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© F.Marangon 09/03/2010 ScPrev EcSS-ACB 0910 set06 ACB e altro 1 Prof. Francesco Marangon Anno Accademico 2009/10 ANALISI COSTI BENEFICI © Marangon F., 2009/2010 Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 L’idea dell’Analisi Costi-Benefici Ognuno di noi è abituato a prendere decisioni sulla base del confronto fra guadagni e perdite: Siamo interessati solo a quelle azioni che ci procurano un guadagno netto e, quando dobbiamo scegliere tra alternative, preferiamo quella che garantisce il guadagno netto massimo. Questa semplice affermazione è ciò che in sintesi sta alla base della Analisi Costi-Benefici (ABC). L’ABC definisce tuttavia costi e benefici in modo particolare, in quanto essi vengono considerati in rapporto al soddisfacimento delle preferenze. Possiamo dire che un individuo dovrebbe accettare la proposta di passare ad una nuova situazione A se [B A -C A ] > 0 Per trasformare questo concetto in una regola di decisione sociale sulla base della quale intraprendere una data azione, è necessario conoscere le preferenze di ogni individuo. Per decidere se la società nel suo insieme stia meglio o (Turner et al., 2003) Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 La Disponibilità a Pagare (DAP) Per perseguire l’idea di aggregare le preferenze individuali, dovremmo innanzitutto chiederci come misurare i guadagni e le perdite di benessere. Un modo consiste nel misurare ciò che la gente è disposta a pagare per una certa cosa. Un’idea un po’ meno intuitiva è quella secondo la quale gli individui sono disposti ad accettare una ricompensa per tollerare qualcosa che non avrebbero altrimenti accettato. Considerando la Disponibilità a Pagare (DAP/WTP) degli individui in cambio di un beneficio, oppure la Disponibilità ad Accettare (DAA/WTA) per tollerare un costo, possiamo misurare l’intensità delle preferenze individuali. (Turner et al., 2003) Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 Prezzo O D P C Curva di Domanda B Quantità Importo che viene effettivamente pagato sul mercato Surplus del consumatore OBCD: DAP lorda PBC: DAP netta La Disponibilità a Pagare (DAP) (Turner et al., 2003) Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 La DAP può servire per risolvere il problema di aggregazione fra individui quando qualcuno preferisce una situazione come A e qualcun altro no. Per esempio, la situazione potrebbe essere la seguente: Individuo 1: DAP per passare ad A = 10 Individuo 2: DAP per passare ad A = 8 Individuo 3: DAA per passare ad A = 6 Individuo 4: DAA per passare ad A = 5 Gli individui 1 e 2 guadagnano, mentre 3 e 4 perdono. Passando ad A la società nel suo insieme guadagna o perde? La regola da usare è: (DAP 1 + DAP 2 ) - (DAA 3 + DAA 4 ) > 0 che fornirebbe il risultato: (10 + 8) - (6 + 5) = +7 >O Il passaggio ad A è dunque positivo sul piano sociale. Si ha un miglioramento paretiano potenziale se la compensazione è “ipoteticamente” pagata. La regola prima esposta può essere riscritta come segue: i [B i -C i ] > 0 La Disponibilità a Pagare (DAP) (Turner et al., 2003) Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 L’Analisi Costi-Benefici (ACB) UNO “STRUMENTO DI CALCOLO”: L’ACB NECESSITA’ DELL’INTERVENTO PUBBLICO OBIETTIVO GLOBALE BENEFICIO NETTO CONVENIENZA ECONOMICO-SOCIALE DI UN PROGETTO: F.OB. MAX (B-C) S.TO VINCOLI

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© F.Marangon 09/03/2010

ScPrev EcSS-ACB 0910 set06 ACB e altro 1

Prof. Francesco Marangon

Anno Accademico 2009/10

ANALISI COSTI BENEFICI

© Marangon F., 2009/2010

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L’idea dell’Analisi Costi-Benefici

Ognuno di noi è abituato a prendere decisioni sulla base

del confronto fra guadagni e perdite:

• Siamo interessati solo a quelle azioni che ci procurano un

guadagno netto e, quando dobbiamo scegliere tra

alternative, preferiamo quella che garantisce il guadagno

netto massimo.

Questa semplice affermazione è ciò che in sintesi sta alla

base della Analisi Costi-Benefici (ABC). L’ABC definisce tuttavia costi e benefici in modo particolare, in quanto essi

vengono considerati in rapporto al soddisfacimento delle

preferenze.

Possiamo dire che un individuo dovrebbe accettare la proposta di passare ad una nuova situazione A se [BA- CA]

> 0

Per trasformare questo concetto in una regola di decisione

sociale sulla base della quale intraprendere una data azione, è necessario conoscere le preferenze di ogni

individuo.

Per decidere se la società nel suo insieme stia meglio o peggio occorre comparare i guadagni e le perdite dei

(Turner et al., 2003)

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La Disponibilità a Pagare (DAP)

Per perseguire l’idea di aggregare le preferenze

individuali, dovremmo innanzitutto chiederci come misurare i guadagni e le perdite di

benessere.

Un modo consiste nel misurare ciò che la gente è

disposta a pagare per una certa cosa.

Un’idea un po’ meno intuitiva è quella secondo la

quale gli individui sono disposti ad accettare una ricompensa per tollerare qualcosa che non

avrebbero altrimenti accettato.

Considerando la Disponibilità a Pagare

(DAP/WTP) degli individui in cambio di un

beneficio, oppure la Disponibilità ad Accettare(DAA/WTA) per tollerare un costo, possiamo

misurare l’intensità delle preferenze individuali.

(Turner et al., 2003)

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Prezzo

O D

P C

Curva di

Domanda

B

Quantità

Importo che viene

effettivamente pagato sul mercato

Surplus del consumatore

OBCD: DAP lorda

PBC: DAP netta

La Disponibilità a Pagare (DAP)

(Turner et al., 2003)

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La DAP può servire per risolvere il problema di

aggregazione fra individui quando qualcuno preferisce una situazione come A e qualcun altro no.

Per esempio, la situazione potrebbe essere la seguente:Individuo 1: DAP per passare ad A = 10Individuo 2: DAP per passare ad A = 8

Individuo 3: DAA per passare ad A = 6Individuo 4: DAA per passare ad A = 5

Gli individui 1 e 2 guadagnano, mentre 3 e 4 perdono.

Passando ad A la società nel suo insieme guadagna o

perde?

La regola da usare è: (DAP1 + DAP2) - (DAA3 + DAA4) > 0che fornirebbe il risultato: (10 + 8) - (6 + 5) = +7 >O

Il passaggio ad A è dunque positivo sul piano sociale.

Si ha un miglioramento paretiano potenziale se la compensazione è “ipoteticamente” pagata.

La regola prima esposta può essere riscritta come segue:

i [Bi - Ci] > 0

La Disponibilità a Pagare (DAP)

(Turner et al., 2003)

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0 L’Analisi Costi-Benefici (ACB)

UNO “STRUMENTO DI CALCOLO”: L’ACB

NECESSITA’ DELL’INTERVENTO PUBBLICO

OBIETTIVO GLOBALE BENEFICIO NETTO

CONVENIENZA ECONOMICO-SOCIALE

DI UN PROGETTO:

F.OB. MAX (B-C)

S.TO VINCOLI

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ACB - Introduzione

ACB: approccio economico sistematico, di natura quantitativa (monetaria), impiegato per valutare la desiderabilità sociale dei progetti sulla base degli effetti positivi (benefici) e negativi (costi) che da essi derivano, effetti considerati in tutta la loro estensione sia nel tempo (breve, medio e lungo termine), che nello spazio (principali e collaterali).

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La struttura dell’ABC

In ogni ABC vanno condotte diverse fasi.

Una proposta dei passi fondamentali può

essere la seguente:

• definizione del/dei progetto/i,

• identificazione degli impatti economicamente rilevanti,

• quantificazione fisica degli impatti,

• valutazione monetaria degli impatti,

• sconto e ponderazione,

• confronto di C&B per giungere ad una

valutazione di convenienza,

• analisi di sensitività. (Hanley and Spash, 1995)

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Definizione del/dei progetto/i

La definizione del/i progetto/i include:

1) la riallocazione delle risorse;un progetto non può essere valutato prima di

conoscere ciò che si va a valutare; questo

passaggio definitorio può essere anche usato

per determinare i confini dell’analisi.

2) la popolazione di chi guadagna e

chi perde a volte, tale popolazione viene definita in via normativa; più frequentemente viene

permesso un certo grado discrezionale. (Hanley and Spash, 1995)

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La definizione del/i progetto/i deve

tener conto del grado di dipendenza

esistente all’interno del paniere di

progetti fattibili:

• Progetti alternativi

• Progetti vincolati

• Progetti sequenziali

• Progetti concorrenti

• Progetti indipendenti(Polidori e Casoni, 2002)

Definizione del/dei progetto/i

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Identificazione degli impatti

Quando il progetto è stato definito, il

passo successivo è quello di identificare

tutti gli impatti che risultano dalla sua

implementazione.

Vanno notate due importanti questioni:

• l’addizionalità

si riferisce agli impatti

netti del progetto.

(Hanley and Spash, 1995)

Situazione

“con” progetto

Situazione

“senza” progetto

tempo

pro

du

zio

n

e

• lo spiazzamento

si ha quando l’ACB

viene applicata da autorità

pubbliche a livello

regionale.

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Identificazione degli impatti

economicamente rilevantiLa società è interessata alla massimizzazione delle utilità

ponderate di tutti i suoi componenti.

Tali utilità dipendono dai livelli di consumo di beni e

servizi di mercato e non.

Lo scopo dell’ACB è quello di selezionare i progetti che

aumentano l’utilità sociale, incrementando il valore dei

beni di mercato e non in misura maggiore di quella

associata alla riduzione del valore di altri beni e servizi in

grado di generare utilità sociale.

L’ACB può giungere a selezionare il migliore (il più

efficiente) progetto da una lista di alternative.

Gli impatti “senza prezzo” sono quelli di maggiore

rilevanza per l’ACB in contesti ambientali.

Una classe di impatti che va esclusa dall’ACB

è quella dei trasferimenti.(Hanley and Spash, 1995)

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BENEFICI

PRINCIPALI

SECONDARI

INDIRETTI

COSTI

PRIMARI

SECONDARI

INDIRETTI

C & B INTANGIBILI.....

F.I.O. „88:

C & B DIRETTI e INDIRETTI

Identificazione dei benefici e dei costi

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Quantificazione fisica degli impatti

• Determinazione delle quantità fisiche

dei flussi di costo e beneficio del

progetto.

• Identificazione della loro collocazione

nel tempo.

Tutti i calcoli effettuati in questa fase

vengono realizzati in contesti variabili di incertezza.

In alcuni casi, può essere possibile

associare livelli di probabilità agli eventi

incerti e così giungere al calcolo di un

“valore atteso“ dell’evento.(Hanley and Spash, 1995)

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Valutazione monetaria degli impatti

Affinché le misure fisiche degli impatti siano

confrontabili esse devono essere valutate in unità di

misura comuni.

L’unità di misura comune nella ACB è la moneta.

Questa è meramente una “scelta di convenienza”,

piuttosto che una considerazione implicita che la

moneta è l’unica cosa importante.

I compiti rimanenti di applica l’ACB sono:1. prevedere i prezzi dei beni di mercato;

2. correggere i prezzi dei beni di mercato dove

necessario;3. calcolare i prezzi quando questi non ci sono.

Nel caso dei punti 2) e 3) vanno distinti:a) la competizione imperfetta;

b) l’intervento pubblico nel mercato;

c) l’assenza del mercato.

(Hanley and Spash, 1995)

Valutazione

monetaria dei beni/danni

ambientali

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ANALISI FINANZIARIA PRIVATA PREZZI DI MERCATO

ANALISI ECONOMICA SOCIALE (ACB) ?

LIMITI DEI PREZZI DI MERCATOSISTEMA DI PREZZI OMBRA o PREZZI DI CONTO

F.I.O. (SOLUZIONE “PRAGMATICA”)

P = Pm – T; se F=T/Pm T=F·Pm P=Pm(1-F)P: PREZZI DA ADOTTARE NELLA VALUTAZIONE

Pm: PREZZI DI MERCATO

T: TRASFERIMENTI

... E SE MANCANO I Pm?

Valutazione monetaria degli impatti

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DISOMOGENEITA‟ TEMPORALE DI C & B

Un progetto di investimento è un insieme di attività economiche con cui si utilizzano alcune risorse scarse al fine di ottenere

benefici differiti nel tempo.

AGGREGAZIONE DI C & B

-7.000

-3.000

-1.000

2.000

3.000 3.000 3.000 3.000 3.000 3.000

-7000

-6000

-5000

-4000

-3000

-2000

-1000

0

1000

2000

3000

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

anni di vita del progetto

be

ne

fic

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ett

i (B

-C)

ATTUALIZZAZIONE TASSO DI SCONTO

Fase di impianto Fase di esercizio

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A) VALORE ATTUALE NETTO (VAN)

I CRITERI DI SCELTA

VANB

r

C

r

B C

r

i

ii

ni

ii

ni i

ii

n

( ) ( ) ( )1 1 11 1 1

CONVENIENZA ECONOMICA: VAN > 0

Il principale obiettivo dell’ACB è quello di aiutare

il decisore pubblico nella scelta tra progetti e politiche che siano efficienti in termini di uso

delle risorse.

1

ri

( )1Dove rappresenta il coefficiente di

attualizzazione o fattore di sconto

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tempo

fatt

ore

di

sc

on

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1%

2%

5%

10%

-1%

1

ri

( )1Valori del fattore di sconto

per diversi tassi sconto

I CRITERI DI SCELTA

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B) RAPPORTO BENEFICI - COSTI (RBC)

RBC

B

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C

r

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i

ii

n

( )

( )

1

1

1

1

CONVENIENZA ECONOMICA:

RBC > 1

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C) SAGGIO DI RENDIMENTO INTERNO (SRI)

CONVENIENZA ECONOMICA:

r > r*

B

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B

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C

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B C

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ii

ni

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10

1 1 1 1 1

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6.000

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Va

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ett

o (

VA

N)

Tasso di sconto

Tasso B C VAN B/C

1,0% 43.093 36.296 6.798 1,19

2,0% 40.418 34.714 5.703 1,16

3,0% 37.952 33.245 4.706 1,14

4,0% 35.676 31.878 3.798 1,12

5,0% 33.574 30.605 2.969 1,10

6,0% 31.629 29.417 2.212 1,08

7,0% 29.828 28.307 1.522 1,05

8,0% 28.159 27.268 891 1,03

9,0% 26.610 26.296 314 1,01

9,6% 25.755 25.755 0 1,00

10,0% 25.170 25.383 -213 0,99

11,0% 23.831 24.527 -695 0,97

12,0% 22.585 23.721 -1.137 0,95

13,0% 21.423 22.963 -1.540 0,93

14,0% 20.339 22.248 -1.910 0,91

Anni B C B-C

1 0 8.000 -8.000

2 2.000 5.000 -3.000

3 3.000 4.000 -1.000

4 5.000 3.000 2.000

5 6.000 3.000 3.000

6 6.000 3.000 3.000

7 6.000 3.000 3.000

8 6.000 3.000 3.000

9 6.000 3.000 3.000

10 6.000 3.000 3.000

I CRITERI DI SCELTA

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1 -100 -100

2 -200 -200

3 25 50

4 25 100

5 50 150

6 50 200

7 75

8 75

9 75

10 75

11 100

12 100

13 100

Flussi di cassaAnni

-200

-150

-100

-50

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100

150

200

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13

Anni

Flu

ssi d

i cassa

A

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A B

1% 389,8 180,7

2% 336,2 162,7

3% 288,4 145,9

4% 245,8 130,2

5% 207,6 115,6

6% 173,5 101,9

7% 143,0 89,2

8% 115,6 77,3

9% 91,1 66,1

10% 69,0 55,7

11% 49,2 46,0

12% 31,4 36,9

13% 15,4 28,3

14% 0,0 20,4

15% -12,0 12,9

16% -23,6 5,9

17% -34,2 0,0

18% -43,6 -6,7

19% -52,1 -12,4

20% -59,8 -17,8

VANTasso

-100

-50

0

50

100

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200

250

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350

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450

1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% 10% 11% 12% 13% 14% 15% 16% 17% 18% 19% 20%

Tasso di sconto

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I CRITERI DI SCELTA

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I CRITERI DI SCELTA

Il problema del tasso di scontoNell’ACB, come si è visto, la scelta del TSS risulta

determinante per l’approvazione o il rigetto di un

progetto e per la scelta tra progetti alternativi.

Non esiste, ad oggi, una regola comunemente accettata

per definire in termini oggettivi il TSS; in letteratura

sono identificabili almeno quattro scuole di pensiero:

• Saggio di preferenza temporale sociale

• Costo opportunità

• Istituzionale

• Prodotto marginale del capitale

Di fronte alle difficoltà nella scelta del TSS si aprono tre

strade:

La manipolazione del TSS

La formula dello sconto modificata

La monetizzazione degli effetti esterni.

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I CRITERI DI SCELTA

I metodi non attualizzati:

– Il periodo di recupero

detto anche pay-back period

individua il numero di periodi

(anni) affinchè i flussi positivi

dell‟investimento compensino

le uscite sostenute.

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-3000

-2000

-1000

0

1000

2000

3000

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

anni di vita del progetto

be

ne

fic

i ne

tti (

B-C

)

Fase di impianto

Fase di esercizio

I metodi non attualizzati:

– Il periodo di recupero

-11.000

+11.000

I CRITERI DI SCELTA

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I metodi non attualizzati:

–Il tasso di redditività

contabile

meglio noto come Return on

Investment (ROI) rappresenta

il rapporto tra l‟utile contabile

annuale e l‟investimento

effettuato.

I CRITERI DI SCELTA

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Analisi di sensitività

Il VAN descritto in precedenza ci informa attorno all’efficienza

relativa di un dato progetto, date le informazioni utilizzate nei calcoli.

Se i dati cambiano, chiaramente anche i risultati del VAN

cambieranno.Una fase finale essenziale di ogni ACB ex ante è quella di

condurre un’analisi di sensitività.

Ciò significa ricalcolare il VAN quando cambiano i valori di certi parametri.

I parametri di cambiare includono:

• Il tasso di sconto,• La quantità e la qualità fisica degli input,

• I prezzi ombra degli input,

• La quantità e la qualità fisica degli ouput• I prezzi ombra degli output,

• L’orizzonte temporale del progetto.(Hanley and Spash, 1995)

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L‟ ampio ventaglio di interventi pone il problema

della valutazione dell‟efficienza delle azioni stesse.

L‟introduzione di un vincolo, l‟erogazione di un

contributo o l‟imposizione di una tassa non implica automaticamente un aumento di benessere per la

collettività.

Anche l‟intervento pubblico volto a correggere le

imperfezioni del mercato può a sua volta essere

inefficiente e fonte di sprechi di risorse.

Solo disponendo di metodi adeguati di stima del

valore delle risorse ambientali (di natura

monetaria e non monetaria) sarà possibile

correggere le imperfezioni del mercato.

L’inefficienza del mercato

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Quando si rende necessario valutare le risorse ambientali?

In tutti i casi in cui il mercato non è in grado di definire in modo corretto il valore di una risorsa e diviene necessario l‟intervento pubblico– Correggere l‟operato dei privati

– Effettuare propri interventi

L‟intervento pubblico deve essere efficiente e non causare sprechi

L‟operatore pubblico deve poter valutare i benefici derivanti dai propri interventi nel campo dell‟uso delle risorse ambientali

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Analisi dei benefici e dei costi dell‟intervento pubblico: es.

realizzazione di un parco pubblico, creazione di un‟area protetta,

apertura al pubblico di un‟area di interesse naturalistico o storico e

culturale

Valutazione di benefici e costi di infrastrutture, grandi opere, piani

ecc.

Valutazione di costi e benefici conseguenti l‟imposizione di vincoli

ambientali alle imprese

Valutazione dei benefici connessi all‟erogazione di incentivi

ambientali

Stima del danno ambientale causato da privati a fini di

risarcimento

Analisi della funzione di domanda di una risorsa ambientale al fine

di contenere l‟uso entro le capacità di carico o definire il prezzo per

l‟uso di una risorsa ambientale e le modalità di gestione

Campi di operatività dei metodi di valutazione dei beni ambientali

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Le componenti di valore delle risorse ambientali

A) Valore intrinseco (indipendente dall‟uso attuale o futuro da parte dell‟uomo)

B) Valore connesso alla loro componente di beni pubblici

B1) Per le generazioni future

B2) Per le generazioni attuali

C) Valori mercantiliC1) Per le generazioni future

C2) Per le generazioni attuali

Valore economico totale (VET) = B + CCasini e Tempesta, 2001

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B) Valore connesso alla componente di beni pubbliciB1) Per le generazioni future

B2) Per le generazioni attuali

B2a) Valori d'uso (diretto e indiretto):- valori dovuti ad esperienze passate e presenti;

- valori opzionali

- valori di “quasi-opzione”;

B2b) Valori di conservazione- valori di lascito o ereditario;

- valori di esistenza;

C) Valori mercantiliC1) Per le generazioni future

C2) Per le generazioni attuali

In realtà B1 e C1 non sono conoscibili, quindi si assume:

Valore economico totale VET= B2 + C2

Casini e Tempesta, 2001

Le componenti di valore delle risorse ambientali

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Metodi non basati su curve di domanda

Tecniche dell‟estimo:

Valore di mercato

Valore di trasformazione

Valore di capitalizzazione

Valore di surrogazione

Valore di costo

PROBLEMA

è difficile

ricavare il valore

delle esternalitàprodotte dai

beni ambientali,

poiché questevanno a

beneficio

dell’intera collettività e non

solo del singolo

che può acquistare o

vendere il bene

Spese difensive

Dose-risposta

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Gli approcci per la valutazione economica dei beni ambientali sono rivolti alla misurazione delle variazioni di benessere, conseguenti a modificazioni quali-quantitative delle risorse o a cambiamenti dei costi da sostenere per la loro fruizione.

Affinché possa essere calcolato il surplus del consumatore diviene necessario conoscere la funzione di domanda (inversa o diretta).

Casini e Tempesta, 2001

Metodi basati su curve di domanda

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a)metodi diretti

basati su comportamenti reali:

– referendum, simulazioni di mercato, analisi di mercati paralleli privati, analisi dei costi

dovuti a vincoli di conservazione;

b)metodi indiretti

basati su comportamenti reali

(preferenze rivelate):

– analisi di funzioni di produzione familiare,

prezzo edonico, costo di viaggio;Casini e Tempesta, 2001

Metodi basati su curve di domanda

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c) metodi direttibasati su comportamenti ipotetici(preferenze enunciate):

– tecniche di valutazione contingente, analisi del prezzo di uscita, inchieste incentrate su domande del tipo "sarebbe disposto a spendere di più/di meno per..";

d) metodi indirettibasati su comportamenti ipotetici(preferenze enunciate):

– ordinamento contingente, disponibilità a realizzare una certa azione, giochi allocativi, tecniche di analisi delle priorità.

Casini e Tempesta, 2001

Metodi basati su curve di domanda

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L‟HPM è un metodo di stima che tenta di

valutare i servizi ambientali la cui presenza

influisce direttamente su determinati prezzi di

mercato.

In pratica, l‟applicazione di gran lunga più

comune dell‟HPM si riferisce al mercato

immobiliare: I prezzi delle abitazioni subiscono l‟influenza di molti fattori

(numero di stanze, ampiezza del giardino, prossimità a servizi di pubblica utilità, ecc.); uno di questi fattori importanti

è la qualità dell’ambiente del luogo.

Il metodo del prezzo edonico(Hedonic Price Method - HPM)

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Se è possibile tenere sotto controllo i fattori non ambientali (per esempio studiando le case con lo stesso numero di stanze, stessa estensione del giardino, caratteristiche di accessibilità analoghe, ecc.), è allora possibile dimostrare che ogni eventuale ulteriore differenza nel prezzo dell’abitazione è il risultato di differenze ambientali.

L‟HPM è stato applicato più alla valutazione dei danni ambientali che a quella dei benefici: come la presenza della risorsa acqua aumenta il valore

delle abitazioni locali, il rumore proveniente da un aeroporto potrebbe abbassare il prezzo delle abitazioni residenziali.

Il metodo del prezzo edonico(Hedonic Price Method - HPM)

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La struttura dell’HPM L‟obiettivo dell‟HPM consiste nel definire una

funzione (inversa) di domanda che esprime la relazione esistente tra la qualità ambientale e la disponibilità a pagare.

La stima della funzione di domanda può essere ottenuta come il risultato di una procedura di calcolo che prevede due fasi distinte:

1. Stima della funzione edonimetrica mediante un campione di prezzi di vendita di abitazioni e delle relative caratteristiche;

2. Utilizzo del “prezzo marginale” di ciascuna caratteristica come variabile dipendente nella stima della funzione di domanda inversa. Integrando l‟area sottesa tra il livello iniziale e quello finale di qualità ambientale si ottiene una misura del benessere (surplus del consumatore) per un‟ipotizzata politica ambientale in grado di influenzare la

qualità dell‟aria oggetto di studio.

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1.Stima della funzione edonimetrica

Mediante un campione di prezzi di vendita di abitazioni e delle relative caratteristiche viene stimata la funzione:

PH=f(Si, Nj, Qy) = iSi + jNj + yQy

Dove

PH prezzo di vendita delle abitazioni

Si caratteristiche strutturali della casa (num. stanze, età, garage, …)

Nj caratteristiche dell‟area attigua alla casa (vicinanza negozi, …)

Qy caratteristiche ambientali dell‟area (qualità dell‟aria, rumorosità,…)

i j y coefficienti da stimare mediante la regressione multipla.

)( a

a

QQ

P

Differenziando la f. edonimetrica rispetto ad

una componente del vettore delle

caratteristiche ambientali (es. qualità

dell’aria, Qa) si ricava il suo prezzo implicito

marginale di acquisto:La relazione esprime l’incremento di prezzo di

acquisto dell’immobile in corrispondenza di

un’unità aggiuntiva di qualità dell’aria.

Casoni e Polidori, 2002

La struttura dell’HPM

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2.Stima della funzione di domandaIl prezzo implicito marginale di acquisto della caratteristica ambientale (qualità dell‟aria) viene utilizzato quale variabile dipendente nella stima della funzione di domanda inversa.

La funzione di domanda inversa è la curva che indica la WTP al variare del livello della qualità ambientale che è funzione del suo prezzo edonico stimato (P*Qa) e di una certa serie di variabili:

Qai = Ao+A1P*Qa+A2Yi+A3 Xi+e

DoveQai qualità dell‟aria in corrispondenza della famiglia i-esima;

Yi reddito della famiglia i-esima;

Xi vettore delle variabili socio-economiche (età, titolo di studio, numero dei componenti del nucleo familiare, …);

e termine di errore della stima.

Integrando l‟area sottesa tra gli estremi Qa0 (livello di qualità dell‟aria iniziale) e Qa1(livello di qualità finale) è possibile ottenere una misura di benessere (surplus del consumatore marshalliano) per un‟ipotizzata politica ambientale in grado di influenzare la qualità dell’aria nel sito oggetto di studio.

Casoni e Polidori, 2002

La struttura dell’HPM

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• Valutazione del valore d'uso di un giardino

urbano attrezzato di 100m x 100m = 10.000mq. • Gli edifici residenziali che si affacciano

verso il giardino oggetto di stima hanno

3 piani fuori terra ed una profondità dicorpo di 10m. Il loro valore di mercato

unitario è stato stimato in €2.000,00/mq.

• Edifici residenziali similari per caratteristiche intrinseche ed estrinseche che però non si affacciano sul giardino

presentano invece un valore di mercato unitario di

€1.800,00/mq. • Il prezzo edonico è rappresentato da €200,00/mq di

fabbricato residenziale, ed è dovuto al maggiore

apprezzamento dei fabbricati residenziali che si affacciano sul giardino rispetto quelli che non hanno lo stesso

affaccio.

• La superficie lorda commerciale complessiva degli edifici residenziali che si affacciano sul giardino pubblico è pari a

mq. (100m x 10m x 4) per ogni piano =12.000 mq.

Esempio di applicazione dell’HPM

Giardino

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Il valore d'uso del giardino pubblico, stimato

attraverso il procedimento dei prezzi edonici,è quindi pari a

Vu = 12.000mq. x €200,00/mq = €2.400.000,00

corrispondente a €240,00/mq di superficie di parco urbano.

Supponendo che il giardino in questione sia oggetto di

trasformazione in area dove realizzare un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse) con

teleriscaldamento, si può verificare la fattibilità sociale

dell’investimento quantificando l’entità dei benefici netti prodotti per realizzarlo. Supponendo infatti che i benefici netti

per realizzare l’impianto in questione siano sinteticamente pari

a €100,00/mq, si può notare che, a fronte di €1.000.000,00 ottenuti dalla realizzazione dell’impianto, il costo collettivo

netto dovuto alla perdita del giardino (il cui valore sociale è

rappresentato da 2,4 Meuro) per realizzare l’impianto energetico da fonti rinnovabili è pari a 1,4 Meuro.

Esempio di applicazione dell’HPM

Giardino

10.000mq

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Limiti applicativi dell’HPM

Diverse sono le critiche mosse all‟HPM:

difficoltà nell‟individuare le variabili esplicative da

inserire nella funzione edonimetrica;

mancanza di dati numerosi e significativi del

mercato degli immobili;

limitata realisticità delle condizioni del mercato

descritte dal modello (perfetta informazione,

mobilità territoriale, assenza di costi di reperimento dell‟informazione);

esistenza di ritardi di adeguamento dei prezzi di

mercato a variazioni della domanda di mercato;

difficoltà diffusa di percezione e di valutazione della

qualità ambientale da parte dei consumatori.

Casoni e Polidori, 2002

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Il metodo del costo di viaggio(Travel Cost Method - TCM)

Il TCM è un metodo indiretto basato su

comportamenti reali, tramite il quale si giunge ad individuare la funzione di domanda delle risorse

ricreative a partire dall’analisi di eventuali rapporti

di complementarietà debole tra fruizione delle

risorse stesse e consumo di beni di mercato.

Complementarietà debole tra due beni x e y (Randall, 1994):1. all’aumentare del prezzo di y diminuisce il consumo del bene

x;

2. un miglioramento della qualità del bene x comporta un

aumento del consumo del bene y;

3. esiste un prezzo di y oltre il quale nessun cambiamento della

qualità di x si tradurrà in una variazione nei livelli di consumo

dei due beni.

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Il TCM si basa sull‟analisi della relazione che si instaura tra fruizione di un bene ambientale e costi di viaggio (almeno in prima approssimazione).

Analizzando la spesa per il carburante ed altre spese si può stimare la funzione di domanda e quindi il surplus del consumatore.

Si distinguono tre metodologie principali Travel cost zonale (TCZ)

Travel cost individuale (TCI)

Modelli ad utilità stocastica (RUM)

Il metodo del costo di viaggio(Travel Cost Method - TCM)

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Limiti del TCM• La dotazione di mezzi per svolgere le attività ricreative

cambia notevolmente tra soggetti ed il costo per fruire del bene ricreativo non può far riferimento unicamente alle

spese vive sostenute durante il viaggio ma anche agli

ammortamenti dei mezzi.

• Nel caso in cui durante la gita vengano visitate più località è difficile ripartire i costi di viaggio correttamente.

• È molto difficile stabilire se ed in che misura i costi di vitto e alloggio possano essere considerati complementari

all’esperienza ricreativa.

• È difficile applicare il TC nel caso dei villeggianti. Ad

esempio: va considerato il costo dalla struttura ricettiva al

sito o anche quello dall’abitazione alla struttura ricettiva oppure l’uno e l’altro?

• La presenza di sostituti può influenzare notevolmente la forma della curva di domanda e la stima del surplus del

consumatore ma nel TCZ e nel TCI è difficile tenerne

conto.Casini e Tempesta, 2001

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• Le stime prodotte sono molto sensibili alla forma

matematica delle funzioni impiegate nelle stime.

• Non consente di mettere in relazione la domanda alle

caratteristiche qualitative del bene.

• Il costo di viaggio viene considerato come una

variabile indipendente e si trascura completamente il

fatto che sia l'acquisto del mezzo di trasporto, sia la

scelta del luogo di residenza, siano influenzati dalla

distanza dai siti ricreativi.

• Il problema assai rilevante del costo da attribuire al

tempo di viaggio non ha ricevuto allo stato attuale

alcuna precisa formulazione teorica e normalmente

viene risolto in modo arbitrario attribuendo un valore

al tempo di viaggio proporzionale al reddito

dell'intervistato.

Casini e Tempesta, 2001

Limiti del TCM

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0 La Valutazione Contingente(Contingent Valuation Method - CVM)

E‟ un metodo di stima che si basa sulla simulazione di un mercato per analizzare quale sarebbe il comportamento del consumatore al suo interno

Al consumatore o fruitore viene proposta una situazione ipotetica in cui per poter disporre di una certa risorsa (attualmente gratuita) egli debba pagare

I mercati ipotetici possono riguardare: a) miglioramenti o peggioramenti della qualità di una risorsa

b) aumenti o riduzioni della disponibilità di una risorsa

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La CVM è un mercato ipotetico e non un mercato sperimentale

Esempio: stima del valore ricreativo di un parco naturale

Mercato ipotetico:Intervista di un certo numero di visitatori chiedendo la loro

disponibilità a pagare pur di evitare la sua chiusura al

pubblicoMercato sperimentale:

Vendita di biglietti a prezzi differenziati per un certo periodo

di tempoEsempio: stima del valore venatorio di un’area

Mercato ipotetico:Disponibilità a pagare per poter cacciare in una certa area

Mercato sperimentale

Vengono messi all’asta un certo numero di permessi di caccia

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Fasi operative della CVM

A. definizione del bene oggetto di valutazione

B. individuazione di un campione rappresentativo

della popolazione, cui proporre il mercato

contingente

C. predisposizione di un questionario

D. pretestaggio del questionario su una frazione

significativa del campione oggetto di indagine;

E. avvio della fase di raccolta delle interviste tramite interviste dirette, guidate, telefoniche o postali;

F. stima del valore del bene ambientale attraverso l’analisi delle risposte fornite dagli intervistati;

G. stima della funzione di domanda per finalità

gestionali.

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Esempi di risorse valutate con la CVM

Tipo di risorsa Ipotesi proposta

Aree ricreative

Chiusura per mancanza di fondi per la gestioneChiusura per impedire fenomeni di congestione e

degradoVariazione dei costi di accesso

Caccia e pesca

Riduzione del prelievo a causa della eccessiva riduzione delle popolazioni animali

Aumento della fauna prelevabile a seguito di miglioramenti ambientali (es. realizzazione siepi, ecc.)

Variazione dei costi di accesso (licenza, permessi,

ecc.)

Paesaggio rurale Degrado causato dall’abbandono della coltivazione

Qualità acqua e

aria

Riduzione qualità a causa dell’inquinamentiAzioni per la riduzione dell’inquinamento

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CVM - Fonti di erroreLa relativa semplicità operativa della CV e la sua immediatezza ne

hanno decretato un’ampia diffusione per la valutazione dei beni

ambientali; è però necessario sottolineare i numerosi fattori che

possono inficiare la bontà dei risultati conseguiti.

A tale riguardo sono state segnalate le principali fonti di errore:

A) Incentivi a fornire risposte non corrette

A1) Errori connessi all’assunzione di comportamenti strategici;

A2) Errori dovuti ad atteggiamenti di compiacenza verso l’intervistatore o lo sponsor della ricerca

B) Presenza di valori impliciti nel questionario

B1) Errori connessi allo starting point nell’iterative bidding game o

al range dei valori adottati

B2) Errori dovuti al riferimento implicito al valore di beni simili

B3) Effetto della posizione

C) Errata definizione dello scenario

C1) Errata definizione del bene

C2) Errata definizione del contesto

C3) Errori di carattere teorico

Casini e Tempesta, 2001

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CVM - Verifica della bontà delle stimeSono stati proposti tre criteri per verificare l'attendibilità di una

stima effettuata tramite la CVM:

1) content validity,

riguarda le modalità con cui è stato predisposto il questionario,

con riferimento a comprensibilità, assenza di ambiguità nella

definizione del bene oggetto di stima, accettabilità dei diritti di

proprietà, impliciti nel mercato ipotetico ideato, assenza di

costrizioni che possano indurre a rispondere anche chi sarebbe, in realtà, contrario, ecc.;

2) criterion validity

possibilità di confrontare i risultati ottenuti con quelli emergenti

da sperimenti di mercato

3) construct validity

coerenza con la teoria economica delle stime realizzate ed alla

loro comparabilità con i valori ottenuti, impiegando altre

modalità di stima dei beni ambientali (ad esempio il travel cost).

Questo criterio si estrinseca in due tipi di verifiche:

• convergenza con i risultati ottenuti, tramite altre

metodologie di stima dei beni ambientali (convergent

validity);

• coerenza con la teoria economica (theoretical validity).

Casini e Tempesta, 2001

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http://www.externe.info/

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http://www.externe.info/

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LA TEORIA ECONOMICA IN MATERIA AMBIENTALE

[INTERVENTO PUBBLICO]

ANALISI COSTI - BENEFICI

VALUTAZIONE DI IMPATTO

AMBIENTALEI METODI

(LIMITI)

ALTRI STRUMENTI(LIMITI)

PROBLEMI

VALUTATIVI

METODI PER LA

VALUTAZIONE DEI

BENI/DANNI

SENZA MERCATO

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Una “definizione” di Valutazione di

Impatto Ambientale (VIA)

procedura mediante la quale un'azione,

che richiede l'approvazione di un'autorità pubblica

e che può dar luogo a significativi effetti ambientali,

viene sottoposta ad una sistematica valutazione ambientale,

i risultati della quale vengono presi in considerazione dalla pubblica autorità per deciderne l'approvazione.

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La VIA per la Regione Friuli Venezia Giulia

Per impatto ambientale si intende l'insieme degli effetti diretti, indiretti,

secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine,

permanenti e temporanei, a piccola e grande distanza, positivi e

negativi indotti da un insieme o da singoli interventi sull'ambiente.

La VIA è una procedura che viene attuata allo scopo di proteggere e

migliorare la qualità della vita, di mantenere integra la capacità

riproduttiva degli ecosistemi e delle risorse, di salvaguardare la

molteplicità delle specie, di promuovere l'uso di risorse rinnovabili, di

garantire l'uso plurimo delle risorse.

L'impatto ambientale è valutato in rapporto agli effetti sull'uomo, la

fauna, la vegetazione, il suolo, l'acqua, l'aria, il clima, il paesaggio, i

beni materiali, il patrimonio storico-culturale, l'ambiente socio-

economico e le loro interazioni reciproche al fine di individuare,

eliminare o comunque ridurre entro limiti compatibili l'impatto

ambientale degli interventi soggetti alla disciplina della presente legge.

http://www.regione.fvg.it/rafvg/territorioambiente/dettaglio.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/AT9/ARG6/FOGLIA4/

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La VIA per la Regione Friuli Venezia Giulia

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0 Momenti e fasi della VIA

Momento tecnico

(Studio di Impatto Ambientale - SIA)

– Indagine preliminare

– Analisi dell'azione

– Confronto tra le alternative

Momento “socio-politico”

– Partecipazione

– Decisione

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Momento tecnico

Indagine preliminare

Dopo aver innanzitutto stabilito se il progetto va sottoposto a VIA, si passa alla formulazione del problema attraverso:

– la definizione degli obiettivi che saranno oggetto dello studio successivo;

– l'analisi della normativa e di tutte le informazioni disponibili (dati, cartografia, casi precedenti, modelli, bibliografia, ecc.);

– l'individuazione delle risorse necessarie e disponibili (esperti, tempo, denaro, ecc.).

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Le informazioni assunte in fase di impostazione

permettono di effettuare una descrizione dettagliata del progetto in esame, del quadro legislativo in cui si

colloca nonché della condizioni ambientali originarie.

Numerose sono le tecniche definite ed applicate nella

fase analitica della VIA, quella che nei paesi

anglosassoni viene definita Environment Impact

Assesment (EIA) ovvero il SIA. Tra queste:

– le mappe sovrapposte;

– le liste di controllo (cheklist);

– le matrici;

– i grafi (network).

Momento tecnico

Analisi dell'azione

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0 Le alternative

[1] ALTERNATIVE STRATEGICHE

[2] ALTERNATIVE DI PROCESSO O STRUTTURALI

[3] ALTERNATIVE DI LOCALIZZAZIONE

[4] MISURE ALTERNATIVE PER LA MINIMIZZAZIONE DEGLI EFFETTI NEGATIVI

[5] ALTERNATIVA ZEROIDENTIFICAZIONE CORRETTA DELLE ALTERNATIVE

SCELTA REALE E NON FITTIZIA

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Definite nel dettaglio, ossia nelle azioni

elementari (costruzione, gestione,

smantellamento, ecc.) che le compongono, le

alternative vengono analizzate per quanto

riguarda gli effetti da esse provocati sull'ambiente.

Data la concezione ampia ed articolata che

quest'ultimo assume nel contesto in esame è

chiaro che il lavoro di analisi, e un po' tutta la

VIA, necessitano di uno studio prettamente

interdisciplinare.

Momento tecnico

Analisi dell'azione

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Si tratterà di:

individuare i settori ambientali su cui possono ricadere gli effetti potenziali del progetto (aria, acqua, economia, paesaggio, flora, fauna, ecc.);

disaggregare i settori in indicatori ambientali, ossia in quelle caratteristiche dettagliate che permettono di cogliere un fenomeno di carattere ambientale non direttamente misurabile (es. la temperatura dell'acqua, il numero di specie avicole, i posti di lavoro, ecc.);

prevedere e stimare, in termini quantitativi o qualitativi, gli impatti indotti sui singoli indicatori dall'esecuzione delle azioni elementari del progetto e delle sue alternative.

Momento tecnico

Analisi dell'azione

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Se la VIA deve giungere ad una decisione finale - che comporta la scelta di una delle alternative analizzate, tra cui anche quella di non agire - è bene completare la fase di analisi con alcune operazioni che introducono alla successiva fase di valutazione e decisione:

– riaggregazione degli indicatori, che possono essere anche numerosissimi, in criteri, ossia in grandezze riassuntive degli impatti su cui può essere effettuato un confronto;

– aggregazione delle azioni di progetto in un unico quadro di sintesi che renda possibile stimare l'impatto complessivo di ogni progetto alternativo sui singoli criteri definiti.

Momento tecnico

Analisi dell'azione

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Disponendo i dati in una struttura matriciale:

colonne alternative progettuali (anche A0)

righe vari criteri

è possibile applicare un'azione di confronto e

ordinamento delle alternative che si fonda

sulle tecniche dell'ANALISI A MOLTI CRITERI.

Per giungere ad una graduazione delle

alternative identificate è necessario definire un

sistema di pesi numerici da attribuire ai criteri

Momento tecnico

Confronto tra le alternative

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L'ordinamento delle alternative utilizzando diversi sistemi di pesi può portare ad un utile quadro di risultati da presentare al decisore pubblico per una successiva discussione.

Tali risultati, naturalmente, devono essere strutturati in forma comprensibile e semplice, soprattutto per quanto attiene ai passaggi relativi all'omogeneizzazione dei criteri, alla ponderazione ed alla scelta della metodologia di valutazione.

Momento tecnico

Confronto tra le alternative

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0 Introduzione all’AMC

I problemi trattati dall'AMC sono molto diversificati e possono essere distinti in due categorie principali:

– l'Analisi a Molti Obiettivi (AMO);

– l'Analisi a Molti Attributi (AMA).

In entrambe, il decisore prende in considerazione più criteri di valutazione, spesso in conflitto tra loro, per i quali si usano unità di misura diverse.

– Nel caso dell'AMO il processo decisionale riguarda l'individuazione della scelta migliore all'interno di un insieme infinito di alternative, implicitamente definito dai vincoli del problema.

– Nell'AMA, invece, il metodo guida la scelta tra un numero finito ed esplicito di alternative decisionali.

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Il modello decisionale :

MAX U = u[f1(x),..., fk(x),..., fK(x)] [1]

con x X [2]

doveU è l'utilità totale del decisore da massimizzare;u è la funzione che esprime l'utilità rispetto

ai K criteri decisionali;fk(x) rappresenta lo stato del criterio

(attributo/obiettivo) k-esimo;x è un vettore n-dimensionale composto

da variabili dette decisionali;

L'insieme delle soluzioni x (soluzioni ammissibili) che soddisfano il sistema dei vincoli del problema [2], identifica la regione X. Tale regione è continua nel caso dell'AMO mentre nell'AMA è un insieme discreto di alternative individuate da combinazioni predefinite nello stato delle variabili decisionali.

Introduzione all’AMC

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L'AMA guida la scelta tra le n alternative (A1, A2, .., An) mediante una loro valutazione rispetto ad un numero finito di attributi (a1, a2, .., aK).

Per tali attributi ciascuna alternativa presenta un certo indice di prestazione, definibile punteggio (pik).

Questo punteggio è interpretabile come risultato di un legame funzionale con il relativo vettore delle variabili decisionali riferito a ciascuna alternativa i-esima, ossia:

pki = fki(xi) per k = 1, 2, ... K [3]

L'AMA si differenzia dall'AMO per la finitezza del numero delle possibili alternative da esaminare.

L'Analisi a Molti Attributi (AMA)

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MATRICE DI VALUTAZIONE

A1 A2 ... An

a1 p11 p12 ... p1n

a2 p21 p22 ... p2n

. . . … .

aK pK1 pK2 ... pKn

a p1 p2 ... pn

L'Analisi a Molti Attributi (AMA)

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A1 A2 A3

Costo Euro a1 300.000 400.000 200.000

Piombo residuo mg/kg a2 150 100 200

Presenza di materia

organica% a3 100 92 95

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 80 10 40

Un esempio

L'Analisi a Molti Attributi (AMA)

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Matematicamente i problemi di AMA possono essere rappresentati come di seguito:

Scegli {A1, A2, ..., An}

in funzione di {a1, a2, ..., aK}

In certi (rari) casi la matrice di valutazione offre già una chiara graduatoria delle alternative.

In particolare, ad esempio, dovendo selezionare un'unica alternativa, può accadere che i suoi punteggi siano i migliori per tutti gli attributi.

Si tratta cioè di un caso di dominanza paretiana assoluta che risolve in modo semplificato ed inequivocabile il problema di scelta.

L'Analisi a Molti Attributi (AMA)

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Nel caso (più frequente) in cui i punteggi siano tali

da non individuare una chiara graduatoria tra le opzioni esaminate, esistono molti metodi che

possono aiutare la scelta fra alternative definite ed

efficienti in senso paretiano in modo da

massimizzare l'utilità del decisore.

Sebbene essi condividano la base informativa

codificata nella matrice di valutazione, essi

differiscono sostanzialmente in termini di quantità e qualità delle informazioni richieste.

Tra le tecniche sviluppate in questo campo vi èla Teoria delle Funzioni di Valore e di Utilità

L'Analisi a Molti Attributi (AMA)

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La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

Nella VAL/UT la scelta viene effettuata individuando l‟alternativa che massimizza una funzione di utilità multidimensionaledel tipo f(a) dove a rappresenta il vettore degli attributi.

In altri termini la VAL/UT è una tecnica che risolve il problema multicriteriale partendo dalla matrice di valutazione e, determinando le preferenze sui singoli criteri, costruisce una funzione di valore o di utilità di tipo aggregato.

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Nel caso semplificato ed ampiamente usato, delle

funzioni di valore unidimensionali, si opera una trasformazione dei punteggi pik dalla scala naturale in

una scala convenzionale da 0 a 1 rappresentante il

valore/utilità associata al singolo impatto.

Su tale scala 0 indica una situazione di utilità minima

ed 1 indica invece la massima soddisfazione per il

decisore.

Il passaggio dai punteggi alle utilità per i singoli

attributi può essere così formalizzato:

vik = fk (pik) per i=1,2,...,n e k=1,2,…,K

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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ALTERNATIVE E FUNZIONI DI UTILITÀ

A1 A2 ... An

a1 v11 v12 ... v1n

a2 v21 v22 ... v2n

. . . … .

aK vK1 vK2 ... vKn

a v1 v2 ... vn

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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A1 A2 A3

Costo Euro a1 0,25 0,00 0,50

Piombo residuo mg/kg a2 0,25 0,50 0,00

Presenza di materia

organica% a3 1,00 0,20 0,50

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 0,20 0,90 0,60

1,70 1,60 1,60

Un esempio

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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Tale matrice può già permettere un'azione di ordinamento delle alternative utilizzando il criterio del "caso peggiore" che consiste nell'applicazione di una logica di "maxmin" tendente a minimizzare il rischio di optare per alternative aventi bassi livelli di utilità anche per un solo attributo.

Di conseguenza l'ordinamento avviene selezionando il valore minimo di tab. 3 per ogni alternativa e realizzando una graduatoria che trova al primo posto quella che ha il più elevato punteggio minimo.

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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A1 A2 A3

Costo Euro a1 0,25 0,00 0,50

Piombo residuo mg/kg a2 0,25 0,50 0,00

Presenza di materia

organica% a3 1,00 0,20 0,50

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 0,20 0,90 0,60

1,70 1,60 1,601a 2a 2a

caso peggiore

Un esempio

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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Molte tecniche di AMA necessitano di un'ulteriore set di

informazioni da parte del decisore e precisamente una espressione dell'importanza o priorità dei vari attributi.

Si tratta cioè di definire una matrice in cui a ciascuno dei K attributi viene associato un peso wk che,

usualmente, è uno scalare tale che:

wk = 1

Si può a questo punto ottenere una matrice "delle

utilità ponderate" zki moltiplicando ciascun valore della

tabella precedente per il relativo peso dell'attributo:

zki = vki · wk per i=1,2,...,n e k=1,2,…,K

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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ALTERNATIVE E “UTILITÀ PONDERATE”

A1 A2 ... An

a1 z11 z12 ... z1n

a2 z21 z22 ... z2n

. . . … .

aK zK1 zK2 ... zKn

a z1 z2 ... zn

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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A1 A2 A3pesi

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Costo Euro a1 0,08 0,00 0,15 0,30 30

Piombo residuo mg/kg a2 0,05 0,10 0,00 0,20 20

Presenza di materia

organica% a3 0,20 0,04 0,10 0,20 20

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 0,06 0,27 0,18 0,30 30

0,39 0,41 0,43 1,00 100

ALTERNATIVE E “UTILITÀ PONDERATE”

Un esempio

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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Alla matrice dei valori pesati può essere applicato il

procedimento di ordinamento "maxmin“ (caso peggiore pesato).

La matrice delle “utilità ponderate" diviene però lo strumento

fondamentale per l'applicazione della "somma pesata".

Con questo procedimento si giunge a definire una funzione

reale che esprime il gradimento o, appunto, l'utilità derivante

dall'opzione per una certa alternativa.

Una volta costruita tale funzione, l'ordinamento delle

alternative è implicitamente determinato da quello sui numeri reali: ad ogni alternativa viene ad essere associato un valore

cardinale dato dalla sommatoria delle utilità ponderate

dell'alternativa stessa, ossia:

si = zki per i = 1, 2, ... , n

L'alternativa che massimizza l'utilità complessiva del decisore

è quella che presenta il massimo valore si.

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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A1 A2 A3pesi

normpesi

Costo Euro a1 0,08 0,00 0,15 0,30 30

Piombo residuo mg/kg a2 0,05 0,10 0,00 0,20 20

Presenza di materia

organica% a3 0,20 0,04 0,10 0,20 20

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 0,06 0,27 0,18 0,30 30

0,39 0,41 0,43 1,00 100

ALTERNATIVE E “UTILITÀ PONDERATE”

somma pesata

3a 2a 1a

Un esempio

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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ScPrev EcSS-ACB 0910 set06 ACB e altro 17

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A1 A2 A3pesi

normpesi

Costo Euro a1 0,13 0,00 0,25 0,50 50

Piombo residuo mg/kg a2 0,05 0,10 0,00 0,20 20

Presenza di materia

organica% a3 0,20 0,04 0,10 0,20 20

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 0,02 0,09 0,06 0,10 10

0,40 0,23 0,41 1,00 100

2a 3a 1a

ALTERNATIVE E “UTILITÀ PONDERATE”

Un esempio

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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A1 A2 A3pesi

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Costo Euro a1 0,03 0,00 0,05 0,10 10

Piombo residuo mg/kg a2 0,10 0,20 0,00 0,40 40

Presenza di materia

organica% a3 0,40 0,08 0,20 0,40 40

Durata della attività

di bonificaGiorni a4 0,02 0,09 0,06 0,10 10

0,55 0,37 0,31 1,00 100

1a 2a 3a

somma pesata

ALTERNATIVE E “UTILITÀ PONDERATE”

Un esempio

La Teoria delle Funzioni di Valore e

di Utilità (VAL/UT)

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Momento “socio-politico”

PARTECIPAZIONE

Trova collocazione in più punti sia del momento tecnico che di quello socio-politico.

Comporta il coinvolgimento di tutti coloro che sono direttamente o indirettamente interessati dall'azione di investimento.

La partecipazione delle forze sociali, economiche e politiche dovrebbe infatti essere attivata sin dalle prime fasi dell'impostazione e dell'analisi.

Verrebbe così garantita una più corretta identificazione degli impatti significativi ed una costruzione esaustiva delle ipotesi alternative, concentrando su di essi le risorse disponibili e riducendo il pericolo che lo studio venga giudicato carente o inadeguato nella fase di inchiesta pubblica.

Una partecipazione distribuita lungo la procedura di VIA garantisce anche di contribuire ad un innalzamento qualitativo del momento tecnico dello studio.

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Momento “socio-politico”

DECISIONE

L'output delle fasi tecniche comporta la presentazione al decisore pubblico del ventaglio di proposte alternative e delle relative valutazioni di impatto.

A differenza dell'approccio tecnocratico dell'Analisi Costi-Benefici, in cui è il procedimento tecnico stesso che determina la soluzione socialmente ottima dal punto di vista economico, nella VIA rimane evidente, quindi, il ruolo fondamentale della decisione politica sulla proposta di intervento che influenza l'ambiente.

E' il decisore pubblico che deve optare per quella che ritiene la soluzione ottimale in relazione agli obiettivi di salvaguardia e di sviluppo che si intendono perseguire.

L'impostazione metodologica schematizzata si spinge sino ad offrire un notevole bagaglio di informazioni che rende più agevole e più trasparente la responsabilità decisionale.

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Pubblicazione di un documento iniziale che descrive le risultanze del momento tecnico in un linguaggio chiaro e non specialistico, essendo destinato alla cosiddetta "inchiesta pubblica".

Durante tale inchiesta gli enti locali, i gruppi sociali interessati ed il pubblico in generale vengono invitati e stimolati ad esprimere suggerimenti e critiche sullo studio effettuato (documento iniziale).

Questo processo partecipativo può quindi richiedere approfondimenti e rielaborazioni che sfociano, poi, in un documento finale che sta alla base della vera e propria decisionesul progetto.

Alla realizzazione dell'intervento di investimento dovrebbe infine affiancarsi un'opportuna azione di monitoraggio ambientale volta all'attuazione di una verifica a posteriori dell'entità reale degli impatti, permettendo, tra l'altro, di effettuare in tempi contenuti eventuali opere di correzione ed attenuazione delle conseguenze negative erroneamente stimate o impreviste.

Momento “socio-politico”

FASI

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La Valutazione Ambientale

Strategica (VAS) La Valutazione Ambientale Strategica (VAS)

rappresenta un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di piani e programmidestinati a fornire il quadro di riferimento di attività di progettazione.

Essa nasce dall‟esigenza, sempre più radicata sia a livello comunitario sia nei singoli Stati membri, che nella promozione di politiche, piani e programmi, insieme agli aspetti sociali ed economici, vengano considerati anche gli impatti ambientali.

Si è infatti compreso che l‟analisi delle ripercussioni ambientali applicata al singolo progetto (propria della VIA) e non, a monte, all‟intero programma, non permette di tenere conto preventivamente di tutte le alternative possibili.

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0 La normativa sulla VIA

NORMATIVA COMUNITARIA

Direttiva del Consiglio 85/337/CEE del 27

giugno 1985 concernente la valutazione

dell'impatto ambientale di determinati

progetti pubblici e privati (G.U.C.E n. L. 175 del 5.7.85)

Contiene un elenco di opere da sottoporre a VIA:

• allegato I le opere per le quali la VIA è

obbligatoria in tutta la Comunità,

• allegato II sono elencati quei progetti per i

quali gli Stati membri devono stabilire delle

soglie di applicabilità.

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Direttiva del Consiglio 97/11/CE del 3 marzo 1997

che modifica la direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati

progetti pubblici e privati (G.U.C.E n. L. 73 del 14.3.97)

Amplia gli elenchi dei progetti da sottoporre a VIA:

• le opere dell'allegato I passano da 9 a 20;

• per le opere previste dall'allegato II viene introdotta una selezione preliminare, viene lasciata libertà agli Stati membri

di optare o per un criterio automatico basato su soglie

dimensionali oltre le quali scatta la procedura, o un esame caso per caso dei progetti.

La normativa sulla VIA

NORMATIVA COMUNITARIA

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Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del

Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente

La normativa sulla VAS

NORMATIVA COMUNITARIA

L’articolo 1 della Direttiva 2001/42/CE in materia di VAS

definisce quale obiettivo del documento quello di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e

di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali

all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”.

Più precisamente, la valutazione ambientale prevede

l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto

ambientale e dei risultati delle consultazioni e la messa a

disposizione, del pubblico e delle autorità interessate, delle informazioni sulle decisioni prese.

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Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del

Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente

La normativa sulla VAS

NORMATIVA COMUNITARIA

La VAS si applica ai settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle

telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli.

Secondo l'art. 5, il rapporto ambientale deve contenere l'individuazione, la

descrizione e la valutazione degli effetti significativi che il piano o il programma potrebbero avere sull'ambiente, così come le ragionevoli

alternative. E' da garantire, al pubblico e alle autorità interessate, la possibilità di

esprimere il proprio parere prima dell'adozione del piano/programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa.

Dell'avvenuta adozione è necessario informare le autorità, il pubblico e gli Stati membri consultati; un sistema di monitoraggio degli effetti ambientali

significativi deve essere quindi garantito anche al fine di individuare e rimuovere tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti..

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0 La normativa sulla VIA

NORMATIVA NAZIONALELegge 8 luglio 1986, n. 349 "Istituzione del Ministero dell'Ambiente e norme in materia di danno ambientale“ (G.U. s.o.s.g. n°162 del 15/7/1986)

Art.61. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge il Governo

presenta al Parlamento il disegno di legge relativo all'attuazione delle direttive comunitarie in materia di impatto ambientale.

2. In attesa dell'attuazione legislativa delle direttive comunitarie in materia di impatto ambientale, le norme tecniche e le categorie di opere in grado di produrre rilevanti modificazioni dell'ambiente ed alle quali si applicano le disposizioni di cui ai successivi commi 3, 4 e 5, sono individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata su proposta del Ministro dell'ambiente, sentito il Comitato scientifico di cui al successivo articolo 11, conformemente alla direttiva del Consiglio delle Comunità europee n. 85/337 del 27 giugno 1985.

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DECRETO PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI 10 agosto 1988, n. 377, Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, recante istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale (G.U. 31 agosto 1988, n. 204).

DECRETO PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI 27 dicembre 1988, Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, adottate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 1988, n. 377 (G.U. 5 gennaio 1989, n. 4). Successivamente modificato e integrato (per talune categorie di opere) dal DPR 2 settembre 1999, n. 348

La normativa sulla VIA

NORMATIVA NAZIONALE

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DECRETO PRESIDENTE REPUBBLICA

12 aprile 1996, Atto di indirizzo e

coordinamento per l'attuazione dell'art.

40, comma 1, della legge 22 febbraio

1994, n. 146, concernente disposizioni

in materia di valutazione di impatto

ambientale (G.U. 7 settembre 1996, n. 21).

Emanato dopo i richiami da parte comunitaria per l'incompleta

applicazione della direttiva 85/337/CEE.

La normativa sulla VIA

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DPR 12 aprile 1996 Viene conferito alle Regioni ed alle Province

Autonome il compito di attuare la Direttiva 337/85/CEE per tutte quelle categorie di opere (elencate in due allegati, A e B) non comprese nella normativa statale, ma previste dalla direttiva comunitaria:

– le opere dell'allegato A sono sottoposte a VIA regionale obbligatoria;

– le opere dell'allegato B sono sottoposte a VIA regionale obbligatoria, con soglie dimezzate, solo nelle aree a parco; al di fuori dei parchi sono sottoposte ad una fase di verifica per stabilire se bisogna fare la VIA oppure no.

La normativa sulla VIA

NORMATIVA NAZIONALE

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DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 3 settembre 1999, Atto di indirizzo e coordinamento che modifica ed integra il precedente atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art. 40, comma 1, della legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione dell'impatto ambientale (G.U. n°302 del 27/12/1999)

Entrato in vigore Il 27 dicembre 1999 in tema di VIA Regionale; introduce nuove opere (e ne modifica altre) da sottoporre alla procedura valutativa locale. Il provvedimento modifica gli allegati A e B del DPR 12 aprile 1996 introducendo 12 nuove categorie di opere.

La normativa sulla VIA

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DECRETO LEGISLATIVO 3.4.2006 n. 152,Norme in materia ambientale(G.U. n. 88 del 14/04/2006)

Prevede anche norme in materia di VIA (Titolo III, artt.23-47) e di VAS (Titolo II, artt.7-22) con l„integrale recepimento di direttive comunitarie. Viene indicata

• una scansione puntuale dei procedimenti VIA per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi

• anche per la Via ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare

• la definizione dei meccanismi di coordinamento tra Via e Vas

• l‟introduzione di un sistema di controlli successivi.

• l‟accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico

La normativa su VIA e VAS

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La normativa sulla VIA

NORMATIVA REGIONALE - FVG

Legge Regionale n. 43 del 1990

recante l’Ordinamento nella

regione Friuli-Venezia Giulia

della Valutazione di Impatto

Ambientale(BUR FVG n.109 del 10.9.1990)

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LR 43/90 - Art.11Disposizioni in ordine alla redazione degli studi di impatto ambientale

1. Lo studio di impatto ambientale relativo ai progetti di opere di cui

all'articolo 5, comma 1, lettera b), deve essere realizzato con obiettivi

e a scala coerenti con il livello di definizione del progetto in esame.

2. Lo studio di impatto ambientale deve contenere i seguenti elementi:

a) la descrizione analitica dello stato dei luoghi e dell' ambiente;

b) la descrizione delle finalità dell' opera e dei motivi della

localizzazione prescelta rispetto ad eventuali alternative;

c) la descrizione del progetto con particolare riferimento:1) alle caratteristiche fisiche del suo insieme;

2) alle principali caratteristiche dei processi produttivi, con l' indicazione della natura e quantità dei materiali impiegati e del suolo occupato durante le fasi di

costruzione ed esercizio;3) alla qualità e quantità dei residui ed emissioni previsti, nel rispetto della

normativa vigente, relativamente all' inquinamento delle acque, dell' aria, del suolo, da rumore, vibrazioni, luce, calore, radiazioni, rischio di incendi,

risultanti dall' opera progettata;4) alla qualità e quantità dei materiali in ingresso e in uscita dagli impianti e alla

specificazione dei mezzi di trasporto previsti;5) ai tempi di realizzazione dell' opera;

La normativa sulla VIA

NORMATIVA REGIONALE - FVG

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LR 43/90 - Art.11 (continua)d) la descrizione, stima e valutazione delle principali alternative progettuali,

con indicazione delle determinanti ragioni della scelta sotto il profilo dell'

impatto ambientale;e) la descrizione delle componenti dell' ambiente potenzialmente soggetto all'

impatto dell' opera progettata, con particolare riferimento alla popolazione, alla fauna, alla vegetazione, al suolo, all' acqua, all' aria, agli elementi

climatici, ai beni storico - culturali e ambientali, ai fattori socio - economici ed all'interazione tra essi;

f) l' identificazione degli impatti e delle loro interazioni dovuti alla realizzazione, gestione e abbandono dell' opera e delle sue alternative per

quanto riguarda:1) il prelievo e l' utilizzo di risorse naturali;

2) l' emissione di inquinanti, la creazione di sostanze nocive, lo

smaltimento di rifiuti, il verificarsi di incidenti;g) la descrizione delle misure previste per evitare, ridurre o compensare i

rilevanti effetti negativi dell' opera sull' ambiente, e dei sistemi di monitoraggio previsti;

h) la prospettazione del rapporto tra costi preventivati e benefici stimati;

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LR 43/90 - Art.11 (continua)i) una descrizione dei dati e delle metodologie utilizzate;l) l' indicazione delle eventuali difficoltà, quali inadeguatezza dei dati di

base, incertezza dei metodi, lacune tecniche o mancanza di conoscenze, incontrate nella redazione dello studio;

m) un riassunto, di agevole interpretazione e riproduzione, delle informazioni trasmesse, corredato dagli elaborati grafici essenziali.

3. Ai fini della predisposizione dello studio, gli estensori del medesimo hanno diritto di accesso alle informazione disponibili presso gli uffici della

pubblica amministrazione in conformità all' articolo 14 della legge 8 luglio 1986, n. 349.

4. Il regolamento di esecuzione determina ulteriori elementi propri dello studio di impatto ambientale per ciascuna categoria di opere, tenendo conto altresì

di quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 1988, recante norme tecniche per la redazione degli studi di

impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui

all'articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349.

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D.P.G.R. n. 245/Pres. dell'8 luglio 1996

Regolamento di esecuzione delle

norme della Regione autonoma

Friuli - Venezia Giulia in materia di

valutazione di impatto ambientale(BUR FVG n. 37 dell’11.9.1996)

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I - AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO

II - INDUSTRIA ESTRATTIVA

III - INDUSTRIA ENERGETICA

IV - LAVORAZIONE DEI METALLI

V - FABBRICAZIONE DEL VETRO

VI - INDUSTRIA CHIMICA

VII - INDUSTRIA DEI PRODOTTI ALIMENTARI

VIII - INDUSTRIA TESSILE, DEL CUOIO, DEL LEGNO, DELLA CARTA

IX - INDUSTRIA DELLA GOMMA E DELLE MATERIE PLASTICHE

X - ALTRE ATTIVITA' INDUSTRIALI

XI - PROGETTI DI INFRASTRUTTURE

XII - ALTRI PROGETTI

D.P.G.R. n. 245/Pres. dell'8 luglio 1996Art. 4

Categorie di opere e soglie di efficacia

1. Sono sottoposti alla procedura di

valutazione di impatto ambientale (VIA.):

a) i progetti di opere e interventi nuovi che rientrano nelle categorie elencate

dell'allegato del presente regolamento, nel rispetto delle soglie indicate;

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D.G.R. 31 marzo 2000, n.789

Indirizzi operativi in materia

di valutazione di impatto

ambientaleRegola in Friuli Venezia Giulia le modalità di adeguamento della normativa

regionale sulla VIA a quanto disposto dal D.P.R. 12 aprile 1996. In particolare“continuano ad applicarsi, qualora non in contrasto con le disposizioni statali,

le soglie dei progetti di opere ed interventi individuate dal Regolamento diesecuzione della legge regionale 7 settembre 1990, n. 43 e successive

modifiche ed integrazioni, emanato in data 8 luglio 1996 con D.P.G.R. n.0245/Pres”.

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LEGGE REGIONALE 6 maggio 2005, n. 11Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Regione Friuli Venezia Giulia derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee.

Attuazione delle direttive 2001/42/CE, 2003/4/CE e 2003/78/CE (Legge comunitaria 2004).

Titolo I - Art. 6 (Procedura di VAS)1.La procedura di VAS viene espletata:

a) nella fase preparatoria comprendente la fase di predisposizione, consultazione e adozione e nella fase di approvazione del piano o

programma;b) nella fase attuativa e gestionale del piano o programma.

2.La procedura di VAS deve assicurare, in particolare, il rispetto della direttiva 2001/42/CE in correlazione agli obblighi di cui alla direttiva 85/337/CEE, alla

direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la

conservazione degli uccelli selvatici, alla direttiva 92/43/CEE e alla direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che

istituisce un quadro per l‟azione comunitaria in materia di acque, ovvero dalle norme interne di recepimento.

La normativa sulla VAS

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