Rivista tifosi napoletani febbraio 2013

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Rivista tifosi napoletani febbraio 2013

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GGeennnnaarroo MMoonnttuuoorrii presenta

in diretta Giovedì alle ore 20,45su

DIGITALE 14SKY 888

repliche Venerdì alle ore 23,00 e Sabato alle ore 11,00

Il Giardino dei Semplici

Foto in studio: Raffaele Esposito • Assistente di studio: Antonio Cicia

lealtà • passione• competenza • esperienzarispetto • trasparenza• amicizia

Aspettando Tifosi NapoletaniLunedì alle ore 22,30

su

Martedì alle ore 17 e 0,30

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Mercoledì alle ore 12,30

su

AAnnnnaa DDii CChhiiaarraa presenta

Parrucchiere:

Pasquale Apreda

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TIFOSI NAPOLETANIè la rivista letta da più di 50.000 persone

Direttore Editoriale

Gennaro Montuori

Hanno collaborato:

M. Carratelli

Idris

C. Montuori

I. Perrone

M. Pesce

A. Pompameo

N. Spina

E. Tuccillo

In redazione:

Cinzia Montuori

I servizi fotografici sono di:

Raffaele Esposito

Progettazione grafica,

copertina, poster

e impaginazione di:

Gennaro [email protected]

328.3359262

52482016

4 EDITORIALE

6 MARADONA E CAVANI

8 I DIECI COMANDAMENTIDI TIFOSI NAPOLETANI

12 TRADIMENTO

16 CELEBRATION

20 IL RICORDODI CARLO JULIANO

22 HUGO MARADONA:IERI, OGGI E DOMANI

24 IL GIOCATORE DEL MESEMORGAN DE SANCTIS

28 LA FOTO DEL MESE

30 NAPOLI - PALERMO

34 FIORENTINA - NAPOLI

42 NAPOLI - CATANIA

38 PARMA - NAPOLI

46 LAZIO - NAPOLI

48 IMBRIANI: LAPARTITA PIÙ DIFFICILE

52 ARMERO E ZUNIGA:“NOI MAI RIVALI”

54 ABETE E BERETTAI DUE RIELETTI

56 LO SPAZIODEI TIFOSI

Per la pubblicitàsu questo mensilerivolgersi alla redazione di:

Tifosi NapoletaniMUGNANO (NA)Via Cesare Pavese, III trav. 2/Atel/fax 081 745 14 33

Gli articolisti forniscono la propriaprestazione a titolo spontaneo,gratuito e assumendosila responsabilità.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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Carissimi lettori, c’eravamo lasciati con la decisione della Disci-plinare di infliggere i due punti di penalizzazione al Napoli e conle conseguenti squalifiche di Gianluca Grava e Paolo Cannavaro.

Per fortuna la Corte di Giustizia Federale ha accolto il ricorso restituen-doci i due punti in classifica ed assolvendo i due difensori partenopei.Tuttavia, non direi che è stata fatta giustizia, ma semmai affermereiche ci è stata tolta un’ingiustizia visto che quei due punti il Napoli li haguadagnati sul campo. Non dimentichiamoci che con la faccenda dellapenalizzazione, per colpa dell’incidenza sul morale, abbiamo persoanche i tre punti contro il Bologna. Siamo facilmente portati a tesserele lodi a Paolo Cannavaro, capitano nonché bandiera di questa città,ma non possiamo non fare altrettanto con Gianluca Grava. A quest’ul-timo vanno infatti riconosciute imprese che hanno contribuito a scriverela storia del Napoli in questi ultimi anni. Quel salvataggio sulla lineadi porta al San Paolo contro il Lecce, contribuì a centrare la promozionein Champions del Napoli, in un periodo di autentica crisi, dove sarebbebastata una sconfitta, per giunta in casa, a cambiare l’intero corso diuna stagione.

Dispiace che contro la Lazio siamo riusciti a racimolare un solopunto tornando nuovamente a meno cinque dalla vetta, ma a brevela Juventus sarà ospite al San Paolo e a distanza di anni questa sfidatorna a profumare di tricolore. Provate per un attimo ad immaginarecome deve essere bello tornare a vincere lo scudetto dopo oltre ven-t’anni. Dispiace che il presidente Aurelio De Laurentiis abbia fattodavvero poco durante questa sessione di mercato. Con i nuovi innestiche sono arrivati, un margine di miglioramento c’è stato e la possibi-lità di vincere il tricolore è notevolmente aumentata, ma se fosse ar-rivata qualche soluzione in più tale percentuale di probabilità avrebbesubito un ulteriore impennata. A questo punto non possiamo che con-fidare in Mazzarri. Il Napoli può comunque farcela vista la mediocritàdel campionato. Il tecnico azzurro è spesso bersagliato da critiche, mava comunque detto che non esiste allenatore che ne sia esente. Inoltre,ritengo che bisogna prestare attenzione al Milan, soprattutto in con-siderazione del fatto che sono in tanti a volerlo piazzato nelle posi-zioni alte della classifica. Questo mese ci sarà anche il doppio turnoUefa, con un nuovo dispendio di energie, ed auguriamoci che tuttovada per il meglio. Ultimamente si parla tanto della possibilità di unritorno di Diego Maradona a Napoli, e ne saremmo davvero tutti ono-

rati perché è un ritorno che gli spetta.Diego, oltre ad essere un grande sottoil punto di vista calcistico, lo è altret-tanto sotto il profilo umano ed oltre-tutto è un caro amico. Infine, èdoveroso da parte mia ricordare il miogrande amico Carlo Juliano, lo storicoaddetto stampa del Napoli, che cono-sceva tutti i segreti della Società Sportiva Calcio Napoli e che recen-temente ci ha lasciato. In questo numero troverete il mio articolodedicato a Carmelo Imbriani che in questi giorni sta disputando lasua partita più difficile; l’articolo della new entry Isabella Perrone suHugo Maradona, mentre Nastasia Spina evidenzierà per voi le bril-lanti prestazioni del calciatore del mese Morgan De Sanctis e ci par-lerà anche di Armero e Zuniga. Idris ci parlerà del presidente Ferlaino,mentre il grande Mimmo Carratelli di Maradona e Cavani. Infine An-gelo Pompameo ha dedicato un articolo a Carlo Juliano. Vi rinnovo ilconsueto appuntamento televisivo con “Tifosi Napoletani” tutti i gio-vedì, a partire dalle 20.45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, ca-nale 14 del digitale terrestre e canale 888 di Sky. La trasmissione piùseguita dal tifo partenopeo, con un parterre ricco di illustri ospiti econ la partecipazione canora del “Giardino dei Semplici”, sarà visibilesu tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport, LunaMovie, Luna-Sat etc…). La trasmissione sarà visibile anche in streaming live sulsito www.lunaset.it. Durante la diretta potrete anche interagire connoi scrivendoci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] . Inoltre non dimenticate di visitare il nostro sito www.tifosi-napoletani.it per poter godere di una sezione riservata alla Newssempre aggiornata e per di più impreziosita da una nuova veste gra-fica. Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dal profondo del cuore,forza Napoli. Stavolta concludo il mio editoriale con il ricordo di miamoglie Anna, di cui proprio questo mese è corsa la ricorrenza dellasua dipartita. Insieme ai miei figli e in particolare con Cinzia, che lesomiglia tantissimo, e me la ricorda ogni giorno. A proposito di miafiglia, volevo fare gli auguri a mia nipote Rosanna che questo mesecompirà gli anni.

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Cavani 92 gol in due anni e mezzo col Napoli, Maradona115 gol in sette anni. La sfida è sui gol. Nessun altro

confronto regge. Tempi diversi, calcio diverso, Napoli diversi,ruoli diversi. E resta una differenza fondamentale. Se è veroche Maradona è meglio ‘e Pelè, se è vero che Maradona è lastella solitaria e irripetibile nel firmamento del calcio, e glialtri, i campioni, i campionissimi, i fuoriclasse, stanno sullaTerra, allora nessun giocatore può essere paragonato aDiego. Neanche Messi. Perché il pibe è stato la musica delcalcio, l’incantesimo del football, l’incantatore di cuori, il Gio-coliere sublime, lo Scugnizzo delle giocate, l’Alì Babà delleporte che schiudeva con tocchi di magìa. L’Unico.

Diego inventava il calcio. Gli altri del grande cerchio deifenomeni lo praticano, padroni del pallone con tecnica ec-celsa, emuli straordinari, ma scudieri. Hanno bisogno delpallone per essere grandi. Il pallone aveva bisogno di Mara-dona per essere musicale e per portare la sua musica in tuttii continenti. Paesi interi hanno conosciuto il calcioquando hanno saputo di Maradona.

Né prima, né dopo, c’è stato un ugualeartista sui campi di calcio. Né prima, nédopo, un Artista Assoluto ha vinto conuna squadra “terrestre” trasforman-dola in una squadra vincente. Peléaveva il grande Santos e il gran-dissimo Brasile di tutti tenori,Crujff aveva il fantasticoAjax di tutti giocatori uni-versali, Di Stefano avevaavuto la grande orchestradel Real Madrid di tuttiprimi violini, Puskas lastrepitosa Honved el’Ungheria. Bobby Char-lton e Beckenbauer sonostati eccellenti direttorid’orchestra, Sivori un su-blime solista, Platini unfuoriclasse egoista, Euse-bio un “monumento” vi-vente, Zidane uncampione essenziale, Fal-cao un principe. Nessunocon la capacità di Diego di

conquistare il cuore e gli occhi in tutto il mondo. Tornandoalla differenza principale, Diego Armando Maradona è statoil Messia di un calcio mai giocato da altri con uguale grazia,lealtà, passione, ispirazione e illuminazione celeste. Non hamai irriso gli avversari. I suoi erano “giochetti” di delizia. Equando saltò con la mano contro l’Inghilterra arrivò dovenon è arrivato nessuno: alla beffa da monello.

Detto questo, ecco Cavani, il nuovo re di Napoli. Ecco ilMatador che trascina una buona squadra verso alti tra-guardi. Qualcosa lo avvicina a Diego. La dedizione alla magliaazzurra e il proclamato amore per Napoli che fu per Mara-dona la “culla” della sua felicità ed è per Cavani il bozzoloideale della sua affermazione. Napoli protagonista. Perchéin nessun’altra città del mondo Maradona sarebbe diventatoMaradona. Qui Diego era a immagine e somiglianza dellacittà, la città dei sogni e delle delusioni, delle virtù e del pec-cato, della gioia e del dolore, delle vittorie rare e dei pati-

menti eterni, del genio e della perdizione. E quiDiego fu a casa sua (Napoli seconda mamma

mia, cantava). Qui anche Cavani hatrovato casa, la “sua” casa, con So-

ledad e i bambini che nascono aNapoli, qui ha scoperto il ca-

lore, la passione, l’umanità,l’inventiva di un grande po-polo tifoso. Ed è sincero,come lo era Maradona,quando dice che in que-sta città vive felice e aquesta città vorrà la-sciare un ricordo imperi-turo.

Se Maradona era il ca-popopolo di una ribellione,

di un riscatto, di rivincitesempre sognate, messaggerodegli unici due scudetti del Na-poli, Cavani è il condottiero diun sogno. Le rivincite sonoesaurite, i tabù sono stati in-franti. Non c’è la “rabbia” di untempo, non c’è l’ansia per iltraguardo più alto. Maradonaha spianato la strada, e non fa

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MARADONA

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nulla che gli scudetti siano stati soltanto due. Cavani la ca-valca. Il sentiero è stato già tracciato. Maradona aveva i ric-cioli da scugnizzo, Cavani ha i capelli lunghi del profeta.Maradona era piccolo (1,68) e tosto. Cavani è alto (1,84)ed è una roccia. Diversissimi.

Diego giocava come in un giardino, sfiorava i fiori, ca-rezzava l’erba. Un ballerino del football con i suoi giochid’anca, le finte malandrine, il passo morbido, il sorrisoleale, il tocco fatato. Cavani è una tempesta di movimenti,di corse, di appostamenti, di sorprese, di sfondamenti.Grazia sublime era Diego, grazia possente è Cavani. Diversinell’essere l’anima della squadra. Maradona era il creatore,l’inizio e spesso la fine del gioco, il paladino di tutti, il faroe il rifugio. Cavani è il terminale del gioco, la freccia (Diegoera la balestra magica), il colpitore finale. Cavani gioca atutto campo, attaccante e difensore, ma questo è il calciomoderno con ruoli sempre più duttili e universali. Mara-dona aveva la sua “mattonella”, forse neanche gli servivacorrere perché era il pallone ad andare da lui, calamitad’oro. Pur nella sua generosa partecipazione di solidarietàalla squadra, Cavani ha un ruolo e un compito precisi: devefar gol. Maradona non aveva ruolo perché le partite ruo-tavano attorno a lui, gli avversari erano attratti dalle suefinte, i compagni attratti dal suo magnetismo, e lui diri-geva la musica. Ebbe Careca come finalizzatore, potrebbeavere oggi Cavani. Diego aveva la corsa “tonda”, l’affondomorbido, il passettino incantatore, l’invenzione assassina.Cavani ha il passo lungo (il mio cavallo alato), il vento nellecaviglie e nei capelli, la porta come obiettivo assoluto.

La sfida è nei gol. Nei primi due anni e mezzo, Diegomise a segno 34 gol in campionato, Cavani è già al doppia(66 reti). Ma Cavani è l’uomo-gol e Diego era l’uomo-squadra (al gol mandava Giordano e Carnevale, poiCareca). La sfida finale è aperta su queste cifre. Cam-pionato: Maradona 81 gol, Cavani 66; Coppa Italia:Maradona 29, Cavani 7; Coppe europee: Maradona5, Cavani 19. Ma il Matador è a meno del “cam-mino” di Diego. Due anni e mezzo contro sette.Maradona centrò i suoi massimi obiettivi al terzoanno in maglia azzurra (scudetto) e al quarto (ca-pocannoniere della serie A con 15 gol). Eranocampionati più corti (a 16 squadre i primi quattrotornei di Diego, a 18 squadre gli ultimi tre). Cavaniha più “spazio”, cioè più partite, in Italia e in Eu-ropa. Può arrivare ad eguagliare Maradona nella“casella” dei gol. Può superarlo se si lega al Napoliper gli stessi anni di Maradona. Intanto, il Matadorfra i centravanti azzurri di tutti i tempi è già alquarto posto per numero di gol in tutte le competi-zioni, preceduto solo da Sallustro (111 gol), Altafini(101) e Careca (96) il più vicino.

Con Diego si sognava a colori. Con Cavani sisogna ad occhi aperti. E questa è Napoli, unacittà che ha bisogno assolutamente disogni.

E CAVANIMimmo Carratelli

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ANGELO POMPAMEO - Nonostante siaun grande estimatore del presidente De Lauren-tiis, convenivo anch’io sulla necessità di acqui-stare due rincalzi, ma visto come sono andate lecose pensiamo a quello che abbiamo e cerchiamodi raggiungere l’obbiettivo con questi calciatori.

GUIDO POSTIGLIONE - Dovevamo ac-quistare qualche calciatore importante. Eraun occasione storica e il presidente se l’è la-sciata sfuggire. Auguriamoci di riuscire nel-l’intento con questa squadra, anche sepersonalmente ritengo che sarà difficile. Nelcaso in cui le cose andassero diversamente lacolpa sarà del presidente.

MASSIMO FILARDI - Con un altro cen-trocampista sarebbe stato tutto diverso. No-nostante tutto, ho fiducia in questa squadra esoprattutto in Mazzarri. Il presidente avrebbepotuto fare uno sforzo in più. Adesso dob-biamo restare vicini al Napoli.

GIUSEPPE VOLPECINA - Lo scudettoè alla portata del Napoli, soprattutto se si pog-gia lo sguardo sul campionato che stanno di-sputando le altre. Ma per trasformare questaipotesi in certezza il presidente avrebbe do-vuto fare qualche altro sforzo. Quanto vorreiche il Napoli vincesse il terzo scudetto.

BEPPE SAVOLDI Per vincere avremmoavuto bisogno di calciatori dal calibro di Ham-sik, Cavani, Pandev ed Insigne. Solo cosiavremmo avuto a disposizione delle secondelinee in grado di sostituire degnamente i tito-larissimi. A questo punto però bisogna guar-dare avanti, poi se ne riparlerà a giugno.

ENRICO TUCCILLO È il terzo annoche lottiamo per i vertici. Il presidente devealzare gli ingaggi. Sinora ha fatto qualcosa diquasi perfetto, ma manca sempre la cilieginasulla torta.

I DIECI COMA

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DEL PARTERRE DICaro presidente, stavolta a dettare i nuovi Dieci Comanda-menti sono stai alcuni dei campioni che hanno contribuitoa scrivere un pezzo di storia della Società Sportiva Calcio Na-

poli. E’ la voce di calciatori che hanno calcato i campi, vintocoppe e scudetti, messo a segno tanti gol, e regalato sorrisie gioia ad un popolo da anni tribolato da insulti e problemi,

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SANDRO ABBONDANZA Si ricordi dirispettare i tifosi che hanno fatto tantissimoper il Napoli ma soprattutto per lei. Ho un tra-scorso di più di vent’anni nel Napoli e questamaglia me la sento stampata sulla pelle.

GIOVANNI FRANCINI Bisognava ac-quistare anche un altro centrocampista, per-ché in quel reparto del campo siamo un po’corti. I sette anni passati nel Napoli sono in-dimenticabili e dal giorno in cui ho messopiede all’ombra del Vesuvio, l’azzurro mi è ri-masto nel cuore. Sarò tifoso del Napoli a vita.Quanto vorrei festeggiare il terzo scudetto in-sieme ai tifosi napoletani.

MARIKA FRUSCIO Non lasciarsi scap-pare Cavani il giocatore più forte in assolutoin quel ruolo. Si poteva acquistare qualchecalciatore in più, ma sono una grandissimaestimatrice di Mazzarri e confido in lui.Adesso cerchiamo di vincere il tricolore conquanto abbiamo a disposizione.

HUGO MARADONA Biso-gnava acquistare i calciatori chevoleva Mazzarri. Al di là di tuttosono un grande estimatore delmister. Sto seguendo il Napolidagli spalti e mi auguro di festeg-giare lo scudetto insieme ai ti-fosi.

NDAMENTI

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TIFOSI NAPOLETANIper questo tanto desideroso di riscatto. E’ questo ciò che pernoi rappresenta il Napoli. La mia paura è che per colpa dellasua politica del risparmio, mentre staremo ad un passo dall’

accarezza il tricolore che a mio avviso quest’anno è alla por-tata vista la mediocrità del campionato, potremmo perderequesta storica occasione per colpa dei mancati acquisti.

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unico distributore:

PICCADILLY di Pasquale FestaVia Cesare Rosaroll - Napoli

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T R A D I M Earo Allenatore, ha visto quando imposta bene la

squadra come vince! E Presidente, si rende finalmente contoche con le qualificate integrazioni che stiamo da sempre chiedendo,il Napoli potrebbe ancora raggiungere il traguardo sognato?

Qualche settimana fa scrivemmo che il business spesso si ri-vela il peggiore avversario degli interessi sociali. Ma aggiungemmoanche che i grandi sanno garantire a se’ i business, soddisfacendoinsieme gli obbiettivi popolari!

Ora sottolineamo che le parole non seguite dai fatti a lungoandare potrebbero esasperare gli animi delusi, che non compren-dono il perché dei comportamenti omissivi, continuati negli annie che impediscono la realizzazione di quel sogno che la cieca for-tuna ha offerto piu’ volte alla nostra squadra. Si potrebbe parlaredi stupidità o di superficialità, ma questo non è evidentemente ilnostro caso! Ma allora di che si tratta? Qual’e’ il misteroche avvelena in generale la vita napoletana e pena-lizza da anni anche il nostro sport preferito e lavittoria dei nostri colori?

Ragioniamo, sgombrando subito ilcampo da falsi quanto fuorvianti temicome l’assenza di danaro. Mai come oggiquesto dato non corrisponde al vero!Dunque potrebbe trattarsi di mala-nimo di chi dirige la Società che nongli ha portato il bene che si aspet-tava? No, no anche questo è daescludere! Come abbiamo detto lecasse, anche quelle ufficiali, sonocolme e l’immagine ancora di più.Persino quella dei campioni è nellaesclusiva dell’ente. Ed anche quellache positivamente si riverbera neltanto amato cinema dà segnali di po-sitivo incremento! E allora? Qualchetempo fa accennammo a Paperon deiPaperoni la cui caratteristica è un pec-cato manco a farlo apposta definito “ca-pitale”: l’avarizia! Fosse questo la causadei mali? Certo tutto è possibile ma ipo-tizziamone altri! Comportamenti di

sfruttamento non sono nuovi a Napoli, anzi sono antichi e conti-nuati. Viceré ed Amministratori esosi e spietati si sono avvicendatinella meschina spoliazione del popolo napoletano! Persino Dumasnel Curricolo cita uno di questi squallidi personaggi che nell’allon-tanarsi dalla Città fu sentito profferire la frase: “ Gli ho tolto anchele mutande a questi stupidi napoletani”!

Masaniello nel 600 si ribellò… fu tradito ed ucciso, la Suameravigliosa Sposa fu costretta alla prostituzione per denigrarel’immagine del Pescatore che aveva fatto tremare le monarchiedell’epoca, nel 700 i Patrioti della Repubblica Partenopea ten-tarono di ridare protagonismo al Popolo che non comprese e ar-tatamente suggestionato dalle trame inglesi consegnarono i loroEroi ai sicari del pavido re e della triste, corrotta regina che nefecero scempio: li impiccarono e consegnarono i teschi al vili-

pendio degli scugnizzi, ignari di disprezzare chi liaveva amati a rischio della vita.

L’Ammiraglio Caracciolo, la PimentelFonseca, Pesacane, Cirillo, insieme a

Preti, Scrittori, Artisti, tutta la In-tellighentia napoletana fu mi-

seramente uccisa… perchéaveva fatto ancora una voltapaura ai tristi e meschini cir-coli del potere internazio - nale, strumentalizzandol’ignoranza del Popolo! Loso che il paragone apparesproporzionato! Ma la qua-lità dei fatti sembra lastessa! Allora attenzione!Se è vero che il Circo ro-mano fu il luogo della ge-stione del consenso. Oggi lostadio potrebbe diventare,improvvisamente, il luogodella comprensione e dellacomunicazione per il ri-scatto e l’affermazione delladignità di un Popolo!

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N T OEnrico Tuccillo

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UNICA SEDE:Via Carbonara, 39

80139 Napoli (Italy)Tel. 081.44.05.79

apertodal martedì alla domenicadalle ore 6.30 alle ore 21.00

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C E L E B RR A T I O N

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N ell’ annoverare il 26° anno di programmazione nonstop della seguitissima trasmissione “tifosi napo-

letani” record di ascolto regionale. Il conduttore GennaroMontuori alias Palummella ha dedicato una puntata spe-ciale al mitico presidente del Napoli scudettato CorradoFerlaino .

Ore 20.30 esterno notte: località Caserta sotto unafitta pioggia arriva il presidente accompagnato dalla bel-lissima ed elegante Signora ad accoglierli un nugolo dipersone ospiti della puntata stessa baci e abbracci e viaai salamalecchi.

Ore 20.45 interno notte: si accendono le luci, dallaregia lanciano la pubblicità e a schiaffo la sigla cantatadalla famosissima band musicale “Giardini dei semplici”.

Io sono seduto al mio solito posto con accanto il pre-sidente Ferlaino che indossava un’impeccabile vestitogessato di color blu notte.

CIAAK SI GIRA, dopo la presentazione dei vari ospititra l’altro ex giocatori del Napoli Campione. Da BrunoGiordano passando a Beppe Savoldi, Gianni Francini,Antonio Capone, Sandro Abbondanza, Guido Posti-glione, Hugo Maradona in rappresentanza del fratelloDiego Armando Maradona che fu il principale artefice diquella famosa compagine.

Lo studio è pieno zeppo come nelle grandi occasioni.Il mio fratello conduttore è in forma, LA SERATA SI AN-NUNCIA BELLA ASSAI!

Il presidente è in pasto alle raffiche di domande fattedagli ospiti e da Gennaro stesso, roba da libro cuore, sipassa da domande tipo “quanto è costato il transfert dalBologna al Napoli di mister 2 miliardi del vecchio conio?”

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C E L E B R A T I O NIdris

(Beppe Savoldi ndr). Il presidente ci svela che in realtà ilprezzo giusto era un miliardo e settecento milioni più 2giocatori .

Vi assicuro che le domande non erano fatte in ginoc-chio pensate che quando il meticoloso e pertinenteGuido Postiglione detto “Il ragioniere” ha voluto infieriresui conti e i bilanci dell’attuale presidente De Laurentiistirando fuori addirittura una pagina del giornale su cuic’erano i dati dei soldi guadagnati da quest’ultimo il si-gnor Ferlaino con una flemma britannica glissò sull’ar-gomento non volendo intervenire sull’operato del signorDe Laurentiis. Le domande si fanno sempre più incal-zanti ma il nostro illustre ospite si mostra sempre più lu-cido. Quando il direttore della rete Angelo Pompameo dabuon giornalista li fece tuonò “perché era così distaccatodalla squadra sia quando si vinceva sia quando si per-deva?” lui imperturbabile rispose come sanno fare igrandi uomini. Alla mia domanda “come è riuscito a fareil colpo grosso con Maradona?” lui candidamente midisse “era semplice perché nessuno delle grandi societàera interessata a Maradona” ma il momento più bellodella puntata è stato la magia del nostro tecnico che ci

ha messo 2 ore per montare immagini durate 3-4 mi-nuti una retrospettiva della Napoli scudettata un collagedi immagini bellissime da amarcord con una sovraim-pressione del volto del presidente commosso e fiero dellasua impresa.

Abbiamo persino scoperto che i grandi amori dellasua vita sono il popolo, la città di Napoli e la sua squadra.Alla grande gioia dell’avvocato Tuccillo. E di aver co-stretto Maradona Senior a rimanere nel Napoli controla sua volontà.

Infine non poteva mancare la festa, e quando Gen-naro organizza lo fa alla grande, scultura e torta gigante

che raffigurano il Presidentissimo che a dir poco era rag-giante. Dulcis in fundo il pubblico in studio ha svento-lato il poster del presidente con la scritta “GraziePresidente”. Ma io dico grazie davvero per la conversa-zione franca e politicamente corretta.

Si abbassano le luci, lui firma autografi e tutti lo vo-gliono per una foto ricordo.

La trasmissione finisce con un rullo d’immagini toc-canti della moglie di Gennaro, la Signora Anna scom-parsa alcuni anni fa proprio nel giorno del compleannodel suo ultimogenito Diego.

Auguri fratello Diego! ti vogliamo bene…

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Tra tante stelle brilla il Pocho

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n lungo applauso e il suono diuna tromba cha accanto a lui

invoca il silenzio; È terminata così lacerimonia per l’ultimo saluto a CarloJuliano, indimenticabile capoufficiostampa del Napoli dei trionfi scom-parso mercoledì 6 febbraio scorso a71 anni. Gremita la chiesa di San Vin-cenzo Pallotti in corso Europa. Ac-canto alla moglie del giornalista,Anna, alle figlie Raffaella e Milena ealla nipotina Laura gli amici di Car-letto nei trent’anni azzurri. In primafila Luciano Moggi, Corrado Ferlaino,Antonio Juliano e Canè. Ma poi tanti,tanti amici di sempre. Tanti ex az-zurri, oltre a Juliano e Canè: EnzoMontefusco, Gianni Improta, SandroAbbondanza, Pino Taglialatela, Gen-naro Scarlato. E poi l’ex direttoresportivo Gigi Pavarese, l’ex ammini-stratore Gianmarco Innocenti, l’exmedico sociale Lino Russo, gli ex di-rigenti Dino Celentano e Dario Bol-doni, Filippo Fusco, Giulio e LucaFerlaino, Angelo Borrello, che peranni ha curato l’organizzazione dellepartite al San Paolo. E poi i procura-tori Enrico Fedele e Mariano Gri-maldi. L’amico di sempre FrancoCampana ha letto una poesia dedi-cata a Carlo, mentre l’ex arbitro Mas-simo De Santis e Walter Novellinohanno ricordato i pellegrinaggi aLourdes con la famiglia Juliano...

Tra i numerosi giornalisti i presi-

denti dell’Ordine, Otta-vio Lucarelli, e dell’Asso-stampa, Enzo Colimoro.E poi tanti altri giornali-sti, dai più giovani ai piùanziani. Tutti hannocondiviso con lui ore edore di lavoro, fatte al te-lefono o negli uffici eanche sui campi di calcio,ovunque il Napoli gio-casse. Carlo aveva una pa-rola per tutti, un soprannomeper tanti, uno sfottò personaliz-zato per chiunque incontrasse sullasua strada. E di persone ne ha incon-trato nella sua carriera, di problemine ha risolti tanti e a tutti, disinte-ressatamente, con il suo solito stileche era quello prima di negare, epoi concedere, acconsentire. Negliultimi anni, spesso mi diceva che luiera stato il migliore in quel campo equasi per sfottò contro se stessoforse, arrivava finanche a vantar-sene per un attimo, ma solo per unattimo. riconoscendo poi l’impor-tanza e la delicatezza del ruolo e delsaper gestire tutto quanto c’è intornoad un lavoro difficile. Carlo non spe-gneva mai il proprio cellulare, quelnumero 3378003... non so quantovolte l’ho composto, e lui sempre arispondere, a risolvere, a farsi caricodei tuoi problemi, ad affrontarli conuna calma pazzesca, quasi da far in-

vidia.Non l’homai visto ar-rabbiato, ma quandoc’era qualcosa che non andava tene accorgevi perché restava in silen-zio, sfilandosi con classe e con stiledalla risposta pepata che poteva farticapire la realtà. Quasi come un gio-catore di poker, insomma, che nonlascia leggere se stesso all’avversariodi turno. Ho saputo poi che gli pia-ceva giocare a carte con gli amici,senza impegnar denaro sia chiaro,ma ho capito che le sue strategie divita forse appartenevano un po’ algioco. Io l’ho anche contrastato, perme che da giovane tifoso vivevo leprime esperienze di ufficio stampa,ma poi ne ho compreso con il tempola professionalità e la classe che locontraddistingueva. Tutti, ma pro-prio tutti, abbiamo avuto bisogno dilui, gli abbiamo chiesto l’impossibilee lui anche se pareva non volerti con-siderare poi, come un “mago”, ti aiu-

UIL RICORDO DI CA

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tavasenza

a l c u ninteresse.

L’unico eraquello che

non parlassimale del Na-

poli, della so-cietà, di Ferlaino.

Il club su tutto,questa è stata la sua

grande filosofia da capoufficio stampa, ed è questo

che lo ha reso grande. Ferlaino,il suo Presidente, difficile da gestire,ma proprio l’ingegnere, ai suoi fune-rali, ha mostrato un volto che nonconoscevano giungendo finanche aparlare e ricordare Carlo ad un mi-crofono durante la celebrazione.Avrebbe riso certamente Carlo, com-mentando con la sua solita ironia ildiscorso del Presidente, toccanti lesue parole. “Carlo, mi hai lasciatosolo, con te se ne va un uomobuono”. Anche Luciano Moggi haprovato a ricordare Carlo, ma è statovinto dall’emozione. La figura delgiornalista è stata ricordata da Mau-rizio Romano in modo impeccabile.Raffaella poi, la figlia giornalista diCarletto, ha ringraziato tutti gli in-tervenuti al funerale: «Papà mi ha in-segnato i valori della vita, non potròmai essere come lui ma mi ha lasciato

un modello da seguire». E giù gli ap-plausi per un uomo che non dimen-ticheremo mai. A poche ore dalla suascomparsa ho lanciato l’idea di dedi-cargli alla sua memoria la TribunaStampa del San Paolo. Idea vincente.Il giorno dopo grazie all’interventodell’USSI la richiesta ufficiale, poi ilplacet del Comune con l’AssessorePina Tommaselli in testa. Non contala paternità dell’iniziativa, contapiuttosto la realizzazione, e statenecerti la cosa si farà certamente.

Infine un ricordo personale. IlNapoli tornava in serie A, al SanPaolo di scena la Juventus. Gara innotturna, arrivo tardissimo allo sta-dio. Le squadre entravano in campoed io provavo a superare il varco

stampa inutilmente. Il mio accre-dito non c’era. Quante volte sarà ca-pitato a tanti di voi, quante volte èintervenuto per risolvere il pro-blema. Bene chiamai quasi senzasperanza il numero di Carlo che nelfrattempo sedeva in panchina con lasquadra. Lui mi rispose, sentivo amalapena la sua voce dalla panchinaazzurra, mi disse… passami questocontrollo dicendogli… fallo en-trare… La sua grandezza era quella,finanche dalla panchina e a pochisecondi dall’inizio di un Napoli Ju-ventus da tutto esaurito lui riuscivaa gestire e risolvere una situazionedi emergenza. Non potrò mai di-menticarlo, cosi come lo ho stimatoe voluto bene.

ARLO JULIANOAngelo Pompameo

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HUGO MARADONA: IERA lla serata di gala e beneficenza dell’International

Organization for Diplomatic Relation “Corrispon-denti Diplomatici” tenutasi a Roma presso Villa Miani il25 gennaio dove arte e cultura sono state le padrone dicasa, è stato conferito il premio Medditerraneo a variospiti. Onorificenza attribuita a coloro che si sono di-stinti in qualche ambito nel percorso della loro vita. HugoMaradona è stato onorificato con il “premio alla carriera’’che ha ritirato insieme al premio attribuito al fratelloDiego Armando come miglior calciatore di tutti i tempi,i premi gli vengono conferiti dal Corrispondente Diplo-matico Prof. Dott. Catello Marra. Fra i tanti famosi nomiintervenuti,per l’ambito sportivo oltre ad Hugo Mara-dona vi erano anche Giovanni Francini, Gennaro Mon-tuori, Patrizio Oliva, etc… anch’essi onorificati con ilpremio alla carriera. Hugo, dinanzi ai tanti ospiti dellaserata, emozionionato rilascia un intervista esclusiva.

Allora Hugo,Cavani è a quota 93 reti messi a segnocon la maglia azzurra ma in cima alla classifica deimiglior goleador della storia del Napoli rimane an-cora tuo fratello Diego. Può superarlo Cavani…..?

“Cavani è un grande campione e sono sicuro che riu-scirà a superare il numero di reti messi a segno da miofratello Diego, ne sarei davvero contento. Cavani va peròprecisato che è una prima punta mentre Diego giocavada trequartista. Inoltre, il pibe de oro oltre ad aver se-gnato tanti gol forniva numerosi assist ai compagni disquadra.

E vero Cavani gioca in un ruolo diverso da quello incui giocava Diego, mio fratello è stato sempre un uomosquadra, e come tale condusse la squadra a vincere duescudetti, una coppa Uefa, una supercoppa italiana ed unacoppa Italia. Penso che non sarà facile raggiungere glistessi risultati, considerando che il Napoli di Diego riuscìper sette anni a confermarsi nelle posizioni alte della clas-sifica, ma questo non vuol dire che è impossibile……

Qual è il tuo pensiero su questo grande campione?“Cavani è un ragazzo umile, disponibile con i tifosi con

i quali spesso si lascia immortalare, in questo intravedo unacerta somiglianza caratteriale con mio fratello Diego. Inqualunque posto mi capiti di metter piede a Napoli, ri-mango colpito dalla presenza di foto e poster di mio fratelloe questo mi rende felice e orgoglioso, A Cavani auguro nonsono solo di poter superare i gol messi a segno da Diego maanche di vincere trofei perché secondo me è un grande cal-ciatore ed è entrato nei cuori dei tifosi partenopei”.

Tornando al premio mi dici cosa hai provato nelcondividere la gioia della premiazione insieme al tuoamico storico Gennaro Montuori?

“Per me è stato un bel momento considerando l’ami-cizia che da quasi trenta anni ha legato e continua a le-gare le nostre famiglie. Abbiamo spesso condiviso tantimomenti festosi, consolidando così, un rapporto quasifamiliare che persiste tutt’oggi.

Hugo, qual è secondo te la differenza tra i calcia-tori di oggi e quelli di una volta?

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I, OGGI E DOMANIIsabella Perrone

La differenza è che quelli di ieri erano molto più at-taccati ai colori sociali ed il pallone valeva molto più deisoldi, invece oggi, molti di essi si sentono più divi checalciatori, molto spesso evitano i contatti con i tifosi, letelecamere etc…. Il diritto di immagine ha superato lapassione sportiva, il troppo busness ha fatto perdere divista il vero significato di una partita di calcio. Sono tantii campioni che han dimenticato il valore dei supportersche sono l’anima del mondo del calcio,con i loro soldi ver-sati fan si che i calciatori divengono personaggi ricchi efamosi. La mia speranza è che questo calcio possa ritor-nare come i vecchi tempi “UNA PASSIONE” .

Sei felice di lavorare ancora con il mondo del cal-cio?

“Il calcio è una delle cose più belle della vita, chi nonha mai sognato di dare due calci ad un pallone? Inoltre èbello poter fare un lavoro che ti piace e che ti rende felice.Il calcio per me è un’università che impartisce lezioni divita e fa bene alla salute. In tanti sin da piccoli sognanodi poter giocare nella nazionale o nella propria squadra”.

Quest’anno sei tornato allo stadio insieme a Gen-naro, cosa hai provato?

“È stato emozionante, anzi è stato fantastico perchéin tutte le tre volte che sono andato il Napoli ha semprevinto.

Hugo un tuo giudizio sull’attuale squadra.“Mi spiace che De Laurentiis non abbia acquistato altri

due calciatori, sono un grande estimatore di Mazzarri chesta conducendo il Napoli in alto….

Cosa hai provato il 10 maggio del 1987….?“Il nostro Napoli vinse il primo scudetto della storia,

io indossavo la tuta dei panchinari, non nascondo cheavrei voluto essere in mezzo al campo, con il cuore vi as-sicuro ero lì. C’erano dei mostri sacri del calcio in campovicino a mio fratello, come Giordano e Carnevale, Lo scu-detto lo sentii dentro di me, e se mai la storia dovesse ri-petersi sarei il primo a festeggiare con il pubblico diNapoli.

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IL GIOCATOREE DEL MESE

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IL GIOCATORE DEL MESENastasia Spina

L

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a storia ci insegna che guadagnarsi la gloria nell’arena ècosa tutt’altro che scontata. Sono tanti i condottieri dallegrandi gesta, che ingiustamente al primo errore, si sono tro-vati a contare i pollici riversi verso il basso, ma questo non èil caso di Morgan De Sanctis, che risponde all’errore condelle prodezze. Il nostro portierone non è uno di quelli chesi arrende. Carattere e determinazione sono sinonimi delsuo nome. Il “San Gennaro dei pali azzurri” di miracoli incampo ne fa a volontà. Un kamikaze sulle uscite, un maestrotra i pali, De Sanctis è garanzia di sicurezza in porta. La pa-pera all’Artemio Franchi contro la Fiorentina che ha man-dato in gol Roncaglia, non pregiudica la sua rilevanza nelNapoli, e come potrebbe essere altrimenti. Eppure, comespesso accade, l’errore finisce per attivare gogne mediatiche,ed il destinatario delle critiche si vede rinfacciare lo sbagliotroppe volte. Ma Morgan è uno di quelli che se un attimoprimo sbaglia, e bisogna precisare che questo avviene rara-mente, qualche istante dopo mette in scena parate che val-gono quanto una vittoria. Mette sigilli ai risultati, suona lacarica in mezzo al campo e quanto ci piace quando dopo unaparata si esalta ed incita il pubblico. Se un attaccante si ri-scatta con un gol, un portiere lo fa negando la gioia all’av-versario. La prodigiosa parata sulla bordata di Dossenacontro il Palermo, la super parata su Lamela altrettanto daincorniciare, gettano acqua sul fuoco delle critiche. Che direpoi della stratosferica uscita su Destro. Corredo inestimabiledella sua personalità è la foga, il carisma con il quale riescea trascinare i compagni nei momenti di amnesie difensive.È uno di quelli che non si arrende mai, un leader, ed il suo

forte amore per la squadra culmina spesso nella parteci-pazione alle mischie nell’aree avversarie, dove c’è in

ballo una vittoria, o l’aggancio di un pareggio. Ca-risma a parte, le doti del nostro pirata sono

soprattutto tecniche. Parate spettacolaritra i pali, messe in scena anche recen-

temente contro la Roma ed il Pa-lermo, il coraggio che, Firenze a

parte, lo ha visto protagoni-sta di uscite da manuale.

Una delle critiche che glivengono rivolte è pro-

prio quella di rima-nere troppo spes-

so impalato nelproprio riqua-

dro di cam-po.

Sulle palle inattive, invece, sistema sempre correttamente labarriera ed una volta catturata la sfera partecipa all’offensivarilanciando verso le punte. È difatti migliorata la gestione dellepalle inattive ed il dato si evidenzia notevolmente se si rap-porta lo scoore di reti incassate su calci piazzati quest’anno,con quello della scorsa stagione dove i gol su corner o puni-zione rappresentavano il vero tallone d’Achille della squadra.

Oggi Morgan sa districarsi meglio nelle varie fasi di gioco.Le giusta lettura delle situazioni pericolose lo rendono unagaranzia per la porta azzurra. Nonostante gli errori, il passivodelle reti nella stagione corrente, è il dato più significativo.Come tentacoli le sue mani catturano palloni a volontà, comeun istrione, un ribelle sprigiona carica da tutti i pori e dellaporta azzurra è una saracinesca. Morgan a Napoli ha dato econtinua a dare tanto. Che sia un grande motivatore è cosaben assodata, basta ascoltare quell’eloquio forbito di cuivanta, per subirne il fascino. Tra l’altro è doveroso ricordareche Morgan è colui che più di tutti ha sofferto lo striscioneesposto nella gara contro il Siena. Il calciatore più adirato peril gesto dei tifosi fu proprio lui, che si scagliò con veemenzacontro i mille sostenitori azzurri giunti in trasferta a Sienaper chiarire subito la situazione. È un uomo di record, capacedi registrare nelle statistiche primati di imbattibilità dellaporta azzurra (799’ minuti) superando quello di Luciano Ca-stellini siglato nel lontano ’82, ma fa numero anche il totaledelle presenze sul campo, un vero baluardo tra i pali.

L’eleganza con cui nelle ultime partite riesce a sguizzaretra i pali e a far sua la sfera, a chiudere lo specchio della portaagli avversari, a leggere il pericolo e a scacciarlo via, è impos-sibile da non notare. A Cesare quel che è di Cesare, al nostroestremo difensore ciò che gli spetta, il titolo di calciatore delmese.

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LA FOTO DEL MESE

foto

di R

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Gervasoni (Mantova)

UjkaniMorganellaVon Bergen

AronicaGarcia

DossenaAnselmo

Rios(dal 54’ Donati)

BarretoBrienza

(dal 65’ Dybala)Budan

(dal 46’ Miccoli)A disp.: Benussi, Munoz,

Brichetto, Kurtic, Sanseverino.

All.: Gasperini

NOTE: 27.777 spettatori.Angoli: 8 a 3 per il Napoli .

Recuperi: 0’ pt, 3’ st.

De SanctisCampagnaroBritosGamberini(dal 78’ Fernandez)MaggioBehramiInlerZunigaHamsik(dall’86’ R. Insigne)Pandev(dal 68’ L. Insigne)CavaniA disp.: Rosati, Colombo, Uvini,Armero, Dzemaili, Mesto,Donadel, El Kaddouri.All.: Mazzarri

3 0

20a Giornata - 13 Gennaio 2013

29’

34’

72’

di Carmine Montuori

31

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Bergonzi (Genova)

De SanctisGamberini

(dal 70’ Insigne)Britos

CampagnaroInler

MaggioBehrami

(55’ Dzemaili)Zuniga

HamsikPandevCavani

A disp.: Rosati, Fernandez,Grava, Uvini, Mesto,

Donadel, Armero,El Kaddouri, Calaiò.

All.: Mazzarri

NOTE: 30.000 spettatori circa.Angoli: 4 a 3 per la Fiorentina .

Recuperi: 1’ pt, 4’ st.

NetoRoncagliaRodriguezSavicPasqual(dall’82’ Tomovic)AquilaniBorja ValeroRomulo(dal 77’ Migliaccio)CuadradoJoveticToni(dall’85’ Ljajic)A disp.: Viviano, Lupatelli,Camporese, Pizarro, Capezzi,Llama, Seferovic.All.: Montella

1 1

21a Giornata - 20 Gennaio 2013

33’

42’

di C.M.

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L’ARTE, IL CULTO E IL POPOLO DELLA CARTIERATEMPIO DELL’INTIMO E DELLE FIRME IN GRADO DI SO

La storia di “Non solo Pompea” nasce circa 10 anni fa, tra le incer-tezze e lo scetticismo di tante persone che scoraggiavano CatelloIzzo dall’ avviare e far nascere un'attività nel centro di Pompei, doveè difficile concorrere nel commercio e creare le basi per un'attività

stabile e rispettata. L'esperienza lavorativa di Catello cominciava circa 32anni fa, quando affiancava suo padre nei mercati regionali. Il lavoro, seppurstressante, era soddisfacente e portava buoni introiti. Si lavorava sulla Co-stiera Amalfitana, a Sorrento e nel Cilento zone alle quali Catello è ancoralegato. È stata, questa, un'esperienza non solo lavorativa ma anche di vita,che ancora oggi costituisce la spinta al miglioramento dell'impresa checon 4 punti vendita annovera brand italiani ed internazionali tra i più amatidella clientela. Nonostante gli ostacoli e le avversità incontrate, Catellovince la sfida adottando i suoi principi fondamentali: onestà e rispetto.Dopo aver superato tanti ostacoli oggi, finalmente il suo nome è cono-sciuto, sia come marchio che come uomo. I suoi sani principi lo hanno

sempre reso libero e rispettabile con unacoscienza che è sempre emersa nel benee nel rispetto degli altri, aiutando semprechi ne aveva più bisogno. Un uomo veronon è solo colui che ha alle spalle concorsivinti , studi effettuati o posti di lavoro pre-stigiosi, ma è anche colui che ha coraggioda vendere nel proclamo della verità,sempre e comunque, anche dinanzi aipropri errori…. Catello Izzo mi ha semprefortemente seguito nella lotta contro ladroga e la violenza. Accettava i mei consi-gli affermando sempre ed ovunque che

era un esempio da seguire e a dir la verità è stato sempre un grande pas-sionale e fraterno amico, dai valori e dai sani principi, avendo sempre il co-raggio di ammettere con umiltà i propri errori. Mi ricordo le tante volte chelasciò il lavoro per seguire la nostra squadra del cuore nelle tantissime tra-sferte del mitico commando ultrà della curva b. Anche lo stare insieme adei campioni come Maradona Careca, Alemao e company Catello era pre-sente per passione e non per mettersi in mostra. Oltre all’ amore per gli az-zurri, Catello ha un’altra passione calcistica che è la Juve Stabia, la squadradel suo paese natio, che attualmente milita in serie b, facendosi cosi volerbene da tutti i suoi amici del posto. In questa nuova avventura del ‘’Re-spiro e battito azzurro ’’ è riuscito a coordinare gli amici di Pompei, di Ca-stellammare e di molti altri paesi vesuviani. A Berlino, in occasione dellavittoria della nazionale italiana nella coppa del mondo, è riuscito adesporre lo striscione ‘’Respiro azzurro di Pompei’’ e anche il Metropolis ri-

VIA LEPANTO 205 - POMPEI (NA)- TEL. 08

prossima apertura nei p

omag

gio

omag

gio

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SONO UN VANTAGGIO PER NON SOLO POMPEAODDISFARE ANCHE GLI SFIZI E I VIZI DEI DIVI E DEI VIP

portò un articolo in cui si diceva che stavano coprendo lo striscione degliinglesi! tra i tanti tifosi francesi, festeggiando insieme a tutti gli italiani lastraordinaria vittoria. Nel suo negozio c’è un simbolo che primeggia a fa-vore del Napoli ed anche a favore di tutti gli amici cattolici, essendo lui ungrande credente, che recita cosi ‘’Napule a Maronna t’accumpagne’’. Quelloche mi ha colpito di questo grande amico e che ho avuto modo di costatarlodi persona, sono i tanti omaggi che mette a disposizione delle persone bi-sognose. In questa grandissima avventura imprenditoriale e di vita Catelloè accompagnato da sua moglie Virginia, colei che gli ha dato dei figli splen-didi e tanto amore, e che attualmente dirige con lui questa splendidaazienda contribuendo a renderla prestigiosa. In un momento di crisi totalel’amico Catello porta tenacemente avanti il suo motto:creare, progredire e donare, ed ha il coraggio di investireper far crescere la propria azienda con l'apertura di altripunti vendita. A questo proposito, prossimamente nelcentro di Pompei, tra la caserma dei carabinieri e il San-tuario, aprirà una filiale per offrire alla gentile clientelal'opportunità di poter acquistare ulteriori ditte come Ver-sace - Dolce & Gabbana - Blumarine - Rafh Laurent etc..L'esistenza di un nuovo punto vendita scaturisce dallanecessità di doversi confrontare con le aperture di nuovicentri commerciali. Comunque non bisogna spaventarsi,perché suddetti centri finiscono con richiamare molti vi-sitatori da tutta la Campania, e questo stimola la crescitae il benessere economico della città. Concludendo leaziende presenti nei punti vendita sono delle esclusività,pertanto stimoleranno curiosità ed acquisizione daparte del pubblico che visiterà "la Cartiera".

81.0482550 - FACEBOOK: NonSoloPompea Alfredo No Stress

pressi del Santuario

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Rocchi (Firenze)

De SanctisCampagnaro

CannavaroBritosMesto

(dal 78’ Armero)Dzemaili

Inler(dal 63’ Donadel)

ZunigaHamsikPandev

(dal 67’ Insigne L.)Cavani

A disp.: Rosati, Colombo, Grava, Uvini,Fernandez, Gamberini, El Kaddouri,

Calaiò.All.: Mazzarri

NOTE: 15.000 spettatori.Angoli: 12 a 6 per il Parma .

Recuperi: 2’ pt, 3’ st.

MiranteRosi(dal 70’ Amauri)Santacroce(dal 28’ Lucarelli)PalettaGobbiMarchionniValdesParoloBiabianyBelfodilSansone(dal 78’ Benalouane)A disp.: Pavarini, Bajza, Morrone,Strasser, Palladino, Fideleff,Ninis, Pabon.All.: Donadoni

1 2

22a Giornata - 27 Gennaio 2013

20’

75’

85’

di C.M.

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Page 41: Rivista tifosi napoletani febbraio 2013

di Accetto Vincenzo & Francesco

Progettazione Installazione Realizzazione

Via Nazionale delle Puglie, 70S. Vitaliano (Na)

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Calvarese (Teramo)

AndujarBellusci

SpolliRolin

CapuanoIzco

LodiBiagianti

(dal 72’ Almiron)BarrientosBergessio

GomezA disp.: Frison, Terracciano,

Augustyn, Potenza,Ricchiuti, Salifu,

Keko,Doukara.

All.: Maran

NOTE: 46.055 spettatori.Angoli: 9 a 4 per il Catania .

Recuperi: 1’ pt, 4’ st.

De SanctisGravaCannavaroGamberiniMestoBehrami(dal 63’ Inler)DzemailiZuniga(dall’84 Armero)Hamsik(dal 67’ Insigne)PandevCavaniA disp.: Rosati, Colombo,Rolando, Donadel, El KaddouriCalaiò.All.: Mazzarri

2 0

23a Giornata - 2 Febbraio 2014

31’

44’

43

di C.M.

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Orsati (Schio)

De SanctisCampagnaro

CannavaroGamberini

Mesto(dal 55’ El Kaddouri)

Berhami (dal 45’ Insigne)

InlerZuniga

(dall’83’ Calaiò)HamsikPandevCavani

A disp.: Rosati, Colombo, Grava,Britos, Rolando, Maggio,

Donadel, Armero, Radosevic.All.: Mazzarri

NOTE: 40.000 spettatori circa.Angoli: 9 a 5 per la Lazio .

Recuperi: 5’ pt, 4’ st.

MarchettiKonkoBiavaDiasRaduCandrevaGonzalez(dal 90’ Saha)LedesmaHernanes(dal 72’ Cana)Mauri(dal 18’ Lulic)FloccariA disp.: Bizzarri, Strakosha,Ciani, Pereirinha, Kozak,Rozzi.All.: Petkovic

1 1

24a Giornata - 9 Febbraio 2013

11’

87’

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di C.M.

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IMBRIANI: LA PARTITN on sempre le partite si affrontano sul campo. Quelle

vere, difatti, si affrontano nella vita, dove in palio non cisono certo tre punti, dove la regola non è correre ma fre-nare, dove c’è in gioco la salvezza e non per quanto concerneil destino di una squadra, ma quello della propria vita. Car-melo Imbriani, classe ‘76 questo lo sa bene, e da mesi lottacon tutte le sue forze per sconfiggere il peggiore degli av-versari. Non sono 90 i minuti su cui caricare la speranza, ilcronometro in questo caso prosegue verso incognita dire-zione, incognita sorte, e la speranza è ossigeno puro, perchétutta la vita non vale tre punti come una vittoria. Era l’estatedel 2011: un malore in ritiro, gli esami, la terribile diagnosi,la chemioterapia infine lo sfogo verbale del calciatore, unracconto toccante che decide di condividere con il mondodel calcio ed anche con quello formato da tutti quelli checome lui lottano per la stessa causa.

Commovente e rincuorante al contempo, le sue parolescorrono sul filo del coraggio, quello che a Carmelo di certonon sembra mancare. Imbriani è cresciuto nel Napoli ed haesordito nella massima serie all’età di 18 anni. Fu MarcelloLippi a mandarlo in campo nell’ultimo quarto d’ora di Na-poli-Cagliari, ma la prima partita da titolare la disputa aBrescia schierato da Vujadin Boskov, dove ripaga la fiduciamettendo a segno una rete e fornendo un assist all’altromarcatore, Agostini. Corrado Ferlaino, su suggerimentodello stesso Boskov, rinunciò all’acquisto di Filippo Inzaghiforte della presenza in rosa di un giovane dal suo estro.Nella stagione 95/96, l’ultima in maglia azzurra, mette asegno due reti di cui una a Bergamo contro l’Atalanta e l’al-tra al San Paolo contro l’Inter. In totale 4 i suoi gol in az-zurro, 32 presenze tra campionato e coppe ed una sfilza diassist. Sarebbero stati 5 se solo quel tacco straordinario con-tro la Juventus, non fosse stato neutralizzato dal portiere.Sarebbe stato un gol da cineteca, che avrebbe potuto cam-biare la sua carriera. Il talento di un giovane del suo calibronon passò di certo inosservato, tant’è che quell’anno CesareMaldini lo convoca nell’Under 21. A fine stagione passa allaPistoiese, l’anno seguente ancora al Casarano, ma la tappache sicuramente ha inciso sulle sue caratteristiche tatticheè stata quella a Genova con i grifoni. L’allenatore Cagni, in-fatti lo converte in esterno di centrocampo, ruolo a cui re-sterà fedele fino al giorno del suo ritiro nel 2011, quandoaveva appena 33 anni ed indossava la maglia del Benevento.Ma tra Genova e Benevento intercorrono sei fermate, conritorni a singhiozzo con i sanniti.

Dapprima Cosenza, poi la prima esperienza beneventananella stagione 2002/03, Salernitana e Foggia entrambe nel2004, poi di nuovo il ritorno al Benevento ed un nuovo ab-bandono per vestire la maglia del Catanzaro. Seguono i seianni nel già citato Benevento, gli ultimi vissuti da calciatorepoi la decisione di intraprendere la carriera da allenatore.Im briani sta affrontando in questi giorni la partita della vita,quella dove l’avversario non è un calciatore, ma il più atrocedei mali, quello che ti marca stretto e fai fatica a superare.Eppure Carmelo questa lotta la vuole vincere a tutti i costi.Cosi com’era sul campo quando con tenacia si batteva a visoaperto e lottava da vero gladiatore, cosi quello stesso impetomuove il suo spirito in questo momento. Tutto il Napoli è al

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Gennaro MontuoriA PIU’ DIFFICILE

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suo fianco, soprattutto i suoi ex compagni di squadra FabioCannavaro e Pino Taglialatela. Si è sempre contraddistintoper la sua disponibilità, infatti partecipava volentieri alleiniziative promosse dal nostro gruppo, e alla nostra sezione.“Diamoci forza!” questo il motto per affrontare questa durabattaglia come da lui stesso asserito nel tristissimo raccontodella sua malattia. La forza, il motore della vita, quello cheserve in mezzo al campo e quello che altresì serve quando siaffrontano sfide di questo genere, quando dinanzi ti capita

di incontrare quella che lui stesso definisce “la bestia”, duroavversario di turno che tuttavia non gli ha mai spento il sor-riso. Di gol ne ha segnati tanti, di lezioni di calcio ne ha im-partite e come, ma ciò che gli preme in questo momento èabbattere questo muro che si insidia dinanzi alla sua vita.Tempo fa hai detto “Segnerò un gol al destino” e siamo con-vinti che lo farai davvero campione. Un imbocca al lupo dicuore.

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ARMERO E ZUNIGA: H a scelto di indossare la maglia numero 27

Pablo Armero, il nuovo esterno mancino az-zurro, approdato al Napoli nel mese corrente per por-tare una ventata d’aria fresca sulla fascia sinistra.Classe ’86 nato a Tumaco in Colombia, arriva al Napoliin prestito con diritto di riscatto fissato alla metà delcartellino. La 27 la indossava già ai tempi dell’Udinese,lo stesso numero che nella piazza partenopea, tempoaddietro, si stendeva sulla spalle di Fabio Quagliarella.Ancora una volta si dimostrano consolidatissimi i rap-porti che intercorrono sull’asse Napoli-Udinese, doveda anni la gioielleria Pozzo sfodera diamanti e rubini.

È il secondo colombiano della squadra, dopo Zuniga,e la sorte ha voluto che i due oltre a condividere lastessa provenienza territoriale, e tutto ciò che la con-divisione di una terra e di una generazione compor-tano, si trovassero a condividere anche lo stessoreparto di campo. Nella gara d’esordio a Parma, nono-stante abbia giocato appena quindici minuti ha co-munque convinto.

Difficilmente potremo vederli giocare insieme, cosicome è accaduto al Tardini, a meno che Mazzarri nonriesca ad inventarsi qualche inedita soluzione che nepreveda la compresenza. Ma non parlate di rivalità!

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“NOI MAI RIVALI”Nastasia Spina

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Difatti, non trovano credito quelle teorie che vorreb-bero i due colombiani impegnati in una spietata con-correnza. Tra i due c’è un connubio particolare, che èappunto l’amicizia, sentimento fraterno che persisteda tempo e che si palesa sia in mezzo al campo, che aldi fuori di questo, dove Camilo e Pablo condividonoanche il tempo libero. I tifosi hannoavuto modo di apprezzare quell’en-tusiasmante esplosione di gioia cul-minata in una danza di gruppo,quando l’eurogol di Inler contro laRoma ha fatto balzare dalle sedie isupporters azzurri entusiasmati edincreduli per quanto avevano ap-pena visto. Le movenze da ballerinodi Zuzù fanno spesso mugugnare itifosi, ma il balletto messo in scenaal San Paolo dopo la bordata dellosvizzero ha contrariamente entusia-smato. Una delizia ammirare quelgol, uno spettacolo il festeggia-mento collettivo messo in scena sulcampo, dove il gruppo si è cimentatoin una danza in cui, chiamato all’esi-bizione, c’era anche Pablo Armero.Massima espressione dell’unione edell’armonia.

Insomma, la squadra sembra essersi dimostrato di-sponibile ad internare il nuovo beniamino. È un calcia-tore dalle doti tecniche straordinarie, dotato diduttilità, abile nel ricoprire sia il ruolo più sbilanciatodi esterno di centrocampo, che quello di terzino sini-stro. L’intera fascia sinistra può considerarsi coperta se

in rosa c’è un calciatore dalle sue caratteristiche. Il dua-lismo con Zuniga gli farà bene, lo ha confermato luistesso, parole sagge e mature che si sposano perfetta-mente con un gruppo che sino ad oggi ha fatto del-l’equilibrio il suo punto di forza, dove tutti aspettanoil loro momento per dare un contributo, senza troppe

pretese. Pablo ha anche voglia di riscatto ed ha decisodi vestire la maglia azzurra soprattutto per coronare ilsuo sogno, disputare la Champions, obbiettivo acca-rezzato con la squadra friulana in cui giocava prima,ma mai effettivamente centrato. Il pubblico di fede na-poletana, ha già fatto breccia nel suo cuore. Il fascino

della maglia azzurra non ha eguali,cosi come ha espressamente dichia-rato non appena è approdato all’om-bra del Vesuvio. “I tifosi mi hannosubito dimostrato affetto e calore”, econ queste parole si è subito guada-gnato la loro simpatia. Vuole vincerePablo Armero, e la sua filosofia cadea pennello con quella del suo nuovoallenatore Walter Mazzarri. I suoicompagni, il connazionale Zuniga inprimis, lo hanno accolto conferendo-gli tutti gli onori. Zuzù ha confer-mato quanto di lui già pensavamo,ossia, che oltre ad essere un grandeprofessionista è prima di tutto unuomo dall’animo nobile.

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ABETE E BERETTA “IL PRESIDENTE DELLA FIGC GIANCARLOABETE È STATO RIELETTO ALL’UNANI-MITÀ CON VOTO PLEBISCITARIO (94,34%)

“Il Presidente Giancarlo Abete nell’assemblea federale chesi è tenuta a Roma il 14 gennaio u.s. al Marriott Park Hotelè stato rieletto presidente della Figc con maggioranzapiena, rimarrà in carica per i prossimi quattro anni. Unicocandidato, in carica dal 2 aprile 2007, ha ottenuto al primoscrutinio una percentuale di voti pari al 94,34%, su un to-tale di 288 aventi diritto, si sono accreditati 256 e hannoespresso il voto 250, le schede bianche sono state il 5,66%,ha ottenuto l’unanimità dei voti della Lega di serie A (18su 18), dell’Associazione Italiana Allenatori (24 su 24),dell’Associazione Italiana Arbitri (9 su 9), della Lega diserie B (18 su 19), della Lega Pro (44 su 48), della Lega Na-zionale Dilettanti (79 su 88) ed in fine dall’AssociazioneItaliana Calciatori (43 su 44). Il Presidente Giancarlo Abete, nel suo tradizionale di-scorso assembleario ha illustrato il programma del pros-simo quadriennio, mettendo in risalto i punti principali epiù delicati che persistono nel nostro calcio. “Non siamo ir-responsabili, il calcio non è il male d’Italia, non sono i presi-denti a creare il debito pubblico, teniamolo sempre presente”,ha detto nel suo discorso precedente alla votazione. “Ètroppo facile criticare e basta - ha aggiunto - il calcio riceveun contributo di 64 milioni ogni anno, soldi che destiniamoall’attività dilettantistica, all’attività giovanile, al funziona-mento dei diversi settori e del mondo arbitrale: le società pro-fessionistiche non ricevono un euro, ma versano allo StatoItaliano 900 milioni d’imposte. Ecco, quando si critica bisogna

ricordare alcuni punti fondamentali chi siamo e cosa rappre-sentiamo, noi dobbiamo crescere, ma anche la nazione lo devefare”. Il Presidente Giancarlo Abete ha detto che l’attestatodi stima che ha ricevuto con la sua votazione sarà il suoultimo mandato “perché crede nel ricambio generazio-nale”. Una volta terminata la votazione ed avuto ufficial-mente l’incarico ha spiegato ai presenti all’assemblea che“sarà un quadriennio difficile e complesso. Cerchiamo di fareil massimo - ha aggiunto - da una parte c’è la consapevolezzadella criticità del calcio, come razzismo, violenza e calcio scom-messe, dall’altra la rivendicazione del fatto che apparteniamoa una realtà nella quale si riversano le realtà della nazione”.Riforma della giustizia sportiva, la legge sugli stadi e il raf-forzamento della legge sulla frode sportiva, queste sonole priorità d’affrontare nel nuovo quadriennio. Il primo adesprimere parole di stima, tra le tante attestazioni di stimaricevuti dalle personalità del mondo del calcio presentiall’assemblea, al Presidente Giancarlo Abete è stato il Pre-sidente della Lazio Claudio Lotito: «Il Presidente Abete èla continuità nell’ottica del rinnovamento, con la sua con-ferma si sono create le condizioni e innescate dinamicheche possono portare delle novità. Ci sono tutte le condi-zioni per fare ripartire il calcio con un rinnovamento nor-mativo e strutturale che possa essere d’ausilio alle squadre,per essere più competitive  in Italia e all’estero». Dal pa-tron della Lazio arriva poi un commento sulla situazionedella Lega di serie A, incapace, dopo due tentativi, di eleg-gere un presidente. «Da parte di tutti i presidenti c’è la vo-lontà di trovare una soluzione che dia stabilità alla Lega -le sue parole - riportando come ruolo centrale i singoli pre-sidenti che dovranno rappresentare l’indirizzo politico del-l’organismo stesso».

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A I DUE RIELETTIMario Pesce

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IL PRESIDENTE MAURIZIO BERETTA RIELETTO ALLALEGA CALCIO DI SERIE A - GALLIANI (MILAN) VICE - DELAURENTIIS (NAPOLI) CONSIGLIERE - AGNELLI (JUVE)SENZA CARICHE

Non ha ottenuto lo stesso plebiscito di Giancarlo Abete Maurizio Berettarieletto Presidente della Lega Calcio di Serie A senza i voti di Juventus,Inter e Roma. Maurizio Beretta Presidente uscente ha ottenuto 14 voti,raggiungendo comunque il quorum per l’elezione. L’amministratore de-legato del Milan, Adriano Galliani sarà il vicepresidente, mentre il presi-dente della Lazio, Claudio Lotito e il presidente del Catania, AntoninoPulvirenti consiglieri federali. I consiglieri di Lega saranno Urbano Cairo(Torino), Massimo Cellino (Cagliari), Tommaso Ghirardi (Parma), AlbanoGuaraldi (Bologna), Antonio Percassi (Atalanta), Aurelio De Laurentiis(Napoli), Gino Pozzo (Udinese), Enrico Preziosi (Genoa) e Pietro Lo Mo-naco (Palermo). Il vicepresidente dell’Inter Angelo Mario Moratti: “Oggisi è deciso di sposare ancora la vecchia mentalità. Con la conferma di Be-retta noi ci auguriamo che si facciano le riforme che devono essere fatte.Stiamo lì e aspettiamo”. Il rieletto presidente commenta così la sua ele-zione, ma anche quella di Galliani come vice: “È un segnale formidabile ilritorno di Adriano Galliani ai vertici della Lega. Oggi ha prevalso la ne-cessità di arrivare con un assetto perfezionato all’insediamento del Con-siglio Federale, per non ripetere l’esperienza dello scorso quadriennioquando non eravamo arrivati in tempo. È stato un confronto di demo-crazia, ma il lavoro che si vuole fare sarà nell’interesse di tutte e 20 lesociet à e non solo di quelle che ci hanno votato. Questa era l’unica solu-zione percorribile. Tutti avremmo auspicato un’elezione all’unanimità,in una o nell’altra direzione, ma non è stato possibile, almeno per il mo-mento. Mandato a termine? Inutile fare ipotesi. Ora concentriamoci peri prossimi mesi cercando di diventare più forti a livello federale e facendole riforme. Abbiamo appena parlato con Abete, il 22 saranno convocatele componenti del Consiglio Federale, in quella occasione metteremo sultappeto i vari temi e soprattutto quello di un maggior peso della nostraLega”. Aurelio De Laurentiis neo consigliere di lega avrà la facoltà di: con-vocare l’Assemblea della Lega nazionale calcio; attuare le proprie lineeprogrammatiche; formulare programmi e proposte di attività e di forma-zione; approvare il bilancio preventivo e quello consuntivo della Lega cal-cio. Inoltre, insieme a gli altri consiglieri avrà il potere di:eleggere ilPresidente; eleggere la Direzione su proposta del Presidente; eleggere ilPresidente del Consiglio su proposta del Presidente;  eleggere il Vicepre-sidente vicario su proposta del Presidente; emanare norme e modificarle.Per il Presidente del Napoli è una grande vittoria con questa importantenomina, di primo piano nell’ambito della Lega di serie A, potrà dare piùfacilmente una linea organizzativa e contribuire alla crescita del calcioitaliano facendo valere le proprie idee. Inoltre la sua nomina a consiglieredi Lega è di buon auspicio per la vittoria finale sul campionato da partedella squadra del Napoli sulla Juve in quanto il Presidente Agnelli nonha vinto la sua partita in Lega di serie A in quanto era contrario alla con-ferma di Maurizio Beretta alla presidenza, sostenuto con tenacia e com-pattezza anche da Lotito e Galliani.

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LO SPAZIO DEI

Auguri al piccolo Antonio Manco

per il suo battesimo

tifosissimo come papà Gaetano

e mamma Titti

Ciro de Mattia e Sasio Campanella

amici di scuola entrambi

grandi tifosi del Napoli

Per la gioia di Papà Nunzio

(titolare della Baita del Re)

vi presento il piccolo

Giuseppe Illuminato

insieme ad Hamsik

Per la gioia di papa Vittori e della mamma Jessica

il piccolo Angelo veste la tuta del Napoli e il basco

dei paracadutisti. Buon sangue non mente

Luca De Rinaldi vive a Milano

ma il suo cuore è sempre

piuazzurro... Forza Napoli

Tedesco Angela festeggia il suo

quarto compleanno insieme a

suo fratello Renato entrambi

tifosissimi del Napoli come

papà Antonio

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TIFOSI

Toto  e Chichi allo stadio a tifare Napoli

Piccoli tifosi crescono

Francesco Magrini e Salvatore Liberti

Emanuela Manco piccola

ma grande tifosa del Napoli

il piccolo Vincenzo La Daga

tifosissimo come papà

Salvatore

Il piccolo Diego Cositore

100% scugnizzo napoletano

Il super tifoso

del Napoli

Vincenzo Jr

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