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REGIONE CALABRIA Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie RETE TERRITORIALE

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REGIONE CALABRIADipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie

RETE TERRITORIALE

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Sommario

LEGENDA

1

1.1.11.1.21.1.31.1.4

2

2.12.1.12.1.22.1.3

2.2

2.32.3.12.3.22.3.32.3.42.3.5

2.4

2.52.5.12.5.22.5.32.5.4

3

3.13.1.13.1.2

3.2

3.33.3.13.3.23.3.3

Il territorio nella gestione strategica dell' erogazione dei servizisanitari e sociosanitariPremessaConsiderazioni culturaliI costiGli strumenti organizzativi dell'integrazione

L'integrazione Ospedale Territorio e ambito Sociosanitario: lariorganizzazione sociosanitaria del territorio a favore dellacontinuità delle cure e della messa a regime della rete ospedaliera

Il ruolo del DistrettoRicognizione dello stato attualeConfigurazione dei distretti a tendereLe funzioni sociosanitarie del distretto

Azioni di riorganizzazione del Distretto

Cure primarieRicognizione stato attuale dell'assistenza primariaImplementazione della rete delle cure primarieStrumenti per l'integrazione delle cure primarie e la continuità assistenzialeAzioni di riorganizzazione delle AFTe UCCPCasa della Salute

Azioni di riorganizzazione delle Case della Salute (CdS)

Indirizzi ed azioni per la programmazioneDistrettoUCCPLe Case della SaluteAltre disposizioni per la programmazione ed il monitoraggio degli interventi

Piano di riorganizzazione, riqualificazione ed implementazionedell' assistenza territoriale e distrettuale

Modello di governo della rete territorialeStrumenti di Governo della rete territorialeModello di presa in carico

Prestazioni specialistiche

Classificazione delle strutture per intensità assistenzialeOfferta Regionale di assistenza territoriale extraospedalieraClassificazione delle strutture per Intensità assistenziale (Mattone 12)Azioni di riorganizzazione delle strutture per intensità assistenziale (Mattone 12)

3.4 Residenzialità Anziani3.4.1 Ricognizione dello stato attuale3.4.2 Definizionedel fabbisogno

5

77778

9

10101012

14

141416171920

21

2121212223

24

242425

29

30303234

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3.4.3

3.53.5.13.5.23.5.3

3.63.6.13.6.23.6.3

Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità anziani 40

Semiresidenzialità AnzianiRicognizione dello stato attualeDefinizione del fabbisognoPrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della semiresidenzailità anziani

41414141

Residenzialità DisabiliRicognizione dello stato attualeDefinizione del fabbisognoPrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità disabili

43434448

3.7 Riabilitazione estensiva extraospedaliera 503.7.1 Ricognizione dello stato attuale 503.7.2 Definizione del fabbisogno 503.7.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della riabilitazione estensiva extraospedaliera 53

3.8 Residenzialità e semiresidenzialità Dipendenze patologiche 543.8.1 Ricognizione dello stato attuale 543.8.2 Definizione del fabbisogno 553.8.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità e semiresidenzialità per le

dipendenze patologiche 56

3.93.9.1

3.103.10.13.10.23.10.3

3.113.11.13.11.23.11.3

3.123.12.13.12.2

3.133.13.13.13.23.13.3

3.143.14.13.14.23.14.3

3.15

3.163.16.13.16.2

Residenzialità per persone affette da HIVI AIDSRicognizione dello stato attuale

5757

Residenzialità Salute MentaleRicognizione dello stato attualeDefinizione del fabbisognoPrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità Salute Mentale

58585963

Semiresidenzialità Salute MentaleRicognizione dello stato attualeDefinizione del fabbisognoPrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità Salute Mentale

64646566

Residenzialità Autismo e Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)Strutture residenziali per i disturbi del comportamento alimentarePrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità Autismo e DCA

666868

Semiresidenzialità Autismo e Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)Strutture semi residenziali per AutismoStrutture semiresidenziali per DCAPrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità Autismo e DCA

70707070

Assistenza DomiciliareRicognizione dello stato attualeDefinizione del fabbisognoPrincipi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della rete di Assistenza Domiciliare

71717173

Sintesi prossime azioni da svolgere per l'attivazione del piano assistenzaterritoriale programmato 73

Assistenza territoriale residenziale e semi residenziale per minoriRicognizione dello stato attualeDefinizione del fabbisogno

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3.17

3.17.13.17.2

3.183.18.13.18.23.18.33.18.4

3.18.5

Percorso regionale di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG)nell'ambito della residenzialità extraospedaliera per la salute mentalePrincipali riferimenti normativiIl percorso regionale per il superamento degli OPG

Percorsi di cura a forte integrazione ospedale territorioReti Terapia del Dolore e Cure palliativeRete HospiceRete cardiologica: percorso patologie cronicheRete neurologica: percorsi patologie croniche (es. Sclerosi Multipla, Sclerosi LateraleAmiotrofica, Demenza, ecc)Rete materno - infantile

777777

80808080

8080

Allegato 1 Offerta pubblica e privata accreditata di prestazioni di assistenza territoriale 2

Allegato 2 Sintesi fabbisogno programmato per ASP 18

Allegato 3 Cronoprogramma delle attività 23

Allegato 4 Cartine

4

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lEGENDA

Di seguito si riporta, in ordine alfabetico, la legenda degli acronimi e delle abbreviazioni utilizzate nel testo deldocumento.

LEGENDA ACRONIMI EABBRVIAZIONI

AFT Aggregazioni Funzionali Territoriali

AA.5S. Aziende Sanitarie

ACN Accordo Collettivo Nazionale

AD Assistenza Domiciliare

ADI Assistenza Domiciliare Integrata

AIR Accordo Integrativo Regionale

ASP Azienda Sanitaria Provinciale

CAPT Centri Assistenza Primari Territoriali

CCNL Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro

CdS Case della Salute

CP-A Casa Protetta Anziani

CP-D Casa Protetta Disabili

CUP Centro Unico di Prenotazione

CURAP Centrale di Continuità delle Cure Primarie

DA Direttore Amministrativo

DAA Direzione Aziendale Allargata

DCA Disturbi del Comportamento Alimentare

DCA Decreto del Commissario ad ACTA

DG Direttore Generale

DGR Delibera di Giunta Regionale

DL Decreto Legislativo

DM Decreto Ministeriale

DPCM Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

DPGR Decreto del Presidente della Giunta Regionale

DS Direttore Sanitario

DSM Dipartimento di Salute Mentale

FAR Modello Flusso Informativo NSIS che rileva i dati e le attività di Assistenza residenziale e semiresidenziale

FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

Modello Flusso Informativo NSIS che rileva le attività di assistenza sanitaria di base relative alla guardia medica, allaFLS21 farmaceutica convenzionata e all'assistenza domiciliare integrata.

GdL Gruppo di Lavoro

International Classification of Functioning, Disability and Health: classificazione internazionale del funzionamento,ICF disabilità e della salute

ISTAT Istituto Nazionale di statistica

LEA Livelli Essenziali di Assistenza

LFE Licenza Finale d'Esperimento

LG Linee Guida

MCA Medico di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica)

MMG Medico di Medicina Generale

NPI Neuropsichiatria Infantile

NSIS Nuovo Sistema Informativo Sanitario nazionale

OMS Organizzazione Mondiale della Sanità

OPG Ospedali Psichiatrici Giudiziari

PA Percorsi Assistenziali

PAI Piano Assistenziale Integrato

PAT Programma delle Attività Territoriali distrettuali, previsto dal D. L.vo 502/92

PDTA Percorsi Diagnostici Terapeuti Assistenziali

PdZ Piano di Zona (di cui alla Legge 328/2000)

PL Posti Letto

PLS Pediatra di Libera Scelta

PO Programma Operativo /POR Programma Operativo Regionale ~~I--

~~"I! ~I)~ 7

fJ~(~/1,j ~

*~:",47-

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LEGENDA ACRONIMI EABBRVIAZIONI

PPI Punto di Primo Intervento

PRI Piano Riabilitativo Individuale

PUA Punto Unico di Accesso

RECC Riabilitazione Estensiva Ciclo Continuativo

REMS Residenze per l'Esecuzione della Misura di Sicurezza

Modello flusso informtivo NSIS che rileva i dati e le attività di assistenza riabilitativa ambulatoriale e domiciliare degliRIA 11 istituti o centri di riabilitazione ex art. 26 L. 833/78(RIA 11)

RSA-A Residenza Sanitaria Assistita Disabili

RSA-D Residenza Sanitaria Assistita Anziani

RSA-M Residenza Sanitaria Assistita Medicalizzata

SAI Specialisti Ambulatoriali Interni

SerT Servizi per le Tossicodipendenze

SI Sistema Informativo

SIAD Modello Flusso Informativo NSIS che effettua il monitoraggio dell'Assistenza DomiciliareModello Flusso Informativo NSIS che rileva le caratteristiche e la tipologia di dipendenza, la sostanza d'abuso e leprestazioni erogate ai pazienti presi in carico dai SERTe dalla strutture residenziali dedicate ai tossicodipendenti

SIND (comunità).

Modello Flusso Informativo NSIS che rileva le caratteristiche dei pazienti con problemi psichiatrici presi in carico, laSISM diagnosi e la tipologia di prestazioni sanitarie e sociosanitarie erogate.

SLA Sclerosi Laterale Amiotrofica

SM Sclerosi Multipla

SSN Servizio Sanitario Nazionale

SSR Servizio Sanitario Regionale

STS 24 Modello Flusso Informativo NSIS che rileva i dati e le attività di Assistenza sanitaria semi residenziale e residenziale

SVaMA Scheda di Valutazione Multidimensionale del!' Anziano

SVaMDI Scheda di Valutazione Multidimensionale del Disabile

UCCP Unità Complesse di Cure Primarie

UO Unità Operativa

UVM Unità di Valutazione Multidimensionale

VM Valutazione Multidimensionale

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1 Il territorio nella gestione strategica dell'erogazione dei servizi sanitarie sociosanitari

1.1.1 Premessa

Nella nostra cultura sanitaria ospedalocentrica, si pensa che tutte le prestazioni sanitarie vengano erogate inospedale. Quest'ultimo dovrebbe essere utilizzato solo per le acuzie, come previsto dalla rete ospedaliera dicui al DCA9/2015, demandando il resto alla prevenzione e al territorio.

Non a caso per raggiungere i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) (DPCM del 29 novembre 2001 e s.m.i) laspesa prevista è del

44% per l'attività ospedaliera;51% per l'attività distrettuale (medicina di base 7%, Farmaceutica 11,78%, Specialistica 13,30%, Territoriale18,92%);5% per la prevenzione.

In Calabria la spesa è così suddivisa secondo il modello LA 2013:

41,95 % per l'attività ospedaliera;52,97 % per l'attività territoriale;5,07 % per la prevenzione.

Il modello LA non riporta una classificazione dei costi reali da momento che, come è a tutti noto, l'attivitàterritoriale è del tutto insufficiente e la prevenzione è ancora allo stato embrionale come emerge dallavalutazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), L'elevata percentuale della Prevenzione in particolare perla parte relativa agli screening oncologici è dovuta solo al costo del personale in numero fortementeridondante.

Le migliori realtà italiane sono riuscite a ridurre la spesa ospedaliera sotto il 40% a vantaggio di quellaterritoriale sopra il 55%. Poche raggiungono il 5% per la prevenzione.

1.1.2 Considerazioni culturali

La situazione attuale nasce dalla storia dell'assistenza nei secoli, che non è il caso di ripercorrere, ma anche daquelle famiglie che curavano, meglio dire assistevano, i malati cronici in casa.

La diffusione delle malattie croniche e di quelle neurodegenerative impone un approccio culturale diverso.

Una persona affetta da acuzie entra in ospedale dal quale esce (quasi sempre) dopo poche ore, giorni,settimane. Invece un malato di Alzheimer è tale 24 h al giorno e 365 gg all'anno, rischiando di far ammalare ifamiliari che lo assistono. Ecco perché è indispensabile sviluppare la sanità territoriale integrandola con quellaospedaliera e con l'attività sociale, chiunque eroghi quest'ultima.

Tanto più si sviluppa la sanità territoriale tanto più si migliora non solo la salute degli individui, ma anche laqualità della vita di un'intera popolazione, nel nostro caso quella calabrese.

1.1.3 I costi

Sesi spende bene nella sanità territoriale, si riduce la spesa ospedaliera.

Analogamente, se non addirittura in maggiore misura, se si "investe" in prevenzione si riduce la spesa sanitariatout-court, ospedaliera e territoriale.

7

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Owiamente ogni Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) deve sapere governare l'intero processo Prevenzione,Territorio - Ospedale- Territorio con grande awedutezza onde evitare il proliferare di costi da un lato senzaanaloga o, ancor meglio maggiore, riduzione dall'altro.

A tal fine, come peraltro per i percorsi assistenziali, il management aziendale deve dotarsi di adeguatistrumenti organizzativi.

1.1.4 Gli strumenti organizzativi dell'integrazione

Viene istituita la Direzione Allargata Aziendale (D.A.A.). La stessa è composta da:

Direttore Generale (DG), Direttore Sanitario (DS), Direttore Amministrativo (DA) + Direttore Dipartimento dellaPrevenzione, Direttori dei Distretti, Staff della Direzione.

La D.A.A. si riunisce una volta al mese e verifica il grado di raggiungimento degli obietti aziendali relativi:

alla Prevenzione (ad es. screening oncologici, vaccinazioni, etc.)al Territorio (ad esempio rapporti con Medici di Medicina Generali (MMG) e Pediatri di Libera Scelta(PLS),Salute Mentale, Dipendenze, etc.);ai costi (relativi al budget, quelli delle strutture private, etc.).

Viene redatto un verbale della riunione firmato dal DG ed inviato al Dipartimento della Salute e alla StrutturaCommissariale.

Figura 1: Direzione Aziendale Allargata

OSPEDALE TERRITORIO I PREVENZIONE I

3

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2 l'integrazione Ospedale Territorio e ambito Sociosanitario: lariorganizzazione sociosanitaria del territorio a favore della continuitàdelle cure e della messa a regime della rete ospedaliera

La riorganizzazione della rete ospedaliera definita con il DCA n. 9 del 02/04/2015, in linea con gli standardquantitativi, strutturali, tecnologici e qualitativi previsti dal Regolamento Nazionale, consente di recuperarerisorse da destinare anche alla rete territoriale. Quest'ultima, in modo integrato con quella ospedaliera edell'emergenza urgenza, anche con la sperimentazione del modello di Casa della Salute, rappresenta una realeinnovazione organizzativa in quanto rende possibile lo sviluppo di un modello effettivo di presa in carico delpaziente integrata e continuativa, fornendo una qualificata risposta ai bisogni assistenziali complessi anchedelle persone affette da patologie croniche.

Nell'ambito della c.d. "zona sociosanitaria", mediante la gestione integrata assicurata dal Distretto, trovanorisposta ai bisogni sociosanitari le popolazioni con profili di salute classificati in base alla complessità dellepatologie croniche e, quindi, a rischio di ospedalizzazione per le loro complicanze.

Centrale è il ruolo delle cure primarie che, riorganizzate per Aggregazione Funzionale Territoriale (AFT) e UnitàComplesse di Cure Primarie (UCCP), come previsto dal Patto per la Salute e dalla L. 189/2012, assicurano nelle24 ore la piena presa in carico del paziente, in collaborazione con gli specialisti (ospedalieri e territoriali). Tuttociò avviene attraverso la programmazione dei percorsi di prevenzione e di intervento sociosanitario già a livellodelle strutture più prossime al singolo cittadino, le AFT e le UCCP,che utilizzano protocolli/strumenti condivisia livello regionale, validati e verificati attraverso le linee e gli strumenti organizzativi del Distretto e sotto laresponsabilità del Direttore.

La definizione e la contestualizzazione dei Percorsi Diagnostici Terapeuti Assistenziali (PDTA) rivolti allecronicità e/o ai percorsi riabilitativi, o profili integrati di cura, induce le varie componenti professionali cheoperano nei percorsi assistenziali, dell'ospedale e del territorio, ad assicurare concretamente un efficacerapporto interprofessionale, con un maggiore apporto di competenze a favore dell'assistito.

In tale contesto, l'approccio "d'iniziativa" tende a ridurre in modo significativo l'accesso al Pronto Soccorso edil ricorso inappropriato all'ospedale, luogo del trattamento esclusivo per le acuzie.

Nella Zona/Distretto, infine, è resa possibile un'interazione fra il sociale, di rilevanza sanitaria e assistenziale,erogato dai Comuni, con il sociosanitario assicurato dalle ASP aumentando così la capacità di risposta, specie,ma non solo, per la domiciliarità, come hanno dimostrato le varie esperienze di equipe/servizio socialeunificato, già realizzate in altre realtà. Per le equipe territoriali del S.S.R l'obiettivo a regime sarà pertantoquello di operare non solo con budget integrati ma principalmente con strumenti operativi integrati.

Nei paragrafi successivi si delineano i principali indirizzi (tenuto conto anche della normativa regionale vigente)sulla base dei quali articolare i processi di riorganizzazione del distretto e delle cure primarie e quindi definire ildocumento organico di attuazione della rete territoriale che descriva ed integri i servizi lungo tutto il percorsoassistenziale (dai PUA e dal MMG, alla residenzialità o alla domiciliarità).

AI fine di promuovere una più adeguata programmazione delle prestazioni, anche sulla base dell'intensitàassistenziale (in linea con quanto previsto dalla classificazione contenuta nel Mattone12), i paragrafi successividefiniscono altresì la programmazione dell'offerta territoriale sulla base:

• del fabbisogno appropriato di posti letto e di prestazioni, espresso in funzione della popolazione da

assistere presso le strutture residenziali e semiresidenziali destinate ai malati cronici nonautosufficienti, ai disabili, alle persone con disturbi psichiatrici, ai minori e alle persone con

dipendenze, articolato per intensità assistenziale;• del fabbisogno appropriato, espresso in funzione della popolazione da assistere e l'organizzazione

delle cure domiciliari sanitarie e sociosanitarie, anche questa articolata per intensità e complessità

dell'assistenza.

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2.1 Il ruolo del Distretto

2.1.1 Ricognizione dello stato attuale

Di seguito, si rappresenta l'attuale organizzazione dei distretti della Regione Calabria. Si evidenzia che leAziende hanno proweduto a formulare le proposte degli atti aziendali sulla base delle Linee Guida (LG) di cui alDPGR n. 97/2013; tali LG dovranno essere riformulate in coerenza con l'evoluzione della normativa del SSN,(Patto per la Salute 2014-2016) e con la nuova programmazione regionale.

Tabella 1: Ricognizione dell'organizzazione attuale dei distretti della Regione Calabria

2013. Situazione attuale orgamzzazlOne dtstrettlN comuniper

Azienda Denominazionedistretto distretto PopolazioneCos e:=nz:"'a---·--C-;;;·;;;·~-;-:--Savut-;;~---·~·-··-···--··-37·~-145'~7'74

Jonio Nord 22 100.218

Pollino - Esaro1528

.90.088100.559

Jonio Sud

Tifreno 33 135.056

~~ ~_~._~lle Crati __"""~~_~ ..~__ ..~_ ..._..?g_._ ._~~~Tobole IISP 201 155 714:Z81Crotone Cirò Marina

CrotoneMesoraca

la mezi a Terme

11 40 . .1.38

11 104.5555 26.973

27 ~1l,.$$&16 88.427

15 72..56.9

21 125.77428 72.94680 359.71619 32.62016 50.82915 78.80350 162.25242 129.69613 136.39311 130.60130 153.633

409 1.958.238

Tobole ASP 202Catanzaro Catanzaro

Catanzaro lido

SoveratoTobole ASP 203Vibo Valentia Serra San Bruno

TropeaVibo Valentia

Tobole ASP 204Reggio Calabria locride

Reggio Calabria 1Reggio Calabria 2Tirrenica

Tobole Regione calabria

Sono evidenziati in rosso e corsivo i distretti con bacino di popolazione inferiore a 100.000 abitanti

Configurazione dei distretti a tendere

Il numero dei distretti delle ASP dovrà essere ridefinito prendendo a riferimento il parametro di circa100.000 abitanti (così come definito dal DPGR 97/2013) e, quindi, in decremento numerico rispetto allasituazione attuale. Nel rispetto di tale valore omogeneo per tutta la Regione, i distretti sanitari dovrannoessere riorganizzati in modo che il territorio di un distretto sociale del Comune afferisca ad un solo distrettosanitario. Ove le zone sociali risultino diversamente articolate, queste dovranno comunque afferire ad un solodistretto.

2.1.2

Tabella 2 La tabella riporta il numero massimo di Distretti attivabili per singola Azienda Sanitaria

Numero

PopolaZioneDistretti Nurnero

AZiendaComunirnaS51flH

programmat,

Cosenza 714.281 7 155Crotone I 171.666 2 27Catanzaro I 359.716 3 80Vibo Valentia ! 162.252 2 50Reggio Calabria! 550.323 5 97

i1111: <!!iii i

Nota: il numero massimo dei distretti è stato arrotondato per eccesso in caso di popolazione superiore a 160.000.

Le attività sono erogate nell'ambito dei distretti sanitari, a seconda dell'assetto organizzativo aziendale, siaattraverso servizi direttamente gestiti dai distretti, sia attraverso servizi forniti da altre articolazioni

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organizzative che si coordinano con i distretti o i dipartimenti del territorio per definire le modalità dierogazione più idonee (Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento Salute Mentale, Dipartimento delleDipendenze, Dipartimento interaziendale Materno - infantile).

Nell'ambito dei distretti sanitari operano le Case della Salute (CdS), le quali, laddove coincidenti (vicine) con lasede del Distretto, diventeranno la sede unica dello stesso. le CdSsono gestite, per quanto riguarda gli aspettiigienici e organizzativi e di facility management da un responsabile di sede, non con incarico di strutturacomplessa, che risponde direttamente al direttore del distretto.

Il distretto costituisce il centro di governo oltre che di organizzazione e di erogazione di servizi, il polo diintegrazione sanitaria e socio-sanitaria, il punto di riferimento unico per il cittadino per l'accesso a tutti i servizisanitari e sociosanitari dell'Azienda.

Esso assume il ruolo di committenza e quindi di valutazione e di gestione dei servizi territoriali (ruolo diproduzione).

Tra le funzioni di committenza e valutazione si richiamano: l'analisi e la valutazione dei bisogni di salute; ilgoverno dei consumi di prestazioni indirette, farmaceutiche, specialistiche ambulatoriali ed ospedaliere,attraverso l'attività di orientamento del cittadino e l'integrazione effettiva dei servizi erogati ai diversi livelli diassistenza dalle ASP.

Per quanto riguarda la funzione di erogazione di servizi, i distretti coordinano la medicina convenzionata(medicina generale, continuità assistenziale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale)assicurandone l'integrazione effettiva nell'organizzazione distrettuale, finalizzata ad una appropriataerogazione dei lEA; erogano l'assistenza domiciliare; garantiscono l'erogazione dell'assistenzasemi residenziale e residenziale; erogano servizi e interventi che rientrano nel livello di assistenza distrettuale,awalendosi di operatori e di unità operative proprie, oppure attraverso rapporti convenzionali con operatori oorganizzazioni esterne; garantiscono la tutela della salute in ambito penitenziario (DPCM 1 aprile 2008);garantiscono l'integrazione con i servizi afferenti all'età evolutiva e all'area materno infantile.

Per l'erogazione e la gestione delle suddette attività il distretto è articolato in strutture tra cui deve esserericompresa la struttura di Cure Primarie che eroga i seguenti servizi: rete della residenzialità esemiresidenzialità anziani, disabili e riabilitazione; assistenza medica primaria (mediCina/pediatria di famiglia);continuità assistenziale; specialistica ambulatoriale; cure palliative; assistenza domiciliare.

Come già indicato nelle linee Guida per gli Atti Aziendali di cui al DPGR n. 97/2013, la scelta del modello digoverno dei servizi territoriali dipende dalla vastità del territorio su cui l'Azienda esercita le sue funzioni. Inparticolare, si prevedono modalità organizzative e di coordinamento in relazione del numero di distrettiprevisti per Azienda.

Di seguito, si riportano le caratteristiche principali del modello organizzativo per il coordinamento del distrettocosì come individuate dal DPGR n. 97/2013, rimandando alle linee Guida per gli Atti Aziendali per le ulterioristrutture e connessioni del modello organizzativo delle Aziende Sanitarie.

Funzioni di coordinamento• Coordinamento dei distretti: il livello organizzativo ottimale per uno sviluppo coerente con le

specificità territoriali dei servizi è costituito dai distretti che, però, considerata la vastità territoriale e,quindi, la complessità, necessitano di un coordinamento interdistrettuale, al fine di garantireun'uniformità di azioni e di garanzie assistenziali. Tale coordinamento dei distretti è assegnato a livellodella Direzione Aziendale e coinvolge tutti i Direttori di Distretto;

• Obiettivi del coordinamento: salvo specifiche attività delegate a singoli distretti con apposito atto dalDirettore generale, le finalità del coordinamento sono:

rendere omogenee, efficaci ed efficienti le procedure di erogazione dei servizi e degli interventiterritoriali nell'ambito aziendale;

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raccordare le attività interdistrettuali, favorendone la compatibilità e la congruità sul territorioaziendale;garantire il collegamento con le altre strutture aziendali (Ospedale e Dipartimento diPrevenzione);monitorare l'attività e la gestione dei distretti, nonché la gestione della Medicina Convenzionata(MMG, PlS, SAI, MCA).

Coordinamento del distretto: è affidato al Direttore del Distretto con il supporto del Comitato diCoordinamento delle Attività Distrettuali in ogni distretto, composto dai responsabili delle strutture deldistretto, un rappresentante degli MMG, uno dei PlS ed uno dei SAI.

Figura 2: Funzione di coordinamento dei distretti.

Direttore Distretto Direttore Distretto Direttore Distretto

Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3

2.1.3 le funzioni sociosanitarie del distrettoIl Distretto contribuisce a migliorare lo stato di salute della comunità attraverso il governo e la gestione di unarete integrata di servizi socio-sanitari assicurando competenza, disponibilità e prontezza di risposta nel piùampio rispetto della dignità della persona umana e dei suoi primari diritti di salute.le attività assistenziali del distretto scaturiscono dalla definizione dei bisogni di salute della comunità (diagnosidi comunità) che non può prescindere dal rispetto dei seguenti principi:

• salute da stato a processo: condizione, quindi, cui si perviene attraverso un percorso influenzato damolteplici determinanti (individuali, sociali ed ambientali);

• dall'individuo alla comunità: la salute è il risultato del rapporto tra persona e collettività;• dalla prevenzione della malattia alla promozione della salute: promozione del benessere in ragione

dei diversi determinanti di salute attraverso una visione multisettoriale e multidisciplinare.la comunità deve quindi essere intesa nella prospettiva nuova di responsabilizzazione collettiva (communitygovernance) e, conseguentemente, di programmazione partecipata nell'affermarsi della centralità delladimensione territoriale.l'integrazione, declinata nei suoi tre livelli (istituzionale - organizzativo - professionale) deve trovare adeguatofondamento già nella fase di analisi e valutazione dei bisogni di salute attraverso un processo complessivo econdiviso. l'analisi deve essere integrata da dati demografici, epidemiologici e sociali di ogni territoriodistrettuale (Profilo di Salute), nel rispetto dell'assunto che solo il 30% della Salute dipende dalla Sanità(OMS) dipendendo il 70% da altri determinanti di salute quali gli stili di vita, l'ambiente, la cultura,l'economie etc. Ai distretti spetterà anche l'attività di coordinamento e di raccordo tra le strutturesanitarie e socio-sanitarie

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La programmazione distrettuale, strettamente interconnessa con quella sociale (Piano di Zona), deveassumere la connotazione di una programmazione partecipata.Alla fase di condivisa rilevazione ed analisi dei bisogni di salute della comunità distrettuale dovrà quindi seguirela fase di vera e propria programmazione integrata (PAT1 - PdZ) dei servizi che deve muovere dalla univocitàdell'accesso al sistema curante.Il distretto nell'ambito del proprio processo di riorganizzazione, dovrà puntare sulla implementazione dei PUAal fine di realizzare una più omogenea presa in carico dei pazienti.

Il complessivo sistema d'accesso ai servizi sociosanitari integrati che si vuole qui prevedere è, in altri termini,costituito da una rete di front office, cui viene attribuita la funzione di prima decodifica e di orientamento delladomanda e da un back office che svolge, invece, la funzione di presa in carico integrata dei bisogni assistenzialicosì per come definiti in esito al processo di valutazione multidimensionale.

Il Distretto assicura le funzioni di erogazione dei servizi, così per come derivate dalla programmazione di livellonazionale, regionale ed aziendale e recepite in seno al PAT, attraverso una responsabilità gerarchica sullestrutture a questo deputate.Per questo motivo al Distretto, è conferita, per il tramite delle sue articolazioni organizzative, la funzione diproduzione connessa alle aree operative ad esso afferenti per garantire i livelli essenziali di assistenza propridel livello distrettuale.Il Distretto orienta la propria programmazione e le relative attività ispirandosi al modello della ComunityOriented Primary Care, definibile come l'erogazione dell'assistenza primaria ad una comunità specificacongiunta con lo sforzo sistematico di identificare e affrontare i maggiori problemi di salute di tale comunitàmediante un'efficace modificazione dei servizi di assistenza primaria, SULLA BASE DEL MODELLO DEFINITO NEI

PARAGRAFI SUCCESSIVI.

Snodo cruciale della riorganizzazione territoriale è rappresentato dalla integrazione della medicinagenerale con le altre professioni che operano nell'ambito delle attività distrettuali [integrazioneprofessionale] nonchè con le articolazioni organizzative del distretto medesimo e delle articolazioniterritoriali del Dipartimento di Prevenzione (DP), Dipartimento Salute Mentale, Dipartimento delleDipendenze, Dipartimento Materno - infantile (jnteraziendale) [integrazione organizzatival.

AI fine di facilitare e migliorare il processo di fidelizzazione della medicina generale agli obiettivi disalute, elemento di particolare importanza è rappresentato dagli ambulatori per percorso patologico edelle fragilità che, peraltro rappresentano un importante strumento di integrazione professionale congli specialisti ambulatoriali ed organizzativo con i servizi distrettuali.

In estrema sintesi. il distretto garantisce, nel rispetto degli atti di programmazione di livello regionale -aziendale - distrettuale, l'erogazione delle prestazioni definite nell'ambito del PAT ed afferenti alle seguentiaree funzionali che afferiranno alle specifiche Unità Operative (U.O.).

Area delle cure primarie (compresa la sanità penitenziaria):../ assistenza sanitaria di base (medicina generale - pediatria di libera scelta - continuità

assistenziale)../ assistenza specialistica../ assistenza domiciliare../ assistenza semiresidenziale - residenziale../ assistenza riabilitativa../ anziani e disabili../ assistenza termale

Area dei servizi:

1 Nell'ambito delle risorse assegnate, in relazione agli obiettivi di salute della popolazione di riferimento e coerentemente con gli indirizzi della

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./ assistenza farmaceutica

./ assistenza protesica

./ servizi amministrativi

./ CUP

./ assistenza socialeArea cure palliative e terapia del dolore

./ cure palliative

./ terapia del dolore

2.2 Azioni di riorganizzazionedel DistrettoLe azioni di riorganizzazione del distretto si sostanziano in:

Aggiornamento, da parte del Dipartimento Regionale e della Struttura Commissariale, delle LineeGuida regionali degli atti aziendali con le disposizioni contenute nel presente documento e con lanormativa nazionale vigente, entro 30 giorni dall'approvazione del presente decreto.

Approvazione di tutti gli atti aziendali da parte della Struttura Commissariale entro 30 giorni dallaproposta degli atti aziendali.

Avvio e implementazione dei nuovi assetti organizzativi aziendali entro il 31 dicembre 2015.

2.3 Cureprimarie2.3.1 Ricognizione stato attuale dell'assistenza primaria

Modelli organizzativi medicina generale

I modelli organizzativi attuali della medicina generale nella Regione Calabria sono caratterizzati dallacapillarizzazione degli ambulatori convenzionati, per garantire una facile accessibilità alle fasce più deboli dellapopolazione e, nonostante il recente sviluppo di forme associative più complesse, dalla persistenza di formeassociative semplici che, pur rappresentando un'evoluzione rispetto al tradizionale modello del medicosingolo, non consentono di esplicare la massima potenzialità dell'integrazione interprofessionale einterstrutturale.

I dati relativi alla percentuale di popolazione coperta nell'anno 2013 dalle varie tipologie di forme associativeconsentono di evidenziare la seguente situazione:

• Forma associativa semplice: 32,1% MMG, 64,8% PLS;

• Medicina di rete: 11,8% MMG, 14,8% PLS;

• Medicina di gruppo: 15,8% MMG, 12,0% PLS

• Forma associativa di tipo misto: 8,4% MMG

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Tabella 3: Percentuale di adesione a forme associative dei MMG e PlS per singola ASP

% adesione a forme associative dei MMG per ASP

%Ass. %Ass. %Ass. %Ass.

Sem lice Rete Gruppo mistaASP Cosenza 40,6% 10,7% 14,4% 4,0% ASP Cosenza

ASP Crotone 44,2% 6,9% 14,3% 0,0% ASP Crotone

ASP Catanzaro 15,0% 33,3% 13,5% 18,0% ASP Cata nza re

ASPVibo Va lentia 22,5% 10,3% 13,2%ASP Reggio calabria 31,7% 0,9% 20,5%TotiIleRe ione lZ,l,% lI·" 15,8%

E' evidente che dai dati rilevati emerge una tendenza all'adesione alle forme associative in manieradiversificata nelle diverse AA.SS. con supera mento, in taluni casi, dei limiti percentuali previsti dali' AIR vigente(DGR 580/2006 -CAPO Il punto 7.1 Forme associative della medicina generale).

la Regione ha inoltre intrapreso una sperimentazione delle Unità delle Cure Complesse Primarie (UCCP).Questa è una integrazione tra Medici di Medicina Generale che realizzano una struttura sanitaria attrezzata,informatizzata che si awale anche della presenza e del supporto di specialisti ambulatoriali, e svolge unafunzione di follow-up del pazienti cronici e che infine intercetta gli accessi inappropriati ai Pronto Soccorsodella Regione (codici bianchi).

Ad oggi le UCCPsono state attivate e sono operative dal 2013 nelle ASP di Cosenza, nell' ASP di Catanzaro (2 aCosenza, 1 Paola, 1 Corigliano, 1 Montalto, 1 Rende, 1 a lamezia Terme, 1 a Soverato, 1 a Reventino e 3 aCatanzaro); l'operatività in atto dovrà transitare, senza soluzioni di continuità, nei nuovi modelli organizzatividi seguito descritti.

Sulla base degli esiti di queste sperimentazioni è stato possibile individuare le caratteristiche generali delmodello organizzativo per indirizzare l'azione programmatoria delle ASP, come di seguito dettagliato.

Casa della Salute

In ottemperanza alla deliberazione n. 740 del 4 Novembre 2009 "Programmazione Regionale Unitaria 2007-2013 - Progetto integrato di sviluppo regionale a valenza strategica - Rete regionale delle Case della Salute" esmi2 è stato awiata la programmazione di n. 8 strutture sanitarie denominate "Case della Salute".

Il DPGR n. 18/2010 ha previsto la riconversione di alcuni presidi ospedalieri in Ospedali Distrettuali, poidenominati CAPT (Centri Assistenza Primari Territoriali) con DPGRn. 34/2011.

Il DPGR n. 18S/2012 ha definito il "Modello organizzativo e percorso di attuazione delle Case della Salute"ribadendo altresì che "le attività proprie delle Case della Salute, previste dalle Linee Guida Ministeriali, nonchédal PORCalabria FESR2007/2013, sono ricomprese nelle funzioni assegnate ai CAPTdal DPRGn.18/2010".

Nella tabella seguente è illustrato il percorso di disattivazione dei presidi e degli studi di fattibilità effettuati.

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Tabella 4: Riferimenti normativi Case della Salute

~~_. __._~.~._. .uu~._u~u~!~ra ,u~ __ ....~.!J.!~reto __ .~~.~~~~~..~~~zioneAreaNord 201 Cosenza EXPO cariati DPGR135/2011 DPGR88/2012

Rlfenmentl normativi

EXPO Lungro DPGR 92/2012

DPGR 85/2012

DPGR 90/2012

DPGR 74/2011

DPGR 87/2012

Area Nord 201 CosenzaArea Nord 201 CosenzaArea Nord 201 CosenzaArea Nord 201 CosenzaArea Nord 201 CosenzaArea Centro 202 CrotoneArea Centro 203 catanzaro

EX PO Morma nnoEXPO Praia a Mare DPGR 135/2011

EXPO San Marco Argentano DPGR 135/2011

EX PO Trebisacce DPGR 135/2011

DPGR 135/2011

DPGR 135/2011 DPGR 73/2011

DPGR 72/2011DPGR 89/2012

DPGR 75/2011

DPGR 92/2012

DPGR 77/2011o.~GR 76/2011

Mesoraca

EXPO Chia rava Ile

Area Centro 204 Vibo Va lentia EX PO SorianoArea Sud 205 Reggio calabri< EX PO Oppido MamertinaArea Sud 205 Reggio calabri; EXPOPalmiArea Sud 205 Reggio calabri; EX PO Scilla DPGR 135/2011

DPGR 135/2011Area Sud 205 Reggio calabri; EX PO SidernoArea Sud 205 Reggio Calabri; EX POTaurianova

Data ceSSaI. Stu~~f.attibil.i~_ ..._._.CAPT.:!./C;:::d:::,S_-j01/04/2012 CdS

01/04/2012 CAPT

01/04/2012 CAPT

01/04/2012 CdS

10/12/2010 DPGR 176-185/2012 CdS

01/04/2012 CdS

CdS

31/03/2011 DPGR 162-185/2012 CdS

27/06/2011

31/03/2012

31/03/201131/03/2012 DGPR 195/2012

CAPT

CAPT

CAPTCdS

La maggior parte delle strutture ad oggi offre servizi di continuità assistenziale e de II'Area dell'emergenzaurgenza (Postazione 118 e PPI), la maggior parte dei servizi dell'Area delle prestazioni specialistiche e delladiagnostica (poliambulatorio, punto prelievo e diagnostica per le immagini), diversi servizi dell'Area delleattività di accoglienza, amministrative e di supporto e solo alcuni dell'Area delle attività sociosanitarie(prevalentemente cure domiciliari, riabilitazione ambulatoriale e consultorio). La rilevazione dell'effettivaattivazione delle funzioni e delle attività previste in ciascuna CdS è contenuta nell'Allegato 1. Le funzioni e leattività allo stato già attivate seguono il modello organizzativo delle CdS descritto nel paragrafo relativo alla"Casa della Salute".

31/03/2011 DPGR 161-185/2012 CdS31/03/2011 . --"CA~PT_

E' opportuno evidenziare che gli ospedali indicati dal DPGR n. 18/2010 quali presidi da avviare a riconversione,sono da considerarsi di fatto Case della Salute anche se non sono state ancora integrate/riorganizzate tutte lefunzioni previste per gli stessi.

2.3.2 Implementazione della rete delle cure primarie

Lo sviluppo delle forme organizzative della medicina convenzionata (UCCP e AFT) rappresentano una sceltanecessaria per coniugare la capacità del sistema di fornire una risposta adeguata ai bisogni dei cittadini con lepeculiari caratteristiche oro-geografiche del territorio calabrese, contraddistinte dalla compresenza di aree aforte urbanizzazione, di aree extraurbane e di aree rurali a bassa densità abitativa. Ciò anche in considerazionedelle indicazioni contenute nel nuovo Patto per la Salute 2014-2016, sulla base del quale è in atto il processo dicontrattazione in merito agli accordi contrattuali nazionali (AA.CC.N.).

Sulla base di quanto sopra esposto e nel rispetto degli AA.CC.NN di Medicina Generale, Pediatria di liberascelta e Specialista Ambulatoriale, della legge 8 novembre 2012, n. 189, di conversione del decreto-legge 13settembre 2012, n.158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un piùalto livello di tutela della salute ed in coerenza con l'atto di indirizzo per la medicina convenzionata, nonchédelle indicazioni contenute nel Patto per la Salute 2014 - 2016, la Regione intende strutturare, nei vincoli delrispetto dell'equilibrio economico imposto dal piano di rientro, la rete delle cure primarie attraverso:

• La trasformazione delle forme organizzative attuali fino all'attivazione definitiva delle AFT e/o delleUCCP;

• L'attivazione delle UCCPall'interno delle Case della Salute (UCCP del bacino di utenza afferente allaCdS);

• L'articolazione delle Case della Salute sulla base delle Linee Guida regionali di cui al DPGR185/2012;

• L'implementazione di sistemi per il governo delle cure primarie e del territorio mediante l'istituzionedel "numero unico del territorio" (116117).

a tendere delle cure primarie.proposte attuative delle ASP.

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2.3.3 Strumenti per l'integrazione delle cure primarie e la continuità assistenziale

2.3.3.1 CURAP "116117"

L'ospedale ha costituito negli anni il tradizionale punto di riferimento per tutti i bisogni di salute dei cittadinianche in virtù del fatto che è ben riconoscibile: è in un luogo preciso della città, tutti conoscono come siaccede, è aperto h24/365 giorni all'anno ed è dotato di un numero di telefono da chiamare per l'eventualeaccesso urgente, il 118. Il Territorio ancora oggi non ha nulla di ciò ed anche per questo non è riconosciutocome una valida alternativa all'Ospedale.

AI fine di poter assicurare la continuità delle cure al di fuori dei percorsi di emergenza, si prevede di attivareuna funzione di ricezione delle richieste di assistenza primaria disponibile 24 ore/24, da realizzarsi tramite lariorganizzazione dell'assistenza primaria e un maggior coordinamento tra le reti assistenziali.

In concreto, in linea con quanto previsto dalla Conferenza Stato Regioni nella seduta del 7 febbraio 2013 (Rep.Atti n. 36/CSR), si prevede che ogni ASP sia dotata di una Centrale di Continuità delle Cure Primarie (CURAP)accessibile h24/365 gg all'anno, attraverso la quale raggiungere:

• i medici delle Cure Primarie operanti nei presidi territoriali multi professionali (UCCP) durante ilgiorno;

• i medici di postazione territoriale di Continuità Assistenziale negli altri orari;

• la Centrale Unica di Prenotazione per le prestazioni ambulatoriali (il CUP);

• il Punto Unico di Accesso alla rete integrata dei servizi (PUA) per i bisogni più complessi.

Tale interfaccia unica costituirà il riferimento unico per i pazienti e le loro famiglie, per gli operatori sanitari esociali del territorio e per gli operatori dell'Ospedale. Il numero 116117 (attivo h24 / 365 gg all'anno)consentirà quindi la centralizzazione delle chiamate di cure primarie e dovrà awalersi, per consentire loscambio di informazioni sui pazienti, della medesima piattaforma tecnologica del 118. Nelle moredell'istituzione del numero 116117 a livello nazionale, la Regione sperimenterà in alcune ASP un numero verdeche contenga al suo interno il numero 116117 (esempio: numero verde. 800 116 117).

Azioni di attivazione delle CURAP

• Costruire un modello di Centrale Unica di Riferimento per l'Assistenza Primaria (a cura delDipartimento e dal Gruppo di Lavoro di coordinamento regionale):

Individuare i target di popolazione/utenti delle CURAP;

Individuare i percorsi assistenziali funzionanti/funzionali a questo tipo di iniziativa;

Individuazione dei ruoli.

• Operazioni tecniche di predisposizione del servizio:

Adeguamento della piattaforma tecnologica ed informatica - individuazione di una nuovanumerazione unica per tutti, possibilmente 116.117 in conformità alla normativa europea.

• Attivazione CURAP:

predisposizione di uno specifico protocollo a valenza regionale omogeneo che disciplini i rapportitra 118 e l'Assistenza Primaria dove saranno indicati i rispettivi ambiti di attività e le relativeinterazioni ed integrazioni, nel rispetto delle rispettive autonomie;

avvio della sperimentazione in alcune ASP di un numero verde che contenga al suo interno ilnumero 116117, in attesa delle indicazioni nazionali.

• Campagna informativa sul nuovo servizio.

• Monitoraggio e verifica dei risultati.

2.3.3.2 Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)

AI fine di promuovere un modello multiprofessionale/monoprofessionale ed interdisciplinare, la RegioneCalabria istituirà le Unita Complesse di Cure Primarie (UCCP)e le Aggregazioni Funzionali Territoriali ( ~'.

~

•. ~./'17 I ~ .

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forme organizzative della medicina convenzionata, integrata con personale dipendente del SSNcome previstodal comma 2 dell'art. 1 della legge 189/2012, per l'erogazione delle cure primarie. Esse perseguono obiettivi disalute e di attività definiti dall'Azienda sanitaria e dal Distretto, secondo un modello-tipo coerente concontenuti che saranno definiti nell'ambito degli ACN, nonché dall'accordo integrativo regionale (AIR).

2.3.3.3 Aggregazioni funzionali territoriali (AFT)

Definizione e Caratteristiche

L'AFT è un'unità organizzativa monoprofessionale che consente il coordinamento dell'attività dei medici e siconfigura come un sistema di relazioni, tra i vari professionisti che vi partecipano, estremamente flessibile ecompatibile con i diversi modelli di erogazione dell'assistenza presenti nel distretto.

Le AFT comprendono al loro interno singoli medici, associati in forma organizzativa che, pur mantenendo ilsingolo studio, afferiscono alla AFT.

LeAFT saranno rappresentate dall'insieme dei professionisti che hanno in carico il cittadino che avrà esercitatola scelta del singolo medico. Ogni AFT della medicina generale e della pediatria è funzionalmente collegata aduna UCCP.

Le AFT della medicina generale, copre un bacino di utenza riferito a non più di 30.000 abitanti.

Struttura

La Regione entro 90 giorni dall'approvazione del presente documento fornirà specifici indirizzi alle singoleAziende Sanitarie affinché le stesse, con il coordinamento del settore competente del Dipartimento Tuteladella Salute, possano istituire le AFT con apposito prowedimento, tenendo conto della normativa nazionale diriferimento, ed in particolare delle indicazioni contenute nel Patto per la Salute 2014- 2016. Le AFT assistonouna popolazione non superiore a 30.000 unità e sono funzionalmente collegate con la UCCPdi riferimento.

2.3.3.4 Unità Complessa delle cure primarie (UCCP)

Definizione

Le UCCPcostituiscono forme organizzative complesse, che operano in forma integrata all'interno di strutturee/o presidi individuati dalla Regione, con una sede di riferimento ed eventuali altre sedi dislocate sul territorio.

Il carattere multiprofessionale delle UCCP è garantito dal coordinamento tra le diverse professionalità, conparticolare riguardo all'integrazione tra la medicina specialistica e la medicina generale.

La UCCP è una forma organizzativa complessa ed è strutturata come un sistema integrato di servizi checoncorre alla presa in carico della comunità di riferimento, in continuità con le AFT e i medici di MedicinaGenerale nonché i Pediatri di Libera Scelta che le compongono, garantendo: l'accoglienza, la collaborazione el'integrazione tra i professionisti e gli operatori (sanitari, sociosanitari e sociali), la condivisione e l'applicazionedei percorsi assistenziali, l'autonomia e la responsabilità professionale, la valorizzazione delle competenze conchiara definizione dei ruoli e delle responsabilità, un approccio proattivo e di iniziativa nei confronti dei malaticronici, la partecipazione responsabile dei Medici di Medicina Generale ed dei Pediatri di Famiglia nel governodella domanda e nell'organizzazione dei servizi, alla sostenibilità economica.

La UCCPè parte fondamentale ed essenziale del Distretto ed è inserita nell'area funzionale delle Cure Primarie,integrandosi all'interno della rete dei servizi distrettuali ed aziendali e permettendo una relazione diretta tral'assistenza territoriale e gli altri nodi della rete assistenziale.

LeUCCP,tramite leAFT, hanno come compiti essenziali:

• assicurare l'erogazione delle prestazioni territoriali (mediCina generale tramite le AFT, assistenzainfermieristica, attività territoriale ambulatoriale e domiciliare, attività specialistica,supporto)

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• garantire la continuità dell'assistenza mediante l'utilizzo della ricetta elettronica dematerializzata e ilcontinuo aggiornamento della scheda sanitaria individuale informatizzata e del FSE

• garantire l'accessibilità all'assistenza territoriale per tutto l'arco della giornata per tutti i giorni dellasettimana, awalendosi dei professionisti del ruolo unico della Medicina Generale

• garantire la continuità dell'assistenza nelle tre declinazioni (relazionale, gestionale ed informativa),prevedendo l'applicazione di percorsi assistenziali condivisi e l'integrazione informativa tra lecomponenti della medicina convenzionata e la rete distrettuale ed ospedaliera.

Struttura

La Regione entro 90 giorni dall'approvazione del presente documento fornirà specifici indirizzi alle singoleAziende Sanitarie affinché le stesse, con il coordinamento del settore competente del Dipartimento Tuteladella Salute, con apposito prowedimento possano istituire le UCCPtenendo conto della normativa nazionaledi riferimento. Di seguito sono elencate le principali caratteristiche di questa forma associativa:

• Bacino di utenza: di norma deve essere costituita per un bacino di utenza di 60.000 - 100.000. Inconsiderazione della conformazione del territorio, della dispersione dei nuclei abitati e delladisponibilità di servizi, specie riferite ai collegamenti, saranno valutate articolazioni diverse del bacinod'utenza.

• Sede: La UCCP è di norma organizzata in sede unica, pur potendo prevedere sedi accessorieopportunamente collegate attraverso un'adeguata rete telematica, integrata nella rete telematicaaziendale e/o regionale. Le strutture e/o i presidi saranno individuati dalle ASP di riferimento conformale prowedimento da sottoporre a preventiva approvazione da parte del Dipartimento Tuteladella Salute.

• Orari di apertura: viene garantita l'assistenza:

H24 7/7gg. I Medici di Continuità Assistenziale, a completamento orario, garantiranno gli orarinotturni, prefestivi e festivi, fino ad istituzione del ruolo unico.

• Attività assistenziali: assicura l'integrazione delle cure lungo tutto il continuum assistenzialemediante:

Le prestazioni di competenza del MMG, così come definite nel DPCM 29 novembre 2001 (LEA) edisciplinate negli ACN/AIR per la medicina generale;L'attivazione di ambulatori di patologia dedicati per percorsi patologici e per la fragilitàindividuati dalla programmazione regionale;L'attività di assistenza H24 per le basse e medie urgenze anche grazie alla disponibilità, in H12, diservizi diagnostici ed al supporto che potrà essere garantito dagli infermieri e dagli specialistipoliambulatoriali;L'attiva partecipazione nei processi di continuità delle cure, particolarmente importante per lecondizioni di fragilità;L'adesione alle attività di prevenzione predisposte dall'Azienda.

• Coordinamento: tra i MMG e MCA che compongono l'UCCP viene designato un coordinatore delleattività clinico-organizzative per il raccordo delle attività della UCCP e con il livello distrettuale e laASP.

2.3.4 Azioni di riorganizzazione delle AFT e UCCPDefinizione da parte della Regione degli indirizzi da fornire alle singole Aziende Sanitarie affinché lestesse, con apposito prowedimento possano istituire le AFT/ UCCP,entro 90 giorni dall'approvazionedel presente documento;Definizione delle proposte aziendali da sottoporre ad approvazione preventiva da parte deldipartimento e della Struttura Commissariale, entro 30 giorni dalla data di aggiornamento delle LineeGuida regionali per gli atti aziendali;Awio delle azioni di implementazione operativa, entro 30 giorni dalla data di approvazione delle lineedi indirizzo regionali per l'istituzione delle AFT/ UCCP;

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Awio delle attività di affiancamento e monitoraggio delle azioni di implementazione da parte delDipartimento Tutela della Salute, a partire dalla data di awio delle azioni di implementazioneoperativa;

2.3.5 Casa della Salute

Definizione

La Casa della Salute (CdS) è un presidio del Distretto, la cui gestione complessiva è affidata all'Unità di CurePrimarie che coordina le attività erogate e cura le interfacce con gli altri dipartimenti. È la sede di accesso e dierogazione dei servizi sanitari, sociosanitari e socio assistenziali rivolti alla popolazione dell'ambito territorialedi riferimento delle Unità Complesse delle Cure Primarie (UCCP).

Il DPGR n. 185/2012 identifica le "Linee Guida" per il modello organizzativo ed il percorso di attuazione delleCase della Salute, stabilendo il modello funzionale ed organizzativo "ottimale" di riferimento per laformulazione anche delle analisi costi-benefici.

In virtù anche dell'esigenza, rappresentata nel Programma Operativo 2013-2015, di superare la differenza dinomenclatura tra Casa della Salute e Centro Assistenza Primaria Territoriale, unificandola nel termine unico"Casa della Salute" (CdS), nel seguito si rappresenta il modello di Casa della Salute, in termini di nucleo minimodelle attività al fine di consentire l'applicabilità del modello organizzativo già previsto nell'ambito del DPGRn.185/2012 alla realtà ed ai contesti per cui non risultano essere stati definiti i percorsi di riorganizzazione.

Ciò anche in continuità con il DPGR n. 135/2011 che, aggiornando l'elenco dei siti presso cui attivare le Casedella Salute, ribadiva altresì che "le attività proprie delle Case della Salute, previste dalle Linee GuidaMinisteriali, nonché dal PORCalabria FESR2007/2013, sono ricomprese nelle funzioni assegnate ai CAPT dalDPRGn. 18/2010".

Ad oggi sono stati già effettuati gli studi di fattibilità per le funzioni ed i servizi nelle CdS di Chiaravalle (CZ), SanMarco Argentano (CS) e Siderno (RC), e sono in corso di elaborazione gli studi di fattibilità delle altre 5 CdSdefinite con il DPGRn.135/2011.

Il modello proposto tiene conto di diverse esigenze della programmazione economico-sanitaria della RegioneCalabria:

• concentrare progressivamente nelle sedi fisiche degli ospedali dismessi e/o disponibili presso le ASP leattività che oggi trovano diversa collocazione (inclusi gli ambulatori della Medicina Generale ed i puntidi Continuità assistenziale ove previsti), al fine di garantire una migliore integrazione assistenziale;

• prevedere in coerenza con il fabbisogno della popolazione anche l'integrazione con le attivitàterritoriali residenziali e semi residenziali.

Tutte le Case della Salute tenderanno verso il modello organizzativo di cui al DPGRn.185/2012.

Il modello organizzativo qui presentato, sintetizza quanto previsto dal DPGR n. 185/2012 per garantirel'integrazione tra cure primarie ed attività distrettuali al fine di realizzare una risposta valida sul territorio aipresidi dismessi ed, in generale, all'ospedale.

Struttura

Il modello organizzativo delle Case della Salute della Regione Calabria prevede l'aggregazione dei Servizi chepresentano elementi di contiguità e complementarietà operativa all'interno di 5 Aree funzionali, cheafferiranno alle U.O. di riferimento distrettuali e/o Dipartimentali.

Nell'ambito dei distretti sanitari operano le Case della Salute (CdS), le quali, laddove coincidenti (vicine) con lasede del Distretto, diventeranno la sede unica dello stesso. Le CdSsono gestite, per quanto riguarda .

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igienico - organizzativi e di facility management da un responsabile di sede, non con incarico di strutturacomplessa, che risponde direttamente al direttore del distretto.

Ai Direttori deIl'U.O. di riferimento spetta la responsabilità di gestione delle risorse (umane e tecnologiche) cheoperano all'interno dei Servizi di loro pertinenza.

La responsabilità di definire e concordare protocolli e procedure operative per l'integrazione dei servizi erogatidalla Casa della salute, con quelli delle altre strutture pubbliche appartenenti alla ASP di riferimento, spetta alDirettore del Distretto, come anche la responsabilità complessiva degli aspetti amministrativi e sanitari dellaCasa della salute.

Per quanto riguarda invece i singoli Servizi, va osservato che essi hanno caratteristiche molto differenti tra diloro sia per il volume di attività che potenzialmente gestiscono, che per il tipo di rapporto contrattuale con ilpersonale afferente.In questa logica il modello organizzativo prevede di base 2 diverse applicazioni:

• servizi a componente organizzativa aziendale;• servizi a componente organizzativa mista.

I primi sono caratterizzati da una prevalenza di personale ad essi assegnato dipendente dell' ASP. I secondi,invece, sono caratterizzati da una prevalenza di personale ad essi assegnato non dipendente dell' ASP ma inconvenzione (es. MMG, PLS,MCA, etc).Il personale convenzionato opererà nell'ambito delle regole generali di funzionamento ed organizzativedefinite con il Direttore del Distretto.

La descrizione dei servizi presenti all'interno della Casa della Salute e lo loro suddivisione nelle 5Aree funzionaliè contenuta nel DPGR185/2012.

1. Area funzionale - Accoglienza, Accesso e Segretariato Sociale2. Area Funzionale - Servizi Generali ed amministrativi3. Area Funzionale - Servizi ed Attività Sociali4. Area funzionale - Servizi Sanitari5. Area funzionale Servizi Socio Sanitari

2.4 Azioni di riorganizzazione delle Case della Salute (CdS)

Definizione del piano operativo di organizzazione e sviluppo delle attuali Case della Salute (ex presidiospedalieri dismessi - ex CAPT), entro il 30/5/2014;Studi di fattibilità e piano operativo di implementazione delle ulteriori CdS, entro il 31/12/2015.

2.5 Indirizzi ed azioni per la programmazione

2.5.1 Distretto

I distretti devono essere organizzati per bacini di circa 100.000 abitanti (così come definito dal DPGR97/2013),in considerazione delle funzioni definite nel presente documento.

2.5.2 UCCP

Il presente documento prevede l'attivazione della UCCP per un bacino di utenza compreso tra 60.000 a100.000 abitanti, in relazione alle condizioni oro geografiche ed alla densità abitativa del territorio.

A tal fine, si identificano le seguenti linee di indirizzo programmatorie:

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della particolare struttura orogeografica della Regione: è importante consolidare prioritariamente unarisposta assistenziale territoriale alternativa all'ospedale nelle zone dove sono stati disattivati i presidiospedalieri. Seppure siano ancora in atto i processi di adeguamento strutturale delle CdS ai nuoviservizi previsti, deve essere valutata la possibilità di attivare le UCCP,oltre quelle afferenti alle CdS, inalcune aree ove fossero già disponibili altre strutture. In questo modo, sarà possibile avviare ilpercorso di cambiamento culturale del paziente verso le cure primarie, implementando campagnemirate di informazione al cittadino.

• Individuazione dei servizi e dei relativi bacini di utenza differenziati a seconda del contesto oro-geografico: l'offerta delle cure primarie dovrà trovare risposte diversificate prevedendo diversesoluzioni a seconda delle caratteristiche del territorio su cui andranno ad insistere(urbano/extraurbano/rurale e montano). Considerando anche la risposta dell'utenza all'attivazionedelle UCCP,le ASPdovranno presentare una proposta di organizzazione delle cure primarie che valuti:

La trasformazione delle forme organizzative attuali fino all'attivazione delle AH nelle zone abassa densità abitativa (zone rurali e montane); attivazione delle AH e/o delle UCCP nellezone a media ed alta densità abitativa (zone urbane e extraurbane);

Sviluppo di servizi integrativi per il periodo estivo: possibilità di attivare la guardia turisticaestiva in corrispondenza delle UCCPnelle zone turistiche, a fronte dell'aumento temporaneodi utenza.

Le ASP, nella fase di formulazione delle proposte organizzative, dovranno valutare prioritariamente edinderogabilmente la possibilità e la convenienza economica di attivare UCCP (non ricomprese nelle CdS)mettendo a disposizione:

• spazi (studi e ambulatori) della ASP, eventualmente presso la sede del Distretto;

• personale della ASP (in particolare amministrativo);

• dotazioni tecnologiche.

In ogni caso, le proposte pervenute dovranno essere coerenti con il vincolo del rispetto dell'equilibrioeconomico regionale.

2.5.3 Le Case della Salute

Il linea con quanto previsto dal PO 2013-2015 il presente documento dispone che, nella fase a regime, siaprevista una Casa della Salute ogni 75 - 100.000 abitanti (con i rapporti più alti nelle aree a maggiore densitàabitativa, e quelli più bassi nelle aree a maggiore dispersione territoriale), al fine di garantire un'equilibratadistribuzione sul territorio della totalità dei servizi sanitari e socio-sanitari previsti dai Livelli Essenziali diAssistenza. In Regione, nella fase a regime, si prevede di costituire massimo n. 20 CdS.

A tal fine, si identificano le seguenti linee di indirizzo programmatorie:

• Attivazione o messa a regime prioritaria delle Case della Salute nei presidi ospedalieri dismessi:come indicato nel paragrafo precedente, è importante consolidare prioritariamente una rispostaassistenziale territoriale alternativa all'ospedale nelle zone dove sono stati disattivati i presidiospedalieri (si veda anche paragrafo successivo).

• Integrazione e non sovrapposizione dei servizi: le proposte dei Distretti per l'attivazione dei serviziprevisti per le CdS programmate e, in generale, dei servizi della CdS non programmate dovrà tenereconto della sovrapposizione con gli altri nodi dell'offerta (distretto, ospedale per quanto riguarda adesempio le prestazioni specialistiche, residenzialità,.), anche privata.

• Possibilità di concentrare ed integrare le attività del distretto presso la Casa della Salute (sede unicadel distretto): l'attivazione delle ulteriori CdS (in sedi non coincidenti con ex presidi ospedalieri)dovrà essere valutata dalle ASP in termini anche di possibilità di concentrazione dei servizi deldistretto nella medesima sede fisica (razionalizzazione degli spazi con contestuale integrazione deiservizi).

• Passaggio da nodo della rete dell'emergenza/urgenza a nodo della centrale di continuitàassistenziale (116117): se la costituzione di un Punto di Primo Intervento (PPI) nella sede fisica che ha--~'f."CIO~

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ospitato in passato un Ospedale può consentire una graduale transizione, rendendo megliocomprensibile da parte della popolazione il processo di trasformazione in atto, è tuttavia necessarioche questa fase sia ben definita nel tempo, superando rapidamente il periodo di transizione. Infatti,all'interno di strutture orientate alla soluzione dei problemi acuti ed alla presa in carico della cronicità,non è possibile affrontare in sicurezza le emergenze più complesse, che richiedono tecnologie esoprattutto competenze specialistiche integrate ed esperienza che non può essere sviluppata instrutture come le CdS. le sedi delle CdS potranno invece ospitare una postazione medicalizzata del118. ove previsto dalla rete emergenza, in modo da conferire il paziente che necessita di cureospedaliere urgenti nell'ospedale più corretto per il bisogno di salute presentato.

• Sviluppo di servizi integrativi per il periodo estivo nelle Case della Salute di Praia a Mare eTrebisacce: sulla base dell'esperienza sviluppata con la riconversione degli ex presidi ospedalieri diPraia a Mare e Trebisacce in CdS sono state evidenziate alcune criticità relative al ruolo delle stessenella rete di emergenza urgenza, in particolare per il periodo estivo quando la viabilità crea non pochiproblemi alla circolazione, notevolmente rallentata dal traffico. Pertanto l'attività di programmazionein situazioni analoghe, nel tener conto dei parametri nazionali, è finalizzata alla definizione delleazioni e degli eventuali investimenti da intraprendere al fine di consentire la corretta riorganizzazionedella rete e la copertura dell'ambito territoriale afferente agli ex presidi. Modulando la distribuzionedei punti di emergenza ospedaliera ma anche integrando il territorio con un'adeguata rete dipostazioni di ambulanze ed ancor più di elisuperfici adatte al volo notturno, sarà possibile ampliare lacopertura per le patologie tempo dipendenti. Inoltre, particolare attenzione sarà dedicataall'implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici definendo protocolli concordati per lepatologie di maggiore complessità e avvalendosi anche della trasmissione di immagini e dati. Saràaltresì organizzato un PPI estivo, da un punto di vista organizzativo integrato al DEA di riferimento chegarantisce il servizio.

• Potenzia mento dei servizi delle Case della Salute di Praia a Mare e Trebisacce: al fine di garantirel'assistenza ai cittadini residenti nei territori di confine dovranno essere prioritariamente effettuati gliinvestimenti necessari all'attivazione di tutti i servizi previsti nel modello organizzativo delle CdS alfine di garantire tempestivamente l'accesso e l'orientamento ai servizi, la continuità dell'assistenza, lagestione delle patologie croniche ed il completamento dei principali percorsi diagnostici. Pertanto,dovranno essere immediatamente resi attivi i programmi di gestione di patologie croniche inparticolare del diabete, scompenso cardiaco, insufficienza respiratoria e insufficienza renale sulla basedelle indicazioni contenute nei percorsi a forte integrazione ospedale - territorio. Per i pazienti piùcomplessi o con fragilità sociale dovranno essere attivati i sistemi previsti di chiamata attiva, dimonitoraggio, follow up telefonico e counselling infermieristico ambulatoriale e domiciliare, ilteleconsulto. Dovrà essere immediatamente attivata la Unità Complesse di Cura Primaria (UCCP) alfine di garantire la gestione infermieristica delle cronicità in modo integrato con i MMG e gli specialistiambulatoriali.

• Modello Organizzativo: il modello organizzativo interno alla Casa della Salute dovrà essere sviluppatoin coerenza con quanto stabilito dalle linee guida per la predisposizione degli atti aziendali DPGR93/2012 e dal DPGR185/2012 (linee guida regionali per la Casa della Salute).

2.5.4 Altre disposizioni per la programmazione ed il monitoraggio degli interventi

AI fine di identificare gli ambiti presso cui attivare le AFT, le UCCPe le Case della Salute, le ASP dovranno farpervenire entro 90 giorni, dall'emanazione del presente documento, una proposta di riorganizzazionecontenente:

• Analisi dell'offerta (tipologia di attività svolta per sede, spazi coinvolti e volumi di attività erogati)comprendente l'indicazione della collocazione fisica dei punti di erogazione;

• Descrizione delle attività programmate per sede (con articolazione del relativo fabbisognoprogrammato), con indicazione delle possibilità di razionalizzazione dei punti di erogazione;

• Cronoprogramma di attuazione;

• Approvazione delle proposte di riorganizzazione presentate dalle ASP da parte del Dipartimento edella Struttura Commissariale.

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3 Piano di riorganizzazione, riqualificazione ed implementazionedell'assistenza territoriale e distrettuale

3.1 Modello di governodella rete territoriale

3.1.1 Strumenti di Governodella rete territoriale

In assenza di un reale governo dei servizi della rete territoriale ogni investimento, progettuale ed economico,rischia di essere vanificato e di non apportare reali miglioramenti nei servizi resi ai cittadini e previsti dallariorganizzazione della rete territoriale.

L'obiettivo regionale prioritario è il governo della Rete territoriale che sarà perseguito anche attraverso losviluppo dei percorsi assistenziali a livello distrettuale e l'utilizzo di strumenti di valutazione standardizzati. Ipercorsi assistenziali domiciliari, territoriali, semiresidenziali e residenziali prevedono l'erogazione congiunta diattività e prestazioni afferenti all'area sanitaria e all'area dei servizi sociali in linea con quanto sancitodall'Accordo della Conferenza unificata (Art. 8 del DL n. 281/1997) relativamente alle linee di indirizzo volte agarantire omogeneità nei processi di integrazione istituzionale, professionale e organizzativa delle suddettearee. Le Aziende Sanitarie Provinciali garantiscono l'accesso unitario ai servizi sanitari e sociali per la presa incarico della persona e la valutazione multidimensionale dei bisogni, sotto il profilo clinico, funzionale e socialesulla base del modello regionale di presa in carico sotto descritto.

AI fine di promuovere una più adeguata distribuzione delle prestazioni assistenziali, il presente piano diriorganizzazione definisce la programmazione dell'offerta territoriale sulla base:

• del fabbisogno di posti letto e di prestazioni, espresso in funzione della popolazione da assistere

presso le strutture residenziali e semiresidenziali destinate ai malati cronici non autosufficienti, ai

disabili, alle persone con disturbi psichiatrici, ai minori e alle persone con dipendenze, articolato per

intensità assistenziale;

• del fabbisogno, espresso in funzione della popolazione da assistere e l'organizzazione delle cure

domiciliari sanitarie e sociosanitarie, articolato per intensità e complessità dell'assistenza.

In considerazione del modello di presa in carico regionale sopra descritto, con successivo atto sarannoemanate le linee guida regionali per la definizione:

• della durata dell'assistenza nei diversi setting di erogazione (domiciliare, territoriale ambulatoriale,

semi residenziale o residenziale) e nei relativi livelli di intensità assistenziale;

• dei requisiti minimi qualificanti di erogazione delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie da aggiornarsianche in relazione al numero ed alla tipologia del personale impiegato;

• delle modalità di integrazione operative e tecnologiche per garantire la continuità tra livelloterritoriale e livello ospedaliero di assistenza (dimissioni protette);

• delle modalità di integrazione operative e tecnologiche nelle UVM di tutte le professionalità, anche alfine di garantire una gestione integrata delle risorse impiegate nel progetto assistenziale;

• delle modalità operative di integrazione ed erogazione degli interventi sanitari, sociosanitari e sociali

che i servizi sanitari territoriali e i servizi sociali si impegnano a garantire in modo integrato, secondo

quanto previsto per le rispettive competenze dal DPCM 29 novembre 2001 e successive modifiche e

integrazioni.

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3.1.2 Modello di presa in carico

Strumenti di valutazione multidimensionale standardizzati per tipologia di assistenza

Allo stato emergono criticità di fondo del SSRcalabrese, relativamente alla debolezza del sistema di presa incarico dei bisogni assistenziali complessi. Appare del tutto evidente la necessità di rimodulazione (e diomogeneizzazione) delle attività distrettuali.Il Distretto rappresenta, difatti, un sistema di doppia cerniera deputato, da una parte, a garantire continuitànei processi di cura con l'ambito ospedaliero di assistenza (continuità assistenziale), dall'altro a concretizzarel'integrazione con la componente sociale, di estremo rilievo per completare un adeguato sistema di cureprimarie (uno dei problemi di fondo del sistema di cure calabrese è proprio l'inappropriata medicalizzazionedei bisogni assistenziali).L'assetto organizzativo disegnato nel paragrafo 1.1 "II ruolo del Distretto" assegna il ruolo di committenza(definizione dei bisogni assistenziali della comunità e di programmazione) e di gestione dei servizi (produzione)al Distretto. Tale scelta, appare, allo stato, l'unica perseguibile proprio nella prospettiva di dover riaggregare itasselli di un modello assistenziale territoriale ancora vincolato a logiche prestazionali e, quindi, caratterizzatedalla frammentazione (e dalla conseguente mancanza di una prospettiva univoca) delle unità di produzione.Detta scelta organizzativa deve essere accompagnata dalla definizione di un appropriato e coerente modello diapproccio alla mission distrettuale che la Regione Calabria ha già delineato con il DPGR n012/2011(Approvazione linee guida sul sistema di cure domiciliari e accesso ai servizi territoriali).Il modello è in linea con il Kaiser Permanent's risk stratification model in quanto, a fronte di un accesso univocoal sistema curante (a) che si presenta così aggregato e non più disperso (processo di de frammenting care)attraverso la creazione di una rete di Punti Unici di Accesso (PUA) di livello distrettuale, segue una fase divalutazione multidimensionale (b) attraverso lo strumento della scheda standardizzata regionale SVAMA pergli anziani (DPGR-CAn. 36 del 21/03/2014), SVAMDI/ICF per i disabili (DCA n. 71 del 20/10/2014).La responsabilità dei processi di presa in carico, anche in dimissione protetta, è in capo al Direttore del

Distretto.Alla fase di valutazione segue la definizione di un Piano Assistenziale Personalizzato (c) - PAI - e quindi lagaranzia di personalizzazione dei processi di cura che, rappresentando il presupposto di un adeguato caremanagement e case management (intensità di cura coerente con i bisogni così per come esitati allavalutazione multidimensionale), consentono di collocare quei bisogni secondo una perfetta logica diappropriatezza di livello (ADI, assistenza semiresidenziale, residenziale, riabilitazione estensiva).

Del tutto evidente appare come, a fronte del modello organizzativo descritto, il modello assistenziale propostodebba necessariamente sottendere una logica di processo assistenziale e di concreta presa in carico deibisogni assistenziali, di seguito sinteticamente rappresentata:

a) accesso al sistema curante (PUA)

b) valutazione multidimensionalec) definizione di un piano personalizzato di assistenza (appropriatezza di livello) con definizione della

tipologia di interventi assistenziali, delle figure professionali coinvolte, del sottoambito di cura, della

durata dell'intervento assistenziale a connotazione:

domiciliare

semi residenziale / residenziale

riabilitativaIl modello assume la connotazione di circolarità e di continuità (interna al sistema) in quanto la definizionedella durata del PAI presuppone una fase di rivalutazione (d) e, quindi, di prosecuzione, rimodulata dalladinamicità della valutazione (a garanzia della dinamicità dei bisogni), eventualmente attraverso il passaggio daun setting di cura ad un altro.

Vengono, altresì, gettate le basi per garantire anche continuità tra livello territoriale e livello ospedaliero diassistenza, attraverso l'adesione della dimissione ospedaliera alla medesima logica di accesso - valutazionemultidimensionale - definizione PAI che precedono la dimissione grazie alla definizione/condivisione di specificiprocessi (dimissioni protette). ~-- ••••~

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Alla luce degli atti di programmazione già esistenti (DPGR n012/2011), nel dettagliare ulteriormente ilmacroprocesso, è possibile definire le professionalità e l'organizzazione necessarie a garantire il correttofunzionamento del modello proposto.Il Punto Unico di Accesso rappresenta una vera e propria rete integrata costituita da una serie di front officediffusi sul territorio distrettuale (condivisi con i Comuni di riferimento) strettamente correlati ad un unico backoffice di livello distrettuale, cui compete la complessiva governance del sistema di accesso. Le figureprofessionali necessarie per garantire le attività del back office sono di seguito individuate:

responsabile medico

infermiere professionale

assistente sociale

amministrativo

Strettamente correlata all'attività di accesso è quella di valutazione multidimensionale, garantita da un'Unità divalutazione multiprofessionale, caratterizzata da una composizione minimale (medico di distretto - MMG/PLSdell'assistito - infermiere professionale - terapista della riabilitazione - assistente sociale - geriatra) che siarricchisce, in ragione della natura del bisogno valutato, delle altre figure specialistiche necessarie (psichiatra,neuropsichiatra infantile, fisiatra, psicologo, etc.).La proceduralizzazione delle dimissioni protette passa attraverso la definizione di un percorso flessibile, dadefinire anche in ragione delle singole realtà operative, ma comunque ricollegabile al complessivo impiantoprocessuale.

a) Fase dell'accesso. L'ospedale (direzione sanitaria di presidio) accoglie le richieste di accesso alle

procedure di dimissioni che pervengono dai reparti entro un termine stabilito dalla data presunta didimissione e le inoltra al PUA del distretto competente per territorio. Il reparto attiva la segnalazione

compilando la scheda sanitaria SVAMA.

b) Fase della valutazione multidimensionale/definizione PAio La valutazione avviene nel reparto di

degenza integrando le professionalità dello stesso reparto (medico - infermiere) con quelle dell'UVM

distrettuale al fine di definire (grazie al completamento della SVAMA) il PAI.

Sistema Informativo

Il progetto regionale SIGEMONA, di informatizzazione territoriale, segue nel suo impianto, la logica di processodescritta nel paragrafo precedente, proponendo un modulo di accesso ai servizi (PUA), un modulo dedicatoalla valutazione multidimensionale ed uno relativo ai servizi di erogazione. La disponibilità dello stessostrumento informativo, esteso agli ospedali, facilita la comunicazione ospedale - territorio e, quindi, gliautomatismi procedurali.

Il sistema informativo correlato al Progetto SIGEMONA, con la finalità di creare un sistema informativodedicato alla sanità territoriale, si ispira alla logica di processo delineato con il DPGRn012/2011, estendendolaai differenti tasselli assistenziali afferenti a tale livello di assistenza.Il sistema, strutturato in differenti moduli a governance distrettuale e tutti interconnessi, trova il suo "esordio"logico nel modulo Punto Unico di Accesso (PUA) che consente, nella sua componente front office, laformalizzazione della richiesta di assistenza.L'informazione, una volta gestita a livello di front office, è pronta per essere lavorata nella componente backoffice del medesimo modulo PUA. Si tenga presente che i front office, disseminati sul territorio distrettualetanto da costituire una vera e propria rete (territorializzazione dell'accesso al sistema curante), fannocomunque riferimento ad un back office di livello distrettuale.

Strettamente interconnesso al modulo PUA è il modulo UVM (unità di valutazione, anch'essa di livellodistrettuale) che gestisce la fase di valutazione multidimensionale.A valle del nucleo centrale PUA - UVM sono presenti i moduli di gestione dei diversi servizi che garantiscono idifferenti sub livelli assistenziali:

• modulo ADI (da cui si genera il flusso SIAD)• modulo ADP (assistenza domiciliare programmata)

• modulo Residenzialità (da cui si genera il flusso FAR)

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• modulo Salute Mentale (da cui si genera il flusso SISM)

• modulo Consultori

• modulo Neuropsichiatria Infantile

• modulo Cure Palliative

• moduloNAD

La dimissione protetta diventerà parte integrante del sistema, creando un front office ospedaliero, finalizzatoa garantire l'accesso al sistema dei pazienti ricoverati e da dimettere, interconnettendo così l'ospedale al backoffice distrettuale.

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Progetto SIGEMONA - Flow chart

UVM

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3.2 Prestazionispecialistiche

Rete dei laboratori

Relativamente alla riorganizzazione dei laboratori si rimanda al decreto in corso di approvazione, già inviato inpreventiva approvazione ai Ministeri vigilanti con prot. n. 195683 del 16/06/2014.

Il documento definisce:

Il fabbisogno di prestazioni;la nuova rete di offerta pubblica ed il relativo fabbisogno di personale;la nuova rete di offerta privata e le relative modalità di aggregazione;il modello informatico per la gestione della rete.

Rete trasfusionale

Relativamente alla rete trasfusionale si rimanda al DPGR-CAn. 58 del 26/06/2014 di riorganizzazione della retetrasfusionale, successivamente ratificato dal Commissario ad Acta c on DCA n. 61 del 07/10/2014.

Specialistica ambulatoriale

Il fabbisogno di prestazioni di specialistica ambulatoriale ai fini della riorganizzazione dell'offerta sulla basedella nuova organizzazione delle cure primarie prevista dal presente documento, sarà definito con successivoatto.

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3.3 Classificazione delle strutture per intensità assistenziale

3.3.1 Offerta Regionale di assistenza territoriale extraospedaliera

Il Manuale regionale di "Autorizzazione e Accreditamento istituzionale e di eccellenza degli erogatori pubblici eprivati dei servizi e prestazioni sanitarie e socio-sanitarie territoriali" prevede le seguenti tipologie diassistenza:

Hospice (residenziale)

Residenza Sanitaria Assistenziale Medicalizzata (RSA-M)

Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani (RSA)

Nucleo demenze

Casa Protetta per anziani (CP)

Residenza Sanitaria SLA

Residenza Sanitaria Assistenziale per disabili (RSA-disabili)

Casa Protetta per disabili (CP-disabili)

Riabilitazione estensiva ciclo continuativo (compreso Autismo) (RECC)

Riabilitazione estensiva Ambulatoriale individuale

Riabilitazione estensiva Ambulatoriale piccolo gruppo

Riabilitazione estensiva ciclo diurno

Riabilitazione estensiva ciclo diurno Autismo

Riabilitazione estensiva ciclo diurno DCA

Riabilitazione estensiva Domiciliare

Residenze psichiatrica ad alto trattamento ed elevata intensità assistenzialeResidenze psichiatrica socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitariaResidenza psichiatrica socio sanitaria ad elevata integrazione sociale (gruppo appartamento)Trattamento residenziale per persone dipendenti da sostanze di abusoTrattamento semiresidenziale per persone dipendenti da sostanze di abuso

Ai fini dell'analisi dell'attuale offerta di assistenza, nelle tabelle seguenti viene evidenziata:

a) la valenza di ogni singola struttura sanitaria (100% quota Fondo Sanitario) o socio sanitaria (% quota

Fondo sociale e % quota Fondo Sanitario) e la relativa tariffa;

b) l'attuale offerta assistenziale regionale privata accreditata suddivisa per singola tipologia di utenza.

Le schede di cui all'offerta pubblica e privata attivata è contenuta nell'allegato 2.

Tabella 5: Analisi tipologia assistenza: valenza sanitaria e sociosanitara e relativa tariffa regionale vigente.

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Reside

I nza psichiatrica socio sanitaria ad elevata integrazioneaie Struttura sanitaria 100

100Residenze psichiatrica ad alto trattamento ed elevataintensità assistenziale Struttura sanitaria

100Residenze psichiatrica socio-sanitarie ad elevata integrazione

Struttura

Struttura sanitaria 100

Struttura sanitaria

Tabella 6: Offerta attuale di assistenza territoriale extraospedaliera privata accreditata

1

8 236

302nsiva (ciclo continuativo, diurno,

13 194

soci ad elevata sanitaria 8 127sociosanitaria ad elevata integrazione sociale

1 6

1 10 10 18

1 10 18 18

1 20

* I dati riportati in tobella fonno nTE'rj~lemtonl'r Il l'IDn,,",accreditate definitivamente nella RegioneCalabrian•

Dalla tabella sopra riportata emerge un sistema di offerta regionale caratterizzato da numerose piccolestrutture con un totale di n. 4.426 posti letto, n. 399 prestazioni diurne e n. 2.387 prestazionifdie. L'offerta èdistribuita in n. 189 strutture.

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3.3.2 Classificazione delle strutture per Intensità assistenziale (Mattone 12)

L'obiettivo del Mattone 12 consiste nel definire una base informativa comune per le prestazioni residenziali esemiresidenziali su cui costruire un sistema di classificazione omogeneo a livello nazionale, per la rilevazionedelle prestazioni erogate a favore di soggetti non autosufficienti e non assisti bili a domicilio: anziani, disabilifisici, psichici e sensoriali e pazienti psichiatrici in fase di lungodegenza.

Il Mattone 12 individua pertanto modelli organizzativi uniformi ai quali siano riferibili le singole prestazioni e/oattività ai fini della costruzione di un flusso informativo delle prestazioni residenziali e semi residenziali,adeguato ad alimentare in modo coerente l'NSIS.

Per una corretta definizione delle prestazioni residenziali e semiresidenziali il Mattone 12 procede pertanto aduna classificazione dei "nuclei erogativi" basata sulle loro caratteristiche tecnico-organizzative, individuando i"codici di prestazione".

Le seguenti tabelle riportano la classificazione dei "nuclei erogativi" contenuta nel Mattone 12.

Tabella 7: - Classificazione per tipologia di prestazione

Prestazioni residenziali per anziani

Codice

Prestazione Tipologle di prestazioni

Trattamenti erogati in Unità d'offerta Residenziali intensive a persone non autosufficienti ad alto grado di intensità

Rl assistenziale, essenziale per il supporto alle funzioni vitali ed in particolare: ventilazione meccanica, ossigenoterapiacontinua, nutrizione enterale o parenterale protratta, trattamenti specialistici ad alto impegno (riferiti a persone incondizione di stato vegetativo o coma prolungato, persone con gravi insufficienze respiratorie, persone terminali etc.).

Trattamenti erogati in Unità d'offerta ResidenZiali a persone non autosufficienti con elevata necessità di tutela sanitaria:R2 cure mediche e infermieristiche quotidiane, trattamenti di recupero funzionale, somministrazione di terapie e.v., nutrizione

enterale, lesioni da decubito profonde, etc).

R2D Trattamenti erogati a persone con demenza senile nelle fasi in cui il disturbo mnesico è associato a disturbi delcomportamento e/o dell'affettività (Unità d'offerta Residenziali).

R3 Trattamenti erogati in Unità d'offerta Residenziali di lungoassistenza e di mantenimento, anche di tipo riabilitativo, erogatia persone non autosufficienti con bassa necessità di tutela sanitaria (Unità d'offerta ReSidenziali di Mantenimento).

SRl Trattamenti Semiresidenziali - trattamenti di riabilitazione e di mantenimento per anziani erogati in unità d'offerta o incentri diurni.

SR2 Trattamenti Semiresidenziali Demenze - trattamenti di cure estensive per persone con demenza senile che richiedonotrattamenti di carattere riabilitativo, riorientamento e tutela personale erogati in unità d'offerta o in centri diurni.

Prestazioni Residenziali di Riabilitazione Estensiva

CodICePrestazione DeSCrizione

RRlPrestazioni di Riabilitazione Estensiva erogate nell'ambito di programmi a lungo termine in cui l'intervento riabilitativo sianecessario per contrastare la progressione di patologie invalidanti cronico - evolutive attraverso interventi prolungati e/o acicli. - ( Linee Guida: art. 2.2. comma a/2 )

Prestazioni di Riabilitazione Estensiva in Regime di Post-Acuzie per il completamento di programmi terapeutici già avviatiin forma Intensiva o rivolti a persone che non sopportano programmi di tipo intensivo - ( Linee Guida: art. 2.2. comma a/l)

RR2

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Prestazioni residenziali per disabili

CodicePrestazione Descnzione

Prestazioni di assistenza residenziale ad elevata integrazione sanitaria erogate in nuclei dedicati a persone nonautosufficienti gravi o con responsività minimale che necessitano di cure medico/infermieristiche complesse per il supporto

RDl a funzioni vitali.- (DPCM 29.11.2001, Allegato 1.c.punto 9, disabili, livello a) ).

Prestazioni di assistenza residenziale ad elevata integrazione sanitaria, con terapia riabilitativa, attività psico-educative esocio-relazionali erogate in nuclei specializzati a persone non autosufficienti, in età evolutiva, affette da minorazioniplurisensoriali.- (DPCM 29.11.2001, Allegato 1.C. punto 9, disabili, livello a) ).

RD2 Le prestazioni di questo tipo sono connotate dalla stretta integrazione tra le attività assistenziali e riabilitative e quellepSico-educative e didattiche.

Prestazioni di assistenza residenziale ad elevata integrazione sanitaria, con terapia riabilitativa, attività psico-educative esocio relazionali erogate in nuclei specializzati a persone non autosufficienti in età evolutiva affetti da disturbi delcomportamento o da patologie di interesse neuropsichiatrico - (DPCM 29.11.2001, Allegato 1.C. punto 9, disabili, livello b) ).

RD3 Le prestazioni di questo tipo sono connotate dalla stretta integrazione tra le attività assistenziali e riabilitative e quellepSico-educative e didattiche.Prestazioni di assistenza residenziale ad elevata integrazione sanitaria erogate in nuclei dedicati a persone nonautosufficienti ad alto grado di intensità assistenziale (disabili gravi) che necessitano di assistenza continuativa per lo

RD4 svolgimento delle attività quotidiane.- (DPCM 29.11.2001, Allegato 1.C. punto 9, disabili, livello cl/gravi ).Prestazioni di assistenza residenziale e socializzazione erogate in nuclei dedicati a persone non autosufficienti prive di

RD5 supporto familiare che conservano parziali ambiti di autonomia.- (DPCM 29.11.2001, Allegato 1.C. punto 9, disabili, livello c) privi di sostegno familiare).

Prestazioni Residenziali e Semiresidenziali Psichiatriche

Codice

Prestazione Tipolog.e di prestazioni

SRPl Trattamenti terapeutico riabilitativo a carattere intensivo

SRP2 Trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo

SRP3 Strutture residenziali psichiatriche per interventi socio riabilitativi

La tabella seguente riporta invece le tipologie di strutture residenziali (di cui al Regolamento 13/2009),(ri)classificate sulla base di quelle previste dal Mattone 12 e la relativa rivalutazione della compartecipazionealla spesa per le prestazioni sociosanitarie e della ripartizione della stessa tra fondo sociale e fondo sanitario.

Tabella 8: Classificazione attuali tipologie di strutture residenziale sulla base del Mattone 12

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Per una corretta classificazione dei "nuclei erogativi" basata sulle caratteristiche tecnico-organizzative previstadal Mattone 12, si rende necessario l'aggiornamento dei requisiti specifici delle strutture territorialiextraospedaliere contenuti nel Regolamento Regionale n.13/2009 (ali. 4), la rivalutazione dellacompartecipazione alla spesa per le prestazioni sociosanitarie e la relativa ripartizione della stessa tra fondosociale e fondo sanitario, nonché la rivalutazione delle tariffe.

Dall'analisi delle caratteristiche delle prestazioni contenute nel Regolamento regionale emerge, in particolare,la necessità di rivalutare il ruolo delle "Case protette" per anziani e per disabili che il presente documentoriclassifica rispettivamente con i seguenti codici di prestazione e le seguenti caratteristiche:

Case Protette per Anziani - Codice prestazione R3: trattamenti erogati in Unità d'offerta Residenzialidi lungoassistenza e di mantenimento, anche di tipo riabilitativo, erogati a persone non autosufficienticon bassa necessità di tutela sanitaria (Unità d'offerta Residenziali di Mantenimento).

Case Protette per Disabili - Codice prestazione RD5: prestazioni di assistenza residenziale esocializzazione erogate in nuclei dedicati a persone non autosufficienti prive di supporto familiare checonservano parziali ambiti di autonomia. (DPCM 29.11.2001, Allegato 1.C. punto 9, disabili, livello c)privi di sostegno familiare).

3.3.3 Azioni di riorganizzazione delle strutture per intensità assistenziale (Mattone 12)

• Aggiornamento dei requisiti specifici delle strutture territoriali extraospedaliere sanitarie e socio-sanitarie residenziali, semiresideziali, ambulatoriali, domiciliari, riabilitative, per le dipendenzepatologiche e della salute mentale contenute nel Regolamento n.13/2009, entro 30 giornidall'approvazione del presente documento.

• Aggiornamento con quanto disposto, per la stessa materia, dal DPCM 29 novembre 2001 e dal DPCM14 febbraio 2001 della Legge Regionale 22/2007, artt. 17 e 18, entro 30 giorni dall'approvazione delpresente documento.

• Adozione di un provvedimento correttivo alla legge regionale (n022 del 05/10/2007) in materia dicompartecipazione alla spesa per le prestazioni sociosanitarie e della ripartizione della stessa trafondo sociale e fondo sanitario e relativa rivalutazione delle tariffe.

• Definizione, all'esito dell'attuazione della nuova programmazione sanitaria regionale, nonché all'esitodell'approvazione dei nuovi requisiti, dei piani di adeguamento delle strutture pubbliche e privatepreviste nella nuova programmazione.

• Avvio, un ciclo di verifica su tutte le strutture sanitarie pubbliche e private della configurazionerisultante dalla nuova programmazione. Il ciclo di verifica delle strutture si concluderà entro latempistica prevista dalla nuova normativa regionale in materia.

34/

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3.4 Residenzialità Anziani3.4.1 Ricognizione dello 5tato attuale

Offerta attuale

Le strutture residenziali per anziani in Calabria sono così articolate:Residenza Sanitaria Assistenziale Medicalizzata (R.S.A.fM.), corrispondente al codice prestazione R1(Mattone 12).Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.), corrispondente al codice di prestazione R2 (Mattone 12).Casa Protetta (C.P.), corrispondente al codice di prestazione R3 (Mattone 12).

L'offerta di assistenza per anziani non autosufficienti, ad oggi in Regione Calabria, presenta le seguenticaratteristiche:

assoluta prevalenza di erogatori privati rispetto al pubblico;assenza di assistenza semi residenziale per anziani.

La tabella seguente riporta i posti letto attuali pubblici e privati articolati per tipologia di assistenza e AziendaSanitaria Provinciale, oltreché gli ulteriori posti letto programmati nella Case della Salute e già rilevatiall'interno del P.O.

Tabella 9: Totale offerta Residenzialità Anziani

ASP Abitanti Offerta Accr Offerta Pubblica Offerta Totale X 1.000 Offerta Totale X 1.000> 65 DPGR 1/2011 Attivata CdS attivata anziani Programmata Offerta anziani

CdS

(A) (B) (C=A+B) (D) (E=C+O)

Cosenza

Crotone

31.928 20

142.139

30.658

946

383

823

70 1.016

383

823

7,1

12,5

11,7

2,5

183 1.199

383

823

8,4

12,5

11,7

2,5

Catanzaro 70.538

ViboV.

Di seguito si rappresenta il dettaglio dell'offerta attivata e quella programmata (di cui alla tabella n. 9)suddivisa per intensità assistenziale.

Tabella 10: Offerta attuale attivata per intensità assistenziale - Residenzialità Anziani

OffertaOfferta Offerta Pubblica Offerta

Offerta Offerta Offerta Offerta Pubblica Pubblica Attivata Pubblica OffertaAbitanti accreditata accreditata accreditata Acer. DPGR Attivata Attivata R5A CP attivata Totale

Asp > 65 RSAM Rl RSA R2 CP R3 1/2011 RSAM R1 RSAR2 R3 Totale attivata

Cosenza 142.139 64 529 353 946 70 O O 70 1.016

Crotone 30.658 O 150 233 383 O O O O 383

Catanzaro 70.538 O 462 361 823 O O O O 823

Vibo V. 31.928 O 29 61 81

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Tabella 11: Ulteriore offerta programmata per intensità assistenziale Residenzialità Anziani

Offerta OHertaPubbliça Pubblica Offerta OHerta

AbItantI Progr. CdS Progr. edS Progr. edS PubblicaAsp >65 RSAM Rl RSA R2 R3 Prog. Totale

Cosenza

Crotone

Catanzaro

Vibo V.

142.139

30.658

70.538

31.928

125

O

O

O

58

O

O

O

O

O

O

183

O

O

O

3.4.2 Definizione del fabbisogno

L'offerta attuale, valutata sulla base dei dati di attività rilevati nelle singole ASP, è pari a 7,0 posti letto per1.000 abitanti anziani; a questi si aggiungono ulteriori 0,6 pl posti letto per 1.000 ab. anziani programmatiall'interno delle Case della salute determinando un totale attuale pari a 7,6 pl per 1.000 ab. anziani. Allo statosi rilevano criticità di completezza del modello ministeriale STS24; si è reso, pertanto, necessario calcolare taleindice (pari a 7,0 posti letto per 1.000 abitanti anziani) sulla base dei dati di attività verificati per singola ASP.

La dotazione programmata con DPGR18/2010 garantirebbe ad oggi, a livello regionale, uno standard pari a 8,9posti letto per 1.000 abitanti anziani. I parametri di programmazione adottati individuano un volumecomplessivo di posti letto inferiore rispetto a quello fissato per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza,quantificato nella "Griglia LEAli, derivante da uno standard di posti letto residenziali/posti letto equivalentisemi residenziali pari a 10 per 1.000 abitanti over 65 anni (rispetto ad uno scostamento minimo pari a 6).

Inoltre, allo stato attuale, non esistono riferimenti condivisi a livello nazionale per l'articolazione del parametroindividuato per la classificazione delle prestazioni per intensità di cura (come indicato nel Mattone 12).

Sulla scorta di quanto precedentemente detto, il Dipartimento ha intrapreso un percorso che ha permesso,attraverso la rivalutazione dei pazienti e l'analisi dell'offerta attuale nei diversi setting assistenziali, dirivalutare il fabbisogno stimato con DPGRn. 18/2010 e di articolarlo per livello di intensità assistenziale.

Metodologia di analisi della domanda

Ai fini della valutazione del fabbisogno appropriato di prestazioni, è stata effettuata una rivalutazionedell'utenza presente nelle strutture. In particolare, le Unità di Valutazione Multidimensionali delle AziendeSanitarie hanno rivalutato gli ospiti mediante l'utilizzo dello strumento standardizzato di valutazioneS.V.A.M.A., ufficialmente adottato nella Regione con DPGR-CAN.36/2014. Sono state, altresì, rilevate le liste diattesa per singola ASP.

La ricognizione ha consentito di rilevare reali bisogni assistenziali dell'utenza e conseguentementel'appropriatezza dei ricoveri.

Analisi dei dati

I dati ricevuti dalle AASSPPconsentono di avere una visione dettagliata dei profili assistenziali dei pazientipresenti nelle strutture residenziali per anziani. La rivalutazione per livelli di intensità assistenziale si è svoltanel periodo maggio/luglio 2014 .

La tabella n. 12 riporta il dettaglio dei pazienti anziani ricoverati in strutture residenziali secondo il profilloassistenziale rilevato dalle UVM con la scheda SVAMA.

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Tabella 12: Profili assistenziali dei pazienti anziani rivalutati

N. pz con N. pz conN. pz con profilo Profilo Profilo

da struttura da struttura da strutturaASP RSA I RSA-M Casa Protetta Socio Assistenziale Totale

Cosenza 383 393 80 856Crotone 139 160 49 348Catanzaro 258 323 83 664Vibo Valentia 30 27 57Reggio Calabria 105 183 15 303

Dei 2.228 anziani valutati il 41% sono utenti con profilo sanitario da struttura Residenza Sanitaria Assistita e

Medicalizzata (RSAe RSAM), il 49% con profilo socio sanitario da struttura con più bassa tutela sanitaria (CP) e

il 10% sono utenti con profilo da struttura Socio Assistenziale. Tali evidenze, seppur rappresentative di un

periodo temporale limitato e condizionate dalla breve esperienza nell'utilizzo dello strumento di valutazione

standardizzato, permettono una visione macro dell'attuale realtà e la rilevazione delle attuali criticità di

governo della presa in carico da parte delle ASP.

Di seguito si riportano i dati relativi all'appropriatezza per singola ASP:

• ASPdi Cosenza - utenti rivalutati 856: ricoveri appropriati pari al 70%; inappropriati pari al 30%;

• ASPdi Crotone - utenti rivalutati 348: ricoveri appropriati pari al 84%; inappropriati pari al 16%;

• ASPdi Catanzaro - utenti rivalutati 664: ricoveri appropriati pari al 67%; inappropriati pari al 33%;

• ASPdi Vibo Valentia- utenti rivalutati 57: ricoveri appropriati pari al 100%;

• ASP di Reggio Calabria -pazienti rivalutati 303: ricoveri appropriati pari al 58%; inappropriati pari al

42%;Totale pazienti rivalutati- 2.228: Ricoveri appropriati: 70 %; Ricoveri non appropriati 30%.

L'inappropriatezza rilevata è da intendersi come non aderenza dell'offerta assistenziale della struttura allivello

di gravità della persona. Ad esempio: pazienti con necessità assistenziali "da RSA" (classificazione della

prestazione R2) sono risultati ricoverati in CP (claSSificazione della prestazione R3) e viceversa.

Tabella 13: Assistenza residenziale anziani - analisi appropriatezza

Graf. 1 - Assistenza residenziale anziani - analisi appropriatezza

Assistenza Residenziale Anziani

1500 +- ..- ..---------..-- ..--- ....-

500 +-------------

1000 t--------·_---·_--

Totale pazienti Totale pazienti inAnziani ricoverati ricoveroin RSA; RSA-M; CP appropriato

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L'analisi ha altresì riguardato la verifica dell'offerta attuale per tipologia di assistenza/livelli di intensitàassistenziale. La tabella seguente riporta il dettaglio delle percentuali sul totale dell'offerta (privata accreditatae pubblica attivata e programmata) di posti letto per intensità assistenziale (R1; R2; R3) per singola ASP.

Tabella 14: Analisi offerta attuale pubblica e privata attivata e pubblica programmata per tipologia/intensitàassistenziale

Abitanti Offerta attivata e progr. Offerta attIvata e progr. Offerta attivata e progr. OffertaAsp > 65 RSAMRl RSAR2 CPR3 Totale

Cosenza 142.139

Crotone 30.658

Catanzaro 70.538

259

O

O

587

150

462

52

353

233

361

29

1199

383

823

81Vibo v. 31.928

L'attuale offerta pubblica e privata (di cui alla tabella n. 14) risulta pressoché in linea con le percentuali diripartizione del fabbisogno sulla base dei livelli assistenziali riportati nel successivo paragrafo "nuovofabbisogno residenzialità anziani".

La ripartizione del fabbisogno sulla base dei livelli di intensità tiene conto delle evidenze emerse dall'analisi diappropriatezza e dei correttivi ritenuti necessari per il potenzia mento dei livelli a maggiore tutela sanitaria. Ciòin relazione all'obiettivo regionale di riduzione dei ricoveri inappropriati degli anziani nelle discipline mediche ein considerazione del trend di diminuzione del ricorso all'assistenza residenziale da parte dell'anziano nonautosufficiente. Tale fenomeno, confermato dalla sensibile riduzione delle liste di attesa, è condizionato dallanecessità di permanenza in famiglia dell'anziano fragile in quanto fonte di reddito. Nei prossimi anni si ritieneche ricorreranno al ricovero quasi esclusivamente persone con alto livello di compromissione e di gravitàdello stato di salute.

Commenti

La rivalutazione degli ospiti presenti nelle strutture, come si è visto, ha fatto emergere un alto indice diappropriatezza seppur differenziato tra i diversi territori: si va dal 100% di appropriatezza neli' ASP di ViboValentia al 57% dell' ASPdi Reggio Calabria. Non si evidenziano particolari criticità nelle liste di attesa.

Neli' ASP di Vibo Valentia, dove si registra un indice di appropriatezza pari al 100%, emerge una carenza diofferta di pl che, da una parte induce al ricovero di pazienti a più alta complessità e quindi con maggiorenecessità di assistenza, dall'altra non soddisfa la domanda per tutti i livelli assistenziali. Nelle AASSPP diCosenza e di Catanzaro, dove si registra un indice di appropriatezza pari a circa il 70%, emerge una discretagestione del paziente con processi di presa in carico e di valutazione in ingresso non sempre accompagnati dachiare ed efficaci regole di governance. Le stesse criticità, sia pure più rimarcate si riscontrano nell' ASP diReggio Calabria, con un indice di inappropriatezza pari al circa il 40%, si registra una carenza di regole digovernance.

Il completamento della rete di assistenza extraospedaliera territoriale per gli anziani, vedrà la sua attuazionecon la definitiva realizzazione delle Case della Salute e attivazione dei moduli di residenzialità programmati.

Relativamente alla verifica dell'offerta attuale per tipologia di assistenza/livelli di intensità assistenzialeemergono alcune criticità da affrontare ai fini del riequilibrio dell'offerta evidenziate nel successivo paragrafo.

Infine, ai fini della definizione del fabbisogno si è ritenuto opportuno confrontare l'attuale programmazioneregionale di cui al DPGR18/2010 con i parametri della Griglia LEA.

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La tabella riporta l'offerta attuale privata e pubblica attivata e la programmazione effettuata per le Case dellaSalute, già censita nel Programma Operativo (Programma 14).

Tabella 15: Fabbisogno residenzialità anziani e demenza - Griglia LEAvs DPGR18/2010

18/2010

222 51F6} {T3)

!"; <IH) (193)

238 199

Nuovo fabbisogno Residenzialità anziani

Da quanto sopra analizzato, si ritiene che il fabbisogno da programmare ai fini della soddisfazione delladomanda appropriata è pari a 8.9 pl per 1.000 abitanti over 65 anni.

L'articolazione del fabbisogno per intensità assistenziale è stato definito sulla base dei seguenti criteri:

analisi dell'offerta appropriata attuale

modello di definizione di struttura efficace ed efficiente, elaborato in collaborazione con l'Agenas

Adottando tali criteri si ipotizza che il fabbisogno complessivo programmato (pari a n. 3.410 pl) debba esserecosì ripartito:

- 17% di posti letto in R1 (RSA- M)

- 50% di posti letto in R2 (RSA) di cui 36% di posti letto in R2D (Nuclei per demenze)

- 33% di posti letto in R3 (CP)

Tabella 16: Fabbisogno residenzialità anziani e demenza suddiviso per intensità assistenziale

Offerta attualex Totale attivata e Delta vs

Abitanti Fdbblsogno 1 000 CP fabbisogno programmata offertaAsp anZiani programmato anZiani R"Afvl Rl RSA R2 R3 programmato Totale attuale

Cosenza 142.139 1.250 8,8 213 625 413 1.250 1.199 51

Crotone 30.658 310 10,1 53 155 102 310 383 (73)

Catanzaro 70.538 630 8,9 107 315 208 630 823 (193)

Vibo V. 280 8,8 48 140 92 280 81

Relativamente al fabbisogno di residenzialità anziani e demenze articolato per intensità assistenziale (di cui allatabella 16) emergono le seguenti criticità da affrontare nelle singole AASSPPai fini del riequilibrio:

nell'ASP di Cosenza si rende necessario ridurre moduli di R1 (RSAM), aumentare moduli di R2 (RSA) edi R3 (CP);

nell'ASP di Crotone si rende necessario ridurre l'offerta di R3 (CP) e attivare moduli di R1 (RSAM) allostato inesistenti;

nell'ASP di Catanzaro si rende necessario ridurre l'offerta di moduli di R2 (RSA) e R3 (CP) e attivaremoduli di Rl (RSAM);

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nell' ASPVibo Valentia si rende necessario l'incremento di offerta per tutti di livelli di intensità, ed inparticolare di moduli di residenzialità Rl (RSA-M) attualmente assenti;

nell'ASP di Reggio Calabria si rende necessario l'incremento di offerta per tutti di livelli di intensità.

3.4.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità anziani

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della rete della residenzialitàanziani, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale sia compatibilecon i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• lo sviluppo delle strutture sanitarie (RSA-M) deve prevedere una quota dei posti letto riservata aricoveri temporanei da dimissioni ospedali ere (max 4S-60 gg. di degenza). Tali strutture svolgonoinfatti un ruolo importante nel processo di continuità assistenziale che segue la dimissioneospedaliera, e quindi di strutture intermedie;

• all'interno delle RSA (R2) dovranno essere attivati prioritariamente i moduli rivolti a pazienti condemenza in considerazione della percentuale di fabbisogno programmato;

• eventuali nuovi servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nel Programma Operativo.

Dimensionamento delle strutture:

• favorire una dimensione minima complessiva delle strutture sufficiente ai fini dell'efficienzaorganizzativa (es. turni infermieristici, etc);

• assegnazione di più moduli: possibilità di previsione di più moduli di diverso livello di assistenza nellestrutture al fine di favorire al massimo i percorsi assistenziali.

Distribuzione territoriale:

• Per le tipologie "generali" di strutture residenziali (RSA anziani) favorire la massima distribuzioneterritoriale;

• Per le tipologie di residenzialità a vocazione specialistica (es. Nuclei demenze) e RSA-M favorire lacollocazione baricentrica, nei centri a maggiore densità abitativa e facilmente raggiungibili;

• in considerazione della presenza di un' offerta consolidata e specializzata nelle singole AziendeSanitarie Provinciali, l'eventuale riequilibrio dei posti letto, in via transitoria, potrà awenire anche conaccordi di collaborazione tra Aziende viciniori. La soluzione proposta di "compensare" i posti letto traASP confinanti permette, di colmare le carenze attuali senza ridurre l'offerta in eccesso in modorepentino. Contestualmente è però necessario awiare il percorso di riconversione degli stessi e nellungo periodo bilanciare l'offerta dei posti letto nelle zone carenti.

Appropriatezza organizzativa:

• favorire l'assegnazione di nuovi posti letto in strutture che abbiano presentato nell'annoprecedente:

processi di presa in carico e sistema di valutazione dei pazienti in ingresso controllato dalDistretto e condiviso con le strutture ospedaliere di riferimento;maggior coerenza fra la tipologia dei pazienti ospitati e la tipologia di assistenza;percentuale di pazienti dimessi a domicilio (strutture intermedie) (> 50%).

Distribuzione dell'offerta nelle strutture ospedaliere riconvertite:

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• priorità di assegnazione del nuovo fabbisogno nelle Case della Salute.

3.5 SemiresidenzialitàAnziani

3.5.1 Ricognizionedello stato attuale

Offerta attuale

Ad oggi non è presente nella realtà calabrese un'offerta di semiresidenzialità dedicata all'assistenza per anzianinon autosufficienti e/o per persone affette da demenze. Ai fini della definizione di un corretto fabbisogno inun'ottica di percorso assistenziale, emerge la necessità di programmare specifici moduli di semiresidenzialitàrivolti agli anziani parzialmente non autosufficienti e non autosufficienti che necessitano di prestazioni dicarattere assistenziale, relazionale e sanitario che non possono essere soddisfatte interamente dal nucleofamiliare o dai servizi domiciliari, al fine di favorire il recupero dell'autonomia e il mantenimento nel propriocontesto abitativo, migliorare e sviluppare le capacità residue, nonché fornire un supporto ai nuclei familiari.

3.5.2 Definizione del fabbisogno

Ai fini della definizione del fabbisogno, in assenza di dati epidemiologici certi, si è ritenuto opportuno fareriferimento ai parametri utilizzati da alcune Regioni italiane le quali prevedono, per ciascun livello di intensitàdi assistenza (SRl/SR2), un fabbisogno pari 0,7 posti per 1.000 abitanti >G5. Tali parametri sono stati condivisicon il Centro Regionale di Neurogenetica.

Il fabbisogno complessivo programmato ai fini della soddisfazione della domanda appropriata di assistenza aglianziani è pari a 10.3 pl per 1.000 abitanti over G5 anni (di cui 8.9 pl residenziali e 1.4 posti semi residenziali), inlinea con il parametro fissato per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, quantificato nella "Griglia LEAli,pari a 10 pl per 1.000 abitanti over G5 anni (rispetto ad uno scosta mento minimo pari a G).

La tabella seguente riporta il fabbisogno di posti in assistenza semiresidenziale da attivare, suddivisi perciascuna ASPe calcolato utilizzando i parametri sopra indicati.

Tabella 17: Fabbisogno semiresidenzialità anziani e demenza suddiviso per aziende

fabbisogno fabbisogno

programmato anZIani programmato demenzeASP Abitanti >65 SRl SR2

CosenzaCrotoneCatanzaroViboV.

142.13930.65870.53831.928

99214922

99214922

I moduli semi residenziali potranno essere previsti all'interno delle strutture residenziali sociosanitarie peranziani o realizzati in specifiche strutture semi residenziali.

3.5.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della semiresidenzailità anziani

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità anziani,fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale sia compatibile con ivincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuove prestazioni/servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nelProgramma Operativo.

Dimensionamento delle strutture:

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• assegnazione di più moduli: possibilità di previsione di più moduli (residenziali e semiresidenziali)di diverso livello di intensità nella stessa struttura.

Distribuzione territoriale:

• favorire la collocazione baricentrica del l'' offerta di moduli di semiresidenzialità nei centri amaggiore densità abitativa e facilmente raggiungibili.

Nella fase di aggiornamento dei requisiti specifici delle strutture territoriali extraospedaliere sanitarie e socio-sanitarie contenute nel Regolamento n.13/2009 e prevista dal presente documento (cfr. paragrafo 2.3.3),saranno definiti i requisiti specifici relativi alla semiresidenzialità anziani.

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3.6 Residenzialità Disabili3.6.1 Ricognizione dello stato attuale

Offerta attuale

Le strutture residenziali per disabili in Calabria sono così articolate:SLA (Altre gravi patologie neurodegenerative) corrispondente al codice prestazione RD1 (Mattone 12).Residenza Sanitaria Assistenziale Disabili (R.S.A-D.) corrispondente al codice prestazione R2 (Mattone12).Casa Protetta Disabili (C.P.-D) corrispondente al codice prestazione R3 (Mattone 12).

La tabella riporta i posti letto attuali articolati per tipologia di assistenza e Azienda Sanitaria Provinciale.

Tabella 18: Offerta attuale Residenzialità Disabili

Di seguito si rappresenta il dettaglio dell'offerta attivata e di quella programmata (di cui alla tabella n. 18)

suddivisa per intensità assistenziale.

Tabella 19: Offerta attuale attivata per intensità assistenziale - Residenzialità Disabili

OffertaPubblica Offerta Offerta

Offerta Accr Attivata Pubblica Pubblica OffertaRECC RSA CP DPGR RSA Attivata CP attivata Totale

1/2011 TotaleASP Abitanti RREl RRE2 RD4 RD5 (A) RD4 RD5 (B) (C=A+B)

Cosenza 714.281 194

Crotone 171.666 56

Catanzaro 359.716 107

Vibo v. 162.252 O

Reggio C. 550.323 150

NOTE:

86

42

121

115

66

O

O

401

213

261

O

O

10

O

O

30

O

O

O

O

40

401

213

30188

O

20

O

170

O

O

O

O

O

170

* (1) La tabella contiene lo Riabilitazione estensiva a ciclo continuativo (RECC) esclusivamente per il calcola del tasso per 1.000 ab.dell'offerta residenziale disabili, in coerenza con quanto previsto dalla griglia LEA.

* (2)Nella RECCè compresa lo RECCSLA il cui modulo di n. 15 pl è presente nella provincia di Catanzaro.

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Tabella 20: Ulteriore offerta programmata per intensità assistenziale - Residenzialità Disabili

Offerta Offerta Offerta OffertaPubblica Pubblica Pubblica PubblicaProgr. CdS Progr. CdS Progr. CdS Progr.

RECC RSA CPAsp Abitanti RREl - RRE2 RD4 RD5 Totale

Cosenza

Crotone

Catanzaro

Vibo V.

714.281

171.666

359.716

162.252

96

O

18

10

O

O

O

O

O

O

O

O

96

O

18

10

3.6.2 Definizione del fabbisogno

La dotazione di offerta attuale, valutata sulla base dei dati di attività rilevati nelle singole AASSPP, è pari a 0,55posti letto per 1.000 abitanti; a questi si aggiungono ulteriori 0,08 pl posti letto per 1.000 abitanti programmatiall'interno delle Case della salute determinando un totale attuale pari a 0,63 pl per 1.000 ab. Allo stato sirilevano criticità di completezza del modello ministeriale STS24/RIAll il quale restituisce una dotazione pari a0,47 posti letto per 1.000 abitanti. Si è reso, pertanto, necessario calcolare tale indice (pari a 0,55 posti lettoper 1.000 abitanti) sulla base dei dati di attività verificati per singola ASP.

Con DPGR n. 18/2010 la Regione ha definito un fabbisogno complessivo di posti letto per la residenzialitàdisabili pari a 1.230 posti letto, di cui 420 posti letto per case protette ed RSAe 810 posti letto per strutture diriabilitazione estensiva a ciclo continuativo (RECC). La dotazione attualmente programmata garantirebbe adoggi, a livello regionale, uno standard pari a 0,63 posti letto per 1.000 abitanti.

Se si considerano i parametri individuati per la verifica del rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza nella"Griglia LEA" per l'assistenza territoriale ai disabili (congiuntamente per la riabilitazione estensiva), si identificaquale riferimento un indice di fabbisogno di posti letto residenziali pari a 0,55 posti letto per 1.000 abitanti.

Occorre, precisare che, allo stato attuale, non esistono riferimenti condivisi a livello nazionale perl'articolazione del parametro individuato per la classificazione delle prestazioni per intensità di cura.

Sulla scorta di quanto precedentemente detto, la Regione ha intrapreso un percorso che ha permesso, ancheattraverso la rivalutazione dei pazienti e l'analisi dell'offerta attuale nei diversi setting assistenziale, dirivalutare il fabbisogno stimato con DPGRn. 18/2010.

Metodologia di valutazione della domanda

Ai fini della valutazione della domanda di prestazioni, analogamente alla metodologia seguita per lariqualificazione dell'assistenza residenziale per gli anziani, è stata effettuata una rivalutazione dell'utenzapresente nelle strutture. In particolare, le Unità di Valutazione Multidimensionali delle Aziende Sanitarie hannorivalutato gli ospiti mediante l'utilizzo dello strumento standardizzato di valutazione S.V.A.M.A. Ciò in quantola scheda più specifica per le persone con disabilità, ossia la S.V.a.M.D.1. è stata adottata successivamente conDecreto del Commissario ad acta, n. 71, solo in data 20 ottobre 2014. Sono state altresì rilevate le liste diattesa per singola ASP.

La ricognizione ha consentito di rilevare reali bisogni assistenziali dell'utenza e conseguentementel'appropriatezza dei ricoveri.

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Analisi dei dati

I dati ricevuti dalle AASSPP consentono di avere una visione dettagliata dei profili assistenziali dei pazientipresenti nelle strutture residenziali per disabili. La rivalutazione per livelli di intensità assistenziale si è svoltanel periodo marzo/giugno 2014 .

La tabella n. 21 riporta il dettaglio dei pazienti disabili ricoverati in strutture residenziali secondo il profilloassistenziale rilevato dalle UVM con la scheda SVAMA.

Tabella 21: Profili assistenziali dei pazienti disabili rivalutatiN. pz con

N. pz con profilo da N. pz con profiloprofilo da struttura da strutturastruttura Casa Socio

ASP RSAO Protetta AssIstenziale Totale

Ai fini dell'analisi è da considerare che, allo stato attuale, una parte dei posti letto per disabili è utilizzata perpazienti psichiatrici in quanto il Regolamento di attuazione della L.R n. 24/2008 per l'autorizzazione el'accreditamento prevede la possibilità di trattamento di pazienti psichiatrici in Casa Protetta per disabili "finoad approvazione di Linee Guida Regionali in materia di salute Mentale". Le Linee Guida regionali sono stateapprovate con DPGRn. 31/2013 ed allo stato, non essendo stata ancora awiata la riorganizzazione della retedi assistenza territoriale, tali pazienti risultano, in alcuni casi, ancora in carico presso strutture per disabili.

Dei 350 disabili valutati, il 34% sono utenti con profilo sanitario da struttura Residenza Sanitaria Assistita (RSA-D e), il 59% con profilo socio sanitario da struttura con più bassa tutela sanitaria (CP-D) e il 7% sono utenti con

profilo da struttura Socio Assistenziale. Tali evidenze, seppur rappresentative di un periodo temporale limitatoe condizionate dalla breve esperienza nell'utilizzo dello strumento di valutazione standardizzato, permettono

una visione macro dell'attuale realtà e la rilevazione delle attuali criticità di governo della presa in carico da

parte delle ASP.

I pazienti rivalutati sono stati n. 350. Di seguito si riportano i dati relativi all'appropriatezza per singola ASP:

ASPdi Cosenza - utenti rivalutati 142: ricoveri appropriati pari al 38%; non appropriati pari al 62%;ASPdi Crotone - utenti rivalutati 83: ricoveri appropriati pari al 53%, non appropriati i pari al 47%;

ASP di Catanzaro - pazienti rivalutati 117: ricoveri appropriati pari a11'84%;non appropriati i pari al

16%;ASP di Reggio Calabria - utenti rivalutati n. 8: ricoveri appropriati pari al 63%; non appropriati pari al

37%;Nel!' ASPdi Vibo non sono presenti strutture per disabili.

Totale pazienti rivalutati: 350 (Ricoveri appropriati: 57 %; Ricoveri non appropriati 43%).

L'inappropriatezza rilevata è da intendersi come non corrispondenza dell'offerta assistenziale della struttura allivello di gravità della persona, ad esempio: pazienti con livello di assistenza da "RSA D" (classificazione della

prestazione RD4) ricoverati in CP(classificazione della prestazione RD5) e viceversa.

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Tabella 22: Assistenza residenziale disabili - analisi appropriatezza

Graf. 2: Assistenza residenziale disabili - analisi appropriatezza

Assistenza Residenziale perDisabili400 T-----------------------------------------------350 f---

300 t----·-----250 f---

200 t-------,

150 f---

100 f---

50 -!---

O -!------'Totale pazienti Disabili ricoverati in Totale pazienti in ricovero appropriatostrutture res. San.eSoc.Sanitarie

l'analisi ha altresì riguardato la verifica dell'offerta attuale per tipologia di assistenza/livelli di intensitàassistenziale. la tabella seguente riporta il dettaglio delle percentuali sul totale dell'offerta di posti letto perintensità assistenziale (RRE1- RRE2; RD4; RD5) per singola ASP.

Tabella 23: Analisi offerta attuale pubblica e privata attivata e pubblica programmata per tipologia/intensitàassistenziale

Offerta attuale e progr. Offerta attuale e progr. Offerta attuale e progr.RECC RSA CP Offerta

Asp AbitantI RREl - RRE2 RD4 RD5 Totale

CosenzaCrotone

714.281171.666

359.716

162.252

194

56

107

O

86

42

98

O

121

115

96

O

401

213

301

O

Catanzaro

Vibo v.

l'attuale offerta pubblica e privata (di cui alla tabella n. 23) risulta pressoché in linea con le percentuali diripartizione del fabbisogno sulla base dei livelli assistenziali riportati nel successivo paragrafo "nuovofabbisogno re5idenzialità disabili".

la ripartizione del fabbisogno sulla base dei livelli di intensità tiene conto delle evidenze emerse dall'analisi diappropriatezza e dei correttivi ritenuti necessari, finalizzati al potenzia mento dei livelli a maggiore tutelasanitaria ed al contestuale investimento nelle cure domiciliari. l'obiettivo fondamentale rimane infatti lapromozione delle autonomie e la riduzione del ricorso alla istituzionalizzazione.

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Commenti

Analizzando il dato nelle singole ASPemerge un sensibile indice di inappropriatezza, seppur non omogeneo neidiversi territori. La maggiore criticità si riscontra nell' ASP di Cosenza, dove l'indice di inappropriatezza è moltoelevato (pari al 62%). Non si evidenziano particolari criticità nelle liste di attesa.

Dall'analisi dei dati, si evidenzia che i pazienti avrebbero necessità di una minore tutela sanitaria, ossia risultaun livello di gravità inferiore rispetto all'attuale setting di ricovero. Da ciò consegue, da una parte, un evidentespreco di risorse, dall'altra un'offerta assistenziale inadeguata che rischia di penalizzare l'utente,incentivandone i livelli di dipendenza a fronte di una possibile maggiore autonomia.

Complessivamente si rileva la necessità che venga implementata la rete di assistenza territoriale per i disabili,anche con la realizzazione di strutture alternative a quelle socio-sanitarie: si fa riferimento alle comunitàalloggio, ai centri socio riabilitativi, ma anche alle strutture alternative alla famiglia, dette del "dopo di noi",strutture realizzate e pensate per essere il più possibile simili alla dimensione familiare, capaci di supportare gliospiti nella misura necessaria a garantire loro una vita indipendente. Sempre nel campo socio assistenziale,dovrebbero essere incentivate residenze più strutturate, con una maggiore presenza di personale addettoall'assistenza, naturalmente rivolte ai disabili adulti, non assisti bili a domicilio.

Relativamente alla verifica dell'offerta attuale per tipologia di aSSistenza/livelli di intensità assistenzialeemergono criticità da affrontare ai fini del riequilibrio evidenziate nel successivo paragrafo.

Infine, ai fini della definizione del fabbisogno si è ritenuto opportuno confrontare l'attuale programmazioneregionale di cui al DPGR18/2010 con i parametri della Griglia LEA.

La tabella riporta l'offerta attuale privata e pubblica attivata e la programmazione effettuata per le Case dellaSalute, già censita nel Programma Operativo (Programma 14).

Tabella 24: Fabbisogno residenzialità disabili - Griglia LEAvs DPGR18/2010

Standard x1.000 abitanti

0,55

Nuovo fabbisogno Residenzialità disabili

Da quanto sopra evidenziato, si ritiene che il fabbisogno da soddisfare coincida con il parametro utilizzato dalDPGR18/2010, pari 0,63 pl per 1.000 abitanti.

L'articolazione del fabbisogno per intensità assistenziale è stato definito sulla base dei seguenti criteri:

analisi dell'offerta appropriata attuale;modello di definizione di struttura efficace ed efficiente, elaborato in collaborazione con l'Agenas.

Adottando tali criteri si ipotizza che il fabbisogno complessivo programmato (pari a n. 1.230 pl) debba esserecosì ripartito:

- 45% di posti letto in RREl- RRE2

- 3% di posti letto in RD1

(RECC)

(SLA/altre gravi patologie neurodegenerative)

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- 27% di posti letto in RD4

- 25% di posti letto in RD5

(R5A - D)

(CP- D)

Tabella 25: Fabbisogno residenzialità disabili suddiviso per intensità assistenziale

171.666

359.716

162.252

110

230

110

50

104

50

3 30 28

7 62 58

3 30 28

Relativamente alla verifica dell'offerta attuale per tipologia di assistenza/livelli di intensità assistenzialeemergono criticità da affrontare ai fini del riequilibrio:

nell'ASP di Cosenza si rende necessario attivare moduli di RD1 (SLA / altre patologieneurodegenerative) e incrementare moduli di RD4 (RSA) diminuire moduli di RD5 (CP).

nell'ASP di Crotone si rende necessario ridurre l'offerta di RD5 (CP), di RD4 (RSA) e di RREl-RRE2(RECC). L'offerta di RD1 (SLA/patologie neurodegenerativel, potrà essere soddisfatta dali' ASP diCatanzaro nel cui territorio è già attivo un modulo di n. 15 pl;

nell'ASP di Catanzaro si rende necessario ridurre l'offerta di moduli di RD4 (RSA) e RD5 (CP) eprevedere un leggero aumento di moduli di RECC. L'Asp di Catanzaro assorbe il fabbisogno di RD1(SLA/patologie neurodegenerative) delle Aziende di Crotone e Vibo Valentia;

nel' ASP Vibo Valentia si rende necessario l'incremento di offerta per tutti di livelli di intensità.L'offerta di RD1 (SLA/patologie neurodegenerative) potrà essere soddisfatta dali' ASP di Catanzaro nelcui territorio è già attivo un modulo di n. 15 pl;

nell' ASPdi Reggio Calabria si rende necessario l'incremento di offerta per tutti di livelli di intensità.

3.6.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità disabili

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della rete della residenzialitàdisabili, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale sia compatibilecon i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• lo sviluppo delle strutture sanitarie di Riabilitazione Estensiva a Ciclo Continuativo RECC(RRE14-RRE2) deve obbligatoriamente prevedere tempi di ricovero massimi. Tali strutture svolgono unruolo importante nel processo di continuità assistenziale che segue la dimissione ospedaliera esono pertanto in grado di offrire risposte ai pazienti recanti esiti di una patologia acuta (ictuscerebrale, interventi chirurgici maggiori, etc.) che necessitano di intervento riabilitativo di duratamassima prevedi bile pari a 45/60 giorni. Le stesse strutture devono anche essere in grado diaccogliere pazienti provenienti dal domicilio a seguito di riacutizzazione di patologia cronica odegenerativa progressiva che necessitano di intervento riabilitativo di durata massimaprevedibile pari a 60 - 90 giorni. Tali ricoveri sono rinnovabili per una sola volta;

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• eventuali nuovi servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nel ProgrammaOperativo;

Dimensionamento delle strutture:

• favorire una dimensione minima complessiva delle strutture sufficiente ai fini dell'efficienzaorganizzativa (es. turni infermieristici, etc);

• assegnazione di più moduli: possibilità di previsione di più moduli di diverso livello di assistenzanella stessa struttura al fine di favorire i percorsi assistenziali.

Distribuzione territoriale:

• per le tipologie "generali" di strutture residenziali (RSA disabili) occorre favorire la massimadistribuzione territoriale;

• per le tipologie di residenzialità a vocazione specialistica è necessario favorire la collocazionebaricentrica, nei centri a maggiore densità abitativa e facilmente raggiungibili;

• in considerazione della presenza di un'offerta consolidata e specializzata nelle singole AASSPP,l'eventuale riequilibrio dei posti letto potrà avvenire anche con accordi di collaborazione tra ASPviciniori. La soluzione proposta di "compensare" i posti letto tra ASP confinanti permette, dicolmare le carenze attuali senza ridurre l'offerta in eccesso in modo repentino. Contestualmenteè però necessario avviare il percorso di riconversione degli stessi e nel lungo periodo bilanciarel'offerta dei posti letto nelle zone carenti.

Appropriatezza organizzativa:

• occorre favorire l'assegnazione di nuovi posti letto in strutture che abbiano presentato nell'annoprecedente:

processi di presa in carico e sistema di valutazione dei pazienti in ingresso controllato dalDistretto e, ove necessario, condiviso con le strutture ospedaliere di riferimento;

maggior coerenza fra la tipologia dei pazienti ospitati e la tipologia di assistenza;

percentuale di pazienti dimessi a domicilio (strutture intermedie) (> 50%).

Distribuzione dell'offerta nelle strutture ospedaliere riconvertite:

• priorità di assegnazione del nuovo fabbisogno nelle Case della Salute.

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3.7 Riabilitazione estensivaextraospedaliera3.7.1 Ricognizionedello stato attuale

Offerta attuale

le strutture di Riabilitazione estensiva extraospedaliera di cui al Manuale regionale di autorizzazione eaccreditamento sono così articolate:

Riabilitazione estensiva a ciclo continuativoRiabilitazione estensiva a ciclo diurnoRiabilitazione estensiva Ambulatoriale individualeRiabilitazione estensiva Ambulatoriale piccolo gruppoRiabilitazione estensiva Domiciliare

Ai fini del calcolo del fabbisogno di residenzialità disabili, la Riabilitazione a ciclo continuativo (RECC)è statainserita nella tabella n. 25.

la tabella seguente riporta le prestazioni attuali articolate per tipologia di assistenza e Azienda SanitariaProvinciale (ASP).

Tabella 26: Offerta attuale Riabilitazione estensiva extraospedaliera

Pff'stazlOfll Rlabl! e Prestazl01lf PrestaZiOni Totale Prestazlom

Amb sing + Rlabll offerta

"SP Abitanti Rlabli (IClo dllH lab anno pJCC gluppo labjanno DOnìlC /ab lanno attuale lab/allno

Cosenza 714.281 23.200 0,03 195.170 0,27 89.610 0,13 307.980 0,43

Crotone 171.666 61.480 0,36 34.800 0,20 96.280 0,56

Catanzaro 359.716 17.400 0,05 71.340 0,20 5.220 0,01 93.960 0,26

Vibo Valentia 162.252 21.750 0,13 21.750 0,13

Reggio C. 550.323 36.250 0,07 216.630 0,39 10.730 0,02 263.610 0,48Totale 1.958.238 76.850 0,04 566.370 0,29 140.360 0,07 783.580 0,40

NOTA: Il calcolo delle prestazioni/ab/anno è stato effettuato sulla base del numero di prestazioni/die accreditate per 290 giorni.

3.7.2 Definizionedel fabbisogno

la dotazione di offerta attuale, valutata sulla base dei dati di attività rilevati nelle singole ASP, è pari a 0,40prestazioni/abitante/anno.

l'attuale programmazione regionale, di cui al DPGR n. 18/2010, definisce il fabbisogno di prestazioni diriabilitazione extraospedaliera adottando quale standard il valore medio della Regione Calabria (0,42prestazioni/ab/anno, di cui 0,28 per ambulatoriale, 0,074 per domiciliare e 0,071 per ciclo diurno).

Per quanto riguarda l'offerta semiresidenziale (a ciclo diurno), si ritiene utile prevedere la possibilità diattivare, sempre nell'ambito delle 0,071 prestazioni/ab/anno, fino al 20% di prestazioni socio-riabilitativesemiresidenziali.

Metodologia di valutazione della domanda

Ai fini della valutazione del fabbisogno appropriato di prestazioni, è stata effettuata una rivalutazionedell'utenza presente nelle strutture. In particolare, le Unità di Valutazione Multidimensionali delle AziendeSanitarie hanno rivalutato gli ospiti mediante l'utilizzo di una scheda appositamente definita. Sono state altresìrilevate le liste di attesa per singola ASP.

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I pazienti rivalutati sono stati 3.722 di cui:

• ASPdi Cosenza: n.1.093

• ASP di Crotone: n. 599

• ASPdi Catanzaro: n. 280

• ASPdi Reggio Calabria: n.1.104

• ASPdi Vibo Valentia: n. 173

Analisi dei dati

I dati ricevuti dalle AASSPP,seppur rappresentative di un periodo "limitato", hanno parzialmente consentitouna valutazione dei profili assistenziali dei pazienti e una macro lettura degli obiettivi definiti nei programmiriabilitativi. La rivalutazione per tutte le tipologie di erogazione si è svolta nel periodo luglio / ottobre 2014

Dall'analisi dei dati emerge un'offerta disomogenea, caratterizzata da un alto indice di inappropriatezza. Inparticolare, emergono le seguenti macro criticità:

un'offerta indifferenziata rispetto a quelli che sono i bisogni specifici dell'utenza. In particolareemerge una mancanza di diversificazione dell'offerta riabilitativa per le diverse fasce di età;

assenza di indicatori di appropriatezza organizzativa nella fase di presa in carico, che permettano lavalutazione ex ante del setting riabilitativo appropriato;

frequente assenza di appropriatezza dell'obiettivo principale all'interno dei piani di trattamento (adesempio dai dati emergono spesso obiettivi di "mantenimento" associati a quelli di "miglioramento");

frequente assenza di multidisciplinarietà degli interventi, assimilabili pertanto a trattamentispecialistici. Particolarmente alto, da questo punto di vista, è l'indice di inappropriatezza delleprestazioni domiciliari.

Tali criticità sono in parte imputabili alla mancata definizione di linee guida regionali per la presa in caricomultidisciplinare riabilitativa (la Regione allo stato ha solo recepito le indicazioni nazionali, con DPGRn.163 del18/09/2012) ma anche alla scarsa omogeneità negli strumenti e processi di governo da parte delle UVMaziendali. Il Dipartimento ha già istituito uno specifico gruppo di lavoro, impegnato nella definizione della retedell'assistenza riabilitativa, al fine di adeguare la realtà regionale agli indirizzi nazionali e definire il modelloregionale di presa in carico, cosi come previsto nel P.O. - Programmi 13 "Reti assistenziali per intensità di cura"e 14.8.3 "Strumenti di valutazione multidimensionali standardizzati per anziani e disabili".

Considerate le criticità emerse dall'analisi dell'appropriatezza, ai fini della definizione del fabbisogno si è resonecessario utilizzare i dati esclusivamente per una macrolettura dei risultati. Il fabbisogno è stato, pertanto,determinato utilizzando i parametri di cui alla griglia LEA e quelli definiti dal DPGR 18/2010, corretti pertipologia di utenza.

Nuovo fabbisogno Riabilitazione estensiva extraospedaliera

Da quanto sopra evidenziato, si ritiene che il fabbisogno da soddisfare sia pari a 0,42 prestazioni/ab/anno, cosìripartito:

0,071 per ciclo diurno;

0,28 per prestazioni ambulatoriali;

0,074 per prestazioni domiciliari.

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Tabella 27 Fabbisogno Totale - Riabilitazione estensiva extraospedaliera

Tc'tale olfe rtaFabbhogno 1ttuale PrestazIOni

Totale (Presi fanno) /ab/anno Delte vsASP Ab __ fabbisogno

Cosenza

Crotone

Catanzaro

Vibo Valentia

714.281

171.666

359.716

162.252

303.569

72.958

152.879

68.957

307.980

50.687

0,43 (4.41.1)

96.280 0,56 (23.322)

0,2071.920 80.959

18.270 0,11

le tabelle seguenti riportano il fabbisogno totale di riabilitazione estensiva extraospedaliera (di cui alla tabella

n. 27) suddiviso per tipologia: ciclo diurno, ambulatoriale e piccolo gruppo, domiciliare. Si evidenzia che le

previsioni relative alla Riabilitazione Estensiva a Ciclo Continuativo (RECC) sono inserite nel paragrafo 2.6"Residenzialità extraospedaliera per disabili".

Tabella 28: Fabbisogno riabilitazione estensiva ciclo diurno

aftertd attualeFabbisogno RiabilitaZione Delta vs

AoP Abitanti Cilio dlur Prestazioni/ab/anno fabbisogno

_ IP'òt fanno)

Cosenza

Crotone

Catanzaro

Vibo Valentia

Reggio C.

714.281

171.666

359.716

162.252

550.323

50.714

12.188

25.540

11.520

39.073

23.200

0,066

0,032 27.514

12.188

8.140

11.520

2.823

17.400 0,048

36.250

Tabella 29: Fabbisogno riabilitazione estensiva ambulatoriale e di piccolo gruppo

Cosenza

Crotone

Catanzaro

Vibo Valentia

714.281

171.666

359.716

162.252

199.999

48.066

100.720

45.431

195.170

61.480

49.300

18.270

0,27 4.829

0,36 (13.414)

0,14 51.420

0,11 27.161

52

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Tabella 30: Fabbisogno riabilitazione estensiva domiciliare

Olterta attu"leFabbisogno Riabilitazione Delta vs

ASP Abitanti DomiCiliare Prest"zlonl/ab/anno fabbisogno

_ IPrest lanflo)

Cosenza 714.281 52.857 89.610 0,13 (36.753)

Crotone 171.666 12.703 34.800 0,20 (22.097)

Catanzaro 359.716 26.619 5.220 0,01 21.399

Vibo Valentia 162.252 12.007 12.007

3.7.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della riabilitazione estensiva extraospedaliera

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della rete della riabilitazioneestensiva extraospedaliera, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della reteterritoriale sia compatibile con i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuove prestazioni/servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nelProgramma Operativo;

Dimensionamento delle strutture:

• assegnazione di più moduli: possibilità di previsione di più moduli di riabilitazione di diversolivello di intensità nella stessa struttura.

Distribuzione territoriale:

• in considerazione della presenza di un'offerta consolidata nelle singole ASP, l'eventualeriequilibrio delle prestazioni potrà awenire anche con accordi di collaborazione tra ASP viciniori.La soluzione proposta di "compensare" i posti letto tra ASP confinanti permette, di colmare lecarenze attuali senza ridurre l'offerta in eccesso in modo repentino. Contestualmente è perònecessario awiare il percorso di riconversione degli stessi e nel lungo periodo bilanciare l'offertadei posti letto nelle zone carenti.

Appropriatezza organizzati va:

• favorire l'assegnazione di nuove prestazioni in strutture che abbiano presentato nell'annoprecedente:

processi di presa in carico e sistema valutazione degli utenti controllato dal Distretto;

maggior coerenza fra la tipologia utenti presi in carico e la tipologia di prestazione.

53

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3.8 Residenzialità e semiresidenzialità Dipendenze patologiche

Offerta attuale

3.8.1 Ricognizione dello stato attuale

Allo stato attuale, l'offerta dei servizi residenziali e semiresidenziali pubblici e privati per soggetti condipendenza patologica è così strutturata:

Servizio Pedagogico riabilitativo (Regime residenziale e semiresidenziale)Servizio Terapeutico riabilitativo (Regime residenziale e semiresidenziale)

Emerge un'offerta erogata solo da strutture private accreditate. Si tratta di strutture che non rispondono aimolteplici bisogni della popolazione assistita, la quale richiede risposte maggiormente diversificate.

la tabella seguente riporta i posti letto attuali, articolati per tipologia di assistenza e Azienda SanitariaProvinciale (ASP). Ai fini dell'analisi, sono stati inoltre considerati i dati relativi ai posti letto e le prestazionicontrattualizzate dalle ASP per l'anno 2013.

Tabella 31: Offerta attuale Residenzialità Dipendenze

PIOfferta Accr contrattualizzati Offerta Pubblica OffertaDPGR1/2011 anno 2013 Attivata Totale

ASP Abitanti (A) (B) (C=A+B)

Cosenza

Crotone

Catanzaro

ViboV.

137

50

136

714.281

171.666

359.716

162.252

137

50

136

90

26

62

13

oO

O

O

Tabella 32: Offerta attuale Semiresidenzialità Dipendenze

OffertaPI Pubblica

Offerta Accr contrattuahzzati Totale Offerta TotaleASP Abitanti DPGR 1/2011 anno 2013 Attivata (C=A+B)

(A) (B)

Cosenza

Crotone

Catanzaro

ViboV.

O

10

44

O

714.281

171.666

359.716

162.252

o10

44

O

O

7

5

O

O

O

O

O

NOTA: nel Programma Operativo 2013-2013 erano stati programmati complessivamente n. 53 pl nelle Casedella Salute. Sulla base degli approfondimenti effettuati circa l'appropriatezza organizzativa, di cui ai requisitistrutturali e organizzativi di accreditamento, si ritiene opportuno non prevedere tale tipologia di assistenzaall'interno delle Case della Salute.

54f

"(dI,

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3.8.2 Definizionedel fabbisogno

Metodologia di valutazione della domanda

Per quanto riguarda l'attività di valutazione della domanda i dati sono stati forniti dai Servizi per leTossicodipendenze (SerT). Gli utenti che accedono alle strutture hanno età diversa, compresa tra i 18 ed i 60anni, con picchi percentuali maggiori nella linea mediana. Il più delle volte hanno una scolarità bassa e graviproblematiche di carattere familiare e sociale. La quasi totalità abusa di più sostanze (poliassuntori).Altrettanto frequente il fenomeno dell'alcool dipendenza.

Nella fase di raccolta dei dati si è ritenuto inoltre opportuno fornire una griglia di rilevazione ai serviziterritoriali, finalizzata a far emergere specifiche richieste di assistenza residenziale e semiresidenziale,eventualmente non soddisfatte, per le diverse tipologie di utenza, quali:

Madre - bambino o coppie

Comorbilità psichiatrica

Alcoldipendenti

Sono stati richiesti i dati relativi ad un triennio (anni 2012-1 semestre 2014).

Dalla rilevazione effettuata, emerge una domanda per le diverse tipologie di utenza, nel triennio, come diseguito specificata:

Tabella 33: dati rilevazione della domanda per tipologia di assistenza

L'articolazione delle diverse tipologie di utenza sarà inserita nella definizione del fabbisogno.

E' infine da tenere in considerazione la problematica relativa alla ludopatia, non inserita nella griglia dirilevazione perché attualmente non ufficialmente in carico ai servizi. Il gioco patologico d'azzardo rappresentasempre più una dipendenza in forte espansione nella nostra Regione, la quale dalle ultime stime si pone alsecondo posto dopo la Campania, tra le regioni dove maggiore è il numero di giocatori a rischio dipendenza.L'inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza della ludopatia operata con DL 13 settembre 2012, n. 158impone la definizione di una modalità di risposta adeguata da prevedere nell'ambito dei servizi per l'assistenzaalle persone con dipendenza patologica. In tal senso saranno attivati specifici percorsi assistenziali nell'ambitodei Servizi e dei Centri diurni programmati nel presente documento.

Analisi dei dati

Nel territorio calabrese l'offerta di servizi per le persone con dipendenze patologiche non è sufficientementediversificata da poter rispondere in maniera adeguata alle specifiche domande di assistenza.

Analizzando nel dettaglio l'offerta, emerge un forte scolla mento tra il numero dei posti letto accreditati e ilnumero di quelli contrattualizzati. Inoltre, l'offerta di posti letto contrattualizzati nelle diverse Aziende ènotevolmente disomogenea. Il mancato acquisto di tutte le prestazioni, potenzialmente erogabili, crea di fattouna carenza nell'offerta assistenziale che risulta, pertanto, inadeguata al reale fabbisogno. Tutto ciò penalizzaparticolarmente le persone sottoposte a regime di esecuzione penale esterna, dal momento che tale misura,se i posti fossero sufficienti, potrebbe essere eseguita presso le comunità terapeutiche, in alternativa alcarcere.

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Nuovo fabbisogno di residenzialità e semiresidenzialità

Relativamente all'analisi effettuata ed alla necessità di differenziare l'offerta esistente, si ritiene di poterconfermare il parametro previsto dal DPGR18 pari a 0,25 x 1000 abitanti.

Tabella 34: Fabbisogno residenzialità Dipendenze

Delta vsStandard ASP Ab.tant. Pl programmati Pl attualo fabbisogno

Standard x 1.000 ab. Cosenza 714.281 179 137 420,25 Crotone 171.666 43 50 (7)

Catanzaro 359.716 90 136 (46)ViboV. 162.252 41 43 (2)Reggio Calabria 550.323 138 96 42

Il fabbisogno complessivo di residenzialità programmato, in via sperimentale, prevede l'attivazione di specificimoduli per le seguenti tipologie di assistenza:

Comorbiltà Psichiatrica: n. 2 moduli di 15 pl.

Alcoldipendenti n. 2 moduli di 15 pl.

Per quanto riguarda il fabbisogno di semiresidenzialità si definisce il parametro pari a 0,06 X 1000 abitanti.

Tabella 35: Fabbisogno semiresidenzialità Dipendenze

Delta vs

Standard ASP Abitant. Pl programmati Pl attuali fabbisognoStandard x 1.000 ab. Cosenza

714.281 43 O 430,06 Crotone 171.666 1010 O

Catanzaro359.716 22 44 -22

ViboV.162.252 O10 10

Nella riorganizzazione dell'offerta, ai fini del riequilibrio tra Aziende dovranno essere previsti specifici moduli disemiresidenzialità/Centri diurni nelle aree sprovviste (ASPCosenza e ASP di Vibo Valentia).

3.8.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità e semiresidenzialità per ledipendenze patologiche

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della residenzialità esemiresidenzialità per le dipendenze patologiche, fornendo le precisazioni affinché la configurazione el'attuazione della rete territoriale sia compatibile con i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuovi servizi e/o prestazioni devono essere attivabili con le risorse programmate nelProgramma Operativo.

Dimensionamento delle strutture:• favorire una dimensione minima complessiva delle strutture sufficiente ai fini dell'efficienza

.JIIII"'!"'~ •.•organizzativa (es. turni infermieristici, etc).

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Assegnazione di più moduli:• possibilità di previsione di più moduli di diverso livello di assistenza nella stessa struttura al fine di

favorire i percorsi assistenziali.

Distribuzione territoriale:• per le tipologie "generali" di strutture residenziali favorire la massima distribuzione

territoriale;• per le tipologie di residenzialità a vocazione specialistica favorire la collocazione baricentrica,

nei centri a maggiore densità abitativa e facilmente raggiungibili;• in considerazione della presenza di un'offerta consolidata nelle singole ASP, l'eventuale

riequilibrio dei posti letto/prestazioni potrà awenire anche con accordi di collaborazione traASP viciniori. La soluzione proposta di "compensare" i posti letto tra ASP confinantipermette, di colmare le carenze attuali senza ridurre l'offerta in eccesso in modo repentino.Contestualmente è però necessario awiare il percorso di riconversione degli stessi e nellungo periodo bilanciare l'offerta dei posti letto nelle zone carenti.

Appropriatezza organizzativa:• favorire l'assegnazione di nuovi posti letto e/o prestazioni in strutture che abbiano presentato

nell'anno precedente:processi di presa in carico e sistema di valutazione dei pazienti in ingresso controllato daiServizi di riferimento;maggior coerenza fra la tipologia dei pazienti ospitati e tipologia di assistenza.

3.9 Residenzialitàper personeaffette da HIV/AIDS

3.9.1 Ricognizione dello stato attuale

Offerta attuale

Ad oggi i dati epidemiologici relativi alla Calabria non risultano particolarmente attendibili per una reale stimadel fabbisogno. Tale difficoltà è legata a due fattori in particolare: da un lato la grande presenza di"sommerso", lo stigma che ancora la malattia porta con sé e le remore a sottoporsi al test HIV, dall'altrol'assenza di offerta di servizi territoriali.

Ad oggi pertanto non sono disponibili posti letto residenziali e/o semi residenziali accreditati.

Storicamente è presente una struttura residenziale, gestita da un ente privato non lucrativo, nel territoriodell' ASP di Reggio Calabria per 18 pio Nella stessa ASP è presente inoltre, dal 1999, un servizio di curedomiciliari, rivolto esclusivamente a due pazienti, affidato ad un Ente privato non lucrativo, in convenzione.

Analisi dei dati

Gli ultimi dati disponibili sono quelli forniti dal Centro Operativo AIDS (eOA) dell'Istituto Superiore di Sanità.In particolare i dati, relativi al 2013, evidenziano come stabile il numero delle nuove diagnosi HIV, così comestabile è il numero di casi di AIDS.

Elemento rilevante è la diminuzione di decessi in persone con AIDS, dovuta evidentemente alle terapieantiretrovirali. AI contempo lo stesso COA ribadisce come la maggior parte delle persone con AIDS non haeffettuato terapie antiretrovirali, evidenziando come, una maggiore offerta di cura, potrebbe consentire unaulteriore importante diminuzione dei decessi.

57

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Nel 2013 l'incidenza delle nuove diagnosi HIV è pari a 6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, mentre per le nuovediagnosi di AIDS conclamato si ha un'incidenza pari ad 1,9 nuovi casi per 100.000 residenti. Forte è la presenzadi stranieri, pari al 24%.

Nuovo fabbisogno di residenzialità

In termini assoluti, il COA segnala dal 2009 al 2013 in Calabria 170 nuove diagnosi di infezione di HIV, pari allo0,8% dei nuovi casi in Italia, per una incidenza di quasi 2 nuovi casi su 100.000 abitanti.

In termini prospettici si rende necessario prevedere una struttura residenziale per n.15 pl, accompagnata esupportata dall'attività domiciliare, volta in particolare all'assunzione della terapia antiretrovirale ed alle curespecifiche delle patologie correlate, con particolare riferimento all'accompagnamento per le esigenzequotidiane.

In tal senso si ritiene opportuno, nei prossimi mesi, strutturare idonee linee guida che definiscano requisiti emodalità operative di gestione dei servizi.

3.10 ResidenzialitàSaluteMentale3.10.1 Ricognizionedello stato attuale

Offerta attuale

L'assistenza residenziale psichiatrica viene attualmente erogata in tre tipologie di strutture:1. Residenza ad alto trattamento ed elevata intensità assistenziale con presenza di operatori nelle

24 h;2. Residenza socio-sanitaria ad elevata integrazione sanitaria, con presenza di tutor nelle 24 h;3. Residenza Psichiatrica socio-sanitaria ad elevata integrazione sociale - Gruppo di Convivenza.

Nelle tabelle seguenti sono riportati i posti letto pubblici e privati accreditati nelle diverse tipologie, presentinelle singole Aziende Sanitarie Provinciali (ASP).

Tabella 36: Totale Offerta Residenzialità psichiatrica

Crotone

598.895

138.534

299.446

133.317

169

101008

oO

48

O

2,8

Catanzaro

169

lO148

8

0,7

4,9

0,6

Cosenza

Vibov.

Di seguito si rappresenta il dettaglio dell'offerta attivata (di cui alla tabella n. 36) suddivisa per intensitàassistenziale. La Tabella riporta, inoltre, il totale dei pl contrattualizzati dall' ASP di Reggio Calabria in strutturea gestione mista pubblica-privata istituite dopo la chiusura dell'Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria e allostato regolate da un contratto ponte, in attesa del riawio delle procedure per gli accreditamenti. Tali strutturesono gestite per le prestazioni sanitarie dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM) dell'ASP di Reggio Calabria

58

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con personale medico ed infermieristico dello stesso, mentre alla gestione privata sono demandati i servizialberghieri e le prestazioni di assistenza con operatori tecnici assistenziali.

Tabella 37: Offerta attuale attivata per intensità assistenziale e posti letto a gestione mista pubblico privata -Residenzialità Psichiatrica

PI accreditati Pf accreditati PI pubbliCI PI p-ubblICI ad Totale Pta x 10.000Popola2Jone Etev mteIlSfla ad elevata Gruppi Totale Pl Elev mtenSttà elevata GrlJppt Totale Pl gestione mIsta abltàntidi eta ~18 assistenmue mtegrazwne app accredttatl asslsten-nale mtegrauone app. PubblicI pubbllco·pnvato Toatale Pl di età ~8

anm A S C (A+6+C1 annt

Reggio C.

598.895 96 77 179138.534 10 O 10299.446 60 40 100 20 20 48133.317 O O451.949 20 10 30

20 20 8 48

179 3,010 0,7

148 4,90,6

258 288 6,4

Cosenza

CrotoneCatanzaroViboV.

otale RegHme 1622.141 184 127 6 327 258 633 3,

3.10.2 Definizione del fabbisogno

la dotazione di offerta attuale, valutata sulla base dei dati di attività rilevati nelle singole ASP, è pari a 2,3 postiletto per 10.000 abitanti di età >18 anni; a questi si aggiungono ulteriori 1,6 pl posti letto per 10.000 abitanti dietà >18 anni, presenti nelle strutture a gestione mista pubblico-privato. la dotazione attualmenteprogrammata con DPGR 18/2010 prevede ad oggi, a livello regionale, uno standard pari 2.0 posti letto per10.000 abitanti con età >18 anni.

Sulla scorta di quanto precedentemente previsto dalle linee Guida di cui al DPGR31 del 7/03/2013, la Regioneha intrapreso un percorso che ha permesso, attraverso la rivalutazione dei pazienti e l'analisi dell'offertaattuale nei diversi setting assistenziali, di rivedere il fabbisogno stimato con DPGR n. 18/2010 e di articolarloper livello di intensità assistenziale.

Metodologia di analisi della domanda

Ai fini della valutazione della domanda di prestazioni, è stata effettuata una rivalutazione dell'utenza presente

nelle strutture. In particolare, le Unità di Valutazione Multidimensionale, integrate con personale del

Dipartimento di Salute Mentale, delle Aziende Sanitarie hanno effettuato la valutazione del profilo

psicopatologico e dei bisogni assistenziali di tutti i soggetti inseriti in strutture residenziali. La ricognizione haconsentito di rilevare i reali bisogni assistenziali dell'utenza e conseguentemente l'appropriatezza dei ricoveri.

la valutazione dei pazienti è stata effettuata nei primi mesi del 2014.

Analisi dei dati

Complessivamente le UVM hanno valutato n. 595 pazienti degenti nelle strutture residenziali psichiatriche

private accreditate e nelle strutture residenziali pubbliche, queste ultime istituite dopo la chiusura

dell'Ospedale Psichiatrico di Girifalco (CZ), oltre ai pazienti degenti nelle strutture residenziali psichiatriche a

gestione mista pubblico - privato, presenti nel territorio de II'ASPdi Reggio Calabria.

Più precisamente sono stati valutati:

• ASPdi Cosenza - utenti rivalutati 152: ricoveri appropriati pari al 89%; inappropriati pari al 11%;

• ASPdi Crotone- utenti rivalutati 10: ricoveri appropriati pari al 100 %;• ASPdi Catanzaro- utenti rivalutati 151: ricoveri appropriati pari al 85%; inappropriati pari al 15%;• ASPdi Vibo Valentia - utenti rivalutati 8: ricoveri appropriati pari al 100%;

• ASP di Reggio Calabria - pazienti rivalutati 274: ricoveri appropriati pari al 68%; inappropriati pari al

32%;

59

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Totale pazienti rivalutati - 595: Ricoveri appropriati: 76%; Ricoveri non appropriati 24%.

Sono stati, inoltre, valutati n. 133 utenti psichiatrici degenti nelle Case Protette per disabili (poiché la legge

regionale 24/2008 prevede la possibilità di trattamento di pazienti psichiatrici in casa protetta per disabili fino

all'approvazione di linee guida regionali in materia di salute mentale) presenti nell' ASP di Cosenza e di

Crotone. Più precisamente, sono stati valutati nell' ASP di Cosenza n. 57 utenti psichiatrici e neli' ASP di

Crotone n. 76 utenti psichiatrici.

Tabella 38: Assistenza residenziale psichiatrica - analisi appropriatezza

Nota: Nella Tabella non sono stati inseriti in. 133 utenti psichiatrici presenti nelle Case Protette per Disabili.

Graf. 3: Assistenza residenziale psichiatrica - analisi appropriatezza

Totale pazienti inricovero appropriato

Assisistenza Residenziale Salute Mentale700 ~------------------------600500400300200100

O

Dei 595 pazienti valutati, 452 necessitano di trattamento riabilitativo psichiatrico residenziale, mentre 143

dovranno essere trasferiti in strutture residenziali per disabili o per anziani: la tabella n. 39 riporta il dettaglio

dei pazienti ricoverati in strutture psichiatriche da trasferire in altre strutture per singola ASP:

Tabella 39: Pazienti psichiatrici da trasferire in altre strutture residenziali

N pz N pz')trutture Strutture

ASP MIZlanl disabili Totale

Il numero complessivo di utenti psichiatrici presenti sia nelle strutture residenziali psichiatriche (n. 595), siache impropriamente degenti nelle Case Protette per disabili (n. 133), è pari a n. 728.

l'analisi ha, altresì, riguardato la verifica dell'offerta attuale per tipologia di assistenza/livelli di intensitàassistenziale. la tabella seguente riporta il dettaglio delle percentuali sul totale dell'offerta di posti letto perintensità assistenziale (SRP1;SRP2;SRP3 ) per singola ASP.

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Tabella 40: Analisi offerta attuale pubblica e privata attivata per tipologia/intensità assistenziale

Offertaattivata Offerta OffertaElevata d\tlvata attivata

Popoladone 111tensIlc1 Elevdta GIUppl Offertadi eta ~18 assI'tenZiale I1ltegrdZIOi1e app Totale

ASP anni SPRl SRP2 SRP3

CosenzaCrotoneCatanzaroViboV.

598.895138.534299.446

9610808

77O

60O

6O

8O

16910148

Nella tabella n. 40 non sono riportati i posti letto a gestione mista pubblico-privata allo stato presenti nelterritorio perché, attualmente non accreditati e, pertanto, non identificabili nelle diverse tipologie diassistenza.

L'attuale offerta pubblica e privata attivata non risulta congrua con i bisogni riabilitativi emersi dallarivalutazione dei pazienti. Il dettaglio delle percentuali sul totale dei pazienti rivalutati è riportato nelsuccessivo paragrafo "nuovo fabbisogno residenzialità anziani psichiatrica".

Commenti

Analizzando il dato nelle singole Aziende emerge, nelle strutture residenziali psichiatriche, un alto indice diappropriatezza pari al 76%. L'offerta residenziale attuale non appare, però, adeguata ai bisogni riabilitativiemersi: non è ben differenziata la distribuzione dei posti tra i diversi livelli di intensità di cura. In particolare,risulta insoddisfatta la domanda di una minore intensità assistenziale, che viene indirizzata impropriamenteverso strutture accreditate per alta intensità assistenziale, maggiormente presenti sul territorio.

Nuovo fabbisogno residenzialità psichiatrica

Alla luce dei dati rilevati il fabbisogno di posti letto da attivare ogni 10.000 abitanti (popolazione di età ~18anni della regione Calabria), è di 3,64.

Tabella 41: Residenzialità psichiatrica - Fabbisogno programmato

FabbisognoPopolazione Totale x 10.000 ab progtrammatodietà 2018 Totale PL Totale PL offerta di eta 2:18 (3,64*10000 Delta VS

ASP anni accreditati PubbliCI attuale anni ab) fabbisogno

Crotone ! 138.534 10 O lO 0,7 50 40Catanzaro I 299.446 100 48 148 4,9 109 (39)

ViboV. I133.317 8 O 8 0,6 49 41

Reggio C. 451.949 30 O 30 0,7 165 135Totale 1.622.141 327 48 375 2,3 591 216

Il fabbisogno programmato tiene conto dei posti letto appropriati delle strutture residenziali psichiatriche agestione mista pubblico - privato, presenti nel territorio dell' ASP di Reggio Calabria.

Relativamente alla differenziazione del fabbisogno per livelli di intensità assistenziale occorre preliminarmentefare alcune precisazioni:

61

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1. attualmente nella Regione Calabria, per come si evince dalla tabella n.40, l'offerta residenziale èrappresentata essenzialmente da due tipologie di residenze: Residenza ad alto trattamento ed elevata

intensità assistenziale con presenza di operatori nelle 24 h, Residenza socio-sanitaria ad elevata integrazione

sanitaria, con presenza di tutor nelle 24 h. Risultano accreditate, ma mai contrattualizzate, solo due ResidenzePsichiatriche socio-sanitarie ad elevata integrazione sociale - Gruppo di Convivenza 14 pl complessivi.

La "trasposizione" delle strutture attualmente accreditate nelle tipologie SRP 1 e SRP2 del Mattone 12 èleggermente "forzosa". Ai fini di tale nuova classificazione, saranno infatti rivisti i requisiti attuali di cui al

manuale di accreditamento e sarà contestualmente definito il relativo piano di adeguamento delle strutture

oggi esistenti sulla base dei criteri individuati nel paragrafo "Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della rete

territoriale" .2. I risultati emersi dal lavoro delle UVM, che si basano essenzialmente su una valutazione clinica dei pazienti,

non sempre differenziano l'intensità riabilitativa di cui necessiterebbe la popolazione valutata.

3. Per ottenere una suddivisione dei posti letto più rispondente ai bisogni dei pazienti, si è reso necessariointegrare le risultanze delle UVM con i dati emersi dal progetto regionale denominato "La progettazione diinterventi terapeutico riabilitativi integrati", finalizzato a migliorare su tutto il territorio regionale

l'individuazione, l'assessment, la valutazione e il trattamento dei bisogni riabilitativi dei pazienti affetti da

malattie mentali severe.

Adottando tale criterio s'ipotizza che il fabbisogno complessivo programmato (pari a n. 591 pl ) debba esserecosì ripartito:

25% di posti letto in strutture SRP1- Strutture Residenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico

riabilitativi a carattere intensivo

35% di posti letto in strutture SRP2 - Strutture Residenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico

riabilitativi a carattere estensivo

40% di posti letto in strutture SRP 3- Strutture Residenziali Psichiatriche Socio-Riabilitative perinterventi di "mantenimento" e supporto sociale

Tabella 42: Fabbisogno articolato per intensità assistenziale

Totale Delta VsFabbisogno FabblSogn Offerta attuale offerta

ASP Abitanti progr Fabb SRPl Fabb SRP2 Fabb SRP3 o plogr totale attuale

CrotoneCatanzaroViboV.

138.534299.446133.317

50,0109,049,0

132712

183817

204420

50109

10148

40(39)

Relativamente al fabbisogno di residenzialità psichiatrica articolato per livelli di intensità assistenziale (di cuialla tabella 41) emergono le seguenti criticità da affrontare nelle singole ASPai fini del riequilibrio:

nel!' ASP di Cosenza si rende necessario ridurre moduli di SRPl (Strutture Residenziali Psichiatriche pertrattamenti terapeutico riabilitativi a carattere intensivo) e di SRP2 (Strutture ResidenzialiPsichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo) e aumentaresensibilmente moduli di SRP3 (Strutture Residenziali Psichiatriche Socio-Riabilitative per interventi di"mantenimento" e supporto sociale);

C2

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nell' ASP di Crotone si rende necessario incrementare moduli di SRP2 (Strutture ResidenzialiPsichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo) e aumentaresensibilmente moduli di SRP3 (Strutture Residenziali Psichiatriche Socio-Riabilitative per interventi di"mantenimento" e supporto sociale);

nell' ASP di Catanzaro si rende necessario ridurre l'offerta di moduli SRPl (Strutture ResidenzialiPsichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere intensivo) e di SRP2 (StruttureResidenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo) e aumentaremoduli di SRP3 (Strutture Residenziali Psichiatriche Socio-Riabilitative per interventi di"mantenimento" e supporto sociale)

nell' ASPVibo Valentia si rende necessario l'incremento di offerta per tutti i livelli di intensità;

nell' ASP di Reggio Calabria si rende necessario l'incremento di offerta di moduli di SRPl (StruttureResidenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere intensivo) attivaremoduli di SRP3 (Strutture Residenziali Psichiatriche Socio-Riabilitative per interventi di"mantenimento" e supporto sociale).

L'accreditamento di strutture a bassa intensità riabilitativa, che siano in grado di fornire programmi socio-

riabilitativi ed assistenziali di lungo periodo, consentirebbe un più rapido turn-over nelle strutture terapeutico-

riabilitative, un più rapido inserimento di nuovi utenti senza lunghe liste di attesa, oltre che un contenimentodei costi.

Un ulteriore criticità da correggere nella fase di accreditamento è una distribuzione più omogenea sulterritorio regionale delle diverse tipologie residenziali.

3.10.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità Salute Mentale

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della residenzialità della SaluteMentale, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale siacompatibile con i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuovi servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nel Programma Operativo.

Dimensionamento delle strutture:

• favorire una dimensione minima complessiva delle strutture sufficiente ai fini dell'efficienzaorganizzativa (es. turni infermieristici, etc).

Assegnazione di più moduli:

• possibilità di previsione di più moduli di diverso livello di assistenza nelle strutture;

• per la riorganizzazione del!' offerta nel!' ASP di Reggio Calabria bisogna prioritariamente risolvere lecriticità relative alle attuali offerta strutture a gestione mista;

• in considerazione della presenza di un'offerta consolidata e specializzata nelle singole ASP, l'eventualeriequilibrio dei posti letto potrà avvenire anche con accordi di collaborazione tra ASP viciniori. Lasoluzione proposta di "compensare" i posti letto tra ASP confinanti permette, di colmare le carenzeattuali senza ridurre l'offerta in eccesso in modo repentino. Contestualmente è però necessarioavviare il percorso di riconversione degli stessi e nel lungo periodo bilanciare l'offerta dei posti lettonelle zone carenti.

G3

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Distribuzione territoriale:

• per le tipologie "generali" di strutture residenziali favorire la massima distribuzione territoriale;

• per le tipologie di residenzialità a vocazione specialistica favorire la collocazione baricentrica, neicentri a maggiore densità abitativa e facilmente raggiungibili.

Appropriatezza organizzativa:

• favorire l'assegnazione di nuovi posti letto in strutture che abbiano presentato nell'anno precedente:

processi di presa in carico e sistema di valutazione dei pazienti in ingresso controllato daiServizi di riferimento;

maggior coerenza fra la tipologia dei pazienti ospitati e tipologia di assistenza.

3.11 Semiresidenzialità Salute Mentale3.11.1 Ricognizionedello stato attuale

Offerta attuale Centri diurni psichiatrici

Per come riportato in tabella, nella Regione Calabria sono presenti attualmente n.15 Centri Diurni allocatipresso i Centri di Salute Mentale.E' presente, inoltre, un Centro Diurno privato accreditato e centrattualizzato per 20 posti semiresidenziali nelterritorio dell'ASP di Cosenza.I dati di attività, riportati in tabella, sono stati rilevati dal progetto obiettivo "Trattamenti terapeuticoriabilitativi integrati" nel corso del 2° semestre 2013.

Tabella 43: Offerta attuale - Centri diurni psichiatrici

Bacino d, lItenza(eta' 18) Numero

Pop l' Gen 2013 Centri diurni PaZienti TrattatiASP dalllSTAT pubbliCi nell'anno 2013 Tasso x lO 000

Cosenza 598.895 8 305 5,1

Crotone 138.534 2 30 2,2

Catanzaro 299.446 4 132 4,4

Vibo Valentia 133.317 1 52 3,9

Hanno partecipato alla raccolta dati 13 centri diurni su 15. L'ASP di Reggio Calabria, pur non avendo CentriDiurni, ha partecipato al lavoro, in quanto nei CSM di Gioiosa, Taurianova e Cinquefrondi sono state,comunque, svolte alcune attività riabilitative a ciclo diurno, come le work-experience, che utilizzavanofinanziamenti europei.Di seguito si riportano i dati più salienti emersi, utili alla definizione del fabbisogno.

64

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3.11.2 Definizione del fabbisogno

Graf. N.4 - Raggruppamenti diagnostici

~pettro distaff dist pers sindr rit ment dist org altrosd\lz grillfì ansio$l!

50 ~~c----'~---'----'-~-'-'---~'_._---~-'_.-4S40

3S301520

1510

S

O

Dal grafico n. 4 si evince come la non appropriatezza diagnostica riguardi solo una piccola percentuale dipazienti (12,2%).

Graf. N.5 Frequenza dei trattamenti

La frequenza dei trattamenti riabilitativi è nel 39% dei casi bi-settimanale e solo nel 13.9% quotidiana (Graficon.5).

Nuovo fabbisogno - Centri diurni psichiatrici

Dai dati disponibili (ossia dal numero di pazienti trattati nell'anno di rilevazione- 2013- e dalla frequenza mediadei trattamenti riabilitativi), si può definisce un fabbisogno di 15 posti semiresidenziali ogni 100.000 abitanti.La tabella seguente riporta il numero di centri diurni da programmare per singola ASP.

65

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Tabella 44: Fabbisogno Centri Diurni Psichiatrici

BaCino di utenzalete? 18) Numero N di Centri Diurni

Pop l' Gen 2013 Cellt" diurni previsti dallaASP dati I:'TAT pubbiJcI attivI "organizzaZione

Cosenza 598.895

138.534

299.446

133.317

8

2

6

2

3

2

Crotone

Catanzaro 4

1Vibo Valentia

3.11.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità Salute Mentale

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità dellaSalute Mentale, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale siacompatibile con i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuovi servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nel ProgrammaOperativo.

Distribuzione territoriale:

• verificare la distribuzione dell'offerta a copertura degli ambiti distrettuali;

• favorire la collocazione baricentrica dei Centri diurni nei centri a maggiore densità abitativa efacilmente raggiungibili.

3.12 Residenzialità Autismo e Disturbi del Comportamento Alimentare(DCA)

Offerta attuale

In Calabria non esistono dati epidemiologici di incidenza o prevalenza dell'autismo in età adulta che ciconsentano una programmazione mirata in termini quantitativi.I dati inviati dalle AASSPPrisultano poco attendibili per diversi ordini di motivi:

1. metodiche di rilevazione2. "scomparsa" della diagnosi di Autismo in età adulta

In termini qualitativi, le conoscenze sui bisogni delle persone con disturbi dello spettro autistico ci indirizzanoverso una programmazione che preveda strutture, residenziali e semi residenziali, in grado di assicurare lacontinuità del percorso assistenziale, in base alla situazione clinica e all'intensità del supporto necessario.

Nelle tabelle seguenti sono riportati i posti letto dell'offerta attuale, presenti nelle singole Aziende SanitarieProvinciali (ASP).Nel Comune di Melito Porto Salvo è presente una struttura residenziale specificamente dedicata all'Autismodell'età adulta con 10 pl.

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Tabella 45: Offerta attuale Autismo - posti letto residenziali

Popolazione Offertd Accr OtlertadI eta ~18 DPGR Otrerta PubblIca Offerta Totale Programmata Offerta

ASP dnlll 1/2011 attivata attivata X * 10 000 CdS Totale(A) (B) (CcA+B) abitanti (D) (E=C+D)

Cosenza

Crotone

Catanzaro

ViboV.

598.895

138.534

299.446

133.317

0,00

0,00

0,00

0,00

10 10

Nel Programma Operativo erano stati programmati complessivamente n. 30 pl programmati nelle CdS ed inparticolare n. 20 pl in CdS dell' Asp di Cosenza e n. 10 pl in CdS dell' ASP di Reggio Calabria. Sulla base degliapprofondimenti effettuati si è ritenuto opportuno confermare n. 10 pl in CdS dell' ASP di Cosenza e di nonconfermare i pl programmati in CdSdell' ASP di Reggio Calabria a fronte di un'offerta già attiva nel territorio diriferimento.

Nuovo Fabbisogno

In territorio nazionale non esiste una stima epidemiologica dei disturbi dello spettro autistico, le stime sonostate rilevate sui casi prevalenti (Piemonte 2/1000, Emilia Romagna 2-4/1000 Fonte Istituto Superiore diSanità). Ciò ha motivato la scelta di procedere, in via sperimentale di una offerta minima, e quindi di prevederel'attivazione di 3 strutture residenziali ( con un modulo di 12 pl cadauno) distribuite nelle diverse areegeografiche:

1. Area Nord (ASPCosenza) :2. Area Centro (ASPCrotone, Catanzaro, Vibo Valentia) :3. Area Sud (ASPdi Reggio Calabria) :

n.12 pln. 12 pln. 12 pl

Tabella 46: Fabbisogno residenzialità autismo

Con successivo provvedimento il numero di posti letto potrebbe essere adeguato ai bisogni emergenti erivalutato il fabbisogno e la rete di offerta.

('7),

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3.12.1 Strutture residenziali per i disturbi del comportamento alimentare

Offerta attuale

Allo stato attuale, i dati inviati dai Servizi Psichiatrici e di Neuropsichiatria Infantile, relativi ai disturbi delcomportamento alimentare, risultano poco attendibili per una realistica stima del fabbisogno. Si ritiene,pertanto, più opportuno, in questa fase, calcolare tale fabbisogno in base ai dati epidemiologici nazionali, cosìcome di riportato nel paragrafo successivo "nuovo fabbisogno". Nelle tabelle seguenti sono riportati i postiletto dell'offerta attuale, presenti nelle singole Aziende Sanitarie Provinciali (ASP).

Tabella 47: Offerta attuale DCA- posti letto residenziali

OffertaOfferta Acce DPGR OIIArta PubblICa Ofterta Totale Programmata Olferta

ASP Abitanti 1/2011 attivata attivata X' 10 000 CdS Totòle

(A) (B) (C=A+B) abitanti ID) (E=C+D)

Cosenza 598.895

138.534

299.446

133.317

0,00

0,00

0,00

0,00

12 12

Crotone

Catanzaro

viboV.

Nel Programma Operativo erano stati previsti complessivamente n. 30 pl programmati nelle CdS ed inparticolare n.20 pl in CdS dell'ASP di Cosenza e 10 pl in CdS deli'ASP di Reggio Calabria. Sulla base degliapprofondimenti effettuati si è ritenuto opportuno confermare n. 12 pl in CdSdell' ASP di Cosenza e n. 12 pl inCds deli' ASPdi Reggio Calabria.

Nuovo Fabbisogno

L'attuale programmazione regionale di cui al DPGR 18/2010 prevedeva un'offerta di residenzialità DCA pari a0,43 pl per 10.000 abitanti (popolazione di età ~18 anni), per un totale di n. 70 pl.

La popolazione femminile tra i 12 e i 25 anni, età di massima incidenza dei disturbi del comportamentoalimentare, in Calabria è di 147.561 (dati ISTAT 2012). La prevalenza dell' Anoressia Nervosa stimata èdeIi'0,5%, le persone con diagnosi di anoressia dovrebbero essere, quindi, 737 circa e di queste quelle chenecessitano di un ricovero dovrebbero essere circa 147, ossia il 20%. Calcolando una durata media di degenzadi 3 mesi, la necessità di posti letto è di circa 36.

Sulla base degli approfondimenti effettuati, in attesa di dati epidemiologici maggiormente rappresentativi, siritiene opportuno programmare in via sperimentale un'offerta minima di n. 3 moduli di 12 pl residenziali, conlivelli di intensità assistenziale diversificati distribuiti per Area geografica:

1. Area Nord (ASPCosenza) : n. 12 pl2. Area Centro (ASPCrotone, Catanzaro, Vibo Valentia) : n. 12 pl3. Area Sud (ASPdi Reggio Calabria) : n. 12 pl

Con successivo prowedimento il numero di posti letto potrebbe essere adeguato ai bisogni emergenti erivalutato il fabbisogno e la rete di offerta.

3.12.2 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della residenzialità Autismo e DCA

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della rete della residenzialità per idisturbi dello spettro autistico e dei disturbi del comportamento alimentare, fornendo le precisazioni affinché

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la configurazione e l'attuazione della rete territoriale sia compatibile con i vincoli e le indicazioni di seguitoriportate:

• eventuali nuovi servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nel ProgrammaOperativo.

Assegnazione di più moduli:

• possibilità di previsione di più moduli di diverso livello di assistenza nelle strutture.

Distribuzione territoriale:

• favorire la collocazione baricentrica delle strutture di offerta nei centri a maggiore densitàabitativa e facilmente raggiungi bili.

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3.13 Semiresidenzialità Autismo e Disturbi del Comportamento Alimentare(DCA)

3.13.1 Strutture semi residenziali per Autismo

Attualmente è presente in Calabria un centro semiresidenziale accreditato per 28 prestazioni/die di cui n. 10 diriabilitazione diurna e 18/die di riabilitazione ambulatoriale, destinato a pazienti affetti da Autismo in etàadolescenziale o adulta.Come già detto in territorio nazionale non esistono stime epidemiologiche dei disturbi dello spettro autisticoquindi, anche in questo caso la scelta è stata di procedere in via sperimentale con l'attivazione n. 60 postisemi residenziali cosi distribuiti: 20 Area Nord; 20 Area Centro, 20 Area Sudn.10 Asp Cosenza;Con successivo prowedimento il numero di posti letto potrebbe essere adeguato ai bisogni emergenti e saràrivalutato il fabbisogno e la rete di offerta (in linea con la definizione dei percorsi della rete materno -infantile).

3.13.2 Strutture semiresidenziali per DCA

Allo stato attuale è presente in Calabria un centro semiresidenziale accreditato per 46 prestazioni/die di cui n.10 di riabilitazione diurna e 18/die di riabilitazione ambulatoriale, 18 di riabilitazione domiciliare destinato apazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare in età adolescenziale o adulta, prestazioniaccreditate ma non contrattualizzate.Per una presa in carico personalizzata dei pazienti con Disturbo del Comportamento alimentare, è necessarioprevedere l'attivazione di strutture semiresidenziali, destinate ai soggetti che non rispondono ai trattamentiambulatoriali, ma la cui situazione psichiatrico-clinica non è così compromessa da richiedere un trattamentoresidenziale. Attraverso un'équipe multidisciplinare, il Centro Diurno garantisce interventi terapeutico-riabilitativi e nutrizionali calibrati sul singolo caso, quali ad esempio: trattamenti farmacologici, assunzioniassistite di pasti, educazione alimentare, incontri psicoeducazionali con i pazienti e i loro familiari, riabilitazionenutrizionale.L'attivazione di una simile struttura, oltre che garantire una maggiore flessibilità d'intervento, eviterebbe unnumero elevato di ricoveri in reparti medici o residenziali.In via sperimentale saranno attivati n. 30 posti semiresidenziali così distribuiti: n.10 area Nord, n. 10 areaCentrale e n.10 area Sud della Regione.Con successivo prowedimento il numero di posti semiresidenziali sarà adeguato alla domanda di trattamentoemergente.

3.13.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità Autismo e DCA

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della semiresidenzialità perAutismo e DCA, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale siacompatibile con i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuovi servizi/prestazioni devono essere attivabili con le risorse programmate nelProgramma Operativo.

Assegnazione di più moduli:

• possibilità di previsione di più moduli di diverso livello di assistenza nelle strutture.

Distribuzione territoriale:

• favorire la collocazione baricentrica delle strutture di offerta nei centri a maggiore densitàabitativa e facilmente raggiungibili.

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3.14 Assistenza Domiciliare

3.14.1 Ricognizionedello stato attuale

Offerta attualeL'Assistenza Domiciliare (AD) rappresenta uno dei sub livelli assistenziali territoriali (distrettuali) che a tutt'oggiappaiono tra i più critici nel contesto regionale. Ci si ritrova, infatti, di fronte ad uno scenario caratterizzato dauna erogazione dell'AD non omogenea nei differenti sottoambiti territoriali con differenze di carattereorganizzativo e gestionale, nonostante la Regione abbia da tempo approvato le Linee guida sul sistema di curedomiciliari e accesso ai servizi territoriali (DPGR n012 del 31 gennaio 2011).

Il ritardo di realizzazione dei complessivi processi riorganizzativi della rete territoriale ed il relativo blocco deltournover hanno determinato una parziale applicazione DPGR 12/2011 dovuta principalmente alla carenza dipersonale dedicato (soprattutto afferente al ruolo infermieristico e del comparto in genere). Si è fatto cosìricorso al lavoro in regime di straordinario di personale ospedaliero e comunque a forme particolarmenteonerose e poco efficaci sotto il profilo della qualità dell'assistenza.

Il ruolo assistenziale dell'AD è, viceversa, ritenuto strategico e prioritario nell'ambito dei processi dirimodulazione organizzativa del SSR calabrese anche in ragione della necessità di accompagnare il difficilepercorso di traslazione del baricentro assistenziale dall'ospedale al territorio.

Alla luce dei dati ISTATnella Regione Calabria il target di pazienti assistiti in AD dovrebbe essere di 13.698, conspecifica ripartizione nei differenti sottoambiti provinciali. L'esame dei modelli FLS.21 relativi all'anno 2013consente di delineare lo scenario operativo di seguito riportato.

Tabella 48: Casi trattati in AD - anno 2013

Abitanti CasI u~ su totale ScostarllentaASP aver 65 Trattati Ovel b5 over bS dal target (4%)

Cosenza

Crotone

Catanzaro

142.139 4.784 3.749

30.658 1.682 1.376

70.538 3.042 2.649

31.928 2.007 1.476

2,64%4,49%

3,76%

4,62%

-1,36%

ViboV.

0,49%

0,24%

0,62%

Nel quadro più ampio dell'assistenza domiciliare si inscrive anche l'assistenza domiciliare per i pazientiterminali, in merito ai quali si rende necessario evidenziare come non è ancora stato avviato il percorsofinalizzato alla creazione di una compiuta rete dedicata alla terminalità, come previsto dalla Legge 38 del2010. Allo stato attuale emerge infatti che, ad eccezione di qualche esempio di sperimentazione in alcuniambiti territoriali, le prestazioni domiciliari ai pazienti terminali vengano erogate nell'ambito della più generaleAD, senza specificità alcuna.Stando ai dati desumibili dai modelli FSL.21 i pazienti terminali assistiti al domicilio, nell'anno 2013, sono2.322 e comunque, senza specificità di servizio. Le carenze di personale adeguatamente formato per lospecifico settore consente di rilevare un'evidente limitazione dei servizi domiciliari dedicati alla terminalità.

3.14.2 Definizione del fabbisognoApplicando al contesto regionale i vincoli derivanti dal monitoraggio del rispetto dei Livelli Essenziali diAssistenza (Griglia LEA), si individua, come parametro standard, una percentuale di anziani over 65 da trattarein ADI >=4% (con scostamento minimo individuato pari a 3,5%).

Applicando tale parametro alla popolazione allo gennaio 2013, si ottiene quale valore target da raggiungere:

71

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Tabella 49: Fabbisogno ADI Anziani

Fabbisogno Abitanti FabbisognoADI anZiani ASP over 65 anni (n casI)

Standard x 1.000Cosenza 142.139 5.686

ab. aver 65 anni Crotone 30.658 1.226

4% Catanzaro 70.538 2.822

ViboV. 31.928 1.277

Tale parametro deve essere ricalcolato sulla base della popolazione allO gennaio di ogni anno.

Processo assistenziale e classificazione dell'Assistenza Domiciliare

Il DPGR n012/2011 delinea il complessivo processo assistenziale ed al tempo stesso opera la classificazionedell'AD in ragione di due evidenze: 1) continuità del processo di cura, 2) intensità assistenziale valutata inragione del CIA (coefficiente di intensità assistenziale) al fine di distinguere l'assistenza di natura prestazionale(per es. l'esecuzione di prelievi ematici programmati) da quella più propriamente di domiciliarizzazionedell'assistenza e caratterizzata da un approccio multi professionale così per come esitato dalla valutazionemulti dimensionale.

Relativamente a tale obiettivo le linee guida regionali sono coerenti con gli atti di indirizzo nazionale (Mattone13 - lavori della Commissione Nazionale per la revisione e l'aggiornamento dei LEA - DM dicembre 2008 diistituzione del flusso SIAD).

La logica processuale è sinteticamente riassumibile nelle seguenti fasi:./ richiesta di assistenza./ valutazione multidimensionale dei bisogni assistenziali (con l'utilizzo della scheda SVAMA);./ definizione di un Piano Assistenziale Individualizzato (PAI);./ erogazione delle prestazioni definite nel PAI per la durata stabilita;./ rivalutazione al termine del PAI.

La tabella seguente riporta i differenti profili assistenziali, così come definiti nel DPGRn012/2011.

Tabella 50: Profili assistenziali - Assistenza Domiciliare

Intensità assistenZIale Operativltà

Profilo di Cura (CIA) del Sevizio

CD prestazionali 5/7 gg

CD integrate I livello Fino a 0,30 5/7 gg

CD Integrate Il livello Fino a 0,50 6/7 gg

CD Integrate di III livello > a 0,50 7/7 gg

Cure palliative malati terminali > a 0,80 7/7 gg

Per le prestazioni domiciliari il processo si concretizza secondo le seguenti fasi:

1. la richiesta di assistenza viene esibita c/o il Servizio Aziendale preposto (PUA);

2. la valutazione multidimensionale viene eseguita dell'Unità di Valutazione aziendale;

3. il PAI viene definito, in esito alla valutazione, dalla medesima unità di valutazione;4. l'erogazione delle prestazioni del PAI avviene a cura del soggetto affidatario del servizio;

5. le rivalutazioni seguono la stessa logica della valutazione iniziale.

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3.14.3 Principi - indirizzi - criteri per lo sviluppo della rete di Assistenza Domiciliare

Il presente paragrafo descrive i principi, gli indirizzi e i criteri per lo sviluppo della rete dell'assistenzadomiciliare, fornendo le precisazioni affinché la configurazione e l'attuazione della rete territoriale siacompatibile con i vincoli e le indicazioni di seguito riportate:

• eventuali nuove prestazioni/servizi devono essere attivabili con le risorse programmate nelProgramma Operativo.

Appropriatezza organizzativa:

• favorire l'assegnazione di nuove prestazioni di assistenza tenuto conto dei seguenti criteri:

processi di presa in carico e sistema valutazione degli utenti controllato dal Distretto;

maggior coerenza fra la tipologia utenti presi in carico e profilo assistenziale.

Contestualmente all'awio dei processi di implementazione saranno fornite:

• le indicazioni relative al fabbisogno articolato sulla base dei singoli profili assistenziali;

• i criteri di accreditamento dei soggetti deputati all'erogazione di Cure Domiciliari, non contemplatinel Regolamento regionale 13/2009 di autorizzazione e accreditamento;

• il sistema tariffario correlato alla tipologia (intensità) di cure domiciliari;

• gli indicatori di monitoraggio.

3.15 Sintesi prossime azioni da svolgere per l'attivazione del pianoassistenza territoriale programmato

Il presente paragrafo descrive le prossime azioni da svolgere per l'implementazione del Piano diriorganizzazione, riqualificazione ed implementazione dell'assistenza territoriale contenuto nel capitolo 2 eriferito alle diverse tipologie di assistenza di seguito elencate:

residenzialità e semiresidenzialità anziani (paragrafi 2.4 e 2.5);residenzialità disabili (paragrafo 2.6);

riabilitazione estensiva extraospedaliera (paragrafo 2.7);residenzialità e semiresidenzailità per le Dipendenze patologiche (paragrafo 2.8);

Residenzialità e semiresidenzialità Salute Mentale (paragrafi 2.9 e 2.10);Residenzialità e semiresidenzialità Autismo e Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

(paragrafi 2.11 e 2.12);Assistenza Domiciliare (paragrafo 2.13).

Prossime azioni da svolgere

• Emanazione con decreto del Commissario ad Acta delle linee guida regionali per la presa in carico,entro 30 giorni dall'approvazione del presente documento.

• Definizione con decreto del Commissario ad acta dei requisiti specifici di semiresidenzialità anziani,non contemplati nel Regolamento regionale n. 13/2009 di autorizzazione e accreditamento, entro 30giorni dall'approvazione del presente documento.

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• Definizione delle le indicazioni operative per lo sviluppo dell'assistenza domiciliare relativamente airequisiti specifici per l'erogazione di Cure Domiciliari, non contemplati nel Regolamento regionale13/2009 di autorizzazione e accreditamento, entro 30 giorni dall'approvazione del presentedocumento.

• Presentazione, in coerenza con i criteri e gli obiettivi sopra enunciati, dei Piani operativi diriorganizzazione e di implementazione dell'offerta di assistenza residenziale, semiresidenziale edomiciliare programmata da parte delle ASP al Dipartimento Tutela della Salute, entro 60 giornidall'entrata in vigore del presente prowedimento. le proposte dovranno contenere i tempi e lemodalità per la concreta attuazione della riorganizzazione.

• Analisi e successiva approvazione con apposito Decreto commissariale, delle proposte diriorganizzazione e implementazione dell'offerta di assistenza residenziale, semiresidenziale nedomiciliare, entro 30 giorni dalla data di recepimento della proposta.

• Awio delle azioni di implementazione operativa da parte delle AASSPP, successivamente allanegoziazione del budget.

• Awio da parte del Dipartimento Tutela della Salute del monitoraggio dello stato di attuazione dellarete con cadenza trimestrale, a partire dalla data di awio delle azioni di implementazione operativa.

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3.16 Assistenza territoriale residenziale e semi residenziale per minori

3.16.1 Ricognizione dello stato attuale

Offerta attuale

Ad oggi, non sono presenti nella realtà calabrese posti letto in strutture socio-sanitarie residenziali dedicatiall'assistenza per minori. Il Dipartimento ha pertanto proweduto ad awiare un percorso specifico ai fini dellavalutazione della domanda di assistenza.

La Regione con DGR n. 259 del 1/06/2011 ha recepito l'Accordo sancito in Conferenza Unificata Rep. n.82/CUdel 6/11/2009 relativo alle linee di indirizzo per l'assistenza ai minori sottoposti a prowedimenti dell'autoritàgiudiziaria e con successivo DDG n. 10291 del 11/07/2012 ha costituito uno specifico gruppo di lavorocomposto dai referenti del Dipartimento Tutela della Salute integrato da componenti designati dal Centro perla Giustizia per la Calabria, dal Dipartimento Regionale Lavoro e Politiche Sociali e da rappresentanti delvolontariato. Successivamente, con DPGRn. 91 del 19/06/2013 sono state approvate le linee di indirizzo per lapresa in carico integrata dei minori sottoposti a prowedimenti dell'autorità giudiziaria ed approvati i requisitidi autorizzazione/accreditamento per la "struttura terapeutica riabilitativa per minori anche sottoposti aprowedimenti dell'autorità giudiziaria".

Si è pertanto proweduto ad individuare una struttura, di proprietà pubblica (ASP di Cosenza) idonea allarealizzazione di quanto programmato, tramite l'utilizzo di personale dipendente dali' ASP stessa.

I minori che necessitano di assistenza a ciclo diurno o ambulatoriale, vengono presi in carico dai Servizi dineuropsichiatria infantile (NPI).

La tabella riporta la ricognizione dei Servizi di NPI presenti presso i singoli distretti delle ASP e i relativi percorsiassistenziali (PA) attivati.

ASP N. strutture Percorsi assistenziali (PA) attivati

Distretto Ionio NORD: 3 centriDistretto Ionio NORD: PA disturbi autistici

Distretto di Cosenza: 1 centro di NPI e 1PA disturbi dell'apprendimento

centro di riabilitazione dell'età evolutivaPA disagi per difficoltà di approccio scolastico degli extracomunitari

Cosenza Distretto Media Valle Crati: 2 centri di NPIDistretto di Cosenza : Il

Distretto Ionio Sud: 3 centri di NPIDistretto Media Valle Crati: Il

Distretto Tirreno: 3 Centri NPIDistretto Esaro Pollino Castrovillari: Il

Distretto Esaro Pollino: 1 centro di NPIDistretto Ionio Sud: 1/Distretto Tirreno: IlPA dei disturbi dello sviluppo e dell'apprendimento;PA delle diagnosi e cura delle patologie neurologiche e psichiatriche acute

Crotone n. 1 Centro di elevata complessità;PA per patologie sindromiche ( disturbi autisti e pluriminorazioni);PA per le convulsività e scompenso psicopatologico.

Distretto di Catanzaro: 1 centro di NPI e1 centro di riabilitazione neuropsichiatrica

Tutti i Distretti:Distretto di Catanzaro Lido: 1 centro di

PA Disturbo da Deficit di Attenzione/lperattività (ADHD)PA cefalee etàCatanzaro NPI

Distretto di Soverato: 1 centro di NPIevolutive;

Distretto di Lamezia Terme: 1 centro diPA Autismo PA Disturbi specifici dell'apprendimento ( DSA).

NPIn. 1 centro che gestisce anche n. 1 PA di integrazione scolastica degli alunni disabili;

Vibo Valentia ambulatorio a Tropea e n. 1 ambulatorio a PA terapia assistenziale dell'autismo senza presa in caricol PA ADHD;Serra San Bruno PA per DSA disturbi specifici dell'apprendimento.

Distretto della loeride: 1 centro di NPIIDistretto della Loeride:

Distretto della tirreniea nessuna strutturaPA disturbi specifici dell'apprendimento

ma due ambulatori coordinati daldistrettol Distretto Reggio 1 : 1 centro di

Distretto della tirreniea : PA disabilità scolasticaReggio Calabria

riabilitazione dell'età evolutiva e 2 centri diDistretto Reggio 1:

NPIPA per la ADHD;

Distretto Reggio 2: nessun centro, nessunPA per l'autismo formalizzato.

ambulatorioDistretto Reggio 2: nessun centro

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NOTA: i percorsi assistenziali allo stato attivi nei singoli distretti delle ASP risultano per la gran parte ancora in fase di istituzionalizzazione a

livello aziendale.

3.16.2 Definizione del fabbisogno

Relativamente al fabbisogno sono in corso di verifica i dati di attività in termini di volumi e di prestazionierogate nell'ambito dei diversi percorsi assistenziali attivati.

Con successivo atto sarà definito il fabbisogno di cui ai percorsi assistenziali per minOri I cui processiorganizzativi saranno definiti al livello regionale al fine di uniformare gli approcci e i metodi su tutto ilterritorio.

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3.17 Percorso regionale di superamento degli Ospedali PsichiatriciGiudiziari (OPG)nell'ambito della residenzialità extraospedaliera perla salute mentale

3.17.1 Principali riferimenti normativiLegge 17 febbraio 2012, n. 9 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22dicembre 2011, n. 211, recante interventi urgenti per il contrasto della tensione detentivadeterminata dal sovraffollamento delle carceri, art, 3ter, in Gazzetta Ufficiale, n. 42 del20.2.2012;DGR329 del 30 luglio 2012 "Recepimento e sottoscrizione dell' "Accordo di Programma" trale Regioni Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata per la realizzazione del programma disupera mento degli ospedali psichiatrici giudiziari, in attuazione delle indicazioni di cui alleLinee di indirizzo per gli interventi negli ospedali psichiatrici giudiziari e nelle case di cura ecustodia (Allegato C, parte integrante del DPCM 1 aprile 2008), agli Accordi 26.11.2009 e13.10.2011, sanciti dalla Conferenza Unificata, e alla legge 17 febbraio 2012, n. 9";D.M. (Sanità - Giustizia) 1.10.2012, "Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi dellestrutture residenziali destinate ad accogliere le persone cui sono applicate le misure disicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e dell'assegnazione a casa di cura ecustodia";Decreto del Dirigente Generale n. 2126 del 15-2-13 "Istituzione del Sottogruppo TecnicoRegionale per il superamento degli OPG";DPGR n.99 del 9.07.2013 "Programma per la realizzazione di strutture sanitarieextraospedaliere per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari";Decreto Ministero Salute 9 ottobre 2013, recante "Assegnazione alla Regione Calabria dellerisorse ripartite dal Decreto Interministeriale 28 dicembre 2012";Legge 30 maggio 2014, n. 81 (conversione DL n. 52 Superamento OPG) in GU n. 125 del 31maggio 2014;DPGR- CA n. 60 del 26 Giugno 2014 "Legge 17 febbraio 2012, n. 9, art. 3ter. Programma perla realizzazione di interventi per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Azione16 P.O. intervento 2.4";DCA n. 61 del 7 Ottobre 2014 "Decreti sottoscritti successivamente alla data di sospensionedalle funzioni dal Presidente pro tempore della Regione Calabria nella qualità di Commissarioad acta - RATIFICAe CONVALIDA";DCA n. 92 del 4 Novembre 2014 "Programma per la realizzazione di strutture sanitarieextraospedaliere per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, ai sensi della legge17 febbraio 2012, n. 9, art. 3-ter e s.m.i. Approvazione dei progetti preliminari per la"R.E.M.S. di Girifalco" e la "Struttura residenziale di Santa Sofia d'Epiro". P.O. 2013-2015azione 16.2.4";Accordo in Conferenza Unificata (rep. 17/CU del 26 febbraio 2015) ai sensi del DM 1" ottobre2012, AlI. A, concernente disposizioni per il definitivo supera mento degli Ospedali PsichiatriciGiudiziari.

3.17.2 Il percorso regionale per il superamento degli OPG

Il percorso regionale finalizzato al supera mento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per gli internati calabresi èstato oggetto di significativa attenzione e di un impegno multi professionale ormai pressochè triennale. Ledimensioni della problematica non sono traducibili in uno standard (ad esempio una definizione in percentualerispetto alla popolazione residente), ma risentono in maniera significativa di fattori ed elementi legati allecontingenze proprie del sistema dell'esecuzione penale, nel quale, dal 2008, il SSN è titolare delle funzionisanitarie.

Gli "utenti" dell'istituzione psichiatrica giudiziaria, anche nell'ambito della residenzialità extrapenitenziaria,sono sostanzialmente da ricondurre a più tipologie: gli internati propriamente detti, prosciolti per infermitàtotale o parziale di mente, nell'ambito della pena edittale e/o delle sue proroghe, gli infermi ed i minorati

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psichici, gli osservandi (nell'ambito della procedura di osservazione psichiatrica ex art. 112 comma 1 e 2 delRegolamento di Esecuzione dell'Ordinamento Penitenziario ai sensi del DPR 230/2000) e i sottoposti allamisura dell'internamento "prowisorio".

La numerosità degli utenti è variabile, nelle diverse tipologie. Il rilevamento, effettuato a richiesta delMinistero della Giustizia nello scorso giugno, ha evidenziato 31 utenti calabresi ristretti negli OPG italiani, lamaggior parte a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), al cui bacino ai sensi dell'Accordo in Conferenza Unificata rep.84/CU del 26 novembre 2009 afferisce la Regione Calabria. Le più recenti valutazioni stimano intorno a circa 35persone quelle in atto in OPG3, ma il dato non è costante.

Emerge inoltre la presenza di soggetti internati e circa 100 soggetti in misura di sicurezza provvisoria, maanche in libertà vigilata e/o licenza finale d'esperimento (LFE)collocati, su disposizione dell'Autorità Giudiziaria,in strutture psichiatriche residenziali territoriali ad elevata intensità.

Vi sono inoltre due aspetti non secondari del percorso, che questa Regione ha affrontato nell'ambito dellepossibilità previste dalla norma e dagli atti ministeriali successivi, legati alle fasi pre- e post- REMS. Il percorsodi supera mento dell'OPG infatti passa anche dalla risoluzione di due aspetti particolarmente critici:l'istituzionalizzazione in strutture residenziali territoriali della salute mentale di soggetti sottoposti alla misuradi sicurezza, in particolare prowisoria, ed il ricorso alle stesse strutture per i soggetti dimessi dagli OPGsoprattutto in assenza di stabili legami familiari e/o di adeguato supporto territoriale semiresidenziale.

Tali criticità possono essere affrontate potenziando una corretta gestione intrapenitenziaria del disagiomentale, anche di media portata e curando maggiormente il momento delle dimissioni dall'OPG (futura REMS)facendolo seguire da un reale accompagnamento sul territorio.

Pertanto la Regione Calabria con gli atti in precedenza indicati, ha previsto:

L'implementazione dei percorsi di salute mentale nell'ambito delle strutture detentive, attraversodue linee strutturali (finanziate sul fondo di parte corrente del programma) di implementazione deiservizi nella Casa Circondariale di Reggio Calabria (sede dal 2005-06 di Sezione Regionale diOsservazione Psichiatrica dedicata ai detenuti del circuito di Media Sicurezza) e nella CasaCircondariale di Catanzaro, nell'ambito delle strutture dell'ex Centro Diagnostico Terapeutico, con larealizzazione di una sezione detentiva di Osservazione (per detenuti di Alta Sicurezza) e TrattamentoPsichiatrico (il finanziamento della stessa è stato integrato nel recente Accordo Rep. 3 /CU del22.1.2015). È inoltre stato definito ed è in fase di formalizzazione una linea funzionale di interventomediante linee di integrazione carcere-territorio-carcere mediante un documento già elaboratonell'ambito degli Obiettivi PSN 2009, cui seguirà la specifica formazione degli operatori di tutte leASP regionali.

La realizzazione della REMS, tramite la ristrutturazione di un padiglione dell'ex complesso c.d."Monumentale" di Girifalco (CZ) per 40 p.1.

La rifunzionalizzazione di una struttura residenziale ex art. 20, di proprietà dell' ASP di Cosenza, nelComune di Santa Sofia d'Epiro, per n. 20 p.1. destinata prioritariamente ai percorsi post-REMS giàdescritti e per le misure di sicurezza irrogate dall'Autorità Giudiziaria in ambiente non reclusivo.

L'insieme del programma è finalizzato a rendere omogeneo e, ove possibile, deflazionato l'intero percorso.

Il Ministero della Salute con DM 1.10.2012 ha definito negli ambiti tipologici le caratteristiche (i requisitistrutturali, organizzativi e tecnologici) delle REMS, strutture sanitarie pubbliche cui dovrà essere data specificaconnotazione nell'ambito della residenzialità psichiatrica, poiché poste in una sostanziale duplicità di funzioni:

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3 al31.1.2015

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il trattamento pSichiatrico/riabilitativo e l'esecuzione della misura di sicurezza, che pur non essendo unamisura di pari livello alla detenzione, ne conserva anche giuridicamente gli aspetti specifici.

La L. 81/2014 non consente ulteriori deroghe alla chiusura degli OPG, per cui è stata definita una fasetransitoria che, in Regione Calabria, si fonda essenzialmente sull'awio della parte intrapenitenziaria delprogramma e sull'apertura della struttura residenziale di S. Sofia d'Epiro quale REMS "transitoria", in attesadella ristrutturazione del fabbricato di Girifalco in REMS4. In questo quadro prowisorio, mentre le REMSdefinitive manterranno natura e gestione pubblica, potrà farsi ricorso al privato accreditato per la temporaneagestione della REMS "transitoria".

Di conseguenza dovrà essere rimodulato iiI/Programma di utilizzo dei fondi di parte corrente" prevedendo disostenere, con questi fondi finalizzati e sino all'awio della REMS di Girifalco, il costo delle rette presso lastruttura residenziale di s. Sofia d'Epiro. A regime i fondi sosterranno i costi della stessa REMS di Girifalco edella fase intrapenitenziaria del percorso, mentre la gestione della struttura di s. Sofia d'Epiro rientrerà neibudget dell' ASPdi Cosenza.

In sintesi, quindi sotto il profilo di rete si ritiene necessario prevedere una dotazione aggiuntiva pubblica di 40p.1.nell' ASP di Catanzaro, sotto la specifica di Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza (R.E.M.S.) inGirifalco, ed una dotazione aggiuntiva finalizzata alle tipologie summenzionate di 20 p.1. nell'ASP di Cosenzapresso la residenza di s. Sofia d'Epiro (residenza ad alta intensità assistenziale, in relazione alle specifichenecessità dei pazienti in termini di assistenza e cura, oltre che attività tratta mentali specifiche).

Le strutture intrapenitenziarie, pur avendo una specifica vocazione psichiatrica ed essendo comunquefunzionalmente integrate alla rete della psichiatria territoriale, non devono essere considerate nell'ambitodella quantificazione dell'offerta di p.I., trattandosi di sezioni detentive specializzate, a gestione pubblica.

Prossime azioni da svolgere

1) Awio delle attività presso la REMS "transitoria" di s. Sofia d'Epiro (CS)

• Awio delle attività di rifunzionalizzazione dell'immobile;• Definizione di accordi e protocollo con la Prefettura di Cosenza per la sorveglianza

perimetrale;• definizione di protocollo con il Distretto territoriale per le attività sanitarie di competenza.• Definizione dell'assetto gestionale ed organizzativo;• Moduli formativi;• Awio Procedure di autorizzazione/acccreditamento;• Implementazione delle attività di accoglienza e sanitarie.

2) Implementazione della tutela della salute mentale in ambito penitenziario

• Rimodulazione per programma di utilizzo dei fondi di parte corrente ex L. 9/2012;• definizione di accordi e protocollo di gestione con il Ministero della Giustizia-Proweditorato

Regionale Calabria delle Sezioni presso gli Istituti Penitenziari di Catanzaro e Reggio Calabria;• implementazione delle risorse umane ai sensi della L. 9/2012 (deroga piani di rientro);• formazione anche on the job• implementazione delle attività di accoglienza e sanitarie

3) Awio delle attività presso la REMS regionale di Girifalco (CZ)

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4 ambedue le procedure sono in corso, a cura della AASSPPdi Cosenza e Catanzaro.

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• Awio e conclusione delle attività della Commissione di Aggiudicazione dell'appaltodell'opera;

• Attività propedeutiche all'awio dei lavori di ristrutturazione (Appalto, contratto,progettazione esecutiva).

4) Awio delle attività presso la REMS regionale di Girifalco (CZ)

• Attività edili (18 mesi);• definizione di accordi e protocollo con la Prefettura di Catanzaro per la sorveglianza

perimetrale;• definizione di protocollo con il Distretto territoriale per le attività sanitarie di competenza;• awio Procedure di autorizzazione• Definizione dell'assetto gestionale ed organizzativo. Implementazione delle risorse umane ai

sensi della L. 9/2012 (deroga piani di rientro);• formazione anche on the job;• implementazione awio delle attività di accoglienza e sanitarie.

3.18 Percorsidi cura a forte integrazione ospedaleterritorio

3.18.1 Reti Terapia del Dolore e Cure palliative

Relativamente alla "Rete di terapia del dolore hub e spoke ad integrazione territoriale" si rimanda al decreto incorso di approvazione inviato ai Ministeri vigilanti con prot. n. 305936 del 30/09/2014 ..

La rete per le Cure Palliative sarà definita con successivo atto, da adottare entro 30 giorni dalla data diapprovazione del presente decreto.

3.18.2 Rete Hospice

La rete Hospice sarà definito con successivo atto, da adottare entro 30 giorni dalla data di approvazione delpresente decreto.

3.18.3 Rete cardiologica: percorso patologie croniche

La definizione del precorso per lo scompenso cardiaco sarà definito con successivo atto. da adottare entro 120giorni dalla data di approvazione del presente decreto.

3.18.4 Rete neurologica: percorsi patologie croniche (es. Sclerosi Multipla, Sclerosi LateraleAmiotrofica, Demenza, ecc)

La definizione dei precorsi per le patologie croniche saranno definiti con successivo atto, da adottare entro 120giorni dalla data di approvazione del presente decreto.

3.18.5 Rete materno - infantile

La definizione dei precorsi della rete materno - infantile saranno definiti con successivo atto, da adottare entro90 giorni dalla data di approvazione del presente decreto.

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Allegato 1 Offerta pubblica e privata accreditata di prestazioni di assistenza territoriale

Offerta pubblica e privata attivata - Resìdenzìalità

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Offerta pubblica e privata attivata - Residenzialità DISABILI

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Regio Calabria DSS REGGIO 1 autorizzazione e accreditamento per 4 posti letto di

Riabilitazione Estensiva a Ciclo Continuativo.)

i RECC' RREl-RRE2 30

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Offerta pubblica e privata attivata - Riabilitazione estensiva extraospedaliera

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OffERl A Pf(!VATA \DGR 1/2011)

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Qfferta pubblica e privata attivata - Residenlialità Semiresidenzlalltà Autismo e pisturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

PrestazIOni/cile

~ fU>ULOGIA~ ASP Dl:rtrf'UO DEr-;OMi~.ALIO"iE $TtlUTTURA CGDILE STRUnURA C,do wnl C!(KJ (hur Àmb sing Arnb gnlp Oomll

~

10 1.

nlus CREOS

Prastallonljdte

Codltt' TIPOlOGIA1I1ienda ASI' O,~jf~tt<) DEN0MI'II~IOt.lE STRUTTURA CODICE STRUTTURA (Iclo çont <.-Ido dlUl Amb w~g An,b IlflJP OomK

201 COSENZA

202 ...._.L~~.:~.~.~_.._...-203 ' CATANZARO Centro Riabilltativo lucrezia CRE057 10Privata

204 ! VIBO VALENTIA205 ····l~E·G·G·io-CALA-B;;A·--·---

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Allegato 2 Sintesi fabbisogno programmato per ASP

*(1) E' stato inserito il n. di prestazioni/ab/anno·(2) E' stati inserito il n. di centri diurni

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· 'to il n, di presta~ioni(ab/anno*(1) E' stato InSe~I" di centri diurni*(2) E' stati inserito I n.

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ASP CATANZARO

NOTE:*(1) E' stato inserito il n. di prestazioni/ab/anno*(2) E' stati inserito il n. di centri diurni"'(3) E' stato inserito il n. di prestazioni/die

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ASP VIBO VALENTIA

NOTE:

·(1) E' stato inserito il n. di prestazioni/ab/anno

·(2) E' stato inserito il n. di Centri diurni

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ASP REGGIO CALABRIA

NOTE:

·(1) E' stato inserito il n. di prestazioni/ab/anno

·(2) E' stato inserito il n. di Centri diurni

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Allegato 3 Cronoprogramma delle attività

LARIORGANIZZAZIONEDEL TERRIOTRIO AFAVORE DElLACONTINUllA' DEllECURE E DElLAMESSA A REGIMEDElLA RETEOSPEDALIERA

Il RUOLO DElDISTREnO

A partire dalladata di avvio

delle azioni di

Entro 30 giornidall'approvazionedel presente

decreto

Azioni di riorganizzazione del distretto

Entro 30 giornidall'approvazione

del presente

CURE PRIMARIE Azioni di riorganizzazione delle AFT e delle UCCP

Definizione delle proposteaziendali da sottoporre ad

approvazione preventiva al

Dipartimento Tutela Salute.

Entro 30 giorni

dalla data di

aggiornamento

delle linee Guidaregionali per gliatti aziendali

Avvio delle azioni di

implementazione operativa.

Entro 30 giorni

dalla data diapprovazionedelle linee diindirizzo regionaliper l'istituzione

Avvio delle attività diaffiancamento e monitoraggio

delle azioni di

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implementazione da parte del implementazioneDipartimento Tutela della operativaSalute.

Azioni di riorganizzazione delle Case della Salute

Definizione del pianooperativo di organizzazione esviluppo delle attuali Case Entro ildella Salute (ex presidi 30/5/2014ospedalieri dismessi - ex

Studi di fattibilità e pianooperativo di implementazionedelle ulteriori CdS

Entro il31/12/2015

Strumenti per l'integrazione delle cure primarie e la continuità assistenziale:CURAP116117

Costruzione del un modellooperativo di CURAP (a curadel Dipartimento e dal Gruppodi Lavoro di coordinamentoregionale) con individuazione:dei target dipopolazione/utenti delleCURAP,dei percorsiassistenzialifunzionanti/funzionali a questo

. ruoli.

predisposizione di unospecifico protocollo a valenzaregionale omogeneo chedisciplini i rapporti tra 118 el'Assistenza Primaria conindicazione dei rispettiviambiti di attività e le relativeinterazioni ed integrazioni, nelrispetto delle rispettive

Entro 60 giornidall'approvazionedel presentedecreto

Entro 90 giornidalla definizionedel modellooperativo diCURAP

Entro 90 giornidalla definizionedel modellooperativo diCURAP

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Attivazione CURAP:awio dellasperimentazione in alcune ASP Avvio dellaun numero verde che sperimentazionecontenga al suo interno il entro ilnumero 116117, in attesa delle 01/10/2015indicazioni nazionali.

Campagna informativa sulnuovo servizio.

Monitoraggio e verifica deirisultati.

Avvio dellacampagnainformativo entro

I n 01/10/2015Contestualmenteall'awio delleazioni diattivazione delle

I <:iJRAP

INDIRIZZI ED AZIONIPERLA Altre disposizioni per la programmazione e ilmonitoraggio degli interventi

Definizione da parte delle ASPdella proposta diriorganizzazione per lodefinizione degli ambiti pressocui attivare le AFT. UCCPe leCase della Salute, contenente:- Analisi dell'offerta (Tipologiadi attività svolta per sede,spazi coinvolti e volumi diattività erogati);comprendente l'indicazionedella collocazione fisica dei

i punti di e,"oazione;

Entro 90 giorni,dall'emanazionedel presentedocumento

PROGRAMMAZIONE

2. PIANO DIRIORGANI22AZIONE,

RIQUALIFICA210NE

I E

MODELLO DIGOVERNO DElLA

RETE TERRITORIALE

- Descrizione delle attivitàprogrammate per sede(conarticolazione del relativofabbisogno programmato),con indicazione dellepossibilità di razionalizzazione

.~ei punti di ~rogazione.- Cronoprogramma diattuazione.

Emanazione delle linee guidaregionali perl'implementazione del modello'<Iipres~rko

Entro 30 giornidall'approvaZione

::~~::~~~eStrumenti di Governo della rete territoriale: modello di presa in carico e sistemainformativo

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IMPLEMENTAZIONE

DEll'ASSISTENZADISTRETTUALE

PRESTAZIONISPECIALISTICHE

Entro 120 giorni

dalla data diapprovazione delpresente atto.

Si rimanda al OCA

in corso di

approvazione(già inviato in

preventiva

approvazione aiMinisteri vigilanti

con prot. n.

195683 del

Rete dei laboratori

Riorganizzazione della retepubblica e privata dei

laboratori

Rete TrasfusionaleRiorganizzazione della retetrasfusionale.

Specialistica ambulatoriale

CLASSIFICAZIONEDELLE STRUTTUREPER INTENSITA'

ASSISTENZIALE

Aggiornamento dei requisitispecifici delle strutture

territoriali extraospedaliere

sanitarie e sociosanitarie

residenziali, semiresideziali,

Entro 30 giornidall'approvazione

ambulatoriali, domiciliari, del presente

riabilitative, per le dipendenze documento.

Azioni di riorganizzazione delle strutture per intensità assistenziale (Mattone 12) patologiche e della salutementale contenute nel

Entro 30 giornidall'approvazione

del presente

documento.

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SINTESIPROSSIMEAZIONIPERL'ATTIVAZIONEDELPIANODIASSITENZAPROGRAMMATO

artt. 17 e 18.

Adozionecorrettivo alla legge regionale(n022 del 05/10/2007) inmateria di compartecipazionealla spesa per le prestazioni Entro ilsocio sanitarie e della 31.12.2015ripartizione della stessa trafondo sociale e fondo sanitarioe relativa rivalutazione delle

Da concludersientro latempisticaprevista dallanuova normativaregionale inmateria

Da concludersientro latempisticaprevista dallanuova normativaregionale in

Avvio di un ciclo di verifica sututte le strutture sanitariepubbliche e private dellaconfigurazione risultante dallanuova programmazione. Ilciclo di verifica delle strutture.

Emanazione da parte del~~~~~~ ---lDipartimentoTutela della

Salute dei requisiti specifici disemiresidenzialità anziani, noncontemplati nel Regolamentoregionale 13/2009 diautorizzazione e

Entro 30 giornidall'approvazionedel presentedocumento

Residenzialità disabili;

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ASSSITENZARESIDENZIALEESEMIRESIDENZIALEPERMINORI

Assistenza Domiciliare

Riabilitazione estensiva extraospedaliera;

Definizione delle le indicazionioperative per lo sviluppodell'assistenza domiciliarerelativamente ai requisitispecifici per l'erogazione diCure Domiciliari, noncontemplati nel Regolamentoregionale 13/2009 diautorizzazione eaccreditamento.

Residenzialità e semiresidenzailità per le Dipendenze patologiche;

Presentazione, in coerenza coni criteri e gli obiettivi sopraenunciati, dei Piani operatividi riorganizzazione e diimplementazione dell'offertadi assistenza residenziale,semiresidenziale e domiciliareprogrammata, da parte delleASPal Dipartimento Tuteladella Salute. le propostedovranno contenere i tempi ele modalità per la concretaattuazione dellariorganizzazione.

Entro 30 giornidall'approvazionedel presentedocumento

Entro 60 giornidall'entrata invigore delpresenteprovvedimento.

- Residenzialità e semiresidenzialità Salute Mentale;

Analisi e successivaapprovazione con appositoDecreto commissariale, delleproposte di riorganizzazione eimplementazione dell'offertadi assistenza residenziale,semiresidenziale e domiciliare.

Entro 30 giornidalla data direcepimentodella proposta

Residenzialità e semiresidenzialità Autismo e Disturbi del ComportamentoAlimentare (DCA);

Avvio delle azioni diimplementazione operativa daparte delle ASP.

Successivamentealla negoziazionedel budget

Avvio da parte delDipartimento Tutela della

A partire dalladata di avvio

Salute del monitoraggio dello delle azioni distato di attuazione della rete implementazione

operativacon cadenza trimestrale.Analisi dei dati di attività intermini di volumi e diprestazioni erogatenell'ambito dei diversi percorsiassistenziali attivati ai fini della

Definizione del fabbisogno

Entro 120 giornidalla data diapprovazione delpresente atto

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PERCORSOREGIONALE01SUPERAMENTODEGLIOPG

Entro 120 giornidalla data diapprovazione delpresente atto

Entro il 30 giugno2015

Entro il 31 luglio2015

Awio delle attività presso la REMS"transitoria" di S. Sofia d'Epiro (CS)

rifunzionalizzazionedell'immobile;definizione di accordi eprotocollo con la Prefettura diCosenza per la sorveglianzaperimetrale; definizione diprotocollo con il Distrettoterritoriale per le attivitàsanitarie di competenza;definizione dell'assettogestionale ed organizzativo;

Avvio delle procedure diautorizzazione/accreditamento Entro il 31 luglio

Implementazione delle attività 2015

Rimodulazione per programmadi utilizzo dei fondi di partecorrente ex L 9/2012;Definizione di accordi e

Implementazione della tutela della salute mentale in ambito penitenziario

protocollo di gestione con il Entro il 30Ministero della Giustizia- maggio 2015Provveditorato RegionaleCalabria delle Sezioni presso gliIstituti Penitenziari di

Implementazione delle risorseumane ai sensi della L.9/2012(deroga piani di rientro),formazione anche on the job;

delle attività

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di accoglienza e sanitarie.

Avvio e conclusione delleattività deUa Commissione diAggiudicazione dell'appaltodell'o~~ra.

Entro il 31 giugno2015

Attività propedeuticheall'awio dei lavori diristrutturazione (Appalto,contratto, progettazioneesecutiva)

Entro il30settembre 2015

Attività edili (18 mesi):definizione degli accordi eprotocollo con la Prefettura diCatanzaro per la sorveglianzaperimetrale;definizione di protocollo con ilDistretto territoriale per leattività sanitarie dicompetenza;Avvio Procedure diautorizzazione.

Avvio delle attività presso la REMSregionale di Girifalco (CZ)Entro il 31 marzo2017

Definizione dell'assettogestionale ed organizzativo;Implementazione delle riSOrse (da Il giugnoumane ai sensi della L.9/2012 2016)(deroga piani di rientro), Entro il 31 marzoformazione anche on the job; 2017implementazione delle attivitàdi accoglienza e sanitarie.

Si rimanda alDecreto in corsodi approvazione(inviato aiMinisteri vigilanticon prot. n.305936 del30/09/2014)

Definizione della Rete diterapia del dolore hub e spokead integrazione territoriale

PERCORSIDICURAA FORTE

Reti Terapia del Dolore e Cure palliativeINTEGRAZIONEOSPEDALE-TERRITORIO

Si rimandasuccessivo atto,da adottare entro

Definizione della Rete per leCure Palliative

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30 giorni dalladata diapprovazione delpresente atto

Rete Hospice Definizione della Rete per leCure Palliative

Si rimanda asuccessivo atto,da adottare entro30 giorni dalladata diapprovazione delpresente atto

Rete cardiologica: percorso patologie cronicheDefinizione del Precorso per loscompenso cardiaco

Rete neurologica: percorsi patologie croniche

Definizione dei Percorsi per lepatologie croniche (SclerosiMultipla, Sclerosi lateraleAmiotrofica, Demenza, ecc).

Si rimanda asuccessivo atto,da adottare entro120 giorni dalladata diapprovazione delpresente attoSi rimanda asuccessivo atto,da adottare entro120 giorni dalladata diapprovazione delpresente attoSi rimanda asuccessivo atto,da adottare entro90 giorni dalladata diapprovazione delpresente atto

Definizione dei Precorsi dellarete materno - infantile.Rete materno - infantile

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Allegato 4 Cartine

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REGIONE CALABRIADipartimento n.8 - Tutela della Salute Politiche Sanitarie

OFFERTA PUBBLICA E PRIVATA ATTIVATARESIDENZIALITA' ANZIANI

GIRIFALCO1) Fond. Beta" ONLUSCasa clegl UIvI·CP {A3)-SOpI

LEGENDA

ASP di Cosenza

ASP di Crotone

ASP di Catanzaro

ASP di Vibo Valentia

ASP di Reggio Calabria

H1 Hub - DEA Il livello

H2 Spoke - DEA I livello

H3 Ospedale generale

H4 Osp. di zona montana

••• Casa della Salute

• Comune

<D Distretto Tirreno

CD Distretto Pollino - Esaro

CD Distretto Ionio nord

® Distretto Valle Crati

@ Distretto Ionio sud

o Distretto Tropea

O Distretto Tirrenlca

@ Distretto Locride

6Distretto Reggio Calabria 1

@ Distretto Reggio Calabria 2

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REGIONE CALABRIADipartimento n.B - Tutela della Salute Politiche Sanitarie

OFFERTA PUBBLICA E PRIVATA ATTIVATARESIDENZIALITA'

LEGENDA

ASP di Cosenza

ASP di Crotone

ASP di Catanzaro

ASP di Vibo Valentia

ASP di Reggio Calabria

H1 Hub - DEA Il livello

H2 Spoke - DEA I livello

H3 Ospedale generale

H4 Osp. di zona montana

"-Casa della Salute

• Comune

•RSA-M(R1)

•RSA(R2)

CP(R3)

UELITO PORTO SALVO(1) Distretto Tirreno

Ci> Distretto Pollino - Esaro

cD Distretto Ionio nord

CD Distretto Valle Crati

CD Distretto Ionio sud

® Distretto Cosen>a - Savuto O Distretio RventlnoID Distretto Cirò Marina

® DIstretto Mesoraca

CD rnstretlo Crotone

O' Distretto Catanzaro Lido

o Distretto Lametino

OOlstrettoSoveratoO Distretto Serra S. Bruno

O Distretto Vibo Valentia

@ Distratio TropeaO Distretto Tirrenica

8 Distretto Locrk:le

O Distretto Reggio Calabria 1e Distretto Reggio Calabria 2

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REGIONE CALABRIADipartimento n.8 - Tutela della Salute Politiche Sanitarie

OFFERTA PUBBLICA E PRIVATA ATTIVATARESIDENZIALITA' E SEMIRESIDENZIALITA'

DISABILI E AUTISMO

LEGENDA

ASP di Cosenza

ASP di Crotone

ASP di Catanzaro

ASP di Vibo Valentia

ASP di Reggio Calabria

Hub - DEA Il livello

Spoke - DEA I livello

Ospedale generale

Osp. di zona montana

Casa della Salute

Comune

CD Distretto Tirreno

cI> Distretto Pollino - Esaro

® Distretto Ionio nord

@ Distretto Valle Crati

® Distretto Ionio sud

® Distretto Cosenza - Savuto

Cl) Distretto Cirò Marina

® Distretto Mesoraca

® Distretto Crotone

<!) Distretto Catanzaro Lido

o Distretto Rvenìlno

@ Distretto Lametino

O Distretto Soverato

O Distretto Serra S. Bruno

O Distretto VIbo Valentia

9 Distretto Tropea

4} Distretto Tirrenica

OOlstrettoLocridee Distretto Reggio Calabria 1

@ Distretto Reggio Calabria 2

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REGIONE CALABRIADipartimento n.a - Tutela della Salute Politiche Sanitarie

OFFERTA PUBBLICA E PRIVA TA ATTIVA TARESIDENZIALITA' E SEMIRESIDENZIALITA'

DISABILI E AUTISMO

VILLAS.

LEGENDA

III ASP di Cosenza

•ASP di Crotone

•ASP di Catanzaro

•ASP di Vibo Valentia

ASP di Reggio Calabria

H1 Hub - DEA Il livello

H2 Spoke - DEA I livello

H3 Ospedale generale

H4 Osp. di zona montana

.À Casa della Salute

Comune

RECC (RRE1-RRE2)

CPD (RD5)

RSAD (RD4)

AUTISMO

<D Distretto Tirreno

Q) Distretto Pollino· Esaro

® Distretto Ionio nord

Ci) Distretto Valle Crati

® Distretto Ionio sud

o Distretto Tropea

@ Distretto Tlrrenlcaa Distretto Locride

6 Distretto Reggio Calabria 1

® Distretto Reggio Calabria 2

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o Distretto Tirreno

® Distretto Pollino ~ Esaro

CD Distretto Ionio nord

® Distretto Valle Crati

® Distretto Ionio sud

REGIONE CALABRIADipartimento n.8 - Tutela della Salute Politiche Sanitarie

OFFERTA PUBBLICA E PRIVATA ATTIVATASALUTE MENTALE

.1

LEGENDAI I

ASP di Cosenza

ASP di Crotone

ASP di Catanzaro

ASP di Vibo Valentia

ASP di Reggio Calabria

H1 Hub - DEA Il livello

H2 Spoke - DEA I livello

H3 Ospedale generale

H4 Osp. di zona montana

.•• Casa della Salute

Gruppo appartamento

Socio riabllitativo ad elevataIntegrazione sanitaria

Residenza ad alto trattamento edelevata Intensità assistenziaE

Servizi privati di assistenza allepersone dipendenti da sostanze diabu",

CD Distretto Cosenza - Savuto

ID Distretto Cirò Marina

CD Distretto Mesoraca

® Distretto Crotone

O Distretto Catanzaro Lido

o Distretto RventinoO Distretto Lametlno

O Distretto Soverato

G Distretto Serra S. Bruno

O Distretto Vibo Valentia

@ Distretto Tropea

O Distretto Tlrrenlca

DDlstrettoLocrkle

O Distretto Reggio Galabtia 1

@ Distretto Reggio Calabria 2

Page 117: RETE TERRITORIALE - regione.calabria.itregione.calabria.it/sanita/allegati/dca_2015/76_all_1.pdf · FAR Modello Flusso Informativo NSISche rileva idati e le attività di Assistenza

REGIONE CALABRIADipartimento n.a - Tutela della Salute Politiche Sanitarie

Postazioni di Emergenza Territoriale (PET)

LEGENDA

ASP di Cosenza

ASP di Crotone

ASP di Catanzaro

ASP di Vibo Valentia

ASP di Reggio Calabria

H1 Hub - DEA Il livello

H2 Spoke - DEA I livello

H3 Ospedale generale

H4 Osp. di zona montana

A Casa della Salute

• Comune

•PET (Postazioni diEmergenza Territoriali)

MELITO PORTO SALVOCD Distretto Tirreno

<ID Distretto Pollino - Esaro

® Distretto Ionio nord

CD Distretto Valle Crati

<ID Distretto Ionio sud

® Distretto Cosenza - Savuto

(D Distretto Cirò Marina

® Distretto Mesoraca

® Distretto Crotone

O Distretto catanzaro Lido

o Distretto Rventlno

4) Distretto Lametlno

O Distretto Soverato

G Distretto Serra S. Bruno

O Distretto Vibo Valentia

@ Distretto Tropea

@ Distretto Tirrenica

O Distretto Locrlde

8 Distretto Reggio Calabria 1

@ Distretto Reggio Calabria 2