Riflesso n°8

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Numero 8 di Riflesso

Transcript of Riflesso n°8

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34 PersonaggioIntervista a Arnaldo Caprai

36 10 anni di MissFrancesca Testasecca, Martina Tinozzi

38 Vip in UmbriaMario Draghi punta su Città della Pieve

40 Parla l’EspertoLa nuova patente europea

Mar

zo/A

prile

DISTRIBUZIONERegione Umbria e Principato di Monaco

DIRETTORE RESPONSABILEMario Timio

VICEDIRETTORECarlo Timio

REDAZIONEAlessio Proietti, Noemi Furiani,Giulio Siena, Alessia Mencaroni,

Roberto Gagliardi La Gala, Walter Leti,Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato

HANNO COLLABORATOMarco Zuccaccia, Alessandro Biscarini, Italo Profice, Marco Servili, Elisa Giglio, Eleonoroa Zeroli, Laura Patricia Barberi,

Rita Valletti, Giacomo Calzoni, Maddalena Mommi, Viola Angotti, Nicola Palumbo

EDITOREAss. Media Eventi

REGISTRAZIONETribunale di Perugian. 35 del 9/12/2011

IMPAGINAZIONE E STAMPATipografia Metastasio

Palazzo di Assisi – Perugia

RINGRAZIAMENTIAntonio Morabito, Arnaldo Caprai,Andrea Cernicchi, Luca Beatrice, Loredana Muzzi, Fabio Melelli

[email protected]@riflesso.info

[email protected]@riflesso.info

PUBBLICITÁ[email protected]

SITO WEBwww.riflesso.info

Riflesso Umbria

EDITORIALE

5 La cultura del buon cibo in Umbria7 Principato di MonacoLettera dell’Ambasciatore d’Italia

8 Lettere al Direttore

SOCIETÀ

10 Spring Happy ListConsigli per lo Shopping di Prima-vera

12 EventiVII del Festival internazionale del giornalismo a Perugia

14 L’arte è un romanzo: una mostra curata da Luca Beatrice

16 Eventi Riflesso Choco - Happy hour18 Agenda

Marzo / Aprile 201318 Weekend News

Proposte per tre Weekend creativi all’insegna di un’Umbria tutta da scoprire

ECONOMIA

22 Arti e MestieriL’Azienda dolciaria Muzzi

24 Green EconomyEnergy manager: il tecnico del risparmio energetico

ARCHITETTURA ARTE

TERRITORIO

26 BorghiRepubblica di Cospaia

28 Residenze StorichePalazzo Cesi ad Acquasparta

30 Contemporaneità e DesignPrimato umbro per il social housing e il social design

32 ArteI pittori dell’”Italia unita” a Perugia: Domenico Bruschi e Andrea Brugnoli

NoN DI MICHELANgELo, NoN DI DoNATELLo, MA

IL DAVIDE PIÙ BELLo é qUELLo DI NoEMI! Affettuosi auguri alla

nostra esperta di storia dell’arte!

Riflesso UmbriaMarzo - Aprile 2013

L’immagine della copertina è stata scattata a Bevagna, reputata la città più vivibile d’Italia, recentemente insignita, dal ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport, anche del prestigioso riconoscimento di una delle 21 città “Gioielli d’Italia”.

APPUNTAMENTI

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SPECIAL EVENTMOSTRA: L’ARTE è UN ROMANZO A Cura Di Luca Beatrice

segue a pag. 16

COPERTINA

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Anno 2 - n.2

SOMMARIO

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TEMPOLIBERO

42 Concorso Fotografico Architettura contemporanea in Umbria 44 Cinema

Film d’autore in Umbria: Benigni, Sordi e Argento

45 EnotecaIl Sagrantino di Montefalco

46 Giri del GustoErbe spontanee commestibili

48 Selezione Libri

4442

Art Foto Lab

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I n Umbria ovunque si sente profumo di cul-tura enogastronomica. é un profumo che emana da antiche civiltà e da emergenti

stili di vita, dal contado come dai grandi cen-tri, dalla cucina di campagna come dai cu-cinotti di suntuose ville, dal ristorantino di periferia come dal locale gourmand. Certo, occorre imparare a gustare tale profumo, a creare un’educazione che insegni il bello e lo diffonda. é un sapere, quello culinario umbro, che va sostenuto e legato alla storia di una terra millenaria che ha fatto dell’accoglien-za, dell’ospitalità e del buon vivere il proprio viatico. Nel passato disquisire di cucina sem-brava cadere nella banalizzazione, o al mas-simo equivaleva a rivolgersi solo agli addetti al lavoro. Appariva impossibile indirizzarsi con intelligenza a un pubblico diversificato, poiché la cultura culinaria non si presenta-va né efficace, né persuasiva al di fuori di ristretti circoli elitari e accademici. Mancava insomma l’integrazione nella vita della so-cietà e, come argomenta la filosofa Martha Nussbaum, “mancava la capacità di sintoniz-zarsi con l’esperienza di un vasto numero di persone, convinte che questa integrazione fos-se stata impossibile”. oggi tutto è cambiato, anzi capovolto. Si è convinti che la cultura possa incrementare la crescita economica se non ignora fattori come la fantasia, l’indipen-denza mentale, l’etica, la storia, la responsa-bilità sociale. Fattori che inseriti nella cul-tura culinaria restituiscono quella fragranza che rappresentava l’ingrediente basale di quei piatti che hanno fatto la storia dei nostri ter-

LA CULTURA DEL BUON CIBO IN UMBRIAmario timio

ritori. E così si assiste ad un proliferare di manifestazioni culinarie – di diverso livello di presentabilità –, di talk-show televisivi, di articoli e di riviste in cui l’argomento cibo la fa da padrone. Senza parlare dei libri di cucina che inondano le nostre librerie. Ce ne è uno recente che si inserisce nella politica seguita da questa rivista che punta sulla filo-sofia e cultura umbra del gusto (vedi l’attenta rubrica di Marilena Badolato), dal titolo: “Il gusto come esperienza. Saggio di filosofia ed estetica del cibo” di Nicola Perullo. Ma la cul-tura culinaria non deve rimanere nei libri o essere appannaggio di pochi specialisti. Deve essere diffusa con ogni mezzo, non solo con le iniziative del singolo, ma essenzialmente con il veicolo delle istituzioni. Se queste non fanno proprio l’assunto che favorire la dif-fusione e l’esportazione dei prodotti agricoli equivale ad accrescere l’economia, si perde una grossa occasione di espansione socia-le e lavorativa. E forse mai come in questo settore la rivoluzione culturale innalza il Pil. Le istituzioni non debbono fare riferimento a Socrate che nel Fedone sentenziava: “Ti pare che un vero filosofo o politico possa curarsi di piaceri come quello del mangiare e bere?”, ma piuttosto metabolizzare l’affermazione di Ari-stotele: “Il gusto è un senso acutissimo perché crea un contatto non distante, ma intimo tra il soggetto che conosce e l’oggetto della sua conoscenza”. Tradurre questo aforisma nelle varie lingue, potrebbe già essere parte del bu-siness di esportazione dei prodotti enogastro-nomici dell’Umbria.

EDITORIALE

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PRINCIPATO DI MONACO

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continuo la mia adesione al progetto editoriale Riflesso, ormai diventato un ap-puntamento bimestrale anche nel territorio monegasco.

Credo fortemente nella comunicazione e nel ruolo strategico che i mass media possono giocare nella promozione a tutto tondo. In questo caso si tratterebbe di esaltare il territorio umbro, le sue numerose aziende di elevata qualità e di lusso e le straordina-rie bellezze che caratterizzano la vostra Regione.

Nel mese di aprile Perugia diventerà il centro della comunicazione a livello glo-bale, grazie al Festival Internazionale del Giornalismo. Sicuramente una buona occa-sione per far conoscere ulteriormente l’Umbria, promuovendo magari gli aspetti meno noti e gli angoli più nascosti.

Sulla scia dell’evento di promozione del territorio umbro, organizzato qualche mese fa a Montecarlo, è necessario che le aziende umbre guardino al di là dei propri confini nazionali per farsi apprezzare all’estero.

Sicuramente nel territorio monegasco c’è ampio spazio per eccellenza, lusso, originalità e creatività. Si deve solo avere la capacità e la forza di voler affermarsi sui mercati stranieri con impegno costante, continuativo e convinto. Abbiamo già registrato iniziative di successo di imprenditori umbri che si sono dimostrati lungimiranti nell’aver creduto in iniziative messe in campo per far conoscere ciò che di bello e unico la vostra terra riesce a creare.

Stiamo portando avanti una serie di eventi promozionali a Montecarlo per faci-litare l’inserimento delle aziende italiane, ed entrare così a far parte di questo circuito internazionale unico per visibilità, notorietà e opportunità.

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Caro Direttore,nel complimentarmi con la vostra rivista dai contorni culturali, storici, architettonici, turistici e culinari regionali, di cui in Umbria sentivamo la mancanza, mi sfugge il significato della presenza ripetuta dell’editoriale dell’Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco. qual è il legame - se mai ci fosse - tra l’Umbria e la realtà monegasca? Marco F.

Caro Marco,Riflesso ha l’ambizione di veicolare aspetti culturali, storici, naturalistici, enogastronomici non solo nella nostra Regione, ma anche fuori dai confini italiani. Ci è capitata l’occasione di esportarli a Montecarlo e noi non ce la siamo fatta sfuggire. Per vari motivi. Intanto il Principato è una vetrina “godibile” non solo dai monegaschi, ma anche da una vasta schiera di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. E poi, intorno e con il veicolo della rivista stiamo costruendo una rete di meeting volti ad esporre e pubblicizzare quanto di meglio e di bello l’Umbria offre al mondo intero.

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LETTERE AL DIRETTORE

è POSSIBILE SOTTOPORRE AL DIRETTORE RESPONSABILE qUESITI, CURIOSITà E ChIEDERE INFORMAZIONI, PARERI, OPINIONI E ALTRO.

Scrivete all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Caro Direttore,noto con disappunto che vengono costantemente omessi nella vostra rivista argomenti di sanità e di scuola, in un momento in cui la gente “soffre” della loro disfunzione e vorrebbe conoscere qualcosa di più da fonte neutra, autorevole e non autoreferenziale come la vostra. E’ una scelta di campo? giulia D.

Cara Giulia,nella sua domanda, che anche altri lettori di Riflesso ci pongono, c’è l’essenza della filosofia del nostro periodico. Già nell’editoriale del primo numero spiegammo che non vogliamo addentraci nel paludoso percorso della politica, essendo il nostro target il mettere in vetrina le cose belle ed inedite dell’Umbria. E poiché la sanità e la scuola inevitabilmente conducono verso la politica con tutte le deformazioni e distorsioni ad essa connessa, finora ci siamo astenuti dal parlarne. Ma non è detto che nel futuro non si possa derogare dagli iniziali intenti.

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Consigli per lo Shopping di primavera

LA SPA PIÚ GRANDE DELL’UMBRIA

BORGOBRUFA SPA RESORTVia del Colle, 38 Brufa di Torgiano (Pg)

www.borgobrufa.it

ORECCHINI SODINI BIJOUX

BIJOUX NASSIVia Oberdan, 45 - Perugia (Pg)

VINO TORGIANO ROSSO RISERVA DOCG

FRECCIA DEGLI SCACCHITERRE MARGARITELLI

Miralduolo di Torgiano (Pg)www.terremargaritelli.com

VESTITO IN PIzzOSOALLURE

CORSO CAVOUR 58Corso Cavour, 58 - Perugia (Pg)

CUSCINI PARIGIIL FIOCCO - HOME & CHIC DESIGNBorgo XX Giugno, 50 - Perugia (Pg)

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SpringHappy List T-SHIRT IN SETA E COREANA

IN RETE TWIN-SET SIMONA BARBIERI

COMPANY STOREVia del Conservificio, 77 - Bastia

Umbra (Pg)

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ABITO LIU JO JUNIOR 8-16 ANNI

VIA VINCI 244Via Leonardo Da Vinci, 244 -

Mantignana (Pg)www.viavinci244.com

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STOLA IN LINO CON APPLICAzIONE DI PELLE RETTILE

CLAUDIO CUTULIVia Pian dei Molini 1/A, Bevagna (PG)

www.claudiocutuli.com

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VII EDIZIONE PER IL FESTIVAL INTERNAzIONALE DEL GIORNALISMO A PERUGIA

Ormai il for-mat è con-s o l i d a t o .

Altrimenti non sarebbe arrivato alla sua settima edizione. È il Festival Inter-nazionale del G i o r n a l i smo ,

bellez-

za! Cavallo vincente non si cambia. Così dal 24 al 28 aprile 2013 Perugia tornerà di nuo-vo a fregiarsi del titolo di capitale dei media su scala globale. Un successo annunciato. Ma perché? Perché Arianna Ciccone e Christopher Potter, i due ideatori di questa inedita mani-festazione, sono riusciti ad anticipare i tempi, puntando tutto su due aspetti focali: la piatta-forma 2.0 e la partecipazione diretta del pub-blico. Un evento che non si cala dall’alto, ma al contrario fa perno sulla base, su un’ampia community costituita da cittadini, volontari, studenti e professionisti del mestiere. Una

piramide capovolta insomma. La parola d’ordine è lo scambio continuo di idee, suggerimenti, vedute e prospettive ana-lizzate da angolazioni diverse e distinte. Un processo di osmosi genuino, sano, democratico e partecipato. “Quest’anno più che mai – spiegano gli organizzatori –, la novità è che molti speaker stranieri ci chiedono di poter partecipare. Il fe-stival ormai è un brand credibile e so-lido. Un luogo di incontro e di social networking di livello internazionale. L’unico grande evento su giornalismo e informazione con accesso gratuito.

CarLo timio

EVENTI

La manifestazione rappresenta ormai un brand credibile e solido che pone l’Umbria al centro della comunicazione mondiale

Non esiste al mondo un format del genere, quelli esistenti e tra più noti, come ‘Wan’ e ‘PaidContent’ prevedono fee di ingresso che tendono ad escludere più che ad includere”. Anche nella pubblicizzazione del festival vie-ne utilizzata la rete, i social network, il web senza i quali questo evento non esisterebbe. Una manifestazione organizzata da outsider a tutti i livelli, dal basso e che coinvolge il bacino di utenza online anche per l’organiz-zazione degli eventi. Il tutto al di fuori dei grandi poteri, delle lobby o delle reti di siste-ma. La location dell’evento contribuisce an-che a promuovere il territorio umbro e il suo capoluogo. Ma anche in questo caso, l’origi-nalità della manifestazione rompe gli schemi, sovrapponendosi all’uso di metodi tradiziona-li, ormai vetusti e non sempre efficaci. Ribal-tando quelli che sono i canali standardizzati dell’informazione, questo festival promuo-ve l’Umbria con modalità molto innovative che, per certi aspetti, sfuggono alle dinami-che tradizionali. Non sono mancate neanche proposte per esportare il format in altre realtà o luoghi, ma – sostengono gli organizzatori – “questo festival nasce a Perugia e qui rimarrà. Non c’è piazza storica migliore per ospitare l’evento. Manifestazioni satellite non ci inte-ressano, ci concentriamo sull’edizione annua-le che richiede notevoli dosi di lucidità, impegno ed energie”. Si parla quindi tanto e sempre di web, comuni-cazione via web, piattaforme 2.0. Ma la carta stampata, che fine farà?: “La carta a nostro avviso col tempo scomparirà anche perché sta cambian-do l’esperienza di lettura delle nuove generazioni. La tecnologia mobile sarà una nuova profonda me-dia disruption”. Insom-ma, un festival in grado di stare al passo con i tempi, intercettando e anticipando quello che

sembra essere un processo ormai inarrestabi-le e incontrovertibile: il passaggio inevitabile dalla carta stampata all’uso esclusivo delle tecnologie informatiche. Noi rimaniamo in attesa.

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EVENTI

Pittura, fotografia, sculture, illustrazioni, og-getti di design di architetti di fama internazio-nale: una sintesi di linguaggi espressivi rias-sunti in una mostra che porta la firma di Luca Beatrice. Un critico d’arte contempo-ranea, curatore di rassegne e mostre a livello interazio-nale, tra cui il Pa-diglione Italia alla Biennale di Venezia 2009, la Triennale di Milano e La Città Visibile al Salone Internazionale del Libro di Torino. La mostra “L’arte è un romanzo. La straor-dinaria storia delle parole che diven-tano immagini”, è un’iniziativa pro-mossa dal Comune di Perugia e dalla Regione dell’Um-bria, in collabora-zione con il Festival Internazionale del Giornalismo (Peru-gia, 24-28 aprile 2013), e i Circoli dei lettori della città di Perugia e di Torino. Il periodo di esposizione a Palazzo della Pen-na (Perugia) avrà inizio il 24 aprile e durerà fino al prossimo 1 settembre. L’originalità e la

L’ARTE È UN ROMANZO: UNA MOSTRA CURATA DA LUCA BEATRICE TRA PAROLE E IMMAGINI

creatività del curatore sono state trasferite in questa inedita mostra incentrata sull’intrec-cio tra l’universo della scrittura e il mondo dell’arte contemporanea. Il percorso esposi-

tivo è costituito da oltre 60 opere di artisti italiani e stranieri, contras-segnate da una spiccata eteroge-neità di linguag-gi, ognuno con un proprio signi-ficato intrinseco e con una modalità di comunicazio-ne avvolgente. “Il legame tra i mol-teplici linguaggi espressivi – affer-ma Luca Beatrice – sta nella passio-ne per i libri, in-tesi come oggetti, interpretati come successione di pa-role o descritti at-traverso i volti dei loro autori. L’ob-biettivo era quello di dare una forma alla parola scritta,

consistenza materica a un’idea. Abbiamo cer-cato opere che rendessero al meglio questa difficile ‘trasformazione’, attraverso un’inter-pretazione originale e accattivante”. L’unicità

ARTISTI PRESENTIPilar Albarracìn, Franco Albini, Maddalena Ambrosio, Maurizio Arcangeli, Stefano Arienti, Dino Buzzati, Alessandra Baldoni, Nanni Balestrini, Sandro Becchetti, Bertozzi&Casoni, Sauro Cardinali, Achille Castiglioni, Elisabetta Catalano, Guglielmo Achille Cavellini, Joe Colombo, Guglielmo Castelli, Sarah Ciracì, Clegg&Guttmann, Guido Crepax, Mario Dellavedova, Cerith Wyn Evans, Lawrence Ferlinghetti, Gianni Berengo Gardin, Alberto Giacometti, Giuliano Giuman, Meri Gorni, Ryan Heshka, Candida Höfer, Emilio Isgrò, Alfredo Jaar, Carlo Jacono, Massimo Kaufmann, Richard Kern, Joseph Kosuth, Maria Lai, Ketty La Rocca, Nicus Lucà, Milo Manara, Vico Magistretti, Masbedo, Fabio Mauri, Bruno Munari, Zoran Music, Maurizio Nannucci, Ugo Nespolo, Shi-rin Neshat, Lori Nix, Dennis Oppenheim, Claudio Parmiggiani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Tullio Pericoli, Marco Petrus, Hugo Pratt, Nicolas Rule, Salvo, Maurizio Savini, Ettore Sottsass, Emilio Tadini, Marco Tamburro, Karel Thole, Ben Vautier, Vedovamazzei, Walter Valentini, Giuseppe Veneziano, Andy Warhol.

della mostra è anche suggellata da un proces-so di partecipazione con il pubblico il quale as-sume un ruolo attivo, segnalando, attraverso il sito del Circolo dei Lettori di Perugia (www.perugiacircolodeilettori.it) e i social network (facebook, twitter, pinterest), i libri del No-vecento considerati i più meritevoli di essere letti. “Abbiamo immaginato – afferma il cu-ratore Beatrice – una conversazione allargata con tutte le persone che vogliono aiutarci nel selezionare alcuni libri ‘immancabili’, che poi

CarLo timio

LA MOSTRATITOLO L’arte è un romanzo. La straordinaria storia delle parole che diven-tano immagini A CURA DI Luca BeatriceDOVE Perugia, Palazzo della Penna, via Podiani, 11QUANDO 24 aprile – 1 settembre 2013PROMOTORI Comune di Perugia, Regione dell’UmbriaORARIO DI APERTURA Lunedì / domenica, 10.00-13.30 / 15.00-18.00CATALOGO It/ingl, Silvana Editoriale, Milano. A cura di Luca BeatriceINFORMAZIONI +39 075 5716233STAMPA Alice Cammisuli | [email protected] | +39 392 4531497

verranno esposti all’interno della mostra”. Per entrare nello specifico, L’arte è un romanzo segue un percorso ideale che colpisce, coin-volge ed emoziona perché riesce a mettere insieme le diverse arti. Dalle differenti inter-pretazioni dell’idea del libro alla fantascienza, per arrivare al libro di viaggio, inteso nello spirito “on the road”. Il percorso continua con il romanzo d’amore e di sesso e i disegni di Valentina fino ad arrivare a un omaggio al mondo dell’infanzia.

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EVENTI RIFLESSO

Via del Serraglio, 2CORCIANO (Pg)Tel. 075 6978946 - Cell. 334 7178439

RISTORANTE TIPICO UMBRO - PIZZERIA

CHOCO-HAPPY HOUR. UN EVENTO REALIZZATO PRESSO LA CASA DEL CIOCCOLATO PERUGINA: L’UNICO POSTO AL MONDO DOVE L’AMORE PER IL CIOCCOLATO SI FONDE CON LA BRAVURA DEL MAESTRO CIOCCOLATIERE NEL CREARE DELLE PICCOLE OPERE D’ARTE PERSONALIZZATE

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AGENDA

CONCERTO DI PRIMAVERA23 marzoTeatro della Concordia Monte Castello di Vibio (Pg) www.teatropiccolo.it

BEVAGNA SI FA UNICAUNA CITTÀ, UN PATRIMONIO1 marzo - 31 agosto Bevagna (Pg)www.sistemamuseo.it

PERCORSI D’INVERNO2 marzo - 14 aprile Città di Castello eAlta Valle del Tevere (Pg)www.cdcnet.net

MUSEOINCONTATTO 2013 PAGINE APERTE SULLA CITTÀ 2 marzo - 28 aprile Narni (Tr)www.sistemamuseo.it

TEATRO MANCINELLIMOLLY23 marzo Orvieto (Tr)www.teatromancinelli.com

NONSOLOLIRICA 20136 marzo - 8 maggio Biblioteca Luigi Fumi, sala EufonicaOrvieto (Tr)www.bibliotecaorvieto.it

RESTAURO DELLA PALA DI PACIANO DI LUCA SIGNORELLI1 - 15 marzo Galleria Nazionale dell’Umbria Perugia (Pg)www.gallerianazionaleumbria.it

TEATRO CON DARIO FO E FRANCA RAME15 - 21 marzo Libera Università AlcatrazGubbio, Santa Cristina (Pg)www.alcatraz.it

L’ANIMA DI HEGEL E LE MUCCHE DEL WISCONSINGUIDA ALL’ASCOLTO DI L. SARACCA17 marzo - 19 maggio Auditorium Marianum (Pg)www.sistemamuseo.it

PIU’ ARTE PER TUTTI19 marzo - 30 aprile CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea Foligno (Pg)www.centroitalianoartecontemporanea.com

1813 VERDI WAGNER 2013STAGIONE AMICI DELLA MUSICA10 marzo - 29 novembre Foligno (Pg)www.amicimusicafoligno.it

IL DOCENO ALLA CORTE DEI VITELLI E DEI BUFALINICRISTOFORO GHERARDI7 aprile Città di Castello (Pg)www.cdcnet.net

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL GIORNALISMO24 - 28 aprile Perugia (Pg)www.festivaldelgiornalismo.com

a cura di rita VaLLEtti

RISATE&RISOTTI6^ EDIZIONE KERMESSE COMICO-CULINARIA8 marzo - 1 aprileOrvieto (Tr)www.risaterisotti.it

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aperti anche il sabato pomeriggio!

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TODI / 06 - 07 aprile Weekend News

Spello è incastonato nella natura e amorevolmente “ab-bracciato” dalla cinta mura-ria di epoca romanica. Forse per questi e altri motivi è sta-ta scelta come location per il “Festival Cinema Spello” che si tiene dal 1-3 Marzo. Il fe-stival dà spazio alle profes-sioni del cinema che lavora-no “dietro le quinte” ma che sono indispensabili per la re-

alizzazione di un film. www.festivalcinemaspello.com. Per l’occasione potreste allog-giare alle porte della città al resort Buonanotte Barbanera accolto in un’antica canoni-ca del XIV secolo. La cucina è messa a disposizione dei clienti. www.buonanottebar-banera.it. La cena più goliar-dica è invece all’Osteria del Buchetto, luogo raccolto, in-

SPELLO / 02 - 03 marzo

Come ogni primavera, i prestigiosi palazzi di Todi, tornano ad ospitare dal 30 Marzo al 7 Aprile la Rasse-gna Antiquaria d’Italia, una tra le più antiche mostre del settore. La manifestazione, nata sotto l’egida della qua-lità, si configura come un raffinato viaggio nell’arte del passato che conduce colle-zionisti, esperti, ma anche semplici appassionati, in un affascinante percorso a ri-troso nel tempo tra stili ed epoche. www.rassegnaanti-quariaditalia.it. Per una pau-sa spa e benessere visitate la suggestiva cornice dell’Hotel

La fine di aprile a Perugia è un turbinio di colori e profu-mi grazie a un grande evento apprezzato in tutto il mondo: il Festival Internazionale del Giornalismo (24-28 Aprile). Cinque giorni densi di incon-tri, oltre 200 eventi a ingres-so libero e più di 450 speaker da tutto il mondo per discu-tere di giornalismo, attualità

e problemi dell’informazione. quest’anno alla settima edi-zione sono previsti appunta-menti sulle prossime frontie-re del giornalismo, dall’uso delle piattaforme social al senso dei blog, web-tv e talk show. Dopo esservi immersi nelle strade del centro stori-co spostatevi verso l’intimo e raccolto Cinema Zenith, ubi-cato nel “Borgo Bello” della città (www.cinemazenith.it). Prima della proiezione, deli-ziate il vostro palato con le cucina del ristorante Nadir situato sotto il cinema. 50 coperti, decorato con gusto vintage grazie alla copio-sa memorabilia del cinema. Dietro ogni piatto servito si

PERUGIA / 27 - 28 aprile

Marzo e Aprile: i mesi della rinascita. La primavera umbra svela le piccole gemme del territorio, i resort immersi nei parchi secolari, così come le intime osterie dei piccoli borghi, passando per gli eventi più charmant di cinema e giornalismo. Umbria: una regione che si conferma ogni giorno sempre più consapevole del suo patrimonio Green

cela la forte filosofia culina-ria dell’eco-cuoca Francesca Taticchi. Come vuole la ten-denza di oggi, i prodotti im-piegati sono rigorosamente a kilometro zero. Non perdete l’occasione di assaggiare la crostata di farina di segale e zucchero di canna con cioc-colato, pere e cannella. www.ristorantenadir.it

timo e caldo. Il locale si trova al piano terra di un’antica abitazione lungo Via Cappuc-cini adiacente l’Arco Romano e a pochi passi dalla terrazza naturale del Belvedere. Nel periodo estivo, si può man-giare all’aperto godendo a pieno dell’arte e del silenzio che circonda questo affasci-nante palcoscenico naturale. www.osteriadelbuchetto.it.

delle Terme San Faustino, a ridosso del più antico tratto della Via Flaminia, a pochi chilometri da Todi. A dispo-sizione dei clienti la piscina esterna collocata nel parco ecologico che circonda l’edi-ficio. www.sanfaustino.it.

Prima di ripartire da Todi fate capolino al Ristorante Antica Fonte del Resort San Pietro Sopra le Acque: una gemma di Arte, storia e spi-ritualità, antico convento dei Frati Cappuccini. Inserito in un bosco secolare, grazie a un meticoloso restauro il luogo ha mantenuto il suo fascino di edificio religioso. La cucina è diretta da un giovane chef, Simone Ragni, che propone i cibi della tra-dizione umbra elaborati con materie prime genuine e con un ottimo rapporto qualità/prezzo. www.sanpietroresort.com.

LaUra PatriCia BarBEri

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ARTI E MESTIERI

L’azienda dolciaria Muzzi, un successo che dura da oltre 200 anni

Dai panettoni alla cioccolata passanDo per la pasticceria Da tè. il marchio crea proDotti noti per il packaging, per il Design, ma soprattutto salutari e Di Qualità

mario timio

Chi dice Muzzi non solo dice pasticce-ria a Foligno, ma evoca un brand che ormai fa scuola in Italia e all’estero.

Tre stabilimenti, tre marchi, 280 dipenden-ti e 70 agenti che lavorano per tutta l’Italia. Non è poco per una pasticceria di “appena” 213 anni, iniziata nel 1795 in un piccolo la-boratorio dolciario nel centro storico di Foli-gno, ove Mastro Tommaso di Filippo Muzzi si specializzava nella produzione dei “Minuta”, confetti con cuore d’anice. Dopo una breve interruzione, la tradizione dolciaria si è po-

tenziata agli albori del XX se-colo pro-d u c en d o

delizie di zucchero e cioccolata e sfornando dolcezze di pasticceria. I prodotti sono tutti realizzati artigianalmente con ingredienti e materie prima altamente selezionate. Uova di pasqua e un grosso assortimento di cioccola-ta, tra cui quella profumata al fiore di bach, al peperoncino, alla camomilla, al sale e poi energetiche e afrodisiache, vengono prodotti da oltre 50 anni. Attualmente l’antica pastic-ceria trova in Loredana la manager moderna che coniuga mirabilmente la storia familia-re con le esigenze del mercato. “Ho ereditato la passione per la pasticceria da mio marito, Tommaso Muzzi, che mi ha coinvolta in prima persona, sebbene fossi consapevole che era

un lavoro molto duro. Con il tempo mi sono

appassionata anch’io, e sono riuscita a comunicare tale passione a tutti e tre i miei figli. Con il tempo ci siamo espansi, acqui-sendo due importanti marchi italiani: Borsari e Cova. L’esigenza di allargarci da un punto di vista strutturale è dipesa dal fatto che la richiesta per i panettoni che venivano fatti a Foligno, superava la produzione. Così fu rile-vata un’azienda del Veneto, a Baia Polesine, la patria del Panettone. Oggi lì lavorano 220 persone e si riescono a pro-durre 8.000 panettoncini in un’ora grazie a dei macchi-nari altamente tecnologici. La produzione oggi avviene in tre stabilimenti e con tre marchi.: Muzzi, Cova e Bor-sari. Questo crea una tripli-cazione del lavoro dato che vanno preparati per esempio tre depliant per ogni festivi-tà e in tre diverse lingue. Lo standard qualitativo tuttavia riesce sempre ad essere particolarmente elevato anche gra-zie alla suddivisione produttiva che permette di produrre panettone, pandoro e colomba a Baia Polesine, mentre a Foligno il cioccolato e la pasticceria da tè. “La ricerca, l’innova-zione e l’uso di nuove tecnologie sono fon-damentali in questo settore” chiosa Loredana, che continua sostenendo con orgoglio che “l’azienda Muzzi ha il suo motto suddiviso

in tre punti focali: prestigio, novità e qualità.

Per inciso, i nostri prodotti fanno bene alla salute e stiamo molto attenti all’aspet-to sanitario”. In aggiunta l’azienda organiz-za anche il servizio di catering che opera sia in Italia che all’estero essendo organizzati e attrezzati per andare anche lontano. Un’altra caratteristica di Muzzi è la specializzazione per il packaging. Con estro e fantasia giova-nile si riesce ad intercettare i colori più di moda e i nuovi gusti della gente e a trasferirli sui prodotti, anche con l’ausilio di fotografi e designer. Ovviamente l’azienda è presen-te anche all’estero in 30 paesi, ma in questo

momento più che mai si sente forte la necessità di superare i confini nazio-nali. È un’esigenza grande e indispensabile. Per poter essere un’azienda con un minimo di risultato occor-re insistere con l’estero. “Noi facciamo tutte le fiere del settore – continua la signora Loredana – , Pari-gi, Londra, Dubai, Berlino.

Ma il nostro servizio per l’estero vale soltan-to il 10 per cento del nostro fatturato. Nel complesso, andiamo molto forte in Europa, nei paesi del nord, in Australia, in Canada e in altre nazioni ove è elevata la presenza di italiani. Siamo tuttavia sempre alla ricerca di nuovi mercati esteri. Oggi il nostro obietti-vo primario è quello di entrare sul mercato cinese, sebbene sia molto difficile, ma ce la stiamo mettendo tutta”.

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GREEN ECONOMY

L’Energy Manager è una figura profes-sionale a elevato profilo, il cui compito è ottimizzare il bilancio energetico delle

aziende, sia pubbliche che private, che supe-rino un determinato consumo energetico an-nuo. Questa professionalità, anche se tuttora scarsamente conosciuta, è stata introdotta da oltre trent’anni con la legge 328 del 1982 per diventare obbligatoria e sanzionabile nel 1991, con la legge 10, per tutti quei sogget-ti (privati o pubblici) i cui consumi superi-no una certa soglia in funzione del settore. Più precisamente sono obbligate a dotarsi di questo professionista le aziende del settore industriale che nell’anno precedente abbia-no consumato più di 10.000 tonnellate equi-valenti di petrolio e tutti i soggetti operanti nel settore civile e trasporti che ne abbiano consumato più di mille. Per quanto riguar-da le pubbliche amministrazioni la soglia dei 1000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) si raggiunge mediamente nei comuni con una popolazione media attorno ai 10.000 abitanti. In Italia il coordinamento degli Energy Ma-nager è mantenuto dalla F.I.R.E. (Federazio-

ENERGY MANAGER:IL TECNICO DEL RISPARMIO ENERGETICO

WaLtEr LEti

L’Umbria è una delle cinque regioni italiani che ha provveduto ad istituire l’energy manager, una figura introdotta nel 1982, con il compito di ottimizzare il bilancio energetico delle aziende pubbliche e private che superino un certo consumo annuo

ne Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) che, oltre a rendere disponibili informazio-ni di particolare interesse per il ruolo pro-fessionale, si occupa di acquisire le comu-nicazioni annuali di nomina degli Energy Manager, realizzare, gestire e pubblicare il relativo elenco, attivare campagne per sen-sibilizzare i soggetti obbligati alle nomine e assistere all’elaborazione di circolari esplica-tive. Proprio dall’elenco annuale pubblicato dalla F.I.R.E. emerge l’assoluto disinteresse della pubblica amministrazione, o, se voglia-mo, della politica locale nei confronti di un ruolo di fondamentale supporto alle strategie energetiche che tale figura potrebbe offri-re. Dal “Libro degli Energy Manager” della F.I.R.E. relativo alle comunicazioni pervenute nel 2011 si evince che hanno provveduto alla

nomina dell’Energy Manager solo 133 enti territoriali tra comuni (94), province (34) e regioni (5). Fra queste ultime una lieta sor-presa: l’Umbria. Da un’analisi più approfon-dita dei dati disponibili appare la fotografia di una situazione drammatica: su un bacino di enti soggetti all’obbligo pari a 1191, solo 133 sono state le nomine del 2011, cioè solo l’11% del totale. Per concludere non sarà inu-tile elencare le aziende che, per i loro proces-si produttivi particolarmente energivori, sono tenute a ricorrere all’Energy Manager: ali-mentari, alluminio, carta, cemento, chimica, ceramica, conciario, farmaceutica, lavorazio-ne del marmo, meccanica, plastica, siderurgia e tessile. Nel settore del terziario le categorie più interessate ad avere un energy manager sono: sanità, ipermercati, alberghi e uffici.

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BORGHI

REPUBBLICA DI COSPAIA: UNA STORIA DI LIBERTÀ

aLESSio ProiEtti

Le vicende di quella che fu la più piccola repubblica del mondo, tra fortuna, emancipazione, tabacco e contrabbando

Un errore nel tracciamento del confine tra Stato della Chiesa e Repubblica di Firenze generò una striscia di terra di

nessuno; nel mezzo c’era Cospaia, un villag-gio con meno di 100 famiglie. Né governanti a cui obbedire, né leggi da rispettare, né tasse da pagare. Inizia così la storia della repubbli-ca più piccola del mondo. Era il 1441 quando papa Eugenio IV consegnò a Firenze il terri-

torio di Sansepolcro come pegno per i 25.000 fiorini d’oro che Cosimo dei Medici gli aveva prestato. Vennero così costituite due distin-te commissioni per tracciare i nuovi confini; esse presero come linea di delimitazione il tor-rente Rio. Non considerarono però un piccolo dettaglio: erano due i torrenti chiamati Rio, che scendendo verso il Tevere avvolgevano il colle di Cospaia. I fiorentini presero come ri- ferimento quello posto più a nord ed i delegati

dello Stato della Chiesa quello più a sud. Poco ci misero gli abitanti del villaggio a compren-dere il malinteso ed a proclamare “Cospaia libera!” I due Stati, resisi conto dell’errore, rinunciarono ad una contesa per un lembo di terra di appena 330 ettari che i cospaiesi in-vece, seppero ben sfruttare. Nel 1484 la libera Repubblica di Cospaia fu riconosciuta uffi-cialmente e si dotò di una propria bandiera. Non vi era nessun esercito che la difendesse e per risolvere le questioni amministrative era sufficiente un consiglio composto da anziani e capifamiglia. Gli abitanti godevano di un benessere economico fuori dal normale: non essendoci tasse e dazi, la rendita sui terreni era netta da spese. Riuscirono a mantenersi in buoni rapporti con i vicini San Giustino e Borgo del Santo Sepolcro e senza dare troppo nell’occhio trascorsero il primo secolo d’in-dipendenza. Nel 1574 la fortuna passò nuo-vamente da quelle parti, o più precisamente, fu spedita dalla Francia. Il cardinale Niccolò

Tornabuoni inviò da Parigi al parente Alfonso, vescovo di Sansepolcro, i semi di una pianta medicinale: il tabacco. Prese velocemente pie-de questa coltivazione, insieme al vizio per il fumo; esso si diffuse al punto tale che molti governi vietarono la coltivazione e vi era la scomunica papale per chi ne faceva uso. Gli introiti economici generati dal tabacco erano talmente evidenti che nel 1724 la scomuni-ca del papa contro i fumatori venne revocata. Nel frattempo a Cospaia, nessun divieto entrò mai in vigore, così da divenire la “capitale del tabacco” in Italia. Le vicende della repubblica, divenuta nota terra di contrabbando, si con-clusero quando nel 1826 fu assorbita dallo Stato Pontificio. Una vicenda lunga quattro secoli, nata tra fiumi e sfociata nel fiuto per il fumo. Una storia di libertà che oggi viene regolarmente ripercorsa tra i vicoli del borgo nell’ultimo weekend di giugno, in cui si sente riecheggiare il motto ed unica legge di quella che fu la più piccola repubblica del mondo: “Perpetua et firma libertas”.

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RESIDENZE STORICHE

Primo personaggio di rilievo della fami-glia originaria di Cesi, trapiantatasi a Roma, fu Pietro (1422-1477), avvocato

concistoriale e senatore capitolino. Nel ‘500 i Cesi emersero nelle gerarchie giuridiche, mi-litari ed ecclesiastiche consolidando il potere anche grazie ad un’accorta politica matrimo-niale stretta con le illustri famiglie degli Orsini, Colonna, Caetani. Presto sorse il desiderio di alzare nella capitale prestigiose residenze per

PALAzzO CESI AD ACqUASPARTA, DA DIMORA PRINCIPESCA AD ISTITUZIONE SCIENTIfICA

GiULio SiENa

Il palazzo ospitò la prestigiosa Accademia dei Lincei, prima istituzione mondiale di ricerca scientifica

esprimere lo status sociale conquistato. Così fece il Cardinale Paolo Emilio presso San Pie-tro a Roma e Angelo in via degli Acquasparta, avvalendosi di architetti e pittori quali Carlo Maderno, Longhi, Parmigianino. Ugualmente per le cappelle funerarie nelle autorevoli chie-

se di S. Maria della Pace, S. Maria Maggiore, del Gesù convocarono maestri come Antonio da Sangallo, Rosso Fiorentino, Simone Mosca. La residenza certamente più elegante è quella di Acquasparta, centro di un feudo ottenuto nel 1540 da Pier Luigi Farnese. Innalzato su volontà del Cardinale Federico Aquitani Cesi, venne eseguita dall’allievo del Vignola Gui-detti al quale successe il milanese Bianchi che concluse i lavori nel 1579. Federico il Linceo (1585-1630), fondatore dell’istituto scientifi-co “Accademia dei Lincei”, nel 1603 si trasferì in questo palazzo ducale per fuggire dai “mo-lesti negozi” di Roma, convinto di trovare la quiete adatta all’organizzazione collegiale del lavoro accademico per il suo programma di ricerche scientifiche inaugurato a Roma. Fe-derico amò moltissimo questa terra e la sua dimora che gli permisero, con la contempla-zione della natura e l’aiuto del microscopio di Galilei, di condurre importanti studi di zoolo-gia e botanica. La prestigiosa Accademia dei Lincei sorse, per la coscienza dell’autonomia della ricerca scientifica avulsa da poteri poli-

tici o religiosi, come fenomeno nuovo, alto e distinto. II palazzo fu alzato nell’area occupa-ta da un’ antica rocca. Severo è il fronte pro-spettante la piazza caratterizzato da un grande portale e robusti avancorpi bugnati; all’inter-no si apre verso il giardino un’elegante loggia rinascimentale mentre nel cortile antistante si trova l’orto botanico. Notevoli le decora-zioni delle sale, con la celebrazione pittorica della famiglia attribuita a Lombardelli, trionfi ed allegorie attinte alle vite di Plutarco e alle metamorfosi di Ovidio. Spicca lo stendardo con l’emblema dell’Accademia, ovvero la lin-ce contornata da una corona d’alloro, simbo-lo della ricerca scientifica e della proverbiale acutezza di vista, chiaro invito a non fermarsi alle apparenze sensibili della realtà. Federico fece inoltre dipingere un’illuminante epigra-fe all’ingresso della sala delle riunioni in cui esprime il suo testamento spirituale, l’idea di un rinnovamento culturale basato su profonde convinzioni di ordine etico ed epistemologico. Disabitato per lungo tempo, fu acquistato nel 1964 dall’Università degli Studi di Perugia.

Palazzo Cesi è un posto ideale per l’Accademia - come so-

stenne Federico il LInceo - in una lettera a Galileo Galilei, suo intimo amico e socio:

Dopo alcune disgressioni di piccoli viaggi me ne son ve-nuto a trattenermi in Acqua-sparta, si per sodisfattione di questi miei sudditi, come anco per fuggir alquanto le

distrattioni Romane e goder di filosofico e salubre diporto.

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Nell’era dei social-channel, social-network, social card e via dicendo, è doveroso parlare del fenomeno archi-

tettonico del social housing e del riconosci-mento del valore del social design. Proprio in Umbria si vantano due primati importanti in materia: il progetto del Villaggio Matteotti a Terni dell’architetto Giancarlo De Carlo e il premio per il social design nato nella prima edizione della manifestazione perugina di Fe-starch ed assegnato al designer Paolo Ulian. Il social housing è definito dal suo comitato

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CONTEMPORANEITÁ E DESIGN

PRIMATO UMBRO PER IL SOCIAL HOUSING E IL SOCIAL DESIGNaLESSia mENCaroNi

di coordinamento europeo come “un insieme di alloggi e servizi, di azioni e strumenti per un’utenza che non riesce a soddisfare il pro-prio bisogno abitativo sul mercato, per ragioni economiche o per assenza di un’offerta ade-guata; un insieme che favorisca la formazione di un contesto abitativo e sociale dignitoso, al fine di rafforzare la propria condizione abita-tiva e sociale”. Quello del social housing è un fenomeno ormai già diffuso su scala europea, soprattutto in Olanda e Gran Bretagna, che si espande a partire dai primi anni ’90. In Ita-

già negli anni ‘70 l’umbria percorreva la straDa Del progetto conDiviso con il social housing e in tempi più recenti ha riconosciuto in maniera ufficiale il valore Del social Design assegnanDogli un premio patrocinato Da aDi ( associazione italiana Design)

lia, invece, ha attecchito con maggiore diffi-coltà dovuta in gran parte alla tendenza delle famiglie italiane all’acquisto dei propri beni immobili. Ma è negli anni Settanta, in un’area all’im-mediata periferia di Terni, che nasce l’idea del Nuovo Villaggio Matteotti, ricono-sciuto come il primo esem-pio italiano di program-ma costruttivo all’insegna dell’attiva “partecipazione” dell’utenza. Un gruppo qua-lificato di esperti urbanisti, architetti e sociologi, dopo aver incontrato e rilevato le effettive esigenze dei diretti interessati, propone ai futu-ri assegnatari delle case un catalogo con una gamma di possibili soluzioni (45 tipologie al-ternative). Il Nuovo Villaggio, che prevedeva 840 alloggi su una superficie di circa 20 ettari, dopo la realizzazione del primo lotto com-prensivo di 240 appartamenti – causa l’one-rosità del progetto – venne interrotto. La parte realizzata consta di quattro corpi di fabbrica, separati da percorrenze e circondati da verde

pubblico attrezzato, con un quinto edificio di 4 piani, fuori schema e diversamente organiz-zato. Ogni alloggio è dotato di ampia terrazza

e tetto-giardino, autorimes-sa al coperto e doppi servi-zi. A più di quaranta anni dal processo di partecipa-zione che diede origine al progetto di De Carlo, si pos-sono riscontrare due posi-zioni critiche contrapposte nell’ambito delle valutazio-ni: la prima valuta l’opera positivamente, essenzial-mente per il processo che l’ha generata, la seconda la ritiene deludente, rico-noscendone i valori archi-

tettonici ma attribuendoli solamente all’estro del progettista. Il vero interesse, però, non è quello di determinare a chi possano essere at-tribuiti i valori intrinseci del progetto, quanto piuttosto quello di comprendere in che misura questa esperienza, comunque unica in Italia, abbia avuto dei risvolti positivi dal punto di vista sociale creando “spazi significativi” per coloro i quali li avrebbero abitati.

Nuovo Villaggio Matteotti - Progetto di De Carlo

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ARTE

In clima post – unitario fu giocoforza per ciascuna città ricercare, all’interno della neonata nazione italiana, una propria fisio-

nomia culturale. Durante i moti risorgimentali a Perugia era stata abbattuta la Rocca Paolina, simbolo del potere papale; sulle sue rovine la creazione della nuova piazza Italia e degli edi-fici circostanti assunse un valore emblematico per la nuova realtà storica. Furono qui siste-mati i palazzi della Provincia e della Prefet-tura, quello della Banca d’Italia, il primo edi-ficio di abitazioni in condominio e il palazzo di Ferdinando Cesaroni homo novus, rappre-sentante della ricca borghesia imprenditoriale. Altrettanto emblematiche sono le decorazioni di questi edifici che impegnarono i protagoni-sti della pittura perugina di fine secolo. Così, per esempio, alla Provincia e alla Prefettura

I PITTORI DELL’ “ITALIA UNITA” A PERUGIA: DOMENICO BRUSCHI E ANNIBALE BRUGNOLI

lavorarono, tra il 1871 ed il ’75, Tassi, Bruschi e Mariano Piervittori. L’esecuzione della parte più importante degli affreschi nei due palazzi simbolo del nuovo potere costituito era tocca-ta a Domenico Bruschi; gli venne affidata alla Provincia la decorazione della sala del consi-glio (Allegorie delle principali città dell’Um-bria) e alla Prefettura quella del salone dei ricevimenti (Allegoria della Fama ed i più illu-stri perugini nel campo delle arti delle scienze e della guerra), opere che inaugurarono a Peru-gia la decorazione tardo ottocentesca a grandi figure. Il linguaggio del perugino infarcito di memorie puriste, retorica umbertina, spunti desunti dal verismo morelliano e dal prezio-so simbolismo preraffaellita, si era affinato soprattutto durante la sua lunga permanenza a Roma dove, determinante, fu l’influenza di

Nino Costa, a cui negli anni tardi si sovrappor-rà quella di Böcklin, di De Carolis e del conter-raneo Brugnoli. Proprio agli albori dell’ultimo decennio del secolo il pittore che infatti s’im-pose a Perugia per la qualità del proprio lavoro fu Annibale Brugnoli che si accaparrò almeno due delle commissioni più importanti che la città offriva. Affrescò il salone della Banca Commerciale dove, partendo da un episodio che illustra i Riti sacrificali alla dea Cupra, in dieci scene che sintetizzano la storia di Perugia attraverso i secoli, Brugnoli giunge a illustrare un momento della cronaca mondana contem-poranea: Il ballo in onore di Umberto I in visi-ta ufficiale alla città. In quest’ultimo episodio, ancor più che negli altri, il pittore ebbe modo di mostrare non solo la propria conoscenza del quadro storico italiano ma anche quella del-la più mondana pittura pompier francese che aveva avuto modo di studiare a Parigi. Bru-gnoli presto abbandonerà del tutto le temati-che storiche proprie della pittura romantica e si lascerà sedurre da quelle più sensuali e de-corative, oltre che dalle linee fluenti, dello stile liberty. Proprio i suoi affreschi di palazzo Ce-saroni in piazza Italia segnano la penetrazione del nuovo linguaggio in Umbria. Qui il pittore, popolò i cieli delle numerose stanze a lui af-fidate con tutti i motivi cari al nuovo gusto. Pavoni, palmette, veli e nastri hanno la meglio sui motivi della decorazione tardo ottocentesca che, se pur ancora presenti, sono ora ingentiliti dal nuovo cifrario. Le figure femminili della Danza delle ore, rappresentate in un turbinio di chiome e di veli sul soffitto del salone dei rice-vimenti, sono come agitate dal vento del nuo-vo gusto. In questa stessa sala, Bruschi dipinse gli specchi, parte integrante della decorazione dell’intero ambiente. I dipinti mostrano l’arti-sta ancora estraneo al rinnovamento proposto dal collega Brugnoli. Ma all’alba del nuovo secolo lo stesso Bruschi, chiamato a prestare la propria opera nella villa di Lavinia Baldelli Bombelli, sembra ormai aver assimilato la le-zione di Brugnoli e, ammorbidendo i contorni e rendendo più fluide le linee, apre anche lui il proprio linguaggio al liberty ormai imperante.

NoEmi FUriaNi

Piazza Italia e i suoi palazzi istituzionali, luoghi perugini simbolo dell’Unità d’Italia

Domenico Bruschi, sala del consiglio, palazzo della Provincia di Perugia.

Annibale Brugnoli, “Caduta della Rocca Paolina”

Annibale Brugnoli, “Danza delle ore”

Domenico Bruschi, “Allegoria dell’Umbria”

Domenico Bruschi, “Allegorie delle principali città dell’Umbria”

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PERSONAGGIO

La storia del ricamo, dei merletti e di pez-zi preziosi di arredamento per la casa con il marchio Arnaldo Caprai – un vero

prodotto made in Italy – nasce e si sviluppa a partire dal 1970, quando il Gruppo Tessile Caprai comincia a prendere forma, anche con importanti investimenti tecnologici. Conte-stualmente vengono acquistati alcuni ettari di terreno a Montefalco con l’obiettivo di con-durre un’azienda agricola e di produrre vino: rigorosamente Sagrantino. Cavaliere Caprai, la sua attività da impren-ditore nasce nel settore del tessile, per poi orientarsi anche verso il comparto vitivinicolo. Che rapporto esiste tra questi due ambiti?“Il trait d’union è la passione. Quella passione che mi ha spinto ad investire nella produzio-ne tessile prima e poi, nel 1971, in quella viti-vinicola. L’eccellenza, la qualità e la voglia di dare seguito e continuità alla storia d’impresa sono stati gli elementi trainanti”.Come nasce l’idea di valorizzare il vitigno au-toctono Sagrantino, anche con investimenti nel campo della ricerca e innovazione? “La ricerca e la sperimentazione sono alla base dell’innovazione di qualsiasi processo. La passione per il territorio in cui vivo ha tro-

vato naturale espressione nella valorizzazio-ne di un vitigno autoctono dalle sorprendenti qualità produttive. La dedizione e la tenacia della mia famiglia hanno permesso la realiz-zazione di un bellissimo sogno che è tutt’ora in continua evoluzione”.Che effetto le fa sapere che questo vino oggi è apprezzato in tutto il mondo, sicuramente anche grazie al suo contribuito?“Grande orgoglio! Quest’anno abbiamo rice-vuto il prestigioso riconoscimento dalla rivi-sta americana WineEnthusiast come Cantina Europea dell’anno. È una attribuzione di me-rito che corona gli sforzi e l’impegno di oltre 40 anni di lavoro. Ma non è un punto d’arrivo, bensì un punto di parten-za per inseguire nuovi e ambizio-si traguardi su cui stiamo già lavo-rando. Uno fra tutti: essere i promo-tori del-la ri-

voluzione green del nostro territorio grazie all’introduzione del protocollo di produzione Montefalco 2015: the new green revolution”.Torniamo al mondo del tessile. Merletti, brac-cialetti e cashmere. Una triade che sta aven-do molto successo sia in Italia che all’estero. Come si intrecciano queste tre tipologie di prodotti?“Merletti, braccialetti e cashmere sono legati all’amore per il territorio, la tradizione e la cultura uniti alla produzione, tutta, orgoglio-samente, italiana. È questo il segno distinti-vo dei nostri prodotti e del successo che li contraddistingue in tutto il mondo. Il made in Italy è, infatti, qualità, ricerca, eccellenza e volontà di produrre al meglio che si pos-sa fare e le aziende del Gruppo sono proprio questo”.Grazie ai suoi beni di pregio, il marchio Caprai oggi è associato al territorio umbro, ricco di cultura e tradizioni. Come considera questo connubio tra prodotti e territorio?“È sicuramente un connubio fondamentale. Oltre alla mia passione personale, sono di si-curo l’Umbria, il contesto ambientale e na-tura ineguagliabile, insieme a quello storico-architettonico in cui vivo e in cui operano

ARNALDO CAPRAI, DAL TESSILE AL VINO ATTRAVERSO I BRACCIALETTI CRUCIANI E LA GREEN REVOLUTIONa cura di CarLo timio

le mie maestranze ad ispirare i vari progetti intrapresi”.Nel corso della sua carriera ha ottenuto nume-rosi premi e riconoscimenti sia nazionali che internazionali. Li considera dei traguardi o dei punti di partenza? “Ogni premio è un traguardo raggiunto grazie al grande lavoro e alla capacità di tutta fami-glia, di mia moglie Fiorella, di mio figlio Mar-co, che segue con dedizione e professionalità la cantina, di mio figlio Luca, che si occupa della Cruciani e quindi della maglieria in cashmere e dei braccialetti conosciuti oramai in tutto il mondo e di Arianna che è un aiuto importante per l’azienda tessile e collabora allo sviluppo del gruppo. Per me, alla soglia degli ottant’an-ni, i premi non sono un punto di partenza ma lo sono per i miei figli ed oggi sono molto or-goglioso del fatto che anche loro, nei propri settori di competenza, hanno raggiunto grandi traguardi importanti.Data la vivacità che caratterizza la sua impor-tante attività imprenditoriale, che progetti ha in cantiere per il futuro?“Per il futuro stiamo pianificando un’espansio-ne all’estero per tutte e tre le aziende del Grup-po Caprai senza dimenticare la nostra Italia!”

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2009: MARTINA TINOZZI10 ANNI DI MISS

Come sei arrivata alle selezioni di miss Umbria?“Sin da piccola sognavo di partecipare a questo concorso. Ricordo ancora quando mio nonno, guardando una delle tante edizioni, mi disse: ‘Un giorno anche tu sarai lì!’ Ricordo con amore i suoi occhi, pieni di soddisfazione solo al pensiero di vedermi là. Ed io ho mantenuto questa promessa. La mia avventura inizia nella primavera del 2009. E sono certa che da lassù, lui ha incrociato le dita per me”.Cosa ricordi di quell’esperienza?“Ricordo milioni di sensazioni, di emozioni. Inizialmente la curiosità di vivere un ‘mondo’ nuovo. Ricordo la gioia provata nel condividere questa esperienza con ragazze che sono diventate parte della mia vita nei 24 giorni in cui sono stata a Salsomaggiore. Ricordo la soddisfazione provata nel rivedermi in televisione o in qualche settimanale. Ricordo la stanchezza.

E la nostalgia per la mia famiglia e le mie abitudini”.Di cosa ti occupi oggi?“Oggi mi dedico a ciò che è il mondo della moda: sfilate, servizi fotografici ed eventi. Una vita in movimento. Ma colma di emozioni e soddisfazioni”.Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino?“Allora vediamo un po’, un libro, una crema per le mani e la foto della mia vita: la mia famiglia”.Dolce o salato?“Purtroppo o per fortuna, dolce. Sono una delle poche cose a cui non riesco a dir di no”.Casual o elegante?“Preferisco la comodità. Vesto solitamente casual. Ma ci sono giorni in cui mi piace vestire elegante”.L’ultimo libro che hai letto?“Con te e senza di te” scritto da Osho. Un libro molto interessante, nel quale si analizza il tema dell’amore affrontato in tutte le sue forme”.Qual è il tuo sogno nel cassetto?“Il mio sogno nel cassetto? Credo non si possa desiderare altro che vivere in assoluta serenità con chi è importante nella propria vita”.

2010: fRANCESCA TESTASECCACome sei arrivata alle selezioni di miss Umbria?“Ho iniziato a lavorare come modella da quando avevo 16 anni, dopo

vari concorsi e sfilate, alcuni amici da tempo mi spingevano a provare quest’esperienza, e così al termine degli studi mi sono decisa a partecipare al concorso”.Cosa ricordi di quell’esperienza?“Dopo mesi di studio per conseguire la maturità ricordo la stanchezza, ma anche tante emozioni soprattutto nel giorno dell’elezione di Miss Umbria, che si tenne a Foligno, città in cui sono nata. Per non parlare poi dell’immensa emozione di Salsomaggiore. In una notte mi è cambiata la vita”.Di cosa ti occupi oggi?“Dopo l’elezione di Miss Italia ho lavorato in giro per l’Italia e all’estero. Oggi studio recitazione dopo aver girato un film l’estate scorsa. Mi sono dedicata al cinema, intraprendendo la carriera d’attrice”.

Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino?“Ammetto di essere una persona molto ordinata, tengo solo l’indispensabile. Attualmente tengo solo il cellulare ed un libro di dizione italiana”.Dolce o salato?“Assolutamente dolce...aimè!”Casual o elegante?“Dipende dalle occasioni. Amo l’eleganza anche se mi trovo a mio agio con entrambi gli stili”.L’ultimo libro che hai letto?“Il libro intitolato ‘Amore liquido’ di un noto sociologo Zygmunt Bauman”.Qual è il tuo sogno nel cassetto?“Ovviamente., amando il cinema, mi piacerebbe molto diventare un attrice”.

continua la rubrica “10 anni di miss umbria” all’insegna di storie raccontate in prima persona da chi ha vissuto l’esperienza di miss italia con i suoi sogni, le aspettative e le curiositá, affrontando una sana competizione con lo spirito e il coraggio di mettterci la propria faccia

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VIP IN UMBRIA

26 luglio 2012: alla vigilia delle olimpia-di londinesi Mario Draghi, governatore della Banca Centrale europea, fa tremare

i mercati finanziari internazionali con le sue parole: “Nell’ambito del nostro mandato, la Bce è pronta a fare tutto quello che serve per preservare l’euro. E, credetemi, sarà abbastan-za”, parole pronunciate con un sorriso sulle labbra che gli sono valse il titolo di “uomo dell’anno” da parte del prestigioso quotidiano londinese Financial Times. Lo stesso Mario Draghi che, da governatore della Banca d’Ita-lia, si distinse per sobrietà preferendo alle auto blu i treni intercity ed i voli low-cost e che, da diret-tore generale del Tesoro, affidò importanti incari-chi ad una generazione di ventenni e trentenni che tra il ‘95 e il 2000 conten-ne il debito pubblico, fece entrare l’Italia nell’euro e smantellò lo Stato im-prenditore. Roger Cohen, penna del New York Times, lo descrive così: “Mai fretta, sempre sicuro, maestro del pas-saggio breve e della verticalizzazione, rovina della Germania, un fantasista che colpisce il bersaglio con precisione”. Il carattere mite ma deciso si rispecchia nella scelta di Città del-la Pieve come il luogo nel quale, dal 2010,

Draghi si ritira per dedicarsi al relax, alla famiglia (nella stessa cittadina è convolato a nozze il figlio Giacomo) ed allo sport. La cittadina umbra di circa 7000 abitanti, domi-nante la Val di Chiana e circondata da mura trecentesche è infatti il suo piccolo angolo di paradiso dove può ritirarsi per dedicarsi alla sua passione per il jogging ed il trekking. Il piccolo borgo di Città della Pieve, oltre ad aver adottato “l’uomo dell’anno”, ha dato i natali ad uno pei più importanti pittori del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, det-

to il “Perugino”. Il Perugino fu l’iniziatore di un nuovo modo di dipingere, caratte-rizzato da purezza formale, serena misura nelle compo-sizioni, disegno ben defini-to ed elegante, personaggi liberati dalle caratteristiche terrene ed investiti di un’aria angelica ed eterea. Un’arte fatta di armonie e silenzi, colori pastello e prospettive studiate che creano un equi-

librio ideale. Insomma un “rivoluzionario si-lenzioso” dell’arte così come Mario Draghi lo è oggi nel mondo della finanza? Di sicuro in entrambi i casi si tratta di uomini che, grazie al loro talento, hanno saputo tendere all’alto, restando con i piedi incollati a terra.. la terra umbra.

MARIO DRAGHI PUNTA SU CITTÀ DELLA PIEVE PER DEDICARSI AL RELAX, fAMIGLIA E SPORT

ELEoNora ZEroLi

come il pittore pietro vannucci, Detto il “perugino”, anche il governatore Della banca centrale europea, grazie al suo talento, ha saputo tenDere all’alto, restanDo con i pieDi incollati nella terra umbra

Città della Pieve

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PARLA L’ESPERTO

Dal 19 gennaio 2013 è in vigore la nuo-va disciplina in materia di patenti di guida, introdotta con il decreto legi-

slativo 18 aprile 2011, n. 59, modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 2. La riforma, che dà attuazione alle direttive co-munitarie 2006/126/CE e 2009/113/CE, è vol-ta a migliorare il livello della sicurezza stra-dale, attraverso una più attenta formazione dei conducenti e degli stessi esaminatori. La patente diventa europea, attraverso un pro-cesso di uniformazione normativa che porta al rilascio, in tutti gli stati dell’Unione, di un documento uguale, non soltanto nel supporto materiale, ma anche nei requisiti richiesti per

conseguirlo. Cambiano i limiti di età per i vari documenti di guida, che diventano 15, con l’introduzione di sottocategorie che consento-no di condurre solo alcuni veicoli della cate-goria principale. Tra le novità è da segnalare la soppressione del cosiddetto patentino per i motocicli, sostituito dalla patente AM, che potrà essere conseguita in Italia a 14 anni, ma che abilita alla guida su tutto il territorio UE solo al compimento dei 16 anni; la stessa età è prevista per il rilascio della patente A1, che consente la guida di moto 125, mentre per le moto fino a 35 Kw è necessaria la patente A2, riservata ai maggiorenni; la patente A, che abilita alla guida di tutte le moto, senza limi-tazioni, potrà essere conseguita a 20 anni, ma solo se si è già in possesso della patente A2 da almeno due anni, altrimenti è necessario at-tendere il compimento dei 24 anni. Dal punto di vista sanzionatorio, la riforma punisce non solo chi guida senza patente, ma anche chi conduce un veicolo senza aver conseguito la corrispondente patente di guida, ossia con un documento di categoria inferiore rispetto a quella richiesta dalla legge. La riforma, tut-tavia, riguarda soltanto i nuovi conducenti. Le patenti rilasciate entro il 18 gennaio 2013 conservano infatti la loro efficacia ed abilita-no i loro titolari alla conduzione degli stessi veicoli previsti al tempo del rilascio.

LA NUOVA PATENTE EUROPEA

ELiSaBEtta BardELLi

Dal gennaio 2013 la patente di guida diventa europea attraverso un processo normativo uniforme che conduce al rilascio in tutti gli stati dell’UE di un documento uguale nel supporto materiale e nei requisiti per conseguirlo

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UNA FOTO IN UMBRIA PER LA RIVISTA RIFLESSO

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CONCORSO FOTOGRAFICOTEMA 1

“LE PIAzzE UMBRE”TOP SELECTION

LA GIURIASingoli elementi si uniscono e divengono assieme. Colore, materia, stile, tradizione e persone si fondono nella piazza. La giuria apprezza l’intuizione creativa e decreta come vincitore del primo tema lo scatto inviato da Cristina Mauri (dalla provincia di Como)

Continua il Concorso fotografico RISCATTO, ideato dalla Rivista Riflesso il cui tema riguarderà questa volta specificatamente l’architettura del nostro tem-po.

Il Concorso è volto ad individuare e divulgare im-magini inedite, rappresentative e valorizzanti il Ter-ritorio umbro, permettendo di mettere in mostra le abilità e la creatività di fotografi ed appassionati di fotografia.

Il Concorso avrà durata annuale e si svolgerà in sei tappe tematiche durante tutto il 2013. Ogni due mesi, in corrispondenza dell’uscita della Rivista Ri-flesso, verrà reso noto il nuovo tema del Concorso.

Il secondo tema è: “Architettura contemporanea in Umbria.”

I partecipanti dovranno inviare le foto con cui con-correre (massimo 2), rigorosamente originali ed inedite, entro il 20 aprile 2013, effettuando la regi-strazione e caricando l’immagine seguendo le indi-cazioni riportate nel sito web: www.riflesso.info

Il Concorso è aperto a fotografi di qualsiasi livello, anche non residenti in Umbria, ed è gratuito. Un’ap-posita giuria valuterà le foto pervenute, selezionan-do le migliori e decretando lo scatto vincitore. I ri-sultati saranno resi noti attraverso la pubblicazione sia nella Rivista Riflesso in formato cartaceo che nel sito web.

Durante la procedura di registrazione e download online, saranno richiesti, oltre ai dati identificativi dell’autore, anche alcuni dettagli tecnici (luogo, tipo di obiettivo, modello macchina fotografica, ecc.) re-lativi allo scatto effettuato.

Le immagini, per esigenze editoriali, dovranno ave-re uno sviluppo verticale. Non saranno prese in con-siderazione foto con sviluppo orizzontale.

Ulteriori informazioni sono presenti nella sezione “Art Foto Lab” del sito web: www.riflesso.info

VINCITRICE GUBBIO - PIAZZA GRANDE

by CRISTINA MAURISPOLETO - PIAZZA DEL DUOMO

by PAOLO CORRADINI

PERUGIA - PIAZZA IV NOVEMBREby MAURO CRISTARELLA

TODI - PIAZZA DEL POPOLOby GIUSEPPINA BALLICU

PACIANO - PIAZZA DELLA REPUBBLICAby ILARIO BALESTRO

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CINEMA

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ENOTECA

La cultura enologica è strettamen-te legata al territorio di Montefalco, piccolo centro nel cuore dell’Umbria,

situato sui colli tra Foligno e Spoleto, dove nasce un vino unico, di lungo affinamen-to: il “Sagrantino di Montefalco” o “Mon-tefalco Sagrantino”, ottenuto dall’omoni-mo vitigno autoctono. Il “Sagrantino” è un’uva antica, con una certa aurea di mi-stero legata alla sua origine, dove le ipote-si risultano essere suggestive ma tutt’altro che comprovate. Secondo alcuni studiosi ne danno testimonianza Plinio il Vecchio nella sua “Historia Naturalis” (libro XIV) ed alcuni documenti del ‘500: quali un or-dine da parte di un mercante ebreo di Trevi e uno scritto del giurista assisano Bartolo-meo Nuti (1598). Secondo altri, invece può essere giunto a Montefalco tra il 1300 e 1400 portato dai frati francescani di ritor-no dall’Asia minore che l’utilizzavano nelle Sacre Cerimonie (da qui l’origine del nome “Sagrantino”). La zona di produzione del “Sagrantino” comprende l’intero territo-rio del Comune di Montefalco e parte del territorio dei Comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Um-bria tutti nelle sue parti collinari (habitat ottimale) e grazie agli eccellenti risultati ottenuti dai produttori, nell’anno 1992 ha ottenuto l’importante riconoscimento del-la Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.). Il vino “Sagrantino”

viene prodotto sia nella tipologia “secco”, che nella tipologia “passito”, con un in-vecchiamento di almeno trentatrè mesi, di cui almeno 12 mesi in botti di rovere – per la sola tipologia “secco” – e con un ul-teriore periodo di affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi. Tutto ciò, rende il “Sa-grantino” (“secco” e “passito”) un vino di una grande complessità sensoriale sia alla vista, che all’olfatto ed al gusto. Il colore è di un rosso rubino intenso, impenetrabile, fitto che con il tempo si evolve al granato e dove le tonalità più cupe sono proprie del “Passito”. All’olfatto è fine, intenso, con profumi che ricordano more mature, prugna secca, mirtilli e ribes nero che con l’affinamento evolvono in profumi eterei, minerali, speziati di liquirizia, cannella, chiodi di garofano, rosa appassita, pepe che ben si fondono con lievi note di va-niglia, diventando più intensi e ancora più ampi con note di confettura di more, ani-ce stellato e floreali di viola e ciclamino nel “Passito”. Infine, al gusto è astringen-te, caldo, con una buona sapidità, robusto quasi austero, di grande stoffa con una lunga persistenza; per poi divenire abboc-cato, avvolgente quasi vellutato, sontuoso con una persistenza gusto olfattiva infi-nita nel “passito”. I migliori abbinamenti si hanno con grandi arrosti - in particolar modo cinghiale, beccacce e lepre - e con i formaggi piccanti e stagionati. Tradizio-nalmente, Il “Sagrantino Passito” viene degustato insieme all’arrosto di agnello.

IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO, UN’UVA ANTICA CHE ANCORA MANTIENE UN’AUREA DI MISTEROmarCo SErViLi

É con immensa soddisfazione che annun-ciamo la nascita di una nuova rubrica interamente dedicata al cinema. Ma non

al cinema tout-court o a quello che settima-nalmente è presente nelle nostre sale cinema-tografiche: bensì quello che descrive il bino-mio Regione Umbria - mondo della settima arte. Di volta in volta verranno analizzati un titolo, un regista, un film o anche solamente un attore. Una ricerca approfondita sull’argo-mento ha portato a galla notizie, curiosità ed aneddoti che molti non si sarebbero mai im-maginati. Se ormai è nota la collaborazione di Roberto Benigni con gli studi di Papigno, situati in una frazione del comune di Terni (oggi momentaneamente chiusi), nei quali ha

FILM D’AUTORE IN UMBRIA:

BENIGNI, SORDI E ARGENTO

GiaComo CaLZoNi

effettuato le riprese dei celeberrimi “La vita è bella” e “Pinocchio”, forse non tutti sanno che la nostra Regione ha rappresentato nel tempo un crocevia di personaggi ed artisti di altissimo spessore. Qualche nome? Da Alberto Sordi a Mickey Rourke, passando per Andrej Tarkovkij e Peter Sellers; persino il maestro del brivido Dario Argento ha girato nel cimi-tero monumentale di Perugia una sequenza del suo capolavoro “Profondo rosso”. Oppure Orson Welles, indiscutibilmente uno dei più grandi registi della storia del cinema: esisto-no testimonianze di alcune riprese effettuate all’interno della Rocca Paolina, tra il 1949 e il 1952, per il film “Otello”. Un fatto, questo, che non può che renderci ulteriormente fieri del bellissimo territorio in cui viviamo. Insomma, l’argomento è decisamente ricco e stimolante, e siamo certi che molte notizie non manche-ranno di sorprendervi piacevolmente. In atte-sa di darvi appuntamento al prossimo numero per iniziare il nostro viaggio all’interno del Cinema in Umbria, non possiamo che consi-gliarvi un imprescindibile testo interamente dedicato a questo tema: “L’Umbria nel cinema – Tra demonio e santità” (Gramma Edizioni, 2005) del giornalista e critico cinematografi-co perugino Fabio Melelli.

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GIRI DEL GUSTO

Erbe salutari, spontanee commestibili, erbe rustiche, per insaporire e arricchire di gusto piatti insignificanti o per dona-

re conforto, ricordo, memoria. Queste erbe si raccolgono in luoghi precisi, sono posti co-muni, poveri, essenziali, ancora incontamina-ti. Regalano gusto e stupore ritrovato a zuppe, a passate, a minestroni, a creme. Li colorano di buo-no, non certo di coloranti, regalano aromi, non certo artificiali: colori e aromi di terra, di luoghi, di piogge, di sole. Insieme ad altre, in armonica composizione e calibrate con arte e scienza, creano la misticanza, quel fantasioso accostamen-to tanto cantato da Pietro l’Aretino, una sinfonia di colori e sapori nelle nostre variopinte insala-te. E alcune di loro sono ottime anche lessate con i loro sapori quasi indefiniti, ma di bontà: dall’amarognolo al più dolce, dal quasi agretto al più gentile. Questo sono le erbe spontanee. Con i nostri cereali più salubri come farro e orzo e con i legumi storici – roveja, cicerchia, lenticchia, cece rosso, fagiolina – si sposano a meraviglia creando gustose preparazioni, ovviamente con un filo del nostro olio extra

vergine di oliva, che arricchisce questi piatti poveri regalando ancor più fisionomia e gu-sto umbri. Loro donano la loro personalità, quel pizzico di sapore in bocca, che ci fa ri-flettere su quanto sia preziosa la nostra terra, su quanto ci regali da millenni la natura e sul valore di tali risorse spontanee e commesti-

bili. E la tecnica di grandi chef diventa allora ancella del gusto, perché gli “effetti speciali” si creano, si cer-cano, si raccolgono a terra e non si montano sui piatti. Facciamoci allora, ora che le giornate sono più miti, una passeggiata sui nostri prati e radure selvagge, che il periodo tra fine febbraio e fine aprile, comunque ai primi tepori, è il momento

migliore per gustare queste erbe proprio per il loro sapore, dopo che le temperature invernali ne hanno mitigato l’amaro che le contraddi-stingue. Cogliamo i nostri fiori eduli- come la Bellis perennis, la margheritina- per colorare le nostre insalatine di erbe dai magici nomi – borragine, pimpinella, ginestrella, crespigno, caccialepre, tarassaco, cicorietta, portulaca – e al ritorno riproponiamo la nostra passeggia-ta nel piatto.

ERBE SPONTANEE COMMESTIBILI: LA NOSTRA PASSEGGIATA NEL PIATTO

“non è poca Dottrina saper mitigare l’amaro Di alcuna erba col sapore né amaro, né acuto Di alcune altre, facenDo Di tutte insieme un componimento sì soave, che ne assaggerìa a sazietà” […] pietro l’aretino

mariLENa BadoLato

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SELEZIONE LIBRI

Fabiola Gravina narra la storia di Giulia, una sposa tradita alla vigilia delle nozze. Questa triste sorpresa spinge la protagonista a cercare nuovi orizzonti, nuovi stimoli. Si trasferisce a New York dove trova un lavoro gratificante e ricomincia a vivere serenamente, fino a quan-do l’improvvisa scomparsa della madre la costringe a tornare a Perugia. In seguito ad una enigmatica lettera scritta dalla madre prima di morire, Giulia indagherà sul suo passato, iniziando un travagliato percorso di analisi interiore che la porterà a riflettere sui suoi errori e sul difficile rapporto che aveva con la madre. Riscoprirà così nuovi e più profondi senti-menti per la vita e per le persone a lei care. Il tempo che credevo di aver perso è scritto sottoforma di diario ed è edito da 0111 Edizioni.

Monica Serra racconta un’incredibile avventura ambientata nell’anno del Signore 1201, quando la Sicilia era un’isola densa di cultura araba. Nelle antiche architetture di una misteriosa abbazia si susseguono tradimenti, colpi di scena ma anche intrepide imprese e prove di vera amicizia. Nel romanzo passionale ed avvincente Palermo fa da sfondo all’incredibile vicenda di Federico e Yassar, un cristiano cresciuto tra gli arabi ed un mu-sulmano legati da una profonda amicizia. Il primo diventerà re, il secondo un soldato leale che lotterà al suo fianco fino all’ultimo respiro. Il soffio del vento, ovvero l’ultimo respiro di un uomo che lotterà strenuamente per la grande impresa, non smetterà mai di anelare al coronamento di un grande sogno: l’unione di due grandi civiltà sotto un unico impero. Morlacchi editore.

Andrea Sambucari ci consiglia su come vivere al meglio il precariato e la disoccupa-zione. Il Sambucario è dedicato specialmente ai più giovani che, oggi più che mai, si trovano a dover affrontare una debilitante e deprimente stasi occupazionale. L’autore ci racconta gli ultimi quattro anni della sua vita trascorsi tra la disoccupazione ed il precariato con uno stile semplice ed efficace. Le difficoltà del mondo del lavoro che ha dovuto affrontare lo hanno segnato. Da questa esperienza nasce questo diario che ci istruisce su quali siano le strategie migliori per fronteggiare gli eventi negativi. Solo la fiducia nel domani, l’ottimismo ed il dinamismo possono portarci a scalare queste difficoltà. Edizioni Futura.

a cura di itaLo ProFiCE

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Spoleto Corso Garibaldi, 50 - tel. 0743.49.837 - Foligno Corso Cavour, 26 - tel. 0742.352.267 - Terni Corso Vecchio, 7 - tel. 0744.408.111

www.tomasinifrancia.it - [email protected]

S p o l e t o - F o l i g n o - T e r n i