rivista archi 3/2013

108
rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica Schweizerische Zeitschrift für Architektur, Ingenieur- wesen und Stadtplanung 3/2013 Abitare a Ginevra Wohnen in Genf Testi Texte Della Casa, Marchand + Kobel, Roscetti Progetti Projekte Bassi Carella, Dévanthéry & Lamunière, Gigon e Guyer, MPH Architectes, 2dlc & Oleg Calame

Transcript of rivista archi 3/2013

Page 1: rivista archi 3/2013

rivista svizzera di architettura, ingegneriae urbanisticaSchweizerische Zeitschrift

für Architektur, Ingenieur-

wesen und Stadtplanung

3 / 2 0 13

Abitare a GinevraWohnen in Genf

Testi TexteDella Casa, Marchand + Kobel, Roscetti

Progetti ProjekteBassi Carella, Dévanthéry & Lamunière, Gigon e Guyer, MPH Architectes, 2dlc & Oleg Calame

Page 2: rivista archi 3/2013

ww

w.a

nto

nio

lup

i.it_sile

nzio

, d

esig

n d

om

enic

o d

e p

alo

_ayati,

desig

n m

assim

o b

rog

lio_ d

esig

n fl

esso

, d

esig

n a

l stu

dio

_a.d

. riccard

o f

att

ori_p

h.

zero

trem

ed

ia

Showroom

MILANO_ Porta Tenaglia

Page 3: rivista archi 3/2013
Page 4: rivista archi 3/2013
Page 5: rivista archi 3/2013

SERVIZI E PRODOTTI PROFESSIONALI PER L’EDILIZIA

T +41 (91) 850 45 45F +41 (91) 850 45 [email protected]

Edilcentro Wullschleger SAVia del Tiglio 6CP 569CH - 6512 Giubiasco

www.edilcentro.ch

AQUA PLASMA

Pannelli solari sottovuoto per laproduzione di acqua calda sanitaria e integrazione al riscaldamento

Crivelli SAVia Cittadella 156944 Cureglia

t. +4191 966 75 44f. +4191 966 14 [email protected]

L’idraulico che cerchi, il riscaldamento che vuoi,l’energia che desideri.

www.crivellisa.ch

Page 6: rivista archi 3/2013

Vasca | monoblocco marmo Mistery WhitePareti | marmo Irish Green LucidoPavimento | marmo Mistery White

ceramichemosaicipietre naturali

Sede e showroomResega di CornaredoVia Chiosso 12CH-6948 Porza

Tel. +41 (0)91 936 30 00Fax +41 (0)91 936 30 11

gehri.com

Stile ed eleganza per arredare e rivestire i tuoi ambienti.

Page 7: rivista archi 3/2013

In copertina:

Dévanthéry & Lamunière, Villa urbana alla Roseraie, Ginevrafoto Fausto Pluchinotta

3/ 2 013G I U G N O

Archi rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanisticafondata nel 1998, esce sei volte all’anno. ISSN 1422-5417

tiratura REMP: 2668 copie, tiratura per l’Italia: 2286 copie

via Cantonale 15, 6900 Lugano – tel. 091 921 44 55

[email protected] – www.espazium.ch

Direttore Alberto Caruso AC

Coordinamento editoriale Stefano Milan SM

Assistente al coordinamentoTeresa Volponi TV

RedazioneMarco Bettelini MB, Debora Bonanomi DB, Andrea Casiraghi AnC

Laura Ceriolo LC, Piero Conconi PC, Mercedes Daguerre MD

Gabriele Neri GN, Andrea Pedrazzini AP, Andrea Roscetti AR

Enrico Sassi ES, Stefano Tibiletti ST, Graziella Zannone Milan GZM

Redazione comunicati SIA Sonja Lüthi, [email protected]

Impaginazione Silvana Alliata

CorrispondentiAndrea Bassi, Ginevra; Francesco Collotti, Milano

Jacques Gubler, Basilea; Ruggero Tropeano, Zurigo

Daniel Walser, Coira

Traduzioni italiano-tedescoAlexandra Geese AG

Correzione bozzeFabio Cani

Consiglio editorialeGiuliano Anastasi, ing. ETHZ, Locarno

Nicola Baserga, arch. ETHZ, Muralto

Valentin Bearth, arch. ETHZ, Coira

Marco Della Torre, arch. POLIMI, Milano-Como

Nicola Emery, filosofo, Collina d’Oro

Franco Gervasoni, ing. ETH, Bellinzona

Massimo Martignoni, ing. ETHZ, Lumino

Nicola Soldini, storico dell’architettura, Novazzano

Editore Verlags-AG der akademischen technischen Vereine

Staffelstrasse 12, 8045 Zurigo – tel. 044 380 21 55, fax 044 380 21 57

Walter Joos presidente; Katharina Schober, direttrice;

Hedi Knöpfel, assistente

Abbonamenti e arretrati Stämpfli Publikationen AG, Berna – tel. 031 300 62 57

fax 031 300 63 90, e-mail: [email protected]

Abbonamento annuale (6 numeri)

Svizzera Fr. 125.– / Estero Fr. 150.– / Euro 94.00

Studenti Svizzera Fr. 62.50

Abbonamenti soci SIA: SIA, Zurigo – tel. 044 283 15 15

fax 044 283 15 16, e-mail: [email protected]

Organo ufficiale SIA Società svizzera ingegneri e architetti, www.sia.ch

OTIA Ordine ticinese ingegneri e architetti, www.otia.ch

Associazioni garanti SIA Società svizzera ingegneri e architetti, www.sia.ch

FAS Federazione architetti svizzeri, www.architekten-bsa.ch

USIC Unione svizzera ingegneri consulenti, www.usic-engineers.ch

A3 Associazione diplomati dell’EPFL, http://a3.epfl.ch

ETH Alumni Ex allievi dell’ETH, www.alumni.ethz.ch

Stampa e rilegaturaStämpfli Publikationen AG, Berna

PubblicitàKömedia AG, CP 1162, CH-9001 San Gallo

tel. 071 226 92 92, fax 071 226 92 93

e-mail: [email protected], www.kömedia.ch

La riproduzione, anche parziale, di immagini e testi,

è possibile solo con l’autorizzazione scritta dell’editore

e con la citazione della fonte.

Nel prossimo numero

Peppo Brivio, Casa Albairone a Lugano

Dello stesso editore

Tracés n. 10ARCHITECTURE DE L’URGENCEwww.revue-traces.ch

Tec21 n. 25SA ANEVIADUKTERWEITERTwww.tec21.ch

6

9

13

18

21

26

27

30

32

39

40

43

45

47

54

60

66

72

78

84

90

97

98

Comunicati aziendaliInterni e designParola di Marco Zanusoa cura di Gabriele Neri

Tec21 • Tracés • ArchiIl nuovo campus di SANAA per la Bocconi di MilanoGabriele Neri

OTIA ComunicatiSIAComunicatiOfferte di lavoroGENotizieCristiana Chiorino

TIAccademia Architettura MendrisioAffordable housingProgettiOstinelli, Muttoni, Lurati, Fernández Ruiz

Un guscio altamente performante

ConcorsiDiario dell’architetto a cura di Paolo Fumagalli

Libri Segnalazionia cura di Enrico Sassi

Editoriale Abitare a Ginevra e in TicinoAlberto Caruso

Abitare a Ginevraa cura di A. Casiraghi, A. Roscetti, S. Tibiletti

La politica residenziale di Ginevraper i prossimi vent’anniFrancesco Della Casa

La planimetria ginevrinaBruno Marchand, Céline Kobel

Architettura di haute performanceAndrea Roscetti

Appartamenti in Chemin des FleurettesBassi Carella

Villa urbana alla RoseraieDévanthér y & Lamunière

Abitazioni al Foyer de SécheronMPH Architectes

Residenza Pré-BabelAnnette Gigon, Mike Guyer

Abitazioni e spazi commercialiin Chemin des Courtillets a Lancy2dlc & Oleg Calame

VAUna città e il suo lagoa cura di Claudio Castiglioni

Biblioteca civica Elsa MoranteElena Sacco, Paolo Danelli

Page 8: rivista archi 3/2013

C O M U N I C A T I A Z I E N D A L I

Una forza della natura – il nuovo SECOMAT della Krüger

30 anni or sono, la Krüger ha lanciato

sul mercato il primo SECOMAT. Ora,

la tradizionale impresa svizzera ha

completamente riformulato la tec-

nologia della leggendaria asciugatrice

a convezione d’aria. I nuovi, efficaci

apparecchi convincono per la classe

di efficienza energetica A, asciugano

decisamente più rapidamente e con-

sumano sensibilmente meno corrente

dei loro predecessori.

Nelle lavanderie di molti stabili pluri-

familiari è installato un SECOMAT che

provvede da anni in modo affidabile

all’asciugatura rapida e delicata del

bucato indipendentemente dalla sta-

gione. Il principio si basa sull’asciu-

gatura a condensazione. Già 30 anni

fa la Krüger aveva reso accessibile

questa tecnologia avveniristica – allora

impiegata solo a livello industriale e

artigianale – all’uso domestico e quindi

rivoluzionato l’asciugatura del bucato.

Altrettanto innovativo come il primo

SECOMAT si presenta oggi il suo geniale

successore, lanciato sul mercato dalla

Krüger il 1° aprile 2013. Il nuovo asciu-

gabucato asciuga anche capi grandi

e sensibili in modo rapido e delicato.

Grazie alla classe di efficienza ener-

getica A protegge altresì l’ambiente e

il portafoglio.

Essendo dotato di tre programmi

automatici, l’apparecchio rimane in

funzione fino al raggiungimento del

grado di asciugatura desiderato. Al

rialzo dell’umidità nel locale, il SECOMAT

riattiva la funzione di asciugatura. In

tal modo mantiene contemporanea-

mente asciutto il locale, impedendo

la formazione di muffa – anche se la

lavanderia non è riscaldata.

Il nuovo SECOMAT è dotato di una linea

completa di utili accessori: in virtù

della sua disposizione a raggiera, lo

stenditoio a cordine SECOMAT provvede

a una ancor più rapida asciugatura dei

panni. Lo stendino SECOMAT è ideale

per stendere capi delicati e il carrello

provvede ad assicurare al SECOMAT la

mobilità occorrente per un impiego

universale.

Krüger & Co. SA

Winterhaldenstrasse 11

9113 Degersheim

t. +41 71 372 82 82

[email protected]

www.krueger.ch

Il mercato, anche quello svizzero,

richiede oggi economicità e rapidità

d’esecuzione, oltre a qualità, espe-

rienza, solidità ed eccellenza. La

deframmentazione produttiva, che

si allontanerà dall’attuale location

locarnese, completa idealmente la

consolidata attività di importazione

da tutto il mondo della materia prima,

e rappresenta l’opportunità migliore

per soddisfare queste nuove esigenze

di mercato allargando appetibilità e

competitività della Valsecchi SA in

tutta Europa.

Valsecchi SA

Via Galli 22

6600 Locarno

t. +41 91 751 16 47 | +41 91 751 62 08

www.swiss-stone-group.com

Valsecchi SA Locarno, presto il nuovo centro direzionale e showroom

Valsecchi SA Marmi e Graniti di Locarno

ha dato inizio ai lavori per i nuovi uffici e

per un nuovo showroom: un moderno e

funzionale centro direzionale per il con-

trollo e la gestione di una produzione

che sarà deframmentata e ottimizzata

presso le zone estrattive autoctone dei

materiali e quindi gestite con le migliori

tecnologie dedicate possibili.

Un cambiamento epocale, alla cui base

ci sono i valori della Valsecchi SA, quelli

che da oltre 90 anni mutano, evolvono

e si adattano alle esigenze di mercato

e clientela.

Valori che sono divenuti concept pro-

gettuale, per una nuova sede concepita

come luogo ideale ed evoluto dove

coltivare e accrescere l’interazione

tra staff, partner e cliente.

È un investimento che accompagna ed

evidenzia il continuo sviluppo di Valsec-

chi SA, sia in termini di know-how, grazie

al personale qualificato e fortemente

orientato a innovazione e eccellenza,

sia in termini di strategia di mercato.

Knauf AG • Tel. 058 775 88 00 • www.knauf.ch

Massima efficienza nell’isolamento acustico con spessori più che mai ridotti – questo è possibile solo con Knauf Silentboard! La speciale lastra di gesso offre prestazioni nettamente superiori agli elevati requisiti di isolamento acustico previsti dalla norma SIA 181. I rumori restano fuori, garantendo una piacevole atmosfera dentro.

Silentboard Knauf –L’eccellenza nell’isolamento acustico.

› 72dB

3 strati di Silentboard su entrambi

classe di reazione al fuoco A2

Page 9: rivista archi 3/2013

Schindler 3400 – L’ascensore senza struttura sul tetto

Con il modello 3400, Schindler offre

per la prima volta un ascensore che

non ha più bisogno della struttura sul

tetto per l’extracorsa.

Compatto, veloce ed efficienteProgettisti, architetti e committenti

non hanno sempre la vita facile nel

soddisfare il desiderio di un ascensore.

L’aspetto più delicato riguarda di solito

la struttura sul tetto per l’extracorsa del

vano. Questa struttura appesantisce

l’estetica lineare dei moderni edifici e

la sua integrazione nel rivestimento

del tetto causa problemi di fisica della

costruzione, ossia la dispersione del

calore. Inoltre l’extracorsa può guastare

la visuale dei vicini, che potrebbero

quindi opporsi al progetto edile. Oppure

la struttura sul tetto contrasta con le

leggi in materia di edilizia, ad esempio

perché viene superata l’altezza massi-

ma consentita per gli edifici. L’ascensore

Schindler 3400 appena lanciato sul

mercato risolve tutti questi problemi.

Bazzi piastrelle: Art & Solutions

Bazzi piastrelle è una ditta leader, in

Ticino, per la vendita e la messa in

opera di piastrelle in genere, pietre

naturali ed artificiali e mosaici.

La nostra azienda è sinonimo di com-

petenza, vasta scelta e garanzia di

qualità e offre il più valido supporto

di consulenza aiutandovi a trovare le

soluzioni e gli accostamenti ideali per

le vostre superfici.

«Una piastrella è un dettaglio, più pia-strelle una parte sostanziale del vo-stro progetto… la perfezione è fatta di dettagli». Far corrispondere alla perfezione

soluzioni tecniche ed estetiche alle

esigenze dei nostri clienti è il punto di

forza della nostra ditta.

Non a caso Art & Solutions è il nostro

slogan.

La vasta scelta all’interno del nostro

showroom di oltre 800 mq, rispecchia

una perfetta fusione tra design e fun-

zionalità, tra tecnologie d’avanguardia

Come uno zaino sospeso sulle guidePer installare lo Schindler 3400 è

sufficiente che l’ultimo piano abbia

un’altezza minima di 2.40 metri. Nel

nuovo Schindler 3400, la cabina

è sospesa a due guide, entram-

be fissate sulla stessa parete del

vano, come uno zaino. La struttu-

ra compatta permette alla cabina

dell’ascensore di salire fino in cima

al vano, passando davanti all’azio-

namento. Rimuovendo la parete

laterale della cabina, quasi tutti gli

interventi di manutenzione possono

essere eseguiti direttamente dalla

cabina: una soluzione che garantisce

la sicurezza del tecnico manutentore

anche in assenza di extracorsa.

Progettazione più sempliceNonostante la costruzione sia di-

versa rispetto allo schema in uso,

nel processo di progettazione dello

Schindler 3400 non vi sono sostanziali

cambiamenti per architetti e ingegneri

civili, eccetto l’assenza della struttura

sul tetto: le sezioni trasversali del

vano hanno le stesse dimensioni degli

altri ascensori della stessa classe.

L’accesso è possibile sia monolaterale

sia con due porte opposte.

Ascensori Schindler SA

Centro Nord-Sud

Via Campagna 6934 Bioggio

t. +41 91 611 95 95

www.schindler.com

[email protected]

e consolidate esperienze artigianali.

Essa permette di offrire, ad un pub-

blico sempre più vasto ed esigente,

un’ampia gamma di soluzioni in gra-

do di soddisfare gusti e necessità

differenti.

Dal 2008, oltre alle piastrelle, ai mo-

saici e alla pietre naturali, Bazzi offre

anche soluzioni per l’arredobagno.

All’interno del grande spazio espositivo

(il più grande in Ticino) è possibile tro-

vare una vasta scelta di ambientazioni

complete di arredamenti, rubinetterie

e apparecchi sanitari.

Dal 1908 ci impegniamo ad offrire ai

nostri clienti prodotti e soluzioni di

posa di alta qualità oltre ad un servi-

zio di riparazione e di manutenzione

delle superfici con interventi mirati ed

immediati. Ricerchiamo la perfezione

dei processi di lavoro e promuoviamo

la salute e la sicurezza dei nostri

collaboratori per mezzo di un’orga-

nizzazione accurata del lavoro, di una

gestione funzionale dei processi e di

una formazione adeguata.

Oggi come ieri.

Bazzi Piastrelle SA

Via dei Pioppi 10

6616 Losone

t. +41 91 792 16 02

www.bazzi.ch

Gli svizzeri sono amanti dellecucine migliori?

Oltre 80 partner competenti a vostra disposizione. www.piatti.ch

Page 10: rivista archi 3/2013

Più performance. Più valore.F.J. Aschwanden AG, prodotti speciali per l’edilizia CH-3250 Lyss, T 032 387 95 95, [email protected] www.aschwanden.com

NOVITÀ: strumenti di calcolo Aschwanden – la pratica app gratuita per il progettista

Un evidente valore ag giunto: la qualità sperimentata di Aschwanden.

Convince ingegneri e imprenditori.

Ad esempio DURA, armatura di punzonamento e di taglio ad alta fl essibilità, consente di realizzare soluzioni ot timali

ed economiche. Aschwanden garantisce sicurezza e qualità con sistemi normalizzati ineguagliabili per l’armatura e

la trasmissione delle forze nelle costruzioni in cemento armato. I nostri prodotti vengono sviluppati da specialisti

in collaborazione con le università, in conformità dei massimi standard e sono ampiamente testati dall’EMPA

o dall’EPFL.

Più performance – più valore. Un principio che da noi è applicato a tutti i livelli. Prodotti nuovi e innovativi. Software

di calcolo all’avanguardia. Supporto tecnico personalizzato. I nostri addetti saranno lieti di rispondere alle vostre

domande ed esigenze.

Page 11: rivista archi 3/2013

I N T E R N I E D E S I G N

9

ossimoro, nell’Italia di quegli anni), parla di «mon-

taggio», parla di modulo come «limite dimensionale al

quale devono essere riferite tutte le serie di elementi

della costruzione». «Industrializzare l’edilizia – chia-

risce Zanuso – vuol dire per noi portare la produzio-

ne edilizia su un piano di rendimento e precisione

per cui tutti gli elementi costituenti la costruzione sia-

no definiti non solo in se stessi, ma fino nella costru-

zione. Per giungere a questo dobbiamo pensare la

costruzione non più modellata, colata, conglomerata,

ma montata». Il saggio critico di Roberta Grignolo,

che apre il volume, sottolinea l’importanza di questo

momento per la situazione italiana: «negli anni del

dopoguerra l’innovazione nell’ambito dell’architettu-

ra e dell’industria della costruzione edile deve fare i

conti con il profondo radicamento del cantiere di

tipo tradizionale, fondato sulla piccola impresa arti-

gianale, a bassa meccanizzazione», oltre che con poli-

tiche economiche e sociali che bloccarono buona

parte dei sogni di chi come Zanuso sperava in un ra-

dicale rinnovamento del settore.

Ben diversa era invece la situazione dell’industria

meccanica e manifatturiera, impegnate a riconvertire

la produzione dopo la parentesi bellica. Continua la

curatrice: «Il settore del mobile, che rappresenta una

vasta realtà produttiva del paese e che ha salde radici

nel mondo artigianale, si apre così alla sperimenta-

zione delle nuove tecniche di produzione e di orga-

nizzazione del lavoro e fornisce ai progettisti italiani

Nel 2000, pochi mesi prima della sua scomparsa,

Marco Zanuso ha donato alla Fondazione Archivio

del Moderno di Mendrisio un fondo composto da

centinaia di documenti, elaborati grafici, libri, riviste

e modelli relativi alla sua attività professionale. Si è

così avviato un programma di studio e valorizzazione

di questo materiale, che ha da poco prodotto un frut-

to molto interessante. Il volume Marco Zanuso. Scritti sulle tecniche di produzione e di progetto, a cura di Rober-

ta Grignolo (docente all’Accademia di architettura di

Mendrisio), raccoglie una cospicua selezione di arti-

coli, saggi e relazioni a convegni del progettista mila-

nese, disposti in ordine cronologico per seguire pas-

so dopo passo una carriera in bilico tra architettura,

design e industria. Laureatosi in Architettura al Poli-

tecnico di Milano nel 1939, Zanuso è stato infatti ca-

pace – e in un certo senso costretto – di allargare il

suo raggio d’azione ben oltre l’edilizia, producendo

alcune delle più famose icone del design italiano del

secolo scorso.

Ma andiamo con ordine. Il primo tema con cui si

confronta il giovane Zanuso è quello dell’abitare, «il

primo e più importante problema che l’architetto è

chiamato a risolvere». Nel 1942, ad esempio, la rivista

«Domus» lo chiamò a raccontare la sua visione di

casa ideale: «Quando costruirò la mia casa, andrò

alla periferia della città e cercherò un prato… un pra-

to quadrato, cintato da mura sufficientemente

alte, con qualche albero non molto grande. Là co-

struirò la casa per la mia compagna e per me. Una

casa non grande, ma capace di diventarlo.» Due anni

dopo è sempre «Domus» (di cui divenne poi capore-

dattore) a chiedergli di preparare un «Quaderno»

dedicato al tema della cucina, ovvero il luogo della

casa nel quale più si era tentato, nei decenni prece-

denti, un connubio tra i principi dell’industria e quelli

dell’architettura (si pensi alla Cucina di Francoforte).

Oltre all’adesione al Razionalismo, inteso come ap-

proccio metodologico e non come paradigma esteti-

co, in questi testi si fa strada una visione in cui la pro-

fonda conoscenza della cultura tecnica diventa una

prerogativa indispensabile per immaginare la trasfor-

mazione del progetto a tutte le scale.

La carriera di Zanuso si spalanca alla fine della guerra,

quando è ancora il tema della casa ad essere in prima

linea, a causa dell’urgenza di dare alloggio a milioni

di persone sfollate. Nel testo La casa prefabbricata, del

1946, Zanuso ribadisce tesi già note ma ora più attua-

li che mai: parla di «edilizia industriale» (spesso un

Parola di Marco ZanusoUna selezione di scritti del grande architetto e designer milanese racconta il rapporto tra progetto e industria

A cura diGabriele Neriin collaborazione con VSI.Asai

Page 12: rivista archi 3/2013

10

I N T E R N I E D E S I G N

le prime occasioni di progettazione nell’area del dise-

gno industriale». Si capisce allora come Zanuso abbia

trovato nell’industria il giusto contesto nel quale agi-

re, e come da essa sia stato ripagato. Una delle prime

incursioni dell’architetto nel mondo del design indu-

striale avviene alla fine degli anni Quaranta, quando

progetta per l’azienda di mobili imbottiti Arflex (con-

sociata alla Pirelli) la poltrona «Lady», utilizzando

due materiali – gommapiuma e «nastrocord» – prima

impiegati in settori diversi da quelli del mobile. La

gommapiuma, ad esempio, prima era usata princi-

palmente per proteggere i serbatoi di benzina dei

mezzi militari. È solo l’inizio di decenni di progetti e

consulenze per Olivetti, Necchi, Borletti, Brionvega,

Kartell, Alfa Romeo…

Da leggere attentamente è il breve scritto In piccola se-rie si fa la fuori serie, del 1953, che Zanuso stende dopo

aver visitato a Torino gli stabilimenti del carrozziere

Pinin Farina: un incontro che gli insegnò molto

sull’industria automobilistica e in particolare sulle

tecniche di lavorazione della lamiera. Pochi anni dopo

queste nozioni gli serviranno per progettare una se-

duta in lamiera metallica, prodotta da Gavina: la mo-

noscocca «Lambda», omonima di una vettura presen-

tata dalla Lancia ai Saloni dell’Automobile di Parigi e

Londra nel 1922, una delle prime ad adottare il prin-

cipio della monoscocca. Ma gli stessi principi ritorne-

ranno, in diversa maniera, nelle «carrozzerie» per le

sue macchine da cucire, per i televisori Brionvega,

nell’apparecchio telefonico Grillo, nella seggiola in

polietilene per bambini della Kartell ecc.

Leggendo le parole e i progetti di Zanuso si scoprono

insomma sconfinamenti, invasioni di campo e conta-

minazioni tra discipline (apparentemente) diverse

che fanno capire la visione organica e l’estensione

del suo lavoro. I titoli ne danno un’idea: Casa e natura; Architettura e pittura; Paesaggio, architettura e design; Il colore nell’industrial design; Insegnare il design; La pianifi-cazione dello spazio e gli ambienti per uffici ecc.

Il volume, pubblicato da Mendrisio Academy Press e

Silvana Editoriale, è arricchito da un corredo icono-

grafico che agevola il collegamento tra testo e proget-

ti, e si conclude con due belle interviste in cui l’ormai

anziano architetto parla retroattivamente della sua

carriera. Zanuso ha uno stile? «No grazie. Ho forse

più una curiosità. Come quando si conosce una don-

na e si vuole capirla osservando come si comporta. Ci

sono dei caratteri, delle qualità, dei difetti, dei modi

di esprimersi che ti attirano, che ti sollecitano, che ti

fanno agire verso qualcosa di nuovo che non sai anco-

ra che cosa è. Il progetto è una storia simile.»

Vedi la scheda nella rubrica Libri a pagina 43.

1. Sedia Lambda, 1960 ca. (Archivio del Moderno di Mendrisio,

Fondo Marco Zanuso)

2. Telefono Grillo, Siemens 1962-1966 (Archivio del Moderno

di Mendrisio, Fondo Marco Zanuso)

3. Televisore Algol, Brionvega 1964 (Archivio del Moderno

di Mendrisio, Fondo Marco Zanuso)

1.

2.

3.

Page 13: rivista archi 3/2013
Page 14: rivista archi 3/2013

Decotherm ® P lu s Decotherm® – l‘originale.

Ora, Decotherm® Plus, presenta una qualità nuova e rafforzata e un miglioramento estetico.Decotherm® Plus, nella nuova versione con aggiornamenti estetici e qualitativi. Design del calore rettilineo ed eccellente e chiare linee parallele. Adatto per la moderna ed ambiziosa architettura di interni. Un Design lineare ed elegante, adatto ai moderni stili arredativi. Produzione realizzata con i più moderni processi di fabbricazione.Un sistema produttivo sempre attento al costante miglioramento dei processi di fabbricazione per soddisfare le nuove esigenze qualitative del mercato.

Plus Varietà ModelliPlus Rese termichePlus Design Plus Qualità

- Fessura tra gli elementi di 3 mm

- Tubo collettore su tutta la lunghezza

degli elementi

- Saldature invisibili

Decotherm® Plus

- Unico tubo collettore per il modello a doppio strato

- Chiusura esterna su 4 lati, elegante e

lineare

Arbonia AG, Amriswilerstrasse 50, CH-9320 Arbon, Telefon 071 447 47 47, www.arbonia.ch

Page 15: rivista archi 3/2013

13

Il tema dei campus universitari è trattato contemporanea-mente da TEC21, Tracés e Archi, a seguito di un program-ma di coordinamento tra le redazioni.

Con il progetto dello studio giapponese sanaa (Ka-

zuyo Sejima + Ryue Nishizawa), che prevede nuovi

spazi per la didattica, uffici, un centro sportivo, resi-

denze per studenti e ampi giardini, l’Università Boc-

coni punta a rafforzare ulteriormente l’idea di citta-

della universitaria che insegue dagli anni Trenta del

secolo scorso. Nel 1937 infatti l’architetto Giuseppe

Pagano fu chiamato a disegnare l’ormai storica sede

di via Sarfatti, ai margini meridionali della città, poco

distante dall’area oggi interessata dai nuovi piani di

ampliamento.1 Questo edificio (bombardato durante

la guerra e poi restaurato) fu concepito declinando i

canoni della dottrina razionalista – ad esempio

nell’impianto planimetrico, che ricorda il Bauhaus di

Dessau – ed è diventato il polo magnetico attorno al

quale aggiungere, decennio dopo decennio, nuovi

spazi per un’utenza in continua crescita: il Pensionato

Bocconi (arch. Giovanni Muzio, 1956), la Rettoria

(arch. Ferdinando Reggiori, 1962), l’edificio della bi-

blioteca (arch. Giovanni e Lorenzo Muzio, 1966), la

sede della SDA Bocconi School of Management (ing.

Vittore Ceretti, 1986), l’edificio a ellisse (arch. Igna-

zio Gardella, 2001) e infine l’intervento delle irlande-

si Shelley McNamara e Yvonne Farrell (Grafton Ar-

chitects), inaugurato nel 2008. Il progetto di sanaa è

stato scelto come vincitore del concorso internaziona-

le ad inviti bandito dalla Bocconi all’inizio del 2012, a

cui hanno partecipato anche Rem Koolhaas, David

Chipperfield, Thom Mayne, Massimiliano Fuksas,

Mario Cucinella, Cino Zucchi, Sauerbruch & Hutton,

Benedetta Tagliabue – embt, Odile Decq.

Cellule

Mentre il pluripremiato edificio di Grafton Archi-

tects rappresenta per la Bocconi il baluardo più vici-

no al centro della città, il nuovo campus occuperà

l’area dell’ex Centrale del latte di Milano (circa

35.000 mq), al limite della terza circonvallazione cit-

tadina, dove la forma urbis comincia a sfrangiarsi e a

perdere omogeneità. Questa condizione, accentuata

dalla forte presenza del parco Ravizza – con cui l’area

confina a est – ha portato lo studio sanaa a creare un

microcosmo di corpi di fabbrica liberamente colloca-

ti nel lotto a disposizione, negando qualsiasi riferi-

mento diretto al tessuto urbano limitrofo o milanese

Il nuovo campus di SANA A per la Bocconi di Milano

T E C 2 1 • T R A C É S • A R C H I

Gabriele Neri

in generale. Prima ancora di conoscerne le funzioni

specifiche, gli edifici colpiscono per i loro profili or-

ganici, che sembrano sottratti da un manuale di mi-

crobiologia: visti dall’alto ricordano le versioni ingi-

gantite di mitocondri, centrioli, reticoli endoplasmatici,

ribosomi e altri organelli presenti nelle nostre cellule.

L’apparente metafora biologica richiama anche alcuni

edifici del maestro di Sejima, Toyo Ito: ad esempio la

Mediateca di Sendai (2000), nella quale fasci di pila-

stri simili a fasci nervosi ricordano in pianta le imma-

gini di cellule viste al microscopio. Più corretto sareb-

be però inserire questi profili nella continua ricerca

formale che sanaa – e soprattutto Sejima – porta

avanti da sempre, spesso con l’approccio dell’indu-

strial designer, smussando e levigando curve tracciate

a mano libera.

Sul lato nord dell’area, due nastri piegati su se stessi

(uno a forma di «8» e l’altro di «L») contengono gli

spazi per i corsi di studio dei programmi executive,

per gli uffici e l’amministrazione, fronteggiando in

maniera non convenzionale gli edifici «storici» della

Bocconi. Invece di costituire una cortina stradale ret-

tilinea, rientranze e protuberanze generano infatti

uno spazio urbano privo di contorni fissi, reso ancora

più indefinito dall’utilizzo generoso del vetro. Pur

sottolineato da una lobby a doppia altezza a pianta

(quasi) circolare – dotata di auditorium seminterrato

Page 16: rivista archi 3/2013

14

e spazi comuni – l’ingresso sembra sfumare in una

sovrapposizione di trasparenze che, in previsione, po-

tremmo associare a progetti come il Museo d’Arte

Contemporanea di Kanazawa in Giappone (2004),

dove il perimetro curvo del complesso contribuisce a

dissolvere la forma complessiva dell’edificio (un enor-

me cerchio) in prospettive continuamente mutevoli.

Sul fronte ovest si affaccia il volume ellissoidale dedi-

cato ai corsi di Master, nel quale alle aule tradizionali

(che si sviluppano seguendo la curvatura del perime-

tro) si sommano aule «auditorio» – con sedie e ban-

chi mobili, che permettono una riconfigurazione li-

bera in base alle esigenze didattiche – e «scatole»

(box) per piccoli gruppi di studenti. Verso sud è inve-

ce previsto il Recreation Center, centro per lo sport e il

tempo libero che sarà aperto a tutta la città, con pale-

stre e una piscina olimpica da 50 metri. Sul lato oppo-

sto – verso il parco, nel settore più tranquillo dell’area

– svetterà una torre residenziale di pianta ellissoidale

di 18 piani con 300 posti letto per studenti e visiting professors.

Tra claustrum e periferia

Non stupisce che questo tipo di approccio urbanisti-

co, fondato a prima vista su una completa autorefe-

renzialità rispetto al contesto (non solo limitrofo), sia

stato bollato da alcuni come espressione del pericolo-

so formalismo che minaccia la cultura architettonica.

Il più agguerrito oppositore è stato Cesare De Seta,

proprio uno dei membri della giuria del concorso,2

che ha reso pubblico il suo dissenso in un articolo

sulla rivista «L’Espresso» nel febbraio 2013. Per lo sto-

rico italiano il progetto di sanaa sarebbe infatti «un

labirinto di ciambelle piovute come satelliti nel cuore

di Milano»3, caratterizzato da una «morfologia bio-

morfa e ameboica» che ha poco o nulla a che vedere

con la città. Si potrebbe ribattere evidenziando la col-

locazione periferica dell’area, che pur costituendo

una zona consolidata della città rappresenta – come

già scritto – un punto di flesso e non un possibile

ponte con le aree più esterne di Milano. Oppure, pro-

prio per questo, reclamare un progetto di «resisten-

Planimetria

generale

con eviden-

ziate le aree

dei campus

Page 17: rivista archi 3/2013

15

T E C 2 1 • T R A C É S • A R C H I

parkingparking

classroom

Executive CoursesOffice + AdministrationMaster CoursesRecreation Centre

classroom

classroom

classroom

classroom

classroom

porticocafeteria

office

cafeteria

classroom

classroom

classroom

portico store

classroom

classroom

classroom

porticostore

aquatic area

fitness

therapy gym area office

office

office

office

office

office

office

large lecture hall- 300 seats

common area

Common Areas

common area

common arearunning track

classroom

za», atto a confermare una regola (domanda: quale?)

piuttosto che a inventarne una nuova e non riprodu-

cibile. Un po’ come fatto da Vittorio Gregotti negli

anni Novanta per l’Università di Milano-Bicocca, par-

te di un grande masterplan che puntava innanzitutto

a stabilire un chiaro ordine urbano per una porzione

di periferia non più industriale.

Nei limiti dati dal livello attuale di definizione del

progetto, si può ragionare su come funzionano gli

spazi creati dall’atterraggio di queste «ciambelle», e

in particolare gli spazi esterni a verde. Il progetto di

sanaa tenta infatti di reinterpretare – a modo suo –

la tradizione del chiostro, elemento tipologico che

contraddistingue due dei più importanti atenei mila-

nesi. (Un elemento evitato invece da Pagano nel

1942, in quanto foriero, a suo parere, di «inadatti at-

teggiamenti di irrazionale clausura.»4) In primis ci

sono i chiostri dell’ex Ospedale Maggiore (oggi Uni-

versità degli Studi di Milano), fabbrica plurisecolare

che grazie alla potenza ideale del suo impianto plani-

metrico è stata capace di accogliere secolo dopo seco-

lo mani diverse, da quella del Filarete nel Quattro-

cento fino a quelle del team (guidato da Liliana

Grassi) che ne ha ricucito magistralmente le membra

sfigurate dopo i bombardamenti del 1943.5 Poi ci

sono i celebri chiostri bramanteschi, fulcro del com-

plesso del Monastero di Sant’Ambrogio, che a partire

dalla fine degli anni Venti fu trasformato da Giovan-

ni Muzio in Università Cattolica del Sacro Cuore.6

Per Sejima e Nishizawa il punto d’incontro con il clau-

strum rinascimentale non passa ovviamente – come

per Muzio – attraverso l’utilizzo del mattone, e nean-

che dalla riproposizione di un ordine geometrico pe-

rentorio: i «chiostri» del nuovo campus Bocconi risul-

tano dalla giustapposizione irregolare dei diversi

edifici, tra i quali si sviluppa uno spazio verde di 17.500

mq aperto agli studenti e ai residenti della zona, pari

al 50% dell’intera area, come previsto dal program-

ma. Alla definizione di questi spazi contribuiscono in

maniera decisiva tre lunghi porticati coperti, che for-

mano altrettanti nastri chiusi e che riescono a fram-

mentare lo spazio verde in aree sempre fluide e co-

municanti, ma dalla scala più contenuta. Si tratta di

un espediente che distingue il progetto di sanaa da

quello di buona parte dei concorrenti, che prevedeva-

no invece una distinzione più netta tra edificato e

giardini. Il riferimento al Serpentine Gallery Pavil-

lion, disegnato da Sejima e Nishizawa nel 2009 a Lon-

dra, è immediato.7

Beinahe nichts?

Un’ultima riflessione, che abbraccia in maniera più

ampia l’opera di sanaa, può essere fatta a proposito

della loro «ricetta» architettonica. Guardando gli ela-

borati progettuali non si hanno sorprese sulla rosa

dei materiali prescelti: mentre a pochi isolati di di-

stanza lo studio Grafton aveva cercato un rapporto –

tutt’altro che timido – con il carattere dell’edilizia

milanese attraverso l’utilizzo estensivo del Ceppo di

Gré (una pietra proveniente dal Lago d’Iseo molto

comune in città), sanaa rimane fedele alla sua algida

estetica fatta di vetro, vetro e ancora vetro, condito dai

consueti pilastrini anoressici e da superfici bianchissi-

me, quasi candeggiate. Il materiale più importante

diventa quindi il verde, che farà da sfondo a tutti i

settori del campus in continuità (anche per la scelta

delle essenze) con il parco Ravizza.

Uno dei paralleli più sfruttati per descrivere questa

sorta di «ascetismo» architettonico è quello con il

beinahe nichts rincorso da Mies van der Rohe, quel «re-

gno architettonico» in cui il nulla è quasi tutto, dove

l’architettura sembra sparire, dove il tempo sembra

congelato. Le differenze sono però numerose e so-

stanziali, e vale la pena elencarne qualcuna, al

fine di comprendere meglio cosa si cela dietro al

«minimalismo» di sanaa. Si pensi innanzitutto al

valore del dettaglio architettonico negli edifici di

Mies, che punta quasi alla ridefinizione del principio

dell’ordine classico in chiave moderna, e invece alla

«banalità» (solo apparente) dei dettagli di sanaa, che

sembra passare la spugna su qualsiasi cosa possa far

indugiare lo sguardo sul corpo dell’architettura. Si

pensi al ruolo idealistico conferito da Mies all’elemen-

to strutturale (a Berlino, Chicago, New York, etc.),

specchio del significato da lui attribuito alla tecnica,

e invece all’apparente elisione del fatto strutturale e

di ogni ragione materiale negli edifici di sanaa. Pa-

ragoniamo i pilastrini cruciformi del tedesco e gli

«stuzzicadenti» che popolano gli edifici del duo giap-

ponese: se i primi sono trattati come gioielli dell’in-

dustria, isolati come fossero statue (vedi il padiglione

di Barcellona), i secondi appaiono così effimeri che

sembrano appartenere ancora al mondo della ma-

quette architettonica, invece di aver raggiunto lo sta-

tus di organismi statici. Si pensi poi alla differenza tra

la fluidità degli spazi di Mies, dove tutto rimane in

tensione all’interno di un campo magnetico ordina-

tamente strutturato (basato ad esempio su un modu-

lo quadrato di base, come nei famosi progetti per le

Page 18: rivista archi 3/2013

16

T E C 2 1 • T R A C É • A R C H I

case a corte), e la fluidità ricercata da sanaa nel Ro-

lex Center di Losanna, dove lo smottamento tellurico

da cui prende forma l’edificio elimina qualsiasi senso

di proporzionalità geometrica. Lo stesso si potrebbe

dire a proposito del vetro: se Mies lo utilizza come

etereo ma rigoroso strumento di determinazione del-

lo spazio (nella Neue Nationalgalerie di Berlino, ad

esempio), nell’opera di Sejima e Nishizawa è spesso

utilizzato ai limiti del manierismo, come filtro osses-

sivo attraverso cui perdersi e ritrovarsi continuamen-

te. In questo senso è emblematico il progetto del

Glass Pavilion di Toledo (2006), la capitale dell’in-

dustria vetraria americana, dove è chiaro come la so-

vrapposizione di molteplici trasparenze porti alla de-

formazione piuttosto che alla completa visibilità.

Vedremo tra qualche anno se il campus milanese

confermerà tali interpretazioni o se invece ne aprirà

di nuove.

Note

1. Giuseppe Pagano, La nuova sede dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, in «Costruzioni-Casabella», n. 170-171,

febbraio-marzo 1942.

2. La giuria, presieduta da Sir Peter Cook (fondatore di

Archigram), era composta da: Guido Tabellini (allora

rettore dell’Università Bocconi), Bruno Pavesi (consigliere

delegato dell’Università Bocconi), Federico Oliva

(professore di urbanistica al Politecnico di Milano),

Yvonne Farrell (Grafton Architects), Martha Thorne

(executive director Premio Pritzker), Deyan Sudjic

(direttore Design Museum, London), Enrico Cucchiani

(a.d. Intesa Sanpaolo, rappresentante della business

community di Milano), Cesare de Seta (storico dell’arte

e dell’architettura), Stefano Casciani (architetto).

3. Cesare De Seta, Se un satellite cade a Milano, in «L’Espresso», 7 febbraio 2013, p. 79.

4. Giuseppe Pagano, op. cit. 5. Cfr. Gabriele Neri, L’Antico e il Moderno: texture alla Ca’ Granda, in «Lotus International», n. 144, dicembre

2010, pp. 123-125; Liliana Grassi, La Ca’ Granda. Storia e restauro, Università degli Studi di Milano, 1958.

6. Cfr. F. Irace, Giovanni Muzio. 1893-1982. Opere, Electa,

Milano 1994, pp. 102-117.

7. Rebecca Morril e Melissa Larner (a cura di), SANAA: Serpentine Gallery Pavilion 2009, Koenig Books,

London 2009.

L’atelier japonais SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa, Prix Pritzker 2010) a remporté le concours pour le nouveau campus de l’université Bocconi de Milan, qui s’élèvera dans le quartier de l’an-cienne Centrale du Lait (environ 35000 m2). Les fonctions prévues par le cahier des charges – de nouveaux espaces pour la didactique, des bureaux, un centre sportif et des résidences pour les étudiants – ont été insérées dans une série de volumes de forme organique et disposés sans règle apparente. Cette liberté dans la composition, motivée égale-ment par la position excentrée du quartier, a fait l’objet de certaines critiques portant en particulier sur l’indifférence vis-à-vis de l’urbanis-me environnant, et suscitant une réflexion sur les stratégies de recon-version d’anciennes zones industrielles caractéristiques des dernières décennies. Le projet s’inspire toutefois d’un élément typologique parti-culièrement cher à la construction en milieu urbain : le système des jardins, qui occupent la moitié de la surface disponible, interprète en effet l’idée de claustrum, typique des vieilles universités milanaises, avec de longs portiques couverts semblables à des rubans. Enfin, cet article s’interroge sur le langage architectural de SANAA, caractérisé par un « ascétisme » reposant sur l’utilisation intensive du verre et du blanc. Un langage rappelant à première vue le beinahe nichts de Mies van der Rohe, mais très différent en réalité.

Das japanische Büro SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa, Pritzker-Preis 2010) hat den Wettbewerb für den neuen Campus der Universität Bocconi in Mailand gewonnen, der auf dem Gelände der ehemaligen Centrale del latte di Milano (ca. 35 000 qm) entstehen wird. Die in der Ausschreibung vorgesehenen Funktionen – neue Räume für die Lehre, Büros, Sportzentrum, Wohnraum für Studie-rende – wurden in einer Serie von Volumen mit einheitlicher Form untergebracht, die nicht nach einem augenscheinlichen Prinzip ange-ordnet sind. Diese Freiheit bei der Zusammensetzung, die auch in der dezentralen Lage des Geländes begründet ist, hat Kritik bezüglich der mangelnden Einbettung des Komplexes in das städtische Umfeld auf den Plan gerufen und zum Nachdenken über Strategien zur Sanie-rung der Industriebrachen aus den letzten Jahrzehnten angeregt. Trotzdem wird das Projekt von einem typischen Element der Mailän-der Architektur inspiriert. Das Gartensystem, das die Hälfte der ver-fügbaren Fläche einnimmt, greift die Idee des Claustrums auf, der die alten Mailänder Universitäten mit langen Arkaden prägt, die an Bänder erinnern. Der Artikel geht auf die architektonische Formspra-che von SANAA ein, dessen asketischer Stil auf dem starken Einsatz von Glas und der Farbe Weiss beruht. Diese Formsprache scheint auf den ersten Blick mit dem «beinahe nichts» von Mies van der Rohe vergleichbar zu sein, unterscheidet sich jedoch auf den zweiten Blick eindeutig davon.

Page 19: rivista archi 3/2013

Verifica se c’è amianto negli edifici costruiti

prima del 1990

Sospendi i lavori in caso di pericolo. Pensa anche ai tuoi cari. Vietato dal 1990, l’amian-

to è tuttora presente negli edifici costruiti prima di questa data. Evita che durante i lavori di

ristrutturazione vengano rilasciate nell’aria fibre di amianto. Già in quantità minime le fibre

possono avere conseguenze mortali. Non dimenticare che la tua vita è molto più preziosa e

importante di qualsiasi lavoro.

Informazioni vitali:

www.suva.ch/amianto

Page 20: rivista archi 3/2013

progetto, mandati di studio paralleli e concorsi di

prestazioni d’architettura e d’ingegneria. In merito

ai mandati di studio paralleli, mancando la base lega-

le che consentirebbe l’aggiudicazione di mandati sus-

seguenti, tali forme di messa in concorrenza sono al

momento di principio illegali, quindi da evitare. Es-

sendo adatti per problematiche molto complesse e

non ben definite, la loro organizzazione è adatta solo

per situazioni nella pratica molto rare. Di regola, il

concorso di progetto rappresenta la forma di messa

in concorrenza più adatta per l’aggiudicazione di

prestazioni di architettura e in buona parte pure per

l’aggiudicazione di prestazioni d’ingegneria. I mem-

bri otia che consiglierebbero l’organizzazione di

mandati di studio paralleli con mandato susseguente

a dei municipi o a delle amministrazioni cantonali

non potranno garantire l’assenza di sorprese giudi-

ziarie. A tal proposito, il servizio giuridico otia è a

disposizione per una breve consulenza in merito (ser-

[email protected]).

Un progetto di grande importanza per otia è rap-

presentato dalla volontà di istituire la figura dell’archi-tetto cantonale. In collaborazione con le associazioni

professionali affiliate alla cat (www.cat-ti.ch), otia si

impegnerà a definire la figura dell’architetto canto-

nale idonea al Cantone Ticino e sostenere nei vari

consessi istituzionali e professionali la sua istituzione.

Per facilitare il dialogo tra i membri otia, il Consiglio

dell’Ordine propone la partecipazione al nuovo Fo-rum OTIA gestito tramite la rete sociale linkedin (www.

linkedin.com). Il Forum otia potrebbe ad esempio

facilitare lo scambio di opinioni tra gli architetti e gli

ingegneri ticinesi su temi di attualità come gli onora-

ri offerti da certi ingegneri o certi architetti in caso di

commesse pubbliche o la semplificazione della pro-

cedura per le domande di costruzione.

Per favorire il coinvolgimento dei membri otia, il

Consiglio dell’Ordine ha proposto la creazione di

Commissioni consultive tematiche (cct otia) con lo sco-

po di dare la parola ai membri e di delegare a un

gruppo di membri otia l’analisi di una specifica pro-

blematica e di proporre al Consiglio dell’Ordine o

all’Assemblea le possibili soluzioni e le auspicate misu-

re da adottare. Il Consiglio dell’Ordine invita quindi i

propri membri a contribuire in prima persona al mi-

glioramento di otia e delle condizioni di esercizio del-

le professioni di architetto e di ingegnere in Ticino.

Durante l’Assemblea ordinaria del 9 aprile 2013, l’Ordine ingegneri e architetti del Cantone Ticino (OTIA) ha presenta-to le attività e i progetti che verranno svolti nel periodo 2013-2014. Un programma ambizioso non esclusivamente a favo-re dei membri OTIA, ma pure degli altri attori del settore della costruzione, in sintonia con gli scopi di OTIA, istituzione di interesse pubblico.

Il nuovo Consiglio dell’Ordine, presieduto dal nuovo

presidente ing. Nicola Nembrini e composto dai mem-

bri arch. Fabiola Nonella Donadini, arch. Marco del

Fedele (vice-presidente) e arch. Walter Bizzozero e

dai nuovi membri arch. Christian Rivola, ing. Stefano

Bernasconi e ing. Walter Moggio, avrà il compito di

occuparsi di una serie di progetti volti a concretizzare

gli obiettivi definiti nel 2011 e relativi a otia 2015.

In ambito di monitoraggio e applicazione della Legge LEPIA, otia intensificherà il controllo della sua applicazione

da parte dei Municipi in relazione alla firma delle do-

mande di costruzione. Confortato da una sentenza del

Tribunale federale e da sentenze del Tribunale canto-

nale amministrativo, otia interverrà per ripristinare

la legalità in caso di firma della domanda di costruzio-

ne da parte di ingegneri per opere a carattere architet-

tonico e da parte di architetti per opere d’ingegneria

civile. otia interverrà pure in caso di prestanomi, os-

sia nei casi in cui progettisti con l’abilitazione otia fir-

mano domande di costruzione su comanda, senza

aver progettato l’opera oggetto della domanda di co-

struzione. Le violazioni della Legge edilizia e della le-

pia verranno segnalate alla Commissione di vigilanza

e agli Enti locali, autorità di vigilanza amministrativa

sui Comuni. Un contributo significativo al rispetto del-

la lepia e della Legge edilizia è pure chiesto ai mem-

bri otia, che hanno la possibilità di segnalare al segre-

tariato otia ([email protected]) situazioni irregolari.

Per garantire una maggiore protezione dei commit-

tenti e fornire a otia e ai suoi membri uno strumento

legale efficace, il Consiglio dell’Ordine intende pro-

porre, tramite cat, alle autorità competenti la revisio-ne della LEPIA. Le proposte di revisione saranno messe

in consultazione all’interno di otia.

In ambito di monitoraggio e applicazione della LCPubb in

relazione alla lepia, otia intensificherà l’informa-

zione, in collaborazione con la sia, e il controllo verso

i committenti pubblici che organizzano concorsi di

I progetti di OTIA per il 2013-2014

C O M U N I C A T I OTIAA cura diDaniele Graberconsulente giuridico OTIAser [email protected]

18

Page 21: rivista archi 3/2013

VOLA AG I Mülistrasse 18 I CH-8320 Fehraltorf I Tel: 044/955 18 18 I [email protected] I www.vola.ch

Nuovo scalda asciugamani VOLA - Adesso anche per attacco elettrico

Scalda asciugamani sotto intonaco per delle soluzioni eleganti

personalizzate. Un sistema modulare composto da elementi riscal-

danti che si possono disporre come si vuole. Regolazione della

temperatura continua a scelta tra 20° e 50° C. Con funzione timer

Page 22: rivista archi 3/2013

Per maggiori informazioni rivolgersi a Flachglas (Schweiz) AG a Wikon oppure visitare il sito web www.flachglas.ch all’indirizzo e-Mail [email protected]

A R G O M E N T I trasparenti come il vetro

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

INFRASELECT®

Variare anziché ombreggiare

Il vetro di protezione solare variabile INFRASELECT® è oscurabile con precisa regolazione a stadi. Il passaggio della luce e del calore viene così regolato individualmente e adeguato alle condizioni meteorologiche, impedendo il surriscaldamento perfino a mezzogiorno in piena estate. Inoltre viene mantenuta la desiderata trasparenza verso l’esterno.

La collaborazione è d’argento,il partenariato è d’oro.

www.holzbau-plus.ch Il marchio di qualità nel settore della costruzione in legno.

Federico Pagnamenta, Aurelio Pagnamenta SA, 6917 Lugano Impresa insignita 2012– 2014

ww

w.fk

pide

ntity

.ch

Page 23: rivista archi 3/2013

SIA

21

C O M U N I C A T I

«Costruzioni di calcestruzzo» ha permesso di chiari-

re le interfacce con la geotecnica e i lavori in sotter-

raneo. La norma si applica a tutte le strutture por-

tanti definitive e alle fondamenta in calcestruzzo,

nonché alle strutture portanti armate definitive uti-

lizzate per i lavori in sotterraneo.

Dimensionamento: nell’ambito della misurazione i prin-

cipali adattamenti concernono i capitoli relativi al ta-

glio e al punzonamento. Le regole di misurazione

sono state modificate in linea con le nuove conoscen-

ze acquisite nell’ambito della ricerca e delle norme

internazionali (p. es. fib Model Code 2010).

Armatura minima: è stato ridefinito il coefficiente mini-

mo per le staffe di armatura per travi e piastre, in

modo da poter tener direttamente conto dell’influen-

za esercitata dalla resistenza del calcestruzzo e dell’ar-

matura per calcolare l’armatura minima richiesta.

Deformazioni dovute a variazioni di umidità: le deforma-

zioni si presentano ora suddivise in deformazioni do-

vute al ritiro di essiccamento e al ritiro autogeno. Ciò

costituisce un rinnovato adattamento alla norma eu-

ropea sn en 1992-1-1.

Cura e posttrattamenti: le disposizioni che concernono

la cura e i posttrattamenti del calcestruzzo sono state

integrate ai sensi della norma europea sn en 13670:2009.

Ora i criteri per il posttrattamento e la cura sono

suddivisi in quattro categorie, definite in funzione di

come si sviluppa la resistenza del calcestruzzo nell’ele-

mento di bordo.

Inoltre sono state definite più chiaramente le scaden-

ze che intercorrono tra la lavorazione, la messa in ten-

Da inizio anno sono in vigore le norme revisionate SIA per le strutture portanti, nella fattispecie «Costruzioni di calcestruz-zo» e «Costruzioni di acciaio», nonché la norma complemen-tare «Costruzioni di acciaio – Disposizioni complementari». Le norme sono ora disponibili e possono essere acquistate pres-so la SIA. Entro fine anno dovrebbe concludersi la revisione dell’intero pacchetto di norme SIA concernenti le strutture por-tanti (SIA 260-267).

Nel quadro della normalizzazione europea, l’Associa-

zione svizzera di normalizzazione (snv) si è impegnata

ad adottare l’insieme delle norme vigenti in ambito

europeo. Per il settore dell’edilizia, la snv ha incarica-

to la sia di assumersi questo impegno; le norme sia

per le strutture portanti sono dunque state adattate e

armonizzate in linea con gli «Eurocodici», le corri-

spondenti norme europee. Dato che le norme svizze-

re per le strutture portanti, pubblicate nel 2003, pog-

giavano ancora sulle prenorme europee (env) e sulle

bozze inerenti alle attuali norme europee sui prodot-

ti (prEN), era imperativo armonizzare l’insieme di

norme svizzere agli Eurocodici attuali. Inoltre, l’espe-

rienza raccolta negli anni nell’applicazione di tali

norme, sommata alla pubblicazione, nel gennaio del

2011, della nuova serie Mantenimento delle strutture por-tanti (sia 269 e segg.) hanno reso ancor più impellen-

te un aggiornamento in tal senso.

Principali novità della norma SIA 262 Costruzioni di calcestruzzo

Campo d’applicazione: la revisione della norma sia 262

La revisione delle norme per le costruzioni di calcestruzzo e acciaio

SIA

Elegante struttura in lamiera piegata: centro di

formazione sportiva Müllmatt, Brugg

Ingegnere civile: Fürst Laffranchi Bauingenieure

GmbH, Wolfwil: Architetto: Studio Vacchini Architetti,

Locarno. Foto: Christian Beutler / NZZ).

Ampia costruzione in acciaio con struttura a traliccio:

discarica per rifiuti speciali SMDK, Kölliken.

Impresa totale: ARGE SMDK Infra – Marti/Züblin –;

progettazione costruzione in acciaio: Züblin Stuttgart.

Foto: SMDK Kölliken

Page 24: rivista archi 3/2013

22

C O M U N I C A T I

sione e l’iniezione di acciaio e acciaio di precompres-

sione, nonché sanciti altri provvedimenti di tutela nel

caso in cui le scadenze fissate non potessero essere

rispettate.

Gamme dei prodotti: la gamma degli acciai d’armatura

e degli acciai di precompressione è stata armonizzata

al ventaglio di prodotti oggi disponibili sul mercato.

Nuovi quaderni tecnici: infine, con la revisione della

norma si sono integrati anche alcuni riferimenti ai

nuovi quaderni tecnici sia 2029:2013 Nichtrostender Betonstahl (Acciaio d’armatura inossidabile); sia

2030:2010 Recyclingbeton (Calcestruzzo di riciclaggio)

e sia 2042:2012 Vorbeugung von Schäden durch die Alka-li-Aggregat-Reaktion (AAR) bei Betonbauten (Prevenzione

dai danni provocati dalla reazione alcali-aggregati

(raa) in caso di costruzioni in calcestruzzo).

Parallelamente alla revisione della norma sulle co-

struzioni di calcestruzzo è stata elaborata anche la

norma complementare sia 262/1:2003 «Costruzioni

di calcestruzzo» – Disposizioni complementari che

sarà presumibilmente a disposizione verso la metà

del 2013.

Principali novità della norma SIA 263 Costruzioni di acciaio

Con la revisione della norma sia 263 «Costruzioni di

acciaio» si è voluto innanzitutto dare una struttura

più compatta e trasparente ai contenuti. Alcuni temi,

prima trattati in capitoli distinti, sono stati ora rag-

gruppati e in parte completati. Nei riferimenti alle

norme non è più indicata la data di pubblicazione. In

linea di principio vale dunque l’edizione attuale della

norma (tale principio si applica anche alla norma

complementare sia 263/1).

Verifica degli elementi di costruzione: le verifiche concer-

nenti la resistenza e la stabilità di travi e pilastri sono

ora contemplate da tre capitoli suddivisi in base alle

classi sezionali (cs). Per scegliere il metodo di verifica

adatto si può fare riferimento alla nuova tavola sinot-

tica sui controlli della resistenza e della stabilità per

travi e pilastri.

Calcolo della sezione efficace: per facilitare il calcolo del-

la sezione efficace nel caso della cs 4, la norma sulle

costruzioni di acciaio propone ora una formula sem-

plificata per determinare le larghezze efficaci.

Verifica allo svergolamento: la verifica allo svergolamen-

to, imperfezioni e posizionamenti inclinati per il cal-

colo in base alla teoria del secondo ordine è stata

adattata all’Eurocodice 3.

Calcolo del flusso di energia netto in caso di incendio: l’ap-

pendice C «Riscaldamento degli elementi strutturali

di acciaio in caso d’incendio» è stata integrata con

una formula semplificata per il calcolo del flusso di

energia netto sugli elementi in acciaio non protetti e

della curva della temperatura dell’aria in un dato in-

tervallo di tempo.

Le altre modificazioni concernono la riorganizzazio-

SIA

ne di alcuni contenuti normativi (verifica della fatica,

disposizioni costruttive) oppure lo scorporo di taluni

concetti e l’integrazione degli stessi in un’altra nor-

ma (fattori relativi ai carichi di servizio integrati nella

norma sia 261: 2013 Azioni sulle strutture portanti).

Principali novità della norma complementare SIA 263/1

Per quanto concerne l’elaborazione della norma sia

263/1 «Costruzioni di acciaio – Disposizioni comple-

mentari» l’obiettivo è stato soprattutto quello di limi-

tare i requisiti minimi, in modo che la norma restasse

conforme alla prassi e appellasse i produttori alle

proprie responsabilità.

Controlli e verifiche: i requisiti minimi di controllo e ve-

rifica sono stati ridotti (tabella 11) e integrati con una

precisazione sulle responsabilità assunta dal respon-

sabile del progetto.

Qualifica dei produttori: si sono mantenute le classi di

qualifica da H1 a H5, ma in parte completati i requi-

siti posti alle officine specializzate in saldatura (tabel-

la 12).

Si è aggiunta inoltre la tabella 13 «Scelta delle qualifi-

che dei produttori», con lo scopo di definire e sempli-

ficare l’attribuzione delle classi di produttori. La ta-

bella 14, anch’essa nuova, definisce invece le diverse

classi di conseguenze in caso di danno.

Agenda delle prossime revisioni concernenti le norme sulle strutture portanti

– SIA 260 Basi per la progettazione di strutture

portanti, in vigore presumibilmente dall’estate

2013

– SIA 261 Azioni sulle strutture portanti, in vigore

presumibilmente dall’estate 2013

– SIA 262 Costruzioni di calcestruzzo,

in vigore dall’1.1.2013

– SIA 263 Costruzioni di acciaio, in vigore

dall’1.1.2013

– SIA 264 Costruzioni miste di acciaio e calcestruz-

zo, in vigore presumibilmente dalla fine del 2013

– SIA 265 Costruzioni di legno, in vigore dall’1.1.2012

– SIA 266 Costruzioni di muratura, in vigore

presumibilmente dalla fine del 2013

– SIA 267 Geotecnica, in vigore presumibilmente

dall’estate del 2013

Acquisto delle norme

Le nuove norme SIA 262 Costruzioni di calcestruzzo

(102 pag g., CHF 243), SIA 263 Costruzioni di acciaio

(108 pagg., CHF 243), SIA 263/1 Costruzioni di acciaio

– Disposizioni complementari (44 pagg., CHF 90)

sono disponibili presso la SIA in tedesco e francese

al sito: www.webnorm.ch

La pubblicazione delle norme SIA 262 e 263 in italia-

no è prevista in autunno 2013.

Page 25: rivista archi 3/2013

SIA

23

C O M U N I C A T I

– Norma SIA 385/1:2011 Impianti per l’acqua calda

sanitaria negli edifici – Basi generali e requisiti

– Quaderno tecnico SIA 2023:2008 Ventilazione negli

edifici abitativi

– Quaderno tecnico SIA 2032:2010 Energia grigia negli

edifici

Pubblicazioni previste nell’estate 2013– Norma SIA 118/242 Condizioni generali relative alle

opere da gessatore

– Norma SIA 242 Opere da gessatore – Intonaci e

costruzione a secco

– Norma SIA 500:2009 Costruzioni senza ostacoli

– Quaderno tecnico SIA 2031:2009 Certificato energeti-

co degli edifici secondo SN EN 15217 e SN EN 15603

– Quaderno tecnico SIA 2039:2011 Mobilità – Fabbisogno

energetico in funzione dell’ubicazione dell’edificio

– Quaderno tecnico SIA 2040:2011 La via SIA verso

l’efficienza energetica

Pubblicazioni previste nell’autunno 2013– Norma SIA 262:2013 Costruzioni di calcestruzzo

– Norma SIA 260:2013 Basi per la progettazione di

strutture portanti

– Norma SIA 263 Costruzioni di acciaio

Per maggiori informazioni sulle norme SIA 262 e 263,

cfr. articolo alle pagine 21/22.

Tutte le pubblicazioni SIA sono disponibili al sito www.

webnorm.ch

Da inizio anno è attiva la nuova Commissione sia per

la traduzione in lingua italiana (cti) di norme, rego-

lamenti e quaderni tecnici sia. I professionisti della

Svizzera italiana, non solo gli architetti e gli ingegne-

ri, ma pure gli artigiani e gli impresari, così come i

committenti pubblici e privati, avevano espresso da

tempo la necessità di avere a disposizione maggiori

normative sia in lingua italiana. Il Comitato della

SIA centrale ha dato seguito alla richiesta creando a

fine 2012 la cti.

La cti ha lo scopo di coordinare la traduzione di do-

cumenti sia in lingua italiana, in particolare le nor-

me, i regolamenti e i quaderni tecnici. In linea con la

mansione affidatale dal Comitato della sia, la cti si

occupa di coordinare la traduzione, scegliere e valu-

tare il traduttore e predisporre e controllare la reda-

zione dei testi tradotti.

I membri della cti, eletti dal Comitato della sia, han-

no la funzione di coordinatori dei rispettivi ambiti di

competenza. La traduzione dei documenti sia è ese-

guita da traduttori specialisti nei rispettivi ambiti di

traduzione dei singoli documenti della Società.

Per garantire la giusta scelta dei documenti sia da

tradurre e per coordinare al meglio la loro traduzio-

ne, la cti ha il compito di lavorare a stretto contatto

con le sezioni sia del Cantone Ticino e del Cantone

Grigioni nonché con l’Ufficio amministrativo della

sia Centrale. La cti collabora con le amministrazio-

ni cantonali e le Scuole universitarie. Inoltre la Com-

missione collabora con sia Form, organizzando, se

necessario, corsi di formazione continua in materia

di norme, regolamenti e quaderni tecnici.

La Commissione cti svolge pure il compito di interlo-

cutrice verso terzi per informazioni inerenti alla tra-

duzione di documenti sia in lingua italiana (per

maggiori informazioni: sia - cti, Selnaustrasse 16,

Postfach, 8027 Zurigo; [email protected]).

* architetto e presidente Commissione cti

Norme/quaderni tecnici pubblicati nel 2012/2013– Norma SIA 118:2013 Condizioni generali per l’esecu-

zione dei lavori di costruzione

– Norma SIA 118/222:2012 Condizioni generali relative

ai ponteggi

– Norma SIA 382/2:2011 Edifici climatizzati – Fabbiso-

gno di potenza e di energia

– Norma SIA 384.201 (SN EN 12831:2003) Impianti di

riscaldamento negli edifici – Metodo di calcolo del

carico termico di progetto

– Norma SIA 384/6:2010 Sonde geotermiche

SIA

La nuova Commissione SIA per la traduzione in lingua italiana

Milena Giannini Piccardo*

GIORNATE SIA 2014: invito ad iscriversi

Nel 2014 si terrà la prima edizione di quella che in passato era la set-

timana dell’architettura «15n», ora ribattezzata «Giornate SIA dell’ar-

chitettura e dell’ingegneria contemporanee». Il concetto alla base di

questo grande evento di successo nell’ambito della cultura della co-

struzione si mantiene in buona par te invariato. In mag gio 2014, le

opere dei membri SIA apriranno le porte al grande pubblico e gli autori

saranno a disposizione per r ispondere alle domande dei v isitatori.

Parallelamente si terrà un ventaglio di eventi di accompagnamento.

Invece che sull’arco di nove giornate, l’evento d’ora in poi si terrà a

scadenza biennale, durante un fine settimana prolungato. Gli orga-

nizzatori hanno ripensato l’evento in questi termini poiché l’esperien-

za ha mostrato che durante la settimana lavorativa l’afflusso di pub-

blico era per lo più limitato e il ritmo annuale un po’ troppo serrato.

Come in passato, anche per le Giornate SIA 2014 si attendono opere ar-

chitettoniche e ingegneristiche recenti e in buona parte costruite da

esperti SIA. Per rendere possibile la visita di grandi opere infrastruttu-

rali e del genio civile, generalmente non più accessibili al pubblico du-

rante la fase di esercizio (p. es. gallerie), d’ora in poi sarà possibile an-

nunciare questi t ipi di proget to anche se i lavori non sono ancora

ultimati. La possibilità di una visita sarà chiarita di caso in caso.

Nel 2014 parteciperanno all’evento 16 delle 18 sezioni SIA (senza Grigioni

e Turgovia). Le iscrizioni vanno inoltrate entro il 28 giugno 2013 tramite il

nuovo sito web, costantemente aggiornato: www.giornate-sia.ch

Page 26: rivista archi 3/2013

24

C O M U N I C A T I

di ammissione o la mancata necessità di aderire in

veste di membro individuale se si è impiegati presso

una ditta affiliata. Interessanti anche i feedback sull’im-

magine della Società. La sia è descritta come una so-

cietà orientata alla tecnica e professionalmente com-

petente, ma anche come una «società conservatrice e

a composizione prettamente maschile» che non si

confronta mai con le questioni di parità dei sessi o di

genere.

Fase n. 2: misure

La seconda fase del progetto contempla la messa in

atto dei provvedimenti necessari in base ai risultati

raccolti. Attraverso una serie di progetti pilota si mira

a verificare misure idonee da applicare globalmente

alla Società.

L’intera procedura si articola in tre progetti parziali:

– il primo progetto parziale contempla la formulazio-

ne di target specifici destinati a organi sia selezio-

nati e l’elaborazione di metodi adatti per la realizza-

zione degli obiettivi entro il 2014;

– nel secondo progetto parziale è sviluppato un set

ausiliario per i datori di lavoro affiliati come ditta.

Le ditte pilota, che possono contare uno svariato nu-

mero di collaboratori, saranno selezionate mediante

un concorso annunciato dagli organi di pubblica-

zione e sul sito della sia;

– il terzo progetto parziale concerne la comunicazio-

ne regolare, mediante gli organi di pubblicazione e

la homepage della Società, delle attività e dei risul-

tati scaturiti.

* presidente della Commissione Donna e sia, direzione del

progetto, [email protected]

Note 1. Sondati: 7 impiegati dell’Ufficio amministrativo, presidenti

dei 4 gruppi professionali, 3 membri del Comitato delle

Sezioni, 9 membri della Commissione, 3 rappresentanti

delle associazioni di specialisti, 6 membri affiliati come

ditta, 9 membri individuali, 4 membri delle associazioni

professionali femminili. Per scegliere la composizio-

ne dei gruppi si è tenuto conto in modo equilibrato

di: sesso, impegni nell’ambito dell’assistenza, status

di dipendente o libero professionista, regione

e lingua.

In base a un sondaggio effettuato dalla Commissione Donna e SIA e l’Ufficio specialistico UND, la SIA è considerata profes-sionale e competente, ma ancora troppo conservatrice per quanto concerne le questioni in materia di parità dei sessi. Ormai però è tempo di cambiamenti.

All’interno della sia, la più grande associazione pro-

fessionale in ambito tecnico, la quota di rappresentan-

ti femminili continua a essere molto bassa. Il 31 di-

cembre 2012 la percentuale di donne era infatti solo

dell’11.4%. Su incarico del Comitato sia, la Commis-

sione Donna e sia si impegna dal 2003 al fine di ov-

viare a questa significativa sottorappresentanza fem-

minile. Per ricercare i motivi di questa situazione e

adottare le necessarie misure, un gruppo di lavoro

della Commissione 2010 ha avviato il progetto «sia –

l’associazione professionale all’avanguardia». Con il

supporto dell’Ufficio specialistico und (www.und-

online.ch), un organo indipendente gestito da un’as-

sociazione privata che da anni si impegna in favore

della conciliazione tra lavoro e famiglia, si vuole de-

terminare l’influenza che l’orientamento e la struttu-

ra societari rivestono sull’atteggiamento dei membri

sia nei confronti della Società.

Fase n. 1: analisi della situazione

L’Ufficio specialistico und ha avviato la propria anali-

si nell’aprile del 2011. Sulla base di 45 interviste tra-

sversali condotte con diversi esperti, che lavorano in

seno e al di fuori della sia, membri attivi e passivi, si è

formulata una valutazione qualitativa.1 Il sondaggio

ha passato in rassegna diversi argomenti tra cui: gli

obiettivi e le strutture societarie, le attività e i servizi,

la composizione degli organi e gli iter di reclutamen-

to, l’immagine e le condizioni di lavoro, nonché le

motivazioni pro e contro l’affiliazione alla Società. La

valutazione delle interviste è riassunta in un rappor-

to, approvato a Berna dal Comitato il 21 giugno 2012

e visualizzabile sul sito web della sia al link www.sia.

ch/berufsverband (solo in tedesco).

Dal sondaggio scaturisce che la sottorappresentanza

femminile è attribuibile a ragioni diverse. Tra le moti-

vazioni più spesso citate vi sono: una mancanza di tra-

sparenza degli iter di reclutamento da parte degli or-

gani, la poca disponibilità in termini di tempo, l’effetto

a imbuto (se ci sono poche donne che intraprendono

determinati cicli di studio ancora meno ve ne saran-

no che esercitano la professione e di conseguenza

che aderiranno alla sia), gli ostacoli nelle procedure

SIA

Progetto SIA – Per un associazione professionale all’avanguardia

Beatrice Aebi*

Altre informazioni sul progetto

Il rappor to con la valutazione delle inter viste e un

riassunto dei r isultati sono pubblicati ( in tedesco)

sulla pagina web della SIA al sito: w w w.sia.ch/be-

rufsverband.

Page 27: rivista archi 3/2013

Wissman SACP 154 Via Quatorta 15CH - 6533 Lumino+41 91 829 [email protected]

Wissman, dal 1929 posa e vendita di pavimentazioni per interno ed esterno

Il legno: un materiale che trasmette calore, accoglienza ed eleganza, capace di arredare gli spazi che amiamo.

fotografia © Menotti Specchia

Page 28: rivista archi 3/2013

O F F E R T E D I L A V O R O

Erfolgsmanagement für PLANUNG BAU IMMOBILIEN

K N E L L W O L F

Unsere Auftraggeberin ist ein grosses, international tätiges Gesamt-planungsbüro mit Sitz in Zürich. Das Unternehmen beschäftigt Fach-planer in den Bereichen Architektur, Ingenieurwesen und HLKSE. Vom ersten Entwurf an fliessen die Ideen aller Mitarbeitenden in ganz-heitliche Gebäudekonzepte ein. Das garantiert den Mitarbeitenden ein spannendes, interdisziplinäres Umfeld mit der Möglichkeit, auch fachbereichsübergreifend Einblicke zu gewinnen. Für den weiteren Aufbau und die Leitung des Fachbereichs Bauingenieurwesen suchen wir eine/n

Leitende/n Bauingenieur/in Bereich Tragwerksplanung

Ihre Aufgaben. Der Bereich Tragwerksplanung wurde bisher mehr-heitlich vom Hauptsitz im deutschsprachigen Ausland aus bedient und soll nun in Zürich weiter auf- und ausgebaut werden. Das breite Betä-tigungsfeld umfasst im Schwerpunkt die Bearbeitung komplexer Hoch-

bauprojekte mehrheitlich in den Bereichen Industrie- und Gewerbebau sowie Logistik. Die Führung und der weitere Ausbau des kleinen Teams bilden einen weiteren Tätigkeitsschwerpunkt. Darüber hinaus koordinieren Sie die Zusammenarbeit mit den übrigen Ansprechpartnern aus Bau-herrenvertretern sowie internen Fachbereichen. Ggf. bietet sich Ihnen auch die Möglichkeit, international tätig zu werden. Das Unternehmen fördert seine Mitarbeitenden mit interessanten Weiterbildungsmöglichkeiten so-wie einem attraktiven Partnerschaftsmodell.

Ihr Profil. Sie sind Bauingenieur mit Hochschulabschluss und haben 7–10 Jahre Praxiserfahrung in der Führung anspruchsvoller Projekte im Schweizer Markt. Vorzugsweise haben Sie Ihre fachlichen Schwerpunkte in den oben genannten Fachbereichen. Führungserfahrung ist nicht zwingend vorausgesetzt, sofern Sie bereit sind, zukünftig vermehrt Verant-wortung zu übernehmen. Weiter bringen Sie eine generalistische, interna-tional orientierte Denkweise sowie unternehmerisches Gespür und ein Flair für Kommunikation mit.

Sind Sie interessiert? Dann kontaktieren Sie Claudia Willi für nähere Informationen. Wir garantieren Ihnen absolute Diskretion.

Knellwolf + Partner AGTödistrasse 51 I 8002 Zürich I T 044 311 41 60 I F 044 311 41 [email protected] I www.knellwolf.com

Ihr Einstieg in eine Führungsaufgabe

L’Aiuto umanitario della Confederazione, di cui fa parte il corpo di milizia «Corpo svizzero di aiuto umanitario CSA», fa capo alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC e opera interventi in tutto il mondo. Attualmente 100 membri del Corpo sono attivi in oltre 30 Paesi a favore delle persone in difficoltà.

Per aumentare l’effettivo del Corpo abbiamo bisogno di nuovi specialisti per interventi diretti e per sostenere le organizzazioni internazionali (ONU). Si tratta di impieghi limitati nel tempo, soprattutto in Africa, Asia e nel Vicino Oriente. Cerchiamo in particolare:

architetti eingegneri civili

Requisiti: affidabilità, spirito d’iniziativa, flessibilità, metodo di lavoro indipendente ed efficace nonché disponibilità ad assumere la responsabilità di un progetto. Esperienza lavorativa all’estero in Paesi della cooperazione internazionale e con persone di altre culture. Ottime conoscenze di tutte le lingue ufficiali e dell’inglese. Ulteriori conoscenze linguistiche costituiscono titolo preferenziale. Cittadinanza svizzera o straniera con domicilio in Svizzera o nel Principato del Liechtenstein (permesso C), studio universitario o formazione tecnica equivalente, almeno tre anni di esperienza professionale, buona salute e resistenza allo stress. Età compresa tra i 30 e i 55 anni e disponibilità per impieghi di almeno sei mesi.

Mansioni: il campo di attività nell’ambito di progetti edili come la ricostruzione o il risanamento di edifici pubblici, case abitative e dell’approvvigiona-mento idrico o la pianificazione e la realizzazione di nuovi insediamenti e di alloggi temporanei comprende quanto segue: effettuare accertamenti per progetti edili, preparare i progetti, pianificare costi e scadenze, trattare con partner nazionali e internazionali, gestire il progetto nell’ambito delle prestazioni di appaltatori generali, occuparsi della progettazione esecutiva e della direzione dei lavori nonché concludere il progetto e tenere la documentazione sulle costruzioni.

Offerta: mettere le proprie conoscenze professionali al servizio dei valori umanitari della Svizzera, utilizzare e rendere accessibili le proprie conoscenze tecniche a favore delle persone in difficoltà e vivere in un ambiente interculturale. Salario e ferie calcolati in base allo standard svizzero, indennità di vitto e alloggio in loco, assistenza da parte di specialisti svizzeri competenti, perfezionamento specifico in attività affini.

Invitiamo a una manifestazione informativa o a un primo colloquio personale le persone interessate a collaborare con il Corpo svizzero di aiuto umanitario e che adempiono i requisiti. Inviare per favore un breve curriculum vitae di due pagine al massimo e una breve lettera di motivazione a:

DSC, Aiuto umanitario e CSASezione Risorse terreno AU, Edith Kramer, Sägestrasse 77/Köniz, 3003 BernaTelefono 031 322 31 24; fax 031 324 16 94; e-mail: [email protected] informazioni sul CSA sono consultabili su Internet all’indirizzo: http://www.deza.admin.ch/it/Pagina_iniziale/Attivita/Aiuto_Umanitario/Corpo_svizzero_di_aiuto_umanitario

Dipartimento federale degli affari esteri DFAE

Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSCAiuto umanitario e Corpo svizzero di aiuto umanitario CSA

Page 29: rivista archi 3/2013

des Sites, il Servizio Energia del Cantone e il Comita-

to degli abitanti, costituitisi come unica committenza,

ha risposto a un duplice obiettivo: il primo, di ordine

tecnico, circa la ricerca di una soluzione che conci-

liasse l’esigenza di retrofit tecnologico con la necessi-

tà di mantenere l’aspetto dell’involucro; il secondo,

di ordine più espressamente procedurale, legato alla

gestione degli interventi, piuttosto complessa anche

per la compresenza di alloggi sociali e alloggi privati.

È stata pertanto messa a punto una ricerca applicata,

che ha cercato di stabilire un equilibrio tra imperativi

energetici e criteri di tutela elaborando un vero e pro-

prio metodo di valutazione multicriteri che fornisse

una visione sintetica delle variabili patrimonio, eco-

nomia e energia (patrimoine, économie et énergie).

Il lavoro è stato articolato in quattro fasi: la prima di

analisi ha riguardato la diagnostica e la documenta-

zione; la seconda ha definito i possibili livelli di inter-

vento (manutenzione ordinaria, manutenzione stra-

Il 26 marzo sono stati annunciati i vincitori dei premi

2013 di Europa Nostra, l’associazione per la tutela del

patrimonio culturale e naturale europeo. I 30 vinci-

tori (su oltre 200 candidature) saranno premiati il 16

giugno all’Odeon di Erode Attico ad Atene alla pre-

senza di Karolos Papoulias, presidente della Grecia,

Androulla Vassiliou, commissaria europea per l’edu-

cazione la cultura, il multilinguismo e la gioventù, il

cantante Plácido Domingo è il presidente di Europa

Nostra. Tra i progetti vincitori è stata premiata la ri-

cerca sviluppata tra il 2008 e il 2011 dal professor

Franz Graf e da Giulia Marino del Laboratoire des

Techniques et de la Sauvegarde de l’Architecture Mo-

derne (tsam) dell’Ecole Polytechnique Fédérale de

Lausanne (epfl-enac) sugli involucri di facciata cur-

tain-wall della Cité du Lignon di Ginevra.

È la seconda volta che la Svizzera, paese che non fa

parte dell’EU Culture Programme, riceve un premio

da Europa Nostra.

Considerata come la più spettacolare operazione resi-

denziale svizzera, la Cité du Lignon di Ginevra, co-

struita tra il 1963 e il 1971 da Georges Addor, Domini-

que Julliard, Louis Payot e Jacques Bolliger architectes,

è un complesso di 2.780 unità abitative, originaria-

mente pensato per rispondere a un bisogno abitativo

di circa 10.000 abitanti e composto da due torri di 26

e 30 piani e un corpo più basso che va dagli 11 ai 15

piani che si sviluppa su una linea spezzata di 1.065

metri di lunghezza. Questo impianto favorisce il so-

leggiamento diurno degli appartamenti, tutti traver-

santi, e ritaglia una serie di spazi esterni attrezzati

a parco pubblico particolarmente curati. Tutti gli ele-

menti di facciata sono studiati in una logica di sempli-

ficazione del processo costruttivo: un’ossatura in cal-

cestruzzo armato con sistema industriale prefabbricato

di stampo francese, il coffrage tunnel, e una facciata a

curtain-wall di 125.000 mq prefabbricata in officina

composta da pannelli in legno e alluminio. Il valo-

re patrimoniale della Cité è stato sancito da un plan

de site adottato nel 2009 dal Cantone di Ginevra, una

misura di tutela a scala urbana che prevede la conser-

vazione degli involucri e dei suoi spazi esterni.

Per rispondere ai nuovi imperativi di contenimento

dei consumi energetici, una assoluta priorità in Sviz-

zera, il complesso richiedeva una serie di interventi di

riqualificazione energetica che tenessero in conto an-

che il rispetto della preesistenza. Con l’obiettivo di

fornire un insieme di norme a cui attenersi per i futu-

ri interventi sull’edificio, la ricerca condotta dallo

tsam e commissionata dall’Office du Patrimoine et

La Cité du Lignon di GinevraIl progetto di rinnovo e riqualificazione energetica degli involucri

Cristiana Chiorino* foto Claudio Merlini

N O T I Z I E G E

Page 30: rivista archi 3/2013

del dopoguerra in Europa e dal rigore metodologico

del progetto pilota sviluppato.

La ricerca e la sua metodologia potrebbero infatti esse-

re estese al patrimonio di architettura contemporanea

diffuso oggi bistrattato. I dati statistici a scala europea

sono in questo senso molto eloquenti: il costruito esi-

stente rappresenta circa il 40% dei consumi energetici

globali. Sulla base di questa constatazione, il migliora-

mento delle performance termiche del settore edilizio

è considerato come una vera priorità in una logica,

molto in voga ma spesso mal interpretata, di sviluppo

sostenibile. Questo avviene però spesso con interventi

massicci sulla materialità originaria degli edifici.

L’architettura della seconda metà del XX secolo,

soprattutto del periodo 1950-1970, prima della crisi

petrolifera degli anni settanta, è proprio la vittima

principale. Spesso considerata aprioristicamente ener-

givora, l’architettura del secondo dopoguerra è invece

molto fragile e spesso minacciata. Spesso le difficoltà

socioculturali del suo riconoscimento monumentale,

sono il pretesto per trasformazioni radicali che non

tengono in alcuna considerazione il valore architetto-

nico degli edifici né le reali possibilità di intervento.

Quindi si sprecano le sostituzioni di involucro, la

costruzione di doppie pelli incongrue, l’isolamento a

cappotto dall’esterno. Lungi dall’essere considerato

una risorsa questo patrimonio è vittima di pratiche

che privilegiano soluzioni drastiche di retroffitting

energetico, senza neanche verificare le performance

reali degli edifici.

* architetto e storico dell’architettura, Docomomo Italia

ordinaria, recupero, sostituzione del sistema di

facciata); la terza è consistita nella «guidance table»,

matrice comparativa dei dati riferiti alle diverse tipo-

logie di intervento; la quarta ha riguardato i prototipi

e le specifiche di progetto selezionate (manutenzione

straordinaria e recupero), ed è stata finalizzata all’e-

laborazione di un repertorio di soluzioni tipo (di det-

taglio) riferibili ai diversi livelli di intervento.

Questi dati parametrizzabili hanno costituito il riferi-

mento per la scelta dell’opzione meno invadente sul

piano della conservazione e più efficiente sul piano

prestazionale. La tipologia dell’intervento può essere

scelta dagli abitanti, in base alle proprie esigenze e

disponibilità economiche, tra il ventaglio di soluzioni

tipo. Il repertorio, validato dalle amministrazioni

pubbliche coinvolte e allegato al Plan de Site, è diven-

tato uno strumento di indirizzo e di controllo per

ogni intervento sull’involucro.

Strumento operativo e flessibile che integra prescri-

zioni dettagliate su messa in opera e su performance

termiche dei componenti, questo repertorio rappre-

senta un vero manuale di conservazione preventiva

dell’insieme residenziale, che oggi è oggetto di diver-

si cantieri di restauro.

Il metodo di valutazione multicriteri, fondato sulla

conoscenza esaustiva dell’oggetto costruito, la sua

materialità e le sue caratteristiche intrinseche, messo

a punto dallo tsam, ha quindi conquistato la giuria,

che si è detta affascinata dalla problematica che po-

trebbe essere allargata a diversi complessi abitativi

28

A 1 dalles et murs por teurs en béton armé coulé sur place

A2 goujons d’ancrage des façades en acier galvanisé

A5 agrafes d’ancrage en alliage d’aluminium Anticorodal-B

A4 isolation en laine de verre

D.7 profilés d’amarrage an alliage d’aluminium Ex trudal-B

D.8 faux-plafond suspendu: plaques de fixation en bois aggoméré Novopan: 1.5 cm

D.9 faux plafond suspendu en lamelles de bois Redwood non traité: 1.5 cm

5. isolation laine de roche, 14 cm ( =0.036 W/m K)

10 profilés de retenue en acier inox brut brossé

ajout d’un profilé tubulaire en par tie haute

10 nouveaux panneaux de remplissage en Eternit

(t ype Eternit Swisspearl Carat)

D.16 montants et plaques de fixation en aluminium

9.c ferblanterie, acier inox ydable t ype Mattplus

9.c isolant Aerogel t ype Spacelof t

1 feuille x 10 mm ( =0.013 W/m K)

remontée en béton armé coulé sur place

9.a nouveaux paniers d’écolulement

dallette per forée (non scellée) au droit des écoulements

9.b nouveau profilé de recouvrement, acier inox ydable t ype Mattplus

9.b isolant Aerogel t ype Spacelof t

1 feuille x 10 mm ( =0 .013 W/m K)

9.b bande d’étanchéité EPDM

C.21 couvre-joints: tôle en alliage d’aluminium Ex trudal-B

C.22 cordons d’étanchéité en Néoprène

7 répose dallage d’origine en pierre

ar tif icielle, sur sable, joints mor tier

7 étanchéité multicouche

7.b isolant Aerogel t ype Spacelof t

4 feuilles x 10 mm ( = 0.013 W/m K)

7.a isolation PUR, 20 mm ( = 0.028 W/m K)

7.a panneaux isolants sous-vide t ype

Vacuum 26 mm ( = 0.009 W/m K)

7 barrière de vapeur, t ype EP4

D.1 plaques «Alba», montées sur châssis en bois; 6 cm

6.a panneaux isolants sous-vide t ype Vacuum

30 mm ( =0.009 W/m K)

6.b isolant Aerogel t ype Spacelof t

3 feuilles x 10mm ( =0.013 W/m K)

D.3 revêtement: plaques de fixation en bois aggoméré

Novopan; 1.5 cm

D.4 revêtement en lamelles de bois Redwood non traité; 1.5 cm

D.5 - fenêtres t ype Roto conser vées;

D.6 châssis et ouvrants oscillo-battants en bois d’acajou

13 nouveau vitrage isolant U=1 .0 W/m2 K,

4/10/4, trempré intérieur

intercalaires ACS. =0.06 W/m K

sur-cadre en bois d’acajou

D.6 store à lamelles

D. 6 simple vitrage; 0.3 cm

Disegno di Giulia Marino, EPFL-ENAC TSAM

Page 31: rivista archi 3/2013

Un valore aggiunto per il vostro immobile:il collegamento via cavo HD con ancora più prestazioni

Maggiori informazioni al numero 0800 66 88 66 oppure sul sito upc-cablecom.ch/collegamento

Più prestazioni, più emozioni.

=InternetCollegamento

via cavo HDDigital TV

+ +Phone

Optate già oggi per la rete del futuro. Attraverso la rete via cavo HD, upc cablecom offre l’accesso a 55 canali TV digitali senza codifica, di cui 19 in qualità HD garantita. Contemporaneamente beneficiate di una connessione Internet gratuita che nella maggior parte delle regioni arriva a una velocità di 2 000 Kbit/s.

Il collegamento via cavo HD offre accesso a una navigazione ancora più veloce fino a 150 000 Kbit/s, a un’esperienza televisiva digitale ancora più intensa e alle vantaggiose offerte della telefonia.

Ugo Bassi SAvia Arbostra 35CH-6963 Lugano-Pregas-sonaTel. 091 941 75 55Fax 091 940 95 [email protected]

PatrocinioOrganizzatore

SUISSE PUBLICEsposizione svizzera specializzata per aziende

e amministrazioni pubbliche

Berna, 18 – 21.6.2013La Fiera di Berna

www.suissepublic.ch

Associazione deiComuni Svizzeri

Offerta RailAway FFS a prezzo ridotto.

Page 32: rivista archi 3/2013

T I

30

Gran Bretagna, gli standard minimi previsti per gli

alloggi sociali sono spesso più generosi di quelli appli-

cati sul mercato immobiliare dalle imprese private.

Noi rispettiamo il lavoro di elaborazione di standard e

norme da parte del governo, delle autorità locali e del-

le cooperative edilizie.

Un altro importante vincolo è quello finanziario ma,

anche in questo caso, non lo consideriamo un limite,

sebbene ovviamente abbia un impatto enorme sulle

ambizioni architettoniche di un progetto.

Un altro aspetto della serie di vincoli che vanno tenuti

in considerazione è l’ubicazione di un progetto, il con-

testo urbano in cui si trova. Nella nostra esperienza

l’edilizia sociale implica generalmente una situazione

urbana, e il nostro impegno è sempre volto ad assi-

curare che il linguaggio architettonico e l’immagi-

ne dell’edificio non siano percepiti come l’imposi-

zione di modelli architettonici autoreferenziali.

In Svizzera, a Ginevra o a Zurigo, le esigenze, le caratteristi-che, gli approcci sono diversi? Se sì, per quali ragioni? In base alla nostra esperienza, in Svizzera, e in parti-

colare a Zurigo e a Ginevra, le esigenze sono abba-

stanza simili. Sia Ginevra che Zurigo soffrono di una

carenza di alloggi in genere, e di residenze sociali in

particolare. Le parti coinvolte a livello politico e locale

nella fornitura di alloggi per ovviare a questo deficit

sono a nostro parere ben organizzate e propositive. La

tendenza generale in entrambe queste situazioni ur-

bane è di promuovere la densificazione entro i limiti

territoriali esistenti, piuttosto che l’espansione verso

l’esterno. Sia Ginevra che Zurigo utilizzano un siste-

ma di concorsi d’architettura ben organizzato e ben

gestito che mira a selezionare una risposta architetto-

nica adeguata alle esigenze di ogni singolo progetto.

In fase di concorso gran parte della discussione ruota

«Affordable houses», di cui in Inghilterra esiste una vasta gamma di tipologie, sono una risposta a un insieme complesso di impulsi economici, sociali e psicologici. Alcune famiglie pos-sono scegliere di spendere di più per la locazione di un’abitazio-ne, mentre altre non possono permetterselo. Negli Stati Uniti, in Canada o in Francia, una linea guida generalmente accet-tata per l’accessibilità abitativa è un costo di locazione che non superi il 30% del reddito lordo di una famiglia. J. Sergison e S. Bates sono stati autori di una mostra, alla Biennale di Architettura di Venezia del 2013, dal titolo «Feeling at home» . Il tema si occupava della qualità degli alloggi a canone calmierato in Europa, parten-do da un’analisi storica dell’approccio, che vanta una lunga tradizione nel Regno Unito. J. Sergison nel suo atelier di pro-gettazione a Mendrisio ha coinvolto gli studenti sull’argo-mento in varie situazioni e diverse città europee.

Laura Ceriolo: Cosa comporta per voi lavorare nel campo delle abitazioni ad affitto calmierato? Di quali vincoli e ne-cessità deve tener conto un architetto? Jonathan Sergison: Lavorare nel campo dell’edilizia

sociale significa principalmente che nel nostro ruolo

di architetti miriamo a trovare soluzioni abitative ra-

zionali e adatte ai futuri residenti, con i quali non ab-

biamo alcun genere di relazione, a differenza di

quanto avviene nel caso di un incarico ottenuto diret-

tamente dal cliente. Per rispondere a una serie di esi-

genze che sono definite solo in termini generici è

pertanto necessario un esercizio di immaginazione.

Nella storia dell’architettura, è solo verso la fine del

XIX secolo che gli architetti iniziano a occuparsi del-

le esigenze dei meno abbienti. Questo ha richiesto

l’elaborazione di risposte architettoniche precise e

chiare al bisogno di soluzioni abitative collettive di-

gnitose e vivibili.

Come architetti è nostra intenzione fornire soluzioni

abitative dignitose, ben progettate, flessibili, rispetto-

se dell’ambiente e, nei limiti imposti dal budget dispo-

nibile, ben costruite. Non siamo interessati ad alcuna

forma di sperimentazione sociale, ma crediamo che

l’edilizia sociale contemporanea debba avere aspira-

zioni architettoniche. La nostra ricerca di risposte alla

domanda di alloggi ci porta sempre più spesso a guar-

dare ad esempi e modelli sviluppati nel corso degli ul-

timi 150 anni. Per quanto riguarda i vincoli a cui l’edi-

lizia sociale è soggetta, non li consideriamo una

componente negativa del nostro lavoro. L’edilizia so-

ciale è regolamentata da normative molto precise nel-

la maggior parte dei Paesi europei. Nel caso della

A cura diLaura Ceriolo

A C C A D E M I A A R C H I T E T T U R A M E N D R I S I O T I

Affordable housingIntervista a Jonathan Sergison* sullaresideza di qualità a pigione moderata

Edificio residenziale urbano con asilo nido,

Ginevra

Fo

to

Da

vid

Gr

an

do

rg

e

Page 33: rivista archi 3/2013

intorno al concetto urbano del progetto e all’organiz-

zazione della planimetria. Nonostante piccole diffe-

renze di dettaglio nelle culturale regionali, gli approc-

ci utilizzati hanno molto in comune.

Le abitazioni ad affitto accessibile sono sinonimo di qualità e benessere per i loro residenti? Cosa significa per voi «Feeling at home»?Dovrebbe essere così, ma nel caso del Regno Unito la

privatizzazione della costruzione degli alloggi sociali

ha inevitabilmente creato pressioni a dar maggior

peso agli aspetti finanziari di quanto non avvenisse in

passato. Secondo la nostra esperienza molti di coloro

che lavorano all’interno delle cooperative edilizie

sono ben consapevoli delle esigenze di cui si occupa-

no e delle responsabilità che hanno, ma spesso l’im-

patto degli imperativi finanziari rende il loro compito

più impegnativo, e questo inevitabilmente influisce

sulla qualità dei progetti.

Quanto al «sentirsi a casa», il termine implica in qual-

che misura un sentimento di appartenenza, il sentirsi

a proprio agio, il sentirsi al sicuro. Sicuramente si trat-

ta dell’aspettativa più ragionevole che si possa avere in

una società contemporanea ben ordinata, e l’architet-

tura ha un ruolo importante da svolgere nel raggiun-

gimento di questa aspirazione.

Qual è la tua esperienza con gli studenti che fai lavorare su questi temi?Il mio partner Stephen Bates è professore di Urbanisti-

ca e progettazione architettonica alla Technische Uni-

versität di Monaco di Baviera, e fin dall’inizio del mio

incarico all’Accademia di Architettura di Mendrisio il

mio programma didattico ha dedicato grande atten-

zione all’urbanistica e all’edilizia residenziale. Questo

di per sé è una chiara indicazione del nostro interesse

e del nostro entusiasmo per questi temi. Aver dedicato

molti semestri didattici allo studio di progetti di edili-

zia residenziale ad alta densità e di altezza limitata in

varie città, per lo più europee, è stata un’esperienza

gratificante, e direi che i risultati ottenuti sono stati

positivi. A Mendrisio gli studenti possono scegliere qua-

le programma di insegnamento seguire, ma io ho sem-

pre trovato grande interesse ed entusiasmo per le que-

stioni legate all’edilizia sociale nel mio atelier. Gli

studenti sono consapevoli del fatto che l’edilizia resi-

denziale costituisce una delle maggiori componenti del

tessuto urbano di qualsiasi città contemporanea e che

la necessità di affrontare la domanda di alloggi in con-

testi urbani specifici è un aspetto inevitabile della prati-

ca professionale per la maggior parte degli architetti.

* architetto, professore all’AAM

*Sapevate che…il refrigerante inquinante R22 non può essere più prodotto dal 01.01.2010 e tutti gli impianti di climatizzazione con R22 devono essere sostituiti entro il 2015?

Info-Telefono: 071 313 99 22

www.chiller.tca.ch

Puntate ora sulla classe d‘energia A!

Vi mostriamo come raffreddare e riscaldarein modo più economico, efficiente e più rispettoso dell’ambiente con i sistemi ad acqua refrigerata più moderni e con le tec-nologie di pompe di calore più avanzate.

RAFFREDDARE E RISCALDARE... ...da noi si scrive già a grandi lettere e in verde!

Page 34: rivista archi 3/2013

32

Un guscio altamente performanteIl nuovo centro commerciale a Chiasso

Uno zoccolo che lo separa dall’ambiente circostante, una piazza con specchi d’acqua e fontane, un oggetto ellissoidale, con guscio autoportante in calcestruzzo armato spruzzato (il più grande mai realizzato in Europa e forse al mondo), adagiato, come i ciottoli di fiume che da bambino vedevo ri-specchiarsi nelle acque del Breggia, sullo specchio d’acqua del-lo zoccolo. Un oggetto che per la sua forma, la sua collocazio-ne e il suo materiale si stacca dall’ambiente circostante, pur dialogando con le sue preesistenze; gli edifici di Tita Carloni «murata della città», l’edificio in mattoni di Peppo Brivio «testa del ponte sul Breggia», i ripari fonici di Mario Botta di cui il COC diventa il finale. Un centro commerciale con forma particolare, un centro commerciale quale segno, un centro commerciale quale simbolo dello sviluppo futuro della città.

Elio Ostinelli

Strutture in calcestruzzo a forma di guscio

La costruzione di gusci in calcestruzzo ha inizio nei

primi anni del XX secolo in particolare in Germania

(Franz Dischinger) e in Spagna (Eduardo Torroja).

Queste strutture, caratterizzate dalla doppia curvatu-

ra in sezione verticale e orizzontale, possono supera-

re luci libere importanti (fino ad alcune decine di

metri) con spessori estremamente ridotti (a partire

da 3-4 cm). La loro forma si riconduce in questi primi

anni (dal 1910 fino al 1940) a geometrie che possono

essere definite analiticamente come parti di sfere, ci-

lindri oppure paraboloidi iperbolici. L’utilizzo di gu-

sci limitato a questo genere di forme è dovuto essen-

zialmente alla difficoltà di analizzare queste strutture,

il cui dimensionamento è in genere governato da

modi di rottura particolari come l’imbozzamento (in-

stabilità locale sotto l’azione di forze di compressione)

oppure il taglio in corrispondenza di zone di disconti-

nuità (zone di appoggio dei gusci).

Uno sviluppo interessante dei gusci è avvenuto dal

1940 fino al 1970, in particolare in America latina con

le opere progettate dall’architetto spagnolo Felix Can-

dela e dell’ingegnere uruguayano Eladio Dieste, opere

caratterizzate da forme più libere rese possibili dall’im-

piego di metodi di calcolo semplificati e basati essen-

zialmente sull’equilibrio delle forze agenti. In Svizzera,

l’ingegnere Heinz Isler ha costruito negli anni 1960-

1980 molte strutture a guscio con forme inusuali defini-

te e ottimizzate in base ad analogie meccaniche.

Negli ultimi due decenni, la possibilità di utilizzare

materiali nuovi (ad esempio il calcestruzzo fibro-rin-

forzato) e lo sviluppo di programmi di calcolo sem-

Elio Ostinelli

Aurelio MuttoniFranco Lurati

Miguel Fernández Ruiz

pre più performanti, hanno permesso lo sviluppo di

gusci con forme sempre piú ambiziose. Oggi come in

passato, la comprensione del ruolo della doppia cur-

vatura e degli stati limite che governano il dimensio-

namento di queste strutture rimane comunque es-

senziale per la progettazione di gusci in calcestruzzo.

P R O G E T T I T I

Fo

to

Ma

rc

o I

nt

ro

ini

Fo

to

Ma

rc

o I

nt

ro

ini

Fo

to

Ma

rc

o I

nt

ro

ini

testo Franco Lurati

Page 35: rivista archi 3/2013

33

Centro Ovale; Chiasso Progetto architettonico pubblicato in Archi 5/2011

Committente Centro Ovale 1 SA; Chiasso-Anversa

Architetto Elio Ostinelli; Chiasso

Collaboratori B. Kurtze, M. Tognella, S. Tettamanzi, P. Vincenzi, M. Piccinelli, P. Fossati,

D. Dagliano, F. Franchi, E. Bizzotto, E. Dmitrieva, V. Voltolin, E. Plebani,

E. Longo-Minnolo, A. Romano, C. Turconi, C. Leuenberger, B. Ballabio

Projekt Manager Gianluca Lopes, Artech Projekt Manager; Lugano

Strutture in CA Philippe Bombeli, Ingg. Amsler & Bombeli; Ginevra-Losanna

Concetto strutturale Aurelio Muttoni, Franco Lurati, Lurati Muttoni Partner SA; Mendrisio

e progetto guscio in CA Miguel Fernández Ruiz, Muttoni & Fernández IC SA; Écublens

Ingeniere RVS Francesco Visani, Visani-Rusconi-Talleri; Lugano

Ingeniere imp. elettrici Dario Menaballi, Elettroconsulenze Solcà; Mendrisio

Fisica della costruzione Sergio Tami, IFEC; Rivera

Consulente ambientale Dario Bozzolo, IFEC; Rivera

Consulente sicurezza Della Casa, Istituto di Sicurezza; Lugano

Impresa costruttrice Muttoni SA, Bellinzona

Fo

to

Ma

rc

o I

nt

ro

ini

Page 36: rivista archi 3/2013

34

P R O G E T T I T I

Perché un guscio di copertura in calcestruzzo per il Nuovo Centro Commerciale di Chiasso?

Il guscio di copertura di Chiasso ha forma ellissoida-

le ed è stato realizzato nel 2011. La scelta di realizzare

il guscio in calcestruzzo risulta da uno studio di va-

rianti che ha messo a confronto la realizzazione del

guscio utilizzando strutture in legno, in acciaio oppu-

re in calcestruzzo.

Nei primi due casi, la struttura sarebbe stata costitui-

ta da un graticcio di elementi lineari (aste) in legno

rispettivamente in acciaio collegati fra loro in corri-

spondenza dei nodi oppure da una serie di archi.

L’opzione del graticcio avrebbe comportato un gran

numero di nodi tutti diversi e uno spessore struttura-

le di alcuni decimetri, mentre quella della serie di ar-

chi avrebbe comportato uno spessore molto impor-

tante (oltre un metro).

Nel caso del calcestruzzo, invece, lo spessore può es-

sere ridotto fino a 10 cm. Questo permette di ottimiz-

zare le superfici di vendita interne (Fig. 1). Inoltre, in

questo caso, il guscio è costituito da elementi di su-

perficie continua che permettono di evitare nodi di

collegamento complicati e onerosi.

Per questi motivi, la realizzazione in calcestruzzo rap-

presenta la soluzione più interessante dal profilo eco-

nomico.

Geometria e caratteristiche principali del guscio

La forma del guscio è caratterizzata da un ellissoide i

cui assi principali misurano 92.80  m di lunghezza,

51.80 m di larghezza e 27.00 m di altezza (Fig. 2).

L’ellissoide è tagliato da un piano orizzontale e ap-

poggiato su lame in calcestruzzo disposte lungo il pe-

rimetro riducendo così l’altezza del guscio a 18.24 m

(Fig. 3). Alla sommità del guscio è presente un’aper-

tura zenitale di forma ellittica (10.21 m x 5.70 m), che

permette di portare la luce naturale all’’interno della

struttura. Inoltre, da quota 4.81  m fino a quota

18.78  m, sono distribuiti sulla superficie del guscio

1024 oblo di diametro pari a 0.40 m.

Lo spessore del guscio varia da un minimo di 10 cm a

un massimo di 12 cm. All’interno di questo spessore

sono disposti quattro strati di armatura, in direzione

radiale (meridiani) e in direzione tangenziale (paral-

leli). Le sollecitazioni maggiori dell’armatura si ri-

scontrano in corrispondenza dell’appoggio del gu-

scio sulle lame in calcestruzzo rispettivamente in

corrispondenza dell’apertura zenitale in sommità

(zone di discontinuità).

La zona in prossimità dell’equatore, da quota 5.50 m

a quota 12.60 m, presenta uno spessore di 12 cm ed è

precompressa mediante 35 cavi di precompressione

(monotrefoli 0.6” post-tesi e iniettati). In questa zona,

il calcestruzzo è inoltre rinforzato mediante fibre in

acciaio (20÷40 kg/m3) in modo da poter meglio con-

trollare la fessurazione del calcestruzzo, l’assorbi-

mento delle forze di deviazione dei cavi e la ripresa

dello sforzo di taglio alla base.

1. Influsso dello spessore del guscio sulle superfici

di vendita: (a) guscio con spessore importante;

(b) guscio di spessore ridotto

2. Ellissoide e assi principali

3. Sezioni principali: (a) sezione sull’asse longitudi-

nale; (b) sezione sull’asse trasversale

1.

2.

3a.

t

0.10 m

Page 37: rivista archi 3/2013

35

3b.

P R O G E T T I T I

Costruzione

La costruzione del guscio è iniziata nel mese di aprile

2011 mediante la posa della centinatura costituita da

travi di legno lamellare poste a un interasse di ca. 2 m

(Fig. 4 sup.). La costruzione è poi proseguita con la

posa di travi secondarie in legno (Fig 4 inf.) e di pan-

nelli multistrato costituenti il cassero del guscio.

Durante il mese d’agosto 2011 ha avuto inizio la posa

dell’armatura (Fig 5 sup.) e dell’acciaio di precom-

pressione in prossimità dell’equatore (Fig. 5 inf.). La

parte inferiore del guscio è stata realizzata in calce-

struzzo spruzzato e la parte superiore, dove la pen-

denza è inferiore a 15°, in calcestruzzo convenzionale

gettato in opera. Il getto è terminato nel mese d’otto-

bre 2011. Dopo che il calcestruzzo ha raggiunto la

resistenza a compressione prevista, la struttura è stata

parzialmente precompressa e il cassero è stato allon-

tanato nella parte inferiore del guscio. A questo pun-

to, la precompressione ha potuto essere applicata nel-

la sua totalità e la parte superiore del cassero abbassata

in fasi successive.

Per il guscio di copertura sono stati utilizzati 650 m3

di calcestruzzo (classe C30/37), 227 t d’acciaio d’ar-

matura, 7 t d’acciaio armonico per cavi di precom-

pressione e 13 t di fibre in acciaio.

4. 5. 6.

7.

Foto Simone Mengani

Foto Simone Mengani

4, 6 Costruzione del guscio: 4 sup. centine principali;

4 inf. travi secondarie

5 Costruzione del guscio: 5 sup. posa dell’armatu-

ra; 5 inf. posa dell’acciaio di precompressione

7 Immagini del guscio a lavori ultimati

Page 38: rivista archi 3/2013

Elettricità Falconi SAVia Ghitello 4 - CH 6834 Morbio Inferiore

Tel. +41 91 695 72 72 - Fax +41 91 695 72 70

KONE MaxiSpace®, è un impianto appositamente studiato per la sostituzione di vecchi

ascensori in edifici esistenti. È il primo ascensore basato sull’innovativa tecnologia KONE

che elimina la necessità del contrappeso, oltre che del locale macchina, utilizzando al meglio

lo spazio esistente senza richiedere modifiche al vano.

Lo spazio precedentemente occupato dal contrappeso può essere utilizzato a favore della

cabina, che in tal modo diventa fino a un terzo più ampia di prima.

Elettricità Falconi è esclusivista per il Canton Ticino e i Grigioni di KONE MaxiSpace®

La conquista dello spazio?Ci pensa Falconi.

www.falconi.ch

Contattovon Ballmoos SA Tödistrasse 46 · CH-8810 Horgen · Telefono +41 44 727 42 42 · Fax +41 44 727 42 [email protected] · www.vonballmoos.com

MONOCARD 4Il biglietto di visita del vostro Parking.

Stella Ponteggi Sagl 6721 Ludiano

Tel. +41(0)91 870 21 91Fax. +41(0)91 870 21 92

[email protected]

• Progettazione e costruzione di capannoni prefabbricati• Carpenteria metallica in genere• Serbatoi per olio da riscaldamento e benzina• Tubazioni ed impiantistica in acciaio inossidabile• Sili e contenitore per lo stoccaggio di materiali solidi e liquidi• Contenitori per vetro usato e altri rifiuti riciclabili• Costruzioni saldate con procedimenti E, MIG-MAG e TIG• Servizio con autogrù 35 t• Porti turistici e pontili

Officine Ghidoni SAVia al Pizzante 9 - 6595 Riazzino

Tel. +41(091) 850.50.00 - Fax. +41(091) [email protected]

Page 39: rivista archi 3/2013

Nahtlos isolieren auf ovaler Betonschale

Pluimers Isolierung in Rijssen (Niederlande) ist spezialisiert auf das Spritzen von Polyu-rethan-Isolierungen und hat bereits früher für den Auftraggeber europäische Hafenhal-len zu seiner grossen Zufriedenheit isoliert.

Das Einkaufszentrum Centro Ovale in Chiasso mit seiner ovalen Form stellte aussergewöhnliche Anforderungen an alle am Bau beteiligten Unter-nehmen. Die Aussenhaut wurde in Beton gegossen, welcher auf der Innenseite sichtbar bleiben sollte. Somit war klar, dass sich eine Aussendämmung mit Polyurethan bestens eignen würde. Eine ungewöh-nliche Aufgabe, welche von Pluimers Isolierung mit Erfolg ausgeführt wurde.

Das Einkaufszentrum Centro Ovale hat nicht nur eine spezielle Form, sondern stellt mit den 1054 Bullaugen (kleine runde Fenster) und den 8000 Abstandhalter für das Metalldekor höchste

Ansprüche an die Isolation. Diese muss wasser-dicht, fugenlos sowie wetter- und lichtbeständig sein.

NahtlosDie vor Ort von Spezialisten von Pluimers aufge-sprühte PUR-Isolierung ist nahtlos und wurde ohne Befestigungsmaterial direkt auf den Beton aufge-tragen. Der rauhe Spritzbeton ist, sofern er zum Zeitpunkt der Sprühung trocken und fettfrei ist, ein idealer Untergrund für die Haftung der Isolations-schicht. Die Isolationsstärke kann je nach Bedarf variieren. Beim Centro Ovale lautete der Auftrag 90 mm Polyurethan aufzutragen.

Zweilagiges CoatingDie PUR-Isolationsschicht wurde mit einem zweilagigen UV-beständigen Coating versiegelt. Zwischen den beiden Lagen wurde rund um die

Bullaugen ein Hyperseal angebracht, um eine zusätzliche Barriere gegen eintretendes Wasser zu errichten.

WartungDas Coating hat eine garantierte Lebensdauer von mindestens 10 Jahren, danach wird eine Kontrolle empfohlen. Nach 5 Jahren empfehlen wir eine Reinigung des Coatings.

Pluimers Schweiz GmbH- Zuercherstrasse 25 - 8917 Oberlunkhofen - Schweiz - Tel: +41 (0)56 6343545Pluimers Isolierung GmbH - Eper Straße 16 - 48599 Gronau - Deutschland - Tel: +49 (0)2562 8168797Isolatiebedrijf Pluimers B.V. - Wattstraat 11 - 7461 AB Rijssen - Niederlande - Tel: +31 (0)548 516225 www.pluimers.eu

Page 40: rivista archi 3/2013

Bazzi Piastrelle SA l Via dei Pioppi 10 l 6616 Losone l T +41 (0)91 792 16 02 l F +41 (0)91 792 18 02 l www.bazzi.ch l [email protected]

Page 41: rivista archi 3/2013

C O N C O R S I

Il vostro partner

per illuminazioni

innovative

Tic IlluminazioneUffi cio Ticino: 091 941 23 70

[email protected], www.tic-light.ch

MESON 180 MULTIPLESistema di luce LED

combinabili individualmente

CORONA LED ROUND30 W / 2300 lm / 3000 K

Ø 290 mm

Erweiterung und Sanierung Klinik Königsfelden, Windisch

Nicht anonymer Studienauftrag mit Präqualifikation zur Evaluation eines Generalplaner-Teams

1. Auftraggeberin Psychiatrische Dienste Aargau AG, Zürcherstrasse 241, 5210 Windisch

2. Bauvorhaben Sanierung und Erweiterung Klinik Königsfelden, Hauptgebäude (Teilprojekt 1)

3. Aufgabe In der Parkanlage Königsfelden soll das denkmalgeschützte Hauptgebäude saniert und um einen Neubau erweitert werden. Darin sollen stationäre Bereiche, Ambulatorien, Tageskliniken und Therapien (180 Betten total) beherbergt werden. Im Hauptgebäude sind künftig vor allem Verwaltungs- und Therapiebereiche vorgesehen. Die gesamte Nutzfläche der Funktionsbereiche beträgt rd. 13 600 m2. Sanierungsbedürftig ist ebenfalls das Versorgungsgebäude «Vetra». Dessen Instandstellung wird als optionaler Zusatzauftrag nach Ablauf des Studienauftrags vergeben. Das gesamte Kostendach beträgt rd. CHF 101,5 Mio.

4. Art des Verfahrens Der einstufige Studienauftrag wird als selektives Vergabeverfahren gemäss der Submissionsgesetzgebung des Kantons Aargau (§ 7 Abs. 2 in Verbindung mit § 9 und § 8 Abs. 3 Submissionsdekret) und subsidiär der SIA-Ordnung 143/2009 (Ordnung 143 für Architektur- und Ingenieur studienaufträge 2009, mit Abände-rung der Bestimmungen von Art. 17, 22 und 27) ausgeschrieben. Im Rahmen der Präqualifikation werden 4 oder 5 Generalplaner-Teams zur Teilnahme am Studien auftrag ausgewählt. Die Durchführung des Studienauftrags erfolgt nicht anonym. Die Sprache für das Verfahren und den Folgeauftrag ist Deutsch.

5. Teilnahmeberechtigung/ Teilnahmeberechtigt am Präqualifikationsverfahren sind Generalplaner oder Generalplaner-Teams mit Wohn- und Geschäftssitz in der Schweiz sowie in allen 5. Nachwuchsregelung Vertragsstaaten des WTO-Übereinkommens, soweit diese Gegenrecht gewähren. Bei 1 bis 2 Generalplaner-Teams können Nachwuchs architekten, welche den

Nachweis der Eignung nicht erbringen können, zugelassen werden.

6. Termine (voraussichtlich) – Publikation Ausschreibungsunterlagen Präqualifikation inkl. Bezug Unterlagen online auf simap.ch ab 28.06.2013 – Einreichung Bewerbungsunterlagen 05.08.2013 – Entscheid Präqualifikation zur Teilnahme 13.09.2013 – Starttermin Studienauftrag 31.10.2013 – Abgabe Studienauftrag/Schlusspräsentation/Abgabe Modelle 13./14.03.2014

7. Entschädigung Die Teilnahme am Selektionsverfahren wird nicht entschädigt. Den für den Studienauftrag ausgewählten Teilnehmern wird die Einreichung der vollständigen Unter lagen mit CHF 75 000.– inkl. MwSt. und inkl. Nebenkosten entschädigt.

8. Ausschreibung Massgebend ist die Publikation auf simap.ch.

9. Ausschreibungsunterlagen Die Ausschreibungsunterlagen für die Präqualifikation können ab dem 28.06.2013 online auf der Homepage von simap.ch bezogen werden.

10. Begleitung Studienauftrag blumergaignat ag, Rennweg 5, 8700 Küsnacht ZH

Page 42: rivista archi 3/2013

T I

40

D I A R I O

Louis Kahn alla Vitra

L’esposizione sull’opera di Louis Kahn (1901-1974) al

Vitra Design Museum a Weil am Rhein (dal 23 feb-

braio al 11 agosto 2013) non è forse l’ideale per chi è

digiuno di architettura, per la complessità dell’allesti-

mento, ma è però un tesoro tutto da scoprire per chi

vuole approfondire l’opera dell’architetto americano,

e soprattutto per capire. Capire come Kahn progetta,

per quali strade procede il suo lavoro di elaborazio-

ne, dove lo conduce la ricerca e l’approfondimento, e

come riesce nella sintesi finale a trovare il giusto ar-

chetipo, il modello cui riferirsi, il nocciolo fondamen-

tale cui poggiare il progetto. Ecco, in mostra alla Vi-

tra sono esposte le tracce di questo lavoro, ciò che

Kahn lascia dietro di sé in forma di schizzi, di plani-

metrie, di varianti, di modellini in cartone.

Questa ricerca del modello tipologico – dell’archeti-

po – è governata sempre dall’ordine, inteso come ma-

trice indispensabile per giungere a una sintesi, a una

Diario dell’architettodel 10 maggio 2013

A cura diPaolo Fumagalli

T I

1. 2.

«cellula» dalla quale organizzare il tutto. Un ordine

nel quale la chiarezza delle funzioni è basilare, tanto

da suddividerne gli spazi in serventi e serviti, nel sepa-

rare gli spazi che portano a un luogo – come le scale

ad esempio – con lo spazio del luogo stesso. La ricerca

strutturale affronta non solo le questioni del portato

e del portante, del trilite o del monolite, ma determi-

na anche, con le travi e gli archi e i pilastri e le pareti,

i valori del chiaro e dello scuro, quelli formidabili nel-

la sua opera della luce e dell’ombra: «Structure is the

maker of light. A column and a column brings light

between. It is darkness - light, darkness - light, darkness

- light».

È nel modello formale che precipitano queste ricer-

che, fino a costituire quel «recipiente» che contiene il

mondo stesso di Kahn, dei suoi studi e viaggi e cono-

scenze e esperienze e amori e ossessioni: «Design is

not making beauty, beauty emerges from selection,

affinities, integration, love». Con due concetti fonda-

1. Parasol Houses per Knoll Associates, 1944

(dal catalogo dell’esposizione: Louis Kahn,

The power of architecture, Vitra Design Museum, 2012)

2. Spiegazione del progetto per la First Unitarian Church

a Rochester, NY (dal catalogo dell’esposizione:

Louis Kahn, The power of architecture, Vitra Design

Museum, 2012)

Page 43: rivista archi 3/2013

3.

41

D I A R I O

mentali sullo sfondo: la presenza materica del fatto

architettonico, la massa, il peso, la monumentalità, se

si vuole, e quella del fatto costruttivo, del valore del

materiale, con i suoi imperativi di superficie, di colo-

re. È nella sintesi di questo complesso discorso – mai

lineare come qui descritto – che Kahn perviene al

nocciolo del progetto, all’archetipo. Che poi monta,

ripete, elabora e sviluppa nella complessità del pro-

getto intero.

La mostra al Vitra Museum racconta anche i due pe-

riodi che hanno caratterizzato il percorso professiona-

le di Kahn: il primo è costituito dalla città di Filadelfia,

intesa non solo come luogo dove abita e lavora, ma an-

che come «laboratorio» di progettazione; il secondo è

quello degli ultimi venticinque anni, nei quali realizza

i suoi capolavori. Nella prima di queste due fasi si occu-

pa della sua città, intrecciando tra loro i temi legati

all’abitazione - indagata nelle tipologie spaziali e nella

razionalizzazione dei metodi costruttivi - con quelli le-

gati all’urbanistica e alle trasformazioni urbane -

dove alla crescita delle periferie e alla decadenza di

interi quartieri oppone un centro città dinamico, pe-

donale, con spazi urbani identitari e una forte conno-

tazione architettonica. Questa prima fase termina, in

modo emblematico, nel 1961 con la costruzione del

Richards Medical Research Building, i laboratori di ri-

cerca biologica dell’Univeristà di Pennsylvania, sem-

pre a Filadelfia. È il perno dal quale inizia la sua secon-

da fase. Non solo perché con quest’opera Kahn diviene

famoso in tutto il mondo, ma soprattutto perché vi

confluiscono tutti i temi progettuali elaborati e appro-

fonditi in precedenza: l’integrazione tra spazio e strut-

tura, il valore della luce naturale, l’organizzazione vo-

lumetrica delle diverse parti, la cadenza di moduli

elementari, la saldatura dei tre concetti della forma, dei

materiali e del sistema costruttivo.

Tutto questo emerge passo passo nell’esposizione,

dove disegni schizzi modelli piante facciate schemi

prospettive illustrano l’origine del progetto, l’idea.

L’invenzione. Anche le incertezze: come quando,

dopo un incontro avuto nel cantiere del Salk Institu-

te a la Jolla (1959-1965), ringrazia l’architetto messi-

cano Luis Barragan (1902-1988) per avergli suggeri-

to – a lui che non sapeva come risolvere lo spazio

centrale tra i due edifici – di lasciarlo semplicemen-

te vuoto: «I would – gli scrive Barragan – not put a

tree or blade of grass in this space. This should be a

plaza of stone, not a garden. If you make this a plaza,

you will gain a facade - a facade to the sky».

T I

Da Kahn a Herzog e de Meuron: l’ampliamento

della fiera di Basilea

È certo un bello shock, ritornando dalla mostra

sull’architettura di Kahn, giungere in tram sotto l’ar-

chitettura della nuova ala della Messe Basel, ultima

opera di Herzog e de Meuron. Dopo le complesse

meticolose e ponderate articolazioni spaziali e volu-

metriche di Kahn si piomba nella realtà di questo

nuovo secolo: davanti ad un edificio lungo 220 metri,

largo 90 metri e alto 32 metri, con una superficie in-

terna di 38’000 metri quadri e costato 430 milioni di

franchi. Costruito in soli 22 mesi.

Il merito del duo H&dM è di essere riusciti, nono-

stante le enormi dimensioni di questo di per sé bana-

le edificio (un cassone privo di finestre destinato ad

accogliere gli stand espostivi della fiera) a realizzare

non solo una forma avvincente – in questo sono mae-

stri – ma anche a trovare una scala adeguata alla cit-

tà. Merito del suddividere in tre fasce orizzontali i

fronti dell’edificio, con un piano terreno interamen-

te vetrato e i due piani superiori con un progressivo

aggetto verso l’esterno. Merito pure, mediante la ve-

3. Foto aerea prima dell’inter vento, con indicato il

perimetro del nuovo edificio

Page 44: rivista archi 3/2013

T ID I A R I O

4. Vista dell’edificio dalla Clarastrasse

5. Vista dalla Messeplatz del City Lounge

6. Il foro zenitale del City Lounge

tratura del piano terra – alto 10 metri –, dell’aprire

verso l’esterno i contenuti «pubblici» dell’edificio,

come gli spazi per negozi, bar, ristoranti, foyer e un

luogo per eventi dalla capienza di 2’500 spettatori.

Merito inoltre del realizzare – del punto in cui l’edifi-

cio come un ponte attraversa la strada – il City Lounge,

una piazza coperta con le entrate all’edificio ai due

lati e la fermata del tram al centro, con un grande e

spettacolare foro a forma di imbuto rovesciato a pren-

dere la luce e vedere il cielo. Merito infine del rivesti-

mento dei piani superiori, costituito da strisce lamel-

lari in alluminio intrecciate che vanno a formare una

superficie ondulata, ora concava ora convessa.

Ma a mio parere, a fianco di questi indubbi meriti nel

saper gestire un volume così imponente dentro la cit-

tà, vi è anche il demerito di aver tradito questa città.

Nel senso che i 220 metri del volume architettonico

interrompono la prospettiva di Clarastrasse, una stra-

da importante nell’assetto urbanistico di Basilea, che

si dipana quasi rettilinea dal ponte sul fiume Reno

fino alla Badischen Bahnhof. Non solo, ma ancora

più grave è che l’edificio di Herzog e de Meuron va a

chiudere, nel luogo mediano di questa stessa strada,

il punto focale costituito dallo spazio della Messeplatz

e di distruggere la vista della bella torre vetrata di

Morger & Degelo & Marques che domina questa

piazza e che era visibile nella sua verticalità da lonta-

no, nella prospettiva di Clarastrasse.

Oggi ci sono dei buoni motivi per sostenere la spinta

a densificare le città. Ma ha il suo prezzo. E denuncia

anche i suoi pericoli. Specie quando, come qui a Basi-

lea, tradisce quei valori urbanistici che danno signifi-

cato alla città stessa.

5.

4.

6.

42

Page 45: rivista archi 3/2013

L I B R I T I

A cura diEnrico Sassi

43

Ser vizio ai lettoriAvete la possibilità di ordinare i libri re-

censiti all’indirizzo [email protected]

(Buchstämpfli, Berna), indicando il titolo

dell’opera, il vostro nome e cognome, l’indi-

rizzo di fatturazione e quello di consegna.

Riceverete quanto richiesto entro 3/5

giorni lavorativi con la fattura e la cedola

di versamento.

Buchstämpfli fattura un importo forfet-

tario di CHF 8.50 per invio + imballaggio.

Roberto Collovà (a cura di)

Piccole figure che passano22publishing, Milano 2012 (ISBN 978-

8-895-18544-6, bross., 12 x 18 cm,

ill. alcune foto e dis. b/n + col., pp.

191, italiano)

Il libro è un piccolo volume composto

dalla raccolta di 20 scritti pubblicati

tra il 1994 e il 2012, illustrati da alcu-

ne (poche ma molto evocative) foto-

grafie e da alcuni suggestivi appunti

grafici. La prosa di Collovà – colta,

precisa, intensa – è sempre chiara. I

testi che svelano la geografia intel-

lettuale e affettiva dell’autore sono

avvolti da una copertina color avorio

che ricorda quelle di Casabella ai

tempi di Gregotti, al quale è dedicato

il testo I migliori maestri sono quelli che ti spiegano poco. Traspare l’inte-

resse per l’opera di Siza al quale sono

dedicati i capitoli Con e contro il dise-gno discorso pronunciato nel 1995 in

occasione del conferimento della

laurea honoris causa alla facoltà di

architettura di Palermo; Piccole figu-re che passano, su Malagueira; Cro-nologie: Malguira, Evora, 1974-2000;

Le case di Siza. Altri testi sono dedi-

cati al tema della casa: Case incom-plete, case interrotte, case in rovina

(sul progetto); Cambiare casa; In un bosco di noccioli (sulla propria casa).

Vi sono poi una serie di testi dedicati

a temi generali e di progetto urbano: Utopia di Gibellina, Rifondare la città,

Urbanizzare il sacco, Periurbano; nar-

razioni nelle quali a volte compare la

figura amica di Italo Calvino come nel

titolo del capitolo La città e l’acqua, breve testo dedicato a Palermo e alla

lettura della rete di manufatti, un’ar-cheologia frammentaria dell’uso dell’acqua, più interessante come struttura organizzativa del territorio che come sistema di opere. (p. 45); o

nello scritto intitolato Sotto l’asfalto,

dedicato a Gela, (...) che potrebbe essere tra le città invisibili, le città nascoste (…) o tra le città e la memoria. (p. 47).

Ariella Masboungi (a cura di)

(Ré)aménager les rez-de-chaussée de la villeLe Moniteur, Paris 2013 (ISBN 978-2-

281-19554-5, bross., 16 x 26 cm, ill. fig.

e foto b/n e col., pp. 143, francese)

Il libro edito da Le Moniteur appartiene

alla collezione projet urbain promossa

dal Ministère de l’Égalité des territoires et du Logement e sottolinea la rilevan-

za del piano terreno per la produzione

di spazi urbani vitali e dinamici. Il piano

terreno, con lo zoccolo degli edifici, è

presentato come tema di progetto,

luogo nel quale costruire hall luminose

o installare commerci di prossimità,

fonte di economia globale. Piani terre-

ni animati e affollati garantiscono mag-

giore sorveglianza offrendo al pedone

il piacere di una deambulazione sicura

e intensa. Il libro accoglie numerosi

contributi di autori provenienti da diver-

se discipline: architetti, urbanisti, piani-

ficatori, promotori immobiliari, econo-

misti; è composto dall’insieme di

numerosi contributi pubblicati sotto

forma di testi brevi (da 4 a 8 pagine) il-

lustrati da schemi esplicativi, immagi-

ni di progetti e realizzazioni. L’indice del

volume si compone di tre sezioni: 1) (Ré)aménager les rez-de-chaussée de la ville (con 4 scritti: J.M. Michel, A. Ma-

sboungi, P. Panerai, J.M. Roux); 2) Rez-de-chaussée à dominante non commer-ciale (con due sotto-sezioni: L’urbanité des rez-de-chaussée révélée par le programme, 8 scritti: F. Monjal, M.

Wellington, A. Masboungi, F. Grether,

C. Denerier, Y. Lyon, C. Poulin, C. Daubas;

Innovations typologiques et architectu-rales, 5 scritti: F. Leclercq, P. Chaix, K.

Christiaanse, Y. Lyon, B. Reichen; 3)

Rez-de-chausée commerciaux (con due

sotto-sezioni: Comprendre les logiques commericiales, 4 scritti: P. Madry, M.

Pazoumian, S. Simonet; Expériences: comment passer à l’acte, 7 scritti: E.

Bazard, T. Laget, F. Geiling, G. de Mont-

Marin, B. Le Brun, P. Bousquet, J.M.

Roux).

Roberta Grignolo (a cura di),

Marco Zanuso

Scritti sulle tecniche di produzione e di progettoMendrisio Academy Press, Archivio

del Moderno, Accademia di

architettura, Università della Svizzera

Italiana, SilvanaEditoriale, Mendriso

2013 (ISBN 9-788836-622986, bross.,

19 x 24.5 cm, ill. foto e fig. b/n, pp. 349)

Il volume è pubblicato nell’ambito del

progetto di ricerca «Marco Zanuso tra

tecniche costruttive e tecniche di

progettazione», diretto da Bruno Rei-

chlin e Letizia Tedeschi. Nella premes-

sa la curatrice Roberta Grignolo infor-

ma che libro raccoglie una selezione

degli scritti di Marco Zanuso (1916-

2001), (...) scelti tra saggi, articoli, rela-zioni a convegni e conferenze. Questa raccolta costituisce la prima tappa del processo di valorizzazione del fondo dell’architetto e designer milanese, donato alla Fondazione Archivio del Moderno di Mendrisio per volontà del-lo stesso progettista nel 2000. (p. XVII)

Il volume si apre con una prefazione di

B. Reichlin e prosegue con un corposo

saggio di R. Grignolo Marco Zanuso, tra tecniche di produzione e tecniche di progetto (pp. 1-72), corredato da un

ricco apparato di note (266). Il saggio

ripercorre il pensiero di Zanuso nel

dibattito del quale ha affrontato le

problematiche chiave, dall’urgenza della ricostruzione alle potenzialità della prefabbricazione edilizia, dalla conoscenza dei processi produttivi industriali al rapporto tra architettura e design, dalla sperimentazione di nuovi materiali al rapporto tra arte e architet-tura, dal ruolo dell’architetto nella so-cietà industriale alla cosiddetta «pro-gettazione integrata. (p. 1) Il volume

pubblica in seguito 34 testi e due in-

terviste, illustrati con fotografie e di-

segni originali del fondo Zanuso.

Page 46: rivista archi 3/2013

www.schindler.ch

Noi vi mettiamo in moto. A Gordola e nelle non immediate vicinanze.

Ogni giorno un miliardo di persone utilizza gli ascensori, le scale mobili e le innovative soluzioni di mobilità Schindler. Al nostro successo contribuiscono 45 000 collaboratori in tutti i continenti.

Cœur Défense, Paris

Page 47: rivista archi 3/2013

45

Alberto Caruso

E D I T O R I A L EA B I T A R E A G I N E V R A

Quale il ruolo degli architetti e degli ingegneri? Se

conveniamo che con l’architettura non si cambia la

società, ma si può cambiare l’architettura stessa, allo-

ra dobbiamo progettare con un tasso maggiore di

criticità, dobbiamo cercare e promuovere progetti

più vasti e capaci di trasformare gli attuali assetti per

ridurre lo spreco di territorio, dobbiamo scrivere e

parlare in favore delle scelte che vanno nella direzio-

ne di rinnovare la cultura insediativi, e combattere

pubblicamente quelle che favoriscono la permanenza

di quella dominante.

A Ginevra, il Piano Regolatore cantonale prevede

50.000 nuove abitazioni nei prossimi venti anni, pre-servando la qualità del paesaggio e limitando il consumo di terreni agricoli, come scrive l’architetto cantonale Fran-

cesco Della Casa. Il problema in quel cantone è di

costruire alloggi sufficienti per il fabbisogno indotto

dai 100.000 ginevrini che oggi hanno meno di venti

anni e dai 100.000 pendolari che lavorano in città e

abitano lontano o nella vicina Francia, perché non

trovano alloggi a prezzi accessibili. Certo, i problemi

abitativi ticinesi hanno un’altra scala dimensionale.

Ma, abbiamo pensato che tra qualche anno il treno

che collega Lugano alla Svizzera interna consentirà

di viaggiare in un tempo compatibile con il tragitto

quotidiano tra casa e lavoro, e allora il Ticino potrà

essere oggetto di una pressione residenziale mai vi-

sta? E abbiamo pensato che, se la cultura insediativa e

gli strumenti di governo del territorio saranno anco-

ra quelli attuali, il Ticino non avrà energie sufficienti

per contenere, indirizzare e convogliare questa pres-

sione in progetti di scala adeguata, con morfologie

complesse e tipologie abitative contemporanee ed

evolute, in progetti di nuove densità ricche di sociali-

tà cittadina, in una Città-Ticino sostenibile?

Sfogliando le immagini delle opere di Rino Tami e di

Peppo Brivio, e anche di Oreste Pisenti, di Bruno

Bossi, di Bruno Brunoni o di Tita Carloni e di diversi

altri architetti operanti in Ticino nel dopoguerra fino

agli anni ’70, non si può non rilevare che nella loro

opera erano presenti molti edifici residenziali collet-

tivi, progettati e spesso realizzati nei centri urbani.

Era una fase di crescita delle città, che avveniva anco-

ra in modo strutturato, estendendo la maglia stradale

novecentesca e riproponendo alte densità, pur senza

rispettare gli allineamenti perimetrali della città più

compatta.

Nell’opera, invece, dei giovani allievi, esposta nel

1975 nella ormai leggendaria esposizione zurighese

intitolata Tendenzen, nell’opera di questi architetti che

hanno reso il Ticino famoso nel mondo, era assoluta-

mente prevalente, a volte senza eccezioni, la presenza

di edifici unifamiliari. Edifici straordinari, con una

ricerca linguistica e una sperimentazione tipologica

radicale, edifici ancora oggi capaci di interpretare

magistralmente la specificità dei luoghi e della loro

cultura materiale, ma abitazioni per una sola fami-

glia. Era l’inizio di un processo espansivo nel territo-

rio intorno alle città, più spesso sulle alture, dove la

borghesia più colta e ricettiva rispetto alle proposte

innovative dell’architettura, realizzava modelli inse-

diativi che si sarebbero poi diffusi all’intera domanda

di abitazioni.

Oggi il processo espansivo nel territorio, la cosiddetta

diffusione insediativa, lo sprawl, (per farsi capire da

tutti) è giunto al punto da compromettere la bellezza

del paesaggio ticinese, cioè la ragione stessa della ten-

denza ad abitare fuori dalle città, nella natura, e al

punto di mettere in crisi la solidarietà sociale e di pro-

vocare costi economici giganteschi in reti di urbaniz-

zazione, servizi, trasporti, tutti a carico dei bilanci

pubblici.

Ripensare al modello insediativo è diventata un’ur-

genza. Prima di tutto un’urgenza culturale, perché

non c’è misura legislativa, pianificatoria o fiscale mi-

rata a combattere quel modello, che poi venga effetti-

vamente realizzata senza una convinzione culturale

largamente condivisa sui danni irreversibili provocati

dalla diffusione delle abitazioni sul territorio. Il Pia-

no Direttore cantonale contiene obiettivi abbastanza

chiari al riguardo, ma i suoi orientamenti rimangono

sulla carta, senza la necessaria inversione culturale

nelle attese e nei desideri.

Abitare a Ginevra e in TicinoRaramente l’architettura, e forse per un eccessivo peso della storia, ha usato la periferia come materiale per l’architettura stessa. Forse non si tratta solo di bonificare la periferia ma di cambiare il nostro sguardo per scoprire che cosa di significativo e auten-tico ci sia nelle periferie contemporanee, come fa il cinema, la fotografia, la letteratura, la poesia, l’arte nelle sue diverse forme. Roberto Collovà, 2012

Page 48: rivista archi 3/2013

46

Alberto Caruso

A B I T A R E A G I N E V R AE D I T O R I A L

dungen aussprechen, die in Richtung der Erneuerung der Siedlungsmodelle gehen, und öffentlich gegen das Fortbeste-hen der derzeitigen Kultur kämpfen. In Genf sieht der kantonale Gestaltungsplan 50 000 neue Wohnungen in den nächsten zwanzig Jahren vor, «wobei die Qualität der Landschaft beibehalten und die Nutzung von landwirtschaftlichen Grundstücken begrenzt werden soll», wie der Kantonsarchitekt Francesco Della Casa schreibt. In diesem Kanton geht es darum, genügend Wohnungen zu bauen für den Bedarf von 100 000 Genfern, die heute unter 20 Jahre alt sind, und von 100 000 Pendlern, die in der Stadt arbeiten und weit weg oder im nahe gelegenen Frank-reich wohnen, weil sie keinen Wohnraum zu angemessenen Preisen finden. Die Wohnraumprobleme der Tessiner ha-ben sicherlich nicht dieses Ausmass. Denken wir jedoch dar-an, dass die Zugverbindung zwischen Lugano und der In-nerschweiz in wenigen Jahren eine Pendlerverbindung darstellen könnte, mit der man von zu Hause zur Arbeit fahren kann. Könnte es dann nicht zu einem nie gesehenen Ansturm auf Wohnraum im Tessin kommen? Wenn die Baukultur und die Instrumente der Kantonalregierung noch die gleichen sein werden, wird das Tessin dann genug Energie haben, um diesem Ansturm mit Projekten in ange-messener Grösse, mit komplexen Gestaltungsformen und mo-dernen und innovativen Wohnmöglichkeiten im Rahmen von Vorhaben mit hoher Dichte und engem sozialen Verbund in einer nachhaltigen «Stadt Tessin» zu begegnen und ihn in die richtigen Bahnen zu leiten?

Bei einem Blick auf Bilder der Werke von Rino Tami und Peppo Brivio, Oreste Pisenti, Bruno Bossi, Bruno Brunoni oder Tita Carloni und anderer Architekten, die von der Nachkriegszeit bis in die 1970er-Jahre im Tessin wirkten, fällt ins Auge, dass sie zahlreiche Mehrfamilienprojekte in den Städten geplant und umgesetzt haben. Es handelte sich um eine Zeit des strukturierten Wachstums der Städte, wäh-rend der das Strassennetz aus dem 19. Jahrhundert ausge-weitet und eine hohe Dichte erzielt wurde, ohne den Perime-ter der kompakten Stadt einzuhalten. In dem Werk der jungen Schüler, das 1975 auf der legendä-ren Zürcher Ausstellung «Tendenzen» gezeigt wurde und das dem Tessin zu Weltruhm verhalf, waren fast ausnahms-los Einfamilienhäuser zu sehen. Zweifellos handelte es sich um aussergewöhnliche Bauwerke mit radikaler Formsprache und gewagten Gebäudetypen, die der Besonderheit der Orte und ihrer Werkstoffkultur meisterhaft Rechnung trugen. Aber es waren Wohnhäuser für eine Familie. Damals begann der Prozess des Auszugs aus der Stadt in das Umland, häu-fig auf die Hügel, wo das gebildete und für innovative Ideen der Architektur offene Bürgertum Siedlungsmodelle umsetzte, die später die gesamte Wohnraumnachfrage prägen sollten. Heute hat die Zersiedelung, der sogenannte «urban sprawl», ein Niveau erreicht, das die Schönheit der Tessiner Land-schaft und damit den Grund selbst zum naturnahen Woh-nen ausserhalb der Stadt gefährdet. Gleichzeitig bedroht sie die gesellschaftliche Solidarität und führt zu enormen Kos-ten zulasten der öffentlichen Haushalte für Erschliessungs-netze, Dienstleistungen und Verkehr.Ein Nachdenken über das Siedlungsmodell steht daher drin-gend an. Es handelt sich zuvorderst um einen kulturellen Notstand – keine gesetzliche, planerische oder steuerliche Massnahme kann gegen dieses Modell tatsächlich wirksam sein, wenn dahinter nicht die breit geteilte Überzeugung steht, dass die Zersiedelung irreversible Schäden anrichtet. Der kantonale Richtplan enthält diesbezüglich klare Vorga-ben, aber diese Zielsetzungen bleiben auf dem Papier und führen keinen kulturellen Wandel der Erwartungen und Wünsche herbei. Welche Rolle spielen Architekten und Ingenieure? Wenn wir der Meinung sind, dass die Architektur die Gesellschaft nicht verändern kann, dass man jedoch die Architektur än-dern kann, dann müssen wir kritischer planen. Wir müssen umfassendere Projekte suchen und fördern, die die derzeitige Situation ändern und die Landverschwendung reduzieren. Wir müssen uns schriftlich und mündlich für die Entschei-

In Genf und im Tessin wohnenDie Architektur hat die Peripherie – vielleicht aufgrund einer zu starken geschichtlichen Prägung – selten als

Material der Architektur selbst genutzt. Es geht nicht nur darum, die Peripherie zu sanieren, sondern auch dar-

um, einen anderen Blick darauf zu werfen, um die bedeutenden und authentischen Aspekte der heutigen Peri-

pherie genauso zu entdecken wie Film, Fotografie, Literatur, Dichtung und Kunst in unterschiedlichen Formen.

Roberto Collovà, 2012

Page 49: rivista archi 3/2013

47

A B I T A R E A G I N E V R A

Il piano «Ginevra 2030» – che offre un potenziale di

50.000 future abitazioni edificate nel pieno rispetto

del territorio – vuole colmare il ritardo e rispondere

alle necessità dei ginevrini. Si è pensato in particolare

alle giovani famiglie che oggi sono troppo spesso co-

strette a stabilirsi nella vicina Francia o nel Vaud data

l’impossibilità di trovare alloggi a prezzi accessibili

nel nostro territorio. Ginevra accoglie ogni giorno

circa 100.000 pendolari, il che significa che circa un

terzo dei posti di lavoro è occupato da persone che

non possono o non hanno mai potuto permettersi di

risiedere all’interno del cantone! Il costo di questi

spostamenti è esorbitante; il lavoro pendolare è causa

di perdite fiscali, di sovraccarico degli assi di traffico,

di diminuzione della qualità della vita e di disgrega-

zione sociale. L’attuale carenza di alloggi ha conse-

guenze anche sul tasso di fertilità: solo 1,4 figli per

donna a Ginevra, contro 1,9 nella limitrofa regione

francese e 1,75 nel distretto di Nyon.

Affinché la proposta potesse svilupparsi su una base

solida, era necessario ampliare la platea dei destinata-

ri del nuovo piano regolatore e consentire a ciascun

cittadino di comprenderne le visioni e gli obiettivi.

L’opuscolo di cinquanta pagine che accompagna il

documento ufficiale ripercorre dunque la storia

dell’urbanistica ginevrina e fissa gli indirizzi di massi-

ma del progetto.

Il 20 febbraio scorso, il Consiglio di Stato del Cantone

di Ginevra ha presentato il Piano regolatore cantona-

le «Ginevra 2030». Questo documento di riferimento

definisce le linee guida e le condizioni per la gestione

del territorio cantonale nei prossimi vent’anni. La po-

litica abitativa è ovviamente uno degli assi portanti

del testo. Tuttavia l’azione intrapresa dal governo non

si limita alla grande scala del piano regolatore; essa

avrà conseguenze anche sull’elaborazione dei piani

localizzati di quartiere (plq) e stimola nel frattempo

una riflessione critica sull’insieme dei regolamenti e

disposizioni relative alla costruzione di alloggi, quali

la normativa sull’accesso alla proprietà in zona di svi-

luppo o l’incoraggiamento alla compartecipazione dei

comuni nella costruzione di complessi residenziali.

L’estrema densità delle leggi e dei regolamenti che di-

sciplinano la costruzione non ha impedito l’emergere

di progetti di qualità. Ciò dimostra che, se l’arsenale

delle normative ginevrino merita di essere sottoposto

a un esame critico, gli attori e i progettisti hanno

anch’essi il dovere di rimettersi in gioco.

Con il piano regolatore cantonale 2030, gli ammini-

stratori si assumono una triplice responsabilità nei

confronti delle generazioni future. Si tratta di dar

loro la possibilità di:

– alloggiare in abitazioni di qualità affittate a prezzi

onesti;

– risiedere e lavorare in un agglomerato in grado di ga-

rantire una buona qualità di vita e spazi pubblici ge-

nerosi;

– vivere in un cantone le cui caratteristiche paesaggi-

stiche, naturali, architettoniche e agricole siano pre-

servate.

100.000 ginevrini hanno oggi meno di vent’anni.

È proprio per loro che il Consiglio di Stato ha conce-

pito il Piano regolatore cantonale il cui scopo è di

permettere la costruzione di alloggi sufficienti, preser-

vando le qualità del paesaggio e limitando il consumo

di terreni agricoli. Lo strumento del piano regolatore

risponde all’ambizione – sancita dalla nuova costitu-

zione – di vivere in un «agglomerato compatto, multi-

polare e verde». Esso mira ad aumentare la densità dei

centri abitati, in particolare nei pressi degli assi di tra-

sporto, e presta grande attenzione alla qualità degli

spazi pubblici. Il piano regolatore 2001-2015 aveva sot-

tovalutato le esigenze abitative all’interno del cantone,

contribuendo così ad aggravare la carenza di alloggi.

La politica residenziale di Ginevraper i prossimi vent’anni

Francesco Della Casa*Die Wohnraumpolitik der nächsten zwanzig Jahre in Genf

Costruzione di nuovi alloggi

nel Canton Ginevra dal 1930

Fonte Uf ficio Cantonale di statistica –

statistica del parco immobiliare

Alloggi costruiti

Valori annui

19

30

19

35

19

40

19

45

19

50

19

55

19

60

19

65

19

70

19

75

19

80

19

85

19

90

19

95

20

00

20

05

20

10

7000

6000

5000

4000

3000

2000

1000

0

Page 50: rivista archi 3/2013

48

A B I T A R E A G I N E V R A

cutivo specifica la superficie minima netta di ogni al-

loggio a seconda del numero di locali che lo compon-

gono e quella degli spazi individuali e comunitari.

Nel 1962 la carenza di abitazioni, fenomeno ricorren-

te a Ginevra, aveva già dato origine a una legge che

limitava la demolizione e la conversione di edifici re-

sidenziali. Nel 1983 la prima normativa è stata note-

volmente migliorata grazie all’adozione – in seguito a

un’iniziativa popolare – della Legge sulle demolizio-

ni, modifiche e ristrutturazioni delle case d’abitazio-

ne (ldtr), una peculiarità ginevrina. Nella sua for-

mulazione si precisa che essa «mira a salvaguardare

l’habitat, le sue attuali caratteristiche e le condizioni

di vita esistenti» e che, a tal fine, prevede «restrizioni

alla demolizione, trasformazione e cambio di desti-

nazione d’uso delle abitazioni; incoraggia lavori di

manutenzione ragionevoli e proporzionati; pone li-

miti all’alienazione di alloggi destinati all’affitto; pu-

nisce con l’esproprio temporaneo i proprietari di ap-

partamenti lasciati vuoti senza legittimo motivo».

Questa legge, introdotta per stabilizzare il numero

delle abitazioni disponibili e calmierare gli affitti in

maniera che essi «corrispondano alle esigenze della

popolazione», impone la definizione di piani finan-

ziari controllati dall’Ufficio alloggi per ogni nuovo

complesso residenziale. Nel corso degli ultimi anni la

Legge sull’energia e le normative riguardanti l’inqui-

namento acustico, i rischi di incendio ecc. hanno in-

trodotto ulteriori vincoli costruttivi.

Infatti per decidere come si vuole collettivamente svi-

luppare il territorio è necessario prima di tutto sapere

come si è formato.

Agire su scala intermedia

A partire dal documento che definisce la pianifica-

zione del territorio cantonale su grande scala, François

Longchamp – consigliere di Stato responsabile del

Dipartimento di Urbanistica dal giugno 2012 – ha vo-

luto incoraggiare una riflessione approfondita sullo

strumento del piano localizzato di quartiere (plq) che

determina la forma urbana a una scala intermedia.

Istituito dalla Legge generale sulle aree di sviluppo

che risale al 1957, il plq stabilisce il perimetro di im-

pianto, il profilo e la destinazione d’uso di edifici e

spazi liberi, passeggiate, parchi giochi e lotti riservati

alle infrastrutture pubbliche; contiene disposizioni

riguardanti la vegetazione da salvaguardare o creare,

i parcheggi, le vie di comunicazione, gli impianti e le

reti di fluidi. Questo strumento, ormai gravato da

una considerevole giurisprudenza, ha certamente

contribuito a generare una banalizzazione della pro-

duzione architettonica; rimpiazzando la sommaria

definizione di un perimetro con l’ostinata predeter-

minazione delle volumetrie e delle superfici costrui-

te, esso tarpa le ali ai progettisti prima ancora che

questi possano iniziare a esplorare le potenzialità di

un sito. L’intralcio posto alla riflessione spaziale e

contestuale dà origine a una morfologia urbana spes-

so mediocremente bidimensionale. Nel tentativo di

porre rimedio a questa deriva è stato dato incarico a

un gruppo di lavoro – formato da rappresentanti

dell’amministrazione, membri delle associazioni di

progettisti, costruttori e promotori immobiliari – di

portare a termine, sotto la guida di un’equipe di ur-

banisti, un’analisi completa di questo strumento e

quindi di proporre una bozza di riforma entro la fine

di giugno di quest’anno.

Leggi e regolamenti

Diverse leggi e regolamenti, a volte accompagnati da

direttive che giungono fino a imporre i materiali da

costruzione, inquadrano la produzione di alloggi a

Ginevra. Le prime normative risalgono al boom eco-

nomico del dopoguerra, epoca in cui la città doveva

gestire 6500 nuovi residenti l’anno e veniva inaugura-

to il programma degli alloggi ad affitto moderato

(hlm). Tali normative hanno permesso la realizzazio-

ne di grandi complessi residenziali, in particolare a Li-

gnon, Meyrin e Onex. Ma la vigorosa crescita econo-

mica ha rapidamente accresciuto anche il timore che

gli alloggi costruiti non corrispondessero più ai biso-

gni preminenti della popolazione. La Legge generale

sull’alloggio e la protezione degli inquilini (lgl), en-

trata in vigore nel 1978, ha istituito il controllo degli

affitti di tutte le unità abitative realizzate direttamente

dallo Stato o con il suo contributo. Il regolamento ese-

Piano «Ginevra 2030», copertina

Page 51: rivista archi 3/2013

49

A B I T A R E A G I N E V R A

Tra rue Lyotard e la strada per Meyrin, in risposta

alla tipologia tradizionale della barra imposta dal

piano localizzato di quartiere, gli architetti Philippe

Meier e Ariane Poncet hanno optato per un tratta-

mento plastico del ritmo della facciata, disponendo a

sud dei balconi continui che si piegano leggermente

a fisarmonica creando così degli effetti di ombreggia-

tura. Un rimando al progetto di Miremont-Le Crêt di

Marc-Joseph Saugey (1955), sul quale Philippe Meier

ha appena pubblicato una monografia. Edificato dal-

la Fondazione hbm Jean Dutoit, il fabbricato com-

prende centoventi alloggi articolati intorno a sette

vani scala, rischiarati dalla luce naturale, che servono

– a ciascun piano – due abitazioni su due arie e un

appartamento esposto a sud.

I progetti

Certo, questa somma di costrizioni che stabilisce con

precisione l’impianto, il programma e i costi di ogni

futuro complesso residenziale, limita considerevol-

mente i margini di manovra nell’elaborazione pro-

gettuale. Ma costituisce anche una comoda scusa per

coloro i quali si limitano ad adeguarsi a delle direttive

mediocri. L’affastellarsi di testi e prescrizioni ammi-

nistrative di cui pochi sanno gestire le complicazioni

ha inoltre l’effetto di innalzare delle barriere virtuali

che inaridiscono il settore.

La diversità tipologica e morfologica non è tuttavia

scomparsa dal paesaggio urbano di Ginevra. Se guar-

diamo a una serie di complessi residenziali consegna-

ti di recente o sul punto di esserlo – proposte le cui

tipologie vanno dalla barra alla torre, dal fabbricato

a ballatoio all’edificio con cortile – essa pare addirit-

tura dar prova di una piacevole vitalità.

Foto JM Landecy

Page 52: rivista archi 3/2013

50

A B I T A R E A G I N E V R A

Nel loro progetto di centotrentacinque unità abitati-

ve per studenti dell’Istituto di Alti Studi Internaziona-

li, gli architetti Hyéronime Lacroix e Simon Chessex

adottano una strategia affine: il blocco dell’edificio si

curva leggermente e viene circondato da una terraz-

za continua. Questa funge da balcone sulla facciata

est e da ballatoio su quella ovest, che domina lo snodo

ferroviario di Cornavin. Il plastico gioco di variazioni

nell’altezza dei parapetti consente di proteggere i re-

sidenti dal rumore dei treni.

Jean-Paul Jaccaud, in collaborazione con Sergison &

Bates, risolve in modo elegante l’articolazione tra il

tessuto urbano settecentesco e il moderno complesso

del Mont Blanc, opera dell’architetto Marc-Joseph

Saugey. Combinando sapientemente servizi – un asilo –,

alloggi sociali e abitazioni ad affitto libero, il progetto

riesce a garantire il successo finanziario dell’opera-

zione, e a bilanciare le caratteristiche dei vari appar-

tamenti, raggruppati in questo caso in un fabbricato

a ballatoio.

Page 53: rivista archi 3/2013

51

A B I T A R E A G I N E V R A

Alla distribuzione tramite ballatoio si ispira anche l’i-

nedita tipologia proposta dallo studio Bonnet in un

complesso di tre immobili residenziali realizzati sul

pianoro di Vessy. La figura formata da due edifici a

ballatoio riuniti serve a organizzare l’accesso agli ap-

partamenti tramite piattaforme dalle ampie aperture

che ne consentono l’illuminazione naturale zenitale.

Tale configurazione consente molteplici percorsi e

fornisce al contempo un’area esterna sospesa a cia-

scun piano. I tagli nel corpo degli fabbricati aprono

viste oblique sul paesaggio e sul vicinato.

Page 54: rivista archi 3/2013

52

A B I T A R E A G I N E V R A

Laurent Lin, Alain Robbe e Rolf Seiler (lrs archi-

tectes) – vincitori del concorso per l’urbanizzazione

del quartiere Gordon Bennett a Vernier – hanno di-

sposto cinque edifici con cortile, uno destinato alle

attività e gli altri quattro all’abitazione, ai lati di un

viale di distribuzione. Le costruzioni, di dimensioni

variabili e sfalsate tra loro, creano spazi intermedi de-

finiti su tre lati da un corpo di fabbrica la cui facciata

è guarnita da una serie di balconi continui. Ciascun

immobile è abbastanza grande da ospitare al centro

un vasto spazio semipubblico. Allo scopo di creare

una varietà tipologica, a ciascuno degli studi classifi-

cati al secondo e terzo posto del concorso (Group8 e

3BM3) è stato affidato lo sviluppo di un edificio. Le

opere esterne, generalmente trascurate nelle opera-

zioni di edilizia popolare, hanno in questo caso godu-

to delle speciali attenzioni di Julien Descombes e

Marco Rampini (adr) e il loro lavoro ha contribuito

in modo significativo al buon esito dell’operazione.

Nel quartiere della Chapelle, Andrea Bassi e Roberto

Carella propongono fabbricati con cortile (attual-

mente in costruzione), in cui due scale a una rampa

servono pianerottoli piuttosto ampi e sono disposte ai

lati di un vuoto che non pone alcun ostacolo alla luce

naturale.

Page 55: rivista archi 3/2013

53

A B I T A R E A G I N E V R A

Am 20. Februar hat der Staatsrat des Kantons Genf den kantonalen Bauleitplan «Genf 2030» vorgestellt. In diesem Dokument werden die Leitlinien und die Bedingungen für das kantonale Raummanage-ment in den nächsten zwanzig Jahren festgelegt. Die Wohnraumpoli-tik ist natürlich eines der wichtigsten Themen. Die Regierung be-schränkt sich jedoch nicht nur auf die übergeordnete Ebene des Bauleitplans; dieser wird vielmehr auch Auswirkungen auf die Erstel-lung der Bebauungspläne für die einzelnen Stadtviertel (PLQ) haben und in der Zwischenzeit eine kritische Betrachtung aller Vorschriften und Bestimmungen für den Bau von Wohnraum anregen. Dazu gehören auch die Regeln für den Eigentumserwerb in Entwicklungs-gebieten oder die Anreize für Kommunen, die sich am Bau von Wohn-siedlungen beteiligen. Qualitativ hochwertige Bauvorhaben konnten trotz der Vielzahl von Gesetzen und Vorschriften für den Bau umgesetzt werden. Daran wird deutlich, dass nicht nur die Genfer Bestimmungen einer kriti-schen Prüfung unterzogen werden müssen, sondern dass auch Akteu-re und Planer selbst proaktiv agieren müssen.

Il progetto vincitore del recente concorso della

Marbrerie a Carouge, opera degli architetti Damien

Chevalley, Patrick Longchamp e Gilbert Russbach

(clr), propone due torri comprendenti vari servizi,

abitazioni di utilità pubblica (70%) e ad affitto libero

(30%). L’alta qualità di questo intervento risiede nella

raffinatezza con cui viene gestito il suo inserimento

all’interno di un quartiere occupato da piccole im-

prese: un giardino pubblico e due terrazze sospese

creano una progressiva transizione tra spazio pubbli-

co e abitazioni.

Questa breve selezione rivela la rimarchevole diversi-

tà e qualità della produzione residenziale ginevrina

degli ultimi due anni. Su questi esempi dovrebbero

modellarsi le pratiche normative; eguagliarne il livel-

lo dovrebbe essere l’obiettivo minimo delle operazio-

ni di rilievo previste negli anni a venire, sia all’Etang

che nel quartiere della Caserma des Vernets, a Les

Cherpines come a Bernex-Nord.

* architetto cantonale di Ginevra

Page 56: rivista archi 3/2013

54

A B I T A R E A G I N E V R A

Der Genfer GrundrissFenster auf beiden Seiten und räumliche Nutzung der Tiefe

Bruno Marchand*Céline Kobel**

nevrina, sia per l’impiego del cemento armato e la

«complessità plastica dell’allineamento di facciata»

che per la disposizione del mobilio fisso nei vuoti della

parete portante, in linea con lo stile della Secessione.4

Dalla fine degli anni Venti, a Ginevra la costruzione di

alloggi collettivi si allontana da un contesto urbano

costrittivo caratterizzato da una trama particellare e

da una rete viaria a volte assai dense, per inserirsi ne-

gli spazi verdi delle grandi proprietà. A questo sposta-

mento verso la periferia urbana fa subito seguito la

scomparsa dell’opposizione strada/cortile e la sua

sostituzione con altri criteri di organizzazione degli

spazi domestici, legati in particolare all’emergente

modello della «città verde».

L’emergere negli anni Trenta di due modelli contrastanti

A Montchoisy-Deux-Parcs (1927-1931), Maurice Brail-

lard e Louis Vial rovesciano in effetti la gerarchia tradi-

zionale:5 il cortile centrale, assai valorizzato, diventa il

centro di riferimento degli spazi padronali e delle fac-

ciate principali, dotate di portici e balconi. La cucina e

le scale, addossate a una cameretta di servizio, danno

invece sulla strada che è diventata luogo della circola-

zione automobilistica e di dense attività commerciali.

Questa forma inedita a Ginevra – organizzata intor-

no a uno spazio verde e ispirata, a quanto pare, agli

Höfe viennesi già citati6 – racchiude appartamenti di

varie tipologie la cui disposizione e dimensioni (spe-

cialmente la profondità di 16 m) sono definite da

Braillard come «normali, corrispondenti alle abitudini

odierne». L’architetto aggiunge tuttavia, a mo’ di giu-

stificazione: «Quella soluzione era indispensabile per

riuscire a riunire i capitali necessari a garantire una

rapida realizzazione e interessare le grandi imprese».7

Se la disposizione degli appartamenti destinati a una

clientela benestante corrisponde alle abitudini locali

e non contiene in sé alcuna innovazione, segnaliamo

tuttavia la qualità spaziale e il «comfort» della plani-

metria passante che dispone il salotto, la sala da pran-

zo e le camere da letto su facciate opposte, ai lati di

un nucleo centrale definito da una doppia struttura

portante che contiene una sala da bagno e un atrio

sontuoso, ornato da un camino e da porte vetrate.

Praticamente nello stesso momento, nel febbraio del

1930, Le Corbusier e Pierre Jeanneret disegnano i primi

schizzi di quella che diventerà la celebre casa Clarté, alla

Terrassière, sulla sponda sinistra del Rodano, una realiz-

zazione giustamente considerata «una sorta di manife-

Nel suo studio sulla Vienna rossa e la politica immo-

biliare dell’amministrazione socialista viennese tra il

1919 e il 1933, Manfredo Tafuri osservava che gli ap-

partamenti con un solo affaccio del Karl Marx Hof

(1927) di Karl Ehn mancavano di aerazione trasver-

sale, un fatto che costituiva, a suo parere, un grave

difetto.1 La valutazione di Tafuri era basata su criteri

di valutazione risalenti al periodo eroico della moder-

nità, quello in cui si riteneva che una duplice esposi-

zione al sole e alla circolazione dell’aria fosse fonda-

mentale nella concezione degli spazi domestici. La

preferenza andava allora alla planimetria con doppia

esposizione contrapposta e poco profonda: la con-

trapposizione di due facciate cambiava in meglio il

menage familiare, sia in termini di igiene che di stile

di vita, e diveniva una caratteristica ricercata; secon-

do Walter Gropius l’architettura doveva assicurare: «il

massimo di luce, sole e aria a tutte le abitazioni!».2

L’architettura domestica ginevrina non è certo sfug-

gita a questa regola: nel periodo tra le due guerre al-

cuni complessi di abitazioni economiche hanno se-

guito i precetti modernisti; la più rappresentativa di

tali costruzioni è certamente l’unica Siedlung raziona-

le romancia, la Cité-Vieusseux edificata da Maurice

Braillard tra il 1928 e il 1932.3 Ma queste operazioni

sono in effetti rimaste un’eccezione: a Ginevra, come

vedremo, la planimetria con doppio affaccio ha pre-

sto assunto (e conserva anche oggi) una configurazio-

ne particolare, indotta da specifiche disposizioni spa-

ziali e funzionali (e naturalmente da considerazioni

economiche e finanziarie) che si traducono in parti-

colare in un significativo spessore degli edifici e spes-

so in uno sfruttamento spaziale di tale profondità da

parte degli architetti.

Le premesse urbane

Al principio del Novecento l’appartamento ginevrino

libero su due arie non era ancora influenzato dai cri-

teri igienici succitati, ma si caratterizzava soprattutto

per il rispetto della tradizionale gerarchia degli spazi

e si conformava agli usi dell’epoca: le zone di servizio

(scale, cucina, bagno, cameretta per la domestica) si

affacciavano sul cortile; gli spazi principali (soggior-

no e camere da letto) sulla strada; ai due lati dell’asse

mediano longitudinale della struttura portante. È

proprio ciò che avviene nell’immobile costruito da

Maurice Braillard tra il 1911 e il 1913 in Avenue de

Gallatin 3, un edificio che rappresenta tuttavia una

prima pietra miliare nell’avvento della modernità gi-

La planimetria ginevrina Il doppio affaccio contrapposto e lo sfruttamento spaziale della profondità

Page 57: rivista archi 3/2013

55

sto dell’architettura nuova, industriale; un gesto

sperimentale di produzione immobiliare e mobiliare

standardizzata, di prefabbricazione meccanizzata [...]».8

L’intensa collaborazione con l’imprenditore Edmond

Wanner farà evolvere il progetto, come sappiamo, ver-

so un pragmatismo (normativo, costruttivo ed econo-

mico, ma anche sociale) riconosciuto dallo stesso Le

Corbusier quando afferma: «Si deve alla vigilanza del

costruttore se le soluzioni sono state individuate così

rapidamente».9 Questa «vigilanza» è certamente all’o-

rigine dell’abbandono di certe soluzioni tipiche dei

«palazzi-ville» corbuseriani, come la strada interna e i

giardini pensili, e della loro sostituzione con un vano

scale centrale in vetrocemento e dei balconi continui

in aggetto disposti sulle due facciate.

Le planimetrie degli appartamenti vengono inoltre rie-

laborate per adeguarle alle abitudini familiari correnti a

Ginevra: gli architetti allineano così tra le due travi por-

tanti degli appartamenti con doppio affaccio – distribu-

iti orizzontalmente (giacché i duplex sono situati alle

due estremità dell’edificio) e caratterizzati dalla disposi-

zione bilaterale degli spazi – le camere da letto lungo

una facciata e le cucine e i salotti su quella opposta.

Sia a Montchoisy-Deux-Parcs che a nella casa Clarté, i

fabbricati raggiungono una profondità significativa,

ma tramite soluzioni spaziali quasi opposte: mentre

Braillard e Vial creano un «vuoto» centrale, costituito

da un vestibolo accogliente che distribuisce e connet-

te gli spazi, in particolare il soggiorno e la sala da

pranzo, situati su facciate opposte, Le Corbusier mar-

ca invece il centro del progetto con un nucleo «pie-

no» (una soluzione precedentemente testata nella

villa Besnus a Vaucresson, datata 1922),10 un ridotto la

cui forma parzialmente arrotondata non solo induce

un movimento centrifugo dal vestibolo alle camere,

ma afferma anche una netta separazione tra le due

sfere, collettiva e individuale, preservando l’intimità

di quest’ultima.

1. Maurice Braillard e Louis Vial, Montchoisy-

Deux-Parcs (1927-1931), corte A, veduta

dell’ingresso di un appartamento.

Foto Boissonnas 15.11.1929. Foto FBA

2. Maurice Braillard e Louis Vial, Montchoisy-

Deux-Parcs (1927-1931), corte A, planime-

tria tipo. Disegno FBA

3. Le Corbusier e Pierre Jeanneret, casa Clarté

(1930-1932), pianta di un piano (FLC 09080)

4. Le Corbusier e Pierre Jeanneret, casa Clarté

(1930-1932), foto dell’interno (FLC L3(18)27)

2.

1.

3.

4.

Page 58: rivista archi 3/2013

56

A B I T A R E A G I N E V R A

Pare che tale soluzione sia stata sfruttata per la prima

volta nell’immobile in Chemin Krieg 3 (1933-1934)

disegnato dall’Atelier des Architectes. In effetti una

superba fotografia di Boissonnas mostra la cucina di

uno degli appartamenti che si prolunga nello spazio

della zona pranzo situato in facciata; un’immagine

più volte pubblicata che rivela l’importanza attribuita

dagli autori a questa configurazione e il carico di mo-

dernità che essa veicola.12

Adottando questa soluzione, gli architetti assicurano

il funzionamento di una cucina piccola ma ben at-

trezzata, il cui senso di spaziosità deriva dall’ampiez-

za della zona pranzo. Ciò avrà precise conseguenze

sulla configurazione planimetrica delle abitazioni

collettive, giacché si congela definitivamente la con-

nessione laterale tra cucina e soggiorno, contribuen-

do alla dissociazione del gruppo cucina-zona pranzo-

soggiorno dal vano scale e, infine, si riafferma la

profondità significativa e ricorrente dei fabbricati gi-

nevrini (tramite l’arretramento della «cucina-labora-

torio» rispetto alla facciata e la sua disposizione in

una sorta di «alcova»).

La razionalità tecnica e funzionale degli anni Cinquanta e Sessanta

Negli anni Cinquanta gli architetti sono indotti a rag-

gruppare le sale da bagno lungo la parete opposta

all’ingresso dell’appartamento, al fine di ridurre il

numero di condotte che collegano appartamenti di-

versi.13 Tale configurazione si affianca alla generaliz-

zazione del vano scale e dell’ascensore situati in posi-

zione centrale e alla messa in opera di pareti portanti

perpendicolari alla facciata. Questa nuova versione

della planimetria con due affacci contrapposti ha il

doppio vantaggio di rispondere in maniera concreta

alla polarizzazione delle attività familiari fornendo

una soluzione tecnica razionale ed economica.

In effetti i progettisti più concentrati sugli aspetti tec-

nici sapranno sfruttare alla perfezione i metodi indu-

striali di prefabbricazione e standardizzazione. Uno

dei primi esempi di questa razionalità multipla è il

fabbricato «Les Ailes» (1957-1959), realizzato dall’Ate-

lier des Architectes con il sostegno dell’amministra-

Nella casa Clarté viene inaugurato un nuovo assetto

funzionale che godrà a Ginevra di grande fortuna

critica. In effetti alla bipartizione dell’alloggio si col-

lega adesso l’accentramento di una delle sale da bagno

che semplifica lo svolgimento della vita domestica: il

bagno in posizione centrale garantisce un rapporto

diretto con le camere da letto; d’altro canto la cucina

lascia la posizione posteriore, di servizio (come a

Montchoisy), e si colloca in facciata, accanto al sog-

giorno, con il quale comunica lateralmente.

Una specificità ginevrina: il rapporto cucina-zona pranzo-soggiorno

Grazie alla collocazione laterale rispetto al soggiorno,

la cucina entra a far parte della sfera degli spazi comu-

ni e abbandona il ruolo di area di servizio; si trasforma

in un simbolo della nuova «arte di abitare» senza do-

mestici. Nel palazzo di Terreaux du Temple (1951-

1955) di Marc-Joseph Saugey, le cucine degli apparta-

menti (bi o mono-orientati, raggruppati intorno a un

unico nucleo centrale di circolazione verticale per ra-

gioni funzionali) sono in effetti concepite come grandi

elementi di mobilio fisso e disposte secondo geometrie

oblique, affrancate dall’ortogonalità dell’insieme.11

Nel caso degli appartamenti con doppio affaccio con-

trapposto, la diagonalità della cucina contribuisce a

dilatare lo spazio del soggiorno in direzione della fac-

ciata e della luce. Questo movimento trasversale è ac-

centuato dalla posizione arretrata del passa-vivande

che sottolinea come l’area centrale dell’appartamento

sia divenuta la zona pranzo, immersa in una leggera

penombra; un altro frutto dell’esplorazione ponderata

della profondità. Ma ritorniamo un’ultima volta agli

anni Trenta, epoca in cui numerosi progetti di edilizia

residenziale, concepiti quasi contemporaneamente,

propongono un nuovo rapporto tra soggiorno e cuci-

na grazie al ritrarsi di quest’ultima e alla creazione,

questa volta in facciata, di una zona pranzo che si apre

lateralmente sul soggiorno. La «cucina-laboratorio»

inizia ad assumere la forma particolare e specifica (cer-

tamente prefigurata dai Jardinette apartments costrui-

ti a Hollywood nel 1927 da Richard Neutra e Rudolf

Schindler) che sarà spesso adottata a Ginevra.

6. Atelier des Architectes, edificio «Les Ailes»

(1957-1959), planimetria tipo. Archivi François

Maurice

5. Atelier des Architectes, fabbricato in Chemin

Krieg 3 (1933-1934), veduta della cucina e della

zona pranzo (Archivi dell’Università di Ginevra,

archivi d’architettura, fondi Saugey,

foto Boissonnas)

5. 6.

Page 59: rivista archi 3/2013

57

zione pubblica, che rappresenta la prima esperienza

nella prefabbricazione pesante della ditta Igeco SA.14

L’estetica delle due facciate di questo condominio ri-

flette la logica, a un tempo razionale e funzionale, del-

le planimetrie degli appartamenti. I due poli domestici

– gli spazi comuni (come minimo una cucina collegata

lateralmente al soggiorno dalla zona pranzo) e quelli

privati (le varie camere da letto) – sono ripartiti su fac-

ciate opposte e collegati al centro dal bagno e dall’in-

gresso adiacente al vano scala e all’ascensore.

Il doppio interesse, a un tempo sociale ed economico,

di questa configurazione è stato ben compreso dai co-

struttori del secondo dopoguerra, che l’hanno adotta-

ta sistematicamente, in particolare nei grandi com-

plessi e città satellite periferiche. Nella Cité-Nouvelle

di Onex-Lancy (1959-1965), a Meyrin-la-Nouvelle (1960-

1964), nelle Torri di Carouge (1955-1973), nella Cité

du Lignon (1963-1971) e ad Avanchet-Parc (1969-1977),

la stessa planimetria standard viene applicata indipen-

dentemente dal contesto in cui si inserisce, riflettendo

così una certa cristallizzazione dei modi abitativi.

Gli anni Settanta: un periodo di crisi

Le contestazioni del 1968 e la presa di coscienza am-

bientalista seguita alla crisi petrolifera favoriscono,

all’inizio degli anni Settanta, il rilancio del dibattito

sullo sviluppo urbano. La città funzionalista, patroci-

nata dai ciam a spese del tessuto urbano tradizionale,

perde terreno dinanzi a un ritorno alla città e alla sua

storia che si traduce in un interesse per i quartieri

antichi e la loro evoluzione, oltre che per le abitudini

e modi di vita degli abitanti.

Concepito nel 1977, il progetto «Schtroumpf» degli

architetti Robert Frei, Christian Hunziker e Georges

Berthoud incarna le velleità di quest’epoca. La realiz-

zazione artigianale di questi immobili rompe con i

grandi complessi standardizzati e prefabbricati dei

decenni precedenti e sembra ispirarsi a tematiche

«vernacolari, primitive e informali».15

Nello «Schtroumpf» l’articolazione delle forme linea-

ri, impiantate in maniera libera, contribuisce a fram-

mentare la percezione di un blocco residenziale uni-

tario, ma serve soprattutto a moltiplicare gli affacci;

8. Robert Frei, Christian

Hunziker e Georges

Berthoud, edifici

«Schtroumpf» (1977-1984),

planimetria del quarto

piano (Christian Hunziker,

Le Schtroumpf à Genève,

Fricke, Cologne 1986, p. 27)

7. Robert Frei, Christian Hunziker e Georges

Berthoud, edifici «Schtroumpf» (1977-1984),

soggiorno e zona pranzo (Christian Hunziker, Le

Schtroumpf à Genève, Fricke, Cologne 1986, p. 71)

7. 8.

l’obiettivo dichiarato dagli architetti è infatti quello di

proporre abitazioni differenziate e identificabili, che

gli abitanti possano sentire subito proprie. Alcuni ap-

partamenti si estendono in lunghezza, mentre la per-

cezione della complessa planimetria con doppia espo-

sizione è ostacolata dallo spazio centrale che assorbe le

deformazioni, si contrae e si dilata mentre crea un mo-

vimento circolare. Accentuando questo effetto, lo spa-

zio si divide in altrettante nicchie create dalla promi-

nenza dei blocchi dei servizi dagli «accenti» organici.

Queste ricerche plastiche tipiche degli anni Settanta

prestano il fianco a una critica ricorrente: il rinnova-

mento formale non si accompagnerebbe a dei cam-

biamenti interni alla casa.16 Nello «Schtroumpf» l’in-

novazione tipologica si concentra in particolare nelle

«torri» che ospitano le cucine in facciata e nella di-

sposizione degli appartamenti in testata. Per il resto,

ad eccezione delle particolari geometrie delle plani-

metria, la disposizione degli spazi domestici è del tut-

to classica, l’appartamento è ripartito su un asse bila-

terale secondo una soluzione piuttosto comune nel

contesto ginevrino, come abbiamo visto finora.

Gli anni Ottanta: il primo concorso

Bisogna attendere il 1985 perché la città di Ginevra

organizzi finalmente – in vista della realizzazione di

un complesso in rue des Ronzades – un «Concorso

per un nuovo habitat economico in ambito urbano»17

che dà in risalto a delle nuove libertà spaziali. Il pro-

getto di Patrick Devanthéry e Inès Lamunière propo-

ne due immobili a barra, certo poco spessi, ma che

sfruttano il senso di profondità tramite la dilatazione

dell’ingresso in una vasta area «tubolare» che corre

lungo la parete divisoria, da facciata a facciata.

Il blocco formato dal bagno e dalla camera indipen-

dente sul lato cortile è posizionato di sbieco, secondo

il tema caro agli architetti della «geometria dell’obli-

quo e della curva»;18 esso induce in questo caso a un

percorso circolare che parte dal centro dell’apparta-

mento e si prolunga lungo la facciata grazie a porte

scorrevoli che accentuano la fluidità degli spazi, men-

tre consentono agli abitanti di regolare il grado di in-

timità desiderato.

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 60: rivista archi 3/2013

58

9. Aeby & Perneger, edifici al Pommier (2001-2005),

pianta del piano tipo («Tracés», n. 22, 2001, p. 29)

10. Patrick Devanthér y, Inès Lamunière, progetto

di concorso, 1985, planimetria aggregata di due

simplex (Concours pour un nouvel habitat

économique en milieu urbain, Relazione della

giuria, Città di Ginevra, 1985)

Note 1. Manfredo Tafuri, Vienne la Rouge. La politique immobilière

de la Vienne socialiste, 1919-1933 (1980), Pierre Mardaga

éditeur, Bruxelles, Liège 1981, p. 206. Edizione originale

Manfredo Tafuri, Vienna la Rossa. La politica residenziale nella Vienna socialista 1919-1933 (1980), Electa, Milano.

2. Walter Gropius, Fondements sociologiques de l’habitation minimale sur la population industrielle des villes (1929), in Architecture et société, Editions du Linteau, Paris 1995, p. 78.

3. Sulla Cité-Vieusseux vedi Isabelle Charollais, Bruno

Marchand, Cités-jardins ou blocs locatifs? Rationalisme et espace domestique: la Cité-Vieusseux (1928-1932) et l’immeuble à la route de Frontenex 53-57 (1933-1934) à Genève, in

Isabelle Charollais, Bruno Marchand, Architecture de la raison. La Suisse des années vingt et trente, PPUR, Lausanne

1991, pp. 165-197.

4. Inès Lamunière, Maurice Braillard: l’immeuble Gallatin (1911-13). Un prototype pour l’urbanisme genevois?,

in «Faces», n. 13, autunno 1989, pp. 46-49.

5. Vedi a proposito di questo complesso Louis Vincent,

A propos du quartier des Deux-Parcs à Montchoisy-Genève, in «Das Werk», n. 12, 1929, pp. 353-368.

6. Marina Massaglia, Maurice Braillard, architecte & urbaniste, Fondation Braillard architectes, Georg Editeur, Genève

1991, p. 151.

7. Maurice Braillard, Square A: première étape de construction du quartier des Deux-Parcs: architectes Braillard et Vial,

in «Das Werk», n. 12, 1929, pp. 358.

8 . Catherine Courtiau, Un atelier expérimental de concepteurs, in Luca Bellinelli (a cura di), Le Corbusier. La construction de l’immeuble Clarté, Accademia di architettura dell’Univer-

sità della Svizzera italiana, Mendrisio 1999, p. 25.

9. Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Oeuvre complète 1929-34, Girsberger, Zurich 1934, p. 66.

10. Bruno Reichlin, Jeanneret - Le Corbusier, painter-architect, in

Eve Blau, Nancy J. Troy (a cura di), Architecture and Cubism, Centre Canadien d’Architecture/MIT Press, Montréal,

Cambridge 1997, pp. 202-203.

11. Isabelle Charollais, Bruno Marchand, De l’opacité à la transparence, in «Faces», n. 21, autunno 1991, pp. 40-45.

12. La cucina-zona pranzo è parte integrante di numerosi

progetti di questo periodo: oltre che nell’esempio citato,

essa viene utilizzata simultaneamente dai fratelli Honegger

nell’immobile Frontenex, 53-57 (1933-34) e da Francis

Quétant nella costruzione in Chemin de Roches, 1-3.

13. All’inizio degli anni trenta l’ingegnere tedesco

M. Mengeringhausen aveva studiato il costo delle guaine

e canalizzazioni idriche in funzione della distribuzione

planimetrica degli appartamenti, la sua analisi è riportata

nell’articolo Le prix de revient des canalisations d’eau dans les bâtiments, in «Habitation», n. 3, 1932, pp. 21-22.

14. A proposito di questa fabbrica vedi Dominique Zanghi,

Espoirs et aléas de la préfabrication en Suisse romande. Le cas de l’usine Igeco à Etoy, in «Matières», n. 3, 1999, pp. 86-95.

15. Bruno Zevi, Le gourou des cavernes, in Christian Hunziker,

Le Schtroumpf à Genève, Fricke, Cologne 1986, p. 44.

L’epoca dei concorsi: riprese e ibridazioni

Dalla metà degli anni novanta l’aumento del numero

dei concorsi per abitazioni a Ginevra – a seguito

dell’attuazione della legge sugli appalti pubblici –

crea un clima di emulazione nella progettazione di

spazi domestici. Numerosi progetti vincitori, pur ri-

spettando il modello del blocco residenziale rettili-

neo dello spessore di 16 metri imposto da gran parte

dei piani localizzati di quartiere (plq), propongono

tuttavia, per l’utilizzo ottimale di questa profondità,

nuove soluzioni che oscillano tra la ripresa e l’ibrida-

zione di modelli già noti.

Nelle abitazioni ad affitto moderato (hlm) realizzate

da Aeby & Perneger nel quartiere del Pommier,19 lo

spazio centrale tra i due blocchi paralleli e piuttosto

profondi è occupato da un grande atrio, adibito a

«spazio polivalente», ai cui lati si distribuiscono le

stanze dell’appartamento; una soluzione ispirata al

progetto di Maurice Braillard per Montchoisy-Deux-

Parcs citato all’inizio di questo testo.

Nelle planimetrie presentate a questi concorsi per l’edi-

lizia pubblica, l’accogliente ingresso tipico dell’abitazio-

ne borghese diventa uno spazio liberamente convertibi-

le e permette di personalizzare (o meno) le stanze che

vi si affacciano tramite semplici aperture: in alcuni ap-

partamenti tutte le stanze adiacenti a tale sala comuni-

cano attraverso porte doppie, incoraggiando una gran-

de varietà d’impieghi; in altri, una porta a battente

unico suggerisce la presenza di una camera a nord-est,

mentre a sud-ovest la porta doppia denota l’apposizio-

ne del soggiorno a una cucina comunicante. Un’altra

recente reinterpretazione delle soluzioni abitative gine-

vrine consiste in una ibridazione di due modelli già ci-

tati, risalenti agli anni Trenta: la planimetria bilaterale

organizzata in strati (corbuseriana) e quella libera su

due arie contrapposte che si sviluppa in trame (braillar-

diana). Tale ibridazione dà origine alla planimetria a

«baionetta»,20 una disposizione in quinconce degli spa-

zi comuni che consente di preservare a un tempo la

doppia esposizione e la bilateralità dell’alloggio.

Seguendo questa logica, le camere si dispongono in

alternanza sulle due facciate principali, come nella

A B I T A R E A G I N E V R A

10.

9.

Page 61: rivista archi 3/2013

59

A B I T A R E A G I N E V R A

Die Gestaltung von Wohnungen, die von einer Gebäudeseite bis zur anderen reichen, ging aus der Notwendigkeit hervor, nach Massgabe der modernen Gesundheitskriterien des 20. Jahrhunderts sowohl Son-neneinstrahlung als auch Frischluftzirkulation zu garantieren. In Genf nimmt diese Ausprägung eine besondere Form an, die sich aus der räumlichen und funktionalen Anordnung sowie aus spezifi-schen wirtschaftlichen Aspekten ergibt. Das Verschwinden des Ge-gensatzes Strasse/Hof, ein neues Verhältnis zwischen Wohnzimmer und Küche, die allgemein zur Verfügung stehende Technik und die industrielle Fertigung beim Bau sind ebenfalls Faktoren, die insbeson-dere zu einer grossen Tiefe der Gebäude und oft auch zu einer räumli-chen Ausnutzung dieser Tiefe durch die Architekten führen.Wie nun wird diese Tiefe heute genutzt und wie entwickelt sie sich? Mehrere repräsentative Beispiele zeigen eine ständige Weiterentwick-lung und stellen die in der letzten Zeit erfolgte Hybridisierung der beiden vorherrschenden Modelle heraus, durch die sich der Wohn-raum in Genf auszeichnet – die Durchgangsebene in parallelen Li-nien und die bilaterale Ebene in aufeinanderfolgenden Schichten. Diese Hybridisierung erfolgt oft durch die Implementierung einfacher Einrichtungen, etwa durch die Verbindung mittels doppelter Türen oder die Einrichtung besonderer Aussichtspunkte in der Diagonalen. Diese Planungsmittel erweisen sich als effiziente Möglichkeit, die räumlichen Eigenschaften der Durchgangsebene komplexer zu gestalten und die in Genf vorherrschende urbane Morphologie dabei den unter-schiedlichen Gepflogenheiten der Einwohner dieser Stadt anzupassen.

Il progetto riprende alcuni tratti di due esperienze

precedenti: gli «alloggi espansivi a investimento progressi-

vo», progetto in varie fasi sviluppato nel 1969 e premiato

dal «Programme pour une Architecture Nouvelle» (PAN)

del 1972, e gli alloggi economici realizzati sull’Ile

Saint-Denis a nord di Parigi (1975-1977). Vedi su questo

argomento Christian Hunziker, Habitat expansif à investissement progressif, in «Werk», n. 3, 1973, pp. 303-312 e

«A+U», n. 165, 1984, pp. 57-61.

16. Christian Moley, L’innovation architecturale dans la pro - duction du logement social, bilan des opérations du plan-

construction 1972-1978, Plan Construction, Paris 1978, p. 38.

17. Concours pour un nouvel habitat économique en milieu urbain, relazione della giuria, Ville de Genève, marzo 1985.

Il concorso non ha condotto a realizzazioni.

18. Patrick Devanthéry, Inès Lamunière, Projet pour un nouvel habitat économique, Quartier des Acacias à Genève, 1985, in

«Werk, Bauen + Wohnen», n. 5, 1986, p. 52. Questo

progetto ricorda la Casa Borsalino (1948-1952) costruita ad

Alessandria da Ignazio Gardella.

19. Progetto vincitore di un concorso organizzato nel 2001

dalla Caisse de Prévoyance du Personnel de l’Instruction

Publique et des Fonctionnaires de l’Administration du

Canton de Genève (cia).

20. La planimetria a »baionetta» è stata dapprima introdotta

nella Svizzera tedesca. Vedi ad esempio la Siedlung

Leimbach di Galli & Rudolf e la Kolonie Katzenbach di

Zita Cotti, entrambe del 2007.

proposta dello studio Bunq per il concorso dei Gran-

ds-Hutins a Céligny (2012) e nella recente realizzazio-

ne a Pinchat (2007-2010) di Aebi & Vincent. In quest’ul-

timo caso la doppia esposizione degli spazi comuni è

sottolineata dal loro prolungarsi all’esterno su balconi

continui che corrono lungo le due facciate.

I bandi di concorso e l’economia spaziale ricercata nei

contesti residenziali popolari, in linea con le esigenze

dei plq, spiegano la ricorrente proposta di un’altra solu-

zione: blocchi abitativi dalle forme irregolari che rag-

gruppano alloggi di varie tipologie e di profondità diffe-

renziata; un buon esempio di questa tendenza è il

progetto vincitore del concorso della Petite Boissière rea-

lizzato nel 2011 dallo studio Lopes & Périnet-Marquet.

Le circolazioni verticali occupano il centro di un

blocco disarticolato e servono più appartamenti per

livello. In questo caso quelli in testata sono mono o

bi-orientati, mentre quelli interni si allungano sulle

due facciate. Ne risultano abitazioni libere su due

arie, piuttosto profonde, articolate attorno a un nu-

cleo di distribuzione generoso e collegato alla zona

giorno, un vasto spazio polimorfo variamente utilizza-

bile. Tale articolazione, risultante dal lavoro sulle dia-

gonali, si rivela un modo efficace di dilatare lo spazio.

Questi pochi esempi contemporanei ci danno modo

di constatare che la doppia esposizione degli alloggi

e lo sfruttamento spaziale della profondità rimango-

no tra le caratteristiche più apprezzate dagli architet-

ti. La ricerca progettuale, certamente adeguata alla

morfologia urbana ginevrina, ha condotto a soluzio-

ni che hanno ormai raggiunto un elevato grado di

complessità e si rivelano del tutto adeguate alla plura-

lità degli attuali stili di vita.

* architetto, professore di Critica e Teoria dell’Architettura

all’EPFL

** architetto, ricercatrice al Laboratorio di Teoria

e Storia dell’Architettura all’EPFL

11.

12.

11. Lopes & Perinet-Marquet, progetto vincitore del

concorso della Petite Boissiere, 2011, planimetria

tipo (documento Lopes & Perinet-Marquet)

12. Aebi & Vincent, edifici a Pinchat (2007-2011),

planimetria aggregata di due appartamenti

(documento CIA)

Page 62: rivista archi 3/2013

60

A B I T A R E A G I N E V R A

HochleistungsarchitekturDie Effizienz Genfer Gebäude als Grundlage der langfristigen Energiestrategie Andrea Roscetti

Architettura di haute performance L’efficienza degli edifici ginevrini alla base della strategia energetica di lungo termine

nio, dalle stime risulterebbe essere responsabile di

quasi il 20% del fabbisogno di energia termica a livel-

lo cantonale. Nei prossimi anni si ipotizza un possibi-

le risparmio di oltre 800 GWh termici grazie agli in-

terventi su questa classe di edifici.

Analizzando i dati riguardanti le superfici costrui-

te da oltre vent’anni con i relativi consumi specifi-

ci, appare evidente l’elevata priorità di intervento

sugli stessi per ridurre la domanda energetica com-

plessiva e contribuire al raggiungimento degli

obiettivi di lungo termine che il cantone si è impo-

A fine gennaio 2013 è terminata la procedura di con-

sultazione lanciata dall’Ufficio federale dell’energia

riguardante il progetto di sviluppo della strategia

energetica 2050. Essa fissa obiettivi riguardanti sia i

livelli di efficienza da raggiungere sia l’impiego

di energie rinnovabili, al fine di gestire la riduzione

di risorse energetiche dovuta all’uscita dalla produ-

zione nucleare nel medio termine garantendo l’ap-

provvigionamento energetico nazionale. La proposta

ha come obiettivo finale, a metà xxi secolo, una ridu-

zione del 50% dei consumi pro capite rispetto al valo-

re rilevato per l’anno 2000. L’avanprogetto della stra-

tegia di lungo termine ha portato alla partecipazione

attiva alla discussione, con contributi inoltrati da qua-

si 300 tra enti, associazioni e gruppi di interesse sensi-

bili alla tematica. Entro pochi mesi sarà confezionata

la versione definitiva che dopo l’estate arriverà al

Consiglio Federale, al fine di terminarne l’iter legisla-

tivo entro il 2015.

Le strategie energetiche di lungo termine sono attive

sin dagli anni novanta e fissano già oggi gli obiettivi a

livello sovranazionale, nazionale e locale: Cantone e

Città di Ginevra promuovono in quest’ambito diverse

azioni specifiche per raggiungere un livello elevato di

sostenibilità energetica entro il 2020 e azzerare l’uti-

lizzo dell’energia nucleare. A livello locale si prevedo-

no interventi su oltre 800 immobili comunali esisten-

ti, la creazione di strumenti che favoriscono il ricorso

alle fonti rinnovabili (solare, biomassa e geotermia) e

la continua ricerca di soluzioni alternative al ricorso

illimitato alle energie fossili.

L’obiettivo per gli edifici di proprietà comunale è parti-

colarmente ambizioso: questi utilizzeranno a regime

esclusivamente risorse rinnovabili per il riscaldamento

degli spazi. Grazie alla riduzione del fabbisogno e alla

sostituzione attuata in due fasi degli impianti di pro-

duzione, nel breve termine ci si converte al gas e gra-

dualmente si integrano le fonti rinnovabili.

Il Cantone di Ginevra nel suo complesso consuma an-

nualmente circa 12 000 GWh di energia finale: l’ener-

gia termica per gli edifici (principalmente da gas e

olio combustibile) rappresenta oltre il 50% del totale

e la restante parte si divide equamente tra consumi di

elettricità e carburante per la mobilità.

Una parte preponderante dei consumi è imputabile

agli edifici costruiti negli anni sessanta-settanta, come

avviene in altre grandi città d’Europa: tale patrimo-

nio edilizio, su cui ci si appresta a intervenire con le

manutenzioni ordinarie nel corso di questo decen-

Lit

ri d

i o

lio

/mq

*a

nn

o

Superficie di riferimento energetico (milioni di mq)

e % sul totale costruito

Ind

ice

en

erg

eti

co

(M

J/m

q*

an

no

)

Anno di costruzione

17%

9% 13% 35%

4%

5%

5%

7%4%

3%

1%

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

0

0

100

200

300

400

500

600

700

fin

o a

l 1

91

9

19

19

- 1

94

5

19

46

-19

60

19

61

-19

80

19

81

-19

85

19

86

-19

90

19

91

-19

95

19

96

-20

00

20

01

-20

05

5 10 15 20 25

1. Periodo di costruzione, superficie di riferimento energetico

(mq e %) e consumi energetici finali per edifici residenziali

multifamiliari nel Canton Ginevra. Fonte J. Khour y, 2012

2. Consumo di energia del Canton Ginevra

in milioni di kWh, Novatlantis, 2006

Rielaborazione J. Khour y, Università di Ginevra, 2010

1.

Energia primaria (TJ)

200

15’800

13’800

14’900

10’500

1’100

100

175

12’200

10’200

8’600

10’100

400

Ene

rgia

pri

mar

ia 1

56

70

GW

h

(~ 4

00

0 W

/ab

ita

nte

, co

n u

na

po

po

laz

ion

e d

i ~

45

4 0

00

) Biomassa

Gas

Telerisc.Rifiuti

domestici

Biomassa, FV

Carburanti

Elettricità

Ene

rgia

term

ica

59

40

GW

h (

51

%)

Ene

rgia

ele

ttri

ca2

80

5 G

Wh

(2

4%

)

Mob

ilità

(c

arb

ura

nti

,

ec

ce

tto

ae

rop

ort

i)

28

30

GW

h (

25

%)

Olio da risc.

Legno

Energia finale (TJ)

Petrolio grezzo

Gas

Acqua

Petrolio grezzo

Perdite

2.

Page 63: rivista archi 3/2013

61

A B I T A R E A G I N E V R A

Il documento obbligatorio che descrive il concetto

energetico include una descrizione generale con i

principi architettonici e i dettagli tecnici utili a defini-

re le strategie di riduzione del fabbisogno energetico

e di ricorso alle energie non rinnovabili, oltre che

uno studio di fattibilità che dimostri la non conve-

nienza di varianti più performanti. Si deve basare su

un concetto architettonico e tecnico che tenga conto

dei bisogni dell’utenza, dei vincoli e delle opportuni-

tà che presenta il contesto di progetto.

La legislazione afferma nuovamente il ruolo esempla-

re del settore pubblico, che si traduce nell’obbligo di

redigere una strategia energetica per ogni edificio

pubblico, di dotare gli immobili di un certificato

energetico e di esporlo, di valutare le esternalità am-

bientali nel calcolo della redditività e di conseguire o

considerare nelle varianti lo standard con perfor-

mance energetica molto elevata per le grandi costru-

zioni (sopra i 10mila mq di superficie).

A supporto degli interventi è prevista una regolazio-

ne del rincaro dei canoni di locazione in funzione

degli interventi di miglioramento, che si affianca al

sistema federale e cantonale di incentivazione degli

interventi di risanamento energetico.

A livello cantonale è previsto anche il controllo sui

consumi reali di tutti gli immobili: a partire dal 2013

anche per i piccoli edifici vige l’obbligo di calcolare e

trasmettere l’indicatore di dispersione di calore, de-

nominato idc – indice de dépense de chaleur –

espresso in mj/mq anno, che identifica la quantità

annua di energia utilizzata per il riscaldamento e la

produzione di acqua calda da un determinato edifi-

cio in rapporto alla superficie riscaldata.

L’Ufficio dell’Energia è in grado così di popolare il

catasto energetico, strumento utile per valutare le

performance energetiche del parco immobiliare gi-

nevrino e individuare gli edifici problematici.

Nella pratica se l’idc di un determinato edificio supe-

ra una determinata soglia, è previsto l’obbligo di ese-

cuzione di un audit energetico per la valutazione del

sistema edificio-impianto, finalizzato alla produzione

di scenari per il risanamento energetico utilizzabili

per l’intervento obbligatorio negli anni successivi.

L’obbligo di verifica periodica dei consumi, tramite

indici o contabilizzazione energetica, è in vigore an-

che per la produzione di freddo per la climatizzazio-

ne con impianti con potenze medie ed elevate (>20

kW), la cui nuova installazione è scoraggiata da una

rigida normativa.

sto all’inizio del nuovo millennio: gli obiettivi della

«società 2000W» entro il 2050.

I punti principali della nuova strategia energetica

cantonale sono espressi chiaramente, dal marzo

2010, nella nuova legge sull’energia e nei regola-

menti attuativi.

Le attenzioni maggiori della nuova legge si concen-

trano sulla corretta progettazione degli edifici

nuovi e sulla miglior qualità energetica delle ri-

strutturazioni, prevedendo ispezioni e verifiche su-

gli edifici esistenti (audit) e verifiche in fase auto-

rizzativa per la parte impiantistica, che si uniscono

a una pianificazione energetica territoriale molto

dettagliata.

Qualità energetica degli edifici targati GE

Il regolamento di attuazione della legge energetica

rappresenta il punto chiave per le definizioni della

qualità degli edifici. Dal 2010 le prescrizioni per gli

edifici di nuova costruzione o per gli ampliamenti

importanti prevedono il concetto di «elevata perfor-

mance energetica» imponendo il rispetto di un valo-

re limite di fabbisogno piuttosto stringente, affianca-

to all’obbligo dell’installazione di collettori solari per

la produzione di acqua calda sanitaria. L’obbligatorie-

tà di dotarsi di fonti rinnovabili rappresenta il secon-

do punto chiave della strategia: a regime esse dovreb-

bero coprire il 40% dei fabbisogni totali di energia

termica per gli edifici nuovi, la metà rispetto a quanto

imposto a oggi al sud delle Alpi. Per gli ampliamenti

importanti la soglia prevista è pari al 30%.

Rispetto a quanto avviene in altri cantoni, è stato pre-

visto uno snellimento burocratico grazie all’introdu-

zione della procedura semplificata, con l’inoltro di

una parte della documentazione per la fase autorizza-

tiva e il completamento un mese prima dell’inizio dei

lavori.

L’attenzione agli aspetti energetici in fase autorizzati-

va è maggiore per i progetti definiti «importanti»,

come quelli pubblici o di grandi dimensioni o quelli

che necessitano di deroghe, per cui è obbligatorio

consegnare il concetto energetico. Sono definiti «edi-

fici importanti» gli edifici residenziali esistenti con

superfici riscaldate superiori ai 3000 mq e gli altri

edifici (terziario) superiori ai 2000 mq. Se si prevede

la ristrutturazione in questo caso sono in vigore delle

richieste di fabbisogno energetico maggiorate del

20% rispetto alla norma ed è obbligatorio il ricorso ai

collettori solari in caso di intervento sulle coperture.

Page 64: rivista archi 3/2013

62

A B I T A R E A G I N E V R A

La definizione di «elevata performance energetica»

per nuovi edifici rende obbligatorio il ricorso all’eti-

chettatura Minergie® o a costruzioni con un fabbiso-

gno che rispetti valori più stringenti rispetto alla nor-

ma sia 380/1: almeno del 20% inferiore al limite, che

rappresenta la soglia massima ammissibile a oggi per

edifici nuovi in Ticino.

In caso di ristrutturazione il regolamento non preve-

de un inasprimento delle soglie rispetto alla norma

ma, come per gli ampliamenti, obbliga al ricorso dei

collettori solari. Per i piccoli ampliamenti la legge gi-

nevrina richiede una trasmittanza (valore U) inferio-

re del 15-25% rispetto ai limiti di norma per essere

definiti di alta qualità.

Il modello definito si applica anche alla definizione

di «edifici con performance energetica molto eleva-

ta»: o si costruisce Minergie-P® oppure con un fabbi-

sogno al di sotto del 50% dei limiti sia. Il ricorso alle

energie rinnovabili in questo caso è ulteriormente

elevato sino a coprire la metà del fabbisogno termico.

Devanthér y-Lamunière Villa urbana alla Roseraie

Sezione verticale, orizzontale e

vista delle finestre tipo D ed E.

Isolamento esterno 16 cm.,

serramento esterno in legno,

montato a filo esterno della

facciata.

Oleg Calame Abitazioni e spazi commerciali

in Chemin des Courtillets a Lancy

Sezione verticale della facciata

in corrispondenza dello

zoccolo, ingresso, PT, P1.

200

pente 1.5%

pente 1.5%

398.21

401.06

398.18

401.03

401.18

398.33

401.15

398.30398.30

401.15

397.76

var.

400.72

395.01

398.16

200

397.76

niv.-1 hall d'entrée

isolation Lambda roofdouble placoplâtre

isolation Lambda roofsur largeur 1m depuis

vitrage d'entrée

chape

terrazzo

397.88

dalle de loggia préfabriquéeavec pente vers l'extérieur,

pose sans isolation au raccordà la dalle coulée sur place

béton lavéchape

caniveau Aco passavant V100vitrage système Jansen VISS-TV

baraprène

Delta-MS

FT01 - fenêtrebois-métal

rail à rideauSilent Gliss 6035

plafond en bois

étanchéité

faux-plafond métalliquesuspendu

faux-plafond métalliquesuspendu

Page 65: rivista archi 3/2013

63

A B I T A R E A G I N E V R A

Bassicarella Architectes Appartamenti in Chemin des Fleurettes

Sopra: riduzione del ponte termico dovuto

ai balconi grazie all’ elemento Schöck

Isokorb tipo K150.

Sotto: isolamento in EPS da 18 cm,

intergato in pannello sandwich

prefabbricato. Isolamento fonico nel

pavimento di 2+2 cm. Canali di

ventilazione da 75 mm posati nel getto

della soletta.

GARDE-CORPSmain-courante horizontale fer plat 50x10 mmbarraudage vertical fer plat 36x6 mmfixation entre éléments de façade réfabriqués

parois de séparation balcons: cadres en profils métalliques 40x40 mmcouverts par tôles perforées

serrurerie en thermolaqué anthracite mat

COMPOSITION TOITUREgravier rond lavé 50 mmvoile de polyester non tisséétanchéité EP4V 4 mmétanchéité EGV 3.5 mmisolation EPS 70-280 mmbarrière vapeur EGV 3.5 mmdalle de béton armé 220 mm

FAÇADES SUR RUE & PIGNONSélément porteur préfabriqué de façade:parement ext. béton armé min. 80 mm,vert teinté dans la masse,surface ondulée selon matriceisolation PE 150 mmpanneau porteur béton armé gris 150 mm lissage plâtredispersion blanche

élément de corniche préfabriquéfixation par console isolante contre dalle d'étage

fenêtres:bois-métal thermolaqué anthracitedouble-vitrage isolant U = 1.0 W/m2k, Rw = 32 dB

DALLE D'ETAGE TYPEcarrelage grès-cérame 10 mmchape flottante 70 mmchauffage au sol feuille PEisolation phonique 20 mmdalle béton armé 220 mmpulsion air frais noyéeplafond lissage plâtredispersion blanche

FAÇADES SUR PARCélément porteur préfabriqué monolithique en béton armé 180 mmvert teinté dans la massesurface ondulée selon matrice

fenêtres balcons:cadres bois sapin abouté, double-vitrage isolant U = 1.0 W/m2k, Rw = 32 dB

fenêtres rez et attiques: bois-métal thermolaqué anthracitedouble-vitrage isolant U = 1.0 W/m2k, Rw = 32 dB

DALLE BALCONdalle de béton armé 320 mmélément préfabriquéfinition brutefixation par console isolante contre dalle d'étage

MPH architectes Abitazioni al Foyer de Sécheron

Tetto con spessore isolante 20 cm.

Le facciate sono rivestite da elementi

prefabbricati in CA ondulati e colorati in

pasta in verde in 3 formati, lo spessore

di isolante 15 cm. in PE. Serramenti in

legno-metallo con vetri termoisolanti da

1 W/mq°K.

tête de mur brutalignement p-f couliss. CP155joint silicone (gris)

sur allège panneau sandwich

enduit plâtre 1.5 cm

isolation therm. EPS 18 cm

plafonnet diffusion air 3/ml)

chape ciment 8.8cm

enduit plâtre 1 cm

SOTTAS

réserve architecte

EPDM TENSA NEOFERMA

Page 66: rivista archi 3/2013

64

A B I T A R E A G I N E V R A

L’analisi dell’immobile riqualificato di Avenue du

Gros-Chêne 40-42, risalente al 1963, si avvale di un

monitoraggio continuo per la valutazione dell’in-

tervento di ristrutturazione secondo lo standard Mi-

nergie®. È stato realizzato il confronto con i valori

calcolati in fase di progetto e con la parte restante del

complesso al civico 36-38, identico a quello in analisi

ma soggetto esclusivamente all’intervento di allaccia-

mento alla rete di teleriscaldamento locale.

Gli interventi effettuati sul primo blocco, vale a dire il

miglioramento termico dell’involucro e la chiusura

dei balconi trasformati in logge vetrate, l’installazio-

ne dei collettori solari e del sistema di ventilazione

meccanica, hanno però portato a risultati inferiori

rispetto a quanto preventivato. L’analisi dei dati rile-

vati è rappresentativa poiché l’edificio ha le caratteri-

stiche della media del parco edilizio residenziale gi-

nevrino costruito negli anni sessanta: multipiano,

tipologia traversante, con balconi su tutta la lunghez-

za della facciata e alimentato a olio combustibile.

L’indice di consumo termico pre-intervento si situava

poco sopra la media, 670 mj/mq anno, mentre oggi si

è ridotto a 390 mj/m2 anno, grazie al risanamento

effettuato e all’allacciamento alla rete cadiom di tele-

riscaldamento. I costi globali dell’intervento si sono

attestati a circa 1000 chf/mq di sre, di cui due terzi

sono strettamente legati al miglioramento energetico.

L’esperienza è stata giudicata come positiva, anche se

sembrerebbe possibile identificare lacune e margini

di miglioramento, grazie al monitoraggio dettagliato

e al raffronto con i calcoli teorici. Si potrebbero ri-

durre le temperature interne degli appartamenti e

gestirle in funzione dell’orientamento, oggi sono oltre

2°C superiori al necessario. Sarebbe inoltre necessa-

rio responsabilizzare gli occupanti sul corretto utiliz-

zo delle logge vetrate, che rappresentano l’elemen-

to debole dell’involucro quando non vengono gestite

correttamente sia nella stagione invernale, a causa

delle dispersioni termiche, sia in quella estiva, per

proteggere di giorno e raffrescare di notte.

Dalla rassegna delle azioni in atto a livello istituziona-

le, risulta evidente la volontà politica congiunta a livel-

lo cantonale e comunale riguardo gli obiettivi energe-

tici di lungo termine: l’efficienza del parco edilizio

pubblico e privato e del sistema energetico locale è

centrale nella strategia complessiva di riduzione dei

consumi. A livello cittadino è evidente la stretta colla-

borazione tra i diversi attori. Il comune e l’azienda

energetica multiutility sig hanno strategie comuni

per quanto riguarda l’installazione degli impianti di

generazione che sfruttano energia rinnovabile e le

reti di distribuzione del calore.

Gli studi effettuati sugli edifici di elevata qualità ener-

getica da poco realizzati o risanati, mostrano la ne-

cessità di interventi più efficienti unita alla sensibiliz-

zazione dell’utenza, per non vanificare gli sforzi

progettuali ed economici intrapresi. Il potenziale di

A fianco del calcolo obbligatorio dell’idc, l’associa-

zione dei comuni ginevrini (acg) ha intrapreso con il

sostegno del Cantone nel 2011 una campagna di ter-

mografia aerea sul territorio per visualizzare le di-

spersioni energetiche dalle coperture degli edifici.

Ciò rappresenta uno strumento di diagnosi prelimi-

nare per la qualità degli involucri, disponibile su piat-

taforma gis e consultabile online.

A livello pianificatorio il Cantone obbliga i piani di-

rettori a includere strategie e concetti energetici a li-

vello territoriale, che dettaglino obiettivi di medio e

lungo termine e forniscano gli strumenti pratici per

facilitare lo sfruttamento del potenziale delle fonti di

energia rinnovabile e pianificare le nuove infrastrut-

ture energetiche. È prevista anche l’imposizione della

creazione di reti di distribuzione energetica per mi-

gliorare l’efficienza complessiva e sfruttare e ottimiz-

zare le risorse locali.

Il concetto energetico territoriale è definito come un

approccio elaborato a scala locale, indirizzato a orga-

nizzare le interazioni tra l’ambiente e i soggetti istitu-

zionali, professionali ed economici presenti, a ridurre

i fabbisogni energetici grazie alla costruzione di edi-

fici che rispettino standard di elevata prestazione

energetica e utilizzino tecnologie di conversione

energetica efficaci sfruttando il potenziale energetico

rinnovabile locale e gli scarti termici.

Teoria e pratica: misure sugli edifici

A fianco delle nuove realizzazioni di alta qualità ener-

getica e che considerano vari aspetti della sostenibili-

tà ambientale ci sono i grandi interventi sul patrimo-

nio edilizio esistente.

Il Gruppo Energia dell’Università di Ginevra – che

opera da oltre tre decenni anche sulla tematica dell’ef-

ficienza energetica degli edifici – ha effettuato negli

ultimi anni analisi di dettaglio anche sui grandi com-

plessi residenziali della città: il Pommier, tre fabbricati

nuovi ad elevata qualità energetica a Grand Saconnex

e il primo intervento di riqualificazione di un grande

edificio residenziale da oltre 5000 mq ad Onex.

Il nuovo complesso, realizzato nel 2004 secondo lo

standard Minergie®, presentava valori di consumo rea-

le di oltre il triplo rispetto a quanto previsto in fase di

progettazione. Le reali condizioni di utilizzo dell’edi-

ficio, quali le temperature interne più elevate, i tassi

di ventilazione superiori al previsto, gli elementi om-

breggianti mal gestiti in inverno, unite a elementi tra-

scurati in fase di realizzazione (presenza di ponti ter-

mici) giustificherebbero l’incremento del fabbisogno

energetico. L’analisi evidenzia la convenienza nel lun-

go termine di un maggiore isolamento dell’involucro

ma suggerisce di non considerare i risultati dei calcoli

standard di fabbisogno per valutare i consumi futuri,

influenzati dalle reali condizioni di utilizzo causate

dal comportamento degli occupanti.

Page 67: rivista archi 3/2013

65

A B I T A R E A G I N E V R A

risparmio delle nuove costruzioni ricade anche

nell’impatto sui consumi energetici per i trasporti,

uno degli obiettivi della pianificazione urbana gine-

vrina è riportare gli abitanti verso la città, e ciò avrà

un impatto enorme a livello di mobilità sostenibile e a

una ridefinizione del livello di qualità di vita.

Si ringrazia J. Khoury del Gruppo Energia dell’Università

di Ginevra per la disponibilità dei dati.

Bibliografia – http://etat.geneve.ch/dt/energie

– http://ge.ch/geoportail/infoenergie/

– M. Garbely, L’ancrage de la politique de l’énergie dans la législation, Office cantonal de l’énergie (OCEN),

febbraio 2013

– Directive relative au concept énergétique de bâtiment, République et Canton de Genève, Département

de la sécurité, de la police et de l’environnement,

Service de l’énergie, 2010

– J. Khoury, Rénovation énergétique des logements: un défi pour Genève, Université de Genève, marzo 2012

– F. Mermoud, J. Khoury, B. Lachal, Suivi énergétique du bâtiment 40-42 de l’avenue du Gros-Chêne à Onex (GE), rénové selon le standard MINERGIE® - Aspects techniques et économiques, Université de Genève, 2012

– Thèse J-M. Zgraggen, Bâtiments résidentiels locatifs à haute performance énergétique: objectifs et réalités. Retour d’expérience basé sur le suivi énergétique approfondi d’un complexe de logements Minergie (Pommier à GE), Université de Genève, 2010

Genfer Wohngebäude sind ein Schwerpunkt der kantonalen Energie-strategie, da 50 % des lokalen Energieverbrauchs auf sie entfallen. Das neue kantonale Energiegesetz aus dem Jahr 2010 vereinfacht die bürokratischen Verfahren, stellt jedoch neue Anforderungen an Neu-bauten und an sanierte Gebäude. Die Handlungsfelder sind vielfältig. Bei Neubauten wird der Mindesteffizienzstandard über die Norm SIA 380/1 hinaus angehoben, für Bestandsgebäude muss ein hoher Anteil von Energie aus erneuerbaren Energiequellen nachgewiesen werden. Für alle Gebäude muss die Wärmebedarfskennzahl berechnet werden. Bei öffentlichen und sehr grossen Gebäuden sieht das Verfah-ren die Erstellung eines Energiekonzepts vor, in dem das Umfeld des Bauvorhabens und die örtlich verfügbaren Energiequellen berücksich-tigt werden müssen. In den letzten Jahren hat die Energiegruppe der Universität Genf Daten gesammelt und detaillierte Analysen zu neuen und sanierten Gebäuden erstellt, die den Minergie-Standards entspre-chen. Bessere Gebäudehüllen sind in Hinblick auf den Energiever-brauch die beste Investition, aber das Verhalten der Bewohner übt einen grossen Einfluss auf den Verbrauch von hochwertigen Gebäuden aus.

Page 68: rivista archi 3/2013

66

A B I T A R E A G I N E V R A

foto Didier Jordan

Appartamenti inChemin des Fleurettes

Bassi Carella

L’edificio situato nel quartiere della «Ginevra inter-

nazionale» pone termine al processo dei piani di

quartiere iniziato oltre venti anni fa. Il declassamento

di questa zona residenziale di lusso ad area di svilup-

po 3 contribuisce a mitigare l’enorme carenza di al-

loggi della città di Ginevra e, più in generale, dell’in-

tero Cantone.

Il bando del concorso su invito insisteva principal-

mente sull’esigenza di edificare una grande varietà di

alloggi, dal monolocale al duplex di sette locali.

La densità degli immobili e i loro allineamenti hanno

stimolato lo sviluppo di planimetrie che consentono

di ridurre gli affacci diretti sulle costruzioni circo-

stanti. La diagonale afferma il proprio dominio sugli

spazi vuoti.

La decisione di costruire un immobile a stecca, pro-

fondo 15 m, si deve in parte alla volontà di rispettare

la mappa parcellare redatta dagli urbanisti responsa-

bili del piano di quartiere.

L’ingresso principale del fabbricato è costituito da un

incavo nello zoccolo che sbocca in un ampio atrio ve-

trato alto due piani e mezzo. La luce naturale che in-

vade questo spazio valorizza anche l’accesso pedona-

le al parcheggio. La «messa in scena» di un generoso

spazio di ingresso risponde alla volontà del commit-

tente di creare un bene immobiliare dalle qualità

ben definite.

Ai mono e bilocali del piano terra fanno seguito gli

alloggi di 4,5 e 6,5 locali ubicati al primo, secondo e

terzo piano, mentre al quarto piano e negli attici tro-

vano posto duplex di ben 7 locali. L’ampio open space che caratterizza gli appartamenti di maggiori dimen-

sioni è prolungato da balconi che danno modo di ap-

prezzare il paesaggio vicino e lontano.

La facciata, composta da lastre in calcestruzzo pre-

fabbricato, si espande in balconi e vetrate continui

che racchiudono con grande fluidità le varie tipolo-

gie abitative.

La scansione dei balconi e la loro mancata sovrappo-

sizione sono state sfruttate per creare una dinamica

di rotazione del volume e rimarcare la «diagonalità»

che caratterizza gli appartamenti.

Immobile residenziale, Chemin des Fleurettes 3; Ginevra

Architetti Andrea Bassi, Roberto Carella,

Bassicarella Architectes; Ginevra

Collaboratori A. Miola, J. Kurzo, O. Lauechli,

B. Henriques

Date concorso a invito 2007

realizzazione 2011-2012

Page 69: rivista archi 3/2013

67

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 70: rivista archi 3/2013

68

A B I T A R E A G I N E V R A

Sezioni

Pianta secondo piano

Pianta quarto piano

Pianta attico

Pianta piano rialzato

Pianta piano seminterrato

Page 71: rivista archi 3/2013

69

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 72: rivista archi 3/2013

70

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 73: rivista archi 3/2013

71

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 74: rivista archi 3/2013

72

A B I T A R E A G I N E V R A

foto Fausto Pluchinotta

«Villa urbana» suddivisa in appartamenti – uno per

piano – dotati di accesso indipendente tramite ascen-

sore e di una grande terrazza aperta a sud-ovest, la

costruzione poggia su uno zoccolo in cemento pig-

mentato che riprende il vecchio muro di sostegno e

ospita – allo stesso livello – l’ingresso, i garage e le

cantine.

È un edificio sopraelevato dalle facciate differenzia-

te, caratterizzate sul lato a valle da grandi vetrate e

ampi balconi in aggetto e, sul lato a monte, da fine-

stre ritagliate nello spessore della facciata come qua-

dri sul bosco. Tali aperture distribuite nella nudità

della facciata affermano all’esterno la continuità pla-

nimetrica. All’interno la grande finestra fissa priva di

parapetto, dalla cornice in larice, poggia su una pan-

ca. La ventilazione è assicurata da persiane in legno

munite di gelosie. Una tenda regola l’oscuramento.

Per le loro caratteristiche – gli orientamenti diversifi-

cati e l’accesso indipendente tramite ascensore – gli

appartamenti, che occupano l’intero piano, si presen-

tano come altrettante «ville urbane». Ciascuna abita-

zione è caratterizzata da una grande infilata di locali:

biblioteca, soggiorno, sala da pranzo e cucina a sud.

Pareti scorrevoli consentono eventuali chiusure. Un

mobile appendiabiti separa le zone giorno e notte (a

nord) senza tuttavia compromettere la continuità e

la fluidità spaziale dell’insieme dell’appartamento.

I balconi disposti in quinconce consentono ai resi-

denti di celarsi agli sguardi dei vicini, ma lasciano flu-

ire la luce e l’aria come avverrebbe in un duplex. Si

tratta, data la loro ampiezza, di vere e proprie terraz-

ze; un’espansione degli spazi abitativi che rimanda al

concetto di villa mentre ne elude la necessità, limitan-

do così il consumo di territorio.

Grazie alla sua posizione ai margini dell’abitato que-

sto immobile dagli affacci multipli permette di com-

binare i vantaggi della vita cittadina con il bisogno di

intimità.

Villa urbana alla Roseraie

Dévanthér y & Lamunière

Villa urbana Avenue de la Roseraie; Ginevra

Architetti dl-a, designlab architecture SA; Ginevra

Collaboratore V. Clavien

Ingeniere civile Pillets SA; Bernex

Ingegnere RV SB technique CV; Ginevra

Ingegnere sanitario Schumacher sa; Losanna

Impresario costruttore Consorzio Massey; Ginevra

Date concorso 2006

realizzazione 2007-2009

Page 75: rivista archi 3/2013

73

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 76: rivista archi 3/2013

74

A B I T A R E A G I N E V R A

Pianta primo piano

Sezioni

Pianta piano tipo

Page 77: rivista archi 3/2013

75

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 78: rivista archi 3/2013

76

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 79: rivista archi 3/2013

77

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 80: rivista archi 3/2013

78

A B I T A R E A G I N E V R A

foto Thomas Jantscher

Costruzione

I vani scala costituiscono i nuclei verticali della strut-

tura portante. Solai e pareti interne sono stati gettati

in opera. Il colore verde delle facciate, costituite da

elementi prefabbricati in calcestruzzo dalla superfi-

cie irregolare alti da solaio a solaio, rimanda alla pre-

gevole vegetazione del sito. Tutte le aperture hanno la

stessa altezza, le testate dei solai sono marcate lungo il

perimetro degli edifici e degli ampi balconi continui

si affacciano sul parco.

Tecnica

Il riscaldamento dell’intero complesso è assicurato

da un impianto centralizzato, collocato nel piano in-

terrato dell’edificio ovest, collegato alla rete di teleri-

scaldamento gln (Genève-Lac-Nations) della società

sig. Il rispetto dello standard energetico Minergie

garantisce la ventilazione ottimale a finestre chiuse e

un grande comfort acustico.

La realizzazione è il frutto di un concorso in due tap-

pe organizzato dalla città di Ginevra riguardante un

intero isolato. mph Architectes, dopo aver sviluppato

il piano di insediamento, stabilito le sagome dei cin-

que futuri edifici e le regole destinate ad assicurare

l’unitarietà architettonica del complesso, ha poi con-

dotto la realizzazione di due fabbricati, del parcheg-

gio e del parco.

I due edifici residenziali hbm (ad affitto moderato) si

inseriscono in questo insieme di cinque blocchi, ri-

partiti su un unico lotto, le cui volumetrie consento-

no di preservare la vegetazione arborea esistente e

lasciano spazio a un parco pubblico centrale. Ubicati

a nord e a ovest del complesso, essi costeggiano rispet-

tivamente i binari delle ffs e l’Avenue de France. Gli

attici non arretrano rispetto alle facciate sulla strada

così da orientare gli immobili verso il parco interno.

L’architettura dei fabbricati ne sottolinea la vocazio-

ne residenziale e urbana, mentre la geometria esalta

l’unitarietà dello spazio pubblico; gli angoli smussati

degli affacci sull’interno del lotto aprono vedute late-

rali sull’ambiente cittadino con cui il complesso stabi-

lisce un rapporto privilegiato.

Programma di unità, organizzazione

I piani inferiori – seminterrati – ospitano allo stesso

livello sia gli ingressi che i locali tecnici e di deposito,

ciò consente di sfruttare al massimo la volumetria per

le abitazioni ai piani superiori. Gli appartamenti sono

progettati per ottimizzare le superfici abitabili nel

pieno rispetto delle norme hbm: niente corridoi, ma

una distribuzione dei locali a partire da un vestibolo

luminoso e aperto su un vasto spazio multifunzionale

(soggiorno, cucina, zona pranzo) che si affaccia sul

parco. Il raggruppamento dei servizi permette di ra-

zionalizzare gli impianti e – nell’edificio ovest – il di-

mensionamento della cucina consente in qualsiasi

momento di «chiudere» quest’ultima tramite un mo-

bile o un tramezzo.

Abitazioni al Foyer de Sécheron

MPH Architectes

393.70

poussettes / jeuxpoussettes / jeux

Page 81: rivista archi 3/2013

79

A B I T A R E A G I N E V R A

Abitazioni al Foyer de Sécheron Immobili a pigione moderata; Ginevra

Committente Fondazione della Città di Ginevra per gli alloggi sociali

Architetti Olaf Hunger, Nicolas Monnerat, Franck Petitpierre,

MPH architectes; Lausanne

Capo progetto A. Wagnières

Collaboratrice C. Gantner

Direzione lavori Patrick Defago, Samuel Biggel, Olivier Bolay, Quartal; Vevey

Ingegnere civile Amsler, Bombeli et Associés SA; Losanna

Ingegnere RCVS Ingénieurs Conseils SA; Carouge

Date concorso 2003

progetto e realizzazione 2008–2011

Page 82: rivista archi 3/2013

80

A B I T A R E A G I N E V R A

Pianta piano attico

Pianta piano tipo

Pianta primo piano

P3

11

10

9

12

13

14

15

16

1

2

3

4

5

6

7

8

Déca iss . -6 0

cm

08

09

10

11

12

06

05

04

03

07

Pianta piano seminterrato

Page 83: rivista archi 3/2013

81

A B I T A R E A G I N E V R A

Sezione

Page 84: rivista archi 3/2013

82

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 85: rivista archi 3/2013

83

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 86: rivista archi 3/2013

84

A B I T A R E A G I N E V R A

Annette GigonMike Guyer

prefabbricato orizzontali e verticali. Alle bande oriz-

zontali tinteggiate in grigio si accostano pannelli ver-

ticali di larghezza variabile, la cui tonalità gialla ri-

chiama il colore della pietra calcarea impiegata nelle

costruzioni ginevrine. Finestre scorrevoli realizzate

con snelli profilati in alluminio si alternano agli ele-

menti in cemento di colore giallo. Le finestre e i para-

petti specchianti riflettono la vegetazione arborea

circostante. Tali elementi rafforzano inoltre l’impres-

sione trasmessa dalla facciata di una «trama geome-

trica intessuta di fili d’argento».

foto Joël Tettamanti

Residenza Pré-Babel

L’edificazione di immobili residenziali di altezza e ti-

pologia differenti all’interno dell’ex parco e centro

sportivo Pré-Babel risponde al principio della densifi-

cazione scrupolosa che consente di preservare la con-

tinuità degli spazi verdi e gli alberi esistenti.

La prima fase dell’intervento – Pré-Babel I – compren-

de tre immobili a tre piani (edifici 1, 2 e 3) per un tota-

le di ventotto abitazioni d’alta gamma in condominio.

Nella seconda fase – Complesso residenziale del Parco

di Grange-Canal – è prevista la costruzione sullo stesso

lotto di tre palazzi più alti destinati a ospitare apparta-

menti di fascia media e – nel rispetto della legge gine-

vrina sulle costruzioni – anche alloggi sovvenzionati.

Una delle sfide nell’urbanizzazione di questo parco è

stata quella di trovare il linguaggio architettonico e gli

involucri più adatti alle tre tipologie abitative.

La distribuzione e la forma degli immobili creano

un’alternanza tra spazi alberati e superfici erbose. Le

unità abitative, con triplo o quadruplo affaccio, godo-

no tutte di un variegato panorama di prati e boschetti.

I viali di accesso agli edifici 1, 2 e 3 serpeggiano all’in-

terno del parco e conducono a ingressi leggermente

ribassati rispetto alla quota del terreno. Allo scopo di

alterare il meno possibile il paesaggio del parco gli ac-

cessi ai parcheggi sotterranei sono completamente na-

scosti alla vista. Le vie di accesso al parco e al parcheg-

gio sotterraneo confluiscono nel vestibolo di ingresso

di ciascun immobile. I corrimano in acciaio cromato e

i pavimenti grigio chiaro in graniglia e marmo artifi-

ciale contribuiscono a espandere otticamente lo spa-

zio. Gli ingressi degli appartamenti sfoggiano porte in

rovere scuro accostate a dispositivi di illuminazione

dello stesso formato. Le spoglie pareti in cemento a vi-

sta contrastano con questi elementi di estremo pregio.

La tromba delle scale rischiarata dalla luce naturale

serve due o tre appartamenti e un monolocale per pia-

no. Le abitazioni – disposte su un unico livello – hanno

dimensioni generose, tre affacci e soffitti dell’inconsue-

ta altezza di 2,70 metri. A partire dall’ingresso si divido-

no in due aree principali: da una parte la zona giorno

con cucina, sala da pranzo, soggiorno e biblioteca,

dall’altra la zona notte composta da camere letto, sale

da bagno e guardaroba. Tutti gli appartamenti sono

dotati di un balcone coperto e di una veranda vetrata.

Una delle abitazioni all’ultimo piano di ciascun immo-

bile possiede un accesso indipendente a una vasta ter-

razza sul tetto riparata da una sorta di padiglione.

Nella composizione degli immobili – di ispirazione

quasi classica – si combinano elementi in calcestruzzo

Résidence du Pré-Babel

Résidence du Parc de Grange-Canal

1

2

3

Page 87: rivista archi 3/2013

85

A B I T A R E A G I N E V R A

Complesso residenziale Pré-Babel, Ginevra

Committente Frontimmo SA; Chêne-Bougeries; Ginevra

Architetti Annette Gigon / Mike Guyer; Zurigo

Collaboratori concorso: G. Dafflon, K. Fröhlich

realizzazione: G. Dafflon, M. Clivio, C. Jahn,

A. Pochon, P. Rabijns, K. Fröhlich, M. Wagner

Direzione lavori–appalti Roberto Carella architectes; Ginevra

Architetto paesaggista Schweingruber Zulauf architectes paysagistes; Baden

Calcoli strutturali Fiechter ingénieurs SA; Chêne-Bourg

Impianti elettrici ECE SA; Bernex

Domotica Ryser Eco S.A.R.L.; Ginevra

Mike Humbert; Ginevra

Date concorso 2003–2004, 1er prix

progetto–realizzazione 2004–2008

Page 88: rivista archi 3/2013

86

A B I T A R E A G I N E V R A

Sezioni

Secondo piano Piano terreno

Piano attico Primo piano

Page 89: rivista archi 3/2013

87

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 90: rivista archi 3/2013

88

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 91: rivista archi 3/2013

89

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 92: rivista archi 3/2013

90

A B I T A R E A G I N E V R A

Abitazioni e spazi commercialiin Chemin des Courtillets a Lancy

foto Fausto Pluchinotta

testo Charles Pictet

Il progetto è il frutto di un concorso su invito bandito

per la realizzazione di ventiquattro appartamenti,

vari spazi commerciali, un parcheggio pubblico e un

altro, coperto, riservato ai residenti.

L’edificio completa un’isola residenziale. È ubicato

lungo una strada in leggera pendenza.

A monte, la testata dell’immobile si affaccia su una

piazza. Al fine di attenuare le limitazioni tipologiche,

la planimetria della porzione residenziale si sovrap-

pone a quella del piano interrato.

L’ingresso pedonale all’edificio è collocato nel punto

più basso della strada laterale. La circolazione si divi-

de così tra il marciapiede che segue la pendenza na-

turale del terreno e un piazzale semi-privato ribassa-

to cui si accede tramite una scala.

Questo dispositivo consente di collocare tre scale

all’interno di un unico, ampio atrio che non intacca

la volumetria destinata alle abitazioni.

La struttura dell’edificio è in cemento armato gettato

in opera. Le facciate portanti sono costituite da ele-

menti prefabbricati in calcestruzzo.

2dlc &Oleg Calame

Edificio abitativo e commerciale in Chemin des Courtillets a Lancy – Ginevra

Committente Città de Lancy

Architetti 2dlc & Oleg Calame

architetti associati; Ginevra

Collaboratori D. Walther, J. Loiacono

Ingegnere civile ESM Ingegneria SA; Ginevra

Ingegnere elettrotecnico Dumont-Schneider SA;

Plan-les-Ouates

Consulente energetico CSD Ingénieurs SA; Onex

Date progetto 2005

realizazzione 2007–2009

Page 93: rivista archi 3/2013

91

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 94: rivista archi 3/2013

92

A B I T A R E A G I N E V R A

Pianta terzo piano

Pianta secondo piano

Pianta primo piano

12345678910 1112131415

Pianta piano terreno

Sezioni

Page 95: rivista archi 3/2013

93

A B I T A R E A G I N E V R A

pente8.8%

Pianta piano seminterrato

Page 96: rivista archi 3/2013

94

A B I T A R E A G I N E V R A

Page 97: rivista archi 3/2013

René RisiResponsabile di vendita

Gra

phic

Wor

k

Gli ascensori sono faccenda miaSe progettate il vostro ascensore, io e miei colleghi facciamo al caso vostro. Ci distinguiamo per rapidità e competenza su impianti speciali.

Parlatene con noi. Semplicemente.

Se progettate il vostro ascensore, io e miei colleghi facciamo al caso vostro. Ci distinguiamo per rapidità e competenza su impianti speciali.

Parlatene con noi. Semplicemente.

Page 98: rivista archi 3/2013

Tecnica e arredamenti per l’ufficio e l’industriaDick & Figli SA - Via G. Buffi 10, 6900 LuganoTel. 091 910 41 00 - www.dickfigli.ch

Visione Dalla multimedialità alla multifunzionalità –I sistemi di arredamento USM costituiscono il programmaflessibile al servizio delle esigenze che cambianoe delle nuove idee.

CAFIMConsulenze Amministrazioni Fiduciaria Immobiliari MediazioniStudio d'architettura Cafim SA

Via CantonaleCasella postale 228CH-6805 MEZZOVICOTel. 091 946 20 31- 32Fax. 091 946 20 58

[email protected] www.cafim.ch

Il prestatore di servizi globale.

Implenia ragiona e costruisce per la vita. Con piacere. www.implenia.comSede Lugano-Breganzona

Page 99: rivista archi 3/2013

97

O R D I N E D E G L I A R C H I T E T T I VA

rosee aspettative, era quindi giusto rispondere a que-

sta sorta di chiamata collettiva offrendo un percorso

che alle bellezze paesaggistiche affiancasse anche

quelle strutture di servizio in grado di rendere ancora

più piacevole e ricca l’esperienza di chi vi si avventura.

A giudicare i progetti è stata chiamata una Giuria inter-

nazionale, composta di professionisti di altissimo livello

il cui contributo assicurerà scelte di innegabile qualità

architettonica: Laura Gianetti, presidente Ordine Ar-

chitetti ppc della Provincia di Varese; Michele Arnabol-

di (Svizzera); Alfonso Femia, 5+1AA (Italia); Luca Moli-

nari (Italia); Joao Nunes, proap (Portogallo).

Gli elaborati dovranno pervenire entro le ore 12 del

22 luglio 2013, il bando è scaricabile dal sito dell’Or-

dine Architetti di Varese (www.ordinearchitettivare-

se.it), sezione «Concorso Lago di Varese» o dal porta-

le espazium.

Desideriamo infine rammentare che continuano gli

appuntamenti del ciclo «going public, gli spazi pub-

blici per la città del futuro» nella splendida cornice

offerta dalla Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo

(Varese). I prossimi incontri avranno come protago-

nisti il 29 maggio Cino Zucchi Architetti con «Aree

Dismesse», il 26 giugno Winy Maas dello studio

mvrdv con «Stazioni Ferroviarie» e infine il 17 luglio

«Spazi per il commercio» con Piuarch; le «lecture»

sono moderate da Luca Molinari.

È stato recentemente presentato alla stampa nelle

splendide sale di Villa Recalcati, sede della Provincia di

Varese, il concorso di idee per la progettazione di infra-

strutture di servizio e nuove architetture per la valoriz-

zazione del percorso ciclopedonale del lago di Varese.

L’iniziativa è frutto di un grande lavoro di collabora-

zione e organizzazione iniziato lo scorso anno tra l’Or-

dine Architetti e la Provincia di Varese, con l’Agenzia

del Turismo e i Comuni i cui territori insistono sulle

rive del lago – Varese, Azzate, Bardello, Biandronno,

Bodio Lomnago, Buguggiate, Cazzago Brabbia, Gal-

liate Lombardo, Gavirate.

Il supporto e il contributo di così tante realtà ha reso

possibile dare forma e concretezza all’idea di interve-

nire a supporto dei tanti convinti fruitori del per-

corso e di giungere alla redazione di un bando

concorsuale, il cui obiettivo mira alla realizzazione

di costruzioni di notevole qualità architettonica lun-

go la pista ciclabile del lago di Varese, per l’accoglien-

za e la ristorazione, ma anche come info point e no-

leggio attrezzature sportive e non.

La pista circumlacuale rappresenta per Varese un’in-

frastruttura importante che sembra aver risposto ad

un bisogno inespresso, o forse poco corrisposto, di spa-

zi verdi, di oasi di tranquillità per rilassarsi, fare sport,

vivere la natura. A distanza di anni la struttura riscuote

un successo e un gradimento che va ben oltre le più

Una città e il suo lago

A cura diClaudio CastiglioniOrdine Architetti Ppc di Varese

Page 100: rivista archi 3/2013

98

Elena Sacco Paolo Danelli

quota del primo piano. Laddove lo spazio interno si

contrae, una passerella inclinata prosegue fino ad un

piccolo ambiente illuminato da una vetrata angolare:

è questo il punto in cui l’architettura si smaterializza

e i confini tra interno ed esterno si confondono.

Questo piccolo ambito è il punto di arrivo della parti-

colare sequenza spaziale che si sviluppa all’interno

dell’edificio e può essere utilizzato come spazio per

l’attesa o la lettura.

Il progetto, pubblicato su prestigiose riviste e cataloghi

di architettura, ha ricevuto numerosi riconoscimenti,

tra i quali citiamo: Premio Philippe Rotthier 2011

(progetto premiato); Premio Mies van der Rohe 2011

(progetto selezionato); European Aluminium in Re-

novation Award, Bruxelles 2009 (progetto premiato);

Premio Alluminium in Renovation, 2009 (premio se-

zione italiana); Medaglia d’Oro all’Architettura Italia-

na, premio promosso dalla Triennale di Milano 2009

(menzione d’onore).

Il progetto della Biblioteca civica del comune di Lo-

nate Ceppino, firmato dal milanese Dap Studio, ha

previsto il restauro dell’ex oratorio San Michele e la

realizzazione di un volume di ampliamento. L’edifi-

cio storico costituisce una delle presenze architettoni-

che emergenti all’interno del territorio comunale.

Il recupero è avvenuto nel rispetto della preesistenza:

i nuovi interventi e le scelte di materiali e finiture han-

no avuto, come obiettivo primario, la valorizzazione

delle sue caratteristiche originarie.

Parallelamente al fronte est è stato realizzato un nuo-

vo volume che si accosta in modo discreto alla preesi-

stenza e che contiene i collegamenti verticali, i locali

di servizio e i montanti degli impianti.

Questa scelta ha consentito di adeguare l’edificio sto-

rico alle esigenze funzionali «portando fuori» tutti

quegli elementi che sarebbero risultati maggiormen-

te invasivi, permettendo di minimizzare gli interventi

demolitivi e facilitando la condivisione degli spazi di

servizio.

L’architettura del nuovo volume è caratterizzata da

un profilo che si assottiglia nelle parte più alta, con

un lato inclinato che pare ritrarsi per lasciare mag-

giore spazio alla copertura a falde della preesistenza.

La dialettica tra edificio storico e nuovo ampliamento

è la chiave di lettura di tutto l’intervento ed è il tema

che ha orientato le scelte progettuali.

Il rapporto tra le due presenze è stato giocato con-

trapponendo matericità e leggerezza, solidità e insta-

bilità, materiali opachi e materiali riflettenti: l’enfa-

tizzazione delle differenze valorizza le peculiarità di

entrambi i volumi, in un reciproco rapporto di figura

e sfondo.

La Biblioteca, al primo piano dell’edificio storico, è

caratterizzata da un grande spazio aperto organizza-

to per aree specifiche: la zona reference con piccola

emeroteca in prossimità della zona di ingresso, l’area

bambini, le scaffalature e i tavoli per la consultazione.

Al piano soprastante, la sala delle capriate è uno spa-

zio polifunzionale e flessibile, destinato a ospitare

convegni ed esposizioni indipendentemente dagli

orari di apertura della Biblioteca, grazie alla posizio-

ne baricentrica dell’area di ingresso.

Un ulteriore collegamento tra i volumi è stato assicu-

rato al livello del primo piano realizzando un volume

rivestito, esternamente, in legno.

Il volume di ampliamento articola i locali di servizio,

i cavedi tecnici e le risalite al livello superiore, anche

se la promenade di collegamento non si esaurisce alla

foto Luigi Filetici

O R D I N E D E G L I A R C H I T E T T I VA

Biblioteca civica Elsa Morante

Page 101: rivista archi 3/2013

99

O R D I N E D E G L I A R C H I T E T T I VA

Restauro e ampliamento oratorio San Michele, biblioteca civica Elsa Morante; Lonate Ceppino (VA)

Committente Comune di Lonate Ceppino (VA)

Architetti Elena Sacco, Paolo Danelli,

Dap Studio; Milano

Progetto strutture Studio G. Scolari

Progetto impianti Andrea Bronzoni, Luigi Piantoni

Coordinamento,

coordinamento sicurezza,

direzione lavori Paolo Danelli

Date progetto 2005–2006

realizzazione 2006–2008

Page 102: rivista archi 3/2013

100

Pianta piano terra

Pianta primo piano

Sezioni

O R D I N E D E G L I A R C H I T E T T I VA

Page 103: rivista archi 3/2013

101

Assemblaggio libreria

O R D I N E D E G L I A R C H I T E T T I VA

Page 104: rivista archi 3/2013

102

O R D I N E D E G L I A R C H I T E T T I VA

– canale di gronda in acciaio inox

– lamiera verniciata RAL 9010

– massetto di pendenza e isolamento

– solaio in laterocemento

– finitura interna in smalto lucido

su car tongesso rasato con montanti

a «C» da 3 cm

– pavimento in resina colore bianco

– solaio in laterocemento

– lampadfina ad incandescenza

- controsof fit to in car tongesso con finitura

a smalto luciso colore bianco RAL 9010

– serramento tipo Palladio «5027»

in acciaio decapato

– canale di gronda in acciaio inox

– intercapedine d’aria

– apparecchio illuminante tipo via

Bizzuno mod. C1

– controparete in car tongesso con lastra

da 13 mm e finitura con resina colore

bianco RAl 9010

– ante armadio contenitore e mobile

Q.E. laccato bianco

– pavimento in resina

colore bianco RAL 9010

– massetto in c.a.

– pannelli radianti e isolante

– vespaio areato

– magrone

– muratura in c.a. gettato in opera

– guaina impermeabilizzante

– pannelli isolanti in polistirene sp. 5 cm

stuccati con colla per capotti da esterno

e rinforzate con rete in f ibra di vetro

– lamiera forata verniciata alle polveri

colore bianco RAL 910

– rivestimento esterno in compensato

marino essenza okome

– struttura di sostegno alla lamiera

ancorata alla muratura por tante

– tetto in tegole marsigliesi

dim. 25.5x41 cm + listonatura

– guaina impermeabilizzante

– isolamento in polistirene espanso

estruso tipo Laripan

– nuova trave in legno di abete

– capriata esistente

– nuova muratura di cordolo

– muratura esistente in mattoni pieni

– nuova controparete in car tongesso

con idropittura

– nuovi serramenti in acciaio decapato

tipo Palladio «5020»

– parapetto tubolare di acciaio

decapato esterno al serramento

– pavimento in listelli di rovere

decapato

– massetto in c.a.

– pannelli radianti

– finitura con idropittura colore

RAL 9010

– muratura esistente in mattoni pieni

lasciati a vista, con vernice protettiva

incolore previa sabbiatura di tutte le

super fici a vista

– apparecchio di illuminazione tipo via

Bizzuno mod. «lettere»

– soglia in acciaio decapato

– mobile arredo reception

– pavimento in listelli di rovere

Page 105: rivista archi 3/2013

www.franke.ch

SINOS – IL BELLO DEL RETRÒ

È di moda il Retrò; uno stile che piace. Le forme sinuose con il fascino del passato si sposano perfettamente ai materiali moderni. L’eleganza filigrana di Sinos armonizza con l’archi-tettura della cucina. Una perfetta sinergia, anche con gli accessori. Sinos è la soluzione ideale per committenti che amano soluzioni particolari.

Lavello e rubinetto Sinos

Studio B Image è una realtà poliedrica, multisfaccettata che sa co-gliere al balzo tutte le opportunità che si presentano, grazie a 40 anni di esperienza con spirito giovanile e dinamico. Un’azienda ben radicata nel tessuto economico ticinese che fornisce servizi a 360° e oltre: studio grafico e di comunicazione, studio di sistemi orienta-tivi di segnaletica personalizzata, atelier di produzione e servizio di stampe digitali su diversi supporti.Inoltre si offre un servizio di consulenza per tutti i clienti, basato su soluzioni “cucite su misura” come nei migliori atelier, evitando pro-poste ed idee standardizzate e preconfezionate.

Studio B Image SA | Lugano-Giubiasco | 091 857 48 42 | www.studio-b.ch

STUDIO E PROGETTAZIONESEGNALETICA ORIENTATIVA INTERNA/ESTERNAINSEGNE LUMINOSETOTEM E SINOTTICIOPACIZZAZIONE/SABBIATURA VETRIPELLICOLE DI PROTEZIONE SOLARE RAGGI UV

SEGNALETICA DI SICUREZZA

STU

DIO

B IM

AG

E

Page 106: rivista archi 3/2013

Aziende che hanno partecipato alla realizzazione dei progetti

Villa urbana alla Roseraie Ventilazione AEROVENT TECHNOLOGIES SA; Meyrin (GE)

Rivestimenti BONVIN REVETEMENTS SA; Plan-les-Ouates (GE)

Serramenti/Costruzioni metalliche CERGNEUX SA; Ginevra

Ponteggi ECHAMI ECHAFAUDAGES; Vernier (GE)

Rivestimenti di solette CHILLEMI & CIE SA; Ginevra

Pavimenti esterni WALO-BERTSCHINGER AG; St.Sulpice (GE)

Impresa generale RAMPINI & CIE SA; Vernier(GE)

Riscaldamento J.D.S. ECHAFAUDAGES SA; Satigny (GE)

Ascensori OTIS SA; Petit-Lancy (GE)

Impianti di riscaldamento DESPLATS A. SA; Les Acacias (GE)

Fotovoltaico GEORGES DENTAN SA; Les Acacias (GE)

Tetti ANDRE J.-J. SA; Yens sur Morges (Vaud)

Impianti elettrici EGG-TELSA SA; Ginevra

Pulizia e pavimentazioni MULTINET SERVICES SA; Petit-Lancy (GE)

Abitazioni e spazi commerciali a Lancy Impresa generale INDUNI & CIE SA; Petit-Lancy (GE)

Impresa generale BELLONI SA; Carouge (GE)

Elementi prefabbricati PRELCO; Vermier (GE)

Ventilazione ECTA SA; Grand-Lancy (GE)

Porte e finestre EGO-KIEFER SA; Les Acacias (GE)

Carpenteria e lattoneria ARDIZIO TOITURE; Petit-Lancy (GE)

Imoresario costruttore THR SA; Grand-Lancy (GE)

Protezioni solari GRIESSER SA; Meyrin (GE)

Vetri Vitrerie de Lancy et Stores; Grand-Lancy (GE)

Impianti elettrici TERRIER MICHEL; Carouge (GE)

Riscaldamento BOSSON & PILET; Petit-Lancy (GE)

Ventilazione e climatizzazione TRAITAIR SA; Les Acacias (GE)

Cucine FORSTER; Carouge (GE)

pag. 36 Gestione posteggi VON BALLMOOS; Horgen

Ascensori THYSSENKRUPP ASCENSEUR SA; Petit-Lancy (GE)

Pittore e gessatore D.S.D.; Chêne-Bougeries (GE)

Costruzioni metalliche REVAZ SA; Petit-Lancy (GE)

Falegname NORBA ENTREPRISE SA; Les Acacias (GE)

Porte KABA GILGEN SA; Gland (GE)

Isolamenti LIROM Chapes SA; Le Landeron (GE)

Pietre naturali MARDECO SA; Crassier (GE)

Piastrelle GATTO SA; Ginevra

Pavimenti SOL PINTO; Meyrin (GE)

Isolamento ISOLFEU Lancy SA; Châtelaine (GE)

Pulizie MULTINET SERVICES SA; Petit-Lancy (GE)

Segnaletica SIGNAL SA; Vernier (GE)

Parchi e giardini BOCCARD PARCS ET JARDIN SA; Ginevra

Chiusure automatiche GETEBA; Petit-Lancy (GE)

Ambiente e sicurezza ECOSERVICES SA; Carouge Lancy (GE)

Ricliclaggio SERBECO; Satigny (GE)

Abitazioni al Foyer de Sécheron Impresa di costruzioni MARTI Ginevra SA; Meyrin (GE)

Impresa di costruzioni RAMPINI & CIE SA; Vernier (GE)

Porte finestre ANDRÈ SA; Yens sur Morges (GE)

Fotovoltaico GEORGES DENTAN SA; Les Acacias (GE)

Protezione incendi FIRE SYSTEM SA; Les Acacias (GE)

Protezioni solari ROCCALU; Cahrrat (VS)

Ventilazione AEROVENT TECHNOLOGIES SA; Meyrin (GE)

Sanitari e coperture CONSTANTIN SA; Plan-les-Ouats (GE)

Telecomunicazioni SEDELEC SA; Carouge (GE)

Ascensori KONE SA; Sion (VS)

Riscaldamento e climatizzazione CGD DALKIA SA; Thonex (GE)La lista delle aziende è stata fornita dagli studi d’architettura.

Sistemi costruttivi ISOTECH; Carouge (GE)

Pittore CLEMENT PEINTURE & BERNASCONI; Fribourg (FR)

Isolamenti LIROM Chapes SA; Le Landeron (GE)

Metalcostruttore PROGIN; Bulle (FR)

Rivestimenti DI CHIARA SA; Vernier (GE)

Decorazioni d’interni REYMOND DECORATION SA; Thonex (GE)

pag. 7 Cucine PIATTI; Carouge (GE)

Falegname FERREIRA ASSUNCAO; Meyrin (GE)

Ingegneria civile ERBEIA SA; Vandoeuvres (GE)

Chiusure PAWI Sarl; Carouge (GE)

Pulizie MULTICLEAN; Thonex (GE)

Appartamenti in Chemin des Fleurettes Terrazze HTP SA; Vernier (GE)

Calcestruzzo RENE MATHEZ SA; Chêne-ourgeries (GE)

Prefabbricati PRELCO SA; Satigny (GE)

Facciate SOTTAS SA; Bulle (FR)

Fotovoltaico GEORGES DENTAN SA; Les Acacias (GE)

Protezioni solari STORAMA AG; Burgistein (BE)

Impianto elettrico EGG-TELSA; Ginevra

Riscaldamento BOSSON & PILET; Petit-Lancy (GE)

Ventilazione CGD DALKIA SA; Thonex (GE)

Sanitari DUBOUCHET SA; Carouge (GE)

Cucine TEK CUISINES SA; Les Acacias (GE)

pag. 95 Ascensori AS ASCENSEURS SA; Ginevra

Impresa generale BELLONI SA; Carouge (GE)

Porte in metallo OUVRAGES METALLIQUES SA; Nyon

Costruzioni metalliche MORAND & FILS SA; La Tour-de-Trême; Ginevra

Porte in legno LOUIS GENEVE SA; Le Lignon

Arredamento in legno ALPINA BOIS SA ; Meyrin

Rivestimenti di solette CHILLEMI & CIE SA; Ginevra

Piastrelle GATTO SA; Ginevra

Pavimenti BERNARDINO RIVESTIMENTI SARL; Meyrin

Pulizie DUARTE OCTAVIO ; Carouge (GE)

Gestione rifiuti ECOSERVICES SA; Carouge (GE)

Centro commerciale a Chiasso Scavo generale e pompaggi FONTANA; Muggio

Impresario costruttore Consorzio BARELLA-MEDICI; Chiasso

pag. 36 Ponteggi STELLA PONTEGGI – Ludiano

pag. 37 Costruzione guscio (calcestruzzo) MUTTONI; Bellinzona

Struttura in legno NEUE HOLZBAU; Lungern

Costruzioni metalliche (rivestimento guscio) BTF; Vezia

pag. 37 Isolazioni e impermeabilizzazioni guscio PLUIMERS BV, Rijssen (NL)

Costruzioni metalliche BTF; Vezia

Metalcostruzioni JELMINI; Bellinzona

pag. 36 Metalcostruzioni OFFICINE GHIDONI; Riazzino

Metalcostruzioni SANGIORGIO METALCOSTRUZIONI; Castel San Pietro

Impianti elettrici ALPIQ IN TEC Ticino; Lugano

Impianti RV Consorzio AERIMPIANTI-CLIMA; Sorengo-Camorino

Impianti sicurezza DITTA TYCO FIRE & INTEGRAL SOLUTION; Manno

pag. 36 Gestione posteggi VON BALLMOOS; Horgen

Costruzioni in vetro GALVOLUX; Bedano

pag. 36 Ascensori FALCONI; Morbio Inferiore

pag. 44 Scale mobili SCHINDLER; Bioggio

Gessatore GIOTTO; Manno

Gessatore PASI; Chiasso

pag. 36 Falegname FRIDEL; Vacallo

Isolazioni antifuoco COIBENTAZIONI SA; Novazzano

Sottofondi NOVASTRADA; Taverne

Sottofondi B&L LAUDATO; Vacallo

Illuminazione iGuzzini; Davesco-Zurigo

Spot da incasso a LED di prima qualità al

miglior prezzo

OpTic LED OpTic LED Q OpTic LED Wave

• In aluminio spazzolato oppure bianco

• Bridgelux-POWERLED

• ⌀ 100 mm / P: 75 mm

• 9 W / 3000 K / 660 lm

• In aluminio spazzolato oppure bianco

• Bridgelux-POWERLED

• 100 x 100 mm / P: 75 mm

• 9 W / 3000 K / 660 lm

• Bianco

• Bridgelux-POWERLED

• 104 x 104 mm / P: 111 mm

• 13 W / 3000 K / 935 lm Tic IlluminazioneUffi cio Ticino: 091 941 23 [email protected]: www.opticline.ch

Page 107: rivista archi 3/2013

Valsecchi SA | Via Galli 22 - CH - 6600 Locarno (Switzerland) | T. +41 91 7511647 | 7516208 - F. +41 91 7516653

www.swiss-stone-group.com - [email protected]

facebook.com/valsecchisa - youtube.com/valsecchisa

La pietra naturale rappresenta da oltre 90 anni la nostra passione;

da tutto il mondo importiamo e trasformiamo la pietra in opere d’eccellenza,

mediante l’ausilio delle più moderne tecnologie.

war

ning

-stu

dio comun

icazione

Page 108: rivista archi 3/2013

agen

tura

mfl

ugha

fen.

com

Krüger + Co. SA, 9113 DegersheimTelefono 0848 370 370, [email protected], www.krueger.ch

Come fornitori di servizi per passione abbiamo un preciso obiettivo: facilitare la vita alla nostra clientela. Ecco perché la Krüger è il partner ideale per uffici, negozi, centri commerciali e alberghi. I collaboratori cortesi e un capo simpatico non bastano per creare un buon clima aziendale. Solo un clima ambientale adatto motiva le persone a prestazioni d’eccellenza. O agli acquisti. Noi raffreschiamo e purifichiamo l’aria. I nostri purificatori dell’aria completamente automatici eliminano perfino killer del benessere come polvere, pollini, fuliggine e fumo. Con massima efficienza energetica. E quel che più conta: ci occupiamo anche del servizio e della manutenzione degli apparecchi. Krüger fa molto di più – dal 1931.

Deumidificazione dell’aria

Climatizzazione

Purificazione dell’aria

Umidificazione dell’aria

Per proteggervi dalle insidie del clima

Succursali a: Brügg, Delémont, Dielsdorf, Forel, Frauenfeld, Gisikon, Giubiasco, Grellingen, Meyrin, Münsingen, Oberriet, Rothrist, Samedan, Sciaffusa, Steg, Wangen, Zizers.