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Atti Parlamentari - 61117 — Camera dei Deputati X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990 RESOCONTO STENOGRAFIC O 476 . SEDUTA DI MARTEDÌ 5 GIUGNO 199 0 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANC O INDICE P%G P . G Missioni 61119, 6117 0 Disegni di legge : (Annunzio) 6118 8 (Proposta di trasferimento dalla sed e referente alla sede legislativa) . . . 6111 9 (Trasmissione dal Senato) 6118 9 Disegno di legge di conversione (Di- scussione) : Conversione in legge, con modifica- zioni, del decreto-legge 21 april e 1990, n . 81, recante proroga del ter- mine previsto dall'articolo 114 dell a legge 1° aprile 1981, n . 121, concer- nente nuovo ordinamento della am - ministrazione della pubblica sicu- rezza (4791 ) PRESIDENTE . . 61170, 61171, 61173, 6117 6 6117 7 FRANCHI FRANCO (MSI-DN) 6117 1 L-\BR1o1A SI1 ANo (PSI), President e della I Commissione 61170, 61176 MELONI MALRO (FE) 6117 3 Rt FFl NO G1 1N CARLO. Sottosegretario d i Stato per l ' interno 61171 , 61176 Disegno di legge di conversione (Di- scussione) : Conversione in legge, con modifica- zioni, del decreto-legge 24 aprile

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Atti Parlamentari

- 61117 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

RESOCONTO STENOGRAFIC O

476 .

SEDUTA DI MARTEDÌ 5 GIUGNO 199 0

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANC O

INDICE

P%G

P.G

Missioni 61119, 6117 0

Disegni di legge :(Annunzio) 61188(Proposta di trasferimento dalla sed e

referente alla sede legislativa) . . . 6111 9(Trasmissione dal Senato) 61189

Disegno di legge di conversione (Di-scussione) :

Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 21 aprile1990, n . 81, recante proroga del ter-mine previsto dall'articolo 114 dellalegge 1° aprile 1981, n . 121, concer-nente nuovo ordinamento della am -

ministrazione della pubblica sicu-rezza (4791 )

PRESIDENTE . . 61170, 61171, 61173, 6117661177

FRANCHI FRANCO (MSI-DN) 6117 1L-\BR1o1A SI1 ANo (PSI), President e

della I Commissione 61170,61176

MELONI MALRO (FE) 6117 3Rt FFl NO G1 1N CARLO. Sottosegretario d i

Stato per l ' interno 61171 ,61176

Disegno di legge di conversione (Di-scussione) :

Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 24 aprile

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

P G .

1990, n . 82, recante norme in ma-teria di trattamenti di disoccupa-zione e di proroga del trattament ostraordinario di integrazione sala-riale in favore dei dipendenti dall esocietà costituite dalla GEPI SpA edei lavoratori edili nel Mezzo -giorno, nonché di pensionamentoanticipato (4792) .

PRESIDEN I E

. . 61177, 61179, 61183, 6118 4C AviccritoLI ANDREA (PSI), Relatore . .61177,

6118 3Cioci GR Au ANo . Sottosegretario d i

Stato per il lavoro e la previdenzasociale 61179, 61184

Vai ENSISE R \I I AELI : (MSI-DN) . . . . 61179

Proposte di legge :(Annunzio) 61188(Proposta di trasferimento dalla sed e

referente alla sede legislativa) 6111 9(Trasmissione dal Senato) 61189

Interrogazioni, interpellanze e mo-zioni :

(Annunzio) 6119 1

Interpellanze e interrogazion isull 'Expo 2000 (Svolgimento):

PRESIDEN FE . . 61119, 61136, 61138, 61139 ,61140, 61142, 61144, 61147, 61151, 61152 ,61153, 61154, 61155, 61156, 61157, 61159 ,61160, 61163, 61164, 61165, 61166, 61167 ,

61168, 61170ANDRE.O II I Gi IL io . Presidente del Consi-

glio dei ministri 61147Bi :cc tii ADA (Sin. Ind.) 61154CARIA FILIPPO (PSDI) 61163CECCLIE-I ro Cm o Ai ESSANDRA (Verde) 61142CI :DE.RN .A Av rONIO (Sin . Ind.) . .61137, 6115 3CI .Rt FI Gi \NLL IGI (Verde) 61158CI\1 .ALtR\(Verde) 61166D u no M \ R o (PRI) 61147, 6116 0FRANChII FR ANco (MSI-DN) 61165NAPOLI] \NO GIORGIO (PCI) 61152PARIGI G As roN1 (MSI-DN) . . . 61139, 6115 5PEI Lu ANI Glo\'ANNI (DC) 61133Roc I-.LI .I GR \i RANGO (DC) 61164Russo SPEN A GioA \NN' (DP) 61167Rui ELI .t FR Avct .sc O (Misto) 61168

PA G

STRL VENDO LL cio (PCI) 61153TAMINO GI AN vi (Misto) 61144, 6115 9TEODORI M Assisto (FE) 61140, 61156TESI A ENRICO (PCI) 61136Visco VINCENZO (Sin . Ind.) 61138

Corte dei conti :(Trasmissione di atti) 61190

Documenti ministeriali :(Trasmissione) 6119 1

Domanda di autorizzazione a proce-dere in giudizio :

(Annunzio) 61189

Nomine ministeriali :(Comunicazione ai sensi dell'articolo

9 della legge n . 14 del 1978) . . . . 61190

Parlamento europeo :(Trasmissione di una decisione e d i

risoluzioni) 61189

Presidente del Consiglio dei ministri :(Trasmissione di documenti) 61190

Richiesta ministeriale di parere parla-mentare 61190

Risposte scritte ad interrogazioni :(Annunzio) 61192

Sindaco ispettivo :(Trasformazione di documenti) . . . 61192

Ordine del giorno della seduta di do-mani 61186

Allegato A:(Allegato all'intervento dell'onorevole

Vincenzo Visco in sede di illustra-zione dell'interpellanza Becchi n . 2 -00996) 61193

Allegato B :(Allegato all'intervento dell'onorevole

Alessandra Cecchetto Coco in sed edi illustrazione della sua interpel -lanza n . 2-01013) 61194

SEDUTA PRECEDENTE N . 475 — DI MERCOLEDÌ 30 MAGGIO 1990

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

La seduta comincia alle 9,30.

GIANNI LANZINGER, Segretario, legge ilprocesso verbale della seduta del 2 5maggio 1990 .

(È approvato) .

Missioni .

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell 'articolo 46, secondo comma del rego-lamento, i deputati Agrusti, Angeloni, An-selmi, Boselli, Botta, Caccia, Pierluigi Ca-stagnetti, D'Addario, Rosa Filippini, Fran-cese, Gabbuggiani, Gravaglia, Malfatti ,Martino, Romita, Sapio, Scovacricchi eStegagnini sono in missione per incaricodel loro Ufficio .

Proposte di trasferimento di progetti d ilegge dalla sede referente alla sede legi-slativa .

PRESIDENTE . Comunico che saràiscritta all'ordine del giorno della pros-sima seduta l'assegnazione, in sede legisla -tiva, dei seguenti progetti di legge, per iquali le sottoindicate Commissioni perma -nenti, cui erano stati assegnati in sede refe -rente, hanno chiesto, con le prescritte con -dizioni, il trasferimento alla sede legisla-tiva, che propongo alla Camera a norma

del comma 6 dell 'articolo 92 del regola-mento:

VII Commissione (Cultura) .

DIGNANI GRIMALDI ed altri: «Adegua-mento del contributo statale per il funzio-namento e l 'attività della Biblioteca ita-liana per i ciechi «Regina Margherita» d iMonza» (2698) ;

VIII Commissione (Ambiente) :

BOTTA ed altri: «Programma quinquen-nale per la realizzazione di alloggi di ser-vizio per le forze di Polizia e programmaquinquennale per la costruzione di nuovesedi di servizio, scuole ed infrastrutturedella Polizia di Stato» (1266) ;

XI Commissione (Lavoro):

S. 1999 — «Disposizioni urgenti in ma-teria di Pubblico Impiego» (Approvatodalla I Commissione del Senato) (4464) .

Ulteriori comunicazioni all 'Assembleasaranno pubblicate in allegato ai resocont idella seduta odierna .

Svolgimento di interpellanz ee di interrogazioni sull'Expo 2000.

PRESIDENTE. L 'ordine del giorno recalo svolgimento delle seguenti interpel-lanze:

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri pe rconoscere premesso che :

in queste settimane si è accesa a livelloistituzionale e tra l'opinione pubblica un apolemica riguardante l ' ipotizzata organiz-zazione dell 'Expo 2000 nella città di Vene-zia ;

una manifestazione di questa portatacome è stato da più parti autorevolment esostenuto anche a Venezia — avrebbe unimpatto negativo per la città lagunare(anche alla luce della negativa esperienzadel concerto dei Pink Floyd) ;

una esposizione internazionale nonpuò essere vissuta come una maledizionebiblica, quindi demonizzata a priori —:

dal Presidente del Consiglio, quale si al'opinione del Governo di fronte ad un aipotesi che veda più città italiane interes-sate e coinvolte nel l 'organizzazione di unasiffatta manifestazione. Memori di un aesperienza avviata (e inopinatamente ab-bandonata) di cooperazione e integrazionetra le aree urbane di Genova, Milano eTorino, si ritiene che l 'assegnazionedell'Expo 2000 all 'Italia potrebbe offrirealle tre città un'occasione unica per la rea-lizzazione di importanti opere infrastrut-turali tendenti a garantire una effettiv aintegrazione delle aree metropolitane ,esaltandone le specialità, le competenze, l etradizioni ed i patrimoni storici e culturali ,realizzando una razionale utilizzazion edelle risorse economiche, evitando sprech io inutili concorrenze. Il progetto di esposi -zione universale coinvolgente tre grand icittà ne attenuerebbe tra l'altro l'impatt oambientale, «spalmando» sul territorio ipunti di interesse e di richiamo .(2-00608)

«Novelli, Cerofolini, Quercioli,Cardetti, Sangiorgio, Casta-gnola» .

(2 agosto 1989)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, pe rconoscere — premesso che :

il 14 giugno 1990 l 'Assemblea Generaledel Bureau internazionale delle esposi-zioni (BIE) adotterà la decisione definitiv asul sito per l 'Esposizione universale datenersi nell'anno 2000, a partire dalle can-didature di Venezia, Toronto e Hanno-ver ;

il 13 dicembre 1989 il Gruppo di lavorodel (BIE) ha redatto un rapporto di valuta-zione delle proposte presentate per l'Espo-sizione universale Expo 2000 e nel valutarela proposta relativa a Venezia e al Veneto ,il (BIE) ha tenuto conto di quanto emersonel corso della missione preliminare diindagine effettuata a Venezia e a Roma nelperiodo dal 20 al 26 ottobre 1989 ;

nel rapporto (BIE) si esprimono per-plessità sia sulla praticabilità della solu-zione prospettata per la realizzazion edell'Expo 2000 a Venezia e nel Veneto siasulle conseguenze che ciò avrebbe perl 'equilibrio precario da cui deriva la salva -guardia della città storica ; «L'Expo 2000» aVenezia è stata oggetto di un rapporto piùesauriente in confronto a quello degli altr idue candidati, in virtù della complessitàdella proposta . Quest'ultima present amolti aspetti attraenti, tuttavia alcune que -stioni fondamentali restano senza rispo-sta, l'équipe ne ha piena coscienza, soprat -tutto in quale misura, per non dire nes-suna, la città di Venezia sarà coinvoltanell 'operazione. Quanto a sapere se l'avve -nimento contribuirà a risolvere problem ia lungo termine della protezione di Ve-nezia dagli effetti del supersfruttamentoturistico, l'équipe si sente in dovere di rico-noscere che la soluzione di questo enigmanon è stata trovata sulla base di quantofornito. È chiaro che questi problemi ne-cessitano ancora di molta riflessione» ;

premesso, inoltre, che :

il consiglio comunale di Venezia, indata 4 settembre 1989, ha votato un docu-mento in cui si afferma che : «alla luce ditutto ciò che concorre a determinare l eattuali condizioni d'uso della città, delleconoscenze disponibili, nonché delle espe-rienze compiute, si ritiene che non ci sianole condizioni per avanzare la candidatura

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di Venezia a sede dell'Esposizione univer-sale del 2000» ;

le valutazioni del comune di Veneziapoggiano anche su uno studio commissio-nato all'università degli studi di Venezia ,dipartimento scienze economiche, resonoto il 15 luglio 1989, con il quale si defi-niscono in modo inequivocabile gli scenaripossibili del flusso turistico, con e senzal'Expo, segnalando i rischi comunque in -siti nelle tendenze in atto ed il drammatic oimpatto di un evento quale l'Esposizion euniversale ,

nel citato rapporto del Gruppo di la-voro del BIE si legge anche che «nelquadro dell'inchiesta del BIE, l 'équipedeve tener conto dell'opinione sfavorevol edei cittadini . Per contro il Governo ita-liano, le autorità del Governo regionale edelle città limitrofe hanno aderito con en-tusiasmo alla candidatura per l'Expo2000» ;

nei giorni scorsi il Commissario dellaCEE per l'Ambiente, Carlo Ripa di Meana,ha segnalato che «i pericoli che l'Esposi-zione universale 2000 farebbe correreall'ambiente se dovesse essere organiz-zata a Venezia sono grandi», richiamandoformalmente il Governo italiano al pun-tuale rispetto della direttiva comunitari ache prescrive la valutazione d'impattoambientale, nel caso specifico e peculiar edella città di Venezia, e annunciando l'in-testazione di far sì che la CommissioneCEE impugni davanti alla Corte di tenerel'Expo a Venezia, onde ottenere l 'annulla -mento ;

la salvaguardia di Venezia, infine, nonè questione che riguarda la sola città o solol'Italia, ma è di indubbio valore universal e

quali procedure siano state seguite pe rcandidare Venezia ed il Veneto come sed idell 'Esposizione universale del 2000, ed, inparticolare, in quale seduta del Consigliodei ministri sia stata presa quest'eventual edecisione, e in caso affermativo, da qual iatti essa risulti, con quali procedure e sotto

quali responsabilità la candidatura siastata avanzata presso il BIE ;

quali valutazioni siano state, nella suc-citata occasione, eventualmente espresseda ministro dell'ambiente;

se il Governo sia a conoscenza dell'opi-nione espressa dal comune di Venezia edegli studi da cui essa trae fondamento, edin quale considerazione tenga entrambi;

se il Governo sia a conoscenza del rap-porto predisposto dal Gruppo di lavoro delBIE e come intenda atteggiarsi rispettoalle numerose richieste di ulteriori preci-sazioni in esso contenute, nonché rispett oalle preoccupazioni in esso espresse per lasalvaguardia di Venezia ;

se il Governo intenda in ogni caso ot-temperare alla richiesta formulata dalCommissario della CEE Ripa di Meana ,imponendo ai presentatori di sottoporre i lprogetto predisposto per l'Expo 2000 aduna accurata valutazione di impatto am-bientale ;

quali principi il Governo intenda pre-porre alle proprie ulteriori iniziative ,stante che il rapporto BIE così si con-clude: spetta agli Stati membri di espri-mere la propria valutazione partendo daaltri criteri, compresi soprattutto gli ele-menti politici e diplomatici di cui bisognatener conto nelle relazioni internazio-nali»;

se non ritenga in ogni caso che la que-stione meriti analisi attente e rigorose evalutazioni più puntuali di quelle chestanno alla base degli studi fin qui com-piuti e che il tutto meriti adeguato esam eda parte delle competenti Commission iparlamentari .

(2-00959)«Pellicani, Napolitano, Becchi,

Visco, Testa Enrico, Stru-mendo, Boselli, Poli» .

(12 aprile 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, persapere — premesso che :

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non esiste alcuna decisione o atto for-male adottato dal Governo italiano rivoltoa candidare la città di Venezia come sededell'Expo 2000 ;

il Parlamento non ha preso alcuna deli -berazione in merito ;

l'onorevole Carlo Ripa di Meana, Com-missario della CEE per l'Ambiente, dopoaver dichiarato, come si legge nell'inter-vista pubblicata nel n. 16 de «L 'Espresso»del 15 aprile 1990, che «Purtroppo ch ivuole l'Expo si muove con pesantezza» erichiesto di dire «a che cosa si riferisce» h atestualmente risposto: «Alle pressioni eser -citate in questi ultimi mesi dal nostro Mini -stero degli esteri su paesi come l 'Argen-tina, la Francia, l'Inghilterra e Marocc operché i loro componenti del Bureau vo-tino a favore di Venezia . Il Ministro haanche minacciato di far chiudere la sede d iVenezia dell'Unesco perché il suo Presi -dente ha detto di ritenere il progetto alta -mente pericoloso» ;

nell'articolo dedicato all'intervista rila-sciata dal dottor Cesare De Michelis, vice-presidente del Consorzio Venezia Expo(Ente privato) pubblicato nel quotidiano«Nuova Venezia» del 19 aprile 1990 si èdato notizia che, in vista delle decisioni ch eil BIE è chiamato ad adottare il 14 giugn oprossimo: «Per questo lo staff di Gianni D eMichelis è a Parigi a contare chi ci sta e chipotrebbe starci, oppure chi non ha dirittoal voto perché non ha versato la quota di 2 5milioni che tocca ad ogni paese . Certequote potrebbero essere pagate dall'Itali ain cambio di un voto amico»;

se non ritenga necessario ed urgent eaccertare la veridicità dei comportamentie delle azioni sopra indicate ;

se, una volta accertati i fatti quantoaffermato trovasse conferma, non li r itenga illegittimi, in assenza di decisioni de lGoverno e del Parlamento e incompatibil icon la normativa e le procedure esistenti i nmateria e non li consideri moralmente epoliticamente inaccettabili ;

in caso affermativo, quali provvedi -menti e quali adeguati ed urgenti inter-

venti intenda attuare perché il Minister odegli affari esteri desista dal proseguirecon le iniziative e con le azioni indicate eprovveda a ritirare eventuali impegni as-sunti sia con i Paesi già rappresentati nelBIE, sia con quelli che ancora non l osono .

(2-00973)«Testa Enrico, Pellicani, Visco,

Strumendo» .

(8 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e iMinistri degli affari esteri, per i beni cul-turali ed ambientali e dell'ambiente, persapere premesso che : da notizia apparsasul quotidiano «La Nuova Venezia» in data4 maggio 1990, risulta che il direttore gene -rale degli affari economici del Ministerodegli affari esteri avrebbe chiesto al presi -dente del «Consorzio Venezia Expo 2000 »(Ente privato) «se anche per questo deli-cato compito (cioè per la presentazione a lBIE) il Ministero degli affari esteri potess econtinuare ad avvalersi del Consorzio cheElla presiede, vuoi per consulenze tecnico-scientifiche, vuoi per la preparazione de lmateriale informativo, una pubblicazioneed un filmato per l'azione promozional edel progetto» —:

ove questo fosse accertato :

la sede in cui è stata adottata tale deci-sione ;

i motivi per i quali si ricorre ad un sup-porto privato e non al comune di Venezia ,all'università Ca' Foscari che aveva incorso uno studio sugli effetti dell'Expo sulterritorio di Venezia e alla regione Venetoche stava preparando il materiale docu-mentario richiesto dal (BIE) ;

se ritengano compatibile il ricorso a tal iprocedure con la normativa prevista i nmateria ;

di quali altri Enti ci si sia serviti ;

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quale sia la spesa effettivamente soste -nuta per tale iniziativa o di altre similari .

(2-00974)«Strumendo, Pellicani, Testa En -

rico» .

(8 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e ilMinistro degli affari esteri, per conoscer e— premesso che :

il Governo italiano ha presentato alBureau international des expositions diParigi (BIE), la candidatura della città d iVenezia come sede della Esposizione uni-versale per l'anno 2000 ;

il14 dicembre scorso il BIE ha dichia-rato l'ammissibilità della candidaturadella città italiana;

il Consorzio Venezia Expo 2000, checollabora con il Ministero degli affar iesteri per l'organizzazione dell'Esposi-zione, ha commissionato ad una societàprivata, la Società Sinergetica, un progett osulla gestione del flusso dei visitatori pre-vedibile in occasione della Esposizioneuniversale ;

lo studio effettuato dalla Società Siner -getica ha stimato un numero medio d i190.000 visitatori al giorno, che raggiunge -rebbe nei giorni di punta il limite d i400.000-450.000 ;

tale progetto prevede l'attivazione d iun complicato sistema telematico che con -sentirebbe, tramite la distribuzione di spe -ciali «card» che legittimerebbero il posses -sore a circolare all'interno del perimetrodella città, di tenere sotto controllo, conuna gestione elettronica, il flusso di pre-senze nella città per tutto il period odell ' Esposizione ;

il sistema progettato, volto ad un con-tenimento dei prevedibili problemi di con-gestione cui la città sarebbe inevitabil-mente sottoposta, si baserebbe sulla prede-terminazione giornaliera di un numero

massimo di presenze nella città, una sort adi «numero chiuso» o di «razionamento »del diritto di accesso ;

gli abitanti di Venezia, a differenza de icittadini residenti in altre città italiane ,sarebbero obbligati a dimostrare conti-nuamente, mediante esibizione di apposit atessera di riconoscimento, il proprio statusdi cittadini residenti, con grave violazionedel principio di eguaglianza sancito all'ar-ticolo 3, comma 1 della Costituzione;

essendo la città di Venezia capoluog odella regione veneta, i cittadini della re-gione i quali debbano recarsi in uffici re-gionali o comunque siti nel capoluogo pe ril disbrigo di normali pratiche o attivit àdovrebbero ugualmente sottostare aquesto regime di prenotazioni e di con-trolli ;

il sistema previsto risulta palesement elesivo del diritto di circolazione tutelatoall'articolo 16, comma 1, della Costitu-zione, il quale sancisce la libertà di circo-lazione e di soggiorno «in qualsiasi part edel territorio nazionale» fatte salve even-tuali limitazioni che la legge ordinaria pu òstabilire in «via generale per motivi disanità e di sicurezza» ;

il sistema proposto penalizzerebbe al-tresì le attività produttive, professionali ,commerciali, nonché quelle legate allesedi universitarie, di ricerca e culturali ch ehanno forti interazioni con l 'esterno, atti-vità che, sulla base degli obiettivi perse-guiti dai sostenitori del progetto Expo2000, dovrebbero invece risultare agevo-late e sviluppate —:

come intenda il Governo tener contodelle implicazioni complessive del pro-getto Expo 2000, quali risultano dagli studieffettuati dalla Società Sinergetica, in or-dine alla limitazione della libertà perso-nale, agli inconvenienti e disagi facilment eprevedibili per centinaia di migliaia di per -sone e ai veri e propri disincentivi che siverrebbero a creare per la gestione delleattività produttive e per la vita culturaledella città ;

se non ritenga il Governo necessario

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garantire agi organi del governo locale d iprendere parte alla decisione riguardantela città di Venezia, in particolare tenendoconto delle previsioni formulate dalla So-cietà Sinergetica sui flussi di visitatori ;

se non ritenga il Governo grave e inop-portuna, sulla base dei rilievi evidenziati ,la decisione di dare comunque corso allacandidatura della città alla Esposizioneuniversale ;

con quale procedura si sia pervenuti a davanzare ufficialmente la candidatura d iVenezia alla Esposizione universaledell'anno 2000 e in particolare con qualeatto il Consiglio dei ministri abbia autoriz -zato nel 1987 la presentazione della candi -datura stessa al Bureau international de sexpositions di Parigi .

(2-00994)«Cederna, Balbo, Bassanini, Bec -

chi» .

(16 maggio 1990)

I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, perconoscere:

se il dossier lussuoso che reca in coper-tina l'intestazione Venezia Expo 2000 ed i ltitolo in tre lingue «La costruzion edell'equilibrio del sistema terra» sia effet-tivamente stato pubblicato dal Ministerodegli affari esteri, come nel frontespizi ointerno è scritto, e curato da Venezia Expo ,come analogamente è scritto;

se con il termine «Venezia Expo» s iintenda — come apparirebbe intuitivo — i lConsorzio Venezia Expo presentat onell'ultima pagina dello stesso dossier ,dove si è informati che il Consorzio è stat ocostituito, nel 1986, da aziende private epubbliche eccetera, con quote di parteci-pazione paritarie, ed è diretto da un consi -glio di cui è vicepresidente e consiglier edelegato Cesare De Michelis, fratello delministro degli affari esteri in carica;

se conosca quali rapporti intercorran otra il Ministero degli affari esteri e il Con-sorzio Venezia Expo e sulla base di quali

accordi con il Ministero il Consorzio abbi acurato la pubblicazione del dossier ;

se risponda a verità che il suddetto dos-sier è stato presentato ufficialmente a Pa-rigi nella settimana tra il 6 ed il 13 maggioed eventualmente per iniziativa di qual eente o amministrazione ;

come valuti il fatto che, rispetto all epreoccupazioni che da più parti vengonomanifestate (perfino dal Bureau interna-tíonal des expositions) sulle minacce allasalvaguardia del centro storico di Venezi ache deriverebbero dalla localizzazione « aVenezia e nel Veneto» dell 'Expo 2000, i ldossier dichiara che «Venezia deve mante -nere il ruolo di fuoco centrale» della mani -festazione, giustificandone l 'estensione adaltre aree nella regione con discutibili di-squisizioni storiche e geografiche ;

se condivida l'impressione che da ciò s iricava che l'ancoraggio a Venezia o la cen-tralità di Venezia rappresentino per gl iambienti internazionali in cui matura l adecisione del Bureau sulla sede del l ' Expo2000 un elemento cruciale per giungere aduna decisione favorevole, se così si puòdire, all'Italia ;

se non consideri, comunque, pregiudi-zievole per la salvaguardia della città sto-rica la previsione che 1 '86 per cento de ivisitatori dell'Expo si recherà nel cosid-detto «Recinto delle Nazioni» in territori odi Venezia, seppure in terra ferma, ed il 38per cento all'Arsenale, in pieno centro sto-rico, fermo restando che per quanto l acongestione sia elevata sarà arduo impe-dire ai visitatori dell 'Expo la visita allacittà lagunare (la notizia è tratta dallostudio effettuato per il Consorzio dall aSocietà Sinergetica, la stessa che ha sugge -rito di adottare stravaganti congegni pe rimpedire l'accesso a Venezia di un numero«eccessivo» di persone, ed è stata pubbli-cata su Il Gazzettino del 3 maggio 1990 ,«Per gli accessi arriva l'elettronica») ;

se sia, ancora, a conoscenza del fattoche nel dossier, al capitolo «Il sistema dell einfrastrutture», si dà per scontato che rea -lizzando l 'Expo 2000 «a Venezia e nel Ve-neto» si darà corso ad un grande pro-

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gramma infrastrutturale «estratto» d a«documenti di programmazione e pianifi-cazione territoriale della Regione Veneto»comprendente varie infrastrutture di ri-lievo ed a finanziamento nazional e(l'elenco comprende strade, superstrade ,autostrade, raddoppi di linee ferroviarie,metropolitane regionali, eccetera, senzache il Parlamento abbia mai affrontato,neppure per un dibattito preliminare, laquestione dell'Expo a Venezia ;

se non ritenga che gli appelli numeros iche sono giunti, perché siano verificat enon solo le condizioni di realizzazione de lprogetto dal punto di vista della salva -guardia ambientale, ma anche il favor eche l'idea di tenere la manifestazione aVenezia incontra nel Parlamento nazio-nale e nelle istituzioni locali interessate,meritino di essere accolti di fronte allastraordinaria intraprendenza del ministrodegli affari esteri, che rischia di far tro-vare tutti — gli increduli ed i distratti inparticolare — di fronte al fatto com-piuto;

se non ritenga che i collegamenti tra i lministro degli affari esteri ed il Consorziopromotore dell'Expo 2000 a Venezia, sep-pure leciti (visto che la legge italiana nonregolamenta il lobbismo), configurino unamanifestazione di stile non apprezzabile,sia in Italia sia all'estero ;

se non ritenga, infine, che l'Italia fa-rebbe una discutibile figura nel contestointernazionale se una volta che il Burea uavesse deciso per «Venezia ed il Veneto »l'Expo non potesse tenersi in questa città ,in ragione delle esigenze poste dalla suasalvaguardia o comunque della necessit àdi tener conto di un vasto schieramento diopinione nazionale ed internazionale con-traria allo svolgimento della manifesta-zione in luoghi che necessitano sì di inter-venti di modernizzazione, ma anche dell apiù accurata tutela .

(2-00996)«Becchi, Visco, Cecchetto Coco ,

Mattioli, Calderisi, Teodori ,Russo Franco, Tamino ,Russo Spena, Bertone, Diaz,

De Julio, Guerzoni, Rodotà,Bassanini, Cederna, Ca-panna, Ronchi, Beebe Taran-telli, Negri, Cima, Bassi Mon-tanari, Filippini Rosa, Sal-voldi, Scalia, Andreis, Pro -cacci, Donati, Lanzinger, Ce-ruti» .

(16 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, pe rsapere — premesso che :

ribadito come la fragilità della estatic aVenezia non si concilii con la invasione d ituristi che la paventata Expo 2000 fa te-mere possa abbattersi su quelle struttureurbane, minate dal tempo e già tanto of-fese dagli uomini ;

gli enti e gli studi privati, nepotistica -mente incaricati di cantare la Expo e dielaborare i piani, hanno indicato una seriedi risaputi interventi atti a salvare Venezia ,peraltro condizionando la fattibilità deglistessi al verificarsi dell'evento espositivo ;

personalità e organismi di tutto i lmondo, proclamando la universalità di Ve-nezia, hanno espresso il loro allarmato econtrario parere sulla Expo : —

se il Governo non ritenga di impegnars ia valutare le ipotesi che tali interventi, inquanto necessari, urgenti e da decenn iprospettati, possano trovare realizzazion eindipendentemente dall'Expo ;

se in nome del rinnovellato, universaleamore per Venezia, oltre all'Italia non deb-bano chiamarsi in causa anche i governidelle nazioni amiche e ciò in relazione a lfinanziamento dei citati interventi .

(2-01007)«Parigi, Franchi, Berselli, Ser-

vello, Tassi» ,

(24 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i

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Ministri degli affari esteri, per i beni cul-turali e ambientali e dell'ambiente, persapere — premesso che il rigetto di Ve-nezia quale sede dell'Expo 2000 e divenutoun caso di grande rilevanza nazionale edinternazionale: —

quali siano state le indicazioni e le deci -sioni prese in sede governativa nel corsodel tempo e se tutti gli atti compiuti damembri del Governo stesso siano stati con -formi alle decisioni assunte;

se membri del Governo, in particolare i ltitolare del Ministero degli affari esteri, s isiano adoperati direttamente o indiretta -mente, con la mobilitazione di pubblic ifunzionari e di pubbliche risorse, per eser -citare pressione sui paesi membri del Bu-reau international des expositions al finedi indurre la scelta di Venezia o comunquedella regione Veneto quale sede dell'Expo2000 e, nel caso affermativo, che giudizi osi dia di tali atti ;

quali atti il Governo intenda compier eimmediatamente nei confronti della scelt adel BIE del 14 giugno e, comunque, qual iindicazioni si intendano dare prima d iquella data; se cioè si intenda ritirare l acandidatura di Venezia o, in caso diverso ,quale sarà il mandato al rappresentantedell'Italia nel BIE ;

come si intenda tenere conto del voto agrandissima maggioranza assunto dal Par -lamento europeo con il quale si scongiur ala scelta di Venezia come una vera e pro-pria catastrofe; e nel caso in cui il Governonon intenda onorare esplicitamente la de -cisione del l 'alto consesso europeo, come i lnostro Paese possa assumere la presidenz adi turno della Comunità europea avendotenuto in dispregio l'indicazione esplicita-mente assunta dalla istituzione europeaoggi più rappresentativa .

(2-01009)«Teodori, Zevi, Calderisi, Mel-

lini» .

(24 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare il

Presidente del Consiglio dei ministri, persapere, premesso che :

il consiglio comunale di Venezia, in u nordine del giorno approvato a maggio-ranza, ha affermato che non esistono l econdizioni per candidare la città lagunarea sede dell 'Expo 2000;

analoga decisione ha preso recente -mente il Parlamento europeo ;

uno studio dell'università di Ca ' Fo-scari ha confermato l'impatto stravolgenteche una Expo avrebbe sulla struttura vene -ziana: —

quali sono gli intendimenti del Governosu tale candidatura ;

se non ritenga che sia molto più valid ala proposta di realizzare l'Expo 2000 aNapoli, e precisamente in tutta la zona Fle -grea, dove potrebbe essere realizzato u ngrande recupero urbano, storico-archeo-logico e il risanamento di uno dei litoral ipiù belli del mondo .

(2-01012)«Caria, Bruno Antonio ,

Grosso» .

(25 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed iministri dell'ambiente e per i beni cultural ie ambientali, per sapere —

considerata l'assoluta unicità dell'am-biente e del paesaggio caratterizzanti Ve-nezia, in particolare, e la laguna in gene-rale, che hanno giustamente condotto i lParlamento ed il Governo, sotto la spinta d iun grande movimento d'opinione pub-blica, che non ha interessato la sola Ve-nezia ma ha coinvolto le migliori forze cul -turali, nazionali e internazionali, ad ema-nare due leggi speciali (n . 171 del 1973 e n.798 del 1984) tendenti al recupero architet -tonico, urbanistico, ambientale ed econo-mico del centro storico e della laguna enumerosi provvedimenti legislativi e am-ministrativi, quali il decreto del presidentedelle Repubblica n . 791 del 1973 «Inter-

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venti di restauro e di risanamento conser -vativo in Venezia insulare, nelle isole dell alaguna e nel centro storico di Chioggia», ildecreto del Presidente della Repubblica n .962 del 1973 «Tutela della città di Venezia edel suo territorio dagli inquinamenti dell eacque», la legge regionale del Veneto n . 49del 1974 «Delimitazione dell'ambito terri-toriale del comprensorio e norme per l aformazione e l'adozione del piano com-prensoriale relativo al territorio di Venezi ae del suo entroterra», il decreto ministe-riale del 18 luglio 1985 «Procedure di at-tuazione dell'articolo 18 della legge n . 798del 1984», il decreto ministeriale del 2 0marzo 1986 «Elevazione dei limiti di inve-stimento ai sensi dell'articolo 18 dell alegge n . 798 del 1984», il decreto ministe-riale del 28 gennaio 1987 «Elevazione de ilimiti di investimenti ai sensi dell'articolo18 della legge n . 798 del 1984», la legge n .910 del 1986, il decreto ministeriale del 1 4aprile 1987 «Ripartizione tra Stato e re-gione Veneto dell'ulteriore stanziamentodi 700 miliardi da destinare alla prosecu-zione degli interventi di cui alla legge n .798 del 1984», la legge n. 67 del 1988;

viste le risorse disponibili per l'attua-zione degli interventi di salvaguardia cheammontano solo per le leggi n . 798 del1984 e n. 910 del 1986 a 1 .300 miliardi ,integrati di ulteriori 800 miliardi dall alegge n . 67 del 1988 (100 per il 1988, 300 pe ril 1989 e 400 per il 1990) ;

considerato che:

da quanto risulta dalla «relazione sull ostato di attuazione degli interventi per l asalvaguardia di Venezia» aggiornato a lgiugno 1989 (e riferito alle leggi n . 798 de l1984 e n . 910 del 1986), dei 1 .300 miliard istanziati risultavano impegnati a quell adata soltanto 828,21 miliardi, corrispon-denti al 63,7 per cento del totale (pariall'87,4 per cento dei fondi relativi all alegge n . 798 del 1984 per il triennio '87-'89 eappena il 43,4 per cento dello stanzia-mento relativo alla legge n . 910 del 1986per il triennio '87- '89), così come risultanonotevolmente basse le percentuali dell esomme spese, rispetto al totale dei fond ierogati, raggiungendo appena il 21 per

cento (40 per cento per la legge n . 798 del1984 e 5,3 per cento per la legge n . 910 del1986) ;

il Governo è fortemente rappresentat onel comitato a cui è demandato l'indirizzo ,il coordinamento ed il controllo per l 'at-tuazione degli interventi ;

il Governo italiano ha candidato Ve-nezia e la regione veneta quale sede perl ' Esposizione universale del 2000, con lamotivazione che questa iniziativa potrebbepermettere la realizzazione di quelle operedi salvaguardia di cui la città necessita ;

il 14 giugno 1990 l'Assemblea general edel Bureau international des expositions(BIE) adotterà la decisione definitiva sulluogo scelto per l 'Esposizione universale ;

il gruppo di lavoro del BIE ha compiut onell 'ottobre 1989 un'indagine preliminare ,a seguito della quale è stato redatto u nrapporto di valutazione, nel quale si espri -mono perplessità sia sulla praticabilitàdella soluzione presentata per la realizza-zione dell'Esposizione universale a Ve-nezia e nel Veneto, sia sulle conseguenzeche questa manifestazione avrebbe sul giàprecario equilibrio del centro storico ;

la regione Veneto ha risposto al que-stionario proposto dal BIE in modo con -fuso e soprattutto tacendo che il 4 set-tembre 1989 il consiglio comunale di Ve-nezia ha approvato un documento in cui s irespinge la candidatura della città perl'Esposizione universale : «alla luce di tuttociò che concorre a determinare le attual icondizioni d'uso della città, delle cono-scenze disponibili, nonché delle espe-rienze compiute, si ritiene che non vi sianole condizioni per avanzare la candidaturadi Venezia a sede dell'Esposizione univer-sale del 2000» ;

numerosi intellettuali, associazioni edenti culturali di tutto il mondo si sonodichiarati contrari all'ipotesi di far svol-gere l'Esposizione universale del . 2000 aVenezia e nel Veneto per gli immensi pro-blemi che questa manifestazione porrebb ealla salvaguardia dell'ambiente della citt àstorica;

lo stesso Commissario CEE per 1 'Am-

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biente, Carlo Ripa di Meana, ha segnalatoche «i pericoli che l 'Esposizione Universale2000 farebbe correre all 'ambiente se do-vesse essere organizzata a Venezia sonograndi», e ha richiamato il Governo ita-liano al rispetto della Direttiva comunita-ria, che prevede la preventiva valutazioned'impatto ambientale, preannunciando, i ncaso contrario, di richiedere come Com-missario CEE alla Corte di Giustizia eu-ropea l 'annullamento della decisione de lGoverno italiano ;

tenuto conto che :

un recente studio del dipartimento d iscienze economiche dell'università degl istudi di Venezia valuta l ' impatto dell'af-fluenza turistica sulla città storica sinoall'anno 2000 e determina l'ulteriore pesoprovocato dall'eventuale realizzazionedell'Esposizione universale a Venezia e ne lVeneto ;

già nel 1987 i visitatori di Venezia eranostimabili in 5.947 .000 con 7.303.000 pre-senze, il che, nell'ipotesi di equa distribu-zione in tutti i giorni dell'anno avrebbecomportato una presenza media quoti -diana di circa 20.000 presenze, ma in re-altà, data la ben nota marcata stagionalit àdel turismo anche a Venezia, la soglia di25 .000 presenze giornaliere sarebbe statasuperata in almeno 156 giorni ;

se si considera che in questo studiosono state individuate delle soglie limit eche non devono essere oltrepassate a Ve-nezia, e sono pari a 23.000 presenze gior-naliere per la soglia limite «socio-econo-mica» (oltre la quale Venezia rischia lostravolgimento completo di tutta la su astruttura sociale ed urbana) e 60.000 per lasoglia limite «fisica» (oltre la quale si ri-schia di pregiudicare con l'usura la stess aintegrità fisica dei monumenti); l 'attualeaffluenza turistica crea già seri problem ialla salvaguardia della città storica, cometestimonia lo stravolgimento della conno-tazione urbana del centro di Venezia (com-plessità di funzioni, compresenza di strat isociali, ricchezza di relazioni, molteplicitàdi attività, eccetera) a causa della progres -siva specializzazione turistica con la per -

dita, da un lato, delle originarie attivitàpresenti e, dall'altro, con l ' innesco di graviprocessi speculativi, con conseguente cac-ciata di una parte della popolazione inse-diata (- 17.905 abitanti tra il 1977-1987) ;

questa affluenza turistica, secondo l ostudio citato, dovrebbe crescere nei pros-simi anni non solo a Venezia, ma in tutto i lVeneto, dove gli arrivi turistici nel 2000sono stimabili tra gli 11,5 e i 13,2 milioni (8milioni nel 1987) mentre le presenze do-vrebbero essere comprese tra i 49,3 e i 54,5milioni (rispetto ai 46,3 milioni del 1987) ;

la crescita di presenze è ancora pi ùmarcata nel centro storico di Venezia per i lquale sono previste, indipendentement edall'Esposizione universale nell'ann o2000, tra i 7.801 .000 e gli 8.614.000 visita -tori, e 9.572.000-10.855 .000 presenze, chesignificano, anche nell'ipotesi più bassa,una media giornaliera di 26.700 visitatori(superiore al limite «socio-economico»); sequesti non venissero distribuiti nel cors odell'anno come è avvenuto nel 1987, si pas-serebbe dalle 156 giornate in cui si è supe -rato il limite socio-economico alle 203,mentre il limite fisico sarebbe, in questocaso, superato per ben 23 giorni (5 nel1987) ;

queste presenze sarebbero in grado disaturare tutta la capacità ricettiva de lcentro storico tanto da rendere necessarioun aumento di 3.000-5 .000 posti letto perfar fronte a questa richiesta ;

nell'ipotesi che a Venezia o nel Venetosi svolga l'Esposizione universale del 2000 ,l'ulteriore affluenza turistica che quest aprovocherebbe sarebbe fatale per la so-pravvivenza della città, anche conside-rando l'ipotesi meno gravosa, e cioè quell adi una Esposizione nel Veneto ma tuttafuori da Venezia; questa ipotesi comporte-rebbe infatti la presenza aggiuntiva di 5,8milioni di visite, con un aumento medi odurante i 6 mesi dell'Esposizione di 32.000visitatori al giorno, che quindi pressochéraddoppierebbero la pressione turistic agiornaliera su Venezia ; se inoltre le puntedi escursione di visitatori dell'Esposizionesi dovessero sommare alle punte estive dei

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«normali visitatori», Venezia oltrepasse-rebbe per troppi giorni la sua massimacapacità fisica ;

già ora l ' ipotesi dell'Esposizione univer -sale in terra veneta e veneziana sta facend olievitare i costi delle abitazioni nella cittàstorica aggravando l'esodo dei residenti ;

alla luce della decisione del Parlamentoeuropeo, che nella seduta di giovedì 1 7maggio 1990 ha approvato la risoluzion econtraria alla realizzazione dell'Expo 2000a Venezia con 195 voti favorevoli 15 con-trari e 4 astensioni — :

se non si ritenga tale decisione politica -mente impegnativa e quindi non vogliaritirare la candidatura del Veneto com esede dell'Esposizione universale .

(2-01013)«Cecchetto Coco, Ceruti, Sapio ,

Rutelli, Orlandi» .

(25 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, persapere — considerato che :

il 14 giugno 1990 l'assemblea generaledel BIE (Bureau international des exposi-tions) deciderà quale sarà la sede pe rl'Esposizione universale del 2000;

il Governo italiano ha indicato comesede possibile per tale Esposizione la citt àdi Venezia e la regione Veneto;

di fronte alla protesta per tale scelt aespressa dal sindaco di Venezia, da granparte della cittadinanza (soprattutto dop ole catastrofiche conseguenze del concertodei Pink Floyd), da gran numero di intel-lettuali veneziani, ma anche di altre part id'Italia e del mondo, alcuni ministri hannoespresso pareri decisamente contrari atale scelta; in particolare il ministrodell'ambiente, il ministro per i beni cultu-rali ed ambientali ed il ministro delle par-tecipazioni statali ;

contrari a tale scelta si sono dichiarati ilCommissario della CEE per l'ambiente,

Carlo Ripa di Meana, e la stragrande mag-gioranza del Parlamento europeo, che il 1 7maggio ha votato a favore di una risolu-zione dove si afferma che non sussistono l econdizioni logistiche, ambientali, sociali eculturali per svolgere l'Expo 2000 a Ve-nezia e si invita pertanto il Governo ita-liano a ritirare la candidatura;

già l 'attuale flusso turistico risulta ailimiti delle capacità ricettive, per il fragileequilibrio architettonico e ambientaledella città lagunare e, quindi, risulterebbeessenziale per Venezia un flusso di turist istimato fino a dieci volte l'attuale ;

l'ipotesi di un decentramento dell'Exp otra Venezia, Treviso e Padova non risolve-rebbe i problemi di impatto ambientale ,perché da una parte è impensabile che ituristi non vadano a vedere la capitale de lVeneto e dall'altra si determinerebber oenormi problemi anche nelle altre cittàvenete, tutte caratterizzate da centri storic idi difficile accesso, con un traffico già oggial limite della paralisi e con strutture ar-chitettoniche che potrebbero essere grave -mente danneggiate da un flusso turistic oeccessivo e non confutabile ;

altrettanto inaccettabile è l'idea ch egrazie all'Expo si potrebbero realizzarequelle opere necessarie alla salvaguardi adi Venezia e della laguna, poiché tali operedevono rientrare nelle spese previste dalleleggi già approvate a tale scopo;

comunque nessuna seria valutazion ed'impatto ambientale delle opere conness ee sulle conseguenze dell'Esposizione uni -versale 2000 a Venezia è finora stata pre-sentata —:

come mai è stata avanzata la candida -tura di Venezia e del Veneto quale sede pe rl'Esposizione universale del 2000 ;

se tale candidatura è stata decisa colle-gialmente da tutti i membri del Governo ;

se alla luce delle prese di posizione d iampi settori della comunità veneziana eveneta, sindaco in testa, di esperti, di mini -stri, del Commissario CEE per l'ambiente e

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

del Parlamento europeo, non ritenga op-portuno ritirare tale candidatura .

(2-01017)«Taurino, Ronchi, Russo Franco,

Rutelli»

(30 maggio 1990)

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed iMinistri degli affari esteri, per i beni cul-turali ed ambientali e dell 'ambiente, persapere — premesso che :

è stata avviata dal Ministero degli affar iesteri una procedura presso il Bureau in-ternational des espositions per ottener el 'assegnazione a Venezia dell'Esposizion euniversale per l'anno 2000 ;

secondo quanto dichiarato al Senato indata 23 gennaio 1990 dall'onorevole Cri-stofori, sottosegretario alla Presidenza de lConsiglio, non esiste alcun provvedimentoo espresso parere dal Governo sull'argo -mento ;

una richiesta della regione Veneto e de lcomune di Venezia del 22 settembre 198 7non è stata presa in considerazione da lBIE, perché le domande formali nonavrebbero potuto essere presentate prim adel 1991 secondo quanto correttamentecomunicato dal Ministero degli affar iesteri con lettera 12 dicembre 1987;

con una successiva lettera del 1 0maggio 1988 la regione Veneto e il comunedi Venezia, senza revocare quanto in pre-cedenza scritto, riservando all'esito degl istudi, che avevano deciso di promuovere ,ogni definitiva determinazione in ordin ealla proposta di candidatura, assicurandoche gli studi sarebbero stati completati eche pertanto la formale proposta di candi-datura avrebbe potuto essere presentat anel 1991, nel rispetto dunque del termineindicato dal BIE, successivamente preci-sandosi che in ogni caso una siffatta pro-posta sarebbe stata rlativa ad una richiestadi Expo per il 2000 ;

successivamente il comune di Venezia ,acquisiti i primi risultati dagli studi com-

missionati all'università di Venezia, deci-deva con voto unanime della giunta comu -nale del 20 luglio 1989, successivament érecepito e fatto proprio dal consiglio co-munale in data 4 settembre 1989, che «allaluce di tutto ciò che concorre a determi-nare le attuali condizioni d'uso della città ,delle conoscenze disponibili, nonché dell eesperienze compiute, si ritiene che non visiano le condizioni per avanzare la candi-datura di Venezia a sede dell'Esposizioneuniversale del 2000» ;

tale decisione del comune di Venezi aveniva comunicata alla Presidenza de lConsiglio dei ministri, al Ministero degliaffari esteri e al BIE fin dal 20 luglio 1989 esuccessivamente più volte confermata, daultimo con lettera del 28 febbraio 1990;

richieste dal comune di Venezia al pre-sidente del BIE con lettera dell'8 marzo1990 le ragioni della dichiarata ammissibi -lità della candidatura di Venezia, di cui a lprovvedimento dell'assemblea del BIE de l14 dicembre 1989, lo stesso rispondeva conlettera del 27 marzo 1990 che il BIE non h arapporti con i comuni, ma solo con i Go-verni ;

il sottosegretario Cristofori, invece, ri-spondendo il 23 gennaio 1990 ad interro-gazioni presentate in Senato, ha dichiaratoche la candidatura è stata avviata da re-gione Veneto e comune di Venezia ;

la regione Veneto, al contrario, nellerisposte date al questionario del BIE etenute per la verità segrete al comune, h adichiarato che gli enti promotori dell'Expo2000 sono essa regione ed il consorzio pri -vato Venezia Expo, non il comune di Vene -zia ;

il Parlamento europeo, con motivat ovoto del 16 maggio 1990, ha deliberato aschiacciante maggioranza (195 contro 15)di chiedere al Governo italiano di fars iinterprete della vasta preoccupazioneespressa in Italia ed in sede internazionalerelativamente alla scelta di Venezia com esede dell'Expo 2000, ritirando tale candi-datura, raccomandando altresì al BIE d inon assegnare a Venezia, l 'organizzazione

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dell'Expo 2000, preferendo delle altre citt àcandidate ;

la commissione della CEE ha condivis opienamente le preoccupazioni espressedal Parlamento europeo, invitando inoltreal pieno rispetto della legislazione comuni -taria; —:

1)se non si ritenga necessario ed oppor-tuno rispondere positivamente al pres-sante e motivato invito del Parlament oeuropeo, precisando che il Governo ita-liano non intende confermare una candi-datura che, allo stato, sembra essere stat aposta esclusivamente dalla regione Ve-neto, tra l'altro non competente ad impe-gnare la volontà del comune di Venezia;

2) se non si ritenga che, avuto riguard oalla quasi unanimità verificatasi nel -l'espressione del voto del Parlamento eu-ropeo, una contrastante presa di posizionedel Governo italiano creerebbe un con-flitto tra Italia e l'organizzazione comuni-taria, tanto più grave, quanto prossima èl'assunzione da parte dell ' Italia della pre-sidenza della CEE ;

3) se non si ritenga, infine, che possanuocere all'immagine dell'Italia perquanto concerne il rispetto dei valori cul-turali, artistici, ambientali, l'ostinazionenel voler approvare un progetto, quellodell'Expo 2000 a Venezia, che ha suscitat onell'opinione pubblica mondiale, con par-ticolare riguardo alla generalità degli uo-mini di cultura, riprovazione e con -danna.

(2-01018)«Del Pennino, Gorgoni, Medri ,

Martino, Ermelli Cupelli ,Dutto, Pellicanò, Santoro».

(30 maggio 1990)

e delle seguenti interrogazioni :

Rocelli, Malvestio, Anselmi, Armellin ,Bortolami, Brunetto, Dal Castello, Ferrar iWilmo, Frasson, Gottardo, Orsini Gian -franco, Pellizzari, Righi, Saretta, Savio ,Zambon, Zampieri e Zuech, al Presidente

del Consiglio dei ministri, «per sapere —premesso che:

la candidatura per la Expo 2000 sta sca-tenando una quanto mai animata ed emo -tiva diaspora politica nel comune di Ve-nezia e nella regione Veneto sull 'opportu-nità di organizzare tale evento a Venezia enel Veneto ;

tale diaspora è emersa, ancor più consistentemente, dopo il fallimento organiz-zativo del concerto dei Pink Floyd, chel'amministrazione comunale ha lasciatoimprovvisamente sulle «ginocchia d iGiove» e che tanta devastazione e pericol iha procurato al delicato tessuto non soloartistico ed ambientale ma anche econo-mico e sociale della «regina dell'Adria-tico»;

su questo argomento si è finalmentedimesso il sindaco e la giunta «rosso-verde» della città lagunare, assolutament einadeguata nella gestione dei problemi diVenezia ;

il problema dell 'Expo 2000, in quantofatto di rilievo internazionale, non pu òessere lasciato solo alla considerazionedegli enti locali e della regione :

se intenda, e come, intervenire affinchéin termini di costi-benefici sia fatta un avalutazione realistica dell'irripetibile oc-casione offerta in tal senso all'Italia, alVeneto e a Venezia;

se esista una gamma di progetti davalutare e confrontare anche alla lucedella garanzia della città lagunare sotto i lprofilo della salvaguardia dell ' incompara-bile patrimonio artistico ed ambientale, diordine pubblico, dell'igiene, del l ' impiantosocio-economico, che preservi oltretutt odal pericolo di un'ulteriore mercificazionedella città ;

se non intenda, di concerto con la re-gione Veneto e il comune di Venezia, con-vocare una conferenza che valuti quant oesposto e successivamente prenda deci-sioni definitive in ordine all'effettuazionedell'Expo 2000, eliminando così ogni dele-terio protagonismo pro o contro, finaliz-zato solo a convenienze esclusive e parti-

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colari piuttosto che a quelle di positivitàgenerale e partecipata di carattere nazio-nale, regionale e locale» . (3-01875 )

(2 agosto 1989)

Ceruti, Cecchetto Coco, Filippini Rosa ,Cima, Andreis, Mattioli, Scalia, Procacci ,Bassi Montanari, Salvoldi, Lanzinger ,Grosso e Donati, al Governo, «per sapere —premesso che :

il consiglio comunale di Venezia hachiaramente affermato in un ordine de lgiorno approvato dalla maggioranza asso-luta dei consiglieri in carica che «non esi-stono le condizioni per avanzare la candi-datura di Venezia a sede dell'Expo2000»;

gli studi compiuti dall'università di C a'Foscari confermano l'impatto stravol-gente che una Expo, comunque distribuitanel Veneto, avrebbe sulla struttura sociale ,economica, fisica di Venezia;

per la città storica, gli interventi imme -diati necessari sono quelli per invertire l atendenza a trasformarla in un mega con-tenitore turistico con l'espulsione dei resi -denti e delle attività non legate al turi-smo :

in quale considerazione si intenda te -nere le espressioni dell'organismo demo-craticamente ed istituzionalmente prepo-sto, sino a prova contraria, a rappresen-tare i cittadini di Venezia, città per la qual eil Governo intende, nonostante tutto, soste -nere la candidatura quale sede dell'Expo2000» . (3-02031 )

(26 ottobre 1989)

Servello e Franchi, al Presidente del Con-siglio dei ministri, «per sapere se la sera dimartedì 3 aprile, alle ore 20,30, abbia po-tuto assistere, sul terzo canale della RAI -TV al programma «Terzo grado», che haavuto come protagonista l'onorevol eGianni De Michelis, nella veste di «impu-tato» di voler ad ogni costo organizzar el 'Expo a Venezia ;

considerato che uno dei testi d'accusa

era lo stesso sindaco di Venezia, contrari oal progetto e che nello scontro — tale èstato — con l'onorevole De Michelis son oemersi fatti, retroscena, impegni finan-ziari, spese, delibere comunali prevaricateo disattese, che hanno posto milioni dispettatori di fronte agli intrugli che d aalcuni partiti vengono manipolati nell abassa cucina politica con i danari del con-tribuente;

si chiede se non ritenga dover acquisirela registrazione della trasmissione per ac-certare eventuali responsabilità dei parteci -panti al programma e di possibili altri, enello stesso tempo, se non ritenga di disci -plinare la partecipazione dei ministri aiprogrammi radiotelevisivi, poiché l'altr asera l'immagine dell'onorevole De Micheli sera recepita dagli ascoltatori non comequella di un deputato ma del ministro degliaffari esteri della nostra Repubblica, e s eegli deve essere il rappresentante del nostr oPaese all'estero, se non sia doveroso prov-vedere ad un immediato richiamo in mododa salvare nell'opinione della gente un mi-nimo di considerazione nei confronti deipropri rappresentanti» . (3-02350)

(6 aprile 1990)

Cima e Cecchetto Coco, al Presidente delConsiglio dei ministri, «per sapere — pre-messo che :

in tema della già contestatissima ipo-tesi dell'Expo Venezia 2000, si è appresorecentemente da organi di stampa ,L'Espresso e La Nuova Venezia, che il tito-lare del dicastero degli affari esteri ha atti -vato canali diplomatici al fine di favorir eun pronunciamento favorevole in tal sens oda parte del BIE il prossimo 14 giugno ;

il Commissario CEE, Carlo Ripa di Me-ana, ha testualmente dichiarato dì avernotizia di «pressioni esercitate dal nostr oministero degli esteri su paesi come l'Ar-gentina, la Francia, l'Inghilterra ed il Ma -rocco perché i loro componenti del Bureauvotino a favore di Venezia»; altre voci par-lano di espressa disponibilità del nostroPaese a versare per conto di altri paesi la

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quota di adesione al fine di permettere loroil voto in sede di BIE con l'impegno, ovvia -mente, ad esprimerlo in senso favorevol ealla candidatura di Venezia ;

le iniziative del ministero degli affariesteri, di per sé già discutibili quanto ametodo, appaiono gravemente illegittim eed irresponsabili, qualora si considericome ad oggi nessuna decisione è statapresa in sede governativa o parlamentarecirca l ' ipotesi veneziana, anzi da più partivi è aperta ostilità e significativi silenz iprovengono dai ministeri dell'ambiente eper i beni culturali ed ambientali, diretta -mente interessati al possibile impatto dellamanifestazione sulla città lagunare ;

pertanto, quanto sino ad oggi è statodetto e fatto appare più l'estrinsecarsi, at -traverso impropri canali ufficiali, di per-sonalissime aspirazioni atte a sottrarre a lgiudizio, all'autonomia ed alla sovranitàdel Parlamento, nonché alla responsabi-lità dell ' intero Governo, una scelta di cosìprimaria rilevanza per il futuro di Vene-zia :

1) quale sia il giudizio del Governo sull einiziative sino ad ora poste in essere dalministro degli affari esteri, e se le dichia-razioni rese alla stampa da autorevoli per-sonalità circa le pressioni poste in essere i ncampo internazionale corrispondano alvero ;

2) tenuta ferma la già netta opposizion edegli interroganti e dei Verdi ed ambienta-listi tutti all'ipotesi della candidatura d iVenezia quale sede dell'Esposizione, s enon si reputi, comunque, indispensabil esospendere ogni iniziativa, anche diploma -tica, sino a che detta ipotesi non sia assunt anell'ambito della responsabilità del Go-verno nel suo insieme e previo ampio e desaustivo dibattito ed approfondimento insede parlamentare, nonché culturale escientifica» (3-02401 )

(8 maggio 1990)

Queste interpellanze e queste interroga -zioni, che riguardano lo stesso argomento ,saranno svolte congiuntamente .

Poiché nessuno dei presentatori dell'in-terpellanza Novelli n . 2-00608 è presente,s 'intende che abbiano rinunciato ad illu-strarla.

L'onorevole Pellicani ha facoltà di illu-strare la sua interpellanza n . 2-00954 .

GIOVANNI PELLICANI. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, signor Presi -dente del Consiglio, la Camera torna adoccuparsi di Venezia in Assemblea dop oquasi 20 anni. Anche oggi come allora — è

un caso — a presiedere il Governo è An-dreotti, e oggi come allora, secondo taluno,chi si oppone agli interventi è conserva-tore, immobilista .

Invece, chi si oppone con forza ad inter -venti come l'Expo non contrasta iniziativ evolte a realizzare grandi e innovativi pro -getti di trasformazione urbana, insedia -menti di nuove attività scientifiche, tecno -logiche e produttive compatibili con il deli -cato tessuto di Venezia. Sappiamo beneche essa è città dagli equilibri difficili edazzardati; un ambiente artificioso (come c iricorda spesso l'onorevole De Michelis)prodotto nel corso dei secoli — qualchelibro lo abbiamo letto anche noi — attra-verso una permanente capacità di legger ela storia della città, di usare, come altr iacutamente ha scritto, la ricchezza dell amemoria. Una memoria, quindi, che c ìsuggerisce quale debba essere il vero me -todo per rinnovare, per fare senza spez-zare equilibri difficili e fantastici .

Giustamente ora l'opinione pubblica ,quella veneziana, nazionale ed internazio -nale, sottolinea i rischi derivanti dal l ' inces-sante incremento del turismo che non habisogno in tutte le città d'arte di incentivicome l'Expo. Tale proposta, maturata inmodo anomalo, ha finito per preoccupar euna grande parte dei veneziani ed anchedel mondo intero .

Si tratta di una preoccupazione di cui s iè fatto interprete, da ultimo, in modo so-lenne ed autorevole, il Parlamento eu-ropeo che con una votazione inequivoca-bile ha invitato il Governo italiano a riti -rare la candidatura di Venezia per l'Exp o2000 .

Esistono due posizioni attorno all 'op-

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portunità ed all'eventualità che possa ave rluogo a Venezia e nel Veneto una partico-lare forma di Expo che, anche nella ver-sione inusuale proposta dalla regione Ve-neto, avrà esiti devastanti .

Una media di 39 .000 presenze giorna-liere in più rispetto alla media normale ,per altro già critica, di 20.000 persone, econ punte (nell 'alta stagione) fino a 120-150 e anche 200 mila persone . Parlosempre dell'Expo «diffusa» e non del -l 'Expo concernente Venezia .

Anche gli studi effettuati dalla regioneVeneto, pur prevedendo afflussi minori ,non consentono di valutare l 'evento contranquillità . Del resto, non tranquillizza larecente stima di una società — denomi-nata Sinergetica — che, pur prevedend ouna sorta di militarizzazione della città ,non garantisce il governo di flussi turistic idi tali dimensioni .

La commissione del BIE così si pronun -cia, nel suo rapporto : «Quanto a sapere s el 'avvenimento contribuirà a risolvere iproblemi a lungo termine della protezion edi Venezia dagli effetti del supersfrutta-mento turistico, l 'équipe si sente in doveredi riconoscere che la soluzione di quest oenigma — si parla proprio di «enigma» —non è stata trovata sulla base di quantofornito. E chiaro che questi problemi ne-cessitano ancora di molta riflessione» .

Non so se sia sufficiente la riflessione d ialcune ore, che è stata fatta ieri sera ; comenon so se la soluzione sarà quella che —secondo i giornali — dovrebbe essere pro -spettata stamane. In ogni caso, non vogliodichiararmi insoddisfatto prima ancora d iavere ascoltato la risposta dell'onorevoleAndreotti .

Non è vero quanto ha affermato il vice -presidente del consorzio Expo Venezia chele perplessità e le opposizioni sono ristrett ea pochi salotti : c 'è opposizione e inquietu -dine nella maggioranza, dentro e fuori dalGoverno, come dimostrano anche le inter-pellanze presentate da esponenti autore -voli di tutti i gruppi . L'appello sottoscrittodal mondo della cultura e dall'imprendi-toria del lavoro, signor Presidente del Con -siglio, è stato sottoscritto anche da 25 milaveneziani . Non sono pochi in una città sto -

rica che ha poco più di 100 mila abi-tanti !

Alla inaugurazione della Biennale dell earti figurative, ella ha udito il convint oapplauso che ha accolto la misurata maferma protesta del presidente della Bien -nale, professor Paolo Portoghesi, quandoha affermato che dieci anni sono pochi pe rpensare che l'Italia ed il Veneto siano i ngrado di controllare e di conservare inlimiti sopportabili l'ondata di piena di un aespósizione universale .

Venezia non può dunque sopportareuna Expo che, per quanto si sia tentato diimmaginare diversa e «diffusa», finirà pe ravere un impatto fondamentale su talecittà .

In questo caso, la soluzione mi sembr aovvia ed inevitabile : occorre ritirare la can -didatura di Venezia, evitando soluzioni pasticciate come quelle che forse stanno pe ressere prospettate (spostando, ad esempio ,il periodo e cambiando continuamente lecarte in tavola) . L ' impatto, anche in questicasi, non cambierà di molto . Si tratta disoluzioni già studiate, signor President edel Consiglio, e lei lo dovrebbe sapere .

Né si ripeta la solita storia che è vero — esi dice proprio così! — che vi sono dei pro -blemi di governo dei flussi turistici, ma ch equesti già esistono e, secondo studi fatti ,diverranno dirompenti nel 2000 .

Secondo i sostenitori dell'iniziativa (no nstarò qui a ripetere i loro nomi), l 'Expoesasperando questi fenomeni costringeràa fare quello che finora non è stato né fatt oné proposto. Siamo davvero all'assurdo,all'inno più stolto che si possa immaginar ealla cultura dell'emergenza. Sarebbe comedire: continuiamo nella corsa al riarmoperché, in qualche modo, ci sarà una «ri-caduta» nella ricerca scientifica .

Dovremmo ritirare la candidatura ,senza bisogno di essere richiamati da intel -lettuali di tutto il mondo, dalle universitàveneziane, dalla Biennale, dalla Commis-sione della CEE . Tale ritiro dovrebbe costi-tuire un obbligo per rispetto al voto delconsiglio comunale di Venezia, al qualepare che ieri sera ci si sia richiamati d aparte del Parlamento europeo (anche se i nmodo improprio, evidentemente) .

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L'onorevole De Michelis dichiarò checontro la volontà dei veneziani l'Expo no nsi sarebbe mai fatta. L'assemblea cittadin asi è già espressa, signor Presidente del Con -siglio: il 4 settembre 1989 venne affermatoin un ordine del giorno che non vi sono l econdizioni per avanzare la candidatura d iVenezia a sede dell'Expo 2000 .

A gennaio, al Senato, l'onorevole Cristo -fori ha riconosciuto che era necessariaun'ulteriore definizione della questione i nsede nazionale . Sarebbe quella cui si è per -venuti ieri sera tra le 22 e le 24, visto che nelfrattempo altri momenti di riflessione no nci sono stati ?

Siamo ancora in attesa, appunto, diquesta ulteriore definizione . Abbiamo lettosui giornali una nota del ministro degl iesteri secondo il quale tutto si è svolto nell amassima normalità . Non mi pare, e mi rife-risco non tanto alle pressioni di cui si èscritto o ai rapporti strani intercorsi tra ilMinistero degli esteri e il consorzio (s iveda, ad esempio, questa pubblicazione —che poi le invierò, signor Presidente delConsiglio — fatta assieme dal Minister odegli esteri e dal consorzio, cioè un'im-presa privata) . Non so — ne parlerannoaltri colleghi — in base a quali convenzion iquesto è avvenuto .

Ma non alludo tanto a questo quandoparlo di conti che non tornano, né allepressioni di cui si è scritto e detto . I continon tornano anzitutto perché la Presi-denza del Consiglio ( l 'onorevole Goria er aPresidente del Consiglio allora) tramite ilMinistero degli esteri, secondo quanto af-fermato dall'onorevole Cristofori, h achiesto di ottenere che Venezia venisseprescelta quale sede dell'esposizione uni -versale del 2000 perché gli era pervenut auna richiesta del sindaco e del president edella regione il 22 settembre 1987 .

Il sindaco che avanzò la richiesta no nriunì neanche la giunta comunale per in -formarla, e per di più era dimissionario inquel momento, e poi venne un altro sin-daco.

È vero che il 15 novembre 1988 il sindacodi Venezia e il presidente della regione sol-lecitati dal Governo inviarono una letter aconfermando la richiesta di prenotazione

per l'anno 2000, ma era una richiesta cau -telativa; e infatti il 19 novembre 1988 ilsin-daco di Venezia precisava al Ministerodegli esteri che il termine indicato erasubordinato agli studi di fattibilità in re-gione e in comune.

E ancora, il 20 luglio 1989 faceva pre-sente che non esisteva fino a quel mo-mento alcuna deliberazione del consigliocomunale di Venezia dalla quale si potess ededurre la definitiva volontà del comun edi ospitare l 'Expo 2000.

Inoltre, sempre — scusate la mia pigno-leria — nella risposta del sottosegretari oalla Presidenza del Consiglio si affermache il 19 ottobre 1989 lo stesso sindaco cos ìscriveva al Ministero degli affari ester i«Alla luce di tutto ciò che occorre a deter-minare le attuali condizioni d'uso dell acittà, delle conoscenze disponibili, nonch édelle esperienze compiute» — eravamoall'indomani del concerto dei Pink Floyd— «si ritiene che non ci siano le condizion iper avanzare la candidatura di Venezia asede dell'esposizione 2000» . Riportava, insostanza, il voto del consiglio comunale .

Questi fatti vennero ignorati . Dobbiamoquindi dedurre che è stata avanzata unarichiesta al BIE sulla base di una semplic elettera di un sindaco dimissionario di Ve-nezia e dell'orientamento della region e(che è certamente un organismo impor -tante) ignorando però l'unica manifesta-zione della volontà che conta o dovrebbecontare in questi casi, quella del consigli ocomunale di Venezia, visto che l'Expo s idovrebbe tenere e Venezia .

Perché non è stata presa nessuna deter -minazione fino ad oggi e si è operato com enulla fosse accaduto? Ciò è grave perch éha esposto il paese a critiche serie e haprodotto anche esasperazioni che non noiabbiamo cercato . Ora è tempo di rime-diare, di rivedere le posizioni . È in corso ,del resto, signor Presidente del Consiglio ,un ripensamento generale . L'architettoPiano, per esempio, che aveva aderito co nentusiasmo all'originaria idea e per la suarealizzazione si era impegnato, in una in-tervista al Corriere della Sera ha dichiaratoche se ne è tirato fuori perché credeva didiventare il «dottor Stranamore» . Non so

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se vorrà diventare lei, Presidente An-dreotti, il «dottor Stranamore». Altri (indu-striali uomini di cultura, amministratori ,deputati, nonché ministri del suo gabi-netto, onorevole Andreotti) ritengono, pervari motivi che quella strada non è pi ùpercorribile .

Io non attribuisco all'onorevole De Mi-chelis propositi malefici ; egli è mosso sicu -ramente da amore per la sua città, chevuole onorare e servire disinteressata-mente. Ma non è questa la strada . Egli hadetto che, se il progetto non andrà in porto,proverà un gran dolore ma si metterà po ial lavoro per realizzare quelle opere e com -piere quegli interventi che si possono far eanche senza Expo . Ben detto . Quindi, ac -cantoniamo l'Expo e pensiamo invece su -bito alle opere da realizzare, ad una fattiv acollaborazione da istituire fra tutte le isti -tuzioni ; stimoliamo adeguatamente l'inter -vento dei privati un loro corretto rapport ocon l'operatore pubblico !

Onorevole Presidente del Consiglio, di-nanzi alla situazione che si è determinataoccorre (noi non siamo mossi da spirito d irivincita) un atto di saggezza che non pareil Governo si appresti a compiere, stand oalle notizie fornite dai giornali di stamani .Del resto, vi sono atteggiamenti che dav-vero travalicano maggioranza ed opposi-zione. Qualcuno dice: «C'è tempo per riti-rarsi»; e questa sembra un po' la linea ch eella vorrebbe seguire, signor President edei Consiglio . Lo ha fatto anche Parigi ne l1987 .

Ma vale la pena di mantenere viva alivello internazionale e nazionale una ten -sione che sarà nociva e paralizzante? Epossibile ignorare tante prese di posizionein particolar modo in un paese che un avolta al giorno fa professione di fede euro -peistica? Si può rendere omaggio al vot odel Parlamento europeo e poi ignorarlo ?

Onorevole Andreotti, un consigliere re-gionale del suo partito, il professor Sal ache forse ella conosce e che ha presiedut ola commissione regionale sull'Expo — inpratica colui che ha tenuto a battesimo l astessa proposta — ha recentemente dett oche non si può tenere l'Expo contro tutto i lmondo .

PRESIDENTE. Onorevole Pellicani, l ericordo, affinché possa adeguatamente re -golarsi, che ha a disposizione ancora du eminuti .

GIOVANNI PELLICANI. Concluderòprima, signor Presidente .

«Volere insistere — cito le parole di Salasembrerebbe un'inutile sfida». Questa ame sembra una conclusione saggia cheinterpreta bene le esigenze di Venezia e d iun paese europeista che si appresta, attra -verso il suo Presidente del Consiglio, adassumere la Presidenza di turno dell aCEE .

Occorre quindi, onorevole Andreotti ,fornire una risposta altrettanto saggia cheinterpreti gli interessi universali di Vene-zia, in perfetta coerenza, del resto, con lesue tradizioni e la sua storia che, come s isa, è stata sempre attraversata da discus-sioni ed anche da scontri e conflitti i quali ,però, sono stati sempre ricomposti perse-guendo costantemente le esigenze di unrinnovamento profondo e mai ottenuto at -traverso decisioni «catastrofiche» .

E, quindi, con tranquillità ma con fer-mezza che chiediamo soluzioni non pastic -ciate; che chiediamo al Governo di ritirar ela candidatura di Venezia, per trovar epresto positive convergenze su altre inizia-tive volte davvero a rilanciare il ruolo d iVenezia, del Veneto, dell'intera area delnord-est . (Applausi dei deputati dei grupp idel PCI, della sinistra indipendente everde) .

PRESIDENTE . L ' onorevole EnricoTesta ha facoltà di illustrare la sua inter-pellanza n . 2-00973 .

ENRICO TESTA. Rinunzio ad illustrarla ,signor Presidente, e mi riservo di interve-nire in sede di replica .

PRESIDENTE. Poiché nessuno dei pre-sentatori dell'interpellanza Strumendo n .2-00974 è presente, si intende che abbian orinunziato ad illustrarla .

L'onorevole Cederna ha facoltà di illu-strare la sua interpellanza n . 2-00994.

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ANTONIO CEDERNA. Signor Presidente ,già tutto è stato detto in interventi e indossier scritti da persone ragionevoli, at-traverso gli appelli di personalità interna-zionali e le decine di migliaia di firme rac-colte a Venezia contro la celebrazionedell'Expo 2000 in questa città . Le ragioni ditanta e diffusa contrarietà sono ovvie: unamarea di visitatori calcolata in quasi 30 0mila persone al giorno, cioè a dire il doppi oo addirittura il triplo della popolazione de lcentro storico e ciò quando, a detta degl ieconomisti dell'università di Ca ' Foscari ,l'accoglienza della Venezia storica no npuò superare le 20 mila persone al giorn o— si riverserebbe in piazza San Marco enel suo circondario . Venezia, come si sa, èl'unica città al mondo ad avere sensi unic iper i pedoni: immaginate quale consumo,quale usura fisica subirebbero i pavimenti ,i palazzi, l ' intero fragilissimo tessuto urba -nistico .

A parte le stravaganze contenute ne lprogetto per l'Expo (sistemi telematici ,isole artificiali e quant'altro), questamarea umana rappresenterebbe un ele-mento esplosivo la cui conseguenza sa-rebbe una consistentissima ondata d iespulsione della popolazione residente . In -fatti, molti palazzi della Venezia storic averrebbero utilizzati come abitazioni tem-poranee, sedi di rappresentanza e uffici ,con disastrose conseguenze sul mercat oimmobiliare. Si propongono metropoli -tane fuori terra o sublagunari, ripetend ogli errori madornali contenuti nel pianoregolatore degli anni '50, bocciato a su otempo dal Ministero dei lavori pubblici .Non si possono progettare strutture d iquesto genere che hanno effetti sconvol-genti sul territorio, soprattuto perché ela-borati in vista di emergenze artificiose,senza inquadrarli in un piano ragionato .

Chiediamo, come altri, di sapere attra-verso quale procedura il Governo abbiapresentato la candidatura di Venezia e,quindi, come intenda comportarsi e se no nritenga, prendendo atto del pronuncia-mento della stragrande maggioranza de lParlamento europeo, di rinunciarvi i nvista delle decisioni del Bureau interna-tional di Parigi, che è composto da rappre -

sentanti di Governo non si «sa come scelti eparticolarmente sensibili alle pressioni de ipolitici. Tenere l'Expo a Venezia signifi-cherebbe procedere nella logica perversagli interventi straordinari, che «buttano amare» l'intervento ordinario di pianifica-zione, procedere nel vizio della deregula-tion che ha devastato il nostro territorionegli anni ottanta ; interventi straordinar iche servono per scavalcare, in nomedell 'emergenza, vincoli, tutele ed utilizza-zioni ragionate del territorio .

Teniamo presente che il 2000 (e questoanche per scongiurare quegli altri propo-siti di estendere l'Expo oltre che nella citt àdi Venezia in altre città del Veneto, aMilano, a Roma, a Napoli) sarà l'anno delGiubileo, il bimillenario della nascita d iCristo ed è facile immaginare l'afflussoingente, enorme, incontrollabile di un tu-rismo non regolato .

È ora di affrontare i problemi delle citt àin modo serio, programmato, secondo l apianificazione ordinaria . Ci sono i pro-blemi dell'equilibrio lagunare, per il qual eanni fa fu elaborato un piano ragionevole ,mandato a monte dalle stesse forze poli-tiche che oggi vogliono l'Expo . Abbiamo,inoltre, un piano per il centro storicomolto dettagliato e sapiente predispostodalla giunta rosso-verde (caduta con le ele -zioni) e lasciato in eredità alla giunta suc-cessiva. Questi sono i documenti su cuibisogna ragionare e prendere in conside-razione .

I beni culturali non sono oggetti adope-rabili per qualunque uso, non sono merescenografie. In un teatro, allorché una sce -nografia si usura e si deteriora viene sosti-tuita; i beni culturali, i centri storici non sisostituiscono. L'insistenza del ministro DeMichelis per l'Expo è coerente con il con-cetto che egli ha dei beni culturali . Per ilmMinistro De Michelis i beni culturalisono dei giacimenti, come il petrolio, d asfruttare indiscriminatamente . Il Parla-mento due anni fa, in occasione della leggefinanziaria, è riuscito a respingere un asimile impostazione e noi ci auguriam oche anche in questa occasione tale con-cetto deplorevole dei beni culturali veng arespinto e che l'Italia ritiri la candidatura

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per l 'Expo 2000 da tenere a Venezia e nell ealtre città (Applausi dei deputati del grupp odella sinistra indipendente) .

PRESIDENTE. L 'onorevole Visco ha fa-coltà di illustrare l'interpellanza Becchi n .2-00996, di cui è cofirmatario .

VINCENZO VISCO. Signor Presidente ,onorevole Presidente del Consiglio, nelcorso della vicenda, ormai lunga ,dell'Expo siamo stati testimoni di fatti ,atteggiamenti, comportamenti del mini-stro degli affari esteri e di persone a luivicine che hanno creato turbamento e per-plessità nel l 'opinione pubblica più consa -pevole, pregiudicano il buon nom edell'Italia all'estero, in quanto indice di unatteggiamento poco confacente al ruol oistituzionale ricoperto dal ministro . Quest ifatti e comportamenti non possono no ncreare difficoltà e imbarazzo allo stess oGoverno e a lei personalmente, signor Pre -sidente del Consiglio .

Nella nostra interpellanza facciamo ri-ferimento specificamente alla pubblica-zione del Ministero degli esteri, curata da lconsorzio Venezia Expo (consorzio costi-tuito da imprese private e pubbliche) di cu ìè vicepresidente e consigliere delegato i ldottor Cesare De Michelis, fratello del mi -nistro degli affari esteri in carica, nell aquale si sostiene esplicitamente che «Ve-nezia deve mantenere il ruolo di fuoco cen -trale» della manifestazione . Tutto ciòmentre non è ancora chiaro se il Govern oabbia mai assunto collegialmente una po -sizione esplicita a proposito dell 'Expo.

Il Ministero degli affari esteri, in unasituazione conflittuale, polemica comequella che si è creata, doveva ovviament emantenere una posizione di riserbo e d ineutralità sulla questione e non sponsoriz -zare una parte in causa .

Analoghe perplessità desta il fatto che l a.direzione degli affari economici del Mini-stero degli affari esteri abbia chiesto a lmedesimo consorzio Venezia Expo di pro-durre un supporto visivo da utilizzare inoccasione della presentazione della candi -datura della città al Bureau internationaldes expositions .

Questi episodi si aggiungono ad un aserie di altri di dubbio gusto . Abbiamoappreso dalle dichiarazioni di Ripa d iMeana delle pressioni che il Ministerodegli affari esteri avrebbe esercitato s upaesi come l'Argentina, la Francia, l'In-ghilterra e il Marocco, per influenzare i lloro voto in sede di Bureau. Sempre daRipa di Meana abbiamo appreso delle mi-nacce del ministro degli affari esteri di farchiudere la sede di Venezia dell'UNESC Operché il presidente di questo organism oera contrario al progetto .

Abbiamo altresì assistito ad una serie d imissioni del ministro degli affari esteri i ngiro per il mondo . Desidero far presenteche qualche giorno fa la collega Becchi, anome del gruppo della sinistra indipen-dente, aveva chiesto via fax all 'Ufficiostampa del Ministero degli affari esteri diconoscere l'elenco dei paesi latino-ameri-cani, del nord Africa e dell'Europa dell'es tin cui il ministro degli esteri si è recato i nquesti anni . Tale fax non ha avuto rispost ae penso che ciò sia grave . Desidererei anzi ,signor Presidente, che copia del suddett ofax venga pubblicato in allegato al reso -conto stenografico della seduta .

Tuttavia, anche in mancanza di collabo -razione del Ministero degli affari esteri ,signor Presidente del Consiglio, è suffi-ciente leggere i giornali per sapere in qual imissioni sia impegnato il nostro ministro .È di questa mattina la notizia di circa 1 .370miliardi di aiuti concessi al Venezuela ,che, guarda caso, è uno dei paesi membridel Bureau.

Abbiamo letto le dichiarazioni del dotto rCesare De Michelis, vicepresidente e consi -gliere delegato del consorzio Expo Vene-zia, secondo cui è possibile prevedere d aparte italiana il pagamento di alcune dell equote di 25 milioni necessarie per poteresercitare il diritto di voto in sede di Bu-reau. In base alle dichiarazioni rese sullastampa questi pagamenti sarebbero stat ieffettuati in cambio di un voto «amico» .

Abbiamo altresì letto una recente dichia -razione del medesimo dottor Cesare DeMichelis secondo cui, in paesi quale i lGabon fortunatamente non arriverebber ogiornali italiani e quindi le nostre pole-

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.miche non avrebbero alcuna influenza su ivoti dei paesi periferici presumibilment egià acquisiti .

È stato possibile registrare una serie d iposizioni e dichiarazioni dello stesso mini -stro degli affari esteri volte ad affermareche la decisione italiana era già assunta ; ilche non risulta e forse non era neanch evero. Per altro tali affermazioni possonosicuramente essere considerate poco cor-rette, essendo il Parlamento chiamato adibattere interpellanze e interrogazioni i nmateria .

Abbiamo preso atto della noncuranz amanifestata nei confronti del voto pres-soché unanime del Parlamento europeo . Evorrei non si dimenticasse — non do-vrebbe dimenticarlo lei, signor President edel Consiglio che si tratta di un organoeletto a suffragio universale, che quindirappresenta legittimamente la valutazionedei cittadini europei sulla vicenda del -l 'Expo a Venezia .

Tali posizioni e comportamenti potreb-bero essere interpretati — e di fatto sull astampa internazionale lo sono — come u npreoccupante e pericoloso intreccio, comeuna confusione tra funzione pubblica einteressi privati, tra affari di Stato, banal iinteressi elettorali e affari di famiglia opersonali .

Tutto ciò non può essere ignorato e lepolemiche intervenute avrebbero dovut oconsigliare il ministro degli affari esteri adare pubblici chiarimenti, anche in Parla -mento; e dovrebbero indurre lei, signo rPresidente del Consiglio, ad assumere ini -ziative adeguate a tutela del buon nom edell'Italia e del Governo .

PRESIDENTE. L 'onorevole Parigi ha fa-coltà di illustrare la sua interpellanza n .2-01007 .

GASTONE PARIGI. Signor Presidente ,onorevoli rappresentanti del Governo, col -leghi, dopo aver ribadito che Venezia è un osplendido ed unico ricamo, che però ada-giato com'è su acque e terre moribond epuò essere più un incredibile sudario ch ela testimonianza di una città viva, proiet-tata nel futuro, numerosi esperti italiani ed

esteri, con analisi e studi sempre più accu -rati ed approfonditi, hanno individuat ogrosso modo quattro linee di intervento perrestituire Venezia alla sua vitalità e a lmondo. Le linee di intervento individuat esono: la regolazione degli attuali flussi tu-ristici —, dico attuali flussi turistici —, l adiversificazione degli accessi e dei mezzi d icollegamento, la ristrutturazione funzio-nale del fronte di terraferma, la riqualifi-cazione dell'offerta culturale del centr ostorico .

Ora l'uno ora l'altro di questi quattr opunti hanno trovato felice sperimenta-zione e realizzazione in altre città delmondo civile, in città cioè che nelle testi-monianze della loro storia incontravan odei limiti allo svolgersi e al dipanarsi mo-derno della vita .

Dal canto suo Venezia esige la contem-poranea realizzazione di tutti e quattro gl iinterventi citati, pena la sua definitiva de -cadenza fisica e civile.

Ora ci si chiede, e con la nostra interpel -lanza lo chiediamo al Presidente del Con-siglio, se il Governo sia del parere ch equesti siano gli interventi da operare, s equesti interventi debbano essere final-mente avviati e se, infine, possano esser eportati a termine senza la necessità ch eabbia a verificarsi l'evento Expo.

Siamo convinti che la rivitalizzazione d iVenezia possa e debba avvenire a prescin -dere dall'Expo, anche perché la vita diVenezia non può costituire contropartit aper quell'incremento degli affari che cer-tamente conseguirebbe alla collocazion enel Veneto ed in Venezia della tanto predi -cata Expo. Voglio dire che stabilire un reci -proco condizionamento tra il rilancio dellacittà lagunare e un avvenimento fieristicoequivarrebbe più o meno ad affermare cheil riordino della sanità in Italia è possibil esolo sotto la sferza di una pestilenza ch euccida metà della popolazione, o ancor ache il risanamento edilizio e socioecono-mico di molte città del sud è possibile solose intervenga un altro disastroso terre-moto .

Anche se l'argomento è ripetitivo ed ov-vio, voglio ancora una volta affermare cheVenezia città non potrebbe, come tutti sap-

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piamo, sopportare una sola ulteriore pre-senza; come dire che una bottiglia da unlitro non può contenere due litri di vino ,anche se l ' oste volenteroso dovesse usar etutti gli accorgimenti possibili propri ocome vorrebbero fare coloro che sosten-gono che i futuri e moltiplicati flussi turi-stici in Venezia potrebbero essere contin-gentati con tesserini magnetici, passaport iinterni, posti di blocco e così cianciando .

Agli operatori economici vogliamo direche anche senza l'Expo la sola rinascita d iVenezia, organicamente collegata nelsenso più moderno dell 'espressione «al Ve -neto tutto», consentirà ai loro affari u ngiusto, ordinato e sostanzioso sviluppo .

Ai politici, agli scienziati, agli studiosi edai sociologi che da 43 anni si affannano ,consultandosi attorno al capezzale dell agrande ammalata senza peraltro prender emai una sola iniziativa rivitalizzatrice inben 43 anni, anzi, lasciando andare in can-crena la Serenissima, vogliamo dire che i ntempi ormai lontani (non lo dico per no-stalgia ma come annotazione storica) qual -cuno si rese conto che Venezia andava con -giunta alla terraferma con un ponte lung oquanto la laguna. Mi riferisco al ponte dellittorio, ora chiamato ponte della libertà ,che in pochi mesi non solo fu progettato ,ma addirittura venne realizzato, ed è an-cora lì a testimoniare con tutta la sua ele-gante mole che quando l'amore per Vene -zia, l'intelligenza e la volontà si uniscono,tutto si può fare senza bisogno di ricorrerea quella grande mistificazione che èl'Expo .

Signor Presidente, quelli certamenteerano i tempi dei Volpi, dei Cini, dei Done -gani, dei Marinotti e dei Marzotto che, infatto di competenza, di buona volontà e d iamore per Venezia stavano un palmo al d isopra degli attuali rappresentanti della la -guna.

Ai capi di Stato, ai governanti stranieri ,agli organismi ed agli enti di tutto il mond oche in questi giorni si sono accalorati e s iaccalorano nell'invocare l ' intangibilità d iVenezia e nel dichiarare la sua universa-lità, ci permettiamo di chiedere di concor-rere allo sforzo che lo Stato italiano dovràpur fare per la rifondazione della Serenis -

sima e di volerci perdonare se nell'arco d iquesti ultimi decenni il mondo politico ita -liano di maggioranza ha divorato in pro-prio e per suo uso e consumo quanto i lmondo aveva donato in denaro per il ri-torno di Venezia alla sua antica magia (Ap -plausi dei deputati del gruppo del Movi-mento sociale italiano-destra nazionale —Congratulazioni) .

PRESIDENTE. L 'onorevole Teodori h afacoltà di illustrare la sua interpellanza n .2-01009.

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,signor Presidente del Consiglio, noi tutti c iauguriamo che la sua risposta alle inter-pellanze ed alle interrogazioni presentatenon si risolva in una battuta — un camp onel quale la riconosciamo come maestro— e neppure in una risposta «anguillesca »da parte del Governo, consistente cioè ne ldire e non dire, nell'affermare che si agir àma in un modo diverso, o che si vedrà .

Vogliamo invece risposte chiare ; è ver-gognoso che, mentre il Parlamento eu-ropeo è chiamato a votare e autorevoli isti -tuzioni internazionali hanno fornito re-sponsi precisi, il Parlamento italiano —che dovrebbe essere sovrano, almeno intermini di orientamento — non sia chia-mato a votare, ma soltanto ad ascoltar erisposte ai quesiti che abbiamo posto . Einoltre vergognoso che il Governo non s isia finora pronunziato su un tema di cos ìgrande rilievo, che ha mobilitato l'opi-nione pubblica e le istituzioni internazio-nali e sul quale occorre prendere posi-zione. Non si può fare ancora una volta lafigura all'italiana, consistente nel dire enon dire, nel fare e non fare o nel lascia rfare .

Oggi avremmo preferito essere chiamat ia votare su mozioni di indirizzo o su ordinidel giorno; invece ci troviamo qui perascoltare le sue dichiarazioni. Tuttavia, sequeste ultime saranno precise e non rinvie-ranno o risolveranno con una battuta pro -blemi così gravi, saremo ugualmente sod-disfatti, indipendentemente dal merit odelle sue affermazioni .

Signor Presidente del Consiglio, non vo-

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glio tornare ad occuparmi di aspetti ch esono stati già egregiamente illustrati da icolleghi ; desidero solo ricordare e richia-mare l'attenzione di tutti su un paio di que -stioni che mi sembrano non marginali n éirrilevanti .

La prima è che diventa sempre piùchiaro che è vero quanto è stato detto eripetuto in diverse sedi, cioè che Veneziarappresenta un patrimonio che appartien enon solo all'Italia ma al mondo intero .Infatti, contro questa catastrofica pro -posta abbiamo visto insorgere in primalinea e con un enorme mobilitazione i nogni parte del mondo — soprattutto . inquello occidentale, che è più attento e sen-sibile nei confronti di questa vicenda —grandi forze culturali e politiche; non miriferisco solo a quello che un tempo un suopredecessore, l'onorevole Scelba, chia-mava il «culturame», ma ad autorevoli isti -tuzioni di carattere internazionale .

Sicuramente lei è a conoscenza dell epubblicazioni ancora una volta prodottedagli anglosassoni (dagli inglesi e dagliamericani) e da numerosi comitati interna -zionali; esiste infatti un elenco impressio-nante di autorevoli istituzioni che insor-gono per Venezia .

A tale riguardo, vorrei ricordare un ti-tolo che ritengo estremamente significa-tivo : «Venice or Expo»; questa è la veraalternativa: Venezia o l'Expo! Se si vuol edistruggere la nostra città, si faccia purel 'Expo!

Mi riferisco alle seguenti istituzioni :Italy Society of Philadelphia, The Austra-lian Committee f or Venice, Comité Francai spour la Sauvegarde de Venise, ComitatoInternazionale per la Conservazione e l aTutela dell'Antico Arsenale, Council of Eu-rope: European Fundation «Pro VeniceViva», Deutsches Studienzentrum in Vene-dig, Friends of Venice (USA), Rallye Sa nMarco (France), Stichting Nederlands Ve-netie Comité, Save Venice Inc . — New Yorke ad altre simili .

Signor Presidente, ancora una volta assi -stiamo ad una mobilitazione internazio-nale di fronte all 'atteggiamento colpevoleed ambiguo (che non prende alcuna posi-zione) delle autorità italiane, in particolare

del Governo, che impedisce al Parlamentodi pronunziarsi .

Qualcuno sostiene che si tratterebbe d iristretti circoli culturali che oggi, non si saper quale ragione (forse per le loro ubbie) ,conducono questa battaglia contro l'Expodi Venezia . Ebbene, dalla parte di questicosiddetti circoli politici o culturali vi è l agrande stampa internazionale . Del resto ,sappiamo quanta attenzione lei mostri, si-gnor Presidente del Consiglio, per il pano-rama e l'opinione internazionale .

Basta leggere alcuni titoli dei grand igiornali internazionale; Le Monde, che hadedicato una serie di pagine al problema i nesame, ha titolato :Attila contre Saint-Marc :Venise au péril de l'expo (Un projet d'expo-sition universelle pour l 'an 2000 provoquedes polémiques) ; Le Figaro: Sauver Venis e(La cité des Doges pourrait accuellir la pro-chaine exposition universelle en l'an 2000 .Ce n'est pas, loin de là, la seule menace qu ipèse sur la lagune); The New York Times :Imagine Venice as a floating Disneyland(Immagina Venezia come una Disneylan dsulle onde) ; The Sunday Telegraph : WorldFair jamboree will turn Venice into Disney-land-on-Sea (Una enorme fiera paesan atrasformerà Venezia in una Disneyland su lmare) ; The Times, autorevole giornale bri-tannico, titola in questo modo Nightmarein Venice (Incubo a Venezia) . Potrei conti-nuare citazioni, relative ad esempio a lFrank f urter Allgemeine ed a El Pais, manon desidero annoiarla ulteriormente .

Ad ogni modo, vorrei rilevare che c imeravigliamo che ancora una volta, con le iPresidente del Consiglio, questa «Italietta »(che gode giustamente di un certo pre-stigio internazionale) debba ricorrere allamobilitazione generale, alla mobilitazionedi tutte le societa civili, per affermare un acosa ovvia e banale, sulla quale gli scien-ziati e gli studiosi hanno speso ormai mi-lioni di parole e consumato chili di inchio -stro; essi hanno giustamente sottolineatoche fare l'Expo a Venezia equivarrebbe a lprodursi di una catastrofe .

Questa, signor Presidente del Consiglio ,non è una battaglia fra Governo ed oppo-sizione né uno scontro tra ambientalisti econservazionisti da una parte e uomini

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moderni ed efficienti (che vogliono lo svi-luppo) dall'altra. Si tratta di uno scontro ,signor Presidente del Consiglio, che vededa una parte la maggioranza dell'opinion epubblica comune e qualificata (ancora un avolta ci troviamo infatti di fronte, strana -mente, alla convergenza su questi tem ianche degli uomini comuni, come dimo-strano i giornali) e dall'altra una ristrettis -sima lobby (di questo si tratta!) che guardaall'Expo di Venezia come ad una occasion eitaliana (l'ennesima) per affermare il par-tito delle lobbies, degli affari, che intend etutelare gli interessi di piccoli gruppi an-ziché quelli generali, nazionali ed interna-zionali .

Del resto, questo lo si è visto dall'us ospregiudicato di certi strumenti a cui inquesto periodo hanno fatto ricorso ancheautorevoli membri del suo Governo, ono-revole Presidente del Consiglio . Lo hannoricordato i colleghi Pellicani e Visco: èveramente vergognoso che strument idell 'apparato pubblico di Governo sian ostati mobilitati, con l'impiego di risorse e d ienergie, per la difesa di quella che ormai èsoltanto l'affermazione di un principio d aparte di un gruppo assolutamente ri-stretto .

Signor Presidente del Consiglio, vor-remmo che lei facesse luce sugli interroga-tivi che poniamo nelle nostre interpel-lanze. Io sono tra coloro che ritengono ch el 'Expo, per le nostre città e per il paes eintero, possa essere paragonata, per le su econseguenze, ai terremoti o ai mondiali d icalcio. In un paese nel quale non si riesc ead assicurare un minimo di decenza de iservizi e della qualità della vita nelle nostr ecittà e nelle nostre regioni, si favoriscon osempre questi eventi straordinari per di -struggere ulteriormente le nostre città e l enostre regioni, e soprattutto per costruir esulle catastrofi conseguenti la specula-zione di ristretti gruppi di affaristi .

Non è un caso che il Parlamento europe o— al quale dovremmo portare rispetto peril modo in cui, quasi unanimemente, si èpronunziato a tale riguardo — ha inseritola discussione sull'Expo di Venezia tra ipunti all'ordine del giorno riguardanti l ecatastrofi . Ed una catastrofe sarà!

Signor Presidente del Consiglio, noi ciauguriamo che lei — anzi, l'intero Govern o— non risolva il problema in maniera «an -guillesca», dicendo e non dicendo, rin-viando e posticipando, e così via . Si trattapurtroppo di una questione sulla qualenon possiamo pronunciarci con un voto ,che altrimenti sarebbe a larghissima mag-gioranza contrario all 'Expo, così com'èstato al Parlamento Europeo . Le chie-diamo, quindi, signor Presidente del Con -siglio, di pronunciarsi in maniera chiara . El'unico modo per farlo, oggi, è quello d iritirare, a nome del Governo italiano, l acandidatura di Venezia, per la tutela degl iinteressi del paese ed anche di quelli inter -nazionali (Applausi dei deputati del gruppofederalista europeo) .

PRESIDENTE. Poiché nessuno dei pre-sentatori dell'interpellanza Caria n . 2-

01012 è presente, si intende che abbian orinunziato ad illustrarla .

L'onorevole Cecchetto Coco ha facoltàdi illustrare la sua interpellanza n . 2-

01013 .

ALESSANDRA CECCHETTO COCO. SignorPresidente, onorevoli colleghi, signor Pre-sidente del Consiglio, la nostra interpel-lanza prende le mosse dai risultati dellarelazione, presentata dal ministro dei la-vori pubblici Prandini e trasmessa all aPresidenza il 3 marzo 1990, sullo stato diattuazione degli interventi per la salva-guardia di Venezia, quella che avevamorichiesto alla Commissione ambient el'anno scorso.

Da questa relazione, che noi abbiam oapprezzato, che riferisce dell'applicazionedelle due leggi speciali, integrate poidall'ultima del 1988 per la salvaguardia diVenezia, risulta che è stato speso soltanto i l21 per cento dei fondi erogati per la tutel adi Venezia e di Chioggia .

Bisogna tener conto del fatto che il Go-verno è ampiamente rappresentato nel co-mitato di coordinamento e di indirizzosull'attuazione degli interventi per la sal-vaguardia di Venezia, e che esiste unalegge diretta a tutelare una città che tutticonsiderano un bene inestimabile. Noi ci

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domandiamo come mai il Governo — cheda diversi anni avrebbe dovuto farsi caricodei necessari interventi — tramite un su oautorevole membro abbia proposto Ve-nezia come sede di una manifestazioneeccezionale quale l'Expo .

La manifestazione dovrebbe svolgersi i nun arco di tempo variabile dai quattro a isei mesi . Secondo le ultime informazioni d istampa, il periodo dovrebbe essere da gen -naio ad aprile del 2000 .

Si vorrebbe considerare questo avveni-mento un correttivo, quasi una scossa daelettroshock per una città che sembra nonriesca a scuotersi da un certo torpore, arealizzare le infrastrutture che dovreb-bero potenziare tutte le attività connesse alterziario avanzato nel Veneto .

Urbanistica Democratica di Venezia h aelaborato in questi giorni un testo — evorrei pregare la Presidenza di autoriz-zarne la pubblicazione in allegato al reso -conto stenografico della seduta odierna— nel quale si confutano i risultati a cui èpervenuto il comitato pro Expo, costitui-tosi presso le associazioni industriali . Sidimostra in particolare come le infra-strutture che dovrebbero essere realiz-zate nell'arco di circa nove anni non sianoin realtà in grado di assorbire i flussi turi -stici minimi che proprio quel comitat oprevede (non si tratta quindi di stime, pe rcosì dire, di parte) nel periodo dell'espo-sizione .

Io sono veneziana, e ho sempre vissuto elavorato in questa città; ma chiunque d ivoi vi sia stato per qualche manifestazion eavrà potuto facilmente rendersi conto diciò che è diventata Venezia . Attualmentela media delle presenze difficilmente rag-giunge le 25 mila persone; quando si svol -gono manifestazioni quali la regata sto-rica si può arrivare anche a 40 mila pre-senze, e la città comincia a diventare invi -vibile . Non si può prospettare agli abitantidi Venezia una manifestazione che dur iquattro mesi, sia pure in inverno ; bisognainfatti considerare che in quel periodo vi èil carnevale, che in aprile cade la festivit àdella Pasqua e che vi è anche la ricorrenz adel 25 aprile. Vorrei, colleghi, che voi virecaste a Venezia in occasione di una di

tali manifestazioni per rendervi conto d icome il suo tessuto urbanistico non sia ingrado di sopportare i flussi che ne conse-guono.

Io ritengo che tali flussi non debban oessere incrementati, come invece acca-drebbe se si svolgesse a Venezia una mani -festazione come l'Expo, il buon esito dellaquale dipende proprio, come ricordavaRipa di Meana, dal numero di turisti che s iriesce a farvi affluire .

Occorre inoltre tener conto del pronun-ciamento del Parlamento europeo . In Con-ferenza dei presidenti di gruppo l'onore-vole Scotti ha affermato che a suo avviso ladecisione adottata a Strasburgo deve con -siderarsi impegnativa, dal punto di vistapolitico, anche per il Parlamento ed il Go-verno italiano .

Da questo punto di vista noi riteniamoche il Parlamento italiano, ed il Governo i nparticolare, debbano farsi carico della de-cisione presa a Strasburgo, che non è certocoerente con l'immagine di un paese ch evoglia salvaguardare effettivamente l'im-portantissimo patrimonio ambientale, cul -turale e sociale che possiede.

Vorrei infine ricordare due ultimi punti ,ai quali facciamo anche riferimento nell anostra interpellanza .

Spesso in questi giorni — anche in Se -nato, il 25 gennaio di quest'anno, quandol'onorevole Cristofori ha risposto all'in-terrogazione del senatore Riva — in ma-niera a mio avviso non corretta, si è ripor-tato quello che la regione Veneto ha ri-sposto al questionario proposto dal BIE,trascurando invece quanto era emerso insede di consiglio comunale di Venezia . Piùvolte, cioè, si è affermato che la candida-tura di Venezia è stata proposta dall astessa città, nella persona del suo sindac oLaroni .

Credo però che vada in questa sederimarcato il fatto che Laroni, attualmenteparlamentare europeo, presentò quella ri-chiesta il giorno successivo a quello dell esue dimissioni . Si trattava quindi di un sin-daco dimissionario, che non poteva pro-nunciarsi a nome di tutta la città . La suarichiesta era firmata anche dall'allora pre -sidente della regione Veneto, Bernini . Ma

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per quanto riguarda l ' attuale sindaco di -Venezia, Casellati, al quale era stat ochiesto successivamente di sottoscrivere l adomanda o di ripresentarla, egli dissechiaramente che il comune non si era an-cora pronunciato .

Questo avveniva però prima dell'estat e1989. Io vorrei qui ricordare come in se-guito la giunta di Venezia si sia divisa pro -prio sul pronunciamento contro l 'Expo, edancora come il consiglio comunale si siapronunciato a maggioranza chiarament econtro, com'è stato ricordato poc'anz idall'onorevole Pellicani .

Ritengo che questa chiara espressionedi contrarietà all'Expo da parte del consi-glio comunale, suffragata anche da u ngenerale movimento nazionale, interna-zionale e locale, che è stata totalmentesottaciuta nella risposta della regione Ve-neto al questionario proposto dal BIE ,debba invece essere tenuta presente . Ben80 comitati si sono spontaneamente costi -tuiti a Venezia in un movimento coordi-nato che viene chiamato «No Expo» . Ilavoratori della sovrintendenza ai ben iculturali e ambientali si sono pronunciat icontro; poeti e scrittori hanno manife-stato la loro posizione contraria all'Expoin una lettera pubblica al BIE. La stessapolizia municipale di Venezia ha detto ch ecomunque non potrebbe offrire alcun agaranzia per una manifestazione com equella dell'Expo .

Ancora, si sono dichiarati decisament econtrari all'Expo i lavoratori e i direttoridella biblioteca Marciana, Italia nostra, emolti comitati privati . Vi è insomma tuttoun movimento in città assolutamente con -trario a quella ipotesi .

Di questa opinione, di questa volontàespressa dai cittadini di Venezia e manife -statasi in particolare nel pronunciament odel consiglio comunale del settembr edell'anno scorso credo si debba assoluta -mente tenere conto . Ritengo quindi che i lGoverno se ne debba fare carico (Applaus idei deputati del gruppo verde) .

PRESIDENTE. L'onorevole Tamino hafacoltà di illustrare la sua interpellanza n .2-01017 .

GIANNI TAMINO. Credo che al Presidentedel Consiglio e a tutto il Consiglio dei mini -stri non possa sfuggire quale sia oggi l asituazione di Venezia : una città a rischio ,con un equilibrio precario. Nel corso degliultimi anni è già stato dimostrato cos asignifichi un afflusso eccessivo di turisti ,che ha compromesso o rischiato di compro-mettere un fragile equilibrio, che d'altr aparte, dal punto dì vista ambientale e mo-numentale, era già stato messo in discus-sione da scelte tutt'altro che serie e valid edell 'amministrazione regionale veneta .

Finora sono stati compiuti per la salva-guardia di Venezia soltanto interventi mo-desti, di basso profilo, che non hannorisolto i drammatici problemi determinat ida un degrado ambientale notevole e dallostato di abbandono e di incuria del patri-monio culturale veneziano .

Come dicevo, questa città, che viv edrammaticamente tale situazione, ha gi àconosciuto il significato di afflussi ecces-sivi di turisti . Così è stato, per esempio, i noccasione della ripresa — per altro anch elegittima — del carnevale, una volta d igrande splendore. Il forte afflusso di tu-risti da ogni parte d 'Italia ha messo arepentaglio la sicurezza e l'incolumitàstessa di significativi monumenti, di are edi particolare rilievo e, — in generale ,l'equilibrio di Venezia, tanto è vero che ne ltempo si sono dovute adottare logich enuove, volte a ridurre ed a differenziarel'afflusso dei turisti, contrariamente all aoriginaria impostazione, di carattere po-polare .

Tuttavia Venezia ha vissuto il dramm amaggiore in occasione del famoso con-certo dei Pink Floyd, che determinò u nafflusso enorme di turisti . E sia ben chiaro,stiamo sempre parlando di turisti italiani ,di un turismo essenzialmente legat oall'area veneta, o eventualmente a quell anazionale .

Con il concerto dei Pink Floyd abbiamoverificato cosa significhi mettere real-mente a repentaglio la struttura di quest acittà, sicuramente unica a livello mon-diale, la cui salvaguardia non può passar eattraverso un nuovo disegno di essa a fin ispeculativi . Occorre rifarsi alla logica ed

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allo spirito che hanno portato alla suacostruzione, in primo luogo garantendo l apossibilità di vita dei veneziani all'intern odella loro città, e poi rivitalizzando i lcentro storico con la presenza dei citta-dini .

La logica che invece si vuole adottar econ la scelta dell 'Expo 2000 si muove inuna direzione diametralmente opposta ,perché inevitabilmente comporta l'espul-sione degli abitanti dal centro storico, tra -sformando Venezia in una città statica ,simile neppure ad un museo, ma, peggio ,ad una Disneyland, come da molte parti èstato detto .

Una trasformazione del genere espel-lendo le attività dal centro veneziano, alte -rerebbe il significato stesso di Venezia emetterebbe a repentaglio il futuro dellacittà, l'equilibrio tra cittadini e città ed i lrapporto tra le attività economiche speci-fiche e peculiari di Venezia, che l'hannoresa quale essa è .

Tutto questo per dire che le esperienz egià fatte di eccesso di turismo nella citt àveneziana hanno messo in evidenza ch esarebbe assolutamente insopportabile unascelta come quella proposta, che porte-rebbe un flusso enorme di turismo, no npiù di tipo locale o nazionale, come avvien eper il carnevale o com'è avvenuto per ilconcerto dei Pink Floyd, ma addirittura d icarattere internazionale .

Già altri colleghi hanno sottolineatol'aspetto relativo all'afflusso turistico .Qualsiasi persona abbia visitato anche un asola volta questa città sa che vi è una stroz -zatura attraverso la quale bisogna passareprima di arrivare nel centro storico . Speroproprio che non si voglia pensare di faci-litare l'afflusso all'Expo allargando ma-gari la zona destinata al parcheggio delleauto private nell'isola di Tronchetto .Quanto poi al trasporto pubblico sugomma, sfido chiunque a dimostrare chesi possano sostenere per molti giorni puntedi 400-500 mila persone, con una mediagiornaliera di 200 mila. Rimane la possibi -lità del trasporto su rotaia . Ma anche inquesto caso si dovrebbe avere un treno . . .continuo, il che non sarebbe ovviamentepossibile . Anche mettendo insieme il tra -

sporto privato (che sarebbe proprio daescludere), il trasporto su gomma e quellosu rotaia, difficilmente il flusso di personearriverebbe in città !

È stato anche detto — e ciò è nelle mir edel consorzio per l'Expo di Venezia — ch esi dovrebbe costruire una «metropolitanaleggera». Questa non è una novità, perchégià in passato si era ventilata una ipotesidel genere; anzi, era stata addirittura pro-posta la costruzione di una metropolitan asottomarina.

In proposito voglio subito dire che h odelle perplessità sulla costruzione di unametropolitana leggera di superficie, cheandrebbe comunque ad intasare quell astrozzatura di cui prima ho parlato.Dunque si dovrebbe costruire una metro-politana sottomarina: ma un'opera del ge -nere avrebbe effetti rilevantissimi da lpunto di vista della fattibilità e degli equi -libri della città .

Altri ancora spererebbero in soluzioni d icui oggi è impossibile valutare l'impatt odal punto di vista ambientale e monumen -tale sulla città di Venezia .

Già da questi dati emerge che l'Expo aVenezia è praticamente insostenibile, nonsolo nell'ipotesi in cui tale manifestazion eavvenisse nel centro-storico, ma anche —si badi bene, perchè qui sta il trucco a cu ispesso si ricorre — qualora interessass el'area oltre Marghera, o addirittura, com esi propone, la zona dell'entroterra circo -stante: Treviso, Padova, Vicenza e Ve-rona .

Immaginate infatti che qualcuno, prove-nendo da una qualsiasi parte del mondo ,arrivi nel Veneto e non vada a visitar eVenezia? Sarebbe impensabile! Un turistadel genere sarebbe quanto meno poco cre-dibile . Venezia è famosa in tutto il mondo ,a differenza di città come Padova, Trevis oo Vicenza. Lo dico non perché queste citt ànon siano interessanti, ma perché la pi ùattraente nel Veneto è certamente Vene -zia .

Che fare allora? Dovremmo forse fa rsvolgere l'Expo a Marghera, a Mestre, aPadova o a Treviso, mettendo il filo spinat ointorno a Venezia, per impedire alla gent edi arrivare al suo centro storico?

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Ma è assolutamente incredibile! impen-sabile! Oltre tutto se questo fosse l'obiet-tivo quel flusso di turismo che si ritiene siala condizione essenziale per remunerare l acolossale impresa dell'Expo verrebbemeno, in quanto la gente, sapendo in par -tenza che non potrà recarsi a Venezia, nonsi sognerehbe certamente di venire inItalia per visitare una qualsiasi città de lVeneto. E pertanto evidente che sarebbeVenezia la principale meta turistica .

Ci troveremmo nell'impossibilità mate-riale di garantire che il flusso turisticogiunga in maniera adeguata ed ordinatanel centro storico della città lagunare . Tut -tavia, ammesso e non concesso che tal eflusso raggiunga ordinatamente il centr ostorico, cosa accadrebbe dopo? Venezia ,ove risiedono circa 100 mila abitanti, s itroverebbe ad ospitare a dir poco 200 mil aturisti e probabilmente, in alcuni mo-menti, anche 500 mila . Le stesse calli vene -ziane non potrebbero assicurare l'incolu-mità delle persone .

È vero che da quando c'è memoria sto-rica il Presidente del Consiglio è sempr estato un uomo politico di spicco nel nostr opaese, ma forse qualche volta egli si èrecato a Venezia come semplice cittadino(se non lo ha fatto mi spiace, perché h aperso molto). Chi ha visitato Venezia inmomenti di normale turismo (a settembreo anche a giugno, e colgo l 'occasione perinvitare il Presidente del Consiglio a re-carsi a Venezia in occasione dei mondial idi calcio quando sicuramente vi sarà u nflusso turistico significativo da Verona eda Udine) sa perfettamente cosa significh iattraversare le calli, per esempio da piaz-zale Roma a piazza San Marco . Tutti cono -scono le enormi difficoltà che si incon-trano a spostarsi nelle ore di punta ,quando c 'è gran movimento di persone .

Voi rischiate di peggiorare questa situa -zione di quattro o di sei volte: cercate diimmaginarvi quale situazione si verrebbea creare, a meno che non pensiate di sven -trare una parte del centro storico per far eautostrade all'interno di Venezia! Forse sipensa di trasformare tutti i canali in pas-serelle, oppure di costringere le person eche salgono sui vaporetti a non scendere

mai, in modo da vedere la città da lontano ,senza toccarla, così come si ammira u noggetto custodito in un museo . Mi sembrache tutto ciò sia privo di senso .

Vorrei che il Presidente del Consiglio cifornisse delle risposte concrete al ri-guardo; non ci si può infatti lavare le man iaffermando che la questione non compet eal Governo essendo la decisione nelle man idel (BIE). Non è vero, il Governo ha i ldovere di assumere le proprie responsabi -lità !

Signor Presidente del Consiglio, alcuniministri — in particolare il ministro DeMichelis — hanno affermato che la deci-sione di proporre Venezia è di spettanz agovernativa ; ma abbiamo anche ascoltatole dichiarazioni di almeno tre ministri iquali si sono nettamente dissociati d aquesta scelta. Allora qual è la collegialità ,qual è la scelta collegiale del Governo?Forse il Governo subisce il ricatto di unministro affarista come il ministro De Mi-chelis, che in questo momento ha gi àmesso in piedi le strutture, unitamente co nle principali aziende italiane, per spartirs ila torta degli appalti e della speculazion esull'Expo dì Venezia ; un ministro che ,come capolista del partito socialista all erecenti amministrative, ha fatto affiggeremanifesti in tutta la città avvertendo d iaver già stipulato contratti in vista dell asua nomina a sindaco della città ; ministroche ritiene, come futuro sindaco, di stipu -lare contratti e, con questa stessa logica, d igestire il futuro Expo di Venezia ; un mini-stro. . .

PRESIDENTE. Onorevole Tamino, hasuperato il tempo a sua disposizione .

GIANNI TAMINO. Concludo, signor Presi -dente .

Un ministro, dicevo, che di fatto è i lnuovo mercante di Venezia, ma non ne lsenso che viene da Venezia! bensì ch evuole mercanteggiare la città di Venezia ,che vuole vendere a Venezia! Questo e i lministro De Michelis !

Allora è vero che può mettersi da sol ocontro la popolazione veneziana, contro i lsindaco, la giunta, il consiglio comunale,

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esponenti del mondo della cultura nazio-nale ed internazionale, il Parlamento euro-peo, ministri italiani, il segretario CEE perl'ambiente . . .

PRESIDENTE. Onorevole Tamino, le ri-peto che ha superato il tempo a sua dispo -sizione.

GIANNI TAMINO . Ce lo dica, signor Pre-sidente del Consiglio, e si assuma le re-sponsabilità di dirci qual è la posizione de lGoverno in merito al futuro di Venezi a(Applausi dei deputati della componenteverde del gruppo misto, dei gruppi verde, d idemocrazia proletaria e del MSI-Destra na-zionale) .

PRESIDENTE . L 'onorevole Dutto ha fa-coltà di illustrare l'interpellanza Del Pen-nino n . 2-01018, di cui è confirmatario .

MAURO DUTTO. Rinuncio ad illustrarla ,signor Presidente, e mi riservo di interve-nire in sede di replica .

PRESIDENTE. Prima di dare la parol aal Presidente del Consiglio dei ministri ,avverto che, avendo i colleghi Visco e Cec -chetto Coco chiesto di allegare document iai loro interventi, la Presidenza ne auto -rizza la pubblicazione in allegato al reso -conto stenografico della seduta odierna .

L'onorevole Presidente del Consiglio de iministri ha facoltà di rispondere alle inter -pellanze e alle interrogazioni di cui in pre -cedenza è stata data lettura, nonchè all eseguenti interrogazioni non iscritte all'or -dine del giorno e vertenti sullo stesso argo -mento :

RUSSO SPENA e ARNABOLDI . — A lPresidente del Consiglio dei ministri . — Persapere — premesso che :

il Governo italiano ha candidato la citt àdi Venezia come sede dell 'Esposizione uni -versale del 2000 con motivazioni di salva -guardia della città per il suo alto valoreculturale e artistico ;

la regione Veneto non ha informato i lBureau international des expositions della

presa di posizione del consiglio comunal edi Venezia che ha respinto la proposta difar effettuare l 'Expo 2000 a Venezia inquanto non esisterebbero le condizioni pe rlo svolgimento della suddetta manifesta-zione ;

finora le attenzioni si sono rivolte es-senzialmente ai flussi turistici legati all acittà di Venezia in quanto città d'arte ,mentre l'Expo comporterebbe trasforma-zioni economiche e sociali tali da rendereuna città meno città di quello che è giàadesso, in rapporto alle attività produttivee alla residenzialità e agli altri aspetti so-ciali : —

se, al di là degli studi sulla compatibi-lità della città con l'Expo, siano stati ap-prontati studi sulle modificazioni chel'Expo comporta nei confronti delle atti-vità produttive, della residenzialità, e degl iinsediamenti sociali, prevedendo in quest omodo l'impatto sulla città ;

se non ritenga opportuno ritirare lacandidatura di Venezia come sed edell'esposizione universale .(3-02448 )

(31 maggio 1990) .

RUTELLI, TAMINO, RONCHI, e RUSS OFRANCO . — Al Presidente del Consiglio de iministri. — Per sapere —

premesso che è incontrovertibilment eacquisito in Italia e a livello culturale escientifico un giudizio tecnico culturale escientifico sull'insostenibilità per la strut -tura urbana e l'ecosistema veneziano dell osvolgimento dell'Esposizione dell'ann o2000 —

quali atti formali il Governo intendacompiere per scongiurare lo svolgimentodell'Expo 2000 a Venezia .(3-02449)

(31 maggio 1990) .

GIULIO ANDREOTTI, Presidente del Con-siglio dei ministri. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, il grande interesse ovunquesuscitato ogni qual volta si evochi il nomedi Venezia conferma come questa città —

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lo hanno del resto ricordato tutti i collegh iche hanno preso la parola — sia davver oconsiderata un patrimonio di arte e distoria appartenente al mondo intero . Nonfanno quindi meraviglia, né rincrescono, ilclamore e le apprensioni insorti dinanzialla ipotesi di una esposizione universal edi fine millennio da allestirsi nella region eveneta, ma denominata «Venezia Expo» ,con una dizione riassuntiva a forse anch econ una finalità pubblicitaria risultante adoppio taglio .

Già il Governo ha avuto occasione di rife -rire in proposito in Parlamento, con l edichiarazioni del sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio, onorevole Cristo -fori, il 23 gennaio scorso al Senato . Con -sentitemi oggi alcune ulteriori considera-zioni .

La candidatura di Venezia ad ospitar el'esposizione universale del 2000 ha susci -tato reazioni riflesse anche nelle interroga -zioni qui presentate e nelle interpellanzeora illustrate, che si giustificano con l'im-portanza di questo impegno e con il coin-volgimento di una città — come ho detto— per alcuni versi unica al mondo . Questereazioni esprimono un sentimento che no npuò lascarci indifferenti, in quanto custod idi un patrimonio storico e culturale ap-punto di valore universale .

Credo che una valutazione serena pe rcogliere pienamente sia le prospettive, si ale difficoltà legate a questo evento debbamuovere da una accurata conoscenza deifatti .

L'iniziativa nacque, infatti, nel set-tembre 1988 su impulso del presidentedella regione e del sindaco di Venezia (qu iè stato accentuato il fatto che il sindaco er adimissionario, ma era comunque il sin-daco di Venezia in quel momento in ca-rica). Successivamente — dico questo nonper polemica con qualcuno, ma per sotto -lineare che vi è stata una linearità nell acura di questa vicenda, — il 10 maggi o1988, ancora a firma abbinata del presi -dente della regione Bernini e del sindaco d iVenezia, che nel frattempo era mutato edera l'avvocato Antonio Casellati, si chie-deva ancora al Ministero degli affari ester idi confermare la posizione già assunta dal

Governo italiano nell'ambito del Bureauinternational des expositions .

Il 15 novembre, in quanto il ministeroaveva richiesto un'ulteriore conferma,sempre a firma Casellati-Bernini venne in -viata una lettera al Ministero degli affar iesteri, in relazione al termine del 20 no-vembre, con la quale si pregava «il Go-verno italiano di voler compiere preso i l(BIE) i conseguenti passi previsti dal rego-lamento. »

Questo è un punto fermo che serve adare una giusta inquadratura alla que-stione. Nel frattempo, avevano aderito l aprovincia di Venezia e l'unione delle pro -vince venete .

È vero che nel luglio del 1989 — come estato poc'anzi ricordato — si è svolto u ndibattito in consiglio comunale perché nelfrattempo — e penso che non sia fanta-sioso dire post hoc ergo propter hoc — eraintervenuto quello sconvolgente concert odei Pink Floyd, a proposito del quale vorre idire all'onorevole Pellicani, che lo ha rie-vocato giustamente in termini negativi ,che era stato autorizzato non dal patriarc adi Venezia, bensì dalla giunta di questacittà, il cui prosindaco, se non vado errato ,era un compagno di partito dello stess oonorevole Pellicani .

Credo, dunque, che sia stato giusto — èun fatto e su questo non ci piove . . .

GIULIO QUERCINI . Il perseverare è dia-bolico !

GIULIO ANDREOTTI, Presidente del Con-siglio deì ministri . Esattamente .

Qualche volta, nel passato, è capitato alungo di perseverare diabolicamente : cisono voluti fatti molto importanti per pas-sare dal diabolicum ad altro!

Dico subito all'onorevole Teodori, i lquale ha sostenuto che sarebbe meglio vo-tare, che al contrario sarebbe meglio no nfarlo, perché mancherebbe ampiamente ilnumero legale. Ritengo comunque chequesta discussione abbia un suo valore : i lResoconto stenografico di oggi certamenteverrà allegato alle carte che dovranno es-sere prese in esame da chi dovrà deci-dere .

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Nello stesso ordine del giorno del consi-glio comunale di Venezia, qui più volteevocato, non si propone di ritirare o di nonfare; anzi nell'ultima parte si legge: « . . . inquesto quadro la candidatura di Venezia ,sede dell'esposizione, venga esaminataalla luce delle condizioni qui enunciate etrovi nel consiglio comunale l'unica sed eabilitata a decidere». Sul punto torneròcomunque da qui a poco .

Cito questi testi perché nelle vicende in-terne, come anche in quelle internazionali ,occorre una certa linearità di conduzione .Credo non si possa procedere per statid'animo e per considerazioni che, pur sicu-ramente obiettive, fino al famoso concertonon erano state enunciate in una forma d iuna certa consistenza .

Il Governo è perfettamente a cono-scenza della posizione attuale dell 'ammi-nistrazione comunale: l'Expo del 2000 nonsi potrebbe certamente realizzare senza ilconsenso del comune per tutti quegl iaspetti, fondamentali, che rientrano nell esue competenze istituzionali .

La candidatura di Venezia verrà esami -nata a Parigi il 14 giugno, in concorrenz acon quelle di Hannover e di Toronto . Ènecessario, a questo punto, affermare ch eil problema degli adempimenti dei con-trolli e delle garanzie che renderebber oeffettiva un'assegnazione dell'esposizionealla città lagunare ed al Veneto si colloche-rebbe soltanto dopo quella data . Il regola -mento dell'esposizione lascia, infatti, perqueste valutazioni, prima dell'aggiudica-zione definitiva, addirittura un intervallodi tempo massimo di cinque anni ; tant'èvero che soltanto nell'ottobre prossim oVienna e Budapest, che ospiteranno lamanifestazione del 1995, vedranno appro-vato o respinto il loro piano generale .

La decisione del 14 giugno favorevole a lVeneto rappresenterebbe, quindi, soltant oil punto di partenza di una procedura na-zionale, che investe sia gli aspetti finan-ziari che quelli ambientali e di tutela de lpatrimonio artistico . Nel caso specifico d iVenezia, sarebbe necessario inquadrare ri -gorosamente l'attuazione del progettoconcernente l'Expo nell'insieme dei pro-blemi che- assillano la città lagunare, se-

gnatamente l'inquinamento della laguna ,le difese a mare e i reinsediamenti indu-striali .

Si tratta di tutta una serie di problemicomunque esistenti, sui quali il Parla-mento ed il Governo hanno già adottato l eprime decisioni di intervento con la leggeper Venezia, la cui attuazione purtropporitarda per complicazioni amministrativee di controllo, che mi auguro possan ovenire presto superate .

Mi sembra importante soffermarmisulle caratteristiche dell'esposizione ,come sono state delineate dai promotori .Essa non può essere, né vogliamo che siauna esposizione come tutte le altre, in cu iprevalga il carattere merceologico .

Si tratta, secondo questo disegno, di un aesposizione che dovrebbe distinguersi perdue caratteristiche fondamentali . Laprima riguarda l'utilizzazione dei sistem iavanzati di comunicazione a distanza, chenon richiede, per quel che attiene a Vene -zia, l'utilizzazione di padiglioni espositivi eche fornirebbe altresì l'occasione per i lrestauro dell'Arsenale, uscendo da un'av-vilente e sterile stasi pluriennale .

Osservo, avuto riguardo appunto all'Ar-senale di Venezia, che proprio la sua desti -nazione a centro di produzione di ideedovrebbe attirare un pubblico più selezio-nato. Rilevo, altresì, che al fine di ridurreal massimo il coinvolgimento del territori odel comune di Venezia escludendo i lcentro storico, si è ritenuto di non pren-dere in considerazione, ad esempio, l 'areadella Biennale (pur dotata di strutture per-manenti e di padiglioni di varie nazioni)che è curiosamente utilizzata solo per tr emesi ogni biennio .

Sarebbe, invece, opportunamente rivita-lizzato il tratto Marghera-Mestre-Tessera ,un'area non soltanto degradata ambiental -mente, ma anche in crisi economica .

La seconda caratteristica del progettoriguarda il coinvolgimento degli altri ca-poluoghi della regione veneta, che dovreb -bero ospitare le manifestazioni sui singol itemi, il cui argomento generale è «La co-struzione dell'equilibrio del sistematerra» .

Sotto questo profilo, il progetto per Ve-

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nezia potrebbe avvalersi dell'esperien-zanel frattempo maturata con l 'Esposi-zione Vienna-Butapest del 1995, anch'essauna manifestazione per molti versi origi-nale, fatta di episodi distaccati l'un odall'altro, proprio per non gravare su di u nunico centro.

Il piano territoriale regionale di coordi-namento ed il piano regionale dei trasportiprevedono già, in larga misura, intervent iinfrastrutturali, ma la vera innovazionesarebbe un 'altra. Essa investe la regola-zione attiva dei flussi, comunque in cre-scita, che è oggi il problema principale diVenezia. Il futuro di questa città, come ditante altre nostre città d'arte, si gioca su d iessi, che si faccia o meno la manifestazion edi cui stiamo discutendo.

Questo problema generale non è di facil esoluzione ed il dibattito, che è aperto fin daora, sulla programmazione degli accessideve servire a sviluppare un'analisi critica ,intelligente e costruttiva verso il risultat oottimale . E tale risultato potrebbe riuscirepiù facile da conseguire cogliendo un'oc-casione precisa, piuttosto che attestandoc isu posizioni di mera attesa .

Ma — lo ripeto — il problema sussiste, aprescindere dall'Esposizione (basti pen-sare alle grandi mostre che Venezia ospit acontemporaneamente per quasi tutt ol'arco dell'anno) e dobbiamo, quindi, ri-flettere sulle scelte da compiere se vo-gliamo evitare i due eccessi opposti di far eVenezia una città proibita e, dall'altro, dilasciare che i turisti assedino la città com el 'acqua alta .

Certo, è ovvia la necessità che lo svolgi -mento della manifestazione non crei appe -santimenti che potrebbero essere evitat icon un'oculata programmazione deitempi. Per questo, il periodo proposto èquello che, statistiche alla mano, è poc oincidente sulle correnti turistiche ordina -rie .

Vengo all'ulteriore punto che tante in-quietudini solleva: l'impatto ambientale suuna città dalle strutture per molti aspett ifragili .

E qui vorrei dissipare un equivoco, cheritrovo in alcune delle interpellanze e delleinterrogazioni, circa l'atteggiamento del -

l'UNESCO, che ha incluso appunto Ve-nezia e la sua laguna nell'elenco dei beniappartenenti al patrimonio mondiale .

Nel dicembre del 1989, su sollecitazionecanadese, l'UNESCO poneva al Governoitaliano un quesito sui pericoli derivant idall'Expo al patrimonio monumentale d iVenezia .

All'UNESCO è stato risposto che «Ve-nezia 2000» si proporrebbe specificata-mente, per quel che riguarda il complessodella regione, di contribuire alla salva-guardia fisica, economica e sociale dell acittà e del suo patrimonio artistico; bastipensare al citato restauro dell'Arsenale.Lungi dal costituire un'ingombrante fieradell'effimero, dovrebbe fornire l'occa-sione per riqualificare e migliorare l'of-ferta culturale del centro storico . E nonpensiamo soltanto ad una nuova funzioneculturale dell'Arsenale, ma anche ad altrearee, per non far sempre del Canal grandel'unico itinerario turistico della città .

Qualora da Parigi dovesse uscire un re-sponso favorevole a Venezia, potremmoanche pensare di riunire tutte le citt àd'arte d'Europa — iniziativa che per altropotremmo realizzare anche in mancanzadell'assegnazione — in particolare quell eche nel prossimo decennio saranno teatrodi esposizioni e con le quali siamo già i ncontatto (Siviglia, Genova, Vienna e Buda-pest), per discutere insieme il modo mi-gliore, avvalendoci delle esperienze ch evia via matureranno, di fare dell'Esposi-zione un'occasione per elevare la fruibilitàdel patrimonio culturale ed artistico dell acittà lagunare e delle altre città venete .

Il direttore generale dell'UNESCO ,Mayor, nel recepire positivament equest'impostazione, ha anche offerto dicollaborare alla sua realizzazione .

Un altro quesito con il quale ci si deveconfrontare riguarda l'impatto ambien-tale. È un problema sollevato, fra l'altro, i l3 aprile scorso dalla Commissione CEE,che ci ha richiesto, in base ad una direttivadel 1985, di analizzare le conseguenz eambientali di una serie di impianti infra-strutturali . Vorrei osservare al riguard oche una delle città in concorrenza conVenezia, Hannover . ha comunicato alla

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Commissione che gli impatti ambiental iverranno analizzati solo dopo l'eventualeassegnazione dell 'Expo. Anche su quest opunto, come sull'aspetto dei flussi e dell atutela del patrimonio artistico, conferm oche le scelte dovrebbero essere compiutesoltanto dopo la decisione del 14 giu-gno.

Sembra importante precisare che, ove i l14 giugno il Bureau dovesse pronunciars ia favore della candidatura italiana, il Go-verno chiederà al Parlamento di espri-mersi sulla realizzazione del progetto .Come ho detto poc'anzi, i regolamenti de lBureau prevedono un lasso di tempo sino acinque anni prima della data fissata perl'apertura dell'Esposizione, per presen-tare la cosiddetta domanda di registra-zione, che dovrà essere accompagnata dairelativi documenti istruttori e che è, per -tanto, la formalizzazione effettiva e con-creta del proposito di celebrare la manife-stazione .

Osservo a questo proposito che i suddettiregolamenti contemplano tutta una seri edi condizioni da soddisfare, fra le qualiacquistano rilievo le indicazioni relativiall'atteggiamento, non solo del Governo edegli enti locali, ma dei partiti politici ,delle forze imprenditoriali e di quelle de llavoro nei confronti dell'Esposizione .

È chiaro che una decisione favorevoledel comune di Venezia, nonché degli altr icomuni interessati, oltre che della regione,costituisce condizione imprescindibile perportare avanti il progetto e per portarloall'esame del Parlamento .

Il Governo farà fino in fondo il suodovere e non mancherà di sottoporre allavostra approvazione l'eventuale progettoesecutivo, tenendo presenti, naturalmente,tutti gli aspetti ad esso connessi, con par-ticolare riferimento ai rimedi per il de-grado in atto e alla indispensabile applica -zione dell 'attuale legge per Venezia co ntutte le sue ulteriori potenzialità .

Il Governo farebbe questo entro un annodall'eventuale deliberazione favorevol edel 14 giugno .

Venezia sollecita l'interesse di tant aparte del mondo, preoccupata che essavenga snaturata, che mantenga la sua

identità, anche se non tutte le prese di posi -zione sono completamente disinteressate .Ma tutte meritano di essere vagliate, se-gnatamente quando provengano dal Par -lamento europeo .

A maggior ragione, proprio a motivo deldissenso espresso a Strasburgo il 17 mag-gio, il Governo ritiene necessario — se l aprocedura fosse preliminarmente favore-vole alla proposta italiana — sottoporreall'attenzione anche del Parlamento -eu-ropeo il progetto dell'Esposizione.

A ciò siamo indotti dall'importanza ch el'Italia ha sempre attribuito al ruolo poli-tico del Parlamento di Strasburgo ed all anecessaria sua crescente incisività . Cisembra che le parole usate dal Presidentedel Parlamento europeo, Baron Crespo, i l17 maggio circa la necessità di una mag-giore riflessione, in un contesto che non siaquello delle urgenze e sotto una rubricache non sia quella delle catastrofi natural iabbiano il loro peso in un processo d iattenta, ponderata e completa valutazion edelle scelte da compiere, in una materiadella quale tutti valutiamo la delicatezza el'importanza .

Vorrei dunque che questa discussione i nParlamento, che nell'ipotesi di una scelta afavore di Venezia sarebbe solo la prima —lo ripeto — di un coinvolgimento costant ein ognuna delle decisioni fondamentali pe rl'esposizione, segnasse anche l'apertura diun dibattito sereno, giustamente critico ,ma costruttivo .

E certo che l'esposizione imporrebbeuno sforzo di progettualità e di intelligenz adi grande significato, all'altezza dell'ere-dità di Venezia. Se ci sono delle difficoltà ,ci sono anche delle ragioni per superarlema, soprattutto, per impostare e portareavanti un'azione sapiente, con il concorsodi tutte le forze politiche e sociali, volta aproiettare lo sviluppo della città e della suaregione oltre la soglia del terzo millennio .Il che rappresenta, in effetti, l'unico ed i lvero obiettivo cui teniamo e che ci im-pegna in modo cogente, con o senza l'espo -sizione (Applausi dei deputati del gruppodella DC) .

PRESIDENTE. L'onorevole Novelli ha

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facoltà di dichiarare se sia soddisfatto pe rla sua interpellanza n . 2-00608.

DIEGO NOVELLI. Signor Presidente ,anche a nome degli altri presentatori ri-nunzio alla replica per la mia interpellanzan. 2-00608 .

PRESIDENTE. L 'onorevole Napolitanoha facoltà di dichiarare se sia soddisfatt oper l'interpellanza Pellicani n . 2-00959, dicui è cofirmatario .

GIORGIO NAPOLITANO. Signor Presi -dente, debbo dichiarare subito la mia in -soddisfazione, nonostante il Presidente de lConsiglio abbia mostrato preoccupazioneper la posizione del comune di Venezia, de lParlamento italiano e del Parlamento eu-ropeo, dopo che il consiglio comunale d iVenezia e il Parlamento europeo si sonopronunciati contro e dopo che da tanti set -tori del Parlamento italiano sono venut iavvisi contrari .

Dichiaro la mia insoddisfazione perchéquella che ci e stata esposta, dopo una fati -cosa — lo abbiamo letto — riunione in

extremis di una numerosa rappresentanzadel Governo, e una posizione me lo con-senta, onorevole Andreotti contradditto-ria, elusiva e tortuosa, che rispecchia i dis -sensi manifestatisi nello stesso Governo etale che non si comprende come possaessere decorosamente sostenuta a nomedell'Italia nell'imminente riunione del Bu-reau internazionale delle esposizioni .

Tale posizione è contraddittoria e tor-tuosa perché si afferma ancora che, nono-stante la denominazione «Expo Venezia» ,in realtà la manifestazione non dovrebbeaver luogo a Venezia; a parte che nelle let -tere ufficiali — come tutti abbiamo letto —si è sempre parlato di una esposizione aVenezia. Si dice inoltre che si giungerà aduna valutazione conclusiva dopo avercompiuto ulteriori studi, dopo aver rac-colto ulteriori elementi e aver ascoltato l eistituzioni che sarà necessario interpel-lare. Si richiama infine la nostra atten-zione sul fatto che una decisione definitivainterverrà solo fra cinque anni .

Ma, onorevole Presidente del Consiglio,

stiamo ragionando della candidatura d iVenezia; ebbene, noi siamo dell 'avviso chetale candidatura non debba né possa es-sere sostenuta seriamente e che sia stataavanzata in modo estremamente arri-schiato e poco responsabile .

Lei ha fatto cenno ad altre città d'arte;non c'è dubbio, per altro, che tra tutte lecittà d'arte d'Europa e del mondo, quell ache presenta gli equilibri più precari ed irischi più gravi è proprio Venezia . Ebbene,nell'avanzare una candidatura tanto ri-schiosa, non ci si è preoccupati di cercarepreventivamente consenso . Non si è cer-cato, ad esempio, il consenso internazio-nale; e lei ha spiegato molto bene che cos aVenezia rappresenti per la cultura mon-diale. Importanti sono quindi le prese diposizione, specie quelle negative, che visono state in tanti ambienti internazionali .Non si è neppure cercato il consenso nazio -nale, né si è verificata l'esistenza di taleconsenso a Venezia, ma si sono compiutedelle forzature, che riecheggiano anchenel suo intervento, a proposito delle stess eposizioni assunte da autorità rappresenta-tive come il sindaco di Venezia . Nel no-vembre del 1988 il sindaco Casellati indi-rizzò una lettera al Ministero degli affar iesteri in relazione al contenuto delle no-tizie diffuse dall'ufficio stampa della re-gione Veneto per chiarire che si era sem-plicemente chiesto al comune ed alla re-gione di precisare l'anno dell'Esposizion euniversale, salvi gli studi di fattibilità incorso, in relazione all'esito dei quali — s idiceva nel novembre del 1988 — il comunedi Venezia avrebbe deciso se presentare omeno la domanda .

Vi sono state — ho già detto — forzatureclamorose. Non si è voluto accertare nep-pure quanto consenso vi fosse o potesseesservi sul problema, creando invece sin-golari aggregazioni pubblico-private a so-stegno della candidatura di Venezia e por -tando avanti una campagna che è stata — elei lo sa, signor Presidente del Consiglio —estremamente personalizzata sul pianopolitico. L'onorevole Pellicani ha già chia-rito che non intendiamo condurre alcunaguerra di carattere personale ; lasciamoampio spazio alla passione per Venezia ed

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alla buona fede dell'onorevole De Miche-lis. Tuttavia, ripeto, si è svolta una cam-pagna altamente personalizzata e legat aad una singolare e non limpida aggrega-zione — lo ribadisco — di interessi politic ied economici pubblico-privati .

In vista della riunione del 14 giugno sisono impegnate — non so bene come — lerisorse diplomatiche del paese . Penso chetale impegno sarebbe stato degno di mi-glior causa e che dovremmo utilizzarequeste risorse per fini più sostanziali, sull acui opportunità esista un maggior con -senso. Mi riferisco, ad esempio, ad obiet-tivi che abbiamo fallito, quali quelli relativ ialla direzione o alla sede di importanti isti -tuzioni europee come l'Agenzia spaziale ola Banca per la ricostruzione e lo sviluppo .Non so se perderemo anche la causa rela -tiva alla sede dell 'Agenzia europea pe rl 'ambiente .

Ritengo che il Ministero degli esteri e l anostra diplomazia dovrebbero impegnarsimaggiormente per raggiungere, ad esem-pio, quest'ultimo obiettivo e che si debbanotenere nettamente distinte le questionidella sede dell'esposizione e quelle — com -plesse e gravi — relative alla garanzia de lfuturo di Venezia . Esistono programmi ,progetti ed investimenti già decisi o d adecidere; tuttavia, vorrei fosse chiaro ch enon si tratta di risolvere i problemi diVenezia allo scopo di rendere praticabil el 'esposizione in quella città . Occorre in-vece affrontare tali questioni per rispon-dere ad un interesse ben più generale ,duraturo e sostanziale che non quello dell apreparazione ad una esposizione da te-nersi nel Veneto, ma avente il proprio epi-centro — si voglia o no — a Venezia, co ntutti i rischi che né conseguono.

Per tutti questi motivi, onorevole Presi -dente del Consiglio, insistiamo affinché s iritiri la candidatura di Venezia o co-munque affinché il comportamento de irappresentanti italiani nella riunione de l14 giugno del Bureau internazional edell'esposizione rispecchi la profonda di -visione esistente nel Parlamento e nel l 'opi -nione pubblica italiana, nonché gli avvis icontrari che sono stati espressi dal consi-glio comunale di Venezia e da molti altri

ambienti . Tale comportamento deve ten-dere a favorire una decisione meditata daparte del Bureau in questione, che ci augu -riamo sia contraria alla candidatura d iVenezia quale sede dell 'esposizione (Ap-plausi dei deputati dei gruppi del PCI e dellasinistra indipendente) .

PRESIDENTE . L'onorevole EnricoTesta ha facoltà di dichiarare se sia soddi -sfatto per la sua interpellanza n . 2-

00973 .

ENRICO TESTA. Anche a nome degli altr ipresentatori, rinunzio alla replica signorPresidente .

PRESIDENTE. L'onorevole Strumendoha facoltà di dichiarare se sia soddisfatt oper la sua interpellanza n. 2-00974 .

Lucio STRUMENDO . Anche a nomedegli altri presentatori, rinunzio alla re -plica, signor Presidente .

PRESIDENTE. L'onorevole Cederna hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interpellanza n . 2-00994.

ANTONIO CEDERNA. Signor Presidente,posso dirmi tutt'altro che soddisfatto. Spe-ravo che, di fronte ai pronunciamenti uni -versali che si sono registrati contro l'Expo ,il Presidente del Consiglio dichiarasse anome del Governo la contrarietà alla can-didatura di Venezia .

Non è ammissibile affermare che la va-lutazione di impatto ambientale si effet-tuerà successivamente ; quest'ultima nonrappresenta certo una misura che debbaessere adottata dopo aver accettato pro -poste catastrofiche . In realtà, l'unico prov -vedimento con conseguenze sull'impattoambientale consiste nell'evitare che l'Exposi svolga a Venezia .

Del resto, tutti abbiamo riconosciuto ch ela visita di 400 mila persone al giorno pu òprovocare conseguenze facilmente imma-ginabili, tenuto conto che Venezia è unacittà unica ed estremamente fragile .

Ricordo che Parigi ha rifiutato l'esposi-zione del 1989 perché, sebbene la capitale

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francese fosse meglio attrezzata e dispo-nesse di spazi superiori a quelli di Venezi aper manifestazioni di questo tipo, non si èritenuto — come disse in quell 'occasione i lsindaco Chirac — di farle correre il rischi odi essere sconvolta . Noi non assumiamo ,purtroppo, lo stesso atteggiamento esiamo ancora qui a parlare dell'Expo !

Signor Presidente del Consiglio, m ichiedo cosa faccia il Consiglio dei ministri .Cosa fa, in particolare, il ministro Fac-chiano, che oggi è presente in aula? Moltevolte l'ho invitato a battere un colpo :aspetto ancora! Ed il ministro Ruffolo ,persona competente in questioni ambien-tali, cosa fa a tale riguardo?

Per questo, assolutamente insoddisfattoper la risposta fornita dal Governo, au-spico che vi sia un sussulto di responsabi -lità e che si operi affinché una tale cala-mità non investa Venezia e l'Italia intera(Applausi dei deputati del gruppo della sini-stra indipendente) .

PRESIDENTE. L'onorevole Becchi hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta pe rla sua interpellanza n . 2-00996 .

ADA BECCHI . Signor Presidente, nonpuò dichiararsi soddisfatto chi non h aavuto alcuna risposta ai quesiti posti con l apropria interpellanza . Ho notato che ilPresidente del Consiglio sfogliava primaun elegante libretto, lo stesso che è qui difronte a me . L'onorevole Andreotti non ha ,però, fornito alcuna risposta alle domand econtenute nel nostro documento, firmatoper altro dai componenti di molti gruppiparlamentari .

La mia replica prenderà pertanto l emosse non solo da quanto il Presidente de lConsiglio ha detto, ma anche e soprattuttoda ciò che ha taciuto, per motivare com-piutamente la mia insoddisfazione che pe raltro non si può esaurire nella constata-zione che il Presidente del Consiglio nonconsidera degno di nota il sistema di orga -nizzazione dell'opinione internazional ecui fa riferimento il libretto presentato dalMinistero degli esteri e curato dal con-sorzio «Venezia Expo», del quale il fratell odel ministro degli esteri è consigliere dele -gato .

Signor Presidente del Consiglio, vi sonodue ragioni per le quali, a mio giudizio ,dovremmo essere molto preoccupati in re-lazione alla vicenda di cui parliamo . Ma lasua risposta non fornisce alcun chiari -mento al riguardo né alcun motivo pe rnutrire minori preoccupazioni .

Non sono cittadina di Venezia, anche sein tale città svolgo un'attività di insegna -mento da quindici anni ; tuttavia, sono cit -tadina italiana e — lo spero — del mondo.Ebbene, il mondo intero ha reagito all'at-tuale situazione dopo averne seguito gl isviluppi (ormai i problemi che si presen-tano investono tutti) ; del resto, solo chi vivenel Gabon non legge i giornali italiani .

Tutto il mondo ha seguito con grand epreoccupazione le numerose polemich econnesse all'esposizione, perché è facil e«vendere» Venezia, ma si rischia di farlouna sola volta. Non mi soffermerò moltosu tale problema, visto che anche lei ,all'inizio della sua risposta, ha ammessoche si tratta di un rischio reale .

Ciò che è più preoccupante, signor Pre-sidente, non è tanto il modo in cui è stataassunta la decisione di candidare Venezi a(frutto di una serie di errori e della super-ficialità di molti, come lei ha per altro rile -vato), quanto le modalità della sponsoriz-zazione di tale candidatura . Il fax che hoinviato all 'ufficio stampa del Ministerodegli esteri, del quale ha parlato poc'anz il'onorevole Visco illustrando la nostra in-terpellanza, non ha avuto alcuna risposta .Immagino si tratti di notizie delle quali tal eufficio stampa dispone, che fornirebb eforse ad un giornalista, ma non certo ad unparlamentare .

Il fax aveva una sua motivazione. Sono43, come è noto, i paesi presenti nel BIE, Inuna buffa selezione: vi sono 10 paesi dell acomunità europea (visto che non sono pre -senti Irlanda e Lussemburgo), 9 dell'Eu-ropa dell'est, 9 dell'America Latina, 6 delresto d'Europa, tra i quali il Principato d iMonaco; vi sono i 2 grandi paesi nordame-ricani e poi l'Australia, la Corea del sud, ilGiappone, il Libano, il Marocco, la Tunisi ae la Nigeria (almeno secondo l'elenco cheho a disposizione) .

Ebbene, nel fax chiedevo in quanti di

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questi paesi il ministro degli esteri si fosserecato, da quando è a capo del suo gabi-netto, per concludere trattati commercial io accordi di cooperazione . Risulta infatt idalla stampa italiana ed internazionale ,che su questo si è divertita — non è quind iuna mia illazione — che, soprattutto ne iconfronti dei paesi dell 'est, dei paesi afri -cani e dell'America Latina, il ministro D eMichelis abbia esercitato consistenti pres -sioni .

Non so se Il Mattino di Napoli abbia pub -blicato appositamente questa mattina congrande titolo la notizia dei 1 .350 miliardidati al Venezuela . Credo che su questopunto il Governo che lei rappresenta abbiail dovere di fare chiarezza; infatti, signorPresidente del Consiglio, si è detto ché l evisite e i trattati sono stati fatti con i sold idello Stato italiano e non con i soldi propr idel ministro De Michelis . Se ciò è vero l econsiglierei di leggere un libretto da pocotradotto in italiano, che io trovo molto inte-ressante, perché ritengo che il present eabbia lunghe radici nella storia (e in parti-colare le avrà nel caso di Venezia), da ltitolo «Venezia e la sublime porta», scritt oda una storica francese, Lucette Valerisi .

Sulla base di questo libretto, credo che s ipotrebbe dire — anche se mi rendo contoche è un po' comico — che il turco è tor-nato. E non alludo al credo religioso delministro De Michelis . Forse questa volta ,se le cose vanno come il ministro degl iaffari esteri vuole, Oloferne sconfiggeràGiuditta, il turco, il despota trionferà sull alibertà. Vedo che lei si diverte, signor Pre-sidente del Consiglio, ma purtroppo i nquesto ritorno della storia ci possono es-sere degli argomenti forti, delle fondateprove a sostegno. Infatti, se mi riferisco a lturco è perché gli ambasciatori veneziani,che riferivano del turco (ed erano in fond oproprio quelli che fecero conoscere i lturco all'Europa) raccontavano di come i lturco gestisse il potere, attraverso qual ilegami familiari e privati tra politica edeconomia .

Ebbene, mi pare che tra le tante brutt efigure — a volte ne facciamo di belle —che l'Italia fa all'estero, potremmo almen oevitarci quella di avere propiziato in

qualche modo il rovesciamento di un ruol oche nei secoli Venezia ha cercato di man -tenere; solo quando ha tradito, cio èquando a smesso di difendere un sistemadi regole civili, ha propiziato la propriadecadenza . E quel che infatti è accaduto ,se è vero — noi le abbiamo chiesto se lofosse, ma lei non ci ha risposto — è moltoincivile .

Dunque, sulla base di queste considera-zioni, essendo completamente insoddi-sfatta della sua risposta, signor President edel Consiglio, annuncio che, avvalendomidel secondo comma dell 'articolo 138 delregolamento, intendo trasformare la mi ainterpellanza in una mozione. Lei ha pre-visto l 'astensionismo, Presidente, se pe rcaso avessimo l'ardire di affrontare questoproblema con un voto.

GIULIO ANDREOTTI, Presidente del Con-siglia dei ministri . No! Ho constatato sol oquanti eravamo !

ADA BECCHI . . . . e quando la democraziacristiana prevede l ' astensionismo, eviden -temente è buon profeta! Però lei qui oggi èil capo del Governo e non un democri-stiano (Applausi dei deputati dei gruppidella sinistra indipendente, del PCI e verde— Congratulazioni) .

PRESIDENTE. L 'onorevole Parigi ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto per lasua interpellanza n . 2-01007.

GASTONE PARIGI . Signor Presidente ,onorevole Andreotti, quando nell'anno2000 dopo Cristo lei avrà modo di essereancora Presidente del Consiglio, potrà ren -dersi conto del disastro cui sarebbe sotto -posta Venezia nell'ipotesi che in quellacittà si svolgesse (con lei ancora President edel Consiglio), pur con diluizione nell ealtre città venete, l'Expo 2000.

Con ciò intendo sottolineare la total einsoddisfazione del gruppo del Moviment osociale italiano-destra nazionale e mia per-sonale per la sua risposta, signor Presi-dente del Consiglio . Ci attendevamo ,d'altro canto, una risposta come quella checi ha fornito : a Venezia si direbbe che è una

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risposta da bisatto, cioè da anguilla . Lei èriuscito a muoversi anguillescamente, ap -punto, tra mille argomenti e mille ragioni ,riconoscendo la fondatezza di tante per-plessità nonché l'autorevolezza di molt efonti che hanno espresso un parere allar-mato e mosso critiche di segno negativonei confronti dell'Expo . Alla fine, tuttavia ,dopo aver dato ancora una volta prova esaggio della sua capacità dialettica, ha su -bordinato ogni decisione definitiva al pa-rere di altri .

Lei, signor Presidente del Consiglio, hadichiarato (la sua risposta è stata più omeno questa) che il Governo attende d iconoscere i pareri futuri in merito al pro-blema dell 'esposizione. Mi chiedo — in-sieme, credo, a tutti i colleghi che son ointervenuti come sia possibile non ammet -tere, in base ad un normale senso logico edi obiettività — (che dovrebbe essere pro-prio del Presidente del Consiglio come diqualsiasi uomo della strada), che l'Expo ,almeno dal punto di vista del flusso turi-stico, non può svolgersi a Venezia e nelterritorio limitrofo .

Alcuni colleghi che risiedono in questacittà hanno ampiamente dimostrato come ,anche in periodi normali, non sia possibil etransitarvi a causa di una vera e propri aincompenetrabilità dei corpi. Mi chiedoallora se, a rigor di logica, non si debb agiungere alla conclusione che una manife -stazione come l'Expo non può svolgersi aVenezia .

Nella sua risposta, signor Presidente delConsiglio, non ha fatto alcun accenno allanecessità di risanamento della città, risana -mento che a nostro avviso è indispensabileed urgente a prescindere dalla manifesta-zione di cui parliamo. Venezia — lei lo hariconosciuto — non ha la robustezza de icentri della ciociaria, ma è una città fragile;tutti peraltro sappiamo che essa è un vero eproprio vanto per il nostro paese. Ebbene,lei non ha minimamente accennato al fatt oche Venezia merita gli interventi cui m isono riferito, che si vogliono, invece, condi -zionare allo svolgimento dell'Expo .

Per questi motivi, dichiariamo la nostr atotale insoddisfazione (Applausi dei depu-tati del gruppo del MSI-destra nazionale) .

PRESIDENTE. L'onorevole Teodori h afacoltà di dichiarare se sia soddisfatto pe rla sua interpellanza n . 2-01009.

MASSIMO TEODORI . Signor Presidentedel Consiglio, eravamo stati buoni profeti :lei non ha fornito alcuna risposta. Anzi, hafatto peggio di quel che temevamo : non èche non abbia, infatti, risposto; ha piut-tosto sostanzialmente sposato la tesi de isostenitori di Venezia come sed edell'Expo. In tal modo, lei ha dato unoschiaffo anzitutto all 'opinione pubblica in -ternazionale (quella che si esprime attra-verso i grandi giornali e le grandi istitu-zioni), e poi al Parlamento .

In quest 'aula non è stata levata neppureuna voce in difesa dello svolgimento aVenezia dell'Expo 2000, a favore del qual ein sostanza si è pronunciato .

Lei ha spostato la tesi principe dei difen -sori dell'Expo per cui, per risolvere i pro-blemi di Venezia, occorre l'Expo . Lei hadetto questo sostanzialmente! C'è l'inqui-namento, c'è l 'arsenale che è abbando-nato, c 'è il problema della difesa delleacque: attraverso l'Expo noi risolviamoquesti problemi. Lei ha sposato dunque latesi principale di coloro che affermanoche si tratta di un fatto positivo che con-trasta il cosiddetto immobilismo .

Lei non ha risposto sull'uso strumentalee scorretto che è stato fatto dei mezzi dell oStato italiano, dei mezzi finanziari e dell adiplomazia, per sostenere la candidatur adi Venezia, per corrompere e per ottenere ivoti del (BIE) . Lo ricordava la collegaBecchi poco fa . Quello che è stato posto inessere in questo caso, signor Presidente, èun atto di corruzione internazionale realiz -zato con denaro pubblico, con le risors epubbliche dello Stato che sono state mano-vrate del Governo di cui lei è Presidente delConsiglio . Siamo di fronte ad un'opera d icorruzione internazionale che evidente -mente prelude alla realizzazione di strut-ture finalizzate a compiere opere di corru-zione interna intorno al megaprogett oExpo. Al riguardo, lei non ha speso unaparola. Molte interrogazioni ed interpel-lanze, tra cui la mia, sollevavano questoproblema .

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Doveva pur dire qualcosa in proposito erassicurarci che non una lira, non un mi-nuto sono stati spesi dal Governo per difen-dere, per comprare o per mercanteggiaresu questo progetto. Lei aveva il dovere didircelo e non ha invece speso una parola s uciò. E molto grave !

Lei però ci ha detto in quella sua ma-niera dolce, abile che tutti noi conosciamoche in realtà il 14 giugno non si avrà ladecisione finale del Bureau internationaldes expositions . Lei ha detto che si trattasolo di un punto di partenza, perché dop oquella data passeranno anni, vi sarannodecisioni ed altre cose . Certo, ma è unpunto di partenza, signor Presidente delConsiglio, per andare in una direzione !Perché dopo il 14 giugno, se voti prezzolatiall'interno del (BIE) daranno la maggio-ranza, per uno o due voti, alla candidatur adi Venezia, si dirà che non possiamo piùrimettere in discussione una decisione cheè stata presa dal supremo organo interna -zionale . Non è vero che la decisione del 1 4giugno non è importante, perché quell adecisione avvierà l'intero processo i nquella direzione o in una diversa . E quindipretestuoso venire a dire che non è lascelta definitiva . Certo, non è la scelta defi -nitiva da un punto di vista operativo, ma èquella che mette in moto i meccanismi chepoi si svilupperanno in una maniera onel l 'altra. Tant 'è che lei stesso ci ha dett oche i problemi e gli studi di impatto am-bientale e così via si affronteranno dopo i l14 giugno, nel momento in cui sarà pres ala decisione per Venezia . Allora provvede -remo al resto e avvieremo tutti gli stud inecessari in un civile e costruttivo dibat-tito. No, il problema è di bloccare quelladecisione! E ora che dobbiamo compiere lascelta. E qui che bisogna saltare, hic Rho-dus!

Lei ha anche detto che dopo il 14 giugn odella questione sarà investito il Parla -mento. Ma che il Parlamento sia investit odel problema dopo il 14 giugno ci interess aben poco. Perché allora, di fronte ad unadecisione internazionale ci si chiederàcome può il Parlamento italiano fermareuna decisione presa così autorevolmente(attraverso — diciamo noi — la corruzione

e il mercanteggiamento con il Gabon oqualche altro paese) .

Lei quindi non ha risposto a tutte questedomande, signor Presidente del Consiglio .E uno schiaffo che lei ha voluto dare oltreche all 'opinione pubblica internazional eanche al Parlamento . E soprattutto lei nonha detto quale mandato il Governo italian oha dato al suo rappresentante presso ilBureau international . Si dovrebbe com-prendere, signor Presidente del Consiglio ,che il mandato è quello di votare pe rl'Expo a Venezia nel Duemila. Ma lei suquesto non ha detto una parola.

Non ci ha detto quale mandato ha dato ilGoverno in proposito . E gli interpellanti egli interroganti, tra cui il sottoscritto, lechiedevano essenzialmente questo, cioèuna presa di posizione del Governo. Il restosono ciance che lasciano il tempo che tro -vano, o che anzi, furbescamente, cercan odi far passare una decisione senza che l astessa sia ratificata .

Profonda insoddisfazione ed anche —mi consenta di dirlo, signor Presidente de lConsiglio — un certo disagio per quest amaniera molto «italiota», molto bizantina ,molto mediterranea di porre le cose d ifronte al Parlamento senza dire parol echiare nel momento in cui esse ci vengon orichieste da tutta la qualificata opinion epubblica internazionale .

Profonda insoddisfazione e profondo di-sagio, quindi . Anch'io pertanto annunzi oche, a norma di regolamento, presenteròuna mozione al riguardo. Insieme ai col -leghi che hanno manifestato lo stessoorientamento e la stessa intenzione mi ado -pererò affinché le mozioni possano esser ediscusse e votate dal Parlamento prima del14 giugno, che è data importante nonperché definitiva ma perché a partire daessa si metterà in moto in una direzion eoppure si fermerà quel perverso mecca-nismo che ci porterebbe verso la cata-strofe .

PRESIDENTE. L'onorevole Ceruti hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto pe rl'interpellanza Cecchetto Coco n . 2-01013 ,di cui è cofirmatario, nonché per la su ainterrogazione n. 3-02031 .

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GIANLUIGI CERUTI. Signor Presidente,onorevoli colleghi, signor Presidente de lConsiglio, onorevoli ministri, il grupp overde è rimasto deluso della risposta for-nita dall'onorevole Andreotti e deve quind idichiarare la propria insoddisfazione .

Ci saremmo attesi la comunicazione de lritiro della candidatura di Venezia e de lVeneto . Noi comprendiamo il suo disagioed anche il suo imbarazzo, onorevole An-dreotti, perché indubbiamente credo chegli appelli rivolti in sede nazionale ed inter -nazionale non possano lasciarla insensi-bile. Ci rendiamo conto del suo disagio edel suo imbarazzo anche perché si tratta d idissociarsi dal ministro degli affari ester idel suo Governo . Credo che lei avrebbedovuto compiere quell'atto di coraggio ,signor Presidente del Consiglio, che lechiedono non soltanto la parte più sensi -bile e consapevole del nostro paese, maanche organismi politici, culturali e scien -tifici insospettabili, internazionali .

Lei ha detto — ne prendiamo atto — ch edopo la decisione del Bureau internationa lsarà interpellato il Parlamento italiano e s iprocederà ad una valutazione di impatt oambientale. Signor Presidente del Consi-glio, mi permetto di rammentare a lei —che peraltro ne è ben a conoscenza — chele procedure di valutazione di impatto am -bientale si caratterizzano per il loro esserepreventive e non successive alle decisioni .Temo inoltre che, se un giorno verrà ap-provata una legge in materia, tale valuta-zione non sarà conforme a (come avvienenell'esperienza anglosassone ed anche i nquella francese) alla volontà emersa daldibattito dei cittadini — che, nel caso spe -cifico, si sono espressi nel consiglio comu-nale — e non terrà conto delle voci disin-teressate della cultura e della scienza (no nlegate agli intrecci qui ricordati tra poli-tica ed affarismo, affarismo anche fami-liare, a quanto pare). Da questo lei avrebbedovuto dissociarsi, signor Presidente delConsiglio .

Lei ha parlato di interventi per l'arse-nale, per il risanamento della laguna e pe rla rivitalizzazione del restauro della citt àstorica. Ma questi interventi erano già pre-visti in una legge varata nel 1973 oltre che

da un'altra approvata nel 1984 . Non vedopertanto il motivo per cui, come spessoaccade nel nostro paese, si debba propi-nare un'Expo per realizzare ciò che s isarebbe dovuto attuare fin dal 1973 .

Signor Presidente del Consiglio, anche i lnostro gruppo sull'argomento presenteràuna mozione, nella speranza che quest'ul -tima possa essere discussa prima del pros -simo 14 giugno. In realtà, in un primotempo su questo specifico tema avevamopresentato una mozione; ci auguriamo ch eil Parlamento italiano, al pari del Parla -mento europeo, venga posto in condizion edi discutere dell'argomento in modo pi ùapprofondito di quanto è avvenuto oggi,prima della decisione del (BIE) .

Per quanto riguarda i beni culturali, i lministro degli affari esteri De Michelis —come è già stato ricordato — nel passaggiodai «giacimenti» all'Expo a Venezia e ne lVeneto ha sempre dimostrato una conce-zione mercantilistica (che per altro gli ab-biamo confutato già in occasione del con-vegno per il trentennale di Italia Nostra, aTorino, nel 1985, al quale parteciparonoaltri rappresentanti autorevoli del Go-verno di allora) ; una concezione mercanti -listica — che è cosa ben diversa dalla cor-retta visione della potenzialità economicaed occupazionale dei beni culturali e am-bientali .

In realtà, prima ancora della vicendarelativa al concerto dei Pink Floyd — da leirievocata, signor Presidonte del Consigli o— vi erano state voci autorevoli nel settor eassociazionistico e scientifico che avevan osollevato il problema che qui si pone intermini drammatici degli eccessi turistic inelle città ricche d'arte e negli ambient inaturali tutelati o comunque meritevoli d itutela .

Quello degli eccessi turistici (o della ca-pacità di «portata», come dicono gli econo -misti anglosassoni) è un problema, signorPresidente del Consiglio, che riguardaaltre città ricche d'arte, come Firenze eVerona. L'onorevole Cristofori, nel corsodi dichiarazioni rilasciate alla stampa, haaccennato informalmente alla possibilitàdi una «disseminazione» nel Veneto : Nondimentichiamoci però, che anche Verona

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soffre di eccessi turistici . Per inseguire i lreddito non dobbiamo distruggere il patri -monio: è una regola che ci ha insegnato —parlando su questi temi — non un ambien -talista bensì un autorevole uomo de lmondo finanziario come Paolo Baffi . Ri-peto che per inseguire il reddito, non pos-siamo distruggere il patrimonio, soprat-tutto quando il patrimonio si chiama Vene -zia, Verona o Firenze !

In questa occasione sarebbe quindi op-portuno che il Governo italiano si ponesseil problema degli abusi e degli eccessi turi-stici . In conclusione, signor Presidente delConsiglio, non posso che ribadire la delu-sione per questa sua risposta estrema -mente monca. Ci auguriamo che, da qui a lprossimo 14 giugno, vi sia un ripensa -mento, in modo che l'Italia — come si èdetto — possa figurare degnamente i ncampo internazionale e rispondere in ma-niera seria e civile agli appelli a noi perve -nuti da tutto il mondo (Applausi dei depu-tati del gruppo verde) .

PRESIDENTE. L'onorevole Tannino h afacoltà di dichiarare se sia soddisfattto perla sua interpellanza n . 2-01017 .

GIANNI TAMINO. Signor Presidente ,come i colleghi che mi hanno precedutonon posso che esprimere con rammaric ola più completa insoddisfazione per le pa-role pronunciate dal Presidente del Consi -glio. Come si può essere soddisfatti quandoalle domande poste si danno risposte eva-sive, al punto che non sappiamo esatta -mente quale sarà la posizione che l'Itali aassumerà all'interno del BIE? Sappiamosoltanto che il Governo italiano ha stabilitoche ogni decisione è rinviata a dopo il 1 4giugno. Tutto ciò appare o pilatesco op-pure un modo per lasciare inalterate l ecose che altri hanno già in qualche mod oprecondizionato .

Concordo con quanto affermato dai.col-leghi Becchi e Teodori in ordine all 'atteg-giamento assunto dal ministro degli affariesteri nei confronti dei paesi del terzomondo che fanno parte del BIE . In propo-sito voglio rammentare al Presidente de lConsiglio che in un articolo de La vocerepubblicana del 4 maggio si legge : «Rifiu -

tiamo il metodo che il ministro degli ester isegue per sostenere questa iniziativa insede internazionale; un metodo che, amaggior ragione essendo membri del Go-verno, non bisognava assolutamente adot -tare. Ci riferiamo sia alle varie pression iesercitate sui paesi del Bureau interna-tional sia ai cosiddetti contratti che l'ono-revole De Michelis sottoscrive con alti fun -zionari pubblici di Venezia attraverso ecla -tanti annunci stampa» . Questa è l'afferma -zione di un giornale organo di un partitodella maggioranza di Governo .

Mi domando: il Governo condivide l escelte del ministro De Michelis? Il fratellodel ministro, responsabile del ConsorzioVenezia Expo in una riunione tenutasi a daprile ha affermato : «Noi abbiamo un'atti-vità di servizio rispetto alle istituzioni esoprattutto al Ministero degli esteri, dire-zione affari economici». In altri termini s idice che il consorzio Venezia Expo è all edipendenze del Ministero degli affar iesteri. Ritengo pertanto chiaro l'intreccio,deleterio per gli equilibri veneziani ma diestremo interesse per la speculazione suVenezia, posto in essere .

Il Governo rispetto a questa situazionecosa intende fare? Ritiene di sostenere l eposizioni mercantiliste del ministro degl iaffari esteri oppure intende assumere l adifesa degli interessi collettivi nazionali ?Era la risposta che ci aspettavamo dal Pre-sidente del Consiglio e che invece non ab -biamo ricevuto . Dire che le cose sono rin-viate a dopo, che si valuterà in seguitol'eventuale impatto ambientale, e nellostesso tempo affermare che grazie all'Exp osi potrebbero avviare opere in grado di dar enuova vita a Venezia, di risolvere la situa -zione di degrado ambientale della città, èquesto meno assurdo, se si tiene soprattuttoconto che il Presidente del Consiglio do-vrebbe essere obbligato ad applicare l eleggi dello Stato già esistenti .

Il Presidente Andreotti dovrebbe rammentarsi che esiste già una legge special eper Venezia (certamente suscettibile di mi -glioramenti, anche perché contiene punt imolto discutibili) mai applicata . Un Go-verno serio dovrebbe quanto meno annun -ciare la presentazione di una nuova legge

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per Venezia, stabilire criteri in base a iquali utilizzare i fondi previsti, non ricor-rendo certamente all 'Expo per tentare d irisolvere problemi che sicuramente risul-terebbero accentuati ed aggravati .

Lei afferma ad un certo punto della su areplica che per i problemi — che eviden-temente ritiene vi siano — di Venezia bi-sogna saper trovare una soluzione. Questoè un atteggiamento positivista che mi stu -pisce nella sua cultura e che oltre tutto nontiene conto del fatto che non esiste unasoluzione per qualunque problema, mache ci sono problemi per i quali bisogn aammettere non siamo in grado di daresoluzioni decenti .

Se si analizza attentamente il problem adi far coesistere l'Expo con Venezia, s ideve giungere alla conclusione che unasoluzione del problema non c'è e ch equindi l'unica scelta ragionevole è quell adi ritirare la candidatura della città e nonquella di aspettare di avere l'investituraper decidere . Per altro, come responsabiledel Governo, lei deve anzitutto dire se èpossibile la consistenza tra Expo e Vene-zia. Va poi osservato che l'eventuale trasfe -rimento dell'Expo sulla gronda lagunare oaddirittura al di fuori del comune di Ve-nezia non risolverebbe assolutamente i lproblema perché i flussi turistici rimar-rebbero in direzione della città di Vene -zia .

Lei ha parlato anche della necessità d iarrivare ad una programmazione degli ac -cessi; del resto, in passato si era già parlatodi numero chiuso per Venezia . Le ricordo ,però, che al riguardo esistono implicazion idi carattere costituzionale . In base a qualeprincipio costituzionale, infatti, po-tremmo impedire a dei cittadini l'accessoin un comune della Repubblica italiana?Non è pensabile — lo hanno già rilevat oalcuni costituzionalisti — determinare unnumero programmato ed impedire a qual -cuno l'accesso alla città di Venezia .L'unica strada ragionevole da percorrere èquella di avviare iniziative (già prefigu-rate) che permettano di garantire u nflusso turistico compatibile con le caratte -ristiche, le strutture e le dimensioni dell acittà di Venezia . Non è pensabile riempire

un contenitore con qualcosa che non puòcontenere, come l'Expo .

Dobbiamo pertanto non solo dichiararc iinsoddisfatti, ma dobbiamo anche espri-mere la nostra viva preoccupazione . Nelmomento in cui lei dice «studieremo dopoaver avuto l ' investitura», dà infatti adito adinterpretazioni che non sono positive, si-gnor Presidente del Consiglio, perché siallinea sulle proposte del consorzio Ve-nezia Expo, che sostiene la necessità ,anche in presenza di problemi, di avviar estudi e progetti, perché in tal modo si pos -sono ottenere finanziamenti, si può cio èfar circolare denari pubblici per riempir ecarte inutili . Non vorrei, in sostanza, che l amentalità fosse quella di favorire la specu-lazione, magari solo cartacea, su Venezia,perché ciò significherebbe ancora unavolta effettuare uno spreco di denaro pub -blico assolutamente insensato . Se poi c'èanche la volontà di arrivare alla realizza-zione dell'Expo, insieme con l'insensat ospreco di denaro pubblico avremo l ' insen-sato disprezzo per la città di Venezia e per isuoi abitanti .

Per queste ragioni, oltre ad esprimere l amia insoddisfazione, ribadisco, come altr icolleghi, la mia intenzione di presentaresull'argomento una mozione .

PRESIDENTE. L'onorevole Dutto ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto perl'interpellanza Del Pennino n . 2.01018, dicui è cofirmatario.

MAURO DUTTO. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, onorevole Presidente delConsiglio, devo dichiararmi poco soddi-sfatto e molto preoccupato . Perchéqualche elemento di soddisfazione ?Perché nel suo intervento, che sembra se-guire le tesi di coloro che sostengono i lmantenimento della candidatura del -l 'esposizione universale del 2000 a Vene-zia, ci sono due elementi sui quali il Parla -mento può far leva .

Il primo consiste nella sua dichiarazion edi volersi attenere formalmente alla vo-lontà manifestata oggi dal Parlamento.Per questo, sulla scia delle posizioniespresse dai colleghi di altri gruppi che mi

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hanno preceduto, ribadisco la posizionedel gruppo repubblicano che è contrarioalla celebrazione dell 'Expo 2000 a Veneziae nel Veneto e pertanto anche al manteni -mento della candidatura .

Il secondo elemento consiste nel fatt oche lei ha detto di considerare determi-nante la volontà del comune di Veneziasenza il cui consenso sarebbe impossibil etenere l'Expo . Le ricordo, però, che se daun lato oggi il Parlamento — mi augur onella sua maggioranza — le dà un'indica-zione negativa, il comune di Venezia si ègià pronunciato contro l'Expo e di ciò leinon potrà non tener conto .

Come ho detto in premessa, oltre adessere poco soddisfatto, sono anche molt opreoccupato e lo sono perché sia nell aricostruzione delle procedure, sia nei passifondamentali della sua esposizione si ri-percorrono tutte le tesi favorevoli allo svol -gimento a Venezia e nel Veneto dell'Expouniversale .

Io voglio seguire il suo consiglio per u ndibattito sereno, giustamente critico m acostruttivo: proprio per questo ritengo ch enel ripercorrere i passaggi che hanno por -tato al l 'esplodere della vicenda — la quale ,è vero, ha una pubblicità internazionale adoppio taglio — si debba anche valutare i lcomportamento di un sindaco di Veneziache, trovandosi di fronte alla decisione d iun suo precedessore che aveva firmatouna lettera insieme al presidente della re-gione Bernini, ha voluto coinvolgere il con-siglio comunale nella decisione e utilizzar estrumenti scientifici di analisi del pro-blema.

Chi in Italia non sarebbe favorevol eall'occasione grande offerta da un appun-tamento di prestigio internazionale qual el'Expo? Il problema era ed è, però, quellodi considerare il rapporto tra vantaggi esvantaggi, tra l 'acquisizione di un turismonuovo ed i rischi per un bene che è part edel patrimonio dell'umanità intera . Perqueste ragioni, come dicevo, il sindaco h adovuto percorrere la strada dell 'acquisi-zione di una serie di strumenti scientifici ,oggi a disposizione nostra e del Governo ,che permettono sin d'ora una valutazionepiena, cosciente e razionale sulle implica-

zioni derivanti dal mantenimento dell acandidatura .

Ripercorrendo per sommi capi il suointervento, desidero ricordare anche chel'intenzione di rimandare al 14 giugno — equindi alla decisione del BIE — la sceltasulla candidatura significa, signor Presi -dente, mantenere aperto un dibattit oaspro, spingere tutte le forze della cultur aitaliana a rivolgersi a quelle straniere perchiedere una mobilitazione internazional eaffinché questo appuntamento venga can -cellato. Significa, rialimentare polemicheche certamente sono a doppio taglio e ch esicuramente non danno una buona imma -gine del nostro paese e dell'attenzione chegli italiani rivolgono ai problemi della cul-tura.

Una testimonianza dell'ambivalenza d itali polemiche è data proprio dall'esito de lvoto espresso dal Parlamento europeo . Aquesto proposito, desidero sottolinear eche — e mi rivolgo ad un uomo come lei ,signor Presidente del Consiglio, che ha un agrande esperienza internazionale e ch egode, come io stesso ho potuto verificare ,di grande stima a livello di capi di Stato e d irappresentanze parlamentari degli altripaesi e che quindi non può non essere sen -sibile a queste tematiche — sarebbe inop-portuno, avendo già il Parlamento eu-ropeo espresso una decisione, che il Go-verno non ne tenesse per poi chiedere ,dopo il 14 giugno, un nuovo verdetto .

Come dicevo, i mesi che ci attendon osarebbero carichi di polemiche a propo-sito delle quali lei ha già espresso la pro-pria valutazione . Ripeto che saremmo tutt icostretti a rialimentarle e a rivolgerci allacultura internazionale per chiedere unamobilitazione generale, così come d 'al-tronde ha già fatto in molte occasioni l'av -vocato Casellati, sindaco di Venezia .

Lei ha espresso una serie di valutazion ipositive sulle caratteristiche dell'Expo e dio concordo con lei . L'Expo è un grandemomento di analisi, di raffronto dellascienza, è un'occasione di grandissimo in -teresse, ma qui non si sta discutendo sull autilità o meno dell'Expo, si sta discutendosulla decisione di collocare l'Expo nel Ve-neto e a Venezia. Quindi, tutte le sue argo-

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mentazioni a favore dell'Expo sono accet-tabili, mentre non è accettabile la sua con -clusione (che non è espressa esplicita -mente ma la si rileva all'interno delle su eparole) che ritiene giusta e razionale ladecisione di collocare l'Expo a Venezia .

Già altri colleghi si sono soffermati sull esue considerazioni circa l'utilizzo deltratto Marghera-Mestre-Tessera e il re-stauro dell'Arsenale ; nelle interpellanzesono riportate esattamente le cifre stan-ziate per la città di Venezia sulla base dinumerose leggi, susseguitesi nel tempo,tutte tendenti ad intervenire per il mante-nimento di questo immenso patrimoni oche appartiene a tutto il mondo . Tuttavia,nel corso di questi anni si sono accumulat iresidui passivi ed il problema è quello d ispendere gli stanziamenti già decisi e finoad ora non impegnati .

Lei ha anche detto, a prescinderedall'Expo, che già oggi manifestazioni emostre, come la Biennale, creano pro-blemi alla città di Venezia . Allora, perch éaggravare i problemi di questa città conuna manifestazione ciclopica che compor -terebbe la rottura di tutti gli equilibri, cos ìprecari, per un città fragile e delicata comeVenezia?

Per quanto riguarda il riferimento al -l'UNESCO, sono convinto che il direttor eMayor debba essere necessariamente d'ac -cordo con lei nel proporre un incontro trale città d'arte di tutta Europa, affinché s istudino le possibilità per una valorizza-zione del patrimonio comune . L ' UNESCOha già espresso, ed è agli atti, una fort epreoccupazione ed un allarme rispettoall'appuntamento veneziano dell'Expo .

In ordine alla Commissione della Cee ,anch'io non credo che la valutazione o laverifica dell'impatto ambientale debba es-sere fatta a posteriori dopo che la candida -tura sia stata accettata. Tale valutazione ,infatti, può essere effettuata sulla base deidocumenti esistenti e degli studi che nelcorso di questi mesi hanno corroborat ol'opinione di coloro che sono contrari . Se i lcommissario della Cee, Ripa di Meana, h asollevato più volte questo problema vuo ldire che ha una sua rilevanza intrinseca .

Perché entrare in un conflitto interna -

zionale, rinviando la decisione ad una fasesuccessiva sulla base della valutazione d iimpatto ambientale che dopo il 14 giugn opotrebbe far decadere la candidatura d iVenezia eventualmente decisa del BIE?Credo che questo sarebbe un errore anch esul piano diplomatico ed internazionale .

Sul Parlamento europeo ho già detto .Voglio soltanto concludere con una consi-derazione generale circa il modo con i lquale il nostro paese utilizza appunta-menti internazionali che vengono presen-tati all'opinione pubblica come lo stru-mento unico per realizzare infrastrutturepermanenti tali da creare un tessuto orga-nizzativo per il nostro territorio e le nostrecittà .

Stiamo vivendo l'esperienza dei mon-diali di calcio e per una città come Rom aciò ha comportato, da due mesi a questaparte, l'impossibilità dì effettuare una pre -notazione negli alberghi, perché già tutticompleti . Appuntamenti di questo genere(non dimentichiamo che Roma è la sededella Chiesa cattolica), per una citta chepuò vantare una ricchezza archeologic aunica al mondo, creano solo problemi edisagi. Credo che un paese civile, un Go-verno preveggente e comuni in grado diprogrammare dovrebbero organizzare l erisorse disponibili non utilizzando soltantoi ristretti termini, l'occasione fallace di u nappuntamento calcistico o il grande mi -raggio del momento scientifico che l'Expouniversale del 2000 propone .

Dovremmo essere tutti in grado di effet-tuare decisioni programmatiche per lacreazione di infrastrutture, a prescinderedalle diverse occasioni che di volta in volt asi presentano nella ristrettezza dei tempi d ilavoro che spesso producono molti errori eche soltanto a posteriori ci dimostrano chele opere realizzate avrebbero potuto avereun diverso significato ed un costo infe-riore.

Dico questo perché purtroppo, dall eOlimpiadi ad oggi, prima si è rincorsa, incompetizione con altri paesi, l 'assegna-zione di questi appuntamenti e poi si è con -siderato se essi producano vantaggi o svan-taggi .

Nel caso di Venezia siamo sicuri che

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l'appuntamento-in questione produrrebbesvantaggi. Quindi — rifacendomi alla di-sponibilità da lei inizialmente manifestata,signor Presidente del Consiglio, di tenerconto, sostanzialmente e formalmente ,dell 'opinione del Parlamento — ribadiscola posizione del gruppo repubblicano favo -revole al ritiro della candidatura di Ve-nezia e del Veneto per l ' Expo universal edel 2000 (Applausi dei deputati del grupp overde) .

PRESIDENTE. L'onorevole Caria ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto per lasua interpellanza n . 2-010112 .

FILIPPO CARIA. Desidero anzitutto chie-dere scusa al Presidente del Consiglio pe rnon aver avuto la possibilita di ascoltare l asua risposta, in quanto, pàr essendo par-tito da Napoli (che è anche il mio collegio )molte ore fa, sono arrivato, mio malgrado ,con notevole ritardo per la deviazione ch eil treno sul quale viaggiavo ha dovuto su-bire a causa dell'occupazione di una sta-zione ferroviaria .

Traggo spunto da questo episodio pe rrilevare che, se è apprezzabile la decision edel ministro Bernini di precettare i ferro-vieri, non altrettanto si può dire dell'inca-pacità che il nostro Governo dimostra ri-spetto a piccole e grandi cose. Nell'epi-sodio che ho ora riferito, infatti, esso no nha avuto la capacità e la forza di imporre ilrispetto della legge a garanzia della liberacircolazione del traffico ferroviario, inter -rotto per alcune ore tra nord e sud delpaese non si comprende per volontà diquale settore dei nostri contestator i(nell'occasione in numero non superiorealla mezza dozzina) .

Dicevo che non ho potuto ascoltare larisposta del Presidente del Consiglio ,anche se sono a conoscenza di quanto l astampa ha riferito sull'argomento all'or -dine dei giorno in relazione all'andamentodella riunione di ieri del Consiglio dei mini -stri .

Il gruppo socialdemocratico premett eche la questione della scelta di Venezi aquale sede dell'Expo 2000 non è problemadi maggioranza o di minoranza . Riteniamo

che in materia tutti abbiano la più ampialibertà di espressione ed il dovere di chia-rire la propria posizione .

Il problema di Venezia è molto delicat oed importante e sarebbe un errore pensareche per esso valga il criterio della solida-rietà di Governo . Inoltre ritengo che il Con-siglio dei ministri non abbia assunto for-mali decisioni che impegnino le forze chesostengono il Governo .

Siamo insoddisfatti e preoccupati e riba-disco che il gruppo socialdemocratico ècontrario alla scelta di Venezia, alla qualeper primo si è opposto il ministro Fac-chiano. Siamo insoddisfatti perché rite-niamo che da quanto esposto dal Presi -dente del Consiglio traspaia ancora un at -teggiamento del Governo problematico ri-spetto alla decisione da assumere .

Tale posizione del Governo deriva fors edal fatto che di esso fanno parte alcun eministri veneti i quali, evidentemente, pre -mono perché la scelta di Venezia sia man -tenuta. Ciò ci preoccupa non poco, anch eperché la stampa parla di «Expo diffusa»,con il rischio che — come rilevava prima i lcollega Ceruti — entri in crisi non soloVenezia, ma l'intera regione e le sue an-tiche città e forse anche una partedell'Emilia Romagna . Si allarga dunque i lrischio di compromettere la funzionalitàdi queste piccole e stupende città storiche ,che non possono sopportare impatti inac-cettabili .

Siamo contrari alla scelta di Veneziaperché riteniamo che la città non possasubire l'impatto dell'Expo e siamo anchepreoccupati per gli ingenti investiment istatali richiesti dalI'iniziativa, di cui sen-tiamo parlare. Quando si tratta di migliaiadi miliardi di provenienza pubblica s iperde forse la serenità di giudizio neces-saria per affrontare un problema che do-vrebbe invece essere considerato con mag-giore distacco .

Ci chiediamo che fine abbia fatto lalegge speciale su Venezia. Essa è statavarata da anni e sembra che si siano accu-mulati residui passivi da far paura . Perchéil Governo, anziché guardare con interess ea questa cosiddetta «Expo diffusa» (ch erischia di divenire un male generalizzato

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invece che circoscritto alla sola città d iVenezia), non affronta il problema dellalegge speciale? Perché il Presidente de lConsiglio non ci ha riferito a che punto siala sua applicazione ed i motivi per cui nonsi sia fatto ricorso ad essa per risolvere iproblemi della città?

Desidereremmo inoltre sapere — ripet o— se sia vero che esistono ingentissim iresidui passivi, la cui utilizzazione avrebbepotuto consentirci di affrontare i problem idi Venezia in maniera più razionale, logic ae corretta .

Invitiamo quindi formalmente il Go-verno a ritirare la candidatura perché s uciò il nostro dissenso è totale. Riteniamoopportuno infatti evitare di creare e man -tenere in vita polemiche inutili dal mo-mento che il paese ha ben altri problemi,gravissimi, che non riesce a risolvere.Quindi, meno polemiche vi sono e menoaffrontiamo in modo disordinato e discon -tinuo aspetti secondari, meglio è.

Pertanto, il gruppo socialdemocratic oinvita il Governo a ritirare la candidaturadi Venezia sulla quale — lo ribadisco —esprimiamo un dissenso totale e asso-luto.

Vorremmo poi che si tenesse conto dialcuni elementi : del voto contrario del con-siglio comunale di Venezia, ad esempio . Sein democrazia la libera espressione di pen -siero dei cittadini ha un qualche valore ,credo che l'opinione del consiglio comu-nale di Venezia debba essere tenuta neldovuto conto. Anche il Parlamento eu-ropeo si è espresso all'unanimità, tranne14-15 deputati — il collega Pacchiano mifa osservare che sono stati solo 3, ma misembra di ricordare che si tratti di 7 —

insomma tranne pochissimi deputati ,contro la scelta di Venezia .

Ritengo quindi che si debba tener cont oanche del voto del Parlamento europeononché delle reazioni del mondo della cul -tura, dell'arte, di quanti amano le cos ebelle — e Venezia è tra le cose più belle ch eci siano al mondo — che si sono espressi i nmaniera chiaramente contraria a questamanifestazione .

Concludo ribadendo che il gruppo so-cialdemocratico è contrario alla scelta di

Venezia ed invita il Governo a ritirare lacandidatura . Esprimo quindi la mia insod -disfazione e la mia preoccupazione perch équesta Expo diffusa da Venezia coinvolg etutto il resto . Riteniamo che essa sia fruttodella pressione di alcuni ministri veneti ,provenienti da quella parte di territorio ,che evidentemente hanno condizionat oanche il Presidente del Consiglio. Tuttociò, lo ripeto, è per noi motivo di preoccu-pazione (Applausi dei deputati dei gruppidel PSDI e verde) .

PRESIDENTE. Passiamo alle replicheper le restanti interrogazioni .

L ' onorevole Rocelli ha facoltà di dichia-rare se sia soddisfatto per la sua interro-gazione n . 3-01875.

GIANFRANCO ROCELLI. Signor Presi-dente, mi rivolgo al Presidente del Consi-glio dei ministri per ringraziarlo per leinformazioni che ci ha reso e che final-mente ci permettono di avere il quadrodella situazione per tentare di far uscire l adiscussione dai termini radicali che lastanno caratterizzando, dando vita a du e«partiti», uno favorevole e uno contrarioall'Expo 2000 .

I problemi che sono stati avanzati inquesta sede necessitano, prima di pren-dere decisioni affrettate, di un ulterioreesame che permetta a tutti i deputati, al d ilà dei gruppi di appartenenza, di espri-mersi su tale questione con la libertà che ègarantita loro dalla Costituzione .

Devo dire allora di non essermi fatt oprendere dall'emotività essendo un citta-dino veneziano, la cui famiglia è da gene -razioni presente a Venezia, con sei figli ch evivono in questa città . Credo che tutti iveneziani, insieme con me, vogliano conti -nuare a dare ai propri figli la possibilita d ivivere in quesla città così come ce l'hannoconsegnata la cultura e la storia. Eccoperchè ritengo che sarebbe stato meglio seil ministro degli affari esteri, essendoanch'egli veneziano, si fosse mosso inquesta situazione in maniera meno elefan-tesca .

Sarebbe stato meglio che l'emotività no nfosse sorta subito dopo un episodio che h aprovato la città in occasione della festa del

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Redentore con il concerto dei Pink Floyddell 'anno scorso; Venezia ha conosciuto loscempio a causa della disorganizzazione edell 'impossibilità pratica di agire diun'amministrazione — composta daglistessi partiti, ad esclusione di quello socia-lista, che sono pregiudizialmente contrariall 'Expo — che tuttavia è stata qui ricor-data come meritevole .

Devo ricordare, signor Presidente de lConsiglio — lei ha da poco reso omaggio aVerona agli alpini — che anche nella citt àlagunare qualche anno fa si è svoltaun'adunata delle stesse dimensioni e ch enon ha provocato assolutamente disagi ;anzi, essa ci ha restituito la città in condi -zioni, se non migliori, almeno pari a quell eesistenti prima di tale adunata . Credo cheper Venezia non sia opportuno sostenerepregiudizialmente la cultura del «no» .Devo ricordare che in questa città, alla fin edella guerra, trovarono ospitalità quasi220 mila persone; il centro storico dellacittà si è ora ridotto, secondo le ultime sta -tistiche, a meno di 80 mila abitanti .

Forse si può sostenere che il problemadell'esodo da Venezia — che non ha cono-sciuto una rivitalizzazione socio-econo-mica contestuale agli interventi di rivitaliz-zazione fisica attuati dallo Stato e daglienti locali — sta pesando in tutta quest asituazione . Devo per forza concludere, po-iché il tempo è tiranno, ribadendo quantol 'architetto Carlo Scarpa diceva a propo-sito della chiesa della Salute quandoquest'ultima fu costruita nel '600. Si svol-gevano allora grandi discussioni — ri-cordo contestualmente la Laguna di chiac-chiere di Dorigo — se la chiesa della Salutedovesse o meno essere costruita poiché«l'impatto ambientale» di un monument obianco all'inizio del canal Grande sarebbestato stravolgente .

Vi chiedo, colleghi, se potreste immagi-nare oggi il canal Grande senza la chiesadella Salute . Per questo, invito sommessa-mente il Presidente del Consiglio a proce-dere a tutte le verifiche necessarie affinché— al di là dei discorsi radicali che sonostati fatti — possa attuarsi un progetto ,anche diverso da quello presentato dai pri -vati (che secondo me risulta tuttora inade -

guato), capace di cogliere un occasioneche per Venezia e per il Veneto può esser econsiderata storica anche per il livello d iciviltà con il quale dovrebbe essere conce -pita .

PRESIDENTE. L'onorevole Franchi hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto pe rl'interrogazione Servello n . 3-02350, di cuiè cofirmatario .

FRANCO FRANCHI . Signor Presidente ,l 'onorevole Andreotti sa molte cose, quindianche quella che mi accingo a dire .

Anni trenta : Mussolini ha la Roma impe -riale, e sogna il grande porto di Ostia, ch eRoma doveva finalmente riavere ; e perquesto tormenta il suo ministro dei lavor ipubblici affinché costruisca un porto adOstia. Il grande Araldo di Crollalanza —che lei ha conosciuto — chiede notizie a lmondo intero e, ricevuta la documenta-zione necessaria dall'Europa, convoca ilConsiglio superiore dei lavori pubblici, ch euna mattina annuncia chiaramente il su oparere negativo.

L'Araldo di Crollalanza si fa coraggio, edice a Mussolini: «Il porto ad Ostia non s ifa, anche se è stato già annunciato agli ita -liani» . Come si vede, non fu il Gran Consi -glio del fascismo ma un modestissimo or-gano dello Stato a negare la costruzione d iquel porto che avrebbe rovinato Ostia an-tica e compromesso irrimediabilment eRoma. Per questo Mussolini vi rinunciò,anche se lo aveva già annunciato ; e quantogli sarà costata quella rinuncia !

Signor Presidente del Consiglio, com epuò un Governo che si dice democratico,che è democratico, non tener conto deipochi dati fondamentali dei quali tutt ihanno parlato? Il voto del Parlamento eu-ropeo, ad esempio, è stato plebiscitari o(195 voti contro 15!) ; e attraverso il con-sesso europeo si è però espresso il mondointero, che ha detto «no» a questa inizia-tiva .

Lei ha puntualmente ricordato le varietappe della vicenda in esame, compreso i lvoto del consiglio comunale. Ma alloraVenezia non si era resa conto della dram-maticità di questo evento . Quando l 'ha sco-

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perta ha detto «no» così come il movimentopopolare, che prende sempre più vigore .

L'Italia aveva tante città da candidare,ma tra di esse non avrebbe dovuto esser einclusa Venezia, signor Presidente . Oggi èchiaramente percepibile (sarà arrivat oanche a lei, come a tutti noi) l'appello, no ndisperato, ma certamente molto documen-tato contenuto in una lettera pubblicata damolti giornali, che io ho letto su La NuovaVenezia di questa mattina, scritta da ungrande veneziano, storico della città, ch elei certamente conosce : Alvise Zorzi .

Egli si rivolge a tutti noi . Del resto, ono-revole Rocelli, non c'è da studiare niente,ma solo da dir di no agli speculatori, agl iintrallazzatori, a chi è accecato dall apioggia di miliardi che sta per piovere suVenezia, mentre il Parlamento ha appro-vato provvedimenti che a loro volta com-porteranno un'altra pioggia di miliardi —che non saranno utilizzati — dallo Stat oitaliano .

Zorzi ci rinfaccia che solo il 21 per centodegli ingenti stanziamenti è stato adope-rato e respinge tutte le tesi derivant idall'affarismo spinto che compromette l avita di quella città, cara a tutti noi, ma aqualcuno ancora di più .

Evidentemente bisogna fare alcune di-stinzioni . Non c'è nulla da studiare, m asolo da dire «no», con durezza. Gli specu-latori e gli arraffatori non si sognino d ipoter impunemente mettere le mani suVenezia, perché quando vuole il popoloitaliano è capace di esprimere un rifiuto .Se ne ricordino !

Le chiedo scusa, signor Presidente, pe raver alzato la voce ; forse non era il caso ,ma è stata la lettera del vecchio Zorzi aindurmi ad usare questi accenti . La pregovivamente : il Governo dica di no, oppureoperi affinché chi deve opporsi lo faccia .

Non è possibile, con i mille problemi dicui soffre l 'Italia, perdersi ora in questavicenda. Non rimandiamo la soluzione ,perché in tal caso l'evento sarebbe inevita -bile: diciamo subito di no e tranquilliz-ziamo i veneziani, gli italiani e l'Europaintera .

Come ha detto il mio amico, onorevoleParigi, abbiamo trasformato la nostra in-

terpellanza in una mozione, che presen-tiamo immediatamente. (Applausi dei de-putati del gruppo del MSI-destra nazio-nale) .

PRESIDENTE. L'onorevole Cima ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatta per l asua interrogazione n . 3-02401 .

LAURA CIMA. Signor Presidente del Con-siglio, mi dispiace che lei stia per uscir edall'aula . . .

GIULIO ANDREOTTI, Presidente del con-

siglio dei ministri . Le chiedo scusa, madevo andare ad incontrare il presidentetunisino. Non mi allontano per andare aspasso!

PRESIDENTE. Onorevole Cima, il Go-verno è comunque rappresentato autore-volmente !

LAURA CIMA. Sì, ma avrei preferito col-loquiare con il Presidente del Consigliovisto che, com'è stato ricordato oggi, egl iama muoversi a mo' di anguilla ; ed anchestamattina così si è comportato.

Con il suo spirito l'onorevole Andreottiha contribuito non poco al risultato refe-rendario che abbiamo registrato, dal mo-mento che ha detto che non comprendeva iquesiti posti nel referendum .

Avrei gradito la sua presenza per chie-dergli come mai non abbia risposto ai pro -blemi sollevati nelle nostre interpellanzeed interrogazioni, ed in particolare inquella dell 'onorevole Becchi, che ha fatt orilevare in modo preciso — ed anche spi-ritoso, ricordando la storia di Venezia —come si sia scivolati su un problema nonsecondario .

Ebbene, si sta verificando una situa-zione molto grave. In Italia, nel Parla-mento e nel Governo italiano si stann odeterminando — così come hanno eviden -ziato in modo chiaro i risultati referendaridel 3 e 4 giugno scorso — due modi diagire, di raffrontarsi con l'ambiente, co nla società, con la politica, due modi ch esono totalmente antagonisti tra loro . Chi

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oggi ha un atteggiamento ecologista rap-presenta l 'unica realtà che ha e mantieneuna coscienza democratica, una coscienz adel limite; è l 'unica realtà che si ponecontro l'affarismo, contro la svendita d itradizioni culturali, storiche e civili comequelle di Venezia .

Io non sono cittadina veneziana, ma Ve -nezia non è patrimonio del nostro ministr odegli affari esteri anche se scherzosa -mente più volte egli è stato paragonato a ldoge. Ma i dogi avevano ben altra conce-zione democratica che non quella del no-stro ministro degli esteri !

Ebbene, il Presidente del Consiglio, an-ziché rispondere alle interrogazioni ed in-terpellanze presentate viene in quest'aulaa legittimare il comportamento che damesi, in modo del tutto incivile — così si èespressa l ' onorevole Becchi, ma io usereiparole più pesanti, perché non si trattasolo di inciviltà, ma soprattutto di scorret-tezza politica — il ministro degli affariesteri ha assunto in tutto il mondo . Egli vaa raccattare voti al BIE, mercanteggiandoe svendendo Venezia, con il denaro pub-blico italiano, promettendo aiuti e sotto-scrivendo accordi commerciali con i paes idei quali deve comprare il voto !

Oggi sono state usate parole pesanti pe rdefinire questo tipo di politica; giusta-mente, come ha ricordato l'onorevole Bec -chi, «ritorna il turco». Qualcun altro haparlato di una politica e di un modo d iagire bizantini . No, signori, siamo sempli-cemente di fronte alla degenerazione dell ademocrazia, conseguente al fatto che s ivuole a tutti i costi resistere ad una co-scienza che viene avanti assai rapidamentea livello mondiale: la coscienza ecologista.Se si vogliono difendere dei meschini inte -ressi, di fronte a valori come la sopravvi-venza della vita sul pianeta, la civiltà e lademocrazia nelle nostre istituzioni, non c'èaltro da fare che comportarsi come il mini -stro De Michelis, o legittimare questo tipodi comportamento, come ha fatto il nostr oPresidente del Consiglio.

Non c'è altro da fare che impedire a lParlamento di votare, come ha fatto oggi l amaggioranza !

Noi avevamo presentato una mozione e

volevamo che fosse votata ; e siamo con-vinti che sarebbe stata approvata, perché ipartiti di Governo hanno dimostrato diessere contrari all'Expo! Siamo di front ead una contraddizione che attraversaanche la democrazia cristiana ed il partitosocialista ; non serve allora nascondersidietro marchingegni di bassa lega .

Noi ci impegniamo — e concludo signo rPresidente — ad ottenere una discussioneed un voto su tale problema prima del 1 4giugno. E scandaloso affermare, come hafatto il Presidente del Consiglio, che oc-corre attendere quella data, come fino a dora abbiamo aspettato gli intrallazzi delministro degli esteri .

PRESIDENTE. L ' onorevole RussoSpena ha facoltà di dichiarare se sia sod-disfatto per la sua interrogazione n . 3-02448.

GIOVANNI Russo SPENA. Signor Presi -dente, non posso che dichiararmi total-mente insoddisfatto. Anzi, come tutti i col -leghi, ho l ' impressione sgradevole che i lPresidente Andreotti stamattina ci abbi apreso in giro .

Questo è il pericolo emerso dalla ri-sposta fornita alle nostre interrogazioni e dinterpellanze: il Governo ha preso tempoperché tenta, magari con il varo di unamaggioranza diversa al comune di Vene -zia, di creare le condizioni sia istituzional isia politiche per imporre lo svolgimentodell'Expo a Venezia . Ma non è con l'astutometodo andreottiano di prendere tempo,diverso dalla foga un po' goliardica e doltranzista dell'onorevole De Michelis, ch eil problema potrà essere risolto .

Per quanto riguarda l'Expo, infatti, si èaperto uno scontro culturale che investel'idea stessa di spazio, di tempo, di terri-torio urbano, di città . Si tratta di unoscontro tra culture e concezioni, come èaccaduto per il decreto sui mondiali dicalcio e per la ricostruzione post-terre-moto in Campania ed in Basilicata. Il ter-ritorio sta diventando il laboratorio de lrilancio di una pura logica di profitto, a cuisi sono opposti ampi movimenti culturali ,sociali e politici . Per questo, com'è stato

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ricordato stamattina, si è addirittura post ain essere un'operazione di corruzione in-ternazionale pilotata direttamente dall aFarnesina. Evidentemente, ciò è avvenutoperché la proposta relativa all'Expo corri -sponde alle esigenze dei gruppi economic idi ridisegnare gli assetti produttivi e social idella città : Venezia come vetrina promo-zionale per le multinazionali, con unapioggia di miliardi gestiti a livello centrale ,sottraendo alle popolazioni ed alle ammi-nistrazioni locali il diritto di esercitare i lcontrollo sul proprio territorio .

Nell'Expo culminerebbe il processo didegrado e di devastazione della città ch enegli ultimi quindici anni ha trasformatoVenezia in un enorme fast-food, Sconvol-gendo il tessuto urbano e sociale. In unconvegno promosso dalla fondazione Cin inel febbraio 1989 si è giustamente soste -nuto che l'Expo serve ai palazzinari, a icementificatori, ai nuovi profittatori de lterritorio per giustificare uno sviluppo di -storto e squilibrato, nonché una nuova edefinitiva espulsione di Venezia e dei vene -ziani dal centro storico .

Francesco Indovina, membro del CO-SES, ha affermato che l'alto valore d iscambio della città dev'essere solo unodegli elementi della sua vitalità econo-mica, ma non quello esclusivo . Allora, op-porsi all'Expo significa opporsi alla merci-ficazione del fattore Venezia : questo è il

punto principale che mi sembra rappre-senti la vera posta in gioco . Ce lo ricord aJohn Russell quando afferma che nell'as-surda candidatura di Venezia c'entra i lpotere, c 'entrano i voti, le carriere e i soldi ,ma non certo la ragionevolezza .

Credo che esista un altra linea per Vene -zia, la quale, tra l 'altro, ha bisogno degl iingenti fondi che si vogliono utilizzare perl 'Expo. Contro l 'Expo a Venezia e nel Ve-neto proponiamo una nuova dimensionedel territorio, che abbia in sé il senso de llimite e sia quindi a misura di persona ; i lripopolamento della città storica, bloc-cando il continuo esodo verso la terra -ferma e favorendo prioritariamente il ri-torno dei residenti veneziani precedente-mente espulsi; un'occupazione stabile per iresidenti che tenga conto delle attività tra-

dizionali e di quelle compatibili con l'am-biente; un recupero ed una valorizzazion edell'ambiente che preveda il non inquina -mento ed il disinquinamento di tutto il ter-ritorio; il riequilibrio idrologico, morfolo-gico, naturalistico e biologico dell 'ecosi-stema lagunare .

Va cioè rifiutata la logica, espressa pi ùvolte dal ministro De Michelis, dell 'Expocome occasione per la soluzione dei mal igenerali di Venezia . Bisogna invece utiliz-zare quei fondi in maniera programmata ,sfruttando tutte le esperienze, i saperi e l eculture esistenti a Venezia e a livello nazio-nale ed internazionale, facendola finitacon la cultura delle occasioni e con la cul -tura dell 'emergenza, che già tanto malehanno fatto all'Italia con il decreto deimondiali e con la ricostruzione post-terre-moto in Campania ed in Basilicata .

Io credo che invece sia bene tener pre-sente che Venezia e il Veneto potranno uti -lizzare risorse sia a livello locale sia alivello internazionale per rivitalizzare lavasta area lagunare, per creare nuove atti -vità e nuove prospettive anche per l'Arse-nale, per consolidare le attività esistenti ,per affrontare seriamente la trasforma-zione delle strutture industriali di portoMarghera e del porto, per dimostrare chein quella città si è capaci di modificare lacultura e di impiegare in maniera nuov arisorse umane e materiali.

Con quei fondi, signor Presidente, c,è

quindi molto da fare. Non proponiam ouna politica conservatrice ed immobilista .Rispetto al progetto devastante dell'Expo ,proponiamo invece un altro modo di uti-lizzare i fondi per Venezia, per il Veneto ,per i cittadini, a livello nazionale e interna -zionale .

PRESIDENTE. L'onorevole Rutelli h afacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interrogazione n . 3-02449.

FRANCESCO RUTELLI. Signori ministri ,nel dichiarare la mia insoddisfazione per i ldiscorso del Presidente del Consiglio,vorrei richiamarmi ad un concetto molt osemplice, quello del limite . Si tratta di unconcetto che dovrebbe essere ormai uno

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dei cardini della nostra cultura e dellanostra attività di persone impegnate nell avita pubblica politica e legislativa nell'ul-timo scorcio di questo secolo, un concettoche dovrebbe essere anche uno dei cardin idell'attività di Governo .

Se ci fosse il Presidente Andreotti glidirei che non ci si può sentire limitati dauna decisione contraria all'Expo, cosìcome il proprietario di un fuoristrada no npuò lamentarsi per il fatto che, girando lachiavetta d'accensione del suo autovei-colo, non possa arrampicarsi per la scali -nata di Trinità dei Monti, perché non pu òconsiderare questo divieto come una limi-tazione della sua libertà . Così come, fran-camente, porre dei limiti alla caccia non s ipuò considerare una limitazione indebitadella libertà del cacciatore di andare a spa -rare dappertutto.

Il nostro territorio è infatti cambiato, èoggi antropizzato e profondamente mu-tato nella sua natura e nelle sue caratteri-stiche. Non possiamo pensare di viverlocome lo vivevamo cinquanta, cento o due-cento anni fa, oggi che siamo in presenz adi una pressione demografica e di unacapacità di alterazione dei valori ambien-tali, culturali e storici che sono profonda -mente mutate .

Ecco perché appare come una testimo-nianza di incultura rispetto ai valori ch edobbiamo affermare alle soglie dell'avvi odel terzo millennio la non decisione delGoverno, ovvero una decisione che s iorienta fortemente a favore dell 'Expo aVenezia .

Siamo di fronte non solo all 'ulteriorecontroprova della mancanza di una cul-tura del limite (perché l'ingordigi adell'uomo politico e di governo nel nostr opaese e la sua mancanza di misura sono —ahimè! — proverbiali), ma anche ad unamanifestazione del l 'arte del compromess oche si rivela in questa vicenda come l'eser -cizio più nefasto del malvezzo italiano de lnon decidere così decidendo, ovvero d idecidere ogni volta fingendo di rinviare .

Signor ministro Facchiano, ho apprez-zato la sua posizione di resistenza esplicita— almeno così ho letto dalla stampa — inseno al Consiglio dei ministri su questa

vicenda. La incoraggio, per quanto mi ri-guarda e ci riguarda, a proseguire conmolto vigore: non solo a lei, ma a tutti imembri del Governo che manterrannoquesta posizione rigorosa verrà l'appoggi oed il sostegno della gran parte dei cittadin iitaliani, che non sono direttamente interes -sati a lucrare — per parlarci molto chiara -mente — in termini elettorali, economici ofinanziari su questo o quello sviluppo dellarelizzazione dell'Expo a Venezia e, dun-que, sul disastro che ne seguirebbe e n eseguirà se si realizzasse .

Per Venezia il ragionamento del limitevale in modo stringente. Non possiamoparlare di Venezia come di Los Angeles ;non possiamo ragionare su quell'ecosi-stema, su quei valori storici, culturali edambientali, come se parlassimo di Hanno -ver: abbiamo, ed avete voi, la responsabi-lità di affermare il concetto del limite edell'invalicabilità di alcuni limiti nella con -temporaneità. Di ciò vi sarà chiesto contodall 'opinione pubblica internazionale, nonsolo dagli scienziati e dagli uomini di cul-tura, ma — dobbiamo dirlo non retorica -mente — dalle future generazioni .

Debbo dire che siccome il problemadella sostenibilità ambientale, della com-patibilità ecologica dello sviluppo indu-striale, così come dell 'organizzazione ur-bana, è e sarà sempre più un fattore cru-ciale per il nostro avvenire, anche da partenostra si deve affermare una cultura di -versa rispetto a quella del non fare, com ese ciò fosse una soluzione .

Purtroppo nel nostro paese dobbiamofare i conti con un bilancio : anche negl ianni settanta, quando più forte era la pres-sione a conservare, ad evitare certi fatti, abattersi contro talune politiche di sviluppoterritoriale, in realtà il congelamento ap-parente è stato l'autostrada sulla qual esono passate le più grandi distruzioni ed ipiù grandi saccheggi del nostro territo-rio.

Il nostro problema oggi è fare bene, apartire dal concetto del limite . Ecco per-ché, per esempio, sono state avanzate al -cune proposte di utilizzazione dell'occa-sione espositiva (non quella del Duemila ,perché non ce ne sarebbero i tempi ed i

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termini) non per fare lo scempio che s ivorrebbe compiere a Venezia, ma per ten-tare una grande riqualificazione urbani-stica e territoriale .

Per esempio, nella realtà napoletana s itratterebbe di una proposta di grande inte -resse sulla quale riflettere, non per farel'Expo come lo si vuoi fare ora, ripeto, no nper farne il bis o il ter dei mondiali o de lterremoto, ma eventualmente per farne u ngrande momento di concentrazione di in-telligenze e di energie, mirate alla riquali-ficazione della città ed al riassetto urbani -stico, a salvaguardia di quel poco che rest adei valori ambientali .

Questi sono i punti che sosteniamo e gl iobiettivi che abbiamo e, al tempo stesso ,queste sono le ragioni della nostra insod-disfazione, signor Presidente. Tanto piùperché oggi abbiamo assistito — e co nquesto concludo — all'ennesima dimostra -zione dell '«andreottismo», ovvero del di-chiarare che si fa o del dichiarare che no nsi fa o del non dichiarare che si fa o del nondichiarare che non si fa che portano all ostesso risultato: si fa, si porta avanti quelloche poi esigono ed impongono gli equilibr ipolitici, e non la ragionevolezza.

PRESIDENTE. E così esaurito lo svolgi -mento delle interpellanze e delle interro-gazioni sull'Expo 2000 .

Sospendo la seduta fino alle 20 .

La seduta, sospesa alle 12,50 ,è ripresa alle 20,5

Missioni .

PRESIDENTE. Comunico che, ai sens idell'articolo 46, secondo comma del rego-lamento, i deputati Bargone, Paolo Bruno ,Forleo, Fracanzani, Grippo e Emilio Rubb isono in missione per incarico del loro uffi-cio.

Discussione del disegno di legge : Conver-sione in legge, con modificazioni, del

decreto-legge 20 aprile 1990, n. 81, re-cante proroga del termine previst odall'articolo 114 della legge 1 ° aprile1981, n. 121, concernente nuovo ordina-mento della amministrazione dell apubblica sicurezza (4791) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recala discussione del disegno di legge : Conver -sione in legge del decreto-legge 20 april e1990, n . 81, recante proroga del termin eprevisto dall'articolo 114 della legge 1 °aprile 1981, n. 121, concernente nuovo or -dinamento della amministrazione dellapubblica sicurezza.

Ricordo che nella seduta del 9 maggioscorso la I Commissione (Affari costituzio -nali) ha espresso parere favorevol esull'esistenza dei presupposti richiesti da lsecondo comma dell'articolo 77 della Co-stituzione per l'adozione del decreto-legg en. 81 del 1990, di cui al disegno di leggeconversione n . 4791 .

Dichiaro aperta la discussione sull elinee generali .

Ricordo altresì che, nella seduta dell' 1 1maggio scorso, la I Commissione (Affar icostituzionali) è stata autorizzata a riferir eoralmente .

L'onorevole Labriola, presidente della ICommissione, ha facoltà di parlare in so-stituzione del relatore, onorevole Cam-ber .

SILVANO LABRIOLA, Presidente della lCommissione . Signor Presidente, ho uncompito molto semplice quanto ad esten-sione materiale e complesso quanto al con -tenuto .

La Commissione raccomanda all'Assem-blea l'approvazione del disegno di legge d iconversione di questo decreto, ma con unasegnalazione critica rivolta soprattutto a lGoverno e con il preannuncio di un muta-mento di orientamento qualora l'atteggia -mento del Governo e le decisioni ulterior idei gruppi della maggioranza fossero d isegno opposto a quello che mi permetto diriferire in Assemblea a nome della Com-missione .

Come i colleghi possono constatare, s itratta dell'ennesima proroga del termine

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previsto dall'articolo 114 della legge 1°aprile 1981, n. 121, concernente il nuov oordinamento della amministrazione dellapubblica sicurezza .

In applicazione dell'articolo 98 della Co-stituzione, fu deciso — come i collegh iricorderanno — al momento di approvar ela riforma della polizia di Stato, di stabilir eun termine temporale prefissato e limitatoper mantenere il divieto di iscrizione a ipartiti politici dei dipendenti della polizi adi Stato. Tale facoltà spetta al legislatore invirtù, appunto, della norma costituzionaleappena ricordata. Tuttavia, mentre tal enorma costituzionale, signor Presidente, s iriferisce anche ad altre categorie essa èapplicata solo per la polizia di Stato : non èinfatti applicata ad ulteriori categorie (pe resempio quella dei giudici) per le qual isarebbe possibile un pari divieto, sempre amente di questa norma costituzionale .

E possibile che il legislatore ed il Go-verno abbiano un'opinione tale da distin-guere e quindi da applicare questa limita-zione solo ai dipendenti della polizia diStato. Ma tale distinzione non è stata maiaffermata, né dal Governo né tanto menodal legislatore, che si sono sempre riservatidi approdare ad una disciplina unitaria i nun momento più maturo di riflessione po-litica e, appunto, legislativa. Questo mo-mento non è mai arrivato : il Governo si èlimitato a chiedere ulteriori proroghe, co nciò ammettendo che non era questo —almeno nell'opinione del Governo — il re-gime definitivo del divieto di iscrizione aipartiti politici dei soli dipendenti della po-lizia di Stato . In questo modo si è venuta acreare una situazione che non esito a defi -nire sostanzialmente ingiusta . Infatti, Go-verno e Parlamento ammettono che s itratta di una distinzione motivata soltant oin base a ragioni di organizzazione dellescelte legislative, ma non certo in base aduna scelta definita . Ma tale scelta defini-tiva non viene mai compiuta e quindi, divolta in volta, ci si limita a rinviare .

Addirittura nel decreto legge il Govern o— voglio segnalare questo dato all'atten-zione dei colleghi — aveva affermato an-cora oggi la situazione è immutata da lpunto di vista normativo — che questo ter-

mine era ulteriormente prorogato fino alladata di entrata in vigore delle normativaorganica di cui all'articolo 98, terzocomma della Costituzione . In effetti par-lare di legge organica, termine miscono-sciuto nella nostra classificazione dell efonti, significa dire apertamente che il ter-mine è prorogato in maniera indefinita .

La Commissione non ha accolto la ri-chiesta del Governo, tanto è vero che h aapprovato un emendamento, che racco-mando all'Assemblea, il quale fissa il limitetemporale al 31 dicembre di quest'anno .

Anticipo subito un'opinione personale ,che penso però sia confortata da un gene-rale consenso che nasce dalla constata-zione dei fatti, e cioè che se al 31 dicembr e1990 né il Governo né la maggioranza par -lamentare avranno definito organica -mente la materia (non nel senso indicat onel decreto-legge, ove non si parla di defi -nizione complessiva) sarà difficile che al-cuni di noi potranno dare il loro consens oad ulteriori proroghe. Si raccomand aquindi vivamente al Governo di chiarir equesto punto ed alla maggioranza di pro-nunciarsi su tale questione (mi riferisco inparticolar modo alla maggioranza per lesue preminenti responsabilità in rapportoalle decisioni legislative). Con questa sotto-lineatura e con questa indicazione, invitol'Assemblea ad approvare il disegno d ilegge di conversione al nostro esame, co nl'emendamento approvato dalla Commis-sione .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlar el'onorevole sottosegretario di Stato perl'interno .

GIAN CARLO RUFFINO, Sottosegretario diStato per l 'interno. Mi riservo di interve-nire in sede di replica .

PRESIDENTE. Il primo iscritto a par-lare è l'onorevole Franchi . Ne ha facoltà .

FRANCO FRANCHI. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, nella relazione che ac-compagnava il precedente decreto-legge ,senza dubbio più ampia ed esaurient edell'attuale, si leggeva che i dipendenti

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pubblici, proprio per la grande delicatezzaed importanza della carica da loro rico-perta, devono poter garantire anch enell'immagine esteriore il massimo possi-bile di obiettività e di imparzialità .

Questo concetto, così ben espresso nell avecchia relazione, ci induce a confermar eil nostro voto favorevole anche a questaproroga, non senza però manifestare i lnostro rammarico. Non nascondo infatt iche preferisco il testo varato dal Governo,non perché sia dell'opinione di vietare agl iappartenenti all 'amministrazione dellapubblica sicurezza l'iscrizione a partiti po -litici, ma perché desidererei evitare cheogni anno il Parlamento si riduca a com-piere la solita sceneggiata votando pro -roga su proroga. E infatti dal 1981 che l eproroghe si susseguono in quanto alcun ipartiti non hanno il coraggio di affrontarealla radice il problema.

Visto che la Costituzione una volta tant olascia libero il legislatore dì decidere s uuna materia che riteniamo delicata, non s icomprende perché non si assuma una de -cisione definitiva .

La mancata regolamentazione dell'eser -cizio dei diritti politici crea una situazionedi tensione, determinando pression idall 'una e dall'altra parte . Personalmentecomprendo che si tratta di una grande ipo -crisia, perché è inutile vietare ad esempio ,al magistrato l'iscrizione ad un partito sa -pendo benissimo che costui trova mill emezzi per dimostrare di essere socialista ,comunista, starei per dire missino, ma nonmi risulta che vi siano magistrati mis-sini .

Nell'ambito di queste categorie, poi ,quando non si dice «iscritto» si usa un aformula coniata apposta ed ambigua: «diarea»; si tratta di ipocrisie alle quali pur-troppo siamo ormai abituati .

Va tuttavia rilevato che questo pro-blema, emerso fin dal 1981, doveva essererisolto. Ricordo anzi che costituì un belmomento dialettico del Parlamento il viva -cissimo dibattito che una sera si svolse inquest'aula, durante l'esame della riformadella polizia, quando il problem aemerse .

Ma perché il divieto è valido oggi? E

perché io — mi permetterei di dire —vorrei addirittura invertire la garanzia ?Perché questo divieto è posto a tutela dellecategorie, che devono garantire anchenell'immagine esteriore il massimo possi-bile di obiettività e di imparzialità .

In effetti, se il disprezzo dell'opinionepubblica si esprime soprattutto nei con-fronti della partitocrazia e se tutti i giorn ila gente non fa che parlare male dei par-titi, non ci si dovrebbe allora scandaliz-zare se per queste categorie il Parlament ocontinua a vietare l'iscrizione ai partiti ; sidovrebbe, semmai, ringraziare il Parla -mento per il fatto che, ponendo il divieto ,preserva dal contagio queste categorie .Va per altro tenuto conto che si tratta d icategorie che hanno enormi privilegi difunzioni . Non mi sembra poi un'enormit àse, ad esempio, a fronte del potere illimi-tato ed incontrollato che hanno i magi -strati, si chiede loro la semplice briciolin adi sacrificio di non iscriversi ai partiti ;anzi, i magistrati non dovrebbero nem-meno rilasciare dichiarazioni o parteci-pare a convegni dai quali si possa trarre l asensazione dell'area alla quale apparten-gono.

Poiché i partiti sono mafia, sono droga ,sono il veleno non del sistema ma dellasocietà, perché dove toccano bruciano ;poiché i partiti riassumono tutto ciò che d iveleno c'è in Italia, perché figli di unsistema nato così com'è (ma qui il di -scorso diventerebbe più vasto), che s ivolle senza tener conto che nella second ametà dell'Ottocento era già morto il si-stema democratico parlamentare, il par-lamentarismo, che dà come figli naturali ,non come degenerazione, i partiti con idifetti che oggi constatiamo, ben venga i ldivieto posto con il provvedimento in di-scussione (sia pure con il rammarico d iqueste continue proroghe che vengonoogni anno al l 'esame del Parlamento), chesi risolve nella tutela di queste categorie ,che forse non sono perfettamente consa-pevoli e spesso non hanno nemmeno ladignità delle grandi funzioni che eserci-tano e che il popolo italiano ha loro attri-buito (Applausi dei deputati del gruppo delMSI-destra nazionale) .

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PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Mellini . Ne ha facoltà .

MAURO MELLINI. Signor Presidente ,colleghi, signor rappresentante del Go-verno, ho notato con piacere che il Go-verno ha adottato nell 'occasione la parti -colare pudicizia di evitare di ricordare ilnumero delle proroghe di questo provvedi -mento. Si parla di proroghe intervenute d ivolta in volta. Non sono in condizione d isostituirmi al Governo, in quello che cred osarebbe stato un suo obbligo, per indicarepuntualmente il numero delle prorogh esuccedutesi dal 1981 ad oggi; tuttavia ,credo che la media sia di una prorogaall'anno quindi se non vado errato do-vremmo essere vicini alle nove proroghe .Signor Presidente, signori rappresentantidel Governo, nella prima parte dell'VII Ilegislatura (allora ero membro della ICommissione) si era giunti alla discussionedi un disegno di legge su quella che oggiviene definita impropriamente una orga-nica regolamentazione del dispostodell'articolo 98 della Costituzione . Dirò poibrevemente perché tale regolamentazionenon è organica, ma anche perché non deveesserlo .

Comunque, allora, sul presupposto ch eveniva dato per scontato un po' da tutté l eparti politiche, si era proposto di stabilir etale divieto per tutte le categorie per l equali l 'articolo 98 della Costituzione consi -dera possibile (non obbligatorio, ma possi -bile) il divieto di iscrizione ai partiti poli-tici .

Il Consiglio superiore della magistra-tura, che già in quegli anni e forse ancorpiù di oggi rivendicava la funzione di «par-lamentino» della giustizia e di sede deldibattito della politica giudiziaria de lpaese, osservò che pur essendo d'accordocon il divieto di iscrizione ai partiti politic iper i magistrati, riteneva, tuttavia, di nonpoter essere confuso con le altre categoriee che quindi doveva essere l'ordinament ogiudiziario a stabilire tale divieto .

Dopo che il Consiglio superiore dellamagistratura ebbe manifestato tale orien-tamento, immediatamente si bloccò la di-scussione di quel disegno di legge ed iniziò

la serie delle proroghe . Non so se nellevicende più recenti, a cui faceva riferi-mento il presidente Labriola e relative aldisegno di legge in discussione davanti all aI Commissione, entrino in qualche mod ocondizionamenti dello stesso tipo e dellastessa provenienza .

A me sembra molto allarmante che visono categorie (gli appartenenti all ' ordi-namento giudiziario), nell 'ambito di quell econsiderate dall 'articolo 98 della Costitu-zione, che ritengano di avere diritto a par -ticolari privilegi e di richiedere leggi spe-ciali ; tutto ciò è allarmante, soprattutto sepensiamo al modo in cui il Governo siesprime sulla necessità di questo provvedi -mento .

Come ricordava il collega Labriola, ildecreto-legge, con queste proroghe e attra -verso queste proroghe, stabilisce una ridu -zione, di quella che altrimenti è una libertàriconosciuta a tutti i cittadini (riduzioneconsentita ma non imposta dalla Costitu-zione), soltanto per gli appartenenti alcorpo di polizia tale necessità si è manife-stata, infatti, nel momento in cui la polizi aè stata smilitarizzata .

Alcune perplessità suscita perciò la rela -zione che accompagna il decreto-leggenella quale, parlando delle forze di polizia ,si fa riferimento a quei corpi, che pur svol-gendo funzioni di polizia appartengon oalle forze armate, per i quali non credo si apossibile stabilire tale divieto attravers ouna norma di questo genere. Vi sono in-fatti altre disposizioni nella quali, a mi oparere, il divieto di appartenenza a partit ipolitici non è espresso con altrettanta chia -rezza .

Il Governo, tuttavia, aggiunge che pergarantire l'assoluta imparzialità delleforze di polizia occorre provvedere all aproroga in esame. Ebbene, se la questioneè formulata in questi termini e se si parl a— come forse non dovrebbe essere — d i

regolamentazione organica ai sensidell'articolo 98 della Costituzione, oc-

corre rilevare che tale articolo preved edei possibili divieti, cioè dei divieti di tip oparticolare.

Il Governo si esprime nel senso dell anecessità di un 'organica regolamenta-

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zione, come ha dichiaratamente espress onel testo del decreto-legge . Ma se la rego-lamentazione deve essere organica, ess adeve riguardare tutte le categorie dall'arti -colo 98 della Costituzione. Inoltre se ildivieto in oggetto serve a garantire l'asso-luta imparzialità, ne discende che no nesiste la garanzia dell'assoluta imparzia-lità dei magistrati . Di ciò non dubito, ma èestremamente grave che lo si senta affer-mare in Parlamento per bocca del Go-verno.

Ho espresso paradossalmente il parer eche l'iscrizione ai partiti dovrebbe esser eobbligatoria per chi riveste certe posizioni :almeno si saprebbe di che «razza» è! Sta d ifatto che purtroppo oggi, in determinat iprocessi, rispetto a determinate questionirimesse al giudizio di determinati magi -strati, sorge nel litigante, nell'imputato eda volte nell'avvocato o anche in altri magi -strati è interrogativo : «Quello di quale par -tito è?» .

La risposta a questo interrogativo di -scende dall'appartenenza — per lo men oquesta si conosce! — ad una corrente oall'altra dell'Associazione magistrati, d icui non si fa mistero e che è problema chenessuno vuole toccare .

È stata affrontata dal Presidente dell aRepubblica la questione dell'appartenenz aalla massoneria, con una risposta centrat anon sul fatto in sé, ma sulla legittimità di u nprovvedimento paralegislativo assunto de lConsiglio superiore della magistratura . Eb-bene, la posizione del Presidente della Re -pubblica non può essere condivisa — sitratterà di vedere come intervenire nel me -rito sul piano legislativo — ma è certo ch eesiste anche il problema delle correntidell 'Associazione magistrati .

Sappiamo infatti che ci sono magistratiche si esprimono in varie sedi non in ter-mini politici (il che sarebbe logico, perch étutti abbiamo punti di riferimento politici ,i quali ci si augura possono essere intesi ne lsenso più nobile della parola, anche s equalche volta non è così, ma in «politi-chese»: «Noi, come magistratura democra-tica, noi, come magistratura indipendente ,esprimiamo . . .» . Queste sono le espressioniche si usano all'interno del Consiglio supe -

riore della magistratura nei comunicat idiramati su provvedimenti disciplinari osu sentenze .

Il problema dell'assoluta imparzialit àdunque non investe per prime le forze dipolizia, che sono però quelle nei confront idelle quali Governo e Parlamento hanno l aforza di imporre, con i decreti-legge e co nle proroghe, un limite previsto dalla Costi-tuzione. Vi sono infatti altre categorie ri-spetto alle quali il problema dell'imparzia-lità non è meno rilevante, ma rispetto adesse non si ha la forza ed il coraggio diprovvedere, sapendo che già dall'VIII legi-slatura, sia pure con ampio consenso for-male rispetto al divieto in sé, è intervenutoun veto, è intervenuto l 'alt a seguito di unadeliberazione del Consiglio superiore dell amagistratura .

Nutro poche speranze nell 'effetto de ldivieto di iscrizione ai partiti politici ,perché quest'ultimo è un dato formale . Insua assenza possiamo almeno chiedere:scusi, lei a che partito è iscritto? Se vi saràil divieto, non si potrà fare neppure questadomanda che diventerebbe oltraggiosa i nquanto fondata sulla presunta violazion edi un divieto . La sostanza, quindi, riman eidentica .

Il Parlamento non è stato capace di farosservare i divieti posti dalla legge eletto-rale: vi sono infatti magistrati che vengon oeletti nel collegio in cui esercitano la lor ofunzione. Si è fatto ricorso ad un espe-diente: dal momento che le legislature, pereffetto dello scioglimento anticipato, sca-dono prima del termine costituzionale, u ndeterminato principio vale solo quand onon si verifichi lo scioglimento anticipat odelle Camere. Poiché, però, lo sciogli-mento è sempre anticipato, i magistrati ,uscendo dalla Procura della Repubblica edalla presidenza del tribunale, si possonopresentare sulla piazza antistante e far ecomizi per farsi eleggere senatori nel lorostesso collegio .

Non si è stati capaci di far valere questaincompatibilità, che è collegata al pro-blema della imparzialità! Ci soffermiamo,invece, sul fatto che il carabiniere non siaiscritto ad un partito . E davvero questo i lproblema? Oppure il problema è di carat-

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tere generale e da esso dipende quellaessenziale garanzia di imparzialità che ri-chiediamo da una sola categoria?

Il collega Labriola dice che ciò avverràper l'ultima volta . Senza prendere in esamegli atti parlamentari, se la memoria miassiste e la logica non fa cilecca, ho l'im-pressione che una tale frase sia già stat apronunciata parecchie volte in quest'aul a— non dal collega Labriola che vi è ricorsoper la prima volta — di fronte alle innume -revoli proroghe di questo divieto .

Ritengo pertanto che del divieto in que-stione si possa fare benissimo a meno . Cel'avete dimostrato voi, ce l'hanno dimo-strato i diplomatici, i magistrati e tutte lecategorie nei confronti delle quali tale di-vieto, pur possibile, non è stato mai at-tuato .

Sono del parere che, trattandosi di unanorma che permette una limitazione ch ealtrimenti sarebbe incostituzionale, la so-luzione del problema non sia tanto sem-plice. Né si può addurre la motivazioneche, esistendo nella Costituzione l'articol o98, si può approvare una regolamenta-zione organica istituendo un divieto gene-ralizzato. Non sono di questo parere; bi-sogna entrare nel merito e specificare lecategorie interessate . E se affermate l anecessità del divieto cui si fa riferimento,non potete pensare di cavarvela con le pro -roghe relative ai corpi di polizia .

Esaminiamo allora quali sono i riferi-menti e discutiamo dell'opportunità d iadottare decreti-legge anche a tale ri-guardo !

Ho proposto un emendamento, ma mi èstato fatto presente che potrebbe risultareinammissibile perché non relativo alla ma -teria del decreto-legge in esame. Come si faa dire che non rientra nella materia de ldecreto-legge quando proprio un decreto -legge parla di regolamentazione organica ?Credo che la Commissione abbia fatto ben ea predisporre l'emendamento richiamato ,anche se non sono così ottimista sulla su aefficacia per quanto riguarda la possibilitàdi giungere ad una regolamentazione ge-nerale della materia .

Non si può dare per scontato nel de-creto-legge che esista la disciplina orga-

nica di cui all'articolo 98 della Costitu-zione; ciò non è vero poiché tale norm anon impone una sua attuazione mediantela legge ordinaria ma è meramente per-missiva. Tuttavia, se è vero che il decreto-legge faceva originariamente riferimentoad una regolamentazione organica rela-tiva a tutte le categorie interessate (richia-mando la necessità di anticiparne l'ef-fetto), non credo che la proposta di ope-rare tale anticipazione — sollevo fin da orail problema — per quanto riguarda le altrecategorie (magistrati, appartenenti alla di -plomazia, alle forze armate e così via)possa incontrare una qualche preclu-sione .

Per quanto concerne le forze armate ,occorre tener presente che esistono le di-sposizioni contenute nel regolamento d idisciplina militare ; per le altre categorie,invece, non esiste alcun divieto e quindi —ripeto — bisogna porsi fin da ora il pro-blema. Ritengo infatti che la questionedell'ammissibilità del mio emendament otocchi gli aspetti di merito del provvedi -mento in esame. Se ciò non fosse tenutopresente, credo che occorrerebbe votar econtro il decreto-legge perché di esso no nvi sarebbe alcuna necessità .

Stabilire un divieto per una categoria enon per un'altra non rappresenta una d iscriminazione in astratto, ma in quantonello stesso tempo si riconosce che il pro-blema è generale e che come tale si pre-senta in concreto. Se ciò è vero, non si puòaffermare che esiste una categoria per l aquale occorre adottare un decreto-legge edaltre che possono aspettare la regolamen-tazione «nel contesto più ampio» — comesi dice in politichese — che abbia il beneplacito degli interessati e che intervenga i nseguito ad un voto del Consiglio superiore ,dell'associazione dei magistrati e diquant'altri, con i riflessi che ciò producesulle varie forze politiche . Attendere chematurino condizioni politiche favorevol iconsentirà invece di provvedere nei modiche saranno più graditi alle categorie inte-ressate, vale a dire mediante leggi che ope -rino distinzioni che non confondan oqueste ultime con la «plebe» rappresentat adagli altri settori .

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Ritengo che tutto ciò sia assolutament einconcepibile e ribadisco che, qualora itermini del provvedimento dovessero re -stare quelli attuali, non ci si dovrà limitar eall'espressione di una buona volontà, comeha fatto in modo molto fermo ed impegna-tivo l'onorevole Labriola . Egli ha affer-mato che non si darà luogo ad altre proro -ghe, poiché la regolamentazione sarà ge-neralizzata; pertanto, secondo l 'onorevoleLabriola, occorre varare il provvedimentoin esame per porre fine, con il 31 dicem-bre, alla possibilità di adottare proroghe .

Credo invece che, se intendiamo porre i lproblema in questi termini, dobbiamo af-fermare fin da ora che non si deve conver -tire il decreto-legge in esame . Se si rite-nesse di convertirlo accettando i criteri inbase ai quali esso era stato impostato, laCamera dovrebbe dichiarare anzitutto am -missibile e poi approvare l'emendamentoche prevede il divieto di iscrizione ancheper le altre categorie . Il Governo potràallora affermare che è necessario garan-tire l 'assoluta imparzialità di queste ultim ee che non è possibile restare inerti di fronteall'idea che essa possa non essere assicu-rata per i diplomatici, i magistrati e pe rquant'altri .

Queste sono le considerazioni che desi-deravo sottoporre all'attenzione dell'As-semblea, che influiranno sul mio atteggia -mento nei confronti del provvedimento i nesame .

PRESIDENTE . Non essendovi altriiscritti a parlare, dichiaro chiusa la discus -sione sulle linee generali .

Ha facoltà di replicare il president edella I Commissione, onorevole Labriola .

SILVANO LABRIOLA, Presidente della ICommissione . Poiché la discussione sullelinee generali ha confermato le valutazion ida me esposte in sede di relazione, non h onulla da aggiungere, signor Presidente .

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare i lsottosegretario di Stato per l ' interno.

GIAN CARLO RUFFINO, Sottosegretario distato per l 'interno . Signor Presidente, ono-

revoli colleghi, vorrei fare solo alcune con-siderazioni .

Il Governo non può non essere sensibile ,non può non farsi carico delle osservazionie dei rilievi critici mossi al provvedimentoin esame sia dal presidente della I Commis-sione, onorevole Labriola, in qualità direlatore facente funzione, sia dagli onore-vole Franchi e Mellini .

Debbo per altro ricordare che il terzocomma dell'articolo 98 della Costituzionerecita: «Si possono con legge stabilire limi -tazioni al diritto d'iscriversi ai partiti poli-tici per i magistrati, i militari di carriera inservizio attivo, i funzionari ed agenti dipolizia, i rappresentanti diplomatici e con -solari all 'estero». All'onorevole Mellini ,che ha sottolineato la singolarità dell'inter-vento nei confronti degli agenti di polizia ,desidero altresì ricordare la legge che i lParlamento ha approvato il 10 aprile 1981 ,

il cui articolo 114, dopo l'affermazion e«fino a che non intervenga una disciplinapiù in generale della materia per l'applica -zione dell 'articolo 98 della Costituzione»,prevede che «gli appartenenti alle forze d ipolizia non possono iscriversi ai partit ipolitici» (Interruzione del deputato Mel-lini) .

In seguito, sono intervenute otto proro-ghe; come vede, onorevole Mellini, sod-disfo la sua curiosità .

MAURO MELLINI. Eccedere di una pro-roga è consentito: ho infatti parlato di noveproroghe. . .

GIAN CARLO RUFFINO, Sottosegretario diStato per l'interno. Ad ogni modo, tale pre-cisazione non modifica la sostanza del pro -blema .

Debbo per altro ricordare una circo-stanza che credo sia opportuno sottoline-are: il Governo, rendendosi conto dell'esi-genza largamente avvertita di predisporr efinalmente una regolamentazione dellamateria (magari non organica) in rela-zione all'articolo 98 della Costituzione, hapresentato un disegno di legge che, abbi -nato alla proposta di legge di iniziativadell 'onorevole Labriola e di altri parla-mentari, è stata esaminata dalla Commis-

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rione affari costituzionali il 22 novembrescorso ed il relatore è stato autorizzato ariferire oralmente in aula . Al Governo nonrisulta, per altro, che fino ad ora tale prov -vedimento sia stato esaminato dall'Assem-blea .

Per questo, l 'esecutivo non aveva alcunfine dilatorio nel proporre, con il decreto-legge in esame, la dizione «fino alla data d ientrata in vigore della normativa di cuiall'articolo 98, terzo comma, della Costitu-zione». Il Governo auspica — credo si trattidell'augurio di tutti — che il provvedi-mento che disciplina in modo più com-pleto la materia in esame, già esaminatodalla Commissione affari costituzionali ,possa rapidamente essere approvato e dapplicato .

Ci auguriamo inoltre — credo che il sug -gerimento fornito dal presidente della ICommissione di stabilire il termine di pro-roga fino al 31 dicembre 1990 consenta ilconcretizzarsi della nostra speranza —che si possa sollecitamente definire unamateria tanto controversa e che quindi i lParlamento possa scrivere una parola con-clusiva su una tematica così importante .

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito èrinviato ad altra seduta .

Discussione del disegno di legge . Conver-sione in legge, con modificazioni, de ldecreto-legge 24 aprile 1990, n. 82, re-cante norme in materia di trattamentidi disoccupazione e di proroga del trat-tamento straordinario di integrazionesalariale in favore dei dipendenti dallesocietà costituite dalla GEPI SpA e deilavoratori edili nel Mezzogiorno,nonché di pensionamento anticipat o(4792) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno rec ala discussione del disegno di legge : Conver -sione in legge, con modificazioni, del de-creto-legge 24 aprile 1990, n . 82, recantenorme in materia di trattamenti di disoc-cupazione e di proroga del trattament ostraordinario di integrazione salariale infavore dei dipendenti dalle società costi -

tuite dalla GEPI Spa e dei lavoratori edilinel Mezzogiorno, nonché di pensiona -mento anticipato .

Ricordo che nella seduta del 9 maggioscorso la I Commissione (Affari costituzio-nali) ha espresso parere favorevol esull 'esistenza dei presupposti richiesti dalsecondo comma dell'articolo 77 della Co-stituzione per l 'adozione del decreto-leggen . 82 del 1990, di cui al disegno di legge d iconversione n. 4792.

Dichiaro aperta la discussione sullelinee generali .

Ricordo altresì che nella seduta del 24maggio scorso la XI Commissione (Lavor opubblico e privato) è stata autorizzata ariferire oralmente .

Il relatore, onorevole Cavicchioli ha fa-coltà di svolgere la sua relazione .

ANDREA CAVICCHIOLI, Relatore . SignorPresidente, vorrei svolgere innanzitutto al -cune considerazioni di ordine politico su ldecreto-legge nostro esame, che ha avut oed ha una vita tormentata. Basterebbe, adimostrazione, fare riferimento alle suereiterazioni .

Lo spirito, l 'obiettivo e la filosofia de lprovvedimento erano quelli di ricostruir ealcuni istituti di ordine sociale che eranoscaduti alla data del dicembre 1988 . IlGoverno emanò il primo decreto-legge 1'1 1gennaio 1989, abbinando queste misure d icarattere sociale a quelle relative alla side -rurgia pubblica .

Tuttavia, mentre il decreto-legge sullasiderurgia andò a buon fine con la not alegge di conversione n . 181, il provvedi -mento oggi al nostro esame si è sostanzial -mente trascinato per tutto questo arco d itempo senza trovare una soluzione . Ecredo che, al di là della ristrettezza dei ter -mini costituzionali, vi sia una ragione be nprecisa per la mancata approvazione de ldisegno di legge, ragione che è stata soste -nuta ed evidenziata da tutte le forze poli-tiche e da tutti i gruppi. Mi riferisco al fattoche si è ritenuto di considerare questoprovvedimento come un ponte nei con-fronti di una riforma ben più ambiziosa ,che era ed è quella della cassa integrazion ee del mercato del lavoro . Si tratta di un

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provvedimento di riforma che è stato li-cenziato dal Senato ormai da tempo, che l aCommissione lavoro della Camera ha esa -minato in sede legislativa e che ha incon-trato numerosi contrasti sotto il profilodella copertura finanziaria . Recentementevi è stato — mi si dice — anche un parerenegativo da parte della Commissione bi-lancio .

Ebbene, avendo il decreto-legge un afunzione di ponte, è chiaro che su di esso s iscaricano alcune tensioni sociali che di -vengono difficilmente controllabili se no nvi è la certezza dell 'approvazione dell ariforma complessiva. E poiché tale cer-tezza è ben lungi dal determinarsi, anchequesta volta si è assistito al solito minuetto ,nel senso che è stata posta tutta una serie d iproblemi, certo legittimi, tra cui quell odella copertura finanziaria, che non hann oancora trovato soluzione .

Il relatore, quindi, esprime una certadifficoltà oggettiva e personale nell'av-viare l'esame del provvedimento in discus -sione e nell'esprimere il parere sugli emen -damenti ad esso presentati, poiché si rendeoggettivamente conto della fondatezza d ialcuni problemi sollevati, della necessità diapprovare la riforma del mercato del la-voro e quindi di collocare in tale contesto i lprovvedimento .

Pertanto, fatta questa premessa e tenutopresente il vincolo di solidarietà politica edi maggioranza che mi lega ovviamente a lGoverno, terrò un atteggiamento conse-guente, non abdicando per altro ad u nruolo di sollecitazione, che non è solo mioma dell'intera Commissione .

Detto questo, vorrei evidenziare breve -mente come il decreto-legge dia una seriedi risposte, prorogando, con l'articolo 1, l adisciplina della disoccupazione ordinaria ,già prevista dalla legge n. 86 del 1988, arri -vando al 20 per cento della retribuzionecon il 1 ° gennaio 1990, nonchè stabilend ouna copertura figurativa ai fini previden-ziali (è questo un punto che intendo sotto-lineare in modo favorevole) .

L 'articolo 2 proroga al 30 giugno 1990 iltrattamento di cassa integrazione a favoredei lavoratori GEPI, di quelli presi in con-siderazione dalla legge n . 501 dell'8 agosto

1977 e di quelli INSAR (con tutti i problem iche si collegano a tale sigla). Mi premesottolineare che in più occasioni, in Com-missione, i gruppi ivi rappresentati hann oall'unanimità evidenziato l'esigenza d iprocedere ad una riforma della GEPI, ocomunque di prevedere strumenti tali dafornire un più ampio respiro a tale so-cietà .

Noi ci apprestiamo a convertire un de-creto-legge che, con riferimento allo stru-mento in esame, ha una validità limitata a l30 giugno di ques t 'anno. Ciò comporta unaserie di problemi nonché la necessità d iadottare un ennesimo decreto-legge all ascadenza sopra menzionata . La Cameradunque deve tener conto dell'esigenza d irazionalizzazione e di intervento cui siam oposti di fronte .

Con l'articolo 3 del provvedimento si èinteso definire questioni di natura inter-pretativa relative ad una serie di norme .

L'articolo 4 riguarda un altro delicatomeccanismo, cioè la proroga della legge n .155 del 1981 sui prepensionamenti, in par -ticolare degli articoli 16, 17 e 18 . Al ri-guardo, voglio sottolineare due ordini d iproblemi, il primo dei quali è l'eccessivocosto del prepensionamento .

L'onerosità di tale strumento non è d iper sé contestabile, ma si ritiene eccessivala previsione di un onere del 50 per cento acarico delle aziende nel nord e del 25 percento a carico di quelle nel sud. Tale onererischia di compromettere una serie di ver -tenze che, nelle aspettative, prevedevanoun prepensionamento gratuito (second oquanto stabilito dalla legge n . 155) .

Un altro problema che non consente d ichiudere una serie di delicate vertenze inatto è quello del termine di operativitàdella proroga, che appare troppo limitato .Si tratta di questioni che sono state sotto -lineate da tutti i gruppi e che credo meri -tino particolare attenzione, anche alla luc edi nuovi interventi da parte del Governo .

L'articolo 5 del decreto-legge prevedeuna tutela a favore dei lavoratori agricol iper le eccezionali calamità naturali verifi-catesi negli anni 1988 e 1989. Si tratta d iuna norma sulla quale già in precedentioccasioni la Commissione si è espressa in

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senso favorevole . L'articolo 6 recepisce,almeno nello spirito e negli obiettivi, il con -tenuto di una proposta di legge unificata ,già approvata dalla Commissione lavoro,concernente la ricostituzione delle posi-zioni assicurative dei cittadini italiani rim -patriati dalla Libia, relative a periodi d ilavoro compresi tra il 1 ° luglio 1957 e il 2 1luglio 1970.

L'articolo 7, infine, contiene una serie d idisposizioni, a volte poco omogenee tra d iloro, che forniscono risposte ad alcun iproblemi. In proposito, ritengo occorrariflettere su un punto qualificante che sot -topongo all'attenzione dei colleghi, es-sendo stato oggetto di discussione in sed edi Commissione e di Comitato dei nove . S iprevede il contingentamento di uno stru-mento che ha dato risultati positivi, quell odei contratti di formazione lavoro, ricor-rendo ad un sistema che ha fatto discutere .Non si nega che, soprattutto nel l 'area de lcentro-nord, sia necessario razionalizzar eil suddetto istituto, specialmente dove nonesistono più problemi occupazionali .

Ritenevamo e riteniamo però più con -sona agli obiettivi del legislatore ed anchealla manovra di Governo una selezione de ilimiti di questo strumento, diretta a privi-legiare l'utilizzo serio e a penalizzare l especulazioni che qualche volta si nascon-dono dietro di esso, mantenendone co-munque struttura e filosofia .

Il Governo ha ritenuto per problemi d icompatibilità finanziaria (anche perch édietro questa norma vi è un risparmio d i210 miliardi) di mantenere tale emenda -mento seppure mitigandone gli effetti : ri-cevendo le sollecitazioni venute in ta lsenso, ne ha limitato gli effetti temporali a l1990 per poi rivedere l'intera materia infuturo (al riguardo vi è un provvedimentocomplessivo di riforma dell'istituto che fi-nalmente credo debba andare in porto,tenendo presente ciò che ha funzionato de icontratti di formazione lavoro e ciò che h ainvece destato perplessità) .

Fatte queste considerazioni, credo che s idebba procedere all'approvazione del de-creto al nostro esame con le modifiche cheverranno proposte tenendo conto delle sol -lecitazioni che questo dibattito potrà evi-

denziare e della necessità (voglio sottoline-arlo con forza) di superare gli scogli chenon consentono di approvare un provvedi -mento che è sostanziale in tutta la materia ,cioè la riforma della cassa integrazione edel mercato del lavoro . Solo con quel prov-vedimento potremo dare risposte certe esolo se esso sarà approvato questi «decret itampone» potranno offrire soluzioni sep-pure modeste e potranno assumere u nsignificato che altrimenti verrebbe vanifi-cato sia negli effetti sia nelle aspettative .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlar el'onorevole sottosegretario di Stato per i llavoro e la previdenza sociale .

GRAZIANO CIOCIA, Sottosegretario d iStato per il lavoro e la previdenza sociale . I lGoverno si riserva di intervenire in sede d ireplica .

PRESIDENTE. E iscritto a parlare l 'ono-revole Valensise . Ne ha facoltà .

RAFFAELE VALENSISE . Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, onorevole rap-presentante del Governo, devo dare atto alrelatore dell'onestà intellettuale con cui h ariconosciuto che il provvedimento al no-stro esame ha avuto una vita tormentata (ebasta l'elenco delle reiterazioni dei decret iper confermare l 'onesta ammissione de lrelatore) . Devo inoltre dargli atto di ave respresso con chiarezza il carattere sostan -ziale del provvedimento che è quello di u nprovvedimento-ponte verso l 'ormai miticariforma della cassa integrazione e degl ialtri istituti connessi, istituti che costitui-scono un insieme piuttosto vario di cosid -detti cuscinetti sociali .

Noi purtroppo ritroviamo nelle norma-tive contenute nel decreto al nostro esamela conferma, dal punto di vista dei costisociali, di una serie di errori che si sonoconsumati nel tempo in materia di svi-luppo industriale e di occupazione soprat-tutto nel Mezzogiorno. La summa (perusare una parola latina) degli errori h aprodotto quei costi sociali ai quali il de-creto-ponte cerca di mettere rimedio attra -verso la proroga di cuscinetti sociali ido-

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nei, in attesa che la cassa integrazione siariformata.

Noi nutriamo profondo rispetto nei con-fronti di quei lavoratori destinatari deicosti sociali pesantissimi dovuti ad errorigravi nella condotta della politica econo-mica, nell'individuazione degli obiettivi enell'incentivazione industriale sbagliatache è stata fatta, ma siamo estremamentecritici (e non potrebbe essere altrimenti)nei confronti dei governi che si sono suc-ceduti — degli ultimi in particolare — ch enon hanno affrontato mai in una vision eorganica generale i problemi connessi de llavoro, dell'occupazione, soprattutto nelMezzogiorno, dei costi sociali e delle pre-videnze di natura sociale a protezione de llavoro, limitandosi a provvedimenti-pont edel genere di quello oggi al nostr oesame .

A seguito di un rapido esame delle vari edisposizioni, devo dire che non si può es-sere contrari all'articolo 1 che prevede un aproroga in materia di disoccupazione ordi -naria. Si tratta infatti di previsioni dovute ,considerato che il provvedimento relativ oalla cassa integrazione, approvato dal Se -nato, dovrà essere esaminato da quest oramo del Parlamento .

Non si può dunque essere contrari alleproroghe del trattamento di integrazionesalariale, che costituisce un ammortizza-tore sociale di grandissima importanza . Miassocio però alla domanda del relatore :cosa succederà il 1 ° luglio? Verrà presen-tato un altro decreto? È forse possibile ch equesti ammortizzatori sociali siano con-dotti da un decreto all'altro per le ragionipiù varie e complesse, ma anche per le pi ùsemplici collegate alle disponibilità di bi-lancio?

Avare sono le situazioni di cassa integra -zione, mentre avrebbero dovute essere tal ile condizioni che determinavano tali situa-zioni. Nell'Italia meridionale abbiamo rag-giunto dei record, non soltanto per quant origuarda la GEPI, ma anche la cassa inte-grazione ordinaria . Si tratta di record rea-lizzati da enti di Stato: a Salina Ionica visono da anni ed anni lavoratori in cass aintegrazione che ancora non conoscono i lloro destino ed attendono una sistema -

zione definitiva della loro condizione . Sitratta, in verità, di una situazione malvalu-tata in partenza, onorevole sottosegreta-rio: non occorreva uno spirito profeticoper rendersi conto che la fabbrica di Sa-lina Ionica, poi accollata agli enti di Stato ,non avrebbe mai potuto produrre posti dilavoro veri (ma semmai solo l'illusione) .

Desidero rilevare che il comma 9 del l 'ar-ticolo contiene il principio — lo segnaloall'attenzione ed alla competenza del rela-tore — relativo all'utilizzazione dei period idi attività lavorativa espletata presso altraimpresa. Si tratta di una intuizione fruttodello studio che noi del Movimento social eitaliano ed i nostri consulenti dell'istitutodi studi corporativi avevamo svolto (e con -tinuiamo a svolgere), tentando di indivi-duare il filo conduttore tra le varie siste-mazioni aziendali del lavoratore, in modoche tale continuità costituisca per il lavo-ratore un punto di forza nelle necessari esituazioni di passaggio da un'aziendaall'altra, soprattutto in materia di ricon-versione .

Pertanto salutiamo con interesse questanorma che considera la possibilità di uti-lizzare pregressi periodi di attività esple-tata presso altre aziende . Diciamo tuttaviache de iure condendo, nel momento in cu idovranno affrontarsi i problemi grav idella cassa integrazione, dei prepensiona-menti, delle ristrutturazioni o delle ricon-versioni, bisognerà prestare attenzion ealla continuità della vita attiva del lavora-tore, la quale potrebbe riguardare non sol oil periodo di lavoro prestato presso un aprecedente azienda, ma anche un'inden-nità di fine lavoro, che potrebbe essere tra-sferita da un'azienda all'altra, concor-rendo in tal modo al finanziamento diquella che riceve il lavoratore .

Si tratta di intuizioni che costituisconooggetto di studio e delle quali troviamo u nsegnale in questa norma di grande inte-resse. Ci auguriamo che tale semente poss afiorire perché questi problemi sussiston ofin dalla legge sulla riconversione indu-striale e non sono stati mai affrontati, no-nostante le urgenze sociali — soprattuttodel Mezzogiorno — si siano andate molti-plicando man mano che si moltiplicavano i

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posti di lavoro (che nella realtà tali nonerano) e le necessità di ristrutturazione e d iriconversione; in particolare nel campodelle industrie di prodotti maturi che, sedislocate nel Mezzogiorno d'Italia, eran odestinate, dopo la conquista del finanzia -mento attraverso i mutui a tassi agevolati,alla cassa integrazione (come è avvenutoper tutto il settore tessile trasferito in Italiameridionale) .

La stessa cosa potrà avvenire, pur-troppo, per altre produzioni mature, av-ventatamente trasferite nel Mezzogiornod'Italia, al di fuori di qualsiasi piano dipolitica industriale e di qualsiasi conside-razione di carattere generale, capaci diattuare una politica economica comples-siva, di consentire l 'assorbimento di forzedi lavoro e di non aumentare il fenomenodella cassa integrazione .

Per quanto riguarda l'articolo 4, il rela-tore ha giustamente sottolineato la delica-tezza del meccanismo del pensionamentoanticipato. Anche in questo caso, si pone laquestione del termine . Infatti, sulla pro -roga del sistema di prepensionamento fin oal 30 giugno, soprattutto nel settore del l ' in -dustria siderurgica, mi aspetto la presen-tazione di proposte emendative sia d aparte del relatore sia da parte del Governo .Il termine del 30 giugno vanifica a mioavviso le finalità stesse del decreto ; pos-siamo quindi fin d'ora prevedere una suareiterazione .

Il pensionamento anticipato è un mecca -nismo che deve essere considerato nellasua complessità perché purtroppo è ilpunto terminale di scelte errate di politicaeconomica ed industriale; è un qualchecosa che dovrebbe seguire ristrutturazionie riconversioni considerate nell'ambito d ipiani più vasti e con riferimento soprat-tutto alle necessità occupazionali e di pro -duzioni cariche di avvenire .

Fatto sta che voi state presentando i nParlamento meccanismi che dovrebberoagire ed intervenire su quelle che nell arelazione sono state definite «aree di de-clino industriale» . Purtroppo tali aree nonsono nel nord o soltanto nel nord, masoprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Piovequindi sul bagnato: aree di declino indu-

striale sono quelle in cui produzioni ma-ture determinano necessità di prepensio-namenti e di sistemazioni, attraverso am-mortizzatori sociali, di lavoratori che ver-sano in condizioni di assoluta precarietà ;sono aree in cui le potenzialità umane no npossono essere utilizzate cosi come do-vrebbero .

Nulla quaestio per quanto riguarda ledisposizioni di cui all'articolo 6 : norma cheforse tardivamente prevede interventi afavore dei cittadini italiani rimpatriatidalla Libia (sia per lavoratori dipendentisia autonomi). C'è soltanto da meravi-gliarsi che provvedimenti del genere ven-gano adottati per decreto, mentre avreb-bero dovuto essere recepiti nella legisla-ione a favore dei profughi, a suo tempoapprovata dal Parlamento .

Signor Presidente, vorrei formulareun'ultima osservazione a proposito delcomma 13 dell'articolo 7, che concernedisposizioni diverse e prevede proroghe afavore dei lavoratori dipendenti da im-prese sottoposte ad amministrazion estraordinaria .

Il comma 13 di tale articolo ci persuad epoco, in quanto con esso viene abolita ladoppia circoscrizione; viene cioè abolita,secondo quanto era previsto dalla legge n .56 del 1987 sul cosiddetto mercato dellavoro, la possibilità di iscriversi nelle listedi collocamento della circoscrizione di re-sidenza e in un'altra circoscrizione .

Nella relazione si dice che si ritiene didover abrogare l'articolo 16 della legge n .56 del 1987, senza però specificarne leragioni. Io ritengo che una simile abroga-zione normativa sia penalizzante soprat-tutto per i lavoratori del Mezzogiorno . Conriferimento a questa parte del paese, doveelevatissimi sono i tassi di disoccupazione ,avevamo giudicato positiva la norma di cuial comma 2 dell'articolo 16 della legge n .56 del 1987, perché l ' iscrizione in unaseconda circoscrizione costituiva per il la-voratore che si trasferiva in una circoscri-zione diversa da quella di residenza la sicu -rezza di poter trovare lavoro e quindi unasistemazione .

Dunque, questa abrogazione è antimeri -dionale; non ne comprendo i motivi se non

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alla luce di un egoismo che non si sa ben eda quale parte provenga. In ogni caso ,rimango in attesa di qualche chiariment oed assicurazione da parte del relatore suun'abrogazione che allo stato riteniamoincomprensibile, soprattutto in considera -zione del fatto — è quanto ci risulta — chela norma in oggetto ha funzionato non diròpositivamente ma certo non negativa -mente a favore dei lavoratori del Mezzo-giorno .

Questa decisione non ci piace — lo di-ciamo con grande schiettezza — soprat-tutto perché ha dei contenuti oggettiva -mente contrari ai lavoratori delle zone a daltissimo tasso di disoccupazione .

Nel comma 16 dell'articolo 7 si stabilisc einoltre «che una quota pari all' 11 per centodelle somme affluite per l'esercizio 1989,al fondo di cui all'articolo 5 del decretolegislativo del Capo provvisorio dello Stat o29 luglio 1947, n. 804, è ripartita tra gl iistituti di patronato e di assistenza social eoperanti alla data di entrata in vigore de lpresente decreto che, avendo attuato un aristrutturazione della propria organizza-zione, abbiano dovuto far ricorso al cre-dito bancario per far fronte agli oneri d igestione, in misura proporzionale ai debit ibancari e finanziari evidenziati da ciascunistituto nel rendiconto relativo all 'eser-cizio 1987» .

Devo dire che la materia dei patronati èregolata male ed esercitata peggio da lpunto di vista dell 'attribuzione, ancheperché i criteri fissati dal Ministero sonoassolutamente incomprensibili . I patro-nati (mi riferisco a quelli sani come1'ENAS, la cui organizzazione sindacal epromotrice è la CISNAL) hanno debiti acausa degli oneri finanziari derivanti da iritardi scandalosi con cui il Ministero li-quida le competenze di sua spettanza.

I piani di riparto restano incomprensi-bili, mentre i favoritismi verso alcuni pa-tronati sono all'ordine del giorno. Lanorma in oggetto è quindi ben vista dacoloro i quali hanno contratto debiti inoccasione di ristrutturazioni, ma nonvorrei che dietro il termine ristruttura-zione si nascondessero delle «fotografie» .Noi siamo contrari alle «fotografie» nelle

leggi, soprattutto in materia di patronat iperchè i precedenti non sono brillanti (ri-cordo che taluni patronati «fotografabili »ebbero disavventure che hanno screditatoquesta benemerita categoria, senza recar ealcun beneficio ai lavoratori) .

Sono un sostenitore della necessità deipatronati perché la legislazione previden-ziale è estremamente complessa. Baste-rebbe la vicenda di questo decreto pe rdimostrare come sia necessario per il lavo -ratore godere dell 'assistenza di patronatiche gratuitamente diano spiegazioni i nmodo da permettere agli interessati di di-stricarsi nel ginepraio della legislazioneprevidenziale assolutamente inaccettabil eed ostica anche per gli operatori del di -ritto, per i giuslavoristi. È infatti difficileorientarsi in un campo così vasto ove leggie «leggine» si sovrappongono .

Tuttavia la norma contenuta in quest ocomma ci mette in allarme, anche se miauguro che le nostre preoccupazioni sianofugate e che il riparto delle somme indi-cate prescinda dalle ristrutturazioni . Au-spico pertanto che il Governo faccia am-menda dei criteri assolutamente incom-prensibili (non voglio dire arbitrari i nquanto sono rispettoso delle parole, de lloro uso e della proprietà del linguaggio ,per cui non posso qualificarli tali se non n eho la prova) fino ad ora seguiti, in part einduttivi, in parte analitici, in parte com-pensativi di chi sa quali soluzioni. Tali cri -teri hanno danneggiato i patronati sani icui debiti non derivano certo da ristruttu-razioni effettuate anni orsono, allor-quando i patronati stessi «disboscarono» i lpersonale in eccedenza, dimostrando cos ìal Ministero del lavoro la loro efficienteorganizzazione .

I patronati sani hanno debiti soltant operché i contributi del Ministero arrivanoin ritardo per cui sono costretti a ricorrer eal credito ordinario sostenendo oneri fi-nanziari ben immaginabili . Quando poiarrivano i contributi essi sono largamentefalcidiati dagli interessi corrisposti al si-stema bancario . In altri termini il ritardocon cui il Ministero versa i contributi giov aal sistema bancario che trae profitto daiprestiti concessi .

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Mi attendo, quindi, dalla cortesia de lrelatore e del rappresentante del Govern oqualche chiarimento in proposito : benvengano contributi ulteriori, ma il lororiparto deve essere proporzionato all'ef-fettiva attività dei patronati .

Non si può venire a dire che non è pos-sibile ricostruire l'attività dei patronati ,perché in tal caso la responsabilità di talesituazione ricadrebbe sulla struttura peri -ferica del Ministero del lavoro, che do-vrebbe essere nelle condizioni di control-lare, quanto meno a campione, le praticheche i patronati hanno istituito . Non si puòdi volta in volta stabilire criteri induttivi d itipo analitico, con compensazioni il piùdelle volte incomprensibili, per poi venirefuori con queste disposizioni che dannol'impressione di norme-fotografia. Mi au-guro, comunque, di essere smentito dallacortesia del relatore e del rappresentant edel Governo .

Un 'ultima osservazione concerne i lcomma 18-bis dell 'articolo 7 del decreto ,che limita i contratti di formazione lavoronel nord. È un provvedimento forse tar-divo, comunque temporaneo, tenuto contoche i contratti di formazione lavoro son outili in tutte le zone d'Italia, ma sono indi -spensabili incentivi per l'elevazione del di -soccupato al rango di lavoratore qualifi-cato soprattutto nel Mezzogiorno d'Ita-lia .

Se la norma dovesse passare in questaforma, suggerirei una percentuale ancorapiù ridotta, perché sappiamo che tassi d idisoccupazione maggiore sono nelle zon edel Mezzogiorno d'Italia, in quelle zonenelle quali il contratto di formazione la-voro è il veicolo indispensabile per passar edal lavoro nero al lavoro alla luce del sole,alla qualificazione professionale dei lavo-ratori .

Onorevole Presidente, le considerazioniche ho svolto in maniera rapida ed incom -pleta sono state suggerite dal l' importanzadi un provvedimento che ci viene annun-ziato come provvedimento-ponte, in cuisono contenute normative che non pos-sono non essere giudicate positivamentema che è ispirato da una cultura del pre-cario e dalla mancata considerazione

dell'imminenza delle scadenze di certi ter -mini, che ce Io fanno giudicare molto cri-ticamente per l'incapacità di trasformareil precario in permanente, di sciogliere inodi dei costi sociali che derivano da er-rate scelte di politica industriale e di poli-tica economica e che gravano purtropp osu tutti i lavoratori italiani, ed in partico-lare sui lavoratori delle zone meno fortu-nate del paese, quali sono quelli del l 'Italiameridionale.

PRESIDENTE . Non essendovi altriiscritti a parlare, dichiaro chiusa la discus -sione sulle linee generali .

Ha facoltà di replicare il relatore, ono-revole Cavicchioli .

ANDREA CAVICCHIOLI, Relatore . SignorPresidente, onorevoli colleghi, devo dareatto al collega Valensise di aver sottoli-neato alcuni problemi che fra l'altro i ostesso avevo evidenziato e di aver svolt oalcune osservazioni sulle quali non si pu ònon concordare .

Per quanto riguarda in particolare i pro-blemi degli enti di patronato, ritengo ch eogni ausilio per risolvere situazioni di dif-ficoltà gestionale debba essere fornito concriteri di assoluta oggettività e traspa-renza, dando la possibilità a questi enti d isvolgere il proficuo ruolo che è stato loroassegnato .

Per il resto non sono oggettivamente ingrado di dare una risposta ed una assicu -razione in termini politici ; posso formu-lare un auspicio e far mie alcune criticheemerse in maniera costruttiva dal dibat-tito. Non possiamo pensare di risolver euna serie di situazioni difficilissime conistituti che scadono il 30 giugno, con pro-roghe chiaramente contingenti, tempora-nee, non strutturali e non finalizzate (l ovoglio sottolineare con forza) ad un prov-vedimento di sistemazione complessivadel settore, di cui abbiamo bisogno.

Credo che il Governo, al di là di quell oche sarà il voto dell'Assemblea, dovrà te -nere conto delle sollecitazioni, che cred osaranno unanimi, che verranno in quest osenso dalle forze politiche . Abbiamo bi-sogno di una politica del lavoro di grande

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respiro, in grado di assecondare l'avvio d iprocessi di ristrutturazione con obiettivi equadri di riferimento certi . Naturalmente,con l 'approvazione di questo provvedi-mento non avremo un quadro di riferi-mento certo, anzi, probabilmente si ha lasensazione opposta .

Il Parlamento aveva fatto tutto il su odovere dal momento che la Commissione,con grande consenso delle forze politiche,aveva licenziato un testo, certamente per-fettibile come qualunque altra legge, ch etuttavia forniva risposte concrete . Credoche dovremo insistere per ottenere ri-sposte in termini di copertura finanziaria eper far sì che il decreto sia uno degli ultim i(voglio essere realista) in funzione dell ariforma complessiva del settore .

Con questa sollecitazione, con questoobiettivo e con questo auspicio il relator eha inteso replicare, scusandosi per la bre -vita dell ' intervento .

PRESIDENTE . Ha facoltà di replicarel'onorevole rappresentante del Governo .

GRAZIANO CIOCIA, Sottosegretario diStato per il lavoro e la previdenza sociale .Signor Presidente, colleghi, soltanto al-cuni minuti, nonostante l'ora, per sottoli-neare innanzitutto l ' impegno, il senso diresponsabilità e la competenza del relator ee di tutta la Commissione, alle prese ormaida tempo con un decreto reiterato pi ùvolte (sei o sette) e che nel tempo probabil -mente ha rischiato, come rischia di venir emeno alla sua ispirazione originaria, sotto -lineata ancora una volta dal relatore e da lcollega Valensise, intervenuto nel dibat-tito.

D'altra parte, anche altri colleghi in sededi Commissione, di comitato ristretto efino a poco fa in sede di comitato dei novehanno ricordato che dopo il mese d igiugno ci troveremo di fronte a question iche il decreto non può definire compiuta -mente. Tuttavia, la scadenza del 30 giugno1990 può servire ad un tempo al Parla -mento, alle forze politiche ed al Governoper recuperare l'obiettivo di fondo, a cui èrivolto anche il presente decreto-legge ,rappresentato dalla riforma generale del

mercato del lavoro. Si tratta di un provve-dimento (mi pare utile ed opportuno ricor -darlo) che rientra in una visione strategicadi tipo nuovo entro cui, non molto tempofa, si e voluto collocare l'intero sistema de lmercato del lavoro ; visione strategica d itipo nuovo che dovrebbe presiedere allacosiddetta politica attiva dell'impiego e de llavoro, così come questa sera hanno ricor-dato sia il relatore sia l'onorevole Valen-sise .

Ci troviamo di fronte ad alcune diffi-coltà di carattere tecnico : questioni di co-pertura finanziaria; il parere negativodella Commissione bilancio; non sono finoad ora pervenute dal Ministero del tesorole schede tecniche. Non ho tuttavia esita-zione ad esprimere un'impressione che as-sume spesso il valore di convincimento : epossibile prefigurare che il problema siada riaffrontare e ridefinire in sede politica ,in sede di eventuale rinegoziazione degl iaccordi di Governo.

Comprendiamo pertanto il senso di in -soddisfazione espresso da diversi grupp ipolitici in Commissione e ci rendiamoconto delle difficoltà esistenti e quindi de lsenso di responsabilità manifestato dal re -latore nei confronti di una maggioranza d iGoverno oggettivamente inadempient eper gli aspetti che ho indicato .

Nel tempo si sono dovuti dire divers i«no» da parte del Governo e del relatore ,pur comprendendo la validità ed il senso d iquanto e stato più volte proposto circa lanecessità di maggiore efficacia e durata dialcuni strumenti che si vogliono recupe-rare con questo decreto e che tendonoall 'obiettivo della protezione sociale («cu-scinetti sociali», come l 'onorevole Valen-sise ha voluto definirli) .

Abbiamo dovuto registrare una serie ditensioni accumulatesi ed inevitabilmentescaricatesi su questo provvedimento, no nsolo e non tanto a causa della sua reitera-zione permanente, ma della mancata ri-forma del mercato del lavoro .

Dobbiamo ora convertire il decretolegge, perché altrimenti non potremo spin-gere tutti insieme per far fare passi avant iad una riforma che ha registrato le piùampie convergenze ed il consenso una-

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nime delle forze politiche presenti in Par -lamento.

Tutte le riflessioni e le considerazion iformulate dal relatore, dal collega Valen-sise e da altri colleghi in Commissione son oindubbiamente fondate, soprattutto perquanto riguarda la materia del prepensio -namento, la questione dei contratti forma -zione e lavoro ed alcuni problemi interve-nuti e postisi a seguito dell'ultima reitera-zione del decreto . L'onorevole Valensise viha fatto riferimento : la questione dei pa-tronati con tutto quanto ne consegue e n epotrebbe conseguire .

Per quanto concerne l 'articolo 7, rela-tivo ai contratti di formazione lavoro, ri-tengo che nel corso dell'esame degli arti -coli si verrà incontro all'esigenza manife-stata dal relatore e dai gruppi .

Potremmo così attenuare l'impatto fort edi una norma, eliminando quanto può ap -parire una sorta di discrezionalità da partedel Governo chiamato a determinare an-nualmente il numero massimo e l'ammon -tare dei contratti di formazione-lavoro au -torizzabili da parte delle commissioni re-gionali per l ' impiego. Per il 1990 il numerocomplessivo di questi contratti non puòeccedere il 75 per cento di quelli ammess iper il 1989 . Per gli anni successivi la ma-teria verrà disciplinata in un provvedi-mento più organico, ampio e complessivoche in ogni caso dovrà tener conto dell emutate condizioni del mercato del lavoro ,soprattutto nelle aree forti del nostropaese.

Per quanto riguarda la materia dei pa-tronati, vorrei ricordare al collega Valen-sise che chi in questo momento rappre-senta il Governo e sollecitato dalle osserva-zioni serene e pacate fatte circa i metodi, icriteri e le decisioni che presiedono all'ero -gazione dei contributi da parte del Mini-stero del lavoro ai patronati .

In effetti, così come nel decreto, lanorma può apparire una fotografia riferi-bile a questa o quella situazione o condi-zione particolare. Non ho alcuna esita-zione ad anticipare che nel comitato de inove tale questione si è posta e che i lGoverno, rappresentato in quella sededallo stesso ministro, è venuto incontro a

questo tipo di preoccupazione, fatta salv ala necessità di verificare, valutare e capir ecosa possa essere accaduto nel tempo pre-cedente l'assunzione di responsabilità daparte del ministro in carica per evitar eeventualmente il permanere di criteri e dimetodi non rispondenti alla realtà dei fattie discriminatori nei confronti di questo odi quell'ente di patronato — dal momentoche tutti svolgono ugualmente funzion imeritorie soprattutto nei confronti di que ipatronati che si sono caricati di onerifinanziari a seguito di inadempienze, ri-tardi e lentezze della burocrazia in gene-rale e del Ministero del lavoro in partico-lare.

A questo proposito si proporrà i nquest'aula un emendamento che in parteviene incontro a questo tipo di esigenze eche in ogni caso sgombra il terreno d asospetti circa il carattere discriminatori ocomunque parziale di questa norma .

Signor Presidente, colleghi, mi rend oconto che con l'andar del tempo e con ilreiterare questi decreti si rischia di vanifi-carne lo spirito. Emergono ancor di piùtutti i nodi, le disfunzioni, le carenze, leinadempienze e le negatività della politic aeconomica nei confronti dell'area meri-dionale, dell'area debole, che non riesce afar registrare un modo di porsi nuovo, pro-fondamente innovatore rispetto a poli-tiche del passato più lontano e più recentee comunque a fronte dei risultati non deltutto soddisfacenti — usiamo eufemistica-mente queste parole — che tutti cono-sciamo .

Questo provvedimento tenta però d idare alcune risposte, in vero parzial iperché esso è stato sempre «traguardato»ad un obiettivo di carattere generale e col -locato nella prospettiva di respiro piùampio cui ci siamo costantemente riferiti ,vale a dire la riforma del mercato dellavoro.

Si e tentato nel frattempo di recuperarealcune condizioni di particolare gravità edrammaticità, come quella degli edili dellagrande centrale a carbone di Brindisi,nonché le situazioni di alcuni lavorator idipendenti di aziende previste nella cosid -detta «tabella A» e comunque escluse dalla

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cassa integrazione. Si sono scaricate ulte -riori tensioni a fronte di condizioni di cris iche si sono aggravate ; come spesso accade,tutte queste aspettative si sono «appese» a ldecreto in esame. Diciamo tutto ciò persottolineare la necessità di attendere final -mente a provvedimenti di carattere orga-nico ed a strumenti decisivi per sciogliere inodi che sempre più rischiano di diventar eesiziali non solo e non tanto per il sistemaproduttivo e del lavoro del nostro paese ,quanto per la stessa democrazia .

Ho apprezzato in modo particolare l eosservazioni che sia l 'onorevole Valensise,sia il relatore hanno svolto ; molte di essesaranno indubbiamente ricomprese inemendamenti che verranno proposti da igruppi parlamentari, nei confronti deiquali il Governo è fin d'ora disponibile ; lostesso Governo ne ha presentati alcuni i nCommissione ed essi saranno discussi i nquest'aula. In ogni caso, tutto ciò non èpienamente adeguato agli obiettivi ed alleattese comuni ; sottolineiamo tale aspett oper assumere un impegno che non è pro-prio solo di chi rappresenta in questo mo -mento il Governo, ma che, a mio avviso,deve essere di tutte le forze politiche rap-presentate in questa Camera . Mi riferiscoalla necessità di riprendere il cammin overso un provvedimento generale di ri-forma; se dovesse tardare, ciò aggrave-rebbe i problemi che sono sotto gli occhi d itutti e che soprattutto, pur essendo di vec -chia data, si giustappongono a quell inuovi .

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito èrinviato ad altra seduta.

Ordine del giornodella seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine delgiorno della seduta di domani .

Mercoledì 6 giugno 1990, alle ore 9,30

1 . — Dichiarazione di urgenza di una pro -posta di legge (ex articolo 69 del regola -mento) .

2. — Assegnazione di progetti di legge aCommissioni in sede legislativa.

3.— Discussione del disegno di legge:

S . 1984 — Norme di delega in materia diautonomia impositiva delle regioni e altredisposizioni concernenti i rapporti finan-ziari tra lo Stato e le regioni (Approvato da lSenato) (4573) .

— Relatori: Gregorelli e D'Amat oCarlo .

(Relazione orale) .

4. — Seguito della discussione del di-segno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni ,del decreto-legge 21 aprile 1990, n . 81,

recante proroga del termine previstodall 'articolo 114 della legge 1° aprile 1981,

n. 121, concernente nuovo ordinamentodella amministrazione della pubblica sicu -rezza (4791) .

— Relatore : Camber .(Relazione orale) .

5. — Seguito della discussione del di-segno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni ,del decreto-legge 24 aprile 1990, n . 82,

recante norme in materia di trattamenti d idisoccupazione e di proroga del tratta -mento straordinario di integrazione sala-riale in favore dei dipendenti dalle societàcostituite dalla GEPI S .p.A. e dei lavorator iedili nel Mezzogiorno, nonché di pensiona -mento anticipato . (4792) .

— Relatore: Cavicchioli .(Relazione orale) .

La seduta termina alle 21,40

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIOSTENOGRAFIA DELL'ASSEMBLEA

DOTT. VINCENZO ARIST A

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALEPROF . TEODOSIO ZOTTA

Licenziato per la composizione e la stampadel Servizio Stenografia dell'Assemblea

alle 23 .

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COMUNICAZIONI

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Annunzio di proposte di legge .

In data 30 maggio 1990 e stata presen-tata alla Presidenza la seguente propostadi legge dai deputati :

LUCCHESI ed altri : «Concessione di uncontributo statale per la realizzazion edella nave-museo 'Elettra 2' nel quadrodella celebrazione delle 'Colombiadi '»(4857).

In data 31 maggio 1990 sono state inoltrepresentate alla Presidenza le seguenti pro -poste di legge dai deputati :

POGGIOLINI : «Ordinamento della profes-sione sanitaria di podologo e Istituzionedella federazione nazionale e dei colleg iregionali dei podologi» (4859) ;

FIORI: «Inquadramento nella ottava qua-lifica funzionale di cui all'articolo 4 dellalegge 11 luglio 1980, n. 312, di personalenon direttivo dello Stato in possesso d idiploma di laurea» (4860) .

In data 1 ° giugno 1990 sono state presen -tate alla Presidenza le seguenti proposte dilegge dai deputati :

ZANONE : «Protezione della fauna ed eser -cizio venatorio» (4861) ;

RENZULLI : «Ordinamento della profes-sione di fisico» . (4862) .

In data 4 giugno e stata presentata all aPresidenza la seguente proposta di leggedal deputato:

BIONDI : «Interventi urgenti e straordi-nari per la realizzazione di infrastrutture e

di strutture turistiche e ricettive connessealla celebrazione del V centenario dell ascoperta dell 'America» (4867) .

In data odierna e stata presentata all aPresidenza la seguente proposta di leggedai deputati :

RONCHI ed altri: «Norme per la revocadelle licenze di porto di armi nelle pro-vince a più alto tasso di omicidi volontari ,per il censimento e l'anagrafe delle armi »(4869) .

Saranno stampate e distribuite .

Annunzio di disegni di legge .

In data 4 giugno 1990 sono stati presen -tati alla Presidenza i seguenti disegni d ilegge :

dal ministro degli affari esteri:

«Ratifica ed esecuzione dei Protocoll iagli accordi di cooperazione tra la CEE dauna parte ed il Regno Hascemita di Gior-dania, della Repubblica socialista federa-tiva di Jugoslavia e dello Stato di Israeledall'altra, a seguito dell'adesione delRegno di Spagna e della Repubblica por-toghese alla Comunità, firmati a Bruxelle srispettivamente il 9 luglio 1987, il 10 di-cembe 1987 ed il 15 dicembre 1987»

(4863) ;

«Ratifica ed esecuzione dell 'Accordo fr ail Governo della Repubblica italiana ed ilGoverno dell'Unione delle Repubbliche so-cialiste sovietiche sulla protezione reci-proca e sull'utilizzazione dei diritti di pro-prietà industriale, firmato a Roma il 30

novembre 1989» (4864) ;

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«Ratifica ed esecuzione del Protocollorecante emendamento all'articolo 56 dellaConvenzione relativa all 'Aviazione civileinternazionale, firmato a Montreal il 6 ot-tobre 1989» (4865) ;

«Ratifica ed esecuzione dei protocoll iaggiuntivi agli accordi tra gli Stati membr idella CECA e la CECA da un lato ed i lRegno di Svezia, il Regno di Norvegia, l aConfederazione elevetica, la Repubblicad'Austria, la Repubblica d'Islanda e la Re -pubblica di Finlandia dall 'altro, a seguitodell'applicazione del sistema armonizzatodi designazione e di codificazione dell emerci, firmati a Bruxelles rispettivament eil 12 aprile 1989, il 19 aprile 1989, il 20marzo 1989, il 16 febbraio 1989, il 3 1maggio 1989 ed il 2 febbraio 1989 (4866).

In data odierna e stato presentato all aPresidenza il seguente disegno di legge:

dal ministro delle finanze :

«Reintegro a bilancio delle somme intro -itate per cessioni di beni o prestazioni d iservizi rese dalla Guardia di finanza adaltre Amministrazioni dello Stato, ad Am-ministrazioni non dello Stato o a privati »(4868) .

Saranno stampati e distribuiti .

Trasmissioni dal Senato.

In data 31 maggio 1990 il Presidente de lSenato ha trasmesso alla Presidenza laseguente proposta di legge:

S. 1411-1837-1855-2027 . Senatori BOATO ;MANCIA ed altri ; CUMINETTI ed altri ; LIBER-TINI ed altri: «Norme relative alla cessa-zione dell'impiego dell'amianto» (appro-vata, in un testo unificato, da quella X Com-missione permanente) (4858) .

In data 1° giugno 1990 il Presidente delSenato ha altresì trasmesso alla Presi-denza il seguente disegno di legge:

S. 1920. — «Partecipazione italiana a lfinanziamento della costruzione di unmuseo della Croce Rossa Internazionale aGinevra» (approvato dalla III Commission epermanente della Camera e modificato daquella III Commissione permanente) (3655-B).

Saranno stampati e distribuiti .

Annunzio di una domanda d iautorizzazione a procedere in giudizio.

Il ministro di grazia e giustizia ha tra -smesso la seguente domanda di autorizza -zione a procedere in giudizio :

— contro il deputato Pietro Battaglia,per concorso — ai sensi dell 'articolo 110del codice penale — nei reati di cui all'ar-ticolo 21 del decreto del Presidente dellaRepubblica 24 maggio 1988, n. 236 (viola-zione delle norme sulla qualità delle acqu edestinate al consumo umano) ed agli arti -coli 81, capoverso, e 328 del codice penale(omissione o rifiuto di ufficio, continuata)(doc. IV, n. 155) .

Tale domanda sarà stampata, distribuitae trasmessa alla Giunta competente .

Trasmissione di una decisione e d irisoluzioni del Parlamento europeo .

Il Presidente del Parlamento europeo hatrasmesso il testo di una decisione :

«sulla concessione del discarico all aCommissione per l'esecuzione del bilanci ogenerale delle Comunità europee perl'esercizio 1988 relativo alle sezioni I —Parlamento, II — Consiglio III — Commis-sione, IV — Corte di giustizia, V — Cortedei conti» (doc . XII, n. 197)

e di una risoluzione :

«contenente le osservazioni che sonoparte integrante della decisione che con-cede il discarico per l'esecuzione del bi-lancio generale delle Comunità europeeper l'esercizio 1988» (doc . XII, n. 198) .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

Questi documenti saranno stampati edistribuiti e, a norma dell 'articolo 125 delregolamento, deferiti alla V Commissionepermanente nonché, per il prescritto pa-rere, alla III Commissione .

Il Presidente del Parlamento europeo hatrasmesso altresì il testo di una risolu-zione:

«sulla risposta della Comunità all'unifi-cazione tedesca» (doc. XII, n . 196) .

Questo documento sarà stampato e di-stribuito e, a norma dell 'articolo 125 delregolamento, deferito alla I Commission epermanente nonché, per il prescritto pa-rere, alla III Commissione .

Trasmissioni dalla Corte dei conti .

Il Presidente della Corte dei conti, conlettere in data 22, 26, 28 e 30 maggio 1990,ha trasmesso, in adempimento al dispostodell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.259, le determinazioni e le relative rela-zioni sulla gestione finanziaria dei se-guenti enti :

Unione nazionale mutilati per servizio,per gli esercizi dal 1985 al 1988 (doc. XV, n .132) ;

Ente nazionale di previdenza ed assi-stenza per i lavoratori dello spettacolo(ENPALS), per gli esercizi dal 1977 al 1988(doc. XV, n . 133) ;

Ente nazionale per l'assistenza agl iagenti e rappresentanti di commerci o(ENASARCO), per gli esercizi dal 1987 al1988 (doc. XV, n . 134) ;

Fondo di assistenza per il personaledella pubblica sicurezza, per gli eserciz idal 1984 al 1988 (doc. XV, n . 135) ;

Istituto poligrafico e Zecca dello Stato ,per gli esercizi 1987 e 1988 (doc. XV, n .136).

Questi documenti saranno stampati edistribuiti .

Richiesta ministerialedi parere parlamentare .

Il ministro della difesa, con lettera indata 1 ° giugno 1990, ha inviato a' terminidell'articolo 1, comma 1, lettera b), dell alegge 4 ottobre 1988, n . 436, la richiesta d iparere parlamentare sul programma d iammodernamento (pluriennale) n. SMA16 relativo allo sviluppo ed acquisizione din . 16 velivoli Tornado versione ECR (Elec-

tronic Combat Reconnaissance) .

Tale richiesta, a' termini del comma 4dell'articolo 143 del regolamento, e defe-rita alla IV Commissione permanente (Di-fesa), che dovrà esprimere il proprio pa-rere entro il 5 luglio 1990.

Comunicazione di nomine ministeriali a isensi dell'articolo 9 della legge n . 14 del1978.

Il ministro dell'agricoltura e delle fo-reste a' termini dell'articolo 9 della legge24 gennaio 1978, n . 14, ha dato comunica-zione del rinnovo del Consiglio di Ammini -strazione dell'Istituto Nazionale di Bio-logia della Selvaggina .

Tale comunicazione e stata trasmessaalla XIII Commissione permanente (Agri -coltura) .

Trasmissione dal Presidentedel Consiglio dei ministri .

Il Presidente del Consiglio dei ministri,facendo seguito alla trasmissione del do-cumento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 1991-1993, già an-nunciato all'Assemblea nella seduta del 2 1maggio 1990 (doc. LXXXIV, n . 3), con let-tera in data 31 maggio 1990 ha inviato i ldocumento sulle linee di politica econo-mica a medio termine, approvato dal Con -siglio del ministri nella riunione del 25maggio scorso (doc . LXXXIV, n. 3-bis) .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

Questo documento e stato stampato edistribuito e sarà trasmesso alle Commis-sioni competenti .

Il Presidente del Consiglio dei ministri ,con lettera in data 1 ° giugno 1990, ai sensidell'articolo 6-bis del decreto-legge 1° feb-braio 1988, n. 19, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 28 marzo, n. 99, concer-nente «Misure urgenti in materia di operepubbliche e di personale degli enti locali inSicilia», ha trasmesso la relazione — al 3 1marzo 1990 — sulle attività svolte e sullostato degli interventi previsti dall'articol o2 del decreto-legge citato (doc. XCIV n.2).

Questo documento sarà stampato e di-stribuito .

Trasmissione dal ministro della Sanità .

Il ministro della sanità, con lettera i ndata 11 aprile 1990, ha trasmesso la rela-zione sullo stato sanitario del Paese perl'anno 1988, predisposta dal Consiglio sa-nitario nazionale ai sensi del terzo comm adell'articolo 8 della legge 23 dicembre1978, n. 833, istitutiva del servizio sanitarionazionale (doc. LXX, n . 3) .

Questo documento sarà stampato e di-stribuito .

Trasmissione dal ministro dell' industriadel commercio e dell'artigianato .

Il ministro dell'industria, del com-mercio e dell'artigianato, con lettera indata 16 maggio 1990 ha trasmesso, ai sensidell'articolo 30 della legge 20 marzo 1975 ,n. 70, relazione — con allegati — sull'atti-vità, i bilanci di previsione e la consistenzadegli organici per l 'anno 1987, dei seguentienti: Istituto nazionale conserve alimen-tari (I .N .C.A.); Ente nazionale cellulosa ecarta (E.N.C.C.); Cassa di previdenza perl'assicurazione degli sportivi (SPOR-TASS) .

Questa documentazione sarà trasmessaalla Commissione competente .

Trasmissioni dal ministro della difesa .

Il ministro della difesa ha trasmesso :

con lettera in data 23 maggio 1990, copiadel verbale della riunione dell' 11 aprile1990 del comitato per il programma na-vale previsto dalla legge 22 marzo 1975, n.57, concernente la costruzione e l 'ammo-dernamento dei mezzi della marina mii-tare;

con lettera in data 24 maggio 1990, copiadel verbale della riunione dell' i l maggio1990 del comitato per l 'attuazione dellalegge 16 giugno 1977, n. 372, concernentel'ammodernamento degli armamenti, ma-teriali apparecchiature e mezzi dell'eser-cito.

Questa documentazione sarà trasmessaalla Commissione competente .

Trasmissione dal ministro del Tesoro .

Il ministro del tesoro, con lettera in dat a31 maggio 1990, ha trasmesso, ai sensidell 'articolo 1 della legge 7 giugno 1974, n.216, come modificato dall'articolo 1 dellalegge 4 giugno 1985, n. 281, la relazionesull'attività svolta dalla Commissione na-zionale per le società e la borsa (CONSOB )nel 1989 (doc. XXXIV, n . 4) .

Questo documento sarà stampato e di-stribuito.

Annunzio di interrogazioni ,di interpellanze e di mozioni .

Sono state presentate alla Presidenzainterrogazioni, interpellanze e mozioni .Sono pubblicate in allegato ai resocontidella seduta odierna .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

Annunzio di risposte scrittead interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai com-petenti risposte scritte ad interrogazioni .Saranno pubblicate in allegato al reso -conto stenografico della seduta odierna .

Trasformazione di document idel sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono così trasfor-mati: interrogazione con risposta scritta

Valensise n . 4-12609 del 31 marzo 1989 ininterrogazione con risposta in Commis-sione n . 5-02230 (ex articolo 134, comma2°, del Regolamento) ; interrogazione co nrisposta scritta Strada n . 4-15332 del 1 3settembre 1989 in interrogazione con ri-sposta in Commissione n. 5-02234 (ex arti -colo 134, comma 2, del Regolamento); in-terrogazione con risposta scritta Strada n .4-16730 del 13 novembre 1989 in interro-gazione con risposta in Commissione n . 5-02235 (ex articolo 134, comma 2°, del Re-golamento) .

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X LEGISLATURA,- DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

ALLEGATO A

ALLEGATO ALL 'INTERVENTO DELL'ONOREVOLE VINCENZO VISC OIN SEDE DI ILLUSTRAZIONE DELLA INTERPELLANZA BECCHI N. 2-00996.

Roma, 1 giugno 1990

All'Ufficio Stampa delMinistero degli affari esterifax n .

Avrei bisogno di conoscere i nomi deipaesi dell'America Latina, del Nord Afric ae dell 'Europa dell'est, in cui il Ministrodegli Esteri on . De Michelis si è recato dalsettembre 1989 ad oggi, e con i quali sono

stati stipulati accordi di cooperazione otrattati commerciali . Vi prego di comuni-carmi al più presto quanto richiesto a lnumero del fax emittente qui indicato . Viringrazio molto e vi invio cordiali saluti .

on. prof. Ada Becchigruppo Sinistra IndipendenteCamera dei deputati .

fax 67602193

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

ALLEGATO B

ALLEGATO ALL 'INTERVENTO DELL'ONOREVOLE ALESSANDRA CECCHETT OCOCO IN SEDE DI ILLUSTRAZIONE DELLA SUA INTERPELLANZA N . 2-01013 .

LA TERRAFERMA E L'EXPO 2000 .

Il problema territoriale, ambientale, edurbanistico;

il problema della mobilità ;l 'accessibilità automobilistica (a Tes-

sera, a Fusina o Idrovia, in l a zona indu-striale) ;

i parcheggi ;l'accessibilità ferroviaria e in metropoli -

tana;gli autobus;conclusioni .

Urbanistica democraticaMestre

Qual è l'impatto dell'Exp oin terraferma?

Finora le diverse previsioni e valutazion isull'Expo 2000 hanno concentrato l'atten -zione sulle nefaste conseguenze che ess aavrebbe sulla città storica di Venezia insu -lare .

Non poteva che essere così, vista la rile-vanza sociale, ambientale, storica, arti-stica, di questa realtà urbana dall'equili-brio delicatissimo, che richiede estremaattenzione a possibili errori irreparabili .

Ma questo ha portato a percepire la que -stione in termini equivoci, cosicch èsembra che l 'Expo sia di per sè una buon acosa per la Regione nel suo insieme, per l esue città, per i suoi sistemi di trasporto, eche se non si potrà fare è perché c' èVenezia che con i suoi «problemi» la rend eimpossibile o comunque difficile . Secondoquesto pensiero, la città lagunare sarebb eproblema ed ostacolo ad un ulteriore svi-luppo e progresso di tutto il resto dellaRegione a partire dalla stessa Mestre .

Insomma, un '«occasione persa» pe rcolpa della sola Venezia .

In realtà le cose stanno in modo al -quanto diverso .

Il problema territoriale,ambientale ed urbanistico .

Già diversi esponenti della cultura urba -nistica ed ambientalistica nazionale e ve-neziana hanno evidenziato che ciò che pro -pone l'Expo in Terraferma non è quello dicui ha bisogno la stessa città di Terra -ferma, ed anzi ne è l'esatto opposto :

Se il centro espositivo forte dell 'Expoviene collocato in la zona industriale, at-trezzandone decine e forse centinaia d iettari a «fiera» (vuoti padiglioni espositivi,vasti contenitori usati 4 mesi, poi di diffi-cile riuso che non sia banale o insignifi-cante per tutta l'area urbana) si perde l'oc -casione storica di riusare quest'area stra-tegica per insediarvi attività stabili di ter-ziario avanzato e quaternario (centri dire-zionali, di ricerca e di sperimentazione tec -nologica) che sole possono creare lavorostabile, ma che necessitano di edifici, at-trezzature ed impianto urbanistico deltutto diverso da quello di una grande fieraespositiva (anche se «universale») .

Se viceversa questo viene collocato versola gronda lagunare a Tessera sfascia laparte ambientalmente più rilevante ed an -cora integra della Terraferma e rende im-possibile la realizzazione del parco natura -listico lungo il fiume Dese fino alla suafoce in laguna e del grande «bosco Mestre »da Carpenedo a Tessera e Campalto.

Se viene posto in cassa di colmata A s idistrugge ulteriormente la parte central edella Laguna di Venezia e la fascia ambien -tale-fluviale del Brenta ; e se viene realiz-zato lungo l'idrovia sul bordo lagunarecostituisce anche il primo forte insedia -mento che nel volgere di qualche anno pu òportare ad una saldatura di Padova con

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Marghera o Mestre in una enorme conur-bazione .

A proposito: la cassa di colmata A no nera «indispensabile» per l'espansione delporto proprio per chi ora la propone comepossibile sede dell'Expo ?

Ed anche il collegamento che viene pro-posto tra Terraferma e Laguna (metropo-litana sublagunare tra Tessera (o Fusina)ed Arsenale), oltre che costosissimo, eanche inutile per tutta la grande città d iTerraferma, a cui servono invece collega -menti veloci e diretti con Venezia dallezone centrali e non da quelle di piùestrema periferia, come Tessera o Fu-sina.

Il problema della mobilità.

Ma ciò che pare adesso essere determi-nante è la questione dei flussi di visitatori ,della loro enorme mole, del loro impatt osul tessuto storico di Venezia, sulla diffi-coltà se non impossibilità (tecnica e giuri -dica) di controllarli senza comprometterela normale vita urbana.

Ma è solo un problema di Venezia ?Le stime ufficiali più recenti (docu-

mento Sin&rgetica del Consorzio Expo Ve -nezia, brochure ufficiale Venetiaexpo 2000del Ministero degli Esteri, risposte al Que -stionario BIE a cura della Giunta regio-nale) ormai riconoscono che l 'Expo ne imesi di apertura (marzo-maggio) attireràmediamente ogni giorno 250.000 visite, enei 15/30 giorni di punta (Pasqua, ponti,altre festività, ed ultimo periodo) 400 .000 -500.000 visite.

Sempre secondo queste stime 1/5 circadi queste visite verrà effettuato nelle fier edecentrate (Padova e Verona), e 4/5nell'«Area delle Nazioni» (in un punto dell agronda lagunare) e nel «Network dell eidee» (Arsenale) .

In ogni caso il grosso dell'Expo sarà inarea veneziana: mediamente 200.000 per-sone al giorno (350.000-400.000 nei giornidi punta) saranno attorno a Mestre e do-vranno raggiungere l'Area delle Nazioni (aTessera, o in l a zona industriale, a Fu-sina/Idrovia), da dove una parte dei quali

proseguirà, su metro leggera sublagunar eo con collegamento acqueo, verso l'Arse-nale (da cui non potrà che ritornare per l astessa strada).

Ciò significa che la città in quei 120giorni raddoppierà la sua attuale popola-zione (e nelle «punte» la triplicherà) contutto ciò che questa enorme mole turisticaper massima parte pendolare comportaper tutto il solo fatto di passarci la giornata(rifornimenti, acqua, fogne, rifiuti, sicu-rezza), con problemi logistici (ed ambien-tali) drammatici, ed un imponente sforzoeconomico ed organizzativo per rispon-dere ad una domanda effimera e che, ter-minato l'Expo, risulterà del tutto inutiliz-zabile. .

Come arriveranno e si sposterann oquesti 200.000 visitatori di un giorno me -dio?

Nessuno lo sa o ha tentato di prevederlo ,neanche con la più ampia previsione d imassima, e nessuno ha nemmeno studiatocosa è successo nelle altre Expo. Nessunoha provato a pensare quanti realistica -mente potrebbero arrivare in auto perso-nale, quanti in treno, quanti in autobus .Chi viene in aereo sarà comunque unaminima parte e comunque non dormir àcerto nei recinti dell'Expo e quindi chie-derà comunque di spostarsi dall 'albergo ,lontano o vicino che sia, da solo o ingruppo, fino ai luoghi dell'esposizione .

Qualche stima (Sin&rgetica) indicagrosso modo nei 2/3 le provenienze dall eregioni nord/ovest, ovest e sud e in 1/3circa quelle dalle altre direttrici e zone(nord, est e la stessa Venezia, in misur aquest 'ultima globalmente irrilevante) .

Quel poco che si è potuto prevedere no nsi discosta da quanto si è verificato per l evarie Esposizioni Universali svoltesi fi-nora: la grandissima parte dei visitatori h aprovenienza nazionale, soprattutto regio-nale (un largo intorno di 200-300 km), lamaggioranza dei quali residenti e in parteminore turisti presenti in questa vast azona. Un turismo regionale escursionista ,che per le distanze in gioco tenderà facil-mente a preferire l'auto privata .

Garantire una mobilità agevole a200.000 persone al giorno (media) attorno

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alla città non è certo cosa tra le più sem-plici o improvvisabili .

Si tratta di spostare o permettere lo spo-stamento ad una quantità di personeenorme, per lo più non distribuita in modoregolare in tutta la giornata, ma concen-trata in un tempo molto ristretto (5-6 ore )sia per la fase di andata che per quella diritorno, tra le quali dev'esserci il tempo divisita, difficilmente al di sotto delle 5 ore(visto il costo d'entrata, che di viaggio, no nproprio irrilevante per un turismo fami-liare o di gruppo quale sarà, con ogni pro -babilità, quello dell'Expo, e che indurràvisite ridotte (o addirittura uniche) malunghe più che ripetute e brevi . Cosa pre-vista anche dagli stessi organismi promo-tori con il basso coefficiente di 1,3 visitemedie per visitatore) .

La conformazione territoriale della ter-raferma (come di altre città costiere) com-porta una rete infrastrutturale già di per s èalquanto particolare se non problematica :l'accesso alle zone di gronda non può cheavvenire dal retroterra e dalle spalle d iMestre, vale a dire dal sistema della Tan-genziale ovest, per le automobili, e dall'at-tuale stazione di Mestre per chi giunga intreno. Un sistema che concentra tutto iltraffico automobilistico su un unico seg-mento (la tangenziale) e tutto il trafficoferroviario su un unico punto (la stazion edi Mestre) .

E opportuno quindi verificare le varieipotesi organizzative dell'Expo, testando lafattibilità del progetto sul versante terra-ferma (utilizzando ed elaborando a quest oproposito quanto è noto, oppure è docu-mentato nel Piano regionale dei trasporti ,nei rapporti dei consulenti del Gruppo tec -nico operativo del Consiglio regionale[prof. Sandonnini e prof. Zambrini], neirilievi del traffico della Società delle Auto -strade di Venezia e Padova e del Comune d iVenezia [proposta di Piano del traffico]) .

L'accessibilità automobilistica .

— Se dei 200.000 visitatori al giornomedio la metà si spostano in automobile(media di 3 persone per automobile, indice

di occupazione attendibile se non già otti-mistico), ciò comporta un flusso di circa33.000 autovetture al giorno, che nei 2sensi fanno 66.000 viaggi al giorno (con-centrati in poche ore di intensissimapunta; se invece l'auto personale è usatasolo da un terzo dei visitatori, vi sarann o44.000 viaggi al giorno) .

Si tenga presente che sull 'attuale tan-genziale, già al limite fisico della satura-zione, in totale nei 2 sensi di marcia si con -tano ogni giorno 50.000 transiti (distribuit isull'intero arco delle 24 ore) .

Risulta chiaro che già solo nell'ipotesipiù «bassa» per la quantità totale servi-rebbe una seconda tangenziale a 4 corsie ;se invece giustamente si considera la con-centrazione oraria dei flussi Expo, e sivoglia in ogni caso impedire code e conge-stione, allora in quelle 6 ore di flussi con-centrati servirebbero 1 o 2 nuove tangen-ziali a 6 corsie (sempre per un semplic egiorno medio) .

Consideriamo distintamente le tre di-verse ipotesi Tessera, Fusina e la zonaindustriale .

1 . Se l'Area delle Nazioni fosse a Tesserautilizzerebero la tangenziale solo i fluss iautomobilistici provenienti da sud, daovest e da nord-ovest (circa 2/3 del totale).La tangenziale sarebbe così caricata d i50.000 transiti attuali (almeno, più even-tuali incrementi del decennio) nell'arc odelle 24 h e dei 45.000 transiti Expo con -centrati in 5/6 ore (nell'ipotesi di metà visi -tatori automobilisti; almeno 30.000,nell ' ipotesi di un terzo) .

Il che comporta nelle 6 ore di punta de iflussi Expo (distinte in diversi moment idella giornata per i due sensi di marcia) uncarico complessivo doppio o anche triplodi quello sopportabile senza problemidall'attuale tangenziale ; come dire che pernon venire soffocata (e con essa tutta l acittà) essa dovrebbe essere più che raddop-piata. Pochi problemi avrebbero i flussi danord (A-27, a 6 corsie) e da est (A-4, che èsolo a 4 corsie e già su livelli di utilizzoconsiderevoli ; ma eventualmente c' èsempre una possibilità teorica — ma fors enon operativa e meno ancora finanziaria— di terze corsie) .

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Tutti i flussi dalle varie direttrici si tro-verebbero poi assommati sul raccordo fi-nale tangenziale-Tessera, che dovrebbefronteggiare (nelle 6 ore di punta Expo)circa 66.000 transiti (o almeno 44.000 ,nell 'ipotesi più contenuta) cioè più de ldoppio o del triplo di quelli per i quali èstato progettato e viene ora costruito ;senza contare i normali ma rilevanti fluss iper l 'aeroporto (attuali e futuri) e dell aTriestina, proprio per i quali è stato co-struito. E senza contare i problemi di smal -timento dei vari flussi sul nodo posto all'in -crocio tra autostrade A-4 e A-27, tangen-ziale e lo stesso raccordo aeroportuale.

Grosso modo nella stessa situazionedella tangenziale si verrebbe a trovare l'A -4 nel tratto Mestre-Padova, su cui si con-centrerebbe la massima parte dei fluss iprovenienti dal quadrante ovest . Su questal 'ampliamento a 6 corsie in cantiere serveai previsti incrementi del traffico e per l amobilità locale della Riviera del Brenta edel Miranese (apertura integrale per bar-rierizzazione o almeno parziale con arre-tramento della barriera, come da impegn iufficiale sottoscritti) . Anche qui i pesant iincrementi di flussi provenienti dal qua-drante ovest prevedibili con l'Expo nontrovano alcuna possibilità di regolare edordinato smaltimento, a meno di non ipo-tizzare di aggiungere altre 6-10 corsie .

E ben pochi benefici potrebbero portarela prospettata autostrada passante del Ve -neto Centrale a 6 corsie (e capacità d i80.000 transiti al giorno, sulle 24 ore) ; èormai noto che il traffico di attraversa -mento dell'area veneziana, che vi si po-trebbe trasferire sia dalla A-4 Venezia -Padova che dalla tangenziale, è una quot aesigua (un quarto di quello complessivo ,che invece è soprattutto locale o co-munque specifico) . L'alleggerimento ap-portabile con quest'eventuale autostrad a(che è comunque inquadrata nella Pro -posta Expo) non sarebbe quindi affatt orisolutivo nè per l'A-4 nè per la tangen-ziale, sempre ammettendo che per il 200 0essa fosse completata (e la situazione dell avicenda autostradale sia locale che piùgeneralmente nazionale fa presumere co-munque di no) .

Anche ipotizzando che in qualche modosi riuscisse a deviare coercitivament e(come?) su quell'assurdo itinerario i fluss iExpo provenienti dal 'quadrante ovest, iproblemi, in questo modo contenuti sullaMestre-Padova e sulla tangenziale, si ripre -senterebbero (minori) sulla stessa auto -strada passante, che dovrebbe fronteg-giare flussi complessivi (suoi naturali, perquanto minimi, e quelli Expo, per i qual iviene giustificata) del 25-75% superiori aquello che può smaltire senza particolar iproblemi (comunque almeno in quei 4mesi quest'autostrada non sarebbe inutile ,come invece sarebbe in tutto il resto dellasua vita) . Ma in questo caso sarebbe pesan -temente coinvolto nella congestione anch eil tratto Preganziol-Mestre della A-27 uti-lizzo per rientrare a Mestre dalla (lontana )autostrada passante, gravandolo comples -sivamente nelle ore di punta di un traffic o(attuale più Expo, comprese provenienz eNord) superiore del 40-100% a quello chepotrebbe normalmente smaltire . E co-munque nulla cambierebbe per il raccordoaeroportuale e per lo snodo con le auto-strade/tangenziale .

Inoltre sarebbero da valutare attenta -mente (e qui non lo facciamo) le situazioniche con flussi di questa entità si verreb-bero a creare comunque nel nodo auto -stradale di Padova (cioè nessuno ormai d àper realizzabile entro il 2000 il braccioovest dell'autostrada passante Grisignano -Camposampiero) .

Per quanto con maggiore distribuzion etra i vari tronchi autostradali e quindi co ndimensioni del fenomeno singolarment emeno clamorose, tuttavia per i valori as-soluti complessivi in gioco anche i nquesta città potrebbe facilmente raggiun-gersi una saturazione generalizzata de lsistema delle tangenziali autostradali ;adeguamenti e potenziamenti autostra-dali, che non siano la semplice terz acorsia VE-VR, non sono (fortunatamente )nemmeno prospettati (e la vicenda delpotenziamento del sistema delle nuov eCirconvallazioni non autostradali attornoalla città è che ancora di lontana chiu-sura, e comunque ha valenza solo ur-bana/metropolitana) .

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2. Se invece l'Area delle Nazioni è aFusina o a cavallo dell'idrovia e della Ro-mea, il problema si presenta con intensit àminore per la tangenziale di Mestre (caric osuperiore «appena» del 40-60% a quellosmaltibile nelle ore di punta) ma divente-rebbe drammatico sull 'asta della Romea (esull'eventuale nuovo raccordo verso Fu-sina) .

La Romea è già pesantemente trafficata :15 .000 vetture al giorno nel tratto a carreg-giata singola a 2 corsie complessive; addi-rittura 34 .000 al giorno nella zona piùurbana a due carreggiate e a 4 corsie (incomune con la SS . 11 Brentana) . Su questasi creerebbero condizioni simili a quelleche abbiamo visto per il raccordo aeropor-tuale (ma in questo caso sarebbe in zone d inotevole e crescente urbanizzazione com-merciale, artigianale e direzionale e daltraffico già notevolissimo) ; l'eventualeraccordo finale per Fusina (se l 'Expo è incassa di colmata A) dovrebbero essere a8/12 corsie (sulla Riviera del Brenta?) .

Nulla cambierebbe di quanto sopra pre -visto per la Mestre-Padova e proprio anulla servirebbe l'autostrada passante de lVeneto Centrale, a meno che non si in -tenda assurdamente ricondurre a suddella città quello che si sarebbe convo-gliato a nord, coinvolgendo nuovamente, enelle condizioni che abbiamo visto prima ,il sistema della tangenziale ovest .

Una particolare variante del sistem astradale/autostrade, legata a questa loca -lizzazione dell'Area delle Nazioni, proponeun nuovo collegamento stradale Mestre -Padova lungo la stessa idrovia . Ma la stessaGiunta regionale (il solo promotore ch eipotizza questa nuova realizzazione infra-strutturale, mentre il Consorzio ed il Mini-stero degli Esteri neanche la considerano)comunque non la inserisce tra gli inter -venti a pieno titolo inquadrati nel progett oExpo e la destina esclusivamente al traf-fico locale della Riviera, quindi ne esclud euna qualche valenza per l'accessibilitàExpo.

Ed in ogni caso sembra proprio da esclu -dere una realistica fattibilità di questa pro -posta entro i tempi dell'Expo :

— la vicenda idrovia è ben da chiudersi,

così come le vicende dell'espansione por-tuale di Venezia (alla quale ultima viene ingenere ritenuta come funzionalmente col-legata) ;

— lo stesso Piano regionale dei trasport i(P.R.T.) soprassiede a quest'ipotesi stra-dale lungo l'idrovia, che prospetta ma chealla fine non definisce nè decide ;

— è ancora lontana qualsiasi definizion edell'eventuale Romea commerciale, per l aquale il problema del tracciato, oltre chedella verifica di opportunità, sta ponen-dosi ancora a scala di larga massima (e dancora con incertezze di sbocco finale ,verso VE o verso PD) ;

— è ancora da definire la soluzione delnodo di Mestre ; bocciato il progetto «com-planari», è compresa la nuova autostrad apassante Padova-Preganziol-Meolo, che sivuole alternativa all'attuale PD-Mestre pe ri traffici di attraversamento, volendo la -sciare anche lo stesso P .R.T. ha dovuto rin -viare le scelte e l'ANAS (ed il Ministero )pare non abbiano alcuna particolare ur-genza nel definire la questione. La stessaristrutturazione dell'attuale PD-Mestre a 6corsie non è ancora del tutto chiara nelruolo e nel sistema di gestione (liberaliz-zata? barrierizzata? quanti svincoli o ca-selli? dove?) ;

— la proposta di metropolitana leggeradella Riviera, indicata dal Piano è tutta daverificare e da definire nei suoi rapport icon la ferrovie VE-PD, da quadruplicar e(forse anche per alta velocità) .

Tutte queste varie proposte di potenzia-mento del fascio infrastrutturale Mestre -Padova, disorganiche, contraddittorie e din parte alternative una all'altra sono be nlungi da essere ricomposte in una vision ecoerente. Per questi motivi l 'ulteriore ipo-tesi di strada lungo l'idrovia sembra quind iveramente futuribile . Essa avrebbe poi tal ipossibili implicazioni territoriali comples-sive (attivazione di una nuovo asse insedia-tivo, spostamento a sud del baricentro in-sediativo della Riviera, innesco di nuovi erilevanti processi urbanizzativi a sud diMestre ed a est di Padova, potenzial espinta ad una saldatura continua di conur-bazione tra Mestre e Padova) da lasciarprevedere che una decisione in tal senso

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dovrà ricevere ben più attente e prudent ivalutazioni di tipo territoriale/metropoli-tano, fuori dalla portata anche temporaledi progettazione dell'eventuale Expo .

3. Estremamente difficile risulta l ' acces-sibilità automobilistica diretta nell'ipotesidi localizzazione del l 'Area delle Nazioni inl a zona industriale .

Pur ipotizzando in questo caso, come l aGiunta regionale, la dismissione dei depo -siti costieri, non risulta essere alcun signi -ficativo margine di capacità nel tratto d iStatale 11 interessato (dalla tangenziale aS. Giuliano), che troverebbe strozzaturepraticamente irrisolvibili negli snodi conla Tangenziale, presso il quartiere Cita, su lcavalcaferrovia di Mestre, sul cavalcavia esui raccordi di S . Giuliano (sia lato Pili, chelato Orlanda), sui quali anche ristruttura -zioni ed ampliamente (oltretutto improba -bili, oltrechè indesiderabili) non permette -rebbero grandi incrementi di capacità .

Oltretutto in questo caso il traffico Exp orisulterebbe addirittura in diretto conflitt ocon traffico urbano intequartierale (pe rMestre sud e per Marghera), con il trafficoportuale (sempre più espansione) e quell ocommerciale della zona di v . Torino, co ltraffico urbano verso Venezia .

Già ora si verificano frequentementecondizioni di gravi congestioni soprattuttopresso il cavalcaferrovia . L'ipotesi di cari -care su questa zona e su queste parti dell arete ulteriori flussi di decine di migliaia d iveicoli al giorno, concentrati in punte d ialcune ore, sarebbe gravemente incompa -tibile con la situazione attuale e con il con-testo urbano. Questa pare un'ipotesi parti -colarmente irresponsabile che, oltre ch ecompromette addirittura dall ' interno lamodalità urbana e caricare in ogni caso inmodo insostenibile la Tangenziale (almen oil suo tratto sud), rischierebbe di appesan -tire in modo insostenibile la viabilità ad es tdella città (snodo S . Giuliano, Orlanda, Cir -convallazione Est) cioè l'esatto contrari odi quanto la città stessa auspica da anni .

La Giunta Regionale (nella sua propo-sta) sembra abbia tentato di tener cont odella questione ; pur se non in modo chiaroe sicuro, pare infatti dalla cartografia ch esi tenti avanzare l'ipotesi di un nuovo col -

legamento diretto 1 a zona-Tangenziale ,con nuova (o nuove) carreggiate sull'at-tuale via della Libertà (SS . 11); soluzione alquanto improbabile, e addirittura imprati -cabile sia per la esiguità estrema deglispazi disponibili, sia per l'inserimento inzone intensamente urbanizzate ed addirit -tura residenziali, con i conseguenti preve-dibili effetti di elevato impattto ambien-tale, urbanistico e sociale . Senza poi tene rconto del conflitto insanabile che esplode-rebbe tra quanto sembra proposto dall aGiunta Regionale e quanto invece la cittàchiede da anni a l'Amministrazione Comu -nale sta definendo per garantire una con-nessione rapida e comoda tra la zona ter-ziaria di v. Torino (a nord della ferrovia) ela stessa via Libertà . Questo progetto stadifinendosi con raccordi sopraelevati a ca -vallo di via Libertà e ferrovia all'altezzadella Breda, raccordi che impieghereb-bero tutto il poco spazio disponibile afianco di queste . Queste due ipotesi con-fIiggono quindi in modo nettissimo, e l'unacompromette e blocca l'altra senza possi-bilita di integrazione o di rimedio .

I parcheggi

Sempre con le ipotesi ottimistiche effet-tuate (solo a metà o un terzo dei visitator iautomobilistici, con 3 occupanti per auto -vetture), per le autovetture che converge -ranno in un giorno di afflusso medionell'Area delle Nazioni serviranno 45-70ha parcheggio 22-33 silos da 1 .000 autovet -ture ciascuno.

In gronda lagunare o subito a ridosso .

L'accessibilità ferroviariae in metropolitana

Tutti i promotori ufficiali dell'Expo(Consorzio, Giunta Regionale e Ministerodegli Esteri) concordano sul ritenere l arealizzazione di una linea di metropolitan aleggera come risolutiva ed indispensabileper garantire una veloce e regolare acces-sibilità al baricentro dell'Expo, l'Area delle

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Nazioni, da Mestre, precisamente dall asua stazione ferroviaria .

Tale nuovo sistema di trasporto do-vrebbe essere necessariamente collocatosottoterra, sempre che si voglia realizzar euna linea che, una volta terminata l'Expo ,sia eventualmente utile a tutta la città equindi che l'attraversi nelle sue zone pi ùcentrali, e non piuttosto in superficie edesterna (lungo la attuale linea ferroviari aMestre-Trieste, o addirittura lungo l agronda lagunare, come propone la Giunt aRegionale), soluzione quest'ultima sicura-mente più facile, fattibile, e meno costosa ,ma altrettanto sicuramente poco utile all acittà, anche rispetto al costo comunqu ealto (almeno 30 miliardi/km), e addiritturaambientalmente inaccettabile (com enell'ipotesi ufficiale formulata dall aGiunta Regionale lungo il margine lagu-nare da Tessera a S. Giuliano, perfino su-bito a ridosso della Punta, in pien oparco) .

Qualsiasi sia il tracciato proposto, talelinea di metrò leggera è comunque tutta daverificare, studiare, decidere . Sperare che9 anni (quanto manca operativamenteall'apertura dell'eventuale Expo nel marzo2000) bastino, oltre che per tutto questo ,anche per la realizzazione completa e l'at-tivazione del servizio, pare già più che otti-mistico (come riconoscono gli esperti con-sultati dal gruppo di studio del ConsiglioRegionale G .T.O.) .

Anche accettando l'ipotesi come reali-stica: una linea di metro leggera offre unacapacità di trasporto pari a 15 .000 passeg -geri/ora per senso di marcia (se necessari oanche un po' di più). Sarebbe quindi ingrado di garantire un trasporto rapido,regolare, fluido al massimo ad appena l ametà dei 200 .000 visitatori Expo giorna-lieri (medi, comunque sempre stipati), te-nuto debito conto della concentrazion eoraria sia dei viaggi di andata che di quell idi ritorno .

E cosa succede a monte della metropoli -tana? Cioè in stazione ferroviaria a Mestree sulle linee che vi convergono?

(Parliamo solo di ferrovia perchèsembra scontato, anche se nelle presenta-zioni ufficiali dei progetti Expo non è espli -

cito, che la metropolitana da Mestreall 'Area delle Nazioni sia utilizzata solo dachi giunge a Mestre in treno, perché altri -menti servirebbero decine di ettari (o d isilos) per il parcheggio in piena zona ur-bana centrale) .

I treni che dalle varie direttrici arrivanoalla stazione di Mestre (e ritornano in dire -zione opposta) offrono complessivamente60.000 posti al giorno (sulle 24 h).

Non è dato sapere a quanto ammonta iltraffico giornaliero viaggiatori (salite pi ùdiscese) della stazione di Mestre . Trala-sciando il traffico con Venezia, pratica-mente quasi tutto pendolare e quantitati-vamente secondario (qualche migliaio diviaggi/g), si puo ritenere che esso no nsuperi i 30-40.000 unità .

Data questa attuale dimensione del traf-fico, un utilizzo spinto e forzato della me-tropolitana (come quello sopra ipotizzatoper l 'Expo) comporta un ulteriore pres-sione di 200.000 salite/discese al giorn o(medio) a Mestre, che significa numeros evolte più di quanto «funzioni» oggi l'at-tuale stazione .

Una situazione per lo meno di pesant estress e congestione .

Ma, ancora, da quali linee ferroviarie ecome possono arrivare questi 100.000 (o66.000 nel l ' ipotesi più contenuta) visitator isu treno ?

Se in effetti, esistono sufficienti margin idi possibile potenziamento dell'offert asulla linea per Trieste e, con interventi diammodernamento, anche su quella pe rTreviso, rilevanti problemi si pongon osulle linee del quadrante Ovest (quell odelle direttrici di provenienza dei flussiExpo più rilevanti) .

Tra queste linee ferroviarie Ovest, quell eper Adria e Castelfranco fanno escludere ,per noti limiti fisici e di attrezzamento, u nloro coinvolgimento in flussi Expo pesan-temente superiori a quelli dell 'attuale of-ferta .

La linea per Padova è già satura ed allimite della potenzialità e presenta mar-gini di recupero nulli (o solo notturni) . Ecosì gli esperti dicono che è tutta la line aVE-Torino .

In effetti se ne continua ad ipotizzare e

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prospettare il quadruplicamento (per ta-luni anche per l'Alta Velocità), che infatt irientra tra i potenziamenti infrastruttural iinquadrati (ed indispensabili) nel progettoExpo.

E vicenda che gli stessi esperti ci diconocomplessa che rientra nella più grand epartita di ammodernamento e ristruttura-zione del sistema ferroviario nazionale ,nella quale sicuramente vi sono realizza-zioni ben più urgenti e prioritarie (visti iproblemi di «completamento» della primalinea Alta Velocità, la dorsale Milano-Na-poli, realizzata solo nell'unico tratto Fi-renze-Roma). E non è ancora chiaro com equesta ipotesi di quadruplicamento si rap-porti con le altre attualmente in discus-sione (l'itinerario medio padano, l'instra-damento alternativo delle merci Vi-Tv -Portogruaro, la ipotizzata metropolitan aper il Brenta) .

In effetti è proprio improbabile che un acosì rilevante «matassa» nazionale possavenir sbrogliata in tempo utile per la rea-lizzazione completa entro il 2000 (9 ann iutili) anche di tale tratta Ve-Pd, oltre chedelle altre effettivamente più urgenti .

Comunque, anche ipotizzando ch equesto raddoppio risulti «fattibile», ess opotrà recuparere alla linea Ve-Pd al mas-simo altri 40-50.000 passeggeri/g (totalenei 2 sensi, sulle 24 h) .

Ma per l'ammontare complessivo de iflussi Expo dalle direttrici Ovest ne servi-rebbero molti di più, almeno il doppio giànell'ipotesi che solo un terzo dei visitator isia in treno, senza considerare comunqu ela forte concentrazione orario orientata inmomenti diversi nei due sensi .

Anche qui quindi vi sono problemi digrave insufficienza infrastrutturale . nonrimediabili nemmeno in prospettiva fu-tura, anche accettando l'ipotesi (improba-bile) del quadruplicamento .

E comunque problemi di saturazione econgestione si porrebbero anche per l etratte di linee a monte di Padova (perBologna e Milano), dove le prospettive e lepossibilità reali di incrementi rilevanti d iofferta sono oggi, e così anche per alcun ianni, del tutto inesistenti .

E tutto ciò prescindendo ancora dai pro -

blemi tecnici di potenzialità della stess astazione ferroviaria di Mestre, dove i purnecessari (e sempre lontani) lavori di ri-strutturazione, con ampliamento del nu-mero di binari disponibili e modificazionedel sistema di ingresso, difficilmente riu-scirebbero ad alleviare le difficoltà pro-dotte da un così notevolissimo incremento(e per la linea di Padova addirittura unraddoppio) del numero di treni passeggeriattestati a Mestre o in possibilità transitoverso Venezia, che attualmente sono i ntutto circa 150, ed altrettanti in senso con-trario. Incremento oltretutto concentrat oin poche ore per ciascun senso di mar-cia.

Quest'ultimo infatti è un problema rile-vante anche per la conformazione dell arete ferroviaria che converge su Mestreunicamente in direzione Venezia . Sullastazione di Venezia S .L. attualmente son oscaricati tutti i gravi problemi dì manovrae sosta di convogli, ma ora essa è al limit edella sua potenzialità, e la stazione di Me -stre non pare strutturalmente attrezzataper svolgere agevolmente una simile fun-zione per un grande numero di nuov itreni .

Né vi sono speranze realistiche di atti -vare in tempo utile una stazione «passante ,all'altezza di Gazzera, che, comunque, peressere realmente passante dovrebbe collo-carsi a cavallo di entrambe le linee perTreviso e per Trieste, quindi in uno spaziomolto ristretto e così vicino alla stazion ecentrale di Mestre, da dover limitare carat -teristiche e funzioni di questa nuova sta-zione a quelle di una semplice fermata ,utile solo per l'eventuale servizio ferro-viario metropolitano regionale (oltretutt ocon conseguenti problemi di doppio inter -scambio ferrovia/metrò: alla stazione cen-trale ed alla stazione di Gazzera) .

Variante: accessibilità ferroviari adiretta e/o con terminals decentrati .

Una qualche considerazione in più me-rita l'accessibilità ferroviaria/metropoli-tana dell'Area delle nazioni se viene collo-cata in l a zona industriale .

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Qui in effetti la localizzazione pratica-mente adiacente alla linea ferroviaria par-rebbe aprire interessanti possibilità di ac-cessibilità ferroviario diretta, sia per l eprovenienze locali/regionali che per quell epiù lontane, con fermata dei treni che diri -gono su Venezia .

Pur eliminando così la necessità delcambio mezzo treno/metrò presso la sta-zione ferroviaria (attuale) di Mestre, ri-marrebbero comunque i gravi problemi d iridotta capacità complessiva della rete checonverge su Mestre, e quelli di moviment oconvogli alla stazione terminale di Vene-zia, aggravati dalla necessità di prosegui -mento pressoché inevitabile di tutti i trenifino a Venezia, perché quella di Marghera -Expo non potrebbe che essere semplicefermata di transito . A meno che non ci siacomunque la discesa a Mestre ed il prose -guimento su treno navetta o su metrò fer -roviario (o comunque lungo il fascio de ibinari); ma allora si ricade nell'ipotesi gi àvista sopra (servizi regionale/nazionale eurbano distinti, con cambio mezzo press ol'attuale stazione di Mestre) .

È tuttavia vero che la previsione dellaGiunta Regionale di una metropolitan aleggera in gronda lagunare tra aeroportola zona industriale-stazione ferroviaria d iMestre aprirebbe l'ipotesi di un decentra -mento del terminal automobilistico pressol'aeroporto (ove sarebbe localizzata — se-condo la Giunta regionale — una «porta »dell'Expo) .

Questa variante, peraltro non previst anemmeno dalla stessa Giunta Regionale ,sembrerebbe l'unica che renderebbe inqualche modo l'Expo in l a zona industrialenon più intollerabile delle altre ipotesi .Così si riuscirebbe a garantire un livello d iofferta di trasporto locale comparabil econ i flussi Expo: 15.000 posti/ora in cia-scuno dei due sensi di marcia che potreb -bero venire utilizzati entrambi contempo-raneamente, dalla stazione di Mestre per ivisitatori «ferroviari» e da Tessera per ivisitatori «automobilisti» .

Sarebbe così possibile, a prima vista, u nsistema articolato (ed efficiente) di acces-sibilità all'Area delle Nazioni in l a zonaindustriale : automobilistica diretta da tan -

genziale e S . Giuliano (limitatissima) e dindiretta da Tessera (con metrò di gronda) ;ferroviaria diretta (fermata Expo, magarisolo per i treni a lunga percorrenza) edindiretta (dalla stazione centrale di Mestre ,con l'altro tronco di metrò) .

Anche così tuttavia restano valide tuttele osservazioni e le preoccupazioni diprima, per l'assoluta insufficienza infra-strutturale per i flussi Expo del sistemaautostradale verso ovest (anche nella pro-spettiva della terza corsia e dell'eventual eautostrada passante del Veneto Centrale) ,della tangenziale, del raccordo aeropor-tuale, delle linee ferroviarie che conver-gono su Mestre, della stessa stazione diMestre .

E non pare nemmeno immaginabile de -centrare numerosi grandi terminals-par-cheggi in modo più articolato e frammen-tato nelle varie direttrici di provenienza :

sia per le maggiori difficoltà econo-miche ed operative di realizzare connes-sioni rapide, dirette e massicce con l'Areadelle Nazioni (navette o metro) su divers iitinerari e su distanze non più urbane, d isuccessiva utilità tutta da dimostrare ;

sia per le moltiplicate possibilità di graviripercussioni ambientali ed urbanistich enei singoli siti prescelti (per la presenzadisseminata ed ingombrante di vastissim iparcheggi e della relativa attrezzatura diservizio del tutto inutili ad Expo terminata ,e per le indispensabili opere di raccordocon la rete stradale primaria, se questi nonfossero collocabili direttamente a ridoss odi questa) .

Gli autobus

L'ultima modalità di trasporto che restada valutare è quella su mezzi collettivi i nservizio privato sin dal proprio luogo diresidenza o di insediamento turistico (so-prattutto per i gruppi organizzati di escur-sionismo giornaliero e per quelli di lontanaprovenienza alloggiati nell'area metropo-litana regionale, che sono comunque unaminima parte delle presenze comples-sive) .

Ammettendo anche che sia realistica

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una diffusa rinuncia all'uso dell'auto-mezzo personale per più organizzate e vin -colanti escursioni giornaliere di gruppo, eche ottimisticamente tale modalità di tra -sporto possa essere praticata da 1/3 dei —visitatori Expo giornalieri medi, pe rquanto meno rilevanti alcuni problemi s ipotrebbero porre ancora: per quantità si-gnificative infatti, superiori ai 20.000escursionisti/ora, diventa necessario riser -vare adeguato spazio, finanche ad un acorsia di autostrada, al flusso degli auto -bus, oltre a quanto richiesto dai flussi auto -mobilistici . E si porrebbero forse problem ianche di disponibilità di un adeguatoparco mezzi, dell'ordine di 1 migliaio e piùdi pullman, sicuramente non fornibile nédall'autorità pubblica, né da aziende di tra -sporto locale, né men che meno dall 'auto-rità che organizzerebbe e gestirebb el 'Expo.

E comunque occorrerebbe prevedereun'ampia ed attrezzata area di terminals eparcheggio autobus, che per mille veicol irichiede almeno 10 ha .

Sul servizio pubblico urbano non sonosperabili (né auspicabili per il traffico ur-bano e le necessità più generali del tra-sporto pubblico) speciali potenziamentituristici; è probabile, oltre che comunqueaspicabile, che i flussi urbani interni sumezzi- di trasporto pubblico tra i luoghidell'Esposizione e i vari alberghi o cam-ping' in zona urbana siano quelli moderat idi un 'ordinaria stazione turistica (sempreche anche questi non si organizzino auto-nomamente) .

Conclusioni

Si è cercato di effettuare alcune valuta-zioni sulla questione «accessibilità» dellestrutture Expo in terraferma, a partire daipotesi e parametri probabilmente incert ie tutti da verificare, in ogni caso del tutt oprudenziali e comunque rispondenti aquanto previsto (se previsto) dai vari pro -motori dell'Expo .

Sono state infatti utilizzate le prevision idei vari documenti ufficiali dell 'Expo :

sulla tipologia dei visitatori (soprattutto

escursionisti giornalieri dagli ambiti geo-grafici circostanti, vicini o lontani chesiano) ;

sul mercato di visite complessive (me-diamente 250.000 al giorno con puntequasi doppie) ;

sulla distribuzione delle visite tra levarie sedi espositive policentriche, ma conpredominante concentrazione dell' 80 %(200.000 visitatori/giorno) nelle struttur epresenti in area veneziana, che farebberotutte comunque capo all'Area delle Na-zioni in gronda lagunare; quindi si è presoquesta come destinazione unica in are aveneziana; le altre localizzazioni Expo ve-neziane («Porta» a sé stante a Tessera e«Network delle Idee» all'Arsenale) sonostate qui considerate satelliti interni al si-stema;

sulle provenienze geografiche dei visita -tori secondo le varie direttrici territorial i(due terzi circa del quadrante ovest, il rest oda nord e da est più le minime presenz elocali) .

Mancando del tutto indicazioni utili si èipotizzata una distribuzione modale de iviaggiatori in avvicinamento ai luoghidell'Expo molto equilibrata : metà in autoprivata e metà in treno, oppure in partiuguali tra auto, treno e pullman turistici(un terzo ciascuno) .

Non si è distinto tra accessibilit àdall'esterno e mobilità interna all 'area ve-neziana, perché su scala simile non h asenso fare distinzione tra le due questioni(e di rispettivi traffici), visto che finiscon oper utilizzare le stesse attrezzature e l estesse infrastrutture .

Si sono prese in considerazione sia l eattuali dotazioni infrastrutturali con iflussi di cui sono attualmente caricate, si ale nuove realizzazioni previste come fun-zionali ed inquadrate nel progetto Expo : 3 acorsia VE-VR, quadruplicamento ferro -viario VE-PD, autostrada passante del Ve-neto Centrale, raccordo aeroportuale ,linea di metropolitana leggera di terra-ferma. Su di esse sono stati caricati i flussiprevisti secondo le modalità sopra ripor-tate .

Dire che il quadro che ne risulta è preoc -cupante è dire ancora poco .

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Muovere o lasciar muovere attorno allacittà di terraferma 200.000 visitatori a lgiorno, e farli convergere nell'unico veroprincipale punto di esposizione, 1'«Areadelle Nazioni», per di più concentrati inpoche ore sia nell'andata che al ritorno, equestione così massiccia e sproporzionatarispetto alle dimensioni ed alle esigenz eattuali e future della mobilità urbana emetropolitana da risultare del tutt oestranea alla logica del riequilibrio e dell ariqualificazione urbanistica e territoriale .

Qualsiasi sia il punto di localizzazion elungo la gronda lagunare dell'Area delleNazioni, è del tutto inimmaginabile garan-tire ai flussi giornalieri medi previsti un aminima regolarità di smaltimento sia conl 'attuale dotazione infrastrutturale sia conquella prevista ed inquadrata nel progettoExpo.

Risultano prive di fondamento le gene-riche e mai documentate affermazioni uf-ficiali con cui si è finora sostenuta la fatti -bilità del progetto, in particolare la capa-cità del sistema infrastrutturale veneto eveneziano di rispondere adeguatament ealla domanda di mobilità delle 30 .000.000di visite che sono previste per quei 4 mes idi Esposizione .

Le quantità in gioco sono così rilevant ida paralizzare immediatamente tutto il si-stema della Tangenziale e dei raccordi au-tostradali di Mestre, dell'Autostrada vers oOvest, della Romea, e da congestionaregravemente il sistema delle Tangenzial ipadovane e dell'autostrada verso Tre -viso.

Per la Tangenziale non basterebbe ne-anche un raddoppio secco, e sarebbe ne-cessaria una triplicazione (in elevazione ,una sopra l'altra? in allargamento, scon-volgendo un'intera fascia urbana? i nuoviitinerari attorno alla città?) .

Nel caso di localizzazione a Tessera, perevitare la paralisi del nodo autostradal enord sarebbe necessario rifare da capo i lsistema di raccordi e svincoli, e rimetter enuovamente mano al raccordo aeropor-tuale in fase di realizzazione, allargandol odi 2 o 3 volte.

Lo stesso si verificherebbe con l'Are adelle Nazioni collocata a Fusina o

sull'idrovia: per evitare la paralisi dell aRomea (e della zona commerciale cre-sciuta attorno ad essa) si renderebbe ne-cessario un suo integrale rifacimento co nnuovo tracciato e raccordi e svincoli conl ' autostrada e la Tangenziale, del tutto ori -ginali e finora mai ipotizzati (per fortuna )da nessuno.

Si può pensare all'inutile e devastant eAutostrada passante del Veneto Centrale ,che peraltro, anche ipotizzando di supe-rare i dubbi e le opposizioni che lo riguar-dano, risulta comunque di incerta defini-zione e comunque di improbabile comple-tamento nei 9 anni operativi che ci separe -rebbero dall'Expo. In ogni caso, ancheammettendo l 'ipotesi di riuscire ad im-porre di usarlo nonostante l 'assurdo itine -rario, nei 4 mesi di Expo esso sarebbe deltutto sovrassaturo e congestionato (e nuo-vamente pressoché vuoto subito dopo), ecomunque non riuscirebbe ad impedire l acongestione sul raccordo aeroportuale eoltretutto la provocherebbe anche sull'au-tostrada A27 . Se poi l'Area delle Nazionifosse collocata in 1 a zona o a Fusina/Idro-via, questa nuova autostrada risulterebb edel tutto inutile, non riuscendo nemmenoad impedire la paralisi della tangenziale .

Ancora più drammatici gli esiti di unacollocazione dell 'Area delle Nazioni in Pa

zona industriale, ove non c'è neanche fisi-camente la possibilità di significativi po-tenziamenti stradali (che comunque sareb -bero rovinosi) né da Ovest (Tangenziale) n éda Est (S . Giuliano-Triestina-Circonvalla-zione Est), compromettendo nella conge-stione e nella paralisi oltre che il traffic ourbano interno di Mestre anche quello conla Storica Insulare sull'altra testa di ponte(lungo la SS 11/via della Libertà) .

Anche le tangenziali autostradali di Pa-dova sarebbero coinvolte nella conge-stione e talvolta nella paralisi, perché so-prattutto nei giorni di punta l'ulterioreondata di decina di migliaia di autovetture ,concentrate in poche ore di punta, supere-rebbe di gran lunga le capacità comples-sive del sistema .

Le necessità di parcheggio sarebbero de ltutto spropositate (decine di ha o di grand iautosilos). successivamente del tutto inu-

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tili per l'ordinaria vita urbana (ancheperché assolutamente decentrati) .

I visitatori (metà o un terzo del totale)che potrebbero rivolgersi alla ferrovia ( ealla indispensabile metropolitana sta-zione-Area delle Nazioni) si troverebber oin una situazione critica, con una potenzia -lità della linea Ve-Pd (e delle linee a mont edi questa) assolutamente sproporzionat eai bisogni del caso .

Anche l 'ottimistico, per non dire inattua-bile (nei 9 anni), raddoppio della linea fer -roviaria non riuscirebbe a soddisfare l adomanda .

In ogni caso problemi logistici di in-gresso e di movimentazione convogli s iporrebbero nella stazione di Mestre (e d iVenezia, dove già sono drammatici) ; e nonsi può sperare di ricavare alcun vantaggi oda un'eventuale stazione passante allaGazzera, che, oltre a non essere presente innessun programma di interventi, nem-meno di massima, e quindi essere del tutt oirrealizzabili in 9 anni, sarebbe comunqu eanch'essa poco utile, potendo al più esseresolo una «fermata» al massimo per i servizilocali regionali (che quindi compliche-rebbe ulteriormente su più punti l'inter-scambio tra sistema ferroviario e metropo -litana leggera) .

La stazione di Mestre verrebbe letteral-mente «travolta» da un traffico visitator idiverse volte più grande di quello at-tuale .

Qualsiasi coinvolgimento del servizio d itrasporto pubblico locale sarebbe impossi -bile operativamente (per la fisiologica li-mitatezza delle risorse operative, ed anch edella capacità stradale urbana, a fronte d iuna domanda expo diverse volte maggioredi quella attuale) oltre che temibile e dascongiurare, per gli effetti che avrebb esulla qualità del servizio complessivo .

Una presenza rilevante di trasporto col-lettivo privato (pullmann turistici), no npotendo che essere complementare e nonsostitutiva della preferita e prevalente mo -bilità su mezzo personale, appesantirebb eulteriormente la situazione sia sulle stradeche sui parcheggi .

Oltre ad essere quindi del tutto estraneoalle logiche urbane ordinarie, quindi fuor -

viante e quindi del tutto sbagliata rispett oalle possibili prospettive di riequilibrio ur -banistico ed infrastrutturale per i prossim idecenni, il sistema di mobilità delineat oper l'Expo nemmeno funziona .

Esso genera una situazione di pression ea tutto campo assolutamente insostenibile ,che impedirebbe per 4 mesi lo svolgiment odella normale vita economica e socialedella città e dell'intera area metropolitana,colpendone in primis la rete infrastruttu-rale primaria (autostrade, Tangenziale,raccordi con la gronda lagunare, Romea ,ferrovia, ferrovia Ve-Pd e stazione) e d iconseguenza anche il sistema della mobi-lità urbana interna, con le inevitabili situa -zioni di congestione generalizzata che vi s icreerebbero.

Una condizione di paralisi e prostra-zione talvolta già verificatasi (come perqualche evento fieristico a notevole attra-zione nazionale, come il Motor Show diBologna) ma che, a differenza di quest icasi, qui durerebbe non un week-end maben 4 mesi.

E tutto questo sempre accettando :— che le stime dei promotori dell 'Expo

siano attendibili (e non sottostimate, comeè sempre successo per le ultime Expo),

che si riesca ad ottenere una equilibratadistribuzione tra le varie modalità di tra-sporto,

— che siano comunque realizzate tutt ele opere infrastrutturali che vengono inse -rite nel programma expo (e che pure non v ientrano nel bilancio, già di per sè previstodagli stessi promotori in passivo d iqualche centinaio di miliardi, recuperabil isolo da sovvenzionamenti pubblici) ; opereche comunque realistiche valutazion ifanno ritenere improbabili anche entrouna simile scadenza fissa (programmi ecantieri dei Mondiali '90 insegnano) .

Se tutto questo non si verificasse, lasituazione diventerebbe, se questo è possi -bile, ancora più drammatica e perico-losa .

Cosa che si verificherebbe comunqu enelle previste 15/20 giornate di punta (fe-stività varie) e nell'ultimo periodo di aper-tura dell'Expo, in cui invece dei 200.000visitatori giornalieri medi, che abbiamo

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finora considerato, se ne riverserebber onella Terraferma, secondo le stime degl istessi promotori, circa 400 .000 (almeno) .

E questo comunque solo in termini«quantitativi» .

Che se poi si vuole ragionare anche i ntermini di «qualità» del sistema dei tra -sporti e dei suoi effetti sul sistema insedia-tivo, gli impatti infrastrutturali (e quindiurbanistici e territoriali) dell'Expo sareb-bero ancora più gravi e preoccupanti .

Perché non si tratta solo di subire 4 mesidi congestione e paralisi ; ben più grave-mente occorre chiedersi e valutare qual esistema infrastrutturale e di mobilità si vaa costruire con l ' Expo per questa città, perl'area metropolitana, per l'area central eVeneta :

Quale giustificazione dare, al di là dei 4mesi di Expo, ad un raddoppio o ad unatriplicazione dell'attuale Tangenziale ?Quali pesantissimi e forse inevitabili im-patti sociali, ambientali, urbani si produr -rebbero, sia che si intervenga sulla attual etangenziale come su un nuovo tracciato ?Per quali benefici ?

Quali conseguenze avrebbero sul si-stema insediativo, sul patrimonio archeo-logico/storico/culturale e sull'economi aagricola dell'intera regione l'assurda Auto -strada Passante del Veneto Centrale, chediventa necessaria ed insostituibile pro-prio per l'Expo? E quale sarebbe il bene-ficio che potrebbe ripagarne il prezzo ?

Quali occasioni storiche si potrebberoripresentare (e quando) per rivoluzionar eradicalmente il sistema del trasporto pub-blico e della mobilità urbana complessiv acon una metropolitana leggera di terra -ferma dopo che per l'Expo, per non ri-schiare troppo in termini di soluzioni tec-niche, finanziamenti e tempi di realizza-zione, avremmo sprecato l'occasione co-struendo una linea assolutamente decen-trata rispetto non solo all'attuale asse dirapporto con la città Storica insulare maanche alla stessa città di Terraferma edalle sue zone più centrali ?

Quale sarà il costo ambientale di unagronda lagunare, che oltre ad essere appe -santita da grandi, vuoti e difficilmente riu -sabili padiglioni espositivi per decine di

ettari, sarebbe anche ingombrata e com-promessa da infrastrutture abnormi (rac -cordi, parcheggi, metropolitana )anch'esse sproporzionate rispetto al re-gime ordinario di vita attuale (ed anche aquello futuro) di questo territorio e chesarebbero del tutto opposte a quello ch eeffettivamente servirebbe alla città? (ved iil caso della metropolitana leggera i ngronda, che precluderebbe l'accesso e l afruibilità della laguna anche in Punta S.Giuliano, proprio quando da anni la citt àsta chiedendo di avvicinarsi a questo af-faccio lagunare e si sta ricominciando se -riamente a progettare un grande parco diterra e di acqua) .

Sono oltretutto infrastrutture il cui riu-tilizzo (scontato, oltre che ovvio, che no nvengano smantellate) spingerà ad ulterior ieventi di attrazione turistica massiccia, adulteriori insediamenti ed urbanizzazion i(in zone di alto valore naturalistico chemeriterebbero invece ben altre valorizza-zioni, anche per la fruibilità culturale/ri-creativa da parte sia dei residenti che de lturismo più attento ed intelligente, veraunica nuova risorsa futura) .

Anche per la città di Terraferma e pe rl'area metropolitana si può parlare di tra -gedia Expo.

Non resta che chiedersi :se non sia opportuno smetterla di ragio -

nare in termini di assurde terapie d'urt oche non producono alcun nuovo equilibrioeconomico o territoriale, e che espro-priano la città e l'area metropolitana de ldiritto di disporre e predisporre il propriofuturo, trasferendo ogni decisione ad auto-rità speciali ed organismi esterni, non ri-spondenti alle logiche di controllo demo-cratico, ed attenti a tutto (soprattutto agl iappalti per mega opere pubbliche )fuorché agli interessi della città ;

se non sia il caso di smetterla di inven-tare a questo fine trovate artificiose, inu-tili, fuorvianti, e quindi violente, infattibil ied addirittura pericolose per tutto il si-stema urbano-metropolitano ,

e se non sia forse più produttivo, oltreche giusto, rovesciare il ragionamento ericominciare a pensare dalla città e da lterritorio a quello di cui essi hanno effet-

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tivamente bisogno per affrontare un fu-turo meno squilibrato e qualitativament emigliore, che in effetti recentemente si èricominciato a pensare ed a progettare,

nonostante il pericolo Expo .Mestre, 2 giugno 1990 .

URBANISTICA DEMOCRATIC A

(a cura di Carlo Giacomini)

PAGINA BIANCA

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INTERROGAZIONI, INTERPELLANZ E

E MOZIONI PRESENTATE

PAGINA BIANCA

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA IN COMMISSION E

MASTRANTUONO, DI DONATO eIOSSA . — Al Ministro dell' interno. — Persapere – premesso che :

« Il Mattino » del 30 maggio 1990 hariportato che il CORECO regionale dell aCampania, sezione provinciale di Napoli ,ha nominato un commissario ad acta alcomune di Napoli, in sostituzione dellostesso per l 'approvazione di un mutuo re-lativo alla informatizzazione dei serviz idello stadio S . Paolo di Napoli .

Detto provvedimento rappresenta unapalese lesione dell 'autonomia degli ent ilocali garantita dagli articoli 5 e 12 8della carta costituzionale e una violazion enelle norme che disciplinano il controllocostitutivo da parte del CORECO; l'attode quo rappresenta l'esercizio di ammini-strazione attiva ed interferisce nei poter ie nelle funzioni dei comuni, in apertocontrasto con i princìpi che hanno ispi-rato la riforma dell'ordinamento in corsodi definitiva approvazione – :

quale sia stata la posizione assunt adal rappresentante del Ministero dell'in-terno in seno all'organo regionale di con-trollo nell 'adozione del predetto provvedi -mento ;

quali iniziative intenda assumereper riportare l'organo di controllo regio-nale sopra indicato alle sue funzioni isti -tuzionali, atteso che in più occasioni l ostesso ha straripato dai suoi compiti eser-citando un penetrante controllo di merito .

(5-02219)

PROVANTINI, GARAVINI, TESTA EN-RICO, MARRI, STRADA e LORENZETTIPASQUALE. — Ai Ministri dell' industria ,del commercio e , dell 'artigianato, dell'am-biente e dei lavori pubblici . — Per cono-scere – premesso che

l 'Enel ha posto in atto un proprioprovvedimento osteggiato da tutti, a co -

minciare degli enti locali, di interruzionedell 'affluenza dell 'acqua del canale Me-dio-Nera immissario del lago di Piediluco ,in conseguenza del quale, per tutta l'e -state, verrebbe meno l ' immissione di tal eacqua nel lago ;

d'altra parte l'Enel continua a sfrut-tare il lago di Piediluco come serbatoiod 'acqua per la produzione di energi aidroelettrica nella centrale di Galleto ,quando da anni era previsto il funziona -mento di tali centrali con una potenzagià installata di altri 180 MW, attraversoun sistema di invasi dei cosidetti lagh ireatini per realizzare il duplice obiettivodi garantire quanto previsto dal Pianoenergetico e dallo stesso Enel, con unacentrale idroelettrica efficiente di potenzasuperiore di 180 MW e di difendere i llago di Piediluco, le sue bellezze naturali ,il sistema ambientale, quale centro turi-stico nazionale e centro internazionale de lcanottaggio, assicurando la salvaguardia ela fruibilità della cascata delle Marmoreai fini turistici – :

quali urgenti provvedimenti si inten-dono adottare da parte dei ministri re-sponsabili perché l 'Enel revochi il provve-dimento posto in atto di chiusura dell'im-missario del lago di Piediluco, per evitareun disastro ecologico, gravi danni am-bientali, ed effetti gravi sulla economia esul turismo, proprio nel periodo estivo ;

quali misure intendono assumereper la difesa ambientale del lago di Piedi-luco, per la sua valorizzazione come cen-tro turistico, ponendo fine allo sfrutta -mento che ne fa l 'Enel come bacino diinvaso e svaso giornaliero della superfici elacustre;

quali atti intendono assumere per -ché si dia attuazione a quel sistema d iinvasi in previsione dei quali si sono in-stallati i macchinari per aumentare l aproduzione di energia elettrica nella cen-tale di Galleto Monte Sant 'Angelo ;

per quale motivo non danno attua-zione a leggi e piani per realizzare tal eobiettivo;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

se non si intenda intervenire affin-ché l'Enel fissi nuove convenzioni con gl ienti locali, per tutto il sistema Nera Ve-lino, per la salvaguardia del lago di Pie-diluco, della cascata delle Marmore e pe rinterventi manutentivi che non siano dan-nosi, ma di difesa e valorizzazione diquesto patrimonio ambientale . (5-02220)

PROVANTINI, MINUCCI, BORGHINI ,MARRI, CAVAGNA, PRANDINI, LOREN-ZETTI PASQUALE, FRANCESE e SAN -NELLA . — Al Ministro delle partecipazionistatali . — Per sapere :

se la società TERNINOSS, nata suiniziativa della FINSIDER-IRI per favo-rire e sostenere sul mercato la propriaproduzione di acciaio inossidabile, ancheattraverso la realizzazione di un centroservizi ed assistenza alla commercializza-zione, sia finita in mano alla società fran-cese USINOR, concorrente nella siderur-gia ;

se ciò sia avvenuto anche perché l aTERNINOSS fu costituita dalla FINSI-DER IRI partecipando in posizione di mi-noranza con una quota del 34 per centodel capitale sociale, mentre la maggio-ranza fu affidata a due società private, laSAIT e la CASTEK di Cipelletti e Castell i(Milano) ;

se tale società acquistò partecipa-zione di minoranza nei centri servizi co-stituiti da due gruppi privati NUOV ASAIT e NUOVA CAINOX ;

se i soci privati hanno ceduto leaziende alla società francese UGINE dell aUSINOR, con il 51 per cento delle parte-cipazioni nei centri servizi e con il 55 pe rcento nella società TERNINOSS ;

se dopo la sospensiva del tribunaledi Monza si sia addivenuto ad un accordoe su quali basi, per il definitivo passaggiodi TERNINOSS alla USINOR;

quali provvedimenti intende assu-mere il ministro per difendere innanzi -tutto gli interessi della siderurgia pub-blica italiana, della sua produzione e del

suo marchio per sostenerla sul mercatointernazionale ;

per quale ragione l 'azienda a parte-cipazione statale (prima Finsider ed oraILVA) che ha il monopolio della produ-zione dell 'acciaio inossidabile ha invecelasciato in mano dei privati la commer-cializzazione di tale prodotto ;

se siano state accertate le responsa-bilità di tali atti di privatizzazione cheha poi prodotto l'affare dei privati ita-liani a danno della siderurgia nazionale ,mettendo in mano ad un gruppo stra-niero uno dei settori tecnologicamenteavanzati ed economicamente ricchi dell anostra siderurgia ;

se e quali atti intende compiere i lGoverno affinché la siderurgia pubblicaitaliana riacquisti la piena sovranità sull aproduzione e commercializzazione dell'ac-ciaio inossidabile ;

quali sono gli indirizzi del ministroe del Governo per impedire che si ripe-tano manovre di privatizzazione comequesta della TERNINOSS a danno delI'e-conomia generale del Paese ;

quali misure si intende adottareverso i responsabili di atti che sono fatt ial di fuori del Piano siderurgico appro-vato dal Parlamento e deciso dal Go-verno .

(5-02221 )

CRESCO, PAVONI, ALBERINI, BAR-BALACE, BORGOGLIO, BREDA, CAR -DETTI, CELLINI, CEROFOLINI, D 'A-MATO .CARLO, DELL 'UNTO, DE ROSE ,DIGLIO, FERRARINI, IOSSA, LODI-GIANI, MACCHERONI, MARIANETTI ,MASTRANTUONO, MILANI, NOCI, POTÌ ,RENZULLI, SAVINO, VAllOLER e ZA-VETTIERI. — Al Ministro delle partecipa-zioni statali . — Per sapere :

se è a conoscenza dell'intervista rila-sciata dal dottor Pietro Marzotto il 1 8maggio sul Corriere della Sera e delle suesuccessive dichiarazioni, in cui ha annun-ciato la fusione di Lanerossi per incorpo-razione nella Capogruppo Marzotto Spa .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

Tutto ciò è avvenuto senza la benché mi-nima consultazione con le forze politichelocali e nazionali, secondo i canoni de lpiù stretto rigore liberista . A parte leconsiderazioni di ordine storico, etico e disentire pubblico (« Lanerossi rappresent aper Schio e zone il simbolo della citt àche ha iniziato con A . Rossi la sua avven-tura moderna »), le dichiarazioni del pre-sidente Marzotto contrastano sia conquanto previsto dalla deliberazione da lCIPI del 17 febbraio 1987, sia con quant oprevisto dal contratto di cessione di La-nerossi e Marzotto da parte dell 'ENI . In-fatti, il deliberato CIPI impegnava tr al'altro il Ministero delle partecipazion istatali nella cessione di Lanerossi a ga-rantire il più significativo e certo svi-luppo anche internazionale delle impreseacquisite ed il mantenimento delle attual isedi direzionali e produttive, inoltre i lcontratto di vendita prevede esplicita -mente all'articolo 12: « Il compratore s iimpegna :

a) a realizzare strutture organizza-tive, produttive e di vendita tali da ga-rantire il più significativo e certo svi-luppo, anche internazionale del gruppoLanerossi, e di porre in essere ogn iazione idonea alla valorizzazione dei mar -chi ;

b) a mantenere le attuali sedi dire-zionali produttive del gruppo Lanerossi » ;

come si puo conciliare con la letterab) dell 'articolo 12 citato la fusione, consi-derato che l'estinzione della personalitàgiuridica esclude che vi possa essere unasede direzionale a Schio . Quindi non cisono solo motivi sociali, etici e cultural iche vanno contro la fusione, ma ancheelementi di carattere giuridico ;

cosa intenda fare, quale garante de lrispetto dei patti, per ripristinare nell alettera e nello spirito quanto deciso da lCIPI e quanto pattuito tra ENI e Mar-zotto al momento della cessione di Lane -rossi ; e ciò al fine di impedire la fusione ;

cosa intenda fare altresì della com-missione posta in essere a salvaguardi adel patto stipulato e che uso intenda fare

del documento CIPI affinché il tutto no nappaia una vuota costruzione giuridica ;

se non intenda procedere alla convo-cazione urgente degli amministratori lo -cali interessati e dei parlamentari del Ve-neto per verificare insieme la situazione evalutare le misure indispensabili per i lrispetto di un accordo siglato alla suapresenza e con la sua mediazione .

(5-02222 )

VIOLANTE, NOVELLI, BELLOCCHIO ,PACETTI e MIGLIASSO . — Al Ministrodelle finanze. — Per sapere – premessoche :

secondo notizie di stampa sarebbein corso a Torino una agitazione di molt iagenti e sottufficiali della Guardia di fi-nanza;

tale agitazione trarrebbe originedalla scarsa disponibilità di mezzi peradempiere compiutamente alle funzioniistituzionali, dalla mancata garanzia dialcuni diritti fondamentali il cui esercizionon è incompatibile con il centrismo mi-litare, dal disconoscimento di fondate ri-chieste retributive

se le notizie di stampa corrispon-dono al vero e in questo caso :

a) se e come il ministro intende cor-rispondere alle richieste degli agenti esottufficiali ;

b) se il Ministro non ritenga che l acondizione dei militari della Guardia difinanza non sia particolarmente grave an-che a causa della vetustà ed inadegua-tezza del regolamento e quindi se nonritenga opportuno procedere alla riform ae alla modernizzazione di tale regola-mento .

(5-02223 )

STRADA, TORCHIO e NOCI . — Al Mi-nistro della pubblica istruzione. — Per sa-pere – premesso che :

il Ministero in indirizzo ha comuni-cato al provveditorato agli studi di Cre-mona che il liceo classico « Romani » di

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Casalmaggiore diventerà sezione staccatadel liceo classico « Manin » di Cremona apartire dal settembre del 1990 ;

tale decisione contrasta con l 'orien-tamento espresso dal consiglio scolasticoprovinciale e con la richiesta sostenuta aCasalmaggiore dagli operatori scolastici edalle forze politiche locali, che in alterna-tiva prevedeva un 'aggregazione tra liceoclassico, biennio ITIS e sezione dei Geo -metri sotto un'unica presidenza in mododa avere, in quel distretto, una sede com-pleta autonoma di scuola secondaria su-periore – :

quali ragioni sostanziali hanno por-tato il Ministero a contrastare la tesi so-stenuta da tutte le componenti scolastich elocali e provinciali in merito a questavicenda del liceo classico « Romani » ;

se non ritiene necessario modificarela decisione del ministero al riguardo, ac-cogliendo invece la proposta formulatadal consiglio scolastico provinciale di Cre-mona e dal distretto scolastico di Casal-maggiore .

(5-02224 )

STRADA, TORCHIO e NOCI . — Al Mi-nistro dell'università e della ricerca scienti-fica e tecnologica . — Per sapere – pre-messo che :

la scuola di paleografia musicale d iCremona, sezione staccata dell 'universitàdi Pavia, è stata negli ultimi anni scossadalle vicende che avevano avuto com eprotagonista il professor Raffaello Monte -rosso e che l 'avevano tristemente portataalla ribalta delle cronache nazionali ;

tali vicende, fino all'occupazione del -l ' istituto, all ' ispezione compiuta dal Mini-stero della pubblica istruzione, al rinvio agiudizio di Raffaello Monterosso, pare-vano definitivamente superate, dal punt odi vista della scuola, con le dimissioni difatto obbligate dello stesso Monterosso ,direttore ininterrotto per quasi vent ianni ;

negli incontri avuti a suo tempo co nil Ministero della pubblica istruzione,

autorevoli impegni verbali venivano as-sunti al fine di continuare nell'opera d irilancio della scuola, dotandola del neces-sario personale docente, dopo la gestion epersonalistica degli anni passati ;

in effetti, dopo il cambio del diret-tore, alcuni significativi risultati si son ovisti, come l 'apertura alla pubblica con-sultazione della biblioteca della scuola ,una delle più importanti in campo musi-cologico; oppure l'intenso interscambioculturale e di insegnamenti con altre uni-versità d'Italia e del mondo, con confe-renze e seminari diversi ; oppure la pro-mozione di concerti di successo e la for-mazione di un'orchestra della scuola do -

tata di strumenti costruiti nell 'adiacenteistituto di liuteria; e così via, tanto che l estesse iscrizioni degli studenti da tutt aItalia venivano crescendo negli anni pas-sando dalle 78 del 1986-1987 alle 110 del1987-1988, alle 143 del 1988-1989, alle149 del 1989-1990 ;

a questa ripresa è di fatto mancatol 'apporto del Ministero competente, ch enel frattempo è diventato quello dell 'uni-versità e della ricerca scientifica e tecno-logica, tanto che, dopo che si era parlat odi portare alla scuola due posti di ruol odi prima fascia e due posti di ruolo diseconda fascia da coprire mediante trasfe-rimento, e di 7-8 posti di ruolo di se-conda fascia da coprire in occasione dell adistribuzione di posti attualmente incorso per l 'università, in realtà sembrache ora alla scuola venga assegnato unsolo posto di ruolo, oltre alla conferma d iun altro già in organico precedentemente ;

la scuola dunque, con oltre 30 inse-gnamenti, di cui 23 fondamentali, s itrova a disporre oggi, per l'anno accade-mico 1990-1991, di soli 8 professori d iprima fascia e 8 di seconda fascia, do -vendo supplire per il resto con una quan-tità inverosimile di supplenze interne eannuali esterne, ovviamente difficili dareperire ;

nel frattempo il Ministero ha accoltola richiesta di essere collocati fuori ruol oper il triennio 1990-1993, ai sensi dell'ar-

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ticolo 17 del decreto del Presidente dell aRepubblica 11 luglio 1980, n . 382, formu-lata dal professor Monterosso e dalla mo-glie Anna Maria Vacchelli, al fine di po-tersi trasferire in Inghilterra, e questo no-nostante il parere del consiglio dell ascuola del 14 dicembre 1989 che subordi-nava l 'accettazione di tale richiesta all agaranzia di vedere risolti i problemi degl iinsegnamenti della scuola ;

il rischio grave che si corre a questopunto è che la situazione si faccia dav_vero insostenibile, provocando le dimis-sioni di chi, come il nuovo direttore adesempio, si era assunto a suo tempo i lpesante onere di accettare un incaric odifficile in una situazione resa particolar-mente delicata dagli eventi ;

tale eventualità provocherebbe dann ievidenti, e forse irrimediabili, ad unascuola, unica nel suo genere in Italia arilasciare una laurea in musicologia, d ialto prestigio per la città di Cremona esempre più apprezzata dalle altre univer-sità in Italia e all 'estero – :

se corrisponde a vero che, nella di-stribuzione in corso di posti di ruolo all evarie università, questa scuola verrebb ecosì penalizzata ;

quali sono le ragioni per cui si èritenuto di dover contraddire il pareredel consiglio della scuola in merito allarichiesta di collocazione fuori ruolo for-mulata da due professori della scuola ;

come intende intervenire perché ven-gano mantenuti gli impegni a suo tempoassunti dal Ministero della pubblica istru-zione e comunque perché, per quest ascuola, possa aprirsi l 'anno accademico1990-1991 avendo la garanzia di poter farfronte dignitosamente a tutti gli insegna -menti previsti .

(5-02225)

CICERONE. — Al Ministro per il coor-dinamento della protezione civile. — Persapere – premesso che :

con legge 28 ottobre 1986, n . 730,articolo 3, comma 9, sono stati stanziati

40 miliardi di lire per gli interventi d iriattazione delle unità immobiliari dan-neggiate dal terremoto del maggio 198 5nei comuni di l 'Aquila, Tornimparte e Lu -coli, da utilizzare nel triennio 1986-88 ;

l 'ordinanza 959/FPC/ZA del 10 april e1987, con l'articolo 7, ha assegnato allaregione Abruzzo il compito della verificadel danno e delle condizioni generali distabilità degli edifici, da realizzare attra-verso la costituzione di apposite squadretecniche e con l'ausilio di schede tecnich edel gruppo nazionale difesa dai terre -monti ;

il Ministro per il coordinamentodella protezione civile, con comunicazion eprot . 42525/OO .PP. Col . in data 18 marzo1988, ha posto a disposizione della re-gione Abruzzo 500 milioni di lire da uti-lizzare, tra l 'altro, per la copertura dell espese relative ai rilievi tecnici di cui so-pra ;

l'ordinanza 1501/FPC dell ' 11 luglio1988 ha, successivamente, modificato l aprecedente normativa stabilendo che laverifica tecnica da parte della regione ve-nisse eseguita sugli edifici per i quali èstata avanzata domanda di utilizzazion edei benefici di legge;

le operazioni di verifica tecnica e dischedatura, relativamente alle 2700 do-mande presentate da soggetti privati epubblici, sono state effettuate e conclus enel febbraio 1989 ;

nel settembre 1989, la regioneAbruzzo ha trasmesso al Dipartimentonazionale della protezione civile le stim edel costo della riattazione con le relativeproposte di finanziamento ;

completata così la fase istruttoria, èdovere del Ministero per il coordinamentodella protezione civile di procedere allaemanazione dell 'apposita ordinanza di fi-nanziamento necessaria per avviare l eopere di riattazione degli immobili dan-neggiati ; ciò non è ancora avvenuto, no-nostante i ripetuti solleciti verbali escritti – :

1) se risponda a verità che unaprima stesura dell'ordinanza, pronta per

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la firma del Ministro, sia stata rispeditaall'Ufficio legislativo con una conse-guente, notevole, perdita di tempo ;

2) quali iniziative intenda assumereaffinché abbia a cessare questo assurdo« turismo burocratico » e venga final-mente firmata l 'ordinanza per la riatta-zione degli immobili danneggiati da unsisma che risale all'ormai lontano 1985 .

(5-02226)

CRIPPA e MAMMONE . — Al Ministrodegli affari esteri . — Per sapere – pre-messo che :

la legge n . 49 del 1987, agli articol i12 e 13, ha stabilito l ' istituzione di unastruttura tecnica, nell 'ambito della dire-zione generaie per la cooperazione allosviluppo ;

il Parlamento, preoccupato dell ostato di degrado della cooperazione ita-liana, dopo tre anni di non applicazion edella legge, attraverso la risoluzione nu-mero 7-00305 approvata all'unanimità ( 7dicembre 1989) dalla III Commissione,impegnava il Governo, tra l'altro, « . . . adorganizzare e rendere operative, con prov-vedimenti immediati, l 'unità tecnica cen-trale e le unità tecniche locali, determi-nando articolazioni funzionali, ambiti ter-ritoriali e settoriali, dotandole di un orga-nico adeguato alla dimensione degli im-pegni finanziari della cooperazione e sta-bilendo procedure chiare e trasparenti ne irapporti tra momento politico, diploma-tico e tecnico per l 'individuazione, sele-zione e valutazione delle iniziative . . . » ;

i primi atti del Ministro degli affariesteri, dopo tale risoluzione, sembravanofinalmente indicare, seppur non senzacontraddizioni, la volontà di aprire u ndialogo con il Parlamento recependo trerichieste: l 'attribuzione delle competenzeper la cooperazione al sottosegretario se-natrice Agnelli ; l 'emanazione del decretodi riorganizzazione della direzione gene-rale, inclusa per la prima volta una strut-turazione della unità tecnica centrale e

l'impegno per un costante aggiornamentodella III Commissione sullo stato di at-tuazione della risoluzione citata ;

successivamente il disagio da part edel Parlamento sullo stato della coopera-zione si è andato acuendo dato che nes-sun nuovo passo è stato fatto sia perl'attuazione della risoluzione sia per lamessa a punto di procedure trasparenti edi una organizzazione più efficiente dell astruttura tecnica ;

l 'attuale tendenza nell 'utilizzo dei fi-nanziamenti della cooperazione allo svi-luppo è rivolta ai soli fini privatistici emercantilistici, anche perché non si creauna vera struttura tecnica e si impedisc ea quella attuale di funzionare, contempo-raneamente indicandola come responsa-bile dei guasti e dei ritardi della coopera-zione italiana ;

la sopra richiamata tendenza è con-fermata, tra l 'altro, dalle dichiarazionidello stesso sottosegretario di Stato agl iaffari esteri delegato alla cooperazione,senatrice Susanna Agnelli, che in data 2 2febbraio e 21 marzo ha dichiarato esplici-tamente al Parlamento che l'unità tecnic acentrale è dotata di troppo personale peri compiti di studio e valutazione dei pro -getti, i quali dunque andrebbero in part eaffidati a ditte specializzate ;

tale impostazione, che manifesta av-versione per un'organizzazione efficientedella struttura tecnica, purtroppo si inse-risce in una linea ed in un'abitudine aritenere lo Stato come supporto di inte-ressi economici privati consolidati – :

se ritenga impegnative le dichiara-zioni di altri rappresentanti del Governoa proposito dell 'unità tecnica e del ruolodegli esperti che si sovrappongono aquanto dichiarato dal Ministro e che con-traddicono i deliberati del Parlamento ;

se attualmente l'approvazione de iprogetti nelle Commissioni miste avvengaad opera della direzione generale o daparte del momento politico a questo pre-posto dallo spirito della legge ;

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se si ritenga che il fermo della coo-perazione sperimentato negli ultimi 1 0mesi sia da attribuire alla responsabilit àdegli esperti ;

se la unità tecnica centrale e l eunità tecniche locali operino a regim ecome richiesto dal Parlamento con la ci -tata risoluzione ;

quanti sono gli esperti (previst idalla legge n. 49 del 1987) nell 'organicodella unità tecnica centrale;

quanti sono i ricorsi ancora pen-denti in relazione al primo concorso ecome mai non sono stati ancora risolti ,ove possibile, per via amministrativa ;

come mai non è stato dato seguitoalla delibera del comitato direzional evolta a completare il contingente de iprimi 60 esperti della unità tecnica cen-trale ;

quante delle 60 persone di IV e Vqualifica che la legge n . 49 del 1987 haassegnato alla unità tecnica centrale eche sono state assunte dal Ministero degl iaffari esteri operano realmente nell 'am-bito della unità tecnica centrale ;

quanto personale di supporto tecnicoopera presso la unità tecnica centrale ;

da quanto personale è composta ladirezione generale VIII, direzione chepresso la CEE svolge le stesse funzion idella unità tecnica centrale e di qual iorganici dispongono le rappresentanz edella CEE nei Paesi in via di sviluppo ;

se è stata aperta con i sindacati ,come richiesto nella risoluzione, la tratta-tiva sul contratto degli esperti ;

se si ritiene che tutti od alcun iesperti non siano all'aitezza dei compit iloro affidati, perché non si provvede a dallontanarli e come mai sono riusciti asuperare le prove concorsuali ;

quale è la media di personale dellaunità tecnica centrale per stanza e qualequella nel resto della direzione generaleper la cooperazione allo sviluppo e nelMinistero e perché l 'unità tecnica centrale

continua ad operare in condizioni logisti-che assolutamente inaccettabili ed inde-gne;

se non si ritenga che il ridotto nu-mero di esperti, le condizioni e l'atmo-sfera « accusatoria » in cui vengono co-stretti influiscano sullo stato negativ odella cooperazione italiana ;

se tale stato negativo non sia altres ìda addebitare alla più totale assenza dicontrollo e direzione da parte dei respon-sabili politici ed alle insufficienti capacit àmanageriali delle strutture preposte all adefinizione delle priorità e alla distribu-zione del lavoro che non fanno certa-mente capo agli esperti ;

quanto costa mediamente il mese-uomo per una valutazione svolta dall aunità tecnica centrale e quanto quellasvolta da società di supporto esterno ;

quanto costa il mese-uomo onnicom-prensivo previsto rispettivamente nell econvenzioni ENEL, IMI, CREDIOP e SIM ;

quanto costa e quanto tempo ri-chiede una similare valutazione da part edella CEE per i suoi progetti ;

quanto costa e quanto tempo ri-chiede una similare valutazione negli al-tri Paesi della Comunità Europea;

se l'attacco alla struttura tecnicadella cooperazione va inquadrato in undisegno più ampio da parte del Governo ,quale si è anche potuto constatare al Mi-nistero dei lavori pubblici ed altrove, d ismantellamento di quei pochi apparat itecnici che cercano di resistere a pres-sioni indebite e di applicare regole tra -sparenti .

(5-02227 )

CRIPPA e MAMMONE . — Al Ministrodegli affari esteri. — Per sapere – pre-messo che :

il Bollettino della cooperazione« DIPCO », settimanale ufficiale della di-rezione generale per la cooperazione allosviluppo, ha pubblicato nel n . 15 del 1 8aprile 1990 un avviso dal titolo « Avviso

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per l 'affidamento dell'incarico di dire-zione lavori per le seguenti iniziative » ;

in tale avviso venivano indicate 2 6opere per le quali la direzione generaledeve procedere all 'affidamento di incaricodi direzione lavori ;

i professionisti interessati potevan osegnalare la loro disponibilità indiriz-zando apposita domanda che doveva per -venire alla direzione generale per la coo-perazione allo sviluppo entro venti giorn idalla data di pubblicazione, 13 april e1990 – :

se l'avviso sia stato pubblicato an-che su quotidiani a tiratura nazionale(come è prassi per le poche gare effet-tuate dalla direzione generale per la coo-perazione allo sviluppo, dato che DIPC Operviene agli abbonati solo dopo circa u nmese dalla data di pubblicazione) ed i nche data ;

se ritenga trasparente, in caso - dimancanza di altra forma di pubblica-zione, una procedura che di fatto impedi-sce agli interessati di partecipare, dat oche alla data di scadenza (3 maggio 1990 )DIPCO non era ancora pervenuto agli ab-bonati ;

se la direzione generale per la coo-perazione allo sviluppo procederà autono-mamente alla selezione delle candidatureo si avvarrà di una commissione esterna ;

se una tale procedura intende sosti-tuire la predisposizione di albi, preceden-temente annunciati, per le direzioni la-vori e come mai ancora non si sia proce-duto ad istituirli ;

se i progetti elencati siano in cors odi esecuzione o debbano ancora essereavviati ;

se intenda pubblicare nel prossimofuturo avvisi simili e con gli stessi temp idi scadenza ;

se ritenga corrispondente alle indica-zioni della legge n . 49 del 1987 che atti-vità per un importo globale indicativo d i20 miliardi di lire siano assegnate in talmodo :

se verranno utilizzate procedure si-mili per i collaudi di tali opere, visto ch enulla è stato pubblicato in tal senso, ocomunque quali procedure verranno se-guite .

(5-02228)

QUARTA . — Ai Ministri dei lavori pub-blici e di grazia e giustizia . — Per sapere– premesso che :

con precedente interrogazione conrisposta in Commissione, si chiedeva a lGoverno di far conoscere quali iniziativ eintendeva assumere per evitare che l'Ac-quedotto pugliese, per effetto delle proce-dure improprie per l'affidamento di lavoridi costruzione, gestione e manutenzion edi acquedotti e fognature (per ultimo or-dinanza del 10 ottobre 1989 per 700 mi-liardi di opere), divenisse l'epicentro diun malcostume politico e amministrativoin una zona a rischio quale la Puglia;

allo stato, nessuna risposta è perve-nuta sia dal Ministro dei lavori pubblici ,sia dal Ministro di grazia e giustizia, no-nostante il lungo tempo trascorso e l agravità degli illeciti ;

il T.A.R . della Puglia, su ricorso diparte, con ordinanza del 31 gennaio 1990 ,sospendeva l'esecuzione del bando digara ;

nonostante l'ordinanza di sospen-sione, l'Acquedotto Pugliese, mentre mo-dificava le clausole di partecipazione co navviso di rettifica del 5 marzo 1990, conle lettere di invito alla gara del 13 aprile1990, continuava, invece, con disinvolturaa prescrivere clausole restrittive che con -sentono condizioni preordinate di privile-gio per le imprese favorite e impediment idirimenti per le imprese non considerate ;

gli avvenimenti che si sono susse-guiti, nei diversi momenti di processua-lità arbitraria, confermano la preordinataintenzione di affidare a talune imprese, enon ad altre, appalti e gestione per oltre

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700 miliardi di lire in violazione degl iarticoli dal 13 al 18 della legge 8 agosto1977 n. 584 – :

1) se il Governo non intenda rispon-dere sollecitamente alla prima interroga-zione sull 'argomento, facendo conoscerese e quali provvedimenti siano stati adot-tati in sede di vigilanza sugli atti ammi-nistrativi dell'Ente, e se siano stati atti -vati atti dovuti neì confronti degli ammi-nistratori ;

2) quali iniziative il Ministro dei la-vori pubblici intenda assumere perché i lGoverno proceda alla nomina del nuovopresidente dell 'Acquedotto Pugliese, giàda tempo scaduto, nel rispetto e non i nviolazione delle forme dovute .

(5-02229 )

VALENSISE, MENNITTI e PARLATO .— Al Ministro per gli interventi straordi-nari nel Mezzogiorno . — Per conoscere :

se sia conforme alla normativa vi -gente ed agli interessi del Mezzogiornol'iniziativa della INSUD per la realizza-zione di un Parco « a tema » di Napoli ,in territorio di Afragola ;

se siano vere le notizie di stampasecondo cui la costruzione di detto parc odivertimenti la società Parco a Tema ,controllata dalla INSUD al 60 per cento edalla TECNOPARK, spenderebbe 189 mi-liardi, di cui 113 conferiti dalla AGEN-SUD per venti anni con un interesse sem-plice del 4 per cento ;

se sia esatta, sempre secondo le no -tizie di stampa, la prospettiva di unaumento della partecipazione dell 'AGEN-SUD nella INSUD al 97 per cento ;

se è vero che esistono patti paraso-ciali tra la INSUD e la TECNOPARK ;

quale sia il portafoglio delle parteci-pazioni della INSUD, e quali i risultati ;

quali siano gli indirizzi della strate-gia della INSUD rispetto alle sue funzion iistituzionali .

(5-02230)

(ex 4-12609 del 31 marzo 1989) .

D'AMATO CARLO . — Al Presidente delConsiglio dei ministri ed ai Ministri dellasanità e dell'università e della ricerca scien-tifica e tecnologica. — Per sapere – pre-messo che :

l'Istituto fondazione Pascale di Na -poli è ormai da lungo tempo commissa-riato ;

allo stato, la gestione dell 'ente è af-fidata al dottor Raffaele D'Ari, funziona-rio del Ministero della sanità, nominatodal ministro De Lorenzo in sostituzion edel precedente commissario, nominato da lministro pro tempore, Donat-Cattin ;

non si hanno notizie circa il ripri-stino degli organi statutari ;

importanti decisioni dovranno essereassunte per il potenziamento e il rilanci odell'Istituto di ricerca e cura di Napoli ,uno dei più significativi del Mezzogiorno –:

se non si ritenga di intervenire affin-ché il ministro competente, più volte sol-lecitato al riguardo, dia avvio alle proce-dure per il ripristino degli organi colle-giali, anche per sconfiggere il disegno d ichi ritiene che le istituzioni democratichenapoletane debbano essere sciolte o com-missariate, contribuendo, e non poco, adanneggiare l ' immagine della città e dell asua classe dirigente.

(5-02231 )

D'AMATO CARLO . — Ai Ministri d i

grazia e giustizia, della difesa e delle fi-nanze. — Per sapere – premesso che :

l'entrata in vigore del nuovo codicedi procedura penale ha determinato lacreazione di sezioni di Polizia giudiziari apresso le Procure dei tribunali e le Pro-cure delle preture, presso le quali son ostati distaccati operatori di Polizia, dellaGuardia di finanza e dell 'Arma dei cara-binieri ;

nel frattempo, detto personale èstato lasciato privo di mezzi e strutturelogistico-operative ed è impossibilitato asvolgere appieno i compiti cui è preposto ;

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interventi nelle sedi decentrate com-petenti non hanno determinato alcun ri-sultato positivo – :

se non ritengano di intervenire pe rquanto di competenza, affinché si super iil grave impasse, restituendo serenità a lpersonale interessato e si finalizzi il suoimpiego agli obiettivi cui è destinato, te-nuto conto, fra l 'altro, delle gravi esi-genze della giustizia nel nostro paese .

(5-02232)

D'AMATO CARLO. — Al Ministro dellefinanze. — Per sapere – premesso che :

in attuazione della legge 26 marzo1990, n. 62, veniva autorizzata l'effettua-zione di lotterie nazionali fino ad unmassimo di 12 ogni anno, nonché di un alotteria internazionale ;

con proprio decreto il Ministro dell efinanze ha provveduto ad individuare lemanifestazioni cui collegare le lotterie na-zionali nel secondo semestre del 1990 eper l 'anno 1991 ;

in tale elenco non risulta indicato i lgran premio lotteria di Agnano, una dell epiù antiche lotterie e, comunque, l'unic ache riguarda Napoli e la sua area metro-politana ;

il comma 3 dell 'articolo 1 dell alegge 26 marzo 1990, n . 62, prescrive ch ele lotterie siano individuate tenendoconto della rilevanza nazionale o interna-zionale, del collegamento con fatti e rie -vocazioni storiche e artistico-culturali eavvenimenti sportivi, della validità dell afinalità e della continuità nel tempo del -l 'avvenimento abbinato;

nell'elenco di cui al decreto succi-tato per il secondo semestre 1990 e perl'anno 1991, tra alcune significative mani-festazioni vengono individuate altre che ,a parere dello scrivente, non sembranopossedere i requisiti di cui al comma 3dell 'articolo 1 ;

se non ritenga di includere, perl'anno 1991, la lotteria di Agnano, la cui

rilevanza sul piano sportivo e turistico èindiscutibile, tenendo presente fra l'altroche l'ippodromo in questione, di pro-prietà comunale, potrebbe beneficiare, fi-nalmente, di un terzo degli utili da desti-nare al potenziamento delle strutturesportive e di valorizzazione della manife-stazione collegata, come previsto da lcomma 3 dell'articolo 2 della citata legge ,tenendo presente, altresì, che stante laprecarietà finanziaria e di bilancio delcomune di Napoli, l ' impianto in que-stione necessita di interventi cospicui che ,allo stato, il comune di Napoli non è i ngrado di sostenere .

(5-02233)

STRADA e MANGIAPANE. — Al Mini-stro delle poste e delle telecomunicazioni . —Per sapere – premesso che :

l 'amministrazione postale di Cre-mona ha in affitto a 80 (ottanta) milion il'anno un capannone dismesso della exCavalli e Poli ;

da molti e molti mesi la pigion eviene pagata ma il servizio non è stat oancora attivatò ;

nel frattempo i lavoratori, in parti -colare i portalettere, sono costretti a ri-manere nei vecchi ambienti delle posteferrovie, in condizioni di disagio per l oscarso spazio e per ragioni igieniche ;

gli stessi cittadini subiscono undanno da un servizio reso in questa situa-zione di precarietà denunciata da moltotempo;

contemporaneamente un altro ampiospazio, un intero piano presso l'officinatelegrafica, risulta inutilizzato da circacinque anni – :

quali siano le ragioni e le responsa-bilità di questi tempi lunghi durante iquali si paga un costo di ottanta milionisenza ricevere un beneficio ;

se sia stato stipulato dall 'ammini-strazione delle poste un contratto d 'affittoper uno stabile privo delle condizioni ne-cessarie di accesso (agibilità, sicurezza) e

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per il quale occorrono investimenti ed in-terventi in aggiunta al canone, costosi elunghi da eseguire ;

come intenda intervenire e accele-rare i tempi dell 'effettiva disponibilità de lcapannone dell 'ex Cavalli e Poli di Cre-mona nell ' interesse dei lavoratori dell eposte, e del servizio per i cittadini .

(5-02234 )

STRADA e MANGIAPANE . — Al Mini-stro delle poste e delle telecomunicazioni . —Per sapere – premesso che :

in ogni provincia esiste un ufficio po-stale principale, cui viene inoltrata tuttala corrispondenza spedita dal territorioprovinciale per lo smistamento ;

per il territorio della provincia d iCremona tale ufficio è ubicato nel capo -luogo ;

il comune di Castelgabbiano, in pro-vincia di Cremona, essendo privo di uffi-cio postale, dipende dall 'ufficio di Ro-mano di Lombardia, che si trova in pro-vincia di Bergamo ;

tale incongruenza provoca disservizi eritardi nell'inoltro e nel recapito dellacorrispondenza poichè una lettera spedita ,ad esempio, dal contiguo comune di Ca-sale Cremasco, va a Cremona, dove l'uffi-cio principale provvede allo smistamentoed all ' inoltro all 'ufficio principale di Ber-gamo, da dove viene inviata all'ufficio de -centrato di Romano di Lombardia i lquale provvede al recapito ;

talvolta è tuttavia accaduto che dal-l'ufficio di Bergamo la corrispondenza ve-nisse rimandata a Cremona (poichè il co-dice di avviamento postale di riferiment oè il 26010, che individua una zona di tal eprovincia) e da qui di nuovo a Bergamoper competenza, con un accumulo ulte-riore di ritardi ;

altri servizi assicurati dall'Ammini-strazione postale, quali l'erogazione dellepensioni e degli stipendi agli insegnanti ead altri pubblici dipendenti residenti aCastelgabbiano vengono già oggi riscoss ipresso l'ufficio postale di Casale Crema-sco, con innegabile risparmio di viaggi edi tempo da parte degli utenti – :

se è a conoscenza della situazione de -scritta la quale, pur riguardando un pic-colo centro, provoca disservizio, con con -seguenti disagi e lamentele da parte del -l 'utenza, nonchè spreco di energie e d irisorse dell 'amministrazione postale ;

se non ritenga opportuno intervenirepresso la direzione generale dell'ammini-strazione postale affinchè ponga rimedioa tale evidente incongruenza, o istituend oun ufficio postale decentrato presso il • co-mune di Castelgabbiano oppure, qualorale dimensioni del comune stesso e il vo-lume di traffico postale non lo giustificas-sero in alcun modo, appoggiando il traf-fico ivi destinato sull'ufficio postale d iCasale Cremasco, comune attiguo e piùvicino rispetto a Romano di Lombardia ,ma soprattutto appartenente alla provin-cia di Cremona e pertanto in grado dievitare alla corrispondenza viaggi lunghi ,inutili e costosi .

(5-02235)

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

SAVINO. — Ai Ministri delle partecipa-zioni statali, per gli interventi straordinar inel Mezzogiorno, per il coordinamento dell aprotezione civile e del lavoro e della previ-denza sociale . — Per sapere – premessoche:

l 'accordo di programma sottoscrittocon il Governo Goria e la regione Basili-cata nel 1987 prevedeva la riconversion edegli impianti ubicati nella Val Basentoper produzioni di alto valore aggiunto e atecnologie avanzate ;

in questa direzione andavano ancheprecedenti impegni di Governo (cosid-detto « lodo Darida »), per il manteni-mento in quell 'area di almeno 2300 occu-pati ;

il suddetto provvedimento e l astessa mancata ristrutturazione costitui-scono il segnale di una radicale smobili-tazione dell 'unico consistente impianto in-dustriale della Basilicata e della provin-cia di Matera ;

in queste condizioni e per queste vi eviene negata ogni reale possibilità di svi-luppo autopropulsivo della realtà econo-mica della Basilicata e di superament odella stessa disoccupazione giovanile or-mai pervenuta a livelli intollerabili (28per cento) – :

se non intendano intervenire, cia-scuno per la propria competenza :

per revocare il provvedimento d icassa integrazione per le 628 unità ;

per il rispetto degli impegni as-sunti dal Governo nelle solenni occasion isopra citate ;

per assicurare la disponibilità de lGoverno ad un'iniziativa che attivi – an-che in relazione alla mozione n . 1-00334presentata in data 16 ottobre 1989 da

undici parlamentari socialisti, tra cui l'in-terrogante – un dibattito parlamentaresulla situazione complessiva in cui versala Basilicata, anche in conseguenza dell'e -vento sismico che l'ha di nuovo e grave -mente colpita lo scorso 5 maggio, e ch edel quale né Governo, né Parlamento, n éopinione pubblica sembrano più preoccu-parsi .

(4-19924 )

SERVELLO, BAGHINO e MATTEOLI .— Al Ministro dei trasporti . — Per sapere :

se sia a conoscenza che autotraspor-tatori austriaci, dopo aver scaricato nelnostro Paese merci provenienti dall 'estero,ricaricano in Italia altra merce con desti -nazione a Stati terzi ;

se sia a conoscenza che questo si-stema non solo è largamente ma, anche ,continuamente praticato dai trasportator iaustriaci, con evidente danno per le im-prese italiane ;

se quanto denunciato avvenga ne lquadro di accordi italo-austriaci ed in ta lcaso sarebbe necessario renderli di pub-blica ragione, oppure se si tratta di u nillecito comportamento addebitabile a isingoli – come gli interroganti sono pro-pensi a credere – e, in ambedue i casi ,quali iniziative si intendano prendere, te-nendo conto della montante irritazion edelle imprese nazionali per questa form adi concorrenza che appare illegittima .

(4-19925 )

NICOTRA. — Al Ministro della difesa .— Per sapere – premesso che :

il giovane Edmondo Pisana, nato aPortopalo (SR) il 19 dicembre 1968, resi -dente a Portopalo via Roma 67, marinaiomatricola 68SR1264, contingente 87 ImoL2, mentre si trovava imbarcato per ser-vizio sulla nave « Umberto Grosso » d istanza ad Augusta, 'a seguito di una fugadi aria compressa subiva un trauma dia-gnosticato dai medici della marina comeglaucoma bilaterale con iniziale compro-missione del campo visivo e che da dia-

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gnosi effettuata da specialisti della Uni-versità di Catania, il giovane ha perdutogli 8/10 di vista dall 'occhio sinistro ;

la pratica è all 'esame di MARISPE-SAM Roma commissione medica di 2 aistanza, pratica processo verbale 7743 de l30 novembre 1989 –:

se intenda sollecitare la definizionedel riconoscimento della invalidità perservizio, al fine di consentire al giovan edi poter accedere al collocamento obbli-gatorio che in parte lo ripaga dalla me-nomazione permanentemente subita .

(4-19926 )

RUSSO SPENA e CIPRIANI . — Al Pre-sidente del Consiglio dei ministri e al Mini-stro della difesa . — Per sapere – premess oche :

un comunicato del Ministero dell adifesa ha smentito categoricamente che i nItalia siano mai state depositate granat enucleari del tipo W79. Questa smentit acontrasta con alcune affermazioni del Di-partimento Difesa del governo americano ,secondo le quali le granate nucleari difet-tose W79 erano stoccate anche in Italia ;

la posizione del Ministero della di -fesa è contraddetta anche da una serie didati deduttivi e da una ricerca operatadal Dipartimento Pace di DP che portan oa pensare che le granate nucleari risul-tate difettose sono presumibilmente stoc-cate in un deposito in provincia di Udinee il reparto che garantirebbe la sicurezz afisica delle stesse sarebbe la 4° Compa-gnia Fucilieri ubicata nel comune di Sa nBernardo di Udine ;

ad Udine, nella caserma « Osoppo »sede del 27° Gruppo Artiglieria pesantesemovente « Marche » si troverebbero, perammissione del Ministro della difesa pro-tempore Spadolini, in risposta ad una in-terrogazione di DP nel 1985, gli obici se -moventi M 110A 1 dotati di bocche dafuoco 203/39 . Questo tipo di bocca dafuoco che sostituì quella dei vecchi can-noni M107 dal 175/60 è abilitato a spa-rare le sole W79. A tal proposito è noto

che l 'esercito USA si dotò del nuovo tipodi granata W79 solo dopo aver ammoder-nato i suoi obici sostituendo i vecchi coni nuovi semoventi Ml 10A 1 ;

alla luce di quanto esposto apparealtamente improbabile che ad Udine v isiano i cannoni abilitati a sparare le W79senza che quest'ultime non siano present inelle immediate vicinanze . Notoriamente ,in casi analoghi, il munizionamento èstoccato in depositi molto vicini (10, 1 5chilometri al massimo) all'unità stanziale .In caso di aggressione devono essere i ngrado, oltre che di essere sparate, di es-sere messe in salvo quando non fosse pi ùpossibile arrestare in quella zona l 'avan-zata di un ipotetico invasore. Le disposi-zioni della NATO, in casi come quest 'ul-timo, sono tali da prevedere la disper-sione dell'unità stanziale con le granat eal seguito . A rafforzare l 'ipotesi della pre-senza delle W79 nella zona in question evi è inoltre la presenza dell'llth FieldArtillery Detacchement dell 'US Army – :

se le informazioni riportate in pre-messa corrispondano al vero e, in partico-lare, quale sia il ruolo dei cannon iMl 10A 1 e il loro rapporto con le granatedel tipo W79 ;

se il Governo non ritenga necessaria ,alla luce dei dati riportati che sono tal ida gettare serie ombre sull 'attendibilit àdella smentita del Ministero della difesa ,l'istituzione di una commissione parla-mentare d 'inchiesta sulla vicenda e sull apericolosità e presenza delle armi nucle-ari nel nostro Paese . Il Parlamento, te-nuto accuratamente all'oscuro su tutt ociò che è nucleare, non può, infatti, agiudizio degli interroganti, fidarsi più d itanto delle dichiarazioni di un Ministroche risulterebbe corresponsabile di un amancata catastrofe nucleare e che dunquecome tale ha interesse a che sulla que-stione cali al più presto una fitta nebbi adi silenzio .

(4-19927 )

RONCHI, SALVOLDI, RUSS OFRANCO, RUTELLI e TAMINO . — Al Pre-sidente del Consiglio dei ministri ed ai Mi-

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nistri della difesa e di grazia e giustizia . —Per sapere – premesso che :

è stata in questi giorni consegnataal giudice Bucarelli la perizia dei peritiBlasi, Cerra, Imbimbo, Lecce e Migliacci osulla strage aerea di Ustica ;

la stampa ha dato ampio risalto alledifferenti conclusioni ci sono giunti i pe-riti, evidenziando come uno tra i perit icontrari all ' ipotesi di un abbattimento de lDC9 Itavia da parte di un missile, si aanche dipendente dalla Selenia, aziend afornitrice di apparati radar e sistem id 'arma sofisticati alle tre forze armate ,ed in particolare all 'aeronautica militare ;

inoltre, si è evidenziato da più part icome anche due periti ausiliari fosserodipendenti Selenia ;

periti contrari all ' ipotesi del missil ehanno motivato la loro convinzione conargomenti che lasciano piuttosto per-plessi . Ad esempio, nonostante i ripetut iesperimenti per verificare se l'esplosionefosse avvenuta all'interno o al di fuoridella cabina abbiano dimostrato una so-stanziale omogeneità tra i risultati degl iesperimenti effettuati tenendo conto diun'esplosione esterna e lo stato dei relitt idel DC9 Itavia, i periti Blasi e Cena ri-tengono che non sia possibile effettuarealcun tipo di verifica definitiva – :

quale giudizio diano delle conclu-sioni dei periti Cerra e Blasi e dell'atten-dibilità delle loro conclusioni ;

quale giudizio diano del fatto cheun 'azienda, come la Selenia, tanto pesan-temente coinvolta in commesse militar icon una delle parti in causa, cioè l'aero -nautica militare, abbia avuto tanti suo idipendenti coinvolti nella perizia ;

per quali ragioni, se era necessari ocoinvolgere nella perizia esperti facent iparte di aziende produttrici di apparec-chiature radar ad uso militare, non ci s iè orientati verso industrie, sia nazional iche estere, non coinvolte tanto pesante -mente in commesse militari verso l'aero-nautica militare .

(4-19928)

FIORI. — Al Ministro della pubblic aistruzione . — Per sapere per quale motiv onei confronti di alcuni insegnanti d iscuola media cessati dal servizio per di -missioni il 10 settembre 1983 è statoadottato un provvedimento di pensiona -mento più favorevole rispetto ad altri in-segnanti con pari anzianità di servizioposti in quiescienza in pari data ma reidi aver presentato domanda di dimissionidopo il 29 gennaio 1983 anziché prima .

(4-19929)

FIORI. — Ai Ministri dell 'ambiente edei lavori pubblici . — Per sapere – pre-messo che :

a seguito del primo piano triennal e1987-1989 per la tutela dell'ambiente, i lCIPE in data 5 agosto 1988 emanava u npiano per l'anno 1988, che prevedeva lapredisposizione di un progetto di bacinoper il Tevere ;

conseguentemente, il Ministro del-l'ambiente, con decreto del 30 dicembr e1989 (tuttora non registrato dalla Cortedei conti) deliberava un finanziamento dicinque miliardi per la realizzazione de lmaster plan ;

nel frattempo, pur essendo stata isti-tuita l 'Autorità del bacino prevista dal -l'articolo 12 della legge 18 maggio 198 9n . 183, non sono stati utilizzati i 215 mi-liardi stanziati dall 'articolo 8 della leggen . 305 del 1989 per gli interventi urgent ida effettuare anche sul Tevere ad antici-pazione del piano di risanamento ;

si prevede che non saranno neppureutilizzati i 350 miliardi stanziati dall astessa legge per il 1991 dato che, dopo l aregistrazione del decreto ministeriale daparte della Corte dei conti, l ' incarico, affi-dato a un consorzio costituito dall 'ACEAcon tre imprese pubbliche (Ansaldo, Boni-fiche e Snam Progetti) e quattro impreseprivate (lega delle cooperative, Vianin iLavori, Società Green e Società RPA), po-trà avere la durata di 18 mesi – :

se risultino le ragioni che hannospinto la Corte dei conti a bloccare il

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decreto ministeriale d'incarico professio-nale ;

in base a quali criteri è stato sceltoil suddetto consorzio e come è stata de -terminata la preferenza per i tre impren-ditori romani presenti ;

perché si è provveduto con ritardotale da far perdere i finanziamenti dell alegge 28 agosto 1989, n . 305, per gli in-terventi più urgenti ;

cosa si intenda fare per recuperar edette somme e procedere immediata- 'mente alle più urgenti opere per il risa-namento e la navigabilità del Tevere .

(4-19930 )

NICOTRA . — Al Ministro di grazia egiustizia. — Per sapere se non intendaadeguare con urgenza i compensi e i ltrattamento di missione per i commissar itogati e non togati dei concorsi per udi-tore giudiziario, in considerazione de lfatto che l 'attuale trattamento appare ri-dicolo e mortificante .

(4-19931 )

ROSSI di MONTELERA . — Al Mini-stro dell 'università e della ricerca scientificae tecnologica . — Per sapere –

con riferimento agli atti del con -corso a posti di professore universitariodi ruolo di I fascia relativo al raggruppa -mento F2000-ginecologia e ostetricia –:

se sia al corrente di due esposti in-viati alla sua attenzione, firmati da can-didati e da un comitato di ginecologi eostetrici all 'uopo costituito, nei quali ve-niva rilevato quanto segue :

che il numero dei candidati erastato fatto aumentare artificiosamente pe rconsentire l'ingresso nella commissione diconcorso di due ulteriori membri, datoche nel caso in cui il numero di candi-dati passi da 61-70 a 71-80 la commis-sione è integrata da altri due component i(comma 4 dell 'articolo 3 della legge 7febbraio 1979 . n . 31) :

che i candidati in esubero di cuisopra non avrebbero, infatti, presentat oalcun titolo didattico e scientifico ;

che a tutt 'oggi non si conosce an-cora se i plichi relativi alle domande dipartecipazione e alle pubblicazioni conte-nessero effettivamente dei titoli e dellepubblicazioni, nè, tanto meno, se questifossero validi perché conformi alle normedi legge ed in particolare a quelle deldecreto legislativo luogotenenziale 31 ago-sto 1945, n . 660 ;

se non ritenga di dare risposta agliinterrogativi sollevati negli esposti di cuisopra, prima di ratificare definitivament eil decreto di approvazione degli atti delconcorso in oggetto .

(4-19932)

BIONDI . — Al Ministro della pubblic aistruzione . — Per sapere – premesso che :

al conservatorio « N . Paganini » diGenova, diretto dal professor SergioLauricella si è istaurato un clima d a« palazzo dei veleni », con ricorsi all amagistratura ordinaria ed amministrativada parte del personale docente e non do-cente che contesta metodi e soprusi d aparte della direzione ;

già più volte il Ministero è interve-nuto per cancellare sanzioni illegittima-mente irrogate ;

tale situazione nuoce al decoro diun'istituzione culturale e scientifica di li -vello internazionale, anche per le conti-nue apparizioni sulla stampa di notizierelative a contestazioni di abusi di att id 'ufficio da parte di dipendenti, studentie professori, che lamentano atteggiament ipersecutori ed insufficienza di organizza-zione (pianoforti che per mesi non ven-gono accordati eccetera) – :

se non ritenga necessario disporreun'accurata ispezione sul malessere esulle faide in atto al conservatorio, pe racquisire i necessari elementi di cono-scenza al fine di adottare al più prestogli opportuni provvedimenti ormai indi-spensabili per garantire il buon funziona -mento dell 'istituzione musicale . (4-19933)

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ARNABOLDI e RUSSO SPENA . — AlMinistro della sanità. — Per sapere – pre-messo che:

l 'ospedale di Palmi non può allostato attuale delle cose garantire nem-meno i servizi più elementari e anzi co-stituisce un rischio per i suoi stess iutenti ;

le sue strutture sono decadenti, l econdizioni igieniche indecenti, il laborato-rio di analisi è chiuso da mesi e così l alavanderia, le sale operatorie sono privedi monitoraggio e di difribillatore, la ria-nimazione non ha nemmeno un impiantodi sicurezza in caso di black-out, nel ser-vizio di emodialisi vengono utilizzati ren iartificiali ormai dichiarati inagibili, man-cano nel centro trasfusionale reattivi pe rla determinazione dell'antigene, aule ter-moculle e fotolampade in pediatria ,manca addirittura un ecografo in tuttol 'ospedale ;

i medici in questi giorni stanno de-nunciando con forza i gravi problem idella struttura in cui operano ;

gli amministratori della USSL n . 26della Calabria a cui fa capo l'ospedale d iPalmi pur avendo ricevuto dalla regione570 milioni per interventi urgenti non in-dicono le gare d 'appalto per far fronte a iproblemi più essenziali – :

se sia a conoscenza della situazionesopra illustrata ;

se non intenda adottare con urgenzaprovvedimenti atti a risolvere i problemipiù urgenti dell 'ospedale di Palmi ;

se non intenda inviare nella USS Ln . 26 di Gioia Tauro ispettori per verifi-care la situazione ed eventuali responsa-bilità ed illeciti .

(4-19934 )

BAGHINO. — Ai Ministri dell ' interno ,dei lavori pubblici, per le aree urbane edell'ambiente. — Per sapere se –

in relazione agli avvenimenti ed all etensioni suscitati a Genova dall 'aggres-sione effettuata dal tunisino Rahmani Ad -

bemiacer EI Sahab contro pacifici citta-dini, fra cui una bimba –:

non ritengano di adottare precis iprovvedimenti preventivi e repressivi atutela del vivere civile ;

non ritengano necessario ed urgente ,al di là e – possibilmente – al di fuoridei reiterati fatti di cronaca nera che co-stellano la vita dei « carrugi » e dellezone gravitanti sul porto, procedere adun sistematico deciso e convinto risana -mento dell 'ambiente, delle aree pubbli-che, soprattutto sul piano della preven-zione sociale, delle strutture abitative, de iservizi sanitari, di quelli assistenziali e diconforto, accompagnati da una attenta,continua e costante vigilanza sia sullacriminalità organizzata sia sulla microcri-minalità che hanno degradato e degra-dano la vita cittadina nella indifferenza –

determinata dalla quotidiana assuefazione– delle autorità ;

non ritengano di dover tenere parti-colarmente presente che l 'operosa città di

Genova, nel 1992, sarà sede della Esposi-zione internazionale « Cristoforo Co -lombo », per celebrare degnamente il 500 0anniversario della scoperta dell'America eche la città, in questi mesi, se avrà l 'o-nere di dare al mondo l'immagine mi-gliore dell 'Italia, ha diritto, sin da oggi ,di chiedere d'esser posta nelle condizionidi assolvere, proprio nell 'interesse ditutto il Paese, questa qualificante fun-zione .

(4-19935 )

ANGELINI GIORDANO . — Al Ministrodella difesa . — Per sapere – premesso che:

il sottosegretario al Ministero delladifesa Stelio De Carolis ha dichiarato i n

data 1° giugno 1990 alla stampa che « l ' ae-roporto militare di Cervia sarà potenziat oe sostituirà progressivamente quello rimi-nese » e che « speriamo di riuscire a faretutto in due anni » ;

esiste una evidente incompatibilità ,testimoniata anche dal grave incidentedel P maggio, tra gli aeroporti militari di

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Cervia e di Rimini ed un territorio densa -mente popolato che costituisce il più im-portante bacino turistico d 'Europa – .

se corrisponda a verità quanto di-chiarato dall 'onorevole De Carolis ;

se non ritenga incredibile ed inac-cettabile in un paese democratico ch el'amministrazione comunale di Cervia ap-prenda simili notizie dalla stampa e chedecisioni di tanta importanza vengano as-sunte senza avere minimamente coinvoltole comunità locali ;

se non ritenga, inoltre, che i pro -cessi di disarmo in corso propongano unanuova concezione della difesa e quind ianche una riconsiderazione delle basi mi-litari e della loro collocazione .

(4-19936)

MUNDO. — Al Presidente del Consigliodei ministri. — Per sapere – premessoche :

nel comune di Ferruzzano (RC) si èvotato per il rinnovo del consiglio comu-nale il 28 e 29 maggio 1988 ;

il risultato è stato contestato co nricorso al TAR di Reggio Calabria, che haemesso sentenza di annullamento dell eoperazioni elettorali, con la conseguenzadel commissariamento del comune e d inuove elezioni svoltesi il 29 e 30 maggio1989 ;

anche contro tale risultato lo stessoTAR, su nuovo ricorso per l'annullament odelle operazioni elettorali in una sola se-zione, ha emesso altra sentenza di annul-lamento determinando nuovamente i lcommissariamento del comune e nuoveelezioni già fissate per 1'8 e 9 luglio pros-simo ;

nel giro di due anni, per semplic icavilli dal citato TAR ritenuti motivi d inullità, anche se per niente, è stata stra-volta la volontà degli elettori e in unpiccolo comune si è dovuto ricorrere alleelezioni comunali per ben tre volte ;

il diritto al voto viene riconosciut osoltanto ai cittadini iscritti nelle liste

elettorali utilizzate e, quindi, valide nelleelezioni annullate, negandolo ai giovaniche, pur essendovi residenti da anni ,hanno raggiunto la maggiore età e conse-guito l'iscrizione nelle liste elettorali ;

tali criteri appaiono ingiusti e di-scriminatori e potrebbero essere invocat iper un ennesimo ricorso invalidant e

se non ritenga urgente e necessario :

rivedere le direttive a suo tempoimpartite dal Ministero dell 'interno alfine di non consentire disparità di inter-pretazioni da parte della giustizia ammi-nistrativa e sul presupposto che la vali-dità delle elezioni è la regola e che l 'an-nullamento deve essere l 'eccezione;

predisporre misure legislative oamministrative che forniscano riferiment idi massima chiarezza .

(4-19937)

RENZULLI e ARTIOLI. — Ai Ministridi grazia e giustizia, della sanità e dell'uni-versità e della ricerca scientifica e tecnolo-gica. — Per sapere – premesso che :

la legge 18 febbraio 1989, n . 56, or-dinamento della professione di psicologo ,pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24febbraio 1989, prevede, nell'ambito delle« Norme transitorie », negli articoli 31 ,32, 33 le fasi di prima applicazione didetta legge . In particolare l 'articolo 31 alcomma 1 prevede la nomina di un com-missario che provvede alla formazionedell 'albo professionale degli aventi diritt oall'iscrizione a norma degli articoli 32e 33 ;

l 'articolo 2 ai commi 2 e 3 (Requi-siti per l'esercizio dell'attività di psicolo-go) così recita : (2) L'esame di Stato èdisciplinato con decreto del Presidert edella Repubblica, da emanarsi entro seimesi dalla data di entrata in vigore dell apresente legge . (3) Sono ammessi all ' e-same di Stato: laureati in psicologia chesiano in possesso di adeguata documenta-zione attestante l'effettuazione di un tiro-cinio pratico secondo modalità stabilit econ decreto del Ministro della pubblica

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istruzione, da emanarsi tassativamenteentro un anno dalla data di entrata invigore della presente legge ;

la predetta legge riconosce oltre all aprofessione di psicologo, l'esercizio del -l 'attività psicoterapeutica, secondo quantoprevisto dagli articoli 3 e 35 – :

se i commissari, nominati dal presi-dente del Tribunale dei capoluoghi di re-gione e provincie autonome, in base al -l 'articolo 32, abbiamo concluso le opera-zioni di esame delle domande pervenute ese abbiamo provveduto a pubblicare gl ialbi degli iscritti, e quali siano state lemodalità di tale pubblicazione, e qualoraqualche commissario non abbia ancorapubblicato tali elenchi, quali siano i mo-tivi della mancata pubblicazione ad u nanno circa dal termine di presentazionedi tali domande;

se a richiesta, a fini concorsuali ,vengano rilasciati dai commissari atte -stati di iscrizione all 'albo relativament ealle domande presentate in base all 'arti-colo 32, ricordando che tale attestazion enon è esplicitamente prevista nei compit idei commissari e che comunque il primoelenco ufficiale degli iscritti all'albo dev eessere il risultato della contestuale e defi-nitiva applicazione degli articoli 32 e 33 ;

se nell 'applicazione dell 'articolo 32 icommissari, oltre ai nominativi degli am-messi, ne abbiano pubblicato i relativ iindirizzi e soprattutto le tipologie dei ti-toli e degli attestati che hanno permessol ' iscrizione agli aventi diritto e in partico-lare dei non laureati in medicina o psico-logia o, in base alla lettera d) dell 'arti-colo 32, di quelli non laureati ; i dati e lemotivazioni degli esclusi e quanti sono iricorsi inoltrati per la non concessa iscri-zione ed eventualmente le motivazioni de iricorsi accolti ;

se tali informazioni siano consulta-bili nella sede centrale del Ministero d igrazia e giustizia di Roma ;

se i criteri seguiti dai commissariregionali e delle province autonome perl 'applicazione dell 'articolo 32 siano con-

formi alle circolari interpretative emanat eil 4 maggio 1989 e il l0 agosto 1989 dalMinistero di grazia e giustizia-direzionegenerale degli affari civili e delle libereprofessioni ;

quali siano i criteri adottati nell aformazione della commissione nazional eper l'espletamento delle operazioni dell a« Sessione speciale di esami di Stato (pre-vista dall 'articolo 33) ;

quali siano i criteri adottati per l enomine delle commissioni ministeriali perdefinire le modalità dell'esame di Statoper I'abilitazione alla professione di psi-cologo e quelle per l'effettuazione del ti-rocinio necessario per potervi essere am-messo ;

se non siano state attivate normetransitorie non previste nella legge n. 56del 1989 per tutti i laureati in psicologiache non avendo i due anni di anzianit ànon hanno potuto partecipare all 'applica-zione dell 'articolo 33 e che comunque ,non possono partecipare all'esame d iStato secondo quanto previsto dall'arti-colo 2, in quanto non hanno effettuato u ntirocinio pratico perché non ancora rego-lamentato ;

se risponda al vero che :

i criteri adottati dai commissari, no -minati in applicazione dell'articolo 32 ,spesso non hanno tenuto conto delle indi-cazioni delle due circolari ministeriali esono disomogenei fra le varie regioni eprovince autonome ;

in particolare i commi b), c) e d)dell 'articolo 32 sono stati interpretati co nspirito estremamente estensivo per le atti-vità « attinenti alla psicologia » o « nellediscipline psicologiche » dai commissar idi alcune regioni ;

i membri proposti per la composi-zione della commissione nazionale perl 'applicazione dell'articolo 33 non sonostati equamente distribuiti numerica-mente nelle rappresentanze delle singolesigle associative e sindacali nazional imaggiormente rappresentative a livell onazionale ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

alcuni ordini provinciali dei medici ,avendo elaborato criteri per il « Ricono-scimento dell 'attività psicoterapeutica »secondo l 'articolo 35 delle « Norme tran-sitorie » della legge n. 56 del 1989, edavendo adempito a tali riconoscimenti ,creano di fatto una discriminazione co ngli psicologi in quanto questi, non avend oancora definitivamente costituito l'ordin edegli psicologi, non possono vedere rico-nosciute da tale ordine le singole certifi-cazioni secondo quanto detta il secondocomma di tale articolo.

(4-19938 )

RONCHI e TAMINO . — Ai Ministri de-gli affari esteri, dell 'ambiente, della sanità edel commercio con l 'estero . — Per sapere –premesso che

alla vigilia della consultazione refe-rendaria relativa all 'uso dei pesticidi gl iinterroganti hanno appreso da notizie distampa e da segnalazioni dell 'organizza-zione ambientalista Greenpeace, che l eautorità sanitarie degli Stati Uniti hannobloccato nel marzo di quest 'anno diecicontainer di prodotti agricoli provenient idal Guatemala perché contenevano resi-dui troppo elevati di pesticidi, e in parti -colare di un insetticida donato dal Go-verno italiano al Guatemala : il Cideal 50 -L (a base di phenthoatate, classe tossico -logica 3), prodotto dall 'Agrimont italiana(Montedison), vietato negli USA e utiliz-zato invece in Italia ;

questo insetticida non è il solo ch eil Governo italiano ha donato al Guate-mala: altri prodotti agrochimici sono in-seriti nello stock di aiuti previsti nell'ac-cordo bilaterale Italia-Guatemala di aiut iper lo sviluppo sottoscritto nel 1988 (rati-ficato a città del Guatemala nel 1989), ein particolare i funghicidi Aspor U (abase di zineb), Mezene (a base di ziram )e Galben, l ' insetticida Rogor L-40 e i lfitostimolatore Ergostin ;

Aspor U, Mezene e Rogor L-40 eranoprodotti dalla Farmoplant di Massaprima della chiusura avvenuta in seguit oall 'esplosione proprio di un serbatoio di

Rogor con tutte le conseguenze che benconosciamo . Da questa notizia facilmentesi deduce che i fondi di magazzino dellaFarmoplant sono stati svuotati ;

risulta ancora che il Governo de lGuatemala ha venduto tali prodotti aprezzi molto ridotti tramite i centri go-vernativi ;

l'immissione nel mercato guatelma-teco di tali prodotti agrochimici sembradivenire causa diretta di uno stravolgi -mento delle produzioni agricole che, daproduzioni di auto consumo e destinat eal mercato interno, si trasformano in set-tori esclusivi per l 'esportazione, con gravidanni ambientali e anche economici ,viato che il Guatemala per questa ragion esi troverà ad essere sempre più dipen-dente per fertilizzanti, fitofarmaci e se -menti da importazioni dell 'estero;

risulta anche che le etichette de iprodotti agrochimici non sono facilmenteleggibili, visto anche l'alto tasso di anal-fabetismo in Guatemala, e che non sonostate previste indicazioni (simboli e colo-ri) per indicare la tossicità dei prodotti – :

se le notizie rispondano al vero e i ncaso affermativo se non intendano inter -rompere immediatamente questo tipo d iaiuti per la « cooperazione italiana per l osviluppo », non solo verso il Guatemala ,ma anche nei confronti di altri paesi delTerzo Mondo;

se non ritengano che la produzion ee la vendita del Cideal 50-L debbano im-mediatamente venire vietate in Italia, siain relazione al mercato interno che aquello esterno ;

se non intendano finalmente riatti -vare controlli e classificazioni aggiornat edella produzione e consumo (tossicità, ef-fetti cronici di cancerogenesi e mutage-nesi, impatti ambientali, ecc .) delle pro-duzioni di fitofarmaci, evitando quei pro -dotti che si dimostrino nocivi per l'uomo ,anche alla luce delle classificazioni utiliz-zate all 'estero e ben più restrittive dellenostre .

(4-19939)

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

FERRARI WILMO. — Al Ministro deilavori pubblici. — Per sapere :

se l 'On . Ministro sia informato dell agrave situazione di carenza idrica in cuiversa il lago di Garda e dei pesanti ri-flessi negativi di tale situazione sull'i-giene, sull'ambiente, sulla navigazione ,sulle attività turistiche e su altre attivitàeconomiche ;

quali provvedimenti intenda adot-tare, con assoluta urgenza, per contenerel 'ulteriore abbassamento lacustre, orma iprossimo allo zero idrometrico ;

se non ritenga necessario, come mi-sura immediata, disporre il potenzia-mento della Commissione ministerial epreposta all 'esercizio della regolazione de ilivelli, dotandola di mezzi adeguati all aimportante funzione assegnatale col de-creto del 19 giugno 1957 ;

se non ritenga opportuno, nell 'attesadi una radicale revisione dell'obsolet anormativa sui deflussi, raccomandare i lrigoroso rispetto, ad opera della Commis-sione, del principio di proporzionalit àsancito nell'articolo 19 del testo unico de l1933 sulle acque pubbliche ;

se non ritenga altresì opportuno, i naccogliemento delle proposte formulatedal Magistrato alle acque e dalla Comu-nità del Garda, autorizzare l'esecuzionedei modelli per la gestione ottimale delleacque del Garda;

se, infine, non ritenga opportunoprendere personalmente in esame, i ntempi brevi e, ovviamente, con l 'assi-stenza dei competenti organi tecnici, l eproposte di aggiornamento dell 'antiquatanormativa sui livelli, illustrate nel docu-mento presentato dalla Comunità de lGarda .

(4-19940)

PELLICANO. — Ai Ministri di grazia egiustizia e delle finanze. — Per conoscere –premesso :

che la cancelleria delle società com-merciali del tribunale di Milano . la niù

importante in Italia, versa in una situa-zione gravissima, caratterizzata dalla pre-senza di scarsissimo personale, che operain locali fatiscenti e ristretti, a fronte d iuna mole di lavoro ingentissima e da as-solvere manualmente;

che, come è stato recentemente de-nunciato dai rappresentanti degli ordiniprofessionali di Milano in una recent econferenza stampa, l'arretrato ammontav aal 28 febbraio scorso a circa 170 .000 attidepositati ;

che le conseguenze di questa situa-zione sono gravissime, in relazione a imolti disagi e responsabilità che ne deri-vano agli operatori ;

che la causa di questa paralisi sa-rebbe anche la sospensione dei fondi aduna cooperativa di cottimisti che, negl iultimi anni, aveva consentito di smaltiregli arretrati, riducendo entro limiti tolle-rabili i tempi di attesa ;

che un progetto, presentato dal pre-fetto di Milano, che prevede l 'assunzionein organico dei lavoratori della coopera-tiva, sarebbe in attesa della registrazione

della Corte dei conti ;

che la tassa di concessione governa-tiva sulle società non sarebbe incompati-bile con la direttiva CEE n . 69/335 del I 7luglio 1969 solo qualora – come ricono-sciuto anche dal Ministero delle finanze ,direzione generale tasse – essa costituiss eil corrispettivo necessario allo Stato permantenere l 'apparato idoneo a dare pub-blicità a tutti gli atti relativi alla vitadella società ;

che, a fronte della mancata presta-zione del servizio di cancelleria, l'ordinedei commercialisti di Milano ha minac-ciato di ricorrere alla Corte di GiustiziaCEE per far dichiarare la incompatibilitàdella tassa di concessione governativ asulle società

quali provvedimenti abbiano assuntoo intendano assumere per ripristinare im-mediatamente la regolarità del servizio d icancelleria delle società commerciali

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presso il tribunale di Milano, che allostato è impossibilitato a svolgere le pro-prie importantissime e delicate funzioni ;

se non ritenga di dover dare attua-zione, con iniziative idonee, al registrodelle imprese di cui all 'articolo 2188 delcodice civile .

(4-19941 )

STRADA, MANGIAPANE e STRU-MENDO . — Ai Ministri delle poste e delletelecomunicazioni e dell'interno . — Per sa-pere – premesso che :

la direzione provinciale di Cremon adell 'Amministrazione delle poste e delletelecomunicazioni ha comunicato che pe resercitare il diritto di voto avrebbe con-cesso solo il congedo ordinario e nonquello straordinario a quei dipendenti chenon avessero ottemperato alle disposizion idella circolare n. 9 del 23 luglio 1988circa « l 'obbligo della residenza che il di -pendente personale deve avere nel luogoove ha sede l'ufficio di applicazione » ;

risulta peraltro che la medesima di-sposizione non sia stata fatta valerepresso altre sedi provinciali di Ammini-strazioni delle poste, a dimostrazione chenon era ritenuta cogente

se corrisponde al vero che le divers eamministrazioni provinciali delle postehanno tenuto un comportamento tra lor odifforme in relazione oltretutto ad untema così delicato come quello dell'eserci-zio del diritto di voto ;

quali sono le ragioni o le norme diriferimento che hanno ispirato la circo-lare n . 9 del 23 luglio 1988, in partico-lare in riferimento alla disposizione che i lpersonale dipendente delle amministra-zioni postali non può avere solo il domi-cilio ma obbligatoriamente proprio la re-sidenza presso il luogo ove ha sede l'uffi-cio di applicazione .

(4-19942 )

SCALIA, MATTIOLI e BASSI MONTA-NARI. — Al Ministro dell'ambiente . — Persapere – premesso che :

in data 24 febbraio 1990, il Mini-stero dei lavori pubblici sembra aver

dato parere favorevole al prelevament odelle acque del fiume Cassingheno, af-fluente di sinistra del Trebbia, per il ri-fornimento idrico della città di Genova .Tale provvedimento andrebbe a definireun'annosa e nota vicenda, di cui datempo si discute pubblicamente, che vedecontrapposte da una parte le esigenze erivendicazioni delle popolazioni local idella val Trebbia per la tutela del Cassin-gheno, espresse sia da associazioni am-bientaliste che dagli stessi enti locali in-teressati, dall 'altra la presunta grandesete di Genova, al cui sollievo l'imbriglia-mento del torrente sarebbe destinato ;

la ferma opposizione al progettoidraulico, che il provvedimento del Mini-stero dei lavori pubblici non ha fatto ve-nir meno ma anzi ha ravvivato, si fond asostanzialmente su due categorie di mo-tivi sinteticamente di seguito svolti :

a) l 'inadeguatezza dell'opera previ -sta a risolvere il problema dell'acqua ne lcapoluogo ligure, la cui gravità è peraltroben inferiore a quanto viene affermatonelle motivazioni ufficiali e che altriment iandrebbe rettamente affrontato attravers opossibili e conosciute opere di risparmi oidrico di cui tutte le amministrazioni in-teressate sono al corrente, senza che peròsi siano seriamente vagliate le possibilit àalternative. Alternative che essenzial-mente si esprimono nel recupero delle at-tuali perdite degli acquedotti, che da sol erappresentano il quadruplo delle acquedeI Cassingheno, e dall'ammodernamentodei sistemi di distribuzione ed utilizz oche oggi fanno sì che la stessa acqua si ausata sia per fini alimentari che indu-striali, con sprechi enormi nei periodi ric-chi di precipitazioni ;

b) l 'impatto ambientale che l 'o-pera avrebbe sull 'ecosistema del bacinoidrografico del Trebbia e quindi del Po ,rappresentando il Cassingheno uno deipochissimi apporti di acque non inqui-nate ; per le popolazioni rivierasche aquesto aspetto è indissolubilmente legat ala valenza socio culturale del fiume edelle sue acque, nella quale sono riposte

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legittime aspettative di rilancio e qualifi-cazione turistica a vocazione naturali-stica ;

il provvedimento di cui trattasi, in-vece, scavalcando tutte le obiezioni edignorando fatti e valutazioni, ha provve-duto ad avallare d 'autorità il progetto at-tuale, in spregio addirittura della nuovanormativa sul regime del suolo e dell eacque di cui alla legge n . 183 del 1989 ,che per ogni intervento impone di tenereconto degli effetti sull ' intero bacino idro-grafico, e non solo dei presunti benefic iper una sola città . La firma ministeriale ,difatti, sarebbe stata apposta un mes eprima della riunione costitutiva dell'auto-rità di bacino di cui alla suddetta legge ,dopo che la questione si è trascinatastancamente per anni : una improvvisa ac-celerazione che sembra dovuta al vole rporre ogni eventuale e probabile dissens odinanzi al fatto compiuto – :

se il progetto di imbrigliamento delCassingheno sia stato opportunamente va-gliato circa i sui impatti ambientali, se i lMinistero sia stato investito di tale que-stione e quale parere abbia espresso;

se il ministro non reputi in ogn icaso opportuno avvalersi dei poteri inibi-tori di sua spettanza per fermare l'avan-zamento del progetto di cui trattasi sinoa che su di esso non si sia fatta pienaluce e non si sia espressa la competent eautorità di bacino di cui alla legge n . 183del 1989 .

(4-19943)

NAPOLI . — Al Ministro dei trasporti.— Per sapere – premesso che :

ci si trova di fronte al tentativo ,messo in atto dalle Ferrovie dello Stato ,di disabilitare la stazione di Mirto-Crosi asulla linea ferroviaria jonica in provinci adi Cosenza;

tale stazione serve un bacino diutenza di oltre 30 mila abitanti con unmovimento di cassa passato in tre ann ida 5 a 12 milioni mensili – :

quali sono le ragioni di un ulterioreindebolimento dei servizi nubblici in

un'area marginale della Calabria che ha ,al contrario, bisogno di interventi di raf-forzamento anche nel settore dei tra-sporti .

(4-19944 )

NAPOLI . — Al Presidente del Consigli odei ministri e al Ministro dell'interno . —Per sapere – tenuto conto :

delle notizie apparse sui giornal icirca dichiarazioni che sarebbero state ri-lasciate dal prefetto di Reggio Calabriaalla Commissione antimafia su `presunteinfiltrazioni mafiose tra i candidati all eelezioni amministrative comunali e regio-nali in Calabria ;

di numerosi episodi « anomali » ac-caduti in diverse zone nel corso dell acampagna elettorale, che potrebbero fa rsupporre interventi di sostegno non ri-chiesti a candidati ;

della necessità di fugare voci e dice -rie circa l ' intervento di « cosche » mafioseper il controllo del voto nelle famiglie edavanti ai seggi – :

se rispondano a verità le notizi esulle dichiarazioni del prefetto ;

e, qualora siano vere, se intenda for-nire al Parlamento ed alla pubblica opi-nione elementi probanti e indicazioni piùcerte ;

se non ritenga il Governo di adope-rarsi per sospendere la convocazione de iconsigli regionali e Comunali sino aquando i fatti denunciati non siano stat icomprovati e definiti .

(4-19945 )

ANDREIS e RONCHI . — Al Ministrodell'interno . — Per sapere – premesso che:

nella città di Como si è creata unaforte tensione fra l 'amministrazione co-munale uscente ed i cittadini di via Am-brosoli, a causa della non volontà del -l'amministrazione uscente di tenere i nvita un grande ippocastano ultracentena-rio nella costruzione di un autosilo :

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l 'ippocastano rientra nell 'area di ri-spetto del torrente Cosia, e quindi il su oabbattimento configurerebbe una viola-zione della cosiddetta « legge Galasso » ;

il sindaco uscente, peraltro non rie-letto nel consiglio comunale uscito dall eurne nella tornata delle elezioni ammini-strative del maggio scorso, ha gestito l avicenda in modo sconcertante portand oun problema che poteva essere risolt osenza particolari contrasti a livelli di esa-sperazione molto alti – .

se non ritenga, alla luce dei pro-blemi di ordine pubblico sorti a causadell ' irresponsabile comportamento tenut onella vicenda relativa all ' ippocastano d ivia Ambrosoli dal sindaco Meda, che èarrivato a convocare il « Comitato provin-ciale per l'ordine pubblico », di interve-nire presso il prefetto di Como affinchéconvochi al più presto il nuovo consigli ocomunale per procedere all'elezione di unnuovo primo cittadino ;

se non ritenga di dare mandato al -l 'autorità giudiziaria per verificare la sus-sistenza, nel comportamento tenuto nell avicenda dal sindaco Meda, di eventual iipotesi di reato .

(4-19946)

MACERATINI. — Ai Ministri dell' in-terno e della sanità. — Per sapere – pre-messo che :

gli oltre cento dializzati di Tivoli eGuidonia sono costretti per la mancanz adi adeguate strutture ad un continuo pen-dolarismo con la capitale per soddisfar ele proprie necessità terapeutiche ;

le autorità locali si stanno mo-strando totalmente insensibili al pro-blema invece di prendere esempio dai cit-tadini e dal locale « Roma club » che co nun'encomiabile gara di solidarietà sonoriusciti alcuni mesi orsono ad acquistaretre macchine per dialisi, inspiegabilment eancora inutilizzate

quali iniziative il Governo intend aurgentemente assumere, anche in via so-stitutiva, affinché lo sforzo dei cittadini

di Guidonia di risolvere il problema deidializzati non sia reso vano dall'ineffi-cienza e dalla indifferenza delle autoritàcomunali che non hanno ancora trovatouna struttura idonea per la utilizzazion edei citati macchinari .

(4-19947 )

MACERATINI . — Al Ministro della sa-

nità. — Per sapere – premesso che

l'USL di Alatri (FR) versa in gravicondizioni soprattutto per mancanza difondi ;

il relativo ospedale, con stanzia-menti regionali quasi inesistenti, che nonpermettono alcuna politica sanitaria e ad-dirittura impediscono l 'attivazione dinuovi servizi, è una struttura che nonrisponde alle esigenze di cittadini chepretendono giustamente efficienza e fun-zionalità ;

inoltre gli scioperi, la disorganizza-zione, le assenze prolungate del perso-nale, non contribuiscono a migliorare un asituazione già di per sé deficitaria – :

quali iniziative il Governo intendaurgentemente assumere, anche in via so-stitutiva, per varare un serio programmadi migliore sistemazione e ristruttura-zione interna della USL di Alatri con par-ticolare attenzione alla struttura ospeda-liera gestita dalla detta USL .

(4-19948 )

MACERATINI. — Al Ministro delle po-

ste e delle telecomunicazioni . — Per sapere– premesso che :

i frequenti disservizi agli uffici po-stali di Anzio e Nettuno stanno creand onotevoli disagi alla cittadinanza ;

tale disorganizzazione sarebbe inparte dovuta alla ormai cronica carenz adi personale, che non permette di coprir esufficientemente tuttè le zone delle citatecittà (alcuni portalettere sono costretti a dun massacrante lavoro straordinario perevitare che il malcontento cittadino su -peri i limiti di guardia) ;

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inoltre la famosa « cassa decen-trata » di Nettuno, costruita circa dueanni orsono nei sotterranei dell'ufficio po-stale con la spesa di svariate centinaia dimilioni, non è stata ancora inspiegabil-mente utilizzata – :

quali inizative il Governo intend aurgentemente assumere per attivare i ntempi brevi la cosiddetta cassa decen-trata, dalla cui utilizzazione riceverebber oindubbi benefici sia utenti che lavoratori ,dotando così, alle soglie del duemila, l emenzionate città di un servizio postal eefficiente e funzionale .

(4-19949)

MACERATINI. — Al Ministro per i beniculturali e ambientali . — Per sapere – pre-messo che :

Palazzo Ghigi a Soriano del Cimino(VT) versa in stato di grave abbandonoper il colpevole disinteresse delle autorit àlocali ;

infatti il degrado non ha risparmiat oalcuna parte della struttura, se si pensache le bellissime fonti del Vignola son oinvase dalla sporcizia, la graziosa « ca-setta tonda » (nella parte superiore) è or-mai fatiscente e aperta alle incursioni de ivandali, i due magnifici finestroni delpianterreno sono sbarrati da orribili tam-ponature bianche ;

nonstante le continue lamentele daparte della cittadinanza nulla o quasi èstato fatto per migliorare la situazione – :

quali inizative il Governo intendaurgentemente assumere, anche in via so-stitutiva, per sollecitare un pronto inter -vento delle Belle Arti per la tutela e lasalvaguardia di questa importante strut-tura architettonica .

(4-19950 )

MACERATINI . — Al Ministro della sa-nità. — Per sapere – premesso che

il consultorio familiare di Acilia, cheoccupa i locali di un ex asilo in via Ar-naldo di Colonia da circa tre anni, do-vrebbe a giorni essere sfrattato ;

da quanto è dato sapere occorrereb-bero circa 900 milioni per l 'acquisto de ilocali in questione, evitando così la chiu-sura del consultorio ;

attualmente con l'utenza in grand eespansione risulterebbe di grave pregiudi-zio privare la cittadinanza di questo im-portante servizio pubblico che, nonostanteil degrado e l'insufficienza della struttura,continua a lavorare dignitosamente – :

quali iniziative il Governo intendaassumere, anche in via sostitutiva, affin-ché sia fatto il possibile per reperire intempi brevi i fondi necessari per scongiu-rare la ormai inevitabile chiusura de lconsultorio di Acilia .

(4-19951 )

RUSSO FRANCO, RONCHI e TA -MINO . — Al Ministro della sanità . — Persapere — premesso che :

il 7 dicembre 1989 una delegazionedi lavoratori aderenti alla rappresentanz adi base dell'INRCA viene ricevuta dall aCommissione Sanità della regione Lazi oalla presenza dell 'assessore regionale Zian-toni; in tale seduta i delegati della rappre-sentanza di base denunciano: 1) la scarsautilizzazione della sede INRCA di Roma ; 2)il mancato svolgimento del plusorario inattività ambulatoriale ; 3) le disfunzion idell 'ambulatorio ;

la Commissione si impegna a bloc-care il bilancio dell'INRCA in discussion ee Ziantoni ad inviare il servizio ispettivodella regione;

il bilancio è stato approvato e i lservizio ispettivo non è mai stato man-dato ;

per impedire la tradizionale chiu-sura dei reparti i lavoratori hanno propo-sto uno specifico piano ferie, ma la dire-zione sanitaria intende ugualmente proce-dere alla chiusura di una sezione causat adal piano ferie del personale medico;

l'attività ambulatoriale è stata ri-dotta, con una diminuzione del personale ,il plusorario è stato approvato con una

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specifica delibera, ma viene attuato sol onei reparti e non negli ambulatori ;

lo stato di disorganizzazione degl iambulatori è arrivato al punto che il 1 6maggio 1990 non è stato possibile riscuo-tere i tickets ambulatoriali – :

se non si intenda verificare l 'operatodell 'assessore Ziantoni relativamente al-I'INRCA dopo le denuncie della rappre-sentanza di base del 7 dicembre 198 9risultanti dai verbali della seduta dell aCommissione Sanità della regione Lazio ;

se non si ritiene urgente la verific adella funzionalità della gestione dell asede INRCA di Roma;

quale motivo ha portato all'esclu-sione di questa struttura dal piano d iassistenza per i Mondiali, pur stand onella zona nord di Roma, cioè sulla viaCassia .

(4-19952 )

MONELLO . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri, ai Ministri per il coordi-namento della protezione civile e dell'indu-stria, del commercio e dell'artigianato. —Per sapere – premesso che :

a distanza di quasi due anni dallatromba d 'aria che il 15 settembre 1988arrecò gravissimi danni all 'industria delmarmo di Comiso, a numerose impresecommerciali, a privati e ad aziende agri -cole del territorio di Vittoria e Comiso ,gli unici provvedimenti che risultan oemessi sono quelli a favore delle aziend eagricole, mentre nulla è stato fatto per l eindustrie del marmo e per i privati dan-neggiati dalle avversità atmosferiche ;

in data 5 ottobre 1988 il ministroper il coordinamento della protezione ci -vile annunciò il pronto interessamentoper le zone colpite esternando i suoi in-tendimenti favorevoli ad una delegazionecomposta dai parlamentari ragusani e da isindaci di Comiso e Vittoria ;

sia i comuni sia la prefettura, conpronta sensibilità, hanno da tempo inol-trato ai Ministeri competenti le segnala-zioni dei danni ;

a tutt 'oggi nulla è stato fatto pe rrifondere i danni subiti dai privati e so-prattutto per sostenere le aziende arti-giane del marmo che sono state distrutteo gravemente danneggiate – :

quale è il motivo dei ritardi nell'as-segnazione delle provvidenze;

quando e come si interverrà a fa-vore delle aziende danneggiate e dei pri-vati .

-

(4-19953)

ORCIARI . — Al Ministro della marinamercantile. — Per conoscere – premessoche :

inspiegabilmente ai pescatori dellamarineria di Senigallia non è stato an-cora liquidato il fermo pesca per il 198 9mentre sta per entrare in vigore il fermopesca per il 1990 ;

malgrado gli impegni assunti circala liquidazione delle spettanze cheavrebbe dovuto avvenire entro l'april e1990, solo per i titolari delle barche d iSenigallia i mandati di pagamento sonoancora bloccati –:

quali provvedimenti si intendanoadottare per regolarizzare la situazioneche vede penalizzati gli equipaggi di nu-merosi pescherecci della zona. (4-19954)

ORCIARI . — Al Ministro delle finanze.— Per conoscere – premesso che :

dal dopoguerra numerose famiglie diSenigallia sono state costrette a lasciaregli appartamenti di loro proprietà perconsentire la costruzione del cantiere na-vale escavazione porti dipendente dal Mi-nistero dei lavori pubblici, ottenendo i ncambio altrettanti appartamenti di pro-prietà dello Stato ;

da allora non è stato possibile defi-nire il passaggio di proprietà degli immo-bili perché la competente direzione gene-rale del Ministero delle finanze pretendel 'invio contemporaneo di tutte le praticheriguardanti le varie famiglie e purtroppo,

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proprio perché interessanti numerose per-sone, ogni volta che la istruttoria è com-pleta accade che o per morte o per altreragioni vi sono da apportare modifichealle intestazioni delle pratiche stesse pe rcui l 'intendente di finanza di Ancona ècostretta a cominciare tutto da capo ecosì da anni – .

se intenda disporre affinché l'effet-tuazione dei passaggi avvenga per singol eproprietà e, quindi, per singoli nuclei fa -miliari, consentendo così di definire un asituazione precaria, assurda, nociva pe rcittadini che hanno corrisposto senza op-posizione alcuna alle richieste dello Stat oe che da tanti anni attendono la defini-zione delle loro pratiche .

(4-19955)

ORCIARI e TIRABOSCHI . — Ai Mini-stri della marina mercantile e del turismo edello spettacolo . — Per conoscere – pre-messo che :

si è appreso con viva sorpresa ch eSenigallia è stata inopinatamente esclusadal programma di intervento per la collo-cazione delle barriere anti-alghe per laprossima stagione estiva ;

non si riesce a comprendere il mo-tivo. Evidentemente sono sfuggiti, da unlato, l ' importanza di questa città nel qua-dro dell 'economia turistica regionale enazionale e, dall'altro, il ruolo portantedel turismo nell'economia senigalliese ;

considerato il duro colpo da questasubito per i fenomeni algali nell'estat escorsa, non mancano certamente i presup-posti per convogliare parte degli stru-menti protettivi verso questa città ;

la protesta degli abitanti dell'interazona è unanime contro il provvedimentoche penalizza, senza giustificazione al -cuna, uno dei più importanti centri turi-stici della riviera adriatica – :

quali disposizioni urgenti sarannoemanate al fine di modificare il provvedi -mento in questione comprendendo nei fi-nanziamenti anche il comune di Senigal-lia .

(4-19956)

PEDRAllI CIPOLLA. — Al Ministro d igrazia e giustizia . — Per sapere – pre-messo che:

il caso della bambina Ambra Valen-tina Stucchi, dichiarata in stato di adot-tabilità dal tribunale dei minorenni diMilano il 28 ottobre 1982, quando labambina aveva 21 giorni, si è protrattosino alla primavera del 1987 ;

la bambina è rimasta dal 1982 finoal febbraio 1988 affidata alla famiglia Bo-nato;

sino alla definitiva pronuncia dellaCorte di cassazione della primavera de l1987 i genitori aspiranti adottivi non po-tevano frequentare la madre naturale, n éfarle vedere la bambina per gli ovvi im-pedimenti di legge;

il pretore di-Milano, giudice dell'ese-cuzione, per richiesta della madre natu-rale avviava la procedura per l'esecu-zione, nominando un perito che indicav amodalità graduali e prudenti di inseri-mento della bambina nella famiglia dell amadre naturale ;

nel febbraio 1988 il tutore – comunedi Milano – e il pretore, giudice dell 'ese-cuzione, nonché il curatore della minorericorrono al tribunale dei minorenni diMilano per segnalare l'inosservanza dell emodalità di esecuzione stabilite in favoredi Ambra Valentina Stucchi che trovavas ipresso la madre naturale che la tratte-neva presso di sé senza volerla più ricon-segnare, farla incontrare o sentire con lafamiglia aspirante adottiva Bonato ;

dal febbraio 1988 il Tribunale de iminorenni di Milano che ha svolto unacauta osservazione a distanza tramite iservizi sociali, non ha ritenuto di nomi-nare un consulente tecnico né ha fornitoun supporto psicologico alla bambina ealla madre naturale che si trovavano aconvivere dopo cinque anni in cui la pic-cola Ambra aveva individuato nella fami-glia Bonato il suo punto di riferimento ;

la famiglia Bonato ha rivolto istanzaalla Procura della Repubblica dei mino-

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renni di Milano per poter avere rapport icon la bambina non finalizzati alla ria-pertura dell 'adottabilità o qualsiasi affi-damento, istanza supportata anche da pe-rizia del professor Ballea ;

non risulterebbe disposto dal Tribu-nale dei minorenni alcun tipo di rapport otra la piccola Ambra Valentina Stucchi ela famiglia Bonato anche al fine di fugar ei possibili traumi derivati dallo sradica-mento totale dalla famiglia e dall'am-biente in cui era vissuta per cinque ann ie mezzo;

inoltre, in tutti gli atti giudiziar inon si fa menzione del padre naturale ,Denis Brou Kavakou, cittadino della Co-sta d'Avorio, che aveva riconosciuto Am-bra Valentina alla fine del 1982 ;

il caso è all 'attenzione del Ministeroattraverso le segnalazioni inviate dai di-fensori della famiglia aspirante adottiva -dall'estate 1988 mentre personalmente isignori Bonato si sono rivolti al Ministerosolo a conclusione del procedimento giu-diziario manifestando così rigore e ri-spetto per le deliberazioni della magistra -tura – .

se i tempi intercorsi per la defini-zione del caso riguardante la minore Am-bra Valentina Stucchi rientrino nellanorma di procedure, tanto delicate, anch ese complesse;

quanti siano i casi di minorenni di-chiarati in stato di adottabilità a cui no nè seguito il decreto dopo l'anno di affida -mento preadottivo .

(4-19957)

RUSSO SPENA . — Al Ministro di gra-zia e giustizia. — Per sapere – premessoche :

grande allarme sociale ha provocatola denuncia e la successiva iniziativa de lPresidente della Repubblica, riguardo lostato dei processi su gravi omicidi ma-fiosi commessi in Sicilia, i cosiddett i« omicidi politici » ;

la Commissione parlamentare anti-mafia, nel recente rapporto su Catania,

ha denunciato lo stato ormai comatosodegli uffici giudiziari di Catania, ed, i nparticolare, il fatto che l'importante pro -cesso ai clan mafiosi catanesi e sugli in-trecci mafia-imprenditoria-politica, in-staurato a seguito delle dichiarazioni de lpentito Antonino Calderone, rischia di es-sere archiviato, perché « l 'unico magi -strato rimasto presso il soppresso ufficioistruzione, in presenza di chiamate d icorreo provenienti da diversi soggetti, ch erichiedono approfondite indagini e meti-colosi riscontri, nonostante il massimoimpegno, con ogni probabilità non riu-scirà a concludere l'istruttoria sugli un -dici imputati di associazione mafiosa . . . »(pag. 36) ;

nonostante una proroga già concessaper chiudere l'istruttoria con il rinvio agiudizio degli imputati, il processo rischiacomunque di essere archiviato, con conse-guenze gravissime e destabilizzanti per l asocietà catanese che interpreterebbe u nsimile evento come l'ennesima mancat arisposta dello Stato al crescente fenomen omafioso e di totale impunità dei clan ma-fiosi catanesi e dei loro legami politici e dimprenditoriali di fronte alla magistra -tura catanese, la cui credibilità verrebb eulteriormente intaccata – :

quali urgenti provvedimenti intendaintraprendere il Governo per impedirel'archiviazione del processo Calderone econsentire, aumentando con decorrenz aimmediata l'organico dei giudici da af-fiancare nell ' istruttoria, il rinvio a giudi-zio degli imputati .

(4-19958)

NICOTRA. — Al Ministro di grazia egiustizia. — Per sapere :

se sia a conoscenza della situazionedi un povero cittadino che attende di ri-scuotere un credito di circa lire10.000.000 deve essere sottoposto per undecennio alle lungaggini della giustizia ;in particolare, si segnala il caso del pro -cedimento di espropriazione immobiliareiscritto al ruolo generale della esecuzionedel Tribunale di Catania n . 519 dell 'anno1982 contro Maria Bonaccorsi ed altri,

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

procedimento che, dopo una serie di rin-vii, a tutt 'oggi non è stato concluso per-ché addirittura per due ben due volte èsparito il fascicolo;

se non intenda promuovere un aispezione, per valutare se l 'organizzazionedella giustizia nel settore, in ispeci epresso il Tribunale di Catania abbia biso-gno di opportune ulteriori dotazioni d imezzi e di personale per far sì che ifascicoli non vengano sottratti 'e che l edecisioni giurisdizionali vengano emanatein tempi ragionevoli .

(4-19959 )

RENZULLI . — Al Ministro delle poste edelle telecomunicazioni. — Per sapere –premesso che :

l 'associazione friulana donatori d isangue (A .F.D .S .) pubblica un periodic oassociativo trimestrale ;

lo stesso viene inviato gratuitamentea tutti gli associati, ad associazioni divolontariato, a personalità varie ed alleamministrazioni comunali della provinci adi Udine ;

tale periodico tratta argomenti d iinteresse associativo e culturale e fornisc einformazioni di educazione sanitaria ;

esso non ospita, per esplicita dispo-sizione statutaria della associazione, al -cuna inserzione pubblicitaria ;

la tiratura è di 49.600 copie ;

il costo di spedizione è passato da .44 lire, del settembre 1989, alle attual i180 per copia –:

se non intenda diramare opportun edirettive affinché pubblicazioni di alto va-lore informativo e sociale sprovviste d ipubblicità possano godere di uno special eregime tariffario agevolato al fine di con -sentirne la massima diffusione . (4-19960)

PICCHETTI . — Ai Ministri per gli inter-venti straordinari nel Mezzogiorno e per la

funzione pubblica. — Per sapere – pre-messo che:

la società ITALTRADE (Finanziari adi commercializzazione per il Mezzo-giorno d 'Italia) è stata messa in liquida-zione e i dipendenti in carico, circa 140 ,sono in attesa di nuove collocazioni chesalvaguardino il loro diritto al lavoro ;

nei mesi scorsi, tra organizzazionisindacali e Ministro per gli interventistraordinari nel Mezzogiorno, è stato sti-pulato un protocollo d'intesa relativo aiproblemi della mobilità del personale tragli enti che operano nel Mezzogiorno checomprende l'ITALTRADE ;

allo stato attuale non risultano an-cora emanate disposizioni ministeriali ch econsentano l'applicazione della mobilit àsulla base di orientamenti, tesi a rego-larla, che dovrebbero scaturire da unacommissione mista Organizzazioni sinda-cali-Ministero per il Mezzogiorno ;

tale ritardo sta determinando il pe-ricolo che il commissario liquidatoredella ITALTRADE proceda al licenzia -mento dei dipendenti i quali, nel frat-tempo, sono stati frazionati con trasferi-menti in altre sedi, realizzati, peraltro, i nun modo unilaterale e discriminatorio ,per cui solo una parte di dipendenti –considerati non si sa come in esubero ,dal momento che tutta l'ITALTRADE è inliquidazione – verrebbero dal liquidatoresottoposti al licenziamento – :

quali siano i motivi del considerè-vole ritardo nell 'emanazione delle diret-tive ministeriali per la gestione della mo-bilità del personale degli enti interessat idal protocollo sindacati-Ministro ;

se non intendano assicurare unatrattativa globale e una conseguente solu-zione globale ai problemi di mobilità de lpersonale dell'ITALTRADE, impedendoche si attui la procedura di licenziamentoper quanti, circa 50, sarebbero conside-rati a « disposizione », operando invececon tempestività e determinazione peruna loro ricollocazione occupazionale ne lquadro dei processi di mobilità nella

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pubblica amministrazione, assicurandocosì una reale difesa del reddito che nonsarebbe certamente garantito da ricorsidifficili alla cassa integrazione . (4-19961 )

RONCHI e TAMINO. — Al Ministrodell'interno . — Per sapere – premesso che :

a Gardone Val Trompia (provinciadi Brescia), la percentuale dei cittadin iche hanno espresso il loro voto ai referen-dum del 3 e 4 giugno su caccia e pesti-cidi è risultata bassissima ;

infatti su 9.190 aventi diritto alvoto, solo 325 cittadini hanno votato su ireferendum riguardanti la caccia e sola -mente 330 hanno votato sul referendumriguardante i pesticidi (3 per cento) ;

durante le operazioni di voto nume -rosi aderenti ad associazioni venatorie s iaggiravano o stazionavano nei dintornidei seggi elettorali, segnando a dito odintimidendo con la loro presenza chiun-que volesse votare;

in numerosi seggi gli stessi scruta -tori si aggiravano per i corridoi, facendoala a chi intendeva votare e esprimendocommenti a mezza voce ;

in alcuni casi questo clima di inti-midazione psicologica, degna dei fasti d iqualche regime dell 'est europeo deglianni cinquanta, è sfociato in aperte mi-nacce verbali (con frasi del tipo « ci ve-dremo dopo ») che hanno portato alla de-nuncia di aderenti ad associazioni venato -rie ;

il clima di minaccia e di pressione èstato tale da compromettere a tutti gl ieffetti i princìpi costituzionali della li-bertà di espressione e della segretezza de lvoto – :

se quanto indicato in premessa ri-sponda al vero e se risulti che vi sian ostati altri casi di questo tipo ;

in tale caso, se non ritenga oppor-tuno interessare la magistratura su tal iepisodi concernenti la validità della co-sultazione referendaria .

(4-19962)

COSTA RAFFAELE . — Al Ministro deilavori pubblici . — Per sapere – premessoche :

il 25 agosto 1985 una frana digrandi dimensioni interrompeva la strad astatale n. 659 della Valle Formazza, al-lora strada provinciale, in località SottoFrua nel territorio del comune di For-mazza in provincia di Novara ;

nell'anno 1987, tramite il Provvedi-torato regionale alle opere pubbliche de lPiemonte venivano appaltati all'impres aPoscio di Villadossola i lavori di consoli-damento della struttura viaria e le operedi costruzione di una galleria artificialedella lunghezza di 380 metri ;

a tutt 'oggi tali lavori sono pressochéultimati a fronte di un costo di circa 1 2miliardi e la strada statale n . 659 non èpercorribile in quanto sembra necessiti d iulteriori manufatti ed esiste un progetto ,tuttora non finanziato, dell'importo di al-tri 17 miliardi ;

l'Alta Valle Formazza non è raggiun-gibile per altra via che la strada statal en . 659, e l 'economia della Valle ne subi-sce grave pregiudizio, sia per la scom-parsa del turismo che per l'inaccessibilitàdei pascoli e dei rifugi – :

quali provvedimenti s ' intendanoadottare per ovviare nel più breve tempopossibile, anche con soluzioni provvisori ee infinitamente meno onerose del pro-getto previsto, a tale grave inconveniente .

(4-19963)

TATARELLA . — Ai Ministri dell ' internoe della difesa . — Per sapere i motivi per iquali la stazione dei carabinieri di Mol-fetta (Bari) non ha assicurato un serviziod'ordine ai comizi del MSI-DN nella cam-pagna elettorale fino al punto da costrin-gere un oratore, candidato alle regionali ,D'Elia, a sospendere il comizio a caus adel traffico per mancata regolamentazionedell 'uso della piazza, come è avvenutoper altri partiti e malgrado le richieste ele proteste della locale sezione del MSI -DN .

(4-19964)

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COSTA RAFFAELE. — Al Ministrodelle finanze. — Per sapere se corrispon-dano al vero le voci di forti disparità ditrattamento fra i candidati al concors oper « Procuratore delle imposte di fabbri-cazione » (UTIF) con domande di notevol edifficoltà per taluni e facili per altri, lecui prove scritte si sono svolte nei giorn i9 e 10 dicembre 1988 e quelle orali nelmaggio-giugno 1990 presso il Ministerodelle finanze a Roma .

(4-19965)

NICOTRA. — Al Ministro di grazia egiustizia . — Per sapere – premesso ch e

la Pretura di Siracusa (sezione civilee sezione lavoro) si trova nella paralis icompleta per assoluta mancanza di giu-dici, sia per la scopertura ed insufficienzadegli organici sia per l 'aspettativa permalattia o maternità di due unità – .

quali provvedimenti immediati in -tenda adottare per coprire gli organici efare funzionare così due settori vital idella giurisdizione .

(4-19966 )

RENZULLI . — Al Ministro per i ben iculturali e ambientali. — Per sapere – pre-messo che :

a 14 anni dal terremoto del 6 mag-gio 1976 che ha colpito il Friuli-Venezi aGiulia, la comunità di Billerio – frazionedi Magnano in Riviera – sta ancoraaspettando i finanziamenti per ultimare ilavori di ricostruzione della chiesa par-rocchiale ;

soltanto nel 1982 gli enti competent ihanno deciso il ripristino dell'opera, rea-lizzando gli essenziali lavori di ristruttu-razione e portando a termine le opereessenziali di consolidamento della strut-tura, del tetto e degli intonaci esterni ;

restano da compiere gli intonaci in-terni, cornici, pavimento, soffitto, decora-zioni, eccetera, per un importo totale d ilire 550 milioni – :

se non ritenga che, a 14 anni dalterremoto. mentre i comuni colpiti ricor-

dano tale evento mostrando la ricostru-zione che è stata ormai portata a termin enella quasi totalità dei casi, sia logico edumano che anche la chiesa di Billerio siarestituita al paese nella sua veste defini-tiva .

(4-19967 )

PUJIA, TASSONE, CHIRIANO, BATTA -GLIA PIETRO e BIAFORA . — Al Ministro

del tesoro. — Per sapere – premesso che :

la Cassa Depositi e Prestiti ha decisodi non dar corso alle richieste di mutu ida parte degli enti locali in assenza didelibere dei rispettivi consigli e prim ache siano trascorsi quarantacinque giorn idalla richiesta ;

dette norme mettono in crisi il set-tore dei lavori pubblici che costituisce l aprincipale, se non l'unica, attività im-prenditoriale a sostegno della gracile eco-nomia calabres e

quali iniziative intenda assumere i lGoverno per evitare conseguenze disa-strose in una regione provata dalla disoc-cupazione e dal basso reddito, come pro-spettato ai prefetti delle tre provincie ecome ampiamente pubblicizzato dall astampa locale ;

in particolare se il Governo non ri-tenga, intanto e con decorrenza imme-diata, di differire l'applicazione della nor-mativa di cui trattasi al gennaio 1991 ,anche al fine di non paralizzare i lavor iin corso che hanno avuto inizio con deli-bere di giunta consentite dalle disposi-zioni all 'epoca in vigore . Peraltro la nor-mativa non può trovare sollecita applica-zione a seguito delle recenti consultazionielettorali, che non consentono il formarsidelle amministrazioni attive prima dell'e -state prossima. Si fa osservare, inoltre ,che il progetto di legge sulle autonomielocali, attualmente all 'esame del Senato,prevede poteri e compiti notevoli per lagiunta, riservando ai consigli gli atti pri-mari .

(4-19968)

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PUJIA, CHIRIANO e TASSONE . — AlMinistro della sanità . — Per sapere – pre-messo che :

un migliaio circa di sieropositivi ,cinquantasette casi di AIDS accertati con-tro un maggior numero di dati reali nonevidenziati, la quasi totale inesistenza d istrutture adeguate, costituiscono in Cala-bria una allarmante situazione che ri-schia di dilagare a causa dell 'aumentocostante del numero dei tossicodipen-denti ;

non esiste in alcuna struttura un po-sto letto per malato di AIDS che rispond aai criteri tecnici, logistici e terapeuticirichiesti dalla legislazione vigente ;

non esistono inoltre in Calabriastrutture private in grado di assistere ma -lati di AIDS;

non esiste volontariato, né associa-zionismo né infermieri specializzati pe rl 'assistenza – :

quali iniziative, anche alla luce dellalegge di recente approvata, intenda assu-mere il Governo per far fronte a questaaltra piaga che nella regione più depressadel Paese assume le caratteristiche di unaulteriore emergenza: l 'emergenza AIDS .

(4-19969)

RAUTI . — Al Presidente del Consigli odei ministri . — Per conoscere – premes-so che :

il Servizio geologico nazionale, tra-sferito alla Presidenza del Consiglio de iministri con la legge n . 183 del 1989sulla difesa del suolo, ha assunto in servi -zio 11 concorrenti risultati idonei nel« concorso per esami a 3 posti di geologoin prova nel ruolo della carriera direttiv adel Corpo delle miniere, da assegnare a lReparto rilevamenti e studi geologic ipresso il Servizio geologico (a quel temp odipendente dal Ministero dell ' industria ,del commercio e dell 'artigianato) consede in Roma » (bandito sul supplementoordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 282 del30 novembre 1985) . I posti occupati si

sono resi disponibili in base all 'amplia-mento di organico di 150 unità, previst onell 'articolo 18, comma 2, della legge fi-nanziaria 1988 ;

come prevede l 'articolo 10 del test ounico sugli impiegati civili dello Stato ,approvato con decreto del Presidentedella Repubblica 10 gennaio 1957, n . 3,ciascuno dei nuovi assunti avrebbe do-vuto svolgere un periodo di prova delladurata di sei mesi, svolgendo « le man-sioni affidategli nei vari servizi ai qual iviene applicato », e a norma dell 'articolo14 del decreto del Presidente della Re -pubblica 3 maggio 1957, n. 696, si pre-cisa che « l 'impiegato in prova deve es-sere applicato a due servizi diversi, pe run periodo, in ciascuno, non inferiore adue mesi » ;

nella realtà, l'intero periodo diprova (che scade in marzo) è stato effet-tuato dagli interessati esclusivamente i nmansioni connesse al riordinamento dell abiblioteca del Servizio, comprendenti an-che lavori di facchinaggio, che nullahanno a vedere con quelle previste ne iservizi ai quali sono assegnati i nuov iassunti e che comprendono esclusiva -mente compiti di geologia di rilevamentoe geologia applicata . Va anche osservat oche ai suddetti geologi non è stato con -cesso di effettuare alcuna, seppur breve ,missione sul terreno, ove sarebbe statopossibile dimostrare le proprie capacit àdi rilevamento geologico – :

quali motivazioni possano giustifi-care lo sconcertante comportamento de ldirettore del Servizio geologico e di tutt ala classe dirigenziale dipendente, chehanno inteso soddisfare un preciso ob-bligo di legge facendo svolgere ai nuov iassunti un periodo di prova in mansioniche non hanno nulla a che vedere con l aloro professionalità e di conseguenz aquali criteri e quali elementi di valuta-zione saranno presi in considerazione daldirigente responsabile dello svolgiment odella prova stessa per esprimere un giudi-zio sulle capacità tecnico-professionali ri-chieste per i suddetti nuovi geologi .

(4-19970)

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STAITI di CUDDIA delle CHIUSE ,MATTEOLI e PARLATO. — Ai Ministri digrazia e giustizia e delle partecipazioni sta -tali. — Per sapere :

come sia ipotizzabile la confermadel dottor Delio Fabbri ad amministra-tore delegato della società SME delgruppo IRI in presenza di una comunica-zione giudiziaria che gli contesta tra l 'al-tro i gravissimi reati di associazione perdelinquere e truffa aggravata ai dann idella stessa SME. Risulta difatti che di-nanzi al tribunale penale di Napoli –pubblico ministero dottor Carlo Visconti ,RGPG 5734114A/89 – penda un procedi -mento contro il dottor Delio Fabbri e daltri 21 imputati, procedimento cui lastampa (Il Mattino del 24 marzo 1990 e dAgenparl del 28 maggio 1990) ha dat oampio risalto sotto il profilo del dannoche il dottor Fabbri, insieme al dottorGiuseppe Rasero (ex amministratore dell aSME) avrebbe arrecato alla società i nquestione ;

a tal proposito, come mai né la so-cietà SME né l'IRI si siano ancora costi-tuite parti civili nel procedimento in que-stione, atteso che secondo quanto si legg enel provvedimento di contestazione dei re-ati, l 'associazione per delinquere e la truffaaggravata sarebbero state poste in essereai danni della SME. La costituzione d iparte civile, atto doveroso sia da partedella SME che dell 'IRI appare oggi indi-spensabile ed indifferibile, a giudizio degl iinterroganti, in quanto per i reati conte -stati al dottor Fabbri non vi è alcun apossibilità di amnistia; diversamente sidovrebbe ritenere l 'esistenza di oscure ra-gioni che consigliano agli organi societar idella SME e dell 'IRI di dover prestareacquiescenza e copertura a reati tantogravi ; alla luce di quanto sopra sono su-scettibili di attentissima valutazione unalunga serie di episodi succedutisi nel pe-riodo di gestione della SME da parte de ldottor Rasero e poi da parte del dottorFabbri, in particolare occorre dare assolut achiarezza ad inquietanti interrogativi con -seguenti una serie di decisioni :

1) occorre accertare la fondatezz adelle pesanti accuse che il senatore Ven-

tre della DC ha lanciato contro la societàCRAI, provocando peraltro da parte dell aSME solo improvvise dimissioni dell 'am-ministratore delegato della società dottorPrevedel, facendo sorgere il sospetto chelo stesso si sia voluto in tal modo sot-trarre alle pesanti accuse di truffa ipotiz-zate da Il Mattino dell'8 maggio 1989 ;

2) sempre in ordine alle vicendedel CRAI è indispensabile accertare le ra-gioni della recentissima nomina del dot-tor Marcello Marin a vice presidente, no-nostante questo fosse stato allontanatod'autorità dalla direzione centrale dell aSME non più di sei mesi orsono ;

3) è indifferibile altresì l'urgenzadi accertare come sia' stato possibile l 'ac-quisto da parte della SME della societàBMC-Pastamelia per la cifra record di 1 6miliardi, nonostante detta società avess epresentato nel 1989 una perdita in bilan-cio di 11 miliardi, senza contare inoltre ,e di ciò si chiede ulteriore accertamento ,che questa società nel primo trimestre1990 già presenta una perdita netta d igestione di due miliardi ;

4) sempre in ordine alla vicendaBMC-Pastamelia, si chiede di sapere s ecorrisponde a verità che i sindaci di desi-gnazione IRI componenti il collegio sin-dacale della SME avrebbero espresso piùvolte la loro contrarietà a detto acquisto ,arrivando persino a disertare diverse riu-nioni del consiglio di amministrazionedella SME ;

5) quali chiarimenti possano daresulle ragioni e sui criteri che hanno de -terminato il dottor Fabbri a nominare edopo appena due mesi ad accettare ledimissioni del dottor Villa (notoriamenteamico del dottor Rasero, ex amministra-tore delegato della SME) ed amministra-tore delegato della ALIVAR ; si chiede ra-gione di questa nomina tanto più che i ldottor Villa risulta agli interroganti es-sere stato allontanato per scarsa profes-sionalità dalla guida della Buitoni de lgruppo Olivetti ;

6) si chiede altresì il perché ne lperiodo di gestione della SME prima da

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parte del dottor Rasero e poi da partedel dottor Fabbri si svolsero innumerevol imissioni in Sicilia da parte del direttorefinanziario della SME, dottor Scippa, a lfine di incontrare il tanto chiacchieratocavalier Conservo . E si chiede se tuttetali missioni sono da mettere in qualch ecollegamento con l 'improvviso e consi-stente successo delle attività personal imesse in piedi dal dottor Rasero proprioin Sicilia all ' indomani del suo abbandon odel posto di amministratore delegatodella SME. Si chiede in relazione aquanto sopra di accertare quali interess ila SME avesse all 'epoca ed abbia tuttorain Sicilia e si chiede altresì se risult iquale tipo di rapporti leghino attual-mente il dottor Scippa ed il dottor Ra-sero, atteso che il dottor Scippa risultaaver abbandonato in tutta fretta la SM Eper passare ad una stretta collaborazion econ il dottor Rasero;

quali iniziative si intendono pren-dere in relazione ai fatti spiegati .(4-19971 )

MATTEOLI . — Al Ministro dell'interno.— Per sapere – premesso che :

durante le elezioni amministrativ edel 6 e 7 maggio 1990 gli scrutatori no -minati ai seggi nel comune di Monsum-mano Terme (Pistoia) sono risultati per i l70 per cento gli stessi che furono nomi-nati durante le elezioni europee del 1989 ;

la nuova normativa prevede che gl iscrutatori siano estratti a sorte – :

con quali modalità e alla presenzadi chi è stato effettuato il sorteggio ;

se ritenga giusto ed opportuno inter -venire per verificare se la legge è stat arispettata e quindi si sia trattato di sol a« curiosa coincidenza » . .

(4-19972 )

COSTA RAFFAELE . — Al Presidente delConsiglio dei ministri ed ai Ministri di gra-zia e giustizia e della sanità . — Per sapere –

in relazione alla tragica vicenda de iconiugi Schillaci e della piccola Miriam :

se per i gravissimi errori dei medici (ch ediagnosticarono come lesioni frutto diviolenze paterne una malattia naturale) ,di magistrati (che affrettatamente tolser ola bambina alla famiglia), di giornalisti(che crearono in poche ore il mostro) ,qualcuno abbia in qualche, anche mi-nima, misura pagato la propria negli-genza, la propria imperizia, la propriafaciloneria . Le scuse del Capo dello Statoalla famiglia in lutto hanno infatti ungrande valore morale, anche di risarci-mento, ma senza un minimo provvedi -mento (sospensione, censura o altro) neiconfronti di responsabili di episodi cos ìgravi non vi è dubbio che l 'errore po-trebbe più facilmente ripetersi in dann odi onesti cittadini .

(4-19973)

PIRO. — Ai Ministri dell'interno, per gl iaffari sociali e per gli affari regionali ed iproblemi istituzionali. — Per sapere :

se siano informati del fatto che i lconsigliere comunale Angelo Barducci ,colpito da malattia invalidante, non po-tendo esercitare il suo diritto di voto, d asolo, sia stato giustamente autorizzato da lsindaco a utilizzare l'aiuto del suo collegaGiancarlo Biandronni ;

quale sia l'opinione del Governo e senon intenda emanare opportune disposi-zioni per consentire l'esercizio della fun-zione delegata dai cittadini a portatori d ihandicap che debbono poter essere aiutat ia votare, in qualità di membri delle as-semblee elettive con gli stessi criteri cheautorizzano i cittadini a votarli . (4-19974)

RAUTI. — Al Presidente del Consigliodei ministri . Per sapere – premessoche :

la gravissima siccità che ha colpit ola penisola italiana e che sta già cau-sando gravissimi danni all 'agricoltura, h acome conseguenza – come osserva la Col -diretti – l'abbassamento delle falde freati-che per cui si prevede che nei prossimimesi la situazione rischierà di diventare

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ancor più drammatica non soltanto per l aagricoltura, ma anche per tutta la nostraeconomia e, ciò che è ancor più grave ,per lo stesso approvvigionamento idric odelle popolazioni ;

la gravità del problema è stata pi ùvolte sottolineata sia negli ambienti poli-tici che in quelli tecnici e scientifici ; aquesto proposito va ricordata la recent epresa di posizione del presidente dell'or-dine dei geologi, il quale ha denunciatola mancanza in Italia di qualsiasi pianifi-cazione per lo sfruttamento idrico in con-seguenza, soprattutto, della insufficient econoscenza del sottosuolo; tale cono-scenza è indispensabile per individuar el'ubicazione e l 'estensione delle falde frea-tiche e, quindi, per procedere al loro con-

trollo e al loro razionale emungimento ,che attualmente avviene invece in ma-niera disordinata e selvaggia ;

è operante dal 1984 la legge nazio-nale n . 464 « Norme per agevolare l'ac-quisizione da parte del Servizio geologic o(oggi dipendente dalla Presidenza de lConsiglio) della direzione generale delleminiere del ministero dell ' industria ecommercio ed artigianato di elementi d iconoscenza relativi alla struttura geolo-gico e geofisica del sottosuolo », leggeconcepita con il preciso obiettivo di dareuno strumento conoscitivo della stratigra-fia del sottosuolo anche e soprattutto a ifini della pianificazione per lo sfrutta -mento e il controllo delle falde freati-che –:

quale è il numero totale delle de-nuncie di perforazioni finora pervenute a lServizio geologico nazionale, attualment edipendente dalla Presidenza del Consiglio ;

quale è il numero totale di stratigra-fie di sondaggi (di profondità superiore a i30 metri, così come prevede la legge) in-serite nell 'elaboratore presso il suddettoServizio e rese disponibili per il pubblico ,come previsto dalla legge ;

quali studi a carattere regionalesono stati finora compiuti dal Servizio

geologico, sulla base delle informazioni

stratigrafiche in suo possesso derivant idalla legge 464 e utilizzabili per la piani-ficazione dello sfruttamento delle risors eidriche ;

quale è il numero totale dei tecnic ie dei geologi applicati nei suddetti studi ;

inoltre, tenuto conto delle numerosesegnalazioni di sanzioni amministrative

(non inferiore al milione) irrogate a co-loro che ritardano nel denunciare l'inizioo fine Iavori di perforazione, se rispondaa verità che tali ritardi sono stati in

molti casi da imputare alla mancanza d iqualsiasi regolamentazione di applica-zione della legge stessa e inoltre qual istrumenti impiega il Servizio per indivi-

duare i numerosissimi « abusivi » che,sfuggendo a qualsiasi controllo, non ven-gono multati risultando, quindi, in uncerto senso dei « privilegati », rispetto achi fa il proprio dovere, anche se i nforma giuridicamente non corretta ;

se è vero che allo stato attuale l'u-nica preoccupazione del Servizio è quelladi irrogare le sanzioni, trascurando com-pletamente la parte tecnica che è invec eil vero obiettivo posto dalla legge per i lquale la medesima è stata concepita ;

tenendo presenti i sopraindicati que-siti, se non ritenga necessario e urgente

dare una chiara regolamentazione di ap-plicazione della legge o addirittura ripre-sentare una nuova legge, qualora la legg e464, sia risultata, sulla base della espe-rienza, di difficile applicazione;

se non ritenga di intervenire con lamassima urgenza per dotare il Serviziogeologico di tutti gli strumenti necessar i

a raccogliere e a conservare e memoriz-zare nell'elaboratore elettornico del CE D

(Centro elaborazione dati) tutta la mass adi dati e di informazioni che continuan oa pervenire al suddetto Servizio e cherischiano di andare completamente per-duti con grave danno per la società .

(4-19975)

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GALANTE, CANNELONGA, BOSELLI ,CIVITA, BRESCIA e PERINEI . — Ai Mi-nistri per il coordinamento della protezionecivile e per gli interventi straordinari ne lMezzogiorno. — Per sapere – premess oche :

il terremoto del 5 maggio 1990 hacolpito, insieme a tanti comuni della Ba-silicata, tutta l 'area del subappennin odauno meridionale della provincia di Fog-gia, causando danni alle abitazioni e adaltre strutture pubbliche ;

fino a questo momento si segnalan ocirca seimila casi di lesioni agli edifici ,diversi sgomberi ;

ad un mese dall 'evento calamitosola situazione permane oltremodo confusae grave, tanto più che questi comuni, col-piti dal sisma del 1980, aspettano ancor adi veder completato il processo di rico-struzione che rimane 'incompiuto a caus adella contrazione degli stanziamenti edelle tante dilazioni messe in atto ;

nonostante l 'emanazione dell 'ordi-nanza n . 1907 FPC da parte del Ministeroper il coordinamento della protezione ci -vile, peraltro inadeguata ed insufficiente ,nessun accertamento dei danni è statofinora operato dai previsti nuclei di valu-tazione della regione Puglia ;

questa situazione di paralisi è aggra-vata altresì dal fatto che i comuni colpit isi trovano nell ' impossibilità di reiterarele convenzioni con i tecnici per definirele pratiche del terremoto del 1980 –:

quali provvedimenti intendano adot-tare per fronteggiare gli ultimi eventi ca-lamitosi ;

in quale modo intendano garantirecelerità e rigore nell 'accertamento de idanni reali, evitando sprechi e specula-zioni ;

se non intendano assumere provvedi -menti per consentire la proroga delle con-venzioni stipulate con i tecnici ai sens idella legge n . 219 del 1981 e successiv eintegrazioni .

(4-19976)

TRANTINO . — Al Ministro di grazia e

giustizia . — Per sapere – premesso :

lo stato di agitazione deciso dagliavvocati e procuratori legali del foro d iCaltagirone, a seguito della gravissim acrisi in cui versa l 'amministrazione dellagiustizia di tale circondario, in considera-zione del trasferimento di ben sei magi -strati senza alcuna previsione di sostitu-zione in tempi ragionevolmente brevi ;

a tal carenza dell'organico dei magi -strati, si aggiunge quello, ormai cronico ,del personale di cancelleria e dei collabo-ratori, carenti in ogni settore ;

il predetto stato di agitazione si tra -duce nell 'astensione ad oltranza da tutt ele udienze civili e penali, che rappresent aforma di protesta ferma e decisa nei con-fronti dell'atteggiamento dilatorio ed in -differente assunto sia da codesto Mini-stero che dal Consiglio superiore dell amagistratura – :

quali immediati ed indifferibili prov-vedimenti si intendono adottare al fine d iripristinare gli organici previsti per magi -strati, collaboratori e personale di cancel-leria negli uffici ricadenti nel circondari odel tribunale di Caltagirone ed, in talguisa, consentire la ripresa delle normaliattività giurisdizionali, riconsegnando se-renità all 'ordine professionale interpretein atto del grave disagio delle comunit àdei cittadini ivi residenti, disorientati pe rtanto disinteresse degli organi preposti ,pur sapendo delle antiche e prestigiosetradizioni del tribunale di Caltagirone, di -venuta retorica reminiscenza, per la co-stante ingiuria di silenzi, omissioni, disin-teresse e inerzia di chi altro rispetto devealla pazienza di tanti .

(4-19977 )

RUSSO FRANCO . — Al Ministro del-

l'interno. — Per sapere – premesso che :

la legge 13 maggio 1961, n . 469, hamodificato lo stato giuridico del perso-nale operativo (vigili del fuoco) dipen-

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dente dal corpo nazionale dei vigili delfuoco da militare a civile ;

la legge 8 dicembre 1970, n . 996, hastabilito in 40 ore settimanali, a decor-rere dal 10 gennaio 1972, l 'orario di

la -voro ordinario;

successivamente, la legge quadro su lpubblico impiego, legge 29 marzo 1983 ,n . 93, ha precisato che l 'orario di lavorosettimanale per i pubblici dipendenti è d itrentasei ore settimanali ; la stessa legg eha destinato alla disciplina da definir esulla base di accordi la materia del la-voro straordinario ;

il decreto del Presidente della Re-pubblica 1° febbraio 1986, n . 13, all'arti-colo 9, cita testualmente : « lo straordina-rio non può essere utilizzato come fattoreordinario di programmazione del tempolibero, anche per evitare che la riduzionedi orario si risolva in un puro effetto dimonetizzazione » ;

il Ministero dell'interno, con notadel 31 maggio 1990, protocollo 9222-4139 /8, stabilisce l'impiego di personale d iturno libero, oltre la turnazione ordina-ria, e quindi con prestazioni straordina-rie, per il servizio di vigilanza antincendinegli stadi per il prossimo campionat omondiale di calcio – :

se il Ministro dell 'interno non ri-tenga che il provvedimento sia illegittim operché non può essere imposto ai dipen-denti pubblici di prestare obbligatoria -mente lavoro straordinario, peraltro am-piamente programmabile, anche se s itratta di vigili del fuoco, esclusi i casi d iemergenza per il soccorso ;

se intenda sospendere il provvedi -mento oppure destinarlo al solo personaledei vigili del fuoco che volontariament eintende prestare lavoro straordinario perassicurare il servizio di vigilanza antin-cendi negli stadi .

(4-19978 )

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA ORALE

DEL PENNINO e PELLICANO . — AlMinistro dell ' interno. — Per sapere – pre-messo che :

nella città di Milano si sono molti-plicati negli ultimi tempi gli episodi d imicrocriminalità ;

alcune zone cittadine, in particolarequelle della stazione centrale - piazzaDuca d 'Aosta e del Parco Sempione, sonoquotidianamente caratterizzate da scippi ,spaccio di droga, furti di macchine e ta-glieggiamenti ; -

malgrado alcuni interventi della po-lizia e della vigilanza urbana che, fors ein previsione dei campionati mondiali ,hanno reso più vivibili, ma solo nelle oregiornaliere, le vie adiacenti la stazion ecentrale, la situazione dell 'ordine pub-blico permane grave ;

il sindacato autonomo di polizia haevidenziato come concausa di questa si-tuazione la carenza di circa 700 agenti edi 200 auto di servizio, in città – :

quali provvedimenti abbia assunto ointenda assumere per fronteggiare la de-linquenza nella capitale lombarda .

(3-02447)

FIORI. — Al Ministro di grazia e giusti-zia. — Per sapere – premesso che :

l'organico dei magistrati fortementecarente determina in parte notevole l 'at-tuale crisi della giustizia ;

l 'articolo 110 della Costituzione at-tribuisce al Ministro di grazia e giustizi al 'organizzazione ed il funzionamento deiservizi relativi ;

gli articoli 102 e 106 della Costitu-zione consentono la nomina, anche elet-tiva, di magistrati onorari e la chiamata

all 'ufficio di consiglieri di cassazione, diprofessori in materie giuridiche e di avvo-cati con quindici anni d'esercizio – :

quali siano le ragioni per cui nonvengono utilizzate queste norme costitu-zionali per coprire immediatamente l 'or-ganico dei magistrati, e quali programmiconcreti abbia il Ministero per superarel'attuale drammatica crisi della giustizia .

(3-02450)

NEGRI . — Al Presidente del Consigliodei ministri ed ai Ministri degli affari esteri

e del commercio con l'estero . — Per cono-scere :

1) quali sono le attuali relazioni fraItalia e Cina sia in termini di rapport idiplomatici che di volume di coopera-zione e scambio commerciali, nonché se-condo quali linee e criteri il Governo in -tenda svilupparle anche in relazione al -l 'assunzione da parte italiana della Presi-denza di turno della CEE ;

2) se risponda a verità l'informa-zione circa l'attuale o recentissima pre-senza in Cina di una qualificata missionediplomatica italiana al fine di ripristinaree intensificare la cooperazione economica ,e quali contestuali passi diplomatici sianostati compiuti affinché ad un'eventuale ri-presa della cooperazione economica corri-spondano serie e rigorose garanzie di ri-spetto dei diritti umani, civili e politic iin Cina;

5) quali passi abbia compiuto il Go-verno italiano in relazione alle gravissimenotizie di stampa circa le reiterate esecu-zioni e le « scomparse » di diversi dissi -denti cinesi tra i quali alcuni esponentidel movimento studentesco che animò l aprotesta nonviolenta di Piazza Tienan-men ;

6) quali risposte il Governo intendadare alle reiterate, prepotenti aggressionie pressioni che la diplomazia cinesemette in atto nei confronti di chiunquemiri a sollevare la questione del rispettodei diritti umani da parte del Governo diPechino ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

5) quali pressioni siano state eserci-tate dalla diplomazia cinese in relazionealla visita in Italia del capo del governotibetano in esilio, S .S . il XIV Dalai Lama ,premio Nobel per la pace 1989 ;

6) per quali ragioni il Governo ita-liano non ha accolto né ricevuto – a dif-ferenza delle autorità norvegesi, belghe ,cecoslovacche, che pure intrattengono re-lazioni diplomatiche ed economiche conla Cina – il XIV Dalai Lama ;

7) quali passi internazionali il Go-verno intenda compiere per arrestare i lvero e proprio genocidio del popolo tibe-tano e il tentativo di sistematica distru-zione dell ' identità civile, culturale, reli-giosa rappresentata dal Tibet ; e se nonritenga ormai improrogabile manifestareil proprio appoggio alla volontà di dia -logo e di pace del Dalai Lama e conse-guentemente al piano di pace in cinqu epunti illustrato sia al Congresso degl iStati Uniti che al Parlamento europeo ;

8) quali passi internazionali il Go-verno intenda compiere nel corso dell aPresidenza di turno della CEE per l apiena affermazione dei diritti umani sul -l ' intero territorio della Repubblica popo-lare cinese .

(3-02451 )

VITI . — Al Presidente del Consiglio de iministri e al Ministro per il coordinament odella protezione civile . — Per conoscere –premesso che :

l 'ordinanza adottata dal Ministroper il coordinamento della protezione ci -vile, a mezzo della quale vengono indivi-duati i comuni colpiti dal sisma del 5maggio scorso stanno suscitando legittimee fondate reazioni da parte dei comun iesclusi per effetto di una inadeguata gri-glia selettiva ;

la regione Basilicata ha manifestato ,anche nel corso di un incontro con l adelegazione dei parlamentari organizzatoil 4 giugno a Potenza, la disponibilità acooperare con le strutture ministeriali per

la definizione, la più rigorosa, obiettiva ecomplessiva mappa dei danni inferti da lsisma;

sono necessari, anche a seguito d iuna verifica che è urgente realizzare co nla regione, un aggiornamento e adegua-mento dell 'elenco dei comuni colpiti ,sulla base di più approfondite indaginitecniche – :

quali urgenti iniziative si intendanoassumere al fine di replicare all'insor-gente e montante protesta di comunit àcosì duramente penalizzate .

(3-02452 )

d 'AMATO LUIGI . — Ai Ministri dell ' in-terno e di grazia e giustizia. — Per sapere– premesso che la cittadinanza di Fiuggiè da tempo in lotta per ottenere unagestione delle ben note Terme locali aprevalente partecipazione del comune eche tale iniziativa viene continuament econtrastata dal « dottor », ossia il signor ,Giuseppe Ciarrapico, che ha cercato intutti i modi di difendere il proprio inte-resse a conservare anche dopo la sca-denza il contratto di gestione esclusiva –se e in quali termini vi sia stato unintervento governativo, diretto o indiretto ,a favore del predetto gestore, considerat oche un notevole contingente di polizia edi carabinieri è stato ed è tuttora impe-gnato per mantenere l'ordine pubblico aseguito di episodi poco chiari e assai am-bigui ;

e per conoscere se la polizia – chenei giorni scorsi ha bloccato in via Mero -pia a Roma dove abita l 'ex sindaco de ,Antonio Casatelli, e dove in quel precisoistante transitava sul marciapiede dellastessa strada romana il nominato Ciarra-pico, evidentemente di guardia nei pressidell'abitazione dell'allora sindaco perneutralizzare una decisiva iniziativa del-l 'amministrazione comunale di Fiuggi –era intervenuta in forze su richiesta dellostesso Ciarrapico e/o su disposizione diorgani governativi e quali ;

e per sapere infine come il Governointenda tutelare il diritto della cittadi-

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

nanza di Fiuggi a gestire nell ' interessegenerale una risorsa che incontestabil-mente le appartiene e quali iniziative ri-tenga di poter attuare con urgenza perriportare la calma a Fiuggi e per farcessare le varie forme di intimidazione acui il vice sindaco Paris ed altri espo-nenti locali sarebbero tuttora sottopost ida un ben individuato gruppo di potere edi interesse .

(3-02453 )

MELLINI, CALDERISI, d 'AMATOLUIGI e ZEVI . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri ed ai Ministri del tesoro,del bilancio e della programmazione econo-mica, delle partecipazioni statali e di grazi ae giustizia. — Per conoscere se siano in -formati del fatto che molti istituti ban-cari, presso i quali dei magistrati dispon-gono indagini relative ai conti, affari, de-positi od altro di determinati soggetti, –indagini che anche secondo la giurispru-denza della Corte di cassazione posson oessere effettuate indipendentemente dall aposizione di imputato o semplicemente d iindiziato di reato del soggetto cui si rife-riscono, tanto da poter essere disposti an-che nei confronti di parlamentari senz abisogno di autorizzazione a procedere, –sono soliti inserire i nominativi delle per-sone in questione nell 'elenco degli « in-quisiti », operando quindi nei loro con-fronti restituzioni, interdizioni, rifiuti d iaperture di credito eccetera, come se s itrattasse di persone sottoposte a procedi -menti quanto meno di prevenzione, congrave danno personale e per l'economi apubblica .

Chiedono di conoscere se non si ri-tenga opportuno, anche allo scopo di no ncreare ulteriori interferenze e conseguenz enegative dell 'attività di indagine giudizia-ria rispetto alle esigenze di tutela di le-gittimi interessi di persone coinvolte nelleindagini stesse a titoli non riconducibil ialla posizione di indiziati o di imputati ,disporre con opportune direttive di ordin egenerale che nelle banche dati degli isti-tuti di credito sia fatta opportuna distin-zione tra i nominativi di imputati ed in -

diziati e quelli di soggetti cui i contratt ibancari possano essere stati estesi ad al-tro titolo .

Chiedono di conoscere se non appaiaopportuno, nei casi in cui i magistrat idispongano controlli bancari nei confront idi persone cui non sia stata inviata e nonappaia necessario inviare comunicazionedi garanzia, che il provvedimento precisitale condizione della persona cui si riferi-sce e che alle banche sia tempestiva-mente comunicato, nell 'ipotesi in cui l aposizione del soggetto abbia a variare, i lvenir meno della eventuale posizione de lsoggetto di indiziato eccetera .

Chiedono di conoscere se non si ri-tenga che la trascuratezza di qualche ma-gistrato nell'osservare tali elementari do-veri di rispetto della personalità e degl iinteressi di cittadini meriti di essere og-getto di iniziative disciplinari da partedel Ministro di grazia e giustizia, anch eper le conseguenze d'ordine generale chene derivano, sia nell ' intralcio al corso de llavoro bancario e del normale flusso delcredito, sia nel controllo effettivo e tem-pestivo di operazioni di persone real-mente sospette e legittimamente soggett ea misure restrittive .

Chiedono di conoscere se gli interro-gati siano informati dei comportament idel sostituto procuratore della Repubblicadi Reggio Calabria, dottor Bruno Gior-dano, che indaga sull 'assassinio dell 'ono-revole Ligato, comportamenti che sem-brano diretti a provocare il maggior disa-gio possibile a persone non raggiunte daalcun sospetto o indizio di reato, con mo-dalità quali quelle sopra ricordate .

(3-02454 )

RUSSO FRANCO, RONCHI, RUTELLIe TAMINO . — Al Ministro dell' interno . —Per conoscere – premesso che :

fonti giornalistiche riportano la noti -zia che il comitato centrale tecnico scien-tifico per la prevenzione degli incendi ,che si è riunito in seduta straordinari apresso il Ministero dell 'interno non haconcesso la prescritta agibilità allo stadi oOlimpico di Roma ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

secondo quanto si apprende dagl iorgani di informazione, durante la ristrut-turazione dello stadio non sono state os -servate alcune norme di sicurezza pre-scritte dal

decreto

ministeriale

del 25agosto 1989 che disciplina la costruzionee l 'esercizio degli impianti sportivi ;

in particolare, sarebbe stato ignoratol 'articolo 3 del decreto ministeriale del 2 5agosto 1989 che fissa l'altezza del passocarraio per i mezzi di soccorso verso i lcampo di calcio in non meno di quattrometri, mentre attualmente si superano d ipoco i tre metri, impedendo l'eventual epassaggio ai mezzi dei vigili del fuocoche dovrebbero prestare soccorso in cas odi emergenza ;

non sarebbe stato osservato anchel 'articolo 10 del suddetto decreto che pre-vede un passaggio largo almeno un metroe venti ogni quindici gradoni ; infatti ,questi corridoi sono scomparsi del tutto ,evidentemente per utilizzare tutto lo spa-zio disponibile per le poltroncine degl ispettatori ;

è stata inoltre, ignorata la norma ,prevista sempre dall 'articolo 10 del de-creto, che prescrive altezze identiche pe ri gradini in tutti i locali di pubblico spet-tacolo, mentre all 'Olimpico l 'altezza deigradini non è uniforme ;

mancano, inoltre, i due varchi versoil campo di gioco previsti dall 'articolo 8del decreto ;

esponenti del comitato centrale tec-nico scientifico per la prevenzione degl iincendi hanno lamentato anche il fattoche il Coni abbia atteso gli ultimissimigiorni, la lettera di richiesta è giunta soloil 30 maggio, per presentare la domandadi deroga, saltando sia il comando pro-vinciale dei vigili del fuoco che l'ispetto-rato regionale e senza supportare la ri-chiesta con le necessarie relazioni tecni-che; tutto ciò nonostante i sei mesi ditempo per presentare la domanda al co-mitato ;

la responsabilità di approvare l 'agi-bilità dello stadio è ora direttamente d icompetenza del Ministro dell'interno

se quanto esposto risponda al vero ese vi siano altre motivazioni, oltre quell esuddette, per le quali il comitato central eabbia negato l'agibilità allo stadio Olim-pico;

quali siano gli intendimenti del Mi-nistro, visto che se a suo tempo si èritenuto necessario emanare un decret ocon norme precise a garanzia della sicu-rezza collettiva, oggi non si può certo fa rfinta di niente e derogare a queste normecome se fossero qualcosa di facoltativo ;

se non ritenga necessario e doveros ocondizionare la concessione dell 'agibilitàdell 'Olimpico alla messa in atto di mi-sure tese al rispetto delle norme di sicu-rezza, per la loro natura assolutamenteinderogabili e prioritarie rispetto a qua-lunque altra considerazione .

(3-02455)

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

INTERPELLANZ E

I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri delle aree urbane e del bilancioe della programmazione economica, perconoscere quali iniziative essi intendanopromuovere con urgenza nella città d iNapoli :

a) per bloccare immediatamente lacostruzione di parcheggi di autoveicoli d icui è prevista la collocazione in alcun idei più congestionati e delicati luoghi de ltessuto urbano della città . L 'attuazione ditali parcheggi, dissennatamente deliberat ida una amministrazione commissariale ,produrrebbe danni irreparabili al territo-rio cittadino, accentuando il carattere distrade di collegamento di una serie di vi edei quartieri residenziali, con inevitabileaggravamento del già caotico traffico ur-bano ed ulteriore insopportabile aumentoa dismisura dei livelli di inquinamentodell'aria circostante edifici di civili abita-zioni ;

b) per rovesciare la logica criminos adi un tale perverso progetto, dando prio-rità alla costruzione. – peraltro assai pi ùagevole e di gran lunga meno dispendiosa– di parcheggi siti in idonee aree dell aperiferia e delle adiacenze agli svincol idelle autostrade e della tangenziale, do-tati di un sistema di interscambio – inte-grazione fra trasporto privato e trasportopubblico (quest 'ultimo abilitato al colle-gamento con il centro cittadino) ;

c) per fare il punto sul problem adelle risorse finanziarie disponibili (sia d icontributi in capitale, sia di crediti gi àerogati) al fine di coordinare un pro-gramma rispondente agli indirizzi dellalegge Tognoli ;

d) per coordinare i vari impegnidelle amministrazioni locali e regionalecompetenti, secondo un criterio – stant el'importanza dell'area metropolitana na-

poletana – che non può non avere rile-vanza nazionale ed europea .

(2-01020) « Alinovi, Nappi, Francese, Ge -remicca, Ridi » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro dell'industria, del commercio edell'artigianato, per sapere – premessoche :

la centrale nucleare Superphenix si-tuata a Creys-Malville in Francia a poch ichilometri dal confine italiano, è d inuovo ferma dopo essere stata rimessa i nmarcia il 13 aprile 1990 (si ricorda ch eera bloccata da tre anni in seguito a duna fuga di sodio dal serbatoio per igruppi di elementi di combustibile irra-diato) ;

dopo soli quindici giorni dal suoriàvvio, il 28 aprile 1990, si è verificatoun nuovo incidente, un 'altra fuga di so -dio, stimabile intorno ai 30 litri, dal cir-cuito di raffreddamento principale, piùprecisamente da una saldatura in uscit adel sistema di depurazione, contenuto i nuno dei quattro circuiti che collegano i lnocciolo con i generatori di vapore ;

fortunatamente a causa della tempe-ratura relativamente bassa del sodio (11 5°C, il sodio è liquido dai 110 °C) che lorendeva vischioso e per l 'assenza di rot-ture sulle parti metalliche, non si è inne-scato un incendio, che avrebbe potutopropagarsi a tutto il circuito ;

va ricordato che durante il funziona -mento a regime il sodio è ad una tempe-ratura di più di 345 °C dentro ai quattrocircuiti che ne contengono 320 tonnellateciascuno, ove circola alla velocità di 3tonnellate al secondo, una fuga all 'ariaavrebbe dato luogo ad un incendio imme-diato in quanto il sodio liquido si in -fiamma a contatto con aria ed acqua ;

questo incidente è la dimostrazionedella pretestuosità delle affermazioni fattein occasione della scorsa fuga di sodio ,cioè che questa era causata dalla erratascelta dell 'acciaio per il serbatoio del

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

combustibile irradiato (acciaio 15D3), in -fatti il 28 aprile 1990 la fissurazione èavvenuta da tubi di acciaio inossidabile ,materiale di cui è costituito tutto l'im-pianto di raffreddamento ;

cadono così le ipotesi secondo cui i lproblema delle fuoriuscite di sodio eralimitato al serbatoio di stoccaggio de lcombustibile irradiato, coinvolgendo tuttele scelte progettuali di questa centrale ;

questo nuovo incidente dimostra an-cora un volta la estrema pericolosità d iun impianto che, se soggetto ad incidentegrave, potrebbe devastare una vasta zonapopolata da milioni di persone;

la partecipazione italiana al progettoSuperphenix è stata già censurata dal po-polo italiano con il referendum del 1987 ;

la Camera con una mozione appro-vata il 14 febbraio 1989 impegna il Go-verno a non sostenere nuove spese per larealizzazione del progetto Superphenix – :

a quanto ammonterà la spesa pe rl'ENEL conseguente a questo ennesim oincidente;

qual'è stata, dal 1989 ad oggi, laspesa sostenuta dall 'ENEL per la gestionedel progetto Superphenix;

se non intenda il Governo, di frontea questa nuova dimostrazione della peri-colosità della centrale Superphenix, dareformalmente attuazione al dettato refe-rendario che prevedeva la fuoriuscita del -l ' Italia dal progetto stesso .

(2-01021)

« Russo Spena, Arnaboldi » .

I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri della sanità, dell 'ambiente, pergli interventi straordinari nel Mezzo -giorno, dell 'interno e delle finanze, perconoscere :

a) per quali motivi l 'acqua erogatain alcuni quartieri di Napoli ancora no nsia stata dichiarata « non potabile », mal -grado che il dibattito parlamentare e l estesse pur ambigue dichiarazioni del Mi-nistro nella seduta del 17 anrile 1990

nella Camera dei deputati, avessero evi-denziato la necessità di tali dichiarazioni ;

b) quali misure siano state adottat e

per fornire quotidianamente l'acqua pota-

bile alle popolazioni delle zone colpite ,

almeno per bere e per gli usi alimentari ;

c) quali provvedimenti siano stat iadottati per ottenere – come già richiestodai sottoscritti – una vendita a bassoprezzo delle acque minerali in tutta l 'a-rea napoletana, dati gli enormi consumi el 'ingente spesa di approvvigionamentoche ricade su economie familiari, già cos ìprovate ;

altresì, se non intendano – anche d i

fronte alle giuste manifestazioni di collera

popolare – promuovere una gestione stra-ordinaria dell'azienda AMAN, affidandola

a persone di alta competenza tecnico-am-ministrativa, sicuramente estranee a igiuochi clienterali ed affaristici locali .

(2-01022) « Alinovi, Geremicca, Francese ,Ridi, Nappi » .

I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri della sanità e dell'ambiente, pe rconoscere i dati dell'inquinamento atmo-sferico rilevati nella città di Napoli dal-l 'assessorato all'ambiente e all'ecologi adell'amministrazione provinciale di Na-

poli, nonché quelli raccolti da altri enti o

organizzazioni qualificate ;

per conoscere, altresì, quali urgent imisure il Governo abbia predisposto perfar fronte alla gravissima aggressione all asalute dei cittadini napoletani, in conside-razione anche dell 'inerzia delle autoritàlocali che, finora, non hanno fatto ricors oneppure ai provvedimenti adottati dalla

città di Milano, quantunque gli indici d i

inquinamento del capoluogo partenope o

siano ancora più allarmanti di quell o

lombardo.

(2-01023) « Alinovi, Francese, Geremicca ,Ridi » .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

Il sottoscritto chiede di interpellare iMinistri della difesa e di grazia e giusti -zia, per sapere se il Governo non ritengadi comunicare alla Camera le informa-zioni in suo possesso sulla strage d iUstica ed in particolare quelle relative a itracciati radar di Grosseto, che se confer-mati, segnalerebbero la prova di unaazione di guerra sui cieli italiani il 27giugno 1980 che sarebbe stata occultataal Capo delle forze armate, al Governodella Repubblica, al Parlamento italiano .Poiché, nel caso di conferma delle pi ùrecenti informazioni dei tracciati del ra-dar di Poggio Ballone, si confermerebberoanche manipolazioni delle registrazion idel radar di Marsala ed emergerebbe l adrammatica conferma che le ottantun ovite umane stroncate sul cielo di Ustic asono state vittime non di una indiscrimi-nata azione di terroristi non identificati ,ma di responsabilità, certamente non vo-lute ma altrettanto certamente identifica -bili almeno per ciò che attiene all'occul-tamento delle prove .

Per sapere altresì se il Governo nonritenga di dover urgentemente rispondereper stroncare ogni forma di speculazionepolitica che suona come aperta offesa allamemoria delle vittime, al dolore dei fami-liari, alle responsabilità istituzionali dell ademocrazia : dove può certamente succe-dere che 81 persone vengano uccise, nondeve e non può succedere che si copranole responsabilità di chi le ha uccise, an-che involontariamente, restringendosi cosìle responsabilità di chi ha occultato leprove non fornendo informazioni veritierealle istituzioni della Repubblica .

(2-01024)

« Piro » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, pe rsapere – premesso ch e

la situazione dell 'approvvigiona-mento idrico a Napoli è divenuta semprepiù drammatica, dato che l ' immissione d inuovi quantitativi d 'acqua ha comportato

il convogliamento di minerali che hann oinquinato un 'acqua già inutilizzabile, eper bere e per pulire ;

l ' inettitudine dell 'amministrazione edei responsabili dell 'azienda municipaleha reso più drammatica la situazione,dato che la rete idrica è tenuta in condi-zioni disastrose;

la distruzione del territorio, delle ri-sorse idriche, l'inquinamento delle falde, imutamenti del clima che stanno provo-cando una tropicalizzazione delle precipi-tazioni sono le cause di fondo che nonvengono rimosse ;

a Napoli si è speculato sulla setesenza che le autorità provvedessero pe rtempo a rifornire l 'acqua e a calmierare iprezzi – .

quali misure il Governo intenda as-sumere per garantire l'approvvigiona-mento di acqua non inquinata, per av-viare a soluzione il problema della con-servazione e tutela delle falde, per rinno-vare la rete idrica e per un piano dirisanamento delle fognature, depurazion ee smaltimento dei fanghi ;

a che punto è la situazione dell acostruzione degli acquedotti meridionali equali sono le cause e le responsabilità deiritardi nel completamento delle opere .

(2-01025) « Russo Franco, Rutelli, Ta-mino, Ronchi » .

Il sottoscritto chiede di interpellare iMinistri della difesa e di grazia e giusti -zia, per sapere –

in relazione agli sviluppi dell'inchie-sta giudiziaria sulla tragedia di Usticadel 27 giugno 1980 ed alla ventilata in-chiesta del Consiglio superiore della ma-gistratura sulle indagini svolte dalla ma-gistratura romana sulle cause della scia-gura e sul ruolo dello stato maggiore del-l'Aeronautica e degli ufficiali, dei sottuffi-ciali e dei militari dei centri radar diMarsala e del 21 Cram di Poggio Ballon e(Grosseto) ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

e considerato che l'assurda confu-sione che l'ha finora caratterizzata pu òavere favorito la spaccatura (tre a due )dei commissari che hanno redatto la su-per-perizia di recente consegnata al giu-dice istruttore e al sostituto Procuratoredella Repubblica che conducono l ' inchie-sta sulle cause dell 'abbattimento del DC9 dell 'Itavia caduto nel mare di Ustica – :

quale sia la spiegazione, ufficial-mente fornita, del ripetuto sequestro, ese-guito la prima volta 1'8 agosto 1988 aPoggio Ballone e nuovamente il 22 no-vembre 1989 presso lo stesso Comandoradar, dell ' identico materiale che dovevagià essere in possesso dei giudici romani ,materiale che sarebbe poi pervenuto aRoma appena qualche settimana fa, prati-camente con un ritardo di oltre 5 mes isulla data del secondo sequestro;

e se questo nuovo ritardo di circadue anni nello sviluppo di un 'inchiestache si trascina ormai da circa un decen-nio sia frutto esclusivo del caos cheemerge dal tentativo di ricerca della ve-rità o non sia piuttosto, in tutto o i ngran parte, il prevedibile effetto di un aintricata serie di omissioni e di atti fuor-vianti deliberatamente commessi per im-pedire l 'identificazione dei responsabil idell 'occultamento di prove e notizie deci-sive per contrastare la ricerca della ve-rità .

(2-01026)

« d'Amato Luigi » .

Il sottoscritto chiede di interpellare i lMinistro dell ' interno, per sapere – consi-derato che :

nella distribuzione delle schede elet-torali per i referendum del 3 e 4 giugno s isono verificati gravissimi ritardi ed in al -cune province i tagliandi non distribuit isarebbero in percentuali straordinarie ;

non tutti i comuni hanno pubbliciz-zato adeguatamente la scadenza referen-daria ed in alcuni casi la stampa parle-rebbe addirittura di boicottaggio ;

soltanto un mese prima la macchinaorganizzatrice elettorale ha funzionato ,come di consueto, in forma unanime-mente ritenuta più che soddisfacente – :

se non ritenga di avviare una inda-gine preliminare al fine di accertare se v isiano state delle indisponibilità della bu-rocrazia che, in definitiva, si sarebberotradotte in vero e proprio sabotaggio .

(2-01027)

« Fiandrotti » .

Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed i lMinistro dell'interno, per sapere – pre-messo che :

nel comune di Ravenna è esplosa inqueste ultime settimane, con grande ecopresso la stampa e la pubblica opinione ,la vicenda delle schedature politiche, po-ste in essere preventivamente alla scelt adel difensore civico che quella ammini-strazione comunale intende nominare . Inparticolare – a quanto risulta dalle crona-che di stampa e da fonti politiche ammi-nistrative consultate – nel fascicolo rela-tivo alla pratica in questione, depositatoin comune, è stato reperito un appuntodattiloscritto, contenente « informazioni »raccolte su possibili candidati, dove addi-rittura, in un caso, l'appartenenza poli-tica alla DC viene definita una controin-dicazione ;

l'assessore ai nuovi diritti di quelcomune, il comunista dottor Alberto Re-bucci, prima ha negato di aver mai vist oo tanto meno commissionato tale docu-mento, addirittura tentando di distrug-gerlo sotto gli occhi di diversi consiglier icomunali, e poi lentamente ha modificatoatteggiamento, cominciando ad ammet-tere di saperne qualcosa, pur sempre pro-clamando buona fede e correttezza ;

il dottor Massimo Valenti, comuni -sta, allora responsabile del reparto diritt idel cittadino del comune di Ravenna ,prima ha negato di aver steso quel docu-mento, ove compaiono valutazioni di pre-giudizio politico e professionale, poi ha

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 5 GIUGNO 1990

ammesso di esserne l 'autore, sostenendocuriosamente di averlo fatto « per suaesclusiva memoria », con ciò volendo farecredere che sia possibile passare il pro-prio tempo d 'ufficio scrivendo document i« riservati » . . . a sé, e di cui però soloaltri (per esempio, eventualmente, l 'asses-sore Rebucci) avrebbe potuto, per cos ìdire, giovarsi ;

la pubblica opinione è oggi decisa -mente e giustamente allarmata e preoccu-pata (come si evince dalla documenta-zione giornalistica relativa al caso) pe run fatto assolutamente inquietante, d acui sembra emergere il famigerato me-todo della schedatura politica come para-metro per ottenere o no posti e responsa-bilità ;

la gravità dell 'accaduto e quella de -gli interrogativi connessi sono tali da do-ver travalicare necessariamente i soli con -fini del comune di Ravenna –:

quali iniziative il Governo intend aassumere per chiarire l'intera vicenda ,appurando ogni forma di eventuale re-sponsabilità, sia civile che penale, e ri-portando così fiducia e serenità fra l apubblica opinione sconcertata e allar-mata .

(2-01028)

« Ricci » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro di grazia e giustizia, per cono-scere – premesso che:

il 27 febbraio 1990 si sarebbe do-vuto svolgere un convegno a Rebibbia-casa circondariale sui problemi di unasoluzione politica dell 'emergenza a cuiavevano garantito la partecipazione, oltreal cosidetto polo di convergenza, costi-tuito da Curcio, Iannelli, Bertolazzi edaltri, più di 30 parlamentari, giornalisti ,sindacalisti, esponenti dell 'associazioni-smo;

il convegno venne sospeso su richie-sta personale del Ministro di grazia egiustizia per considerazioni di opportu-nità politica ;

il 3 maggio 1990 i parlamentar iGiuliano Amato, Mariapia Garavaglia ,Giacomo Mancini, Pierluigi Onorato, Ste-fano Rodotà, Franco Russo, Luciano Vio-lante, Emilio Vesce e padre Ernesto Bal-ducci, hanno avanzato una richiesta – ri-volta al presidente Nicola Amato – d i

fissare una nuova data per il convegno;

in colloqui con il presidente NicolaAmato era stata concordata la data del

12 giugno ;

ancora una volta il Ministro di gra-zia e giustizia blocca il convegno in que-stione, nonostante l'ampio schieramentopolitico, parlamentare e culturale che n esostiene l 'opportunita e l 'urgenza – :

quali siano i motivi di tale ostilit ànei confronti dell'ampliamento del dia-logo tra i detenuti politici e le forze asso-ciative, sindacali, culturali e politiche ;

se non ritenga che il superament odell'emergenza sia un impegno indilazio-nabile e che vada favorito il dialogo tra

detenuti politici e società ;

se non ritenga che il convegno di

Rebibbia sia un 'occasione preziosa d iconfronto per superare una cultura d iguerra e di vendetta di cui è impregnat ala politica dell'emergenza .

(2-01029)

« Russo Franco, Vesce » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i l

Ministro dell ' interno, per sapere – pre-messo che:

anche il 3 giugno durante le opera-zioni elettorali referendarie sono avvenutiepisodi di intimidazioni per impedire chei cittadini si recassero a votare medianteazioni di picchettaggio ai seggi, per esem-pio a Gardone Val Trompia e a Cava deiTirreni, immediatamente denunciati dall eassociazioni ambientaliste, dai comitatipromotori dei referendum e da parlamen-

tari ;

sono avvenute azioni di vero e pro-prio ricatto, di incetta e di illecita rac-colta di certificati, che rappresentano

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forme di controllo del voto tese anche ascoraggiare la partecipazione al referen-dum;

la stampa e la distribuzione dei cer-tificati hanno subito ritardi intenzional-mente finalizzati a favorire la campagnaastensionista tesa a delegittimare l ' isti-tuto referendario ;

nella giornata del 3 giugno una de -legazione composta da Fulco Prates i(WWF), Ermete Realacci (Lega Ambiente )e i parlamentari Amendola, Pannella eFranco Russo si è recata al ministero del -l'interno senza trovare alcun responsabil epolitico, dato che né il Ministro né i sot-tosegretari sono stati presenti al mini-stero per dirigere le operazioni volte agarantire la correttezza delle procedureelettorali ;

questa latitanza è l'ulteriore segn odella volontà delle istituzioni di favorirel 'astensionismo tollerando iniziative ille-gali – :

perché né il ministro né i sottosegre-tari fossero presenti al Viminale dome-nica 3 giugno ;

perché non siano state adottate tem-pestive misure per la distribuzione i ntempo utile dei certificati ;

perché è mancato l'intervento perimpedire tutte le forme di intimidazion edenunciate .

(2-01030) « Russo Franco, Procacci, Calde -risi, Ronchi, Scalia, Rutelli ,Donati, Mattioli, Tamino ,Lanzinger » .

4. 4. *

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MOZION I

La Camera ,

premesso che :

in questi ultimi mesi è ripetuta -mente venuta alla cronaca del « caso Na-poli » anche la questione della potabilit àdell 'acqua che in questa città esce da irubinetti ormai a livello melmoso ;

gli enti locali ed i vari ministericompetenti continuano a « palleggiarsi »competenze e provvedimenti, mentre l amagistratura apre inchieste a ripetizion esollecitate dai servizi territoriali di alcun eUSL, associazioni ambientaliste e singol icittadini ;

i cittadini napoletani ormai esaspe-rati hanno intrapreso drammatiche mani-festazioni di protesta in quanto, come ècomprensibile, è impossibile panificare ,mangiare e lavarsi ;

i prezzi dell'acqua minerale, beneindispensabile alla sopravvivenza, sono le -vitati e non solo in conseguenza degl iaumenti decisi dal Governo ;

dagli organi di stampa si apprendeche tra i provvedimenti urgenti sarebberoprevisti nei prossimi giorni gli arrivi d iacqua « pulita » con unità della Croc eRossa e quindi la drammaticità della si-tuazione si evince dagli interventi ch enormalmente vengono attuati verso ipaesi del Terzo Mondo con la differenzache Napoli è la terza città d'Italia pernumero dì abitanti e quindi non è unpaese sottosviluppato da aiutare con l asola « generosità » ;

Napoli è un « caso nazionale », nonsolo perché in questi giorni è una dell ecittà ospiti dei mondiali di calcio ma, i nsenso lato, la « sete » di tutto il Sud (ved ila Sicilia) è un caso che investe e f asoffrire circa il 50 per cento della popola-zione italiana;

impegna il Governo

allo scopo di alleviare almeno par-zialmente il disagio della popolazione na-poletana, a decretare per ragioni di emer-genza sanitaria, ambientale e di ordinepubblico, misure concrete quali la distri-buzione gratis di almeno 2 litri di acqu aminerale pro-capite al giorno e la sospen-sione del pagamento delle bollette dell'ac-qua in quanto í napoletani subirebberooltre il danno anche la beffa ;

a dare immediate disposizioni affin-ché siano puniti eccessi e speculazioni ,tenendo conto che attualmente una botti -glia di acqua minerale, quando si trova,arriva a costare anche 4 .000 lire ;

a predisporre, in tempi brevi e co nuna programmazione risolutiva, il risana -mento dell 'acquedotto campano e, piùspecificatamente, a bloccare, come risult arispondere al vero, l ' immissione delle ac-que provenienti dal Lufrano che necessi-tano di bonifiche ed a predisporre il com-pletamento, peraltro agognato da circa unventennio, del tratto di acquedotto detto« Campania Occidentale » affinché le solu-zioni « tampone » non diventino definitivoalibi di compiacenza, come troppo spessoaccade, per evitare accertamenti di re-sponsabilità .

(1-00396) « Capanna, Cima, Russo Franco ,Ronchi, Mattioli, Scalia, Ta -mino, Procacci, Salvoldi, Fi-lippini Rosa, Russo Spena » .

La Camera ,

considerato che la Conferenza nazio-nale della emigrazione, nel documentounitario approvato il 3 dicembre 1988 ,aveva constatato la gravità della situa-zione dei nostri emigrati in America La-tina ed aveva insistito sulla urgenza diprovvedimenti a favore dei nostri conna-zionali per le loro disastrose condizion ieconomiche ;

preso atto che da allora, purtroppo ,nonostante le prese di posizione anche

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del Comitato parlamentare della emigra-zione, ogni promessa e ogni impegnosono rimasti completamente disattesi ;

ritenuto urgente e non più dilaziona -bile assumere una definitiva risoluzione,coinvolgendo il Parlamento ed il Governo ,con particolare riferimento all 'Argeptina eciò a causa della gravissima crisi econo-mica di quel Paese . Lo stato della nostracomunità è divenuto insostenibile, tal -volta ai limiti della sopravvivenza ; la ri-chiesta al nostro Governo proposta solen-nemente ed approvata ormai da anni ,non ha avuto alcun seguito e non è' ma istato concesso l 'assegno sociale o altraindennità straordinaria, o altro aiuto e gl iitaliani in Argentina sono giunti ad « as-sediare » i nostri Consolati perché s iponga fine a questo dramma, implorandoil ritorno in Patria, per avere una occupa-zione ;

poiché tutto ciò dimostra che è indi-spensabile risolvere questo problemanella immediatezza e chiudere questo tor-mentato periodo, ricordando quanto è do-vuto dalla Patria a quanti hanno lasciat ola loro terra per necessità e che con sa-crifici hanno sempre dato prestigio all'I -talia e con il loro lavoro hanno contri-buito a dare ovunque progresso e civiltà

impegna il Governo

a predisporre subito un piano orga-nico di rientro e di occupazione da tra-smettere a tutti i nostri consolati i nmodo da dare precedenza assoluta ai no-stri emigranti per il ritorno e dare con-temporaneamente a loro la sicurezza che ,con_ il rientro, sia garantito loro il post odi lavoro ;

per attuare questa indispensabil einiziativa, a chiudere le frontiere nei con-fronti di qualsiasi tipo di immigrazione eper qualsiasi motivazione, in modo chepossa essere riservata in via prioritaria l apossibilità del ritorno e del lavoro ai no-stri connazionali che si trovano ormai i n« disperate condizioni », poiché è parados-sale, vergognoso ed ingiusto che venganolasciati « alla fame » nostri connazionali

all 'estero nel momento stesso in cui ven-gono favoriti immigrati dei paesi extraco-munitari .

(1-00397)

« Tremaglia, Servello » .

La Camera ,

considerato che :

nella seduta del 5 giugno 1990 i lPresidente del Consiglio dei ministri h arisposto alla interpellanza n . 2-01009 ,nella quale si chiedeva :

a) quali siano state le indicazioni ele decisioni prese in sede governativa ne lcorso del tempo e se tutti gli atti com-piuti da membri del Governo stesso sianostati conformi alle decisioni assunte ;

b) se membri del Governo, in parti -colare il titolare del Ministero degli affar iesteri, si siano adoperati direttamente oindirettamente, con la mobilitazione d ipubblici funzionari e di pubbliche risorse ,per esercitare pressione sui paesi membr idel Bureau International des exposition sal fine di indurre la scelta di Venezia ocomunque della regione Veneto qual esede dell'Expo 2000 ; e, nel caso afferma-tivo, che giudizio si dia di tali atti ;

c) quali atti il Governo intendacompiere immediatamente nei confront idella scelta del BIE del 14 giugno e, co-munque, quali indicazioni si intendanodare prima di quella data ; se cioè si in-tenda ritirare la candidatura di Venezi ao, in caso diverso, quale sarà il mandat oal rappresentante dell'Italia nel BIE ;

d) come si intenda tenere conto delvoto a grandissima maggioranza assunt odal Parlamento europeo con il quale siscongiura la scelta di Venezia come unavera e propria catastrofe ; e nel caso incui il Governo non intenda onorare espli-citamente la decisione dell 'alto consessoeuropeo, come il nostro paese possa assu-mere la presidenza di turno della Comu-nità europea avendo tenuto in dispregi ol'indicazione esplicitamente assunta dall aistituzione europea oggi più rappresenta-tiva :

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e che la risposta e le relative spiega-zioni hanno lasciato profondamente in -soddisfacenti gli interpellanti ,

impegna il Governo

a ritirare formalmente la candidatura d iVenezia come sede dell'Expo 2000 conuna decisione che intervenga prima dell ariunione del Bureau International des Ex-positions del 14 giugno 1990 .

(1-00398) « Teodori, Zevi, Calderisi, Mel-lini » .

(Mozione presentata a norma dell'articolo138, comma 2, del regolamento) .

La Camera ,

di fronte al susseguirsi di proposte, d ipreoccupazioni e di iniziative (anche adalti livelli istituzionali) in ordine alla solu-zione di problemi istituzionali, fra i qualiil cosiddetto « ingorgo » del 1992 per l aconcomitante scadenza del settennato dell aPresidenza della Repubblica e della X legi-slatura repubblicana, « ingorgo » risolvi -bile con una adeguata interpretazionedello scopo del « semestre bianco », dettat oper vietare la riduzione della durata dell alegislatura ad un Presidente della Repub-blica alla scadenza del settennato e nonper il caso di scioglimento delle Camerealla scadenza della legislatura ;

ritenuto soprattutto che dall ' internodella maggioranza e precisamente da partedella Democrazia Cristiana sono state as-sunte iniziative, d 'intesa con il PCI, direttead introdurre, con referendum, modifiche a lsistema elettorale allo scopo di « raffor-zare » la presenza parlamentare della DC edel PCI anche in caso di calo di voti ;

ritenuto, peraltro, che in recenti di-chiarazioni il Presidente del Consiglio si èespresso, in sostanza, a favore di modifich edel sistema elettorale che favoriscono ipartiti maggiori in danno di quelli minori ;

ritenuto che ogni iniziativa legislativadiretta ad interpretare o modificare le re -gole sul « semestre bianco » Si risolve-rebbe, nella sostanza, nell 'accantonamentodi fondamentali riforme istituzionali ;

considerato che è indispensabile, in-vece, che il Parlamento affronti subito ,quale problema fondamentale, quell odella elezione diretta del Capo dello Stat oe del ruolo dello stesso e che il Governoassuma precise posizioni di dissenso ne iconfronti della iniziativa referendaria i nmateria elettorale concertata fra grupp idemocristiani ed il PCI, e che, in ogn icaso, la sede propria per il dibattito s udette materie deve essere il Parlamento ;

ritenuto che l 'urgenza delle decision iè determinata anche dal fatto che fracirca due anni si dovrà provvedere all aelezione del Presidente della Repubblica ,mentre ritiene che gli organi competent idella Camera debbano prendere in esam ela urgenza della « sessione delle riforme »che abbia al centro, appunto, la riformadell 'elezione del Presidente della Repub-blica e del suo ruolo e che riporti i nParlamento tutto il dibattito sulle ri-forme ;

impegna il Governo

ad assumere precisa posizione di dissensodalla iniziativa referendaria in materi aelettorale più volte citata, per la sua ini-doneità a risolvere i problemi istituzio-nali e per il carattere sostanzialmente an-tidemocratico, in quanto diretta a favo-rire talune forze politiche, manifestand ola propria coerente posizione in materi adi riforme, a cominciare da quella perl 'elezione del Presidente della Repubblica ;e dichiarando la disponibilità ad apposit a« sessione di riforme » .

(1-00399) « Pazzaglia, Servello, Rauti, Ab-batangelo, Alpini, Baghino ,Berselli, Caradonna, ColucciGaetano, Del Donna, Fini ,Franchi, Lo Porto, Macaluso ,Maceratini, Manna, Marti-nat, Massano, Matteoli, Men-nitti, Mitolo, Nania, Parigi ,Parlàto, Pellegatta, Poli Bor-tone, Rallo, Rubinacci, So-spiri, Staiti di Cuddia delleChiuse, Tassi, Tatarella,Trantino, Tremaglia, Valen-sise » .

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La Camera ,

ascoltate le spiegazioni fornite da lGoverno in merito alla candidatura d iVenezia come sede dell 'EXPO 2000 edalla relativa interpellanza n . 2-01007 ;

premesso che Venezia per le partico-lari caratteristiche ambientali e monu-mentali non è adatta a ricevere enormimasse di visitatori – per altro incontrolla-bili – e non può sopportare infrastruttureestranee a tali caratteristiche e contra-stanti con essa, e meno ancora può essereutilizzata per sperimentazioni che nemetterebbero in pericolo l'identità e l astessa esistenza :

impegna il Govern o

a revocare o comunque a far decadere l acandidatura di Venezia per l'EXPO 2000 .

(1-00400) « Franchi, Parigi, Servello, Va-lensise » .

(Mozione presentata a nonna dell'articolo138, comma 2, del regolamento) .

La Camera ,

considerata l 'assoluta unicità del-l 'ambiente e del paesaggio caratterizzant iVenezia in particolare e la laguna in ge-nerale, che hanno giustamente condotto i lParlamento ed il Governo, sotto la spintadi un grande movimento d'opinione pub-blica, che non ha interessato la sola Ve-nezia ma ha coinvolto le migliori forz eculturali, nazionali e internazionali, a demanare due leggi speciali (n. 171 del1973 e n . 798 del 1984) tendenti al recu-pero architettonico, urbanistico, ambien-tale ed economico del centro storico edella laguna e numerosi provvediment ilegislativi e amministrativi quali il de-creto del Presidente della Repubblic an. 791 del 1973 « Interventi di restauro edi risanamento conservativo in Veneziainsulare, nelle isole della laguna e nelcentro storico di Chioggia », decreto de lPresidente della Repubblica n . 962 del1973 « Tutela della città di Venezia e de lsuo territorio dagli inquinamenti delle ac -

que », legge regionale Veneto n . 49 del1974 « Delimitazione dell 'ambito territo-riale del comprensorio e norme per laformazione e l'adozione del piano com-prensoriale relativo al territorio di Vene -zia e del suo entroterra », decreto mini-steriale 18 luglio 1985 « Procedure di at-tuazione dell 'articolo 18 della leggen. 798 del 1984 », decreto ministeriale 2 0marzo 1986 « Elevazione dei limiti di in-vestimento ai sensi dell 'articolo 18 dell alegge n . 798 del 1984 », decreto ministe-riale 28 gennaio 1987 « Elevazione de ilimiti di investimento ai sensi dell'arti-colo 18 della legge n. 798 del 1984 » ,legge n. 910 del 1986, decreto ministe-riale 14 aprile 1987 « Ripartizione traStato, regione Veneto dell'ulteriore stan-ziamento di 700 miliardi da destinarealla prosecuzione degli interventi di cu ialla legge n. 798 del 1984 », legge n . 67del 1988 ;

viste le risorse disponibili per l'at-tuazione degli interventi di salvaguardiache ammontano solo per le leggi 798 de l1984 e 910 del 1986 a 1300 miliardi ,integrati di ulteriori 800 miliardi dall alegge n . 67 del 1988 (100 per il 1988, 300per il 1989 e 400 per il 1990) ;

considerato che :

da quanto risulta dalla « relazionesullo stato di attuazione degli intervent iper la salvaguardia di Venezia » aggior-nato al giugno 1989 (e riferito alle leggi798 del 1984 e 910 del 1986), dei 130 0miliardi stanziati risultavano impegnati aquella data soltanto 828,21 miliardi, cor-rispondente al 63,7 per cento del total e(pari all'87,4 per cento, dei fondi relativ ialla legge 798 del 1984 per il trienni o'87-'89 e appena il 43,4 per cento dellostanziamento relativo alla legge 910 de l1986 per il triennio '87-'89), così comerisultano notevolmente basse le percen-tuali delle somme spese, rispetto al totaledei fondi erogati, raggiungendo appena i l21 per cento (40 per cento legge 798 del1984 e 5,3 per cento legge 910 del 1986) ;

il Governo è fortemente rappresen-tato nel comitato a cui è demandato l 'in-

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dirizzo, il coordinamento ed il controll oper l 'attuazione degli interventi ;

il Governo italiano ha candidato Ve-nezia e la regione veneta quale sede perl 'Esposizione Universale del 2000, con lamotivazione che questa iniziativa po-trebbe permettere la realizzazione d iquelle opere di salvaguardia di cui l acittà necessita ;

il 14 giugno 1990 l 'Assemblea gene-rale del Bureau International des exposi-tions (BIE) adotterà la decisione defini-tiva sul luogo scelto per l 'Esposizion eUniversale ;

il gruppo di lavoro del BIE ha com-piuto nell 'ottobre 1989 un 'indagine preli-minare a seguito della quale è stato re-datto un rapporto di valutazione, ne lquale si esprimono perplessità sia sullapraticabilità della soluzione presentat aper la realizzazione dell 'Esposizione Uni -versale a Venezia e nel Veneto, sia sulleconseguenze che questa manifestazioneavrebbe sul già precario equilibrio delcentro storico ;

la regione Veneto ha risposto al que-stionario proposto dal BIE in modo con -fuso e soprattutto tacendo che il 4 set-tembre 1989 il Consiglio comunale di Ve-nezia ha approvato un documento in cu isi respinge la candidatura della città perl 'Esposizione Universale « alla luce d itutto ciò che concorre a determinare l eattuali condizioni d 'uso della città, dell econoscenze disponibili, nonché delle espe-rienze compiute, si ritiene che non v isiano le condizioni per avanzare la candi-datura di Venezia a sede dell'EsposizioneUniversale del 2000 » ;

numerosi intellettuali, associazion ied enti culturali di tutto il mondo si sonodichiarati contrari all'ipotesi di far svol-gere l 'Esposizione Universale del 2000 aVenezia e nel Veneto per gli immens iproblemi che questa manifestazione por-rebbe alla salvaguardia dell 'ambientedella città storica;

lo stesso Commissario CEE pe rl'Ambiente, Carlo Ripa di Meana, ha se-

gnalato che « i pericoli che l 'EsposizioneUniversale 2000 farebbe correre all 'am-biente se dovesse essere organizzata a Ve-nezia sono grandi », e ha richiamato i lGoverno italiano al rispetto della Diret-tiva comunitaria, che prevede la preven-tiva valutazione d 'impatto ambientale ,preannunciando, in caso contrario, di ri-chiedere come , Commissario CEE all aCorte di Giustizia europea l 'annullamentodella decisione del Governo italiano ;

tenuto conto che :

un recente studio del Diparti -mento di Scienze Economiche dell'Univer-sità degli studi di Venezia valuta l'im-patto dell 'affluenza turistica sulla cittàstorica sino all 'anno 2000 e determinal'ulteriore peso provocato dall'eventual erealizzazione dell'Esposizione Universalea Venezia e nel Veneto;

già nel 1987 i visitatori di Veneziaerano stimabili in 5 .947 .000 con 7 .303 .000presenze, il che, nell'ipotesi di equa di-stribuzione in tutti i giorni dell 'anno ,avrebbe comportato una presenza mediaquotidiana di circa 20 .000 presenze, main realtà, data la ben nota marcata sta-gionalità del turismo anche a Venezia, l asoglia di 25 .000 presenze giornaliere sa-rebbe stata superata in almeno 15 6giorni ;

se si considera che in questo studi osono state individuate delle soglie limiteche non devono essere oltrepassate a Ve-nezia, e sono pari a 23000 presenze gior-naliere per la soglia limite « socio-econo-mica » (oltre la quale Venezia rischia lostravolgimento completo di tutta la su astruttura sociale ed urbana) e 60000 pe rla soglia limite « fisica » (oltre la quale s irischia di pregiudicare con l'usura lastessa integrità fisica dei monumenti) ,l 'attuale affluenza turistica crea già ser iproblemi alla salvaguardia della città sto-rica, come testimonia lo stravolgimentodella connotazione urbana del centro d iVenezia (complessità di funzioni, compre-senza di strati sociali, ricchezza di rela-zioni, molteplicità di attività, eccetera) acausa della progressiva specializzazione

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turistica con la perdita, da un lato, delleoriginarie attività presenti e, dall'altro,innescando gravi processi speculativi, conconseguente cacciata di una parte dellapopolazione insediata (-17.905 abitant itra il 1977-1987) ;

questa affluenza turistica, secondolo studio citato, dovrebbe crescere ne iprossimi anni non solo a Venezia, ma i ntutto il Veneto, dove gli arrivi turistic inel 2000 sono stimabili tra gli 11 .5 e i13,2 milioni (8 milioni nel 1987) mentrele presenze dovrebbero essere compresetra i 49,3 e i 54,5 milioni (rispetto ai 46,3milioni del 1987) ;

la crescita di presenze è ancorapiù marcata nel centro storico di Venezi aper il quale sono previste indipendente-mente dall 'Esposizione Universale nel-l 'anno 2000 tra i 7 .801 .000 e gli 8 .614.000visitatori, e 9.752 .000-10.855.000 presenze ,che significano, anche nell'ipotesi pi ùbassa, una media giornaliera di 26700 vi-sitatori (superiore al limite « socio-econo-mico »), che se non venissero distribuit inel corso dell'anno come è avvenuto ne l1987, si passerebbe dalle 156 giornate incui si è superato il limite socio-economicoalle 203, mentre il limite fisico, sarebbe ,in questo caso, superato per ben 2 3giorni (5 nel 1987) ;

queste presenze sarebbero i ngrado di saturare tutta la capacità ricet-tiva del centro storico tanto da renderenecessario un aumento di 3000-5000 post iletto per far fronte a questa richiesta ;

nell ' ipotesi che a Venezia o ne lVeneto si svolga la Esposizione Univer-sale del 2000, l 'ulteriore affluenza turi-stica che questa provocherebbe sarebb efatale per la sopravvivenza della città ,anche considerando l'ipotesi meno gra-vosa, e cioè quella di una Esposizione ne lVeneto ma tutta fuori Venezia ; questaipotesi comporterebbe infatti la presenz aaggiuntiva di 5,8 milioni di visite, con unaumento medio durante i 6 mesi dell'E-sposizione di 32000 visitatori al giorno ,che quindi pressocché raddoppierebberola pressione turistica giornaliera su Vene-

zia; se inoltre le punte di escursioni d ivisitatori dell 'Esposizione si dovesserosommare alle punte estive dei « normalivisitatori », Venezia oltrepasserebbe pertroppi giorni il suo massimo di capacit àfisica ;

già ora l 'ipotesi dell'EsposizioneUniversale in terra veneta e veneziana st afacendo lievitare Ti costi delle abitazioninella città storica, aggravando l'esodo de iresidenti ;

alla luce della decisione del Parla -mento europeo, che nella seduta di gio-vedì 17 maggio 1990 ha approvato la ri-soluzione contraria alla realizzazione del -l'Expo 2000 a Venezia con 195 voti favo-revoli 15 contrari e 4 astensioni ;

ciò premesso, emergendo chiara-mente come sia del tutto incompatibilel'Esposizione Universale del 2000 con lasalvaguardia dell 'ambiente veneziano;

impegna il Governo :

a ritirare la candidatura di Venezia e de lVeneto a sede dell 'Esposizione Universaledel 2000 e a perseguirne invece la salva-guardia realizzando rapidamente tutti gl iinterventi già decisi dal Parlamento efino ad ora attuati solo in minima parte .

(1-00401) « Cima, Filippini Rosa, Scalia ,Procacci, Lanzinger, Ceruti ,Cecchetto Coco, Andreis ,Bassi Montanari, Donati ,Mattioli, Salvoldi » .

(Mozione presentata a nonna dell'articol o138, comma 2, del regolamento) .

La Camera ,

vista la decisione del Ministero degl iaffari esteri, non formalizzata da alcunadelibera del Governo italiano né da u nvoto del Parlamento, di proporre Veneziacome sede dell'EXPO 2000 ;

considerato che :

gli studi per l'organizzazione dellamanifestazione prevedono un 'affluenza di

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circa 40 milioni di persone, con un flussomedio fra 80 e 200 mila persone algiorno per un periodo di 4-6 mesi ;

l 'affluenza in Venezia di un nu-mero così rilevante di persone è incompa-tibile con la tutela dell 'equilibrio urbanoe sociale della città ;

il consiglio comunale di Venezia ,in data 4 settembre 1989, ha approvat oun documento nel quale è affermato che« si ritiene che non vi siano le condizion iper avanzare la candidatura di Venezia asede dell 'esposizione universale de l2000 » ;

tale intendimento il comune diVenezia ha successivamente ribadito, daultimo; con lettera al BIE del 28 febbraio1990 ;

la posizione espressa dal comunedi Venezia è ampiamente suffragata e so-stenuta sia dagli studi approfonditi com-piuti (15 luglio 1989) dall 'Università CàFoscari di Venezia – i quali conferman ol 'impatto stravolgente e grave che unatale manifestazione, quand 'anche distri-buita nel Veneto, avrebbe sulla struttur asocio-economica, fisica ed artistica di Ve-nezia -, sia dalle valutazioni analitiche edocumentate di docenti, esperti e scien-ziati dell 'Istituto universitario di architet-tura di Venezia, sia infine da una larghis-sima e qualificata opinione pubblica, na-zionale ed internazionale;

posto che:

il Parlamento Europeo, con moti-vato voto del 16 maggio 1990 ha delibe-rato a schiacciante maggioranza (195 con-tro 15) di chiedere, al governo italiano, difarsi interprete della vasta preoccupa-zione espressa in Italia e nel mondo pe rla eventuale scelta di Venezia come sededell 'EXPO 2000 e di ritirare tale candida-tura e, al BIE, di non assegnare a Vene-zia l 'organizzazione della citata manifestazione ;

la Commissione della CEE ha con -diviso pienamente tali preoccupazioni de lParlamento europeo ed ha invitato al pienorispetto della legislazione comunitaria ;

visto che in Parlamento – discu-tendosi nell 'Aula di Montecitorio, il 5maggio 1990, plurime interpellanze sul -l'argomento citato – da parte di tutti gl iinterpellanti, appartenenti ai più divers igruppi, è stata espressa insoddisfazioneper le risposte fornite dal Presidente de lConsiglio dei ministri e, da parte dellaquasi generalità • di essi, è stato chiestoche il governo italiano ritiri la candida -tura di Venezia per l 'EXPO 2000 ;

ritenendo che:

anche la soluzione ipotizzata, d iuna organizzazione dell 'EXPO 2000 dif-fusa nel Veneto, non ridurrebbe i risch iper la città di Venezia, nei cui confront il 'impatto turistico sarebbe ugualment epregiudizievole ;

altresì, non possa essere condivis ala motivazione secondo cui l 'EXPO 2000offrirebbe a Venezia e al Veneto unagrande ed eccezionale opportunità per in -vestimenti di carattere infrastrutturale ,urbanistico ed economico ;

all'inverso, il fabbisogno finanzia -rio e legislativo di Venezia per la salva-guardia, il risanamento e lo sviluppocompatibile e qualificato della citt àdebba essere conseguito attraverso deci-sioni apposite e motivate che il Parla-mento italiano puo assumere ;

ritiene

che non sussistano le condizioni lo-gistiche, ambientali e culturali per l osvolgimento dell'EXPO 2000 a Venezia ;

fa vot i

affinché il BIE non assegni a Vene-zia la citata organizzazione ;

e, in ogni caso ,

impegna il Governo

a ritirare presso il BIE la candida-tura della città di Venezia a sede del-l 'EXPO 2000 .

(1-00402) « Pellicani, Strumendo, Napoli-tano, Zangheri, Quercini, Te-sta Enrico, Poli, Boselli, Do-nazzon, Gasparotto » .

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