e i compensi per attività sportiva dilettantistica. / Facebook, Twitter e Youtube possono essere strumenti di grande importanza per ampliare la visibilità e gli introiti di un centro sportivo. / I cambiamenti nella gestione di impianti sportivi, il reperimento di risorse, le ultime novità in materia di certificati medici, defibrillatori, normativa sul lavoro; in febbraio 2014 torna ForumSport Congress. / Rassegna prodotti: tribune e sedute per impianti sportivi.

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l’informazionesull’industriadello sport,del fitness,della piscina edel benessere

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SPORT & FITNESS PISCINE WELLNESS COMPLEMENTI

trimestrale - anno 4 - n. 14 - ottobre-dicembre 2013

dello sport La forza attrattiva

“Sul campo da gioco ho imparato il senso della parola comunità, che vuol dire vita di relazione, vuol dire condivisione, vuol dire avere presente che hai dei compagni sui quali puoi contare, vuol dire sapere che si vince solo se si gioca in squadra e che, se vuoi ottenere dei risultati, hai solo una strada: allenarti”.Nell’ascoltare queste parole, pronunciate di recente dal Ministro Graziano Delrio (si veda a pagina 2), ho ricordato quanto lo sport sia in grado di coinvolgere, attrarre e appassionare le persone. E non solo colo-ro che lo praticano e lo giocano in prima persona, ma anche tutti coloro che siedono sugli spalti, a bordo campo, e alla fine poco importa se ci si trovi nel campetto della chiesa dietro casa o in uno stadio da mi-gliaia di posti.Questo bisogna ricordare, prima di qualsi-asi legge sugli impianti sportivi, prima di qualsiasi riforma. Dobbiamo ricordare la forza attrattiva che lo sport ha sempre esercitato e impegnarci per trovare nuovi modi per coinvolgere i tifosi da una parte e i praticanti dall’altra e riportarli negli stadi, nei palazzetti, negli impianti di ogni forma e dimensione.I nostri impianti sportivi hanno bisogno di una nuova “era gestionale”, dove al cen-tro dell’attenzione ci sia il “cliente”, sporti-vo o tifoso, con le sue esigenze (si veda pagina 10), dove vengano messe in pratica idee e soluzioni improntate sul marketing, sulla sponsorizzazione, sul naming right, sul potere mediatico dei Social Network (si

veda pagina 14), sfruttando appieno tutte le opportunità che ognuno di questi strumenti può offrire al nostro settore.L’obiettivo finale? Poter contare su im-pianti sportivi efficienti dal punto di vi-sta gestionale ancor prima che da quello energetico e strutturale (si veda a pagina 8). E tutto questo non può essere fatto sem-plicemente con una legge. Una normativa sugli impianti sportivi potrebbe certo (e fi-nalmente) snellire la burocrazia, ma se la si considera la panacea di tutti i mali e ci si aspetta che, da sola, possa far svoltare il nostro settore, allora siamo ancora fermi ai blocchi di partenza.

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Legge di stabilitàPiù vicini o più lontani dall’approvazione di una nuova normativa sull’impiantistica sportiva?

News

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ForumSport CongressLa formazione professionale per chi ope-ra negli impianti sportivi

Primo Piano

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Tribune e seduteLe ultime novità per allestire gli spalti di qualsiasi centro sportivo

Rassegna

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Associazioni sportiveI vantaggi e le opportunità offerte dalle reti di impresa

Primo Piano

15th Expo and International Congress for Fitness, Wellnes & Aquatic Clubs

TENIAMO LE FILADEL SETTORE. DA QUINDICI EDIZIONI.

www.forumclub.it

è un progetto in collaborazione con

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20-21-22 febbraio 2014 Fiera di Bologna

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newsLegge sugli stadi: ancora in attesa

Fa di nuovo parla-re di sé la ormai ri-battezzata “Legge sugli Stadi”. A fine novembre, in piena preparazione di que-sto numero di Sport Industry Magazine, la nuova discipli-na sull’impiantistica sportiva era stata in-serita, con un emen-damento governa-tivo, nella Legge di Stabilità. La riforma doveva riguardare tutti gli impianti, a partire da strutture con 500 posti indo-or e 2000 all’aperto. L’inserimento dell’e-mendamento ha, sin da subito, riportato alla luce le problema-

Per approfondire: bit.ly/sid2stadi

tiche già evidenziate nel testo di legge, primo fra tutti il timore che vi si nasconda un incentivo alla cementificazione incontrollata. Ad oggi (primi di dicembre) sembra che l’emendamento sia stato “bloccato”. Da parte nostra, seguiremo da vicino le prossime tappe di questa leg-ge che legge non è, sperando che prima o poi una nuova normativa venga approvata perché il settore ha bisogno di nuovi stimoli, di sape-re che le alte cariche di Governo credono nell’importanza di dare allo sport luoghi adeguati alla crescita di nuovi campioni e ad accogliere tutti coloro che lo sport amano praticarlo o anche solo seguirlo.

Esempi positivi

L’esempio virtuoso di una società spor-tiva (l’Atalanta) che è riuscita a portare a termine i lavori di completamento del proprio centro d’alle-namento, ampliando e migliorando l’offer-ta (non solo sportiva). “Il centro sportivo Bortolotti – si legge nell’articolo pubbli-cato su Sport Busi-ness Management – situato a Zingonia in provincia di Ber-gamo, è oggi dotato di sala wellness, sala massaggi, vasche per il ghiaccio, piscina, palestre con attrezza-ture all’avanguardia,

Per approfondire: bit.ly/sid2atalanta

Campania: nuova legge regionale

Nuova legge regio-nale per lo sport approvata dal Con-siglio Regionale del-la Campania. La nuova legge-quadro regionale nasce per favorire la promo-zione e lo sviluppo della pratica spor-tiva e delle attività motorio-educativo-ricreative. Come si legge nell’articolo redatto da Vincenzo Marra, commercia-lista in Napoli, su Fi-scoSport: “La nuova legge, approvata a fine ottobre e non ancora pubblicata sul bollettino ufficiale, sostituisce la numero 42 del 1979”. “Mol-te perplessità - scrive

Per approfondire: bit.ly/sid2campania

l’autore - ha destato l’istituzione del Registro regionale delle Associa-zioni sportive e delle Associazioni per le attività motorio-educative-ricreative. La sezione A è infatti riservata dalla legge regionale agli enti iscritti nel registro del Coni, mentre la sezione B a quelle realtà non riconosciute dal Coni”. Il risultato è che, si legge sempre nell’articolo di Marra, “diversi dirigenti sportivi della Campania hanno lamentato che il registro non è altro che una duplicazione del registro pubblico del Coni, con un aggravio di burocratizzazione delle attività ammini-strative degli enti sportivi”.

sala che accoglie le riunioni tecniche, uffici, magazzino e naturalmente campi da gioco, di cui uno dotato di tribuna coperta”. Oggi, l’impianto sportivo si estende su 85000 mq tra campi d’allenamento e strutture e 600 mq di palestra. Le ultime migliorie sono costate alla società circa 10 milioni di euro. Dove sono stati trovati i finanziamenti? Scoprilo su www.sportindustry.com. (foto da Atalanti-ni.com)

L’impegno del Ministro Delrio

“A Reggio Emilia, da sindaco, siamo riusci-ti a far partire più di 10 impianti sportivi in un anno e mezzo, con una partnership pubblico-privato che ha coinvolto Co-mune, società spor-tiva e banche. Vi as-sicuro che, in questo modo, si riescono a fare anche interventi importanti, perché una rata da 40mila euro all’anno, se si divide in tre, si può sopportare”. Dentro queste poche parole, pronunciate dal Mi-nistro dello Sport Graziano Delrio in occasione del Con-vegno Nazionale LND “Giocheremo

Per approfondire: bit.ly/sid2delrio

domani?”, sono racchiusi molteplici aspetti molto importanti per la crescita del nostro settore, quello dell’impiantistica sportiva. C’è dentro la voglia di costruire, di cambiare, di sperimentare nuove strade. C’è dentro la vo-lontà di mettere in campo un impegno con-creto per favorire lo sport e per venire in soc-corso delle strutture e degli impianti deputati a ospitare l’attività fisica e motoria. “Perché investire oggi in tecnologia e innovazione - conclude il Ministro - significa poter offrire, domani, strutture adeguate ai nostri giovani che vogliono giocare e divertirsi”.

Bandi per lo sport: le ultime novitàPer chi ancora non ne fosse venuto a conoscenza, vi segnaliamo che, sul sito di SCAIS, Consulenza e Assistenza Impiantistica Sportiva, è liberamente accessibile un’area dedicata ai finanziamenti e ai bandi attivi in materia di impianti sportivi, piscine, campi da gioco o servizi correlati. Un’area sicuramente molto utile, che vi invitiamo a consultare.

Per approfondire: bit.ly/sid2bandi

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Sempre meno soldi per lo sport

Ridotto del 42-43% il bilancio dell’assesso-rato allo sport del Comune di Milano, che passa a 20 milioni dagli oltre 33 investiti nel 2012. “In attesa dei preannunciati rincari per l’uso delle strutture sportive pubbliche (che scatteranno tra meno di un anno) - si legge nell’articolo a firma di Mario Pagliara appar-so sulla Gazzetta dello Sport della Lombardia del 13 novembre 2013 - il sacrificio è pesante. Rispetto ai 33,2 milioni di budget a disposi-zione nel 2012 (di cui 9 milioni per le spese correnti e 24,2 per gli investimenti), nei mesi scorsi negli uffici della sede dell’assessorato si puntava a limitare il danno a un meno 15 per cento. O, al massimo, un meno venti. La chiu-sura del bilancio ha presentato, invece, un conto molto più salato: dai 33,2 del 2012, la promozione sportiva è passata ai 19,2 milioni

Per approfondire: bit.ly/sid2milano

del 2013”. Di certo in Italia quello di Milano non è l’unico esempio, però è indicativo di quello che sta accadendo in materia di finan-ziamenti pubblici verso lo sport. Cosa acca-drà nel futuro? Staremo a vedere.

Certificati medici in Emilia Romagna

Con la delibera del-lo scorso 7 ottobre, l’Emilia Romagna ha approvato la di-rettiva “Disciplina delle certificazioni di idoneità alla pratica sportiva agonistica e non agonistica: preci-sazioni in ordine alla definizione di attivi-tà ludico-motoria o amatoriale”. Nel documento, che può essere scaricato e consultato diretta-mente dalla notizia pubblicata su www.

Per approfondire: bit.ly/sid2certificati

sportindustry.com, si individuano quattro ti-pologie di attività fisica e sportiva, sottoposte a specifiche regolamentazioni. Approfondisci sul nostro Portale i casi in cui è richiesto il cer-tificato.

Puglia: limitazioni per la costruzione di piscine

Attualmente in fase di adozione il nuovo Piano Paesaggistico emanato dalla Regione Puglia con delibera n. 1435 del 2 agosto 2013, pubblicata sul BURP n. 108 del 06.08.2013. Un documento che dovrebbe catturare l’attenzione di tutti gli operatori del settore piscina in quanto prevede, nelle “Linee Guida per la tutela, il restauro e gli interventi sulle strutture in pietra a secco della Puglia”, una serie di limitazioni alla realizzazione di piscine private in zone rurali dove siano presenti manufatti costruiti con pietre a secco (ad esempio i trulli). Se, da un lato, la volontà del legislatore è di percorrere con decisione la direzione della tutela paesaggistica - morfologica e idrogeologica - del territorio, il nuovo PPTR prevede, al paragrafo 4.5 “Organizzazione degli spazi esterni” precise limitazioni, che vi invitiamo a consultare su www.sportindustry.com.

Per approfondire: bit.ly/sid2puglia

A.A.A. gestori cercasi

A seguito della riconversione dell’ex palazzetto del ghiaccio in centro benessere e ricreativo, l’Amministrazione Comunale di Ayas, Valle D’Aosta, ha dato il via a un’indagine esplorativa per individuare i soggetti interessati alla partecipazione alla gara per l’individuazione del gestore. Il nuovo complesso, ACQUANATURA, è dislocato su una superficie di circa 4.000 mq e prevede impianti benessere ludici e rigenerativi, aree massaggi e trattamenti, spazi sauna, bar con cucina, auditorium e attività all’esterno. Il primo edificio, ottenuto dal recupero del precedente palazzo de ghiaccio e integrato con consistenti ampliamenti, ospita il complesso benessere e ricreativo. Il secondo corpo di fabbrica, attiguo al primo, è destinato ad attività complementari e di servizio (studio medico, farmacia, sci club, centro traumatologico, foresteria, depositi). Scopri come presentare la domanda per diventare il futuro gestore di quest’opera su www.sportindustry.com.

Per approfondire: bit.ly/sid2gestori

news

www.ilcampo.it - la cultura in un click riviste LiBri AUDiOLiBri viDeOLiBri e-BOOk

in copertina:Piscine Systems, le forme dell’acqua

primo piano:Splash e Spa Tamaro,

il nuovo parco acquatico ecosostenibile

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news

Gestire una SPA come fosse un’impresa

L’architetto Alberto Apostoli approfondisce per noi l’importanza dell’organizzazione d’impresa nella gestione di un centro benessere. Un aspetto che si rivela fondamentale e che deve essere affrontato sin dalla fase progettuale, contribuendo alla definizione del layout. È il gestore, o comunque chi si assume l’onere e l’onore di tale organizzazio-ne, a dover stabilire la qualità e la quantità del personale, gli approvvigionamenti, il livello di outsourcing dei servizi, la gestione dei turni, delle manutenzioni quotidiane, periodiche o a chiamata, il controllo e monitoraggio dei consumi, il livello e qualità delle pulizie e delle aree critiche ecc. Nella realtà quotidiana, capita molto spesso che il gestore e l’imprenditore non condividano le soluzioni proposte dal progettista, e che quest’ultimo difenda le sue scelte di natura estetica e tecnica. Serve dunque un confronto diretto e sincero che, tenendo in considerazione le esigenze di en-trambe le parti e analizzando i principali aspetti critici, si traduca nella realizzazione di una SPA in grado di raggiungere gli obiettivi stabiliti, ovvero conquistare il target al quale ci si rivolge e produrre buoni risultati economici. Continua a leggere su www.sportindustry.com. Nella foto: il Resort Poiano di Garda, progettato dall’arch. Apostoli.

Per approfondire: bit.ly/sid2gestione

Prevenire l’obesità infantile

L’obesità, in Italia, oggi colpisce il 34% dei bambini in età scolare, con un’intensificazio-ne del problema da Nord a Sud e con una distribuzione diseguale tra classi sociali. Sui bambini in età prescolare mancano, invece, a livello europeo, informazioni e statistiche certe in materia. Eppure, sono tanti i bambini che iniziano a soffrirne sin da piccolissimi. Da queste premesse nasce un progetto pilota vol-to alla creazione di un sistema di sorveglian-za nutrizionale in età prescolare, che sfrutta i dati raccolti dai pediatri durante i Bilanci di Salute (BdS). Leggi i risultati della ricerca su www.sportindustry.com.

Per approfondire: bit.ly/sid2obesità

1.900.000 € a Ragusa

Al contrario di quello che si potrebbe pensa-re, gli investimenti pubblici dedicati all’im-piantistica sportiva non sono del tutto “bloccati”. Qualche Comune che continua a investire risorse nella riqualificazione e com-pletamento di strutture sportive continua ad esserci. Un esempio è fornito dal Comune di Ragu-sa che, a metà ottobre, ha presentato all’as-sessorato regionale al turismo due progetti esecutivi per altrettanti impianti sportivi, già ammessi a finanziamento per un importo complessivo di 1.900.000 euro.Si tratta dei progetti concernenti: - la copertura della tribuna, la realizzazione di un nuovo spogliatoio e il rifacimento del terreno di gioco dell’impianto di Rugby di Via Forlanini (1.500.000 €); - la realizzazione del campo di salto a ostacoli e altri interventi per il maneggio co-munale di Contrada Selvaggio (400.000 €). Per altri bandi si prega di consultare la cate-goria “finanziamenti e bandi per l’impian-tistica sportiva” su www.sportindustry.com

Per approfondire: bit.ly/sid2ragusa

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primo piano gestione

La crisi economica che attraversa tutti gli strati della nostra società non ha certa-mente risparmiato lo sport, costringen-do gli operatori a modificare i propri comportamenti, all’interno della propria organizzazione, nei confronti del cliente e nel rapporto con gli stakeholder. La frammentazione di comportamenti e di situazioni che caratterizza il mondo sportivo italiano ha evidenziato tutti i suoi limiti di fronte al rapido cambiamento delle condizioni esterne alle società spor-tive. I fenomeni aggregativi sono la pri-ma e più naturale reazione allo stato di crisi che gli operatori economici adottano naturalmente.La logica del campanile o del “piccolo è bello” si è duramente scontrata con una realtà di Comuni che hanno profonda-mente cambiato le politiche di gestione e di affidamento degli impianti sportivi e i vecchi modelli che avevano sempre funzionato improvvisamente ci si è accor-ti che non reggono più. La logica è tra-sversale a qualunque disciplina, modalità e organizzazione dell’attività sportiva. La mutata situazione economica ha eviden-ziato la necessità di rivedere anche gli assetti che si ritenevano consolidati. Una possibile soluzione che si sta affer-mando riguarda la costituzione di reti d’imprese. Le imprese hanno oggi, in molti casi, bisogno di una forma di ag-gregazione più flessibile e innovativa rispetto a quelle tradizionali, in grado di aumentarne la capacità competitiva senza

I vantaggi delle reti d’impresa

di Alberto Manzotti

Potenzialità e caratteristiche del contratto di rete d’impresa, uno strumento giuridico che trova nello sport un ambito di applicazione decisamente interessante. In chiusura, un appello al legislatore.

però costringerle a rinunciare alla propria autonomia. Il “Contratto di rete” risponde a queste esigenze.

Le caratteristiche delle RetiIl contratto di rete è stato introdotto re-centemente nel nostro ordinamento giu-ridico ed è disciplinato dall’art. 3, commi 4-ter, 4-quater, 4-quinquies, della Legge n. 33 del 9 aprile 2009 (di conversio-ne del D.L. n. 5 del 10 febbraio 2009), così come modificata dal D.L. n. 78 del 31 maggio 2010, convertito nella Legge n. 122 del 30 luglio 2010. Si tratta un ac-cordo con il quale più imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere, sia individualmente (cioè la propria impresa) sia collettivamente (cioè le imprese che fanno parte della rete), la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Prima della legge n. 33/2009, gli strumenti giuridici utilizzati dalle imprese per dare vita a tali aggregazioni erano rappresentati dal con-tratto di società o di consorzio, dall’A.T.I., R.T.I., dalla joint venture, dal contratto di franchising, ecc.Di recente l’Agenzia delle Entrate, con Circolare n. 20/E del 18 giugno 2013, è in-tervenuta sull’argomento Reti di impresa disciplinando due ambiti precisi:- le Reti Contratto- le Reti Soggettochiarendo che le imprese della rete, me-diante l’iscrizione nella sezione ordinaria del registro delle imprese nella cui circo-

scrizione è stabilita la sede della “rete”, danno vita a un nuovo soggetto di di-ritto, giuridicamente autonomo rispetto alle singole imprese aderenti al contratto. Con la predetta circolare vengono forniti i chiarimenti sulle conseguenze fiscali derivanti dalla possibilità per la rete di imprese di acquisire autonoma soggetti-vità giuridica e una propria partita IVA.Non c’è un numero minimo di imprese per la costituzione della Rete, pertanto, per fare una Rete possono bastare anche solo due aziende. Il numero ottimale di imprese aderenti alla Rete dipenderà na-turalmente dall’oggetto della Rete stessa. Per esempio, se l’oggetto della Rete è la riqualificazione e la gestione di una piscina pubblica la rete potrebbe es-sere considerata una valida alternativa all’ATI ed essere conveniente avere un ampio numero di imprese. Occorre però aggiungere che per potere beneficiare di contributi pubblici o per la partecipa-zione a bandi pubblici ai sensi dell’art. 34 del D.lgs 163/2006 (codice degli ap-palti) potrebbero venire richieste partico-lari formalità di costituzione.In secondo luogo non vi sono limiti di natura territoriale, di conseguenza alla Rete possono partecipare imprese collo-cate in diverse parti del territorio italia-no. Inoltre, come ha specificato la circo-lare dell’Agenzia delle Entrate 15/E del 14/4/2011, possono partecipare anche le filiali di società estere. Infine, non vi sono neppure limiti set-toriali, alla stessa Rete possono aderire aziende facenti parte di settori diversi tra loro rappresentando così una valida alter-nativa anche al consorzio. Di conseguen-za appare evidente che lo sport potrebbe essere un ambito decisamente interessan-te per l’applicazione di questa fattispecie.

Quali sono gli obbiettivi?La rete di imprese ha l’obbiettivo di po-tenziare la competitività delle orga-nizzazioni aderenti per accrescerne la

Alberto Manzotti.Laureato in Economia e Commercio, è stato amministratore delegato di Sportiva di Reggio Emilia, società che opera nel settore dello sport e del benessere in qualità di gestore di nove centri polifunzionali. Oggi è consigliere di amministrazione e membro del comitato di gestione della Fondazione dello Sport del Comune di Reggio Emilia e docente presso la LUISS Business School di Roma, in alcuni master e progetti specifici di formazione. Contatto: [email protected]

VISTO DA VICINO

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primo piano gestione

redditività. Il tema centrale riguarda lo scopo della Rete (o del contratto di rete di imprese). La norma chiarisce che il fine deve essere quello di “accrescere, indivi-dualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria compe-titività sul mercato” incrementando la ca-pacità innovativa e la competitività delle imprese che partecipano alla Rete. In pra-tica essa dovrebbe aiutare le imprese che ne fanno parte ad aumentare i propri ricavi e/o ridurre i costi, consentendo così di ottenere migliori risultati economi-ci e finanziari. Per questo il contratto deve riportare le modalità per realizzare gli obiettivi di innovazione e competitività fissati.La normativa non dice però come si pos-sano realizzare gli obiettivi, poiché è compito delle aziende nel concreto sta-bilire come le loro attività specifiche pos-sano permettere il raggiungimento degli stessi. Ritornando all’esempio riportato in precedenza: se oggetto della rete fosse la realizzazione o riqualificazione di un impianto sportivo, con lo scopo di assi-curarsene la gestione per diversi anni, le modalità potrebbero essere tutte quelle attività che, per le singole imprese, po-trebbero risultare eccessivamente one-rose, o semplicemente difficili da ese-guire, non avendo le competenze neces-sarie. La gestione di un impianto sportivo è infatti molto complessa, perché coinvol-ge ambiti anche molto differenti tra loro:- Predisposizione rete commerciale- Analisi tecnica- Valutazione economica e finanziaria- Progettuale- Installazione delle attrezzature- Manutenzioni ordinarie e straordinarie- Gestione del rischio e del credito- Organizzazione delle attività sportive- Sviluppo di un sistema di controllo di gestione. Il quadro si complica ulteriormente nel caso di impianti polifunzionali molto complessi o la gestione di più strutture situate in località diverse.

Di cosa potrebbe occuparsi la ReteIn termini pratici, la Rete si potrebbe occupare di attività di realizzazione del-le opere e dei servizi di ricerca, di mar-keting, di commercializzazione in nuovi segmenti o mercati, ma potrebbe erogare anche servizi accessori di interesse co-mune, oppure servizi professionali, quali quelli contabili e fiscali, legali, o anco-ra quelli di natura finanziaria o tecnica. Mentre le singole società sportive (pur appartenendo alla rete) potrebbe pro-seguire l’organizzazione delle proprie attività agonistiche in maniera autonoma tra loro.

Gli impegni che ci si assume nella Rete Una ulteriore indicazione che compare nella Legge è la previsione di obblighi a carico delle imprese che formano una Rete. Infatti essa chiarisce che “… a tal fine [gli imprenditori] si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeter-minati attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informa-zioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovve-

ro ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa”.

ConclusioniSia la “Rete contratto” che la “Rete sog-getto giuridico” rappresentano un’im-portante opportunità per gli operatori dello sport, i vantaggi sono stati dettaglia-tamente evidenziati, anche se il processo di aggregazione a rete non è pienamen-te conosciuto e di conseguenza poco sfruttato. Gli ultimi interventi legislativi credo siano determinanti per favorirne la diffusione, manca però un importante tassello che il legislatore dovrà affronta-re. La gran parte delle strutture sportive è utilizzata e gestita da associazioni spor-

tive non costituite in forma di impresa, credo che un ampliamento anche a fa-vore di tali soggetti sia assolutamente auspicabile consentendo così a un vasto mondo di soggetti qualificati e fortemen-te impegnati a diffondere i valori dello sport, della tutela e prevenzione della sa-lute e con importantissime implicazioni sociali di potere utilizzare queste oppor-tunità. Questo articolo si chiude pertanto con un appello al Legislatore perché prenda in considerazione questi aspetti, estendendo queste opportunità anche alle associazioni, chiarendone i ruoli e le forme di vigilanza.

Per chi volesse approfondire l’argomento, Alberto Manzotti sarà presente in qualità di relatore all’evento ForumClub/ForumPiscine, che si terrà in concomitanza con la seconda edizione di ForumSport Congress (si veda pag.16). In particolare, l’autore terrà un seminario dedicato al controllo di gestione.

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primo piano energie rinnovabili

La situazione in cui versano gli impianti sportivi italiani credo sia ormai universal-mente nota. Non ci riferiamo solamente ai problemi di obsolescenza strutturale e impiantistica, ma anche e soprattutto a problematiche di carattere gestionale. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, si tratta di impianti di proprietà pubblica gestiti da società sportive priva-te che, fino ad oggi, hanno svolto un ruo-lo sociale fondamentale, di promozione dell’attività fisica e sportiva, con un ap-proccio però più vicino al volontaria-to che al manageriale. Oggi, tra la crisi economica e la pubblica amministrazio-ne che ha sostanzialmente chiuso i cor-doni della borsa, il mondo sportivo deve per forza di cose cambiare questo tipo di approccio e diventare protagonista di una trasformazione che è già in atto. Una metamorfosi che va nella direzione di una sempre maggiore responsabi-lità per chi ha in gestione l’impianto. E qui la domanda sorge spontanea: “Come posso, io gestore, mandare avanti un im-

Soluzioni concrete per risparmiare

di Alice Spiga

Una realtà che, da diversi anni, lavora al fianco dei gestori di piscine

pubbliche e private per riqualificare gli impianti

non solo dal punto di vista strutturale e impiantistico, ma soprattutto da quello

gestionale. L’obiettivo? Rendere efficienti gli

impianti sportivi.

pianto dove piove dentro per colpa delle infiltrazioni nel tetto, dove i conti sono sempre in rosso, visto che mi ritrovo con una caldaia a gas del 1960?”. In definitiva: “Dove trovo i finanziamenti per ren-dere l’impianto efficiente e gestibile?”

Una possibile soluzioneA metà ottobre siamo entrati in contatto con una realtà da diversi anni impegnata nell’aiutare i gestori nel rendere efficienti

gli impianti: Refit Solutions. In sostanza, ci raccontano Fabio Ferrario e Alberto Cervi: “Lavoriamo al fianco del gestore, progettando e realizzando gli interventi (tecnologici e non) su misura per gli im-pianti e i modelli gestionali esistenti. Ogni impianto sportivo viene analizzato, cer-cando di capire quali sono i problemi, e insieme al gestore troviamo le soluzioni più adeguate. Per questo non operiamo secondo percorsi progettuali e operativi

I centri sportivi, in particolare le

piscine, sono impianti altamente “energivori”. Ma invertire la tendenza

è possibile.

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primo piano energie rinnovabili

standard, perché ogni impianto sportivo presenta le proprie peculiarità e ogni ge-store le proprie esperienze, esigenze e aspettative”.

Quali sono i principali problemi che avete riscontrato negli impianti sportivi italia-ni?“Quello che abbiamo potuto constatare è che i gestori, negli ultimi anni, si sono focalizzati soprattutto sull’attività ordi-naria, con una scarsa o nulla attenzione all’obsolescenza degli impianti tecnologi-ci, la cui manutenzione straordinaria è sta-ta spesso rimandata a lungo per mancan-za di risorse, da parte sia del gestore sia della Proprietà. Il risultato attuale è che i centri sportivi sono sempre più comples-si ed energivori, con bollette energetiche (gas, energia elettrica ed acqua) ormai difficilmente sostenibili, tanto da met-tere in discussione la sopravvivenza stes-sa dei gestori nel futuro. L’obiettivo finale è quindi di contenere l’impiego di risorse, evitando sprechi, diseconomie e li-mitando le spese, così da poter gestire queste strutture in modo più efficiente e sostenibile, sfruttando le possibilità eco-nomiche e di sviluppo insite in ogni pro-getto di efficienza energetica”.

Le parole chiave sono dunque efficienta-mento energetico e miglioramento dell’at-tività gestionale?“Sì, e anche la ricerca di nuovi flussi di ricavi, oggi sempre più importante. In questo senso, aiutiamo il gestore a met-tere in pratica nuove strade, sulla base del bacino di utenza potenziale dell’im-pianto, ad esempio specializzandosi nel proporre attività per la riabilitazione, oppure attrezzandosi per venire incontro alle esigenze di persone affette da patolo-gie fisiche oppure ai bambini. Rimarreste stupiti di quanto possa fare la differenza la presenza a bordo piscina di un solle-vatore per disabili”.

E per quanto riguarda la sostenibilità am-bientale? “Secondo studi recenti (ci riferiamo alle stime del programma RSPEC - Reduce Swimming Pool Energy Costs del U.S. Department of Energy’s Institutional Conservation Program), è possibile ot-tenere un risparmio medio del 50%, sui consumi dei centri natatori, sempli-cemente sfruttando le tecnologie oggi di-sponibili. E sono stime reali, che abbiamo avuto modo di avvalorare grazie a casi studio e reali che abbiamo seguito in pri-ma persona, come ad esempio quello da noi svolto sulla piscina Lampugnano di

Alberto Cervi, di Refit Solutions (nella foto), e Paolo Picozzi, direttore dell’impianto sportivo Mc2 Sportway, saranno presenti, in qualità di relatori, in occasione di ForumSport Congress (si veda a pag. 16 e 17), per raccontare la riqualificazione energetica dell’Mc2 (realtà privata) e di aree sportive di proprietà comunale, entrando nel dettaglio delle tecnologie adottate, dei benefici ottenuti e delle modalità di finanziamento.

PER APPROFONDIREMilano (si veda il caso studio presentato di seguito), o la bellissima esperienza con Paolo Picozzi, direttore generale della piscina Mc2 Sport Way, a Buccinasco, Milano, con il quale siamo riusciti a por-tare a termine un bellissimo intervento di ristrutturazione. (Si veda il box Per appro-fondire)”. Ma… come trovare i fondi necessari per la riqualificazione? “Trovare finanziamenti non è un problema. Abbiamo accordi, già stipu-lati, con primari istituti di credito, con i quali riusciamo a creare piani di finan-ziamento specifici, disegnati su misura sulle esigenze dell’impianto, del gestore e del Comune, facendo da tramite sia con la banca sia con l’Amministrazione Pubblica”.

Un caso studio: la piscina Lampugnano a Milano

Gestita dal Comitato Regionale Lombardo della Federnuoto, la piscina Lampugnano è un complesso sportivo che si estende su circa 10.000 mq, co-struito dal Coni tra il 1974 e il 1976. L’edificio che ospita la piscina è costituito da una struttura portante in calcestruz-zo armato a vista, con tamponamenti in laterizio pieno e forato, con molte parti trasparenti (infissi apribili e non). In tut-ti i punti di interconnessione tra strutture di diverso materiale risultano evidenti problemi di ponte termico non risolto e scarse prestazioni dei serramenti e dei vetri U-glass, installati lungo le pare-ti perimetrali della piscina, causa di di-spersione termica. Una situazione che si traduce in elevate dispersioni di calore durante l’inverno e surriscaldamento du-rante l’estate. Nel corso degli anni sono stati fatti pochi interventi, mirati per lo più a risolvere problemi contingenti senza un chiaro progetto di manutenzione programma-ta. Riscaldamento e illuminazione sono i due elementi più critici nel bilancio: il primo è affidato a una centrale termica composta da tre generatori funzionanti a metano. La seconda è demandata a pla-foniere e fari con un fabbisogno stimato di oltre 9600 kWh/anno. Un dato inte-ressante deriva dalla comparazione tra le letture effettuate mensilmente in piscina e da quanto contabilizzato in bolletta; emerge infatti un’importante differenza nei consumi, che non solo evidenzia una leggera discrepanza nel numero di kWh utilizzati dalla struttura, ma rende anche indispensabile la lettura mensile.

Risparmiare? Si può!Il progetto di saving muove i primi passi nella direzione della riduzione del fabbi-sogno energetico. Risulta di fondamen-tale importanza intervenire per limitare tali dispersioni, attraverso una adeguata coibentazione di tutte le parti a contatto con l’ambiente esterno (sia esso riscalda-to che non). Da questo primo passo, di-scendono le altre soluzioni tecnologiche e strutturali dedicate all’adeguamento di impianti vetusti, all’isolamento del-le strutture, alla produzione di energia tramite fonti di energia rinnovabili, al controllo e all’eventuale rinegoziazione delle tariffe di elettricità e gas, all’inse-rimento di rompigetto aerati nelle docce ad azionamento automatizzato, così come di sistemi per l’accensione e lo spegni-mento automatico dell’illuminazione. Per le piscine, è necessario dotarsi di impianti adeguati per la filtrazione e il rinnova-mento dell’acqua, per la regolazione del-la temperatura e per la copertura della vasca, così da tenere sotto controllo i costi e risparmiare.

Come finanziare gli interventi? Abbiamo prospettato due possibilità: con finanziamento bancario e con Project Financing. Con finanziamento banca-rio, ad esempio, partendo da una spe-sa attuale di gas+elettricità+acqua pari a 230.000€/anno, dopo la riqualificazione si scenderà a 90.000€ (-140.000€/anno). Con un mutuo di 15 anni pari a 95.000€/anno, prima di detrazioni fiscali e altre agevolazioni, si arriva ad avere un ri-sparmio di 45.000€/anno (-19,6%). Per quanto riguarda i risultati ottenibili con Project Financing. Partendo sem-pre da una base di spesa attuale pari a 230.000€/anno, a fronte di un canone fisso e predeterminato (“Full Service”), il gestore non ha altri oneri se non il paga-mento di un canone periodico omnicom-prensivo, con un risparmio di 21.000€/anno (-9%). Rispetto al caso precedente il saving è minore, ma non sono necessarie garanzie bancarie da parte del gestore/della proprietà per le pratiche di finanzia-mento. Dal punto di vista dell’investor, il rendimento è calcolato pari a TIR 8,67% e ROE 13,76%. In ambedue i casi vanno aggiunte de-trazioni, agevolazioni, Titoli di Efficienza Energetica, Certificati Bianchi e via di seguito, oltre al risparmio gestionale ed energetico dato da un impianto sporti-vo nuovo ed efficiente.

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Più volte campione e primatista italiano di nuoto, e allenatore di levatura inter-nazionale, Marco Tornatore oggi è im-prenditore, opinionista, editorialista, gui-da una rivista dedicata alla gestione dei centri acquatici oltre ad essere fondatore, direttore e consulente di gruppi e asso-ciazioni attivi nel settore piscina. Nella sua lunga esperienza, ha lavorato a stretto contatto con gestori e titolari di piscine in tutta Italia, esplorando da vi-cino le problematiche che essi affrontano giornalmente e stringendo importanti col-laborazioni con imprenditori “illumi-nati” che hanno saputo trasformare i loro impianti in esempi di eccellenza. Da moltissimi anni, Marco Tornatore è inoltre collaboratore dell’evento congressuale ed espositivo ForumClub-ForumPiscine, per il quale organizza ogni anno conve-gni dedicati alla gestione dei centri ac-quatici, invitando imprenditori, gestori e titolari a confrontarsi sulle proprie espe-rienze.

Una piscina tutta da gestire

Nuove idee e tanti suggerimenti su come gestire una piscina in modo proficuo e redditizio. In questa intervista, Marco Tornatore approfondisce problemi, rischi e nuove opportunità per chi gestisce o intende gestire impianti natatori.

In questa intervista esclusiva, traccia lo stato dell’arte delle piscine nel nostro pa-ese, approfondendo le problematiche che i gestori affrontano ogni giorno e le possibili soluzioni che chiunque po-trebbe mettere in pratica per migliorare la propria attività. L’intervista mette inoltre in luce le nuove tendenze legate all’ac-quaticità e le opportunità offerte dalle piscine di dimensioni medio-piccole, dove i costi di gestione sono relativamen-te bassi, con prospettive di marginalità e redditività invitanti che le grandi vasche non permettono di ottenere.

Qual è lo “stato dell’arte” delle piscine in Italia? “Stiamo vivendo una protratta fase di stal-lo, che forse è un po’ la fotografia del nostro Paese. Da una parte brilla chi in-traprende con successo, affrancandosi da schemi desueti, figli di dettami tecnici e di un’idea di piscina tradizionalmente intesa. In genere si tratta di privati, che

vengono dal settore e sono l’avamposto imprenditoriale e manageriale che con-verge con le eccellenze del mondo del fitness, sensibile anche a una raziona-le offerta di acquaticità. Dall’altra parte chi ancora vive la vecchia, anacronistica sudditanza alle istituzioni (sportive, amministrative, politiche) secondo cui è meglio non cambiare nulla, per conser-vare quello che era adeguato negli anni ‘90, senza rendersi conto che in questi 5 lustri le trasformazioni sociali-sistemiche e la domanda del consumatore sono radi-calmente cambiate. Risultato? Da 7-8 anni i numeri dei frequentanti stagnano, mentre sono aumentati i centri acquati-ci e contestualmente si è abbassata la qualità dei servizi erogati, con prezzi stracciatissimi e marginalità che rasentano il sottocosto (tutto a vantaggio di chi sa invece lavorare su standard elevati senza ridurre i prezzi). Così stanno aumentando fallimenti a catena.”

Che cosa dovrebbe cambiare nelle logiche che regolano la gestione degli impianti pubblici? “Il primo fattore su cui bisogna lavorare è la creazione di una cultura manageria-le e imprenditoriale, sovente assente. Nella maggioranza dei casi, chi governa le piscine è di estrazione prettamente tec-nica, quindi generalmente insensibile al concetto di centralità del cliente. Un retaggio del passato, che risale a un de-cennio fa e più, quando ancora le pisci-

“Rinunciare alla categoria

dei bambini under 6 è

un errore macroscopico:

è l’unica per cui la

propensione alla spesa

resta altissima.”

di Alice Spiga

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ne aprivano i battenti e avevano le liste d’attesa. Oggi sta verificandosi un deflus-so progressivo, risultato delle lacune, da una parte, di chi gestisce piscine senza la dovuta preparazione manageriale e, dall’altra, delle amministrazioni loca-li, colpevoli di fare gare d’appalto non più adeguate ai tempi attuali, così come degli imprenditori che, da altri settori, si avventurano su questo terreno senza co-noscere le piscine e come esse vadano condotte. Una catena di deficit, compli-cata da iter formativi inidonei che pro-ducono scarsa professionalità, il cui gap viene colmato solo da quelle realtà sen-sibili all’aggiornamento costante. Una se-rie di variabili negative che dovrebbero suggerire un cambiamento, almeno nella direzione di una logica di accoglienza e attenzione da riservare alla clientela, pri-mo giudice nel decretare il successo di un centro acquatico.”

Quali sono, in sintesi, le principali proble-matiche che i gestori di piscine si trovano ad affrontare? Oggi la prima grande criticità sono i costi, energetici e delle utenze in primis, ma anche del personale. Se pensiamo che le piscine danno lavoro a oltre 350.000 persone, di cui almeno il 35% opera a tempo pieno, forse una normativa che re-golamenti tale rapporto sarebbe non solo auspicabile, ma fondamentale. Anche per evitare una delle altre complicazioni di chi gestisce piscine, come le non sem-pre eque incursioni di controllori da parte di ispettorato del lavoro, ASL, Inps, Enpals etc., anche se i furbi da perseguire e sanzionare ci sono sempre. A questo, oggi si aggiunge una certa contrazione della domanda, dovuta certo alla crisi, ma anche a un’omologazione dell’offerta, spesso vincolata ai limiti strutturali degli impianti, progettati e concepiti secondo schemi arcaici, fonte di diseconomie e scarsa sostenibilità gestionale.”

Quali sono le principali competenze che essi dovrebbero maturare, così da fron-teggiare tali problemi/difficoltà?“In parte lo si evince da quanto già indi-cato, ma credo che, di base, risulti fon-damentale una crescita di sensibilità circa vari aspetti, primo il servizio, secondo un’offerta più tagliata sul singolo che non su macro categorie d’utenza e, ter-zo, scelte qualitative che muovono dalla selezione dei migliori professionisti, per arrivare anche alle soluzioni atte a rendere accoglienti e fruibili ambienti so-vente freddi e poco curati igienicamente. Insomma una cultura dell’accoglienza e della vendita a dimensione di “ospi-te”, che in genere le reception delle no-stre piscine (in molti casi l’accezione più adeguata per le piscine è “segreteria”), in-clini a modalità di iscrizione e pagamenti quote diffuse negli sportelli postali di un trentennio fa, non sono assolutamente in grado di interpretare.”

Entrando nel dettaglio di impianti di pic-cole/medie dimensioni, quali sono le tre regole d’oro per una gestione eccellente?“Sicuramente: specializzazione, un’idea di business chiarissima già in fase pro-gettuale, selezione e crescita costante e puntuale dello staff e del vertice azienda-le. Questi sono i tre ingredienti imprescin-

dibili. Se poi si parla di piccoli impianti, ulteriori elementi vincenti sono l’acqua a temperature più elevate, la cura dei det-tagli nel servizio e un palinsesto coeren-te con le scelte strategiche e la connota-zione dell’impianto. È inutile pensare di far coesistere, in una medesima piccola vasca, attività di riabilitazione e di aqua-fitness: si disturberebbero a vicenda. Un piccolo impianto può accoglierle entram-be senza problemi, ma vanno pianificate in momenti distinti.”

Quali sono invece i rischi e le “insidie” che la gestione di piccoli impianti potrebbe nascondere? “Il più grande rischio è di non avere idea di quali siano gli obiettivi perseguibili con un impianto di dimensioni contenute. Chi gestisce la piscina deve avere una vision e una strategia ben chiara, che tenga in considerazione obiettivi, tempi di rientro dell’investimento, la marginalità che ogni attività considerata deve garantire, sen-za vendere un prezzo, ma un valore: il valore del brand. Quest’ultimo deve sot-tendere una gamma di servizi di alto contenuto, possibilmente originali, che confluiscano in esperienze poco repli-cabili altrove, in grado di garantire be-nefici e la soddisfazione entusiastica del cliente.Altri rischi? Errori come la profondità della vasca – è meglio una 120 cm, ide-ale per tutto, che una “ibrida” profondità di 160 cm o un’inutile altezza di 90-100cm – o come aree accessorie inadeguate. Spessissimo si sottovalutano le dimensio-ni necessarie per gli spogliatoi, il numero di armadietti e delle docce, che deve of-frire un buon servizio anche negli orari di punta. Senza contare l’area reception/at-tesa, che va considerata in una piscina di qualsiasi foggia e dimensione. Infine, per chi è attento al sociale, vanno realizzati anche ambienti idonei per le categorie di persone più penalizzate, perché sociale e sanità saranno il binomio vincente dei prossimi anni.”

Qual è o quali sono le attività che non possono mancare in un impianto? “Oggi rinunciare alla categoria dei bam-bini under 6 è un errore macroscopico, anche se si tratta di piscine di centri spor-tivi. È l’unica categoria per cui la propen-sione alla spesa resta altissima. Questo vale ancor di più per impianti di piccole dimensioni. Se invece parliamo di pisci-ne tradizionali, è venuto il momento di allontanarsi dalle mega strutture o dalle vasche da 50 m; si nuota benissimo anche in piscine di 20 m e di profondità 120 cm. Spazio quindi alla didattica natatoria di qualità, che può dare grandi soddisfazio-ni. Attenzione, sottolineo di qualità per-ché oggi il fitness acquatico è sovente un must imprescindibile, ma il suo successo dipende molto dalla presenza di istrut-tori capaci, dalla predisposizione a pro-porre nuove idee collaudate e da attrez-zature che si rivelino all’altezza. Un focus particolare merita, infine, l’aquafitness che unisca anche prevenzione e salute, perché i senior saranno i veri dominatori delle piscine, ma solo se ben ideate e ben condotte.”

In chiusura: quali consigli e/o suggeri-menti si sente di offrire a chi gestisce, o a

chi è in procinto di prendere in gestione, una piscina di piccole/medie dimensioni?“Personalmente non ho titolo per dare consigli, ma per quello che ho potu-to constatare in prima persona, di soli-to piccolo e altamente specializzato è sovente sinonimo di successo. In Francia, ad esempio, sono diverse le pi-scine esclusivamente dedicate all’aquabi-ke, con 8-10 corsi al giorno sempre affol-latissimi. Molto in voga in diversi Paesi - Italia inclusa - sono gli impianti di pic-cole dimensioni dedicati all’olistico e ai nuovi trend dove l’acqua calda è il primo elemento distintivo (30°C-32°C la media). Infine, neonatale (che va fortissimo negli States) e riabilitazione restano servizi ad alta redditività. Uniche certezze poco sindacabili sono i costi di esercizio, che vanno sem-pre monitorati. Una piccola/media pi-scina può anche richiedere poco più di 30.000-40.000 euro l’anno per utenze e altri costi, ma è indispensabile che non si vada oltre. La ragione? Per quanto il servi-zio erogato sia eccellente, e la vasca lavo-ri sette giorni su sette, non possiamo pen-sare a fatturati stellari veicolati da tariffe salatissime. E se le tariffe saranno molto alte, il rapporto istruttore/allievi sarà per forza molto basso (1:5 o 6 massimo). Un ultimo consiglio, affidatevi a poco e selezionatissimo personale, perché è la vera risorsa che fa la differenza, a maggior ragione in un medio-mini im-pianto: sarà ben pagato, e motivato a dare sempre il massimo sia nei confronti dell’azienda/club/centro al quale si lega, sia verso gli ospiti, che non rinunceranno più al momento di evasione che la picco-la, accogliente piscina può regalare loro”.

Marco Tornatore sarà presente in qualità di moderatore alla tavola rotonda dedicata alla gestione di piccole-medie piscine, che si svolgerà in occasione di ForumPiscine 2014 (si veda a pag.16 e 17). I relatori? Paolo Gecchelin, Luigi Vecchio e Francesco Confalonieri.

INCONTRA L’AUTORE

Marco Tornatore, Imprenditore. È titolare dell’azienda Swim & Fit, direttore generale della European Aquatic Association, direttore editoriale di Happy Aquatics e consulente-coordinatore di Aqquatix Group.

VISTO DA VICINO

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La redazione di questa testata mi perdo-nerà se toccherò solo nell’incipit di questo mio articolo il tema che mi era stato asse-gnato. Non amo infatti entrare nel dibat-tito di quando il certificato medico, alla luce delle recenti e incoerenti modifiche avvenute (per la cronistoria, si vedano gli articoli pubblicati su www.sportindust-ry.com), sia obbligatorio o meno. La sensazione è che su questo tema poco si discuta di “salute” dei partecipanti

Una voce fuori dal coro Le posizioni dell’avvocato Martinelli su due questioni controverse: l’obbligatorietà del certificato medico e i compensi per attività sportiva dilettantistica. Il primo tema caratterizzato da un caotico susseguirsi di norme negli ultimi mesi; il secondo, da un quadro giurisprudenziale incerto. Con un dubbio: qual è il futuro previdenziale di chi opera nello sport dilettantistico?

di Guido Martinelli

alle attività sportive e molto di “elettrocar-diogramma sì o no” (con potenziali inte-ressi di bottega sottesi) e principalmente, per quanto riguarda i gestori di palestre e impianti sportivi, di poter non chiedere il certificato, evitando così il rischio di perdere un cliente che non possa o non voglia presentarlo, stante la nota idiosin-crasia italica di frequentare i malfunzio-nanti ambulatori del nostro sistema sani-tario nazionale.

La mia posizione è sempre stata chiara: il certificato sempre e comunque è prassi che si deve suggerire come unico comportamento perché, in caso malau-gurato di infortunio nell’impianto, esso rappresenta l’unica prova di avere fatto tutto il possibile per evitare incidenti e, di conseguenza evitare, per quanto pos-sibile, conseguenze sotto il profilo risar-citorio.

Guido Martinelli, avvocato e docente a contratto presso l’Università di Bologna e Ferrara. Consulente di diverse Federazioni affiliate al Coni, autore di numerose pubblicazioni. Socio fondatore dello Studio Martinelli e Rogolino.

VISTO DA VICINO

“Il sistema sportivo italiano continua a pensare che nello

sport non si lavori. Ma come si pensa che

siano gestite le migliaia di impianti sportivi pubblici affidati al

volontariato?”

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Anche nello sport si lavoraL’altra domanda che in questo periodo appare gettonatissima è legata alla pos-sibilità di retribuire le risorse umane utilizzate nel centro con i compensi per attività sportiva dilettantistica, di cui all’art. 67 primo comma lett. M) del Tuir. L’obiettivo è pacifico: così facendo i costi si riducono di oltre il 40%, in quanto que-sta fattispecie non prevede il pagamento di contributi previdenziali. Risparmio che spesso è vitale per garantire la com-patibilità economica del sodalizio spor-tivo che gestisce l’impianto e l’attività. (Sugli orientamenti del quadro giurispru-denziale a seguito delle recenti decisioni di diversi Tribunali, con dettaglio delle sentenze emesse, si veda l’approfondi-mento pubblicato su www.sportindu-stry.com). A questo punto non voglio, però, che mi si rinfacci poi un tema, che già oggi le giovani generazioni rimproverano ai miei “coetanei”, ossia quello che, sotto il profi-lo previdenziale, con il sistema retributivo li abbiamo impoveriti. Noi abbiamo infatti un numero importante di soggetti che a vario titolo opera nello sport dilettantisti-co (atleti, istruttori, tecnici, dirigenti, per-sonale addetto agli impianti) che per un lungo periodo della loro vita lavorativa non versano alcun contributo previden-ziale o assicurativo, restando, di fatto, per l’assistenza, a carico della collettività.A quanto ammonterà questo buco con-tributivo che rimarrà a carico della col-lettività quando, tra 25/30 anni, queste persone, per ragioni anagrafiche o fisiche, non saranno in grado di sostenersi auto-nomamente sotto il profilo economico? Il sistema sportivo italiano continua a pensare che nello sport non si lavori. Ma cosa fanno le migliaia di giocatori di pallavolo, pallacanestro, rugby, baseball, pallanuoto, ecc. che, spesso lontano dalla residenza dei propri familiari, partecipa-no ai vari campionati nazionali di que-ste discipline, portando a casa “rimbor-si spese” che sicuramente gratificano le loro esigenze immediate, ma non certa-mente quelle della loro vecchiaia?Pensiamo che i maestri di scherma, di ten-nis, di nuoto, di pattinaggio, di ginnastica ecc. svolgano questa attività per “dilet-to”, nelle ore lasciate libere dalla loro at-tività principale? Come si pensa che siano gestite le migliaia di impianti sportivi pubblici affidati al “volontariato”?Sui quotidiani di questi giorni si leggo-no le dichiarazioni del Presidente del-la Federazione Pallacanestro, Gianni Petrucci, per diversi mandati Presidente del Coni, che chiede di rivedere la legge sul professionismo sportivo che im-pone “spese ormai insostenibili”. Ma cosa sono queste spese insostenibili se non i contributi previdenziali che le 16 società di serie “A” di pallacanestro, le uniche ri-maste professioniste al di fuori del calcio, sostengono?Pertanto, presto, anche gli unici sportivi che avevano garantita una pensione gra-zie ai contributi versati, i professionisti, si vedranno presto ridurre questa garanzia.

Il problema va affrontatoAllora mi chiedo: ci preoccupiamo, giu-stamente, degli esodati, ma non ci rendia-mo conto (sindacati, se ci siete battete un colpo!) di questa massa di soggetti che

rischia di arrivare alla pensione contribu-tiva con cifre che consentiranno di ero-gare trattamenti al di sotto del livello minimo di sussistenza?Conosco già l’obiezione: il mondo dello sport non ha le risorse per regolarizza-re queste posizioni. Perfetto, ma quando, inevitabilmente, il problema si dovrà affrontare (ricordiamoci che l’accentuata professionalità nello sport dilettantistico è fenomeno di circa una decina d’anni e, pertanto, il momento della resa dei con-ti deve ancora arrivare), probabilmente, non potrò assistere per ovvie ragioni ana-grafiche ma, da dove sarò, consentitemi di fare un sorriso.In chiusura, Il Corriere della Sera di oggi, 24 novembre, pubblica un trafiletto con alcune statistiche divulgate dalla Società italiana di pediatria. In genere diffido da dati per i quali non conosco il meccani-smo di raccolta, ma credo che valga la pena citarli almeno come linea di tenden-za, visto che confermano quella che era una sensazione in me ben presente: “Tra il 2011 e il 2012 la quota di praticanti continuativi (attività sportiva) è diminu-ita persino nella fascia d’età 11 – 14 anni, passando dal 56% al 53,4%. La percentua-le tra i 15 e i 17 anni diventa del 48,5% e del 34,7% tra i 18 e i 19 anni”.Capite ora perché non riesco ad entu-siasmarmi all’idea dell’organizzazione di eventuali giochi olimpici a Roma nel 2024…

Questo articolo pone l’accento su temi di grande importanza per il settore sportivo. Da una parte la questione ancora aperta dei certificati medici, dall’altra quella dell’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e, non da ultimo, l’annosa questione dei contributi previdenziali. Molteplici sono gli articoli scritti in materia, dalla nostra redazione come dall’avv. Guido Martinelli e dal suo studio, e molteplici saranno i futuri aggiornamenti. Vi invitiamo pertanto a leggere gli articoli dedicati ai temi certificati medici, defibrillatori e contributi previdenziali pubblicati su www.sportindustry.com nella categoria “Norme e leggi per l’impiantistica sportiva”. Link diretto: bit.ly/sid2normative

INCONTRA L’AUTORE

Dall’approvazione del c.d. “Decreto Balduzzi” in avanti è stato un continuo susseguirsi di interventi normativi a livello statale e regionale, che hanno finito con ingenerare un’enorme confusione, in materia sia di certificati medici sia di defibrillatori, tra gli operatori del settori e gli stessi medici. In occasione di ForumSport Congress, che si terrà in concomitanza con ForumClub-ForumPiscine (si veda a pag. 16 e 17), l’avvocato Guido Martinelli farà chiarezza in merito ai concetti di attività ludico-motoria o amatoriale, sportiva non agonistica e ad elevato impegno cardiovascolare, evidenziando gli obblighi previsti, le cautele da adottare e le possibili responsabilità per i gestori.

PER APPROFONDIRE

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Partiamo da una premessa fondamenta-le: l’impianto sportivo che avete in gestione è un prodotto. Un prodotto che va raccontato, condiviso, promosso e venduto. Nella maggior parte dei casi è di proprietà di qualcun altro, qualcuno che ve l’ha affidato affinché lo facciate fun-zionare nel migliore dei modi possibili. Gli utenti, dal canto loro, quelli che ogni giorno si avvicinano il vostro prodotto (i bambini della scuola calcio, le ragazze della pallavolo, i cestisti del venerdì sera), ogni singola volta vivono un’esperienza e la condividono. È sempre stato così. Prima si passavano ore a parlare al tele-fono, ora si postano foto su Facebook, si twitta, si caricano video sul proprio cana-le di Youtube. Per un centro sportivo, fingere che questo mondo virtuale, multiforme e in continua evoluzione non esista è il modo migliore

Social non si nasce… si diventa

a cura della redazione

Facebook, Twitter e Youtube possono essere strumenti di grande importanza per ampliare la visibilità e gli introiti di un centro sportivo. Però, attenzione, non sono strumenti facili da utilizzare, almeno non in un’ottica di marketing.

per perdersi grandi opportunità che, se gestite a dovere, possono rivelarsi oc-casioni di business. Perché voi magari su Facebook non ci siete mai entrati, ma il vostro centro sportivo c’è. E non solo su Facebook. C’è nei commenti dei vostri ragazzi, c’è nelle foto scattate con il te-lefonino dai genitori durante una partita, e ogni singolo ragazzo/genitore ha degli amici, che a loro volta hanno degli ami-ci, che hanno a loro volta altri amici, in una catena di relazioni che procede sin quasi all’infinito. In questo senso, “l’avvento dei social net-work – racconta Luca Ercolani – ha com-pletamente ribaltato le regole del marke-ting e rimesso in discussione il rapporto azienda-cliente. Il rapporto con l’azien-da o il brand è diventato un rapporto personale, alla pari, quasi tra amici. Nella piazza virtuale dei social media sono gli utenti che dettano le regole, creando e condividendo commenti e contenuti. Questi utenti sono disposti ad accogliere

anche le aziende, a patto che si adeguino alle loro regole del gioco. Per questo motivo non si deve entrare a gamba tesa, proponendo di acquistare fin da subito i propri servizi/prodotti. Questi possono essere proposti solo dopo aver conqui-stato la fiducia del cliente, con la pa-zienza, il dialogo e l’ascolto. Se non si coltiva adeguatamente questa capacità di relazione si arrecano gravi danni d’im-magine, e quindi economici”.

Buttarsi a capofitto? No grazie!Come già si può comprendere, essere presenti sui social network senza la do-vuta preparazione, sottovalutandone i rischi, è quindi quasi peggio che non es-serci affatto. “Buttarsi a capofitto nel mon-do dei social – continua Ercolani – sen-za ad esempio sapere che cosa si debba fare per aprire una pagina Facebook o, ancor più importante, cosa comunicare tramite il web, può essere dannoso per il proprio business. Prendendo proprio

Luca Ercolani. Da 28 anni nel mondo del fitness, da 15 istruttore, consulente e formatore. Da anni si occupa di Consulenza, Gestione e Formazione in Social Media Marketing, proponendo corsi ad hoc per aziende e professionisti del Fitness e del Benessere.

VISTO DA VICINO

Per un centro sportivo, fingere che i Social Network non esistano è il modo migliore per perdersi grandi opportunità che, se gestite a dovere, possono rivelarsi occasioni di business.

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primo piano web

Facebook come esempio, uno degli erro-ri più comuni, assolutamente da evitare, è aprire un profilo personale al posto di una pagina fan. Se desiderate attivare una presenza su Facebook per motivi pro-fessionali o imprenditoriali, dovete optare per una fanpage. Utilizzo voluta-mente l’imperativo perché per Facebook utilizzare un profilo personale al posto di una fanpage è una violazione dei termini stabiliti per l’utilizzo della piattaforma. Se ciò accade, Facebook, nella migliore del-le ipotesi si sente autorizzato a bannarvi, ovvero a togliervi la password d’acces-so al vostro profilo. Ma potrebbe anche chiudervi definitivamente il profilo. L’ho visto fare diverse volte, credetemi. Non ci sono se e ma: da un giorno all’altro Facebook chiude il profilo di chi sgarra”. Strategie che funzionanoQuindi? Come impostare la mia presen-za, ad esempio, su Facebook? “Facebook funziona se è vivo”. Così sintetizza la propria esperienza su questo famoso so-cial network Paolo Finestra, titolare del club Agorà di Latina. “Sono moltissime le modalità con sui si possono coinvolgere le persone, prime tra tutte quelle che già frequentano il vostro centro. Ad esempio, potete invitarle a postare una loro foto scattata all’interno, stabilendo che chi riceve più mi piace vincerà un premio. Solamente con i mi piace e con le condi-visioni una campagna attuata a costo zero consente di raggiungere 25-30.000 contatti in una settimana. Alcuni anni fa risultati di questa portata erano impen-sabili, se non sostenendo investimenti a più zeri”. Della medesima opinione anche Andrea Pambianchi, project manager e co-proprietario dei club Hard Candy Fitness: “Attraverso l’utilizzo dei social, in particolare di Facebook, cerchiamo di coinvolgere gli utenti facendoli divertire, raccontando ciò che avviene nel club, po-stando le foto dei soci e degli eventi tra i quali, ad esempio, ha figurato la visita di Madonna”. Due strategie che mirano quindi a coin-volgere chi già conosce il centro (sportivo o fitness che sia), portandoli a condivide-re foto, video e link con gli amici, che a loro volta condivideranno con i loro ami-ci, allargando a macchia d’olio i possibili futuri frequentatori del centro sportivo.

Però, non c’è solo FacebookPer chi si rivolge al pubblico finale, cer-cando nuovi clienti e utenti interessa-ti a provare un’attività fisica o sportiva, Facebook è sicuramente il social più adatto, ma non è il solo, anche Youtube e Twitter sono degli ottimi mezzi di co-municazione e interazione. “Se si vuole utilizzare Twitter come stru-mento efficace di marketing – raccontano Fabio Grossi e Michela Verardo – sono cinque i passi fondamentali da segui-re: 1. seguire e prendere informazioni dai co-siddetti opinion leader del vostro settore di riferimento e cercare e seguire i clienti, presenti su Twitter, che usufruiscono dei vostri servizi;2. iniziare a conversare e a interagire amichevolmente con i clienti per com-prendere più a fondo le loro esigenze, av-viando un servizio di customer care onli-ne a basso costo e promuovendo sconti,

coupon, promozioni riservate esclusiva-mente ai follower dell’account;3. condividere e pubblicare, con un lin-guaggio appropriato, messaggi simpati-ci e coinvolgenti: questi renderanno il vostro centro più umano, contribuendo a un’ulteriore fidelizzazione di chi vi segue;4. rendere concreto il proprio network, non fermandosi al web e organizzando incontri dal vivo con i follower. La regola generale è trascinare senza spingere, visto che il valore sta nella re-lazione e non nell’autopromozione esa-sperata”.Consigli che valgono anche per gli altri social network, dove si rivela di fonda-mentale importanza la creazione di un rapporto diretto con chi decide di se-guirvi, premurandosi sempre di rispon-dere, in tempi ragionevolmente rapidi, ai commenti, anche e soprattutto a quel-li negativi. “Una strategia vincente pone infatti le sue basi – specificano Grossi e Verardo – sull’ascolto dell’utente, sulla capacità di accogliere consigli e cri-tiche, sulla disponibilità al dialogo e la costanza nella pubblicazione di contenuti interessanti. Assolutamente da evitare lo spam con l’inserimento eccessivo di mes-saggi pubblicitari”.E Youtube? “Youtube è decisamente il social più impegnativo – conclude la coppia – Ci porta via circa 6/7 ore set-timanali per il montaggio e il rendering video, alle quali vanno sommate almeno altre 2 ore la settimana per l’ideazione e la gestione dei contenuti e dei relativi commenti”.

Me li gestisco da solo, cosa ci vorrà mai? Come si evince da questa seppur breve carrellata, la gestione dei social network non è un’attività che si possa intrapren-dere nei ritagli di tempo, senza un’ade-guata preparazione e, soprattutto, senza una strategia. “I social network sono stru-menti molto complessi e delicati, in continua evoluzione, quindi la formazio-ne specifica è una componente essenziale – racconta Luca Ercolani – Una gestione adeguata dei social media richiede varie conoscenze molto specifiche (marketing, comunicazione, SEO, SEM, e-mail marke-ting, Web Analitycs, etc.). Non bisogna dunque commettere l’errore di affidare questa delicata attività alla segretaria o al ragazzo smanettone”. Dello stesso avvi-so anche Andrea Pambianchi: “Facebook funziona esclusivamente se s’interagisce davvero e in modo costante. Ma affinché ciò avvenga serve una persona che al-meno otto ore al giorno si occupi di questo, che tenga monitorata la piattafor-ma, che risponda ai post, che interagisca con tutti. È, a tutti gli effetti, un lavoro”.

Ci vuole un leaderA chi affidare dunque questo delicato la-voro? “È importante che ci sia un leader che configuri la strategia riguardante i social media e supervisioni la sua imple-mentazione”. Spiega Fred Hoffman, for-matore e consulente di livello internazio-nale, in ambito sia tecnico sia manageria-le, nel settore del fitness. “Può essere un membro dello staff, con un’eccellente conoscenza dei social media, oppure un esterno, applicando in questo modo il principio dell’outsourcing. Chiunque

PER APPROFONDIRE

Questo articolo nasce da una rielaborazione di due interviste a Luca Ercolani, pubblicate su www.sportindustry.com, da un articolo dedicato a Twitter a firma di Fabio Grossi e Michela Verardo e da un’approfondita inchiesta dedicata al mondo dei social network a firma di Davide Venturi, entrambi pubblicati sulla rivista Il Nuovo Club, Strumenti di Management per Centri Sportivi e Fitness Club, n°135, settembre-ottobre 2013.

INCONTRA GLI AUTORI

L’argomento social network verrà sviscerato nei dettagli durante gli eventi concomitanti ForumClub/ForumPiscine e ForumSport Congress. Luca Ercolani, Fabio Grossi e Michela Verardo saranno protagonisti di una tavola rotonda e sessioni dedicate al tema. Non perdete l’occasione di imparare come sfruttare appieno le opportunità offerte dal social media marketing. Per maggiori informazioni si veda a pag. 16 e 17.

Fabio Grossi e Michela Verardo. Ideatori e titolari dello studio di Personal Training Saluteinmovimento di Genova, di cui Grossi è direttore tecnico e Verardo direttrice scientifica, si occupano di comunicazione sul web, networking e formazione. Attualmente sono partner di YouTube/Google con i canali multilingua sul fitness.

VISTO DA VICINOsvolga quest’attività dovrebbe essere in grado di coinvolgere i clienti, incorag-giare i membri dello staff a utilizzare questi strumenti e a interagire; dovrebbe anche e necessariamente comunicare con lo staff in modo continuativo e costan-te. Chiunque lavori per il centro sportivo dovrebbe conoscere la strategia riguar-dante i social media e dovrebbe essere incoraggiato a partecipare”.

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focus formazione

ForumSport Congress: la formazione a 360°

I cambiamenti nella gestione di impianti sportivi, il reperimento di risorse, le ultime novità in materia di certificati medici, defibrillatori, normativa sul lavoro; il tutto condito con case history di successo. In febbraio 2014 torna ForumSport Congress.

a cura della redazione

Si rinnova l’appuntamento con ForumSport Congress, il congresso de-dicato a coloro che gestiscono impianti sportivi sia pubblici sia privati, alle as-sociazioni sportive dilettantistiche, ai tecnici, ai dirigenti e ai responsabili di federazioni ed enti di promozione sporti-va, nazionale e periferici, alle aziende che vogliono mantenersi informate su un set-tore, quello degli impianti sportivi, che sta subendo continue trasformazioni. L’evento, che si terrà il 21 e il 22 feb-braio 2014 alla Fiera di Bologna, vedrà la partecipazione di gestori, amministra-tori, dirigenti, professionisti e consulenti, che metteranno a disposizione della platea idee, consigli e suggerimenti da mette-re in pratica sin da subito per migliora-re la propria attività. I contenuti spazieranno dai cambiamenti in atto nella concessione degli impianti sportivi pubblici, alle modalità per il re-perimento di risorse e di finanziamenti, al marketing realmente innovativo, alle ul-time novità in materia di norme e leggi, ad esempio certificati medici, defibrillatori, normativa sul lavoro, ecc. Il tutto sempre condito con case history di successo in tema di gestione di impianti sportivi pub-blici da parte di enti privati. (Per maggiori dettagli sul programma, si veda la pagina dedicata qui accanto).

Perché partecipare? Un appuntamento imperdibile anche alla luce di un fatto che teniamo a sottolinea-

re. Nella stessa sede e quasi nelle medesi-me date, si terrà anche il duplice evento, congressuale ed espositivo, ForumClub – ForumPiscine (20-22 febbraio 2014, Fiera di Bologna). Per chi non lo conoscesse, l’appuntamento mette a disposizione un expo internazionale ampio e articola-to (ad accesso gratuito) di prodotti e tec-nologie riguardanti la costruzione, l’allesti-mento, l’installazione e l’attrezzatura di im-pianti sportivi, piscine pubbliche e private, fitness club e centri benessere. In parallelo all’expo, torna anche l’ap-puntamento con un Congresso Internazionale che, da 15 anni, rispon-de in maniera professionale e approfon-dita alle esigenze di carattere gestiona-le e manageriale di titolari, manager e professionisti che operano nei settori fit-ness, piscina e benessere. Tantissime sono quest’anno le occasioni di formazione date dalla partecipazione all’evento, diviso in percorsi dedicati, che vengono incon-tro a tutte le necessità di aggiornamento delle diverse figure che operano in centri sportivi, natatori e wellness: Manageriale, Commerciale, Accoglienza, Instructor Program e, infine, Aquatic Management, il percorso dedicato ai gestori della pi-scina che affronta le principali tematiche legate al management degli impianti nata-tori. Per meglio farvi comprendere la va-rietà di contenuti proposti dal Congresso di ForumClub – ForumPiscine, abbiamo selezionato per voi alcune sessioni, nelle quali siamo sicuri troverete sugge-

rimenti e spunti pratici di sicuro interes-santi. Il programma completo degli eventi ForumClub, ForumPiscine e ForumSport Congress, così come tutti i curriculum dei relatori, sono disponibili ai siti www.fo-rumclub.it e www.forumpiscine.it.

GROM: creatività e audacia made in ItalyLa storia delle gelaterie Grom inizia con un negozo di 25mq in Piazza Paleocapa, a Torino, aperto da due amici, Federico Grom e Guido Martinetti, con una passio-ne e con un budget di 32.500 euro (a te-sta). Guido Martinetti parlerà di motivazio-ne e forza, di come perseguire il proprio sogno senza venir meno ai propri principi e ai propri ideali, della costante ricerca di sistemi e soluzioni nuovi, fornendo spun-ti di riflessione ed elementi motivazionali per chiunque, in questi anni difficili, operi nel mondo imprenditoriale italiano.Relatore: Guido Martinetti

Pianificazione e controllo di gestione“La mia organizzazione produce buoni ri-sultati in confronto ai concorrenti? I risul-tati stanno migliorando? Sto realizzando i miei obiettivi? Come si fa a far andare le cose un po’ più “per conto loro”? Come posso far capire ai miei collaboratori dove voglio andare? Come posso trasferire loro gli obiettivi dell‘organizzazione? Come si può legare la retribuzione delle persone a quello che fanno? Come si fa a rendere le persone più partecipi ai risultati?”.

Idee, consigli e

suggerimenti da mettere

in pratica sin da subito

per migliorare la propria

attività. Questa la volontà

alla base dell’evento

ForumSport Congress.

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focus formazione

forumsport congress 2014Venerdì 21 febbraio {Sala Azzurra}

Queste e a molte altre domande troveran-no risposta in questo seminario all day. Relatore: Alberto Manzotti

L’inquadramento previdenziale e assi-curativo dei collaboratori di ASD/SSD Un rilevante filone giurisprudenziale, per giustificare l’assoggettamento a contribu-zione, ha cominciato a far leva su concetti quali “professionalità”, “continuità” e “abi-tualità” della prestazione, uniti a compensi di entità tale da poter costituire una fonte autonoma di sostentamento. Da non tra-scurare, poi, i primi precedenti in materia di ordinanze ingiunzioni comminate dalle DTL (Direzioni Territoriali del Lavoro) per “lavoro irregolare” che vedono i legali rap-presentanti quali trasgressori e responsabi-li in via principale. Relatore: Ernesto Russo

Investire in piccolo per guadagnare in grandeOggi non è più tempo di grandi opere in ambito acquatico, ma è strategicamente vincente investire in piccole-medie pisci-ne, i cui costi di gestione sono relativa-mente bassi, con la prospettiva di margi-nalità e redditività invitanti, che le grandi vasche assolutamente non permettono più di ottenere. Idee vincenti, perché in un piccolo contenitore si possono sviluppare una serie di servizi coerenti con le dimen-sioni dello stesso, con il cui duplice obiet-tivo è di avere sempre un impianto molto frequentato e un ritorno dell’investimento relativamente veloce.Relatori: Paolo Gecchelin, Luigi Vecchio e Francesco ConfalonieriModeratore: Marco Tornatore

Impianti ad uso natatorio: la qualità delle prestazioni Raffaele Guariniello, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, grande esperto nei settori del lavo-ro, della salute e dell’ambiente, si rivolgerà agli operatori del settore piscina puntando l’attenzione sul concetto di responsabilità, considerata la premessa essenziale di ogni opera di qualità. Verranno quindi prese in esame le responsabilità del Committente e quelle dell’impresa esecutrice dei lavori, legate a una possibile mancanza delle ido-nee qualifiche. Relatori: Raffaele Guariniello, Felice Monaco, Michele Montrano, Ivano Pelosin, Alberto Verardo

Le attività di nicchia e la chiave del successoLe attività che nelle piscine non subisco-no contrazione alcuna sono quelle dedi-cate ai bambini, dai primi mesi fino fino ai 10-12 anni. I criteri nel definire i percorsi per garantire la soddisfazione del cliente, la relazione da avviare e alimentare con queste categorie di utenza, e il potenziale di fidelizzazione: un programma tecnico, legato a definizioni sapienti del palinsesto e ad un approccio relazionale educativo, orientato ai massimi benefici per il bambi-no e i suoi genitori.Relatori: Manolo Cattari e Danilo Russu

Sicurezza in piscina: il documento di valutazione rischi I relatori illustreranno i principali adempi-menti di legge, evidenziando alcuni casi

critici connessi con le caratteristiche ar-chitettoniche degli impianti e forniranno alcuni suggerimenti operativi utili per la compilazione del documento di valutazio-ne dei rischi.Relatore: Valter Rapizzi

Comprendere e assecondare il cambia-mentoIn un momento “turbolento” come quel-lo attuale, in cui le certezze sono merce rara, l’unica vera certezza è il cambiamen-to. Nel modo di pensare, programmare e agire. Tre professionisti di altissimo profi-

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Segreteria scientifica e vendita stand EDITRICE IL CAMPO tel. 051 255544 [email protected]

Segreteria organizzativa ABSOLUT venti&comunicazionetel. 051 272523 [email protected]

PER APPROFONDIRE

Ore 09.15 – 10.45 D’ora in avanti saranno tutte delle finali... (Ovvero le tante sfide da vincere per parlare realmente di marketing innovativo)Relatore: Roberto Ghiretti (Studio Ghiretti & Associati)

Ore 11.00 – 13.00Ordinarie e straordinarie storie di gestione: Quali modelli nel futuro degli impianti spor-tivi? Tavola rotondaModeratore: Roberto GhirettiIntervengono: Claudio Magni (In Sport), Gino Santi (So.ge.se.), Sergio Tosi (Sport Management)

Ore 14.30 – 16.30 La riqualificazione energetica dell’impianto sportivo: tecnologie, costi, benefici, finanzia-menti, case historyTavola rotondaRelatori: Riccardo Breveglieri (Arsea), Alberto Cervi (Refit Solutions), Edoardo Gugliotta (ICS), Paolo Picozzi (Mc2 Sportway), Donato Zangani (D’Appolonia - SportE2)

Ore 16.45 – 18.00Pubblicità e sponsorizzazione: conoscere la disciplina dei contratti per utilizzarli al meglio Relatore: Guido Martinelli (Studio Legale Marti-nelli Rogolino)

sabato 22 febbraio {Sala Italia}Ore 09.15 – 10. 15La tutela sanitaria dopo il Decreto Balduzzi Relatore: Guido Martinelli

Ore 12.00 – 14.00 Vizi e virtù dello sport dilettantistico: linea diretta con gli enti accertatori Tavola rotondaModeratore: Guido Martinelli Intervengono: dirigenti e funzionari di alcuni organi di controllo, tra i quali Silvia Wertheimer (SIAE)

Ore 15.00 – 17.00 Social e Media language: dalla palestra alla fitness e sport community LaboratorioModeratore: Gianluca Scazzosi (Wellink)Intervengono: Luca Ercolani (consulente), Carmine Preziosi (Fitness Lab), Michela Verardo e Fabio Grossi (Saluteinmovimento)

lo, con esperienze e background formati-vi diversi, ma accomunati dalla profonda conoscenza dell’azienda club, analizzeran-no lo stato dell’arte del settore fornendo preziose indicazioni per andare incontro al futuro con la mentalità e gli strumenti giusti. Parleranno di marketing, vendita, customer care, organizzazione strategica dell’area destinata all’allenamento, del ruo-lo chiave dello staff e molto altro ancora.Relatori: Edward Gober, Fred Hoffman, Alan Leach

a cHi si riVoLge?• attuali o futuri gestori di impianti sportivi pubblici e privati;

• società e associazioni sportive• dirigenti e responsabili all’interno di enti pubblici che si occupano di

sport e impiantistica sportiva, assessorati;• tecnici, dirigenti e responsabili di federazioni, enti di promozione

sportiva, CONI.

conVenZioni Saranno attivate convenzioni che consentiranno di partecipare all’evento usufruendo di tariffe scontate, già previste per gli abbonati di Editrice Il Campo.

Per informazioni, iscrizioni e prenotazioni: Segreteria Organizzativa: Absolut Eventi & Comunicazioni, 051.27.25.23

Segreteria Scientifica e Vendita Stand: Editrice Il Campo, 051.25.55.44, www.forumclub.it

con il patrocinio di:

È un’iniziativa

bologna, palazzo dei congressi

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rassegnatribune e sedute

Ogni impiantO merita un pubblicOLo sport è emozione da condividere. Sugli spalti, la domenica, a soffrire e a gioire insieme alla propria squa-dra del cuore; oppure il sabato pomeriggio, nella palestra della scuola, ad applaudire i propri compagni che si sfidano nel torneo di basket. Qualsiasi sia la vocazione di un impianto, non si può prescin-dere dalla presenza di un pubblico e di strutture adeguate ad ospitarlo. In questa rassegna presentiamo dunque una carrellata delle proposte del mercato in materia di tribune: in calcestruzzo, telescopiche, fisse, ribaltabili, trasportabili, “rapide”, mettendone in evidenza le qualità e le caratteristiche tecniche. E siccome non esiste tribuna che si rispetti senza sedute, in questa sede potete trovare anche alcune proposte loro dedicate. Per chi volesse approfondire o contattare le aziende qui presentate, per avere maggiori informazioni o per richiedere preven-tivi, la medesima rassegna è pubblicata anche nel canale complementi di www.sportindustry.com. Link diretto: bit.ly/sid2tribune.

artisport: tribuna fissa per interni

artisport, una delle maggiori aziende italiane specializzate nella produzione, installazione e fornitura di articoli per impianti sportivi, palestre e fitness club, presenta una tribuna fissa per interni, con struttura in acciaio verniciato, piani di calpestio e tamponamento in multistrato o in lamiera preverniciata, piano di seduta betulla o scocche di polipropilene. Personalizzabile sia in lunghezza sia in profondità, la struttura risulta certificata secondo norme e D.M. vigenti.

bit.ly/sid2tribune

ceta: nuova tribuna stadio rigamonticeta presenta la nuova tribuna prefabbricata, tipo G2M30/0, fornita e posata allo stadio rigamondi di bre-scia. Con una lunghezza di 68,40 m e una profondità di 23,55 m (max), è composta da 3702 posti a sedere su trenta file di sedili. La struttura portante è realizzata in acciaio zincato a caldo, con piani di calpestio in acciaio antisdrucciolo, sempre zincato a caldo, scale di smistamento con gradini in acciaio antisdrucciolo (zincato a caldo) con inserto in polistirolo riciclato colore giallo e sedili Drop senza schienale stampati per iniezione in polipropilene copolimero ignifugo in classe 1 (colori blu e bianco).

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HObag: tribune in calcestruzzo

Le tribune in calcestruzzo per impianti sportivi di Hobag, da un decennio principale produttore di elementi pre-fabbricati in calcestruzzo, si distinguono per la capacità di offrire massima flessibilità e adattamento alle richieste e ai progetti più inconsueti, così come a restrizioni strutturali. La ricca gamma di caratteristiche configurabili permet-te di realizzare tribune su misura, progettate e realizzate sulle esigenze del cliente.

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rassegna tribune e sedute

nuova radar coop: tribuna fissa carenata

Specializzata nella produzione di tribune, telescopiche e fisse, e di sedute, vi presentiamo la tribuna fissa carena-ta con corridoio posteriore, installata da nuova radar coop nel palazzetto godega di S. urbano (TV) realizzata in tavole in legno multistrati, verniciato al naturale. In questa realizzazione, la necessità era di creare un corridoio posteriore per il transito del pubblico e un collegamento a “ponte” nel punto di interruzione nella mezzeria. Come si può osservare al centro della tribuna, trovandosi l’accesso agli spogliatoi, è stata realizzata l’interruzione con un “ponte” posteriore per il transito delle persone. Il tutto protetto da parapetti.

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tribuna modulare Orlando

Prodotta da mario Orlando & figli, la tribuna modulare brevettata Orlando si distingue per le dimensioni contenute dei tre elementi base e per la capillare modularità, che assicura la realizzazione di un’unica grande struttura o di più tribune modulari ridotte, posizionabili anche in terreni sconnessi e irregolari. Tutto ciò senza com-promettere l’estetica e la sicurezza, grazie al controllo delle saldature, rigorosamente a filo continuo. La struttura, realizzata in acciaio zincato a caldo, può essere dotata di sedute sia su panche sia su scocche in polipropilene igni-fugo. Allestimento e smontaggio, grazie ai componenti a incastro, non richiedono alcun intervento specializzato.

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ilma: una tribuna rapida

La tribuna rapida è una struttura brevettata ilma che permette di realizzare gradinate in tempi ridottissimi, in ambienti sia all’interno sia all’esterno. Interamente costruita in tubolari di alluminio, risulta estremamente leggera e maneggevole, con ruotine agganciate al telaio che permettono lo spostamento veloce di ogni modulo. Per com-porre un tribuna sarà sufficiente accostare singoli moduli di lunghezza pari a 2 m, bloccando le ruotine con una semplice pressione del piede su un apposito pedale. Massima, infine, la libertà compositiva: grazie alla presenza di elementi speciali, sono disponibili configurazioni rettilinee, ad “angolo”, a “L”, a “U” o altro.

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Sport System: tribuna vip componibile

Sport System presenta la tribuna vip componibile e trasportabile. Una soluzione versatile per realizzare una tribuna VIP di medie dimensioni, componibile secondo le più svariate esigenze in base all’alternanza preferita tra moduli seduta e moduli scala, facilmente trasportabile e stoccabile a bordo campo. Sia il modulo seduta sia il mo-dulo scala possono essere ribaltati su se stessi e spostati grazie alle apposite ruote, integrate alla struttura. In questo modo, l’intero modulo appare come ripiegato su se stesso, arrivando ad avere una profondità di appena 120 cm. Dimensioni massime totali del modulo in posizione d’uso: 130 (L) x 240 (P) x 147 (H) cm.

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aqua: seduti nel massimo comfort

Prodotta integralmente da aqua, Hi-Seat è una seduta a schienale alto espressamente progettata con la fi-nalità di offrire i più alti livelli di comfort allo spettatore durante l’evento sportivo. È realizzata in un unico pezzo in materiale termoplastico, tramite stampaggio a iniezione di polipropilene copolimero colorato con masterbach di polipropilene. Prodotta nel rispetto dei regolamenti riguardanti la resistenza delle sedute per eventi sportivi, è dotata di supporto per le spalle, così da disperdere la forza peso e sostenere il tronco simulandone la forma, area di appoggio per eventuali oggetti, area di supporto per le gambe che impedisce lo scivolamento in avanti e supporto per le aree ischiatiche, per un’ergonomia assoluta.

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bericoplast: nuovo brevetto per la seduta charlie

Una seduta pieghevole di strutturazione molto semplice, che presenta un costo di produzione competitivo, tale che il suo impiego risulta vantaggioso anche dal punto di vista economico. Una seduta che, grazie alle sue qualità, per-mette di attutire l’impatto tra il perno e il fine corsa definente la condizione di riposo. Realizzata in copolimero di polipropilene o poliammide 6, oggi charlie, la seduta prodotta da bericoplast, è coperta da brevetto per Modello d’Utilità (N.VR2013U000045), depositato il 21/10/2013. Disponibile su telaio singolo, ribaltabile o su struttura modulare a 2, 3, 4 posti.

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mondo: sedute a ribaltamento semplice Mondo presenta g2007 S, una seduta molto comoda e robusta, con un sistema di ribaltamento semplice, per gravità, che la richiude automaticamente quando una persona si alza, lasciando il passaggio libero sui gradoni. Creata nel rispetto delle normative per il deflusso, ha una struttura in materiale termoplastico, stampato a iniezione con gas per la formazione di tubolari cavi strutturali, che ne aumenta la resistenza meccanica. Nella foto: le sedute installate da venelli Seating nel campo centrale del tennis al Foro italico; da notare la scelta di cinque tonalità di grigio, partendo dal grigio ardesia per il livello più basso delle tribune e poi più chiaro mano a mano che si sale fino al contorno finale del perimetro. Questo perché, come ha detto Giancarlo Venelli: “Sono le persone a dover colorare la tribuna, non le sedute”.

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Omsi: poltrona in poliammideNata dall’esperienza di oltre 50 anni di attività nella realizzazione di stampi e iniezione di materie plastiche, la pol-trona modello OmSi m2012 è composta da una struttura portante in poliammide ignifugo caricato fibra vetro, che le conferisce design e robustezza. Le caratteristiche del poliammide fanno sì che la poltrona M2012 risulti particolarmente indicata per le zone ad alta umidità e concentrazione salina. Il sedile/schienale, in polipropilene, abbraccia la struttura stessa in tutte le sue parti, risultando così anti-vandalo. Nella parte inferiore della struttura del sedile è presente un apposito spazio pubblicitario da dedicare a loghi societari o eventuali sponsor.

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rassegna tribune e sedute

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Segreteria organizzativa e ufficio stampa: ABSOLUT eventi&comunicazione - tel. +39 051 272523 - fax +39 051 272508Segreteria scientifica e vendita stand: EDITRICE IL CAMPO Srl - tel +39 051 255544 - fax +39 051 255360 - [email protected]

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scelti per voinovità dal mercato

TANTI PRODOTTI, UN UNICO “LUOGO”Prodotti, sistemi, tecnologie. Ma anche novità, interviste e approfondimenti dedicati alle aziende del settore dell’impiantistica sportiva. Tutto questo, e molto di più, lo potete trovare nelle sezioni “novità prodotti” e “scelti per voi” dei canali Sport & Fitness, Pisci-ne, Wellness e Complementi di www.sportindustry.com. Dal sito potete anche contattare direttamente le aziende, per chiedere informazioni o preventivi, grazie alla presenza di ve-trine aziendali dedicate. In questa sede, vi presentiamo una selezione di tutte le novità presentate su www.sportindustry.com, con testi brevi che descri-vono le caratteristiche tecniche principali del prodotto. Per approfondire, vi basterà inserire il link diretto, segnalato dalla nostra lente, nel vostro browser di internet.

Byteware presenta il nuovo modello per la gestione degli iscritti in fitness club e centri sportivi basato sul pay per use, ovvero sul concetto del “pagare in base alla disponibilità del momento e solo per quello che viene effettiva-mente utilizzato”. Una strategia che, in tempi di difficoltà economica, può rivelarsi vincente. Si tratta di un modello basato sulla vendita di “punti” piuttosto che di mesi o ingressi e/o sedute, le cui modalità d’acquisto iniziale e ricarica, nonché di con-sumo, si basano su innovativi meccanismi incentivanti, estremamente semplici da gestire e immediatamente comprensibili da parte sia dell’i-scritto sia del personale incaricato della vendita. Byteware è riuscita a integrare tutto questo nel proprio software gestionale TO.M.M.YS., attraverso la realizzazione di un apposito modulo, messo a punto nel corso di diversi mesi presso alcuni importanti impianti clienti. Come funziona? Scoprilo nell’articolo su www.sportindustry.com.

Nuovi modelli di gestioNe

Per approfondire:

bit.ly/sid2byteware

tra riabilitazioNe e sport

Per approfondire:

bit.ly/sid2technogym

Progettato e realizzato dal-la divisione Acquaparchi e Scivoli di Piscine Casti-glione, in collaborazione con MSC Cruise Technical Department, Vertigo è uno scivolo acquatico di oltre 120 metri: il più lungo scivo-lo a corpo libero mai proget-tato e costruito a bordo di una nuova nave da crociera (la MSC Preziosa). Vertigo permette agli ospiti di provare un’emozionante discesa tra curve e tornanti con fasce di colore traslucide che creano un sorprendente effetto stroboscopico, portando gli ospiti anche oltre il perimetro della nave con un breve passaggio sul mare. In questo tratto, lo scivolo diventa oltretutto trasparente, offrendo un’elettrizzante vista sul mare da circa 60 metri di altezza.

uN acquascivolo da brividi

Per approfondire:

bit.ly/sid2castiglione

Nel settore dello stampaggio plastico dal 1976, Aqua Industrial Group nasce ufficialmente nel 1994, quando l’azienda smette l’attività conto terzi e si concentra sulla produzione e commercializzazione di propri prodotti. Oggi, Aqua è un esempio eccellente di come si possa continuare a crescere e prosperare anche in periodi di crisi economica, grazie a una politica di investimento incentrata sull’implementazione della capacità produttiva interna, sull’incentivazione della ricerca e dello sviluppo di nuovi prodotti e, infine, sulla volontà di fornire alla clientela soluzioni su misura e a 360 gradi. All’interno della vasta produzione dell’azienda, su www.sportindustry.com approfondiamo tre tecno-logie: Modulo 80, un pannello in metallo per la creazione di strutture prefabbricate per piscina, RESTORE, la prima SPA modulare frazionabi-le ed espandibile e, infine, l’erba sintetica HI-GREEN, ideale per venire incontro alle esigenze in termini di performance di campi da calcio a 5, a 8, calcio pro 11, rugby, tennis, hockey e spazi polifunzionali.

tra pisciNe, beNessere e sport

Per approfondire:

bit.ly/sid2aqua

Leg Press MED, di Technogym, è un at-trezzo professionale specifico per il campo riabilitativo e sportivo. Esso permette di allenare gli arti inferiori in modo preciso ed efficace. La sua biomeccanica è studiata per offrire diverse possibilità di allenamento per chi deve recuperare funzionalità dopo un in-tervento o infortunio, per chi vuole preveni-re problemi articolari, o per gli sportivi che desiderano potenziare in modo più intenso i muscoli delle gambe. Da oggi, Leg Press MED è anche dotata del nuovo Multiple Resistance System che combina tre tipi di carico: il peso del carrello, la resistenza ela-stica e il tradizionale pacco pesi. Tale sistema, per la prima volta nel mercato, garantisce la possibilità di impostare 5 diverse modalità di

lavoro sullo stesso attrezzo, rendendolo estremamente versatile per tutte le applicazioni.

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scelti per voi novità dal mercato

trimestrale, anno 4, n. 14ott-dic 2013

Periodico iscritto al ROC, con numero 6228 ISSN 2038-5781, e all’ANES. Associato al sistema Confindustria

Per contattare la [email protected]

Direttore responsabileFederico Maestrami

RedazioneAlice Spiga (responsabile redazione), Chiara La Piana, Davide Venturi, Sara Lisa di Mario

Hanno collaboratoLucia Dallavalle, Guido Martinelli, Alberto Manzotti

Progetto graficoAlice Anna Rameschi, Claudia Gamberini, Sergio Melani

VideoimpaginazioneSabrina Paoletti

PrestampaMassimo Piani

FotografieSxc.hu

Stampa VENETA ROTO - Verona (VR)Spedizione in posta target

PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA© Copyright Editrice Il Campo srlfondata da Franco Maestrami

Direzione editorialeFederico Maestrami, Roberto Maestrami

Direzione, redazione, amministrazione e pubblicitàVia Amendola 11, 40121 Bologna Tel. 051.25.55.44, Fax [email protected]

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L’Editore declina ogni responsabilità per eventuali errori e/o omissioni sui dati pervenuti e pubblicati. È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione e l’adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i cd rom, le fotocopie e i siti Internet), non autorizzati.

Un centro benessere realizzato da Italpool all’interno dell’hotel “Madonnina del Gran Paradiso”, a Cogne, su progetto dell’archi-tetto Mauro Doro. Una creazione che si di-stingue per la sua particolare collocazione. Il centro benessere, talvolta “relegato” ai piani seminterrati o interrati degli edifici, in questo caso occupa tutto il primo piano (600 mq complessivi), con ampie vetrate che si affacciano verso le vette del S. Orso. La posizione permette di godere del pano-rama anche dall’interno della grande pisci-na, dotata di impianto di illuminazione mul-ticolore, e dalla vasca idromassaggio a 12 posti, leggermente rialzata, dotata di geyser e cascata d’acqua. Il centro conta anche di sauna, docce emozionali, cascata di ghiaccio e bagno turco. All’esterno: una minipiscina idromassaggio.

progettare il beNessere

Per approfondire:

bit.ly/sid2italpool

Aqua Templum, di Müster and Dikson, è una mini-SPA professionale made in Italy. In meno di 5 mq è possibile contare sull’ac-coglienza tipica dell’ambiente termale: mo-saico in ceramica, panca riscaldata, ampie superfici vetrate, comandi intuitivi e acces-sori di facile utilizzo. Con un semplice gesto è infatti possibile scegliere tra 19 program-mi automatici: bagno turco, massaggio cer-vicale, massaggio scozzese, nebbia fredda, pioggia tropicale, musicoterapia, Thalasso e cromo-terapia. Aqua Templum è inoltre dotata di impianto di diffusione musicale attraverso vibrofoni, amplificatore e lettore USB. Per l’installazione sono sufficienti co-muni attacchi idraulici e una semplice pre-sa elettrica, senza interventi a pavimento o muratura.

il beNessere iN meNo di 5 mq

Per approfondire:

bit.ly/sid2muster

Ama Luxury Shower è l’azienda Lumezza-nese specializzata nella progettazione e co-struzione di colonne doccia per esterni e benessere interamente made in Italy. Dopo più di 20 anni di esperienza nel campo del-la rubinetteria e 10 anni di progettazione di automatismi per industria e stampaggio di termoformatura, nel 2008 il titolare di Ama Luxury Shower immette sul mercato un pro-dotto di alta qualità, utilizzando materiali nobili, solo acciaio inox AISI 316L, il più resi-stente nel tempo contro eventi atmosferici e salsedine, con un’attenzione al risparmio idri-co. Oggi l’azienda vanta applicazione in vari ambienti privati e pubblici: piscine, terrazze, giardini, parchi acquatici, hotel, centri sportivi, centri benessere e SPA. Nella foto: getto a cascata della Linea Solare.

docce per passioNe

Per approfondire:

bit.ly/sid2ama

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SEI PRONTO A TUFFARTI NEL MERCATO INTERNAZIONALE?Entra e scopri tutte le novità su ForumPiscine 2014, la grande manifestazione per gli operatori delle piscine e delle Spa, primo appuntamento dell’anno nel circuito delle fiere internazionali di settore. Alla rassegna espositiva di impianti, tecnologie e soluzioni per piscine pubbliche e private e Spa si affianca un ricco programma congressuale e formativo con la partecipazione dei principali esperti italiani e stranieri. Insieme alla sesta edizione di ForumPiscine si svolge la quindicesima edizione di ForumClub, Expo e Congresso internazionali dedicati al mondo del fitness e del wellness. Un unico evento con tutti i numeri per restare protagonisti del mondo che cambia. Scopri come, scopri di più.

20-21-22 febbraio 2014Fiera di Bologna

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