Red sauer factorytour 2012

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VISITA ALLA J. P. SAUER & SOHN 128 N on sono certo “solo” gli uomini a mantenere alta la qualità e l’a- lone di serietà professionale e di armi “fatte bene” che circonda il marchio Sauer & Sohn; ma certo è che quando, in veste professionale, ci troviamo di fronte a un direttore generale ben sotto i cin- quant’anni (e sto parlando di Matthias Klotz), cacciatore e con un’energia e un entusiasmo davvero contagiosi, l’idea che l’uomo giusto al posto giusto possa deci- dere le sorti di un’azienda prende sempre più forza. Certo, la Sauer & Sohn ha radi- ci così ben attecchite nel tessuto venatorio mondiale e una storia alle spalle così im- portante che potrebbe tranquillamente “tirare a campare”, ma dall’arrivo di Klotz 260 anni di armi! Grazie agli otti- mi rapporti sia commerciali sia personali che intercorrono fra la famiglia Berti (Bi- gnami) e la Sauer & Sohn, abbiamo potuto effet- tuare, unici giornalisti italiani, un interessante e istruttivo factory tour dei nuovi stabili- menti di assemblaggio delle carabine Sauer, da poco (2009) trasferitisi a Isny, nel sud della Germania; la Sauer è infatti entrata a far parte, insieme a due altri colossi del rigato tedesco, Mauser e Blaser, del gruppo Lüke-Ortmeier, che ha voluto concentrare tutta la pro- duzione in questo nuovo polo che ha più l’immagine di una clinica privata piuttosto che di una fabbrica d’armi… Ordine, gentilezza, professionalità e massima pulizia sono sempre un ottimo biglietto da visita! testo e foto di M.C. di Danilo Liboi & C. La prima impressione che si prova entrando nel nuovo stabilimento Sauer è quella di… aver sbagliato indirizzo e di essere finiti in una clinica privata: ordine e pulizia impeccabili!

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Non sono certo “solo” gli uomini a mantenere alta la qualità e l’a-lone di serietà professionale e di

armi “fatte bene” che circonda il marchio Sauer & Sohn; ma certo è che quando, in veste professionale, ci troviamo di fronte a un direttore generale ben sotto i cin-quant’anni (e sto parlando di Matthias Klotz), cacciatore e con un’energia e un entusiasmo davvero contagiosi, l’idea che l’uomo giusto al posto giusto possa deci-dere le sorti di un’azienda prende sempre più forza. Certo, la Sauer & Sohn ha radi-ci così ben attecchite nel tessuto venatorio mondiale e una storia alle spalle così im-portante che potrebbe tranquillamente “tirare a campare”, ma dall’arrivo di Klotz

260 anni di armi!Grazie agli otti-

mi rapporti sia commerciali sia personali che intercorrono fra la famiglia Berti (Bi-gnami) e la Sauer

& Sohn, abbiamo potuto effet-tuare, unici giornalisti italiani, un interessante e istruttivo factory tour dei nuovi stabili-menti di assemblaggio delle carabine Sauer, da poco (2009) trasferitisi a Isny, nel sud della Germania; la Sauer è infatti entrata a far parte, insieme a due altri colossi del rigato tedesco, Mauser e Blaser, del gruppo Lüke-Ortmeier, che ha voluto concentrare tutta la pro-duzione in questo nuovo polo che ha più l’immagine di una clinica privata piuttosto che di una fabbrica d’armi… Ordine, gentilezza, professionalità e massima pulizia sono sempre un ottimo biglietto da visita!

testo e foto di

M.C. di Danilo

Liboi & C.

La prima impressione che si prova entrando nel nuovo stabilimento Sauer è quella di… aver sbagliato indirizzo e di essere finiti in una clinica privata: ordine e pulizia impeccabili!

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e dalla sempre più stretta collaborazione con Bignami, non è più così: Sauer ha intenzione di affermare la propria auto-revolezza nel mondo delle armi rigate da caccia e lo sta facendo con una forza che deriva dalle capacità del “comandante”, dallo staff che Klotz ha riunito attorno a

sé e, naturalmente, anche grazie agli importanti inve-stimenti effettuati dal gruppo Lüke-Ortmeier, che ha riunito a Isny i propri “cavalli di razza”, Sauer, Mau-ser e Blaser, con un’unica officina che produce tutti i componenti delle armi (ferri e legni) dei tre brand e tre differenti stabili-menti dove le armi vengono assem-blate e testate. La

prima impressione che si prova entrando nel nuovo stabilimento Sauer è quella di… aver sbagliato indirizzo e di essere finiti in una clinica privata!

La produzioneA parte gli scherzi, senza dubbio il fatto che in questa fabbrica le armi vengano solamente assemblate e provate rende tutto molto più pulito (e silenzioso), ma quella che salta immediatamente all’oc-chio nei vari reparti, a iniziare dal con-trollo qualità dei vari componenti che arrivano dalle officine esterne, passando attraverso tutte le linee di assemblaggio, per arrivare al poligono di prova e quin-di alla preparazione per la spedizione, è una grande professionalità, unita a orgoglio e senso di appartenenza, che si riflettono positivamente su tutta la produzione. Già, la produzione, che vede un implemento continuo di nuo-vi progetti e alcune modifiche, che

Matthias Klotz, il giovane direttore generale di Sauer & Sohn, a destra, insieme a Andy De Santis, purchasing department manager di Bignami; davvero coinvolgenti l’entusiasmo e l’energia del nuovo “comandante” della blasonata Casa tedesca

Tutte le armi che escono dallo sta-bilimento di Isny vengono provate nel poligono interno, con linee a 50 e 100 me-tri; notare la slitta di armamento dorsale armata della semi-auto S 303 Classic, particolare impor-tante, che caratte-rizza tutta la serie, chiaro indizio che la sicurezza è uno dei cavalli di battaglia di Sauer

La vera novità Sauer di quest’anno non è una carabina, ma un particolare; un particolare per niente insignificante e che potrebbe cambiare il modo di pensare la caccia a palla: si tratta del nuovo pacchetto di scatto BMT (Black Magic Trigger)

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Un po’ di storia

1751 La ditta Sauer viene fondata a Suhl da Lorenz Sauer, come manifattura di armi da caccia, e con l’entrata in società dei figli acquisisce grandezza e reputazione.1838 Il regime prussiano insiste sulla realizzazione, da parte della famiglia Sauer, di un gran numero di fucili per l’esercito sas-sone e così l’azienda diviene la “Regia Fabbrica” e si assicura la prima fornitura di ben 2.650 fucili.

1870 L’anno del primo grande contratto per la fornitura di 150.000 armi. La fabbrica cresce notevol-mente di dimensioni. 1873 A partire dal 1° gennaio l’azienda viene ufficialmente denominata “Johann Paul Sauer & Sohn” e decide ben presto di concentrarsi sulla produzione di armi da caccia.1881 All’Expo Mondiale di Melbourne, la qualità della Sauer & Sohn viene onorata con la consegna dell’ambita medaglia d’oro per il fucile Express Sauer con canna ottagonale. Lo stesso anno l’azienda registra il brevetto per il fucile a tre canne (drilling). Questi due grandi eventi caratterizzano l’impo-stazione che avrebbe contraddistinto la Sauer & Sohn per sempre: tradizione, qualità e innovazione. La scelta dei materiali è da allora un elemento fondamentale. In collaborazione con Friedrich Krupp/Essen viene sviluppato un acciaio per canne di un livello eccezionale, che viene ancora utilizzato quasi senza modifiche in ogni arma da caccia Sauer: l’acciaio Krupp “Dreiring” (ovvero a tre anelli).1918 Per fronteggiare la crisi che segue la Prima guerra mondiale, Sauer si dedica alla produzione di macchine da scrivere e solo dopo qualche anno alle armi civili, con una notevole espansione delle armi da caccia.1951 Un nuovo inizio: espropriata dal regime comunista a Suhl (DDR) dopo la Seconda guerra mondia-

le, l’azienda viene ricostruita dalla famiglia Sauer, con l’aiuto di appassionati cacciatori, a Eckernfoerde, nelle Germania dell’O-vest. L’unico prodotto su cui lavora in questo periodo la nuova azienda è la doppietta liscia. 1958 La Casa si espande ancora, con grande coraggio. Sauer produce le carabine Weatherby su licenza del produttore ameri-cano. Questo contratto scadrà solo nel 1971, con quasi 100.000 carabine prodotte!1972 Sauer lancia sul mercato il modello 80, le cui innovazioni rivoluzionano il design del settore. Affidabilità, precisione e un otturatore dalla fluidità eccezionale rendono “immortale” il modello 80 e il suo successore Sauer 90.1976 L’azienda cambia proprietà. La SIG Holding AG acquista la maggioranza delle azioni e da questo momento in poi la Sauer & Sohn riprende la costruzione di armi corte (Sig-Sauer). 1984 Dalla geniale idea di Ennio Mattarelli nasce il Sauer 200, la prima carabina modulare al mondo (che permette il cambio di canna, calibro e calcio). 1993 L’evoluzione del modello 200 raggiunge un’eleganza, una precisione e una versatilità senza precedenti.2000 Nel suo 250° anno e poco prima dei festeggiamenti per questo giubileo, viene rilevata da Michael Lüke e Thomas Ortme-ier, che danno nuovo slancio alla più antica azienda tedesca.2003 Un’altra rivoluzione: la Sauer 202 Take Down rende per la prima volta possibile ciò che pareva impossibile, un vero siste-ma take down a un prezzo abbordabile.2005 La J.P. Sauer & Sohn istituisce la linea Sauer Individual, un custom-shop dedicato alla creazione di armi finemente incise, personalizzate e realizzate a mano.2006 Il prestigio Sauer, l’eleganza, la precisione: tutti gli elementi fondamentali si fondono in una carabina semiautomatica: la Sauer 303 è una classica carabina da caccia, con particolare affinità per la battuta. 2009 I due settori “caccia” e “difesa” vengono definitivamente divisi e mentre la produzione delle pistole Sig-Sauer rimane a Eckernfoerde, la sezione dedicata alla caccia viene spostata in uno stabilimento di circa 3.100 mq, completamente nuovo, rea-lizzato con le tecnologie più avanzate, nel sud della Germania, a Isny.2012 All’IWA viene presentata la più prestigiosa carabina Sauer mai costruita. Anni di ricerche per trovare le fonti storiche cor-rette e per abbinare al meglio contributi artistici epocali. Il tutto per creare un’arma dedicata a un tema classico, ma da sempre emozionante, realizzata con stile e dettagli eccezionali: la 202 Gladiator.

originano dalle prove sul campo, di armi già esistenti, come la S 202 SF, con caricatore maggiorato e pomello dell’otturatore ingrandito per facilitare una ripetizione veloce, carabina che nasce per le battute in quei Paesi dove le semiauto sono proibite; SF è l’acronimo di Schwarzwild Fieber, e non crediamo necessitino traduzioni. Rimanendo nel “campo” delle bolt e della 202 in par-ticolare (che ricordiamo essere stata la

prima carabina modulare al mondo), ecco la Synchro XT, con calciatura in sintetico, thumb hole e dorso del calcio regolabile: un “mostro” dal fascino estremamente accattivante e dall’ergo-nomia indiscutibile. Così come è estre-mamente affascinante la 202 Hatari, camerata solo in big bore (375 H&H, 416 RM e 458 Lott), con il suo mirino anteriore ribaltabile e la sua linea afri-cana, o la Forest XT, con canna da 51

cm e magliette laterali, per un porto più comodo nella vegetazione fitta, che nasce per le esigenze della disciplina del recupero.

Il Black Magic Trigger Ma la vera novità di quest’anno non è una carabina, ma un particolare… Un particolare per niente insignificante e che potrebbe cambiare il modo di pensare la caccia con la carabina: si tratta del nuovo

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dspannung) e con uno scatto come il BMT, a rottura di cristallo, pulito e prevedibile,

anche se giustamente (vista la tipologia di arma) ancora un po’ pesantino per le nostre abitudini (sgancia a circa 930/950 grammi), potrebbe davvero diventare un’arma “universale”. Questo dubbio ce lo siamo portati appresso durante la visita di tutti i reparti, dove l’ordine regna sovrano, fino al fatidico momento della prova al poligono (lo splendido poli-

BMT. Il Black Magic Trigger (che non è una canzone di Santana, ma il nome del nuovo pacchetto di scatto montabile su tutte le S 303) devo dire che ci ha messi decisamente in difficoltà. Anche per chi non ama le semiauto… una S 303, magari una Elegance, che per capire che non è una bolt devi guardarla bene, con slitta di armamento dorsale (tipo Han-

gono “virtuale” interno al polo armiero), dove è stato finalmente dissipato: le S 303 con montato il BMT tirano come delle carabine a otturatore girevole/scorrevole: la fucilata parte pulita, senza strappi (anche nel tiro mirato), la sicurezza è garantita dalla monta manuale del percussore e la preci-sione è assolutamente assimilabile a quella di una bolt. La Sauer ha

davvero cambiato marcia ed è intenzio-nata ad affermarsi nel settore delle armi rigate da caccia; la S 202 L Higland in 7x64 che occhieggia da dentro la sua cu-stodia appoggiata in un angolo del mio studio (senza piaggerie una delle migliori bolt che abbia mai tenuto in mano) me lo ricorda in continuazione…

LM

Per saperne di più• Sauer & Sohn, www.sauer.de• Bignami, tel. 0471 803000, www.bignami.it

L’autore al tiro con una S 303 Synchro XT cali-bro 308 Winchester nel poligono virtuale che si trova all’interno del polo armiero di Isny; l’ergono-mia della calciatura con thumb hole e lo scatto BMT hanno davvero fatto miracoli!

Il peso di sgancio del nuovo pacchetto di scatto, montabile su tutte le S 303, si attesta intorno ai 950 grammi, ma è pulitissimo e perfet-tamente gestibile

S 202 Schwarzwild Fieber

S 303 Elegance

S 202 TD Hatari

S 303 Hardwood

Le ultime novità

S 202 Synchro XT

S 303 GTI

S 303 Classic XT

S 303 Synchro XT ZF

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