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060 WALTHER COLT 1911 CAL. .22LR a essere protagonista del mercato. E lo è grazie al lavoro di tanti produttori, che lo adottano su una gamma sempre più ampia di modelli e che s’ingegnano a creare repliche e kit di trasformazione che rendono l’impiego del piccolo cali- T ra i tanti trend di mercato che si alternano periodicamente nel settore delle armi corte, ve ne sono due che – forse più di altri – han- no meritato l’attenzione del pubblico e delle riviste di settore. Ci riferiamo in primis al fenomeno 1911, che ha cata- lizzato il segmento per tutto il XX se- colo con un incremento d’interesse, se possibile, ancora più forte a partire da- gli anni Ottanta, quando la creatura di Browning smise di essere l’arma d’ordi- nanza delle truppe americane. Secondo fenomeno degno del nostro interesse è quello legato al calibro .22 Long Rifle; cartuccia difficile, sporca ma, al tempo stesso, economica e non impegnativa, è stata oggetto di vere e proprie mode e rivoluzioni culturali. Specie in questo periodo, con il costo delle cartucce in vertiginosa ascesa e la reperibilità delle materie prime (si legga del piombo) sempre più problematica, il piccolo ca- libro anulare sviluppato nel 1887 torna bro sempre più appagante. Numerosi, in questo senso, gli esempi tra le novità proposte alle grandi fiere di settore, do- ve il segmento del .22 sta ampliandosi a qualcosa di più della nicchia – per lo più finora popolata da armi per il tiro accademico – cui eravamo abituati. La .22 secondo Colt Negli ultimi anni si sono succedute va- rie interpretazioni in piccolo calibro di armi storiche o già assurte alla condi- zione di mito popolare; tra queste, non sono mancate varie interpretazioni del- la pistola di Browning che, in definitiva, hanno sintetizzato i due trend di cui si parlava all’inizio di questa trattazione. Tra le varie re-interpretazioni della Colt 1911, non poteva man- care quella autorizzata da Colt. Il produttore americano, mediante un meccanismo non propriamente lineare, in occasione delle cele- brazioni del centenario ha accettato di colmare questa mancanza con- sentendo a Umarex di commercializ- zare su licenza la sua interpretazione dell’arma che ha dominato l’ultimo secolo. Si è detto che la presentazione di questa nuova 1911 non è stata lineare. Questo perché la produzione in licenza della nuova arma è stata affidata a Carl Walther che la importa Sorella minore Per celebrare il modello 1911, Colt e Walther – con il collegamento di Umarex – hanno unito le forze per realizzare alcune repliche in calibro .22 dell’arma di Browning. Il risultato di questa partnership sono tre pistole precise e interessanti. Ora presenti sul mercato italiano di Matteo Brogi Il sistema di sicu- rezza manuale si avvale di una sicu- ra da azionare con il pollice; di profilo allungato quella della Rail Gun Entrambe le armi montano cane alleggerito tipo combat 060-067 walther 1911 - 8 pagg.indd 60 02/10/12 18:57

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a essere protagonista del mercato. E lo è grazie al lavoro di tanti produttori, che lo adottano su una gamma sempre più ampia di modelli e che s’ingegnano a creare repliche e kit di trasformazione che rendono l’impiego del piccolo cali-

T ra i tanti trend di mercato che si alternano periodicamente nel settore delle armi corte, ve ne

sono due che – forse più di altri – han-no meritato l’attenzione del pubblico e delle riviste di settore. Ci riferiamo in primis al fenomeno 1911, che ha cata-lizzato il segmento per tutto il XX se-colo con un incremento d’interesse, se possibile, ancora più forte a partire da-gli anni Ottanta, quando la creatura di Browning smise di essere l’arma d’ordi-nanza delle truppe americane. Secondo fenomeno degno del nostro interesse è quello legato al calibro .22 Long Rifle; cartuccia difficile, sporca ma, al tempo stesso, economica e non impegnativa, è stata oggetto di vere e proprie mode e rivoluzioni culturali. Specie in questo periodo, con il costo delle cartucce in vertiginosa ascesa e la reperibilità delle materie prime (si legga del piombo) sempre più problematica, il piccolo ca-libro anulare sviluppato nel 1887 torna

bro sempre più appagante. Numerosi, in questo senso, gli esempi tra le novità proposte alle grandi fiere di settore, do-ve il segmento del .22 sta ampliandosi a qualcosa di più della nicchia – per lo più finora popolata da armi per il tiro accademico – cui eravamo abituati.

La .22 secondo ColtNegli ultimi anni si sono succedute va-rie interpretazioni in piccolo calibro di armi storiche o già assurte alla condi-zione di mito popolare; tra queste, non sono mancate varie interpretazioni del-la pistola di Browning che, in definitiva, hanno sintetizzato i due trend di cui si parlava all’inizio di questa trattazione. Tra le varie re-interpretazioni della Colt

1911, non poteva man-care quella autorizzata da Colt. Il produttore americano, mediante un meccanismo non propriamente lineare, in occasione delle cele-brazioni del centenario ha accettato di colmare questa mancanza con-

sentendo a Umarex di commercializ-zare su licenza la sua interpretazione dell’arma che ha dominato l’ultimo secolo. Si è detto che la presentazione di questa nuova 1911 non è stata lineare. Questo perché la produzione in licenza della nuova arma è stata affidata a Carl

Walther che la importa

Sorella minorePer celebrare il modello 1911, Colt e Walther – con il collegamento di Umarex – hanno unito le forze per realizzare alcune repliche in calibro .22 dell’arma di Browning. Il risultato di questa partnership sono tre pistole precise e interessanti. Ora presenti sul mercato italiano

di Matteo Brogi

Il sistema di sicu-rezza manuale si avvale di una sicu-ra da azionare con il pollice; di profilo allungato quella della rail Gun

entrambe le armi montano cane alleggerito tipo combat

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061le Walther 1911; negli allestimenti rail Gun e Gold Cup trophy è stato adottato il grilletto alleggerito tipico delle 1911 non GI. le armi montano guancette con cuspidi a diamante di disegno tradizionale; in plastica nel modello rail, d’impostazione tattica, in gomma nel modello più sportivo denominato Gold Cup trophy

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è opportuno sottolinearlo in questo contesto, con l’arma a salve non ha niente da spartire.

Le Walther 1911Ecco quindi che all’edizione del 2011 dello Shot Show, la vetrina america-na delle armi, Walther si è presentata con tre varianti della storica pistola: il modello Government e gli allestimenti Rail Gun e Gold Cup Trophy. La 1911 di produzione Walther presenta carat-teristiche tali da renderla estremamente interessante sia a chi voglia fruire di uno strumento facile e divertente ed è solo interessato all’efficacia del proprio investimento, sia a chi desideri uno strumento che ricalchi senza approssi-mazioni l’arma di riferimento. In que-sto senso, fatto salvo il calibro, la 1911 di cui ci stiamo occupando può a buon diritto fregiarsi della definizione di

replica che, secondo

negli Stati Uniti e la distribuisce nel resto del mondo mediante Uma-rex (attuale proprietario del marchio Walther), altro marchio di origine teu-tonica, già noto per la produzione di armi ad aria compressa e a salve. Uma-rex già produceva da anni una 1911 a salve; sulla base di quel modello, gli ingegneri Walther hanno sviluppato la versione in calibro .22 Long Rifle che,

il dizionario Treccani, è “esemplare di un’opera d’arte, rifatto dall’autore stes-so”. Pur con una certa approssimazione, è difficile non concordare. Peculiarità caratteristica dell’arma è la funzionalità che ricalca con perfezione quella del modello originale. Se, infat-ti, altre variazioni ed interpretazioni in piccolo calibro della pistola di Colt presentano qualche semplificazione, niente di tutto questo può dirsi per la 1911 commercializzata da Umarex. In dettaglio, sia la sicura dorsale che quella manuale al fusto e il cane funzionano esattamente come nella declinazione maggiore in calibro .45 ACP. Un bel risultato se si pensa alla complessità dell’arma di Browning, alle modifiche che è stato necessario adottare per trasformare un sistema a chiusura geometrica in uno labile a massa e al prezzo dell’arma, che al dettaglio si po-ne a cavallo dei 500 euro, un buon 50%

la Colt 1911 rail Gun prodotta da Walther

Vista della volata, punto che differenzia in maniera netta l’ar-ma in calibro .22 da quella in .45 aCP; non manca il bushing

Vista dei mirini, come le tacche blocca-ti in posizione da un grano di fissaggio

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meno dei più economici modelli nel calibro maggiore. Altra caratteristica che discende dal rigore che Walther-Umarex hanno posto nell’elaborazione della Government calibro .22 è la per-fetta intercambiabilità dei pezzi che la equipaggiano con quelli “standard”, proposti da produttori di accessori per i numerosi fratelli maggiori di questa pistola: sicura dorsale e manuale, di-sconnettore, cane, mainspring housing, molle dello scatto, guancette, pulsante di sgancio del caricatore, grilletto e nu-merosi altri componenti interni posso-no essere infatti sostituiti con i relativi accessori presenti sul mercato.

i tre modelliIl modello base ricalca l’impostazione della Government in versione A1, pisto-la tra le più diffuse che – del fenomeno 1911 – costituisce l’archetipo. Segue la versione Rail Gun, variante con un’estesa slitta, solidale al dust cover, pensata in epoca recente per consentire l’applicazione di dispositivi tattici di puntamento o illuminazione. Terzo e ultimo modello è il Gold Cup Trophy, arma in origine pensata per le competi-zioni che rappresenta quanto di

Differente la dotazione per quanto ri-guarda le tacche di mira: la rail Gun ne monta una fissa a profilo ribassato, la Gold Cup una registrabile; entram-be sono applicate su una slitta a coda di rondine e sono pertanto sostituibili

Il dust cover delle due ve rs i o n i d e l l’ a r m a pensata da Browning differisce; evidente la presenza della sitta Pi-catinny della rail Gun

1911 ma non solo

Prima dell’introduzione del progetto 1911, la collaborazione tra Walther e Colt si era perfezionata (2009) con l’introduzione di una serie di carabine tattiche, sem-pre in calibro .22 Long Rifle. Di questa serie fanno parte due versioni del classico M16 (standard e SPR con sistema di slitte integrato in alluminio) e altrettante della carabina M4 (carbine e OPS). Queste armi si sono fatte apprezzare sul mercato internazionale sia per la qualità della realizzazione meccanica sia per il prezzo, che in Italia (dove sono importate dallo stesso Bignami) si attesta tra i 700 e gli 800 euro circa a seconda della versione. Il costo d’acquisto non è basso in assoluto ma è opportuno tenere in considerazione gli attori coinvolti nel pro-getto che, già con il nome, ma ancor più con la qualità del prodotto, aggiungono un pregio difficilmente riscontrabile su strumenti di questo segmento.

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meglio in termini di precisione il progetto 1911 abbia prodotto in Colt. A un’analisi sommaria, tutti i tre modelli rivisitati da Walther su licenza ricalcano i corrispettivi del catalogo Colt. Stante la canna da 5” adottata, le quote dimen-sionali non si discostano in maniera significativa dagli originali. L’unica dif-ferenza la si può apprezzare osservando la volata, dove il diametro ridotto della canna lascia intendere che ci troviamo al cospetto di una replica in altro cali-bro. Ben diverso si fa il discorso quando si proceda allo smontaggio della 1911 by Walther. La procedura differisce in maniera sostanziale da quella della 1911 tradizionale in quanto, in questo caso, è stato necessario adottare un sistema di chiusura labile. Walther, che di questo sistema è uno degli interpreti di più antica tradizione, ha mutuato lo schema dei modelli PP e PPK, con una canna vincolata al fusto mediante un supporto che con questa crea un vincolo stabile; l’esigua potenza del calibro non richiede infatti l’utilizzo di più complesse chiusure geometriche e lo smaltimento del rinculo viene ad es-sere demandato alla massa del carrello e alla resistenza di cane e molla di recu-pero. Tutto molto semplice, così come

semplice è la procedura di smontaggio, che ricalca quello

delle Walther a chiusura labile: rimos-so il bushing, sarà necessario arretrare il

carrello e sollevarlo dalla sua parte poste-riore per svincolarlo dalle guide di scor-

rimento e rimuoverlo. A differenza del sistema Walther PP, la molla di recupero non scorre coassialmente alla canna ma è fornita, per maggiore realismo, di una propria guida in lega. È interessare no-tare come la

la Colt 1911 Gold Cup trophy prodotta da Walther

Vista della finestra d’espulsione; si può notare l’appendice d’acciaio dell’ottu-ratore, inglobato nel carrello in lega. Que-sta conformazione fa sì che non ci debba essere un estrattore esterno a deturpare la linea del carrello

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canna disponga di una boccola anterio-re, bloccata sull’arma commercializzata in Italia, che impegna una filettatura; ciò lascia intuire che, là dove questo sia ammesso, la filettatura possa sostenere un sistema di riduzione del suono.

Materiali e funzionamentoTutta l’arma è realizzata in leghe legge-re, con la sola eccezione della canna e

del blocchetto ot-turatore, eviden-temente d’acciaio, assicurato al carrello mediante spine elastiche passanti; soluzione resa neces-saria sia dalle sollecitazioni del rinculo che dal fatto che l’otturatore va in chiu-sura battendo sulla culatta, ovviamente d’acciaio. L’alimentazione è garantita da un caricatore che presenta le cartuc-

ce in maniera alternata, almeno nella sua parte apicale; la capien-za è di 12 colpi, ridotta a 10 in quegli stati americani in cui oltre

questo limite si configura uno strumento d’assalto.Il sistema di scatto è quel-lo tipico ad azione singola dell’arma di Browning,

sul quale opera un duplice sistema di sicurezze: a quella manuale azionabile a cane armato, si affianca quella dorsale, perfettamente funzionante. Il cane di-spone inoltre di mezza monta. Il resto della dotazione differisce a seconda del modello in maniera coerente con l’arma di riferimento. Tralasciando il modello Government A1, si osserva anzitutto la presenza di una lunga slitta Picatinny sul modello Rail, che rispetto all’altro dispone di una seconda serie di intagli all’estremità anteriore del car-rello. Risulta estesa la leva della sicura manuale e ribassata la tacca di mira di tipo tattico, che nel modello Gold Cup è del tipo micrometrico registra-bile sui due piani; tacca e mirino sono applicati medianti intagli a coda di rondine e bloccati in posizione da grani di fissaggio. Cane e grilletto non

Vista della culatta; una slitta fa-cilita lo scorrimento della mu-nizione in camera di cartuccia

la canna è camiciata da un tubo alla cui estremità anteriore è posta una filettatura (inaccessibile nell’arma in vendita in Italia)

I l caricatore può contenere un massimo di 12 col-pi; il bottone a scorrimento sul lato facilita il movimen-to dell’elevatore e quindi l’inserimento delle cartucce

Vista della sicura dorsale

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Piccola curiosità, questa serie di armi appartiene all’ultimo lotto che ha su-bito l’iscrizione al defunto

catalogo nazionale delle armi (la nu-merazione, a quanto ci risulta, termina con il codice 19520, attribuito alla Sig Sauer P210 calibro 9x21 mm).

La prova a fuocoUtilizzando il modello Rail Gun siamo rimasti ben impressionati dal funzio-namento del sistema. Il rinculo, com-plice la struttura over size dell’arma, è risultato quasi inesistente, la preci-sione notevole ancora ai 15 metri cui siamo soliti testare le pistole dall’im-portatore Bignami. La presa dell’arma è salda e non si discosta da quella tradizionale delle pistole 1911, di cui queste versioni in piccolo calibro mantengono ergonomia e disposizio-ne dei comandi. Leggermente lungo ma non tanto da inficia-re la precisione del tiro è risul-tato essere lo scatto; corretti

differiscono tra loro e sono del tipo alleggerito; la versione A1 monta componentistica più tradizionale, così come più corto è il beavertail, quell’el-sa superiore che facilita l’impugnatura ed evita fastidiosi contatti tra la parte superiore della mano e il carrello.Tutte le armi di questa produzione dispongono di classiche guancette di materiale plastico nero fornite di cuspidi a diamante, correttamente grippanti e coerenti con l’estetica dell’arma (in gomma nel caso della Gold Cup). Come detto possono es-sere sostituite con modelli differenti. In comune anche le procedure di la-vorazione (asportazione di materiale da blocchi di alluminio con macchine a controllo numerico) e le finiture, che lasciano sull’arma una gradevole superficie opaca, particolarmente accentuata sul carrello. Carrello sul quale sono evidentemente presenti le incisioni che rimandano al modello e al numero di catalogo (19518) che qualifica queste 1911 per uso sportivo.

l’arma smontata; l’azione di smontaggio diffe-risce sensibilmente da quella della Colt 1911 originale e ricorda quella della Walther PP

la faccia inferiore del carrello mette in evidenzia il tassel-lo d’acciaio che va in battuta sulla culatta

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e coerenti con l’allestimento scelto gli organi di mira. A integrare la scar-na dotazione dell’arma, che viene presentata con un solo caricatore in una valigetta di plastica blu, Umarex provvede pubblicando sul proprio sito alcuni video esplicativi riguardo le più comuni operazioni di smontaggio e manutenzione. Non esistono appunti che possano essere sollevati nei con-fronti delle Walther 1911, che con il loro allestimento si propongono come strumenti ideali per effettuare allena-menti in economia.

CM

la canna, come nel sistema Walther, è assicurata al fusto mediante una staffa; l’adozione del piccolo calibro ha reso su-perfluo l’impiego di una chiusura stabile

Walther modello 1911 cal. .22 Lr

Costruttore: Walther, www.carl-walther.deimportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: Colt 1911

Tipo: pistola semiautomatica a chiusura labileCalibro: .22 LRCaricatore: 12 colpiSistema di scatto: azione singola

Percussione: percussore inerzialeorgani di mira: tacca registrabile (versione Gold Cup Trophy), mirino sostituibileLunghezza canna: 127 mm

Lunghezza totale: 220 mm Sicurezze: sicura dorsale, sicura manualeMateriale del fusto: lega leggeraFinitura: brunitura opacaPeso: 880 grammi

l’autore dell’articolo impegnato durante il test

rosata di 5 colpi ottenuta a 15 metri a mano

libera con mu-nizionamento

commerciale CCI Minimag con pal-

la da 40 grani

¤ PreZZo 489 euro (Rail Gun) – 505 euro (Gold Cup Trophy)

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