RELAZIONE geologica consolidamento frana Colledara · dell’ammasso roccioso: RMR (Rocl Mass...
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SOMMARIO
1. INTRODUZIONE … … … … … … pag. 2
2. RIFERIMENTI NORMATIVI … … … … … pag. 3
3. GEOLOGIA e GEOMORFOLOGIA … … … … pag. 3
4. ANALISI DEL DISSESTO … … … … … pag. 7
5. RILIEVI GEOMECCANICI … … … … … pag. 8
Allegati:
a) planimetria generale - scala 1:5000
b) planimetria dissesto - scala 1:200
c) sezione stratigrafica – scala 1:200
d) analisi geomeccanica dell’ammasso roccioso
* * * *
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1. INTRODUZIONE
La presente relazione geologica, redatta su incarico dell’Amministrazione Comunale
di Colledara, è relativa allo studio di fattibilità di un progetto di consolidamento della
sede stradale comunale di accesso alla frazione di Castiglione della Valle, la quale ha
subito un collasso localizzato co-sismico con la sequenza sismica relativa all’evento
del 6 aprile 2009.
Figura 1. Ubicazione dell’intervento.
Essa contiene quindi informazioni tecniche ad ampio spettro di osservazione
necessarie per la definizione della progettazione esecutiva: geologia / geomorfologia
di dettaglio e categoria del sottosuolo necessaria per la definizione delle azioni
sismiche.
In particolare lo scopo di detta relazione consiste in:
1. ricostruzione della geologia locale;
2. ricostruzione della stratigrafia particolare;
3. approfondimento del livello tecnico per una migliore definizione progettuale.
Le indagini condotte per un corretto espletamento dell’incarico sono state eseguite in
un intorno geologico e geomorfologico espressivo, ed estesa alla porzione di
sottosuolo ritenuta significativa ai fini dell’accertamento della fattibilità dell’opera in
progetto.
A tale scopo sono stati eseguiti:
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• analisi delle condizioni geologiche e geomorfologiche del sito attraverso lo studio
delle cartografie tematiche bibliografiche;
• rilevamento geologico e geomorfologico di dettaglio nell’area di “influenza”, volti
alla ricostruzione della stratigrafia e dei possibili processi agenti;
• esecuzione di un rilievo topografico plani-altimetrico della frana e di un suo
intorno significativo.
2. RIFERIMENTI NORMATIVI
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
Decreto 14 gennaio 2008
“Norme tecniche costruzioni”
- paragrafo 3.2, azione sismica
- paragrafo 6, progettazione geotecnica.
3. GEOLOGIA e GEOMORFOLOGIA
Vengono di seguito brevemente descritte le caratteristiche geolitologiche e
geomorfologiche del sito.
Le informazioni relative alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche e strutturali
dell’area in oggetto sono state individuate attraverso il reperimento di dati
bibliografici integrati da un rilevamento geologico - geomorfologico di dettaglio
eseguito dallo scrivente, al fine di evidenziare sia l’assetto strutturale, sia i possibili
processi morfogenetici agenti che i problemi legati alla interazione del sottosuolo con
le opere progettate.
Le considerazioni geologiche e geomorfologiche che di conseguenza vengono di
seguito formulate, si basano quindi sulle conoscenze acquisite attraverso le indagini
sopra esposte e saranno limitate ad informazioni sulle caratteristiche litostratigrafiche
e tettoniche del substrato roccioso e sulle forme, depositi e processi ivi agenti, con
l’intento di ricostruire il quadro morfoevolutivo dell’area.
Di fatti è ormai una metodologia consolidata (a livello scientifico e tecnico)
ricostruire la storia evolutiva di un’area, mediante l’individuazione delle
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caratteristiche litostratigrafiche del territorio e dei processi morfogenetici passati,
recenti ed in atto, per poter formulare valutazioni sintetiche sulle sue condizioni di
stabilità, sia attuali (nella sua configurazione naturale) che future (post-intervento).
Si ribadisce in ogni caso la necessità di osservazioni di maggiore dettaglio anche in
fase di esecuzione degli scavi di sbancamento, eventualmente integrate da una
campagna di indagini geognostiche di maggiore approfondimento secondo la
discrezionalità del Direttore dei Lavori e stante i contenuti normativi, al fine di poter
“tarare” correttamente le osservazioni riportate e verificare quindi la bontà operativa
delle scelte progettuali operate.
Inquadramento litostratigrafico.
In considerazione di quanto sopra esposto circa lo scopo del presente lavoro, lo
studio delle formazioni riscontrate nell’area esaminata, nonché la loro eventuale
diversificazione in associazioni, membri e livelli, è stato condotto attraverso metodi
stratigrafico-stratimetrici. Occorre anche precisare che in tale sede è stato fatto
riferimento alla letteratura sia per la nomenclatura delle formazioni che per la loro
posizione stratigrafica. I dati bibliografici di riferimento utilizzati sono stati la carta
geologica d’Abruzzo del 1993 in scala 1:100.000, le carte geologiche e
geomorfologiche redatte per il nuovo PRG del comune di Teramo, in scala 1:10.000,
nonché pubblicazioni scientifiche a cura dei dipartimenti universitari.
L’area in oggetto ricade nel bacino della Laga, geodinamicamente individuato come
“zona di avanfossa” e caratterizzato dalla presenza della omonima Formazione
torbiditica della Laga (Messiniano) e costituente il substrato roccioso; tale substrato
risulta inoltre localmente sepolto da depositi colluviali talora coinvolti in movimenti
di massa. La colonna stratigrafica ricostruita è quindi costituita, dal basso verso
l’alto, dai seguenti termini litologici:
formazioni marine:
A) Formazione della Laga: associazione pelitica;
depositi continentali:
B) Terreni colluviali;
C) Accumuli di frana.
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A) Formazione della Laga: è costituita da alternanze di argille marnose e marne
argillose, emipelagiche e torbiditiche, in strati sottili e di colore grigio e grigio-
azzurro, e di strati torbiditici siltitici ed arenacei di colore giallo-ocra.
Granulometricamente il primo litotipo è rappresentato da limi ed argille debolmente
sabbiosi, cementati da carbonato di calcio derivante dai microfossili depositatisi
originariamente con l’argilla; tale cementazione, che costituisce la coesione vera
delle argille, conferisce ai depositi pelitici, unitamente alla storia geologica e
tensionale, un forte grado di sovraconsolidazione e fessurazione con un
comportamento tensodeformativo di tipo strain softening. Per quanto concerne le
arenarie, esse appartengono alla categorie delle grovacche e sub-grovacche, con un
comportamento sforzo – deformazioni di tipo elasto-fragile. Tale formazione
costituisce il substrato roccioso (Miocene finale – Messiniano).
B) Terreni colluviali: sono costituiti da accumuli di materiali sostanzialmente fini,
limi ed argille, con presenza subordinata di sabbia in funzione dei litotipi e degli
accumuli di derivazione; la loro genesi è legata all’alterazione, in ambiente subaereo,
di accumuli pre-esistenti e/o del substrato roccioso ed alla successiva mobilitazione
da parte delle acque correnti superficiali. Possiedono spessori variabili ma
sostanzialmente metrici, nonché una tipiche geometria cuneiforme.
D) Accumulo di frana. È dovuto alla mobilitazione, sotto l’azione della forza di
gravità e la concomitanza di ulteriori fattori morfologici, morfometrici, idrogeologici
e nel caso in oggetto anche sismici, di terreni colluviali, di terreni di riporto
costituenti il corpo stradale nonchè del sottostante substrato roccioso.
Assetto strutturale.
Le strutture presenti nell’area sono il risultato della tettogenesi appenninica, con
spinte compressive occidentali perdurate fino a tutto il Pleistocene inferiore e
deformazioni distensive pleistoceniche legate a fenomeni di sollevamento
generalizzati.
L’area esaminata è caratterizzata dalla presenza di strati pelitici ed arenacei a forte
inclinazione aventi una giacitura con immersione verso est ed angolo variabile tra i
25° ed i 45°; l’intersezione delle stratificazioni con il pendio, di tipo a
traversapoggio, è da porsi in relazione alla tipica conformazione monoclinalica della
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Formazione della Laga, legata alla presenza di una piega ad ampio raggio di
ondulazione e con asse orientato all’incirca Nord – Sud.
Assetto geomorfologico.
Le caratteristiche geomorfologiche dell’area rilevata rappresentano il prodotto finale
di processi morfogenetici legati a sistemi morfoclimatici anche molto diversi
dall’attuale ai quali si sono sovrapposti, in età recente, notevoli mutamenti legati a
forti condizionamenti antropici. La morfologia generale dell’area in questione è
caratterizzata da forme dolci e collinari, costituenti una zona di transizione tra
l’ambiente occidentale montano, ad elevata energia del rilievo e morfologia piuttosto
aspra, e la zona costiera adriatica.
Il comprensorio nel quale ricade il sito oggetto di intervento sviluppa lungo un
versante posto sulla sinistra idrografica di un affluente di destra del Torrente
Fiumetto, con quote comprese intorno ai 340 - 350 metri sul livello del mare. La
parte sommitale del territorio è occupata da un lembo di ripiano morfologico, a
testimonianza delle modifiche plano - altimetriche subite dal corso principale durante
l’intero Pleistocene, mentre il passaggio con il sottostante fondovalle avviene
mediante un versante ad acclività variabile che localmente assume pendenze elevate
in relazione al passaggio stratigrafico tra i litotipi più francamente marnosi e quelli
arenacei, a seguito di processi fluvio-denudazionali.
Figura 2. Vista particolare della frana oggetto di intervento.
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I principali processi morfogenetici riscontrati ed in atto sono rappresentati da una
frana di rotazionale che ha coinvolto i depositi colluviali ed anche il sottostante
substrato, come meglio evidenziato nella sezione stratigrafica in allegato nonché
nella foto in pagina precedente, nella quale sono visibili i terreni di accumulo posti
alla sua base e gli affioramenti rocciosi lungo la superficie di rottura e scivolamento.
Ulteriori processi minori sono connessi con l’azione delle acque correnti superficiali,
sia diffuse e sia incanalate.
Idrogeologia.
Per quanto concerne l’idrodinamica delle acque sotterranee è stata rilevata una falda
semi-permanente contenuta all’interno delle bancate arenacee (acquifero per porosità
e fratturazione), sostenuta dalle intercalazioni marnose (acquicludi) ed alimentata
dalle acque di infiltrazione.
4. ANALISI DEL DISSESTO
Nella definizione del dissesto stradale occorre rilevare la concomitanza di alcuni
fattori che hanno contribuito alla sua evoluzione:
1. l’avvenuto collasso nella prima settimana successiva all’evento del 6 aprile 2009;
2. i fenomeni sismici occorsi in tale periodo e la loro intensità;
3. le notevoli precipitazioni atmosferiche verificatesi in condizioni co-sismiche.
Riunendo tali elementi in un unico modello risulta un problema di eccessiva
alimentazione della falda freatica e di saturazione dei terreni di copertura, che ha di
fatto rappresentato il fattore scatenante; nel contempo il susseguirsi di numerose
scosse sismiche ha prodotto lo sviluppo di sovrappressioni interstiziali alle quali è
seguito il raggiungimento del collasso con un ritardo idrodinamico tipico al quale
sono imputabili le frane in terreni a grana fine.
Tale fenomeno ha quindi comportato l’isolamento della frazione di Castiglione della
Valle, la quale era nel frattempo stata evacuata in relazione ai diffusi danni
dell’intero abitato.
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5. RILIEVI GEOMECCANICI
Considerato che il dissesto oggetto di consolidamento ha interessato prevalentemente
il substrato roccioso, al fine di acquisire i dati necessari allo studio di stabilità del sito
nell’area in esame è stata disposta n. 1 stazione geomeccanica, ritenuta significativa e
rappresentativa degli affioramenti rocciosi stante anche l’integrazione con dati
scientifici come già citato ed evidenziato; la scelta dell’ubicazione della stazione è
quindi tale da rappresentare e caratterizzare geomeccanicamente l’ammasso roccioso
nella sua totalità.
Nella stessa sono stati rilevati e quantificati i parametri che descrivono le
discontinuità, utilizzati in seguito nella definizione degli indici classificativi
dell’ammasso roccioso: RMR (Rocl Mass Rating), RMRc, SMR (Slope Mass Rating)
e GSI modificato (Geological Strenght Index), ottenuti rispettivamente dalle
classificazioni di Bieniawski Z.T. (1989), di Romana M (1985) e di Sonmez H.,
Ulusay R. (1999).
Nell’area, come descritto nei paragrafi precedenti, affiora una alternanza di bancate
arenacee e di strati marnosi, con caratteristiche geomeccaniche differenziate tra loro
e sostanzialmente omogenee per singoli litotipi, oltre ad essere presente un diffuso
stato di fratturazione. Per tale ragione, mentre per la caratterizzazione della porzione
marnosa del substrato sono stati utilizzati i risultati di studi scientifici, gli indici (e
quindi i parametri geomeccanici) relativi alla frazione arenacea sono stati determinati
mediante l’analisi geomeccanica applicata all’intero ammasso roccioso ritenuto
indifferenziato.
La determinazione dell’indice RMR ha permesso, quindi, la stima delle
caratteristiche geomeccaniche utilizzate nella verifica di stabilità elaborata con il
metodo degli elementi finiti e tenuto conto dei disposti normativi contenuti nelle
nuove NTC entrate in vigore il 1° luglio 2009.
Tutti i dati raccolti ed analizzati sono visualizzati in apposite tabelle riportate in
allegato, alle quali si rimanda per ulteriori approfondimenti.
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analisi geomeccanica I
- 63 -
Descrizione DDescrizione - Descrizione B/D
Classificazione di H. Sommez e R. Ulusay ('99)
Peliti Arenarie Marne
Classe -Classe -
Peliti Arenarie
Classe II (buono)SMR - SMR 64,6
Classificazione di Romana ('85)
Marne
GSI 41GSI - GSI 42
SMR -
Classe -RMRc -Classe - Classe -
-RMRc -
RMRClasse II (buono)
RMRc -
RMRClasse -
Classificazione dell'ammasso roccioso
Classificazione di Bieniawski ('89)
Peliti MarneArenarie
RMRClasse
- 50-300 -s - 3 -
9. N. famiglie di discontinuità 10, Dimensioni blocchi (Jv)
Peliti Arenarie Marne Peliti Arenarie Marne
f 2 - Asciutto -f 2 - Assente -
f 1 - Asciutto -f 1 - Assente -
s - Asciutto -s - Assente -
7. Riempento 8. Condizioni idrauliche
Peliti Arenarie Marne Peliti Arenarie Marne
f 2 - 0,25-2,5 -f 2 - 50-100 -
f 1 - 0,25-2,5 -f 1 - 50-100 -
s - 0,25-2,5 -
5. Resistenza pareti - JCS (Mpa) 6. Apertura (mm)
Peliti Arenarie Marne Peliti Arenarie Marne
s - 50-100 -
f 2 - 8,0-10 -f 2 - < 1 -
f 1 - 8,0-10 -f 1 - < 1 -
s - 6,0-8,1 -s - > 20 -
3. Persistenza (m) 4. Rugosità (JRC)
Peliti Arenarie Marne Peliti Arenarie Marne
f 3 - -
f 2 - 2 (Smin) 8 (Smax)
-
f 1 - 2 (Smin) 8 (Smax)
-
f 3 - - -
f 2 - 35/65 -
Peliti Arenarie Marne Peliti Arenarie Marne
s - 010/80 - s - 2 (Smin) 8 (Smax)
-
f 1 - 340/68 -
STAZIONE N. 1
1. Orientazione 2. Spaziatura (cm)
quota 340 m s.l.m.
analisi dei dati rilevati
analisi geomeccanica II
mb costante mi di H&B dell'ammasso roccioso0 % s/a costanti che dipendono dalle caratte-
100 % ristiche dell'ammasso roccioso0 % sigci resistenza uniassiale a compressione
della matrice rocciosa63,0 A/B costanti del materiale
- kPa sign sforzo efficace normale1642 kPa sigtm resistenza a trazione dell'ammasso rocc.
- ° sigcm resistenza a compressione dell'ammasso40,7 ° GSI Geological Strenght Index27,1 ° tau resistenza a taglio dell'ammasso roccioso24,0 kN/mc JRC coefficiente di scabrosità dei giunti
11857 MPa JCS resistenza a compressione dei giunti0,20 RMR rock mass rating
1 2 3 4 5 6 7 8 Somma0,00 0,90 1,79 2,68 3,58 4,48 5,35 6,25 25,013,58 12,23 17,37 21,59 25,34 28,76 31,86 34,86 175,6019,02 6,69 5,14 4,41 3,96 3,65 3,43 3,25 49,56-1,51 -0,82 -0,64 -0,53 -0,46 -0,40 -0,35 -0,31 -5,02-1,95 -1,00 -0,75 -0,60 -0,49 -0,41 -0,34 -0,28 -5,832,94 0,82 0,48 0,32 0,22 0,16 0,12 0,09 5,163,82 1,01 0,57 0,36 0,24 0,17 0,12 0,08 6,360,00 10,98 31,01 57,75 90,60 128,71 170,44 217,89 707,370,00 0,81 3,19 7,16 12,78 20,03 28,62 39,06 111,640,179 2,372 4,325 6,172 7,962 9,693 11,331 12,977 55,0100,779 3,814 5,757 7,342 8,731 9,975 11,080 12,134 59,612
K 4,74
k 88,46 304,95 433,43 538,87 632,72 718,24 795,67 870,83
0,70 -0,10
STAZIONE N. 1 340 m s.l.m.
marrone
5,16 0,0205 0,50 0,46
40,66 7,15mb s a A B sigtm
65,00 25,00 18,00 1,64mi coh phi sigcm
XX*Y
tau (MPa)
GSI sigci
X^2sig3*sig1 (MPa)
sig3^2 (MPa)sign (MPa)
sig3 (MPa)sig1 (MPa)
ds1/ds3Y
Variabili
modulo elastico:
angolo di dilatanza:
coefficiente di Poisson:
coesione (Hoek&Brown):angolo d'attrito (RMR):angolo d'attrito (Hoek&Brown):
peso per unità di volume:
ArenarieMarne
RMR:coesione (RMR):
quota
percentuale dei litotipi:colore:
Peliti
y = 0,8581x + 1,5508
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
0 2 4 6 8 10 12 14
sign (MPa)
tau
(MPa
)
y = 4,7352x + 7,1476
0
3
6
9
12
15
18
21
24
27
30
0 1 2 3 4 5 6
sig3 (MPa)
sig1
(MPa
)
simulazione prova TRX