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- SEI 19l -1/2 it ‘`. Num. 35. • . Pisa, Domenica 1 Settembre 1912. P*. ANNO ea..A. Il Ponte di Pisa - 4 -e‘ -E> Iv eRSITAR‘ P' GIORNALE POLITICO AMMINISTRATIVO DELLA CITTÀ E PROVINCIA PUBBLICITÀ: per avvisi rèclame in prima pagina L. 3; in seconda L. 1,50; in terza L. 1.00; in quatta L. 0,50 per ogni linea o spazio di linea (Pag. ant.). Per avvisi finanziari, industriali, commerciali; per inserzioni; per necrologie per rèclame in cronaca, diffide, comunicati, ecc. ecc. prezzi da contrattarsi. i ABBONAMENTI: per un;butto lire 5: per lin tomestre lire 3. Per abbonarsi m basta andare una cartolina vaglia all' tunministrazione del Ponte di Pisa. Uffici di lledaeione P Amministrazione: Via Giosnè Carducci, n. 9, Pisa. Si pubblica la Domenica c'e-Atee cecre-nrstax-ete, esere»rea assa. soecesttee lopt. Mentre si propaga e si diffonde la voce di possibili intese fra l'Italia e la Tuichia por una sistemazione pacificai, ferventi a•ca- niti i preparativi per la guerra ; i turco-arabi Elli n/leali:IO Dorma e promettono un grande attacco, mentre gli italiani si concentrano in nn fortissimo nucleo di ventimila ed aspettano il nemico per dargli l'amara lezione. Intanto gli Stati balcanici sono ancora in movimento minac- cioso. Montenegro, Bulgaria e Serbia minacciano la guerra contro la Turchia; ne pare arreatarsi la rivoluzione in Albania. Ma Turchia à grande: alle M isede che ha toccato dagli ita- liani risponde colle spiritose invenzioni di fatti darmi nei quali ha brillato il suo valore; e la fughe, lo pietose e ViiiSSil/20 fughe Che denotano la mancanza di ogni resistenza e di ogni coraggio, aono decantate come colpi di strategia in nome della viltà. Si farà la pace; ma sulla bilancia han già messo i turchi questa fardello di odiosità o di insidie che ì veramente ripugnante. _ L'adunanza di Livorno per !a Collesalvetti-Pontedera Domenica si riunirono a Livorno negli uffici della Deputazione provinciale on. avv. Dario Cassuto,Pon. san. Da Istrderel e il cotnni. Giuseppe Malenchini, rispettivamente presidente e vice-pre- sidente del Consiglio Provinciale, il corone Arnil- ettre Galeotti, presidente della Depuzione Provin- ciale, il comm. nvv. Agostitio Aaselrni, il ea valier ull. Francesco Dalmazzoni, il cav. dott. Cesare V•ltencoli e il megretario del Consiglio Provin- ciale cav. avv. Lattee, tutti di Livorno; e poi di Pisa i eignori: prof. sen. colline Francesco Orini Baroni, presidente del Consiglio Provin- ciale, il vire preeidente comm. avv. Cesnre Pie- ritti, conte dottor Fabio Guidi, presidente 41e:la Deputazioee Provinsiele, e i deputati provinciali comm. av. v. Giovanni Baci, comm. avv. Guariti° Mugnai, cav. ing. Giovanni Corsi, comm. prof. ing. Lttgi Bellincioni, ed il segretario del con- siglio provinciale cav. uff. a v v. Italo Fossetti. Dopo una laboriosa discussione fu approvato fra le più cordiali acclamazioni ut, ordine del giorno che riassume l'ampio scambio di idee 0 che segna ha linea ai condotta da seguire di co- mune accordo allo seopo di presentare tal Governo la dotnaude delle due Atmninistraziorti intesa ad ottenere la concessione per la linea Livorno- Colleettivetti-Pontedera. Al termine dell'edutienza i livornesi cifri tono ai pisani un sontuoso rinfresco. D ipo la bufera questa raggio luminoso di sole per lo scambio oltre chè di idee, anche di simpatie, ci promette la intesa completa fra Livorno e Pisa, le due bine sorelle strette da tanti e tanti interessi. L' adunanza di downica ha seppellito molti ranceri; oro incombe ai maggiorenti il dovere, se n on vogliono con tinaiire la troppo triste pol fica, di eliminore le &lime diffidenze e di cementare cordialmente la il , finitiva e daratura alleanza con una operosa concordia e con una illuminata e lea l e i n te sa per il conseguimento dei comuni di, i tti e per il so,idisfacimento dei comuni bisogni. - - - I garibaldini a Marina di Pisa Domenica, come avevamo annunziato, i gari- bablini in numero di 46 si recarono a Marina per il loro banchetto annuale, accompagnati da una fanferina e da alcuni amici. Della bella schiera facevano parte: l'anziano dei garibaldini Cosimo Piccioli, il soldato dei mille RalliCri Vignolini, il cav. dott. Carlo Par- (tocchi, anima mite e franca. il prof. Cristofetti, Enrico Bardelli, Andrea Buoncristiaui, Senti Fia- schi, _Nada Brandini, Ranieri Vannucci, due Dell' Cheodarne, due Ruglioni, due Bargagma, tutti cuori generosi, e il gagliardo maestro di scherma Enrico Ruglioni, Fortunato Co venti già trombettiere instancabile e Daniele Saduin pronto sempre ai buoni combattimenti colla vecchia fede democratica, e Ranieri Martini, il duce della brigata, il più giovane ed il più operoso, ed un altro giovane Giuseppe Pegni, ed il rappresen- tante della valle del Serchio, della valle verde e tranquilla Florido Cotrozzi. Appena arrivati, si recarono a deporre una corona all'obelisco che ricorda Fdla foce dell'Aruo lo sbarco di Garibaldi. Alle 13 banchettarono da Castaldi alla e Stella Polare ». Beppino Cestaldi fu un trattore meraviglioso per i garibaldini che furono cosi contenti ed en- tusiasti da fargli un evviva Castaldi lo accolse con pincere e si disse onorato di accogliere ogni anno i soldati di Garibaldi che gli ricordaito sem- pre il suo caro babbo, combattente anch'esso e cospiratore per la patria. Renieri Martini, presidente della Fratellanza garibtildi ne, ricordò la giornata storica della presa di Catania e salutò i compagni con un agurio freterno ; poi lesse le adesioni ; quelle del dott. Igino Pardocchi che telegrafava ai com- pagni : ricordate che l'orgoglio della vostra vecchiaia è di aver combattuto con Garibaldi i; e quelle dei garibaldini entrar:. Pietro Cesare Benvenuti, di G Angiolo Dal Grande e di At- tilio Benedetti di Pontasserchio. Più tardi, nel pomeriggio arrivò a Marina il simpatico garibaldino Adolfo Valazzi che ai suoi fratelli d' armi presentò il figliuolo suo di ritorno delle Libia, tenente Carlo Valazzi dell'eroico li.° bereoglieri. Fu allora una lesta di saluti, di acclamazioni, di abbracciamenti. La tradizione garibaldina sfol- gorò sul nostro mare in una belln giornata di espansione fraterna : accanto ai vecchi combat- tenti per la redenzione d'Italia cui è conforto prima di chiudere gli occhi la visione di una patria armata e vincitrice per i suoi migliori destini, accanto ai militi gloriosi di Garibaldi si vide eretta la figura •iel simpatico, vigoroso, ar- dente ufficiale dell'Il ° bersaglieri che vicino al padre pareva consacrasse iti quel motnento la fnsione dei due periodi storici delle due guerre per la unità e per la civiltà ; e si ricordò col palpito più dolce queste forte garibaldinismo che si perpetua ; e Verri che grida avanti ai suoi infiatntnati garibaldini del mare, riassume e ri- ee ll ege P antica cella nuova epopea scintillante di tutti i ricordi più puri. CURIOSITÀ STORICHE VIII. DI alcuni Trattali minori sulle Terme pisane. Fra i Trattati numerosi, le Monografie, gli Opuscoli, le Notizie, anche in Enciclopedie, che sonosi in ogni tempo pubblicate sulle Terme Pisane non parati inopportuno di fare breve- mente perele di alcuni lavori messi in luce dopo I' opera classica del Cocchi. Non tu' indugerò intorno alle descrizioni, alle octizie scientifiche, su di esse che s' incontrano nelle Opere generali di Belneologia italiane e stra- niere, spesso incomplete, o ripiene di gravi errori, che pur troppo si vanno poi divulgando insciente- men te Della opinione di molti. Anzi per tal guisa si sono infiltriate nel pubblico idee del tutto con- trarie al vero come si leggono anche nel la Guida de- scrittiva e medica delle Acque minerali; ai Bagni di Italia dello Schivardi, che fu un tempo unica fra noi, ed ebbe perciò grande diffusioue, senza merito reale, e perfino P onore di varie cedi- zin i. Basti dire, che in essa rispetto ai nostri Bagni si afferma, senza altro, che il nome al Paese fu dato da una cappella esistente su un monticello coperto di olivi, dedicata a San Giuliano; mon- ticello ai cui piedi sgorgano le numerose sorgenti termali. Che in tempi assai remoti esistesse una Chiesa dedicata R San Giuliano, è ormai indubi- tato, ma è scomparsa da secoli, rimanendone, forse, qualche rudere. Di essa si hanno infatti notizie sicure fino dal nono secolo; però risulta chiaro che era situata sul territorio e nella Dio- cesi di Luccio sebbeue a quanto pare, Rulla pen- dice pisana, quindi in un punto più lontano, e , ben diverso da quello indicato dalla fantasia dello Schioardi. Il quale pure a capriccio chiama del Mezzodi il Gruppo balneare di Levante, e della Regina quello di Ponente. , Egli asserisce anche che la temperatura mas- siine, delle acque termali è di 39° nel primo Gruppo e di 24' nel secondo, mentre invece le temperature delle varie pollo vanno da 40,7 a 35 0 in ambedue i Gruppi. Nella descrizione poi , dei bagni parla di panche di legno, di gradinate l di ferro, e di altre particolarità, non esistite mai, oppure da secoli scomparse. Nè minori sono gli errori sulla descrizione del clima e del suolo, che certo non ha mai studiati, riò visitati; errori che ripete, anche , maggiori parlando dell' efficacia cnrativa delle tiostre acque termali, fitto a sostenere che le prove incontestabili dell' aseorhimeitto dei loro principi attivi sono dati sopratutto dalla loro azione diuretica e purgativa. Senza ragione alcuna le giudica puro cm- trarie ai notatici, agli scrofolosi, mentre poi ri- porta l'analisi chimica contraria a tali concetti, che rifece di esse nel 1851 il celebre prof. Piria dell' Università di Pisa, dimenticando quella più completa del prof. Orosi del 1875. Ritornando ai Trattati minori, tralascerò di dare notizia di quelli anteriori al Cocchi, quan- tunque meritevoli di considerazione, e sopra tutto quello di G. Faloppio (1556) medico ed anato- mico celebre, che fu lettore anche nello Studio pisano, e quello di Vidio Vidi, medico di Fran- cesco I Re di Francia, Professore mal Collegio reale di Parigi, e quindi per venti anni nell' Uni- versità di Pisa. Non posso passare neppure iu silenzio la descrizione delle nostre Terme nella grandiosa Opera : De Thermiis di Andrea Bocci (1571). Dei Trattati posteriori al classico del Cocchi, merita una parola quello del . prof. Giovanni Bianchi, noto sotto il pseudonimo di Janus Plancus (1757) dal il titolo: Trattato dei Bagni di Pisa posti a piè del Monte di S. Giuliano. Era questi uno stimato medico e naturalista, ehe insegnò anche anatomia nell' Università di Siena, e se il suo libro ebbe poca diffusione, non fu che mancasse di pregi, tua perchè venne dato in luce poco tempo dopo quello del Cocchi. Piaceini segnalare anche una lettera descrit- tiva sui nostri - Bagni, stampata nel 1826 a Bolo- gna, e dirotta al principe Enrico di Prussia dal valentissitno medico e filosofo Bolognese Giovanni Bianconi, che ebbe, delicatissime missioni politi- che a Corti estere, e spezie a Dresda, a Parigi, e che fu quindi Ministro residente alla Corte di Roma. A Lui si deve altresì una splendida accurata edizione, forse una delle migliori fra le tante, della Opera: De re medica di C. Gelso. Nella lettera sopra ricordata il Bianconi parla al principe di Prussia con grande entusiasmo Un certo 3Iang... o meglio, il Priore Aristo Manghi (non ho l'abitudine delle reticenza e mi piace mettere i nomi per intero) sciupa qualche volta, stampando articoletti su per i giornali, un po' di quel tempo prezioso che tanto più fru ttuosamente potrebbe dedicare alle ricerche erudite, per le quali davvero ha competenza e attitudine da tutti (e anche del sottoscritto), ri- conosciute e apprezzate. Comparve di recente un suo articolo sulla e Pinacoteca del Seminario» ; molto ortodosso in confronto alle Superiori Autorità, ma addirittura eretico in fatto d'Arte ; non valeva la pena di parlarne, nè intendevo uscire dal riserbo che in merito ad alcune questioni trattate in quell'ar- ticolo mi sono imposto. Ma ora c'è l'aggravante di un articolo successivo : Un Museo che scom- pare? dove a traverso molti altri interrogativi, e con strana disinvoltura, si arriva a conclusioni cosi stupefacenti, che il sottoscritto Direttore del Museo Civico, prima di scomparire. crede bene prendere la parola. Non che questo sia, per il Museo, necessario ; ne sta a guardia la cura e l'affetto di tutta la cittadinanza, ed è impossibile che l'Opera, Ente cittadino, voglia sul serio atten- tare alla sua integrità. Ma parlo, perchè nessuno abbia ad applicare il proverbio: chi tace, acconsente. * Fermiamoci un momento etiche sulla Pina- coteca del Seminario. Intanto, quel punto in terroge tivo del secondo articolo sarebbe stato più a posto in questo primo. Francamente, a chiamar Pinacoteca una stanza con una diecina di dipinti, ci vuole un discreto sforzo di itnmaginazione o molta facilità adula- tiva. Tanto più poi quando, di questi dipinti, pochissimi soltanto presentano importanza vai-a; e sono i frammenti di Simone Martini e di Francesco Traini; ossia, in sostanza, due opere, preziose, ma incomplete. Non voglio aprire polemica sul mancato de- posito di queste opere al Museo, malgrado i de- sideri e i pareri ripetutamente espressi dagli studiosi, (fra i più recenti, da Corredo Ricci e Pietro D' Achiardi), e malgrado antiche promesse. Può essere che in avvenire si renda opportuno il pubblicare la storia esatta delle trattative sino adesso invano condotte. Non ora, nè qui. Ciò che desta meraviglia grande e fa na- scere il desiderio della replica, è il sentir lodare da persona intelligente e colta, il modo col quale Si è creduto sciogliere la questione. delle nostre Terme, e della società distinta che allora le frequentava e soggiunge : e Le dante .genovesi vi vengono a respirare un poco di gliel- e l'aria allegra e serena.... e molti dei Forestieri, sanissimi, vi accorrono a divertirsi come è il solito dei bagni; e seggiunge: Io conosco fiorii bagni sia di Germania, che di Francia, e d' Italia ma non ne conosco cerano, che abbia l'aria più allegra di questo. Ora pur, troppo per le lunghe incurie del pas- sato di ciò non rimane in gran parte, che un ricordo storico. Merita infine un cenno la descrizione del prof. Francesco Vaccd dell' Università di Piste, nome notissimo, anche per il figlio Andrea che accrebbe la gloria del nonne paterno nella scienza. Scrisse Egli, che i Bagni di Mia erano di una reputazione senza confronto maggiore di tutti gli altri bagni di Toscana e d' Italia, conte l'aveano già goduta nei tempi molto remoti. Degli altri lavori più recenti, come quelli dell' Appolloni e del Torri non dirò, per ricordare I' Opera voluminosa del prof. Giovanni Ntstri, accurata, completa, e preziosa a consultarsi. Sa- rebbe anzi opportuna una seconda edizione di essa, essendo la prima esaurita, corredata però di note e di aggiunte, sopratutto nella parte ana- litica, medica e terapeutica, sfondandola da qualche punto superfluo. Certo si è che le nostre Terme meritano una nuova illustrazione completa dal lato chimico. fisico, bacterologico, fisiologico e medico-terapeu- tico secondo i moderni dettami della nuova Idro- logia scientifica. Bagni S. Ginli tuo, 27 agosto 1912. PROF. D. BARDUZZI. Le copie del pittore Manetti, usate a ricom- porre i polittici del Martini e del Traini sono buone e accurate ; la imitazione dell' antico è bene cercata nella tecnica e per quanto possibile, nello stesso sentimento delle figure; per quanto possibile, poiché credo che il Manetti da coscien- zioso artista qual', sia primo a ricenoscere che copie perfette di artisti come quelli, non si pos- sono fare, e che in genere, la copia non può mai identificarsi nè paragonarsi al suo originale. Ma non in questo, consiste il punto vero della questione: tenere in prossimità di parti originali di un dipinto, buone copie d'altre parti mancanti, può esser ben inteso. È invece, assenza assoluta e palese d' ogni più elementare senso di rispetto all' Arte, il frammischiare copie ed originali, in una ricomposizione di parata, con tanto serena indifferenza come se se si trattasse di rifare e rimettere a posto un pezzo nuovo a un mobile qualunque; e anche il modesto mobile qualunque, per niente che avesse valore d'antichità o d' arte, lo perderebbe, per il solo fatto dell' innesto di quel pezzo nuovo ! Questo non si chiama ricomporre dipinti, ma falsarli; così si sorprende e si guasta il gustli del pubblico grosso, che vede confusi, come fos- sero cosa pari, originali e copie; così ai profana per gli amatoti e gli studiosi, l' opera insigne del- l' emulo di Giotto e quella del maggior pittore dì Pisa, disturbandone l' impressione e l'esame, con la frammista opera del copiatore. Cento volte meglio l' anteriore sincerità dello smenabraineuto, poichè ben altra era ed è la ricomposizione in- vocata. La pretesa soluzione dunque, non solo non risolve, mit anzi rende più viva che mai la questione, peggiorando evidentemente e grande- mente, del lato artistico, lo stato delle cose. * e * E veniamo al e Museo che scompare». Secondo l'articolista, l'Opera, non ancora compiuti i due anni da quando volle in forma solenne ratificare e rinnovare il contratto di Deposito degli oggetti d'Arte di sua proprietà nel Museo Civico, per la migliore conservazione di quelli oggetti e per il maggiore abbellimento del Museo Cittadino. (pa- role testuali), intende ritirarli, e ciò per costi- tuire un Museo dell'Opera, distruggendo così quello Civico; perchè l'articolista medesimo con- viene che per questo si prepara una Vera dinti- natio capitis, e vivamente se ne rallegra Par di sognare pensando che è un Pisano che scrive! E vero che questo Museo nuovo dovrà essere Per 1' Illthultà del Alio Civico -, Sle'sg9.1iiiillli~ertlè" ,O, "'`.7"SrO•S'.'"."•"••:-.', 5 7.:lt'giS'ee'-'•' , "InffIéE19

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Num. 35. • .Pisa, Domenica 1 Settembre 1912. P*.ANNO ea..A.

Il Ponte di Pisa

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GIORNALE POLITICO AMMINISTRATIVO DELLA CITTÀ E PROVINCIA

PUBBLICITÀ: per avvisi rèclame in prima pagina L. 3; in seconda L. 1,50;in terza L. 1.00; in quatta L. 0,50 per ogni linea o spazio di linea (Pag. ant.).

Per avvisi finanziari, industriali, commerciali; per inserzioni; per necrologie perrèclame in cronaca, diffide, comunicati, ecc. ecc. prezzi da contrattarsi.

i ABBONAMENTI: per un;butto lire 5: per lin tomestre lire 3. Per abbonarsimbasta andare una cartolina vaglia all' tunministrazione del Ponte di Pisa.

Uffici di lledaeione P Amministrazione: Via Giosnè Carducci, n. 9, Pisa. Si pubblica la Domenica c'e-Atee cecre-nrstax-ete, esere»rea assa. soecesttee

lopt.Mentre si propaga e si diffonde la voce di possibili intese fral'Italia e la Tuichia por una sistemazione pacificai, ferventi a•ca-niti i preparativi per la guerra ; i turco-arabi Elli n/leali:IO Dorma epromettono un grande attacco, mentre gli italiani si concentranoin nn fortissimo nucleo di ventimila ed aspettano il nemico perdargli l'amara lezione.

Intanto gli Stati balcanici sono ancora in movimento minac-cioso. Montenegro, Bulgaria e Serbia minacciano la guerra controla Turchia; ne pare arreatarsi la rivoluzione in Albania.

Ma Turchia à grande: alle M isede che ha toccato dagli ita-liani risponde colle spiritose invenzioni di fatti darmi nei qualiha brillato il suo valore; e la fughe, lo pietose e ViiiSSil/20 fugheChe denotano la mancanza di ogni resistenza e di ogni coraggio,aono decantate come colpi di strategia in nome della viltà.

Si farà la pace; ma sulla bilancia han già messo i turchiquesta fardello di odiosità o di insidie che ì veramente ripugnante.

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L'adunanza di Livornoper !a Collesalvetti-Pontedera

Domenica si riunirono a Livorno negli ufficidella Deputazione provinciale on. avv. DarioCassuto,Pon. san. Da Istrderel e il cotnni. GiuseppeMalenchini, rispettivamente presidente e vice-pre-sidente del Consiglio Provinciale, il corone Arnil-ettre Galeotti, presidente della Depuzione Provin-ciale, il comm. nvv. Agostitio Aaselrni, il ea valierull. Francesco Dalmazzoni, il cav. dott. CesareV•ltencoli e il megretario del Consiglio Provin-ciale cav. avv. Lattee, tutti di Livorno; e poidi Pisa i eignori: prof. sen. colline FrancescoOrini Baroni, presidente del Consiglio Provin-ciale, il vire preeidente comm. avv. Cesnre Pie-ritti, conte dottor Fabio Guidi, presidente 41e:laDeputazioee Provinsiele, e i deputati provincialicomm. av. v. Giovanni Baci, comm. avv. Guariti°Mugnai, cav. ing. Giovanni Corsi, comm. prof.ing. Lttgi Bellincioni, ed il segretario del con-siglio provinciale cav. uff. a v v. Italo Fossetti.

Dopo una laboriosa discussione fu approvatofra le più cordiali acclamazioni ut, ordine delgiorno che riassume l'ampio scambio di idee 0che segna ha linea ai condotta da seguire di co-mune accordo allo seopo di presentare tal Governola dotnaude delle due Atmninistraziorti intesa adottenere la concessione per la linea Livorno-Colleettivetti-Pontedera.

Al termine dell'edutienza i livornesi cifri tonoai pisani un sontuoso rinfresco.

D ipo la bufera questa raggio luminoso di soleper lo scambio oltre chè di idee, anche di simpatie,ci promette la intesa completa fra Livorno e Pisa,le due bine sorelle strette da tanti e tanti interessi.

L' adunanza di downica ha seppellito moltiranceri; oro incombe ai maggiorenti il dovere, senon vogliono con tinaiire la troppo triste pol fica,di eliminore le &lime diffidenze e di cementarecordialmente la il , finitiva e daratura alleanza conuna operosa concordia e con una illuminata elea le i n tesa per il conseguimento dei comuni di, i ttie per il so,idisfacimento dei comuni bisogni.

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I garibaldini a Marina di PisaDomenica, come avevamo annunziato, i gari-

bablini in numero di 46 si recarono a Marinaper il loro banchetto annuale, accompagnati dauna fanferina e da alcuni amici.

Della bella schiera facevano parte: l'anzianodei garibaldini Cosimo Piccioli, il soldato deimille RalliCri Vignolini, il cav. dott. Carlo Par-(tocchi, anima mite e franca. il prof. Cristofetti,Enrico Bardelli, Andrea Buoncristiaui, Senti Fia-schi, _Nada Brandini, Ranieri Vannucci, dueDell' Cheodarne, due Ruglioni, due Bargagma,tutti cuori generosi, e il gagliardo maestro discherma Enrico Ruglioni, Fortunato Co venti giàtrombettiere instancabile e Daniele Saduin prontosempre ai buoni combattimenti colla vecchia fededemocratica, e Ranieri Martini, il duce della

brigata, il più giovane ed il più operoso, ed unaltro giovane Giuseppe Pegni, ed il rappresen-tante della valle del Serchio, della valle verde e

tranquilla Florido Cotrozzi.Appena arrivati, si recarono a deporre una

corona all'obelisco che ricorda Fdla foce dell'Aruolo sbarco di Garibaldi. Alle 13 banchettarono daCastaldi alla e Stella Polare ».

Beppino Cestaldi fu un trattore meravigliosoper i garibaldini che furono cosi contenti ed en-

tusiasti da fargli un evviva Castaldi lo accolsecon pincere e si disse onorato di accogliere ognianno i soldati di Garibaldi che gli ricordaito sem-

pre il suo caro babbo, combattente anch'esso e

cospiratore per la patria.

Renieri Martini, presidente della Fratellanzagaribtildi ne, ricordò la giornata storica dellapresa di Catania e salutò i compagni con unagurio freterno ; poi lesse le adesioni ; quelle deldott. Igino Pardocchi che telegrafava ai com-pagni : ricordate che l'orgoglio della vostravecchiaia è di aver combattuto con Garibaldi i;e quelle dei garibaldini entrar:. Pietro CesareBenvenuti, di G Angiolo Dal Grande e di At-tilio Benedetti di Pontasserchio.

Più tardi, nel pomeriggio arrivò a Marina ilsimpatico garibaldino Adolfo Valazzi che ai suoifratelli d' armi presentò il figliuolo suo di ritornodelle Libia, tenente Carlo Valazzi dell'eroico li.°bereoglieri.

Fu allora una lesta di saluti, di acclamazioni,di abbracciamenti. La tradizione garibaldina sfol-gorò sul nostro mare in una belln giornata diespansione fraterna : accanto ai vecchi combat-tenti per la redenzione d'Italia cui è confortoprima di chiudere gli occhi la visione di unapatria armata e vincitrice per i suoi miglioridestini, accanto ai militi gloriosi di Garibaldi sivide eretta la figura •iel simpatico, vigoroso, ar-dente ufficiale dell'Il ° bersaglieri che vicino alpadre pareva consacrasse iti quel motnento lafnsione dei due periodi storici delle due guerreper la unità e per la civiltà ; e si ricordò colpalpito più dolce queste forte garibaldinismo chesi perpetua ; e Verri che grida avanti ai suoiinfiatntnati garibaldini del mare, riassume e ri-ee ll ege P antica cella nuova epopea scintillantedi tutti i ricordi più puri.

CURIOSITÀ STORICHEVIII.

DI alcuni Trattali minori sulle Terme pisane.

Fra i Trattati numerosi, le Monografie, gliOpuscoli, le Notizie, anche in Enciclopedie, chesonosi in ogni tempo pubblicate sulle TermePisane non parati inopportuno di fare breve-mente perele di alcuni lavori messi in luce dopoI' opera classica del Cocchi.

Non tu' indugerò intorno alle descrizioni, alleoctizie scientifiche, su di esse che s' incontranonelle Opere generali di Belneologia italiane e stra-niere, spesso incomplete, o ripiene di gravi errori,che pur troppo si vanno poi divulgando insciente-men te Della opinione di molti. Anzi per tal guisa sisono infiltriate nel pubblico idee del tutto con-trarie al vero come si leggono anche nel la Guida de-scrittiva e medica delle Acque minerali; ai Bagnidi Italia dello Schivardi, che fu un tempo unicafra noi, ed ebbe perciò grande diffusioue, senzamerito reale, e perfino P onore di varie cedi-zin i.

Basti dire, che in essa rispetto ai nostri Bagnisi afferma, senza altro, che il nome al Paese fudato da una cappella esistente su un monticellocoperto di olivi, dedicata a San Giuliano; mon-ticello ai cui piedi sgorgano le numerose sorgentitermali. Che in tempi assai remoti esistesse unaChiesa dedicata R San Giuliano, è ormai indubi-tato, ma è scomparsa da secoli, rimanendone,forse, qualche rudere. Di essa si hanno infattinotizie sicure fino dal nono secolo; però risultachiaro che era situata sul territorio e nella Dio-cesi di Luccio sebbeue a quanto pare, Rulla pen-dice pisana, quindi in un punto più lontano, e

, ben diverso da quello indicato dalla fantasia delloSchioardi. Il quale pure a capriccio chiama delMezzodi il Gruppo balneare di Levante, e dellaRegina quello di Ponente.

, Egli asserisce anche che la temperatura mas-• siine, delle acque termali è di 39° nel primo

Gruppo e di 24' nel secondo, mentre invece letemperature delle varie pollo vanno da 40,7 a

350 in ambedue i Gruppi. Nella descrizione poi, dei bagni parla di panche di legno, di gradinatel di ferro, e di altre particolarità, non esistite

mai, oppure da secoli scomparse.Nè minori sono gli errori sulla descrizione

del clima e del suolo, che certo non ha maistudiati, riò visitati; errori che ripete, anche

, maggiori parlando dell' efficacia cnrativa delletiostre acque termali, fitto a sostenere che leprove incontestabili dell' aseorhimeitto dei loroprincipi attivi sono dati sopratutto dalla loroazione diuretica e purgativa.

Senza ragione alcuna le giudica puro cm-trarie ai notatici, agli scrofolosi, mentre poi ri-porta l'analisi chimica contraria a tali concetti,che rifece di esse nel 1851 il celebre prof. Piria

dell' Università di Pisa, dimenticando quella piùcompleta del prof. Orosi del 1875.

Ritornando ai Trattati minori, tralascerò didare notizia di quelli anteriori al Cocchi, quan-tunque meritevoli di considerazione, e sopra tuttoquello di G. Faloppio (1556) medico ed anato-mico celebre, che fu lettore anche nello Studiopisano, e quello di Vidio Vidi, medico di Fran-cesco I Re di Francia, Professore mal Collegioreale di Parigi, e quindi per venti anni nell' Uni-versità di Pisa.

Non posso passare neppure iu silenzio ladescrizione delle nostre Terme nella grandiosaOpera : De Thermiis di Andrea Bocci (1571).

Dei Trattati posteriori al classico del Cocchi,merita una parola quello del . prof. GiovanniBianchi, noto sotto il pseudonimo di JanusPlancus (1757) dal il titolo: Trattato dei Bagnidi Pisa posti a piè del Monte di S. Giuliano.

Era questi uno stimato medico e naturalista,ehe insegnò anche anatomia nell' Università diSiena, e se il suo libro ebbe poca diffusione, nonfu che mancasse di pregi, tua perchè venne datoin luce poco tempo dopo quello del Cocchi.

Piaceini segnalare anche una lettera descrit-tiva sui nostri - Bagni, stampata nel 1826 a Bolo-gna, e dirotta al principe Enrico di Prussia dalvalentissitno medico e filosofo Bolognese GiovanniBianconi, che ebbe, delicatissime missioni politi-che a Corti estere, e spezie a Dresda, a Parigi,e che fu quindi Ministro residente alla Cortedi Roma. A Lui si deve altresì una splendidaaccurata edizione, forse una delle migliori frale tante, della Opera: De re medica di C. Gelso.

Nella lettera sopra ricordata il Bianconi parlaal principe di Prussia con grande entusiasmo

Un certo 3Iang... o meglio, il Priore AristoManghi (non ho l'abitudine delle reticenza e mipiace mettere i nomi per intero) sciupa qualchevolta, stampando articoletti su per i giornali,un po' di quel tempo prezioso che tanto piùfru ttuosamente potrebbe dedicare alle ricercheerudite, per le quali davvero ha competenza eattitudine da tutti (e anche del sottoscritto), ri-conosciute e apprezzate.

Comparve di recente un suo articolo sullae Pinacoteca del Seminario» ; molto ortodosso inconfronto alle Superiori Autorità, ma addiritturaeretico in fatto d'Arte ; non valeva la pena diparlarne, nè intendevo uscire dal riserbo che inmerito ad alcune questioni trattate in quell'ar-ticolo mi sono imposto. Ma ora c'è l'aggravantedi un articolo successivo : Un Museo che scom-pare? dove a traverso molti altri interrogativi,e con strana disinvoltura, si arriva a conclusionicosi stupefacenti, che il sottoscritto Direttore delMuseo Civico, prima di scomparire. crede beneprendere la parola. Non che questo sia, per ilMuseo, necessario ; ne sta a guardia la cura el'affetto di tutta la cittadinanza, ed è impossibileche l'Opera, Ente cittadino, voglia sul serio atten-tare alla sua integrità. Ma parlo, perchè nessunoabbia ad applicare il proverbio: chi tace, acconsente.

*Fermiamoci un momento etiche sulla Pina-

coteca del Seminario.Intanto, quel punto in terroge tivo del secondo

articolo sarebbe stato più a posto in questo primo.Francamente, a chiamar Pinacoteca una stanzacon una diecina di dipinti, ci vuole un discretosforzo di itnmaginazione o molta facilità adula-tiva. Tanto più poi quando, di questi dipinti,pochissimi soltanto presentano importanza vai-a;e sono i frammenti di Simone Martini e diFrancesco Traini; ossia, in sostanza, due opere,preziose, ma incomplete.

Non voglio aprire polemica sul mancato de-posito di queste opere al Museo, malgrado i de-sideri e i pareri ripetutamente espressi daglistudiosi, (fra i più recenti, da Corredo Ricci ePietro D' Achiardi), e malgrado antiche promesse.Può essere che in avvenire si renda opportunoil pubblicare la storia esatta delle trattativesino adesso invano condotte. Non ora, nè qui.

Ciò che desta meraviglia grande e fa na-scere il desiderio della replica, è il sentir lodareda persona intelligente e colta, il modo col qualeSi è creduto sciogliere la questione.

delle nostre Terme, e della società distinta cheallora le frequentava e soggiunge : e Le dante.genovesi vi vengono a respirare un poco di gliel-e l'aria allegra e serena.... e molti dei Forestieri,sanissimi, vi accorrono a divertirsi come è ilsolito dei bagni; e seggiunge: Io conosco fioriibagni sia di Germania, che di Francia, e d' Italiama non ne conosco cerano, che abbia l'aria piùallegra di questo.

Ora pur, troppo per le lunghe incurie del pas-sato di ciò non rimane in gran parte, che unricordo storico.

Merita infine un cenno la descrizione delprof. Francesco Vaccd dell' Università di Piste,nome notissimo, anche per il figlio Andrea cheaccrebbe la gloria del nonne paterno nella scienza.

Scrisse Egli, che i Bagni di Mia erano diuna reputazione senza confronto maggiore di tuttigli altri bagni di Toscana e d' Italia, conte l'aveanogià goduta nei tempi molto remoti.

Degli altri lavori più recenti, come quellidell' Appolloni e del Torri non dirò, per ricordareI' Opera voluminosa del prof. Giovanni Ntstri,accurata, completa, e preziosa a consultarsi. Sa-rebbe anzi opportuna una seconda edizione diessa, essendo la prima esaurita, corredata peròdi note e di aggiunte, sopratutto nella parte ana-litica, medica e terapeutica, sfondandola da qualchepunto superfluo.

Certo si è che le nostre Terme meritano unanuova illustrazione completa dal lato chimico.fisico, bacterologico, fisiologico e medico-terapeu-tico secondo i moderni dettami della nuova Idro-logia scientifica.

Bagni S. Ginli tuo, 27 agosto 1912.PROF. D. BARDUZZI.

Le copie del pittore Manetti, usate a ricom-porre i polittici del Martini e del Traini sonobuone e accurate ; la imitazione dell' antico èbene cercata nella tecnica e per quanto possibile,nello stesso sentimento delle figure; per quantopossibile, poiché credo che il Manetti da coscien-zioso artista qual', sia primo a ricenoscere checopie perfette di artisti come quelli, non si pos-sono fare, e che in genere, la copia non può maiidentificarsi nè paragonarsi al suo originale.

Ma non in questo, consiste il punto vero dellaquestione: tenere in prossimità di parti originalidi un dipinto, buone copie d'altre parti mancanti,può esser ben inteso. È invece, assenza assolutae palese d' ogni più elementare senso di rispettoall' Arte, il frammischiare copie ed originali, inuna ricomposizione di parata, con tanto serenaindifferenza come se se si trattasse di rifare erimettere a posto un pezzo nuovo a un mobilequalunque; e anche il modesto mobile qualunque,per niente che avesse valore d'antichità o d' arte,lo perderebbe, per il solo fatto dell' innesto diquel pezzo nuovo !

Questo non si chiama ricomporre dipinti, mafalsarli; così si sorprende e si guasta il gustlidel pubblico grosso, che vede confusi, come fos-sero cosa pari, originali e copie; così ai profanaper gli amatoti e gli studiosi, l' opera insigne del-l' emulo di Giotto e quella del maggior pittore dìPisa, disturbandone l' impressione e l'esame, conla frammista opera del copiatore. Cento voltemeglio l' anteriore sincerità dello smenabraineuto,poichè ben altra era ed è la ricomposizione in-vocata. La pretesa soluzione dunque, non solonon risolve, mit anzi rende più viva che mai laquestione, peggiorando evidentemente e grande-mente, del lato artistico, lo stato delle cose.

* e *E veniamo al e Museo che scompare». Secondo

l'articolista, l'Opera, non ancora compiuti i dueanni da quando volle in forma solenne ratificaree rinnovare il contratto di Deposito degli oggettid'Arte di sua proprietà nel Museo Civico, perla migliore conservazione di quelli oggetti e per ilmaggiore abbellimento del Museo Cittadino. (pa-role testuali), intende ritirarli, e ciò per costi-tuire un Museo dell'Opera, distruggendo cosìquello Civico; perchè l'articolista medesimo con-viene che per questo si prepara una Vera dinti-natio capitis, e vivamente se ne rallegra Par disognare pensando che è un Pisano che scrive!

E vero che questo Museo nuovo dovrà essere

Per 1' Illthultà del Alio Civico

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centro fecondo di tudii e di educazione sto-rica ed estetica per innumerevoli visitatori • . Maa questo identico scopo, sia lecito ricordarlo, hamirato la Rappresentanza Civica, istituendo ap-punto il vecchio Museo e spendendo per essosomme non indifferenti e assidue premure ; sem-pre a questo scopo, ha mirato la Direzione, colSupino che sapienteinente curò l' ordivatnentodel Museo da tutti lodato, col Siwoneschi che loaccrebbe di nuovi depositi dall'Opera stessa ot-tenuti, e anche, per quanto ha potuto, col sotto-scritto, che lo dotava di una Biblioteca artistica,tutt'ora iu formazioue, ma già ricca e importante.E all' incremento dell' Istituto, miravano queimolti Enti e privati che non senza sacrifizio loarricchivano di doni e depositi. Non si vedechiaro, né perché, nè con quale criterio di oppor-tunità questo lungo e non lieve lavoro, questosforzo amoroso della Città per il suo patrimonioartistico, proprio mentre comincia a dar frutto,debba essere annieutato e disfatto, sia pure peressere ricominciato altrove.

Meno assai si comprende che cosa in questoarmeggio del nuovo Museo, abbia a guadagnareI l'interesse del pubblico e la cultura che è pa-trimonio comune ». Vi guadagneranno, come dicel'articolista, tle opere d'Arte, perché seppellite orain un Museo lontano dal loro luogo d'origiue edalla destinazione primitiva, è necessario unosforzo mentale per riviverle idealmente ?»; nodavvero; questa è nel nostro caso, pura retorica,perchè del numeroso elenco di oggetti di pro-prietà dell'Opera, p och i si mi hanno direttaattinenza con la Storia del Duomo ; quasi tuttele tavole o tele, e per intiero la raccoltadello Zucchetti, provengono dalle più disparateparti ; Chiese, Conventi soppressi etc., che conl'Opera non hanno mai avuto nieute a che fare.Se davvero ai luoghi d'origine si dovesse o po-tesse riportare la suppellettile de' Musei, quelloin gestazione dell'Opera, neppure avrebbe iltempo d'essere; d'altronde poi si parla di salenuove per accogliere tanta suppellettile ; e alloraevidentemente, agli effetti dello • sforzo men-tale » tanto posso» valere le sale vecchie.

Si accenna a necessità di « migliore ordina-mento »; ma è chiaro che tutte le raccolte d'artehanno tanto maggior valore quanto più ricchedi oggetti e quanto più vicine a quella organi-cità d'insieme che permetta loro di dare la vi-sione complessa di un periodo o di una scuolad' arte. Sostenere come fa il Manghi, che dimez-zare un Museo e frazionarne il materiale abbiaad essere avviamento a un ordinamento migliore,ecco davvero una cosa che richiede parecchio

sforzo m t-en..a.eI fanatici dell' accentratnento vanno scompa-

rendo »; si, ma quando il decentramento è giu-stificato da quelle ragioni che qui abbiamo vistomancare ; e proprio da poco, si nota dovunque(a San Gimignano, a Volterra, a Prato), un fio-rire di Musei Municipali, ove si raccoglie a garaquanto può ancora salvarsi di ricordi storico- arti-stici; e l'ultimo progetto fiorentino, da tutti lodato,non è quello di riunire la parte antica dell' Ac-cademia agli Uffizii, per farne un tutto più or-ganico ? Quello che va scomparen lo realmente, èil pregiudizio romantico che i Musei sieuo leprigioni dell'Arte secondo una frase importatae subito e senza critica accolta dell' infinito nu-mero degli esteti dilettanti. I Musei hanno reso

e rendono grandi servigi alla coltura, malgradoqualche errore e qualche esagerazione del pas-sato ; e non bisogna giudicare questioni tantogravi, con tanta leggerezza.

Ma gli enti pubblici, prosegue l'articolista,capaci di offrire le migliori garanzie di sicurezza

e di conservazione gelosa, devono rivendicare asè la custodia degli oggetti di loro proprietà».Qui era proprio il caso di mettere uno, e il piùgiustificato, dei tanti interrogati disseminati nel-

'.articolo.Corne infatti applicare queste parole all'Opera

della Primaziale, che non ha provveduto ancoraa un catalogo del suo materiale di Camposanto,che da anni lo lascia giacere in disordine, am-massando e dimenticando in un magazzino og-getti di pregio ? L' Opera che ha lasciato rovi-nare e disperdere senza darsene alcun pensiero,la ricchezza del suo antico Archivio Musicale,l'Opera che nella recente occasione di furto nelmal custodito Duomo, non ha potuto mostrareun esatto inventario delle cose preziose nelDuomo stesso raccolte ?

Colpe di tempi, di circostanze, di caso; ionon voglio indagare nè sapere ; certo, non argo-menti che appoggino la tesi delle t migliori ga-rauzie di sicurezza e di conservazione .; e nep-pure quella di un « migliore ordinamento delmateriale ».

Nè tutto questo avrei ricordato, se il troppozelo dell'articolista di • un Museo che scomparenon me ne avesse fatta per forza ricomparir lamemoria.

L'Opera provveda ad esporre il suo Tesoro;ecco una iniziativa veramente lodevole; da anni siaspetta; da anni, bellissimi paramenti, arredi pre-ziosi, stanno chiusi e nascosti negli armadi delleSagrestie; qui veramente si tratta di oggetticollegati alla Storia dell'Opera, poichè si hanuo

doni di Arcivescovi, e lavori per l'Opera stessaespressamente eseguiti. La istituzione del Tesorodell'Opera può dar decoro a quell'Istituto senzatoglierne al Civico Museo e risponde a un cri-terio logico e anche a un rispettabile sentimentodi amor proprio, senza cadere nella ingiustificatamegalomania del Museo nuovo.

Non certo per la gloriola delle persone, comedice il Manghi; e chi mai lo suppone ? Ma nep-pure per quella del proprio nome, si può giusti-ficare che i singoli Istituti pretendano con stranaesaltazione mettersi fuori e in contrapposto allaCittà.

Perché al di sopra di tutte le gloriole parti-colari, c' è, e deve esserci, Pisa nostra; e Pisanon vuole veder distrutto il suo principale pernon dire unico Istituto d'Arte.

A. Bellini- Pietri.

TESTE e TASTILa Mostra d' arte a Montecatini.

Domenica scorsa si inaugurò la IV Mostra d'arte

ai Bagni di Montecatini con un discorso smagliante di

S. E. il sotto-3egretario alla P. I. on. Vicini.

Assistevano alla inaugurazione le notabilità di

Lucca e di Montecatini, il Ministro on. Tedesco, ar-

tisti, pubblicisti, ed uomini politici in gran numero

colla colonia purgante più eletta ; e tutti, soddisfatti

della bellezza della Mostra, si rallegrarono coli' illustre

ideatore ed organizzatore di queste Esposizioni, l'ar-

chitetto cav. prof. Giulio Bernardini che è il Nume

tutelare della prima stazione di bagni in Italia per la

genialità delle opere compiute, per l' indirizzo artisticoche ha dato a tutti gli edificii di Montecatini e per

la vivacità colla quale corrisponde all'attuazione del

suo splendido programma di rinnovamento edilizio edi risanamento moderno.

Vice-segretario a Chiusi.

L' amico avv. Niccola Passetti-Da Settimo, figlio

del vecchio ed ottimo amico Tonino del pian di Pisa,ha vinto il concorso al posto di vice-segretario al Co-

mune di Chiusi in provincia di Siena.

L'altra sera a Viareggio per festeggiare la vit-

toria del concorso e per augurargli una splendida car-

riera, gli amici del pian di Pisa avv. Gino Guelfi,

Corrado Viegi, Pilade Ciampi, Federigo Silvi ed altri

offrirono all' avv. Passerti un rinfresco che fu allietato

dai brindisi più affettuosi.

Fidanzati.

Il dott. Emilio Orsi -Battaglini, giovane distintis-simo e medico coltissimo, figlio dell' ottimo amicocav. Gualtiero Battaglini, attualmente tenente medico

all' Ospedale di Livorno, si è fidanzato colla bella,gentile e colta signorina Maria Lolly Spadolini, figliadel cav. rag. Spadolini di Firenze.

Tutti gli amici, e sono in gran numero ed affet-tuosi, mandano insieme al « Ponte di Pisa i ralle-gramenti più schietti e gli augurii più fervidi aifidanzati felici di sì dolce promessa d' amore.

A Tripoli.

Il signor Luigi Papi vice-brigadiere al nostro Ufficio

centrale della Posta è stato trasferito all' Ufficio diTripoli dove si recherà in missione straordinaria.

Il Papi era già in Libia fin dal principio dellaoccupazione; si ammalò e fu rimandato in Italia; ora

sta bene, e torna a riprendere il suo posto.

n,I biscotti Guelfi.

Sono i dolci più gustosi di questa stagione mite

per il clima e propizia alle scampagnate.

Io dico sempre agli amici miei : non dimenticate

di portar con voi per il desinare o per la refezione in

campagna il pacchetto dei biscotti Guelfii un piccolo

assortimento dei deliziosi biscotti che superano in de-

licatezza qualunque altro dolce e che sono il comple-

mento della mensa più appetitosa. Non dimenticate

mai i biscotti Guelfi che sono la gioia e la salute dei

bambini e che rappresentano oltre che un dolce di

squisita fattura, un nutrimento di incomparabile efficacia.

Ospiti illustri.

Sono nostri ospiti, ed albergano al Nettuno, Lord

Carmaroon ed il colonnello Harris dell' esercito inglese.

La gita dell'Orfanotrofio Maschile a Viareggio.

Domenica passata i ragazzi del nostro R. Orfano-

trofio Maschile, si recarono, come già annunziai, a

Viareggio invitati dal Presidente cav. uff. Pietro Fe-

roci, il quale provvide anche alle spese di trasposto.Appena giunti il Presidente e il Direttore cav.

Fascetti si recarono a ossequiare il R. Commissarioconte Lalli, che invitò l' Orfanotrofio a prender parte

alla dimostrazione che la città di Viareggio fece al-

l'artivo di due suoi tigli reduci dai Dardanelli.

La giornata poi trascorse benissimo e dopo il ba-gno e la refezione fu fatta una bella gita in pineta.

Anche il sig. Guglielmo Pitigliani, consigliere del-

l'Orfanotrofio, accompagnò per tutto il giorno i ra-

gazzi insieme al Presidente e al Direttore.

N\

IL prof. Burci ristabilito.

Domenica dalla Porretta dove fu trattenuto dal

tragico incidente automobilistico, Domenica scorsa il

prof. Enrico Burci è ritornato a Firenze completamente

ristabilito. Poi è partito per Santa Margherita.

Tutti gli augurii più caldi degli amici di Pisa che

lo hanno seguito sempre fra le trepidazioni, ora si

indirizzano al prof. Burci e gli riaffermano fra i ricordi

più dolci l'antica, reverente ed affettuosa amicizia.

a,Al Prefetto Cioja.Al conte Cioja prefetto di Firenze ed alla sua

gentilissima consorte contessa Adele Cavagnari Vau-

train, mando le condoglianze profonde e sincere per

la morte della loro rispettiva suocera e madre nobile

Giulia Cavagnari Vautrain, donna di squisiti sentimenti,ardente di forte patriottismo, esemplare in tutte le

virtù muliebri.

1'As.i

Condoglianze.Le mando sincere e affettuose all'amico signor Gio-

vanni Ricci, contabile all' Ufficio telegrafico di Pisa,

per la morte del suo padre adorato.

I versi.

Sono di Zigornar, dedicati a V.. G... e dicono :Vorrei.

Io vorrei ritornasse un giorno, un' ora,

del nostro amor passato, e del gioireche il povero mio cor invoca ancora.

Quel di, quell'ora, amarti e poi morire...

E morire vicino ai tuoi ginocchi,

rinnovandoti in coi - l' antica storia,

parlandoti del di che i tuoi begli occhi

turbaronmi per sempre la memoria'

?4,L' effemeride storica.

Nasce (1834) a Paderno Cremonese Amilcare Pon-

chielli, compositore insigne. Moli a Milano il 17 Gen-

naio 1886. L'opera sua più popolare è la Gioconda.

,>g

I proverbi.

Di Settembre la notte e il dì contende. — Col

mutar paese non si muta cervello.

N\Incastro.

Se centra lati tuo fosse sincero,Quanto sana dell'alma mia l' intero !

Spiegazione della precedente bizzaria a pompa :FO - COLAR - E.

Per finire.— Perché non fumate più ?— Per economia! Nel caffè che io frequento, si

fuma tanto, che io posso aspirare il fumo degli altri.

L.

Oemem~+~~444.:~~tiQt44G44‘;014

Amaro inauperabitedella Premiata Distilleria di Ripafratta

ii,Q,~tt‘a-,setif‘e-~».-;;re›....t4Cete44C4ie:e:is»

Cronaca VenatoriaL' anno venatorio si è male iniziato, perché

è venuto a mancare il soggetto principale: laselveggina. Ma non per questo i cacciatori siperdono di coraggio e in mancanza di sparare aiselvatici, ne sparano.... di tutte le dimensioni edi tutti i colori.

Dagli armaioli si tiene circolo, tutti vi dànnola capatina per le notizie della giornata, maqueste sono sconfertaeti; e i cacciatori si conso-lano a vicenda raccontando imprese e avventurepassate, ingigantite dalla fentasie e così benemesse che il narratore a forza di ripeterle finiscesempre per convincersi della realtà di quello cheracconta. Batte il record l'amico Nando Campetti,il quale ha sempre pronto il fatterello più pic-cante di quello che possono raccontare i frequen-tatori del suo negozio.

Le discussioni si fanno calorose, ognuno metteinnanzi le sue opinioni e sputa sentenze a destrae a manca, specialmente se viene stuzzicato sulgenere di caccia preferito.

Fantoni, chioccolatore accanito ed esperto, nonfa che parlare dei suoi merli e delle sue cacciate.

Il Guidi magnifica le stragi dei germani nellelame di Tombolo.

Gianni Martelli, dai garretti di ferro e daimuscoli di acciaio, si ecialista per le caccie algottono, benchè sia il più fortunato della brigata,contando già al suo attivo una cinquantina diquaglie e buon numero di starne uccise in Ma-remma, ama in questo momento di crisi venatoriafantasticare sulle sue future imprese primaverili,lungo il quieto corso del Serchio pescando dinotte con la bilancia insieme ai suoi amici.

E tra questi tiene il primo posto AristideGotti, il più vecchio e il più brioso della nostrabrigata, fonte inesauribile di proverbi venatori,che ha sempre preparati gli aneddoti più svariati.E ne può contare davvero un'infinità perché egliè un veterano.... di caccia da penna e da pelo.

Più calmo e più sereno è il prof. Mario Mar-chionneschi, che ha lasciato la rumorosa Roma,per contentarsi di qualche modesta cacciata alleallodole alla scappata.

Beppe Lupi sogna stragi di beccaccini, di redi quaglie e di..... tuffetti.

L' ilig. Marradi, il maestro dell' aucupio, edesperto esploratore di Tombolo, discute volen-tieri con gli amici trettando, dirò così. la teoriadella scienza venatoria mentre adotta, per proprioconto la più pura pratica acquistata in tantianni di esercizio di caccia.

Per terminare, chè la lista non finirebbe più,l'arguto Carlini che sa sempre infondere il più seriobuonumore anche quando l'assoluta inniiCAIIZR diselvaggina ci fa annoiati e pensierosi.

Ma intanto I' apertura è passata, e i filosofinembrotti non si lamentano delle misere cacciate.Passato agosto.... deve pur venir l' ottobre! e lepiù rosee speranze fanno dimenticare il guaiopresente, e dopo l' ottobre il marzo e dopo ilmarzo una nuova apertura!

Il cacciatore non sa mai lamentarsi seriamente;neppure quando gli viene aumentato la tassa dilicenza senza veder realizzate le promesse di tu-tela di quella selvaggina. da cui si riprometteun eccessivo godimento. Povero Pantalone chepaga e spera sempre! Mentre non sa reagirecontro I' invadente bracconaggio, esercitato dacittadini e da coloni. E specialmente da questiultimi che da alcuni anni preferiscono il cultodella Dea Diana alle faccende dei campi.

E così di palo in frasca ricordo che qualcheanno indietro, appeso a una parete della casa co-lonica si trovava un vecchio fucile arrugginitee ad una canna che serviva per il guardieticoall' uva; oggi inve -oe ogni casa colonica è torni tadi fucili a retrocarica e di tutti gìi or digei telpti viall' aucupio. Il contadino é senza dubbio il peg-giore dei bracconieri, favorito com'è dalle condi-zioni d' ambiente. È vile e barbaro distruggitoredi nidi e di nidiaci, e sa adoperare tutte le iii.sidie atte a distruggere quella selvaggina chedovrebbe invece trovare in lui il più strenuo di-fensore difendendolo a sua volta dalla invadenzadegli insetti nocivi ai raccolti

E contro questi barbari, non vi è alcuna di-fesa, finchè saranno i padroni tolleranti di questomodo di agire. Non bastano le rampogue deglionesti, le leggi più o meno severe, ma occorrela diuturna azione dei benpeusanti che senzasottiutesi coudaneiuo certi abusi e che sopratuttocerchino di inculcare, specialmente nella mentedei giovani, una sana educazione cinegetico -agricola.

Il ragionamento ci porterebbe troppo lontani,infatti dalle barzellette, con cui allegramente siiniziavano queste chiacchere siamo arrivati adargomenti così scottanti!

È inutile! Croccolone non sa emendarsie ogni sua chiacchierata deve sempre gettare ilseme di qualche buona idee.

E la morale dell' articolo? chiederà quitlehecritico impenitente. A buoni intenditori pocheparole.... gli onesti cacciatori ci hanno capitoanche questa volta. Avanti, nell' opera costantecontro tutti i frodatoti della legge, se siou sivorrà davvero che la caccia si svolga d' ora in-nanzi a tavolino, e che i carnieri ricolmi e lebattute.... strepitose esistano soltanto nelle gio.conde conversazioni e nell' imaginazione semprefervida degli emuli di S. Ubertol

Il Croccolone.

Pisa, li 12 Agosto 1912.

Sigg. BERBETTA & SBRANAAgenti della Compagnia " La Fondlara „

Pisa

A nome della Sig.ra Connetta Falaschi ved.Pistoia sento il dovere di porgervi sentiti rin-graziamenti per il modo sollecito e corretto colquale procedeste alla liquidazione della inden-nità spettante alla suddetta Signora e figli inforza della Polizza Vita che il compianto SignorArturo Pistoia aveva da pochi anni stipulatacon cotesta ori. Società di assicurazione.

Vogliate rendervi interpreti di questo nostrodoveroso sentimento anche verso la vostra on.Mandante ed aggredite i sensi del nostro piùdistinto ossequio.

f.° avv. GIUSEPPE BARSALI, Notar°.L' Agenzia della FONDIARA eSereitia0 in Pisa i,, Via Garofani

N. t ; ed è rappresentata dagli Agenti signori Berretta e Sbranaper i rami «Incendi, 'Vita, ed Infortunii«.

Su e giù per la Provini&Si inaugura la ferrovia Saline- Volterra.

Volterra. (30 Agoah,) [LAPol. — Il giorno 15Settembre Coli' intervento d,1 MiniAro dei Lavori pub-blici e dei deputati e dei senatori della Provincia, siinaugurerà la ferrovia Saline - Vslterra che il giorno16 sarà aperta all' esercizio pubblico.

Per questa inaugurazione si ferente, solenni festeg-giamenti; il Comune ha concorso con 10 mila lire. Siavranno: illuminazioni fantastiche, fuochi Pirotecnici,corse di cavalli e ciclistiche, motore zootecnica edartistica e grande spettacolo teatrale colla Mono,. diMassenet.

In questa occasione a cura di un Comitato popolaresarà offtrta nna grande medaglia d oro all' amato de-putato del nostro collegio on. Ginori-Cotti, come ilprimo, zelante ed autorevole promotore e patrocinatoredella nostra desideratissima ferrovia.

Bagni S. Giuliano. (31) [NieemeNo]. — Con-gresso di socialisti. - Il giorno 15 settembre si terràqui un congresso dei socialisti del Collegio di Vicopi-sano per discutere intorno ali' atteggiamento che do-vranno prendere i socialisti in seguito ai deliberati del

Congresso di Reggio Emilia ed intorno alla propagandaed alla organizzazione da tenersi nel Collegio.

— Negrologio.- È morto immaturamente ali caree bravo uomo, Luigi Bartolucci dopo una operazionechirurgica a cui era stato sottoposto nella vostra Clinica.

La sua morte ha destato dolorosa impressione nelnostro paese.

Alla consorte, ai figli, ed al genero mandiamo lepiù vive condoglianze.

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IN PROVINCIAOggi a Cevoli si inangnr labaiiclicra della

Cooperativa degli agricoltori con un discorso deldeputato c-n. Dello Sbarba ; per il Comune diCecina il Consiglio Superiore dei Lavori Pub-blici ha ammesso la dichiarazione di pubblicautilità delle opere relative alla costruzione del-l'acquedotto comunale.

:Fra ParrticAe e 9;ifite3Per Io spettacolo di Guaresima. —

Mercoledì si t(limarono la Commissione artisticae la Direzione del Teetro Verdi per prenderecognizione del pregetto Bruni per lo spettacolodella Quaresima.

L'impresario Bruni promette l' Isabeau e laCarmen c,hiedendo lire 20 mila di dote invecedelle 18 mila ordinarie.

La Direzione che. non ha facnItà per !peggioriassegni deliberò di cOnvocare per il giorno 7 set-tembre a ore 17 l'assemblea dei soci, per essereeutorizzata alla maggiore spese-

Il baritono Pineschi. — Il nostro Coneit-tadieo Emilio Pineseld, baritono, è stato ecrit-turato per la Compagnie di S. Francisco di Ca-lifornia per alcune gremii opere, nelle qualicanterà come comprimario.

AI bravo Pineschi, figlio del negoziante Ra-fieri Pineschi, mandiamo tanti augur1 di successi.

'rilCC) ISEGNOI nostri tiratori a Lucca.

Da martedì 3 fino al giare° 8 mettembre sisvolgeranno iu Lucca importanti gare mizionali,in occasione dell'apertura del nuovo campo diTi ro.

La Presidenza della nostra Società ha delibe-rato l'invio di una -numerosa squadra di tiretoriche prenderà perte alle gare di campionato e dirappresentanza e interverrà altresì in formaufficiale, con bFindiera, all'inaugurazione del po-ligono della consorella lucchese.

Strane forme di malariaIl Nomr, tempo fa riferiva che sul d, corso supe-

riore del Madeira, un affluente del Rie delle Amazzeni,•stavasi costruendo una ferrevia alla quale laveravano700 operai. Di questi, nei primi Bei trieei dell'anno,ne vennero a morire almeno la meta per una febbreinfettiva terrena, di natura certamente in larica, perchènessun'altra ragiove poteva giustificare la cense dellamorte.

E non era l•assistenza medica che mancava, nèla cura.

Il chinino veniva regolarmente semministrato adosi forii da principio poi a piccole dosi giornaliere:ma se con tal metodo scomparivano i_ permasiti dai vasipetiferici e si interrompeva la febbre, un si riuscivaperò a impedire le recidive: non sub, ma — osservasempre il Neenr — le recidive si presentane anhedurante la cure col chinino e con frequenza, pertinaciae gravità sempre niaggieri.

Di fronte a questi fatti, si raddeppiarono le desi,portandele a grammi 2; nonostante nel 40 0/0 di talimalati le recidive si avevano lo stesso anche mentresi somministrava il chinitu.

Ugual meschino risultato davano le endo-muscolari del rimedio. E si noti — esserva s eil p re nNOCHT — che il chinino veniva sempre assorbito mieisangue come si rilevava dalle analisi delle orine.

Si trattava realmente ai malaria pura? Che il chi-nino non preserva dalle recidive S: i mai cosa vecchiae lo sanno, purtroppo, anche i profaid. MA è stranoche il fallimeete del rimedio sia stato in quei malaticosì completo.

Sarebbe stato interessante provare in tale circo-stanza la potenza curativa delle pillole Esano5de (dellaCasa F. Bisleri e C. di Milano). È un fitto che già.per varie esprrienze eseguite net bacino delle Amaz-zold (al Macapà, e ad Acre) dal Dr. Romolo P-retticon la sorveglianza delle Autcoità sanitarie td ammi-nistrative locali, l' Esauritele ha dato anche cola e infebbri a tipo gravissimo, risultati meravigliosi.

Del resto finora noi] vi è stato tipo, per quantograve e tropicale, di infezione inalarli:a che abbia resi-stito ad una cura eazionale con l'Esattetele.

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di bagni e di villeggiatura. Il Casino è pieno, ibagni SODO affollati, le passeggiate lietamentefrequentate, i passatempi vani e deliziosi. Ma ilpiù dolce godimento di qtteeto luogo incante-vole è la pace : il monte è come un baluardocontro le invasioni della inusoneria, e dal montevengono giù frescure vivificatrici e Canzonid' amore.

La campagna è gioconda di tutti i suoi pro-dotti più belli ; ed un desiderio di salute tra-scina i nostri ospiti elle piacevoli escursioni.

Sono qui: la di-stinta sig.ra Bice All'ano Bel-liere colla graziosa o gentile nepote sig,.na AdaZattoni, il cav. notaro Rossini colle famiglia, ildott. Enrico Quercíoli colla famiglia, il professorMalagoli e :signora, i signori De Fonsece, ilsig. Egisto Sivieri li Empoli, il cav. Ulisse Toz-zini, colla famiglia, la signorina Ferrarini, ilprof Falcucci e famiglia, la signora Rasi di Ge-nova, il Cav. ing. Biglieri colla famiglia, il pro-fessar Enrico Cesari, il Cav. ROntini di Caserta,il conte Lerici di Ancona, la signora e signorina

Lastrucci di Lucca, i signori Barroccio di Pisa,il prof. cav. Antonelli di Patria, il COMM. Cec-chini Perugia, la signora e la signorina Sec-cugi di Prato, la signora Parlanti di Marianellae tanti e tanti altri.

STATO CIVILEdal 24 al 30 Agosto 1912.

NASCITE.Maschi 8 — Femmine 10 — Nati morti O.

MATRIMONIBenvenuti Oreste con Gabbrielli Natalina, celibi.

MORTI.Cimbr echi Antonio di anni 8 — Mafrei ClotildeCerri, 33 — Cini Giuseppe vedovo, 84 — Fogli

Rosaria nei Be1latalia, 41 — Venturi Lavinie vedovaCosta, 79 — Degl'Innocenti Giuliano coniugo 80 —Paolicchi Martino cnniug., 80 — Venni Ottavia ved.Giannessi, 78 — Bagneli Lindor coniug., 77 —Sguanci Antunio coning., 54 — Ricci Riccardo coning.74 — Carli Rolf° celibe, 20 — Cosimi Giulia neiBiondi, 28 — Fraesinetti Pompeo coniugato, 38 —Nessi Giovanni coniug e 62 — Buttai Sabatino ved.,85 — Masuei Egisto ved e 62.

Sotto i cinque anni : maschi 2, femmine 2.- - ---------

Piè del PontePerchè gli ascari vennero a Pisa.

Lo diciamo in due parole: all'Ospedale Mili-tare di Livorno dove sì trovano in cura nelreparto di medicina del quale è capo un mezzopisano, il calpitano doto Lorenzo Sai nati, hannoudito i racconti su Pisa, sulle sue bellezze arti-stiche, sulle passeggiate che si presentano deli-ziose all'intorno, su quelle specialmente che portaa San Rossore ed al Goinho alla residenza reale(notete che i nostri *temuti sommo plebi di devozionepor il Re d'Italia> e sulla trama gentile dei rac-conti hanno accarezzato come in un sogno la&dee visione delle cose nostre.

Ma sopra tutto al 'capitano dottor Sainati edall' am i co cav. . perd e Reeres che si era trattenutopiacevolmente con loro, non avevano nascostola curiosità di vedere il Campanile pendente.

-- E ee pende davvero, fino a cascare, come

fa a star ritto.E non credeveno mai più a queste prodigiose

e decantata pendenza.Il cav. Perdo-Roques, che ha sempre un pen-

siero di gentilezza e di corte-da come il cuorenobilmente gli detta, 'portò in regalo agli ascarii piccoli campanili in alabestro. Furono graditisì, ma non persuasero.

_ È roba torte, sta bene, noggiunserci gliaecari, ma è piccola; e se è grande e grossa nonpuò star su da sii.

Il dott. Saivati e il cav. Pardo-Roques pro-misero a quei valorosi di condurli a vedere ilmiracolo; ed ecco perchè Mereoledi veenero nellanostra città feeteggieti ed ecclnree ti p e r ogni via.

Fu un simpatico risveglio di due ore nellasolitudine estiva di Pisa, che parve ridestarsicome un cittadino solo, c,oncarde ed enti -Lei:asta,alle più belle e gioconde acelarnazioni n questibenemeriti guerrieri che datolo la vite. per l'Italiae per la sua fortuna.

Gli aseari visitarono i meniamo:di, la piazzadel Dtionee e la Chiese dei Cavalieri, dopo unacors•t coll'antoinebile del cav. Perdo-Roques cheli aveva accompagnati in Livorno fino alla eplen-dida paeseggiatà lelie Piagge; ma prima furonoricevuti al Municipio dal Sindaco, dagli asseesori,dai cousiglieri e dai funzioniari del Comune.

- Siamo tutti italiani — disse ad essi il Sin-daco, mentre eerceva di abbracciarli, e loro siprostravano ai suoi piedi.

— Viva l'Italia e viva il compaesano nostro —rispondeva uno degli ascari, e gli altri gli tene-vano bordone, assentendo col capo e dimostrandotutta la loro

E il nostro Sindaco pareva di fatti un com-paesano per la semplicità, per il colorito, e perP entusiasmo.

E quando gli itscari gridarono • Viva Pisatutte quelle persone che occupavano strette eserrate le une alle altre le sale del Comune, sen-tirono certo un brivido; e a quel grido risposela folla che eveva formato come una siepe giùper la via Toselli ; ed a quel brivido rispose unaltro brivido.

Tneelli, gli ascari, e l'Eritrea combattenteper l'Italia col fiore dei suoi armati ! Gli anniSODO treseorei, ma vibrano ancora i ricordi.

E non sorrise più alcuno alle scarpette colorpiccione del Sindaco venerando che gli ascari sipiegavano a baciare; tutti sentirono la gioia . diquel grande momento di espansione patriottica,e tutti benedissero all' Italia ed ai suoi bravifigliuoli valorosi e poi a questi altri nuovi suoifigliuoli che a Lei ed al suo Re mandano evvivaCOI Cuore e fanno da SCUCIO formidabile con uncolaggio che supera tutte le magnificenze dellavirtù militare.

I congedati del 22° fanteria a Pisa. —Arrivarono da Derna viseerdi dopo le 10,30 rice-vuti ella stazione dalle autorità, dai compagnidel 22° e dalla musica del R. Conservatorio dei

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corrigendi e dalla Filarmonica municipale e daalcune associazioni con bandiere.

Il grande corteo fra le acclamazioni del po-polo di Pisa, si portò ad accompagnare i bravisoldati alla caserma di San Martino dove il Sin-daco prof. sen. Buonamici ed il colonnello Gigliocon parole commosse li salutarono e li acclama-rono per il loro eroismo.

La chiamata alle armi delle reclutedi prima categoria della classe 1892. —Gli uomini arruolati in prima categoria nellaleva sulla classe 1892 del Comune di Pisa o ap-partenenti per fatto di leva ad altri Comuni, maresidenti in Pisa, dovranno presentarsi il di 7Settembre corrente dalle ore 9 alie 12, munitidel foglio provvisorio di congedo illimitato, al-l'Ufficio di Leva di questo Municipio dal qualericeveranno i documeuti di viaggo, per raggiun-gere, nelle ore antimeridiane del successivo giorno8, il distretto militare di Lucca.

Consiglio cid leva. — Alla nostra Prefet-tura si adunerà il giorno 5 Settembre il Con-siglio di leva per procedere alla visita dei re-nitenti.

Si vendono cinque cavalli stalloni. —Presso il Deposito dei cavalli Stalloni di Pisa sivenderanno all'asta cinque cavalli stalloni rifor-mati, che saranno esposti ai compratori per que-sti prezzi : due cavalli per L. 1501' uno, uno perL. 100 e due per L. 50 l' uno. L'asta avrà luogoil 5 settembre.

Tonino 8g uancd. — È morto dopo un maleimprovviso al principio della settimana ; e lamorte del vecchio internazionalista che ebbecuore generoso e sentimenti liberi, ha piombatonel lutto la famiglia e addolorato gli amici.

Lo Sguanci era notissimo oltre che per laparte presa alla vita civile e battagliare delpaese, anche per la riputazioue del commercio.

Ai figli ed al genero di lui porgiamo vive esincere le nostre condoglianze.

Per le ferrovie in Libia. — Giovedi fu acolazione dal suo vecchio amico l' avv. LuigiRicci, l' ispettore delle Ferrovie di Stato cav. Mi-chele Ghirlanda, uno dei funzionari più abili epiù rispettati.

Nel pomeriggio il cav. Ghirlanda parti perSavona onde imbarcarsi di nuovo per la Libia— perché vi fu già per altri impianti — dovetrasporta il materiale di armamento per le Fer-rovie che ora febbrilmente si costruiranno perqualche centinaio di chilometri.

Ali' Unione dei Commercianti e Indu-striali. — Ieri sera si riaprirono i locali socialiper il ritrovo serale.

I soci tennero anche adunanza per udire lecomunicazioni della Presidenza e deliberarono diprender parte alla gita sociale a Livorno indettaper il giorno 8 settembre dalla Unione di Firenze.

il 211attaccino.

Fallimenti e dissesti al Tribunale di PisaFALLIMENTO

Cooperativa Consunto Previdenza e Risparmio,Pisa. A istanza creditore. Giudice delegato avv.Alfredo Porrini. Curatore avv. Ugo Mariani. 1.•adunanza 2 Settembre 1912 ore 9, giorni 30 pre-

sentazione titoli. 26 Settembre 1912 ore 9 chiusura verifiche.

PICCOLI FALLIMENTISimoneschi Silvio di Pontedera. (mesticheria).

Ad istanza propria. Attivo L. 430 - PassivoL. 3953,84. Commissario giud. Conti Italo di Pon-tedera. Convocazione creditori Pretore Pontedera.

Magagnini Emanuele di Calci. Ad istanza cre-ditore. Convocazione creditori Pretura di Pisa.

Commis. giudiciale Tellini ing, Dario di Calci.

Cronachetta Agraria

Approssimandosi la vendemmia.Anche quest' anno abbiamo avuta la

solita processione di agricoltori, che sonovenuti a chiederci consigli e specifici pervini ammalati, difettosi, o nella miglioripotesi male in gamba.

Ma agricoltori carissimi, perchè mainon si vuol abbandonare il cattivissimosistema di operare solo quando l' acqua èalla gola?

Perché non si ricercano le cause dicerti malanni e non vi si pone riparoquando tempo e modi di farlo non man-cano?

Così a mio parere una delle principalicause di tanti e diversi malanni risiedeproprio nella cattiva qualità e pulizia deivasi vinari.

Uno dei nostri più valenti enologi, ilCarpené soleva dire: « Come la casa sanacontribuisce a mantenere l'uomo ARDO cosìla botte senza difetti e ben netta mantieneal vino i suoi buoni pregi ». Siete anchevoi di questo parere? Si nevvero? Ebbene

allora facciamo insieme un po' d'esame dicoscienza.

Le botti nuove devono essere depurateinnanzi di mettervi il vino, ,./eni'datere/o,altrimenti le sostanze estranee contenutenel legno passano nel vino stesso e gli co-municano sapori ed odori punto gradevoli.Per far ciò si può ricorrere al carbonatodi soda, sciolto nella proporzione del 5%in acqua bollente. Si versa la soluzionenel vaso da bonificare e perché il liquidopossa bagnare tutto l' interno della botte,occorre che un uomo, munito di una scopa,porti il liquido stesso a contatto con lepareti non bagnate

Per i recipienti piccoli ciò non fa dibisogno, potendoli rotolare agevolmente etenere quindi la soluzione in continuo mo-vimento.

E le botti vecchie ?Un pregiudizio assai diffuso è che il

tartaro il quale forma delle brillanti in-crostazioni, rappresenti per il vino 1' invo-lucro più adatto per conservarlo e miglio-rarlo. Dio mio che corbelleria! Eppure sonotanti i cantinieri che magnificano le por-tentose virtù del tartaro!

Il tartaro, voi tutti lo sapete, è unprodotto di escrezione del vino; esso sitrova in quantità relativamente forte nelvino nuovo e mano mano coll' invecchiaredi questo si rende insolubile depositandosulle pareti e sul fondo della botte. Oracome volete che un prodotto di rifiuto d'unvino già vecchio e forniate sia vantaggiosoad uno nuovo se anche questo deve libe-rarsi del proprio tartaro? Ma v' ha di più.Il tartaro non è incorruttibile e sotto lasua crosta, che qua e là va screpolandosi,trovano ricovero microbi e muffe di ognispecie, che ivi attendono ansiosi l' epocapropizia per svilupparsi.

Cominciamo dunque col levare il tartaroe poi a tutte le botti vuote diamo unabella ripulitina con soluzione di carbonatodi soda al 3 0/0 sciacquando quindi ripetu-tamente con acqua.

Siamo intesi? Ciò per le botti sanenuove ed usate, la prossima volta vi diròqualcosa su quelle difettose.

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