RIV ISTA PATRIZIALE Ticinese TICINESE Fascicolo 1 · cave della Val Calanca nella vicina Valle...

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Organo dell’Alleanza Patriziale Ticinese No. 272 marzo 2009 Anno LXIII Fascicolo 1 RIVISTA PATRIZIALE TICINESE 14 18 34 Una persona che voleva “entrare“ nella Vicinanza doveva es- sere accettata dalla presidenza dei Consoli. Granito e gneiss delle Valli Leventina e Riviera. Beole della Valle Maggia, Verzasca, Onsernone, senza dimenticare le cave della Val Calanca nella vicina Valle Mesolcina. Storia del patriziato di Giornico Conferenza: «L’uso della pietra nelle valli ticinesi» Un libro con i toponimi di Peccia Una caccia, la sua, non già ai camosci e alle marmotte, ma ai toponimi di Peccia; un libro introdotto, oltre che dall’autorità comunale e patriziale, da tre importanti capitoli ...

Transcript of RIV ISTA PATRIZIALE Ticinese TICINESE Fascicolo 1 · cave della Val Calanca nella vicina Valle...

Organodell’Alleanza PatrizialeTicinese

No. 272 marzo 2009

Anno LXIIIFascicolo 1

RIVISTAPATRIZIALETICINESE

141834

Una persona che voleva “entrare“ nella Vicinanza doveva es-sere accettata dalla presidenza dei Consoli.

Granito e gneiss delle Valli Leventina e Riviera. Beole dellaValle Maggia, Verzasca, Onsernone, senza dimenticare lecave della Val Calanca nella vicina Valle Mesolcina.

Storia del patriziato di Giornico

Conferenza:«L’uso della pietranelle valli ticinesi»

Un libro con itoponimi di Peccia

Una caccia, la sua, non già ai camosci e alle marmotte, ma aitoponimi di Peccia; un libro introdotto, oltre che dall’autoritàcomunale e patriziale, da tre importanti capitoli ...

Rivista Patriziale Ticinese 2 N. 1/2009 – N. 272

Rivista Patriziale TicineseOrgano dell’ALPA, Alleanza Patriziale Ticinese

Anno LXIII - Fascicolo 1No. 272 - gennaio. febbraio, marzo 2009

Redattore responsabile:Armando BesomiCappella del Marco 16517 ArbedoTel. 091 - 829 33 66Fax 091 - 829 17 66E-mail: [email protected]

Termine redazionaleIl giorno 25 dei mesi diFebbraio, Maggio, Agosto, Novembre

Tiratura:2500 copie

Stampa:Tipo-offset Jam SA6526 Prositotel. 091 - 863 19 19fax 091 - 863 27 64E-mail: [email protected]

Cambiamento d’indirizzo:Casella postale 166826 Riva San Vitale

ALPAwww.alleanzapatriziale.ch

Presidente ALPA:Tiziano ZanettiVia Campagna 3b6503 Bellinzonatel. 091 - 825 82 50E-mail: [email protected]

Segretario:Gianfranco Poli6826 Riva San Vitaletel. 091 - 996 16 79E-mail: [email protected]

CorrispondenzaCasella postale 166826 Riva San Vitale

Rivista Patriziale Ticinese 3 N. 1/2009 – N. 272

No. 272 - marzo 2009Anno LXIII - Fascicolo 1

SOMMARIO:

3 Patriziati e animalidella montagna

4 Storia del patriziato di Giornico

10 Alpe Afata

12 A colori, la rivista patriziale numero 272

13 Magistretti e Trefogli medici e chirurghi del ‘700 e ‘800 patrizi di Toricella-Taverne

18 Conferenza «L’uso della pietranelle valli ticinesi»

21 Sostegno dell’ALPA alla petizione «cinghiali e cervi» che disastro

23 Statuti dell’Alleanza Patriziale Ticinese

28 Programma dell’escursione ALPA

30 Assemblea Federazione svizzera dei patrizi

SAB

32 Rapporto mensile del SAB

Segnalazioni culturali

33 Il Ticino e le erbe medicinali34 Un libro con i toponimi di Peccia42 Mostra fotografica sulla natura

del Ticino

Dai patriziati

43 Patriziato di Daro44 Patriziato di Bellinzona45 Patriziato di Preonzo46 Patriziato di Rivera46 Patriziato di Chiasso50 Patriziato di S. Antonio

In copertina: Grandi occhi di paura per il giovane fuso-ne investito dal treno.(foto Besomi)

Rivista PatrizialeTicinesePatriziati e animali

della montagna

di Armando Besomi

Fin dai tempi dell’Eden, dove l’armonia della natura fra re-gno vegetale e animale si esprimeva nell’amore e nel rispet-to di ogni forma di vita, vi è stato un rapporto regolato daquella legge non scritta che ha permesso al mondo di giun-gere ai giorni nostri superando difficoltà e catastrofi naturalidi ogni genere.L’unico membro del regno animale che ha sempre volutomodificare lo stato di questo rapporto, è stato l’uomo, auto-proclamatosi fin dalla genesi essere superiore.Stragi di esseri viventi, guerre, disastri ambientali non hannopurtroppo insegnato nulla. Dove l’uomo sapiente ha messo lemani, ha causato solo danni e scompensi.Nel piccolo fazzoletto di terra del Ticino, dove proprio i Patri-ziati hanno lottato nei secoli per far convivere l’uomo con lanatura a volte ostica e difficile, occorre mantenere vivo il sen-so del rispetto verso quelle creature della montagna e delbosco che sono l’arricchimento del patrimonio atavico cheproprio il Patriziato deve consegnare intatto ai figli delle at-tuali generazioni.Chiaramente, condizionata da interessi di parte, ogni cer-chia dipendente dalle attività umane, cerca di risolvere a mo-do proprio i problemi – guarda caso causati dall’uomo stes-so – con soluzioni drastiche e che non tengono conto delle al-trui necessità.Cervi e caprioli, quasi estinti nel diciannovesimo secolo dauna caccia incontrollata, sono poi stati protetti, come le fore-ste, da leggi e da uffici federali e cantonali competenti adadottare misure regolatrici. Occorre evitare che ognuno, per i propri interessi, si erga agiudice e proponga la propria soluzione. Sarebbe la babele,lo scontro; sarebbe la strage.I cinghiali distruggono i pascoli alpini dopo che l’uomo li haintrodotti per cacciarli; cervi e caprioli distruggono i vigneti ei coltivi spinti dalla fame dopo che l’uomo li ha costretti sem-pre più nelle misere riserve, come gli indiani d’America.

EDITORIALE

(continua a pag. 4)

Rivista Patriziale Ticinese 4 N. 1/2009 – N. 272

Riprendendo alcune note dal testo “Librodei Patriziati” e sfogliando i documenti degliarchivi locali, possiamo affermare che il Pa-triziato di Giornico esisteva già quale Vici-nanza (documentata) nel 13° secolo.Allora Giornico, quale “Capo circolo” com-prendeva le degagne di Bodio, Pollegio(Simbra), Personico, Sobrio, Cavagnago eAnzonico, Esse facevano parte della Vici-nanza generale di Giornico quali Vicinanzadella Montagna, mentre la Vicinanza del Pia-no nel 1450 era formata da Altirolo, Castello,Cribiago e Vogazio (ora nuclei appartenen-ti al Comune di Giornico).Una persona che voleva “entrare“ nella Vici-nanza doveva essere accettata dalla presi-denza dei Consoli.I membri della Vicinanza ascoltavano la pe-tizione e la supplica del chiedente mentre iConsoli esprimevano i patti e le riserve conle quali il nuovo vicino veniva ammesso aidiritti, doveri e usufrutti di tale vicinanza.Grande influenza e potenza era data allaParrocchia che, nella Vicinanza, aveva l’one-re e l’onore di giudice, mentre i laici ne era-

no gli amministratori. I Vicini della Monta-gna, vista la lontananza dal “Capo circolo”,si sentivano negletti e abusati. Infatti eranotenuti a pagare le decime in segale, formag-gio, denari e quant’altro; inoltre dovevanofornire uomini per le armi alla Vicinanza diGiornico visto che con essa formavanoun’unità pubblica.

Patriziati e animali della montagna

Nell’Eden, tutto questo non succedeva. Lavita animale e vegetale era perfettamen-te regolata fra erbivori e piante, fra pre-datori e prede.Mi fermo qui per non toccare un’altracerchia d’interessi umani, estremamentesuscettibile..Spero solo che un giorno, non si raccol-gano le firme per ridurre la presenzaumana sul territorio.Gli animali non lo farebbero mai; per for-tuna dell’uomo, non sanno scrivere e par-lare.

Storia del Patriziato di Giornico

STORIE DI PATRIZIATI

Rivista Patriziale Ticinese 5 N. 1/2009 – N. 272

Si legge spesso, nel corso dei secoli di unio-ne, di moti per avere meno obblighi o addi-rittura l’indipendenza da capoluogo.Pollegio, da sempre, desiderava indipen-denza e spesso si appellava al Tribunale diLeventina per gli oneri derivanti dal mante-nimento delle strade e dei ponti. Le spese ei rimborsi dovuti dai vicini della Montagnaerano decretati da uno stimatore. Pollegio

chiedeva già nel 1545 un proprio “servito-re-stimatore” per non sottostare a quelloche riteneva, abusivo, di Giornico. Il Tribu-nale di Uri diede il proprio accordo per unostimatore particolare a Pollegio, ma però li-mitato a stime di 10 lire d’allora; per valorisuperiori a questa cifra doveva ancora esse-re interpellato quello di Giornico.Onerosi erano pure i tributi che i parroc-

In altoInaugurazione SalaPatriziale Giornico1948

A sinistra:Alpe Cristallina

A sinistra, in basso:Particolare dellacantina del formaggio sull’Alpe Cristallina

A destra:Alpe Cristallina

Rivista Patriziale Ticinese 6 N. 1/2009 – N. 272

chiani dovevano per ordine dell’arcivesco-vo di Milano. Si legge in un documento del1577 più in particolare:

omissis: ……4) un formaggio per fuoco nelle litanie di

maggio “(circa 40 formaggi in tutto)”;

5) il 4 giugno ogni fuoco deve consegnareun formaggio alla chiesa.

Metà del formaggio sarebbe poi stato distri-buito in elemosine, mentre l’altra metà spet-tava al parroco.Per esempio, sempre in relazione al for-

In alto:Giornata di lavoro sull’Alpe

A sinistra;Alpe Cristallina, Ufficio patriziale 1990Dressi Patrizio, Giudici Rinaldo, Solari Flavio, Giudici Tito, Solari Geo, Giudici

Rivista Patriziale Ticinese 7 N. 1/2009 – N. 272

maggio, sul pagamento delle decime cheSobrio, Cavagnago e Anzonico dovevanoversare ai relativi Curati il giorno di SantaMargherita (16 novembre), per ordine delPrevosto di Biasca (nel 1644 Pietro AntonioMoro) vi fu una vertenza per non averadempiuto a tale impegno. Dapprima si finì

a giudizio presso il Rev. Antonio Bussola, Ca-nonico del Duomo di Milano nonché visita-tore delle 3 Valli, in seguito davanti al VicarioForaneo per adire, alla fine, addirittura laCuria Romana che emanò la sentenza defi-nitiva (per altro non nota).Nel 1588 viste le insistenze dei Vicini della

A destra:Alpe Cristallina«Polenta e crama»;Roberti Foc Evaristo eSolari Geo

In basso, da sinistra a destra:Corrado BettoniFlavio Solari, Elda Ghiggia-Roberti-FocRenza SolariPatrizio GiudiciClaudio Giudici

Rivista Patriziale Ticinese 8 N. 1/2009 – N. 272

Montagna il cardinale Federico Borromeoaveva “spiritualmente” separato la Vicinan-za della Montagna da quella del Piano.A seguito di questa concessione cardinali-zia i rappresentanti di Sobrio, Cavagnago,Pollegio, Bodio e Personico si rivolsero alTribunale di Uri per ottenere una separazio-ne anche civica. Questi, in data 21 febbraio1631, respingeva la richiesta e il Vicinato diGiornico continuò con le stesse terre fino al-la formazione del Ticino, quale Cantone so-vrano, nel 1803.Le continue lamentele portarono tuttaviaqualche beneficio a favore delle Terre di

Montagna. Si legge di esoneri da partecipa-zioni alla manutenzione di strade e ponticontro un pagamento unico di separazionedagli obblighi. Naturalmente tutti questi ac-cordi erano sottoscritti da notai, “locotenen-ti” e rappresentanti dei vicini.Col passare dei decenni le terre acquistava-no sempre più indipendenza da Giornico,che, a sua volta era sempre più soggetto aregole e statuti emanati da Uri.Compito di Giornico era quello di far ese-guire lavori per la manutenzione delle infra-strutture, far rispettare l’ordine dei suoi Vici-ni, vigilare e arbitrare sulle vertenze fra vici-

Presidenti che si sono succeduti a partire dal 1879:

- 1879 Roberti Filippo fu Floriano1879 (agosto) 1882 Giudici Giuseppe fu Abramo1882 1884 Giudici Giuseppe fu Cipriano1884 1887 Roberti Filippo fu Floriano1887 1892 Pattalocchi Pellegrino Michele1892 1896 Giudici Giuseppe fu Cipriano1896 1907 Pattani Giovanni fu Pietro1907 1908 Giudici Filippo fu Filippo1908 1910 Pattalocchi Pellegrino Michele1910 1916 Pedroli Dionigi fu Cipriano1916 1917 Giudici Gaetano fu Giovanni1917 1925 Giudici Pacifico fu Gaetano1925 1925 Roberti Maggiore Pacifico (che rifiutò la carica per motivi di età)1925 1929 Dressi Erminio fu Virgilio1929 1937 Pattani Giovanni fu Pietro1937 1941 Romerio Giudici Paolino fu Venceslao1941 1957 Giudici Pacifico fu Gaetano1957 1965 Roberti Maggiore Ugo fu Pacifico1965 1979 Giudici Isidoro fu Filippo1979 2008 Dressi Patrizio fu Erminio2008 Ghiggia – Roberti Foc Elda fu Elvezio

Indichiamo pure gli altri membri dell’Ufficio che si sono avvicendati dal 1964 (an-nessione del Cristallina): Giudici Ottavio, Solari Aldo, Roberti Foc Iginio, Giudici Tito,Giudici Rinaldo, Solari Geo.

Rivista Patriziale Ticinese 9 N. 1/2009 – N. 272

ni e confinanti per i vari usi del suolo e deicorsi d’acqua, quest’ultimi regolati dai fa-mosi “rodoli” (orari d’acqua per irrigazio-ne).Datato 1744 è un elenco dei fuochi del ”Ge-nerale paese di Leventina” concernente laripartizione dei Vicinati (sempre due perGiornico) simile a quella del 1440, cioè in 8Vicinanze con complessivamente 919 fuo-chi. Segue la “compartizione” per le due vi-cinanze di Giornico, di “rodeli” (rodoli) e sti-me.Con la ripartizione degli alpi del 1615, Gior-nico è entrato in possesso definitivo dell’Al-pe Cristallina in Valle Bedretto (che contaca. 1 milione di mq) e con un carico possibi-le di oltre 100 mucche. Oneri, onore e ge-stione dell’alpe erano dei Boggesi del Cri-stallina (parte delle famiglie patrizie con at-tività agricola di Giornico). Nel 1964 questaCorporazione passa sotto la definitiva ap-partenenza del Patriziato.L’Alpe, ancora oggi, viene regolarmente af-fittato e caricato con circa 60 mucche.

* * * * *

L’attuale Patriziato di Giornico, derivazionedi quanto sopra raccontato, esiste tutt’ora edè sempre efficiente. Confina con quelli diChironico, Anzonico, Cavagnago, Sobrio,Bodio e Personico. L’Alpe Cristallina è inve-ce circondato dai Patriziati di Bedretto, Airo-lo e Cavagnago (Alpe Stabiello) e i Comunidi Fusio e di Bignasco.E’ proprietario di molti appezzamenti di ter-

reno e boschi soprattutto montani siti nelcomprensorio del Comune di Giornico, ciòche impegna considerevolmente l’Ufficionella salvaguardia, nella sicurezza e nellamanutenzione degli stessi.L’attività dell’Ufficio patriziale si estende an-che alla gestione di due edifici di redditopropri nonché agli innumerevoli problemiche un sì vasto territorio comporta.Si è pure fatto promotore, con la collabora-zione di privati cittadini e dell’Archivio Sto-rico, dello studio e della pubblicazione delRepertorio toponomastico di Giornico. Es-so è stato presentato alla comunità nel 2008dall’allora Presidente Patrizio Dressi.

Chiusura redazionale

Gli articoli da pubblicare sul prossimo numero della RIVISTA PATRIZIALE

sono da recapitare alla redazione

entro il 25 maggio 2009

L’attuale Ufficio patriziale di Giornicoè così composto:

– Elda Ghiggia – Roberti Foc, presidente

– Flavio Solari, vice – presidente

– Corrado Bettoni,membro

– Claudio Giudici,membro

– Patrizio Giudici,membro

– Renza Solari,segretaria

Rivista Patriziale Ticinese 10 N. 1/2009 – N. 272

Così scrivevamo nel 1997

Alpe Afata

Un brillante simbolo di collaborazione fra ilPatriziato di Giornico e le Associazioni delComune per il mantenimento e la rivitalità diuna testimonianza storica.Lassù, dove ora un cascinale molto ben riat-tato offre ospitalità agli escursionisti che loraggiungono seguendo un sentiero a trattiimpegnativo che dai Monti di Orsino s'iner-pica a tornanti, un tempo risuonavano il can-to del casaro e il tintinnare dei campanaccidelle mucche al pascolo. Pascolo magro,strappato alle radici degli abeti e che costi-tuiva una riserva per far risparmiare il fienoal piano da usare d'inverno.Poi, come in tanti, troppi Alpi, il triste velodell'abbandono ha coperto la testimonianzadi sudore e sacrifici lasciando che la naturainiziasse a riprendersi quanto l'uomo le ave-va sottratto. Le piode della cascina principa-le e del "canvetto" si sono discoste strappatedalla neve e l'acqua ha iniziato il suo lento econtinuo lavoro sulle travi.Società dei cacciatori e del carnevale diGiornico, aiutate finanziariamente dal patri-ziato e con tanto volontariato, hanno ridatovita alle due costruzioni che, servite da unpiccolo acquedotto permettono l'organiz-zazione annuale di un raduno della comu-nità e degli amici sul piccolo spazio intrisodi ricordi giovanili. La capanna estremamente funzionale, èsempre aperta a coloro che vogliono rag-giungerla. La nostra rivista si occuperà prossimamentepiù a fondo dell'attività del Patriziato di Gior-nico e di questa piccola perla avremo mododi riparlare.

Armando Besomi

Nelle foto, alcuni momenti della giornata

Rivista Patriziale Ticinese 11 N. 1/2009 – N. 272

Rivista Patriziale Ticinese 12 N. 1/2009 – N. 272

A COLORI, LA RIVISTA PATRIZIALE NUMERO 272

Era tempo, dirà qualcuno, ma la nostra rivista ha sempre dovuto adattarsi alla situazio-ne finanziaria dell’Alpa che ha conti modesti e deve far fronte a molti impegni di gene-re diverso.

Nata nel 1947, quando ancora l’Europa si stava riprendendo dallo sfacelo della secon-da guerra mondiale, è uscita in modo semplice ma con vive aspirazioni di carattereculturale e informativo, divenendo negli anni il filo di contatto fra i numerosi Patriziatidel Ticino.Il primo redattore fu il Professor Giuseppe Mondada di Minusio e l’Alpa era allora di-retta dal presidente Avvocato Teo Vassalli.Negli anni, si sono succeduti quali redattori, il Professor Romano Broggini e il Lic. Jur.Quirino Tatti.Dal 1995, la rivista è compilata dal sottoscritto ed ha assunto una veste nuova con lastampa presso la tipografia Jam di Prosito e la copertina a colori.Ho cercato di adattare ai tempi moderni e veloci i contenuti, abbellendoli con fotogra-fie inserite ad alleggerire testi lunghi che sempre meno il lettore apprezza.Viviamo in un periodo dove il tempo è tiranno e sempre meno chi legge approfondi-sce i testi.E` un vero peccato, ma occorre adeguarsi alla volontà del destinatario al quale ci si ri-volge con l’informazione.

La fotografia in bianco e nero, benché artistica ed estremamente espressiva, non vie-ne più valutata nel suo complesso e le nuove macchine fotografiche, permettono di ri-trarre paesaggi e situazioni in cui il colore porta a una visione più reale.

Era un mio desiderio nascosto, che non ho mai osato esternare in Consiglio direttivoper i motivi su esposti. Il desiderio di poter pubblicare fotografie suggestive, con lemoderne possibilità offerte dalla tecnica di stampa.Lo scorso 12 febbraio, dopo attenta valutazione, è stato deciso di procedere in questosenso, e allora eccomi qua, con il primo numero dell’anno 2009, a proporvi una rivistacon pagine abbellite dal colore.Le fotografie in bianco e nero, ricordi del passato o in qualche caso opere artistiche,saranno d’ora in poi valutate positivamente proprio per la loro peculiarità e appari-ranno nella loro reale bellezza.

Con l’augurio di buona lettura

Armando Besomiredattore

Rivista Patriziale Ticinese 13 N. 1/2009 – N. 272

Rilevante iniziativa del patriziato di Torricella Taver-ne che ha saputo promuovere un evento culturalestorico, legato all'arte medica di un tempo, profes-sata da cittadini patrizi di quel Comune.La mostra di utensili chirurgici, affascinante e nelcontempo suggestiva, si è tenuta nella casa comu-nale dallo scorso 13 dicembre alla fine di febbraioed ha avuto vivo successo.Porre in evidenza l'operato di cittadini patrizi ri-prendendo il passato, significa legare con orgoglioe interesse le nuove generazioni ad un piccolo nu-cleo che nei secoli ha saputo dare alla comunità,persone di spicco, professionalmente impegnatenella missione medica.

Il redattore

Così la presentazione della mostra, da parte dell'Amministrazione.

Magistretti e Trefogli medici e chi-rurghi del '700 e '800 patrizi di Torri-cella Taverne

Per il patriziato di Torricella Taverne il 2008può senz'altro essere ricordato come annostorico.Infatti, nell'ambito di una collaborazione tral'ufficio patriziale e lo storico dell'arte medi-ca, Ivo Giulietti per un altro progetto, si è ve-nuti a conoscenza dell'intenzione del sig.Giulietti di pubblicare un libro intitolato: Ma-gistretti e Trefogli medici e chirurghi del '700e '800 patrizi di Torricella Tavernee di allesti-re una mostra a loro dedicata.Siccome il libro tratta di persone che feceroparte di famiglie patrizie tuttora esistentil'ufficio patriziale, dopo aver discusso del-l'opportunità di impegnarsi in una simile im-presa – del tutto fuori dalle competenze delnostro patriziato – e dopo averne verificatola sostenibilità dal punto di vista finanziario,ha proposto al sig. Giulietti di occuparsi del

patrocinio della stampa dei libri e anchedell'allestimento della mostra.Lo storico dell'arte medica ha accettato conentusiasmo ed ha lodato il nostro patriziatoper la sensibilità dimostrata, raramente ri-scontrabile da parte di enti pubblici.A questo punto l'ufficio patriziale si è attivatoper trovare un luogo adatto all'allestimentodella mostra, una sala per la presentazionedel libro e per indire una conferenza sullacataratta, un contributo finanziario per nongravare troppo sulle finanze patriziali senzacontare l'invio degli inviti a politici, medici,agli abitanti del comune e a tutti i fuochi delpatriziato nel cantone.Inoltre è stato preparato il messaggio per larichiesta del credito da presentare in occa-sione dell'assemblea patriziale.L'esame della trattanda relativa alla richie-sta del credito ha animato le discussioni siain gestione sia durante l'assemblea, tuttaviail messaggio è stato accolto all'unanimità."Ritengo l'assemblea del nostro patriziato

INIZIATIVE CULTURALI

Rivista Patriziale Ticinese 14 N. 1/2009 – N. 272

dello scorso 16 novembre una fra le più im-portanti dell'ultimo cinquantennio, senz'al-tro la più importante a livello culturale e sto-rico..."Questo è parte di quanto scritto nel salutodel presidente del patriziato, Giorgio Alber-tolli, all'inizio del libro.Va detto che negli ultimi anni l'ufficio patri-ziale ha compiuto degli importanti passiavanti che hanno notevolmente contribuitoalle finanze, al punto che non è più necessa-rio il prelievo dell'imposta patriziale e tantodal permettere di poter occuparsi del pro-muovimento culturale nel comune.Già da tempo il patriziato si stà occupandodei lavori preliminari per il recupero dellaCappella delle Torrette, situata sopra l'abita-to di Torricella e risalente al 1500 c.a. Si trat-ta dei ruderi di un'antica cappella già se-gnalata dal DT come «bene culturale di inte-resse locale».L'intenzione dell'ufficio patriziale è la rico-struzione della cappella, la sistemazione delbosco circostante e la formazione di un sen-tiero agevole.

La casa della famiglia del dott. Pietro Antonio Barto-lomeo Magistretti e di suo zio don Mario Magistretti,in zona «Co' d'Denta», acquistata dagli avi del signorGiorgio Petrocchi, ora proprietario. L'immagine risa-le al 1933.

L’Amministrazione patriziale di Torricella-Taverne - Da sinistra: Tre Fogli Marco (vicepresidente); Fidanza Spar-tac (segretario-cassiere); Albertolli Giorgio (presidente); Giuglietti Ivo (Storico dell’arte medica).

Rivista Patriziale Ticinese 15 N. 1/2009 – N. 272

Presentazione

Fra i diversi libri che ho già pubblicato e fraquelli che andranno in stampa fra poche set-timane, questo è il primo volume che potràdare adito a delle critiche e di questo né so-no pienamente cosciente. Queste dannosecritiche, non saranno certamente rivolte aicontenuti del libro, ma saranno rivolte versochi ha sostenuto e creduto nella pubblica-zione di un primo volume dedicato alla sto-ria del patriziato di Torricella Taverne. Un li-bro che vuole ricordare i medici e i chirur-ghi che sono stati patrizi di questo comune.E se voi, ora, potete leggere questo libro lodovete a quei patrizi che l'hanno voluto e di-feso.Qualcuno sicuramente si chiederà il motivodi una pubblicazione dedicata a medici echirurghi, visto che Torricella Taverne hadato i natali a personaggi famosi, quali ar-chitetti e artisti. È confermato che queste

persone hanno una loro storia, ma non dob-biamo dimenticare che i medici e i chirur-ghi di questa terra hanno tracciato un picco-lo sentiero sul quale mai nessuno avrebbepensato che fosse percorribile. Ora è diven-tato una strada con parecchie corsie e tuttipossono transitarla senza minimamenteporsi la domanda di chi l'abbia costruita!I tre dottori Magistretti hanno praticato all'e-stero, lontani da Torricella Taverne, ma nelcomune sono nati e cresciuti, forgiando il lo-ro carattere, mentre il dott. Trefogli ha dedi-cato tutto se stesso, alla durissima vita dimedico condotto, per il benessere di tutta lacomunità di Torricella Taverne e dei comunifacenti parte del Circondario medico a luiassegnato.Più volte ho difeso (e continuerò a farlo) l'o-pera dei medici e dei chirurghi del passato,affinché sia loro assegnato il giusto ricono-scimento.Il primo medico Magistretti è nato esatta-

Strumenti usati per la «litotomia».Figura 1: «Trocart» completo. Strumento composto da un lungo e grosso ago inserito in una cannula. Questoera utilizzato per perforare i tessuti sino a raggiungere la vescica urinaria. Di seguito veniva estratto il grossoago, rimanendo inserita solo la cannula (figura 2), lasciando così aperta una cavità da cui poteva uscire l'urina.Figura 3: rappresenta il «Gorgeret» che, dopo aver rimosso la cannula, veniva inserito nella cavità per dilataremaggiormente il foro provocato dal «Trocart». Figura 4: strumento che serviva per comprimere il «pene»,bloccando così l'«uretra». Figura 5: un coltello (predecessore del bisturi). Figura 6: il «litotomo» per estrarre icalcoli (verso la fine del '700 venne poi inventata una pinza).

Rivista Patriziale Ticinese 16 N. 1/2009 – N. 272

mente 280 anni fa. Una storia lunga quasi tresecoli, che pochi hanno avuto il coraggio difar ricordare e rivivere. I giovani di Torricel-la Taverne devono conoscere la storia delcomune nel quale sono nati ed in modo par-

ticolare i figli delle famiglie patrizie. Tutti noiviviamo dentro una casa le cui fondamentasono ben fissate nel terreno, colmo di storiae di conoscenze, ma che pochi conoscono.

Uso del forcipe, modello francese del 1750, per un parto podalico.

L'amata terra! Ma chi l'ama ancora?

Concludo citando uno scritto apparso sulla prima «Rivista Patriziale Ticinese» del 1947, poi-ché questa è una grande verità che pochi, secondo il mio modesto parere, sanno capire...

"Patrizi, badate a essere degni di questo passato. Più di mille e trecento anni di storia comuna-le e vicinale.

Nessun popolo dell'universo ha avuto tale e tanta continuità di regime comuniero. Siatene de-gni, sempre e comunque.

In queste lunghe sere invernali raccontate ai figli e ai giovinetti, con semplici parole, la lunga emillenaria esistenza del nostro Comune.

E come fu scisso brutalmente dal nuovo comune da uomini privi di senso storico e amanti del-le novità smisurate, ma di corta veduta. Dite loro che la legge, anche la più rivoluzionaria èarmoniosa.

Aborrite dai demagoghi ipocriti e verbosi, tirannelli d'ogni partito che salgono dal basso, co-me la gramigna; e sono i veri nemici della democrazia e la bestemmiano dieci volte in ungiorno.

Evocate, Patrizi, l'antico spirito millenario!Trasmettete ai nepoti la piccola fiaccola luminosa che non si spegne. Né si spegnerà mai!Nessuna bomba atomica può radere al suolo le grandi montagne..."

Buona lettura e grazie di cuore a chi ha sostenuto la pubblicazione di questo volume.

Ivo Giulietti

Rivista Patriziale Ticinese 17 N. 1/2009 – N. 272

Veduta di Torricella Taverne nel 1923.

Rivista Patriziale Ticinese 18 N. 1/2009 – N. 272

Ho accettato con piacere l’invito che mi èstato rivolto dal vostro Presidente prof. Fran-co Celio di parlarvi dell’uso della pietra nel-le valli ticinesi. Il sasso, la pietra è un ele-mento che segna fortemente il nostro terri-torio, dai fondovalle alle alte cime delle alpi.L’uomo ha da sempre avuto un rapporto di-retto con questo elemento: pietre per for-mare un focolare, pietre per costruire rico-veri, protezione personale, monumenti sca-ramantici o religiosi, muri per creare fazzo-letti di terra coltivabile “i paesaggi terrazza-ti”, sassi da sgomberare per creare terrenocoltivabile, muri, sentieri, ecc. L’uomo haavuto un rapporto da sempre diretto e coin-volgente con la pietra per garantire la sua vi-ta quotidiana, di là da aspetti economici ecommerciali che si sono verificati solo in unsecondo tempo.Nel Ticino il sasso, con l’acqua ed il legno, èuna delle risorse naturali importanti che of-fre la nostra terra. Risorse evidenti, sotto gliocchi di tutti, ma purtroppo poco sfruttate econsiderate a favore della comunità e dell’e-conomia cantonale. L’acqua porta posti dilavoro anche Valli, ma i proventi effettivi sonopoi riservati al nord delle alpi. La legna, pro-veniente dalle ampie superfici boschive,oggi è sottoutilizzata. Questo è l’unico beneche ha un importante apparato statale di so-stegno, che dovrebbe garantire il razionaleutilizzo e il conseguente sviluppo del setto-re forestale. In quest’ambito negli ultimi lu-stri qualche passo avanti è stato fatto ed il fu-turo sembra giocare a favore del legno.Il sasso è presente in ogni forma e qualità sututto il territorio, attività economica secola-re, per decenni ha creato sviluppo nelle val-li e nelle zone periferiche. Purtroppo il set-

tore è poco considerato dalle nostre auto-rità, tanto che nel progetto di piano direttorecantonale il settore estrattivo, con i suoi nu-merosi problemi, nemmeno è stato consi-derato. Non parliamo della nuova politicaregionale che non lo vede considerato negliobiettivi, anche se il settore ha urgente ne-cessità di rinnovamento ed impulso.Granito e gneiss delle Valli Leventina e Ri-viera. Beole della Valle Maggia, Verzasca,Onsernone, senza dimenticare le cave dellaVal Calanca nella vicina Valle Mesolcina. Unposto di nicchia l'ha pure il marmo bianco diPeccia e la breccia calcarea rossa d’Arzo.Non si può mancare di citare la pietra ollare,che sino all’inizio del ventesimo secolo con-tribuì al sostegno dell’economia delle valli,specialmente in Val di Peccia e Lavizzara.La pietra in Ticino ha avuto il suo storico svi-luppo nell’alto Ticino circa 150 anni or sono,con l’arrivo dei cantieri della linea ferrovia-ria del Gottardo. In Valle Maggia un secoloor sono il settore si sviluppò parallelamentecon la costruzione della linea ferroviaria invalle. Ben più anziana e secolare, i primi rile-vamenti sull’uso di questa pietra datano al1300, è l’attività legata alle cave della "brec-cia d’Arzo" nel Mendrisiotto, con la sua co-munità di lavoro con le vicine cave italiane diSaltrio e Viggiù. L’estrazione del marmo diPeccia, seppur già conosciuto nei secoliscorsi – la croce di marmo sul sagrato dellaChiesa di San Carlo di Peccia data del 1600– ebbe inizio nel 1946 al termine della se-conda guerra mondiale.In queste attività legate al lapideo furono oc-cupati sino a 5000 operai, posti lavoro checontribuirono in modo rilevante allo svilup-po socio economico delle nostre regioni pe-

Assemblea Museo etnografico di Leventina

Conferenza “L’uso della pietra nelle valli ticinesi”Relazione dell’arch. Germano Mattei di Cavergno

CONFERENZE

Rivista Patriziale Ticinese 19 N. 1/2009 – N. 272

riferiche, le valli in particolare. Accanto al-l’occupazione di molti autoctoni, importantefu l’immigrazione di maestranze confedera-te e di stranieri; italiani in particolare, poiraggiunti da spagnoli e portoghesi. Molti diquesti formarono nei nostri villaggi le lorofamiglie, integrandosi perfettamente nellecomunità. Importantissimo fu anche lo vi-luppo tecnologico nel settore, con l’adozio-ne di nuovi sistemi di lavorazione, dellameccanica applicata sia nell’estrazione del-la pietra in cava, quanto nei laboratori e ne-gli opifici. Patrimonio inestimabile anchedal profilo della cultura del lavoro. I prodotticreati attraverso la lavorazione industrialeod artistica sono stati e sono esportati sulsuolo nazionale, in Europa e nel mondo inte-ro: pietra ambasciatrice di un Ticino verace,dei nostri paesi e valli. Importante costatare che il settore della pie-tra si concentra, in sostanza ancor oggi, nel-le regioni periferiche e di montagna, crean-do lavoro in zone socialmente difficili e ge-nerando indotto economico laddove altrisettori non arrivano. La meccanizzazione, laglobalizzazione con la concorrenza sfrena-ta di altre pietre estere – non sempre di parivalore e qualità -, ma anche un certo disa-more per queste produzioni nostrane hacontribuito in questi decenni alla diminuzio-ne delle cave e dei posti di lavoro. I posti dilavoro nel 1995 erano circa di 730 unità, perridursi a ca. 470 nel 2005 (un’erosione del31%). Nello stesso periodo le imprese sonodiminuite del 28 %. Oggigiorno all’Associa-zione delle Industrie dei graniti, marmi epietre naturali del Ticino (AIGT) sono asso-ciate 27 ditte (una ventina impegnate nell’e-strazione in cava), cui vanno aggiunte unadecina d’imprese non associate. L’AIGT,presieduta dal giovane cavista di CevioMauro Bettazza e con sede a Bellinzona(www.aigt.ch), si batte validamente per tu-telare gli interessi legati all’industria dellepietre naturali nel Ticino. Degna di nota lasua recente presa di posizione sul progettodi Piano Direttore cantonale, che come giàconsiderato, non cita in alcun modo il settore

lapideo e le sua importante industria. Il set-tore è in questo periodo studiato dalla SU-PSI-DSAS, che con i prof.ri Siegfried Alber-ton e Federino Corboud sta approfondendogli aspetti di statistica e delle idee di rilanciodel settore. Una prima bozza dello studio “Ilsettore della pietra naturale nella Svizzeraitaliana, analisi e prospettive di rilancio” èstato presentato alcuni mesi or sono agli ad-detti del settore. La razionalizzazione, le strategie di coope-razione infrasettiorale, l’utilizzo razionaledegli scarti mediante lavorazione di granu-lati e le pietre composite, impianti di frantu-mazione condivisi e altre misure sono tra leproposte al vaglio del settore. Non da di-menticare la necessaria formazione di gio-vani apprendisti, l’aggiornamento profes-sionale e alle nuove tecniche di lavorazione,basi indispensabili per organizzare e ga-rantire un valido futuro. Tuttavia il miglior rilancio è quello che pos-sono assicurare da subito Confederazione,Cantone, Comuni, Enti pubblici, l’economiaed i privati prestando migliore attenzioneagli eccezionali e validissimi prodotti realiz-zati con le pietre ticinesi. Purtroppo il pro-

Rivista Patriziale Ticinese 20 N. 1/2009 – N. 272

movimento economico e regionale canto-nale da tempo non ha leggi di sostegno e dirilancio del settore dell’industria e dell’arti-gianato, specialmente quello insediato nelleregioni periferiche e di montagna, notoria-mente e non per sua colpa confrontato conproblemi enormi. Una grave lacuna che sitrascina da troppo nel tempo e che arrischiadi arrecare danni irrimediabili. Come giàdetto la nuova politica regionale sembra an-ch’essa disattendere gli interessi del settoredelle pietre naturali, tra l’altro confrontatocon i costi dei trasporti in continua ascesa ead infrastrutture stradali non adeguate, que-sto specialmente ancora una volta nelle no-stre valli. In quest’ambito l’unica azione con-creta e benvenuta è stata l’iniziativa andata abuon porto del Consigliere Nazionale Main-rado Robbiani sul “rimborso dell’impostasui carburanti impiegati per l’estrazionedella pietra da taglio naturale”. L’attenzionepolitica e dell’economia sono indispensabi-li per salvare e promuovere attivamente unsettore storico, che tanto ha dato alla Svizze-ra italiana e che tanto può e vuole ancora da-re.L’industria della pietra ha portato anche no-tevoli proventi ai nostri Patriziati con l’affittodel loro territorio per l’estrazione e lavora-zione della pietra. Queste attività creano nelterritorio anche qualche problema, dovuti arumore, polvere, discariche. Quindi eccosorgere i nuovi problemi cui è confrontato ilsettore in un contesto territoriale che in po-chi decenni è evoluto, per lo sviluppo dapaese rurale a territorio estremamente ediffusamente urbanizzato. Ultimamente ilrinnovo dei contratti d’affitto comporta pro-blemi, lo sviluppo e l’aggiornamento dellecave è confrontato con ostacoli pianificatoridai tempi biblici e sottoposte agli effetti del-lo sviluppo urbano che si avvicina semprepiù fisicamente alle cave stesse e questedevono magari anche chiudere l’attività inquanto fortemente condizionate da questenuove realtà. Un esempio la Cava Ambrosinia Castione, che produceva un granito bian-co di nicchia assai ricercato, che ha dovuto

chiudere complice la zona edificabile delvillaggio che si è avvicinata alla cava stessa.La cava esisteva da decenni, ma i nuovi abi-tanti insediatisi da pochi anni hanno condi-zionato la situazione e contribuito sostan-zialmente alla chiusura della cava stessa. Non si può dimenticare anche l’indotto indi-retto dell’industria della pietra nelle zoneove è attiva, sicuramente importante e nonda sottovalutare. Un esempio, da un recentestudio realizzato da uno studente della SU-PSI-IRE (“Valutazione d’impatto economicodell’attività dlla Cava di marmo e della Scuo-la di scultura di Peccia” / anno 2005 – AndreaGianinazzi con la supervisione del Dr. IRE Ri-co Maggi) risulta che in Valle Lavizzara l’in-dustria del marmo – cava, laboratori e Scuo-la di scultura – lascia annualmente nella Val-le un importo di 1.5 mio di franchi di indottoindiretto (turismo, ristoranti, artigiani, ecc.).In un territorio di poco più di 800 abitanti unrisultato di non poco conto e assai indicati-vo.Non mi dilungo sugli aspetti dell’uso dellapietra nel campo artistico. Nei secoli scorsiTicino terra di maestri comacini, oggi terradi artisti locali che si fanno onore e che illu-strano le qualità e la bellezza delle nostrepietre. Oltre a numerosi artisti singoli sonoattive nel Cantone alcune iniziative interes-santi quali quella della Scuola di scultura diPeccia e il suo progetto per la realizzazionedi un Centro internazionale. Il connubio in-dustria e arte, industria e turismo, ecc. van-no approfonditi e in questo campo vi devo-no essere sinergie che portino anche mi-gliore visibilità al settore della pietra. La storia del Ticino passa indubbiamenteanche dal settore dell’industria lapidea edal suo uso. Mi auguro che tutto questo set-tore possa avere un futuro in un contesto fa-vorevole e di condivisione sociale, politica eeconomica. Ogni paese deve saper agevo-lare e sfruttare le risorse cui dispone.Vi ringrazio dell’attenzione augurando alvostro Museo ogni bene e il successo chemerita.

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Sostegno dell’ALPA alla petizione: “cervi e cinghiali: che disastro”

Il Consiglio Direttivo dell’Alleanza PatrizialeTicinese (ALPA), l’Ente mantello che rag-gruppa le 212 Amministrazioni Patriziali ti-cinesi, invita a sostenere la petizione inoltra-ta dall’Unione Contadini Ticinesi e dalla Fe-derazione viticoltori della Svizzera italiana.Da anni l’ALPA, su segnalazione di numero-se Amministrazioni Patriziali, annuncia idanni causati dagli ungulati ai preposti ufficicantonali.Danni che compromettono in modo irrepa-rabile pascoli, alpi, vigneti, … che nel corsodell’intero anno ricevono le cura degli ad-detti ai lavori.Le soluzioni adottate finora con l’aumentodel periodo venatorio tramite ulteriori pe-riodi di caccia selettiva - anche invernale - sisono dimostrati ampiamente insufficienti eobbligano a una finalmente nuova gestionedi un aspetto, quello del rapporto di selvati-ci presenti e territorio a disposizione , chenon può essere compromesso da inutili vetie complicate leggi che non consentono nénel periodo venatorio né durante i periodidi caccia selettiva un adeguato abbattimen-to dei capi che stanno letteralmente distrug-gendo il paziente lavoro portato avanti daanni sugli alpi, nei vigneti e più in generalenell’agricoltura.Attualmente si sta assistendo ad un disastroannunciato e ampiamente preventivabile inquanto le segnalazioni erano state fatte conampio anticipo.Chi oltretutto cerca giustificazioni nei possi-bili risarcimenti effettuabili da compagnieassicurative non si rende conto della passio-ne con la quale operano le persone che han-

no a cuore la cura e lo sfruttamento del terri-torio in favore oltretutto dell’intera comunità.Non si rende conto altresì che ben miserisono i rimborsi per danni che a volte riduco-no la produttività di ben oltre l’80% impe-dendo in alcuni casi anche il carico di alpi inquanto i pascoli vengono regolarmente di-strutti.Occorrerà ora trovare un’alleanza concor-data per poter tornare a gestire con effica-cia il territorio nel rispetto di chi ci lavora enel rispetto dell’evoluzione positiva di unsettore agricolo che non va ulteriormentemesso in crisi.La fierezza di tutte le persone che operanonell’agricoltura va tutelata in modo che chiopera o si avvicina a questo settore lo possafare in una situazione tranquilla dove glisforzi profusi possano anche dare i neces-sari utili sia morali che materiali.Sicuramente l’inverno come quello che stia-mo passando ha portato a delle lievi regola-zioni naturali che andranno quantificate, maciò non significa che non occorre ulterior-mente e massicciamente intervenire.L’idea di regolare la quantità di animali pre-senti sul territorio in rapporto alla possibilitàdi nutrimento data dalle zone di sverna-mento piace! Oggi però i numeri sono or-mai fuori controllo e causano sofferenze aglianimali stessi.Quindi un adeguato ripristino di equilibriormai scomparsi da anni è più che mai ne-cessario onde evitare danni economici, pro-duttivi, turistici, o gravissime perdite di postidi lavoro in zone periferiche che portereb-bero a compromettere tutte quelle attivitàagricole tipiche del nostro territorio.L’invito del CD ALPA è quindi quello di so-stenere e far sostenere massicciamente lapetizione “CERVI E CINGHIALI: CHE DISA-STRO”.

Per il Consiglio Direttivo ALPAIl Presidente, Tiziano Zanetti

PETIZIONE

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RICORDI

� Taverne 1999 � Ponte Tresa 2003

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Art. 1 Denominazione

Sotto la denominazione Alleanza PatrizialeTicinese (ALPA) viene costituita un’associa-zione a tenore degli articoli 60 e seguentidel CCS.

Art. 2 Sede

La sede dell’associazione è presso il suopresidente.

Art. 3 Scopo

Scopo dell’ALPA è la salvaguardia dell’isti-tuto patriziale ticinese, il promuovimento e ilrafforzamento dello spirito viciniale tra isuoi membri, la conservazione delle istitu-zioni e delle tradizioni d’interesse generale,la consulenza dei suoi membri e la rappre-sentanza dei patriziati verso l’autorità costi-tuita.

Art. 4 Membri

Possono essere membri dell’associazione ipatriziati riconosciuti ai sensi dell’articolo 3della Legge organica patriziale (LOP 1992).Possono pure essere accolti in qualità dimembri i patriziati che, pur non essendo ri-conosciuti dal Consiglio di Stato, sono dotatidi statuti approvati dal Consiglio Direttivodell’associazione.

La qualità di membro si acquista medianteadesione scritta e accettazione della stessada parte del CD.Contro una decisione di rifiuto di accet-tazione à data facoltà di ricorso all’assem-blea.

Art. 5 Perdita della qualità di membro

La qualità di membro si perde con l’inadem-pienza dei doveri verso l’associazione.Ogni membro può rinunciare a far partedell’ALPA mediante preavviso scritto di al-meno tre mesi, da presentare al ConsiglioDirettivo prima della fine dell’anno ammini-strativo.I patriziati che si sono dimessi o che sonostati esclusi, non hanno alcun diritto sul pa-trimonio sociale.

Art. 6 Autonomia

I singoli patriziati facenti parte dell’ALPAmantengono la loro autonomia.

Art. 7 Obblighi

Ogni membro si impegna a collaborare peril perseguimento dello scopo sociale, soste-nendo l’attività dell’associazione, parteci-pando alle assemblee e pagando la tassasociale.

INSERTO STATUTI

Statuti dell’Alleanza Patriziale TicineseApprovati dall’Assemblea dei Delegati

Quinto 17 maggio 2008

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Art. 8 Membri onorari

Persone che si sono rese particolarmentemeritevoli possono essere nominate mem-bri onorari dell’ALPA.

Art. 9 Risorse finanziarie

Le entrate sono costituite:- dalle tasse sociali- dal reddito del capitale e della liquidità- da donazioni e da apporti variLa gestione contabile si chiude al 31 dicem-bre di ogni anno.

Art. 10 Responsabilità

L’associazione risponde verso i terzi con ipropri fondi. Resta esclusa ogni responsabi-lità personale dei membri e degli organi so-cietari.

Art. 11 Organi

Gli organi dell’associazione sono:a) l’assemblea dei Delegatib) il consiglio direttivoc) la commissione di revisione dei conti

A: l’Assemblea dei Delegati

Art. 12 Composizione

l’assemblea è l’organo supremo dell’asso-ciazione. Si compone dei rappresentanti deipatriziati associati e dei membri onorari.

Art. 13 Convocazione

L’assemblea ordinaria si tiene ogni anno en-tro il 30 giugno.

La convocazione, con annesso l’ordine delgiorno, viene trasmessa ai singoli membri,con preavviso di almeno tre settimane.

Art. 14 Direzione

L’assemblea è diretta dal presidente o dalvice presidente; in caso di loro assenza o ri-nuncia, da parte di un presidente del giornodesignato dall’assemblea.

Art. 15 Diritto di voto e di rappresentanza

Ogni patriziato associato ha diritto a duedelegati. I membri onorari non hanno dirittodi voto.Ogni delegato può rappresentare un solopatriziato.

Art. 16 Metodo di votazione

Le votazioni avvengono di regola con il me-todo dell’alzata di mano.L’assemblea può decidere l’adozione di al-tri metodi, ritenuto che la proposta vengapresentata all’inizio dell’assemblea e otten-ga la maggioranza dei voti espressi.

Art. 17 Assemblea straordinaria

Può essere convocata dal CD oppure su ri-chiesta scritta di almeno 1/5 dei Patriziati as-sociati.La richiesta va inoltrata al CD; essa deve es-sere motivata e deve elencare le trattandeda inserire all’ordine del giorno.L’assemblea avrà luogo al più tardi tre mesidopo l’inoltro della richiesta.Per le formalità della convocazione val-gono le norme relative all’assemblea ordi-naria.

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Art. 18 Competenze

L’assemblea è competente per:- la nomina degli scrutatori;- l’approvazione dell’ordine del giorno edel metodo di votazione;

- l’approvazione del verbale dell’assem-blea precedente;

- le nomine statutarie;- l’esame e l’approvazione del rapporto an-nuale del CD;

- l’esame e l’approvazione del conto con-suntivo e del conto preventivo;

- stabilisce la tassa sociale- l’esame e la decisione sulle proposte delCD e/o dei membri;

- le modifiche statutarie;- la nomina dei membri onorari;- la designazione della località per la tenutadell’assemblea annuale.

Art. 19 Presentazione di trattandeda parte dei membri

I membri hanno diritto di formulare propo-ste all’attenzione dell’assemblea entro il 1.marzo di ogni anno.Esse devono pervenire in forma scritta alCD.Proposte tardive, ai sensi dell’art. 13, non so-no messe all’ordine del giorno.

Art. 20 Clausola dell’urgenza

L’inserimento di trattande non previste al-l’ordine del giorno può avvenire con richie-sta esplicita all’inizio dell’assemblea. Sullaloro inclusione decide il voto dei delegati,ritenuta necessaria la maggioranza dei 3/4dei presenti aventi diritto di voto.

Art. 21 Presentazione di candidati

Almeno dodici settimane prima dell’assem-blea, il CD invita i membri a inoltrare in for-

ma scritta le proposte di candidati alle cari-che statutarie.Le proposte devono pervenire al CD alme-no quattro settimane prima della data del-l’assemblea.Alle proposte va allegata la dichiarazione diaccettazione alla carica da parte dei singolicandidati.

Art. 22 Quorum

L’assemblea può deliberare qualunque siail numero dei membri rappresentati.

B: Il Consiglio Direttivo

Art. 23 Composizione

Il CD è composto dal presidente e da 14membri.L’assemblea designa avantutto 15 membri;in seguito tra di essi sceglie il presidente.Il CD resta in carica quattro anni ed è sem-pre rieleggibile.Il presidente è rieleggibile per un massimodi 3 legislature.Deve essere assicurata una ripartizione deimembri del CD tra le varie regioni del Can-tone.Ogni distretto ha diritto a essere rappresen-tato da almeno un membro.Nessun distretto può essere rappresentatoda più di tre membri.

Art. 24 Organizzazione

Il CD si riunisce su convocazione del Presi-dente o su richiesta di almeno cinque deisuoi membri.Le decisioni sono prese a maggioranza as-soluta dei votanti, ritenuta la presenza dellametà più uno dei componenti.I membri del CD ricevono una diaria e unaindennità di trasferta.

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Art. 25 Competenze

Il CD è competente per:- nomnare il vice presidente, il segretario eil cassiere

- condurre l’associazione applicando le de-cisioni dell’assemblea

- istituire commissioni di lavoro interne,eventualmente con la partecipazione dicommissari esterni.

Art. 26 Segretario - cassiere

Il CD nomina per la durata di quattro anni ilsegretario e il cassiere, incaricato della te-nuta dei verbali, della tenuta della contabi-lità, dell’esecuzione dei compiti affidatiglidall’assemblea e dal CD.Le due cariche possono essere cumulate.

C: La commissione di revisione dei conti

Art. 27 Composizione

Si compone di tre membri e resta in caricaper due anni. Può essere rieletta per altridue periodi. Di regola, ogni anno vien sosti-tuito il revisore con maggior anzianità di ca-rica.

Art. 28 CompetenzeVerifica i conti dell’associazione e presentaun rapporto scritto all’assemblea generale.

Norme finali

Art. 29 Modifiche statutarie

Le modifiche statutarie devono essere ap-provate dai 2/3 dei soci presenti aventi dirit-to di voto.

Art. 30 Scioglimento

Per lo scioglimento dell’associazione è ne-cessaria una maggioranza dei 3/4 dei vo-tanti all’assemblea straordinaria convocataper tale trattanda.

L’assemblea deciderà la procedura di scio-glimento e l’organo chiamato alla esecuzio-ne della stessa.Il patrimonio residuo dovrà essere devolutoad una o più istituzioni di pubblica utilità sudesignazione dell’assemblea.

Art. 31 Diritto sussidiario

Per quanto qui non previsto, si applicano lenorme del CCS sulle associazioni e le nor-me della LOP per quanto attiene l’attivitàspecifica.

Art. 32 Entrata in vigore

Il presente statuto abroga quello del 4 luglio1943 e le successive modifiche ed entra invigore con l’approvazione da parte dell’as-semblea dei Delegati del 17 maggio 2008.

Il Presidente Il SegretarioTiziano Zanetti Gianfranco Poli

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Ponte Tresa 2003

RICORDI

PPrrooggrraammmmaa ddeellll’’eessccuurrssiioonnee AALLPPAA 22000099

«Torino, le Valli valdesi e del Canavese»da giovedì 21 a sabato 23 maggio 2009 (ponte dell’Ascensione)

Giovedì 21 maggio

ore 07.00 partenza da Locarno con comodo autobus turistico della Ditta Rossi Viaggi diGordola) con destinazione di Torino (fermate a Giubiasco, Rivera, Lugano,Mendrisio e Chiasso). Fermata caffé.

ore 11.00 ca. arrivo a Torino e visita accompagnata della Chiesa del Santo Volto, Via Val dellaTorre 11 (opera dell’arch. Mario Botta, anni 2001 - 2006).

ore 13.00 ca. Pranzo al Ristorante Lucio d’la Venaria in prossimità della Venaria Reale.ore 14.30 ca. Visita accompagnata della Reggia dei Savoia La Venaria Reale, residenza di

“piacere e di caccia” iniziata a metà del milleseicento dal Duca Carlo Emanue-le II di Savoia. Una delle più alte espressioni del Barocco europeo del seicento(progetto 1660-1675 dell’architetto di Corte Amedeo di Castellamonte e dal1716 da Filippo Juvara).

ore 16.00 ca. partenza per Torre Pellice (ca 30 km a nord-ovest di Torino, altezza 516 m.s.m.).Alloggiamento in camere con servizi e prima colazione alla Foresteria Valdese.

ore 19.00 partenza per Bobbio Pellice e cena tipica al Ristorante Cacciatori.ore 22.00 ca. rientro all’Albergo

Venerdì 22 maggio

ore 09.00 partenza per la Val d’Angrogna con visita guidata fra i luoghi storici della Valle(monumento di Chanforan, scuoletta Beckwith, grotta “Gueiza d’la tana, museodelle Donne Valdesi, Pradeltorno e Coulege dei Barba).

ore 13.00 pranzo alla Foresteria Valdese.ore 14.30 visita accompagnata a Torre Pellice: Museo Valdese, Tempio e Aula Sinodale

per una panoramica su storia, attualità e organizzazione della Chiesa Valdese.Al termine (ore 17 circa) visita individuale di Torre Pellice.

ore 20 ca. cena gastronomica di cucina valdese e della montagna al Ristorante Plipot del-la famiglia del rinomato cuoco Walter Eynart (due stelle Michelin) di Torre Pel-lice.

Sabato 23 maggio

ore 09.00 partenza dall’albergo in autobus in direzione di Agliè, il paese di Elisa di Ri-vombrosa. Visita dell’Azienda agricola e vinicola Silva, produttrice del celebrevino Erbaluce del canavese. Visita accompagnata del Borgo di Agliè con il suocastello ducale, la chiesa di Santa Marta e alla tomba del poeta Guido Gozzano.

ore 13.00 Pranzo al Ristorante Sole nel caratteristico centro di Aglièore 15.00 ca. Visita della fabbrica di stufe a legna in ceramiche artistiche Savio di Castella-

monte e “due passi finali” nel museo all’aperto nel nucleo di Torre Canavese ore 17.00 ca. Partenza per il rientro in Ticino via Chiasso, Mendrisio, Lugano, Giubiasco.ore 22.00 ca. Rientro a Locarno.

Rivista Patriziale Ticinese 28 N. 1/2009 – N. 272

Rivista Patriziale Ticinese 29 N. 1/2009 – N. 272

Gli iscritti riceveranno, a tempo opportuno, il programma definitivo con la relativa docu-mentazione. Saranno prese in considerazione le prime 50 iscrizioni.

Costo del viaggioviaggio con Autobus turistico confort – visite organizzate e guide locali - cene e pranzi digiovedì e venerdì e pranzo di sabato – pernottamento in albergo a 3***stelle (camera dop-pia con servizi e colazioni) fr. 800 per persona (prezzo indicativo)

Gli interessati sono invitati a prescriversi al più presto inviando il tagliando d’iscrizione a:Germano Mattei, 6690 Cavergno079 428 40 59 cellulare / 091 759 02 10 tel. Uff. / 091 759 02 15 telefaxe-mail: [email protected]

Eventuali informazioni presso lo stesso indirizzo.Il tagliando d’annuncio lo trovate in calce.

Il Comitato Direttivo dell’ALPA invita cordialmente a partecipare a quest’escursione in unaregione densa di storia, gastronomia, scambi culturali e di riferimenti che non possono chestimolare la curiosità di ognuno. Gli interessati sono invitati ad annunciarsi senza indu-gio, restano ancora alcuni posti a disposizione.

BENVENUTI!

Iscrizione all’escursione ALPA 2009 Dal 21 al 23 maggio 2009 (ponte dell’Ascensione)mi annuncio alla gita a «Torino, valli valdesi e del canavese»

Nome e Cognome:

Indirizzo completo:

Tel. privato: Tel. Lavoro:

e-mail: Numero persone annunciate:

□ Camera doppia □ Camera singola: (supplemento fr. 45.- per notte).

Data Firma:

Talloncino da inviare a: Germano Mattei, 6690 Cavergno079 428 40 59 cellulare – 091 759 02 10 tel. uff. – 091 759 02 15 telefaxe-mail: [email protected]

Saranno accettate le prime 50 iscrizioni se confermate dal versamento della quotad’iscrizione che sarà richiesta dopo l’annuncio.

Rivista Patriziale Ticinese 30 N. 1/2009 – N. 272

ASSEMBLEA FEDERAZIONE SVIZZERA DEI PATRIZIATI

Si terrà ad Aarbon nel Canton Turgovia il 5 e 6 giugno l’annuale Assemblea dellaFederazione Svizzera dei Patriziati delle Corporazioni e delle Borghesie.Evento importante anche per tutte le nostre Amministrazioni per affinare i rapporticon i colleghi d’oltre Gottardo.Momento inoltre significativo per scoprire peculiarità e valori di regioni tipiche del-la nostra Confederazione.Un invito a tutti gli Amministratori patriziali ticinesi anche da parte del Consiglio Di-rettivo dell’ALPA a parteciparvi numerosi; ne vale la pena.

La stupenda zona del porto di Aarbon

FEDERAZIONE SVIZZERA PATRIZIATI

Rivista Patriziale Ticinese 31 N. 1/2009 – N. 272

BOURGEOISIES ET CORPORATIONS

65. ASSEMBLEE GENERALE, LE 5 ET 6 JUIN 2009 A ARBON / TG

Bourgeoisie ou corporation ____________________ Nom ____________________ Prénom ________________________ Adresse ____________________ NPA/localité ________________________ Téléphone/fax ____________________ e-mail ________________________ Accompagnant-e Nom ____________________ Prénom ________________________

Déplacement ″ en voiture ″ avec les transports publics

Anzahl Karten ″ A CHF 200.00 ″ B CHF 160.00 ″ C CHF 40.00

(programme complet) (uniquement le vendredi) (AG/programme)

Repas du soir boissons inclus (vin, minérale) ″ nombre de personnes ″ végétarien

Choix de la table Je paragerais volontiers ma table avec: ..................................................... Programme pour accompagnants du vendredi, 5 juin

″ Visite „Mosterei Möhl“ ″ Musée historique / Vieille ville ″ Visite Corporate Center AFG-Holding

Programme du samedi, 6 juin

″ Excursion en bateau sur le lac de Constance (déjeuner inclus – sans boissons)

Réservation d‘hôtel (prix par personne)

Catégorie Chambre double Chambre individuelle hôtel

A ″ CHF 110.00 à 160.00 ″ CHF 140.00 à 190.00 Bad Horn

B ″ CHF 90.00 à 110.00 ″ CHF 105.00 à 140.00 Frohsinn, Metropol, Römerhof

C ″ CHF 55.00 à 90.00 ″ CHF 50.00 à 105.00 Park / Rotes Kreuz / Seegarten

Les prix s’entendent par personne et par nuit avec bain/douche/WC, y.c. petit-déjeuner, service et taxes. Transfert non inclus. Le paiement se fait avant l’arrivée (facturé par le Verband Thurgauer Bürgergemeinden). Conditions d‘annullation: 30-16 jours avant la date: 50% du montant 15-08 jours avant la date: 75% du montant 07-00 jours avant la date: 100% du montant

″ pas besoin d’une réservation d‘hôtel

Date Signature

Veuillez renvoyer cette inscription à: [email protected]

(Délai d’inscription : 1er mai 2009 Telefon : 071 970 05 60 (dès le 6 avril 2009) Telefax : 071 973 90 20

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Rivista Patriziale Ticinese 32 N. 1/2009 – N. 272

Quale prezzo per l'acqua di montagna?

L'acqua rappresenta una delle sole risorsenaturali a disposizione delle regioni di mon-tagna. Per questo motivo è necessario trova-re il modo di valorizzarla. La Svizzera appli-ca da diverso tempo il sistema dei canoniidraulici. Questo strumento permette dicompensare le regioni che mettono a di-sposizione queste risorse. La Svizzera rap-presenta, nello spazio alpino, un esempio inmateria. L'Austria non ha per esempio nes-

sun strumento simile. I Lander ed i comuniricevono solo degli introiti fiscali. Le espe-rienze condotte in Svizzera hanno dimostra-to che sono soprattutto le regioni situate al-l'esterno del perimetro alpino che approfit-tano dei benefici legati all'utilizzo della for-za idraulica. Nei fatti, qual è la situazione ri-guardante l'acqua potabile? I comuni dimontagna ricevono un prezzo ragionevoleper l'acqua commercializzata in bottiglia?Sarebbe molto proficua una discussionecondotta nell'insieme dell'Arco alpino. Du-rante la conferenza sull'acqua, tenutasi aMonaco, lo scorso ottobre, il direttore delSAB ha avuto l'occasione di sollevare la que-stione e di proporre un dibattito riguardantequesto tema.

Le foreste possono abbassare il tasso di CO2?

I cambiamenti climatici riguardano in ma-niera particolare le regioni di montagna. Inquesto contesto, dovranno essere sviluppa-te delle strategie (per esempio nel settoreturistico). Tuttavia, le regioni di montagnanon potrebbero loro stesse prendere in con-to il ruolo delle foreste nella loro lotta controle emissioni di CO2? Negli ambienti specia-lizzati questo punto di vista è controverso.Tuttavia, I'estensione delle foreste contri-buisce alla riduzione della C02. Alcune ca-tastrofi, come la tempesta Lothar, possono alcontrario indurre un aumento dell'anidridecarbonica prodotta dalle superfici forestali.Tuttavia, nel corso dei prossimi decenni, leforeste avranno piuttosto un ruolo positivo.Utilizzando il legno per le costruzioni o co-me materia energetica finale, la Svizzerapotrebbe evitare l'emissione di 8 milioni ditonnellate di C02 (12% del totale prodotto).Nella revisione della legge sulle foreste, siera previsto di tener conto dell'effetto positi-vo delle foreste. Si è dovuto tuttavia abban-donare questo meccanismo, a causa dellanon revisione della legge in questione. Per ilmomento, sono conservati i diritti di emis-sione, presso la Confederazione. (TE)

Gruppo Svizzero per le regioni di montagna

Rivista Patriziale Ticinese 33 N. 1/2009 – N. 272

SEGNALAZIONI CULTURALI

Il Ticino e le erbemedicinali

Proemio

La natura è dispen-satrice di benesse-re e agisce a vari li-velli.

La natura fa bene al morale. Ce ne accorgia-mo immediatamente quando, staccandocidalla frenesia quotidiana, nel tempo liberofrequentiamo le montagne, verdi, silenziose,pulite. Boschi, fiumi, prati fioriti, con il lorocorollario di colori, profumi, suoni e diver-sità biologica dispensano pace e tranquil-lità. Bastano pochi istanti e l'equilibrio dellanatura pervade la nostra mente e il nostrocorpo, regalandoci uno stato di benesserepsichico e fisico che vorremmo poter con-servare a lungo.Questo è un primo livello.Il secondo livello è meno immediato. Il no-stro modo di vita ci ha liberati o staccatidall'ecosistema. Abbandonata l'economiadi sussistenza e imboccata la via della pro-duzione industriale e dei servizi, oggi ac-quistiamo cibi e merci accettando (che co-modità!) la presenza di intermediari fra dinoi e la terra madre. Possiamo addiritturacomperare alimenti pronti, finiti, che non ri-chiedono neppure il piacere della cucina eriducono il contatto con il cibo alla semplicedeglutizione. Ci siamo emancipati, è sicuro,ma nello stesso tempo abbiamo perso lecompetenze, le ritualità e i piaceri legati allaproduzione o alla raccolta di cibi e prodottiselvatici. Seguendo la stessa via sono ba-state alcune generazioni abbiamo smarritole conoscenze che permettono di rivolgersialla natura come dispensatrice di piccoli ri-medi domestici. La conoscenza tradizionalee diffusa delle piante officinali, trasmessa

grazie alla vita in sintonia con la natura, èsparita. Per qualsiasi problema di salute og-gi ci rivolgiamo a medici e farmacisti.Un libro dedicato alle piante officinali no-strane ha parecchi valori positivi da trasmet-tere.Innanzitutto stimola la frequentazione e l'av-vicinamento alla natura, dalla quale, comedetto, automaticamente riceviamo benes-sere.Di conseguenza esso promuove l'approfon-dimento e lo studio della natura. Le piantedevono per prima cosa essere riconosciutecorrettamente, per non correre il rischio diottenere risultati magari pericolosi: è neces-sario imparare a determinarle e a coglierele differenze, sovente minute, che le con-traddistinguono. Poi, dato che ogni specieha esigenze ecologiche peculiari, devonoessere cercate nei loro ambienti vitali, senzadimenticare che per approfittare in modosostenibile della flora officinale dobbiamorispettarne, direttamente e indirettamente,gli ambienti vitali. A questo punto devonoessere raccolte nel momento opportuno erispettandone le popolazioni, evitando inuti-li saccheggi e tenendo presente che vi sonospecie rare, protette o minacciate, che nonpossono assolutamente essere colte. Di ri-torno a casa le erbe devono essere prepara-te e conservate correttamente, pena la per-dita di proprietà curative. E, per finire, lasomministrazione deve seguire corretta-mente i dosaggi.L'intero processo è una sorta di apprendi-stato virtuoso.Ma il nostro coinvolgimento non finisce qui.Dobbiamo anche imparare a rispettare ilnostro corpo, ad ascoltarne i segnali e a ca-pire se e quando la natura può venirci in aiu-to oppure, al contrario, se e quando è megliorivolgersi al medico.La pratica delle erbe officinali è dunque unesercizio completo che attiva e mette in cau-sa tutto il nostro corpo e in particolare il si-stema nervoso in tutta la sua complessità. Einoltre, mettendo da parte gli intermediari,ci riporta positivamente in contatto con la

Rivista Patriziale Ticinese 34 N. 1/2009 – N. 272

natura ricreando un legame fra di noi e l'e-cosistema, la nostra casa sulla terra. Il Ticinoe le erbe medicinali costituisce un ottimopunto di partenza per questa pratica affasci-nate.

Guido Maspoli, direttore del Parco botanico

del Cantone Ticino, Isole di Brissago

Un libro con itoponimi diPeccia.

Peccia possiede unvasto territorio diben 5426 ettari: siestende verso Fu-sio fino al confinecon Mogno e occu-pa sull’altro lato l’intera valle omonima. È unterritorio fortemente corrugato, segnato dadislivelli impressionanti che oscillano tra gli800 metri, il punto più basso, e i 2911 metridel Pizzo Cristallina. L’insediamento princi-pale, denominato Peccia Paese, si trova nelpunto di congiunzione dei due solchi vallivi,in un sito sfortunato perché ripetutamentecolpito e distrutto da frane e da alluvioni. Perottenere uno sfruttamento completo delle ri-sorse distribuite in questa parte alta dellaLavizzara fu indispensabile anche creare al-cuni nuclei abitativi decentrati, che diederoorigine alle frazioni di Corgello, Cambleo,Veglia, Cortignelli, San Carlo e Piano di Pec-cia.Oltre la metà della superficie patriziale ri-sulta apparentemente improduttiva, più diun quarto coperto da boschi e gran partedello spazio rimanente in passato venivasfruttato con la pastorizia che poteva conta-re ben 11 alpi, ognuno dei quali compostoda diversi corti. L’attività agricola, l’alleva-mento del bestiame e lo sfruttamento fore-

stale, nonché l’estrazione dapprima dellapietra ollare e poi del marmo, hanno favoritoovunque la presenza e le attività dell’uomo.Uno dei metodi - probabilmente il migliore -che permette di appurare l’intensità e il gra-do di antropizzazione del territorio è quellodella toponomastica. Dove l’uomo giunge elavora tende a battezzare i luoghi ed è un fat-to che denota famigliarità, affettività e sensodi riconoscenza. All’inizio del mese di ottobre 2008 è statopresentato a San Carlo un libro che racco-glie circa 1100 nomi di luogo, raccolti dallasignora Hedi Dazio già nel 1972 presso glianziani di Peccia e Valle, documentati e de-scritti dall’autrice. La pubblicazione è quin-di il frutto di un’appassionata ricerca che si èconclusa in questi ultimi anni. Il corpus topo-nomastico è preceduto da tre testi di ap-profondimento su aspetti storici di Peccia, èaccompagnato da una nutrita serie di foto-grafie d’epoca e da una carta topografica.La cartina allegata, sulla quale sono inseritele localizzazioni, dà un’idea concreta e im-mediata di come fosse denso e capillare losfruttamento del territorio patriziale di Pec-cia, indipendentemente dall’altitudine e dal-le caratteristiche morfologiche e vegetative.La pubblicazione relativa a Peccia è uscitanella collana dell’Archivio dei nomi di luogodiretta dal prof. Stefano Vassere, responsa-bile del «Repertorio toponomastico ticine-se» presso l’Archivio di Stato del CantoneTicino.Chi desiderasse acquistarne una copia lapuò richiedere alla Cancelleria comunale diLavizzara, a Broglio, al prezzo di fr. 15.-.

L’inventario toponomastico di Pecciadi Giorgio Cheda

In Ticino, settembre è dedicato alla cacciaalta. Non ho mai praticato questo sport, malo scorso mese, leggendo due libri, ho be-neficiato anch’io dei prodotti della “caccia”di due donne valmaggesi: quello di Carla

Rivista Patriziale Ticinese 35 N. 1/2009 – N. 272

Del Ponte, già procuratrice del Tribunale in-ternazionale per la ex Jugoslavia, intitolatoappunto La caccia. Io e i criminali di guerra; equello di Hedi Dazio che ho l’onore di pre-sentare. Una caccia, la sua, non già ai camo-sci e alle marmotte, ma ai toponimi di Pec-cia; un libro introdotto, oltre che dall’autoritàcomunale e patriziale, da tre importanti ca-pitoli di Bruno Donati e pubblicato dall’Ar-chivio dei nomi di luogo diretto da StefanoVassere.Due donne, due cacce e due libri diversi. Ilprimo tratta problemi a livello internaziona-le e coinvolge la responsabilità non solo deivari Milosevic, Karadizk, Mladik…, ma an-che quella di molti personaggi illustri chehanno formato quel muro di gomma controcui si è battuta la Del Ponte, già cacciatricedi vipere sui monti di Bignasco (lo ripete piùvolte, e con orgoglio!). Una testimonianzacoraggiosa che raccomando a tutti coloroche vogliono capire meglio la politica inter-nazionale, cioè i drammi del mondo d’oggi.

Per capire, ma soprattutto amare, la storialocale bisogna invece leggere il libro scrittoda Hedi Dazio; certo con l’apporto di altrivalidi collaboratori, ma il contributo essen-ziale, frutto di pazienti e impegnative ricer-che, è suo. 1060 toponimi, raccolti tra il 1972e il 1974 su un territorio che si estende tra gli800 e i 3000 metri s/m. Festeggiare gli autori di questo inventariovuol dire apprezzare i rapporti fra l’uomo ela nostra terra; dovremmo dire la pietra per-ché di buona terra sugli sbricchi di Lavizza-ra ce n’è poca. Eppure quella poca è statastrappata a una natura non particolarmentetenera, protetta con i muri a secco dei cioss,con le roste e le sciüpe fin sull’ultimo corte,lavorata con sagacia e fatica per trarne il ne-cessario per sopravvivere.Secondo gli atti della visita pastorale del ve-scovo Carafino (citati da Martino Signorellinella Storia di Valmaggia), a Peccia nel 1626c’erano 800 anime; ma si sa che, in quellecircostanze, si contavano i comunicanti che

La Centrale OFIMA di Piano di Peccia ha ospitato venerdì 3 ottobre la bella serata di presentazione della pub-blicazione “Archivio dei nomi di luogo di Peccia”. La sala turbine ne cuore della montagna gremita di pubbli-co interessato.

Rivista Patriziale Ticinese 36 N. 1/2009 – N. 272

venivano anche dalle parrocchie vicine. Ilprimo censimento federale del 1850 asse-gna al comune 300 abitanti, scesi a 202 nel1941. I boschi, i pascoli e gli 11 alpi situati trail fiume e il Cristallina, oltre alle persone, nu-trivano, nel 1859, 200 mucche e fino a un mi-gliaio di capre. E si sa che questo animale hasempre degnamente rappresentato il fuocointeriore e la libertà dell’uomo. Nel 1916Peccia era il comune valmaggese che necontava di più: ben 1133 capi.Boschi, pascoli e coltivi per gli orti, la sega-le, la canapa e quant’altro! Ma sono stati so-prattutto i paesaggi di pietra che hanno resola vita dura ai caprai, saliti sulla sommità del-le cime a fissare una croce per essere pro-tetti dai fulmini. Le montagne sono un impa-sto di violenza nei burroni che inghiottivano,ogni estate, la vaccherella più temeraria, edi tenerezza nei fiori che sbocciavano, e

sbocciano ancora per fortuna, anche fra lecreste dalle quali l’uomo ha estratto queimateriali per proteggersi, con le bestie, dal-le intemperie. Le pietre, modellate e intrec-ciate dai muratori, rappresentano una co-stante esistenziale per il contadino-artigia-no che le sapeva adattare per i propri biso-gni materiali.

Desolazione e rovina

La ricerca della signora Dazio è arricchitadai contributi di Bruno Donati che la inqua-drano in un preciso contesto geostorico: an-tropologico quindi. Se è vero che sono statele condizioni ambientali a creare l’uomo, èaltrettanto vero che è stato l’uomo a trasfor-mare l’ambiente, anche quello più ostico,piegandolo alle esigenze della vita comuni-taria.

Raccolta e trasporto della legna a Volpiégn nel 1930-31. Da sinistra Bianca Mangold Patocchi, Alice Giovanettina, Bice Bagnovini Patocchi.

Rivista Patriziale Ticinese 37 N. 1/2009 – N. 272

Non è sicuramente questa la sede per ricor-dare i meriti di appassionato studioso e di-vulgatore della storia regionale, dell’etno-grafia, della conoscenza del territorio uma-nizzato che, in tanti anni dedicati ad animareil Museo di Valmaggia, Bruno si è guada-gnato promuovendo e realizzando molteiniziative di grande valore culturale.La meticolosa carrellata toponomastica tro-va quindi una degna cornice nelle densepagine che egli dedica al comprensorio, al-l’industria del marmo e alla pietra ollare.Quest’ultima è stata oggetto di uno dei tantitemi da lui presi a cuore, sviscerandolo - conaltri collaboratori, certo - in tutte le sue sfac-cettature. Uno studio consegnato in unapubblicazione scientifica (a futura memoriaper un artigianato scomparso già un secolofa), e in una mostra molto apprezzata dallapopolazione che ha poi fatto il giro dellaSvizzera, dal Politecnico di Zurigo al Museodelle tradizioni popolari di Basilea dove, tral’altro, erano finiti gli strumenti di lavoro del-l’ultimo laveggiaio di Val di Peccia.Il contributo di Donati più stimolante è quel-lo dedicato al territorio: desolazione e rovi-na, dicono le testimonianze di coloro chehanno dovuto fare i conti con una natura piùmatrigna vendicativa che madre amorosa eprotettiva. Una lunga serie di cataclismi hainfatti trapuntato la storia di questo villaggioincollato su un suolo particolarmente frano-so ai piedi del ripido pendio che scende dalPizzo Ruscada. I danni alle persone, agli ani-mali e ai coltivi sono sempre stati pregiudi-zievoli alle generazioni dei contadini, alpi-giani e artigiani. Il disastro del 1570 è pro-bante. Scrive un testimone citato da Donati:La grande rovina di acqua e sgrusse portan-do via dominii lavorati, lo numero delle lorostanze io non lo so (…) pigliando il fiume altrocorso per li grandi legnami si è fatto un lagoportando via sopra il territorio del comunemaggiore, case stalle, fieno, cantine, formag-gio. Ha levato via la maggior parte delle no-stre selve di alberi e le belle pianure di pratifin sotto a Dalovio basso e tutto il piano di La-vizzara restato gabbio che prima erano ben

lavorati; Sornico e Prato hanno patito deigrandi danni.Una desolazione che si è ripetuta molte altrevolte.

Una partita vinta ai punti: 109 a 88

Ho conosciuto la maestra Hedi Dazio esatta-mente cinquant’anni fa, all’inizio di ottobredel 1958, quando sono andato a insegnare aFusio. Con il sindaco Pierino Dazio e il se-gretario Giuseppe Tabacchi-Franzini, è sta-ta una delle prime persone a offrirmi aiuto.Avevo bisogno di un letto per arredare la ca-meretta nel nuovo palazzo scolastico appe-na inaugurato, e la mamma di tre allievi mene ha offerto uno, bellissimo, di larice, solidocome tutti i mobili costruiti con tanto amoree professionalità dagli alpigiani durante ilunghi mesi invernali quando la neve potevaanche raggiungere i 5 metri d’altezza (ri-cordate L’anno della valanga, scritto dal cu-rato di Peccia don Robertino Galliciotti?).Il mio debito con l’autrice dell’inventario to-ponomastico, non solo di Peccia ma di quasi

Il Vice presidente del patriziato Giancarlo Bagnovinia colloquio con il prof. Giorgio Cheda

Rivista Patriziale Ticinese 38 N. 1/2009 – N. 272

tutta la Lavizzara, non si riduce però al lettodi larice. Apprendista inesperto, alle presecon una ancora numerosa scolaresca checomprendeva tutte le otto classi, dai bambi-ni di sei anni ai giovinetti di 14, sono statoaiutato da una collega che aveva fatto un’e-sperienza simile alla mia oltre San Gottardo.Dalla campagna zurighese alla montagnavalmaggese a cui è rimasta fedele, dedi-candosi al recupero e alla valorizzazionedella memoria degli alpigiani. Per lei la ri-cerca non è stata solo una paziente e punti-gliosa caccia a quei nomi che stavano perdileguarsi nel duro confronto fra la tradizio-ne contadina e la modernizzazione impieto-sa, arrivata fino sul Cristallina e attorno ai la-ghetti del Naret. Conquistare la fiducia deglialpigiani informatori, assai chiusi per naturae diffidenti nei confronti di persone venutedal di fuori, non è stata sicuramente un’im-presa facile. Il suo grande merito culturale è stato pro-prio quello di aver capito l’importanza diquesta memoria che arrischiava di scom-parire per sempre con la morte degli ultimirappresentanti di una civiltà giunta alla fine

di un ciclo secolare. Al di là dei risultati ac-quisiti per gli specialisti, lei è riuscita a fissa-re molti tasselli di quella sapienza popolareindispensabile per utilizzare nel modo piùrazionale possibile le risorse della monta-gna. Le annotazioni relative allo sfruttamen-to degli alpi, ai lavori collettivi, alle norme divita comunitaria dedotte dagli Statuti vici-niali, ecc., ne sono una prova.Da profano mi limito a suggerire una perso-nale interpretazione fatta più col cuore checon l’etimologia e l’etnografia. Per certiaspetti, essa può se non correggere, alme-no completare l’impressione che ci si fa delterritorio di Peccia dopo la lettura del testodi Bruno Donati. Una geografia pietrosa,ostile, esuberante sì ma di alluvioni, frane,valanghe, disastri naturali di ogni genereche però non sono mai riusciti a piegare laresistenza umana.Deduco questa spiegazione proprio dall’in-ventario di un territorio composto prevalen-temente di rocce e di sassi, con poca terrafertile. Eppure in un corpus che comprendequasi 1100 nomi, ce ne sono solo 41 che siriferiscono al Sasc, o ai Sesc, Sascèll, Sascèi,

Giovani Patrizie interessate ai luoghi del proprio paese.

Rivista Patriziale Ticinese 39 N. 1/2009 – N. 272

Sasciada; solo 4 al Balomm (baloi); 21 allaGana; 22 a Pioda, Piod, Piodei, Piodascia; 88in tutto.Per contro ci sono 25 Pian, 10 Piegn, 23 Piatt,38 volte Pianca o Piancascia, 13 Piancoi, Pia-nett, Pianesc, Pianc’omm. In totale 109 nomiper battezzare, con un eufemismo, un purminimo pezzo di terra che poteva offrirequalche brancatella di fieno di bosco, qual-che prelibato boccone per le bestie, o unospiazzo dove costruire la cascina senza il ri-schio di vederla poi travolta da uno sco-scendimento.Questa impronta indelebile data dai nostriavi al territorio è una prova del loro ottimi-smo, della loro capacità, anche morale, ditrasformare le avversità naturali in opportu-nità da sfruttare per i bisogni della sopravvi-venza. Una partita vinta dagli abitanti di Pec-cia, dunque: 109 contro 88! Un modo, direm-mo oggi, di coltivare, non solo a parole, ilpensiero positivo.Sappiamo tutti che la montagna non separa-va, ma univa le comunità. La storia dei Wal-ser arrivati in Lavizzara dai passi alpini faparte della tradizione che l’autrice avevadocumentato nei due volumi dell’inventario

di Fusio. Qui ci viene offerto qualche esem-pio anche per tempi più recenti spulciandole informazioni dall’archivio della sua fami-glia.Carlo Antonio Patocchi scrive in una letteradel 31 luglio 1792: in questo momento gion-se per le via della Bolla (…) ed hieri fecce ledue montagne con aqua, neve ed vento conuna nebbia folda appiù non vedere la Strada.Infine risolsi nel Naretto di Campo a venirealla Bolla credendo di andare alla Zotta, mafu obbligato di andare sino al Corte Jelmetto.Anche Angelo Dazio quando tornava dalcollegio di Briga, verso il 1880, passava dal-le montagne per risparmiare i soldi della di-ligenza.Hedi Dazio racconta, con arguzia, un altroepisodio significativo per illustrare i sentierispericolati che conducevano agli alpeggi.Salita per la sua caccia… ai toponimi sull’al-pe Crös, abbandonato già nel 1960, conl’informatore Dante Patocchi - che in gio-ventù avrà magari spiato con il Vetterli qual-che marmotta - impressionata da un pas-saggio ardito, tese la mano verso la sottilesbarra di legno spaventando l’esperta gui-da. “No signora, quella stanga non è sicura,

Da sinistra: prof. Bruno Donati, coordinatore della pubblicazione; Michele Rotanzi, Sindaco di Lavizzara; HediDazio, curatrice; Valerio Vedova, Presidente del Patriziato; prof. Stefano Vassere, resp. “repertorio toponoma-stico” presso l’Archivio di Stato; prof. Giorgio Cheda, conferenziere.

Rivista Patriziale Ticinese 40 N. 1/2009 – N. 272

l’hanno messa solo per le vacche.” A voltediventa anche poeta descrivendo le bellez-ze delle Alpi con una finezza da far invidia atanti scrittori:La nostra montagna è impensabile senzaquesto albero dal lieto vestito verdino in pri-mavera, dal verde sazio in estate e dal giallooro festoso nel sole d’autunno. Impensabilisono anche i pendii erbosi senza stalle, stal-lette e cascine dal colore bruno scuro. Co-struite con tronchi o travi di larice, uno inca-strato nell’altro, esse resistono al gelo, al sole,all’acqua, ai venti e sopportano il tremendopeso dei loro tetti in piode.

Il bosco, l’Australia e la California

Dei molti problemi da lei trattati, o magariappena evocati, ne scelgo uno perché pen-so che dovrebbe stare a cuore a tutti noi, re-sponsabili della salvaguardia della natura.Conosciamo l’importanza del bosco e l’im-pegno dei contadini-alpigiani nel protegge-re abitazioni e coltivi dalle bizze del fiume,dalla furia delle frane e delle valanghe. Maconosciamo pure la speculazione esercitatanel passato da autorità, locali e cantonali,che ha portato, nell’Ottocento, alla quasi to-

tale distruzione delle foreste con conse-guenze disastrose per l’equilibrio ecologi-co, per la stessa possibilità di sopravvivenzain alcuni villaggi della Valle.Proprio a Peccia le abitazioni furono spazza-te via dal fiume nel 1840. Le sei vittime do-vettero essere sepolte a Sornico perché ilcimitero era stato completamente copertodi sabbia e detriti. La strenua lotta sostenutada Stefano Franscini per impedire la costru-zione di una serra a San Carlo risultò pur-troppo vana. Una serra terminata prima diricevere l’autorizzazione dal governo an-che perché fra i responsabili, interessati allosfruttamento del legname da convogliare inItalia, c’erano notabili locali, consiglieri diStato e avvocati di peso che controllavano ipartiti per promuovere i loro interessi per-sonali. Il tema è stato trattato, in modo esem-plare, da Augusto Gaggioni in un articoloapparso su Pro Valle Maggia nel 1973.Assieme alla storia dei contadini e alpigiani,permettetemi un fugace accenno anche aquella degli emigranti. Lo faccio con tre bre-vi citazioni tratte dal nutrito epistolario dellafamiglia di Luigi Rotanzi, già giudice libera-le del Tribunale distrettuale e, dopo la vitto-ria dei conservatori del 1875/77, relegato a

Apprezzata dal folto pubblico l’ottima cena servita dal Gruppo organizzatore del Carnevale locale.

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supplente con suo grande scorno. Così sisfoga, il 4 febbraio 1880, con il figlio France-sco in Australia: Povero Cantone Ticino, ovenon comandano più che pagnottisti ambizio-si, corruttori, bugiardi, canaglie, preti e don-ne! Francesco era partito all’epoca della febbredell’oro con gli altri 846 valmaggesi. Appe-na arrivato a Melbourne invia a casa un lun-go resoconto dell’estenuante viaggio:mangiare tristo tristo e scarso: si aveva mine-stra di riso, od orzo, o fagiuoli, o piselli, o sar-craut (crauti ricchi di vitamina C per evitarelo scorbuto) senza nessun condimento, peg-gio di quella dei majali; la carne salatissima equalche volta tutta guasta (...). L’acqua erapessima e si teneva come oro, ne avevamo unboccale in due (...). Il capitano non era catti-vo, ma i marinai barbari e crudeli come tur-chi e peggio; era un bastimento di mercanziasul quale erano 12 o 13 marinai, 13 tedeschi,118 valmaggesi, 8 piemontesi, 10 Luganesi, 4dei Grigioni e 3 di Formazza.Molto interessanti per conoscere la vita inValle sono le lettere del padre agli altri duefigli, Alessandro e Virgilio emigrati in Ca-lifornia. Leggo in una sua missiva del 18 ot-tobre 1861: L’annata fu discretamente da noi abbondantedi fieno principalmente da bosco, di questoanche noi ne abbiam fatto 60 carichi; pomi diterra e castagne (queste le raccogliamoadesso), ma il grano è molto caro. Ad invernoabbiamo fatto andare, il Bullo, lo Stellino, laPometta, il Raspino ed il Fratino, con prezzi dasvernatura non mai stati così alti. A casa ab-biamo il Becher tardivo, il Varozzino tempori-vo, ed una piccola vitella nata dalla Pomettanel 3 di Luglio; il Bluscio di dona è borlato sul-l’alpe Bolla, quindi fu scorticato in ultimo d’A-gosto.

Dal mondo reale a quello virtuale

I testi di Hedi Dazio e Bruno Donati sono al-ternati da una serie di fotografie che illustra-no il paesaggio, le tipologie degli insedia-menti, l’ambiente di lavoro, i costumi, le fe-

ste, ecc. Per concludere con un pensiero ri-conoscente agli anziani informatori chehanno collaborato alla realizzazione dell’o-pera, e uno augurale alle nuove generazio-ni, commento brevemente la foto a pag. 97che mi ha particolarmente colpito. Ritrae leragazzine Bianca Patocchi, Alice Giovanetti-na e Bice Bagnovini Patocchi con un caricodi legna sulle spalle nel 1930. Due sono apiedi nudi.Un’attività comune a tutti i bambini dellamontagna che dovevano provvedere, congli adulti, a procacciare quintali e quintali dicombustibile indispensabile per cucinare escaldare la casa durante il lungo inverno.Nessuno, che io sappia, ha mai calcolato, ostimato, le ore di lavoro necessarie per que-sta incombenza. Capisco però meglio certeosservazioni che trapelano negli epistolaridi California dove il clima mite aveva libera-to i ranceri da un gravoso impegno.Il volto serio delle tre bimbe con il caricosulle spalle mi rimanda ai misteri dolorosirecitati dal pittore Giovan Antonio Vanoni nelsuo lungo rosario di ex voto. Quante disgra-zie in montagna occorse alle donne quandoi maschi erano in Australia, in California echissà dove ancora.Il medico condotto di Lavizzara, Angelo Po-metta, constatava che le giovani spose almomento del parto, quasi sempre metteva-no a repentaglio la loro vita o quella del na-scituro. Per il chirurgo valligiano la ragioneera semplice e drammatica nello stessotempo: siccome già dalla tenera età le ra-gazze dovevano portare pesanti fardelli dalvillaggio ai monti, e dal corte più vicino alcielo fino al mercato di Locarno, rientrandopoi con la gerla fattasi ancora più pesante,esse giungevano all'età matura deformatenelle ossa del bacino. In un suo rapporto al Dipartimento dell'igie-ne del 1862 si legge: costretti gli abitanti, si-no da fanciulli, a portare tuttoché loro abbiso-gna sulle loro spalle, e sempre per salite oper discese, esercitano così una continuapressione sull'osso sacro che impedendoneil regolare sviluppo posteriormente, accor-

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ciasi il diametro sacropubico del bacino: daqui la suddetta difficoltà (a partorire) ad ontache si abbia a che fare con donne tutt'altroche rachitiche.Ma la fotografia si presta anche ad altre con-siderazioni. Dietro il visetto riflessivo delletre ragazzine, dovuto più alla presenza di chimanipolava lo strano marchingegno che alpeso, relativamente modesto, della legna, iointravvedo un sorriso, contenuto, ma reale. Èil sorriso orgoglioso di chi è consapevoledell’importanza di quello che sta facendo. Èla dura, ma efficace scuola della vita che co-minciava molto presto ancora per i bambinidella mia generazione; i quali imparavano amungere le capre, a governare le mucche,ad aiutare i genitori nei piccoli e grandi lavo-ri srotolati dalle quattro stagioni (non peròquelle di Vivaldi!).Invecchiando sono sempre più convintoche, per molti versi, siamo stati più fortunatinoi a trotterellare sui sentieri della montagnacon la cadola in spalla, prima e dopo avermangiato la polenta e latte, che molti adole-scenti di oggi seduti davanti allo schermotelevisivo con il pacchetto di pommes chipse il cellulare addosso che, ad ogni squillo,sprizza pericolose radiazioni nelle ancorfragili sinapsi del loro cervello.Se poi penso che questo mondo virtualenon appartiene unicamente ai giovani, ben-sì anche a molti adulti, persino a quei ban-chieri che non si vergognano di arraffare mi-lioni speculando con i soldi degli altri e dievitare la bancarotta con quelli dei contri-buenti, io preferisco rimanere fedele all’eti-ca di quel mondo reale fatto vibrare dagli in-ventari toponomastici. Una realtà, oggi esor-cizzata – per nostra fortuna - dalle G(razie)R(icevute) negli ex voto del Vanoni e dallesofferenze documentate dal dottor Pometta.Anche per questo dobbiamo essere grati aHedi Dazio e a Bruno Donati che, con le pa-cifiche armi della competenza e della pas-sione, ci hanno regalato un carniere zeppodi un’eccellente selvaggina per lo spirito.

Mostra fotografica sulla natura del Ticino

Si è svolta, presso la Casa dei Landfogti diRivera , la bellissima mostra fotografica sullanatura del nostro Cantone, realizzata graziealle meravigliose immagini riprese dai trefotografi Luca Bettosini, Ely Riva ed Edmon-do Viselli. Era pure esposta l’interessantecollezione di minerali di Vittorio Della.

È grazie a queste fotografie, scattate neipunti più suggestivi del Ticino e soprattuttodelle nostre montagne, che il visitatore hapotuto immergersi come d’incanto fra le ci-me, sul bordo dei laghetti alpini, fra pascoliin fiore a contatto con una fauna e una florasconosciuta ai più.Gran parte di queste regioni fortunatamen-te ancora incontaminate, appartengono aipatriziati del Ticino. Un esempio splendidodi come la saggezza e l’operosità dei nostriavi abbiano contribuito a salvare una parteimportante dell’arco alpino.

Nella foto, Luca Bettosini ed Ely Riva con il nuovo vo-lume Animali del Ticino, un libro da guardare, legge-re e commentare in famiglia.

Patriziato di Daro

Elezione dell’Ufficio Patriziale e del Consiglio Patriziale di Daro

Gli organi patriziali per il quadriennio 20092013 sono così composti:

Ufficio PatrizialePresidente: Zanetti Felice fu Felice

Membri: Beltraminelli Ivano di Quirico,Ferrari Franco fu Gaspare, Innocenti Tizia-no di Guido, Ponzio Carlo fu Carlo.

Supplenti: Barenco Sandro fu Ersilio, Mug-giasca Renato fu Antonio.

Consiglio patriziale:Banfi Beltraminelli Anita fu M., Barenco Cor-rado fu Enrico, Barenco Samuele di Gian-carlo, Delcò David di Ivo, Delcò Paola di Fa-bio, Delcò Pio fu Alessio, Innocenti Iris fuNeos, Jorio Eros fu Mario, Laffranchi Ivano fuEzio, Masdonati Michele di Fausto, Muggia-sca Gabriele fu Antonio, Pedrazzoli Athos diCarlo, Pedrazzoli Giorgio fu Zenobio, Pon-zio Fiorenzo fu Guido, Ponzio Gianfranco fuAlfredo, Rossi Claudio di Ezio, Rossi Pedruz-zi Guido fu Osvaldo, Zanetti Frediano fu An-tonio, Zanetti Marco fu Alfredo, Zanetti Tizia-no di Franco.

Segretario cassiere:Ian Rossi Pedruzzi di Ivo

Marco e Frediano, con il Patriziato nel cuore.La redazione della rivista, è come una gran-de antenna che raccoglie fatti lieti e tristi diben duecentododici enti patriziali ticinesi,una costellazione di gemme sparse nei luo-ghi più significativi del Cantone.

A volte, con i presidenti e i segretari delleamministrazioni attive, nasce un rapportocostruttivo, volto a far passare comunicati edesperienze utili a tutti i patriziati.Non necessariamente ci si conosce di per-sona; oggi, oltre al telefono e al fax, vi è la ce-lere posta elettronica e quando arriva l’arti-colo, con la fotografia, ecco che anche il cor-rispondente ha un volto.Loro, Marco e Frediano Zanetti, li conoscoda molti anni ed ho sempre apprezzatoquell’impegno corale volto al bene della co-munità.Marco, già vicesindaco di Bellinzona e pre-sidente del Patriziato dal 1994, ha fatto partedel Consiglio patriziale dal 1972 al 1984 emembro dell’Amministrazione dal 1985 al1993.Frediano, entrato a far parte del Consigliopatriziale nel 1972, ha poi assunto nel 1981la carica di segretario contabile.Ora staccano, si fa per dire, in quanto man-tengono ancora la carica nel Consiglio pa-triziale. Da parte mia, con gli auguri di rito,mi sia permesso esprimere loro un sentitograzie per la viva collaborazione, in specialmodo a Frediano, cronista sportivo dellaRegione Ticino, sempre pronto a conse-gnarmi articoli e a raccontarmi fatti dellasua Bellinzona e in particolare di Daro.L’augurio, va al nuovo segretario Ian Rossi-Pedruzzi, affinchè il filo rimanga teso.

Armando Besomi

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DAI PATRIZIATI

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Patriziato di Bellinzona

Fondazione delPatriziato di Bellinzona

Si è chiuso con successo l’anno del decimo anniversario

Il 2008 è stato un anno importante e ricco dieventi per la Fondazione del Patriziato diBellinzona. In modo particolare perché si èfesteggiato i 10 anni di esistenza e perché siè proceduto al rinnovo del Consiglio diretti-vo che da 5 è passato a 7 membri (GrazianoLavizzari, presidente, Athos Ghiringhelli, vi-cepresidente, Carlo Chicherio, segretario,Bruno Borsa, rappresentante della città, San-dro Bianchini, finanze, Giancarlo Grinosponsoring e marketing e Milko Gattoni, PRe stampa). L’aumento dei membri da 5 a 7 èstato voluto anche per meglio coordinare levarie attività che annualmente svolge e pro-muove la Fondazione. Ma anche per render-le maggiormente dinamiche in modo che ilpubblico le possa conoscere più da vicino e

di conseguenza meglio apprezzare. Nelcorso del 2008 si sono infatti svolte diversenuove iniziative oltre all’ormai consolidato ecollaudato appuntamento con la manifesta-zione dedicata ai Beatles che per l’ottavavolta si è tenuta dal 29 al 31 maggio. Ancheper questa edizione i nomi di spicco sonostati diversi _ come gli inglesi “The Fab Bea-tles”, il gruppo italiano de “I corvi” e la stori-ca Band inglese “Gerry and The Pace-maker” _ che durante la tre serate sono riu-sciti ad attirare un folto pubblico nelle vie enelle piazze del centro storico di Bellinzona.Ma proprio in occasione del 10 anniversa-rio, l’attività della Fondazione è andata benoltre la sua tradizionale programmazione al-lestendo e organizzando parecchi eventinuovi il cui ricavato è stato devoluto in bene-ficenza. Tanto per citarne alcuni, ricordiamola collaborazione con i corsi estivi di “Lin-gua & Sport” organizzati dal DECS, la mani-festazione a favore di Telethon e la mostra diquadri svoltasi in due fasi (Sala patriziale eBanca Popolare di Sondrio) “La donna di-pinta dalla donna e per la donna”. Il momen-to clou del 2008 è indubbiamente stato ilGalà di Natale svoltosi venerdì 5 dicembrenella chiesa Collegiata di Bellinzona. Un

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evento animato dalla famosissima sopranoitaliana Katia Ricciarelli e dal cantautore bo-lognese e noto amico di Bellinzona AndreaMingardi. Il concerto di Natale è stato un ve-ro e proprio successo per la Fondazione delPatriziato di Bellinzona. Tutti i biglietti sonoandati letteralmente a ruba diversi giorniprima del concerto. E la gente accorsa perassistere all’esibizione dei due artisti è ri-masta entusiasta da quanto offerto nellasuggestiva cornice della Collegiata. Da no-tare che le manifestazioni organizzate inquesti 10 anni di attività della Fondazionedel Patriziato di Bellinzona, hanno permes-

so di devolvere circa 200mila franchi in be-neficenza a enti e associazioni cantonali dipubblica utilità.Anche per il 2009 il programma degli eventiorganizzati dalla Fondazione del Patriziatodi Bellinzona, si preannuncia particolar-mente ricco. Oltre al consueto appuntamen-to con la Bellinzona Beatles Days che que-st’anno si terrà dal 4 al 6 giugno 2009, sonoin fase di allestimento parecchi altri appun-tamenti di cui la Fondazione non mancheràdi riferirne a tempo debito.

mk.g./20.01.2009

Patriziato di Preonzo

Consegna dei premi per titoli di studio ai giovanipatrizi

Lo scorso 14 marzo, nella casa comunale-patriziale di Preonzo, si è svolta la consegnadei premi toccati quest’anno a due brave si-gnorine del Villaggio.Si tratta di Claudia Genazzi 1987 che haconseguito il diploma di cuoca e di Sa-mantha Dieng, che ha ottenuto la maturità li-

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ceale. La cerimonia, presieduta da MarcoGenazzi e seguita da molti cittadini, ha vistola presenza dell’Amministrazione patrizialein corpore e di un municipale in rappresen-tanza dell’Autorità comunale.La redazione della rivista, ha già seguito al-tre volte queste consegne ai giovani merite-voli e sottolinea il grande significato moraleper un atto pubblico che onora il giovane difronte alla comunità alla quale appartiene.Il fatto di veder premiato il proprio impegnoda coloro che guidano le sorti dell’ anticaIstituzione , li rende orgogliosi e nel contem-po impegnati a offrire la loro immagine nelmodo migliore.Quest’atto, avvicina inoltre i giovani a cono-scere il patriziato e a volerlo servire in favo-re dell’intera comunità.Il patriziato di Preonzo, ottimamente ammi-nistrato e impegnato sul vasto territorio delsuo comprensorio, dimostra, con questeconsegne, di mantenere un legame signifi-cativo fra i fuochi e di guardare con speran-za al futuro.

Il redattore

Patriziato di Rivera

In dicembre ha avuto luogo la seconda as-semblea ordinaria del nostro Patriziato conla consueta buona partecipazione di cittadi-ne e cittadini patrizi, partecipazione che po-trebbe essere anche più numerosa vistol’importanza dei temi in discussione.La trattanda principale riguardava il preven-tivo per la gestione dell’anno 2009 che chiu-de in parità, ciò che dimostra che con unaoculata amministrazione, malgrado le scar-se risorse a disposizione, a conseguenzadel mancato introito per il taglio di boschi, sipuò mantenere un equilibrio soddisfacentedal profilo finanziario.Il preventivo per l’anno 2009 è stato appro-vato all’unanimità dall’assemblea.Altra trattanda importante riguardava lamodifica di due articoli del regolamento pa-triziale e precisamente la data della tenuta

della prima assemblea ordinaria, che dal-l’attuale primo venerdì di marzo è stata spo-stata all’ultimo venerdì di aprile con lo sco-po di agevolare il compito dell’amministra-zione nel preparare i conti consuntivi del-l’anno precedente; anche questa proposta èstata accettata all’unanimità.A conclusione dei lavori assembleari eraprevisto il ricevimento dei cittadini patrizidiciottenni dei quali soltanto uno ha dimo-strato di apprezzare questo gesto di simpa-tia verso i giovani patrizi da parte dell’as-semblea del nostro Patriziato, ma anche inquesto caso gli assenti hanno sempre torto.

Patriziato di Chiasso

Assemblea generaleordinaria

Lo scorso 18 gennaio, alla «Vecchia OsteriaSeseglio», si è svolta l'annuale assemblea.Riportiamo, qui di seguito, alcuni dati im-portanti.

Relazione del presidente Sergio Bernasconi

Cari PatriziE' con piacere che mi accingo a riassumer-Vi l'attività svolta dal Consiglio Direttivo nelcorso dell'anno 2008. Gli ultimi anni hanno evidenziato grandefervore ed impegno nei lavori necessari allarealizzazione della terza tappa della nostraselva castanile, giunta a termine con l'inau-gurazione ufficiale avvenuta nel giugno2007. I notevoli investimenti effettuati ci impongo-no una pausa per consentirci la ricostituzio-ne di un nuovo capitale al fine di ripartire colnostro programma. Avevamo pensato ad una castagnata al Penzin autunno ma poi, venuti a conoscenza chela Parrocchia aveva già previsto per il 21 set-tembre, una cerimonia per sottolineare la ri-

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correnza del 150• dall'apparizione dellaMadonna di Lourdes, abbiamo desistito pernon creare doppioni. Il Consiglio Parroc-chiale aveva deciso di rinnovare e sistemarequel luogo tanto caro ai chiassesi. Sono così stati eseguiti dei lavori di riqualifi-ca del piazzale e della scalinata, come ilconsolidamento e risanamento della grottacon la posa di una nuova scultura della Ma-donnina. Se l'intervento sulle strutture era ritenutonecessario, la sostituzione della statua dellaMadonnina di Lourdes non ha raccolto l'u-nanimità di consensi fra la popolazione edanche a noi sono giunte molte lamentele daparte di devoti frequentatori del luogo. Va comunque segnalato che tanto l'architet-to Luca Conti, quanto l'artista Selim Abdul-lah hanno gratuitamente messo a disposi-zione della comunità le loro prestazioni. Il CD nella sua riunione del 15.09.2008 hapreso atto che i lavori intrapresi hanno com-portato un investimento di ca. 55'000. Fr.,che la Parrocchia conta ora di recuperarecol sostegno e la proverbiale generositàdella popolazione. Considerata la vicinanza

del luogo alle nostre proprietà, ed il grandeimpegno da noi profuso per il risanamentodel Penz, il CD ha deciso comunque di de-volvere alla Parrocchia un nostro contributodi 200.00 Fr. L'offerta avverrà martedì 20gennaio in occasione della Santa Messa diSan Sebastiano.Chi vi parla ha partecipato alla 70• Assem-blea ordinaria dell'ALPA che si è svolta il 17maggio a Quinto. 80 i Patriziati presenti e rappresentati da ca.220 delegati. Con l'occasione era presente il capo dellaSezione Enti Locali Elio Genazzi che ha rila-sciato qualche anticipazione sullo "studiostrategico" voluto per rilanciare l'attività deipatriziati. Il documento è stato messo a punto da ungruppo di lavoro misto. Il presidente TizianoZanetti lo ha definito «uno studio determi-nante per il futuro dei nostri enti, ed il cuiscopo primario è di ridare la necessaria for-za propulsiva alle amministrazioni patrizia-li». Per ognuno dei 212 enti patriziali è stataallestita una scheda dettagliata, che toc-cherà gli aspetti economici, finanziari, de-

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mografici e cartografici degli enti. Lo scopodello studio è che si possa da esso evincerelo stato di salute dei Patriziati in modo da po-ter intervenire con correttivi volti ad ottimiz-zare meglio gli interventi e la gestione delterritorio. Nel corso dell'Assemblea si sono sentite di-verse voci che esprimevano preoccupazio-ni per il lato finanziario.Il presidente cantonale ha accennato allaimminente votazione del 1. giugno sulla ini-ziativa fiscale avvertendo: «stiamo attenti almomento del voto in quanto, in caso di ac-cettazione, oltre che ai Comuni, potrebberomancare soldi anche ai patriziati» (cosa chefortunatamente non si è poi verificata). Si èancora discusso sugli aggiornamenti delleliste patriziali e sembra che finalmente si siavicini ad una soluzione che potrebbe esserepossibile almeno per i residenti in Ticino.Sono speranze o promesse che ci giungonopuntualmente da parte del Dipartimento datroppi anni. Intanto il tempo passa e la situa-zione sfugge sempre più al controllo. Sfug-gono soprattutto i contatti con le nuove ge-nerazioni.Il Consiglio Direttivo ha quindi deciso di da-

re inizio ad una azione di raccolta dati che ciconsenta di aggiornare il più possibile il no-stro catalogo. Con l'invito a partecipare al-l'Assemblea odierna vi abbiamo rivolto unarichiesta a segnalarci tutte la variazioni chepossono essere intervenute nei componen-ti delle Vostre Famiglie. Vi prego di dar se-guito a questo appello e segnalarci in modoparticolare i cambiamenti di indirizzo, i ma-trimoni, le nascite, i decessi e tutti quei datiche possano consentirci di aggiornare lanostra cartoteca. Naturalmente questi datiriguardano anche i Patrizi che non sonoiscritti alla nostra associazione ma dei qualiconoscete l'esistenza. Per esempio i figli dimadre patrizia o le figlie che con il matrimo-nio hanno cambiato il cognome. Diverse ri-sposte ci sono già pervenute, ma vorrei sol-lecitare tutti alla massima collaborazione.Grazie.Da questo potete già dedurre che il nuovoanno vedrà fortemente impegnato tutto ilCD nell'aggiornamento del nostro catalogo.Inoltre dovremo riorganizzarci per il lavorodel cassiere in quanto Costantino Chiesa,dopo ben 28 anni di dedizione, ha chiesto diessere sostituito nell'incarico. A questo ar-

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gomento dedicheremo più spazio quandosaremo alla trattanda no. 5 che prevede lanomina del cassiere. Ma desidero già, a no-me di tutta l'Associazione, ringraziare Co-stantino Chiesa e tutta la sua Famiglia perquanto ha fatto in questi lunghi anni. Grazie. Mi auguro che la crisi economica mondialenon incida troppo negativamente sul nostroComune, e che questi anche in futuro abbiamodo di poter realizzare nuovi progetti chediano slancio e lustro alla nostra Chiasso.

Grazie per l'attenzione

Intervento del sindaco Moreno Colombo all'assemblea dei patrizi

(domenica 18 gennaio)

Il sindaco è intervenuto a conclusione dellevarie trattande previste per l'assemblea edha esposto il suo punto di vista personale equello del municipio di Chiasso.Dapprima ha voluto mettere in risalto il pro-

prio attaccamento a Chiasso, che risale allasua infanzia; la mamma abitava alla Pobbia,tra Chiasso e Novazzano, e Moreno sin dapiccolo si recava nella città di confine pergiocare o per assistere a manifestazionisportive. Anche quando risiedeva a Gene-strerio e successivamente a Mendrisio, è ri-masto molto legato a Chiasso dove ha sem-pre cercato di trascorrere del tempo. Dal2000 è domiciliato a Chiasso e dall'apriledel 2008 è sindaco.Moreno Colombo ha desiderato inoltremettere in evidenza la stima che nutre versol'Associazione dei patrizi di Chiasso, chefrequenta dal 1996 insieme alla moglie So-nia. Ha sottolineato l'estrema importanzadei patrizi, delle loro origini e delle tradizio-ni, che significano molto per un paese e chepermettono di ritrovare le radici della gentedel luogo. Ha espresso quindi tutto il suo ri-spetto per questa associazione e per la per-sona del presidente Sergio Bernasconi. Haribadito il totale appoggio del municipioper qualsiasi richiesta fatta dai patrizi.In seguito Colombo ha voluto riprendere al-

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cuni punti toccati dal discorso del presiden-te. Conferma la difficoltà cantonale nello sti-lare un controllo delle famiglie patrizie (connascite, matrimoni, decessi, spostamen-ti,...), difficoltà più volte emersa nelle assem-blee ALPA. I mezzi a disposizione dei varimunicipi, anche a causa della violazionedella privacy, sono vieppiù scarsi.Il sindaco ha nuovamente elogiato le iniziati-ve dei patrizi nel rendere il polmone verdedella città, il Penz, più bello e vivibile. Egli hadetto di voler continuare in questa opera dirisistemazione e di voler assolutamente col-laborare in futuro con i patrizi per creare al-tre zone migliori. Si è detto pronto a divideretutte le spese tra patrizi e municipio e di vo-ler mettere a disposizione la squadra fore-stale.Poi ha ripreso l'intervento dell'avvocato Pa-gani sulla madonnina del Penz: è d'accordosull'inadeguatezza della nuova statua e dicedi avere espresso le sue perplessità già inoccasione dell'inaugurazione e di averneparlato con l'arciprete. Infine ha voluto fare qualche considerazio-ne su Chiasso e sulI'immediato futuro che ciriguarda. Purtroppo il periodo di crisi eco-nomica sarà ininfluente anche sui conti dellanostra città, che al momento può comunquecontare su una situazione finanziaria solida.L'intento è quello di mantenere il moltiplica-tore all'85%, ma sarà necessario agire conmolta prudenza in tutti gli ambiti e per tuttigli investimenti futuri.Il primo passo sarà la riqualifica di via Soldi-ni, già prevista ed accettata con il municipioprecedente. L'auspicio è che sempre piùprivati investano nella costruzione di case epalazzi (approfittando dei bassi costi ipote-cari) attratti dalla riqualifica delle vie diChiasso. La città dovrebbe tornare ad esse-re un ambito luogo di domicilio.Il rammarico per la mancata fusione conMorbio e Vacallo resta, così come pure lacertezza che la regione del Basso Mendri-siotto dovrà a breve termine cercare nuovestrategie per unirsi e per poter far fronte al-l'evoluzione mondiale. Colombo addirittura

ha detto che il Mendrisiotto intero dovrebbeformare un'unica regione, con il maggiornumero di servizi di qualità possibile (ospe-dale, mezzi di trasporto, università, eccete-ra).

Patriziato di S. Antonio

Una grande impresa sportiva è stata firmatadal giovane cittadino patrizio Giacomo Bas-setti figlio di Paolo. Ai campionati svizzeri di-sputati a Pontresina lo scorso 7 febbraio havinto la gara sui 5 km. a stile classico. Si è co-sì laureato campione nazionale della cate-goria Under 14 battendo i grandi favoritiche erano i pari età di Davos, S. Moritz, Mar-bach e La Brévine. Nell'immagine, Giacomo è al centro ed aisuoi lati ha gli amici Norman Marchetti e Va-lentina Skory impegnati in altre categorie. Felicitazioni e rinnovati complimenti al fre-sco campione che ha fatto onore al Patrizia-to di S. Antonio.

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6826 Riva San Vitale