rivista maggio - giugno 2014

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Maggio - Giugno 2014 - Anno XV n. 3 25 anni di testimonianza

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

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Maggio - Giugno 2014 - Anno XV n. 3 25 anni di testimonianza

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V - FEDE E IL POSTODELLA DONNA NELLA CHIESA

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La questione femminile cheemerge nella società si fa pre-sente anche nella Chiesa. Il

papa Francesco è stato subito solleci-tato nell’intervista in volo in ritornodal Brasile1 in cui pur ribadendo,secondo l’insegnamento di PapaGiovanni Paolo, il “no” definitivoall’ordinazione sacerdotale, ripete che“la Madonna, Maria, era più importan-te degli apostoli, dei vescovi e dei dia-coni e dei preti. La donna nella Chiesa,è più importante dei vescovi e deipreti” manca però, afferma, una espli-citazione teologica di questo. Affermainfatti che “Una chiesa senza le donneè come il collegio apostolico senzaMaria”. Il ruolo della donna nellachiesa non può ridursi soltanto allamaternità e la partecipazione delladonna a fare la chierichetta, o la presi-dentessa dell’Azione cattolica.. “C’èbisogno, afferma sempre il papa,diallargare gli spazi per una presenzafemminile più incisiva nella Chiesa” e“nei luoghi dove vengono prese ledecisioni importanti, tanto nella chiesache nelle strutture sociali”.2 Ai vesco-vi brasiliani diceva: “le donne hannoun ruolo fondamentale nel trasmetterela fede e costituiscono una forza quo-tidiana in una società che la portiavanti e la rinnovi. Non riduciamol’impegno delle donne nella Chiesa,bensì promoviamo il loro ruolo attivonella comunità ecclesiale. Se la Chiesaperde le donne …rischia la sterilità” 3.Un segno forte di questa mentalità dipapa Francesco si è rivelato nellanomina della Commissione vaticanaper la Tutela dei Minori composta daquattro uomini e quattro donne tra cuiuna donna irlandese, Marie Collins,abusata da un sacerdote all’età di 13anni.4

D’altra parte il papa conosce lasituazione attuale della chiesa fortedella presenza femminile nelle parroc-chie, negli studi teologici, nella fre-quenza della chiesa, nelle opere diassistenza. Di fronte ai 400 mila sacer-doti ci sono settecentomila religiosenel mondo inserite in tutti campi delsociale e del pensiero teologico.Bisognerà ricordare, tra le donne delnostro tempo che hanno espresso uncarisma forte nella Chiesa, MadreTeresa di Calcutta e Chiara Lubich,fondatrice del Movimento deiFocolari. Il papa ha esplicitato inmaniera più or ganica il suo pensierosulla donna in due udienze. Il 12 otto-bre 20135: “Tante cose possono cam-biare e sono cambiate nell’evoluzioneculturale e sociale, ma rimane il fatto

che è la donna che concepisce, porta ingrembo e partorisce i figli degli uomi-ni. E questo non è semplicemente undato biologico, ma comporta una ric-chezza di implicazioni sia per la donnastessa, per il suo modo di essere, siaper le sue relazioni, per il modo diporsi rispetto alla vita umana e allavita in genere”. Tuttavia, ha avvertito,“ci sono due pericoli sempre presenti,due estremi opposti che mortificano ladonna e la sua vocazione”:“Il primo èdi ridurre la maternità ad un ruolosociale, ad un compito, anche se nobi-le, ma che di fatto mette in disparte ladonna con le sue potenzialità, non lavalorizza pienamente nella costruzio-ne della comunità. Questo sia in ambi-to civile, sia in ambito ecclesiale. E,come reazione a questo, c’è l’altropericolo, in senso opposto, quello dipromuovere una specie di emancipa-zione che, per occupare gli spazi sot-tratti dal maschile, abbandona il fem-minile con i tratti preziosi che lo carat-terizza”. Nell’udienza al CentroItaliano Femminile il papa af ferma6

che l’’apporto del genio femminile nellavoro e nella sfera pubblica è “impor-tante” ma il ruolo della donna nellafamiglia è “insostituibile”. “A questopunto - ha detto il Papa - viene sponta-neo chiedersi: come è possibile cresce-re nella presenza ef ficace in tantiambiti della sfera pubblica, nel mondo

del lavoro e nei luoghi dove vengonoadottate le decisioni più importanti, eal tempo stesso mantenere una presen-za e un’attenzione preferenziale e deltutto speciale nella e per la famiglia?».Risponde: “E’ qui è il campo deldiscernimento che, oltre alla riflessio-ne sulla realtà della donna nella socie-tà, presuppone la preghiera assidua eperseverante”. E conclude: “E’ nel dia-logo con Dio, illuminato dalla suaParola, irrigato dalla grazia dei sacra-menti, che la donna cristiana cercasempre nuovamente di rispondere allachiamata del Signore, nel concretodella sua condizione”.

1 Cfr. Gian Guido Vecchi Francesco Larivoluzione della Tenerezza Corriere dellaSera pp. 139.1422 E. G.n. 103; cfr.Jorge Bergoglio AbrahamSkorka Il cielo e la terra Biblioteca diRepubblica L’espresso p.973 Discorso ai vescovi brasiliani 27 luglio23013 (cfr. o.c. p. 64)4 “La stampa” vatican Insider5 Udienza XXV anniversario dellaMulieris Dignitatem 6 Udienza al C:IF 25.01 2014

Padre Luciano Temperilli

In copertina: Icona della Pentecoste.Una chiesa senza le donne è come il collegioapostolico senza Maria (Papa Francesco)

Maggio 2014

Chiara Lubich con Giovanni Paolo II

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All’allora Card. Ber goglio ilgiornalista che sottolineaval’atteggiamento penitenziale

della Chiesa come via della santità ilfuturo papa rispondeva: “la vita cri-stiana è dare testimonianza di fedecon allegria, come faceva Gesù. SantaTeresa di Avila diceva che un santo tri-ste è un triste santo” 7. Nella visita adAparecida, 24 luglio 2013, in Brasile,invitava ad avere uno sguardo positivosulla realtà, a lasciarsi sorprendere daDio a vivere nella gioia. “Il cristiano ègioioso, non è mai triste. Dio ciaccompagna. Abbiamo una Madre chesempre intercede per la vita dei suoifigli. Gesù ci ha mostrato che il voltodi Dio è quello di un padre che ciama.”8. Stesso pensiero aveva af fer-mato la domenica delle palme del2013 quando aveva invitato a nonessere uomini e donne tristi perché “uncristiano non può mai esserlo perché lanostra non è un gioia che nasce dalpossedere tante cose, ma dall’averincontrato una persona :Gesù” 9. E’questo atteggiamento di fondo fruttodell’incontro con Gesù che riempie ilcredente di una “gioia nuova” 10 e gra-zie a questo incontro si possono supe-rare gli schemi ed i pregiudizi nei con-fronti degli altri, frutto invece dellacultura dell’esclusione.11

Recentemente12 il papa ha spiegatoche questo incontro è possibile se siaascolta l’appello alla conversione, seci si riveste dell’uomo nuovo chenasce nel battesimo e se si rimanenell’amore ricevuto. In questo caso “Aquanti incontrerete potrete comunicarela gioia di ricevere il perdono delPadre”13.

Quanto il papa Francesco va dicen-do nelle omelie e nei discorsi trova lasua esposizione pastorale, quasi unaprogrammazione, nell’esortazioneapostolica Evangelii Gaudium, scrittain conclusione dell’anno della fede. Ilpapa avverte che il mondo di oggi èafflitto da una “tristezza individuali-sta” (n. 2) per cui l’invito ad ogni cri-stiano di “rinnovare oggi stesso il suoincontro personale con Gesù” (n.3).Solo grazie a questo incontro siamoriscattati dal nostro isolamento perchéabbiamo raggiunto il centro del nostroessere, abbiamo ricevuto il senso dellavita: l’amore di Dio.(n. 8). Solo così sipossono superare le tentazioni delle“scuse e recriminazioni” (n.7) o imomenti duri della vita perché rimaneferma “la certezza personale di essere

infinitamente amato, al di là di tutto”.(n. 6). Questo gioioso incontro divental’anima dell’evangelizzazione perché“il bene tende sempre a comunicarsi”(n.9). Ma qui, sottolinea il papa, sta lavera realizzazione personale perché“la vita cresce e matura nella misura incui doniamo la vita per gli altri”(ivi).Allora la gioia del vangelo diventa unagioia “missionaria” (n. 21) che invita aprendere l’iniziativa, ad uscire versol’umanità ferita ed invitare gli esclusi(n. 24) alla festa della salvezza. Il cri-stiano, la comunità cristiana che quoti-dianamente opera il suo cammino 14 diconversione (n.25 ss.) non si lasciascoraggiare dalle sfide del mondoattuale (n. 52 ss.), dalle tentazionidegli operatori pastorali (n.76 ss.) percui i forti inviti: “non lasciamoci ruba-re l’entusiasmo missionario”, (n. 80)“la gioia dell’evangelizzazione”(n.83); “la speranza” (n.86); “la comuni-tà” (n.92) “il vangelo”(n. 97); “l’amo-re fraterno” (n.101). “Le sfide- dice-esistono per essere superate. Siamorealisti, ma senza perdere l’allegria,l’audacia e la dedizione piena di spe-ranza” (n.109). Papa Francesco si diceconvinto che l’annuncio gioioso delvangelo non ha un compito solamenteindividuale ma un vera e propriadimensione sociale perché “si tratta diamare Dio che regna nel mondo”

(n.180) per cui “tanto l’annuncioquanto l’esperienza cristiana tendonoa provocare conseguenze sociali”(ivi). “Una fede autentica implicasempre un profondo desiderio di cam-biare il mondo, di trasmettere valori,di lasciare qualcosa di migliore dopo ilnostro passaggio sulla terra” (n. 182).Infatti non si può più af fermare che lareligione deve limitarsi a pensare soloal cielo ma anche alla terra perché “laterra è la nostra casa comune e tuttisiamo fratelli” (183).

7 Jorge Bergoglio Papa Francesco, ilnuovo papa si racconta Corriere della serap. 39

8 Gina Guido Vecchi Francesco la rivo-luzione della tenerezza Corriere della serap. 98

9 Omelia domenica delle palme 24marzo 2013. Sito vatican.va

10 Cfr. Discorso al movimento aposto-lico ciechi 29 marzo 2014. Cfr. Angelus23 marzo 2014 Sito vatican.va

11 Ivi “ “12 Omelia celebrazione della penitenza

28 marzo 2014. Sito vatican.va13 ivi14 Cfr. discorso 26 marzo 2014. Sito

vatican.va

VI - FEDE È TESTIMONIARE CON GIOIAGESÙ CRISTO

Padre Luciano TemperilliGiugno 2014

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ad un fantasma (cf.  14,26; Lc24,37.39), ma di trovarsi al cospettodel Cristo, del Figlio di Dio, vincitoredella morte.

La visione del Risorto lascia tutta-via nel cuore dei discepoli qualchedomanda in sospeso. In greco abbiamouna frase (hoi dè edístasan) che a volteviene tradotta con: alcuni però dubita-vano (Bibbia CEI 1974), altre voltecon: essi però dubitarono (Bibbia CEI2008). Lasciando in sospeso la que-stione se siano stati solo alcuni o tuttii discepoli ad avere delle perplessità,possiamo dire che l’esperienza delRisorto non s’impone fino al punto dasopprime la libertà dell’uomo.L’adesione di fede, l’abbandono fidu-cioso al Signore che si manifesta, restasempre una scelta eminentemente per-sonale. L’amore non si impone, si pro-pone.

L’autorità di Gesùe la missione dei discepoli

A questo punto Gesù si fa vicino aidiscepoli e rivolge loro la parol a,dichiarando di aver ricevuto da Dioogni potere in cielo e sulla terra. Lastoria, segnata da sof ferenze e gioie,non è nel caos. Tutto, nonostante leapparenze, è nelle mani del Signore,l’unico a saper trarre il bene perfino

dal peccato dell’uomo.

Gli Undici vengo-no successivamenteesortati ad andare intutto il mondo perintrodurre nella dina-mica del discepolatotutte le nazioni. Iseguaci di Gesù sonochiamati innanzituttoa coinvolgere tutte legenti nella loro stessaesperienza. Questo siattua in primo luogomediante il battesimonel nome del Padre edel Figlio e delloSpirito Santo. “Nelnome” significa “nellapersona”. L’apostolo ècolui che introducequanti incontra nellarelazione con il Figlio,colui che, nella poten-za dello Spirito Santo,introduce l’uomonella relazione filialecon il Padre.

All’amministrazione dei sacramentis’intreccia la comunicazione dei con-tenuti della fede, l’insegnamento diquanto Gesù ha comandato ai suoiseguaci.

Gesù termina assicurando ai disce-poli di stare con loro tutti i giorni, finoalla fine del tempo. Essi dunque nonsono soli. La loro comunione ed il loroapostolato possono contare sulla suapresenza potente.

La Buona NotiziaIl brano su cui ci siamo sof fermati

aiuta a comprendere alcuni aspetti delsacramento che sta a fondamento dellavita cristiana. Il verbo “battezzare” (ingreco baptízō) significa “immergere”.Dunque il battesimo è un entrare nel-l’ambito della “Famiglia Trinitaria”. IlPadre, il Figlio e lo Spirito Santo ciaccolgono nella loro vita intima e cirendono partecipi dell’interscambio diamore che avviene in loro. Ricevere ilbattesimo significa anche attraversarele vie della storia mettendo in praticala parola di Gesù, l’unica capace didare stabilità alla nostra vita (cf. 7,24-25). Allo stesso tempo il battesimoapre alla missione universale, tramitela quale tutte le genti sono chiamate adiventare il popolo di Dio.

[email protected]

Carissimi Amici, continuando laserie delle nostre meditazionisulla risurrezione di Gesù,

siamo giunti all’episodio in cui ilSignore si mostra agli undici discepolie li invia in tutto il mondo.Procediamo con la lettura-ascolto delbrano evangelico.

Gli undici discepoli, intanto, anda-rono in Galilea, sul monte che Gesùaveva loro indicato. Quando lo videro,si prostrarono. Essi però dubitar ono.Gesù si avvicinò e disse loro: «A me èstato dato ogni potere in cielo e sullaterra. Andate dunque e fate discepolitutti i popoli, battezzandoli nel nomedel Padre e del Figlio e dello SpiritoSanto, insegnando lor o a osservar etutto ciò che vi ho comandato. Edecco, io sono con voi tutti i giorni, finoalla fine del mondo».

Il Risorto chiedeun’adesione libera

Dopo la risurrezione, gli undicidiscepoli si recano in Galilea, al monteindicato loro da Gesù. Non si parla piùdei Dodici Apostoli perché Giuda,preso dal rimorso per aver consegnatoGesù, si è impiccato, uscendo definiti-vamente dalla scena (27,3-5). Da nota-re che, con l’azione di recarsi inGalilea, i discepoli rivelano di averaderito a due precedenti inviti: Ilprimo è quello che l’angelo presso latomba aveva rivolto loro per mezzo diMaria Maddalena e l’altra Maria:«Ecco, vi pr ecede in Galilea, là lovedrete» (28,7). Il secondo è quelloche, ancora una volta per la mediazio-ne di queste due donne, Gesù stessoindirizza ai suoi seguaci: «Andate,annunciate ai miei fratelli che vadanoin Galilea, là mi vedranno» (28,10). Èl’obbedienza alla parola del Signore losfondo su cui si colloca l’esperienzadel Risorto.

Avendo visto Gesù, i discepoli siprostrano (in greco prosekýnēsan). Ilverbo proskynéō veniva utilizzato nel-l’antichità per designare l’abitudine diprostrarsi davanti a divinità o a perso-ne particolarmente ragguardevoli,baciando il loro piede, l’orlo della loroveste o il terreno. Nel vangelo diMatteo questo verbo ricorre spesso inriferimento a Gesù quando viene rico-nosciuto come re messianico (2,2.1 1;20,20), Figlio di Dio (14,33) e Signorerisorto (28,9). I discepoli, dunque, conil gesto della prostrazione, rivelano diaver compreso di non essere davanti

4 III - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙLa chiamata di tutte le genti al discepolato (Mt 28,16-20)

di P. Roberto CecconiCP

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pregare tanto e of frire per la salvezzadei miei cari, per la pace del mondo,per i missionari e i padri passionisti,per i postulanti, che sono i miei figliadottivi e porto sempre nel cuore, peril RNS, per gli Amici di GesùCrocifisso. Il mio pensiero è per i mieicari. Per loro non chiedo nulla, se nonla fede, la speranza, l’amore, l’abban-dono in Dio, che trasformi la sofferen-za in amore. Ma io che cosa possooffrire per ricambiare l’infinita bontàdi Dio e la passione e morte di Gesù?Posso solo perdonare tutti, umiliarmi eabbandonarmi alla misericordia divi-na, sopportare senza lamentarmi i mieimali, offrire le mie preghiere e le mienotte insonni e poi meditare …

Programma: Sorridere,pregare, ringraziare,soffrire e offrire

La malattia mi crea nuovi proble-mi. Io mi sono messa completamentenelle mani del Signore: faccia quelloche Lui vuole, come Lui vuole, sologli chiedo di darmi tutto ciò che possosopportare da sola, senza dare fastidioa chi mi sta vicino. Devo trovare la

forza di sorridere, pregare,ringraziare, soffrire e offrire.Voglio pensare solamentealla vita che mi aspetta edimenticare completamentele cose di questo mondo.Giorno e notte la mia medita-zione è la croce di Gesù, per-ché senza la croce, la portadel paradiso non si apre.Quando vorrei alzare la testa,il Signore mi aiuti ad abbas-sarla, pensando a GesùCrocifisso, che come unumile agnello ha sopportatotutto, senza parlare. Il sacrifi-cio di Gesù e i dolori dellaVergine Addolorata mi tenga-no sempre con loro sotto lacroce.

Ripetere e meditarela Promessadi amore,parola per parola

Voglio ripetere ogni gior -no la Promessa di Amore aGesù Crocifisso, meditandolaparola per parola, perché

entri nel mio cuore. E’ sufficiente que-sto per essere Amica di GesùCrocifisso e ausiliare Passionista? E’vero, ci sono giorni di tanta gioia,pieni di pensieri che mi riempiono dimeraviglia, specialmente quandomedito i misteri dolorosi; non mi sem-bra vero ed esclamo: “Come è bello!”,Quello che mi manca ora, per le mieindisposizioni, è l’Eucarestia; cerco disupplire con le comunioni spirituali.Quello che mi conforta è la recita dellaliturgia delle Ore, specialmente delleLodi, del Vespro e Compieta. Alloratutto sembra un paradiso. Ma non èsempre così, perché ci sono giorni incui sembra di stare in un deserto, senzavia di uscita; sembra che tutto crolli.Allora invoco aiuto, piango dirotta-mente e guardo Gesù e Maria senzaparlare.

Voglio imitare e viverela vita di S. Gemma

Vorrei chiederle la vita di S.Gemma: voglio imitarla, vivere la suavita, voglio che mi accompagni con leisotto la croce e morire come la sua

Orlanda Castignani,vedova Giosuè, è natail 07-11-1915 ed è

morta a Morrovalle il 12-09-1999. E’ stata una donna digrande fede e di continua pre-ghiera: impegnata per tantianni nell’Azione Cattolica epoi nel RNS; iscritta agliAmici di Gesù Crocifisso findal 1991 e consacrata a GesùCrocifisso il 24-6-99. Era unapersona viva, piena di iniziati-ve, in famiglia, nei gruppi,nella società; ha organizzatotanti pellegrinaggi ai luoghi difede; ha animato gruppi dipreghiera; ha perfino parteci-pato con successo anche ad unquiz televisivo sulla Bibbia,con Mike Buogiorno. Orlandanon aveva figli. Morto il mari-to, si prese cura per diversotempo di un fratello del marito,rimasto anche lui solo. Nonera praticante e questo dispia-ceva tanto a Orlanda; ma lotrattò sempre con molto rispet-to e attenzione. QuandoOrlanda si ammalò, fu ilcognato a prendersi cura dilei. Quando portavo la comu-nione a Orlanda, il cognato mi aprivarispettosamente la porta e poi se neusciva di casa. Qualche tempo dopo,incominciò a rimanere e, dopo la con-fessione di Orlanda, assisteva rispetto-so mentre le davo la Comunione. Cosìsino alla fine.

Qualche tempo dopo la morte diOrlanda, celebrando la messa allaCasa di Riposo di Montecosaro, vi tro-vai con sorpresa questo cognato e lamia sorpresa fu davvero grande quan-do lo vidi venire a riceverel’Eucaristia. Pensai subito: “Questo èun miracolo di Orlanda”. Conservodiverse lettere di Orlanda, primadell’aggravarsi della sua malattia.Stralcio da queste lettere alcuni pen-sieri, che ci fanno conoscere la pro-fonda spiritualità passionista di que-sta umile grande Amica di GesùCrocifisso, vera laica passionista.

P. Alberto Pierangioli

Quello che faccioè pregare tanto e offrire

“Carissimo padre, vorrei dirletante cose, ma la parola non è il miocarisma. Quello che faccio è pregare,

Orlanda Castignani - Una grande amicadi Gesù Crocifisso

di Maria Grazia Coltorti

Orlanda Castignani

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morte. La vita di S. Gemma mi fatanto meditare; vorrei tanto imitare lesue virtù: Quando vengo a confessar-mi le spiegherò a voce quello chefaccio, quello che provo, quello chesento. Voglio salvarmi e salvare leanime dei miei cari e dell’intera uma-nità. Cerco con tutte le mie forze dinon offendere il cuore di Gesù e diMaria e di non disgustarli. Tutte lecose del mondo mi sono indif ferenti;desidero solo l’amore di Dio e delprossimo.

Desidero il paradiso; il resto nullaconta. Cercherò con tutte le mieforze di arrivare a questo ideale: pre-gare, pregare, pregare 24 ore su 24ore, la mia mente sia sempre rivoltaal Signore. Quando mi disse di pre-gare 24 ore su 24 ore, mi sembrò unacosa assolutamente impossibile. Ora,diminuendo tante cose, come la tele-visione, letture e chiacchiere inutiliecc., vedo che si può, senza tralascia-re le faccende domestiche. Vorreiessere il riflesso vivo del Signore,cioè guardare tutto con i suoi occhi.Lo scopo della mia vita è vedere tuttisalvi in paradiso, l’inferno spopolato,Satana sconfitto. Da molto tempo,tutti i mercoledì, alle ore 16, con ungruppetto recitiamo il Rosario e laPromessa di Amore a GesùCrocifisso.

Ora ho dovuto smettere, per lamia salute; ma spero di riprenderepresto. La giornata di 24 ore non miè sufficiente per pregare, dire a Gesùtutto quello che vorrei, mi sento lon-tana dalle cose del mondo, vogliodonarmi tutta a Gesù, voglio che mirenda umile, umile. Come S.Francesco, non cerco di essereamata, compresa, consolata, macerco di amare, comprendere e con-solare.

Voglio essereuna vera passionista

Anche a casa voglio fare la vitapassionista, con la preghiera, con ilvestire povero, con il mangiare pove-ro, con piccole penitenze. Alla miamorte vorrei essere vestita daPassionista.

Lo scapolare e il segno passioni-sta vorrei averli adesso, per metterliinsieme agli altri oggetti che ho giàpronti. Non è che voglio morire per -ché sono stanca della vita, no; maaspetto la morte come una festa. Ci

penso spesso e sorrido al pensieroche vado a raggiungere Gesù eMaria. Mettendo a posto i miei scrit-ti, ho trovato lettere dei miei direttorispirituali, da quando ero ragazza egiovane sposa. Sono loro che mihanno preparata a questa vocazionedi Amica di Gesù Crocifisso e ausi-liare passionista. Come è grande einfinito l’amore di Gesù! Ho ricevutofinalmente il Segno passionista e loscapolare della Passione: li ho messitra le cose preparate per le miamorte, con il mio testamento spiri-tuale. Padre, si prenda cura della miaanima, mi aiuti a camminare nella viache Gesù vuole da me; io mi sento unnulla; mi guidi sulla via che conducealla città di Dio, per occupare il postoche Gesù ha preparato per ciascunodi noi”.

Lo scopo della mia vita:vedere tutti salviin paradiso

“Non sono venuta più a confes-sarmi e ne avrei bisogno. Ma la miamalattia si sta aggravando e mi pro-

cura continui dolori alla spina dorsa-le e alle gambe. Il Signore penseràLui a risolvere tutto; io mi sonomessa completamente nelle suemani: quello che vuole Lui, comevuole Lui. Solo gli chiedo di darmitutto ciò che posso sopportare dasola, senza dare troppo fastidio a chimi sta vicino.

Soffro e a volte piango, non per ildolore, che pure è forte, ma perchémi sembra di non saper of frire. Neimomenti di calma sono più serena emi ricordo che tutto quello che stopassando io l’ho chiesto al Signore:sofferenze, incomprensioni, nonessere calcolata, non essere amata,anche dalle persone che mi stannovicino. Allora abbasso la testa e dico:“Signore, hanno ragione loro; io tel’ho chiesto.

Debbo ringraziare e pregareancora di più per loro che mi dannol’occasione di ripetere: “Grazie,Gesù, Grazie, Maria”.

Debbo trovare sempre la forza disorridere, pregare e ringraziare. Sericevo lodi e ringraziamenti per quel-lo che faccio, avrei ricevuto la ricom-pensa su questa terra e non avreinulla per il cielo.

Aiutami: voglio pensare solo allavita che mi aspetta e dimenticarecompletamente le cose di questomondo. Debbo amare ciò che ilSignore ci ha comandato e desiderareciò che ci ha promesso: il resto nonconta nulla, è solo polvere. Cercheròcon tutte le mie forze di raggiungerequesto ideale.

Pregare, pregare, pregare 24 oresu 24 ore, con la mente sempre rivol-ta al Signore. Voglio salvarmi e sal-vare.

Umiltà e amore con tutti; chiude-re gli occhi alle contrarietà, essere ilriflesso vivo di Gesù Crocifisso, cioèguardare tutto e tutti con i suoi occhi,vedere tutto ciò che è bello nell’ani-ma del mio prossimo: guardare tutticon amore, parlare con amore, avereper tutti una parola di conforto diamore.

Se non potrò mostrare il mioamore con le azioni e con le parole,perché non ne sono capace, potròfare tutto almeno con l’amore, con unsorriso, con la preghiera. Lo scopodella mia vita: vedere tutti salvi inparadiso”.

Orlanda Castignani

[email protected]

Orlanda Castignani e amica

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Pensavo e ripensavoal tema dell’indisso-lubilità del matri-

monio cristiano, e a comeproporre il tema al corsodei fidanzati della nostraparrocchia di AviglianoUmbro.

Poi piano piano, attra-verso la preghiera e il dia-logo con mio maritoFabio è venuta l’idea .

“L’aquilone sì!!” hopensato. Da bambina necostruivo di belli e chevoli!!!!.

Guardate il disegnoche ho realizzato al com-puter. La struttura centra-le è costituita da unacroce dove il punto dicongiunzione tra i coniugiè Gesù. Con Lui, e cioècon la Messa e la confes-sione, con i sacramenti econ l’esempio di Maria ss.ma, che è rappresentatadalla vela azzurra del-l’aquilone e dalla M dise-gnata sopra, possiamocostruire l’intelaiaturaesterna, crescere nellevirtù.

Ma tutto questo può avveniresolo se l’aquilone della chiesadomestica è unito alla corda tenutadalla mano di Dio, che è la Chiesauniversale. Provate a sciogliere ilfiocco che tiene unito l’aquilonealla corda.

Al primo vento forte l’aquiloneo si schianta o si impiglia da qual-che parte e li rimane. Non c’è piùGesù in quella realtà familiare, maun idea personale di Dio. Facilequindi cadere nei tranelli deimaghi, delle sette, dell’individuali-smo….

L’indissolubilità del matrimoniosi costruisce ogni giorno.. Non esi-stono infatti isole felici, ma conGesù, riceviamo luce all’intellettoe forza interiore per poter af fronta-re le tempeste che inevitabilmentearrivano.

Con Gesù tutto si può!!.L’amore che governa l’aquilonedella chiesa domestica passa attra-verso una gerarchia d’amore che

Dio dona per aiutare e sostenere lafamiglia. Tutta la Chiesa è unagrande famiglia, nella quale d alPapa ai fedeli laici e consacratil’Amore di Dio procede e si mani-festa in una multiforme ricchezzadi doni.

Il rannodo che vivifica e sostie-ne tutta la nostra realtà di chiesadomestica è la virtù dell’obbe-dienza. Con essa ogni cristianostringe la propria alleanza d’amore(l’arcobaleno) con Gesù. SanCipriano afferma infatti che:” Nonpuò avere Dio per Padre chi rifiu-ta di avere la Chiesa per Madre.”Noi siamo Chiesa domestica perchéabbiamo deciso di tenere le nostremani unite a quelle di Cristo, attra-verso i sacramenti dell’Eucaristia edella Riconciliazione che la Chiesaci dona, e scaturiti dal sacrificiod’Amore di Cristo.

In questo vincolo d’Amore,nella grande famiglia della Chiesaabbiamo sempre ricevuto aiuto estretto amicizie vere, capaci di

superare i limiti umanidi ogni persona. Quantiamici fra i sacerdoti efra coloro che hannoabbracciato la Vita con-sacrata!!.

Sceglietevi unaguida spirituale fra isacerdoti e lasciatevicondurre nelle altezzedello Spirito; lasciate aDio il compito di farvolare sempre più inalto l’aquilone dellevostre Chiese domesti-che!!!

Coraggioso è coluiche riconoscendo i pro-pri limiti e accettandolisi affida con Amorefiliale a coloro che Dioper Amore gli ha postoaccanto.

L’Eucaristia domeni-cale e la confessionesono le braccia di Gesùtese verso ogni famiglia.

Non c’è libertàsenza le ali della Veritàche è Cristo!!!!. IlVangelo è la luce che dàsapore alla nostra vita, e

ci insegna a leggere ogni eventocon fiducia e speranza.

Nei documenti del Magisterodella Chiesa e nel Catechismo dellaChiesa Cattolica ci viene consegna-to da Dio il bauletto, il depositodella nostra fede di cristiani, nellasua attuazione pratica.

Lasciamo condurre a Diol’aquilone della famiglia: è piùentusiasmante, gioioso, ci fa cre-scere come uomini e donne respon-sabili e amanti della vita.

L’altro pezzo della nostra fami-glia è in Africa: il piccoloRonaldino con il suo papà e lanonna.

Quanti bimbi ci sono senzamamme o con famiglie in dif ficol-tà, aiutateli, sono nostri fratelli efigli: il volto umano di Gesù nelmondo.!!

Allora che ne dite ? questoVolto lo volete scoprire?.

La Speranza è il Volto di Gesù.Buon volo con il Risorto ….. nellaChiesa!!!.

LE RADICI E LE ALIDELLA SPERANZA

Manuela e Fabio

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Una giovanissima si fa datramite della mamma eapprofitta delle catechesi

Carissimo padre, ho ricevuto conmolta gioia le due catechesi, ricchedi insegnamenti e consigli. Voglioaffidarmi realmente alla fede nelSignore, poiché Lui può dare confor-to anche nei momenti più dif ficili,oltre ad una rinnovata fiducia versola vita. Pregherò sempre. Sono con-tenta che preghi per noi, ne abbiamobisogno. Anche noi preghiamo per tenelle nostre preghiere. Sono moltocontenta per i tuoi 60 anni di sacer-dozio; sarai stato e sarai sempre unaiuto e una guida per molti come losei per noi della Sardegna. Si, sareidavvero felice che il mio messaggio,pubblicato, possa aiutare altri giova-ni. So, infatti, che anche altri giovaniaffrontano delusioni o dif ficoltà, mala luce del Signore può illuminare illoro cammino e risollevarli da tutte ledifficoltà. Ho letto con grande atten-zione e gioia le catechesi, ne sonorimasta molto colpita e ho reso parte-cipe anche mia madre di questa espe-rienza. Mi hanno dato un senso dipace e di maggiore tranquillità;avevo delle insicurezze e dei dubbi,ma leggendo ho trovato alcune rispo-ste. Le catechesi mi hanno portato aduna riflessione, che dovrò completa-re in questi giorni. Non sempre mi ècapitato di riflettere su qualcosa ditale importanza, e per me è davverospeciale avere tale possibilità.  Nonho pensato molto all’importanzadella comunità e dell’aiuto reciproco,infatti tendo spesso a isolarmi anchese ho bisogno, come tutti, neimomenti delle difficoltà, di un consi-glio, di un aiuto. Soprattutto in que-sto momento ho bisogno di affidarmimaggiormente alla fede, poiché stoattraversando un momento difficile.Ti ringrazio molto.

Paola Deroma

Riflessionesulla meditazione n. 4:Il sacrificio di Isacco

In passato l’idea di “dipendere”dal disegno di Dio su di me mi eraquasi intollerabile. Pian piano, cre-scendo nella conoscenza e nella fidu-cia dell’Amore di Dio, quel mio sen-timento e atteggiamento ho cercato

di cambiarlo. Senza l’aiuto delloSpirito Santo non ci sarei mai riusci-ta… Ancora oggi, a causa del miocarattere ansioso, mi capita alle voltedi farmi prendere dall’agitazione peril futuro, di volerlo programmare edeterminare; il non completo control-lo su tutto certe volte mi spaventa,ma quando riesco a lasciare con fidu-cia tutto nelle mani del Signore, sonopiù felice e serena. Questa capacitàche ho chiesto e sto acquisendo è unmio modo di sacrificarmi al Signore.Tutto questo tentare di vivereseguendo solo il Suo disegno, goden-do solo di ciò che Lui ci dona, nondesiderando altro che fare ciò cheLui vuole, non solo è importante perme, per il mio cammino spirituale,ma mi è utile anche per testimoniarela mia fede ai fratelli, per non esseredi cattivo esempio.

Barbara Baffico

Un diacono permanenteda Volla NA

Carissimo padre, è straordinarioquello che tu fai per noi; ti ricordi diportarci sull’altare di Cristo, inseren-doci nel Calice con i tuoi confratelli,uniti al sangue di Cristo, per la reden-

zione nostra e di tutta l’umanità. “Checosa renderò al Signore per il beneche mi ha fatto?”.

Noi con grande stupore ogni gior -no sperimentiamo la Sua misericordia;sperimentiamo con forza la potenzadella Sua ombra. Mio figlio DonPasquale ha concluso gli esami per lalicenza in teologia pastorale, per i gio-vani. Lui è incardinato nella Diocesidel Cairo,(Egitto) essendo stato ordi-nato per il rito copto in “FideiDonum”; poi il nuovo Patriarca lo hamandato a Roma, per la specializza-zione, entro maggio dovrà discutere latesi e poi ritornare al Cairo.

Ti invio una foto scattata proprio inquesti giorni, quando il nuovoPatriarca della Chiesa Coopta è venutoa Roma e ha celebrato una solenneliturgia in segno di comunione colPapa.

Grazie ancora per le catechesi, uti-lissime per gli incontri col gruppo cheho avviato anni fa. Spero di vedereRiccardo in primavera, se Dio vuolefaremo una visita a Roccaraso, perpartecipare con lui ad un incontro conil suo gruppo degli AGC. Grazie peravermi reso partecipe del programmadegli AGC.

Don Antonio Piccolo, diacono p.

di P. Alberto Pierangioli

AMICI AGGREGATI

Festa messa della Passione, benedizione delle Croci.Presiede P. Francesco Di Feliciantonio:

chiesa di S. Gabriele a Civitanova M. 28-02-2014

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9PEREGRINATIO CRUCIS 2014

GiulianovaOgni anno iniziamo la Peregrinatio

da Lina, prima responsabile dellaPeregrinatio a Giulianova, ora anzianae bloccata a casa. Ci accoglie a bracciaaperte, si commuove e prega con noi,piena di fede e di amore. Poi andiamoda Lorella, una giovane mamma croci-fissa da una caduta, vive da più di unanno tra ospedale e carrozzina. Ciaccoglie facendo coraggio a noi e cirassicura: “Io sto bene, Gesù mi aiutae San Gabriele prega per me”. BassanTeresa, una nuova iscritta agli Amici,ci accoglie dicendo: “V i benedico eringrazio Dio, perchè da quando vi hoconosciuti la mia vita è cambiata. Horitrovato la speranza, ritrovando GesùCrocifisso, ora voglio dare speranza

tutti quelli che incontrerò. GuardandoGesù in Croce a casa mia, penso aquanto mi ha amata e ha sof ferto perme. Con le amiche qui presenti abbia-mo non solo pregato ma anche medita-to la Parola di Dio. La croce portatacon Gesù non ci fa sentire mai soli”.Di famiglia in famiglia, sembra chenoi portiamo qualcosa, mentre ricevia-mo molto di più. Ci sentiamo presi permano da Gesù che ci guida e bussa alleporte di tante famiglie.

Teresa Casaccia

SulmonaIl nostro parroco e assistente don

Carmine ha proposto di portare lacroce soprattutto a casa dei malatidella parrocchia che ne fanno richie-sta.

Guidati da lui, in ogni casa medi-tiamo i misteri dolorosi del Rosario o

un episodio della Passione di Gesù econcludiamo l’incontro con laPromessa di Amore. Al termine, diamoalla famiglia che ci ospita qualcheinformazione sui Passionisti e sugliAGC. I malati vivono tutti i giorni lapassione di Gesù; in questa quaresima,essere vicino a loro, è come accompa-gnare Gesù sulla via del Calvario. Hoavuto il Crocifisso in casa mia e l’hoaccettato con gioia. A casa nessunosapeva che io sarei tornata con questodono e quando mi hanno vista i mieifigli mi hanno chiesto: “Ora che fac-ciamo?”.

Ho spiegato loro che per noi erauna grazia stare vicino a Gesù e pensa-re a quanto ha sof ferto per noi.Abbiamo sistemato la croce su un pic-colo altare con una statua dellaMadonna e tre angioletti ai piedi dellacroce.

Nel tempo che il Crocifisso è rima-sto con noi, ho avuto occasione perparlare ai miei figli Alessandro eChiara della Passione di Gesù. Poiabbiamo portato il Crocifisso a casa diCinzia, che aveva Simona malata.Eravamo tristi per il distacco, ma pen-sando a Simona, abbiamo avuto laforza per lasciare Gesù Crocifisso allapiccola malata.

Francesca Marinucci

San Nicolò, Sant’AttoQuesta Peregrinatio Crucis è stata

piena di buone sorprese. Guardando ivolti commossi delle persone presentialla celebrazione, si capisce che lafede assopita riaffiora nei cuori. Mi hacolpito molto l’atteggiamento di unafamiglia che a fatica aveva accettato ilCrocifisso, ma poi al termine dellacelebrazione i componenti della stessasono scoppiati in pianto e mi hannomanifestato il dispiacere per la finedell’incontro e sono ansiosi di ripeterel’esperienza.

Baciando il Crocifisso mihanno ringraziata commossi,certi che il Signore non saràpiù assente nel loro cuore eriprenderanno la partecipazio-ne ai Sacramenti.

Olga Orlando

Peregrinatioa Volla Napoli

Caro padre ti comunico lecose belle accadute nel nostrogruppo. Non avevamo un buonCrocifisso per la Peregrinatio

Crucis; ne parlai con Riccardo diRoccaraso, che ce l’ha provveduta. Inuna famiglia il Crocifisso è rimasto tregiorni; lì c’era una ragazza avversaalla Chiesa; la invitai a partecipare allecelebrazione, ma per due giorni rimase

chiusa nella sua camera; il terzo gior -no, con grande sorpresa di tutti, parte-cipò all’incontro. Io guidavo ilRosario e poi iniziai una catechesisulle sette Parole di Gesù in croce.Quando parlai del Signore che af fidaSua Madre a Giovanni, non ricordoquello che il Signore mi suggerì perquesta ragazza, ma vidi che il suovolto divenne sereno, disteso; alla finepregò per la sua famiglia, dalla qualesi era allontanata. Partecipò poi contutto il gruppo al trasferimento dellaCroce fatto in processione per le stradedel quartiere.

Ora partecipa alla Messa domeni-cale, ogni sera recita le preghiere conla nonna, con la quale vive.

Abbiamo avuto molti altri segni dipersone lontane che sono ritornate aMessa la domenica. Lodiamo ilSignore.

Antonio Piccolo, diacono

Peregrinatio da Lina

Alessandro e Chiara fanno la guardiadavanti a Gesù Crocifisso

Il diacono Don Antonio guidala peregrinatio a Volla (NA)

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FossacesiaFinalmente anche noi iniziamo la

Peregrinatio Crucis, guidata da PadreMarcello, per avvicinare altri cuori aGesù Crocifisso. La prima tappa, dellesei previste, si è svolta a casa mia.Abbiamo accolto il Crocifisso con unatrentina di persone tra familiari, paren-ti e amici. Con fede abbiamo recitato ilrosario e meditata la Via Crucis di SanPaolo della Croce usata da Paolo VI alColosseo nel 1975. Alla fine PadreMarcello ha indicato un impegno pra-tico da prendere per questa quaresima.

Paola De Simone

Da BariLa nostra Peregrinatio Crucis, dal

Mercoledì delle Ceneri si svolge pres-so fratelli infermi, nei paesi limitrofi aBari, con collaboratori in ogni paese:Annarita Parisi per Bitonto, MariellaEsempiobuono per Rutigliano,Mariella Pirro per Bari, GiovannaBorracci per Noicattaro, accompa-gnando tutto con l’evangelizzazione,per mezzo della Parola che trasforma,nutre e vivifica. Ognuno di noi portacon sé emozioni e senso di gratitudinenel momento in cui si ritorna dai fra-telli per “ritirare” Gesù. I loro volti

sono luminosi, come sono splendide leloro accorate esternazioni di lode.Ognuno di noi può testimoniare la bel-lezza di questo straordinario camminoche è la Peregrinatio Crucis. Sonoloro, gli “infermi”, che hanno l’ultimaParola di evangelizzazione con la lorotestimonianza di vita.

Prudenza Fallacara

MorrovalleAbbiamo portato il Crocifisso in

casa di un mio familiare. Eravamo unadecina di persone. Dopo l’intronizza-

zione del Crocifisso, abbia-mo svolto la “Via Crucisdella famiglia”, moltoappropriata per le personepresenti, tutte molto impe-gnate nel lavoro e attivitàvarie, quindi con poco tempoper riflettere e pregare seria-mente. Per di più ricorreva il25° di matrimonio di unacoppia. Quale occasionemigliore per riflettere sullafamiglia cristiana? Tutti sonorimasti coinvolti da questapreghie-ra edh a n n o

partecipato conc o m m o z i o n e .Abbiamo conclu-so l’incontro conla “Promessa diamore a GesùCrocifisso”. Miha colpito moltovedere uno deigiovani presentipregare con noicon attenzione,senza l’insoffe-renza di molti gio-vani in questeoccasioni.

Cipolletti Laura

RoccarasoIl Crocifisso continua la sua

Peregrinatio nelle case ed hotel.Accolto con fede da tutti. Riportoalcune parole sgorgate dai cuori. Bicedi Battista: “Guardo il Crocifisso e miviene da piangere. Guardo i chiodi chelo tengono inchiodato al legno e lisento come tanti pungoli di dolore nelmio cuore”. Luigina del Castello:“Caro Gesù, non sono degna di rice-verti a casa mia, ma ho bisogno diavere da Te le benedizioni necessarieper me e la mia famiglia, per viverenella fede e nella pace”.  Emilia, Hotelda Remo: “Caro Gesù, finalmente seinella  nostra casa, dove potrò stare insilenzio dinanzi a te, per pregarti edadorarti senza che alcuno mi disturbi.Sono certa di ricevere da Te tantoAmore. Grazie Gesù”. Parole sempli-ci, ma scaturite dai cuori. In ogni sta-zione abbiamo approfondito una cate-chesi sulla fede.

Rucci Riccardo

PEREGRINATIO CRUCIS 2014

La Fraternità di Fossacesia,con P. Marcello, inizia la peregrinatio

Il parroco Don Ennio benedice il Crocifissodella peregrinatio

Papa Francesco ha proclamato Venerabile la Serva di Dio Maria MaddalenaMarcucci, monaca passionista; nata a San Gimignano-Ponte Moriano (Lucca) il 24 -4-1888 e morta a Madrid (Spagna) il 10-2-1960. Mentre celebriamo il 25° degli AGC, è unagrande gioia per noi AGC, apprendere che Madre Maria Maddalena è stata proclamataVenerabile, perché, con i suoi scritti, in particolar e con la sua opera “La Santità èAmore”, è stata l’ispiratrice del nostr o movimento, come abbiamo ricordato a lungosulla nostra rivista. Ringraziamo il Signor e e pr eghiamo la nuova Venerabile perchéanimi tutte le nostre Fraternità nel cammino di Santità, che è amor e.

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11Consacrazioni a Bari: 01-03-2014

“Amare e far amare GesùCrocifisso…” è questa una delleespressioni salienti della

Consacrazione degli AGC; “amare”,ecco l’esperienza e la testimonianza diGesù Signore che la Consacrazioneinvita a fare proprie nella vita quoti-diana familiare, sociale ed ecclesiale;a vivere l’esperienza della Croce comemomento in cui posiamo stare semprealla sua presenza, accogliendo congenerosità il suo amore per noi. Daquesto amore accolto e co rrispostonasce il “far amare GesùCrocifisso”, frutto di un incontro conCristo che guarisce per rendere auten-tici discepoli e testimoni. Particolaregioia ha suscitato l’esperienza diGaetano Bonasia, sposo di AnnaritaParisi, giovane vice-responsabile dellanostra Fraternità.

Il suo cammino alla “scoperta” delCrocifisso ha visto uno sviluppo del-l’amore per la Croce lento ma inarre-stabile; una bellissima testimonianzadella potenza della Croce e delCrocifisso: “O Crux, ave, spesunica”! Il cammino che ha portato alleConsacrazioni del 1° marzo è statomolto intenso ed ha portato ad un“nuovo inizio” per la vita della nostraFraternità di Bari, un ripartire con lasolidità di una Consacrazione prepara-ta con impegno da coloro che l’hannovissuta e fonte di nuovo slancio pertutti. Il mese di febbraio è stato dedica-to alla preparazione immediata alleConsacrazioni.

Oltre il ritiro spirituale del 23 feb-braio, sono stati molto utili anchealcuni incontri di formazione cristianacon specialisti. L’augurio di divenireogni giorno sempre più… Amici GesùCrocifisso a Gaetano Bonasia eGiuseppina Vendola alla loro PrimaConsacrazione; a Giovanna Borracci,Filomena Cerini, Emilia MariaCerini, Mariella Esempiobuono eNicola Lorenzo Gassi, ConcettaLongo, Giovanna Lasorella, AnnaritaParisi, Mariella Pirr o e AnnamariaVendola, nel loro rinnovo.

Don Giovanni Lorusso, AGCAssist.Sp.

Pensieri dei consacratiDopo 4 lunghi anni di “lotta perso-

nale”, di paura di dire sì a Gesù, orasono contentissimo di aver detto sì,di accettare la sua croce, non come

dolore, ma come gioia e amore.Sento nel mio cuore che tanti si ricor-dano di Lui solo quando hanno pro-blemi e dolore. Invece ho una missio-ne particolare, quella di amare Gesùsoprattutto quando c’è positività enon negatività. Gesù va amato nonsolo nella sof ferenza, ma anchenell’amore e nella gioia. In fondoamare Gesù è un sentimento profon-do, vero, ma soprattutto “libero”.Scegliere la Famiglia Passionista, èstato fondamentale, perché ho impa-rato cose che non conoscevo: la pre-ghiera e l’amore di Dio, perché Lui èsempre in mezzo a noi.

Gaetano Bonasia

Chiedo di rinnovare la mia consa-crazione a Gesù Crocifisso. In questocammino passionista, ho conosciutopiù a fondo l’amore di Dio ed è solostando crocifissa con Lui, distaccan-domi da tutto, ho assaporato in pienoil suo amore, la gioia che provo nelmio cuore e la forza che mi da neimomenti difficili. Solo stando conLui vedi la vera luce.

Amo molto la spiritualità passio-nista e desidero ardentemente rinno-vare la mia consacrazione.

Filomena Cerini

Quando sono entrata a far partedella grande famiglia passionista, ero

triste e sola. Una parte di me stessanon c’era più, mio marito era volatoin cielo da Gesù. Pur accettando lavolontà di Dio per la mia vedovanza,ero triste, mi mancava l’altra parte dime stessa che m’integrava e mi ren-deva felice. Ero piena di paura perogni cosa.

Non era facile combattere con lasolitudine, anche alla presenza difigli, non avevo più grinta per conti-nuare ad andare avanti. Poi pian,piano mi sono inserita in questa fra-ternità: gli incontri di preghiera, lecatechesi mi davano sempre piùforza per affrontare la vita. Dio è nelmio cuore, mi sorregge in ognimomento.

Basta invocarlo, lodarlo, ringra-ziarlo, dialogare con Lui che inco-minci a sentire una grande pace. Lariflessione, la preghiera, la medita-zione riempiono il mio cuore, misento rinfrancata, amata e percepiscogioia e amore incontenibili e un rac-coglimento che rimane, anche dopola preghiera. E’ così bello stare conLui, anche se rimangono i miei limi-ti. Chiedo a Gesù di farmi capirequando sbaglio, perché voglio esseresempre più vicina al suo cuore. Lesofferenze si af frontano meglio sec’è Lui che ci sorregge e ci dà laforza.

Concetta Longo

La Fraternità di Bari è una fraternità di consacrati

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12 PASSIONISTI CHIESA E SOCIETÀ

PASSIONISTI

Il P. generalepassionistasotto i ferri

Dal Segretario generale abbiamoricevuto “Giovedì 3 Aprile il P .Joachim è stato sottoposto a interven-to chirurgico di bypass al cuor e. Acirca quattro giorni dall’interventochirurgico, è migliorato di molto. Orapuò stare seduto a letto, ha molta piùenergia e può conversare molto piùliberamente.

P. Joachim pr obabilmente faràritorno ai SS. Giovanni e Paolo pocodopo Pasqua.”

Gli A.G.C. fanno i migliori augu-ri al Padre per un a rapido ristabili-mento al servizio della famiglia pas-sionista.

AssembleaStraordinariaPiet

Dall’’12 al 13 marzo a S. Gabrielesi è tenuta l’Assemblea straordinariadei religiosi Piet “per confrontarci –come diceva la lettera di indizione –sulla legislazione della nuova pr ovin-cia CEB”.

Hanno partecipato circa 50 religio-si che hanno pregato e si sono interro-gato sul loro prossimo futuro che pre-vede la riunione delle province italianepiù altre realtà in un’unica confedera-zione.

La partecipazionedi un Passionistanella Maratonadi Roma

Il 23 marzo 2014 - P. Dominic JeonJin, C.P. (MACOR) dalla Corea delSud h partecipato alla maratona diRoma.

E’ arrivato al traguardo.L’importante, nella vita come nellosport, è partecipare.

CHIESA

Sacerdote ucciso in SiriaIl sacerdote olandese, il gesuita Frans

Van der Lugt, in Siria dal 1964, è statoucciso da uomini armati. Era l’ultimo reli-gioso rimasto ad Homs. Il religioso, cherisiedeva in una delle zone assediate più arischio, aveva rifiutato di lasciare il quar-tiere per essere accanto alla popolazionelocale. Il direttore della Sala Stampa vati-cana, padre Federico Lombardi, ha dettoche “muore così un uomo di pace. Dove ilpopolo muore muoiono con lui anche isuoi fedeli pastori.

Giovanni XXIIIe Giovanni Paolo II

Giovanni XXIII e Giovanni PaoloII il 27 aprile 2014 saranno canonizzatida Papa Francesco. Lo ha annunciatolo stesso Bergoglio nel suo primo conci-storo con i cardinali presenti a Roma.Nella stessa occasione, quasi otto mesifa, Benedetto XVI aveva annunciato almondo la sua intenzione di rinunciare alpontificato. La data scelta dal Papaargentino per elevare agli onori deglialtari i suoi due predecessori non ècasuale. Il 27 aprile del prossimo anno,infatti, la Chiesa celebrerà la festa delladivina misericordia istituita proprio daGiovanni Paolo.

Addio stipendi e pensioniai cappellani militari

“Costano troppo”. La Santa Sededisponibile all’accordo. Grazie ancheal nuovo corso francescano dellaChiesa, si sente aria nuova ancheall’ordinariato militare. L’arcivescovoSanto Marcianò, giunto al verticedell’ordinariato nell’ottobre 2013, hafatto capire, nei colloqui con il mini-stero della Difesa, che i cappellanipotrebbero anche rinunciare ai gradi.Purché sia garantita l’essenza della

loro missione pastorale, che è quella diassistere «spiritualmente» gli uomini ele donne che servono lo Stato in armi.

SOCIETÀ

Anniversario genocidioin Ruanda

“Ricordare, unire, rinnovare”: èfatto di tre parole il manifesto dellecommemorazioni delle vittime delgenocidio che nel 1994 in Ruanda fecequasi un milione di morti. Le cerimonieandranno avanti per cento giorni, aricordare i cento giorni che vent’anni fa,tra aprile e luglio, scatenarono un’orgiadi sangue e di atrocità nella sostanzialeindifferenza della comunità interna.Papa Francesco ha espresso la propriavicinanza al popolo rwandese, incorag-giandolo a continuare il processo diriconciliazione e di ricostruzione, spiri-tuale e sociale, del paese.

AutoNegli Stati Uniti la Mazda ha un

problema con la natura: la casa automo-bilistica giapponese dovrà richiamarecirca 42mila esemplari della Mazda6 acausa di un ragno. L ’aracnide in que-stione si chiama Cheiracanzio, notoanche come «il ragno dal sacco giallo»per il suo colore. Attirato dall’odoredella benzina, il ragno costruisce il pro-prio nido nella canalina del sistema diventilazione di questo modello colrischio di innescare un incendio.

I giovani? “Il quadr o èmeno fosco di quanto nonsi voglia far credere”

Il cardinale Angelo Scola ha sottoli-neato l’importanza che lavoro e famigliaassumono tra i giovani. Dai dati delRapporto Giovani dell’istituto Toniolo“emerge con forza l’importanza radicaleche famiglia e lavoro continuano adavere tra i nostri giovani. La famiglia èeffettivamente per la grande maggioran-za dei giovani, un luogo affidabile”.

***

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13TESTIMONIANZE

Ernesta Falcetta: unadonna di grandissimafede

Nonna ci ha lasciato a Macerata il02 marzo 2014 a 96 anni. Una donnapiù volte in gravi dif ficoltà nella vitama con una grande voglia di vivere, dirialzarsi e di amare.

Ogni giorno si af fidava alla Fede,alla recita del Rosario, all’Eucaristia.Nell’ultimo periodo, non potendoandare in chiesa, ascoltava la Messaalla televisione o alla radio. Unadonna, moglie, madre, nonna, amica eparente fantastica, ironica, simpatica,estroversa, sempre con la rispostapronta e vivace. Ogni giorno hacostruito il suo tassello di vita intensaaccompagnata dalla fede e dall’amore,fino all’ultimo momento di vita, quan-do ci ha abbracciato e si è fatto il

segno della croce, per volare poi alcielo. Ricordava a noi parenti gliincontri di preghiere del suo gruppo“Amici di Gesù Crocifisso”, al qualeapparteneva da circa 20 anni, comeconsacrata perpetua, sempre fedeleagli incontri della sua Fraternità diMacerata, ai ritiri mensili aMorrovalle, agli esercizi spirituali al

santuario di San Gabriele. Aveva chie-sto ogni giorno al Signore una morteserena, senza aiuto di medici, ma solocon l’amore e le cure dei suoi cari; esoprattutto affidandosi alla Fede, cheviveva quotidianamente attraversol’ascolto di Radio Maria, la lettura dilibri e riviste religiose, in particolaregli Amici di Gesù Crocifisso. IlSignore ha ascoltato le sue richieste eteneramente la fatta salire al cielo,dopo averci abbracciato e fatto ilsegno della croce.

Roberta Falcetta

Il fruttodi un cammino di fede

Le fede è la cosa più importantenella nostra vita; senza la fede nonsiamo nessuno. Ho riflettuto sul pen-siero del papa: “Chi crede vede”.Credendo non vediamo subito, ma poipian piano la fede ci illumina e ci favedere.

Ringrazio il Signore che mi fasempre ricominciare e andare avanti.Grazie a Dio, non so più che cosa sial’odio, le cattiverie. Ho pregato tantoper la pace nella mia famiglia, che sistava sgretolando.

Il Signore mi ha ascoltato e abbia-mo trascorso l’ultimo Natale insiemenella pace, come non accadeva da tantianni.

E’ stato il frutto del nostro cammi-no di fede. Apriamo le nostre famiglieall’amore di Gesù e di Maria; trasfor -miamo i nostri cuori in una culla peraccogliere Gesù con tanto amore epreghiamo per tutti coloro che hannochiuso il loro cuore a Gesù e Maria.Quando la famiglia è riunita in pre-ghiera, il Signore è in mezzo a loro.Grazie, Gesù, per il dono della fede.

Rita Cardinali

Grazie a chimi ha portato agli AGC

Ringrazio il Signore e tutti coloroche in maniera consapevole o meno mihanno indirizzato verso questo cari-sma e questa grande e bella famigliapassionista.

Compirò questo cammino conentusiasmo e impegno. Il Signore miha ridato la possibilità di amarlo e

viverlo in maniera intensa dopo che,anni addietro, ho abbandonato a metàstrada il sogno di una consacrazionetotale. Tantissimi auguri per i suoi ses-sant’anni di sacerdozio! Che il SignoreLe stia sempre vicino perché Lei possacontinuare a lungo questa meraviglio-sa opera.

Vedere un consacrato dopo sessan-t’anni che ha conservato l’entusiasmoe si dedica tanto e in tante direzioni,infonde coraggio e contagia col desi-derio della santità.  La ringrazio moltopadre caro, per l’accoglienza e per lavicinanza, per il vostro entusiasmo checontagia. Spero che questo camminoinsieme porti i suoi frutti. Grazie perl’apprezzamento del mio blog; lometto a sua disposizione. La gioia cheprovo per la possibilità di camminareinsieme a voi è immensa. Che ilSignore benedica sempre lei ed il suooperato.

Andreea Chiriches di Cosenza

Amici anche in FriuliCarissimo padre, scrivo per farti

sapere quanto Gesù ci è vicino e ascol-ta i nostri desideri, se conformi ai suoi!Sai che da anni io ero l’unica indegnaPassionista laica in Friuli!

Da circa tre mesi sono venuta aconoscenza di due signore del postoche sono in contatto con la spiritualitàPassionista attraverso le suore diFirenze. Io, tramite il viceparrocodella mia parrocchia, le ho conosciute!Il percorso è molto in salita e pieno diostacoli. Il mio e il loro parroco nonaccettano gruppi di preghiera e lanostra spiritualità.

Noi cercavamo un padre che potes-se seguirci ma incontriamo dif ficol-tà… Comunque oggi, per la primavolta, ho pregato in chiesa assieme aduna di queste signore seguendo il libro“Voi siete miei amici”.

E’ un primo debole passo ma sape-re di non essere sola è già una gioiagrande.

Ti chiedo di inviarmi due copie delnostro libro per pregare poi con loro.Piano, piano le cose vanno avanti,mettiamo tutto ai piedi della Croce eche questa sia per noi sempre fonte diluce e di vita!

Cismondi Mariangela Udine

Falcetta Ernesta

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14 TESTIMONIANZE

Preghieradi un consacratomalato di SLA

Il primo febbraio, Enzo Ferretti e lamoglie Enrica, si sono consacrati persempre all’Amore di Gesù Crocifisso,nella Messa celebrata nella loro casa da

P. Alberto, come abbiamo riferito nellaprecedente rivista. Enzo è malato diSLA in una forma molto avanzata. Lacelebrazione è stata animata da Elia conla tastiera, Laura con la chitarra e con levoci di alcune sorelle. Tanti sono statigli amici e parenti che si sono uniti aquesta celebrazione. Vedere la gioia e lacommozione nei loro volti è stato unmotivo in più per darci forza nel nostrocammino. Erano presenti molti membridella nostra Fraternità. Quando un grup-po è unito si possono raggiungere moltiobiettivi e il risultato è garantito. Perdescrivere le emozioni vissute in quelpomeriggio ci vorrebbero ore, ma nien-te si potrebbe aggiungere dopo averletto la lode di Enzo rivolta a Gesù, tra-scritta da Enrica, perché Enzo non puòpiù parlare. Riportiamo questa stupendapreghiera: è il ringraziamento a Gesù diEnzo Ferretti, appena ricevuta la SantaComunione. Lode a Te, Signore Gesù.

Nadia e Laura

“Gesù mio…ora sei nel mio cuoreed io voglio ringraziarti di questogrande dono… Io non posso parlarema a Te le parole non servono, perchésai leggere dentro di me. Voglio farmiaiutare da questo mio amico perchèvoglio testimoniare quello che provo.Voglio ringraziarti di tutte le gioie cheho vissuto, prima fra tutte questa miasplendida famiglia, mia moglie, due

amorevoli figli e l’amore della casa, lanostra nipotina Alessia. Ti voglio loda-re anche per questo mio male, perchého avuto così tanto amore da parte ditutti, persino da chi non mi sarei maiaspettato. Spero di poter toccare qual-che cuore indurito, testimoniando ilmio amore per Te sulla via delCalvario. Ora non posso non ricordare

i miei nonni, masoprattutto i mieigenitori, ringra-ziandoli per l’in-segnamento ed isani valori chemi hanno impres-so. Gesù mio, ilgrazie più grandeche Ti rivolgo èper avermi fattoincontrare nellavita la mia ama-tissima Enrica:insieme abbiamogioito, insiemeabbiamo pianto,ma sempre insie-me siamo andatiavanti. Ora piùche mai è per meil Cireneo che Tuincontrasti sulla

via del Calvario, è la mia voce, le miemani, i miei piedi, il mio dottore, lamia infermiera, il mio tutto e con leivorrei arrivare fino alla fine della miavita. Grazie Signore Gesù”.

Ferretti Enzo

La Croce,la consacrazione,la preghiera vera

Carissimo padre, le tue parole miarrivano come la voce stessa di Dio,che comprendendo la mia situazione,mi ha già consacrato, proprio comeaffermi tu. Comunque, ti sono infinita-mente grato per la tua disponibilità atrovare il modo di poter fare la miaconsacrazione a Gesù Crocifisso qui aFirenze.

Mi consola una grande realtà: chivive una vita crocifissa si trova giànell’ottica e nella realtà dellaResurrezione. Chi sof fre, offrendotutto a Dio, è già consacrato e risortoanche se non ce ne rendiamo conto.L’importante è rimanere ancorati allaCroce di Cristo offrendo a Lui, in tuttii momenti del giorno e della notte, séstessi e tutta la propria vita. Solo allorasi arriva ad una preghiera-unione cheva ben oltre le parole. La preghieravocale è importante, costituisce il

primo incontro con Dio, ma dopo que-sto livello si entra in una preghiera didisposizione sempre più profonda conDio e le parole servono sempre meno,poiché lasciano il posto a livelli diinteriorità sempre più profondi. Si trat-ta di esperienze reali di consapevolez-za, di coscienza in cui senti tangibil-mente lo Spirito di Dio che è dentro dite, fuori di te, intorno a te. Per espri-mersi con parole umane e decisamentelimitate, si tratta di un campo vibrazio-nale, infinito, sottile, forte e delicato altempo stesso, che  ti abbraccia, ti sol-leva, ti guida, non sai neanche versodove, quanto, quando e perché. Ma saiche il mistero - razionalmente incono-scibile, - esiste, e con chiarezza dicoscienza ti fa attraversare dimensionidello spirito sempre nuove e diverse.E’ come se si attraversassero varieporte che ti si aprono al momento giu-sto per farti avanzare nel cammino.Caro padre,

io sto vivendo tutto questo: misento - non nel senso negativo - fra lavita e la morte. Ma per me questamorte, non è quella che temono lamaggior parte della persone; per me èsolo una di queste porte (che non è unaporta), ma è Cristo stesso che chiamacon i suoi tempi e con i suoi modi.

Ciò che desidero dirti è che misento vivere contemporaneamente sianell’al di là, che nell’ al di qua. Nonfraintendermi. Non c’è niente di pato-logico in tutto questo. Forse con paro-le più semplici, il vecchio catechismoinsegnava che Dio è in cielo, in terra ein ogni luogo. Io ho solo cercato dispiegare questa semplicità. Prima hodetto che mi sento fra la vita e lamorte, ma più precisamente devoaffermare che mi sento fra la vita e la“VITA”.

Fabrizio di Firenze

Un grido di amore esperanza da lontano

Sono vedova e vivo sola inAustralia, ma il mio cuore arde ditanto amore per il mio amato GesùCrocifisso, vorrei fare tanto per farloamare da tutti, vorrei essere un’animariparatrice per fare compagnia al mioGesù e consolarlo. Caro padre, aiutamia capire che significa essere vittima ecome deve essere un’anima riparatri-ce. Le sof ferenze non mancano mainella vita e anch’io ho sof ferto molto.Oramai non mi interessa più nulla inquesta vita. Voglio vivere di fede e disperanza.

Giuseppina Romagnoli

La peregrinatio da Enzo ed Enrica circondati da tanti AGC

Page 15: rivista maggio - giugno 2014

15Maria Morlacco (08-01-1918 - 01-02-2014)

Maria Sordoni, vedovaMorlacco, di CivitanovaMarche, è stata una delle

prime iscritte agli “Amici di GesùCrocifisso”, consacrata perpetua il 21-05-2000, sempre presente agli incontridi Fraternità, ai ritiri mensili, a tutti icorsi di esercizi spirituali. Così la defi-nisce un’Amica responsabile: “Mariaera sempre sorridente, aperta al dialo-go e al confronto, una persona limpi-da, molto buona e rispettosa deglialtri”.

Era soprattutto una donna umile, digrandissima fede e pietà. Aveva le trefiglie sposate in tre regioni diverse.Lei preferiva rimanere sola nella suacasetta, per non lasciare le sue abitudi-ni di preghiera e gli incontri dellaFraternità. Quando qualcuna dellefiglie se la portava via per qualche set-timana, mi avvertiva subito che nonsarebbe stata presente all’incontro etelefonava appena era di ritorno. Halasciato un grande rimpianto in tutti.Per me come se avessi perso di nuovouna mamma. Alcune testimonianze cela faranno conoscere meglio.

P. Alberto CP

La quarta figliaHo conosciuto Maria nel 1993 nel

gruppo del RNS. e poi negli AGC. Inun momento difficile della mia vita,ho avuto bisogno di una casa e misono rivolto a Maria, che aveva unappartamento libero vicino al suo.

Maria mi ha detto subito di sì. Anchele figlie sono state contente di questascelta. E’ stato il suo primo atto digenerosità nei miei confronti. Pianpiano si è creato tra noi un grandelegame di affetto tanto da considerar-mi una quarta figlia e per me lei erauna seconda mamma. La sua vita erascandita dalla preghiera del mattino,l’ora media, il rosario alle ore 18 e laMessa e comunione. Maria era statamaestra elementare; tanti alunni eamiche venivano a trovarla perchéera generosa, accogliente e gentilecon tutti. Dopo una sua grave caduta,le figlie mi hanno chiesto di occupar-mi a tempo pieno di lei. Era stancaper i suoi 96 anni e chiedeva a Gesùdi portarla con sé; io le facevo pre-sente che non era giusto, ma lei mirispondeva: “io glielo chiedo, poisarà Lui a decidere …..che sia fattala sua volontà” . Offriva al Signorele sue sofferenze, lo ringraziava peravermi come aiutante e pregava perle sue figlie lontane. Gli ultimi tempili ha vissuti nella fede e nell’amoreper Gesù Crocifisso. Sono stata con-tenta di averla accudita in vita eanche dopo la morte! Ringrazio Gesùdi averla incontrata e per come mi hatenuto nel suo cuore. Non la dimenti-cherò mai!

Clara Guglielmi

Orgogliosadi appartenere agli Amici

“Comprendo sempre più che Gesùè la vera luce della nostra vita, allon-tanando la falsa luce del mondo. Perme è determinante la presenza diGesù Crocifisso; lo sento vicino e midà la forza di sperare nella sua mise-ricordia. Spesso mi domando se meri-to tanto amore e perdono delle miedebolezze, ma mi riprendo e ho lacertezza che Egli mi ama, mi aiuta avincere le mie paure, la solitudine, ilmio silenzio; non mi stanco di ringra-ziarlo di tanti benefici. Affido tuttoalle sue Sante Piaghe, perché guari-scano i miei timori e riesco quasisempre a superarli. Trovo molto con-forto nel ripetere la Promessa diAmore e non trascuro la meditazionedella Passione, fermandomi di piùsulle parole che più utili al mio statod’animo,concludo ripetendo: “Gesù,ti amo; affido a te la mia vita; siafatta sempre la tua Volontà”. Gesùè fonte di amore e di speranza. Sonoorgogliosa di appartenere agli Amicidi Gesù Crocifisso”.

Maria Morlacco

“Patire, tacere,offrire”

“Leggendo le lettere di san Paolodella Croce, mi ha colpito molto que-sta massima: “Patire e tacer e”. Lesofferenze non mancano mai ed ètanto difficile accettarle con amore. Lafede aiuta a of frire le croci al Signoree dà la forza per accettarle. Spesso èdifficile “tacere”.

A volte vorrei gridare, avere spie-gazioni, ma poi penso che è meglioaccettare in silenzio le risposte delSignore nella preghiera.

Tu, padre, ci hai poi insegnato adaggiungere ai due verbi “patire etacere”, anche “offrire”, come Gesù,che, ha accettato in silenzio la sua pas-sione e l’ha of ferta al Padre per noi.Debbo imitare Gesù, avere maggiorepazienza e sperare nella sua misericor-dia.

Ho momenti di scoraggiamento,ma ho anche momenti di pace, in cuiriesco a mettere tutto nelle mani diGesù, certa che Egli mi sta semprevicino”.

“Partecipo con interesse ai ritiri aMorrovalle, facendo parte degli AGCfin dal 1990.

Maria Morlacco

Maria Morlacco

Maria Morlaccocon il Crocifisso nella sua casa

Page 16: rivista maggio - giugno 2014

SOMMARIO

2. P. Luciano Temperilli Fede e il posto della donna nella Chiesa3. P. Luciano Temperilli Fede è testimoniare con gioia Gesù Cristo4. P. R. Cecconi Meditiamo la Risurrezione di Gesù5 – 6. Coltorti M. Grazia 25 anni di Testimonianza 7. Manuela e Fabio Peraio Le radici e le ali della speranza8. P. Alberto Amici Aggregati09-10 Vari Peregrinatio Crucis11. Vari Consacrazioni a Bari12. **** Passionisti Chiesa e Società13. Vari Testimonianze14. Vari Preghiera di Enzo Ferretti15. Vari Maria Morlacco 16. Programma 25° Amici di Gesù Crocifisso

Ricordiamo al Signore i nostri defunti Falcetta Ernesta di Macerata, consacrata perpetua 2-3-2014;Foresi Umberto di Morrovalle: 06-04-2014

Maggio-Giugno 2014 – Anno XV n. 3Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

Programma 25° Amici Gesù Crocifisso 6 luglio 2014Santuario S. Gabriele TE

08,30: Arrivi09,15: Lodi nella Cripta, davanti all’urna di San Gabbriele, guidate dal P. Provinciale, P. Piergiorgio Bartoli10,00: Nel salone, saluto di Pio Calvarese, presidente degli AGC P. Alberto Pierangioli: breve ricordo della nascita e dei 25 anni di cammino degli Amici di Gesù Crocifisso. Quattro dei primi Amici testimoniano come hanno visto e vissuto questi 25 anni.

12,00: Solenne concelebrazione nel nuovo santuario Al termine foto ufficiale e poi pranzo al sacco.

15,30: Nel salone del Santuario: Proiezione di un filmato su San Paolo della Croce. Al termine, dono a tutti del volume: 25 anni di testimonianze.

CALENDARIO DEGLI AMICI 2014 04 maggio: Ritiro mensile e consacrazioni a Morrovalle

11 maggio: Ritiro e consacrazioni a Fossacesia 16 maggio: S. Gemma Galgani, presso monache Passioniste di Loreto, ore 21,00 25 maggio: Ritiro e consacrazioni a Civitanova Marche 08 giugno: Ritiro mensile a Morrovalle 14 giugno: Ritiro e consacrazioni a Trasacco AQ 06 luglio: Giornata di testimonianza e ringraziamento per il 25° AGC a San Gabriele