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Anno II n.30 (73) - 30 luglio 2011 Direttore responsabile: Giovanni Magistà Settimanale Editore: Converprint s.r.l. [email protected] QUANDO LA CRONACA DIVENTA BUFALA N on c’è dubbio: la cronaca nera appassiona sempre più le perso- ne. Era così in passato, lo è soprattut- to oggi con canali news 24 ore, canali tematici con programmi dedicati solo a storie di cronaca, giornali accessibili a tutti - anche online - e naturalmente il solito internet che è capace di rac- cogliere e rilanciare ad un pubblico di massa, di qualsiasi età, tutte le notizie possibili ed immaginabili. Negli ultimi mesi in Italia i casi di cronaca più importanti sono stati se- guiti nei minimi dettagli dalla gente, con persone che arrivavano addirittu- ra ad accendere la tv solo per cono- scere le ultime novità. Ed ovviamente i giornalisti non si tiravano certo in- dietro. I casi di Melania Rea, Sarah Scaz- zi, Yara Gambirasio, Meredith Ker- cher sono seguiti come una soap ope- ra, non come casi reali di omicidio. Il pubblico è pronto ad additare ti- zio o caio come assassino, anche se non è mai comparso davanti ad un giudice. Si discute animatamente in attesa del prossimo colpo di scena, sa- pendo che ci sarà, come quando in un film la musica da suspence ci prepara ad una scena sorprendente. Molte persone risolvono casi in pochi minuti dal divano di casa accu- sando chi, di volta in volta, gli viene dato in pasto dalla stampa come vitti- ma sacrificale. La cronaca nera piace perché tutti noi, chi più chi meno, sia- mo morbosamente interessati ai fatti degli altri, soprattutto se sono trage- die: “chissà perché tizio ha ammaz- zato caio”. Inoltre, secondo gli psico- logi, soffermarsi sui gravi problemi degli altri ci metterebbe nella giusta prospettiva per capire i nostri. Il problema, però, nasce quando ci scontriamo contro un certo tipo di giornalismo che, per sopravvive- re, deve per forza fare notizia. Se la cronaca nera vende, allora bisogna fare in modo che accada qualcosa di grave. Anche in una cittadina abba- stanza tranquilla come Grottaglie, in provincia di Taranto, famosa per le sue ceramiche. Negli ultimi giorni era stato dato ampio risalto, anche a livel- lo nazionale, alla notizia di una bimba di 5 anni aggredita e violentata da un branco di minorenni. Per carità, que- sto purtroppo può accadere ovunque, anche nella città più “tranquilla” del mondo. In questo caso, però, si tratta di una bufala o di superficialità di un giornalista locale. La bimba si è fat- ta male con il sellino della bici ed il suo patrigno, uomo già noto alle forze dell’ordine, ha voluto approfittarne per spillare soldi alla famiglia di uno dei ragazzi accusati ingiustamente della violenza. Una lezione per tutti, insomma: per i giornalisti che inseguono la no- tiziona a tutti i costi e per il pubblico che non dovrebbe accusare qualcuno solo perché lo dicono giornali e tv. EDITORIALE di Gianvito Magistà ESTATE Salento in fermento per la Notte della Taranta > P.7 TARANTO Tavolo tecnico regionale contro le cozze alla diossina > P.3 MINISTERI, LA PAGLIACCIATA DI BOSSI E’ sicuramente una pagliacciata, ma non va sottovalutata. Non bisogna farsi ingannare dalla goliardia con cui la Lega ha inaugurato qualche giorno fa, a Monza, le sedi di tre ministeri trasferiti al nord. Le sedi non hanno niente di mini- steriale. Sembrano mediocri uffici di una delegazione di provincia, persino meno dignitosi di una sede decentrata. Ma non è l’apparenza che conta. Conta invece lo spirito con cui sono stati aperti, la filoso- fia che li sottende. E che si tratti di una iniziativa grave, lo dimostra il fatto che il presidente della repubblica, Napolitano, abbia avvertito l’esigenza di scrivere una lettera a Berlusconi, invitandolo a frena- re lo spirito goliardico dei suoi alleati. Con la Repubblica, con la Costituzione, non si gioca. La Lega aveva chiesto a gran voce che alcuni ministeri fossero trasferiti nel nord, ma l’intero mondo politico, anche di centrodestra, si era ribellato, ritenendola un oltraggio alla Costituzione. Berlusconi aveva frenato, ma Bossi ha rotto gli argini ed ha voluto ugualmente dare un segnale forte. L’in- tervento di Napolitano era, quindi, dove- roso e inappuntabile. L’articolo 5 della nostra Costituzione designa Roma Capi- tale d’Italia e, in quanto tale, è a Roma che devono aver sede le istituzioni più rappresentative, dalla Presidenza della Repubblica al Governo, al Parlamento, ai ministeri. Forzare la Costituzione con un atto d’imperio è oltraggioso per gli stessi settentrionali, che dovrebbero ave- re il coraggio di prendere a fischi Bossi per questa pagliacciata. Berlusconi, al- meno nell’immediato, non ha ritenuto di dover rispondere a Napolitano. Forse sta riflettendo sul da farsi. Ma la rifles- sione non può - evidentemente - riguar- dare il principio costituzionale di Roma Capitale, quanto, invece, il suo rapporto sempre più sfilacciato con la Lega e Bos- si. Speriamo che non ci metta troppo a capire che con questo Bossi non si può convivere. di Enzo Magistà LE NUOVE PERIZIE SALVERANNO RAFFAELE SOLLECITO? > P.5 PERUGIA/Meredith ANTONIO CONTE SALUTA I LETTORI PUGLIESI > P.8 CALCIO/A Toronto FESTA MODUGNESE PUBBLICA O PRIVATA? INVIATECI LE VOSTRE RICETTE E RACCONTI > P.7 SPECIALE/ > P.2 > P.3

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Salento in fermento per la Notte della Taranta Tavolo tecnico regionale contro le cozze alla diossina N on c’è dubbio: la cronaca nera E’ sicuramente una pagliacciata, ma perugia/Meredith calcio/a Toronto Speciale/ > P.3 > P.7 > P.2 > P.5 > P.8 Direttore responsabile: Giovanni Magistà Settimanale Editore: Converprint s.r.l. [email protected] di Enzo Magistà di Gianvito Magistà > P.7 > P.3 Anno II n.30 (73) - 30 luglio 2011

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Anno II n.30 (73) - 30 luglio 2011 Direttore responsabile: Giovanni Magistà Settimanale Editore: Converprint s.r.l. [email protected]

QUANDOLA CRONACADIVENTA BUFALA

Non c’è dubbio: la cronaca nera appassiona sempre più le perso-

ne. Era così in passato, lo è soprattut-to oggi con canali news 24 ore, canali tematici con programmi dedicati solo a storie di cronaca, giornali accessibili a tutti - anche online - e naturalmente il solito internet che è capace di rac-cogliere e rilanciare ad un pubblico di massa, di qualsiasi età, tutte le notizie possibili ed immaginabili.

Negli ultimi mesi in Italia i casi di cronaca più importanti sono stati se-guiti nei minimi dettagli dalla gente, con persone che arrivavano addirittu-ra ad accendere la tv solo per cono-scere le ultime novità. Ed ovviamente i giornalisti non si tiravano certo in-dietro.

I casi di Melania Rea, Sarah Scaz-zi, Yara Gambirasio, Meredith Ker-cher sono seguiti come una soap ope-ra, non come casi reali di omicidio.

Il pubblico è pronto ad additare ti-zio o caio come assassino, anche se non è mai comparso davanti ad un giudice. Si discute animatamente in attesa del prossimo colpo di scena, sa-pendo che ci sarà, come quando in un film la musica da suspence ci prepara ad una scena sorprendente.

Molte persone risolvono casi in pochi minuti dal divano di casa accu-sando chi, di volta in volta, gli viene dato in pasto dalla stampa come vitti-ma sacrificale. La cronaca nera piace perché tutti noi, chi più chi meno, sia-mo morbosamente interessati ai fatti degli altri, soprattutto se sono trage-die: “chissà perché tizio ha ammaz-zato caio”. Inoltre, secondo gli psico-logi, soffermarsi sui gravi problemi degli altri ci metterebbe nella giusta prospettiva per capire i nostri.

Il problema, però, nasce quando ci scontriamo contro un certo tipo di giornalismo che, per sopravvive-re, deve per forza fare notizia. Se la cronaca nera vende, allora bisogna fare in modo che accada qualcosa di grave. Anche in una cittadina abba-stanza tranquilla come Grottaglie, in provincia di Taranto, famosa per le sue ceramiche. Negli ultimi giorni era stato dato ampio risalto, anche a livel-lo nazionale, alla notizia di una bimba di 5 anni aggredita e violentata da un branco di minorenni. Per carità, que-sto purtroppo può accadere ovunque, anche nella città più “tranquilla” del mondo. In questo caso, però, si tratta di una bufala o di superficialità di un giornalista locale. La bimba si è fat-ta male con il sellino della bici ed il suo patrigno, uomo già noto alle forze dell’ordine, ha voluto approfittarne per spillare soldi alla famiglia di uno dei ragazzi accusati ingiustamente della violenza.

Una lezione per tutti, insomma: per i giornalisti che inseguono la no-tiziona a tutti i costi e per il pubblico che non dovrebbe accusare qualcuno solo perché lo dicono giornali e tv.

EDITORIALEdi Gianvito Magistà

EsTATESalentoin fermentoper la Nottedella Taranta

> P.7

TARANTOTavolo tecnico regionalecontro le cozzealla diossina

> P.3

mINIsTERI,LA PAgLIACCIATA DI BOssI

E’ sicuramente una pagliacciata, ma non va sottovalutata. Non bisogna

farsi ingannare dalla goliardia con cui la Lega ha inaugurato qualche giorno fa, a Monza, le sedi di tre ministeri trasferiti al nord. Le sedi non hanno niente di mini-steriale. Sembrano mediocri uffici di una delegazione di provincia, persino meno dignitosi di una sede decentrata. Ma non è l’apparenza che conta. Conta invece lo spirito con cui sono stati aperti, la filoso-fia che li sottende. E che si tratti di una iniziativa grave, lo dimostra il fatto che il presidente della repubblica, Napolitano, abbia avvertito l’esigenza di scrivere una lettera a Berlusconi, invitandolo a frena-re lo spirito goliardico dei suoi alleati. Con la Repubblica, con la Costituzione, non si gioca. La Lega aveva chiesto a gran voce che alcuni ministeri fossero trasferiti nel nord, ma l’intero mondo politico, anche di centrodestra, si era ribellato, ritenendola un oltraggio alla Costituzione. Berlusconi aveva frenato, ma Bossi ha rotto gli argini ed ha voluto ugualmente dare un segnale forte. L’in-tervento di Napolitano era, quindi, dove-roso e inappuntabile. L’articolo 5 della nostra Costituzione designa Roma Capi-tale d’Italia e, in quanto tale, è a Roma che devono aver sede le istituzioni più rappresentative, dalla Presidenza della Repubblica al Governo, al Parlamento, ai ministeri. Forzare la Costituzione con un atto d’imperio è oltraggioso per gli stessi settentrionali, che dovrebbero ave-re il coraggio di prendere a fischi Bossi per questa pagliacciata. Berlusconi, al-meno nell’immediato, non ha ritenuto di dover rispondere a Napolitano. Forse sta riflettendo sul da farsi. Ma la rifles-sione non può - evidentemente - riguar-dare il principio costituzionale di Roma Capitale, quanto, invece, il suo rapporto sempre più sfilacciato con la Lega e Bos-si. Speriamo che non ci metta troppo a capire che con questo Bossi non si può convivere.

di Enzo Magistà

LE NUOVE PERIzIE sALVERANNO RAFFAELE sOLLECITO?

> P.5

perugia/Meredith

ANTONIO CONTE sALUTAI LETTORI PUgLIEsI

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calcio/a Toronto

FEsTA mODUgNEsE

PUBBLICA O PRIVATA?

INVIATECI LE VOsTRE RICETTEE RACCONTI

> P.7

Speciale/

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Anno ii - n.30 (73) - 30 luglio 2011Iscrizione al Registro

Stampa del Tribunale di Barin. 14 del 3 marzo 2010Direttore responsabile

giovanni MagistàProprietario ed Editore

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un nuovo braccio di ferro s’è aper-to tra Regione Puglia e governo

centrale. Questa volta l’oggetto del contendere è la gestione dell’acqua e la configurazione dell’acquedotto. L’en-nesimo terreno di scontro tra Raffaele Fitto e Nichi Vendola. Alle prese con un altro round, acqua pubblica o privata, dell’eterna sfida tra gli ultimi due go-

puGlIA/la Regione vuole rendere pubblico l’Acquedotto pugliese: no di Roma

E’ scontro sull’acquagrande d’Europa in società per azioni.

La giunta regionale, invece, è con-vinta proprio sulla scorta degli esiti referendari che la ripubblicizzazione è diventata compatibile con il contesto normativo.

L’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati ha infatti bac-chettato il Governo nazionale che “im-pugna una legge regionale emanata nel rispetto della volontà dei cittadini italia-ni, piuttosto che intervenire esercitando i suoi poteri legislativi per riordinare la materia nel senso indicato con la consul-tazione popolare”.

Un atteggiamento, a detta di Amati, che suona tanto come una “dichiarazio-ne di guerra avanzata nei confronti dei cittadini italiani”.

Per questo, ironizza l’assessore, sa-rebbe stato più coerente che a proporla fosse il Ministro della Difesa.

In effetti, ragioni giuridiche a par-te, la prontezza con la quale il ministro Fitto impugna le leggi della Regione Puglia, in particolar modo quelle molto care sul piano mediatico al governato-re Nichi Vendola, pare dettata anche da circostanze squisitamente politiche.

Termometro di un dualismo nato all’indomani delle elezioni regionali del 2005, quando il presidente uscente Raffaele Fitto veniva sconfitto dall’al-lora membro di Rifondazione Comuni-sta, consegnando al centrosinistra una regione storicamente nota per essere un “feudo del centrodestra”.

Francesco iato

la classica tempesta in un bicchie-re d’acqua. Prima l’attacco fron-

tale, adesso l’incontro chiarificatore e il tentativo di riappacificazione, tutto rinviato a dopo l’estate. Succede nel-la nuova provincia pugliese dove gli esponenti della Puglia Prima di Tut-to si sono dimessi dai loro incarichi in aperta polemica con il presidente dell’ente Francesco Ventola, uomo del Popolo della Libertà, accusato di essere padre e padrone. E di aver no-minato in giunta 4 assessori del suo partito, lasciando a quello che fa capo al ministro Raffaele Fitto solo uno scranno. La polemica è rientrata pri-ma ancora di cominciare, nell’ultimo consiglio provinciale erano tutti al proprio posto, compreso il presidente Luigi Riserbato, espressione proprio della Puglia Prima di Tutto. Ad inne-scare la miccia è stata la dichiarazione di un consigliere provinciale del Pdl, Fedele Lovino, che ha minacciato di dimettersi in polemica con il senato-re Francesco Amoruso, esponente del suo stesso partito, che aveva parlato della provincia come ente inutile. La reazione è stata a catena e così han-no deciso di rimettere il mandato gli esponenti della Puglia Prima di Tutto senza però passare dall’ufficio protocollo. Intanto in una nota Amo-ruso e il Pdl hanno elogiato il lavoro svolto dalla provincia in questi anni, occasione di crescita e sviluppo per il territorio. “La nuova provincia è un ente amministrato con serietà ed equilibrio, ed i frutti di questo impe-gno si stanno già vedendo”, hanno

bAt/Alcuni assessori si dimettono per protesta

Provincia senza pace

detto all’unisono il coordinatore re-gionale del Pdl, il senatore Francesco Amoruso, il coordinatore provinciale Francesco Ventola, nonché presidente della Barletta-Andria-Trani, ed il vice Sergio Silvestris, parlamentare euro-peo. “Si è fatto tutto”, hanno spiega-to, “con grande spirito di impegno ed abnegazione, con una logica di eco-nomia e tra mille ristrettezze, con una Giunta composta dal numero minimo di assessori previsti dalla legge, senza l’uso di alcuna auto blu, e con con-siglieri remunerati solo col gettone di presenza, che è il più basso d’Ita-lia”. Ventola dunque prosegue nel suo cammino, eventuali recriminazioni dopo le vacanze.

giovanni Di Benedetto

Sì quasi all’unanimità, ma tra distin-guo e spaccature, al taglio dei costi

della politica in Puglia. Il Consiglio regionale ha, infatti, approvato in pri-ma lettura e praticamente all’unanimità (59 voti favorevoli e un solo astenuto, Bellomo, movimento per Schittulli) la riforma dello Statuto che porta il nume-ro dei consiglieri da 70 a 60. Per arri-vare al varo della riforma è necessaria ora una seconda lettura non prima di 60 giorni. Le nuove disposizioni verranno applicate a partire dalla prossima con-siliatura nel 2015. Rispetto alle ipotesi iniziali (che portavano a 50 il numero dei consiglieri) si è dato vita ad una più contenuta ipotesi di riduzione che por-ta anche da 14 a 12 gli assessori con un massimo di tre “esterni”. E’ stato calcolato che il taglio comporterà un risparmio per la prossima legislatura di circa 21 milioni di euro. La riforma è comunque partita in modo travagliato con il dibattito in Aula aperto da pole-miche sulla richiesta del gruppo della Puglia per Vendola che ha presentato un emendamento, poi ritirato, fina-lizzato ad assicurare l’equilibrio della presenza tra generi nell’assetto del prossimo Consiglio. L’iniziativa ha su-scitato la reazione del Pdl, dall’opposi-zione, che ha richiamato il rispetto del testo licenziato dalla VII commissione consiliare sul quale si era registrata l’approvazione unanime. Molti inter-venti hanno contestato l’ispirazione della norma. “Dettata dai media e dalla pressione anti casta dell’opinione pub-blica”. Un provvedimento etero diretto e non varato in autonomia dal parla-mentino. Lucio Tarquinio, Pdl, uno

puGlIA/Meno consiglieri: c’è quasi l’unanimità

Il primo gradino

dei decani di via Capruzzi, ha difeso e messo in guardia sulla dignità e la qua-lità del lavoro dei consiglieri regionali dalla deriva demagogica degli ultimi tempi. La riforma, secondo Tarquinio, andava decisa e sviscerata dalla politi-ca senza ingerenze o pressioni indebite di altre “caste”. Sullo stesso tenore altri interventi, come quello di Arcangelo Sannicandro, Sel, secondo cui si deve necessariamente distinguere tra “costi della politica e costi della democra-zia, puntando a tagliare solo i primi e lasciando inalterati i secondi”. Dopo la pausa estiva la legge sarà nuovamente sottoposta al voto. Ma si dovrà anche metter mano alla rivisitazione della legge elettorale per adeguarla al nuovo statuto modificando il premio di mag-gioranza ed intervenendo sulla soglia di sbarramento, attualmente al 4%. Tutte questioni aperte e sulle quali sarà difficile trovare la quadra proprio alla luce delle tante perplessità sollevate nonostante l’unanimità della prima.

(f.i.)

un investimento di oltre 200 milioni di euro, di cui 60 già deliberati e

disponibili. La Regione Puglia vuol rea-lizzare a Taranto una succursale del più importante ospedale e centro di ricerca italiano, il san Raffaele. C’è già l’intesa, firmata circa due anni fa a Milano tra il governatore Vendola e l’allora presiden-te della Fondazione Monte Tabor, don Luigi Verzè. La Puglia metterà i soldi e gestirà l’ospedale, mentre il san Raffae-le ci metterà tutta l’esperienza e il know how sanitario. Da Milano, scenderanno a Taranto i più importanti medici e ri-cercatori attualmente in servizio al san Raffaele e così si eviteranno i viaggi della speranza. In fondo, i 200 milioni che la Puglia spenderà per la costruzio-ne del nuovo ospedale potranno essere ripagati dal risparmio del costo di 10-15 anni di viaggi di pugliesi per farsi curare a Milano. Tuttavia, l’operazione non ha mai ottenuto il consenso generale, alla Regione. Non solo vi si oppone la mino-ranza, ma ci sono anche ambienti della maggioranza di centrosinistra che non la condividono. Sicché, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno interes-sato la fondazione milanese, in Puglia si sono riaccese le polemiche, asprissime. Da Rifondazione e dal Pd sono arrivate sul tavolo di Vendola richieste di rela-zionare in consiglio sui dettagli della convenzione firmata con don Verzè. Pre-occupa il miliardo di debiti accumulati dalla Fondazione, che rischia di portare al fallimento del san Raffaele. Una situa-zione finanziaria drammatica, aggravata dalle voci che circolano e dal suicidio del direttore amministrativo e braccio destro di don Verzè, Cal. Secondo gli scettici, la Puglia non può fare da ancora di salva-

oSpEDAlE/I dubbi sul San Raffaele in puglia

Adesso che si fa?

Il San Raffaele di Milano

taggio del san Raffaele. Quei 200 milioni potrebbero essere utilizzati diversamente, ad esempio per rafforzare tutto il sistema ospedaliero regionale, che langue in una crisi di personale e attrezzature che lo sta minando pericolosamente. In realtà, ribatte l’assessore al bilancio Pelillo che, da tarantino, ha voluto fermamente l’ac-cordo, quei soldi non li metterà la Puglia. Per la metà, infatti, interverrà l’Unione Europea con un apposito finanziamento. E poi, ricorda Pelillo, il rapporto con la Fondazione del san Raffaele riguarderà solo l’aspetto medico e scientifico, men-tre l’intera gestione dei fondi e del nuovo ospedale resterà a Taranto, nelle mani dei pugliesi. La polemica, tuttavia, non si pla-ca. Ed anche Cgil e Uil hanno cominciato a sparare bordate contro l’iniziativa.

Enzo Magistà

il governatore Vendola

Il presidente Ventola

Il ministro Fitto

vernatori della Regione.E ancora una volta, il ring dello scon-

tro sarà Palazzo della Consulta di Roma, dove la Corte Costituzionale dovrà deci-dere sul ricorso che il Consiglio dei Mi-nistri ha presentato proprio su proposta del titolare degli Affari Regionali con-tro la legge regionale che ripubblicizza l’Acquedotto Pugliese.

E’ stato proprio all’indomani del re-ferendum popolare del 12 e 13 giugno che il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato definitivamente la legge di ripubblicizzazione dell’Aqp. Ente che era stato trasformato dodici anni prima in società per azioni con un decreto le-gislativo del governo presieduto da un altro pugliese: Massimo D’Alema. Da poco più di un mese, l’Aqp è divenuto un’azienda pubblica regionale, che “su-bentra nel patrimonio e in tutti i rapporti attivi e passivi di Acquedotto pugliese s.p.a.”.

Sempre ovviamente che superi lo scoglio della Corte Costituzionale, sul quale negli ultimi mesi si sono infrante altre leggi emanate dalla Regione Pu-glia, tra cui quella sugli impianti eolici e quella sull’energia nucleare.

A far intervenire questa volta il go-verno centrale è stata la ripartizione sbagliata sulle competenze stabilite dall’articolo 117 della Costituzione, che affida in via esclusiva allo stato la tute-la della concorrenza e dell’ambiente. E che quindi farebbe prevalere, sempre se-condo il Cdm, il decreto legislativo che nel ’99 ha trasformato l’acquedotto più

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Stop alla movimentazione e alla commercializzazione delle cozze

nel primo seno del Mar Piccolo.Lo ha deciso la task force regionale

che s’è riunita per affrontare il nodo dei mitili contaminati nella città di Taranto.

Tra le scelte da attuare c’è stata quella di istituire un marchio di qua-lità per gli allevamenti di cozze che si trovano in aree idonee nel Comu-ne di Taranto (escluso il primo seno di Mar Piccolo che risulta allo stato contaminato da sedimenti di diossina) perché sia esposto nei punti di com-mercializzazione e somministrazione per garantire i consumatori sulla trac-ciabilità del prodotto.

La proposta dovrà essere vagliata dalla giunta regionale pugliese ed è scaturita nell’ambito del piano straor-dinario per la valutazione e gestione del rischio da diossina riscontrato in alcuni allevamenti di cozze a Taran-to.

Il tavolo ha confermato il divieto di commercializzazione per le cozze pro-dotte nel primo seno del Mar Piccolo, ma a tutela della produzione e com-mercializzazione dei mitili prodotti in altre aree taratine non contaminate, ha proposto anche la realizzazione di una campagna di comunicazione e di promozione.

Il tavolo tecnico regionale istituito per valutare il rischio di contamina-zione da diossina e Pcb-diossino ha confermato il divieto di movimenta-zione e commercializzazione delle cozze allevate nell’area del primo seno di Mar Piccolo, la cui produ-zione ammonta ad un terzo di quella complessiva.

Valori nella norma sono stati ri-scontrati per le cozze allevate nel se-condo seno e in Mar Grande.

All’incontro hanno partecipato esponenti della Regione Puglia - As-sessorato alle Politiche della Salute e di Arpa Puglia, Osservatorio Epide-miologico Regionale di Puglia, Uni-versità degli Studi di Bari - Facoltà di Medicina Veterinaria, Asl di Taranto, Cnr di Taranto, Istituto Zooprofilatti-co di Foggia.

La decisione, presa a tutela della salute pubblica in base al principio di massima precauzione, conferma l’ini-

tARAnto/Vietata la vendita di quelle del Mar piccolo, si pensa a salvaguardare gli altri allevamenti

Cozze alla diossina, le soluzioniziativa già presa il 22 luglio scorso dalla Asl di Taranto che ha disposto il blocco del prelievo dei molluschi bi-valvi dal primo seno di Mar Piccolo in base ai risultati di analisi condotte su campioni prelevati lo scorso giugno.

La Asl ha fatto sapere di avere pre-levato ulteriori campioni il 19 luglio scorso e di essere in attesa degli esiti

Il ponte girevole di Taranto

Domani torna l’annuale appunta-mento con il picnic del La Motta

Social Club.Come già da alcuni anni, la piacevo-

le giornata da trascorrere in compagnia di amici e parenti pugliesi e non, sarà organizzata presso il Boyd Park, a Wo-odbridge, all’indirizzo 8739 Islington Avenue.

Il meteo dovrebbe essere favorevo-

toRonto/Domani al boyd park tutti invitati: il la Motta offre pranzo e cena

Il picnic con i modugnesi

Il picnic dell’anno scorso

le con sole, un temperatura massima di 31°C e umidità molto sopportabile. Quindi situazione ideale per rilassarsi nel verde del parco.

Inoltre il La Motta Social Club pensa proprio a tutto: per pranzo sa-ranno servite orecchiette al pomodoro e poi, nella serata, la festa continuerà con dell’ottima salsiccia barese. Tutto offerto, ovviamente, dal La Motta So-

cial Club. I partecipanti dovranno solo pagare l’entrata al parco (adulti $6.50; anziani $5.50; bambini fino a 15 anni gratis) e poi seguire le indicazioni ver-so l’area del picnic. Infine, alle ore 12, come da tradizione, verrà officiata an-che una Santa Messa.

Se volete passare una domenica spensierata, il picnic del La Motta So-cial Club è ciò che fa per voi. (g.m.)

degli esami da parte dell’Istituto Zoo-profilattico di Teramo.

Il tavolo tecnico regionale ha inoltre disposto che sia assicurata continuità al piano straordinario per la valutazione e gestione del rischio diossina già avviato dalla Asl di Ta-ranto per comprendere l’andamento dell’eventuale contaminazione; che

siano intensificati i campionamenti e che sia predisposto un piano di appro-fondimento per identificare le fonti di inquinamento.

E’ stato disposto, inoltre, di inten-sificare i controlli nei punti vendita per evitare l’eventuale commercializ-zazione di mitili non idonei.

Francesco iato

si ritrovano a matera

EMIGRAtI/Dall’Armenia

una storia di emigrazione fini-ta bene. E’ quella che ha per

protagonista una famiglia di ar-meni composta da marito, moglie e due figli, di 12 e 15 anni, che è riuscita a ritrovare unità, serenità e tanta felicità, grazie all’intui-zione di un poliziotto di Matera, che ha riconosciuto in una foto di dieci anni fa, scattata il giorno del matrimonio, una donna che vive e lavora nella città dei Sassi.

Il tutto è iniziato quando, un uomo, dipendente della Polizia in Armenia, si è presentato in Que-stura con il figlio di 15 anni alla ricerca della moglie partita poco meno di un anno fa.

Era prima andato a Roma, poi a Bologna, ad Ancona e a Bari, dove ha saputo che alcuni armeni rifugiati politici si trovavano nel-la cittadina lucana.

Si è così presentato negli uf-fici materani della Questura con la foto del matrimonio, datata di dieci anni, alla ricerca del resto della sua famiglia.

Qui è stata fondamentale l’in-tuizione dell’agente Luca Traba-ce, che con un ottimo colpo d’oc-chio ha riconosciuto in una foto di dieci anni fa, scattata il giorno del matrimonio, la donna, scappa-ta un anno fa in aereo a Bruxelles con il figlio minore.

E così proprio negli uffici del-la Polizia della Città dei Sassi, la coppia si è ricongiunta.

A quanto pare, la donna e il figlio sarebbero scappati per le minacce arrivate al marito mentre era in servizio nella Polizia arme-na e che avrebbero avuto come vittima anche il figlio.

Per mettere al sicuro la fami-glia l’uomo si sarebbe preoccupa-to di trovare loro una via di fuga.

Dopo dieci mesi è riuscito anch’egli nell’impresa di scappa-re ed arrivare in Italia e con un pizzico di fortuna ed una felice intuizione di un poliziotto, è riu-scito a ricongiungersi con la mo-glie.

Una storia dunque che si chiu-de a lieto fine.

Alessandro Boccia

Sono già arrivati i primi immigrati africani, che puntuali, nel pieno

dell’estate sbarcano in Basilicata, per raccogliere i pomodori, dopo aver la-vorato nelle campagne di altre aree del Meridione. Siamo ancora ai primi arrivi, il boom è atteso nei prossimi giorni. I primi duecento si sono si-stemati nelle campagne che fanno da perimetro ai territori di Spinazzola e Palazzo San Gervasio. Gli altri si or-ganizzeranno nei ruderi disseminati nelle campagne dell’Alto Bradano lu-cano, nella vasta zona che comprende Gaudiano, Lavello, contrada Boreano, Montemilone, e Venosa. Quest’anno i lavoratori provenienti per lo più dal Ghana, hanno trovato ad attenderli

bASIlICAtA/per la raccolta annuale dei pomodori

Immigrati in arrivo

Pomodori

non pochi disagi. Su tutti la chiusura dell’ex campo di accoglienza di Pa-lazzo San Gervasio, trasformato in un Centro di identificazione ed espul-sione. Ma anche le condizioni in cui sono costretti a vivere, senza servizi igienici e nemmeno l’acqua corrente. Nonostante tutto, però, non manca-no le iniziative dei movimenti locali, come quelle portate avanti da anni dall’Osservatorio migranti Basilicata, per fornire loro assistenza. “La nostra associazione - racconta Gervasio Un-golo, dell’Osservatorio migranti Ba-silicata - ha il compito di raccogliere fondi, beni materiali e alimentari, ma anche di fornire assistenza legale agli immigrati”. Già nelle scorse setti-mane era stato sollevato il problema relativo all’accoglienza degli immi-grati. Nel corso di un incontro tra il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, l’assessore regio-nale alla Salute, Attilio Martorano, l’assessore alle politiche sociali della Provincia di Potenza, Paolo Pesacane, e il sindaco di Palazzo San Gervasio, Federico Pagano, erano state poste sul tavolo dall’amministrazione munici-pale due ipotesi: allestire un nuovo campo nell’area dell’ex tabacchificio o dare vita a un progetto di ospitali-tà diffusa nel centro del Paese. Per questa seconda ipotesi, però, sareb-bero disponibili al momento circa la metà dei posti stimati come necessari. L’importante, però, è fare in fretta.

Alessandro Boccia

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530 luglio 2011

NOTIzIE IN BREVEsENATO, TEDEsCO LAsCIA IL PD Il senatore pugliese Alberto Tede-

sco, dopo il no all’arresto pronun-ciato dal Senato nei suoi confronti, ha deciso di dimettersi dal Partito Democratico. La lettera di dimissio-ni l’ha inviata dopo l’ennesimo in-vito rivoltogli da Bersani di lasciare il Senato. Tedesco ha deciso però di dimettersi soltanto dal partito e non da senatore. Adesso aderirà al grup-po misto di Palazzo Madama.

BARI, sUCCEssO PER IL CONCERTO DI sANTANA Si è fermato a Bari in una calda se-

rata di luglio, il tour estivo del grande chitarrista Carlos Santana. Il capo-luogo pugliese ha accolto con gran-de passione il “Guitar Heaven Tour 2011” che allo Stadio della Vittoria ha presentato l’ultimo album mandando in delirio tutti gli appassionati dl ge-nere musicale rock.

POLICORO, PALLONE VIETATO IN PIAzzA A Policoro (Mt) è vietato giocare

col pallone nelle piazze della città, ove espressamente indicato dall’ap-posita segnaletica. Lo ha deciso il sindaco, Nicola Lopatriello, a segui-to di un grave incidente capitato ad un’anziana donna ricoverata presso il locale nosocomio e giudicata gua-ribile in dieci giorni. Erano giunte diverse sollecitazioni da parte di nu-merosi cittadini.

FOggIA, INCENDIO IN CATTEDRALE E’ stata sequestrata la capriata

che sostiene l’abside della cattedrale di Foggia, al cui interno sabato si è sviluppato un piccolo incendio che ha bruciato per circa tre metri alcune travi portanti. Il rogo potrebbe essere di natura dolosa, ma servono ulterio-ri indagini. La cattedrale è chiusa dal 2005 per restauro; i lavori potranno proseguire regolarmente in tutta la parte restante del cantiere.

mOLIsE,PRETI RICATTATI Costringevano alcuni sacerdoti a

pagare cospicue somme di denaro, anche migliaia di euro, per non ri-velare le loro tendenze omosessuali. Due persone sono finite in manette, entrambi della provincia di Isernia. I due individuavano i sacerdoti su Fa-cebook e poi li contattavano telefoni-camente. A far scattare le indagini è stato un prete originario di Maratea in servizio ad Isernia.

AsCOLI sATRIANO, IL FEsTIVALDEL RACCOLTO Ad Ascoli Satriano (Fg) è stata

celebrata la prima festa del raccolto. Protagonista il grano e naturalmente i prodotti che ne derivano: in primo luogo, pasta fatta a mano. Attrazione della serata, le numerose macchine d’epoca, rispolverate per l’occasione: trattori a vapore, trebbiatrici d’inizio secolo, carrozze per cavalli e attrezzi agricoli manuali come falci, rastrelli e vanghe.

PUgLIA, TRE NAVI PER LA ROmAgNA Tre nuovi pescherecci sono stati inaugu-

rati a Monopoli (Ba). Realizzati con le tecno-logie più moderne, sono destinate alla ma-rineria di Cesenatico, in Romagna. “Il varo dei tre motopesca è motivo d’orgoglio per le costruzioni navali pugliesi” ha dichiarato il presidente del consiglio regionale Introna.

Meredith Kercher

E’ iniziata, a Perugia, la fase cru-ciale del processo d’appello per

l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher per il quale sono sta-ti condannati - separatamente - tre gio-vani: Rudy Guede, col rito abbreviato, a 16 anni di carcere, Amanda Knox e il pugliese Raffaele Sollecito rispettiva-mente a 26 e 25 anni.

Dei tre, solo Guede ha ammesso che la sera dell’omicidio, il 1 novem-bre del 2008, si trovava a casa di Me-redith. Solo che mentre la ragazza ve-niva uccisa, lui era in bagno, colto da un malore e con le cuffie alle orecchie per ascoltare musica. Quando terminò i suoi bisogni, tornò nella stanza in cui aveva lasciato Meredith e la trovò in un lago di sangue, stesa per terra e vide due ombre che fuggivano, quelle di un uomo e di una donna che però non ri-conobbe. Preso dal panico scappò an-che lui e si rifugiò in Germania, dove venne arrestato qualche tempo dopo.

Amanda e Raffaele, invece, si sono sempre dichiarati estranei al delitto: loro, quando Meredith veniva uccisa - così sostengono - si trovavano a casa di Raffaele.

Ma in laboratorio, la polizia scien-tifica ha isolato il dna di Amanda e Raffaele su due reperti ritenuti fonda-mentali: il coltello che si presume sia stato usato per uccidere Meredith e un gancetto del suo reggiseno, strappatole nel tentativo di violentarla.

Da questi elementi, l’accusa for-mulò la tesi che ad uccidere Meredith fossero stati Guede, Knox e Sollecito che quella sera, ubriachi e drogati, era-no andati a casa della vittima per fare sesso. Al rifiuto di Meredith, mentre Guede le toccava le parti intime e Sol-lecito la teneva per le braccia, la Knox la uccise vibrandole alcune coltellate alla gola.

E infatti, sostenne l’accusa, sul col-tello ritenuto l’arma del delitto ci sono tracce del dna di Amanda all’altezza del manico e della vittima sulla punta della lama. Sul gancetto del reggiseno, invece, c’è il dna di Sollecito.

La difesa ha sempre respinto que-sta tesi ed ha fatto di tutto per ottenere nuove perizie dai giudici di secondo grado.

Nelle tre udienze che sono iniziate lunedì scorso e si concluderanno lu-nedì prossimo, si stanno esaminando proprio i risultati delle nuove perizie disposte dall’Appello. Che danno ra-gione alla difesa.

Secondo i periti della Sapienza di Roma, nominati come organo neutro e non di parte, i risultati delle analisi di laboratorio che hanno portato alla con-danna di Amanda e Raffaele sono in-ficiati da gravi errori e carenze proce-durali e di metodo, tanto da non poter

pERuGIA/nelle udienze in corso si esaminano le nuove perizie sul dna

meredith, fase cruciale

in fiamme tre auto, altrettante edico-le votive e il portone di un ufficio

comunale, questo il bilancio di una notte di follia di una donna a Mono-poli che poi è stata arrestata dai cara-binieri e che adesso dovrà rispondere dell’accusa di danneggiamento segui-to da incendio. A finire in manette la trentasettenne del posto, già nota alle forze dell’ordine, Elena Notarange-lantonio, una donna con una triste storia alle spalle e che vive ai margini della società la cui principale passio-ne è quella del bere. E con tutta pro-babilità, proprio questo suo vizietto, deve averle fatto perdere il controllo di sè in una calda notte di fine luglio al punto da indurla a compiere quella serie di insani gesti. In preda all’alco-ol la trentasettenne, che quando è stata fermata e poi arrestata dai carabinieri aveva con sè ancora tre accendini in tasca, aveva deciso di incendiare tutto quello che le capitava a tiro. I fatti si sono svolti nel borgo antico monopo-litano. La donna ha dato fuoco prima ad una Volkswagen Polo a Largo San Leonardo, da lì si è, poi, spostata in via Petraroscia dove ha mandato in fiamme una Citroen, per poi, ancora, bruciare in vico Gelso una Ford Ka. Una volta bruciate le tre auto la piro-mane, in chiaro stato di ebbrezza, ha deciso di dedicarsi alle edicole votive del centro storico e così è ritornata, prima, in via Petraroscia dove, senza pensarci ha incendiato l’affresco di una immagine sacra raffigurato in un nicchia, da lì, poi, Elena, armata dei suoi accendini è andata in via Sallu-stio dove ha riservato la stessa sorte ad un’altra immagine votiva, gesto ripetuto pochi minuti dopo nella poco distante via Chiasso Cacace. Ma for-se l’ira incendiaria della piromane non aveva affatto colmato la misura della soddisfazione tanto da indurla a cercare un altro obiettivo, per fortu-na, l’ultimo prima di essere arrestata.

CRonACA/una donna, ubriaca, ha incendiato tre auto nella città del barese

La piromane di monopoli

Monopoli

Sì perché l’ultimo incendio Elena ha cercato di appiccarlo al portone d’in-gresso, in legno, degli uffici dei ser-vizi sociali del Comune. Per polizia, carabinieri e vigili del fuoco, la notte di Sant’Anna, è proprio il caso di dir-lo, è stata alquanto rovente perché per tutta la nottata è stato un susseguirsi di segnalazioni telefoniche giunte ai centralini di gente che volta per volta segnalava gli incendi che hanno te-nuto all’opera, quasi fino all’alba, le squadre dei vigili del fuoco del vicino distaccamento di Putignano. Odissea che è terminata quando i militari, grazie alle indicazioni raccolte dai testimoni, sono riusciti a capire che si trattava di una donna e soprattutto che quella donna, con quasi certezza,

doveva essere Elena. Ipotesi che si è rivelata giusta quando i carabinieri sono riusciti a rintracciare e fermare la donna, che vagava ancora nel cen-tro storico, in via Barbacana, forse in cerca di qualche altra cosa da manda-re in fumo. Adesso toccherà al tribu-nale di Bari, attraverso le opportune perizie mediche, stabilire se Elena Notarangelantonio ha agito in quella notte di follia nella piena facoltà men-tale e consapevolezza di quello che stava facendo oppure ha fatto quello che ha fatto in stato di semi o totale incoscienza, cosa che in questo caso potrebbe mettere la donna nelle con-dizioni di essere nuovamente libera nel giro di breve tempo.

Nicola Mangialardi

misseri si fa indietro

AVEtRAnA/Silenzio

Michele Misseri, che pure aveva chiesto di essere interrogato dai

magistrati inquirenti, ci ripensa e decide di tacere. Per la verità la decisione non è stata certamente sua. Chi ha valutato la situazione e lo ha convinto ad evitare ul-teriori e pericolosissime farse, sono stati gli avvocati di sua figlia e di sua moglie, Sabrina e Cosima Serrano che sono in carcere per l’omicidio di Sarah Scazzi. Se Michele Misseri si fosse presenta-to all’interrogatorio fissato in Procura, avrebbe avuto due alternative: quella di essere ascoltato distrattamente dai magistrati che non lo ritengono attendi-bile ormai da tempo o quella di essere messo seriamente sotto torchio da tre autorevoli rappresentanti dell’accusa: il procuratore Sebastio, il suo aggiunto Argertino ed il sostituto Buccoliero. Tra le due possibilità, quella più probabile è la seconda. Michele sarebbe stato mes-so sotto un fuoco incrociato di domande incalzanti, pertinenti, tese a smontare la sua ultima versione dei fatti. Non avreb-be retto: si sarebbe, come ha fatto in pas-sato, più volte contraddetto, impaperato, smentito da solo, peggiorando le cose. E sarebbe successo esattamente così, considerato che al momento è assistito da un altro difensore nominato d’ufficio solo qualche giorno fa e che non cono-sce quasi nulla dell’inchiesta. Per ora, dunque, le bocce si fermano, fatti salvi pur sempre possibili colpi di scena. Si tornerà a parlare del caso di Avetrana alla fine del mese di agosto, quando par-tirà il processo davanti al Giudice per le Udienze Preliminari. Compariranno 15 indagati con la richiesta di rinvio a giudizio. Le posizioni più gravi quelle di Sabrina Misseri e sua madre Cosima, accusate di omicidio volontario in con-corso. Per “zio Michele” la sottrazione di cadavere. Per gli altri, reati che vanno dall’infedele patrocinio, alla sottrazione di atti, inquinamento delle prove e favo-reggiamento.

Francesco Persiani

essere condivisi sul piano scientifico.In particolare, i periti hanno esclu-

so che si possa attribuire a Meredith il dna tracciato sulla punta della lama del coltello, mentre per quanto riguarda il gancetto del reggiseno, lo stesso è stato ampiamente contaminato al punto che se si può anche immaginare ci siano state tracce del dna di Sollecito, certa-mente si riscontrano tante altre tracce compatibili con persone di sesso ma-

schile, oltre a quelle della vittima.Insomma, le prove chiave fornite

dall’accusa non servirebbero a niente. E per giunta, le indagini non sareb-

bero ripetibili, perché di dna, ormai, su quei reperti non ce n’è più.

Siamo, probabilmente, alla vigilia di una svolta, ma dovrà ancora parlare l’accusa, che promette di smontare le tesi dei nuovi periti.

Enzo Magistà

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Un momento della rievocazione storica (Photo by A. Di Salvatore)

il fragore dei cannoni che annunciano uno sbarco poderoso, seguito da quel-

li degli archibugi impegnati nel corpo a corpo in spiaggia e nelle pinete. Giugno 1808, il pieno delle guerre napoleoniche. Nel Molise che dà ai francesi di Gioac-chino Murat “il suo più alto ingegno”, Vincenco Cuoco, succede un episodio particolare.

Nell’Adriatico passato a Napoleone dopo i Borboni, incrocia infatti la Royal Navy inglese. È la marina più potente del mondo, e ha imposto il blocco del traffico navale all’altro popolo che ha fatto la sto-ria dell’Europa e al suo più grande gene-rale, Napoleone. Con le sue navi incrocia il mare e blocca il traffico merci, forte di un arsenale viaggiante insuperabile. Tan-to da permettersi incursioni e guerriglie in terraferma, come nel caso di Termoli, dove lo sbarco fu organizzato con tre navi da guerra. Un episodio che finora non era mai stato divulgato e rievocato, quello dello sbarco degli inglesi in città.

Ci ha pensato un gruppo di associa-zioni molto particolare. Tutti appassionati del periodo napoleonico, girano il mondo per rievocare episodi particolari di questo periodo fondamentale per la storia del Vecchio Continente. Ares l’associazione di riferimento, ma erano arrivati da Malta piuttosto che dalla stessa Inghilterra per la rievocazione.

Un copione perfetto, fatto di costumi d’epoca identici e persino della lingua che li accomunava, gli inglesi con l’inglese dell’epoca e il francese per i napoleonici. Una battaglia d’altri tempi, quella rievo-cata, che ha dato a centinaia di curiosi

MolISE/Centinaia di persone all’incredibile rievocazione storica di un episodio poco conosciuto

E la Royal Navy sbarcò a Termolila misura di tante curiosità che i libri di storia spesso non raccontano. Le armi, la strategia, il significato di tante azioni e del ruolo francese sul territorio. Una rievoca-zione perfetta forte del fatto che alla base c’è stata una preparazione di settimane.

Il gruppo che ha organizzato le cele-brazioni, infatti, si è documentato negli archivi della Royal Navy a Londra. Ma-rio Tommasone, avellinese, è uno di loro;

Non ci sarà più Uccio Aloisi, la voce e la storia della musica popolare

salentina, morto nei mesi scorsi, ma anche quella di quest’anno - dedicata proprio a lui - sarà una grande edizio-ne del concertone della Notte della Ta-ranta che si svolgerà a Melpignano, nel basso Salento, il 27 agosto. A dirigerlo sarà anche per l’edizione 2011 il mae-stro concertista Ludovico Einaudi, che all’imminente edizione ci sta lavorando da parecchio. “Avremo un repertorio aggiornato e tanti ospiti - dice Einaudi - rinnoveremo la tradizione approfonden-do e consolidando le linee guida volute già dalla scorsa edizione, che mettono in risalto i colori e gli elementi classici della musica salentina, ma nello stesso tempo realizzeremo un allargamento della ricerca attraverso la partecipa-zione di nuovi ospiti”. Rinnovamento nella tradizione, per dirla breve, per un appuntamento diventato ormai fra i più importanti del sud Italia, che richiamerà anche quest’anno a Melpignano decine di migliaia di spettatori, tutti direttamen-te coinvolti, dal tramonto all’alba, nello spettacolo della Taranta. La sera del 27 agosto, l’orchestra della Notte proporrà brani classici della musica tradizionale salentina riletti e rielaborati da Einaudi. Ma ci saranno, tra gli ospiti, i Chieftains, ambasciatori della musica irlandese nel mondo, l’inglese Justin Adams, chitar-rista blues di grande esperienza, Juldeh Camara, musicista di casta griot, tra le più originali voci del Gambia. E anco-ra, fra gli ospiti di quest’anno, si segna-lano Joji Hirota, compositore e multi strumentista conosciuto in particolare come maestro di taiko, il tipico tamburo giapponese, accompagnato dal gruppo di percussionisti Taiko Drummers. Ci saranno anche Diego El Cicala, uno dei maggiori esponenti del flamenco spa-gnolo, il maliano Ballakè Sissoko, tra i più grandi interpreti della kora e il plu-ristrumentista turco Mercan Dede insie-me ai Secret Tribe. Fra gli ospiti locali non mancheranno i Sud Sound System, il Canzoniere Grecanico Salentino, l’Officina di Zoè e il tamburello e voce di Antonio Castrignanò. La Notte della Taranta rappresenta il più grande festi-val musicale dedicato al recupero ed alla valorizzazione della pizzica salentina ed è organizzato dall’omonima fondazione in collaborazione con la Regione Puglia e la Provincia di Lecce e l’unione dei co-muni della Grecìa Salentina. (e.m.)

l’EVEnto/tutto pronto per l’appuntamento con la notte della taranta

grecìa salentina in fermento

Un momento della Notte della Taranta della scorsa stagione

La stagione dell’uva

bARI/Tra Adelfia e Rutigliano

Si chiama “Correndo tra i vigneti” la gara podistica che da sei anni

a questa parte si svolge ad Adel-fia. Una gara che si corre lungo un percorso cittadino e rurale di nove chilometri e duecento metri, con i tendoni di uva da tavola a farne da cornice e che quest’anno ha registra-to la partecipazione di circa trecen-to partecipanti, di cui una ventina di donne, provenienti dai comuni di tutta la Puglia e di alcune regio-ni limitrofe. Al nastro di partenza, quest’anno settanta squadre iscritte, per una gara podistica organizzata per promuovere l’eccellente qualità dell’uva da tavola che si produce nel sud-est barese e che ormai è di-ventata famosa sulle tavole di tutto il mondo. E a vincere la gara è sta-ta proprio lei, l’uva. “Un simpatico modo - ha commentato il neo sinda-co, Vito Antonacci - per coniugare la promozione del principale prodotto della terra di queste parti e lo sport che si nutre, in questo caso, di essen-ze genuine, naturali e prelibate come quelle che caratterizzano l’uva da tavola della zona”. Un’uva da tavola che per l’economia del sud-est bare-se è l’elemento basilare al punto che nella vicina Rutigliano quest’anno si sta pensando di esportare la tra-dizionale sagra oltre confine, forse a cospetto della casa reale britannica e chi lo sa che in futuro, cosa alla quale Comune e comitato stanno già lavorando, la sagra dell’uva di Ru-tigliano non possa varcare i confini dell’oceano per approdare nel con-tinente americano. In questo caso Canada e Stati Uniti sarebbero in pole position per la scelta della loca-tion. Una cosa è certa ed è che dopo il successo riscosso dall’uva da ta-vola barese alle ultime due edizioni della fiera mondiale dell’agricoltura che si svolge a febbraio alla Fruit Logistika di Berlino, l’uva reggina, la Pizzutella, la Red Globe e l’uva Italia sono pronte per fare bella mo-stra di se su ogni palcoscenico della gastronomia del pianeta lasciando, per così dire, a bocca aperta tutti, soprattutto chi assaggia le qualità prodotte in questo scampolo di terri-torio della provincia di Bari.

Nicola Mangialardi

La Puglia in un gioco

CuRIoSItà/per il turismo

l’avvertenza è fondamentale, è un gioco non in vendita, non si trova

in commercio. “Il gioco della Puglia” è un’iniziativa di promozione del ter-ritorio, che valorizza le bellezze cul-turali, turistiche, gastronomiche della Regione. Le scatole, una volta pronte, verranno distribuite nelle scuole, nelle associazioni, nelle strutture ricettive in Italia e magari anche all’estero. Chi aderisce all’iniziativa, prestando le proprie foto, documentazioni storiche, o partecipa con la propria immagine e voce nelle registrazioni video, lo fa a ti-tolo gratuito. Dunque niente lucro, siete tutti avvisati. Proprio così, scoprire la Puglia diventa un gioco, come quello dell’Oca o il classico Monopoly. Le sei facce del dado non avranno numeri, ma indicheranno i mezzi di trasporto, dalla bicicletta al treno, dal bus all’auto. Vin-ce chi per primo porta a termine l’itine-rario, rispondendo ad una serie di quiz. Chiamati alle armi, si fa per dire, sono studenti, lavoratori, e perché no, pensio-nati. Tutti coloro cioè che vorranno dare un proprio contributo alla causa. Ripre-si dalle telecamere di “+39”, l’associa-zione di Molfetta vincitrice del bando regionale Principi Attivi, per una Puglia Migliore. Dal cartaceo al dvd. I ragazzi dell’associazione hanno pensato di ren-dere il gioco anche multimediale. Con protagonisti autentici e guide turistiche che dal video pongono ai giocatori do-mande su argomenti di vario genere: usanze, costumi, proverbi, modi di dire, località, curiosità, massime dialettali dei nostri luoghi. E per rappresentare al meglio la Puglia, gli ideatori del gioco hanno deciso di utilizzare dei testimo-nial in carne ed ossa. Di qui la necessità di organizzare una troupe e andare in giro alla ricerca di personaggi simpa-tici in grado di esprimere tutta la loro pugliesità. Nel casting, nota di colore, ci è finita anche la troupe del Tg Nor-ba 24 che si è occupata di raccontare l’iniziativa in un servizio giornalistico curato da Onofrio D’Alesio. “Nel 150° anniversario della Repubblica Italiana”, scherzano i ragazzi dell’associazione, non potevamo non chiamarci “+39”, un modo per testimoniare l’impegno e l’amore verso la nostra terra, da cui il nostro slogan CHI-AMA l’Italia, il pre-fisso per mettersi in contatto con la no-stra meravigliosa nazione. E per amare l’Italia, non potevamo non partire dalla nostra regione: la Puglia”. Il gruppo è composto da Pantaleo Mezzina, Rita Azzollini, Francesca Micelli, Gianluca de Trizio, Olimpia Petruzzella e Ma-riangela De Gennaro. Ultima avverten-za, “giocando con noi”, spiegano, “co-noscerai meglio la Puglia. E se non sei pugliese stai attento, lo diventerai!”.

giovanni Di Benedetto

Dopo il successo dello scorso anno del numero speciale di Sud Italia

News dedicato all’enogastronomia di Puglia, Molise e Basilicata, siamo lieti di annunciare ai nostri lettori che nel 2011 faremo il bis. Però questa volta vorremmo che i protagonisti foste Voi. Vorremmo raccontare le ricette tipiche dei Vostri paesi d’origi-ne, quelle classiche della tradizione, che magari avete portato con Voi fino in Canada. Inviateci la Vostra ricetta preferita, quella che sapete fare me-glio, quella che i Vostri figli e nipotini preferiscono. O semplicemente quella che Vi riporta indietro alla mente i ri-cordi d’infanzia. Mandateci anche le Vostre storie collegate alla gastrono-mia: ad esempio qual è stato l’impatto con gli ingredienti canadesi? Vi siete subito adeguati? Avete trovato delle difficoltà a riproporre dei piatti che eravate abituati a cucinare in Italia? O magari avete inventato delle ricette italocanadesi? Inviateci una lettera a 101 Wingold Ave, M6B 1P8, Toron-to, oN oppure una e-mail all’indiriz-zo [email protected]. Per informazioni potete contattare il 416-785-4311 ext. 239.

SpECIAlE/nei prossimi mesi tornerà il numero dedicato alla gastronomia

Inviateci le Vostre ricette

“In Inghilterra c’è una documentazione amplissima di questo periodo storico. Lo sbarco che è stato tentato a Termoli, infatti, era annotato in alcuni registri na-vali con grande minuzia di particolari. Da questo abbiamo potuto ricavare ogni elemento per la rievocazione, che segue fedelmente i fatti storici che sono stati ri-portati”.

Quello molisano era un porto strategi-

co, al confine con il regno napoleonico, e dunque una linea importante da conqui-stare.

Ad assistere alla due giorni centinaia di persone, che hanno potuto anche inter-loquire con il gruppo storico e approfon-dire un pezzo importante di storia della loro città che molti avevano fino ad allora ignorato.

Stefano Ricci

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CALCIO D’EsTATEBARI LECCE

Si è risolta in settimana la diatriba legata alla cessione del difensore Andrea Masiello.

A spuntarla è stata l’Atalanta sull’altra interessata Siena, che ha acquistato il difensore in compro-prietà per 2,5 milioni di Euro. In più al Bari arriva, a titolo definitivo, il centrocampista Marino Defendi, molto apprezzato dal tecnico Tor-rente. Il giocatore ha firmato un triennale.

Quello di Defendi non è l’unico nuovo arrivo della settimana in casa biancorossa. Infatti, sempre su con-siglio dell’allenatore, che l’aveva avuto a Gubbio, arriva in Puglia il centrocampista offensivo paraguaiano Rivaldo Gonzales Kiese.

Ha 23 anni e ha firmato un contratto bien-

nale. A Gubbio non ha avuto molta fortuna, ma Torrente lo appoggia, così da averlo consigliato

al ds Angelozzi. L’operazione non è costata nulla al Bari perché Rivaldo era svincolato. Per lui si tratta, pro-babilmente, dell’ultima occasione per cercare di sfondare in Italia.

Adesso Angelozzi si concentrerà su un difensore ed un attaccante.

Per il reparto offensivo va sem-pre di moda il nome di Mastronun-zio, del Siena, anche se la trattativa sembra essersi arenata. Per la retro-guardia, invece, negli ultimi giorni si è fatta avanti l’idea di Crescenzi,

un giovane della Roma.Intanto il Bari continua la preparazione e

mercoledì ha battuto 3-0 in amichevole i cal-ciatori disoccupati dell’AIC. (g.m.)

Settimana intensa, nel bene e nel male, quel-la appena trascorsa dal Lecce nel ritiro di

Tarvisio (Udine).Una rissa in allenamento tra Dia-

moutene ed il capitano Giacomazzi ha rischiato di compromettere la serenità del gruppo. Secondo i testi-moni il clima si è riscaldato a causa di un’entrata troppo dura del difen-sore sul capitano che, rialzatosi, avrebbe reagito prima a parole, poi con spinte ed infine con un tentativo di pugno allo stomaco. Per fortuna la sera stessa i due si sono spiegati e riappacificati a tavola, parlando e bevendo un bicchiere di vino. Nono-stante tutto il Lecce ha deciso di multarli per dare un esempio agli altri.

Le buone notizie, comunque, non sono man-

cate. Infatti martedì è arrivata la conferma che l’attaccante giallorosso Corvia è assolutamente

estraneo nel caso del calcioscom-messe che sta travolgendo lo sport più amato dagli italiani. Era stato nominato da alcuni dei protagonisti accusati di truccare alcune partite, ma è stata dimostrata la sua inno-cenza. La società ha subito inviato un messaggio di solidarietà al pro-prio attaccante che adesso potrà fi-nalmente continuare la preparazio-ne in maniera serena.

Sul fronte mercato, invece, in settimana sono arrivati dall’Udinese

i centrocampisti Obodo e Cuadrado e dalla Roma l’esperto portiere Julio Sergio, vo-luto anche dal Paris St. Germain di Leonardo. La rosa, dunque, è quasi completa. (g.m.)

ACQuiSTi: Claiton Dos Santos (d, svincolato); Masi (d, Fiorentina); Lamanna (p) e Forestieri (a, Genoa); Scavone (c, svincolato); Zlamal (p, Udinese); Borghese (d, Gubbio); Defendi (c, Atalanta); Rivaldo (c, svincolato); Kopunek (c, Spartak Trnava)

CESSioNi: Gillet (p, Bologna); A. Masiello (d, Atalanta)

TRATTATiVE: Coppola (c) e Ze Eduardo (c, Parma); Crescenzi (d, Roma); Babacar (a, Fiorentina); Mastronunzio (a, Siena)

FoRMAZioNE (4-3-3): LAMANNA; Ceppitelli, BORGHESE, CLAITON, MASI; RIVALDO, DEFENDI, Donati; Grandolfo, Huseklepp, FORESTIERI.All.: TORRENTE

il RiTiRoDove: a Borno (Brescia) dal 18 al 29 luglio; a Boario Terme (Brescia) dal 30 luglio al 4 agosto

lE AMiCHEVoli20/7 BARi - Bienno 14-023/7 BARi - Rapp. Valcamonica 6-027/7 BARi - Selezione AIC 3-0 30/7 BARi - Feralpi Salò (ore 17, Borno)2/8 Triangolare contro squadre da definire (ore 17, Borno)9/8 BARi - Real Sociedad (Fiuggi, Fr)

il RiTiRoDove: a Tarvisio (Udine) dal 15 al 30 luglio; a Fanano (Mo-dena) dal 2 al 13 agosto

lE AMiCHEVoli20/7 lECCE - NK Brda 5-123/7 lECCE - Azzanese 6-027/7 lECCE - NK Radomlje 4-129/7 lECCE - Sacilese (ore 17.30 Tarvisio) 4/8 lECCE - Esperia Viareggio (ore 17.30, Fanano) 7/8 lECCE - Castelfranco (ore 17.30, Fanano)10/8 lECCE - ASD Città di Marino (ore 17.30, Fanano)

ACQuiSTi: A.Esposito (d, Bologna); Cacia (a, Piacenza); Carrozzieri (d, Palermo); Strasser (c, Milan); Obodo (c) e Cuadrado (c, Udinese); Julio Sergio (p, Roma)

CESSioNi: Munari (c, Palermo); Rosati (p, Napoli); Rispoli (d, Samp); Fabiano (d, Shandong); Vives (c, Torino)

TRATTATiVE: Legrottaglie (d, Milan); Greco (c) e Loria (d, Roma); Munari (c) e Goian (d, Palermo); Gessa (c) e Capuano (d, Pescara)

FoRMAZioNE (4-3-2-1): JULIO SERGIO; Tomovic, ESPOSITO, CAR-ROZZIERI, Brivio; Giacomazzi, STRASSER, OBODO; CUADRADO, Di Michele; Cor-via. All.: DI FRANCESCO

Defendi

Conte a Toronto (Photo by Gregory Varano)

Sin dal giorno in cui si è seduto sulla sua prima panchina, il sogno di An-

tonio Conte è stato quello di allenare la Juventus, squadra con la quale ha di-sputato tredici stagioni e ha vinto pra-ticamente tutto, oltre ad esserne stato il capitano dal 1996 al 2001.

Conte, nato a Lecce nel 1969, doma-ni compie 42 anni, ma di gavetta ne ha già fatta. Oltre ad aver ricevuto alcune soddisfazioni nella sua giovane carrie-ra da allenatore, come due promozioni in Serie A, prima con il Bari e poi con il Siena nell’ultima stagione.

La settimana scorsa Conte era a To-ronto insieme alla sua Juventus per la sfida amichevole contro lo Sporting Lisbona, vinta dai portoghesi per 2-1.

Nonostante il pochissimo tempo trascorso in città, il mister ed alcuni giocatori bianconeri, primo fra tutti Chiellini, hanno dichiarato di essere ri-masti colpiti positivamente dalla gente e dall’amore nei loro confronti. Tan-tissimi, infatti, sono stati i sostenitori juventini che hanno abbracciato, nel vero senso della parola, la squadra. Tra questi, ovviamente, una grande per-centuale era pugliese. Infatti Antonio Conte può orgogliosamente definirsi il salentino più amato dai baresi, grazie all’anno e mezzo passato alla guida dei biancorossi e la promozione in Serie A dopo 8 anni. Una stagione da incorni-ciare, in cui il Bari dominò il campio-nato di B, vincendolo con quattro gior-nate d’anticipo e regalando ai tifosi del calcio spettacolare. Quello spettacolo che adesso sognano di poter vedere i tifosi della Juventus.

Conte ha cominciato la carriera calcistica nella sua Lecce, dove ha di-sputato sei stagioni e mezzo tra A e B. L’esordio in massima serie risale al 6 aprile 1986, mentre il suo primo gol (unico con i giallorossi) lo segna l’11 novembre 1989 in un Napoli-Lecce 3-2. Poi la Juventus. 296 presenze in

toRonto/l’allenatore della Juventus simbolo di unione tra baresi e leccesi

Conte saluta i pugliesila partita incriminata è Taranto-

Benevento, disputata allo Ia-covone il 13 marzo scorso. La gara finì 3 a 1 per i rossoblu. Dunque furono segnati i tre gol che faceva-no comodo alla combine per le ille-cite scommesse. C’è un dettaglio, però, che è dirimente: il Benevento aveva conoscenza e interesse ad un risultato del genere, il Taranto era assolutamente all’oscuro di ogni possibile illecito. Ma tutto questo, fino ad ora, non è bastato a tene-re fuori dalla vicenda di giustizia sportiva la società ionica, che è sta-ta comunque deferita per responsa-bilità presunta. Una presunzione tanto lontana dalla realtà, che ha determinato la decisione societaria di non difendersi neanche, in sede di giudizio. Si confida, quindi, che

SCoMMESSE/Gli jonici non hanno responsabilità

Taranto tranquillola giustizia faccia il suo corso, es-sendo di palmare evidenza - dice il legale della società, avvocato An-drea Greco - l’estraneità del club rossoblu a qualsiasi illecito. E’ come se il conducente di un’auto commette un’infrazione: non è cer-to possibile accollare la responsabi-lità anche ai passeggeri della stessa auto. Dunque il presidente ionico Enzo Daddario è tranquillo, dispia-ciuto soltanto - ed a buona ragione - che il nome della società sia stato per certi versi infangato. Se proprio tutto dovesse andare per il verso sbagliato, nella lontanissima ipote-si di ingiusta condanna, i rossoblu rischierebbero qualche punto di pe-nalizzazione ad inizio campionato. Ipotesi così remota che non c’è da pensarci più di tanto.

mATERA-IRsINA UNITE PER LA D

A Matera il calcio riparte dal cam-pionato interregionale di Serie D.

E’ questa, a meno di nuove e ancora più clamorose sorprese, l’ultima pa-

Julio Sergio

bianconero, 29 reti e grandi trionfi: 5 scudetti, una Coppa Italia, 4 Supercop-pe italiane, una Champions League, una Coppa Uefa, una Coppa Intercon-tinentale ed una Supercoppa europea.

In Nazionale ha raccolto 20 presen-ze e due gol segnati, uno dei quali agli Europei 2000 in rovesciata contro la Turchia. Quell’anno l’Italia perse poi in finale contro la Francia. Per lui se-condo posto anche ai Mondiali del ‘94, quando gli Azzurri si arresero al Brasi-le ai calci di rigore.

Uno sportivo che inorgoglisce la Puglia, regione a cui è molto legato.

E anche a Toronto ha tenuto a ri-cordarlo inviando, tramite le pagine di Sud Italia News, un caloroso saluto a tutti i pugliesi del Canada.

gianvito Magistà

gina di un’estate difficile per i tifosi biancazzurri.

La fine del calcio professionistico, con la rinuncia a partecipare al cam-pionato di Seconda divisione, fa parte ormai della storia. Il futuro, invece, si chiama Irsina-Matera. Difatti la squa-dra della provincia materana ha deciso di lasciare Irsina e di trasferirsi nella Città dei Sassi. Per la Federcalcio il nome della squadra sarà sempre quella dell’Irsinese, ma per tutti si farà riferi-mento sicuramente al Matera. E’ inol-tre molto probabile che si giocherà con le maglie bianco-azzurre. Nei prossimi giorni la macchina organizzativa muo-verà i primi passi con i test fisici dei giocatori. La rosa è ancora da definire, ma almeno i tifosi biancazzurri posso-no consolarsi con la possibilità di assi-stere a un torneo interregionale e non di ripartire dai bassifondi di un anonimo campionato regionale.