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COMMISSIONE PARLAMENTARE PER L’ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE RESOCONTO STENOGRAFICO AUDIZIONE 90. SEDUTA DI MERCOLEDÌ 7 DICEMBRE 2016 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANCARLO GIORGETTI INDICE Sulla pubblicità dei lavori: Giorgetti Giancarlo, Presidente .................. 3 Audizione di rappresentanti della società SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A. sull’utilizzazione dei fabbisogni standard e l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni nell’attuazione del federalismo fiscale (ai sensi dell’articolo 5, comma 5, del regolamento della Commissione): Giorgetti Giancarlo, Presidente ........ 3, 8, 11, 16 Ceriani Vieri, Amministratore delegato della società SO.SE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A .............................. 3, 10, 15, 16 D’Incà Federico (M5S) ................................ 8, 12 Fornaro Federico (PD) ............................... 6, 15 Guerra Maria Cecilia (PD) ......................... 12 Marantelli Daniele (PD) ............................. 11 Porcelli Francesco, Responsabile ricerca e sviluppo per la spesa pubblica della società SO.S.E – Soluzioni per il Sistema Econo- mico S.p.A ...................................... 5, 6, 8, 10, 14 Stradiotto Marco, Responsabile rapporti isti- tuzionali per la spesa pubblica della società SO.S.E – Soluzioni per il Sistema Econo- mico S.p.A .................................... 4, 8, 11, 13, 16 ALLEGATI: Documentazione depositata dai rappresentanti della società Soluzioni per il Sistema Economico – SO.S.E. S.p.A: Allegato 1: Risposte alle domande poste nel- l’audizione del 27 ottobre .......................... 18 Allegato 2: Sintesi del documento « Analisi delle prestazioni effettivamente garantite nelle Regioni a Statuto Ordinario e dei relativi costi in base all’articolo 13 del decreto legislativo n. 68 del 2011 » .......... 24 Allegato 3: Analisi delle prestazioni effettiva- mente garantite nelle Regioni a Statuto Ordinario (slides) ........................................ 49 Allegato 4: Fondo di solidarietà comunale (FSC) 2016 dei Comuni delle Regioni a Statuto Ordinario ........................................ 60 Atti Parlamentari 1 Camera Deputati – Senato Repubblica XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI FEDERALISMO FISCALE SEDUTA DEL 7 DICEMBRE 2016 PAG. PAG.

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COMMISSIONE PARLAMENTARE

PER L’ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE

RESOCONTO STENOGRAFICO

AUDIZIONE

90.

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 7 DICEMBRE 2016

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANCARLO GIORGETTI

I N D I C E

Sulla pubblicità dei lavori:

Giorgetti Giancarlo, Presidente .................. 3

Audizione di rappresentanti della società SOSE– Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A.sull’utilizzazione dei fabbisogni standard el’individuazione dei livelli essenziali delleprestazioni nell’attuazione del federalismofiscale (ai sensi dell’articolo 5, comma 5, delregolamento della Commissione):

Giorgetti Giancarlo, Presidente ........ 3, 8, 11, 16

Ceriani Vieri, Amministratore delegato dellasocietà SO.SE – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A .............................. 3, 10, 15, 16

D’Incà Federico (M5S) ................................ 8, 12

Fornaro Federico (PD) ............................... 6, 15

Guerra Maria Cecilia (PD) ......................... 12

Marantelli Daniele (PD) ............................. 11

Porcelli Francesco, Responsabile ricerca esviluppo per la spesa pubblica della societàSO.S.E – Soluzioni per il Sistema Econo-mico S.p.A ...................................... 5, 6, 8, 10, 14

Stradiotto Marco, Responsabile rapporti isti-tuzionali per la spesa pubblica della societàSO.S.E – Soluzioni per il Sistema Econo-mico S.p.A .................................... 4, 8, 11, 13, 16

ALLEGATI: Documentazione depositata dairappresentanti della società Soluzioni peril Sistema Economico – SO.S.E. S.p.A:

Allegato 1: Risposte alle domande poste nel-l’audizione del 27 ottobre .......................... 18

Allegato 2: Sintesi del documento « Analisidelle prestazioni effettivamente garantitenelle Regioni a Statuto Ordinario e deirelativi costi in base all’articolo 13 deldecreto legislativo n. 68 del 2011 » .......... 24

Allegato 3: Analisi delle prestazioni effettiva-mente garantite nelle Regioni a StatutoOrdinario (slides) ........................................ 49

Allegato 4: Fondo di solidarietà comunale(FSC) 2016 dei Comuni delle Regioni aStatuto Ordinario ........................................ 60

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — FEDERALISMO FISCALE — SEDUTA DEL 7 DICEMBRE 2016

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTEGIANCARLO GIORGETTI

La seduta comincia alle 8.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non visono obiezioni, la pubblicità dei lavori dellaseduta odierna sarà assicurata anche at-traverso l’attivazione di impianti audiovi-sivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti della societàSOSE – Soluzioni per il Sistema Eco-nomico S.p.A. sull’utilizzazione dei fab-bisogni standard e l’individuazione deilivelli essenziali delle prestazioni nel-l’attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’audizione di rappresentanti della societàSOSE – Soluzioni per il Sistema Econo-mico S.p.A. sull’utilizzazione dei fabbisognistandard e l’individuazione dei livelli es-senziali delle prestazioni nell’attuazione delfederalismo fiscale.

Ringrazio il dottor Vieri Ceriani, Ammi-nistratore delegato, il dottor Porcelli e ildottor Stradiotto, suoi collaboratori opera-tivi, e la dottoressa Cristina Equizi, respon-sabile analisi dei fabbisogni standard dellaSOSE.

Do la parola all’Amministratore dele-gato della SOSE, Vieri Ceriani, per lo svol-gimento della relazione.

VIERI CERIANI, Amministratore dele-gato della società SOSE – Soluzioni per ilSistema Economico S.p.A. Grazie, presi-dente, di questa ulteriore opportunità di

chiarire alcuni punti dell’attività che ab-biamo sviluppato sul fronte del federali-smo.

Abbiamo predisposto una risposta scrittaalle domande poste da alcuni dei membridi questa Commissione la scorsa volta, allequali per scarsezza di tempo non abbiamorisposto. Sono i quesiti formulati da CeciliaGuerra, Magda Zanoni, Roger De Menech,Federico D’Incà, Daniele Marantelli, Gio-vanni Paglia, quindi lascerò agli atti dellaCommissione questo documento, così comelascerei agli atti anche un allegato abba-stanza corposo, richiesto dalla Commis-sione, sulla ricognizione dei livelli delleprestazioni effettivamente garantite e deirelativi costi nelle regioni a statuto ordina-rio.

Se lei è d’accordo, presidente, le pro-porrei di soffermarci oggi su tre aspetti.Uno è una dimostrazione degli effetti delmeccanismo perequativo e dei fabbisognistandard sulla determinazione del Fondodi solidarietà comunale. Si tratta di unaquestione spesso sollevata dai sindaci, dagliamministratori locali, che, non essendo benchiari i criteri di determinazione del Fondoperequativo, talvolta attribuiscono ai fab-bisogni standard le decurtazioni delle do-tazioni per il loro comune, mentre quandovengono allargate nessuno si lamenta.

Abbiamo ritenuto utile presentarvi unadimostrazione degli effetti del meccanismoperequativo insieme ai fabbisogni, che, selei è d’accordo, potrebbe illustrare MarcoStradiotto.

L’altra volta avevamo terminato con unapresentazione di OpenCivitas e c’era statoun interesse da parte della Commissione,quindi Francesco Porcelli potrà mostrarvialcuni aspetti che la volta scorsa non siamoriusciti ad illustrare, e poi ci soffermeremosull’opportunità di predisporre, oltre all’O-

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penCivitas che è a disposizione di qualun-que cittadino, un progetto di costruzione diuno strumento utile agli amministratoriper fare un audit più mirato e soprattuttoavere qualche indicazione su come strate-gicamente intervenire per migliorare i ri-sultati del proprio comune. Questo è quantopropongo, presidente.

MARCO STRADIOTTO, Responsabilerapporti istituzionali per la spesa pubblicadella società SO.S.E – Soluzioni per il Si-stema Economico S.p.A. Solo una leggeravariazione, nel senso che io presento moltovelocemente l’attività legata all’analisi delleprestazioni effettivamente garantite nelleregioni a statuto ordinario, quell’attivitàche c’è stata incaricata con il decreto legi-slativo n. 68 del 2011, in particolare conl’articolo 13.

Depositiamo la sintesi del documentoAnalisi delle prestazioni effettivamente ga-rantite, che oggi non consegniamo perchédal punto di vista formale dobbiamo in-viarlo al Ministro dell’economia e dellefinanze che poi lo trasmetterà al Parla-mento, quindi questa è la sintesi di questostudio molto approfondito, che contieneuna serie di dati che potranno essere utilial decisore politico per avere gli elementiper determinare i famosi livelli essenzialidelle prestazioni.

In sintesi, il decreto legislativo n. 68prevedeva che noi facessimo una fotografiadella situazione relativamente a quattroservizi. Nella prima slide ne vedete 3: iservizi relativi all’istruzione, i servizi rela-tivi al sociale, i servizi relativi all’asilo nido,mentre manca la parte del TPL relativa aspese in conto capitale, perché da quelpunto di vista non abbiamo avuto alcunacollaborazione da parte delle regioni; ab-biamo fatto un questionario al quale harisposto una sola regione, il Molise. Questoè un problema, è giusto che ve lo esplici-tiamo, in maniera che in prospettiva sipensi a un ragionamento completamentediverso.

Qual è la spesa che siamo andati averificare ? Ovviamente siamo andati a pren-dere rispetto alle regioni quello che vienefatto nel territorio, tenendo conto di quelloche fanno gli enti territoriali, cioè siamo

andati a vedere non cosa fa la regione, macosa fa la regione sommato a quello chefanno le province, i comuni e gli altri entiterritoriali.

Per quanto riguarda i servizi relativiall’istruzione (stiamo parlando di servizicomplementari) siamo a una spesa di 7miliardi di euro, ovviamente solo nelle re-gioni a statuto ordinario. La regione dovegli enti territoriali nel complesso spendonodi più sulla quantità di servizi, come ve-diamo con la slide successiva, è l’Emilia-Romagna, la regione dove gli enti territo-riali spendono meno è la Campania.

Per quanto riguarda il sociale, la spesalorda è di 6 miliardi e 100 milioni, laregione dove gli enti territoriali spendonodi più è l’Emilia-Romagna, dove si spendemeno la Calabria. Per quanto riguarda gliasili nido, la spesa lorda complessiva è di 1miliardo e 300 milioni, la regione dove glienti territoriali spendono di più è l’Emilia,dove si spende meno è la Calabria. Stofacendo una sintesi molto veloce, ma avretemodo di verificare nel dettaglio le diversitàregione per regione, analizzando punto perpunto le varie differenze.

Per quanto riguarda l’istruzione (stiamoparlando di quantità, poi bisognerebbe ve-dere che tipo di servizi viene fornito, ma inquesto caso è una sintesi per essere veloci)la regione dove gli enti territoriali eroganomeno servizi complementari è la Puglia,per quanto riguarda il sociale la regionedove gli enti territoriali erogano più serviziè l’Emilia-Romagna, mentre la regione cheha minori erogazioni di servizi per quantoriguarda il sociale è la Calabria. Sugli asilinido siamo nella stessa situazione, cioè lamigliore è l’Emilia-Romagna, la regionecon meno servizi è la Calabria.

Abbiamo fatto un esercizio (slide n. 3),per capire se portassimo tutti allo stessolivello quale sarebbe la esigenza in terminidi quantità di spesa. Se vi ricordate, ave-vamo fatto un lavoro di questo tipo sull’a-silo nido, garantendo al minimo un livellodel 12 per cento rispetto ai bambini target0-2 anni, del 22 per cento, e poi del 30 percento, ma di questo avevamo già parlato inuna precedente audizione. Ovviamente

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adesso abbiamo inserito i dati nuovi, dati2013, mentre allora avevamo dati 2010.

Per quanto riguarda l’asilo nido (eser-cizio n. 1), se si scegliesse di mettere unLEP al 12 per cento, cioè di garantire intutto il territorio nazionale una coperturadel 12 per cento del servizio, servirebbero460 milioni di euro in più, se invece (se-condo esercizio) il LEP diventasse 22 percento, servirebbero 1 miliardo e 150 mi-lioni in più.

Per quanto riguarda i servizi all’istru-zione l’ipotesi è molto più difficile, perchéi servizi sono molto diversificati e non c’èun numero di riferimento. Se tutte le re-gioni fossero portate alla media nazionalesu tutti i servizi, quella dell’esercizio n. 1,servirebbero 425 milioni di euro in più,perché in questo caso non c’è una regionebenchmark, una regione di riferimento chedà più servizi in tutti i microservizi legatiall’istruzione.

C’è anche un esercizio multiplo, cheavrete modo di approfondire quando viarriverà il rapporto completo dal Ministerodell’Economia, per cui, portando pezzi delservizio ai livelli di maggiore prestazione,valutare gli effetti in termini di maggiorespesa. Per quanto riguarda il sociale ab-biamo fatto due ipotesi, una prendendocome benchmark l’Emilia-Romagna, casoin cui servirebbero 1,9 miliardi in più, euna seconda ipotesi prendendo come rife-rimento la Puglia, caso in cui servirebbero600 milioni di euro in più.

Concludiamo con una domanda che ov-viamente spetta a voi, spetta al decisorepolitico. C’è un grande divario fra le diversesituazioni presenti nei diversi territori re-gionali, con una grande divaricazione tra iservizi erogati al nord e i servizi erogati alsud, nell’idea di definire dei LEP servirebbeavere un indirizzo e comprendere (spetta avoi scegliere) se i LEP siano dei livelliminimi uniformi su tutto il territorio na-zionale, indipendentemente dalla domandalocale, o se (ipotesi B) siano dei livellistandard non uniformi sul territorio nazio-nale, in quanto correlati con i livelli didomanda locale. Questo è il quesito chelasciamo alla fine, a cui non possiamorispondere noi.

Questo per presentare il lavoro che la-sciamo agli atti, allegato alla mail di ieri.Oltre a questo vi è un secondo documentoche spiega il meccanismo di determina-zione del Fondo di solidarietà comunale,che Francesco Porcelli vi illustrerà nellacontinuazione di questa presentazione.

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SO.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. Buongiorno. Iniziamo conun’analisi generale sul Fondo di solidarietà.L’idea è quella di dare una panoramica delmeccanismo con cui fabbisogni standard ecapacità fiscali vanno a determinare i tra-sferimenti perequativi nel processo di tran-sizione tra il meccanismo di compensa-zione delle risorse storiche e quello a cuiandiamo incontro, cioè il meccanismo diperequazione delle risorse standard.

Il meccanismo è abbastanza semplicenella sua filosofia: il tutto parte con unversamento in acconto che tutti i comunifanno sulla loro IMU standard, attualmentefissato al 22 per cento, di 2,5 miliardi. Èimportante sottolineare questo, perchéspesso viene confuso con una vera e pro-pria alimentazione del fondo, mentre è soloun acconto che i comuni versano per dareallo Stato centrale la liquidità per effet-tuare i pagamenti, perché poi questi 2,5miliardi tornano interamente indietro aicomuni alla fine del processo.

Da un lato abbiamo il meccanismo dicompensazione delle risorse storiche (sli-des n. 6), che va a determinare i trasferi-menti sulla base di un confronto tra lerisorse lorde storiche, che sono la vecchiaICI del 2011, che viene confrontata conl’IMU e la TASI standard, che sarebbe ilgettito del 2012 calcolato sulle aliquotestandard 6 per mille IMU, 4 per mille IMUabitazione principale e 1 per mille TASI.

La differenza tra queste due grandezzedetermina un delta di 1 miliardo e 91, cheè il Fondo di compensazione netto cheriguarda il meccanismo storico, quindi perogni comune si fa questo confronto e sidetermina se debba versare al fondo oricevere trasferimenti dal fondo.

Il meccanismo standard funziona allostesso modo, soltanto che confronta il fab-

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bisogno standard con la capacità fiscalestandard. La differenza tra fabbisogno stan-dard e capacità fiscale standard determinal’ammontare del trasferimento, che puòessere positivo se il fabbisogno standard èpiù alto della capacità fiscale, oppure ne-gativo, quindi un versamento al fondo, se citroviamo nella situazione opposta.

Il parametro importante che è statodefinito è quello del target perequativo, cioèil livello di solidarietà che i comuni vo-gliono avere nel sistema, che è stato fissatonel 2015 al 45,8 come rapporto tra lerisorse lorde storiche al netto dei tagli el’intera capacità fiscale, che è pari a 30miliardi. É stato quindi fissato questo targetperequativo al 45,8, il che significa che nelconfronto tra fabbisogno standard e capa-cità fiscale si considera il 45,8 per cento delfabbisogno standard e il 45,8 per centodella capacità fiscale.

Ultimo punto (forse l’unico che è im-portante chiarire in questo meccanismoche è una semplice sottrazione o addizione)è come si calcola il fabbisogno standard ela capacità fiscale. La capacità fiscale nascecome valore in euro per tutti i comuni, chenel 2016 ammonta a 30 miliardi, com-prende IMU e TASI, che nel 2015 c’eraancora ed è venuta meno nel 2016, e poicomprende la parte tariffaria e l’IRPEF e lacomponente rifiuti. Il fabbisogno standardnon nasce in euro...

FEDERICO FORNARO. Chiedo scusa, lacomponente rifiuti non è calcolata su unostorico...

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SO.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. No, è standardizzata sullabase del fabbisogno standard. Se vuole,adesso lo approfondiamo.

FEDERICO FORNARO. Solo per capire,quindi è fatto standard sulla base di qualedato ?

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SO.S.E – Soluzioni per il Sistema

Economico S.p.A. Del fabbisogno standard,quindi essendo la componente rifiuti unacomponente che deve coprire interamente icosti, la capacità fiscale è calcolata in mi-sura pari al fabbisogno standard, in modotale che poi nel confronto tra le due gran-dezze tende ad essere compensata o net-tizzata, a seconda di come si vede il pro-blema.

Il punto è che il fabbisogno standardnon nasce in euro, è un coefficiente diriparto, che quindi viene tramutato in euroapplicando questo coefficiente di ripartoalle risorse standard complessive, che sonola capacità fiscale, i 30 miliardi, più ilmiliardo e 91 di risorse statali presenti nelfondo.

Chiaramente andando a ridurre il targetperequativo, facendo il 45,8 delle due gran-dezze, il Fondo perequativo netto risultaessere 500 milioni, distribuito con mecca-nismo standard. Il tutto deve essere a in-varianza di risorse complessive, quindi sono591 che vengono sempre dalla parte storicaper ricostituire 1 miliardo e 91 di fondonetto.

Questo è il meccanismo di funziona-mento del Fondo di solidarietà. È chiaroche adesso siamo in un processo di tran-sizione, quindi via via che si va verso unasituazione a regime si vanno a modificarela quota di partecipazione al fondo dellaparte storica e la quota di partecipazione alfondo della parte standard. Nel 2016 pren-devamo il 70 per cento della distribuzionestorica e poi il 30 per cento di questaripartizione standard, quindi questa per-centuale tenderà a salire e si prevede diraggiungere il 100 per cento nel 2021 se-condo l’attuale legge di bilancio.

Si va poi a comporre il flusso finanzia-rio finale, che prevede la restituzione dei2,5 miliardi di acconto effettuato in prece-denza che viene restituito per intero, e poientrano in gioco le riduzioni e la compen-sazione della TASI, quindi viene sottrattodai comuni 1,7 miliardi di tagli stratificatisidal 2012 ad oggi, con il decreto-legge n. 95del 2012, il decreto-legge n. 66 del 2014 ela legge n. 190 del 2014, e viene rimborsataa storico la TASI per 3 miliardi e 514; poici sono accantonamenti e rettifiche e alla

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fine viene fuori la dotazione finale, che èquello che il comune vede come trasferi-mento.

L’unico punto su cui voglio richiamarel’attenzione ma che è noto alla Commis-sione è che i tagli e il rimborso TASIesulano dal meccanismo perequativo, inquanto vengono attribuiti a storico perquanto riguarda la TASI e sulla base deimeccanismi di riparto previsti dalle diverseleggi istitutive. È ovvio che queste gran-dezze, il netto tra queste due, quindi ladifferenza tra 3,5 e 1,7 miliardi potrebbeandare a comporre le risorse lorde stan-dard, e in quel caso entrerebbero nel mec-canismo andandosi a distribuire in parte astorico, in parte a standard, ma attual-mente non è così.

Questo esaurisce definitivamente tutto ilmeccanismo del Fondo di solidarietà. Ab-biamo preparato un piccolo esempio pervedere dei numeri concreti (slide n. 7);abbiamo preso due comuni del Veneto, inparticolare Cortina perché è il comune piùricco d’Italia dopo Portofino e Campioned’Italia – però Campione d’Italia sta inSvizzera, Portofino ha 490 abitanti, quindiabbiamo preso Cortina che era il terzo inclassifica, ma ha una popolazione consi-stente ed è il comune più ricco – e uncomune più normale, non tanto distante daCortina, con gli stessi abitanti, Mel, menomontano e soprattutto meno ricco di Cor-tina, come si vede già dal reddito dichiarato(24.000 euro reddito dichiarato medio IR-PEF a Cortina, 18.000 a Mel; però è sul-l’IMU che c’è la differenza maggiore).

Guardando i due comuni all’interno delfondo (slide n. 8), questa è la loro situa-zione nel 2016: popolazione identica, madalle risorse storiche si vede che i duecomuni sono totalmente differenti; la vec-chia ICI era 10 milioni a Cortina, 1,3 a Mel;quando è entrata l’IMU/TASI standard cheha determinato il meccanismo di compen-sazione storica avevamo 19 milioni di IMU/TASI standard a Cortina, meno di 1 milionea MEL; questo ha determinato la distribu-zione del fondo storico, quindi meno quasi9 milioni a Cortina, 364.000 euro a Melsituazione storica di partenza.

Entrano fabbisogni standard e capacitàfiscale e questa è la situazione dei duecomuni, chiaramente tutto ribassato al 45,8per cento; quindi se volessimo avere un’i-dea del fabbisogno standard e della capa-cità fiscale complessivi dobbiamo raddop-piare i valori che vediamo qui.

Nella slides n. 9 si vedono due cosefondamentali, una scontata, cioè che Cor-tina è un comune più ricco di Mel, perchéha 9 milioni di capacità fiscale, mentre Mel1,2, però è importante vedere il fabbisognostandard. I due comuni sono identici dalpunto di vista della popolazione, moltovicini geograficamente, però Cortina ha unfabbisogno standard del 70 per cento piùalto di quello di Mel, perché è un comunemontano, turistico e presenta costi di ge-stione maggiori; quindi il fabbisogno stan-dard tiene conto di queste differenze.

È chiaro però che, una volta confron-tato con la capacità fiscale, determina iltrasferimento del Fondo perequativo stan-dard, che è 7,5 milioni più 4,8, le duecomponenti che vedevamo prima, quindiun versamento più alto per Cortina a re-gime rispetto agli 8,9 milioni della situa-zione storica e un flusso di risorse versoMel più alto di quella che era la situazionestorica, in quanto passa da 3,64 a oltre400.000 euro.

Questo vi dà l’idea di come fabbisognostandard e capacità fiscale entrino in duecomuni vicini, ma molto diversi per carat-teristiche economiche. Poi c’è la composi-zione del fondo, 70 a 30, e le variazioni dicarattere finanziario, la restituzione del-l’acconto sull’IMU effettuata, le riduzioniche spesso incidono in misura molto forte,il rimborso a storico della TASI del 2016,gli accantonamenti e rettifiche effettuatidal Ministero dell’interno e da ultimo ilFondo netto che i due comuni vedono nelsito del Ministero dell’interno, quindi meno6 milioni per Cortina, più 649.000 euro perMel.

Qual è l’effetto perequativo che il nuovomeccanismo standard produce ? Va calco-lato facendo la differenza tra la parte sto-rica e la parte standard, non può essereletto direttamente su questi due numeri,ma va calcolato e può essere rappresentato

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in modo molto semplice. Vediamo che l’ef-fetto perequativo per Cortina è meno 1milione nel 2016, 14.000 euro in più perMel.

Chiaramente questi sono al 30 per cento,proiettati al 100 vanno moltiplicati perraggiungere la situazione a regime.

PRESIDENTE. Scusi, come viene calco-lato il milione e 19 ?

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SO.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. È calcolato facendo ladifferenza, quindi le due componenti, i 6milioni e i 3 che è la parte che loro rice-vono, meno la parte che avrebbero avuto astorico e determina quel pezzettino di ef-fetto perequativo che si inizia ad avere pereffetto del 30 per cento del meccanismo.

PRESIDENTE. Io prendevo il Fondocompensazione risorse storiche che è Gpiù...

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SO.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. Perché questi due com-pongono tutta la parte standard, poi siprende il 70 di questo e il 30 di questo e sifa la differenza rispetto allo storico.

Nel fondo interviene tutta una serie divariazioni a valle con particolari correttivi,per esempio nel 2016 abbiamo avuto, oltrea un correttivo statistico che è insito nelmeccanismo e non si vede, un ulteriorecorrettivo che va a Cortina per 300.000euro per ridurre il suo effetto, perché erastato ritenuto troppo forte il milione divariazione. Quindi ci sono dei correttiviinseriti per questi comuni.

Questo esaurisce l’analisi del Fondo disolidarietà.

PRESIDENTE. Mentre nel 2021 a re-gime Cortina pagherebbe il prezzo di F piùG più C, quindi sarebbe circa 3 ?

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica della

società SO.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. Sì.

FEDERICO D’INCÀ. Tre milioni, vero,presidente ? Questo va aggiunto ai 9, quindialla fine sarebbero 12 e 988 rispetto ai 9 e888 di adesso, quindi 3 milioni in più o inmeno rispetto alla cifra attuale ?

MARCO STRADIOTTO, Responsabilerapporti istituzionali per la spesa pubblicadella società SO.S.E – Soluzioni per il Si-stema Economico S.p.A. Solo un piccolodettaglio già evidenziato dal collega Por-celli: l’effetto dei tagli calcolato a monte perassurdo potrebbe compromettere l’effettodel sistema perequativo, perché un tagliofatto sui dati SIOPE, che non tenevano inconsiderazione i dati di personale, po-trebbe sfavorire un comune che ha pocopersonale e tante spese per beni e servizirispetto a un altro.

Siccome la questione dei tagli è a montee incide parecchio, perché in termini dinumero incide più della perequazione, tuttal’attività di fabbisogni e capacità fiscalestandard potrebbe essere vanificata.

FEDERICO D’INCÀ. Ho capito.

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SO.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. Come da programma, ave-vamo previsto di soffermarci su OpenCivi-tas Enti locali, cioè la parte del sito dedi-cata esclusivamente agli enti locali.

Per accedervi bisogna avere una pas-sword, però si accede da OpenCivitas nor-male, in coda alla pagina si trova un ac-cesso riservato agli enti locali che porta nelportale del federalismo fiscale, dove è ne-cessario avere un accesso con password.

Una volta entrati nel portale del fede-ralismo fiscale trovate dei servizi dedicatiai comuni, tra cui OpenCivitas Enti locali,trovate un sito che al momento ha dueporte d’ingresso, province e comuni (le pro-vince sono in corso di ridefinizione suOpenCivitas): andando sulla parte comunie selezionando l’anno di riferimento, il 2013,troviamo un sito con le stesse informazioni

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — FEDERALISMO FISCALE — SEDUTA DEL 7 DICEMBRE 2016

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dell’OpenCivitas Cittadini, con elementi inpiù derivanti soprattutto dall’analisi deiquestionari.

La porta d’ingresso e la visione sull’Ita-lia dei fabbisogni standard, che mostra ladifferenza tra spesa storica e fabbisognostandard, in rosso le regioni con i comunimediamente sopra il fabbisogno standard,in verde le regioni sotto il fabbisogno stan-dard.

Cosa può fare il comune una volta en-trato in questa videata ? Può vedere come sidistribuisce il fabbisogno standard per altriservizi rispetto alla spesa storica, ad esem-pio come si distribuiscono i rifiuti o comesi ripartiscono i servizi sociali, che vedonouna spesa maggiore al nord rispetto a quellache vediamo al sud, può cambiare annua-lità, ma soprattutto può iniziare una navi-gazione interattiva con una possibilità dibenchmarking più spinta rispetto a quellache vedevamo.

Vediamo ad esempio le province dellaLombardia e possiamo entrare nel detta-glio rispetto alla situazione territoriale nelconfronto tra spesa storica e fabbisognostandard all’interno della provincia di Mi-lano. Si vede ad esempio come Milanoabbia una spesa storica inferiore al fabbi-sogno, l’hinterland invece una situazioneleggermente diversa. Si potrebbe cambiareprovincia e mettere Roma, quindi avere lasituazione della provincia di Roma che èquasi l’opposto, perché vede Roma con unaspesa storica maggiore e l’hinterland conuna spesa storica inferiore.

Si può entrare ancora di più nel detta-glio e andare sul singolo comune, per esem-pio su Roma, e iniziare la navigazione neldettaglio sulle singole funzioni. Qui si hauna videata complessiva che è molto simile,anche se con una veste grafica diversarispetto a quella di OpenCivitas Cittadini,ma soprattutto il comune può entrare den-tro i dati del questionario.

La cosa forse più interessante è vederei dati relativi al personale. In questa parteil primo dato è il totale dei dipendenti delcomune: per Roma abbiamo 23.627 dipen-denti (non dirigenti) annualizzati a secondadei contratti (sono sostanzialmente gli stessi,23.277) poi c’è il numero dei dirigenti, 230

circa, e in coda un indicatore importante,che è il costo medio del lavoro calcolato perl’intero comune. Sono tutti dati rilevati conil questionario FC 10U relativi al 2013 e alpersonale.

Alla fine trovate il costo medio per la-voro per addetto, pari a 42.900 euro. Que-sto valore può essere visto anche per altricomuni, per Milano o per Napoli. Ci sonoanche altri dati interessanti, un altro che amio avviso può essere importante emergedai dati contabili, laddove il questionarioalla fine dei dati contabili calcola degliindicatori relativi al personale, che possonoessere relativi a tutto il personale dipen-dente o alle singole funzioni.

Vedete in coda questo dato, l’Y9, il costomedio del lavoro per addetto, 42.900 euroche avevamo visto prima, però adesso c’è lapossibilità di vederlo diviso tra dipendentinon dirigenti, 30.608, e dirigenti, 131.000euro. Se andate sul valore di Milano, tro-verete dei valori leggermente inferiori,101.000 euro per i dirigenti e 30.000 europer gli altri dipendenti.

Noi abbiamo questo dato diviso per fun-zioni; possiamo valutare l’incidenza del co-sto del lavoro, che è il 24 per cento sultotale della spesa; non abbiamo ancora datirelativi alle informazioni specifiche, peròc’è la distribuzione tra figure professionali.

Questa è una videata generale sicura-mente interessante, ma che riteniamo unpunto di partenza per quello che vor-remmo diventasse l’OpenCivitas Enti locali,uno strumento di controllo di gestione ilpiù possibile interattivo, nel senso che adessovedete un’analisi statica, perché potete ve-dere i dati e il comune li può scaricare,però per iniziare a fare dei benchmarking

più spinti o delle simulazioni per capirecome prendere eventuali decisioni, devescaricarsi questi dati.

Per il prossimo anno vorremmo renderequesto strumento interattivo, in modo taleche il comune possa già online effettuaredelle simulazioni, modificando il numerodei dipendenti o la composizione rispetto aquello che vede nei comuni a lui più simili.

Le stesse analisi possono essere fatteanche in relazione ai servizi; quindi vederequanti bambini e asili nido ci sono, quante

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prestazioni di servizi sociali vengono ero-gate, unitamente ai costi standard, che peralcuni servizi già ci sono, tipo i servizi diistruzione o i servizi di asili nido, puòportare a simulazioni più mirate alla ge-stione del servizio.

I dati del questionario sono statici, ilconfronto può essere fatto solo sugli indi-catori che sono sostanzialmente uguali aquelli di OpenCivitas Cittadini; questa ana-lisi è ancora statica, quindi va resa...

VIERI CERIANI, Amministratore dele-gato della società SOSE – Soluzioni per ilSistema Economico S.p.A. Potrebbe essereinteressante per il sindaco di Roma andarea vedere su quella struttura del personale esui costi per addetto nelle diverse man-sioni, nelle diverse funzioni, nei diversilivelli, confrontarsi ad esempio con Milanooppure con una media nazionale. Questo èun passaggio in più che ancora non ab-biamo sviluppato, ma potrebbe fornire delleindicazioni.

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà SOSE – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. Abbiamo aggiunto nellapresentazione quello che invece è già incorso di realizzazione sugli studi di settore,dove con i nuovi indicatori di affidabilità siintende non soltanto fornire un indicatoredella congruità e coerenza che si avevanocon i vecchi studi di settore, ma anche darealle imprese uno strumento di caratteregestionale.

Questo è già in corso di definizione conuna serie di report, di audit, di benchmar-king che consentono alle imprese di con-frontarsi direttamente con i valori medi delsettore, in modo da capire su indicatoritipici delle imprese quali il ROE, il ROI e ilROS, quindi il tasso di rendimento dell’in-vestimento o la redditività in generale ri-spetto alla media di settore, quali siano lechiavi di successo di imprese simili nelsettore.

Vorremmo traslare la stessa cosa per icomuni, che ovviamente non sono delleimprese, però sono comunque delle unitàdi produzione molto complesse, multiser-

vizio, in cui al posto dei settori abbiamo lefunzioni, al posto del classico conto econo-mico o stato patrimoniale abbiamo la strut-tura dei costi delle diverse funzioni, oltreche i dati strutturali che ripercorrono lostato patrimoniale dell’impresa.

Viene naturale effettuare un’analisi si-mile a questa, in cui si confrontano gliindicatori del singolo comune con i valorimedi del cluster, della regione, o scegliere ilcomune con cui confrontarsi, sino a giun-gere (questo è molto interessante, già svi-luppato nei nuovi studi di settore nell’am-bito degli indicatori di affidabilità) a deigiudizi preconfezionati, che danno ancheuna descrizione narrativa della situazione.Questo è già presente per le imprese, peròè possibile utilizzare la tecnologia ancheper il mondo dei comuni.

VIERI CERIANI, Amministratore dele-gato della società SOSE- Soluzioni per ilSistema Economico S.p.A. Se posso aggiun-gere, a pag. 11 del documento, questo è unprodotto che già esiste, che funziona ormaida qualche anno; abbiamo tre annualitàcoperte, un prodotto di auditing e benchmar-king; qui si dà una diagnosi della singolaimpresa, a sinistra vengono dati gli ele-menti contabili di base, a destra una seriedi indicatori aziendali finanziari che sonostandard nell’auditing.

A seconda delle posizioni che si raggiun-gono nella parte in alto a destra c’è unprogramma che costruisce un profilo, quindile cose scritte sotto sono personalizzate, masono in qualche modo standardizzate suirisultati dell’analisi fatta. Ovviamente unconto è l’impresa, un conto è un comune,però concettualmente vorremmo arrivare aqualcosa del genere, in modo che l’ammi-nistratore sappia che le criticità sono so-prattutto sulla raccolta dei rifiuti, sullagestione dell’anagrafe, e perché è così, per-ché hai personale o costi di altra naturatroppo elevati.

La cosa interessante di questo prodotto,che adesso non vi facciamo vedere perchéovviamente esula, è che è interattivo, nelsenso che l’imprenditore può confrontarsicon i suoi competitor, può scegliere unaggregato di riferimento su base geografica,

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su tipologia di attività, in base al cluster acui appartiene.

Qualcosa del genere potrebbe essere in-teressante anche per gli amministratori co-munali nel dare un prodotto che possaessere di qualche utilità.

MARCO STRADIOTTO, Responsabilerapporti istituzionali per la spesa pubblicadella società SOSE – Soluzioni per il Si-stema Economico S.p.A. Un’ultima precisa-zione e domanda direttamente ai compo-nenti della Commissione. Come avete visto,i dati sul personale da rintracciare sulportale Enti locali è un lavoro che puòservire a chi fa analisi; noi stiamo chie-dendo le autorizzazioni per mettere pub-blici i dati del personale, anche solo Open-Civitas, con dei dati molto più veloci daconsultare dove sia possibile fare il con-fronto.

Vorrei chiedere anche a voi se riteniatesia utile. A suo tempo ci era stato detto diattendere per questioni di privacy, soprat-tutto perché quando si va allo spacchetta-mento per ogni singolo servizio si dice ilcosto complessivo di quella persona in quelservizio; però riteniamo che dal punto divista della privacy nel momento in cuiavremo le autorizzazioni necessarie sia utilerenderlo pubblico e che anche il cittadinoqualsiasi senza password possa verificarequeste performances.

PRESIDENTE. Mi sembra di poter direche la mole di informazioni e di elabora-zioni e la loro sofisticatezza siano tali danon avere pari in altri Paesi; quindi questosforzo di continuo affinamento ci garanti-sce una base informativa importante.

Sento di poter dire che adesso devematurare una classe politica e di ammini-stratori in grado di cogliere le potenzialitàdi questo sistema, a mio avviso questoadesso è il tema.

Lascio quindi la parola ai colleghi cheintendano porre quesiti o formulare osser-vazioni.

DANIELE MARANTELLI. A parte i rin-graziamenti non formali perché il lavorofatto mi sembra davvero un contributo

prezioso, possiamo cercare di veicolarlo ilpiù possibile perché abbiamo bisogno diun’operazione verità, un’operazione mag-gior consapevolezza da parte del cittadino.É un’esigenza che avverto in maniera moltoforte, in assenza della quale rischiano diprevalere nella società italiana emotività edaspettative che, dati alla mano, ci rendiamoconto che non possono essere accolte.

Partendo da questo, dico subito senzaalcun intento intrusivo che alla luce del-l’ultima richiesta che ci avete fatto in or-dine al personale considero ragionevole an-dare nella direzione di rendere la cono-scenza dei dati fondamentali su OpenCivi-tas accessibile a tutti, perché non vi deveessere un utilizzo strumentale o punitivo,in quanto sappiamo che la pubblica am-ministrazione funziona innanzitutto se ilpersonale è motivato e lavora bene.

Mi pare che la campana sia suonata unpo’ per tutti, cioè condizioni di spropor-zione immotivate devono essere corrette ecomunque conosciute, indipendentementedall’amministrazione.

I dati recentissimi del Censis confer-mano peraltro in maniera micidiale la di-minuzione costante della popolazione, quindiil progressivo invecchiamento e l’aumentodell’età media. Ci avete fornito i dati inte-ressantissimi sui LEP relativi agli asili nido,e, se ho capito bene, se la copertura idealefosse del 12 per cento, servirebbero 460milioni in più, se fosse del 22 per cento,1,15 miliardi.

Sul numero di comuni esistenti, pocopiù di 8.000, in quanti ci sono gli asilinido ? Mi pare che ci avevate detto circa2000-2200, però, siccome questo è uno deiproblemi principali delle giovani coppie,quali potrebbero essere le risorse per for-nire un servizio non in tutti i comuni,perché naturalmente è impossibile, ma perdare maggiori certezze a coloro che hannoil coraggio di costruire una famiglia e unfuturo e di fare dei figli ?

Può sembrare una domanda « sbale-strata », però penso che sia uno dei temicentrali che la società italiana si trovadavanti, perché continuiamo a chiederciperché da vent’anni non ci sia crescita, selo chiedono gli economisti e i sociologi, ma

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la risposta è molto semplice: come fa acrescere una società in cui la popolazionecontinua a diminuire ?

Tutti gli strumenti che sono in grado diagire su quella leva vanno visti con reali-smo, perché, se diamo una copertura del 22per cento, serve un miliardo, ma per dareuna risposta più concreta non c’è una di-mensione ideale. In questo caso forniamoanche all’opinione pubblica una maggioreconsapevolezza sui nodi principali che ab-biamo davanti.

Ringrazio moltissimo per le analisi so-fisticate e la documentazione che durantele vacanze di Natale ci dedicheremo volen-tieri ad approfondire.

FEDERICO D’INCÀ. Premetto che an-ch’io nutro una fortissima preoccupazioneper la demografia nel nostro Paese, perchéanche le aree del bellunese hanno meno diun figlio per donna, quindi le zone vicinedell’Alto Adige hanno 1,76, il Veneto 1,42 ela media nazionale è 1,35, però il bellunesescende sotto un figlio per donna e credoche questo dato sia incredibile !

Come facciamo a preparare i nostri col-leghi parlamentari a capire questi dati ?Questo è importantissimo, perché bisognatrovare un modo per spiegare al Parla-mento e ai nostri colleghi come si utiliz-zano questi dati.

Sarebbe interessante vedere i dati deicomuni confinanti con Cortina dalla partedell’Alto Adige, quindi delle regioni e delleprovince autonome. Questa è una richiestache la Commissione ha fatto più volte, nonspetta al SOSE, spetta alla valutazione po-litica e sarebbe veramente interessante va-lutare il dato delle regioni autonome esuccessivamente allargare questo controlloalle altre funzioni delle regioni come lasanità.

Questo è un procedimento che comeCommissione dovremmo seguire per com-prendere perché le regioni non vi abbianovoluto fornire i dati sul trasporto pubblicolocale a parte quelli del Molise e comeintervenire per fare pressione su questeregioni per ottenere il dato e aggiungerloall’analisi fatta finora.

MARIA CECILIA GUERRA. Ringrazioanch’io per gli stimoli, il materiale e illavoro che state facendo. Continuo a tro-vare ostico questo riparto del fondo, quindici rifletteremo ancora.

Due cose, una sulla questione con cui ildottor Stradiotto concludeva, cioè in chemisura tener conto della domanda qualorasi arrivasse a definire veramente dei livelliessenziali. Questo si riallaccia all’interventodel collega, perché è opportuno anche solocapire se prendere una domanda poten-ziale o una domanda effettiva, laddove difatto quando parli di copertura parli chia-ramente di una domanda, però una do-manda potenziale, quindi i bimbi 0-2 anni;invece domanda effettiva potrebbe esseretener conto se l’occupazione femminile siauna variabile che incide sulla domanda diasili, con l’implicazione però che potrebbeessere il gatto che si morde la coda, laddovepuò non esserci occupazione femminile per-ché manca la gestione di servizi, quindi èun tema politico delicato.

Su questa questione dei livelli essenzialipuò darsi che abbia capito male, quindi miscuso in anticipo, però avete consideratoalcuni servizi che valutate a costo per iquali è comprensibile come può essere fattoil calcolo dei livelli essenziali delle presta-zioni, mentre non mi è altrettanto chiaronei servizi sociali (non « sevizi », come èscritto qui, mi raccomando), dove la do-manda è aumentata; però non ho capitobene come si sia potuto costruire un livelloessenziale senza una funzione di costo. Semi poteste dire qualcosa in più su questoargomento vi sarei grata.

Chiederei una conferma per quanto ri-guarda la parte sul Fondo di solidarietàcomunale, cioè nella parte storica diversa-mente dalla parte standard (è un problemache non riguarda direttamente voi, cioè laparte fabbisogno, ma la parte capacità, edè un mio pallino; avevo elaborato anche unemendamento, ma purtroppo noi al Senatonon abbiamo potuto esaminare gli emen-damenti sulla legge di bilancio); c’è questoproblema della compensazione, perché ilfatto che la TASI sulla prima casa sia toltanon deforma il calcolo delle risorse stori-

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che, mentre altera quello della capacitàfiscale.

Uso il termine « altera » perché i comuniricevono comunque questi soldi, e questo èun problema serio se andiamo al 100 percento di distribuzione del fabbisogno; c’è il45, il 50, altre forme di compensazione,sono misure esterne, mentre è meglio in-cidere sulla funzionalità che cercare dicorreggere ex post, meglio rendere il mec-canismo funzionante.

Credo che questo tema si ponga in que-sto passaggio, giustamente le rettifiche e iminori introiti incidono molto, quindi an-drebbero definiti due percorsi diversi, cioèun punto in cui si fanno le compensazionie le rettifiche, un punto in cui si fa laperequazione. Credo che anche dal puntodi vista della comunicazione al comune, aldi là del fatto che gli state mettendo adisposizione un insieme ampio e dettagliatodi informazioni, proprio perché c’è unafase di apprendimento, le due informazionidebbano essere tenute assolutamente sepa-rate.

Questo è chiaramente un problema an-che nostro in quanto dovremo sistemare ilquadro normativo, però anche dal punto divista comunicativo credo che questo sia unelemento importante, altrimenti si con-fonde il messaggio che si vuol dare.

MARCO STRADIOTTO, Responsabilerapporti istituzionali per la spesa pubblicadella società SOSE – Soluzioni per il Si-stema Economico S.p.A. Rispondo all’ono-revole Marantelli. La nostra stima relativaagli asili nido prevede che in tutti i 6.700comuni oggetto dell’analisi, tutti i comunidelle regioni a statuto ordinario, vi sia lacopertura del 12 per cento. É chiaro che sitratta di un calcolo teorico, perché comunicon 100 abitanti non fanno l’asilo nido perun bambino, però si considera che tutti icomuni possono pensare di avere un livellodel 12 per cento di copertura, del 22 oaddirittura del 30, perché abbiamo presocome riferimento gli obiettivi di Lisbona,che prevedono di arrivare al 33 per cento,compreso il nido offerto dal privato e dalleaziende.

Oggi solo il 35 per cento dei 6.700 co-muni che abbiamo analizzato ha il servizio

di asilo nido, e anche qua con percentualidiverse perché ci sono comuni che arrivanovicino al 30 per cento di copertura bambini0-2 anni e comuni che danno una coper-tura molto bassa.

La prima obiezione è che bisognerebbecostruire l’asilo nido, ma in realtà nellanostra stima viene considerata anche l’ipo-tesi dell’utilizzo di locali in affitto, quindinon sarebbe quello l’aspetto che impedisce;non serve per forza una spesa in contocapitale per poter partire, ma è certo cheservirebbe qualcosa perché il comune ab-bia le risorse per partire, perché il fabbi-sogno standard nel momento in cui trova ibambini presenti riconosce il fabbisogno inproporzione ai bambini; servirebbe che ildecisore politico decidesse di investire sugliasili nido e incentivarne la partenza, sa-pendo che poi il fabbisogno standard rico-noscerebbe, nel momento in cui trova ibambini, quel fabbisogno in più.

Per quanto concerne il vostro parererispetto ai fabbisogni approvati in prece-denza dalla Commissione Tecnica per iFabbisogni Standard (CTFS), che ha avutoil parere di questa Commissione dove do-vrà essere approvato il DPCM finale, ri-spetto al riconoscere gli indicatori previstidagli obiettivi approvati dal CIPE, si parladi percentuale regionale e di percentualeper le regioni del sud.

Abbiamo letto e verificato i pareri, siaquelli dati in precedenza che quelli dell’ul-timo passaggio, perché quando arriveremoal dunque della prossima stima, quandoarriveremo agli asili nido oggettivamente ciporremo un problema; ad oggi nessuno ciha ancora fornito un dato dicendoci diapplicare a tutti i comuni il 12 per cento,che anche quella delibera CIPE prevede,ma solo per le regioni del sud e solo alivello regionale, che è diverso dal preve-dere una stima comune per comune; anchein Emilia-Romagna il 12 per cento vuoldire una spesa in più, perché ci sono co-muni che non hanno l’asilo nido anche inEmilia-Romagna, e questo non è un detta-glio.

Siccome il meccanismo di costruzionedel fabbisogno standard tiene conto deipesi di ogni funzione, nel momento in cui

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il decisore politico fornisce l’indirizzo del-l’asilo nido al 12 per cento il peso dell’asilonido aumenta rispetto agli altri e a paritàdi risorse (perché noi abbiamo il bloccodella parità delle risorse) attirerà risorse daaltri servizi che la decisione politica in-tende meno importanti.

Rispetto alla questione delle regioni astatuto speciale, onorevole D’Incà, abbiamogià avuto modo di rispondere l’altra voltaed oggettivamente è un problema, nel sensoche confrontare Mel e Cortina è una par-tita, confrontare Cortina con Moena o Ca-nazei è completamente diverso. In questosenso speriamo che quanto sta accadendoper quanto riguarda la Sicilia – laddove nelcorso dei prossimi mesi dovremmo iniziarea fare il questionario per i comuni e gli entilocali, che quindi ci permetterà di avereanche quei dati – possa valere anche peraltre regioni, ma questo dipende moltodagli accordi che lo Stato farà con le sin-gole regioni per i motivi che conoscetemeglio di noi.

Sul meccanismo perequativo sarebbe no-stra intenzione, avute le autorizzazioni ne-cessarie, pubblicare su OpenCivitas Entilocali quel tipo di meccanismo, in manierache ogni comune mettendo il proprio co-dice catastale abbia la possibilità di vederenel dettaglio il meccanismo. Credo che sa-rebbe assolutamente utile per compren-dere un meccanismo oggettivamente com-plesso, che deve essere reso assolutamentetrasparente, in maniera che ogni ente possaconoscere esattamente come avviene il cal-colo e perché, laddove in tante occasionidal fabbisogno standard ci aspettavamo undeterminato risultato, il Fondo di solida-rietà non è stato quello che ci aspettavamo.Magari poi nell’analisi si constata che og-gettivamente dalla parte fabbisogni stan-dard avrebbe ricevuto più risorse e magariha un’alta capacità fiscale (l’UPB in audi-zione ha raccontato di alcune criticità);dall’altra parte può capitare che il taglioprevisto dalle disposizioni dei vari SalvaItalia e dei decreti legislativi precedentiabbiano determinato in quel comune deitagli che, essendo a monte, non vengonoassolutamente condizionati dal meccani-smo perequativo.

Per quanto riguarda la domanda sulTrasporto Pubblico Locale (TPL), cioè sulfatto che le regioni non abbiano risposto,nei comuni si arriva al 95-99 per cento dirisposta a seconda dei vari questionari,quindi una risposta molto significativa pernon dire totale; sulle regioni c’era unapossibilità di rispondere, non erano previ-ste sanzioni, quindi ci siamo trovati indifficoltà. Oggettivamente stimare il gapinfrastrutturale per quanto riguarda i tra-sporti è un dato molto importante; la partesulla spesa corrente la sta facendo il MIT esiamo d’accordo di lavorare insieme perchésarebbe anomalo avere numeri diversi,quindi ci siamo divisi i compiti.

In questo la carenza di dati è preoccu-pante, perché alcune ripartizioni vengonofatte ancora a storico e lo storico penalizzao favorisce delle regioni rispetto ad altre,perché alcune hanno fatto grandi passiavanti nella infrastrutturazione sia in ter-mini di chilometri, sia in termini di pas-seggeri serviti, mentre altre sono ferme,quindi è chiaro che anche la ripartizionedel Fondo nazionale trasporti sarebbe moltodiversa; ma è una cosa che vi raccontiamosenza avere la possibilità di darvi dei datirobusti su cui poter basare la vostra atti-vità.

FRANCESCO PORCELLI, Responsabilericerca e sviluppo per la spesa pubblica dellasocietà So.S.E – Soluzioni per il SistemaEconomico S.p.A. Per quanto riguarda ladomanda su come abbiamo determinatoqueste simulazioni sui maggiori costi deri-vanti dal raggiungimento di alcuni, ipoteticiLEP, dove avevamo la funzione di costo deifabbisogni standard ovviamente abbiamoutilizzato quella, e questa ha preso in esameil servizio di asilo nido e l’istruzione.

È chiaro che nei servizi sociali nonabbiamo funzioni di costo, perché non siamoancora arrivati al punto di avere una strut-tura robusta dell’output per poter fare ilfabbisogno standard in quel modo, però ciabbiamo provato comunque (infatti nel rap-porto viene descritto) e abbiamo tentato difare una funzione di costo con i dati adisposizione, costruendo un indicatore com-posito, perché l’unica strada per i servizi

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sociali è quella, vista la mole di servizimolto diversi tra loro offerti.

Abbiamo costruito quindi un indicatorecomposito, sul quale sono state effettuatedelle analisi di robustezza; c’è una funzionedi costo lineare, basata su questo indica-tore composito, che ci permette di farequesta simulazione. Ovviamente non ha larobustezza della funzione di costo dell’asilonido o dell’istruzione, però è un primopasso informativo. Troverete i dettagli al-l’interno del documento.

Per quanto riguarda il Fondo di solida-rietà è un problema avere la TASI a storico,crea una distorsione e soprattutto intro-duce un terzo pilastro dello storico, perchéattualmente abbiamo tre pilastri storici chevanno riducendosi. Uno è il passaggio dalmeccanismo standard al meccanismo sto-rico, attualmente 70 e 30, l’anno prossimo60 e 40 e poi via via raggiunge il 100 percento; poi c’è un altro pezzo di storico cheè il target perequativo, che è una leva inmano al decisore politico che deve deciderequale target perequativo utilizzare; e poi c’èla terza parte, la TASI, che deve essereriportata a monte delle risorse storiche.

Noi aggiungiamo un altro punto, quellodei trasferimenti speciali che in Italia ri-guardano principalmente Roma, ma anchealtri comuni sia pure in misura minore, chedevono essere presi in esame per riequili-brare l’intera struttura del fondo.

VIERI CERIANI, Amministratore dele-gato della società SOSE – Soluzioni per ilSistema Economico S.p.A. Due rapide os-servazioni, una sulla comunicazione e latrasparenza dell’intero meccanismo. Que-sta interazione tra perequazione e spesastorica che ha mostrato Francesco Porcelliprima, al di là della sua involuzione e dellasua complessità, è uno dei tentativi piùtrasparenti di spiegare i meccanismi oggi invigore con la stratificazione di registra-zione di meccanismi che si è avuta.

Uno dei problemi principali – credo peresperienza aneddotica – dell’assessore albilancio e del sindaco è capire perché gliarrivino quei soldi, perché alla fine vede ilsaldo, ma non è chiaro come si compon-gano i diversi pezzi. Se gliene arrivassero dipiù e non sapesse da dove, li prenderebbe

comunque e starebbe tranquillo, però oc-corre considerare quello che diceva primail presidente, cioè l’opportunità di avere deimeccanismi trasparenti.

Lo dico perché noi abbiamo presentatoun’idea: vogliamo provare a costruire qual-cosa che aiuti l’amministratore locale amigliorare sul piano dei servizi prestati, deifabbisogni, ma, se l’intero meccanismo difinanziamento è oscuro, non serve, perchési aspetterà un apprezzamento da parte deisuoi elettori, dei concittadini su uno sforzoimpegnativo di ristrutturare l’attività di al-cuni segmenti della sua amministrazione epoi magari gli arriverà una decurtazioneper qualche intervento sulla stima dellacapacità fiscale, per cui l’effetto netto saràvanificato.

FEDERICO FORNARO. Si aggiunge unaltro elemento: tutti i dati storici su cui sifa riferimento per gli standard non tengonoconto di un calo significativo della fedeltàfiscale. Questo è il problema, la fedeltàfiscale negli ultimi 5-6 anni anche a causadella crisi, anche nei comuni che non hannomai avuto questo problema è calata, quindisi continua a fare i conti su un dato chenon è più vero: tu dai 100 come introitostandard, ma in realtà in questo momentostai incassando 85 o 90.

Ad esempio nel caso delle società chefalliscono quell’IMU non è più pagata danessuno, magari avevi una grande aziendache ti dava 100.000 euro di IMU, te lacalcolano lì dentro ma alla fine quei 100.000non ci sono; quindi vengono detratti ancoraperché io avevo 100.000 ed ero più ricco diquello che non ce l’aveva; per cui adessonelle perequazioni me ne portate via an-cora un pezzo, quindi sono 100.000 più unpezzo ! È questo il punto.

Questo è un problema che, se riportatosul singolo comune, in alcuni casi è deva-stante, perché per un piccolo comune bec-carsi due piccoli fallimenti significa avere,oltre al danno, la beffa.

VIERI CERIANI, Amministratore dele-gato della società SOSE – Soluzioni per ilSistema Economico S.p.A. Sul discorso do-manda potenziale/domanda effettiva asili

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nido è chiaro che lo strumento dei fabbi-sogni standard non è assolutamente in gradodi essere funzionale a una scelta politicaimportante di potenziare significativamenteun servizio; non è assolutamente lo stru-mento adatto, occorrerebbe un interventospecifico in cui dal centro si decidematchinggrants che se fai l’asilo nido il primo annoti finanzio la costruzione e l’avvio; dal-l’anno dopo, quando il servizio esiste, ifabbisogni standard te lo coprono, altri-menti non ne usciamo per il doppio pro-blema che da un lato togli risorse ad altriservizi per finanziare quello e dai fondisenza avere alcuna garanzia che venganoeffettivamente spesi per fare gli asili nido.

Non ne esci: devi fare un interventospecifico per avviare il passaggio in questocaso dal 12 per cento di copertura al 22 oa quello che sia.

MARCO STRADIOTTO, Responsabilerapporti istituzionali per la spesa pubblicadella società SOSE – Soluzioni per il Si-stema Economico S.p.A. Rispetto all’ osser-vazione del senatore Fornaro, mentre ifabbisogni tentano di fare un ragionamentoche va oltre lo storico, la capacità fiscaleovviamente risente molto dello storico e,siccome le due componenti determinano laperequazione, queste osservazioni sono datenere in considerazione; perché la capa-cità fiscale fa una fotografia dello storico elo storico può non tener conto di questieventi che possono capitare.

In questo rientra anche la questionedella revisione delle rendite catastali, che

non è un dettaglio da poco. Questi sonodati 2013; noi arriveremo al 2015 e quindidovrebbe essere fatta una valutazione sulreale incassato, in maniera da depurareeventuali fenomeni di questo tipo, perchése gli dici che ha una potenzialità di 100.000euro in un piccolo comune 100.000 euromancano !

VIERI CERIANI, Amministratore dele-gato della società SOSE – Soluzioni per ilSistema Economico S.p.A. E comunque ilquadro non è completo perché non sonosolo i tributi che il comune incassa o nonincassa, ma c’è anche un pezzo di compen-sazione dello Stato per la parte di tributoche è stata soppressa con decisione cen-trale, e quello alla lunga può riflettere unasituazione storica congelata nel passato,che non tiene più conto della realtà abita-tiva del comune tra 5 o 10 anni; quindi èuna situazione veramente peculiare per certiversi e molto problematica per altri.

PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospitiper il loro intervento e per la documenta-zione consegnata, della quale autorizzo lapubblicazione in allegato al resoconto ste-nografico della seduta odierna (vedi alle-gato).

Dichiaro conclusa l’audizione.

La seduta termina alle 9.25.

Licenziato per la stampa

il 6 luglio 2017

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

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ALLEGATI

Documentazione depositata dai rappresentanti della società Soluzioniper il Sistema Economico – SO.S.E. S.p.A

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 3

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ALLEGATO 4

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PAGINA BIANCA

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