Riflesso Maggio - Giugno 2013

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Terzo numero del 2013 di Riflesso

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gio/

Giu

gno

DISTRIBUZIONERegione Umbria e Principato di Monaco

DIRETTORE RESPONSABILEMario Timio

VICEDIRETTORECarlo Timio

REDAZIONEAlessio Proietti, Noemi Furiani,Giulio Siena, Alessia Mencaroni,

Roberto Gagliardi La Gala, Walter Leti,Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato

HANNO COLLABORATOMarco Zuccaccia, Alessandro Biscarini,

Elisa Giglio, Laura Patricia Barberi, Rita Valletti, Giacomo Calzoni,

Italo Profice, Maddalena Mommi Guido Perosino, Alessia Dorillo,Ilaria Fiaoni, Matthieu Bragato

EDITOREAss. Media Eventi

REGISTRAZIONETribunale di Perugian. 35 del 9/12/2011

IMPAGINAZIONE E STAMPATipografia Metastasio

Palazzo di Assisi – Perugia

RINGRAZIAMENTIAntonio Morabito, Gianluigi Angelantoni,

Marco e Vanda Mandarini, Giuliana Tomasini

[email protected]@riflesso.info

[email protected]@riflesso.info

PUBBLICITÁ[email protected]

SITO WEBwww.riflesso.info

Riflesso Umbria

EDITORIALE

5 Papa Francesco, Assisi e il turismo religioso

06 Design Happy List07 L’Umbria al Salone Internazionale

del Mobile08 Eventi

Le Gaite di Bevagna, tradizioni e sapori medievali del ‘300

09 Eventi RiflessoRiflesso al Festival del Giornalismo di Perugia 2013

10 AgendaMaggio / Giugno 2013

12 Weekend NewsProposte per tre Weekend creativi all’insegna di un’Umbria tutta da scoprire

Riflesso UmbriaMaggio - Giugno 2013L’immagine della copertina è stata scattata a Todi, definita nei primi anni Novanta dall’Università del Kentucky (Stati Uniti) “la Città più vivibile del mondo”. Una realtà medioevale “ideale”, che nel tempo ha attirato artisti e personaggi famosi sia italiani che stranieri.

APPUNTAMENTI

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COPERTINA

Anno 2 - n.3

SOMMARIO

Art Foto Lab

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ECONOMIA

14 Green EconomyImpianti micro eolici e impatto ambientale

16 Mandarini arredamenti: una storia lunga 50 anni

ARCHITETTURA ARTE

TERRITORIO

18 Contemporaneità e DesignI teatri in Umbria... piccoli, antichi e nuovi

20 Arte“Trigonos”, un sodalizio di artisti capaci di “fare rete”

22 ArteJosef Albers: spiritualità e rigore

24 Residenze storichePalazzo Bufalini a San Giustino

26 High tech3A Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria

28 Borghi“Cartoline illustrate da Arrone”

30 Tomasini Francia, una storia preziosa

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32 PersonaggioIntervista a Gianluigi Angelantoni

34 10 anni di MissVirginia Leonardi, Martina Zoi

36 Parla l’espertoè in arrivo l’INI-PEC

SOCIETÀ

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TEMPOLIBERO

39 Briefing culturale La via di San FrancescoMostra su NorbertoAccademia del tartufo

40 NaturaGli altopiani di Castelluccio di Norcia

42 Concorso fotograficoSpazi naturalistici in Umbria

45 CinemaCinecittà in Umbria

46 Giri del gustoL’orto-giardino di Barbanera

48 Selezione Libri

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L’Umbria al Salone

Internazionale

del Mobile

7segue a pag.

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Francesco. Un nome che evoca sempre “pace e bene”, desiderio di spiritualità, rispetto per gli altri, amore per il creato,

ricchezza artistica. É un messaggio semplice che oramai si rinnova da otto secoli, facendo di Assisi un centro di riferimento e di attra-zione per credenti e non, oltre che a un punto di diffusione nel mondo dei valori francesca-ni. Assisi, per il suo peculiare fascino uni-versale, richiama turisti da tutto il mondo. Nell’immediato dopo-guerra e fino agli anni ’80 era la sede più gettonata delle mete del turismo religioso. Tutti ricordano i treni spe-ciali di tedeschi che raggiungevano S. Maria degli Angeli e Assisi, per goderne la bellezza e l’atmosfera di semplicità e di ascesi. Poi il fe-nomeno si è ridimensionato, anche per la re-cessione che ha colpito il mondo occidentale, fino a raggiungere un basso plateau staziona-rio negli ultimi anni. Ora è venuto Francesco, il Papa argentino, il quale anche con il nome che si è dato, ha rinnovato l’interesse turistico (è blasfemia?) per la città del poverello. Certo, Jorge Mario Bergoglio, rifacendosi allo spirito del Santo, vuole cambiare nel mondo il volto del Cristianesimo che non può ridursi a un algido compendio di leggi, norme, dottrine e divieti, ma, come egli suggerisce, “un’espe-rienza di vita”. Quindi in Papa Francesco c’è il rilancio della missione religiosa, di un compito condiviso rivolto alla periferia, dove molti uomini vivono ancora nei bassifondi della storia. E la risposta di questa periferia

PAPA FRANCESCO, ASSISI E IL TURISMO RELIGIOSOmario timio

ove convivono cristiani, ma anche agnostici ed atei, si sta manifestando anche in forma di turismo religioso. Sotto l’impulso dell’in-segnamento di Francesco si vuole tornare alle fonti di quella semplicità inclusiva di inizia-tive di trasformazione del mondo con la forza della testimonianza. Come fece S. Francesco. Ad Assisi. Ecco allora il turismo religioso e il probabile boom di turisti nella città fran-cescana. Secondo Trivago Italia e come ri-cordato da Claudio Ricci, Sindaco di Assisi, a pochi giorni dalla proclamazione del Papa, la città del poverello ha visto un raddoppio delle ricerche alberghiere stimato intorno al 122% in più rispetto ai dati dello stesso periodo de-gli anni precedenti. Certo, commenta ancora Ricci, “bisogna vedere quanto si traduce in arrivi nelle strutture alberghiere nei 12 mesi successivi”. In altre parole: è un risveglio pri-maverile del turismo religioso o la primavera del medesimo turismo attivato da Papa Fran-cesco? Secondo gli esperti del settore e sulla scorta di esperienze acquisite dovrebbe esserci un incremento di arrivi del 10-15%. Ma at-tenzione! Non si può vivere solo aspettando il Papa Francesco per incrementare e consolida-re il turismo religioso ad Assisi e in Umbria; occorrono una volta per sempre iniziative po-litiche serie, convincenti e sostenibili da parte di tutte le istituzione regionali. In tal senso il Comune di Assisi già si sta adoperando, anche in previsione dell’auspicabile visita dei luoghi francescani del neo Papa.

EDITORIALE

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Design Happy List

TAVOLO IN PIETRA E LAVA VULCANICA MAIOLICATI

DIPINTI A MANODOMIZIANI

Via dell’Industria - Deruta (Pg)www.domiziani.com

LAMPADA BABEL (Designer Daniele Buschi)

CERAMICHE SAMBUCO MARIOVia della Tecnica, 27 - Deruta (Pg)

www.sambuco.it

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LAMPADA DA TERRA IN CATENA DI FERRO

PRIVAT LAMPE. COLLEZIONE METAMEMPHIS

MANDARINI ARREDAMENTIVia Ferriera, 52 - Torgiano (Pg)

www.mandarini.com

OROLOGIO ORIGAMIIRIS NERO COLLECTION(Designer Daniele Buschi)

VIVA’S HOMEVia del Conservificio, 71 - Bastia Umbra (PG)

www.ceramicheviva.it

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L’Umbria al Salone

Internazionale

del Mobile

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EVENTI

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Ogni anno per i vico-li di Bevagna si respira un’aria del 1300. Tutto

questo per rievocare il Mercato delle Gaite, una delle più carat-teristiche e suggestive mani-festazioni della vita medieva-le dell’Umbria. Si tratta di un evento annuale che, dal 20 al 30 giugno, trae ispirazione dal-la storica divisione di Bevagna in quattro quartieri denominati appunto Gaite. L’organizzazio-ne amministrativa della città in epoca medievale si basava su questi rioni. Lo scopo della manifestazione è quello di ricostruire con la maggiore attinenza storica e dovizia di particolari la vita quoti-diana degli abitanti di Bevagna nel periodo compreso tra il 1250 e 1350. Per le strade e le piazze del borgo, quindi, sono accuratamente riprodotti i mestieri, gli abiti, gli strumenti da lavoro, le antiche botteghe. Il visitatore che si muove nel mercato può vedere, toc-care e acquistare i manufatti del vasaio e del tessitore, entrare nella bottega del car-taio e dello speziale. Inoltre, concer-ti vocali e strumentali con musiche originali del 1300, spettacoli tea-trali e di giocoleria accompagnano

tutta la manifestazione. In più, mangiare in taverna è un’esperienza da ricordare. “A que-sto evento si registrano visitatori da tutto il mondo: francesi, inglesi, spagnoli, americani,

messicani e giapponesi” afferma il presi-dente dell’Associazione “Il Mercato

delle Gaite” Giuseppe Priano. “La manifestazione è divulgata dalle reti televisive e dai mensili storici e turistici sia italiani che francesi e

la pubblicità viene fatta da quo-tidiani regionali e nazionali, oltre che naturalmente onli-ne, tramite il nostro sito web www.ilmercatodellegaite.it”.

LE GAITE DI BEVAGNA: TRADIZIONI E SAPORI MEDIEVALI DEL ‘300ELiSa GiGLio

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Anche quest’anno la Rivista Riflesso ha preso parte al Festival Internazionale del Giornalismo, distribuendo il proprio free press tra i numerosi partecipanti alla manifestazione, sia italiani che stranieri

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EVENTI RIFLESSO

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AGENDA

DALLA PAROLA, L’IMMAGINEL’arte che Legge La BiBBia1 maggio - 18 agosto Museo della Porziuncola Assisi (Pg) www.porziuncola.org

III FESTA DI SCIENZA E FILOSOFIA2 - 5 maggio Foligno (Pg)www.festascienzafilosofia.it

YOUNG JAZZ FESTIVAL 1322 - 26 maggio Foligno (Pg)www.youngjazz.it

DIVERSO DA CHI? cinema e disaBiLità 8 maggio - 5 giugno Istituto Tedesco di CulturaPerugia (Pg)www.istitutotedescoperugia.it

PERUGIA FLOWER SHOW24 - 26 maggio Giardini del Frontone Perugia (Pg)www.perugiaflowershow.com

OMAGGIO ALL’UMBRIAFestivaL assisi neL mondo 2013Laura Musella direttrice 2 maggio - 1 settembre www.omaggioallumbria.it

NORBERTOopere daL 1955 aL 20091 maggio - 30 giugno Palazzo Monte Frumentario Assisi (Pg)www.galleriaproietti.com

NATURE DAY FLORALIA5 - 9 giugnoPerugia (Pg)www.umbrialive.info

GLUTEN FREE FEST6 - 9 giugnoArea verde Pian di MassianoPerugia (Pg)www.glutenfreefest.it

PROFUMO DI GEMME8 - 9 giugno Montefalco (Pg)[email protected]

ECCELLENTI incontri con L’arte La cuLtura e La scienza3 maggio - 7 giugno Spoleto (Pg)www.comunespoleto.gov.it

BAT… IS TEMPI MODERNI!corsi di Formazione artistica4 maggio - 31 ottobre Accademia Belle ArtiTerni (Tr)www.italianartschool.it

OCRICULUM A.D. 168 18 - 19 maggio Otricoli (Tr)www.ocriculum168.it

a cura di rita VaLLEtti

CITERNAFOTOGRAFIA4 maggio - 9 giugno Citerna (Pg)www.citernafotografia.org

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Weekend News

A Castiglione del Lago, tra il centro storico e la zona dell’ex aeroporto, i primi di maggio di ogni anno sono riservati a Coloriamo i Cie-li - Incontro Internazionale di Aquiloni e Mongolfiere. Quest’anno la manifestazio-ne si tiene dal 1° al 5 mag-

gio. I protagonisti indiscussi saranno gli aquiloni. Colo-riamo i Cieli 2013 prevede anche incontri su tematiche ambientali, concerti, enoga-stronomia; itinerari a caval-lo, trekking e naturalistici; letture, laboratori didattici e linguistici, giochi ed escur-sioni per grandi e piccini. www.coloriamoicieli.com. Il soggiorno cinquecentesco è a Castiglione del Lago a Palaz-zo Barbini (www.casalebal-delli.com), una delle dimore storiche più importanti del paese, situato a pochi passi dalla chiesa di Santa Maria Maddalena. Al solo pernot-tamento è possibile coniuga-

CASTIGLION DEL LAGO / 03 - 04 maggio

In questo periodo ogni borgo umbro dal più piccolo al più grande è in festa o si sta organizzando per celebrare le sue usanze al meglio. Lo splendido paese castello di Castiglione del Lago si tinge di brillanti colori con i suoi aquiloni. San Terenziano festeggia i cibi da strada anticrisi e invita i turisti alla scoperta del suo centro cittadino intimo e raccolto. La stupenda Bevagna racconta di sé e delle usanze medievali grazie alla rievocazione del Mercato delle Gaite. Un Maggio e Giugno festosi per una regione che dell’arte di vivere fa la sua bandiera

re percorsi termali o enoga-stronomici. Per chi invece è alla ricerca di una residenza di indubbia eccezione si con-siglia di prenotare al Castello Borgia a Passignano sul Tra-simeno (www.il-borgia.it). La dimora, che si appoggia alle sponde del Trasimeno, è stata residenza nobiliare del-la celebre famiglia Borgia.

LaUra PatriCia BarBEri

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SAN TERENZIANO -GUALDO CATTANEO/ 11 - 12 maggio

Dal 10 al 12 Maggio al bor-go di San Terenziano si ter-rà il festival “Porchettiamo” (www.porchettiamo.com) che propone le migliori produ-zioni di porchette italiane e numerose iniziative collate-rali. Tra queste spiccano le passeggiate alla scoperta dei sentieri nascosti del Comune di Gualdo Cattaneo, oltre a esibizioni musicali, anima-zioni e performance di artisti di strada. Spazio pure alla creatività con “Design nel Borgo”, a cura dell’Istituto Italiano di Design e il contest fotografico per instagramers

Il Mercato delle Gaite di Bevagna (www.ilmercato-dellegaite.it), piccolo centro nella provincia di Perugia e inserita tra I Borghi più Belli d’Italia, è una rievocazione della vita quotidiana del Co-mune tra il 1250 ed il 1350. L’edizione 2013 si svolgerà dal 20 al 30 Giugno. Con il termine Gaite si indicano i

quattro quartieri in cui anti-camente era divisa Bevagna. Ma non è soltanto una festa, è anche una competizione: le Gaite organizzano i propri mercati in maniera autono-ma, gareggiando fra loro in quattro sfide (gara del mer-cato, gara dei mestieri, gara gastronomica, gara sportiva di tiro con l’arco) per con-quistare un premio, il Palio della Vittoria. Concedetevi una pausa dai festeggiamenti per riposare al Relais Genius Loci (www.geniuslociumbria.it) situato nelle campagne alle porte di Bevagna. Poco distante dal relais potrete gustare piatti tipicamente

BEVAGNA / 21 - 22 giugnoumbri, bere selezionatissimi vini, sfogliare libri di Enoga-stronomia, Arte e Fotografia e ascoltare raffinata musica jazz e tutto con la massima convivialità e calore presso il ristorante pluripremiato, la Bottega di Assu (www.spiritodivino.net/ita/bottega.html).

(#porchettiamo2013 #iger-sumbria). In questa occa-sione potreste dormire nella fascinosa Residenza d’epoca Torre Almonte (www.torre-almonte.com) a Frontignano (Todi). I sapori schietti di un tempo si possono assaggiare

alla Trattoria Cibocchi (www.trattoriacibocchitodi.com) in località Pontemartino. Pa-ste fatte in casa, cinghiale al coccio, oca in porchetta, piz-ze al testo, schiacciate con la cipolla, verdure ripassate e un pane assai fragrante, im-pastato con farine macinate nel mulino di pietra e cotto al forno a legna. Un auten-tico presidio votato alla sal-vaguardia dei sapori di un tempo.

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GREEN ECONOMY

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I dati sugli approvvigionamenti di energia, ancora oggi, mostrano l’importanza dei combustibili fossili per i sistemi energetici

mondiali: su un totale di poco più di 12.000 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di pe-trolio) di fornitura di energia primaria dispo-nibile commercialmente, più dell’85% deriva da carbone, prodotti petroliferi e gas naturale. Le proiezioni future non inducono all’otti-mismo: gli esperti prevedono che per il 2020 il fabbisogno di energia primaria prodotta dalle suddette fonti fossili potrà essere vici-no al 90% , soprattutto se non si interverrà con radicali ed efficaci politiche energetiche. Non ci sono alternative all’opzione “energia rinnovabile” stante il progressivo esaurimen-to delle risorse tradizionali. In questo quadro

assume importanza crescente lo sfruttamento dell’energia eolica, utilizzata dall’uomo dai primordi della civiltà. Già nel II o III millennio A.C. in Persia e in Mesopotamia erano com-parsi i primi mulini a vento, per non parlare delle imbarcazioni a vela presenti fin dalla preistoria. Tornando ai nostri giorni occorre osservare che la realizzazione di grandi im-pianti eolici con aerogeneratori che superano largamente l’altezza di 100 metri, da collocare nelle cosiddette “wind farm” (fattorie del ven-to) suscita l’ostilità di numerose associazioni ambientaliste che parlano senza mezzi termini di scempio ambientale sul paesaggio. Un pos-sibile compromesso è costituito dalla diffusio-ne degli impianti micro-eolici, molto meno invasivi, definiti dalla normativa come “opere

IMPIANTI MICRO EOLICI E IMPATTO AMBIENTALEL’opzione dell’energia rinnovabile: una scelta obbligata nel rispetto dell’ambiente

WaLtEr LEti

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per la produzione di energia elettrica da fonte eolica realizzate con l’utilizzo di generatori di altezza misurata al mozzo del rotore pari o in-feriore ai 18 metri.” L’impatto ambientale del micro-eolico è abbastanza basso: le microtur-bine hanno dimensioni notevolmente minori rispetto ai grandi aerogeneratori, necessitano di spazi limitati e sono relativamente poco visibili. Inoltre le turbine micro-eoliche sono molto avanzate in termini tecnici, economici ed applicativi. La potenza massima consentita per questa fascia di generatori è di 20 KW. Si tratta di impianti utilizzati per usi domestici o per esigenze di piccole imprese. Non sono molto diffusi a causa del loro elevato costo di installazione (dai 70.000 ai 100.000 euro per un impianto da 20 KW). I costi di manuten-zione incidono per un 3-5% circa. Quanto agli

incentivi, l’ammontare dei finanziamenti nel 2013 è stato fissato, per la fascia in questione, a 291 euro per MWH, con una diminuzione del 3% rispetto alla quota applicata in prece-denza. La redditività di un impianto micro-eolico è di difficile determinazione a causa dell’intermittenza dei venti, sia come durata che come intensità. L’analisi della produttività ha un margine di incertezza superiore al 30%. È quindi indispensabile effettuare un’accurata analisi anemometrica per valutare la reddi-tività con una ragionevole approssimazione. Un punto a favore della scelta del micro-eo-lico è costituito dalla semplificazione dell’iter burocratico che per gli impianti di maggior potenza lascia ampi spazi all’indeterminazio-ne e alla soggettività di interpretazione della nebulosa normativa vigente.

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Mandarini Arredamenti è un’azienda che opera nel campo del mobile e del design oramai da 50 anni. É situata

a Ferriera di Torgiano ed è un riferimento in Umbria per quello che riguarda l’arredamento di qualità. Durante la sua visita al Salone del Mobile di Milano Wanda Mandarini ha avu-to modo di conoscere ed apprezzare le nuo-ve tendenze dell’arredamento. “Dopo tanto bianco è tornato il colore. Il legno invece, ha cambiato pelle, diventando materico al tatto. Molto belli i divani, con ricerche stilistiche raffinate che li allontanano anni luce dai mo-delli della grande distribuzione. Il mobile ita-liano, comunque, si è confermato l’eccellenza che tutti conosciamo, sono stati allestiti stand

meravigliosi, l’azienda Lago che noi esponia-mo nel nostro show room, si è presentata con la consueta creatività e gusto per l’innovazio-ne. Zanotta azienda storica italiana, invece, è unica, in quanto ad eleganza e raffinatez-za. La conferma più grossa comunque è sta-ta per noi la scelta della qualità, non neces-sariamente costosa, che è l’unica strada per fidelizzare il cliente. Qualità che nel nostro caso non si ferma al prodotto ma si estende al progetto con i nostri validi collaboratori e al montaggio, realizzato da esperti falegnami”.

MANDARINI ARREDAMENTI, Via Ferriera, 52 - Torgiano (Pg) www.mandarini.com

Mandarini arredamenti: una storia lunga 50 anni

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Sono davvero numerosi i teatri che costel-lano il territorio dei comuni della nostra Umbria dai più antichi, ai più recenti,

fino ad arrivare al più piccolo del mondo. Do-potutto le rappresentazioni teatrali delineano una delle prime forme di esibizione nelle arti della danza, della musica e delle celebrazioni, ed anche oggi sono il luogo di una forma di rappresentazione visiva unica nella sua spe-ciale magia scenica. Uno dei teatri più antichi del territorio è rappresentato dal Teatro No-bile di Spoleto costruito intorno al 1600 con una struttura interamente lignea che venne restaurato ed ampliato nel 1800 (ora dispone di 300 posti) e denominato Teatro Caio Me-lisso in onore del commediografo e scrittore spoletino. Il teatro si trova a Piazza del Duo-

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CONTEMPORANEITÁ E DESIGN

I TEATRI IN UMBRIA… PICCOLI, ANTICHI E NUOVI

aLESSia mENCaroNi

mo e fa parte dell’edificio del Palazzo della Signoria. All’interno del teatro le decorazio-ni del soffitto e del sipario sono ad opera del Bruschi e del Panetti. Di epoca Settecentesca sono invece il Teatro Morlacchi di Perugia e il Teatro Comunale di Gubbio; il primo fu costru-ito su un vecchio convento a partire dal 1777 su progetto dell’architetto perugino Alessio Lorenzini, conta 27 palchi per ognuno dei 5 ordini. In origine nel 1781 viene inaugurato con il nome di “Teatro Civico del Verzaro”, ed ha una capienza stimata di circa1200 spetta-tori. Solo negli anni 50 il teatro fu in gran parte ristrutturato, il palcoscenico fu ampliato e furono costruiti due ballatoi. Il teatro eugu-bino fu invece inaugurato nel 1738, e venne poi in parte demolito e ricostruito per renderlo

L’ architettura goldoniana all’italiana presenta distinzioni per epoche, decori e scenografie

Teatro Mancinelli di OrvietoTeatro comunale di Todi

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più capiente, sotto la direzione dell’ingegnere Ercole Salmi. Oggi conta 414 posti e decora-zioni pittoriche eseguite dell’eugubino Raffae-le Antonioli. Proseguendo il nostro personale “tour teatrale”, è d’obbligo parlare di uno dei teatri più “discussi” dell’Umbria : Il Teatro del-la Concordia a Monte Castello di Vibio, noto come il teatro più piccolo al mondo (99 posti totali tra palchi e platea); fu inaugurato nel 1808, le sale interne furono affrescate dal pit-tore Luigi Agretti e la sala con pianta a cam-pana realizzata interamente in legno. Il teatro è la fedele e riuscita riproduzione in miniatura dei grandi teatri italiani ed europei. Esempi di pregio stilistico sono rappresentati dal Teatro Comunale di Todi, progettato dall’architetto Carlo Gatteschi ed inaugurato nel 1876 con l’opera di Giuseppe Verdi “Un Ballo in Ma-schera”, e Il Teatro Comunale di Narni esempio di teatro ottocentesco edificato nei pressi del duecentesco palazzo del Podestà. Il teatro di Todi con i suoi 499 posti a sedere, al suo in-terno si presenta signorile e curato in ogni suo particolare. Il Teatro Sociale di Amelia è invece realizzato intorno alla fine del ‘700, vanta un progetto architettonico realizzato da esponen-ti dell’Accademia perugina del Disegno, fra i

quali il futuro realizzatore della Fenice di Ve-nezia, alla quale il teatro amerino rimanda per architettura ed elementi decorativi. Infine il Teatro Mancinelli a pochi passi dal Duomo di Orvieto che rappresenta uno degli esempi più significativi dell’architettura Neoclassica dei teatri ottocenteschi. Di epoca assolutamente più recente sono invece il Teatro Lirico di Spo-leto fondato nel 1947, Il Teatro Secci di Terni, nato nell’area dell’ex stabilimento Siri e co-struito nel 2010, il Teatro Lyrick di Santa Ma-ria degli Angeli ad Assisi inaugurato nel 2000 così come il Teatro Brunello Cucinelli situato a Solomeo.

Teatro Brunello Cucinelli di Solomeo Teatro Lyrick di Assisi

Teatro comunale di Gubbio

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ARTE

Lo spazio d’arte di “Città Futura”, ri-cavato all’interno di Mandarini Ar-redamenti vede come protagonista

il giovane sodalizio artistico che prende il nome di “Trigonos” e che da qualche tempo si è instaurato fra tre affascinanti artisti: Yuko Otake, Stefano Spagliccia e Simone Chiorri. Due pittori e uno scultore che hanno avuto la capacità e la lungimi-ranza di “fare rete” tra loro non solo per proporre un’offerta artistica più comples-sa, varia e interessante ma anche per pro-durre al loro stesso interno un volano di

“TRIGONOS”, UN SODALIZIO DI ARTISTI CAPACI DI “FARE RETE”

confronto intelligente e creativo, una sor-ta di virtuoso cerchio dell’arte che li ren-de, insieme, versatili, aperti, vivaci. I loro lavori, pur tanto diversi, si propongono dunque spazialmente riuniti, sebbene mai mescolati, e restituiscono un’armonia sor-prendente e coinvolgente. Chi guarda ha la netta impressione di un viaggio dentro quest’arte informale ma in realtà ricca di forme, di figure, di colori e materia che propone passioni e tensioni, libera espres-sione dove emerge, perfino violenta, la straordinaria bellezza dell’atto creativo.

GUido PEroSiNo

Yuko Otake, Stefano Spagliccia e Simone Chiorri: dalla pittura alla scultura, una variegata offerta artistica che si configura come un viaggio dentro un’arte informale ma in realtà ricca di forme

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YUkO OTAkE è un’artista vitale. La sua crea-tività distribuisce energia esistenziale, esube-ranza, dinamismo estetico e mentale. La sua tensione creativa si rivolge ai mondi, anzi agli universi, il femminile e il maschile, e cela un profondo interesse per la procreazione, la ferti-lità, lo scambio e la sinergia. Temi che le sono cari e ci aprono a una “visione del cuore delle cose” arricchita dal “satori” tipicamente orien-tale che rappresenta l’eredità culturale dell’ar-tista giapponese.

SIMONE CHIORRI si “espone” con una sorta di breve narrazione antologica della sua arte. Una viva testimonianza della sua evoluzio-ne creativa, instancabile e adrenalinica, dove il flusso creativo è palpabile. Un esploratore, un poeta viaggiatore che indaga nel proprio animo e in quello degli altri, scoprendone il lato nascosto, a volte oscuro, con l’intenzione di rappresentare una visione molteplice e irri-petibile, dell’esistenza e dell’inconscio. Questa percezione è ben presente sia nel segno pittori-co che nella materia utilizzata; nel colore come nelle forme; nelle figure stilizzate e nei pae-saggi astratti da cui emerge una morale della complessità che pochi artisti sanno davvero offrire alla lettura critica.

STEFANO SPAGLICCIA, scultore, propone opere essenziali e innovative nella loro forma primi-tiva: totem di argilla, ossature, stilemi di un primordiale umano o naturalistico; ma anche eroi, genti che sembrano cristalizzate dalla sto-ria ma in attesa di una rinascita che diventa rivincita e, forse, rivoluzione. In lui emerge la capacità di raccontarsi, di porre i più profon-di interrogativi sul cosmo e sulla natura, sulla conoscenza e sul progresso, con spiritualità e purezza di pensiero.

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ARTE

JOSEF ALBERS: SPIRITUALITà E RIgORE

La Galleria Nazionale dell’Umbria dal 20 marzo al 19 giugno propone un nuovo incontro con la contemporaneità inau-

gurando la mostra dedicata a uno dei mag-giori esponenti della Bauhaus: Josef Albers. In particolare la mostra è dedicata alla produzio-ne a tema sacro dell’artista proponendo anche la ricostruzione delle vetrate colorate del ciclo dedicato alla “Rosa Mystica” disegnate da Al-berts per la chiesa di San Michele di Bottrop, distrutta durante la seconda guerra mondia-le. Le opere dell’artista trovano una cornice ideale nella Galleria accanto ai grandi maestri dell’arte cristiana per i quali l’artista tedesco nutriva una profonda ammirazione, condivi-dendo con loro l’amore per l’abilità tecnica, lo studio dei materiali e del loro impiego. Ma, ol-tre ad incarnare la quintessenza dell’artigiano, Alberts era uomo profondamente immerso nel trascendente, da qui il sottotitolo della mo-stra a lui dedicata: Spiritualità e Rigore. Nella mostra sono riunite opere di tutte le fasi del-la sua produzione, dai primi schizzi di chie-se di campagna e cattedrali fino alle prove a forte connotazione geometrica che sfociano

nell’astrattismo. La tecnica della raffi-gurazione su vetro e con vetro è una co-stante nella produ-zione dell’artista che elaborò i temi clas-sici dell’iconografia religiosa, ad esempio quello della croce.

Emigrato negli Stati Uniti, Albers si concentrò soprattutto nell’esplorazione degli effetti della percezione attraverso disegni geometrici tra loro simili che danno effetti di ambiguità. La sua serie più nota è “Omaggio al Quadrato”, un poliedro di quasi un migliaio di opere, ini-ziato nel 1950. Si tratta di quadrati di misura decrescente inscritti l’uno nell’altro, colorati con diverse tonalità che creano un effetto ot-tico di profondità: “i miei quadrati si muo-vono avanti e indietro, sembrano avanzare e recedere, crescere e rimpicciolirsi”. In contem-poranea sarà possibile visitare alla Pinacoteca Civica di Città di Castello la mostra di Josef Albers: Arte come Esperienza: i metodi di in-segnamento di un maestro del Bauhaus.

NoEmi FUriaNi

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RESIDENZE STORICHE

Si deve a Niccolò di Manno Bufalini, av-vocato concistoriale e fiscale della can-celleria di Sisto IV, la trasformazione

dell’antico fortilizio situato al confine tra la Toscana e lo Stato Pontificio; confine isti-tuito con l’esito della battaglia di Anghiari 1440, dove la Repubblica Fiorentina arginò l’avanzata meridionale dei Visconti di Mila-no. La famiglia annoverò nel tempo perso-naggi di spicco in ambito militare, ecclesia-stico, letterario e giuridico al servizio dello Stato Pontificio, di potenti casate e signorie come i Medici, i Farnese, i Colonna, gli Esten-si e perfino di reali di Spagna, d’Inghilterra e soprattutto di Francia, agevolati dalla pa-rentela con il cardinale Giulio Mazzarino. Il Castello dal 1487 recuperò la sua natura di fortezza difensiva su progetto dell’architetto romano Savelli e le indicazioni di Giovanni e Camillo Vitelli, esperti in architettura milita-re; successivamente nuovi raffinati interventi nobilitarono l’antico castello in una vera re-sidenza gentilizia. Matericamente il massivo corpo del fabbricato, in pietra locale per la fascia basamentale e in laterizio per i corpi in quota, è puntualmente arricchito con epi-sodi e inserti in pietra serena che individua-no finestre, loggiato e portone d’accesso. Un elegante loggiato di gusto rinascimentale in

PALAZZO BUFALINI A SAN GIUSTINO, DA FORTILIZIO DI CONFINE A RAFFINATA RESIDENZA

GiULio SiENa

Pinturicchio lavorerà per la cappella di famiglia in Santa Maria in Ara Coeli sul Campidoglio a Roma

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pietra serena alleggerisce il fronte principale e raccorda le torri angolari, che disegnano planimetricamente un quadrato irregolare. Sui restanti fronti, ingentiliti con cammi-namenti merlati e loggiati, verranno aperte nuove finestre e alzata una torre campanaria. All’esterno, oltre il fossato a pianta stella-re sorge uno splendido giardino all’italiana con alberi da frutto, fiori e verdure, galleria verde voltata e un elegante geometrico labi-rinto, scenografia ludica per gli invitati. La ristrutturazione degli interni è stata attribu-ita a Cristoforo Gherardi (1508-1556) per gli affreschi di Miti e Grottesche. Gli ambienti conservano ancora gli antichi arredi rinasci-mentali e barocchi con tappezzerie, maioli-che e busti. Eccellente la stanza dei Fatti dei

Romani dove una raffinata decorazione in stucco celebra episodi della storia di Roma. In occasione del matrimonio del primogenito Filippo Bufalini con la marchesa Anna Maria di Sorbello, 1700, si realizza il monumenta-le affresco nel salone d’onore che celebra il prestigio e la nobiltà dei marchesi Bufalini. La casata incaricò Pinturicchio, per la decora-zione della cappella di famiglia nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli sul Campidoglio a Roma. Autentico gioiello illustrato con le storie del francescano San Bernardino a cui i Bufalini erano molto legati per aver, con le sue prediche, placato l’odio degli stessi con i Baglioni e i Del Monte. Dal 1989 il palaz-zo-fortezza è di proprietà del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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HI-TECH

3A PARCO TECNOLOGICO AGROALIMENTARE DELL’UMBRIA, UN’ECCELLENZA NELL’INNOVAZIONE E NELLE TECNOLOgIE

aLESSia doriLLo

Formazione, erogazione di servizi e sperimentazione di nuove tecniche nel comparto agroalimentare sono alla base del successo di questa società

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Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria è una società consortile a responsabilità limitata nata nel 1989, per ini-ziativa della Regione Umbria e finanziata nell’ambito del

Programma Integrato Mediterraneo dell’Unione Europea. Si ca-ratterizza per la sua alta specializzazione e per la possibilità di erogare un’ampia gamma di servizi, e si propone come soggetto capace di sintetizzare le proposte e di renderle disponibili alle aziende agricole ed agroalimentari presenti nel mercato sotto for-ma di servizi quali la certificazione di qualità, sicurezza alimenta-re e tutela del consumatore, innovazione e ricerca per il sostegno alle imprese e trasferimento tecnologico, informazione, marketing e promozione e alta formazione e profili professionali innovativi. Il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria è uno strumento fondamentale per la ricerca e la sperimentazione di tecniche inno-vative all’interno del sistema agroindustriale. È ente terzo per la Certificazione dei prodotti DOP, IGP, delle indicazioni geografiche dei vini ed etichettatura delle carni bovine, accreditato da agri-coltura integrata a marchio Agriqualità (Regione Toscana). Eroga servizi di consulenza per le attività di internazionalizzazione e creazione di partenariati pubblici e privati. Si occupa di informa-zione marketing e comunicazione per la promozione del sistema Umbria e delle sue eccellenze del settore agroalimentare. Progetta ed eroga corsi di alta formazione a valere su bandi regionali, na-zionali e comunitari. La struttura che si trova a Pantalla (Pg) si compone di uffici, sale riunioni, aula informatica, aula didattica, laboratori e serre per un area di circa 5.000 mq. Ha collaborazioni qualificate con Università, Centri di ricerca, altri Parchi scientifici e tecnologici sia italiani sia esteri (Università di Novi Sad, Uni-versità di Mendoza, etc). www.parco3a.org

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BORGHI

“CARTOLINE ILLUSTRATE” DA ARRONE

GiULio SiENa

Storia, arte, natura e discipline sportive nella suggestiva terra degli Arroni

Arrone, insignito tra i borghi più belli d’Italia, sorge a 240 m. di altitudine nella Valnerina Ternana. Appena 2900

abitanti distribuiti in un territorio di nove frazioni esteso lungo la riva del fiume Nera spinto sino ad affacciarsi all’area delle Casca-te delle Marmore e il lago di Piediluco. Do-minato a lungo dalla famiglia nobiliare roma-na degli Arroni, qui stanziatisi nel IX secolo, nella cui regione fondarono numerosi castelli, Arrone divenne comune solo nel 1347 libe-randosi dalla plurisecolare signoria dei “Do-mini Castri Arroni”. Tuttavia già Spoleto ave-va nel tempo sgretolato il prestigio e i confini territoriali della casata a tal punto da piegare, al suo podestà, l’autonomia locale. Nel 1527 il territorio subì il saccheggio delle truppe co-

lonnesi provenienti dal sacco di Roma e nel 1799 una nuova devastazione scatenata dalle truppe francesi punì crudelmente il paese per essersi ribellato. Nel 1860 entrerà nella sfera del Regno d’Italia. Il borgo pressoché intatto rispecchia la struttura difensiva ed il tessuto urbano medievale. L’abitato, è protetto da un sistema di torri e cinte murarie ed è composto da due antichi nuclei abitativi denominati “La Terra” e “Santa Maria”. “La Terra” custodisce il castello degli Arroni e la gotica chiesa di San Giovanni, nella cui abside si trovano pre-ziosi affreschi quattrocenteschi. La collegiata cinquecentesca di Santa Maria Assunta e l’ex convento di San Francesco sono anch’essi edifici di alto valore dove sono apprezzabili affreschi della scuola di Giovanni di Pietro - detto “Lo Spagna” - e di Filippo Lippi, pittori

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del XV-XVI sec. Castelli, rocche, torri, mona-steri, antichi molini e la miniera di lignite nel-la frazione di Buonacquisto, chiusa nel 1958, elemento di pura archeologia industriale, ar-ricchiscono il suggestivo paesaggio naturale di ulivi, latifoglie, pini di aleppo, pioppi, lecci e salici dove ancora planano, come gelosi re-gnanti, aquile, falchi e poiane. Divertenti ed

educative le escursioni e le discipline che la Valnerina offre tra Canyoning, arrampica-te, hydrospeed, rafting, trekking e mountain bike. É proprio in un territorio di simile mera-vigliose vedute che fu diffusa in Italia l’amata cartolina illustrata, suggerita dall’imprendito-re locale Virgilio Alterocca; le bellezze umbre si preparavano ad invadere il mondo intero!

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La storia dell’azienda è insita in quella delle due famiglie, Francia e Tomasini. La prima è una dinastia di orafi ed argentieri, le cui prime notizie risalgono al 1711; tra i suoi protagoni-

sti, notevole è la figura di Ignazio, che nel 1814 aprì la bottega in via del Borgo n. 22 a Spoleto con il socio Luigi Pariani, offrendo lavoro a diversi cesellatori

ed orafi specializzati, i quali con-trassegnano le creazioni Francia

con lo storico mar-chio registrato. Dopo di lui è Luigi a prende-re la gestione della bottega

che verrà poi ere-ditata dal figlio Galileo.

Con il matrimonio tra la figlia di Galileo, Annunziata Francia, ed

Icaro Tomasini, valente orafo originario di Jesi, si darà origine nel 1923 al conso-

lidato e indissolubile binomio. Oggi la tra-dizione continua con i figli Icaro e Giuliana e i nipoti Ignazio, figlio di Icaro, e Michele e Irene, figli di Giuliana.

Tre punti vendita e una storia di 200 anni: questi sono i numeri della gio-ielleria Tomasini Francia. Si tratta di

un’azienda umbra a conduzione familiare, dove eccellenza, passione e competen-za sono alla base della struttura. Il prestigioso scrigno di tesori van-ta un’importante produzione propria di gioielli, oltre che a preziosi di elevata cara-tura e di grandi brand. Nelle boutique si trovano anche orologi delle migliori marche. Di rilievo è anche il laboratorio dedicato alla ri-parazione di orologi, grazie al lavoro di tecnici specializzati e sempre aggiornati sullo stato dell’arte dell’orologeria. Il laboratorio orafo è da sempre uno dei punti di forza della casa Toma-sini Francia e fornisce, attraverso la maestria degli abili professionisti, un servizio accurato alla clientela sia italiana che straniera. L’azienda trae le sue origini nel 1814-1815 quando a Spoleto mise le radici. Oggi oltre alla sede storica, ci sono altre due boutique a Foligno e a Terni.

TOMASINI FRANCIA: UNA STORIA PREZIOSA

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PERSONAGGIO

Il Gruppo Angelantoni oggi è una realtà che, con quasi ottant’anni di esperienza alle spalle, si è affermata con grande slancio sul mercato globale delle fonti rinnovabili. Gli importanti investimenti sul fronte della ricerca e svilup-po tecnologico, realizzati nella sede centrale a Massa Martana, hanno permesso l’acquisi-zione di un know-how, anche brevettato, gra-zie e al costante impegno di esperti di livello internazionale.Dott. Angelantoni, lei è nato in Umbria ma è vissuto a lungo in Lombardia. Che rapporto esiste tra questi due regioni, sotto un profilo lavorativo?“La mancanza quasi cronica di infrastrutture in Umbria (carenza di collegamenti ferrovia-ri ed aerei, strade spesso in dissesto e anco-

ra mal collegate con il resto del Paese) viene ampiamente compensata dalla disponibilità e professionalità delle persone. Il legame con il territorio è un elemento fondamentale per la nostra azienda che dal territorio trae risorse, principalmente umane, e che al territorio ren-de sviluppo e ricchezza. Le competenze che troviamo sul territorio sono buone anche se in taluni settori la formazione in azienda diven-ta obbligatoria. I dipendenti, una volta inte-grati, si sentono molto più legati all’azienda, proprio per il legame col territorio, lavorando con la passione che rende il loro lavoro dav-vero unico e speciale”.La vostra azienda è molto concentrata su ri-cerca e innovazione. Quante energie e risorse investite in questo settore? “Investiamo circa il 4,5% del fatturato annuo in Ricerca e Sviluppo, oltre che in Innovazio-ne del prodotto e dell’organizzazione inter-na. Riteniamo di avere ereditato dal fonda-tore dell’azienda, Giuseppe Angelantoni, quel DNA per la sperimentazione dettato dalla cu-riosità e dalla voglia di trovare nuove strade. Talvolta anche in settori fuori da quelli tradi-zionali (strumentazione di prova per Automo-tive ed Aerospazio, oltre ad apparecchiature biomedicali ed ospedaliere) come recente-mente successo con Archimede Solar Energy.

GIANLUIGI ANGELANTONI: RICERCA E INNOVAZIONI CON IL SOgNO DELLA GREEN SOCIETYa cura di CarLo timio

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Utilizzando le tecnologie dell’alto vuoto, usa-te per i nostri simulatori spaziali, produciamo tubi ricevitori solari a Sali fusi, quelli inventati dal Prof. Rubbia quando era presidente dell’ ENEA”.Avete anche delocalizzato alcune vostre strut-ture? In quali paesi? E che contatti intrattenete con l’estero?“Non abbiamo mai delocalizzato, bensì ci siamo “localizzati” all’interno di grandi Pae-si come India e Cina per combattere la con-correnza dall’interno, usando le stesse armi che usano i nostri competitors locali in questi grandi mercati ormai ben più che emergenti! In Germania (sistemi vibranti elettrodinamici) e Francia (banchi prove autoveicoli) abbiamo invece due stabilimenti che completano ed in-tegrano la gamma di prodotto fatto in Italia (camere di simulazione ambientale) nel settore delle apparecchiature di test”.Nel 2010 lei è stato eletto presidente del Cen-tro Estero Umbria, l’ente che si occupa dell’in-ternazionalizzazione delle piccole e medie im-prese umbre. Quale contributo ha apportato nei primi tre anni di questa attività?“Il Centro Estero per l’internazionalizzazione delle imprese umbre offre il suo supporto a tutte le aziende umbre, sia manifatturiere sia di servizi, con un occhio particolare alle Pmi e alle microimprese, anche artigianali. É un lavoro appassionante che mi ha offerto uno spaccato dell’economia e del territorio umbro che mai avrei potuto vedere da altra posizione. Il risultato dei primi tre anni di Presi-denza direi che sia stato buo-no, anche alla luce della crescita

dell’Export umbro oltre la media nazionale. Il merito va certo agli imprenditori umbri, alle Associazioni di categoria che ci hanno affian-cato e alle Istituzioni nostre “azioniste” (Regione Umbria e le Camere di Commercio di Perugia e Terni) che ci hanno dato i mezzi per ben svolgere il nostro lavoro. Tuttavia, consentitemi, un po’ di merito va anche ai membri del Consiglio di Amministrazione e ai miei collaboratori del Centro Estero, magistralmente guidati dal Di-rettore Massimiliano Tremiterra”.Riesce ad immaginare, magari nel medio-lungo termine, un mondo dove si producono soltanto energie rinnovabili?“Sì, è il mio sogno ma anche la mia passione, riuscire a combinare la sostenibilità ambien-tale con il profitto e lo sviluppo delle nostre imprese creando una vera ricchezza che non danneggi oltremodo il pianeta che abbiamo l’obbligo e il dovere morale di consegnare ai nostri figli e nipoti come l’abbiamo ricevuto, anzi, mi auguro meglio di come l’ abbiamo ricevuto. L’efficienza energetica e le rinnova-bili saranno le basi dello sviluppo di questa Green Economy o, meglio ancora, di questa Green Society visto che il compor-tamento etico e responsabile delle persone sarà fon-damentale”.

Sede Legale di Archimede Solar Energy

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10 ANNI DI MISS

la rubrica “10 anni di miss umbria” ci pone davanti il confronto tra le ragazze che hanno partecipato a salsomaggiore raccontando le loro storie dense di speranze e sogni per un futuro nel mondo dello spettacolo, del cinema e della moda

2008: VIRGINIA LEONARDICome sei arrivata alle selezioni di Miss Umbria?Fin da piccola guardavo Miss Italia e sognavo di essere tra quelle ragazze che partecipavano, così tramite internet e il supporto del mio fidanzato di allora, mi sono iscritta.Cosa ricordi di quell’esperienza?“La cosa che più mi è rimasta impressa di quell’esperienza è sicuramente il momento in cui mi hanno proclamata Miss Umbria, quella sera infatti per la prima volta erano venuti i miei genitori a

vedermi”.Di cosa ti occupi oggi?

“Lavoro da tre anni a Milano come infermiera, nel frattempo ho pure conseguito il Master per coordinatrice presso l’Università Iulm. Attualmente sono in maternità,

infatti sono in attesa di Siria per inizio luglio”.

Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino?“Nel comodino ho sempre un libro, il mio i-Pod e una bottiglia d’acqua.Dolce o salato?Prima della gravidanza salato, infatti sono sempre stata una patita della pizza, da quando sono incinta preferisco il dolce, in particolare la crèpe con nutella.Casual o elegante?Casual tutta la vita. Fosse per me uscirei di casa sempre in tuta e scarpe da ginnastica.L’ultimo libro che hai letto?Il mio ultimo libro è stato ‘Undici minuti’ di Paulo Coelho, il mio scrittore preferito di cui ho letto tutti i libri.Qual è il tuo sogno nel cassetto?Diciamo che mi ritengo una persona fortunata, infatti nella vita ho sempre avuto quello che volevo e ho sempre realizzato tutti i miei sogni. Il mio ultimo sogno nel cassetto era innamorarmi e trovare una persona speciale con cui condividere la mia vita e questa persona ora l’ho trovata.

a cura di CarLo timio

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2007: MARTINA ZOICome sei arrivata alle selezioni di Miss Umbria?Miss Italia è stato un sogno fin da quando ero bambina quando seguivo le puntate televisive. Già da allora mi appassionava e affascinava quindi mi sono chiesta perché non tentare quest’esperienza anche solo per pura curiosità personale, per vedere fin dove potevo arrivare.Cosa ricordi di quell’esperienza?Ricordando tutto il percorso a partire dalle numerose selezioni regionali fino alla finale a Salsomaggiore, anche se all’epoca risultavano pesanti e a volte difficili, al momento ricordo tutto con il sorriso e tanta malinconia perché rappresentano motivo di orgoglio e soddisfazione.Di cosa ti occupi oggi?Al momento lavoro come cameriera in un’osteria, a Sansepolcro, dove tra l’altro vivo, in attesa di trovare occupazione nel

settore per cui ho studiato, ovvero tecnico di radiologia medica.Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino?I tre oggetti presenti sul mio comodino sono due peluche e un santino.Dolce o salato?Tra dolce e salato mi viene spontaneo rispondere dolce e precisamente il gelato! Sono una gran golosona e in una scala dei piaceri il cibo lo collocherei tra i primi posti.Casual o elegante?Vesto maggiormente casual rispetto all’elegante ma chiaramente di fronte ad occasioni più importanti l’elegante è più adatto alla situazione.L’ultimo libro che hai letto?L’ultimo libro letto è la ‘Verità del ghiaccio’ di Dan Brown.Qual è il tuo sogno nel cassetto?Il mio sogno nel cassetto se così si può considerare, è la speranza di potermi affermare lavorativamente parlando, come tecnica di radiologia, pur consapevole che la sfera del lavoro al momento parla chiaro e le prospettive di occupazione sono molto scarse, purtroppo.

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PARLA L’ESPERTO

La posta elettronica certificata è ormai diventata una realtà di uso comune per professionisti ed imprenditori, ma anche

per Pubbliche Amministrazioni e cittadini, che sempre più spesso sentono parlare di questo particolare strumento informatico. Ed infatti i numerosi interventi del legislatore in materia di PEC sono tutti diretti ad incentivarne l’uti-lizzo, non senza generare qualche perples-sità. La PEC consiste in un sistema di posta elettronica capace di certificare, con valenza legale, l’invio e la ricezione di un messaggio e dell’eventuale allegata documentazione, ed ha lo stesso valore probatorio di una tradizio-nale raccomandata con avviso di ricevimento, con una serie di vantaggi rispetto al datato strumento postale. All’invio di una mail PEC, il gestore invia al mittente una duplice rice-vuta: una di avvenuta spedizione ed una di avvenuta (o mancata) consegna, con precisa indicazione temporale del momento di inoltro e di arrivo del messaggio. La PEC è stata intro-dotta con il D.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68 ed è contemplata anche nel Codice dell’Ammini-strazione digitale (D.Lgs. 82/2005), trovando così utilizzo anche nei rapporti tra privati e Pubbliche Amministrazioni. Con successi-va legge n. 2/2009 è divenuto obbligatorio, per i professionisti e per le imprese costituite in forma societaria, dotarsi di una casella di

posta elettronica certificata, da comunicare, rispettivamente, agli ordini professionali di appartenenza ed al Registro delle imprese; la legge 221/2012 ha poi esteso questo obbligo anche alle ditte individuali, che dovranno depositare l’indirizzo PEC presso il Registro delle imprese entro il 30 giugno 2013. Da ul-timo, con decreto ministeriale 19 marzo 2013, è stato regolamentato l’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC), che, a partire dal 10 giugno 2013, sarà consultabile per via telematica, con tutte le perplessità connesse all’esigenza di tutela dei dati sensibili ivi contenuti.

È IN ARRIVO L’INI-PEC: L’ELENCO NAZIONALE DEgLI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA CERTIFICATAELiSaBEtta BardELLi

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Per chi abbia intenzione di raccogliersi in un pelle-grinaggio in Umbria lungo la via di San Francesco d’Assisi, il sito www.via-difrancesco.it offre tutte le informazioni. Il cammino è lungo 276 km, da farsi in 16 giornate, a piedi o in bicicletta, fino ad arrivare a Roma. Si parte dal San-tuario della Verna (Arez-zo), luogo in cui il Santo ricevette le stimmate e si prosegue per Gubbio, la città dove si rifugiò dopo aver rinunciato a tutti i suoi beni. Infine si arriva alla Basilica d’Assisi, dove Francesco riposa. Altra tappa fondamentale è la Porziuncola, sita nella Ba-silica di Santa Maria degli Angeli, dove il Santo morì il 3 ottobre 1226.

LA VIA DI SAN FRANCESCO

a cura di itaLo ProFiCE

BRIEFING CULTURALE

Dal 6 aprile fino al 30 giu-gno ci sarà la più impor-tante mostra mai allestita sull’artista cresciuto nel suggestivo borgo di Spel-lo. Sarà al Palazzo Monte Frumentario d’Assisi, un edificio storico della se-conda metà del XIII secolo. In molte delle sue opere è possibile afferrare la con-

cezione del mondo Medio-evale trasfusogli da Spello, sensibile più che mistica, austera più che umile: es-senziale. E l’inserimento dei fraticelli in uno spa-zio pulito e ordinato ne è un indicativo complemen-to. Le vecchie città turrite, le grandi chiese sono un omaggio di Norberto alla sua terra, l’Umbria, spi-ritualmente sublimata dal francescanesimo.

Tra le iniziative per la pro-mozione dell’Umbria c’è quella del gruppo di im-prenditori del consorzio Soloumbria. In occasione del cinquantenario della mostra Nero Norcia è sta-ta annunciata la nascita della prima Accademia del Tartufo. Essa promuove la conoscenza ed il corretto uso del vero Tartufo Nero. Inoltre è stata creata an-che una Carta Etica: ogni ristorante che desidera far parte dell’accademia si impegna a specificare nel menù la tipologia di tartu-fo utilizzata e a non usare mai aromatizzanti al tar-tufo derivati da una sintesi chimica. Non è raro, pur-troppo, l’utilizzo di aro-mi chimici del tartufo: la consistenza del gusto molto più forte crea un’idea sba-gliata del tartufo nel con-sumatore.

MOSTRA SU NORBERTO

ACCADEMIA DEL TARTUFO

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NATURA

gLI ALTOPIANI DI CASTELLUCCIO DI NORCIA

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mario timio

Se volete fare un tuffo nella bellezza strabiliante della natura non perdete l’appuntamento con gli altopiani di Castelluccio. Posti alla altitudine di circa 1500 mt, compresi nel parco dei Monti

Sibillini, sono un luogo incantato, con una superficie vastissima, circondata da monti e sbarrata a nord dall’enorme mole del Vettore. Al confine tra Umbria e Marche nel comune di Norcia, è costituito da quattro piani (Grande, Piccolo, Perduto e di S.Lorenzo) che si svi-luppano longitudinalmente per circa 18 chilometri. La spettacolare fioritura primaverile è un un arcobaleno di papaveri e narcisi, di garofani e genziane, di asfodeli e primule, in una sinfonia di colori e profumi che lasciano inebriati. Il tutto arricchito da un vasto reper-torio faunistico che comprende farfalle, chirocefali che popolano gli specchi d’acqua, uccelli di rara bellezza: l’aquila reale, la coturnice, il gufo reale, il falco pellegrino e altre 150 specie che popolano gli altopiani. Ma la natura non contenta di offrire un carosello di tante bellezze, si sbizzarrisce ancora proponendo uno specchio d’acqua (nel Piano Perduto) che stagionalmente assume una colorazione rossastra e per questo chiamato “Specchio Rosso”, per la presenza di un’alga microscopica che si sviluppa in particolari condizioni nell’acqua del-lo stagno. Ma i Piani di Castelluccio non sono solo bellezza da godere, ma anche produzione agricola da assaporare. Sono le omonime len-ticchie nelle tre varianti: rossa, verde, screziata. Le loro qualità sono, oltre al gusto unico del genere, la piccola dimensione, la resistenza ai parassiti, l’alto contenuto in ferro, l’elevato valore nutritivo. Un altro legume tipico della zona è la roveja, baccello simile al pisello, utilizzata per preparare gustose minestre, oppure, trasformato in fa-rina, per cucinare prelibate polente come la farecchiata. Se poi volete assaggiare in loco questi e altri prodotti genuini è sufficiente salire verso il borgo di Castelluccio – il tetto dell’Umbria – e recarvi alla “Taverna” ove sono assicurate qualità, sapore e disponibilità del ti-tolare che oltre ad offrire una visuale mozzafiato non fa mai perdere la frittatina alla ricotta e tartufo nero. Con un prezzo contenuto. Chi ama inoltre lo sport non ha che l’imbarazzo della scelta. A parte il trekking fino alle cime del monte Vettore, le passeggiate a cavallo sui percorsi erbosi (sempre da rispettare), le escursioni su mountain-bike lungo i sentieri degli altopiani, lo sci da discesa a Forca Canapine e a Monte Prata, lo sci da fondo sulle superfici dei Piani, Castelluccio da oltre 30 anni ha scoperto la vocazione del volo libero e del delta-plano. Le grandi potenzialità che la zona, unica in Europa, presenta per il volo libero, hanno dato avvio a un afflusso di cultori di tale sport che oggi è diventato quasi un fenomeno di massa. La presenza locale di scuole di deltaplano ha contribuito a rafforzare l’immagine di Castelluccio in Italia e all’estero, specie in Germania, da dove, sulle orme degli escursionisti tardomedievali, proviene la maggior parte dei deltaplanisti in ogni stagione dell’anno.

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CONCORSO FOTOGRAFICOTEMA 2

“ARCHITETTURA CONTEMPORANEA IN

UMBRIA”TOP SELECTION

LA GIURIAColpisce “l’esasperazione” della verticalità dell’opera architettonica. La giuria apprezza le capacità di tra-sformazione dell’immagine in una poesia espressa at-traverso i colori bianco-nero e gli elementi naturali. La foto vincitrice del secondo tema è lo scatto inviato da Paolo Corradini (da Perugia).

VINCITRICE PERUGIA - PIAZZA DEL BACIO

by PAOLO CORRADINI

PERUGIA - TOTEM PALAZZO DELLA PENNA

by MAURO CRIORE

BRUFA - IL GRANDE SEGNOby MANUELE FABBRICIANI

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UNA FOTO IN UMBRIA PER LA RIVISTA RIFLESSO

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Continua il Concorso fotografico RISCATTO, ideato dalla Rivista Riflesso il cui tema riguarderà questa volta specificatamente gli spazi naturalistici.

Il Concorso è volto ad individuare e divulgare im-magini inedite, rappresentative e valorizzanti il Ter-ritorio umbro, permettendo di mettere in mostra le abilità e la creatività di fotografi ed appassionati di fotografia.

Il Concorso avrà durata annuale e si svolgerà in sei tappe tematiche durante tutto il 2013. Ogni due mesi, in corrispondenza dell’uscita della Rivista Ri-flesso, verrà reso noto il nuovo tema del Concorso.

Il secondo tema è: “Spazi naturalistici in Umbria”.

I partecipanti dovranno inviare le foto con cui con-correre (massimo 2), rigorosamente originali ed inedite, entro il 22 giugno 2013, effettuando la re-gistrazione e caricando l’immagine seguendo le in-dicazioni riportate nel sito web: www.riflesso.info

Il Concorso è aperto a fotografi di qualsiasi livello, anche non residenti in Umbria, ed è gratuito. Un’ap-posita giuria valuterà le foto pervenute, selezionan-do le migliori e decretando lo scatto vincitore. I ri-sultati saranno resi noti attraverso la pubblicazione sia nella Rivista Riflesso in formato cartaceo che nel sito web.

Durante la procedura di registrazione e download online, saranno richiesti, oltre ai dati identificativi dell’autore, anche alcuni dettagli tecnici (luogo, tipo di obiettivo, modello macchina fotografica, ecc.) re-lativi allo scatto effettuato.

Le immagini, per esigenze editoriali, dovranno ave-re uno sviluppo verticale. Non saranno prese in con-siderazione foto con sviluppo orizzontale.

Ulteriori informazioni sono presenti nella sezione “Art Foto Lab” del sito web: www.riflesso.info

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Spoleto Corso Garibaldi, 50 - tel. 0743.49.837 - Foligno Corso Cavour, 26 - tel. 0742.352.267 - Terni Corso Vecchio, 7 - tel. 0744.408.111

www.tomasinifrancia.it - [email protected]

S p o l e t o - F o l i g n o - T e r n i

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GiaComo CaLZoNi

Nel numero precedente abbiamo accen-nato al ruolo rivestito dagli studi ci-nematografici di Papigno, una realtà

umbra che fino a qualche anno fa sembrava sul punto di raccogliere l’impegnativo testi-mone della storica Cinecittà. Ripartiamo da qui, dunque, in quello che è un momento assai critico per gli ex stabilimenti di calcioanami-te: ad oggi il loro destino è ancora incerto, vittime di una situazione di stallo economi-co alla quale si è aggiunta, negli ultimi tem-pi, una pericolosa minaccia ecologica dovuta alla preoccupante presenza di amianto e me-talli pesanti. Nella speranza che la situazione migliori presto, non possiamo fare a meno di sottolineare l’importanza assunta dagli Stu-dios per la valorizzazione del territorio umbro, trasformando l’hinterland ternano in un cro-cevia di registi e personalità del mondo dello spettacolo come non se ne vedevano da tanto tempo. Fu proprio Roberto Benigni a patroci-nare la trasformazione del sito industriale in vera e propria “fabbrica dei sogni”, arrivando poi a gestirla (attraverso la sua casa di produ-zione Melampo) in comproprietà con Cinecit-tà. Indubbiamente tutti conoscono i lavori del

regista toscano: grazie al travolgente succes-so di La vità è bella (e, in misura minore, dei successivi Pinocchio e La tigre e la neve), gli studios hanno ospitato le riprese di produzioni internazionali (il belga The Mole) e di nume-rose produzioni televisive italiane, come Le vie dei santi con Sophia Loren e Sabrina Ferilli e Orgoglio 2 con Elena Sofia Ricci. Al di fuori delle mura di Papigno, inoltre, la stessa città di Terni sembra aver subito il positivo influsso di questa piccola “Cinecittà umbra”: negli ul-timi anni è stata infatti teatro delle riprese di numerosi altri film, da Volevo solo dormirle addosso e Uno su due di Eugenio Cappuccio fino al “famigerato” Troppo belli con Costan-tino Vitagliano e Daniele Interrante.

CINEMA

CINECITTà IN UMBRIA

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GIRI DEL GUSTO

Può l’armonia di un giardino sprigio-nare gli aromi di un orto? Se l’orto è la sintesi, il frutto di centinaia d’anni

di consigli, esperimenti, di lune crescenti o calanti, di perizia tecnica e di passione, un orto può trasformarsi, come nelle fiabe, in un giardino di delizie. Cavolfiori, insalate, zucchine a comporre aiuole di gusto, e peri, susini, meli arrampicati su tralicci verdi dove è così semplice coglierne i frutti. Si apre da-vanti a noi, a Spello, il giardino dell’Eden intelligente, consapevole. 250 + 1 sono gli anni dalla prima volta, dai primi consigli su come seminare, piantare, potare, trattare e su

dove collocare, mettere a dimora, sui venti, sul clima, sull’acqua che bagna, su tutto ciò che trasforma quel verde in un capolavoro di buona e bella conoscenza. Barbanera e il suo Lunario dalle mille illustrazioni colorate pri-mitive vere e surreali per chi di verde non ca-piva niente e ancora astrologia, astronomia, pronosticazioni, chiare precise indicazioni che avvicinavano a quel mondo, e innamora-vano per quella fascinazione della semplicità, che invece veniva da tanta conoscenza della natura, delle stagioni, degli astri, dell’uomo. Una filosofia del verde quei suoi consigli an-cora oggi attuali, se si segue la regola della

naturalità e della salubrità. L’orto è il primo che appare al visitatore, quasi storia cronologica del verde, orologio del tempo che lo vede nascere, verde per l’utile, prima che verde per il bel-lo. Ma qui con la guida di Peter Cur-zon e la passione di Andrea Campi, questa esedra semi circolare parla di una strana bellezza come se il vento e la luce di comune accordo avessero deciso, e non l’uomo, cosa piantare e dove: tagete con zucche - che vivono meglio in simbiosi, spiega Maria Pia

L’ORTO-GIARDINO DI BARBANERA: UN EDEN DI DELIZIE IN UNA ARCHITETTURA DEL VERDEmariLENa BadoLato

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Fanciulli che ci accompagna in questo verde tour -, cavolfiori, fagioli, zucche e zucchine, agli e cipolle, pomodori e tenere insalatine sono accanto a dalie, tagete, cosmee, nastur-zi, li abbracciano, uniti per bellezza e utilità, per colore e per il potere terapeutico dei fio-ri di allontanare agenti infestanti. Quel fiore col suo profumo protegge quell’ortaggio che a lui si affida. Uniti dalla conoscenza secon-do criteri di consociazione in alcuni casi le-gata alla tipologia di terreno, all’esposizione o in funzione antiparassitaria, finiranno per stare insieme per affetto e consuetudine del luogo, per amicizia. Questo orto è il riflesso del cielo, e poiché studio chiama studio, ora si cercano e si piantano semi rari per vedere quel segreto che nascerà o alberi da frutto preziosi, quasi scomparsi, di cui si aspetta la resa. Bella l’architettura del verde persino nel colore della grande casa settecentesca, sede dell’ufficio stampa, editoria, sala ricevimen-to, sala convention, sale degli almanacchi storici, rari e preziosi, con l’arte illustrata dei “facitori di almanacchi”, pubblicazioni ere-di delle summae medievali e precursori delle antologie, una cultura diffusa delle piazze,

dei cantastorie, dei “racconta profacole”. Il vero giardino, lì accanto, ha le “stanze del verde” da raggiungere camminando sotto un pergolato di antichi vitigni: la stanza delle ortensie bianche, quella degli alberi nani, al-berelli di fiaba di Alice nel paese delle me-raviglie. Curiosa del verde, curiosa del mon-do Andrea Campi segue passo-passo le sue creature e le sue bellezze, e le accresce con oggetti di ogni parte del globo, sempre lega-ti a quel filo verde che accomuna la cono-scenza della natura collegata a quella degli uomini. Una conoscenza vera e profonda se si sono scavallati i secoli rimanendo sempre attuali, sempre nelle case della gente, sempre appesi a quella parete da dove comodamente sbirciare ogni giorno per leggere una buo-na novella o capire cosa fare quel giorno nel campo, nel giardino, nell’orto. Un messaggio di serenità e di positività oggi attuale più che mai, il verde ristora la mente e il cuore, è come un riappropriarsi del proprio io e del-la vita attorno. Michelle Obama gradirebbe molto un Almanacco o un Calendario Barba-nera. Proviamo a mandargliene uno. Chissà, forse lo ha già.

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Ci sono libri senza tempo perché senza tempo ne sono gli autori anche quando si parla di loro. É il caso de “La respon-

sabilità del filosofo. Studi in onore di Massimo Baldini”, a cura di Dario Antiseri (Rubbetti-no Editore). Chi è Massimo Baldini? Toscano di origine, ma umbro di adozione, ha trova-to nella nostra regione il pabulum culturale e scientifico che lo ha condotto alle più alte sfere del mondo filosofico e accademico. Pro-fessore di Storia del pensiero scientifico presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia, è stato direttore dell’Istituto e del Dipartimento di Filosofia nello stesso Ateneo. Successivamente si è trasferito alla Università Sapienza di Roma e poi alla LUISS, ove ha ri-coperto la cattedra di Semiotica nella facoltà di Scienze Politiche (di cui è stato anche pre-side) ed ove ha diretto la Scuola Superiore di

SELEZIONE LIBRI

a cura di mario timio

giornalismo e di tecnica radiotelevisiva. Ap-parentemente un curriculum ricco di successi accademici, ma pochi lo ricorderebbero per questo. Deceduto improvvisamente a 61 anni all’apice della sua carriera, Baldini è la perso-na che tutti vorrebbero avere per amico non solo per il suo spessore culturale, ma per come egli intendeva l’amicizia, che “è un sentimen-to gratuito, un sentimento che non si può né comprare né vendere […] L’amicizia non ap-partiene alla dimensione dell’avere ma a quella dell’essere […] Io posso essere amico di qual-cuno, ma nell’amicizia non ho, non posseg-go assolutamente nulla. Anzi, meno ho e più sono in grado di essere amico”. Proprio perché scandita in questi termini, la mia amicizia con Baldini è stata tenace, durevole, inossidabile. Allora scrivere questo breve necrologio sulla scorta del libro in suo onore più che un dovere è una gioia, non una fredda recensione ma una caldo ricordo di un grande uomo, di un grande amico. Cosa è questo libro? Contiene scritti di persone diverse per età, provenienze culturali, ambiti disciplinari, che si ritrovano a discutere, a dialogare uniti da quei sentimenti di stima e amicizia che continuano a legarle a Baldini.Ne consegue un libro ove si parla oltre che di fi-losofia, di scienza e di medicina, di politica e di economia, di comunicazione e di linguaggio e anche di moda. E di silenzio. Tutti ambiti trat-tati con profondità e riflessione da Massimo. Di lui rimane l’immagine del Professore che si muove con garbo, eleganza, competenza; una persona che- come ricordato nella prefazio-ne- non si limitava soltanto a sentire, ma che cercava sempre di ascoltare, un uomo che non si limitava a dire, ma che cercava sempre di parlare. Un uomo che sapeva destreggiarsi con abilità tra parole parlanti e parole parlate, e che aveva anche la straordinaria capacità di intuire quanto fosse più opportuno far parlare il silenzio. Un insegnamento per tutti.

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