SalutePiù - Agosto 2011

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1 benessere cultura costume L’Ortopedico Pronti rimedi per articolazioni in difficoltà Il Ginecologo Contraccezione sicura Il Cardiologo Il soffio al cuore In Sabina LA SCUOLA DELLA GLORIA Centro Militare d’Equitazione di Montelibretti CASPERIA

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Il soffio al cuore, la chirurgia plastica del seno, l’anemia sideropenica, l’acido ialuronico per curare le articolazione ed i principi per una contraccezione sicura, sono gli articoli medici di questo numero. Dal punto di vista della Sabina e delle sue eccellenze, invece, SalutePiù racconta il Centro Militare d’Equitazione di Montelibretti e le sue grandi glorie sportive, il Fara Music Festival, il borgo storico di Casperia intervistando il suo assessore al turismo Marco Cossu,, l’Istituto Professionale di Palombara Adriano Petrocchi, con un’intervista alla sua Preside Sonia Foli e la visita del Ministro dell’Agricoltura della Cina in visita all’olio DOP della Sabina

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benessere cultura costume

L’OrtopedicoPronti rimedi per articolazioni in difficoltà Il GinecologoContraccezione sicura

Il CardiologoIl soffio al cuore

In SabinaLA SCUOLA DELLA GLORIA Centro Militare d’Equitazione di Montelibretti

CASPERIA

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Hanno collaborato con noi

Il Cardiologo - Il soffio al cuore

Il Chirurgo - Chirurgia plastica del seno

L’Ortopedico - Pronti rimedi per articolazioni in difficoltà

Il Ginecologo - Per una contraccezione sicura

L’Ematologo - Anemia Sideropenica

La scuola della gloria - Centro Militare d’Equitazione di Montelibretti

Fara Music Festival - V Edizione

Casperia

Dalla Cina a Canneto - Consorzio Sabina DOP

IIS Adriano Petrocchi - Una risorsa per l’economia sabina

benessere cultura costume

la medicina

anno IInumero9agosto 2011

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30Direttore ResponsabileFabrizio Sciarretta

Segreteria di RedazioneFilippa [email protected] 06 90625576

Art director e impaginazione:Alessia Gerli

EditoreLaboratorio Clinico Nomentano SrlVia dello Stadio 1 00015 Monterotondo (RM)Iscritto al registro della stampa e dei pe-riodici del Tribunale di Tivoli n. 97/2009

StampaGraffietti Stampati S.n.c.S.S. Umbro Casentinese km.4.50001027 Montefiascone (VT)

Per la pubblicità su questa rivista rivolgersi a:GERLI [email protected] T 0774 608028

in sabina

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CHIRURGIA PLASTICADEL SENODott. ANTONINO GATTO

Il Professor Antonino Gatto, Primario Chirurgo del Presidio Ospedaliero SS. Gonfalone della ASL RMG; è specialista in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, in Urologia ed in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. Nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Chirur-gia Generale dell’Università degli Studi di Tor Verga-ta di Roma è titolare dell’insegnamento di Chirurgia d’Urgenza. E’ autore di oltre 60 pubblicazioni scien-tifiche di interesse chirurgico e la sua la sua casistica operatoria consta di oltre 6.000 interventi chirurgici di media ed alta chirurgia generale, vascolare, toracica, urologia e plastica. Il Professor Gatto svolge la sua attività specialistica anche presso lo Studio Medico Polispecialistico Cappuccini

ANEMIA SIDEROPENICADott. ssa SABRINA PROIA

La Dr.ssa Sabrina Proia, si è specializzata in Ematologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”.Opera come libera professionista in diversi studi di Roma ed è Respon-sabile della Branca di ematologia presso il Poliambulatorio Specialistico “Laboratorio Clinico Nomentano” nonché Re-sponsabile del Centro per la Terapia Anticoagulante (TAO), federato FCSA, presso la medesima struttura.

IPPOTERAPIATen. Col. Gaetano CASCINO

Il Ten. Col. Gaetano Cascino proviene dai corsi regolari dell’Accademia Militare di Modena (161° corso “ESEM-PIO”). Si è laureato presso l’Università di Torino in Scienze Strategiche. Nel 1999 ha conseguito anche un master in Diritto Internazionale Umanitario presso International Institute of Humanitarian Law (IIHL) di Sanremo. Ha svolto servizio presso i Reggimenti di Cavalleria “NOVA-RA (5°) e AOSTA (6°). Ha inoltre prestato servizio sia in Operazaioni Fuori area che presso Organismi Internazio-nali (ONU e NATO). E’ attualmente vice Comandante del Centro Militare di Equitazione a Montelibretti ed Ufficiale addetto alla pubblica informazione

IL SOFFIO AL CUOREDott. ANTONIO SAPONARO

Il Dr. Antonio Saponaro è laureato in Medicina e Chi-rurgia presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e spe-cializzazato in Cardiologia presso la seconda Facoltà di Medicina dell’Università “Sapienza” di Roma. E’ in servizio presso il reparto di cardiologia del Policlinico Militare “Celio”. Svolge la sua attività professionale presso il Poliambulatorio Specialistico Nomentano ed in altri ambulatori romani. Ha al suo attivo alcune pubblicazioni sul Giornale di Medicina Militare e su Minerva Cardiologica.

PER UNA CONTRACCEZIONESICURADott. ssa CAROL DETTORI

La Dr.ssa Carol Dettori si è specializzata in Ginecologia e Ostetricia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha conseguito successivamente la Specializzazione inOmeopatia Clinica che utilizza nella sua pratica quoti-diana. Autrice di numerose pubblicazioni, ha parteci-pato a numerosi Congressi e Corsi di Aggiornamento in Ecografia Ostetrica e Ginecologica. Attualmente opera come libera professionista in diversi studi di Roma e presso il Poliambulatorio Specialistico “Laboratorio Clinico Nomentano” nell’ambito della diagnostica per immagini ostetrica e ginecologica.

PRONTI RIMEDI PERARTICOLAZIONI IN DIFFICOLTÁDott. FABIO SCIARRETTA

Il Dott. Fabio Sciarretta è specializzato in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Chirurgo ortopedico, ha prestato servizio in qualità di di-rigente sanitario presso l’Ospedale San Giovanni Battista di Roma, presso il Reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Civile di Velletri e presso l’Ospedale Israelitico di Roma. Svolge attualmente la sua attività professionale presso diverse case di cura romane. E’ stato relatore in oltre 40 congressi nazionali ed internazionali ed ha al suo attivo 38 pubblicazioni.

HANNO COLLABORATO

il POLIAMBULATORIO L. C. NOMENTANO rimarrà aperto per tutto il mese di AGOSTO

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Il Sof fio al CuoreIL CARDIOLOGO

monare) come accade in al-cune cardiopatie congenite (difetto inter-ventricolare, di-fetto inter-atriale, pervietà del dotto arterioso).

Cosa fare quando viene riscontrata la presenza di un soffio cardiaco?

Una percentuale elevata di soggetti adulti (sicuramente vicina al 50% di coloro che eseguono controlli periodi-ci) ed ancor più elevata di soggetti giovani (circa 60%) evidenzia un soffio cardiaco temporaneo o permanente durante la propria vita. Nono-stante ciò, il medico raramen-te riesce a tranquillizzare il paziente sulla probabile inno-cuità del fenomeno. La reazio-ne più comune è un preoccu-pante “facciamo un’ecografia per verificare se c’è qualche problema”. È ovvio che un tale approccio psicologico è negativo e genera un’inutile apprensione fino al risultato finale dell’ecografia.Qualora il pediatra o il curante non siano in grado di ricono-scere il soffio come innocente o patologico occorrerà sot-toporsi una visita cardiologi-ca con elettrocardiogramma che, in molti casi, permette di dirimere ogni dubbio.Solo se il cardiologo lo riterrà opportuno, sulla base delle caratteriste auscultatorie del soffio e/o degli eventuali sin-tomi lamentati dal paziente, eseguirà un ecocardiogram-ma color-Doppler con il qua-

sare all’acqua di un fiume che scorre nel suo letto e al rumo-re che si produce in prossimi-tà di un grosso masso o di un repentino cambio di penden-za come una piccola cascata. Fatta questa premessa pos-siamo classificare i soffi car-diaci in due grandi categorie: fisiologici e patologici. I soffi fisiologici, spesso definiti “in-nocenti”, sono quelli che si generano in particolari circo-stanze in pazienti quasi sem-pre giovani o giovanissimi e non sono espressione di una patologia cardiaca (aumen-to della gittata cardiaca negli sportivi, anemia, ipertiroidi-smo, ansia, gravidanza, feb-bre, piccoli rigurgiti valvolari). I soffi patologici, invece, sono quelli che si generano in se-guito alla turbolenza dovuta ad un ostacolo al normale flusso sanguigno per esempio in corrispondenza di una val-vola cardiaca che si apre male (stenosi) o ad un grosso rigur-gito di sangue causato da una valvola che non si chiude del tutto (insufficienza), oppure ancora in corrispondenza di un restringimento di un’arteria da parte di una placca atero-sclerotica. Un altro meccani-smo con cui può prodursi il rumore da soffio e’ il passag-gio di sangue attraverso pic-coli fori di comunicazione tra camere cardiache che nor-malmente dovrebbero essere isolate tra di loro (per es. atrio destro-atrio sinistro, ventrico-lo destro-ventricolo sinistro, aorta ascendente-arteria pol-

Uno dei principali motivi che portano bambini, ragazzi e ragazze adolescenti, giovani atleti e non solo a sottoporsi ad una visita cardiologica e’ il riscontro, spesso occasiona-le durante un ceck-up di qualsiasi natura (medicina dello sport, visite pediatriche, controlli da parte del curante, etc.), di un “soffio cardiaco”.

e’ portatore il più delle volte non sa di averlo. Il soffio e’ semplicemente un rumore udibile auscultando il cuore con uno strumento detto fo-nendoscopio (letteralmente “esplorare i suoni che proven-gono dall’interno”). In realtà, per completezza e chiarezza, bisogna precisare che i rumo-ri da soffio non si producono solo all’interno delle camere cardiache, ma possono ge-nerarsi in qualsiasi condotto in cui il sangue scorra ad una certa velocità (arterie carotidi, arterie femorali, arterie renali, aorta, etc..). Normalmente, il sangue scorre all’interno dei vasi sanguigni (arterie e vene) o delle camere cardiache (atri e ventricoli) con un flusso defi-nito “laminare”. In altre parole, e’ laminare lo scorrere di un li-quido attraverso condotti con pareti lisce e prive di ostacoli al flusso. Quando si verifica un aumento della velocità del flusso sanguigno o quando il sangue incontra un ostacolo alla sua progressione il flus-so si trasforma da laminare a “turbolento” e genera quel rumore che in medicina e’ de-scritto come soffio. Per fare un paragone si provi a pen-

La notizia piomba come un fulmine a ciel sereno a minare la serenità di mam-me e papà, sempre

comprensibilmente apprensivi nei confronti dei loro figli, op-pure può giungere, inaspetta-ta, ad un anziano signore che lamenta affanno da qualche settimana. Nel primo caso, quasi sempre i genitori recu-pereranno la loro serenità in brevissimo tempo, dopo es-sere stati tranquillizzati dallo specialista sull’assoluta beni-gnità del reperto; nel secondo caso, con tutta probabilità, grazie al riscontro del soffio cardiaco e agli accertamenti che ne conseguiranno, il pa-ziente con un’adeguata tera-pia (medica o chirurgica) risol-verà o quantomeno allevierà il suo sintomo.Cominciamo col fare un po’ di chiarezza sul termine “sof-fio cardiaco”. Il soffio al cuore non e’ di per se una malattia e non e’ nemmeno un sintomo, tanto e’ vero che chi ne

le sarà possibile determinare con certezza la reale natura del soffio ed il meccanismo che lo genera. La prescri-zione dell’ecocardiogramma deve essere sempre suppor-tata da un fondato sospetto diagnostico. Nel caso dei pazienti più pic-coli, per esempio, bisogna sempre considerare che se il bambino sta bene, cresce regolarmente, è dinamico ed

ha un’età superiore a 2 mesi, il soffio cardiaco, anche quel-lo patologico, non sarà mai espressione di una grave ma-lattia congenita del cuore in quanto tutti i bambini con car-diopatie congenite gravi (cioè con un cuore gravemente malformato dalla nascita) hanno sintomi eclatanti entro i primi giorni o al massimo en-tro i primi due mesi di vita.Dott. Antonio Saponaro

Cardiologo - Poliambulatorio SpecialisticoL. C. Nomentano

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namento delle protesi nella sede idonea al fine di evitare dislocazioni od asimmetrie del seno. Ovviamente il chirurgo plastico pre-sterà particolare attenzione a celare esteti-camente la cicatrice chirurgica necessaria al posizionamento della protesi rendendola pressoché invisibile.Al già delicato lavoro del chirurgo plastico si aggiunge spesso la componente emo-tiva delle pazienti che proiettano nell’atto chirurgico aspettative smisurate. Spesso la maggior difficoltà del chirurgo consistere nel rimodulare le aspettative delle pazienti cer-cando di orientarle verso canoni di massima coerenza del risultato estetico con la fisio-nomia complessiva della paziente. La miglior mastoplastica additiva, dopo il prevedibile abbandono di antiestetiche e poco credibili mastoplastiche additive a palloncino, è pro-prio quella con la più fisiologica morfologia a goccia in cui l’osservatore, grazie all’armonia complessiva del seno con il resto della figu-ra, riconosce con difficoltà l’opera del chirur-go plastico. Con l’avanzare dell’età, ma anche a seguito di ripetute gravidanze con lungo allattamen-to o di un brusco calo di peso, si osserva una progressiva riduzione della densità della ghiandola mammaria ed un corrispondente più o meno marcato aumento della com-ponente adiposa del seno. Inoltre il tessu-to connettivale che sostiene la ghiandola mammaria tende a presentare nel tempo dei cedimenti riducendo progressivamente la capacità di accollare la ghiandola mammaria alla fascia muscolare della parete toracica. Si osserva così una progressiva riduzione di consistenza del seno e lo sviluppo di quella condizione morfologica che viene comune-mente indicata come seni cadenti (più cor-rettamente definita come ptosi mammaria).Dunque, il chirurgo plastico può essere chia-mato ad intervenire anche nella correzione della ptosi mammaria (cosiddetto seno vuoto o seno cadente) attraverso interventi di ma-stopessi. In questo caso la correzione chi-rurgica prevede sia la correzione della forma complessiva del seno, sia il posizionamento di piccole protesi che facilitino il ripristino del precedente volume mammario. Particolar-mente interessanti in questi casi, ma solo se integrate con opportune correzioni chirurgi-che del complesso areola capezzolo, sono le protesi a semiluna; tali protesi vengono po-sizionate nella porzione inferiore del seno al di sotto della ghiandola e contribuiscono sia

le giovani che lamentano un’alterazione mor-fologica del seno: ogni procedura di correzio-ne chirurgica del seno deve necessariamente essere rimandata al momento in cui si avrà l’assoluta certezza della conclusione dello sviluppo ghiandolare mammario. La correzione di un seno troppo volumino-so – mastoplastica riduttiva - consiste essenzialmente nell’asportazione, secondo modalità di conservazione funzionale della ghiandola e di ricostruzione anatomica, di una parte della ghiandola mammaria e nel ri-modellamento della morfologia cutanea

del seno attraverso il riposizionamento del complesso capezzolo areola mammaria. La tecnica chirurgica di mastoplastica ridutti-va è complessa e la procedura deve essere eseguita rigorosamente in sala operatoria ad opera di un chirurgo esperto. Il risultato este-tico finale può essere apprezzato solo dopo un periodo di consolidamento dell’interven-to chirurgico che può durare anche mesi; le cicatrici chirurgiche che sono necessarie al rimodellamento del seno tenderanno in breve tempo a rendersi pressoché invisibili e non più apprezzabili anche palpatoriamente.All’opposto, l’intervento di mastoplastica additiva, per la correzione di un seno trop-po piccolo, si basa, salvo casi particolari che impongono soluzioni tecniche differenti, sul posizionamento al di sotto della ghiandola mammaria o del muscolo pettorale di una protesi mammaria. In questi casi risulta parti-colarmente importante sia la scelta della giu-sta protesi mammaria, per forma, materiali, dimensioni e plasticità, sia il corretto posizio-

ad innalzare il seno che ad aumentarne il volume complessivo. Preme sottolineare comunque che non esiste una procedura strandardizzata nella correzione dei dismorfismi della ghiandola mammaria e che ogni seno presenta caratteristiche particolari; pertanto l’opera del chirurgo plastico deve essere personalizza-ta ad ogni singola paziente e l’intervento chirurgico deve essere accuratamente programmato preliminarmente in funzione del risultato estetico che ci si prefigge di ottenere.

Il seno è una struttura anatomica complessa contenente la ghiando-la mammaria, il tessuto adiposo, ed il tessuto connettivale di sostegno che vincola la ghiandola mammaria alla parete toracica. La ghiandola mammaria è ricoperta da tes-suto cutaneo e sottocutaneo; una piccola porzione della mammella, in corrispondenza dell’emergenza dei dotti galattofori ghiando-lari, è ricoperta da tessuto cutaneo con pig-mento più scuro e costituisce l’areola mam-maria ed il capezzolo.La caratteristica peculiare del seno è la sen-sibilità del solo tessuto ghiandolare mamma-rio alla stimolazione di numerosi ormoni, tra i quali svolgono un ruolo significativo gli estro-geni, il progesterone ed, in alcune condizioni funzionali particolari quali l’allattamento, la prolattina.Durante la pubertà, con la comparsa dei ca-ratteri sessuali secondari, nelle giovani don-ne si osserva un più o meno marcato accre-scimento della componente ghiandolare del seno. In alcuni soggetti si può quindi osser-vare un seno particolarmente voluminoso ed in altri, all’ estremo opposto, l’accrescimen-to ghiandolare può risultare particolarmente modesto od anche assente.Preme sottolineare che la variabilità dimen-sionale del seno al termine della pubertà, salvo casi eccezionali, non comporta alte-razioni funzionali della ghiandola mammaria, che sarà comunque in grado di svolgere la propria funzione fisiologica durante l’even-tuale allattamento.E’ evidente che un seno troppo voluminoso, od anche un seno troppo piccolo, posso-no determinare significativi problemi socio-relazionali nelle giovani ragazze e pertanto diviene sempre più pressante la richiesta di intervenire chirurgicamente per correggere tali alterazioni del volume del seno.Un concetto deve rimanere impresso in tutte

Chirurgia plastica del senoDott. Antonino GattoSpecialista in chirurgia d’urgenza e pronto soccorso Specialista in urologia Specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva Primario chirurgo del presidio ospedaliero di Monterotondo della ASL RMG.

Mastopessi

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quest’ultimo caso, dopo aver effettuato la regolarizzazione, per esempio di lesioni me-niscali, oppure una pulizia della cartilagine, trova indicazione l’esecuzione di un ciclo di infiltrazioni articolari con l’acido ialuronico al fine di sfruttare le sue doti di lubrificante arti-colare ed ammortizzatore.Il trattamento infiltrativo consiste in un ciclo minimo di tre fino a cinque infiltrazioni, sulla base del peso molecolare specifico dell’acido ialuronico scelto, una alla settimana, eseguite da specialisti ortopedici o reumatologi. I van-taggi divengono frequentemente evidenti già dopo pochi giorni e si possono prolungare per diversi mesi, meglio se associati a cicli di fi-sioterapia, esercizi di ginnastica per il rinforzo dei muscoli ed una diminuzione dei carichi. Al di là di rarissimi casi di allergia sempre possi-bili, il prodotto non presenta controindicazioni d’uso e può venir impiegato anche nei diabe-

tici, dove, invece, le infiltrazioni con cortosonici vanno evitate o quantomeno limitate.Nella mia esperienza clinica non ho mai riscontrato casi di allergie, il risultato e’ sempre stato buono e l’unico fastidio può essere un modesto dolore post-infiltrazione, soprattutto nel caso di utilizzo degli acidi ia-

luronici di ultima generazione ad elevato peso molecolare, che scompare dopo qualche ora dopo l’iniezione.Come dicevo in precedenza, il ginocchio ri-mane l’articolazione principe ove effettuare le infiltrazioni, ma l’acido ialuronico viene sem-pre più spesso utilizzato in tutte le articolazio-ni dolenti ed infiammate, ad esempio anche nell’anca dove le infiltrazioni vengono effet-tuate sotto guida ecografica e, quindi in stret-ta collaborazione con lo specialista radiologo, che ci consente di seguire l’ago fino al raggiun-gimento dello spazio articolare e di verificare la distribuzione del farmaco proprio e solamente all’interno della rima articolare.In conclusione, l’acido ialuronico, seppur oggi-giorno affiancato da nuove possibilità infiltrati-ve quali i concentrati piastrinici o le cellule sta-minali, rappresenta sicuramente una possibile prima scelta di trattamento condroprotettore, viste la sua disponibilità, facilità d’uso e docu-mentata efficacia ed il costo relativamente con-tenuto che consente di ripetere il trattamento due volte l’anno per prevenire o scongiurare una evoluzione progressiva della sofferenza ar-ticolare verso un’artrosi conclamata.

D i acido ialuronico si sente parlare sem-pre più spesso ed in tutti i luoghi sui

giornali, in televisione o nei salotti in rapporto al suo uso in medicina estetica quale tratta-mento “filler” perché è uno dei componenti fondamentali del tessuto connettivo e per-tanto idrata e protegge i tessuti molli. Le sue applicazioni più sicure, studiate e dimostra-te sono, però, in ambito ortopedico. Infatti, l’iniezione in articolazione, da noi chiamata infiltrazione, di acido ialuronico costituisce sicuramente una valida alternativa ai farmaci antiinfiammtori e agli antiartrosici. Perché? Perché l’acido ialuronico e’ normalmente presente nel liquido sinoviale che riveste le superfici articolari ed e’ anche uno dei co-stituenti essenziali della quota non cellulare della cartilagine, nota come matrice cartilagi-nea. Esso serve da “impalcatura” e stabilizza la rete delle fibrille collagene e, vista la sua viscosità, agisce anche come lubrificante della cartilagine stessa, consentendo nel con-tempo di minimizzare gli effetti dei traumi e delle contusioni che possono interessare le ar-ticolazioni agendo da “shock absorber”.L’acido ialuronico viene usato per ridare sollievo ed alleviare il dolore in quei casi in cui si cominciano a vedere i primi segni dell’artrosi, cioè quan-do la cartilagine articolare inizialmente liscia, smussa ed omogenea inizia a divenire rugo-sa e rammollita causando dolori, versamen-ti articolari, difficoltà di movimento. Ciò vale soprattutto per le articolazioni sottoposte al carico come il ginocchio, l’anca o la caviglia, ma è altresì vero anche per altre articolazioni importanti, soprattutto per gli sportivi, quali le spalle.L’efficacia dell’acido ialuronico e’ ormai stata dimostrata da numerose ricerche e studi cli-nici, in cui e’ stato rilevato un miglioramento soggettivo in circa il 70% dei pazienti trattati, il che ha ovviamente avuto ripercussioni posi-tive sulla riduzione del ricorso ai farmaci anti-infiammatori ed analgesici di uso comune nel trattamento di tutti i tipi di artrosi dolorose.Nello specifico, l’acido ialuronico presenta diverse indicazioni cliniche. E’ indicato nei pazienti che lamentano dolori dopo l’eserci-zio fisico o l’attività sportiva oppure negli ex sportivi con una precedente storia di traumi articolari o lesioni legamentose o preceden-ti interventi chirurgici quali le artroscopie. In

Dott. Fabio SciarrettaChirurgo Ortopedico

L’ORTOPEDICO

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l colloquio con ciascuna donna o coppia che si rivolga al gineco-logo per la prescrizione di un me-todo contraccettivo è l’elemento chiave in tema di qualità di cura ed è fondamentale nel favorire l’inizio e la prosecuzione dell’uso del sistema di contraccezione scelto.Scopo del colloquio è quello di comprendere i bisogni, non solo per quanto riguarda la contrac-cezione ma anche in tema di sessualità e prevenzione delle In-fezioni Sessualmente Trasmesse: a ciascuna donna devono essere fornite tutte le informazioni utili nel far sì che la scelta contraccet-tiva sia consapevole e condivisa.La valutazione medica prima del-la prescrizione iniziale dovrebbe prevedere:• la raccolta della storia clinica per evidenziare la presenza di fat-tori di rischio personali o familiari che condizionino particolari pre-cauzioni nell’uso;• la misurazione della pressione arteriosa per identificare le donne con ipertensione in modo tale da poter, nell’eventualità, adottare terapie specifiche. La raccolta dei dati anamnestici familiari e personali, nonché dei dati individuali, deve essere mi-rata all’identificazione delle pos-sibili condizioni di rischio. Queste possono essere classificate in tre categorie: la presenza tra i fami-liari della donna di specifiche pa-tologie (“familiarità”); determinate “condizioni individuali” che carat-terizzano la persona e particolari patologie o situazioni in essere che scaturiscano dalla visita con-dotta dal ginecologo.

nando di una particolare mole-cola o formulazione da utilizzare e monitorando le reazioni della donna, 3. in presenza di difetti ereditari della coagulazione e stati trom-bofilici

a. in stato di gravidanza o dopo il partob. Neoplasia mammaria maligna (non è controindicato nella neo-plasia benigna o nella storia fami-liare di patologia mammaria)c. Ipertensione non controllata dalla terapia o presenza di danno d’organod. Cardiopatiee. Malattia tromboembolica ve-nosa pregressa o in attof. Malattia cerebrovascolare pre-gressa o in attog. Emicrania con aurah. Epatite cronica attiva e cirrosi epaticai. Neoplasia epatica (benigna o maligna)j. Diabete (da più di 20 anni o con compromissione d’organo)k. Forti fumatrici (>15 sigarette/die) e con più di 35 annil. BMI > 40 Kg/m2

(necessità di accertamenti e/o monitoraggio, scelta di una particolare molecola o formulazione)a. Associazioni di due o più fattoridi rischio tra questi: fumo (<15 si-garette/ al giorno), età > 35 anni, diabete, ipertensione, obesità (BMI > 30 Kg/m2)b. Dislipidemia familiare. E’ con-sentito l’uso di pillola a basso do-

In sintesi, gli elementi che vanno a comporre ciascuna categoria sono i seguenti:

malattie cardiovascolari e trom-boemboliche venose e arteriosedislipidemiadiabete

Peso e altezza (si ha obesità quando l’Indice di Massa Cor-porea (BMI) sia > 30. L’indice è dato dal rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato)Fumo: numero sigarette/giorno Età

1. Malattie cardiovascolari2. Malattie neurologiche3. Connettiviti e LES4. Diabete5. Apparato gastroenterico6. Emoglobinopatie7. Anamnesi ginecologica ed ostetrica8. Farmaci in uso e loro possibili interazioni con i contraccettivi orali

Dalla valutazione medica effet-tuata possono dunque emergere particolari punti di attenzione e/o la necessità di procedere a suc-cessivi approfondimenti diagno-stici. Sempre in estrema sintesi, possiamo individuare tre situa-zioni in cui è necessario muoversi con particolare attenzione:1. nei casi in cui sia controindi-cato l’uso della Contraccezione Ormonale Combinata (estrogeno + progestinico)2. nei casi in cui sia necessario procedere con cautela attraverso accertamenti ulteriori, selezio-

saggio con colesterolo LDL <160 mg/dl e trigliceridi <250 mg/dl. Monitoraggio di laboratorio a 3-6 mesic. Ipertensione controllata dalla terapia. Non vi devono essere al-tri fattori di rischio cardiovascolare associatid. LES e malattie reumatiche au-toimmuni non in fase attiva, senza positività per anticorpi antifosfolipi-di (LAC/ACA/antiBeta2GPI)e. Familiarità per eventi trom-boembolici o anamnesi positiva per flebiti superficiali ricorrenti. In questo caso è necessario effettuare la ricerca di difetti ereditari della coagulazione f. Emoglobinopatie (talassemia major, drepanocitosi)g. Eventi ostetrici avversi quali po-liabortività, preeclampsia severa, grave IUGR, distacco di placenta, morte endouterina. La possibi-le associazione con la trombofilia ereditaria o con la presenza di anti-corpi antifosfolipidi, (pur in assenza di consenso unanime tra gli esper-ti) consiglia di richiedere lo studio della trombofilia ereditaria ed ac-quisita h. Post-partum con allattamento al senoi. Colestasi ormono-dipendente /patologia delle vie biliari sintoma-ticaj. Terapia antiepilettica o antibiotica o antivirale con farmaci che inter-feriscono con il metabolismo dei contraccettivi oralik. Intervento chirurgico maggiore con immobilizzazione prolungata: in questo caso, è utile la sospen-sione della pillola almeno un mese prima.

Quando si parla di “rischio trombo-embolico”, solitamente ci si riferi-sce al tromboembolismo venoso e non arterioso, in quanto quello arterioso è decisamente inferiore. Questo anche perché abbiamo test di laboratorio in grado di iden-tificare condizioni congenite e ac-quisite a maggior rischio di trobosi venosa.Il tromboembolismo venoso è una

patologia multifattoriale nella qua-le concorrono più elementi. Ogni individuo ha un potenziale trom-botico acquisito e ereditario: presi in sé, né la contraccezione né una condizione trombofilica sono di per sé causa di trombosi, ma agiscono come fattori di rischio, aumentan-do il potenziale trombotico dell’in-dividuo. E opportuno in ogni caso agire sui fattori di rischio rimuovibili come il fumo e l’obesità, in modo da ridurre al minimo il rischio trom-botico dell’individuo.La ricerca dei difetti ereditari della coagulazione in senso trombofilico va effettuata nelle situazioni di familiarità nota o di pregresso evento tromboembo-lico personale, quando questa non sia già stata testata.ì La ricerca dei difetti ereditari della coagulazione in senso trombofilico va effettuata nelle situazioni di familiarità nota o di pregresso evento tromboem-bolico personale, quando questa non sia già stata testata. Gli appro-fondimenti diagnostici, non vanno richiesti in modo acritico, come screening per l’individuazione di un eventuale rischio tromboembolico, ma in modo mirato caso per caso. Gli esami da richiedere secondo le indicazioni delle Linee Guida della Società ItalianaTrombosi ed Emo-stasi sono:• Proteina S• Proteina C• Antitrombina• Mutazione del fattore V Leiden• Mutazione della Protrombina• Omocisteinemia• Fattore VIII (attività coagulante %)• LAC, Anticorpi anticardiolipina (ACA) e antibeta2glicoproteina I (antiBeta2GPI)Una volta eseguiti tali esami vanno valutati dal proprio Medico Curante per individuare le azioni da mettere in atto in ogni singolo caso.

La MenopausaParticolarmente delicato appare anche il discorso riguardo alla tera-pia ormonale sostitutiva in Meno-pausa, in quanto non vi è tanto un aumento del rischio relativo dovuto a tale terapia e a eventuale stati trobofilici ma un aumento del ri-schio assoluto di Troboembolismo Venoso. Infatti il rischio di TEV au-

menta con l’età.In tale ambito, è indicato eseguire i test per il rischio trombo embolico in due situazioni.

Soggetti sintomatici per pre-gressa patologia trombotica:Donne con pregressa patologia della gravidanza

Soggetti sintomatici per pregressa patologia trombotica: si tratta di casi in cui si sia verificato

uno o più precedenti episodi di trombo embolia venosa idiopa-ticauno o più precedenti episodi di trombo embolia venosa dopo stimoli di modesta entitàuno o più precedenti episodi di tromboembolia venosa e dimo-strata familiarita per tromboem-bolia venosapiù precedenti episodi di trom-bosi venose superficiali su vena sanatrombosi venose in sedi non usuali (ad esclusione delle oc-clusioni venose retiniche); necrosi cutanea indotta da anti-coagulanti oraliporpora fulminante neonatalein soggetti con patologia arte-riosa comparsa in età inferiore a 55 anni la ricerca delle altera-zioni trombofiliche dovrebbe es-sere limitata a: ricerca del LAC, dosaggiodegli anticorpi anti-fosfolipidi e dell’omocisteina, mentre può essere più esteso in singoli casi nei quali i risulta-ti possono influenzare la scelta terapeuticaIn soggetti di età inferiore a 55 anni con pregresso ictus e TIA secondario alla presenza di fo-rame ovale pervio

Aborti ricorrentiMorte endouterina fetale (MEF)Pre-eclampsiaHELLP SyndromeAbruptio placentaeRitardo di crescita fetaleSoggetti asintomatici

Per una contraccezione sicura

I

Dott. ssa Carola DettoriSpecialista in Ginecologia e OstetriciaBranca di Diagnostica per ImmaginiPoliambulatorio specialisticoL. C. NOMENTANO

Uso con cautelaDonne con pregressa patologia della gravidanza

Anamnesi personale positiva per:

Condizioni per cui e` controindicato l'uso della contraccezione ormonale combinata

Difetti ereditari della coagulazione e stati trombofilici

Familiarita` per

Condizioni individuali

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renza di ferro:• crescita del fabbisogno di ferro nell’individuo per cause fisiologiche come la gravidan-za (lo sviluppo del feto assorbe ferro dalla madre), il puerperio, l’età dell’infanzia e quindi della crescita;• difetto nell’assorbimento del ferro a causa di malattie intesti-nali o da intervento chirurgico (es. gastrectomia);• dieta povera di ferro: un’ali-mentazione corretta dovrebbe prevedere 6 mg di ferro ogni 1000 calorie;• perdite di sangue: è il caso di donne con mestrui abbondanti, ulcere e gastriti, polipi al colon, problemi ai reni o al fegato, tu-mori intestinali sia benigni che maligni.Anche l’assunzione di farmaci, specialmente antinfiammatori (i cosiddetti FANS) può causa-re significativo sanguinamento gastrico.

Diagnosi e PrevenzioneGli esami di laboratorio sono fondamentali per la diagnosi e primi fra tutti sono l’esame emocromocitometrico, la side-remia, la ferritina, la transferri-na, la vitamina B12 e l’acido fo-lico; accertata tale patologia si ritiene necessario procedere ad ulteriori esami finalizzati a de-terminare le cause dell’anemia.

Una dieta corretta è la prima forma di prevenzione includen-do cibi ricchi di Ferro, acido fo-lico e vitamina B12. Tra questi alimenti rientrano la carne – sia rossa che bianca – fagioli, pi-selli, cereali rinforzati col Ferro, pane e pasta integrale, verdu-re a foglia verde-scuro, frutta secca, nocciole e semi. L’acido folico si trova in frutta e verdu-re fresche, carne, prodotti ca-seari, cereali per la colazione e fagioli. La vitamina B12 si trova abbondantemente nelle carni e nei prodotti caseari.Particolare attenzione dovreb-be essere posta in quelle si-tuazioni in cui la persona ha un bisogno specifico di ferro come per i bambini ( il ferro è neces-sario nei periodi di crescita ) e per le donne in gravidanza. Una quantità adeguata di ferro è im-portante anche per i vegetariani e per le persone che seguono una dieta dimagrante.Attenzione però all’utilizzo “fai da te” di integratori di ferro o multivitaminici. L’utilizzo di que-sti prodotti è appropriato solo nei casi in cui una dieta bilan-ciata non possa fare altrettan-to. Non è opportuno assumerli se si è semplicemente stanchi e non si ha un reale bisogno di ferro. Anche una quantità trop-po elevata di questo minerale è nociva.

Ma cos’è l’anemia? Il sangue è compo-sto da un liquido detto plasma, con-

tenente tre tipi di cellule: glo-buli bianchi, piastrine e globuli rossi (eritrociti). La componente più importante di questi ultimi è l’emoglobina - una protei-na di colore rosso ricca di fer-ro - grazie alla quale i globuli rossi, attraverso il flusso san-guigno, trasportano l’ossigeno dai polmoni in tutto il corpo. Nel midollo osseo, ferro e vi-tamine vengono impiegate per produrre emoglobina e globuli rossi. L’anemia sideropenica è una condizione in cui l’emoglo-bina presente nel sangue è al di sotto della norma a causa di una carenza di ferro: pertanto il numero di globuli rossi che tra-sportano ossigeno ai tessuti è inferiore al normale causando il sintomo della stanchezza. Oltre alla stanchezza, altri sintomi e segni sono debolezza, pallore, accelerazione del battito cardia-co e/o respiro breve a seguito di un leggero sforzo, dolori al petto, capogiri, leggerezza di te-sta, irritabilità (specialmente nei bambini), piedi e mani freddi.

Le CausePossiamo individuare quattro fattori che - in modo isolato o associato - portano ad una ca-

Dott. ssa SABRINA PROIAEmatologa - Responsabile della branca di Ematologia presso il Poliambulatorio Specialistico L. C. NomentanoResponsabile del Centro per la Terapia Anticoagulantedel Laboratorio Clinico Nomentano

La carenza di ferro è la causa più comu-ne di anemia in Italia e nel mondo: cir-ca il 30% della popolazione mondiale è anemica. Fortunatamente, nei paesi svi-luppati l’anemia sideropenia (cioè “da carenza di ferro) è un problema limitato ad alcune fasce d’età: nei bambini nei primi 2 anni, negli adolescenti fra gli 11 ed i 18 e nelle donne fra i 15 e i 45.

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PREVENZIONE CARDIOLOGICA

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orse solo gli appassionati sanno che l’equi-tazione “moderna”, il cosiddetto “metodo naturale”, che ha l’obiettivo di mettere il cavallo in condizione di sfruttare i suoi

mezzi fisici e mentali nella massima libertà d’azione possibile, fu concepito da un italiano, il Capitano Federico Caprilli (1868 – 1907) presso la Scuola di Equitazione dell’Esercito Italiano che dal 1823 al 1949 ebbe sede a Pinerolo e che nel 1949 venne trasferita a Montelibretti con la denominazione di “Centro Mili-tare Ippico Nazionale”: dunque una tradizione antica che si riallaccia direttamente a Caprilli, un’origine che non potrebbe avere blasone più importante.Nella sua nuova sede, quello che oggi si chiama “Centro Militare di Equitazione”, trovò immediata-mente il percorso giusto verso affermazioni memo-rabili. Il secondo dopoguerra e gli anni del boom economico sono appannaggio di due cavalieri – Piero e Raimondo D’Inzeo – che faranno sventolare il Tri-colore sul podio più alto dei più importanti concorsi ippici internazionali. Basti pensare alle otto Olimpiadi consecutive – dal 1948 al 1976 – a cui i due fratelli partecipano ed alla clamorosa “doppietta” delle Olim-piadi di Roma, dove, nel salto ostacoli, Raimondo vince l’oro e Piero l’argento.Negli anni ’80, sotto il comando del Col. Piero D’Inzeo, la Scuola Militare d’Equitazione continua a cogliere successi nel salto ostacoli con i Tenenti Michele Della Casa, Salvatore Oppes, Alessandro Ga-leazzi e Stefano Scaccabarozzi. Anche nella disciplina del Completo la scuola si distingue ed il Mar. Dino Costantini (sette volte campione italiano di completo) è cavaliere olimpico a Monaco 1972 e Seoul 1988 e, sempre nel completo, il Cap. Ranieri di Campello partecipa ai giochi olimpici di Seoul ed Atlanta 1996. Il Cap. Giacomo Dalla Chiesa è cavaliere olimpico ad Atlanta ed a Sidney 2000.Purtroppo, gli anni 2000 segnano un forte ridimen-sionamento della componente equestre dell’Esercito: il parco cavalli viene dimezzato e gli acquisti di cavalli

sportivi sospesi, Gli impegni dell’Italia nelle missioni di pace all’estero, il passaggio da esercito di leva ad eser-cito di volontari, sono momenti che portano ad una generale ristrutturazione del sistema di cui l’attenzione alla pur gloriosa tradizione equestre militare risente negativamente.Dalle difficoltà però, spesso, nascono soluzioni nuove, come la figura del “Militare Atleta”, introdotta nel 2002, che consente a giovani cavalieri di talento di entrare a far parte dell’Arma di Cavalleria pur non essendo militari “di carriera” e di cogliere la positiva sinergia tra le proprie capacità individuali, l’esperienza dei cavalieri militari di grande livello presenti alla Scuola e la dispo-nibilità di strutture sportive del tutto particolari come, appunto, quelle di Montelibretti. Nasce così una nuova stagione di vittorie a livello giovanile nella disciplina del Completo. Nel 2003 il C.le M. Emiliano Portale è medaglia di bronzo ai Campionati Italiani under 21 e nel 2005 vince il Concorso Internazionale di Completo di Roma; nel 2004 il C.le Roberto Riganelli conquista la medaglia di bronzo ai Campionati Italiani under 21; nel 2005 il C.M. Alice Bertoli vince la medaglia d’ar-gento ai Campionati Italiani Assoluti ed il terzo posto alla tappa di Coppa del Mondo di Completo di Roma. Il Cap. Andrea Mezzaroba, Capo Sezione di Completo alla Scuola, nel 2003 vince il Concorso Internazionale di Completo di Roma, nel 2004 è medaglia d’argento ai campionati italiani e riserva nella squadra olimpica italiana di Atena nello stesso anno.Accanto alle discipline tradizionali dell’equitazione, da alcuni anni si va rapidamente sviluppando quella dell’Endurance, prove su grandi distanze (fino a 160 km.) dove le condizioni del cavallo vengono stretta-mente monitorate e dove, dunque, l’abilità del cavaliere consiste proprio nel saper gestire le energie della pro-pria cavalcatura, pena l’eliminazione dalla gara. Proprio in questi nuovi scenari il Centro Militare di Equitazione ha trovato la sua più recente affermazione: la vittoria del Campionato Italiano di Endurance 2010 da parte del C.le M. Chiara Marrama.

La scuola dellaGLORIA

Centro Militare d’Equitazione di Montelibretti

Il Col. Piero D’Inzeo su The Rock nella Gara a Squadre delle Olimpiadi di Roma del 1960. Il campo di gara era ospitato nello Stadio Olimpico.

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Intervista al Comandante della Scuola di Cavalleria di MontelibrettiColonnello Max André BARBACINI

cavalli di proprietà degli atleti e sui cavalli dello Stato, provenien-ti dall’allevamento del Centro Militare Veterinario di Grosseto. Quest’ultimi arrivano al Centro all’età di tre anni per la doma e l’ammansimento e attraverso un iter di formazione addestrativo-agonistico, sono sele-zionati con l’obiettivo di partecipare ai Mon-diali Giovani Cavalli, così come già acca-duto lo scorso anno con il cavallo Ombra dell’Esercito Italiano. Un ulteriore obiettivo da raggiungere, ed al quale stiamo lavo-rando alacremente, è quello di stabilire e consolidare dei “pro-tocolli d’intesa” con enti istituzionale e/o con privati/sponsor, allo scopo di acqui-sire cavalli di qualità da affidare ai nostri migliori atleti

Credo che molti ca-valieri italiani che hanno partecipato ad un Olimpiade, abbiano nel loro curriculum sportivo l’ap-partenenza alla Scuola. Per i prossimi Giochi Olimpici che ambizioni nutrite? E’ possibile fare qualche anticipazione?

Comandante, la Scuola Milita-re di Equitazione è da sempre la “fucina” da cui provengono moltissimi dei più grandi ca-valieri italiani, come si artico-lano i vostri programmi sporti-vi di oggi? Verso quali obiettivi vi concentrate?Il Centro è stato per moltissimi anni di forte richiamo per cavalieri di elevate capacità, per l’altissi-mo livello tecnico del personale, l’ottimo supporto logistico e la disponibilità di cavalli di pregio. Negli ultimi anni ci sono stati grandi cambiamenti nella politica degli organi centrali che hanno privilegiato un reclutamento di personale di truppa con l’incarico di “atleta”. Tale scelta ha portato ad un lavoro di “scouting”, ricer-ca cioè di giovani talenti, talvolta con limitate “risorse” personali, da valorizzare in campo naziona-le ed internazionale. Certamen-te l’obiettivo di punta è quello di partecipare alle più importanti manifestazioni a livello internazio-nale, non ultime le Olimpiadi ed i Campionati del Mondo/Europei. Attualmente il Centro ha per così dire”due anime”, una volta alla formazione del personale e del cavallo (una sezione corsi ed una puledri) ed un’ anima più spicca-tamente agonistica di eccellenza ( una sezione completo ed una concorsi). In questo momento storico “ l’Eccellenza” conta sui

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Il Cap. Federico Caprilli su Piccola Lark, ripreso in una foto di oltre un secolo fa mentre dimostra nel difficilissimo “esercizio della sedia” tutta la valenza del suo metodo che segna la nascita dell’equitazione moderna

Il Cap.Ranieri di Campello (Nonno) in una foto storica dell’equitazione italiana mentre supera un ostacolo di campagna

il Magg. C.C. Salvatore Oppes (Zio) su Pagoro allo C.S.I.O. di Roma a Piazza di Siena

Il Ten. Col. Ranieri di Campello (Nipote) impegnatoin una prova di cross

il Ten. Col. Salvatore Oppes (Nipote) anche lui impegnato suSapiente allo C.S.I.O. di Roma a Piazza di Siena nel 1984

Di origine sarda, frequenta il 164° Corso dell’Accademia Militare. Presta servizio presso il reggimento “Lancieri di Montebello” in Roma, dove ricopre gli incarichi di Comandante di Plotone, Squadrone e Gruppo Squadroni. Partecipa alle missioni in Bosnia e Herzegovina, Iraq e Kosovo. Inoltre viene impiegato in Belgio presso il Comando Supremo delle Potenze Alleate in Europa (SHAPE).Frequenta il 5° Corso ISSMI presso il Centro Alti Studi per la Difesa in Roma.Dal 6 novembre ricopre l’incarico di Comandante del Centro Militare di Equitazione.È in possesso di diploma conseguito negli Stati Uniti d’America, laurea in Scienze Strate-giche ed è Consigliere giuridico per le Forze Armate.È decorato con la Croce di bronzo al merito dell’Esercito, la Croce di Bronzo della Di-fesa Nazionale Francese, la Cruz del Paz dell’Esercito Spagnolo, la Medaglia d’argento per la cooperazione e l’amicizia della Repubblica di Slovenia, la Commendation Medal dell’esercito degli Stati Uniti d’America.

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INTEGRAZIONE E SOLIDARIETÀAL CENTRO MILITARE DI EQUITAZIONE (CME)

Effettivamente molti cavalieri che hanno partecipato alle Olimpiadi Moderne (dal 1960 in poi), han-no avuto una esperienza forma-tiva presso l’allora Scuola Militare di Equitazione, fino ai tempi più recenti dove nella disciplina del Salto Ostacoli, uno per tutti Na-tale Chiaudani, a lungo Ufficiale a Montelibretti, ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta ed a ben quattro Campionati Europei. Per quanto riguarda il futuro abbiamo notevoli aspettative per una par-tecipazione alle prossime Olim-piadi sia nel Salto Ostacoli che nel Concorso Completo, in quanto i nostri giovani cavalieri sono atle-ti assolutamente dedicati al sa-crificio e sicuramente di talento. Chiaramente la concretizzazione del sogno olimpico è legata non solo a fattori quali la disponibilità di un cavallo competitivo, nel giu-sto stato di forma ma anche alla condizione fisica al momento del-la partenza. Al momento è in atto un Concorso per il reclutamento di atleti di livello internazionale, con il quale auspichiamo di far in-dossare la nostra uniforme ad un cavaliere di elevato livello tecnico.

Ormai da diversi anni, le For-ze Armate hanno aperto i loro ranghi alle donne. Voi avete diverse atlete che indossano l’Uniforme della Cavalleria, le applaudiremo sui campi di gara come abbiamo fatto per

le grandi glorie che la Scuola ha regalato alla nostra equita-zione?Come già in altri settori del pub-blico e privato impiego, ormai da oltre dieci anni l’Eserci-to ha aperto le porte al “gentil sesso” come si diceva una vol-ta. I risultati po-sitivi sono sotto gli occhi di tutti. Ne l l ’ambien-te equestre in particolare, specie nelle fa-sce più giovani, c’è una predomi-nanza di donne che raggiungono ottimi risultati sia in campo nazio-nale che internazionale. Noi non facciamo eccezione, anzi confer-miamo questo “trend”, infatti tra le nostre atlete, sia nel Completo (vedasi le performance interna-zionali del 1° CM Alice BERTOLI) che nel Salto Ostacoli, (vedasi l’Arrighetti, la Bratomi), abbiamo ben figurato, in particolare vorrei menzionare il CM Chiara MAR-RAMA, campionessa Italiana di Endurance 2010.

La Scuola organizza un nu-trito calendario di concorsi in uno scenario naturale e con impianti che pochi possono

Nella settimana dal 6 al 12 giugno 2011, il Centro Militare di Equitazione di

Montelibretti (RM) con orgoglio ha ospitato due manifestazioni che hanno visto protagonisti oltre 200 ragazzi diversamente abili. Il 9 giu-gno ha avuto luogo il saggio finale del corso di ippoterapia, eseguito con inestimabile gioia dai bambi-ni diversamente abili delle scuole elementari e medie di Palombara Sabina (RM) e Poggio Nativo (RI), con un successo che ripaga in modo incommensurabile gli ac-cordi e le intese istituzionali che lo hanno reso possibile.Presso le strutture del Centro Militare di Equitazione, durante il corso i bambini sono stati co-stantemente seguiti dal team di esperte psicologhe del Comitato cittadino per l’integrazione e la solidarietà (COCIS.), dirette dalla Dott.ssa Francesca Tedeschi che da oltre un decennio collabora con il Centro, in stretta sinergia tra le istituzioni scolastiche, le fami-glie ed il CME.L’11 ed il 12 giugno, nel campo

vantare, come si va svilup-pando questo lato della vostra attività?L’organizzazione di eventi eque-stri presso i nostri impianti è da ricondurre principalmente alla possibilità data dalla Convenzio-ne Esercito Italiano-Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (EI-ANAC) che consente lo sviluppo di tale tipo di attività. Questa con-venzione ci ha permesso di mante-nere a buon livello i nostri impianti senza gravare sul bilancio dell’AD, permettendo inoltre ai nostri atleti di avere sempre impianti efficienti e costantemente rinnovati. Le atten-zioni rivolte all’offerta di buoni im-pianti ha trovato anche riscontro in una nutrita partecipazione da parte dei concorrenti specie nella disci-plina del concorso completo dove il livello raggiunto ha consentito l’organizzazione di eventi fino ad internazionali tre stelle, i campio-nati nazionali assoluti , i campionati nazionali juniores e pony.Attualmente sono in corso dei mi-glioramenti sostanziali di alcuni im-pianti per permettere l’effettuazio-ne delle gare con ogni situazione meteorologica nonché un miglio-ramento delle strutture di ricezio-ne per assicurare un buon servizio agli utenti anche in caso di un no-tevole afflusso di cavalli.

Fabrizio Sciarretta

di Piazza di Siena del CME, nel-lo stesso scenario che ha visto Campioni del calibro dei fratel-li D’Inzeo, si sono svolte le gare del Campionato Regionale FI-SDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale),

protagonisti oltre 200 ragazzi di-versamente abili che hanno ese-guito le prove di dressage e salto agli ostacoli, senza nulla invidiare ai colleghi delle categorie mag-giori. I giovani che si distinguono per impegno, passione e risultati nell’equitazione sono inseriti nel programma agonistico delle as-sociazioni in ambito paraolimpico.

Il COCIS CME è la prima asso-ciazione in Italia a gareggiare con lo stemma di un Centro mi-litare, garantendo così alla pratica dell’ippoterapia, sempre più diffu-sa con evidenti risultati in campo comportamentale e sociale, un

notevole risparmio di spese a carico delle famiglie dei giovani cavalieri, dato che il CME mette a disposizione strutture, cavalli, personale e ruoli logistici. L’ippoterapia è aperta a tutti, non ci sono limiti di età o con-troindicazioni, favorisce nei pra-ticanti benefici psicofisici, senso di sicurezza ed integrazione con il mondo circostante, provati da consolidati studi scientifici. Fondamentale il ruolo del ca-

vallo, che si adatta perfettamente alla situazione percependo fin da subito la condizione del cavaliere, ed adattandovisi con mansuetu-dine. Studi in campo veterinario corroborano l’effetto terapeutico che avrebbe sul cavallo stesso l’impiego nell’ippoterapia.

Ten. Col. Gaetano CASCINOIl C.M. Alice Bertoli su Oakengroven

Milan impegnati nella prova di dressage di un concorso internazionale di completo

Il Ten. Col. Giacomo Della Chiesa su Fhargoimpegnato in un ostacolo d’acqua

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A nche per l’estate musicale del 2011 Fara in Sabina si

conferma tra i centri di attrazione più interessanti della migliore mu-sica jazz (e non solo) del panora-ma nazionale. La quinta edizione del FARA MUSIC FESTIVAL infatti non delude le aspettative delle migliaia di spettatori, oltre 40.000, che negli scorsi anni han-no riempito i concerti del centro della Sabina, vista la conferma in programma di grandi protagonisti del jazz italiano e internazionale, tra i quali spicca senza dubbio il concerto del 18 luglio di JOHN SCOFIELD, tra i migliori chitarri-sti jazz contemporanei, un musi-cista che attraverso il suo modo di suonare ha influenzato migliaia di chitarristi in tutto il mondo.A inaugurare la manifestazione un trittico di eventi tutti al fem-minile: sabato 16 luglio apre il quartetto di SIMONA BENCINI, voce storica della band Dirotta su Cuba, che presenta il suo ultimo cd composto da grandi standard.Il 17 luglio un emozionante tribu-to a due protagoniste dello spet-tacolo e della cultura italiana con l’OMAGGIO AD ALDA MERINI del Susanna Stivali Trio e l’OMAG-GIO A GABRIELLA FERRI con il concerto di Raffaella Misiti, Le Romane e Gabriella Aiello.Il 19 luglio uno dei protagonisti del jazz italiano, DANILO REA, in concerto per Piano Solo con un tributo a Fabrizio De Andrè, un grande successo di pubblico, e anche discografico, dato che il relativo cd è stato tra i più venduti del 2010.Il 20 luglio si prosegue con i SOUL DIXIE, una band formata da alcuni dei migliori musicisti del-la scena italiana ed europea, Lello

LA SUMMER SCHOOLTra le le novità che caratterizzano la quinta edizione del Fara Music Festival, si segnala la collabora-zione del Fara Music con una del-le più importanti realtà didattiche statunitensi, il Collective School of Music di New York<http://www.thecollectivenyc.com/>. L’istitu-to americano infatti, metterà a disposizione due Borse di stu-dio per i migliori partecipanti alle Summer School 2011. Il legame con New York, inoltre, si estende anche attraverso la partecipazio-ne alle Summer School e al Fe-stival di quattro grandi musicisti che vivono nella grande mela: il pianista Aaron Goldberg, il chitar-rista Jim Campilongo, il bassista Lincoln Goines e il batterista Kim Plainfield.

PREMIO JAZZ LIVEAnche quest’anno si rinnova l’ap-puntamento dedicato a giovani talenti e gruppi emergenti, il Pre-mio Jazz Live. In palio per le band finaliste l’apertura dei concerti del Fara Music Festival 2011.

SAPORI E ARTIGIANATOIn occasione della V edizione del Festival, l’Associazione Fara Music dal 16 al 24 luglio 2011 organizza anche un evento-eno-gastronomico espositivo Sapori e Artigianato nel borgo di Fara Sabina. Il borgo storico di Fara in Sabina, le Piazze e i suoi vicoli di-verranno la sede di innumerevoli realtà enogastronomiche e arti-gianali che andranno a fondersi con gli spettacoli serali del Fara Music Festival.

Panico alla chitarra, Gerry Popolo al sax, Dario Deidda al basso e Luca Trolli alla batteria, che rivisi-tano classici del soul, jazz, funk e blues, insieme all’ospite speciale, TOLLACK, alla voce, tastiere e armonica.Il trio di ANTONIO CIACCA con lo special guest MARK SHER-MAN sono i protagonisti del-la serata del 21 luglio, per uno spettacolo alle ricerca delle origini del jazz accompagnati da uno dei pianisti italiani più apprezzati negli USA.Il basso del grande LINCOLN GOINES è al centro del concerto del 22 luglio. Goines appartiene alla “elite” dei bassisti elettrici di statura mondiale; a completare un quartetto d’eccezione KIM PLAINFIELD alla batteria, UM-BERTO FIORENTINO alla chi-tarra, MICHAEL ROSEN al sax.Sabato 23 luglio sale sul palco il trio di JIM CAMPILONGO, de-finito da Billboard Magazine “un tesoro americano”, soprattutto per la sua incredibile capacità di fondere jazz, blues, country, rock con un gusto a dir poco sorpren-dente.La chiusura in grande stile è per il 24 luglio con il concerto del FA-BIO ZEPPETELLA QUARTET FEAT. AARON GOLDBERG. Goldberg è in assoluto uno dei più quotati e giovani pianisti jazz al giorno d’oggi; Fabio Zeppetella alla chitarra con Dario Deidda al basso ed Ellade Baldini alla bat-teria sono i validi compagni di viaggio per un concerto di sicuro valore che chiuderà segnamente l’edizione 2011 del festival.

V Edizione del Fara Music FestivalFara Sabina 16 - 24 Luglio

Dal 16 al 24 luglio Fara in Sabina si conferma al centro del panorama dei festival italiani, con grandi ospiti internazionali e l’eccellenza del jazz italiano, come John Scofield, Antonio Ciacca, Danilo Rea, Lincoln Goines, Jim Campilongo, Aaron Goldberg e tanti altri ancora.

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SAN GIOVANNI BATTISTA

Sulla sommità dell’antica Aspra sorge la chiesa parrocchiale dedicata a san Giovanni Bat-tista. Ampliata nel 1515, pre-senta elementi in stile barocco dovuti alla ristrutturazione del 1791; mantiene l’originaria tor-re campanaria romanica del XIII secolo, con alcuni affreschi del XIV secolo. Dietro l’altare mag-giore fa da pala un dipinto su tavola (datato 1524) di Giaco-mo Santoro (detto Jacopo Si-culo) raffigurante il Battesimo di Gesù. Nella sacrestia è ospita-to il presepe monumentale: una «Casperia in miniatura» fatto a mano da Giannicola Mariani.

SS. ANNUNZIATA

Con la sua imponente mole in cotto, la chiesa della Ss. An-nunziata accoglie i visitatori nel piazzale Oddo Valeriani. Anche se il portale d’ingresso riporta la data del 1609, sol-tanto nel 1661 «la nuova chie-sa dell’Annunziata è terminata. E’ dotata di quattro altari, oltre che dell’altare maggiore sul quale si trova la bellissima tela dell’Annunciazione, capolavo-ro dall’audace cromatismo di Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato, ai lati del quale vi sono due colonne in marmo rosso di Cottanello. Pregevoli opere anche la cappella di san Francesco Saverio eretta dalla famiglia Senapi ed una tela del XVII secolo raffigurante la cir-concisione di Gesù.

PALAZZO FORANI

Il palazzo, costruito alla fine del secolo XVI dalla famiglia Bru-schi (feudataria degli Orsini) si trova a ridosso della parte set-tentrionale della cinta muraria inglobando anche uno dei cin-que torrioni rimasti. Il palazzo conta oltre cinquanta stanze e una cappella. Un omaggio alla potente famiglia guelfa degli Orsini è rappresentato dai due orsi in pietra che si trovano a lato del portale del palazzo.

Credo non vi sia modo migliore per presentare Casperia (Aspra Sabina fino al 1947) che partendo dalla de-scrizione che ne da il grande storico tedesco Ferdinand Gregorovius in occasione della sua visita del 1861: “a Roma mi avevano consigliato di spingermi fino ad Aspra, sui monti della Sabina, dove è un importante archivio municipale ed una superba selva. [...] Nera e pittoresca, sorge su di un colle, da dove si gode la vista del monte Soratte, della Campagna romana, dei monti della Sabina, degli Appennini, e a sinistra di un pro-fondo scoscendimento, dominato da una rupe, sulla quale si leva un oscuro gruppo di case, circondato da mura nere e coronato di torri. Questa è Aspra, la Casperia dei Romani, vero nido di aquile, inaccessibile ed inattaccabile. Era mezzodì, ma l’aria era lassù ancora fresca e leggera. Dopo i molti e lenti giri che la strada fa nella valle profonda, cominciammo alfine a salire la montagna faticosamente, e giungemmo dinanzi alle mura. Qui il cocchiere si arrestò, e mi spiegò che il paese non aveva strade praticabili. Scesi allora e mi avviai verso la porta. Qual luogo spaventosamente solitario e selvaggio! Strettissime e oscure vie fra case ammonticchiate e soffocantesi a vicenda, o piuttosto che vie, letti di torrenti montani: ecco Aspra.”Il centro storico di Casperia è infatti uno straordinario esempio di architettura medievale: la struttura del paese è «a bulbo di ci-polla», con strade a cerchi concentrici che via via si restringono, inerpicandosi sui versanti del colle sino a culminare in piazza S. Giovanni Battista ove si erge la chiesa parrocchiale.L’abitato è raccolto nelle mura del 1282 in cui si può accede-re esclusivamente a piedi attraverso Porta Romana (ad ovest) e Porta S. Maria (a nord-est): talmente importante era per gli aspresi la cura delle mura di cinta, che negli statuti del 1397 era prevista la pena di morte per coloro che vi aprissero un varco sufficientemente grande per il passaggio di una persona. Della prima cinta muraria, risalente all’XI secolo, resta l’arco di via Ga-ribaldi, denominato «Arco Vecchio» o «Arco di Mezzo». Amplis-simo il panorama che può essere ammirato girando intorno al borgo: la valle del Tevere dominata Soratte, a nord-ovest i colli umbri all’orizzonte; a sud-est i Monti Sabini.

Durante la dominazione napo-leonica i Bruschi restaurarono il palazzo secondo lo stile impe-ro: colonne nell’ingresso, ricchi stucchi decorativi, galleria con volta e pareti dipinte.Archivio storico comunaleL’archivio storico di Casperia è uno dei più importanti della Sa-bina. I fondi più importanti sono quello delle pergamene – ben 319, riguardanti il periodo che va dal 950 al 1729; il fondo no-tarile con documenti datati tra il 1351 ed il 1860; l’archivio del comune comprendente anche registri del periodo comunale e della signoria Savelli.

Per ricapitolare:

• 1081 Aspra entra nei beni dell’Abbazia di Farfa. • 1189 si costituisce in libero comune. • 1278, sotto il pontificato di Ni-colò III, la comunità giura vas-sallaggio alla Santa Sede. • 1285 primo statuto comuna-le; i beni del territorio sono divisi tra le famiglie del paese con la clausola che il comune avrebbe ereditato le porzioni delle dina-stie che si fossero estinte. • 1364 è sotto il dominio diretto della Santa Sede. • 1401 Aspra entra ufficialmen-te nei feudi della famiglia Savelli. • 1412, papa Giovanni XXIII concede al comune di Aspra il permesso di instituire un hospi-tale ad usum pauperorum. • 1461, nella guerra contro i Savelli, Federico da Montefeltro assedia Aspra ma non riesce ad espugnarla. • 1592, papa Clemente VIII confisca Aspra a Troilo Savelli e il feudo diviene dominio diretto della Camera apostolica. • 1706, 1741, 1785, una se-rie di terremoti colpisce Aspra. Crollano diversi edifici tra cui il palazzo municipale e gran par-te delle mura castellane presso Porta S. Maria. • 1860, il plebiscito per l’annes-sione al Regno d’Italia registra 319 sì, 0 no e 22 schede nulle; le signore aspresi scrivono al re Vittorio Emanuele

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la campagna “Week-end d’autore” con cui la Provincia di Rieti promuo-ve il suo territorio e che vede la foto della nostra Porta di S. Maria aprire questa campagna pubblicitaria na-zionale. E in termini di sviluppo di strut-ture ricettive?Casperia è un comune di 1.200 abi-tanti dove operano una ventina di operatori turistici tra B&B, case va-canza ed agriturismi. Non è poco ed offre un contributo importante ed in crescita alla nostra economia.

Casperia vanta una nutrita pre-senza di stranieri che hanno scelto di avere proprio qui la loro casa in Italia? Come nasce que-sta preferenza?Alle volte le opportunità si presen-tano per un caso fortunato ma poi è necessario saperle far crescere. Nel nostro caso, l’opportunità si presentò circa dieci anni fa quan-do un nostro concittadino e sua moglie, che è gallese, avviarono un B&B in un palazzo del centro stori-co, La Torretta. Così iniziò ad arri-vare un numero sempre crescente di ospiti dall’area anglosassone. Le dicevo però che le opportunità van-no anche colte e credo che noi lo abbiamo fatto: di Casperia i nostri ospiti stranieri apprezzano il relax, la bellezza del borgo, la cucina, la vicinanza a Roma ed altre mete tu-ristiche come Assisi o Viterbo e, mi lasci dire, anche un rapporto costo-qualità particolarmente favorevole. Giustamente lei ha detto che la forza di Casperia è anche nella particolarità del suo borgo. Qua-li iniziative avete realizzato o programmato per la difesa e va-lorizzazione del centro storico?Intanto vorrei dire che l’amore e l’attenzione degli aspresi per il loro paese è di antica data. Pensi che negli anni Trenta, quando iniziò la distribuzione dell’acqua corrente nelle case, invece di costruire il so-lito serbatoio deturpante, Casperia optò per sopraelevare di un piano il campanile della chiesa parrocchiale ed inserirvi il serbatoio che, ovvia-mente, non si vede. Naturalmente, anche il nostro borgo ha sofferto di una fase di spopolamento, per fortuna di breve durata, ma la situa-zione si è proprio invertita con l’arri-vo dei turisti e con la conseguente

ripresa di vitalità del centro storico sia per l’apertura di strutture ricet-tive che per la ristrutturazione degli immobili da parte dei loro nuovi pro-prietari. Anche l’amministrazione fa la sua parte, mi lasci dire con dedi-zione, stando sul pezzo tutti i giorni, aiutati anche dai cittadini che sono i primi a controllare che la realiz-zazione delle opere proceda con il piede giusto. La precedente giunta ha ristrutturato il Palazzo della Cul-tura, che ospita biblioteca, archivio storico ed una sala conferenze. Noi stiamo per inaugurare il palazzo mu-nicipale completamente recuperato e poi abbiamo in corso la ripavimen-tazione di ampie aree del borgo. Lo facciamo riutilizzando le pavimen-tazioni esistenti e comunque con i nostri materiali locali, la pietra calca-rea. Un’altra iniziativa fondamentale, che conduciamo in collaborazione con l’Ars Labor di Roma, è il restau-ro completo di tutte le nostre opere d’arte, conservate soprattutto nelle chiese.

Finiamo con un argomento più frivolo. Qual è l’appuntamento che Casperia offre ai suoi visita-tori ed a cui proprio non si deve rinunciare?Le dico senza esitazione la Sagra degli Stringozzi che si tiene dal 4 al 7 agosto. Gli stringozzi sono una pasta lunga senza uovo che noi of-friamo al ragù o cacio e pepe. Poi, nel borgo e nell’area degli stand ga-stronomici, organizziamo concerti di diverso genere tra cui anche musica da ballo. Tutto sommato unire la cul-tura ad un buon piatto di stringozzi non è un’idea sbagliata.

Assessore, quali iniziative han-no caratterizzato fin qui la vostra amministrazione in termini di promozione del settore turistico?Come ormai sempre più spesso accade, occorre iniziare dicendo che i fondi disponibili in questo am-bito sono sempre più ridotti e che i piccoli comuni sono quelli che più di tutti soffrono dei tagli di bilancio che colpiscono Regioni e Provincie. Così, la nostra idea è stata quella di promuovere Casperia attraverso ca-nali che coniugano costi bassissimi o addirittura nulli con una grandis-sima diffusione. Infatti, Casperia ha una presenza su Wikipedia che ha pochi rivali tra i comuni della nostre dimensioni: abbiamo realizzato una pagina assolutamente completa che illustra compiutamente la storia e le attrattive turistiche del nostro territorio. Poi, su YouTube, abbiamo un canale su cui abbiamo caricato documentari e cortometraggi su Casperia e che aggiorniamo con filmati su ogni nuova iniziativa che coinvolge il nostro comune. Si trat-ta di un investimento sull’immagine di Casperia che però non richiede risorse finanziarie ma solo impe-gno personale e che ci consente di essere presenti a tutte le latitudini. I risultati si vedono: pensi che Ca-speria è andata sulla BBC grazie al cuoco inglese Gary Rhodes che con la sua trasmissione Rhodes across Italy è venuto a cucinare qui da noi utilizzando l’olio della Sabina. Abbiamo rifatto il sito web istituzio-nale e ne stiamo progettando uno dedicato al turismo. Alla presenza su internet, vanno aggiunte le par-tecipazioni ad altre iniziative quali

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MarcoCossuCon Marco Cossu, assessore alla Cultu-ra, il Turismo e le Po-litiche per i giovani del Comune di Casperia, Salute Più ha fatto il punto sulle iniziative in atto per la salvaguar-dia e la valorizzazione del centro storico di Casperia.

OFFERTALUGLIO - AGOSTO

Via delle Terre Sabine 2 MONTELIBRETTI (RM)T 0774608049

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IN S

AB

INA

La visita in Sabina del 26 giugno pro-mossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e de-

stinata a mostrare personalmente al Mini-stro dell’Agricoltura cinese Han Changfu ed al Commissario Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Dacian Ciolos il cuore dell’areale di produzione ed i processi pro-duttivi dell’Olio Extra Vergine di Oliva Sabi-na DOP si è svolta con pieno successo.Come da programma un elicottero della Fo-restale è atterrato puntuale alle 10:00 pres-so il campo sportivo di Canneto Sabino da dove la delegazione di autorità di cui faceva parte anche il Ministro Saverio Romano ha visitato dapprima l’olivo millenario di Can-neto Sabino e gli oliveti circostanti per poi trasferirsi presso un vicino frantoio certifi-cato DOP.Qui sono stati illustrati innanzitutto i pro-cessi di lavorazione, stoccaggio e imbotti-gliamento dell’Olio Sabina DOP, con verifica del sistema di tracciabilità e rintracciabilità del prodotto, per proseguire poi in terrazza con una degustazione di olio tenuta secon-do gli standard europei.La mattinata si conclusa con un gradito rinfresco e la consegna di doni e di targhe ricordo agli ospiti, visibilmente soddisfatti per l’ottima organizzazione.Si è trattato di una visita di carattere es-senzialmente “tecnico” durante la quale gli ospiti, sempre interessatissimi a cogliere ogni aspetto di quanto osservavano, han-no rivolto ai loro esperti accompagnatori della Camera di Commercio di Roma e del Consorzio Sabina DOP numerose doman-de sulle varie fasi produttive dell’Olio Sabi-na DOP, dalle modalità di coltivazione, cura e potatura delle piante fino alla raccolta e lavorazione delle olive e del prodotto finito.Grande la soddisfazione espressa dal Con-sorzio nella persona del Presidente Stefano Petrucci per la scelta del Ministero di inclu-dere la DOP Sabina fra le uniche due filie-re DOP mostrate agli ospiti come modello produttivo nel corso della loro visita in Italia (l’altra DOP è il Prosciutto di Parma).

DALLA CINA A CANNETOUn successo la visita del Commissario Europeo Dacian

Ciolos e del Ministro dell’agricoltura cinese Han Changfu in Sabina

Il Ministro dell’Agricoltura cinese Han Changfu, il Commissario Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Dacian Ciolos e

il Ministro dell’Agricoltura Saverio Romano

Il Ministro dell’Agricoltura cinese Han Changfu, il Ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, il sindaco di Fara Sabina

Davide Basilicata e il Presidente del Consorzio Sabina DOP Stefano Petrucci

Gli ospiti insieme al Presidente Petrucci

CONVENZIONISANITARIECASPIE

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EUROPASSISTANCE

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FONDO EST

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PREVIMEDICAL

SARA ASSICURAZIONI

UNISALUTE

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Istituto di Istruzione Superiore Adriano PetrocchiMa poi, nella pratica, qual è il ri-scontro che i suoi studenti hanno nel mondo del lavoro?E’ senz’altro di soddisfazione, sia per chi ha frequentato, per dirla con le vecchie dizioni, l’ alberghiero che la ragioneria. Sono due indirizzi di studio che trovano ampi spazi di inserimento nel mondo del lavoro, anche nella nostra zona. Il fatto di aver maturato esperienze pratiche, di es-sere in grado di dare un contributo fin da subito, fanno la differenza.

Professoressa Foli, lei ha istituito quest’anno un nuovo organismo, il Comitato Tecnico-Scientifico, immagino vada anch’esso nella direzione di avvicinare scuola e società?E già, la direzione è esattamente quella. Si tratta di un organismo che si affianca al Consiglio d’Istituto ed al Collegio dei Docenti. L’abbiamo voluto per strutturare i rapporti con enti esterni di alto livello e raccogliere il loro contributo per la cresci-ta dell’istituto. Fanno parte del Comitato i presidenti dell’Associazione Italiana Mai-tres, dell’Associazione Direttori d’Albergo e dell’Associazione Italiana Sommelier, il segretario dell’Associazione Italiana Cuo-chi e rappresentanti delle istituzioni e dell’economia locale.

Torna il leit-motiv della “vicinan-za” al territorio ..Si, le iniziative sono molteplici. Già quest’anno abbiamo effettuato corsi di formazione aperti a tutti coloro che vi fossero interessati, non necessariamente ai soli studenti, ma per l’anno prossimo il programma sarà ancora più articolato, terremo corsi di specializzazione della du-rata di 20 ore sia per la cucina che per la pasticceria e la lavorazione del ciocco-lato. In collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, che ha posto presso l’Istituto una sua sede, abbiamo avviato un corso per Sommelier Professionisti. C’è però un’altra considerazione che vor-rei fare: la scelta del nostro istituto non è solo quella di essere fortemente legati ed aperti al territorio in cui operiamo ma,

sionale con indirizzo Servizi per l’Enogra-stonomia e l’Ospitalità Alberghiera, che un tempo avremmo chiamato più sempli-cemente Istituto Alberghiero. Gli studenti di quest’ultimo possono poi optare tra tre indirizzi: Cucina, ovvero i futuri Chef; Sala, ovvero i futuri Convivier; e Ricevimento, ovvero i Receptionist. Detto questo, ap-pare chiaro come sia necessario organiz-zare attività di laboratorio specifiche per ciascun indirizzo e farlo con modalità tali da far sì che vi sia un apprendimento che permetta di entrare nel mondo del lavoro già pronti all’uso. Così, ciascuno studente del terzo anno, l’anno della qualifica, fre-quenta per 16 ore a settimana il labora-torio specifico per il suo corso di studi a cui vanno aggiunti i laboratori multimediali: lingue, scienze, con due lavagne interatti-ve anche se puntiamo a dotare ogni clas-se di questo strumento. Vorrei anche sot-tolineare come la gestione dei laboratori sia per la scuola un impegno economico molto importante: non potremmo farcela se non fosse per i contributi che le fami-glie degli studenti versano al momento dell’iscrizione.

Il concetto di una scuola che dia quelle capacità pratiche essen-ziali per l’inserimento nel mondo del lavoro è sempre stato un ele-mento un po’ sofferto per il no-stro sistema scolastico …Forse è un elemento sofferto, ma è an-che imprescindibile. Infatti, per il nostro Istituto, oltre ai laboratori, anche l’alter-nanza scuola-lavoro è essenziale. i nostri ragazzi fanno ogni anno tre settimane full immersion in strutture a 4 o 5 stelle dove lavorano a tutti gli effetti. Poi ci sono quelli che chiamia-mo eventi speciali: in una decina di oc-casioni all’anno or-ganizziamo eventi in collaborazione con associazioni ed am-ministrazioni locali sia nei locali della scuola che fuori

ancor di più, di essere aperti all’accoglienza e all’integrazione. In Italia, il 95% dei ragaz-zi diversamente abili sceglie di frequentare un istituto professionale: nel prossimo anno scolastico, al Petrocchi, gli alunni “specia-li” saranno 54 su 700 e l’integrazione sarà possibile grazie ad un corpo docente par-ticolarmente attento e dedicato non solo in classe ma anche in iniziative specifiche. Ad esempio, il laboratorio di cucina destinato ai nostri alunni diversamente abili che si è te-nuto un pomeriggio a settimana, oppure al progetto “Special Olympics”, un program-ma di competizioni per ragazzi a cui parte-cipano anche alunni con disabilità. Natural-mente l’impegno e la professionalità vanno riconosciuti a tutto il personale della scuola e grazie a questo posso guardare al pros-simo anno con nuove idee ed entusiasmo.

GFS

Intervista alla PresideSONIA FOLI

Professoressa Foli, si è ap-pena concluso il suo primo anno come Preside dell’IIS

“Adriano Petrocchi”, che bilancio ne fa?Certamente un bilancio molto positivo sia per me come esperienza professio-nale che, spero, per i risultati raggiunti dall’Istituto in termini di formazione degli studenti. Gli elementi distintivi sui quali ho cercato di caratterizzare questo mio pri-

mo anno al Petrocchi sono stati una forte impronta prati-ca dell’insegnamento, anche attraverso una significativa attività di laboratorio e l’aper-tura verso il territorio in cui la scuola opera che è fonte di stimoli continui e consente di comprendere le reali opportu-nità professionali che potran-no esservi per i nostri studenti ed orientare l’attività didattica verso le esigenze del mondo del lavoro. Se guardo all’an-damento delle iscrizione del prossimo anno scolastico, debbo ritenere che queste scelte abbiano premiato: avremo in tutto trenta classi di cui 7 prime, dunque l’inte-resse per la nostra offerta for-mativa è significativo.

Ci spiega meglio in cosa consiste l’attività di laboratorio?Certamente, dobbiamo però partire dal dire come si articola il nostro corso di studi. L’Istituto ospita infatti due distinti percorsi, l’Istituto Tecnico Commercia-le, quello che un tempo, per capirci, si chiamava “Ragioneria” e l’Istituto Profes-

PALOMBARA SABINA

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