Rivista SANITALK - Giugno 2013
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Transcript of Rivista SANITALK - Giugno 2013
IL PRIMO MENSILE GRATUITO CHE PARLA DI SALUTE
giug
no 2
013
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ANNO IIICopia a distribuzione gratuita
ARRIVA L’ESTATE, PROTEGGIAMO LA VISTA
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TUTTE PRONTE PER LA PROVA COSTUME?
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DENTI PIÙ BELLI, OGGI SI PUO’
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nr.
Presso il Centro di Valutazione Posturale “OK POSTURA” presso Centro Antidiabetico AID Stabia sede di Castellammare di stabia in via rispoli, 56 · ingresso in piazza spartaco, 7sarà valutato, in ogni persona, l’aspetto bio-meccanico, per individuare eventuali disordini posturali in atto o che si svilupperanno a medio o lungo termine.Info: 081 8721398 - 338-7787736 · www.okpostura.it - [email protected] parcheggio gratis presso garage “STABIAE” in via Marconi,13
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CEFALEE
DOLORI CERVICALI
DISCOPATIE
DOLORI LOMBARI
SCIATALGIE
CELLULITE
CATTIVA CIRCOLAZIONE
Potrebbe essere un problema di postura?
editoriale
A giugno 2011, esattamente due anni fa, usciva il primo numero di Sani-talk. L’idea nacque da un’intuizione dell’editore di questa rivista, il dottor Alfonso Longobardi, che da operatore della sanità privata convenzionata e da esperto di management aveva piena la consapevolezza di quanto fosse importante comunicare in materie come la salute, il benessere, i servizi del-le strutture pubbliche e private deputate all’assistenza.
La felice idea di dar vita a Sanitalk, nel nostro biennio di vita editoriale, si è talmente rivelata al passo con i tempi che siamo divenuti anche trasmissio-ne tv (grazie alla felice sinergia con il Gruppo editoriale Julie Italia). In prati-ca oggi Sanitalk è un prodotto editoriale multimediale che affianca lettori e cittadini su più livelli. Scoprire le eccellenze della sanità del territorio, non nascondere le difficoltà, rappresentare istanze e bisogni di tutti nell’approc-cio con l’assistenza e le terapie sono solo alcune delle nostre peculiarità.
La nostra mission editoriale oggi, a due anni dalla prima uscita, non può che proseguire su questa falsariga. Nella consapevolezza che comunicare e comunicare bene sono due elementi imprescindibili per migliorare la salu-te di lettori e cittadini. Senza informazioni giuste oggi il cittadino-paziente rischia di non curarsi o peggio ancora di curarsi male. Senza notizie corrette il cittadino-paziente peggiora il proprio benessere fisico e psicologico e la propria condizione di salute.
Ecco perché dopo due anni di pubblicazioni mensili siamo certi del buon lavoro svolto e dei prossimi obiettivi che abbiamo innanzi a noi. Continue-remo ad esempio a non perdere di vista l’importanza di diffondere ed am-pliare la cultura della prevenzione. Da tempo siamo impegnati come Rivista di salute e benessere, in sinergia con scuole e medici del territorio, a svolge-re convegni e tenere corsi di approfondimento per la prevenzione di deter-minate patologie (tumore al seno in primis): così facendo contribuiamo a divulgare ai ragazzi l’importanza di conoscere il proprio corpo per aiutarlo a fronteggiare l’insorgere di malattie comuni e pericolose.
Non c’è strumento di conoscenza più utile di una Rivista specializzata che offre corrette informazioni quando si parla di salute, prevenzione, cure e terapie. Certi del difficile compito che abbiamo e considerando la sempre più ampia domanda di conoscenza che c’è nella società, vogliamo perciò continuare ad essere al fianco di lettori e cittadini.
SANITALK, DA DUE ANNI AL FIANCO DEI LETTORI
di P
aolo
Tra
pani
giugno
Ottica RuOccOPiazza Unità d’Italia, 5/7 Castellammare di Stabia (NA)tel. 081 871 3105
ARRIVA L’ESTATE, PROTEGGIAMO LA VISTA
Lenti da sole polarizzate, la parola all’espertoFrancesco Ruocco
Ottico Optometrista
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A tutti noi è certamente capitato di trovarci all’aria aperta e sentirci infastiditi dai riflessi e dall’effetto abba-gliante della luce. Questo fenomeno capita in situazioni di intensa luminosità, o quando è presente un forte riverbero, come ad esempio quando la strada bagnata riflette la luce solare. Ciò dipende dal fatto che in con-dizioni di luce intensa, l’occhio umano non può scindere le due componenti proprie delle onde elettromagne-tiche, di cui la luce stessa è formata, e le assorbe entrambe distorcendo la reale percezione dei colori, del loro contrasto nonché della saturazione del bianco.
La soluzione a questo problema è rappresentata dalle lenti polarizzate, che oltre ad una protezione totale dai dannosi raggi UVA e UVB, consentono una visione nitida, sicura, ricca di contrasti e priva di riflessi.Una lente polarizzata è un elemento ottico applicato sui comuni occhiali da sole che tramite un filtro polarizzante blocca la radiazione elettromagnetica a seconda dalla sua polarizzazione lasciando passare solo i raggi provenienti da fonti dirette, bloccando i riflessi fastidiosi, aumentando dunque la percezione di benessere e riducendo notevolmente i rischi di patologie oculari.E allora, specialmente in estate, quando la luminosità è più intensa e si fanno più frequenti le attività all’aperto, le lenti polarizzate si rivelano un supporto preziosissimo. In pratica, tali lenti sono a struttura verticale, in gra-do di assorbire i raggi luminosi orizzontali responsabili dell’abbagliamento e del fastidioso riflesso lasciando passare solo i raggi verticali utili.
Notevoli sono i vantaggi per chi indossa lenti polarizzate:
• riduzione dell’effetto abbagliante• visione nitida• ottima percezione del contrasto e dei colori• protezione 100% dai raggi UV• minore affaticamento della vista
Tali vantaggi comportano una notevole riduzione dell’ affaticamento oculare, garantendo enormi benefici in termini di comfort e benessere visivo.
6TUTTI I PRO ED I CONTRO DEI TACCHI ALTI
Ecco i problemi e i benefici dell’uso abituale
Francesca Mari
La maggior parte delle donne impazzisce per le scarpe, si sa! E sicuramente tra gli oggetti del desiderio primeggiano i tacchi alti, sia per le scarpe chiuse che per i sandali. Chi non sogna davanti a una vetrina ben fornita di diverse tipologie di “tacco 12”?. Perché i tacchi alti sono sexy, eleganti, sfilano la figura e regalano qualche centimetro in più, per chi non l’ha ricevuto in dono dalla natura.
Tuttavia, secondo alcuni studi i tacchi troppo alti creerebbero problemi alla muscolatura, con, addirittura, l’accorciamento delle fibre muscolari e l’ispessimento del tendine d’Achille, causando quindi l’effetto con-trario in chi usa scarpe con alti tacchi per ragioni estetiche. Ma, di contro, c’è pure chi sostiene che i tacchi altri aiuterebbero la circolazione e la postura. Vediamo, insieme, le diverse scuole di pensiero.
Secondo un recente studio i tacchi alti, arma di seduzione e fascino indiscutibile per le donne rappre-sentano un vero e proprio rischio per la salute, non solo, come è noto per piedi e caviglie, ma anche per i muscoli delle gambe e per il tendine d’Achille. Si tratta di uno studio britannico-austriaco, pubblicato sul Journal of Experimental Biology, che ha dimostrato che i tacchi alti possono provocare un accorciamento delle fibre muscolari e un ispessimento del tendine d’Achille.
A dimostrare questo ulteriore effetto indesiderato legato all’utilizzo di calzature con tacchi vertiginosi è stato un team di scienziati britannici, della Manchester Metropolitan University, in collaborazione con l’U-niversità di Vienna. L’utilizzo prolungato di queste scarpe, alle quali le fashion victim di mezzo mondo non sanno rinunciare quasi mai, potrebbe scatenare reazioni impreviste: l’accorciamento delle fibre muscolari delle gambe e l’ispessimento del tendine d’Achille, con conseguenti dolori articolari e muscolari.
Lo studio internazionale ha coinvolto un gruppo di circa 80 donne, di età compresa tra i 20 e i 50 anni, abituate a indossare ogni giorno calzature dotate di tacco di almeno 5 centimetri e un altro gruppo di con-trollo, formato da fedelissime delle scarpe flat, senza tacco. Sottoponendo le volontarie a esami specifici, risonanze magnetiche e ultrasuoni, gli esperti hanno evidenziato una differenza sostanziale: muscoli più accorciati, circa del 13%, e un conseguente ispessimento del tendine d’Achille nelle signore amanti dei tacchi alti rispetto alle colleghe da “raso terra”.
«Ci aspettavamo volumi muscolari leggermente ridotti nelle portatrici del tacco alto, perché solitamente quando il muscolo è in una posizione accorciata lo si carica di meno e tende a ridursi» ha sottolineato uno degli autori della ricerca. Ma non tremino le amanti dei tac-chi vertiginosi. Non solo rischi, per chi li indossa, ma anche benefici, almeno stando alle evidenze di una recente ricerca condotta da due esperti italiani, che riabilitano i tanto bistrattati tacchi, attribuendo loro anche benefiche proprietà alleate di postura e cir-colazione.
Infatti, dopo anni di querelle e diatribe dagli esiti incerti, ora arriva una voce fuori dal coro, che rassicura le esponenti del gentil sesso fanatiche dei “trampoli”, garanzia di seduzione e portamento,
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ma anche insospettabili alleati di postura e circo-lazione. Arrampicarsi sulle calzature, sempre più protagoniste delle tendenze da passerella e del glamour più sofisticato, dai tacchi vertiginosi, che arrivano a misurare fino a 14 centime-tri e che assicurano uno slancio unico alla femminilità, può dare un tocco positivo al look, ma, soprattutto alla postura e alla circolazione.
Ecco quanto sembrano suggerire i risul-tati dello studio in materia condotto da due esperti italiani, il dottor Giuseppe Serpieri, chirurgo vascolare ed estetico, e il dottor Antonello Simone, nutrizionista, preparatore atletico ed esperto di fitness. Nel corso della sperimentazione, gli esperti italiani hanno monitorato e analizzato con attenzione la postura e le abitudini di centinaia di donne. La scarpa giusta, dotata di una buona dose di tacco, potrebbe essere la scelta migliore per migliorare la postura, per tenere la colonna vertebrale in asse e per dare la spinta giusta alla circolazione sanguigna e linfatica, prevenendo pericolosi ristagni, sensazioni di pesantezza e gonfiori agli arti inferiori.
Ma le buone notizie non finiscono qui. Per chi vuo-le portare i tacchi alti e non sopportare il dolore, c’è una novità che arriva dall’India: un filler per i piedi. Si tratta di una iniezione che permette di non avvertire alcun fastidio se si indossano i tacchi a spillo. Un’idea nata anni fa nelle cliniche di bellezza di New Delhi, che ha risolto uno dei problemi femminili più diffusi, e che ora comincia ad essere molto richiesta anche nel Belpaese.
«Il piccolo intervento – racconta il Alfredo Borriello, Di-rettore dell’unità operativa di chirurgia plastica all’ospe-dale Pellegrini di Napoli - consiste nell’iniettare sotto la pianta del piede dell’acido ialuronico macromolecolare il quale consente di creare dei cuscinetti artificiali che “ammortizzano” il dolore provocato dalle altezze verti-ginose. L’intervento dura circa 20 minuti e elimina su-bito la sensazione di bruciore comunemente associata ai tacchi alti».
MAMME OVER 40: RECORD ITALIANO
Maternità in età avanzata: siamo primi in Ue
Dr. Bruno Ferraro
Direttore UOSD Fisiopatologia della Riproduzione Ospedale Marcianise
L’Italia si è guadagnata il primato europeo per le mam-me oltre i 40. Con l’avanzare dell’età però diminuiscono le chance di successo di rimanere incinta. Ma grazie all’a-iuto della scienza e di uno stile di vita sano, il desiderio di un figlio in età matura non è irrealizzabile. Uno su cinque, o quasi, i figli di mamme ‘anta’, in Italia: il nostro Paese ha il primato dei parti in età matura, 4,6% dopo i 40 anni, il doppio che in Francia, Spagna, Olanda, Svezia, Danimar-ca, Stati Uniti. Lo evidenzia lo studio “Avvicinarsi al limite, il trend della fertilità in età avanzata”, condotto dall’Università Boc-coni su dati Istat 2005, i più recenti a disposizione: oltre 26mila, quell’anno, i parti a 40 anni compiuti, appunto il 4,6% contro il 2% degli anni 80 e 90 e il 3,6 registrato in precedenza, quando a fare figli si cominciava presto e si proseguiva fino a 45 anni. Il trend è pochi figli e tardi, sfidando l’orologio biologico. Ma rinviare la maternità risolve alcuni problemi (lavoro, realizzazione personale e affettiva) e ne pone altri: meglio saperlo prima. Il passare del tempo può essere neutraliz-zato sul viso di una donna, non sugli organi interni, legati alla riproduzione e non solo. Il numero di ovuli è scritto nei geni, ogni donna riceve questo ‘corredo’ appena vie-ne concepita e, sempre nei geni, è scritto quando comin-cerà e quanto durerà la vita mestruale.
In media 37 anni, ma non sempre con lo stesso ‘rendimento’: a 23 anni, ogni ovu-
lazione ha il 28% di probabilità di tra-sformarsi in gravidanza, a 39 anni le probabilità sono dimezzate, a 40 sono 12%, a 42 sono 10%, un anno
dopo fra 8 e 5, poi sempre meno. Anche nelle donne con ciclo regola-
re e funzioni ormonali ok, le cellule uovo invecchiano, diventano meno feconde o, se
fecondate, più soggette ad anomalie cromo-somiche (come se avessero materiale genetico
‘deteriorato’): aumentano gli aborti spontanei, stru-mento naturale di sele-
zione che prima dei 40 sono il 15-20%, dopo i 43, il doppio. Ci sono anche anomalie gene-tiche che non interrompono la gravidanza ma portano problemi al nascituro, per esempio la sindrome di Down. Oltre agli ovuli, invec-chia l¹utero: i tessuti di que-sto ‘nido’ perdono elasticità e tono: sul volto parliamo di rughe, per l’utero di fibrosi-tà. I fibromi non sono solo maligni e neppure sono impedimenti definitivi a una gravidanza, ma, se deformano in modo sensibile l’utero, per l’uovo è più diffi-cile impiantarsi.
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La stretta correlazione tra abitudine al fumo e neoplasia del polmone è ormai nota. Il fumo di tabacco è, infat-ti, tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. Quando si fuma una sigaretta, infatti, nei polmoni si liberano oltre 4000 sostanze chimiche. Tra le più pericolose ci sono il catrame, le cui sostanze cancerogene si depositano nei polmoni e nelle vie respiratorie, e la nicotina, principio attivo responsabile della dipendenza da fumo.
Tanti specialisti e diverse scuole lo scorso 31 maggio presso l’aula magna del Monaldi di Napoli per «La giorna-ta mondiale senza tabacco – diagnosi e terapie delle malattie fumo-correlate», promosso dall’Azienda Ospe-daliera Specialistica dei Colli, dal Fonicap, dal Lilt, dall’Aiom e col patrocinio della Provincia di Napoli. Presenti al convegno le classi di diverse scuole del territorio, cui era rivolto il messaggio affinché la prevenzione abbia inizio in età ancora acerba. Alle 9 si sono aperti i lavori con i saluti del Direttore Generale dell’Azienda Ospe-daliera dei Colli, Antonio Giordano, del Direttore Sanitario, Nicola Silvestri, del Presidente Ordine dei Medici e degli Odontoiatri Napoli e provincia Giuseppe Longo, del Presidente nazionale Fonicap Bruno Zuccarelli.
Nella prima sessione si è discusso, in particolare, della prevenzione e l’importanza dello pneumologo nel trattamento del tabagismo e dello psicologo nella dissuasione dal fumo di sigaretta: tra i relatori De Marino, Brancaccio, Guarino. Nella seconda parte ci si è soffermati sulla diagnostica dei tumori, con gli interventi di specialisti come Muto, Micheli, De Rosa, Turco; nella terza e nella quarta parte sulla terapia, a cura di relatori come Vitiello, Battiloro, Rocco, Gilli.
«La terapia medica del tumore al polmone non a piccole cellule ha compiuto progressi importanti negli ultimi decenni. – sostiene Fabiana Vitiello, medico oncologo del Monaldi - L’efficacia è relativa alla personalizzazione del trattamento in base alla istologia del tumore e alle caratteristiche molecolari. Fondamentale risulta una diagnosi precoce cosi da poter intervenire negli stadi iniziali, ma soprattutto una attenta prevenzione rappresentata dall’abolizione del fumo di sigaretta, ritenuto il principale respon-sabile. La mortalità correlata al fumo ha raggiunto numeri impressionanti, è ne-cessario divulgarne i rischi, controllarne la commercializzazione e la promozione, sostenere i centri antifumo e soprattutto convincere gli adolescenti a non iniziare e le neomamme a smettere».
I dati dell’incidenza, in Italia, dei tumori ai polmoni causati dal fumo, non sono totalmente terrificanti, e ciò dimostra che a tanto valgono le numerose cam-pagne di sensibilizzazione. Conoscere gli andamenti di incidenza, mortalità e sopravvivenza per tumore è indispensabile per avere un quadro epidemiologico chiaro sui cambiamenti che avvengono nel nostro Paese in termini di miglioramen-ti diagnostici e terapeutici. Il monitoraggio dei principali indicatori epidemiologici costituisce un pre-requisito essenziale sia per definire le priorità nella pianifica-zione sanitaria e nell’allocazione delle risorse sia per sviluppare programmi di controllo del cancro. I dati raccolti dai Registri tumori offrono informazioni utili per la conoscenza della patologia oncologica ma attualmente co-prono circa il 30% della popolazione italiana, con una maggiore rappresentatività nelle Regioni del Nord rispetto a quelle del Centro e del Sud.
COME NON FUMARSI…LA VITA !
Al Monaldi convegno sui rischi legati al tabacco
Francesca Mari
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Neoplasia al pol-mone in italia
Il quadro epidemiolo-gico del tumore del polmone in Italia è fortemente caratterizza-to per genere. Negli uomini si osserva, già a partire dagli anni Novanta, una decisa riduzione sia della mortalità che dell’incidenza di nuovi casi. Questa riduzione è stata più precoce e più accentuata nelle Regioni del Centro-Nord (dove i livelli erano storicamente più alti) rispetto al Meridione. Nelle donne i livelli di mortalità e incidenza per tumore del polmone sono ancora di molto inferiori rispetto a quelli riscontrati negli uomini, ma tendenzialmente in aumento costante negli ultimi 30 anni. Nel 2015 si stima un tasso di incidenza di 56 per 100 mila negli uomini contro circa 20 per 100 mila nelle donne.
Dunque, le indicazioni sul carico sanitario della patologia oncologia in Italia fino al 2015, riferiscono che l’inciden-za del cancro al polmone, di gran lunga il tumore più frequente fino ai primi anni Novanta, continuerà a diminu-ire, anche se solo tra gli uomini. Le stime di mortalità, a causa della bassa sopravvivenza, riflettono l’andamento dell’incidenza, in diminuzione nella popolazione maschile e in crescita in quella femminile. I risultati ottenuti rivelano un quadro epidemiologico in rapida evoluzione, soprattutto tra gli uomini, dove le tradizionali differen-ze tra Nord e Sud, come zone rispettivamente ad alto e basso rischio tumorale, tendono a ridursi e in alcuni casi a ribaltarsi. Al contrario nelle donne le differenze geografiche rimangono e si amplificano. Questi cambiamenti sono dovuti sia a mutamenti dei fattori di rischio, in particolare al cambiamento degli stili di vita (abitudine al fumo) sia agli effetti di azioni sanitarie (diagnosi precoce).
Bisogna comunque considerare che i tempi di latenza tra esposizione e insorgenza di tumori fumo-correlati sono di circa 15-20 anni e le tendenze di mortalità e incidenza per tumore del polmone riflettono i trend della preva-lenza di fumo, ovvero: i casi di oggi corrispondono ai fumatori di ieri. Il documentato incremento del consumo di tabacco tra i giovani di entrambi i sessi, se non contrastato, avrà quindi un impatto sulle statistiche sanitarie di domani. I dati epidemiologici supportano la necessità di agire sia sul fronte della prevenzione che su quello della sorveglianza sanitaria.
Se da un lato appare necessario elaborare misure preventive più efficaci nell’intercettare fasce di popolazione a rischio per i danni da fumo (donne e giovani), dall’altro è altrettanto necessario mantenere sistemi di sorveglian-za tempestivi e rappresentativi della popolazione italiana (Registri tu-mori) per monitorare la diffusione del rischio oncologico e va-lutare l’impatto di politiche preventive e progressi terapeutici.
DENTI PIÙ BELLI, OGGI SI PUO’
L’odontoiatria estetica è il trend del momento
Gaetano SantarpiaLaureato in Odontoiatria e Protesi
dentale Università Federico II
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L’odontoiatria estetica è sempre più popolare, in virtù del desiderio sempre più diffuso di invecchia-re con grazia, ma anche per la crescente voglia di bellezza che caratterizza la nostra epoca. Le nuove tecniche odontoiatriche sono complesse nella so-stanza ma naturali nel risultato, e possono ormai far durare un bel sorriso per sempre.
L’odontoiatria estetica, rispetto a quella generale ha una dimensione in più: oltre a soddisfare tutti i requisiti di funzionalità, presta un’attenzione par-ticolare alla gradevolezza dell’aspetto del lavoro dentale. I materiali odontoiatrici sono migliorati ne-gli anni fino al punto in cui possono essere impie-gati con tranquillità in quasi tutti i restauri, consen-tendo ai dentisti di dare a ogni paziente un risultato non solo tecnicamente ineccepibile e duraturo nel tempo, ma anche esteticamente bello. Oggigiorno dunque, sempre più persone si rivolgo-no al dentista per migliorare il proprio aspetto o a volte, più raramente, per cambiare del tutto forma, colore, allineamento di tutti i denti. In un’indagine condotta dall’American Academy of Periodonto-logy, per il campione intervistato l’odontoiatria estetica è sette volte più desiderabile di un lifting e cinque volte più desiderabile di una blefaroplastica
(ricostruzione della palpebra).
Come si disegna un sorriso: La forma del viso è il primo fattore da considerare: per esempio, un volto lungo richiede l’accentuazio-ne della larghezza per apparire più ovale, mentre una persona con la parte centrale del viso mol-to attraente o particolare può rendere gli incisivi centrali più visibili per attirare l’attenzione proprio verso quella parte del viso. L’età anagrafica si mi-scela spesso con quella “desiderata”: in questi casi, allungare gli incisivi centrali aiuta a sembrare più giovani, effetto che si ottiene anche schiarendo la tinta dei denti con una procedura di sbiancamen-to o con le faccette. Al contrario, un sorriso piatto o dalla tinta spenta fa sembrare più vecchi anche se gli altri tratti del viso sono ancora giovanili. Le aspirazioni estetiche del paziente sono un altro punto importantissimo: come vogliamo apparire agli altri? Un sorriso dall’impronta sofisticata accen-tua l’aspetto saggio e maturo di un viso, un sorriso dall’impronta sexy suggerisce passione, un sorriso sportivo energia ed entusiasmo. Il dentista deve va-lutare tutti questi aspetti per proporre al paziente la soluzione migliore e più adatta alla sua condizio-ne di partenza.
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OSPEDALE DEL MARE, I LAVORI RIPARTONO A SETTEMBRE
La data per riavviare il cantiere decisa dalla Regione
Tommy Greco
A settembre prossimo, salvo
nuovi intoppi che a questo pun-
to non dovrebbero certo insor-
gere, ripartirà a pieno regime il
cantiere dei lavori per realizza-
re l’Ospedale del Mare. Questo
l’impegno assunto dalla Regio-
ne Campania, nella persona del
governatore Stefano Caldoro, e dell’Ingegner Ciro
Verdoliva, Commissario del costruendo nosocomio.
I lavori sono ormai fermi da tre anni e le difficoltà
più grandi ed impreviste si sono verificate negli ul-
timi mesi. A luglio 2012, infatti, quando il Cipe varò
lo stanziamento di 178 milioni di euro, necessari a
completare l’opera, si pensava che nessun ostacolo
sarebbe sopraggiunto.
Così purtroppo non è stato e nonostante i continui
impegni delle Istituzioni pubbliche sono trascorsi
altre 12 mesi circa, fino a giugno di quest’anno, pri-
ma di conoscere l’effettivo riavvio della costruzione.
L’Ospedale del Mare è la più grande opera di edilizia
sanitaria del Sud Italia. Se tutto filerà liscio, ovvero se
i lavori riprenderanno davvero dopo l’estate, ci vorrà
un anno circa per completare la struttura sanitaria
e consegnarla a pazienti, medici, operatori, cittadini.
Il crono-programma, in pratica, prevede che per la
fine del 2014 l’ospedale dovrebbe aprire i batten-
ti. Negli anni di realizzazione l’opera ha subito una
serie lunghissima di problemi e vicissitudini. Ciò
ha allungato i tempi di costruzione ma soprattutto
fatto lievitare i costi. Rispetto ai 210 milioni di euro
inizialmente previsti, ai quali avrebbe dovuto con-
correre una robusta fetta di capitali privati (l’idea di
base prevedeva un project financing), se tutto filerà
liscio l’ospedale finirà per costare, una volta ultima-
to, almeno il doppio. Circa 400 milioni di euro, anche
se l’esatto am-
montare defini-
tivo non si può
ancora cono-
scere con cer-
tezza.
Ai 178 milioni
di euro erogati
dallo Stato centrale, grazie alla delibera Cipe del lu-
glio 2012, vanno aggiunto altri 243 milioni di euro
necessari al cantiere ed ai quali provvederà la Regio-
ne Campania. Per i lavori da ultimare, nel dettaglio,
il fabbisogno finanziario è così ripartito: 163 milioni
di euro necessari a completare l’opera muraria del
nosocomio e gli interni; 9,4 milioni per gli espropri;
5,37 milioni di euro per opere a attrezzature e per il
passaggio ad azienda ospedaliera di rilievo naziona-
le. Inizialmente infatti il nuovo nosocomio era imma-
ginato come semplice presidio ospedaliero dell’Asl
Napoli 1 Centro. Ora invece secondo i dettami del
piano regionale sarà Azienda Ospedaliera.
Quanto alla dotazione, nel dettaglio restano fuori
dall’Ospedale del Mare solo le specialità di Odon-
toiatria e Stomatologia, mentre compaiono, per la
prima volta in una struttura pubblica della Campa-
nia, un’unità spinale e una di riabilitazione per gravi
traumi cranico-encefalici. New entry, se si mettono a
confronto il nuovo e il vecchio piano di divisione dei
reparti, anche l’Oncologia, il Bleeding center, cioè
una struttura specializzata nel trattamento di sin-
dromi gastroenterologiche acute, il reparto di Ne-
frologia e dialisi, il Servizio psichiatrico di diagnosi
e cura. I posti letto saranno 362 ordinari, 63 quelli di
terapia intensiva, più 15 in day surgery e 10 in day
hospital.
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L’EUROPA E LE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
Il Consorzio Sanità presenta i finanziamenti europei per l’imprenditoria
Alfonso LongobardiPresidente Consorzio Sanità
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L’Europa ad oggi rappresenta certamente un fondamentale punto di riferimento per nuove opportunità di crescita, per il mondo dell’imprenditoria, per lo sviluppo delle aree urbane e rurali, e soprattutto un punto di riferimento per i progetti legati al mondo della sanità e della ricerca. Tali progetti sono rivolti al miglioramento
della salute dei cittadini comunitari.Lo sguardo va rivolto non esclusivamente alle vicende economiche dei singoli paesi, Italia compresa, ma bisogna abituarsi ad avere sem-pre una visione europea ed una maggiore capa-cità di esplorare nuovi orizzonti, al di là dei con-fini nazionali.Il progetto di finanziamento dell’Unione Euro-pea per il periodo 2014-2020 denominato “Oriz-zonte 2020” rappresenta un’opportunità unica per sviluppare programmi che vadano nella di-rezione della crescita economica e dello svilup-po socialee socio-sanitario.Per avere un’idea, solo nel settore della ricer-ca e dell’innovazione, l’Europa ha proposto un
budget complessivo superiore agli 80 miliardi di euro, foca- lizzato su tre priorità strategiche: 1) rafforzare l’eccellenza scientifica dell’UE sulla scena mondiale; 2) consolidare il primato europeo nel campo industriale; 3) rispondere alle grande sfide sociali a cui è chiamato il nostro continente: energia, ambiente, cambiamento demografico, e in primo luogo la sanità, promuovendo la costruzione di una partnership tra diversi paesi al fine di migliorare la salute e lo stile di vita dei cittadini comunitari.Il messaggio è rivolto dunque a tutte le realtà imprenditoriali, affinchè esse possano aggregarsi e interagire, in quanto i progetti si basano sull’integrazione di diversi soggetti e su una collaborazione tra più nazioni.Al fine di cogliere pienamente le possibilità offerte, è importante programmare in anticipo i propri progetti o scegliere di aderire a quelli già esistenti, e presentare le richieste in maniera corretta e puntuale.La missione del Consorzio Sanità è quella di offrire servizi di management alle aziende sanitarie, ed aiutarle a cogliere le opportunità di sviluppo che il mercato, sempre più dinamico, propone.Ci proponiamo dunque, anche per la sfida europea, come partner per gli imprenditori più attenti per elaborare insieme idee e progetti che possano venire accolti dalle istitu-zioni, in questo caso dall’Unione Europea.
Per informazioni vi invitiamo a rivolgervi agli uffici del Consorzio:
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La riforma della sanità degli ultimi anni ha modificato in maniera
sostanziale il servizio sanitario nazionale, per ciò che concerne
il quadro legislativo richiede più produttività e più qualità dando
inizio ad un processo che allinea il pubblico al privato in una sinergia
sempre più stretta; per ciò che concerne il quadro socioculturale
richiede una maggiore partecipazione dei cittadini alla
vita economica e politica della struttura, ed il paziente è sempre più
considerato “cittadino e cliente” del servizio sanitario. il paziente
da oggetto è divenuto soggetto individuale, investito di dignità,
capacità critica, discernimento, facoltà di scelta.
La Marsan Consulting inoltre, può vantare di essere la prima società
di consulenza in italia ad aver assistito nella Certificazione
di Qualità i Centri di procreazione Medicalmente assistita (pMa),
ottemperando non solo alle norme internazionali iso ma anche
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IL PIACERE LAMPO, L’EIACULAZIONE PRECOCE
Cause e cure per l’inconveniente dell’Eros
Francesca Mari
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L’eiaculazione precoce coinvolge circa il 30% degli uomini, anche se, per timidezza o pudore, spesso la maggior parte di loro tiene il problema per sé, e solo il 9% si rivolge agli specialisti. A dirlo i dati presenta-ti in occasione del lancio della campagna europea «Not just a moment» per affrontare uno dei proble-mi collegati al disturbo: l’eiaculazione precoce è ra-ramente diagnosticata e ancor meno trattata. Sebbene il fenomeno di una eiaculazione troppo ra-pida sia abbastanza chiaro a tutti la sua definizione per molti anni è stata problematica. Secondo una delle più importanti associazioni scientifiche l’Inter-national Society of Sexual Medicine si definisce eia-culazione precoce (EP) quando l’eiaculazione nella maggior parte delle volte avviene entro 1 o 2 minuti dalla penetrazione creando disagio psicologico.Il 90% degli uomini con eiaculazione precoce ha un tempo di “latenza” al sotto 1 minuto, il 10% fra 1 e 2 minuti.
La disfunzione non è però solo “meccanica”: per dia-gnosticarla bisogna individuare problemi personali legati alla condizione, come angoscia, frustrazione e rinuncia all’intimità sessuale. L’eiaculazione precoce è persino più frequente rispetto all’impotenza negli uomini con meno di 60 anni e non è legata all’età. Circa il 50% degli uomini con sintomi di eiaculazio-ne precoce hanno indicato che questi erano presen-ti fin dalla loro prima esperienza sessuale. Il 60% del-le partner di uomini affetti da eiaculazione precoce risulta insoddisfatta del rapporto sessuale, mentre il 60% degli uomini affetti da eiaculazione precoce è convinto che il rapporto ne gioverebbe se il tempo dell’amore fosse maggiore. Il 60% dei maschi colpi-ti si curerebbe su suggerimento della compagna e circa il 75% di coloro che ha deciso di ricercare una soluzione l’ha fatto per la partner.Vediamone le cause, le conseguenze e le cure assie-me al dottor Giuseppe La Pera, medico andrologo.
cauSE
L’EP riconosce molte cause tra queste vi sono alcune malattie mediche come le infiammazioni della pro-stata o di alcune ghiandole endocrine come la tiroide. Un ruolo molto importante anche se ancora non completamente definito svolge il non conoscere o non sapere attivare i muscoli del pavimento pelvico: per intenderci quei muscoli localizzati tra l’ano e l’attaccatura dello scroto e che si utilizzano per interrompere il getto della pipì. Secondo alcuni studi recenti gli adolescenti che si masturbano in bagno vanno più fre-quentemente in contro alla eiaculazione precoce rispetto ai ragazzi che invece lo fanno nel proprio letto proprio perché stando davanti al lavandino o sotto la doccia in piedi o seduti sulla tazza non “scoprono” questi muscoli e non imparano a saperli usare per ritardare a proprio piacimento il riflesso eiaculatorio . Le cause psicologiche sono rare nel senso che la psiche generalmente non ha un rapporto di causa ed effetto ma interviene dopo a “gestire” l’handicap sessuale. E in questo senso le risposte che la psiche dà per accet-tare o convivere con l’handicap sono le più diversificate.
cONSEGuENZE
L’eiaculazione precoce crea numerose conseguenze negative come senso di frustrazione, abbassamento dell’autostima e della fiducia in se stessi. L’EP innesca anche comportamenti di adattamento come l’uso di sostanze stupefacenti ed in particolare alcuni giovani usano l’eroina per “aiutarsi “ a superare il senso di frustrazione che questa disfunzione comporta o anche semplicemente per allungare i tempi del riflesso eiaculatorio. In alcuni casi intervengono sensi di colpa o accuse alla partner in altri casi possono subentrare comportamenti di evitamento cercando di non stabilire una nuova relazione sentimentale. L’EP può por-tare a scegliere donne di minor valore rispetto a quanto una persona potrebbe aspirare rispetto a quello che in base alla propria cultura intelligenza sensibilità posizione sociale etc. potrebbe aspirare. In altri casi gli uomini affetti da eiaculazione precoce si “sposano” con donne poco interessate al sesso o con difficoltà ad avere un orgasmo.
cuRE
La cura naturalmente non può prescindere da una diagnosi e quindi da un rapporto androlo-go – paziente. Le cure possono essere sia farma-cologiche ma anche non farmacologiche. Tra queste ultime un particolare tipo di ginnastica, chiamata riabilitazione del pavimento pelvico, consentirebbe di imparare a controllare il ri-flesso e poter decidere il momento dell’orga-smo. Nei casi in cui queste tecniche non danno risultati il farmaco attualmente in commercio da prendere ogni volta alcune ore prima del rapporto sessuale è la dapoxetina. Nella pra-tica andrologica vengono però spesso anche usati farmaci non in commercio per l’EP che sfruttano alcuni affetti collaterali come alcune creme anestetiche ed i farmaci che si usano per la disfunzione erettile. I trattamenti psicologici hanno scarso rilievo sia perché non è stato mai dimostrato un rapporto di causa effetto sia per-ché non è stata mai dimostrata l’efficacia tera-peutica nel risolvere l’EP.
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NUOTO E SCOLIOSI
Nuotare fa bene alla schiena?
Catello CoppolaPosturologo e Osteopata
La scoliosi è una condizione che implica una com-
plessa curvatura laterale e di rotazione della colon-
na vertebrale. In molti casi si tratta di scoliosi gravi,
le quali devono per forza essere trattate chirurgi-
camente, mentre in altri casi, quando la situazione
non è eccessivamente complicata, si sente dire o si
suggerisce il nuoto. Non dovrebbe essere cosi strano
anche perché la pratica sportiva è sempre cosa posi-
tiva ma quando questa viene erroneamente definita
come curativa allora nascono disordini e falsi miti.
Durante la fase di galleggiamento, soprattutto nello
stile libero, bisogna considerare un dato importantis-
simo ovvero quello dell’affondamento delle gambe
le quali per essere tenute in asse con il bacino non
fanno altro che aumentare il grado di lordosi lomba-
re e sappiamo benissimo che in un soggetto scolio-
tico vi è sempre un iper compenso lombare, inoltre
durante le bracciate si è costretti ad effettuare un
movimento in rotazione che implica la torsione di
un gruppo vertebrale che per la natura stessa della
scoliosi subisce un’ eccessiva torsione cosi favorendo
l’instaurarsi di problemi biomeccanici.
Mi sento di consigliare nel caso si volesse praticare
del nuoto sempre il dorso, infatti in questa posizione
rispetta la dinamica articolare del bacino e degli arti
inferiori che si trovano naturalmente in asse con lo
stesso bacino, l’unico problema potrebbe essere rap-
presentato dall’ambientamento ovvero il grado di
accettazione dell’elemento acqua stesso, che in alcu-
ni casi, anzi la maggior parte, causa un irrigidimento
che rappresenta un problema da non sottovalutare.
Non sempre il nuoto e’ indicato in soggetti scoliotici,
ma soprattutto usciamo dalla convinzione che il nuo-
to favorisca la riduzione del problema assiale ossia
della scoliosi, nulla di più inesatto! In ogni caso una
attenta e precisa valutazione posturale e deve essere
sempre suggerita per valutare i vari distretti muscolari
e evidenziare eventuali alterazioni dei recettori postu-
rali pre potere mettere
in campo le compe-
sazioni o correzioni
da effettuare.
Inoltre con un
esame posturale
abbiamo i dati
di riferimento
per potere con-
frontare nelle
varie fasi del
programma di
rieducazione .
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Sfatiamo subito un mito: il nuoto non è la panacea del
mal di schiena! Anzi, l’esecuzione di alcuni esercizi può
peggiorare la situazione in tutti quei casi in cui risulta
già compromessa. Di certo, se si ha mal di schiena si ri-
esce di solito a nuotare senza troppi problemi ma sono
da evitare assolutamente i seguenti esercizi: nuotata a
delfino, nuotata a rana, tutti gli esercizi a gambe che pre-
vedono l’uso della tavoletta, stile libero con la testa alta
fuori dall’acqua.
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TUTTE PRONTE PER LA PROVA COSTUME?
Ecco i consigli su come andare al mare
Francesca Mari
Di tutti i colori e le forme: bikini, pezzo intero, con
culotte o perizoma. Il costume è davvero il protago-
nista dell’estate e, non appena si intravede qualche
raggio di sole, c’è l’assalto ai negozi per aggiudicarsi
il costume più bello e alla moda da esibire in spiag-
gia durante la tintarella. Tuttavia, il costume è il capo
d’abbigliamento che nulla nasconde, anzi… scopre
il più possibile, quindi, è la più spietata delle prove
del nove. Certo! Non si possono fare miracoli, perché
i piccoli o grandi difetti in costume vengono certa-
mente fuori, però, attraverso qualche consiglio giu-
sto, è possibile scegliere il modello di costume adatto
ad ogni forma fisica che può celare alcune imperfe-
zioni e valorizzare diversi pregi.
Ma come fare a trovare il costume adatto al proprio
corpo? Prima di procedere all’acquisto bisogna dare
una selezione in base alle caratteristiche del proprio
fisico, non ha senso provare un tanga se il fondoschie-
na non è perfetto o un reggiseno mini se il décolleté
è generoso. Il costume va provato con calma, si deve
valutare ogni dettaglio davanti allo specchio; un pro-
blema molto comune tra le donne è quello di avere
fianchi più robusti rispetto alla zona del seno, in que-
sto caso è meglio scegliere le combinazioni mutandi-
ne e reggiseno di taglie diverse.
Nella scelta bisogna anche tener conto dell’uso che si
farà col costume, se si pensa di fare sport in acqua e
sulla spiaggia allora ci vuole un modello che aderisca
perfettamente al corpo facilitando movimenti e spo-
stamenti audaci. I dettagli in metallo possono essere
fastidiosi e creare irritazioni con il sudore e il sole, le
coppe imbottite asciugano con lentezza, i costumi
chiari e non foderati possono diventare trasparenti a
contatto con l’acqua. Avete pancia e fianchi troppo
pronunciati? Il costume intero sagomato è la scelta
giusta, perfetti anche i modelli con fasce orizzontali
in vita o con inserti verticali sui fianchi.
Se volete forzatamente il due pezzi, scegliete modelli
con il reggiseno a ferretto o bustino e la mutandina
più alta sui fianchi e sagomata; evitate i colori troppo
accessi, le fantasie, i modelli vistosi, che attirano trop-
po l’attenzione e possono evidenziare il vostro fisico
non proprio perfetto. Se avete cosce e glutei abbon-
danti, scegliete i costumi interi molto scollati con bre-
telline sottili e con qualche decoro sul pezzo di sopra
che aiuterà ad attirare gli sguardi verso il décolleté,
distogliendo l’attenzione dalla parte inferiore del
corpo. Ideali le strisce diagonali, gli scolli dritti o qua-
drati, gli inserti verticali sui fianchi, ok tutte le fantasie
purché non vistose.
Ci sono, come abbiamo visto, tanti piccoli accorgi-
menti per poter scegliere in propria serenità il co-
stume adatto al nostro corpo. Consigli formulati da
esperti di moda e curatori di immagine, che ci sug-
geriscono come spesso anche i vip, che appaiono
sempre in forma e impeccabili nelle foto sui giornali
di gossip, debbano fare i conti con le proprie forme
fisiche. Quindi, anche il costume da bagno va scelto
oculatamente in base a quelle che sono le caratteri-
stiche del corpo di ognuno di noi, per apparire sem-
pre in forma e al meglio.
BENESSERE E MOTIVAZIONE NELLA CORSA
I benefici per il corpo e la mente
Giovanni FavoloroPsicologo clinico, di comunità e dello sport
Le scarpe che stringono i piedi, il percorso davan-ti a sé che pare non finire mai, la lotta con sé stessi per mantenere un’andatura stabile anche se il fiato si fa sempre più corto. Queste sono sensazioni che un corridore di qualunque livello conosce bene. La corsa rappresenta in assoluto la più semplice attivi-tà sportiva praticabile dall’ uomo, nonché un gesto verso il quale la macchina umana è ancestralmente predisposta. I nostri antenati infatti correvano sia per sfuggire ai predatori, sia per inseguire le prede.
Oggi corriamo per tenerci in salute, per agonismo ed anche per trovare un contatto con i nostri pensieri. Infatti, poiché correre rappresenta un’azione ripeti-tiva e non complessa, in condizioni non agonistiche permette al praticante di poter spostare l’attenzione dall’esecuzione del gesto atletico al proprio mondo interno, con evidenti vantaggi psico-fisici. Abbando-narsi ai propri pensieri lasciando un livello di vigilan-za sufficiente mentre il corpo “scarica” col movimento tutti gli eventuali stress accumulati è un “toccasana” consigliabile a tutti. Sul web è possibile trovare pro-grammi per principianti che nel giro di 8-10 settima-ne possono portare ad uno stato di elevato benesse-re psicofisico, elemento questo che spesso motiva a proseguire negli allenamenti.
La corsa affrontata a livello agonistico, invece, ri-chiede anzitutto un certificato di idoneità fisica, in quanto rappresenta una prova molto ”testante” per
il sistema cardiovascolare. Discipline come il fondo, il mezzofondo, la mezza maratona e la maratona rappresentano inoltre dei gesti atletici estremamen-te impegnativi, in cui è necessario non solo essere seguiti da capaci allenatori, ma anche un’ “attitudi-ne mentale” ben definita. Un buon agonista, infatti, riesce a mantenere la concentrazione per tutta la durata della competizione (in alcuni casi di molto superiori alle due ore), possiede “ritmo” (ossia la ca-pacità di mantenere un andatura costante) e tollera lo stress causato dal dover percorrere lunghe distan-ze, mantenendosi relativamente “rilassato” durante la prestazione sportiva.
Gli agonisti sanno bene quanto sia importante man-tenere un giusto equilibrio fra rilassamento e con-centrazione. Essere troppo rilassati porterebbe ad un ritmo eccessivamente blando; un eccesso di concen-trazione sull’obiettivo o sulle proprie sensazioni cor-poree porterebbe, invece, a “bruciarsi” rapidamente. In entrambi i casi la vittoria diverrebbe improbabile. Immaginare quindi quanto la lunga prestazione pos-sa pesare in termici psicologici porta molti atleti a demotivarsi. Sono sempre di più i corridori che si ri-volgono ad uno psicologo dello sport per poter usci-re da questo impasse. Il fine ultimo di ogni psicologo dello sport è quello di portare l’atleta ad autogestirsi in situazioni critiche e a trovare la motivazione a pro-seguire non solo nella gara, ma anche alla prepara-zione di essa.
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Consigli pratici per smettere
Francesca Mari
Il “craving” (dall’inglese “crave” = “bramare, desiderare fortemente”) è il forte e irresistibile bisogno di assumere una sostanza. Se non soddisfatto, può provocare sofferenza psicologica e fisica, ansia, insonnia, aggressività e altri sintomi depressivi. Ovviamente, questa è la sensazione più comune che prova chi decide di smettere di fumare, almeno nelle due prime settimane.
Per questo il Dipartimento di Pneumologia del Centro per la cura del Tabagismo dell’Ospedale dei Colli di Napoli in sinergia con il Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl di Caserta ha avviato una campagna rivolta, soprattutto ai giovani, con diversi consigli per smettere e non farsi tentare dalla voglia della bionda più famo-sa del mondo.
Ecco i punti salienti della campagna:
• Allontana il desiderio impellente di fumare, che sembra non abbandonarti in alcuni momenti. La fase acuta di craving dura 5 minuti. Per spegnere il desiderio basta impiegare questo lasso di tempo in un altro modo, come, ad esempio:
• Bere un bicchiere d’acqua a piccoli sorsi e trattenerla in bocca prima di deglutire;• Muoverti, per distrarti, con una piccola passeggiata, oppure metterti in piedi se
eri seduto/a;• Masticare una gomma o una caramella e tenere le mani occupate.• Ecco alcuni accorgimenti da seguire nei momenti in cui si presenta il cra-
ving:• Evita il caffè appena sveglio quando il desiderio della prima sigaretta è
sempre forte;• Mangia con tranquillità assaporando i cibi;• Lava subito i denti dopo i pasti;• Quando sei al telefono impegna la mano, con cui di solito tenevi la siga-
retta, con una matita;• In auto, elimina tutti i ricordi legati al fumo: svuota il posacenere, getta via
tutti i pacchetti di sigarette e accendini;• In auto, fai arieggiare l’abitacolo per respirare l’aria fresca che entra dal fine-
strino;• Mentre guidi, sostituisci la sigaretta con una gomma o con una caramella;• Evita le tentazioni, frequentando spazi destinati ai non fumatori e allontanandoti
dagli amici che fumano.
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LE DIECI BUGIE SUGLIINTERVENTI ESTETICI
Ecco i falsi miti più comuni sul lifting
Francesca Mari
1) i filler al botox e all’acido ialuronico sono mol-to pericolosi. Si tratta di un falso mito alimentato da persone inesperte che si improvvisano medici applicando sostanze di dubbia provenienza. Rivol-gersi sempre ad esperti e specialisti seri.
2) La blefaroplastica è in grado di rovinare lo sguardo. Assolutamente falso: la blefaroplastica serve per eliminare la pelle in eccesso che con l’età gonfia le palpebre e rendo lo sguardo spento. Si trat-ta di un intervento senza cicatrici visibili e lo sguar-do ringiovanisce.
3) il botulino atrofizza i muscoli. Falso! I muscoli su cui interviene sono molto piccoli ed hanno una capacità di ripresa veloce, non si tratta di un tratta-mento permanente e solitamente dopo 5 mesi sva-nisce l’effetto.
4) La protesi al seno aumenta il rischio di contrar-re il cancro. Non vero! Molti studi hanno dimostrare che le protesi mammaria non aumenta il rischio di cancro, ma che invece abbia un effetto positivo, in quanto si è sottoposti a più controlli.
5) La rinoplastica fa respirare male e gonfia il naso. Falso, le nuove tecniche rendono il post ope-ratorio solo leggermente fastidioso e non doloroso.
6) chi soffre di allergia non può rifarsi il naso.
Falso. Basta programmare l’intervento in una stagio-ne in cui il problema non si manifesta.7) il botulino può arrivare al cervello. Falso. Su al-cuni ratti sono state trovate tracce di botox, ma su di loro sono state usate quantità di 2.500 volte supe-riori a quelle usate normalmente.
8) La rinoplastica non può essere fatta prima dei 18 anni. No. Ci vuole il consenso dei genitori ovvia-mente, ma può essere fatta.
9) il seno rifatto è freddo al tatto. Falsa credenza: le protesi vengono inserite dietro o tra i muscoli pet-torali e di conseguenza si adattano al nostro corpo e ne assumono la temperatura.
10) il lifting rende il visto artificiale. Non è vero. Se ci si affida a bravi chirurgi estetici con esperienza il risultato è naturale e soddisfacente.
Come consigliamo sempre ai nostri lettori quando si tratta della salute è necessario, anzi, fondamentale rivolgersi sempre a degli specialisti e mai azzardare iniziative faidatè o indotte da consigli sentiti in giro. Anche nel campo della chirurgia estetica si ha a che fare con la salute, quindi, è indispensabile sentire i consigli degli esperti, sottoporsi a screening perso-nalizzati e, una volta assicuratisi che è tutto apposto per procedere, si può dare il via all’opera di migliora-mento fisico e di conseguenza psichico di se stessi.
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Capita spesso di parlare tra amici, in famiglia, in sale di attesa o in altri luoghi di aggregazione di interventi estetici, una ma-nia che impazza e interessa, ormai, una fetta sempre più gros-sa della popolazione. Se ne dicono tante, in base alle proprie esperienze personali, a ciò che si è letto, che si è visto in tv o semplicemente per sentito dire. Attenzione però a non farsi confondere dalle informazioni sbagliate, esistono molti falsi miti riguardo gli interventi estetici da non prendere alla lette-ra, vediamo quali:
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VUOI PERDERE PESO? NON SALTARE I PASTI
L’esperta ci spiega uno degli errori più comuni
Marialaura IngenitoDietista e Nutrizionista
Il termine “dieta” è spesso sinonimo di regime alimen-
tare dimagrante, ipocalorico o comunque legato a
patologie precise: “seguire una dieta” assume quindi
il significato di privazioni, sacrifici, digiuni forzati. In
realtà “dieta” (dal greco “diaita”) significa letteralmen-
te “regime di vita” e quindi alimentazione corretta,
razionale e “personalizzata” in base alle necessità di
ciascuno, per il mantenimento di una buona salute.
Dimagrire è possibile ma ciò che conta sono le mo-
dalità e, comunque, il dimagrimento non deve mai
tradursi in un evento a scapito della salute. Saltare
un pasto, per esempio quello di mezzogiorno, oppu-
re la colazione del mattino, viene spesso considerato
come un modo di risparmiare calorie, ai fini di un si-
curo dimagrimento.
Talvolta è una necessità dovuta alla organizzazione
degli impegni familiari o di lavoro, talvolta è il frutto
di una libera scelta dettata dalla convinzione di mi-
gliorare così la propria forma fisica se non addirittura
lo stato di salute. In realtà non mangiare regolarmen-
te durante la giornata, ma addirittura concentrare
l’assunzione del cibo in un unico pasto serale non è
salutare, né favorisce la perdita di peso.
Quando infatti si salta un pasto si attivano nel nostro
organismo dei meccanismi biologici che portano ine-
vitabilmente, nel pasto successivo, a introdurre molto
più cibo del solito. Pensate ad un pendolo che venga
tirato troppo da un lato; quando lo si lascia finirà ine-
vitabilmente per oscillare dalla parte opposta. In altre
parole, a ogni restrizione fa quasi sempre seguito una
perdita di controllo più o meno eclatante.
Ed è ancora più sbagliato cercare di compensare una
perdita di controllo con una successiva nuova restri-
zione, dal momento che, in tal modo, non si fa altro
che innescare per il meccanismo di cui si è detto, una
nuova perdita di controllo (il cosiddetto “circolo vizio-
so”).
È opportuno, quindi, suddividere il fabbisogno ali-
mentare quotidiano in più pasti nel corso della gior-
nata: questo comportamento determina un migliore
utilizzo delle calorie introdotte e ne fa aumentare il
rendimento energetico. Anche la digestione, infatti,
è un’attività che richiede energia e che quin-
di favorisce il dispendio di calorie. Perciò
quattro – cinque pasti al giorno per-
mettono di bruciare più calorie di
uno o due.
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Francesca Mari, nello de Martino,antonino spano
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
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REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
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aut. n°5 del 10/06/2011
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