Connessioni n°30 | Giugno 2011
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Rifl essioni sull’integrazione tecnologicaDa KNX, al system integrator, alla fi losofi a
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Introduzione a KNXIl network e la sua struttura
Sanremo 2011Solo il meglio
Prolight+Sound 2011Il mercato degli eventi e dell’intrattenimento
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SPAZI ALL’APERTO
SPAZI CHIUSI
LUOGHI DI CULTO
Negli impianti al chiuso RCF è la giusta combinazione tra qualità e look, e’ in grado di offrire una linea completa di diffusori, dai piu’ semplice ai piu’ complessi sistemi multi-zona guidati da soluzioni PSP, il nostro catalogo di prodotti propone sia una serie di diffusori classici che prodotti di design.
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dall’idea iniziale di proporvi, in questo numero estivo, un approfondimento sul protocollo
Konnex, per fare il punto su tecnologia, modalità e caratteristiche… tuttavia, lavorandoci
e studiando l’argomento, l’idea di base ha avuto un’evoluzione considerevole, che ci ha
portato sulla strada di una più ampia rifl essione che, sempre partendo da questo tema,
è approdata al concetto stesso di integrazione di sistemi e a un ragionamento sul ruolo
cardine del system integrator. Un percorso intrapreso anche grazie al prezioso contributo
di Alberto Pilot, professionista del settore che da anni si confronta con questi temi, e del
quale potete leggere le opinioni nel testo a pagina 6. Tutte però controbattute dal suo
collega Marco Fornasier, nel suo testo a pagina 14, perché vi possiate confrontare anche
con chi la pensa diversamente
Ringraziamo inoltre l’Associazione KNX Italia e il suo Presidente Massimo Valerii, insieme
al quale abbiamo esaminato alcuni temi del protocollo e della fi losofi a che ne sta alla
base; trovate il resoconto di questo scambio nell’intervista a pagina 20. Chiude il cerchio
un articolo introduttivo sulle caratteristiche e la storia del protocollo KNX.
Certo, forse potreste anche non condividere temi e impostazione di questo breve
percorso di approfondimento su KNX e dintorni, in questo caso contattateci, perché sarà
un piacere aprire un dialogo con chi si trova su posizioni diverse: dal confronto nascono
le rifl essioni più feconde.
L’associazionismo e l’aggregazione sono uno strumento di crescita importantissimo
per il mercato: signifi cano cultura di settore, condivisione delle energie per un obiettivo
comune, messa in comune di idee, prospettive di sviluppo. Negli ultimi mesi Connessioni
sta rafforzando i legami con il mondo associativo: ha così anche inaugurato una rubrica,
che trovate già in questo numero ma che avrà ulteriore sviluppo, e che auspichiamo le
associazioni useranno sempre più per comunicare direttamente ai lettori i propri valori,
attività, prospettive, al fi ne di creare un sempre migliore legame con gli operatori, per una
crescita di tutto il settore.
In ultimo, vi aggiorniamo in merito ad una nuova attività di Connessioni, della quale avete
già trovato ampie tracce su www.connessioni.biz: il video, in forma di interviste dalle fi ere
e dai maggiori eventi. Un canale di comunicazione veloce e di facile fruizione, per dare
a tutti la possibilità di rimanere connessi con le più importanti manifestazioni e di ‘fare
conoscenza’ con prodotti nuovi e con i manager e responsabili delle aziende. Un’attività
che stiamo sviluppando in collaborazione con Rolando Alberti, affermato professionista
dell’area video da poco entrato nella squadra di Connessioni, con il quale stiamo
anche studiando nuovi sviluppi di questo stimolante mezzo, per offrire alle aziende uno
strumento ulteriore per presentare al mercato le proprie soluzioni e realizzazioni. E non
più solo dalle manifestazioni... ne vedrete presto gli sviluppi.
Alla prossima.
Tutt
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part
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Chiara Benedettini
Direttore editoriale
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Anno 6
Numero 30
giugno
2011
>6Scenari
Integrazione tecnologica
La disciplina oscura
>14Scenari
Integrazione tecnologica
Un approccio trasversale
>20Scenari
KNX senza veliIntervista a Massimo Valerii
>1 Editoriale
> Dal Mondo
> 72 Osram Hub, show room milanese
> 73 Aethra.Net e Synergie
> 74 Crestron e Scamper al Fuorisalone
> 75 Christie e il Festival del Cinema di Cannes
> Mondo associativo
> 76 AssoDS, fare sistema nel DS
> 77 CEDIA all’All digital Expo
>78 Appuntamenti
>80inserzionisti/az. citate
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som
mar
io
>26Vox Technologica
Introduzione al protocollo KNX
Il network e la sua struttura
>32Soluzioni
Sanremo 2011Solo il meglio...
>42Soluzioni
Paul & Shark a Milano
Massima fl essibilità del DS
>70Dal Mondo
The AuditionBose RooMatch e
PowerMatch, senza
compromessi
>48Incontri
d&b audiotechnikAudio con fi losofi a
>52Dal mondo
Prolight+Sound 2011
Il mercato degli eventi e
intrattenimento a Francoforte
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4 giugno ‘11 • n. 30
Tutto è partito da una rifl essione sullo standard Konnex, che ci ha portato rapidamente a una serie di ulteriori domande e considerazioni…Standard, o sistema proprietario? Sistemi chiusi o sistemi aperti? Cosa signifi ca realmente integrazione di sistemi? E la fi gura del system integrator? Le distinzioni non sono così ben chiare e defi nite quando si tratta di mettere mano alla realizzazione di un impianto: i contesti e le possibili applicazioni rendono una schematizzazione ancora più complessa. L’obiettivo dei contributi che vi proponiamo nelle prossime pagine è di offrire ai lettori e ai professionisti una serie di spunti di rifl essione sui possibili approcci, tecnologici e strategici, in funzione del cliente,
Rifl essioni sull’integrazione tecnologicaDa KNX, al system integrator, alla fi losofi a
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dell’applicazione, del contesto, del budget. Abbiamo pensato di partire da due punti di vista molto diversi, entrambi proposti da professionisti apprezzati presenti da anni sul mercato, passare per un’intervista al Presidente dell’Associazione KNX Italia e fi nire con una introduzione al funzionamento di Konnex. Anche se non vi troverete d’accordo con tutto quello che leggerete, potrete sicuramente trarne qualche indicazione che crediamo potrete trovare interessante e utile per fare crescere meglio e con decisione il nostro mercato. Connessioni anzi vi esorta a proporre visioni diverse, o che aggiungono un tassello al nostro puzzle.
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6 giugno ‘11 • n. 30
scenari
Integrazione tecnologica La disciplina oscuraPrende sempre più piede anche nel Bel Paese la fi gura del “System Integrator”, come succede oramai da anni nei mercati esteri e d’Oltreoceano, ma la confusione regna ancora sovrana fra gli operatori del settore e soprattutto fra i professionisti che dovrebbero trasmettere questa fi losofi a tecnica dagli impianti verso il mercato e i suoi utilizzatori
Alberto Pilot
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scenari
Quello che segue è il mio personale pensiero come system integrator professionista e tecnico
video certifi cato, che quindi si scontra con le problematiche di questo settore quasi ogni giorno e
che oramai ha fatto della propria vocazione un lavoro consolidato; mi saranno perdonate quindi certe
affermazioni forse un po’ auto-referenziali o enfatiche, poiché si sa che è semplice essere convinti
positivamente del proprio lavoro e della propria metodologia, se questa porta risultati. Ringrazio altresì
la Redazione che mi permette di dare libero sfogo al mio pensiero e di porre l’accento su quale sia,
soggettivamente, il quadro del nostro mercato anche rispetto a quello estero.
Prima di tutto ritengo sia doveroso fare il punto riguardo ai termini da utilizzare, o che per lo meno credo
giusto utilizzare quando spiego ai clienti la fi losofi a che sovrintende tutto il mio credo in questo ambito.
La “domotica” è a mio avviso un termine fuorviante, soprattutto nei confronti di chi non è direttamente
coinvolto in questo mercato, perché dice molto o molto poco, e di solito è la seconda l’opzione che
viene percorsa. I signori del marketing hanno inventato anni fa questo neologismo latino/francese o
greco/francese (ci sono diverse interpretazioni al riguardo) e, cavalcando l’onda, ci sono oggi decine
di aziende che propongono fra i loro servizi “la domotica” con annessi e connessi, e questi slogan si
leggono dal furgoncino dell’elettricista passando alla vetrofania del negozio di hi-fi , per fi nire su qualche
brochure di aziende che fanno automazioni industriali.
Consideriamo ad esempio un cronotermostato: si impostano i set di temperatura, le soglie e gli
orari di intervento, poi ci pensa lui a gestire il comfort climatico in casa. In pratica è automatico, è
programmabile, è quindi “domotico”? Secondo l’accezione comune, certo! Adesso spostiamoci verso
un videocitofono: ci permette di vedere chi suona al cancello, di aprire quello e, al limite, anche il
portoncino di casa e, nei casi estremi, anche di accendere le luci sul vialetto in giardino. Mi permette
di compiere delle azioni da remoto, invece di costringermi ad andare alla fi nestra o allo spioncino sulla
porta, quindi è “domotico”? Anche qui, diremmo di si! E gli esempi si sprecano con sensori crepuscolari
per le luci esterne, stazioni meteo collegate a tendaggi e scuri, e chi più ne ha più ne metta.
Da system integrator del settore (anche domestico) propongo ovviamente ai miei clienti soluzioni che
prevedono anche il controllo delle temperature o degli accessi, ma “non vendo” cronotermostati o
videocitofoni.
L’integrazione tecnologica, di contro, comprende tutta l’elettronica che ha un bus di comunicazione
(così detta “intelligente”) e la raggruppa sotto un unico supervisore/controllore. Questo permette
alla persona che deve vivere in quell’ambiente, o che deve gestire gli impianti, di avere una o più
interfacce (dalla foggia anche diversa) con le quali mettere in correlazione tutti gli impianti e terze parti
collegati (tutti!) e gestirli con la massima semplicità di utilizzo e profi tto, sfruttandoli cioè oltre a quello
che possono dare se presi singolarmente. Direi inoltre che l’integrazione comprende anche la varia
domotica installata eventualmente in ambiente, per gestirla come anello della catena, ruolo che a mio
parere le è più adatto rispetto alla posizione di supervisione.
Quindi una prima macro differenza è che la domotica fornisce prestazioni limitate al suo ambito, al
quale il cliente si deve adattare come ogni volta che compra un prodotto fatto e fi nito; l’integrazione
tecnologica invece è un abito sartoriale che permette al cliente di veder soddisfatti i propri desiderata,
con la sicurezza che oggi come domani saranno i vari organi che la compongono (impianti) a plasmarsi
secondo le sue esigenze, e non viceversa.
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scenari
Il contesto nel quale operiamo
Il concetto fuorviante di “domotica” del quale ho parlato nasce
quindi sostanzialmente per motivi di mercato, vorrei dire per dare
all’elettricista qualche strumento in più da raccontare alla sempre
citata sig.ra Maria per esprimere la propria imprenditorialità e
professionalità, oltre alla solita lista della spesa fatta di tot/euro a
punto luce, punto interrotto o presa di potenza, o più di recente la
possibilità di installare un pannello fotovoltaico (con tutti i se e i ma
del caso). Purtroppo però manca ancora la cultura degli operatori
capace di dare sostanza a concetti che rimangono parole vuote,
spesso a discapito non solo del mercato, ma anche della soluzione
deontologicamente migliore per il cliente.
Ammesso e non concesso che gli impianti elettrici “tradizionali”
non esistono più per defi nizione, in quanto oggi giorno c’è almeno
una rete cablata in ogni stanza della casa/uffi cio, senza parlare di
segnali satellitari, telefonia VoIP, sistemi di allarme, e così via, la
mia visione attuale del mercato dell’integrazione (spero condivisa) è
semplicisticamente divisa in tre macro aree posizionate secondo un
canone crescente di complessità, dal meno evoluto al più evoluto:
- Impianti elettrici evoluti
È l’ambito dei costruttori storici del settore elettrico che, insieme
ai consorziati del mercato KNX, propongono impianti elettrici con
funzioni evolute, ma che non sono aperti all’inserimento di altre
tipologie di prodotto/impianto esterno nella loro supervisione; oggi,
inoltre, forniscono un bilancio prezzo/prestazioni/evoluzione nel
tempo non adatto a rispondere a necessità più ampie che dovessero
manifestarsi in momenti successivi alla realizzazione.
- Impianti industriali modifi cati
Scoperchiando il vaso di Pandora in questo settore, troviamo aziende
di piccolissime/piccole dimensioni che propongono dai PLC industriali
a soluzioni con “black box” le cui funzioni non sono sempre chiare.
Non è che questi impianti “non funzionino” (e le virgolette non sono
un caso), ma semplicemente sono modifi cazioni di un qualcosa nato
per fare altro e relegato a un settore che non è il suo. Oltre a tutto,
va detto che la programmazione di questi impianti è demandata alle
singole capacità di un unico individuo che se per “n” motivi non è più
disponibile, costringe chi eventualmente lo succede a riscrivere gran
parte del codice o comunque a essere vincolato al modus operandi
del primo soggetto.
© Crestron
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- Impianti d’integrazione tecnologica
Questa è la categoria dove opero da sempre, e cioè quella in cui lavorano poche e selezionate multinazionali
che forniscono hardware pensato specifi catamente per il compito che deve eseguire, che non ha un
suo standard ma è aperto al mercato e ai suoi attori, e che dà la garanzia, oggi come domani, di poter
supervisionare e gestire ogni tipo di prodotto/impianto che sia dotato di una porta di comunicazione. La
programmazione di questi sistemi si basa su software specifi co, e bisogna partecipare a corsi e superare
esami per essere certifi cati alla progettazione e alla vendita, cosa che garantisce al cliente una rintracciabilità
fra professionisti, senza il pericolo di ritrovarsi senza programmatori o privi di assistenza. Avendo inoltre questi
controllori tutta una serie di porte fi siche e di gateway misti hardware/software, danno l’assoluta garanzia di
potersi interfacciare in pratica con qualunque prodotto sul mercato nato per questo settore specifi co.
Ovviamente, per utilizzare questa terza tipologia di prodotto, e quindi fornire una professionalità a 360° verso
il cliente, è necessario avere la conoscenza del mercato, delle sue dinamiche e degli altri attori in gioco. Cosa
che richiede un costante impegno e formazione, che fa dei system integrator delle fi gure ancora poco capite
dal mercato e dagli altri operatori; in Italia inoltre, generalmente manca una cultura, ma anche una situazione di
mercato, che spinga i professionisti a spendere tempo e risorse per rimanere al passo coi tempi. Vediamo nel
dettaglio perché.
Il system integrator, questo sconosciuto
Qualcuno sorriderà di fronte a questa mia cautela, ma mi sembra che in Italia il mercato non abbia ancora preso
la direzione di una vera maturità professionale degli operatori, e questa incertezza ovviamente non fa decollare il
mercato, anzi aumenta solo lo scetticismo degli operatori e soprattutto dei clienti fi nali.
Il concetto di system integrator (o integratore di sistemi) ha origini informatiche, per passare nel tempo anche
ad altri settori e altre fi gure professionali. Oggi si riferisce a quella persona che fornisce un impianto tecnologico
evoluto che implichi diverse tipologie di utilizzo. Gli ambiti sono i più svariati e vanno dalla sicurezza passando
per il risparmio energetico, dal controllo accessi all’audio/video. Io mi occupo per estrazione e vocazione
proprio di questo ultimo, senza tralasciare ovviamente tutti gli altri ambiti che, nei mercati professionali (hotel,
sale universitarie, sale del consiglio, auditorium, cinema, teatri, etc), residenziali, navali e del lusso in generale, vi
sono collegati.
A voler essere pignoli, nel mercato residenziale l’integratore di sistemi diventa un “custom installer”, ossia
chi ha competenze con tutti i segnali A/V (satellite, digitale terrestre, blu ray, DVD, Video On Demand, ecc.) e
relative colonne sonore, compresi standard, protezioni e quant’altro
che popolano sempre di più le abitazioni moderne e che richiedono
delle loro ben precise specifi cità, anche a livello di progettazione e
consulenza. In pratica un custom installer è anche un system integrator,
ma non è detto che quest’ultimo sia anche un custom installer. La
differenza potrà sembrare sottile, ma non è così in effetti, e i custom
installer professionisti in Italia si contano sulle dita di una mano sola.
L’integratore di sistemi ha conoscenze specifi che che mette a
disposizione degli operatori del settore, come progettisti elettrici e civili,
architetti, interior designer e chiunque abbia poi un contatto diretto col
mercato e il cliente fi nale. Il system integrator non si vuole sostituire © Control4
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scenari
al progettista, ma solo affi ancarlo e fare in modo che gli impianti
siano realizzati secondo i moderni dettami della tecnologia e delle
possibilità operative, così che il mercato impari a metabolizzare questo
cambiamento e sia pronto anche con più serenità e predisposizione al
nuovo e a quello che può far guadagnare danaro, tempo e comfort. Non
è un… “benefattore dell’umanità”, ma un operatore professionale che
guarda al mercato con una visione a lungo termine.
Purtroppo la nostra legislazione non riconosce la fi gura professionale
dell’integratore dei sistemi e, non esistendo neppure un albo di
categoria, oppure delle forme di tutela di chi ha effettivamente delle
capacità comprovate e dimostrabili, tutto si muove sempre su di un
binario pericolosamente equivoco che mette in campo troppi fattori, e
non è detto che quelli tecnici e morali siano i primi a venir considerati
Penso che a chiunque si muova in questo ambito sia capitato di
imbattersi in personaggi con professionalità non comprovate che, con
approcci a breve termine, fi niscono per ipotecare il mercato del domani.
Il secondo problema è invece l’immagine che si è creata della
“domotica” e dello standard KNX come panacea di tutti i mali. Mi
rendo conto di rendermi impopolare con quello che sto per scrivere,
ma ripeto: è un punto di vista soggettivo e, soprattutto, il mercato non
è la sede per intraprendere guerre sante contro qualcuno o qualcosa.
Proprio per questo penso che una maggiore informazione non
guasterebbe.
Konnex (KNX) e tutto il resto del mondo
Prima di tutto mettiamo i puntini sulle “i” (ho l’ascendente in vergine
e temo si percepisca). KNX non è uno standard, ma un protocollo di
comunicazione sostenuto da un consorzio di aziende che hanno aderito
a un progetto comune. Un errore concettuale che non giova a nessuno:
sarebbe come dire che la Confi ndustria è una fabbrica.
All’inizio la promotrice di questo protocollo di trasmissione (EIB) è
stata Siemens, e poi sul carro di questo colosso sono saliti altri attori,
fi no proprio a costituire il consorzio (prima europeo e internazionale,
e poi anche la sua costola italiana) che racchiude un nutrito gruppo
di aziende, alcune delle quali nulla hanno a che fare con questa
tipologia di protocollo ma vi aderiscono comunque per vantaggi
d’immagine, politici ecc. Vedi per esempio AMX, che costruisce sistemi
di supervisione e controllo il cui livello è universalmente riconosciuto,
e che a catalogo ha un solo gateway fi sico per tradurre il proprio
protocollo in KNX e viceversa; o BTicino, che ha un suo standard
proprietario e chiuso (“My Home”) che si interfaccia a sua volta con il
mondo KNX mediante un’interfaccia.
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scenari
I meglio informati obbietteranno che invece KNX è stato
riconosciuto come standard de facto da prima a livello europeo
(EN 50090 - EN 13321-1) e in seguito a livello mondiale (ISO/
IEC 14543); ma è anche vero che nella dicitura uffi ciale del sito
internazionale (knx.org) si parla di “standard mondiale per il
controllo di case ed edifi ci”, cosa che è ben diversa dall’affermare
(come fanno i più) che si tratta di uno standard universale per
tutte le tipologie d’impianto.
Sempre per la famosa chiarezza sui termini, infatti, s’identifi ca
nella “building automation” quella struttura tecnologica che
controlla luci, accessi, sensoristica e climatizzazione e che
ha come scopo principale quello di perseguire il risparmio
energetico e l’ottimizzazione delle risorse. Volendo, anche un
impianto residenziale è costituito in questo modo nella sua
ossatura essenziale, prima di collegarci l’impianto d’allarme,
di videosorveglianza, l’audio/video e il controllo da remoto, ma appunto non è costituito solo da questo. In
più, nella building automation spinta di uffi ci o complessi molto ampi, nei quali i “punti” (ossia i vari organi da
supervisionare e controllare, siano essi relè piuttosto che sensori di presenza, ecc) diventano svariate migliaia,
non si utilizza solo il KNX ma si attinge anche al mercato dei prodotti basati su standard LonWorks che, con la
sua logica distribuita, si adatta principalmente a questa tipologia di situazioni.
In generale si può dire che il sistema comunemente è utilizzato per un building dipende da quello che bisogna
controllare e da come bisogna controllarlo: su questo direi che siamo tutti d’accordo. Dato poi che esistono
diverse tipologie d’impianti, e che ognuno di questi è controllato in modo specifi co, ci sono anche diversi
sistemi (protocolli, bus, ecc) mediamente dedicati a ognuno di loro, e quindi “i punti dati complessivi” sono
spalmati su questi diversi sistemi, con diversi bus e quindi di conseguenza diversi driver; tutti questi punti
possono essere sommati fra i vari “rami” senza riscontrare un problema di performance (velocità e reattività del
sistema). Ovviamente ogni sistema ha poi un limite intrinseco, nel caso di KNX e di Lon arriviamo mediamente
fi no a circa 5.000 punti senza problemi e, se non si controlla la parte termica, si può arrivare anche a circa
10.000 punti.
A conferma del fatto che KNX non sia uno standard ma un sistema ad alta compatibilità, c’è che dalla
lunghissima lista di appartenenti al consorzio internazionale, si evince che la maggior parte è produttore di
hardware. La teoria vorrebbe che utilizzando un mix di prodotti pescati in questa lista sia garantita una totale
compatibilità e funzionalità, cosa che per mia diretta esperienza si rivela non esatta, costringendo i progettisti
KNX a fare delle prove sul campo oppure più prudenzialmente a utilizzare solo prodotti provenienti da uno
stesso fornitore. Per fare un parallelo, potremmo dire che KNX di derivazione Siemens sta al mercato home
e buinding come Windows della Microsoft a quello dei personal computer: sistemi ad alta compatibilità, che
comunque non garantiscono a prescindere prestazioni e funzionalità senza un’attenta prova sul campo, e che
ad ogni modo presentano ancora delle lacune per quel che riguarda il controllo e il funzionamento di tutti gli
impianti che si desideri supervisionare.
Ricadiamo quindi nel discorso “domotica” e “impianti elettrici speciali”: magari non corrispondono alle
reali esigenze del cliente, ma questi non potrà mai scoprirlo se chi dovrebbe guidarlo (progettisti e fi gure
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scenari
professionali a lui vicine, in primis), non glie ne parlano.
A dimostrazione che non si vuole demonizzare comunque il KNX, va detto che in un certo
tipo di edilizia o per esigenze legate strettamente a quello che offre, esistono soluzioni in
commercio particolarmente convenienti dal punto di vista economico e che costano solo
qualche punto percentuale in più dell’impianto “tradizionale” poiché lo inglobano al loro
interno.
Chiaro che un system integrator a volte deve confrontarsi con più standard e più bus di
comunicazione tutti nello stesso progetto, e suggerire la soluzione che maggiormente
riesce a garantire stabilità del sistema non è così semplice. Un supervisore KNX
potrebbe non essere suffi ciente allo scopo, anzi quasi sicuramente non lo è. Se
ci troviamo a dover far dialogare assieme un sistema Dali per le luci, un Lon per
la climatizzazione, un modbus per l’allarme e poi integrarci anche lo streaming
A/V multi-room ad esempio, è chiaro che si potrà anche avere un KNX per gli
indicatori di consumo istantaneo o per le saracinesche/tende motorizzate, ma
l’ideale sarebbe invece impiegare sistemi nati specifi camente per questo tipo
di utilizzo perché offrono totale sicurezza. Non è detto che sia la soluzione più
economica, ma verso il cliente la garanzia di funzionamento, la tele gestione
delle allarmistiche, il controllo remoto e la garanzia di espandibilità futura sono comunque
argomentazioni importanti a favore. Con buona pace dello standard mondiale.
Tirando le somme
Volendo riassumere possiamo dire quindi che:
- Non esiste l’impianto tecnologico “perfetto”, ma tendenzialmente ciascun impianto dovrebbe essere
sfruttato per quello per cui è stato pensato, senza avventurarsi in esperimenti di cui è sempre il cliente
fi nale (e il mercato di conseguenza) a pagare lo scotto. Da qui la necessità di una consulenza qualifi cata e
imparziale da parte del professionista, come base di partenza per ogni tipo di successivo discorso.
- I sistemi d’integrazione “vera” hanno dei costi solo apparentemente più alti ma, se si analizzano tutti i pro
Note sull’autore
Alberto Pilot è un system integrator che opera nel settore dell’integrazione dei sistemi dal 2006 con la propria azienda,
della quale ha ceduto il ramo operativo a 3P Technologies Srl di Bolzano e Padova nel 2010, con l’apertura della divisione
residenziale/navale/lusso 3P Ambience Technologies. Tecnico video certifi cato e qualifi cato, ha seguito corsi di formazione
sui prodotti AMX, Crestron, Lutron, Vantage, Control4, Vidikron, Sim2 e projectiondesign. Opera come consulente per alcune
aziende per le sale 3D dotate di stereoscopia immersiva e di realtà virtuale (anche aumentata). Pubblicista dal 2005 per
diverse testate cartacee e informatiche, sempre del settore A/V consumer e professionale, è stato relatore di alcuni seminari
nell’ambito dell’integrazione tecnologica durante la Settimana della Domotica e Bioedilizia di Modena (2009), la distribuzione
dei segnali A/V in ambito residenziale e professionale durante il TopAudio&Video 2009 e sul binomio “Domotica Vs Integrazione
tecnologica” a Expobit nel 2010.
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scenari
www.amx.com
www.crestron.com
www.siemens.it
w amx com
www.ambience.it
www.trepi.it
www.knx.org
www.konnex.it
e i contro (e soprattutto se si sanno scegliere e confi gurare), questo non è sempre vero. Anzi. Si potrebbe
scoprire di avere molto di più anche a parità di costo.
- Si sente la mancanza in Italia di cultura e certifi cazioni (serie), le uniche due cose che possono
dare un reale stimolo al mercato e farlo conoscere davvero non solo ai professionisti del
settore, ma anche agli utilizzatori fi nali.
- Le guerre di religione, il fossilizzarsi su scelte e prodotti piuttosto che su soluzioni e
vantaggi per il cliente, non portano a un atteggiamento propositivo che fa migliorare la
percezione della qualità e dell’indiscusso shift tecnologico di questi impianti, rispetto ai
tradizionali, agli occhi del mercato.
Da integratore audio/video già percepisco la volontà dei vari costruttori di allargare l’offerta
e il mercato dei prodotti di brand che non siano quelli che utilizzo comunemente, e questo
sicuramente è un fatto positivo perché maggiore è la concorrenza, minori sono i costi di
esercizio e più ampi i vantaggi, soprattutto per l’utilizzatore fi nale. Al momento la serenità del cliente,
e il fatto che si sia affi dato a me per entrare in casa sua o nel suo uffi cio o imbarcazione, è il primo
degli stimoli a soddisfarlo nelle sue esigenze, permettendomi di plasmare un impianto che davvero
sia confacente con quello che si aspetta e a quello che gli ho promesso in fase di progettazione.
Per questo non posso che continuare a rimanere informato, seguire le fi ere del settore e la stampa
specializzata (anche on line). Lo scambio di opinioni con chi leggerà quest’articolo è ben accetto, anzi, lo
sfrutterei come una sorta di lettera aperta per creare un vademecum delle necessità che ognuno di noi,
professionalmente, scopre di avere ogni giorno. Rimango quindi con la Redazione a vostra disposizione.
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14 giugno ‘11 • n. 30
scenari
Integrazione tecnologica Approccio trasversaleNel settore della Home e Building Automation la tendenza più evidente è la richiesta di integrare il funzionamento dei vari sistemi installati all’interno dell’impianto elettrico in modo da semplifi carne e ottimizzarne la gestione. Questo va a scontrarsi con un’ancora diffusa reticenza ad attingere alle possibilità offerte dalla tecnologia da parte di quegli operatori del mercato che, invece, dovrebbero cogliere e trarne vantaggio, sia a livello tecnologico e d’utilizzo, che d’immagine nei confronti del cliente
Marco Fornasier
© C
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scenari
La considerazione non vale solo per gli impianti di grandi dimensioni, tipici degli edifi ci sanitari, ricettivi ed
avanzati in genere ma sempre di più anche per i direzionali, i commerciali e ovviamente anche per tutto il
settore residenziale; teatro, quest’ultimo, dei confronti più vivaci tra operatori portatori di esperienze e approcci
anche molto diversi.
Tutto questo fa parte della mia esperienza, maturata in anni di lavoro e più recentemente in seno alla Ergo
Design & Technology con sede ad Andriano (BZ), costituita da un team giovane che vanta un’esperienza ormai
decennale nel mondo dell’integrazione con protocollo KNX e degli impianti tecnologici avanzati in generale.
L’attività principale di Ergo Design & Technology si divide tra l’importazione e la distribuzione in tutta Italia di una
decina di aziende europee produttrici di materiale KNX e la produzione di dispositivi studiati specifi catamente
per soddisfare le esigenze del mercato italiano. Operiamo nelle varie regioni d’Italia tramite agenzie commerciali
che si avvalgono del supporto tecnico di system integrator locali; con questi ultimi è stato costruito un rapporto
di consulenza consolidato negli anni, che ci permette di essere vicini alle loro esigenze e, di conseguenza, alle
richieste dirette del mercato.
L’elemento che contraddistingue Ergo Design & Technology rispetto a un normale distributore specializzato è la
capacità e la volontà di analizzare ogni singolo impianto e proporre di volta in volta il giusto mix di prodotti per
arrivare a soddisfare le attese funzionali, estetiche ed economiche dei propri clienti; cosa che potrà sembrare
quasi scontata ma che, in un panorama come quello nazionale, non è lo per niente. La situazione più diffusa,
infatti, vuole che generalmente lo stimolo verso l’integrazione totale avvenga da parte del cliente fi nale che,
dopo aver approfondito autonomamente le tecnologie offerte dal mercato, si crea un’aspettativa di alto livello
che sfocia di frequente in una vera e propria passione.
Questo da un lato è positivo per il mercato, poiché è un segno della maturità e della consapevolezza di chi è
disposto a vagliare nuove opportunità e desidera possedere in casa una tecnologia moderna ma consolidata,
che gli permetta di usufruire degli impianti in modo semplice, completo e da remoto; dall’altro, invece,
rappresenta un campanello d’allarme perché, chi ha il rapporto con gli utenti fi nali, e quindi con la maggior parte
del mercato potenziale (parlo in questo caso di progettisti, impiantisti, architetti e interior designer), non sempre
ha ben chiara la vera utilità di un impianto di automazione per gli edifi ci e, di conseguenza, non si spinge a
proporre soluzioni tecnologicamente avanzate; tutto questo può accadere spesso anche per la mancanza del
necessario supporto da parte delle aziende fornitrici.
Approccio trasversale
Come Ergo Design & Technology ci muoviamo trasversalmente da piccoli a grandi
impianti e viviamo quotidianamente le richieste provenienti da privati, installatori,
progettisti e architetti con le limitazioni appena espresse. La scelta strategica di
avere la sede legale in Alto Adige nasce proprio dal fatto che, per cultura, gli impianti
“così detti normali” contemplano già tutti i dettami dell’integrazione tecnologica,
essendo in Germania oramai abitudine consolidata di utilizzare bus e protocolli aperti
dalle abitazioni più semplici ai complessi più articolati, fi no al settore del terziario
avanzato, dell’alberghiero, dell’ospedaliero e degli edifi ci storici. Operando per la
maggiore come fi gura di distributore di prodotti KNX, ci poniamo come interlocutore
in posizione centrale fra il mercato e i suoi normali operatori, cercando di dare
tutto il supporto necessario ai nostri clienti integratori e installatori in tutta Italia, se
necessario accompagnandoli dal cliente fi nale con l’obiettivo principale di capire le
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sue esigenze per poi studiare di volta in volta la soluzione più adeguata.
In merito alle richieste più frequenti provenienti dal mercato, posso
affermare che l’aspetto più ricercato dai clienti è senza dubbio la
possibilità di gestire tutti i sistemi presenti nell’edifi cio in modo
semplice con un’unica interfaccia grafi ca personalizzata, raggiungibile
e gestibile anche da remoto. Altri aspetti sempre richiesti sono
sicuramente l’ottimizzazione dei consumi energetici che realizziamo
attraverso l’unione di varie tecnologie, tra le quali il rilevamento della
presenza, della luminosità ambientale, le condizioni termoclimatiche
interne ed esterne e la gestione di frangisole e oscuranti in genere. Per
la nostra esperienza è fondamentale, inoltre, offrire all’utente fi nale la
possibilità di creare e modifi care autonomamente in modo semplice le
programmazioni orarie, gli scenari, le impostazioni di temperatura, gli
allarmi e gli eventi in genere. Sempre di più, oggi giorno, le richieste
sconfi nano anche nell’integrazione di sistemi di trasmissione video
HDMI e distribuzione audio multiroom, comandabili anche tramite KNX,
oltre che da dispositivi universali di nuova generazione, iPad in primis.
In quest’ottica generale, la problematica più frequente è il
raggiungimento della soddisfazione del cliente che, come detto, si è
creato una propria aspettativa che diffi cilmente riesce a trasmettere
ai suoi normali interlocutori. Infatti, troppo spesso accade che né il
progettista né il system integrator, per motivi diversi, accompagnino
il cliente nel percorso che parte dalle esigenze primarie e termina con
l’individuazione delle reali specifi che tecniche, delle esigenze funzionali
e dell’investimento economico. Ecco perché con Ergo Design &
Technology cerchiamo di colmare questa mancanza offrendo tutto il
nostro know-how maturato nel corso dell’ultimo decennio.
Oggi giorno, dal punto di vista tecnico, si possono raggiungere
livelli d’integrazione molto avanzati; in ogni impianto interagiscono
apparecchiature che utilizzano protocolli di comunicazione diversi tra
loro, quali KNX, Modbus, Bacnet e LonWorks. Molte altre utilizzano
invece la rete Ethernet come supporto per la trasmissione e la ricezione
dei dati; altre ancora sono controllabili tramite porta seriale oppure
trasmissioni a infrarossi.
Vorrei citare due esempi molto frequenti per descrivere meglio questo
concetto: la termoregolazione fi no a tempi recenti è stata una parte
dell’impianto di competenza né dell’elettricista né del termoidraulico,
ma di poche aziende, in genere multinazionali, che comportano
vincoli tecnici, economici e operativi, ma soprattutto che non ne
consentono l’integrazione con gli altri sistemi presenti nell’edifi cio.
Oggi invece si possono proporre sistemi di termoregolazione
completamente aperti e standardizzati, integrabili nei supervisori KNX e
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programmabili direttamente dal system integrator, a tutto vantaggio
dell’ottimizzazione di cui l’impianto necessita nel corso della sua
vita. In secondo luogo, la contabilizzazione dell’energia prodotta
da impianti fotovoltaici o consumata, per esempio, dai reparti di
un’azienda, costituisce un aspetto al quale il cliente fi nale è sempre
più sensibile per gli sviluppi economici che questo comporta. Fino
ad oggi esistevano vari sistemi dedicati alla contabilizzazione, al
monitoraggio e alla gestione in genere dei consumi energetici, ma
tali sistemi, seppur gestibili via Web, non potevano essere integrati
con gli altri impianti. Anche in questo caso, oggi è possibile installare
contabilizzatori KNX di energia elettrica, acqua, gas e calorie,
prelevare i dati di funzionamento dagli inverter fotovoltaici su una
rete Modbus e gestire tramite i supervisori KNX i valori istantanei
di queste variabili creando grafi ci su misura e tabelle di report con
cadenza desiderata.
Per entrambi i casi descritti, con lo stesso supervisore KNX personalizzato anche tramite planimetrie
grafi che tridimensionali si possono ovviamente controllare e comandare i circuiti luce dimmerabili, le
motorizzazioni e tutte le altre funzionalità normalmente presenti nell’impianto KNX.
KNX, ma non solo
In Ergo Design & Technology, nonostante operiamo in modo specifi co da ormai dieci anni nel mondo
KNX, crediamo che proprio con l’unione delle tecnologie e modalità descritte si riesca a ottenere il
miglior risultato per ogni singola esigenza. In questo modo si ha la certezza di costruire un impianto
scegliendone gli elementi tra decine di cataloghi di aziende solide e dotate di un consolidato know-
how, sia italiane sia estere; in questo modo gli elementi installati nei quadri elettrici saranno scelti in
funzione del rapporto tra funzionalità, espandibilità, prestazione e prezzo, mentre i componenti di design,
secondo il gusto personale del cliente o dell’architetto che lo consiglia. I dispositivi speciali come i touch
screen, i supervisori, ecc. saranno invece proposti in base alle specifi che esigenze, caso per caso.
Questa possibilità, offerta soprattutto dal mondo KNX, deve essere sfruttata a tutto vantaggio della
clientela fi nale, grazie anche un’intera gamma di prodotti e soluzioni, non limitate al catalogo di un unico
produttore.
Crediamo fermamente che il modo giusto di approcciare un impianto tecnologicamente avanzato
sia quello di eseguire uno studio e una preparazione iniziale, partendo dalle richieste del cliente e
supportando il progettista e l’installatore nelle successive fasi operative.
Siamo inoltre convinti che si debbano ricercare esclusivamente soluzioni “aperte” basate su supporti di
comunicazione di tipo standard (i protocolli citati e la rete IP in primis). Per gli stessi motivi, riteniamo che
l’essere costretti a utilizzare gateway di comunicazione e a personalizzare righe di codice uscendo dalle
confi gurazioni standard dei dispositivi, penalizzi il cliente fi nale che, alla prima richiesta di modifi ca, si
troverà di fronte a ovvie diffi coltà. Questa è la differenza principale fra un sistema realmente “aperto” e un
sistema proprietario.
© Crestron
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18 giugno ‘11 • n. 30
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Note sull’autore
Marco Fornasier è un Ingegnere Elettrotecnico che ha lavorato per anni come progettista di impianti
tecnologici integrati. Recentemente è divenuto Direttore Tecnico di Ergo Design & Technology e, in
occasione di commesse di particolare importanza, supporta tutt’ora tecnicamente i professionisti
e gli installatori durante la fase di realizzazione del progetto fi no al collaudo fi nale, per far sì che
l’impianto Konnex, con le relative integrazioni, soddisfi pienamente le esigenze di ogni cliente. Dal
2002 ha lavorato in Italia e all’estero, maturando una notevole competenza tecnica e gestionale,
raccogliendo in prima persona le esigenze e le problematiche del mercato e dei suoi operatori.
Aspetti negativi?
Chi ha già operato con sistemi di tipo aperto è consapevole di
essere sempre in perenne concorrenza: la sua soluzione è sempre
paragonabile ad altre, costruite con altri prodotti che comunicano
con lo stesso standard; a differenza di quanto accade con i sistemi
proprietari, dove è più facile garantirsi una fornitura pregiudicando
però le possibilità e le potenzialità future. Per questo motivo, risulta
a vantaggio di tutte le fi gure in gioco che il valore aggiunto che
determina la scelta del fornitore diventi nel più breve tempo possibile
la reale e comprovata competenza di quest’ultimo, e non la bellezza
di un catalogo, le abilità commerciali o il prezzo dei singoli articoli.
Teniamo a precisare che per competenza s’intende anche la capacità
di saper individuare la soluzione economicamente meno onerosa per
soddisfare le reali esigenze del cliente fi nale.
Oggi, come Direttore Tecnico di Ergo Design & Technology, ho la possibilità di approfondire tutto
quanto riguarda il mondo KNX, testando i nuovi prodotti che immetteremo sul mercato italiano.
Tramite una continua e avvincente ricerca di nuove soluzioni e nuovi prodotti, posso supportare
tecnicamente i system integrator che collaborano da anni con il team di Ergo Design &
Technolgoy; confrontandomi anche con la loro esperienza, cerco di cogliere quali sono le
tendenze del mercato.
Prima di ricoprire questa carica, all’incirca dal 2002 mi sono occupato invece di progettare
e coordinare la realizzazione di opere impiantistiche ad alto contenuto tecnologico; nel corso
di questi anni ho utilizzato diversi sistemi di building automation basati su protocolli anche diversi: KNX,
LonWorks, Modbus ma anche sistemi proprietari diffusi per lo più in Italia. In questo periodo trascorso ho potuto
testare le soluzioni più avanzate anche nell’ambito di realizzazioni di grandi opere all’estero, soprattutto nei
paesi europei e asiatici. A fronte di tutto ciò, dopo numerosi start up e integrazioni, mi sono convinto che lo
standard KNX è il sistema secondo me più stabile e performante applicabile all’automazione degli edifi ci, anche
se mi rendo conto che non è l’unico. Come detto, la bravura di un progettista e di un system integrator è di
trovare l’elemento più giusto e corretto per una data funzione; per la building automation la scelta di utilizzare
KNX rappresenta sicuramente un valore aggiunto per il cliente fi nale.
www.ergosolution.it
www.knx.org
www.konnex.it
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KNX senza veliIntervista a Massimo ValeriiCon il Presidente di KNX Italia Massimo Valerii parliamo dell’Associazione nazionale e internazionale, delle aziende che la compongono e di alcune critiche emerse dal mondo della system integration. Ecco il frutto della chiacchierata, che speriamo offra a tutti i professionisti qualche spunto di riflessione, a prescindere dal fatto che utilizzino o meno KNX nel proprio lavoro
Parafrasando dal sito della KNX Association, questa è nata nel 1990 per iniziativa dei consorzi europei EIBA
(Europea Installation Bus Association), EHSA (European Home Systems Association) e BCI (BatiBUS Club
International) ed è proprietaria dello standard KNX. Scopo dell’Associazione è svilupparlo e promuoverlo perché
sia riconosciuto come standard mondiale di controllo home & building. Oggi KNX è lo standard mondiale aperto
conforme alle norme EN 50090 e ISO/IEC 14543.
C - Facciamo il punto sull’associazione KNX: di cosa si occupa, e quale parte del mercato rappresenta oggi?
Massimo Valerii - L’associazione italiana nasce come espressione della KNX Association con sede a Bruxelles,
la quale gestisce lo standard KNX e si attiva con azioni di tipo marketing, commerciale e partecipazione
all’interno delle commissioni tecniche normative europee, per l’affermazione dello standard. L’associazione
internazionale ha circa 200 associati, per la maggior parte costruttori di dispositivi ma anche system integrators,
distributori. Su stimolo di KNX Association sono nate le associazioni nazionali, che ormai coprono l’intera
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ara
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Europa, area balcanica compresa, e quasi tutti i continenti, dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Russia al Sud Africa,
dal Canada al Brasile. KNX è nato come standard europeo ma si sta diffondendo in tutto il mondo.
C - La costola italiana di KNX?
MV - Esiste dal 2002 e ha come obiettivo primario la diffusione nazionale dello standard KNX attraverso
l’eliminazione delle barriere linguistiche e la divulgazione attraverso convegni, workshop, eventi gratuiti,
e naturalmente attività formativa. Proponiamo un corso base introduttivo della durata di due giorni che
dà un’infarinatura dello standard a chi ha bisogno di conoscerlo ma non di avere competenze operative
approfondite, come per esempio gli architetti; poi abbiamo il corso di cinque giorni certificato da Bruxelles e
con un programma unificato a livello mondiale, rivolto proprio agli operatori (installatori e progettisti) e che si
conclude con un esame; questo porta al conseguimento del titolo di KNX Partner, valido a livello internazionale
e utile ai professionisti per essere riconosciuti sul mercato.
In Italia abbiamo circa 800 realtà certificate KNX partner tra aziende, installatori, system integrator, progettisti di
impianti. Gli associati KNX Italia invece sono 26 di differente estrazione. I costruttori sono stati storicamente i
fondatori dell’associazione, a questi si sono affiancati gli integratori di sistema, le case editrici, e poi le università
e gli enti che fanno ricerca (Trento, Pavia, l’Università Politecnica delle Marche, Catania, Bari). Il loro è un ruolo
di divulgazione a livello scientifico perché inseriscono il KNX all’interno dei percorsi formativi sull’automazione,
impostano progetti sulle applicazioni dell’automazione in vari contesti, come per esempio quello del risparmio
energetico. Le categorie associative quindi sono cinque: costruttori, integratori di sistemi, terze parti, università
ed enti (questi ultimi non pagano una quota di iscrizione e non hanno diritto di voto) e consorzi.
C - Qual è la struttura associativa?
MV - Siamo un’associazione senza scopo di lucro, amministrata da un’assemblea e un consiglio direttivo eletto
ogni due anni all’interno del quale vengono scelti un presidente e un vicepresidente. La sede è a Milano in via
Lancetti presso la federazione ANIE. Ci sostentiamo con le quote associative e i corsi di formazione, e tutto
quello che incassiamo viene speso per le attività dell’associazione. Poi ci sono i gruppi
tecnici di lavoro composti in maniera volontaria da associati o loro delegati e diretti da
coordinatori i quali sono focalizzati per ora su tre ambiti: gruppo marketing (per le iniziative,
i workshop, le fiere), il gruppo tecnico (fa da interfaccia con Bruxelles e partecipa ai lavori
del comitato tecnico per l’automazione del CEI, il CT 205) e il gruppo formazione.
C - Quali sono i vantaggi per chi si associa?
MV - La visibilità a tutti gli eventi che organizziamo, per esempio alle fiere lo stand diventa
una vetrina dei prodotti KNX, poi la possibilità di essere in contatto con Bruxelles per
seguire da vicino le evoluzioni dello standard, insomma rimanere aggiornati.
C - Solo 26 associati sul potenziale mercato, non sono pochi?
MV - In realtà, questi 26 coprono quasi totalmente il mercato dell’automazione, un buon
90%; sono associati tutti i principali costruttori operanti sul mercato italiano e molti
integratori che spesso condividono con questa attività quella di veri e propri sviluppatori
di dispositivi. L’integratore che installa sistemi di automazione, quindi l’installatore,
difficilmente si associa a KNX.
C - Non avete pensato di allargarvi a questa importante fetta del mercato?
MV - Sì, sulla scorta di quello che avviene già in Germania, per esempio, stiamo valutando
Massimo Valerii, Presidente
KNX Italia
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l’opportunità di creare un User Club per tutti coloro che hanno bisogno
di supporto operativo sullo standard, come appunto gli installatori.
Riunioni operative, aggiornamento sui prodotti nuovi, sulle problematiche
di installazione... potrebbero essere le attività da delegare all’user club.
Non è una cosa semplice da realizzare, soprattutto se si pensa che tutto
quanto facciamo viene realizzato in maniera volontaria, oltre al lavoro che
svolgiamo quotidianamente nelle nostre aziende.
C - Parlando di KNX, le critiche che vengono fatte dal mondo dei system
integrator sono quelle di una sorta di “chiusura” dello standard, ovvero
limitazioni e incertezze nella compatibilità tra determinati apparecchi,
in conseguenza della quale si è costretti a scegliere prodotti di un
unico produttore affermato, per non avere sorprese. KNX insomma non
risolverebbe tutti i problemi.
MV – Ritengo che la scelta di una soluzione a pacchetto sia chiusa e
limitativa. Oggi l’automazione spazia su applicazioni completamente
diverse, dall’audio-video alla contabilizzazione dell’energia al controllo luci,
ed è inverosimile trovare un’unica azienda che sia competente su tutto.
Mentre sicuramente ci sono aziende specializzate in alcuni settori.
Un’infrastruttura di comunicazione potente e standard è quella che riesce a
far dialogare insieme sistemi che sono ciascuno al top nel proprio settore.
KNX, con la sua attività di certifi cazione dei dispositivi, opera proprio con
lo scopo di garantire l’interoperabilità dei prodotti. Per l’operatore meno
esperto è più facile prendere un oggetto che fa tutto, ma non può avere
esigenze molto spinte; meglio saper mettere insieme oggetti specializzati
che parlano lo stesso protocollo oppure protocolli diversi integrabili
mediante l’impiego di specifi ci gateway da integratori di sistemi altamente
competenti.
C - Un passo oltre: se ci sono marchi che realizzano prodotti specializzati la
cui integrazione può non passare da KNX, perché passare invece da KNX?
MV – I prodotti specializzati diffi cilmente possono vivere isolati all’interno
di una installazione ma hanno bisogno di comunicare con il resto
dell’impiantistica. Faccio un esempio: un sistema audio-video non è certo
in grado di gestire le luci; dovrò quindi usare qualcos’altro per creare degli
scenari che siano in grado di controllare un’ambientazione luminosa ed un
sottofondo audio. Come farlo? Mentre è facile che sistemi proprietari siano
attrezzati per comunicare con uno standard, difficilmente lo saranno, per
ovvi motivi di mercato, per dialogare con altri sistemi proprietari. Lo stesso
discorso vale per il mondo della termoregolazione; molti costruttori di
sistemi proprietari hanno realizzato gateway KNX. Se devo investire, meglio
farlo su qualcosa che molto probabilmente troverò sul mercato.
C - Quindi l’obiettivo di uno standard tra costruttori è quello di aprire una
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C - Quindi l’obiettivo di uno standard tra costruttori è quello di aprire una porta tra sistemi.
MV - Esattamente: offro un mezzo di comunicazione standard per tutti, e ciascuno sviluppa le proprie specialità
e lo usa per integrarsi. Tanti costruttori addirittura hanno scelto di non sviluppare un sistema proprietario ma
di aderire direttamente allo standard in maniera nativa. Questo però è possibile limitatamente alle funzioni
più diffuse sul mercato, mentre ci vuole di solito più tempo perché avvenga anche con i settori più di nicchia.
Lo standard KNX infatti non prevede ancora soluzioni native per l’audio-video, ad esempio, settore nel
quale operano aziende specializzate. È una questione di mercato, per cui chi è specializzato in alcuni ambiti
continua a usare sistemi proprietari, che danno vantaggi economici e soprattutto di mercato come il distacco
dai competitor, ma si apre con un dispositivo di interfaccia per far comunicare il sistema con uno standard.
In sostanza, la facilità di integrazione con sistemi standard come KNX offre la possibilità ai produttori di far
crescere il proprio mercato.
C - Quindi l’associazione dovrebbe porsi come obiettivo l’andare incontro ai settori di nicchia che ancora non
hanno sviluppato la compatibilità piena con KNX, per questioni legate al mercato?
MV - Certo. Ma non ci sono solo problemi di mercato: KNX non gestisce alcuni aspetti tecnici legati a specifiche
nicchie. Per esempio, fino a pochi anni fa KNX prevedeva per la comunicazione il doppino, la radiofrequenza
e le onde convogliate, il che escludeva la possibilità di comunicare dati molto complessi come quelli audio-
video, a causa delle limitazioni nella banda. Era una grossa limitazione tecnologica perché impediva lo sviluppo
di dispositivi nativi KNX che inviassero audio-video sulla rete. Tre anni fa però è uscita la standardizzazione del
KNX su rete IP. Insomma c’è anche un’evoluzione dal punto di vista tecnico dello standard, che va incontro
all’evoluzione tecnologica delle applicazioni.
C - A proposito di limitazioni tecniche, un’altra delle osservazioni che si raccolgono tra gli integratori è il fatto
che le interfacce KNX abbiano delle limitazioni, come quella della unidirezionalità...
MV - Parliamo di interfacce di comunicazione tra un sistema proprietario e KNX: poiché il sistema di
interfacciamento lo realizza in genere il costruttore che adotta un sistema proprietario, è lui a decidere quanto
aprirsi, o mantenersi chiuso. Alcuni scelgono di limitare molto le funzioni integrabili con lo standard. È una
questione tutta commerciale, non tecnica, governata anche dal fatto che KNX comincia a essere richiesto dai
capitolati e le aziende vogliono potervi accedere.
C - È una situazione in via di evoluzione, oppure pensa che queste chiusure da parte di alcune aziende
permarranno?
MV - L’evoluzione c’è, assolutamente, lo dimostra il fatto che ormai tutti i leader del mercato italiano hanno fatto
una scelta netta sullo standard KNX in particolare sul settore residenziale. Penso che in capo a 3-4 anni tutti i
costruttori saranno allineati con un’offerta domotica sul residenziale, e l’impianto tradizionale sparirà. In alcuni
paesi europei, come la Germania, l’automazione residenziale è già uno standard per gli edifici anche perché
i costi si sono abbattuti molto. Tutto questo però richiede competenza elevata, e gli installatori italiani non ce
l’hanno ancora…almeno non tutti.
C - La formazione è sicuramente la chiave, ma anche il mercato deve crescere, altrimenti rischia di deludere
l’integratore evoluto che si rivolge allo standard, con prodotti che non sono all’altezza delle sue aspettative.
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MV - È vero, ma le aziende si muovono con il mercato, e più sono grosse, peggio è: se non ci sono i numeri,
non si spostano. Prima di arrivare all’audio-video sono da fare le serie civili, i termostati, i sensori di presenza.
Qui entra in gioco la competenza perché l’integratore evoluto che utilizza prodotti specializzati di costruttori
diversi, e riesce a farli dialogare, avrà la possibilità di offrire al cliente soluzioni tecnicamente ottime con margini
più alti per la sua attività.
C - Bisogna però certificare questa capacità, altrimenti l’operatore non riesce a farsela riconoscere dal
mercato.
MV - Sarà l’utente a farlo, quando verificherà se l’impianto funziona o meno. Infatti in Italia abbiamo
il problema che molti utenti si disamorano delle tecnologie perché delusi dagli errori di operatori
incompetenti: i sistemi funzionano male perché vengono programmati e configurati male, non per
problemi legati alla tecnologia. Per noi è la cosa peggiore, per questo cerchiamo di lavorare tanto
sulla formazione, perché l’installatore competente è un dono per l’associazione e per tutto il mercato,
aziende comprese.
C - Quali iniziative avete in programma nel breve periodo?
MV - Abbiamo un programma di seminari in giro per l’Italia, le date sono sul sito dell’associazione, inoltre
cominciano a richiederci parecchi interventi durante convegni. Lo standard KNX comincia a essere riconosciuto
sul mercato come strumento per l’efficienza energetica anche grazie alla pubblicazione di norme tecniche
come la EN 15232. Se pensiamo che quando siamo partiti la domotica veniva vista come un lusso, mentre poi
è passata a essere un comfort, e nel terziario uno strumento finalizzato alla migliore gestione dell’edificio…
Dall’anno scorso è diventata lo strumento per l’efficienza energetica: lo standard va visto come una sorta di
cassetta degli attrezzi, fl essibile che si adatta ad ogni tipo di esigenza.
C -
mer
MV
il
iwww.knx.org
www.konnex.it
I 26 associati di KNX ITalia
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Segreteria Organizzativa:Strada Statale del Sempione, 28I - 20017 Rho, MilanoT: +39 02 4997.6218/6241E: [email protected]
Biennale Internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione
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e seminari 1.000 espositori 50.000 visitatoriattesi
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Introduzione al protocollo KNXIl network e la sua strutturaEcco una rapida introduzione ai meccanismi che regolano un network KNX: come è strutturato, quali sono gli elementi che lo compongono, quali le possibilità di confi gurazione e di customizzazione offerti dal protocollo. Un primo assaggio
Il protocollo KNX si basa su un approccio al controllo degli edifi ci di tipo distribuito (si parla infatti di network)
derivato dalla convergenza dei tre sistemi principali per la home and building automation, ovvero EIB, EHS e
BatiBus.
Gli apparecchi in network sono suddivisi secondo due profi li, S-Mode (System Mode) ed E-Mode (Easy Mode).
Nel primo caso, collegamenti e impostazioni sono liberi e vengono fatti in maniera centralizzata, solitamente
attraverso l’applicazione ETS (Engineering Tools Software) a base Windows. È la modalità preferita da chi deve
realizzare architetture più complesse e ha quindi bisogno di defi nire altrettanto complesse funzioni.
Con il profi lo E-Mode invece il principio di collegamento è strutturato e si opera manualmente (via controller o la
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pressione diretta di bottoni); di conseguenza è più rapido ma meno “profondo”. Ovviamente è possibile servirsi
di combinazioni di entrambe le modalità, in base alle necessità. Infi ne una ulteriore modalità A-mode (Automatic
Mode) si rivolge all’utente fi nale.
Le modalità di comunicazione consentite invece sono tre: su twisted pair (TP), modulazione su rete elettrica
(PL, power line a 110 kHz e 132 kHz) e a radio frequenza (RF, 868 MHz). Il sistema KNX non prevede limitazioni
rispetto alla piattaforma o architettura dei microprocessori impiegati dai costruttori di hardware.
L’architettura KNX
In base a quanto detto, l’architettura KNX prevede l’integrazione di sistemi per la gestione delle diverse
operazioni che è necessario automatizzare in un edifi cio, con diversi schemi di confi gurazione e gestione; poi
regola un sistema di comunicazione comprensivo di media fi sici e protocollo di comunicazione per le gestione
dei pacchetti di informazione, oltre al supporto di tutto quanto necessario appunto alla confi gurazione e
gestione di una installazione e alle applicazioni distribuite: tutto questo è defi nito nel KNX Common Kernel.
Il sistema KNX viene defi nito come “data driven”, infatti nelle strutture create con questo protocollo i dati in
ingresso o in uscita, i parametri, i dati diagnostici ecc. costituiscono le variabili di elaborazione e controllo. I dati
(Datapoint) a loro volta sono raccolti all’interno di Group Object e Interface Object Property, i quali si strutturano
in tipologie standardizzate e vengono raggruppati in Blocchi-funzione, collegati al campo di applicazione
oppure di uso diffuso, e quindi comuni a più applicazioni (come per esempio quelli di data e ora). L’accesso ai
dati avviene in modalità unicast o multicast; l’interoperabilità (binding) tra dati relativi ad applicazioni differenti
avviene con tre schemi diversi: in maniera libera (free), in maniera strutturata (structured) oppure “tagged”
(vedi più avanti).
In pratica un’installazione KNX è composta da una serie di apparecchiature collegate al bus o al network, le
quali risolvono le dinamiche di comunicazione brevemente descritte sopra e sono organizzate in architetture
articolate per nodi logici. Alcuni dispositivi KNX sono standardizzati perché di uso generalizzato, come le
unità Bus Coupling (BCU) o i moduli Bus Interface (BIM), che operano in combinazione con ETS e applicativi
supplementari. Gli altri sono lasciati agli uffi ci R&D delle varie aziende che li sviluppano in relazione alla funzione
che svolgeranno nell’installazione e nel network, e sono accomunati dalla condivisione del protocollo KNX.
All’interno dell’architettura che viene creata per una singola installazione, gli apparecchi vengono identifi cati
in base all’indirizzo all’interno della rete oppure in base al numero di serie, a seconda della modalità di
confi gurazione prescelta. In questa maniera ciascun prodotto viene chiaramente identifi cato sia dal punto di
vista delle informazioni relative al produttore, che di quelle relative alla specifi ca funzione ricoperta nel sistema,
per una più agevole manutenzione, o per una futura espansione del sistema.
KNX quindi è un network distribuito che può individuare fi no a 65.536 apparecchi con una singola stringa
indirizzo da 16 bit. La topologia prevede fi no a 256 apparecchi su una linea; le linee a loro volta si possono
raggruppare all’interno di un’area tramite una linea principale (Main). Un dominio quindi è costituito da 15 aree
unite da una linea dorsale. All’interno del network, poi, gli indirizzi dei singoli apparecchi rifl ettono la posizione
che questi hanno all’interno della rete. Questo signifi ca che, escludendo gli indirizzi che dovrebbero essere
assegnati agli accoppiatori, (255x16, ovvero i dispositivi che legano le linee o i segmenti con funzioni di ripetitori,
ponti, router, fi ltri del traffi co, fi rewall ecc), gli apparecchi virtualmente collegabili sono 61.455, senza considerare
le limitazioni oggettive determinate dalla modalità di comunicazione e dall’affollamento elettromagnetico.
La gestione del network: broadcast, unicast, multicast
Con il protocollo KNX la confi gurazione avviene attraverso una combinazione di comunicazione broadcast e
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point-to-point, nella quale a ciascun apparecchio installato viene attribuito
un indirizzo individuale via broadcast.
Il perno attorno al quale ruota la comunicazione tra i dispositivi è il
multicast, supportato in maniera completa da KNX. Questo signifi ca
che ciascun apparecchio può dare luogo a dati di tipo diverso, i quali
si possono raggruppare in più gruppi diversi indipendenti, creando un
network di variabili intercorrelate all’interno del quale anche i cosiddetti
“oggetti interfaccia” (Interface Objects) possono costituire a loro volta
delle variabili condivise. Le variabili condivise poi sono completamente
fruibili bidirezionalmente, quindi ciascun dispositivo è in grado di inviare
frame multicast. Grazie al sistema delle stringhe indirizzo da 16 bit, ogni
installazione ha a disposizione fi no a 64mila variabili condivise (o indirizzi
di gruppo), ciascuna con un numero virtualmente infi nito di istanze locali.
Questo tipo di architettura, se ben sfruttato, permette di ridurre il consumo
di banda e i livelli gerarchici ridondanti di una installazione.
Concretamente un network KNX è costituito da una serie di dispositivi che
gestiscono i diversi elementi di un impianto di home o building automation,
dalle luci, alla sicurezza, al condizionamento ecc, i quali producono una
serie di dati (Datapoint), a loro volta raggruppati logicamente in base alle
necessità, e che viaggiano tra gli stessi dispositivi dando luogo agli eventi
programmati dall’installatore. Per esempio, quando un sensore registra
una variazione di temperatura, crea un dato (Datapoint) che viene inviato
(write) a un determinato punto di ricezione (Datapoint), che a sua volta ne
dà notizia all’applicazione locale che vi sovrintende. Questa a sua volta
può decidere di provvedere a un aggiornamento, che può signifi care una
variazione del dato solo a livello locale, o la comunicazione della variazione
a un successivo punto di ricezione (per esempio, un controller), oppure
ancora la modifi ca dello status di un dispositivo come un attuatore, oppure
infi ne una combinazione di queste possibilità. È appunto la modalità di
funzionamento di un’applicazione distribuita.
Binding
Le interconnessioni tra i dati, come anticipato, possono essere di tre tipi:
libere (free), strutturate (structured) o “tagged”. Prendiamo in esame per
ora solo le prime due modalità, lasciando da parte l’ultima. Qualsiasi “binding” si vada a costruire, prima di
tutto è necessario scegliere un indirizzo (quindi un valore numerico) e assegnarlo ai Datapoint che vogliamo
collegare. In modalità libera o strutturata la scelta dell’indirizzo è priva di semantica, quindi anch’essa libera, a
parte l’indicazione che l’indirizzo del Datapoint di partenza e di quello di arrivo, ovvero di due Datapoint collegati
direttamente, deve essere lo stesso.
Il modalità free il network non porta una determinazione a priori su quali Datapoint sono linkati a quali altri
Datapoint, a parte qualche regola di coerenza molto generale; di conseguenza questa modalità si presta alla
customizzazione più spinta, perché oltre a consentire il multicast tra blocchi-funzione e tra dispositivi, lo rende
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possibile anche verso singoli Datapoint (un dispositivo può dare luogo a più Datapoint). È il tipo di collegamento
alla base dell’S-Mode di KNX.
In modalità structured invece lo schema di collegamento tra Datapoint è predeterminato: spesso corrisponde
ai blocchi funzione o canali (vedi paragrafo Controller Mode). È la logica della modalità Easy.
La modalità defi nita “tagged” si differenzia da quelle precedentemente descritte perché gli indirizzi non sono
liberi ma identifi cano già nella propria semantica il/i Datapoint target del legame di comunicazione. Nel caso di
tagged E-Mode (quindi modalità Easy con binding di tipo “tagged”, in breve LT-E) la semantica di collegamento
è legata a quella della zona, quindi il partner o i partner tra loro in relazione sono identifi cati a livello di
dispositivo. Lo schema del network è più semplice da costruire, ma è predeterminato dall’Application Model: i
Datapoint assegnati a una medesima zona formano un gruppo (principio multicast).
Nel protocollo KNX ci sono tre possibili vie per “taggare” i Datapoint:
- attraverso il Group Addressing, che nel caso specifi co è composto da una parte di codice relativa alla zona e
una relativa al codice di connessione (tag);
- indipendentemente dal Group Addressing. In questa modalità ciascun Datapoint viene letto come una
proprietà di un Interface Object ampliando di molto le possibilità di confi gurazione e andando oltre il concetto di
zona;
- proprietà con indirizzamento esteso: come in modalità LTE, quindi il codice di connessioni è costituito da
Object Type + Property ID.
Modelli di interoperabilità
L’interoperabilità è ovviamente l’aspetto più interessante del protocollo KNX, nella defi nizione del quale è stata
fatta molta attenzione per conservare la continuità con i sistemi che a KNX sono storicamente legati.
La struttura del frame KNX LPDU
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Andando in ordine gerarchico, quindi, il network distribuito è costituito da una serie di applicazioni locali o
Blocchi-funzione, all’interno dei quali sono stati raggruppati i Datapoint, ciascuno con un proprio codice
identifi cativo e un’ulteriore specifi ca che defi nisce, per ciascun Datapoint, il formato dei dati (Type) che invierà/
riceverà dal bus. Le principali tipologie di dati ammesse in KNX sono:
- Valori binari (boleani)
- Controlli relativi (%)
- Valori analoghi (virgola long e fl otante)
- Contatori (integrali signed e unsigned)
- Data e ora
- Status (campo bit)
- ...
Sono queste appunto le tipologie principali, nel senso che sono quelle che garantiscono l’operatività nella
maggior parte delle applicazioni, ma non le uniche possibili. Una tipologia più specifi ca per esempio è quella
dei Parametri, che sono in sostanza dei Datapoint “specializzati” utili a gestire controlli più sottili e sofi sticati di
una applicazione. Non a caso i Parametri si gestiscono, in S-Mode, attraverso ETX project design (con l’aiuto
delle informazioni fornite dal costruttore dello specifi co apparecchio) o attraverso una Building Control Station
appropriatamente confi gurata.
Strumenti ETS per KNX S-Mode
La confi gurazione di un network in S-Mode avviene di solito attraverso una serie di tool software della famiglia
ETX a base PC, forniti dalla stessa Associazione KNX. Queste applicazioni in sostanza contengono un database
delle apparecchiature che implementano il protocollo KNX, che serve a “identifi carle” quando l’installatore
decide di inserirle nel proprio network, identifi candone le modalità per l’interoperabilità e le funzionalità
indipendentemente dal costruttore. Diventa così possibile costruire network multi-vendor. Questi dati relativi ai
dispositivi vengono forniti e tenuti aggiornati dai costruttori degli stessi dispositivi, e l’integratore può importarli
nel proprio tool di confi gurazione in base alle necessità dell’installazione che dovrà realizzare.
Un po’ di storia
Il protocollo di comunicazione KNX deriva dall’architettura bus EIB defi nita nel lontano novembre 1992 in Germania, primo di una
lunga serie di “paper” realizzati da numerosi comitati nazionali e internazionali (europei) impiegati nella defi nizione degli standard
per il Building Management. Questa prima articolazione conteneva i concetti cardine dello standard europeo d’installazione bus
EIB, l’architettura del sistema e della comunicazione tra i sistemi connessi, le specifi che tecniche per il mezzo (allora un singolo
cavo twisted pair, il doppino) e le apparecchiature hardware. A livello europeo il comitato coinvolto era il Cenelec/TC 105 HBES,
il quale basava la propria opera sull’attività dei comitati nazionali, sul sistema bus EIB, sul BatiBus francese e sui progetti Esprit
fi nanziati dalla CE.
La fonte delle informazioni sono le pubblicazioni uffi ciali dell’associazione, oggi KNX. Nella prima di queste pubblicazioni che porta
il nome di KNX e non di EIB (scaricabile dal sito dell’Associazione) leggiamo della necessità della fi gura del system integrator inteso
come quel professionista che, in un contesto multidisciplinare nel quale intervengono più mercati diversi, funge da unico referente
per tutti gli interventi che portano alla concreta realizzazione di un edifi cio intelligente: era il 1997. Nel dicembre 2003 la tecnologia
KNX viene approvata come standard europeo nella struttura composta dai media twisted pair e linea elettrica, kernell (Link Layer,
Transport Layer, Network Layer e Application Layer) e procedure di network management; a maggio 2006 KNX RF è approvato da
Cenelec per l’inclusione nella EN 50090 5-3; infi ne a ottobre 2006 i layer non legati ai medium vengono approvati come standard
mondiale nella ISO/IEC 14543
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Con ETX per KNX è possibile confi gurare:
- le connessioni (binding): impostare i Group
Address che consentono ai Group Object di
comunicare tra diversi Blocchi-funzione. Per
esempio i Group Object che contengono Datapoin
della medesima tipologia si possono mettere in
relazione;
- parametrizzazione: impostare i parametri dei
dispositivi, a seconda della documentazione fornita
dal costruttore. Alcuni parametri sono standard in
funzione del Blocco-funzione, altri sono defi niti dal
costruttore;
- download di applicazioni (per apparecchi multi-
funzione che lo consentono); per esempio negli
apparecchi costituiti da due parti hardware (come una BCU fl ush mounted + un modulo intercambiabile) possono
avere funzioni diverse a seconda dell’applicativo selezionato.
Appare chiaro quindi che le possibilità di confi gurazione S-Mode sono molteplici, e dipendono dai prodotti offerti
dall’industria e dalle capacità dell’integratore.
Controller Mode
In questa modalità è possibile installare un numero limitato di apparecchiature su un unico
segmento logico, sotto la supervisione appunto di un controller al quale è affi data la confi gurazione
del segmento stesso per l’esecuzione di una o più mansioni (per es. il controllo dell’illuminazione), e
che rimane installato anche una volta conclusa la fase di installazione, durante il funzionamento del
sistema.
Le possibilità di confi gurazione sono limitate rispetto alla modalità libera (relativamente all’aspetto della
parametrizzazione). Il dispositivo controller in sostanza è incaricato di stabilire la connessione tra i canali
(channels), ovvero tra gli insiemi di Group Objects necessari alla funzione utile, i quali sono specifi cati dal protocollo
KNX indipendentemente da quale sia il produttore di ciascun dispositivo compatibile. Questo fatto assicura che
qualsiasi controller KNX possa supportare qualsiasi dispositivo KNX. Non solo, poiché il protocollo è lo stesso, non è
necessario fornire al controller informazioni sulle funzioni del dispositivo, perché il controller “le conosce già” grazie a
una specifi ca stringa di dati contenuta negli stessi dispositivi (che si chiama Device Descriptor #2). Il controller quindi
assegna a ciascun dispositivo un indirizzo, seguendo le indicazioni fornite dall’installatore/integratore, calcola le
connessioni a livello di Datapoint e imposta i parametri.
Push-button mode
Analoga alla modalità controller per quanto riguarda il limitato numero di dispositivi e di parametri, la modalità Push-
button (e il nome dice tutto) non necessita di un dispositivo che si occupi della confi gurazione perché questa avviene
a livello di singolo dispositivo inserito nell’installazione (purché implementi appunto la modalità Push-button). La
comunicazione tra i dispositivi (esempio classico, tra sensori e attuatori) quindi non viene impostata via software, o
defi nita dall’installatore, ma avviene in maniera automatica: il Datapoint che invia le informazioni acquisisce un proprio
indirizzo (Group Address), che viene ricevuto dal Datapoint ricevente attraverso una procedura Push-button. La
confi gurazione quindi segue semplicemente le regole del canale e del Blocco-funzione fornite nella specifi ca KNX.
a
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Sanremo 2011Solo il meglio...Come tutti gli anni, anche questa volta l’evento Sanremo si è trasformato in un’occasione per mostrare il meglio della tecnologia e della professionalità all’opera. Lo spettacolo in sala al Teatro Ariston, l’importantissima diretta televisiva con il suo contorno di trasmissioni collaterali, commenti e anteprime ai telegiornali, le passerelle fuori e dentro il teatro, vip e pettegolezzi... non ci siamo fatti mancare niente
Barbara Trigari
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Il pubblico intende il Festival della Canzone di Sanremo come uno spettacolo, un appuntamento irrinunciabile
che ogni anno si ripete e che ogni anno si rinnova, ma per i professionisti è un impegno importante, con molte
affi nità con il mondo delle installazioni.
I protagonisti tecnici di questa edizione sono stati il regista Duccio Forzano, il direttore artistico Gianmarco
Mazzi, l’architetto Gaetano Castelli che insieme alla fi glia ha creato la scenografi a, il direttore della
fotografi a Ivan Pierri e la Rai con la propria squadra di tecnici, dei quali in particolare abbiamo ascoltato
Stefano Montesi, che si è occupato del coordinamento luci e audio, e Mauro Severoni responsabile del
coordinamento audio.
La macchina oliata del Festival
A occuparsi del coordinamento luci e audio per Sanremo è stato Stefano Montesi della Rai di Roma, che in
pratica allestisce un vero e proprio centro di produzione presso il Teatro Ariston dal quale coordina ogni attività
collegata alla manifestazione: e non sono poche. Studio televisivo per il telegiornale, ponti radio, grafi ca, post
produzione, riversamento, insomma totale autonomia per quanto riguarda ogni aspetto della produzione,
comprese le pratiche amministrative che, grazie alla LAN, si svolgono come se ci si trovasse nella sede di
Roma. Oltre al pullman di ripresa, lavorano anche due regie mobili per i telegiornali, le rubriche, la passerella,
cui si aggiungono le produzioni che quest’anno erano dislocate al Casinò di Sanremo: La Vita in diretta e una
puntata di Porta a Porta. Insomma, spiega Montesi, “l’evento canoro da solo richiede un centinaio di persone,
ma i programmi collaterali fanno lievitare questo numero fi no a 230-250 persone, a seconda del tipo di ripresa.
Di conseguenza non possiamo permetterci di prelevarle tutte dal centro di produzione di Roma, come da
qualsiasi altro centro Rai, che rimarrebbero completamente sguarniti. Quindi, scegliamo il personale da tutte
le sedi Rai della Penisola, e capita che l’operatore di Cagliari si trovi a lavorare con quello di Bolzano... con
alcuni problemi di modus operandi ma anche linguistici!”. La macchina in realtà è molto ben oliata, perché i
professionisti sono ormai degli habitué selezionati negli anni, prima di tutto per le doti professionali, ma anche
per quelle di convivenza: Sanremo chiede di rimanere fuori casa per 40 giorni a stretto contatto con i colleghi, in
situazioni anche di tensione, soprattutto alla vigilia dell’evento: “Il nervosismo si fa sentire soprattutto nelle due
settimane antecedenti l’inizio del festival, continua Montesi, bisogna gestire il personale, portare tutto alle giuste
dimensioni... ma è una macchina che ho collaudato molto bene, complicata da gestire ma che può viaggiare
‘quasi’ da sola. Alla fi ne, i cantanti ormai li conosciamo tutti, anche perché li incontriamo anche durante l’anno
nelle varie occasioni canore...”. Aggiungiamo che è l’undicesimo festival per Montesi, anche se, come dice lui,
“ogni Sanremo è diverso”.
Organizzazione
A settembre-ottobre dell’anno precedente si parte con le prime anticipazioni su chi sarà coinvolto: chi potrebbe
essere lo scenografo, chi il direttore della fotografi a, il direttore di produzione, quale sarà pullman per le riprese.
Quindi si cominciano a riempire le liste con i nominativi dei tecnici Rai da convocare: quando dovranno partire,
dove alloggeranno... In stretto contatto con direttore della fotografi a, responsabile del coordinamento audio,
regista, direttore di produzione si stabilisce cosa verrà portato a Sanremo in termini di materiali, rispetto ai
budget.
“Ci tengo a precisare - continua Montesi - che l’audio per il festival è a totale cura della Rai, e nessun appalto
esterno viene coinvolto. Mauro Severoni realizza il progetto di massima, poi con la sua squadra selezionata
cominciamo i 15 giorni di prove a Roma, con l’orchestra. Finalmente, verso i primi di gennaio si parte per
Sanremo, per rientrare poi quattro o cinque giorni dopo la fi ne dell’evento”.
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Per quanto riguarda la scelta dei materiali e delle apparecchiature
audio, luci e riprese (dieci telecamere, diversi gruppi di continuità,
circa 2.600 kW di potenza da distribuire, km di cavi), Montesi spiega
che la variabile più rilevante è quella della scenografi a, per il resto si
tendono a usare le stesse tecnologie testate nel corso degli anni, e
che si sono dimostrate affi dabili per una diretta così importante, ma
sempre cercando le ultime novità per quanto riguarda i modelli. Tutte
comunque vengono sempre testate prima a Roma, per sicurezza: “se
i nuovi modelli ci danno risultati migliori di quelli precedenti, corriamo
il rischio e li adottiamo. È successo per esempio per i diffusori a
colonna JBL CBT-70J nascosti nella scenografi a e per i mixer. Invece
per i cantanti impieghiamo le stesse apparecchiature da anni: casse
acustiche a terra con la ribalta, per nasconderle se non vengono
utilizzate, e in-ear monitor.... Quest’anno il materiale era praticamente
tutto di proprietà Rai, a parte i diffusori per l’amplifi cazione in sala che
sono stati noleggiati”. L’impianto viene creato a Roma ascoltando
eventuali suggerimenti di cantanti e discografi ci, ma sempre
confrontando la qualità dell’apparecchiatura suggerita dai tecnici
Rai con quella proposta. L’audio avrebbe potuto essere ripreso in
5.1, ma non essendoci la possibilità di trasmetterlo televisivamente
con la stessa qualità, non è stato fatto. In realtà, dice Montesi,
“noi siamo pronti ad andare in HD e anche a uscire con il 5.1, ma
aspettiamo le decisioni dei vertici. Quest’anno però abbiamo prodotto
in HD per il digitale terrestre e trasmesso in analogico per la TV via
etere: probabilmente una delle ragioni è che il canale HD non viene
conteggiato e sommato allo share della trasmissione, quindi non
rappresenta un valore nei confronti degli sponsor...”.
La sfi da della scenografi a
Le novità del festival nascono sempre dalla scenografi a, e quest’anno Castelli ne ha disegnata una (realizzata
sempre dagli scenografi Rai) complicata da una spirale di LEDwall che usciva fi no quasi al boccascena, e da
sfere in movimento, che hanno dato fi lo da torcere ai tecnici e a Ivan Pierri per il proprio progetto luci: “L’idea
mi era stata sottoposta mesi prima da Gaetano Castelli e decisi di non contrastarla, pur rendendomi conto delle
diffi coltà che una struttura di quel tipo avrebbe potuto portare alla realizzazione del mio impianto luci. Abbiamo
unito i nostri sforzi e, quello che sembrava un problema insormontabile si è trasformato in un utile supporto per
l’appendimento di numerosi testa mobile, accentuando l’importanza del segno grafi co-scenografi co che, a mio
avviso, è stato l’elemento distintivo estetico di questa edizione di Sanremo”.
Il suo progetto luci si muove tra gli estremi dell’estetica della TV tradizionale e di quella dei live musicali, tra
vecchie e nuove generazioni, entrambe da affascinare e coinvolgere nel festival. Quindi luci calde che arrivano
dall’alto contrapposte ai colori più freddi proposti con le strip LED dietro l’orchestra, effetti classici da contesto
live con il fumo, i controluce sui cantanti. La spirale che sormonta il palco e nasconde il soffi tto è stata
ulteriormente valorizzata dal disegno luci: è stata utilizzata per sistemarvi dei sagomatori testa mobile. Anche
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Studer Vista 9
La console digitali Studer Vista 9 porta a una ulteriore evoluzione il progetto realizzato con le Vista 5, 6, 7 e 8, sempre rivolgendosi
alle applicazioni live e broadcast con un sistema di controllo veloce basato sull’interfaccia Vistonics. Il concetto è “where you look
is where you control”, secondo il quale l’attenzione dell’operatore è concentrata in un solo punto della console, quello dove sono
sistemati i controlli e che coincide con lo schermo che dà il feedback sulle azioni operate. In pratica accanto a una superfi cie di
controllo tradizionale (Control Bay), cui si aggiungono da tre a sette Fader Bay che integrano i fader tradizionali (da 32 a 72), gli
schermi TFT touch Vistonics e controlli addizionali assegnabili. Schermi TFT anche per i meter, collocati come di consueto nella
parte più alta del banco. La sezione meter costituisce una delle novità della console, perché di solito i meter sono quelli che aiutano
a trovare eventuali problemi: quindi elevata risoluzione e molte informazioni a portata di sguardo (diverse confi gurazioni da mono a
7.1). Ciascuno schermo TFT mostra dieci canali, con gli encoder rotativi e gli switch; inoltre la possibilità di attribuire colori diversi
ai fader aiuta a visualizzare immediatamente lo status di tutte le sorgenti collegate. Il pannello controlli è confi gurabile in base alle
specifi che esigenze di produzione, e la console dispone di tutte le ridondanze necessarie
per non interrompere l’operatività: network, PSU, controlli. L’automazione dei controlli è
attuabile a due livelli: uno più semplice e immediato, per un’automazione di base, e un
altro più dettagliato, per le attività più complesse.
Vista 9 si basa sul DSP Score Live con minimo una e massimo nove card I/O, per un
sistema scalabile e ridondato nel quale un eventuale problema su una card viene risolto
appoggiandosi a una card ancora non utilizzata. Compatibile con il sistema Relink per
collegarla ad altre console della casa collocate in ambienti diversi.
www.studer.ch
Distribuito in Italia da Leading Technologies, www.leadingtech.it, www.sltweb.it
la porzione del teatro occupata dal pubblico è stata “armonizzata” con la scena spettacolare, utilizzando la
luce bianca per dare profondità. La sfi da del “confronto” con i LED è stata affrontata lavorando sulle intensità
e le temperature colore, e sulla sincronizzazione tra cambi luce, inserimento delle grafi che e momenti dello
spettacolo. Una grande collaborazione tra Pierri e il service Di and Di Lighting.
I LED cinesi
Ebbene sì, sono cinesi i LEDwall utilizzati per la scenografi a del festival, per il fondale, per il pavimento al
centro del palco, per i marcapiano e per nascondere l’ascensore al centro. Claudio Renzetti di Di and Di
Lighting ci racconta l’allestimento: “Ci siamo occupati di tutti i LED che facevano parte della scenografi a:
si tratta di mattonelle Glux con diverse risoluzioni, la cui caratteristica è l’estrema leggerezza; un elemento
50x50 cm pesa 7,5 kg, lo spessore è molto ridotto e sono anche molto silenziosi. Infatti, per la dissipazione
del calore e per sostenere i moduli è stata utilizzata una lastra di alluminio, posta dietro al LEDwall e senza
ventole aggiuntive o impianti di aspirazione del calore nel caso di posizionamento a pavimento. Il montaggio è
davvero semplicissimo: una volta sistemata la prima fi la più in alto, le mattonelle si incastrano agli angoli e sono
autoportanti… non si può sbagliare”. Lo spessore ridotto permette anche di lasciare poco spazio tra un modulo
e l’altro, e creare facilmente aperture per esigenze scenografi che. “Il fondale era costituito da un’unica parete di
“piastrelle” LED 80x80p lunga 22 m e alta 10 m, appesa a un’unica trave, che abbiamo montato in due giorni.
Una volta conclusa la fase più laboriosa in quota, perché non si poteva scendere sotto i 4 m di altezza per motivi
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di scenografi a, arrivati ad altezza uomo siamo andati velocissimi: i
moduli sono anche autocentranti, e non si fatica ad allinearli”. Per
il pavimento al centro del palco, circa 10 mq, sono stati utilizzati
moduli da 10 mm; i laterali (marcapiano 10 m di lunghezza per 1 di
altezza) ai lati del palco dove erano posizionate le postazioni audio,
ospitavano anche due schermi di rimando per il pubblico (4x2,50
m in 16:9), costituiti da moduli con passo 6 mm, per dare maggiore
defi nizione. Infi ne ci siamo dedicati ai LED larghi 4 m e alti 6 m
posti uno dietro l’altro con un sistema di carrucole che facevano
da sipari per l’ascensore. Entrati in teatro il 15 gennaio, il 28
l’allestimento è stato consegnato per le prove con due persone in
assistenza per eventuali variazioni. Successivamente ci sono state
alcune piccole modifi che e aggiustamenti fi siologici”.
Di and Di Lighting si è occupata anche della gestione della grafi ca
(preparata dalla Rai), dell’impianto luci e dei pannelli LED, fatta
eccezione per la parte aerea che invece è stata curata da Tribe
di Modena. I pannelli Glux erano gestiti attraverso quattro media
server Catalyst e ricevevano materiale a risoluzione 3.600x1.600p
scomposto in tre porzioni a 1.280x1.024, poi ricomposto per
creare un’immagine unica. Due server sono serviti per il fondale,
perché era presente una macchina aggiuntiva per il backup, un
altro Catalyst gestiva gli ascensori, un altro ancora il pavimento.
Il consollista Di and Di Lighting era Fabio Pagano, consolle
Wholehog 3. Il cablaggio dei LED del fondale, viste le distanze, ha
richiesto cavi molto lunghi per la notevole altezza del graticcio e la
necessità di portare le centraline nelle passerelle: è stata impiegata
la fi bra ottica con cavi di massimo 100 m. Un’altra particolarità
di quest’anno è stato poi l’impiego dei Martin C series 2140
passo 40, semitrasparenti, 2x1m, per i fondali della galleria e in
platea: servivano per dare più colore e dinamicità ai fondali nelle
inquadrature di controcampo per il pubblico (mentre l’anno scorso
erano stati utilizzati Par LED). Anche Renzetti conosce l’Ariston
molto bene, e frequenta professionalmente Sanremo da quattro
anni.
Gli appassionati dell’audio
In una manifestazione canora l’audio non può che avere il ruolo
del protagonista: massima cura quindi per la qualità del risultato
da parte della squadra gestita da Mauro Severoni e della dirigenza
Rai. “La squadra è la stessa da una decina d’anni, con un indubbio
affi atamento e ottimi risultati in termini di feedback da parte di
artisti e discografi ci. L’impegno è gravoso, altro che impiegati
Il disegno luci di Ivan Pierri per Sanremo 2011
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soluzioni
pubblici fannulloni! Ma è un bel lavorare, da veri appassionati, e con una bella collaborazione con gli artisti e il
loro entourage”. Nel corso del tempo è diventata sempre più stretta anche la collaborazione con chi si occupa
della scenografi a, per una migliore integrazione della struttura tecnica, fi no ad arrivare per esempio ai monitor
da palco JBL VRX915 motorizzati. L’evoluzione, tecnologica, racconta sempre Severoni, “ha favorito l’uniformità
del dialogo tra le console e la vicinanza tra operatori alle console e struttura tecnica, per un risultato sempre
migliore”.
La scelta delle tecnologie
Severoni conferma che l’80% dei materiali per Sanremo è stato acquistato nel corso degli anni dalla Rai, con
la fi losofi a di prendere a noleggio solo ciò che non viene normalmente utilizzato per le produzioni durante
Luci a San… Remo
Intervista a Ivan Pierri, autore del disegno luci per Sanremo 2011.
C - Qual è l’idea centrale del progetto luci di quest’anno?
IP - Al centro metto sempre il rispetto. Rispetto ed equilibrio tra due mondi espressivi che convivono sul palco dell’Ariston:
quello della televisione tradizionale e quello della musica., e io cerco di mantenere in equilibrio le potenzialità dell’impianto luci
e la discrezione. È uno scontro-incontro tra due generazioni, il pubblico anziano legato a una televisione tradizionale “pulita”,
luminosa, e il pubblico giovane legato al mondo dei videoclip e dei concerti. Far combaciare queste due realtà riuscendo a
emozionare con semplicità entrambe le generazioni.
C - LEDwall e luci, sono compatibili?
IP - I LEDwall sono considerati da alcuni addetti ai lavori un problema per i lighting designer o direttori della fotografi a… io
ho sempre pensato che ogni nuovo mezzo espressivo sia una ricchezza da utilizzare per trasmettere sensazioni al pubblico.
Migliorando le proprie competenze tecniche, ma soprattutto di gusto, sensibilità e culturali, si può entrare nel mondo della
grafi ca, della storia dell’arte, che sono senza dubbio elementi fondamentali per chi vuole fare questo mestiere a certi livelli.
C - Come si conciliano le luci per la TV e per il pubblico in sala?
IP - Male! Nei miei disegni luci tento sempre di rispettare il pubblico in sala, ma il mio obiettivo è gratifi care i milioni di
telespettatori che seguono il festival da casa; e ciò che funziona in un live è spesso deleterio in televisione. È comunque
indubbio che un progetto luci e grafi ca che funziona in TV risulta sicuramente bella anche in sala.
C - A cosa non rinuncerebbe mai?
IP - Non è importante cosa, da dove vengono o quali pezzi utilizzo nella composizione di un quadro estetico, ma non posso
rinunciare all’armonia. Tra la canzone, la grafi ca, la luci bianche, il colore, solo quando penso di aver trovato una chiave
interpretativa che leghi tutto riesco ad andare avanti. È una ricerca che inizia con i tagli di luce che colpiscono il viso del
cantante e termina con la chiusura dell’ultimo totale dal fondo della sala.
C - Come fanno a convivere tante persone creative sotto lo stesso tetto tutto quel tempo, senza litigare?
IP - La possibilità di lavorare con tante persone creative è una ricchezza che nutre e migliora. Non è diffi cile trovare simbiosi tra
persone che si stimano. Quest’anno per esempio la collaborazione con Duccio Forzano è stata fantastica, ma non avevo dubbi.
E poi “il bello” non è soggettivo: una cosa che funziona, gradevole esteticamente, è tale per tutti, o almeno per tutti coloro che
si occupano di immagine per lavoro.
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soluzioni
l’anno (quindi l’amplifi cazione per ambienti di dimensioni notevoli,
come l’Ariston), oltre a qualche piccola integrazione per i microfoni: il
magazzino Rai deve essere vuoto perché tutto il materiale deve lavorare
nelle produzioni. Le apparecchiature nuove vengono selezionate, spiega
Severoni “con un approccio... curioso. Non si corre a tutti i costi dietro
alla novità, ma valutiamo qualche apparecchio che ci incuriosisce perché
promette delle migliorie nel lavoro o nella qualità della performance;
lo mettiamo alla prova e, se vale davvero la pena, convinciamo chi
è preposto ad acquistarlo. Se non ci riusciamo, la produzione si fa
ugualmente perché il livello qualitativo di partenza è comunque molto
elevato”.
Il parco microfoni a disposizione è piuttosto ampio: sistemi Sennheiser,
Shure e AKG con capsule diverse, per cercare di venire incontro alle
esigenze di ciascun artista. Circa 46 radiomicrofoni installati tra musicale
e parlato, che non vengono mai usati tutti ma servono a garantire qualità e scelta ai cantanti: circa una trentina
per serata.
Cinque postazioni
Le postazioni per la gestione dell’audio a Sanremo sono cinque. Prima di tutto l’OB Van parcheggiato in Piazza
Colombo, ovvero la regia televisiva che convoglia e miscela i segnali per la messa in onda: le esibizioni dei
cantanti live, il parlato, i contributi registrati audio e video, effetti... tutto passa dalla console Stagetec Aurus.
Poi la regia musicale, con due console e quattro operatori. Una Studer 9 segue la ritmica e le voci, ciascuna
affi data a un tecnico diverso, mentre sulla seconda console, una Vista 5, convergono archi (60 elementi
d’orchestra con la doppia microfonatura per questi strumenti), fi ati e cori, seguiti da un terzo tecnico. Un
consulente musicale aiuta i tecnici a relazionarsi con gli artisti, cantanti, musicisti o arrangiatori, e con i
fonici e discografi ci presenti in regia che accompagnano il cantante. “I canali da gestire sono molti, e
poi fonici e discografi ci si aspettano da noi la ‘post-produzione live’, la massima cura di ogni aspetto
dell’arrangiamento e dell’esibizione. Il consulente musicale inoltre aiuta e affi anca il musicista neofi ta
della musica in TV”. Per i discografi ci c’è anche una saletta per ascoltare i brani dopo le prove.
La terza postazione è quella di sala con le console Vista 8 per la diffusione musicale e la Vista 5 per il
parlato, che anche a Sanremo ha preso sempre maggior importanza. Due tecnici lavorano per la parte
musicale, perché in sala da qualche anno c’è anche la giuria che vota, oltre all’entourage dell’artista, quindi la
qualità dell’ascolto è fondamentale; uno lavora sulla parte talk, e c’è sempre un consulente musicale.
Una postazione è dedicata al monitoraggio con una console Vista 8 e due fonici, uno solo per l’orchestra.
“La gestione è completamente digitale, le impostazioni di ciascun musicista sono memorizzate e riusciamo
ad accontentare tutti”. I musicisti usano tutti in-ear monitor (ma gli orchestrali di solito non li amano molto) e
personal mixer, Aviom per parte della ritmica, fi ati e cori, A/D Ware e Roland per parte della ritmica e orchestra.
“Quest’anno abbiamo aggiunto il sistema Roland M-48: ci aveva incuriosito, l’avevamo provato prima e aveva
dato buoni risultati, poi i musicisti che l’avevano provato ci hanno fatto capire che avrebbero gradito usarlo,
quindi... l’abbiamo adottato”.
La distribuzione del segnale alle postazioni avviene tramite la matrice digitale Nexus Star Stagetec (1.300 In e
1.300 Out), via MADI, con un operatore dedicato che si occupa anche della radiofrequenza; ogni segnale, radio
d’o
co
fo
p
www.rai.it
www.glux.com
ca
P
a
ww rai it
www.tribe-srl.com
www.dianddilighting.it
www.sltweb.it
www.rolandsystemsgroup.eu
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soluzioni
Principali apparecchiature installate
Luci20 Clay Paky Alpha Profi le 1500 20 Clay Paky Alpha Beam 70060 Robe 2500 wash o Coemar wash Infi nity 120060 Clay Paky Alpha 1200 HPE (20 sagomatori)105 SGM Victory II6 Varilite vl500 o Martin Tw160/40 se lc Par Led55 barra stripliteled38 Coemar ACL Infi nity30 ETC 750 Source30 Par 1000 Spot30 Par 1000 Flood150 Arri 30018 Clay Paky 1200 lamp 3.20060 pannelli LC series
Scenografi aParete di fondo804 pannelli Glux 6 mm12 controller Glux VDC10023 divider Glux VDD 100
Parete su tiro184 pannelli Glux 6 mm4 controller Glux VDC1004 divider Glux VDD 100
Marcapiano ballatoi (2) laterali80 pannelli Glux 10 mm2 controller Glux VDC1002 divider Glux VDD 100
Schermi (2) ballatoi80 pannelli Glux 6 mm2 controller Glux VDC1002 divider Glux VDD 100
Pavimento46 pannelli Lightbeam 10 mm Miracle1 controler Glux VDC1002 divider Glux VDD 100
AudioRegia musicale1 Studer Vista 91 Studer Vista 5Lexicon 960Lexicon 480Lexicon PCM 70/81/912 Genelec 8260A4 Genelec 1030A
Regia FOH1 Studer Vista 91 Studer Vista 51 Soundcraft Vi1Lexicon 960Lexicon 480Lexicon PCM 70/81/914 Genelec 1031A
Regia monitor1 Studer Vista 8Lexicon 480Lexicon PCM 70/81/912 stage monitor JBL VRX915M1 amplifi catore Crown IT-9000HD
Casinò di Sanremo66 pannelli Glux 10 mm1 controller Glux VDC1002 divider Glux VDD 100
Saletta discografi ci1 Soundcraft Vi22 Genelec 8250A DSP
Impianto principale22 diffusori JBL Vertec VT-4888 DPCN4 subwoofer JBL Vertec VT-4880A2 amplifi catori Crown IT-12000HD6 multiprocessori dbx DriveRack 48001 multiprocessore BSS Soundweb London Blu-80 con software London Architect (controllo)
1 multiprocessore Crown DBCSoftware Harman Pro System Architect
Delay e rinforzi10 diffusori JBL VRX932-LAP4 diffusori JBL VRX928-LA2 amplifi catori Crown IT-5000HD4 diffusori a colonna JBL CBT-70J2 amplifi catori Crown Xti 4000
Monitoraggio2 stage monitor JBL VRX915M1 amplifi catore Crown IT-9000HD4 stage monitor JBL SRX712M2 amplifi catori Crown IT-9000HD2 diffusori JBL VRX928-LA1 amplifi catore Crown IT-5000HDper tutti i musicisti: personal mixer A/D Ware, Aviom e Roland M-48per cantanti: in ear monitor AKG IVM 4cuffi e e auricolari AKG K 271MkII, K 171MkII, K 420, K701 e IP2
Side fi ll6 diffusori JBL Vertec VT-48862 amplifi catori Crown IT-12000HD2 subwoofer JBL Vertec VT-48832 diffusori JBL CBT-70J1 amplifi catore Crown Xti 4000
Ripresa microfonicaSezione fi ati: AKG C 4500BArchi: AKG C411LBatteria e percussioni: AKG D 112, D 40, D 220, C 414, C 480B Comb ULS/61, C 451B, C 214, Perception 170Coristi: AKG D7Cantanti solisti: radiomicrofoni AKG serie WMS4500 con capsula condensatore C535, serie DMS700 con capsula dinamica D5
o fi lo, viene convogliato nei convertitori Studer e poi distribuito alle postazioni via MADI, tutto su fi bra ottica,
con un’ottimizzazione in termini di numero di cavi e di risoluzione dei problemi legati all’analogico. L’impianto
è completamente ridondante e ciascuna postazione ha i propri gruppi di continuità per garantire il salvataggio
del lavoro sui computer. In caso di guasto di una scheda ottica, per esempio, il momento di imbarazzo
durerebbe massimo 30”. L’ultima postazione è la saletta degli amplifi catori, il cui controllo è seguito da Leading
Technologies, il fornitore anche delle apparecchiature di amplifi cazione che la Rai non possiede. “Il teatro è
molto ampio, la gestione è complessa, quindi è bene tenere presidiate le postazioni fondamentali”, continua
Severoni.
Oltre agli operatori, altre quattro persone lavorano sul palco come microfonisti e per la preparazione di eventuali
gruppi aggiunti da sistemare “al volo” con i tempi televisivi: i 30” nei quali il presentatore introduce la canzone.
Un lavoro che richiede molta professionalità… e tanta passione.
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40 giugno ‘11 • n. 30
informazione pubblicitaria
Ecler nel mercato dell’integrazione di sistemiLa partnership con ExhiboCome può un’azienda costruttrice di apparecchiature per la diffusione sonora adeguarsi alle nuove tendenze seguite dai systems integrator? Ecler, azienda catalana fondata nel 1965 a Barcellona, e distribuita in Italia da Exhibo, si è concentrata su due fattori, senza trascurare la qualità sonora dei suoi prodotti: design, per le casse acustiche, integrazione nella rete per amplifi catori e mixer
Design
Quasi sempre il fattore distintivo di una cassa acustica è la qualità del suono emesso in relazione alla
destinazione d’uso; le fi niture, i materiali dello chassis, i supporti per il montaggio spesso sono esclusivamente
funzionali. Da qui nascono le eterne discussioni tra i progettisti dei sistemi audio: “ …Sì è vero, sono brutte
ma si sente bene…” e gli architetti responsabili degli arredi: “...Sì è vero, si sente bene, ma sono brutte...”.
Ecler, con le nuove serie di diffusori acustici Audeo e Verso, si è mossa con decisione verso la ricerca del
miglior compromesso tra estetica e funzionalità: si è avvalsa della collaborazione niente meno che di Italdesign
Giugiaro. Dalla penna dei designer italiani e dalla competenza tecnica dell’azienda spagnola sono nate queste
due famiglie di casse acustiche.
Audeo e Verso
I diffusori della serie Audeo, disponibili nelle versioni da 3”, 6” e 8”, sono particolarmente adatte alle installazioni
permanenti in piccoli ambienti o, essendo dotate anche di tralsatore di impedenza per il funzionamento a
tensione costante, a installazioni distribuite in uffi ci, saloni, centri commerciali, ecc.La matrice digitale MIMO88
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informazione pubblicitaria
I diffusori della serie Verso sono invece casse acustiche caratterizzate
dall’estrema versatilità, adatte per installazioni sia permanenti che mobili,
grazie a una serie di specifi ci accessori di montaggio. Hanno tre “tagli” di
dimensione e potenza – 8”/150W, 10”/250W e 12”/350W - e sono disponibili
anche in versione “self powered”.
Per entrambe le serie sono previsti dei subwoofer attivi: un 10” da 150W per
la serie Audeo, e un 15” da 500W per la serie Verso.
Rete
Un anno circa dopo l’introduzione sul mercato degli amplifi catori a controllo
remoto NPA (2 canali) ed NZA (multicanale) è stata messa a punto la matrice
digitale MIMO88. No, non è la solita matrice audio con DSP!
David Loza, Product Manager Ecler, ci tiene a sottolineare che MIMO88
nasce sì dallo studio attento della pletora di prodotti analoghi disponibili sul
mercato, ma aggiunge funzionalità originali e, in modo molto onesto, toglie
funzionalità superfl ue presenti in alcuni dispositivi esistenti sul mercato, e che
ne farebbero lievitare inutilmente il prezzo.
Tra le funzioni che una matrice audio digitale “non può non realizzare”, e
ovviamente presenti in MIMO 88:
- 8 In/8 Out bilanciati;
- due unità collegabili in confi gurazione master-slave;
- programmabile da rete (e quindi anche da remoto);
- potente DSP su tutti gli ingressi e tutte le uscite;
- GPI/O;
- protocollo di comunicazione per interfacciamento con controller esterni;
- pannelli remoti per il richiamo di preset e la variazione del volume;
- possibilità di assegnazione password di accesso;
Ma ha anche alcune funzioni particolarmente utili e non sempre disponibili su
prodotti analoghi:
- 256 punti di incrocio in confi gurazione M/S: vera 16x16;
- ducking programmabile;
- postazione microfonica MPAGE16 con 16 tasti (+2 programmabili)
La ciliegina sulla torta è costituita da una caratteristica che sarà
implementata a partire dalla software release disponibile da giugno: un
tool per la realizzazione e la messa in linea di Web server personalizzato.
In questo modo le funzioni desiderate (e solo quelle) saranno
raffi gurate su un pannello disegnabile anche
dall’utente che, in questo modo, potrà
comandare e controllare la matrice da un
qualsiasi PC, iPhone® o iPad® collegato alla
rete su cui è installato MIMO88.
Exhibo S.p.A.
Via Leonardo da Vinci, 6 - 20854
Vedano al Lambro (MB)
Tel. 039 49841, Fax 039 4984282
www.exhibo.it
Una schermata del software di controllo
Il pannello posteriore di Verso
I diffusori Ecler Audeo
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Paul & Shark a MilanoMassima fl essibilitàTra le prime vetrine digitali in Italia, quella del negozio Paul & Shark di Via Montenapoleone a Milano punta prima di tutto sull’estetica curata, caratteristica del brand e della pregiatissima location, ma anche sulla dinamica della comunicazione, creata attraverso la sincronizzazione degli otto display della vetrina
Come spesso succede, il successo di un progetto si struttura in base al primo approccio tra
committente e system integrator (o partner tecnologico: in questo caso 3G Electronics ha assolto a
entrambe le funzioni). Il cliente si presenta con un’idea di comunicazione che sogna di vedere realizzata,
ma spesso non conosce le problematiche tecniche (altrimenti farebbe da solo) e ha un’idea dei costi
basata sul senso comune, e non sulle caratteristiche professionali che necessariamente i prodotti e
progetti devono avere. Il ruolo del system integrator diventa quindi molto rilevante nell’indirizzare,
supportare il cliente, senza però stravolgere l’idea iniziale, e soprattutto evitando accuratamente la
frase “non si può fare”. 3G Electronics con il responsabile commerciale Maurizio Vacca e il Technical Manager
Stefano Panzetta è riuscita a interpretare il progetto Paul & Shark, e a sua volta la Casa di abbigliamento è stata
disponibile a farsi guidare verso la soluzione più effi ciente e più adatta al contesto.
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frase “n
www.3gelectronics.it
www.paulshark.it
www.nec.it
www.nds.eu
soluzioni_Paul&Shark_30.indd 42soluzioni_Paul&Shark_30.indd 42 29/05/11 15.4529/05/11 15.45
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soluzioni
Primo fu il monitor
Un classico nel digital signage è che tutto cominci con un monitor: in questo
caso Nec MultiSync X462UN, subito “adottato” dalla divisione che cura
l’immagine di Paul & Shark per la qualità estetica. L’idea di partenza era quella
di comporre una sorta di mosaico con i display, utilizzando un media player
e il materiale promozionale video e grafi co realizzato internamente per le
campagne pubblicitarie del brand. Ecco quindi l’idea di disporre nelle vetrine
ben 16 monitor in otto coppie, più un’altra coppia di monitor per l’interno del
negozio. Naturalmente le immagini in vetrina dovevano essere sincronizzate per
raccontare, comunicare e attrarre i passanti, sfruttando tutti i display (e non solo
le singole coppie, per esempio).
L’intervento di 3G Electronics è consistito in un supporto continuo per lo
sviluppo del progetto, un compito di master contractor che spazia da dettagli
tecnici come la risoluzione dei display, fi no ad arrivare alla scelta delle tecnologie
e al training per l’utilizzo del software. Paul & Shark infatti si è dimostrata
azienda attenta e competente in ambito IT, con personale dedicato che si
sarebbe poi occupato della gestione del sistema e della preparazione dei
contenuti. Il successo della collaborazione è confermato dal fatto che P&S ha
pensato di equipaggiare anche altri negozi con lo stesso sistema di ds, e ha
fatto ricorso sempre a 3G Electronics come partner per la gestione di eventi di
comunicazione basati sull’uso della tecnologia.
Architettura semplice
Gli 8x2 monitor Nec 46” ultra narrow bezel della vetrina, più i due collocati
all’interno (in una inconsueta confi gurazione verticale portrait alta 2m) fanno
capo a un server dedicato al quale si collegano via Internet grazie a nove
computer (uno per coppia di display) con interfaccia grafi ca DualHead e
software NDS Pads Professional 3.1. L’ipotesi iniziale del committente di
utilizzare dei player è stata scartata perché i PC permettevano elaborazioni
più evolute a livello di contenuti. Per esigenze estetiche, però, i PC non
potevano stare in vetrina, quindi si è reso necessario estendere il segnale
video, ovviamente mantenendo inalterata la qualità, tra l’altro piuttosto elevata,
trattandosi di materiale prodotto già in partenza dal Creative Dep. dell’azienda in
alta risoluzione. Quindi, la scelta di display con risoluzione nativa 1.366x768 ed
extender MultiView Magenta su Cat5. La trovata di utilizzare PC con la doppia
uscita video ha permesso una notevole semplifi cazione dell’architettura e un
risparmio per il cliente, che ha acquistato la metà delle licenze software altrimenti
necessarie; il tutto senza ridurre le capacità del sistema, anzi, rendendolo ancora
più fl essibile grazie alla possibilità di visualizzare per esempio l’anteprima di una
coppia di monitor come un’unica immagine suddivisa sui due display. La gestione
dei contenuti in sincrono è resa possibile dalle funzioni del software Pads, il quale
poi, gestendo qualunque tipo di risoluzione con qualunque tipo di aspect ratio, ha
Il parere del committente
Ecco il punto di vista di Paul & Shark
in merito alla scelta di puntare sulla
tecnologia anche nei propri negozi: “Paul &
Shark ha sempre dedicato una particolare
attenzione alla tecnologia, sia nell’ambito
del processo produttivo, sia nella ricerca
di nuovi materiali da impiegare nella
realizzazione delle proprie collezioni, ma
anche a livello di strategia di immagine
e comunicazione. Il nuovissimo sito Web
corporate Paul & Shark ad esempio, è
stato concepito proprio per consentire la
massima interazione tra brand e utente,
e contempla l’utilizzo di applicazioni
all’avanguardia sia nell’area B2C, sia in
quella B2B. A livello di layout e display
del punto vendita, il nuovo concept store
Paul & Shark, realizzando una distribuzione
degli spazi estremamente razionale ed
equilibrata, in un ambiente caratterizzato
da un design elegante, raffi nato ma al
contempo funzionale e in linea con i
canoni della contemporaneità, si sposa
perfettamente con la tecnologia digital
signage, che rappresenta senza dubbio
uno strumento avanguardistico per
comunicare con il pubblico.
La scelta del partner si è focalizzata su
3G in quanto leader di settore in grado di
garantire la massima qualità del prodotto e
un’assistenza tecnica costante e puntuale”.
Materiale installato
18 monitor Nec MultiSync X462UN18 extender MultiView Magenta9 PC DualHead9 licenze software Pads Professional NDS
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soluzioni
consentito anche di far lavorare i due display posti all’interno, che sono entrambi in
confi gurazione portrait per creare una fascia ad altezza uomo. In pratica, gli addetti
Paul & Shark sono ora in grado di creare effetti scenografi ci sui 16 monitor pensati
come un unico videowall, scomposto in una sorta di puzzle: slide show, grafi che
video e quant’altro, anticipando le collezioni o inseguendo gli appuntamenti
festivi con colori e racconti a tema (Natale, San Valentino ecc.). Proprio per le
occasioni particolari, come le feste, è possibile sincronizzare otto animazioni in
Flash sui display per effetti dinamici, per esempio la slitta di Babbo Natale che
attraversa in volo tutta la vetrina. Pads permette poi la gestione da remoto, basta
un collegamento ADSL per tutti i PC del negozio, oppure un collegamento 3G, per
scaricare il materiale che successivamente viene sincronizzato in locale; previsto
e implementato il supporto per la messaggistica automatica in caso di intoppi nel
funzionamento.
In cantiere
L’installazione del sistema ha richiesto due settimane non continuative, ed è stata
complicata dal fatto che il negozio fosse in ristrutturazione, con la necessità di
coordinare i diversi interventi di volta in volta senza ostacolarsi a vicenda. Per
esempio, non è possibile installare apparecchiature elettroniche in presenza di
polvere, quindi tutti i lavori sulla struttura dovevano essere conclusi prima. Un altro
problema, al quale si pensa raramente, è stato quello di come far arrivare un bilico in Via Montenapoleone, che
per chi non la conosce è piuttosto stretta e molto affollata. Certosino infi ne il lavoro di Giacometti Group che ha
installato i monitor e tutti gli arredi, allestendo fi sicamente il negozio.
Net Display Systems Pads 3.1 Professional
Net Display Systems è una società olandese specializzata in software per digital signage, come Pads 3.1 Professional, il cui
nome sta per “Public Area Display Systems”. Si tratta in realtà di un bundle di applicazioni che permettono di creare, pianifi care,
distribuire, visualizzare e analizzare qualsiasi tipo di contenuto per il ds, compresi contributi live come possono essere i feed
RSS per le news. Il sistema funziona con un server centrale, sul quale vengono installate le applicazioni Pads Designer, Manager,
Server e Agent, una rete (LAN, intranet o Internet) e i PC con l’applicazione Pads Viewer collegati ai display. Il vantaggio di
Pads 3.1 consiste nella fl essibilità, poiché consente in pratica di disegnare la propria rete di monitor su misura, senza limitazioni
riguardo ai formati dei monitor o dei contenuti, se non quelle determinate dall’hardware. Supporta il multi-monitor, l’interattività,
più connessioni per pagina, database supportati in modo nativo (SAP, Lotus, Oracle, SQL-server, Outlook/Exchange, Crestron,
AMX, RSS), dispone infi ne di funzionalità per la creazione di statistiche/billing, monitoraggio e controllo da remoto. Si integra con
applicazioni o sistemi di input di terze parti. Pads Designer è l’applicazione per la creazione delle presentazioni in modalità “what
you see is what you get”, Pads Manager serve per pianifi care la gestione delle presentazioni, Pads Server gestisce il processo
di distribuzione delle presentazioni e fornisce al Viewer i dati per la visualizzazione, Pads Agent si occupa del monitoring, delle
statistiche e della gestione remota, infi ne Pads Viewer esegue le presentazioni sul dispositivo prescelto. Pads 3.1 Professional è
distribuito in Italia da 3G Electronics.
www.nds.eu
L’interno del negozio
milanese con i due diaplay in
confi gurazione portrait
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informazione pubblicitaria
Voome Networks e K Group, digital signage per Leroy MerlinDopo l’esperienza della creazione per Leroy Merlin di un sistema di video comunicazione “back offi ce” per i collaboratori degli uffi ci di Assago, la multinazionale francese ha rinnovato la fi ducia a Voome Networks per la sua comunicazione sul punto vendita
L eroy Merlin, primo player francese nel mercato internazionale
del bricolage e del fai-da-te, al secondo posto in Europa e al
quarto nel mondo, ha deciso di affi darsi alla comunicazione video
per accompagnare e guidare i clienti durante la visita presso il
punto vendita. Un progetto pilota che ha coinvolto il negozio di
Nova Milanese (MI), pensato per migliorare il rapporto con i clienti
e rafforzare la fi ducia e la fedeltà di questi ultimi al marchio. Il
network e il suo funzionamento sono stati garantiti da Voome Networks che, in collaborazione con
K Group, software house che sviluppa piattaforme per la gestione integrata di contenuti on line,
si è occupata della strutturazione del progetto tecnico e di comunicazione, delle reti fi siche, delle
piattaforme software, dell’installazione delle apparecchiature e della loro ottimizzazione. Per questo
progetto, Voome Networks ha coinvolto le aziende partner, ovvero LG Electronics (monitor LCD),
3M (tecnologie touch screen) e SpinetiX (multimedia player).
“Siamo orgogliosi di essere stati scelti da Leroy Merlin per la videocomunicazione del loro punto vendita – ha
spiegato Emanuele Pollastri, fondatore e amministratore di Voome Networks Srl – Grazie a Voome 4 Corporate
e al Media Player SpinetiX oggi è possibile rispondere alle esigenze più diverse utilizzando la medesima
infrastruttura tecnologica. In pochi anni lo scenario della comunicazione digitale è radicalmente cambiato, e
i punti vendita sono soggetti allo stesso cambiamento; per poter gestire questo nuovo livello di complessità,
sono indispensabili piattaforme informatiche che riescano a sfruttare i nuovi mezzi di comunicazione digitale per
renderla pervasiva, multimodale e multicanale”.
ne
K
“Siamo org
www.voome.it
www.kgroup.eu
www.lg.com
www.leroymerlin.it
www.3m.com
47
informazione pubblicitaria
Il progetto
Era necessario che il nuovo network fosse facilmente gestibile e aggiornabile
nei contenuti dal personale del negozio, impegnandolo il meno possibile.
Anche le grafi che che sostengono le comunicazioni sarebbero dovute essere
utilizzabili in automatico, con la semplice implementazione dei testi necessari,
ma comunque d’impatto per attirare l’interesse dei clienti.
Voome ha così utilizzato sei punti di visualizzazione, cinque dei quali nell’area
delle casse, che visualizzano contenuti informativi sui servizi di Leroy Merlin;
il sesto, all’entrata, dà il benvenuto ai clienti e li aggiorna sulle promozioni in
corso. Un touch è invece stato installato in un’area separata aperta al pubblico
e dedicata ai corsi su bricolage e materiali; qui, anche in assenza di corsi,
i clienti possono visionare tutorial e video, semplicemente navigando tra i
contenuti. Un ultimo monitor è stato installato a uso dei collaboratori per le
informazioni di servizio.
Tutti i monitor, da 42” e 47” a seconda della posizione e uso, sono di LG
Electronics, controllati in tempo reale dalla piattaforma software per verifi carne
lo stato e per inviare comandi quali accensione e spegnimento. L’interattività
del touch è invece data dalla tecnologia DST di 3M, le grafi che fornite da
K-Group.
Network e soluzioni
Voome ha provveduto a installare una LAN che raggiunge i punti di
visualizzazione del negozio e li collega alla piattaforma di gestione Voome 4
Corporate, residente nella sede centrale di Assago di Leroy Merlin. Questa
permette di “dialogare” direttamente con ognuno di essi, e aggiornarli in
tempo reale con nuovi contenuti e messaggi in maniera semplice e intuitiva
da parte del personale del negozio. Ogni monitor, poi, è collegato a un Media
Player SpinetiX HMP-100: compatto e semplice da usare, permette di
costruire un palinsesto tramite un software embedded, che integra contenuti
grafi ci, video, audio nei formati più comuni, e senza l’uso di un PC esterno o
di un server proprietario. È completamente programmabile da remoto, e offre
la possibilità di attingere dati e contenuti anche da altre infrastrutture IT, in
tempo reale. L’hardware, basato su DSP di Texas Instruments, offre affi dabilità
e stabilità e solo 2 W di consumo. Per i collaboratori Leroy Merlin è possibile
accedere alle interfacce di aggiornamento e programmazione da device esterni
come iPad, iPhone, PC ecc.
Il sistema è completato infi ne dal modulo software Voome 4 Retail, studiato
per le esigenze di gestione della videocomunicazione nei punti vendita:
la creazione dei palinsesti si basa su una serie di “template” pronti, come
sequenze di immagini o video, messaggi di avviso, grafi che promozionali,
news, meteo ecc. anche sovrapponibili tra loro. Bastano pochi click per
generare i contenuti video per uno o più schermi, lasciando al sistema la
complessità dei dettagli tecnici.
Voome Networks, fondata nel 2008
dall’ingegner Emanuele Pollastri, realizza
prodotti e servizi per la videocomunicazione
‘out-of-home’ per l’industria del commercio, dei
servizi, del tempo libero, dell’hospitality e del
settore pubblico. Attraverso il marchio AVstore,
Voome Networks Srl distribuisce monitor LCD
e plasma, touch-screen e player multimediali per
conto di primarie aziende del settore, quali LG
Electronics, SpinetiX e 3M.
K Group, società leader di mercato, ha sede
a Milano e opera da oltre 10 anni sul mercato
italiano ed europeo e fornisce servizi dedicati
alla gestione integrata dei contenuti online. La
sua attività si focalizza su progetti di Media
Content Management, Multidelivery e WebTv.
Leroy Merlin è un’azienda associata a Groupe
Adeo, primo player francese nel mercato
internazionale del bricolage e del fai da te, al
secondo posto in Europa e al quarto posto nel
mondo. In Italia ha paerto il primo punto vendita
nel 1996 a Solbiate Arno (VA) e oggi annovera 45
punti di vendita distribuiti sul territorio nazionale
per un fatturato di oltre 1 miliardo di euro. Leroy
Merlin Italia pone al centro della sua missione
aziendale la responsabilità economica, sociale
ed ambientale.
48 giugno ‘11 • n. 30
d&b audiotechnikAudio con fi losofi aDopo il classico esordio in garage con sistemi confezionati a mano per i musicisti e i service del circondario, d&b nel giro di pochi anni fa il salto di qualità per diventare oggi, a trentacinque anni dalla nascita, una tra le più note e rinomate case costruttrici di “sistemi di altoparlanti ed elettroniche per il rinforzo sonoro e la riproduzione di alta qualità di parlato e musica in luoghi pubblici”, citando dal profi lo aziendale. Parliamo della fi losofi a d&b con Daniele Tebaldi, responsabile sales & marketing della fi liale italiana d&b audiotechnik
Barb
ara
Trig
ari
La sede di d&b audiotechnik
di Baknang
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49
incontri
C - Da dove arriva la scelta di una fi liale italiana? Non bastava un distributore per i prodotti d&b in Italia?
Daniele Tebaldi - Una delle differenze sostanziali rispetto alle altre case dell’audio professionale è proprio
il modello distributivo. Fin da subito la politica è stata quella di aprire proprie fi liali all’estero, anche piccole,
perché si è cercato di adoperare il canale distributivo per ottenere informazioni sulle differenti applicazioni,
paese per paese. Questa scelta negli anni ha fatto la differenza, perché d&b tramite le sue fi liali dispone di
molte informazioni da dare all’utilizzatore rispetto ad applicazioni anche non banali, magari poco comuni in un
determinato paese ma molto diffuse in altri luoghi. Non a caso fi liali dirette d&b sono presenti proprio nei mercati
più critici, astrutturati, o dove il mercato è legato alla qualità applicativa, o dove serve di più la formazione:
Italia, Giappone, Stati Uniti, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Cina, Singapore, mentre esistono distributori
indipendenti in altri paesi.
C - Rispetto ai prodotti, cosa distingue d&b dalle altre case produttrici?
DT - La nostra offerta merceologica non ha due o tre livelli di prezzo, e altrettanti livelli di qualità. Le nostre
soluzioni si collocano esclusivamente tra i sistemi di fascia alta, anche i nuovi prodotti dedicati al mercato
Integration. Dal momento che progettiamo e produciamo in Germania, paese con il costo del lavoro tra i più
alti al mondo, è naturale rivolgere la nostra attenzione al segmento del mercato per il quale il costo d’acquisto
non è che uno dei fattori, tra i tanti, da valutare in sede di scelta, e di sicuro non è prioritario rispetto, invece,
al ritorno sull’investimento o al costo totale di proprietà, punti di forza elettivi dei prodotti premium. Rispetto
ai nostri concorrenti, siamo sicuramente aiutati dalla sinergia tra distribuzione propria, progettazione interna
e costruzione in casa. Il feedback che riceviamo dal mercato ci permette, per esempio, di evitare i problemi
di affi dabilità con cui, invece, chi appone semplicemente il proprio marchio alle merci provenienti da fornitori
OEM è costretto a misurarsi quasi quotidianamente. Di conseguenza possiamo offrire una garanzia che i nostri
utilizzatori ci dicono non avere eguali, e poiché molti di loro hanno radici nei settori rental e service, dove gli
apparecchi sono sottoposti a condizioni d’utilizzo quantomeno estreme, possiamo offrire al mercato Integration
un track record di tutto rispetto quanto ad affi dabilità.
C - Non sono argomenti semplici da comunicare al mercato...
DT - Se la distribuzione non fosse nostra, probabilmente questi
valori faticherebbero a passare. Per conseguire maggiori vendite
nel più breve tempo possibile, spesso le aziende scelgono la
moda del momento, il fornitore con la politica più aggressiva,
ma il risultato è una fi delizzazione quasi inesistente. Affrontare
il mercato con una politica di sviluppo sostenibile, nel nostro
caso ha reso invece possibili lunghe relazioni d’affari basate sul
valore delle informazioni che vengono veicolate, oltre che sulla
qualità dell’offerta. La mia valutazione personale del grado di
maturità del mercato è più che positiva: in 16 anni di attività per
d&b audiotechnik in Italia, qualche cliente pro nei settori service
e rental ha occasionalmente scelto di adoperare i prodotti di altri
marchi, ma nessuno di questi esperimenti è mai durato più di un
paio d’anni, trascorsi i quali il loro inventario è tornato ad essere
composto interamente da sistemi d&b.
Daniele Tebaldi, responsabile
sales & marketing della fi liale
italiana d&b audiotechnik Italy
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50 giugno ‘11 • n. 30
incontri
C - Come avviene lo sviluppo di nuovi prodotti?
DT - Spesso il nostro prodotto viene scelto da chi realizza un progetto
perché è affi dabile e “fa quello che c’è scritto sulla scatola”, così
non serve il ricorso al voodoo per sapere come si comporterà in un
determinato ambiente dove verrà utilizzato. È nella natura stessa di
un sistema chiuso: altoparlanti, elettronica, parametri di utilizzo sono
quelli decisi in sede progettuale. Il fatto che nella fase fi nale dello
sviluppo si ricorra a molte verifi che “sul campo” signifi ca, da un lato,
che i parametri di utilizzo sono il risultato di un’ingente ottimizzazione,
che richiede spesso parecchio tempo e il lavoro di parecchie persone,
mentre sull’altro piatto della bilancia l’utilizzatore può godere di una
“messa in opera” molto più semplice e immediata, proprio grazie
al lavoro effettuato durante lo sviluppo del sistema. In aggiunta, il
vantaggio intrinseco dell’architettura dei nostri sistemi è che il loro
livello di prestazioni può evolvere nel tempo in chiave migliorativa. Chi
ha acquistato, per esempio, un sistema Q1 con i subwoofer Q-SUB
a settembre 2003, per esempio, ha visto i propri subwoofer Q-SUB
diventare cardioidi ad aprile 2004, gratis, semplicemente aggiornando
il fi rmware degli amplifi catori, senza dover nemmeno smontare un
altoparlante o dissaldare un connettore.
C - La conseguenza è che i lanci di nuovi sistemi sono relativamente
pochi.
DT - Infatti abbiamo prodotti a catalogo da 12, 14 anni, che
continuano a espandere le loro quote di mercato, anche in ambiti ai
quali non avevamo pensato in origine.
C - Dagli anni Ottanta quando siete nati a oggi sono cambiati molto
i gusti nell’ascolto, questo viene considerato da un produttore di
sistemi audio?
DT - In chiave strettamente personale, riconosco dalla frequentazione
dei cataloghi delle case che producono sistemi di altoparlanti
due linee di pensiero opposte. Ci sono costruttori che sembrano
progettare per un lessico musicale (e sonoro) preciso, che creano
prodotti al limite pressoché inutilizzabili per generi musicali differenti;
all’opposto, invece, esiste una maniera di progettare e intendere
i sistemi tale per cui la produzione lirica al Wiener Staatsoper, il
megashow dei rapper a Washington D.C. e il festival di heavy metal
in Finlandia specifi cano ognuno sul loro rider il medesimo, identico
sistema audio. Nel nostro caso, consideriamo ultimato lo sviluppo
del nostro prodotto solo quando questo è così neutrale da risultare
utilizzabile nei contesti più diversi.
Horst lavora alla fresatura
Daniele si occupa di rifi nire i case
Alexander alla produzione dei cabinet
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incontri
C - Come selezionate il personale? Chi se ne occupa?
DT - C’è un reparto dedicato, anche perché solitamente la sosta in d&b dura
parecchi anni, in media un
decennio. C’è un legame stretto tra d&b e le scuole specializzate di livello
universitario, e spesso gli studenti si fermano da noi. È un meccanismo che
all’estero funziona, in Italia invece purtroppo no, perché il nostro campo
applicativo non ha riscontro nei programmi universitari, ma solo in pochi progetti
specifi ci.
C - Quindi vi occupate anche di formazione.
DT - Il nostro impegno in questo senso è costante: organizziamo seminari
nel periodo primaverile e autunnale per gli utenti d&b audiotechnik, inoltre i
sales partner, tra le altre attività sul territorio, si occupano anche di aiutare
i clienti ad adoperare meglio le soluzioni; tuttavia, c’è un’enorme fetta di
utilizzatori che non ha legami con la rete distributiva, i freelance o chi
acquista materiale usato. Il ruolo del distributore è allora rendere
disponibile la formazione, a prescindere dalla capacità di acquisto
del soggetto che abbiamo davanti, in maniera completamente
svincolata dall’attività commerciale: è tutto sul sito. In Germania c’è
un programma formativo molto completo, in inglese e tedesco, con
temi complessi e la durata di più giorni, noleggio di un grosso teatro, e
utenti fi n dagli Stati Uniti, Giappone, Corea, Cina...
d&b audiotechnik
Jürgen Daubert e Rolf Belz fondano d&b audiotechnik nel 1981
a Korb, cittadina nel sud della Germania, in un garage, dove
costruivano sistemi di altoparlanti per i service e musicisti locali. Data
al 1985 la prima linea di prodotti: è la gamma F1, F2, B1.
Poi arriveranno la E1 e il sistema 1220, che nel 1988 segna l’ingresso
di d&b nel mercato dell’installazione (teatro dell’opera), la serie C,
l’amplifi catore mainframe P1200... Nel 1996, dopo la nascita delle sedi inglese e scandinava, Daniele Tebaldi apre la d&b
italiana a Ferrara. Il 1997 invece è l’anno del digitale, con l’E-Pac. Proseguono le aperture delle sedi estere in USA, Giappone,
Francia e Spagna. Lo sviluppo di nuovi prodotti continua nel 2002 con il piccolo sistema E0, il modulo line array del sistema
C3, poi il sistema Q1, l’amplifi catore D12, il Cardioid Subwoofer Array CSA, il software Rope C. d&b è ormai presente in tutto
il mondo con proprie sedi, e in Germania con la sede centrale e gli stabilimenti di produzione, a Backnang. Arriva il Remote
Network, l’amplifi catore D6, le serie T e Ti (da installazione), i subwoofer, e infi ne la serie White. I sistemi d&b audiotechnik
trovano applicazione nell’ambito dei mercati service, rental, live, installazione, broadcast, conferencing.
www.dbaudio.com
La produzione dei case
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52 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
Prolight+Sound 2011Il mercato degli eventi e dell’intrattenimento a FrancoforteEspositori e visitatori in crescita, pareri positivi, rinnovato interesse per il prodotto… molti i segnali favorevoli dalla fi era di Francoforte, che si conferma palcoscenico internazionale per la presentazione di aziende, prodotti e soluzioni per gli eventi… senza dimenticare le aree di affi nità, e molte, con il mondo delle installazioni
Chiara Benedettini e Barbara Trigari
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dal mondo
Prolight+Sound è un classico nel panorama fi eristico europeo e non solo, per quanto riguarda le tecnologie
audio, lighting e più recentemente anche video. Storicamente si affi anca alla manifestazione, affi ne per
molti aspetti, Musikmesse, ed è sempre stata rappresentativa del mercato dell’intrattenimento, spettacolo ed
eventi.
Il risultato è una fi era estesa sui molti ed eterogenei padiglioni della Messe Frankfurt, capace di mettere
in crisi anche i passisti più allenati, domata a dovere da un’organizzazione tedesca, nel buon senso della
parola. Da qualche hanno PL+S si è aperta anche ai temi delle installazioni: la sezione Media System è
dedicata ai professionisti delle media technology e dell’integrazione, arricchita da un Forum permanente
dove le aziende espositrici hanno presentato soluzioni e tecnologie. Tanto che in passato si è parlato
che della possibilità che PL+S potesse togliere forza a ISE… ma così non è stato. La nostra
impressione è infatti che, quest’anno, la sezione Media System sia stata meno incisiva; ma non
tanto per il minore interesse di prodotti e tecnologie presentate, quanto per la volontà stessa
dell’organizzazione di riportare il progetto fi era verso le proprie origini. Forse per rinsaldare il
rapporto con gli espositori storici, o forse per ri-precisare la propria identità, o magari anche perché
ISE è ormai divenuta davvero grande e importante.
Tuttavia, sono state parecchie le aziende che hanno presentato apparecchiature per l’installazione,
per teatri, auditorium e sale conferenza, e anche alcune soluzioni per l’automazione… cosicché anche
il viaggio per Francoforte dei system integrator e degli installatori non è stato certo a vuoto. Tra queste,
oltre una ventina le realtà italiane, principalmente dell’area audio, presenti in veste di costruttori ma anche di
distributori dei marchi presenti che esponevano tramite le loro divisioni estere. E, come sempre, la fi era è stata
l’occasione anche per gli incontri nuovi e per rinsaldare quelli esistenti.
Purtroppo l’organizzazione di Frankfurter Messe non ha messo a disposizione i dati relativi alla sezione Media
System che ci avrebbero dato il polso della situazione, ma sono comunque stati divulgati quelli relativi al solo
PL+S (escludendo così la manifestazione parallela Musikmesse): 873 espositori (con incremento del 6% rispetto
all’anno precedente), 33.780 visitatori da 107 Paesi (più 9%), dove l’Italia fi gura al terzo posto (1.232). E il 49%
quest’anno proveniva appunto da fuori Germania.
Uno sguardo d’insieme
In generale, abbiamo raccolto pareri positivi sull’andamento della manifestazione: più presenze, anche percepite
dagli espositori, molto occupati dal rispondere alle tante domande e,
soprattutto, un rinnovato interesse verso i prodotti esposti, come ci
ha comunicato Sergio Creazzo di Valentini (azienda piemontese che
produce cavi e connettori): “Quest’anno ho riscontrato una rinnovata
attenzione per il prodotto, che non avevo registrato da un paio di anni,
e per le nuove produzioni”.
Un dato importante, di ripresa e fi ducia, che esprime la necessità di
prodotti e soluzioni di qualità. In merito alle novità, la nostra personale
impressione è che non ne siano state presentate di eclatanti e
rivoluzionarie, tuttavia abbiamo notato molte piccole innovazioni,
specialmente nelle aree tecnologiche delle colonne sonore per la
diffusione controllata in ambienti diffi cili o con vincoli, per esempio,
o in merito al velocizzare e migliorare le soluzioni di montaggio e
www.pls.messefrankfurt.com
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54 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
installazione, ma anche per quanto riguarda la trasmissione wireless in ambito audio. Per esempio, si è molto
parlato delle nuove frequenze messe a disposizione dopo il passaggio al digitale terrestre, anche se non per tutti
sono utilizzabili: per esempio quelle tra i 1.785 e i 1.800 MHz in Italia non sono utilizzabili perché già assegnate
al Ministero della Difesa.
Nel lighting abbiamo percepito un interesse crescente per il risparmio energetico, con l’adozione sempre
maggiore dei LED o di soluzioni ad alta effi cienza (come nel caso di Clay Paky che ha presentato un testa
mobile da 189 W capace di competere con fratelli maggiori). Nel video, il 3D continua a richiamare interesse,
anche legato a soluzioni per il surround per il cinema.
A nostro parere, importante anche il messaggio sotteso dai diversi cartelli con riportato la scritta “Made in Italy”
presso i molti espositori italiani… ne abbiamo parlato con Franco Stacchiotti, Presidente e CEO di Euromet,
azienda italiana produttrice di sostegni per display, videoproiettori, diffusori ecc: “Il Made in Italy è tornato a
essere un valore, per il design, la qualità, l’innovazione. Certo il prezzo è diverso rispetto alla produzione di altri
Paesi, ma il risparmio da solo non si rivela più la scelta giusta sul lungo periodo”. Dopo gli anni della produzione
nell’Est del mondo a basso costo, ma spesso non accompagnata dalla qualità e affi dabilità, le scelte d’acquisto
sembrano non più orientate al risparmio come valore primario: il settore pro ha bisogno di innovazione,
assistenza pre e post vendita, affi dabilità e garanzie di uso, tutti elementi che fanno parte delle valutazioni al
momento dell’acquisto perché capaci di contenere i costi sul medio e lungo periodo, anche solo in termini di
miglior uso del tempo.
Un’ultima notazione sulle news dalla Fiera: il nostro sito accoglie le numerose interviste video e news raccolte
dalla redazione a Francoforte, e in questo report potete leggerne di nuove e diverse, anche se abbiamo scelto di
non ripetere la citazione di marchi e prodotti già visti a ISE, quando le segnalazioni coincidevano.
AUDIO18Sound
Produttore di altoparlanti professionali dal 2000,
18Sound ha portato in fi era un altoparlante per le alte
frequenze, un 4” con membrana in berillio: materiale
più costoso ma che esclude i problemi di reperibilità
del neodimio, e che offre prestazioni al top nel campo
dei driver 100 mm, poiché riesce a estendere la propria
risposta senza problemi di break-up fi no a 15 MHz.
Per le basse frequenze, il nuovo subwoofer da 18” con
escursione massima 70 mm si contraddistingue per
una nuova tipologia di complesso magnetico, come ci
ha spiegato il responsabile commerciale Giacomo Previ
(vedi intervista video su www.connessioni.biz) grazie
alla quale il sub conserva caratteristiche di estrema
linearità anche con potenze elevatissime. Infi ne, presentata la nuova
famiglia dei 18” e 21” con bobina da 130 mm in fi bra di carbonio,
che garantisce una resistenza superiore agli agenti atmosferici.
www.eighteensound.com
EV Electro Voice
Presentato il sistema microfonico
wireless R300 che semplifi ca le manovre
di setup, contiene il prezzo e risponde
alle necessità di un uso professionale,
negli ambiti più disparati, dal live
alla presentazione. È composto dal
trasmettitore BP-300, tutto in metallo,
dal microfono handheld R300-HD e
dal sistema uni-direzionale lapel BP-
300-L. La serie di altoparlanti Live X è
composta da tre modelli attivi e quattro
passivi, per le applicazioni in ambito
musicale.
www.electrovoice.com
Distribuito in Italia da Texim,
www.texim.it
pro light_30 copia.indd 54pro light_30 copia.indd 54 29/05/11 15.4629/05/11 15.46
55
dal mondo
Audio Factory
Per la prima volta a Francoforte,
come spiega Corrado Belia nel video
disponibile sul sito di Connessioni,
Audio Factory ha ottenuto buoni
contatti in fi era sia dal mondo dei
service che da quello dell’installazione.
Ampio il range di possibili impieghi
per il diffusore compatto IM108 con
amplifi catore integrato, dal front-fi ll
agli studi televisivi, conferenze ed
eventi. La potenza è di 350+350W RMS (max SPL 120 dB)
con alimentatori switching e modulo di amplifi cazione in
classe AB, progetto di Audio Factory. Disponibile con due
trombe diverse: circolare da 6” e apertura 70° (custom Audio
Factory in ABS caricato a vetro) ed ellittica in poliuretano con
apertura 90°/60° a direttività costante. Nuova anche la linea
Design rivolta all’installazione fi ssa in tutti quei contesti dove
l’estetica acquisisce importanza.
www.audiofactory.it
FaitalPro
Con l’esperienza derivata dal mondo
automotive Faital continua la produzione
di altoparlanti professionali, lanciando
quest’anno tre novità di piccolo formato:
un modello da 6” e due da 8” nella serie dei
coassiali: 6HX150, 8HX150 e 8HX200. Le
caratteristiche distintive sono i
driver con tromba integrata sotto
il parapolvere, quindi non esterna,
qualità ottenuta grazie a bobine
del woofer dal diametro maggiore,
che porta poi anche a potenze più
elevate rispetto agli altoparlanti di
analoghe dimensioni di altre case.
Per quanto riguarda i subwoofer
invece, è arrivata la serie High Performance
con i modelli 1HP1060, 15HP1060 e
18HP1060. On line sul sito di Connessioni
l’intervista video ad Alessandro Morelli.
www.faitalpro.comElettronica Montarbo
Dopo l’acquisizione uffi cializzata a fi ne 2010 da parte di Eko Music Group, Elettronica Montarbo è
presente a Francoforte con diverse novità. Mol 1818 SubOne è un’unità subwoofer passabanda con
doppio cono da 18” caricato a tromba, per applicazioni a lunga gittata. A pilotarlo è il processore
amplifi cato PLM 6800 2 In/4 Out, 1.700 W per canale, remotato via PC per i settaggi e la gestione
multizona. Più “contenuto” (750 W in classe D per canale, 4 In e 4 Out) e mirato all’installazione è il
processore amplifi cato PLM 3000 con routing confi gurabile e controller DSP a 56 bit: uscite le nuove
release per lavorare offl ine sui preset. Per installazioni fi sse o semipermanenti il monitor amplifi cato con
DSP E616A offre quattro factory preset e un preset utente, connessione RJ-45 per l’inserimento in un
network multizona. La tecnologia deriva dall’esperienza Montarbo sui line-array, per offrire un suono
senza colorazioni. Naturalmente, tutto Made in Italy.
www.montarbo.it www.eko.it
dB Technologies
Tre nuovi monitor da palco e due sub a completare la gamma dei diffusori dB Technologies Flexsys: FM8, 10 e
12 con woofer delle dimensioni indicate dal nome, poi SUB 12D e 05D. La caratteristica degli stage monitor è
la possibilità di utilizzo con due angolazioni diverse, e la resistenza al feedback. Le potenze arrivano ai 300 W di
FM12, per applicazioni che vanno dai piccoli palchi a contesti più complessi. I due nuovi sub sono modelli attivi,
con crossover attivo per lavorare in mono o in stereo ( a seconda delle confi gurazioni), amplifi catore digitale
integrato Digipro, cabinet in tecnologia H.E.A.T. a vantaggio di robustezza e leggerezza.
www.dbtechnologies.com Distribuito in Italia da Audio Effetti, www.audioeffetti.it e A.E.B., Industriale
Conn_30.indb 55Conn_30.indb 55 27/05/11 10.0827/05/11 10.08
56 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
FBT
La Audio Contractor Division di FBT Elettronica si propone nel modo dell’automazione con il sistema MAD4IP,
ovvero Multimedia Automation Distribution over IP Networks, per la gestione dei fi le multimediali integrata
con l’automazione dell’edifi cio. È composto da una Multimedia Master Unit, MMU4000, un’unità di controllo
a parete (CUW4000) e una desktop (CUD4000), più una Ethernet audio card (EAC4000). La Master Unit
gestisce e riproduce i fi le audio e video nei formati più comuni (MP3, WAV…), in streaming
su network IP standard (protocollo RTP) utilizzando un software di supervisione a base
Web e interfacce touch. Sono disponibili tre diverse licenze che permettono diversi livelli
qualitativi e quantitativi di integrazione: BAL (Building Automation Light), BA1 (Buildin
Automation 1 Driver), infi ne la licenza BA3 (Building Automation 3 Driver). Le interfacce
proposte sono un’unità a parete e una da tavolo, oltre naturalmente alla possibilità di usare
gli ormai onnipresenti iPad e iPhone, o qualsiasi tablet PC. Tutto il sistema può essere anche
alimentato in maniera tradizionale, se non è disponibile via PoE.
Per l’installazione e il live FBT ha presentato il processore DSP 2In/6Out DLM26, 1u rack
controllabile da remoto. La qualità dell’audio è affi data a convertitori hi-end 24 bit AKM5392
(A/D) e AKM 4396 (D/A) con range dinamico >24 dB e la possibilità di regolare due soglie diverse per la
protezione di woofer e driver, corrispondenti alle frequenze di passaggio del crossover passivo (modalità DCL).
Ampia la gamma di impieghi possibili per gli speaker della serie EvoMaxX, evoluzione della serie MaxX ancora
più leggera, potente e attenta ai costi. Cabinet in polipropilene, amplifi cazione in classe D (400 W LF e 100W
HF) per quattro modelli attivi (queli con la “a” nel nome) e tre passivi, sempre con driver HF da 1”. Con il nuovo
DSP FBT sono disponibili anche quattro preset, Original (per il tipico suono MaxX), Floor (come stage monitor),
Vocal (per il canto e la voce) e Warm (più potente sulle medio-basse). Segnaliamo poi gli speaker Vertus MLA
(Mixed Control Line Array) e CLA (Column Line Array), frutto di tre anni di ricerca, rivolti al live e all’installazione.
L’intervista video ad Antonio Faccioni è online sul sito di Connessioni.
www.fbt.it
HP Sound Equipment/K-Array
Novità rivolte prevalentemente al musicale per il produttore toscano distribuito da Exhibo, presente
al Prolight+Sound da ben 11 anni: BlueLine KB1, che potrebbe essere pensato come la versione
trasportabile e per musicisti del noto sistema K-Array Red Line, completo di mixer; ci facciamo
attrarre quindi dalle “features” dello stand nel quale spicca un’applicazione di realtà aumentata. Un
ampio display permette di visualizzare i prodotti portati a Francoforte semplicemente inquadrando
con la telecamera uno dei cartoncini posizionati sotto lo schermo.
Il sistema KR400 inoltre era in prova alla Concerto Sound Arena con una confi gurazione cinque
unità per le medie frequenze (11,5x8 cm) + quattro sub (55x77 cm) per lato, nella nuova versione
sospesa (al posto della classica sub+”stecche” appoggiate sopra) che amplia notevolmente
le possibilità di impiego. Sul sito Connessioni l’intervista video a Massimo Ferrati di HP Sound
Equipment, proprietaria del marchio K-Array.
www.k-array.net
Distribuito in Italia da Exhibo, www.exhibo.it
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dal mondo
Proel
Uno stand eco-friendly per Proel, che ha allestito la zona bar e networking del proprio
spazio al Prolight+Sound con sedie e tavoli in cartone; intorno, le novità di prodotto. Con
l’occasione abbiamo realizzato due interviste video: una a Fabrizio Sorbi, CEO Proel, e
l’altra a Michele Palladino, sales manager AVL Systems product, disponibili sul sito www.
connessioni.biz.
La novità della fi era consiste nella conpresenza di Proel con il marchio britannico
Turbosound, acquisito dal distributore e produttore abruzzese. Proel ha portato anche
C-Audio, un altro brand inglese acquisito nel corso del 2010, che viene così rilanciato
avvalendosi del team Turbosound. In mostra la nuova GB Series.
Per quanto riguarda i prodotti, segnaliamo la serie da installazione Xenia che, oltre a
soddisfare le esigenze del mercato rispetto alle caratteristiche tecniche acustiche, risolve un
problema pratico all’installatore: quello di coordinarsi con chi rifi nirà gli spazi. La serie infatti
punta a un target medio-alto ed è fornita di un particolare sistema di aggancio alla parete
che permette di installare cavi e supporti, procedere all’imbiancatura e successivamente
piazzare i diffusori senza dover rifi nire ulteriormente la parete. Le altre novità sono la serie
di altoparlanti Neos AXS, la serie Xeos da installazione e le teste mobili compatte Arrow
Compact 300 Beam e 700 Beam (con beam focus motorizzato brevettato), poi Arrow
Compact 300 Spot e 700 Spot. Per quanto riguarda la serie LED la novità sono due cambia
colore ArtLed IP55, oltre alle già note teste mobili Made in Italy Mantis LED, 700 W Spot e
Wash.
Da Turbosound novità per il live di una certa importanza: il line array Flashline TFS-900
con subwoofer combinato TFS-900L. Per quanto riguarda i monitor, presentati i TFM-115
da palco con driver al neodimio da 15” e 1” in una confi gurazione mirata ai vocalist e alle
sezioni fi ati. Per l’array Flex rivolto a location di medie dimensioni, è arrivato il nuovo kit per
il posizionamento a terra GS-600. Novità anche per i service e i musicisti con il sistema full
range TMS e i portatili Milan Mi0.
www.turbosound.com www.sagitter.com www.proel.com
Genelec
Il prodotto da installazione visibile in fi era è stato la serie 4000 di speaker attivi a
due vie con i modelli indoor 4010A e 4030A. In mostra anche gli speaker della serie
Architetturale AIW26 e 25, AIC25, AOW312B e 5041A. Tra le novità presentate qui a
Francoforte, Genelec ha aggiunto alcune opzioni nella colorazione della serie attiva a
due vie 8000, divenuta molto popolare anche presso il mercato degli home studio, più
attento all’estetica. Presentata anche l’estensione della garanzia sui prodotti Genelec,
opportunità offerta ai propri clienti che porta la durata della copertura da due a quattro
anni, e il programma di sostenibilità aziendale con l’area dedicata del sito che presenta le
credenziali “verdi” dell’azienda.
www.genelec.com
Conn_30.indb 57Conn_30.indb 57 27/05/11 10.0927/05/11 10.09
58 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
Sennheiser Installed Sound
Sennheiser ha presentato i nuovi microfoni della serie ME da sospendere al soffi tto, i
goosenech in versione entry-level rivolti al conferencing, e l’aggiornamento software per
il sistema da conferenze ADN, con la nuova unità di alimentazione ADN PS, disponibile
da questo autunno, e il microfono MK 4 a condensatore e diaframma largo (da studio
o da palco). La novità per i microfoni da installazione ME è la possibilità di acquistare
la versione di colore bianco, più semplice da “mimetizzare”. Gli accessori bianchi sono
un gooseneck più corto (MZH 3015 W), il sistema di sospensione e allineamento (MZH
30 W) e il cavo da 9m con avvolgitore (MZH 30 W). Sennheiser presenta poi una serie di
microfoni entry-level per il conferencing: i primi due modelli sono il gooseneck MEG 14-
40 B e il gemello MEG 14-40-L B con anello LED. Stessa capsula cardioide KE 10, produzione in Germania.
Per il sistema ADN Sennheiser ha rilasciato un update software che amplia le possibilità di confi gurazione e di
adattamento alle condizioni acustiche più complesse, a favore dell’intelligibilità della parola. È disponibile in 13
lingue, download gratuito dal sito www.sennheiser.com. Sempre dal sito Sennheiser è scaricabile gratuitamente
da giugno anche il nuovo fi rmware per Evolution wireless ew 300 G3, ew 500 G3 e per la serie 2000: permette
di costruire un network e programmarlo senza necessità di un computer: per installazioni medio-piccole che
richiedono settaggi veloci.
Il distributore italiano Exhibo segnala ancora una volta il divieto per l’Italia nell’uso del range di frequenze
1.800 MHz. Le frequenze infatti sono diventate accessibili per nove microfoni serie ew 100 G3-1GB (poiché si
prospetta la chiusura in Europa del range che va da 790 a 862 MHz), anche se in Italia ne è proibito l’utilizzo. La
stessa serie Sennheiser viene correntemente utilizzata in Italia su altre frequenze, legali.
www.exhibo.it www.sennheiserusa.com
Phoebus/Toa
Phoebus progetta e realizza interamente in Italia una serie
di prodotti rivolti al mercato congressuale, ovvero per la
votazione, la traduzione e la conferenza, ed è anche il
distributore italiano esclusivo per i prodotti Toa. Tra questi
era presente in fi era il sistema di allarme vocale compatto
Toa VM-3000, recentemente dichiarato conforme alla
normativa EN-54/16. Gli amplifi catori del sistema sono
disponibili in due tagli, da 240W o da 360W, e la stessa
cosa vale anche per le eventuali espansioni che si
desiderassero aggiungere. Sempre sei le zone disponibili,
ovvero sei singole o tre ridondate. Anche l’unità per
l’alimentazione di emergenza è certifi cata EN-54/4. A
completamento, le basi microfoniche multitasto utili per
selezionaere messaggi su specifi che zone o gruppi di
zone. Sul sito di Connessioni nel canale Media l’intervista
a Tommaso Baschera.
www.toa.jp www.phoebus.it
Peavey Commercial Audio
Ha fornito tutte le dotazioni audio per l’Agorà
Stage della fi era: Peavey Versarray 212
controllato da Media Matrix Nion6 e amplifi cato
dai Crest Pro 200; inoltre due Crest CV 20
Premium per i banchi
FoH e mixer Crest
HP come console
monitor. Nello stand
Media Matrix, invece,
in mostra tutti i prodotti
legati a Peavey
Commercial Audio:
Architectural Acoustics,
Peavey, Media Matrix e
Crest Audio.
http://mm.peavey.com
Conn_30.indb 58Conn_30.indb 58 27/05/11 10.0927/05/11 10.09
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dal mondo
Meyer Sound
L’ampio stand Meyer Sound completo di un’area per interventi e corsi sempre molto
affollata, offriva una panoramica molto ampia dell’offerta della casa. In particolare, il
sistema da installazione a basso voltaggio, quindi super compatto, per installazioni
“invisibili”. I modelli sono il mini speaker attivo MM-4XP con potenza di picco pari a 113
dB SPL in 1,91 kg di peso e 10,25x10,25x14,53 cm, lo speaker direzionale MM-4XPD,
anch’esso minuscolo, l’ultracompatto UP-4XP, il sub MM-10 e gli alimentatori MPS-
488HP e MPS-481. In mostra anche i column array loudspeaker attivi CAL nei tre modelli
di potenze diverse CAL 96 (104 dB SPL max a 30 m con copertura orizzontale di 120° e
verticale da 5° a 60°), CAL 64 (100 dB SPL di picco a 30 m) e CAL 32 (96 dB SPL di picco
a 30 m); da gestire con Galileo 616 in un network D-Mitri. Novità per la linea Cinema con il
modello più piccolo Acheron Designer per installazioni nelle quali lo spazio dietro lo schermo è ridotto. Range
di frequenze da 37 Hz a 18 kHz, potenza di picco 130 dB SPL, tromba sotto brevetto studiata per le applicazioni
nel mondo del cinema.
www.meyersound.com
Distribuito in Italia da Grisby Music, www.grisby.it
Outline
Il sistema è in realtà
già impiegato sui
palcoscenici live di vari
artisti internazionali, ma
la presentazione uffi ciale
è avvenuta proprio qui a
Francoforte. Il nuovo sistema
GTO presentato da Outline
al Prolight+Sound vanta la
possibilità di fornire SPL
priva di distorsione e a lungo
raggio, ovvero di defi nire
con precisione l’area da sonorizzare e “coprirla” con una
omogeneità fi n’ora possibile solo utilizzando delle linee
di ritardo, un’immagine stereo perfetta e intelligibilità
soprattutto nella gamma vocale. Il progetto di GTO
prevede un cabinet compatto (112x46x65 cm, 340 litri di
volume) che contiene un elevato numero di trasduttori:
quattro driver a compressione da 3”, ciascuno caricato da
una guida d’onda DPRWG, quattro mid-woofer da 8” e due
woofer da 15”. La sfi da è consistita nell’”addomesticare”
gli altoparlanti per creare un unico componente virtuale.
www.outline.it
Riedel
Riedel ha presentato
in Europa il nuovo
MediorNet
Compact rivolto ai
mercati broadcast e
dell’installazione. Il media
distribution network
Compact si propone
come soluzione dal
prezzo favorevole per il trasporto del segnale su fi bra
di audio, video, dati e intercom. Ha un’ampiezza di
banda di 50 Gbit/s, supporta qualsiasi combinazione
topologica di network e ciascuna porta offre strumenti
per l’elaborazione del segnale integrati. La dotazione di
ingressi prevede fi no a 12 segnali 3G/HD/SD-SDI, quattro
porte AES, due interfacce MADI e quattro I/O analogici
con preamplifi catori microfonici e range dinamico di 117
dB, più un’interfaccia per il network audio digitale Riedel
RockNet, due uscite DisplayPort, tre porte Ethernet Gbit,
connessioni seriale e GPI, un ingresso e tre uscite Sync.
www.riwdel.net
Distribuito in Italia da Molpass, www.molpass.com
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60 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
L-Acoustics
Proprio l’installazione fi ssa è il mercato di riferimento
della serie L-Acoustics, la Xti, composta dai modelli
8XTi e 12 Xti, con i controlli amplifi cati LA4 e LA8.
Il design elettroacustico deriva da quello della
serie XT, con la possibilità di modellare i diffusori
acusticamente e meccanicamente tramite il software
di simulazione Soundvision 3D o i dati Ease/Catt
per i consulenti di design acustico. Sono sistemi
point-source mirati a contesti non eccessivamente
riverberanti nei quali serve un campo di irradiazione
con meno sorgenti virtuali rifl esse rispetto a una
soluzione tromba più woofer. I controller consentono
la confi gurazione di sistemi complessi grazie
all’integrazione in network a base Ethernet di fi no a
253 unità simultaneamente. Disponibili in diversi colori
del cabinet.
www.l-acoustics.com
Loud Professional
Un’azienda di nuova concezione ma che può contare
su un know-how acquisito nel corso degli anni, così
la defi nisce Valerio Cherubini, general manager, nel
video disponibile sul sito di Connessioni. Il prodotto di
spicco Loud è un line array confi gurabile al quale può
essere aggiunta, quando
necessario, una sezione
mid esterna. Il modulo
base è comunque già in
grado di offrire prestazioni
interessanti, stando al
produttore, ma con un peso
e un costo più contenuti. I
prodotti Loud sono realizzati
totalmente in Italia, come le
nuove linee monitor esposte
in fi era. La novità del 2011 è
l’accordo stretto con Lab Gruppen, i cui amplifi catori
ben si sposano alle caratteristiche dei prodotti Loud: si
tratta di una joint venture per la comunicazione, come
dimostra lo stand in look black and white.
www.loud.it
Powersoft
Esprimendo un bilancio già molto positivo della fi era tedesca, il responsabile vendite Powersoft Gianluca
Giorgi (intervista video disponibile sul sito di Connessioni) ci introduce al nuovo prodotto presentato
quest’anno, Musa 1S. Si tratta di un sistema multifunzione per esterni alimentato con un pannello solare,
che garantisce un’autonomia di cinque giorni di funzionamento senza sole. Musa 1S è pensato per location
esterne dove mancano strutture sulle quali collocare le apparecchiature: parchi divertimento, campi da golf,
parcheggi. Lo stesso elemento “all-in-one” integra alimentazione (solare), amplifi cazione per musica diffusa,
annunci di emergenza o comunicazioni informative, LED per l’illuminazione, videocamera e microfono per la
sorveglianza. È pilotato da PC tramite Wi-fi .
www.powersoft-audio.com
Harman
Presso l’ampio stand Harman, insieme agli altri marchi commercializzati dalla Casa, Soundcraft proponeva
un’interessante funzione che permette di monitorare dalle console Soundcraft serie Vi lo status dei microfoni
wireless AKG compatibili con Harman HiQnet, grazie a VM2 (Vistonics Microphone Monitoring). L’operatore può
visualizzare lo status delle batterie, dell’RF, muting e clipping direttamente sulla barra del canale, prevenendo
eventuali problemi. La funzione è disponibile sul software V4.5 delle console Soundcraft serie Vi, i microfoni
compatibili sono gli AKG WMS 4000, 4500 e DMS 700; è richiesta l’interfaccia Hub 4000Q HiQnet Ethernet.
www.harman.com, Distribuito in Italia da Leading Technologies, www.leadingtech.it
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dal mondo
Roland
In conferenza stampa il managing director Kamitaka Kondo ha illustrato brevemente i progressi di Roland
Systems Group in Europa. Il Corporate Product Product Manager Flappi Jimenez ha citato il percorso che ha
portato dal Digital Snake ai “sistemi” (e non semplici console) Roland V-Mixer, fi no alle novità di quest’anno, la
live mixing console M-480 e il recorder/player R-1000.
M-480 non rappresenta un upgrade delle precedenti unità centrali V-Mixing, ma un prodotto e una tecnologia
totalmente nuovi. Anch’essa può diventare il cuore di un sistema V-Mixing integrandosi perfettamente con i
Digital Snakes e le altre soluzioni di personal mixing e registrazione multitraccia. La dotazione di 48 canali con
sei ritorni stereo, 16 aux, otto matrici, box I/O digitali confi gurabili (un totale di 90 uscite e 90 ingressi) ne fanno
un oggetto versatile per applicazioni dall’education al corporate, eventi ecc. Le possibilità si moltiplicano
con la modalità Cascade, per collegare due console arrivando a 96 canali con un sistema compatto e
fornito di tutto. Il sistema digitale si basa su Cat5 con Reac (Roland Ethernet Audio Communication) 24
bit. Integrazione con il PC via Remote Control Software, per impostare la console prima di arrivare in
loco. Supporto V-Link per la sincronizzazione con il video. R-1000 è un registratore/player stand alone
progettato per lavorare con il sistema V-Mixing (o con qualsiasi console con uscite MADI e una scheda
Roland S-MADI Reac MADI Bridge), per registrare fi no a 48 canali o per arricchire una performance live
con segnali registrati. SI può sincronizzare al video, ed è possibile linkarne due per avere 96 canali in
registrazione o playback su hard disk o SSD. Un’utile funzione permette di portarsi avanti con il sound
check: basta mandare in play una performance registrata della band, che verrà instradata sui canali giusti
per le regolazioni... senza la band. Online sul sito di Connessioni l’intervista video a Francesco Galarà.
www.rolansystemsgroup.eu
Yamaha
Lanciata l’ultima versione del
software StageMix per iPad, che
permette il controllo via WiFi di
numerose funzioni anche della
console LS9, applicazione che
permette tra le altre cose di mixare
il suono sul palco con la console
FOH. Disponibile in download
gratuito dall’iTunes store. È inoltre
disponibile (sempre gratuitamente,
sia per Mac che per Windows) il software Yamaha
Console File Converter per convertire i formati dei fi le
tra le console PM5D, M7CL ed LS9, necessario per
trasferire un mix da una console all’altra, adattandosi
con maggiore agilità a eventuali variazioni nelle
esigenze tecniche: uno strumento molto richiesto
dai professionisti. Sul sito di Connessioni il video
registrato in fi era con Sandro Chinellato.
www.yamahacommercialaudio.com
EAW
Nella serie scalabile NT è arrivato il nuovo modulo
KF200NT. Integra un woofer da 10” con voice coil
da 2,5” e un mid-high driver da 8” con voice-coil
da 2”, infi ne un driver a compressione da 1,75” e
un amplifi catore da 1.500 W. Elaborazione EAW
Focusing, DSP accessibile via software e network
proprietario U-Net. La serie QX da installazione
si rivolge agli ambiti dove è richiesta direttività e
dimensioni compatte: a tre vie full range passivi o
biamplifi cati, con cabinet studiati per offrire molte
possibilità di impiego in array. KF740 è un sistema
line array adatto all’impiego live in contesti di
medie dimensioni o per l’installazione, ma sempre
con un occhio agli ingombri. Infi ne il subwoofer
SB2001 rappresenta l’evoluzione di SB1001/1002
con maggiore resa e la possibilità di inserimento in
grossi array di sub.
www.eaw.com
Distribuito in Italia da Exhibo, www.exhibo.it
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62 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
RCF
RCF ci ha presentato con le parole di Kenneth Bremer le
novità per l’installazione, in particolare la serie Media, per
club, ristoranti o per l’educational. Trovate online sul sito di
Connessioni l’intervista video a Bremer e a Gioia Molinari.
Il catalogo installazione in generale nel 2011 è cresciuto
molto, a dimostrazione della fi ducia di RCF nello sviluppo di
questo mercato. Per esempio la serie Compact di speaker
compatti con prestazioni elevate in termini di SPL, e due
nuovi modelli nella già nota serie array a colonna VSA,
ovvero VSA 1250 e VSA 850. Per quanto riguarda i diffusori
Compact, si tratta di modelli a due vie bass refl ex con direttività mirata della tromba e tecnologia RCF CMD
per la transizione delle risposte polari delle trombe per le alte frequenze e dei trasduttori per le basse. Mobili
multistrato in betulla con verniciatura antigraffi o ed esenti da vibrazioni.
www.rcf.it
VIDEOAV Stumpfl
Anche AV Stumpfl si poteva trovare nell’area integrata Publitec, e proponeva il software Wings Platinum 4 per
il controllo creativo di quattro display con un unico computer, Iseo per il digital signage e creare interfacce
custom, e gli schermi per proiezione Monoblox, FullWhite e Vario (ben 33x5,7 m quello in esposizione, Vario 64).
Monoblox è uno schermo “mobile” per installazioni rapide con una cornice
auto-bloccante grazie a dei giunti in alluminio. In pratica è un unico pezzo
(quindi niente va perso in giro durante il trasporto) che si apre e prende la
forma della cornice con la base per appoggiarlo a terra. Vario come dice il
nome adotta una cornice che può avere dimensioni diverse con un sistema
di montaggio modulare e supporti centrali per schermi dalle dimensioni
inedite (come quello in fi era). Per FullWhite la cornice di sostegno
scompare, con un sistema brevettato che si adatta a ogni dimensione dello
schermo e opzione di montaggio: a muro o sospeso.
www.avstumpfl .com, Distribuito in Italia da Leading Technologies,
www.leadingtech.it, sltweb.it e Immaginare, wwwimmaginare.it
Sanyo
Presente nello smisurato spazio colonizzato dal distributore, installatore, integratore e fornitore di servizi tedesco
Publitec (www.publitec.tv), Sanyo ha portato il nuovo videoproiettore PLC-HF15000, anzi, ne ha portati ben 12
(6x2) per realizzare una proiezione lunga 33 metri e alta sei metri, con Softedge (www.softedge.ch) e schermo
Vario AV Stumpfl , risoluzione 9.868x1.688 p. Il “panoramone” era realizzato proiettando magnifi che fotografi e di
famosi fotografi scattate in tutti gli angoli della terra. Molto convincente...
www.sanyo-europa.it
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dal mondo
Euromet
Molto soddisfatto per i riscontri della fi era anche Franco Stacchiotti
di Euromet (l’intervista video è online sul sito di Connessioni), che si
presenta come sempre con nuove proposte rivolte al settore video,
e la voglia di rinnovarsi anche nel campo degli accessori per la
musica e l’installazione. In particolare, l’asta da microfono Stilus è
pensata per dare un aspetto più ordinato agli eventi, evitando i soliti
cavi che pendono grazie alla possibilità di collegare il jack alla base
e il microfono in alto; l’asta Stilus modello giraffa si rivolge invece ai
musicisti con una struttura solida dove serve, ma semplicità e velocità
di fi ssaggio grazie a un brevetto Euromet, che ne permette la regolazione in un solo movimento sia nella corsa
che nell’inclinazione del boom. Sviluppato anche un supporto specifi co per la videoconferenza, Platea, regolato
in altezza in base alla richiesta dal mercato, con la possibilità di posizionare la telecamera sopra o sotto il
display.
www.euromet.com
LUCI
SGM
Il bianco è decisamente la tendenza di questo
Prolight&Sound, almeno nell’esposizione degli apparecchi
illuminanti: scenario straniante per la sala delle novità
SGM, in anteprima la nuova serie LED composta da sei
prodotti e caratterizzata dalla ricerca dell’innovazione per
ampliare le possibilità espressive del lighting designer,
e in generale l’approccio all’utilizzo di alcune macchine.
Partiamo dal design di questi oggetti, che li distingue
subito per leggerezza ed eleganza formale. Le lampade
hanno forma rettangolare e linee molto sobrie seguendo
un progetto pensato dal R&D danese. Il risparmio
energetico, prima conseguenza dell’uso dei LED, porta a rifl ettere su un aspetto: l’idea di sviluppare lampade
strobo (bianco o RGB) il cui consumo massimo è di 360W rende possibile l’uso estensivo di queste macchine,
laddove prima gli elevati consumi lo limitavano parecchio. Ecco quindi SGM X-5 e XC-5, strobo bianco e
colorato. Il primo adotta LED bianchi welly power 3.000, consuma 360W, ha lenti intercambiabili (standard
160°), tilt 0-180°, IP20. SGM XC-5 usa LED RGB 1200, con analoghe caratteristiche. Sempre nella serie, la
testa mobile full color wash con 44 LED rossi, altrettanti verdi e blu MP-5, il LED wash P-5, il LED wall washer
Q7 e il wash multiplo LED CC-4. Quest’ultimo corpo illuminante è appunto multiplo, a matrice orientabile e
componibile: si adatta molto bene alle esigenze dell’architetturale perché prende la forma che offre la resa
migliore in ciascuna occasione. Tra le altre novità presentate in fi era anche le attualizzazzioni della gamma Palco
e Ribalta, e i testa mobile G700 Beam, Spot e Wash.
www.sgm.it
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64 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
Clay Paky
Lo stand di Clay Paky era concepito come un bar attorno al quale erano posizionati gli apparecchi illuminanti:
Sharpy nella versione cromata, Alpha Profi le 700, Shotlight Wash, Mirage QC e Roster Case. Il bean moving
light Sharpy da 189W ha una resa simile all’effetto di un raggio laser, per concentrazione e allineamento: quasi
60.000 lux a 20 metri, senza aloni. Disponibili 14 colori diversi e 17 gobo per creare effetti, possibilità di avere
proiezioni grafi che anche su distanze molto lunghe. Sharpy pesa 10 kg e misura 50 cm, ha un consumo ridotto
e si adatta bene a spazi quali eventi live, studi TV, showroom, sale conferenza. La nuova versione cromata
aggiunge valore estetico all’oggetto (senza dimenticare i requisiti tecnici: il calore non rovina la fi nitura), che
rifl ette la luce e “scompare” alla vista.
Il nuovo proiettore Shotlight Wash integra un
washlight con lampada a scarica da 1.500W e
una lampada strobo Xenon da 1.500W, con le
funzioni wash e strobo a loro volta integrate e
gestibili simultaneamente (o separatamente),
ma con un’unica elettronica. È come se
all’interno della lente frontale di un Alpha
Wash 1500 fosse stata montata una corona
circolare con due lampade, per la funzione
strobo. Mirage QC invece è un display LED
semi-trasparemte IP65 la cui innovazione consiste principalmente nel sistema di connessione tra i pannelli a
baionetta (Quick-Connection), che ne facilita e velocizza l’installazione, anche per pannelli di grandi dimensioni.
La connessione meccanica ed elettrica avviene infatti in un unico step, senza necessità di accessori come
cavi, connettori o ganci. Si rivolge infi ne all’ambito del touring il Roxter Case, certifi cato ATA per le spedizioni
commerciali e ottimizzato per l’impiego con i proiettori Clay Paky.
www.claypaky.it
Education and events al PL+S
Durante i giorni di fi era si sono svolti alcuni importanti convegni ed eventi legati al settore Media System, un’offerta di seminari
organizzati dalla fi era stessa, come un approfondimento sui sistemi conformi alla EN 60849, il giorno 6, o sull’intelligibilità, il 7
aprile. Cospicua anche l’offerta delle aziende, su alcuni prodotti e tecnologie legate ai marchi in esposizione, e quella denominata
Tonmeister Academy: una serie di corsi, l’8 aprile, organizzati in partnership con il corso di studi universitario specialistico
omonimo, per sound engineer. ALMA Symposium, dal titolo “PA Speakers: yesterday, today and tomorrow” è stato invece
organizzato dall’International Loudspeaker Association, un’intera giornata dedicata a problematiche e specifi che tecniche dei
diffusori audio. Hanno avuto luogo anche il congresso annuale della European Association of Event Centres (la tedesca EVVC).
Parallelamente, era possibile frequentare anche corsi e seminari più legati al mondo del live, organizzati all’interno del PL+S
Forum.
Attribuiti infi ne i due Award: dedicato al mondo entertainment Opus German Stage Award, è stato attribuito al lavoro della
britannica Katie Mitchell, Sinus, il System Integration Award, è invece andato all’équipe di lavoro che ha progettato l’installazione
audio video ai Campus Westend e Riedberg della Goethe University di Francoforte.
E per professionisti e appassionati della musica, la sera concerti e performance fi no alle ore piccole.
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dal mondo
Codem Music
Dall’esigenza di trasferire il segnale DMX senza necessariamente
dover utilizzare un cavo, è nata l’idea del wireless WI DMX. Alla ricerca
di una soluzione poco ingombrante e soprattutto affi dabile, è stato
defi nito il protocollo Wi-DMX e quindi l’hardware correlato: il ricevitore
radio WI-DPen (un connettore XLR fornito di antenna ed elettronica),
il trasmettitore Wi-DPc (per l’interfaccia USB to DMX Sunlite/Daslite
per il DMX basato su personal computer) e l’evoluzione Wi-DMX Pro
con il trasmettitore e ricevitore Dpen Pro, con una maggiore velocità di
modulazione. Tra gli utilizzatori, TV Japan (Tokyo), TV Globo (Brasile) e
molti altri.
www.wi-dmx.com
Martin Professional
Effetti visivi e prodotti per l’illuminazione dinamica in esposizione al prolight+Sound. Cominciando con i LED,
EC-10 è il pannello con pixel pitch 10 mm abbinabile all’EC-20 con il quale è compatibile per luminosità, colore,
confi gurazione, curving, controllo, elaborazione e accessori. MAC 101 del peso di 3,7 kg è la testa mobile
wash light più veloce di Martin, dal prezzo abbordabile e disponibile in tre versioni di luce bianca, calda, fredda
o RGB più ruota colore. L’impiego alternativo è come singolo pixel di una combinazione videowall. Barra LED
e proiettore wash insieme, Stagebar 2 monta una lente di nuova concezione che genera un campo luminoso
più concentrato, permettendo quindi un controllo maggiore e un’intensità più elevata. La disponibilità di molte
lenti, tra cui una di diffusione opalina per le riprese video, permette la massima fl essibilità. P3-200 si inserisce
nella serie dei System Controller per gli schermi LED, con tutte le caratteristiche
del P3-100: ingressi SD-SDI, HD-SDI e 3G-DSI), scaling e deinterlacciamento
integrati, supporto per più protocolli video e risoluzioni, controllo della luminosità
diretto DMX, colore, pixel mapping ecc. Si basa su PC il System Controller
P3-PC ed è mirato alla confi gurazione dei display LED Martin fi no a 20.000
pixel o all’impiego come editor off-line per P3-100 e P3-200 System Controller,
o per il caricamento di fi rmware, indirizzamento e test dei display LED. Sempre
per i System Controller, il nuovo plugin Kinesys permette il controllo in tempo
reale della rotazione e della posizione da un sistema di controllo Kinesys, e
l’adattamento automatico di posizione e mapping dei pannelli LED.
Martin propone a chi ha budget ridotti gli splitter DMX 5.3 e RDM 5.5 (anche per
dati RDM), per segnali che debbano fare lunghi percorsi o per numerosi percorsi
di segnale DMX. Splittando il segnale in cinque canali separati e potenziandolo aiutano a risolvere i problemi
legati a connessioni o cavi di qualità non eccelsa, proteggono le apparecchiature da sbalzi di corrente e da
ground loop.
Infi ne il Fixture Beam Analyzer (FBA) per la regolazione delle lampade con l’uso di webcam Logitec Pro 9000 e
tre fi ltri, che acquisisce la capacità di misurare l’emissione di luce e di generare i dati fotometrici.
Martin Professional Italy, www.martin.it
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66 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
DTS
Molte le novità DTS nel bello stand circolare del produttore italiano.
Cominciamo il testa mobile LED Nick 600 Wash Zoom, dalle dimensioni
compatte (8 kg), con zoom motorizzato 13,5°-40°, pan e tilt molto veloce
(rispettivamente 2’ e 1,2’) e silenzioso. Ancora in fase di prototipo ma
disponibile da giugno Nick Wash 600, la versione full colour 27 LED RGBW
sul quale verrà montato anche lo zoom. Per il rental ecco il testa mobile
LED Delta 10 F disponibile con lo zoom motorizzato o con un set di lenti
intercambiabili; sfrutta 240 LED da 2W RGBW per una potenza non inferiore
a 19.500 lumen (480W). Disponibile anche un Delta versione economica
che mantiene invariati colore e potenza ma sacrifi ca alcune funzioni e ha
un’elettronica diversa. Technobeam 2 rappresenta l’evoluzione dello scanner
Technobeam realizzata da DTS in collaborazione con Strong Entertainment
Lighting, ancora in fase di sviluppo con in previsione la realizzazione di
più modelli diversi. Disponibile da 300 W con lampada Osram a scarica,
Extreme o Supreme con lampada MSR Gold 700/2 Mini Fast-fi t. Ancora due
testamobile sono XR3000 Beam e XR3000 Spot CMY. Il primo genera 283.500 lux a una distanza di 5 m con
una lampada da 1.200W, il secondo 85.000 Lux (con angolo 10°), adatto anche ad applicazioni fi sse.
www.dts-lighting.it
Philips VariLite
VLX3 Wash è un proiettore LED basato
sulla tecnologia del Vari-Lite VLX Wash,
che sfrutta tre motori LED, con tre chipset
custom RGBW LED da 120W, rimpiazzabili
e una vita di 10.000 ore, per una luminosità
superiore ai 6.000 Lumen di luce bianca. Le
caratteristiche sono analoghe a quelle di un
tradizionale proiettore a tungsteno, stando
alle specifi che: regolazione dinamica del
CRI, regolazione continua della temperatura
del bianco da 3.000 a 9.000° K e seamless
colour mixing. Tre diverse potenze per i
tre nuovi Spot VL440, VL770 e VL880,
rispettivamente con lampada MSR Gold 400
MiniFastFit da 400W, 700W e MSRPlatinum
35 da 800W. Si tratta di prodotti
dall’interessante rapporto qualità/prezzo,
compatti nelle dimensioni ed equipaggiati
per assecondare le esigenze creative dei
professionisti.
www.vari-lite.com
Connessioni al PL+S
Approfondire l’area di mercato a cavallo tra gli eventi e
le installazioni, vedere le novità esposte, confrontarsi
con gli operatori del mercato, partecipare ai seminari
proposti… queste le principali attività dello staff di
Connessioni al PL+S, che sono confl uite nel daily di
informazione in formato elettronico inviato direttamente
dalla manifestazione Connect speciale PL+S, che vi ha
accompagnato durante i giorni della manifestazione, e
in questo reportage post fi era.
Lo staff presente, costituito da Chiara Benedettini,
Barbara Trigari e Alessandro Vismara, è stato inoltre
impegnato in un altro classico della produzione di
Connessioni, le interviste video con i commenti a caldo
sulla fi era e le novità di prodotto, che potete vedere
alla sezione media del nostro sito www.connessioni.
biz. Una Gallery degli italiani al PL+S, per valorizzare
la carica innovativa e l’impegno delle realtà italiane
all’estero. Un ulteriore modo per rimanere connessi con
i maggiori eventi e manifestazioni della stagione.
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dal mondo
CONTROLLO
Kramer
Moltissime le novità del 2011 esposte in fi era per Kramer. Tra tutte, abbiamo selezionato gli speaker da
montare a parete, in verticale od orizzontale, SPK-OC508, sia indoor che outdoor con woofer da 5,25”, tweeter
5/8” e 30W RMS a 8 Ohm; poi gli speaker a soffi tto SPK-CC838F da 12W con speaker da 8” e risposta in
frequenza da 65 Hz a 17 kHz. VA-1DVIN è un emulatore di EDID per i segnali DVI-D che cattura le impostazioni
EDID dall’uscita e assicura una connessione affi dabile e corretta con la sorgente. VM-4HDCPxI invece è
un amplifi catore di distribuzione per segnali DVI 1:4 con l’algoritmo I-EDIDPro di Kramer, per l’operatività
plug&play. Indirizzato al mercato conference e agli studi di produzione, ma anche al rental & staging, VP-27 è
uno switcher multiformato per video composito, s-Video, computer graphic e segnali audio stereo; operatività
da pannello frontale, via R S-232 e IR. Lo switcher matrice 8x8 universale VS-88HCB opera con segnali video
composito, s-Video (Y/C), component video (Y, Pb e Pr), audio stereo bilanciato e audio digitale S/PDIF e può
indirizzarli ciascuno o tutti verso qualsiasi o tutte le uscite, simultaneamente, con banda 300 MHz a pieno
carico. Per le aule scolastiche, formazione e presentazioni, WP-500 è una placca a muro che semplifi ca la
gestione dei segnali computer graphic video, composito, audio stereo e microfonici: indirizza una di tre sorgenti
AV verso un display e controlla il display con un telecomando IR o via RS-232. Infi ne il doppio scaler seamless
switcher VP-747 è indirizzato a tutti quei contesti in cui sia richiesto uno switching tra le sorgenti e l’impiego di
effetti e di una preview.
www.krameritalia.com
Barco per il live
Si rivolgono prevalentemente al live le novità proposte quest’anno in fi era da Barco attraverso l’azienda
High End Systems. Dopo l’anteprima dell’anno scorso per Intellaspot, la luminaria automatizzata come la
defi nisce Barco, quest’anno è visibile in tutte le sue possibilità per ottiche, confi gurazioni della lampada,
elevata luminosità, effi cienza energetica, zoom da comparare con il prezzo. Nuova invece la “indigo highlighter”
specifi ca per Intellaspot con LED aggiuntivi (4x1W indigo montati sulla parte frontale) e maggiori possibilità di
layering. Technospot con lampada a scarica da 575W proposta a un prezzo competitivo per le esigenze di club
e piccoli teatri. In dimostrazione poi il software versione 3.2.0 per le console della linea Wholehog con nuove
funzionalità richieste dagli utenti e un intenso beta-testing alle spalle: network tracking e failover, color coding
dei dati, macro keystroke, ecc. High Ens Systems presenta i propri prodotti presso il distributore tedesco Arcus.
www.barco.com
AMX
Lo stand è strutturato intorno a due temi principali: l’integrazione A/V
per le abitazioni, per la quale la novità è l’integrazione di AMX con
il sistema di server per l’ascolto della musica via IP NaimNet (www.
naimnet.com) dell’inglese Naim Audio, e il digital signage, con la
soluzione Inspired Signage.
www.amx.com
Distribuito in Italia da Intermark Sistemi, www.intermark.it
pro light_30 copia.indd 67pro light_30 copia.indd 67 29/05/11 15.4629/05/11 15.46
68 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
Aviom
F6 Pro64 AllFrame è un sistema I/O multimodulare
che permette di semplifi care e ottimizzare la
gestione delle risorse di rete e dell’hardware,
attraverso una confi gurazione su misura, base
Ethernet. Basta scegliere le opzioni di ingresso e
uscita desiderate (analogiche mic e line, AES3,
Yamaha, fi no a sei card I/O), i dispositivi network
necessari (connessioni parallele, controllo remoto
di preamplifi catori microfonici, fi bra ottica,
interfacciamento con la serie Aviom Pro16). La
connessione dell’F6 alla rete avviene con un cavo
A-Net (Cat5e o fi bra) e alimentatore DC (anche via
Cat5e), mentre la confi gurazione delle card avviene
con il software Pro64 Network Manager. È possibile
utilizzarlo in combinazione con i prodotti audio
delle serie Pro64 e Pro16. F6 supporta qualsiasi
combinazione di connessioni seriali o parallele
senza perdere in qualità e con estrema fl essibilità
nel posizionamento dei punti di connessione.
Dispone di un massimo di 24 canali I/O,
risoluzione 24 bit e frequenza di campionamento
supportata: 1x 39,7-52 kHz e 2x 79,4-104 kHz.
Latenza <800µs, lunghezza del cavo A-Net 120m,
montaggio in box NEMA standard.
www.aviom.com
Distribuito in Italia da Sisme, www.sisme.com
Analog Way
Già visto a ISE lo scaled matrix Smart MatriX e la sua versione “light” Smart MatriX LE. In più a Francoforte
abbiamo visto il mixer scaler seamless switcher a matrice Eikos EKS500, anche lui affi ancato dalla versione
light contraddistinta dalla sigla LE. L’ambito di riferimento sono sempre le presentazioni AV hi-end, viste le
caratteristiche tecniche di questi prodotti: mixer e matrice 12x2, full high resolution, effetti. Presentato infi ne
il remote controller Axion2 per le applicazioni live, compatibile con i seamless switcher di nuova generazione
Analog Way: possibilità di controllo in stand alone o in combinazioni, edge blending incluso. Axion2 può
controllare fi no a sei confi gurazioni di schermi indipendenti in location differenti, immagazzinare fi no a 90 preset
per ciascuna confi gurazione, creare preset con fi no a nove sequenze.
www.analogway.com
Distribuito in Italia da Comm-Tec Italia, www.comm-tec.it
Extron
Il processore digitale a matrice 6x4 DMP 64 con
piattaforma Extron ProDSP per il routing e il controllo
dell’audio è progettato per una rapida installazione,
per le presentazioni nelle quali è richiesta velocità e
qualità dell’audio. Utilizza convertitori da studio 24
bit 48 kHz e dispone di sei I/O digitali per il controllo
da remoto o feedback; software DSP Confi gurator.
Per lo streaming in alta risoluzione e in tempo
reale dell’audio-video over IP, la serie di encoder/
decoder VN-Matrix è una soluzione scalabile che
può raggiungere dimensioni e distanze virtualmente
illimitate. Si basa sul codec Extron Pure3
caratterizzato dalla bassa latenza, elevata risoluzione,
basso bit-rate. Il sistema SMX MultiMatrix combina
una serie di switcher a matrice analogici e digitali,
indipendenti, in un alloggiamento modulare
confi gurabile che può alloggiare fi no a dieci matrici
da switchare in maniera indipendente o simultanea
da un singolo punto di controllo. Le applicazioni
indicate sono quelle di medie dimensioni ma con
segnali multipli, quindi medicale, sale direzionali,
sale conferenza e formazione. I banchi switcher a
matrice SMX sono disponibili nei tagli 4x4, 4x8, 8x4,
8x8 e 16x16 I/O. In esposizione anche l’extender su
fi bra ottica per HDMI, audio ed RS-232 e il Media
Presentation switcher MPS 409.
www.extron.com
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The AuditionBose RoomMatch e PowerMatch, senza compromessiBose ha tenuto il riserbo fi no all’ultimo, ma ormai da tempo si registravano rumours sulla presentazione di un nuovo, attesissimo, sistema della serie professionale… “The audition” ha avuto luogo dal 16 al 18 maggio a Istanbul, un evento che ha coinvolto 1.500 invitati da tutta Europa, tra giornalisti, dealer ed esperti, e i maggiori rappresentanti del costruttore statunitense
Il team che ha progettato i nuovi RoomMatch (array di diffusori modulari) e PowerMatch (amplifi catori
confi gurabili), ha lavorato molti anni sul nuovo sistema presentato a Istanbul… un dato che dice molto
sull’approccio di Bose al mercato e sulle ragioni dell’organizzazione di un evento così importante. Un evento
che Bose ha pensato per comunicare al mercato e alla stampa internazionale le novità tecniche e tecnologiche
del sistema, ma anche per parlare di sé e del proprio modus operandi, e per creare un migliore contatto con i
player del settore. Approccio informale e friendly ma con grande professionalità, organizzazione impeccabile,
convivialità piacevolmente alternata ai momenti lavorativi. Ecco lo stile Bose per il lancio del suo nuovo sistema,
al quale anche Connessioni è stata inviata.
La presentazione di RoomMatch e PowerMatch è avvenuta al TIM Show Center di Istanbul, un teatro di
stile moderno dove Marc Jourlait, Vice President Europe, ha dato il benvenuto ai presenti; in seguito, Akira
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http://pro.bose.com
Mochimaru, General Manager Professional System Division ha spiegato nel dettaglio le caratteristiche del
sistema, dedicato alla sonorizzazione di ambienti medio-grandi come auditoria, teatri, stadi, luoghi di culto ecc.
RoomMatch si presenta come un line array, ma in realtà non lo è: si tratta di una serie composta da 15 pattern di
diffusione con caratteristiche di dispersione orizzontali e verticali differenti; i moduli possono così essere utilizzati
da soli o in abbinamento con altri a seconda delle necessità e delle caratteristiche acustiche di un determinato
ambiente (da qui il nome di Progressive Directivity Array). Il sistema risulta così scalabile e variabile nei valori
di SPL, e permette di ottenere la giusta copertura, direttività e il corretto angolo di diffusione in ogni situazione,
senza interferenze di fase. L’aspetto innovativo è che i moduli e gli stessi woofer (da 10”) e driver operano in
maniera indipendente, grazie al particolare collettore CADS (Continuous-Arc
Diffraction-Slot), che permette di ottenere la somma acustica dei driver evitando
le interferenze e offrendo inoltre la possibilità di defi nire la copertura orizzontale e
verticale di ogni modulo. Per cui l’array si comporta come un singolo altoparlante.
Per diminuire le distorsioni, Bose ha introdotto un motore ultra lineare proprietario
e un involucro acustico individuale per i woofer, e la tecnologia proprietaria Bridge
Phase Plug per i driver.
Il sistema si completa con i fi nali di potenza PowerMatch (in classe D), secondo
la fi losofi a di offrire agli utenti una soluzione più facilmente gestibile, e senza
imprevisti; anche qui, Bose ha proposto un’innovazione legata alla tecnologia
QuadBridge, che permette con un solo prodotto di confi gurare, tramite software,
l’amplifi catore in relazione alle necessità di potenza in uscita richieste dal sistema (8x500 W, 4x1.000 W o 2x2.000
W, o combinazioni miste). Sono possibili inoltre le confi gurazioni a bassa impedenza a 70/100 V. Il tutto, con
alimentazione semplice a 220 V.
Il software di previsione acustica Modeler è stato infi ne implementato per sostenere RoomMatch negli aspetti
progettuali, così come Control Space Designer sarà utilizzabile per la confi gurazione dell’amplifi cazione, via remoto.
È stato interessante ascoltare il sistema in condizioni differenti, con tracce registrate, ma anche, a sorpresa, in
una situazione live. Si è comportato egregiamente, e aspettiamo di poterlo sentire nuovamente in installazioni in
ambienti differenti. Il sistema sarà disponibile da settembre, ma già da giugno troverete maggiori dettagli sul sito
pro.bose.com. Dopo la demo, è stato inoltre possibile toccare con mano il sistema e incontrare direttamente i
progettisti, per gli approfondimenti e le curiosità di ognuno.
Eventi di questo tipo sono preziosi anche per incontrare le persone che stanno dietro le grandi aziende, e
le interviste video che abbiamo girato nell’occasione (visibili su www.connessioni.biz) vi permetteranno di
conoscerle più da vicino. A Istanbul abbiamo intervistato Paolo D’Innocenzo, Direttore Vendite area pro per il
mercato italiano, e Marc Jourlait, che ha commentato con soddisfazione: “In Bose amiamo risolvere i problemi,
e offrire soluzioni che non impongano compromessi tra, per esempio, performance e possibilità di
confi gurazioni diverse, tra scalabilità e costi. Ecco la nostra sfi da, che ha richiesto molta ricerca
tecnologica. Bose è sempre stata presente nel segmento professionale, ma con il nuovo sistema
RoomMatch e PowerMatch vogliamo offrire qualità di ascolto anche in installazioni in ambienti
importanti e dove questo è un valore imprescindibile: teatri, auditoria, performing art center. Con
questo evento abbiamo voluto incontrare il mercato e stupirlo, far scoprire direttamente le novità ai
nostri interlocutori più importanti, in una città magica come Istanbul, e comunicare quanto RoomMatch
e PowerMatch siano importanti per Bose, per la comunità dell’audio e i futuri utenti”.
Akira Mochimaru presenta
il RoomMatch
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72 giugno ‘11 • n. 30
dal mondo
www.osram.it
www.traxon-usa.com
Osram Hub, lo showroom milanese Giuseppe Orlando
Quale miglior occasione per presentare a stampa e addetti ai lavori la nuovo showroom milanese, se non il
Salone del Mobile ed Euroluce?. A inaugurarlo è Roberto Barbieri, Direttore Generale Osram Italia, affi ancato
da Martin Goetzler, CEO Osram GmBH, e Bernhard Stapp, a capo della divisione Solid State Lighting
dell’azienda.
L’Hub Osram è uno spazio di 330 mq su due livelli collegati da una elegante
scala, anch’essa immersa nella luce. Il progetto è curato da Osram Lighting
Services e adotta soluzioni illuminotecniche Osram e Traxon (dopo la joint
venture nel 2009) in un “esercizio di stile” a benefi cio di designer, architetti e
anche clienti fi nali. Il piano terra dopo la zona accoglienza offre un esempio di
ambientazione professionale e living, con una sala adibita a meeting e relax
(tavoli per riunioni, proiettori, zona divani); il piano superiore invece presenta
un allestimento dell’ambiente casalingo con le varie camere: soggiorno/
cucina, camera da letto, servizi. Nell’ingresso domina una sospensione
custom realizzata con venti elementi di metacrilato opale all’interno dei quali si
trovano Spot RGB Traxon, in un continuo gioco di sfumature. L’illuminazione
funzionale è affi data agli apparecchi a incasso LEDvance Downlight L e
M, mentre può avere funzione decorativa o informativa il pannello costituito
da venti Traxon Board 16 p rivestiti da vetro specchiato, e adatto appunto per giochi di luce, contenuti video/
grafi ci o... semplice specchio. Ultima chicca nella zona ingresso è la lampada PyrOLED (una danza di
luce), applicazione del design alla emergente tecnologia OLED. Novità sempre per l’OLED è Airabesc,
vincitore del Red Hot Award 2011 per il design di prodotto: una spirale DNA creata dal designer
Dietmar Fissl sulle caratteristiche e le possibilità dell’OLED (Orbeos con i LED Oslon), in mostra al
piano superiore dell’Hub.
Ancora LEDvance Downlight ma XL nella zona meeting, con le soluzioni a incasso PrevaLED per
l’illuminazione perimetrale e LINEARlight Flex per animare o “rilassare” l’atmosfera nella zona
living, mentre gli incassi a pavimento con effetto luce scenografi ca dinamic white consentono di
combinare temperature colore da 2.700 a 6.500K°. Tutto è affi dato al sistema di controllo LMS
Osram Dali Professional via touch panel (due in tutto), che permette di gestire scenari o semplicemente
regolare i livelli di illuminazione di tutti gli ambienti.
La scala che porta al piano superiore affi anca una parete decorata con colonne di luce Traxon Board dalle
diverse caratteristiche di risoluzione (1, 16 e 64 p), LED a diverse temperature di bianco, sincronizzabili. Molto
d’effetto la soluzione per la balaustra del soppalco: GlassiLed è un vetro stratifi cato al cui interno è inserita una
maglia di LED bianchi, punti di luce nel vetro trasparente. Per la zona cucina Osram ha defi nito l’ambiente con
LED Traxon Mesh RGB, incassato e semitrasparente; sul terrazzo, LINEARlightFlex Protect versione Colormix
con giochi luminosi.
L’hub è l’espressione dell’attenzione di Osram alle nuove tecnologie LED e OLED, per le quali riserva i 2/3 del
proprio budget R&D, spiega Goetzeler, promettendo una ulteriore estensione del portfolio nelle applicazioni
professionali. Osram si propone sempre più come elaboratore di soluzioni che vanno verso l’illuminazione vista
anche come uno tra gli elementi che qualifi cano la qualità della vita, e non come semplice dato funzionale
(seppur fondamentale) di effi cienza energetica.
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dal mondo
Aethra.Net e Synergie Barbara TrigariIl conferencing services provider Aethra.net (Ae.Net) ha organizzato lo scorso 19 aprile un evento demo e
informativo rivolto ai propri partner nel corso del quale si sono avvicendati diversi interventi, tra i quali citiamo
quelli di Elena Viezzoli (CEO Ae.Net) ed Even Zimmer (CEO CeeLab) in rappresentanza delle aziende partner,
e poi del marketing director Sony Arnaud Destruels (partner tecnologico) e di Corrado Mazzocato (Director,
Services BU) il quale ha fornito un quadro delle attività di marketing previste nel prossimo futuro.
Distributore per l’Italia di Aethra.Net è Synergie, per il quale abbiamo parlato con il sales manager Roberto
Mancusi che ci ha illustrato la storia della partnership con Aethra e anticipato alcune novità.
Una partnership consolidata
La colaborazione tra Aethra.Net e Synergie comincia come rapporto di fornitura da parte di Synergie, e si
rafforza nel 2006 quando parte l’accordo per la distribuzione. Synergie infatti era già distributore del prestigioso
marchio di videoconferenza Tandberg, e si presentava quindi con tutte le carte in regola per prendersi cura
anche di Aethra. Nel corso degli anni l’azienda ha arricchito progressivamente la propria offerta nel settore
della videoconferenza e collaborazione a distanza, fi no al lancio dell’ultima piattaforma denomiata CeeLab con
tecnologia Sony.
Il mercato conferencing in Italia
“Come al solito, siamo un passo indietro rispetto
all’Europa, che è due passi indietro rispetto
agli Stati Uniti”, sintetizza Mancusi. Mentre
applicazioni come Skype (recentemente acquisita
da Microsoft, NdR) hanno contribuito molto a
diffondere presso le aziende e il pubblico consumer
la conoscenza dei sistemi per la videoconferenza
e la collaborazione a distanza, non è altrettanto
diffusa la consapevolezza della necessità, per chi
opera in un contesto professionale, di affi darsi a
piattaforme ben più collaudate e “standardizzate”
rispetto a Skype. Da una parte quindi cresce
l’interesse verso questa tipologia di servizi, e
anche l’offerta si fa sempre più articolata a livello
professionale con l’evoluzione degli standard
ITU che regolamentano lo scambio dei dati e
l’interoperabilità tra tecnologie di brand diversi. I
player leader, Tandberg, Polycom, Sony, Lifesize,
puntano sugli standard ITU e contemporaneamente
cercano di ampliare la propria offerta anche verso
la fascia bassa del mercato (ordine di grandezza,
un migliaio di euro) sfruttando l’integrazione con i
sistemi mobile e i client su PC.
All'estremo opposto le tecnologie di telepresenza
CeeLab Arrow 1000
Rappresenta il top di gamma CeeLab grazie alle caratteristiche tecniche
sviluppate in seguito all'accordo di OEM con Sony. Si tratta di un sistema
di videoconferenxa full HD 720p in un monitor da 22" con telecamera da
8 Mp (angolo di visuale 80°) e microfoni integrati, tecnologia on-board,
che in pratica permette ai professionisti di utilizzare lo stesso display
per il normale lavoro d'uffi cio e per la videoconferenza, fi no a tre punti
(multiconferenza).
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dal mondo
Crestron e Scamper al Fuorisalone Barbara Trigari
Lo specialista del controllo e automazione Crestron e l’azienda italiana Scamper, attiva nel settore delle
soluzioni di CRM (Customer Relationship Management) e CLM (Customer Loyalty Management), hanno allestito
al Fuorisalone di Milano lo spazio intitolato “Chiama le tue emozioni”, ovvero “le magie della profi lazione e del
controllo” ambientato in una Spa con tanto di sale massaggi, stanza del sale, piscina con idromassaggio. L’idea
è costruire, letteralmente, l’ambiente Spa attorno al cliente che, in un momento
specifi co, accede a un determinato servizio, creando l’atmosfera più adatta con
musica, fragranze, illuminazione. Il cliente risponde a un breve questionario per
inquadrare le sue preferenze, successivamente questi dati vengono elaborati con
software Myos CRM Solution di Scamper e associati alla card o braccialetto della
Spa. Qui entra in gioco Crestron con il proprio sistema di controllo e automazione
già attivo in ogni sala della Spa, grazie al quale è possibile attivare lo scenario-
cliente selezionato “strisciando” la card o avvicinano
il bracciale al pannello di controllo presente
in ogni saletta, per attivare l’atmosfera
personalizzata. Oltre al vantaggio di profi lare
e fi delizzare il cliente mettendolo a proprio
agio, il sistema consente prima di tutto al gestore della Spa di controllare
con la massima effi cienza e sicurezza la propria struttura, riducendo gli
sprechi e ottimizzando le risorse.
www.scamper.it
www.crestron.com
che combinano il 3D con calcoli ergonomici per le sale più prestigiose dei consigli di amministrazione.
Eccezionale qualità audio e video, massimo realismo nella resa della presenza, monitor a grandezza-uomo e
costi nell'ordine di grandezza delle centinaia di migliaia di euro. "In Italia non si può certo dire che il mercato
sia maturo", prosegue Mancusi, "ma c'è una base installata abbastanza importante ed è stato fatto un discreto
lavoro. I dati portati da Ae.Net sono abbastanza sconfortanti da un lato, se solo
il 5% delle aziende in Italia usa la videoconferenza, ma dall'altro aprono grandi
prospettive di crescita per gli operatori che sapranno fare le scelte corrette".
Qualche anticipazione
La novità annunciata in occasione dell'incontro di aprile è CeeLab Arrow 1000 nella
linea Arrow di prodotti per la videoconferenza in alta defi nizione, disponibile dal Q2
di quest'anno e che si distingue per il posizionamento di prezzo particolarmente
aggressivo pur con la qualità della tecnologia Sony. Verranno poi proposti al
mercato dei pacchetti bundle e delle promozioni, come la possibilità per i rivenditori
di aqcuistare versioni demo a quotazioni particolari, e infi ne arriverà il nuovo
tablet compatibile con il sistema CeeLab. Questo permetterà di fare annotazioni sui documenti
in videoconferenza visibili direttamente dagli interlocutori collegati, per esempio per aggiungere
annotazioni su una presentazione. Si rivolge primariamente alle aziende di progettazione, studi
di architettura ecc. e verrà presentato a breve al mercato.
www.aethra.net
www.synergie.it
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dal mondo
Christie al Festival del cinema di Cannes Chiara Benedettini
Come ormai da sei anni, Christie è stata anche per questa edizione
sponsor tecnico unico per tutti i servizi di proiezione digitale della
manifestazione, in qualità di Partner Tecnico Uffi ciale, una storia che
racconta l’affi dabilità delle proposte Christie per il cinema e la fi ducia
instaurata nel tempo con l’organizzazione. 13 sale sono
state così equipaggiate con videoproiettori Solaria con
risoluzione 4 K, dotati di tecnologia Brilliant 3D, capace
di offrire 32.000 ANSI Lumen, la più alta luminosità per le
proiezioni in 3D attualmente a disposizione. Tutti dati che
abbiamo potuto riscontrare e apprezzare personalmente,
grazie all’invito di Christie esteso a un selezionato numero
di partner internazionali, tra i quali anche Chiara Benedettini
e Alessandro Vismara di Connessioni. La serata, che si è
aperta con un emozionante passaggio sul red carpet contornato dai
fotografi , è continuata con la proiezione del fi lm in concorso Ichimei,
del regista giapponese Takashi Miike, nel quale la tridimensionalità ha dato rilievo e profondità a paesaggi,
immagini e ambientazioni rarefatte del seicento giapponese, e si è conclusa con i festeggiamenti di rito del dopo
proiezione, nel cuore degli eventi del Festival del Cinema.
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76 giugno ‘11 • n. 30
mondo associativo
AssoDS, fare sistema nel digital signageRappresentare e sostenenre gli operatori di un settore multiforme, in costante evoluzione e dai confi ni tutti ancora da defi nire, ecco gli obiettivi di AssoDS che si avvicina al suo primo compleanno
AssoDS è l’associazione italiana che riunisce gli operatori legati al settore del
digital signage.
Tutto è iniziato nel 2009, quando, dopo una serie di incontri informali tra gli
interessati, è stato creato un gruppo su Linkedin, che ha subito teorizzato la
necessità di un organismo che rappresentasse, anche istituzionalmente, le
esigenze delle realtà che operano nel digital signage. Da qui, l’iniziativa del DS day
nel maggio del 2009 e la successiva fondazione di AssoDS, avvenuta nell’ottobre
del 2010, durante la fi era Viscom, una delle poche che in Italia abbia aperto le
porte a questa tecnologia.
Ma non di sola tecnologia promette di occuparsi AssoDS, che si propone di
rappresentare una comunità di operatori eterogenea, dagli installatori, alle
agenzie, agli operatori del video, in defi nitiva tutti coloro che si occupano di
comunicazione digitale di prossimità. L’obiettivo principale è dare visibilità a
professionisti e imprenditori di questo ambito, dove spesso la competenza tecnica si salda alla
creatività e ai linguaggi della grafi ca, della comunicazione moderna, del marketing. “Cerchiamo - ha
dichiarato Beppe Andrianò, Presidente di AssoDS - di far capire cos’è realmente il digital signage
sia alle aziende/brand/clienti/committenti sia ai clienti di queste, ovvero gli shopper/visitatori,
evidenziando i vantaggi che questo tipo di modalità di comunicazione può offrire a entrambi. Un
impegno simile non sarebbe stato affrontabile da un singolo o da una azienda, seppur grande,
ma richiedeva l’azione congiunta di tante diverse competenze e fi gure, un progetto corale e soprattutto un
grande coraggio”.
AssoDS si propone quindi di fare sistema, offrendo spunti, best practices, esempi di modelli di business
che servano da riferimento in un settore in continuo divenire e dove le linee non sono precise e defi nite.
L’associazione si propone inoltre come interlocutore per le istituzioni, perché queste comprendano sempre
meglio progetti e istanze degli operatori, e la portata del mercato di riferimento.
Oggi AssoDS conta una sessantina di iscritti, l’organo direttivo è composto da 13 consiglieri e un Presidente,
e si riunisce ogni mese per defi nire gli obiettivi a breve termine e verifi care l’andamento, e da un gruppo di
probiviri. È molto attivo inoltre grazie al sito, ai gruppi dedicati su Linkedin, su Facebook e Twitter, dove gli
associati si confrontano sui temi caldi, primi tra tutti i modelli di business: se il digital signage è sempre più
diffuso, ancora una modalità operativa e di ritorno economico univoca non esiste, e anche qui entrano in gioco
professionalità, spirito innovativo e creatività.
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mondo associativo
CEDIA all’All Digital ExpoCome partner di All Digital Expo (Fiera di Vicenza, 16-17 giugno), CEDIA organizza un corso specialistico rivolto ai custom installer italiani, per aiutarli a sviluppare il loro business e creare nuovi contatti con architetti, interior designer, costruttori
“Se vogliamo che le aziende e le imprese legate al mondo della custom installation
crescano, dobbiamo far sì che raggiungano e attraggano progettisti e installatori”,
afferma Peter Aylett, Director of Professional Development CEDIA. “Offriamo ai nostri
membri corsi su misura proprio per aiutare le aziende a comprendere le tendenze
del mercato, e presentarsi preparate a diffondere i concetti di ‘casa intelligente’
e ‘integrazione’ alla platea dei professionisti che scelgono le apparecchiature e
progettano i sistemi. Siamo molto contenti di partecipare ad All Digital Expo, dove
potremo condividere queste iniziative formative con l’industria e aiutarla a costruire il
proprio business nel futuro”.
Ad All Digital Expo CEDIA terrà due corsi:
- Giovedì 16 giugno - Global Technology and Consumer Trends in Residential
Integrated Systems darà risalto alle tecnologie del futuro e alle percezioni dei consumatori che infl uenzeranno il
settore dell’integrazione residenziale negli anni a venire. Il corso riferirà anche di come i membri europei CEDIA si
servano dell’adesione all’Associazione per proporsi al mercato e incrementare le vendite verso il consumatore fi nale
e gli specifi catori. Tutti i visitatori di All Digital Expo sono invitati a partecipare. Per informazioni www.alldigitalexpo.it
- Venerdì 17 giugno - workshop Certifi ced Outreach Instructor (CCOI) - strumenti base per realizzare un’effi cace
presentazione del corso CEDIA “Designing Integrated Future-Ready Homes” rivolto ad architetti, designer e
curatori/sviluppatori del patrimonio edilizio. È prevista una valutazione fi nale.
Accreditato dall’associazione internazionale RIBA (The Royal Institute of British Architects), il corso
CEDIA “Designing Integrated Future-Ready Homes” è un veicolo molto potente per promuovere
i benefi ci della custom installation. È anche uno strumento molto utile per i membri interessati
a promuovere il loro business e per generare una promozione delle vendite. La partecipazione al
workshop CCOI è limitata ai membri CEDIA, in numero di uno per ciascuna azienda iscritta, prenotando
dal sito www.cedia.co.uk/events.
“La custom installation residenziale è sempre più popolare in Italia”, aggiunge Aylett. “Man mano che il
mercato cresce, è importante che progettisti e clienti fi nali sperimentino un’esperienza positiva del nostro
settore, che deve partire sin dal primo approccio, estendersi lungo tutto il processo di progettazione, e
fi nalmente portare a un’installazione realizzata con professionalità. I due corsi proposti da CEDIA vanno in questa
direzione, e si tratta solo della prima delle numerose iniziative formative organizzate da CEDIA in Italia, come parte di
un percorso volto a innalzare gli standard e la consapevolezza della nostra industria, che poi è il fi ne di CEDIA”.
CEDIA (Custom Electronic Design and Installation Association) è un’organizzazione commerciale internazionale
presente su tre continenti con 3.500 aziende associate a livello mondiale. I membri sono aziende specializzate
nella progettazione, design, fornitura, installazione, integrazione, occultamento e controllo di sistemi elettronici per
l’abitazione moderna e intelligente. CEDIA conta in Italia 15 membri.
Per informazioni,
contattare Matt Nimmons,
www.cedia.net
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78 giugno ‘11 • n. 30
appuntamenti
InfoComm ExpoOrlando, Florida, 11-17 giugno
La fi era itinerante statunitense Infocomm si vanta di essere l’evento AV professionale più
grande e completo al mondo, con oltre 950 espositori e più di 32mila visitatori attesi
per quest’anno. A organizzarla è l’associazione InfoComm International, della quale tante
volte abbiamo parlato su queste pagine e che rappresenta appunto il settore AV pro a livello
internazionale. In mostra le novità audio, video, display, proiezione, iluminazione, staging,
digital signage, conferencing, creazione di contenuti digitali, networking, distribuzione
di segnale. L’esposizione è organizzata in padiglioni tematici dedicati rispettivamente a
3D, audio, digital signage, lighting&staging, unifi ed collaborative conferencing e il nuovo
riservato agli IT services. Non mancano spazi demo e dedicati alle applicazioni, come il
digital signage application e l’HD conferencing & telepresence showcase, o quello dedicato
ai prodotti sostenibili
Perché andarci
Per i system integrator, proprio perché non si tratta di una fi era europea,
InfoComm Expo è interessante per gettare uno sguardo sui possibili sviluppi del
nostro settore, andando a curiosare tra aziende e operatori di un mercato già
maturo e sicuramente più avanzato di quello italiano. Per le aziende vale la prima
motivazione, e anche quella di approcciare e farsi conoscere negli Stati Uniti e
non solo, sfruttando la forza di attrazione di una grande fi era internazionale.
Oltre ai classici stand poi non mancheranno le occasioni formative: oltre 300 i
seminari e workshop programmati, su tecnologie, tendenze e best practices.
Oltre ai programmi formativi e alla certifi cazione professionale della InfoComm
Academy. Non tutti sono a pagamento, anche se la politica della formazione
professionale all’estero in genere prevede un costo per chi vi partecipa. Infi ne, una
motivazione che vale sempre e per tutti: il networking. InfoComm sarà un’occasione unica
per conoscere e farsi conoscere in ambito... globale, sicuramente per aprire le proprie
prospettive di business. Il target di riferimento infatti va dai system integrator ai technology
manager dei settori più vari, architetti, distributori, professionisti della vendita e del
marketing, consulenti dei vari ambiti professionali, compagnie rental e staging.
Info pratiche
La manifestazione fi eristica vera e propria si svolge dal 15 al 17 giugno nei padiglioni
dell’Orange County Convention Centre di Orlando, in Florida. Gli eventi collegati però
cominciano già l’11 giugno con le Conference. Registrandosi all’evento dal sito è possibile
accedere ad agevolazioni per il viaggio e l’alloggio. Per i visitatori internazionali è disponibile
una zona relax e networking, l’International Business Center, con accesso Internet, iniziative
informative mirate e staff multilingue. Il contatto InfoComm per l’Europa è disponibile sul
sito della manifestazione, insieme alle informazioni sui visti ESTA.
www.infocommshow.org
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appuntamenti
Home Technology EventLondon, ExCel, 28-30 Giugno
HTE è l’unico evento in Europa dedicato interamente alla custom
installation, dal design dei sistemi al lighitng, dall’home cinema
all’HVCA e security, al data network ecc.; è organizzato da CEDIA, ed è
rivolto a system integrator, designer e architetti, progettisti, installatori,
manager del settore. Diverse le novità di quest’anno: i workshop tenuti dalle
stesse aziende espositrici nei loro stand, un’area dove le apparecchiature
esposte in fi era verranno installate in ambientazioni reali e funzionanti, infi ne
l’Hub Seminar Theater, dove si potranno fruire seminari informativi tenuti da
alcuni importanti professionisti della scena internazionale sui temi della CI,
del lighting, del design dei sistemi, opportunità per il settore ecc. Il 27 giugno
la manifestazione sarà aperta solo per la parte educational.
Perché andarci
L’anno scorso sono stati oltre 170 gli espositori e, nonostante HTE
sia un evento prevalentemente legato all’ambito inglese, data la
specifi cità dei temi e dell’offerta seminariale può certo valere il
viaggio. Oltre a questo, e in allineamento con la primaria mission
di CEDIA di fare cultura di settore, i partecipanti potranno seguire
oltre 120 ore di seminari e incontri, molti dei quali gratuiti. Per quelli
che non lo sono, è possibile acquisire un Passport to Education
al prezzo di 400 sterline (per tre Passport acquistati, il quarto è
gratuito) che dà accesso illimitato e libero all’offerta educational,
che spazia dagli argomenti prettamente tecnologici o di tendenza,
a quelli per la gestione aziendale e strategica. Specifi co per i
manager e dirigenti è invece il Business Strategy Passport, (125
sterline). Il livello è da quello base all’avanzato. Sarà infi ne possibile
frequentare anche i corsi che danno poi accesso alla certifi cazione CEDIA
Informazioni pratiche
HTE avrà luogo all’ExCel di Londra, facilmente raggiungibile dal London’s
City Airport con la DLR (Docklands Light Railway). I padiglioni saranno aperti
dalle 9,30 alle 17,30 (fi no alle 16,00 il giovedì 30), ingresso libero alla mostra.
Sul sito sono reperibili offerte speciali per il pernottamento nelle vicinanze
dell’ExCel.
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Gli inserzionisti
Le aziende citate
Anno 6° - n°30giugno 2011
Direttore Responsabile:
Elisabetta Ferri
Direttore Editoriale:
Chiara Benedettini
Redazione:
Tel/Fax 0721 208696
Redazione web:
Paolo Sacchetti
Referente area video:
Rolando Alberti
Hanno collaborato a questo numero:
Marco Fornasier, Giuseppe Orlando,
Alberto Pilot, Barbara Trigari
Progetto grafi co:
Atlante Associati - Pesaro
Grafi ca e impaginazione:
Andrea Gasperoni Ferri
Stampa:
Tipografi a Toscana
Amministrazione:
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modifi care, cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo, rivolgendosi al predetto titolare. Si ricorda che, ai sensi dell’art.138,
d.lgs 196/2003, non è esercitatile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensi dell’art.7, comma 2, lettera a), d.lgs
196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionali, limitatamente alla fonte della notizia.
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Analog Way Italia p. 19Parc du Moulin33 rue du Saule Trapu, BP 21891882 Massy Cedex (Francia)Tel +33.1.64471414Tel Analog Way Italia 02.39493943www.analogway.com
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